«Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

24
Antifurto - Antincendio TVCC - Videocontrollo Cotrollo Accessi Cablaggio Strutturato Impianti telefonici Automazioni FAAC Portoni Sezionali Preventivi e sopralluoghi gratuiti Assistenza tecnica 24 ore su 24 0721 - 851005 Fano SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DIOCESI DI: PESARO • FANO • URBINO FONDATO NEL 1903 26 MAGGIO 2013 ANNO 110 • N. 21 Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro facebook.com/ilnuovoamico € 1,00 amico il nuovo www.ilnuovoamico.it COPIA OMAGGIO EDITORIALE IFI S.p.A. - Sede e Showroom Strada Selva Grossa 28/30 - Zona Case Bruciate - 61010 Tavullia (PU) - Italy - Tel. +39 0721 20021 - Fax +39 0721 201773 - www.ifi.it - info@ifi.it il tuo talento, il tuo futuro, il tuo primo bar. il bar diventa accessibile. start up è un servizio bar essenziale e basilare, che permette a chiunque di creare il proprio locale. Un’opportunità per i giovani e per chi sceglie di investire su sé stesso e sulla propria voglia di futuro. 5.959 + iva Prezzo al pubblico start up basic da 3 mt. Tale prezzo include, per il mercato italiano, il trasporto e la consegna in loco. Inclusi 3 anni di garanzia Moda Luciana NUOVI ARRIVI PREZZI SPECIALI Pesaro - via delle Betulle n. 4 (zona Torraccia) - Tel. 0721/22611 B rutto risveglio domenica 26 maggio a Bologna. I cittadini sono chiamati a votare il referendum per eliminare i contributi economici comunali alle scuole dell’infanzia paritarie senza scopo di lucro. Tutto questo nonostante che la Corte Costituzionale abbia dichiarato, per ben tre volte, infondate le motivazioni. Evidentemente i promotori hanno in mente scopi che vanno oltre a quelli dichiarati e un valore simbolico di carattere anche politico. È sintomatico che ciò avvenga durante il governo Letta Le associazioni promotrici, supportate dalle forze politiche all’opposizione (vedi ‘grillini’…) e da alcuni esponenti del mondo laicista e radicale (vedi il suadente Stefano Rodotà…), intendono creare un precedente politico allo scopo di delegittimare le attuali convenzioni stipulate dai comuni e dalle regioni. Un’eventuale vittoria del referendum, cosiddetto consultivo, porterebbe una seria ipoteca sulla legge (n. 62/2006) che riconosce le scuole paritarie e perfino dell’art. 32 della Costituzione che sancisce il diritto alla piena libertà di educazione. La contrapposizione ideologica tra scuola a gestione statale e scuola a gestione non statale (associazioni, cooperative, parrocchie….) dovrebbe appartenere al passato. Si riconosce, ormai ovunque, che entrambe svolgono un’unica funzione pubblica. Ciò che avviene a Bologna non è concepibile in un contesto europeo. In pratica anche a livello nazionale: le scuole paritarie dell’infanzia accolgono 660mila bambini, contribuiscono alla libertà della scelta educativa e garantiscono anche la scolarizzazione, problema aggravato dal fenomeno delle immigrazioni. Subdolamente non negano la possibilità che accanto alle statali ci siano anche le non statali (private), ma negano la possibilità di usufruire dei contributi economici ‘che, a loro dire, verrebbero sottratti alle scuole statali’: ragionamento squallido che non merita neppure di essere preso in considerazione. Le scuole ‘private’ sono una risorsa per lo Stato e per la gente. Chi ci guadagna è la libertà della scelta educativa, l’economia e la società con la conseguente ricaduta nella politica. Dietro questa battaglia elettorale c’è il solito retroterra ideologico, piuttosto antiquato, dal sapore laicista e livore anticlericale che impediscono di vedere con chiarezza i veri e attuali problemi della scuola in Italia. È in gioco lo stesso concetto di libertà sia personale che sociale. Mentre la Chiesa allarga i confini allo scopo di consentire un dialogo con tutti, questi si chiudono in un gretto provincialismo e nell’orgoglio dei piccoli lumi e del pregiudizio anti religioso. Imboccano un vicolo cieco che non offre alternative. Raffaele Mazzoli © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli oratori si preparano all’estate PESARO 6 La Madonna di Loreto nel carcere FOSSOMBRONE 13 Il Rettore in difesa del tribunale URBINO 7 SPECIALE 23 www.arpaitalia.com L’arte dell’accoglienza Arpa Italia Srl - Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro ( PU ) Tel. + 39 0721 405274. Fax + 39 0721 259164 [email protected] 9 45 anni fa giungevano ad Urbino da Città di Castello i resti del martire Crescenziano, soldato romano decapitato nell’anno 303 per essersi rifiutato di rinnegare la propria fede. Da allora ogni 1° giugno Urbino festeggia San Crescentino, eletto a patrono della città e dell’arcidiocesi. Quest’anno la cerimonia cadrà di sabato e sarà preceduta da un Triduo che si terrà in Cattedrale nei giorni 29-30-31 maggio alle ore 18 con celebrazione della Santa Messa e meditazione. Pag. 17 Tutti i vincitori di “Un rebus per amico” Antifurto - Antincendio TVCC - Videocontrollo Cotrollo Accessi Cablaggio Strutturato Impianti telefonici Automazioni FAAC Portoni Sezionali Preventivi e sopralluoghi gratuiti Assistenza tecnica 24 ore su 24 0721 - 851005 Fano «Guerra» ai giochi d’azzardo IL CODACONS MARCHE CHIEDE ALLA FINANZA IL SEQUESTRO DELLE SALE DI VIDEO-LOTTERIA PAGINA 8 Urbino si prepara alla festa del Patrono Orgoglio e pregiudizio

description

«Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

Transcript of «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

Page 1: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

Antifurto - AntincendioTVCC - Videocontrollo

Cotrollo AccessiCablaggio Strutturato

Impianti telefoniciAutomazioni FAACPortoni Sezionali

Preventivi e sopralluoghi gratuiti

Assistenza tecnica24 ore su 24

0721 - 851005 Fano

settimanale d’informazione diocesi di: pesaro • fano • urbino fondato nel 190326 maggio 2013 • Anno 110 • N. 21 • Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 n. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro • facebook.com/ilnuovoamico € 1,00

amicoil nuovoww

w.il

nuov

oam

ico.

it • •

CoPia omaggio

editoriale

IFI S.p.A. - Sede e ShowroomStrada Selva Grossa 28/30 - Zona Case Bruciate - 61010 Tavullia (PU) - Italy - Tel. +39 0721 20021 - Fax +39 0721 201773 - www.ifi.it - [email protected] il tuo talento, il tuo futuro, il tuo primo bar.

il bar diventa accessibile.start up è un servizio bar essenziale e basilare, che permette a chiunque di creare il proprio locale. Un’opportunità per i giovani e per chi sceglie di investire su sé stesso e sulla propria voglia di futuro.

€ 5.959 + ivaPrezzo al pubblico start up basic da 3 mt.Tale prezzo include, per il mercato italiano, il trasporto e la consegna in loco.Inclusi 3 anni di garanzia

Moda Luciananuovi arrivi

prezzi specialipesaro - via delle Betulle n. 4

(zona Torraccia) - Tel. 0721/22611

Brutto risveglio domenica 26 maggio a Bologna. I cittadini sono chiamati a votare il referendum per eliminare i contributi economici comunali alle scuole

dell’infanzia paritarie senza scopo di lucro. Tutto questo nonostante che la Corte Costituzionale abbia dichiarato, per ben tre volte, infondate le motivazioni. Evidentemente i promotori hanno in mente scopi che vanno oltre a quelli dichiarati e un valore simbolico di carattere anche politico. È sintomatico che ciò avvenga durante il governo Letta Le associazioni promotrici, supportate dalle forze politiche all’opposizione (vedi ‘grillini’…) e da alcuni esponenti del mondo laicista e radicale (vedi il suadente Stefano Rodotà…), intendono creare un precedente politico allo scopo di delegittimare le attuali convenzioni stipulate dai comuni e dalle regioni. Un’eventuale vittoria del referendum, cosiddetto consultivo, porterebbe una seria ipoteca sulla legge (n. 62/2006) che riconosce le scuole paritarie e perfino dell’art. 32 della Costituzione che sancisce il diritto alla piena libertà di educazione. La contrapposizione ideologica tra scuola a gestione statale e scuola a gestione non statale (associazioni, cooperative, parrocchie….) dovrebbe appartenere al passato. Si riconosce, ormai ovunque, che entrambe svolgono un’unica funzione pubblica. Ciò che avviene a Bologna non è concepibile in un contesto europeo. In pratica anche a livello nazionale: le scuole paritarie dell’infanzia accolgono 660mila bambini, contribuiscono alla libertà della scelta educativa e garantiscono anche la scolarizzazione, problema aggravato dal fenomeno delle immigrazioni. Subdolamente non negano la possibilità che accanto alle statali ci siano anche le non statali (private), ma negano la possibilità di usufruire dei contributi economici ‘che, a loro dire, verrebbero sottratti alle scuole statali’: ragionamento squallido che non merita neppure di essere preso in considerazione. Le scuole ‘private’ sono una risorsa per lo Stato e per la gente. Chi ci guadagna è la libertà della scelta educativa, l’economia e la società con la conseguente ricaduta nella politica. Dietro questa battaglia elettorale c’è il solito retroterra ideologico, piuttosto antiquato, dal sapore laicista e livore anticlericale che impediscono di vedere con chiarezza i veri e attuali problemi della scuola in Italia. È in gioco lo stesso concetto di libertà sia personale che sociale.Mentre la Chiesa allarga i confini allo scopo di consentire un dialogo con tutti, questi si chiudono in un gretto provincialismo e nell’orgoglio dei piccoli lumi e del pregiudizio anti religioso. Imboccano un vicolo cieco che non offre alternative.

Raffaele Mazzoli© RiPRoDuzione RiSeRvAtA

Gli oratori si preparano

all’estate

pesaro 6

La Madonna di Loreto

nel carcere

fossombrone 13

Il Rettore in difesa

del tribunale

urbino 7 speciale 23

www.arpaitalia.com

L’arte dell’accoglienza

www.arpaitalia.comL’arte dell’accoglienza

Arpa Italia Srl - Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro ( PU )Tel. + 39 0721 405274. Fax + 39 0721 259164 [email protected]

945 anni fa giungevano ad Urbino da Città di Castello i resti del martire Crescenziano, soldato romano decapitato nell’anno 303 per essersi rifiutato di rinnegare la propria fede. Da allora ogni 1° giugno Urbino festeggia San Crescentino, eletto a patrono della città e dell’arcidiocesi.

Quest’anno la cerimonia cadrà di sabato e sarà preceduta da un Triduo che si terrà in Cattedrale nei giorni 29-30-31 maggio alle ore 18 con celebrazione della Santa Messa e meditazione.

Pag. 17

Tutti i vincitori

di “Un rebus per amico”

Antifurto - AntincendioTVCC - Videocontrollo

Cotrollo AccessiCablaggio Strutturato

Impianti telefoniciAutomazioni FAACPortoni Sezionali

Preventivi e sopralluoghi gratuiti

Assistenza tecnica24 ore su 24

0721 - 851005 Fano

«Guerra» ai giochi d’azzardo

il codacons marcHe cHiede alla finanZail seQuestro delle sale di Video-lotteria

paGina 8

urbino si prepara alla festa del patrono

Orgoglio e pregiudizio

Page 2: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

Chiesa e Mondo26 maggio 20132 amicoil nuovo• •

Aut. n. 83/85 Trib. di PesaroIL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

REDAZIONE CENTRALE:Raffaele Mazzoli – Direttore - Ernesto Preziosi - Direttore ResponsabileRoberto Mazzoli - Caporedatt. CentraleGastone Mosci – Incaricato dei rapporti con la Regione MarcheVia del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) - Tel. 0721/64052 Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453e-mail: [email protected] Alvaro Coli – Responsabile diocesano.

Redazione di Fano: Via Roma 118 - 61032 FANO (PU) - Tel. 0721/802742 (dir.) - 803737 - Fax 0721/825595e-mail: [email protected]

Redazione di Urbino: Via BeatoMainardo, 4 - 61029 URBINO (PU)Tel. e Fax 0722/378395e-mail: [email protected]. Giancarlo Di Ludovico – Responsabile diocesano

EDITORE: Cooperativa Comunicare - Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU). Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453.Amministratore Unico: Marco Farina Presidente Cooperativa Comunicare

STAMPA: Galeati Industrie Grafiche/ImolaGRAFICA: arti grafiche pesaresi srl/pesaroLa testata “Il Nuovo Amico” fruisce dei contributi Statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.PUBBLICITà Uffici della Redazionecentrale 0721/64052 e Paolo MorsianiL’Impresa Editrice COMUNICARE risulta iscritta al Registro delle imprese di PESARO presso la Camera di commercio al n. 98100

Questo settimanaleè iscritto alla FISCFederazione ItalianaSettimanali Cattolici

ed è associatoall’USPIUnione StampaPeriodica Italiana

settimanale d’informazione diocesi di: pesaro • fano, fossombrone, cagli, pergola •

urbino, s. angelo in vado, urbania

ABBONAMENTIOrdinario € 39 - Amico € 50 - Sostenitore € 100Da versare sul c/c 12522611 intestato a: “IL NUOVO AMICO” - Via del Seminario 4 / 61121 PESARO - www.ilnuovoamico.it

Questo numero è stato chiuso in redazionemercoledì 22 maggio 2013 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 23 maggio

La ParoLa di dio SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO Anno C

La prima lettura (Gen 14,18-20) si rifà ad un inedito sa-crificio fatto da Melchisedek, re e sacerdote di Salem (la futura Gerusalemme). Invece di offrire il sacrificio

al Dio Altissimo, il sangue e la vita di un animale, offre pane e vino e stringe un’alleanza con Abramo e la sua tribù, sigillandola con un banchetto. Intorno a questo episodio si snoda nei secoli una lenta rivelazione del Signore che lo farà apparire profetico di un altro banchetto, quello di Gesù sul prato quando moltiplicò i pani per tutti (Vangelo Lc 9,11-17). E questa moltiplicazione dei pani, a sua volta, non fu soltanto un gesto di compassione di Gesù verso la folla, ma fu anche un gesto profetico dell’istituzione dell’Eucari-stia (1 Cor 11,23-26). La festa di oggi celebra proprio l’isti-tuzione dell’Eucaristia, con la quale il Signore si fa presente nei secoli a noi, come nostro cibo e nostro amore. “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui” (Gv 6,56). L’abitudine all’Eucaristia può attenuare la strabiliante meraviglia di ciò che ha fatto per noi il Signore Gesù: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo” (Gv 6,41b), “Io sono il pane della vita” (Gv 6,35a); Il pane che io darò è la

mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,51c).

Meditatio- “Prese… recitò la benedizione… spezzò… dava…” (Lc 9,16). Coloro che non spezzano il pane (e il resto) agli altri, non celebrano l’Eucaristia, anche se vanno a Messa e fanno la comunione. Messaggio coinvolgente di questa festa. Gesù dentro di noi, dono meraviglioso, ricevuto spesso, anche tutti i giorni, in un rapporto intimo di amore fortificante, aiuta e spinge ad essere anche noi dono per gli altri, in una pratica di servizio, di fraternità, di perdono.- Il gesto del pane e del vino, le parole di commento, tutto converge nell’indicare la via di Gesù come una vita donata. Il gesto eucaristico svela la “verità” di Gesù, cioè quella tensione interiore che ha guidato la sua vita fin dall’inizio. Nell’amore di Gesù non ci sono esclusi o emarginati, non ci sono i primi e gli ultimi. Nell’Eucaristia bisogna scorgere e celebrare quel Dio che in Gesù si è manifestato come condi-visione, amore e servizio.- Il corpo dato e il sangue versato sono l’espressione di una vita donata, non una volta, ma ogni giorno, spesa nel servi-

zio dell’altro e nella testimonian-za resa al Signore. L’Eucaristia impegna a costruire relazioni di comunione, anche se questo costa sangue, e farci carico dell’altro nella sua concretezza.- La processione: Gesù non può restare chiuso nei tabernacoli discosto da noi, ma in mezzo a noi, nella vita e nelle occupazioni di ogni giorno. Il nostro mondo, le nostre esistenze devono diventare il suo tempio.Oratio O Signore, vogliamo mostrarti come messaggio che fa piegare le ginocchia anche agli uomini più orgogliosi, che asciuga le lacrime delle anime fiaccate, che sostiene il cam-mino dei cuori fragili. Sei tu quello che di più bello, infinito, tenero, amoroso possiamo mostrare: Sei tu, Cristo-Eucari-stia!

Armando Trasarti, Vescovodi Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per la vita del mondo

ASSOCIAZIONI E MOVIMENTI - A PENTECOSTE TERZO GRANDE RADUNO

La varietà vissuta nella comunionediventa risorsa

ANNO DELLA FEDE 13

“La maggior parte degli uomini e delle donne del

nostro tempo continuano a vivere in una precarietà quotidiana con conseguenze funeste [...]. Si deve lottare per vivere, e spesso per vivere in modo non dignitoso. Mentre il reddito di una minoranza cresce in maniera esponenziale quello della maggioranza si indebolisce. Questo squilibrio deriva da ideologie che promuovono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria, negando così il diritto di controllo agli Stati pur incaricati di provvedere al bene comune. Si instaura una nuova tirannia invisibile, a volte virtuale, che impone unilateralmente e senza rimedio possibile le sue leggi e le sue regole. Inoltre, l’indebitamento e il credito allontanano i Paesi dalla loro economia reale ed i cittadini dal loro potere d’acquisto reale [...]. La volontà di potenza e di possesso è diventata senza limiti. […] In questo senso, incoraggio gli esperti di finanza e i governanti dei vostri Paesi a considerare le parole di S. Giovanni Crisostomo: “non condividere con i poveri i propri beni è derubarli e togliere loro la vita. Non sono i nostri beni che noi possediamo, ma i loro”».. Le parole del Vescovo di Roma, pronunciate nel discorso del 16 maggio agli ambasciatori del Kyrgyzstan, di Antigua e Barbuda, del Lussemburgo e del Botswana, hanno suscitato un grande dibattito sulla stampa e sono state descritte come una presa di posizione nuova di fronte alle problematiche socio-economiche del nostro tempo. In verità riprendono posizioni già espresse nei documenti e nei passi più lungimiranti e attenti della Dottrina sociale della Chiesa. Colpisce in questo senso l’attualità del giudizio di Pio XI, che, nella Quadragesimo anno del 1931, con spirito profetico e con parole così adatte all’oggi, denunciava come «funesto ed esecrabile l’internazionalismo bancario o imperialismo internazionale del denaro, per cui la patria è là dove c’è il denaro». Inoltre il principio della destinazione universale dei beni della terra si ritrova, insieme alla difesa del diritto alla proprietà privata, a partire dalla Rerum novarum di Leone XIII, e affonda le sue radici, come la citazione di S. Giovanni Crisostomo mette bene in luce, nell’insegnamento dei padri della Chiesa.

don Daniele Federici© RIPRODUZIONE RISERVATA

La tirannia invisibile del denaro

Converte il Papa Francesco, attira le folle e pungola, spinge tutta la Chiesa, ma più in generale tutti verso Cristo. C’è una parola, una

parolina, l’unica pronunciata nella sua lingua madre, per chiarire la prospettiva del Papa, che assicura: “Il Signore sempre ci primerea”. Questa parola ci spiega che ci sono due cammini che s’incontrano, il nostro che cerca Cristo e Cristo, che ci cercava da prima, è già lì ad aspettarci. “È il primo che ci viene incontro”, in qualche modo ci anticipa, anche se presuppone il nostro cammino. C’è poi una seconda immagine, quella della porta, che il Papa ha riproposto con convinzione. “Il Signore sta alla porta”, constata. “Allora dobbiamo aprirle le porte, quelle del nostro cuore come quelle delle nostre Chiese”, ripete Papa Francesco.“Il Signore sempre ci primerea”, ha detto parlando con passione a braccio a una folla immensa alla veglia di Pentecoste. È il terzo grande raduno dei movimenti e delle associazioni, quindici anni dopo la convocazione di Giovanni Paolo II del 1998,

riproposta da Benedetto XVI nel 2006. Centocinquanta sigle, segno di una vitalità sempre nuova, che deve sempre essere meglio articolata. Per questo ha indicato, nell’omelia di Pentecoste, tre parole-chiave: novità, armonia, missione. Indicazioni aperte e stringenti, che sono esortazione, esame di coscienza, programma.A proposito di associazioni e movimenti sembra lontano il tempo di conflitti, che restano una tentazione. Oggi con tutta evidenza è il tempo dell’evangelizzazione, per cui la varietà diventa una risorsa, vissuta nella comunione: “Se ci lasciamo guidare dallo Spirito, la ricchezza, la varietà, la diversità non diventano mai conflitto, perché Egli ci spinge a vivere la varietà nella comunione della Chiesa”. Così si può essere capaci di novità e nello stesso tempo efficaci nella testimonianza, anche se il Papa è ben consapevole che molto c’è da fare per evitare tanti riflessi di chiusura.Questo vale soprattutto in questo tempo di crisi.Anche a Pentecoste il Papa ha avuto parole chiare e forti sulle ingiustizie e la povertà.

Ed ha insistito sulla grande questione che sta sotto la crisi. “È una crisi dell’uomo, per questo è una crisi profonda”, ha ripetuto nella Veglia. Per questo bisogna denunciare quello che i suoi predecessori avrebbero definito l’“errore antropologico”. Papa Francesco lo descrive citando un antico midrash, per cui costruendo la torre di Babele contavano di più i mattoni che le vite degli operai. E oggi non è diverso, anche se non si parla più di mattoni, ma di finanza. Di qui ancora l’invito pressante a uscire, ad aprire le porte: “Lo Spirito Santo ci fa vedere l’orizzonte e ci spinge fino alle periferie esistenziali per annunciare la vita di Gesù Cristo. Chiediamoci se abbiamo la tendenza di chiuderci in noi stessi, nel nostro gruppo, o se lasciamo che lo Spirito Santo ci apra alla missione”.Semplice, chiaro, coinvolgente. È Papa Francesco, che parla con franchezza e mette tutti in cammino. Dando l’esempio. Anche per questo è molto difficile obiettargli alcunché. E restare fermi.

Francesco Bonini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Alla veglia di Pentecoste, papa Francesco spinge

alla testimonianza cristiana, in un mondo divenuto nemico dell’uomo, dove fanno notizia il crollo degli investimenti, ma non la morte di operai e la fame dei bambini. All’appuntamento per l’Anno della Fede, presenti 200mila persone di CL, Rinnovamento dello Spirito, Neocatecumenali, Focolarini, Sant’Egidio, associazioni internazionali. Il Pontefice invita tutti a pregare tutti i giorni per i cristiani perseguitati e a lavorare per la libertà religiosa.

Page 3: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

Socio Politico 26 maggio 2013 3amicoil nuovo• •

I primi passi per il governo Letta, tutti indirizzati sul fronte economico: c’è da allentare la presa fiscale su famiglie ed imprese, da incentivare l’economia

e soprattutto le assunzioni. Anzitutto l’Imu, dalla forte valenza simbolica e politica, anche se poi quest’imposta sugli immobili “pesa” per poco più di 5 miliardi di euro. Un decreto ha “congelato” l’acconto di giugno per le prime case non di pregio (secondo la categoria catastale), per i terreni e i fabbricati agricoli. Si pagherà invece per seconde case, negozi e capannoni, ma la stessa Imu è sotto la lente governativa per opportune correzioni: appare ingiusto tassare beni strumentali come capannoni e negozi che già sono sottoposti a tassazione, e si pensa di aggravare l’imposta per chi possiede più di una “seconda casa”.Nel frattempo sono state trovate le risorse (circa un miliardo di euro) per finanziare la cassa integrazione in deroga, che pesa sulle casse dello Stato a differenza della cassa integrazione ordinaria che è alimentata da contributi di imprese e lavoratori. Rimane anche qui il dovere di mettere le mani su uno strumento che avrebbe come scopo quello di ridare fiato ad aziende in difficoltà, e non di allungare fittiziamente la vita di aziende defunte. Queste mini-manovre hanno anche un altro obiettivo: quello di cancellare il punto di Iva in più che la legge farà scattare dal primo luglio. Vale qualcosa come 2 miliardi di euro: se si trovano risorse da altre parti, si può evitare che l’Iva salga dal 21 al 22 per cento, rifilando un’altra mazzata ai già deboli consumi interni. Si andrà a pescare tra le pieghe di un bilancio dello Stato che supera gli 800 miliardi di euro annui, altrimenti le tasse abbassate da una parte, torneranno subito dalla finestra. E fin qui, non si crea nemmeno un posto di lavoro. C’è quindi bisogno di stimolare l’occupazione, perché la situazione è già ora insostenibile. Si ragiona su alcuni provvedimenti legislativi in merito a contratti a termine e apprendistato, in controtendenza con la stretta applicata dalla riforma Fornero che aveva come obiettivo la lotta alla “precarietà cattiva”. Forse è meglio qualcosa di precario, che niente. E su questa strada si sta muovendo il governo.Ma la ciccia più abbondante sta attorno all’osso dell’età pensionabile. La stessa ministro Fornero aveva drasticamente alzato l’età pensionabile, provocando alcuni

effetti collaterali assai sgradevoli: i cosiddetti “esodati”, cioè lavoratori in vista della pensione che si trovarono in un amen senza lavoro e senza appunto pensione; e il blocco di un turn over tra giovani e vecchi, con i primi fuori dalla porta e i secondi obbligati a lavorare fino a 66-68 anni. Da una maggiore flessibilità delle regole si potranno estrarre rapidamente decine di migliaia di posti di lavoro: i senior si potranno pensionare prima, con una lieve penalizzazione sull’assegno previdenziale (quindi addio esodati e maggior turn over). In più si sta studiando un meccanismo che porti a creare una staffetta tra dipendenti pubblici, in modo da “liberarsi” dei più maturi per far entrare forze fresche.Questo è un meccanismo che si sta studiando pure per il settore privato, laddove il lavoratore senior potrebbe essere pagato anche con un anticipo di pensione, pesando meno sulle casse aziendali e permettendo l’impiego di risorse per nuove assunzioni.Un buon incentivo all’occupazione potrebbe infine arrivare da sgravi fiscali mirati, che hanno come unico difetto quello di non avere risorse alle spalle. Perché il problema sta sempre lì: dove trovare soldi per la cassa integrazione, per la previdenza, per gli sgravi, per l’Iva… e via andare? Va da sé che, prima o poi, lo Stato dovrà rivolgersi con uno sguardo d’insieme più lungimirante sia alle proprie entrate che alle spese. Però quel che costa poco o punto, intanto si faccia.Mentre non costerà nulla - e si attende che l’esecutivo-Letta provveda quanto prima - saldare i circa 100 miliardi di euro che le pubbliche amministrazioni devono ai loro fornitori. Sono soldi che appesantiranno il debito pubblico senza toccare il deficit: insomma, lo Stato può emettere Bot e Btp per pagare i suoi debiti. Ora lo può fare a tassi

bassi, e quindi immettere tantissima liquidità che darà ossigeno alle banche, alle aziende, all’occupazione e quindi ai consumi: sarebbe criminale non farlo. E non vale l’obiezione sull’aggravio del debito pubblico. I mercati e le istituzioni già sanno che quei soldi “sono” debito pubblico. Quindi già scontiamo gli

effetti negativi, senza godere di quelli positivi. E qui si parla di 100 miliardi di euro, altro che i bruscolini dell’Imu prima casa: la ripresa italiana potrebbe partire proprio da qui.

Nicola Salvagnin©riproduzione riservata

Lo stato di emergenza dichiarato dal governo nigeriano in tre Stati del nord-est della Nigeria (Borno, Yobe and

Adamawa), dove la setta islamista Boko Haram è più attiva, “è una notizia positiva perché può aiutare a trovare una soluzione” alle violenze che colpiscono le comunità cristiane. Lo dice monsignor John Niyiring, vescovo di Kano, in Nigeria. Nei giorni scorsi il presidente della Nigeria Goodluck Jonathan ha dichiarato lo stato di emergenza e lanciato un’offensiva militare, con l’invio di aerei, elicotteri e truppe militari, per colpire il gruppo armato Boko

Haram, che dal 2009 ad oggi ha ucciso almeno 2.000 persone, tra cui molti cristiani. Secondo le ultime notizie diffuse dal ministero della difesa nigeriano l’esercito avrebbe ucciso 14 insorti e arrestato altri 20 terroristi nei giorni scorsi.. Precedentemente ne erano stati uccisi 10 e arrestati 65. Con l’offensiva militare molte scuole e esercizi commerciali sono rimasti chiusi. Nei giorni scorsi alcuni membri della Boko Haram avevano ucciso il reverendo pentecostale Faye Pama Musa, segretario della Christian association of Nigeria (associazione che riunisce le principali confessioni cristiane

nigeriane, tra cui la Chiesa cattolica) nello Stato di Borno. Intanto ferve il dibattito, a livello nazionale, sull’eventualità di concedere o meno l’amnistia ai membri di Boko Haram per porre fine all’insicurezza nella zona, come accadde quattro anni fa per smorzare le tensioni nella zona del Delta del Niger. I vescovi nigeriani, parlando alla stampa la scorsa settimana, non sono totalmente favorevoli all’amnistia, a meno che non ci sia un vero pentimento.

Sir©riproduzione riservata

*La cifra si riferisce ai modelli Ape 50 Top versione pianale lungo sponde in lega di alluminio e Ape 50 Cross. Possibilità di finanziare l̓ intero importo in 48 comoderate mensili di 95,00 Euro ciascuna (TAN 6,50% e TAEG 7,53%). Immatricolazione esclusa.

Straordinarie anche nella convenienza:*fino al 30 aprile a soli 4.200 euro.

Ape 50 Top

Ape 50 Cross Pesaro - S.S. Adriatica, 347 Tel. 0721.288190

[email protected]

Sono quasi vent’anni che in Val di Susa si protesta contro la Tav. Era infatti il marzo del 1995 quando a Sant’Ambrogio si scese per la prima volta in strada per dire no al cantiere

che avrebbe “bucato” la valle e compromesso da un punto di vista ambientale tutto il territorio della bassa valle. Da allora la protesta è cresciuta, ha avuto momenti di tale coralità di popolo (marce con cinquantamila persone) da impressionare l’intero Paese e oltre. Oggi il no valsusino è diventata la bandiera per una svolta radicale della politica, dell’economia, dello sviluppo. Ma dentro a questa civilissima protesta, c’è la violenza di tante azioni. Tre fatti, uno dietro l’altro lo confermano.Anzitutto i manifesti pro Luigi Preiti apparsi a Bussoleno (che è un po’ il cuore politico del no tav valsusino) dopo la sparatoria davanti a Palazzo Chigi. Poi un comando d’incappucciati, che di notte tende un agguato a un operaio che lavora al cantiere tav di Chiomonte. Il suo camion è raggiunto da un fitto lancio di pietre, che rompono i finestrini e colpiscono l’uomo. Sono circa 100 gli

operai che lavorano al cantiere. In un blog, dopo questo grave episodio, abbiamo letto: “Essere operai non pulisce le coscienze. Rimangono solo crumiri”. L’ultimo episodio, una settimana fa, di notte, l’assalto al cantiere di una trentina di persone, tutte incappucciate, commentato da tutti come un chiaro segnale di un cambiamento di strategia da parte della protesta violenta. Tanto che il Governo, il giorno dopo, ha inviato a Torino lo stesso vicepresidente del Consiglio e ministro degli Interni, Angelino Alfano, con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi. E, pochi giorni dopo, c’è stato un vertice a Roma con i sindaci di Susa, Bussoleno e Chiomonte, i tre Comuni maggiormente toccati dall’opera.Il Governo Letta ha confermato l’opera e la sua intenzione di ratificarla quanto prima con il Governo francese. Pensiamo, per usare lo slogan della protesta valsusina, che comunque “sarà dùra” pure per il Governo. Anche perché adesso in Parlamento c’è una forza politica (i 5 stelle di Grillo) decisamente contraria

all’opera. Quando il leader del Movimento venne a Susa, per un comizio, in campagna elettorale, Piazza d’Armi si riempì come non mai. E Grillo disse: qui non servono le bandiere no tav, siamo tutti no tav, abbassatele pure. E la folla ubbidì. Mentre si ripropone un no senza se e senza ma alla violenza, per questo continuiamo a dire che il movimento no tav deve espellere i violenti dalle sue file, ci sembra indispensabile, e anche questo lo diciamo da anni, avviare un dialogo vero con il territorio, con chi vive là dove dovrà passare la tav. Cosa promessa e mai fatta. L’altro giorno ascoltavo lo sfogo di un uomo, che ha realizzato il sogno di una vita, la casa, proprio là dove sorgerà il grande cantiere della stazione internazionale di Susa. Da buon cittadino ha chiesto di essere ascoltato, di sentire le sue ragioni. Cosa gli hanno risposto? Per un po’ di anni lei vivrà come all’inferno. Ecco: non è così che si dialoga con la gente. Dunque, no alla violenza, e tocca farlo ai no tav, ma sì a un ascolto costruttivo, e tocca farlo al Governo, alla Regione e ai Comuni.

Ettore De Faveri - direttore ‘La Valsusa’ (Susa)©riproduzione riservata

primi passi del governo letta - Bot e Btp a tassi Bassi

politica economicadove trovare l’ossigeno

nigeria – stato di emergenZa – il giUdiZio di JoHn niYiring vesCovo di Kano

meglio i militari che i terroristi

tav, no ai violenti. sì all’ascolto costruttivo

Page 4: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

26 maggio 20134 Socio culturale amicoil nuovo• •

Il cardinal Bagnasco all’assemblea generale della CEIIl cardinale Angelo Bagnasco ha

aperto i lavori dell’assemblea generale dell’episcopato italiano. La

fedeltà al Papa e l’attenzione ai bisogni dei deboli e dei poveri. La responsabilità grande della politica, oltre i populismi e i personalismi, nella costruzione del bene comune. La difesa della vita, della famiglia e della libertà di educazione. La necessità di liberarsi dai luoghi comuni e dai vincoli dell’ideologia

Un allarme lanciato in maniera pacata, ma assolutamente “grave”: è la voce del cardinale Angelo Bagnasco,

presidente della Cei, che si è levata questa sera in Vaticano, all’apertura dell’assemblea generale dei vescovi, con una prolusione quanto mai preoccupata sulla situazione del Paese, non solo riguardo al lavoro e all’economia, ma anche sui temi etici, la famiglia, la vita. Cosa sta succedendo in Italia se il presidente della Cei parla di “vortice dell’emergenza”, di un “Paese al bivio”? Se giunge ad ammonire i politici perché diano il massimo del contributo tutte le parti in causa, evitando “intoppi e impuntature” che “resteranno scritti nella storia”? Evidentemente

la posta in gioco è il prolungarsi e forse l’incancrenirsi di una crisi dalle molteplici facce, che il cardinale Bagnasco ha dipinto come fonte di

“angoscia” per un numero crescente di persone, non solo per motivi economici ma anche etici e personali; dove emerge ancora una volta, come in tanti altri casi di difficoltà, la “generosità dei cristiani” ma che potrebbe non bastare più. Quindi, il monito della Conferenza episcopale è chiaro: anche se la Chiesa e il mondo gioiscono per la recente elezione di Papa Francesco, il dovere di tutti oggi, a partire dai cristiani, è quello

di essere partecipi di un grande sforzo per far recuperare alla società la forza di riprendere un percorso di crescita e sviluppo, le cui basi prima che economiche e finanziarie sono da cercare in un generale orientamento per il “bene comune”, prima e vera vittima della crisi finanziaria e politica di questi ultimi anni.

Il filosofo Francesco D’Agostino rilegge la

prolusione e rileva l’impronta

“mistica ecclesiale” che si può riassumere nell’espressione

“la Chiesa è una storia d’amore”. E ancora: “Su singole questioni, come la grave crisi occupazionale e la necessità che il lavoro non diventi una nuova forma di schiavitù, si registra ormai una convergenza. Dove invece questa convergenza manca è la famiglia, che il cardinale Bagnasco definisce ‘umiliata e indebolita’”

Insieme è possibile”, afferma infatti il presidente della Cei: è da qui che biso-gna partire?

“Nella prolusione il cardinale mette molto bene in evidenza che ai vescovi non sta a cuore una formula specifica, ma i principi. Molte volte il dibattito sui cattolici in politica si condensa in norme, pratiche, procedure, come se una riflessione sui principi fosse scontata o rappresentasse una questione di secondo ordine. È vero il contrario: la pastorale della Chiesa ha interesse solo ai principi, le determinazioni operative di principi spettano ai laici. È il principio della laicità cristiana, che continua a non essere capito o equivocato. Nella prassi, è ormai accettato che non esiste più unità nel cattolicesimo politico: ci possono essere aperture alla prassi di qualunque variabile, tutte legittime, a condizione però che i principi siano limpidi. L’utilità in sé non è un male, dice il cardinale, a patto però che non diventi un valore assoluto. Discorso analogo per il potere: se è inteso come servizio va benissimo, altrimenti si deforma”.

Pensare alla gente è l’unica cosa seria”, suggerisce il presidente della Cei ai poli-tici. Qual è la tendenza prevalente oggi?

“Negli ultimi mesi, il cattolicesimo politico italiano - che ha avuto meriti fuori dal comune, che oggi gli vengono riconosciuti - si è spappolato, ha perso consistenza parlamentare e non ha ancora adeguatamente riflettuto su se stesso e sulle sue responsabilità. Il cardinale Bagnasco chiede un esame di coscienza all’intera classe dirigente che ha responsabilità pubbliche: per ora, è un appello che non è

stato raccolto”. Quali i “fronti” più caldi?

“Su singole questioni, come la grave crisi occupazionale e la necessità che il lavoro non diventi una nuova forma di schiavitù, si registra ormai una convergenza. Dove invece questa convergenza manca è la famiglia, che il cardinale Bagnasco definisce ‘umiliata e indebolita’, e verso la quale si muovono attacchi ‘in modo felpato’, cercando cioè di farla implodere in modo molto ‘soft’. La famiglia è ciò che custodisce tre dimensioni fondamentali: è il presidio della vita, è il presidio delle energie morali ed è la garanzia della tenuta socio-economica del Paese. Ancora oggi, è la famiglia la principale agenzia di collocamento per il lavoro dei giovani, che trovano il lavoro grazie ai rapporti o al supporto del nucleo familiare: il fatto che la famiglia venga umiliata e indebolita non è quindi solo una grave lesione antropologica, è un attentato al vivere sociale”.

In che modo, e con quali argomenti, i cattolici possono combattere il “pensie-ro unico”?

“L’espressione ‘bonifica culturale’ dimostra che continua il forte impegno culturale della Conferenza episcopale italiana, come dimostra anche l’ultimo Rapporto-proposta sul lavoro. La Chiesa prende sul serio l’alfabeto dell’umano: non si limita a esortare gli altri a operare, ma ritiene un suo dovere specifico impegnarsi in questo ambito. È un modo per far capire l’importanza dell’identità cattolica, che è sempre un’identità incarnata: il carattere relazionale della persona è un principio cristiano formidabile”.

Come far riflettere non solo l’Italia, ma anche l’Europa, sull’individualismo dila-gante?

“Gli storici del futuro vedranno nella filosofia della relazione il punto determinante del pensiero cristiano del Novecento. Il tema della relazione è un

tema che accomuna la sensibilità del cristiano, non in chiave semplicemente confessionale: è un tema antropologico, che a livello confessionale diventa amore fraterno. I cattolici devono dirlo a voce alta: se la persona umana non viene intesa in senso relazionale, si produce un impoverimento sociale. Il ‘cancro della solitudine’ è l’abbandono: alcuni, pochi, possono scegliere la vita individuale come vita solitaria, ma i più sono abbandonati a una vita di solitudine, perché non sono aiutati a entrare in relazione. In questo l’Europa, come diceva Benedetto XVI, è in preda a uno ‘strano odio’ per se stessa: abbandona la vita nascente e la vita anziana. Il cardinale porta l’eutanasia come prova indiscutibile di questo atteggiamento, e pone il problema di come reagire a questa insensibilità che nel nostro Continente si va imponendo”.

M.Michela Nicolais©riproduzione riservata

INTERVISTA AL FILOSOFO FRANCESCO D’AGOSTINO

La Chiesa prende sul serio l’alfabeto dell’umano

Page 5: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

26 maggio 2013 5Primo Pianoamicoil nuovo• •

Erano almeno cinquecento i convegnisti provenienti da tutta Italia: direttori degli uffici “Scuola” diocesani, educatori, sacerdoti, laici impegnati nella pastora-le giovanile, docenti… ed era già questo un segno dell’interesse della Chiesa per il problema del ruolo formativo della scuola, specie in questo decennio dedi-cato alla educazione. In tutto il mate-riale fornito ricorreva un simbolo: la rete dei percorsi metropolitani, immagi-ne dei vari itinerari della vita giovanile, contrassegnati da quei punti di snodo che determinano i diversi orientamenti e che pertanto chiedono agli educatori di essere presenti.

La Chiesa per la scuola

di don Piergiorgio Giorgini*

LABORATORIO NAZIONALE PROMOSSO DALLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

L’UMANESIMO CRISTIANO AL SERVIZIO DI TUTTI Il convegno ha approfondito particolarmente due temi: la necessità di rimettere in cantiere un forte ruolo educativo della scuola, a cui la Chiesa intende dare un contributo di collaborazione e di esperienza per quell’umanesimo cristiano che annuncia e che incarna la sapienza del Vangelo; poi le problematiche delle scuole paritarie, sia per quel diritto che hanno le famiglie di scegliere indirizzi e valori formativi per i propri figli, sia per il servizio che queste offrono allo Stato e alla società, necessitando però di un dignitoso sostegno economico senza il quale non potrebbero sopravvivere e lo Stato cadrebbe nella contraddizione di averne bisogno, di accordarne il diritto, ma contemporaneamente di provocarne la morte.Ha introdotto i lavori il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, con lucidità, chiarezza e analisi potremmo dire scientifica dei temi e delle proposte offerte all’approfondimento dei convegnisti. Accurate le citazioni delle leggi, bene articolate le argomentazioni sostenute dalla conoscenza perfetta dei rapporti e delle intese tra Chiesa e Stato, precisa l’analisi dei diritti e dei doveri. Della sua

relazione vorremmo fornire una sintesi da proporre ai lettori in due interventi, come due sostanzialmente sono state le sezioni sviluppate.Nell’introduzione ha ricordato che il convegno di riflessione, confronto e preghiera intendeva essere la prima tappa di un importante itinerario di analisi e progettualità sui temi dell’educazione e della scuola. Ha subito affermato che la scuola va valorizzata, rinnovata e sostenuta e che solo una società che le dà il giusto valore promuovendola e sostenendola può guardare con fiducia al futuro. Ha sviluppato il senso e la portata implicita di ciascuna di queste parole, affermando poi con forza che la Chiesa è per la scuola perché interessata ad una formazione integrale e armonica dell’individuo. “Essa, che ha come compito specifico l’annuncio del Vangelo e la crescita dei credenti verso la pienezza della Grazia, è al tempo stesso «intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia» (Concilio: Gaudium et spes) e per questo fa sua la questione delicata e fondamentale dell’educazione”.

UNA SOCIETA’ CHE STENTA AD EDUCARE Il relatore ha poi sottolineato l’importanza decisiva che acquisisce oggi il tema dell’educazione, in rapporto alla continua evoluzione del contesto sociale ed economico nel quale siamo inseriti. La globalizzazione coi suoi ritmi frenetici e la competitività esasperata, esigono l’aggiornamento, la formazione e l’innovazione. Ma una società che non investe energie economiche e umane nella scuola, finisce per subordinare l’uomo al lavoro e al denaro: elemento che interpella fortemente l’ambito educativo. Inoltre, “Il contesto culturale nel quale siamo inseriti è spesso segnato da uno scetticismo e un individualismo che sfaldano i presupposti

stessi dell’educazione, finendo per ridurla a mera trasmissione di conoscenze e di capacità tecniche”. Così è reso invalido ogni giudizio di valore, ritenendolo parziale e soggettivo e il singolo è consegnato all’assoluta autonomia, senza riferimenti valoriali oggettivi che orientino sul piano etico e sociale, sottratto alla preziosità dei legami, confinato in se stesso, prigioniero della propria libertà incondizionata”. Questi presupposti, spesso vengono accettati acriticamente quasi come autoevidenti e indiscutibili, in un contesto pluralistico e democratico. Ma una generazione che rinuncia al compito di offrire riferimenti per una chiara lettura della realtà, rinuncia di fatto a educare e abbandona i più giovani alla solitudine mentre, magari senza saperlo, chiedono di essere accompagnati e di avere esempi credibili e autorevoli. Dobbiamo allora capire che siamo dentro un’emergenza educativa che non è esito di un singolo problema, superabile in qualche modo, ma è la nostra stessa società che stenta a educare, perché è paga del benessere raggiunto e dello sviluppo conseguito e si ritiene libera, perché autonoma dalle sue radici e dai valori più profondi. “E’ necessario quindi che la società nel suo insieme impari a concepirsi come comunità che educa, che forma persone e le accompagna nella vita” specie mentre l’educazione è sempre più intesa come trasmissione di saperi volti esclusivamente allo sviluppo tecnico. Questo avviene solo se l’educazione è trasmissione dell’immenso patrimonio valoriale e culturale della tradizione, pur all’interno di un contesto nuovo e di nuovi linguaggi. La Chiesa, soggetto educativo, sa di possedere questo patrimonio e lo offre. Nel contesto, va considerata la realtà della scuola che, pur non essendo l’unica agenzia educativa su cui pesi ogni responsabilità formativa, è tenuta però a superare le carenze della sintesi tra le varie nozioni

che fornisce, finendo spesso per separare “le dimensioni costitutive della persona, in special modo la razionalità e l’affettività, la corporeità e la spiritualità (CEI: Educare alla vita buona del Vangelo) divenendo una «scuola supermarket»che propone le conoscenze come prodotti di uguale valore tra i quali scegliere, incapace di indicare i fini che conferiscono significato ai mezzi proposti”.Ciò va contrastato con un’educazione che offra una visione alta della vita, valorizzando tutte le dimensioni della persona, non solo gli aspetti tecnici e scientifici, né solo quelli emotivi, ma l’uomo nella sua unità e totalità, corpo e anima, cuore e coscienza, pensiero e volontà (Gaudium et spes, 3). Scrive J.Maritain. “E’ il male metafisico che si fa sentire nelle profondità dello spirito e che tocca più impietosamente i giovani… voglio dire il vuoto, il nulla completo di ogni valore assoluto e di ogni fede nella verità… La gioventù contemporanea è stata sistematicamente privata di ogni ragione di vita. E questo è un crimine spirituale”.Inoltre, i frequenti tagli operati dalle istituzioni spingono gli educatori al disagio e alla demotivazione perchè non sentono il giusto riconoscimento del delicato compito formativo che svolgono e il vivere delle diverse generazioni in mondi separati ed estranei, rende faticosa la comunicazione tra docenti e alunni e difficile il rapporto tra famiglie e scuola. Queste chiedono sempre di più alla scuola, affidandole ruoli di supplenza, ma intanto perdono quello di essere le prime responsabili dell’educazione dei figli, mentre è necessario dare vita a un’autonomia formativa intesa come assunzione di responsabilità educativa.

*Ufficio Scuola diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

© riproduzione riservata

Page 6: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

19 maggio 20136 Regione PRovincia amicoil nuovo• •

• Impianti idro-termo-sanitari• Aria condizionata• Trasporto gas• Manutenzioni varie• Impianti antincendio

• Impianti idro-termo-sanitari• Aria condizionata

• Trasporto gas• Manutenzioni varie

• Impianti antincendio

Installatore qualificatoabilitato Legge 46/90

Magazzino: Via del Vallato, 17Pesaro - Tel. 0721 32583

RTC 336 284093

PREVENTIVI GRATUITI

“ORATORINSIEME” IL 21 GIUGNO A VILLA BARATOFF CON MONS. COCCIA

Consegnata la “parola educativa” agli Oratori

PRESENTAZIONE ED APPROFONDIMENTI A LORETO

Il Laboratorio dei TalentiLORETO - Si è svolto il 4 maggio, or-ganizzato dal Forum Oratori Marche, presso il Centro Giovanni Paolo II di Loreto, il seminario di presentazio-ne e approfondimento della nota CEI sugli oratori “Il Laboratorio dei Talenti”. Anche la nostra Diocesi ha partecipato con vari rappresentanti oratoriali. Nove i relatori che da varie prospettive hanno affrontato il tema degli oratori. Significativi i primi tre interventi di cui vorremmo accennare i punti salienti.Dopo una breve presentazione in-troduttiva, in cui Don Francesco Pierpaoli del FOM ha sottolineato la portata dell’opera messa in atto negli ultimi anni con il progetto Regionale degli oratori, rimarcando la valenza educativa, ha preso la parola Mons. Giancarlo Vecerrica - Vescovo de-legato dalla CEM per gli Oratori e la Pastorale giovanile. Ha raccontato di come la sua esperienza di un sacer-dozio formato nell’oratorio lo ha por-tato a capire meglio la sua vocazione a spendere la sua vita per i giovani. Perché spendere la vita per loro si-gnifica spenderla per tutti per le fa-miglie per la Comunità Cristiana. Una seconda riflessione di Mons Vecerrica derivava dal suo recente incontro insieme a Mons. Claudio Giuliodori, Mons Menichelli, Mons Orlandoni, Mons. Ronconi, e Mons Coccia con Papa Francesco, molto attento nel

conoscere la pastorale giovanile ed in quello che dice c’è sempre la voce sui giovani. Un’ ultima nota di rilievo su questo intervento, la testimonianza degli Oratori delle Marche come in-coraggiamento che essi nella Chiesa delle Marche e nelle Istituzioni ab-biano il meritato riconoscimento del carico di vita rappresentano, perché insegnano il vero mestiere della vita, con l’auspicio che in ogni Diocesi, in ogni Parrocchia si senta questa prio-rità di formare le nuove generazioni. Ha poi preso la parola l’assessore alla Cooperazione allo sviluppo, Im-migrazione, Sostegno alla famiglia e Servizi Sociali, Emigrazione, della Re-gione Marche Luca Marconi, il quale ha messo in luce il valore della leg-ge R. 31/2008, che riconosce il ruolo educativo, formativo, aggregativo e sociale svolto nelle comunità locali, degli interventi proposti da oratori e strutture simili. La centralità del seminario si è raggiunta, con l’ in-tervento di Mons. Claudio Giuliodori, Presidente della Commissione CEI per la Cultura e le Comunicazioni sociali. Anch’ egli entusiasmato dal recente incontro col Santo Padre ha posto in essere un primo interrogativo sul per-

ché di un documento dopo 5 secoli, visto che la Chiesa non è da oggi che s’ interessa dei giovani, di iniziative ne ha poste in essere tante, abbiamo figure straordinarie, perché oggi un documento sugli oratori? Fa notare Mons. Giuliodori che non si tratta di promuovere qualcosa di nuovo, di originale. L’esigenza delle due Com-missioni Episcopali di questa nota Pa-storale nasce innanzitutto dalla col-locazione in un decennio particolare, in cui la Chiesa italiana ha deciso di porre particolare attenzione alla sfida educativa “educare alla vita buona del Vangelo”. L’ oratorio in questo contesto ha recuperato una funzio-nalità ed un suo significato impor-tante. Approfondisce Giuliodori che molte cose sono cambiate in questi anni, molte iniziative hanno visto un certo declino, alcune addirittura una scomparsa. Gli oratori registrano una sostanziale tenuta non solo in questi ultimi anni e in parte legato a questo decennio di educazione, ma già pri-ma, con l’inizio di questo millennio, con l’ impegno della Chiesa italiana, nel suo progetto culturale, di torna-re ad essere un soggetto attivo in un’ educazione integrale della persona,

ha visto il recupero di questi spazi e di queste proposte. Non troviamo nella nota un modello di oratorio, essa non ha la pretesa di dire cosa deve essere in senso organizzativo, strutturale, un oratorio, vuole offri-re delle indicazioni all’ interno delle quali muoversi, con grande creatività, grande libertà ma nello stesso tempo cogliendo alcune istanze comuni e condivise in modo che sia davvero un azione organica della Chiesa italiana sul fronte della proposta educativa. Un altro elemento è che l’oratorio è un luogo dove si fanno esperienze di relazioni autentiche e strutturanti, cioè relazioni di presa in cura, presa in carico, davvero forti. E qui il tema degli educatori, il tema del contesto in cui l’oratorio è inserito, il tema del rapporto con la famiglia. Un altro tassello importante di questa nota è la progettualità, cioè l’oratorio non può svilupparsi, non può crescere, non può raggiungere i suoi obiettivi senza una progettualità. Altro valore importante le interazione pubbliche, e qui una nota di elogio alla nostra Regione: “poter dire al Consiglio Per-manente dove molti vescovi di altre regioni hanno raccontato di molte

difficoltà con le istituzioni che nell’ insieme siamo riusciti a conservare un sufficiente equilibrio e non ci si è chiusi gli oratori in un ambito stret-tamente ecclesiale”, è stato motivo di orgoglio, da questo punto di vista abbiamo nelle Marche una situazione ottimale e non solo il riconoscimen-to Regionale ma questo fa da volano per le Province e per i Comuni anche con cifre esigue, ma è comunque un segnale, un supporto che consente di qualificare l’offerta, gli spazi e le strutture dell’ oratorio e soprattutto da l’ idea di una convergenza educa-tiva. Per chiudere perché questo tito-lo “Il laboratorio dei talenti” è stato proposto da un vescovo e mi sembra molto efficace, l’idea di laboratorio vuol dire che non è un progetto sta-tico, non è un modello predefinito, è un laboratorio che recepisce anche le istanze. Talenti perché il futuro della Chiesa, della società sono i giovani, se diamo loro opportunità possiamo sviluppare i loro talenti e ne hanno tanti ed è motivo per noi di speran-za nel futuro. La Seconda parte del convegno è stata una carrellata di te-stimonianze interdiocesane sotto vari aspetti tra rapporto dell’ Oratorio ri-spetto alla parrocchia.

Il Responsabile del Progetto Diocesano OratoriDon Steven Carboni e Sabrina

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo scorso 16 maggio l’Arci-vescovo Piero Coccia ha incontrato animatori ed educatori di Oratorio per

consegnare loro la ‘parola edu-cativa’ in vista del tradizionale appuntamento “OratorInsieme”, che si terrà il prossimo 21 giu-gno con ogni probabilità pres-so Villa Baratoff dei missionari comboniani. Nella grande sala dell’Oratorio della Parrocchia Santa Maria Assunta in Montec-chio, di fronte ad un’assemblea gremita e dal volto giovane, l’Ar-civescovo Monsignor Piero Coc-cia ha parlato agli Animatori ed Educatori di Oratorio. Un incon-tro iniziato tre anni fa che divie-ne appuntamento importante e significativo.

“Attraverso la Porta”È stata questa la ‘parola educati-va’ dell’anno consegnata da mons. Coccia. Il riferimento è alla ‘Por-ta della Fede’ che apre l’uomo al mistero di Cristo. Nell’Anno della Fede e dopo il Sinodo sull’Evange-lizzazione, anche l’Oratorio tende gli sforzi educativi per condurre la persona verso l’esperienza di Cristo. In linea con il Convegno Diocesano del settembre 2012 sul-la “Fede adulta” e con il Convegno delle Chiese delle Marche che si riconoscono unite nel dono del-la fede. L’Oratorio è dunque una ‘porta’ che sta al ‘centro’ tra la Casa-Chiesa e la piazza.“Attraverso la Porta” dice la via: vivere in Cristo ‘porta dell’ovile delle pecore’ e puntare sul miste-ro pasquale, centro della nostra fede. ‘Attraverso’ è il ‘passaggio’, la Pasqua. “Attraverso la Porta” dice

la scelta consapevole di chi in Ora-torio vuole testimoniare il proprio cammino educativo sorto dalla sintesi fra vita e fede.

Laboratorio dei TalentiIn Italia l’esperienza degli Oratori prende vigore in modo nuovo. Su questa strada la nota della Cei dal titolo “Il laboratorio dei Talenti” offre precisi punti di riferimento e diviene ‘vademecum’ per il cam-mino di ogni Oratorio.Suddivisa in tre parti, offre una memoria di 450 anni di vita ora-toriana in Italia (menzionando san Filippo Neri, san Giovanni Bo-sco,...); le dinamiche dell’Oratorio e lo stile dell’educare; la responsabili-tà ecclesiale verso l’Oratorio quale ‘Laboratorio educativo dei talenti’. L’Arcivescovo Coccia si è sofferma-to sul capitolo II in cui si sottolinea che la Pastorale dell’Oratorio è una forma della Pastorale Giovanile. L’Oratorio quale ‘laboratorio’ ha uno scopo: integrare e fare intera-gire il rapporto fra vita e fede. Per questo è un processo formativo. Il metodo di cui dispone l’Oratorio: partire dagli interessi del mondo giovanile e offrire risposte adegua-te che sono progetto. L’Oratorio è luogo di evangelizzazione perché in esso la fede viene comunicata e testimoniata. La priorità educa-tiva dell’Oratorio è dare primato alla relazione e realizzare l’ascolto, l’accoglienza, l’ambiente umano, l’accompagnamento. L’Oratorio è luogo umano in cui si riflette e si verifica il cammino educativo annuale della Chiesa Locale. Ed è anche luogo di alleanze educative con la Famiglia, la Scuola, lo Spor-to, ecc. In Oratorio si esprime, at-

traverso il servizio, la coscienza di una Chiesa tutta ministeriale; Ani-matori ed Educatori svolgono un ‘ministero di fatto’.

Convegno Regionale delle Chiese marchigianeIl Convegno che ci approntiamo a celebrare (22-24 novembre 2013) servirà a far cogliere i cambiamenti avvenuti nelle Marche negli ultimi 20 anni. Mutamenti avvenuti anche nelle Chiese marchigiane che sug-geriscono vie di investimenti per il futuro. Un cambiamento significa-tivo è dal punto di vista culturale nell’interpretazione della vita, della Famiglia, del consumo; l’insorge-re di idolatrie (successo, carriera, ecc.). Cogliamo le Marche come “società plurale” , un cambiamento sociale e dello stato sociale (dalla sanità alla scuola, ecc.). Abbiamo alle spalle due esperienze: il Con-

cilio Ecumenico Vaticano II che ha portato un cambiamento di men-talità nella Chiesa; la Chiesa Italia-na che dagli anni ’70 si è data, per ogni decennio trascorso, un Piano pastorale incidente sul tessuto del-le Comunità.Quale scenario oggi della Chiesa marchigiana? La Riforma Litur-gia ad opera del Concilio e l’ap-proccio favorevole alla Parola del Signore; la consapevolezza di un laicato più maturo e partecipa-tivo; l’apporto dei Movimenti e delle Associazioni; un’esperienza di Chiesa partecipativa attraver-so gli organi collegiali (Consiglio pastorale, Consiglio per gli Affari Economici, il Consiglio Diocesano Oratori, ecc.). Cogliamo anche cri-ticità nella Chiesa marchigiana: un calo nella frequenza alla Liturgia; crisi di vocazioni e invecchiamen-to del Clero; il mondo giovanile disaffezionato alla fede; difficoltà

ad innovarci come Chiesa, legati alle vecchie tradizioni. Come può la Chiesa guardare al futuro? Oc-corre fare un’esperienza di fede autentica e profonda, una fede se-ria, sperimentata e vissuta; occorre leggere la realtà marchigiana com-prendendo le trasformazioni e rac-cogliendo le sfide dell’oggi che da esse provengono; occorre fare una forte esperienza di comunionalità (come ‘bene comune’) per supe-rare la ‘società plurale’, trovando linee comuni; avvertiamo la neces-sità di investire nella formazione di un laicato nei suoi tre aspetti: fa-miglia, giovani, operatori pastorali; abbiamo urgenza di farci carico di una nuova evangelizzazione che investe su una nuova e innovativa pastorale.

Don Giuseppe FabbriniDirettore Ufficio per la Pastorale

per gli Oratori© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 7: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

Regione PRovincia 26 maggio 2013 7amicoil nuovo• •

UNIVERSITÀ, UFFICI GIUDIZIARI, ORDINE DEGLI AVVOCATI

L’ateneo difende il tribunale di Urbino

URBINO. Come è noto, tra le mi-sure di contenimento della spesa pubblica di cui si parla da alcuni mesi, rientra anche la riduzione del numero delle sedi giudizia-rie e, di conseguenza, degli Or-dini degli avvocati che operano presso i Tribunali da sopprimere. Purtroppo, anche il Tribunale di Urbino è entrato nel mirino della spending review e i rischi che la sede giudiziaria di Via Raffaello chiuda presto i battenti sono al-quanto elevati.Sulla razionalità, e non solo eco-nomica, di simili strategie di con-tenimento della spesa si potrebbe discutere a lungo. Tra le tante e buone ragioni che militano con-tro la soppressione del Tribunale urbinate va senz’altro annoverata quella “sostanziale” legata all’esi-genza di una più effettiva ed im-mediata fruizione del diritto alla giustizia da parte di una cittadi-nanza sparsa su di un territorio assai vasto e distante dalla fascia costiera, così come quella “forma-le” che emerge dalla rilevanza che lo status di capoluogo di Provin-cia – che Urbino condivide con Pesaro – assume nel d.lgs. 7 set-tembre 2012, n. 155 recante “Nuo-va organizzazione dei tribunali ordinari e degli Uffici del Pubblico Ministero, a norma dell’articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148”.A queste evidenti ragioni se ne aggiunge un’altra più specifica e tutt’altro che trascurabile. Si tratta del necessario rapporto tra l’Università ed il Tribunale e, più in generale, con il mondo forense che gravita attorno ad esso.Il rapporto fra lo Studio universi-tario ed il Tribunale – vale a dire tra la formazione e la pratica ap-plicazione del diritto – è eviden-te in Urbino fin dalle origini del Tribunale e dell’Università. Am-bedue hanno radici nello stesso organo, il “Collegio dei Dottori”, istituito con decreto del 26 aprile 1506 del duca Guidubaldo II da Montefeltro con la funzione spe-cifica di giudicare tutte le cause del suo Stato non solo in prima ed in seconda istanza, ma – caso pressoché unico nella realtà del-

lo Stato pontificio del tempo – anche in terza istanza. Paral-lelamente a questa funzione di-veniva quindi indispensabile lo studio del diritto. Il rapporto fra la sede della cultu-ra e la sede della giustizia ha dato nel tempo frutti di particolare ri-lievo nella creazione e nello svi-luppo del diritto moderno, come dimostrano, per esempio, gli studi sulla capacità processuale dell’urbinate Biagio Micaelori e quelli di Aurelio Corboli sull’en-fiteusi e l’antica economia agri-cola, che certamente hanno potu-to crescere grazie alla presenza dei due centri entrambi coinvolti, pur per direzioni diverse, sulle stesse problematiche. L’importanza per l’Ateneo del-l’attività svolta dal Tribunale di Urbino si fa evidente anche,

per esempio, attraverso un’in-teressantissima opera inedita di Secondo Meriggioli, fanese e professore di “Istituzioni crimi-nali” (l’odierno diritto penale) che ha raccolto in sei volumi le sue “Difese e lettere legali”, uno spaccato di interpretazione giuri-dica e di pratica legale della se-conda metà dell’800. Né va tra-scurato l’interesse scientifico che l’importanza ed il collegamento delle due istituzioni (Tribunale ed Università) hanno suscitato in vari studiosi urbinati: si pensi agli studi di Morello e De Cre-sCentini sull’Ordine degli Avvo-cati di Urbino (2008), di GioMa-ro e De CresCentini sulla storia dell’avvocatura urbinate (2010) e ancora di GioMaro sul Tribunale di Urbino e sulla sua travagliata storia (2012).

Il rapporto stret-tamente funzio-nale tra Univer-sità e Tribunale emerge peraltro anche dalle varie forme di collabo-razione che lega-no le due istitu-zioni. Fra queste se ne debbono ricordare almeno due, da tempo in essere: la con-venzione tra i due enti che consente agli studenti del corso di laurea in Giurispruden-za ed ai laureati che frequenta-no la Scuola di specializzazione in professioni

legali di effettuare, sia durante sia al termine degli studi, tiro-cini formativi e di orientamento presso il Tribunale, affiancandosi a magistrati che li guidano nella conoscenza dell’attività giudi-ziaria; la presenza di magistrati del Tribunale urbinate nel Consi-glio direttivo della citata Scuola di specializzazione nonché fra i docenti della medesima al fine di contribuire ad una formazione dei futuri operatori di giustizia che sappia coniugare il profilo teorico con quello pratico.Non va inoltre trascurata la si-gnificativa opportunità che la presenza ad Urbino dell’Ordine degli avvocati fornisce ai neo-laureati in Giurisprudenza, non pochi dei quali hanno mosso e muovono tuttora i primi passi professionali negli studi legali

della città e del territorio.Il rapporto tra l’Ateneo – con il suo Dipartimento di Giurispru-denza, il quale, in esito alla ri-forma universitaria del 2010, ha raccolto l’eredità della gloriosa Facoltà giuridica – e l’Ordine degli avvocati è peraltro destina-to ad incrementarsi decisamente nel prossimo futuro dal momen-to che la legge di riforma del-l’ordinamento forense approvata al termine del 2012 prevede che una parte del tirocinio necessario per poter sostenere l’esame di abilitazione alla professione di avvocato possa essere svolto già durante l’ultimo anno del corso di laurea: il che presuppone una strettissima collaborazione tra l’Ateneo e l’Ordine forense del suo territorio naturale che sarà formalizzata nelle prossime set-timane. Nei delicati frangenti sto-rici in cui – dall’età della restau-razione postnapoleonica all’unità d’Italia fino al periodo fascista – si è posta l’esigenza di rivedere la geografia delle circoscrizioni giudiziarie, il mantenimento del Tribunale di Urbino e del mondo forense che lo circonda ha trovato solide giustificazioni anche gra-zie al rapporto con l’Ateneo. Oggi quelle ragioni sono ancora più forti e meritano di essere attenta-mente considerate se non si vuole correre il rischio che, tagliando drasticamente la sede giudizia-ria, si tagli anche la possibilità di fornire ai giovani che si accostano alle professioni forensi percorsi formativi realmente adeguati per l’inserimento nel mondo profes-sionale e del lavoro. Con buona pace, purtroppo, di quelle reali opportunità di “buona” occupa-zione per i giovani da tutti auspi-cate che, specialmente in un pe-riodo di grave crisi come l’attuale, nessun pur comprensibile proces-so di razionalità economica deve e può trascurare.

Stefano PivatoMagnifico Rettore dell’Università

di Urbino Carlo BoPaolo Pascucci

Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza© RIPRODUZIONE RISERVATA

FRANCESCA CIPOLLONI ALLA GUIDA DEL SETTImANALE DI mACERATA

“Emmaus” ha un nuovo direttoreFrancesca Cipolloni è il nuovo

direttore di Emmaus, il setti-manale della Diocesi di Mace-

rata – Tolentino – Recanati – Cin-goli - Treia e subentra alla figura storica di don Luigi Taliani, che ha guidato la testata fin dalla sua na-scita, nel 1986. Nell’organigramma del periodico, don Taliani rivestirà ora la carica di direttore responsa-bile sostituendo don Pietro Diletti. Francesca Cipolloni, 32 anni, di

Recanati, ricopriva, all’interno di Emmaus, il ruolo di capo-redatto-re ed è attualmente responsabile dell’Ufficio stampa della Diocesi di Macerata -Tolentino – Recana-ti – Cingoli – Treia: è la seconda donna marchigiana ad assumere la direzione di una testata diocesana della Federazione Italiana Settima-nali Cattolici, dopo Beatrice Testa-diferro di Jesi. Proprio all’interno della Fisc, oltre ad essere consi-

gliere nazionale, la Cipolloni è se-gretario e membro dell’esecutivo nazionale. L’annuncio della nomi-na è stato dato sabato 18 maggio nel corso di un incontro con tutti i collaboratori di Emmaus dove, alla presenza dell’Amministratore apo-stolico della Diocesi, mons. Clau-dio Giuliodori, ci si è confrontati sulle linee future da perseguire per garantire una maggiore diffusione del giornale nel territorio ed è sta-

to presentato il rilancio del nuovo sito del settimanale www.emmau-sonline.it. L’occasione è stata anche quella di salutare mons. Giuliodori, nominato a febbraio Assistente ec-clesiastico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: tutto lo staff della testata lo ha ringraziato per il suo continuo e fervente impegno sul fronte della comunicazione e per la sua paterna presenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

SABATO 1 GIUGNO, ORE 21, AL TEATRO COmUNALE

Concorso per commemorare Fernando MencheriniCAGLI - Per commemorare la fi-gura e l’opera del compositore cagliese Fernando Mencherini (1949-1997), sabato 1 giugno 2013, alle ore 21 al Teatro comunale di Cagli (ingresso gratuito), si terrà la serata conclusiva della seconda edizione del concorso interna-zionale di interpretazione di mu-sica contemporanea “FERNANDO MENCHERINI”, promossa dall’As-sociazione Contemporaneo di Ca-gli, con il sostegno del Comune di Cagli - Assessorato beni e attività culturali di Cagli (assessore e vice sindaco Alberto Mazzacchera) e dell’Istituzione Teatro Comunale (diretta dal prof. Massimo Pulia-ni), e con il patrocinio della Fede-razione Cemat di Roma.Le oltre cinquanta iscrizioni, per-

venute sia dall’Italia sia da nume-rosi altri paesi (Austria, Spagna, Svizzera, Germania, Giappone...) confermano il successo già riscon-trato dalla prima edizione del concorso, svoltasi nel 2007, non-ché il forte interesse dei giovani esecutori verso la musica contem-poranea. La serata conclusiva del concorso, che prevede la premia-zione e il concerto dei vincitori, si terrà nell’ambito del progetto “Cagli prima A teatro” al teatro comunale sabato 1 giugno 2013, alle ore 21. La giuria del concor-so è presieduta dal musicologo prof. Renzo Cresti ed è composta dal pianista Fausto Bongelli, il cui recente CD “Bongelli plays Men-cherini” è interamente dedicato al maestro Mencherini, dal sasso-

fonista e direttore del Conserva-torio di Fermo Massimo Mazzoni, dall’organizzatore di festival mu-sicali e teatrali Gianfranco Leli e da un rappresentante della fami-glia del compositore.Nel corso della serata la giuria di-chiarerà i vincitori della seconda edizione, che si esibiranno nei brani scelti dalla vasta produzio-ne di Fernando Mencherini. La serata si concluderà con la partecipazione straordinaria del sassofonista Massimo Mazzoni che eseguirà un brano particolare della produzione mencherinia-na: “Piangere la pietra”, per sax e voce, su testo e con la voce reci-tante (registrata) del poeta Edoar-do Sanguineti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 8: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

26 maggio 20138 Regione PRovincia amicoil nuovo• •

Così si chiamavano una volta, quando ancora non avevano

invaso giornali e televisione, quei termini che non sono contenuti nei dizionari. Fino a questo momento, almeno i politici si erano salvati dal malcostume verbale, ma l’avvento di Grillo ha costretto i giornalisti a riportare i suoi insulti coprolalici se non altro per diritto-dovere di cronaca. L’uso di parole con chiari riferimenti sessuali o fecali si è diffuso a tutte le categorie ed alberga tranquillamente nelle scuole almeno durante l’intervallo. Ricordo, da insegnante, di aver sentito una ragazza dire alla sua compagna di classe “Non mi rompere …” Che fare? Una nota sul registro finisce direttamente in cronaca, rimproveri formali non sortiscono nessun risultato, allora la ammonii per aver accumulato in una frase ben due imprecisioni: una verbale e l’altra anatomica, non potendo possedere, da donna, quegli organi che non dovevano essere rotti. Dalle risate delle altre ragazze capii che l’ironia colpisce più di una nota sul registro. Un altro luogo dove fioccano le parole forti è la nostra redazione. Non preoccupatevi, non siamo noi e nemmeno i nostri lettori; dalle finestre che danno sul sagrato del Duomo, per un effetto acustico tipo orecchio di Dioniso, tutto quello che viene sussurrato dai passanti in via Rossini viene percepito chiaramente. Si sentono termini di tutti i tipi come scambio di opinioni e colloqui personali. Siete avvertiti, noi sentiamo tutto! Un pomeriggio si sono trattenute due signore a parlare dei fatti loro ed una ha detto: “Mi raccomando questo non lo deve sapere nessuno”. Per discrezione ho chiuso la finestra.

Alvaro Coli© RIPRODUZIONE RISERVATA

il peperoncino

Parolacce

IL CODACONS CHIEDE AI NAS E ALLA FINANZA IL SEQUESTRO DELLE SALE VLT

Nelle Marche è “guerra” al gioco d’azzardoIl Codacons ha presentato un esposto ai

Nas, alla Procura della Repubblica e alla Guardia di Finanza di Ancona, chieden-do di aprire una indagine sulle sale VLT

(videolottery) aperte in regione.La dipendenza da gioco d’azzardo è diventata ormai una vera e propria epidemia – spiega l’associazione, che proprio nei giorni scorsi ha presentato i dati relativi al fenomeno. Il 30% dei giocatori italiani ha problemi di gio-co patologico, percentuale che sale al 50% tra i disoccupati; il problema riguarda inoltre il 25% delle casalinghe e il 17% degli studenti. Tutto ciò, mentre aumenta in modo impres-sionante il numero di sale dedite al gioco aperte in regione.“Il giocatore patologico mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d’azzar-do, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nel tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche e trascurando i normali impegni della vita per dedicarsi al gioco – spiega il Codacons nel-l’esposto - Tra le conseguenze più evidenti provocate da tale patologia vi sono sicura-mente quelle legate alle perdite finanziarie e dei propri beni, oltre alle ripercussioni sul-l’ambiente di lavoro, le separazioni e i divor-zi; a ciò si aggiungano i rischi di associazioni ed altre dipendenze, soprattutto alcool e stu-pefacenti, oltre allo sviluppo di disturbi legati

allo stress. Si consideri, inoltre, che la diffu-sione di massa del “gioco d’azzardo” è tra le prime cause di indebitamento delle famiglie ed è l’anticamera del ricorso al prestito usu-raio”.“Vi sono, nel caso dell’azzardo con apparec-chiature informatiche, tre fattori che nella realtà rendono vulnerabili le persone che si accostano a tale tipo di scommessa puntata: 1. l’esiguità della singola giocata, che abbassa la soglia di percezione del danno che deriva dal comportamento; 2. l’affrettata ripetitività del tentativo successivo che non consente la rielaborazione del quanto si è appena svolto; 3. la somiglianza o l’identità con il mezzo im-piegato per i fun games, cioè per i videogio-chi di abilità senza vincita. Il gioco elettroni-co – scrive ancora il Codacons nell’esposto - è ripetitivo e ipnotico con un ritmo serrato che permette di comunicare difficilmente anche con le persone sedute accanto, non permette alcun divertimento né incentiva la voglia di socializzare”.Il Codacons ha dunque chiesto a Procura, Nas e Gdf di aprire una indagine volta ad ac-certare l’eventuale sussistenza di fattispecie penalmente rilevanti e ogni altra fattispecie criminosa che venisse individuata, quali il gioco d’azzardo, riciclaggio, estorsione, e di valutare, laddove necessario, il sequestro del-le sale vlt presenti sul territorio regionale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

RICORDATO JEAN-BAPTISTE NICOLAS ROBERT SCHUMAN

Le Marche e la giornata dell’Europa

Il 9 maggio 1950 nasceva la spe-ranza degli “Stati Uniti d’Eu-ropa”. In quel giorno Robert

Schuman, avvocato e ministro de-gli Esteri francese, espose l’idea di una nuova forma di cooperazione

politica per l’Europa, che avreb-be reso non solo impensabile ma materialmente impossibile una guerra tra le nazioni europee. Il suo celebre discorso, all’indoma-ni della fine del secondo conflitto

mondiale (oggi ricorda-to come “Dichiarazione Schuman”), viene consi-derato l’atto di nascita di una Europa politicamen-te e economicamente unita, ed è per questo che ogni anno, il 9 maggio, si celebra la “Festa del-l’Europa”. Nella sua storica Di-chiarazione Schuman propose la realizzazio-ne di una Comunità europea per la gestione

della produzione del carbone e dell’acciaio (CECA). Quella che era stata una semplice regola-mentazione degli scambi si tra-sforma con il Trattato di Roma (1957) in Cee (Comunità Econo-

mica Europea) e con il Trattato di Maastricht del 1992 in Unio-ne Europea. Per ricordare il ven-tesimo anniversario del concetto di cittadinanza europea, il 2013 è stato proclamato dalla UE “Anno europeo dei cittadini”, dedicato ai diritti di cui godono automati-camente, nell’intera unione, tutti coloro che ne sono cittadini. In questo contesto l’Assemblea Le-gislativa delle Marche ha celebrato in aula la giornata dell’Europa, aprendo la seduta con un inter-vento del professor Roberto Bin, ordinario di diritto costituzionale all’università di Ferrara che ha of-ferto ampi spunti di riflessione.

Cinzia Ceccaroli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Quando le buone notiziefanno notizia!

Lettere al direttore

Riportiamo a seguire una rapida carrellata di reazio-ni giunte ai nostri indirizzi in seguito alla notizia dell’onorificenza al merito conferita dal presidente

della Repubblica Giorgio Napolitano a Don Marco Di Gior-gio e Matteo Donati della Caritas Pesaro e a Paola Ricciot-ti de “I Bambini di Simone” di Fano. Il riconoscimento è stato conferito grazie alla segnalazione che un ospite di “Casa Speranza” ha voluto inviare al Quirinale.

laura Di Marzio: che bello leggere di queste cose, non solo per Pesaro che spesso crediamo essere una città “fredda” ma soprattutto per Paola e Don DiGio che sappiamo essere persone dal cuore enorme, oltre che dalla grande forza di volontà! // luca carboni: Grandi!!! Tutto il mio affetto e la mia stima ai nuovi cavalieri! // Barbara Binci · che sei un grande l’abbiamo sempre saputo.....addirittura cavaliere!!! ti vogliamo tanto bene, Digio!!!buona vita!” // rita nardel-li: “Complimentoni ... favolose persone. // chiara Zaffini ·Che bella notizia! Complimenti davvero! // nadio carloni complimenti! // Alessandra Torri ·Congratulazioniiii Don Marco!!! Sei veramente in gamba! Un abbraccio // Anto-

nia patrignani ·una notizia stupenda // lara capocoro: “urca!!!! Congratulazioni!” // Annalisa Giorgi e vaiiiiiiiiiii Di-gioooooo // Barbara Bergamaschi · grande complimentosi // Margherita Bergamaschi · wow!! complimenti!!! // clau-dia Vanzolini Che bello! Queste sono grandi soddisfazioni che ripagano di ogni fatica! // Silvia Del pivo Complimen-ts!!! // Alessandro paci “Che roba bella ragazzi!!! Le favole esistono!!!! Complimentonissimi ragazzi!!!! // Miky Bussetti ecco i buoni frutti.... // Veronica Giacomini Raga c’è Matteo Donati della Caritas! // eleonora Giardini Bravo Digio e tut-ti i volontari della Caritas !!! Soprattutto grazie per il vostro impegno !!! // Valentina leardini Ho letto il nuovo amico proprio in chiesa al Pelingo. // Vanna leonardi bravi! Ma mi piace ancor più l’aspetto che sia stato uno degli ospiti a segnalare il buon lavoro svolto e a riconoscere il valore del bene ricevuto. qualcuno è riconoscente del bene ricevuto :-) // luca pandolfi Cavaliere Don Marco Di Giorgio, congra-tulazioni !! // Anna rita Guidi Spalancate le porte a Cristo c’invitava Giovanni Paolo II e voi lo fate ogni giorno; grazie e grazie dell’ esempio. // Anna clini Rallegramenti! Adesso mette “soggezione”. Come si dice in greco? // Marina car-luccio Bella notizia che, come sempre, non farà notizia per lasciar posto solo alla malvagità umana. Un grazie di esiste-re e di dare il buon esempio con la semplicità dell’amore. // renato Frattesi Congratulazioni!! // robi cat Digio sei un grande ;-)) // Anna Maria Bartolucci Grande Digio!!!! // Massimo Bonatti Tutto vero. Devi procurarti l’ultimo Nuo-vo Amico. Un ospite della “Casa Speranza” scrive al Presi-dente della Repubblica parlando dell’accoglienza ricevuta, citando le tre persone... Dopo una verifica da parte della segreteria della Presidenza arriva il comunicato... // Attilio Benoffi Bravi!! Riconoscimento Merititatissimo...anzi forse non sarà abbastanza! ed ho anche una gran soddisfazione

a dire....” forse a Roma non lo sapevano che questi tre me-ritavano un’onorificenza, ... ma noi a Pesaro si!”Marco Di Giorgio GRAZIE A TUTTI RAGAZZI!!!! MA L’ONORE-FICIENZA E’ SOPRATTUTTO PER TUTTO LO STAFF DEI VOLON-TARI DELLA CARITAS E DEI BAMBINI DI SIMONE!!!!

***Maria pia Boni Per favore, non chiamate “BARBONE” una persona che sta cercando di ricostruire la propria vita e deve ricevere x qs., apprezzamento dalla ns. città. E’ un ter-mine denigratorio e dal ns. settimanale cattolico mi aspetto più sensibilità. // Francesca Gatti Un tempo per non offen-dere i ciechi si è iniziato a chiamarli non vedenti. Poi loro stessi hanno chiesto di tornare a chiamarli ciechi. Qualche giorno fa il ministro Kienge ha detto che le sta bene esse-re chiamata nera piuttosto che di colore. Una volta c’erano i bidelli ora divenuti operatori scolastici, così gli spazzini, oggi operatori ecologici, e si potrebbe continuare. I barboni li chiamano clochard ma la gente li evita lo stesso. Il Nuo-vo Amico ha fatto benissimo a scrivere “barbone” perché non solo non denigra nessuno ma quell’articolo è una bella sberla al falso perbenismo anche di alcuni cattolici.

DoMenicA 26 MAGGio

i° Giro delle celleTTe

La pro loco di Santa Maria dell’Arzilla, vuole proporre un cammino alla scoperta della devozione rurale del Nostro Territorio, raggiungendo a piedi le piccole cellette e le piccole

chiese dedicate al culto mariano. Ogni anno si proporrà un percorso diverso. Quest’anno il Giro ci porterà al Borgo della luca Per l’occasione sarà aperta la chiesa e si potrà ammirare il dipinto della Madonna del Divino Amore (XVII sec). Per Info e Prenotazioni: [email protected] 333.1329399 Riccardo

Page 9: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

26 maggio 2013 9amicoil nuovo• •

Redazione di Pesaro:Via del Seminario, 4 - 61121 PesaroTel. 0721 64052 - Fax 0721 69453E-mail: [email protected]

GASTRONOMIA«del PORTO»

APERTO FINO ALLE 21COMPRESO I FESTIVI

LUNEDI CHIUSO

Pesaro - Via A. Cecchi, 16 - Tel. 0721.371262

Se vuoi gustare la vera

trippa in pignatta, vieni

alla scuola della Giannina...La qualità il nostro piatto forte!•Porchetta di nostra produzione

• Fagioli con le cotiche• Polenta al capriolo, cinghiale e lepre

servizio a domicilioPizza al Piatto

Pizza maxi Con un minimo di 20€ una bibita in omaggio

(bottiglia da 1,5 Lt. o birra da 66 cl.) Si accettano buoni pasto-card

Pizza al taglio

Andrea Parri ConsultingV. Leopardi n°20

61022 Colbordolo (PU)+39 328 0030 149

e-mail: [email protected] www.andreaparri.com

“CHIESA E MASS MEDIA. QUALE INFORMAZIONE?” - IL 30 MAGGIO A PALAZZO ANTALDI

Conferenza del direttore di AvvenireGiovedì 30 maggio alle ore 18, presso l’Auditorium di Palazzo Montani Antaldi a

Pesaro, il direttore del quotidia-no Avvenire , Marco Tarquinio, terrà una conferenza su “Chiesa e mass-media. Quale informazio-ne?”. Presieduta dall’Arcivescovo di Pesaro, mons. Piero Coccia, la conferenza è organizzata dal-l’Ufficio per le Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Pesaro, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II”. L’occasione è offerta dalla XLVII Giornata Mon-diale delle Comunicazioni Sociali,

il cui messaggio, già pubblicato da Benedetto XVI, si intitola “Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione”. Per il “Giovanni Paolo II” si tratta del terzo momento pubblico de-dicato all’anno della fede, dopo quelli con i Cardinali Ruini e Ra-vasi. Il Direttore Tarquinio ha una lunga esperienza nel mondo del giornalismo. Umbro, dopo avere

collaborato con il settimanale cattolico La Voce, è stato cronista politico-parlamentare ed esper-to di politica interna e interna-zionale per alcuni quotidiani nazionali. Entrato in Avvenire, è diventato Caporedattore centrale della redazione romana del gior-nale, dal 2007 Vicedirettore a Milano, e infine Direttore respon-sabile dal 24 novembre del 2009.

E’ anche consultore del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali. E’ possibile ricevere ul-teriori informazioni sulla confe-renza telefonando alla segreteria dell’Istituto “Giovanni Paolo II” di Pesaro, allo 0721/52109, ogni lunedì, martedì e mercoledì dal-le 17,30 alle 20, oppure visitando il sito www.issrpesaro.it.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

VEGLIA DI PENTECOSTE PRESIEDUTA DALL’ARCIVESCOVO MONS. COCCIA

Preghiera e appartenenza alla Chiesa locale

“Pregare insieme, interioriz-zare la parola del Signore, consolidare il senso di ap-

partenenza alla chiesa locale”: così l’Arcivescovo Piero Coccia ha sin-tetizzato il significato della Veglia di Pentecoste, da lui presieduta il 17 maggio scorso in Cattedrale alla presenza di numerosissimi fedeli. Il gesto, guidato dal Vica-rio Generale don Stefano Brizi e

accompagnato dai canti del “Rin-novamento nello Spirito” e della “CPG band”, si è articolato in tre momenti: la memoria del batte-simo, perché è con il battesimo che gli uomini vengono abitati da quello stesso Spirito che duemila anni fa prese dimora nei discepoli, donando loro il coraggio della te-stimonianza; l’ascolto della Parola, spiegata e commentata dall’Arci-

vescovo; il rinnovo delle promesse battesimali con cui i presenti si sono impegnati nuovamente, in questo Anno della fede, ad annun-ciare, testimoniare, seguire Cristo nella quotidianità della loro vita.Il nostro essere chiesa, ha det-to inizialmente Mons. Coccia, si fonda sull’esperienza della comu-nione e della missione. “Comunione”, cioè condivisione

dello stesso dono (“cum” “munus”), il Signore risorto, unica fonte di unità per i credenti, pur nella straordinaria diversità dei carismi e delle esperienze.“Missione” nel senso di “andare” verso il mondo “tesi a narrare con la vita e nella vita l’incontro con il Signore”.Riferendosi poi all’episodio (nar-rato negli Atti degli Apostoli) di un Etiope eunuco che solo grazie alla spiegazione del diacono Filip-po riesce a comprendere il brano di Isaia che sta leggendo e decide di farsi battezzare – l’Arcivesco-vo ha affermato che anche nella nostra chiesa locale ci sono tante persone che, pur possedendo una certa religiosità, come l’Etiope o pur essendo battezzati, cresciuti ed educati in ambienti cristia-ni, non hanno ancora incontrato veramente il Signore, non sono quindi plasmati da lui nell’intel-ligenza, nella volontà, nei senti-menti; sono fermi, per così dire, sulla “soglia” della fede.Sono proprio costoro innanzitutto che devono essere rievangelizzati nel nostro tempo. Come è stato sottolineato nel recente Sinodo della chiesa universale e come si ribadirà nel prossimo Convegno delle chiese marchigiane, oggi è necessario rivolgere particolare attenzione a coloro che sono già cristiani e vivono in paesi di anti-ca tradizione cristiana, la cui fede però si è intiepidita e illanguidita. Queste persone ci richiamano, ha

proseguito mons. Coccia, ad es-sere come Filippo, “obbedienti” al Signore, disponibili a “salire sul loro carro”, a intessere relazioni, a far incontrare ad altri il bene che noi abbiamo incontrato. Alle Vergine, infine, l’Arcivescovo ha voluto affidare la nostra comu-nità diocesana con la seguente preghiera:Santa Maria dona alla Chiesa di oggi l’entusiasmo degli inizi. Preservala dalla tristezza dello scoraggiamento e dagli angusti perimetri di chiusura e di fram-mentazione. Falle guardare la sto-ria con la tua lungimiranza. Solo così potrà divenire complice dello Spirito e rinnovare la faccia del-la terra. Santa Maria, madre del Signore aiutaci a cogliere la verità di Cristo per cogliere tutta la veri-tà sull’uomo. Santa Maria, donna della Pentecoste rendici partecipi dei sette doni dello Spirito San-to. Allora i giorni si colmeranno di sapienza. Allora avremo l’in-telletto per intuire dove portano i sentieri della vita. Allora pren-deremo consiglio sui percorsi più praticabili. Allora decideremo di affrontarli con fortezza. Allora avremo la scienza per conoscere le insidie che la strada nasconde. Allora ci accorgeremo della pietà cioè della vicinanza di Dio accan-to a chi viaggia. Allora ci dispor-remo a camminare gioiosamente nel suo Santo timore. Amen.

Paola Campanini© RIPRODUZIONE RISERVATA

APPUNTAMENTO ORGANIZZATIVO IL 27 MAGGIO Rassegna di cori e canti per la liturgiaL’Ufficio per la pastorale liturgica del-l’Arcidiocesi di Pesaro si prepara già alla festa del Patrono. «A settembre – scrive il responsabile dell’Ufficio dio-cesano don Gino Rossini ai direttori dei cori liturgici – nel contesto della settimana di preparazione alla festa di S. Terenzio, si terrà la Rassegna di canti e cori per la liturgia: “Cantiamo la no-stra fede”. Per organizzare questa ma-nifestazione è necessario incontrarci con un referente del vostro coro; l’ap-puntamento è per lunedì 27 maggio alle ore 19 presso la sala parrocchiale del Duomo in via Collenuccio 15».

PARROCCHIA DI CRISTO RE

Sacramenti della Confermazione e dell’EucarestiaDomenica 26 maggio e

Domenica 2 giugno, nella parrocchia di

Cristo Re, durante le S.Messe delle ore 11, si conferiranno rispettivamnete i sacramenti della Cresima e della Comu-nione, due momenti rilevanti per la comunità parrocchiale. Domenica 26 maggio il Ve-scovo Mons. Piero Coccia conferirà il sacramento della Confermazione a 13 ragazzi e ragazze i quali conferme-ranno i loro voti e le promesse

battesimali fatte dai loro pa-drini e dalle loro madrine du-rante il battesimo. Il dono del-lo Spririto Santo scenderà su di loro e attraverso questo Sa-cramento diventeranno adulti nella fede, capaci di parteci-pare alla missione evangelica della Chiesa.Domenica 2 giugno il parroco Don Giovanni Paolini confe-rirà il Sacramento dell’Euca-restia a 14 bambini e bambi-ne. La Prima Comunione è un momento importante ed

emozionante per tutti i fan-ciulli perche attraverso l’ostia consacrata, cibo di vita eterna, entrano in intimità con Dio.A questi due momenti saran-no presenti anche i catechisti ai quali va tutto il ringrazia-mento della comunità parroc-chiale.

Rita Luccardini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nella foto mons. Coccia con la piccola Alice Pucci che

il prossimo anno farà la comunione

Page 10: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

Pesaro26 maggio 201310 amicoil nuovo• •

Brev

iari

o di

not

izie

pesa

resi

A cura di Vittorio Cassiani

DOMENICA 26 MAGGIO“L’EUCARESTIA EDUCA LA FAMI-GLIA” – Da oggi a sabato prossimo adorazione eucaristica nella chiesa di via della Maternità con la parroc-chia di Montegaudio e le Suore Car-melitane.CON IL CAI – Escursione all’Appen-nino fabrianese, da Angolla al Mon-te Primo. Accompagnatori: Roberto Branchesi (349.5528113) e Roberto Annibalini (347.1451759).“ALLA FESTA DEL PRINCIPE PRU-GNOLO” – Visita guidata alla Sa-gra di Miratoio. Con “Il Ponticello” (0721/482607). Ritrovo, alle ore 9, presso “Polvere di cafè”, via Fratti 126. Quota euro 12.FESTA DEL PARCO – Passeggiata guidata al San Bartolo con “Il Ponti-cello” (0721/482607).Ritrovo, alle ore 9.30. presso “Polve-re di Cafè”, in via Fratti 126. Quota euro 12.VISITE AL PALAZZO DUCALE – Pre-visti due turni: alle ore 9.45 ed alle 11.15. Prenotazioni: 338.2629372.“TRA ARTE ED EDUCAZIONE” – Camminata dalla Pescheria agli Orti Giuli, all’Osservatorio Valerio, per bambini dai 6 ai 10 anni con geni-tori. Centro arti visive Pescheria, ore 10. Info: 349.8062441.A MONTELABBATE – E’ in program-ma, dalle ore 10, a cento anni dalla sua istituzione, una visita guidata al cimitero, luogo dei ricordi e degli af-fetti nonché immagine di evoluzio-ne di un paese.“SOCIALE BOCCE” – Scadono oggi

i termini per poter partecipare alla 16^ rassegna di sport e socializzazio-ne promossa dal Coordinamento dei Centri sociali anziani e dalle associa-zioni di volontariato Auser ed Anteas. Info: 0721/862451 – 333.4235838.WEEK-END GASTRONOMICI – Ri-storanti aperti: Bellavista (Acquala-gna), Locanda dal Tedesco (Borgo Pace), Sciovie Monte Nerone (Monte Nerone – Piobbico), Il Prezzemolo (Pietracuta di San Leo), Da Lorenzo (Gallo di Petriano).“ASPETTANDO LA SERA” – “Cirano Quintet” in concerto. Dalle ore 18 in piazza Valbruna di Gabicce Monte. Ingresso libero.MUSICA A CENA – Nel Castello di Candelara, Locanda Ricci, dalle ore 19.30 alle 21.30. SR2, Susanna Pol-voni (voce) e Riccardo Marongiu (chi-tarra). Costo euro 15.RASSEGNA DI DANZA CONTEMPO-RANEA – “In & off”. Teatro Speri-mentale, ore 21.

LUNEDI’ 27 MAGGIOSPORTELLO HOME CARE PREMIUM – Presso “Informa famiglia” del Comune di Pesaro. In via Rossini (accanto al teatro Sperimentale). Servizi gratuiti di assistenza domi-ciliare e contributi economici alle famiglie. Orario: lunedì e mercoledì 9-13; martedì, giovedì e venerdì 9-13 e 15.30 – 19; sabato 10-12. Info: tel. 0721/387483.INSIEME IN VACANZA – Soggiorni climatici per i cittadini della terza età. La Segreteria organizzazione vacanze è disponibile per le infor-mazioni sui turni dal 17/5 al 18/7 e

dal 18/8 al 20/9. Info: Sportello “In-forma & Servizi” (Largo Mamiani 11 – tel, 0721/387400) o 0721/387459.NELL CHIESA DELL’ADORAZIONE – Santo rosario meditato, vespri e be-nedizione eucaristica con il gruppo di preghiera “Padre Pio”. Ore 17.15.

MARTEDI’ 28 MAGGIOLE CHIESE DEL CENTRO STORICO –Visita guidata dalla professoressa Grazia Calegari. Partenza dalla sede del Circolo socio – culturale Maria Rossi (via Toschi Mosca 20) alle ore 16.30.“LA STORIA DEL CINEMA” – Al “Sola-ris”. Sullo schermo: “Gli ultimi giorni della celluloide prima dell’arrivo del digitale” (dal 1990 al 19989) e “Gli anni ’90. I primi giorni del digitale. La realtà perde la concretezza in America e in Australia”. Ore 21.

MERCOLEDI’ 29 MAGGIOCENTRO ESTIVO MARINO – Per tutti i minori frequentanti le scuo-le primarie. Oggi ultimo giorno per le iscrizioni. Previsti due turni: dal 1° al 17 e dal 18 al 31 luglio. Info: Servizio politiche educative del Co-mune di Pesaro, via Mameli 9. Tel. 0721/387411.INIZIATIVE DEL CIF – Visita guidata, con don Giovanni Paolini, al Santua-rio della Beata Vergine del Faggio (Carpegna). Info. Giusi (0721/638692) o Doriana (0721/371039). MESE DEL BENESSERE – Conversa-zione di Susanna Murray: “Autosti-ma e immagine corporea femminile (danza Movimento terapia)”. Palazzo Gradari, ore 21.

GIOVEDI’ 30 MAGGIO“CHIESA E MASS-MEDIA” – Conver-sazione di Marco Tarquinio direttore del quotidiano “Avvenire”. Audito-rium di Palazzo Montani – Antaldi. Ore 18.AL “SOLARIS” – Conclusione della proiezione dei film sulla storia del cinema. In visione “Gli anni 2000 e oltre. Il cinema completa il giro: il futuro dei film”. Ingresso gratuito. Info: 0721/410615.

VENERDI’ 31 MAGGIOCONCLUSIONE ANNO ACCEMICO

UNILIT – Celebrazione, inoltre, del 25° di attività. In Urbino. Partenza alle ore 9.

SABATO 1° GIUGNO“DENTISTI A TUTTO CAMPO” – Prevenzione. Fino al 20 giugno sono possibili visite gratuite…dal “dentista più vicino”. Numero ver-de: 800.911.202.MUSEO DELLA MARINERIA – In viale Pola 9, Villa Molaroni. Entra in vigore l’orario estivo, da giugno a settembre: venerdì, sabato, do-menica e festivi 10-13 e 16-19.

L’ARCIVESCOVO ALLA VICARIA DI S. MICHELE ARCANGELO

“Battezzato” il nuovo Consiglio dei laiciLunedì 13 Maggio il Grup-

po di preghiera “I 13 di Fatima”, dopo aver recitato il Rosario, ha accolto l’Ar-

civescovo Mons. Piero Coccia in occasione della visita al Santuario Mariano di S.Maria dell’Arzilla ove ha celebrato la S. Messa e in-contrato i laici della Vicaria di S. Michele Arcangelo.Mons.Coccia, nella sua omelia ha invitato i presenti a pregare con assiduità per le vocazioni sacer-dotali. Inoltre ha “battezzato” il nuovo Consiglio dei laici della Vicaria. E’ stato poi presentato all’Arcivescovo il primo cammi-no programmato dal Consiglio. Dopo una breve introduzione del Vicario Foraneo, Don Severo, Katia Bonazzoli ha relazionato sul cammino formativo (1° lune-dì del mese), una necessità per dare solide fondamenta alla cor-

responsabilità dei laici per la loro “peculiare vocazione”; Luciano Brunelli, referente della Pasto-rale famigliare, ha presentato il cammino proposto alle famiglie; inoltre si è deciso di chiudere l’an-no catechistico invitando tutti i ragazzi della Medie della Vicaria a Villa Baratoff l’8 Giugno pros-simo. L’Arcivescovo, iniziando la sua catechesi, ha parlato del suo incontro con Papa Francesco e ha riferito che al Santo Padre stan-no a cuore la famiglia, i giovani ed i laici e ha invitato i presen-ti a sentirsi parte della Chiesa E’ un’appartenenza attiva perché “il cammino della Chiesa è in mano ai laici” per la dignità ecclesiale che è dono del Battesimo. Questo Sacramento inserisce e rende ogni battezzato parte della Chiesa”. Ci è stato detto che i laici non sono “utenza ma Dna della Chiesa” La

sua relazione si è soffermata, poi, sulle “tre c” che qualificano e mo-tivano l’appartenenza dei laici alla Chiesa. La comunione teologale perché dall’essere incorporati in Cristo nasce l’unità: siamo mem-bra del corpo della Chiesa con Cristo capo e la comunione tra noi nasce dal nostro incontro con il medesimo e dal nostro stare in Lui. “Nella Chiesa incorporati in Cristo viviamo la comunione”. E’ su questa “Roccia” che pone le basi, la corresponsabilità come segno di condivisione. Il laico è chiamato ad essere responsabile sia dentro che fuori la Chiesa; al-l’interno con i servizi prestati per renderla bella e accogliente ed all’esterno come testimonianza e come missione per portare Cristo nel mondo. E siamo passati alla terza c: la collaborazione ovvero chiamata al servizio, alla diakonia

che nasce dalla corresponsabili-tà. Mons. Coccia ci ha invitati, ad alimentare questa appartenenza, questo essere Chiesa, e perseve-rare nella nostra missione, con la preghiera, con la Parola, con l’Eucarestia e con il sacramento della Riconciliazione. La sua ri-flessione ha poi cercato di dare un senso, una finalità al costituendo Consiglio dei laici della Vicaria; un invito a rendere fecondo que-sto nuovo organismo, a renderlo lievito per tutte le comunità della Vicaria attribuendogli un ruolo di coordinamento tra le varie par-rocchie, ma anche una funzione pastorale: il Consiglio Pastorale Vicariale composto da operatori pastorali, ma anche da animatori. L’Arcivescovo ha invitato i laici a essere innestati in Cristo come il tralcio alla vita, animatori nelle comunità della missione che chia-

ma il laicato alla corresponsabilità nell’essere e nell’agire della Chiesa anche attraverso l’attività o la sol-lecitazione all’attività e alla vita dei Consigli Pastorali Parrocchia-li, segno di comunione ecclesiale. Un passaggio di Mons. Coccia ha toccato il tema della formazione, attraverso le proposte della Dio-cesi, per essere pronti e capaci di rispondere nella società con una testimonianza coraggiosa affinchè il “Vangelo sia luce che porta spe-ranza” nelle periferie che frequen-tiamo.L’incontro si è concluso con una piccola relazione sul cammino preparatorio del 2° Convegno ec-clesiale marchigiano del prossimo novembre 2013 sul tema “Alzati e va’....” Vivere e trasmettere oggi la fede nelle Marche.

Emilio Pietrelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Confermazione a 7 giovani adulti

Sabato 18 maggio l’Arcivescovo di Pesaro Mons. Piero Coccia ha conferito il Sacramento della Con-

fermazione a 7 giovani adulti. La Ceri-monia è avvenuta nella Chiesa Parroc-chiale di Borgo S.Maria nel corso della S. Messa per il conferimento del sacra-mento della Confermazione ai bambini della Parrocchia, con grande partecipa-zione di amici e parenti dei cresimati.I 7 giovani adulti, di età compresa tra i

18 e i 30 anni, hanno ricevuto il Sacra-mento dopo un percorso di catechesi di oltre tre mesi tenutosi settimanalmente nei locali della Curia.Sono ormai diversi anni che nella no-stra Diocesi si tengono questi corsi for-mativi di catechesi per adulti, organiz-zati dall’Ufficio Catechistico Diocesano presieduto da Don Mario Florio che coadiuva ed aiuta Mons. Piero Coccia nella preparazione al Sacramento della

Confermazione per adulti.I Corsi si tengono due volte all’anno, ottobre-dicembre e marzo-maggio nei locali della Curia in Via Rossini, dove i Parroci della Diocesi indirizzano gli adulti interessati al Sacramento della Confermazione.Pubblichiamo la foto ricordo di rito dei nuovi Confermati ed auguriamo a loro un buon cammino nella fede in Cristo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo appuntamento dalle Suore di Ginestreto

Domenica 26 maggio presso l’Oasi S.Giuseppe di Ginestreto, si conclude l’itinerario di me-ditazione profonda iniziato lo scorso gen-

naio. Il titolo “Va, la tua fede ti ha salvato” (Mc 10,52), vuole condurci ad un rapporto di fiducia e di abbandono all’amore del Padre, un amore pre-vidente e provvidente.Dalle ore 17.30 alle ore 19, con una sola variante: la cena insieme prenotando. Per info: 0721-482153

Solennità del Corpus DominiDomenica 2 giugno ricorre la solennità del

Corpus Domini. E’ prevista la Santa messa in Cattedrale alle ore 18.30 che sarà seguita

fino alle 21.15 dall’adorazione personale. Quindi la processione eucaristica presieduta da Mons. Piero Coccia che toccherà le vie: Rossini, Marsala, Parti-giani, Bertozzini, P.le I Maggio, Corso XI Settembre, Rossini. Le famiglie residenti lungo l’itinerario indi-cato sono pregate di addobbare e illuminare fine-stre e balconi al passaggio della processione.

Page 11: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

amicoil nuovo• • Pesaro 26 maggio 2013 11

APPELLO DEL CAV PESARO

Uno di Noi

Dopo la mobilitazione di domenica 12, prosegue la maratona per la raccolta firme “Uno di Noi”.In molti si sono attivati nelle parrocchie, nelle associazioni e

nei movimenti. Prende corpo la consapevolezza di utilizzare al me-glio questa opportunità per riaffermare il diritto alla vita di ogni es-sere umano. Chiediamo, a tutti coloro che hanno raccolto le firme, di provvedere al loro invio quanto prima. E’ possibile spedire i fogli direttamente, con racc.ta a.r., al Comitato Italiano UNO DI NOI.Lungotevere dei Vallati, 10 - 00186 Roma, oppure farli avere al CEN-TRO DI AIUTO ALLA VITA di Pesaro (telefonando allo 0721 33044 per accordi) che provvederà alla spedizione. E’ di grande importanza far pervenire a Roma tutte le firme in nostro possesso ad oggi, anche se la raccolta proseguirà ancora a pieno ritmo.Grazie a tutti per il grande impegno.

I volontari del Centro di Aiuto alla Vita di Pesaro

LETTERA APERTA DELLE SOCIETA’ SPORTIVE DI PESARO AL COMUNE

Le risorse vadano anche agli altri sportApprendiamo dalla stam-

pa locale dell’incontro fra Comune di Pesaro e Associazioni di categoria

pesaresi in merito alla “sopravvi-venza” della Victoria Libertas.Ben conosciamo il valore del basket per questa città. La mag-gior parte di noi negli anni ha seguito la squadra biancorossa: un miracolo durato quasi qua-rant’anni e reso possibile da uno sponsor unico nella sua figura, come Valter Scavolini.Un imprenditore appassionato che ognuna delle nostre società ha sognato di incontrare per po-ter realizzare lo stesso sogno nel proprio sport. Addirittura alcuni dei nostri club hanno avuto la fortuna di condividere con Sca-volini parte del suo cammino e non a caso sono stati gli anni più sfolgoranti.Per gli altri, ma anche per queste stesse società, si è invece trattato di una ricerca continua di risor-se economiche, nella speranza di trovare una persona in grado di abbracciare il proprio progetto.

Una ricerca difficilissima, a volte sembrata vana, ma che non ab-

biamo mai mollato per il sempli-ce motivo che amiamo il nostro

sport e in primis amiamo vedere i piccoli che si diver-tono inseguendo un pallone, colpendo una pallina o maga-ri dando una stoc-cata di fioretto. Non possiamo abbando-nare il nostro ruolo sociale, di agenzia educativa essen-ziale per la città ed è per questo che ci impegniamo con-tinuamente ed in mezzo a mille dif-ficoltà a trovare le risorse necessarie per proseguire nella nostra attività.Poi ricerchiamo le risorse per sostene-re le nostre prime squadre, che ormai da tempo però si basano per lo più sui giovani cresciu-

ti nelle nostre società. Uno sfor-zo che facciamo di anno in anno

andando alla ricerca di risorse, bussando alle porte di aziende ed esercizi che speriamo si possano appassionare al nostro sport.Ora ci pare di capire che il Co-mune in prima persona si muo-verà nella ricerca di risorse per una società: la Victoria Libertas basket. Nostra speranza e nostro auspicio è che ciò non accada unicamente per questo sport e per questa società. Oltre che allo spettacolo, si guardi alla funzio-ne sociale di ogni club e si aiuti-no nelle giuste proporzioni tutte le diverse realtà.Il Comune di Pesaro farebbe bene ad organizzare momenti partecipativi con le varie società sportive della città e a convocare un consiglio comunale aperto su questo tema.

I Firmatari: Simone Mattioli (Pesaro Rugby) / Giancarlo

Sorbini (Robursport Pesaro) / Barbara Rossi (Snoopy Pesaro) / Carlo Maria Valazzi (Pesaro

Nuoto) / Laerte Sorini (Club Scherma Pesaro)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La vignetta della settimana

LA RAPPRESENTAZIONE ALLO SPERIMENTALE

Favola di un bambino della scuola in ospedale«C’era una volta un ba-

lenottero bianco che un giorno decise di

avventurarsi in mare aperto in cerca di colori. Nel suo viaggio farà amicizia con tanti altri pesci che, di volta in volta, gli doneran-no colori, sentimenti ed emozioni. Gli stessi che ognuno di noi ha provato o proverà nella sua vita. Alla fine il balenottero avrà tutti i colori dell’arcobaleno, ma anche nuove certezze ed amici».Questa storia semplice ma al tem-po stesso coinvolgente, è nata dal-l’immaginazione di un bambino di sette anni. Andrea (nome di fanta-sia) è ricoverato presso il reparto di Ematologia di Pesaro ma nono-stante la malattia continua a stu-

diare frequentando la pluriclasse di scuola materna, elementare e media, istituita già nel 1995 nella Divisione di Ematologia dell’ospe-dale San Salvatore di Pesaro. Gra-zie al supporto di Silvia Canduc-ci, sua insegnante della “Scuola in ospedale” e di Marilena Volpe, psicologa dell’Azienda ospedaliera San salvatore di Pesaro, Andrea ha potuto esplorare il proprio mon-do interiore stimolato a ricercare dentro di sé le risorse per affron-tare le proprie insicurezze al fine di cogliere motivazioni anche in situazioni di disagio o disabilità sia psicologiche che fisiche.Oggi Andrea è guarito e la sua fa-vola è divenuta la sceneggiatura per una rappresentazione teatrale,

simbolica e giocosa, allestita dai bambini e dalle insegnanti delle classi quinte della scuola prima-ria Carducci e dalla docente Silvia Canducci. Lo scopo è quello di condividere le esperienze narra-te ed aiutare i bambini ad esor-cizzarle, vivendole attraverso la finzione scenica e arricchendo il loro percorso di crescita. Il pros-simo martedì 28 maggio alle ore 21.30 la favola di Andrea salirà sul palco del teatro Sperimentale di Pesaro. Un’occasione da non perdere aperta ad ingresso libero a tutta la città. Le offerte raccolte andranno a favore dell’Associazio-ne italiana leucemie.

Roberto Mazzoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

PESArO – “Vi sono 23 donatori di organi, effettivi ed utilizzati in meno, nelle Marche, precisamen-te 45,99 per milione di persone al 30/4/2012 e 23 al 30/4/2013. E purtroppo sono aumentate le op-posizioni alla donazione che dal 23,68% del 2012 sono salite a tutto il mese di aprile 2013 al 33,33%”. Gabriele riciputi, vice presidente regionale e presidente dell’AIDO di Pesaro, presenta i dati sulle do-nazioni degli organi, sottolinean-do che fattori esterni hanno in-ciso su questo calo. “La medicina ha continuato ad essere sempre più incisiva nella cura del malato, e questo in una provincia longeva come quella di Pesaro e Urbino,

ha portato ad una diminuzione della mortalità per ictus e infarti (cause di morte che permettono di effettuare la donazione de-gli organi, concretizzatasi con il calo dei donatori segnalati, che al 30/4/2013 erano 82,22 e dopo un anno sono 40,25 per milione di abitanti. Nonostante ciò, nelle strutture ospedaliere di Pesaro, Fabriano e Ancona, nel mese di aprile 2013 si sono effettuati pre-lievi di organi su 4 donatori di età dai 65 anni agli 83 anni.“Nel mese di aprile 2013 - ha sot-tolineato riciputi - sono stati prelevati nelle Marche, 1 fegato, 8 reni e 1 pancreas e nello stesso mese sono stati trapiantati pres-so l’Ospedale riuniti di Ancona 2 reni e 3 fegati e dall’inizio gennaio 2013 sono stati prelevati 40 organi, ed effettuati 21 trapianti di rene e fegato agli ‘Ospedali riuniti di Ancona. Le cornee donate nel pri-mo quadrimestre 2012 sono state 199, mentre a tutto aprile 2013 sono 188”. La flessione di questi dati non scoraggia l’AIDO di Pe-saro, che per il 2013 continua a svolgere un’opera di sensibilizza-

zione su tutto il territorio, con i suoi volontari, a cominciare dalle scuole e nelle associazioni legate ad attività sociali. “Con la regione Marche, abbiamo realizzato, ha proseguito il presidente riciputi, per l’anno scolastico 2012-2013, un progetto di sensibilizzazione nelle classi quinte delle scuole primarie, che verrà ripetuto, per il prossimo anno scolastico nelle scuole superiori. Importante an-che la visibilità che l’AIDO pesa-rese ha negli avvenimenti sportivi, come nella tappa del Giro d’Italia, Gabicce Mare - Saltara. L’attività proseguirà ancora a giugno, quan-do a Pesaro si svolgerà “Ginnastica in festa “. Anche quest’anno orga-nizzeremo, per la sesta volta, il 16 giugno 2013, la mezza maratona da Gabicce Monte a Pesaro. Con-siderando gli oltre 9.000 ammalati in lista di attesa di trapianto non bisogna abbassare la guardia sul-l’attività di sensibilizzazione alla donazione per far si che da una persone che muore possa rifiorire la vita in altri.

P.M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

RICIPUTI DI AIDO PESARO PRESENTA I DATI 2012/2013

Aumentate le opposizioni alla donazione di organi

Page 12: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

26 maggio 201312 Pesaro amicoil nuovo• •

Il mese di maggio

1903-1923

I 29 aprile del 1911 L’Idea scri-veva fra l’altro così: “Entriamo in una chiesa verso sera nel

mese di maggio. Una folla raccol-ta è inginocchiata avanti ad un’ altare sul quale sono collocati fio-ri e ceri; divoti canti s’ innalzano fino alle volte del santuario: ecco tutto il mese di maggio per molti cristiani: un’ altare, dei fiori, dei lumi, dei canti. Ma un’anima pia deve saper penetrare il senso na-scosto di queste cerimonie este-riori, ascoltare, intendere il loro linguaggio. Quest’altare, ora tra-sformato in trono per Maria, è lo stesso altare sul quale ogni mat-tina Gesù, figlio di Dio, s’ immola per noi; esso ci insegna quindi la rinunzia, l’oblio di noi stessi, la grandezza del sacrificio, l’amore di Dio per le anime. Questi ceri sono un’immagine della fede viva ed ardente, che non è soltanto un riflesso delle eterne verità, ma è origine di pensieri generosi, di forti passioni. L’anima illumina-ta dagli splendori del Vero, brilla fra le altre anime, le illumina, lei infiamma, lei dirige verso Gesù

“Luce del mondo”. I fiori con i quali mani pietose ornano gli altari di Maria, ci invitano alla pratica delle virtù ch’ essi simbo-lizzano: umiltà, innocenza, puri-tà. Pensiamo che i fiori precedono il raccolto vicino, vivono poche ore, si sfogliano e cadono prima del giunger dei frutti, che sono la vera ricchezza, la gloria della messe. … I canti infine, nella loro soave semplicità, sono l’espressio-ne delle nostre preghiere. Spesso le parole dei nostri canti hanno accenti così teneri e così veri, che diventano una miglior preghiera su le labbra dei divoti di Maria, e la Vergine trova in essi un eco dei canti del Cielo. Sono molto diversi, è vero, i canti nostri da quelli del Cielo; sono i canti del-l’esilio, non gli inni della patria, ma sono un grido dal cuore, e perciò pregano e fanno pregare. Rischiarati dalla fede, vediamo altre e migliori cose nelle eterne dimostrazioni d’ un altare, e di fiori, lumi e canti …”.

Stefano Giampaoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

✞Venerdì 17 mag-gio è mancato all’ affetto dei suoi cari

BRUNO BERTINInato il 14/11/1929

morto il 17/05/2013Il funerale ha avuto luogo il 20/05/2013 ore 15,30 presso la chie-sa di S. Fabriano (Villa Ceccolini)A.F. Alma Mater di Stefania Tonellivia del Fallo, 8 - Pesaro - tel. 0721/33100

✞Sabato 18 maggio è mancato all’af-fetto dei suoi cari, munito dei con-forti religiosi

CARLO STAFOGGIALo annunciano con profondo dolo-re i figli CARLA e WALTER, gli adora-ti nipoti e parenti tutti.Il funerale ha avuto luogo Lunedì 20 Maggio presso il Santuario della Madonna delle Grazie.Dopo la funzione religiosa prose-guiràper il Cimitero Centrale.IROF Funeral Services Sede Pesaro via Cattaneo n.11 - Tel. 0721 31494-371444

✞Sabato 18 Maggio alle ore 13, muni-ta dei conforti re-ligiosi, è mancata all’età di anni 62

MARA PERINe danno il triste annuncio la mam-ma GIANNA, la sorella FIORELLA, il cognato MAURIZIO, il nipote AN-DREA e parenti tutti.Il funerale ha avuto luogo Lunedì 20 Maggio alle ore 15 nella Chiesa parrocchiale di S. Carlo Borromeo. Dopo la S. Messa è proseguito per il Cimitero Centrale.A.F. Marinelli – Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞Domenica 19 maggio è manca-ta all’affetto dei suoi cari, munita dei conforti re-ligiosi

LILIANA FUzzIin Bonetti

Lo annunciano con profondo dolo-re il marito NERINO, i figli GIOVAN-NA e RICCARDO, l’adorato nipotino PIETRO,la sorella MARISA, le nipoti ALESSANDRA e FRANCESCA e parenti tutti.Il funerale ha avuto luogo Lunedì 20 Maggio presso la Chiesa parroc-chiale di Cristo Re, ove sarà officia-ta la S. Messa. Dopo la cerimonia religiosa,seguirà per il Cimitero Cen-trale.IROF Funeral Services Sede Pesaro via Cattaneo n.11 - Tel. 0721 31494-371444

✞Domenica 19 Maggio alle ore 9.15, munita dei conforti religiosi, è mancata all’età di anni 81

AdRIANA AMAdORIved. Serafini (dIANA)

Ne danno il triste annuncio il mari-to TITO, i figli FABIO, DONATELLA e PATRIZIA, la nuora, i generi, i nipoti ALESSANDRO, LAURA e parenti tutti.Il funerale ha avuto luogo Martedì 21 Maggio nella Chiesa parrocchia-le di S. Carlo Borromeo. Dopo la S. Messa è proseguito per il Cimitero Centrale.A.F. Marinelli – Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞Domenica 19 Mag-gio alle ore 15, munito dei con-forti religiosi, è mancato all’età di anni 79

AMEdEO SCAvOLININe danno il triste annuncio la mo-glie DELTA, i figli MONICA e MICHE-LE, il genero, la nuora, il fratello, la cognata, i cognati, i nipoti FRANCE-SCO, GIOVANNI, FILIPPO, RICCARDO e parenti tutti. Il funerale ha avuto luogo Martedì 21 Maggio alle ore 15. 30 nella Chiesa Cattedrale di Pesaro. Dopo la S. Messa è proseguito per il Cimitero Centrale.A.F. Marinelli – Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞TRIGESIMO

A trenta giorni dal-la scomparsa del caro

SEvERINO LUCCIARINII figli Emanuela e Giorgio, il gene-ro Eligio,gli adorati nipoti Marco e Michela e parenti tutti lo ricordano sempre con immutato affetto.Una S. Messa a suffragio è stata ce-lebratagiovedì 23 maggio alle ore 18,30 nella chiesa parrocchiale di S. Maria di Loreto.O.F. F.Terenzi s.r.l. Servizi FunerariVia Pagano, 5 - 61121 Pesaro tel. 0721.31591

✞Lunedì 20 maggio alle ore 4.20 è mancata all’affetto dei suoi cari, munita dei conforti religiosi

dUILIA dIOTALEvI(dUdI) in Cirino

Lo annunciano con profondo dolore il marito SALVATORE, i figli MICHELE e GIUSEPPINA e i parenti tutti.Il funerale ha avuto luogo il 21 Mag-gio presso la Chiesa parrocchiale di S. Carlo Borromeo. Dopo la S. Messa proseguirà per il Cimitero Centrale.IROF Funeral Services Sede Pesaro via Cattaneo n.11 - Tel. 0721 31494-371444

✞ANNIvERSARIO

Martedì 21 Mag-gio ricorre il sesto anniversario della scomparsa della cara

SUSANNA GARAvINISusanna vive in Dio e con noi.Nel sesto anniversario del suo in-contro con l’Altissimo, ci siamo ritrovati insieme a celebrare l’Euca-restia nella Chiesa parrocchiale di S. Maria di Loreto Martedì 21 Maggio alle ore 19.10A.F. Marinelli – Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞ANNIvERSARIO

Giovedì 30 maggio ricorre il primo an-niversario del caro

STANISLAO TONTINILa tua famiglia ti ricorda con immu-tato affetto.Una S. Messa verrà celebrata il 30/05/2013 alle ore 18,30 nella chiesa parrocchiale di Loreto

✞ANNIvERSARIO

Venerdì 31 maggio 2013 ricorre il 10° anniversario della scomparsa di

AdELE BIAGIOTTI ved. Simoncelli

venerdì 31 Maggio alle ore 19.00, si celebrerà una messa in ricordo, presso la chiesa di S. Carlo Borro-meo. Si ringrazia quanti vorranno partecipare.

✞Martedì 21 Maggio è mancata all’ affetto dei suoi cari

ANNITA vICARELLInata il 18/08/1922

morta il 21/05/2013Il funerale si è celebrato presso la chiesa di S. Maria dell’Arzilla.A.F. Alma Mater di Stefania Tonellivia del Fallo, 8 - Pesaro - tel. 0721/33100

✞Mercoledì 22 Maggio alle ore 3,15 all’ospedale di Urbino, munito dei conforti religiosi è mancato

GUALTIERO LOMBARdI

Il funerale ha avuto luogo Giovedì 23 maggio alle ore 15.30 nella Chiesa parrocchiale di Sacro Cuore a Soria.Dopo la S. Messa è proseguito per il cimitero Centrale.A.F. Marinelli – Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

necrologi

Kajo Shkelqim (33 anni) e Lele Aleksandra (30 anni)

Cecchini Davide (31 anni) e Borgogelli Elisa (31 anni)

Rizzo Antonio (26 anni) e Orazi Eleonora (27 anni)

Baioni Nicola (31 anni) e Santi Federica (32 anni)

Perlini Andrea (38 anni) e Paradiso Alessia (28 anni)

Daya Yassine ( 27 anni) e Rottenbucher Andreea (31 anni)

Biccari Giacomo (36 anni) e Turchi Silvia (26 anni)

Pensalfini Christian (37 anni) e Ubaldi Lucia (38 anni)

Giumelli Riccardo (33 anni) e Mari Francesca (30 anni)

Martellotti Fabio (35 anni) e Berrettini Chiara (31 anni)

PUBBlicAZioni DAl fino Al 30 mAggio

Oggi sposi! comUne Di PesAro

a cura di Caterina Tani

cif PAlAZZo PrefeTTUrA

Lucrezia d’Este alla corte di Pesaro

Pesaro- e’ stato un congedo in grande stile quello della Presi-dente uscente del CIF Comunale di Pesaro M.Pia Mulazzani che al termine del suo mandato de-cennale ricco di iniziative a tutto campo ha convocato il numeroso pubblico delle socie e simpatiz-zanti, alla presenza del Prefetto s.e. attilio Visconti e consorte e con al suo fianco la neo-eletta Pre-sidente Graziella Gentilini Vitali, ad ascoltare nella suggestiva Log-gia del Genga la brillante rievoca-zione storica fatta da anna Uguc-cioni di una figura di donna legata al Palazzo Ducale, gioiello e fulcro della città. Lucrezia d’este visse qui, in questa loggia affrescata che dà sui giardini un tempo delle de-lizie, nelle alte stanze dai mirabili soffitti e monumentali camini, nel famoso “bagno di Lucrezia” da lei trasformato in cappella, e ri-cevette una Corte che non l’amò nell’immenso salone che glorifica con stemmi e imprese i due casati dei Montefeltro e Della rovere cui si legò, lei figlia del duca di Ferra-ra ercole II e di renata di Francia figlia di Luigi XII, sposando per procura nel 1570 Francesco Maria della rovere. Il giovane e ombroso figlio di Guidubaldo II e Vittoria Farnese accettò con malagrazia questa unione di stato con una donna di tredici anni più vecchia impostagli dal padre per assicu-rare un erede al ducato. Lucrezia, prima donna indiscussa della Cor-te più splendida d’Italia, amata dal Tasso che ne cantò “il crin d’oro” e che lei protesse, trova a Pesaro nonostante gli sforzi del Duca un

ambiente freddo e fin dall’inizio un marito assente che a detta di tutti “preferiva combattere contro i Turchi che stare con la moglie”. La storia a finale infelice di questo matrimonio travagliato costella-to di pene e umiliazioni inferte a una donna ricca di doti e di una capacità di sopportazione altret-tanto sorprendente, a cui la lettura di documenti d’epoca fatta dalla Presidente Gentilini Vitali ha dato contorni reali, offre una materia di riflessione che travalica l’interesse storico. Lucrezia diviene prototi-po della sottomissione femminile al potere maschile, vittima di una crudeltà mentale che arriva fino alla spoliazione, sorella in questo a un esercito di altre nobili donne usate per fini politici che partendo da quella più vicina a lei, la non-na Lucrezia Borgia, ci fa risalire a un lontano passato, a Giulia figlia di augusto, spogliata dal padre di tutti i suoi beni e relegata a vita in un’isola lontana. Passano i seco-li, e in ogni latitudine, sotto ogni regime e credo, la donna è stata strumento usato per la detenzione del potere o, più ampiamente, vit-tima del conflitto di genere: e, quel che è più inconcepibile nell’epoca dell’affermazione della parità dei diritti, lo è tuttora. Forse per que-sto la figura di Lucrezia d’este, pur lontana nel tempo, ci diventa così viva e vera, e la vediamo ancora salire con le sue dame la ripida scala a chiocciola per ritirarsi nel-le splendide stanze che ne hanno visto la desolata vicenda umana.

Milena Milazzo© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 13: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

26 maggio 2013 13amicoil nuovo• •

Redazione di Fano:Via Roma, 118 - 61032 FanoTel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595E-mail: [email protected]

Fossombrone Cagli Pergola

La Madonna di Loreto fra i detenuti deL carcere di fossoMbrone

La proposta che cambia la vita

FOSSOMBRONE – È arrivata alle 9.30 ed è stata accolta, con grande partecipazione ed entu-siasmo, nel carcere di Fossom-brone. La Madonna di Loreto, in pellegrinaggio verso la XXVIII Giornata Mondiale della Gio-ventù di Rio de Janeiro, ha voluto fermarsi nella casa circondariale accompagnata dall’arcivescovo di Loreto Mons. Giovanni Tonucci e

da un gruppo di giovani che par-teciperanno alla prossima GMG. È arrivata sabato 18 maggio non a caso. Proprio in quella data, in-fatti, nasceva il Beato Giovanni Paolo II, colui che inventò queste giornate dedicate ai giovani.Ad aprire la mattinata sono in-tervenuti don Guido Spadoni, cappellano del carcere, che ha spiegato il significato di que-

sta importante giornata e don Francesco Pierpaoli, direttore del Centro Giovanni Paolo II di Montorso, il quale ha ricorda-to come la Madonna di Loreto rappresenti i giovani italiani alle Giornate Mondiali. “Questa mattina – ha esordito don Pierpaoli – ci sentiamo tut-ti figli di questa Madre, non figli di serie A o serie B, ma sempli-

cemente figli e questo è per noi motivo di grande gioia. L’imma-gine della Madonna di Loreto, insieme al Crocifisso di San Da-miano, da sempre hanno rappre-sentato l’Italia alle GMG. Già da diverso tempo con questa statua, che è una copia originale della Madonna di Loreto, stiamo gi-rando l’Italia. Abbiamo fatto tap-pa a Policoro con i giovani della Basilicata, a Perugia e, oggi, dopo il carcere di Fossombrone, la ac-compagneremo nel monastero di clausura di Loreto. Vorrei ag-giungere che il prossimo 5 giu-gno porteremo questa immagine a Roma da Papa Francesco prima di volare a Rio”.Mons. Giovanni Tonucci ha ri-flettuto sulla pagina del Vangelo di Luca (Lc 1, 26-38), esaminan-do dapprima tutti i nomi che compaiono all’inizio del brano. “Sette nomi per arrivare a quel-la precisa determinazione. Che cosa significa tutto ciò? L’angelo Gabriele non è stato mandato ca-sualmente, ma in un luogo preci-so, in una regione precisa, in una città precisa, in una casa precisa. Possiamo dire che, da sempre, Dio guardava a quella casetta si-tuata in un misero villaggio nelle colline della Galilea e, da sem-pre, aveva scelto una persona. E a Maria Dio fa una proposta che si scontra con il progetto che la ragazza già aveva: la vita di Ma-ria, infatti, era già stata stabili-ta. Sappiamo che era fidanzata con un uomo di nome Giuseppe che faceva il falegname. Maria si preparava, quindi, ad avere una famiglia normale, voleva essere semplicemente una della tante donne di Israele. Dalla risposta che dà all’angelo, sappiamo che

c’era qualcosa di speciale in lei, ma sappiamo anche che era tur-bata. Allora Dio si fa, in un certo senso, capire meglio, Dio ha bi-sogno di Maria, della sua natura umana per un progetto che por-terà alla salvezza del mondo in-tero. Di fronte a questa proposta precisa – ha sottolineato Mons. Tonucci – Maria cambia la sua vita dicendo ‘Si faccia di me se-condo la tua Parola’. Tutto ciò è successo duemila anni fa, ma perché noi oggi abbiamo voluto riprendere in mano questo brano di Vangelo? Quello che è successo all’epoca di Maria, quel-lo che ha cambiato la vita di que-sta giovane donna, che l’ha porta-ta ad assumere una missione che ha proseguito per sempre, oggi lo vive ciascuno di noi, perché quel-la serie di nomi che abbiamo sen-tito all’inizio ci fa capire una cosa fondamentale: Dio non ci guarda e non ci chiama come gruppo di persone, ma individualmente. Oggi Dio – ha proseguito Mons. Tonucci – viene qui e ci parla, parla a ciascuno di noi facendo-ci delle singole proposte che ci cambiano la vita. Cos’è che il Si-gnore mi chiede? Prima di tutto occorre provare a mettersi in ascolto, a pensare, a creare una pausa di silenzio nel nostro cuo-re per capire che cosa desidera il Signore da noi oggi. E non saran-no grandi imprese, ma saranno grandi cose che possono voler dire un sorriso, una mano che si tende per rialzare chi è caduto, l’orecchio per ascoltare qualcuno che ha bisogno o la vicinanza in silenzio”.

EP© riproduzione riservata

in cattedraLe La vegLia di Pentecoste Presieduta daL vescovo

Un eventosempre attualeFANO - La celebrazione della Pentecoste in Cattedrale, sabato 18 maggio, ha visto un notevole afflusso di fedeli con la partecipa-zione di movimenti ecclesiali, co-munità, aggregazioni laicali che si sono impegnati con grande serie-tà nella preparazione dell’evento. La liturgia, che si è avvalsa anche della suggestione del simbolo e della bellezza del canto, ha fatto vivere e rivivere lo splendore di quel Dono inesauribile e prezioso che Gesù Risorto ci ha lasciato: lo Spirito Santo. Momento di grazia che, partendo dagli apostoli - dirà il Vescovo - si dilaterà poi sul mondo intero.Frutto di una ‘fede pensata’ le ri-flessioni, dopo la lettura di brani

evangelici, sui sette doni dello Spirito, accompagnate dalla nota suggestiva dell’accensione del lume al Cero pasquale per ciascun dono.Infine l’omelia vibrante e appas-sionata del vescovo Trasarti, che ha messo a fuoco il senso profon-do della Pentecoste per il cristia-no: non si tratta di fare memoria o di richiamare alla coscienza un’esperienza del passato, ma di vivere ogni giorno un evento sem-pre attuale. Il Paraclito, ovvero lo Spirito, è in noi e con noi, presen-te ininterrottamente nella storia dell’uomo a patto che l’uomo si apra alla novità dello Spirito sen-za timore perché la novità che Egli porta è gioia, è amore. L’indi-

vidualismo, la chiusura del cuore, l’egocentrismo devono lasciare il passo a quella Forza Creatrice che ci conduce e ci consente di rag-

giungere la pienezza della vita.La celebrazione è terminata con il gesto dell’imposizione delle mani da parte dei sacerdoti all’assem-

blea e viceversa, e con la benedi-zione solenne del vescovo.

Irene Maria Cavalli © riproduzione riservata

Page 14: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

amicoil nuovo• •14 Fano Fossombrone Cagli Pergola26 maggio 2013

Dal 27 al 29 maggio l’assemblea pastorale Diocesana. la riflessione Di Don marco presciutti

Scorgere i segni dei tempiAnche quest’anno ci ritro-

viamo in assemblea e lo facciamo perché 50 anni or sono si è concluso il

Concilio Vaticano II e ha cambia-to il volto della Chiesa. Sembra una frase ad effetto ma se ci pen-siamo bene è proprio così.L’applicazione delle sue intui-zioni ha diffuso capillarmente i “Consigli Pastorali” diocesani e parrocchiali, si sono moltiplicate le “assemblee”, perché il Vatica-no II, superando ogni forma di clericalismo, ha fatto riemergere in tutto il suo splendore il pri-mato dell’ecclesiologia comune. Siamo l’unico Popolo di Dio che cammina dentro la storia: l’unità viene prima di ogni distinzione e ciò che diversifica gli apparte-nenti alla comunità è a servizio di ciò che unisce ed è di tutti. Ci ritroviamo in assemblea perché il Vaticano II, attraverso un’ispirata continuità discontinua, ha sugge-rito uno stile nuovo, evangelico e sovversivo: lo stile della sinodalità, della conciliarità. E ha dato il via ad un processo irreversibile anche se la tentazione di tornare indie-tro è sempre latente e forte. Una Chiesa che vive conciliarmente si riunisce nella varietà dei carismi e ministeri, intorno al vescovo, chiamato a servire l’unità e la ca-rità, e proprio come Popolo di Dio cerca di discernere il momento presente per scorgervi i “segni dei tempi”, per rivedere il proprio agi-re, vagliarne la genuinità e l’effica-cia, e progettare modelli di servi-zio sempre più fedeli al Vangelo

e all’uomo, capaci di far crescere dentro la storia la Signoria di Dio che esalta e riscatta ogni vita.Ci ritroviamo in assemblea per-ché siamo la Chiesa di Cristo, la Chiesa universale nella località di questo nostro territorio e voglia-mo vivere la comunione, colla-borazione e corresponsabilità. Ci raduniamo come fratelli e sorelle perché sempre abbiamo bisogno di ravvivare le motivazioni per il servizio, ritrovare le ragioni della missione, che poi, sono l’unica ra-gione del nostro esistere, la nostra vera identità.L’assemblea diocesana, per sua natura, è aperta a tutti. Tutti sono invitati, ogni battezzato, non solo gli operatori pastorali perché in realtà tutti dovremmo essere ope-ratori pastorali e a volte anche chi sembra fuori e inerte, in realtà è dentro e generosamente presente. Di fatto, nessuno nella Chiesa può rimanere ozioso. Il padrone della vigna ci convoca a tutte le ore per un lavoro che da gusto all’esisten-za e ricompensa ogni fatica. Nes-suno è solo passivo, tutti diamo e riceviamo, dentro la comunità parrocchiale o oltre la comunità, anche se, mai senza comunità, as-sumendo fino in fondo la nostra collocazione dentro la società, il nostro compito nel cuore del mondo.Sappiamo tuttavia che, pur sen-za esclusione di alcuno, non tutti possono partecipare. Forse è utile ricordare semplicemente chi non dovrebbe mai mancare: la rap-presentazione autentica, la voce

sincera e libera di ogni comunità, perché è decisivo il contributo di tutti, l’apporto di ogni realtà susci-tata e animata dallo Spirito nella compagine viva della Chiesa. Solo insieme, in una comunione orga-nica, attraverso lo stile del dialogo umile e profetico, possiamo con una maggiore docilità accoglie-re gli appelli di Dio, discernere il tempo presente lasciandoci guida-re dal Signore Gesù che orienta il cammino della comunità cristiana a servizio del mondo.E quest’anno lo facciamo senten-doci in comunione con le altre Diocesi delle Marche, camminan-do insieme verso la celebrazio-ne del convegno regionale su un tema quanto mai attuale e stimo-lante: VIVERE E TRASMETTERE LA FEDE OGGI.L’icona biblica è quella di Filippo che si alza e và sulla strada deser-ta, la strada che da Gerusalemme discende verso Gaza, e incontra l’Etiope, un eunuco, un cercatore di Dio, gli annuncia il Vangelo e poi lo immerge nell’amore del Pa-dre e del Figlio e dello Spirito San-to. A più riprese e in diversi modi, stimolati dal sussidio elaborato in regione, ci siamo ritrovati a riflet-tere sul tema. Ora vogliamo farlo in maniera più diretta e piena. Ab-biamo chiesto a don Giovanni Ni-colini, presbitero della Diocesi di Bologna, ricco di una molteplice esperienza e sapienza biblica, per anni animatore della carità nella sua Diocesi, fondatore e superiore delle “Famiglie della Visitazione”, comunità monastica legata alla

Piccola Famiglia dell’Annunziata fondata di Giuseppe Dossetti, di provocarci, di aiutarci a scrutare in profondità quello che accade in questo nostro tempo illuminan-dolo con la luce che emana dalla Sacra Scrittura.Il 27 sera raccoglieremo quello che il Signore vorrà donarci attraverso questo nostro fratello e la sera se-guente cercheremo di calarci nella nostra realtà condividendo la vita, le intuizioni, le fatiche e le speran-ze per riesprimere tutta la fiducia nella forza profetica e liberatrice del Vangelo che riusciamo a capi-re e a vivere pienamente soltanto quando gratuitamente lo offriamo al mondo, lo portiamo ad altri.In quattro gruppi approfondiremo questi aspetti:1. Il servizio agli uomini come possibilità di mostrare la bellezza del Vangelo

2. L’appartenenza alla comunità parrocchiale, la fraternità come condizione e possibilità dell’evan-gelizzazione3. La celebrazione come momen-to alto della comunione e dell’an-nuncio4. La famiglia come soggetto di evangelizzazione e quindi come grande risorsa per condividere il cuore del VangeloLa sera del 29 dopo aver breve-mente condiviso in assemblea il lavoro comune ci metteremo in ascolto del nostro vescovo Ar-mando sapendo che proprio a lui è stato confidato dallo Spirito il carisma della sintesi, il servizio dell’unità e della costante anima-zione di tutto il popolo di Dio nel-la carità e nella missione.

Don Marco Presciutti Vicario per la Pastorale

© RIPRODUZIONE RISERVATA

la scuola Dell’infanzia Di “san marco” vista Da una mamma

Un’oasi di ordine e pace

FANO - Aveva due anni o poco più il mio primo figlio quando maturai la convinzione di iscri-verlo alla scuola materna. Poiché ero piuttosto esigente e come ogni madre desideravo il meglio, cominciai a guardarmi intorno. Ero però piuttosto dubbiosa fin-ché un’amica mi indicò la scuola paritaria dell’Istituto francescano di San Marco, in via Nolfi a Fano.Così una calda mattina di fine agosto mi recai presso il Convento e fui subito conquistata, tanto da iscrivere il mio bimbo per settem-bre. Cominciò per noi una mera-vigliosa avventura che prosegue da tre anni. La gioia, la serenità, la familiarità e l’amore che noi ge-nitori cogliamo quotidianamente sono dettagli di un’immensa de-vozione profusa dalle suore e da tutte le fantastiche collaboratrici che operano in sintonia in questo perfetto sistema che non lascia

nulla al caso.Con grande pazienza e dolcezza i piccoli sono guidati in una serie di attività che si alternano ordina-tamente e con disciplina durante la giornata, in modo ovviamente ludico.Anche il momento tanto temuto da noi mamme come quello della “pappa”, qui sembra risolversi con tanta semplicità dato che quasi tutti i bimbi adorano i manicaretti dell’amata cuoca.Così in un baleno si giunge alla fine del quadrimestre scandito da una recita veramente suggestiva come pure quella conclusiva, che coincide quasi sempre con la festa della mamma. Ebbene, bisogna es-sere veramente pronti a far fronte alle emozioni perché il coinvolgi-mento è davvero forte! I bambini con disinvoltura sfoderano un ric-co repertorio intervallato da canti e balletti in costume che rivelano

non solo una fervida memoria ma anche un’attenta ed efficace coor-dinazione. Essi inoltre declamano con naturalezza poesie in italiano e scioglilingua in inglese e intan-to sui volti dei genitori si leggono segni di grande stupore in quanto non si capacitano di tanta abilità. Qualcuno piange, qualcun altro si rifiuta di cantare ma ciò no-nostante tutti sembrano essere a proprio agio in questa grande fa-miglia che con tenerezza rincuora chi è un po’ triste o impacciato.Pertanto noi genitori non possia-mo che esternare la nostra grati-tudine per questo semplice luogo sito in un pittoresco vialetto di Fano che a noi sembra un’oasi di ordine e pace in questo strano e difficile periodo in cui impera caos e maleducazione.

una mamma© RIPRODUZIONE RISERVATA

il “torelli” rappresenterà le marche alle finali nazionali

Giochi Sportivi Studenteschi

FANO - Anche quest’anno il Liceo Torelli rappresenterà le Marche alle finali nazionali dei Giochi Sportivi Studenteschi 2012/2013, avendo conquistato i titoli regionali nelle discipline del Badminton , Calcio a 5 e Scacchi.La squadra del Badminton composta da: Pierotti Marco, Mazzeo Leonardo, De Angelis Chiara e Marcucci Laura si recherà a Reggio Calabria nel mese di giugno per difendere il 3^ posto conquistato lo scorso anno a Roma; la rappresentativa degli Scacchi, composta da Antonioni Nicola, Gabellino Fran-cesco, Consoli Luca, Della Santa Luca ha conquistato il 12° posto.Il Calcio a 5 composto da Radi, Clemente , Mattioli, Palazzi, Tomassini, Bat-tisti, Fronzi, Marcantognini, Cardini, Talevi disputerà le finali a settembre in data da destinarsi. Queste discipline rappresentano solo una parte delle at-tività sportive praticate nella scuola. Infatti il Liceo ha partecipato ai Giochi Sportivi con le rappresentative di pallavolo maschile e femminile, di basket maschile, di atletica e di nuoto conquistando alcuni titoli provinciali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 15: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

26 maggio 2013 15Fano Fossombrone Cagli Pergolaamicoil nuovo• •

Il Circolo ACLI Sant’Orso festeggia 40 anniFANO - Il Circolo Acli S. Orso ha festeggiato domenica 19 maggio i quaranta anni della sua fondazio-ne. Quarant’anni in cui la comu-nità del quartiere è cresciuta e di-ventando di fatto il più popoloso di Fano.Sant’ Orso (non per caso uno dei santi patroni della città) si è svi-luppato in quegli anni aggregan-do tanti immigrati dalle campa-gne con le loro famiglie. Presenti all’iniziativa il Sindaco di Fano, alcuni componenti della giunta, l’on. Lara Riciatti; per la Provincia l’Assessore Renato Caludio Mi-nardi peraltro da tempo abitante del quartiere e socio del Circolo. Le Acli infine erano presenti con il Presidente Provinciale Maurizio Tomassini che ha sintetizzato nel-la frase “orgogliosi di essere aclisti” il ricordo dei uno dei fondatori delle Acli l’amico Valerio Ietto a cui stava molto a cuore questo circolo.Il Parroco don Giorgio Giovanelli nel dare il benvenuto ha affermato che 40 anni non sono un punto di arrivo, ma un punto del percorso di integrazione di tutta la parroc-chia e di tutto il quartiere.Ha coordinato l’evento Luciano Cecchini, uno dei presidenti che ha retto il circolo per lungo tem-po che ha raccontato aneddoti che hanno fatto ricordare a tutti il tanto lavoro fatto assieme nel so-stenere il circolo e il quartiere.

Nel 1973 eravamo nel pieno di uno sviluppo di una città che di-ventava policentrica, con nuovi quartieri pianificati con una rete di servizi che andavano dalla chiesa, al centro commerciale, dalla piscina ai campi sportivi, da nuovi spazi per uso collettivo, dalla conservazione di aree verdi attrezzate.Nel 1973 si cominciava a pensare di collegare i quartieri della cit-tà e si progettava l’interquartieri, s’iniziava a vivere assieme tra “au-toctoni” abitanti della campagna già insediati lungo le vie che por-tavano fuori città e i nuovi abitan-ti della nascente area di edilizia economica popolare soprattutto operai e impiegati.Il Circolo Acli nacque perché al-cuni cittadini assieme al parroco Don Luigi Spallacci percepirono per primi che occorreva creare un luogo di socializzazione che tenesse al centro le famiglie. Fa-miglie operaie e tante famiglie che si erano insediate scendendo dalle campagne alla città a inizia-re da quegli anni 60 in cui fiorì il modello marchigiano di sviluppo, quello del metal-mezzadro. In quel tempo contribuì a soste-nere il progetto uno straordina-rio prete Don Achille Sanchioni, assistente ecclesiale delle Acli Provinciali. Proprio don Luigi ha raccontato ai presenti come si giunse con non poche difficoltà, a

raggiungere l’obiettivo.La struttura venne subito pensata come luogo di aggregazione delle famiglie un’innovazione per quei tempi dove i circoli erano di fatto frequentati solo dai lavoratori uo-mini.Il 19 maggio 1973 con 103 soci fondatori trovando sede nei locali della Parrocchia Santa Maria Go-retti è iniziata la storia che è stata raccolta in una mostra visitabile presso i locali del Circolo.Storia fatta di uomini e di donne che negli anni si è concretizzata in tante attività: dal primo presiden-te Adanti Delio a seguire Perelli Silvio, Barbaresi Roberto, Cecchi-ni Luciano, Diamantini Giuseppe fino all’attuale presidente Longhi-ni Mauro.Comunità e convivenza queste le due parole chiave su cui si è basata l’attività del circolo, fare comunità, costruire relazioni, tes-sere convivenza tra famiglie, tra giovani e anziani, tra lavoratori dipendenti e autonomi, tra operai e impiegati.La convivenza è infatti una pian-ta delicata, la sua qualità dipende spesso da equilibri precari, fatti di economie, di scelte urbanistiche, di politiche sociali, di condiziona-menti esterni, di sicurezza urbana. Oggi più che mai in questa situa-zione di grave crisi economica lo stare assieme e condividere i valo-ri di una buona comunità risulta

ancora più urgente e importante.Il Circolo Acli di Sant’Orso nel suo quarantennio di attività rac-contati in una mostra fotografica ha raccolto la sua storia, fatta di tante iniziative, dalle feste alcu-ne certamente innovative come quella della gluppa (antesignana di un modello anticonsumista e di autogestione solidale della nostra cultura contadina), ai tanti mo-menti di stare assieme nelle feste religiose tramandando pertanto un legame importante di valori tra la gente del nascente e nuovo quartiere. Volti, luoghi, che si sono trasfor-mati nel tempo, foto in bianco e nero, alcune con colori sbiaditi di album di una famiglia le Acli al plurale, la storia di come si fa co-munità.Capitale sociale di una città qua-le quella di Fano, che nonostante tutto ancora resiste grazie a citta-dini che ancora credono che dedi-

care le proprie energie a prendersi cura del loro quartiere per offrire la sola cosa che conta, il tempo; una comunità in cui le persone riconoscono che sono le respon-sabilità e i doveri di ciascuno la chiave per migliorare il benessere di tutti. La grande sfida è come trasmet-tere ai giovani questi valori in un contesto in cui purtroppo molte delle strutture della società sono in forte declino e la mancanza di lavoro mette a rischio un’intera generazione. Proprio per que-sto l’ultima iniziativa fortemente partecipata, nel circolo Acli San-t’Orso fatta in collaborazioni con le Acli Regionali e Provinciali, ha avuto come tema “creare lavoro per i giovani in agricoltura” tema ampiamente trattato dal dirigente della Coldiretti regionale Claudio Gagliardini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

FANO – Domenica 19 maggio si è svolta a Fano, nei locali di Casa Na-zareth, l’assemblea annuale dei soci dell’Associazione Urukundo onlus che opera a sostegno del popolo dei Pigmei in Burundi. L’assemblea, che ha approvato il bilancio consuntivo 2012 chiusosi con un utile di 53.000 Euro, ha poi ampiamente discusso sul-lo stato di attuazione dei vari progetti di cooperazione attivi. In particolare il “progetto mattone” che vede a tut-t’oggi già realizzate ben 20 case in mu-ratura nel villaggio di Shombo e altre 12 saranno ultimate entro l’anno, una azione questa che ha tolto da situazio-ni disagiate ben 32 famiglie di Pigmei. Proposti anche altri progetti a soste-gno di questa popolazione lasciata ai margini della società e priva di diritti tra cui il progetto “carte di identità”

che si prefigge di aiutare i Pigmei ad ottenere dallo Stato la Carta di Iden-tità, documento necessario per acce-dere ai servizi sanitari. Avere la carta di identità, cosa che per noi sembre-rebbe ovvia, non lo è per i Pigmei che per secoli sono stati relegati ai margini della società e a cui non sono stati ri-conosciuti i propri diritti. L’associazio-ne Urukundo, che vede tra i suoi soci numerosi giovani, prosegue dunque il suo prezioso lavoro finalizzato a dare dignità a questa popolazione e per far questo propone anche esperienze bre-vi in missione per conoscere e aiutare questa realtà a noi vicina grazie anche all’amicizia che lega l’associazione agli Apostoli del Buon Pastore, congrega-zione religiosa Burundese.

Marco Gasparini© RIPRODUZIONE RISERVATA

ASSEMBLEA ANNUALE DEI SOCI DI URUKUNDO ONLUS

Dignità al popolo dei pigmeiIL VESCOVO ALLA FESTA DI S. PASQUALE BAYLON

Siate adulti convinti e credibili

SAN GIORGIO – Venerdì 17 maggio presso il santuario di S. Pasquale, a San Giorgio di Pesa-ro, si è svolta la tradizionale festa di S. Pasqua-le Baylon. La devozione a S. Pasquale è nata dai Padri della comunità francescana di Santa Maria della Misericordia di Poggio che, attorno al 1523, decisero di accentuare la spiritualità del luogo introducendo la preghiera ad un santo del loro ordine. Umile pastorello, innamorato dell’Eu-carestia, schietto e diligente S. Pasquale, morto nel 1592 , divenne per gli abitanti della zona un punto di riferimento e un sicuro aiuto nella vita di ogni giorno. Momento centrale della giornata di festa è stata la S. Messa presieduta dal Vescovo con la solenne processione in cui la statua lignea

del Santo, risalente al 1701 (opera di un artigia-no danese) è stata porta-ta per le strade del borgo. L’esempio di San Pasqua-le Baylon, laico, france-scano e minore, ha ricor-dato il Vescovo Armando nell’Omelia, ci invita a rimetterci di fronte a Dio senza paure affidandoci a Lui, allargando gli oriz-zonti e guardandoLo con efficacia. Dobbiamo es-sere cristiani felici capaci di amare e disponibili a farci cambiare la vita dal

Signore. Non vivete una vita da panchinari – ha detto il Vescovo – ma siate protagonisti in mez-zo al popolo, non sotterrate i vostri talenti ma metteteli a servizio di tutti perché il Vangelo è per tutti. Sappiate scommettere su grandi ideali, S Pasquale risvegli la responsabilità personale di ognuno e il gusto della conquista del bene, met-tete l’anima in ciò che fate sacrificandovi per con-quistare ciò che vale. Io chiedo a S. Pasquale – ha concluso Mons. Trasarti – che ci liberi dalla poca attenzione della famiglia verso l’amore e ci aiuti a diventare adulti convinti, gioiosi e credibili, capa-ci di costruire la comunità con parole buone ed edificanti e a vedere sempre chi sta attorno a noi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Apecchio ricorda Padre TranquilloAPECCHIO - Si sono svolte sabato 18 maggio ad Apecchio le celebrazioni del 245° anniversario della morte di padre Tranquillo da Apecchio, prefetto apostolico e missionario cappuccino in Tibet e Nepal nel XVIII secolo.Nicolò Lanzi, questo il nome seco-lare del frate, nacque in Apecchio il 9 aprile 1704. Nel 1723 entrò nel convento cappuccino di Cingoli dove, nel 1724, professò i voti. Nel 1738 partì da Macerata con alcuni suoi confratelli alla volta del Tibet. Fu un viaggio lungo, difficile e av-venturoso che, iniziato da Loriet in Francia, portò padre Tranquillo a doppiare il Capo di Buona Spe-ranza, estrema punta meridionale

dell’Africa per fare scalo alle isole Comore, tra Africa e Madagascar, quindi riprendere il mare alla vol-ta di Chandernagore in India sul delta del Gange. Da qui a piedi la comitiva di cappuccini raggiunse Katmandù in Nepal e quindi dopo aver valicato la catena Himalayana, raggiunse Lhasa, la capitale del Ti-bet dopo due anni, quattro mesi e venticinque giorni dalla partenza. Il suo fu un lungo apostolato, stam-pò il primo vocabolario italiano-ti-betano di circa trenta mila lemmi, tradusse e stampò alcuni libri di dottrina cristiana. Morì a Chander-

nagore il 21 maggio 1768.Nel libro intitolato “Un cappuccino sul Tetto del Mondo, padre Tran-quillo da Apecchio, prefetto aposto-

lico e missionario in Tibet e Nepal nel XVIII secolo”, l’autore Stefano Cristini racconta l’avventura umana e missionaria del prelato ripropo-

nendo al lettore le lettere autogra-fe e i documenti manoscritti che il frate spediva in Italia. Alla presen-tazione dell’opera sono intervenuti: il sindaco di Apecchio, Ioni, il presi-dente dell’associazione Amici della Storia, Bei, il ministro provinciale dei cappuccini della Marche, padre Giulio Criminesi e il giornalista, sto-rico e sceneggiatore Andrea Aroma-tico.Nel pomeriggio alla presenza del-le autorità, di numeroso pubblico e della banda cittadina, si è svolta la dedicazione della piazzetta del centro storico alla memoria del prefetto apostolico Padre Tranquil-lo da Apecchio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 16: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

Fano Fossombrone Cagli Pergola26 maggio 201316 amicoil nuovo• •

FANO – L’estate è alle porte e la nostra città si prepara ad accoglie-re i turisti che vorranno soggior-nare nel nostro territorio ricco di arte e storia. Per far conoscere più da vicino, anche ai fanesi, le bellezze che offre la nostra città, abbiamo chiesto a Manuela Pal-mucci, guida turistica, di accom-pagnarci in un viaggio virtuale tra i vicoli della città della Fortuna.

Manuela, prima di entrare nel vivo di questo “viaggio”, rac-contaci come è nata la tua pas-sione per questo lavoro

È stata la mia passione per l’arte, per la storia e per il mio territorio che mi ha portata ad intraprende-re questa professione. Poi, la lau-rea in lingue straniere con indiriz-zo storico-artistico ha completato il tutto. Tuttavia, prima di poter intraprendere questa attività, ho dovuto sottopormi ad un esame abilitante. Infatti, chi vuole diven-tare guida deve ottenere un’abili-tazione, riconoscimento rilasciato dopo un esame che certifichi la conoscenza del territorio in tutti i suoi vari aspetti in lingua italiana e in almeno una lingua straniera.

Che cosa affascina maggior-mente il turista che soggiorna a Fano?

I turisti che arrivano a Fano sono sorpresi di trovare una città così ricca di storia, perché spesso la immaginano unicamente come

una località balneare. Devo dire che negli ultimi tempi la noto-rietà di Fano si è ampliata. I tour operator e le agenzie viaggi inse-riscono la nostra città nei loro iti-nerari. Sicuramente, i gruppi che in precedenza hanno soggiornato a Fano, hanno riferito di aver vi-sitato una bella ed interessante località. Credo che una parte del merito debba essere data anche alle guide turistiche, che sono quotidianamente impegnate a far conoscere ed apprezzare, ai sin-goli o ai gruppi, tutti i luoghi della provincia, mettendo in evidenza le peculiarità di ogni sito.

Quali sono le bellezze artisti-che che si possono visitare?

A Fano l’offerta è elevata e gli iti-nerari sono tanti. In genere quan-do viene richiesto un percorso, chiedo la tipologia del gruppo e fornisco loro il mio consiglio. Se trovo un po’ di reticenza, faccio delle proposte allettanti e gioco la carta vincente, vale a dire la Fano romana. Devo dire che dopo aver dato questa indicazione, sono in molti a cedere e a ringraziarmi, poi, a fine visita. Per quanto mi ri-guarda, adoro i tour tematici. Per cui nella Fano da scoprire – l’iti-nerario volto a fare mettere in evidenza angoli reconditi e meno visitati - ogni volta che è possibi-le, cerco di proporre un tema, un fil rouge che leghi l’intera visita. Il

giro dei palazzi storici, ad esem-pio, è sempre molto apprezzato. Poi, quando si approfondiscono certi argomenti in occasione di visite più specifiche, ci si accorge che vengono fuori cose interes-santi e aneddoti simpatici da rac-contare, che alimentano la curio-sità e tengono alta l’attenzione.

Parliamo un po’ della Fano ro-mana

Sicuramente la Fano romana, in tutti i suoi aspetti, con i suoi siti ipogei è una grande attrattiva. Le chiavi di lettura sono molteplici e può essere proposta sia ai ragaz-zi, sui quali esercita un fascino di mistero e di curiosità, fino a per-sone con alto livello di istruzione. A proposito di ‘eruditi’, ricordo lo stupore di un professore uni-versitario tedesco nel vedere che nel museo malatestiano di Fano è esposta una statua di Britannico, il secondo figlio dell’imperatore Claudio e di sua moglie Messalina. Mi disse che i suoi studi si erano da sempre incentrati sulla figura del giovane e in particolare sulla sua capigliatura e che era stato per lui un colpo fortunato scoprire, in maniera del tutto fortuita, quella piccola statua nel nostro museo. Sono queste cose che mi fanno inorgoglire e mi fanno capire che l’arte accomuna i popoli. Situa-zioni di questo tipo fanno anche nascere delle amicizie, che con-

tribuiscono alla diffusione delle informazioni su un determinato luogo.

Qualche curiosità su alcuni monumenti o personaggi fane-si?

Come tutte le città, Fano è piena di aneddoti curiosi e di perso-naggi particolari. Qualche anno fa, nell’approfondire la figura di Guido Nolfi, mi accorsi di quan-to fosse godibile la lettura del suo testamento, pieno di informazioni preziose. Spigolando nella minie-ra di dati che ci forniva con la sua minuziosa descrizione, ricordo che mi colpì il considerevole nu-mero di abiti inventariati - oltre settecento capi - nella sua abita-zione, che rivelavano la cura della sua persona e lo spirito di conser-vazione. Ad ogni modo, ogni luo-go ha qualcosa da raccontare ed è bello, poi, finire la visita sorseg-giando una Moretta – la bevanda tipica di Fano - magari dopo aver percorso la passeggiata del Lisip-

po e aver raccontato alcune storie della marineria fanese.

Qualche consiglio che da esper-ta ti senti di dare per migliora-re l’offerta turistica del nostro territorio?

A Fano mancano i bagni pubblici. O meglio, ci sono ma sono sempre chiusi. Gli italiani sono abbastan-za abituati a fermarsi in un bar, quando necessitano di una toilet-te, ma gli stranieri sono più reti-centi e spesso sottolineano questa mancanza. A volte interi gruppi decidono di spostarsi altrove per la loro pausa. Certamente una maggiore fruibilità dei luoghi di interesse storico-artistico, potreb-be dare un impulso importante alle visite in città. A volte si è co-stretti ad organizzare visite consi-derando gli orari di apertura delle strutture e non sempre si riesce a venire incontro alle esigenze del cliente.

a cura di Enrica Papetti©riproduzione riservata

MANUELA PALMUCCI IN UN VIAGGIO VIRTUALE NEL NOSTRO TERRITORIO

Alla scoperta della città della fortuna

Concerto di inaugurazione dell’Organo da studioFANO - È partita venerdì 17 mag-gio la serie di appuntamenti musi-cali organizzata dall’Istituto Dio-cesano di Musica Sacra. Il primo incontro ha avuto come oggetto l’interessante conferenza del prof. Marc Vanscheeuwijk dell’univer-sità dell’Oregon, sull’importanza dello studio musicologico degli archivi storici delle istituzioni ecclesiastiche. Domenica 19 mag-gio è stata la volta della rassegna di cori di voci bianche “concerto di Primavera – IV edizione”, alla quale hanno partecipato il coro dei Pueri cantores della Scuola Corale della Cattedrale di Fano, il gruppo vocale dell’Istituto Mae-stre Pie Venerini di Fano ed il coro di bambini della Scuola Ro-dari di Fano. Le tre formazioni

corali hanno ricevuto il generoso applauso del pubblico intervenuto numerosissimo nella Sala Riunioni del Centro Pastorale Diocesano.La rassegna “Vespertine risonan-ze” prosegue, quindi, con il con-certo di inaugurazione dell’organo a canne da studio, recentemente acquistato dall’Istituto Diocesano di Musica Sacra, al fine di poter fornire una più adeguata prepa-razione ai suoi allievi dei corsi di Operatore Liturgico Musicale. Il concerto sarà tenuto dal Prof. Giovannimaria Perrucci, docente di Organo presso l’Istituto, il qua-le eseguirà musiche di J.S. Bach, C.P.E. Bach, M. Agostini, Padre Valentino Mataloni, M.E. Bossi. Il concerto avrà luogo venerdi 24 maggio alle ore 18.30, presso l’au-

la strumenti dell’Istituto.I prossimi appuntamenti della rassegna saranno: sabato 1 giugno ore 21.15, nel chiostro del centro pastorale, concerto per pianoforte e armonium dei maestri A. Feli-cioli e S. Baldelli (docenti IDMS), domenica 2 giugno ore 21.15, sempre nel chiostro, saggio degli allievi juniores dell’Istituto, ve-nerdì 7 giugno ore 18.30, chiesa parrocchiale di Cerasa, concerto degli allievi di organo e sabato 8 giungo ore 15.30, aula strumenti IDMS, saggio degli allievi seniores dell’IDMS. Si invita cordialmente la collettività a partecipare agli eventi proposti, il cui ingresso è libero.

©riproduzione riservata

Fano - si terrà sabato 25 maggio in Cattedrale a Fano un concerto del coro della Catte-drale di st albans (uK), città gemellata con Fano. il coro si trova in italia per una tournè nelle Marche che toccherà anche la città di Loreto. La presenza in italia di questo im-portante coro è stata resa possibile dai frequenti ed intensi rapporti ecumenici che ci sono tra la nostra diocesi e quella di Loreto con la diocesi di st albans: ogni anno, infatti, in occasione della settimana di preghiera ecumenica, rappresentanti della diocesi ingle-se vengono a Fano, ospiti nella nostra Cattedrale, per il consueto momento di incontro con le altre chiese della zona. il coro è composto da bambini e ragazzi di età scolare, i quali sono spesso chiamati ad esibirsi in concerti all’estero ed hanno inciso anche alcuni dischi. i ragazzi visiteranno anche il vescovo trasarti in episcopio nel pomeriggio del sabato, così come incontreranno anche i pueri cantores della Cattedrale di Fano: questi ultimi apriranno il concerto in duomo, come segno di amicizia e benvenuto. L’appunta-mento è, ripetiamo, per sabato 25 maggio, ore 21.00 in Cattedrale a Fano.

Fano - L’istituto tecnico Ce-sare Battisti, insieme al Liceo scientifico di Fano, propon-gono agli studenti e a tutta la cittadinanza una mostra di cartine del primo ottocento riguardanti la Grecia antica, facenti parte dell’atlante Geo-grafico che serviva da illu-strazione ai volumi dell’opera “viaggio d’anacarsi il giovane, nella Grecia del iv secolo a.C”. pubblicata la prima volta dal-l’abate francese Jean Jacques Barthélemy nel 1787, frutto di 30 anni di lavoro continuo. L’opera, a carattere divulga-tivo, ma non per questo sem-plice o banale, si proponeva di descrivere tutto quello che i greci nell’epoca più memo-rabile della loro storia hanno

pensato e scritto, il loro carat-tere, costume e sapere, i loro usi, monumenti, riti, giochi, fatti politici e militari, le loro arti, leggi e vicende. il libro ebbe un enorme successo in Francia e all’estero e contribuì non poco al rinnovamento del neoclassicismo. un breve ac-cenno allo stratagemma nar-rativo. L’autore suppone che un giovanotto, discendente dal saggio anacarsi, annove-rato come uno dei sette saggi dell’umanità, pur essendo di provenienza ‘barbarica’ e di cui non esistono scritti, se non per indiretta tradizione, pro-veniente dalla scizia, regione che si trova a nord del Mar nero, si rechi per un viaggio di formazione o quasi come

antesignano del più recente “Grand tour” nella Grecia del iv secolo a.C. e proprio il viag-gio di formazione ieri ed oggi è la chiave di lettura di questa proposta culturale, nata dal-la collaborazione dell’ istitu-to tecnico Battisti e del Liceo scientifico di Fano torelli.il programma si avvale della collaborazione del Ministero Beni Culturali- archivio di sta-to di Fano e ha il patrocinio della regione Marche, dell’as-sessorato alla Cultura della provincia di pesaro e urbino, nonché dell’assessorato alla Cultura del Comune di Fano. per info telefonare allo 0721 -803481 , prof. pierpaolo Giorgi o prof. aldo tenedini

ALL’ITC “BATTISTI” MOSTRA CARTOGRAFICA FINO AL 15 GIUGNO

Viaggio di Anacarsi il giovane in Grecia

Per la tua pubblicità sul Nuovo Amico

Tel. 0721 64052

Sabato 25 maggio, alle ore 21, in Cattedrale

IL CORO DI SAINT ALBANS A FANO

Page 17: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

26 maggio 2013amicoil nuovo• • 17

19

Per la conclusionedell’anno concerto di

Daniela Battistial Centro Universitario

pagina

UnilitRedazione di Urbino:Via Beato Mainardo, 4 - 61029 UrbinoTel. e Fax 0722/[email protected]: Mattino 9.00-12.00Pomeriggio 15.00-17.00Urbino

Urbania Sant’Angelo in Vado

in PREGHiERA COn MARiA E COn Gli APOStOli

la veglia di pentecoste in cattedrale

l’ARCiDiOCESi Si PREPARA AllA RiCORREnZA DEl PAtROnO

Festa di San Crescentino sabato 1° giugno

URBINO. Sabato sera, vigilia di Pen-tecoste e compimento del tempo pa-squale, l’arcivescovo mons. Giovanni Tani ha presieduto in Cattedrale ad Urbino la veglia di Pentecoste. Era-no presenti sacerdoti, religiose, rap-presentanti delle parrocchie dell’Ar-

cidiocesi, quanti, tra gli appartenenti ai movimenti ecclesiali, non si erano recati a Roma dal Santo Padre ed il coro parrocchiale del Duomo che ha animato la liturgia. Inserita nel con-testo della celebrazione eucaristica, la veglia è stata caratterizzata da due momenti forti: il ricordo del Batte-simo, culminato nell’aspersione del-l’assemblea con l’acqua benedetta, e la memoria della Confermazione che, con il rinnovo delle promesse battesimali, è sfociata nell’invocazio-ne del settuplice dono dello Spirito Santo sui presenti e tutta la comuni-tà diocesana. Lo ha affermato in ma-niera puntuale l’Arcivescovo in un passaggio dell’omelia: «Noi, Chiesa di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado, chiediamo al Signore di aiu-tarci a vivere questo tratto di storia affidato alla nostra responsabilità. In particolare gli chiediamo di illumi-narci nel cammino appena iniziato delle sette Unità Pastorali (nominate

parrocchia per parrocchia duran-te l’invocazione dello Spirito, ndr), con i loro sacerdoti, i loro Consigli Pastorali, e poi con la costituzione del Consiglio Pastorale Diocesano. La scelta è stata determinata in gran parte dal numero di sacerdoti, non più sufficiente per tutte le parroc-chie. Ma da questo, a Dio piacendo, può scaturire un’opportunità, una ricchezza: l’impegno di un numero sempre maggiore di fedeli». Nel corso dell’omelia – si sapeva che lo avrebbe fatto – mons. Tani ha dato il solenne annunzio della Missione Diocesana, dando così di fatto inizio al periodo di prepara-zione prossima, la pre-missione: «È in questo spirito che questa sera, mentre preghiamo il Signore Gesù di riempirci del suo Amore, vi an-nuncio la Missione Diocesana, che si svolgerà da mercoledì 25 settem-bre a domenica 6 ottobre. Saranno giorni nei quali risuonerà in tutta

l’Arcidiocesi l’annuncio della fede in Gesù, nostro Signore, per noi morto e risorto, nostra unica speranza. Il tema generale è indicato dalle parole di papa Francesco: “Non lasciatevi rubare la speranza”. Cristo è la no-stra speranza. In Lui confidiamo, a Lui ci affidiamo». Concludendo l’omelia, l’Arcivescovo ha poi rivol-to – ai singoli e a tutta l’Arcidiocesi – un accorato invito: «Al termine della veglia vi sarà consegnato un pieghevole che vi annuncia la mis-sione e nel quale troverete anche la preghiera composta appositamente per la missione: vi chiedo di recitar-la ogni giorno, sia in famiglia, sia in parrocchia alla fine della messa. Tut-to andrà molto bene se ci lasceremo guidare dal Signore e dal suo Spirito. Chiediamo a Maria “Stella dell’evan-gelizzazione” di accompagnarci in questo cammino. Amen».

Don Andreas Fassa© RIPRODUZIONE RISERVATA

Festa patronale a MazzaferroURBINO. Domenica 26 maggio la parrocchia di Mazzaferro festeggerà la patrona Sancta Maria de Cruce. Come avviene da alcuni anni sabato 25, vi-gilia della ricorrenza, alle 21 nel salone polivalente il coro parrocchiale, diretto da Odette Travaglini, eseguirà un concer-to in cui ai tradizionali canti in onore della Vergine si aggiun-geranno anche motivi vari del repertorio corale.Domenica le messe saranno ce-lebrate alle 11 ed alle 17.30. il pomeriggio sarà caratterizzato anche da momenti ricreativi, comprendenti una gara di cal-cetto per giovanissimi, pesca di beneficienza con lotteria e de-gustazione di prodotti tipici.

gdl© RIPRODUZIONE RISERVATA

URBINO - 945 anni fa giungeva-no ad Urbino da Città di Castel-lo, l’antica Tifernum, i resti del martire Crescenziano, soldato romano decapitato nell’anno 303 per essersi rifiutato di rinnegare la propria fede. Da allora ogni 1° giugno Urbino festeggia San Cre-scentino, eletto a patrono della città e dell’arcidiocesi. Quest’an-no la cerimonia cadrà di sabato e sarà preceduta da un Triduo che si terrà in Cattedrale nei giorni 29-30-31 maggio alle ore 18 con celebrazione della Santa Messa e meditazione. Il 1° giugno, al mat-tino le Messe verranno celebrate alle 8,30, alle 10,30 e alle 12 con la presenza di vari confessori. Alle 17 avrà luogo in Cattedrale il Solen-ne Pontificale presieduto da S.E.R. mons. Giovanni Tani, Arcivescovo di Urbino – Urbania – Sant’Ange-lo in Vado con la partecipazione del Coro dell’Arcidiocesi diretto da don Daniele Brivio (all’organo il M° Alessandro Veneri), diven-tato una presenza importante e molto apprezzata in tutte le principali cerimonie. Al termine si terrà la processione attraverso il centro storico (piazza Rinasci-mento, via Salvalai, corso Garibal-di, piazza Repubblica, via Veneto, via Puccinotti) con la statua del Santo, opera ottocentesca dell’ur-binate Antonio Rondelli; parteci-peranno le Confraternite, le asso-ciazioni, gli scout, i cittadini, che

non mancano mai di presenziare in gran numero all’evento, e l’Or-chestra della Cappella musicale del SS. Sacramento diretta dal M° Michele Mangani.Il rapporto di Crescenziano con gli urbinati è cominciato nel 1068 allorché il vescovo di Città di Ca-stello, Fulcone, accolse la richiesta del vescovo di Urbino, Damiano, di concedere alla città le reliquia di un santo martire di cui era ricca la Chiesa tifernate. La scelta cad-de su Crescenziano ma i castella-ni non la presero bene e quando si accorsero del trasferimento del corpo del Santo, si misero all’inse-guimento degli urbinati; solo una fitta nebbia, addensatasi secondo la tradizione sul corteo nei pressi di Monte Soffio, permise alla de-legazione di Urbino di giungere indenne in città. Le più antiche lezioni dell’ufficio della Chiesa urbinate in onore del Patrono sono raccolte in un antifonario manoscritto del 1348 conservato nell’Archivio del Capi-tolo Metropolitano di Urbino che contiene anche la più antica rap-presentazione di San Crescentino, dove il santo è raffigurato mentre uccide il drago, il testo invece non fa menzione della sauroctomia. La venerazione degli urbinati per San Crescentino non è mai ve-nuta meno ed ha trovato riscon-tro anche negli “Statuta Civitatis Urbini” del 1559 in cui <Riguar-

do all’onore da rendere al Beato Crescentino e ai luminariis: e alle oblazioni degli altri santi> si leg-ge: <Per rendere onore ai Santi dai quali questa città è governata rettamente e pacificamente, stabi-liamo e ordiniamo che ogni anno, il primo di giugno, nella solennità del Beato Crescentino, patrono benevolo di questa città, sia ordi-nato per pubblico proclama che tutti i cittadini e quelli che hanno un incarico in città, sotto pena della privazione dell’attività per un anno, si procurino una fiaccola di cera dalla Fabbrica della Catte-drale con il pagamento di un solo bolognino e, prese queste cose,

debbano ritrovarsi nella chiesa di S. Francesco. Con loro ci siano tutti i capitani delle arti della cit-tà con i doppieri, le loro insegne e i mantelli, i sindaci dei comuni con i loro doppieri acquistati e, con quelli radunati con le inse-gne, siano tenuti a recarsi lì anche il signor Luogotenente, i Priori, il Podestà della città con due depu-tati che precedono con due ceri di almeno sette libbre per ognuno a spese dell’illustrissimo signor Ca-pitano e tutti in processione, con i lumi accesi, vadano in Cattedra-le preceduti dai suonatori. Qui offrano le fiaccole e i doppieri, a onore e gloria del Patrono e per la

salvezza di tutto il popolo>. Il trascorrere dei secoli non ha fatto venir meno la devozione de-gli urbinati verso San Crescentino, di cui la grande partecipazione di popolo alla processione è una tan-gibile testimonianza. La giornata di festa sarà caratterizzata anche dalla tradizionale Lotteria del Do-natore promossa dall’Avis la cui estrazione avverrà al termine della processione. In serata per iniziati-va del gruppo sportivo Avis-Aido verrà effettuata l’altrettanto tradi-zionale e partecipatissima corsa podistica per le vie cittadine.

giancarlo di ludovico© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 18: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

26 maggio 201318 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

comunioni in diocesi

URBANIA - Domenica 19 maggio la comunità parrocchiale di Ur-bania, illuminata liturgicamente dai gioiosi raggi della Pentecoste, ha trascorso una bella giornata di festa, entro la cui cornice sono stati protagonisti 53 bambini che hanno fatto la Prima Comunione. Ognuno di loro aveva atteso que-sta splendida giornata da molto tempo e forse nella notte prece-dente qualcuno non aveva dormi-to abbastanza per giungere pun-tuale nel cortile parrocchiale per la processione d’ingresso. Erano tutti vestiti di bianco e tutti erano accompagnati dai genitori. Festa dei ragazzi e gran festa della fami-glia, festa della comunità e grande festa di tutta la chiesa. È stato bel-lo vedere quei fanciulli sfilare con molto raccoglimento lungo le vie della città rispettando l’invito del parroco mons. Piero Pellegrini, che si era raccomandato soprat-tutto ai grandi di osservare il “si-lenzio” per vivere bene l’incontro con Gesù, che per la prima volta entrava nel cuore dei loro figli, la cui vita, guidata dall’Eucaristia, potrà facilmente sbocciare in varie direzioni e in diversi livelli della nostra società. Nella circostanza si è potuto capire che quel silenzio, che nei tempi che corrono spesso è il grande assente tra gli atti re-lazionali, lì era invece fondamen-tale per una purificazione della mente e di apertura del cuore per un importante atteggiamento di intima preghiera. ll’ingresso della chiesa, il parroco e la comunità hanno avuto conferma dalle suore e dalla catechiste sulla sicura pre-parazione spirituale dei fanciulli

per l’atteso momento. Nel fare poi memoria del Battesimo, nel qua-le ciascuno di noi è rinato a vita nuova, i fanciulli sono stati invitati ad esprimere gratitudine a Gesù per il dono dell’Eucaristia, fonte di vita e di speranza. L’omelia del parroco incentrata sul Corpo e Sangue di Gesù da adora-re, è stato importante dal punto di vista relazionale. Come già aveva scritto sul foglio settimanale par-rocchiale “La Squilla” del giorno, dove vengono riportati i nomi dei 25 fanciulli e delle 28 fanciulle, la sua preoccupazione è stata quel-la di indicare di farsi loro amico “Gesù”, perché con la Comunio-

ne Lui entra nella nostra persona e per noi “diventa nutrimento ed energia per compiere gesti di amore”. L’Eucaristia è mistero di amore che esige tanta e tanta fede. Se non si crede, i sensi della vista, del tatto e del gusto potrebbero ingannare. Ce lo dice S. Tomma-so: “Visus, tactus, gustus, in te fallitur”. Ma noi non possiamo ingannarci perché l’oggetto pro-prio dei sensi sono le apparenze di quello che si vede, di quello che si tocca e di quello che si gusta: sull’altare appare pane e vino, ma per opera dello Spirito Santo nel-la sostanza in quel pane e in quel vino c’è Gesù. Un discorso “duro”

e difficile come lo era stato per gli Apostoli. Tuttavia quei bambini, senza tanti ragionamenti, hanno mostrato di credere perfettamente che quell’Ostia e quel Vino sono il Corpo di Gesù. Da qui l’attenzio-ne, la devozione, il raccoglimento e l’adorazione ai piedi dell’altare.Tutta la liturgia è stata curata nei dettagli a cominciare dalle pre-ghiere di invocazione e di inter-cessione pronunciate dai fanciulli, alla processione offertoriale, alla rosa “bianca” da donare da cia-scun fanciullo ai propri genitori e al ricordino della parrocchia da conservare. Ogni famiglia ha vi-sto il proprio figlio operoso in un

servizio liturgico che lo ha ben distinto ed inserito nel contesto della comunità della chiesa per formare un cuor solo ed un’anima sola. I genitori, soddisfatti per le promesse dei loro figli ma anche preoccupati per il mondo tortuo-so e oscuro di valori che li circon-da, ne hanno promesso l’accom-pagnamento. Preghiamo con loro e con i catechisti, perché questi fanciulli possano essere costan-temente nutriti alla mensa divina per poter crescere bene come figli di Dio con la forza dello Spirito Santo.

Giuseppe Mangani© RIPRODUZIONE RISERVATA

PRimA comunione A uRBAniA

Tanti bambini alla cena del Signore

ACqUALAGNA. Nella chiesa S. Lucia, trenta bambini e bam-bine con la veste bianca, attenti e ben presenti all’atto che sta-vano per compiere, hanno ricevuto per la prima volta il sacra-mento dell’Eucaristia.Chiamiamoli ancora bambini: hanno dieci anni e stanno ini-ziando ad esplorare il mondo che li circonda. Incominciano ad essere autonomi in alcuni loro gesti, si spostano da soli e non sempre protetti dai loro genitori. queste bambine e questi bambini hanno compiuto un passo grande:sono andati incon-tro, o meglio è andato incontro a loro il Signore, Gesù. L’hanno accolto nel loro cuore con l’intelligenza della loro età e con la preparazione ricevuta in tre anni di catechismo, grazie al sostegno delle catechiste, di don Piergiorgio, di don Irmo e , in particolare, dei genitori, come ha rimarcato il parroco nelle parole rivolte ai fedeli che riempivano la chiesa in ogni parte.Don Piergiorgio era visibilmente contento di avere attorno a sé questo bel gruppo e di poter parlare anche a tanti genitori. Ha lanciato anche la proposta, ai bambini e agli adulti, di dare la disponibilità a far parte del coro e così rinforzare quello già esistente, che in questa occasione, sotto la guida del M° Loren-zo Gamboni ha accompagnato la liturgia, doppiamente bella e ricca perché, oltre la prima Comunione dei bambini, celebrava la Pentecoste

O. Stroppa© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sacramento dell’Eucarestia ad Acqualagna

unA TeLA RieVocA iL RiTRoVAmenTo deLLA cRoce

Nel segno di Costantino

MERCATELLO SUL METAURO. “Di null’altro mai ci glorieremo se non della Croce di Gesù Cristo” (Gal 6, 14). Il 28 ottobre del 312 l’imperatore Flavio Valerio Co-stantino dopo la battaglia di ponte Milvio, a Roma, trionfava contro Massenzio, autoproclamatosi im-peratore e difensore del paganesi-mo. L’anno successivo, con l’edit-

to di Milano del 313, Costantino concedeva a tutto l’impero la li-bertà di culto per i cristiani. Sono trascorsi 1700 anni e quest’anno si celebrano entrambi gli eventi.La battaglia contro Massenzio venne preceduta dalla cosiddetta “visione di Costantino”. Il vescovo Eusebio di Cesarea, primo grande storico della Chiesa, ne parla nella Storia ecclesiastica e nella Vita di Costantino, in quest’ultima affer-ma di aver avuto dall’imperatore stesso la seguente descrizione del-la visione “Un segno straordinario apparve (…) quando il sole comin-ciava a declinare, Costantino vide con i propri occhi in cielo, più in alto del sole, il trofeo di una croce di luce sulla quale erano tracciate le parole IN HOC SINGO VINCES (con questo segno vincerai). Fu pervaso da grande stupore e insie-

me a lui il suo esercito”. Nella notte successiva Cristo stesso sarebbe apparso in sogno all’imperatore chiedendo che gli scudi dei soldati fossero fregiati con il monogram-ma formato dalle lettere sovrap-poste XP, Chi- Rho, le prime let-tere greche della parola Χριστός’, cioè Cristo.Costantino fece sostituire il labaro imperiale caricato dell’aquila ro-mana del dio Giove, con un vessil-lo avente una lunga asta dorata alla cui sommità era posta la Croce. Dopo la vittoria riportata contro il pagano Massenzio, l’imperatore cristiano alla testa del suo eserci-to, preceduto dalla Croce, entrava trionfalmente in Roma.Sarà la madre di Costantino san-t’Elena che ritroverà a Gerusa-lemme i resti della Croce, evento descritto da sant’Ambrogio nel De

obitu Theodosii, come è stato raf-figurato nella tela dell’altare mag-giore della chiesa di Santa Croce, opera di Giorgio Picchi, realizzata alla fine del sec. XVI.L’antichissima confraternita stau-ritica, cioè che venerava la Santa Croce, di Mercatello risalente al sec. XIII, oltre a commissionare per l’omonima chiesa il dipinto del ritrovamento della Salvifico Legno, fa collocare la tela in una grande macchina lignea, intagliata e dorata, attribuita alla bottega di Giovampietro Zuccari. Nella ci-masa la compagnia volle collocare il proprio stemma: ovale recante al palo la Croce come Arbor Vitae, avente i rami nodosi e al piede il trimonzio a raffigurare il Calvario. Così è descritto lo stemma della confraternita in un documento del sec. XVIII “Il vessillo della Confra-

ternita era ed è una Croce rossa con i Bronchi ”.Sotto lo stemma è collocata la scritta di ispirazione costantiniana IN HOC SIGNO VIVIMUS, (con questo segno viviamo), program-ma che i confratelli della Santa Croce di Mercatello, si erano dati ispirandosi alla visione di Costan-tino, dove la Croce diventa emble-ma della fede, programma di vita e segno di vittoria sulla morte.

Don Fabio Bricca© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 19: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

26 maggio 2013 19Urbino Urbania Sant’angelo in Vadoamicoil nuovo• •

URBINO. Anche i più distratti, di fronte al colore rosso dei paramenti del celebrante, hanno sicuramente capito di trovarsi in presenza di una grande solennità. Il rosso simboleg-gia il fuoco dell’amore divino diffu-so nei nostri cuori. Gli Apostoli da persone timorose diventano, grazie al dono dello Spirito Santo, ferven-ti annunciatori del Vangelo. Con la Pentecoste si rivela pienamente la santa Trinità e si apre il Regno annunciato da Cristo a coloro che credono in Lui. La Pentecoste è la potenza di Dio che viene ad abitare in noi, semplici creature. Dio all’ini-zio, ha effuso il suo Spirito sopra gli Apostoli, poi ha continuato ad

effonderlo su tutti gli uomini. Que-sta presenza dello Spirito viene resa viva mediante i vari carismi: profezie, visioni, sogni, prodigi, segni. Dopo che Pietro, con la forza ed il fuoco dello Spirito Santo, ebbe proclama-to la prima testimonianza su Gesù, i presenti, toccati nei loro cuori e seguendo l’azione intima di Dio, si rivolsero a lui chiedendogli cosa dovessero fare. E Pietro: “Pentitevi e fatevi battezzare nel nome di Gesù; dopo riceverete il dono dello Spiri-to santo”. I nuovi discepoli ricevono il dono dello Spirito Santo che non è solamente per gli Apostoli, bensì per tutti i credenti. La promessa di Pentecoste, con il dono dello Spirito,

si estende perciò alle persone di tut-te le Nazioni e di tutti i tempi. Negli Atti degli Apostoli si dice che: “A Ba-bele uomini di una stessa lingua non si intendono più; a Pentecoste uomi-ni di lingue diverse si incontrano e si comprendono”. “Io immagino”, ha detto padre Luca, “lo Spirito Santo come il braccio di Dio. È l’azione, è Colui che agisce, che crea. La crea-zione del mondo è avvenuta tramite lo Spirito. È lo Spirito che trasforma il pane e il vino in corpo e sangue di Cristo. Tutti i miracoli sono sua ope-ra. È l’umiltà di Dio, nonché l’amore tra il Padre e il Figlio. È attraverso lo Spirito che Gesù è venuto nei nostri cuori. Senza lo Spirito la ri-

surrezione sarebbe stata circoscritta fino a quando c’erano dei testimoni. Lo Spirito rende viva ed attualizza la presenza del Signore”. E ancora: “Chi ha fede vede nel prossimo Gesù Cristo. S. Francesco ha abbracciato il lebbroso perché vedeva in lui il Signore”. Il parroco ha quindi in-vitato i ragazzi a rinnovare il dono dello Spirito ricevuto nel battesimo in modo che ordini ciò che in loro è confuso, in modo che aggiusti ciò che è storto, in modo che abbellisca le giornate noiose ed abitudinarie e che non li abbandoni quando si al-lontanano o lo tradiscono.

Giuseppe Magnanelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pastorale universitaria

La Pentecoste

Urbania e dintorni di raimondo rossiQUasi Un diario

1. Mercatello sul Metauro , come tradizione, ha ringraziato la Ma-donna del bell’amore, che si ve-nera nella chiesa del cimitero, per lo scampato terremoto che risparmiò la città nel 1782. La popolazione con le sue confrater-nite hanno fatto la processione e per la grande occasione . durante la messa di ringraziamento è sta-ta eseguita la Secunda Pontificalis di Perosi, della Schola Cantorum

della Cattedrale di Urbania, diret-ta da Lorenzo Antinori.2. Frenetiche e sovrapposte atti-vità culturali in Urbino. Sabato scorso è stato ricordato Antonio Battistini con la presentazione di una cartella d’arte. e nello stesso pomeriggio si è aperta la mostra di acquerelli di Tiziana Marzialet-ti. (Galleria Barocci, presentazio-ne critica di Vitaliano Angelini).3. 859 Ricordo delle piante al pit-tore. Ricordati, o pittore, che tanto sono varie le oscurità delle ombre in una medesima spe-cie di piante, quanto sono va-rie le rarità o densità delle loro ramificazioni.(Leonardo, Trattato della pittura, dal Codice Urbinate, Vaticano).4. Conservare l’arte del passato nel

mondo d’oggi. Il tema discusso nella “Serra d’inverno” del Palaz-zo ducale di Urbino, a cura del-l’Accademia Raffaello. Il proble-ma della continuità : scontro tra il passato e il presente. In termini semplici, indicati da Bruno Zanar-di: come si fa a sopportare che at-torno alla chiesetta di campagna, decorata da Giotto per gli Scrove-gni, si pensi di costruire mostri di architettura moderna, o si laceri il paesaggio incontaminato di Ur-bino con il cemento? Si è trattato di restauro globale, non del sem-plice restauro di monumenti pit-torici o architettonici: restauro e conservazione del mondo in tutte le sue forme. Ritorno alla teoria vichiana, dei corsi e ricorsi storici. Discussione con una cinquantina

di studenti universitari se l’arte del Novecento non fosse solo una moda. A scherzare con Giovanni Urbani che diceva che il più gran-

de artista del Novecento per lui era lo stilista Valentino.5. La brevità è l’anima della sag-gezza” (Shakespeare, Amleto)

ConCLUso iL Corso UniLit ad Urbino

Concerto di Daniela Battisti al centro universitario

URBINO - Con Soundtrack – trascrivere e realizzare colon-ne sonore per arpa celtica e voce – Daniela Battisti e Tatiana Maka-rena (guest voice) hanno chiuso il corso Unilit in Urbino nella sede delle ACLI – Centro universitario. Da anni l’Unilit segue ed apprez-za il lavoro di ricerca della Battisti che spazia stilisticamente dalle esecuzioni filologiche di spartiti d’altri tempi alla reinterpretazione delle colonne sonore della musica attuale trascritta e riadattata per la sua arpa celtica che lancia la sua voce, compatta, virtuosa, mai fredda. Inizia con la canzone di Cadigia, una ninna nanna (state buoni se potete) del 1983 che ha attratto vari interpreti nel tempo (tra i quali anche Branduardi) per la nenia melodiosa alla quale l’ar-pa e le dita della Battisti aggiun-gono un’attraente armonia. Ne è cosciente anche l’artista che, sul tema fiabesco della prima ninna nanna, fa seguire il sogno di Ce-nerentola (a dream is a wish your heart makes- 1950) e quello di Biancaneve (someday my prince will come -1937), nate dalle co-lonne sonore che hanno esaltato

la conseguente filmografia. Una scelta di brani che richiamano una nostalgia dell’infanzia, quando si è più aperti al sogno, per la voglia

innata di avere una vita serena, ol-tre i paletti amari del quotidiano. In quella atmosfera si inserisce la voce di Tatiana, morbida per

un verso ma sempre sostenuta e decisa per esprimere quel carico di nostalgia che gli spagnoli chia-mano soledad perché vi compren-dono anche il rimpianto per la perdita di una immagine cara. In questo caso Don’t cry for me Ar-gentina, scritta per la scomparsa di Evita Peron, la moglie del pre-sidente, la donna entrata nell’im-maginario degli argentini per la sua umanità e per la sua dolcezza. E Tatiana con il suo crescendo ed il ritmo sostenuto sembra voler affidare le sue note al vento della pampas argentina o degli altipiani della catena andina. Non avendo un tecnico del suo-no, Daniela è costretta a dialogare con i suoi strumenti per l’accordo di genere e per mettersi in sinto-nia. Quando canta Shine, Daniela esprime bene il calvario del giova-

ne incompreso che alla fine trova la sua vocazione. Il timbro della voce mantiene un suo equilibrio nell’espressione dei diversi e qua-si contrapposti stati d’animo evi-denziati dalla trama e attraverso il suo sentire. Va anche rimarcata l’abilità e la bravura di Daniela nell’adattare spartiti per orche-stra (e quindi di molti strumenti) alle note dell’unico strumento che ella predilige ed usa: l’arpa celtica. Rimodulato lo strumento, non le rimane difficile adattare la voce alla musica, ben radicata nel suo animo e nella sua sensibilità cul-turale. I successivi brani: La vita è bella, Qualcosa sopra l’arcobale-no (Somewhere over the rainbow) e Memory hanno dato unicità al programma ed hanno confer-mato la grande abilità di Daniela Battisti di ricostruire le note e i suoni degli spartiti alla sua arpa, coniugando con la sua voce, in maniera convincente ed efficace, i brani proposti. Il duetto finale con Tatiana è stato di grande effetto, sottoscritto dagli applausi degli ascoltatori.

Sergio Pretelli © RIPRODUZIONE RISERVATA

di Sanzio Ubaldi(Chiuso il lunedì)

Ristorante tipico con servizio di pesceMenù riservati • Accoglienza distintaServizio inappuntabile

Strada delle Marche, 61 - Zona Gelsi - tel. 0721 65405

RistoranteLo Squero

Aiuti alle famiglie disagiateURBINO. L’Amministrazione comunale di Urbino informa le famiglie residenti sul proprio territorio che sono in situazione di disagio economico che vi è tempo fino al 29 maggio 2013 per accedere al bando che assegna possibili contributi economici (fino a esaurimento della somma stanziata), e prevede l’esonero parziale (50 %) delle rette della mensa e dei trasporti.Tutte le informazioni e i moduli richiesti sono presenti sul sito internet del Comune (www.comune.urbino.pu.it), oppure sono a disposizione rivolgendosi all’Ufficio Servizi Sociali del Comune di Urbino (via Puccinotti, 3, tel. 0722-309.218 / 217 / 224) e al Centro Servizi Immi-grati di Ponte Armellina (tel. 0722 – 52109 / 0722 – 355.087).

“SERENISSIMA”di Foglietta Giuliana

VERNICI e FERRAMENTAdal 1967 al servizio di una clientela

sempre più vastaVia Roma, 131 - Tel. 0721/490298

MONTECCHIO (PU)

Page 20: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

La cartaBCCricaricabile che garantisce i tuoi acquisti.

26 maggio 201320 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

INCONTRO FINALE A CASTELCAVALLINO

Scuola di preghieraper adolescenti e giovaniURBINO. Martedì 14 maggio la Pieve di Castelcavallino si è per quasi tre ore trasformata in un “laboratorio dei talenti”: in-fatti, circa settanta adolescenti e giovani della nostra Arcidiocesi, accompagnati dai loro educatori e sacerdoti, si sono ritrovati con l’arcivescovo mons. Giovanni Tani per concludere unitariamente la scuola di preghiera che durante quest’anno li ha visti impegna-ti – mese dopo mese – a Urbino, Fermignano, Sant’Angelo in Vado e Morciola. L’Arcivescovo ha innanzitutto presentato Maria, quale modello di una risposta generosa alla pro-posta di senso che Gesù fa a cia-scuno di noi; al termine, i nostri ragazzi si son presi un congruo

tempo – 90 minuti, una partita di calcio! – per riflettere singo-larmente ed a gruppi, cercando di incentrare la riflessione sulla loro vita e sul loro futuro, come uo-mini e donne e come cristiani. La serata si è conclusa un momento “canoro” proposto dai giovani di Morciola e con la cena, offerta dall’Arcidiocesi e squisitamente preparata da Nadia e Margherita. Prima di tornare alle proprie case, un breve momento di preghiera mariana reso ancora più suggesti-vo dai tanti flambeaux che hanno illuminato il piazzale.Tutti i ragazzi hanno apprezzato con viva partecipazione la serata ed hanno mostrato di gradire gli spunti di riflessione proposti. Ciò che è apparso evidente è stato il

bel clima di fraternità ed amicizia venutosi a creare – questo era uno degli intenti dell’evento, consoli-dare il senso di Chiesa e di comu-nità anche nei giovani in vista del-l’impegno pastorale che ci attende – nel corso della serata. Prossimo appuntamento diocesano per ado-lescenti e giovani, con grande sod-disfazione di tutti i presenti, sarà (sempre a Cavallino?) a fine luglio, in concomitanza con la GMG di Rio. Destinatari: quanti non si sono recati in Brasile e vogliono vivere una profonda esperienza di comunione e di fraternità. Il tutto in attesa del grande momento del-la Missione Diocesana, che si ter-rà dal 25 settembre al 6 ottobre.

Don Andreas Fassa© riproduzione riservata

URBINO. La Scuola di Lingue e Letterature Straniere dell’Univer-sità di Urbino Carlo Bo ha com-piuto un passo concreto verso l’internazionalizzazione dell’of-ferta didattica: a partire dall’ a.a. 2013/14 verrà attivato un nuovo curriculum del Corso di Laurea Magistrale in “Lingue per la didat-tica, l’editoria, l’impresa”. Il nuovo percorso si chiama “Interkulturel-le Personalentwicklung und Kom-munikationsmanagement“ ed è stato ideato e organizzato in col-laborazione con l’Università “Frie-drich Schiller” di Jena (Germania). Offre agli iscritti la possibilità di studiare un anno a Jena ed uno a Urbino. Alla fine del percorso, su-perati tutti gli esami previsti, en-

trambe le Università rilasceranno un titolo di Laurea. Il piano di studio si presenta mol-to simile al curriculum “Comuni-cazione Interculturale d’Impresa”. Il suo obiettivo è quello di for-mare esperti per la gestione della comunicazione e di aspetti lingui-stico-culturali dell’internaziona-lizzazione delle imprese. Il nuovo

curriculum prevede, inoltre, una specializzazione su problemi della gestione del personale in aziende multiculturali e sulla comunica-zione italo-tedesca.La nuova offerta formativa è il risultato di una lunga collabo-razione tra la Scuola di Lingue e Letterature Straniere e l’istituto di Comunicazione Interculturale

d’Impresa dell’Università di Jena. Gli scambi reciproci si sono svolti finora soprattutto nell’ambito del programma Erasmus. Con il nuo-vo programma la collaborazione viene ulteriormente istituziona-lizzato ed elevata ad un livello superiore. L’istituto di Jena è uno dei più importanti centri di studio e ricerca in Europa sulle temati-che della comunicazione inter-culturale d’impresa. Il suo Corso di Laurea Magistrale è di grande attrazione per studenti di tutto il mondo. Per i 30 posti disponibili ogni anno arrivano regolarmente più di 300 domande. Il professor Claus Ehrhardt, coordinatore del-la Scuola di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Ur-bino e, in quanto docente di lin-gua tedesca, architetto del nuovo programma per la parte italiana si dimostra molto soddisfatto: <ab-

biamo creato un’offerta attrattiva, estremamente valida per i nostri studenti. Avranno la possibilità di vivere l’interculturalità e di studia-re in un centro molto prestigioso e serio. Non sarà facile perché i colleghi a Jena sono anche molto esigenti, ma sicuramente ne vale la pena>. Per ora il numero di posti riservati al curriculum è limitato a cinque. Gli studenti dovranno passare il primo anno di corso in Germa-nia e, di conseguenza, seguire le lezioni in lingua tedesca. Sarà in-dispensabile, perciò, selezionare solo laureati di corsi triennali che abbiano raggiunto un ottimo livel-lo linguistico in tedesco con una conoscenza di base di problemi di comunicazione interculturale. I colloqui di selezione verranno organizzati nella seconda metà di settembre.

L’ATENEO URBINATE VERSO L’INTERNAZIONALIZZAZIONE

Laurea italo-tedesca con doppio titolo

urBino. Martedì 21 maggio 2013, nei locali della Bottega di Giovanni santi - Casa natale di raffaello - sarà inaugurata la mostra di incisioni eseguite dagli alunni di tecniche incisorie del Liceo artistico stata-le “scuola del Libro” di urbino, partecipanti al tradi-zionale Concorso a premi che l’accademia raffaello indice ogni anno scolastico a favore degli alunni cul-tori dell’incisione.nonostante le ben note sofferenze finanziarie in cui versano gli istituti di Cultura, tra cui non fa ecce-zione l’accademia raffaello, nell’occasione saranno consegnati i premi agli alunni vincitori del Concor-so del presente anno scolastico, i cui nomi sono di seguito elencati: premio unico indivisibile a simona Calamelli (Classe iv/F). premio per la Calcografia a enrico pierotti (Classe v/H). premio per la Litografia a Milena paladini (Classe iii/e). premio per la Xilogra-fia a ricardo venturi (Classe v/H). tre premi acquisto assegnati a Claudia vandini, Bleona Cano, e Giulia Galli.

Giorgio Cerboni Baiardi© riproduzione riservata

APPREZZATA L’INIZIATIVA VISSUTA ALL’ANNUNZIATA

Conclusi gli incontri per i cresimandiURBINO. Nella parrocchia dell’Annun-ziata di Urbino si è concluso con suc-cesso venerdì scorso 17 maggio l’ultimo dei quattro incontri mensili per cresi-mandi di prima e seconda media: due ore (dalle 19.30 alle 21.30) trascorse in un armonico alternarsi di gioco, rifles-sione – catechesi e qualche trancio di pizza, che hanno visto la presenza di oltre quaranta preadolescenti, in massi-ma parte dell’Annunziata, ma non solo. L’esperienza, fortemente voluta dal parroco mons. Sandro de Angeli e te-nacemente supportata da don Andreas Fassa, è partita nel febbraio scorso qua-le embrionale tentativo per un lavoro di equipe verso gli adolescenti nel seno dell’Unità Pastorale. Una scommessa vinta, sembrerebbe: nei ragazzi infatti, mese dopo mese, è cresciuto il deside-rio di ritrovarsi, non senza la “ripetitiva” – e per noi educatori tanto auspicata – richiesta a don Sandro: «Oh, don, quan-

do facciamo il prossimo incontro?». Sicuramente un segno concreto di spe-ranza per il lavoro che ci attende nel prossimo futuro: il ritiro per la cresi-ma, a Mazzaferro dal 19 al 21 giugno; il Grest, all’oratorio di Santo Spirito dal 10 al 28 giugno; il camposcuola per preadolescenti, a Pennabilli, nei primi

giorni di settembre; infine, all’inizio del prossimo anno pastorale, il cammi-no di comunione e di équipe, che sarà sicuramente reso ancora più solido e convinto dall’esperienza della Missione Diocesana.

Alessandro Veneri© riproduzione riservata

Mostra e premiazione di studenti di incisione

Page 21: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

Vent’anni fa, il 7 gennaio del 1993, don Italo Mancini moriva al Policlinico Gemelli di Roma, in seguito a complicazioni sorte

dopo una delicata operazione al cuore. Grandi furono il dolore e lo sgomento dei famigliari. Altrettanto grande lo sconcerto dei suoi collaboratori, degli allievi che erano abituati ad incontrarlo quotidianamente nelle aule universitarie, lungo le strade della città feltresca e soprattutto nella fornitissima biblioteca di via Piave, così accogliente per chi amava i libri, soprattutto di argomento filosofico e teologico (ed erano tanti!). Anche gli studiosi italiani e stranieri sottolinearono la perdita. Mancini era nel pieno della sua produzione , pubblicava testi che venivano discussi e chiosati.Vent’anni non sono passati senza riscontri. Molte le monografie e gli articoli che gli sono stati dedicati , molte le tesi di laurea sul suo pensiero discusse in università italiane. “Hermeneutica”, la rivista da lui fondata nel 1979 –quest’anno festeggia 34 anni di vita- gli ha dedicato due fascicoli densi di approfonditi articoli. Sono ora in via di pubblicazione presso la Morcelliana di Brescia le Opere scelte per offrire alle nuove generazioni la possibilità di incontrare un intellettuale singolarmente anticipatore di temi che oggi paiono di grande attualità. Frammento su Dio, apparso postumo nel 2000, è divenuto un sicuro punto di riferimento per chi si interroga sulla possibilità di parlare di Dio in una stagione che sembra volerne celebrare l’ eclisse e farlo sparire dall’orizzonte delle opere e dei giorni.Per tutte queste ragioni, l’Istituto superiore di scienze religiose che porta il suo nome ha scelto di ricordarlo non con discorsi di tipo celebrativo ma con il far tesoro di quanto don Italo stesso diceva e cioè che bisogna continuare a pensare e ad amare, unendo inscindibilemte teoria e prassi. In questa prospettiva si muove il seminario di studi che si terrà a Urbino il 29 maggio occupando l’intera giornata. L’obiettivo è quello di indagare aspetti ancora poco studiati del suo pensiero, ad esempio il confronto critico permanente instaurato con il pensiero di Heidegger (per la filosofia della religione) o con il

pensiero di Carl Schmitt (per la filosofia del diritto). Ne parleranno, nella mattinata, Enrico Moroni, Marco Cangiotti, Galliano Crinella, Mauro Bozzetti, Andrea Aguti, Michelle Cascavilla, Domenico Scalzo, Sandro Di Caro.Al pomeriggio sono previsti gli interventi di mons. Bruno Forte, arcivescovo della diocesi di Chieti -Vasto, finissimo teologo, un tempo docente presso la

Facoltà teologica dell’Italia Meridionale a Napoli e di Carmelo Vigna, ordinario di Filosofia morale all’Università “Cà Foscari” di Venezia. Porteranno entrambi la loro esperienza di allievi prima e poi di colleghi di don Italo. Daranno testimonianza di quanto abbiano inciso sul senso e la direzione della loro rilevante elaborazione teorica la lettura dei testi e le lunghe conversazioni con il pensatore

urbinate. Don Italo Mancini, infatti, si è caratterizzato per aver contribuito a mettere in primo piano la questione filosofico-teologica in connessione con le dimensioni dell’organizzazione etico-giuridica: per mantenere integre sia la fedeltà a Dio, sia la fedeltà alla terra, alla città dell’uomo, come ha indicato il Concilio Vaticano II.

©riproduzione riservata

22

“Macadan”di Paolo Teobaldi.

Intervistaall’autore

pagina

Libri

23

Premiatitutti i vncitori

della 2ª edizione di“Un rebus per amico”pagina

concorso

26 maggio 2013 21amicoil nuovo• •

di arte cultura sport

a quasi cento anni dall’inizio della prima guerra mondiale, Montelabbate dedica un importante evento espositivo al tragico

conflitto che ha cambiato la storia dell’italia e dell’europa. e lo fa chiamando a testimone una delle più illustri sensibilità artistiche che la nostra terra ha generato nel secolo scorso: anselmo Bucci. La mostra, dal titolo “L’arte in trincea. anselmo Bucci e la prima Guerra Mondiale”, verrà inaugurata domenica 2 Giugno alle ore 18 presso gli ambienti dello storico palazzo Municipale di Montelabbate. L’esposizione, proveniente da un recente allestimento presso la Fondazione Benzi zecchini di Caerano san Marco (tv), abbraccia idealmente le due regioni che vedono gli esordi di anselmo Bucci, artista di origini marchigiane ma che di fatto intraprende la sua formazione artistica in terra veneta.

Curata da Luciano rossetto con la consulenza storica del professor Lucio de Bortoli, l’esposizione riunisce le cinquanta incisioni a puntasecca che compongono la cartella “Croquis du front italien” (parigi, 1917) in cui anselmo Bucci racconta la sua esperienza al fronte del primo conflitto mondiale in qualità di volontario ciclista al fianco dei futuristi Marinetti, Boccioni e sant’elia. in queste incisioni, invece di soffermarsi sugli aspetti spettacolari della guerra, Bucci riunisce una serie d’immagini poetiche ed espressive in cui narra, con l’occhio vigile dell’artista e del “camerata”, la vita del battaglione più nei momenti di riposo che durante i combattimenti. una raccolta dalla duplice anima, dove al taglio altisonante ed euforico della prefazione fa riscontro una narrazione per immagini espressa in toni pacati e malinconici. La rassegna incisoria sarà accompagnata anche da

una piccola antologia letteraria tratta dai principali autori italiani attivi durante il conflitto bellico e da pannelli cronologici utili a guidare il visitatore nella comprensione degli eventi storici.

L’evento è organizzato dalla associazione Culturale “Mons abbatis“ con il patrocinio del Comune di Montelabbate, in collaborazione con il Comune di Caerano san Marco (tv), l’associazione nazionale incisori Contemporanei e con il generoso contributo di veneto Banca.

L’esposizione, a ingresso gratuito, sarà poi visitabile fino a domenica 16 Giugno con apertura nei giorni di sabato e domenica dalle 17 alle 19 e in altri orari, su prenotazione. info: 349.8605868 – [email protected].

Roberto RossiNella foto: Autoritratto di Anselmo Bucci.

©riproduzione riservata

DoMEnicA 2 GiUGno inAUGUrAZionE DELLA MosTrA A MonTELAbbATE

L’arte in trincea. Anselmo Bucci e la guerra mondiale

PROGRAMMAPrima parteCircolo acli - Centro universitario, piazza rinascimento, 7 – urbino29 maggio 2013, ore 9.30

introduzione:prof. Piergiorgio Grassi, università degli studi di urbino Carlo Bo

relazioni:Prof. Sergio Domenico Scalzo, università degli studi di urbino Carlo Bo

il confronto con Heideggerdiscussant: andrea aguti Mauro Bozzetti

dibattito

Prof. Enrico Moroni, università degli studi di urbino Carlo Bo il confronto con Carl schmitt

discussant: Michele Cascavilla Galliano Crinella

dibattito

pranzo ore 13.15seconda parteCircolo acli - Centro universitario, piazza rinascimento, 7 – urbino29 maggio 2013, ore 15.30

presidenza:prof. Marco Cangiotti, università degli stu-di di urbino Carlo Bo

in dialogo con italo Mancini

relazioni:S.E.R. Mons. Bruno Forte, teologo e arci-vescovo di Chieti-vasto

Prof. Carmelo Vigna, università Ca’ Fosca-ri di venezia

discussant: alessandro di Caro

dibattito

Chiusura dei lavori ore 18.00

Italo Mancini vent’anni dopodi Piergiorgio Grassi

iL 29 MAGGio GiornATA Di sTUDi con Mons. brUno ForTE E cArMELo ViGnA

Una inedita foto di Italo Mancini con il Vescovo di Pesaro Gaetano Michetti

Page 22: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

26 maggio 201322 amicoil nuovo• •arte cultura sport

Segui i noStri ForuMfacebook.com/il nuovoamico

IL ROMANZO DI PAOLO TEOBALDI – DOPO TORINO LA PRESENTAZIONE A PESARO E FANO

Intervista all’autorePesaro- “Macadan’’, è il titolo del nuovo romanzo dello scrittore pesarese Paolo Teobaldi, che a giorni uscirà in libreria e che è stato presentato alla Fiera internazionale del libro di Torino. Una storia delicata, dove i sentimenti umani prevalgono sulla realtà, come in alcuni dei suoi precedenti romanzi: “La badante’’, sul problema dell’integrazione lavorativa e “Il manicomio’’, sul disagio psichico’’. “Macadan’’, sarà presentato al pubblico a metà giugno nella Biblioteca oliveriana di Pesaro e nella Biblioteca Federiciana di Fano.

Paolo Teobaldi ci parli di questo suo ul-timo romanzo....

Macadan, il titolo del romanzo, sembra una parola araba, misteriosa: in realtà è il nome di uno scozzese che si chiamava Mac adam, il quale inventò nel 1700 un

certo tipo di pavimentazione stradale, checent’anni dopo venne rivestito di bitume. Il romanzo è la storia di un cantoniere pesarese, figlio di un cantoniere, con una disgrazia in famiglia, la morte alla nascita del figlio, che ha la sua casa di cantoniere, collocata nell’attuale curvone. È un romanzo che si svolge non in una cantoniera, ma a partire da una cantoniera. Paradossalmente potremmo dire che è un romanzo on the road, alla rovescia, rispetto al movimento americano di Keuroac, che erano errabondi sulla strada, in quanto il protagonista detto “Macadan’’, non si muove mai dalla cantoniera, cioè dal tratto che l’anas gli ha assegnato. egli controlla la strada, ma essendo una persona intelligente, osserva quello che gli scorre davanti e quindi diventa testimone in parte della storia del Novecento.’

Ma quali situazioni vede Macadan?Questo personaggio vede anche le cose che gli raccontava suo padre, le sue esperienze di cantoniere, e la realtà talvolta immaginifica dei suoi giorni, per poi raccontarla agli amici: l’arrivo del fascio, lo sviluppo italiano, il passato del fronte, l’arrivo degli alleati, lo sviluppo industriale del secondo dopo guerra. Ma ad un certo punto, visto che è un grandissimo affabulatore, racconta cose talvolta non veritiere.’

Che cos’è per lei il romanzo?È come un dolce multistrato, dove vi è un livello di narrazione di cui si raccontano, in questo caso, i fatti privati di questo cantoniere, che ad un certo punto si innamora di una donna, che ha una trattoria nel centro di Pesaro. Ma la morte del figlio, piano piano fa svanire il

loro amore. Il dolore attraversa tutto il romanzo fino alla soluzione finale aperta ed ottimistica.’

a cura di Paolo Montanari ©riproduzione riservata

UrBINo – sabato 18 maggio dalle ore 20.30 alle ore 23.30 presso il Museo Diocesano albani, si è svolta la ricca programmazione della Notte dei Musei promossa da Ministero per i Beni e le attività culturali, regione Marche e ICoM Italia (International Council of Museums). L’evento è inserito nella programmazione della regione Marche che, con le iniziative di “Happy Museum” 2013, intende promuovere sinergicamente le realtà museali marchigiane, con proposte culturali programmate nel corso dell’intero anno.

si tratta di un’iniziativa che ormai da diversi anni porta alla scoperta del patrimonio artistico della regione Marche, attraverso mostre ed eventi completamente gratuiti a cui il Museo Diocesano albani, come capofila dei quattro musei diocesani, aderisce da tempo. Il tema di questa edizione “Museums (memory + creatività) = social change” è ispirato al genio artistico in tutte le sue declinazioni, in particolare nel rapporto inscindibile che lo lega alla memoria.La creatività giovanile ed il recupero del passato sono al centro della mostra allestita all’oratorio della Grotta Il Restauro per una didattica dell’arte (23 marzo-30 giugno 2013), in cui sono esposte opere d’arte dal XVI al XIX secolo restaurate dalla scuola di Conservazione e restauro dell’Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”. L’evento che è stato possibile solo grazie alla partecipazione del Comune di Urbino, assessorato Turismo e attività Produttive, alla collaborazione del Comune di sant’angelo in Vado e della soprintendenza Bsae delle Marche, ha vissuto la presentazione del catalogo alle ore 21.00, alla presenza delle autorità e dei tanti ragazzi che hanno direttamente lavorato al recupero delle opere. Un ringraziamento particolare va tributato agli sponsor Consorzio di Tutela della Casciotta di Urbino e PiQuadro Group che hanno permesso la pubblicazione. La

storica dell’arte Anna Fucili e Nadia Senesi, allieva del quinto anno della scuola di Conservazione e restauro, hanno raccontato il recupero dello stendardo proveniente dalla Concattedrale di sant’angelo in Vado, realizzato da Giovan Battista Urbinelli, pittore attivo nel 1600 ed epigono di Federico Barocci, opera che costituisce uno degli risultati più interessanti dell’intera operazione. Una scoperta, quella dello stendardo, che costituisce il recupero di un importante tassello della storia locale e devozionale. Il restauro, seppur ancora non ultimato, ha permesso di comprendere la struttura e la funzione primigenia dell’opera, che da pala d’altare, si configura oggi come stendardo processionale bifacciale. L’intervento è stato fondamentale per consentire di attribuire il dipinto all’artista baroccesco e di apprezzare l’opera che costituisce uno degli elementi più significativi del suo catalogo.alle 22.30 l’oratorio si è trasformato in un palcoscenico dove la musica è diventata protagonista: i Welcome to the Django (Francesco Mancini Zanchi, contrabbasso; Paolo Sorci, chitarra; Umberto Gnassi, Clarinetto, con il gradito ospite Gian Marco Polini, chitarra) hanno reso omaggio a Django Reinhardt uno dei maggiori esponenti della musica jazz del XX secolo in europa. L’atmosfera d’altri tempi ha affascinato e arricchito ulteriormente i

numerosissimi intervenuti all’evento. È stata questa l’occasione per riscoprire, che la musica in ogni sua espressione, racconta l’uomo e l’insanabile ricerca del Bello. Le atmosfere delle partiture musicali offerte dal quartetto jazz hanno lasciato i luoghi fumosi dei locali notturni per guadagnare la luce dell’oratorio della Grotta, in cui musica, strumenti e musicisti si sono mescolati e messi in comunione con la spiritualità del luogo sacro e straordinario patrimonio artistico del Museo Diocesano albani.

Sara Bartolucci©riproduzione riservata

MOLTI VISITATORI ALL’ORATORIO DELLA GROTTA

Notte dei musei

FARMACIEDI PESARO

TURNO 27 MAggIO-2 gIUgNO 2013

INFORMAzIONI UTIlIIl turno 24 h va dalle ore 8,30 alle ore 8,30 del giorno suc-cessivo. Il turno AUSILIARIO nei giorni feriali va dalle ore 15.30-19.30. Il turno AUSILIARIO nei giorni festivi effettua orario di normale apertura.

Lunedì 27 San SaLvatore L.go Aldo Moro, 1 0721-33135 24 h

Martedì 28 Centro Str.da Adriatica, 48 0721-33257 24 h

Mercoledì29 Zongo V. Rossi, 17 0721-416134 24 h

giovedì 30 Sant’antonio V. XI Febbraio, 22 0721-31168 24 h

venerdì 31 MuragLia V. Commandino, 38 0721-54296 24 h

Sabato 1 aLbini V. San Francesco, 14 0721-33987 24 h

viLLaandrea CoSta V. Giolitti, 167 0721-45479 Ausil.

domenica 2 Peroni V. del Novecento, 13 0721-453478 24 h

Soria V. Laurana, 4 0721-24790 Ausil.

2728

29

Maggiogiugno

3031

12

TURNI DEllE FARMACIE TRAMITE SMSE’ sufficiente inviare un messaggio SMS al 320-2649186 scri-vendo farmacie PESARO farmacie FANO farmacie URBINO per ottenere un SMS di risposta con l’indicazione del nome delle farmacie di turno nel giorno della richiesta.

BREVI - MOSTRE D’ARTE A PESAROAll’Alexander Museum – due importanti manifestazioni culturali all’alexander Museum. orga-nizzatore e coordinatore alessandro Marcucci pinoli. “Con la presentazione del programma - “eleganza e sostenibilità’’ - abbiamo avuto un incontro con due imprenditori pesaresi vittorio Livi e Claudio Ferri che si sono confrontati con un investitore australiano che ha deciso di portare avanti un progetto, per creare un legame fra gli artisti e la piccola e media industria. se-condo appuntamento la premiazione e presentazione del 2° Festival internazionale delle emozioni, rassegna biennale di pittura e poesia, promossa da art emozio-ni di Martina Franca. il presidente del Festival, Lucia torricella, ha voluto sottolineare come per la prima volta il festival, è uscito dai confini pugliesi, ed ha scelto come location, grazie anche all’invito di alessandro Marcucci pinoli, l’alexander Museum palace Hotel. presenti 35 pittori e scultori e 21 poeti, a testimonianza del largo coinvolgimento della manifestazione, che ha avuto anche il riconoscimento da parte del Capo dello stato, Giorgio napolitano, con una medaglia d’onore.

P.M.*****

Studio d’Arte Floriosabato 25 maggio s’inaugura allo studio d’arte Florio in via petrucci 32 (a fian-co ex cinema duse), la mostra collettiva “L’arcobaleno nasce dall’anima” a cura di alessandra Florio, un’esplorazione del profondo ove gli artisti attingono i colori e le emozioni per creare le loro opere. espongono in ordine alfabetico: Marco Cesaretti, dario di Franco, Barbara ottani ornella zaffini. Colonna sonora dell’ evento la musica meditativa dell’ autore e compositore Jeb con il suo cd il “sentiero dei suoni” creato in islanda, terra piena di contrasti e magia. du-rante L’inaugurazione saranno lette liriche della poetessa polacca szymborska premiata con il nobel nel 1996 dalla voce recitante di ornella zaffini. La mostra rimarrà aperta tutti i giorni dal 25 Maggio al 4 Giugno ore 10,30-12,30 e 17,30-19,30.

Alessandra Florio©riproduzione riservata

Page 23: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

26 maggio 2013 23amicoil nuovo• • arte cultura sport

UN PREMIO PER UN REBUSI vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a [email protected] oppure a IL NUOVO AMICO Via del Seminario 4 – 61121 Pesaro. L’omaggio di questa settimana è un buono sconto del 20% presso la libreria “LA Buona Stampa” di Pesaro (Via Rossini 68)

E’ possibile ritirare il premio da lunedì a mercoledì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19 presso la reda-zione di Pesaro (via Rossini 53). Per un diverso recapito contattare il n. verde gratuito 800/501170 sempre nei giorni e ore sopra indicate.

La chiave risolutiva del rebus di Leone da Cagli pubbli-cato a pag. 23 del n. 20 del “Nuovo Amico” di domenica 19 maggio era: (Frase: 3 6 1 6) ‘F arde; N, aria; P, alate’

Soluzione: - FAR DENARI A PALATE –

Vince: Piergiorgio Paolucci – Pesaro

Buono sconto in omaggio

ECCO LA PREMIAZIONE DELLA 2^ EDIZIONE DI «UN REBUS PER AMICO»

Oltre cento sorrisi… enigmatici!

ATTENZIONE Tutti gli schemi dei rebus premiati verranno pubblicati in un inserto “speciale giochi per l’estate” sull’ultimo numero di luglio del Nuovo Amico. È possibile prenotarne una copia omaggio indirizzando una mail a [email protected] (FOTOGALLERY SU: www.ilnuovoamico.it e su facebook.com/ilnuovoamico)

SPONSOR

Si è svolta giovedì 16 maggio presso l’Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro, la premiazione

del concorso per ‘Un rebus per Amico’, promosso dal nostro settimanale “Il Nuovo Amico” e ideato da Carmine Russo. Tra i protagonisti più di cento studenti delle scuole primarie e secondarie del territorio pesarese che, durante l’anno, si sono cimentati nell’ideazione dei rebus sul tema culinario e i piaceri della tavola. Di fondamentale importanza per la buona riuscita dell iniziativa la

collaborazione, attraverso efficaci ed immediate illustrazioni grafiche, del disegnatore Michele Scodavolpe. L’enigmista Leone Pantaleoni, con la sua simpatia e competenza, riordinando le lettere attraverso brillanti ragionamenti, ha dato risposta a rompicapi che parevano irrisolvibili. E’ stato sorprendente riscontrare l’entusiasmo e la facilità con cui i partecipanti sono arrivati alla soluzione degli enigmi sempre istruttivi ed in grado di incrementare il tasso culturale generale. L’esperienza del rebus parte come un gioco

per i più piccoli che imparano divertendosi stimolando la fantasia e ricavandone spesso nozioni importanti per la loro crescita. Presente anche Giuseppina Catalano, assessore alle politiche sociali del Comune di Pesaro, che ha esortato tutti a coltivare e non disperdere questa passione con il passare degli anni. Sponsor dell’iniziativa la Banca Credito Cooperativo di Gradara e l’Hotel Alexander.

Enrico Morri© RIPRODUZIONE RISERVATA

PER RICEVERE L’OMAGGIO È NECESSARIO DIMOSTRARE DI ESSERE IN REGOLA CON L’ABBONAMENTO AL NUOVO AMICO PER L’ANNO 2013 O REGOLARIZZARE LA POSIZIONE AL MOMENTO DEL RITIRO DEL PREMIO

La classe 2^ H dell’I.C. Olivieri di Pesaro

Emanuele Corbellotti

Raffaele Massacesi

Famiglia Ghiselli

Maria Grazia Tacchi

Riccardo Lani (classe 1 A I.C. Manzoni)

Angelina Benedetti

Carmine Russo (fuori concorso) La classe 3^ della Primaria di S. Veneranda “I.C. Pirandello”

Simona Arcangeli

Page 24: «Il Nuovo Amico» n. 21 del 26 MAGGIO 2013

26 maggio 201324

Più di quello che vedi

Lo sai, TV2000 è l’altra tv,che ti sa intrattenere e ti fa riflettere,che ti ascolta e ti tiene compagnia.È un valore comune, che anche tuhai aiutato a diffondere.TV2000 è la nostra tv.Facciamola sempre più nostra.Insieme.

Una televisioneche continua a cresceregrazie a chi si riconoscenei suoi valori:la forza delle ideee la verità della fede.

TV2000 Più di quello che vedi

Canale28

Sky canale142

Streaming videowww.tv2000.it

cure inalatorie cure sordità rinogena(affezioni delle alte e basse vie respiratorie)

Convenzionate con il S.S.N.

tel. 0721.885161 - 885128 - fax 0721.885656Terme di Carignano - Via Bevano 43/45 61032 Fano (PU) www.termecarignano.it - e-mail: [email protected]

OrariO viSiTeMattino07.30 – 10.30dal lunedì al sabato

Pomeriggio14.30 – 15.30dal lunedì al venerdì

AperturA StAbilimento termAle 3 giugno - 31 ottobre 2013