Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

15
ANNO XVIII - N. 10 - Poste Italiane SpA - Spedizione in abb. postale - D.I. 353/2003 (conv. in L. 7/02/04 n. 46) art 1, comma 2, dcb Milano - SETTEMBRE-OTTOBRE 2010 DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA RIPAMONTI, 37/A 20136 MILANO - TELEFONO 02/5829871 Dopo l’allarme della nostra associazione è arrivata l’apertura del Pirellone: “Troviamo soluzioni alle controversie” Ruspe veloci, risarcimenti lenti Battaglia di Coldiretti per garantire indennizzi rapidi alle aziende danneggiate dalle grandi opere Non si fermano i mercati agricoli, intanto le aziende si buttano nel sociale SERVIZI ALLE PAG. 6, 7, 16 Iniziativa realizzata con il contributo di Regione Lombardia Direzione Generale Agricoltura SERVIZIO A PAG. 9 Agricoltura motore dello sviluppo Qualche tempo fa mi è capitato fra le mani un articolo intitolato “Il futuro perduto di giovani e imprese”, che raccontava come in Italia ci sia una fetta di giovani, pari al 7-8 per cento della popolazione, che oggi hanno meno di 35 anni e poche prospettive per il futuro. Una situazione, ma che è sicuramente preoccupante. Per questo considero importante creare un disegno di lungo respiro per il territorio e per la sua gente. In questo contesto l’agricoltura può e deve fare la sua parte su molti fronti. A partire dal lavoro, con la formazione dei giovani e la collaborazione con le scuole e con i centri di ricerca. Credo che nelle nostre aziende esista un patrimonio di esperienze in grado di aiutare i giovani, ma non solo loro, ad aprirsi una strada, ad avere un’idea e a realizzarla, partendo dalla tradizionale attività sui campi fino alle bioenergie. Non è facile, ma si può fare. L’agricoltura può quindi giocare un ruolo sociale, oltre che economico. Anche perché le cascine non le puoi spostare a piacimento, come invece accade con le industrie e per noi il territorio è fondamentale, è vita, affetto, tradizione, legami sociali e speranza per il futuro. Speranza che devono avere le nuove generazioni e anche gli immigrati stranieri che vengono qui per lavorare onestamente. A loro ormai da anni l’agricoltura lodigiana ha offerto una sponda importante, formandoli dal punto di vista professionale, impiegandoli nelle stalle e nei campi, facendoli crescere come nuovi cittadini, integrandoli e quindi assicurando al resto della società qualche problema in meno sul fronte dell’emarginazione e della sicurezza. Gli stranieri, come i giovani, possono rappresentare una risorsa per se stessi e per il territorio, perché se avranno un lavoro e maggiore capacità di spesa, saranno i consumatori di domani e forse già di oggi. Come mi è già capitato di dire: senza latte e grana padano, carni, prosciutti e salumi, ossia senza le aziende agricole, non ci sarebbe neppure il cous cous, ossia la richiesta di prodotti legati a nuove fasce di popolazione che sono arrivate sul nostro territorio. Questa è la dimostrazione di come tutto alla fine sia connesso. Non esistono più settori a tenuta stagna. E l’agricoltura è uno di quelli che meglio si può intrecciare con tutti gli altri: dalla scuola al lavoro, dalla ricerca al commercio, fino alle bioenergie. Perché le fonti rinnovabili sono un’altra carta che ci possiamo giocare per contribuire al rilancio del territorio. Quando discutiamo di fotovoltaico sui tetti di stalle e capannoni, o di impianti per il biogas, non parliamo solo di opportunità per le imprese agricole, di minor impatto ambientale e di un nuovo modello di sviluppo e consumo, ma ci riferiamo a un indotto che riguarda la progettazione e la produzione di nuovi sistemi di energia, di turbine, di digestori, di pannelli solari, ci riferiamo alla loro commercializzazione e installazione. Tutte attività che possono offrire posti di lavoro qualificati e di lungo periodo. Insomma, un’opportunità di crescita a disposizione di molti. Carlo Franciosi Presidente Coldiretti Milano e Lodi Per quasi un italiano su quattro (23 per cento) il cibo italiano dal campo alla tavola vale almeno il doppio, nonostante il momento di crisi economica. E’ quanto emerge dalla presentazione dei risultati della prima indagine che studia il contributo del Made in Italy alla ripresa economica, realizzata da Coldiretti- Swg a ottobre 2010 e presentata nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio. Una maggioranza assoluta del 53 per cento degli italiani preferisce acquistare prodotti alimentari locali e artigianali che battono nettamente le grandi marche, le quali si fermano al 10 per cento. Nell’ambito del Forum, il Presidente Marini ha incontrato il ministro dell’Economia Tremonti invitandolo a considerare l’agricoltura come uno dei quei settori dove non è necessario togliere risorse. SERVIZI ALLE PAG. 2 E 3 Un agricoltore indica i campi che verranno sfregiati dalla nuova tangenziale esterna di Milano. Polemiche sulle grandi opere in Lombardia Il Presidente Sergio Marini ha invitato il Governo a non penalizzare l’agricoltura L’economia vola con il Made in Italy Al Forum di Cernobbio punto della situazione sul settore e le tendenze dei consumi

description

Periodico agricolo della coldiretti di milano e lodi

Transcript of Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

Page 1: Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

ANNO XVIII ­ N. 10 ­ Poste Italiane SpA ­ Spedizione in abb. postale ­ D.I. 353/2003 (conv. in L. 7/02/04 n. 46) art 1, comma 2, dcb Milano ­ SETTEMBRE­OTTOBRE 2010DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA RIPAMONTI, 37/A 20136 MILANO ­ TELEFONO 02/5829871

Dopo l’allarme della nostra associazione è arrivata l’apertura del Pirellone: “Troviamo soluzioni alle controversie”

Ruspeveloci,risarcimenti lentiBattaglia di Coldiretti per garantire indennizzi rapidi alle aziendedanneggiate dalle grandi opere

Non sifermanoi mercatiagricoli,intanto

le aziendesi buttanonel sociale

SERVIZI ALLE PAG. 6, 7, 16

Iniziativa realizzata con il contributo diRegione Lombardia

Direzione Generale Agricoltura

SERVIZIO A PAG. 9

Agricoltura motore dello sviluppoQualche tempo fa mi è capitato fra le mani un articolo intitolato “Il futuro perduto di

giovani e imprese”, che raccontava come in Italia ci sia una fetta di giovani, pari al 7-8 percento della popolazione, che oggi hanno meno di 35 anni e poche prospettive per ilfuturo. Una situazione, ma che è sicuramente preoccupante. Per questo consideroimportante creare un disegno di lungo respiro per il territorio e per la sua gente. In questocontesto l’agricoltura può e deve fare la sua parte su molti fronti. A partire dal lavoro, conla formazione dei giovani e la collaborazione con le scuole e con i centri di ricerca. Credoche nelle nostre aziende esista un patrimonio di esperienze in grado di aiutare i giovani,ma non solo loro, ad aprirsi una strada, ad avere un’idea e a realizzarla, partendo dallatradizionale attività sui campi fino alle bioenergie. Non è facile, ma si può fare. L’agricolturapuò quindi giocare un ruolo sociale, oltre che economico. Anche perché le cascine nonle puoi spostare a piacimento, come invece accade con le industrie e per noi il territorioè fondamentale, è vita, affetto, tradizione, legami sociali e speranza per il futuro. Speranzache devono avere le nuove generazioni e anche gli immigrati stranieri che vengono quiper lavorare onestamente. A loro ormai da anni l’agricoltura lodigiana ha offerto unasponda importante, formandoli dal punto di vista professionale, impiegandoli nelle stalle enei campi, facendoli crescere come nuovi cittadini, integrandoli e quindi assicurando alresto della società qualche problema in meno sul fronte dell’emarginazione e dellasicurezza. Gli stranieri, come i giovani, possono rappresentare una risorsa per se stessi e peril territorio, perché se avranno un lavoro e maggiore capacità di spesa, saranno iconsumatori di domani e forse già di oggi. Come mi è già capitato di dire: senza latte egrana padano, carni, prosciutti e salumi, ossia senza le aziende agricole, non ci sarebbeneppure il cous cous, ossia la richiesta di prodotti legati a nuove fasce di popolazione chesono arrivate sul nostro territorio. Questa è la dimostrazione di come tutto alla fine siaconnesso. Non esistono più settori a tenuta stagna. E l’agricoltura è uno di quelli che megliosi può intrecciare con tutti gli altri: dalla scuola al lavoro, dalla ricerca al commercio, finoalle bioenergie. Perché le fonti rinnovabili sono un’altra carta che ci possiamo giocare percontribuire al rilancio del territorio. Quando discutiamo di fotovoltaico sui tetti di stalle ecapannoni, o di impianti per il biogas, non parliamo solo di opportunità per le impreseagricole, di minor impatto ambientale e di un nuovo modello di sviluppo e consumo, maci riferiamo a un indotto che riguarda la progettazione e la produzione di nuovi sistemi dienergia, di turbine, di digestori, di pannelli solari, ci riferiamo alla loro commercializzazionee installazione. Tutte attività che possono offrire posti di lavoro qualificati e di lungo periodo.Insomma, un’opportunità di crescita a disposizione di molti.

Carlo FranciosiPresidente Coldiretti Milano e Lodi

Per quasi un italiano su quattro (23per cento) il cibo italiano dal campoalla tavola vale almeno il doppio,nonostante il momento di crisieconomica. E’ quanto emerge dallapresentazione dei risultati della primaindagine che studia il contributo delM a d e i n I t a l y a l l a r i p r e s aeconomica, realizzata da Coldiretti-Swg a ottobre 2010 e presentata nelcorso del Forum Internazionaledell’Agricoltura e dell’Alimentazioneorganizzato dalla Coldiretti a Villad ’ E s t e d i C e r n o b b i o . U n amaggioranza assoluta del 53 percento degli ital iani preferisceacquistare prodotti alimentari localie a r t i g i a n a l i c h e b a t t o n onettamente le grandi marche, lequali si fermano al 10 per cento.Nell’ambito del Forum, il PresidenteMarini ha incontrato il ministrodell’Economia Tremonti invitandoloa considerare l’agricoltura comeuno dei quei settori dove non ènecessario togliere risorse.

SERVIZI ALLE PAG. 2 E 3

Un agricoltore indica i campi che verranno sfregiati dalla nuova tangenziale esterna di Milano. Polemiche sulle grandi opere in Lombardia

Il Presidente Sergio Marini ha invitato il Governo a non penalizzare l’agricoltura

L’economia vola con il Made in ItalyAl Forum di Cernobbio punto della situazione sul settore e le tendenze dei consumi

Page 2: Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

2 - Il Nuovo Grano Settembre ­ Ottobre 2010Speciale Forum di Cernobbio

“ L e p r o v o c a z i o n i c o nl’eclatante semina illegale dimais geneticamente modificato(Ogm) e il pressing delle grandil o b b y m u l t i n a z i o n a l i c o ni m p o n e n t i c a m p a g n e d ipromozione che hanno segnatoin Italia il 2010 non convincono icittadini che mantengono saldala propria opposizione agli Ogm,ritenuti meno salutari di quellitradizionali da tre italiani suquattro che esprimono unaopinione (73 per cento). La fortec o n t r a r i e t à e s p r e s s a d a ic o n s u m a t o r i s u i p r o d o t t igeneticamente modificati èrimasta sostanzialmente stabilenegli ultimi quattro anni nei quali

è stato condotta la tradizionaleindagine della Coldiretti al Forumdi Cernobbio, ed è la confermac h e n o n s i t r a t t a d i u n av a l u t a z i o n e e m o t i v a . U natteggiamento che dà valorea l l a s c e l t a f a t t a d a l l aConferenza della regioni che had e c i s o r e c e n t e m e n t eall’unanimità di continuare av i e t a r e l a c o l t i v a z i o n e d io r g a n i s m i g e n e t i c a m e n t em o d i f i c a t i i n I t a l i a c o nl’importante invito ad esercitarela clausola di salvaguardia pervietare sul territorio nazionale lasemina e la produzione dellapatata Amflora e del maisMon810. Con tale decisione

l’Italia - sottolinea la Coldiretti - siunisce al numero crescente diPaesi europei come Austria,Ungheria, Lussemburgo, Grecia,Francia e Germania che hannogià vietato il mais MON 810mentre con il medesimo mezzogiur id ico per ora l ’Aust r ia,l’Ungheria e il Lussemburgohanno vietato, altresì, la patataAmflora. Gli Ogm spingono -sostiene la Coldiretti - verso unmodello di sviluppo che è ilg r a n d e a l l e a t odell’omologazione e il grandenemico della tipicità, del ladistintività e del Made in Italy. Lascelta di non utilizzare organismigeneticamente modificati non è

quindi il frutto di un approccioideologico, ma riguarda unaprecisa posizione economicaper il futuro di una agricolturache vuole mantenere saldo ilrapporto con i consumatori. Suquesta strada l’Italia - continuala Coldiretti - non è certo da solapoiché dopo il divieto postoanche in Germania si sono ridottia soli sei, su ventisette, i PaesiEuropei dove si coltivano Ogmcon un drastico crollo del 12 percento delle semine. Il drasticocrollo nei terreni seminati atransgenico in Europa nel 2009conferma che nel coltivare talip rodott i non c’è neancheconvenienza economica.

Per quasi un italiano su quattro(23 per cento) il cibo italiano dalcampo alla tavola vale almenoi l d o p p i o , n o n o s t a n t e i lmomento di crisi economica. E’q u a n t o e m e r g e d a l l apresentazione dei risultati dellaprima indagine che studia ilcontributo del Made in Italy allaripresa economica, realizzata daColdiretti-Swg a ottobre 2010 epresentata nel corso del ForumInternazionale dell’Agricoltura edell’Alimentazione organizzatodalla Coldiretti a Villa d’Este diCernobbio. Il valore superioreattr ibuito dagl i i tal iani agl ialimenti, realizzato con prodotticoltivati o allevati interamente inItalia, è eccezionale con dueitaliani su tre (65 per cento) cheritengono valga dal 10 percento in su. La fiducia nel Madein Italy r ispetto al prodottostraniero è del 91 per cento pergli alimenti, del 66 per cento peri vestiti, del 55 per cento neimobili, del 49 per cento per lacosmetica, del 39 per gli utensili,del 26 per auto e motorini e del18 per l’elettronica e cresce nel2 0 1 0 i n t u t t i i s e t t o r i . L asuperiorità del Made in Italyalimentare è attribuita al rispettodi leggi più severe, alla bontà efreschezza e alla garanzia dimaggiori controlli. L’attenzionea l l ’o r ig ine de l p rodot to èevidenziata dal fatto che -sottolinea la Coldiretti - ben il 97per cento degli italiani ritieneche dovrebbe essere sempreindicato il luogo di allevamentoo colt ivazione dei prodott ic o n t e n u t i n e g l i a l i m e n t i .Secondo il presidente dellaColdiretti Sergio Marini si tratta diun riconoscimento dell’impegnodegli imprenditori italiani nelg a r a n t i r e l a l e a d e r s h i pqualitativa nella produzioneagricola. Il modello agricoloitaliano è vincente nel mondodove ha conquistato primatinella qualità, tipicità e nellasalubrità delle produzioni, maanche - precisa Marini - nelvalore aggiunto per ettaro diterreno, ovvero la ricchezzanetta prodotta per unità disuper f ic ie dal l ’agr ico l tu raitaliana, che è oltre il triplo diquella Usa, doppia di quellainglese, e superiore del 70 percento di quelle di Francia eSpagna. Le produzioni italianehanno poi il primato della sanitàe della sicurezza alimentare, conun record del 99 per cento dicampioni regolari di frutta,verdura, vino e olio, con residuichimici al di sotto dei limiti dilegge. Nel nostro Paese si trovau n t e r z o d e l l e i m p r e s e

biologiche europee e un quartodella superficie bio dell’Unione,superando il milione di ettari.L’agricoltura ital iana vantainoltre la leadership nei prodottit i p i c i c o n 2 1 0 p r o d o t t i adenominazione o indicazione diorigine protetta riconosciuti

dal l’Unione Europea, senzacontare le 4511 specia l i tàtradizionali censite dalle regioni.Ma il Made in Italy a tavola èanche - conclude Coldiretti -l’emblema nel mondo delladieta mediterranea, modellon u t r i z i o n a l e o r m a i

universalmente riconosciutof o n d a m e n t a l e a i f i n i d e lmantenimento di una buonasalute e che si fonda su unaa l i m e n t a z i o n e b a s a t a s uprodotti locali, stagionali, freschidi cui l’Italia è particolarmentericca.

Coldiretti protagonista al decimo forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio

Il Made in Italy vale doppioLe tendenze dei consumi puntano sulle vendite dirette e la ricerca di prodotti locali

La gentevuole

comprarein cascina

Una maggioranza assolutadel 53 per cento degli italianipreferisce acquistare prodottialimentari locali e artigianaliche battono nettamente legrandi marche, le quali si fer-mano al 10 per cento. E’ quan-to emerge dalla presentazio-ne dei risultati della prima in-dagine che studia il contributodel Made in Italy alla ripresaeconomica, realizzata daColdiretti-Swg a ottobre 2010e presentata nel corso del Fo-rum Internazionale dell’Agri-coltura e dell’Alimentazioneorganizzato dalla Coldiretti aVilla d’Este di Cernobbio. Lavittoria del prodotto legato alterritorio è sancita dal fattoche oltre due terzi degli italiani(68 per cento) si sentirebberopiù garantiti da un marchiodegli agricoltori italiani rispet-to al marchio industriale (11per cento) e a quello della di-stribuzione commerciale (10per cento). Si tratta - sottolineala Coldiretti - di una opinioneconfermata dal fatto che nel2010 si è registrato un veroboom degli acquisti diretti daiproduttori dove compra rego-larmente il 17 per cento degliitaliani con un aumento re-cord del 55 per cento. “Favori-re la presenza di prodotti loca-li nei punti vendita è anchel’obiettivo del progetto peruna Filiera agricola tutta italia-na per arrivare ad offrire pro-dotti alimentari al cento percento italiani firmati dagli agri-coltori e al giusto prezzo” haaffermato il presidente dellaColdiretti Marini nel sottolinea-re che “questi prodotti saran-no offerti tramite la più estesarete commerciale nazionaleche coinvolge i mercati dicampagna amica, i punti divendita delle cooperative, iconsorzi agrari, agriturismi eaziende agricole, ma coinvol-gerà anche la rete della risto-razione a chilometri zero e ladistribuzione che intenderàpartecipare”. Un italiano su tre(32 per cento) acquista rego-larmente prodotti a denomi-nazione di origine e il 14 percento quelli biologici. Si trattadella conferma che “La crisinon incide sul bisogno di sicu-rezza alimentare dei cittadiniche continuano ad esprimereun forte interesse per le produ-zioni ad elevato contenuto sa-lutistico, identitario e ambien-tale”, ha affermato il presiden-te della Coldiretti Sergio Marininel precisare che a dimostrar-lo “è la crescita degli acquistidiretti dal produttore che han-no raggiunto il valore di 3 mi-liardi di euro e interessano piùdi 60mila imprese agricole tracantine, cascine e malghe ol-tre a 600 mercati degli agri-coltori di Campagna Amica.Complessivamente - continuala Coldiretti - il fatturato deiprodotti a denominazione diorigine Made in Italy ha sfiora-to nel 2009 i dieci miliardi dieuro realizzati per quasi il 20per cento sui mercati esteridove crescono parallelamen-te anche le imitazioni e i ta-rocchi.

Ogm, il flop delle semine biotech: nessuno le vuole

Accordo fra Intesa e Creditagri:moratoria su mutui e scadenze

Intesa Sanpaolo e CreditAgriColdiretti, associazione che rag-gruppa i Confidi e le società di me-diazione creditizia operanti a livelloregionale e interregionale nell’ambi-to del Sistema Coldiretti, al quale fariferimento la maggioranza assolutadelle imprese agricole italiane, han-no firmato oggi un importante ac-cordo che mette a disposizione daparte del Gruppo bancario un pla-fond complessivo di 1,5 miliardi dieuro destinato alle imprese associa-te al sistema Coldiretti. L’accordo,che si rivolge agli oltre 1,5 milioni diassociati, è stato firmato da Corra-do Passera, consigliere delegato eCEO di Intesa Sanpaolo, e dal presi-dente Coldiretti Sergio Marini ed èfinalizzato a sostenere le imprese delsettore agricolo e agroalimentaregarantendo continuità del credito,liquidità per la gestione ordinaria,soluzioni di investimento a favoredello sviluppo produttivo, finanzia-menti per la ricapitalizzazione e op-zioni di flessibilità per le scadenzedei crediti. Obiettivi individuati eperseguiti, nell’ambito della già effi-

cace collaborazione tra il Gruppobancario e CreditAgri, anche graziealla creazione di un canale direttotra azienda e banca con il supportodel le strutture terr i tor ial i del laColdiretti. CreditAgri, dopo un pro-cesso di fusione tra tutti i Confidiagricoli di espressione Coldiretti, siavvia a diventare a partire dalla fi-ne di novembre 2010 un unico Con-fidi nazionale in possesso dei requisitiprevisti dalla Banca ‘Italia per tra-sformarsi in Confidi 107 o Banca digaranzia per il settore agroalimenta-re.

“L’accordo è un importante pas-so in avanti nel nostro progetto peruna Filiera Agricola tutta Italiana alquale assicura un volano finanziariodeterminate per sostenerne lo svi-luppo nelle diverse aree di interven-to - ha affermato il presidente dellaColdiretti Sergio Marini nel sottoline-are la scelta lungimirante di contri-buire ad un progetto concreto ingrado di dare futuro all’agricolturaitaliana, valorizzandone le distintivitàed il legame con il territorio, conl’offerta di prodotti alimentari al

cento per cento italiani firmati dagliagricoltori tramite la più estesa retecommerciale nazionale che coin-volge i mercati di campagna ami-ca, i punti di vendita delle coopera-tive, i consorzi agrari, agriturismi eaziende agricole, ma coinvolgeràanche la rete della ristorazione achilometri zero e la distribuzione cheintenderà partecipare”. “Oggi conCreditAgri Coldiretti firmiamo un ac-cordo che ribadisce il nostro incita-mento a fare sistema, perché vo-gliamo spingere le pmi a crederenella ripresa e a tornare a crescerecon il nostro supporto. - ha com-mentato Corrado Passera, consiglie-re delegato e CEO di Intesa Sanpa-olo. Il ruolo di CreditAgri Coldiretti ela capillarità dei rapporti delle Ban-che del Gruppo Intesa Sanpaolo di-ventano a questo proposito un veroelemento strategico perché con-sentono di mettere a patrimonio co-mune la conoscenza diretta delleimprese e degli imprenditori, ogget-to di un vero e proprio piano di dif-fusione e attuazione dell’accordosul territorio.

Page 3: Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

Le confezioni di generi alimentarisequestrate dai Nas sono aumentatedel 40 per cento nel 2010, tanto chele frodi a tavola sono diventate quel-le più temute dagli italiani, con sei cit-tadini su dieci che le considerano piùgravi di quelle fiscali e degli scandalif inanziari. A darne notizia è laColdiretti, nell’ambito delle anticipa-zioni sul dossier agromafie, sulla basedegli ultimi dati dell’attività dei NucleiAntisofisticazioni nel settore agroali-mentare, resi noti nel corso del X Fo-rum dell’Agricoltura e dell’Alimenta-zione, organizzato a Villa d’Este diCernobbio da Coldiretti e Studio Am-brosetti, dove sono stati presentati i ri-sultati di sondaggio Coldiretti-Swg sul-le frodi che preoccupano gli italiani.Alla domanda su quali fossero le frodipiù gravi – rileva la Coldiretti - il 60 percento dei cittadini ha indicato quellealimentari poiché possono avere ef-fetti sulla salute. Al secondo posto (40per cento) vengono quelle fiscali,mentre le truffe finanziarie sono lospauracchio del 26 per cento degliitaliani, seguite a stretta distanza daquelle commerciali, come la contraf-fazione dei marchi (25 per cento).Una situazione confermata dai nu-meri dei Nas dai quali emerge che -rileva la Coldiretti - nel primo seme-stre di quest’anno le confezioni di ali-menti sequestrate e ritirate dal com-mercio ammontano a oltre 10 milioni,con un aumento record del 40 percento rispetto allo stesso periodo del2009, quando a finire nel mirino deimilitari dell’Arma erano stati 7,2 milio-ni di pezzi. Aumenta anche il valoredel cibo sequestrato che sale a 71milioni di euro (+4 per cento), così co-me le strutture irregolari sottoposte asequestro (+23 per cento) o chiuseper motivi di salute pubblica (+18 percento). Rispetto allo scorso anno –precisa la Coldiretti – sono state inol-tre effettuate oltre 18mila ispezioni (+20 per cento), mentre sono restatesostanzialmente stabili le infrazionipenali e le amministrative. Sono inve-ce diminuiti gli arresti (da 32 a 11), manon le denunce (+10 per cento) e lesegnalazioni all’autorità giudiziaria (+26 per cento).In Italia si scoprono le frodi perché sifanno più controlli ha affermato ilpresidente della Coldiretti Sergio Ma-rini nel sottolineare che si stima ven-gano “effettuati ogni anno più di unmilione di verifiche ed ispezioni suglialimenti tra le diverse forze dell’ordi-ne e gli organismi pubblici e privatinel corso di un anno”.Tra i casi più “scottanti” seguiti daiNas nel corso del 2010 c’è sicura-mente – rileva Coldiretti – quello dellemozzarelle blu, il formaggio a pasta fi-lata tedesco contaminato dal batte-rio Pseudomonas fluorescens e ven-duto con nomi italiani come MalgaParadiso, Fattorie Torresina e Monte-verdi, ingannando i consumatori ecausando gravi danni di immagineper gli allevatori italiani. Dopo il ritro-vamento dei latticini colorati in variecittà i carabinieri hanno sequestratouna tonnellata di mozzarelle prodot-ta in Germania, sulle quali è stataaperta una inchiesta con indagati inItalia e all’estero.Ma nel mirino dei Nas sono finiti an-che altri alimenti, come gli oltre 10 mi-lioni di uova non in regola con le nor-me igienico-sanitarie scoperte a Ve-rona e destinate alla lavorazione deiprodotti tipici delle festivita’ natalizie,panettoni e pandori in testa. O, an-cora, le 200mila bottiglie di conservadi pomodoro pericolosa trovate aSalerno e, a Siena, i 10 milioni di litri divino da tavola pronto per essereesportato negli Stati Uniti comeChianti Docg. Senza dimenticare –continua la Coldiretti – le 25 tonnella-te di cibi etnici irregolari sequestratinel corso di un’operazione che hacoinvolto diverse città italiane, e le 50tonnellate di alimenti scaduti ma ri-confezionati con una nuova data discadenza per essere rimessi sul mer-

cato rinvenute a Milano. Importantioperazioni hanno portato anche asmantellare un commercio di capi dibestiame con certificati contraffatti eun giro d’affari per la macellazioneabusiva. Tali dati confermano - sotto-linea la Coldiretti - la necessità di te-nere alta la guardia contro le frodi atavola, che mettono a rischio la salu-te dei cittadini e fanno concorrenzasleale alle imprese che sono impe-gnate nel mantenere alti standard diqualità. Gli ottimi risultati dell’attivitàdi controllo nei confronti dell’illegalità

devono essere accompagnati dauna stretta nelle maglie larghe dellalegislazione che permette tuttora dispacciare come Made in Italy quasila metà della spesa fatta dagli italianiperché manca l’obbligo di indicarein etichetta la provenienza della ma-teria prima in tutti i prodotti alimentariin vendita. Il successo del Made inItaly alimentare - ha sottolineato ilpresidente della Coldiretti, SergioMarini - dipende qualità e dalla tra-sparenza dei processi produttivi checoncorrono a realizzarlo, dal lavoro

alla materia prima fino all’informazio-ne ai consumatori verso i quali nonpossono essere tollerati inganni. Lacredibilità conquistata dagli agricol-tori italiani nel garantire la qualità del-le produzione è un patrimonio da di-fendere nei confronti di quanti con ifalsi e la contraffazione cercano di

sfruttare la fiducia conquistata nellecampagne per vendere prodotti “ta-roccati”. Un crimine particolarmenteodioso perché si fonda soprattuttosull’inganno nei confronti di quanti,per la ridotta capacità di spesa, sonocostretti a risparmiare sugli acquisti dialimenti.

Rapporto agromafie presentato al Forum dell’agricoltura di Cernobbio, Coldiretti: “Da noi più controlli e più sicurezza”

Boom delle frodi alimentariPer 6 italiani su 10 sono più temute di quelle finanziarie, sequestri dei Nas aumentati del 40%

Speciale Forum di CernobbioSettembre ­ Ottobre 2010 Il Nuovo Grano ­ 3

“Sul discorso fiscale non chiediamonuove misure, poiché consideriamo ilsistema fiscale agricolo il più avanza-to. Occorre però che questo sistemasia mantenuto e con esso quelle misu-re che durano da decenni e che sedovessero sparire, specie in un mo-mento di crisi come questo, avrebbe-ro pesanti ripercussioni sulle impreseper effetto dell’aumento dei costi dellavoro e di produzione”. E’ quanto hachiesto il Presidente della ColdirettiSergio Marini al Ministro dell’Econo-mia Giulio Tremonti nel suo interventoconclusivo al X Forum Internazionaledell’agricoltura e dell’alimentazionedi Cernobbio, facendo riferimento al-la fiscalizzazione degli oneri sociali nel-le aree svantaggiate e alle accise sulgasolio agricole per il quale si registraun aumento del 22 per cento. Siamonel momento cruciale della discussio-ne – ha sottolineato Marini - sulla Rifor-ma della Politica agricola comunita-ria. A Tremonti chiediamo la massimaattenzione nella difesa del bilancioagricolo a livello comunitario e a livel-lo nazionale, ma non vorrei che a for-za di parlare di politica agricola finia-mo per morirci dentro. Dedichiamoglilo spazio che è giusto dedicargli, ricor-dando che se non stiamo attenti per-diamo ne il 10% in un giorno a causadei prezzi e nessuno se ne accorge. E’già accaduto – ha ricordato il presi-dente della Coldiretti al Forum di Cer-nobbio - in passato, non incorriamonello stesso errore. Il documento cheabbiamo presentato qualche mesefa a al Commissario Europeo all’Agri-coltura, Ciolos, resta il pezzo più avan-zato di discussione sul tema e consi-gliamo a tutti di leggerselo, per poipartire da lì. Qui a Cernobbio abbia-

mo anche parlato del progetto peruna filiera agricola italiana e del suostato di avanzamento – ha rilevatoMarini -, con la presentazione dei variaccordi stipulati. Rispetto allo scorsoanno abbiamo fatto abbastanzastrada mentre da altre parti non sonovenute proposte alternative concre-te. Purtroppo questo paese si dividetra chi le cose le fa e chi bastona chifa le cose - ha denunciato il presiden-te della Coldiretti -, perciò vorrei invi-tare a smetterla chi campa critican-do il percorso di Coldiretti. Passiamoalla legge sull’etichettatura, che spe-riamo possa chiudere il suo percorsoin settimana alle Camere, in attesa divedere l’atteggiamento della Ue. Eb-

bene, vorrei sottolineare che se que-sto Paese è andato in procedura d’in-frazione per 150 volte potrebbe farloanche la 151esima. Il confronto con laComunità – ha puntualizzato SergioMarini - si può anche vincere e siamonoi a doverlo fare perché solo noi ab-biamo da difendere qualcosa, noncerto gli altri paesi. Sugli Ogm vorreisottolineare come tutte le azioni fatte,tutte le illegalità e le pressioni da partedelle multinazionali non hanno sortitorisultato. Gli italiani non li vogliono, gliagricoltori non li vogliono, i politicinemmeno, quindi Galan se ne facciauna ragione. Siamo pronti a seguirloha aggiunto il presidente dellaColdiretti nel suo intervento a Cernob-

bio - sull’innovazione dei processi agri-coli, ma va detto che l’unica cosache da 15 anni a questa parte è statafatta l’abbiamo fatta noi. Siamo dun-que noi quelli che vanno seguiti suquesta strada, ma se ce ne presente-ranno una migliore, capace come lanostra di unire gli interessi di cittadini eimprese, la seguiremo. Sulle emergen-ze, dai pastori alla filiera del pomodo-ro – ha concluso Marini -, vorrei dire aipolitici che la gente bisogna incon-trarla quando chiede un supporto,non bisogna essere assenteisti. Leemergenze si gestiscono anche conla solidarietà e la considerazione, duevalori che questo paese dovrebbe re-cuperare.

Salute, il pm Guarinello:serve una procura nazionale

Una nuova procura nazionale per poter combattere in modoadeguato le frodi in campo agroalimentare. E’ la richiesta avanza-ta dal magistrato della Procura di Torino Raffaelle Guariniello du-rante il suo intervento ai lavori del X Forum Internazionale dell’Agri-coltura promosso dalla Coldiretti a Cernobbio. Parlando nell’ambi-to della presentazione delle anticipazioni del rapporto sulle agro-mafie Coldiretti/Eurispes, Guariniello ha sottolineato come sia sem-pre più pressante la richiesta di legalità nel mondo dell’agroali-mentare e come spesso le procure presenti sul territorio riescanoad affrontare solo tasselli singoli dei vari problemi senza avere lapossibilità di una visione complessiva dell’intero mosaico. Così –spiega la Coldiretti - molte responsabilità restano nell’ombra e allo-ra non ci si può stupire se molte indagini per frodi finiscono spessocon l’archiviazione.

Guariniello – sottolinea la Coldiretti - ha quindi sottolineato l’im-portanza di fare applicare le leggi esistenti, perché le leggi nonpossono fare molto se rimangono solo sulla carta. Dopo avere evi-denziato la necessità di attuare più controlli perché oggi questaazione è insufficiente, ha rimarcato la necessità di avere una Pub-blica Amministrazione rigenerata e più efficiente su questi aspetti.“Bisogna evitare – ha sottolineato - che tra gli imprenditori checommettono reati di frodi alimentari si diffonda un senso di impuni-tà e che i processi in questo campo procedano in modo troppolento”. Ricordando – continua la Coldiretti - il caso di prodotti case-ari etichettati come prodotti a base di latte intero e invece realizza-ti con cagliate lituane, ha quindi affermato che le indagini in mate-ria agroalimentare devono avere un respiro internazionale. Oggiinfatti queste indagini sono molto rallentate perché servono le ro-gatorie e non sempre i paesi interessati offrono il massimo dellacollaborazione.

La posizione del Presidente della Coldiretti Sergio Marini sulla manovra finanziaria

Non aumentare i costi alle imprese

Page 4: Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

Ma resta da risolvere il problema del riscaldamento che sta mettendo in grave difficoltà le colture nelle serre

Costi: il balzo dell’energiaAumento di oltre il 18 per cento, si spera nei ritocchi al ribasso per luce e gas

Aumentano i costi a carico de-gli agricoltori. L’indice Ismea deiprezzi dei mezzi correnti di produ-zione agricoli (calcolato in base2000=100) ha rilevato lo scorsoagosto un incremento dello 0,8%rispetto al mese di luglio e del-l’1,6% nel confronto con agostodel 2009. L’indice che si attesta a129,9, un valore superiore alla me-dia dell’ultimo triennio (128,9 l’in-dice medio per il periodo settem-bre 2007 – agosto 2010) ha risenti-to in particolare dei rincari deimangimi e dei prodotti energeti-ci. Più nel dettaglio i mangimihanno registrato un incrementosu base congiunturale (rispetto aluglio 2010) del 5,6% e tendenziale( su agosto 2009) dell’8,4%, attri-buibili in larga misura agli aumentidi orzo e cruscami e panelli-fari-ne, anche se quest’ultima voce ri-sulta invariata rispetto al meseprecedente. I prezzi dei prodottienergetici hanno fatto segnare subase mensile una crescita dello0,1% e su base annuale dell’8,5%,con punte del 18,5% per la voceenergia elettrica e del 6% per icarburanti. Dopo l’aumento del18 per cento dei costi energeticiregistrato in agricoltura ad ago-sto, la riduzione delle tariffe luce egas con l’arrivo dell’inverno è im-portante per la competitività so-pratutto di quelle imprese agroali-mentari che necessitano di luce eriscaldamento come le serre (fiori,ortaggi e funghi), i locali per l’alle-vamento, la piscicoltura e l’essic-cazione dei foraggi destinati al-

l’alimentazione degli animali. E’quanto afferma la Coldiretti nelcommentare positivamente la di-minuzione dei prezzi dell’elettrici-ta’ (-0,5 per cento) e del gas, (-0,1per cento) decisa dal primo otto-bre dall’Autorita’ per l’energianella nota sulle tariffe. Rimane pe-rò ancora irrisolto - sottolinea laColdiretti - il problema del costodel riscaldamento per le produ-zioni florovivaistiche ed orticole inserra, dopo che la sospensionedell’agevolazione ad accisa zeroper le serre ha determinato, per leimprese, un aumento del costodel riscaldamento del 22 per cen-to. Una situazione che - concludela Coldiretti - sta mettendo in gra-ve difficoltà il settore delle produ-zioni riscaldate in serra di fiori,piante e anche ortaggi che,complessivamente, vale oltre l’8per cento del totale della produ-zione agricola nazionale ed ali-menta un fortissimo indotto, affe-rente allo sviluppo di fattori di pro-duzione, macchine, strutture, di-stribuzione, logistica, pubblicità,progettazione, assistenza tecnicaed altro ancora. Per quanto ri-guarda gli altri costi, c’è da regi-strate la controtendenza deglianimali da allevamento, i cuiprezzi hanno ceduto ad agostol’8,3% rispetto al mese preceden-te, riallineandosi ai valori del-l’agosto 2009, e dei concimi cheregistrano un ribasso tendenzialedei prezzi del 7,8% a fronte di unastabilità nel confronto congiuntu-rale mensile.

“Agli agricoltori servonogasolio agevolato e sgravi”

«Chiederò a Tremonti che si batta in sede Ecofin perchè il budgetche i vari europei destinano all’agricoltura sia confermato all’1%.C’e’ poi la battaglia per la ripartizione di quell’1%. Gli chiederò inoltrealcune cose che all’agricoltura sono dovute: il gasolio agevolato perle serre, l’aiuto al settore bieticolo-saccarifero e gli sgravi alle areesvantaggiate’’. Lo ha affermato il Ministro delle Politiche Agricole,Giancarlo Galan, intervenendo al Forum Coldiretti di Cernobbio.«Chi produce beni agricoli, chi sta nel primario ha subìto, oltre agli ef-fetti nefasti delle speculazioni, anche una marginalizzazione concet-tuale ed una delegittimazione del proprio intraprendere. Coldirettiha ben compreso la crisi dell’economia virtuale e si è fatta carico,con la Filiera Tutta Agricola e Tutta Italiana, di una progettualità peril Made in Italy - ha sottolineato - in cui il prodotto alimentare è real-mente strumento visibile della comunicazione del territorio, portavo-ce credibile e autorevole del nostro Paese. Condivido questa impo-stazione, perché ritengo che, come l’Italia moderna si ‘fa Patria’ apartire dal riconoscimento delle diversità territoriali e culturali, cosìnoi, nella produzione agroalimentare, dobbiamo ripartire ricostruen-do quel patrimonio gigantesco che è il Made in Italy. I progetti chesono stati presentati a Cernobbio da Coldiretti evidenziano una stra-ordinario rinnovamento rispetto al passato e soprattutto mostranocome gli agricoltori intendano essere imprenditori, puntando sulla ri-conoscibilità, sull’identità, sulla responsabilità. La politica deve ri-spondere a questa nuova capacità progettuale espressa da unagrande forza sociale qual è la Coldiretti, assicurando tre fattori chia-ve: trasparenza, regole, innovazione, se vogliamo cogliere le oppor-tunità offerte dall’economia del sapere e dall’economia verde. Solocosì possiamo vincere la battaglia per affermare la centralità e lamodernità dell’agricoltura e delle implicazioni imprenditoriali e socia-li che ne discendono. Sull’etichettatura dell’origine della materia pri-ma, il 6 ottobre scorso è stato approvato all’unanimità dalla Cameradei Deputati il provvedimento ‘disposizioni in materia di etichettaturae di qualità dei prodotti alimentari’, ora all’esame dell’altro ramo delParlamento. Il mio auspicio è che possa, nel più breve tempo possibi-le, essere trasformato in legge dello Stato. Nel dare attuazione allanorma che sarà approvata dal Parlamento Italiano, sarà mio impe-gno condurre e vincere insieme la battaglia per una norma sull’eti-chettatura a scala europea, soprattutto sapendo che il CommissarioCiolos ha già stabilito di accogliere, con la più ampia disponibilità, iltesto di legge italiano. Dobbiamo poi lanciare un programma straor-dinario per la lotta alla contraffazione. Infatti il falso Made in Italy ali-mentare in Italia e all’Estero vale circa 60 miliardi, un reato compiutoda una pirateria nazionale e internazionale che utilizza impropria-mente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che,nel richiamarsi all’Italia mediante prodotti taroccati, nulla hanno ache fare con noi, se non per il danno gravissimo che ciò comportaper la nostra economia. Chiederò al Governo la costituzione di unostrumento specifico che superi la frammentazione delle competen-ze, essendo questa la causa della relativa efficacia delle azioni sinoad oggi messe in campo».

Record degli ultimi due anni

Il mais prende il volo,salgono le quotazioni

Anagrafesuina,

in arrivonuove regole

Le speculazioni spingono i prezzidel mais che ha chiuso la settima-na su valori massimi da due anni a5,28 euro a bushel, un importo del45 per cento superiore a quello diluglio, al Chicago board of trade,punto di riferimento del commer-cio mondiale, per le consegne nelmese di dicembre. E’ quantoemerge da una anal is i del laColdiretti dalla quale si evidenziache a crescere nell’ultima sedutasono state tutte le materie primeagricole dalla soia che è arrivata a11,35 dollari bushel per le conse-gne a novembre (+7 per cento) algrano che è quotato 7,19 dollari abushel per le consegne a dicem-bre (+9 per cento), oltre al mais (+6per cento). La spinta in alto vienegiustificata dalle previsioni non po-sitive di raccolto per effetto dellecondizioni climatiche avverse negliStati Uniti dove secondo l’ultimorapporto dell’Usda la produzione dimais dovrebbe essere di 12,7 miliar-di di bushel con un calo del 3 percento rispetto allo scorso anno,quella di soia di 3,41 miliardi di bu-shel con un calo del 2 per centomentre sul grano pesa il calo del 25per cento della produzione in Rus-sia che era tra i principali paesiesportatori e dell’Ucraina. Anchenell’Unione Europea a 27 per laraccolta di cereali le stime rivelanoche la produzione si attesta sui 274milioni di tonnellate, con una dimi-nuzione del 5 per cento rispetto al-la produzione del 2009 a causadelle condizioni climatiche sfavo-revoli verificatesi in numerosi Statimembri durante la raccolta. Il livel-lo dei prezzi per il mais, ma ancheper gli altri cereali, rimane comun-que ancora molto lontano dai va-

lori massimi di oltre 7 dollari per bu-shel raggiunti nel marzo 2008. In re-altà l’andamento delle quotazionidei prodotti agricoli è sempre piùfortemente condizionato dai movi-menti di capitale che si spostanocon facilità dai mercati finanziari aquelli dei metalli preziosi comel’oro fino alle materie prime comegrano, mais e soia. Manovre finan-ziarie sul cibo che stanno “giocan-do” senza regole sui prezzi dellematerie prime agricole dove han-no provocato una grande volatilitàimpedendo la programmazione emettendo a rischio le coltivazioni el’allevamento in molti Paesi. Ga-rantire la stabilità dei prezzi in unmercato a domanda rigida comequello alimentare è un obiettivo diinteresse pubblico che va sostenu-to con l’introduzione di interventi dimercato innovativi come le assicu-razioni sul reddito nell’ambito dellariforma di mercato della politicaagricola comune.Per stabilizzare il mercato è nata lapiù grande società di europea ditrading dei cereali di proprietà de-gli agricoltori, che ha il compito digestire oltre 20 milioni di quintali diprodotto tra grano duro destinatoalla produzione di pasta, grano te-nero per il pane, girasole e soia,esclusivamente di origine italiana egarantiti non ogm.La società denominata “FilieraAgricola Italiana” è partecipatada 18 Consorzi Agrari, 4 cooperati-ve, 2 organizzazioni dei produttori,una società di servizi di Legacoope Consorzi Agrari d’Italia e ha ilcompito di gestire la contrattualisti-ca nella coltivazione e nella com-mercializzazione dei seminativi pro-dotti in tutto il paese.

Sta per concludersi l’iter legislati-vo del decreto in materia di regi-strazione ed identificazione dei suiniche per la prima volta prevedel’applicazione di sanzioni per i suini-coltori e per i macellatori che non ri-spettino le regole. Il testo ha già ot-tenuto parere favorevole del Go-verno ed è attualmente in discussio-ne in Parlamento e recepisce alcu-ne norme stabilite nel 2008 a livelloeuropeo, volte a favorire il controlloe l’eradicazione di alcune malattie.Il provvedimento ribadisce alcuniobblighi per i suinicoltori e per i ma-cellatori: la registrazione delle azien-de presso i servizi veterinari dell’Asl esulla Banca Dati Nazionale del-l’Anagrafe suina, la tenuta di un re-gistro di carico e scarico aziendale,l’obbligo dell’identificazione deglianimali con l’apposizione di un ta-tuaggio sull’orecchio sinistro che ri-porti il codice identificativo del-l’azienda di nascita composto dallasigla IT, del Codice Istat del Comu-ne dove ha sede l’azienda, della si-gla della provincia e del numeroprogressivo aziendale. Anche i ma-cellatori saranno tenuti al rispetto dialcuni obblighi relativamente allaregistrazione delle informazioni nellafase di macellazione.

4 - Il Nuovo Grano Economia Settembre ­ Ottobre 2010

Page 5: Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

E’ come se spianassero uncentro come Varese, oppure co-me Bergamo, o ancora come lametà di Brescia, i due terzi diCremona o i l 90 per cento diMantova. Solo che al posto dellecittà ci sono campi coltivati, pra-ti, stalle, cascine e migliaia di fa-miglie di agricoltori.Le grandi opere della Lombar-dia, dalla Brebemi alla Tem, dal-la Pedemontana all’autostradadei Laghi, dalla statale 38 allatangenziale di Morbegno si stan-no portando via, secondo i cal-coli della Coldiretti Lombardia,quasi 53 milioni di metri quadratidi aree agricole, che si aggiun-gono alla voragine di 400 milaettari già finiti sotto una coltred’asfalto e cemento dal 1990 aoggi, l’equivalente di due voltel’estensione delle province di Mi-lano e Monza Brianza o pari al 90per cento di quella di Brescia op-pure come tutto il territorio delleprovince di Lodi, Como, Lecco eVarese messe insieme.“Adesso con Brebemi, Tem, Pe-demontana si sta creando l’en-nesima ferita che inghiotte learee agricole, la punta di un ice-berg di una situazione che nonsappiamo ancora come si evol-verà in futuro – spiega Nino An-dena, Presidente della ColdirettiLombardia –. In una regione cheè locomotiva d’Italia, la viabilitàè importante per lo sviluppo, mail sacrificio sociale ed economi-co deve essere ripartito equa-mente e non caricato in manierasproporzionata sugli agricoltori”.Secondo le r i levaz ion i del laColdiretti:-la Pedemontana (fra Como, Mi-lano, Bergamo, Varese e laBrianza) si porterà via quasi 24milioni di metri quadrati di territo-rio,-altri 18 milioni e mezzo se li pren-deranno la Brebemi e relativetangenziali di raccordo fra Mila-no, Bergamo e Brescia.-Ci sono poi 8 milioni e mezzo dimetri quadrati che servirannoper la nuova tangenziale estesterna di Milano fra Melegnanoe Agrate,-a cui aggiungere anche il milio-

ne e 400 mila metri quadrati del-la Statale 38 fra Como, Lecco eSondrio con la tangenziale diMorbegno,-per finire con 270mila metri qua-drati per la terza corsia dell’au-tostrada dei Laghi A9.Un fiume d’asfalto lungo 303 chi-lometri, quasi la metà della lun-ghezza del Po, che tocca 214comuni e “sperona” centinaia di

aziende agricole.Solo sul la Brebemi sono quasi1.500 quelle danneggiate conterreni presi a morsi dai cantieri,cascine spianate e stalle asse-diate dall’asfalto.“Un anno fa, proprio a ottobre,venne firmato l’accordo per lagestione dei rapporti fra Brebemie agricoltori – spiega Andena -ma quello che doveva essere un

modo per velocizzare i tempi dicostruzione e ridurre i contenziosie le crisi si è trasformato in unaspecie di palude burocraticadove s i tenta di prendere leaziende agricole per stanchezzamentre le ruspe sono al lavoro e irisarcimenti restano, per la mag-gior parte e per adesso, solo pro-messe neppure adeguate alprezzo sociale ed economico

che viene imposto alla nostragente. Così non va”.Per questo la Coldiretti chiederàalla Regione Lombardia un pia-no regionale di salvaguardia deisuoli agricoli. “Perché la politicadeve decidere il modello di terri-torio che vogliamo lasciare allegenerazioni future, bisogna sa-per fare anche le giuste scelte –conclude Andena - Mettiamo infunzione un ciclo virtuoso chefaccia crescere tutto il territorioperché le grandi opere sianodavvero un’opportunità e nonsolo una ferita. Il terreno agrico-lo è la base di partenza di una fi-liera economica che non servesolo ai coltivatori, ma a diversisettrori come turismo, meccani-ca agricola e industria agroali-mentare. Non è un verde a ca-

s o , m auna ric-c h e z z aper tut-t a l aLombar-dia”.I n o l t r eColdirett i c h ie -de di in-terveni-re diret-tamen-te su Cal(i l brac-cio ope-r a t i v odel Pirel-lone perl a c o -s t ruz io -ne dellen u o v earter ie)p e r r i -spettareg l i a c -cordi sti-

pulati con le aziende agricoleche stanno vivendo in prima li-nea l’avanzata dei cantieri, pro-ponendo anche un coinvolgi-mento degli agricoltori sia nellagestione del verde lungo le au-tostrade sia nella creazione dipunti di offerta dei prodotti a kmzero nelle aree di sosta previste.

Mentre le ruspe avanzano, dal-la prima linea dei cantieri, dietrola trincea delle cascine, si alzanole voci degli agricoltori. Dalla Pe-demontana alla Brebemi, dallaTem alla statale di Morbegno, tut-ti si domandano cosa succederàdomani.Giuseppe Pantano, 48 anni, Desio(Milano), orticoltore: “La Pede-montana mi porterà via tutto: houn’azienda di quasi 60 mila metria ortaggi con 25 serre e un ca-pannone costruito da pochi anni.Sarà tutto raso al suolo. Loro co-struiranno un’area di serviziomentre io non so che fine farò.Vorrei sapere anche io qualcosa,ma nessuno mi ascolta. E’ un an-no e mezzo che siamo in ballo.Meno male che non ho costruitola casa. Al posto del capannoneci faranno l’uscita dell’area di ser-vizio. Nessuno sapeva niente finoa quando non ci siamo trovatinella lista nera degli espropri. Conla Pedemontana la mia aziendamuore. Sono due anni che sto la-vorando senza sapere cosa misuccederà. E’ come stare in casala sera e non sapere se ci sarà an-cora la mattina dopo. E non ho laforza per iniziare ancora da un’al-tra parte”.Ivana Regazzetti, 35 anni, alleva-tore di mucche da latte, cascinaNuova a Paullo (Milano): “La nuo-va tangenziale est esterna di Mi-

lano ci passerà troppo vicina enon riusciremo a fermarla e insie-me alla viabilità secondaria ci to-glieranno la terra e ci chiuderan-no l’azienda in messo alla stradee al traffico pesante. Passerannoa 50 metri dalla casa, li vedremodal balcone. Già 30 anni fa la miafamiglia si è dovuta spostare perfare posto alla speculazione edili-zia e abbiamo deciso di andarelontano in campagna ma adessoci hanno raggiunto anche qui.Non voglio assolutamente chiu-dere. Voglio essere io a deciderese farlo o meno, non si tratta solodi soldi. Dove andiamo se nonpossiamo ricominciare da un’al-tra parte?”Claudio Mapelli, 45 anni, alleva-tore di capre e vacche da latte,a Cassano D’Adda (Milano), ca-scina Gabana: “Da me il cantieredella Brebemi è aperto da giu-gno, le ruspe sono al lavoro a 10metri dalla stalla, mi hanno giàoccupato il terreno e per adessonon ho visto un soldo di risarci-mento. Quello che non capisconell’atteggiamento della Brebe-mi è che sui cantieri vanno avanticome dei treni, 24 ore su 24, ri-spettano tutto i tempi di lavoro,fanno le occupazioni e dopoquando si tratta di indennizzaresaltano fuori le difficoltà più im-pensabili. Quali sono le ragioniche bloccano il rispetto degli ac-

cordi? Così non si rispettano noi eil nostro lavoro”.Luciano Moretti, 48 anni, Truccaz-zano (Milano), vacche da latte,cascina Rossa: “L’alta velocità miha tagliato in due l’azienda treanni fa e distrutto un fabbricato.Con Brebemi mi passeranno a200 metri dalla stalla”.

Terreni sventrati dalle autostrade, difficoltà per la coltivazione dei terreni e intanto risarcimenti con il contagocce

Le ruspe su campi e cascinePartono le grandi opere ma restano i problemi per gli indennizzi alle aziende

Voci dalla prima linea dei cantieri:“Mi portano via tutto, cosa farò?”

Aperture dal Pirellone:“Troviamo le soluzioni”

Grandi Opere, aperturedi Formigoni dopo l’allarmelanciato dalla Coldiretti. IlPresidente della Lombar-dia, ospite al Forum inter-nazionale dell’agricolturadi Cernobbio (Como), hainfatti dichiarato che “è im-portante trovare un giustoequilibrio tra consumo delterritorio ed esigenze dellasocietà e dell’agricoltura.La Lombardia è una regio-ne che sta vivendo una fa-se di forte sviluppo delle in-frastrutture per questo hadato vita a un tavolo per-manente volto a trovaresoluzioni alle eventualicontroversie”.Le parole di Formigoni sonol’ennesima prova che lesegnalazioni di Coldirettisui problemi legati alla co-struzione di Brebemi, Tem,Pedemontana e delle altre grandi opere lombarde “non sono affattocampate per aria” afferma Nino Andena, Presidente di ColdirettiLombardia.Il richiamo del Presidente della Regione a favore di soluzioni condivi-se ed equilibrate è - secondo la Coldiretti – un invito di buonsenso avalutare gli allarmi che arrivano dal territorio sia sul fronte del consu-mo di suolo, sia su quello legato alla sopravvivenza delle aziendeagricole e quindi al futuro di centinaia di famiglie.

TerritorioSettembre ­ Ottobre 2010 Il Nuovo Grano ­ 5

Page 6: Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

6 - Il Nuovo Grano Settembre ­ Ottobre 2010Territorio

Boom dell’energia solare fra leaziende agricole lombarde. Se-condo i dati dei primi 8 mesi del2010 rilevati da Creditagri, i lbraccio operativo di Coldirettiper sostenere le imprese nei rap-porti con le banche, il 40 percento dei finanziamenti richiestiha riguardato l’installazione diimpianti fotovoltaici sui tetti distalle e cascine.Nell’ambito delle operazioni dismaltimento dell’amianto – spie-ga Creditagri Lombardia – gliagricoltori hanno deciso di inseri-re i pannelli solari sulle nuove co-perture in modo da ottimizzarespazi e risorse”. Le aziende han-no quindi richiesto crediti per ol-tre 30 milioni di euro per le bioe-nergie, ai quali si aggiungono al-tri 23 milioni per i miglioramentifondiari. Quest’anno in Lombar-

dia Creditagri Coldiretti ha assi-stito le imprese nella gestione diquasi 75 milioni di euro di finan-ziamenti con oltre 37 milioni dieuro di garanzie.Intanto le operazioni di ristruttu-razione del debito sono scesedai quasi 30 milioni del 2009 ai 12milioni e mezzo dei primi mesi del2010. “L’anno scorso è stata por-tata a termine la maggior partedelle operazioni di pulizia e diriordino dei conti dopo lo scosso-ne arrivato con la grandi crisi eadesso le aziende cercano diguardare avanti partendo dal-l’agricoltura per poi diversificarein altri settori collegati” spiega ilpresidente di CreditAgri.Nel 2009 sono stati realizzati an-che i maggiori investimenti perl’acquisto di macchinari e be-stiame per oltre 6 milioni e 800 mi-

la euro, scesi a 3 milioni nei primi8 mesi del 2010. In pratica le im-prese hanno fatto tutto quelloche potevano e dovevano peragganciare la ripresa – com-menta Creditagri - Ma è neces-sario che le istituzioni regionali enazionali non facciano mai man-care il loro appoggio, altrimentiè chiaro che diventa tutto più didifficile. E’ l’intero sistema che sideve muovere per crescere in-sieme”.A livello provinciale, la maggiorparte delle nuove operazioni disostegno al credito seguite daCreditagri nel 2010 si sono per-fezionate a Bergamo (84), a Bre-scia (44) e a Mantova (40) eCremona (39). A seguire: Mila-no-Lodi (18), Pavia (16), Como-Lecco (13), Varese (8) e Sondrio(5).

Balzo dell’agriturismo in Lombardia. Dal 2006 al 2009 c’è sta-to un aumento di quasi il 25 per cento del numero di aziendeche si dedicano a questa att ività, passate da 966 a 1.246(erano appena 300 nel 1995), con una progressione mediadell’8 per cento all’anno. Nella classifica provinciale, ai primiposti troviamo Brescia (250), Mantova (199), Pavia (199) e Ber-gamo (114). A seguire: Milano (86 aziende), Como (81), Vare-se (80), Sondrio (79), Cremona (65), Lecco (54), Lodi (27) eMonza e Brianza (12).Quest’anno, stima la Coldiretti Lombardia sulla base delle indica-zioni arrivate dalle aziende, non ci sono state flessioni nel numerodi persone che hanno scelto l’agriturismo e le previsioni per l’au-tunno indicano un costante apprezzamento per le gite e i sog-giorni in campagna.In base alle nostre rilevazioni – spiega Terranostra, l’associazionedi Coldiretti che si occupa degli agriturismi – la gente che vieneda noi cerca un modello slow di vacanza, fatto di riposo, tranquil-lità, buon cibo, cordialità, scoperta del territorio e della natura,vivendo una dimensione rurale che, almeno per qualche giorno,aiuti a staccare dallo stress della vita quotidiana in città. Sul sitowww.lombardia.terranostra.it si possono trovare tutte le informa-zioni e le novità degli agriturismi sul territorio.In Lombardia ci sono circa ottomila posti letto su 795 aziende cheoffrono il pernottamento. Mentre quasi 600 fanno vendita diretta.E sempre nel campo della scoperta dei prodotti e gastronomia ti-pica, le oltre 1.200 realtà presenti in regione servono oltre 60 milapasti al giorno.La gente chiede sapori veri, alimenti genuini, cucina tradizionalee noi cerchiamo di mettere a disposizione il meglio che abbiamo –afferma Terranostra Coldiretti – con una sensibilità che spesso derivaanche dal fatto che nel 30 per cento dei casi sono delle donne acondurre le aziende”.

Il modello rurale del buon cibo, del relax e dell’ambiente è fra le soluzioni più apprezzate dai consumatori lombardi

Vacanze antistress in cascinaVince il modello “agri-slow”: 125 aziende sul territorio di Milano, Lodi e Monza Brianza

Gli ultimi dati di Creditagri sulle imprese che cercano di agganciare la ripresa

Aumentano gli investimentiBoom del solare sulle stalle

Il vino resta in cantina? Meglio uti-lizzarlo per dipingere esclusivi quadri.Il grano viene pagato pochi centesi-mi? Con le spighe si possono realizza-re vestiti da sposa unici? Le zuccheinvendute possono diventare splen-didi centrotavola mentre dalla fruttae verdura è possibile creare giocat-toli al naturale e con la cera d’api sa-ponette artistiche. I prodotti vengo-no sottopagati nel-le campagne do-ve gli agricoltoriscoprono l’arte perbattere la crisi conopere esclusive,esposte per la pri-ma volta alla primaG a l l e r i a d e l l a“Campagna Crea-tiva”, inauguratadalla Coldiretti al XForum internazio-nale dell’agricoltu-ra e dell’alimenta-zione, organizzatodalla Coldiretti aVilla d’Este di Cer-nobbio.Un meravigliosoabito da sposa cre-ato con spighe digrano italiano può arrivare a costareben 5mila euro mentre per realizzarloci vogliono qualche metro di seta esolo 3 kg di spighe di grano, pagate -afferma la Coldiretti - meno di un eu-ro agli agricoltori, mentre non ha cer-tamente un prezzo la creatività e ilbuon gusto di chi lo realizza.Se smaltire gli scarti rappresenta uncosto per l’azienda, secondo l’anti-co detto che in campagna non sibutta via niente, si può arrivare acomporre manufatti profumati comela tabacchiera ricavata dalla buc-cia riversa del bergamotto e trasfor-mata in bottiglietta per aromatizzareil tabacco. E se la frutta secca italia-na non regge all’invasione di quellaestera, allora con grande fantasia eabilità con mandorle, miele e zuc-chero si costruiscono bellissimi castelliper stupire gli invitati.Il vino, gli asparagi e le erbe aromati-

che che non trovano il loro giusto ap-prezzamento sul mercato - continuala Coldiretti - possono diventare, suuna tavolozza molto speciale, splen-didi e unici colori per dar vita a straor-dinari paesaggi. Delle semplici zuc-che che in questo periodo sono di-sponibili nei campi in grandi quantitàgrazie all’abilità e alla pazienza cer-tosina dei maestri intagliatori possono

diventare, con l’utiliz-zo di pochi utensili,delle magnifiche scul-ture da posizionarecome centrotavola inoccasioni importanti.I coltivatori di mais, ri-gorosamente nonOgm, hanno inveceinventato la pasta dimais, realizzata conamido di mais, aromie colla, che è moltoadatta alla modella-zione di qualsiasi og-getto che la fantasiae la creatività suggeri-sce. Simile alla pastadi sale è molto econo-mica e adatta a ibambini perché rea-lizzata con prodotti

naturali, ma ha una caratteristica inpiù, si conserva a lungo, non temel’umidità e si asciuga velocemente.Ma anche la frutta e verdura di sta-gione, con i colori vivaci e le formediverse, si prestano molto bene adessere trasformate in originali com-posizioni e divertenti oggetti decora-tivi adatte ad ogni particolare occa-sione. La cera d’api, poi, disponibilepresso ogni apicoltore, sotto forma discaglie o di sottili fogli, è un prodottodel tutto naturale che permette dicreare candele molto profumate edal delizioso color ambra che ormaisono diventate un oggetto d’arredoin ogni casa. E se poi avanza dellaverdura nell’orto? Fichi secchi, pepe-roncini e fili di zucca diventano, gra-zie alla creatività delle imprenditriciagricole, veri e propri gioielli da sfog-giare in ogni occasione per avere unlook divertente.

Quadri al vino, zucche dipinte e vestiti di cereali

Anche l’arte va beneper battere la crisi

Page 7: Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

EconomiaSettembre ­ Ottobre 2010 Il Nuovo Grano ­ 7

La produzione di energia elettricamediante l’utilizzo di biomassa fa sor-gere alcune perplessità in merito al-l’applicazione dell’aliquota IVA su al-cuni prodotti. Nel caso in specie ilcippato di legno.A tale proposito, l’Agenzia delle En-trate, con risoluzione n. 124/E del 6maggio 2009, si é pronunciata in me-rito all’aliquota applicabile al prodot-to «cippato di legno», chiarendoche, in base alle precisazioni fornitedal competente laboratorio del-l’Agenzia delle dogane, il suddettoprodotto deve essere assoggettatoad aliquota ordinaria nella misura del20 per cento, in quanto non é ricon-ducibile ad alcuno dei punti della Ta-bella A, parti Il e III, allegata al DPR n.633 del 1972.Il chiarimento dell’Amministrazione fi-nanziaria comporta rilevanti conse-guenze, sia in materia di IVA, sia inmateria di imposte dirette.Per quanto concerne l’imposta sulvalore aggiunto, poiché il prodottonon é compreso nella Tabella A, par-te I, allegata al citato DPR n. 633, nonè possibile applicare il regime specia-le per i produttori agricoli di cui all’ar-ticolo 34 dello stesso decreto, e l’IVAdeve essere determinata con il regi-me normale, cioè non è prevista al-cuna percentuale di compensazio-ne.Ai fini delle imposte dirette, dovendo-si fare riferimento alle attività di mani-polazione e trasformazione previste,da ultimo, dal decreto ministeriale,nel quale non é contemplata la lavo-razione del legno, tale attività nonpuò essere considerata connessacon produzione di reddito agrario.Si ritiene, invece, applicabile la dispo-sizione che prevede - fermo restandoil rispetto della «prevalenza» - la de-terminazione del reddito medianteapplicazione ai ricavi del coefficien-te di redditività del 15 per cento, pre-visto per le attività di manipolazionee trasformazione di beni diversi daquelli indicati nel citato decreto.Nell’interpello, il richiedente ritienevache alle cessioni aventi ad oggetto ilcippato di legno se impiegati comebiomassa per usi energetici si postes-se applicare l’aliquota IVA del 10 percento in quanto rientranti fra «tondel-li, ceppi, ramaglie o fascine» di cui alpunto n. 98), della Tabella A, parte III,allegata al d.P.R. 26 ottobre 1972, n.633, ancorché si presentino in formadiversa.L’Agenzia delle Entrate dopo aversottoposto ai dovuti accertamentitecnici all’ Agenzia delle doganeche, sulla base delle risultanze deglistessi ha provveduto a determinare ilcorretto inquadramento doganaledel prodotto in esame, ha dato il pro-prio parere.

In particolare la predetta Agenziadelle Dogane, sulla base dei risultatiottenuti dai test di laboratorio svoltidai propri servizi chimici centrali, ha ri-levato quanto segue:«Il prodotto denominato cippato dilegno deve essere considerato co-me legno in piccole placche o inparticelle, di conifere. A tali conclu-sioni si è pervenuti tenendo conto deltesto legale della voce 4401, consi-derate le Note Esplicative del Siste-ma Armonizzato, paragrafo B, primocomma, alle quali rimandano le No-te Esplicative della NomenclaturaCombinata afferenti ai codici NC4401 2100. Pertanto si deve ritenere ilprodotto in argomento classificabileal codice NC 4401 2100. Il suddettocodice NC è riconducibile, insiemead altri codici, alla voce 4409 lO dellaTar i f fa doganale in v igore al31.12.1987».In considerazione della suddettaclassificazione doganale, il prodot-to non è riconducibile ad alcunpunto della tabella A, parti II e III, al-legata al D.P.R. n. 633 del 1972. Per-tanto, alla cessione del prodottosopra indicato SI rende applicabilel’aliquota IV A ordinaria del 20 percento.

La lavorazione del legno per ottenere il materiale da bruciare non può essere considerata un’attività connessa

Iva ordinaria per il cippatoChiarimento dell’Agenzia delle entrate per questo combustibile di energia rinnovabile

Lo smaltimento di fanghi in agri-coltura costituisce un’attività diver-sa da quelle produttive di redditoagrario quando è effettuata dalleaziende agricole sulla base di spe-cifici contratti dai quali derivano re-ciproci impegni per i contraenti.Il chiarimento arriva dall’Agenziadelle Entrate che con risoluzione n.74/E del 26 luglio ha rilevato, in par-ticolare, che quando l’aziendaagricola s’impegna a ricevere i fan-ghi mentre la società deputata allagestione degli stessi si obbliga acorrispondere un compenso, tra leparti s’instaura, un rapporto sinal-lagmatico (un contratto a presta-zioni corrispettive) che dà luogo aduna prestazione di servizi che nonrientra nell’ambito dell’attività di

coltivazione, se non in via del tuttoincidentale.L’utilizzo dei fanghi, quale momen-to della lavorazione del terreno chesi estrinseca nella concimazionedello stesso, è, infatti, una meraconseguenza della prestazione diservizi che l’imprenditore s’impe-gna a effettuare.In particolare, si realizza una presta-zione di servizi caratterizzata dadue distinte tipologie di corrispettivi:a)un compenso erogato, in ognicaso, all’azienda agricola a titolodi incentivo per l’utilizzo dei fanghi;b)un altro, eventualmente dovuto,a titolo di compenso per la distribu-zione e interramento dei fanghi.Tali corrispettivi sono fiscalmente ri-conducibili a due diverse categorie

di reddito:a) il compenso che viene erogatoall’azienda che si limita a ricevere ifanghi dà luogo ad un reddito deri-vante da obblighi di fare non fare opermettere, identificabile tra i co-siddetti “redditi diversi”;b) poiché l’attività di spandimentodei fanghi è una prestazione di ser-vizi inquadrabile - qualora ne ricor-rano le condizioni - tra le attivitàagricole connesse di cui al terzocomma dell’art. 2135 c.c. ed in par-ticolare alle «attività dirette alla for-nitura di beni o servizi mediantel’utilizzazione prevalente di attrez-zature o risorse dell’azienda nor-malmente impiegate nell’attivitàagricola esercitata», il relativo com-penso è qualificato reddito d’im-

presa, che sarà determinato:–forfetariamente mediante l’appli-cazione all’ammontare dei corri-spettivi delle operazioni registrate osoggette a registrazione ai fini IVAdel coefficiente del 25 per cento,nel caso in cui l’imprenditore agri-colo provveda allo spandimentodei fanghi utilizzando prevalente-mente attrezzature o risorse normal-mente impiegate nell’attività agri-cola esercitata;–analiticamente nel caso in cuil’imprenditore agricolo svolga taleattività non utilizzando in misuraprevalente le attrezzature o risorsenormalmente impiegate nell’attivi-tà principale, nonché in caso di op-zione per il regime “ricavi meno co-sti”.

Etichetta di origine, prosegue l’iterdopo il via libera in Commissione

Il via libera della Commissione agricoltura dellaCamera alle norme che prevedono l’obbligo di in-dicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti è unimportante passo in avanti per impedire di “spac-ciare” come Made in Italy il prodotto provenientedall’estero con un costo stimato in 4,2 miliardi perla vendita di prodotti pagati come italiani senzaesserlo. E’ quanto ha affermato il presidente dellaColdiretti Sergio Marini nel sottolineare che quellodella Commissione presieduta dall’onorevole Pa-olo Russo è un passo importante e «a questo pun-to è necessario che la norma svolga celermentetutto il suo iter parlamentare per diventare leggedello Stato e che l’Italia si impegni a sostenerlacon forza a livello comunitario». Il provvedimentomette fine ad un inganno che colpisce impreseagricole e consumatori italiani che in quasi la me-tà dei casi (47 per cento) ritengono che un ali-mento realizzato con prodotti coltivati o allevatiinteramente in Italia valga almeno il 30 per centoin piu’, secondo l’indagine Coldiretti/Swg. Mascelte più informate e consapevoli sono possibilianche a seguito dell’approvazione dell’emenda-

mento dell’onorevole Cenni che aggiunge ecompleta la serie delle informazioni sulle caratteri-stiche degli alimenti in ragione dell’eventuale uti-lizzazione di ingredienti in cui vi sia presenza diogm al di là della soglia tollerata di contaminazio-ne. Il provvedimento che dovrà passare all’esamedell’Aula della Camera ha già ottenuto una primaapprovazione del Senato e risponde ai nuovi indi-rizzi che vengono dall’Europa dove il Parlamentoall’inizio dell’estate ha votato a favore dell’obbli-go di indicare il luogo di origine/provenienza percarne, pollame, prodotti lattiero caseari, ortofrutti-coli freschi, tra i prodotti che si compongono di ununico ingrediente (che oltre al prodotto agricoloprevedono solo degli eccipienti come acqua, sa-le, zucchero) e per quelli trasformati che hannocome ingrediente la carne, il pollame ed il pesce.A tale proposito è da segnalare l’impegno delcommissario europeo Dacian Ciolos ad esamina-re la proposta sull’etichettatura obbligatoria per ilpomodoro trasformato presentata per la tempe-stiva ed apprezzabile iniziativa del Ministro dellePolitiche Agricole Giancarlo Galan.

Tutte le indicazioni per inquadrare questa attività dal punto di vista fiscale

Lo smaltimento fanghi è prestazione di servizi

Page 8: Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

8 - Il Nuovo Grano Settembre ­ Ottobre 2010Speciale Campagna Amica Speciale Campagna AmicaSettembre ­ Ottobre 2010 Il Nuovo Grano ­ 9

Page 9: Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

10 - Il Nuovo Grano Settembre ­ Ottobre 2010Speciale Campagna Amica

Le aree di Milano-Lodi e Monza-Brianza sono le prime in classifica per numero di appuntamenti sui rispettivi territori

Così cresce la vendita direttaAumento del 180 per cento dei mercati di Campagna Amica, nata la banca dati online SwgNon si ferma la crescita dei mercati

di Campagna Amica in Lombardia. Leanalisi di Coldiretti evidenziano un au-mento sostanziale del 180% dall’anno2008 all’anno 2009 che ben rispecchiala graduale evoluzione del progetto diColdiretti per “una filiera agricola tuttaitaliana” che ha avuto proprio nel 2009il suo start-up. Infatti in quell’anno si sonocostituite la quasi totalità delle associa-zioni Agrimercato lombarde, è nata labanca dati online di SWG e soprattuttoin ciascun territorio si sono formate risor-se umane dedicate, preposte alle atti-vità della Fondazione Campagna Ami-ca. Milano, Lodi e Monza e Brianza re-stano le province con il maggior nume-ro di appuntamenti sul territorio. A livelloregionale, tra la fine del 2009 e l’iniziodel 2010 si è registrata una diminuzionedel 23% dovuta in gran parte allo sca-dere delle autorizzazioni di concessionedelle piazze nei Comuni in cui si svolge-vano i mercati. Da gennaio 2010 c’èstato un percorso atto alla ricerca dinuove opportunità e all’apertura dinuovi mercati; a marzo il numero deimercati è ritornato quello del dicembre2009. Questo percorso è continuatoper tutto il secondo trimestre del 2010 el’incremento costante del +30% haavuto il suo maggiore picco a luglio.Nel secondo semestre è iniziata la fasedi consolidamento dei mercati per mi-gliorarne i servizi complementari (con-segna a domicilio, intrattenimento perbambini, attività didattiche e informati-ve, ecc.), il profilo in senso etico e am-bientale (iniziative no-profit, uso di bustebiodegradabili, recupero di scarti am-bientali per il compost, ecc.) e la quali-tà espositiva dei prodotti (gazebo giallicon logo di Campagna Amica, casset-te con prodotti assorti e divisi per tipolo-gia, cartellini prezzo/origine, pannelliesplicativi ed informativi, ecc.). Graziea questa fase, il numero di mercati (do-po il fisiologico calo estivo pari a un 7per cento) si è stabilizzato e, in previsio-ne, rimarrà tale nell’ultimo trimestre del2010 e oltre. Ai mercati periodici si som-mano, da gennaio 2010 ad oggi, un to-tale di 37 eventi unici. Con la secondafase del progetto per una filiera agrico-la tutta italiana, partita a maggio, laFondazione Campagna Amica ha in-trodotto l’Albo Nazionale dei PuntiCampagna Amica in cui sono accredi-tate le aziende agricole, le cooperativee i consorzi che effettuano vendita di-retta, gli agriturismi e le associazioniAgrimercato. In quest’ottica, a livelloterritoriale, sono state promosse iniziati-ve di divulgazione del progetto rivoltedirettamente agli imprenditori agricoli.A livello regionale, inoltre, è stata realiz-zata una brochure promozionale invia-ta, poi, a tutte le 1.355 aziende agricoleche effettuano vendita diretta in Lom-bardia.A livello nazionale, sono stati realizzatidue depliant:•il primo, tecnico, ha la finalità di spie-gare l’accreditamento, l’uso del mar-chio e contiene il manifesto della filieraagricola italia;•il secondo accompagna il produttoreall’accreditamento, passo dopo passo.Grazie a questo lavoro di divulgazionedel progetto, dopo i primi accredita-menti di massa, l’incremento è divenu-to costante del +36%. In maniera com-plementare, è stata avviata una fasemolto delicata relativa ai controlli do-cumentali e in campo (da parte di Im-presa Verde) al fine di verificare costan-temente i requisiti delle aziende chefanno parte della rete CampagnaAmica. A tal proposito nel mese di luglioè stato sancito un accordo di collabo-razione con il CAA per l’aggiornamen-to del fascicolo aziendale SIARL.L’andamento positivo che stanno regi-strando sia le vendite dirette in cascinache i vari mercati nelle aree lombarde sono un’ulteriore conferma della bontàdel progetto di Coldiretti a favore delleimprese agricole e a sostegno dei prez-zi all’origine in tutto il settore.Le province di Milano, Lodi e Monza-Brianza sono tra le più attive nell’aper-tura di farmers’ market.

Numeri Giornate (i dati sono riferiti al numero delle volte in cui si è svolto un mercato)

(il grafico è riferito al numero di giornate mensili)

Mercati di Campagna Amica in Lombardia

Numero di giornate mensili: 222

Sagre, Fiere, Manifestazioni ed eventi unici

Numero di giornate nel 2010: 57

Numero di giornate complessive 2010 (dato previsto): 2800

MercatiCampagna

Amica:numerogiornate

mensili 222Sagre, fiere

e altri eventi:numero

giornate 57

Iniziativecomplessive

2.800

Berg

amo

Numeri Giornate(il grafico è riferito al numero di giornate mensili)

Bres

cia

Com

o/Le

cco

Crem

ona

Mila

no(L

o/M

B)M

anto

va

Pavi

a

Sond

rio

Vare

se

Page 10: Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

Speciale Campagna AmicaSettembre ­ Ottobre 2010 Il Nuovo Grano ­ 11

Ma chi sono le persone che fre-quentano i mercati di CampagnaAmica? La Coldiretti, in base alle ri-levazioni presso le aziende e gli ap-puntamenti sul territorio ne ha fattoun ritratto: l’8 per cento ha meno di25 anni, il 12 per cento ha tra i 25 e i40 anni, il 34 per cento ha tra i 40 e i60 anni e il 46 per cento ha più di 60anni. La metà in genere sono don-ne. Mentre su Milano le donne rap-presentano oltre il 60 per cento. Inogni caso l’82 per cento dei consu-matori conosce Coldiretti e il 75 percento conosce la FondazioneCampagna Amica. Il cento percento dei consumatori trova interes-sante l’opportunità di acquistarepresso i mercati, mentre Il 91% deiconsumatori vorrebbe un puntovendita di Campagna Amica vici-no casa propria. Se poi invece lodevono raggiungere, allora il 45 percento considera importante poterlofare con i mezzi di trasporto pubbli-co, il 45 per cento con mezzi propri(auto, bici, ecc) e il resto invece di-ce che è indifferente e non importala distanza. Il 65% dei consumatorifrequenta i mercati di campagnaamica periodicamente: l’89 percento una volta alla settimana el’11 per cento almeno 2 volte al me-se. Il 75% dei consumatori acquiste-rebbe più spesso nei mercati dicampagna amica se questi si svol-gessero più frequentemente. Il 95%dei consumatori preferisce acqui-stare prodotti freschi e di stagionedirettamente dai produttori agricoli.Il 100% dei consumatori è soddisfat-to dei cartellini riportanti le indicazio-ni del prodotto, la provenienza ed ilprezzo. Il rapporto qualità/prezzo èconsiderato ottimo dal 23 per centodelle persone, buono dal 65 percento e sufficiente dal 12 per cento.Il 21% dei consumatori ritiene che ilrapporto tra produttore e consuma-tore è migliore se il produttore mettemaggior passione nel rapportarsi alcliente. Il 54% dei consumatori ritie-ne che il rapporto tra produttore econsumatore è migliore se il produt-tore spiega in modo esaustivo le ca-ratteristiche del prodotto. Il 43% deiconsumatori ritiene che il rapportotra produttore e consumatore è mi-gliore se il produttore offre consigli sucome utilizzare e valorizzare il pro-dotto. Il 25% dei consumatori ritieneche il rapporto tra produttore e con-sumatore è migliore se il produttorein generale è più cortese. L’84 percento delle persone acquista pro-dotti direttamente al mercato dicampagna amica perché sono piùfreschi, il 28 per cento perché sonodi qualità, il 20 per cento perché co-stano di meno, il 32 per cento per-ché sono sicuri, per il 68 per cento èimportante l’origine locale e il 28 percento dice che compra i prodotti almercato di Campagna Amica per-ché arrivano dal territorio.

“A tutto mais” alla fiera di Ab-biategrasso, giunta alla 527esimaedizione e che attira ogni annooltre 20 mila visitatori. L’apertura èavvenuta sabato 16 ottobre eprotagonista delle tre giornate (fi-no a lunedì 18 ottobre) è statouno prodotti principali dell’agri-coltura lombarda, il granturco,con tutti i suoi utilizzi, sia nell’ali-mentazione che nella bellezza. Lafarina di mais, infatti, oltre a esse-re la base di un piatto principedella tradizione del nord Italia, lapolenta, può essere usata anchein cosmesi insieme a latte e jogurtper creme per la pulizia della pel-le, ad esempio.Le imprenditrici della Coldirettihanno presentato i consigli di bel-lezza della tradizione contadina,con dimostrazioni dal vivo suquello che si può fare semplice-mente aprendo frigo o dispensa.Inoltre, la Coldiretti ha organizza-

to una me-g a d e g u -s t a z i o n ec o n 5 0 0piatti di po-lenta conformaggiogratinato eal pomerig-gio un cen-t i n a i o d ib a m b i n iprotagonistidi un giocodidatt icoc h e l i h aportati a ri-conoscere,attraverso iltatto, diversi alimenti e prodottinascosti all’interno di alcune sca-tole. Inoltre i più piccoli si sono di-vertiti ad associare alcuni prodottidi base con quelli che risultanodalla loro trasformazione: il latte

con il burro o lo jogurt, il mais conla polenta, le olive con l’olio e viadicendo.“E’ un percorso didattico – spiegaCarlo Franciosi, Presidente dellaColdiretti di Milano e Lodi – che

punta a dare anche allenuove generazioni glistrumenti necessari a di-ventare i consumatoriconsapevoli di domanicon una coscienza siadel valore alimentareche del legame con ilterritorio e la tradizioneagricola dei prodotti chearrivano sulle loro tavole”.Un cammino formativoche presso l’ex conventodell’Annunciata ha coin-volto 1.500 bambini di 60classi delle scuole ele-mentari e medie di Ab-biategrasso, Ozzero eMorimondo, con la mo-

stra “Parlo come mangio” orga-nizzata dalla Coldiretti, dalla Fon-dazione Pime e dalla Federcon-sumatori, con una serie di stanzeinterattive su prodotti, agricoltura,rifiuti, ambiente e consumi.

Fra le motivazioni di acquisto prevalgono: sicurezza, origine dal territorio e rapporto con gli agricoltori

Ecco l’identikit del consumatoreIl 34 per cento ha fra i 40 e i 60 anni e la metà è rappresentata dalle donne

Abbiategrasso, una fiera “a tutto mais”

Pessano con Bornago,la sfilata del km zero

Da settembre la Coldiretti di Milano e Lodi in col-laborazione con l’Amministrazione comunale diPessano con Bornago ha dato inizio al “Mercatodei Prodotti Agricoli a km 0” che si tiene ogni terzosabato del mese in Piazza Pertini dalle ore 8 alleore 13.Il mercato è nato nel maggio 2008 e da allora ha ri-scosso un consenso crescente fra i consumatori. Neglistand delle aziende agricole, tutte del posto, si posso-no trovare salumi, miele, verdura, formaggi vaccini eformaggi di capra, farina per polenta e vino.“Questo evento serve a favorire le occasioni di contat-to diretto tra produttori e consumatori, tutelare il consu-matore sull’origine e la qualità dei prodotti e incentiva-re il consumo dei prodotti freschi e di stagione” spiegaSergio Meroni, segretario di zona della Coldiretti diMelzo.Fra Milano, Lodi e la Brianza sono già una quarantina imercati di Campagna Amica avviati dai produttoridella Coldiretti e rappresentano la metà di tutti quelliaperti in Lombardia.Il primo in assoluto è stato quello di Milano, che si tienein via Ripamonti 35, ogni mercoledì e sabato mattina.Poi sono arrivati gli altri, fra cui quello di Lodi nella ca-scina del circolo Archinti dove ogni venerdì si possonotrovare i prodotti del territorio.

Enzo PaglianoDIRETTORE RESPONSABILE

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONEVia Ripamonti 37/A

Milano ­ Tel. 02/5829871 (r.a.)

RedazioneFabio Bonaccorso

Registrazione Tribunale di Milanon. 83 dell’8/02/1992

Hanno collaborato a questo numero:Francesco Goffredo, Stefania Suanno,

Andrea Repossini, Adriano Cislaghi

Progetto grafico e impaginazionePMP Srl ­ Lodi

FotografieArchivio “il Cittadino”

StampaSigraf spa ­ Treviglio (BG)

AssociatoUnione StampaPeriodica Italiana

La moglie del presidente degli Usa offre ai suoi ospiti pranzi in fattoria con visita ai campi

Anche Obama ha il suo farmers’ marketIntanto gli italiani hanno speso 3 miliardi per acquistare i prodotti dagli agricoltori

Come molti italiani che hanno speso 3 miliardi in un anno per acquistareprodotti a chilometri zero direttamente dal contadino, anche la first lady Mi-chelle Obama ha scelto di offrire a 39 first ladies, presenti a New York perl’Assemblea Generale dell’Onu un pranzo in fattoria preceduta da una bre-ve visita per esaminare in campo i prodotti portati a tavola. E’ quanto affer-ma la Coldiretti nel sottolineare l’impegno della first lady statunitense a favo-re del cibo a chilometri zero che non deve subire lunghi trasporti con mezziinquinanti. Una decisione in linea - precisa la Coldiretti - con l’inaugurazionedel mercato degli agricoltori (farmers market) a due passi dalla Casa Bian-ca dove è stato anche realizzato un orto biologico con l’obiettivo dichiara-to della first lady di educare i ragazzi al consumo di cibi sani, come la fruttae verdura locale del territorio. E proprio dall’orto presidenziale sono stati rac-colti i pomodori offerti per pranzo insieme verdure utilizzate per la ratatouille“serviti” agli ospiti da Michelle Obama allo Stone Barns Center, azienda agri-cola no-profit a poche decine di chilometri a nord di New York utilizzata an-che come fattoria didattica per l’educazione dei piu’ giovani alla campa-gna e alla sana alimentazione. Sul piano ambientale si stima - sottolinea laColdiretti - che ogni pasto percorre in media quasi duemila chilometri conaerei, navi o camion, ma consumando prodotti locali, di stagione e a chilo-metri zero e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può arrivaread abbattere le emissioni di gas serra fino a mille chili di anidride carbonical’anno. Anche per questo cresce la sensibilità dei consumatori ed aumenta-no quanti acquistano, anche in Italia, direttamente dai produttori agricolitagliando le intermediazioni e riducendo le distanze che deve percorrere il

cibo con mezzi spesso inquinanti prima di giungere a tavola, con effetti posi-tivi sul piano economico, salutistico e ambientale. Piu’ di 3 miliardi di euro so-no stati spesi dagli italiani in un anno per gli acquisti di prodotti a chilometrizero che possono contare su una rete di oltre 63mila imprese agricole,18mila agriturismi, 500 mercati degli agricoltori di Campagna Amica, quasi1200 distributori di latte fresco oltre a decine di ristoranti, mense, osterie, bot-teghe, consorzi agrari, cooperative, agriasili, vinerie, pescherie, pizzerie egelaterie dove si servono prodotti locali e di stagione, secondo un monito-raggio della Coldiretti. Si stima peraltro - sostiene la Coldiretti - che oltre a ga-rantire un risparmio medio del 30 per cento nel prezzo di acquisto a parità diqualità, i prodotti alimentari freschi come la frutta e verdura a chilometri ze-ro, acquistati al mercato degli agricoltori o direttamente nelle azienda agri-cole, durano fino a una settimana in piu’ rispetto a quelli dei canali di vendi-ta tradizionali perché provengono direttamente dalle aziende limitrofe, nondevono subire intermediazioni commerciali, conservazioni intermedie in ma-gazzino e lunghi trasporti che compromettono la freschezza degli altri pro-dotti prima di arrivare sul banco di vendita. Favorire la presenza di prodottilocali nei punti vendita è anche l’obiettivo del progetto della Coldiretti peruna Filiera agricola tutta italiana per arrivare ad offrire prodotti alimentari alcento per cento italiani firmati dagli agricoltori e al giusto prezzo tramite lapiù estesa rete commerciale nazionale che coinvolge i mercati di campa-gna amica, i punti di vendita delle cooperative, i consorzi agrari, agriturismie aziende agricole, ma coinvolgerà anche la rete della ristorazione a chilo-metri zero e la distribuzione che intenderà partecipare

Page 11: Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

12 - Il Nuovo Grano Settembre ­ Ottobre 2010Economia

In Lombardia il nuovo sistema cooperativo può contare su oltre ottanta realtà al servizio delle aziende

Ecco le coop del Made in ItalyVertice a Milano per la struttura di Unci - Coldiretti: pronti per la filiera agricola

La Manovra finanziaria esti-va, ha introdotto l’obbligo di indi-care, a pena di nullità, negli attidi trasferimento immobiliare spe-cifici elementi informativi (ogget-tivi e soggettivi) concernenti la si-tuazione catastale dei beni stessie la relativa corrispondenza allostato di fatto.In particolare, dal 1° luglio 2010 èprevisto l’obbligo di indicare ne-gli atti pubblici e nelle scrittureprivate autenticate tra vivi aventiad oggetto il trasferimento, lacostituzione o lo scioglimento dicomunione di diritti reali su fab-bricati già esistenti, oltre all’iden-tificazione catastale delle unitàimmobiliari urbane, il riferimentoalle planimetrie depositate in ca-tasto, nonché la dichiarazione,resa dagli intestatari, della con-formità dei dati e delle planime-trie catastali con lo stato di fattodelle medesime unità immobiliari(coerenza oggettiva).Prima della stipula il notaio deve,inoltre, individuare gli intestataricatastali e verificare la conformi-tà tra i titolari iscritti in catasto e lerisultanze dei registri immobiliari(coerenza soggettiva).La norma introdotta dalla Mano-vra finanziaria, destinata al mi-glioramento della qualità dellebanche dati catastali e di pubbli-cità immobiliare, si prefigge loscopo di far emergere possibilifenomeni di elusione ed evasio-ne fiscale nel settore immobiliare,connessi ad un mancato aggior-namento dei dati oggettivi delleunità immobiliari urbane, ai qualipuò corrispondere una maggioreredditività, rispetto a quella risul-tante in catasto, oltre che deidati soggettivi al fine di far emer-gere capacità contr ibutiva«sommersa».A seguito della conversione deldecreto legge, l’Agenzia del ter-ritorio, con circolare n. 2/T del 9luglio 2010, ha fornito le prime in-dicazioni necessarie ad unaomogenea e corretta applica-zione delle medesime, anche incoerenza con la vigente norma-tiva catastale.In via preliminare l’Agenzia fapresente che le nuove regolenon coinvolgono aspetti connes-si con la pubblicità immobiliare e,

quindi, con la trascrivibilità o me-no degli atti immobiliari. La tra-scrizione, infatti, non ha, di rego-la, efficacia sanante rispetto adeventuali profili di invalidità degliatti trascritti, i quali possono esse-re fatti valere dalle parti o dai ter-zi interessati indipendentementedall’avvenuta trascrizione.Gli stessi adempimenti che il no-taio deve espletare prima dellastipula dell’atto, diretti ad accer-tare la conformità tra i titolariiscritti in catasto e le risultanze deiregis t r i im-m o b i l i a r i ,non hannoalcuna rile-vanza ai finidella trascri-vibilità.Le nuove di-sposizioni ol-tre ad averin t rodot tonelle conser-vatorie deiregis t r i im-mobiliari uns i s t e m a d ielaborazio-ne automati-ca dei dati,ind iv idua ic a s i p e r iquali sussistel’obbligo dipresentazio-ne della di-chiarazionedi variazionenel lo statodei beni, con allegazione delleplanimetrie catastali.La nuova disposizione prevede,quindi, ulteriori adempimenti daporre in essere in sede di stipula-zione di atti pubblici e di scrittureprivate autenticate tra vivi ri-guardanti il trasferimento, la co-stituzione o lo scioglimento di di-ritti reali su fabbricati già esistenti.L’Agenzia del territorio chiarisceche la norma si applica esclusi-vamente ai «fabbricati già esi-stenti» e alle «le unità immobiliariurbane» nel senso che deve trat-tarsi di immobili già iscritti al cata-sto edilizio urbano nonché di

quelli per i quali sussiste l’obbligodella dichiarazione di variazionenello stato dei beni.Sono, quindi, esclusi:le particelle censite al catastoterreni;i fabbricati rurali, censiti al cata-sto terreni, che non hanno subitovariazioni, né perso i requisiti sog-gettivi ed oggettivi per il ricono-scimento della ruralità ai fini fi-scali;i fabbricati iscritti in catasto co-me «unità collabenti», in quanto

non più abi-tabili o ser-vibili all’usoc u i s o n odestinati;i fabbricatiiscritti in ca-tasto come«in corso dicostruz io-n e » o « i ncorso di de-f iniz ione»,sempre chenon s ianostati ultimatio definiti;i lastrici so-l a r i e l earee urba-ne, iscritti alc a t a s t oedil iz io ur-bano conl’indicazio-ne della so-la superf i -cie, ai sensi

dell’art. 15 del DPR n. 650 del1972.Gli atti immobiliari aventi ad og-getto «fabbricati già esistenti»devono contenere, a pena dinullità, anche il riferimento agliidentificativi catastali delle unitàimmobiliari urbane; tali identifi-cativi sono rappresentati da «se-zione», «foglio», «numero di map-pale (particella)» ed eventuale«subalterno» .Gli identificativi catastali fannoparte, altresì, del contenuto ne-cessario delle note di trascrizionee di iscrizione ipotecaria. La man-cata indicazione di tali dati nelle

medesime note di trascrizione odi iscrizione costituisce motivo dirifiuto da parte del conservatoredei registri immobiliari.La nuova disciplina correlata allanullità dell’atto, contribuisce adarmonizzare le disposizioni civili-stiche con quelle catastali cre-ando le condizioni per garantirel’esatta corrispondenza tra i daticatastali indicati nelle formalitàipotecarie e quelli indicati nel-l’atto.Ulteriore adempimento richiestodalla disposizione in commento,sempre a pena di nullità, è quellorelativo all’indicazione in atto delriferimento alle planimetrie de-positate in catasto. Tale adempi-mento non presenta particolaricriticità quando la presentazionedella planimetria è stata corret-tamente curata in sede di dichia-razione di nuova costruzione, ov-vero in sede di denuncia di varia-zione. Ciò si verifica se le plani-metrie depositate sono conformicon lo stato di fatto dell’immobi-le al momento della stipula del-l’atto.In relazione all’ulteriore obbligodell’inserimento, a pena di nulli-tà, nel documento negoziale an-che della dichiarazione, resa da-gli intestatari, della conformitàdei dati e delle planimetrie conlo stato di fatto degli immobili ur-bani oggetto dell’atto, l’Agenziadel territorio precisa che qualorala planimetria catastale non ri-produca fedelmente la configu-razione reale (attuale) dell’im-mobile, l’intestatario deve pre-sentare una denuncia di varia-zione, allegando la nuova plani-metria aggiornata con lo statoreale dell’immobile.La presentazione della denunciadi variazione comporta, in ognicaso, l’applicazione dei tributiprevisti dalla normativa catasta-le e delle sanzioni.È opportuno sottolineare che leeventuali discordanze fra la rap-presentazione planimetrica e lasituazione di fatto potrebberosussistere sin dall’origine od esse-re riconducibili a vicende verifi-catesi in epoca successiva (lavo-

ri di ristrutturazione, trasformazio-ne ecc.). In tale caso, le autoriz-zazioni edilizie rilasciate per l’im-mobile oggetto dell’atto posso-no costituire un elemento di riferi-mento al fine di accertare lasussistenza di tali incoerenze.L’Agenzia del territorio fa presen-te altresì che l’obbligo della di-chiarazione di variazione in cata-sto sussiste nei casi in cui la varia-zione incide sullo stato, la coe-renza, l’attribuzione della cate-goria e della classe, a seguito diinterventi edilizi di ristrutturazione,ampliamento, frazionamento,oppure per effetto di annessioni,cessioni o acquisizioni di dipen-denze esclusive o comuni, cam-bio di destinazione d’uso.Analogamente, comportanol’obbligo della presentazionedella dichiarazione di variazionel’effettuazione di interventi concui si realizza una rilevante redi-stribuzione degli spazi interni ov-vero si modifica l’utilizzazione disuperfici scoperte, quali balconio terrazze.Le lievi modifiche interne, quali lospostamento di una porta o di untramezzo che, pur variando la su-perficie utile dei vani interessati,non modificano il numero deglistessi vani e la loro funzionalità,non hanno, invece, alcuna rile-vanza.Da ultimo la nuova disposizioneprevede che il notaio sia tenutoad individuare, prima dell’atto,gli intestatari catastali ed a verifi-care la conformità degli stessicon le risultanze dei registri immo-biliari (coerenza «soggettiva»).Tale verifica non può avere unavalenza meramente formale, li-mitata al riscontro della con-gruenza tra le risultanze catastalied i registri di pubblicità immobi-liare, ma deve essere finalizzataad accertare la corrispondenzadelle intestazioni catastali attualicon i titolari del potere di disposi-zione sugli immobili oggetto del-l’atto.In particolare, laddove tale con-formità non sussiste a causa dellamancata volturazione di uno opiù atti, è necessario che gli inte-ressati si attivino, prima della stipu-la, per ristabilire l’allineamentomediante la presentazione di unao più domande di voltura.

Debutto a Milano per le nuove cooperative del Made in Italy. All’ini-zio di ottobre, nella sede della regione in via Pola, si è tenuto il summitfra l’assessore all’agricoltura Giulio De Capitani e i vertici di Unci-Coldiretti, struttura che riunisce 83 realtà lombarde.Le nostre cooperative – ha spiegato Unci-Coldiretti – puntano a crea-re con i Consorzi agrari un sistema territoriale al servizio di quella filieraagricola tutta italiana che ci permetta di valorizzare e diffondere iprodotti locali. Vogliamo rompere vecchi schemi e dare vita a un mo-dello diverso di cooperazione che metta al centro il socio e il suo red-dito e che lo veda protagonista della filiera per un’equa valorizzazio-ne delle sue produzioni nel tempo.L’assessore De Capitani ha preso atto del nuovo soggetto in camponel mondo della cooperazione e ha chiesto maggiori informazioni sul-la rete territoriale e sulle attività svolte. Il gruppo Unci-Coldiretti in Lom-bardia è nato il 28 giugno scorso dopo che il 2 luglio 2009 era partital’esperienza a livello nazionale. La struttura è divisa per aree territorialedi riferimento: Bergamo (via Mangili 21), Brescia-Mantova (sede a Bre-scia in via San Zenone 69), Como-Lecco-Sondrio-Varese (con sede aGrandate, via Plinio 1), a Cremona (via Ala Ponzone 8), Milano-Pavia(sede a Milano in via Ripamonti 37) e poi Unci Lombardia che si trovaa Milano in via Filzi 27.Attualmente oltre alle 83 cooperative aderiscono a Unci-Coldiretti an-che i Consorzi Agrari di Milano, Pavia e il Consorzio agrario Lombardo-Veneto che copre anche le zone di Brescia e Mantova. Le nostre real-tà operano in tutti i settori di punta del Made in Italy agroalimentare:lattiero caseario, zootecnico, vitivinicolo, oleicolo, cerealicolo, fore-stale, ortofrutticolo, nell’itticoltura e nel pomodoro da industria. Met-tiamo in campo servizi innovativi, ad esempio nel comparto del credi-to e della finanza e una forte azione di rappresentanza sia in campoeconomico che istituzionale.

Catasto: senza identificazionenulle tutte le compravendite

Page 12: Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

FiscaleSettembre ­ Ottobre 2010 Il Nuovo Grano ­ 13

Presso il mondo rurale la finedel decennio (o l’inizio del nuo-vo, a seconda dei punti di vista)sarà scandita, forse per l’ultimavolta, dal sopraggiungere di unappuntamento diventato tradi-zione: il Censimento Generaledell’Agricoltura. Siamo ormai ainastri di partenza. In un giornoqualsiasi tra il prossimo 25 ottobreed il 31 gennaio 2011 si presente-rà alla porta (quella di casa, nonquella che introduce agli impian-ti produttivi) di ogni imprenditoreagricolo un rilevatore che con unquestionario in mano cercherà di“ricostruire”la fisionomia dell’im-presa ed i differenti ruoli svolti da-gli operatori che attendono allefunzioni produttive. Tutto ciò èprevisto dal 6° Censimento Ge-nerale dell’Agricoltura, in confor-mità a quanto sancito da unanorma comunitaria: il Regola-mento CE n. 1166/2008 del Parla-mento europeo e del Consigliodel 19 novembre 2008. Risponde-re alle domande del rilevatore,possibilmente con un po’ di pa-zienza e cortesia, costituisce unobbligo in capo al titolare d’im-presa o ai loro delegati “informatisui fatti”, obbligo sottoposto asanzione allorché eluso. In alter-nativa sarà possibile compilareautonomamente il questionarioper via informatica, accedendovia internet ad un apposito pro-gramma tramite una passwordche sarà comunicata ad ogni im-prenditore da ISTAT attraversouna lettera inviata in tempo utilea tutti gli agricoltori. Secondoquanto statuito dal già richiama-to regolamento CE, l’oggettodella rilevazione dovrà esserel’azienda agricola e zootecnica,intendendo come tale “l’unitàtecnico-economica costituita daterreni, anche in appezzamentinon contigui,ed eventualmenteda impianti ed attrezzature varie,in cui si attua, in via principale osecondaria,l’attività agricola ezootecnica ad opera di un con-

duttore - persona fisica, società,ente – che ne sopporta il rischiosia da solo, come conduttorecoltivatore o conduttore con sa-lariati e/o compartecipanti,sia informa associata”. Resta intesoche tra le aziende agricole sonoda annoverare anche le aziendezootecniche prive di terrenoagrario. Risultano escluse dalcensimento le unità produttivemarginali, i cui prodotti sono prin-cipalmente, se non unicamente,destinati all’autoconsumo della

famiglia imprenditoriale. Non sa-ranno rilevati, inoltre, i terreni nonutilizzati per la produzione agrico-la e zootecnica, come ad esem-pio le aree fabbricabili, i terrenicompletamente abbandonati, iparchi ed i giardini ornamentali achiunque appartenenti. I rileva-tori attivi sul territorio (saranno 11per la provincia di Lodi) si muove-ranno sulla base di un elenco giàpreordinato di aziende agricolerealmente esistenti o supposte ta-li. Detto elenco è stato redatto

dagli uffi ci ISTAT consultando emettendo in relazione una molte-plicità di fonti informative ed ar-chivi amministrativi da cui sonostati estrapolati quei soggettiche, per caratteristiche e posizio-ni , sembrerebbero svolgereun’attività rurale. In base a taleelenco, in provincia di Lodi do-vrebbero essere attive 2.079aziende agricole. Sarà compitodella rilevazione riscontrare ilgrad di scostamento tra il datoteorico e la realtà.

I coltivatori diretti coloni e mez-zadri sono assicurati obbligatoria-mente all’Inail, quindi sono tutelatinon solo se subiscono un infortuniosul lavoro, ma anche se contrag-gono una malattia a causa e nel-l’esercizio del lavoro svolto o deimateriali utilizzati (es. esposizione asostanze dannose, rumore, ecc.).Le malattie professionali si diffe-renziano dagli infortuni sul lavoro inquanto sono originate da unacausa lenta e prolungata nel tem-po (es. il lento processo di assorbi-mento di sostanze tossiche da par-te dell’organismo), al contrariodell’infortunio sul lavoro che si ca-ratterizza per una causa violenta eimprovvisa (es. una caduta dal-l’alto).Il riconoscimento della malattiaprofessionale comporta il conse-guente indennizzo economico daparte dell’Inail oltre all’erogazionedelle necessarie cure mediche ria-bilitative. In ogni caso, per i colti-vatori diretti le prestazioni econo-miche e sanitarie sono condizio-nate alla regolare iscrizione neglielenchi Inps e, per i titolari di azien-da, anche al regolare versamentodella contribuzione Inail, la cui ri-scossione è affidata all’Inps, unita-mente aicontributipreviden-ziali.Le malat-tie di origi-ne profes-sionale ri-conosciu-t e d a l l aLegge inagricolturasono elen-c a t e i nuna apposita tabella e sono asso-ciate a una o più attività o lavora-zioni. Se la malattia denunciatarientra in questo elenco il lavorato-re, per vedersi riconoscere il relati-vo indennizzo, deve solo dimostra-re di aver svolto in modo non oc-casionale una delle attività che inbase alla tabella espongono al ri-schio di quella malattia.Rientrano ad esempio nell’elencodelle malattie professionali in agri-coltura: le malattie causate daesposizione a sostanze dannose,quelle causate da radiazioni sola-ri, per le lavorazioni svolte preva-lentemente all’aperto; la sorditàda rumore; l’ernia discale lombarecausata da lavorazioni svolte conmacchine che espongono a vi-brazioni trasmesse al corpo intero:trattori, mietitrebbia, vendemmia-trice semovente; malattie da so-vraccarico degli arti superiori: ten-diniti e sindrome del tunnel carpa-le, ecc.Sono comunque indennizzabilidall’Inail anche le malattie nonpresenti nella tabella di Legge: intal caso, però, il lavoratore devedimostrarne l’origine lavorativa,vale a dire che la malattia si è veri-ficata a causa e nell’esercizio dellavoro svolto.Data la complessità della materiae le possibili ricadute per le azien-de (applicazione della RivalsaInail) è necessario che in caso disospetta malattia professionale gliinteressati prendano contattotempestivamente con gli uffici delpatronato EPACA.Gli operatori forniranno tutta l’assi-stenza necessaria, provvedendoin primo luogo ad inviare tempesti-vamente la denuncia all’Inail, al fi-ne di evitare la perdita dei benefi-ci economici e offrendo al con-tempo un servizio gratuito di con-sulenza medico legale qualifica-ta.Per conoscere l’ufficio Epaca piùvicino si può telefonare al numeroverde 800.667711 o visitare il sito In-ternet http://www.epaca.it/.

Rilevatori al lavoro azienda per azienda per una dettagliata raccolta dei dati

Al via il censimentoQuestionari pronti per scattare la fotografia dell’agricoltura

Tutti i rischidel mestiere,

eccole malattie“agricole”

Il 45 per cento delle imprese considera le “scartoffie” come il principale ostacolo allo sviluppo

La burocrazia sarà più veloce grazie al CaaCon il 45 per cento delle imprese che consi-

dera la burocrazia il principale ostacolo allosviluppo, dalle Agenzie per imprese può veni-re un reale contributo alla semplificazione. E’quanto afferma la Coldiretti nel commentarepositivamente la pubblicazione sulla Gazzet-ta Ufficiale del 30 settembre 2010 del Regola-mento che disciplina le Agenzie per le impre-se che sono i soggetti privati cui gli imprendi-tori si possono rivolgere per ottenere specifi-che certificazioni che prendono il posto delleautorizzazioni necessarie per la realizzazione,la trasformazione, il trasferimento e la cessa-zione dell’attività di impresa. Tra i soggetti chepossono essere accreditati quali Agenzie perle imprese il Regolamento prevede espressa-mente - sottolinea la Coldiretti - i Centri Auto-rizzati di Assistenza Agricola (CAA). Si tratta -precisa la Coldiretti - di una novità di granderilievo nel senso della semplificazione e sburo-cratizzazione dei rapporti tra imprese agricolee pubblica Amministrazione in quanto le im-prese potranno rivolgersi al CAA-Agenzia an-ziché agli apparati pubblici per una tutta seriedi adempimenti. Il CAA, ottenuto l’accredita-mento quale Agenzia per le imprese, andràquindi a svolgere, oltre ai compiti ad esso as-segnati dalla legislazione statale e regionale,anche quelli - precisa la Coldiretti - di vero eproprio Ente che si sostituisce, in determinaticasi, all’Amministrazione anche nella formula-zione del provvedimento finale. Con la nuovadisciplina, inoltre, il CAA può candidarsi - con-clude la Coldiretti - ad essere l’interlocutoredelle pubbliche Amministrazioni per contodella generalità delle imprese e non solo diquelle agricole.

Page 13: Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

14 - Il Nuovo Grano Settembre ­ Ottobre 2010Fiscale

Nella vendita diretta nei “far-mer’s market” è possibile l’utiliz-zo del lavoro occasionale ac-cessorio. Così, ha chiarito il Mini-stero del Lavoro e delle PoliticheSociali, in risposta ad un quesitoproposto da Coldiretti in ordineal legittimo util izzo del lavorooccasionale accessorio “nel-l’ambito delle attività connessesvolte dalle imprese agricolecon specifico riferimento allavendita diretta nei farmer’smarket (c.d. Mercati ci Campa-gna Amica).L’interpelloCome è noto, dopo la pubblica-zione del D.L. n. 112 del 25 giu-gno 2008, che con l’art. 22, haintrodotto modifiche alla disci-plina del lavoro occasionale ac-cessorio di cui agli art. 70, 72 e73 del D. Lgs. n. 276/2003, l’Inpscon circolare n. 81 del 31 luglio2008, era intervenuta illustrandole modalità della sperimentazio-ne, precisando i limiti economicidel committente e del prestato-re e chiarendo le procedure perl’utilizzo dei voucher.La sperimentazione era rivolta alsettore agricolo per lo svolgi-mento di attività di vendemmiadi breve durata ed a caratteresaltuario da parte di studenti epensionati.Da allora l’intento del legislato-re è stato quello di rendere piùampio possibile l’utilizzo del la-voro occasionale accessorioper il settore agricolo.Naturalmente nell’ambito del-l’attività di vendita restano fer-me le limitazioni previste per taletipo di rapporto che ricordiamo:- l’attività deve risultare stagio-nale, salvo per i soggetti consi-derati “esonerati” ai fini IVA;- i prestatori si annoverano trastudenti, casalinghe, pensionatie percettori di prestazioni di in-tegrazione salariale e di soste-

gno al reddito;Infatti nella risposta all’interpellon. 32 del 10 settembre 2010 silegge che “in ambito agricolol’utilizzo del lavoro occasionaleaccessorio ex art. 70 e segg. DelD.Lgs n. 276/2003, è ammesso,per aziende non rientranti nelleprevisioni di cui al comma 6 del-l’art. 34 del D.P.R. n. 633/1972,esclusivamente mediante l’uti-lizzo di specifiche figure di pre-statori, ovvero pensionati, casa-linghe e studenti (platea ulte-riormente estesa ai percettori diprestazioni integrative del sala-rio o di sostegno al reddito; v. in-terpello n. 16/2010)” e “circo-scritte all’esclusivo ambito delleattività aventi natura stagiona-le”.Appurato che per le “attivitàagricole” è legittimo l’utilizzo dellavoro occasionale accessorio,Coldiretti ha chiesto di cono-scere se tale utilizzo vale ancheper le cosiddette “attività con-nesse” svolte dall’impresa agri-cola medesima.I l Ministero non ha dubbi nelchiarire che il requisito di stagio-nalità, valido per l’attività agri-cola principale non venga me-no anche per le attività connes-se alla stessa attività.Infatti nell’interpello si legge:“tale prerogativa, che rappre-senta una specifica peculiaritàdella generalità delle attivitàagricole, deve ritenersi propriatanto dell’attività agricola prin-cipale svolta dall’imprenditore,quanto delle relative attivitàconnesse (art. 2135, comma 3,c.c.) svolte dallo stesso, che evi-dentemente – in quanto appun-to “connesse” – seguono neces-sariamente i tempi ed i modelliproduttivi dell’attività principaleconnotata dalla stagionalità”.In particolare, poi, il Ministero ri-conosce che anche l’aspetto

relativo ai tempi e modi in cui siesplica l’attività di vendita diret-ta nel l ’ambi to dei farmer’smarket “non si connota certa-mente per continuità temporale– come potrebbe essere l’attivi-tà di vendita esercitata in unnormale esercizio commercia-le”, riconducendo la stessa nel-l’ambito dell’occasionalità nellosvolgimento delle attività con-nesse previste dall’articolo 2135del c.c.Le attività connesseL’articolo 2135 elencando le at-tività agricole, definisce attivitàconnesse “le attività, esercitatedal medesimo imprenditoreagricolo, dirette alla manipola-zione, conservazione, trasforma-zione, commercializzazione evalorizzazione che abbiano adoggetto prodotti ottenuti preva-lentemente dalla coltivazionedel fondo o del bosco o dall’al-levamento di animali, nonché leattività dirette alla fornitura dibeni o servizi mediante l’utilizza-zione prevalente di attrezzatureo risorse dell’azienda normal-mente impiegate nell’attivitàagricola esercitata, ivi compre-se le attività di valorizzazione del

territorio e del patrimonio ruralee forestale, ovvero di ricezioneed ospitalità come definite dal-la legge”Considerato che la risposta mi-nisteriale considera stagionali leattività connesse in genere, vi èda ritenere che a prescinderedalla specificità riguardante lavendita nei farmer’s market,qualora ne sussistano le condi-zioni, l’utilizzo del lavoro occa-sionale accessorio sia possibileper lo svolgimento di qualsiasiattività connessa in agricoltura.Mercati agricoliIl chiarimento Ministeriale soc-corre anche sull’individuazionedei soggetti che possono eserci-tare la vendita diretta all’inter-no dei mercati.In base al Decreto istitutivo dei“mercati riservati alla venditadiretta da parte degli imprendi-tori agricoli” possono esercitarela vendita diretta nei mercatiagricoli gli imprenditori agricoliiscritti nel registro delle impresedi cui all’articolo 8 della legge29 dicembre 1993, n. 580, che ri-spettino le seguenti condizioni:- l’ubicazione dell’azienda agri-cola deve essere situata nel-l’ambito territoriale amministra-tivo della Regione o negli ambitidefiniti dalle singole Amministra-zioni competenti;- i prodotti agricoli venduti de-vono provenire dalla propriaazienda o dall’azienda dei sociimprenditori agricoli, anche seottenuti a seguito di attività dimanipolazione o trasformazio-ne, ovvero anche se provenientinell’ambito territoriale di cui alprecedente punto, purché nelrispetto del limite della preva-lenza di cui all’articolo 2135 delcodice civile;- l’imprenditore agricolo sia inpossesso dei requisiti previsti dal-l’articolo 4, comma 6, del de-

creto legis lat ivo 18 maggio2001, n. 228;- l’esercizio dell’attività di vendi-ta diretta all’interno dei mercatiagricoli può essere esercitatadai titolari dell’impresa, ovverodai soci in caso di società agri-cola e di quelle di cui all’artico-lo 1, comma 1094, della legge27 dicembre 2006, n. 296, dai re-lativi familiari coadiuvanti, non-ché dal personale dipendentedi ciascuna impresa.Il sistema dei voucherNell’evoluzione della normativache regolano le prestazioni dilavoro occasionale di tipo ac-cessorio, l’Inps è stato individua-to quale concessionario del ser-vizio.Il pagamento delle prestazionidi lavoro occasionale accesso-rio avviene attraverso il mecca-nismo dei buoni (voucher), il cuivalore nominale è pari a 10 eu-ro. È disponibile anche un buo-no da 50 euro e da 20 euro,equivalenti, rispettivamente a 5e 2 buoni non separabili.Il valore netto del voucher da 10euro nominali, cioè il corrispetti-vo netto della prestazione, in fa-vore del prestatore, è quindi pa-ri a 7,50 euro. Il valore netto delbuono multiplo da 50 euro, cioèil corrispettivo netto della pre-stazione, in favore del lavorato-re, è quindi pari a 37,50 euro;quello del buono da 20 euro èpari a 15 euro.I buoni (voucher) sono disponi-bili per l’acquisto su tutto il terri-torio nazionale, presso le SediINPS.I buoni “cartacei” acquistati dalcommittente, e non utilizzati, so-no rimborsabili esclusivamenterestituendoli presso le Sedi Inps,le quali emetteranno a favoredel datore di lavoro un bonificodomiciliato per il loro controva-lore e rilasceranno una ricevuta.

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 212del 10 settembre 2010 è statopubblicato il decreto 5 agosto2010, con il quale è stata aggior-nata la tabella dei beni che pos-sono essere oggetto delle attivi-tà agricole connesse.Il decreto è stato emanato aisensi dell’articolo 32, comma 2,lettera c), del T.U.I.R., il quale sta-bilisce che sono considerate at-tività agricole e rientrano nelreddito agrario le attività di ma-nipolazione, conservazione, tra-sformazione, commercializzazio-ne e valorizzazione di prodottiottenuti prevalentemente dallacoltivazione del fondo, del bo-sco e dall’allevamento di ani-mali, sempreché esercitate dalmedesimo imprenditore agrico-lo, con riferimento ai beni indivi-duati, ogni due anni, con decre-to del Ministro dell’economia edelle finanze su proposta del Mi-nistro delle politiche agricole eforestali.Le disposizioni in esso contenutehanno effetto dal periodo di im-posta successivo a quello in cor-so al 31 dicembre 2009, e cioèdall’anno di imposta 2010.Le nuove tipologie di prodotti in-serite nel reddito agrario, anchecon riferimento alle note espli-cative dei codici ATECO 2007,sono le seguenti:produzione di farina o sfarinati dilegumi da granella secchi, di ra-dici o tuberi o di frutta in guscio

commestibili (ex 10.61.4);– produzione di prodotti di pa-netteria freschi (10.71.1);–produzione di grappa (ex11.01.0);– produzione di malto (11.06.0);– produzione di birra (11.05.0).

Si ricorda che per le lavorazioni eper i prodotti elencati ne•1 de-creto, con la decorrenza ivi pre-vista, non deve essere dichiara-to alcun reddito, in quanto lostesso è assorbito dal redditoagrario dell’imprenditore agri-

colo che esercita le attività prin-cipali di coltivazione del fondo,della silvicoltura e di allevamen-to degli animali.Infine, si sottolinea che l’amplia-mento del novero delle lavora-zioni e dei prodotti recati dal de-

creto in esame costituisce un’ul-teriore opportunità per le impre-se agricole interessate al com-pleto sfruttamento delle poten-zialità produttive delle proprieaziende, anche attraversol’esercizio della vendita direttadei prodotti nell’ambito dei mer-cati di Campagna Amica.Le suddette considerazioni assu-mono un rilievo particolare perle imprese operanti nella filieracerealicola per le quali, anchealla luce della semplificazionedella disciplina amministrativadell’attività di panificazione (ve-di comunicazione dell’Ufficio Le-gale prot. n. 210/AS del 12 luglio2006), l’inserimento nel redditoagrario della «produzione di pro-dotti di panetteria freschi» rap-presenta un evidente incentivofiscale e di semplificazione con-tabile.In particolare, quest’ultima vocecomprende:– produzione di prodotti di pa-netteria freschi con eventualenegozio annesso per la venditaanche al dettaglio;– produzione di pane, panini,cialde, etc.;– produzione di rustici, pizzetteed altre specialità salate da for-no.Secondo la Coldiretti si tratta diun’altra opportunità a disposi-zione delle aziende per integra-re reddito e costruire un nuovofuturo.

Secondo la Coldiretti si tratta di un’altra opportunità a disposizione delle aziende per integrare reddito e costruire un nuovo futuro

Sono in arrivo le “agri-panetterie”La produzione di pagnotte, pizze, malto, grappa e birra è considerata attività connessa

I voucher anche per i “farmer’s market”

Page 14: Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

EconomiaSettembre ­ Ottobre 2010 Il Nuovo Grano ­ 15

Grana e Parmigiano come i “futu-res” di Borsa. Il mercato tira allagrande e allora, secondo indiscre-zioni raccolte dalla Coldiretti sullepiazze lombarde ed emiliane, c’èchi starebbe facendo scorta di for-me giovani (la produzione dei primiquattro mesi di quest’anno) scom-mettendo sul fatto che il trend dicrescita continuerà. E qualcuno sisarebbe spinto a opzionare adessole forme che saranno preparatel’anno prossimo, fissando oggi il va-lore di acquisto per gli stock di do-mani.“In questi casi, se il prezzo sale, chicompra avrà risparmiato un po’ disoldi, se resta stabile o scende, vuoldire che ci rimetterà qualcosa. Madi solito, chi si lancia in queste ope-razioni i conti se li fa bene – com-menta Luigi Simonazzi, responsabileeconomico della Coldiretti di Milanoe Lodi – Invece chi vende: da un la-to piazza la produzione a un prezzocerto, dall’altro però rinuncia all’op-portunità di guadagnare di più incaso di un’eventuale ulteriore salitadelle quotazioni. Praticamente èquello che succede in Borsa con leazioni”.Solo che qui al posto della carta cisono grana e parmigiano, che or-mai da mesi fanno registrare au-menti percentuali a due cifre suiprezzi all’ingrosso. Il “padano” conoltre 15 mesi di stagionatura è parti-to da un più 10,48 per cento di mag-gio, ha proseguito con un più 16,93ad agosto e ha raggiunto un più19,68 per cento nei primi giorni di set-tembre con una punta di 7,65 euro achilo sulla piazza di Milano. Il “reg-giano” con 24 mesi di stagionatura èpassato da più 18,52 per cento dimaggio per superare la soglia del 29per cento in questo mese con 10,65euro al chilo.Chi poi ha in magazzino le scortedell’anno scorso sta registrando ul-

teriori guadagni dati dalla differenzafra le superquotazioni di oggi e quel-le più basse del 2009. “E’ come ave-re un’azione nel proprio paniere di ti-toli e seguirne l’andamento al rialzosul medio periodo” spiega Simonaz-zi.Secondo le indiscrezioni raccoltedalla Coldiretti, c’è anche chi sta fa-cendo speculazioni lampo giocan-do sul prezzo del latte: ritirato dagliallevatori a prezzi fra i 34,5 e i 37 cen-tesimi al litro (a seconda degli ac-

cordi contrattuali con le singole stal-le) e rivenduto poi a 41-42 centesimisul mercato del latte spot, quellonon vincolato ad accordi ma che simuove a seconda della richiesta daparte di grandi industrie o caseifici.“Gli aumenti di padano e reggianostanno trainando tutti gli altri for-maggi, ma senza un prezzo regiona-le del latte di riferimento anche noiabbiamo difficoltà a capire cosa stasuccedendo – racconta Paolo Mo-sca, 35 anni, commerciante di ali-

mentari all’ingrosso in una famigliache da tre generazioni compra evende grana e parmigiano in Lom-bardia –. Almeno prima avevamoun parametro certo sul quale misu-rare gli aumenti e capire come sta-va andando il mercato, era tutto piùchiaro. Adesso le cose variano dacaseificio a caseificio, non abbiamoniente di ufficiale su cui basarci”. E lanebbia che aleggia sul mercato di-venta sempre più fitta.La rottura delle trattative causata

da Assolatte – commenta Coldiretti– sta squilibrando tutta la filiera. Il fat-to che ci sia qualcuno che sta inter-mediando il latte, comprandolo e ri-vendendolo addirittura sulla carta,lasciando solo che le cisterne cam-bino destinazione, dimostra l’impor-tanza di gestire in modo coordinatosul territorio l’offerta di prodotto. Inol-tre - conclude la Coldiretti - il valorereale del latte calcolato sulle quota-zioni del grana padano oscilla fra 41e 43 centesimi al litro.

C’è chi ha fatto incetta di prodotto da stoccare nei magazzini con l’obiettivo di approfittare del trend al rialzo delle quotazioni

Il Grana meglio delle azioniIl mercato dei formaggi come in Borsa: adesso corre fra stock, futures, opzioni e scommesse

Coldiretti: controllare l’origine e dare reddito agli agricoltori

I signori del fast food ci provanocon gli ingredienti Made in ItalyFast food, avanzano gli ingredienti

Made in Italy. Dalla carne ai formag-gi, le grandi catene della ristorazioneveloce scommettono sui prodotti delterritorio come dimostra l’ultimo pani-no che, domani a Milano, McDonal-d’s lancerà sul mercato e che saràcaratterizzato dalla presenza di moz-zarella al cento per cento italiana.“Siamo felici che una realtà comeMcDonald’s abbia deciso di puntaresulla qualità delle nostre materie pri-me – commenta Nino Andena, Presi-dente della Coldiretti Lombardia - Perquesto ci auguriamo che ci sia sem-pre un controllo costante sull’originedegli ingredienti, compreso il latteusato per la mozzarella”.Il formaggio arriverà da Lat-Bri, azien-da lattiero casearia di Usmate (Mon-za), che con centinaia di migliaia diquintali è tra i principali importatori dilatte e semilavorati stranieri in Lom-bardia ma che, dicono da McDonal-d’s, per il nuovo panino si è impegna-ta a utilizzare solo prodotto italiano.“Ma fino a quando non ci sarà l’ob-bligo di indicare sugli alimenti l’originedelle materie prime utilizzate, ogniazienda di trasformazione potrà farecome gli pare – continua Andena -Quando il presidente di Federalimen-tare Giandomenico Auricchio sostie-ne che l’etichetta d’origine non è co-sì importante, finge di non sapere checi sono aziende che usano nomi esimboli del Made in Italy per venderemeglio prodotti, ad esempio formag-gi e prosciutti, che di italiano hanno

poco o nulla. E allora è troppo como-do sfruttare la fiducia dei consumato-ri verso l’agroalimentare italiano e poimetterci materie prime che arrivanodall’estero”.Per quanto riguarda il settore lattierocaseario i primi cinque importatori alivello nazionale operano fra Lodi,Bergamo, Milano e Cremona con 22milioni di quintali su un totale regiona-le di quasi 32 milioni e italiano di 88 mi-lioni di quintali. In Lombardia le mag-giori quantità arrivano soprattuttodalla Germania, “patria delle mozza-relle blu” (12 milioni di quintali), dalla

Francia (7 milioni di quin-tali) dal Belgio (3,4 milio-ni), dall’Austria (1,4 milio-ni), dall’Olanda (1,4 mi-lioni), ma anche da Spa-gna, Portogallo e Islan-da. Poi ci sono i Paesi del-l’Est (Polonia, Lituania,Ungheria, Slovacchia,Slovenia) che pesanoper quasi 4 milioni e mez-zo di quintali. “Le impor-tazioni di latte dall’esteroper fare formaggi vendu-ti poi come italiani – spie-ga Andena - servono agliindustriali per guadagna-re di più sui prezzi di ven-dita al dettaglio pagatidai consumatori metten-do al tempo stesso sottopressione al ribasso quelliriconosciuti agli allevatorilombardi, che prendono

pochissimo”. Dallo scorso giugno, do-po che Assolatte (l’associazione delleindustrie del settore) ha chiuso ognispiraglio di trattativa, al posto di unprezzo regionale esiste una giungla diaccordi singoli che vanno dai 34,5 ai38 centesimi al litro a fronte di una si-tuazione di mercato in crescita damesi, con un valore reale del latteche ormai oscilla fra i 41 e i 44 centesi-mi al litro. “Mi pare ci sia ampio margi-ne per venire incontro agli adegua-menti chiesti dagli allevatori – conclu-de Andena – senza ricarichi ingiustifi-cati per i consumatori”.

Il fabbricato utilizzato a fini abitati-vi dal soggetto titolare di trattamentipensionistici corrisposti a seguito diattività svolta in agricoltura è ruraleanche quando l’annesso terreno ècondotto da terzi in possesso dei re-quisiti fiscali previsti dall’articolo 9,comma 3, lettera d) del DL n. 557 del1993.La precisazione è contenuta nellas e n t e n z a n .16527 del 14 lu-glio 2010 dellaCorte di Cassa-zione emessa aseguito del ricor-so presentato daun associato col-tivatore direttoavverso la deci-sione della Com-missione Tributa-r ia Regionaledell’Emilia Ro-magna che ave-va negato il ca-rattere di ruralitàdell’abitazionepoiché, essendoil fondo affittato a terzi anch’essi colti-vatori, era venuto a mancare il lega-me funzionale tra il fondo e l’edificio.Oggetto del contendere i criteri di ri-conoscimento della ruralità dei fab-bricati ai fini fiscali.In particolare, l’articolo 2, n. 3, del de-creto n. 139 prevede che ai fini del ri-conoscimento della ruralità degli im-mobili agli effetti fiscali, i fabbricati o

porzioni di fabbricati destinati ad edili-zia abitativa devono soddisfare le se-guenti condizioni: essere possedutidal soggetto titolare del diritto di pro-prietà o di altro diritto reale sul terre-no, ovvero dall’affittuario del terrenostesso o dal soggetto che ad altro ti-tolo conduce il terreno cui l’immobileè asservito o dai familiari conviventi aloro carico risultanti dalle certificazioni

anagrafiche odai soggetti tito-lari di trattamentipensionistici cor-risposti a seguitodi attività svoltain agricoltura oda coadiuvantiiscritti come taliai fini previden-ziali, e essere uti-lizzati quale abi-tazione, da unodei soggetti suelencati.La Suprema Cor-te, accogliendole motivazionidel ricorrente,

aggiunge che la norma ha carattereinnovativo e non interpretativo, e tro-va dunque applicazione per gli annisuccessivi alla sua entrata in vigore(27 maggio 1998).La stessa disposizione definisce, inol-tre, un’esenzione soggettiva, spettan-te al titolare di trattamento pensioni-stico agricolo, che vale anche ai finiICI.

Precisazione della Corte di Cassazione

Il fabbricato resta agricoloanche se si va in pensione

Page 15: Nuovo Grano Settembre Ottobre 2010

16 - Il Nuovo Grano Settembre ­ Ottobre 2010Italia ­ Mondo

Anche gli agriasilo serviranno a rispondere ai bisogni delle famiglie: una realtà in crescita in molte zone d’Italia

Così l‘agricoltura diventa socialeSeguire disabili e minori fra vigne e asinelli: nuovo fronte lombardo dei servizi alla persona

Lombardia assediata dai cin-ghiali. L’ultimo fronte dell’invasio-ne, secondo quanto rilevato dal-la Coldiretti Lombardia, si è aper-to in provincia di Varese, in Valcu-via, dove “si muovono in branco,devastano i terreni e adesso co-minciano ad avvicinarsi anchealle case” racconta Giorgio Zaf-frani, 50 anni, allevatore di muc-che da latte a Casalzuigno.“C’è stato un boom di assalti e idanni, per decine di migliaia dieuro, sono praticamente raddop-piati nell’ultimo anno” spiega Fer-nando Fiori, Presidente dellaColdiretti di Varese, che invieràdomani una lettera all’assessoreprovinciale all’agricoltura BrunoSpecchiarelli per chiedere risorseaggiuntive, l’eliminazione seletti-va degli esemplari in eccesso e“un piano strategico che pongaun argine a questo autentico fla-gello”.In provincia di Varese la prima li-nea della guerra al cinghiale pas-sa in Valcuvia, in Valganna e inValceresio, ma la situazione staprecipitando in diverse zone del-la Lombardia, da Brescia a Mila-no, da Bergamo a Pavia, con ol-tre un milione di euro di danni ne-gli ultimi 5 anni. Il boom demogra-fico dei cinghiali è confermatoanche dagli abbattimenti, passa-ti dai 987 del 1999 ai quasi quat-tromila fra il 2009 e il 2010.La situazione è particolarmentepesante nel Comasco nella fa-scia che dalla riva del lago sale fi-ne a Gera Lario, oltre che nel tri-

nagolo compreso fra Como-Bel-lagio-Lecco, con un aumentoesponenziale dei danneggia-menti dal 2006 a oggi. Episodi so-no stati segnalati negli ultimi dueanni fra Lecco e Colico.Nel Milanese, fra Magenta, Cug-giono e Abbiategrasso, di giornosi nascondono nella boscaglialungo il Ticino per poi partire al-l’assalto durante la notte. “Inestate, quando il livello del fiumeè più basso, arrivano anche dallezone del Piemonte usando gli iso-lotti di ghiaia come passaggio.Entrano e devastano prati e cam-pi di mais. La situazione è a limite- racconta Orfeo Favotto segre-tario di zona della Coldiretti a

Cuggiono - Il sospetto è che alcu-ni esemplari selvatici si siano in-crociati con dei maiali domestici,aumentando così la loro prolifici-tà”.Nell’OltrePo Pavese la prima lineaè lungo le aree montane al confi-ne con l’Emilia e la Liguria. I co-muni più colpiti sono Varzi, Val DiNizza, Ponte Nizza, Valverde, Za-vattarello e Romagnese.“I cinghiali – spiega Monica Rosi-na, responsabile Coldiretti per lazona di Voghera - devastano frut-teti e campi di orzo e frumento. Idanni aumentano del 20 per cen-to all’anno. Ci sono centinaia diaziende coinvolte. Senza contaregli incidenti stradali. Come è suc-cesso a me due mesi fa, di sera,nella zona di Val Di Nizza. Mi sonotrovata davanti uno di quei be-stioni, ho inchiodato, ma non c’èstato nulla da fare: macchina sfa-sciata e tanto spavento”.Nel Bresciano le valli coinvolte so-no la Valcamonica, la Valtrom-pia, la Val Sabbia e l’Alto Garda.Mentre nella Bergamasca le areecolpite sono principalmente il Se-bino e la Val Cavallina e negli ulti-mi tempi, spiega la Coldiretti pro-vinciale, le avanguardie del-l’esercito dei cinghiali si sono spin-te fino in Val Seriana.“Servono piani di contenimentosempre più incisivi – dice Nino An-dena, Presidente della ColdirettiLombardia – mentre i risarcimentidevono coprire una parte mag-giore dei danni e arrivare con ce-lerità alle aziende”.

Curare i disabili fra vigne e asinelli.L’agricoltura del futuro in Lombardiapassa anche da qui, da un nuovo mo-do di interpretare i servizi alla personacon percorsi guidati per chi soffre di di-sturbi psichici, fisici o ha problemi di inse-rimento sociale. Gli ultimi dati Istat dico-no che sono oltre 300 mila (il 3,8% dellapopolazione sopra i 6 anni) le persone inLombardia con un qualche tipo di han-dicap e che quindi hanno necessità di un aiuto“Esistono dei bisogni sul territorio ai qualianche le aziende agricole vogliono da-re una risposta - spiega la Coldiretti re-gionale – per questo sta progressiva-mente nascendo una rete di struttureche nel rapporto quotidiano con la re-altà rurale, dalla terra agli animali, aiutaa reinserire sia dal punto di vista socialeche lavorativo persone con problemi divaria natura. E’ un nuovo modello diwelfare che avanza e si rafforza”.Alcuni esempi sono stati spiegati oggi,29 settembre 2010, nel convegno orga-nizzato da Coldiretti Donne Impresa ne-gli spazi della Regione in via Pola 12 aMilano e che ha permesso di dare unosguardo a quello che già c’è e alle pro-spettive per il futuro.“Noi facciamo terapia per disabili congli asinelli e i cavalli, organizzando an-che soggiorni di sollievo e abbiamo finoa 40 persone alla settimana - spiegaMariangela Lamagni, 45 anni, del-l’azienda Dosso Sant’Andrea di Quinza-no D’Oglio, in provincia di Brescia – Il ti-po di recupero che curiamo è sia psichi-co che fisico ed è strategica la relazio-ne affettivo comportamentale che sicrea con l’animale che viene affidatoal paziente”. Ma non c’è solo l’onotera-pia o l’ippoterapia. Ma esistono percorsilavorativi che portano a sviluppare lamanualità e il rapporto con gli altri, persuperare quelle difficoltà di integrazione

sociale tipiche di molte disabilità men-tali.“Ogni giorno noi abbiamo due gruppiche a rotazione, dal lunedì al giovedìsono impiegate nell’etichettatura dellebottiglie di vino che produciamo o delleconfetture di frutta, di mostarde e di sot-tolii. Il disabile si sente parte di qualcosae acquisisce comportamenti più ade-guati al tessuto sociale in cui vive” rac-conta Elisabetta Scabrosetti, dell’azien-da agricola Andi di Montù Beccaria,nell’Oltrepo Pavese.“Le donne sono una risorsa per la socie-tà e anche nel settore agricolo la loropresenza è sempre più importante, visto

che sono titolari di oltre 17 mila impreseagricole – spiega Pina Alagia, responsa-bile Donne Impresa Coldiretti Lombar-dia – la sensibilità che sappiamo mette-re in campo ci permette di agire anchein un settore delicato come è quelloche vede coinvolte persone con pro-blemi psichici o fisici”Alla cooperativa agricola Clarabella, aIseo, nel Bresciano, ogni giorno 65 disa-bili assistiti da una ventina di operatorisono impegnati nelle vigne (hanno ap-pena concluso la vendemmia), nellacoltivazione degli ulivi, nella produzionedi miele, nel florovivaismo e anche nellagestione di un agriturismo. “Noi abbia-

mo iniziato nel 2003 – racconta Sara Vi-gani, 24 anni, presidente della coopera-tiva – l’età media è fra i 30 e i 35 anni. Pri-ma era in maggioranza uomini, adessostanno aumentando le donne. I pazien-ti sono tutti del territorio e ci vengonomandati qui dai cps (i centri psicosocia-li) per intraprendere percorsi di recupe-ro. C’è una prima valutazione delle atti-vità in cui possono essere impegnati epoi fanno un tirocinio formativo prima diiniziare l’attività vera e propria. Diciamopure che non è semplice e che ci vuoletanta buona volontà”.Come quella che da 23 anni ci mette lacooperativa Aretè, in Valseriana, alle

porte di Bergamo, che segue sia perso-ne con handicap che ex detenuti conla coltivazione degli ortaggi. “Propriocon il carcere del capoluogo orobico –spiega il presidente della coop, ClaudioBonfanti – stiamo per avviare un corso diformazione per 9 reclusi per 130 ore teo-riche e 170 ore pratiche dedicate al-l’agricoltura. Questo tipo di impegno èsicuramente un fatto positivo sia per chideve reinserirsi nella società dopo unperiodo in carcere sia per le personecon problemi psichici e comportamen-tali, da chi ha handicap veri e propri aiminori in difficoltà”.Ma nel nuovo welfare dei campi ci so-no anche gli agriasilo. “Ne abbiamodieci in Italia, con richieste per aprirnealmeno cento – spiega Adriana Bucco,Responsabile nazionale Donne Impresa– è un modo per fare didattica sul cam-po in rapporto diretto con la natura eper rispondere ai bisogni delle famiglie”.L’agricoltura si conferma quindi – affer-ma la Coldiretti Lombardia – come unsettore strategico non solo dal punto divista economico, della sicurezza ali-mentare e del legame culturale con ilterritorio, ma è anche la fonte di una se-rie di risposte alle richieste della società:da uno sviluppo sostenibile con la con-servazione delle aree verdi coltivate ainuovi servizi alla persone che vedononel ritorno alla terra un tirocinio educati-vo sia dal punto di vista fisico che psichi-co.Nel cibo come nei servizi sociali – spiegala Coldiretti Lombardia – si sta afferman-do un modello di filiera corta che vedesempre più vicini agricoltori e consuma-tori. E in questo percorso multifunzionaleche punta alla trasparenza dell’originee al km zero adesso arriva per le azien-de anche la possibilità, appena intro-dotta, di produrre, fra l’altro, anche pa-ne, pizza e farine.

Giallo sui lupi nel BrescianoCapre e pecore sbranate, daini e caprioli decapitati: giallo sui

monti del Bresciano. L’ipotesi è che si tratti di un branco di lupi.Negli ultimi tre mesi ci sono stati oltre dieci assalti fra l’area di Po-laveno, zona del lago d’Iseo, e la Val Trompia. “Prima accadevauna volta ogni tanto, ma quest’anno sono già oltre settanta glianimali uccisi - spiega Roberto Gallizioli, segretario di zonaColdiretti di Iseo – prima hanno colpito solo due aziende che sitrovano più in alto, ma in estate gli attacchi sono avvenuti più avalle, fra Sale Marasino, Marone e Sulzano”.Gli ultimi due episodi, nella zona di Iseo, hanno riguardato pecoree piccoli daini, dei quali sono rimaste solo le teste, come è già av-venuto per dei cuccioli di cinghiali e di caprioli. Gli allevamentivengono assaliti di notte: gli animali sono sgozzati a morsi, quindiil branco banchetta con una delle vittime e lascia le altre in un la-go di sangue.Secondo l’istituto zooprofilattico di Sondrio, le impronte, la profon-dità dei morsi e lo stato in cui sono ridotte le carcasse fanno pen-sare al 90 per cento che sia opera di lupi e non di cani randagiselvatici. Adesso si attendono le analisi del Dna e di altri reperti daparte dello zooprofilattico di Bologna. “Aspettiamo che ci sia unpo’ di chiarezza e una risposta definitiva per tutte le ipotesi” affer-ma Roberto Gallizioli.Intanto cinque sistemi video a rilevamento di calore sono stati in-stallati a Iseo e a Sale Marasino per realizzare foto e filmati. “Se sitratta di cani si possono prendere e portare via, se invece sono lu-pi come pensiamo, allora il discorso cambia e dovremo realizza-re dei recinti particolari per non farli entrare negli allevamenti. Maè la prima volta che capita una cosa di queste dimensioni dallenostre parti” spiega Riccardo Mazzucchelli, che fa parte di ungruppo di allevatori pecore della zona. Assalti dei lupi sono se-gnalati anche in altre parti d’Italia, per esempio le Marche o il Pie-monte.Stiamo monitorando da vicino la situazione, che non va sottovalu-tata – spiega la Coldiretti Lombardia - siamo preoccupati sia peri nostri allevatori che per l’impatto economico che questa vicen-da può avere.

Chiesta dalla Coldiretti un’azione più incisiva sulla limitazione degli animali e sui risarcimenti alle aziende

Assedio dei cinghiali, fronte aperto in LombardiaA Milano, Varese, Brescia, Bergamo e Pavia: paura, danni e incidenti lungo i campi coltivati

I campi devastati dai cinghiali