«Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

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IL 17 APRILE PELLEGRINAGGIO A ROMA DA PESARO-FANO-URBINO 51 PULLMAN PAGINA 4/5/6 SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DIOCESI DI: PESARO • FANO • URBINO FONDATO NEL 1903 14 APRILE 2013 ANNO 110 • N. 15 Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro facebook.com/ilnuovoamico € 1,00 amico il nuovo www.ilnuovoamico.it COPIA OMAGGIO EDITORIALE IFI S.p.A. - Sede e Showroom Strada Selva Grossa 28/30 - Zona Case Bruciate - 61010 Tavullia (PU) - Italy - Tel. +39 0721 20021 - Fax +39 0721 201773 - www.ifi.it - info@ifi.it il tuo talento, il tuo futuro, il tuo primo bar. il bar diventa accessibile. start up è un servizio bar essenziale e basilare, che permette a chiunque di creare il proprio locale. Un’opportunità per i giovani e per chi sceglie di investire su sé stesso e sulla propria voglia di futuro. 5.959 + iva Prezzo al pubblico start up basic da 3 mt. Tale prezzo include, per il mercato italiano, il trasporto e la consegna in loco. Inclusi 3 anni di garanzia Moda Luciana NUOVI ARRIVI PREZZI SPECIALI Pesaro - via delle Betulle n. 4 (zona Torraccia) - Tel. 0721/22611 M ercoledì 17 aprile 2.500 pellegrini della nostra Metropolia, guidati dai loro pastori, saranno a Roma per incontrare Papa Francesco nell’Udienza della mattinata e per celebrare nel pomeriggio l’Eucaristia sull’altare della cattedra in San Pietro. Ma quale è il motivo di questa iniziativa che ha convinto e coinvolto un così grande numero di fedeli? Le nostre chiese locali hanno coscienza di dover essere sempre confermate nella fede. L’incontro con Papa Francesco sarà connotato da questa sollecitudine delle nostre comunità cristiane, le quali nel Vescovo di Roma riconoscono colui che presiede nella carità le singole chiese, garantendole nel cammino della fede. Del resto stiamo vivendo l’Anno della Fede, indetto da Benedetto XVI, a cui va tutta la nostra gratitudine, e proseguito sotto la guida di Papa Francesco. Molti di noi poi hanno il desiderio di incontrare da vicino il nuovo Pontefice che è entrato nel cuore di tutti per la sua immediatezza, per la sua essenzialità e per l’autenticità dei suoi gesti. Mercoledì 17 aprile questo sarà possibile. Va anche detto che il pellegrinaggio a Roma sarà anche l’occasione per accrescere l’esperienza della comunione ecclesiale, radicata nell’unica fede in Gesù Cristo, tra le nostre tre Diocesi di Pesaro, Fano ed Urbino, le quali non solo vivono la comunione, ma la realizzano anche con precise forme di collaborazione pastorale. Va aggiunta un’altra considerazione. Il recente Sinodo dei Vescovi celebratosi nello scorso mese di ottobre a Roma, è stato centrato sulla nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Tale evento ci fa sentire chiesa chiamata ad evangelizzare ma anche bisognosa di essere evangelizzata per cogliere la bellezza e la novità perenne dell’incontro con il Cristo. L’esperienza del pellegrinaggio nel suo insieme ci darà la possibilità di evangelizzare con la testimonianza che viviamo e nel contempo di essere evangelizzati dalla parola del Papa che ascolteremo e dalla celebrazione eucaristica a cui parteciperemo. Un pellegrinaggio di fede di Mons. Piero Coccia* In 2.500 da Papa Francesco Il 26 aprile arriva il Cardinale Ravasi PESARO 9 Ordinazione presbiterale di don Giacomo FANO 13 530° anniversario della nascita di Raffaello URBINO 22 ZOOM 14 www.arpaitalia.com L’arte dell’accoglienza Arpa Italia Srl - Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro ( PU ) Tel. + 39 0721 405274. Fax + 39 0721 259164 [email protected] T ra i compagni di viaggio di que- sto pellegrinaggio interdioce- sano non poteva mancare “Il Nuovo Amico”. Saremo presenti con questa edizione su tutti i 50 pullman che da Pesaro, Fano e Urbino si reche- ranno da Papa Francesco. Abbiamo pensato di tenerti compagnia con un numero ricco di notizie. Ma soprat- tutto chiediamo il tuo aiuto per rac- contare questo avvenimento attraver- so i tuoi occhi. Per questo rivolgiamo l’invito a tutti i partecipanti, a spedire le foto del proprio gruppo o brevi ri- flessioni personali a info@ilnuovoa- mico.it In questo modo farete vivere questo pellegrinaggio a tutti coloro che non hanno potuto partecipare. Vi atten- diamo numerosi promettendo di pub- blicare tutte (o quasi) le mail che ri- ceveremo, in un’edizione speciale che invieremo gratuitamente all’indirizzo che ci verrà segnalato. Grazie e buon pellegrinaggio! La Direzione © RIPRODUZIONE RISERVATA Testimonianza di Cristina suora Down Il Nuovo Amico in viaggio con te per raccontare il pellegrinaggio Segue a pagina 6

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«Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

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IL 17 APRILE PELLEGRINAGGIO A ROMA DA PESARO-FANO-URBINO 51 PULLMAN

PAGINA 4/5/6

settimanale d’informazione diocesi di: pesaro • fano • urbino fondato nel 190314 aprile 2013 • Anno 110 • N. 15 • Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 n. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro • facebook.com/ilnuovoamico € 1,00

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€ 5.959 + ivaPrezzo al pubblico start up basic da 3 mt.Tale prezzo include, per il mercato italiano, il trasporto e la consegna in loco.Inclusi 3 anni di garanzia

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Mercoledì 17 aprile 2.500 pellegrini della nostra Metropolia, guidati dai loro pastori, saranno a Roma per incontrare Papa Francesco nell’Udienza

della mattinata e per celebrare nel pomeriggio l’Eucaristia sull’altare della cattedra in San Pietro. Ma quale è il motivo di questa iniziativa che ha convinto e coinvolto un così grande numero di fedeli?Le nostre chiese locali hanno coscienza di dover essere sempre confermate nella fede. L’incontro con Papa Francesco sarà connotato da questa sollecitudine delle nostre comunità cristiane, le quali nel Vescovo di Roma riconoscono colui che presiede nella carità le singole chiese, garantendole nel cammino della fede. Del resto stiamo vivendo l’Anno della Fede, indetto da Benedetto XVI, a cui va tutta la nostra gratitudine, e proseguito sotto la guida di Papa Francesco. Molti di noi poi hanno il desiderio di incontrare da vicino il nuovo Pontefice che è entrato nel cuore di tutti per la sua immediatezza, per la sua essenzialità e per l’autenticità dei suoi gesti. Mercoledì 17 aprile questo sarà possibile. Va anche detto che il pellegrinaggio a Roma sarà anche l’occasione per accrescere l’esperienza della comunione ecclesiale, radicata nell’unica fede in Gesù Cristo, tra le nostre tre Diocesi di Pesaro, Fano ed Urbino, le quali non solo vivono la comunione, ma la realizzano anche con precise forme di collaborazione pastorale. Va aggiunta un’altra considerazione.

Il recente Sinodo dei Vescovi celebratosi nello scorso mese di ottobre a Roma, è stato centrato sulla nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Tale evento ci fa sentire chiesa chiamata ad evangelizzare ma anche bisognosa di essere evangelizzata per cogliere la bellezza e la novità perenne dell’incontro con il Cristo. L’esperienza del pellegrinaggio nel suo insieme ci darà la

possibilità di evangelizzare con la testimonianza che viviamo e nel contempo di essere evangelizzati dalla parola del Papa che ascolteremo e dalla celebrazione eucaristica a cui parteciperemo.

Un pellegrinaggio di fededi Mons. Piero Coccia* In 2.500 da

Papa Francesco

Il 26 aprile arriva il

Cardinale Ravasi

PESARO 9

Ordinazione presbiterale

di donGiacomo

FANO 13

530° anniversario della nascita di Raffaello

URBINO 22 ZOOM 14

www.arpaitalia.com

L’arte dell’accoglienza

www.arpaitalia.comL’arte dell’accoglienza

Arpa Italia Srl - Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro ( PU )Tel. + 39 0721 405274. Fax + 39 0721 259164 [email protected]

Tra i compagni di viaggio di que-sto pellegrinaggio interdioce-sano non poteva mancare “Il

Nuovo Amico”. Saremo presenti con questa edizione su tutti i 50 pullman che da Pesaro, Fano e Urbino si reche-ranno da Papa Francesco. Abbiamo pensato di tenerti compagnia con un numero ricco di notizie. Ma soprat-tutto chiediamo il tuo aiuto per rac-contare questo avvenimento attraver-so i tuoi occhi. Per questo rivolgiamo l’invito a tutti i partecipanti, a spedire le foto del proprio gruppo o brevi ri-

flessioni personali a [email protected] In questo modo farete vivere questo pellegrinaggio a tutti coloro che non hanno potuto partecipare. Vi atten-diamo numerosi promettendo di pub-blicare tutte (o quasi) le mail che ri-ceveremo, in un’edizione speciale che invieremo gratuitamente all’indirizzo che ci verrà segnalato.Grazie e buon pellegrinaggio!

La Direzione© RIPRoDUZIonE RISERVATA

Testimonianza di Cristina

suora Down

Il Nuovo Amico in viaggio con teper raccontare il pellegrinaggio

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CHIESA E MONDO14 aprile 20132 amicoil nuovo• •

Aut. n. 83/85 Trib. di PesaroIL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

REDAZIONE CENTRALE:Raffaele Mazzoli – Direttore - Ernesto Preziosi - Direttore ResponsabileRoberto Mazzoli - Caporedatt. CentraleGastone Mosci – Incaricato dei rapporti con la Regione MarcheVia del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) - Tel. 0721/64052 Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453e-mail: [email protected] Alvaro Coli – Responsabile diocesano.

Redazione di Fano: Via Roma 118 - 61032 FANO (PU) - Tel. 0721/802742 (dir.) - 803737 - Fax 0721/825595e-mail: [email protected]

Redazione di Urbino: Via BeatoMainardo, 4 - 61029 URBINO (PU)Tel. e Fax 0722/378395e-mail: [email protected]. Giancarlo Di Ludovico – Responsabile diocesano

EDITORE: Cooperativa Comunicare - Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU). Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453.Amministratore Unico: Marco Farina Presidente Cooperativa Comunicare

STAMPA: Galeati Industrie Grafi che/ImolaGRAFICA: arti grafi che pesaresi srl/pesaroLa testata “Il Nuovo Amico” fruisce dei contributi Statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.PUBBLICITÀ Uffi ci della Redazionecentrale 0721/64052 e Paolo MorsianiL’Impresa Editrice COMUNICARE risulta iscritta al Registro delle imprese di PESARO presso la Camera di commercio al n. 98100

Questo settimanaleè iscritto alla FISCFederazione ItalianaSettimanali Cattolici

ed è associatoall’USPIUnione StampaPeriodica Italiana

SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DIOCESI DI: PESARO • FANO, FOSSOMBRONE, CAGLI, PERGOLA •

URBINO, S. ANGELO IN VADO, URBANIA

ABBONAMENTIOrdinario € 39 - Amico € 50 - Sostenitore € 100Da versare sul c/c 12522611 intestato a: “IL NUOVO AMICO” - Via del Seminario 4 / 61121 PESARO - www.ilnuovoamico.it

Questo numero è stato chiuso in redazionemercoledì 10 aprile 2013 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 11 aprile

LA PAROLA DI DIO III Domenica di Pasqua

Siamo alla terza manifestazione di Gesù, dopo le due avvenute nel Cenacolo, a porte chiuse. Erano stati giorni diffi cili per i discepoli. Giorni pieni di pensieri,

ricordi e amarezza. Giorni a testa bassa, soprattutto per Pietro. Ha nel cuore la certezza di essere un buono a nulla, di avere sbagliato tutto, di essere un imperdonabile tradi-tore. E’ stata una bella avventura, indimenticabile, certo. Ma ora è tempo di tornare alla vita normale. Pietro si sente proprio da buttare. Si ritorna al quotidiano.. Ed invece che incontro meraviglioso: non una parola di rimprovero e non un accenno a quel maldestro ritorno alla pesca. Il cuore dei discepoli è pieno di gioia, Pietro non capisce più nulla e si tuff a in mare anche se la barca è vicinissima al mare. E Gesù, tenerissimo prepara il pranzo (Giovanni 21,1-12).Se noi oggi siamo cristiani, lo dobbiamo a quegli uomi-ni che un giorno, nonostante le minacce, e mettendo da parte la paura, hanno raccontato una storia proibita: ma annunciare Gesù è per loro una necessità. I veri discepoli

sono fi eri della loro fede nonostante la persecuzione (Atti 5,27-32.40). La seconda lettura Ap 5,11-14) ci coinvolge in una liturgia di lode a Gesù Cristo, un inno per il dono della salvezza. L’Agnello è stato immolato, cioè Gesù Cristo ha versato il suo sangue sulla croce.Meditatio- Con questi discepoli ci sono forse anch’io? Ritornato alle mie cose, alle mie occupazioni, come se nulla fosse acca-duto? Ogni volta che m’allontano il Risorto mi viene a ripescare!- Quante volte anche noi nella nostra vita abbiamo buttato le reti della fi ducia, della speranza, della progettualità, ma siamo rimasti delusi e amareggiati?- Quante volte cerchiamo la soluzione dei problemi unica-mente confi dando nelle nostre forze, aggrappati alle nostre sicurezze?- Quante volte avvertiamo lo sconforto della sconfi tta e della delusione?- Ed ecco la pedagogia di Gesù: non rimprovera, non accu-sa, non chiede spiegazioni. A Gesù non interessa giudicare

e neppure assolvere; ciò che conta è un’altra cosa: “Pietro, mi ami tu adesso?”. Per Lui nessun uomo coincide con il suo peccato. La nostra santità non consiste nel non aver mai peccato, ma nel rinnovare adesso la nostra amicizia per Cristo.OratioO Signore, tu fai bene a chiedermi se il mio amore per te è vero e profondo; perché nel momento della diffi coltà io ti ho voltato le spalle. Tu sai pure che quando cominciano ad arrivare le contraddizioni io sono tentato di scappare, vinto dalla paura. Ma è vero anche il mio amore per te, è vero come la mia paura, è vero come il mio peccato! Abbraccia-mi così, Signore, con le mie debolezze e con il mio amore. Tu sai che in fondo di me ti puoi fi dare.

Armando Trasarti, Vescovodi Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pietro riabilitato

Giornata Nazionale dell’Università Cattolica“Una consolidata

tradizione” che costituisce “un

passaggio fondamentale della vita dell’Università e del suo essere espressione qualifi cata e dinamica dell’impegno educativo e culturale dei cattolici nel nostro Paese”. Monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, parla in questi termini della Giornata nazionale per l’Ateneo del Sacro Cuore, che si celebra domenica 14 aprile. Istituito uffi cialmente nel 1924, a partire dall’edizione del 1968 si è deciso di sottolineare con un tema specifi co l’evento, accompagnato da un messaggio della presidenza della Cei. “Con le nuove generazioni oltre la crisi” è il tema dell’edizione 2013 (testo integrale del messaggio: www.chiesacattolica.it). Alla Cattolica (cinque sedi, 54 Istituti, 22 Dipartimenti, 70 Centri di ricerca, 5 Centri di Ateneo, 151 strutture dedicate alla ricerca scientifi ca) sono attualmente iscritti 40.970 studenti, 1.525 i docenti in organico. Riportiamo brevi passaggi dell’intervista rilasciata al Sir da Mons. Giuliodori:

Eccellenza, perché celebrare la Giornata dell’Università Cattolica? Qual è il senso e il signifi cato profondo di questo appun-tamento annuale?

“Il fatto che si tratti dell’89ª Giornata, ci

fa subito comprendere che ci troviamo di fronte ad una consolidata tradizione. La sua storia è legata agli albori della fondazione dell’Università Cattolica scaturita dal genio e dalla tenacia di padre Agostino Gemelli. Il suo disegno culturale, teso ad off rire ai giovani e al Paese, che usciva devastato dalla prima guerra mondiale, un luogo di eccellenza per la formazione e per la ricerca scientifi ca, mirava a coinvolgere tutti i cattolici italiani. Con

questo spirito nasceva la Giornata nazionale che, nel tempo, si è andata raff orzando e che oggi rappresenta un passaggio fondamentale della vita dell’Università e del suo essere espressione qualifi cata e dinamica dell’impegno educativo e culturale dei cattolici nel nostro Paese”.

Qual è oggi la missione dell’Università Cattolica?

“L’Università Cattolica è chiamata ad essere

un luogo di formazione altamente qualifi cato sia dal punto di vista degli insegnamenti sia per quanto concerne l’accompagnamento degli studenti verso una crescita piena e integrale di tutta la persona. Per questo oltre ad una formazione

di alto livello scientifi co, ampiamente riconosciuta e apprezzata, l’Università off re anche percorsi per illuminare il sapere con la fede. A sostenere la formazione integrale e la crescita spirituale contribuiscono, in modo particolare, i Centri pastorali presenti in ogni sede e i corsi di teologia inseriti nei programmi di tutte le Facoltà”.

A cura di Vincenzo Corrado© RIPRODUZIONE RISERVATA

ANNO DELLA FEDE 12

Papa Francesco nell’omelia della Domenica delle

Palme ha detto:“La nostra gioia è Gesù che ci carica sulle spalle”.Queste parole mi hanno ricordato una preghiera di S. Ambrogio nel suo Commento al salmo 118: “Vieni dunque Signore Gesù …. Vieni a me, cercami, trovami, prendimi in braccio, portami”.Una mia alunna della scuola media ha scritto un piccolo pensiero per una intenzione di messa: “ Sono inutile senza di Te, senza quello sguardo di vita. Ho bisogno che mi guardi con compassione e gioia. Che mi regali la Tua pace. Che mi doni felicità. Mi serve solo questo, Signore: la Tua bontà. Non mi serve nient’altro”Papa Francesco, S. Ambrogio, una ragazzina di dodici anni; tre persone, diverse e molto lontane, che sembrano guardare nella stessa direzione e fare esperienza della stessa vita cristiana. Commuove il cuore questa comunione spirituale, perché nasce in modo evidente, per grazia di Dio, dal dono di una fede semplice, che si può solo domandare.

don Daniele Federici© RIPRODUZIONE RISERVATA

Comunione spirituale

LA NOTA PASTORALE CEI SUGLI ORATORI

Ponti lanciati sull’umanoNel linguaggio comune, la parola oratorio

“richiama un’esperienza di vita buona legata ai tempi della giovinezza”. Oggi, forti di 450 anni di esperienza educativa,

gli oratori sono una realtà cui guardano con crescente attenzione non solo la comunità ecclesiale, ma anche le istituzioni civili, come dimostrano diversi interventi legislativi. Parte da questa “fotografi a” la Nota pastorale della Cei sugli oratori, dal titolo “Il laboratorio dei talenti”. Il documento, elaborato dalla Commissione episcopale per la famiglia e la vita e dalla Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali, si propone di “riconoscere e sostenere il peculiare valore dell’oratorio nell’accompagnamento della crescita umana e spirituale delle nuove generazioni” e di “proporre alle comunità parrocchiali, e in modo particolare agli educatori e animatori, alcuni orientamenti”. L’ottica scelta è quella della “pastorale integrata”, come antidoto al “relativismo pervasivo” dei processi educativi. La “sfi da” è “far diventare

gli oratori spazi di accoglienza e di dialogo, dei veri ponti tra l’istituzionale e l’informale, tra la ricerca emotiva di Dio e la proposta di un incontro concreto con Lui, tra la realtà locale e le sfi de planetarie, tra il virtuale e il reale, tra il tempo della spensieratezza e quello dell’assunzione di responsabilità”. Gli oratori non nascono come progetti “fatti a tavolino” ma dalla capacità di “lasciarsi provocare e mettere in discussione dalle urgenze e dai bisogni del proprio tempo”, con la stessa passione dei grandi “maestri dell’educazione”: san Filippo Neri, san Giovanni Bosco, san Carlo Borromeo… Gli oratori non solo limitati “al recupero, all’istruzione o all’assistenza”, ma sanno “valorizzare e abitare la qualità etica dei linguaggi e delle sensibilità giovanili”, coniugando “prevenzione sociale, accompagnamento familiare e avviamento al lavoro”. In quest’ottica, oggi gli oratori “devono essere rilanciati anche per diventare sempre più ponti tra la Chiesa e la strada”, come li defi niva Giovanni

Paolo II. Per creare quel tipico “clima di famiglia” che ne ha accompagnato l’evoluzione, i sacerdoti - e non solo quelli giovani, perché “l’effi cacia educativa non coincide con la vicinanza generazionale fra educatori e ragazzi” - devono “stare” in oratorio, per “off rire un accompagnamento umano e spirituale ai ragazzi e agli educatori”. Servono inoltre “fi gure stabili di riferimento”, come “laici preparati”. Tra le proposte più consolidate dell’oratorio, c’è l’attività sportiva, che nel nostro territorio si avvale anche della “presenza capillare” del Centro sportivo italiano, ma non mancano attività come musica, teatro, danza… Fin dalle origini, inoltre, l’oratorio “ha posto attenzione alle necessità e alle povertà delle nuove generazioni”: un ruolo di “prevenzione”, più che di contrasto del “disagio sociale”, nel quale gli oratori sono sollecitati a perseverare, grazie alla loro capacità di “stare anche sulla strada”.

Sir© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Socio Politico 14 aprile 2013 3amicoil nuovo• •

«Noi chiediamo perdono a loro». Ha aperto così la celebrazione l’arcivescovo di Fermo Luigi Conti,

che ha presieduto, a Civitanova Marche, i funerali dei coniugi Romeo Dionisi e Anna Maria Sopranzi e il fratello di lei Giuseppe,

rispettivamente di 62 anni, 68 e 72. La tragedia, figlia della crisi, si è consumata nella notte tra giovedì e venerdì quando i due coniugi sono scesi nel garage e hanno deciso di farla finita impiccandosi. Hanno lasciato un biglietto poggiato sulla macchina di una

vicina in cui hanno scritto semplicemente “Perdonateci per quel che abbiamo fatto. Siamo nel ripostiglio”. Il fratello della donna che viveva insieme a loro, arrivato sul posto, non ha retto al dolore e si è ucciso a sua volta gettandosi in mare. La decisione dei coniugi sembra sia stata determinata dalle cattive condizioni economiche: pensionata al minimo lei, senza lavoro nonché indebitato lui. Romeo Dionisi, muratore, aveva aperto la propria partita Iva, ma alcuni lavori non gli erano stati retribuiti e questo non gli permetteva di pagare regolarmente l’Inps e di essere in regola con i contributi: l’uomo si era indebitato per far fronte a questi obblighi, ma le difficoltà erano tali che da due mesi non riuscivano più a pagare l’affitto e avevano anche paura che gli venisse pignorata la

vecchia Panda. Di fronte a una situazione come questa si è levato durante l’omelia il grido di aiuto dell’arcivescovo «alle autorità, ai grandi, a coloro che ci governano perché facciano presto, perché si decidano, perché si rendano conto che non ce la facciamo più». L’arcivescovo ha poi ricordato ai presenti che «ognuno è chiamato a essere il custode del fratello» e che «in questo è possibile trovare la speranza e uscire dall’indifferenza». «Probabilmente la condizione che vivevano i due coniugi era quella di un’eclissi totale – ha aggiunto – ma credo che nel momento più terribile forse l’ultimo pensiero è stato “Signore ci consegniamo a te nelle tue mani”».

Simona Mengascini©riproduzione riservata

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Revisione storica: al via l’elezione del Presidente della RepubblicaSette anni: in questo numero c’è il senso fondamentale

della presidenza della Repubblica. Del resto i costituenti erano stati chiari, cinque anni la Camera dei Deputati, sei

anni il Senato (poi corretti a cinque con una riforma nel 1963), sette il Presidente. Hanno voluto un mandato più lungo di quello di tutti gli organi elettivi, “al fine di assicurare, nella vita dello Stato, un elemento di stabilità”. Inoltre hanno voluto un collegio elettorale più ampio delle due Camere, allargato ai rappresentanti delle Regioni, e una maggioranza qualificata. Perché il presidente doveva offrire garanzie a tutti i partner di un sistema che, pur partito da un riflesso di unità nazionale antifascista, si era presto diviso sul crinale della “guerra fredda”. Quanto ai poteri ed alle “prerogative”, la Costituzione italiana in sostanza attribuiva al Capo dello Stato alcuni tratti di intervento diretto, così da non farne semplicemente un mero garante o un elemento “decorativo”. Compiva così una scelta differente rispetto alla Francia e alla Germania Federale del 1946-49. E qualche studioso ha visto,

soprattutto nel potere di scioglimento, in quello di conferire il mandato al presidente del Consiglio o nella presidenza dei Consigli superiori della magistratura e della difesa, anche un “retaggio monarchico” nella figura del Presidente italiano.Dopo una lunga discussione si decise anche di consentire la rieleggibilità, che pure era stata esclusa in una prima redazione “data la situazione politica attuale di penuria di uomini politici dopo venti anni di carenza di vita politica”.In realtà, nel design costituzionale italiano, il Capo dello Stato è stato pensato per non essere “né troppo debole né troppo forte”, per usare un’altra brillante formula sempre di un grande costituente democristiano, Egidio Tosato. È stata insomma fornita una certa elasticità, così da potere fare fronte alle diverse situazioni.Ed in effetti, come è ben illustrato in un convegno di studi storici che si svolge in questi giorni all’Università di Viterbo, con il patrocinio dell’archivio storico del Quirinale, nell’arco dei quasi settant’anni dall’elezione di un monarchico, Enrico

De Nicola, da parte dell’Assemblea Costituente, i suoi dieci successori, in situazioni politico-istituzionali molto diverse tra loro, hanno interpretato diversamente il mandato, utilizzandone via via tutte le diverse virtualità. Ci sono state presidenze “notarili” o presidenze “interventiste”, o diverse fasi in una stessa presidenza, non senza sorprese. Anche tenuto conto dei grandi cambiamenti nel sistema politico come nelle forme della comunicazione, la presidenza della Repubblica ha offerto in sostanza una risorsa di stabilità.Ritorniamo così al settennato, che ormai resta una caratteristica quasi solo italiana: e sottolinea la necessità e l’importanza della stabilità e della reciproca legittimazione, che poi è il grande tema anche dell’imminente elezione del dodicesimo inquilino repubblicano del palazzo del Quirinale, il più alto - e isolato - dei sette colli di Roma

Francesco Bonini©riproduzione riservata

Ogni giorno che passa in terra italiana, domeniche comprese, brucia più di tremila posti di

lavoro: come se ogni settimana una multinazionale chiudesse i battenti, lasciando a casa il personale o non rinnovando contratti e rapporti di lavoro parasubordinati. È questa la dimensione dell’ecatombe che sta attraversando il sistema-Italia, nel momento più buio della crisi che ci attanaglia da più di cinque anni. Le cifre fornite dall’Istat sono spaventose, ma non hanno sorpreso nessuno. Nel corso del 2012, un milione di italiani ha perso la propria occupazione. Vanno ad assommarsi a chi era già disoccupato, e anticipano (ma speriamo di no) quel milione 800mila persone che “godono” della cassa integrazione: molto spesso l’anticamera del licenziamento. Quindi non c’è molto da sperare di buono sul fronte dei numeri, nemmeno per i prossimi mesi.Qualcosa di buono c’è invece da ipotizzare grazie al recentissimo decreto dell’estenuato governo Monti, che ha sbloccato una quarantina di miliardi di euro di pagamenti che la Pubblica amministrazione nelle

sue varie frange (Comuni, Regioni, Ministeri, Sanità, …) deve a una miriade di creditori da molti mesi, se non di più. Un provvedimento atteso come puro ossigeno per un tessuto industriale che ha nel lato finanziario il suo punto debole: nessuno paga più nessuno. Le banche hanno stretto all’inverosimile i cordoni del credito, e faticano ad anticipare l’incasso delle fatture pure ai grandi gruppi, figuriamoci a commercianti, artigiani, piccole imprese.A loro volta i “grandi” ritardano i pagamenti ai loro fornitori (usandoli come improprie banche): questi ultimi sono letteralmente strozzati dalle porte chiuse delle banche e dalle fatture non pagate dei clienti. Le chiusure aziendali hanno bruciato qualcosa come 127mila posti di lavoro nel 2012 (e la situazione non era così drammatica come in questo primo scorcio di 2013). Ecco quindi che quei soldi dello Stato potrebbero far ripartire un’economia quasi grippata, se effettivamente arriveranno. Perché tra il dire in decreto, e il fare nei successivi regolamenti, in Italia capita spesso che il tutto s’impantani nella nostra macchinosa burocrazia, o spunti

fuori all’ultimo secondo una norma che faccia slittare di un anno il sacrosanto diritto di compensare i crediti con i versamenti che - quelli sì puntualmente - dobbiamo fare allo Stato.Così è stato, e speriamo che non arrivino altre “sorprese” nel frattempo. E ha fatto benissimo il governo Monti ad attuare questo provvedimento, anche se verrà scaricato sul nostro debito pubblico: soldi in cassa non ce n’erano, verranno emessi titoli di Stato e sarà compito del prossimo governo, della politica insomma, decidersi una buona volta sulle cose da fare per scalare la montagna del debito pubblico italiano. Prima o poi la ricreazione deve finire.La crisi, fra l’altro,è riuscita a distruggere posti di lavoro con grande abbondanza, lasciando stremati gli imprenditori e attoniti i sindacati che sembrano incapaci di far sentire la loro voce e di proporre ricette di rilancio economico. Senza il quale, la contabilità del lavoro rischia di essere sempre più triste.

Nicola Salvagnin©riproduzione riservata

CONSUMATA A CIVITANOVA MARCHE

Tragedia figlia della crisi

2012 UN MILIONE PERDE L’OCCUPAZIONE E QUASI DUE DI CASSINTEGRATI

Boom di licenziamentialtro che articolo 18 !

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7 aprile 20134 SPECIALE PELLEGRINAGGIO INTERDIOCESANO amicoil nuovo• •

Nella messa di insediamento nella basilica laterana il Santo Padre ha citato a braccio il teologo Romano Guardini: c’è come “un dialogo tra la nostra debolezza e la pazienza di Dio. Un dialogo che ci dà speranza”. Il Pontefi ce ha benedetto la targa toponomastica apposta dal Comune di

Roma, nel piazzale antistante il vicariato: prende il nome di “Largo Beato Giovanni Paolo II”. Il saluto dalla loggia Tre episodi evangelici e una parabola. Sono quelli che ha ricordato nella basilica di San Giovanni in Laterano, Papa Francesco, nella santa messa per il suo insediamento come vescovo di Roma sulla Cattedra romana, per parlare della misericordia di Dio: “Un amore così grande, così profondo quello di Dio verso di noi, un amore che non viene meno, sempre aff erra la nostra mano e ci sorregge, ci rialza, ci guida”. Prima della messa, il Santo Padre ha benedetto la targa toponomastica appena scoperta dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, nel piazzale antistante il vicariato, che ora si chiama “Largo Beato Giovanni Paolo II”. Il primo episodio è quello che ha per protagonista l’incredulo Tommaso, di fronte al quale Gesù reagisce con “pazienza”. “Gesù – ha spiegato il Pontefi ce - non abbandona il testardo Tommaso nella sua incredulità”. E Tommaso, con l’invocazione “Mio Signore e mio Dio”, “risponde alla pazienza di Gesù. Si lascia avvolgere dalla misericordia divina” e “ritrova la fi ducia: è un uomo nuovo, non più incredulo, ma credente”. Il secondo episodio riguarda il rinnegamento di Pietro, che “quando tocca il fondo incontra lo sguardo di Gesù che, con pazienza, senza parole gli dice: ‘Pietro, non avere paura della tua debolezza, confi da in me’; e Pietro comprende, sente lo sguardo d’amore di Gesù e piange”. “Che bello è questo sguardo di Gesù – quanta tenerezza! Fratelli e sorelle, non perdiamo mai la fi ducia nella misericordia paziente di Dio!”, ha esclamato. Il terzo episodio è quello dei due discepoli di Emmaus: Gesù “con pazienza” spiega loro le Scritture. “Questo – ha spiegato il Santo Padre - è lo stile di Dio: non è impaziente come noi, che spesso vogliamo tutto e subito, anche con le persone. Dio è paziente con noi perché ci ama, e chi ama comprende, spera, dà fi ducia, non abbandona, non taglia i ponti, sa perdonare. Ricordiamolo nella nostra vita di cristiani: Dio ci aspetta sempre, anche quando ci siamo allontanati! Lui non è mai lontano, e se torniamo a Lui, è pronto ad abbracciarci”. A Francesco, poi, “fa sempre una grande impressione

Il parroco di San Basilio, don Stefano Sparapani, non si arrende e con la sua comunità risponde al disagio con la generosità di “tanta gente onesta”

che tesse la trama del tessuto sociale. Un quartiere amato dai Pontefi ci: il 31 marzo di 50 anni fa la visita di Giovanni XIII e l’11 marzo 1979 quella di Giovanni Paolo II. Ora attende Francesco, il Papa delle periferie. Parla Maria, una parrocchiana: “Più che il vescovo di Roma mi sembra il parroco della città intera”“Qui abbiamo un’umanità ferita, piegata che cerca il riscatto sociale anche con soldi illegali. Basta guardare ai capannelli di spacciatori che in mano hanno mazzette di denaro da fare invidia allo sportello di una banca. Ma ci sono anche persone oneste che, purtroppo, camminano a testa bassa nel quartiere non avendo, per tante ragioni, orizzonti ampi da scrutare. Dietro ognuno di loro c’è una povertà e una fragilità mostruose. Papa Francesco ci sta indicando come stare con questi poveri: piegarsi e camminare con loro”: il quartiere san Basilio nelle parole di don Stefano Sparapani, parroco della chiesa omonima, in piazza Recanati, al centro di una periferia storica di Roma, tra le più turbolente con le violente manifestazioni per la casa della metà degli anni Settanta, le occupazioni abusive, lo spaccio di droga che continua ancora oggi. Arrivando tra i palazzi popolari di questa zona, nata come borgata sotto il Fascismo e ricompresa tra la via Nomentana e la via Tiburtina, si avverte il logorio del tempo sulle facciate degli edifi ci, con i muri screpolati dagli anni e il poco verde dei giardini.

Daniele Rocchi©RIPRODUZIONE RISERVATA

Io Vescovo di Roma

Ci ha insegnato come stare con i poveri

INSEDIAMENTO A SAN GIOVANNI IN LATERANO

rileggere la parabola del Padre misericordioso”, perché gli “dà sempre una grande speranza”. Malgrado il comportamento del fi glio minore, il Padre non l’ha maidimenticato: “È sempre stato nel suo cuore come fi glio, anche se lo aveva lasciato, anche se aveva sperperato tutto il patrimonio, cioè la sua libertà; il Padre con pazienza e amore, con speranza e misericordia non aveva smesso un attimo di pensare a lui, e appena lo vede ancora lontano gli corre incontro e lo abbraccia con tenerezza, la tenerezza di Dio, senza una parola di rimprovero: è tornato!”. “Quella è la gioia del Padre, in

quell’abbraccio al fi glio è tutta questa gioia, è tornato”, ha proseguito a braccio. Dio, ha sostenuto, “sempre ci aspetta, non si stanca. Gesù ci mostra questa pazienza misericordiosa di Dio perché ritroviamo fi ducia, speranza, sempre!”. Citando il teologo Romano Guardini, ha osservato il Papa a braccio, c’è come “un dialogo tra la nostra debolezza e la pazienza di Dio. Un dialogo che ci dà speranza”. Al termine della messa, il Pontefi ce si è aff acciato, molto sorridente, alla loggia della basilica di San Giovanni in Laterano, per salutare i fedeli, che lo acclamavano. Il vento gli ha fatto volare via lo zucchetto e ha sollevato la

mantellina bianca. “Fratelli e sorelle, buona sera – ha detto il Santo Padre -. Vi ringrazio tanto per la vostra compagnia nella messa di oggi. Grazie tante. Vi chiedo di pregare per me, ne ho bisogno. Non vi dimenticate. Grazie a tutti voi”. Poi l’esortazione: “Andiamo avanti, tutti insieme, il popolo e il vescovo, tutti insieme, avanti sempre con la gioia della risurrezione di Gesù, che è sempre a fi anco di noi. Che il Signore vi benedica”, ha continuato, prima di impartire la benedizione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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14 aprile 2013 5Speciale pellegrinaggio interdioceSanoamicoil nuovo• •

INTERVISTA AL COORDINATORE DON GIUSEPPE FABBRINI

Un pellegrinaggio che vale una vita intera

Per gli organizzatori è iniziato il conto alla rovescia. Tutto è ormai pronto o quasi. Restano solo i dettagli. A coordinare il

viaggio di oltre 1.500 pellegrini della diocesi di Pesaro che il prossimo mercoledì 17 aprile si recheranno a Roma, c’è don Giuseppe Fabbrini, parroco di S. Maria di Loreto di Pesaro. Chi lo conosce sa che don Peppe non è nuovo a imprese del genere e del resto i numeri non lo spaventano dato che la sua è tra le parrocchie più popolose di Pesaro contando quasi 8mila anime.

Don Giuseppe questa volta l’impresa è davvero titanica. Come siete arrivati a coinvolgere quasi due pesaresi ogni cento abitanti?

È vero, fino ad ora è stato abbastanza faticoso anche se non ho fatto tutto da solo e posso contare su una cinquantina di referenti parrocchiali. Abbiamo dovuto reperire 26 pullman prenotandoli da Pesaro, Rimini e Ancona. E avrebbero potuto essere anche di più ma le ditte avevano finito i pullman Euro5 gli unici autorizzati ad entrare in Vaticano. L’entusiasmo della gente è cresciuto soprattutto dopo il conclave e l’elezione di Papa Francesco ma va detto che quando il programma prevedeva ancora l’udienza con Papa Benedetto, avevamo già raggiunto oltre 600 iscrizioni.

Il 17 aprile è un giorno

infrasettimanale e dunque molti saranno impegnati con il lavoro e la scuola. Chi sono i pellegrini?

In realtà hanno aderito di tutti. Ci sono gli anziani ma anche intere famiglie con bambini al seguito. Ci saranno anche una ventina di preti, cinque seminaristi e qualche politico locale in veste privata. Certo che partire alle tre del mattino e affrontare tutto in un’unica giornata con circa dieci ore di viaggio, dà il senso dell’entusiasmo della nostra gente.

A proposito di logistica, da dove partirete e quali momenti scandiranno le ore del pellegrinaggio?

Abbiamo previsto vari punti di raduno. Ad esempio il parcheggio del San Decenzio, Villa Ceccolini, Osteria Nuova, Soria e San Carlo. Altri pullman partiranno dalle singole parrocchie. C’è poi chi si muoverà con pulmini o in automobile. Abbiamo comunque prenotato 2.500 pass, compresi anche quelli per le diocesi di Fano e Urbino. Prevediamo di arrivare a Roma verso le ore 8.15. I pullman ci sbarcheranno al Gianicolo e in via della Conciliazione. Quindi ci metteremo subito in file per i controlli al metal detector e poter così accedere in piazza S. Pietro per l’udienza. Il pranzo sarà al sacco ma già alle ore 13.45 dovremo metterci nuovamente

in marcia e passare i metal detector per entrare nella Basilica dove il nostro cammino sarà accompagnato dalle guide che ci spiegheranno le bellezze artistiche di San Pietro. Alle ore 15 è prevista la S. Messa che sarà concelebrata dai Vescovi della nostra Metropolia sull’altare della Cattedra, dietro l’altare papale. La liturgia sarà curata interamente dal nostro gruppo, compresi i canti, visto che avremo a disposizione anche l’organo. Dopo la S. Messa ci sarà un momento di libertà per ciascuno e ripartiremo per Pesaro verso le ore 17.30 per essere a casa verso le 22. Prima di lasciare Roma abbiamo chiesto agli autisti di fare un piccolo giro per vedere i monumenti della città anche se solo di sfuggita.

Don Giuseppe come definiresti questo breve ma intenso pellegrinaggio?

È un gesto significativo per le diocesi. Significa mettersi in cammino in comunione con il Vescovo e con il Papa. Andare a pregare sulla tomba di S. Pietro è anche un richiamo all’essenziale che ben si addice alle parole essenziali che sta dicendo papa Francesco. Direi che questo pellegrinaggio di un solo giorno può trasformarsi nel pellegrinaggio di una vita per ciascuno di noi.

A cura di Roberto Mazzoli © riproduzione riservata

MERCOLEDì 17 APRILE ORE 3 PARTENZA

ORE 8.15 ARRIVO A ROMA

ORE 10.30 UDIENZA IN PIAZZA

ORE 15 S. MESSA IN BASILICA

ORE 17.45 RIENTRO

ORE 22 ARRIVO A PESARO-FANO-URBINO

2.500 PASS PRENOTATI PER LA METROPOLIA

51 PULLMAN COMPESSIVI DI CUI

26 DA PESARO

13 DA URBINO

12 DA FANO

10 ORE DI VIAGGIO

Migliaia di persone mobilitate A Candelara una serata di beneficienzatra i 26 pullman in viaggio da pesaro per roma il 17 aprile

prossimo, ci sarà anche quello da 52 posti dell’associazione titanus onlus. L’associazione si occupa di solidarietà sociale.

«il prossimo venerdì 10 maggio – spiega residente Luca veneziano – organizzeremo una serata di musica e spettacolo dal titolo “io sono te”, ispirata proprio a papa Francesco e al suo invito a non perdere la speranza. al ristorante “La Giara” raccoglieremo fondi con una lotteria musicale a sostegno del progetto “Casa della speranza” per i senza fissa dimora gestita dalla Caritas di pesaro e per “i Bambini di simone” di Fano. un progetto solidale che prevede una cena di beneficienza a soli 15 euro e uno spettacolo di esibizioni dei finalisti del festival internazionale “reginetta della Canzone”, la performance canora della scuola di canto diamond voice coordinata da Lucia de Mare e toma Facchini. avremo la partecipazione straordinaria dei musicisti athos donini, Cristiano santini, veronica Brualdi, tomas Facchini e Luca ardenghi».L’invito dunque è a partecipare per aiutare i bisognosi dei poveri della nostra città nel segno di papa Francesco. per informazioni La Giara 0721/286345 – www.lagiaralive.itURBINO. Il pellegrinaggio a Roma, il prossimo

17 aprile – omaggio della nostra Chiesa a papa Francesco – non appena annunciato, sembrava una sfida lanciata “al minimo sindacale”, almeno per quanto riguarda l’Arcidiocesi di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado. Infatti, forse per prudente previsione di una non eccessiva adesione di fedeli e pellegrini, erano stati prenotati solo 3 pullman (da Urbino, da Urbania, da Morciola). Ma, nonostante alcuni oggettivi freni - la giornata lavorativa, la fatica della partenza alle 3 di notte, le totali 10 ore di pullman -, l’adesione è stata massiccia e subitanea: già fin dai primi giorni successivi al lancio dell’iniziativa parrocchie e segreteria arcivescovile si sono viste surriscaldare telefoni e mail con richieste di partecipazione. Risultato? Dai 3 vettori iniziali si è passati a 13, con questa ripartizione: 4 da Urbino, 1 da Fermignano,

2 da Morciola, 1 da Urbania, 2 da Sant’Angelo in Vado, 2 da Piobbico, 1 da Pole di Acqualagna. I partecipanti? Ad oggi la segreteria dell’Arcivescovo non ha ancora gli elenchi, ma da quanto risulta, è rappresentata tutta l’Arcidiocesi, nelle sue zone e, soprattutto, nella sua multiforme realtà: sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, famiglie, anziani e giovani, guidati – ovviamente – dal suo pastore, mons. Giovanni Tani.Davvero un bel segno della vitalità di una “piccola” Chiesa locale che con tutto il cuore si sente parte della

Chiesa universale e si stringe attorno al suo Pastore, papa Francesco, successore dell’apostolo Pietro.

***

FANO - Mercoledì 17 aprile la diocesi di Fano si recherà in pellegrinaggio a Roma. Ben 12 pullman partiranno dalla diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli, Pergola per un totale di circa 650 persone desiderose di incontrare Papa Francesco. 10 saranno i punti di ritrovo per partire, alle ore 3.30, alla volta della capitale: presso la parrocchia di Rosciano, di San Cristoforo, di Sant’Orso, di Fratte Rosa, Pergola, San Paolo al Vallato, Montemaggiore, San Costanzo e San Lorenzo. Dalla parrocchia di Rosciano partiranno due gruppi: uno formato dai ragazzi della Cresima e uno dal coro parrocchiale.

Page 6: «Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

14 aprile 20136 Speciale pellegrinaggio interdioceSano amicoil nuovo• •

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Da ultimo il nostro pellegrinaggio si colloca anche nel cammino di preparazione verso il 2° Convegno delle chiese marchigiane che sarà celebrato a Loreto il 22-23-24 novembre prossimo. Questo evento ci chiama a fare il punto della situazione sullo stato della fede nelle nostre comunità. Ma esso si pone anche come punto di partenza

per il futuro delle nostre chiese impegnate a sviluppare e a proporre, attraverso la condivisione, l’esperienza dell’incontro con il Cristo in un contesto culturale e sociale profondamente mutato. Infine l’esperienza del pellegrinaggio ci richiama l’immagine di una chiesa che vive la fede “camminando” verso il Signore, “confessando”

Gesù Cristo come suo unico Signore e “costruendo” una società diversa, perché animata e vivificata dall’amore del Signore.A tutti auguro un’esperienza di pellegrinaggio intensamente vissuta per crescere, guidati dai nostri pastori, nella fede del Signore Gesù Cristo.

* Arcivescovo Metropolita di Pesaro© riproduzione riservata

Venerdì 3 e sabato 4 maggio i Vescovi della Metropolia di Pesaro, Fano e Urbino saranno nuovamente a Roma per la “Visita ad limina Apostolorum”.

Un appuntamento che avrebbe dovuto svolgersi lo scorso 28 febbraio ma che poi è stato spostato in seguito alle dimissioni di Benedetto XVI. Ne parliamo con S.E. Mons. Piero Coccia, Arcivescovo Metropolita di Pesaro.Eccellenza che cos’è la Visita ad limina?Con il termine Visita ad limina (Ad limina Apostolorum) si intende indicare l’incontro che, ogni cinque anni, i vescovi di tutto il mondo hanno con il Papa per illustrare quali siano le peculiarità che contraddistinguono le loro diocesi dal punto di vista religioso, sociale e culturale, quali siano i nodi maggiormente problematici dal punto di vista pastorale e culturale e come interviene la Chiesa “particolare” su questi problemi. La Visita ad limina è prescritta dal canone 400 del Diritto Canonico ed è regolata dal n. 15 del Direttorio per il Ministero Pastorale dei Vescovi.

Come si prepara una Diocesi a questo appuntamento?

Innanzitutto con la preghiera. Inoltre con una mirata sensibilizzazione di tutta la comunità diocesana. Da ultimo con un puntuale ed articolato lavoro da parte del Vescovo e dei suoi collaboratori teso a fotografare lo stato attuale della vita spirituale, pastorale ed amministrativa della chiesa locale e nel contempo ad indicare il futuro, segnalando i cammini già intrapresi e le priorità che l’attendono.Quali sono le preoccupazioni pastorali e sociali che manifesterà al Santo Padre?Ogni vescovo conosce bene la propria Chiesa ed il territorio in cui questa vive la propria fede. Da qui una inevitabile diversità di valutazioni. A Pesaro come in tutta la realtà italiana non mancano preoccupazioni pastorali e sociali in merito al processo di secolarizzazione, ad un trapasso culturale antropologico che ha investito la concezione stessa della vita, della famiglia, dell’educazione, della società, dell’economia e della stessa politica. Oltre ciò non va dimenticato il problema di una disoccupazione in continua crescita, una notevole difficoltà delle famiglie ad arrivare a fine mese, i tagli alla spesa pubblica con inevitabili riflessi anche a livello di servizi, il

problema degli immigrati, ecc. Non va poi dimenticata la situazione del Clero, ridotto nel numero e con un tasso di anzianità elevato.

Quali sono le “soddisfazioni” che come pastore segnalerà a Papa Francesco?

A grandi linee credo di poter segnalare alcune scelte che la nostra chiesa sta facendo e su cui sta investendo. Faccio riferimento alla formazione del laicato chiamato sempre più ad una forte esperienza di comunione, di corresponsabilità e di collaborazione fattiva. Ricordo quanto la chiesa di Pesaro sta facendo in merito alla “questione educativa” colta in tutti i suoi versanti e in tutti i suoi soggetti. Segnalo il notevole impegno dell’Arcidiocesi verso la famiglia, soggetto non solo da difendere ma da promuovere e da seguire in

quanto vera risorsa della chiesa e della società. Sottolineo poi la presa di coscienza sempre più forte da parte di tutte le realtà ecclesiali nei confronti di una necessaria conversione pastorale che sta producendo interessanti sperimentazioni con lusinghieri risultati.Evidenzio il lavoro in parte fatto ed in parte da farsi nel futuro con scelte pastorali coraggiose, intese non solo come necessità ma soprattutto come opportunità per la maturazione nella fede della comunità. Noto una crescita della vita di comunione ecclesiale che fa riferimento al Vescovo successore degli Apostoli e, tramite lui, di consolidamento dei vincoli di fede, di comunione e di disciplina che legano la chiesa locale alla chiesa di Roma e all’intero corpo ecclesiale.

Cosa si attende dalla Visita ad limina?

Gli incontri fraterni con il Papa e i suoi più stretti collaboratori offrono al Vescovo un’occasione privilegiata non solo per fare presente la situazione della propria diocesi e le sue aspettative, ma anche per avere maggiori indicazioni circa le speranze, le gioie e le difficoltà della Chiesa universale e per ricevere opportuni consigli e direttive sui problemi del proprio gregge. Tale visita rappresenta un momento centrale anche per il Successore di Pietro che riceve i pastori delle Chiese particolari per trattare con essi le questioni riguardanti la loro missione ecclesiale. La visita «ad limina» è per ogni Vescovo espressione concreta di sollecitudine pastorale per tutta la Chiesa.

A cura di Paola Campanini © riproduzione riservata

IL 3 E 4 MAGGIO LA METROPOLIA DI PESARO-FANO-URBINO DI NUOVO A ROMA

I Vescovi Coccia, Trasarti e Tani da Papa Francesco per la Visita ad Limina

Tre pesaresi a messa da Papa Francesco

Due telefonate, una al centralino del Vaticano, l’altra alla Domus Sanctae Marta e la richiesta di poter

partecipare alla messa privata del papa, la provvidenza ha agito per un disegno di Dio inspiegabile e al tempo stesso luminosissimo, e ha portato in 48 ore, me mia madre e mia

sorella al cospetto di Sua Santità Papa Francesco. Solo Dio può fare queste cose e la Sua Santissima Madre, la MADONNA.Padre Jorge Bergoglio è un miracolo di Dio, e l’averlo incontrato e conosciuto è stata per noi una grazia del cielo. Papa Francesco è un uomo di una semplicità indefinibile, una

persona in pace con Dio, ti fa sentire a casa accolto e protetto. Prima della funzione liturgica, Monsignor Alfred Xuereb, segretario temporaneo del papa, venne da noi in settima fila, chiese a mia sorella di leggere le preghiere dei fedeli, ma lei non accettò data la sua timidezza, e io colsi l’occasione, chiesi di poter leggere le preghiere e così fu, lessi le intenzioni di preghiera dei fedeli sull’altare al cospetto di Sua Santità. Durante la funzione liturgica mentre celebrava il Corpo di Cristo, ebbi come la sensazione di non essere in Vaticano ma altresì di trovarmi a Borgo Santa Maria, a Osteria Nuova, come a Tavullia o a Pozzo alto, e di ascoltare non il Papa ma uno dei nostri semplici sacerdoti, dico queste parole per via della sua immensa semplicità, che è veramente qualcosa di inspiegabile per il ruolo che ricopre. Durante l’omelia disse queste parole, sempre con quella sua amabilissima e simpaticissima cadenza spagnola: “Cari fratelli e sorelle, grazie di essere qui con me oggi, chiediamo a Dio tutti insieme una grazia, quella di saper piangere, per la commozione,

quindi di gioia e per la sofferenza quindi per i malati, perché le lacrime sono gli occhiali per vedere Dio “. Una volta terminata la messa, il Papa rientrò in sacrestia ma dopo qualche secondo uscì, tutti ci alzammo, ma lui ci fece segno con la mano di stare a sedere, e si sedette a sua volta in quinta fila tra i fedeli, chinò il capo e per cinque lunghissimi interminabili minuti Adorammo Cristo. Fu un silenzio irreale, meraviglioso, straordinario, nessun rumore disturbò quel momento di Adorazione. Terminata l’Adorazione, il papa attese fuori dalla porta tutti i fedeli, poche decine che erano dipendenti del Vaticano, tranne noi 3 e altri 8. Ci salutò uno ad uno sorridendo a tutti, e per ognuno ebbe una parola di conforto e d’amore, io gli andai incontro gli diedi la mano e gli dissi: “ Padre, da quando l’hanno eletta prego sempre per lei… Poi nel parlarci mi dilungai qualche decina di secondi e Francesco nel frattempo rideva divertito, e mi disse alcune semplici parole che resteranno per sempre nel mio cuore. Evviva Padre Jorge Bergoglio evviva Papa Francesco.Grazie a Dio per avercelo donato.

Andrea Pagnini © riproduzione riservata

Page 7: «Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

Regione PRovincia 14 aprile 2013 7amicoil nuovo• •

Cari lettori del Nuovo amico o meglio fratelli, Per il mondo occidentale e per la Chiesa Cattolica è arrivata la Pasqua, la Risurrezione del Signore Gesù Cristo! Per noi, orto-

dossi, dalla sorella Chiesa Orientale, ancora c’è da aspettare, prose-guiamo con la nostra Grande Quaresima per altre 5 settimane...Vi parlo un po’ della Romania, e delle sue tradizioni cristiane per la Pasqua...Se volete visitare mio paese pensate alla primavera; il vostro viag-gio potrebbe coincidere con le celebrazioni della Pasqua ortodossa e vi si offrirà l’occasione di assistere ai numerosi riti che si celebra-no, per marcare la festa cristiana più importante dell’anno. Di soli-to la Pasqua ortodossa non coincide con quella cattolica perché la prima segue il calendario giuliano mentre la seconda quello grego-

riano. Vi anticipo che nel 2013 la nostra Pasqua cadrà il 5 maggio.Sia nelle grandi città che nel più piccolo dei villaggi le funzioni se-guono sempre lo stesso copione. Si inizia il lunedì della Settimana Santa con una bellissima e molto vissuta veglia più lunga del solito ( nella 5a settimana della Quaresima, chiamata anche la settimana dell’Akàthistos vengono celebrate 2 veglie importantissime ed uni-che nel loro stile; il mercoledì sera c’è il canto -di pentimento -del Grande Canone di Andrea il Cretano, mentre venerdì è dedicato all’ Akàthistos alla Madre di Dio). Le Veglie pasquali continuano poi martedì e mercoledì e... Il Giovedi Santo, la sera della grande Cena c’è la Veglia dei 12 Van-geli della Passione. Il Venerdì Santo si digiuna tutto il giorno. La sera in chiesa viene celebrata la grande Veglia: nel mezzo della chiesa attorno all’ epitaf (un telo dipinto assai grande rappresen-tante ladeposizione) inizia dolcemente il bellissimo canto del fune-rale del Signore Gesù Cristo; al suo termine c’è la processione (tutti con delle candeline, fanno per 3 volte il giro della chiesa), dove l’epitaf, ricoperto di fiori, sfila tra ali di folla. Cade poi il grande silenzio. Alla mezzanotte del Sabato Santo il sacerdote con il cero pasquale in mano, batte per tre volte alla porta maggiore della chiesa e proclama che Cristo è risorto (Hristos a Inviat!), spalanca le porte e con l’Icona della Risurrezione davanti vi è intonato con tan-tissima emozione, da tutti, il tropario pasquale (“Cristo è risorto dai

morti, che con la sua morte, la morte stessa ha calpestato...). Una folla di fedeli segue la funzione con le candele accese in mano. Ar-rivati davanti alla propria casa ognuno fa una croce con la candela e poi, all’interno si accendono lumini davanti alle icone. Il pasto è a base di uova rosse, minestra/zuppa di agnello, poi diversi tipi piatti tradizionali di agnello.Il pranzo pasquale inizia con il rito delle uova dipinte di rosso e de-corate con disegni. Il rosso è il simbolo del sangue di Cristo, della gioia per la rinascita. In campagna le uova rosse pasquali hanno la funzione di proteggere terra, vigne ed alberi da frutta. Sui prati o nei giardini il piatto forte è l’agnello cotto allo spiedo, spennellato con olio e spezie, canti, vino e dolci coronano il pranzo, tutto con tanto di… Hristos a Inviat! (Cristo è Risorto!)Cristo è Risorto! ...Tanti auguri! ... e Buona e Felice Pasqua fratelli in Cristo!

p. Constantin Cornis e sua sposa Anca-AuroraChiesa Ortodossa Rumena a Pesaro (Patriarcato di Bucarest)

Non possiamo fare a meno di ricambiare gli auguri a Padre Cornis ed alla sua comunità.Buona Pasqua.

La Redazione© RIPRODUZIONE RISERVATA

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LO SCAUTISMO CATTOLICO AGESCI A PESARO E PROVINCIA

Novant’anni ma non li dimostraRealtà viva e presente nel

territorio di tutta la Pro-vincia, lo scautismo non dimostra certo la sua età;

tutt’altro! Nonostante le difficoltà, nel vasto panorama delle così dette “agen-zie educative”, rimane una delle poche istituzioni che riesce an-cora ad attirare ed entusiasma-re i giovani e a proporre loro un cammino di crescita che li vede indubbiamente protagonisti.A Pesaro e Provincia nel corso del-l’ultimo secolo lo scautismo, con particolare riferimento a quello cattolico dell’ASCI e AGI prima e oggi dell’AGESCI( Associazio-ne Guide e Scout Cattolici Italiani – nata nel 1974 dalla fusione delle due associazioni) si è radicato nel territorio rispondendo alle esi-genze di un numero sempre più ampio di famiglie, desiderose di affidare i propri figli ad un am-

biente in cui l’educazione (mo-rale, civile e religiosa) si concilia con il divertimento, le relazioni di gruppo con il valore dell’indivi-duo, il raggiungimento dei propri obiettivi con la responsabilità del bene comune. Alla città di Pesaro , l’AGESCI ha dato molto: dai primi

gruppi storici, il Pesaro 1 e il Pesaro 2 sorti ri-spettivamente nel 1923 e nel 1924 sotto la sigla ASCI (Associazione Scoutistica Cattolica Italiana); chiusi nel ‘28 dal regime fascista e ri-sorti poi nel ‘45 , diven-tati Gruppi AGESCI nel 1974 svolgono attività rispettivamente nella chiesa di S. Giovanni il primo e nella Parroc-chia di S. Luigi il secon-do; al Gruppo Pesaro 3 presso la Parrocchia di

Loreto sorto nel 1969, al Pesaro 4 presso la Parrocchia dei Cappucci-ni dal 1972 fino agli ultimi Gruppi che hanno raggiunto la periferia e i borghi; a Soria il Gruppo Pesaro 5 dal 1982, a Borgo Santa Maria il Gruppo Pesaro 6 dal 1988, a S. Veneranda il Gruppo Pesaro 7 dal

2000 e a Candelara il Gruppo Pe-saro 8 sempre dal 2000 .In Provincia esistono Gruppi or-mai storici a S. Angelo in Vado e ad Urbino; da venticinque anni a Fano e da venti a Cagli.Nella vita della Città e della Chie-sa locale, lo scautismo cerca di essere sempre presente, con la sua originale proposta, per testi-moniare la propria appartenenza al tessuto sociale e religioso. Non mancano scout agli eventi religio-si della Diocesi, alle manifestazio-ni delle Giornate Mondiali della Gioventù . Non mancano scout nei momenti in cui la Città si ri-trova per fare festa, né quando si affrontano temi riguardanti i gio-vani, la pace e la solidarietàSenza nascondere le difficoltà che oggi incontriamo, soprattutto nel-la ricerca di Capi-Educatori che possano dedicare il loro tempo libero ai più piccoli, continuiamo

con tenacia e con fiducia a crede-re nell’educazione come mezzo di libertà , nello sforzo di avvicinar-ci all’ideale che animava Baden Powell, fondatore del Movimen-to Scout Mondiale, e che anima i Capi di tutto il mondo: formare ”buoni cittadini” e “persone di Fede” capaci di una propria co-scienza critica e impegnati per questo a migliorare le condizio-ni di vita dell’uomo a qualunque paese, razza, religione e condizio-ne sociale appartenga. Il movimento scautistico mondia-le ha già passato il traguardo dei cento anni( 1907 – 2007) ma non è affatto invecchiato e dovrà por-tare i suoi frutti nel mondo poiché esiste ancora una forte domanda educativa da parte delle giovani generazioni; domanda di educa-zione alla solidarietà, all’amore, alla Fede e alla pace.

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Gli auguri pasquali di Padre Constantin

FANO – “Fano e Vitruvio: incontri con la classicità”: questo è il tito-lo assegnato al ciclo d’incontri concepito ed organizzato dal Cen-tro Studi Vitruviani con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del comune di Fano. La sede del Centro Studi, ubicata all’interno dell’ex convento di Sant’Agostino in via Vitruvio n. 9, accoglierà tutti gli appuntamenti in programma. I quattro incontri divulga-tivi – stando alle dichiarazioni rilasciate dal presidente del centro, Luciano Filippo Bracci, e dal suo coordinatore scientifico, Paolo Clini – intendono illustrare, in primo luogo alla cittadinanza fane-se, gli studi portati avanti dai quattro giovani dottorandi, laureati in varie discipline, che attualmente svolgono indagini e ricerche per l’associazione. La dott.ssa in architettura Caterina Del Bianco è stata la protagonista del primo appuntamento introduttivo svol-tosi nella giornata di sabato 6 aprile. La dottoranda Del Bianco ha esposto ai presenti una sua originale ricerca riguardante l’antica città romana di Fano ed intitolata: Testimonianze archeologiche dell’antica Fanum Fortunae e prospettive di studio. Il 13 aprile la dott.ssa in ingegneria Daniela Amadei illustrerà, durante il secon-do incontro De divina proportione: Luca Paciolo e Leonardo Da Vinci, una particolare e personale indagine concernente la “co-stante di Fidia”. Il terzo appuntamento, la Via Flaminia nell’area medio-adriatica, in programma per sabato 27 aprile, sarà pre-sieduto dal giovane archeologo Massimo Gasparini. Il 4 maggio si svolgerà il quarto ed ultimo convegno: Il futuro del Classico. In quel frangente l’architetto Marco Proietti ipotizzerà l’avvenire del-la classicità intesa, però, come una categoria concettuale e non solamente artistica. Tutti gli incontri avranno inizio alle ore 18. Per ulteriori informazioni contattare il Centro Studi Vitruviani al numero di tel. 0721/175162 oppure visitare il sito internet www.centrostudivitruviani.org.

Diego Corinaldesi© RIPRODUZIONE RISERVATA

MERCAtELLO SUL MEtAURO, 02 aprile 2013 “Non so a chi sia rivolta la mia lettera, vorrei potessero legger-la tutti,vorrei riuscire a toccare i sentimenti e la coscienza di molti, ma non so se ci riuscirò”. Sono le prime parole scritte al cronista da parte di Rita Cantucci di Mercatello sul Me-tauro, sorella più piccola di una ragazza disabile grave. “Vi chiedo – continua - di farla girare, di spedirla a tutti i vostri conoscenti, con la speranza che arrivi a qualcuno che possa aiutare me, e con me, tutte le persone che si trovano nella mia stessa situazione, tutte quelle persone che non sanno più a chi rivolgersi ma che non possono far altro che chiedere aiuto. Non smettete di leggere vi prego, so che queste cose fanno pau-ra, ma ci sono, esistono, vi chiedo solo di ascoltarmi”. Sua so-rella si chiama Nicoletta, una crisi epilettica all’età di 3 mesi le ha compromesso per sempre l’evoluzione. “Quando parlo di disabile grave – insiste Rita - non parlo di una persona che ha qualcosa che non va, ma di una persona che non ha nulla o quasi che va”. Le funzioni vitali di Nicoletta sono norma-li, fisicamente è normale, ma il suo cervello è quello di una bambina di tre mesi. Nicoletta dorme in un letto con le sbarre, come quello dei neonati. Va alzata, lavata, imboccata e se-guita 24 ore su 24. Non parla, non comunica, non ti dice nè se ha fame, nè sete, nè sonno, né dolore, nè gioia, nè se le scappa la pipì o altro. “Non sa leggere, ne scrivere, non sa nemmeno che si possa leggere e scrivere – racconta Rita - Cammina, ma non sa dove va. Mia madre e mio padre l’hanno sempre tenu-ta in casa con loro, accontentandosi di vivere con lo stipendio da operaio e la misera pensione che lo Stato gli passava. Io lavoro e finora ce l’abbiamo fatta, ma ora mio padre e mia madre hanno 70 anni ed hanno bisogno d’aiuto. Io ho 45 anni, dovrò lavorare ancora per molto e i soldi che le passano non bastano a garantirle un’assistenza. Mia madre ha sacrificato

tutta la sua vita per lei e per noi. Ripeto questa lettera non è solo per lei. Purtroppo ci sono altri casi come il suo, ma lo Stato italiano garantisce l’aiuto solo per chi mette i propri figli in Istituto. Voi direte ‘siamo noi a pagare’, ma io vi dico, fate qualcosa perchè i vostri, i nostri soldi, vengano spesi nella maniera più giusta per questi ragazzi. Un ragazzo disabile in istituto, costa 150 euro al giorno, questo significa 4.600 euro al mese che noi paghiamo”.MERCAtELLO SUL MEtAURO, 02 aprile 2013Ci sono troppe cose ingiuste che la gente deve, però, sapere e si chiamano contraddizioni del ‘non sense’: un cieco totale prende 260 euro di pensione più 900 euro di accompagno; con l’alfabeto brail può leggere, Nicoletta no. A lei spettano 260 euro di pensione più 460 euro perchè i suoi occhi sono sani. Con un cane guida un cieco può camminare, Nicoletta no, perchè lei non sa tenere un guinzaglio e non sa cos’è un cane e nemmeno cos’è una strada o un marciapiede. Nico-letta oggi ha 46 anni, un anno più di Rita. “Io le voglio bene e non l’abbandono - tiene duro la sorella - Non la metterò mai in un Istituto, se dovrò smettere di lavorare per stare con lei faremo la fame insieme, ma i sacrifici di mia madre io non li butterò via”. Secondo la legge italiana, Nicoletta ha tutto quello che gli spetta. Incredibile! “E’ da un anno – con-clude Rita - che giro in lungo e in largo per la provincia, ma nessuno mi sa aiutare, nessuno che ti indichi con chi parlare ….dove andare a chi rivolgersi. Non è giusto che se il paese è in crisi si dia inizio al risparmio cominciando dai pannoloni di questi ragazzi. Non è giusto chiedere alle famiglie di vivere così e di morire sapendo di lasciare i propri figli in preda alla disperazione”.

eg© RIPRODUZIONE RISERVATA

SCRIVE LA SORELLA DI UNA DISABILE GRAVE

Toccare i sentimenti e la coscienza di moltiGIOVANI DOTTORANDI PRESENTANO I LORO PROGETTI DI RICERCA

Vitruvio: Incontri con la classicità

Page 8: «Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

14 aprile 20138 Regione PRovincia amicoil nuovo• •

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La storia della Chiesa ha circa 2000 anni, quella dello Stato

italiano poco più di 150. Vero è che la prima fu fondata da Qualcuno molto in alto ed il secondo dai Savoia; ma proprio per questo se vogliamo un Capo di governo è bene ispirarsi alle norme di un’Organizzazione che ha 20 secoli.L’elezione di Gregorio X era avvenuta dopo ben 1006 giorni di Sede vacante, al termine della più lunga e difficile elezione papale della storia. Alla morte di Clemente IV nel 1268, i cardinali riuniti a Viterbo per eleggerne il successore, si erano trovati in grande disaccordo tra loro a causa di profonde divisioni politiche e nazionalistiche. Poiché, dopo un anno e mezzo, le votazioni continuavano a susseguirsi senza esito, esplose lo sdegno e l’insofferenza dei viterbesi che segregarono a forza i cardinali nel Palazzo Papale senza contatti con l’esterno (clausi cum clave), quindi ridussero loro il vitto, ed infine addirittura scoperchiarono il tetto della sala, pur di farli arrivare ad un accordo. Malgrado tutto i porporati impiegarono altro tempo per accordarsi sul nome di Tedaldo Visconti, Papa Gregorio X. Prendiamo allora esempio dalla Costituzione papale Ubi Periculum: Gli elettori del Presidente del Consiglio vanno segregati in una sala del parlamento, chiusa con chiave (conclave) senza contatti con l’esterno. Trascorsi tre giorni senza risultati, a senatori e deputati deve essere ridotto il vitto ad una sola pietanza per pasto; dopo altri cinque giorni il cibo sarà ulteriormente limitato a pane ed acqua; inoltre, durante l’elezione, tutti i redditi dei Parlamentari saranno trattenuti dal Ragioniere generale dello Stato, che li destinerà ai fondi per la Cassa integrazione. Vuoi vedere che funziona?

Alvaro Coli© RIPRODUZIONE RISERVATA

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UGO DONATO BIANCHI A QUATTORDICI ANNI DALLA MORTE

Celebrazione eucaristica in memoriaGattara - Sono trascorsi quattor-dici anni dal giorno in cui l’arcivesco-vo di Urbino-Urbania- Sant’angelo in Vado, Mons. Ugo Donato Bianchi salì al cielo dopo una lunga malattia. Per ricordarlo, condividere un mo-mento di preghiera e rinnovargli tut-to l’affetto e la gratitudine (cosa che dalla data della sua morte ad oggi è diventato ormai un appuntamento fisso) i familiari, i collaboratori più stretti, gli amici, i compaesani di Molino di Bascio suo paese natale, gli ex parrocchiani e quanti lo hanno conosciuto e amato si sono ritrovati a celebrare l’eucaristia, nella piccola chiesa di Gattara di Casteldelci adia-cente al cimitero dove riposano le sue spoglie. Numerosi erano i pre-senti giunti da Pennabilli e Novafel-tria (paesi che lo hanno avuto come parroco), da rimini, e soprattutto da Urbania e Urbino che lo hanno conosciuto come arcivescovo me-tropolita, dal 1987 al 5 aprile 1999, giorno della sua morte. La celebra-zione eucaristica è stata presieduta

da mons. Piero Pellegrini e conce-lebrata da don Diego, vice parroco della parrocchia di San Cristoforo di Urbania. Nell’omelia, don Piero ha ricordato questo pastore della no-stra arcidiocesi paragonando alcuni aspetti salienti della sua personalità con quella del nostro attuale ponte-fice Papa Francesco. Chi non ricorda l’amore per i malati, per i sofferenti, per gli emarginati oltre che la sua umanità, l’umiltà e il suo attacca-mento alla povertà e alla semplicità; quel suo essere schivo nei riguardi delle cose sfarzose preferendo ad esse le cose semplici, essenziali. Una persona che nella essenzialità del quotidiano sapeva riconoscere ne-gli ultimi e nei sofferenti il volto di Cristo sofferente; una persona che sapeva gioire nello scorgere da lon-tano il campanile di una Chiesa per-ché gli ricordava che lì era custodito Gesù nell’eucaristia e non poteva rispondere all’incontro con i malati se non con tutta la sua dedizione e la sua grande capacità di amare. Ha

amato la sua Chiesa e gli ammalati in modo davvero speciale fino ad of-frire al Signore ogni istante della sua lunga e dolorosa malattia. Una fede profonda in quel Gesù che si è fatto dono fino a morire sulla croce (fede che traspare da tutti i suoi scritti che auspichiamo che presto vengano pubblicati) lo ha supportato duran-te tutto il suo ministero episcopale. tanto ha saputo dare, come sacer-dote prima e come vescovo poi, che difficilmente potrà essere dimen-ticato. Sulla sua tomba nel piccolo cimitero di Gattara sono sempre più numerose le testimonianze scritte da tantissima gente che ogni giorno sale per una preghiera, un ricordo o la richiesta di una grazia; preghiere per le famiglie, per i giovani, per i sofferenti che dimostrano l’affet-to della gente. Molti si chiedono: “Chissà a che punto è l’istruttoria per la sua beatificazione?!”. Proprio in questi giorni il Suo nome è “saltato fuori” anche in televisione; tV sat 2000 ha trasmesso alcuni momenti

di preghiera (ai quali era presente lo stesso Papa Francesco) durante i quali si è meditato su alcuni scrit-ti del Vescovo Donato. affidiamo nuovamente alla sua intercessione che passa anche attraverso Maria, che venerava tantissimo come Ma-dre della Fiducia (Mater mea fiducia mea era il suo motto) la nostra Chie-sa, il nostro arcivescovo, i nostri sa-cerdoti e religiosi, le nostre famiglie gli ammalati, i giovani certi della Sua instancabile preghiera.

SMZ© RIPRODUZIONE RISERVATA

PELLEGRINAGGIO DEI FIDANZATI A LORETO CON L’ARCIVESCOVO COCCIA

Il progetto di Dio sulla coppia

Una bellissima giornata, quel-la trascorsa da 30 coppie di fidanzati, il 17 marzo scorso

presso il Santuario della Santa Casa di Loreto, per l’annuale ed ormai tra-dizionale pellegrinaggio. accompagnati dall’arcivescovo di Pe-saro mons. Piero Coccia e da Padre Mario amadeo, responsabile della Pastorale Familiare, erano presenti i fidanzati che hanno partecipato ai percorsi in preparazione al matrimo-nio cristiano presso le Parrocchie di S. Luigi Gonzaga, Sacro Cuore di So-ria S.Francesco, S.Pietro in Calibano, S.Veneranda, S.Paolo, S.Maria regina e Osteria Nuova, e le coppie che con i sacerdoti hanno animato gli incon-tri nelle parrocchie. Hanno offerto la loro testimonianza e riflessione sul tema: “Il progetto di Dio sulla cop-pia” Marco e Maria Cristina Bazzani. Si tratta di due sposi della diocesi di

Verona, che offrono il loro servizio per l’accompagnamento dei fidanzati, cercando di far crescere in loro il de-siderio come sposi cristiani, di vivere e testimoniare all’interno della pro-pria Chiesa locale, il dono ricevuto.Nella loro comunicazione, han-no ricordato e sottolineato i valori fondamentali che devono stare alla base di una scelta matrimoniale ca-ratterizzata dal sacramento del ma-trimonio. anzitutto, il fidanzamento è un tempo di “Grazia” in cui la fede individuale è chiamata ad essere vis-suta in coppia per divenire portato-ri d’amore e speranza per il mondo. Dunque il tempo di fidanzamento è un tempo necessario per conoscersi e per capire che siamo fatti l’uno per l’altra, e scoprire che Dio è dentro la nostra coppia. Da qui nasce il desi-derio di sposarsi in Chiesa, dove nel sacramento, l’amore umano, debo-

le, grazie all’intervento dello Spirito Santo viene fortificato in Cristo che rimane in stato di permanenza nella coppia. Così grazie a Lui la diversi-tà e la complementarietà diventano ricchezza e non motivo di divisione. Marco e Maria Cristina, hanno poi ricordato che il “Noi” di coppia che nasce dal sacramento, deve conti-nuamente essere alimentato e vissuto attraverso momenti di condivisione, compresenza, relazione.Condivisione: mettere tutto in co-mune di me (cfr. Lc 9,13). Metto i miei 5 pani e due pesci, perché poi ci sarà qualcuno che li moltiplica.Compresenza: Io penso all’altro tut-to il giorno. Il mio anello mi ricorda che sono sposato. L’altro è il primo e l’ultimo pensiero della giornata.Relazione: Spazio di confronto tra gli sposi e luogo nel quale i due diventa-no capaci di donarsi senza riserve reciprocamente. Nel matrimonio lo Spirito Santo scende sulla relazione d’amore. Nel corso della giornata è stata celebrata la Santa Messa. Nel-l’omelia, l’arcivescovo Piero Coccia si è molto soffermato sulla Fede. La fede nel Signore genera una novità di vita, ed è Gesù che ci ha portato questa novità, l’ha attualizzata. Il Matrimo-nio, se fondato sulla fede nel Signore ha una struttura davvero diversa. E’ la fede che arricchisce il matrimonio

di spessore, bellezza, vitalità, sapore, colore, fascino. E’ questo che l’arcive-scovo augura alle coppie che celebre-ranno il Sacramento del Matrimonio: generare la vita matrimoniale nella fede ed essere testimoni della novità portata da Cristo. Occorre fare una scelta e rimanere fedeli ad essa.In-dispensabile, perchè si realizzi tutto ciò, è la comunità cristiana. In essa gli sposi troveranno il sostegno e il confronto. Nel pomeriggio, i coniugi Bazzani hanno chiesto alle coppie di confrontarsi su due domande: 1) Cosa c’entra Dio nella nostra cop-pia? 2) Nel tempo di fidanzamento abbiamo costruito il nostro noi di coppia? Quali difficoltà abbiamo tro-vato? Dopo le conclusioni condivise in assemblea, l’arcivescovo ha salu-tato personalmente tutte le coppie di fidanzati presenti donando loro un piccolo ricordo del pellegrinaggio. augurandosi di poterli rivedere nelle sue prossime visite alle varie comuni-tà parrocchiali, ha dato appuntamen-to al giorno successivo, presso il cine-ma Solaris, per continuare insieme la riflessione, partecipando al recital “Con l’infinito nel cuore”, (l’amore nella poesia, nell’arte e nella musica), preparato da alcune famiglie della diocesi per i fidanzati.

Luca Pandolfi© RIPRODUZIONE RISERVATA

UNA CONFERENZA DI LUIGI BRUNI

La via italiana alla cooperazioneURBINO. Luigino Bruni, ordinario di Politica econo-mica presso la Lumsa di Roma, terrà una conferen-za dal titolo “La via italiana alla cooperazione” alla cattedra di Storia del movimento cooperativo di cre-dito dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo.Il professor Bruni collabora con Atenei europei e nordamericani in diversi progetti di ricerca come specialista dei settori riguardanti la mutualità e la cooperazione, che rappresentano punti di forza di un sistema finanziario legato al territorio. I suoi stu-di hanno messo in luce come la tradizione italiana abbia valorizzato in maniera significativa la dimen-sione civile di questa realtà. La riscoperta del valo-re originale della cooperazione può essere di aiuto ad impiantare un modo diverso di fare impresa e contribuire così alla soluzione della drammatica crisi economico-finanziaria che attanaglia il nostro Paese. L’incontro si svolgerà alle ore 15.00 di Venerdì 19

aprile alla Facoltà di Economia. L’evento, organizza-to dall’Istituto Superiore di Scienze religiose “Italo Mancini”, rientra nelle iniziative di formazione e aggiornamento dei docenti riconosciute dall’Ammi-nistrazione scolastica. Pertanto, a conclusione del-l’incontro, sarà rilasciato, su richiesta, un attestato di frequenza.

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Page 9: «Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

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VENERDI’ 26 APRILE ALLE ORE 18 IN CATTEDRALE

Il cardinale Ravasi a Pesaro su «Fede, cultura e società»

«Fede, cultura e socie-tà». Su questo tema interverrà, il prossi-mo venerdì 26 apri-

le alle ore 18, S. Em. Il Cardinale Gianfranco Ravasi. Mons. Ravasi è stato invitato dall’Istituto Superio-rie di Sceizne Religiose “Giovanni Paolo II” dell’Arcidcioesi di Pesaro. A fare gli onori di casa, presso la Basilica Cattedrale, sarà presente l’Arcisvscovo di Pesaro S.E. mons. Piero Coccia. L’orizzonte tematico suggerito dal trinomio “fede, cul-tura, società” è evidentemente im-menso e ammette infiniti percorsi

di analisi – spiega il Cardinale Ra-vasi -e molteplici esiti di bilancio e di sintesi. Al centro c’è sempre la persona umana nella sua digni-tà, nella sua libertà e autonomia, ma anche nella sua relazione al-l’esterno di sé, e quindi verso la trascendenza..Mons. Ravasi è Arcivescovo titola-re di Villamagna di Proconsolare. Presidente del Pontificio Consi-glio della Cultura, delle Pontificie Commissioni per i Beni Culturali della Chiesa e di Archeologia Sacra. Nato nel 1942 a Merate (Lecco), è stato ordinato sacer-

dote della diocesi milanese nel 1966. Nel 2007 è stato consacrato arcivescovo dal Papa Benedetto XVI. La sua vasta opera letteraria ammonta a circa 150 volumi, ri-guardanti soprattutto argomenti biblici e scientifici. Nel 2007 l’uni-versità di Urbino gli ha conferito la laurea honoris causa specialisti-ca in antropologia ed epistemolo-gia delle religioni. Da Benedetto XVI creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 20 novembre 2010, della Diaconia di San Gior-gio in Velabro.

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ARCIDIOCESI DI PESAROVeglia di Preghiera

per le Vocazioni“Progetta con Dio …

abita il futuro”Venerdì 19 aprile 2013

ore 21,15Cattedrale di Pesaro

il “Centro di aiuto alla vita” di pesaro, come ormai tradi-zione, festeggerà tutti i bambini nati nella nostra città nel corso del 2012 con l’iniziativa “Felici di essere nati”.

Fare festa per i bambini nati non è una celebrazione re-torica o sentimentale: senza nuove nascite non c’è fu-

turo e questa è un’affermazione che tutti, dal demografo al politico, dall’economista all’uomo della strada condivi-dono. Ma una nuova nascita ha tante altre valenze: sono quelle madri e quei padri che vivono l’attesa del figlio e se ne prendono cura in qualunque condizione psicologica, relazionale e materiale si trovino. un figlio apporta sem-pre una novità di sentimenti, rapporti, comportamenti e decisioni. il grado di civiltà di un popolo si misura nella capacità di accogliere e far crescere i propri figli. e come possono non interpellarci quei 189 bambini non nati a pe-saro nello scorso anno? (dati forniti dall’az. ospedaliera s. salvatore di pesaro). La scelta di quelle donne, che certa-mente nessuno giudica, poteva essere evitata? e poi dav-vero è sempre stata una scelta libera e non una decisione dettata da pressioni e condizioni difficili? tale decisione non è spesso maturata nella solitudine, senza che qualcu-no mostri un’alternativa alla motivata paura di affrontare una nascita inaspettata? il Centro di aiuto alla vita continua ad esserci per queste donne e queste coppie, ma anche e forse soprattutto per ricordare che la vita vale, sempre.

Daniela Renganeschi, insegnante, volontaria del Centro di Aiuto alla Vita di Pesaro.

*****a Felici di essere nati la principale attrattiva è il set foto-grafico per i piccoli nati nel 2012. tutte le foto dei bambini saranno pubblicate, nei giorni successivi sulle pagine lo-cali del quotidiano “il resto del Carlino”. nella sala alle-stita a set fotografico per i piccoli ci sarà anche un libro, a disposizione dei genitori, in cui chi vorrà potrà scrivere una dedica o un pensiero per descrivere, in breve, il gu-sto della maternità, la bellezza dell’essere madre e padre. Queste dediche verranno pubblicare sul giornale nei gior-ni successivi, insieme alle foto dei bambini. abbiamo bi-sogno di raccontare e sentirci raccontare storie di positiva concretezza, di accoglienza e realizzazione, di speranza, impegno e di gratitudine. per i bambini più grandicelli ci saranno giochi con clown e musicanti, favole narrate, me-renda e laboratorio per creare lampade che si potranno portare a casa: i nostri figli, lights in the world.

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Martedì 16 aprile 2013, alle ore 9.30, si svolgerà, nel Salone Metaurense della

Prefettura, il Convegno “L’uomo: immagine e somiglianza di Dio? Le domande della ragione. Le ra-gioni della fede”.Il Convegno – che sarà presieduto dall’Arcivescovo Piero Coccia, alla presenza di S.E. il Prefetto, dott. Attilio Visconti e di altre autorità – è stato organizzato dall’Ufficio Scuola e dall’Ufficio Cultura del-l’Arcidiocesi per la premiazione degli studenti che hanno parteci-pato all’omonimo Concorso, pro-mosso dagli stessi Uffici in occa-sione dell’Anno della fede, con il patrocinio dell’Università degli Studi “Carlo Bo” di Urbino, della Provincia di PU, della Fondazio-ne Cassa di Risparmio di Pesaro e dell’Ufficio Scolastico Regionale.Il Concorso, rivolto a tutti gli stu-denti del triennio delle Scuole Se-condarie Superiori della Metropo-

lia di Pesaro, si è tenuto lo scorso 15 dicembre in tre scuole contem-poraneamente: il Liceo Scientifico Marconi (per gli studenti di Pe-saro), lo Scientifico “Torelli” (per quelli di Fano) e il Classico “Raf-faello” (per quelli di Urbino). Ha coinvolto oltre 200 giovani, chia-mati a riflettere su alcuni testi (di A Penna, D. Bonhoeffer, J.P. Sartre, Leonardo, Benedetto XVI) con ri-ferimento a esperienze e opinioni personali.Una Commissione – presieduta dal dott. Franco Marini e compo-sta da 15 persone di scuola, anche non credenti (Dirigenti Scolasti-ci, Docenti di storia e filosofia, di Lettere e di Religione) – ha dedi-cato molto generosamente tem-po e competenze alla valutazione degli elaborati, alla selezione dei tre vincitori (ai quali saranno con-segnati rispettivamente 700, 500, 300 euro), alla segnalazione dei 10 elaborati migliori e dei passi più

significativi da leggere durante la premiazione. Il programma del Convegno pre-vede, dopo la performance di un Trio di fisarmonicisti del Conser-vatorio “G. Rossini” e della prof.ssa Monica Marcolini del Liceo Musicale “Marconi”, l’intervento del prof. Nevio Genghini, docen-te dell’I.S.S.R. “Giovanni Paolo II”, che commenterà i passi letti dagli studenti. Molto interessante lo spaccato del mondo giovanile emerso dagli elaborati: nonostan-te la difficoltà di credere in una società fortemente secolarizzata, gli studenti hanno evidenziato che la domanda a loro sottoposta – se la fede implichi un atto sentimen-tale ed emotivo di cieca fiducia o coinvolga anche la ragione e lo spirito critico – è ancora assoluta-mente attuale e capace, pur nella diversità delle risposte, di destare curiosità e passione. Si è notato anche come la maggior

parte dei ragazzi si mostri più in-cline a trasferire il problema del-la fede dalla speculazione teorica all’esperienza vissuta e sembri più interessata a chiedersi se la fede sia utile per la vita, se incida sul comportamento, se sia indispen-sabile per la moralità.Risulta chiaro a tutti comunque quanto la verità su Dio, proprio

perché non è una verità scientifi-ca, matematicamente dimostra-bile, abbia bisogno, per essere affermata o negata (anche l’indif-ferenza è di fatto negazione) della libertà dell’uomo. E come richieda quindi all’uomo di essere autenti-co protagonista della propria vita.

Paola Campanini©riproduzione riservata

IL 16 APRILE IN PREFETTURA IL CONVEGNO SU “UOMO IMMAGINE E SOMIGLIANZA DI DIO”

Oltre 200 studenti al concorso della Diocesi

Page 10: «Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

Pesaro14 aprile 201310 amicoil nuovo• •

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Tronco ferroviario Pesaro-Urbino1903-1923

La linea ferroviaria che collegava Pesaro ad Urbino fu chiusa il 31 gennaio 1987. Con decreto ministeriale del 15 dicembre 2011, n. 430, è stata ufficialmente dimes-

sa. La costruzione di una linea ferroviaria, definita dei “due mari”, che avrebbe dovuto collegare i porti adriatici a quelli del Tirreno passando per Urbino fu ideata dall’Amministra-zione Provinciale di Pesaro nel 1867. In questo contesto, è documento storico significativo il seguente articolo pubblica-

to dall’Idea il 28 settembre 1918. Ve lo proponiamo integral-mente. “Ecco l’ordine giorno che viene votato nell’assemblea del 15 corrente di cui parlammo in uno degli ultimi numeri di questo giornale. L’assemblea udita la relazione dei rappre-sentanti della Camera di Commercio sull’azione che intende svolgere presso il Ministero dei LL. PP. sia per la costruzione dell’importantissima ferrovia tosco marchigiano sia per la costruzione del ministero stesso su altri problemi che inte-ressano questa provincia e specialmente quelli dell’allarga-mento e dell’allacciamento ferroviario del Porto di Pesaro. Presa conoscenza dello stato della pratica relativa alle pro-messe concessioni di sussidi alla ditta Borghese Boschini per la costruzione del tronco ferroviario Pesaro Urbino. Ritenuta l’assoluta preminenza da attribuirsi prima che ad ogni altro problema a questo che riguarda il congiungimento ferrovia-rio del capoluogo della provincia al capoluogo del circonda-rio e da tutta la vasta parte montana della provincia stessa; riconosciuto essere conveniente ed utile che la linea Pesaro

Urbino sia costruita dallo Stato, il quale ne trarrebbe assai sensibili vantaggi, poiché tale tronco verrebbe a mettere in valore la linea dorsale Fabriano Urbino, attualmente passiva, congiungendola alla litoranea adriatica;

delibera1) di far voti che il Ministero dei Lavori Pubblici solleciti lo studio del progetto della linea ferroviaria Pesaro - Urbino (Tresanni) 2) di dar mandato alla camera di commercio nonché ad uno speciale Comitato composto del Presidente della Deputazio-ne Provinciale e dei Sindaci di Pesaro e di Urbino perché - nei modi e con i mezzi che terranno più opportuni - vogliano ini-ziare a svolgere speciali pratiche presso il Ministero anzidetto, dirette ad ottenere che la costruzione del tronco ferroviario di che trattasi sia compresa fra i primi lavori che faranno parte del vasto compito statale nel dopoguerra”.

Stefano Giampaoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

GRANDE PARTECIPAZIONE PER LA CONCLUSIONE DEL PROGETTO FLEXI-FAMILY

Ripartire dalle famiglie per andare oltre la crisi

A cura di Vittorio Cassiani

DOMENICA 14 APRILE18° MEMORIAL BARTOLUCCI – Si disputa oggi, dalle ore 9, propo-sto dalla Bocciofila “Novilarese”. In gara 400 giocatori. Premia-zioni, intorno alle 19, presso il Circolo ACLI di Novilara.“L’EUCARESTIA EDUCA LA FAMI-GLIA” – Da oggi a sabato prossi-mo adorazione eucaristica, nella chiesa di via della Maternità, con il “Rinnovamento dello Spirito”.STAGIONE DI PROSA – Si con-clude, al “Rossini”, con lo spetta-colo: “The history boys” di Alan Bennett. Sipario ore 17.VESPRI SOLENNI – Nella chiesa dell’Adorazione, in via della Ma-ternità. Ore 18.

LUNEDI’ 15 APRILEMOVIMENTO MARIANO – La Mi-lizia dell’Immacolata propone incontri di preghiera e di forma-zione: il primo e terzo lunedì di ogni mese presso la chiesa dei Cappuccini (ore 16.15), il primo e terzo martedì, alle ore 21, nella parrocchia San Pietro in Caliba-no di Villa Fastiggi.STORIE AD ARTE – Lettura ani-mata e laboratorio per conosce-re gli artisti, le tecniche, i luoghi e i temi della contemporaneità. Per piccoli dai 4 anni. Dalle ore 17 alle 18.30, a cura di “Etra”, in via Cavour 5/7. Costo euro 3.CINEVISIONI – Sullo schermo: “Un bacio appassionato” di K, Loach (2004). Auditorium Uni-

versità dell’età libera. Campus scolastico di via Nanterre. Ore 21. Ingresso libero.

MARTEDI’ 16 APRILENELL’UNILIT – Incontro con Ma-ria Rosa Tomasello (“Bioetica: un difficile equilibrio tra etica e scienza”) e Grazia Della Valle Beltrami (“La ricerca di Dio…”. Sala San Terenzio dalle ore 16.PRESENTAZIONE LIBRO – “I giardini del mare” di Maria Gra-zia Maiorano. Insieme con l’au-trice sarà presente Maria Lenti. Biblioteca San Giovanni, ore 17.

MERCOLEDI’ 17 APRILE“RENDERE CONTO E CONDIVI-DERE” – Trasparenza, valutazio-ne e dialogo con i cittadini nella PA digitale. Dalle otre 9.30 alle 13 e dalle 14.30 in poi. Palazzo Gradari, via Rossini 24. “LA STANZA DEI DESIDERI” – Sportello informativo psicolo-gico per giovani ed adolescenti. Nella Biblioteca di Piazza Eu-ropa 16 (Baia Flaminia). Orario: mercoledì 15-17, venerdì 17-19. Info: 0721/406614.UNILIT CENTRO STUDI FILOSO-FICI – Alle ore 16 presso la sala S. Terenzio, via Rossini 66, si ter-rà la conversazione filosofica dal titolo “Coraggio e Potere”, rela-trice prof. Sandra Calegari.

GIOVEDI’ 18 APRILE I CONCERTI MATTUTINI – Per studenti al “Rossini”. Oggi alle ore 10. Domani, venerdì, alle ore 9.30 e alle 10.45.

BURRACO INTERNAZIONALE – Nel Centro socio culturale Maria Rossi, via Toschi Mosca 20. Dalle ore 16.CINEFORUM – A cura dell’Uf-ficio catechistico diocesano al Cinema Solaris. Sullo schermo: “Cuore sacro” di Ferzan Ozpetek (2005). Ore 21.PERCORSO PER GENITORI E FI-GLI – Nella scuola elementare don Bosco di Villa San Martino, in via Leoncavallo. Oggetto di approfondimento: “Trasgressio-ne e gestione delle regole nella relazione con i genitori”. A cura dell’Associazione “Il Mantello”.

VENERDI’ 19 APRILENELL’UNIVERSITA’ LIBERA ITI-NERANTE – Conversazione di don Giorgio Giorgetti: “Una lettura attuale dell’Apocalisse”. Sala San Terenzio, ore 16.TOMBOLA – A cura del Centro socio culturale Maria Rossi. Nel-la sede di via Toschi Mosca 20. Ore 16.30.“CANONE DI PROFESSORI” – Li-bri da leggere (non solo a scuo-la). Chiara Agostinelli e Claudia Rondolini presentano l’”Orlando Furioso” di Ariosto. Sala consilia-re della Provincia, viale Gramsci 4, ore 18.NEL SALOTTO CULTURALE DI CANDELARA – Conversazione di Cecilia Sanchini: “Dipinti mar-chigiani tradotti”. Ore 21. “FORTISSIMAMENTE VOLLI” – Concerto, al teatro Rossini, per “Sinfonica 3.0”. Ore 21.IN CATTEDRALE – Veglia di

preghiera per le vocazioni. Ore 21.15.INCONTRARE LA VITA – Il pro-fessor Lucio Romano, presiden-te nazionale dell’Associazione Scienza&vita, propone:”Le nuo-ve frontiere dell’aborto: le pillo-le ‘di emergenza’”. Auditorium Palazzo Montani Antaldi. Ore 21.15.

SABATO 20 APRILEFIABE IN INGLESE – Per bam-bini da 3 mesi a 14 anni. A cura di Francesca Manganelli. Biblio-teca San Giovanni, area ragazzi, ore 16.30.

INCONTRO FORMATIVO – Per ministri straordinari della San-ta Comunione. La professoressa Maria Rosa Tomasello pone l’ac-cento su: “L’Eucarestia ai malati ed agli anziani”. Sala San Teren-zio, ore 16.30.NELLA SALA BEI DELLA PROVIN-CIA – Concerto proposto da Ma-ria Sole Mosconi (flauto) e Teona Meskhi (pianoforte). Ore 18. “LA TESTA NEL PALLONE” – Due atti unici scritti e diretti da Mario Cipollini. Cinema teatro Astra, ore 21.15.

PESARO - Si è tenuta domenica 7 aprile in una sala gremita di pub-blico a Palazzo Gradari la con-ferenza conclusiva del progetto Flexi Family promosso dal Forum e delle Famiglie Provinciali, dal-l’MCL e dalle Acli.“Ripartire dalle famiglie per andare oltre la crisi” questo il tema che è stato trattato nella tavola rotonda alla quale hanno partecipato Melania Macchiarola, presidente del Forum provinciale, Michele Ricci, Presidente di Mcl, Maurizio Tomassini, Presidente delle Acli e Riccardo Milano, Eco-nomista e responsabile culturale di Banca Etica. Ha coordinato il dibattito Lorenza Rebuzini del Forum Nazionale. Gli intervenu-ti hanno tutti sottolineato come

la famiglia sia stata e con grandi difficoltà continua a essere il vero ammortizzatore sociale di questo nostro Paese.La Presidente Melania Macchia-rola ha evidenziato il ruolo edu-cativo che la famiglia deve soste-nere nel promuovere nuovi stili di vita, Michele Ricci ha illustrato le finalità del progetto che ha avu-to come obiettivo prioritario di creare delle reti tra le associazio-ni, sperimentare soluzioni inno-vative in contrasto alle situazioni di fragilità e alle difficoltà delle famiglie. Maurizio Tomassini ha portato all’attenzione dei parteci-panti l’esperienza che è stata fatta nel Punto Famiglia delle Acli nel comprensorio fanese nel quale si sono concretizzate iniziative

di buone prassi rivolte a famiglie monoparentali, ribadendo la ne-cessità urgente di mettere in atto interventi per sostenere le ormai vere condizioni di povertà di un numero sempre in aumento di famiglie. Il Prof. Riccardo Milano infine ha concluso evidenzian-do come l’economia ha prodotto profonde distorsioni nel mercato, indicando nella finanza etica una risposta. E’ poi seguito lo spettacolo “Pop Economy: da dove allegramente vien la crisi e dove va…..” a cura di Alberto Pagliarino del Teatro Popolare Europeo. Lo spettacolo prodotto da Banca Etica ha rac-contato i fatti storici e i mecca-nismi del sistema economico at-traverso una comunicazione che

ha utilizzato la narrazione e un rapporto diretto con il pubblico. E’ stata infatti una conferenza spet-tacolo che ha aiutato a riflettere sull’uso responsabile del denaro a partire dalle vicende della crisi, che sono state affrontate in ma-niera approfondita, con un taglio

ironico e accattivante, offrendo contemporaneamente chiavi di lettura e spunti per uno stile di vita sostenibile. Grande successo ha avuto anche il laboratorio suo-ni e colori per i bambini di Miche-le Paglia.

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UNA COMMEDIA IN DIALETTO PER ABBA MARCELLO PESARO – Abba Marcello Signoretti continua a portare avanti i suoi progetti in Etiopia con fatica ma anche con speranza. Queste le sue recenti parole: “Se qual-cuno volesse o potesse contribuire in qualsiasi manie-ra e con qualsiasi cifra, parteciperebbe a una grande e nobile opera di solidarietà e di umanità. Conosco le varie difficoltà che il popolo italiano sta attraversando, causa la grande crisi economica. Ma io voglio sperare che l’obolo della vedova non ci verrà mai a mancare”.

Per aiutare la sua causa, la “Onlus” Villaggio dei Ra-gazzi Sorridenti di Pesaro organizza il 19 aprile (vener-dì sera) una commedia in dialetto pesarese, alle ore 21, presso il cinema teatro Loreto, dal titolo “C’è sem-pre qualcosa de nov”. Per l’occasione saranno presenti numerosi illustri personaggi del vernacolo pesarese, tra i quali Paolo Pagnini. Il costo del biglietto è 8 euro, intero, e 5 euro, ridotto. Per informazioni e per pre-notazioni è possibile rivolgersi al signor Rolando Ferri, cell. 3683423985, da lunedì 15 aprile.

r.a.© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Organismo Internazionale di Servizio per le Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione, Zona Centro-Ita-lia, ha indetto per il 14 Aprile 2013 la GIORNATA

DI FRATERNITA’ E DI RIFLESSIONE CON DON PIGI PERINI, “Ma…Stiamo Andando Ad Annunciare il Vangelo?”L’incontro avrà inizio alle ore 9.oo presso il cinema par-rocchiale di S. Maria di Loreto a Pesaro; proseguirà nel pomeriggio e si concluderà con la S.Messa E’previsto il saluto dell’Arcivescovo Mons. Piero Coccia. Per detta-gliate informazioni contattare per le parrocchie di Pe-saro 0721/35481-349.2176710. Per le altre parrocchie 347.6792016.

Page 11: «Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

amicoil nuovo• • Pesaro 14 aprile 2013 11

Solis Lalangui Daniel Abel ( 29 anni) e Cella Valeria (29 anni)Del Bianco Luca (35 anni) e Piccolo Francesca (33 anni)Giovannini Christian (31 anni) e Toscana Federica (28 anni)Gambini Simone (48 anni) e Magi Daniela (48 anni)Gennari Andrea (45 anni) e Rulli Francesca (36 anni)Maschio Silvano (39 anni) e Auciello Mariangela (36 anni)Torelli Lorenzo (37 anni) e Bertozzini Elena (37 anni)Parri Matteo (24 anni) e Annese Mariassunta (23 anni)Calabrese Davide (32 anni) e Sparpeccio Simona (31 anni)Bertoni Enrico (32 anni) e Massi Veronica (33 anni)Ricciatti Wladimiro (42 anni) e Rizzatti Chiara (37 anni)Remedi Filippo (35 anni) e Canestrari Nicoletta (32 anni)Bartolucci William (37 anni) e Bracci Giorgia (31 anni)Pandolfi Sandro (67 anni) e But Svitlana (51 anni)

PUBBLICAZIONI fINO AL 14 feBBrAIO

Oggi sposi!a cura di Caterina Tani

Comune di Pesaro

Interesse, partecipazione e sensibilità hanno caratterizzato le Giornate nazionali della Uildm (Unione italiana lotta alla distrofia muscolare), svoltesi a fine marzo e dedicate que-st’anno all’inclusione scolastica degli studenti con disabili-tà, con il titolo “Assente ingiustificato”, perché le barriere a scuola non hanno giustificazione. Anche questa nona edizio-ne è stata all’insegna delle “Farfalle della solidarietà”: gra-zie all’impegno dei volontari Uildm, in 500 piazze Italiane sono stati distribuiti 70.000 peluche con ovetti di cioccolato per raccogliere fondi, assieme a materiale sull’associazione e le malattie neuromuscolari. In provincia, l’iniziativa è stata attivata a Fano, Pesaro, Urbino e Piobbico, in varie occasio-ni fino al weekend scorso, coinvolgendo una quindicina di

volontari: in 500 si sono avvicinati ai banchetti e hanno vo-luto offrire il loro contributo alla raccolta, che ha raggiunto i 2500 euro. Il Presidente della Sezione Uildm di Pesaro-Ur-bino Marco Di Battista ed il Coordinatore Bruno Premilcuore esprimono grande soddisfazione e apprezzamento per la risposta che le comunità di Pesaro, Urbino, Fano e Piobbico hanno riservato a questa manifestazione, e indirizzano un sentito grazie anche a tutti quei volontari - Avis Pesaro, Csi Fano, Associazione “Dante Alighieri” Piobbico e Urbino - che con la Uildm si sono avvicendati ai gazebo. A conclusione delle Giornate nazionali, parole di soddisfazione sono state espresse anche dal presidente nazionale Uildm Alberto Fon-tana: “Sono orgoglioso che a caratterizzare gli ultimi mesi del mio impegno come presidente dell’Associazione sia una battaglia civica e di civiltà, di cui beneficeranno anche stu-

denti con patologie e disabilità diverse, volta ad abbattere le barriere a scuola”. Si chiama, non a caso, “Assente ingiustifi-cato” e riguarda potenzialmente quasi duecentomila studen-ti con disabilità: è la campagna sull’accesso e la qualità della vita di questi ultimi nelle scuole, promossa dalla Uildm, in stretta collaborazione con Cittadinanzattiva. Le attività, che si svilupperanno nel corso di tutto l’anno, prevedono entro il mese di maggio la conclusione del monitoraggio e nei mesi successivi lo studio e l’analisi delle situazioni riscontrate. Gli obiettivi concreti della Giornata Uildm 2013, quindi, ovvero l’abbattimento degli ostacoli e delle barriere che impedisco-no una regolare frequenza scolastica, attraverso il finanzia-mento di interventi e modifiche strutturali agli edifici e l’ac-quisto di sussidi didattici, verranno realizzati dopo l’estate.

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GIOrNATe NAZIONALI UILDM

“Assente ingiustificato”

Dichiarazione dello stato di emergenza per tutto il territorio della Provin-cia di Pesaro e Urbino e

deroga al patto di stabilità. Sono queste le due principali richieste inoltrate dal presidente della Re-gione Marche, Gian Mario Spac-ca, in un lettera al presidente del Consiglio, Mario Monti, e al capo della Protezione civile, Franco Ga-brielli, a seguito dei danni causati dalla frana che ha colpito la zona del Colle Ardizio, nel territorio del Comune di Pesaro.Il movimento franoso, cominciato dal 25 marzo scorso, si è svilup-pato su più fronti, lungo la dor-sale prospiciente la zona costiera, per un tratto di 4,5 km. Un’area sensibile e già classificata R4 dal Piano per l’assetto idrogeologico. Questo, unito alle notevoli preci-pitazioni meteoriche che si sono abbattute ripetutamente in tutta la provincia di Pesaro – Urbino, ha determinato l’originarsi del fe-nomeno franoso.“La zona interessata – evidenzia Spacca – è purtroppo a ridosso della Statale 16 e della linea ferro-viaria Bologna – Bari, per questo

si è interrotta al traffico l’arteria stradale nel tratto Pesaro – Fano in entrambi i sensi di marcia, con significative conseguenze per la circolazione, a cui si aggiunge il completo isolamento in cui si tro-vano alcune abitazioni private, un importante istituto scolastico e tutte le attività economiche della zona”.Immediato e tempestivo è stato l’intervento in stretta collabora-zione di Regione, Provincia, Co-mune, ANAS, Ferrovie dello Stato per la messa in sicurezza dell’area, provvedendo con risorse pro-prie. La Regione, che ha operato da subito in raccordo con gli al-tri soggetti interessati, ha messo

disposizione la somma massima di 500.000,00 euro sui capitoli di spesa dell’Autorità di bacino Re-gionale. Sono inoltre disponibili ulteriori 800.000,00 euro nell’am-bito dell’accordo di programma in materia di difesa del suolo sotto-scritto con il Ministero dell’Am-biente nel novembre 2010, per il quale sono già iniziate le proce-dure di appalto.“Ma il lavoro si presenta lungo e complesso – dice il presidente Spacca - proprio per la vastità del-la zona interessata”.“Va poi evidenziato – continua Spacca – che l’area in frana è limi-trofa a un tratto di spiaggia molto frequentato durante l’estate, su

cui operano molte imprese turi-stiche stagionali. Non completa-re la messa in sicurezza in tempi rapidissimi comporterebbe la non fruibilità di quel tratto di spiaggia, con conseguente inoperatività di tutte le imprese, già fortemente colpite dalla crisi economica in corso”.Il presidente Spacca fa notare che

le copiose precipitazioni hanno provocato dissesti idrogeologici anche in altre zone della provincia di Pesaro e Urbino, compromet-tendo l’agibilità di alcune palaz-zine dell’AIL (Associazione italia-na contro le leucemie) nonché la percorribilità di alcuni tratti della viabilità minore in vari Comuni.

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LeTTerA DeL PreSIDeNTe DeLLA reGIONe A MArIO MONTI

Frana dell’Ardizio. Chiesto lo stato d’emergenza

sondaggio sull’ospedale a Fossosejore Esplode la protesta popolare che su internet critica ad alta voce la scelta dei politici di costruire il nuovo ospedale unico a Fossosejore. Se da un lato è vero che la struttura verrebbe realizzata in una zona che nei giorni scorsi è stata risparmiata dagli smottamenti del colle, è pur vero che i disagi causati alla circolazione dovrebbero far riflettere gli addetti ai lavori. Meglio rivedere il progetto prima che sia troppo tardi? Ab-biamo rivolto la domanda ai nostri lettori (www.ilnuovoamico.it) che a decine hanno risposto in maniera chiara al quesito così posto:Pensi CHe Le Frane di QuesTi Giorni suL CoLLe ardiZio doVreBBe sPinGere a riPensare La CoL-LoCaZione deLL’osPedaLe uniCo a FossoseJore?

si (83%, Votes) no (17%, Votes)

PreVISTI 36 ALLOGGI DI CUI 10 rISerVATI AL “SOCIALe”

Al via la ristrutturazione di palazzo Aymonino

La gara bandita dal Comune per il maxi parcheggio di Via-le Trieste è andata deserta.

Nessuna delle dieci aziende che si erano dette interessate ha presen-tato alcuna offerta. Il sindaco Ce-riscioli non si è mostrato sorpreso. “Bisogna riflettere che si tratta di un investimento di 15 mln e che il bando prevedeva addirittura l’ob-bligo di prestare fidejussione per altri 10 mln. Una fidejussione “anti-buco” nell’eventualità che la ditta abbandonasse il progetto ed al-

l’amministrazione fosse toccato di finire i lavori. Non era facile trova-re aziende con le spalle così larghe, non mi sbagliavo nel prevedere ciò che sarebbe successo.” Ora si pun-ta a risolvere il problema con una trattativa privata. Ceriscioli non si nasconde le difficoltà, ma rileva che nel caso di una contrattazione privata, non vi sarebbe l’incubo dei ricorsi successivi all’assegnazione da parte di aziende che si ritengo-no ingiustamente eliminate, ”un contenzioso imponente nei casi di

gare”, fa notare il primo cit-tadino. Ceriscioli ha annun-ciato che martedì 16 aprile la Giunta municipale approverà il progetto per la ristruttura-zione di Palazzo Aymonino, in via Mazza. Il nuovo stabile conterrà 36 alloggi, di cui 10 destinati a rimanere “sociali”. Il progetto prevede la mo-difiche sostanziali dell’area retrostante all’immobile, so-stanzialmente il “rilancio” di un verde pubblico mai utiliz-zato in precedenza. Dei 4,4 mln del costo, 3,2 sono stati forniti dalla Regione, ci ha te-nuto a sottolineare il sindaco. In chiusura, il sindaco ci ha tenuto a rilevare che, in se-

guito ai lavori di rinnovamento del porto, la nuova darsena potrà ospi-tare 150 imbarcazioni. Sulla frana dell’Ardizio: “Non appena i tecnici – ha detto Ceriscioli- ci dicono che è il tratto è in sicurezza, riapriamo la strada. E non basta che lo dica-no: lo devono mettere nero su bian-co. Solo dopo una dichiarazione del genere procederemo per prima cosa a rimettere al suo posto la rete paramassi..”

Claudio Turco© RIPRODUZIONE RISERVATA

noTa LoCaLe

autoreferenzialità

A proposito di “Indagine su morte e resurrezione”. A Candelara lo scorso 1° apri-

le abbiamo ascoltato Ernesto Preziosi che, in un dialogo ap-propriato e urbano, ha introdot-to Simone Venturini. Quest’ul-timo, anziché assumere il tono del conferenziere, ha improntato il suo intervento in stile autore-ferenziale e autoritario senza esporre quella documentazione che, per motivi scientifici sareb-be stata utile al tema. Questo capita anche a personaggi come Messori o Sgarbi, esperti in pub-blicazioni e dibattiti, ma è un

tratto caratteriale compensato da una documentazione sempre interessante. Leggendo “Il libro segreto di Gesù” abbiamo tro-vato documentazione e il modo ipotetico ed espositivo appro-priato e siamo così rimasti delusi per le poche informazioni date quella sera. Per chi vuol sa-perne di più proponiamo www.studibiblici.it. Il testo del Nuo-vo Testamento www.gliscritti.it su 7Q5. Per i libri: “Come sono giunti a noi i Vangeli?” di C. M. Martini e “Ciò che abbiamo visto-Storicità dei Vangeli e diffusione del Cristianesimo” Autori vari Tools-Itaca

Don Giorgio Giorgetti © RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 12: «Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

14 aprile 201312 Pesaro amicoil nuovo• •

dina bartoluccinata il 04/06/1920

morta il 06/04/2013Il funerale si è svolto lunedi 08/04/2013 presso la chiesa di S. Croce (Ostra - AN)O.F. Alma Mater di Stefania TonelliVia del Fallo 8 – Pesaro 0721/33100

✞E’ mancata gio-vedì 04 aprile

nildE SaMMarininata il 24/04/1930

morta il 03/04/2013IL funerale ha avuto luogo venerdi 05/04/2013 presso la chiesa di Cri-sto Risorto.O.F. Alma Mater di Stefania TonelliVia del Fallo 8 – Pesaro 0721/33100

✞E’ mancato

Enio anGElininato il 04/11/1925

morto il 30/03/2013La funzione funebre è stata cele-brata martedi 02/04/2013 presso la chiesa di Soria.O.F. Alma Mater di Stefania TonelliVia del Fallo 8 – Pesaro 0721/33100

✞E’ mancata

bianca bErtoZZininata il 04/07/1923

morta il 28/03/2013La funzione funebre è stata cele-brata il 02/04/2013 presso la chiesa di Cristo ReO.F. Alma Mater di Stefania TonelliVia del Fallo 8 – Pesaro 0721/33100

✞E’ mancato

ValEntinoMarcHiorinato il 17/08/1924

morto il 30/03/2013La funzione funebre è stata cele-brata il 03/04/2013 presso la chiesa parrocchiale di S.M.LoretoO.F. Alma Mater di Stefania TonelliVia del Fallo 8 – Pesaro 0721/33100

✞Lunedì 1 Aprile alle ore 23,20 è mancata

FrancESca EMilia dabbEnE

Il funerale ha avuto luogo Giovedì 4 Aprile partendo dall’obitorio di Muraglia per il Cimitero di Pesaro.Ag. Funebre Marinelli –Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞ triGESiMa

laura Sinoin imperato

Giovedì 11 aprile alle ore 19 nella chiesa di S. Giuseppe abbiamo ricor-dato nella preghiera la nostra sorel-la Laura. Il Figlio Agostino, il marito e i paren-ti tutti ringraziano quanto hanno partecipato al dolore della loro fa-miglia.

✞anniVErSario

11.04.2011 – 11.04.2013

MarcEllo tontiSei stato un uomo buono, generoso, ottimista: vogliamo ricordarti così, seguendo il tuo esempio. La tua fa-miglia. Una S. Messa di suffragio è stata ce-lebrata nella Chiesa parrocchiale dei Padri Cappuccini.

✞anniVErSario

carlo SiGnorEttiLa vita per noi si è come/fermata senza te. Ora viviamo/di ricordi del tempo trascorso /insieme e di rim-pianti per tutto/l’ amore che ci hai dato.

MaGda SErGio StEFano Lo abbiamo ricordato Domenica 7 Aprile nella S. Messa che è stata celebrata nella Chiesa di S. Lorenzo a TavulliaAg. Funeb. Marinelli –Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞anniVErSario

Domenica 7 Aprile ricorre il secondo an-niversario del-la scomparsa della cara

ElEonora dEl PrEtELa ricordano con amore e rimpianto il marito FERNANDO, i figli SILVANO e PASQUINA, il genero, la nuora, i nipoti e i parenti tutti.Una S. Messa in suffragio è stata celebrata mercoledi 10 Aprile nella chiesa parrocchiale di CASE BRUCIA-TEAg. Funeb. Marinelli –Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞anniVErSario

16-04-2009/16-04-2013

Paolo GabbianElliLo ricordano con amore e rimpian-to i familiari LOREDANA, ARIANNA, CHRISTIAN, GIACOMO,LARA e PIER-PAOLO e i parenti tutti. Una S. Messa in suffragio è stata celebrata Sabato 13 Aprile nella Chiesa parrocchiale di MONTELABBATE. Si ringraziano quanti si sono uniti nel ricordo e nella preghiera.Ag. Funeb. Marinelli –Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞anniVErSario

Maria liliana GioVanniniin delfino

La ricordano con amore e rimpian-to il marito GIOVANNI, le figlie BAR-BARA eANTONIA, il genero GUIDO, i nipoti GABRIELE e NICOLA, le so-relle SILVANA e BARBARA e parenti tutti. Una S. Messa in suffragio sarà celebrata Domenica 14 Aprile alle ore 18.30 nella chiesa parrocchiale di S. Maria del Porto.Si ringraziano quanti si uniranno nel ricordo e nella preghiera.Ag. Funeb. Marinelli –Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞anniVErSario

Domenica 7 Aprile ricorre il secon-do anniversario della scomparsa

del caro

bEnito carloni

Lo ricordano con amore e

rimpianto la moglie FLORIANA, la figlia CARLA, il genero RICCARDO, la nipoti GINEVRA e parenti tutti. Una S. Messa in suffragio è stata celebrata Domenica 7 Aprile nella Chiesa parrocchiale di S. CASSIANO.Ag. Funeb. Marinelli –Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞Martedì 9 Aprile, mu-nita dei con-forti religiosi, è mancata all’età di anni 88

alFonSina aMadorived. Franca

Ne danno l’annuncio i figli RICCAR-DO e FIORELLA, il genero PAOLO, la nuora CRISTINA, i nipoti ALESSAN-DRO, STEFANIA, ANNA e ANGELA, il fratello MARCO, la sorella GIORGI-NA, il cognato, la cognata e pa-renti tutti. Il funerale ha avuto luo-go Mercoledì 10 Aprile alle ore 15 nella Chiesa parrocchiale del Sacro Cuore a Soria. Dopo la S. Messa è proseguito per il Cimitero CentraleAg. Funeb. Marinelli –Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

necrologiUnA TeSTiMoniAnZA PreZioSA e QUAliFicATA

Gioconda ManfrediniFondatrice con Sandra Barba Mondaini del Centro Italiano Femminile

Unitalsi: Una parte della sua vita“Nei giorni scorsi è venuta a mancare la Signora Gioconda Bassi Manfredini

che al suo impegno sociale su diversi fronti unì una particolare predile-zione per l’ Unitalsi,che la vide presente per lunghi anni ai pellegrinaggi

a Loreto, anche perchè il marito Marzio fu uno dei fondatori dell’ associazione. Desideriamo ricordare anche lei con le parole che sono state pronunciate al mo-mento del saluto, nella celebrazione eucaristica, a San Cassiano”.La vita della Signora Gioconda, anche all’interno dell’Unitalsi, è stata indis-solubilmente legata al marito Marzio Manfredini che dell’Unitalsi fu uno dei fondatori. E difatti se non sappiamo molto di lei, degli inizi, quando cominciò ad essere presente nei pellegrinaggi, quando indossò per la prima volta la divisa da dama, molto invece ricordiamo di questi ultimi decenni. Ci sembra sempre di averla vista. Certamente c’era sempre accanto al suo Marzio e difat-ti i Manfredini sono sempre stati un tutt’unico, presenti ai pellegrinaggi anche con la famiglia, con le tre figlie Dolly, Nussy e Lella. Chi l’ha conosciuta meglio può certo dire che l’Unitalsi ha fatto parte integrante della sua vita, e per certi versi si considerava difatti parte della sua storia; certamente dopo la morte del marito ne sentiva più forte l’ appartenenza e fin che ha potuto non è mai mancata agli appuntamenti. La ricordiamo tutti molto bene, sempre gentile e sorridente con tutti, più giovane e poi più vecchia, con la sua borsettina bianca, a braccetto di qualche sorella dama, sempre indaffarata. Spesso con le lacrime agli occhi, ricordava il passato ed i dolori che l’ avevano fortemen-te segnata, ma sempre riconoscente verso tutti. Ha amato molto l’Unitalsi perché molto ha amato il suo Marzio che con l’Unitalsi era nato e a cui molto l’Unitalsi doveva e deve ancora oggi. E per lei amare l’Unitalsi è stato un modo per continuare ad essere sempre fedele al marito, quasi ce ne fosse stato biso-gno. Se ne va un altro pezzetto di storia, un’ altra luce sembra spegnersi, ma la fede ci dice che quelle luci sono sempre vive e splendenti nel cielo e che, asciugata ogni lacrima, li rivedremo tutti nella felicità perfetta.

Anche io sono qui in-sieme alle tue figlie, ai tuoi parenti, ai tuoi amici, per render-ti l’estremo saluto su questa terra e dirti quanta gratitudine provo nei tuoi con-fronti per aver contri-buito a fare di me la donna che sono stata ed ancora sono. Sei stata in un pre-ciso momento la mia maestra: non solo perchè mi hai aiutato nello studio quando le scuole erano chiu-se a causa della guerra, ma anche e soprattutto perché in quello stesso periodo post bellico, mi hai inse-gnato che una donna, dopo aver preso coscienza di sé, delle proprie capacità e possibilità, può e deve essere protagonista, alla pari del-l’uomo, nella famiglia, nel luogo di lavoro, nella società. Ero un’adole-scente e tu una giovane donna col-ta ed impegnata. Stavi accanto alla grande e carismatica Sandra Bar-ba Mondaini, fondando il Centro Italiano Femminile, l’associazione che poi sarebbe diventata per tutti il Cif. Mi piacevano i discorsi che facevi con tua madre, tua zia e con le tue amiche ed io che frequentavo ogni giorno la tua casa per ragio-ni di studio, li ascoltavo incantata, perché avvertivo la grande forza innovativa di proposte che non ri-scontravo nella realtà femminile del mondo di allora. Insieme a Sandra tu hai fatto le cose straordinarie che hanno trasformato la realtà nella nostra città e nell’intera provincia, attraverso l’erogazione di servizi sociali di prima necessità di cui tu seguivi particolarmente quelli rela-tivi alla scuola. Gli asili che sono di-ventati scuole materne, i doposcuo-la con refezione, i corsi di recupero per i reduci dalla guerra, la scuola popolare serale per i lavoratori. Ti ho di nuovo incontrata otto anni dopo, in una stanza del S. Salvato-re. Avevamo appena dato alla luce una bimba: io la prima, tu la terza. In quell’occasione mi parlasti della tua famiglia, ma anche degli svilup-pi del Cif e dei suoi intervanti mi-rati nei confronti dei bambini, della famiglia e della società, partendo sempre dalla formazione perma-nente della donna cristiana, da ben inserire nella società. Io entrai nel Cif venti anni più tardi e tu nel frattempo eri stata anche consiglie-re comunale come Sandra. Per una decina di anni lavorammo insieme nella associazione dove tu, da sem-pre, eri una dirigente. Alla morte di Sandra io lasciai il Cif, ma tu con-tinuasti a dare la tua presenza qua-lificata nella associazione che tanto bene aveva fatto nell’intera provin-

cia. Per nove anni fosti presidente del gruppo comunale e ti spendesti, come era nel tuo stile, per la cultura e la for-mazione della donna, in una società ormai tra-sformata radicalmente, in cui la difesa dei valori morali e la testimonian-za cristiana, si facevano

più che mai urgenti e indispensa-bili. La gestione diretta dei servizi in supplenza dello Stato, era ormai da anni terminata per l’intervento diretto dello Stato: l’esigenza del momento era l’assistenza agli an-ziani, sempre più numerosi e soli e tu, che già all’epoca di Sandra Barba avevi pensato a questo, ti impegna-sti in questa attività, anche se, per ragioni indipendenti da te, soprag-giunsero difficoltà che ti facevano soffrire. La chiusura di Villa Spe-ranza, fu per te un grande dispiace-re e me ne parlavi quando ti venivo a trovare per approfondire con te i momenti più felici e produttivi di un associazionismo femminile che ha segnato un’ epoca.Ancora una volta mi hai offerto la tua testimonianza di vita vissuta e di documenti in tuo possesso. Una fonte informativa preziosa vera-mente! Grazie Gioconda per quello che hai fatto. Con tanto affetto ti porgo questo estremo saluto nella preghiera che ci unisce ancora e ci unirà per sempre.

La tua amica-allieva Giuliana Baciocchi Grestini.

Il suo segretoMolto si dirà di Gioconda, della sua intelligenza mobile del suo tatto di-screto e sicuro del suo esser lì sem-pre presente ad aiutare in ogni cosa buona e in ogni iniziativa di bene: dal catechismo alla scuola, dall’A.C. all’Unitalsi al Cif, ma il segre-to di tanta versatilità, creatività e amorevolezza sta nella spirituali-tà francescana attinta alla prima messa del mattino dal vescovo Bo-naventura e dalle beatitudini, spi-ritualità che si esprime nel canto del magnificat, giudizio sulla realtà indurita da egoismi e peccato, ma anche gioia di chi si sente portato e accompagnato da quello Spirito che non viene meno. E’ questo Spi-rito che accompagna e che aiuta ad affrontare i problemi e le diver-se posizioni illustrato da S. Luca e che come dice il card. Martini in-vita anche i credenti di oggi a una conversione intellettuale per cercare, in una rigidità e in una immobilità crescente, vie di comunicazione e di evangelizzazione.

Don Giorgio Giorgetti© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 13: «Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

14 aprile 2013 13amicoil nuovo• •

Redazione di Fano:Via Roma, 118 - 61032 FanoTel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595E-mail: [email protected]

Fossombrone Cagli Pergola

venerdì 12 aprilevisita pastorale presso le suore do-menicane di Cagliore 18, in Episcopio incontra i ra-gazzi che si preparano a ricevere il sacramento della Confermazione presso la parrocchia Santa Fami-gliasabato 13 aprilevisita pastorale presso l’istituto “Palazzi Zavarise” di Fanoore 15, in Episcopio incontra i ra-gazzi che si preparano a ricevere il sacramento della Confermazione presso la parrocchia di San Giu-seppe al Porto

ore 18, presso la parrocchia Gran Madre di Dio celebra la Santa Messa in occasione della posa della prima pietra dei nuovi locali parrocchialidomenica 14 aprileore 11, celebra la Santa Messa in occasione della riapertura della chiesa a Monterolo di Pergolalunedì 15 aprileudienze in sedevisita pastorale presso le suore di Mondavio

a cura della Segreteria Vescovile

AgendA del vescovo

“MISERICORDIA E CREDIBILITÀ, LE DOTI CHE DEVE AVERE IL pRESBITERO”

Giacomo Cardinali ordinato sacerdote

FANO – Sabato 6 aprile nella cattedrale di Fano, don Giacomo Cardinali è stato ordinato sacer-dote per l’imposizione delle mani del Vescovo mons. Armando Tra-sarti.Presenti alla solenne celebrazio-ne anche il Cardinale Sua Emm. Antonio Veglio’, l’Arcivescovo di Urbino mons. Giovanni Tani e il Sindaco del Comune di Mondavio Federico Talè.Don Giacomo Cardinali, della par-rocchia di san Michele al Fiume, è un dono grande per la comunità e la chiesa diocesana – ha detto il Vescovo- è un dono di grazia che si moltiplica.“Carissimi – ha esordito il Vescovo - questo è un giorno di Grazia per la nostra Diocesi, giorno in cui il Signore, nella sua benevolenza e nella sua predilezione per questa porzione eletta del santo popo-lo di Dio, ci fa dono di un nuovo presbitero. Nonostante le nostre

infedeltà, le nostre ferite, le no-stre fragilità, Dio si degna ancora chinarsi con tenerezza verso que-sto suo gregge affidato alle nostre cure pastorali. E’ dono di grazia, caro don Giacomo, anche per la tua bella famiglia, che con gene-rosità può offrire un figlio al ser-vizio totale di Cristo nella Chiesa. E’ dono di grazia per la comunità parrocchiale di San Michele in Mondavio, che annovera ancora un figlio della sua terra al servi-zio divino. E’ dono di grazia per quanti hanno conosciuto, ama-to, educato e accompagnato don Giacomo in questi anni, sia come insegnanti nella scuola pubblica sia come formatori nel Semina-rio Romano, sia come compagni di viaggio spirituale e pastorale. E’ altresì dono di grazia per la nostra Chiesa diocesana la partecipazio-ne di S.E. il Cardinale Vegliò tuo parente e di S.E. Monsignor Gio-vanni Tani Arcivescovo di Urbino,

per lunghi anni tuo educatore. Il sacerdote – ha proseguito mons. Trasarti nell’omelia – deve avere due qualità fondamentali: la mi-sericordia verso il suo popolo e la credibilità nelle cose di Dio. Sono due qualità imprescindibili del nostro ministero, due qualità che ci fanno allargare le braccia come Cristo sulla croce e ci proiettano, da una parte, verso il cielo del nostro verticale rapporto con il Signore e, dall’altra, verso la terra del nostro abbraccio con i fratelli e le sorelle che noi serviamo nel ministero. I fedeli devono trovarci in Chiesa, devono trovarci lì a pie-gare le ginocchia davanti al Taber-nacolo, devono trovarci pronti a dispensare loro il perdono di Dio. Dobbiamo essere fedeli nelle cose che riguardano Dio e quindi cre-dibili nel nostro modo di celebra-re l’Eucaristia, nel nostro modo di prepararci a spezzare il pane della Parola di Dio senza improvvisare.

Siamo chiamati ad essere credibi-li, anche visibilmente nel nostro modo di apparire. Dobbiamo es-sere animati da eleèmon, cioè dal-la capacità di chinarci divenendo noi l’elemosina di Dio per il popo-lo; con la capacità di farci uno con chi soffre, con l’ultimo, con i po-veri. Noi siamo chiamati ad essere vangelo di gioia, divenendo noi esercizio di liberazione, perché viviamo per primi la liberazione da ogni catena esteriore e inte-riore, perché viviamo per primi la gioia della oblatività, della nostra castità come appartenenza radi-cale a Dio e, quindi, come dona-zione d’amore senza riserve, sen-za mezze misure e siamo chiamati a celebrare quest’elemosina di Dio condividendo le prove dei nostri fratelli”. Rivolgendosi a don Gia-como, mons. Trasarti ha sottoli-neato come, ai sacerdoti, è richie-sto di stare in ginocchio davanti al tabernacolo, di essere preparati nel celebrare, di saper stare con la gente donandosi senza riserve facendosi compagni di viaggio e

servitori dei fratelli. L’amore è la nostra patria, amare è dare senza richiedere, è essere grati perché tutto è dono, amare – ha concluso il Vescovo- è volere il bene dell’al-tro essendo pronti anche a morire per esso. Lo stesso Arcivescovo di Urbino mons. Giovanni Tani ha vestito don Giacomo con gli abi-ti sacerdotali e lo ha abbracciato fraternamente, un segno questo di profondo amore e di servizio vicendevole che richiama un fra-ternità che nasce da Cristo stesso. Al termine della celebrazione don Giacomo ha ringraziato tutte le persone presenti a lui vicine sot-tolineando come, quanto vissuto in questo giorno, è un mistero così grande che è difficile capire fino in fondo. Anche il Cardinale Antonio Vegliò ha portato il suo saluto a don Giacomo con grande familiarità e simpatia riprendendo le parole del Vescovo, invitandolo ad essere sempre testimone gioio-so e misericordioso.

Marco Gasparini© RIPRODUZIONE RISERVATA

sabato 20 aprile la veglia diocesana per le vocazioni

“e se AncHe Io TI dIco sI’?”LUCREZIA – Sabato 20 apri-le, alle ore 19 presso la parrocchia di Lucrezia, è in programma la veglia dio-cesana per le vocazioni dal titolo “E se anche io Ti dico sì?”.

Page 14: «Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

amicoil nuovo• •14 Fano Fossombrone Cagli Pergola14 aprile 2013

FANO - Ha toccato il cuore dei numerosi presenti la testimonian-za che Cristina Acquistapace ha tenuto lo scorso 4 aprile presso la parrocchia della Santa Famiglia. Cristina ha 41 anni ed è origina-ria di Regoledo, in provincia di Sondrio. È affetta da sindrome di Down e nel 2006 è stata consacra-ta nell’Ordo Virginum dal vescovo di Como Alessandro Maggiolini. Giovedì 4 aprile. Cristina e sua madre sono attese da Don Vincen-zo Solazzi davanti alla porta della chiesa della parrocchia della San-ta Famiglia. La sensazione è che attendesse qualcuno d’importante. L’incontro inizia con un “semplice” Padre Nostro. Poi la parola passa a Cristina che inizia a raccontare la sua vocazione dal giorno del-la sua nascita. «Quando nacqui i miei genitori rimasero male ma è naturale perché tutti desiderano avere figli sani. Subito però mi ac-cettarono pensando a me e ai miei bisogni». Grazie anche all’aiuto di sua zia suora, Cristina fu la prima bambina del suo territorio a fre-quentare, fra normodotati, una scuola materna gestita da religio-se. La madre Marilena stimolò molto la sua primogenita nelle interazioni personali, tanto che Cristina cominciò a parlare molto presto rispetto anche a bambini normodotati.Dopo aver accennato all’esperien-za scolastica successiva e alle Me-

die, Cristina si rivolge in partico-lare ai giovani che «spesso – dice - sono interessati ad apparire, a mostrare agli altri gli aspetti este-riori mentre ciò che dovrebbero fare é concentrarsi sull’essere». Spesso i giovani non si piacciono ma – prosegue con tono affettuo-so - devono imparare ad amare se stessi prima degli altri. «Anche io ho faticato ad amarmi perché i miei limiti ostacolavano la mia accettazione». Pian piano Cristina cresce e si innamora di un ragaz-zo «maturando – come dice lei stessa – anche attraverso il dolore dell’amore». LA CONSACRAZIONE - Poi il viaggio in Kenia con la zia suora. «Qui – racconta – ho trovato il vero senso della povertà non solo economica, e ho scoperto che po-tevo amare me stessa aiutando gli altri. Attraverso l’altro ho capito che si realizzava il progetto che Dio aveva per me». Cristina torna

in Italia e in Assisi avviene la chia-mata. Comunica alla sua famiglia il desiderio della consacrazione ma fatica a far capire ai suoi geni-tori che «a quella chiamata dove-vo rispondere con determinazio-ne». Quando i genitori capiscono è il momento della discriminazio-ne di altre persone. Stavolta a dire di no sono alcuni sacerdoti che finiscono anche per ostacolarla perché Down. «Al massimo qual-cuno voleva accontentarmi con un specie di consacrazione, ma non vera». Cristina però non ci sta. Il lieto fine arriva nel 2006 «con il mio sí alla chiamata di Cristo». Cristina chiude l’incontro con la promessa di rimanere in contat-to con Fano e con una preghiera personale che é un vero e proprio inno di ringraziamento alla vita e ai doni di Dio.Per me la sensazione é di aver sfio-rato una presenza di Santità nella persona di Cristina Acquistapace,

mia coetanea con un cromosoma in più ......come mio figlio!

Romina Alesiani © RIPRODUZIONE RISERVATA

AFFETTA DA SINDROME DI DOWN E CONSACRATA NELL’ORDO VIRGINUM

Cristina: suora laica con un cromosoma in più

INTERIVSTA ALLA MAMMA DI CRISTINA ACQUISTAPACE

La famiglia a sostegno della vocazioneIn margine alla testimonianza di

Cristina Acquitapace, tenutasi lo scorso 4 aprile presso la Par-

rocchia della Santa Famiglia (zona Fano 2), abbiamo intervistato sua mamma, Marilena Sutti, per capi-re il coinvolgimento della famiglia in questa scelta vocazionale. La signora Marilena ha 62 anni ed è un’infermiera in pensione. Dopo le nozze della secondogenita France-sca (39 anni), la famiglia Acqsuita-pace è oggi composta dai figli Ste-fano (27 anni) e Cristina (40 anni). Il papà di Cristina, Vincenzo, ha 66 anni, insegnante di professione e cuoco per passione che – dice la signora Marilena «Ci coccola con pranzetti gustosi e si occupa an-che dei nostri cani Squot, Nene e Uriel».

Gentile signora Marilena come ha vissuto la scelta di sua figlia di consacrarsi a Dio?

Quando Cristina nel 1991 mi rac-contò di aver sentito la voce di Gesù che le chiedeva di seguirlo, io sinceramente non diedi molto peso alla cosa, anzi, scherzando le chiesi se in Kenya le avessero dato da bere qualche strano intruglio. Mi sembrava tutto assurdo e quin-di per parecchio tempo sia io che mio marito cercammo di lasciare che pian piano se ne dimenticas-se, cosa che però non avvenne. Ci

trovammo dopo qualche anno di fronte a una richiesta molto seria. Cristina dopo un mio ennesimo tentativo di convincerla che non mi sembrava indispensabile con-sacrarsi per poter fare del bene, mi rispose che lei doveva vivere la sua vita e non la nostra e che quando Dio chiama mezza risposta non serve. A quel punto mi resi conto che non potevo più scherzare su una cosa tanto seria.

Quali semi vede germogliare nella sua città intorno alla vo-cazione di sua figlia?

Mi rendo sempre più conto che quando la sentono parlare con tanta naturalezza di cose impor-tanti, soprattutto i giovani, riman-gono positivamente impressionati. Mi accorgo che riesce a infondere fiducia e speranza e nel mondo di oggi la speranza è fondamentale. A volte capita che le scrivano dopo averla incontrata e sono sempre parole che ci danno la misura di quanto possa essere positivo per molti giovani essersi potuti con-frontare con una persona apparen-temente diversa ma alla fine sem-plicemente speciale.

Avete mai subito il pregiudizio della gente?

Nel 1972 quando è nata Cristina i pregiudizi erano di gran lunga più frequenti ma anche ora ne incon-

triamo spesso, purtroppo anche da parte di persone dalle quali non ce lo aspetteremmo. Non ci siamo mai lasciate turbare più di tanto e abbiamo constatato che serve di più passare sopra a tante assurdi-tà senza scomporsi. L’ignoranza è una brutta malattia e sono in tanti a soffrirne.

Presto nascerà l’ultimo bambi-no danese affetto dalla sindro-me di Down». Così un quoti-diano danese di qualche mese fa. Cosa ne pensa delle nuove spinte eugenetiche?

Credo che le spinte eugenetiche siano quanto di più irragionevole una nazione possa attuare e non posso nemmeno immaginare di es-sere d’accordo con chi decide che a un bimbo destinato a nascere con la sindrome di Down si possa nega-re il diritto alla Vita.

Che messaggio vuole dare in particolare ai genitori di ragaz-zi affetti da sindrome di Down?

Mi sento di poter garantire che la serenità di un figlio non dipende dal numero dei suoi cromoso-mi, questo lo penso e lo tocco con mano ogni giorno. Per il resto io posso dire che questa figlia che ci è stata affidata 40 anni fa non ha fatto altro che renderci persone migliori.

A cura di Roberto Mazzoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cristina con la mamma Marilena in una foto di repertorio

Le parole del parroco Gi o v e -

dì 4 aprile

è stato un b e l l i s s i m o incontro che ha segnato il cammino della comu-nità: il mio santo omoni-mo Vincenzo de Paoli era solito dire che i poveri sono i nostri signori. Vorrei umil-mente pa-r a f r a s a r l o

dicendo che i poveri sono i nostri maestri. Cristina, come tantissime persone che abbiamo incontrato in questi anni, non è certo povera ma così segnata dalla vita, che ai nostri occhi sembra “povera”: ci ha fat-to da maestra di fede e di vita in un silenzio vero, in una assemblea di giovani e di adulti tra cui amici carissimi che ci hanno riempiti di gioia. Credo davvero che tutti noi presenti, pur nelle diverse sfumature e sen-sibilità, abbiamo intuito quale sia per noi lo stile della nostra carità: una carità che cerca di tenere insieme il rispetto per la persona fragile, la condivisione concreta e l’accompagnamento fraterno per mettere la nostra spalla sotto la loro croce, l’annuncio della bella notizia del Vangelo agli amici “poveri” perché desideriamo che aprendosi alla spe-ranza e valorizzando tutti i doni del loro cuore , possano diventare i nostri “maestri” di fede e di vita. Abbiamo toccato con mano la parola di Gesù che tante volte troviamo nel vangelo: gli ultimi saranno i primi e i primi ultimi.

Don Vincenzo Solazzi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le Parrocchie Maria Immacolata di Tavernelle e S. Antonio Abate di Serrungarina organizzano dome-nica 14 aprile l’”Apertura solenne del Giubileo”.Riportiamo di seguito il program-ma:Ore 11,30 S. Messa cion tutti i gruppi presieduta da Mons. Gio-vanni Tonucci Arcivescovo di Lo-reto.

Ore 16,00 Inaugurazione della mostra fotografica “25 anni di vita religiosa” di Giancarlo Baffioni. Presentazione del volume di sto-ria locale “Serrungarina e i suoi castelli” di Piergiorgio Sanchioni e Michele Pierboni. Interverranno: Marta Falcioni, sindaco di Serrun-garina – Alessandro Marconi, del giornale “il Metauro” – Valeria Purcaro, Università di Urbino.

FANO – Da venerdì 19 a domenica 21 aprile, a Villa San Biagio, si terrà il ri-tiro di primavera per giovani. Riportia-mo, di seguito, il programma:VENERDI’ 19 APRILEore 18.00 Arrivi ed accoglienzaore 19.30 Cena in allegriaore 21.00 Presentazione: sotto le stelle ore 22 Marco in linea, si presenta…SABATO 20 APRILEore 7.30 Destinazione mare… Cola-

zioneore 9.30 I Meditazione: Sì, ho sbaglia-to… ma poi sono cresciuto…- Rifles-sione personale ore 11.30 Lavori di gruppo ore 13.00 Pranzo… Pausa – giochiore 16.00 II Meditazione: Crescere, si ma come? D. Sergio mi ha aiutato così…testimonianze - tempo dialogo – confessioni/chiacchierataore 19.00 Vespro

ore 19.30 Cena ore 21.00 Serata di fraternità – Mo-mento marianoore 22.30 Esposizione Eucaristia - Adorazione notturna…DOMENICA 21 APRILEore 8.00 Celebriamo le lodi - colazioneore 9.00 Incontro di verifica e prepara-zione della Santa Messaore 11.30 Santa Messa conclusivaore 12.30 Pranzo e saluti

Ritiro di primavera per giovani a Villa San BiagioAGENDA GIUBILEO PARROCCHIALE (1943-2013)

Page 15: «Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

14 aprile 2013 15Fano Fossombrone Cagli Pergolaamicoil nuovo• •

L’U.N.I.T.A.L.S.I. FANo dA PAPA FrANceSco

La tenerezza verso i più deboliFANO - E’ difficile tradurre in pa-role tutte le emozioni provate nel corso della cerimonia per l’intro-nizzazione del nostro Papa Fran-cesco. Già dall’arrivo in Piazza San Pietro (ore 06.00 di martedì 19 marzo) si respirava un’atmosfe-ra di gioia e di festa; l’ottima orga-nizzazione del comune di Roma e dell’Unitalsi Nazionale ha consen-tito a oltre 200 mila pellegrini di accedere con ordine e puntualità, sistemandosi in piazza in attesa dell’arrivo del Pontefice.Noi dell’UNITALSI Marche (4 pullman e 2 pulmini di volontari, pellegrini e ammalati) abbiamo accompagnato gli amici disabili vicino alle transenne, prendendo posto accanto a loro.

Verso le ore 09.00 dall’acclamazio-ne della folla abbiamo compreso che Papa Francesco era già in mezzo a noi; ma quale gioia quan-do ci siamo accorti che con uno scatto improvviso faceva fermare l’automobile e scendeva per acca-rezzare e baciare un nostro amico disabile, Cesare Cicconi socio del-la Sottosezione di Ascoli PicenoCesare, che dall’età di 8 mesi è costretto su un lettino costrui-to su misura, è molto legato al-l’UNITALSI; grazie infatti a tali volontari, è riuscito ad incontrare in una simile occasione Papa Gio-vanni Paolo II e a coronare il suo sogno di volare, raggiungendo Lourdes in aereo.Il gesto di Papa Francesco ha

commosso tutti i presenti per la sua spontaneità, ricordando-ci, come sottolineato anche nel-l’omelia pronunciata durante la celebrazione eucaristica, che la tenerezza non è segno di debolez-za, ma virtù da coltivare sempre e da riscoprire ed esprimere in ogni occasione che la quotidianità ci presenta verso i familiari, gli ami-ci e, soprattutto, verso i più deboli ed emarginati.Forti di questa nuova consapevo-lezza, abbiamo fatto ritorno alle nostre case, certi che da questo momento in poi anche in nostro volontariato si arricchirà di una “tenerezza” nuova.

Valeria© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corso di formazione per motopompe e a.i.b.

Terremoto, per una cultura della prevenzioneFANO – Divulgare la cultu-ra del terremoto partendo dalle giovani generazioni per facilitare la comprensio-ne del fenomeno e favorire essenziali politiche di pre-venzione per consentire alle comunità locali di convivere in modo non traumatico con eventi sismici. Questi gli obiettivi di “Io non tremo, Liberi di convivere con il terremoto” in programma a Fano dal 13 al 28 aprile. In-contri, mostre, dibattiti e eventi musicali promossi dall’Ordine degli ingegneri della Provincia di Pesaro in collaborazione con l’Ordine dei Geologi delle Marche. Alla conferenza stampa di presentazione sono intervenuti il presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Pesaro Corrado Giommi e per l’Ordine dei Geologi il presidente Enrico Gennari.L’iniziativa prevede tra l’altro numerosi eventi. Tra questi il convegno presso la Sala Fondazione Cassa di Risparmio di Fano venerdì 19 aprile alle ore 9.30 dedicato alla “Pianificazione antisismica e gestione delle emergenze” alla presenza del professor Mauro Dolce del Dipartimento della Protezione Civile. Sempre il 19 si svolgerà, alle ore 21 presso la Sala Verdi del Teatro della Fortuna, lo spettacolo teatrale “Il fulmi-ne nella terra. Irpinia 1980” e la proiezione della docufiction di Ingv-Edurisk “Non chiamarmi terremoto”. Da citare anche la mostra, allestita presso la chiesa San Mi-chele, che prende il nome dal titolo della manifestazione “Io non tremo”, un excur-sus storico sui terremoti nella storia e il laboratorio didattico per le scuole “Tutti giù per terra” allestito alla Memo. Sabato 20 aprile, alle ore 21.15 presso il Teatro della concordia a San Costanzo, una serata con il San Costanzo Show per esorcizzare il terremoto dal titolo “Scalcinati. L’antisima prima di tutto”.L’intero programma della manifestazione è consultabile sul sito www.ionontremo.it

FANO - Sabato 6 Aprile, presso l’area del C.O.D.M.A. di Fano sede operativa del C.B. Club E. Mattei, si sono svolti i corsi di formazio-ne per l’utilizzo delle Motopompe e sui Moduli per l’antincendio boschivo.Il corsi sono stati organizzati dalla Protezione Civile dalla Regione Marche in collaborazione con le Associazioni C.M.A. di Mondavio , Vo-lontari dei Vigili del Fuoco di Ancona e del C.B. Club E. Mattei di Fano.La collaborazione del C.B. Club E. Mattei di Fano è consistita nel mettere a disposizione un modulo adibito a segreteria per l’accreditamen-to dei volontari, un’aula didattica per 100 posti

munita di videoproiettore, per la parte teorica e una vasta area all’aperto per le prove pratiche. Al termine delle due sessioni di prove, sono stati rilasciati gli attestati di formazione previsti dal D.L. 81 sulla sicurezza per l’utilizzo delle mede-sime attrezzature.Questi corsi sono obbligatori oltre al certificato medico, per tutti i Volontari di Protezione Civile che vorranno proseguire in queste attività.A settembre sempre presso l’area CODMA ver-ranno organizzati anche i corsi di Logistica.Il 2013 è l’anno della formazione dei Volontari di Protezione Civile per l’adeguamento alle leggi vigenti.

PERGOLA - La sala dell’Abbondanza del Teatro Comunale di Pergola, domenica pomeriggio, era gremita per la cerimonia del “Pergolese dell’anno 2013”, assegnato al dott. Enrico Veschi, Grand’Ufficiale del-l’Ordine al Merito della Repubblica Italia-na e Direttore Generale del Ministero del-le Poste e Telecomunicazioni dal 1990 al 1993. Ha aperto la serata Ritaldo Abbon-danzieri, presidente dell’associazione Per-gola Nostra, che ha spiegato il perché di questo riconoscimento. Il dott. Veschi, pur non essendo nativo di Pergola, si è sempre impegnato per la sua valorizzazione, dan-do lustro alla cittadina pesarese facendola conoscere in tutto il mondo. L’avvocato Loretta Lancia ha ricordato il grande lega-me affettivo del dott. Veschi con Pergola, come quando in giornata venne nominato a Roma Direttore Generale delle Poste Ita-

liane e la sera era a Pergo-la per festeggiare insieme agli amici la sua nomina. Ha anche ricordato che a Pechino, nel mese di no-vembre 1990, invitati da quella Amministrazione postale a partecipare ad una mostra filatelica con qualche francobollo che illustrasse l’Italia, vennero portati anche i francobolli dei bronzi dorati e qualche migliaio di cartoline per

sigillare la collaborazione del Ministero delle Poste Italiane con la China Nazional Stamp Corporation, all’interno degli scam-bi economici e culturali italo cinesi. L’av-vocato Lancia ha concluso la sua laudatio, ringraziando il dott. Enrico Veschi. Anche il sindaco Francesco Baldelli ha elogiato la figura del dott. Veschi, ringraziandolo del-l’impegno costante dato per far conoscere e valorizzare Pergola e per l’emissione dei due francobolli sui Bronzi Dorati. Infine Giampiero Buratti ha concluso ricordando il grande amore che ha nutrito sempre per Pergola. Il dott. Veschi si è sentito onora-to per l’ambito riconoscimento - e nel suo saluto conclusivo - ha ripercorso i periodi trascorsi a Pergola dove ha trovato gli af-fetti sinceri e le amicizie più vere.

Ilario Taus© RIPRODUZIONE RISERVATA

HOME CARE PREMIUM A SOSTEGNO DELLA NON AUTOSUFFICIENZA

Prestazioni assistenziali rivolte a soggetti non autosufficienti. Riservate ai residenti sul territorio del Montefeltro che siano o siano stati dipendenti Inps e ai loro famigliari di primo grado. È que-sto Home Care Premium, il progetto finanziato dall’Inps e destinato al sostegno della non auto-

sufficienza, presentato oggi a Cagli. Cagli, Fossombrone, Carpegna e i tre ambiti sociali dei quali sono comune capofila, si sono già rimboccati le maniche e sono pronti ad attuare il bando indetto dall’Inps, che dirotterà nelle aree interessate un contributo economico compreso tra 200mila e 500mila euro (a seconda delle domande pervenute e ritenute idonee). Alle associazioni che operano nel sociale, il progetto lo hanno spiegato il presidente del comitato dei sindaci dell’Ambito n 3 Massimo Ciabocchi, quello dell’Ambito n 5 Michele Maiani e Paride Prussiani, assessore ai Servizi sociali di Fossombrone. Sono 130 i soggetti in condizioni di non autosufficienza che potranno usufruire del contributo, non solo economico (circa 1.500 euro l’anno) ma anche di servizi di assistenza domiciliare per 12 mesi. Una mano, questa, che va ad alleggerire i Servizi sociali dei comuni, sempre più penalizzati dalla crisi economica. “In un momento come questo - spiega Ciabocchi - e soprattutto di fronte alle sempre più scarse risorse destinate al sociale, aver colto l’opportunità offerta dall’Inps è per noi motivo di orgoglio ma anche di stimolo per far sì che i nostri tre territori possano vivere sempre meglio”. Gli Ambiti si stanno organizzando per mettere a disposizione personale pronto a fornire modulistica e raccogliere le domande. Che devono essere consegnate agli Ambiti entro il 31 maggio.

Elisa Venturi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il premio “Pergolese dell’anno” a Enrico Veschi

“ALL’UNISONO…ASPETTANDO RIO”FANO – Hanno saputo creare, con la loro musica, una serata emozionante e suggestiva. Venerdì 5 aprile, la Sala Riunioni del Centro Pastorale ha ospitato il concerto del mini tour “All’Unisono” che ha permesso di raccogliere fondi da destinare alla realizzazione di un ospedale per i ragazzi nella città di Rio che quest’anno ospiterà la Giornata Mondiale della Gioventù. Ad esibirsi il duo “Spiriti Pagani” formato da Roberto Pagani e Pio Spiriti musicisti dal 2004 della Band di Claudio Baglioni. Con le loro note hanno coinvolto il pubblico in un viaggio musicale emozionante: dalla musica classica con brani di Brahms, Mozart, Strauss, Vivaldi, alle colonne sonore dei film più famosi fino ad arrivare alle famo-sissime canzoni di Claudio Baglioni che hanno permesso al pubblico di cantare davvero all’unisono. Il duo si è, inoltre, esibito nell’inno della prossima GMG di Rio. Durante la serata, ha preso la parola don Steven Carboni, responsabile dell’ufficio diocesano di Pastorale Giovanile, il quale ha ringraziato gli “Spiriti Pagani” per la straordinaria performance e ha ricordato l’importanza del messaggio che attraverso questa iniziativa si è voluto trasmettere: un messaggio di speranza e di vicinanza con tutti i giovani che prenderanno parte alla GMG di Rio insieme a Papa Francesco.

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Fano Fossombrone Cagli Pergola14 aprile 201316 amicoil nuovo• •

◆ IL BIBLIOTECARIO CARCERARIOFANO – Lunedì 22 aprile, dalle ore 9.30 alle ore 17, presso la Mediateca Montanari, l’AIB Marche in collaborazione con Regione Marche (nei settori specifici delle Politiche sociali, Cultura e Istruzione), PRAP Marche, ATS Camerino, GUSPEC (Gruppo nazionale utenze speciali AIB), Coop Culture, Comu-ne di Fano, propone il seminario Il bibliotecario carcerario, definizione di un possibile profilo curriculare per il bibliote-cario operante negli Istituti Penitenziari. Per maggiori infor-mazioni:http://www.aib.it/attivita/2013/32893-il-biblioteca-rio-carcerario/

◆ ISCRIZIONI AI SERVIZI ESTIVI PER LE SCUOLE MATERNE E I NIDIFANO – Fino al 20 aprile 2013 sono aperte le iscrizioni ai ser-

vizi estivi per le scuole materne e i nidi. Le domande di iscri-zione dovranno essere compilate presso gli uffici del Settore Servizi Educativi, siti in Via Vitruvio, 7 tel. 0721 887611-604 fax. 0721 807300. Gli uffici saranno aperti al pubblico nei se-guenti orari: dal lunedì al sabato dalle ore 8.30 alle ore 12.30, il martedì dalle ore 10.00 alle ore 17.00 oppure tramite PEC al seguente indirizzo: [email protected] materiale informativo è visionabile presso il portale del Co-mune di Fano.

◆ L’INNOVAZIONE SOCIALE CREA SVILUPPO NEL TERRITO-RIO”FANO – Venerdì 12 aprile, alle ore 15.30 a Palazzo Palazzi in via De Cuppis 2, si terrà il seminario FAB “L’innovazione so-ciale crea sviluppo nel territorio”.

NOTIZIE IN BREVEGIUSEPPE PAPAGNI. DIPINTI E SCULTUREPIETRARUBBIA – Sarà inaugurata sabato 20 aprile, alle ore 18 nel Mu-seo Arnaldo Pomodoro nel Montefeltro presso il Castello di Pietrarub-bia, la mostra “Giuseppe Papagni. Dipinti e sculture” a cura di Manlio Brusantin e Gianni Volpe. “C’è qualcosa di altamente evocativo nella parola FRAGILI – scrive Papagni – che ho scelto per intitolare le mie ultime mostre. La fragilità nell’arte è la rasoiata poetica, è l’equilibrio nella precarietà, è la capacità di lasciare il segno. Le mie opere vor-rebbero rispondere al fascino della ritualità e del mito emergenti in quei territori dello spirito, in quell’Oriente dove il senso di leggerezza o dell’evanescenza assume forma di preghiera nell’eterno rappor-to tra anima e materia e intento a cogliere nell’arte vera la propria modalità alchemica”. La mostra sarà aperta (ingresso gratuito) dal 20 aprile al 9 giugno con i seguenti orari: sabato e domenica 15.30-18.30 - 25 aprile – 1 maggio – 2 giugno - ore 10-12.30 / ore 15.30-18.30Info: 0722.75110 – 75350 - [email protected]

FANO - In occasione della Giornata Mondiale della Po-esia del 23 marzo, il poeta fanese Stefano Sorcinelli è stato insignito dalla Prof.ssa Novella Torregiani, presi-dente dell’Associazione Cul-turale Leopardian Commu-nity “Coro a più voci”, del titolo di “Socio Onorario” con relativa consegna di Diploma di Encomio, di una copia pergamenata della poesia “L’infinito” di Giacomo Leop-

ardi e di una Targa in argento riportante la seguente motivazione: ‘’Al Poeta Stefano Sorcinelli si attribuisce la qualifica di Socio Onorario dell’Associazione Culturale di Porto Recanati Leopardian Community “Coro a più voci’’ per le numerose benemerenze in ambito culturale, sociale e uman-itario ricevute da prestigiose Accademie e dalla Presidenza del Senato della Repubblica Italiana’’.Questo prestigioso riconoscimento è stato conferito a Sorcinelli nell’ambito della cerimonia di premiazione della 3° Edizione del Premio Letterario Internazionale “SEMPRE CARO”, organizzato dall’Associazione Culturale Leopardian Community “Coro a più voci” con il patrocinio dei Comuni di Recanati, di Porto Recanati, della Regione Marche e dell’UNESCO, tenutasi nell’Aula Magna del Palazzo Comunale di Recanati alla presenza del Sindaco di Recanati Francesco Fiordomo e dell’assessore alla Cultura Andrea Marinelli oltreché di tanti poeti provenienti da ogni parte d’Italia.

FANO – Torna, per il quarto anno consecu-tivo, il concorso fotografico “Animali, Tera-pia dell’Anima”, promosso dall’associazione di volontariato animalista Osiride onlus, in collaborazione con la Scuola di Fotogra-fia Santa Maria del Suffragio, il Comune di Fano -Assessorato al Turismo e alcuni spon-sor. La scadenza è fissata al 10 maggio e il tema portante del concorso resta il mondo animale, con particolare attenzione alla re-lazione uomo-animale. La sezione speciale di quest’anno sarà dedicata al tema “Bam-bini e Animali, un rapporto speciale”, con l’intento di mostrare i diversi aspetti del rapporto, dal gioco alle coccole, e rivelare il prezioso scambio di emozioni tra bambini e animali. Il concorso è aperto a tutti, senza limiti di età, e la partecipazione è gratuita. Il regolamento completo con le modalità di partecipazione e il modulo d’iscrizione sono scaricabili dal sito www.igattidiosiride.it oppure si possono richiedere all’indiriz-zo [email protected] Ogni concorrente può presentare fino ad un massimo di 4 fo-tografie a colori o in bianco e nero, in for-

mato digitale. La cerimonia di premiazione è in programma il 24 maggio alle ore 21,15 presso la Sala Ipogeo della Mediateca Mon-tanari a Fano; successivamente, una selezio-ne delle foto pervenute sarà oggetto d’una mostra dedicata.Per ulteriori informazioni: Tel. 320.9281066 (h.18.00 – 21.00) - email: [email protected]

Stefano Sorcinelli premiato a RecanatiCONCORSO FOTOGRAFICO DEDICATO AL TEMA “BAMBINI E ANIMALI”

“Animali, terapia dell’anima”

MISERIA E RICCHEZZA DELLA RETE

Internet: nascita di una società post-umana?FANO - Pensando alla storia del-l’universo informatico, ai prodigiosi progressi che in pochi anni hanno portato alla realizzazione di appa-recchi sempre più piccoli e sempre più straordinari, nelle loro presta-zioni, ci dobbiamo interrogare su quale sarà il nostro futuro, quello della nostra società, con i nuovi mezzi di comunicazio-ne. Siamo abituati a muoverci attra-verso certe coordinate, a regolare il nostro pensiero sulla base di collau-dati schemi logici.Ci accorgiamo che siamo entrati in un mondo tutto nuovo, dove hanno valore altre dimensioni, altri proce-dimenti di pensiero. Siamo passati dalla cultura libresca a quella infor-matica. E’ un bene o un male tutto ciò? E’ quello che è stato dibattuto, attraverso tre incontri al circolo

culturale “Angiola Bianchini” di Fano, il 13, il 20 e il 27 Marzo.Dopo un incontro di informazio-ni tecniche, in cui l’ing. Giovanni Frattini ha illustrato il significato di certe definizioni e sigle informa-tiche, dopo la proiezione del film “The social network”, dedicato alla personalità del giovanissimo Mark Zuckerberg, straordinario inventore di Facebook, il professor Paolo Bo-netti ha tirato le somme, guidando gli ascoltatori alla valutazione etica e sociale dei nuovi mezzi di comu-nicazione. Indubbiamente la rete informatica costituisce un eccezio-nale strumento di conoscenza e di socializzazione: Internet dà tante informazioni in tempi brevissimi, sostituendo la consultazione di libri, lunga e spesso incompleta. Dicono ad esempio che il rapido divampare

dei movimenti politici e sociali del-la cosiddetta “primavera araba”, che ha riempito di migliaia di dimo-stranti le piazze di città arabe nor-dafricane e mediorientali, è stato reso possibile dal rapido diffondersi delle idee attraverso Internet.Tutto positivo, dunque? Non tutti sono d’accordo. Paolo Ercolani, do-

cente di Filosofia e Teoria e Tecnica dei nuovi Media, dà un interpreta-zione sostanzialmente negativa del-la rivoluzione informatica, nel suo libro: “ L’ultimo Dio”.Egli sostiene che all’inizio il nuovo mezzo di comunicazione, la Rete, aveva un carattere libertario, era un mezzo di conoscenza e diffusio-ne del sapere. Ma ora questa fase è finita, perché la rete è condizionata da poteri economici e politici, per cui le scelte, che il pubblico crede personali, sono in realtà guidate dalla pubblicità, che propone mo-delli e impone di accoglierli, dalle istituzioni monetarie e dai poteri politici. E’ un’illusione, dice il prof. Bonetti, che l’uomo sia libero nelle sue scelte, che la rete sia una garan-zia di democrazia, grazie all’accesso globale alle informazioni.

E allora? Forse con il tempo, con il diffondersi della conoscenza in ma-niera sempre più ampia il cittadino comune ha modo di scegliere e di controllare meglio i propri gover-nanti. E’ un aspetto positivo, desti-nato a compensare quello negativo rilevato dagli uomini di cultura, che giudicano la rete responsabile di certi fenomeni culturali e sociali, sempre più evidenti: la mancanza di senso critico, l’incapacità di scri-vere e di parlare in maniera organi-ca e appropriata.L’incontro è stato seguito da un fol-to pubblico, assai interessato, che è intervenuto con numerose doman-de a cui il prof. Bonetti ha risposto con la consueta chiarezza e compe-tenza.

Leda Pedinotti©RIPRODUzIONE RISERVATA

IN OCCASIONE DELLE GIORNATE DEI FAI

Una visita all’Episcopio di FanoFANO - Il 23 e 24 marzo, primo fine settimana dopo l’inizio uffi-ciale della Primavera (per il mo-mento solo sul calendario), si è rinnovata la ventunesima edizio-ne delle Giornate Fai di Primavera. Su segnalazione di un amico ho deciso sabato mattina di visitare l’episcopio di Fano.Il fabbricato è il risultato di una ricostruzione e di ampliamenti risalenti al XVII secolo, proba-bilmente realizzati dall’architet-to fanese Francesco Gasparoli. Ricchissimo in tutti gli ambienti l’arredo ligneo; quanto a datazio-ne, dal Cinquecento all’Ottocento. Notevoli alle pareti le raccolte di dipinti, soprattutto la cosiddet-ta “Sala degli Arazzi”: in realtà si tratta di dipinti su tela grossa che

sono stati realizzati alla fine del Settecento probabilmente dall’ar-tista milanese Giuseppe Tamanti e fanno parte di un complesso programma iconografico. In pie-no Illuminismo, epoca caratte-rizzata da una forte polemica nei confronti di quella che era con-siderata “l’illusione più grande di tutte: la religione”, i cinque dipin-ti avevano lo scopo di invitare le persone a riflettere su quei dogmi e principi cristiani che la Chiesa stava tentando con difficoltà di riaffermare.Nonostante questi ambienti cu-stodiscano bellissime opere d’ar-te, illustrate egregiamente dal dott. Guido Ugolini (alternandosi al prof. Franco Battistelli e natu-ralmente alle mini-guide), quello

che mi ha colpito è stato il calo-re umano che ho sentito in que-sto Palazzo Episcopale: sembrava veramente di essere in una casa. Già salendo la scala ho trovato una bellissima immagine di Papa Giovanni Paolo II contemporanea, alcune foto tra cui la facciata del duomo di Fermo ed altre imma-gini devozionali regalate al Ve-scovo Armando, che ricordano la sua provenienza, e soprattutto le dediche che testimoniano l’amo-re verso il loro ex-parroco. Nella prima sala del piano nobile ci at-tendeva Mons. Armando Trasarti che, come si conviene a un buon padrone di casa, ci ha accolti e si è intrattenuto a scambiare alcune simpatiche battute di benvenuto, soprattutto con noi pesaresi che

“avevamo sconfinato”. Sulle con-solle antiche tanti riconoscimen-ti e omaggi fatti al vescovo dalle forze dell’ordine, dalle istituzioni o società o associazioni (ricordo ad esempio una paletta ed un cap-pello da vigile urbano). Una cosa che mi ha colpito è la presenza di grandi tavoli e non piccole scriva-nie con tante sedie, anche nello studio episcopale: ciò mi ha fatto ipotizzare che il vescovo prefe-

risca forse un colloquio corale. E proprio nel suo studio mi è ca-duto l’occhio su due modellini di una vecchia Fiat 500. Avevo avuto modo di visitare in precedenza qualche altro episcopio, ma mai ho avuto la sensazione, come a Fano, di trovarmi tra le mura do-mestiche di una casa particolare, quella del vescovo.

Lorenzo Fattori©RIPRODUzIONE RISERVATA

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Ad Urbinola nuova

residenzaper gli anziani

pagina

inaugurazioneRedazione di Urbino:Via Beato Mainardo, 4 - 61029 UrbinoTel. e Fax 0722/[email protected]: Mattino 9.00-12.00Pomeriggio 15.00-17.00Urbino

Urbania Sant’Angelo in Vado

FeSTa DeLLa FaMigLia aD urBania

un tesoro in vasi di cretaURBANIA. Domenica prossima 14 aprile all’oratorio di Urbania si terrà la festa delle famiglie, or-ganizzata dall’equipe di pastorale familiare ed aperta a tutte le fa-miglie dell’Arcidiocesi. Questo il programma: alle 9.30, acco-glienza delle famiglie; seguirà, alle 10, la celebrazione delle lodi e la relazione “Il tesoro nascosto” (L’amore e il sacra-mento del matrimonio), con i coniugi Cesare e Rita Gior-getti di Rimini; dalle 11 alle 13 riflessione personale o in cop-pia e condivisione in piccoli grup-pi. La mattinata si concluderà con il pranzo offerto dalla Parrocchia. Nel pomeriggio, alle 15.30, as-semblea con risonanze del lavoro dei gruppi e testimonianza dei coniugi Gianfranco e Maria Tere-sa Angelini di Pesaro su “Il tesoro ritrovato”. La giornata vivrà il suo momento conclusivo alle 16.45, con la s. messa celebrata dall’Arci-vescovo mons. Giovanni Tani. Affermava il beato Giovanni Pao-lo II – era il 1981 – al n° 17 del-l’Esortazione Apostolica Familia-ris consortio: “Nel disegno di Dio Creatore e Redentore la famiglia scopre non solo la sua «identi-tà», ciò che essa «è», ma anche la sua «missione)», ciò che essa può e deve «fare». I compiti, che la famiglia è chiamata da Dio a

svolgere nella storia, scaturiscono dal suo stesso essere e ne rappre-sentano lo sviluppo dinamico ed esistenziale. Ogni famiglia sco-pre e trova in se stessa l’appello insopprimibile, che definisce ad un tempo la sua dignità e la sua responsabilità: famiglia, «diventa» ciò che «sei»! Risalire al «princi-pio» del gesto creativo di Dio è al-lora una necessità per la famiglia, se vuole conoscersi e realizzarsi secondo l’interiore verità non solo del suo essere ma anche del suo agire storico. E poiché, secondo il disegno divi-no, è costituita quale «intima co-munità di vita e di amore («Gau-dium et Spes», 48), la famiglia ha la missione di diventare sempre più quello che è, ossia comunità di vita e di amore, in una tensione che, come per ogni realtà crea-ta e redenta troverà il suo com-ponimento nel Regno di Dio. In una prospettiva poi che giunge alle radici stesse della realtà, si deve dire che l’essenza e i compiti della famiglia sono ultimamen-

te definiti dall’amore. Per questo la famiglia riceve la missione di custodire, rivelare e comunicare l’amore, quale riflesso vivo e rea-le partecipazione dell’amore di Dio per l’umanità e dell’amore di Cristo Signore per la Chiesa sua sposa. Ogni compito particolare della famiglia è l’espressione e l’at-tuazione concreta di tale missione fondamentale. E’ necessario per-tanto penetrare più a fondo nella

singolare ricchezza della missione della famiglia e scandagliarne i molteplici ed unitari contenuti”.Proprio tenendo conto di queste premesse, è stata scel-to, quale icona biblica, il ce-leberrimo passo paolino: “Noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartie-ne a Dio, e non viene da noi” (2 Cor 4,7). Prendere coscienza

delle potenzialità della fami-glia, della meta della comu-nione familiare, attraverso la preghiera, la testimonianza e la condivisione. Scrive mons. Piero Pellegrini invitando al-l’incontro: «A tutte le coppie che hanno già partecipato agli incontri proposti e a quelle che ri-cevono questa lettera per la prima volta, vogliamo essere vicini e dare un segno di speranza e fiducia. Per “non lasciarci rubare la spe-ranza” - così ci esorta a fare Papa Francesco - vogliamo offrirvi un momento speciale per poter vive-re una giornata tutta e solo per voi e respirare un’autentica boccata di ossigeno. Ascoltare testimonianze di altre coppie ci fa bene e non ci fa sentire soli».Chi vuol partecipare deve preno-tarsi quanto prima telefonando: 0722.319446, oppure 0722.319410, oppure 0722.319237, oppure 0722.319871, precisando anche numero ed età dei figli.

Don Andreas Fassa©riproduzione riservata

FeSTa DeLL’annunCiazione a urBino

La celebrazione nella chiesa dell’annunziataURBINO. La ricorrenza del 25 mar-zo nel corso della Settimana Santa ha spostato al lunedì successivo all’Otta-va di Pasqua la celebrazione liturgica della Solennità dell’Annunciazione a Maria, festa parrocchiale della SS. Annunziata di Urbino. Com’è nella tradizione, a questa festa non si le-gano manifestazioni esteriori parti-colari, si tratta di un momento per l’intera comunità nelle sue espres-sioni più variegate per raccogliersi intorno al Parroco, don Sandro, e ai sacerdoti che collaborano alla cre-scita spirituale di questa porzione di popolo di Dio che vive nella Parroc-chia, don Romano e don Giancarlo. Frotte di bambini, tra cui gli impec-cabili chierichetti, i giovani lettori, gli addetti all’offertorio; le famiglie, i giovani, le realtà musicali (cori, mae-stri ed organisti), ed anziani hanno festeggiato Maria, nella ricorrenza del suo epocale “sì”. La liturgia è sta-ta presieduta dall’Arcivescovo Gio-

vanni, nel giorno del suo complean-no, insieme anche a don Hugo, don Andreas e don Nino. Il Vescovo ha tratto spunto dall’Annunciazione di Barocci, che è riprodotta a mosaico sulla parete dell’abside della parroc-chiale, per ricordare che il pittore ci dice che “Maria è di Urbino”, ricor-dandoci i sì che quotidianamente, in ossequio alla vocazione individuale, siamo invitati a pronunciare in fami-glia, al lavoro, nelle relazioni umane. Nella circostanza è stato dato anche annuncio alla comunità dell’incon-tro il prossimo 4 maggio con il Santo Padre con i Vescovi delle Marche nel corso della visita ad limina Aposto-lorum, visita già programmata per il 28 febbraio, ma poi rinviata per la rinuncia di Benedetto XVI. Al termi-ne della liturgia i parrocchiani hanno continuato la festa insieme al Vesco-vo e ai sacerdoti nel salone parroc-chiale in clima di festa gioiosa e pie-na d’affetto, col piacere di riavere per

la circostanza anche don Umberto. A Maria si affida fiduciosa la chiesa che è in Urbino, fiat mihi secundum ver-bum tuum.

lb©riproduzione riservata

VegLia PaSQuaLe neL Segno DeLLa MiSSionarieTÀ

Battesimo di due bambini del Beninsant’anGeLo in vado. nella not-te di pasqua, a sant’angelo in vado si è celebrato il battesimo di due bambini di una famiglia del Benin emigrata per ragioni di lavoro: as-sahoui senido antonio Bò e assahoui Yenoukounme veronica angela figli di assahoui aemako toussaint e af-foton Mahoussi Brigitte. Questa spe-ciale occasione sottolinea l’esigenza di una rinnovata catechesi che si fondi sulla nuova evangelizzazione richiesta, a più voci, dal magistero della Chiesa, affinché sappia essere sensibile alla voce dei poveri e degli emigranti provenienti dalle zone più disagiate del pianeta. L’arcidiocesi ospita circa 800 emi-grati africani di religione cristiana provenienti principalmente da Benin, nigeria, Congo e Camerun, bisognosi non solo di aiuti materiali, ma anche spirituali ed umani, che facilitino l’integrazione e l’inculturazione dei bambini, dei ragazzi, così come degli adulti che soffrono di non possede-

re opportunità per stringere legami sul territorio e con le comunità dei credenti. spesso il rapporto creato nel tempo è quello con la Caritas diocesana e parrocchiale, a cui gli emigrati si rivolgono per i bisogni primari, verso la quale instaurano

necessariamente un legame fondato sul bisogno, che raramente evolve in un rapporto umano, amicale, in un coinvolgimento nella comunità. per questo, nell’unità pastorale di san-t’angelo in vado si sta pensando da tempo di realizzare un osservatorio

culturale e di evangelizzazione per i migrantes africani, a cui potrebbero attendere, con competenza ed effica-cia, i preti africani che sono in aiuto al clero diocesano. una loro attività concepita nell’attenzione alle mino-ranze etniche e linguistiche, come ai turisti di passaggio, consentirebbe di vivere la vera carità, offrendo l’occa-sione, nei tempi forti della liturgia, di vivere la santa messa in francese, in inglese e in spagnolo, in urbino o nei principali centri delle unità pastorali. spesso queste comunità hanno bi-sogno di spazi per poter vivere le feste tradizionali o nazionali e le parrocchie non possono non essere ospitali e non venire incontro a que-ste esigenze, per affermare il valore della multietnia, non solo come un dato acquisito in seguito alle ondate

migratorie, ma come qualità fondan-te della società. sono queste piccole iniziative che permettono di manife-stare l’attenzione alle popolazioni di emigrati che necessitano di speciale cura per sentirsi parte della comuni-tà cattolica, che non deve più essere concepita attraverso confini geogra-fici o razziali. preparare due bambini al battesimo ha significato per don Michele, suor silvana e l’équipe dei catechisti guidata da don nino amati, un’occasione di riporre nella famiglia quella speranza della fede cristiana che, lontani dall’africa, diventa più difficile da vivere ogni giorno. L’oc-casione di questo sacramento del battesimo, di Bò e veronica ci spiega che la missione per ognuno di noi inizia dall’italia e dalla vecchia euro-pa: l’africa sofferente che chiede una mano, è nostra vicina di casa e siamo tutti chiamati a prendere coscienza di questa realtà che ci interpella.

Mons. Davide Tonti©riproduzione riservata

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14 aprile 201318 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

URBINO. Al centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, morto, sepolto e risorto. La Messa “in coena Domini” del giovedì santo ha ruotato attorno al tema del servizio e dell’Eucari-stia. La Chiesa del grembiule: per primo, Cristo si spoglia della veste e consegna la sua vita come gesto d’amore. A spiegare la teologia del servizio, anche se in modo scarno ed essenziale, basterebbe la triade di verbi usati nel Vangelo di Gio-vanni: si alzò da tavola, depose le vesti, si cinse un asciugatoio. Anche Mons. Tonino Bello ha sottolinea-to, in alcuni scritti, l’importanza di riscoprire il profondo significato e l’azione della Chiesa del grembiu-le. Si alzò da tavola: «L’eucaristia non sopporta la sedentarietà, non tollera la siesta, ma ci sollecita al-l’azione; se non ci si alza da tavola, l’eucaristia rimane un sacramen-to incompiuto. È altrettanto vero, però, che anche il servizio più ge-neroso reso ai fratelli non produce frutti, se prima non si è stati “a ta-vola”. Ogni impegno, ogni azione devono partire dalla “tavola”, dalla

consuetudine con Cristo, dalla fa-miliarità con Lui». Depose le vesti: «Deporre le vesti del tornaconto, dell’interesse personale, della ric-chezza, dello spreco, dell’arrogan-za, dell’egemonia, per indossare le trasparenze della modestia, della semplicità, della leggerezza. De-porre le vesti, significa forte im-pegno a favore degli ultimi, dei poveri, dei diseredati, di tutti colo-ro che rimangono indietro o sono scavalcati dagli altri». Si cinse un asciugatoio: «L’unica porta che ci introduce nella casa della credi-bilità perduta è la “porta del ser-vizio”. Solo se avremo servito, po-tremo parlare e saremo creduti». «L’offerta di Gesù in sacrificio per

noi», ha detto il nostro Arcive-scovo che ha presieduto tutti i riti della Settimana santa, «manifesta la forza del legame di amore che Gesù ha stabilito con i suoi disce-poli e con tutti. Il Suo ruolo è di aprire per loro una via di salvezza, e non può farlo se non raggiun-gendoli là dove sono, cioè nella loro esistenza provata e doloro-sa. Si tratta di trasformare questa stessa esistenza in un cammino di liberazione». Davvero toccanti, nella liturgia della passione e mor-te di Gesù del venerdì santo, sono stati il momento del silenzio per la morte e per l’ascolto del racconto degli avvenimenti della nostra sal-vezza, e il momento del bacio al

Crocifisso, quale adorazione e ri-conoscenza verso chi dona la vita per amore. Così come elemento di riflessione è stato senza dubbio il buio quale tentativo di “spegnere” la Luce del mondo, chiudendola in una tomba. E ancora Mons. Tani: «Non possiamo adorare qui la croce e poi non riconoscere il no-stro Re nella vita. Soprattutto non possiamo non riconoscerlo negli altri». Poi, nella serata di Vener-dì, l’ormai tradizionale momento carico di devozione e di preghiera della Via Crucis cittadina, dalla Croce dei Missionari a San Ber-nardino, quest’anno animata dalla parrocchia del Duomo ed arric-chita da meditazioni di mons. To-

nino Bello. Nella notte della gran-de Veglia pasquale, la comunità si è ritrovata inizialmente attorno al fuoco nuovo da cui è stato acceso il Cero pasquale, una piccola ma grande fiamma dalla quale sono state poi accese tutte le altre, a simboleggiare la risurrezione di Cristo, la grande fiamma, e di tutti noi, le piccole fiammelle: è proprio con il Battesimo che noi veniamo innestati nella vita di Cristo! Sono seguiti alcuni gesti simbolici: dal buio alla luce; dal silenzio alla festa della Pasqua; dall’attesa fatta di si-lenzio, di riflessione e di mestizia, all’annuncio con il solenne canto dell’“Exultet” e successivamente del “Gloria” e dell’”Alleluia”. «Il Ri-sorto», ha sottolineato Mons. Tani, «ci guidi, ci illumini, ci renda per-sone veramente nuove e conformi i nostri pensieri, le nostre scelte, i nostri progetti alla fede, alimen-tandoci alla sua Parola e vivendo sempre nella carità che il Signore ci insegna».

Giuseppe Magnanelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Triduo pasqualeintensamente vissuto

GRANDE PARTECIPAZIONE DI POPOLO

Processione del venerdì santo a FermignanoFERMIGNANO. Tutta Fermigna-no e dintorni alla processione del Cristo Morto che si è tenuta la sera del 29 marzo. Il cielo, carico di pioggia nelle ore precedenti, si è, come per un miracolo, aperto ed è apparso uno squarcio di se-reno risparmiando dalla pioggia i tanti intervenuti. Il Cristo Morto era deposto su un enorme cata-falco sotto un grande baldacchino “scortato”dai membri della Con-fraternita del Gonfalone, e subito dopo veniva la statua della Ma-donna Addolorata retta e seguita da diverse donne vestite di nero; la banda musicale accompagnava

il corteo con musiche non funeree come in passato, intervallate dal-le semplici e suggestive preghiere della folla. Ma ciò che ha reso la processione un fatto estremamen-te affascinante e degno di essere ricordato, tanto che questo even-to religioso è ormai annoverato tra i più significativi delle Marche, sono i quadri viventi, ben otto, ai quali hanno partecipato anche le parrocchie vicine. Tali quadri erano: l’Ultima cena, l’Orto degli ulivi, il Sinedrio, il Tradimento di Pietro, Gesù e Pilato, il Cireneo, la Deposizione dalla croce, la Risur-rezione, collocati nei luoghi più

suggestivi ed importanti di Fer-mignano. Tutti erano ben realiz-zati, accattivanti ed estremamen-te emozionanti; non erano frutto della fantasia, ma si ispiravano al Vangelo ed alcuni a famosi dipinti. I quadri sono stati realizzati dalle parrocchie di Fermignano, Calpi-no (l’Orto degli ulivi) e quest’anno San Silvestro (il Tradimento di Pietro) con la supervisione reli-giosa dei rispettivi parroci. Sono stati impegnati un centinaio tra organizzatori e figuranti, ben fe-lici questi ultimi – mi diceva un membro dell’organizzazione – di occupare il proprio ruolo, tanto che non è stato necessario dire di farsi crescere la barba e i ca-pelli quando ciò serviva. Questo è un bellissimo esempio di re-sponsabilità e di partecipazione, per alcune persone che in chiesa non corrono davvero. E che dire poi dell’entusiasmo e della serietà degli organizzatori, che da subi-to dopo Natale si sono incontrati nei locali della parrocchia di Fer-mignano, assieme ai suoi parroci, per decidere il cosa e come fare per rendere tutto il meglio pos-sibile? Si è trattato di numerosi incontri, prove, esame dei ve-stiti, perché ogni cosa riuscisse alla perfezione. E’ stato stampa-to addirittura un foglio, che ogni organizzatore aveva con sé, con elencati nomi dei quadri, quelli

dei vari interpreti, i loro cellu-lari, il ruolo e la data delle prove. Il lunghissimo corteo, dopo aver attraversato le vie più importanti del paese, ha fatto sosta in piazza e in religioso silenzio ha ascoltato la breve e succosa omelia del gio-vane viceparroco don Alessandro, tenuta su un palco sormontato da una grande croce; tra le altre cose, ha invitato i presenti a solleva-re lo sguardo verso il Cristo, che apre le sue braccia misericordiose nella certezza che da quel legno è giunta la salvezza dell’uomo. Poi la folla, sempre in corteo, si è di-retta verso l’antica chiesa di S. Ve-

neranda dove ognuno ha baciato la statua del Cristo Morto che aveva accanto quattro membri del Gonfalone. E per finire, alcune persone molto attive della struttu-ra organizzativa hanno distribuito un depliant, a ricordo dell’evento, con delle preghiere di preparazio-ne alla Pasqua e con riprodotto un “Compianto di Cristo Morto” che si trova nella Chiesa di S. Maria Maddalena e sul retro il suggesti-vo quadro vivente ispirato al di-pinto “Resurrezione di Cristo” di Piero della Francesca.

Mario Ceccarini© RIPRODUZIONE RISERVATA

URBINO. Per l’Anno della Fede, le Clarisse di Urbino hanno program-mato tre incontri primaverili di meditazione. Il primo (6 aprile) è stato condotto da don Andrea Mila-no, docente di Storia ed Ermeneu-tica delle dottrine cristiane all’Isti-tuto di Scienze Religiose, sul tema “Che cosa è la fede”. Sembra una provocazione all’interno del Mona-stero di clausura, da sempre iden-tificato come il tempio della fede. Nella biblioteca divisa in due, da una parte le monache e le novizie e dall’altra i laici. Tanti, attratti dal mistero del convento e dal mistero della fede. Attenti e partecipi del-la parola di don Andrea che inizia dal Paradiso di Dante. Da quelle terzine intrecciate che richiamano il mistero trinitario, dal passaggio di Dante dal Paradiso terrestre alla Sfera del Fuoco, a quella nuova luce che Beatrice spiega, avendo innanzi la visione di Maria. Il limi-te delle conoscenze, come la terra al centro dell’universo ed i ristretti confini del mondo e della scienza, non mettono al margine l’opera dantesca che sintetizza e intreccia

in maniera mirabile la cultura del suo tempo. Dagli scritti di Agosti-no alle opere di San Girolamo per il quale la fede è la sostanza delle cose sperate, in un continuo dive-nire ed in una successione sempre positiva. Don Milano ha sintetizza-to dicendo che “la fede è un pen-sare dicendo sempre di sì”. L’uomo di fede non mette barriere tra coscienza, conoscenza e sapien-za. Dante dimostra di conoscere il viaggio di Maometto nell’inferno e nel paradiso, guidato dall’arcange-lo Gabriele e raccolto nel Libro del-la Scala, ma non entra in collisione con l’Islam. Anzi temi e immagini di quel libro sono ripresi nella Di-vina Commedia, in una sequenza fluida, senza stonature perché il susseguirsi dell’intreccio dei versi sono sempre rivolti pensando alla grandezza di Dio. Proprio come le varie espressioni comunicative del genere umano, poesia, pittura, architettura, musica, scienza sono

parte della vita dei sensi aperte sia all’immaginazione dello studioso sia dell’uomo semplice. Come al-trimenti si spiega la grandezza di una Santa Teresa d’Avila, semplice, sprovveduta eppure proclamata dottore della Chiesa! Come per Chiara d’Assisi e per tante altre suore benemerite nel campo della carità e dell’istruzione, tanta gran-dezza si spiega e si comprende pensando che hanno avuto come loro unico referente, Dio. Richia-

mando papa Francesco, don An-drea ha sottolineato con forza che, senza le donne verrebbe meno la fede. Del resto anche Gesù, nella società del suo tempo, dove le don-ne non contavano niente, le sceglie come interlocutrici privilegiate. Del resto Giuda ha tradito il signore e Pietro l’ha rinnegato. La donna ri-mane perno delle famiglie e delle comunità, capaci di amare in silen-zio e di una vita contemplativa uni-ca che non si disincarna dalla vita

quotidiana, tanto che è riuscita a tramandare nel tempo la cultura antica e l’antica sapienza. La fede è quella che recitiamo nel Credo e si rafforza pregando. Con il rosario meditato. E si modella sui contenu-ti e sulla vita di Relazione, in una progressione sperimentale della vita cristiana. Dove la preghiera as-sume un ruolo fondamentale. Tan-to che è stata istituita la giornata pro Orantibus e Benedetto XVI ha detto alle Suore di clausura che “la vostra presenza nella Chiesa e nel mondo è indispensabile”. Son se-guite una serie di domande, legate molto alle nostre esperienze perso-nali e comunitarie. Don Milano ha cercato di rispondere ed ha chiuso con un atto di fede, richiamando ancora Papa Francesco sul silenzio di Dio, con un “Dio ha già parlato” che ci richiama ai nostri doveri di persone e di cristiani.

Sergio Pretelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

DON ANDREA MILANO A SANTA CHIARA

Le clarisse di Urbino e l’anno della fede

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14 aprile 2013 19Urbino Urbania Sant’angelo in Vadoamicoil nuovo• •

URBINO. Sono riprese le attività della parrocchia universitaria, dopo le vacanze pasquali. L’uomo nuovo che nasce dalla Pasqua è avvolto dalla misericordia del Signore e gli rende grazie perché il suo amore è per sempre. Il comportamento del-l’apostolo Tommaso dimostra che la fede nella risurrezione non è un fatto immediato e scontato. Anche la nostra fede è spesso costellata di slanci e di cadute, di qualche cer-tezza e di molti dubbi, per cui ha bisogno di un lungo cammino. Gli apostoli si trovavano a porte chiu-se per paura dei Giudei; temevano che succedesse loro quanto acca-duto a Gesù. Anche noi talvolta abbiamo più timore che fede. Gesù irrompe in mezzo a loro e li salu-ta: “Pace a voi”; è un saluto pieno

di tutta la sua vittoria sulla morte. Il comportamento di Tommaso è comunque molto importante per noi: primo, perché ci conforta nelle nostre insicurezze; secondo, perché ci dimostra che ogni dubbio può approdare a un esito positivo oltre ogni incertezza; e, infine, perché le parole a lui rivolte da Gesù ci ricor-dano il vero senso della fede matura e ci incoraggiano a proseguire, no-nostante le difficoltà e le continue cadute, sul nostro cammino verso Lui. Il beato Giovanni Paolo II ha denominato questa domenica “del-la divina misericordia”. Il Vangelo di questa domenica dovrebbe ricorda-re a noi cristiani quando facciamo esperienza di questa misericordia che non è una semplice benevolen-za, ma un’esperienza del perdono,

della coscienza del nostro peccato e congiuntamente della “grazia”, cioè di un amore gratuitamente donato, come pegno di una fiducia liberan-te. In questo Vangelo ci viene ricor-dato la nostra identità di peccatori perdonati, invitati ad essere testi-moni e ad accompagnare chi ha il cuore ferito, a toccare anche lui le piaghe del Risorto.”Questa secon-da domenica di Pasqua”, ha detto padre Luca Gabrielli, “aiuta gli in-creduli ad essere credenti. Quando Gesù irrompe in mezzo agli apo-stoli impauriti e dubbiosi, mostra le mani ferite per amore e vuole do-nare loro la sua misericordia. Tom-maso è passato dalla incredulità alla fede con la bella professione: Mio Signore e mio Dio. Da incredulo è diventato credente. Anche con noi

si comporta allo stesso modo: sta lì e attende i nostri tempi. Non chiu-de ma ci aspetta sempre. Noi inve-ce, spesso non ci accorgiamo della sua presenza perché sempre affac-cendati in altre cose. Nonostante questo Egli pazientemente ci aspet-ta per donarci la sua misericordia. L’importante è non allontanarsi”. Il parroco ha quindi invitato i ragaz-zi a non scoraggiarsi e a rimanere all’interno della Chiesa, così come Tommaso che pur non avendo cre-duto fino allora all’apparizione del Risorto, è comunque rimasto insie-me agli altri apostoli. “L’augurio è che possiate fare al più presto nella vostra vita, l’esperienza della mise-ricordia del Signore”.

Giuseppe Magnanelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pastorale universitaria

La divina misericordia

Urbania e dintorni di raimondo rossiQUasi Un diario

1. Il bello. Soltanto chi ama la rive-lazione dell’infinito nella forma finita è non soltanto “mistico”, ma anche “estetico”. (Balthasar)2. Memoria rerum. Quaderno di ri-cerca III, 2012. giunge dalla diocesi di Fano, per la biblioteca del Museo dio-cesano Leonardi. La rivista è diretta dal gruppo di studiosi: G. Ceccarelli, G. Ugolini, G. Boiani, M. Boschini, M.

Bonifazi. Sostegno di Carifano. 3. Domenico Peruzzini l’artista sei-centesco di Casteldurante, (oggi Urba-nia) (1602-1679) ha lasciato alla Chiesa del SS. Sacramento di Polverigi (AN) una sua opera poco conosciuta. Sono andato a presentarla alla comunità cittadina, in vista della costituzione di un museo diocesano, caldeggiata dal prof. Sergio Rigotti. Come sapete Polverigi vanta un patrimonio arti-stico di tutto rispetto composto non da grandi capolavori ma che occupa interamente sei secoli di storia della pittura regionale con opere di buon e ottimo livello per esempio opere fondamentali per il Gotico Gentile (la crocifissione di Giovanni Antonio da Pesaro) ma anche altri dipinti del Ra-

mazzani, del Caccianiga, del Presutti o di Francesco Podesti e Giuseppe Cherubini.4. “Mi chiamo Caterina mentre mio fratello attorciglia elastici alle cose nell’altra camera…” Questo è l’inci-pit del romanzo di Matteo Cellini, in corsa tra i 26 candidati per il premio Strega. Inportante caso letterario di esordi, che porta il nome di Urbania in campo nazionale. I critici parlano di “ Forza e fragilità della protagoni-sta diciassettenne obesa, alle prese con il mondo che sente ostile. Matteo Cellini dà prova di maturità e stile”.5. “Voci d’infanzia” “2^ rassegna nazionale di Voci Bianche. Sabato 13 aprile ore 17,30 presso il salone del Museo Diocesano Leopardi di Urba-nia con “Le Piccole Voci Duratine” di

Urbania; i “Cantori della Cappella Municipale di S. Ubaldo” di Pesaro; Coro “Voceincanto” di Arezzo.6. “Chi non si meraviglia degli splen-dori della natura è cieco; chi non si sveglia ai suoi clamori è sordo; chi non loda tutti questi effetti è muto; chi non si accorge di questi innume-revoli segni è stolto” (Bonaventura).7. Devo essere grato al mio amico M.B. per il dono annuale delle stren-ne della BCC che ogni anno, ormai una trentina, illustrano l’ Italia della nostra gente. Il volume “Civiltà dei borghi” con foto di Pepi Meriso, testo di Giuliano Amato, reca un saluto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

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L’arCiVesCoVo a Ca’ maZZasette

La festa della Madonna

URBINO. Una Comunità viva quella di Ca’ Mazzasette, orgo-gliosa della sua terra, del suo bel paesaggio, della sua gente, del-la sua cultura, della sua Chiesa e della sua storia. Il 7 maggio ha festeggiato la Madonna della Mi-sericordia. Al Bivio per il paese, il quadro della Madonna è in bella vista e le vie di accesso adornate di bandierine bianco e azzurre. I colori della festa. Alle 15,30 nella chiesa di San Paterniano, ricca di storia, ha presieduto l’Arcivesco-vo Giovanni Tani alla presenza di tantissimi fedeli, la maggior parte dei quali ha seguito la funzione dall’esterno. La Messa è stata al-lietata dal coro locale, ragazze giovani, brave. Il loro canto ha espresso impegno e gioia, confer-mando che la liturgia è fede dimo-strata. All’Arcivescovo ha dato il benvenuto don Richard, portando il grazie del parroco don Romano Conti che ha in cura le anime di tutta la vallata del Foglia. L’Arci-vescovo ha sottolineato la caren-za di preti per tutte le parrocchie ed ha invitato la comunità a non

perdersi di coraggio, sopperendo a questa mancanza con loro ini-ziative, come in questa festa della Madonna della Misericordia che ha richiamato l’intera comuni-tà fogliense. E sulla Misericordia l’arcivescovo si è soffermato nel-l’omelia, riferendo il comporta-mento di Gesù, tradito da Giuda e rinnegato da Pietro. Quando dopo la resurrezione, Gesù torna tra i discepoli increduli, non li rimpro-vera ma dice “Pace a voi”, perché Gesù perdona sempre. Siamo noi invece che ci dimentichiamo di chiedergli perdono, pur sapendo di Maria sempre disponibile ad aiutarci e ad intercedere per e con noi. A fine Messa, Daniela della Comunità locale, ha ringraziato l’Arcivescovo per questa sua se-conda presenza a Ca’ Mazzasette e soprattutto per aver assegnato don Richard come aiuto a don Ro-mano nella cura della Comunità locale. Dopo la Messa, l’immagine della Madonna della Misericordia è stata portata in processione per il paese con larga partecipazione di popolo, preceduta dalla Banda

Musicale “G. Santi” di Colbordo-lo, composta da giovani e meno giovani e da varie ragazze. Ve-ramente molto bravi. Al ristoro finale nella Palatenda, molto dei prodotti offerti erano opera delle famiglie della Comunità.Nella Palatenda, la sera prima, è stato allestito uno spettacolo di musica, poesia, danza e canto sul tema dell’amore, partendo da una Lauda di Jacopone da Todi O ju-belo del core, per dimostrare, con strumentazioni diverse, l’attualità di un sentimento, l’amore, che è il perno di tutta la civiltà cristia-na. Al pianoforte hanno suonato Maria Piersantini e Cinzia Pri-na. Alle letture si sono succeduti Paola Corbucci, Paride Dobloni, Denis Marcucci, Federico Spada e Gianpietro Tiberi. Le voci soliste erano di Paride Dobloni e Cinzia Prina. La coreografia e la danza hanno avuto come interpreti Ric-cardo Caldari e Anna Stramandi-no. La regia di Daniela Mariotti ha conseguito l’obiettivo, ambizioso, di proporre il gioco delle voci, dei passi di danza e del canto come alternativa alla violenza, alla pre-varicazione, all’egoismo, obiettivi centrali e di moda nella società attuale. Camazzasette si conferma un modello di comunità virtuosa, intraprendente e capace di inizia-tive, fedele alla sua lunga storia, meritando perciò, come ha scritto Ferriero Corbucci, l’appellativo di “Valle degli uomini liberi”.

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iL CorPo deL santo neLLa CHiesa di s. FranCesCo

San Giuseppe da Copertino ad Urbino

URBINO. Il corpo di San Giusep-pe da Coperti-no, pellegrino in vita suo malgra-do, quest’anno in cui ricorre il 350° della mor-te, per iniziativa dei Frati Minori Conventuali delle Marche che cu-stodiscono l’urna con le spoglie del Santo nel santuario di Osi-mo, ripercorrerà i luoghi della sua vita sostando a Copertino, Napo-li, Roma, e in tut-ti i conventi delle

Marche. Dal pomeriggio del 17 aprile fino al mattino del 22 sosterà anche nella chiesa di San Francesco di Urbino, secondo il seguente programma. Mercoledì’ 17, ore 18.45, celebrazione eucaristica di ac-coglienza con il Ministro Provinciale Fr. Giancarlo Corsini; ore 21.15, veglia di preghiera. Giovedì 18, mattino dedicato alle scuole elemen-tari. Venerdì 19, mattino dedicato alle scuole medie; alle 16, in contro di “Sollievo per le realtà di disagio” (malati, anziani, infermi, soffe-renti); ore 18.45, celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Giovanni Tani. Sabato 20, mattino dedicato alle scuole supe-riori; alle 21.15, concerto del “Coro universitario San Francesco”. Do-menica 21, Giornata Mondiale per le Vocazioni, sante messe d’orario (7.30, 9, 11.15). Lunedì 22, alle 8.30, celebrazione eucaristica e saluto del Santo.

AF© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Page 20: «Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

14 aprile 201320 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

Una casa aperta con una pluralità di serviziURBINO. In un tempo limitata-mente breve, grazie alla sinergia tra le energie migliori della città e del territorio e al sostegno fi-nanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, sempre pronta a supportare iniziative e interventi a favore del territorio, superare le difficoltà economiche del periodo e realizzare un’opera di alta qualità. La struttura, collocata in un luo-go molto luminoso e panoramico, comprende 50 posti di Residen-za Protetta con elevato livello di integrazione socio sanitario, per anziani non autosufficienti che, tuttavia, necessitano di prestazio-

ni sanitarie meno complesse, e 40 posti di Residenza Sanitaria Assi-stita, per gli ospiti non autosuffi-cienti che necessitano di un’assi-stenza più elevata; c’è poi la Casa Albergo per anziani autosufficien-ti, costituita da tre confortevoli appartamentini individuali, rite-nuti da qualcuno numericamente insufficienti e di costo piuttosto elevato, che permettono di vivere autonomamente e di usufruire di servizi collettivi, e infine il Centro Diurno che è una struttura semi-

residenziale, destinata ad acco-gliere ospiti, parzialmente auto-sufficienti, ogni giorno dalle ore 8 alle 20. L’edificio esposto ad Est è molto solare ed accogliente, costrui-to con i più moderni requisiti di qualità e sicurezza, è dotato di cablaggio per la trasmissione dati in tutte le stanze e di connessione wireless disponibile nei vari am-bienti. Sono inoltre previsti punti di accesso ad internet nelle sale comuni e due punti informativi

con pannelli elettronici a dispo-sizione degli ospiti, familiari e vi-sitatori. La Residenza per anziani è dotata di un ampio terrazzo pa-noramico facilmente fruibile con ascensori, inoltre ogni stanza è dotata di televisore digitale, tele-fono, servizi igienici e dei disposi-tivi di chiamate per emergenza. La struttura è concepita come una casa aperta, amica, di cui non si ha paura di aprire la porta e ci si sente fieri nell’invitare a visitare la propria abitazione. Dispone di

portici che invitano all’incontro e alla socializzazione. I colori, gli arredi, la segnaletica inoltre, ri-chiamano l’identità locale. Gli ospiti hanno una finestra aperta al mondo e sono parte integrante della società e non tagliati fuori dalla vita circostante. La gestio-ne della struttura è stata affidata alla Cooss Marche Onlus, che è stata coinvolta sin dalla fase ini-ziale della progettazione.

Giuseppe Magnanelli© RIPRODUzIONE RISERvAtA

Urbino – Può sembrare una battuta, ma è più facile fare un articolo su carenze mancanze abusi e così via, senza timore di abbondare in critiche, piuttosto che parlare in termini elogiativi di un fatto, un evento, un traguardo significativo ed importante per la comunità, senza correre il rischio di scivolare nel retorico, cosa, in questi casi, abbastanza facile e na-turale. Questo rischio non c’è nel caso della residenza Montefeltro inaugurata ufficialmente sabato 6 aprile al Padiglione, accanto al-l’ospedale, in quanto non si può non parlare in termini altamen-te positivi della struttura, sia per quanto riguarda la parte edilizia, molto bella, addirittura elegante, sia per quanto riguarda gli interni, le camere ampie e luminose, le at-trezzature di prim’ordine, la mo-dernità dei servizi. ogni parola, ogni frase di apprezzamento può ritenersi non eccessiva o esagera-ta. Del resto l’apprezzamento era ben visibile negli atteggiamenti e nei commenti dei tantissimi par-tecipanti alla giornata inaugura-le. C’era già stata una cerimonia, l’estate scorsa, in occasione del-l’entrata in funzione di una parte della struttura del Padiglione, la residenza Protetta, quella dove

vengono accolti gli anziani non autosufficienti; non era però di-ventata operativa la residenza Sanitaria Assistita, la rSA, per la quale mancava ancora l’autorizza-zione regionale. Con la cerimonia di sabato è stata inaugurata l’in-tera struttura comprensiva dei 50 posti della residenza anziani e 40 posti della rSA, di cui 10 ospeda-lieri.L’emozione era evidente nel viso e nelle parole del sindaco Fran-co Corbucci che ha dato ampio spazio ai ringraziamenti verso coloro che con il loro lavoro e con interventi concreti hanno per-messo la realizzazione dell’opera, a cominciare dalla Fondazione Cassa di risparmio di Pesaro, che ha messo a disposizione ben un milione di euro, suscitando il

plauso generale. in questa circo-stanza, non è superfluo, anche se è a tutti noto, ricordare gli ingen-ti finanziamenti che ogni anno la Fondazione eroga nei settori della sanità e delle opere sociali, oltre che delle attività culturali, nel ter-ritorio provinciale, e di cui Urbi-no può offrire significative ed im-portanti testimonianze. il segnale che si legge nell’evento odierno è importante: <E’ un messaggio di fiducia – ha detto il presidente della Fondazione on. Gianfranco Sabbatini - quello che oggi vie-ne lanciato: quando le istituzioni funzionano i risultati arrivano. La residenza Montefeltro è una bella struttura, le persone sono accolte con dignità>. <la Fondazione _ ha aggiunto Sabbatini rivolgendosi ai presenti ed in generale alla collet-

tività – siete voi, è qualcosa che appartiene a tutti e bisogna farla funzionare bene>. Pertanto, <è la Fondazione che ringrazia Urbino per averci dato la possibilità di intervenire in maniera efficace in questo progetto: siete stati bravi e vorrei essere urbinate per sentire ancora di più l’orgoglio di quello che è stato fatto>. Effettivamente, per il Comune di Urbino si tratta di un traguardo importante, rag-giunto attraverso anni di impegno, iniziato nella passata legislatura, un fiore all’occhiello per la città di cui il sindaco Corbucci si sente molto orgoglioso. Tanto più consi-derando la situazione che il Paese sta vivendo:<in tempi di crisi – ha detto Almerino Mezzolani asses-sore regionale alla sanità - que-sto è un grande risultato>. E la

regione ha fatto la sua parte, con l’approvazione del progetto per la realizzazione del complesso, com-prendente anche la residenza sa-nitaria assistita, per la cui entrata in funzione ha finalmente dato il via definitivo. il direttore di Area Vasta Maria Capalbo si è unita al coro dei consensi, sottolineando, in particolare, la creazione di una Unità di 10 posti letto, nell’ambi-to dei 40 della rsa, per favorire il turn over di pazienti in ospedale. E sopperire, speriamo in maniera significativa, alla carenza di posti letto che non di rado si verifica ad Urbino. Anche per l’assessore comunale alle attività sociali Ma-ria Clara Muci è stata una grande giornata, e lo ha sottolineato nel suo intervento precisando anche che la struttura del Padiglione non è un <ricovero>, ma una <re-sidenza> affidata alla gestione di Coos-Marche e che si è <lavorato a un progetto per la qualità del-la vita>, ricordando che <presto partirà anche il centro diurno>. Da parte sua l’arcivescovo mons. Giovanni Tani ha ricordato come <Dio dica bene della volontà di vi-cinanza alle persone> ed ha sotto-lineato l’importanza di umanizza-re sempre più e meglio il rapporto tra operatori ed ospiti.Tra i presenti, Elisabetta Foschi, consigliere regionale; Maria ro-saria Valazzi, soprintendente per il Patrimonio storico artistico del-le Marche; Giuseppe Magnanelli in rappresentanza del presidente dell’Amministrazione provinciale Matteo ricci; Alceo Serafini, pre-sidente della Comunità montana alto e medio Metauro; Miche-le Ambrosini, vicepresidente di banca Marche; Giancarlo Sacchi presidente Ersu; Maria Francesca Crespini, assessore lavori pubblici comune di Urbino.

giancarlo di ludovico© RIPRODUzIONE RISERvAtA

RAGGIUNTO UN OBIETTIVO IMPORTANTE

Inaugurata ad Urbino la residenza per anziani

TERZO APPUNTAMENTO JAZZ

Stagione Concertistica UrbinateUrbino – Sabato 13, ore 21:00, al Teatro La Vela dei collegi uni-versitari si terrà il terzo appun-tamento della nuova e “nostrana” stagione concertistica. Dopo mu-sica classica e canzone italiana, questa volta il jazz la farà da pa-drone nell’adeguata e moderna cornice decarliana con un quar-tetto particolare ma ben fondato sui pilastri del jazz mondiale. Sul palco quattro musicisti che com-pongono il rhytm’n Jazz Quartet: Marco Di Meo - chitarra, Mat-

teo Fratesi - batteria, Francesco Mancini Zanchi - contrabbasso e basso elettrico, Filippo Sebastia-nelli - sax tenore; si muoveranno da improvvisazioni a classici in-tramontabili. Si cercherà dunque di bissare lo strepitoso successo che a Marzo ha visto gremita la sala dei collegi, con un pubblico caloroso che ha cantato Azzurro e tanti classici italiani assieme ai cinque artisti. L’iniziativa, soste-nuta da Assessorato alla Cultura del Comune, Cappella Musicale,

ErSU, benelli, Electric System e bCC Metauro, prevede infine un quarto appuntamento il 19 Mag-gio presso la chiesa di S. France-sco con un quanto mai appropria-to concerto d’archi, con pagine di Mozart e altri “mostri sacri” della classica. il costo dei biglietti, ac-quistabili direttamente alla Vela prima dello spettacolo, è di 5 € per gli adulti, 2 € under 18 anni e gratuito fino agli 11.

Giovanni Volponi© RIPRODUzIONE RISERvAtA

Page 21: «Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

Primavera 1943. Sono passati esattamente 70 anni ed ecco emergere un’altra storia che merita di essere ricordata. A Cagli dal marzo 1943 la repressione di tedeschi e fedeli al regime si inasprì per scovare antifascisti,

spie, ebrei ed i primi nuclei partigiani. Un fatto che è stato tenuto per molto tempo nascosto, avvenne nel “Monastero di Clausura di S. Nicolò”, dove trovarono rifugio inviate da un cagliese che si risiedeva a quel tempo a Bologna, Benedetto Alessandri, alcune donne. In accordo con il Vescovo Raffaelle Campelli, le quattro donne di origine ebree, Gina Terni con due figlie, Renata e Bianca Maria, quest’ultima poi convertita alla Chiesa Cattolica a seguito del matrimonio contratto con il nipote dell’allora Card. Ionio.Un’altra signora ebrea, Elisa Morpurgo con sé aveva altre due donne di servizio, una delle quali, di nome Carmela residente a Vittorio Veneto, poco tempo dopo se ne andò e fece la spia ad un tenente della milizia, un certo Rossi, riferendogli che dentro il monastero dimoravano donne ebree. Il tenente si presentò subito al Vescovo Campelli per chiedere se ciò fosse vero. Il Vescovo in modo molto risoluto disse di no. Il tenente a su volta mostrò immediatamente al Vescovo i documenti con cui la donna aveva denunciato e sottoscritto la presenza delle donne ebree nel monastero. Il Vescovo non si fece intimidire, con coraggio li prese in mano e li stracciò gettandoli in una vicina stufa accesa per distruggerli. Dopo un ulteriore battibecco, il tenente con i suoi uomini si recò subito al “Monastero di S. Nicolò” e fece chiamare la priora, suor Nicolina Baldoni che era una pronipote di Papa Pio IX. Le chiese se in convento vi erano delle donne ebree ma la priora già molto impaurita rispose di no. Allora il tenente le intimò di giurare. Doveva giurare su dita incrociate a forma di croce ma per il suo stato di cristiana religiosa, sarebbe stato quasi impossibile. Poi riflettendo in quegli attimi di vera paura, vide che le dita del tenente erano a forma di x e quindi non una vera croce. Così pensando che quelle dita incrociate del tenente non avevano alcun significato, con decisione giurò. Il tenente si convinse e se ne andò. Tornò dal Vescovo raccontandogli l’accaduto e lo minacciò: «Se le suore hanno mentito lei passerà dei guai». Ma Campelli rispose…«Non ho paura e forse un domani potresti aver tu bisogno di me». Mesi dopo il tenente fu arrestato e stava per essere fucilato dagli antifascisti ed il Vescovo, venuto a conoscenza, si precipitò per raggiungerlo e grazie alla sua intercessione non venne ucciso.Le donne, nascoste nell’antica torre duecentesca attigua al convento, venivano rifornite di viveri da Pippo Aguzzi, un artigiano che aveva il permesso di entrare nel monastero e vi rimasero fino alla fine della guerra. In segno di riconoscenza la signora Terni e le sue figlie, divennero nel dopoguerra grandi benefattrici del Monastero poiché avevano molti beni nelle Marche.

©riproduzione riservata

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Al via le celebrazioni per il 530°

anniversario della nascita di Raffaello

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arte

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Applauditissimo concerto

del “Quartettodi Venezia”

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musica

14 aprile 2013 21amicoil nuovo• •

di arte cultura sport

La testimONiaNZa DeL FiGLiO GiusePPe

Così “Pippo” Aguzzi aiutò la famiglia Terni

Giuseppe aguzzi ricorda suo padre “pippo” che portava i viveri alle signore ebree rinchiuse in convento.

«Aggiungo alcuni particolari relativi al rifornimento di cibo che mio padre andava a procurare verso Senigallia per le signore e

signorine Terni, nascoste nel monastero di San Niccolò. Mio padre non ci ha (a noi figli) mai detto ciò che aveva fatto, fu nostra madre a raccontarci questa storia velata di mistero. Mio padre Filippo, a Cagli conosciuto come Pippo d’Mlella, aveva comperato da poco e con grandi sacrifici, una motocicletta Guzzi 500 che gli serviva per andare a lavorare tutti i giorni come lattoniere presso la Baldeschi & Sandreani di Cantiano. Ma la motocicletta gli fu confiscata proprio nel 1943 da parte dell’allora Governo e quindi a cavallo della sua bicicletta “Ganna” andava assieme a tanti altri cagliesi a lavorare a Cantiano. Lui però si adattava a tantissime altre attività quali: idraulico o stagnino come all’ora veniva chiamato, vetraio, (conservo ancora il suo attrezzo diamantato per tagliare i vetri) elettricista. Tutte queste sue capacità erano pienamente disponibili per tutti i conventi e monasteri di Cagli, dai Frati Cappuccini, alle Monache Benedettine di San Pietro, alle Suore del Preziosissimo Sangue, all’Orfanatrofio e naturalmente alle Monache Domenicane di

San Niccolò. Quando avvenne che proprio queste Monache, accolsero (grazie anche alla grande umana misericordia dell’allora Vescovo Campelli), le donne della famiglia Terni di Senigallia, queste avevano pur bisogno di alimentarsi e certamente i prodotti del’orto all’interno del Convento non erano sufficienti a garantire il cibo a queste nuove sopraggiunte. La famiglia Terni era però benestante e proprio nelle campagne di Senigallia avevano, condotte ufficialmente da altre persone non ebree, delle proprietà ove erano disponibili derrate alimentari quali: grano, carne di pollo di coniglio, patate ed altro ancora. Il problema era come far raggiungere questi alimenti a Cagli, senza che qualcuno se ne accorgesse. Mio padre, inforcò la sua bicicletta ed ogni due settimane, sempre per strade diverse partiva per quella località (di preciso non lo sapeva neanche mia madre) ove riusciva a riempire qualche bisaccia per riportarla a Cagli. Non ti dico l’apprensione di mia madre quando lo vedeva partire, io ero piccolissimo, avevo appena due anni, mio fratello quindicenne e mia sorella, con nostro cugino Tonino si erano

rifugiati in località Santa Barbara e poi a Fosto. Comunque ringraziando Dio tutto é filato liscio, babbo ce l’ha sempre fatta, tant’é che quando aprì la sua bottega permanente di idraulica e mio fratello il negozio di articoli da bagno, il fornitore per eccellenza era la Ditta Saccaria di Senigallia i cui proprietari erano proprio i Sigg.ri Terni. Ricordo personalmente che negli anni cinquanta, quel signore che era il referente ufficiale per mio padre quando andava a Senigallia a prendere gli approvvigionamenti alimentari, veniva a Cagli quasi ogni quindici giorni con la sua Lambretta per acquistare il famoso formaggio pecorino prodotto dal Sig. Chiesa nella sua latteria proprio sotto il Palazzo Comunale di cui i signori Terni erano golosi. Spesso questo messo si fermava a pranzo da noi. Tutti questi ricordi mi sono tornati in mente dopo la notizia di questi ultimi giorni sul nascondiglio delle signore ebre nel Convento di S. Nicolò Grazie per averlo fatto».

A cura di Ma.Ca.©riproduzione riservata

Il sig. Filippo Aguzzi e nel tondo suo figlio Giuseppe oggi

Il Vescovo di Cagli mons. Raffaele Campanelli

1943 / riemerGe La stOria DeL VescOVO Di caGLi camPaNeLLi

Quattro donne ebree salvate nel Monastero di San Nicolòdi Mario Carnali

Page 22: «Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

14 aprile 201322 amicoil nuovo• •arte cultura sport

La chiave risolutiva del rebus di Leone da Cagli pubblicato a pag. 24 del n. 12 del “Nuovo Amico” di domenica 24 marzo era:

(Frase: 7 5 7) ‘GI, oca; R e P, oche partite’ Soluzione: - GIOCARE POCHE PARTITE –MANUELA CORRADI

i giochi di Leone PantaleonI da cagliUN PREMIO PER UN REBUS

I vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a [email protected] oppure a IL NUOVO AMICO Via del Seminario 4 – 61121 Pesaro. L’omaggio di questa settima-na è un buono sconto del 20% presso la libreria “LA Buona Stampa” di Pesaro (Via Rossini 68)

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Frase: 4-5-3-2-6-5

L’angolo della poesia

Nelle tenebre del Giovedì Santo il tuo cuore ha cessato di battere.Caro zio, ora l’eternitàè un tappeto di fiori colorati.Festeggia la Pasqua con i Santi.Per noi rimangono il buio delle

stagioni

e i rintocchi delle campane.Per noi il pianto dell’addio.Caro zio, ora l’eternità è un sorriso dilatato per sempre.

Donatella Galli©RIPROdUzIONE RISERVATA

28 marzo 2013 (Allo zio Pietro)

“SERENISSIMA”di Foglietta Giuliana

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PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI A URBINO

530° anniversario della nascita di Raffaello

URBINO. Con il concerto della giovane e brava chitarrista urbi-nate Lucia Lazzari, tenutosi nella sala Vecchiotti del Palazzo del-

la Cappella Musicale del SS.mo Sacramento di Urbino venerdì 5 aprile, hanno avuto inizio le cele-brazioni del 530° anniversario del-la nascita di Raffaello Sanzio, pro-mosse dall’Accademia che porta il nome del divino pittore. Il con-certo, introdotto da un indirizzo di saluto del prof. Giorgio Cerbo-ni Baiardi, presidente dell’antico sodalizio, è stato seguito da un pubblico molto interessato che ha apprezzato le esecuzioni di brani di Llobet, Frank Martin, Heitor Villa Lobos e Mario Castelnuovo Tedesco.Il giorno seguente, sabato 6 apri-le, in contemporanea, a Urbino ai piedi del monumento di Raffaello ed a Roma al Pantheon, sono state depositate corone di alloro. Alla manifestazione di Urbino han-

no portato il saluto, su delega del Presidente, il preside Nino Ali-venti consigliere dell’Accademia ed il vicesindaco della città Lo-renzo Tempesta. Ambedue hanno sottolineato la gratitudine imperi-tura delle due Istituzioni urbinati al divin figlio formatosi alla corte dei duchi di Montefeltro, una del-le corti più importanti (se non la più importante) del Rinascimen-to europeo. La cerimonia è stata particolarmente suggestiva, final-mente in una cornice di sole, per la presenza delle quinte classi gin-nasiali, con il Labaro della Scuo-la, intestata proprio a Raffaello, accompagnate dai docenti e dal preside Bruno Papi. Agli alunni, composti, attenti e belli, il Se-gretario dell’Accademia Luciano Ceccarelli ha illustrato l’idea e la

nascita del Monumento raffaelle-sco per iniziativa dell’Accademia che promosse una sottoscrizione internazionale per la raccolta di fondi che consentì di finanziare il progetto dell’architetto Belli di Torino nel 1889. Il monumento fu collocato tra il Palazzo Ducale ed il Duomo, una posizione ritenuta inidonea e spostato, nel 1947, nel piazzale attuale in Pian del Mon-te, poi arricchito con i busti delle glorie urbinati di ogni tempo, da Polidoro Virgili a Paolo Volponi. A Roma l’omaggio a Raffaello con la deposizione di una seconda co-rona d’alloro è stato effettuato da un gruppo di urbinati, tra i quali alcuni residenti nella capitale.Per la settimana raffaellesca, dopo le conferenze del prof. Fabrizio Scrivano dell’Università di Peru-

gia (11 aprile) e del dott. Marino Marini, funzionario del Museo del Bargello di Firenze (12 aprile), sono in programma per martedì 16 aprile, una mostra curata dal-l’arch. Klaus Huneke alla Casa di Raffaello, (inaugurazione alle ore 17,30) su “Raffaello Sanzio pittore e architetto” e, per sabato 20 aprile, ore 17,30 nel Giardino d’inverno a Palazzo Ducale (g.c.) l’Assemblea dei soci dell’Accademia Raffaello nell’ambito della quale, un Diplo-ma di Benemerenza, alla memoria dell’on. Massimo Vannucci verrà conferito ai familiari. Un giusto riconoscimento all’uomo politico che molto si è prodigato per la sua terra.

Sergio Pretelli©RIPROdUzIONE RISERVATA

RECUPERAtO LO sPEttACOLO ANNULLAtO DI FANO-tEAtRO

Savino e Solfrizzi: “Due di noi”FANO - Lo spettacolo di prosa “Due di noi” di Michael Frayn (con traduzione di Filippo Ottoni), che il cartellone di Fano - Teatro aveva programmato per lunedì 18 e mar-tedì 19 febbraio, come molti sanno ha avuto un imprevisto.Tutto regolare per chi aveva il bi-glietto della prima recita, cosi come si è svolto normalmente l’in-contro con gli attori Lunetta Savi-no ed Emilio Solfrizzi organizzato per il pomeriggio di martedì. Ma la sera, quando il pubblico del Teatro della Fortuna era giunto puntuale per la seconda rappresentazione, stranamente non poteva accedere alla propria postazione (lo spetta-colo che in entrambe le sere ave-

va fatto registrare il tutto esaurito, avrebbe dovuto iniziare alle 21). Come si può ben immaginare tanti erano gli interrogativi e le supposi-zioni che si udivano nel foyer.Dopo circa tre quarti d’ora d’attesa, era stato possibile prendere posto sia in platea che nei palchi e quan-do tutti si erano accomodati era toccato ad Emilio Solfrizzi spie-gare l’accaduto e cioè che la sua partner di scena era stata colta da un malore intestinale e non era in grado di recitare, con conseguente annullamento dello spettacolo. “Ci dispiace tanto - aveva detto l’attore - ma contiamo di poter recuperare questa data appena sarà possibile”.Ebbene la promessa è stata man-

tenuta, la compagnia è tornata a Fano e “Due di noi” è andato in scena lo scorso lunedì 8 aprile. Si è trattato di una deliziosa e di-vertente commedia, composta da tre atti unici, che attraverso la lama pungente dell’ironia e dell’umori-smo ha raccontato il logorio di al-cuni rapporti di coppia.Una pièce apparentemente leggera, ma che in realtà denuncia una pia-ga dei nostri giorni: la mancanza di comunicazione tra le pareti do-mestiche e la poca disponibilità ad ascoltare chi si ha di fronte.La regia di Leo Muscato ha ben diretto il gioco di equilibrio tra i tempi comici e l’affiatata coppia Savino - Solfrizzi, lavorando anche

sulla mimica, ha brillantemente in-terpretato e caratterizzato i prota-gonisti delle storie.Un vero virtuosismo attorale è sta-to soprattutto il terzo atto, dove il meccanismo comico sfiorava la

farsa ed era amplificato dal fatto che i due attori con l’espediente di entrate, uscite e travestimenti, in-terpretavano cinque ruoli diversi.

Mariella Polverari©RIPROdUzIONE RISERVATA

MOstRA DI PAINI E NIPItELLA ALL’ALEXANDER

La forza trascendentale dell’arteMostra di pittura e scul-

tura di Diego Nipitella e Roberto Paini all’Hotel

Alexander Museum di Pesaro. Per Roberto Paini, artista romano che risiede a Barcellona, “con i miei lavori cerco di dare povertà all’ar-te contemporanea, perchè adope-ro materiali semplici. Credo che bisogna sporcarsi le mani e dare forma ad un’estetica sudata, rivi-sitando in chiave grottesca l’arte del Novecento.’’ Diego Nipitella, scrittore, poeta, ma soprattutto pittore, vuole riprendere dei ca-noni poco conosciuti, con piccoli tentativi. In entrambi gli artisti è forte l’aspetto esistenzialista ed è forte in entrambi l’aspetto dina-mico-espressivo e la demolizione dell’immagine, anche se nelle “Ba-beli’’ di Nipitella prevale in fondi neri metafisici il ritratto defor-mato del volto umano, deformato, deteriorato e solo come nel qua-dro del “Vecchio’’. Figure, interio-

rizzate dove l’aspetto psicologico, un magma interno, da vita ad una serie di maschere pirandelliane e l’urlo straziante di Munch, appare evidente, più che la tragicità de-composta di Francis Bacon. Nei quattro ritratti di “Babele’’, Nipi-tella, dà vita ad una trasformazio-ne cinematografica, una specie di “rotocamera’’, tipica della pittura di Ottavio Campo. In Paini è forte l’influsso del Novecento italiano, in particolare di Scipione. La sof-ferenza, i vizi umani, la desolazio-ne e la solitudine però hanno uno spiraglio di speranza, che l’auto-re romano, identifica con le due belle Crocifissioni e una Resurre-zione eterea. Dunque in Paini, è presente l’aspetto salvifico, quella forza trascendentale, quell’anima e corpo che creano un dualismo evolutivo e non regressivo.

Paolo Montanari©RIPROdUzIONE RISERVATA

Page 23: «Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

14 aprile 2013 23amicoil nuovo• • arte cultura sport

Aspettavamo, da tempo, un quartetto d’archi e l’attesa è stata ampiamente ricompensata dalla comparsa sul palcoscenico

del “Quartetto di Venezia”: Andrea Vio e Roberto Battiston (violini); Giancarlo Di Vacri (viola) Angelo Zanin (violoncello). Quattro solitsti il cui valore è attestato da un prestigioso curriculum; erano giovanissimi diplomati allorché decisero di dar vita ad un sodalizio artistico ed umano; trent’anni di continuo ed appassionato affinamento e dedizione alla letteratura quartettistica. Rigorosa l’assimilazione dei valori interpretativi ad essi tramandati da due indimenticabili vertici di questa tradizione strumentale: la raffinata dolcezza sonora del “Quartetto italiano” e lo slancio vigoroso del “Quartetto Vegh”. I quattro virtuosi sono ,oggi, tra i protagonisti del concertismo internazionale (in sei giornate, eseguono la integrale dei quartetti di Beethoven, ma si dedicano, anche, al repertorio italiano, da Cherubini a Casella a Malipiero). La perfetta fusione timbrica ed il comune respiro interpretativo hanno dato vita ad un “unico strumento a sedici corde”, come mi diceva il M° Vio. Horowitz soleva dire “Non suono mai lo stesso pezzo due volte allo stesso modo”; infatti, l’interpretazione è anche arte non soltanto tecnica, ma irripetibile al pari di una vera creazione. Chi li ha ascoltati, ha assistito infatti ad un “unicum” indimenticabile. Vengono eseguiti: il Quartetto K.458 in mi bemdi W.A. Mozart, detto “La caccia” per quegli accordi iniziali che ricordano corni di caccia. Composto nel 1784 e dedicato assieme ad altri cinque quartetti al suo amico ed ammiratore F. J. Haydin.In tale composizione, Mozart dimostra tutta la sua saggezza artistica: infatti, in origine, aveva scritto un inizio “in imitazione”, ma ciò avrebbe anticipato un aspetto che doveva essere riservato allo svolgimento; quindi, Mozart lo purificò di

ogni “sudata elaborazione”. Presentando questo quartetto al dedicatario, Mozart, assieme ad alcuni amici, riuniti in casa per l’occasione, li indusse a suonarlo; si pensi a quale evento storico! Haydn era primo violino, Duttersdorf, secondo, Mozart la Viola e Vanhal il violoncello. In tale occasione, Haydn, commosso, dichiarò al vecchio Leopold Mozart: “Ve lo giuro sul mio onore, vostro figlio è il più grande compositore che io conosca di nome e di persona”. Nonostante la intensa suggestione del modello haydniano, Mozart dette ai suoi quartetti una impronta personalissima e geniale, tanto originale che i suoi contemporanei non ne dettero giudizi lusinghieri.Ma con Mozart il quartetto aveva trovato quella ideale costruzione sonora che poi Beethoven portò ad ulteriore perfezione. Quindi, del compositore pesarese Paolo Marzocchi, è stato eseguito il “Reticolo di Bravais”, la composizione di cui lo stesso autore, presentandola, ha illustrato la genesi, la struttura e l’alchimia creativa; il pubblico ha applaudito questa audace e fantasiosa proiezione musicale, con cui Marzocchi si spinge verso inesplorati confini sonori: li troverà, poiché è musicista autentico, sincero, determinato, geniale!Il programma si concludeva con l’esecuzione di uno dei capolavori di Franz Schubert: il Quartetto n. 14 in Re

min. D. 810 “Der Tod und das Mädchen” che trae il titolo da un omonimo lied di cui sviluppa il tema in forma di stupende variazioni. Spiccano, sicurezza del linguaggio, ampiezza dello spazio tematico, volontà di espressione romantica entro la compiuta perfezione delle forme classiche. Predomina una vena delicata, elegiaca (la goethiana “Delizia della malinconia”). Religioso silenzio del pubblico, durante la splendida interpretazione; poi,

prorompono gli entusiastici e partecipati applausi. Il commiato del “Quartetto di Venezia” è segnato da un allegretto di Sciostakovic, di carattere burlesco e vibrante di danza popolaresca ed il minuetto di Boccherini, che riporta il clima emotivo alla atmosfera di galante serenità del salotto settecentesco.

Fulvio La Rosa.© RIPRODUZIONE RISERVATA

FARMACIEDI PESARO

TURNO 15-21 APRIlE 2013

INFORMAzIONI UTIlIIl turno 24 h va dalle ore 8,30 alle ore 8,30 del giorno suc-cessivo. Il turno AUSILIARIO nei giorni feriali va dalle ore 15.30-19.30. Il turno AUSILIARIO nei giorni festivi effettua orario di normale apertura.

Lunedì 15 Zongo V. Rossi, 17 0721-416134 24 h

Martedì 16 Sant’antonio V. XI Febbraio, 22 0721-31168 24 h

Mercoledì17 Soria V. Laurana, 4 0721-24790 24 h

giovedì 18 aLbini V. San Francesco, 14 0721-33987 24 h

Venerdì 19 ViLLaandrea CoSta V. Giolitti, 167 0721-454796 24 h

Sabato 20 Centro Str.da Adriatica, 48 0721-33257 24 h

aLbini V. San Francesco, 14 0721-33987 Ausil.

domenica21 beLLagaMba Str.da Adriatica, 403 0721-21422 24 h

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1516

17

apriLe

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21TURNI DEllE FARMACIE TRAMITE SMSE’ sufficiente inviare un messaggio SMS al 320-2649186 scri-vendo farmacie PESARO farmacie FANO farmacie URBINO per ottenere un SMS di risposta con l’indicazione del nome delle farmacie di turno nel giorno della richiesta.

IL NUOVO AMICOÈ NeLLe eDICOLe DI fANO• ferlito giuseppe v. le XII Settembre 1 • A.f. News s.n.c. p.za Amiani • edicolA di simoNA gAroffolo v. Nolfi • riveNditA giorNAli e riviste di pAlAzzi Augusto v. Roma 8/a

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APPLAUDITISSIMO CONCERTO DEL “QUARTETTO DI VENEZIA”

Atmosfera da salotto settecentesco al Rossini

PESARO – I Beatles: un fenomeno musicale destinato a non tramontare. Come ha dimostrato l’affluenza di pubblico al concerto dedicato ai “Fabolous Four”. Sulla scia dei ricordi e delle elucubrazioni di David Chapman, il folle che nel 1980 uccise John Lennon, si è dipanata la trama del racconto di Michele Riondino, chiamato ad interpretare con successo il ruolo del ‘fool on the hill’, dal titolo di una magica canzone scritta da Paul Mc Carthney. L’Orchestra Sinfonica Rossini ha interpretato con trasporto e adesione stilistica i grandi successi del Beatles da “Eleaonor Rigby” a “Yesterday”, da “Penny Lane” a “Hey Jude”. I brani sono stati arrangiati per orchestra sinfonica da direttore Roberto Molinelli, che già aveva stupito e affascinato con la sua maestria

nell’maggio ai Pink Floyd, evidenziando doti di alto artigianato musicale. Il pubblico ha seguito con passione lo spettacolo applaudendo con entusiasmo la performance dei musicisti e di Michele Riondino. Piena soddisfazione ha manifestato il presidente dell’OSR Saul Salucci, sottolineando che si è trattato del quarto ‘tutto esaurito’ su quattro concerti organizzati dall’OSR nell’ambito della stagione Sinfonica 3.0. Nella mattinata lo stesso concerto è stato proposto al Teatro Rossini alle scuole della provincia, nell’ambito del progetto “La Scuola va a Teatro”, che si propone di far avvicinare in modo semplice gli studenti di tutte le età all’ascolto della musica colta. Il progetto è nato nel 2008 con un unico concerto mentre quest’anno sono cinque le esecuzioni che coinvolgeranno 32 scuole per un totale di quasi 3.000 studenti. Il prossimo appuntamento è con “Fortissimante volli!” spettacolo che abbina in uno spettacolo di rara suggestione le musiche di Beethoven e Gluck alle poesie di Vittorio Alfueri e Ugo Foscolo (giovedì 18 aprile ore 10.00 e venerdì 19 aprile ore 9.30 e 10.45). Il progetto didattico è a cura del M° Bruno Maronna, Direttore Generale dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini, con la supervisione artistica del M° Saul Salucci, presidente e sovrintendente della stessa istituzione musicale.

Maria Rita Tonti© RIPRODUZIONE RISERVATA

Grande successo per la terza edizio-ne del Word Organ Day di Pesaro. L’evento si è svolto presso la chiesa

di San Giovanni Battista dei frati minori, in via Passeri, gremita di ragazzi delle scuole ad indirizzo musicale:’’ Gaudiano ‘’e ‘’Alighieri’’, il Liceo Musicale ‘’Marconi’’ gli Istituti Galilei, Benelli, Mengaroni , La Scuola media Manzoni di Villa San Marti-no. Gli studenti hanno dimostrato enor-me interesse alla musica di autori a loro sconosciuti come Girolamo Frescobaldi, Buxtehude, grande compositore e organi-sta tedesco da cui ha appreso il giovane J.S. Bach. G. Battista Martini, frate france-scano bolognese alla cui scuola appresero numerosi musicisti tra cui Mozart. La mu-sica di Martini si distingue per la purezza e limpidezza di stile in linea con la scuola romana di Pierluigi da Palestrina . Dopo l’esecuzione del concerto, i ragazzi i si

sono avvicinati all’organo dove il M° Simo-ne Baiocchi, esecutore del concerto , ha risposto alle numerose domande riguardo alla musica e alle caratteristiche dell’or-gano a canne. L’edizione di quest’anno ha avuto inizio il 3 marzo scorso presso la chiesa di Cristo Re con un concerto eseguito dal M° Juan Paradell Solé orga-nista della Cappella Musicale Pontificia ‘’Sistina’’che ha eseguito musiche di Bach, Franck,Guridi,Lefébure –Wély,Callaerts. Il concerto ha avuto un notevole successo di pubblico le cui offerte hanno per-messo all’organizzazione l’acquisto di vi-veri offerte per Pasqua alla mensa della Caritas Diocesana e dei frati minori che si occupano dei bisognosi della città. La mu-sica , cultura, pedagogia e misericordia al servizio degli ultimi.

Giovanna Maria Giordano© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Conservatorio inaugura l’anno accademico PESARO - Sabato 20 aprile alle ore 11, presso l’Auditorium Pedrotti, il Conservato-rio Rossini inaugura l’anno Accademico 2012-2013. Sono previsti gli interventi di Maurizio Gennari, Presidente Conservatorio Rossini - Maurizio Tarsetti, Direttore Conservatorio Rossini - Luca Ceriscioli, Sindaco di Pesaro - Matteo Ricci, Presiden-te Provincia di Pesaro e Urbino - Oriano Giovanelli, Presidente Fondazione Rossini - Gianfranco Mariotti, Sovrintendente Rossini Opera Festival. Alle ore 21, sempre all’Auditorium Pedrotti la rappresentazione “Opera da Tre Soldi” con musiche di Kurt Weill Libretto di Bertolt Brecht.

Organ day raccolta fondi per la CaritasANCORA UN TUTTO ESAURITO PER LA STAGIONE SINFONICA 3.0

A Pesaro è Beatles-mania

Page 24: «Il Nuovo Amico» n. 15 del 14 aprile 2013

14 aprile 201324

La buona sanità si costruisce insiemeRIFORMA SOCIO-SANITARIA REGIONALE

Con la riforma regionale il sistema socio-sanitario delle Marche cresce su tre livelli:

Rimodulare i servizi a garanzia della loro sicurezza, per offrire a ogni cittadino, in ogni territorio delle Marche, cure appropriate e coerenti con la natura dei bisogni.Rafforzare la diffusione e la qualità dei servizi socio-sanitari; la specializzazione e l’appropriatezza dell’offerta; l’integrazione socio-sanitaria; i risparmi derivanti dall’eliminazione di costi impropri burocratici animati dai localismi.Ridurre la frammentazione ospedaliera, principale causa di inappropriatezza e de-qualificazione dei servizi. Preservare la sostenibilità economica del sistema pubblico e universalistico evi-tando il commissariamento per i tagli nazionali, rischio inaccettabile per gli effetti nefasti che comporta in termini di perdita di autonomia e di equità, come con gli aumenti fiscali automatici per i cittadini (IRPEF) e per le imprese (IRAP). Tutelare gli interessi generali della Comunità Marchigiana, a scapito di rendite di posizione particolaristiche.

La riforma sanitaria regionale si basa su molteplici progetti integrati per la crescita qualitativa del sistema socio-sanitario marchigiano:

-potenziamento della rete di emergenza e soccorso, per accompagnare il riordino delle piccole strutture ospedaliere senza penalizzare i cittadini, anzi incrementando le opportunità di assistenza prevedendo più mezzi e servizi, per garantire tempe-stivamente interventi sanitari avanzati, medi e di base secondo gli effettivi bisogni di cura;-organizzazione territoriale in rete (network), con la riqualificazione dei piccoli ospedali per rafforzare i presidi socio-sanitari diffusi in tutte le Marche valoriz-zando i servizi di base sul territorio come, ad esempio, i medici di famiglia per le post-acuzie e le fragilità, con l’istituzione di Case della Salute già sperimentate da tempo in altre regioni virtuose;-riorganizzazione di posti letto e reti cliniche, per ridurre la frammentazione ospe-daliera - troppi ospedali e troppo piccoli (solo la Calabria dietro di noi) - specia-lizzare i servizi e aumentare l’offerta regionale di posti letto di lungodegenza e ri-abilitazione, particolarmente necessaria per la crescita di una popolazione sempre più longeva;-efficientamento dei fattori di produzione (centrale acquisti, farmaci, beni e servizi, dispositivi medici, privati, ecc.) per tagliare costi impropri e burocratici e incre-mentare i servizi diretti ai cittadini, rafforzando le reti.

La Regione Marche ha realizzato finora un percorso virtuoso e strutturale che l’ha portata ai primissimi posti in Italia per qualificazione dei servizi socio-sanitari ai cittadini, lotta agli sprechi e controllo dei conti. Questo non basta più.Ora, nel quadro dei pesanti tagli nazionali imposti dai decreti governativi, conver-titi dal Parlamento, si determina per la sanità delle Marche una forte mancanza di risorse:

La riforma sanitaria regionale, dunque, è indispensabile sia per non interrompere il percorso virtuoso fin qui compiuto sia per evitare il rischio di commissariamento.Il Governo Regionale procederà con determinazione sul cammino della riforma per evitare tutto ciò e tutelare gli interessi generali della Comunità Marchigiana.

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