«Il Nuovo Amico» n. 42 del 2 dicembre 2012

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Antifurto - Antincendio TVCC - Videocontrollo Cotrollo Accessi Cablaggio Strutturato Impianti telefonici Automazioni FAAC Portoni Sezionali Preventivi e sopralluoghi gratuiti Assistenza tecnica 24 ore su 24 0721 - 851005 Fano SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DIOCESI DI: PESARO • FANO • URBINO FONDATO NEL 1903 2 DICEMBRE 2012 ANNO 109 • N. 42 Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro facebook.com/ilnuovoamico € 1,00 amico il nuovo www.ilnuovoamico.it Antifurto - Antincendio TVCC - Videocontrollo Cotrollo Accessi Cablaggio Strutturato Impianti telefonici Automazioni FAAC Portoni Sezionali Preventivi e sopralluoghi gratuiti Assistenza tecnica 24 ore su 24 0721 - 851005 Fano COPIA OMAGGIO EDITORIALE hotel supplies Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.arpaitalia.it - [email protected] FORNITURE ALBERGHIERE ARREDO BAGNO E CAMERA COMUNICAZIONE E PUBBLICITÁ Seguici su: SSS security systems SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA CON CONTROLLO REMOTO VIA INTERNET Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.ipsorveglianza.com - [email protected] Richiedi il tuo preventivo Illustrazione: Mara Cerri Comunicazione: Hotelfantasy.co.uk IFI S.p.A. - Sede e Showroom Strada Selva Grossa 28/30 - Zona Case Bruciate - 61010 Tavullia (PU) - Italy - Tel. +39 0721 20021 - Fax +39 0721 201773 - www.ifi.it - info@ifi.it il tuo talento, il tuo futuro, il tuo primo bar. il bar diventa accessibile. start up è un servizio bar essenziale e basilare, che permette a chiunque di creare il proprio locale. Un’opportunità per i giovani e per chi sceglie di investire su sé stesso e sulla propria voglia di futuro. 5.959 + iva Prezzo al pubblico start up basic da 3 mt. Tale prezzo include, per il mercato italiano, il trasporto e la consegna in loco. Inclusi 3 anni di garanzia Moda Luciana NUOVI ARRIVI PREZZI SPECIALI Pesaro - via delle Betulle n. 4 (zona Torraccia) - Tel. 0721/22611 I n tema di Nuova Evangelizzazione ci si chiede se sia possibile, oggi, una ricomposizione tra religione e secolarizzazione. È la domanda che si pone il grande intellettuale cattolico, il canadese Charles Taylor nel suo ultimo libro “L’era secolare”. Nell’eventuale risposta viene coinvolta ovviamente la modernità, matrice di tanti fenomeni, tra i quali questo di cui stiamo parlando. Si tratta infatti di capire come si è arrivati alla “soggettività moderna” (secondo il Papa relativismo), come si è strutturata nella mente dell’uomo di oggi e perché. Capire inoltre per quale ragione emerge progressivamente una società nella quale la fede, anche per i credenti più maturi, sia diventata “una possibilità come tante”. Ci sono molte culture, anche di tipo religioso, che si intrecciano nella formazione del pensiero corrente, sicché gli individui si sentono e si mostrano più ricchi di quanto dicono le conoscenze umanistiche, soprattutto quando si lasciano contaminare dal sapere scientifico. Più che alla ragione e alle idee, rivolgono l’attenzione alla storia, al linguaggio, alla sensibilità e all’immaginazione. Siamo immersi in un contesto ove la diversità è considerata una risorsa e presupposto insostituibile di confronto: suscita il gusto del dialogo e l’imperativo morale di comprendersi tra credenti e tra credenti e non credenti su tutte le problematiche attuali, a partire dal fenomeno della secolarizzazione. Di Taylor è l’affermazione secondo cui non sarebbe affatto una “sottrazione” ove la religione si fermasse di fronte ai dati sorprendenti della ricerca scientifica, bensì creerebbe le condizioni favorevoli per un nuovo umanesimo che non invalida la religione. Egli ha vissuto con entusiasmo l’apertura del Vaticano II e l’ha percepita come “la caduta delle mura di Gerico”. Tuttavia dice che la Chiesa cattolica “non ha finito di combattere la tentazione della cristianità (civiltà cristiana). C’è sempre il pericolo di ricondurre ad un numero limitato la diversità delle vocazioni e del modo di vivere. Si ricerca sempre la formula giusta, utile e definitiva. Non le giova”. Sogna una Chiesa “come un vivaio di iniziative che fa irraggiare l’Agape (l’amore di Dio donato all’uomo) nel mondo. Ho raccolto alcune intuizioni del grande pensatore cattolico che possono portare ulteriore luce alla Nuova Evangelizzazione. Taylor, in definitiva, incoraggia la “diversità” delle vocazioni e il gusto di abbeverarsi a più fonti contro il rischio della “uniformità”. Che l’apostolo Paolo si fosse fatto “gentile tra i gentili” a motivo della evangelizzazione, non fu un paradosso e non lo sarebbe oggi se si facesse “secolare nell’era secolare” dal momento in cui ha individuato, ante litteram, nell’inculturazione della fede, il cuore del così detto progetto culturale. Raffaele Mazzoli © RIPRODUZIONE RISERVATA La religione oggi e “L’era secolare” L’attesa... Terminati i restauri a S. Pietro in Valle FANO 21 Assemblea diocesana dei catechisti PESARO 9 ASSEMBLEA Libro del Papa sull’infanzia di Gesù SPECIALE 4 Don Fassa prima messa in Cattedrale URBINO 17 CAMPAGNA ABBONAMENTI 2013 AL NUOVO AMICO P. 24 110 e LODE DOMENICA 2 DICEMBRE INIZIA L’AVVENTO IL PRESEPE MULTIETNICO DEI CARCERATI DI PESARO SOTTO L’ALBERO DELLA PIAZZA? PAGINA 8

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In tema di Nuova Evangelizzazione ci si chiede se sia possibile, oggi, una ricomposizione tra religione e secolarizzazione. È la domanda che si pone il grande intellettuale cattolico, il

canadese Charles Taylor nel suo ultimo libro “L’era secolare”. Nell’eventuale risposta viene coinvolta ovviamente la modernità, matrice di tanti fenomeni, tra i quali questo di cui stiamo parlando. Si tratta infatti di capire come si è arrivati alla “soggettività moderna” (secondo il Papa relativismo), come si è strutturata nella mente dell’uomo di oggi e perché. Capire inoltre per quale ragione emerge progressivamente una società nella quale la fede, anche per i credenti più maturi, sia diventata “una possibilità come tante”. Ci sono molte culture, anche di tipo religioso, che si intrecciano nella formazione del pensiero corrente, sicché gli individui si sentono e si mostrano più ricchi di quanto dicono le conoscenze umanistiche, soprattutto quando si lasciano contaminare dal sapere scientifico. Più che alla ragione e alle idee, rivolgono l’attenzione alla storia, al linguaggio, alla sensibilità e all’immaginazione. Siamo immersi in un contesto ove la diversità è considerata una risorsa e presupposto insostituibile di confronto: suscita il gusto del dialogo e l’imperativo morale di comprendersi tra credenti e tra credenti e non credenti su tutte le problematiche attuali, a partire dal fenomeno della secolarizzazione. Di Taylor è l’affermazione secondo cui non sarebbe affatto una “sottrazione” ove la religione si fermasse di fronte ai dati sorprendenti della ricerca scientifica, bensì creerebbe le condizioni favorevoli per un nuovo umanesimo che non invalida la religione. Egli ha vissuto con entusiasmo l’apertura del Vaticano II e l’ha percepita come “la caduta delle mura di Gerico”. Tuttavia dice che la Chiesa cattolica “non ha finito di combattere la tentazione della cristianità (civiltà cristiana). C’è sempre il pericolo di ricondurre ad un numero limitato la diversità delle vocazioni e del modo di vivere. Si ricerca sempre la formula giusta, utile e definitiva. Non le giova”. Sogna una Chiesa “come un vivaio di iniziative che fa irraggiare l’Agape (l’amore di Dio donato all’uomo) nel mondo.Ho raccolto alcune intuizioni del grande pensatore cattolico che possono portare ulteriore luce alla Nuova Evangelizzazione. Taylor, in definitiva, incoraggia la “diversità” delle vocazioni e il gusto di abbeverarsi a più fonti contro il rischio della “uniformità”. Che l’apostolo Paolo si fosse fatto “gentile tra i gentili” a motivo della evangelizzazione, non fu un paradosso e non lo sarebbe oggi se si facesse “secolare nell’era secolare” dal momento in cui ha individuato, ante litteram, nell’inculturazione della fede, il cuore del così detto progetto culturale.

Raffaele Mazzoli© RIPRoDUZIonE RISERVATA

La religione oggie “L’era secolare”

l’attesa...

Terminati i restauri a S. Pietro in Valle

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Assemblea diocesana

dei catechisti

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con l ’Arcivescovo

ASSEMBLEA

dei CATECHISTI

DOMENICA2 DICEMBRE 2012

presso la Sala Congressi dell’Hotel Flaminio di Pesaro(zona Baia Flaminia, Viale Parigi 8)

dalle ore 16,00 alle ore 18,30

DIOCESANA

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Libro del Papasull’infanzia di Gesù

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CAMPAGNA ABBONAMENTI 2013

AL NUOVO AMICOP. 24

110e lode

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Chiesa e Mondo2 dicembre 20122 amicoil nuovo• •

Il termine “cattolica” indica “un tratto essenziale della Chiesa e della sua missione”. Lo ha detto Benedetto XVI, presiedendo nella basilica

vaticana il Concistoro per la creazione di 6 nuovi cardinali: mons. James Michael Harvey; Sua Beatitudine Béchara Boutros Raï; Sua Beatitudine Baselios Cleemis Thottunkal; mons. John Olorunfemi Onaiyekan; mons. Rubén Salazar Gómez; mons. Luis Antonio Tagle.

“La Chiesa è cattolica perché Cristo abbraccia nella sua missione di salvezza tutta l’umanità”, ha spiegato il Papa. Questa “prospettiva universalistica” affiora, tra l’altro, “dalla presentazione che Gesù fece di se stesso” quale “Figlio dell’uomo”. Il titolo di “Figlio dell’uomo” è “un’immagine che preannuncia un regno del tutto nuovo, un regno sorretto non da poteri umani, ma dal vero potere che proviene da Dio. Gesù si serve di questa espressione ricca e complessa e la riferisce a se stesso per manifestare il vero carattere del suo messianismo, come missione destinata a tutto l’uomo e ad ogni uomo, superando

ogni particolarismo etnico, nazionale e religioso”. Ed è “proprio nella sequela di Gesù, nel lasciarsi attrarre dentro la sua umanità e dunque nella comunione con Dio che si entra in questo nuovo regno, che la Chiesa annuncia e anticipa, e che vince frammentazione e dispersione”. “Nel solco e nella prospettiva dell’unità e universalità della Chiesa – ha chiarito il Pontefice - si colloca anche il Collegio cardinalizio: esso presenta una varietà di volti, in quanto esprime il volto della Chiesa universale. Attraverso questo Concistoro, in modo particolare, desidero porre in risalto

che la Chiesa è Chiesa di tutti i popoli, e pertanto si esprime nelle varie culture dei diversi Continenti”. I nuovi cardinali, che rappresentano varie diocesi del mondo, “sono da oggi aggregati, a titolo tutto speciale, alla Chiesa di Roma e rafforzano così i legami spirituali che uniscono la Chiesa intera, vivificata da Cristo e stretta attorno al Successore di Pietro”. Nello stesso tempo, “il rito odierno esprime il supremo valore della fedeltà”. “D’ora in poi – ha affermato il Santo Padre rivolto ai nuovi cardinali - voi sarete ancora più strettamente e intimamente uniti alla Sede

di Pietro: i titoli o le diaconie delle chiese dell’Urbe vi ricorderanno il legame che vi stringe, come membri a titolo specialissimo, a questa Chiesa di Roma, che presiede alla carità universale. Specialmente mediante la vostra collaborazione con i Dicasteri della Curia romana, sarete miei preziosi cooperatori, anzitutto nel ministero apostolico per l’intera cattolicità, quale Pastore dell’intero gregge di Cristo e primo garante della dottrina, della disciplina e della morale”.

Agenzia Sir© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Questo numero è stato chiuso in redazionemercoledì 28 novembre 2012 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 29 novembre

La ParoLa di dio I domenica di Avvento -

Anno AAncora una volta sia-mo chiamati a pren-dere il bastone del pel-legrino e inoltrarci nei sentieri del tempo per andare incontro a Cri-

sto Signore che viene. Un nuovo Avvento non significa semplicemente prepararsi alle ricor-renze natalizie. Un nuovo Avvento esige da ciascuno di noi di rifare la nostra professione di fede in un Dio che si è fatto storia facendo-si carne e che ci invita a trasformare il nostro passaggio nella storia. La Parola di Dio ascol-tata, specie nel Vangelo, mette a nudo tutto il dramma del nostro vivere nel tempo: un continuo alternarsi o altalenarsi tra speran-za e angoscia: “Gli uomini moriranno per la paura...Risollevatevi, alzate il capo, perché la

vostra liberazione è vicina” (Le 21,26-27). Tempo di attesa, quello dell’Avvento, ma for-se, ancor più scuola dell’attesa come stile di vita: e che cosa c’è di più bello e di più diffi-cile, di più esaltante e di più angosciante che aspettare? Cosa c’è di più umano che vegliare nell’attesa di qualcuno o di qualcosa Potrem-mo dire che accanto all’uomo sapiens, all’uo-mo faber...l’uomo possa essere caratterizzato come uomo vigilans: “Vegliate in ogni mo-mento pregando” invita Gesù (Lc 21,36). Ma cosa può mantenere accesa la lampada della vigilanza se non il desiderio. Ed ecco che ciascuno di noi è un uomo desiderans. Il desiderio, l’attesa che ci rende, per natu-ra, pro-tesi, s-lanciati e non legati allaccio di quelle “dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita” (Le 21,34). Bisogna fare attenzione a ciò che appesanti-sce il cuore e spegne la speranza. Bisogna vi-gilare per evitare il fascino perverso del male

e restare lucidi così da attendere Colui che, solo, dà senso alla nostra storia, il Figlio del-l’uomo. Attenti a non sciupare la vita! E’ una cosa troppo importante per svilirla solo nel divertimento e nella irresponsabilità. L’arte di vivere consiste nel trasformare la vita in un ‘opera d’arte. “Se i tempi sono cattivi, vi-viamo bene ed essi diventeranno buoni” (S. Agostino) Quello che possiamo fare è stare svegli, non lasciarci travolgere dalla follia quotidiana della vita, ribellarci al pensiero dominante per vivere la nostra interiorità come dei cercatori di Dio. Ci arda il cuore nel petto (Le 24,32) e gridiamo come la spo-sa impaziente: “Ameni Vieni, Signore Gesù” (Apc 22,20). La conversione è rendersi coscienti che se i nostri passi ci hanno portato lontano, ci sono anche i passi di Dio che ci viene a cercare là dove ci siamo condotti. Convertirsi non è tanto un ritornare a Dio, ma accorgersi che

Dio ritorna a noi. L’Avvento diventa così un tornare a fissare lo sguardo su Dio, sulla sua fedeltà che è più grande di ogni nostro smar-rimento.

Armando Trasarti, Vescovodi Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ringrazio a nome dei lettori e della redazione Giovanni Tani, Arcivescovo di Urbino-Urbania-S. Angelo in Vado per il commento domenicale del Vangelo, semplice, breve ed efficace, un dono del suo ministero della Parola. I lettori lo hanno molto apprezzato. E un benvenuto da parte di tutti a mons. Armando Trasarti, Vescovo di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola, per aver accettato con benevolenza, l’invito a proseguire, a cominciare dall’Avvento, la spiegazione della Parola.

Il Direttore

Risollevatevi, alzate il capo, la vostra liberazione è vicina

I nuovi cardinaliMons. James Michael Harvey è nato a Milwaukee il 20 ottobre 1949 ed è stato

ordinato sacerdote nel 1975. In Segreteria di Stato dal 1982, è stato nominato prefetto della Casa Pontificia nel 1998, anno in cui ha ricevuto la consacrazione

episcopale da Giovanni Paolo II; è stato nominato venerdì 23 novembre arciprete della basilica papale di San Paolo fuori le Mura. Sua Beatitudine Béchara Boutros Rai è stato ordinato sacerdote il 3 settembre 1967; consacrato vescovo nel 1986, nel 2011 è stato eletto 77° patriarca d’Antiochia dei Maroniti (Libano). Sua Beatitudine Baselios Cleemis Thottunkal è nato il 15 giugno 1959 a Mukkoor, nello Stato del Kerala. Ordinato sacerdote l’11 giugno 1986, è arcivescovo maggiore di Trivandrum dei Siro-Malankaresi (India). Mons. John Olorunfemi Onaiyekan è nato in Kabba, diocesi di Lokoja, il 20 gennaio 1944. Ordinato sacerdote il 3 agosto 1969, ha ricevuto la consacrazione episcopale nel 1983 da Giovanni Paolo II. È arcivescovo metropolita di Abuja (Nigeria) dal 1994. Mons. Rubén Salazar Gómez, arcivescovo metropolita di Bogotá (Colombia) dal 2010, è nato a Bogotá il 22 settembre 1942. È stato ordinato sacerdote il 20 maggio 1967 e consacrato vescovo nel 1992. È presidente della Conferenza episcopale colombiana. Mons. Luis Antonio Tagle, arcivescovo metropolita di Manila (Filippine), è nato a Manila il 21 giugno 1957. Ordinato sacerdote nel 1982, nel 2001 è stato nominato vescovo di Imus da Giovanni Paolo II. Benedetto XVI lo ha nominato arcivescovo metropolita di Manila nel 2011.

SPECIALE CONCISTORO

La Chiesa Universale che abbraccia tutti i popoli

James Michael Harvey Béchara Boutros Rai Baselios Cleemis Thottunkal John Olorunfemi Onaiyekan Rubén Salazar Gómez Luis Antonio Tagle

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Socio Politico 2 dicembre 2012 3

Riescono, le primarie del centro-sinistra. Per due motivi. Innanzi tutto per la partecipazione, considerevole. Certo è inferiore di oltre un milione a quella del

2005. Allora tuttavia le regole erano assai più lasche: la mobilitazione è stata comunque molto ampia e capillare, per tutta la lunga campagna, oltre che nel giorno delle votazioni. In secondo luogo riescono perché la competizione è vera e innesca un secondo turno di ballottaggio, che metterà a confronto diretto due punti di vista, due generazioni, due modalità. Il segretario Bersani parte con un vantaggio di quasi dieci punti ma lo sfidante Renzi è molto motivato. Del resto la competizione fa bene a qualsiasi istituzione, purché sia disciplinata e costruttiva. I partiti hanno bisogno di essere ri-legittimati e trasparenti, tutti, in attesa che sia finalmente attuato l’articolo 49 della costituzione. D’altra parte le elezioni primarie sono state inventate dal partito democratico (americano, of course) e si sono tenute per

la prima volta nella contea di Crawford in Pennsylvania - correva l’anno 1842 - proprio per legittimare le leadership, far partecipare gli elettori alle scelte del partito e tenere la competizione dentro il partito ed evitare scissioni.Non a caso sulle primarie si sono puntati gli strali polemici del leader del M5S Beppe Grillo e l’attenzione di Berlusconi, alle prese con il ricorrente interrogativo sul suo futuro in politica, e più ampiamente del centro-destra in difficile transizione.In effetti sulla strada delle elezioni, che sembrano in calendario prima di Pasqua, una volta risolta la leadership dell’alleanza di centro-sinistra e dunque determinata la sua configurazione, che dipenderà anche dall’esito del ballottaggio, si potrà cominciare a diradare la fitta nebbia su alcune altre essenziali questioni.La prima, ovviamente, è la legge elettorale, per cui i tempi si contraggono. La seconda è sull’offerta politica complessiva. Il risultato delle elezioni primarie infatti rilancia l’interrogativo che, senza risposta, da tempo circola:

quali spazi e possibilità ci sono in Italia per un bipolarismo virtuoso, che, con approssimazione, ma con espressione evocativa viene definito di tipo europeo? Oppure non siamo piuttosto nella condizione greca, di forze politiche gracili, premute e costrette alla coabitazione da un combattivo e diversificato fronte di protesta? Risalta comunque, anche dalle primarie, un dato confortante. Gli italiani ci tengono alla politica. Per questo sono esigenti: chiedono, ai partiti e ai leader, di fare bene il loro mestiere. Così come il consenso, infatti, la protesta e la sanzione sono forme di partecipazione: altro che antipolitica.Allora, in vista delle elezioni generali, ricordino tutti di presentarsi con un bilancio di cose fatte e di promesse mantenute e non solo di buoni progetti. In particolare sulle questioni più sensibili, che sappiamo tutti quali sono: quelle che toccano il borsellino e i tanti, troppi sprechi.

Francesco Bonini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primarie – La partecipazione dice che gli italiani tengono alla politica

La questione dell’Imu da pagare per le scuole paritarie solleva diversi problemi. Il primo riguarda l’evidente disparità di trattamento

tra le scuole non statali e quelle statali, pur in un contesto che dovrebbe metterle sullo stesso piano. La legge di parità, infatti, nel 2000 definiva il sistema nazionale di istruzione come composto da scuole gestite dallo Stato e da altri enti e privati sullo stesso piano, paritarie appunto, fatte salve alcune condizioni di fondo, tra cui un progetto educativo in armonia con i principi della Costituzione, l’apertura a tutti, l’inserimento di allievi con handicap. Regole precise, a stabilire un contesto generale di offerta formativa allargata e di qualità e che hanno impegnato non poco molte scuole non statali decise ad adeguarsi alle richieste. Ora, la legge di parità sembra, una volta di più, disattesa. Le scuole statali, infatti, l’Imu non la pagano e dunque non si capisce perché dovrebbero pagarla le scuole non statali ugualmente pubbliche. La differenza, secondo il regolamento sull’Imu, la fa la retta da pagare nelle paritarie che dovrebbe essere “simbolica”, per evitare il fantasma del profitto. Ma anche qui si tocca una nota dolente, anzi dolentissima. Giacché la questione della retta rimanda al sostentamento economico delle scuole non statali, alla parità di fatto e non solo di diritto, alla concreta - e non solo proclamata - libertà di educazione, che evidentemente è menomata dalla necessità che hanno le scuole paritarie di sostenersi, altrimenti chiudono. Il sostegno economico, che pure la legge di parità prevedeva, non c’è se non in misura del tutto insufficiente. Le rette dunque sono necessarie. Roberto Gontero, presidente dell’Associazione nazionale genitori scuole cattoliche (Agesc), è categorico: “Chiedere alle scuole paritarie di fornire il servizio gratis vuol dire farle chiudere”. Non solo: spiega che proprio il servizio delle paritarie fa risparmiare allo Stato 6 miliardi e 200 milioni l’anno, poiché il costo-studente è di gran lunga inferiore. Insomma, l’eventuale obbligo di pagamento dell’Imu andrebbe

a costituire un’ulteriore, ingiustificata discriminazione per le scuole paritarie e un passo indietro sostanziale nella questione della libertà di educazione in Italia che da sempre “soffre” di pregiudizi ideologici e tuttora resta irrisolta. Una questione, tra l’altro, spesso malintesa come rivendicazione di parte, in particolare dei cattolici e delle loro scuole, quando invece riguarda la libertà di tutti e ha peso sul miglioramento del sistema formativo oltre che sulla garanzia per i diritti delle famiglie, a garanzia di libertà costituzionali.Sempre Gontero, in una nota, ricordava come la “sofferenza” delle scuole paritarie potesse portare anche a una ricaduta pesante in termini di occupazione e di “intasamento” della stessa scuola pubblica per quel che riguarda gli insegnanti precari, a sottolineare i danni “trasversali” di una norma impropria sull’Imu. Non c’è stato governo in Italia - denuncia il presidente Agesc - dalla legge di parità in poi “che abbia realmente voluto tutelare le scuole paritarie, che fanno un servizio di qualità e hanno educato intere generazioni. La beffa - conclude - è ancor più grave perché molti dei nostri politici hanno studiato in queste scuole: hanno potuto vedere la qualità e l’attenzione alla formazione integrale dello studente”. Servirebbe agire di conseguenza.

Alberto Campoleoni © RIPRODUZIONE RISERVATA

NoN “questioNe cattoLica” ma diritto e Libertà di tutti

imu e parità scolasticaingiustizia e beffa

La tregua tra Israele e Gaza sembra tenere. Un palestinese è stato ucciso dopo il cessate il fuoco - fatto in sé

grave - ma la situazione non è degenerata. Tutta la comunità internazionale plaude al successo della mediazione che ha visto un ruolo centrale giocato dal presidente egiziano Morsi e un investimento politico altissimo da parte del segretario generale delle Nazioni Unite, presente per più giorni personalmente alla trattativa, e degli Stati Uniti, col segretario di Stato Hillay Rodham Clinton in scadenza di mandato a fare la spola tra Tel Aviv e il Cairo e il presidente Obama attivo con frequenti interventi telefonici. Al di là

dei commenti e delle circostanze, la soluzione della crisi è stata consentita non dal cinismo di chi ha ucciso, ma dalla testarda volontà di chi ha perseguito la mediazione: Egitto, Usa, Turchia, Qatar e segretario generale delle Nazioni Unite. Tra loro particolare credito ha incassato il presidente egiziano Morsi. La sua tessitura ha sciolto le paure di chi temeva un suo schieramento squilibrato in favore dei fondamentalisti. Ma

quel credito è stato immediatamente sprecato il giorno successivo, con la decisione unilaterale di rendere del tutto inappellabile il proprio operato e di destituire il presidente della Corte Suprema. Morsi ha giustificato questa decisione dicendo che in questo modo si potranno riaprire e portare a compimento i processi contro chi nel regime ordinò di sparare contro i manifestanti di piazza Tahrir e

i lavori della Commissione costituente, ostacolati dal presidente della Corte, un rappresentante del vecchio regime. Gli oppositori di Morsi lo accusano di essere diventato un “Faraone”, come Mubarak, e sono scesi in piazza, attaccati per diversi giorni dalla polizia. Come si vede la situazione rimane preoccupante. Il prossimo appuntamento è fra pochi giorni all’Onu, con la mozione di Abu Mazen. Le parole di pace, che non condannano, ma chiamano alla relazione, devono ancora testardamente essere ripetute.

Riccardo Moro© RIPRODUZIONE RISERVATA

israeLe e GaZa La situaZioNe resta Precaria

quella testarda volontà

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2 dicembre 20124 Socio culturale amicoil nuovo• •

P ennalibera tutti

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“L’infanzia di Gesù”, terzo libro della trilogia iniziata nel 2006 da Joseph Ratzinger - Papa Benedetto XVI con il “Gesù di Nazaret”, e proseguita poi nel 2010 con

“Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione”, è

da domani nelle librerie di 50 Paesi del mondo, tradotto in 9 lingue. La prima edizione, di oltre un milione di copie, sarà presto seguita dalle traduzioni in altre 20 lingue che diffonderanno il volume in altri 72 Paesi.

LIBRO DEL PAPA CONCLUDE LA TRILOGIA INIZIATA NEL 2006

‘’L’infanzia di Gesù’’:un bambino e una donnaIl Papa offre ai lettori di tutto il

mondo uno “spaccato” dei primi anni della vita di Gesù, soffermandosi in particolare sulla genealogia del

Salvatore, così come delineata nei Vangeli di Matteo e di Luca (primo capitolo). Passa poi a riflettere sugli eventi che fanno seguito all’annuncio a Maria (secondo capitolo) e al loro significato per l’intera umanità dopo la risposta “libera” della stessa madre di Gesù. Nel terzo capitolo, quello sulla nascita, la figura del Cristo viene collocata nella storia del suo tempo, con la concretezza del dominio da parte dell’impero romano sulla Palestina. Infine, nel quarto capitolo compaiono i Magi, simbolo della ricerca che ogni uomo e donna compiono verso la verità profonda dell’esistenza e del suo senso trascendente. Il libro si chiude poi con l’episodio di Gesù tra i “dottori nel tempio”, prefigurazione della rivelazione piena che verrà nel mondo dal momento in cui il Figlio di Dio inizierà il suo ministero di annuncio.

È vero quanto è stato detto?Questi i contenuti del testo del Papa, che si preannnuncia come “un vero evento editoriale”: così lo ha infatti definito il direttore della Sala stampa vaticana, p. Federico Lombardi, introducendo l’incontro alla presenza di un centinaio di ambasciatori, numerosi editori, uomini di cultura, ecclesiastici e giornalisti, presso la Sala Pio X (Roma, via dell’Ospedale 1). “Dopo aver scritto i primi due volumi - ha ricordato p. Lombardi - il Papa aveva promesso un ‘piccolo fascicolo’ sull’infanzia di Gesù. E invece ne è venuto un libro molto importante che ci rimanda alle domande: ‘Cosa intendevano dirci gli evangelisti Matteo e Luca sull’infanzia di Gesù’ e, la seconda, ‘È vero ciò che è stato detto? Riguarda anche me?’”. Il card. Gianfranco Ravasi, presidente del

Pontificio Consiglio della cultura, ha evidenziato che i “180 versetti dei Vangeli sulla vita di Gesù risultano tra i più ripresi a livello artistico insieme alla passione” e che “rispondono alla domanda su Gesù: da dove vieni?”.

Il rispetto di Dio per la libertà“In Gesù e a partire dall’obbedienza libera e consapevole di Maria - ha affermato la teologa brasiliana Maria Chiara Bingemer, docente a Rio de Janeiro - l’umanità ricomincia e si rinnova. Il Papa sottolinea molto il ruolo centrale di Maria e il rispetto di Dio per la libertà umana che in lei non trova ostacoli”. Paolo Mieli, presidente di Rcs Libri che insieme alla Libreria Editrice Vaticana ha sostenuto l’iniziativa editoriale, ha

invece sottolineato come “la narrazione dell’infanzia di Gesù presentata nel volume ci rimanda a una figura storica vera e convincente”: “È un libro su un bambino e su una donna - ha aggiunto - e sul grande significato della libertà”, citando in particolare il capitolo sui Magi, “sorprendente per la capacità del Papa di sintetizzare secoli di dibattiti e studi sulla storicità della cometa, sul ruolo dei magi e sui misteri dell’astrologia”. Concludendo la presentazione p. Lombardi ha richiamato le parole del card. Carlo Maria Martini che - a proposito dei libri del Papa - aveva parlato di “una grande e ardente testimonianza su Gesù e sul suo significato per la storia dell’umanità”.

Tra mito, pia leggenda e realtà storica

A riguardo della figura di Maria il Papa si sofferma in particolare su eventi dei quali si è discusso per secoli. Nel capitolo sul “parto verginale - mito o verità storica?”, ad esempio, pone senza esitazioni la domanda: “È una realtà storica, un reale evento storico, oppure è una pia leggenda che, a modo suo, vuole esprimere e interpretare il mistero di Gesù?”. La risposta è articolata. Oltre a riferirsi a varie interpretazioni storiografiche e socio-religiose, Benedetto XVI richiama concezioni religiose dell’antichità (la “nascita dei faraoni egiziani” come “legittimazione teologica del culto del sovrano” che viene collocato nella “sfera del divino”; oppure la “generazione dei figli dei Patriarchi da un seme divino” che ha “un carattere allegorico”). Questi e altri richiami non attenuano - afferma il Papa - la profondità della “differenza di concezioni” che, per quanto riguarda i Vangeli, conserva “l’unicità dell’unico Dio e l’infinita differenza tra Dio e la creatura”.Come si capisce se Dio è davvero Dio?La risposta forse più sorprendente che Benedetto XVI offre alle grandi domande di senso che vengono sollevate, ad esempio, circa la nascita verginale di Gesù, riguarda il “potere di Dio”. Scrive infatti che “non si tratta di qualcosa d’irragionevole e di contraddittorio, bensì proprio di qualcosa di positivo: del potere creatore di Dio”. Così - prosegue - “questi due punti - il parto verginale e la reale resurrezione dal sepolcro - sono pietre di paragone per la fede. Se Dio non ha anche potere sulla materia, allora Egli non è Dio”. Ma - conclude - “Egli possiede questo potere, e con il concepimento e la Risurrezione di Gesù Cristo ha inaugurato un nuova creazione”.

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I non nati e il 23° anniversario della Convenzione OnuLa Convenzione Onu per i diritti

dell’infanzia e dell’adolescenza, della quale oggi si celebra il 23°

anniversario, chiama in causa tutti gli esseri umani minorenni, compresi i “non nati”. Ne è convinto Cesare Mirabelli, giurista, docente e presidente emerito della Corte costituzionale, che la settimana scorsa a Roma ha presentato il volume di Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita (Mpv), dal titolo “Noi non li dimentichiamo (viaggio tra i bambini non nati per celebrare la Convenzione sui diritti dell‘infanzia)”.

Perché fare memoria della Convenzione Onu per ricordare i bambini non nati?

“La Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia è di grande interesse. Essa indica, nel suo preambolo, come vi sia bisogno di una particolare protezione giuridica e di cure speciali per il fanciullo sia prima, sia dopo la nascita: all’art. 1 definisce che ‘s’intende per fanciullo ogni essere umano avente un’età inferiore

a diciott’anni’. L’essere umano è uno di noi fin dal concepimento, e fin da quel momento ha quindi diritto alla vita, come riporta l’art. 6, e di essere protetto. Si tratta di prendere sul serio queste enunciazioni. Il libro di Casini non vuole essere solo uno scritto per la ricorrenza della Convenzione Onu, ma porre in luce i problemi che abbiamo, affrontando le tematiche non con uno sguardo confessionale, ma sul piano della razionalità. Di fronte all’essere umano occorre esaminare con attenzione quali elementi critici vi siano quando si abbandona il principio di protezione”.

E quali sono, a suo avviso, gli ‘elementi critici’ più cogenti di fronte al bambino non nato?

“La prima criticità si ha laddove il diritto porta alla protezione del più forte, e non del più debole. Quando il diritto alla salute viene declinato come diritto a eliminare il bambino, o feto, portatore di una malattia, non si ha forse l’affermazione del potere del

più forte a scapito del più debole? Un altro elemento critico si ha allorquando nella giurisprudenza si affaccia, come è avvenuto, una sorta di risarcimento per il caso in cui non vi sia stato aborto e sia nato un bambino non sano. Fortunatamente ci sono pure segnali di orientamento opposto, ad esempio quando la giurisprudenza comunitaria garantisce la non brevettabilità e manipolabilità di elementi che riguardino l’embrione e la vita. Ogni attività dev’essere a favore, e non contro l’embrione: questa è la chiave dominante. Ricordo pure i diversi casi, riportati nel libro, di madri coraggio, che hanno posto a rischio, e talora perso, la loro via per non sottoporsi a cure che avrebbero messo a repentaglio la salute e la sopravvivenza del bambino che portavano in grembo: sono davvero casi nei quali si sperimenta il senso di protezione dell’indifeso”.

Non è forse il caso di rivedere e promuovere quegli effettivi

meccanismi di tutela della maternità, e quindi anche del figlio?

“Se ci poniamo nell’impostazione della legge, che inizia con un richiamo alla protezione della vita, bisognerebbe davvero porre in atto tutti gli strumenti possibili di sostegno che escludano l’aborto praticato per ragioni ‘sociali’, di difficoltà della madre. La Costituzione impone un sostegno della maternità, e questo dovrebbe avere una dimensione concreta. Per coloro che parlano di libertà della donna, ricordiamo che siamo su un piano inclinato: la libertà di chi si trova – e viene lasciata – sola di fronte alle difficoltà non è un’effettiva libertà. Evitare che la donna resti sola con se stessa in un momento drammatico, come quando intraprende un aborto, non è compito di alcuni volontari, ma dev’essere un obbligo della società e dello Stato”.

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2 dicembre 2012 5Primo Pianoamicoil nuovo• •

Tragedia in Calabria perché quei mortiL’arcivescovo di Rossano-Cariati,

mons. Santo Marcianò, a commento dell’incidente nel quale hanno perso

la vita sei cittadini romeni nella zona di Rossano ha affermato: “Si è trattato di un tragico incidente, ma il nostro pensiero non può non andare alle condizioni disumane in cui, troppo spesso, tanti stranieri ospiti della nostra terra si trovano a vivere e a lavorare, e che mettono in serio pericolo il loro equilibrio, la salute e la loro stessa vita”. I sei lavoratori tornavano a casa dopo una giornata trascorsa nei campi a raccogliere clementine. Un treno regionale proveniente da Sibari e diretto a Reggio

Calabria, ha travolto l’auto sulla quale viaggiavano. L’incidente si è verificato ad un attraversamento posto su un terreno privato e chiuso con un cancello che dà sull’adiacente strada statale 106. Dallo scontro si è salvato solo una persona (e non due come era stato riferito in un primo momento) che era sceso dall’auto per aprire quel cancello e permettere al mezzo di attraversare i binari. Illesi i due ferrovieri a bordo del treno e i dieci passeggeri. “Nella settimana in cui abbiamo celebrato la Giornata mondiale per le vittime della strada, la comunità diocesana di Rossano-Cariati - si legge in una nota a firma del presule

diffusa - si stringe, nella commozione e nella preghiera, attorno ai fratelli rumeni le cui vite si sono bruscamente interrotte mentre rientravano dopo una giornata di duro lavoro”. “Mentre affidiamo alla bontà infinita di Dio le sei vittime e le loro famiglie, già provate dalla sofferenza della separazione e ora sconvolte dal dolore di questo grande lutto - scrive il presule calabrese - preghiamo con tutte le forze perché eventi del genere non abbiano ancora a ripetersi”. Da qui la richiesta “ai datori di lavoro di non piegarsi alla logica della disonestà e dello sfruttamento, che porta a ridurre esseri umani a condizioni di

moderna schiavitù; vorremmo chiedere alle Istituzioni di vigilare attentamente affinché venga rispettata la legalità anche in questo campo e, al contempo – com’è loro compito inderogabile -, di farsi carico della dignità e delle sorti di tutti i cittadini, soprattutto gli indigenti, gli stranieri e i più disagiati”. “E vorremmo chiedere a tutti i cittadini di difendere con convinzione la giustizia e la stessa dignità di questa nostra terra, denunciando - scrive mons. Marcianò - con forza ogni irregolarità di cui siano a conoscenza e, non ultimo, aprendo le porte, la mente e il cuore all’accoglienza, alla condivisone e alla solidarietà, semi di speranza e di pace per costruire il presente e il futuro di una società veramente umana”.

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MILLESETTECENTO ANNI FA LA BATTAGLIA DI PONTE MILVIO

Costantino e il cristianesimo così cambiò la storiaData davvero importante quella

del 28 ottobre di millesettecento anni fa: tra Saxa Rubra e Ponte Milvio, zona Flaminia

alle porte dell’Urbe, le truppe di Flavio Valerio Aurelio Costantino, per noi moderni semplicemente Costantino, sconfiggevano l’esercito di Marco Aurelio Valerio Massenzio, che si era proclamato imperatore alla morte del padre Massimiano e del designato Costanzo Cloro, nonostante la scelta di successione fosse caduta su Flavio Severo. La resa dei conti tra Costantino (anche lui imperatore mai designato, ma acclamato dalle truppe dopo la morte di Costanzo nel 306) e Massenzio avvenne quindi presso il Tevere. Vi è incertezza sul luogo esatto dello scontro, anche se tali incertezze spesso non hanno motivo d’essere: non è che una battaglia di circa centomila uomini, quelli di Massenzio, contro neanche la metà possa svolgersi in un fazzoletto di terra. È probabile che sia iniziata presso Saxa Rubra (l’accampamento di Costantino era stato posto presso Malborghetto, dove rimane un arco trionfale incassato in un casolare) e poi si sia spostata presso Ponte Milvio con l’inseguimento di Massenzio e la sua morte in seguito all’inabissamento del ponte di barche che lui stesso aveva fatto costruire. Una delle poche certezze è che dopo la vittoria di Costantino il corso degli eventi cambia: la storia politica e religiosa prenderà la piega che conosciamo in seguito a questo evento, raccontato da due autori cristiani, il vescovo Eusebio di Cesarea, che diverrà consigliere di Costantino, e Lucio Cecilio Lattanzio, retore di fama e precettore di un figlio dell’imperatore vittorioso. Il famoso evento del “in hoc signo vinces” (“con questo segno vincerai”) è raccontato dai due sotto diverse angolazioni: Lattanzio ci dice nell’opera “De mortibus persecutorum” (scritta probabilmente sei anni dopo la battaglia) che Costantino sogna, la notte antecedente lo scontro decisivo, una voce che gli indica un “segno divino” da mettere sugli scudi dei soldati, senza però chiarire il segno e l’autore del consiglio. Eusebio parla di un’apparizione avvenuta prima, nella marcia di avvicinamento all’Urbe: imperatore e uomini dell’esercito videro un incrocio di luci nel sole, e in un successivo sogno Cristo ordinò a

Costantino di far adottare la scritta che era apparsa in cielo. Alcuni storici hanno sollevato dubbi sull’interpretazione e sulla stessa realtà dei racconti, che sarebbero nati strumentalmente - e successivamente - in seno alla Chiesa, rafforzatasi con la vittoria di Costantino, se non che alcuni particolari di non poco conto ci dicono altro. Che, per esempio, i tanto interessati cristiani sono stati i primi a mostrare scetticismo, in primis il vescovo Eusebio. Solo il solenne giuramento dell’imperatore attenuò i dubbi dell’uomo di Chiesa. E che il riconoscimento del cristianesimo non fu la ciliegina sulla torta di un’affermazione ormai avvenuta. Al contrario, come ci testimonia uno storico del vaglio di Paul Veyne, la popolazione cristiana era, all’interno dei territori d’Occidente, il dieci per cento del totale: il che vuol dire che popolo e aristocrazia erano ancora

globalmente pagani. La scelta religiosa costantiniana fu quindi controcorrente e piuttosto pericolosa per lui, vista la cultura conservatrice delle istituzioni romane. Se ci sono motivazioni pragmatiche, esse vanno ricercate altrove; tra l’altro molti storici di solida fama hanno optato per l’autenticità della conversione, riconoscendo implicitamente il coraggio dell’imperatore. Una ragione è che il persecutore per eccellenza dei cristiani, Diocleziano, aveva fallito, da tutti i punti di vista. La violenza non aveva pagato e i cristiani si erano moltiplicati, non erano più visti come una setta tra tante. Per un soldato di professione (era nato nel campo fortificato di Naissus, oggi in Serbia, nel 274) non c’è male in fatto di acume politico: Costantino aveva intuito che si doveva abbandonare la violenza e favorire l’unità dell’impero attraverso la

tolleranza. Il cosiddetto Editto di Milano (che in realtà fu emanato a Nicomedia dall’altro imperatore momentaneamente alleato con Costantino, Licinio, dopo l’accordo dei due a Milano) del 313 prescriveva la libertà di culto per tutte le religioni. Non si trattò di una “dittatura” cristiana: continuarono a essere emesse dalle zecche di stato monete con effigi di dei pagani (Sol invictus e Marte, soprattutto), continuarono a essere costruiti templi agli dèi vecchi e nuovi, e fino al 375 gli imperatori, Costantino compreso, continuano a mantenere la carica di Pontifex maximus della religione pagana. Le monete con simboli cristiani sono ai tempi di Costantino assai rare. La storia è molto più complessa di qualsiasi propaganda.

Marco Testi©riproduzione riservata

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2 dicembre 20126

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Regione PRovincia 2 dicembre 2012 7

Tel. 0721.414723 - Fax 0721.418574Via G. Pepe, 11 - 61100 PESARO

GIANLUCA SANTORELLI NUOVO PRESIDENTE DELLA FANUM FORTUNAE

L’aeroporto di Fanoprova a spiccare il volo

A Gianluca Santorelli, dal 26 novembre scorso nuovo Presidente del Cda della Fanum Fortunae, società

di gestione dell’aeroporto di Fano per conto dei tre soci Camera di Commercio di Pesaro, Comune di Fano ed Ente Provinciale, chie-diamo di esporci le linee guida del suo mandato: “Quella che interes-sa l’aeroporto “Omiccioli” di Fano è una partita, non una guerra. Sbaglia chi pensa che io mi ade-guerò alle polemiche che ne han-no caratterizzato la storia negli ultimi tempi. Quindi, ringrazio il presidente dimissionario Ferri per il lavoro svolto; ha fatto molto, gliene diamo atto. Ora dobbiamo fare ancora di più: aprirci a nuo-ve competenze, a nuove relazioni in sintonia con i soci della Fanum Fortunae e con le istanze dei citta-dini. E’ una partita, ripeto, per me entusiasmante perché credo nelle potenzialità ancora da scoprire di questa struttura per la quale ho accettato un incarico a titolo gra-tuito che onorerò con passione e impegno”.Già revisore dei conti nel Cda di Fanum Fortunae, Gianluca San-torelli, commercialista, titolare di una società di finanza e ammini-strazione a Fano, la carica se l’è guadagnata sul campo: non se-condaria ai fini della nomina an-che l’esperienza maturata dal 1985 come pilota di aerei ad elica e jet, in seguito al brevetto acquisito a 18 anni. Del Cda ha condiviso

la storia altalenante fino ad assu-mere posizioni di contrasto con la dirigenza che lo hanno convinto, nel giugno scorso, alle dimissioni, poi ritirate.Insomma, Santorelli aveva già preso da tempo le distanze da una gestione discutibile per la quale ha denunciato: “Sono le persone che hanno la responsabilità del-l’attuale situazione dell’aeroporto che dovrebbero andarsene!”. Det-to fatto: dopo neanche sei mesi la guida è nelle sue mani.

Dove condurrà l’aeroporto?“Le mie coordinate sono efficacia ed efficienza, e, quindi, sviluppo dei servizi aeroportuali e oculata gestione degli investimenti. La Fa-num Fortunae ha denaro disponi-bile per promuovere una migliore organizzazione della struttura, denaro che non può essere inve-stito solo per la spesa corrente”.

Sulla Polo Aviation la partita è chiusa?

“L’affidamento alla Polo Aviation dei servizi aeroportuali è frutto

di una decisione unanime. Il Cda della società deve agire in libertà e coscienza, e nel rispetto delle indicazioni dei tre soci sul qua-le mandato io stesso agisco. La scelta caduta sulla Polo Aviation è, oggi, la soluzione migliore. Se poi, in futuro, qualche altra so-

cietà ci proporrà un suo ingresso agli stessi costi –che per noi sono molto esigui- se ne parlerà. Tra gli impegni assunti da Polo Aviation l’apertura e la gestione anche di una officina di manutenzione de-gli ultraleggeri e di costruzione di ultraleggeri”.

Si prevedono nuove assunzioni di personale?

“No. La nostra struttura societaria ha caratteristiche simili a quelle degli enti pubblici per i quali vige il patto di stabilità che non con-sente nuove assunzioni”.

Si farà la pista in cemento?“Non si sa. A Dicembre mi incon-trerò a Roma con i vertici del-l’Enac per discuterne. Mi sembra però difficile e, comunque, anche se la riterrei una perdita, non sarà questo un motivo di disperazione”.

L’aeroporto potrebbe diventa-re aviosuperficie omologata?

“Non c’è ragione che l’”Omiccioli” si declassi: vi sono, nel nostro ter-ritorio, altre superfici capaci, e già ampiamente utilizzate, per far atterrare ultraleggeri. Inoltre, pro-prio in questo momento l’Enac sta elaborando regolamenti per i quali un certo tipo di ultraleggeri potrà atterrare anche a Fano”.

Paolo Maria Rocco © riproduzione riservata

LA PRESENTAZIONE IL 7 DICEMBRE ALLA CAMERA DI COMMERCIO

Il villino Ruggeri: restauro e scoperta

Il Circolo della Stampa di Pesa-ro, in collaborazione con la So-cietà pesarese di Studi Storici

propone per venerdì 7 dicembre alle ore 17 presso il Salone Mer-cantile della camera di Commer-

cio (C.so XI S ettembre 116 – Pesa-ro) Il villino Ruggeri: re-stauro e sco-perta. Inter-venti sull’ a p p a r a t o decorativo e strutturale 2007-2008 e 2010-2012 : Sarà pre-sente l’arch. Sara Falu-giani, pro-gettista e

direttrice dei lavori. Interverrà l’arch. Simona Guida, della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Ancona, responsabile del pro-cedimento.

La conversazione sarà accompa-gnata da proiezioni di diapositive e farà il punto sui complessi re-centi restauri e sulle interessanti scoperte che ne sono scaturite. Lavorando sia sulla decorazione che sulla struttura dell’edificio, i cui lavori vennero conclusi nel 1905, sono infatti venute alla luce tecniche costruttive interessantis-sime: non solo i primi esperimenti sull’utilizzo del cemento armato, ma anche l’utilizzo del ferro per le travature orizzontali e nella strut-tura del tetto. Sono poi emersi dettagli straordinari, di autentica maestria, come la realizzazione della scala di entrata; e la rivela-zione della scritta in graniglia sul terrazzo verso il mare, coperta da 40 anni, din cui i proprietari ri-cordavano vagamente l’esistenza. La cittadinanza è invitata.

© riproduzione riservata

MERCATINO PER ANFFAS ONLUS DI PESARO

Natale a CattabrigheDurante una cena di bene-

ficenza, incontriamo non per caso Raffaella Lugli,

presidente dell’associazione, par-liamo un po’, ed ecco che il nostro mercatino di Natale, tradizio-nale appuntamento della nostra parrocchia prende forma. Loro sono ANFFAS, ASSOCIAZIONE NAZIONALE FAMIGLIE di PER-SONE con DISABILITA’ INTEL-LETTIVA e/o RELAZIONALE . Ogni giorno qualcuno ci chiede di stargli vicino: ANFFAS desidera rispondere sempre e subito a que-sta richiesta d’aiuto, provvedendo al benessere e alla tutela delle per-sone con disabilità, promuovendo e realizzando interventi, strutture riabilitative, collaborando alla ri-cerca in campo genetico, attuan-do la riabilitazione della disabilità intellettiva e relazionale, promuo-vendo l’integrazione scolastica, la qualificazione e l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone con disabilità. Nel corso del 2012 ANFFAS Pesaro ha realizzato i seguenti progetti: “Famiglia e disabilità: un incon-tro speciale”:Corso di formazio-

ne rivolto a famiglie, volontari e operatori del settore articolato in 7 incontri da marzo a giugno cha ha affrontato varie tematiche dalla nascita all’inclusione sociale delle persone con disabilità ;“Affrontia-mo il domani : La tutela Familiare e Sociale del disabile”Seminario di due giornate 16 e 23 giugno realizzato con il sostegno del CSV in collaborazione con lo Studio Bisetti Law & Associates per affrontare tematiche di tutela giuridica e patrimoniale“Vela Spiegata” Attività di vela ri-

creativa realizzata nei mesi estivi presso il Circolo Velico Ardizio. Come responsabile di questa ma-nifestazione parrocchiale volevo ringraziare tutti coloro, parroc-chiani e non, che in questi anni hanno riempito il nostro salone con tantissimi oggetti di artigia-nato, Ci vediamo nel salone par-rocchiale a Cattabrighe per tutto il periodo natalizio, con inaugu-razione sabato pomeriggio 15 di-cembre, ore 15.

Gianfranco Benvenuti © riproduzione riservata

pesaro – presso la scuola “sacro Cuore”, domenica 2 dicembre a partire dalle ore 15.30 avrà luogo l’OPEN DAY – Il futuro parte da qui!!! venite nella nostra scuo-la a sperimentare i laboratori (meta fonologico, musica, psicomotricità, teatro, pittura, manualità, multime-dialità e lingua inglese…). info: tel. 0721/30074 – fax 0721/31536 – e-mail [email protected]

Open dayal Sacro Cuore

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2 dicembre 20128 Regione PRovincia amicoil nuovo• •

L’ ignoranza è una brutta bestia, specie quando è associata alla volontà di

non capire. Ci sono persone che sono contrarie all’ostentazione di simboli religiosi con la scusa che potrebbero offendere la sensibilità di etnie e fedi diverse. Ecco allora, che in questo periodo, vengono banditi dalle scuole e dagli uffici pubblici i presepi: Non sia mai che i musulmani si debbano offendere. Abbiamo letto attentamente il Corano; lettura non sempre agevole ed a volte noiosa, ma sicuramente illuminante sulle culture del nord africa ed arabe. In quel Libro viene citato numerose volte Gesù Cristo, nonché Giovanni Battista ed “udite, udite” Maria, madre di Gesù. Ovviamente per loro Gesù non è figlio di Dio, ma uno dei maggiori profeti, e nella loro religione vi è un parallelismo fra Giovanni che annuncia il Cristo e Gesù che precede Maometto. Liberi sicuramente di pensarla come meglio credono, ma liberi anche noi di professare apertamente la nostra religione, almeno a casa nostra, e di proseguire nella dolce tradizione del presepe natalizio. Addirittura, nel Corano vi è la descrizione dell’Annunciazione a Maria Vergine con un quadretto che non stonerebbe nemmeno in uno dei nostri libri di preghiere (salvo alcune parti).A questo punto ci sorge un dubbio; vuoi vedere che quelli che osteggiano il presepe non lo fanno per rispetto delle altre etnie, ma solo perché la sacra raffigurazione da fastidio ai laicisti italiani? In fondo in questa strana Europa sono molti di più gli atei che i musulmani. Nel frattempo invito i miei lettori a sfogliare il Corano, dopo aver letto accuratamente il Vangelo.

Alvaro Coli© RIPRODUZIONE RISERVATA

il peperoncino

Presepe coranico

UNA BETLEMME MULTIETNICA DEI DETENUTI DI PESARO

La grotta sotto l’albero?Era il 1223, circa due setti-

mane prima della Natività e S. Francesco dimorando nel romitorio di Fontecolombo

chiamò il signore di Greccio, invi-tandolo a preparare quanto sarebbe servito per la celebrazione natalizia: “Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli oc-chi i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”.Il resto della storia è assai nota. Da quasi 800 anni il presepio è entrato nelle case e nelle piazze dell’Italia e del mondo. Anche a Pesaro la tradi-zione si rinnova e di recente la rap-presentazione della Natività è parte del calendario di eventi proposto per il periodo festivo dall’assessora-to al turismo (vedi pagina 11). Tra questi: un concorso di presepi, un allestimento in piazza con figuranti

e una natività nell’atrio del Palazzo comunale.Quest’anno alcune indiscrezioni da-vano per certa la ricostruzione della grotta di Betlemme addirittura sot-to il grande abete di Piazza del Po-polo. Da tempo una parte della città chiede che il simbolo autentico del Natale possa trovare collocazione stabile “al freddo e al gelo” dell’in-verno pesarese. Si vuole che stia in mezzo alla gente, credenti e non, ricchi e poveri.La Casa Circondariale di Pesaro, grazie al lavoro della direzione, ha portato avanti quest’anno un pro-getto unico nel suo genere. Ne dia-mo anticipazione in questo numero del “Nuovo Amico” anche se avrem-mo voluto parlarne nell’edizione di dicembre di “Penna Libera Tutti”, il mensile dei detenuti pesaresi. In questo modo proviamo a chiedere alle nostre istituzioni di trovare una collocazione all’esterno, sotto l’albe-ro.Al presepe dei detenuti ci hanno la-vorato persone di diverse etnie per

far arrivare un segnale di pace a tut-ti i cittadini pesaresi. Nel gruppo ci sono cattolici, ortodossi, musulma-ni e persino atei. Si sono confrontati per rappresentare un paese arabo, abbozzando case di cartone, assem-blando pezzi di legno e di mattoni. Tutti sono concordi nel riconosce-re l’importanza delle festività e del senso del Natale e sono desiderosi

da una parte di dimostrare che con-dividere significa dare un valore ag-giunto a quello che si vive, e dall’al-tra di sentirsi nella e della comunità pesarese. Per questo viviamo un duplice Av-vento: la Nascita e questo segno particolare di comunicazione e di pace.

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PREMIO NAZIONALE DELLE ARTI PER IL DESIGN DELLA COMUNICAZIONE

La tappa urbinate coordinata dall’IsiaUrBINo – Con una cerimonia fi-nale che si terrà nel complesso della Data, sabato 1 dicembre si conclu-deranno le giornate di studio, com-prensive di conferenze, incontri e mostre, iniziate il 28 novembre, re-lative al Premio nazionale delle arti per il Design della comunicazione edizione 2012, promosso dalla Di-rezione Generale Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica del Ministero dell’Istruzione, dell’Uni-versità e della ricerca, e coordinati dall’Istituto Superiore Industrie Artistiche (Isia) di Urbino. Alla con-ferenza stampa tenutasi il 21 no-vembre all’Isia per illustrare finalità, contenuti e modi di svolgimento del premio hanno partecipato il pre-sidente sen. Giorgio Londei con il direttore Prof. roberto Pieracini, il sindaco di Urbino Franco Corbucci e il prof. Gastone Mosci in rappre-sentanza della Fondazione Cassa di risparmio di Pesaro principale patrocinatore del premio. Hanno dato la loro adesione al premio ol-

tre 30 istituti tra Accademie, ISIA, Università e Scuole europee, con la presentazione di oltre 120 progetti e la partecipazione di più di 160 stu-denti. Il Premio ha il sostegno della Fondazione della Cassa di rispar-mio di Pesaro e il contributo della Comunità Montana Alto e Medio Metauro. Il patrocinio della regione Marche, della Provincia di Pesaro e Urbino, del Comune di Urbino; delle associazioni professionali. Il Premio Nazionale delle Arti intende mettere a confronto le ricerche e i progetti più interessanti e innovativi realizzati dalle principali Università e Scuole di Design della Comuni-cazione Italiane ed Europee, in cui prevalga l’attenzione nei confronti dei problemi del territorio, degli Enti pubblici e dei rapporti sociali. L’iniziativa ha anche lo scopo di fa-

vorire collaborazioni tra le Istituzio-ni partecipanti al fine di costituire una rete europea della formazione e della ricerca nel settore del Desi-gn della Comunicazione. L’obiettivo è mettere in risalto i progetti degli studenti e degli Istituti che hanno sviluppato ricerche e sistemi grafici con lo scopo di generare senso di appartenenza, nuove identità, me-moria collettiva in relazione a Isti-tuzioni, servizi, ambienti e territori. La giuria internazionale - di cui fan-no parte Giovanni Anceschi, artista e designer, Serge Bloch, illustratore editoriale, Giovanni Lussu, grafi-co, Nino Migliori, fotografo, Bruno Monguzzi, grafico - assegnerà rico-noscimenti ad ogni sezione del Pre-mio: Progettazione grafica per Enti pubblici e Istituzioni, Progettazione grafica per l’editoria, Fotografia, Il-

lustrazione, Animazione, Disegno dei caratteri. Un premio speciale, sarà assegnato all’istituzione Italiana e/o straniera che presenta la miglio-re qualità progettuale complessiva, tra tutte le sezioni in concorso. Il Premio viene offerto dalla Provin-cia di Pesaro-Urbino. Un ulteriore Premio riguarda progetti riferiti al territorio di Pesaro-Urbino ed è of-ferto dalla Comunità Montana Alto e Medio Metauro. I vincitori del Premio Nazionale delle Arti 2012, Design della co-municazione saranno premiati dal Ministro dell’Istruzione, dell’Uni-versità e della ricerca in occasione della serata di gala conclusiva del Premio Nazionale delle Arti che si terrà a roma.

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I RISULTATI DELLE PRIMARIE DEL PD FANNO PENSARE

Una lotta “a mani nude”Dopo il primo turno delle primarie iniziano i com-

menti (a livello locale) degli schieramenti che han-no partecipato. Qualcuno, a parole, in piazza, ma-

ledice il destino cinico e baro, ma sul sito del PD locale si nota soprattutto la mancanza di notizie. Ci ha invece contattato il gruppo renziano, che dopo i doverosi rin-graziamenti a tutti: gli elettori per la loro partecipazione i volontari per la macchina organizzativa e la federazio-ne del PD per la disponibilità. A questo punto però, han-no voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Hanno ribadito l’orgoglio di essersi battuti “a mani nude” in una città dove tutta la dirigenza del partito ha sostenuto la candidatura di Bersani. “Quelle centinaia di voti di diffe-renza fra Bersani e Renzi segnano comunque una svolta, che oltretutto parte da zone della città che hanno una ben radicata storia di profonda sinistra. A livello provin-ciale e in particolare nell’entroterra, possiamo dire che il risultato è stato clamoroso. E’ la dimostrazione netta dello scollamento che si è creato fra l’elettore e la sua

rappresentanza politica. Non vogliamo più delegare qualcuno per decisione di qualcun altro, per essere rap-presentati”. Il comitato parla anche di gente che passa avanti a chi ne ha merito proprio perché, lì, ce l’ha messa il partito. Non hanno certo la mano leggera ed attaccano a testa bassa. Chiedono che il loro partito si rinnovi, si renda contemporaneo e vincente. Per i renziani non ser-ve, l’antipolitica, basta tornare a fare buona politica.Al di fuori di ogni polemica, vedere che i Rottamatori hanno superato i voti dell’attuale gruppo dirigente nel-la fascia delle regioni rosse, dovrà pur far riflettere. Che Renzi riesca o non riesca nella sua opera di cambiamen-to (ci aspetta ancora la seconda fase delle primarie) ha pur compiuto un’impresa necessaria al rinnovamento di tutti i partiti. Staremo a vedere se questi saranno capaci di riflettere e pensare. Intanto l’appuntamento per il bal-lottaggio è per domenica 2 dicembre.

A. C.© RIPRODUZIONE RISERVATA

i riSUlTATi proVinciA Di peSAro e UrBinoMatteo Renzi 11.498 45,1%Pier Luigi Bersani 10.595 41,5%Nichi Vendola 2.860 11,2%Laura Puppato 445 1,7%Bruno Tabacci 109 0,4%ToTAle VoTAnTi 25.507101 sezioni su 101 sezioni

reGione MArcHe Matteo Renzi 38.665 42,1Pier Luigi Bersani 37.804 41,1Nichi Vendola 13.048 14,2Laura Puppato 1.641 1,8Bruno Tabacci 713 0,8ToTAle VoTAnTi 115.613

liBro SUl porTo Di peSAro e preMio AMico Del MArePESARO – La Camera di Commercio di Pesaro Urbino e l’Assonautica Provinciale invitano la cittadinanza alla presentazione del volume di Gabriele Falciasecca IL PORTO DI PESARO E LA CAMERA DI COM-MERCIO DI PESARO E URBINO: Storia ed attualità di un impegno per l’economia locale - Venerdì 7 dicembre ore 17 – presso la sede della Camera di Commercio in Corso XI Settembre, 116. Verrà inoltre assegnato il premio Amico del Mare 2012 XXVI edizione a Michele Cinquepalmi Skipper – e Consegna premi regate veliche 12° Match race 2012.Ai presenti verrà consegnata una copia del volume.

le nuove schiave URBINO – L’Università degli Studi di Urbino ‘Carlo Bo’ e l’Associazio-ne Comunità Papa Giovanni XXIII invitano all’incontro che si terrà lunedì 3 dicembre, alle ore 10,30, presso l’Aula Magna di Palazzo Battistini, Via Saffi 42 sul tema “Perché le vogliono schiave? il feno-meno della tratta e della prostituzione coatta”.programma:Saluto di Stefano Pivato – Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Urbino. Introduzione del Dott. Italo D’Angelo – Questore di Pesaro-Urbinorelatori: Don Aldo Buonaiuto, Associazione Comunità Papa Giovan-ni XXIII; – Prof. Luigi Ciampoli, Procuratore Generale della Corte di Appello di Roma; – Prof. Saverio Ruperto, Sottosegretario Ministero dell’Interno; – S.E. Card. Francesco Coccopalmerio, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi.

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Page 9: «Il Nuovo Amico» n. 42 del 2 dicembre 2012

2 dicembre 2012 9amicoil nuovo• •

Redazione di Pesaro:Via del Seminario, 4 - 61121 PesaroTel. 0721 64052 - Fax 0721 69453E-mail: [email protected]

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Secondo appuntamento per “Le Notti di Nicodemo”: lo scorso 24 novembre, ulti-mo sabato del mese, nella

Chiesa dei Cappuccini, dalle ore 21.15 alle ore 22.15, numerosi gio-vani e adulti della nostra Arcidio-cesi si sono di nuovo riuniti intor-no all’Arcivescovo Piero Coccia, per aprire il cuore al Signore vivo nell’Eucarestia, placare le inquie-tudini dell’animo e chiedergli, in particolare, il dono delle vocazio-ni alla vita sacerdotale, religiosa e consacrata.Animato questa volta da un grup-po del Rinnovamento nello Spiri-to, il momento si è aperto con la lettura del Vangelo di Giovanni (I, 35-42) commentato da S. E. Mons. Coccia che ne ha sottolineato i passaggi fondamentali dal punto di vista vocazionale.Il Battista, ha detto l’Arcivesco-vo, indica alla folla che lo segue l’”Agnello di Dio”: non chiama le persone a sé, nonostante la sua leadership indiscussa; non è ge-loso dei suoi seguaci. Ha una li-bertà dal possesso che deve essere anche oggi invocata e imitata da tutte le realtà parrocchiali e as-sociative, chiamate a vivere la di-mensione ampia della ecclesialità, condizione indispensabile per il fiorire delle vocazioni. Così come lo sono l’affidarsi in-condizionato al Signore, lasciando cadere le resistenze derivanti dalle proprie insicurezze o dalle troppe

certezze; la tensione a ricercare “il centuplo quaggiù”, al di là delle convenienze o posizioni acquisite che sembrano saziarci; la disponi-bilità a “dimorare” con il Signore, a dare tempo all’esperienza di vita con lui, per potere poi con gioia annunciare: “Abbiamo trovato il Signore”.E’ proprio questa gioia che ha co-municato, dopo il previsto spazio dedicato al silenzio e all’adorazio-ne eucaristica personale, padre Damiano Angelucci, frate cappuc-cino, nato a Fano 43 anni fa, da quattro anni missionario in Benin, provvisoriamente ospite dei Fra-ti Cappuccini di Pesaro. Una vita senza apparenti sconvolgimenti la sua: cresciuto in una famiglia cattolica, educato in parrocchia, ha iniziato, su suggerimento di un’animatrice del “post-cresima”, a frequentare degli incontri vo-cazionali nel Seminario di Fano, a cui è seguito un periodo di ritiro e di discernimento nel Convento

dei Cappuccini di Pesaro. Laurea-tosi nel frattempo alla “Bocconi” di Milano, desideroso di ripagare i sacrifici, anche economici, so-stenuti dai genitori, ha iniziato a lavorare presso la sede pesarese di Confindustria, avvertendo sempre più chiaramente, però, la mancan-za di una pienezza: “Facevo tante cose che mi piacevano - ha detto - ma non ero felice”.Solo con l’entrata in Convento ha trovato la pace. Certo, ha precisa-to, è sempre uno strappo doloro-so lasciare le persone, ma è uno strappo che lega in realtà all’uni-ca persona che veramente conta: il Signore Gesù. E’ a Lui che ci si consacra; è Lui il centro di riferi-mento del proprio donarsi.E’ una pace, questa, che niente può turbare. Significativamente, a tal proposito, Padre Damiano ha concluso la sua testimonianza con una citazione del cap. 36 de “I Promessi Sposi”, dove Padre Cri-stoforo a Lucia che gli chiedeva

come stesse, avendolo ritrovato dopo tanto tempo, risponde: “Sto come Dio vuole e come, per sua grazia, voglio anch’io”.Al termine dell’incontro è stata letta la “Preghiera per le Vocazio-ni” scritta dal nostro Arcivescovo, del quale, come don Stefano ha ricordato, il giorno successivo sa-

rebbe ricorso il quarantesimo di sacerdozio. Tutta l’Assemblea gli ha tributato un caloroso applau-so e un augurio che la redazione de “Il Nuovo Amico”e tutti i suoi collaboratori sinceramente rinno-vano.

Paola Campanini© RIPRODUZIONE RISERVATA

PADRE DAMIANO ANGELUCCI AL SECONDO APPUNTAMENTO

Il sabato sera dei ragazzicon Nicodemo

con l ’Arcivescovo

ASSEMBLEA

dei CATECHISTI

DOMENICA2 DICEMBRE 2012

presso la Sala Congressi dell’Hotel Flaminio di Pesaro(zona Baia Flaminia, Viale Parigi 8)

dalle ore 16,00 alle ore 18,30

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SUCCESSO DEL CONCERTO D’ORGANO E DELL’INCONTRO CON DON MEROLA

La festa di Cristo Re fa il pieno di genteLe feste parrocchiali sono mo-

menti di coesione, che ser-vono alle comunità dei fedeli

per accrescere il senso di apparte-nenza alla Chiesa. Nell’arco della settimana dei festeggiamenti si al-ternano momenti di preghiera, di riflessione e di ricreazione e così è avvenuto anche nella parrocchia di Cristo Re. Tra le tante attività mes-se in atto dal parroco don Giovan-ni Paolini, coadiuvato dal diacono Pino Mazzone e da tanti volontari , spiccano due momenti fondamen-tali rappresentati dal concerto or-ganistico a quattro mani eseguito, martedì 20 novembre, dai maestri Giuliana Maccaroni e Martino Pòr-cile, completato dalla esibizione dei cori di Cristo Re e San Terenzio e l’incontro incontro di giovedì 22

novembre , con don Luigi Merola. La musica organistica e la funzione del coro non sono solo esibizioni concertistiche e canore, ma, all’in-terno della liturgia, trascendono la sfera umana e rimandano al divino, quindi fanno parte integrante della evangelizzazione della Chiesa.In entrambe le manifestazioni c’è stata grande affluenza di fedeli, ma la serata dedicata all’incontro- dialogo con don Luigi Merola ha richiamato una grande folla, per-venuta anche da altre parrocchie. Don Luigi ha illustrato, con sem-plicità di linguaggio e non rinun-ciando alla sua ‘napoletanità, le difficoltà in cui è costretto a vivere ogni giorno, specie da quando ha creato la Fondazione “ A voce d’ ‘e creature” con la quale assiste nu-

merosi bambini e giovani presi dal-la strada, evitando così che diventi-no prede al servizio della camorra.Testimone convinto della fede in Cristo, don Luigi Merola, sempre assistito da due agenti di scorta, ha sottolineato che oggi, in tempo di grave crisi di valori politici e mo-rali, è necessario che ognuno deb-ba svolgere nella società il com-pito che gli compete, specialmente quello di genitore. Quindi ha risposto alle numerose domande del pubblico, il quale si è mostrato fortemente interessato all’opera di don Merola, acquistan-do anche i suoi libri, il cui ricavato va a favore delle sue iniziative per il recupero dei giovani.

Rita Luccardini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Vigilia dell’Immacolata COMUNITA’ ORTODOSSA - Venerdì 7 dicembre (Vigilia dell’Immacolata) alle ore 18.30 nella chiesa di S. Giuseppe (zona Gelsi), Strada Nazionale Adriatica sud, ora officiata dalla Comunità Ortodossa Rumena preghiera mariana AKATHISTOS guidata da Padre Costantin Cornis per onorare insieme alla Vergine come avveniva nei primi secoli della Chiesa e come sempre si è continuato a fare in entrambe le comunità. Lo scorso anno ci eravamo incontrati nella chiesa di S.Cassiano. Da quest’anno speriamo che questa bella iniziativa possa diventare una gradita consuetudine per molti delle due comunità cattolica ed ortodossa della nostra città. Dopo la preghiera un breve momento festoso con qualche dolce preparato da alcuni dei partecipanti.AI CAPPUCCINI - Venerdì 7 dicembre alle ore 21,00 nella Chiesa dei Cappuccini di Pesaro la Fraternità San Francesco presenta un omaggio a Maria dal titolo: “Maria pellegrina nella fede”. Si tratta di una serata di canti, preghiere e testimonianze sul tema della fede - in risposta all’invito di S.S. Benedetto XVI a celebrarla in questo anno - che mettono al centro la figura di Maria. Nella vigilia della Solennità dell’Immacolata la Fraternità invita tutti a partecipare a questa serata di spiritualità mariana.

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Pesaro2 dicembre 201210Br

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esi A cura di Vittorio Cassiani

DOMENICA 2 DICEMBRESUI CRINALI DELLA VALMARECCHIA – “Trekking tra antiche arti e relax”. Con “Il Ponticello (tel. 0721/482607). Ritrovo, alle ore 8.30, presso Polve-re di caffè (via Fratti, 126). Quota euro 12.SCACCHI – Si svolge, nella sede del-la scuola media Olivieri (via Confa-lonieri)), l’”Open Pisaurum” manife-stazione valida per l’assegnazione dei titoli provinciali. Anche sabato e domenica prossima 8 e 9 dicembre.“SI ACCENDONO LE LUCI…” – “E’ tempo di regali!”. Attrazioni in piaz-za del Popolo dalle ore 10 alle 22.NELLA GALLERIA ART 65 – In via Giordano Bruno n°. 65. Prosegue, fino a domenica prossima, la mo-stra di G. Genneri e L. De Marchi: “Tra poesia e fotografia”.MERCATINO PER LE MISSIONI – Presso la Saletta della Banca delle Marche, in via Rossini (davanti allo “Sperimental”) proposto dall’Ordine francescano secolare. Orario conti-nuato: 9.00 – 19.30. JUDO – La città di Pesaro ospita il campionato italiano a squadre ma-schile e femminile. Adriatic Arena dalle ore 9.00VISITE A PALAZZO DUCALE – Ven-gono proposte anche per le matti-nate di oggi e di domenica prossi-ma 9 dicembre. Previsti due turni: alle ore 9.30 e 11.00. Costo euro 5. Prenotazioni: 338.2629372.“CANDELE A CANDELARA” – Oggi e dal 7 al 9 dicembre per le strade del Borgo.IN MEMORIA DEL BEATO GIOVANNI

PAOLO – Viene presentato il libro di padre Ibrahim Falthas: “Dall’assedio della Natività all’assedio della città”. Betlemme 2002 – 2012. Auditorium di Palazzo Montani Antaldi, ore 17.00.WEEK-END GASTRONOMICI – Pe-nultimo appuntamento d’autunno. Oggi sono aperti due ristoranti: “La taverna di Figaro” (Belforte all’Isau-ro) e “Tenetra” (Cantiano).INCONTRO DELL’ARCIVESCOVO CON I CATECHISTI – Presso l’Hotel Flaminio (Baia Flaminia), dalle ore 16 alle 18.30.VESPRI SOLENNI – Ogni domenica, alle ore 18.00, nella chiesa dell’Ado-razione.

LUNEDI’ 3 DICEMBRE“COOPERAZIONE BENE COMUNE”- Assemblea delle cooperative della provincia. Dalle ore 15.00 nella sala W. Pierangeli (viale Gramsci, 4).NELLA LIBRERIA “LE FOGLIE D’ORO” – In via Morselli 47/49 (tel. 0721/371774), ore 18.30: “Strumenti della poesia: alcuni suggerimenti”. A cura di Maurizio Landini.CONSULTA PASTORALE GIOVANILE – Si riunisce, alle ore 21.00, nella Sala San Terenzio.

MARTEDI’ 4 DICMBRENELL’UNILIT – Conversazione di Gabriele Falciasecca (“Nutrizione e statura”) e Vittorio Ciarrocchi (“Ini-zio del ‘900 in Italia”). Sala San Te-renzio, ore 16.00.“A VOCE ALTA” – Ultimo incontro del percorso rivolto a insegnanti, educatori ed operatori: “Lettori in gioco”. A cura di Alessia Canduc-

ci. La Libreria “Le foglie d’oro” (via Morselli, 47/49), ore 20.00.

MERCOLEDI’ 5 DICEMBRENELLA SALA LAURANA DI PALAZ-ZO DUCALE – Si conclude oggi la mostra storico-culturale dal titolo: “I 100 anni dell’indipendenza del-l’Albania” (28 novembre 1912 – 28 novembre 2012).AUGURI IN CASA UNILIT – Incontro conviviale presso il Ristorante “La Testa del Re” (via delle Galligarie, 24). Ore 12.30. Conferimento di atte-stati agli “studenti” iscritti all’UNILIT da almeno 20 anni.“SANTIAGO DI CAMPOSTELA” –Visione del documentario realiz-zato dall’architetto Bracci. Dalle ore 16.00 nella sede del CSC Maria Rossi, in via Toschi Mosca n°. 20.NELLA CHIESA DELL’ADORAZIONE – Ora di adorazione per giovani e per coloro che vogliono unirsi alla preghiera (ore 21.00). Domani, alla stessa ora, adorazione comunitaria per le vocazioni.

GIOVEDI’ 6 DICEMBRETORNEO DI BURRACO – Nella sede del CSC Maria Rossi. Dalle ore 16. Riservato ai soci.BENEMERENZE SPORTIVE DEL CONI – Vengono consegnate oggi a dodici dirigenti e tre società della provincia di Pesaro e Urbino. Sala del Consiglio provinciale, ore 18.00.CONCERTO A CAMPANARA – Fiera di Pesaro, Padiglione D, via delle Esposizioni n°. 33. Ore 21.00. Pro-tagonista il complesso “Jethro Tull’s – Jan Anderson – Thick as a brick”.LAVORO: MISSIONE IMPOSSIBILE?

– Nella Biblioteca San Giovanni, ore 21.00. “Io ti dispread: due stand up comedy contro la crisi”. Monologhi teatrali con Saverio Raimondo e Maria Atonia Fama.

VENERDI’ 7 DICEMBREINCONTRI UNILIT – Sandra Calega-ri pone l’accento su: “Miti d’amore nel Simposio di Platone”. Sala San Terenzio, ore 16.00.“LOHENGRIN” DI WAGNER – Nella multisala Metropolis in diretta, via satellite, dal “Teatro alla Scala”. Dal-le ore 17.30. Opera in tre atti can-tata in tedesco. Durata 4 ore e 35 minuti.AL TEATRO ROSSINI – Concerto de “I virtuosi italiani”. Ore 21.00. Info: 0721/32482.

SABATO 8 DICEMBREVIAGGIO A ROMA – Con il CSC Maria Rossi. Info: via Toschi Mosca n°. 20. Tel. 0721/34804.FESTA PER GLI ANNIVERSARI DI MATRIMONIO – Viene celebrata, con orari differenziati, nelle chiese parrocchiali dell’Arcidiocesi.150° DI FONDAZIONE DELLA SO-CIETA’ OPERAIA – Nel Cimitero cen-trale, al termine della Santa Messa delle ore 10.00, viene deposta una corona di alloro sulla tomba del fondatore Pietro Gai. Alle ore 12.00 incontro di amicizia presso il risto-rante “Mediterraneo” in viale Trie-ste.IN CATTEDRALE – Santa Messa Pon-tificale presieduta dall’Arcivescovo mons. Piero Coccia. Ore 18.30.

“VIRGO FIDELIS” – RICORDATI I MILITARI UCCISI RECENTEMENTE

Festa dei Carabinieri in CattedraleAlla presenza delle più alte auto-rità civili e militare cittadine, S. E. Mons. Piero Coccia ha celebrato in Cattedrale, mercoledì 21 novembre, una Santa Messa in occasione della Festa della Patrona dei Carabinie-ri - Maria, “Virgo fidelis” - alla cui protezione il Papa Pio XII affidò nel 1949 l’Arma : un riconoscimento di quella dedizione incondizionata alla Patria propria di chi promette di essere “nei secoli fedele”.Fu lo stesso Pontefice a fissare la data della Festività nel giorno in cui si fa memoria sia della Presentazio-ne di Maria Vergine al Tempio sia dell’eroico avvenimento, accaduto nel 1941 durante il secondo con-flitto mondiale, in cui – come ha ri-cordato il Comandante provinciale dei Carabinieri Giuseppe Donna-rumma – un intero battaglione di carabinieri si sacrificò per difendere, con una strenua resistenza protrat-

tasi per tre mesi, Culqualber capo-saldo italiano dell’Africa Orientale : fatto che valse alla bandiera del-l’Arma una medaglia d’oro al valor militare. La Festività della “Virgo fi-

delis”, dunque, ha detto l’Arcivesco-vo, è una ricorrenza che appartiene alla “tradizione” nel significato più nobile e alto del termine: essa non va confusa con un acritico tradi-

zionalismo e conservatorismo, ma va identificata con quel patrimonio di idee, valori, esperienze che deve essere consegnato alle nuove gene-razioni da coloro che quotidiana-

mente lo testimoniano.La tradizione continua a vivere nel presente. Del resto, che la celebra-zione in Cattedrale non sia stata solo un omaggio al passato è emer-so con chiarezza dalla preghiera commossa per i carabinieri uccisi recentemente e per i loro familia-ri – soprattutto gli orfani – “primi destinatari del dolore inferto al Corpo”.L’Arcivescovo, riferendosi al passo del Vangelo di Marco in cui Gesù invita i suoi discepoli a riflettere su chi sia veramente sua madre e chi siano veramente i suoi fratelli, ha ricordato, da un lato, la precarietà di tutti i rapporti umani, e dall’al-tro la certezza della presenza di un vero Padre, che accoglie nel suo ab-braccio chi muore e non abbando-na chi rimane.

Paola Campanini© RIPRODUZIONE RISERVATA

SABATO 15 DICEMBRE IN TUTTE LE FARMACIE DI PESARO

Il latte ai bambiniin difficoltàPESARO – Sabato 15 dicembre torna Operazione Biberon. Per il 5° anno il C.A.V. (Centro Aiuto alla Vita) di Pesaro organizza nel-le farmacie della città la raccolta di materiale per la prima infanzia, in collaborazione con il Comune, Federfarma e farmacie comunali. «Come ormai è noto – spiegano i responsabili del Cav locale - uno

degli aiuti concreti alla maternità da parte è la partecipazione alla fornitura del latte artificiale che occorre ai bambini quando il latte materno è assente o insufficiente. Per questo chiediamo ai pesaresi di aiutare a riempire i biberon dei bambini. Il Cav insieme a Casa Fiducia potrà così far arrivare un aiuto alle mamme ed ai loro bam-

bini che si rivolgono a noi perchè soli e in difficoltà». I volontari del Cav saranno nelle farmacie di Pesaro sabato 15 dicembre. Per maggiori informazioni C.A.V. Centro di Aiuto alla Vita di Pesaro – Onlus / Via Branca, 29 - 61121 Pesaro / tel. 0721 33044 - 335 5392680 / [email protected]

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Del Prete Walter Roberto (42 anni) e Diotallevi Federica (36 anni)Wasik Wojciech (26 anni) e Hertel Paulina ( 32 anni)Pietropaolo Alan ( 32 anni) e Righi Agata (32 anni)Stanicel Dragos Bogdan (29 anni) e Rotaru Ina (33 anni)Coraloni Giovanni (47 anni) e Bosca Flavia (50 anni)

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Presentato il nuovo “bilancio sociale” del ComuneAl consueto incontro set-

timanale con i giornalisti del 22 novembre u.s., il sindaco era affiancato

dall’assessore al bilancio Antonello Delle Noci e da due docenti della Facoltà di Economia dell’Univer-sità di Urbino, Elisabetta Righini e Mara Del Baldo. Oggetto della conferenza il nuovo “bilancio so-ciale” pubblicato anche sull’ultimo numero della rivista comunale “Con”, distribuita ai presenti. “Quella del rendiconto – ha com-mentato Ceriscioli - è un aspetto caratterizzante di questa e delle precedenti amministrazioni di Pe-saro. Iniziato a metà anni ‘90, dal 2004 ha preso la forma di un “bi-lancio sociale” che ci siamo sfor-zati di semplificare al massimo, in modo che a chiunque risulti chiaro

e leggibile e tale da poter agevol-mente ricavarne anche le medie statistiche. All’insegna della massi-ma trasparenza. Donde l’aggettivo

“sociale”. Delle Noci ha spiegato che le due docenti di Urbino hanno attiva-mente collaborato alla stesura del bilancio ed ha annunciato che dal 2013 verrà pubblicato anche un bilancio preventivo di sostenibilità. In tal modo i cittadini potranno mettere a confronto il bilancio so-ciale che è un consuntivo con ciò che era stato programmato di rica-vare e spendere. Il giorno dopo, 23 novembre, alla Facoltà di Economia di Urbino si è tenuta una tavola rotonda su “gli strumenti della responsabilità e della rendicontazione sociale” e sui “nuovi modelli di trasparenze per

uscire dalla crisi”, in cui sono stati illustrati in dettaglio i temi sud-detti, oltre che dall’assessore, dalle due accademiche e da docenti del-l’Università di Bologna, anche da rappresentanti delle Onlus, della COOP Adriatica, di Marche Mul-tiservizi e dell’ENI. L’evento è arri-vato alla sua terza edizione, e viene tenuto con cadenza biennale. Durante la conferenza stampa co-munale la Righini e la Del Baldo hanno spiegato che il fine princi-pale dell’evento è quello di diffon-dere il concetto e la cultura della “accountability” (definita da esse un “processo circolare” fatto di traspa-renza nel rendiconto combinata con la capacità di “saper ascoltare i bisogni dei cittadini”) anche fra gli studenti universitari, ai quali infat-ti per la partecipazione all’evento

viene riconosciuto un piccolo cre-dito. Ceriscioli, sfogliando il bilan-cio, ha richiamato l’attenzione dei presenti su alcuni dati, quali le av-venute decurtazioni del personale municipale (da 850 a 763, con i dirigenti scesi da 24 a 17). Ha an-che chiarito che il nuovo bilancio è frutto di successive semplificazioni, che hanno permesso di rendere la presente edizione molto più sin-tetica delle precedenti che erano “troppo analitiche.” “Questo però

fa si che certe cifre vadano “inter-pretate”, ha ammesso. Delle Noci, ad ogni buon conto, ha “messo le mani avanti”: “Il Comune ha de-finito le linee d’indirizzo politiche per la redazione del bilancio. Ma naturalmente, prima di pubblicare

“obiettivi di sostenibilità” definitivi, dovremo aspettare di vedere quali tagli attuerà e quali risorse darà o lascerà il Governo.”

Claudio Turco© RIPRODUZIONE RISERVATA

ASSeSSOrATO ALLO SVILUPPO eCONOmICO, TUrISmO, SPOrT e GIOCO

Il calendario di eventi nataliziAnche quest’anno in occasione del Natale, Pesaro propone tanti ap-puntamenti tra mercatini, gusto e tradizione. Il calendario di eventi natalizi, promosso dall’assessorato allo Sviluppo economico, turismo, sport e gioco del Comune di Pesa-ro con la partnership di Banca di Pesaro, inaugura sabato 1 dicem-bre con la cerimonia di accensio-ne delle luminarie e dell’albero di Natale, in piazza del Popolo dalle 17.30, accompagnata dalle note del coro Gospel Slave Song e il suo repertorio di brani gospel and spirituals.

Candelara - Nei weekend 1, 2 e 7, 8, 9 dicembre il borgo di Candela-ra, con la sua magnifica atmosfera, organizza la tradizionale rassegna, giunta alla nona edizione, Can-dele a Candelara (www.candelara.com). Pesaro in quelle date pro-porrà un ricco programma con mercatini, cene a lume di candela

e mostra di presepi. Grandi prota-gonisti saranno i mercatini; quello enogastronomico (cortile di pa-

lazzo Gradari 1, 2, 7, 8, 9, 15, 16, 22, 23, 24 dicembre ore 11-19.30), il mercato Paesi e sapori che espo-

ne le eccellenze enogastronomi-che italiane (piazza del Popolo 7, 8, 9 dicembre ore 10-20). Mercatini - Non mancheranno i mercatini di Natale con tante idee regalo (piazza del Popolo 1, 2 di-cembre e dal 15 al 24 dicembre ore 10-20), ma anche il mercato settimanale del martedì (par-cheggio San Decenzio 4, 11, 18), e quello straordinario della dome-nica 2, 9, 23 (parcheggio San De-cenzio) e domenica 16 in piazzale Carducci, in occasione della Stra-domenica. Presepe vivente - Da non per-dere il mercatino artigianale (via Pedrotti e piazza Olivieri dal 15 al

24 dicembre ore 10-20). Le inizia-tive natalizie continueranno fino al 6 gennaio. Tra le tante proposte, il Presepe vivente 2012: sabato 22 dicembre alle 16.45, dal Duomo partirà la processione dei pastori dietro la Sacra Famiglia lungo via Rossini per arrivare alla capanna della Natività in piazza del Popolo. Sempre in piazza del Popolo, da lunedì 17 fino al 24 dicembre, con orario 16.30-19, i bambini delle scuole elementari rallegreranno i pomeriggi con i loro canti natalizi. Capodanno ed Epifania - Lunedì 31 dicembre in piazza del Popolo si festeggia con il concerto di Ca-podanno l’arrivo del 2013; l’Hot Five Rhythm & Blues Band suone-rà dal vivo musica anni ‘70 e ‘80; partner della serata Avis Pesaro. Infine per i più piccini l’appunta-mento è a Palazzo Gradari dome-nica 6 gennaio, alle ore 16.30 con la Befana dei piccoli.

domande per i nidi d’infanzia

Proseguono le iscrizioni ai nidi d’infanzia per l’anno scolastico 2012-13. Per i genitori che vogliano garantire ai propri bambini un ambiente se-reno in cui giocare, socializzare con i coetanei ed esplorare l’ambiente

che li circonda nel rispetto dei propri tempi di crescita e in risposta ai propri bisogni di sicurezza, tranquillità e autonomia, è possibile inoltrare on-line fino al 20/02/2013 la domanda di accesso al servizio di nido d’infanzia. E’ sufficien-te disporre di una connessione a Internet e di credenziali personali di accesso (PIN). Per chi non ne fosse fornito, il PIN può essere richiesto gratuitamente effettuando una pre-registrazione sul sito istituzionale del Comune di Pesaro alla voce “Servizi on-line”, “Modalità di accesso ai servizi on-line”. Per ritirare il PIN basterà poi presentarsi allo Sportello Informa&Servizi del Comune di Pesaro in largo Mamiani 11, a partire dal secondo giorno lavorativo successivo all’invio della richiesta, con un documento di identità valido e con il codice fiscale. I cittadini che sono già in possesso delle credenziali personali potran-no ancora utilizzarle senza dover effettuare una nuova richiesta. Tutte le in-formazioni sono disponibili sul sito www.comune.pesaro.pu.it o ai numeri di telefono 0721-387353-534.

IL 15 dICemBre SCAdONO I TermINI Pe ISCrIVerSI ALLe SfILATe 2013

Il carnevale dei Ragazzi batte già alle porte

PESARO – Sette comunità par-rocchiali hanno già aderito alla 55^

edizione del Carnevale dei ragazzi che avrà svolgimento domenica 10 febbraio e, in caso di avverse condizioni meteorologiche, sette giorni dopo. Il Comitato organizza-tore, presieduto dal “sempre-verde” Alfredo Caldari, ha fissato al 15 dicembre il ter-mine ultimo per l’invio delle schede di partecipazione.“San Martino”, al termine del consueto referendum fra i ragazzi del catechismo, ha deciso di dare vita all’alle-goria “L’era glaciale” con-fidando di continuare una lunga striscia di affermazio-ni nell’ambito della sezione carri. Anche “San Pietro in Calibano”, sempre incisiva-mente presente alla mani-festazione, non ha perso tempo: accantonata l’idea di

animare “Il pulcino Pio” per moti-vi contingenti, ha operato la scelta

del “Madagascar”, terra ricca di folclore. Tocco di internazionalità con il titolo scelto dalla parroc-chia del Porto: “The marcing Port band”, ovvero musica scacciapen-sieri con “La banda della Baia del Porto”. In gara anche, con sfilate a piedi e carro d’appoggio, “Santa Maria delle Fabbrecce” (“Le mil-le e una notte) e Cattabrighe che farà simpaticamente rivivere “La magia del bosco”.Senza titolo, per ora, gli allesti-menti delle parrocchie San Gio-vanni Battista di Gradara e Villa Ceccolini. Comunque il comune desiderio di saperne di più sarà appagato a breve termine. Molti pensieri, inoltre, “tenzonano” nel-la mente di altri gruppi alla ricer-ca di mezzi e volontari per poter partecipare alla rassegna e assicu-rare alla festa, dedicata ai ragazzi, dimensioni più ampie.

V.C.© RIPRODUZIONE RISERVATA

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2 dicembre 201212 Pesaro amicoil nuovo• •

La città necessita di un giornale cattolico1903-1923

La Sveglia Democratica, fondata da Mario Paterni nel 1889 , ed Il Pro-gresso, giornale socialista nato nel

1902, predicavano una profonda e radica-le trasformazione della società. Questi giornali consideravano i preti de-

gli ignoranti e, soprattutto, dei fannulloni che vivevano sulle spalle dei cittadini at-traverso le “tasse di vita, di matrimonio e morte”. In particolare, il giornale sociali-sta rifiutava “ …ogni forma di convivenza con il Cattolicesimo e la Chiesa” come ri-corda Antonio Brancati nel suo “Per una storia del Giornalismo a Pesaro tra 800 e 900”. E’ evidente che a fronte di un simile atteggiamento ci fu la reazione del mon-do cattolico. Il 4 luglio del 1903 uscì per la prima volta il settimanale cattolico L’Idea. La sua pri-ma pagina riportava un articolo firmato con lo pseudonimo “l’Ape lontana”. Ecco-ne alcuni passi: “… voi, in silenzio avete

pensato ad uno dei più stretti bisogni di Pesaro, ad una di quelle necessità per noi cattolici, alle quali non si può rinuncia-re. Come il monarchico, il repubblicano, il socialista e l’anarchico si valgono del proprio giornale per sostenere le proprie teorie, così era indispensabile alle asso-ciazioni cattoliche pesaresi un organo per la propaganda delle proprie idee, per la legittima difesa, e per istruire il popo-lo alla grande scuola della religione”. In modo romantico, l’articolista ricorda che mentre la campagna, ammantata di verde e giallo oro sta per dare i suoi abbondanti frutti, così è bello vedere i cattolici pesa-resi raccogliere anch’essi, col nuovo gior-

nale, un frutto prezioso. L’Idea avrebbe dovuto esser interpre-te sincera della “democrazia cristiana”.

“Scintilla propagatrice di luce e calore” che, attraverso la sua luce e calore, po-tesse vivificare giovani e vecchi, uniti a cooperare per il raggiungimento del bene spirituale ed economico del nostro paese.

“Questi sono i voti che lontano da voi, ma non per questo meno unito di cuore, rivol-go all’Idea. Tornando a Pesaro, possa io vedere realizzati i miei voti ed esclamare con sicurezza e convinzione: L’Idea cam-mina! Amici, valete”.

Stefano Giampaoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL “SOMMO POETA” CITTADINO IN UN LIBRO DI STEFANO GIAMPAOLI

La storia di Pesaro raccontatada PasqualonIl contenuto del libro “Pa-

squalon - Navigatore di sogni - Pesaro, storia in poesia” cu-rato da Stefano Giampaoli è

ottimamente rappresentato dalla sua copertina che è illustrata da uno stupendo dipinto del pittore Franco Fiorucci. Già dal mese di aprile di quest’anno – racconta l’autore - mi ero appassionato alla lettura delle poesie del no-stro poeta dialettale Odoardo Giansanti. Le leggevo e le tradu-cevo in lingua a mo di racconto; PU24 il quotidiano pesarese on line me le pubblicava settimanal-mente. Ho raccolto questi lavori in un libro quando mi sono ac-corto che il materiale era abbon-dante e bastava un piccolo sforzo per completare il lavoro.Come è strutturato il libro?Ho preso le poesie del nostro Pa-squalon come fossero ciliegie da un albero, una tirava l’altra; solo alla fine le ho divise e raggrup-pate in sezioni (“Il Poeta, cenni biografici e poesie”, Saggezza e buon umore”, “Costume e società”, “Vita cittadina”, “Questioni na-zionali”, “Fatti storici”, “Universo donna”, “Tempi moderni”, “Feste ed eventi”). Fra la fine dell’800 e gli inizi del 900 il nostro affasci-nante poeta, Odoardo Giansanti, è stato anche un formidabile cro-nista. Narrava i fatti del giorno accaduti dentro e fuori le mura roveresche della nostra città. Pa-squalon camminava per le vie del centro, del porto, del mare con il suo immancabile cagnolino, non poteva vedere per la sua cecità ma sapeva ascoltare molto bene. Da questo suo ascolto e dal-l’estrema sua sensibilità dell’ani-mo scaturivano le sue poesie. La gente lo riconosceva e lo circon-dava per ascoltare i suoi pungenti versi dialettali che descrivevano

i fatti del giorno. Come ha detto Franco Bertini recentemente sul il Resto del Carlino, a quell’epoca Pesaro: “ … non arriva a 25.000 abitanti, non c’è radio, non c’è tv, i giornali sono una rarità da si-gnori, quasi la metà dei cittadini è analfabeta, più della metà parla e capisce solo il dialetto”. In que-sto contesto Pasqualon diventa il “telegiornale” dei pesaresi. Per questo, oltre che fornirci splendi-de poesie, il suo lavoro è ancora oggi un formidabile spaccato sto-rico.

Cosa si può dire della fede religiosa di Pasqualon?

Non tragga in inganno l’iro-nia pungente che il poeta non mancava di riservare anche al mondo cattolico. La sua critica era costruttiva, mai sterile. Per esempio nella sua poesia intito-lata “La falsa cristianità” ironizza con quelli che credono che solo le preghiere siano in grado di mandarli in paradiso. Certo, le orazioni fanno bene, al mattino, alla sera e anche dopo mangiato ma non devono essere disgiunte dalle buone azioni e dagli onesti comportamenti. “Par busches el paradis En c’è bsogn da stè in tle chis” (Per guadagnarsi il paradi-so Non c’è bisogno di stare nel-le chiese). Quando sarà giunta “cl’ora estrema” e si avvicinerà la falce della morte “Malé en giova a fè cagnera: S’en avrem camined drit, Povr’a nò, a sem bel frit!” (Li non giova fare a lite: Se non avre-mo camminato dritto, Poveri noi, saremo belli fritti!). Per risponde-re alla domanda sulla sua religio-sità basta citare due episodi per tutti. Pasqualon il 26 luglio 1909 si sposò con la setaiola Michelina Capanna. Il matrimonio venne celebrato con una certa solenni-tà perché il rito religioso fu ce-

lebrato dal Vescovo Mons. Paolo Tei. Sempre dal Vescovo Tei, il nostro Odoardo si recava ogni 13 dicembre, giorno di Santa Lucia. Pasqualon diceva che era la sua festa e, per celebrarla, andava dal vescovo quasi sempre in compa-gnia di altri ciechi.

Gli scritti di Pasqualon sono ancora oggi divertenti ma Odoardo Giansanti faceva ridere anche alla gente del tempo?

Si il nostro Pasqualon informa-va ed educava, divertendo! Ecco che un altro artista, questa volta contemporaneo, è riuscito a co-glierne le atmosfere. Il Maestro Fiorucci ha ritratto il poeta cir-condato da tanti volti sorridenti della gente del popolo pesarese di allora. Ha poi scrutato l’ani-mo di Pasqualon e l’ha definito “Navigatore di sogni”. Per questo, l’abituale organetto che accom-pagnava il nostro Odoardo è di-ventato un veliero. Questa sua cronaca ci aiuta ad immaginare quale possa essere stata la vita dei nostri nonni e bisnonni. Il libro, che secondo l’ambizione del suo curatore, potrebbe risul-tare una strenna natalizia, ha la traduzione italiana a fronte dei versi dialettali e diventa un vero e proprio racconto ad episodi. Può essere un modo nuovo per cono-scere il poeta!

Lo scorso 24 novembre il li-

bro è stato presentato alla città con grande successo di pubblico.

Si e anche per questo deside-ro ringraziare prima di tutto il Maestro Franco Fiorucci che, con il dipinto realizzato per la co-pertina, non ha tradito se stesso e la sua verità intuendo lo spi-rito vero del poeta. Poi Carlo e Paolo Pagnini che mi hanno confortato, sorretto e sostenuto fino all’ultimo. Il grafico Aldina Lanzerini che ha imbellettato ed impacchettato il piccolo volume

rendendolo un’appetibile libro-strenna. L’Amministrazione Co-munale nelle persone del Sindaco Luca Ceriscioli e della Dott.ssa Giuseppina Catalano conceden-domi il patrocinio. Come si può vedere: è stato un lavoro di squa-dra! Per ultimo desidero ringra-ziare la mia nipotina Emma che, nascendo appena due mesi fa, mi ha dato l’energia per concludere il lavoro.

A cura di Roberto Mazzoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Metauro Edizioni – Euro 12 – in tutte le librerie di PesaroLa copertina del libro di Giampaoli dipinta ad olio in esclusiva dal

maestro Fiorucci. Nel tondo l’autore.

CALENDARIO DI ARTISTI PESARESI

Dodici mesi dedicati alla cittàPESARO-Non è il solito scontato lunario novembrino ma “Pesaro Damare MMXIII” è un calendario, meglio una strenna di un ristret-to nucleo d’artisti pesaresi che ha voluto dedicare con grande senti-mento alla città di Pesaro e al suo mare.Sono dodici fotografie di Luciano Dolcini, di cui ricorre il 45° anno d’attività artistica, che alternativa-mente ha rappresentato sue ope-re e quelle pittoriche del Maestro Franco Fiorucci. Un breve flash per entrambi di Anna Maria Be-nedetti Pieretti, nota e apprezzata

storica dell’arte: ”…Dolcini ha una rara sensibilità quella di cogliere i contrasti di colore che approdano a un linguaggio d’artista persona-lissimo;… Fiorucci tratta paesaggi rievocanti atmosfere di solitudini e silenzi con la magia dell’acqua-rello”. Le didascalie poetiche che accom-pagnano le foto sono di Franco Ampollini; di Daniele Feligioni é la composizione grafica, da cui traspare la creatività e professio-nalità dell’artista. Inoltre ha parte-cipato al progetto Alfredo Venturi architetto: presidente dell’Asso-

ciazione Venturi Spazio Arte. Il calendario non è in vendita, ma offerto in omaggio a quanti hanno partecipato alla presentazione uf-ficiale dell’opera da parte di Anna Maria Benedetti Pieretti, tenutasi giovedì 29 Novembre presso l’au-ditorio di Palazzo Montani Antal-di. L’evento è stato patrocinio di Isti-tuzioni cittadine, mentre Ottica Venturi ha aderito all’iniziativa come main sponsor.

Gianfranco Sorisio© RIPRODUZIONE RISERVATA

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2 dicembre 2012 13amicoil nuovo• •

Redazione di Fano:Via Roma, 118 - 61032 FanoTel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595E-mail: [email protected]

Fossombrone Cagli Pergola

RIFLESSIONE DEL RESPONSABILE GIOVANI AC SULLA DUE GIORNI DI FORMAZIONE

Un appuntamento “tradizionale”

«Dopo aver tanto cercato, dubitato, sperato, cantato, pianto, pregato, ritroveremo il capo e la coda del gomitolo della fede, solo apparentemente disperso… nella storia degli uomini perché lo trasmettessero di padre in figlio, disseppellendolo ogni volta dalla polvere, per ritrovare la traccia del sentiero fino a quel mattino di sole e di luna quando tutti insieme “là canteremo per sempre il grande alleluia del raccolto”». Paolo e Vittorio Emanuele Giuntella

Mi piace pensare che la “2 giorni di forma-zione per educatori e animatori”, che l’Azio-

ne Cattolica di Fano-Fossombro-ne-Cagli-Pergola propone ogni anno a metà novembre agli opera-tori pastorali della nostra diocesi, sia ormai diventato un appunta-mento “tradizionale”, nel senso più autentico del termine, che de-

riva dal verbo latino tràdere, ossia consegnare, trasmettere.Tengo a sottolineare questo aspet-to perché temo che nel nostro tempo, o almeno questa è la mia impressione, quando parliamo di tradizione, tendiamo a ragionare in termini più vicini alla consue-tudine e alla conservazione.In questo senso, l’immagine della fede come un gomitolo che passa di mano in mano tra gli uomini (che P. e V.E. Giuntella nel libro “Il gomitolo dell’Alleluja”) oltre che meravigliosa, è illuminante ed ef-ficace, e ci aiuta a fare anche un ulteriore passo in avanti: il “voi” del “Date voi stessi da mangia-re” (titolo della 2 giorni educato-ri e dell’intero anno associativo 2012/2013 dell’Azione Cattolica Italiana) non è solo il soggetto del-la frase, che ci invita a metterci in gioco in prima persona e a pren-dere l’iniziativa, ma ne è anche il complemento oggetto.“Consegnare e trasmettere” la Fede nel Signore vuol dire infatti dare

“noi stessi da mangiare”, testimo-niando, condividendo, amando, lasciandoci riempire dallo Spirito di Cristo e impastando la nostra vita con quella degli altri, senza essere indifferenti alle vicissitu-dini del mondo, anzi inserendoci profondamente tra le pagine delle nostre storie personali e nelle pie-ghe più grandi della Storia, come ha fatto il buon Dio prendendo forma nella nostra stessa carne.Una vita così vissuta non può che essere piena, ricca di significato ma soprattutto bella.Di questa bellezza, data dalla Fede in Gesù Cristo che è risorto e per amore ha sconfitto la morte, do-vremmo ricordarcene più spesso.La 2giorni educatori ci ha dato modo di sperimentare questa bel-lezza dell’essere Azione Cattolica, di essere Chiesa, di essere educa-tori, di essere soggetti e allo stesso tempo complemento oggetto, del-lo stare insieme, del pensare, del condividere, di essere cristiani, di amare, di essere vivi.

E una conseguenza della bellezza è la gratitudine.Anzi, oserei dire che bellezza e gratitudine vanno a braccetto.Perciò grazie a tutte le persone che, in tutte le modalità e le forme possibili, hanno contribuito e con-

tribuiranno a rendere “tradiziona-le” questa esperienza della 2giorni educatori e animatori di AC.Il gomitolo è ancora lungo e tutto da passare.

Stefano Cuccaroni© RIPRODUZIONE RISERVATA

ALLA ChIESA DELL’ADORAZIONE DI SAN TOMMASO

Itinerario spirituale per l’AvventoFANO - Anche quest’anno nel tempo forte di Avvento viene proposto un itinerario spirituale in preparazione al Natale gui-dato dal nostro Vescovo. mons Armando Trasarti celebrerà la S. Messa delle ore 8.30 divenerdì 7 dicembre,sabato 15 dicembresabato 22 dicembre.La meditazione che nella S. Messa ci ver-rà proposta, interiorizzata nella preghie-ra, nell’adorazione silenziosa, ci aiuterà a nutrire e a vivere il nostro stare con il Signore ponendoci nella speranza, cuore dell’avvento. Abbiamo sempre un rinno-vato bisogno di comprendere la nostra vita alla luce della prima venuta di Gesù, nella quale il tempo dell’uomo e l’eter-nità ritornano a camminare insieme, un

cammino che s’incontra, s’incrocia, si fa uno nell’Eucaristia, nella vita del Salva-tore donata per amore dell’umanità, per la nostra redenzione. La prima venuta di Cristo, a sua volta, ci proietta nella Sua venuta finale gloriosa che riconcilierà la creazione intera con Dio chiedendoci di accogliere l’”adesso” di ogni giorno illu-minati e guidati dal Signore presente nel Pane e nella Parola spezzata.Solo la Sua Parola può far luce alle nostre coscienze, rischiarare il cammino che abbiamo davanti, destare il nostro cuore dal torpore dell’indifferenza per immer-gere il nostro quotidiano nell’accoglienza del dono dell’Eucaristia, del dono del Suo Amore per noi: lasciandoci trasformare da esso, a nostra volta saremo testimoni di speranza e dono per tutti.

PROSSIMI APPUNTAMENTI CON LA LECTIO DEL VESCOVOTAVERNELLE – Le prossime lectio del Vescovo “Itinerario di fede: nell’Antico e nel Nuovo Testamento” si terranno a Tavernelle nei seguenti giorni:lunedì 3, 10, 17 dicembre 2012.

SERATE DI SPIRITUALITÀ A SAN FRANCESCO IN ROVERETO CON IL VESCOVO

Viaggio alla scoperta del NataleIl legame tra fede cristiana e bellezza è de-

cisivo. In una civiltà visiva qual è quella in cui viviamo, la Chiesa ha la possibilità di

evangelizzare oltre che con la Parola di Dio e con le opere anche con l’arte servendosi di una teologia visuale fatta di immagini, di colori, di simboli. L’ arte è a servizio della Li-turgia. E’ necessario sollecitare l’ascolto, così come offrire anche la visione di ciò che si an-nuncia. Ciò che è bello suscita la contempla-zione. Davanti alla bellezza l’animo trova la quiete e in essa si rifugia per ricercare la Ve-rità su se stesso e sul mondo che lo circonda.Come attesta l’esperienza di Agostino, la bel-lezza trova posto nell’intimo dove giace la Ve-rità “Tardi ti amai bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai! Sì perché Tu eri dentro di me ed io fuori. Lì ti cercavo” (Confessioni 10,27,38). Si può cogliere la bellezza nella mi-sura in cui l’ animo percepisce la Verità e, vice-versa, si coglie la verità quando la si cerca nella sua Bellezza. Per questo ciò che è veramente bello è buono e merita di essere amato.Il linguaggio della bellezza è una strada privile-giata della Nuova Evangelizzazione, il cui com-pito è quello di annunciare la fede in Gesù “Il più Bello tra i figli dell’ uomo” ( Sal45,3) come possibilità definitiva di salvezza e di gioia.In quest’anno della fede proponiamo in colla-

borazione con le parrocchie di Tavernelle, Sal-tara- Cartoceto, Montemaggiore- Villanova la Tradizionale novena di Natale.

Centro di Spiritualità S. Francesco in RoveretoPROGRAMMA (gli incontri si terranno alle ore 20.45 a San Francesco in Rovereto)martedì 18 Il sì di Maria a Dio e al suo Progetto di Salvezzamercoledì 19 Il no di Adamo ed Eva a Diogiovedì 20 Il sì di Cristo al Padrevenerdì 21 Il sì di Cristo all’uomosabato 22 Il sì dei Pastori a Gesùdomenica 22 I Magi: i sì dell’AdorazioneLunedì 24, alle ore 7.30, celebrazione dell’Eu-caristia

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amicoil nuovo• •

TAVERNELLE - Allestita con ca-lore, dalla Caritas e le suore Di-scepole di Gesù Eucaristico di San Francesco in Rovereto, la sala del-la parrocchia, dove è stata orga-nizzata la serata multietnica con i fratelli di altre aree culturali abi-tanti di Tavernelle. Erano presenti persone originarie del Bangladesh, del Marocco, Albania, Indonesia (Timor Leste), Russia (Mosca), Romania, Ucraina.Il tema centrale è stata la cultu-ra culinaria, dal momento che la maggior parte delle persone che arrivava portava un simbolo del-le origini natali prevalentemente culinario. La signora Meriem, del Marocco, ci ha deliziati con dell’ottimo pane arabo preparato da lei stessa; ma non sono mancati anche oggetti come la matriosca, presentata-ci dalla signora Natalia di origi-ne russa, la signora spiegava che l’oggetto simboleggia la maternità della donna.La signora Tea, albanese, ci rac-conta come è stato difficile l’inizio, sia a livello economico che sociale, del suo arrivo in Italia, ma come poi è riuscita ad inserirsi grazie anche al ragazzo italiano che ha conosciuto e con il quale, frequen-tando la parrocchia, ha deciso, tre anni fa, di ricevere il battesimo e poter realizzare il matrimonio re-ligioso in chiesa.La signora Zubida, Marocco, abi-ta a Tavernelle da diversi anni, nel

suo dialogo interculturale, rac-conta di riconoscersi un po’ nella situazione di disagio iniziale di cui ci ha parlato la signora Tea. Zubida ringrazia la Caritas che offre l’opportunità di farci incon-trare, questo ci fa riconoscere che sono più le cose che ci accomuna-no che quelle che ci differenziano e ci rafforza per affrontare meglio

i disagi. Tra gli ospiti era presente anche il direttore della Caritas dioce-sana, Angiolo Farneti. “Parteci-po volentieri a questo incontro perché credo che il compito della Caritas non sia solo quello di fare opere di assistenza, ma soprat-tutto aiutare l’integrazione delle persone, a spingere, a sensibiliz-

zare le comunità ad una maggio-re fraternità e apertura al dialogo, all’accoglienza, alla promozione umana. Io credo davvero che dalla conoscenza, dalla amicizia, possono cadere queste barrie-re che ci ostacolano, e possono nascere delle relazioni personali che possono davvero integrare le persone all’interno della società e

collaborare in un futuro che sarà sempre sicuramente multietnico e multiculturale. Siete lontani dal-le vostre terre e non avete quelle radici che vi possono sostenere, e non avete la conoscenza piena di quelli che sono i vostri diritti, di quelle che sono le istituzioni che possono aiutarvi, per cui la Cari-tas assolve anche questo servizio. Ringrazio questa iniziativa, spero che vada replicata anche da altre parti e continui nel tempo”.Il parroco Don Piergiorgio San-chioni è stato presente tutta la serata, ha descritto la storia e le caratteristiche del paese di Taver-nelle.Non sono mancati i dolci tipici italiani, come crostata, crescia di Pasqua, castagnole ecc. E poi il tipico thè marocchino preparato e servito da Ahmed. La serata è stata rallegrata da alcuni suoni di strumenti tipici del Ma-rocco e dai canti indonesiani.

Patrizia Donnini e animatori Caritas Tavernelle

© RIPRODUZIONE RISERVATA

14 Fano Fossombrone Cagli Pergola2 dicembre 2012

FANO – La Pastorale Giovanile organizza, nel pe-riodo di Avvento, due importanti iniziative, il “Ri-tiro di Avvento” e “In attesa di Te”. Il Ritiro d’Av-vento, in programma domenica 9 dicembre alle ore 16, sarà occasione di incontro, di scambio e di confronto tra giovani, di spiritualità e di espe-rienza di comunione tra le nostre comunità par-rocchiali. Sarà vissuto in contemporanea nelle tre zone pastorali della diocesi. Quest’anno a Torrette per tutta la zona di Fano (relatore don Gianni Pe-troni), a Saltara per tutte le parrocchie della Valle del Metauro (relatore don Marco Presciutti), e ai Cappuccini di Fossombrone per le zone di Fos-

sombrone, Cagli e Pergola (relatore padre Filippo Caioni). La Scuola di preghiera “In attesa di Te” è un modo per vivere il tempo dell’Avvento dando spazio all’ascolto, all’attesa, alla preghiera. Nella continuità dei mercoledì, come nello stile di Casa-Giovani quando il mercoledì la casa si apre a chi vuol condividere la preghiera e l’ascolto della Pa-rola di Dio. La Scuola di preghiera si terrà merco-ledì 5, 12,19 dicembre nella chiesa di Santa Teresa (via Gabrielli, di fronte al Foro Boario) dalle ore 19 alle ore 20. Sarà presente anche il nostro Vescovo.

Don Steven Carboni© RIPRODUZIONE RISERVATA

DUE INIZIATIVE PER PREPARARSI AL NATALE

“Ritiro di Avvento” e “In attesa di Te” CAGLI – “Presepi nelle Chiese” compie dieci anni e coinvolge un numero sem-pre crescente di persone. La rassegna, organizzata dal circolo culturale Don Sturzo di Cagli, in collaborazione con le parrocchie di San Pier Damiani e San-ta Maria Assunta e con la partecipazione del Comune, delle scuole di ogni or-dine e grado e delle associazioni, quest’anno parte prima, in coincidenza con la prima giornata di Cogli il Natale a Cagli, l’8 dicembre. Chiuse per lavori San Filippo e Santa Chiara, saranno oltre dieci le chiese che ospiteranno le rappre-sentazioni della natività allestite da numerosi volontari (chi vuole, può anco-ra dare una mano). Presepi, poi, saranno nelle vetrine dei negozi e in angoli caratteristici della città, ormai diventata “dei presepi”. Particolarmente ricca, poi, la Cattedrale, nella quale esporranno scuole e artigiani. I presepi reste-ranno nelle chiese di Cagli e frazioni fino al 13 gennaio, visitabili tutti i giorni, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.

Elisa Venturi© RIPRODUZIONE RISERVATA

“Presepi nelle Chiese” compie 10 anni

Un segno di multiculturalità nel territorio del Metauro

L’UNITALSI IN PELLEGRINAGGIO CON DOM FRIGERIO

“Spingersi più in là”

Il Pellegrino è colui che si mette in cam-mino con coraggio, mantenendo un atteggiamento costante di ricerca, che,

pur facendogli apprezzare tutto ciò che incontra, lo induce costantemente a “spin-gersi più in là”. E’ con questa consapevolez-za che – dopo i diversi pellegrinaggi estivi a Lourdes e a Loreto e quello più recente presso il Santuario di Cartoceto – l’Uni-talsi di Fano ha aderito con entusiasmo all’iniziativa proposta dalla Sottosezione di Urbino di incontrarsi nel pomeriggio di domenica 11 novembre presso il Santuario del Pelingo per un momento di formazio-ne, preghiera e festa insieme. L’incontro è iniziato con una riflessione guidata da padre Salvatore Frigerio del-l’Eremo di Monte Giove di Fano che, par-tendo da un’attenta analisi del racconto della Creazione, ha sottolineato non solo la responsabilità dell’uomo nei confronti del creato, ma anche quella di ciascuno di noi verso “l’altro”. “Siate santi come io sono santo”: l’atteggiamento misericordioso di Dio, il cui giudizio è sempre liberante, do-

vrebbe trasparire anche nei nostri gesti di ogni giorno, nelle nostre scelte quotidiane, nei nostri giudizi che, prima di condannare o classificare, dovrebbero rendere giustizia, restituendo all’altro dignità e libertà.Particolarmente apprezzato, sia dal pubblico che da Dom Frigerio è stato l’intervento della nostra Segretaria Ma-ria Geltrude Fazi, che, da profonda conoscitrice del pensiero dell’illustre relatore, partendo dalla citazione di un pensiero del compianto Cardinal Martini, lo ha sti-

molato ad una riflessione sulla Chiesa e sul suo futuro; purtroppo, data la vastità del-l’argomento, ci siamo dovuti accontentare di alcuni accenni, ma Dom Salvatore ci ha promesso che verrà approfondito in una prossima assemblea.All’incontro è seguita la Santa Messa nel Santuario, officiata dagli Assistenti Ec-clesiastici di Fano ed Urbino Don Luigi Spallacci e Don Piergiorgio Angelini, e dal Presidente Emerito dell’Unitalsi di Ur-bino Don Fabio Bricca. Dopo la gradita cena insieme nel ristorante della Casa del Pellegrino, il pullman ha riportato a casa gli 85 partecipanti di Fano, contenti della giornata trascorsa e maturati nella consa-pevolezza che il vero pellegrino è colui che, ponendosi in ascolto, si mette in cammino sulle strade del mondo, riconoscendo nella fragilità di ogni uomo il vero volto di Cri-sto, divenendo così, come scrive Biffi, “pel-legrini instancabili dell’Assoluto”.

Valeria© RIPRODUZIONE RISERVATA

FANO - Il Coordinamento Diocesano Ora-tori presenta il programma della forma-zione di base animatori d’oratorio per il periodo novembre 2012 Gennaio 2013. Questo corso è stato pensato in base alle esigenze parrocchiali scaturite negli in-contri del 29 settembre ed in occasione del primo incontro del neonato consiglio diocesano d’ oratorio il 30 ottobre.Si svolgerà in forma residenziale nelle par-rocchie che ne hanno fatto richiesta o in accorpamenti di più parrocchie confinanti. Gli incontri inizieranno alle 20:30.Riportiamo, di seguito, temi, date e luoghi degli incontri per area di appar-tenenza.AREA FENILE – Locali parrocchiali lunedì 17 dicembre: Animatore…colui che dà l’anima, servizio e catechesi in oratorio lunedì 14 gennaio: Aspetti di progettazio-ne educativa in oratorioAREA VALLATO CENTRO – SANTA MARIA ASSUNTA (DUOMO) – Locali parrocchiali San Paolo lunedì 17 dicembre: Aspetti di progetta-zione educativa in oratorio lunedì 14 gennaio: Aspetti psicologici di bambini, adolescenti, gruppi e gestione in oratorioAREA FLAMINIO – SAN CRISTOFORO – SAN-TA FAMIGLIA – Sala don Benzi Fano 2 martedì 18 dicembre: Aspetti psicologici di bambini, adolescenti, gruppi e gestione in oratorio martedì 15 gennaio: Aspetti di progetta-zione educativa in oratorioAREA BELLOCCHI – Locali parrocchiali martedì 18 dicembre: Aspetti di progetta-zione educativa in oratorio martedì 15 gennaio: Animatore…colui

che dà l’anima, servizio e catechesi in oratorioAREA TORRETTE – METAURILIA – MAROT-TA – PONTE METAURO – Locali parrocchia-li di Metaurilia mercoledì 19 dicembre: Animatore…colui che dà l’anima, servizio e catechesi in oratorio mercoledì 16 gennaio: Aspetti psicologici di bambini, adolescenti, gruppi e gestione in oratorioAREA SALTARA-CARTOCETO – Oratorio di Saltara lunedì 21 gennaio: Aspetti di progettazio-ne educativa in oratorio lunedì 19 febbraio: Aspetti psicologici di bambini, adolescenti, gruppi e gestione in oratorio lunedì 11 marzo: Animatore…colui che dà l’anima, servizio e catechesi in oratorioAREA CUCCURANO – Locali parrocchiali lunedì 21 gennaio: Animatore…colui che dà l’anima, servizio e catechesi in oratorio lunedì 19 febbraio: Aspetti di progettazio-ne educativa in oratorio lunedì 11 marzo: Aspetti psicologici di bambini, adolescenti, gruppi e gestione in oratorioPer qualsiasi chiarimento potrete, far ri-ferimento ai responsabili di zona con cui sono già incontatto i referenti parrocchiali d’ oratorio, contattando Don Steven Car-boni o Sabrina al 339 3595717 Tutti i po-meriggi dalle 16:30 alle 18:30. “Servizio Diocesano Oratori” Info:RESPONSABILE PROGETTODon Steven Carboni: Cell: 347 9645852 e-mail: [email protected]

L’ Equipe Diocesana Oratori© RIPRODUZIONE RISERVATA

PROGETTO DIOCESANO ORATORI

Al via nuovi corsi di formazione

Page 15: «Il Nuovo Amico» n. 42 del 2 dicembre 2012

2 dicembre 2012 15Fano Fossombrone Cagli Pergola

Quello dell’apertura fe-stiva dei negozi e dei centri commerciali è un problema su cui si

dibatte ormai da molti anni, con posizioni a volte diverse e incon-ciliabili, ma spesso – sempre più spesso – convergenti, anche da parte dei diversi portatori di inte-resse. E’ un tema che ritorna par-ticolarmente d’attualità in un pe-riodo – novembre/dicembre – in cui tutte le domeniche i negozi sono aperti per catturare – sem-pre più in anticipo – gli acquisti “natalizi”.In campo ci sono: gli utenti del servizio, i lavoratori delle imprese commerciali, i sindacati e le orga-nizzazioni di categoria, le imprese del commercio, le associazioni ed i movimenti cattolici, ma anche tante associazioni laiche o acon-fessionali.Se, in passato, uno dei leit-motiv di molti era la necessità di fare tutto il possible per stimolare i consumi necessari alla ripresa economica, oggi questa affermazione non ha quasi più nessun sostenitore, in quanto è ormai assodato che an-che tenendo i negozi ed i centri commerciali aperti la domenica, i consumi non aumentano. D’al-tra parte era facile dimostrare che non aumentando la capacità di spesa delle famiglie, diventava solo una questione di redistribu-zione durante la settimana dello stesso importo di spesa procapite.

Infatti, anche molti centri com-merciali ormai ammettono che è solamente una “guerra di posi-zionamento” l’apertura festiva: si apre per mettere in difficoltà la concorrenza, o per approfittare di alcune situazioni a danno di altre imprese del settore.Tutto questo viene giocato sulla pelle dei lavoratori, considerati semplice “pedine” da utilizzare nello scacchiere delle guerre com-merciali, e sulle spalle delle im-prese produttrici dei beni venduti sullo “scaffale”, perchè l’aumento dei costi di questa guerra (aprire sette giorni su sette è più costo-so – a parità di ricavi – che apri-re sei giorni su sette), viene fatto gravare su un prezzo più basso pagato per queste merci. Ma ciò non è semplicemente un proble-ma economico, ma è ancor di più un problema culturale. Rientra, cioè, nella scelta di quale modello di vita vogliamo continuare a per-seguire. Se infatti lo stato attuale non è semplicemente una situa-zione di crisi, ma una fase di pas-saggio verso un nuovo stile di vita, non c’è dubbio che continuare a mettere al primo posto i consumi,

l’acquisto di merci, lo shopping, anzichè coltivare le relazioni, il riposo settimanale, il ritrovarsi in famiglia, e – per chi è credente – la preghiera ed il confronto co-munitario, è un modo sbagliato di interpretare questa fase di cam-biamento.La Chiesa, su questo tema è già da alcuni anni che pronuncia for-ti richiami (mi viene in mente il discorsi conclusivo del convegno di Verona 2006 del card. Tetta-manzi, che invitava esplicitamen-te i cristiani a “boicottare” i cen-

tri commerciali la domenica), ed anche nella nostra Regione mons. Giuseppe Orlandoni, Vescovo di Senigallia e Presidente della Com-missione Regionale per i problemi sociali e il lavoro, è più volte in-tervenuto per dire che “le persone non sono semplici strumenti di produzione o di consumo, ma vi-vono in relazione, hanno degli af-fetti, una famiglia, ed hanno dirit-to di godere del riposo della festa e di coltivare la loro dimensione spirituale”. Ma questo richiamo non è sola-

mente di tipo religioso, “non è una battaglia confessionale, ma una scelta antropologica” diceva Mons. Bregantini l’8 novembre in una intervista su Avvenire. Le persone hanno bisogno di vivere la dimensione della festa e del ri-poso, come spazio di libertà per rigenerasi e per partecipare alla vita sociale.La dimostrazione che è un pro-blema sociale, oltre che portare danno ai lavoratori ed alle piccole imprese commerciali a conduzio-ne familiare, viene dalla raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che la Confesercenti ha attivato domenica 25 novembre in alcune importanti regioni italiane (come Veneto, Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna).Se dobbiamo cambiare stile di vita il primo passo non può essere che questo: mettere le relazioni al po-sto dei consumi, infatti non si può più vivere solo nella logica dello scambio economico, ma dobbia-mo riappropriarci del valore del tempo, in tutte le sue accezioni: culturali, umane e spirituali.

Gabriele Darpetti© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’APERTURA FESTIVA DEI NEGOZI E’ SBAGLIATA

E i consumi non aumentano

FAMIGLIE: FARE I CONTI CON LA CRISI

Nuovi stili di vita… per una decrescita feliceFANO - Con questo titolo le ACLI provinciali in collaborazione con il Circolo Acli di Sant’Orso hanno organizzato nel quadro del pro-getto flexyfamily una serata dedi-cata ai nuovi stili di vita per una decrescita felice.Il cambiamento dei nostri stili quotidiani di consumo non è solo la buona azione del buon cittadi-no è molto di più.Giordano Marini del movimento nazionale della decrescita feli-ce ha delineato, supportato con un’ampia documentazione di dati e di approfondimenti scientifici, il quadro di un paese quale il nostro assieme a tutta l’area dei paesi più sviluppati che non potrà più nel futuro prossimo mantenere il pro-prio livello di consumi senza fare i

conti con i paesi emergenti e so-pratutto con le risorse del pianeta che non possono essere consuma-te all’infinito.Per questo occorre responsabil-mente riflettere, chiedere alla politica di cambiare il modello di sviluppo e dal basso modificare i nostri stili di vita quotidiani.Da un sistema basato su un consu-mismo alcune volte perfino “con-vulsivo” occorre riposizionarsi e procedere a sostenere l’agricoltu-ra a Km 0, la valorizzazione delle produzioni che promuovono il ri-sparmio energetico, l’uso respon-sabile dei mezzi e delle automobili; risparmiare soprattutto sull’emis-sioni del Co2 nell’atmosfera. Per portare delle esperienze locali di buone prassi è intervenuto Ettore

Marini del Gas (Gruppo di acqui-sto solidale di Fano) il quale ha il-lustrato ai presenti come opera il gruppo d’acquisto, come si mette in relazione con i produttori locali o nazionali, come vengono gesti-te le richieste delle merci e come vengono poi distribuite e le sue finalità sociali.E’ seguito un interessante dibat-tito tra i presenti coordinato dal Presidente Provinciale delle Acli Maurizio Tomassini.Queste serate sono state program-mate dal Provinciale delle Acli nei diversi circoli del territorio della Diocesi in collaborazione con le altre organizzazioni del non profit cattoliche.

MT© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ASSOCIAZIONE DON PAOLO TONUCCI PRESENTA IL CALENDARIO 2013

Dodici immagini per l’apitoFANO - Lunedì 19 novembre a Fano nella Chiesa del Suffragio è stato pre-sentato il calendario 2013 dell’Asso-ciazione “don Paolo Tonucci APITO”. Ad introdurre l’incontro Donatella Grandoni, presidente dell’APITO Mar-che, che ha ricordato la figura di don Paolo Tonucci, missionario Fidei Do-num in Brasile, e il suo impegno che si è sempre tradotto in un percorso di formazione e di coscientizzazione dei più poveri verso i problemi sociali del Brasile. A Seguire Mons. Giovanni To-nucci, arcivescovo di Loreto e delegato Pontificio della Santa Casa, autore del-le fotografie e delle riflessioni contenu-te nel calendario, ha raccontato come è nata l’idea del calendario 2013.Mi è stato chiesto di realizzare un calendario – ha detto mons. Tonucci - e guardando le dodici vetrate della cattedrale di Camaçari ho pensato che erano proprio adeguate a rappre-sentare i 12 mesi dell’anno. I disegni delle ve-trate furono visti e approvati dallo stesso don Paolo prima della sua morte e Lui stesso ora è raffigurato in una di esse. Tra i progetti di don Paolo, durante il suo servizio in missio-ne, c’era proprio quello di fornire la chiesa di una serie di dodici vetrate, che presentasse-ro visivamente il cantico dei tre giovani nella fornace ardente, come narrato nel libro del Profeta Daniele (3,51-90) e così è stato. Nel-la rappresentazione, creata da Fra Domingos Savio, ogni vetrata ha in alto l’immagine del

sole, simbolo evidente di Dio creatore, da cui emanano tutte le cose. I diversi soggetti sono ispirati alla realtà brasiliana, che è però facil-mente comprensibile da chiunque, perché il mondo in cui viviamo è lo stesso in ogni pae-se e in ogni continente. Il calendario, che sarà poi venduto in diverse attività commerciali di Fano e dell’entroterra – ha concluso il dott. Roberto Ansuini, presidente nazionale del-l’APITO - è composto da 28 pagine a colori e racconta la storia della cattedrale della nuova diocesi di Camaçari, il ricavato della sua ven-dita andrà a finanziare i progetti dell’Associa-zione a sostegno dei bambini e della famiglie più in difficoltà del Brasile.

Marco Gasparini© RIPRODUZIONE RISERVATA

FAMIGLIE E COMMERCIANTI UNITI NELLA DONAZIONE

iniziative di avis Fano nel periodo natalizioFANO – Due interessan-ti iniziative che coin-volgono le famiglie e i commercianti della nostra città. Sono state presentate, venerdì 23 novembre alla Sala della Concordia del Comune di Fano, “Avis Family Day” e “Avis in vetrina” promos-se da Avis Fano e fina-lizzate alla sensibilizzazione verso la donazione di sangue. Presente alla conferenza, a nome della sezione fanese di Avis, la dottoressa Giuliana Peroni la quale ha sottolineato l’importanza della donazione di sangue e dell’associazione stessa per il nostro territorio. L’assessore Alberto Santarelli ha voluto ringraziare Avis Fano e ha ricordato l’instancabi-le e costante lavoro di sensibilizzazione che sta svolgendo da tanti anni l’associazione. A illustrare nel dettaglio l’iniziativa “Avis Family Day” è intervenuto Andrea Vitali. “La forza di continuare ad organizzare queste giornate ci viene dagli stessi donatori. Per tutto il mese di dicembre, tutte le famiglie che lo vorranno potranno ritrovarsi al Centro Trasfusionale per donare il sangue, facendo così un gesto di amore verso chi ha bisogno. L’invito è rivolto a generazioni di donatori, dai genitori ai figli, aperto ai vari gradi pa-rentali, che si uniscono e insieme trasmettono la forza della solidarietà”.A spiegare “Avis in vetrina” è intervenuto Filippo Bacchiocchi del comitato “Apriamo il Centro”. “Abbiamo aderito volentieri a questa iniziativa anche perché molti commer-cianti sono già donatori da diversi anni. I negozianti che aderiranno dovranno dedicare l’allestimento della loro vetrina o parte di essa alla tematica della donazione di sangue. Il concorso, che si terrà dal 2 al 7 dicembre, vedrà, al termine, la premiazione, venerdì 7 dicembre in piazza Amiani, della vetrina più rappresentativa alla quale verrà consegna-to un premio simbolico legato al tema della donazione. Sempre in piazza Amiani, sarà allestita una mostra fotografica dedicata a tutte le vetrine partecipanti”.

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Fano Fossombrone Cagli Pergola2 dicembre 201216 amicoil nuovo• •

UN’IMPORTANTE FIGURA PER LA STORIA DEL NOSTRO PAESE

Giuseppe Toniolo,economista e santoFANO – “Giuseppe Toniolo, eco-nomista e santo” è stato il tema del convegno tenutosi, sabato 24 novembre, nella Sala Riunioni del Centro Pastorale organizzato dal-la Banca di Credito Cooperativo di Fano, in collaborazione con il circolo culturale Jacques Mari-tain, Azione Cattolica diocesana, Acli, Confcooperative di Pesaro e l’Ufficio diocesano della Pastorale Sociale e del Lavoro.All’incontro, moderato dal gior-nalista Marco Giovenco, è inter-venuto il presidente della BCC di Fano Romualdo Rondina il quale ha ripercorso, per sommi capi, la vita di Toniolo sottolineando il suo impegno socio-politico. An-che Francesco Torriani, presiden-te del circolo Maritain, ha voluto portare il suo saluto. “Fra i meriti che ha avuto questo grande eco-nomista – ha evidenziato Torria-

ni – non possiamo dimenticare quello di aver ridato, con la sua capacità intellettuale, dignità ai cattolici sul piano socio-politico”. Ha preso, poi, la parola il vescovo Mons. Armando Trasarti il quale ha posto l’accento sul nesso tra etica ed economia. “Una visione etica dell’economia ci offre una visione vitale dell’uomo. L’inte-resse individuale non deve essere l’unico motore delle opere umane altrimenti l’uomo diventa cieco. E’ l’interesse collettivo a salva-re umanamente il vivere. Sono i principi etici la molla per lo svi-luppo armonico della civiltà”.A parlare, in maniera più detta-gliata della figura di Giuseppe Toniolo, è intervenuto Ernesto Preziosi, direttore delle Pubbliche Relazioni dell’Istituto “Giuseppe Toniolo” Università Cattolica di Milano. Preziosi ha ripercorso la

storia di Toniolo, dalla sua nasci-ta nel 1845, ai suoi studi prima a Venezia e poi a Padova. “Tonio-lo – ha sottolineato Preziosi – ha portato nella Chiesa del suo tem-po grande vivacità grazie alla sua radice di profonda spiritualità”. Preziosi si è poi soffermato sulla famiglia di Toniolo, sulla moglie da lui stesso vista come una com-pagna capace di far salire la scala verso il cielo e sul suo rapporto con gli studenti, che amava defini-re un sacro deposito donatogli dal Signore.Sergio Gatti, direttore generale Federcasse, ricollegandosi alla fi-gura di questo economista santo, è entrato nel merito delle banche di credito cooperativo e dei loro principi ispiratori. “Alcuni decen-ni fa Toniolo, parlando di eco-nomia, aveva scritto tre doveri: moralità, giustizia distributiva e

utilità generale. In questi tre con-cetti è riassunta tutta la moderni-tà del messaggio di Toniolo. In un certo senso – ha proseguito Gatti – possiamo definirlo un padre co-stituente. I suoi principi, infatti, li ritroviamo espressi in ben quattro articoli della nostra Costituzio-ne: l’art. 1 il quale ci ricorda che l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, l’art. 29 che sottolinea la centralità della famiglia, l’art. 45 ovvero la promozione della cooperazione con finalità mutua-listica e l’art. 118 riguardante la sussidiarietà, valore moderno ti-picamente cristiano”.Gatti ha, inoltre, ripercorso la sto-ria del credito cooperativo. “Le

sfide che oggi la BCC è chiamata ad affrontare riguardano la coe-renza, la competenza, una scelta di campo che privilegi il finan-ziamento delle idee che portano lavoro, uno sguardo ad una sana e corretta gestione e la difesa orgo-gliosa e consapevole della libertà di impresa”.Durante la serata, alla quale erano presenti oltre a diverse autorità civili locali i presidenti di diverse BCC presenti nel nostro territorio, è stato proiettato il video “Giu-seppe Toniolo. Per una società di santi” ricco di spunti di riflessione e testimonianze.

EP©riproduzione riservata

A CASA ARCHILEI UN CONVEGNO SULL’ATTENZIONE ALIMENTARE

L’agricoltura bio nelle scuoleFANO - Sabato 24 novembre, con un convegno dal titolo “Perché scegliere l’agricoltura biologica nelle mense scolastiche” organiz-zato dall’Assessorato all’ambiente, Casa Archilei, il gruppo Gas Fano Fortuna e L’emporio ae, si è chiuso il mese di attenzione all’alimenta-zione promosso dal Comune di Fano denominato “Sei quel che mangi”, iniziato il 20 ottobre con la conferenza della dott.ssa Villa-rini sulla nutrizione.Porre l’accento su questo impor-tante tema che sempre di più si individua come prevenzione ed educazione civica, tanto per l’ine-vitabilità del rapporto con il cibo che tutti noi quotidianamente sperimentiamo quanto per tutte le tematiche sociali e solidali che sottintende, è stato l’inizio di un collegamento tra cittadini, istitu-zioni e tutti i soggetti che ruotano attorno all’alimentazione collet-tiva, ed ha portato alla concreta possibilità di istituire un tavolo di lavoro provinciale, indetto dal-l’Assessore all’ambiente Tarcisio Porto.Il tavolo coinvolgerà le ammini-strazioni, chiamate in prima per-sona ad essere testimoni di una politica decisa verso la sana ali-mentazione, le associazioni e gli enti formati da cittadini consape-

voli che già da anni si muovono in questa direzione, alcune aziende locali fondate su questi principi, un rappresentante dell’Azienda Sanitaria Locale.C’è necessità immediata infatti di affrontare il “problema” alimenta-re su diversi fronti, perché è inne-gabile la sua valenza rispetto l’an-damento futuro della società. Una valenza in primo luogo sanitaria, dal momento in cui è ormai pro-vato che molti alimenti che inge-riamo con tutta tranquillità ogni giorno sono la principale causa di alcune gravi malattie; una valenza ambientale, perché ciò che non fa bene al nostro corpo è certo non faccia bene neppure all’ambiente, con ogni probabilità è fonte di in-quinamento del suolo, delle falde acquifere, elimina una biodiversità che è ricchezza del creato, impiega risorse non rinnovabili per le qua-li siamo già fortemente in allarme; una valenza etica e sociale, perché le condizioni lavorative in agricol-tura sono ampiamente discutibili già nel nostro Paese, per non af-frontare il discorso est e sud del

Mondo…; una valenza territoriale e lavorativa, perché avendo l’enor-me fortuna di vivere in una Regio-ne così ricca come le Marche non possiamo perdere la possibilità di tutelare ed aumentare l’impiego lavorativo locale nell’agricoltura, l’allevamento e l’artigianato che sono arti “in estinzione” ma sono le sole a rappresentare un contat-to viscerale con la Natura, che così

tanto manca alla nostra società e soprattutto sono l’unica reale fon-te di sostentamento dell’Uomo.Al convegno dunque, nel quale l’intervento principale è stato di Daniele Ara, responsabile dello sportello MenseBio della regione Emilia-Romagna, si è creato na-turalmente un crescendo di voci verso una direzione comune: par-tendo dalla posizione dell’Ammi-

nistrazione disponibile al miglio-ramento, si è passati alle preziose nozioni sulla nutrizione di Stefa-nia Bertoni, una dei personaggi storici del gruppo di acquisto so-lidale Fano Fortuna, e attraverso l’esperienza pluriennale di Ara e l’innovativa politica di Porto si è trovato nella cooperativa sociale Gerico, che gestisce L’emporio ae, una concreta possibilità di agire verso l’inserimento del biologico e locale nelle mense scolastiche di tutta la Provincia.L’intenzione politica si è dimo-strata, la possibilità concreta è presente, ora non ci resta che andare avanti in questo lavoro di collimazione tra i nobili intenti ed il difficile periodo che stiamo pas-sando, non dimenticandoci che la funzione più importante la svol-gerà l’informazione. Ai bambini, ai giovani, ma soprattutto ai ge-nitori ed a tutti coloro che fanno fatica ad abbandonare consolidate abitudini alimentari che nessuno chiede di stravolgere ma di tra-durre in un alimentazione che preservi la Terra, chi ci lavora, la nostra salute e la società intera.

Elisa BilancioniGerico società cooperativa

sociale©riproduzione riservata

IL CIRCOLO “BIANCHINI” RICORDA DARIA GRILLI

dalla settimana scorsa daria Grilli non è più con noi. i soci del Circolo a. Bianchini la ricordano con stima ed amicizia ai fanesi che l’hanno co-

nosciuta. iscritta al Circolo da più di 20 anni, ne ave-va sempre seguito le attività, partecipando non solo ai mercoledì culturali, ma anche alle attività extra, quali gite, viaggi visite a mostre e a città d’arte. era insomma uno dei “nostri”, che non si tirava mai indietro anche quando si trattava di dare una mano.dotata di intelligenza e amante dello studio, era riuscita, giovanissima, a laurearsi in matematica e a vincere subi-to il concorso per l’insegnamento. di lei abbiamo sempre ammirato il coraggio con cui ha affrontato le difficili vicende della vita segnate anche da problemi relativi a una vista molto debole. alla morte dei genitori, daria era rimasta completamente sola, essendosi perse le tracce tanto dei famigliari materni che di quelli paterni.di questo però non si è mai lamentata, anzi ha reagito con coraggio creandosi mol-ti interessi: si è inserita nel partito repubblicano, ha partecipato a numerosi viaggi in paesi vicini e lontani, ha seguito le attività dell’archeoclub e ha partecipato atti-vamente alla vita del Bianchini. aveva valori forti a cui era rimasta sempre fedele, non scendeva a compromessi, ma suscitava rispetto e fiducia, soprattutto riusciva a tessere legami d’amicizia con tante persone.Quando qualche anno fa, dopo una caduta con rottura del femore si è ritirata in casa, le amiche le sono state molto vicino aiutandola in tutte le necessità e facen-dole sentire il calore di una famiglia. Queste amiche hanno dato un meraviglioso esempio di come la solidarietà possa cambiare la vita di una persona.se ne è andata in pace, regalando serenità anche a chi le è stata vicino. anche in duomo, durante le esequie, si respirava un’aria di serenità.

Le amiche del Circolo Bianchini©riproduzione riservata

LABORATORI E DIBATTITI NEL CENTRO STORICO DI FANO

I giovani Fan(N)o Centro

FANO – Domenica 25 novembre il centro stori-co di Fano si è riempito di giovani festanti, attivi e soprattutto impegnati. In occasione dell’ini-ziativa denominata “i Giovani fan(n)o Centro” promossa dal Comune di Fano e dalla consulta dei giovani, 15 associazioni si sono date appun-tamento per le vie della città allestendo spazi espositivi, luoghi di incontro e dibattito, zone di ascolto musicale e intrattenimenti ludici di vario tipo. Non sono mancati giovani che lungo il Cor-so hanno parlato di Politica e di come sia impor-tante non lasciare questo aspetto della vita quo-

tidiana al di fuori dei nostri interessi. Anche il buttare i rifiuti negli appositi conteni-tori è fare politica – hanno detto i ragazzi - una polita che parte dal basso e dai gio-vani che, contrariamente a quanto si pensi sono sensibili e desiderosi di impegnarsi nel sociale e di lavorare per costruire un mondo più equo. Tanti anche i laboratori pre-senti tra cui la fotografia, il trucco, la pittura, la recita-zione e tanto altro. Presenti all’iniziativa anche alcuni

gruppi della Diocesi di Fano, Fossombrone Cagli, Pergola tra cui gli Scout con la loro tenda e il li-bro dei ricordi, i giovani dell’Azione Cattolica del centro Missionario, della Caritas, delle ACLI e di Casa giovani. Una iniziativa nuova e interessante, questa della Consulta giovani, che speriamo apra le porte ad una sempre maggiore partecipazione dei giovani nella politica locale e nell’impegno sociale, una corresponsabilità che li faccia sem-pre dire “mi interessa”.

MG©riproduzione riservata

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2 dicembre 2012amicoil nuovo• • 17

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Tre incontrinell’oratorio:

“Conoscere la Bibbia”

pagina

mercatello sul metauroRedazione di Urbino:Via Beato Mainardo, 4 - 61029 UrbinoTel. e Fax 0722/[email protected]: Mattino 9.00-12.00Pomeriggio 15.00-17.00Urbino

Urbania Sant’Angelo in Vado

di Sanzio Ubaldi(Chiuso il lunedì)

Ristorante tipico con servizio di pesceMenù riservati • Accoglienza distintaServizio inappuntabile

Strada delle Marche, 61 - Zona Gelsi - tel. 0721 65405

RistoranteLo Squero

URBINO – Grande commozio-ne Domenica 25 Novembre nella Basilica Cattedrale di S. Maria As-sunta per l’insediamento del nuo-vo parroco don Andreas Fassa. La chiesa gremita di parrocchiani, ex parrocchiani, amici e compaesani di don Andreas ha vissuto insieme a lui intensi momenti di comunio-ne cristiana, partecipando della sua gioia e segnando un giorno importante nella storia della par-rocchia del Duomo di Urbino.

Il ritoLa celebrazione, presieduta da S.E. l’arcivescovo Tani ed allietata dalle nuove melodie del coro par-rocchiale diretto da Pietro Mini, è stata concelebrata da don Da-vide Tonti, parroco di S. Angelo in Vado dove Andreas ha vissuto fino ad oggi e da don Dino Osio, preposto di Concesio, città nata-le del nuovo parroco. Giunti ap-punto dalla provincia di Brescia molti amici e parenti di don An-dreas, tra cui il padre e la madre, che compiva gli anni proprio quel giorno e a cui il novello parroco

ha fatto gli auguri commosso al termine della cerimonia. A rap-presentare le comunità a lui care, oltre tanti fedeli e ai chierichetti di S. Angelo, anche i sindaci di Urbino, Concesio, S. Angelo in Vado. Il rito di insediamento ha visto vari momenti, tra cui la let-tura da parte di don Augusto Sani della bolla di nomina, l’aspersione dei fedeli con l’acqua benedetta e l’incenso, il rinnovo delle pro-messe sacerdotali e del credo e la consegna dei luoghi simbolo del ministero del parroco: così don Andreas accompagnato da mons. Tani si è spostato dalla sede al ta-bernacolo, dalla fonte battesimale al confessionale in una processio-ne che ricorda ciò a cui un presbi-tero è chiamato nel guidare una comunità nel suo percorso di fede.

L’omelia dell’ArcivescovoMons. Tani, prendendo spunto dal calendario liturgico che assegnava al giorno la festa di Cristo Re, ha sottolineato come la fine di questo

anno liturgico segni anche l’inizio del cammino di ogni comunità, che scortata dall’impegno di una guida, il sacerdote, prima si pre-para ad accogliere Cristo, poi ne ascolta la parola, ne contempla il mistero della risurrezione e dopo altri dodici mesi ne riconosce in-fine la sovranità sui propri cuo-ri: è Cristo Re, che regna col suo Spirito anche grazie all’azione del parroco, segno sacramentale della sua presenza. E se il suo dominio spazia sia sulla nostra vita perso-nale che su quella comunitaria al-lora è totale e ci conduce ad essere suoi figli, e ad essere riconosciuti dal Padre come tali in un eterno abbraccio. Il ruolo del sacerdote, come già detto, è fondamentale in questo: tramite i sacramenti egli ci avvicina al regno del Signore e parlando in nome di Cristo e dif-fondendo la Sua Parola ci guida ad esso, sempre però con tutti i par-rocchiani, che sono attivi e parte-cipi a più livelli, come nella Messa che è un sacrificio a Dio da parte della comunità e del sacerdote in maniera unita e condivisa.

I mandatiDon Andreas, ordinato diaco-no nel 2008 e presbitero l’anno successivo da mons. Marinel-li, ha sempre vissuto al fianco di don Davide come viceparroco di S. Angelo in Vado collaboran-do nelle varie attività cittadine in particolar modo coi giovani; per questo oltre che la responsabilità della parrocchia della Cattedrale gli è stata affidata anche la pasto-rale giovanile a livello diocesano, con l’intento di ideare e mettere in atto nuove attività e pensare spunti di riflessione che si possa-no attuare in ogni unità pastorale singolarmente ma anche a livello globale. Infine oltre ai due importanti in-carichi don Fassa rimane il ceri-moniere nelle funzioni diocesane, anche se d’ora in poi lo farà in ve-ste di “padrone di casa”.

I saluti e gli auguriAl termine della cerimonia sia don Davide sia un amico a nome di tutti i fedeli hanno invocato su don Andreas tutto lo Spirito Santo necessario al suo nuovo ministero, sia nei momenti di letizia che in quelli bui e di dolore. Le parole di Papa Paolo VI, suo concittadi-no, hanno reso ancor più toccante l’abbraccio finale dell’assemblea che si è esplicato in un calorosis-simo applauso. Don Fassa ha in-fine ringraziato tutti i presenti e ha snocciolato i primi “avvisi par-rocchiali” calandosi subito scher-zosamente nel suo nuovo ruolo. Al novello parroco, scrittore di queste pagine ormai da tanti anni, vanno anche i più sentiti auguri di tutta la redazione de Il Nuovo Amico, che ora avrà modo di fre-quentare ancora più assiduamen-te e con maggior slancio. Auguri don Andreas!

Giovanni Volponi© RIPRODUZIONE RISERVATA

la GIoIa e GlI auGurI Della comuNItÀ Per DoN aNDreas Fassa

Nuovo parroco per la cattedrale di urbino

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2 dicembre 201218 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado

Quasi un diario urbania e dintorni di Raimondo RossiQuasi un diario

1. GIORGIO PICCHI. Restauro delle tempere cinquecentesche a cura del comune e della Parrocchia. Piccolo consiglio. E’ notizia di pochi giorni, la chiesa di San Pietro in Valle di Fano insegna, decaduta perché chiusa. Non venga la bella idea di chiudere con una bussola o altro la chiesetta del Carmine di Urbania perché se

gli affreschi del ‘500 si sono mante-nuti fino ad oggi, il motivo si deve attribuire al fatto che la chiesina sta aperta dal mattino alla sera, in modo che sia sempre areata e non ci sia umidità. Fatta per dire una preghiera in strada.2. 22 novembre. S. Cecilia. Questa mattina presto sono stato svegliato dalle note allegre del Concertino con bandisti, tra i più appassionati che hanno voluto continuare la tradizione musicale per ricordare la patrona del-la musica. Si sa che il cosiddetto con-certino è il piccolo gruppo che prende iniziativa autonoma staccandosi dalla formazione ufficiale del concerto.3. In dicembre, forse (sabato 15) sarà inaugurato il MUSEO LEONARDI, dopo

un anno di restauri. Il museo presen-ta una composita collezione di opere d’arte disposte in 15 sale così ordina-te: Lapidario, Salone d’onore, Argen-terie, Parati sacri, Giustin del Vescovo, Cappella vescovile, Manieristi metau-rensi, Ricevimenti, Madonne, Cerami-ca durantina e urbaniese.4. Iuve Iuventus. Ho dovuto spiegare a quel juventino che la sua società è una società vecchia, nata nel 1897. Che il suo nome è tratto dalla lingua latina, iuventus, caso nominativo e iuventutem, caso accusativo da cui il termine corrotto filologicamente: gioventù, da cui giovinezza, (Tosca-nini si rifiutò di eseguire Giovinezza ), giovane di belle speranze, scarpa gio-vanile, giovanilismo: perché non basta

essere giovani di età, ma serve mag-giormente essere giovani di intelletto, di testa. Allora un vecchio può essere più giovane di un ragazzo. E così via, ci siamo divertiti!5. In occasione dei 30 anni di attivi-tà, la compagnia teatrale Il Palchet-tone va in scena con Cenerentola al Teatro Bramante, sabato 1° dicembre alle 21.00 e domenica 2 dicembre alle 15.30 al Teatro Bramante di Urbania. Lo spettacolo è per tutti, piccoli e grandi!6. “Amo le mappe perchè dicono bu-gie. / Perché sbarrano il passo a verità aggressive. / Perché con indulgenza e buonumore / sul tavolo mi dispiega-no un mondo / che non è di questo mondo.” (W.S.)

iL rinGraZiaMento aLL’arCiVesCoVo e aLLa CHiesa dioCesana

Il saluto di Don AndreasEccellenza,

davvero non so quali parole usare per esprimere compiu-

tamente il mio grazie a Lei ed alla Chiesa di Urbino – Urbania – San-t’Angelo in Vado per la fiducia che mi viene benevolmente concessa: parroco del Duomo! Quante ore insonni, da settembre ad oggi, pas-sate a pensare, a pregare, nel timo-re di non farcela. Ma prontamente, a consolarmi ed a darmi coraggio, facevano capolino nella mia mente e nel mio cuore le parole dell’Ordi-nazione: «Dio, che ha iniziato in te la sua opera, la porti a compimen-to». Parole che per ben due volte mi sono state rivolte, qui in questa Basilica Cattedrale quando sono stato ordinato ordinato diacono (10 maggio 2008) e presbitero (25 aprile 2009).Vi saluto tutti, cari amici di Urbino, egr. sig. Sindaco: aiutatemi a cono-scervi, ma soprattutto accompa-gnatemi perché sia un bravo prete. Il grande papa bresciano Paolo VI, mio concittadino, visitando una parrocchia romana l’8 marzo 1964 ebbe a dire: «La parrocchia è fatta per tutti. Ricordatelo: è per voi, per ciascuno di voi; nessuno è dimen-ticato, tutti invece, sono chiamati per nome, nessuno può rimanere assente. Lo direte anche agli altri, a quelli che, non sono qui: la par-rocchia è il centro della vita eccle-siale. E da ultimo, se è vero che la parrocchia è per tutti, non manchi il convincimento che essa è anche fatta da tutti, non solo dal par-roco, dai sacerdoti che lo aiutano [anche se sono canonici !]. Cia-

scuno è membro, ciascuno è parte, ciascuno è pietra viva di questo tempio. Nessuno può essere passivo, egoista; nessuno può restare assen-te o isolato. Qui occorre vivere in comunità e in carità: bisogna cioè portare non una presenza, sovente stentata, talvolta irregolare, tal al-tra melanconica, diffidente, bensì una presenza convinta, operante».Ecco, cari amici, vorrei vivere il mio ministero tra voi con questo stile di semplicità, di accoglienza e di fiducia. Lo stile dell’ecclesio-logia di comunione che dal Con-cilio Vaticano II in poi è lo stile della Chiesa universale, diocesana e parrocchiale. E per fare questo ho bisogno di voi, di tutti voi. Già in queste due settimane, quasi a

mo’ di prova, ho iniziato a cele-brare l’eucaristia qui in Duomo e ad incontrare i miei parrocchiani, soprattutto i ragazzi del catechi-smo… ed il clima che ho trovato è di grande benevolenza ed ac-coglienza. Ringrazio don Sandro, cui indegnamente succedo, per il servizio parrocchiale svolto e per i saggi e paterni consigli che ha do-nato a me, giovane prete, in questi anni e soprattutto in queste setti-mane. Ma allungando lo sguardo in que-sta chiesa madre vedo anche gli amici di Sant’Angelo, guidati dal Parroco, mons. Davide e dal Sin-daco, Settimio Bravi: grazie per i cinque bellissimi anni che ho passato con voi. È vero, mi è sta-

to chiesto di cambiare incarico e non solo più fisicamente lì, ma non posso per questo smettere di volervi bene e pregare per ciascu-no di voi, certo che anche la vostra preghiera alla Vergine del Pianto per me non mancherà. Carissimi amici di Concesio, com-paesani, grazie per essermi vicini in questo giorno di trepidazione e di gioia, nel segno di Paolo VI: grazie al parroco, mons. Dino, cui devo veramente tanto del mio mi-nistero, grazie al Sig. Sindaco; gra-zie a tutti voi che siete qui oggi ed a quanti rimasti a casa, son sicuro, ugualmente sono presenti con la loro preghiera. Non voglio abusare della vostra pazienza, ma permettetemi – con-

cludendo – un fuori programma (me lo conceda, Eccellenza): saluto con infinito affetto e riconoscenza tutti i miei familiari qui presenti. Tra loro, però, vorrei ricordare in particolare mia mamma che oggi festeggia il suo compleanno: «Non sapevo che regalo farti: accogli come una primizia questo giorno di gioia e di letizia nel Signore».Eccellenza Reverendissima, Arci-vescovo Giovanni, rinnovo a Lei la mia filiale obbedienza e chiedo la sua paterna benedizione per me, per questa comunità che oggi uf-ficialmente inizio a servire, per la città di Urbino e per l’intera amata Arcidiocesi. Amen.

Don Andreas Fassa© RIPRODUzIONE RISERVATA

seConda asseMbLea dioCesana aL PeLinGo

Al via il cammino delle Unità Pastorali

PELINGO. Lunedì scorso 26 no-vembre si è svolta al santuario del Pelingo la seconda assemblea diocesana per dare avvio concre-tamente al cammino cui l’Arcive-scovo, mons. Giovanni Tani, ci sta preparando da diversi mesi: quel-lo delle Unità Pastorali. L’incon-tro si è svolto in due momenti: la relazione dell’Arcivescovo e la ri-flessione con i partecipanti divisi in sette gruppi corrispondenti alle sette unità pastorali.Mons. Tani ha iniziato il suo in-tervento riprendendo la preghiera fatta all’inizio dell’incontro, tratta dal formulario della messa per la Chiesa locale: «O Padre, che nelle singole Chiese, pellegrine sulla ter-ra, manifesti la tua Chiesa, una santa cattolica e apostolica, conce-di a questa tua famiglia, raccolta

intorno al suo Pastore, di crescere mediante il Vangelo e l’Eucaristia nella comunione del tuo Spirito, per divenire immagine autentica dell’assemblea universale del tuo popolo e strumento della presenza del Cristo nel mondo». È proprio questo, infatti, l’intento dell’As-semblea Diocesana: sentirsi Chie-sa, attorno al Pastore, per rendere visibile quell’unità che ci è stata donata in partenza, chiesta, anzi, implorata da Cristo al Padre nel-l’ultima cena: «Perché tutti siano una sola cosa» (Gv 17,21). «Infat-ti – ha sottolineato l’Arcivescovo – noi tutti siamo uno, ci apparte-niamo; siamo, per usare un’imma-gine cara a san Pietto, “pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio san-to, per offrire sacrifici spirituali

graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo” (1Pt 2,5). E l’edificio spi-rituale di cui parla l’apostolo è la Chiesa, raccolta attorno al Vesco-vo che in essa rappresenta l’ultimo anello della sua apostolicità, ga-rantendo così il legame autentico e concreto con Gesù Cristo». Ma né il Vescovo, né il suo presbiterio bastano a renderla completa, viva ed operante; essi hanno bisogno dei laici che svolgono la loro mis-sione nel mondo.Entrando poi nel concreto del-la nostra realtà diocesana mons. Tani ha ribadito il senso del lavoro nelle Unità Pastorali: non si tratta di eliminare, bypassare le parroc-chie, bensì di lavorare assieme su alcuni temi specifici che esigono un impegno a più vasto raggio: la formazione dei catechisti, la pastorale familiare e la pastorale giovanile. Nella seconda parte dell’incontro, proprio sulla scorta di queste in-dicazioni, aiutati da una traccia, hanno lavorato i singoli gruppi, ponendosi anche l’impegno di costituire un Consiglio dell’Unità Pastorale (formato da rappresen-tanti delle singole parrocchie e dei movimenti che in esse operano) da cui dovrà scaturire la forma-zione del Consiglio Pastorale Dio-cesano.

A. F.© RIPRODUzIONE RISERVATA

daL 1° diCeMbre aL 6 Gennaio esPosiZione a MerCateLLo

Arriva l’Avvento e porta i presepiMERCATELLO SUL METAU-RO – L’aria natalizia è la più piacevole, la più desiderata di tutto l’anno: sarà la gioia dell’arrivo del Signore, sarà che, come si dice, siamo tut-ti più buoni; fatto sta che se l’atmosfera di metà Dicem-bre è così carica di calore e armonia è forse anche grazie ad uno dei suoi simboli più famosi ed allo stesso tempo pregnanti: il presepe. Nella nostra arcidiocesi sono varie le realtà cittadine che allesti-scono qualcosa di più di una piccola esposizione, arrivan-do ad organizzare mostre di grande valore artistico e di ampia portata. A Mercatel-lo l’associazione Arte e altro

inaugurerà sabato 1 Dicembre la quinta edizione della Mostra dei Presepi, collocata negli antichi sotterranei del centralissimo palazzo Gasparini. La rassegna, che resterà aperta i primi due finesettimana del mese per poi aprire definitivamente il 15 dicembre fino al giorno dell’Epifania, espone decine di presepi provenienti dall’Italia e non solo, dai più piccoli (nella foto presepi da tutto il mondo da collezione privata) fino ai più grandi e complessi, come quelli in stile napoletano concessi da un maestro di Città di Castello. Imperdibile il maestoso presepe realizzato dagli stessi organizzatori in un’intera stanza dei sotterranei, riproducente uno scorcio di paese con tutti i dettagli, fino alle campane della chiesetta. Una mostra giovane, ma di grande inte-resse e ideale per un pomeriggio in famiglia da passare in compagnia di un’altra di duemila anni fa.

Giovanni Volponi © RIPRODUzIONE RISERVATA

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2 dicembre 2012 19Urbino Urbania Sant’angelo in Vado

FERMIGNANO. Domenica 25 novembre si è tenuto l’incontro diocesano per coppie e famiglie “Ambiti educativi in famiglia”. Re-latore Gigi Avanti, dottore in teologia e consulente familiare, e membro, insieme a sua moglie Maria, della consulta Nazionale della Cei per la Pastorale della fa-miglia.Gigi e Maria hanno raggiunto a Urbania in mattinata, dove si sono fermate a pranzo assieme le coppie che stanno frequentando il corso di preparazione al matri-monio offerto dalla parrocchia. Dopo questo momento conviviale e di conoscenza, si sono recati a Fermignano per l’incontro.Presente anche l’Arcivescovo S.E. Giovanni Tani, che ha accolto l’assemblea con un saluto iniziale, sottolineando l’importanza della pastorale familiare e sollecitando attenzione e cura per le coppie e le famiglie. Per Gigi, che è entrato subito nel vivo dell’argomento, la crescita personale può avvenire solamen-te attraverso relazioni di qualità: curare le relazioni dunque con-

duce alla crescita. La tenerezza è aspetto fondamentale a riguardo: sottende una “tensione gioiosa” che è ben diversa dalla “tensione nervosa” che spesso, senza che ne abbiamo consapevolezza, deterio-ra i rapporti. Anche la gratuità è elemento fondante: l’amore gode di potersi donare, e donare con

gioia. Nei rapporti in famiglia di crucia-le importanza è la relazione tra genitori: i figli non respirano solo un “amore verticale” (dai genitori verso i figli) ma si nutrono anche dell’”amore orizzontale”, quello che passa tra papà e mamma. Il loro è dunque un apprendimento

che avviene soprattutto per “via imitativa”, molto meno attraverso consigli, o lunghi discorsi se que-sti non trovano concretezza nel quotidiano. Decisiva sarà allora la coerenza, unita alla fiducia nel figlio e alla presenza, purché di qualità. Non siamo chiamati a spiegare “perché”

amiamo, ma piuttosto dovremmo domandarci “come” amiamo.Nella relazione di coppia sarà al-lora basilare l’accettazione del-le diversità dell’altro attraverso l’esercizio dell’umiltà, la sola che può aprire la via dell’accoglienza e della comprensione reciproca.Attenzione poi alle derive: da una parte l’ostinazione a decidere sempre “da soli” senza interpella-re l’altro, dall’altra la tendenza ad accondiscendere incondizionata-mente, posizioni entrambe dan-nose e pericolose per l’equilibrio della coppia.Il dibattito che ne è scaturito è stato molto interessante e coin-volgente, e ancora una volta ci ha dimostrato quanto sia sentita la necessità di approfondire queste tematiche per la riflessione e la nostra crescita.

Giovanni e Chiara© riproduzione riservata

URBINO. È Lui, il nostro Dio, il solo re che governa la nostra vita. Ecco il senso di questa festa intro-dotta nel 1925 da papa Pio XI, con l’enciclica “Quas Primas”, per far capire quando il “vero re” fosse di-verso da quelli del tempo. Un sen-so che, oggi, noi possiamo capire di domenica in domenica, soltan-to se apriremo completamente il nostro cuore alla Parola di Dio. Chiaramente il termine “re” è stato influenzato dalla situazione

politica di quel periodo. Se conce-pissimo Dio come padrone, come “dominum”, come colui che gover-na, talvolta anche in modo arbi-trario, come avviene nella realtà umana, ci porremmo certamente in contrasto con Lui. Se, al contra-rio, lo considerassimo per quella che realmente è la sua missione, ovvero mettersi al nostro servizio e donarci la sua vita per amore, a quel punto l’uomo diventerebbe solidale con Lui. Il suo Regno non viene dalla logica di questo mondo, pur operando in questo mondo. Il potere si può utilizzare per domi-nare l’altro, oppure per sostenerlo. Se si agisce non con la mentalità padronale ma solidale, il servizio, la politica diventano la forma più alta della carità. Anche noi siamo attratti dai diversi poteri che inter-secano la nostra vita. Anche noi

vorremmo rubare l’onnipotenza del Signore. Per capire chi è vera-mente Dio, occorre approfondire il dialogo tra Gesù e Pilato. “Tu sei re?”. E Gesù: “Dici questo da te op-pure altri ti hanno parlato di me?”. Come dire: “Tu dici che sono re, ma lo dici davvero oppure non ci credi e stai ripetendo quello che hai sentito dire da altri? E questo vale anche per il nostro tempo: lo diciamo per sentito dire, oppure siamo convinti che Lui è il vero Messia? Lo diciamo perché abbia-mo fatto esperienza nella nostra vita o perché l’abbiamo imparato a catechismo? Questo è fare veri-tà sulla nostra vita. “Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. “Questa festa di Cristo re dell’uni-verso”, ha detto padre Luca Ga-brielli, “ci fa riscoprire la nostra vita su Cristo. Alla fine, l’ultima

parola sarà di Cristo, sarà Lui “la fine”. Lui ha già vinto con la risur-rezione. Il suo ritorno glorioso segnerà la fine della storia umana. La morte, il peccato non avranno più potere per quelli che credono in Cristo. L’uomo deve scegliere: o si schiera con Gesù, oppure no e quindi vive nella menzogna di una vita effimera, abbagliata dai piaceri di questo mondo, ma se-gnata dalla morte dell’anima. In questo tempo di crisi, di incertez-ze, di sfiducia ci ripieghiamo su noi stessi; la Chiesa ci offre uno sguardo di ampio respiro, ci dice che la storia è nelle mani di Dio: è questa la speranza che ci dà fi-ducia e ci dice che tipo di potere è quello di Cristo. Davanti a Pila-to c’è una persona disarmata, ab-bandonata, schernita, che al po-sto di una corona d’oro ne ha una di spine e il suo trono è la croce. Un potere diverso, un potere che non viene da questo mondo, una regalità che non fa uso di armi, di

violenza, di sopraffazione, di in-ganno; le sue armi sono l’amore, la pace, l’armonia. E noi, ha aggiunto padre Luca, cosa scegliamo? Vo-gliamo essere governati da questo re oppure no? Siamo chiamati a scegliere, ci dobbiamo schierare. Non possiamo prendere una parte dei suoi insegnamenti e rifiutarne altri, come se fossimo al ristoran-te”. Il parroco ha quindi invitato i ragazzi ad alzare lo sguardo e a sceglierlo come loro re, per vivere con Lui nella vita eterna. Al ter-mine, padre Luca ha annunciato che nel periodo di Avvento ci sarà “una missione” a favore degli stu-denti, andandoli a trovare nelle loro residenze pubbliche e private, per portare loro il messaggio del-l’Attesa, il messaggio della salvez-za. All’interno di questa “missione” è previsto per il 12 di dicembre anche un concerto in preparazio-ne del Natale.

Giuseppe Magnanelli© riproduzione riservata

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INCONTRO DIOCESANO PER COPPIE E FAMIGLIE

Crescere attraverso relazioni di qualità

NOVENA DELL’IMMACOLATA NELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO

“Beata Colei che ha creduto”URBINO. Ogni sera, fino al 7 di-cembre, vigilia dell’Immacolata, ci ritroveremo nella chiesa di San Francesco per un momento di so-sta dal feriale quotidiano, fatto di ascolto, preghiera, riflessione e contemplazione. Pregheremo il Santo Rosario (ore 18.15), e cele-breremo l’Eucarestia con la rifles-sione del nostro Arcivescovo (ore 18.45). All’inizio di un nuovo Anno Litur-gico, all’inizio del Tempo di Av-vento, in preparazione al Natale, la Chiesa ci propone Maria, che noi veneriamo come l’Immacolata, come “modello” da contempla-re, guardare, imitare, come Colei che ha saputo fare “spazio” in se per accogliere il Signore della vita e vivere di Esso. Nelle settimane in cui invochiamo la venuta del Signore Gesù Cristo alla fine del-la storia, noi ricordiamo che Dio è intervenuto più volte nel suc-cedersi degli eventi, in vista della salvezza di tutta l’umanità, sve-lando “in questa storia” il primato del suo amore gratuito e la fedeltà della sua promessa. L’uomo nato da donna è peccatore, è tentato dal male e di fatto compie il male. ma tra i nati di donna, la vicenda di Maria, piccola donna di Naza-ret, Colei che per grazia è stata chiamata a diventare Dimora del Signore. Maria è la donna eletta, scelta da Dio per essere oggetto del suo amore gratuito e preve-niente, per essere il luogo indi-viduabile della Presenza di Dio,

il luogo della venuta di Dio nella carne umana.E Lei accoglie senza indugio il Dono di Dio, la Parola e si dice “serva del Signore”, pronta a ri-spondere con tutta la sua vita alla volontà del Signore. Crede alla promessa di Dio e così nel suo “orecchio” prima e poi nel suo “grembo” prende forma il Figlio dell’Uomo. Per noi Maria diventa “Modello di fede vissuta” (TMA, 43) ben consapevoli che per lei non è stato tutto facile, come sia-mo tentati di pensare a che, come ci ricorda il Concilio Vaticano II, “Anche la Beata Vergine avan-zò nella peregrinazione della fede” (LG 58). La fede si fa strada in Maria attraverso un cammino articolato: al turbamento e alla perplessità di fronte all’annuncio, segue la domanda che esprime la fede che interroga e cerca, e infi-ne avviene l’assenso, l’abbandono di fede: “Ecco la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua pa-rola”. Anche quest’anno ci accingiamo a vivere la “tradizionale” Nove-na dell’Immacolata nella nostra Chiesa di San Francesco. In que-sto “Anno della fede” abbiamo la gioia di essere accompagnati in questo cammino dal nostro Ar-civescovo Monsignor Giovanni Tani che per noi si farà Padre e Maestro aiutandoci a ripercorrere la lunga e fedele storia del “sì” di Maria e aiutandoci a fare nostro lo stile di docilità proprio di Ma-

ria per essere così “contagiati dal-la sua fede” (Giovanni Paolo II). Vogliamo cogliere questa occasio-ne per imparare da Maria Imma-colata, modello di ogni discepolo, ad accogliere il Cristo nelle nostre povere e umane esistenze.

Frate Albino TanucciGuardiano della Fraternità

dei Frati Minori Conventuali di Urbino

© riproduzione riservata

I 7 GIORNI DEL GRUPPO FUCI DI URBINO A CASTEL CAVALLINO

Settiman IN siemeurbino - sabato 2 dicembre si conclude la “settimaninsieme” promossa dal Gruppo FuCi di urbino nella pieve di san Cassiano a Castel Cavallino, iniziata il 24 novembre con il fine di proporre a tutti i partecipanti, di condividere sette giorni ricchi di emozioni, durante i quali instaurare quei profondi le-gami che tutt’oggi ancora ci uniscono e che hanno formato la base di tutto il percorso annuale svolto. Ho parlato di “emozioni” perché, avendo vissu-to in prima persona questa meravigliosa esperienza, sento di aver aperto lo sguardo a diversi aspetti della vita che prima non conoscevo. nonostan-te fossi inizialmente titubante sul partecipare o meno, dopo il terzo gior-no trascorso a Castel Cavallino (la struttura che ci accoglie, situata a pochi chilometri da urbino), ero talmente entusiasta della mia scelta che già mi piangeva il cuore nel vedere i giorni avvicinarsi sempre più alla fine. La cosa più bella è che questa convivenza ti offre la possibilità di crescere spiritual-mente e umanamente vivendo la quotidianità; grazie infatti agli efficienti servizi di trasporto messi a disposizione volontariamente da noi, ognuno ha la possibilità di continuare a svolgere le proprie attività universitarie senza vincoli: se disponibile può tornare a pranzo, oppure raggiungerci in serata per cenare insieme. in particolare mi ha colpita il calore con cui si è abbrac-ciati dalla propria famiglia dopo la stanchezza di una giornata intensa. allo stesso modo la gioia fatta di canti e risate attorno al tavolo, la bellezza del pregare insieme, di svegliarsi la mattina con il sorriso dei ragazzi della pro-pria camerata e il profumo del caffè preparato da coloro che la sera prima venivano scelti a sorte. Questa settimana è stata per me significativa, mi ha fatto conoscere la fortuna e l’importanza di avere degli amici al mio fianco, di riscoprire il bello della preghiera e attribuire ad essa il suo giusto valore.

Elena Torelli© riproduzione riservata

Page 20: «Il Nuovo Amico» n. 42 del 2 dicembre 2012

2 dicembre 201220 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

Mercatello sul Metauro - Nei giorni di mercoledì 5 - 12 – 19 dicembre, dalle ore 20,45 alle 22 presso l’oratorio parrocchiale di Mercatello sul Metauro, ci sa-ranno tre momenti per conoscere meglio la Bibbia, il libro sacro dei cristiani, che chiamiamo anche “Parola di Dio” tenuti da don Piero Pasquini.terremo presenti le principali do-mande, curiosità, dubbi che so-litamente si colgono nella gente comune; non faremo approfondi-menti teologici complessi , ma un approccio adatto per tutti, anche (o forse… soprattutto) per chi ha minor conoscenza religiosa o ha dubbi in proposito.Il motivo che ci stimola è che si tratta di un libro ‘speciale’, che

però è poco conosciuto soprattut-to da tanti cristiani cattolici; ciò è motivo di una religiosità un po’ superficiale e anche di disaffezio-ne o disinteresse alla fede, prefe-rendo una religiosità magari indi-viduale (“io sono cristiano a modo mio!”). stupisce che un libro così importante sia così poco cono-sciuto, letto e compreso, anche per semplice curiosità; giacché ha influenzato profondamente non solo la religiosità, ma anche la

cultura, l’arte, la poesia, la musica, la vita di due o tre millenni.spesso i giovani o adulti si trova-no a contatto con dubbi, suscitati dal contatto col mondo culturale e scientifico e perdono la fede o la credono superata, contraria al progresso o incapace di dare ri-sposte alle loro grandi aspirazioni.Noi crediamo che questo avven-ga a causa della poca conoscenza; perché invece la Bibbia è un libro che ha un grande spessore uma-

no (oltre che religioso); ha una sapienza (spesso ignorata) che sarebbe assolutamente vitale per vivere bene l’oggi.Partiremo dunque da una intro-duzione al libro e alla conoscenza diretta della prima parte, quel-la che è più nota e spesso la più travisata: la creazione, adamo ed eva, la famosa mela (che non c’è!!), le grandi storie antiche, i coman-damenti ecc.. Più avanti, se tali in-contri saranno ritenuti utili, con-

tinueremo con altre parti.un invito particolare per le cate-chiste, per i genitori (per aiutare così meglio i loro figli), per gli in-segnanti, per i giovani. se portate la vostra Bibbia è meglio, ma si può venire anche solo per ascol-tare. Non faremo “la predica”, ma una conversazione … tra adulti che ra-gionano e vogliono capire..Passate la voce. Grazie.

©riproduzione riservata

UN GESTO SEMPRE NUOVO

Colletta alimentareurBino. anche quest’anno si è svolta la giornata della Colletta alimentare, un’iniziativa nata nel 1997 e che oggi, a distanza di anni, rappresenta il più grande e coinvolgente ge-sto di carità nel nostro paese. anche a urbino il 24 novembre, presso tutti i supermercati, numerosi volontari si sono prodigati per raccogliere alimenti da destinare ai bisognosi. un evento che ormai tutti conoscono, un appuntamento entrato nella tradizione, anche ur-binate, ma per nulla scontato, specie in un periodo di crisi. un appuntamento, s’è detto, che si ripete, ma che è sempre nuovo. da volontaria posso infatti testimoniare che è una grande occasione per incontrare persone, dialogare, proporre o riproporre il significato del gesto. Le risposte sono talora sorprendenti. La maggior parte delle persone dona volentieri e la sincerità e la gioia del dare sono confermate dal sorriso; c’è la vecchina che si scusa per aver dato poco, c’è chi chiede se può donare solo un prodotto (ed è chiaro che non lo fa per avarizia), c’è chi è entrato al supermercato solo per la Colletta, ci sono coloro, e sono tanti, che ringraziano perché, affermano, è stata loro offerta un’opportunità. alcuni dati: il Ban-co alimentare sostiene 1.700.000 persone bisognose attraverso 8.673 strutture caritative, nel 2011 sono state raccolte 68.850 tonnellate di aiuti e ridistribuite. nella giornata della Colletta del 2011 120.000 sono stati i volontari coinvolti in 9.000 supermercati.

Maria Laura Fraternali©riproduzione riservata

TRE INCONTRI NELL’ORATORIO DI MERCATELLO SUL METAURO

Conoscere la Bibbia

UN DONO SOTTO L’ALBEROurBino. in vista del prossimo natale la Caritas di urbino sta organizzando la rac-colta di giocattoli usati in buono stato per i bambini bisognosi, che anche nella nostra urbino non mancano. i giocattoli potranno essere portati nella sede Caritas (via saffi) dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 14.00. si fa richiesta ai parroci ed a tutti i sensibili lettori di queste pagine di pubblicizzare quanto più è possibile que-sta simpatica ed utile iniziativa.

CELEBRATA LA VIRGO FIDELIS, PATRONA DELL’ARMA

Carabinieri in festa

PIoBBIco. le associazioni nazionali dei ca-rabinieri di Piobbico e acqualagna hanno celebrato la festa della loro patrona, la “Virgo Fidelis”, al santuario di s. Maria in Val d’abis-so in Piobbico. Ha celebrato la santa Messa il nuovo parroco di Piobbico don Nico curzi che, molto emozionato, si è affidato anche lui alla Madonna. erano presenti don raffaele Bartolomei, parroco emerito di Piobbico, il sindaco di Piobbico, il vice sindaco di acqua-lagna, le associazioni dell’arma dei carabi-

nieri di Piobbico e acqualagna con i rispettivi marescialli, compreso quello di apecchio, e tanta popolazione, che ha riempito la chiesa.Vivendo da qualche anno questa manifesta-zione delle due associazioni di Piobbico e acqualagna in onore della “Virgo Fidelis”, in qualche modo ci sentiamo “in linea” anche con le nuove indicazioni diocesane circa le “unità Pastorali”.

Massimo Remedia©riproduzione riservata

SOLENNITà DI SANTA CECILIAURBINO

Messa in Cattedralee concerto al teatro Sanzio

ACqUALAGNA

Festeggiata la patrona dei musicisti nel giorno di Cristo Re

urBINo. lo scorso sabato 24 novembre la cattedrale di urbino era gremita di fedeli giunti a solennizzare la festa di santa cecilia, patrona della musica e dei musicisti. a presie-dere la liturgia, l’arcivescovo mons. Giovanni tani, che ha ricordato l’importanza del canto accompagnato dalla musica per arricchire le funzioni sacre. ad animare la santa messa erano presenti l’orchestra di fiati, diretta dal m° Michele Mangani, ed il coro polifonico di-retto dal m° lorenzo Gamboni, entrambi del-la cappella musicale del ss.mo sacramento di urbino. l’istituto musicale venne fondato nel 1507 con il precipuo scopo di creare musica sacra, e questo fecero tutti i maestri di cap-pella che si succedettero fino alla fine del XIX

secolo, quando in seguito all’unità d’Italia iniziò ad operare il “concer-to cittadino”. tanta parte di quella importante ed antica produzione musicale è conservata nell’archivio della cappella, che speriamo possa, almeno in parte, essere oggetto di una mostra per il pubblico.Il secondo importante evento che ha caratterizzato le celebrazioni di santa cecilia è il concerto tenuto-si domenica 25 novembre presso

il teatro sanzio ed organizzato dalla scuola di musica “Harmonia”. Gli insegnanti hanno animato la serata eseguendo brani di musica classica, quali i Notturni di chopin (al pia-noforte leonardo Guidarelli), la Meditation dall’opera “Thais” di Massenet (al violino Klo-diana Babo, al pianoforte augusta sammari-ni), schubert (al pianoforte Davide Bianchi), rossini (al contrabbasso Francesco Mancini Zanchi), ed infine il preludio in Do minore con improvvisazioni di Bach, eseguito dal-l’ensemble degli insegnanti. al termine della serata il pubblico entusiasta ha applaudito lungamente gli artisti, chiedendo anche il bis.

Silvia Bernardi©riproduzione riservata

acQualaGNa In questa ultima domeni-ca di novembre si chiudeva l’anno liturgico con la solennità di nostro signore Gesù cri-sto, re dell’universo, ma, come in tante altre parrocchie, è stata festeggiata anche santa cecilia, la Patrona dei musicisti e dei can-tanti. la Banda musicale del Paese, diretta dal M° Francesco Picchi, fin dal mattino ha incominciato a suonare, partendo da P.zza Mattei e poi per le vie del centro. la presen-za numerosa di tanti musicisti, arrivati an-che da fuori, è stata salutata dalla popolazio-ne con gratitudine, e i tanti applausi ne sono una testimonianza. alle undici poi i compo-

nenti della Banda e i coristi del coro s. lucia con il M° lorenzo Gamboni, si sono ritro-vati in chiesa, dove ad attenderli c’era Don Piergiorgio angelini. Il Parroco nell’omelia ha spiegato il significato di Gesù cristo re. I suoi simboli regali sono quelli che prece-dono la sua morte: il mantello di porpora, la corona di spine e una canna come scettro. Può sembrare assurdo vedere in questi sim-boli i segni di una regalità, ma Gesù ci rivela proprio in questo modo l’amore del Padre per l’umanità, con l’offerta totale di se.

O. Stroppa©riproduzione riservata

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Assegnatigli arlecchini

del Festival Gad

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di arte cultura sport

Torna a splendere San Pietro in Valledi Enrica Papetti

PRESENTATI I LAVORI DI RESTAURO. RIAPRIRA’ A NATALESono stati presentati alla stampa locale, ve-nerdì 23 novembre, i lavori di restauro del-le due cappelle della chiesa barocca di Fano San Pietro in Valle, la cui edificazione risale

al 1609. Ad illustrare i lavori sono intervenute la Soprin-tendente ai Beni Storici Artistici e Etnoantropo-logici delle Marche, Rosaria Valazzi, la quale ha tenuto, nel corso della mattinata proprio all’inter-no della chiesa, una lezione “sul campo” di storia dell’arte alla classe IIIB del Liceo Classico “Nolfi”, le professoresse Laura Baratin e Letizia Amadori dell’Università di Urbino, che ha curato la par-te tecnica dei restauri, la restauratrice Giovanna Macchi della ditta Gamma alla quale sono stati af-fidati i lavori e l’Assessore Maria Antonia Cucuz-za la quale ha ricordato l’importanza della chiesa per la nostra città sia da un punto di vista cultu-rale che artistico ed ha auspicato la riapertura di San Pietro in Valle durante il periodo natalizio per dare la possibilità a coloro che soggiornano nella nostra città di poter visitare questo gioiello del centro storico. I lavori di restauro, infatti, sono iniziati il 18 luglio 2011 e sono attualmente so-spesi in attesa dell’approvazione della variante da parte della Regione Marche. Complessivamente l’importo sino ad ora impegnato per la realizza-zione del progetto è pari a circa 420.000,00 euro sui 630.000,00 previsti.Entrando nel merito del lavoro, per quanto ri-guarda gli stucchi e gli intonaci, nel progetto ap-provato sono previsti, fra gli altri, interventi quali la rimozione dei depositi superficiali di polvere o di altri materiali più compatti, l’estrazione di macchie o di Sali solubili mediante l’applicazio-ne di compresse assorbenti. Inoltre, nel progetto approvato, la tipologia degli interventi previsti sui materiali lapidei posizionati nella parte alta della cappella sono analoghi a quelli proposti per le parti a stucco. Negli affreschi è prevista princi-palmente la pulitura delle superfici e il preconso-lidamento della pellicola pittorica, propedeutico alle operazioni di consolidamento e pulitura nei casi di disgregazione e sollevamento della stessa. Per quanto riguarda le opere previste, queste sono collegate a tre tipologie di intervento: opere edili e in economia connesse agli smontaggi e rimontagli degli altari, dei pavimenti e di materiale lapideo posizionato nella parte bassa delle pareti, opere edili connesse al risanamento del fenomeno del-l’umidità che interessa la muratura e il pavimento e opere edili accessorie finalizzate a garantire la visibilità del bene monumentale da parte di perso-ne disabili. Per quanto riguarda l’umidità, che ha procurato non pochi problemi alla chiesa fanese,

Dalla relazione dell’architetto Mariangela Giommi

STUCCHI E INTONACI[…] Nelle parti che presentano fenomeni di distacco, man-canze, fessurazioni va ripristinata la continuità mediante iniezioni di calce idraulica, resina epossidica o mediante l’in-troduzione o la sostituzione in mat. plastico o acciaio inox. Dopo aver consolidato tutti gli elementi vanno effettuate le stuccature, più o meno profonde. Le eventuali ricostruzioni di

parti mancanti, va valutato in base alla possibilità di una fe-dele ricostruzione e alla necessità di una miglior lettura del-l’opera d’arte. […] Gli intonaci sono parte integr4ante della decorazione, infatti per le parti inserite tra le decorazioni a stucco si prevede di trattarli come la parte decorata, mentre nelle zone laterali e all’interno delle nicchie occorre tenere presente delle tinteggiature originarie […]

MATERIALE LAPIDEO[….] Qui siamo in presenza di intarsi e tarsie marmoree, in alcuni casi già molto compromessi. Occorre quindi un’atten-zione particolare sia nel preservare le lastre ancora in ope-ra che nella eventuale ricostruzione, andando a riutilizzare i frammenti ancora presenti nelle cappelle o i frammenti accantonati negli anni […] Va fatta un’ulteriore precisazione per quantro riguarda i pavimenti. La maggior parte delle por-zioni di marmo sono completamente fratturate, altre sono mancanti. Il preconsolidamento, la pulizia, il consolidamento e il distacco del pavimento sono operazioni da realizzare con la massima cura, utilizzando le tecniche del mosaico […]

AFRESCHI E TELENegli affreschi è prevista principalmente la pulitura delle su-perfici. E’ inoltre previsto il preconsolidamento della pellico-la pittorica propedeutico alle operazioni di consolidamento e pulitura nei casi di disgregazione e sollevamento di essa. [….] per tutti i manufatti si cercherà di raggiungere il giusto equilibrio tra velature, integrazioni ad acquerello e finitura superficiale al fine di ripristinare la corretta lettura dell’opera nel suo insieme[…]

OPERE EDILILe opere edili sono collegate a tre tipologie di intervento:- opere edili in economia connesse agli smontaggi e rimonta-gli degli altari, dei pavimenti e di materiale lapideo posizio-nato nella parte bassa delle pareti- opere edili connesse al risanamento del fenomeno dell’umi-dità che interessa le murature e il pavimento- opere edili ed accessorie finalizzate a garantire la visitabilità del bene monumentale da parte di persone disabili.

©rIprODuzIONE rIsErVata

Un po’ di storiaLa chiesa di san pietro in Valle a Fano è così chiamata perché costruita presso

l’antico dislivello (ad vallum) fra la città romana e il litorale adriatico. E’ stata edificata per volontà della Congregazione dei padri Filippini, che vollero istitui-

re nella città una comunità analoga a quella romana fondata da don Filippo Neri. “al progetto iniziale – come ricorda aldo Deli nel volume “Fano nel seicento” - ebbe mano anche l’architetto Napoletano Lavagna. Fu coperta nel 1616, nel maggio del ’17 era ultimato il grezzo senza la cupola; fu consacrata il 28 maggio 1627 dal ve-scovo tedesco mons. Carcanus essendo impossibilitato il vescovo Lapi, ormai cieco. per giungere allo splendore che la rese e la rende famosa passò un secolo inte-ro; l’ultimo costoso tocco per colonne e stucchi lo finanziò padre Camillo dei conti Montevecchio che ritiratosi nell’Oratorio nel 1680 vi morì più di trent’anni dopo”.

l’assessore Cucuzza ha proposto di realizzare, con il ribasso d’asta, un cancello per far circolare aria all’interno dell’edificio.Durante la conferenza, è stato ricordato il pro-tocollo d’intesa siglato nel 2010 dal comune e dall’Università di Urbino per “La conoscenza e la conservazione del patrimonio culturale del terri-torio fanese”. Il Comune si è, infatti, avvalso della collaborazione dell’Università, collaborazione fi-nalizzata allo studio di tematiche relative ad una conoscenza scientifica della chiesa barocca fanese legata alla sua conservazione, al suo restauro e alla realizzazione di tutti gli interventi necessari alla compilazione dei progetti di restauro.

©rIprODuzIONE rIsErVata

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2 dicembre 201222 arte cultura sport

PESARO - Due importanti inizia-tive culturali all’Hotel Alexander Museum. E’ in corso la mostra fotografica di Giovanni Gennari dal titolo “Passaggi in colore’’, che avrà altre due location alla galleria arte 065 e al Nero Caffè. Una mo-stra che si suddivide in tre colori: il bianco, il rosso e il blu. Presso l’Alexander Museum, sono state esposte le fotografie dedicate al bianco, che è la risultante di tutti i colori. “Il bianco, ha sottolineato Giovanni Gennari, simboleggia la meditazione, la freddezza come la neve, la religiosità, la poesia e la purezza. E la fotografia dialoga con la poesia di Lella De Marchi. Il colore blu è il simbolo della profondità e il rosso della passio-ne. Vi è un riferimento al cinema di Kieslovski per i colori’. La cu-ratrice della mostra è la signora Amneris. “E’ un progetto che pre-vede tre serate di luce. La prima all’Alexander Museum, è il corpo arcobaleno. La luce bianca infatti uscirà dalla spazio espositivo e si trasformerà in rosso e blu. “Pas-saggi in colore’’, significa passaggi dell’esistere e e dell’essere, in que-sto caso una contaminazione arti-

stica fra la fotografia e la poesia, il tutto amplificato da un intervento musicale che amplifica il tutto in maniera emozionante e che per-metterà al visitatore di volare al di là delle parole e delle immagini’’. Per la poetessa pesarese Lella De Marchi che in occasione della mo-stra, ha presentato il suo ultimo libro di poesie “La spugna’’. “La

spugna, ha sottolineato Lella De Marchi, è un pò l’emblema della condizione esistenziale. Per spu-gna intendo quella sottomarina, che ha un duplice significato di aggregazione e di disgregazione. Dunque una metafora della ciclici-tà dell’esistenza. Il percorso con la fotografia di Giovanni Gennari è anch’esso evolutivo. Si parte dalla

poesia “Punto esatto’’, il momento di inizio della creazione è il bian-co, come affermava Kandinskj,che è la luce originaria, da cui si for-meranno gli altri colori.’’ Per il cri-tico d’arte Gualtiero De Santi, “ il bianco nelle fotografie di Gennari è trascendente e trascendentale, e mistico ma anche legato alla ter-ra, come nelle poesie di un grande poeta cattolico Clemente Rebora’’.Il secondo evento è stato l’asse-gnazione del 5° Premio Raffael-lo per l’anno 2012. Il premio che consiste in una scultura in perpex all’interno della quale in traspa-renza appare l’immagine di Raf-faello Sanzio, è stato assegnato al Senatore Sergio Zavoli “per la car-riera, quale giornalista e scrittore, carriera interamente dedicata alla diffusione della cultura e sensi-bilizzazione alla tutela della vita culturale del nostro paese, per il suo costante impegno civile e po-litico’’ e all’editore Elido Fazi, che

ha origini legate al nostro entro-terra, premiato “ per l’acutezza e la determinazione nell’aver credu-to nella cultura e nella sua diffu-sione attraverso l’editoria, nonchè per la sua attività di economista e scrittore’’. Una serata durante la quale, Alle-sandro Marcucci Pinoli, ha chie-sto a Sergio Zavoli di ricordare alcuni momenti della sua vita. E Zavoli ha donato pennellate di nostalgia con i rimandi ai primi giri d’Italia, lasciando il deside-rio di riprendersi quegli attimi di semplicità che la modernità ci costringe a perdere, così come un bisogno di sperare e desiderare un mondo più intimo, più incentra-to sull’uomo quale essere umano. Elido Fazi ha alternato pensieri dedicati alla poesia di Keats a ra-gionamenti lucidi e dettagliati sul-l’economia.

Paolo Montanari© RIPRODUZIONE RISERVATA

URbINO - Mario borghi è nato come pittore e incisore. Uno sboc-co naturale per chi ha frequentato la prestigiosa Scuola del Libro. La sua vena creativa l’ha portato oltre. Sui campi della poesia e della nar-rativa collezionando vari ricono-scimenti nei vari Premi sparsi per l’Italia: da Cuneo, a Roma, a Poli-castro. Da Trento a La Spezia a Te-ramo. borghi è anche coraggioso. Il romanzo in oggetto è ambien-tato in Algeria nel tempo difficile della decolonizzazione , dell’indi-pendenza dalla Francia. Raggiunta in maniera quasi incruenta grazie alla lungimiranza del generale De Gaulle. Prima, dell’indipendenza episodi di guerriglia, urbani e pe-riferici, erano correnti. E su quei episodi che si innesta la trama del nostro romanzo. I tempi ci dico-no che l’Algeria segue bene l’aria dell’indipendenza ed è alla ricer-ca delle regole della democrazia. borghi colloca bene la sua sceneg-giatura, nel cuore della Cabilia e negli spazi sterminati del deserto dell’Erg, dei suoi colori e della sua poesia che affascinano l’umani-

tà occidentale che chiama questa attrazione “Mal d’africa”. L’Auto-re non dimentica le donne cabile, fiere e generose, sapendo che una società non cresce, per usare una metafora corrente, senza l’appor-to dell’altra metà del cielo. E sulle donne algerine e sul loro appor-to per la conquista dell’indipen-denza, il mondo occidentale ha prodotto serie cinematografiche, letteratura, arte e storia. borghi ci ha inserito anche le problema-tiche attuali, legate ai matrimoni misti, alle diversità visuali delle due religioni monoteiste (Islam e Cristianesimo), confrontando o meglio uguagliandone i tratti spi-rituali dell’apertura ai poveri, del-la dignità femminile, del rispetto degli anziani. Virtù un po’ stinte nella cultura occidentale. bor-ghi, da buon cristiano, sottolinea sempre le virtù positive dei pro-tagonisti del romanzo ed è molto attento nelle osservazioni e nella descrizione dei comportamenti degli islamici, quasi a voler intro-durre un ponte tra le due culture, andando controcorrente rispet-

to ai linguaggi dei mass media e della carta stampata che tendono ritualmente a rimarcare i compor-tamenti radicali e delittuosi dei deviati che costituiscono un ‘ec-cezione, non la regola. La regola, sia nell’una che nell’altra cultura, è quella dell’uomo mite, dell’uomo (e della donna) timorati di Dio o fedeli al suo insegnamento ripre-si nei testi sacri della bibbia e del Corano. Virtù che nelle realtà di villaggio della Cabilia, delle oasi e del deserto, risaltano meglio. An-che perché in quelle realtà i gran-di riferimenti etici si individuano nel libro sacro (Corano) mentre in Occidente non è più la bibbia il punto di riferimento ma il libro del tornaconto individuale che produce una società sfibrata, irri-conoscibile nella sua storia. Forse per questo, il protagonista del li-bro, Victor, nel lieto fine opta per l’Algeria, per i suoi colori e per la sua società popolare o nomade, legata al villaggio, all’oasi e al de-serto .

Sergio Pretelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

UN LIBRO DEL PITTORE E INCISORE MARIO BORGHI

Victor l’inverosimile agente segreto

DOPPIO EVENTO ALL’ALEXANDER MUSEUM CHE PREMIA ZAVOLI

Fotografie di Gennari e Premio Raffaello

Domenica 18 novembre, presso il tea-tro Sperimentale di Pesaro si è svolta la premiazione della diciassettesima

edizione de “La donna si racconta”, concorso letterario dedicato alla poesia e alla narrati-va femminile, organizzato dalla Fidapa (Fe-derazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari) con il patrocinio della regione Mar-che e della provincia di Pesaro e Urbino.Il premio speciale della giuria è stato asse-gnato alla scrittrice-cantautrice bolognese Grazia Varesani, mentre la sezione poesia è stata vinta dalla poetessa pesarese Lau-ra Corraducci, collaboratrice de “Il Nuovo Amico”, con una brevissima silloge di cinque testi. La giuria ha definito le sue poesie “ un viag-gio poetico ed esistenziale introspettivo e consapevole”«Ringrazio la giuria - ha detto Laura Corra-ducci sul palco dello Sperimentale - e dedi-co questo premio che sottolinea e omaggia la creatività femminile, alla mia famiglia e ai carcerati di Villa Fastiggi con i quali ho avu-to, recentemente, occasione di trascorrere momenti particolarmente intensi». Ripor-tiamo la poesia letta la serata della premia-zione.

Non è vero che le cose raccontanola vita sono in piedi da ore ad osservare

le onde dei capelli sulla spazzolale scarpe spaiate sotto il lettoda loro aspetto almeno una parolail rumore che facevi tu quando li usaviil mare svuotato dentro i passinon parla nemmeno la chitarrala penna si è chiusa nel suo tappodiscreta tace ora anche la giaccacustodiscono fedeli la partenzache fatta aria mi cammina sulla faccia riposa sulla bocca pochi istanti disegnandomi di te solo il ricordo

Ph - Daniele Martinelli

“LA DONNA SI RACCONTA” XVII EDIZIONE

La sezione poesia a Laura CorraducciALLA FONDAZIONE CARIFANO

Libro in ricordo di Grimaldi Sarà presentato venerdì 7 dicembre presso la Sala della Rappresen-tanza della Cassa di Risparmio di Fano in via Montevecchio 114 il libro dal titolo: “Fano ne le Marche – In ricordo di Giulio Grimaldi”. Saranno presenti oltre al curatore Rossella Tecchi, anche il presiden-te della Fondazione Fabio Tombari, insieme ad Alberto Berardi e Franco Battistelli. Ai presenti sarà offerta copia della pubblicazione.

Il concorso di enigmistica e i rebus settimanali tornano la prossi-ma settimana

Giornata per la lotta contro l’HIV

Si è svolto A Milano il 23 e 24 novembre il XXV Congresso Nazionale Anlaids onlus. I dati per le nuove infezioni sono drammatici in Italia come nel resto del mondo. La percezione che i ragazzi hanno del rischio di contrarre le infezioni del virus “Hiv” è

inesistente. La paura per sottoporsi al test viene amplificata dal fatto che solitamente le cose capitino sempre agli altri. In questo percorso difficile si confrontano uomini e donne con la paura di essere discriminati non solo negli ambienti di lavoro, ma sono anche gli amici e familiari che contribuiscono all’isolamento delle persone sieropositi-ve. Lo stigma che attanaglia poi le persone in carcere a non parlare del loro disagio nel disagio di infetti, porta spesso i detenuti a non accettare le terapie antiretrovirali o ad-durre continue giustificazioni creando maggiore stress psicologico ai malcapitati. L’aiu-to, la comprensione, l’accoglienza non possono essere sentimenti astratti. Dobbiamo impegnarci tutti ognuno nel proprio piccolo, affinchè i rapporti con il nostro prossimo si evolvano positivamente e attivamente. A Pesaro, tale opera verrà svolta con incontri nelle scuole superiori effettuati dagli ope-ratori di Casa Moscati (la Casa di Accoglienza per malati di AIDS di Pesaro) sotto la gui-da di Roberto Drago.

Francesco Rinaldi© RIPRODUZIONE RISERVATA

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2 dicembre 2012 23amicoil nuovo• • arte cultura sport

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Mercoledì 5 Sant’antonio V. XI Febbraio, 22 0721-31168 24 h

giovedì 6 ViLLa San Martino V. Solferino, 68/2 0721-453359 24 h

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ALL’ESTRAVAGARIO TEATRO DI VERONA IL PREMIO DON GAUDIANO

Assegnati gli Arlecchini del Festival Gad

PESARO - “Filumena Marturano’’ di Eduardo de Filippo presentata dall’Associazione Teatrale “Il Dia-logo’’ di Cimitele (Napoli) ha vinto il primo premio l’Arlecchino al Fe-stival Nazionale d’Arte Drammati-ca di Pesaro (FOTO).Le premiazioni si sono svolte nel-la Sala della Repubblica del Teatro Rossini, alla presenza del direttore artistico del Gad Claudio Sora, il Presidente dell’Associazione Ami-ci della Prosa Giovanni Paccapelo, l’attore Arnaldo Ninchi, Maricia Boggio che ha presentato il suo volume su “Vita di Regina. Regina Bianchi si racconta’’ e il sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli.“Filumena Marturano’’ ha vinto il primo premio con la seguente mo-tivazione: “spettacolo intenso coin-volgente, commovente, drammati-co e ironico, passionale e vigoroso con una regia attenta e ricercata, un affiatato gruppo di attori di ele-vata qualità che agiscono in una scenografia originale e con un ele-gante commento musicale’’. Secon-do classificata la compagnia Teatro Spazio di Livorno, per lo spettaco-lo “Tutto per bene’’ di Luigi Piran-dello, con la seguente motivazione:

“Uno spettacolo che ha saputo co-gliere appieno la drammaticità del racconto Pirandelliano con una regia attenta e rigorosa ed una sce-nografia sobriamente elegante in cui si muovono con perfetta sinto-nia interpreti bravi e credibili’’. Terza classificata la compagnia “I cattivi di cuore Teatro del Banche-ro’’ di Imperia, per lo spettacolo “Le serve’’ di Jean Genet. La mo-tivazione: coinvolgente spettaco-lo con una regia accurata che dà grande ritmo alla recitazione evi-denziando i chiaroscuri del testo di Genet. Splendida la scenografia e appropriate le musiche che na-scono leggere nel corso di questa intrigante macchina teatrale’’. Mi-

glior regia a Alberto Bronzato del-l’Estravagario Teatro di Verona per lo spettacolo “Balera Paradiso’’ di Riccardo Pippa e Alberto Bronzato, con la seguente motivazione: “per avere dato vita ad uno spettacolo

coraggioso, brillante, originale, di-vertente e drammatico insieme in cui si evidenzia una non comune genialità che ha permesso di rac-contare 50 anni di storia d’Italia con il solo linguaggio del corpo e

della musica, senza che si sia av-vertita l’assenza della parola’’.“Balera paradiso’’ ha vinto anche il premio Don Gaudiano, come mi-gliore spettacolo con valenza etica, da parte degli studenti e il gradi-mento del pubblico. Miglior attore a Francesco Facciolli della compa-gnia “Il teatro dei Picari’’ di Ma-cerata per il “Del Don Giovanni’’ e migliori attrici a Liana De Rosa per “Filumena Marturano’’, Giorgia Bruscò per “Le serve’’ e l’interpre-tazione magistrale del personag-gio pirandelliano “La Barbetti’’, in “Tutto per bene’’ del grande autore siciliano.

P.M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

GRANDE TEATRO cON FERRARI E GIORDANA

Un ispettore in casa BirlingFANO – Sarà che la trama era avvin-cente o che l’allestimento era curato in ogni dettaglio, o forse che tra gli interpreti vi erano dei grandi atto-ri, fatto è che l’ultimo spettacolo di prosa andato in scena al Teatro della Fortuna (nell’ambito di Fano-Teatro 2012-13) nei giorni 23 e 24 novem-bre, ha letteralmente conquistato quanti hanno deciso di vederlo. Mi riferisco a “Un ispettore in casa Bir-ling”, una commedia scritta da John Boynton Priestley e rappresentata per la prima volta a Mosca nell’esta-te del 1945, attualmente portata sulle scene italiane nella traduzione di Giovanni Lombardo Radice, dal regista Giancarlo Sepe. La pièce è ambientata nel 1912 e vede la fami-glia Birling intenta a festeggiare il

fidanzamento della figlia Sheila con un industriale. L’atmosfera convi-viale viene interrotta dall’arrivo del-l’ispettore Goole, il quale dopo aver annunciato il suicidio di una giova-ne di nome Eva Smith, ne mostra la fotografia al padrone di casa. Dopo qualche perplessità, egli ammette trattarsi di una sua ex dipendente, che se pur brava nel lavoro, aveva il difetto di sostenere gli scioperi orga-nizzati per ottenere aumenti salariali e perciò fu licenziata.L’interrogatorio continua, in quan-to anche gli altri risultano coinvol-

ti: Sheila infatti è responsabile del licenziamento di Eva nell’impiego trovato successivamente, mentre il suo fidanzato Gerard la conobbe quando si faceva chiamare con un altro nome e frequentava un loca-le equivoco. Ma non basta, perché Eva in seguito frequentò Eric, ossia il figlio dei Birling e, rimasta incinta di lui, chiese invano aiuto alla presi-dente di una associazione benefica che combinazione era proprio la si-gnora Birling. In conclusione, tutti sono responsabili della morte della giovane. Il che è un po’come dire che

tutti siamo responsabili l’uno dell’al-tro. A chi non è mai capitato infatti di comportarsi male o di compiere una azione scorretta, senza pensare che da ciò potevano derivare delle conseguenze anche gravi? Dopo che l’ispettore se ne è andato, i Birling ricostruiscono la serata e scoprono che Goole non fa parte della polizia e che non si è uccisa nessuna ragaz-za. Pensano ad una burla e sollevati, tornano a comportarsi come se nul-la fosse accaduto. L’ultimo colpo di scena in questa godibilissima com-media tinta di giallo, ben scandita

nei ritmi e nei tempi ed impeccabile nei giochi di luce e nei costumi, è l’arrivo di una telefonata dalla poli-zia, per comunicare la morte di una ragazza suicida e che un ispettore è stato inviato da loro per interrogarli.A dar corpo e voce a due dei per-sonaggi principali sono stati due attori straordinari come Paolo Fer-rari, che ha impersonato l’ispettore Goole con grande classe, maestria e raffinatezza ed Andrea Giordana che ha presentato con credibilità un compiaciuto e ottuso signor Birling emblema delle ipocrisie dell’alta so-cietà. Buona anche l’interpretazione di Vito Di Bella (Gerard) e di Cristi-na Spina (Sheila).

Mariella Polverari© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ALLESTIMENTO PER L’INAUGURAZIONE DELLA FILIALE BANcA VALcONcA

Documentario ed esposizione su Bruno Baratti

PESARO – Un documentario ine-dito sul maestro ceramista e pit-tore Bruno Baratti sarà proietta-to sabato 1 dicembre, alle ore 11, in occasione dell’inaugurazione a pesaro della nuova filiale della

Banca Popolare Valconca, in lar-go madonna di loreto 1. L’inte-ressante materiale, fatto restau-rare dall’istituto di credito come omaggio alla città, sarà presentato nella “Sala Valconca Pesaro” an-nessa alla filiale e verrà affiancato dall’esposizione, nella stessa sede, di alcune opere di Baratti (vasi, quadri, piatti), messe a dispo-sizione dai familiari dell’artista, nato a Cattolica nel 1911 e mor-to a Pesaro nel 2008. Una copia del documentario, per la regia di gianfranco Boiani, verrà donata a tutti i presenti all’appuntamento, insieme alla brochure intitolata“A Bruno Baratti. Pittore di cerami-che, romagnolo di Pesaro”.“E’ solito per il nostro istituto – evidenzia il dott. romano zoli della Banca Popolare Valconca – inaugurare filiali con un even-to culturale legato al territorio.

Questo video è un pezzo di storia pesarese che viene portato alla fruibilità pubblica, così come in-tendiamo mettere a disposizione della città la nostra Sala Valconca Pesaro, che potrà ospitare eventi culturali e non”. Il documentario, di proprietà dello storico dell’arte claudio giardini, risale al 1991 e mostra Bruno Baratti, all’epoca ottanten-ne, mentre incontra un gruppo di insegnanti nella sua bottega – la-boratorio in Piazzale Collenuccio 22 a Pesaro. Un laboratorio fre-quentato fin dal 1957 da giovani allievi di talento che sarebbero poi diventati valenti ceramisti e suoi collaboratori, come gian Battista valentini (con lui già dal 1952), renato Bertini, mario terenzi, Auro salvaneschi e ferruccio marchetti. Bruno Baratti aveva iniziato l’attività di ceramista a 14

anni come apprendista nelle “Ce-ramiche Cartoceti”, entrando poi a lavorare come pittore ceramista presso la manifattura di maioliche artistiche di Piero Ciccoli & Co, imparando la tecnica artistica da Achille Wildi. Ben presto aveva dimostrato poco interesse per le riproduzioni di ceramiche rinasci-mentali che caratterizzavano en-trambe le realtà: il suo estro crea-tivo chiedeva libero sfogo, senza essere imbrigliato dentro schemi prestabiliti. Aveva quindi costrui-to, in via Condotti, un laboratorio dotato di una piccola fornace, aiu-tato dal collezionista e mecenate pesarese Giorgio Ugolini. Era così iniziato quel personale ed inte-ressante percorso artistico che lo avrebbe portato, in breve tempo, a produrre ceramiche di sapore moderno, tra cui pezzi unici da cui emerge una costante ricerca

dell’effetto cromatico. Dopo i suc-cessi giovanili del 1938 e 1939 per la ceramica e lo smalto d’arte, nel 1942 ottenne il primo premio al concorso per ceramisti di Faenza, riconoscimento aggiudicato an-che nel 1946. Tra le realizzazioni più conosciute, spiccano i grandi pannelli della via Crucis creati alla fine del 1960 per l’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, fondato da Padre Pio a San Giovanni Ro-tondo. Le opere esposte nella “Sala Val-conca Pesaro” saranno visitabili fino a domenica 9 dicembre con i seguenti orari: sabato 1 e 8 di-cembre e domenica 2 e 9 dicem-bre dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19; da lunedì 3 dicembre a venerdì 7 con orario di sportel-lo dalle 8.20 alle 13.40 e dalle 14.50 alle 15.50. l’ingresso è li-bero.

Page 24: «Il Nuovo Amico» n. 42 del 2 dicembre 2012

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