«Il Nuovo Amico» n. 37 del 28 ottobre 2012

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Ma è il caso di sottolineare ancora una volta che non si può continuare a fingere che esista uno spazio pubblico neutrale. Ogni individuo o persona, cittadino, ovunque egli vada, si porta dietro i suoi impegni di valori, di idee, o più semplicemente, il ‘suo credo’ (come dire la sua religione). Lo mette in gioco ed è suo diritto di farlo entrare nel dibattito pubblico sociale. Non è forse l’uomo un essere sociale? Basta quindi con questa ipocrisia dello spazio neutro, il quale rimane neutro fino a che è vuoto. Esso infatti si colora dei colori della gente. D’altra parte, impedire a qualcuno di entrarvi, individuo o associazione, è discriminante. L’esperienza dice: quanto sia subdola la discriminazione oggi nei Paesi cosiddetti civili! Questa specie di laicità, in definitiva, nega ciò che presume di garantire, vale a dire la libertà. Raffaele Mazzoli © RIPRODUZIONE RISERVATA La pubblica piazza può essere neutra? Ricorrenza dei Santi e Defunti PESARO 10/11 L a storia dei lasciti fatti nello scorso secolo da nobili e possidenti borghesi per sostenere la povera gente del tempo sarebbe tutta da scrivere, soprattutto per tanti cittadini giovani che non la conoscono. Al Comune di Fano sono stati lasciati palazzi e dimore storiche perfino fuori del suo territorio come la famosa Villa del Balì nel Comune di Saltara, ma soprattutto tanti poderi, tanta terra. Tra gli Istituti Riuniti di Assistenza e Beneficienza e l’Ente Comu- nale di Assistenza si potevano contare più di 1.000 ettari di terreni; intere parti della città, come l’area dell’ex zuc- cherificio dell’Opera Pia Ponte Metauro, erano di proprietà dell’ ECA. La Marchesa Gabuccini lasciò il suo palazzo e ben otto po- deri per le zitelle povere, ma anche altri nobili decidevano donazioni consistenti per i bambini poveri, per sostenere giovani poveri con scuole di agricoltura, per l’allora Ospe- dale ecc. Quindi abbiamo appreso con favore che almeno in parte questi beni ritornano ad un impiego sociale, alme- no quello che rimane dopo le tante vendite e una gestione alquanto scriteriata di un patrimonio negli anni passati, im- putabile alla solita mala politica. Il comune di Fano mette a bando la terra per dare lavoro a dei giovani, la Fondazione Cante di Montevecchio con il suo Presidente Mazzanti destina parte del patrimonio all’inseri- mento lavorativo di persone svantaggiate con la collabora- zione della cooperativa sociale di tipo b T.41. La bella sede ristrutturata del Fenile della Fondazione di- venta centro di accoglienza e di riabilitazione per persone con problematiche di dipendenze comprese quelle nuovis- sime del gioco, affidata alla storica cooperativa sociale IRS Aurora nata a Gradara per opera di Don Gaudiano. Più di una volta abbiamo ricordato ai nostri decisori politi- ci l’origine di questi patrimoni e come oggi è assai difficile che qualcuno lasci qualcosa per la collettività come in quei tempi. Siamo in una grave crisi economica dove il welfare è stato fortemente tagliato a fronte di un aumento esponenziale di bisogni di povera gente. Quindi attenzione nel disinvestire, non entriamo nello spe- cifico, sappiamo in quale condizioni si trova il Comune, le difficoltà che deve affrontare, ma siccome nel passato il patrimonio è stato alquanto mal gestito raccomandiamo di non commettere altri errori altrimenti quei nobili defunti potrebbero ritornare come fantasmi e chiederne conto. Maurizio Tomassini Sociologo - Presidente Provinciale Acli © RIPRODUZIONE RISERVATA I gioielli di famiglia per i poveri Dopo 13 anni di attesa Diego Fascinetti verso il diaconato FANO 14 La Caritas nel territorio URBINO 18 QUADRANTE 21 La leggenda di Mario Del Monaco PESARO - INAUGURATA LA CAPPELLA DELL’OSPEDALE SAN SALVATORE PAG 11

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importante che, comunque, attraversa l’opinione pubblica. In Italia e negli Stati dell’Ue, almeno ufficialmente, si riconosce la libertà di religione. Ma il problema incomincia quando i credenti intendono esprimerla all’interno della sfera pubblica. Secondo la richiesta dei laicisti (così essi stessi si definiscono) ‘la pubblica piazza deve essere neutra’. Ma è il caso di sottolineare ancora una volta che non si può continuare a fingere che esista uno spazio pubblico neutrale. Ogni individuo o persona, cittadino, ovunque egli vada, si porta dietro i suoi impegni di valori, di idee, o più semplicemente, il ‘suo credo’ (come dire la sua religione). Lo mette in gioco ed è suo diritto di farlo entrare nel dibattito pubblico sociale. Non è forse l’uomo un essere sociale? Basta quindi con questa ipocrisia dello spazio neutro, il quale rimane neutro fino a che è vuoto. Esso infatti si colora dei colori della gente. D’altra parte, impedire a qualcuno di entrarvi, individuo o associazione, è discriminante. L’esperienza dice: quanto sia subdola la discriminazione oggi nei Paesi cosiddetti civili! Questa specie di laicità, in definitiva, nega ciò che presume di garantire, vale a dire la libertà.

Raffaele Mazzoli© RIPRoDUZIonE RISERVATA

La pubblica piazzapuò essere neutra?

Ricorrenza dei Santi e

Defunti

Pesaro 10/11

la storia dei lasciti fatti nello scorso secolo da nobili e possidenti borghesi per sostenere la povera gente del tempo sarebbe tutta da scrivere, soprattutto per tanti

cittadini giovani che non la conoscono. al comune di fano sono stati lasciati palazzi e dimore storiche perfino fuori del suo territorio come la famosa Villa del balì nel comune di saltara, ma soprattutto tanti poderi, tanta terra. tra gli istituti riuniti di assistenza e beneficienza e l’ente comu-nale di assistenza si potevano contare più di 1.000 ettari di terreni; intere parti della città, come l’area dell’ex zuc-cherificio dell’opera pia ponte metauro, erano di proprietà dell’ eca.la marchesa Gabuccini lasciò il suo palazzo e ben otto po-deri per le zitelle povere, ma anche altri nobili decidevano donazioni consistenti per i bambini poveri, per sostenere giovani poveri con scuole di agricoltura, per l’allora ospe-dale ecc. Quindi abbiamo appreso con favore che almeno in parte questi beni ritornano ad un impiego sociale, alme-no quello che rimane dopo le tante vendite e una gestione alquanto scriteriata di un patrimonio negli anni passati, im-putabile alla solita mala politica. il comune di fano mette a bando la terra per dare lavoro a

dei giovani, la fondazione cante di montevecchio con il suo presidente mazzanti destina parte del patrimonio all’inseri-mento lavorativo di persone svantaggiate con la collabora-zione della cooperativa sociale di tipo b t.41.la bella sede ristrutturata del fenile della fondazione di-venta centro di accoglienza e di riabilitazione per persone con problematiche di dipendenze comprese quelle nuovis-sime del gioco, affidata alla storica cooperativa sociale irs aurora nata a Gradara per opera di don Gaudiano.più di una volta abbiamo ricordato ai nostri decisori politi-ci l’origine di questi patrimoni e come oggi è assai difficile che qualcuno lasci qualcosa per la collettività come in quei tempi.siamo in una grave crisi economica dove il welfare è stato fortemente tagliato a fronte di un aumento esponenziale di

bisogni di povera gente.Quindi attenzione nel disinvestire, non entriamo nello spe-cifico, sappiamo in quale condizioni si trova il comune, le difficoltà che deve affrontare, ma siccome nel passato il patrimonio è stato alquanto mal gestito raccomandiamo di non commettere altri errori altrimenti quei nobili defunti potrebbero ritornare come fantasmi e chiederne conto.

Maurizio TomassiniSociologo - Presidente Provinciale Acli

© RIPRoDUZIonE RISERVATA

i gioielli di famiglia per i poveri

dopo 13 anni di attesa

Diego Fascinetti

verso il diaconato

FaNo 14

La Caritasnel

territorio

UrbiNo 18 qUadraNte 21

La leggendadi Mario

Del Monaco

Pesaro - iNaUGUrata la CaPPella dell’osPedale saN salVatore

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Chiesa e Mondo28 ottobre 20122 amicoil nuovo• •

Aut. n. 83/85 Trib. di PesaroIL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

REDAZIONE CENTRALE:Raffaele Mazzoli – Direttore - Ernesto Preziosi - Direttore ResponsabileRoberto Mazzoli - Caporedatt. CentraleGastone Mosci – Incaricato dei rapporti con la Regione MarcheVia del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) - Tel. 0721/64052 Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

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La ParoLa di dio XXX domenica del tempo ordinario - Anno BLETTURE: Ger 31,7-9; Sal 125; Eb 5,1-6; Mc 10,46-52 n cieco che chiede l’elemosina ai margini della strada è guarito da Gesù e ora, che ci vede, si met- te a seguire il Maestro sulla strada che porta a Gerusalemme, alla croce e alla risurrezione. Gesù sta uscendo dall’importan- te città di Gerico, seguito da una grande folla. Il mendicante è lì, come ogni giorno,

sempre con lo stesso mantello: lo chia-mano... “Figlio di Timeo”, non ha nean-che un nome tutto suo. Aveva sentito parlare di Gesù e si era fatto l’idea che fosse lui il “Figlio di Davide”, il Messia. Per cui si mette a gridare: “Figlio di Da-vide, Gesù, abbi pietà di me”. Volevano farlo tacere, ma lui grida ancora più forte. Gesù lo chiama. Quello si alza, butta via il mantello e si fa condurre. “Cosa vuoi che io faccia per te?”. “Rab-bunì, che io veda di nuovo!”. E Gesù: “Va’, la tua fede ti ha salvato”.

Cosa dice a noi il Signore? C’è un modo di “vedere” che conduce alla pie-

na cecità. Con la fede si è “illuminati”. Gesù è la via da seguire (infatti quel-l’uomo, poi, “lo seguiva per la strada”). L’uomo, finché non trova il senso della vita, si trova ai margini dell’esistenza e chiede in “elemosina” qualcosa per vi-vere: tante cose nessuna delle quali per lui è veramente risolutiva. Finalmen-te, nell’incontro con Gesù getta via la vecchia veste (il mantello) e lo segue. Questa è la sostanza di ogni battesimo, ma anche di ogni ricupero del battesi-mo. Molte sono le esperienze di fratelli e sorelle che con la fede ricuperano la vera visione della vita, e con quella, la gioia e la speranza. “Erano partiti nel

pianto, io li riporterò tra le consola-zioni” (prima lettura). Entrati nell’an-no della fede, accogliamo “l’invito ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo” (Benedetto XVI, Porta fidei).

Che cosa diciamo noi al Signore? Chiediamo di “illuminarci” di nuovo in una riscoperta di questo grande dono e gli ripetiamo senza stancarci: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”

Giovanni Tani, Arcivescovodi Urbino-Urbania -S. Angelo in Vado

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L’autentica conversione al Signore

CALENDARIO 30 ottobreS. Zenobio e Zenobia Martiri

E iste in almeno due recensioni greche una passio di questi mar-tiri (BUG, II, p. 320, nn. 1884-85)

di cui la seconda è soltanto una me-tafrasi della prima. Esiste anche una versione georgiana della seconda. Questa rientra nel genere delle pas-sioni epiche e, in mancanza di altre documentazioni, sarebbe temerario accettarne senza discernimento tutti i particolari come veramente storici. Nato da una famiglia cristiana (i suoi genitori portavano il nome di Zeno-doto e Tecla) di Egea in Cilicia, Zeno-bio divenne vescovo della propria città a causa della santità della sua vita e della sua scienza teologica. A somiglianza dei medici egli guariva tutte le malattie, ma col solo nome di Cristo. Al momento della persecu-zione di Diocleziano, venne arresta-to e tradotto dinanzi al governatore Lisia. Dopo essere stato condannato a diversi supplizi che ogni volta lo lasciavano indenne, egli fu alla fine decapitato. Sua sorella Zenobia si consegnò spontaneamente ai per-secutori e fu compagna al fratello nelle torture e nel supplizio finale. I Sinassari bizantini commemorano Zenobio e Zenobia al 30 ottobre e la notizia loro dedicata è soltanto un sunto della passio. Il culto dei due fratelli si diffuse fino a Costantino-poli. Sebbene Baronio, giustificando l’introduzione dei due martiri allo stesso 30 ottobre nella revisione del Martirologio Romano, abbia affer-mato che Zenobio vescovo di Egea era ben diverso dall’omonimo sacer-dote e medico di Sidone, martire di Antiochia , gli agiografi moderni sa-rebbero indotti invece a identificarli. Per H. Delehaye il culto del marire di Antiochia in Cilicia avrebbe dato luo-go a quello del vescovo « guaritore » omonimo di Egea. Inoltre, la coppia Zenobio e Zenobia potrebbe essere, per lo studioso bollandista, una crea-zione sul tipo del due martiri Cosma e Damiano.

UOMINI E DONNE NEI PIÙ DIVERSI E LONTANI ANGOLI DEL MONDO

Proclamati sette santi

“Mi congratulo vivamente con il padre Daley e il prof. Brague, che con la loro personalità illustra-no questa iniziativa nella sua seconda edizione. E

intendo ‘personalità’ in senso pieno: il profilo della ricerca e di tutto il lavoro scientifico; il prezioso servizio dell’insegna-mento, che entrambi svolgono da lunghi anni; ma anche il loro essere, naturalmente in modi diversi – uno è un gesui-ta, l’altro un laico sposato – impegnati nella Chiesa, attivi nell’offrire il loro contributo qualificato alla presenza della Chiesa nel mondo di oggi”. Così Benedetto XVI in occasione della consegna, nella Sala Clementina, del Premio Ratzinger 2012 al filosofo e storico francese Rémi Brague e al teologo statunitense Brian Daley.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Consegnato Premio Ratzinger a Brague e Daley

Tre uomini e quattro donne che Benedetto XVI ha proclamato santi e sante domenica21 ottobre. Le loro provenienze esprimono l’universalità

della Chiesa e nell’Anno della fede le loro diverse testimonianze assumono un significato particolare e si inseriscono nel cammino tracciato dal Papa con la lettera “Porta fidei”. Giovanni Battista Piamarta (1841-1913) – È il santo e il padre degli “artigianelli”, dei ragazzi tolti dalla strada e avviati allo studio, al lavoro, alla formazione professionale e cristiana, fino a crearsi una famiglia e un futuro. Oggi gli istituti degli “Artigianelli” sono diffusi in Italia, in provincia di Brescia, e in Brasile, Cile, Angola e Mozambico. Marianna (Barbara) Cope (1838-1918) – È la santa dei lebbrosi delle Hawaii. Nata a Heppenheim in Germania entra a 24 anni nell’istituto delle Suore del Terz’ordine francescano di Syracuse, dedicandosi all’apostolato, all’educazione dei figli degli emigrati tedeschi e all’assistenza degli infermi. Nel 1883 per aiutare padre Damiano de Veuster (santo dal 2009) nell’assistenza ai lebbrosi nell’isola di Molikai. Con sei consorelle si reca sull’isola, ristruttura il lebbrosario, riorganizza i servizi di assistenza e fonda due case per l’accoglienza dei figli dei lebbrosi. Nel frattempo padre Damiano muore, ucciso dalla lebbra. Lei ne raccoglie il testimone proseguendone l’opera per trenta anni fino alla morte.

Giacomo Berthieu (1838-1896) – Amico sincero del Madagascar e del popolo malgascio, fino al martirio. Sacerdote dei gesuiti nato in Francia a Polminhac (è il 51° santo della Compagnia di Gesù). Per oltre venti anni si prodiga nell’assistenza spirituale e materiale a quelle popolazioni. Catturato da una banda di insorti pagani, fu sottoposto a vessazioni e torture di ogni genere da chi pretendeva che rinnegasse la sua fede cristiana. Il martirio ebbe fine con la fucilazione nel villaggio di Ambiatibe l’8 giugno 1896. Pietro Calungsod (1654-1672) – È il santo catechista-ragazzino delle Filippine, martire della fede a poco più di diciassette anni. Nella missione dei Gesuiti diventa catechista. Nell’isola di Guam impianta una missione sotto la guida del padre gesuita Diego Luis de San Vitores (proclamato beato nel 1985). il giovane catechista muore nel villaggio di Tomhom per mano di indigeni inferociti. Pietro poteva fuggire, ma si parò davanti al suo superiore per difenderlo, una freccia lo colpì e stramazzò al suolo. Furono finiti entrambi con un colpo alla testa. Maria Carmen Sallés y Barangueras (1848-1911) – Conosciuta come Maria del Monte Carmelo. Spagnola, nata a Vich (Barcellona). Diede vita a un istituto per la formazione delle giovani donne sul modello di Maria. Il 15 ottobre 1892, fonda la congregazione Religiose Concezioniste missionarie dell’insegnamento.

In Spagna aprì 13 scuole gestite da altrettante comunità di suore. Muore a Madrid. Caterina Tekakwitha (1656-1680) – È la santa dei pellerossa. È vissuta nella regione che oggi è lo stato di New York in Canada. Rimane orfana a quattro anni a causa di un’epidemia di vaiolo che colpi anche lei. Adottata dagli zii riceve il battesimo a venti anni, il giorno di Pasqua 1676. Subisce incomprensioni dai parenti e dalla tribù per la sua fede cristiana. Si rifugia nella missione dei gesuiti di Sault St. Louis in Canada. Qui spende tutte le sue energie nel lavoro e nella preghiera, facendo catechismo ai fanciulli e assistendo gli anziani e i malati. Muore ad appena ventiquattro anni già in fama di santità. Anna Schäffer (1882-1925) – È la santa della speranza dell’accettazione del dolore dopo la ribellione. Figlia Baviera, il suo sogno è diventare suora missionaria.. Dopo la morte del padre rimane sola con cinque fratelli più piccoli. Poi un incidente sul lavoro la rende invalida per sempre. Anna si ribella, sente quasi avversione a Dio che ha voluto così. Grazie all’aiuto del suo parroco matura in lei un senso convinto di accettazione e serenità per la nuova situazione. Dal suo letto di dolore sarà la “missionaria” che desiderava, testimonianza di fede incrollabile. Muore il 10 ottobre 1925 già in concetto di santità..

Agenzia Sir © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Socio Politico 28 ottobre 2012 3

C’è tutto, nel compatto documento di Todi 2, un anno dopo la prima iniziativa convergente delle associazioni cattoliche impegnate nel

sociale. C’è la constatazione della grave crisi in corso, che non è solo economica, ma politica e morale. C’è l’esperienza del governo Monti e la necessità di non disperderla, ma di rilanciarla ridando centralità al lavoro, all’imprenditorialità, alla crescita, ad un nuovo welfare. C’è il tema delle riforme istituzionali strutturali e della riforma elettorale. Ci sono i valori della vita, della famiglia e dell’educazione. C’è l’ispirazione cristiana declinata in senso non confessionale e messa a disposizione di tutti. C’è l’esigenza di onestà, rigore morale e sobrietà, prima di tutto per la classe politica, di cui si afferma la necessità di reale rinnovamento. Infine c’è il vero nodo. Viene affermata la necessità di “un percorso che consenta, entro i prossimi appuntamenti elettorali, di generare proposte nuove tanto nel contenitore quanto nei contenuti”. È il punto, e la sfida. È un documento sintetico e

completo, ben scritto, non retorico. 683 parole, compresa la data, per poco più di 4.000 battute, al netto degli spazi: la lunghezza giusta. È un documento forte ed equilibrato: difficile non convenire. Posta questa solida base tuttavia cominciano le incognite. Due su tutte. Il vero punto e la vera sfida è che questi nuovi contenitori per nuovi contenuti si manifestino: è la differenza tra la cultura e la politica: occorre “mettere la faccia”, individuale o collettiva. E in fretta, se nel documento la scadenza è fissata per i prossimi appuntamenti elettorali, cioè entro aprile 2013. Anche perché si parla di contenitori al plurale: se ne prefigurano due, in un sistema bipolare, oppure di più? Molto dipenderà dalla legge elettorale, che viaggia a fari spenti in attesa di input politici. Forse qualche segnale verrà dai risultati delle imminenti elezioni siciliane: l’Isola infatti è sempre stata un laboratorio molto interessante. In ogni caso il tempo stringe, tanto più se si resterà in un ambito maggioritario, come sembra nell’interesse dell’alleanza Pd-Sel. D’altra

parte non ci muoviamo nel vuoto, ma in un terreno ingombro, anche di macerie e detriti, oltre che di molte, moltissime aspirazioni ed auto-candidature. Ecco allora il secondo punto. Queste nuove proposte devono sapere parlare alla testa, ma anche al cuore ed alla pancia degli elettori. Allo stato attuale, un buon terzo degli italiani è tentato dal voto di protesta puro e semplice, costi quel che costi. Perché è stanco dei soliti noti, non si fida e perché è molto, ma molto deluso e adirato, a costo di fare, sbagliando, di tutti i politici e gli amministratori tanti Batman in salsa ciociara. Todi 2 insomma, come già accadde un anno fa, afferma con chiarezza delle esigenze. Allora era per la discontinuità, che si è prodotta. Ora per trarne le conseguenze ed andare verso una nuova offerta, il terzo sistema politico nella ormai lunga storia della Repubblica, ancora avvolto nelle speranze e nelle incognite.

Francesco Bonini

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L’approvazione da parte del Senato del disegno di legge anticorruzione è un primo segnale che va colto:

la stessa politica prova ad assumere contromisure rispetto al malaffare che ne mina la credibilità e la capacità di agire a favore dei cittadini. Ma una legge da sola non basta. Serve ben altro: vigilanza e capacità di reazione di fronte alla “corruzione dilagante” e “alle infiltrazioni mafiose” nel sistema politico; presa di coscienza del dovere civico di partecipare alla costruzione del bene comune; impegno prioritario dei cristiani sul versante della formazione per un competente servizio alla “polis”. È quanto sostiene mons. Luca Bressan, vicario episcopale per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale della diocesi di Milano, in un articolo che appare in prima pagina il 21 ottobre sull’inserto “Milano 7” di “Avvenire”.

La normativa che ha avuto il via libera a Palazzo Madama va colta, sostiene Bressan, come “un avvenimento che merita di essere evidenziato, inserito come è in un contesto politico che ormai da mesi trasmette segnali di malessere e fatica ad assumere comportamenti adeguati alla crisi”, non soltanto economica “ma espressione di un più ampio travaglio culturale”, con la quale si stanno misurando l’Italia e l’Europa intera. Alla politica si chiede uno scatto di orgoglio e di responsabilità, una reale “volontà di rinnovamento”, ritrovando “la sua vocazione originaria: essere lo

strumento che permette, attraverso il buon governo, la custodia e la difesa del bene comune, e soprattutto la tutela dei diritti dei più deboli”. Ma non è solo il “palazzo” che deve muoversi e le regole anticorruzione da sé non sono sufficienti per edificare la “città”. È necessario, ricorda il sacerdote ambrosiano, ritrovare “la capacità e la volontà da parte di ognuno di interessarsi del bene di tutti, collaborando in modo diffuso e gratuito alla costruzione di un’azione politica” che sia “il frutto della società nel suo insieme”. Su questa strada vanno

coltivati e alimentati quei “valori essenziali della persona umana” che costituiscono “il collante del nostro vivere insieme”. Mons. Bressan, rifacendosi al magistero ecclesiale, richiama quindi il dovere della Chiesa ambrosiana – ma la riflessione va oltre questi confini - a rinnovare il proprio “sforzo educativo”. “Ogni cristiano, in un momento così delicato – afferma -, deve essere educato a sentire in un modo ancora più forte la responsabilità che porta verso tutti gli uomini, suoi fratelli, nella costruzione con loro del tessuto sociale, e nella custodia del bene comune”. Dunque vigilanza, valori, partecipazione, formazione. I processi politici richiedono tempo, competenza e “dono di sé”: la strada è lunga, ma va doverosamente percorsa.

Agenzia Sir© RIPRODUZIONE RISERVATA

Edificare la cittàè compito di tutti

Todi 2 - Generare entro breve tempo proposte nuove

Poi, alla fine, la differenza la fanno gli imprenditori. Ci può essere un governo assai decisionista in tema di ripresa economica; decreti e

disegni legge possono inondare le aule parlamentari e la vita reale; convegni ed economisti possono indicare tutte le strade possibili, ma appunto adesso tocca agli imprenditori italiani. È il mondo dell’imprenditoria che ora deve fare la sua parte, anche perché non può restare a metà del guado. Chi lo fa, affonda. È vero: fare impresa in Italia non è certo facile. Troppe leggi e pure confuse, una giustizia civile indegna, costo dell’energia e del denaro superiore ai diretti concorrenti, alcuni territori in mano alle mafie e chi più ne ha… Però non dimentichiamo che l’Italia è la seconda economia industriale d’Europa dopo la Germania; almeno al Nord i suoi numeri sono da record mondiale; produce beni e servizi esportati in ogni dove. Qui sta il punto. Ad oggi il mondo economico, quello specifico dell’impresa, appare spaccato in due, tra chi lavora con l’estero e sta sfruttando bene la chance della globalizzazione dei mercati; e chi soffre perché il suo unico mercato è l’Italia, Paese con i consumi più gelidi di un freezer. Almeno così la vulgata. Ma a guardare bene, non è solo una questione di mercati di riferimento. Il nocciolo sta nel prodotto: se è buono, nuovo, interessante per il consumatore, al giusto prezzo, questi si affermerà a Benevento come a Tokyo. E allora tocca partire proprio dal cuore della questione: quanto gli imprenditori italiani sono abili, coraggiosi e intraprendenti; e quanti tirano a campare scaricando tutta la competitività sul costo del personale (leggi: licenziamenti, peggioramento o sfruttamento delle condizioni dei lavoratori) o cercando mammelle pubbliche dalle quali nutrirsi? La questione è diventata palese nei giorni scorsi. Confindustria ha pubblicamente dichiarato: caro Monti, taglia pure le decine di miliardi di euro che lo Stato passa alle aziende tramite sgravi, facilitazioni, contributi vari. Tanto sono spesso inutili. Parole dette mentre il governo s’apprestava - ahinoi - a tagliare deduzioni e detrazioni agli italiani. È vero. Le analisi economiche dicono che il denaro che dallo Stato giunge alle imprese, solo in minima parte è fertile. Il resto è pioggia che cade nel deserto. Ma è anche la poca acqua che disseta una

miriade di aziende altrimenti destinate a chiudere i battenti o a essere meno competitive. È anche questo lo Stato “assistenzialista”: quello che ha beneficato per anni un primario gruppo nazionale come la Fiat con stabilimenti gratuiti o incentivi alle rottamazioni, temendo ricadute occupazionali o addirittura la perdita della principale realtà industriale italiana. Ha funzionato? Proprio il caso Fiat dice che no, non è questa la strada giusta. L’azienda torinese ha trovato la salvezza con altre strade, ma non con quella dell’innovazione di prodotto. Tra qualche anno Fiat in Italia non ci sarà più, e forse

non ci saranno nemmeno più auto Fiat, così come non ci sono più da tempo la chimica e la siderurgia di Stato, e come tra un po’ non ci saranno più tutte quelle aziende che prosperano sotto l’ombrello di una spesa pubblica incontrollata e “generosa”. C’è invece un’Italia che investe, che propone nuovi prodotti o servizi, che cerca nuovi mercati. Un’Italia dinamica, spesso all’avanguardia mondiale, fatta non solo di vestiti chic e di vini pregiati, ma pure di macchine per i processi industriali, di brevetti farmaceutici, di cantieristica al top. Il problema casomai è questo: fare

sistema, usare il marchio Italia come rompighiaccio, aiutare le piccole e medie aziende italiane di successo a diventare grandi. Perché pochissime lo sono, e ai giochi dei grandi si può partecipare solo se si diventa grandi. Il governo Monti - e in particolare il ministro Passera - queste cose le sa bene e sta lavorando alacremente proprio su questo fronte. Peccato che la sabbia nella sua clessidra sia ormai al termine, ma la strada è tracciata per futuri leader politici di buona volontà. E lungimiranza.

Nicola Salvagnin© RIPRODUZIONE RISERVATA

RIPRESA ECONOMICA NUOVI PRODOTTI E NUOVI MERCATI

C’è un’Italia che investe

Page 4: «Il Nuovo Amico» n. 37 del 28 ottobre 2012

28 ottobre 20124 Socio culturale amicoil nuovo• •

È arrivata all’XI edizione la Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico che si celebra il 27 ottobre ma che vedrà impegnati fino a

novembre associazioni, gruppi, chiese e in alcuni casi anche sindaci e istituzioni con eventi e tavole rotonde sul tema scelta quest’anno “Islam, cristianesimo, Costituzione: cristiani e musulmani a confronto con la laicità dello Stato”. Maria Chiara Biagioni per il Sir ha chiesto a Paolo Naso, coordinatore della Commissione studi della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), politologo e profondo conoscitore del mondo islamico in Italia, una riflessione sull’appuntamento.

Perché il tema della Giornata quest’anno chiama in causa la Costituzione?

L’obiettivo primario della Giornata era quello di abbattere il muro del pregiudizio e delle reciproca incomprensione. Dobbiamo ricordare che la Giornata nasce all’indomani dell’11 settembre. Negli anni questo percorso di conoscenza ha dato buoni frutti. Ora il problema è quello di cercare di fare delle cose insieme e di farle come credenti di diverse tradizioni.

Si sono individuate le sfide su cui lavo-rare?

Invocare la Costituzione significa anche richiamare il fatto che tutti - italiani e immigrati, comunità di maggioranza e comunità di minoranza - troviamo nella Costituzione il quadro di riferimento e la cornice entro la quale stipulare un patto di convivenza che deve legare le diverse componenti culturali e religiose della società italiana. E quindi lavorare per la costruzione della nuova Italia che sta nascendo. La Costituzione è lo strumento che permette oggi all’Italia di riconoscersi per quello che è e cioè un Paese pluralista anche dal punto di vista religioso. Va detto però con onestà che stiamo vivendo un periodo di grandi opportunità. E lo dimostra il fatto che negli ultimi mesi c’è stata un incredibile e positiva accelerazione di alcuni percorsi legislativi che hanno portato alla accettazione di tre intese con comunità di fede - i mormoni, la Chiesa apostolica e gli ortodossi - che aspettavano da molti anni.

Negli ultimi tempi, l’Islam è tornato a

far paura. Cosa dire di fronte agli attac-chi alle comunità cristiane in Nigeria o alla ambasciata Usa in Libia?

L’ultima ondata di violenza getta effettivamente un’ombra molto grave però credo che anche l’opinione pubblica forse ha oggi qualche strumento rispetto al passato in più per distinguere tra Islam e radicalismo islamico e soprattutto tra radicalismo islamico e azione politica nel nome dell’Islam. Quello che per esempio sta succedendo in Nigeria non si può assolutamente leggere come uno scontro religioso tra carnefici musulmani e vittime cristiane. È in atto nel Paese uno scontro politico ed una conseguente strumentalizzazione ideologica del fatto religioso per una azione politica molto chiara volta a creare nuovi equilibri nel Paese. Credere il contrario è una lettura goffa, non accreditata anche a livello internazionale.

Prendiamo allora l’attentato di Tolosa: l’autore era un bravo ragazzo di origini marocchine nato e cresciuto in Francia. Anche in Italia si rischia il radicalismo?

L’islam italiano è un islam moderato, in grado di dialogare, di collocarsi all’interno del nostro patto costituzionale nel quadro dei diritti e doveri di

cittadinanza. Il problema è che questa grande opportunità, dobbiamo giocarcela con convinzione, sapendo che l’integralismo, il fondamentalismo e perfino la violenza nascono in ambienti di degrado ed emarginazione. Un compito di responsabilità importante ricade oggi anche sulle religioni, perché tutte le religioni non possono dirsi esenti dall’avere e provocare esplosioni

di violenza. Ne abbiamo avuto prova anche nella nostra civilissima Europa: attenzione dunque perché laddove c’è emarginazione e discriminazione, è facile che possa fare breccia una propaganda settaria e identitaria. L’Italia, sono sicuro, ha però tutti gli strumenti necessari per scongiurare questo pericolo.

a cura di Chiara Biagioni© RIPRODUZIONE RISERVATA

A PROPOSITO DELLA GIORNATA DEL DIALOGO Intervista al politologo Paolo Naso

Islam, CristianesimoCostituzione e Statoa confronto sulla laicità

SCUOLA - NELLO SPAZIO ON LINE APERTO DAL MINISTRO

Intervengono gli insegnantiContinua il dibattito sulla decisione del governo di

aumentare l’orario di cattedra dei docenti delle scuole secondarie, da 18 a 24 ore, “in cambio” di

15 giorni di ferie in più. Continua e registra ogni giorno di più le contestazioni non solo da parte del mondo della scuola, ma ora anche di qualche partito che annuncia di non poter votare la legge di stabilità se contiene norme come quelle sull’orario degli insegnanti.In effetti quello del governo Monti è un vero passo falso, indipendentemente da come andrà a finire. Come è già stato rilevato, la norma sugli insegnanti è certo dettata dalla necessità di tagli alla spesa, ma denuncia una considerazione della scuola e del corpo docente davvero scarsa. Alimenta il mito che gli insegnanti lavorino troppo poco, facendo naturalmente di tutte le erbe un fascio, e di fatto tratta la scuola, che è un settore decisivo per lo sviluppo e la civiltà di un Paese, come un’accozzaglia di rami secchi, da potare.Non si fa così. Se poi chi è attento al mondo scolastico scopre la campagna appena avviata dal ministro Profumo con video online e spazio-blog sulla scuola, allora rimane sconcertato due volte (questo il link: http://www.portaascuolaituoisogni.it). “Porta a scuola i tuoi sogni”, chiede il ministro al popolo della scuola e non solo. Lo fa con un video melenso in cui si passa da lavagna e gessetto alle nuove tecnologie e nel quale si parla di studio come amore (con un testimonial di eccezione come il cantautore-professore Roberto Vecchioni) e con un invito a studenti, insegnanti e a tutto il personale, “per raccontare le suggestioni sulla scuola”. Un invito a intervenire in quello che immagina come uno spazio aperto al confronto e all’ascolto, “uno spazio per le idee e, perché no, per i sogni”. Promettendo naturalmente di fare tesoro di quanto potrà leggere e

augurandosi che “il discorso sulla scuola torni a essere il centro del discorso sul futuro del Paese”.Ma se il ministro ascoltasse davvero quello che gli scrivono diversi insegnanti che hanno preso la parola sullo spazio virtuale, soprattutto dopo la questione-orario, dovrebbe dimettersi. Certo, governare la scuola è questione complessa e rifugge dalle semplificazioni banali, però un ascolto autentico del mondo della scuola e degli insegnanti in particolare, chiederebbe ben altre determinazioni da parte di chi sta a Viale Trastevere. Sono belle le testimonianze che raccoglie internet e per certi versi molto rappresentative della passione e anche della delusione di chi a scuola entra tutte le mattine. Ecco, tra tantissime altre, alcune parole di una docente di una scuola superiore di Torino, che ha visto e ascoltato il video proposto dal ministro: “Belle le parole, bello il messaggio di speranza, bella l’idea di abbinare allo studio e alla scuola il concetto di amore. Ma questa carica emotiva è stata soffocata immediatamente da un forte senso di contraddizione. Come è possibile dire ‘cerchiamo con tutte le forze di cambiare quello che non va’, quando è proprio sulla scuola che si cerca sempre di risparmiare riducendo all’osso quelle risorse, economiche e non, già molto esigue?”.Questo è un nodo decisivo. Alla scuola affidiamo compiti alti, ci mettiamo passione, anche poesia, ma la prosa quotidiana è fatta di poche risorse, di scarsa considerazione sociale, di stipendi bassi, di burocrazia che avanza e chi più ne ha più ne metta. Non è questa la strada per far amare la scuola ai nostri giovani che dovrebbero uscirne amando - usiamolo il termine, anche qui si gioca l’educazione - di più se stessi, il Paese, la vita.

Alberto Campoleoni© RIPRODUZIONE RISERVATA

Editrice La Scuola, Brescia 2011. euro 9,50

LIBRO-INTERVISTA A MONS. CAPOVILLA A CURA DI ERNESTO PREZIOSI

Ricordi dal ConcilioL’intervista a mons.

Loris Capovilla – che, come se-

gretario, fu accanto a Giovanni XXIII negli anni del patriarcato a Venezia e nel breve pontificato, – ripercor-re alcuni aspetti del Concilio Vaticano II che, indetto nel 1959 ad appena tre mesi dall’elezione al ponti-ficato e celebrato dal 1962 al 1965, ha pro-fondamente modifi-cato la Chiesa e il suo rapporto con il mondo contemporaneo. Rivi-vono qui le attese di una generazione e al-cuni aspetti ed episodi della vita di un grande papa e soprattutto ci viene restituito il clima di una stagio-ne tra le più feconde della storia contemporanea.

Ernesto Preziosi, direttore delle Pubbliche relazioni del-l’istituto Giuseppe Toniolo e autore di saggi di storia con-temporanea, è presidente del Centro Studi Storici e Sociali (Censes). Ha curato per l’editrice Rubbettino il volume Storia dell’Azione Cattolica: la presenza nella Chiesa e nella società (2008).

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28 ottobre 2012 5Specialeamicoil nuovo• •

MoviMento per la vita e il” priMo valore coMune”

La legge 194 in ParlamentoDue riformelegislative“È certo che le Ivg (interruzioni

volontarie di gravidanza, ndr) registrate sono molto diminuite a partire dal 1983. Il calo è meno

sicuro, invece, se il termine di confronto iniziale è posto prima dell’entrata in vigore della legge 194”. Lo si legge nel VII Rapporto al Parlamento sull’attuazione della legge 194, presentato oggi in conferenza stampa alla Camera, a Roma, dal Movimento per la vita. Il Rapporto vuole integrare la fotografia fatta dal ministero della Salute sulla legge 194 nella relazione dell’8 ottobre, ne evidenzia le manchevolezze e propone alcuni correttivi per le relazioni sull’applicazione della legge 194 che saranno presentate in futuro.Dati a confronto. “Il ministro, senza citare alcuna fonte - si legge nel Rapporto -, suppone che la clandestinità, prima della legge 194, fosse misurabile in una cifra tra 220 e 500mila l’anno”, ma per il Mpv, che si rifà a uno studio di Bernardo Colombo, ordinario di statistica all’università di Padova “l’abortività volontaria nel 1976 poteva collocarsi tra 100 e 200mila unità l’anno, ma era più ragionevole immaginare una cifra inferiore a 100mila piuttosto che una cifra troppo vicina a 200mila”. Inoltre bisogna considerare che negli anni ’80 non c’era la pillola del giorno dopo (se ne vendono circa 380mila confezioni all’anno, procurando la morte di 70mila concepiti

secondo l’Associazione dei ginecologi e ostetrici cattolici); è diminuito il numero delle donne feconde in Italia, è aumentato il numero degli aborti spontanei (che spesso nascondono aborti clandestini). Azione educativa. Partendo dalla relazione del ministero e dal suo riferimento al documento del Centro nazionale di bioetica sull’“aiuto alle donne in gravidanza e depressione post-partum”, il Rapporto prosegue evidenziando che “una crescente azione educativa, informativa e culturale, particolarmente centrata sul valore del figlio, può realizzare una efficace prevenzione dell’aborto e quindi ridurre la espansione”. In questo senso, il documento del Mpv ricorda che “esiste una azione educativa diffusa e forte dovuta al volontariato organizzato in Centri e movimenti per la vita e prima ancora all’incessante magistero e all’azione pastorale della Chiesa sul tema della vita umana che, alla lunga, non può non aver prodotto un effetto benefico”. Perciò, se diminuzione complessiva degli aborti vi è stata, nonostante i dubbi che restano, “essa non è stata causata dalla legge, quanto, piuttosto, dall’azione assistenziale, educativa e culturale al servizio della vita e della maternità svolta in vario modo nella società civile”.Alcuni suggerimenti. Il Rapporto propone, poi, alcuni suggerimenti per la prossima

relazione ministeriale. Innanzitutto, “se l’obiettivo principale dei consultori è quello di evitare l’Ivg applicando pienamente l’art. 2 della legge 194, sarebbe assai importante documentare i casi in cui l’intervento consultoriale ha mutato in scelta di accoglienza della vita una manifestata intenzione di aborto”. Sarebbe auspicabile, poi, “riportare nella relazione ministeriale anche le notizie ricavabili dall’attività del volontariato pro-life”. Ad esempio, nel 2010 sono nati anche per l’aiuto del volontariato dei Centri di aiuto alla vita 10.070 bambini e nel 2011 10.078. A proposito di adozione come alternativa all’aborto, per il Mpv la relazione ministeriale dovrebbe fornire dati sul numero dei neonati partoriti in anonimato. Due riforme. Non solo: il Movimento per la vita approfitta della relazione ministeriale per riproporre, ancora una volta, due riforme legislative. “Una proposta legislativa sull’aborto per suscitare impegno deve contemporaneamente essere d’alto profilo ed avere una qualche possibilità di essere accolta - chiarisce il Rapporto -. Nella situazione culturale e politica attuale sembra opportuno concentrare lo sforzo su due proposte: la modifica dell’art.1 del c.c. per riconoscere la capacità giuridica ad ogni essere umano fin dal concepimento e la riforma dei consultori familiari in

rapporto all’interruzione volontaria della gravidanza”. La prima non tocca la legge 194, ma è diretta ad incidere fortemente sulla sua applicazione; la seconda riguarda la legge 405/75, istitutiva dei consultori familiari, ma esige una significativa revisione anche degli artt. 4, 5, 8 della legge 194. Per quanto riguarda la prima riforma, sottolinea il Movimento per la vita, “senza il riconoscimento della piena umanità dei concepiti è debole la controspinta rispetto all’aborto e le stesse misure di sostegno economico e sociale a favore della maternità sono poco sospinte”. Perciò il Rapporto riporta le parole del card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei: “Ogni valore, necessario per il bene della persona e della società - come il lavoro, la casa, la salute, l’inclusione sociale, la sicurezza, le diverse provvidenze, la pace, l’ambiente - germoglia e prende linfa dai valori non negoziabili, il primo dei quali è la vita”. La seconda riforma per un verso dovrebbe definire la funzione consultoriale “come esclusivamente diretta a proteggere la vita e la maternità” e quindi non comprendere il potere di autorizzare l’aborto e, per altro verso, dovrebbe rendere “obbligatorio il ‘passaggio’ attraverso il consultorio della donna che è orientata ad abortire”.

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DeDicato al MaeStro Della Bioetica elio SGreccia Da ScienZa&vita

Ispirato alla dignità della persona

Nella splendida cornice del Salone dei Piceni a Roma, lo scorso 19 ottobre è stato presentato il

volume “Vita, ragione, dialogo. Scritti in onore di Elio Sgreccia” che l’Associazione Scienza&Vita ha voluto dedicare al’indiscusso maestro della bioetica personalista, pubblicato per i tipi di Cantagalli. È stato un momento di festa, di famiglia – come sottolineato dallo stesso card. Sgreccia nel suo breve intervento conclusivo – che ha visto insieme allievi, colleghi e studiosi a rendere omaggio alla produzione scientifica e culturale di cui lo stesso Sgreccia è stato ed è indiscusso protagonista. La presentazione del volume, lasciata alla conduzione brillante ed appassionata del presidente di Scienza&Vita Lucio Romano, ha visto in successione gli interventi di Luciano Eusebi, Giovanni Fornero e Paola Ricci Sindoni. Eusebi, ordinario di Diritto Penale all’Università Cattolica, ha proposto una riflessione sul significato di laicità, confrontandolo con l’opera di Sgreccia, riaffermandone i contenuti e i fondamenti

razionali. Fornero, storiografo della filosofia ed allievo di Nicola Abbagnano (continuatore dell’opera del maestro tuttora tra le più adottate nei licei italiani), è tornato sulla questione relativa alla “distinzione” tra bioetica laica e bioetica cattolica, secondo una terminologia pur controversa ma ormai entrata nel linguaggio comune. Nei confronti di Sgreccia Fornero mostra ormai da anni una ammirazione ed una attenzione che, talvolta, nemmeno coloro che condividono la “provenienza” culturale ed ecclesiale riescono ad esprimere; pur partendo infatti da posizioni certamente distinte e distanti, Fornero non ha remore nel qualificarlo come “il maggior bioeticista cattolico e lo studioso che interpreta in maniera più coerente la posizione del cattolicesimo sulla bioetica”, e di attribuire al Manuale di Bioetica di Sgreccia la qualifica di

“cattedrale” della bioetica!Ricci Sindoni, con squisita sensibilità femminile, ha proposto alla assemblea una lettura dell’opera e del lavoro di Sgreccia, anche attraverso la comune partecipazione per diversi anni al

Comitato Nazionale per la Bioetica; ne ha ricordato la capacità di ascolto dell’altro e delle sue ragioni, mantenendo la aderenza ai propri convincimenti ma dimostrando la disponibilità al confronto e al dialogo, ed ha precisato che proprio in virtù della profondità del ragionamento filosofico ed antropologico “Sgreccia non è solo interprete del Magistero, egli stesso è magistero”!Il cardinale Sgreccia, concludendo l’incontro, ha ringraziato tutti per l’omaggio “non a me, ma ad un pensiero”, ed ha precisato: “leggendo questo volume imparerò cose interessanti e ancora utili per me”. Ha poi ricordato ai presenti

due obiettivi fondamentali che restano sullo sfondo dell’impegno di ciascuno: anzitutto “far conoscere a tutti le istanze più rilevanti della bioetica, quelle che hanno un peso nella vita concreta delle famiglie”; in secondo luogo “sostenere la preparazione scientifica e spirituale delle persone che intendono portare avanti l’impostazione della bioetica che si ispira alla dignità della persona”. Ha poi concluso, rivolto ai presenti ed anche agli assenti: “Migliorate sempre, senza tatticismi, l’opera fin qui svolta, con impegno assiduo e coerenza della testimonianza”.

Emanuela Lulli e Paolo Marchionni© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 6: «Il Nuovo Amico» n. 37 del 28 ottobre 2012

28 ottobre 20126 Regione PRovincia

GIORGIO GIRELLI INTERVIENE SU CONSERVATORIO E FONDAZIONE ROSSINI

La musica è il petrolio del territorio pesarese di Giorgio Girelli*

Se Pesaro e la musica vanno a braccetto, debbono inte-ragire fruttuosamente. Con efficace chiarezza il sindaco

Luca Ceriscioli ha sintetizzato, nel corso di un recente incontro con esponenti di un Club di promo-zione sociale, la strategia della sua amministrazione in tema di valo-rizzazione del patrimonio musica-le locale: la probabile destinazione museale del complesso San Dome-nico, un collegamento sinergico di Palazzo Ricci (e dell’attigua area verde) con la sede del conservatorio Rossini, la “rimessa in moto delle risorse statali per l’edilizia scolasti-ca e universitaria” a sostegno del Conservatorio modificando la vi-gente convenzione tra Stato ed Enti locali annessa al decreto che ha di-sciplinato nel 1940 la statizzazione dell’allora liceo musicale comunale. Verrebbe così liberata la Fondazio-ne Rossini, ora tenuta alla manuten-zione di Palazzo Olivieri, da oneri che non può sostenere. Insomma si tratta di eliminare “un tappo”, dice il Sindaco, che ormai da troppi anni blocca la situazione: ne è svantag-giato il conservatorio, che non può fruire dei fondi per l’edilizia uni-versitaria poiché, a diritto vigente, deve far conto solo sulla Fondazio-ne Rossini. Ne risulta danneggiata pure la Fondazione Rossini che è tenuta a prestazioni impossibili non essendo più disponibile l’ormai esaurito ingente lascito del Maestro su cui venne fondato l’Istituto mu-sicale. Né sembra opportuno che

la Fondazione, di fatto evolutasi in prestigioso istituto di studi filologi-ci (ad essa si deve la restituzione al mondo delle edizioni critiche delle opere di Rossini), sia distratta da gravosi compiti logistici.

PROGETTI PER I PALAZZI OLIVIERI E RICCI - La musica dunque – ne è convincente testi-monianza il Rossini Opera Festival – non solo come pregevole momen-to culturale, ma “petrolio” del ter-ritorio pesarese, se avvedutamente gestito. Un gruppo politico vicino al sindaco, come si ricorderà, ha indicato il potenziamento del Con-servatorio quale punto program-matico prioritario per il comune. E proprio per quanto riguarda la

Scuola voluta da Gioachino Rossi-ni le prospettive enunciate da Ce-riscioli sono quanto mai felici. La utilizzazione, almeno parziale, di Palazzo Ricci (dove già peraltro il conservatorio dispone di qualche aula) è vitale per l’Istituto musica-le ora a corto di spazi, con i cor-si scaglionati nell’arco dell’intera giornata dalle otto del mattino alle venti di sera, senza una sala per i colloqui dei professori con i geni-tori né con aulette che consentano agli allievi di esercitarsi. Tempo addietro a me è capitato di trovare una ragazza che suonava il violino in un antibagno perché “non aveva altro posto dove andare”. Le cedetti subito il mio studio e andai ad oc-cuparmi d’altro. Poiché su questo

quadro si sta riflettendo da tem-po è utile ricordare che un paio di anni fa il Ministero della Istruzione aveva condiviso l’opportunità di fi-nanziarne la ristrutturazione, con riserva di uso quarantennale per il Conservatorio, di uno o due piani di Palazzo Ricci. Ma anche sul giar-dino che collega Palazzo Olivieri a Palazzo Ricci sono stati messi allo studio progetti per dare vita ad un auditorium all’aperto nonchè, nella parte confinante con via Giordani, ad una nuova struttura musicale, su cui l’architetto Marco Gaudenzi ha avanzato ipotesi interessanti. Pe-raltro circa due anni fa, proprio sul tema, un gruppo di lavoro (Gau-denzi, Giannola, Girelli e Marchi) istituito dal Conservatorio ebbe un paio di incontri con la Fondazione Cassa di Risparmio che non rifiutò l’idea di assecondare un progetto del genere.

ELIMINARE IL “TAPPO” DEL-LA CONVENZIONE - Dunque gli obiettivi indicati dal Sindaco go-dono di ampie convergenze. Come “rimettere allora in moto le risorse statali” (ed anche locali, con pro-getti che possano essere di interes-se di associazioni di categoria, della Camera di Commercio, ed altre entità)? Togliendo il “tappo” della attuale versione della convenzione, come sollecita Ceriscioli, ed ac-quisire i mezzi statali di cui adesso il Conservatorio non gode. E non ne gode perché mentre l’uso le-gale ed integrale della sua sede è

dello Stato, la nuda proprietà di Palazzo Olivieri nel 1940 venne riservata alla Fondazione Rossini per accollare all’ente locale – nella fattispecie appunto alla Fondazio-ne Rossini, proiezione del Comune, appositamente in quell’anno istitui-ta utilizzando la veste giuridica del cessato liceo musicale - le spese di manutenzione dell’edificio. Ecco al-lora che spostando sul primo anche la proprietà di Palazzo Olivieri (con vincolo per lo Stato di destinazio-ne perenne in favore della scuola musicale, come prudentemente sostiene il Sindaco), il Conserva-torio potrebbe giovarsi di risorse ministeriali ed europee finora pre-cluse, mentre la Fondazione Rossini sarebbe liberata da un ingombrante laccio che le crea solo problemi. D’altra parte l’idea non è neppure nuova perché una ventina di anni fa venne firmato un protocollo di intesa tra le varie autorità locali ed il Ministero per il passaggio alla Provincia (che godeva di trasferi-menti per la manutenzione delle scuole) del costoso Palazzo Olivieri. Il Conservatorio “Rossini” rientra ora nel settore della istruzione uni-versitaria: Stato e Regione debbono riservargli lo stesso trattamento di cui godono le istituzioni univer-sitarie di pari livello. Ecco perché l’eliminazione del “tappo” è vantag-giosa per tutti.

*Presidente Emerito del Conservatorio Statale

“G. Rossini” di Pesaro© riproduzione riservata

Da quando si è aperto il con-flitto tra Provincia di Pesaro e Urbino e Comune di Fano

circa la gestione dell’aeroporto fa-nese, il dibattito si è fatto serrato. Il Consigliere di minoranza del Con-siglio comunale, Luciano Benini, ha presentato un’interrogazione che potrebbe essere già discussa il 7 Novembre. Quasi una resa dei con-ti all’indomani della riunione della Commissione di Controllo e Ga-ranzia del Comune del 15 Ottobre presieduta dallo stesso Benini. In quella sede, presenti i soci della Fa-num Fortunae e il presidente della società, L.Ferri, molto è stato con-testato della gestione dell’aeroporto.

“Negato da Ferri che la Fanum For-tunae verrà commissariata -sostie-ne Benini- su altre questioni non c’è

chiarezza, come emerso da ultime notizie: la Fanum Fortunae ha im-pedito, più volte, che alcune società italiane e anche internazionali (te-desche) potessero gestire, a paga-mento, alcune attività aeroportuali. La Fanum Fortunae ha rifiutato, per esempio, un possibile introito di 24.000 euro derivanti dall’affitto di hangar e dalla gestione di alcuni servizi -da parte della società Polo Aviation-, preferendo spenderne circa 70.000 per retribuire nuove unità di personale per la funziona-lità dei medesimi servizi. E’ prevista

la spesa di circa 2 milioni e mezzo di euro pubblici (300mila erogati dal Comune di Fano, 300mila dal-la Camera di commercio di Pesaro e 1milione e 900mila dall’Enac) per l’asfaltatura della pista in erba che, per stessa ammissione di Fer-ri, non apporterebbe cambiamenti nel traffico gestito dall’aeroporto mentre basterebbero 65.000 euro per sistemare l’attuale pista in erba assicurando medesima funzionalità all’aeroscalo”. E l’hangaraggio pres-so l’aeroporto di circa 25/30 aerei?:

“non è vero: gli hangaraggi ammon-

tano a 5/6. Ciò mortifica gli introiti economici” e pone dubbi sullo sban-dierato ‘bilancio attivo’ della Fanum Fortunae. “Una gestione chiusa che –conclude il consigliere- penalizza lo sviluppo dell’aereoporto”. Tra gli operatori più esperti e di annosa conoscenza delle questioni che imbrigliano l’aeroscalo fanese, Ermanno Cavallini, presidente del-l’associazione culturale/sportiva “Il Gabbiano” operante nell’aviazione e nella protezione civile: “Sembra imminente –dice Cavallini, pilota e istruttore di volo- un cambiamen-

to ai vertici della Fanum Fortunae: magari si adottasse un metodo tra-sparente! La fortuna dell’aeroscalo fanese si farebbe se fosse declassato ad Aviosuperficie omologata dal-l’Enac, perché a minor presenza di lacciuoli burocratici vari, l’aviosu-perficie si aprirebbe a tutte le utenze con immediati vantaggi economici. Di pari passo la realizzazione di un Parco verde prospiciente: avrebbe funzione sinergica e risponderebbe alle attese dei residenti”.

Paolo Maria Rocco© riproduzione riservata

POCO CHIARA LA GESTIONE DI “FANUM FORTUNAE”. INTERROGAZIONE DI BENINI

Aeroporto di Fano verso il declassamento

pesaro – L’associazione noi come prima di pesa-ro, attiva da oltre vent’anni nella lotta contro i tu-mori e nel sostegno alle donne colpite da tumore al seno, con il contributo del Centro servizi per il volontariato Marche e la collaborazione della Lilt (Lega italiana lotta contro i tumori), sta portando avanti un percorso formativo con l’obiettivo di co-struire attorno al malato oncologico una rete di solidarietà e informazione, in cui il volontariato abbia un ruolo centrale. “La relazione d’aiuto: un dialogo psico-corporeo”, questo il titolo, è un cor-so gratuito di formazione rivolto a volontari nuovi, che possano incrementare le attività dell’associa-zione, sviluppando le loro competenze sulla rela-zione di aiuto, e al gruppo di volontari già attivi, per potenziarne le conoscenze e capacità relazio-nali, col fine ultimo di sensibilizzare le persone al tema e alla prevenzione.il programma prevede una serie di incontri, con-dotti dalla dott.ssa Marika Bertuccioli, psicologa psicoterapeuta, che si tengono ogni giovedì dalle ore 15 alle 17, presso il 2° Quartiere in Largo volon-tari del sangue n° 9 a pesaro. per info e adesioni contattare l’associazione noi come prima tel. 0721

424618 (lunedì e mercoledì dalle ore 15 alle 17). nei primi due incontri, sono stati presentati l’as-sociazione e gli argomenti del corso, a seguire, sa-ranno trattati i temi “La relazione di aiuto come dialogo psico-corporeo” (25 ottobre), “stare con sé per poter stare con l’altro” (8 novembre), “incon-trare, accogliere, relazionarsi all’altro” (15 novem-bre), “riconoscere e comprendere l’altro” (22 no-vembre), “L’essere insieme nella relazione di aiuto” (29 novembre).

Corso per volontari nella relazione di aiuto

Noi come prima onlus Pesaro L’associazione Noi come prima onlus, nata a Pesaro nel 1990 dall’impegno di alcune donne operate di tumore al seno, è formata da volon-tari e da tecnici che si adoperano con lo scopo di migliorare la qualità della vita delle persone colpite da carcinoma mammario e delle loro fa-miglie. Questo per superare insieme l’ansia e la paura della malattia, imparando a combatterla e riacquistare la fiducia in se stessi, per essere appunto “come prima” e, perché no, forse mi-gliori. Per info: www.noicomeprimapesaro.it

Tumore al seno

“SERENISSIMA”di Foglietta Giuliana

VERNICI e FERRAMENTAdal 1967 al servizio di una clientela

sempre più vastaVia Roma, 131 - Tel. 0721/490298

MONTECCHIO (PU)

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Regione PRovincia 28 ottobre 2012 7

Il sorriso

di Marina

Ciao amici…Voglio raccontarvi del bel-

lissimo sabato passato all’Oasi dell’Accoglienza

per il ventennale dell’associa-zione.Mi sono commossa, entusia-smata e divertita . Il tema del convegno era: “DONNE. DIGNITA’ CON-TRO VIOLENZA”. Ho ascol-tato attentamente e poi ho chiesto di poter intervenire. Beh!! Sono donna anch’io e ne sono orgogliosa, ma purtrop-po sottili violenze vengono fatte anche a donne invalide, però con la forza di Dio, la vo-lontà di vivere e l’attenzione verso gli altri si può superare l’emarginazione ed il dolore. Si, ne sono sempre più con-vinta, uniti si vince e l’amore copre ogni male. Non mollo e ringrazio chi mi è accanto con sincerità e amore. Scrivo a questo punto la fra-se che ho fatto stampare sul segnalibro che ho regalato ai partecipanti al Convegno Regionale della mia associa-zione A.I.S.A. ( Associazione Italiana Sindrome Atossiche) svoltosi a San Benedetto del Tronto il 6 ottobre 2012: “ Nell’istante in cui ho chinato il capo, Dio mi ha sollevato”Grazie a Maria Chiera, fon-datrice e presidente dell’Oasi dell’Accoglienza, e alla coor-dinatrice del convegno Ma-riapia Bonanate, giornalista e scrittrice che mi ha regalato il libro intitolato “IO SONO QUI” che sto leggendo….. veramente un li-bro di LUCE.Ringrazio anche i volontari dell’associazione Oasi, tra i quali è presente il mio carissi-mo amico Daniele.

Marina Talevi (v. presidente Aisa Marche)

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LE RELIGIOSE DELLA DIOCESI DI PESARO E FANO A FONTE AVELLANA

Ritiri annuali tra spiritualità e divertimento

Domenica 7 Ottobre, le religiose della Diocesi di Pesaro e Fano si sono recate a Fonte Avellana

per dare inizio, con una giornata di ritiro, al loro percorso forma-tivo spirituale di questo nuovo anno. Una quarantina di religio-se, appartenenti a diversi Ordini, sono state accolte, in questo luogo di pace e di tranquillità, con gen-tilezza e disponibilità del Priore del monastero.Dopo un breve tempo per la si-stemazione, siamo state invitate a riflettere sulla Parola di Dio, te-soro prezioso che ci deve accom-pagnare per tutta la vita e che non va solo ascoltata, ma vissuta. Solo quando il credente fa della Parola

un evento della sua vita, allora sa vivere per gli altri; la Parola di Dio deve arrivare alla identificazione della vita.La vocazione è innanzitutto stare con Gesù e questa Presenza ti per-mette di affrontare ogni ostacolo e ogni offesa. Le rinunce evange-liche hanno senso soltanto se si parte dalla scoperta del Regno. “Il Regno dei cieli è simile a un teso-ro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo” (Mt 13,44). In questo campo ogni religiosa deve impegnarsi a col-tivare questo tesoro; vive in pace solo se quel tesoro poi lo mette a disposizione degli altri. Stare con

Gesù, sempre. Tutto il resto viene dopo. Ma per stare con Lui dob-biamo avere il cuore libero da ogni inimicizia e da ogni risentimento. Faremo nuova evangelizzazione se il nostro essere religiose farà si-nergia tra Parola, vita e umanità.Ci siamo poi raccolte in preghiera. La Santa Messa concelebrata da tutti i Padri è stata una liturgia in-tensa e profonda. Il luogo ha favo-rito molto il nostro raccoglimen-to e ci ha aiutate a interiorizzare quanto avevamo ascoltato.Nel pomeriggio il Priore ci ha gui-dato a visitare alcune stanze im-portanti del monastero: lo Scrip-torium di San Pier Damiani dove i monaci amanuensi trascrivevano su pergamena antichi testi classici

greci e latini realizzando preziosi codici miniati, prima dell’inven-zione della stampa, la sala del Ca-pitolo molto suggestiva, abbiamo dato anche uno sguardo alla gran-de biblioteca. Verso le ore 15,30 siamo ripartite facendo una sosta al Santuario del Pelingo dove abbiamo celebrato i Vespri e ricevuto la benedizione.Cariche di gioia siamo ritornate nella nostre comunità con il for-te desiderio di tradurre nella vita di ogni giorno ciò che abbiamo udito, pregato e contemplato … Maria mamma e maestra ci guidi sempre …

Suor LetiziaMissionarie della fanciullezza

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IL SYMPOSIUM IN PROGRAMMA DALL’8 ALL’11 NOVEMBRE

Il Comune di Cagli “sposa” Vitruvio

CAGLI - Una collaborazione “nata per rinforzare il legame del Centro Studi Vitruviani – ha detto Paolo Cli-ni, coordinatore scientifico dell’asso-ciazione di Fano - con un territorio caratterizzato da un patrimonio ricco di potenzialità storico-culturali”. Da quest’anno il “Symposium di Studi Vitruviani”, appuntamento in pro-gramma dall’8 all’11 novembre a Fano, Fossombrone e Cagli e promosso dal Centro Studi Vitruviani, si avvale del-la collaborazione del Comune di Ca-gli. “Siamo lieti di contribuire alla III edizione di un evento così prestigioso – ha dichiarato il sindaco di Cagli Pa-trizio Catena-. In questa fase in cui le risorse economiche degli enti locali sono sempre più esigue, gli ammini-stratori sono chiamati a selezionare appuntamenti di prestigio in grado di comunicare le eccellenze presenti nel

territorio a cui lavorare in sinergia con gli altri protagonisti del territorio. Il Centro Studi Vitruviani, sin dalla sua nascita, si è distinto come associazio-ne di livello internazionale, capace di esportare al meglio le testimonianze del passato. Collaborare al program-ma del Symposium è stata quindi una scelta quasi «dovuta»”. “E’ proprio nei momenti di crisi che occorre investire in cultura – aggiunge Alberto Maz-zacchera, assessore ai Beni e Attività Culturali di Cagli-. Il made in Italy di cui andiamo orgogliosi poggia sia sulla creatività, sia sulla qualità legata alla conoscenza di tecniche raffinate di la-vorazioni. Ma la creatività non cresce nel deserto culturale e quand’anche in tale deserto giungesse a mettere qual-che rachitico germoglio avrebbe un linguaggio del tutto provinciale che non sarebbe di alcun interesse. In un mercato internazionale e globale tanto competitivo occorre una scuola qua-lificata e un percorso sapienziale che duri tutta la vita”. La collaborazione tra Centro Studi Vitruviani e Comune di Cagli si inserisce appieno in “uno degli obiettivi del Centro Studi – sottolinea Clini - è la valorizzazione del territorio in cui è inserito, sia in termini scienti-fici, sia in termini di promozione turi-stica storico-culturale”. Per rispondere a questa esigenza, nella sua III edizio-ne, il “Symposium di Studi Vitruviani” ha previsto la mostra “La Via Flaminia, immagine del paesaggio archeologico”,

visitabile dall’8 novembre all’8 dicem-bre, sala Mostre di palazzo Corbelli, Fano e il workshop rivolto a 20 stu-denti delle università italiane intitolato “La via Flaminia e il complesso delle Gallerie del Furlo” che si svolgerà dal 9 all’11 novembre nella Riserva Na-turale Statale “Gola del Furlo” . Per il workshop il Comune di Cagli metterà a disposizione, accanto a una speciale attenzione, le sue strutture: dal Teatro comunale alle sale del Polo Culturale di Eccellenza fino a Palazzo Berardi Mochi- Zamperoli (Polo Culturale che sarà aperto al pubblico nei pros-simi mesi). Sempre a Cagli, domeni-ca 11 novembre, alle ore 18, nella sala Mencherini del Teatro, si svolgerà la presentazione dei lavori svolti dai par-tecipanti al workshop e l’incontro con-clusivo, aperto alla cittadinanza, del “III Symposium di Studi Vitruviani”. “Con la collaborazione al Symposium - aggiunge Mazzacchera - il Comune di Cagli mira ad approfondire, nel quadro più ampio di un progetto di valorizza-zione della Flaminia da Ponte Milvio fino a Rimini, le conoscenze utili anche a costruire percorsi turistico-culturali lungo la Flaminia. Dare una funzione alle antiche poderose strutture roma-ne è anche il modo migliore per trova-re risorse atte a tutelarle nel futuro”.

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Nella foto: Paolo Clini, coordinatore scientifico ( a sinistra) e Luciano Filippo

Bracci, presidente

IL 31 OTTOBRE L’UNILIT INAUGURAL’ANNO ACCADEMICO

La Calegari sull’ex S. DomenicoMaria Grazia Calegari il 31 ottobre alle ore 16,30 a Pesaro in Pa-

lazzo Montani Antaldi (g.c.), terrà la prolusione d’avvio dell’an-no accademico Unilit 2012-2013. Il tema sarà “L’ex chiesa di San

Domenico di Pesaro tra passato e presente”. Una buona percentuale di anziani e la quasi totalità dei giovani non sanno che il Palazzo delle Po-ste di Pesaro ha una storia lunga. Fu eretto nel 1290 dall’ordine dei Do-menicani, protagonisti della nostra storia per oltre 4 secoli. La campana civica (ora nell’atrio del Comune), dal 1572 ha scandito la vita dei pesa-resi fino all’unificazione italiana, subendo poi – l’edificio- l’oltraggio del tempo e degli uomini. Dal 1911 è destinato a Palazzo delle Poste e poco rimane dell’originale complesso religioso. Ma di esso parlerà la titolata Maria Grazia Calegari, storica dell’arte originale e di larghe competenze e per questa sua bravura, l’invito a partecipare viene esteso a tutta la cittadinanza. Fin dalla sua fondazione, l’Unilit ha cercato di riqualificare la terza età attraverso la cultura e la vita di relazione, per dare agli anziani strumenti aggiornati per vivere bene nella società di oggi, caratterizzata da rapidi cambiamenti nella prassi e nei valori. La nostra Istituzione, da 25 anni, vive sul volontariato degli insegnanti. E gli insegnanti volontari, oltre il sapere sono animati dalla passione che è il sale della vita. Nel loro agire c’è un equilibrio tra insegnare e ridestare interessi, tra il narrare e l’affer-mare, lasciando spazio alle interpretazioni che vuol dire incoraggiare chi ascolta a intervenire, a partecipare e nello stesso tempo a comprendere che le certezze sono poche o comunque soggette all’usura del tempo. Nel senso che si modificano continuamente i modi di pensare, gli stili di vita individuali e sociali. Il tema proposto dalla Calegari è molto allettante. E la storia di un manufatto e dei suoi ornamenti tra passato e presente che ci rivela come la sua realizzazione sia legata al tempo e alla società in cui è stato eretto e poi più volte modificato, cambiandone anche la de-stinazione d’uso. La sua Relazione sicuramente ci fornirà elementi nuovi, di conoscenza della nostra storia e per giudizi sulle nuove destinazioni d’uso dell’edificio. Un messaggio culturale importante per gli adulti, ten-denzialmente tentati a ripiegare sul passato, per conoscere le virtù sa-pienziali dei nostri predecessori, da confrontare oggi con le scelte degli attuali Amministratori.

Sergio Pretelli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 8: «Il Nuovo Amico» n. 37 del 28 ottobre 2012

28 ottobre 20128 Regione PRovincia amicoil nuovo• •

Nessuno oserebbe pretendere che Nando Orfei stia

nella gabbia delle tigri per 24 ore alla settimana, o chiederebbe ad un carabiniere di effettuare giornalmente 5 arresti di delinquenti armati, ma dagli insegnanti si pretendono le 24 ore di lezione. Potreste obiettare che in genere gli studenti non sono armati (fatte le debite eccezioni) e qui sbagliate. Gli studenti hanno un’arma più temibile delle zanne delle tigri e delle pistole dei malviventi: hanno i genitori ed i loro avvocati. Dunque vanno trattati con cautela ed attenzione, controllati attentamente e maneggiati come fossero esplosivi. In 39 anni di carriera abbiamo conosciuto realtà terribili: “L’insegnante di matematica ce l’ha con mio figlio, anche ieri lo ha guardato male!” In realtà la prof. era leggermente strabica e con la stanchezza l’anomalia si accentuava. Va a capire come e chi aveva guardato. “Intanto mio figlio ha ragione, sul resto possiamo discutere”.

“Voglio denunciare il preside perché ha sgridato mio figlio per i brutti voti davanti a tutta la classe, violando le norme sulla Privacy”.I nostri governanti sono quasi tutti docenti universitari ed a loro nessuno ha mai chiesto quante ore hanno fatto e per quante settimane. Semplicemente non conoscono la realtà della scuola. In ogni istituto ci vorrebbe la presenza costante di uno psicologo, non per i ragazzi, ma per sostenere gli insegnanti. Uno dei sintomi da stress di insegnamento è quando si comincia a pensare che Erode forse non era poi quella cattiva persona che tutti dicono.

Alvaro Coli© RIPRODUZIONE RISERVATA

il peperoncino

24 ore di lezione

Sabato 3 novembre alle ore 21 va in scena al Teatro Rossini, per il 65° Festival Naziona-le d’Arte Drammatica, la commedia “Balera Paradiso” per la regia di Alberto Bronzato, interpretata da Estravagario Teatro di Verona, compagnia spesso presente al Festival

e vincitrice delle edizioni 2002 e 2009.È una pièce sperimentale, del tutto sui generis, interamente permeata del linguaggio del corpo, dei gesti, dei suoni, delle musiche, dei balli, dei nostalgici rituali, delle seduzioni delle balere (ben 18 sono gli attori e 4 i musicisti in gioco) che vuol dare dimostrazione come non siano necessarie le parole, di conseguenza le battute, per raccontare la vita, per

narrare una vicenda, per creare una commedia. Gli attori sono stati stimolati a plasmare personaggi tipici, ricorrendo a storie di vita, vere o inventate, andandole a riscoprire nei racconti e nei ricordi familiari, così da popolare una fantastica balera provinciale degli anni ’30, che viene poi investigata fino agli anni ‘70. È un vero e proprio cimento; ma è anche la prova che il teatro migliora e si qualifica attraverso la realizzazione di autentiche sfide e progetti ambiziosi, non solo ideati, ma anche portati a compimento con impegno e determinazione. In genere, i frequentatori delle balere sono quanti desiderano evadere dal monotono tran tran del quotidiano non vogliono rimanere isolati, cercano un rifugio, un cliente, o magari l’avventura con l’anima gemella; la devono però trovare prima che il locale chiuda. Coloro che sono in cerca di compagnia devono, quindi, fare i conti con il tempo che trascorre e con le piccole storie di ciascuno; queste intrecciandosi fra loro, confluiscono nella grande Storia.

La nuova “Intesa” tra Chiesa e Stato, firmata il 28 giu-gno scorso dal Presidente della CEI (Cardinale An-

gelo Bagnasco) e dal Ministro del MIUR (dott. Francesco Profumo) è stata al centro del primo incontro dei Direttori degli Uffici - Scuola delle Marche, presieduto dall’Arci-vescovo Piero Coccia e promosso, nel nuovo anno pastorale, dal dott. Franco Marini. L’incontro, dopo aver definito alcu-ne questioni organizzative riguar-danti la seconda Giornata Regionale degli IRC (18 novembre a Montor-so) e il Corso di aggiornamento per 40 docenti (12-13 novembre, sem-pre a Montorso), ha dato vita ad un vivace confronto su alcuni punti del nuovo accordo, che, come si sa, risponde a una duplice esigenza: ri-definire il profilo di qualificazione professionale dei futuri insegnanti di religione cattolica e aggiornare i contenuti dell’insegnamento di reli-gione, tenendo conto della riforma già avviata dell’intero sistema di istruzione e formazione.La stessa procedura delle nomine è diventata più rigorosa rispetto al passato: le nuove disposizioni infat-ti implicano una più stretta intera-zione tra Uffici diocesani, Dirigenze Scolastiche e Ufficio Scolastico Pro-vinciale (cfr. 2.5). I Dirigenti Sco-lastici devono inviare le esigenze orarie ai Direttori diocesani, i quali devono proporre i nominativi al-l’Ufficio Scolastico Provinciale, che, dopo averli approvati, li comuni-ca ai Dirigenti stessi: solo a questo punto costoro possono approntare il decreto di nomina (il tutto entro

il 30 settembre).Il conseguimento dei titoli necessari all’insegnamento della RC e i criteri per il riconoscimento dell’idoneità hanno costituito ulteriore oggetto di discussione. Ma la questione più dibattuta, an-che perché in alcuni Uffici ha gene-rato qualche tensione, è stata rela-tiva al trasferimento dei docenti di ruolo da una diocesi all’altra. Il problema è complesso. E’ ov-vio, infatti, che la legittima esigen-za lavorativa di chi si trasferisce si scontri inevitabilmente con quella, altrettanto legittima, di chi insegna, magari da diversi anni, in una deter-minata scuola e vi si è stabilizzato.

A tale proposito, i Direttori, innan-zitutto, hanno rilevato la necessità di un Regolamento che accompagni il Decreto del Vescovo e che, oltre a chiarire i punti fermi derivanti dal-la normativa civile ed ecclesiastica, permetta di muoversi, in casi parti-colari, con una certa discrezionalità (il dott. Marini sta già elaborando un bozza, che spera di completare entro ottobre, per inserirla nell’or-dine del giorno del prossimo incon-tro regionale).In secondo luogo, comunque, è sta-to precisato che il criterio di fondo da applicare nei trasferimenti è quello di contemperare le esigen-ze dei singoli con le necessità della

scuola e della chiesa. Se a volte c’è una certa resistenza ad accogliere persone provenienti da altre diocesi, ciò non accade perché si vuole im-porre un potere arbitrario o favorire gli interessi di qualcuno, ma perché si ha il dovere di tutelare il cammi-no della propria chiesa locale, per il quale si investono risorse finanziare e umane. I docenti di religione po-trebbero avere instaurato sul terri-torio una rete di relazioni che non sarebbe giusto interrompere.Per chiarimenti su questo e su altri problemi emergenti dal testo del-l’Intesa, i Direttori hanno deciso di invitare il prof. Sergio Cicatelli, diri-gente di un liceo di Roma ed esper-to di problemi istituzionali dell’IRC.L’Arcivescovo, dopo aver comunica-to che don Vincenzo Annichiarico ha lasciato l’incarico di responsabi-le del Servizio Nazionale IRC della CEI ed è stato sostituito da don Da-niele Saottini, ha presentato il sus-sidio di preparazione al Convegno Regionale del 2013, raccomandando ai Direttori di diffonderlo tra tutti i docenti di religione.

Paola Campanini© RIPRODUZIONE RISERVATA

ACQUALAGNA ED IL SUO PIÙ ILLUSTRE CONCITTADINO

Enrico Mattei a 50 anni dalla morteACQUALAGNA. Scrive Paolo Mieli sul Corriere della Sera del 18 settem-bre scorso: “L’esplosione aerea del 27 ottobre 1962 a Bascapè non solo ha interrotto bruscamente la vita di Enrico Mattei (assieme a quella del giornalista William McHale, che lo stava intervistando, e del pilota del velivolo, il capitano Irnerio Bertuzzi), ma ne ha sequestrato l’immagine sto-rica, avviluppandola in un groviglio di sospetti, supposizioni, illazioni, accompagnate da tutti i tradizionali ingredienti di quei gialli italiani che rientrano nella sinistra categoria dei «misteri irrisolti». Ho insegnato tanti anni presso l’Istituto Tecnico Indu-striale “E. Mattei” di Urbino e , molto spesso, conoscendo la mia prove-nienza acqualagnese, mi venivano rivolte domande su Mattei, in parti-colare sulla causa dell’incidente aereo, minore interesse c’era per quello che aveva fatto. Ora a distanza di cin-quant’anni dalla tragica scomparsa si ritorna a parlare di Mattei e del periodo storico che lo vide protago-nista. Dopo i tanti libri scritti su di lui di recente ha visto la stampa un volu-me con tutti i suoi Scritti e discorsi

(ed. Rizzoli) che aiuterà sicuramente a conoscere meglio il personaggio.Aveva appena finito di sfilare il 6 maggio del 1945 assieme a Ferruccio Parri, Luigi Longo, Raffaele Cadorna, Giovanni Battista Stucchi e Mario Argenton per le vie di Milano nel ruolo di comandante dei partigiani di ispirazione cristiana che Mattei ven-ne nominato il 25 maggio “Commis-sario straordinario”dell’AGIP” con compiti non ben definiti.Secondo alcuni l’attività della Società doveva essere chiusa, rappresentan-do un carrozzone dell’eredità fascista (era sorta nel 1926). Così non la do-veva pensare evidentemente Mattei che per dedicare tempo ed energie si ritirò dalla vita parlamentare e in-traprese un lungo viaggio, convinto della necessità di assicurare all’Italia l’energia necessaria al suo sviluppo industriale e civile.Da allora la vita di Mattei si snodò su due scenari. Il primo fu quello nazionale. Alcuni condivisero il suo progetto, altri lo contrastarono. Tra i primi ci fu Ezio Vanoni, Ministro delle Finanze, il Presidente del Con-siglio Alcide De Gasperi e un gruppo

dell’area cattolica milanese (anche se non tutti erano di Milano, ma pro-venivano dalla Università Cattolica) i cui nomi erano Giuseppe Spataro, Enrico Falck, Orio Giacchi, Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani. Anche il Presidente della Fiat Vittorio Val-letta e Raffaele Mattioli Presidente della Banca commerciale italiana appoggiarono in vario modo l’azione di Mattei. Il secondo scenario vide Mattei muoversi in tante parti del mondo. Mentre le ricerche petroli-fere dell’ENI si svolgevano in Egitto, Marocco, Libia, Tunisia, Iran, Nige-ria, le sue molteplici attività si esten-devano in tanti altri Paesi. Con essi stipulava contratti favorevoli provo-cando la reazione e lo scontro con le altre compagnie petrolifere. Intanto Mattei stringeva accordi commerciali anche con la Russia e la Cina.Da alcuni veniva osannato e da altri visto con sospetto. Negli anni 1954-’57 comparvero gli articoli più vee-menti contro la politica industriale del Presidente dell’ENI, pubblicati su molti giornali americani. Tali aspri rapporti si modificarono con l’avven-to di J.F. Kennedy a Presidente degli

Stati Uniti. Incontri tra Mattei e l’am-basciatore Harriman e documenti del dipartimento di Stato americano attestano la volontà degli Stati Uniti e di Mattei di superare le passate lotte. Anche la Fiat con Agnelli e Valletta si mossero in tale direzione in un in-contro con J.F. Kennedy nel maggio 1962. Tutto faceva presagire nuovi rapporti tra i giganti del petrolio e l’ENI, ma lo schianto a Bascapè fermò la storia di colui che per più di un decennio ave-va interpretato un ruolo importante nell’Italia del «miracolo italiano».

Oberdan Stroppa© RIPRODUZIONE RISERVATA

INCONTRO DEI DIRETTORI DEGLI UFFICI SCUOLA DELLE MARCHE

Insegnanti di religione e nuove esigenze

Page 9: «Il Nuovo Amico» n. 37 del 28 ottobre 2012

28 ottobre 2012 9amicoil nuovo• •

Redazione di Pesaro:Via del Seminario, 4 - 61121 PesaroTel. 0721 64052 - Fax 0721 69453E-mail: [email protected]

12

Incontro pubblicoil 30 ottobre

sui licei

pagina

nuova scuola

Tel. 0721.414723 - Fax 0721.418574Via G. Pepe, 11 - 61100 PESARO

Non sono venuti meno, nel tempo, l’affetto e la riconoscenza dei pesaresi per la

Beata Vergine delle Grazie, festeggiata, domenica 21 ottobre, in memoria della rapida e miracolosa cessazione dell’epidemia di colera diffusasi in città nel 1855.Una grande folla di persone, comprese numerose autorità, ha partecipato, al mattino, alla Messa Pontificale celebrata da S. E. Mons. Piero Coccia nel Santuario dei Servi di Maria e, nel pomeriggio, alla tradizionale processione per le vie del centro, conclusasi con la benedizione dell’Arcivescovo in Piazza del Popolo. Nel discorso che ha concluso le celebrazioni della giornata, mons. Coccia, dopo aver ricordato gli appuntamenti più significativi per la vita della diocesi in questo nuovo anno pastorale (l’«Anno della Fede», il Sinodo dei Vescovi, il Convegno delle Chiese Marchigiane del 2013 e il recente Convegno diocesano), si è soffermato sul “filo conduttore” che li lega, “la fede nel Signore Gesù Cristo”.

Che cos’è la fede? “Pochi giorni fa parlando ad un gruppo di giovani chiedevo cosa fosse per loro la fede. Mi ha colpito la risposta di una ragazza che, in forza del suo vissuto, definiva la fede come esperienza dell’incontro con il Signore che, quando avviene, cambia la vita…Cari fedeli, innanzitutto la fede è “esperienza”, parola che deriva dalla preposizione “ex” e dal verbo “perior”. Questo termine rimanda a due termini. “Peritus” che indica una conoscenza diretta di qualcosa e “Periculum” che evoca lo spazio della novità e del rischio che tale conoscenza inevitabilmente comporta. Si potrebbe dire che esperienza è la conoscenza immediata e diretta e proprio per questo rischiosa ed aperta al nuovo che si ha di qualcosa o di qualcuno. Applicato alla fede il termine esprime quella conoscenza diretta, pagata di persona che nasce dal rapporto sempre sorprendente con il Signore. Un incontro vivificante… La parola “incontro” è la risultante di due termini. “In” sta ad indicare la possibilità dataci dalla nostra condizione umana nella sua storicità. “Contra” esprime il Mistero di Dio colto nella sua totale alterità. In ultima analisi l’incontro indica la presenza del mistero del Cristo che ci raggiunge nella nostra reale condizione umana, divenendo così dono da accogliere e da corrispondere…Gesù è il “Signore” cioè colui che ha il potere. Non però quello delle signorie umane che sono sempre idolatrie, ma il potere della verità ultima e definitiva sulla vita di ciascuno di noi… Come ci ricorda

la ormai nota citazione del n. 22 della Gaudium et Spes: “in realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato (Cristo) trova vera luce il mistero dell’uomo”.

La “desertificazione” del nostro tempoE’ da questa esperienza che prende origine lo slancio missionario e comunicativo della fede che investe tutta la chiesa. Nella fede risuona l’eterno presente di Dio, che trascende il tempo ma può essere accolto da noi solamente nel nostro irrepetibile oggi…Per questa ragione necessita ravvivare in tutta la nostra chiesa che è in Pesaro quella positiva tensione ad annunciare il Cristo Signore nelle attuali situazioni storiche che il Papa ha definito “desertificazione” spirituale…Un forte trapasso culturale in parte è avvenuto e in parte sta avvenendo anche nella nostra città e territorio, toccando le grandi questioni del nostro tempo come la concezione della vita, della sessualità, del matrimonio, della famiglia, dell’etica, dell’economia, della giustizia, della politica ed altro ancora. Anche noi ci rendiamo conto però cosa significhi vivere senza fede nel Signore. A livello personale è il dominio assoluto del vuoto…A livello comunitario è il dominio del soggettivismo e della frammentarietà.Ma è proprio a partire da questo deserto, che possiamo scoprire o riscoprire la gioia di credere… Infatti il deserto ci fa

scoprire il valore di ciò che è essenziale per vivere e la fede nel Signore è l’«essenziale dell’essenziale»…Ma nel deserto c’è bisogno soprattutto di persone di fede che, con la loro stessa vita, indichino la via verso la “Terra Promessa” e siano così in grado di tenere desta la speranza.

Evangelizzare il mondo degli adultiIn sintonia con il cammino intrapreso del Nuovo Anno Pastorale, sento di dover richiamare anche in questa occasione l’attenzione di tutta la nostra comunità diocesana sul mondo degli adulti. A loro bisogna riproporre o proporre l’esperienza di una fede non solo positiva ma realizzativa… Agli adulti detti della

“soglia” perché incerti; ai “ricomincianti” che si trovano nella condizione di riiniziare il cammino della fede ; ai “cercatori di Dio” che vivono, anche in maniera sofferta, la ricerca della fede; ai credenti più per “tradizione” che per “convinzione”; alle “famiglia ferite” o in difficoltà come i separati, i divorziati, i risposati e che vivono la difficoltà della fede; agli adulti “impegnati” nelle istituzioni, nel mondo del lavoro, nella politica, nel sociale, nell’economia, nell’imprenditoria, nella scuola; ai “genitori” che, pur non essendo praticanti e a volte anche non credenti, chiedono i sacramenti dell’Iniziazione cristiana per i loro figli (sui quali si è focalizzata l’attenzione del Convegno).

Maria modello di vita per la nostra chiesaAlziamo dunque lo sguardo a Maria. Lasciamoci guidare da Lei con l’icona della casa di Nazareth, posta sul vicino colle di Loreto che, come ci ha ricordato Benedetto XVI, è segno di una chiesa posta sul colle per irradiare la luce del Cristo, ma anche chiesa collocata lungo la strada per essere casa che sa accogliere, ascoltare e accompagnare ogni persona nel suo pellegrinaggio attraverso il deserto dei nostri giorni. La preghiera che tutti noi pesaresi tante volte rivolgiamo alla Madonna delle Grazie, recandoci nel suo Santuario e magari compiendo anche il gesto carico di tenerezza e di sconfinata fiducia di salire quei gradini quasi ad avere un contatto fisicamente più tangibile con la Sua figura, sia preghiera di lode per appartenere ad una chiesa che ci rende la vita bella, ma nel contempo sia preghiera di richiesta per sentirci ed essere sempre più chiesa dell’accoglienza, dell’ascolto e dell’accompagnamento. A Maria Santissima, proclamata “beata” perché “ha creduto” rivolgiamo la nostra invocazione. (vedi box in pagina)

Estratto dal discorso dell’Arcivescovo di Pesaro mons. Piero Coccia in occasione della Solennità del Voto alla Madonna

delle Grazie di Pesaro (21/10/2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA

O Maria, donna di fede pellegrinante per le strade della Palestina, dirigi i nostri passi verso quegli itinerari sui quali far crescere sempre più la nostra fede. O Maria, donna di fede Prendici per mano e facci scorgere la presenza sacramentale di Dio negli avvenimenti del tempo, nel volgere delle stagioni umane, nei tramonti dei poteri terreni, nelle attese palpitanti dei nostri giorni. O Maria, donna di fede Facci scorgere sulle sabbie dell’effimero,le orme dell’eterno. Indica il porto sicuro ai viandanti senza meta.

Consola i nostri malati e i nostri anziani.Restituisci il sapore dell’amore vero e la voglia di camminare alle nostre famiglie, ai nostri bambini, ai nostri giovani.O Maria, donna di fede Se ci vedi allo sbando, sul ciglio della strada, fermati e confortacie poi rimettici in carreggiata. Facci volgere lo sguardo verso l’Altoda dove verrà il nostro l’aiuto. E allora, solo allora sulle nostre strade fiorirà l’esultanza del Magnificat. AmenSia lodato Gesù Cristo.

DIscoRso DEll’aRcIvEscovo coccIa alla cITTa’ – Folla DI FEDElI

l’attualità del voto alla Madonna delle Grazie

Page 10: «Il Nuovo Amico» n. 37 del 28 ottobre 2012

Pesaro28 ottobre 201210Br

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esi A cura di Vittorio Cassiani

DOMENICA 28 OTTOBRE“L’EUCARESTIA EDUCA LA FAMI-GLIA” – Da oggi a sabato prossi-mo adorazione eucaristica nella chiesa di via della Maternità con le parrocchie Sant’Ermete martire di Gabicce Monte e Santissima Tri-nità di Case Badioli.MOSTRA D’ARTE SACRA – Si con-clude oggi nella Sala San Dome-nico, in via Branca n°. 5, l’8^ edi-zione.CONCLUSIONE VISITE AL PA-LAZZO DUCALE – Previsti due turni: alle ore 9.30 e alle 11. Co-sto euro 5. Prenotazioni: Isairon 338.2629372.

LUNEDI’ 29 OTTOBRENELLA LIBRERIA DEL BARBIE-RE – In via Rossini n°. 38. Fino al 12 novembre sono esposte le illustrazioni di Simone Ragnoni: “Mare. Dove io non vado mai”.NELLA CHIESA DELL’ADORAZIO-NE – In via della Maternità 11. Dalle ore 17.15: Santo rosario me-ditato, vespri e benedizione euca-ristica con il Gruppo di preghiera “Padre Pio”.SOSTEGNO SCOLASTICO - A cura

della Cooperativa sociale “La Coccinella”. Lunedì e mercoledì presso la Biblioteca della scuola media Olivieri (via Confalonieri). Martedì, giovedì e venerdì nella sede della 2^ Circoscrizione Pan-tano Santa Veneranda, in Largo Volontari del Sangue n°. 19. Sem-pre dalle ore 14.30 alle 19.00.“INFORMAFAMIGLIA” – Ha sede in via Rossini (ex Informagiova-ni). Giorni e orari. Lunedì dalle 15.30 alle 19.00 e sabato (9.30-13). Referenti: Mariarosa Gaudiano (338.6681217) ed Alessandra Bol-dreghini (328.5487491). VOLONTARIATO ANT – Incontro su: “Area promozionale: la rac-colta fondi”. CSV di via Faggi, 62 (0721/370371). Ore 20.30.CINEVISIONI – Sullo schermo del-l’Auditorium dell’età libera (Cam-pus scolastico): “La ragazza con la valigia” di Zurlini (1961). Ore 21.00. Ingresso libero.“FELICI DI ESSERE GENITORI” – Inizia il percorso di sostegno alla genitorialità promosso dal CAV (tel. 0721/33044). Nella sede di via Branca n°. 29. Ore 21.00.

MARTEDI’ 30 OTTOBRE“CAPOLAVORI DAI MUSEI DEL

MONDO” – Ultimo giorno di mo-stra. Rocca di Gradara. Orario: 8.30-19.00. Info: 0541/964181.CENTRO DI AGGREGAZIONE “TO-TEM” – A Villa San Martino, in via degli Artigiani n°. 5. Laboratorio di feltro tutti i martedì fino al 20 novembre. Corso di cuoio il 2 e 9 novembre. Orario pomeridiano.

MERCOLEDI’ 31 OTTOBREL’UNILIT INAUGURA L’ANNO ACCADEMICO – Nell’Auditorium di palazzo Montani Antaldi, ore 16.30. Conversazione di Maria Grazia Calegari: “L’ex chiesa di San Domenico tra passato e pre-sente”.NELLA GALLERIA ART 65 – In via Giordano Bruno n°. 65. Si conclu-de la mostra di Ugo Felici.

GIOVEDI’ 1° NOVEMBRE“CIRQUE DU SOLEIL” – Dal 1° al 4 novembre “Alegria” all’Adria-tic Arena, in via Gagarin. Info: 0721/400272. “MAHAMUDRA” – Mostra di pittura di Marga (Maria Rita Sal-vi) curata da Carlo Lecconi. Al n°. 34 di strada Adriatica. Fino al 4 novembre con orario 17/20. Info: 320.0730239.

VENERDI’ 2 NOVEMBRENELL’AUDITORIUM MONTANI ANTALDI – “Variazioni sul mito” a cura di Federico Condello. Letture di Lucia Ferrati. Ore 17.30.

SABATO 3 NOVEMBREGRAZIANO MARINI – Espone, fino al 18 novembre, presso la Galleria Art 65 di via Giordano Bruno.IN CATTEDRALE – Santa Messa in suffragio dei Vescovi e Sacerdoti defunti. Ore 18.30.

RECUPERATO IL MONUMENTO GRAZIE AD ASSOCIAZIONI D’ARMA, PROVINCIA E ASPES CIMITERI

Pesaro omaggia i caduti della Grande Guerra Nella giornata del 2 No-

vembre dedicata alla Commemorazione dei Defunti la città di Pe-

saro ricorderà i propri caduti per la Patria. La semplice cerimonia renderà omaggio ai resti mortali dei Militari Italiani Caduti negli Ospedali Riuniti di Pesaro per la Grande Guerra 1915/1918.Il complesso degli ossari è sito entro il perimetro “Monumenta-le” del Camposanto facente parte delle mura più vecchie del sepol-creto. Sulla verticale destra della Cappella S. Decenzio, al primo corridoio, si gira a sinistra e dopo una ventina di metri si arriva alla meta. Le origini dell’insieme por-

tano la data dell’anno 1927 quan-do l’allora Podestà (Sindaco) di Pesaro Ferri Giuseppe, diede ini-zio ai lavori che vennero ultimati nell’anno 1934 essendo Podestà di Pesaro Ferroni FerruccioIl Monumento è composto da cinque blocchi di loculi, ciascuno dei quali ha capienza per diciotto tumulazioni ed è nato in conse-guenza al dover collocare nell’ul-timo “meritato” riposo terreno i “Fratelli” italiani deceduti per ferite e/o malattie contratte nelle zone del fronte e giunti a Pesaro via treno. Gli arrivi nella nostra città, a partire dal novembre 1917 dopo la rottura del fronte italiano, sono sempre più carichi. Da que-

sta nuova motivazione l’Ospedale di Pesaro passa di categoria: da seconda a prima sgombero, cioè non più atto a ricevere feriti da al-tri ospedali, ma bensì direttamen-te dal fronte.Delle iniziali novanta nicchie qua-drate, oggi, ne risultano occupate settantuno, nove sono vuote e le restanti dieci sono state destinate in successivi e diversi momenti.Grazie all’interessamento del Coordinamento delle Associazio-ni Combattentistiche e d’Arma, alla non comune e avvertita sen-sibilità del Presidente del Consi-glio Provinciale di Pesaro/Urbino, Luca Bartolucci ed alla determina-ta collaborazione del Direttore dei Servizi Cimiteriali Aspes s.p.a. di Pesaro dott. Antonio Muggittu, si è potuto far ritornare a “vita nova” questa più che “illustre” esempla-rità. Questo momento ha fornito l’opportunità di far conoscere la volontà individuale del pronto, sentito dovere da parte dei Dipen-

denti Cimiteriali in fase di realiz-zazione. A noi cittadini pesaresi, spetta l’omaggio, la visitazione, e una preghiera quale atto di eterna riconoscenza a chi ha “creduto” e

“voluto” un unica Patria al costo dell’estremo sacrificio.

gra. Franco Giorgini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Queste le celebrazioni presiedute dall’Arcivescovo di Pesaro mons. Piero Coccia in occasione delle festività dei Santi e i De-funti nella Chiesa di San Decenzio: Giovedì 1 Novembre: ore 15.00 Santa Messa con successiva benedizione delle tombe. Ve-nerdì 2 Novembre: ore 9.30 Santa Messa con le Autorità e suc-cessiva deposizione di una Corona al Monumento dei Caduti

Le reliquie dei Santi Decenzio e GermanoDa qualche anno nella cat-

tedrale di Pesaro sono state traslate le reliquie

dei Santi Decenzio e Germano, per secoli venerate nella basilica omonima, originaria sede dall’or-dine benedettino poi camaldole-se, oggi chiesa del cimitero. Nel 1998 il vescovo Angelo Bagnasco ordinò di estrarle dall’antico sar-cofago che doveva essere esposto al museo diocesano. La trasla-zione delle reliquie dal cimitero al Palazzo Episcopale avvenne in forma privata. Esse per diversi anni rimasero conservate all’ar-chivio diocesano, per poi essere collocate all’altar maggiore (pre-concilio) della cappella di San Terenzio in cattedrale, dove pre-

cedentemente si conservavano le reliquie del Patrono.Lo scorso anno alcune reliquie dei Santi Decenzio e Germano furono collocate in un artistico altarolo forziere realizzato dal-lo scultore Giovanni Gentiletti. Questo altarolo, collocato nel-l’altare dedicato a San Giuseppe della navata sinistra del duomo benedetto dall’arcivescovo Piero Coccia, è stato un modo per va-lorizzare e dare lustro a questi campioni della fede pesarese che negli anni scorsi erano stati di-menticati.L’altarolo di Gentiletti, come altre opere simili, riprende le forme di un forziere: si caratterizza ester-namente per la massiccità, anche

se la superficie è completamente lavorata ed ingentilita attraver-so lamine intrecciate. Il fronte è composto da due grandi ante al cui interno si conserva il nome dei due martiri con caratteri rea-lizzati in rame vivo su fondo os-sidato tendente al verde (sono le famose lettere dal mediterraneo con il quale il maestro recuperava antiche grafie perse) che fuorie-scono per contrasto dal fondo di rame ossidato (tendente al verde). Nella parte centrale dell’altarolo protagoniste sono altre due pic-cole porte decorate da una croce (giocando sull’alternanza tra ma-teria e vuoto).

Lorenzo Fattori© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 11: «Il Nuovo Amico» n. 37 del 28 ottobre 2012

amicoil nuovo• • Pesaro 28 ottobre 2012 11

De Rosa Domenico (34 anni) e Nafati Amira (23 anni, tunisina)Nobili Tomas (35 anni) e Liera Francesca (37 anni)Aimone Gaetano (40 anni) e Reali Francesca (48 anni)Sasso Massimiliano (37 anni) e Brandi Francesca (36 anni)Aseglio Gianinet Roberto (38 anni) e Tabara Veronica (26 anni, moldava)Donini Stefano (53 anni) e Bocancea Lilia (39 anni, moldava)Vasta Francesco (43 anni) e Wangari Jane (50 anni)Bezzicheri Cristian (42 anni) e Renzi Diana (32 anni)Bonci Andrea (32 anni) e Paskaleva Katerina Emilova (28 anni, bulgara)Carella Antonio (32 anni) e Palumbo Maria Raffaella (28 anni)Castello Massimiliano (38 anni) e Fortezza Monica (34 anni)

PUBBLICAZIONI fINO AL 20 OttOBre

Oggi sposi!a cura di Caterina Tani

Comune di Pesaro

DAL 1999 erA reLeGAtA IN UN CONtAINer IN UN VIALe eSterNO

Dopo 13 anni la cappellatorna in Ospedale

è stata soprattutto la conver-genza di due fattori – da una parte la richiesta sol-lecita e tenace dell’Arcive-

scovo Piero Coccia, dall’altra la disponibilità e l’impegno del dott. Aldo Ricci, Direttore Generale del-l’Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord – a consentire il felice esito della travagliata vicenda della Cap-pella dell’Ospedale di Pesaro, che, dopo un esilio di tredici anni, è tornata nella sua collocazione ori-ginaria (nel padiglione più vecchio dell’edificio) e lo scorso 17 ottobre è stata finalmente inaugurata.Come ha ricordato il dott. Ricci al Sindaco, alle autorità cittadine e al personale medico e infermieristico presente, nel 1999, per esigenze di ristrutturazione dei locali, la Cap-pella fu, dapprima, trasferita in un’altra area interna all’ospedale, poi relegata all’esterno, in un con-tainer. Col passare del tempo, come spesso accade, quella soluzione, che doveva essere assolutamente transitoria, rischiava di diventare definitiva e quel container rischiava di trasformarsi sempre più in sim-bolo di una trascuratezza generale nei confronti non tanto della strut-tura in sé quanto della Presenza di cui quella struttura era segno. “E’ stata proprio questa Presenza

che ho cercato visitando per la pri-ma volta l’Ospedale di Pesaro” – ha detto l’Arcivescovo. “Ho trovato il Signore in mezzo alla strada e per-ciò ho voluto fortemente che gli venisse data una collocazione più dignitosa”. La sua richiesta ha interpretato un’ esigenza che in realtà era di tanti e che i vertici aziendali hanno saputo rispettare e soddisfare.Siamo nell’Anno della fede, ha ri-cordato mons. Coccia, e questa Cappella (che tra l’altro si trova dove in origine era l’entrata del “San Salvatore”) può essere, secon-do l’espressione del Papa, “porta della fede”. Nessun altro luogo più dell’Ospe-dale, infatti, pone l’uomo di fronte al suo limite, lo costringe a fare i conti con esso. Alle possibili rea-

zioni che ne derivano – paura, sen-so di impotenza, rassegnazione o ribellione – quella Cappella sta ad

indicare che c’è un’alternativa : fi-darsi di un Dio che non “troneggia dall’alto”, ma condivide la sofferen-

za e, promettendole un significa-to buono, dona già nel presente la possibilità di viverla come “grazia”, occasione di conversione. Tante persone lo hanno testimoniato e lo testimoniano.L’Arcivescovo Piero Coccia – ac-compagnato da padre Lorenzo Bu-farini, responsabile della pastorale sanitaria – dopo aver augurato che la Cappella possa essere non solo luogo di preghiera per la salute, ma anche “porta di ingresso” per la sal-vezza, ne ha benedetto l’ambone e l’altare. Una benedizione che si è ripetuta anche nell’ex caserma di Piazzale Cinelli, nuova sede – ria-perta dopo anni di lavoro – della Direzione Generale degli Ospedali Riuniti Marche Nord.

Paola Campanini© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL 31 OttOBre MOStrA eSPOSItIVA DeI LAVOrI SCOLAStICI

Halloween? I bambini riscoprono i Santi

Quest’anno per il 31 ottobre il cuore della città non offrirà solo la festa di Hallowen.

Nella sala Laurana del Palazzo Du-cale di Pesaro si aprirà infatti - alle ore 17 - una mostra dedicata a S. Francesco dal titolo: “Con S. Fran-cesco per le Strade del mondo”. Protagonisti saranno ancora una volta i bambini della città. Quel-li delle scuole dell’infanzia e delle primarie, oltre ai ragazzi delle se-condarie di 1° grado. Visitando la mostra si potranno ammirare tanti bei lavori realizzati nelle attività di laboratorio, attraverso l’utilizzo di varie tecniche artistiche. Sicura-mente non sfuggirà al visitatore la grande sensibilità e il vivo interes-se delle nuove generazioni verso la santità. Quale miglior motivo di speranza, proprio alla vigilia del-la grande festa cristiana di Tutti i Santi. La mostra espositiva presso

il Palazzo Ducale rappresenta la seconda fase del progetto iniziato nel 2011 in occasione di un grande evento per la parrocchia dei Cap-puccini di Pesaro: la celebrazione del primo centenario di fondazione. Non era ancora terminato il pro-getto” con S. Agostino alla ricerca dei segni della fede” e già l’Aimc (Associazione dei maestri cattolici) aveva in cantiere il nuovo progetto “Con S. Francesco per le strade del mondo” proprio per essere accanto alla parrocchia dei Cappuccini che festeggiava i primi cento anni della sua storia. L’Aimc di Pesaro - con il sostegno dell’Ufficio Scuola e della stessa parrocchia francescana - ave-va voluto partecipare e associarsi a questo grande evento offrendo l’opportunità ai bambini e ai ragaz-zi delle scuole poste nel territorio dell’Arcidiocesi di Pesaro di acco-starsi a una storia e a una tradizio-

ne fortemente radicate non solo nel quartiere di Pantano ma in tutta la realtà della diocesi: la presenza dei padri cappuccini testimoni della bellezza della spiritualità di S. Fran-cesco d’Assisi. Con questo progetto, piccoli e adolescenti hanno avuto l‘opportunità di avvicinarsi non solo alla grande figura del poverel-lo d’Assisi, ma anche di conoscere l’ordine francescano, la sua regola e comprendere l’importanza della presenza dei padri cappuccini nella città di Pesaro.La riscoperta del territorio, ricco di bellezze storico - artistiche e di testimonianze di fede, è uno dei principali obiettivi dell’A.I.M.C. che vuole aiutare le nuove generazioni a vivere l’ora di Religione Cattolica come una grande occasione di cre-scita culturale e spirituale. Questa ultima fase del progetto propone, oltre alla mostra nella sala Laura-na del palazzo Ducale, la pubbli-cazione del volume che raccoglie i lavori e le produzioni più signi-ficative degli alunni (il libro sarà presentato all’apertura della mostra - mercoledì 31 ottobre alle ore 17) e l’”Omaggio a S. Francesco” attra-verso canti, musiche e poesie (Sa-bato 10 novembre ore 15.30 presso la parrocchia dei Cappuccini).La mostra resterà aperta dal 31 ottobre all’11 novembre e potrà essere visitata secondo il seguente orario: 9/12 – 16.30/ 19,30. Per le scolaresche si richiede la prenota-zione (anna tel. 3397908821).

INCONtrO CIf COMUNALe CON L’ArCIVeSCOVO

Adulti nella fedePESARO- Nell’incontro ormai tradi-zionale di apertura del nuovo Anno sociale con S.E.Monsignor Piero Coc-cia, svoltosi mercoledì 17 nella sede del CIF Comunale, l’Arcivescovo di Pesaro ha ripreso e illuminato in profondità il tema su cui è orientato il nuovo Anno Pastorale 2012-2013, proclamato da Benedetto XVI “Anno della fede”. Indicata dai Vescovi ita-liani come l’emergenza principale del nostro tempo, l’educazione alla fede è stata scelta come Orientamento pastorale per il decennio 2010-2020. Con ciò l’incontro si è identificato come ideale proseguimento del per-corso che, iniziato in settembre con il Convegno diocesano, proseguito con

la settimana dedicata a S.Terenzio, si pone come preparazione al 2° Conve-gno regionale delle Chiese Marchigia-ne. La Chiesa di Pesaro nella persona dell’Arcivescovo si rivolge al comples-so mondo degli adulti, che compren-de varie categorie: dagli “adulti della soglia”, “ricomincianti”, “cercatori di Dio”, agli adulti “feriti” da situazioni dolorose di separazione o divorzio; dagli adulti che vivono la fede come tradizione a quelli che sono coinvolti nell’esperienza della fede cristiana o hanno compiti ministeriali e formativi

all’interno della Chiesa. A tutti questi l’Arcivescovo propone la fede come esperienza vitale, come “incontro con il Mistero di Gesù il Cristo”, il Signore, cioè colui che domina tutta la realtà e ha il potere della Verità; un incon-tro, dice, “fattibile anche oggi, dopo duemila anni di storia”, in quanto a questa ricerca l’uomo è spinto dalla sua stessa struttura antropologica fatta di tensione verso l’Assoluto, “l’Altro”, per dare una risposta ai pro-blemi esistenziali come quello della ricerca di senso al dolore, alla morte,

al destino ultimo. E’ nella fede che si può trovare un motivo di serena ac-cettazione della vita in ogni sua fase; al tempo stesso una “fede adulta”, ge-nerativa di bene per sé e per l’altro, avverte l’esigenza di comunicare il Mistero con una testimonianza inci-siva, richiesta dal contesto culturale del nostro tempo. L’Arcivescovo con-clude mettendo in guardia contro

un atteggiamento di pessimismo che crea “immobilismo fatalista”, e foca-lizza la sua attenzione sulla ricerca di nuovi modelli di iniziazione cristiana, specie da parte delle famiglie e dei genitori di ragazzi che frequentano il catechismo, perché diventino essi stessi adulti nella fede.

Milena Milazzo © RIPRODUZIONE RISERVATA

“Promozione del benessere psicologico”

il C.i.F. Centro italiano Femminile, Comitato Comunale di Pesaro, informa che la Conferenza sul tema in oggetto, prevista per martedì 30 ottobre alle ore 17,00 presso la sala del Consiglio Co-munale, è stata rimandata a data da destinarsi.

IL 31 OttOBre NOZZe D’OrO

Ilde Bucci e Luciano Zazzeroni

“Si, siete proprio voi!!! Tanti auguri per le vostre nozze d’oro, i figli William, Raniero, Donatella e Luana... e i nipoti Lauren, Thomas e Alice”.

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28 ottobre 201212 Pesaro amicoil nuovo• •

Da Pesaro a Fano1903-1923

Immaginate di tornare indietro nel tempo, nel 1910, per andare a Fano avreste dovuto oltrepassare la “Porta

Fano”. Era posta alla fine dell’attuale Via San Francesco, poco prima dell’attuale fontana di P.le Matteotti. L’Idea scrisse in

quell’anno: La “Porta Fano ha pochi giorni di vita. La bella costruzione ha già sentito i primi colpi demolitori e fra pochi giorni non sarà che nella memoria dei pesaresi. Nei suoi pressi sorgerà il Politeama Pesa-rese, da tanto tempo desiderato”. Per qua-si tutto quel 1910, poche erano state le polemiche giornalistiche sulle demolizio-ni di mura e porte. Ciò dimostra che l’op-posizione degli avversari della giunta po-polare guidata dal Sindaco Ugo Tombesi era più che altro rivolta contro il metodo, non contro il merito della scelta. Qual-

che vena polemica L’Idea l’ebbe “Mentre il piccone demolitore dà gli ultimi colpi alla Porta Fano, ci viene riferito che l’in-superabile Tombesi prima di decretare la demolizione di detta opera abbia sentito l’autorevole parere di Corrado Ricci Diret-tore delle Antichità e Belle Arti”. Questo responsabile della conservazione dei beni storici ed artistici aveva consigliato il no-stro sindaco ad evitare tale abbattimento.

“Noi però riteniamo che un uomo come Tombesi non doveva mai prendere consi-glio, e specialmente in simile materia!”.

La voglia di abbattere la cinta muraria era tanta. Qualche tempo dopo, a lavori di abbattimento della porta ultimati, una nuova punta di polemica L’Idea la riservò all’Assessore ai Lavori Pubblici “l’intelli-gentissimo Vanzi”. Questi ordinò, sembra improvvisamente, una demolizione ulte-riore rispetto alla somma preventivata di L. 3.000. “Onde l’ingegnere assistente ai lavori, fedele agli ordini ricevuti dal Sin-daco, fu costretto, non potendo opporsi in altro modo alla caparbietà del vanitoset-to assessore, a fare rapporto contro di lui. Tableau!”.

Stefano Giampaoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Rielaborare criticamente la grande tradizione umani-stica cui l’Europa appartie-ne e, insieme, aprirsi alle

straordinarie innovazioni scienti-fiche e tecnologiche della contem-poraneità.Valorizzare ciò che nella storia dell’uomo è “classico”, universale e quindi “permanente” nel tempo e, insieme, seguire con attenzione il “divenire” di tale storia, con le af-fascinanti, progressive trasforma-zioni che ne conseguono. E’ questo il ” Modello didattico” che i Licei de La Nuova Scuola in-tendono rilanciare, in un incontro aperto a tutti, Martedì 30 ottobre, dalle ore 18 alle ore 20, nei locali di Viale Napoli 40.In particolare verranno presentati e documentati con un video alcuni progetti di alto spessore culturale, che prenderanno il via nel corren-te anno scolastico, si avvarranno di eccellenti collaborazioni e usu-fruiranno di una strumentazione multimediale interattiva, grazie alla quale gli studenti saranno non più semplici osservatori, ma pro-tagonisti dell’attività laboratoriale.Tra i progetti più prestigiosi quello di ricerca sulle radiazioni cosmi-che, denominato “CO.R.D.A.T.A.” – guidato dal prof. Ignazio Laz-zizzera dell’Università di Trento insieme con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – e quello di colla-borazione con l’Agenzia “Reinven-tore” di Verona dei fratelli Danese, che sta rivoluzionando la metodo-logia nel campo degli esperimenti di Fisica. La Nuova Scuola si sente onora-ta inoltre di poter continuare il rapporto con il prof. Lucio Rossi del Cern di Ginevra, che terrà un

incontro pubblico a Pesaro il 19 gennaio 2013 sugli sviluppi della scoperta del “Bosone di Higgs”.Particolare cura verrà riservata, come ormai i tempi richiedono, allo studio della lingua inglese, nella quale saranno svolte alcune lezioni di altre discipline: sono

previste collaborazioni con l’Eme-rald Cultural Istitute di Dublino per soggiorni-studio nella città, formazione dei docenti in video-conferenza e certificazioni Cam-bridge, riconosciute a livello inter-nazionale nel mondo del Lavoro e dell’Università.

Sono tante iniziative particolari, mirate a realizzare la finalità ulti-ma e più ampia della Nuova Scuo-la: educare i ragazzi ad un uso allargato della ragione e ad una simpatia cordiale nei confronti di tutta la realtà.

Prof. Giancarlo Federici

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL 30 OTTOBRE INCONTRO PUBBLICO SUI PROGETTI DELL’ANNO SCOLASTICO

La Nuova Scuola rilancia il modello dei licei

Il 19 gennaio 2013 il prof. Lu-cio Rossi del Cern di Ginevra, che terrà un incontro pub-blico a Pesaro sugli sviluppi della scoperta del “Bosone di Higgs”

CONFERENZA REGIONE-COMUNE

Spacca-Ceriscioli ecco gli accordiSi sono incontrate a palazzo Gra-

dari lo scorso 23 ottobre, le giunte della regione Marche e del Comu-

ne di Pesaro. Il Presidente Spacca ed il sindaco Ceriscioli sono apparsi sorri-denti e hanno parlato di condivisione totale della visione strategica. Ceriscioli ha precisato che le richieste del Comu-ne sono state accolte. In breve: la Re-gione assicurerà i finanziamenti per il progetto Marche Nord – considerato da Spacca presidio sanitario “esemplare” poichè va nella direzione della riduzio-ne del numero combinato con aumento di qualità e competenze - e per i servizi sociali; saranno assicurati i pagamenti per le imprese che hanno eliminato la neve dell’inverno scorso e non saran-no decurtate le risorse per fronteggiare emergenze da calamità naturali, l’abitato di Fiorenzuola sarà protetto da due muri a mare ed a terra, il Conservatorio avrà

una sala per la musica elettronica (la c.d. “sala ambisonica”). Spacca ha detto di aver reperito fondi europei per pro-seguire la Fano-Grosseto con un nuovo tracciato ed un nuovo tipo di contratto per gli appaltanti. Il Presidente ha altresì precisato che si va verso un’aggregazio-ne dei trasporti pubblici nella Regione, a somiglianza di quanto avvenuto in Emilia Romagna, ma ha avvertito che il processo potrebbe presentare gli ostaco-li derivanti da quello che ha chiamato lo “spiccato individualismo dei nostri Enti locali”. Infine, Spacca ha ripetutamente attaccato il Governo, auspicando che an-che esso sia chiamato a rispondere della “revisione della spesa” e della campagna di moralizzazione in atto nei confronti delle Regioni non meno di queste ultime. La lingua batte dove il dente duole.

Claudio Turco© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL 30 OTTOBRE INCONTRO SULLE SITUAZIONI ESTREME

Poveri e storie di casa nostraPESARO - Il 30 ottobre alle ore 21.15. presso la Sala Consiliare della Provincia, in Via Gramsci a Pesaro, si terrà un incontro aperto a tutta la cittadinanza sulla situazione delle povertà estreme nel nostro territo-rio. Interverranno Caritas, Centro Italiano di Solida-rietà, La Città della Gioia e I Bambini di Simone. Moderatore don Marco Di Giorgio, Direttore Caritas Pesaro. I rappresentanti delle asso-ciazioni riferiranno l’entità del problema nella nostra città. Ogni intervento porterà con sé una sto-ria emblematica, raccontata dalla viva voce dei protagonisti. Sarà presente anche la dott.ssa Giuseppina Catalano (Assessorato Servizi

Sociali del Comune di Pesaro). Lo spazio fina-le sarà riservato agli interventi e alle domande del pubblico presente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 13: «Il Nuovo Amico» n. 37 del 28 ottobre 2012

28 ottobre 2012 13amicoil nuovo• •

Redazione di Fano:Via Roma, 118 - 61032 FanoTel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595E-mail: [email protected]

Fossombrone Cagli Pergola

IL VESCOVO AFFIDA IL MANDATO MISSIONARIO

Insieme per testimoniare la fede

PERGOLA - Catechisti, animato-ri, uomini e donne di buona vo-lontà si sono ritrovati domenica 21 ottobre nella concattedrale di Pergola per ricevere il mandato missionario dal vescovo Mons. Trasarti. La giornata ha anche aperto l’anno della fede indetto dal Papa, un anno in cui tornare alle origine del nostro essere cri-stiani, in cui riscoprire la fede che è dono di Dio. “L’Anno della fede – ha sottolineato Mons. Trasarti – sarà dunque una grande sfida, in quanto, grazie ai cristiani rin-novati interiormente nelle radici della propria fede, potrà essere superata quella dicotomia tra fede e cultura, già denunciata da Pao-lo VI, che dichiara l’insignificanza della fede agli effetti della qualità della vita umana”.Il Vescovo ha aperto la celebrazio-ne ricordando il bisogno di rinno-vare in noi la grazia del Battesimo e chiedendo a Dio la grazia del perdono, per questo il primo se-gno proposto all’assemblea è stato

l’aspersione con l’acqua benedet-ta. La liturgia della Parola ha poi aperto il cuore agli operatori pa-storali che hanno accolto le parole del Vescovo di confrontarsi con la diversità per recuperare l’unità, un cammino questo che la chiesa è chiamata a fare per trasmettere con metodi nuovi alle nuove ge-nerazioni la fede di sempre. Stra-da maestra di questo cammino deve essere l’umiltà e il sentirsi “mendicanti”, mai arrivati, per non essere di ostacolo a coloro che cercano Dio. “Così il mendican-te, cieco, diventa cristiano – ha messo in evidenza il Vescovo rife-rendosi al Vangelo di Marco - ha incontrato Gesù che gli ha aperto gli occhi per vedere cose vere del-la vita. Sì, è così: cristiani non si nasce, ma si diventa. Molti sono cristiani ciechi: cioè non sanno di esserlo. Diventare cristiani non è compiere qualche gesto religioso ogni tanto. Diven-tare cristiani significa mettersi a seguire Gesù ogni giorno, lungo

la strada della vita. Allora Gesù diventa il nostro Rabbonì, cioè il nostro Maestro di vita. La sua Pa-rola illumina ogni situazione, ogni scelta. La sua Parola ci apre gli

orizzonti della vita”.A dar voce all’assemblea sono sta-ti poi nove rappresentanti di essa

scelti tra le varie vocazioni, da quella religiosa a quella familia-re, da quella missionaria a quella di chi, come Diego Fascinetti, si prepara a ricevere l’ordinazione

diaconale prima e sacerdotale poi. Anche don Luciano Gattei, Mis-sionario Fidei Donum (dono della

fede) in Kenya, ha portato la sua breve testimonianza sotto forma di preghiera: “Ma il figlio dell’uo-mo quando tornerà troverà la fede nel mondo ? “Non possiamo sottrarci – ha detto don Luciano - alle responsabilità di missionari che abbiamo come singoli e come Chiesa! Ma di quale fede ci parla il Signore? Di quella fatta di regole e norme o di quella che è instan-cabile ricerca di Lui ? Solo in Lui troviamo la forza per liberarci dalle mode, dell’intolleranza, dal male che non è solo attorno a noi ma dentro di noi. Ti chiediamo – ha concluso don Gattei - di es-serci vicini Signore, di aiutarci ad essere sale della terra che esalta il gusto della vita, aiutaci a non la-sciarci risucchiare dal vortice del settarismo ma fa che possiamo es-sere con Te una cosa sola affinché il mondo creda. La celebrazione, animata dai giovani del centro Missionario, si è conclusa con la consegna del mandato ai nove rappresentanti e all’assemblea tut-ta e con la consegna del calenda-rio pastorale a tutti i partecipanti.

Marco Gasparini © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA DIOCESI ACCOGLIE LE RELIQUIE DEL BEATO POPIELUSZKO

Vincere il male con il bene

ESERCIZI SPIRITUALI DIOCESANI A FONTE AVELLANA

Dal 12 al 16 novembre sono in pro-gramma gli esercizi spirituali per il Clero presso il Monastero di Fon-

te Avellana. Guiderà la riflessione padre Gianni Giacomelli priore del monastero. Per iscrizioni: 349.2609354 Vicario Generale – Don Giuseppe Tintori Vicario per la Pastorale – Don Marco Pre-sciutti

ROSCIANO - “Vincere il male con il bene” , questo è sempre stato il messaggio che ha voluto trasmettere nella sua vita il beato martire Jerzy (Giorgio) Popieluszko, ucci-so “in odio alla fede” la sera del 19 ottobre 1984 da tre agenti della polizia segreta. In occasione del 28° anniversario della sua na-

scita in cielo, i fedeli hanno partecipato ad una S. Messa presieduta dal vescovo Mons. Armando Trasarti, presso la chiesa S. Ma-ria di Rosciano. Presente alla celebrazione anche don Czeslaw Banaszkiewicz che ha vissuto per sei anni a stretto contatto con Popieluszko; l’arcidiocesi di Varsavia ha

voluto omaggiare la nostra diocesi con una reliquia del beato martire ora custodita al-l’interno della chiesa di Rosciano.Con una personale testimonianza, don Czelsaw ha sottolineato la grande forza spirituale e la grande fede di Popieluszko che confidava a chi gli stava vicino di es-sere consapevole del fatto che non sarebbe restato a lungo con loro ma che avrebbe portato avanti fino alla fine la sua vocazio-ne, certo della forza dell’annuncio del Van-gelo nel cambiare gli uomini.“Jerzy” - ha aggiunto ancora Don Czelsaw – “non ha mai avuto paura”.Di seguito sono state anche ricordate le parole del Beato Papa Giovanni Paolo II, il quale con una sua personale preghiera pregò Dio affinché la morte di Popieluszko portasse grandi frutti, così come la morte di Gesù portò alla Resurrezione.

Marco Bargnesi© RIPRODUZIONE RISERVATA

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amicoil nuovo• •14 Fano Fossombrone Cagli Pergola28 ottobre 2012

LA COMUNITÀ DI MAROTTA FESTEGGIA DON MARIO E DON STEVEN

La strada che il Signore ha tracciatoMAROTTA - Tanti motivi per rin-graziare il Signore e per riunirsi in una giornata d’ottobre ancora as-solata. Ieri, domenica 21 ottobre, la comunità di Marotta di San Gio-vanni Apostolo si è riunita attorno al suo caro don Mario nel cinquan-tesimo anno del sacerdozio, attorno a don Steven nel settimo anno dalla sua ordinazione e infine attorno alla pietra della sua chiesa, consacrata proprio nella stessa data. Una cele-brazione commovente e sentita, gre-mita di tutte quelle persone, pietre vive di una comunità che si è sentita ricca per aver ricevuto doni preziosi. Don Enrico Secchiaroli, viceparro-co, durante l’omelia ha riportato alla luce l’importanza di riunirsi attorno a ciò che veramente conta, sottoli-neando i passi del Vangelo appena

proclamato “Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infat-ti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”; ha quindi ricor-dato quanto il ministero di sacerdo-te, prima di ogni altro, sia destinato all’umile servire e testimoniare. In-fine parole commoventi e ironiche, come nel loro stile, nei confronti di Don Mario che in cinquant’anni ha fatto crescere la sua parrocchia con-siderandone le fragilità e coltivan-done le ricchezze come quella della vocazione di don Steven che ha tro-vato in don Mario e don Enrico gui-de sicure lungo il cammino della sua chiamata.

Due regali donati a don Mario dai suoi parrocchiani, una casula, espressione del decoro di fronte a Dio a cui lui stesso tiene da sempre, e una croce da portare al collo per-ché porti con sé la sua comunità at-traverso l’esempio indelebile di Cri-sto. Dopo le divertenti schermaglie, dopo le battute che caratterizzano don Mario, tutta la comunità si è riunita a festeggiare con un pranzo insieme, pronta per un nuovo anno di attività e ricaricata dalla certezza che nella ricchezza delle relazioni, dei confronti e dei rapporti coltivati in Cristo, si riconosce la strada che il Signore ha tracciato per ognuno di noi, strada di condivisione e testi-monianza.

Barbara Piccolo© RIPRODUZIONE RISERVATA

INCONTRO DEGLI ADERENTI AL TERZ’ORDINE DOMENICANO

“Maria è farmaco di immortalità”CAGLI - Nei giorni scorsi nella sede del Monastero delle monache di clausura dell’Ordine Domenicano si è svolto l’ incontro degli aderenti al Terz’Ordine domenicano tenuto dal-la monaca di clausura Suor Gabriel-la, diplomata presso il Magistero in Scienze Religiose con specializzazio-ne Pedagogico - Didattica, la quale ha trattato l’argomento della Sacra Scrittura e pneumatologia presso i Benedettini. E’ grazie al Prof. Fran-cesco Bindella che Suor Gabriella ha istituito nella propria diocesi il corso di pneumatologia, come Università Europea della Spiritualità Domeni-cana.Attualmente il Prof. Bindella inse-gna a Bahia Sacra Scrittura e Pneu-matologia dai Benedettini, tuttavia,

fra il Brasile e Cagli si è formato un ponte di spiritualità degno del segno dei tempi, un corso che non entra in contraddizione con la teologia sacra-mentale, o con la Sacra Scrittura, o con il Dogma, anzi è un compendio, un rinnovamento , una nuova pri-mavera dello spirito, ha dichiarato e precisato Suor Gabriella. Ecco allora il discorso tenuto alle Terziarie do-menicane di Cagli, il Santo Rosario, la missione domenicana, e la Vergi-ne Maria con gli effetti benefici del rosario nella dolce preghiera “I tuoi figli celebrano Maria”. Con questa bellissima marcia è iniziata la cate-chesi di Suor Gabriella al terz’ordine domenicano di Cagli.Siamo nel bel mese di ottobre, mese missionario, per questo la suora ha

voluto illustrare l’importanza del Santo Rosario nell’Ordine Domeni-cano e i benefici nel corpo e nello spirito: “Poiché la devozione a Maria ci aiuta – ha aggiunto - a sconfigge-re il male fisico, l’indigenza, i disastri familiari, la disoccupazione; aiuta e difende le famiglie da tutti i pericoli, le paure e le angosce finiscono. Ma-ria è farmaco d’immortalità in que-sta vita e nell’altra”.Concludendo, Suor Gabriella ha esposto l’argomento in chiave pneu-matologia, biblica, attenendosi al Concilio Ecumenico II°, alla storia dell’Ordine domenicano, e ad altri documenti biblici ed ecclesiastici che nel seguito ha descritto.

Giovanni Bartoli© RIPRODUZIONE RISERVATa

IL PROGRAMMA DELLA SETTIMANA DI PREPARAZIONE

Diego Fascinetti sarà ordinato diaconoFANO – Domenica 28 ottobre, alle ore 17.30 presso la parrocchia di Torrette, Diego Fascinetti sarà ordinato diacono per l’imposi-zione delle mani e la preghiera consacratoria del vescovo Mons. Armando Trasarti. Riportiamo, di seguito, il programma di preparazione:Giovedì 25 ottobre ore 18.30 - parrocchia di Torrette - Nel sa-lone parrocchiale, cena e serata insieme per tutti i ragazzi di 3^ media e delle superiorivenerdì 26 ottobre ore 21 - parrocchia di Torrette - Lectio di-vina: ci prepariamo al diaconato meditando le letture della Mes-sa di OrdinazioneSabato 27 ottobre ore 21 - parrocchia di Torrette - Veglia di preghiera

DAL 29 OTTOBRE LA LECTIO DEL VESCOVO NELLE VARIE ZONE PASTORALIFANO - Dal 29 ottobre inizierà la lectio del Vescovo nelle varie zone pastorali sul tema “Io credo, sostieni la mia poca fede”. ITINERARIO DI FEDE NELL’ANTICO E NEL NUOVO TESTAMENTO

1. La fede di Abramo: una storia affascinante…2. Dio mise alla prova Abramo3. La fede di Mosè: egli decise di porsi al fianco del suo popolo op-presso4. Maria modello e guida della fedeRiportiamo, di seguito, le date e i luoghi:Pergola: 29 ottobre, 5 novembre, 12 novembre, 19 novembreTavernelle: 26 novembre, 3 dicembre, 10 dicembre, 17 dicembreFano (San Paterniano): 18 febbraio, 25 febbraio, 4 marzo, 11 marzo, 18 marzo 2013

UNA NUOVA CONSORELLA PER LA COMUNITÀ DELLE BENEDETTINE

Dalla Corea a Cagli per seguire DioCAGLI – Una comunità che cresce e che vuole farlo sempre di più. Pur se in silenzio, quello della preghiera e della clausura. Da sabato 20 ottobre, la comunità delle monache benedettine di San Pietro di Cagli, ha una nuova consorella. Suor Elena Cheon, alla pre-senza del vescovo di Fano, Fossombro-ne, Cagli e Pergola Armando Trasarti e di numerosi sacerdoti della vicaria e della diocesi, ha professato i voti ed è diventata l’ottava suora della picco-la comunità nel centro storico. La più giovane, ha raccontato la madre supe-riora auspicando nuovi ingressi tra le sue coetanee, pur avendo già superato i 40 anni. La lontanissima Corea è il Paese d’origine di suor Elena, da quasi 4 anni in Italia. Dopo la celebrazione, nella chiesa del Monastero, in un italia-no ancora stentato e reso più compli-cato dall’emozione, chiede di pregare per lei a chi vuole salutarla. Un canto in coreano dedicato a Maria a chiudere la celebrazione. La Vergine scelta an-che per il “ricordino” della giornata, sul

quale, in doppia lingua, troviamo scrit-to: “Se tu sei con me, non avrò nessun timore”. Proprio Suor Elena, però, con-fessa di averne avuta eccome di paura. La “chiamata”, infatti, racconta di averla sentita quando aveva 20 anni, ma è sta-ta la paura ad avere la meglio, almeno all’inizio. Ora che, invece, ha scelto di percorrere la sua strada pronunciando il suo sì, quella paura la ricorda con tenerezza, nascosta dietro un enorme sorriso. Ci ha messo altri 20 anni circa per rispondere ma, racconta la profes-sa ancora emozionata appena termi-

nata la celebrazione: “Questa è la mia storia, dovevo vivere quanto ho vissuto ed essere così spaventata per prepa-rarmi a rispondere”. Da quella paura, quindi, ha preso la forza per lasciare il suo Paese e chiudersi in preghiera. “Mi manca un po’ – ammette parlando della Corea -. Mi manca la famiglia e la mia vita lì, ma questa è la mia strada, ci ho messo tempo per capirlo, ma ora lo so. Resterò a Cagli e sono felice. Prega-te per me”.

Elisa Venturi© RIPRODUZIONE RISERVATa

DAL 26 OTTOBRE LA SECONDA EDIZIONE

Giovani di… ParolaFANO – Partirà venerdì 26 ottobre alle ore 20.30, presso la parrocchia Gran Madre di Dio, la seconda edizione di “Giovani di…Parola!” organizzata dal settore giovani dell’Azione Cattolica. Aiutati da don Giuseppe Marini, inizierà questo percorso annuale studiando il prologo del Vangelo di Luca (il Vangelo dell’anno liturgico 2012-

2103). “Giovani... di Parola” è una ricchezza nella misura in cui è condivisa. Riportiamo, di seguito, il calendario degli incontri: venerdì 26 ottobre - venerdì 30 novembre - vener-dì 25 gennaio - venerdì 19 aprile - venerdì 24 maggioDal 22 al 24 febbraio 2013, presso l’Eremo di Fonte Avella-na, sono in programma gli esercizi spirituali.Per info:Stefano Cuccaroni 338-5276086Simona Marinelli 328-1129337Giacomo “Mino” Ragaini 333-8093663Mattia “Brocco” Brocchini 349-5913674don Giuseppe “Peppe” Marini 339-4689236

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28 ottobre 2012 15Fano Fossombrone Cagli Pergola

UNITALSI FANO E CASA PENELOPE INSIEME A LORETO

Un pellegrinaggio particolareFANO - Casa Penelope è un nuo-vissimo istituto che sorge in zona Aeroporto a Fano, all’interno del complesso residenziale intitolato a Don Achille Sanchioni.E’ una struttura luminosa e moder-na ad un solo piano che si affaccia da tutti i lati sul giardino grazie alle ampie vetrate. Ha camere persona-lizzate e spazi comuni e di socialità ben attrezzati.Ospita otto giovani assistiti da per-sonale OSS (Operatore Socio Sani-tario) e da Educatori che coordina-no le attività.Il Presidente Piergiuseppe Manen-ti si è recato a Casa Penelope per presentare le attività dell’Unitalsi e grazie all’impegno dell’Educatrice Marilina Pianosi che ha coinvolto gli altri operatori, educatori e la coordinatrice della struttura, si è iniziato il cammino di conoscenza degli ospiti per formare poi il per-sonale Unitalsi che avrebbe dovuto occuparsi di loro durante i giorni a Loreto.

La disponibilità di genitori, fami-gliari o tutori degli ospiti ha fatto il resto, e l’entusiasmo dei ragaz-zi, una volta comunicato loro che avrebbero partecipato al Pellegri-naggio a Loreto, è salito alle stelle. Nessuno di loro aveva mai parteci-pato alle attività Unitalsiane, tran-ne Amalia, una veterana di Loreto, che ha provveduto a galvanizzare la truppa descrivendo il pellegri-naggio nei minimi particolari. Nei giorni precedenti la partenza, l’at-tesa era veramente spasmodica e a tratti persino commovente. Final-mente il 3 agosto Elvis, Elisa, Ro-berto, Francesco, Amalia, Giusep-pe e Ines sono saliti sulle corriere e hanno raggiunto la meta. Grande

è stata la soddisfazione espressa da Elvis ed Elisa per la fiducia che Educatori e famigliari hanno loro accordato lasciandoli venire al Pellegrinaggio “da soli”. Intensa e commovente la partecipazione alle funzioni religiose e gioiosa quella ai momenti ricreativi. Ognuno ha poi espresso il meglio di sé.Ora, tornati alle nostre case, come ci ha ricordato il Presidente alla riunione del Personale a Cartoce-to, ci attende la sfida di quest’anno: coltivare un rapporto di conoscen-za e collaborazione con Casa Pene-lope, come avviene già per le altre Case o Istituti.

A.T.© RIPRODUZIONE RISERVATA Nella foto: Elvis ed Elisa di Casa Penelope e Laura del Servizio Gioia

IL RICONOSCIMENTO PER IL PROGETTO “VIVI IL LATO SANO DELLO SPORT”

All’Avis di Fano il premioFair-Play 2011

FANO – Si scrive fair-play, ma si legge rispetto e solidarietà. Sono questi i valori fondanti di Avis Fano che, proprio venerdì 12 ot-tobre a Castrocaro Terme, ha ri-cevuto il premio “Fair Play 2011” del Panathlon International Area 5 (Marche, Emilia Romagna) per il progetto “Vivi il lato sano dello sport” con la seguente motiva-

zione: “Per aver realizzato il pro-getto ‘Vivi il lato sano dello sport’ coinvolgendo numerose società sportive, atleti, dirigenti e fami-gliari nella donazione del sangue, incrementando in misura straor-dinaria il numero dei donatori. L’iniziativa che verrà divulgata a livello nazionale, anche con la collaborazione del CONI, ha col-

to in pieno lo spirito del premio ‘Fair Play’ avendo realizzato una campagna di sensibilizzazione, attraverso lo sport ed i suoi va-lori educativi, alla solidarietà ed alla tutela della salute”. Un riconoscimento, dunque, che ha valorizzato e premiato l’impe-gno dell’associazione fanese nella sensibilizzazione alla donazione di sangue in tutti i settori della vita quotidiana. A ritirare il pre-mio sono intervenuti il presiden-te di Avis Fano Massimo Seri, il

responsabile del progetto Andrea Vitali e Luigi Martori. Il progetto “Vivi il lato sano dello Sport”, nato per promuovere tutti, in particolare le società sportive, alla donazione di sangue, ha visto impegnati giocatori e dirigenti in incontri collettivi, prima al cam-po sportivo e successivamente al-l’ospedale “Santa Croce” di Fano con i responsabili organizzativi di Avis, medici e pazienti. Tutto questo affinché il gesto del-la donazione del sangue fosse il

risultato di un percorso consa-pevole e cosciente a concretiz-zare la vita dei ragazzi con atti profondi che nascono dallo sport attraverso quei ragazzi, giovani di oggi, che saranno gli uomini di domani. Il progetto ha visto il coinvolgimento di oltre 800 per-sone tra atleti, dirigenti e familia-ri rappresentanti 30 società spor-tive (espressione di quasi tutte le discipline sportive) della città di Fano.

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FANO - Si è tenuta giovedì 18 ottobre, nel cortile della scuo-la primaria “F. Corridoni”, la cerimonia di consegna della Bandiera Verde per il proget-to Eco-schools conferita a tutte le scuole del Circolo Didattico Fano San Lazzaro. Il coordina-mento esterno dell’iniziativa e la collaborazione con l’apporto di collaboratori esperti ester-ni è effettuata dal LabTer Città dei bambini. Il riconoscimento è stato consegnato per la FEE (Foundation for Environmental Education) Italia dal referente regionale, prof. Camillo Nardini, che ha lodato i bambini per le attività e soprattutto i loro inse-gnanti per l’impegno profuso quotidianamente.Alla cerimonia erano presenti oltre al prof. Nar-dini, la dirigente scolastica Serena Perugini, l’in-segnante vicaria Lucia Sorcinelli, le insegnanti e i bambini dei plessi Corridoni, Montessori, De-cio Raggi, Vallato, Tre Ponti, gli assessori Fran-co Mancinelli e Luca Serfilippi, il presidente

ASET Servizi Gianni Mattioli, la funzionaria ASET Caterina Tieri, la collaboratrice esterna Elisa Bilancioni.Il prossimo appuntamento del prof. Nardini a Fano sarà il 12 dicembre 2012 per la consegna della Bandiera Verde all’Istituto comprensivo “G. Padalino”.

Gabriella Peroni Direttrice U.O. Sviluppo Sostenibile

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LAVORI ALLA SCUOLA MEDIA STATALE TOCCI

Appalto per 200 mila euroCAGLI - Sono prossimi ad essere appaltati i lavori per 200 mila euro alla Scuola Media Statale Franco Micheli-ni Tocci di Cagli. L’intervento, da lungo tempo atteso, è oggi reso possibile da un contributo statale di 100 mila euro assegnato grazie all’azione del sindaco Patrizio Ca-tena e del compianto deputato Massimo Vannucci. Per la parte restante, con il coordinamento del vice sindaco Alberto Mazzacchera, è stato presentato un progetto in forza del quale la Fondazione Cariverona (oggi presente in Cagli con Unicredit) ha conces-so un impegno contributivo pari a 75 mila euro. Il Comune di Cagli potrà così intervenire sulle coperture di una parte della Scuola (un’aula delle sopralogge è interdetta per infil-trazioni d’acqua piovana) ed anche sulla chiusura con ampie vetrate di una metà del log-giato del chiostro su cui prospettano gli ingressi delle aule scolastiche. Ciò significherà da un lato avere aule decisamente più calde (attualmente le porte della aule immettono nel loggiato aperto alle intemperie) e dall’altro potere utilizzare proprio lo spazio del loggiato quale ariosa espansione delle aule. Questa soluzione è stata peraltro ampiamente utiliz-zata a Cagli negli altri chiostri dove gli inverni sono alquanto rigidi. “Si tratta - afferma il vice sindaco Mazzacchera – di lavori significativi come sanno bene tutti coloro che hanno studiato nelle aule aperte nel loggiato del chiostro dell’ex convento di San Francesco. E’ questa un’operazione resa possibile da un buon lavoro di squadra tra amministratori e tecnici. La chiusura con vetrate, che al momento interessa solo i due lati del chiostro sui quali si affacciano le aule, renderà possibile utilizzare questo spazio anche nei mesi freddi trasformandolo, grazie anche all’estensione dell’impianto di riscaldamento, in una sorta di giardino d’inverno ad uso principalmente degli scolari”.

A TUTTE LE SCUOLE DEL CIRCOLO DIDATTICO FANO SAN LAZZARO

Consegnata la Bandiera Verde

Spesso la do-menica sera, puntuale, arri-va la telefonata dei miei ge-nitori. La do-menica è quel giorno un cui tutto è diverso, orari, ritmi, e le domeniche di autunno sono fatte per oziare e crogiolarsi nel dolce piacere che l’inverno sta arrivando. Ed è anche il gior-no prediletto dalla famiglia, ora essendo io studentessa fuori sede, c’è un unico modo di fare famiglia di domenica, telefonarsi e aggiornarsi, su università, vita, passatempi e voci di paese.Le domeniche di ottobre a Pergola sono particolari, caratterizzate dalla Fiera del Tartufo. La Fiera è oramai un appuntamen-to fisso d’inizio autunno da 17 anni nella nostra cittadina, appuntamento al quale l’Amministrazione comunale è particolar-mente affezionata e gestisce in prima per-

sona.Così i miei genitori mi hanno aggiornata sulle tre domeniche di fiera pergolese, con tanta gente venuta da fuori, cover di Lu-cio Dalla, le bancarelle di tartufo, Vittorio Sgarbi che passeggiava su e giù lungo il Corso Matteotti stringendo mani e sfode-rando il suo sorriso cinico e proverbiale.La Fiera del tartufo di Pergola è veramen-te un bel modo di iniziare l’autunno, una sorta di segna- confine, tra il caldo tepore di settembre e le caldarroste che profuma-no l’aria. Da sempre molto gettonata e fre-quentata, negli ultimi anni si è arricchita e abbellita. Ma non mancano le polemiche. L’Amministrazione comunale informa che sono state registrate circa 20.000 presenze, qualcuno su facebook ironizza che facendo qualche conto è del tutto improbabile una

cifra simile. Altri si domandano ‘dov’era il tartufo?’, infatti pare che gli stand eno-gastronomici del pregiato tubero fossero molto pochi. Altri ancora polemizzano sulla presenza di Sgarbi, che da sempre in quanto critico d’arte sostiene la causa dei Bronzi Dorati pergolesi, criticando gli ele-vati costi per un personaggio così famoso.Alla fine dei conti però i pergolesi non sono persone che si fanno intimidire facil-mente, da buona tradizione campagnola. Sono testardi, ma buoni. Tutti prendono parte a questo bellissimo evento autunnale, chi per divertirsi, chi per criticare, chi per sbirciare, il tutto senza troppi peli sulla lin-gua. Una caratteristica rara oggigiorno. E alla fine sono queste cose che fanno “parti-colare” la nostra cittadina e da studentessa fuori sede posso solo dire che ho grande nostalgia di quelle domeniche d’autunno pergolesi e delle persone che le popolano.

Martina Pieri© RIPRODUZIONE RISERVATA

AL VIA GLI INCONTRI DI “ALLARGHIAMO GLI ORIZZONTI”FANO – Riprendono, alle ore 21 alla Chiesa di San Tommaso, gli incontri di “Allarghiamo gli Orizzon-ti”. Riportiamo, di segui-to, le date:giovedì 25 ottobre / mercoledì 7 novem-bre - Santa Messa per tutti i giovani defun-ti / giovedì 29 novembre / giovedì 13 di-cembre- Scambio di auguri natalizi con il CSI e altre associazioni presso il palazzetto Allende di San Lazzaro / giovedì 31 gen-naio 2013 / giovedì 28 febbraio 2013 / venerdì 22 marzo 2013 / sabato 20 apri-le 2013 - veglia diocesana per le Vocazioni presso la Cattedrale / giovedì 30 maggio 2013 / giovedì 27 giugno 2013

FIERA DEL TARTUFO A PERGOLA

Polemiche e profumi

Page 16: «Il Nuovo Amico» n. 37 del 28 ottobre 2012

Fano Fossombrone Cagli Pergola28 ottobre 201216 amicoil nuovo• •

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PRESENTATI I RISULTATI DI DUE RICERCATORI DELL’UNIVERSITÀ DI URBINO

Malattie rare: atassia telangectasia

FANO – L’atassia telangectasia (A-T) è una malattia rara e incu-rabile che si manifesta nei bambini fin dai primi anni di vita, costrin-gendoli sulla sedia a rotelle già dai dieci anni. A Fano se ne è parlato più volte, perché in questa città abitava una delle persone colpite

dalla malattia, Davide De Mari-ni. Dopo che questo ragazzo è mancato, suo padre si è dedicato con grande impegno (costituendo anche un’associazione) ad incenti-vare la ricerca volta a trovare delle cure. Una ricerca che non ha mai attirato l’interesse delle grandi

case farmaceutiche, proprio per-ché sono poche le persone affette da A-T. Ebbene è con grande sod-disfazione ed orgoglio che lo scor-so 19 ottobre a Palazzo S. Michele, dove viene ospitata la facoltà di Biotecnologie (sede distaccata del-l’Università di Urbino), sono stati illustrati gli importanti risultati ot-tenuti da Sara Biagiotti e Michele Menotta, due giovani del nostro territorio (di Tavullia lei e di Tor-rette di Fano lui), facenti parte del gruppo di ricerca del professor Mauro Magnani presso il Dipar-timento di Scienze bio-molecola-ri dell’Università di Urbino. Alla presentazione, oltre a Mauro Ma-gnani, sono intervenuti il presi-dente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano Fabio Tomba-ri (la Fondazione ha contribuito a finanziare lo studio di ricerca), l’Assessore ai Servizi Educativi Franco Mancinelli ed ovviamente

i due giovani ricercatori che dopo tre anni di lavoro su questo tema, hanno effettuato una piccola ma importantissima scoperta, ovvero che quando un bambino malato di A-T curava l’asma con dei cortiso-nici, migliorava. La patologia A-T determina nella maggior parte dei pazienti l’assenza della proteina ATM, la quale ha un ruolo chiave in diversi processi cellulari. Gra-zie agli studi ora condotti è stato dimostrato che il trattamento con analoghi di glucocorticoidi, ripri-stina una versione accorciata della proteina ATM e tale variante di proteina (denominata mini-ATM) è stata identificata per la prima volta dai nostri ricercatori, facen-do intravvedere la possibilità di un trattamento farmacologico capace di migliorare la vita dei pazienti.La scoperta dei meccanismi bio-molecolari che sottendono all’ef-ficacia terapeutica dimostrata dal

farmaco, ha presto varcato i con-fini nazionali ed è stata da poco pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica americana “The journal of Biological Chemistry”.Recentemente, EryDel SpA, una biotech company nata in Urbino, ha sponsorizzato uno studio clini-co basato sull’uso dei globuli rossi per somministrare corticosteroidi in modo lento e programmato. Il trial clinico coordinato dalla Prof.ssa Luciana Chessa, condotto a Roma per i pazienti del centro –sud ed a Brescia per quelli del nord, ha dato risultati interessanti.Se oggi alcuni pazienti sono già trattati con questo farmaco attra-verso un protocollo “compassio-nevole”, è lecito pensare ed augu-rarsi che presto (tra qualche anno) il trattamento potrebbe essere au-torizzato.

Mariella Polverari©riproduzione riservata

GLI ALUNNI DELLA SCUOLA MEDIA PADALINO

Di nuovo sul podioFANO - Gli alunni della III D dell’Istituto “G. Padalino” di Fano hanno vinto il Primo Premio della Sezione Poesie e il Terzo Pre-mio per la Sezione Racconti nel Concorso “F.A.G.GIO SOLIDA-LE” , II Edizione Centro Culturale Plodio in provincia di Savona. A loro vanno le congratulazioni vivissime del presidente dr. Die-go Dormetta e di tutti i suoi collaboratori. La cerimonia di pre-miazione avverrà domenica 28 ottobre, presso la Sala consigliare del Comune di Millesimo, bellissimo paese della Val Bormida. Le alunne che hanno contribuito a tale successo sono per la Poe-sia : Giulia Saudelli con “Non sono ancora pronta”, Ilaria Arnaldi con “Mare”, Rebecca Marchionni con “Il lamento di un albero” e “Lupo solitario”. (quest’ultima poesia aveva già ottenuto il Pri-mo Premio Letterario di “Poesia onesta “ ad Ancona, il 5 ottobre scorso); per i Racconti Ludovica Caporaso con “ Un viaggio nel tempo” e Cecilia Zanna (ex alunna della Padalino e ora alunna del primo Liceo scientifico) con “Nonna Lea racconta”.

Fano – sabato 27 ottobre, alle ore 15.30 un incontro per festeggiare i 20 anni di attività delle associazioni “alcolisti anonimi” e “al-anon” (gruppo dei familiari). sarà presente anche il vescovo Mons. armando trasarti.il fenomeno alcolismo, benché affrontato e denunciato a livello medico spe-cialistico e dai mezzi di stampa, radio e televisioni non trova tra il gran-de pubblico quella rispondenza che generalmente viene riservata ad altri problemi della nostra società i quali occupano le prime pagine dei giornali e magari hanno incidenze assai meno profonde e meno ramificate. il feno-meno dell’alcolismo anche nella nostra città e in tutta la provincia di pesaro urbino assume aspetti sempre più drammatici ed è diffuso in ogni strato sociale, in ogni fascia di età, senza distinzione di sesso e maggiormente diffuso tra i giovani (ragazzi e ragazze).L’alcolismo è stato definito dall’organizzazione mondiale della sanità ma-lattia progressiva, incurabile e mortale, ma frenabile e controllabile. ecco quindi la funzione dei Gruppi di alcolisti anonimi i quali operano in tutto il mondo sin dal 1935 (primo Gruppo di recupero nacque ad akron ohio stati uniti- america) Così anche a Fano, 20 anni fa, un Gruppo di recupero nacque per volontà di alcuni alcolisti, sulle orme e tradizioni degli alcolisti anonimi americani.

UN INCONTRO PER PARLARE DI SANA ALIMENTAZIONE

Mangiare bene a casa e a scuolaFANO – “Mangiare bene a casa e a scuola”, questo il titolo del conve-gno organizzato, sabato 20 ottobre a Fano, dall’associazione Altramarea. Il convegno che ha visto come ospi-te la dottoressa Anna Villarini del Dipartimento di medicina preven-tiva dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, è stato organizzato con il patrocinio dell’Asur marche e del Comune di Fano.Essere sani – ha detto la dott.ssa Vil-larini – non è solo assenza di malat-tia ma uno stato di benessere fisico, mentale e sociale, questo benessere è strettamente legato alla buona alimentazione. Quando mangiamo in modo non corretto possiamo andare in carenza di vitamine o in eccesso di zuccheri o di sostanze

tossiche contenute nei cibi, occorre quindi raggiungere un sano equili-brio tra emotività e consapevolezza nella scelta dei pasti, scelta spesso condizionata da situazioni cultura-li, economiche o religiose. Nel fare un quadro della situazione in Italia e nella nostra regione la dottoressa

Villarini ha ricordato come sia fon-damentale una dieta ricca di frutta, verdura, legumi, pesce associata a una costante attività fisica, regole queste che se rispettate, allontanano il rischio di incappare nella Sindro-me Metabolica che prepara la perso-na a malattie quali diabete, tumori e malattie cardiache. Un appello forte è stato lanciato in particolare modo alle mamme e alle scuole affinché una corretta alimentazione venga data anche e soprattutto ai bambini, sia a casa che nelle mense scolasti-che. A conclusione del convegno, dopo le domande dei tanti presenti, è stato offerto un piccolo buffet per tutti a base di cibi sani e genuini.

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“ALCOLISTI ANONIMI” E “AL-ANON” FESTEGGIANO 20 ANNI DI ATTIVITÀ

Una luce per la vita

Fano - il Comune di Fano ha emesso un avviso pub-blico per la formazione di graduatorie per l’ammis-sione di giovani agricoltori all’assegnazione in affitto di 9 terreni agricoli comunali a seguito del protocollo d’intesa stipulato con le associazioni economiche di categoria per il rinnovo dei contratti agrari. possono presentare le domande, ciascuna per ogni terreno per il quale si intende partecipare alla gara, persone fisiche che abbiano un’età non superiore a 40 anni, società di capitali che svolgono esclusivamente at-tività agricola e società di persone e/o semplici che svolgono attività agricola. Le domande devono per-venire entro le ore 12 del 30 ottobre 2012. il giorno successivo, 31 ottobre, con inizio alle ore 12 all’uffi-cio appalti e Contratti si procederà alla formazione della graduatoria per ciascuno dei 9 terreni agricoli comunali da concedere in affitto.

Affitto terreni agricoli ai giovani

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Barocci:una famiglia

di artisti

pagina

storiaRedazione di Urbino:Via Beato Mainardo, 4 - 61029 UrbinoTel. e Fax 0722/[email protected]: Mattino 9.00-12.00Pomeriggio 15.00-17.00Urbino

Urbania Sant’Angelo in Vado

CroNaCa Di UNa GiorNata Di FEsta

i colori della fedeMORCIOLA DI COLBORDOLO. È domenica mattina (7 ottobre), giorno del Signore, giorno di festa; per noi ragazzi è un giorno molto speciale: oggi infatti celebriamo la festa de «I Colori della Fede». Già dalle 10:30 nel piazzale anti-stante la parrocchia c’è una marea di ragazzi e fanciulli che creano un’enorme fila capitanata dai ca-techisti seguiti dal loro gruppo e chiusa dagli animatori ed educa-tori, ansiosi, questi, di prendere sotto la loro ala i nuovi ragazzi che domenica 30 settembre hanno ri-cevuto il Sacramento della Cresi-ma. Tutti sono presenti, compreso i più grandi che ormai studiano alle superiori e all’università. Ognuno di loro ha al collo “il fazzolettone” che è diventato emblema di questa festa. Una treccia di stoffa colo-rata che segna il percorso di fede su cui camminano i ragazzi della Parrocchia. Il colore giallo, segna il cammino dei Sacramenti del-l’Iniziazione cristiana, l’arancione il cammino del post-cresima dei giovanissimi ed il rosso contraddi-stingue gli animatori ed educatori. Tutti sono in trepidante attesa di essere accolti in chiesa per la ce-

lebrazione e l’ansia dei ragazzi che dovranno portare i simboli, che rappresentano il loro Gruppo è tangibile. Il Gruppo di 3° elemen-tare porta all’altare la “stola del perdono”, simbolo della Riconcilia-zione; il Gruppo di 4° porta all’al-tare il “pane e il vino”, simbolo del-l’Eucaristia; il Gruppo di 5° porta la “Bibbia”, la storia dell’uomo che si intreccia con quella di Dio; il Gruppo di 1° media, “l’acqua be-nedetta”, a ricordo del Battesimo, mentre il Gruppo di 2° media il “sacro Crisma” per il Sacramento della Confermazione e li abiliterà a diventare veri testimoni cristiani. Il Gruppo dei Giovanissimi ha il simbolo della “colomba” un pun-to fermo dal quale far ripartire un nuovo cammino spirituale, invece il Gruppo dei Giovani il simbolo della “lampada” il segno della Luce che illumina oltre, le tenebre del peccato, il cammino di fede.La santa Messa ha poi inizio. Tut-to si svolge con solennità, anche i canti che animano la liturgia, sono stati preparati dai ragazzi a cui è dedicata la funzione sacra e ven-gono apprezzati da tutta la Comu-nità; la felicità si diffonde in una chiesa addobbata e arricchita per

la speciale occasione.Il parroco, don Salvatore, nell’omelia ha messo in risalto l’importanza della formazione cristiana e rivolgendosi ai catechi-sti ha ripreso le parole del nostro vescovo Gio-vanni sottolineando che il passaggio necessario per comunicare la fede è: “testa, cuore, bocca”. Ai giovani, il nostro Don, ha ricordato che tutto il catechismo tende ad una vera e piena conoscenza di Gesù e il desiderio di ciascuno deve essere una conti-nua ricerca di Gesù al fine di dare una bella e forte testimonianza del suo amore nella società. In seguito ha invitato tutti i presenti a vive-re quest’anno, dedicato alla Fede, in maniera profonda e fruttuosa. Don Salva ha inoltre riportato le parole che il Vescovo ha pronun-ciato in occasione della celebra-zione della Cresima, “mi aspetto grandi cose da questa Comunità”. Terminata l’omelia i cresimati, da-vanti all’intera Comunità parroc-chiale, entrando a far parte nel Gruppo dei Giovanissimi, hanno

formalmente preso l’impegno di continuare a seguire Gesù, mentre catechisti, educatori ed animato-ri, con la mano posta sul Vangelo hanno rinnovato la volontà di ac-cogliere la Parola di Dio e comu-nicarla mediante la propria fede. Alla fine della celebrazione, sul sagrato della chiesa, viene liberata la colomba simbolo della libertà di intraprendere o continuare il pro-prio cammino di fede.Nel pomeriggio la festa è conti-nuata, tutti i ragazzi presenti la mattina alla celebrazione, si sono ritrovati per partecipare alle attivi-

tà proposte dagli animatori, tornei, staffette e vari giochi, rivelando la presenza di un sorriso sui volti di ognuno. Alla fine della giornata quando il sole iniziava calare, tutti hanno potuto beneficiare di un ab-bondante buffet offerto dai genito-ri. Questa festa è, oltre ad essere simbolo di un impegno di vita, è anche l’inizio del cammino dei ra-gazzi della parrocchia di Morciola, un cammino che conduce sempre più a Dio.

Pierma© RIPRODUZIONE RISERVATA

FEstosa aPErtUra DELL’aNNo sCoUt

in cammino verso il futuroURBINO – Con la tradizionale “Uscita dei Passaggi”, svoltasi saba-to 20 e domenica 21 ottobre, sono ripartite con entusiasmo le attivi-tà del nuovo anno associativo del gruppo scout AGESCI Urbino 1. Circa novanta ragazzi e ragazze di tutte le età, assieme ai loro capi – i responsabili educatori –, si sono recati in trasferta negli spazi in-terni ed esterni di “Casa Betania”, a Novilara di Pesaro (foto). L’uscita dei passaggi è così chia-mata perché è un momento cen-trale della vita comunitaria di ogni gruppo scout, imperniata su una serie di eventi che hanno per fine la nuova composizione e la ricerca di affiatamento delle branche ricostituitesi in seguito ai passaggi interni: così alcuni lu-petti (bambini/e tra 8 e 11 anni), quelli anagraficamente più grandi, sono entrati nella famiglia del Re-parto (ragazzi/e dai 12 ai 16 anni); mentre a loro volta le guide e gli esploratori che hanno completato il loro cammino in Reparto sono passati a far parte del Noviziato, ovvero il primo “stadio” all’interno

della comunità del Clan, che vede impegnata la fascia educativa di ragazzi e ragazze dai 17 ai 21 anni.A partire da questa uscita tutti gli scout, suddivisi per fasce d’età (Lupetti, Reparto e Clan), ripren-dono il cammino educativo attra-verso nuovi cicli di attività in cui scoprono di essere loro i primi protagonisti di questa esperienza

e, più in generale, della loro cre-scita, imparando ad utilizzare gli strumenti del più che secolare metodo scout istituito dall’inglese lord Baden-Powell, che mira a far progredire ogni suo membro nella ricerca della necessaria armonia con se stessi, con gli altri e con tutto il Creato. Questi processi avvengono sotto la vigile guida

dei capi che, proponendo una vi-sione cristiana della vita, si impe-gnano per essere sempre pronti ad offrire concreti suggerimenti e valide proposte, nonostante gli impegni e gli “inciampi” della vita quotidiana.La toccante e vissuta cerimonia dei passaggi si è svolta sabato sera. La giornata di domenica è

stata poi particolarmente festo-sa e coinvolgente ed attraverso le tante prove di un grande gio-co tutti i presenti, dai più piccoli ai più grandi, hanno potuto fare squadra, mettendo a disposizione degli altri i propri talenti. La cele-brazione eucaristica, guidata dagli assistenti ecclesiastici del gruppo padre Andrea Cannuccia e don Eugenio Gregoratto, a cui hanno partecipato i numerosi genitori intervenuti, ha ricaricato tutti del-l’insostituibile energia divina; il messaggio evangelico domenicale è stato oltremodo emblematico: solamente ponendoci a servizio del prossimo si può realizzare pienamente il messaggio di Cristo. Ed in periodi cupi e senza bussola come il presente, occorre proprio fare opera di discernimento ed impegnarsi in prima persona per mettere a frutto i propri talenti, cosicché «si possa lasciare il mon-do un po’ migliore di come lo si è trovato !».

Marco Burani© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’arCiVEsCoVo iN Visita ai PENsioNati FEMMiNiLi

La Fuci inizia l’attività associativaURBINO. L’arcivescovo mons. Giovanni Tani lunedì 22 ottobre alle ore 19 ha ce-lebrato la Santa Messa presso il Pensionato Universitario Santa Felicita delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret. L’occasione ha offerto al-l’Arcivescovo l’opportunità di incontrare le studentesse lì ospitate interessando-si alle loro problematiche ed invitandole a partecipare alla vita della comunità ecclesiale, che si manifesta in maniera precipua nell’attività della parrocchia universitaria e delle associazioni giovanili presenti in città. Martedì 23 ottobre alle ore 19,30 mons. Giovanni Tani si è recato presso il pen-sionato universitario retto dalle Maestre Pie Venerini (foto), un’altra struttura anch’essa gestita da religiose, ove ha ugualmente incontrato le studentesse, rin-novando le sollecitazioni e gli inviti già espressi nell’incontro all’istituto di santa Felicita, ed ha celebrato la Santa Messa.I giovani della Fuci (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) di Urbino, di cui è assistente ecclesiastico don Daniele Brivio, hanno iniziato l’attività asso-ciativa, in coincidenza con l’inizio del nuovo anno accademico dell’Ateneo Ur-binate. Giovedì 25 ottobre si è tenuto l’incontro inaugurale, dal titolo “Prendi il largo...”, presso la sala del Collegio Raffaello in piazza della Repubblica.

UNa iNiZiatiVa DELLE MoNaCHE aGostiNiaNE

E poi... voglio una vita saporita!

URBINO. Le monache agostiniane del Mona-stero di Santa Caterina in Urbino organizza-

no un incontro rivolto a giovani (18-35 anni) articolato in più giorni: 1-4 novembre. Arrivi e accoglienza sono previsti alle ore 16.00 del 1 novembre presso la Foresteria del Monastero in via Saffi n° 12 in Urbino. La chiusura dell’espe-rienza è prevista per il 4 novembre nel primo pomeriggio.Tema: La ricerca del senso della vita non si fa moltiplicando le esperienze, le relazioni, le sensazioni o le emozioni ma aprendosi a domande che abitano un orizzonte molto più ampio di quello che è immediatamente sotto i nostri occhi. Un orizzonte a cui si può acce-dere soltanto ricercando e affermando i valori dell’esistenza umana.Per informazioni potete contattare Suor Lucia allo 0722.2199 oppure Rita allo 346.6262853.

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28 ottobre 201218 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado

URBINO. Abbiamo iniziato l’anno della fede: la Chiesa ci invita a pensare che il messaggio del Vangelo può entrare nel mondo solo se viene portato da una forte testimonianza e per questo sottolinea la necessità di riprende-re lo slancio missionario delle prime comuni-tà cristiane. Questo tema della testimonianza è stato sottolineato anche nella pagina evan-gelica dell’ultimo incontro, laddove il Signore coglie l’occasione per fornire l’insegnamento sui criteri che devono guidare i suoi discepo-li: è il servizio che fa veramente grandi come è stato per lui che “non è venuto per farsi servire ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. “Oggi”, ha detto padre Luca Gabrielli, “possiamo dire che Dio ci dà l’esempio”. E rivolgendosi ai ragazzi ha conti-nuato: “Non so se avete mai visto un re, un capo di Stato o di Governo oppure un gran-de personaggio dello spettacolo venire a casa vostra e mettersi a servirvi. Gesù invece, che è certamente più importante di costoro, si è cinto i fianchi con un asciugamano e si è mes-so a lavare i piedi ai suoi discepoli. Noi come ci comportiamo di fronte ad un Dio così? Di solito vogliamo che sia sempre l’altro a chie-

derci scusa, di solito se facciamo qualcosa, calcoliamo cento volte se ne vale la pena e se otteniamo niente in cambio. Oggi sono in pochi ad avere un sentimento che li muove verso gli altri. Siamo chiusi in noi stessi e ci manca l’ardore interiore e la passione verso l’altro. Solo la fede ci dà la spinta verso l’altro”. E ancora: “I Santi avevano la passione verso gli altri perché animati da un amore che oggi il mondo non ci dà. Se invece ci affidiamo al Signore nascerà anche in noi la forza di an-dare verso l’altro e la gioia di donare in modo gratuito”. Il parroco ha quindi invitato i ragaz-zi a guardare il Signore che ci dà l’esempio: “Non costruisce palazzi per soddisfare il pro-prio ego, il proprio orgoglio, bensì si è fatto umile, si è fatto bambino perché possiamo aprirci per andare verso l’altro e così diventa-re missionari del suo Vangelo”. Sono intanto iniziate le catechesi del martedì alle ore 21 per approfondire la Parola di Dio. Mercoledì scorso inoltre, vi è stata una veglia di preghie-ra nella Chiesa di S. Francesco, in occasione della presenza in Urbino delle “Reliquie del Beato Giovanni Paolo II”. E’ seguita l’adora-zione eucaristica per tutta la notte: alcuni ragazzi si sono recati in piazza e nei locali di ritrovo e svago per invitare i loro coetanei a venire in Chiesa per un momento di preghie-ra, di riflessione e di approfondimento.

Giuseppe Magnanelli© riproduzione riservata

Pastorale universitaria

Quasi un diario urbania e dintorni di Raimondo RossiQuasi un diario

La Caritas neL territorio

Percorsi di solidarietà

1. “Il Duomo. eccovi la Cattedra-le nella cui incompiuta facciata voi vedete le nicchie ideate per le statue delle due diocesane s. ve-ronica Giuliani e la Beata Marghe-rita della Metola. il suo titolare è s. Cristoforo al quale prima assai della fondazione di Castel durante i Monaci consacrato avevano que-sta Chiesa. L’insigne reliquia d’una

spalla del s. Martire fu dono del celebre Cardinale Bessarione tra-pez, settimo abbate Commendato-re, e la bella statua del medesimo in legno fu eseguita in napoli sulla metà del secolo Xviii. nel suo al-tare dietro al quadro è incastrata nel muro una Beatissima vergine a guazzo col figlio in braccio det-ta dei portici dai quali malissima-mente concia vi fu anticamente traslata. il Monumento qui subito a mano dritta d’incontro al Batti-stero è del principe augusto Ghigi fratello del papa alessandro vii. Quadri non vi sono, sì una suffi-ciente argenteria, un buon organo del veneziano abb. pietro nachini e quattro belle campane gittate in Cesena nell’anno 1844 dai fratelli

Balestra. L’offiziano 14 Canonici, 8 Mansionari, un sagrestano con tre zaghi che vestono di rosso, ed il Maestro di Cappella con 5 cantan-ti”. Così Giuseppe Raffaelli scri-veva a metà ottocento. in questi giorni stanno per essere terminati i lavori di restauro e di ripristino della Cattedrale di urbania. a distanza di un secolo possiamo notare quante cose siano cambia-te! dai 22 sacerdoti, tra Canonici e Mansionari, a un parroco e un cappellano, due cori, una facciata abbellita, e quante altre cose sia-no rimaste le stesse, come le cam-pane. La comunità cristiana, oggi, fa un grande sforzo a rendere più bella e dignitosa la chiesa.2. a Lamoli sono in corso i lavori

di restauro nella Abbazia. ricordo che il prof. salmi fu il soprinten-dente che comprese l’importanza dell’antica abbazia, favorendone il ripristino nel 1950.3. Letture. Leopardi, sulle città italiane, scrive alla sorella paolina: “Milano. in Milano nessuno pen-sa a voi e centoventi mila uomini vi stanno insieme per caso, come centoventi mila pecore. Firenze. “Questi viottoli che si chiamano strade, mi affogano; questo sudi-ciume universale mi ammorba”. Pisa.”Questo lung’Arno è uno spet-tacolo così bello, così ampio, così magnifico, così gaio, che innamo-ra…veramente non so se in tutta europa si trovino molte vedute di questa sorta…pisa è un misto di

città grande e di città piccola, di cittadino e di villereccio, un mi-scuglio così romantico che non ho mai veduto altrettanto” (1827). Chissà che cosa avrebbe scritto di urbania! 4. Costanzo Felici, il medico du-rantino vissuto a piobbico nel 1500, scriveva la Lectio nona de fungis. oggi il Comune lo ricorda con la Mostra mercato del Fungo nel Castello Brancaleoni, 20-21 ottobre attraverso interventi del-l’istituto alberghiero, una rasse-gna corale, una Mostra di Funghi, un banchetto organizzato dall’as-sociazione tarducci, un momento ludico per bambini e un concerto con duccio Marchi e il complesso “Cavallino social”.

URBINO. Sabato 27 ottobre a cominciare dalle ore 17,00 avrà luogo a Sant’Angelo in Vado, in quel gioiello architettonico che è la chiesa di Santa Caterina “delle Bastarde”, il convegno organizzato dalla Caritas Diocesa-na dal titolo “Caritas e Territorio: percorsi di solidarietà”. Saranno presentati i progetti che Caritas sta portando avanti nel territorio. In particolare si discuterà sul ruolo della Ca-ritas in un contesto multiculturale, che non si limita alla beneficenza, ma che si contraddi-stingue anche per la sua prevalente funzione pedagogica cercando di promuovere una cul-tura della solidarietà e incentivando i citta-dini ad un atteggiamento solidaristico. Il co-mune di Sant’Angelo in Vado e Caritas hanno proficuamente collaborato alla promozione e alla riuscita di numerosi progetti in am-bito sociale; pertanto, il Comune ha voluto premiare l’operato di Caritas nel territorio attraverso la consegna del premio “Tartufo D’Oro” a Caritas Italiana per il suo impegno. Domenica 28 ottobre alle ore 11 presso il Teatro Zuccari, ritirerà il premio il Dott. Sergio Pierantoni, responsabile del Servizio amministrativo di Caritas Italiana, quale de-legato di Caritas Italiana.Accompagnamento alla nascita e alla genitorialità interculturaleLa Caritas Diocesana organizza insieme al Distretto Sanitario di Urbino e Urbania e al-l’Ambito territoriale sociale IV un corso di accompagnamento alla nascita e alla ge-nitorialità interculturale. Il corso si rivolge

a tutte le coppie e a tutte le donne che sono in gravidan-za, quale accompa-gnamento alla nascita e alla genitorialità e quale infor-mazione civica e di sensibilizzazione sociale all’integrazione delle famiglie immigrate. Gli incontri sono rivolti a: favorire la conoscenza dell’assistenza sociale e sanitaria riservata alla gestante e dei Servizi preposti; fornire infor-mazioni sulla gravidanza, sul parto, sull’assi-stenza sanitaria e sociale rivolta al bambino; sostenere la genitorialità. Il corso è coordinato dalla Dott.ssa Lucia Giovagnoli psicologa-psicoteraupeta ope-ratrice nella Caritas Diocesana di Urbino. Per partecipare agli incontri rivolgersi a: Cen-tro d’Ascolto Caritas dal lunedì al venerdì h. 9:00-12:00 - Via Saffi, 68 – Urbino;Tel. 0722-2949 oppure al Consultorio Familiare ASUR Area Vasta 1 Urbino - Via Guido da Monte-feltro, 45 Urbino; Tel. 0722-301527; 301528; 301529. Nell’incontro tenutosi il 24 otto-bre 2012 nella sede della Caritas Dioce-sana di Urbino Urbania Sant’Angelo in Vado - via Saffi, 68, Urbino, si è trattato il tema delle vaccinazioni.

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“La testimonianza”

un ProGetto di arCidioCesi, uniVersitÀ, soPrintendenZa, CoMuni

Il senso del restauroURBINO. Il patrimonio d’arte che ha arricchito le chiese dell’Arcidio-cesi di Urbino-Urbania-Sant’An-gelo in Vado nei secoli, è capace di stupire ancora l’uomo postmo-derno e infondere una proposta di senso, dal momento che le forme estetiche, visive, architettoniche e musicali all’unisono cercano di de-scrivere il Verbo di Dio fatto uomo, che svela nel suo corpo l’Amore di Dio Padre per l’umanità. La Chie-sa da sempre ha riconosciuto nel fenomeno artistico una delle vie più efficaci a comunicare la paro-la di Dio, che ha costituito in 2000 anni un deposito teologico a cui il credente e l’uomo contemporaneo possono continuamente attinge-re. I segni multiformi di carattere plastico, architettonico e musica-le sinfonicamente non solo cele-brano, ma rendono presente che Cristo è veramente risorto. Per questo la Chiesa riconosce in que-sti manufatti la bellezza, l’abilità degli artisti, la traduzione del con-testo culturale di un popolo, ma in maniera superlativa si pone alla tutela dei beni che rappresentano la testimonianza della fede. Que-sta doppia radice dell’interesse intrinseco alla tutela muove ogni comunità parrocchiale a difendere, custodire e restaurare i manufatti, allo scopo che possano essere tra-smessi alle future generazioni, con un passaggio del testimone della fede. L’esperienza del restauro di opere di soggetto sacro deve esse-re letta dentro questa dimensione di senso, seppur regolata dalla vi-gente normativa per la tutela dei

beni culturali. La necessità di cu-rare queste opere d’arte, da secoli, ha visto l’intervento dei maestri restauratori di cui la nostra città di Urbino è particolarmente ricca. In questo nostro tempo il restauro si è evoluto da un lavoro appreso direttamente in bottega, a scien-za che si compone di discipline specifiche che, oggetto di studio universitario, ne regolano la prassi. Questo rapporto che dalla fonda-zione della Facoltà di Restauro al-

l’interno dell’Università degli Studi di Urbino si è voluto istituire con l’Arcidiocesi è il naturale sviluppo delle vicende storiche che hanno visto la stessa istituzione acca-demica nascere all’interno della Chiesa nel 1506. L’arcivescovo mons. Giovanni Tani ha quindi stretto con l’Università una convenzione che regolamenta i rapporti fra i due Enti ed è sta-to steso un programma di lavoro triennale per il quale l’Arcidiocesi

si impegna a fornire opere d’arte da sottoporre al restauro dei pro-fessori e degli studenti della Fa-coltà di Restauro. Risulta evidente che i giovani restauratori vengono seguiti passo passo nel lavoro dai docenti e dalla responsabile della Soprintendenza per i Beni Stori-ci Artistici ed Antropologici delle Marche Dott.ssa Agnese Vasta-no, che continuamente indica il percorso da seguire e controlla le operazioni effettuate, assicurando

la piena tutela degli oggetti, grazie all’interesse mostrato dal Soprin-tendente Dott.ssa Maria Rosaria Valazzi. L’Università grazie a que-ste opere minori, ma di grande interesse per le comunità da cui provengono, compie non solo l’ap-prendistato didattico conforme alle materie di insegnamento, ma realizza un meritorio atto civile riconsegnando i manufatti alla devozione e alla corretta lettura. In questo tempo di crisi, in cui si è maggiormente impossibilitati a disporre di denaro da destinare a campagne di restauro, l’opportu-nità di potenziare questo rapporto già da tempo iniziato fra Arcidio-cesi, Università e Soprintendenza – di cui si è parlato in una confe-renza stampa tenutasi il 16 otto-bre alla Data (foto) – e si configura come un vero circolo virtuoso che già nel presente mostra i frutti. Questa relazione sinergica coin-volge anche i Comuni di Urbino e Sant’Angelo in Vado che con-tribuiscono ad amplificare l’espe-rienza in un reticolato di proposte culturali da vivere sul territorio in forma di studi, mostre ed happe-ning che si svolgeranno sul terri-torio. Il progetto fra le istituzioni prevede infatti anche lo studio e la divulgazione dei risultati scientifi-ci che emergono dal restauro, af-finché sia possibile riappropriarsi del bene per il culto e l’interesse storico artistico.

Mons. Davide TontiVicario Episcopale per l’Arte e la

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28 ottobre 2012 19Urbino Urbania Sant’angelo in Vado

PADRE ALBINO FA CHIAREZZA SULLA SISTEMAZIONE DEL FONDO ANTICO DEL CONVENTO

Spegniamo le fiamme sull’archivioURBINO – “Nessun passo indie-tro, nessuna minaccia di trasferi-menti e nessun rifiuto a proposte irrifiutabili”. È deciso e sincero Fra Albino Tanucci, guardiano dei Frati Minori Conventuali di San Francesco: “Non è stato fatto nes-sun passo indietro perché non c’è stata prima alcuna decisione o accordo.” È bene partire però dal-l’inizio della storia, quando (era metà settembre) sul quotidiano provinciale appare uno speran-zoso articolo che portava luce su un archivio antico e prezioso di proprietà del convento urbinate bisognoso di fondi per la catalo-gazione e l’inventario fino ad ora mai effettuati. Erano i giorni della decisione da parte dell’università di finanziare dei progetti con rica-duta sul territorio e la proposta di alcuni archivisti d’intesa con i Frati era di catalogazione, collocamento in una stanza idonea e successiva fruibilità da parte del pubblico di un prezioso tassello di storia urbi-nate e non solo. La proposta non vince e i soldi non arrivano. Più o meno nel frattempo, in seguito alla notizia dell’archivio bisognoso d’aiuto (anche se, è bene precisar-lo, i frati in realtà non l’hanno mai chiesto) arriva una proposta con-giunta dell’assessore provinciale e della preside del Liceo Artistico

che viene fatta passare come con-troproposta a una precedente idea degli stessi Frati. “L’idea originaria da noi formulata -ci spiega con chiarezza Fra Albino- era quella di gestire, affittare o anche com-prare una piccola stanza che at-tualmente fa parte della proprietà comunale gestita dalla provincia e utilizzata dal Liceo ma che è un quadrato incastonato per tre lati nel nostro convento e che addirit-tura, essendo tutto lo stabile fino al 1700 un bene dell’Ordine, con-

serva ancora una porta di accesso che dalla nostra parte non è stata nemmeno murata. Insomma noi proponevamo di utilizzare quella stanza che alla scuola non serviva per collocarci questo fondo an-tico, ora posto in otto armadi nel corridoio adiacente, che necessita di condizioni climatiche a sé. Pur-troppo la nevicata del febbraio scorso ha reso inagibili altre sale del Liceo e ora quella stanza non è più disponibile, quindi abbiamo accantonato la proposta. Tutto

qui.” Il discorso sarebbe concluso, se non fosse che arriva appunto la già accennata controproposta del-l’assessore Rossi, che consistereb-be nel trasferire l’archivio dei Frati in alcuni scaffali della biblioteca dell’istituto adiacente, rendendo in pratica il trasloco una donazio-ne bella e buona. “Non ha senso per vari motivi –continua il padre guardiano- innanzitutto perché il nostro archivio è privato e potrà rimanerlo solo finché sarà allog-giato tra le nostre mura nelle quali e per le quali è stato concepito; la libera fruizione sarebbe seguita solo nel caso dei finanziamenti pubblici.” In secondo luogo per-ché eventualmente per consultare un documento i Frati dovrebbe-ro uscire, percorrere piazza delle Erbe, via Raffaello, via Braman-te, piazzetta delle poste, suonare, chiedere permesso e il tutto solo negli orari scolastici. Infine per-ché la situazione climatica della biblioteca scolastica non è certo migliore del corridoio del conven-to, visto anche che i libri di cui si parla sono antichi e necessitereb-bero di appositi scaffali e non di un po’ di spazio tra un dizionario e un manuale di disegno. Conclu-de Fra Albino: “Insomma noi non abbiamo chiesto niente, eccetto i finanziamenti che non abbiamo

ottenuto, e non si dica che rifiutia-mo proposte che non andrebbero nemmeno formulate. Degrado per degrado, finché starà qui l’archi-vio non marcirà di certo. E poi noi crediamo sempre nella Provviden-za e chissà se prima o poi si aprirà una strada inaspettata…” È spe-ranzoso padre Albino, ma anche convinto che il fuoco di paglia che si è scatenato non ha fatto braci e, anzi, potrebbe riservare positive evoluzioni.

Giovanni Volponi© riproduzione riservata

Fra Albino con un libro del fondo antico

Il portale dell’accesso tamponato che sporge dietro gli scaffali

DOCENTE AMERICANO IN VISITA AL LICEO “RAFFAELLO”

Denis Feeney dell’università di Princeton

URBINO. Il professore ameri-cano Denis Feeney, alla vigilia della maturità, ha visitato il Li-ceo “Raffaello” di Urbino ed ha tenuto una conferenza su Orazio. Denis Feeney, 1955, si è laureato in Letteratura Latina e Greca ad Auckland ed ha conseguito il PhD a Oxford. Ha insegnato a Cam-

bridge e a Oxford, all’università del Winsconsin ed è attualmente “Professor of classics” all’Univer-sità di Princeton negli USA. E’ autore di tre volumi fondamentali per gli studi di letteratura classi-ca, tra questi “The Gods in Epic” considerato uno delle importanti ricerche sul tema dei rapporti tra religione, mito e poesia. E’ stato insignito dei più importanti ri-conoscimenti internazionali, tra cui l’incarico di tenere le “Sather Lectures” all’Università di Berke-ley, che sono l’equivalente di un Premio Nobel. E’ stato ospite di Lorenzo Carnevali, insegnante al Classico “Raffaello” ed ha visitato la città di Urbino e le sue bellez-ze, anche i luoghi delle storiche battaglie del Metauro e di Senti-num. Ha incontrato gli studenti del “Raffaello” pochi giorni dal via della maturità classica ed ha

tenuto per le classi III Liceo A e II Liceo B una lezione sul tema “Il quarto libro delle Odi di Orazio”, rimanendo impressionato dal-la qualità dell’istruzione classica che i ragazzi del Raffaello rice-vono, nonché della loro apertura mentale e dell’ottimo inglese in cui si esprimono. La conferenza e la discussione che ne è seguita si sono svolte in Inglese. “Dovete es-sere orgogliosi dei vostri ragazzi e dei risultati che hanno raggiunto – ha dichiarato Feeney prima di lasciare scuola e città - Sono colti, aperti e interessati. Sono davvero stupefatto da tanta qualità, ho im-parato tanto dai liceali del Raffael-lo (e dai loro insegnanti) e vi sono grato per questa occasione che migliorerà senza dubbio anche il mio istruzione”.

eg© riproduzione riservata

Per ricordare Enrico Mattei

AcquAlAgnA. Per ricordare il suo più illustre concittadino il comune di Acqualagna ha predisposto il seguente programma: Sabato 27 ottobre alle 10 al Teatro comunale si terrà la presentazione del libro a fumetti su Enrico Mattei, curata da Francesco Piccolini e Simone cortesi; alle 16 l’arcivescovo mons. giovanni Tani celebrerà la Santa Messa nella chiesa parrocchiale di Santa lucia, in ricordo di Enrico Mattei. Domenica 28 ottobre alle 12 nella casa natale di Mattei avrà luogo l’inau-gurazione dell’archivio documentale, alla presenza del Presidente dell’Eni Ing. giuseppe Recchi. Alle 12.30 nel Palazzo della cultura verrà inaugura-ta la mostra fotografica ”Ricordi di Enrico Mattei”. (vedi a pag. 8)

urBino. Giovedì scorso 18 ottobre, presso la sede ant (associazione nazionale tumori) di urbino, sita in via Gramsci 29, si è tenuto un incontro dal titolo “il progetto eu-biosia. L’ospedale domiciliare on-cologico ant e il volontariato”, alla presenza del suo presidente, il dott. Carlo Cerboni Baiardi. dal 1978 la Fondazione garantisce assistenza socio-sanitaria gratuita a domicilio ai sofferenti di tumore in 9 regioni d’italia e, in base alle risorse repe-rite sul territorio, offre progetti di prevenzione oncologica gratuita. il credo dell’ant è sintetizzato dal termine “eubiosia” (dal greco, “la buona vita”) intesa come insieme di qualità che conferiscono dignità

alla vita, sino all’ultimo respiro. ant porta infine avanti attività di ricer-ca e organizza corsi di formazione rivolti a volontari e professionisti. L’attività della Fondazione rappre-senta la più ampia esperienza al mondo di assistenza socio-sanitaria domiciliare gratuita ai sofferenti di tumore. dal 1985 ad oggi, ant ha assistito circa 87.000 sofferen-ti (dato aggiornato al 31 dicembre 2011) in modo completamente gra-tuito, nei 20 ospedali domiciliari oncologici (odo-ant). ogni giorno

sono più di 3.600 i pazienti assistiti dai professionisti - Medici, infermie-ri, psicologi, nutrizionisti, Fisiotera-pisti, operatori socio-sanitari, Far-macisti e Funzionari - che lavorano per ant e portano al domicilio del sofferente e alla sua Famiglia tutte le necessarie cure di tipo ospedalie-ro e socio-assistenziale. L’incontro tenutosi giovedì rientra nel percor-so formativo che l’associazione ha ideato, rivolto a chi vuole collabo-rare con la fondazione ant italia onlus. il corso si pone l’obiettivo

generale di trasmettere le compe-tenze di base per poter espletare in maniera adeguata le attività di volontariato ant, tanto a carattere promozionale, quanto socio – assi-stenziale. il percorso formativo pre-vede un primo colloquio conosciti-vo con la responsabile del servizio di psicologia e si compone di una prima parte teorica cui seguirà un affiancamento pratico. i docenti sono professionisti della Fondazione ant. i prossimi incontri, sempre nei locali della sede ant alle

ore 20.30, avranno il seguente pro-gramma: 25 ottobre (area promo-zionale: la raccolta fondi); 8 novem-bre (La comunicazione efficace); 15 novembre (area socio-assistenziale, il paziente oncologico: la sua realtà e la sua famiglia); 22 novembre (La relazione d’aiuto e la buona comu-nicazione con il paziente); 29 no-vembre (incontro finale).per informazioni si può contatta-re, presso la delegazione di urbi-no (0722.2546), la dott.ssa Loretta aluigi (346.5820954 - [email protected]), o la dott.ssa Giulia Lisotti (328.7351989 - [email protected]).

Fausto Nucci© riproduzione riservata

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Page 20: «Il Nuovo Amico» n. 37 del 28 ottobre 2012

28 ottobre 201220 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

FEDERICO E IL SUO RAPPORTO CON I PARENTI MATEMATICI

Barocci: una famiglia di artisti /3

URBINO – Nelle due parti prece-denti il nostro viaggio nel passato sulle orme dei Barocci ci ha prima condotto nel 1400, quando Am-brogio era uno scultore al servizio di Federico da Montefeltro, poi un salto di un secolo ci ha portati a quando Simone e i cugini Giovan-ni Maria e Giovanni Battista pro-ducevano orologi rari e preziosi in

voga nelle corti più illustri d’Euro-pa. Questo ideale tour si completa oggi con il più famoso esponente della famiglia: Federico Barocci.Urbino, 1612. Via San Giovanni a lutto: decine di persone, dalle più umili alle più altolocate, si ammas-sano nel seguire il corteo funebre che porta la salma di Federico dal-la sua casa alla chiesa di San Fran-cesco, dove per testamento vuole essere sepolto. Molti personaggi hanno usufruito dei suoi servigi, molte chiese sono state abbellite dalle sue opere, molti amici hanno beneficiato della sua sapienza arti-stica e dei suoi insegnamenti. Sia-mo nel 2012, dopo quattrocento anni via S. Giovanni si chiama via Barocci, e ora più che mai Urbino si stringe attorno al suo illustre concittadino, con tante iniziative mirate a rispolverarne il nome di lui e della non meno illustre sua famiglia. L’anno è iniziato malino a dir il vero, quando ad Urbania sotto il peso del nevone è crolla-to il tetto della chiesa che ospita-va una sua splendida Madonna, ma la città l’ha vendicato con una degna mostra. Recentemente in-

vece il Centro di Studi “Urbino e la Prospettiva” ha promosso un convegno indirizzato a rivalutare tutta la famiglia Barocci, notissi-ma allora e oggi sconosciuta (ma di questo ne abbiamo già parlato). Il futuro infine riserverà a Fede-rico un’importante mostra a Pa-lazzo Ducale, in progetto da anni e che dovrebbe concretizzarsi a breve. Ma torniamo a ciò che ci preme raccontare, e cioè la terza ed ultima parte della nostra storia. Dopo aver raggiunto il successo planetario (concetto esteso allora

alla sola Europa acculturata) con il suo soggiorno romano, Federi-co gira ancora un po’ e poi decide irrevocabilmente di finire la sua vita, che sarebbe stata ancora lun-ga, nella sua città natale. Impianta quindi la sua bottega ad Urbino, dove già lavoravano il fratello Si-mone e i cugini. Non sarà certo, nonostante il suo carattere un po’ burbero, una parentela lontana o dimenticata, anzi: Federico appro-fitta della mente geniale del fratel-lo per farsi costruire uno strano arnese fino ad allora inutilizzato

nell’arte, il compasso di riduzio-ne. Era uno strumento innovativo, poiché permetteva ad un pittore di passare dal disegno alla tela e vice-versa in maniera più diretta, facile e veloce, totalmente diversa dalla tradizionale quadrettatura. Fu questo che permise a Fede-rico di realizzare varie copie dei suoi quadri anche in diversissime dimensioni e da quando lo intro-dusse nel mondo dell’arte molti altri lo utilizzarono e cambiarono metodo. Fu, in piccolo, una rivo-luzione. Federico era solo la punta dell’iceberg della sua famiglia, e al convegno I Barocci tra arte e scienza si è portato alla luce, con la collaborazione di ricercatori, archivisti e appassionati prove-nienti da Italia, Europa e Ameri-ca, tutto quello che avete letto in queste tre settimane e molto altro che per motivi di spazio non ab-biamo riportato. Di luce ne è stata fatta, ma non è stato illuminato tutto: c’è tanto ancora da scoprire su questa illustre (sconosciuta?) famiglia Barocci.

Giovanni Volponi © RIPRODUZIONE RISERVATA

Via Barocci con in primo piano la casa della famiglia

MOSTRA DI TAVOLE DIDATTICHE E CARTE GEOGRAFICHE

Gli archivi del liceo “Raffaello” di UrbinoURBINo. Durerà fino al 28 ot-tobre prossimo, nella bottega di Giovanni Santi (Casa di Raffael-lo) l’interessantissima ed accatti-vante mostra “Le tavole didasca-liche e le carte geografiche del Regio Liceo Raffaello di Urbino” organizzata e voluta dall’attuale Istituto d’Istruzione Superiore “Raffaello” con annesso, appunto, oltre il Linguistico, Ragioneria, contabilità e marketing e Turisti-co, il tradizionale Liceo Classico. “Un’importante raccolta di carte storiche, patrimonio dell’antico Liceo Ginnasio Raffaello di Ur-bino – ha precisato il dirigente Bruno Papi – Risalgono ad un periodo di tempo che va dagli ul-timi decenni del XIX secolo fino a circa la metà del XX. Per l’uso didattico, esse furono via via so-stituite da carte più moderne,

anche se alcune di loro rimase-ro appese nelle aule fino a pochi anni fa e certamente molti ex al-lievi se le ricordano. Si trattava, d’altronde, di strumenti nati da una precisione straordinaria sia dal punto di vista delle conoscen-ze storiche di allora sia da quello dell’accuratezza grafica. L’odier-no recupero, grazie al generoso sostegno della Fondazione Cas-sa di Risparmio di Pesaro – ha concluso il Preside – è parte di un più vasto progetto di restauro e valorizzazione di tutto l’antico patrimonio didattico del Liceo Ginnasio Raffaello di cui fanno

parte anche i materiali scientifici degli antichi gabinetti di Fisica e Scienze risalenti a padre Alessan-dro Serpieri”. L’intero progetto, a breve, sarà fruibile anche agli allievi di altre scuole all’interno dell’Istituto di via oddi. Le tavole edite dalla nota casa Paravia pre-sentano anche un certo interesse grafico, oltre al valore illustrativo, in quanto disegnate da due noti artisti del ‘900: Flaminio Penco e Carlo Bisi. Ad esse si aggiungono tavole didascaliche dell’editore polacco Stephan Cybulski, stam-pe di litografie di ottima qualità. “L’intero progetto – ha sottolinea-

to il prof. Carlo Inzerillo - è stato svolto con l’attiva partecipazione di due gruppi di studenti delle classi 2^A e B del Liceo Classico, che, nel 2011, guidati dal sotto-scritto, hanno condotto le perizie sulle singole carte e redatto le schede tecniche e storiche. I gio-vani – termina Inzerillo – hanno appreso le modalità e i criteri di una catalogazione e schedatura simile a quella che viene eseguita per il patrimonio artistico e sto-rico nazionale”.

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VI HANNO PARTECIPATO 125 STUDENTI DELLE SUPERIORI

Esperienza Studio-Lavoro” 2012URbINO - Anche per il 2012 l’esperienza stu-dio – lavoro è stato un successo. Sono stati 125 gli alunni delle scuole medie superiori che durante l’estate hanno svolto in varie aziende del territorio comunale l’esperien-za “Studio-Lavoro”. L’iniziativa è più che consolidata e offre l’opportunità ai giova-ni che hanno compiuto i 16 anni di età di occupare una parte del periodo estivo con qualcosa di utile per il proprio futuro lavo-rativo. Il progetto è stato lanciato proprio dal Comune di Urbino a metà degli anni ’80, poi condiviso da altre amministrazioni. I riscontri sono sempre stati molto positivi, sia per i ragazzi che partecipano che per le rispettive famiglie e anche fra gli operatori commerciali, artigianali, turistici che danno la loro disponibilità. A ogni giovane che ha partecipato all’esperienza proprio in questi giorni sta arrivando la lettera con le mo-dalità da seguire per riscuotere il previsto ’assegno di studio’ di 250 euro. Dietro alla buona riuscita del progetto c’è l’impegno

dell’Ufficio di Polizia Amministrativa del Co-mune di Urbino, la forte collaborazione de-gli Istituti Scolastici, del Centro per l’Impie-go e delle aziende che rendono possibile il progetto. Ogni anno la parte organizzativa diventa più complessa, con difficoltà colle-gate alle nuove normative e alle ristrettezze economiche. Ma finora si è sempre riusciti a superare i problemi e a dare una risposta positiva alle attese dei giovani che con otti-mo interesse chiedono di partecipare. Ogni alunno che entra nel contesto di una azienda pur per un periodo limitato di 25 giorni pari a 100 ore in totale, ha l’oppor-tunità di entrare in contatto con il mondo del lavoro, di rapportarsi con i colleghi o con il pubblico, di abituarsi al rispetto di un orario (c’è una scheda giornaliera da ri-consegnare controfirmata dal titolare della Azienda) e quindi rendersi conto di ciò che ruota attorno a lui. L’abbinamento fra i gio-vani e l’attività lavorativa è sempre fatta con attenzione.

INIZIATIVA DELL’ISTITUTO ALBERGHIERO DI PIOBBICO

Corso di formazione “Aiuto cuoco”

PIObbICO. Presso l’Istituto Alberghiero di Piobbico si sta effettuando, in questo momento, un Corso di Formazione “Aiuto cuoco”, finanziato dalla Provincia di Pesaro-Urbino con Fondi Sociali Europei in collabo-razione con IN.FOR.MA.Al corso prendono parte 15 persone disoc-cupate, di cui 12 posti riservati a donne, più 3 uditori; sette dei partecipanti sono stranieri. Il corso è iniziato lo scorso 28 set-tembre e garantisce la formazione di figure professionali in grado di supportare cuochi

capo-partita e tutta la brigata di cucina du-rante le fasi di preparazione dei piatti. Il ci-clo di lezioni prevede 280 ore di lezione in aula, suddivise in 5 ore pomeridiane giorna-liere dal lunedì al sabato e 120 ore di stage. I partecipanti dovranno sostenere un esame finale che si svolgerà il 25 Gennaio 2013 e il superamento garantirà l’acquisizione di un Attestato di Qualifica Professionale di I livello per aiuto cuoco valido ai sensi della legge 845/1978. Oltre a questo l’Istituto Al-berghiero è coinvolto in una serie di altre importanti manifestazioni che lo vedranno impegnato con alunni e personale docente il 14 Ottobre 2012 alla Fiera Nazionale del Tartufo di Pergola, il 18 Ottobre 2012 Aperi-tivo-buffet Job Urbino, 20 Ottobre 2012 Roc-che Eventi aperitivo al Castello brancaleoni di Piobbico e il 28 Ottobre buffet alla Fiera Internazionale del Tartufo Acqualagna.

Erika PaoliniGeorgiana Oita

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 21: «Il Nuovo Amico» n. 37 del 28 ottobre 2012

Nato a Firenze nel 1915, fin dall’infanzia Del Mo-naco subì l’influsso degli interessi musicali della

famiglia: la madre infatti, definita dal cantante “la mia prima musa”, possedeva una bella voce mentre il padre svolse per qualche tempo l’attività di critico musicale a New York. Negli anni ’20 del Novecento i Del Monaco si stabilirono a Pe-saro, probabilmente perché il pa-dre, amante della lirica, era attirato dalla città natale di Rossini, il cui Liceo Musicale godeva di grande reputazione. Nel fervore artistico pesarese, la maturazione musicale di Del Monaco progredì in modo inarrestabile tanto da indurre il critico del “Corriere Adriatico” di Ancona a scrivere nel 1929: “Il quattordicenne Mario Del Monaco, allievo del valente Maestro Raffael-li, si è rivelato un tenore dalla voce robustissima, una vera promessa. Egli, come oggi si presenta, costi-tuisce un fenomeno che a giudizio di competenti, in un domani non lontano, sboccerà in un artista dal-la voce possente”. L’articolo riferiva dell’esordio del giovane tenore nel teatro di Mondolfo, dopo il quale Del Monaco, diplomatosi alla Scuo-

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Pubblicatoun manoscritto

ineditodel Montani

pagina

presentazione

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Torna“Un rebusper amico”

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concorso

I pretini, il maestroe il tenore

Quando varco la soglia del Seminario vescovile (oggi Palazzo Lazzarini) ogni

giorno per motivi di lavoro, mi si apre davanti il cortile dei ricordi. Cinque anni di Ginnasio (1934-1939) con una trentina di vesti talari, più fanciulle che adulte, che riempiono archi, corridoi e stanze e ‘giocano’ a farsi prete. Un gioco serio, fatto di preghiera, studio, ricreazione e tanta musica. La gamma delle note gregoriane ha il suo maestro quotidiano. Al mattino, dopo la Messa, il Vescovo Bonaventura Porta estrae dalla mantellina il suo diapason e incomincia a insegnare a cantare introiti graduali e antifone della liturgia della domenica successiva. C’erano sparse anche diverse tastiere. Chi muoveva con pazienza, non molta, le brevi dita era il Maestro Maggioli. Non sopportava il tremolio eccessivo delle mani di Silvio Linfi, Raffaele Mazzoli, diceva, era il più tecnico ma il futuro musicale appartiene ad Antonio Barbieri. Nel 1937 viene il nuovo vicerettore, don Armando Paci, pittore, esperto di teatro, educatore moderno (troppo per alcuni canonici) il quale ci inizia all’ascolto della musica classica, della lirica in particolare (la Bohème con Beniamino Gigli e il Trovatore con Giacomo Lauri Volpi furono le prime audizioni). Come tutto fosse per noi in funzione della Messa solenne la Domenica in Cattedrale, palcoscenico dove esibirsi nei vari ruoli previsti dalla Liturgia. Fu un periodo felice quando al complesso del Maestro e organista Maggioli si aggiunge un ‘adolescente cresciuto troppo presto’, Mario del monaco, elegante come un corista della Scala, longilineo, altero, riccioli bruni contenuti da un leggero passaggio di brillantina. Abitualmente attraversa il presbiterio con lo sguardo fisso alla cantoria. Ne conosciamo solo il profilo perché non si volge né a destra né a sinistra, ma il timbro e l’ampiezza della voce da tenore sorprende ‘unica – dice il Maestro - , miracolo della natura, ma difficile da controllare, specie negli acuti”. Una domenica pomeriggio, ebbi l’onore di suonare l’organo, Romantico di V. Bozzi, per la benedizione eucaristica, fu l’unica, e lessi sul legno del primo soniere alcuni graffiti del Maestro (non so se nel restauro successivo furono tolti) tra i quali “tenore I e cane II”. Senza forse il Maestro si era alterato con quell’adolescente cresciuto troppo presto.

Raffaele Mazzoli©riproduzione riservata

28 ottobre 2012 21amicoil nuovo• •

di arte cultura sport

la d’Arte di Pesaro, si iscrisse – era il gennaio 1935 - al Liceo Musicale G. Rossini, nella classe del Maestro Arturo Melocchi. Del Monaco in seguito lo definirà un “maestro ec-cezionale che insegnava alla ma-niera antica usando il metodo forte. Alcuni lo giudicavano troppo vio-lento, ma otteneva risultati strepi-tosi. Seguii i suoi consigli, e dopo un anno avevo una voce potentissima”.

CON IL MAESTRO MELOCCHIIn effetti anche la carriera scolasti-ca di Del Monaco fu molto rapida: da alunno in prova passò diretta-mente al 2° anno e di qui al 4°. Vin-se una borsa di studio per un corso di perfezionamento al Reale Teatro dell’Opera di Roma ma proprio in questo periodo il giovane tenore attraversò un periodo di profonda crisi vocale. “Abbandonai gli inse-gnamenti di Melocchi – racconta il cantante – e cominciai a seguire il nuovo maestro. Questi voleva che diventassi un tenore leggero. Ridu-ci e riduci, di un albero restò uno stecchino da denti. Mi resi conto di essere stato rovinato”. Tornato ad affidarsi alle cure del suo insegnan-te, Del Monaco nel 1939, prima

della chiamata alle armi, debuttò in “Cavalleria Rusticana” al Teatro Co-munale di Cagli. Con l’incarico di autiere, fu assegnato a Milano dove era comandante il colonnello Gino Ninchi, fratello del noto attore pe-sarese Annibale. Amante dell’arte, del teatro e della musica, Ninchi comprese ben presto le qualità di Del Monaco al quale disse: “Sei un

Mario del Monaco leggenda della liricadi Maria Rita Tonti

A TRENT’ANNI DALLA SCOMPARSA DEL GRANDE TENORE “PESARESE”

Riposa nel cimitero di Pesaro, accanto alla moglie Rina, il leggendario tenore Mario Del Monaco, scomparso il 16 ottobre del 1982. Sono trascorsi esattamente trent’anni.

patrimonio del nostro Paese e servi-rai molto alla tua Patria con la tua voce unica, per rappresentarla nel mondo”. E così avvenne.

I SUCCESSI INTERNAZIONALI Il primo grande successo risale al 1940 quando Del Monaco si esibì nel ruolo di Pinkerton in “Mada-ma Butterfly” al Teatro Puccini di Milano. Nel 1946 vi fu il debutto internazionale a Londra e nel 1949 l’approdo alla Scala di Milano in “Andrea Chénier” di Umberto Gior-dano, il quale gli espresse perso-nalmente la propria stima. La vera svolta nella carriera di Del Monaco si realizzò nel 1950 al Teatro Colón di Buenos Aires con il debutto nell’ “Otello” di Verdi, ruolo a cui Del Monaco legò indissolubilmente il suo nome e che ricoprì per ben 427 volte. Da quel momento gli si aprirono le porte dei più prestigiosi teatri del mondo in spettacoli pas-sati alla storia dell’opera, in colla-borazione con i più grandi artisti dell’epoca come Renata Tebaldi, sua partner in numerosissime recite. Alla coppia mitica del melodramma del Novecento è stata dedicata a Pesaro l’Accademia Internazionale di Canto, fondata dal Maestro Ma-rio Melani. Nella tomba pesarese, opera dello scultore Giò Pomodoro che le ha dato il titolo di “Sole de-posto”, Mario Del Monaco è sepol-to con il costume di Otello, da lui stesso disegnato.

©riproduzione riservata

Page 22: «Il Nuovo Amico» n. 37 del 28 ottobre 2012

28 ottobre 201222 arte cultura sport

RITROVATO E PUBBLICATO UN MANOSCRITTO DEL MONTANI (1747-1818)

Le “memorie istoriche” di PesaroPesaro - Un manoscritto ritro-vato sulla città di Pesaro e grazie al sostegno finanziario della Ban-ca di credito cooperativo di Gra-dara, pubblicato dall’editore pesa-rese Franco andreatini, è sempre una bella notizia per la cultura locale. al Teatro sperimentale è stato presentato dall’archivista e bibliotecario Filippo Pinto “il Tomo delle Memorie Istoriche ec-clesiastiche e Civili della città di Pesaro e suo territorio’’ a cura di Gabriele stroppa Nobili.Gabriele stroppa non ha titoli ac-cademici e non è un ricercatore, ma un operaio con una grande passione: il collezionismo di qual-siasi cosa riguardi Pesaro., stroppa ha ritrovato il prezioso manoscrit-to di Carlo emanuele Montani in una bancarella a Urbino. Dopo averlo trascritto, è riuscito a mandarlo in stampa. Presenti il sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli, il presidente di BCC di Gradara Fausto Caldari, l’editore Franco andreatini, don Gino rossini, che ha portato i saluti dell’arcivescovo di Pesaro ed ha sottolineato come il caso del manoscritto sia simile

al ritrovamento fatto dalla storica Grazia Calegari sul libro di Ciro da Pesaro, per quanto riguarda l’attribuzione del dipinto di san Diego e pubblicato in un’intervista sul Nuovo amico, il curatore Ga-briele stroppa Nobili e l’archivista Filippo Pinto.“Con piacere la BCC di Grada-ra - ha sottolineato Fausto Cal-dari presidente dell’istituto di credito - ha accettato questa ini-ziativa, perché, attraverso il la-voro di Gabriele stroppa Nobili, regaliamo alla città di Pesaro e ai paesi limitrofi un documento importante per il valore storico e culturale, che lo stesso Carlo emanuele Montani non riuscì a pubblicare nel ‘700. Un documen-

to prezioso perché oltre alla storia di Pesaro, tratta della storia dei luoghi a noi vicini, come Grada-ra, Gabicce,Fiorenzuola, Castel-dimezzo, il Boncio e tutte le altre località, facenti parte del territo-rio pesarese di allora, e rappre-senta la mappatura di una zona ben definita. Il manoscritto offre notizie inedite e curiose su diversi argomenti”.L’opera del Montani è compo-sta di tre tomi, il primo e il terzo sono consultabili alla biblioteca oliveriana, ma del secondo si erano perse tracce, ed ora grazie a stroppa, la città di Pesaro, si ar-ricchisce. Tante notizie sono con-tenute ne “Le memorie istoriche’’, come la sicura attribuzione di vil-

la Berloni al Vanvitelli, la fusione di una campana del Duomo e la posa della prima pietra della chie-sa Nel Nome di Dio. In 12 anni Gabriele stroppa Nobili è riuscito a realizzare un sogno: dedicare questo sforzo alla sua città con un’opera, che è come sottolinea lo stesso curatore: “la prima vera storia di Pesaro e con un indice di 9.000 voci’’. Il manoscritto si presenta mutilo in parte; annerito da macchie di foxing e dall’acidi-tà dell’inchiostro bruno di natura metallogallica con cui è scritto, che ha degradato il supporto car-taceo. La sezione dei Vescovi di Pesaro occupa quarantaquattro carte superstiti e sono andate per-duti un numero non precisabile di

fogli introduttivi, riservati alla na-scita della Chiesa pesarese. segue la cronotassi dei vescovi, che si in-terrompe dall’anno 1051 al 1188. La sezione del Capitolo e Cano-nici di Pesaro in circa 10 cartelle offre notizie sulle origini, sui beni e diritti del Capitolo. Montani svolge una trattazione sui luoghi di culto e di preghiera, nella parte titolata “Delle Chiese e Luoghi Pii della Città di Pesaro”, iniziando il percorso dalla Cattedrale, la chie-sa di sant’Ubaldo per poi passare alle chiese dove vi erano le confra-ternite. Nel capitolo successivo, di ventisette cartelle, la ricognizione territoriale si allarga alla Corte della Città di Pesaro e ai Castelli del Contado. Vi è poi una sezione titolata “Degli antichi e moderni confini del territorio di Pesaro”. Un esempio significativo è l’ap-partenenza alla Diocesi di rimini della chiesa di san Giovanni in arale di Montegridolfo e l’attuale santuario della Beata Vergine del-le Grazie.

Paolo Montanari© RIPRODUZIONE RISERVATA

da sinistra:: Filippo Pinto, Gabriele Stroppa Nobili, don Gino Rossini, il sindaco Ceriscioli e Fausto Caldari

La VIII Edizione d’Arte Sacra è costituita di 42 opere per la partecipazio-ne di 25 artisti. Ad esporre sono stati: Anna Rosa Basile, Anna Siviero, Ezio Bartoli, Carmen Monaldi, Luciano Vichi, Cristina Ludovico, Faliero

Tamburi, Gabriella Pandolfi, Mario Bonetti, Sandra Bartoloni, Nadia Urbini, Cristina Marcato, Silvia Forlani, Nadia Marini, Maria Isabella Merolli, Elvia Bertuccioli, Silvia Forlani, Alessandra Simoncini; Maria Barberini, Maria Claudia Mattioli, Antonio Battistini, Gabriella Garuffi, Carlo Mari, Gabriella Parlani, Irene Nardi.Sono stati esposti anche “Lavori fatti a mano di ragazzi diversamente abili”.La mostra ha registrato un notevole numero di visitatori e ne attende an-cora, perché si concluderà il 29 ottobre; tra essi anche artisti e osservato-ri interessati. Grazie anche alla felice ubicazione, essa ha attirato qualche sguardo curioso, che, a contatto con le opere, è andato oltre il semplice vedere. Ogni mostra d’arte ha origine da un complesso di circostanze e da varie motivazioni; si tratta di qualche caso, considerato la maschera del de-stino o, anche, di un segno della Provvidenza?Durante i tempi di apertura sono nate conversazioni estemporanee, ma in-teressanti, tra artisti, visitatori e curatori, di critica ed oltre. Infatti, mentre le mostre sui grandi artisti del passato prevalgono dissertazioni di critica, quelle di espositori contemporanei privilegiano l’aspetto religioso e spiri-tuale, partendo dai “soggetti” rappresentati, indubbiamente i migliori testi-monial della fede da scoprire o, più spesso, da riscoprire. In coerenza con quanto detto, è stato messo a disposizione dei visitatori un catalogo delle opere relative alle mostre d’arte sacra, anni 2007 e 2008, curato da padre Aurelio Giangolini, coadiuvato dagli stretti collaboratori. Esso, oltre le opere riprodotte, offre “Sensazioni” riferite alla singola opera e comprende una raccolta di detti sapienziali, buoni pensieri, preghiere, passi biblici che in-vitano a meglio leggere le immagini e a guardare, almeno di tanto in tanto, dentro di sé, come ha dovuto necessariamente fare l’artista e, per il potere dell’arte, il visitatore. Si può ben dire, allora, che una Mostra d’Arte Sacra è anche uno degli innumerevoli modi per celebrare l’Anno della fede e per “Educare alla vita buona del Vangelo”.

Rodolfo Tonelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

AL TERMINE LA VIII MOSTRA D’ARTE SACRA

Un segno della ProvvidenzaLA NUOVA TESTATA DELLA SOCIETÀ PESARESE DI STUDI STORICI

Esce “Studi pesaresi”Il 18 ottobre scorso, nella sala

di Palazzo Montani antaldi, si è svolta la presentazione del

primo numero di “studi pesaresi – rivista della società pesarese di studi storici” alla presenza della giornalista silvia sinibaldi, capo-servizio del Corriere adriatico di Pesaro, e del direttore responsa-bile della rivista riccardo Paolo Uguccioni. La nuova testata, ere-de di “Pesaro città e Contà”, conti-nuerà a proporsi come strumento che mantenga la funzione di im-pulso all’indagine storiografica, coniugando storia del territorio e rigore scientifico, senza incorrere nella minaccia latente del compia-cimento campanilistico. Infatti i saggi vengono accuratamente va-gliati, talvolta impiegando esperti esterni, per mantenere i contribu-ti nel necessario livello scientifico; in passato è successo che siano stati restituiti saggi per essere in-tegrati, modificati o addirittura non accolti. L’intento della rivista è triplice: fornire uno strumen-to editoriale che divulghi i nuovi studi che scaturiscono da archivi e biblioteche; fornire una palestra non accademica ma sorvegliata a giovani studiosi, laureati, dot-torandi; contribuire alla cresci-ta culturale della civitas. Perché,

come ha affermato riccardo Pao-lo Uguccioni: “La storia proba-bilmente non serve a niente, non è maestra di vita, come affermava anche il poeta eugenio Montale in satura, ma consente la formazione della coscienza”. Infine il ringra-ziamento del direttore ai soci per l’adesione affettuosa e ad alcuni sponsor che hanno creduto nelle finalità culturali dell’associazione (i loro nomi compaiono nel sito www.spess.it), nonché alla Fonda-zione Cassa di risparmio di Pesa-ro, costante nel sostegno non solo economico, senza la quale i pro-getti difficilmente sarebbero usciti dal limbo delle buone intenzioni. silvia sinibaldi ha incentrato la

propria presentazione sulla sen-sazione di scoperta, stupore per la ricchezza, bellezza della provin-cia pesarese. Infatti, accanto allo stimolo suggerito dai quattordici saggi contenuti nella rivista, c’è il piacere di rileggere tanti aspetti di diverse persone, uomini e donne. La giornalista ha concluso l’inter-vento rispondendo all’affermazio-ne di Uguccioni: forse con la cul-tura non si mangia, però c’è una sensazione di vitalità e rinascita del passato accattivante, pertan-to studi pesaresi non coinvolgerà soltanto esperti del settore!

Marta Fossa© RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonio Nicòli per familiari ed amiciPESARO – Continua l’im-pegno letterario di Anto-nio Nicòli. Recentemente ha dedicato a familiari ed amici “Pensieri in libertà”, pubblicazione di 42 pagine che contiene 21 poesie in dialetto accompagnate da una traduzione letterale in lingua. Esse, oltre ad ap-parire in antologie e riviste specializzate, hanno otte-nuto premi e riconoscimen-ti a livello locale e naziona-le. Il libretto (“Quaderno n°. 2) conferma, caso mai ve ne fosse bisogno, il profondo amore di Antonio per la cit-tà natale e la sua gente.

MOSTRA DI NICCOLÒ TABANELLI ALL’ALEXANDER MUSEUM PALACE HOTEL

“Segni di corpi e colori’Pesaro- e’ in corso all’alexander Museum Palace Hotel la mostra del pittore urbinate Niccolò Tabanelli dal titolo “segni di corpi e colori’’. Tabanelli ha frequentato la scuola del Libro di Urbino dove si è di-plomato nella sezione di Cinema di animazione. Dal 2006 al 2009 ha frequentato la Link academy “european academy of Dramatic art’’ a roma, dove ha studiato re-citazione teatrale e cinematografi-ca partecipando a diversi stage tra cui a Londra con il maestro ryan ellswhort, a Città della Pieve con il maestro russo antonj Vasiljef. Ha esposto in alcune gallerie tra cui al Lab Crash di Bologna nel 2012. Ta-banelli ci parli del suo percorso ar-tistico. “ Dopo gli studi accademici a Urbino e a roma, nel 2006 nasce

il mio percorso artistico. Nella mo-stra all’alexander Museum, si può vedere questa evoluzione che va dai disegni del 2006 fino al 2012. Il tema che più mi affascina è quello del corpo, della forma e della figura e sono arrivato con le mie ultime opera ad una trasfigurazione della forma stessa. Le tecniche che uso sono principalmente una tecnica mista, che vede coinvolte anche le matite litografiche, l’olba, le tem-pere e lo scotch. Queste tecniche vengono unite per creare le for-me che si possono vedere durante l’esposizione.’’ Quali sono i soggetti che maggiormente rappresenta? “ Il corpo visto in varie circostanze. ad esempio le crocifissioni rientrano in un aspetto religioso, che l’artista moderno credente o no, deve trat-

tare. La crocifissione con il volto di Cristo coperto da una scia di san-gue, significa sottolineare la dram-maticità dell’evento, senza identifi-care l’identità. sono stato folgorato dalla pittura di Francis Bacon, che rappresenta il disfacimento della società attraverso il corpo. Nel-le mie ultime opere l’uomo viene sclerotizzato, ma nonostante la-scio un barlume di speranza, come nella natura morta con banane che sembrano essere dinamiche e il teschio. Il duello fra Vita e Mor-te, che all’inizio di ogni esistenza umana. La mia pittura si può de-finire legata all’astrattismo infor-male, con influssi di pittori come Treccani, sutherland,Vespignani e soprattutto Baschià’’. Il rosso, il blu e il bianco. Tre colori importan-

ti per la sua pittura. “e’ vero sono molto legato a questi tre colori, in particolare al rosso, che simboleg-gia la passione. La mia è una pittu-ra tridimensionale, che però non prende in considerazione il volto e le mani che considero inutili, fino a questo momento. anche nel par-ticolare di uno stupro, ripreso da un’opera di rembrandt o nella cac-ciata all’inferno di anime dannate, riprese dalla genialità michelangio-lesca, cerco di evidenziare i corpi anche nella loro deformità’’.

P.M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 23: «Il Nuovo Amico» n. 37 del 28 ottobre 2012

28 ottobre 2012 23amicoil nuovo• • arte cultura sport

FARMACIEDI PESARO

TURNO 29 OTTObRE - 4 NOvEMbRE 2012

INFORMAzIONI UTIlIIl turno 24 h va dalle ore 8,30 alle ore 8,30 del giorno suc-cessivo. Il turno AUSILIARIO nei giorni feriali va dalle ore 15.30-19.30. Il turno AUSILIARIO nei giorni festivi effettua orario di normale apertura.

Lunedì 29 Centro Str.da Adriatica, 48 0721-33257 24 hMartedì 30 Peroni V. del Novecento, 13 0721-453478 24 hMercoledì31 Madonna di Loreto V. Ugolini, 1 0721-390645 24 hGiovedì 1 ViLLaandrea Costa V. Giolitti, 167 0721-454796 24 h

Mari V. Rosselli, 42 0721-67121 Ausil.Venerdì 2 antonioLi V. Branca, 118 0721-30172 24 hsabato 3 ViLLasan Martino V. Solferino, 68/2 0721-453359 24 h

Centro Str.da Adriatica, 48 0721-33257 Ausil.sansaLVatore L.go Aldo Moro, 1 0721-33135 Ausil.ruGGeri C.so XI Settembre, 3 0721-33206 Ausil.

domenica 4 Maffei Penserini V. Cecchi, 28 0721-33046 24 hCentro Str.da Adriatica, 48 0721-33257 Ausil.

2930

31

ottobrenoVeMbre

123

4TURNI DEllE FARMACIE TRAMITE SMSE’ sufficiente inviare un messaggio SMS al 320-2649186 scri-vendo farmacie PESARO farmacie FANO farmacie URBINO per ottenere un SMS di risposta con l’indicazione del nome delle farmacie di turno nel giorno della richiesta.

REGOLAMENTO dEL cONcORsO

ART.1 – Il concorso, aperto a tutti, pre-vede una sezione di gara riservata agli alunni delle scuole di Pesaro e provincia che potranno partecipare come singoli o gruppi fino alla intera classe. Il concor-rente non può presentare più di 5 lavori. Il gioco dovrà corredarsi di relativa de-scrizione, perché del disegno se ne farà carico la Redazione.

ART.2 - Gli elaborati dovranno riportare in forma leggibile nome, cognome, re-sidenza, telefono, e indirizzo di posta elettronica del singolo autore o di quel-lo che rappresenta il gruppo o la classe di appartenenza; i lavori, inoltre, do-vranno essere consegnati o spediti alla libreria Buona stampa di Via Rossini n.

68 (61121 Pesaro) con la dicitura “ UN REBUs PER AMIcO, 2a edizione ” sulla busta.

ART 3 – Il tema del presente concorso è “ IL REBUs E’ sERVITO” e riguarda l’ambi-to della culinaria in tutte le sue possibili raffigurazioni e applicazioni.Esso dovrà comparire in almeno uno dei tre elementi costitutivi del rebus: illu-strazione, chiave risolutiva e frase risul-tante.Esempi: Nella illustrazione: UN GEsTO AsTUTO(Unge s toast UTO)

Nella chiave risolutiva:TURPI ATTI(TUR, piatti)

Nella frase risultante:MANGIARE sALATO(MAN, giare; s, alato)

ART. 4 – Qualora gli esaminatori doves-sero constatare che il gioco non è origi-nale, anche se ciò non implica la mala fede del concorrente, il Rebus dovrà es-sere scartato. E sarà scartato anche nel caso che contenga riferimenti politici, espressioni dialettali e, peggio ancora, volgarità; i lavori dovranno pervenire ai sopra citati punti di raccolta entro e non oltre la data di sabato 30 marzo 2013.

ART. 5 – A insindacabile giudizio della commissione Esaminatrice, tra tutti i lavori pervenuti verranno scelti quelli ritenuti vincenti. Ai partecipanti verrà tempestivamente comunicata la data

della pubblica premiazione.

ART. 6 – Impreziositi di lapidario com-mento di Leone Pantaleoni, il Leone da cagli della settimana Enigmistica, ai vincitori verranno consegnati i propri elaborati su pergamena. I Rebus vincen-ti verranno pubblicati sul Nuovo Amico e, nel caso, inviati alla settimana Enig-mistica.Per eventuali approfondimenti dei pun-ti di cui al presente bando, contattare il seguente indirizzo e-mail: [email protected]

Il settimanale d’informazione “Il Nuovo Amico” con il contributo della BCC di Gradara, in collaborazione con Leone Pantaleoni, da

un’idea di Carmine Russo, bandisce il secondo concorso di

enigmistica dal titolo: «Un Rebus per AMICO».Quest’anno il tema riguarderà l’ambito della culinaria in tutte le sue possibili “ricette”. In questa pagina pubblichiamo gli schemi ideati dai partecipanti della prima edizione sul tema “la tua città”. Sulle prossime uscite del Nuovo Amico continueremo con questa carrellata inedita di rebus…

sPONsOR

Concorso di enigmistica«Un Rebus per AMICO»

2ª edIzIOne

UN PREMIO PER UN REBUSI vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a [email protected] oppure a IL NUOVO AMICO Via del Seminario 4 – 61121 Pesaro. L’omaggio di questa settimana è il libro di Gaetano Michetti: “Quasi un dia-rio”. Per vincere occorre risolvere i 4 rebus proposti in pagina

E’ possibile ritirare il premio da lunedì a mercoledì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19 presso la redazione di Pesaro (via Rossini 53). Per un diverso recapito contattare il n. verde gratuito 800/501170 sempre nei giorni e ore sopra indicate.

PER RIcEVERE L’OMAGGIO È NEcEssARIO dIMOsTRARE dI EssERE IN REGOLA cON L’ABBONAMENTO AL NUOVO AMI-cO PER L’ANNO 2012 O REGOLARIZZARE LA POsIZIONE AL MOMENTO dEL RITIRO dEL PREMIO

I VINcITORI dELLA sETTIMANA La chiave risolutiva dei rebus pubblicati a pag. 23 del n. 36 del “Nuovo Amico” di domenica 21 ottobre 1. BRAVO CERAMISTA DURANTINO - 2. IL COLLE SAN BARTOLO DOMINA PESARO3. REBUS OFFERTO AL CIGNO DI PESARO - 4. OPERA RAFFAELLESCAVince il libro “Quasi un diario” di Gaetano Michetti ANNA dI PAOLA

Un libro in omaggio

Page 24: «Il Nuovo Amico» n. 37 del 28 ottobre 2012

28 ottobre 201224 amicoil nuovo• •

cureinalatorie curesorditàrinogena(affezioni delle alte e basse vie respiratorie)

ConvenzionateconilS.S.N.

tel.0721.885161-Fax0721.885656TermediCarignano-Via Bevano 43 Fano (PU) www.termecarignano.it-e-mail: [email protected]

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per il 60% degli allievi formati

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Provincia di Pesaro e UrbinoAssessorato Formazione Professionalee Politiche del Lavoro

Centro per l’impiego, l’orientamento e la formazione di Pesaro

UNIONE EUROPEAFondo Sociale Europeo

Un corso di 300 ore destinato a 20 disoc-cupati e/o lavoratori in mobilità, per la formazione di personale di bordo da inse-rire nell’organico della Costa Crociere Spa, con garanzia di assunzione del 60% degli allievi formati.Figura in uscita: Il Tecnico dell’accoglienza (Guest Service) è una figura professionale che opera a bordo della nave da crociera in uno dei seguenti ambiti: accoglienza e assistenza degli Ospiti alla Reception, assistenza all’Hotel Director nella gestione delle attività, registrazione pagamenti e servizio cambio.Destinatari: n° 20 disoccupati e/o lavoratori in mobilitàRequisiti di accesso: possesso di Diploma o di Laurea, oppure esperienza lavorativa documentata di almeno 3 anni nel settore. Buona conoscenza della lingua inglese e discreta conoscenza di una 2° lingua tra tedesco e/o franceseDurata: 300 ore (è previsto un esame finale per il rilascio del diploma di Specializzazione)Per info: telefonare al Numero Verde 840 000 676 (uno scatto alla risposta), visitare www.provincialavoro.it o contattare il Centro per l’impiego, l’orientamento e la formazione di Pesaro (0721 3592 803 / 0721 3592 824).

Presentazione del corso: giovedì 18 ottobre 2012 ore 9.30 Sala Convegni Job Pesaro - via Luca della Robbia, 4

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