Il Nuovo Grano - maggio 2013

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PERIODICO della COLDIRETTI di MILANO e LODI PUBBLICAZIONE MENSILE SOMMARIO 3 - Adda, centrale in “stand by” 4 - Ok alla semplificazione nei campi 5 - Gaggiano, operazione anti crisi 8 - Oscar green alle fragole meneghine 10 - A Milano l’aiuola anti smog 16 - La crisi agricola continua 18 - Stop Imu su campi e fabbricati 19 - Latte, si tratta sul prezzo Poste Italiane SpA Spedizione in abb. postale 70x100 LO/MI MAGGIO 2013 l DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA FILZI, 27/A 20124 MILANO TELEFONO 02/5829871 Cibi d’Italia in festa 5 ANNO XXI

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Periodico d'informazione della Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza

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Page 1: Il Nuovo Grano - maggio 2013

PERIODICO della COLDIRETTIdi MILANO e LODIPUBBLICAZIONE MENSILE

SOMMARIO 3 - Adda, centrale in “stand by” 4 - Ok alla semplificazione nei campi 5 - Gaggiano, operazione anti crisi 8 - Oscar green alle fragole meneghine

10 - A Milano l’aiuola anti smog16 - La crisi agricola continua18 - Stop Imu su campi e fabbricati19 - Latte, si tratta sul prezzo

Poste Italiane SpA Spedizione in abb. postale 70x100 LO/MI MAGGIO 2013 l DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA FILZI, 27/A 20124 MILANO TELEFONO 02/5829871

Cibi d’Italia in festa

5ANNO XXI

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COLDIRETTI INTERPROVINCIALE DI MILANO, LODI, MONZA E BRIANZAIndirizzo: via Fabio Filzi, 27 – Milano - Tel: 02.58.29.871 - Fax: 02.58.30.35.49Presidente: Carlo Franciosi - Direttore: Giovanni Benedetti

UFFICIO ZONA DI ABBIATEGRASSOIndirizzo: Viale G. Sforza, 62 - Tel: 02.58.29.85.00 - Fax: 02.58.29.85.19Segretario di zona: Enzo LocatelliOrari di apertura uffici. lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì: 9.00/12.30; venerdì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00

UFFICIO ZONA DI CODOGNO Indirizzo: Via G. Carducci, 9 - Tel: 02.58.29.85.20 - Fax: 02.58.29.85.39Segretario di zona: Francesca ToscaniOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI CUGGIONOIndirizzo: Viale Roma, 2 – Piazzale Kuster - Tel: 02.58.29.85.40 - Fax: 02.58.29.85.59Segretario di zona: Orfeo FavottoOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI LODIIndirizzo: Via Haussmann, 11/i - Tel: 02.58.29.85.60 - Fax: 02.58.29.85.79Segretario di zona: Stefano BressaniOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI MAGENTAIndirizzo: Via C. Cattaneo, 26 - Tel: 02.58.29.85.80 - Fax: 02.58.29.85.99Segretario di zona: Mauro De PaoliOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30; venerdì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00

UFFICIO ZONA DI MELEGNANOIndirizzo: Via J. Lennon, 4 - Tel: 02.58.29.88.00 - Fax: 02.58.29.88.19Segretario di zona: Luigi SimonazziOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/15.00; martedì 9.00/12.30 – 13.30/15.00; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/15.00; giovedì 9.00/12.30 – 13.30/15.00; venerdì: 9.00/12.30 – 13.30/15.00

UFFICIO ZONA DI MELZOIndirizzo: Via C. Colombo, 37/a - Tel: 02.58.29.88.20 - Fax: 02.58.29.88.39Segretario di zona: Sergio MeroniOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI MILANOIndirizzo: Via F. Filzi, 27 - Tel: 02.58.29.871 - Fax: 02.58.30.35.49Segretario di zona: Luigi SimonazziOrari di apertura uffici fiscale e CAA: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì: 9.00/12.30; venerdì: 13.30/17.00

Uffici Epaca: via Patecchio, 2 - Tel: 02.58.29.87.63orari di apertura: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì: 9.00/12.30 . 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI VILLASANTAIndirizzo: Via E. Mattei, 2 – Tel: 02.58.29.88.40 - Fax: 02.58.29.88.59Segretario di zona: Tiziano TencaOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì*: 9.00/12.30; venerdì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00

* L’Ufficio Epaca rimane chiuso il giovedì per tutta la giornata

DIRETTORE RESPONSABILEGiovanni Benedetti

DIREZIONEe AMMINISTRAZIONE

Via F. Filzi, 27/A - MILANO02 5829871 (r.a.)

REDAZIONEDaniela Maggi

REGISTRAZIONE TRIBUNALEdi MILANO

n. 82 dell’8/02/1992

HANNO COLLABORATOA QUESTO NUMERO:

Fabio BonaccorsoLuigi Simonazzi

Pierluigi Castiglioni

PROGETTO GRAFICOe IMPAGINAZIONE

PMP - Lodi

FOTOGRAFIEArchivio “il Cittadino”

STAMPALitostampa Istituto Grafico srl

Bergamo

Per contattare la redazione

scrivere una mail all'indirizzo:

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La Coldiretti Interprovincialetra Milano, Lodi, Monza e Brianza

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“Di chi è la responsabilità se succede qualcosa al territorio?”

Adda, la Provincia di Lodi prende tempoTutte le perplessità di Coldiretti sulla maxi centrale di Castelnuovo

Diga sull’Adda, la Provincia di Lodi prende tempo. Alla con-ferenza dei servizi che si è te-

nuta giovedì 8 maggio nella sede dell’ente per discutere dell’autor-izzazione alla maxi centrale idro-elettrica a cavallo fra la sponda lodigiana e cremonese del fiume, fra Castelnuovo e Crotta, i tecnici della Provincia – spiegano la Col-diretti di Cremona e la Coldiretti di Milano Lodi e Monza – hanno con-cesso 30 giorni di tempo alla società Vis srl di Maccastorna, di proprietà di Antonio Biancardi (storico es-ponente di Confagricoltura) per le proprie controdeduzioni alle osser-vazioni presentate in particolare dai tecnici della Coldiretti, dall’Ordine degli Ingegneri, della Provincia di Cremona e dalla stessa Provincia di Lodi. Tra i dubbi maggiori c’è quello legato all’assenza di previsioni sul

comportamento del fiume in caso di piena, sulla tenuta delle sponde, sui riflessi ambientali con un invaso che interesserà un’area lunga 14 chilometri, sull’impatto sulle falde e sulla tenuta dei canali di irrigazi-one e sulla permeabilità dei terreni e sul loro utilizzo agricolo. La cen-trale prevede uno sbarramento alto 3 metri, un invaso con un volume di 3 milioni di metri cubi, un costo di 19 milioni di euro per una produz-ione stimata di 20 mila Megawatt/ora all’anno. I tecnici della Provincia di Lodi han-no quindi comunicato che lascer-anno 30 giorni di tempo, a partire dall’8 maggio, alla Vis per rispon-dere ai dubbi sul tavolo e poi, entro altri 30 giorni dal ricevimento del-le controdeduzioni della società di Biancardi, verrà concessa o meno l’autorizzazione alla costruzione

della diga e della centrale. Si tratta di un progetto con un impatto im-portante sui nostri territori – affer-mano la Coldiretti di Lodi e quella di Cremona – e tutto per la necessità di un soggetto che vuole sfruttare un bene pubblico come l’acqua dell’Adda per un proprio tornaconto privato. Visto che, come dice anche l’Ordine degli ingegneri di Cremona, non ci sono previsioni sul comportamento del manufatto in caso di piena, e visto anche le violente precipitazi-oni che ormai si verificano in ogni stagione, come dimostrano i tem-porali di questi mesi, se poi succe-dono problemi o addirittura qual-cuno si fa male, chi ne risponde? Il costruttore? L’Autorità di bacino per il Po? I politici? Oppure i tecnici della Provincia che avranno firmato l’eventuale autorizzazione?

A Codogno tornail mercato a Km 0

Tutte le tappe della vicenda

Gennaio 2010. A tanto ri-sale la presentazione della domanda per la re-

alizzazione della centrale idro-elettrica sul fiume Adda sul territorio di Castelnuovo Boc-ca d’Adda, in provincia di Lodi. Il progetto, presentato dalla so-cietà Vis srl, prevede la costru-zione di un mega impianto da 20.000 MWh/anno tra Castel-

nuovo (Lo) e Crotta d’Adda (Cr), per un investimento comples-sivo di circa 19 milioni di euro. A capo della Vis srl, titolare del pro-getto, c’è Antonio Biancardi impren-ditore agricolo del Basso Lodigiano e patron dell’azienda di pomodori Solana di Maccastorna (Lo), oltre che esponente di Confagricoltura. Forti dubbi sulla costruzione del maxi impianto sono stati sollevati dal comune di Crotta d’Adda, dalle Coldiretti di Milano e di Cremona, dal Parco Adda Sud e dalle asso-ciazioni ambientaliste come il Wwf. La super centrale, infatti, rischia di

provocare un innalzamento del li-vello del fiume di tre milioni di me-tri cubi, con un rigurgito del baci-no destinato a risalire per 14 Km fino ad arrivare al salto che l’Adda compie nei pressi di Pizzighettone. Anche grazie all’azione con-giunta di Coldiretti Milano e di Coldiretti Cremona, dopo vari incontri pubblici, è stata costi-tuita una commissione tecnica per studiare l’impatto della cen-trale sul territorio circostante. Ora, i tecnici chiedono alla Vis di rispondere a tutti i dubbi sollevati in questi mesi di dibattito.

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Via alla semplificazione nei campi

Consorzio Produttori Ortofrutticoli Milano:Mario Bossi riconfermato presidente

E’ stato finalmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana l’atteso de-

creto interministeriale che semplifica alcuni adempimenti relativi all’infor-mazione, formazione e sorveglian-za sanitaria nel settore agricolo. Il provvedimento – spiega la Coldi-retti di Milano, Lodi, Monza e Brian-za – era molto atteso dalle aziende agricole soffocate da un eccesso di burocrazia. Il decreto recepisce un avviso comune stipulato il 16 set-tembre 2011 sottoscritto dalle parti sociali agricole più rappresentative e riguarda i lavoratori agricoli stagio-nali che svolgono sino a 50 giorna-te annue presso la stessa azienda, svolgendo lavori generici e semplici

che non richiedono specifici requisi-ti professionali. Inoltre, il decreto si applica anche ai prestatori di lavoro accessorio in attività stagionali. Gli adempimenti relativi alla sorveglian-za sanitaria si considerano assolti, salvo che per i rischi specifici, attra-verso una visita medica preventiva a carico del datore di lavoro, che il lavoratore dovrà effettuare o da un medico competente o presso il dipartimento di prevenzione del-la Asl. La certificazione di idoneità, che deve essere acquisita in copia dal datore di lavoro, vale due anni e consente al lavoratore idoneo di prestare la propria attività di carat-tere stagionale senza fare ulteriori accertamenti. In questo periodo di

tempo, tutti i datori di lavoro agrico-lo (compreso il primo che ha assolto l’obbligo di sorveglianza sanitaria), che ricorrono alle prestazioni sta-gionali del lavoratore idoneo, sono esonerati dagli obblighi sanitari. Sul fronte dell’informazione e della for-mazione, gli obblighi si considerano assolti mediante la consegna di do-cumenti che spiegano da una parte i rischi presenti in azienda, dall’altra gli obblighi cui i lavoratori sono te-nuti. Ai lavoratori che non parlano o non capiscono l’italiano deve essere garantita la diffusione di documenti scritti nella loro lingua d’origine. Il provvedimento – conclude la Coldi-retti – rappresenta un esempio da seguire anche per talune altre norme attinenti la disciplina della sicurezza che in agricoltura si applicano con grande difficoltà.

Mario Bossi è stato ricon-fermato alla guida del Consorzio Produttori Or-

tofrutticoli di Milano. Bossi, a capo dell’associazione nell’ultimo triennio, è stato rivotato all’una-nimità durante il consiglio diret-tivo del 23 aprile scorso e ora guiderà il Consorzio fino al 2016. Al suo fianco, come vice presi-dente, Veronica Brivio.

La settimana precedente l’elezione di Bossi, si è tenuta l’annuale as-semblea dei produttori ortofruttico-li meneghini in cui, oltre al rinno-vo delle cariche, si è discusso dei problemi del comparto. Quattro i nodi che attanagliano il settore: la crescita continua dei costi di pro-duzione; l’agguerrita concorrenza estera, intra ed ed extra comunita-ria; il peso della burocrazia che si

scontra con lo spirito d’iniziativa e imprenditoriale; l’aumento del 42 per cento dei canoni all’orto-mercato di Milano, gestito dalla società So.Ge.Mi. Il nuovo con-siglio direttivo, in una delle sue prime riunioni, ha ricordato la figura dell’ex presidente e con-sigliere Giuliano Ravani che si è speso con dedizione e passione per tutelare l’intera categoria.

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aggio 2013A Gaggiano la Coldiretti provinciale con l’operazione “anti crisi”

Riso e uova per le famiglie bisognoseProdotti locali per le associazioni caritative dell’Abbiatense

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Contro la crisi economica in atto, la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza scen-

de in campo in favore delle famiglie bisognose dell’Abbiatense, donan-do alle associazioni caritative del territorio generi alimentari di prima necessità e a lunga conservazione. Venerdì 10 maggio alle ore 10.00, presso la cascina Mulino di Fabio Camisani a Gaggiano (Mi) sono stati distribuiti circa trecento chili di riso provenienti dalle aziende agricole locali, oltre che confetture e uova. I prodotti sono stati ritirati dai rap-presentanti della Caritas, delle Acli, del Banco alimentare, dell’opera San Vincenzo e dell’oratorio San Gaetano che operano nella zona di Abbiate-grasso. In un momento in cui 7 fami-glie su 10 tagliano la spesa alimen-tare in quantità e qualità – spiega la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza – gli agricoltori mettono a disposizione i loro prodotti gratuita-mente per rispondere in parte alle esigenze delle famiglie che, per ar-rivare a fine mese, sono costrette a rinunciare a una sana alimentazione. “Secondo stime Coldiretti – spiega Carlo Franciosi, presidente della Col-diretti Interprovinciale - il 12,3 per cento degli italiani non è più in grado di sedersi a tavola con un pasto ade-guato in termini di apporto proteico almeno una volta ogni due giorni, con conseguenze gravi anche per la salute. Oltre un certo limite, però, sul cibo non si può tagliare se non

si vogliono correre rischi”. Il riso, che è stato donato già lavorato e confe-zionato in sacchetti sottovuoto da un chilo, così come gli altri prodotti sono stati messi a disposizione da alcune aziende produttrici: società agricola Scevola di Ozzero, società agricola Gariboldi di Gaggiano, so-cietà agricola Scaglia di Abbiategras-so, società agricola Fasani di Abbia-tegrasso, azienda agricola Camisani Fabio Gaggiano, società agricola La Galizia di Robecchetto Con Induno. La scelta del riso – spiega ancora la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza – non è casuale: oltre a essere una produzione tipica della zona di Abbiategrasso, questo cere-ale attualmente è vittima di specu-lazioni sul mercato. Il prezzo pagato agli agricoltori non è sufficiente per coprire le spese di produzione e così, piuttosto che lasciarlo marcire nei magazzini, si è scelto di donarlo a chi è in difficoltà. Per parlare dei proble-mi vissuti dai risicoltori, alla cascina Mulino presente anche Gianluca Ma-scellino, responsabile commerciale della Filiera Italiana Riso, la società ideata da Coldiretti con il compito di promuovere il riso nazionale, agen-do concretamente e con strategie mirate a supporto delle imprese, svi-luppando in particolare i sistemi di commercializzazione. In provincia di Milano i terreni dedicati a questa col-tura nel 2012 erano pari a 13.522,86 ettari, coltivati da 275 produttori, in calo del 6 per cento rispetto al 2011.

Un momento dell’operazione “anti crisi”

L’agricoltura è un settore “senza tetto” e pertanto esposto a tutti gli even-

ti meteorologici, nella buona e nella cattiva sorte. Per far fronte alle bizze del tempo, però, gli agricoltori hanno a disposizione un’arma di difesa efficace: l’assicurazione. Nelle province di Milano, Lodi e Mon-za Brianza, sulla base dei dati statistici degli ultimi decenni, buona parte delle produzioni sono state assicurate, grazie anche al ruolo fondamentale svolto dal Consorzio di Difesa. Esso, infatti, è l’interlocutore delle compagnie di assicurazio-ne nella fase di determinazione delle tariffe e dei parametri, del ministero e della regione per quanto riguarda l’erogazione dei contributi sui premi assicu-rativi. Per l’attuale annata agra-ria, ci sono delle novità: il piano assicurativo nazionale, infatti, si sta aggiornando secondo le indicazioni fornite dalla Comu-nità Europea, il cui obiettivo è l’assicurazione non solo sulle produzioni – come è avvenuto fino alla scorsa annata -, ma anche sul reddito aziendale. A fine aprile è stata aperta la campagna assicurativa e per quest’anno, in via transitoria, si possono assicurare sia i redditi che le produzioni. In entrambi i casi non ci si può assicurare su un solo evento calamitoso, ma almeno su tre eventi, con la possibilità di poter benefi-ciare del contributo dell’80 per cento per quanto riguarda le produzioni e del 65 per cento per quanto riguarda il reddito, la cui assicurazione è mag-giormente incentivata proprio per salvaguardare la stabilità aziendale.

Nei campiè tempodi assicurazioni

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Centocinquanta aziende agricole provenienti da tutta Italia con le specialità enogastronomiche

del Belpaese, laboratori e orti didat-tici per i più piccoli, workshop sui segreti del pane e della pasta fatti in casa. E ancora le case di paglia, il festival del baratto, convegni e dibat-titi su Expo e sulle cascine milanesi. Il successo di Cibi d’Italia a Milano, la manifestazione organizzata da Coldi-retti e Fondazione Campagna Amica nel fossato del Castello Sforzesco del capoluogo lombardo, è racchiuso in tutte queste iniziative. Una tre giorni di attività, andati in scena da venerdì 3 a domenica 5 maggio, che ha visto la partecipazione di oltre trecentomi-la visitatori e che ha rappresentato una prova generale per Expo 2015.

All’inaugurazione di sabato 4 mag-gio, oltre al Presidente Nazionale di Coldiretti Sergio Marini, anche il Governatore della Lombardia Rober-to Maroni, il sindaco di Milano Giu-liano Pisapia, il presidente del Tou-ring Club Italiano Franco Iseppi e i dirigenti della Coldiretti Lombardia. “L’iniziativa di Coldiretti ci permette sempre di più di parlare di contenuti che riguardano Expo 2015 – ha detto il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia -, poiché la tutela dei beni primari e della loro qualità è una garanzia per le persone, per l’ambiente e il terri-torio. E’ questa la strada da seguire per fare di Expo 2015 un’occasione non solo di sviluppo economico, ma anche e soprattutto sociale e cultu-rale”. “Expo 2015 dovrà essere l’oc-

casione per sensibilizzare i Paesi del mondo a porre fine all’agropirateria - ha annunciato il presidente di Re-gione Lombardia, Roberto Maroni -. Il cibo è uno dei vanti del Made in Italy e, sotto questo aspetto, l’Expo di Milano rappresenta un’occasione speciale, per sensibilizzare i Governi sulla contraffazione, una piaga stra-ordinariamente forte, che penalizza il nostro Paese dal punto di vista economico”. Durante la manifesta-zione al Castello Sforzesco, inoltre, sono state premiate le idee innova-tive dei giovani agricoltori: sette gli Oscar Green consegnati nell’edizione di quest’anno del premio indetto da Coldiretti Giovani Impresa per dare risalto alle esperienze vincenti degli imprenditori agricoli “under 40”.

A Milano il mercato di Campagna Amica più grande d’Europa

In trecentomila per i Cibi d’ItaliaCentinaia di aziende, convegni e attività per la prova generale di Expo

Marini: agricoltura sia protagonista“Dentro questa iniziativa c’è un’i-dea di modello di sviluppo diverso per il Paese che possiamo percor-rere tutti, ed è ciò che dobbiamo raccontare a Expo 2015, questa straordinaria Italia che c’è”. Lo ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, nel cor-so del suo intervento a Cibi d’I-talia, la manifestazione promossa con Fondazione Campagna Amica al Castello Sforzesco di Milano. “Dopo il percorso che abbiamo

fatto fare all’agricoltura italiana – ha puntualizzato Marini – pensiamo di dovere e potere avere un ruolo da protagonisti”. “Se anche gli altri settori dell’economia iniziassero a recuperare da quello che abbiamo di unico ed esclusivo e, pertanto, inimitabile, e su quello costruissero una traiettoria di futuro – ha aggiun-to Marini -, questa sarebbe l’Italia che si proietta nel mondo, un’Italia che fa leva e perno sul territorio e lì trova la risorse”. Secondo Mari-ni, l’Expo 2015 può rappresentare l’occasione anche per raccontare “tutte le contraddizioni che stanno intorno al cibo, che è un bene co-mune, contraddizioni globali che ci

dovrebbero fare indignare, poiché non è più accettabile che il cibo sia considerato una merce come un’altra”.

Sergio Marini al convegno su Expo a Cibi d’Italia a Milano

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All’inaugurazione da sinistra: Ettore Prandini, Roberto Maroni, Sergio Marini, Giuliano Pisapia, Giovanni Benedetti, Carlo Franciosi

Lavanda e zafferano per il corpo

Bambini a lezione di orto In mostra i fiori della Brianza I giganti del latte

Donne, la pasta fatta in casa Grande pubblico per la prima edizione di Cibi d’Italia a Milano

Laboratorio di bioedilizia: come costruire case di pagliaFilippo Del Corno assessore alla cultura di Palazzo Marino

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Lo stand di “Straberry”, le fragole di Milano, a Cibi d’Italia al Castello Sforzesco

Dalle fragole “volanti” ai semi perduti:l’agricoltura giovane guarda al futuro

Guglielmo Stagno d’Alcontres riceve l’Oscar Green 2013 della Lombardia. Premiato dal Presidente Nazionale di Coldiretti, Sergio Marini

C’è chi coltiva fragole sospese a due metri d’altezza e chi va alla riscoperta dei semi di

piante e fiori italiani in via d’estin-zione. C’è chi certifica i propri sa-lami con una carta d’identità e chi recupera ricette della tradizione per ottenere prodotti dal gusto incon-fondibile, apprezzati anche all’este-ro.Sono solo alcune delle esperien-ze vincenti ideate dai giovani im-prenditori lombardi della Coldiretti, premiati al Castello Sforzesco di Milano, nell’ambito della manifesta-zione “Cibi d’Italia”, con la conse-gna degli Oscar Green 2013. Storie di idee e lavoro di coloro che hanno scommesso sull’agricoltura come leva per rilanciare il Paese. Oltre 80 le aziende lombarde iscritte all’O-scar Green 2013, il premio promos-so da Coldiretti Giovani Impresa su tutto il territorio nazionale per evidenziare e dare spazio all’inno-vazione in agricoltura.

Lo slogan della manifestazione di quest’anno è “Oscar Green 2013, il bello dell’Italia”. Sette le impre-se premiate nelle categorie “Ide-ando”, “Stile e cultura d’impresa”, “Non solo agricoltura”, “In Filiera”, “Campagna Amica”, “Esportare il

territorio” e “Paese Amico”. I vin-citori sono: Simone Pedrini e Lino Zubani di Pavia, Paolo Belloli di Caravaggio (Bergamo), Guglielmo Stagno d’Alcontres di Cassina de’ Pecchi (Milano), Luigi Bellini di Ber-lingo (Brescia), Oscar Zerbinati di Sermide (Mantova), Pietro Pierani di Brescia e il Gruppo Ospedaliero San Donato. “Le esperienze testimoniate da Oscar Green – spiega Stefano Ravizza, delegato Giovani Impresa Lombardia – confermano la voglia di fare e lo spirito imprenditoriale degli agricoltori “under 40” che, nonostante la crisi, le difficoltà di accesso al credito e la burocrazia, scommettono sulla terra con idee innovative che puntano sulla valoriz-zazione del territorio e sull’export”. “Il dinamismo e le storie di questi giovani – conclude Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia – testimoniano la vitalità della nostra agricoltura. In un momento di crisi come l’attuale assistiamo al ritor-no alla terra da parte di ragazzi e ragazze che vedono nel comparto un’attività su cui scommettere per fare reddito, tutelare il territorio e rilanciare l’economia nazionale”.

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Gli Oscar Green 2013 della Lombardia

CATEGORIA NON SOLO AGRICOLTURA

Fragole volanti a Milano

A Cassina de’ Pecchi, Guglielmo Stagno d’Alcontres ha costruito cinque serre fotovoltaiche di 5 mila metri quadrati l’una dove col-tiva, con la tecnica del fuori suolo, circa 200 mila piantine di fragole e seimila lamponi. Le serre, com-pletamente automatizzate, sono dotate di pannelli solari.

CATEGORIA CAMPAGNA AMICA

Il club dei salumi bresciani

Molti gruppi e associazioni, come motociclisti e alpini, hanno scelto gli spazi dell’azienda di Luigi Belli-ni come meta dei loro raduni: Lu-igi ha recuperato la produzione di tipici salumi bresciani come il “sa-lame sotto grasso”, venduti nello spaccio aziendale e nei mercati agricoli di Campagna Amica.

CATEGORIA IDEANDO

Il forziere dei semi perduti

Un forziere dove sono custoditi e sviluppati semi di piante e fio-ri selvatici italiani raccolti nel loro habitat naturale, pensato per pre-servare la biodiversità e garantire la sopravvivenza di piante rare e in via di estinzione, che poi ver-ranno commercializzate. E’ l’idea di Simone Pedrini e Lino Zubani.

CATEGORIA ESPORTARE IL TERRITORIO

Mantova, l’etichetta è laser

Oscar Zerbinati di Sermide pro-duce meloni, angurie e zucche di altissima qualità. Il segreto sta nel non esasperare troppo la produzione a livello quantitativo. Il risultato sono frutti apprezzati in tutta Europa. E per garantire la tracciabilità tutti i prodotti sono marchiati con un’etichetta laser.

CATEGORIA IN-FILIERA

Il latte Uht Fai

Un latte prodotto solo da alleva-menti italiani selezionati e con-trollati. E’ il latte Uht a lunga conservazione Firmato Agricoltori Italiani (FAI), che vuole riporta-re trasparenza in un settore dove viene “spacciato” come nazionale il latte importato da Paesi comuni-tari ed extracomunitari.

CATEGORIA STILE E CULTURA D’IMPRESA

La carta d’identità del salame

I salami di Paolo Belloli sono ac-compagnati da una vera carta d’identità dove il consumatore trova le principali caratteristiche del salume, il codice del Dna del suino con cui è stato prodotto, le materie prime con cui sono stati nutriti gli animali e il contenuto dell’insaccato.

MENZIONE SPECIALE “PAESE AMICO”

La prima mensa a Km zero La mensa del Policlinico San Do-nato a Milano si rifornisce di pro-dotti del territorio dalla cooperati-va agricola “Agricolturamica”. Con Coldiretti e Campagna Amica, il Gruppo sta portando avanti E.A.T, un progetto di educazione alimen-tare per i giovani, per il consumo di prodotti locali e di stagione.

I vincitori degli Oscar Green lombardi del 2013

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Arriva a Milano l’aiuola antismog

Un’aiuola modello per av-vicinare Milano e le prin-cipali città italiane alle

“green town” europee. E’ quella realizzata dall’Associa-zione Florovivaisti dei territori di Milano, Lodi, Monza e Brian-za in mostra nel fossato del Castello Sforzesco a Milano, in occasione di “Cibi d’Italia”, la manifestazione di Coldiret-ti organizzata da venerdì 3 a domenica 5 maggio. “Il nostro obiettivo – spiega Marcello Doniselli, presidente dell’as-sociazione – è sensibilizzare l’opinione pubblica e le istitu-zioni sull’importanza delle aree verdi utilizzate come comple-menti d’arredo in ambienti urbani, che migliorano la qua-lità dell’aria e della vita nelle grandi città”. Su una superficie di circa 25 metri quadrati, le mani esperte dei florovivai-sti di Milano, Lodi, Monza e Brianza hanno realizzato una composizione di piante e fiori tipici di questi territori, crean-do un esempio di aiuola che potrebbe arricchire l’architet-tura del capoluogo lombardo sfruttando gli spazi ristretti non utilizzati. Dai càrpini ver-di agli aceri rossi, dalle azalee ai gerani l’aiuola presentata a “Cibi d’Italia” non solo fa bene agli occhi, ma anche al cuore: tutte le caducifoglie inserite nella composizione, infatti, sono “piante spazzine” che pu-liscono l’aria dallo smog. Inol-tre, essendo piante autoctone, resistono bene al clima delle nostre città e non necessitano di una grande manutenzione. Il verde urbano – spiega la Coldiretti Lombardia – non è solo una questione di estetica e non può ridursi unicamente a una soluzione “tappabuchi” per quegli spazi che altrimenti non si saprebbe come utilizza-re. Sono numerose, infatti, le funzioni svolte da piante e fiori in ambito cittadino: si va da quella ecologica a quella sa-nitaria, perché le piante con-tribuiscono in maniera positiva alla convalescenza di persone ammalate, da quella protetti-va nei confronti del territorio a quella sociale e ricreativa fino, appunto, alla funzione estetico architettonica.

Nel 2012 hanno fatto la spesa nei mercatini degli agricoltori 21 milioni di italiani, il triplo ri-

spetto a cinque anni fa, prima dell’i-nizio della crisi. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Censis, diffusa in occasione di “Cibi d’Ita-lia” di Campagna Amica al Castello Sforzesco di Milano, in riferimento all’indagine Unioncamere secon-do la quale tra il 2009 e il 2012 le imprese del commercio al dettaglio ambulante iscritte ai registri del-le Camere di commercio sono au-mentate di 17.458 unità, più del 10 per cento. Un vero e proprio boom trainato anche dalla crescita del 40 per cento delle imprese agricole ac-creditate a Campagna Amica, che commercializzano ai consumatori nei mercati ambulanti e nei pun-ti vendita organizzati nelle città e nelle campagne. Nei mercati degli agricoltori - precisa la Coldiretti – fanno regolarmente la spesa 7 mi-lioni di italiani e altri 14 lo hanno fatto almeno una volta. Una oppor-tunità resa possibile dal fatto che in Italia sono presenti quasi 7.000 punti vendita di Campagna Amica gestiti direttamente dagli agricoltori

Farmer’s market maniaÈ boom di consumatori

dei quali 1.105 mercati degli agri-coltori, 4.739 aziende agricole, 877 agriturismi, 178 botteghe (www.campagnamica.it). I prodotti più acquistati nei mercati degli agri-coltori di Campagna Amica sono nell’ordine, secondo una indagine Coldiretti/Swg: la verdura, la frutta, i formaggi, i salumi, il vino, il latte, il pane, le conserve di frutta, la frut-ta secca, i biscotti e i legumi, ma non manca l’interesse per i prodotti non alimentari come ad esempio gli agricosmetici. A fare la spesa diret-tamente dal produttore nei mercati degli agricoltori sono per il 68 per cento donne e il livello di istruzione è medio alto per il 68 per cento de-gli acquirenti. L’età è inferiore ai 54 anni nel 64 per cento dei casi, men-tre lo status sociale ed economico è medio alto nell’82 per cento dei casi, secondo l’indagine Coldiret-ti/Swg. Un risultato che evidenzia come il risparmio sia solo una delle ragioni che spinge all’acquisto e che la scelta è fortemente condizionata dalla ricerca di cibi sani, di informa-zioni sui prodotti e dal bisogno di essere rassicurati su quello che si mette nel piatto.

Il mercato di Cibi d’Italia a Milano, il più grande d’Europa

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Debutta il “tutor della spesa”con gli acquisti dal produttore

Un momento di Cibi d’Italia a Milano dove hanno debuttato i tutor della spesa

Arriva “il tutor della spesa” per aiutare a risparmiare oltre il 30 per cento, senza rinuncia-

re alla qualità, i troppi italiani che sono costretti a tagliare la spesa. L’iniziativa è della Coldiretti che, da “Cibi d’Italia” di Campagna Amica al Castello Sforzesco di Milano, ha proposto per la prima volta vere lezioni pratiche di risparmio con figure dedicate che opereranno progressivamente in tutta Italia. Le famiglie italiane - sottolinea la Col-diretti - hanno speso per mangia-re 477 per euro al mese, ma in 7 casi su 10, nel 2012 secondo l’Istat sono state costrette a ridurre non solo le quantità, ma anche la qualità dei prodotti acquistati, mettendo di fatto a rischio la sicurezza alimen-tare e la salute. La crisi - precisa la Coldiretti - ha privato le famiglie di alimenti essenziali per l’alimentazio-ne con il 12,3 per cento degli italiani che - precisa la Coldiretti - non è più in grado di sedersi a tavola con un pasto adeguato in termini di appor-to proteico almeno una volta ogni

due giorni. I “tutor della spesa” di Campagna Amica vogliono invertire questa drammatica tendenza con la diffusione di comportamenti e cono-scenze utili a fare scelte di acquisto consapevoli nel momento di riempi-re il carrello. Saranno presenti dalle scuole ai mercati fino alle fattorie didattiche con dimostrazioni, eser-citazioni e consigli per riconoscere i cibi di qualità, ma low cost, alle-vare on line un maiale o una muc-ca, preparare maquillage fai da te a costo zero, coltivare orti nei più piccoli spazi di case, terrazzi, aiuole o addirittura sui tetti, pulire la casa con i prodotti della natura, riciclare intelligentemente i rifiuti, fare la pa-sta, il pane o le conserve in casa, ma anche adottare a distanza una pianta da frutto o un ulivo per avere pere o extravergine personalizzati. “Tagliare indiscriminatamente sul cibo significa tagliare sulla salute e sul futuro”, ha affermato il presi-dente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “questo non è accettabile in un Paese che ha con-

quistato il mondo grazie ai primati a livello internazionale per qualità e sicurezza del Made in Italy alimen-tare. Vogliamo creare le condizioni per mangiare bene a costi accessibili anche in Italia e su questo - precisa Marini - siamo impegnati a lavorare per la formazione e l’informazione, nei nostri mercati di Campagna Ami-ca, nelle fattorie didattiche e nelle scuole. L’attività dei “tutor della spe-sa” – conclude la Coldiretti - si arti-cola nell’addestramento al risparmio in diverse lezioni, dall’intelligente utilizzo di internet alle brillanti idee sulle modalità di acquisto che con-sentono si risparmiare come il “car pooling” o il “pick your own”, dall’ astuto recupero degli avanzi ai sug-gerimenti per dire addio all’estetista e preparare un maquillage casalingo low cost, dai consigli per creare l’or-to anche in spazi ridotti alle strategie per scovare prodotti “doc” al giusto prezzo, dalle istruzioni per leggere bene le etichette e riconoscere le qualità dei prodotti ai trucchi per risparmiare nella pulizia della casa.

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Mucche, piante e maiali in adozione:una scelta già per centomila italiani

Sono oltre centomila gli italiani che con la crisi hanno deciso di diventare partner delle aziende

agricole con l’adozione di piante o animali per salvare alberi secolari, recuperare razze in via di estinzione ed in generale sostenere l’agricoltura del territorio in un difficile momento di crisi, ma anche per assicurarsi forni-ture di prodotti alimentari genuini, di origine garantita e con il miglior rap-porto prezzo /qualità. E’ la Coldiretti a tracciare il primo bilancio delle “ado-zioni in campagna” in occasione di “Cibi d’Italia” a Milano. Le esperienze – spiega la Coldiretti - sono le più di-versificate con la possibilità di “adot-tare” piante di ulivo per assicurarsi dell’ottimo extravergine o mucche direttamente nelle stalle per ottenere formaggi freschissimi ma anche alberi da frutta o piccoli orti. L’elemento ve-ramente distintivo è però il fatto che offrono tutte la possibilità di seguire direttamente o su web tutte le fasi del processo produttivo prima di arrivare al prodotto finale. In Lombardia sono diversi gli esempi di questo tipo. In

provincia di Milano, a Locate Triulzi, l’azienda agricola di Ferdinando Cor-nalba si basa sul motto “sostieni chi ti sostiene”. In base a questa filosofia Ferdinando ha ideato la possibilità per i consumatori di adottare l’azienda a distanza: con un contributo annuale minimo di 50 euro, si contribuisce alle esigenze quotidiane dell’impresa agri-cola. In cambio il consumatore “adot-tante” potrà seguire, in via esclusiva, la crescita di uno dei vitelli allevati osservandolo in diretta streaming grazie a un circuito di webcam atti-ve tutti i giorni, 24 ore su 24. Inoltre, l’adozione dà diritto a una tessera del valore pari al contributo versato, con cui il consumatore potrà acquistare, a prezzo scontato, i prodotti azienda-li in vendita nello spaccio in cascina. “Adotta un albero” è invece l’attività messa a punto dall’azienda agricola Settimocielo, che sorge tra le frasta-gliate vette del monte Cancervo, in provincia di Bergamo, nel comune di Camerata Cornello. Dal 2009 è possi-bile adottare un albero da frutto, una proposta pensata dal titolare Alber-

to Sangalli per creare un legare tra i clienti e lo staff aziendale. Il costo annuale dell’adozione è di 50 euro: in cambio il consumatore ha diritto a ricevere direttamente a casa o di riti-rare in azienda prodotti Settimocielo a scelta, con uno sconto del 20 per cen-to. Gli alberi da frutto inclusi nel pro-gramma di adozione sono assegnati annualmente in modo casuale e sono etichettati con un numero e un codice QR che identica l’adottante, che può seguire la crescita dell’albero anche dalle pagine del sito aziendale. Infi-ne – conclude la Coldiretti – c’è anche chi ha pensato di far adottare uno dei suoi vitellini a distanza. E’ l’idea venu-ta a Fausto Garrò, allevatore manto-vano gestore dell’azienda agricola “Le Gambine” di Bagnolo San Vito (Mn): il vitello viene marchiato con il nome di chi lo ha adottato, nutrito con mate-rie prime scelte e, una volta raggiunto il peso ideale, macellato. Il cittadino consumatore adottivo può visitare l’animale ogni volta che lo desidera e può seguire anche il momento della macellazione.

A Cibi d’Italia a Milano un’azienda che offre la possibilità di “adottare” un maiale

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Mai così tante aree verdi sono state destinate ad orti pub-blici nelle città dove si è

raggiunto il record di 1,1 milioni di metri quadri di terreno di proprietà comunale divisi in piccoli appezza-menti e adibiti alla coltivazione ad uso domestico, all’impianto di orti e al giardinaggio ricreativo. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base del rapporto Istat sul Ver-de Urbano presentata in occasione di “Cibi d’Italia” di Campagna Ami-ca al Castello Sforzesco di Milano, dove si sono svolte vere lezioni pra-tiche per diventare “hobby farmer” con figure dedicate che opereranno progressivamente in tutta Italia, dove si registra un vero boom con circa 21 milioni di italiani che stabil-mente o occasionalmente coltivano l’orto o curano il giardino. Le col-tivazioni degli orti urbani non han-no scopo di lucro, sono assegnate in comodato ai cittadini richiedenti e forniscono prodotti destinati al consumo familiare e, oltre a rappre-sentare un aiuto per le famiglie in difficoltà, concorrono a preservare spesso aree verdi interstiziali tra le aree edificate per lo più incolte

Un milione di metri quadri di suolo pubblico per coltivazioni domestiche

In Italia è record di orti in cittàA Milano se ne contano oltre mille, a Lodi più di 100, a Monza sono 80

e destinate all’abbandono e al de-grado. Secondo il censimento dell’I-stat quasi la metà (38 per cento) delle amministrazioni comunali dei capoluoghi di provincia - sottolinea la Coldiretti - ha previsto orti urbani tra le modalità di gestione delle aree del verde, con forti polarizzazioni re-gionali: il 72 per cento delle città del Nord-ovest, poco meno del 60 per cento e del 41 per cento rispettiva-mente nel Nord-est e nel Centro. A Milano ci sono 1.314 orti urba-

ni pubblici per un totale di 94 mila metri quadrati in diverse aree della città, ad esempio nella zona di via dei Missaglia. E poi c’è quello di Cascina Cuccagna – spiega la Col-diretti Interprovinciale – che è un esempio di “comunity garden” con coltivazione collettiva di frutta e or-taggi. A Lodi ci sono 37 orti in via Caselle e altri 112 stanno per par-tire in zona Selvagreca, allo studio anche un frutteto sociale nell’a-rea del Chiosino. A Monza ci sono 79 orti: 30 in via della Villora, 28 in viale Sicilia, 15 in via Vecellio e 6 in largo Alpini. Ogni orto ha un’am-piezza di circa 50 metri quadrati. Gli orti sono stati affidati con un bando ai pensionati ultra sessan-tenni. Una tendenza che - continua la Coldiretti - si accompagna anche da un diverso uso anche del ver-de privato con i giardini e i balco-ni delle abitazioni che sempre più spesso lasciano spazio ad orti per la produzione “fai da te” di lattughe, pomodori, piante aromatiche, pe-peroncini, zucchine, melanzane, ma anche di piselli, fagioli fave e ceci da raccogliere all’occorrenza. Tra Milano e Lodi – conclude la Coldi-retti Interprovinciale – le abitazioni con balconi e terrazzi coltivati sono quasi 500 mila, in tutta la Lombar-dia oltre un milione.

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Abitazioni con terrazzi e balconicoltivati in Lombardia

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Como Cremona Lecco Lodi Mantova Pavia

Abitazioni con terrazzi e balconicoltivati in Lombardia

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Sondrio Varese

Elaborazione di Coldiretti Lombardia su dati Istat

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Le fattorie didattiche in Lombardia:una rete di quasi duecento realtà

Oltre 400 mila bambini all’an-no e quasi duecento realtà agricole a disposizione delle

scuole per corsi educativi e pratici sul mondo della terra e le sue pro-duzioni. In Lombardia è questo il sistema delle fattorie didattiche che attraverso le attività di Campagna Amica insegna alle nuove genera-zioni che il latte nasce dalle mucche e non dal tetrapack, che le mucche non sono lilla (come in una pub-blicità molto in voga), che la fari-na nasce dal frumento e non dagli scaffali di qualche supermercato. E’ un processo educativo fondamen-tale per non perdere, fin da piccoli, la consapevolezza che l’ambiente in cui viviamo è anche la base di ciò che mangiamo e di come cre-sciamo. L’esperienza delle fattorie didattiche in Lombardia è iniziata nel 2004 con le prime 85 realtà che in quattro anno sono quasi raddop-piate raggiungendo le 159 unità, per superare le 180 nel 2011 men-tre adesso si stima che arrivano a sfiorare le 200. Una progressione che rappresenta bene il senso di una crescita della richiesta che va in parallelo con un aumento della consapevolezza delle famiglie sulla necessità di recuperare un rapporto con il territorio e quindi con il cibo

che ogni giorno si porta in tavola. Se guardiamo alla rete delle fattorie didattiche sul territorio lombardo, vediamo che il 25 per cento è con-centrato in provincia di Bergamo, più del 10 per cento nel Bresciano e altrettante nel Pavese. Altre pro-vince rappresentative del fenomeno sono Cremona (13 realtà) Mantova (16), Milano (15), Varese e Lodi (11 ciascuno) e a seguire Como (8), Lecco (7), Sondrio (6) e Monza Brianza (4). Secondo una rilevazio-

ne di Campagna Amica e Coldiretti Lombardia, nel 90 per cento dei casi le classi passano in media 6 ore in azienda durante la giornata didatti-ca, mentre il restante 10 per cento è impegnato in sessioni di circa 3 ore. Le attività vanno dalla visita in azienda alla mungitura in diretta, dallo studio delle piante al sentiero dei profumi e dei sapori. Le fatto-rie didattiche sono oggi un nuovo modo di fare scuola perché anche l’educazione nasce dalla terra.

Bambini in una fattoria didattica lombarda

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L’agricoltura lombarda continua ad avere il fiatone: nonostante qualche timido segnale positivo

a fine 2012, il settore nei primi tre mesi di quest’anno soffre ancora la crisi di redditività aziendale. E’ quanto emerge dall’indagine con-giunturale per il primo trimestre 2013 di Unioncamere Lombardia, stilata in collaborazione con le as-sociazioni regionali dell’agricoltu-ra. Gli alti costi di produzione da una parte, e la debole domanda di beni alimentari dall’altra vanificano i timidi segnali di ripresa intravisti negli ultimi mesi. Al generale stato di difficoltà in cui versano le impre-se del settore primario – spiega la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza – si sono aggiunte anche le eccezionali ondate di maltempo: le incessanti precipitazioni non solo hanno danneggiato le produzioni orticole e florovivaistiche, ma han-no anche costretto gli agricoltori a ritardare i lavori primaverili nei cam-pi. Il rischio è che le rese finali siano negative. Complessivamente – spie-

Presentata l’indagine Unioncamere sul settore nel primo trimestre 2013

L’agricoltura lombarda ha il fiatoneAziende fiaccate da spese elevate, maltempo e consumi in calo

ga il rapporto di Unioncamere – il fatturato complessivo del comparto agricolo regionale ha tenuto, un ri-sultato frutto dell’andamento molto diversificato dei prezzi e delle pro-duzioni nei vari settori.

Vitivinicoltura

Il forte calo produttivo della ven-demmia 2012 (-13,6% per l’uva raccolta e -15% per il vino prodotto) è stato compensato dal notevole in-cremento dei prezzi di vendita, che ha riguardato tutte le varietà di vino lombarde ad eccezione di quelle pa-vesi. Tiene la richiesta nazionale e migliora quella estera, complice la scarsa quantità di prodotto offerto sul mercato, mentre aumentano i costi di produzione.

Suinicoltura

Il positivo andamento dei prezzi della seconda parte del 2012 si è

ridimensionato nei primi tre mesi del 2013, rimanendo comunque mi-gliore rispetto allo scorso anno. Le spese di produzione, pur essendo diminuite grazie al calo dei prezzi del mais e della soia, sono rima-ste molto elevate. L’incertezza sul futuro delle quotazioni di mercato ha scoraggiato l’allevamento per l’ingrasso mentre la domanda di mercato nazionale è risultata scar-sa, per motivi di stagionalità e per la crisi economica in atto.

Lattiero – caseario

Nel complesso la situazione del comparto è stabile, ma bisogna di-stinguere nettamente tra le aziende di dimensioni superiori alla media e i piccoli produttori, e tra chi con-ferisce alle industrie e chi ai casei-fici sociali. In particolare, mentre l’ultimo prezzo del latte alla stalla (0,40 centesimi al litro, scaduto ad aprile) non compensa la cre-scita dei costi di produzione, per

Il florovivaismo è uno dei settori più in sofferenza nei primi tre mesi di questo 2013

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DIAcoloro che conferiscono ai casei-

fici sociali per la trasformazione in Grana Padano si registra una red-ditività aziendale ancora positiva. Da segnalare il calo del prezzo del mais, della soia e dell’orzo. Tonica la domanda di latte per via delle favorevoli condizioni del mercato mondiale; molto elevati i prezzi del latte spot. Per il futuro c’è moderato ottimismo.

Bovini da carne

Rispetto al 2012 diminuisce la pro-duzione. Sul mercato si registrano quotazioni in calo nel primo tri-mestre 2013 per i vitelloni, stabili quelle dei vitelli da macello, mentre i prezzi per le vacche da macello stanno tornando lentamente a salire dopo una contrazione a inizio anno. Il fatturato aziendale nel primo tri-mestre 2013 rispetto al 2012 risulta stabile, con la domanda nazionale che si mantiene nella norma.

Florovivaismo

Il peggior andamento in termini di fatturato spetta a questo setto-re, che peggiora ancora rispetto al 2012, un periodo già difficile per gli operatori del comparto. Le cause di questa situazione sono da ricer-carsi nella diminuzione delle quo-tazioni di mercato e nella minore richiesta sia pubblica che privata. A questo si aggiungono le sfavo-revoli condizioni meteo, che hanno ostacolato la normale crescita delle piante, e l’aumento dei costi di pro-

duzione per concimi e prodotti fito-sanitari. In calo l’occupazione.

Orticoltura

La crisi economica ha ridotto la ca-pacità di spesa delle famiglie italia-ne che, nel tentativo di risparmiare, hanno tagliato su frutta e verdura. Il maltempo ha ridotto la produzione, con un aumento dei prezzi di vendi-ta che hanno depresso ulteriormen-te i consumi. Insomma, un serpente che si morde la coda che spiega il momento negativo attraversato dal comparto, su cui pesano anche gli aumenti dei costi produttivi.

Cerealicoltura

Si osservano situazioni differenti per i principali cereali coltivati in regio-ne. Nel settore maidicolo, ai pessimi risultati produttivi della scorsa cam-pagna, dovuti a siccità e aflatossine, si sono aggiunti nel primo trimestre 2013 una diminuzione dei prezzi di mercato (rimasti più elevati rispet-to a quelle del 2012) e un discreto aumento dei costi di produzione, soprattutto per concimi e prodotti fitosanitari. La redditività azienda-le è quindi peggiorata e le super-fici investite sono in calo. Dinami-che inverse per il frumento tenero, mentre per il riso si è registrata una tenuta della produzione, frutto della sensibile diminuzione delle superfici investite e di un aumento delle rese. La domanda scarsa e i prezzi in calo hanno inciso negativamente sulla redditività aziendale dei risicoltori.

È nata Ue Coop“L’associazione denominata Unione Europea delle coope-rative (UE.COOP) è stata ri-conosciuta e autorizzata qua-le Associazione nazionale di rappresentanza, assistenza e tutela del movimento coope-rativo ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 2 ago-sto 2002, n. 220 con decre-to del Ministro dello Sviluppo Economico”. Lo ha reso noto il presidente di UE.COOP Ser-gio Marini nel sottolineare che all’Unione, promossa dalla Coldiretti, in poco più di due mesi hanno già aderito oltre quattromila cooperative che operano in tutte le Regioni ed in tutti e 14 i settori dell`albo competente, dal lavoro al so-ciale, dall’edilizia fino all’agri-coltura. UE.COOP nasce per volontà di tanta gente che - ha sottolineato Marini - crede nel ruolo della cooperazione e nei valori forti di solidarietà, sussidiarietà e sostenibilità. UE.COOP - ha precisato Mari-ni - mette al centro delle pro-prie azioni persona e territori, capitale umano e sociale, ric-chezze naturali e culturali, ri-sorse uniche del nostro Paese. E’ questa “Italia che fa l’Italia” dove crescita e qualità della vita, lavoro e giustizia sociale, dimensione globale e identità territoriale potranno convivere in una rinnovata stagione di democrazia e pluralismo. Con UE.COOP - ha sostenuto Ma-rini - un nuovo paradigma di sviluppo sostenibile alimenta una moderna forma della rap-presentanza dove alla “verti-calità” dei settori si sostituisce l’ “orizzontalità” dei territori. Una rappresentanza dunque - ha concluso Marini - meno corporativa ed egoista e capa-ce di rivolgersi alla gente, alle comunità, di capire e aprirsi al mondo.

Sergio Marini

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Anche i lombardi diventano pro-duttori di olio d’oliva. Nel 2012 sono 68 le imprese specializza-

te nella produzione e nella vendita all’ingrosso di olio d’oliva in Lombar-dia, in crescita del 4,6% in un anno. Imprese concentrate a Brescia e Milano con 26 aziende ciascu-na, con Brescia specializzata nella produzione (16 imprese nella pro-duzione e 26 inclusa la vendita, +30% in un anno) e Milano nel commercio all’ingrosso (23 impre-se su un totale regionale di 48). Italia leader in Europa nella pro-duzione di olio d’oliva di qualità e di origine protetta con il 33,8% dei prodotti tra oli e grassi in via di riconoscimento o tutela-ti dall’Unione Europea, prima di Spagna e Grecia (dati Commis-sione Europea a febbraio 2013). La qualità italiana è sempre più ri-chiesta nel mondo: primo mercato il nord America sempre più attento alla dieta. Nel 2012 l’Italia ha esportato olio di oliva per un valore di circa 1,3 miliardi di euro e 416 milioni di chili. Emerge dai dati 2012 di Ca-mera di Commercio di Mila-no e di Coldiretti Lombardia. L’olio è uno dei tesori della nostra agricoltura ed è necessario valoriz-zarlo garantendo una sua completa identificazione attraverso l’etichetta

Nel 2012 sono 68 le imprese impegnate nella produzione e nella vendita

La Lombardia è la terra dell’olio d’olivaMilano è la provincia con più aziende specializzate nel commercio

con l’indicazione dell’origine e di tutte le caratteristiche che permet-tono al consumatore di scegliere li-beramente – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia –. Il vero olio italiano è però a vol-te messo a rischio dalla vendita, a prezzi al di sotto di qualsiasi ragio-nevole soglia di mercato, di prodot-ti arricchiti con coloranti o profumi che ingannano i consumatori e dan-neggiano agricoltori e commercianti onesti. Per evitare le truffe, sono quindi fondamentali i controlli su qualità e origine”.

Il settore dell’olio in Italia. Sono 4.674 le imprese attive nel settore olio d’oliva tra produzione e commercio all’ingrosso. Prima-to al Mezzogiorno: la Puglia, con 859 imprese rappresenta il 18,4% del mercato nazionale, seguono la Calabria (827 imprese, 17,7%), la Sicilia (560, 12%) e la Campania (424, 9,1%). Reggio Calabria è la prima provincia per numero di im-prese (411, l’8,8% del totale nazio-nale) seguita da Bari (393, 8,4%), Chieti (205, 4,4%) e Salerno (180, 3,9%). Le prime province lombarde sono Brescia e Milano, che si posi-zionano rispettivamente al 51° e al 52° posto della classifica nazionale.

Imprese attive nella produzione di olio d’oliva in Lombardia

Totale attive

2012 Totale attive

2011 Peso su

Lombardia Var. %

2012/2011 BERGAMO 4 4 5,9% 0,0% BRESCIA 26 20 38,2% 30,0% COMO 2 2 2,9% 0,0% CREMONA 1 1 1,5% 0,0% LECCO 1 1 1,5% 0,0% MANTOVA 1 1 1,5% 0,0% MILANO 26 29 38,2% -10,3% MONZA E BRIANZA 3 3 4,4% 0,0% PAVIA 2 2 2,9% 0,0% VARESE 2 2 2,9% 0,0% LOMBARDIA 68 65 100,0% 4,6% ITALIA 4.674 4.679 -0,1%

Elaborazione della Camera di Commercio di Milano

su dati registro imprese al IV trimestre 2012 e 2011

Imprese attive nella produzione di olio d’oliva in Lombardia

Imu sospesaper campi e fabbricati

Sospesa l’Imu su terreni agricoli e fabbricati rurali. Almeno fino al 16 settem-

bre, in attesa di una riforma ge-nerale della tassa che dovrebbe arrivare entro fine agosto. E’ l’effetto del decreto approva-to dal Governo lo scorso 17 maggio, che rinvia i pagamenti dell’imposta municipale unica sulla prima casa. Per gli agricol-tori, quindi, congelata la rata in scadenza a giugno di 346 milioni di euro. “Con questa scelta – ha affermato il Presidente Naziona-le di Coldiretti, Sergio Marini – il governo ha dato un importante segnale al settore agricolo, ri-conoscendone la straordinaria importanza in termini economici e sociali e quale perno per una nuova stagione di crescita so-stenibile”. Sono considerati agri-coli i terreni destinati all’attività agricola di cui all’articolo 2135 del Codice civile anche se non coltivati. La sospensione del-la prima rata vale anche per i terreni posseduti e condotti da un soggetto Iap o coltivatore diretto, iscritti alla previdenza agricola. Per i fabbricati sono considerati rurali quelli utilizzati come abitazione dall’affittuario del terreno a cui l’immobile è asservito. I fabbricati strumen-tali, invece, sono considerati rurali se necessari allo svolgi-mento dell’attività agricola. “Un particolare riconoscimento va – continua Sergio Marini – al Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, che in po-chi giorni ha saputo far proprie le aspettative di un intero setto-re e so essersi impegnata con determinazione e competenza nell’ottenimento di questo im-portante risultato. Tutto ciò è si-curamente di buon auspicio per il riaffermarsi di una rinnovata e meritata centralità del setto-re agricolo in questo contesto di straordinaria crisi economica che vive il Paese”.

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Il 21 marzo scorso, il Financial Times titolava: “La siccità che ha colpito la Nuova Zelanda de-

termina un’impennata dei prodotti lattiero caseari”. Ed effettivamente le quotazioni sono schizzate all’in-sù, con le aste del Global Dairy Trade che non riuscivano neppure a soddisfare i quantitativi richiesti dai trader di mezzo mondo. A inizio maggio il sito Agrimoney.com, uno dei più visitati ed attendibili che si occupano di commodity e agricol-tura, scriveva: “I prezzi dei derivati del latte crollano grazie alle piogge che stanno cadendo in New Ze-land”. In una sola seduta l’indice del Global Dairy Trade ha perso il 7,3% riportando i livelli delle commodity lattiero casearie alle quotazioni di dicembre 2012 e questo perché il gigante del settore “Fonterra” ha rassicurato i compratori. Questi sono i mercati mondiali, questa è la globalizzazione: piove in Nuova Zelanda e crollano le quotazioni della polvere di latte, piove trop-po in Brasile e il prezzo della soia schizza alle stelle. Questa econo-mia “roller coaster”, però, non con-sente di programmare e organizza-re il futuro delle nostre aziende. La nostra agricoltura, fatta di imprese di dimensioni contenute, non può

Scaduto ad aprile l’accordo, ora al tavolo c’è anche Federdistribuzione

Latte, in Regione si tratta sul prezzoSi spera in un negoziato breve che ridia un po’ di respiro al comparto

improvvisare, modificare i propri piani colturali a causa delle condi-zioni metereologiche che si verifi-cano nell’altro emisfero del globo terrestre. Noi questo lo sappiamo, ma ne sono coscienti anche i no-stri acquirenti dell’agroindustria? Potremmo scoprirlo a breve poiché queste sono settimane cruciali per i nostri allevatori. Si sono infat-ti avviate le trattative con Italatte (Gruppo Lactalis) per il rinnovo del prezzo del latte alla stalla in Lom-bardia. Scaduto lo scorso 30 aprile il precedente accordo, che vedeva un prezzo di 40 cent/lt, le parti si sono incontrate con l’obiettivo di fissare un prezzo che dia agli al-levatori un minimo di prospettiva. La novità del tavolo lombardo è la presenza della distribuzione orga-nizzata rappresentata da Federdi-stribuzione, sempre assente nelle precedenti trattative, che potrebbe togliere una delle “foglie di fico” all’industria lattiero casearia. Nel momento in cui andiamo in stam-pa, le trattative per il nuovo prezzo sono in stallo, nonostante i segna-li vadano verso una valorizzazione del prodotto alla stalla. L’andamen-to produttivo della campagna lat-tiera 2012/2013 dovrebbe indurre l’industria ad una seria riflessione.

Iniziata con un surplus di produ-zione che faceva temere il rischio multe, la campagna appena con-clusa si è raffreddata a partire dal mese di ottobre. Sul calo produttivo ha certamente influito il maltem-po prolungato, ma anche la scarsa propensione a produrre e le conti-nue chiusure di attività hanno gio-cato un ruolo importante. In Italia negli ultimi vent’anni, due stalle su tre di bovine da latte hanno chiu-so: dalle oltre 120 mila del 1990 siamo passati alle attuali 38 mila. Sul fronte dell’alimentazione zoo-tecnica, i dati definitivi per il 2012 forniti da ANACER (associazione degli importatori di cereali e semi proteici) indicano una netta con-trazione delle importazioni di mais, orzo, soia e farina di soia. Il primo anello della filiera lattiero casearia nazionale, quindi, è in ginocchio. Serve un’iniezione di positività, che ridia prospettiva e reddito agli al-levatori. Perciò, non possiamo che augurarci che la trattativa per il rin-novo del prezzo del latte abbia tem-pi brevi e si concluda con l’indivi-duazione di un prezzo remunerativo per il latte lombardo a prescindere dalle piogge che stanno cadendo sui pascoli della Nuova Zelanda. Luigi Simonazzi

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