«Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

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Antifurto - Antincendio TVCC - Videocontrollo Cotrollo Accessi Cablaggio Strutturato Impianti telefonici Automazioni FAAC Portoni Sezionali Preventivi e sopralluoghi gratuiti Assistenza tecnica 24 ore su 24 0721 - 851005 Fano Antifurto - Antincendio TVCC - Videocontrollo Cotrollo Accessi Cablaggio Strutturato Impianti telefonici Automazioni FAAC Portoni Sezionali Preventivi e sopralluoghi gratuiti Assistenza tecnica 24 ore su 24 0721 - 851005 Fano E’ iniziata la raccolta firme anche in provincia di Pesaro e Urbino per giun- gere al riconoscimento giuridico dell’embrione. L’intento è quello di fare in modo che l’Unione Europea riconosca il principio che la dignità uma- na e il diritto alla vita riguardano ogni essere umano fin dal concepimento ed il conseguente impegno legislativo delle istituzioni europee a non finanziare attività che presuppongono la di- struzione di embrioni umani specialmente nel campo della ricerca, dell’aiuto allo sviluppo, della sanità pubblica. L’iniziativa è anche uno strumento culturale ed educativo per risvegliare l’anima dei popoli europei ed impedire la loro assuefazione e rassegnazione di fronte alle soverchianti aggressioni contro la vita umana. Per questo i Centri di Aiuto alla Vita e Movimenti per la Vita di Pesaro, Fano ed Urbino si rendono disponibili ad incontri con gruppi, parrocchie ed associa- zioni per illustrare l’iniziativa. Pag. 5 © RIPRODUZIONE RISERVATA Riparte la scuola di pace FANO 14 Festeggiata l’astrofisica Branchesi URBINO 20 Ucsi Marche a Fano per il patrono SPECIALE 13 ABBONAMENTO 24 ABBONATI AL NUOVO AMICO SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DIOCESI DI: PESARO • FANO • URBINO FONDATO NEL 1903 20 GENNAIO 2013 ANNO 110 • N. 3 Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro facebook.com/ilnuovoamico € 1,00 amico il nuovo www.ilnuovoamico.it COPIA OMAGGIO EDITORIALE hotel supplies Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.arpaitalia.it - [email protected] FORNITURE ALBERGHIERE ARREDO BAGNO E CAMERA COMUNICAZIONE E PUBBLICITÁ Seguici su: SSS security systems SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA CON CONTROLLO REMOTO VIA INTERNET Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro Tel. 0721 405274 Fax 0721 259164 www.ipsorveglianza.com - [email protected] Richiedi il tuo preventivo Illustrazione: Mara Cerri Comunicazione: Hotelfantasy.co.uk IFI S.p.A. - Sede e Showroom Strada Selva Grossa 28/30 - Zona Case Bruciate - 61010 Tavullia (PU) - Italy - Tel. +39 0721 20021 - Fax +39 0721 201773 - www.ifi.it - info@ifi.it il tuo talento, il tuo futuro, il tuo primo bar. il bar diventa accessibile. start up è un servizio bar essenziale e basilare, che permette a chiunque di creare il proprio locale. Un’opportunità per i giovani e per chi sceglie di investire su sé stesso e sulla propria voglia di futuro. 5.959 + iva Prezzo al pubblico start up basic da 3 mt. Tale prezzo include, per il mercato italiano, il trasporto e la consegna in loco. Inclusi 3 anni di garanzia Moda Luciana NUOVI ARRIVI PREZZI SPECIALI Pesaro - via delle Betulle n. 4 (zona Torraccia) - Tel. 0721/22611 è un’impresa di valori, ardua comunque, raccontare la politica oggi. Nel suo percorso, da quando ha scoperto il metodo democratico e dopo il periodo delle dittature, si è inoltrata, passa, in un labirinto sempre più complicato, da cui non sa come uscirne. Smarrimento è il termine che maggiormente le si addice, smarrimento che si trasmette ai cittadini che la votano, e a chi, come ai giornalisti e saggisti, dovrebbero spiegarla e commentarla. Abbiamo tutti perduto un po’ di quel filo che conduce fuori ‘a riveder le stelle’. La storia in questo caso potrebbe insegnarci, se non altro, a riprendere in mano la Costituzione italiana che è bussola ancora molto valida, ma, a competizione elettorale iniziata, difficilmente trova spazio nella mente dei protagonisti. Azzardo sul tavolo del dibattito pubblico, un aspetto che, stante la crisi nera, si propone come problema assai pesante. Riassumo brevemente. Si vuole che la questione economico- finanziaria sia alla base dei nostri guai attuali sicché al timone della barca vengono richiamati commercialisti, operatori finanziari e tecnici con il loro mondo di borsa, debito pubblico, tasse, cui aggiungo, a lettera maiuscola, produzione e mercato. Si registra che l’ “economia” è stata la parola regina del 2012. Ricordo che negli anni ’70 era imposto il teorema “tutto è politica, anche pregare, oggi “tutto è economia”, il resto chiacchiere. C’è un senso diffuso per cui non è credibile che qualcuno, tantomeno un politico, sia motivato dal ‘bene comune’ e non soltanto da interessi privati. Perfino i partiti si propongono come banditori di ‘domande’ e ‘offerte’ linguaggio tipicamente mercantile. Si dovrà infatti invertire la tendenza di usare la ‘logica economica’ in ambiti non economici, specie in politica. Con tutto ciò non si vuol negare la crisi economico-finanziaria. Troppo evidente che c’è. Ma pensare che sia l’effetto e la conseguenza.dell’assenza della politica sia nazionale che internazionale. è ovvio che si tenta di dare una vernice logica al proprio operare. Ma “nel caso dei politici –secondo l’editorialista Luigino Bruni – la vernice è il bene comune, i programmi e le idee, mentre la reale motivazione è il potere e il profitto”. Questo approccio economico alla politica è dominante e talmente pervasivo, da ridurre la politica in affare e in profitto. Come poter riprendere un po’ di quel filo che ci conduca fuori “a riveder le stelle”?. Bisogna ridare un’anima alla politica, vale a dire dignità, moralità e bellezza. Non saranno certamente la legge elettorale e il voto, ma le persone che hanno anima, dignità, moralità e valori comuni..per cui l’Educazione sarà in definitiva “emergenza delle emergenze”. Raffaele Mazzoli © RIPRODUZIONE RISERVATA Quando la politica diventa un affare IL 1° FEBBRAIO IN DUOMO PRESENTERA’ IL LIBRO «INTERVISTA SU DIO» PAGINA 9 Il cardinale Ruini a Pesaro ACCOLTA DI FIRME PER RICONOSCERE I DIRITTI DELLA VITA NASCENTE L’embrione è «Uno di Noi» 110 e LODE

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E’ iniziata la raccolta firme anche in provincia di Pesaro e Urbino per giun-gere al riconoscimento giuridico dell’embrione. L’intento è quello di fare in modo che l’Unione Europea riconosca il principio che la dignità uma-

na e il diritto alla vita riguardano ogni essere umano fin dal concepimento ed il conseguente impegno legislativo delle istituzioni europee a non finanziare attività che presuppongono la di-struzione di embrioni umani specialmente nel campo della ricerca, dell’aiuto allo sviluppo, della sanità pubblica. L’iniziativa è anche uno strumento culturale ed educativo per risvegliare l’anima dei popoli europei ed impedire la loro assuefazione e rassegnazione di fronte alle soverchianti aggressioni contro la vita umana. Per questo i Centri di Aiuto alla Vita e Movimenti per la Vita di Pesaro, Fano ed Urbino si rendono disponibili ad incontri con gruppi, parrocchie ed associa-zioni per illustrare l’iniziativa. Pag. 5

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è un’impresa di valori, ardua comunque, raccontare la politica oggi. Nel suo percorso, da quando ha scoperto il metodo democratico e dopo il periodo delle dittature, si è inoltrata,

passa, in un labirinto sempre più complicato, da cui non sa come uscirne. Smarrimento è il termine che maggiormente le si addice, smarrimento che si trasmette ai cittadini che la votano, e a chi, come ai giornalisti e saggisti, dovrebbero spiegarla e commentarla. Abbiamo tutti perduto un po’ di quel filo che conduce fuori ‘a riveder le stelle’. La storia in questo caso potrebbe insegnarci, se non altro, a riprendere in mano la Costituzione italiana che è bussola ancora molto valida, ma, a competizione elettorale iniziata, difficilmente trova spazio nella mente dei protagonisti. Azzardo sul tavolo del dibattito pubblico, un aspetto che, stante la crisi nera, si propone come problema assai pesante.Riassumo brevemente. Si vuole che la questione economico-finanziaria sia alla base dei nostri guai attuali sicché al timone della barca vengono richiamati commercialisti, operatori finanziari e tecnici con il loro mondo di borsa, debito pubblico, tasse, cui aggiungo, a lettera maiuscola, produzione e mercato. Si registra che l’ “economia” è stata la parola regina del 2012. Ricordo che negli anni ’70 era imposto il teorema “tutto è politica, anche pregare, oggi “tutto è economia”, il resto chiacchiere.C’è un senso diffuso per cui non è credibile che qualcuno, tantomeno un politico, sia motivato dal ‘bene comune’ e non soltanto da interessi privati. Perfino i partiti si propongono come banditori di ‘domande’ e ‘offerte’ linguaggio tipicamente mercantile.Si dovrà infatti invertire la tendenza di usare la ‘logica economica’ in ambiti non economici, specie in politica. Con tutto ciò non si vuol negare la crisi economico-finanziaria. Troppo evidente che c’è. Ma pensare che sia l’effetto e la conseguenza.dell’assenza della politica sia nazionale che internazionale.è ovvio che si tenta di dare una vernice logica al proprio operare. Ma “nel caso dei politici –secondo l’editorialista Luigino Bruni – la vernice è il bene comune, i programmi e le idee, mentre la reale motivazione è il potere e il profitto”. Questo approccio economico alla politica è dominante e talmente pervasivo, da ridurre la politica in affare e in profitto. Come poter riprendere un po’ di quel filo che ci conduca fuori “a riveder le stelle”?. Bisogna ridare un’anima alla politica, vale a dire dignità, moralità e bellezza. Non saranno certamente la legge elettorale e il voto, ma le persone che hanno anima, dignità, moralità e valori comuni..per cui l’Educazione sarà in definitiva “emergenza delle emergenze”.

Raffaele Mazzoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Quando la politicadiventa un affare

il 1° febbraio in dUomo presentera’ il libro «interVista sU dio»

pagina 9

il cardinale ruini a pesaro

accolta di firme per riconoscere i diritti della Vita nascente

l’embrione è «Uno di noi»

110e lode

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Chiesa e Mondo20 gennaio 20132 amicoil nuovo• •

Aut. n. 83/85 Trib. di PesaroIL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

REDAZIONE CENTRALE:Raffaele Mazzoli – Direttore - Ernesto Preziosi - Direttore ResponsabileRoberto Mazzoli - Caporedatt. CentraleGastone Mosci – Incaricato dei rapporti con la Regione MarcheVia del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) - Tel. 0721/64052 Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453e-mail: [email protected] Alvaro Coli – Responsabile diocesano.

Redazione di Fano: Via Roma 118 - 61032 FANO (PU) - Tel. 0721/802742 (dir.) - 803737 - Fax 0721/825595e-mail: [email protected]

Redazione di Urbino: Via BeatoMainardo, 4 - 61029 URBINO (PU)Tel. e Fax 0722/378395e-mail: [email protected]. Giancarlo Di Ludovico – Responsabile diocesano

EDITORE: Cooperativa Comunicare - Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU). Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453.Amministratore Unico: Marco Farina Presidente Cooperativa Comunicare

STAMPA: Galeati Industrie Grafiche/ImolaGRAFICA: arti grafiche pesaresi srl/pesaroLa testata “Il Nuovo Amico” fruisce dei contributi Statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.PUBBLICITà Uffici della Redazionecentrale 0721/64052 e Paolo MorsianiL’Impresa Editrice COMUNICARE risulta iscritta al Registro delle imprese di PESARO presso la Camera di commercio al n. 98100

Questo settimanaleè iscritto alla FISCFederazione ItalianaSettimanali Cattolici

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Questo numero è stato chiuso in redazionemercoledì 16 gennaio 2013 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 17 gennaio

La ParoLa di dio II domenica del Tempo Ordinario - Anno CIsaia 62,1-5 Nessuno ti chiamerà più abbandonata, né la tua terra sarà più detta devastata, ma sarai chiamata mia gioia e la tua terra sposata. E’ un annuncio evange-lico, una buona notizia data all’umanità intera. Così dovrebbe fare la Chiesa.1 Corinzi 12,4-11 Nella comunità cri-stiana ogni dono dello Spirito va accolto, apprezzato, valorizzato; ma in vista della comunione, che riconosce un’unica fonte dei diversi doni.Giovanni 2,1-11 Il Signore dove porta i discepoli che ha chiamato e lo seguono? Li porta ad una festa di nozze in cui il vino è garantito con abbondanza.Chi sono gli sposi di questa festa? Sono Gesù e Maria! Maria è l’immagine della Chiesa-sposa e mediatrice. Gesù si dà

tutto alla sua sposa, non gli resterà che il segno esterno: la passione e la croce (la sua ora). Proprio là sarà ancora presente la Madre. Là si vedrà che cosa è veramente Dio, lo si incontrerà come colui che dona suo Figlio e si contemplerà lo splendore e la bellezza di questo amore donato. Là si vedrà che cosa significhi il vino prepa-rato per l’umanità, perché essa viva nella gioia e nella festa. E’ Dio lo sposo che ha conservato per la fine il vino migliore, il dono del Figlio.

Meditatio- E’ giunto il tempo delle nozze. D’ora in poi Gesù racconterà la manifestazione della gloria di Dio; Gesù narrerà il suo desiderio di legare a sé l’umanità come sua sposa. I discepoli, ma anche Nicodemo, la Samaritana e gli altri saranno tutti testi-moni di questo incontro che rinnova.

- L’uomo sia nella festa e goda della pienezza della vita; e là dove il vino della festa viene meno, incontra il Dio che gli offre vino nuovo. D’ora in poi gli uomini debbono ‘ubriacarsi’ di gioia perché lo sposo – Cristo – è arrivato e li ha tolti dal loro abbandono.- Allora Dio fatto uomo compie il vero miracolo: quello di tramutare l’acqua della tristezza, della diffidenza, nel vino della gioia messianica, della fede in Lui vero sposo dell’umanità. Ci ha salvati da quel male sottile che distrugge la nostra comunità: la mancanza di vino, l’assenza di amore e di gioia.- Dov’è l’amore, la gioia e la vita per cui siamo fatti e di cui ci sentiamo defrauda-ti?!- Molti sono distratti. Maria (la Chiesa) indica la necessità e avvia alla ricerca: “Fate quello che vi dirà!”

Ci conceda il Signore di chiudere i nostri giorni come cristiani innamorati di Cristo sposo e della Chiesa sua sposa. “O Signore mio e mio Sposo, è tempo che ormai ci ve-diamo…” (Santa Teresa durante il viatico)

Armando Trasarti, Vescovodi Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gesù sposo invitato a nozze

Nato a Siracusa verso il 320 da Sergio, prefetto della città, fu mandato a

Roma per completarvi gli studi. Qui, convertito alla religione cri-stiana da un sacerdote di nome Giordano, ricevette il battesimo. Richiamato in patria dal padre che lo voleva far apostatare, si rifugiò a Ravenna, dove fu or-dinato sacerdote. Verso il 373,

essendo morto il vescovo di Lodi, fu scelto a succedergli anche, come sembra, per un intervento soprannaturale. Bassiano fece edificare una chiesa dedicata ai SS. Apostoli, consacrandola nel 380 alla presenza di s. Ambrogio di Milano e di s. Felice di Como, e che piu tardi prese il suo nome. Partecipò nel 381 al concilio di Aquileia e, probabilmente, nel

390 a quello di Milano, nel quale fu condannato Gioviniano. La sua firma si trova insieme con quella di s. Ambrogio nella lettera sino-dica inviata al papa Siricio. Nel 397 assisté alla morte e ai fune-rali dello stesso s. Ambrogio, del quale era amico. Morì nel 409, forse il 19 febbraio, e fu sepolto nella sua cattedrale. Nel 1158, quando i milanesi distrussero Lodi, le sue reliquie furono por-tate a Milano, dove rimasero fino al 1163, anno in cui tornarono a Lodi ricostruita dal Barbarossa.

IL SANTO DELLA SETTIMANA 20 gennaioSan Bassiano Vescovo

FEDE E RAGIONE SECONDO PAPA RATZINGER

Riconciliare l’umanitàAlla libreria internazionale Paolo VI di

Roma mons. Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede ha presentato il libro

da lui scritto “per approfondire e conoscere l’opera del Pontefice”. Il titolo del volume è: “Ampliare l’orizzonte della ragione. Per una lettura di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI”. Un orizzonte indispensabile. Strutturata in cinque brevi capitoli, la pubblicazione vuole rappresentare, ha spiegato mons. Müller, “un appello ad allargare il nostro concetto di ragione secondo quanto spiegato nel 2006 a Ratisbona dal Papa a proposito del rapporto tra fede e ragione, che sono come due persone che non possono vivere l’una senza l’altra: è impossibile, insomma, considerarle indipendenti”. L’attività di Papa Benedetto XVI è fatta del “rapporto tra lavoro pastorale e mondo accademico”, e l’orizzonte ampio di tutta la fede “chiama ognuno di noi a combattere nel proprio ambito”, anche per “evitare la degenerazione della ragione in fanatismo e della religione in apoteosi dell’odio”. La razionalità “puramente neutra”, ha spiegato il prefetto, è una visione “che rinnega la trascendenza. Senza fede è impossibile risolvere i problemi, anche se l’avvicinamento dell’uomo a Dio non è un problema ma una realtà gioiosa”. A proposito del dialogo, “tutti ne parlano”, ha detto, “ma qual è il suo fondamento? Senza la base della verità è impossibile rapportarsi a livello della carità: Dio è verità, Dio è carità. Senza apertura al trascendente – ha aggiunto - l’uomo cade fragile preda del relativismo e della dittatura”. Teologia e magistero. Quanto all’attività accademica di Joseph Ratzinger, “nonostante la sua opera scientifica non sia magistero, si

inserisce nella cognizione scientifica della teologia”, ha affermato mons. Müller, che nel volume ha raccolto alcune fonti: la relazione tenuta in occasione della presentazione dell’XI volume dell’Opera omnia del pontefice (22 agosto 2010) di cui il prefetto è curatore. Nel discorso pronunciato in occasione dell’assemblea plenaria del Pontificio consiglio della cultura (10-13 novembre 2010) mons. Müller approfondisce “lo spazio per l’uomo nella cultura delle nuove tecniche di informazione e comunicazione” e il rapporto tra “identità, persona e relazione in rete”. Il III capitolo riporta quanto affermato durante la conferenza per la presentazione di “Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione” (24 marzo 2011), mentre nel IV vi è la relazione tenuta in occasione del convengo sul tema “Dal logos dei Greci e dei Romani al Logos di Dio. Ricordando Marta Sordi” (3 novembre 2011). Infine, nel V, la conferenza per la presentazione di uno scritto sulla teologia di Sant’Agostino (14 marzo 2012) della quale il Papa fa una “intensa disamina”, cogliendo la “complessa dimensione dell’approccio eucaristico dell’ecclesiologia

agostiniana riguardo alla Chiesa come istituto visibile”. Il teologo dell’evangelizzazione. Benedetto XVI, ha sintetizzato il prefetto, “è uno dei grandi teologi sul soglio di Pietro, assieme a Papa Benedetto XIV e Papa Leone I Magno, il formulatore della cognizione decisiva per la confessione cristologica del Concilio di Calcedonia”. Nella sua attività scientifica, Joseph Ratzinger “ha potuto attingere ad una mirabile conoscenza della storia della teologia e dei dogmi, che egli trasmette in maniera illuminante mettendo in risalto la visione divina dell’uomo su cui tutto si fonda”. Senza mai dimenticare di adoperare “un linguaggio molto semplice: nonostante si sia formato sul linguaggio alto e colto di Goethe e Schiller, Joseph Ratzinger ha deciso di essere il teologo dell’evangelizzazione”. Tematiche complesse, così, “non vengono assoggettate ad una complicata riflessione”, bensì rese “trasparenti nella loro intima linearità”, perché al centro di tutto vi è “la volontà divina di parlare a ogni uomo”.

Sir© RIPRODUZIONE RISERVATA

Verrà presentato a Roma il 24 gennaio (S. Francesco di Sales): La “porta della fede” e la porta

stretta”: a ben pensarci, si tratta della medesima porta, perché lo sforzo indicato dal vangelo come necessario per entrare nella salvezza è il medesimo che comporta una fede coerente, capace di offrire un orientamento concreto alle scelte della vita. In tal senso, la fede è un dono di grazia, offerto all’uomo affinché conosca il volto vero di Dio, ma, allo stesso tempo, un impegno di ciascuno per vivere in comunione effettiva con il Dio conosciuto attraverso la divina Rivelazione. Passare attraverso la porta stretta indica bene l’esigenza della fede stessa, che non può essere né svenduta, né annacquata, né vissuta solo in parte. Indica la necessità di uno sforzo innanzitutto personale, affinché le prime scelte, quelle personali, siano in coerenza con la parola del Vangelo, custodita e annunciata dalla Chiesa. A questo invita costantemente il card. Bagnasco, attraverso un magistero ricco e variegato, che costantemente ha al centro la questione dell’uomo. Da sempre l’uomo è importante per la Chiesa: Giovanni Paolo II all’inizio del suo pontificato ricordava che “l’uomo è la via della Chiesa, via percorsa da Cristo Signore”. E, Benedetto XVI si è interrogato più volte: “forse che alla Chiesa l’uomo non interessa?”Lo sguardo adeguato per comprendere chi sia l‘uomo è quello offerto dalla divina Rivelazione, anzi da Cristo Signore che “proprio rivelando il mistero del Padre e del suo Amore, svela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione” (GS 22).

…“La persona – ha detto recentemente l’Arcivescovo di Genova - non è una fase della vita umana, ma è – possiamo dire – la forma in cui l’uomo è uomo”. Ne consegue che, anche quando la persona non ha ancora sviluppato e attuato le sue capacità o perde coscienza di sé, resta persona degna di rispetto e di diritto. …La questione antropologica non è, dunque, un argomento di natura accademica, ma, piuttosto, l’occasione del momento per dire chi è l’uomo e quali siano le esigenze autentiche della socialità. Un’occasione costantemente colta dal card. Bagnasco per guardare con realismo alla vita della Chiesa e del mondo e per indicare con dei “sì” e dei “no” il passaggio attraverso la porta stretta.

Marco Doldi© RIPRODUZIONE RISERVATA

La porta della fede

Vaticano, 13 gennaio: Benedetto XVI presiede nella Cappella Sistina la Messa nel corso della quale amministra il Sacramento del Battesimo a 20 neonati

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Socio Politico 20 gennaio 2013 3

Bersani, Monti, Casini, Berlusconi; grandi partiti, liste civiche e movimenti; politici navigati e candidati di primo pelo popolano la Rete: per tutti

ci sono siti, pagine Facebook, profili Twitter.Ma le nuove modalità che i new media introducono stimolano un rinnovamento della partecipazione democratica? Oppure le tante innovazioni comunicative servono a un restyling di facciata che non cambia la struttura di fondo, ma aiuta a gettare fumo negli occhi?Per iniziare a rispondere alla questione si potrebbe porre attenzione all’utilizzo dei tradizionali mezzi di comunicazione, che non scompaiono, ma s’integrano agli altri più moderni: la stampa che svolge il compito di procurare informazioni e di aiutare i cittadini a formarsi un’opinione attraverso la proposta di riflessioni critiche su argomenti di attualità come sulle diverse questioni sociali, economiche, ambientali; la radio e la televisione che hanno assunto il compito di estendere il dibattito a tutti. Questi mezzi sono stati usati in passato e vengono usati ancora dai leader politici come dai vari movimenti

e partiti per informare delle proprie intenzioni, per descrivere la propria visione del mondo e della società per marcare la differenza nei confronti dei propri avversari elettorali: in una parola per propaganda.Per questo motivo, tra l’altro, la garanzia di pluralismo è diventata sempre più essenziale in una società democratica, perché altrimenti i mass media faciliterebbero, come è accaduto in passato, condizionamenti dell’opinione pubblica e legittimazione dei regimi totalitari.L’avvento dei social media cambia, però, le carte in tavola, perché si moltiplicano in maniera indefinita le possibilità di strutturare la comunicazione. I mezzi tradizionali avevano un emittente, un messaggio e un pubblico ricevente: la direzione della comunicazione era da uno a molti. I nuovi media permettono la compresenza di tanti emittenti, tanti messaggi, quanti sono i riceventi: quindi le vie della comunicazione diventano tante come una rete.Molto spesso, però, sembra che i protagonisti della

politica utilizzino i nuovi media senza comprenderne la struttura diversa. Così la sfruttano per lanciare proclami, agende politiche, idee per il futuro; per gareggiare sul numero di followers di Twitter o di amici di Facebook; per testare l’adesione alle opinioni da loro espresse: oltretutto con possibilità di forzare con strumenti tecnici i trend dell’audience informatico.I social media, se usati in modo appropriato, invece, potrebbero, e possono, costruire una nuova relazione tra rappresentati e rappresentanti facilitando il confronto personale. Si potrebbero raccogliere indicazioni sulle urgenze concrete e sui bisogni specifici del territorio. Si potrebbero accompagnare provvedimenti necessari e magari scomodi alla cittadinanza con una costante informazione e con la ricerca della condivisione degli obiettivi finali. Così si promuove la partecipazione democratica. E addirittura qualche volta si realizza nella realtà.

Andrea Casavecchia© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nuovi media cambiano le carte ma non il gioco

La Francia è scesa in piazza, a Parigi, soprattutto per difendere un processo di democrazia, per entrare cioè in un dibattito nazionale

attorno a un tema fondamentale per la vita della società e dei bambini, in cui tutti possono esprimere le loro opinioni, sicuri di essere ascoltati. Questa la lettura che lo storico francese Jean-Dominique Durand, professore all’Università Jean Moulin di Lione, dà al successo della “manif pour tous” (“manifestazione per tutti”) in questa intervista rilasciata a Maria Chiara Biagioni, per Sir Europa.

Che cosa significa per la Francia vedere sfilare tutte queste persone per difendere la famiglia?

“Significa essenzialmente che il disegno di legge che apre il matrimonio alle coppie gay, divide profondamente il popolo francese, in un’epoca in cui l’unica preoccupazione del governo dovrebbe essere quella di unire, dal momento che la situazione economica è catastrofica, e ora il Paese è impegnato in una nuova guerra in Africa. Due ragioni spiegano la grandezza dell’evento. Il primo è il rifiuto di aprire in seguito anche la fecondazione assistita alle coppie omosessuali, che comprometterebbe radicalmente la famiglia, creerebbe un diritto al figlio, a scapito dei diritti dei bambini. L’opinione pubblica è sconvolta dalla rimessa in discussione dei principi fondamentali di filiazione e dal fatto che il disegno di legge farà sopprimere da tutte le leggi francesi i termini di padre e madre (sembra che su questo punto il governo intenda tornare indietro). Il secondo motivo, che scuote i francesi e i media, è il rifiuto da parte del governo di organizzare un vero e proprio dibattito, di voler procedere per forza e velocemente, senza prendersi il tempo di ascoltare. Il Parlamento ha organizzato audizioni in cui sono intervenute alcune personalità, scelte però con cura, e ciò è sembrata una caricatura tanto più che i parlamentari socialisti contrari al disegno di legge, non avranno nemmeno il diritto di esprimere il loro disaccordo e saranno costretti a votare a favore della legge! La libertà di coscienza non esiste per loro. Tutto questo crea un disagio insopportabile in una democrazia moderna. L’intervento del ministro della Pubblica Istruzione, che ha voluto impedire l’organizzazione di dibattiti nei licei cattolici, in nome della laicità, è stato vissuto molto male dai cattolici. Abbiamo anche visto come una legge che permette

la sperimentazione sugli embrioni è stata approvata in piena notte da alcuni parlamentari. Anche questo ha scioccato l’opinione pubblica”.

La Chiesa ha sostenuto la manifestazione ma si è tenuta in disparte per non dare all’iniziativa una connotazione confessionale. Come si sta delineando, dunque, in Francia la presenza e il ruolo della Chiesa cattolica nel dibattito politico?

“La Chiesa cattolica, come le altre religioni, intende prendere posizione nei dibattiti della società, evitando nel contempo

l’intromissione politica. La sua posizione, espressa dai vescovi, ma anche dalle altre religioni con i loro rispettivi responsabili, è molto chiara: opporsi a un disegno di legge non significa opporsi al governo. I vescovi hanno avuto cura di sottolineare il carattere pericoloso della legge in nome della legge naturale e dell’antropologia cristiana, nel pieno rispetto del governo, ma anche delle persone che vivono la loro omosessualità”.

Nonostante una partecipazione così numerosa, il presidente Hollande ha detto che proseguirà. Come portare avanti ora la “protesta”?

“Per il momento non si sa come reagirà il presidente, al di là delle affermazioni di principio. Si teme, di fronte a un fallimento economico che le misure adottate di recente non sembrano poter scongiurare il contrario, e cioè una fuga in avanti, essendo il governo affetto dalla sindrome di Zapatero. Ma il buon senso può vincere? Altre battaglie si annunciano: come la procreazione assistita, la gravidanza per utero in affitto e l’eutanasia”.

Sir© RIPRODUZIONE RISERVATA

FRANCIA- UN GOVERNO DALLA SINDROME DI ZAPATERO

Un colpo alla democrazia

Succede a Bergamo: una giovane di 24 anni viene aggredita da un uomo grande e grosso, che cerca

di violentarla. E’ notte e la giovane sta recuperando la propria auto in un parcheggio, in una zona semicentrale della città. Fino a pochi minuti prima si trovava poco distante, con alcune amiche, che arriveranno da lei subito dopo l’aggressione, per soccorrerla e accompagnarla in ospedale. L’aggressore l’aveva notata, sola, nei pressi del parcheggio. Le si era avvicinato anche con l’auto, un’utilitaria bianca. Poi a piedi, fino al momento di saltarle addosso, bloccarla, aggredirla, nonostante le urla e i pianti. Alla fine la fuga. Arrivava gente.La vicenda è terribile, purtroppo non rara. Si fa un gran parlare, a ragione, della violenza contro le donne, poiché si tratta di una vera emergenza. I numeri dei “femminicidi” – come riportano i media – e delle aggressioni, sono impressionanti. Giusto

anche aspettarsi una reazione della società in proposito. Forse anche un inasprimento delle pene per reati legati a questo fenomeno. Così si può capire lo sconcerto se, una volta catturato il presunto aggressore di Bergamo, un giudice non lo manda in carcere, ma lo lascia agli arresti domiciliari. Per di più a pochissima distanza da dove il delitto è stato commesso, nell’abitazione dove vive come normale padre di famiglia, con due figlie piccole. Provvedimento ineccepibile, probabilmente, sul piano giuridico, ma quantomeno poco opportuno, vista la situazione. Che ha un’aggravante: la giovane aggredita è vicina al movimento degli ultras atalantini, che da quando è

accaduta la vicenda, sono in fermento. E così, subito dopo l’arresto e la consegna ai domiciliari dell’aggressore, scatta la bagarre: assedio sotto casa, tafferugli, slogan, grida, tensione. Tensione che si ripete anche quando la città si mobilita contro la violenza, con una fiaccolata pacifica. I fatti fanno riflettere in diverse direzioni. Oltre alla questione di opportunità nel giudicare il caso e nell’applicare la legge, c’è da considerare come si viva talvolta in un clima di violenza diffusa che non aiuta a superare i fatti più incresciosi. Alla violenza occorre rispondere con un supplemento di responsabilità e di consapevolezza, col coraggio di inventare strade nuove per lo

stare insieme: non rapporti di forza, ma di cooperazione e condivisione. Come a dire: certo la giustizia faccia il suo corso, ma intanto mettiamoci insieme per creare le condizioni che blocchino sul nascere il clima di violenza. La fiaccolata dei bergamaschi è stato un tentativo in questa direzione, con la luce delle fiaccole contro il buio della notte che nasconde le intenzioni malvage e il cammino silenzioso, capace di annullare le urla scomposte di chi chiede giustizia sommaria, di chi vorrebbe “fare da sé”. No, non vale urlare più forte, o mostrare i muscoli. Piuttosto deporre le aste delle bandiere usate in modo improprio e stringere mani, togliere i fazzoletti e i passamontagna e guardarsi in faccia, riconoscersi. Diventare carnefici non aiuta le vittime.

Alberto Campoleoni© RIPRODUZIONE RISERVATA

BERGAMO DOPO L’AGGRESSIONE ALLA GIOVANE

Mai giustizia è fatta

Parigi, 13 gennaio: manifestazione contro il progetto di legge presentato dal presidente Hollande che apre il matrimonio e l’adozione alle coppie gay

Page 4: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

20 gennaio 20134 Regione PRovincia amicoil nuovo• •

intervista - La DisOCCUPaZiOne GiOvaniLe (37%) Mai COsÌ aLta

Non solo crisi e recessioneanche assenza politica ed erroriMai così alta la percentuale dei

giovani senza lavoro: il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l’incidenza dei

disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 37,1%, secondo quanto comunica l’Istat riferendosi allo scorso novembre, con un incremento di 5 punti in un anno. All’indomani della diffusione del dato il Sir riflette su problemi e possibilità di rilancio dell’occupazione giovanile con Alberto Quadrio Curzio, economista e docente emerito all’Università Cattolica di Milano.

Siamo davanti a un record negativo…“La preoccupazione è evidente, anche perché nell’ultimo anno si è registrato un incremento impressionante - di 5 punti percentuali - dei giovani disoccupati. Inoltre dobbiamo considerare pure gli ‘scoraggiati’, i cosiddetti neet (dall’inglese ‘Not in education, employment or training’, ovvero che non studiano, né lavorano, né cercano attivamente un’occupazione, ndr), che ritengo costituiscano almeno un 10-15% della popolazione giovanile, configurando una condizione complessivamente allarmante”.

Quali sono le cause di quest’incremento della disoccupazione giovanile?

“Vi è certamente una grossa componente legata alla crisi internazionale, alla recessione nell’Ue e, in particolare, a quella italiana. In secondo luogo negli anni passati non ci si è curati a sufficienza dei rapporti tra formazione e lavoro. Su questo l’Italia è stata carente e il continuo avvicendarsi di ministri dell’Istruzione, Università e Ricerca, ciascuno dei quali ha proposto una riforma sconvolgendo assetti non necessariamente negativi, ha creato confusione, disorientamento e sfiducia. Inoltre, non si è tenuto conto che in Italia - come peraltro in Germania, dove sono state adottate politiche molto diverse nella formazione - andavano crescendo le domande per quelle professionalità ‘tecniche’ intermedie tra la scuola secondaria superiore e l’università: dagli infermieri ai tecnici industriali… Si è vista chiaramente una divaricazione tra la crescente domanda del sistema produttivo e l’offerta, in calo”.

C’è anche una tendenza dei giovani a rifiutare certe professionalità e scegliere indiscriminatamente l’università?

“Molti giovani ritengo non siano stati adeguatamente informati sulla tipologia di queste scuole o processi formativi e sull’attività lavorativa che ne consegue. Per la maggior parte sono indirizzati verso due tipologie formative - il liceo classico e scientifico - che sono certamente importanti, ma non omnicomprensive. Ricordo che, in passato, molti diplomati provenienti dagli istituti tecnici s’iscrivevano all’università con ottimi risultati. D’altra parte, però, se non volevano proseguire gli studi con quel diploma trovavano rapidamente lavoro, perché avevano una formazione funzionale alla produzione. In Germania i 2/3 degli studenti oltre i 16 anni vanno in questo tipo di scuole: alcuni proseguono gli studi all’università, altri no ed entrano nell’attività lavorativa, che però comprende periodicamente intervalli formativi, di aggiornamento. Il confronto tra Italia e Germania è eclatante perché le due economie non sono dissimili, ma lì il tasso

di disoccupazione giovanile è al 10%”.In che modo è possibile intervenire per ricostruire un rapporto efficace tra giovani e lavoro?

“Bisogna ripensare i percorsi formativi ed evitare innovazioni estemporanee. Occorre piuttosto offrire percorsi d’istruzione con formazione professionale utili, da un lato, per favorire il passaggio dalla scuola al lavoro e, dall’altro, per evitare gli abbandoni da parte di studenti non portati a un’istruzione strettamente scolastica. Al riguardo il sistema duale tedesco combina istruzione scolastica con apprendistato in una coniugazione virtuosa. Inoltre va previsto un sistematico tutorato informativo, sia durante l’iter scolastico obbligatorio sia nelle scelte d’istruzione o formazione professionale con riferimento alla domanda di lavoro nei diversi contesti territoriali. Purtroppo, invece, all’istruzione tecnica si attribuisce a torto una valenza residuale”.

E cosa va fatto, invece, per rilanciare l’occupazione?

“Occorre rilanciare lo sviluppo, senza il quale non riparte l’occupazione. L’Europa - e, in ciò, l’Italia può fare da sprone - non si può limitare a perseguire il rigore di bilancio, ma deve promuovere azioni per la crescita economica se vuole adempiere pienamente alla propria missione. L’Italia, da parte sua, deve ridurre la spesa corrente e trasferire una parte di risorse pubbliche alla spesa per investimenti, soprattutto infrastrutturali, importantissimi perché creano lavoro con effetti moltiplicativi. Infine i giovani devono capire che, nella vita, non si può ottenere subito il lavoro che corrisponde ai propri desideri”.

A suo avviso, la riforma Fornero e i limiti posti al precariato incidono sulla percen-tuale dei giovani disoccupati?

“In una certa misura penso di sì, laddove molti contratti a progetto non sono stati rinnovati nel timore di dover stabilizzare il lavoratore”. Mercoledì 09 Gennaio 2013

Sir©riproduzione riservata

una preghiera per le “vittime e per i soccorritori” è stata rivolta dal vescovo di pitigliano-sovana-orbetello,

mons. Gugliemo Borghetti, durante la celebrazione eucaristica all’isola del Giglio, ad un anno esatto dalla tragedia della nave Costa Concordia che ha provocato 32 vittime e oltre 100 feriti. Le parole del presidente della repubblica. “ad un anno dal tragico naufragio della nave da crociera Costa Concordia - ha scritto in un messaggio il presidente della repubblica italiana Giorgio napolitano, letto questa mattina al termine della celebrazione - rivolgo il mio commosso pensiero alle trentadue vittime e la mia rinnovata solidarietà a quanti sono stati segnati da quel terribile incidente, le cui drammatiche immagini sono ancora vive nella memoria dell’intero paese”. “in quella dolorosa circostanza - ha aggiunto - cittadini e amministratori dell’isola del Giglio e di Monte argentario si prodigarono con abnegazione, dando prova di alto senso di civismo e umanità, cui conseguì il conferimento alle due comunità

della Medaglia d’oro al Merito Civile. Con i medesimi sentimenti di partecipazione esprimo il più vivo apprezzamento agli operatori delle diverse strutture che, coordinando efficacemente la loro azione, sono stati impegnati nella difficile e rischiosa opera di soccorso dei naufraghi, di recupero delle vittime e di messa in sicurezza del relitto”.una chiesa con le porte aperte. prima della celebrazione è stato riposizionato in mare lo scoglio strappato dalla Costa Concordia alle 21.45 di un anno fa al momento della tragedia. il parroco don Lorenzo pasquotto ha voluto sottolineare che le porte della chiesa che si sono aperte quella notte di un anno fa per accogliere i naufraghi sono aperte ai familiari delle vittime: questa ha detto “sarà sempre casa vostra”. “nessun abitante del Giglio - dice don pasquotto a

raffaele iaria per il sir - si dimentica di quei morti e di quelle persone che naufraghi sono sopravvissuti”. il relitto della nave che è ancora lì lo ricorda tutto il giorno e tutti i giorni. per i sopravvissuti e per i familiari delle vittime la porta della nostra Chiesa e dell’isola è sempre aperta”. Gli abitanti dell’isola venerdì sera hanno pregato per le vittime ricordandole una per una e questa sera ci sarà una fiaccolata. don pasquatto si augura che il relitto “venga rimosso al più presto e al Giglio si possa tornare per un periodo di vacanza e non per vedere la nave della tragedia” parlando di quella notte il sacerdote ricorda “il freddo, il trambusto, i volti sperduti degli anziani, il pianto dei bambini. Ma ricordo anche - aggiunge - un brulicare di gente che si dava da fare, che cercava di provvedere come poteva ai bisogni di 4200 persone che si

erano riversate sulla nostra isola. e che ci è sostanzialmente riuscita. ricordo i famigliari dei dispersi passeggiare su e giù per il porto in attesa di risposte. ricordo ‘omoni’, biondi, in tute arancioni che si affannavano a svuotare i serbatoi del gasolio (e anche tante bottiglie di birra!)”. e poi le donne del’isola “intente a provvedere e a preparare il cibo per dar a tutti da mangiare. e a tener su il morale...” e poi gli anziani, i sommozzatori, i militari, la protezione Civile e i giornalisti oltre ai tanti in chiesa per pregare per i morti e per i soccorritori, a ringraziare di essere ancora in vita. “ora siamo qui, signore. a distanza di un anno. Questa, anche questa, è la tua umanità. io, per quello che posso e per quello che vale, te la offro. e’ tutto quello che ho. e ti ringrazio”. nella stessa giornata di oggi preghiere in diversi paesi del mondo come quella in india, a a Mumbay e Bali in indu, una Musulmana a Jakarta, una buddista a shanghai e una cattolica a Goa, Jakarta, Manila e Lima.

©riproduzione riservata

a Un annO DaLLa traGeDia Un ritOrnO Per riCOrDare e PreGare

Naufragio Costa Concordia

Page 5: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

20 gennaio 2013 5Primo Pianoamicoil nuovo• •

IN TUTTA EUROPA LA RACCOLTA DI FIRME PER RICONOSCERE I DIRITTI DELLA VITA NASCENTE

L’embrione è «Uno di Noi»

Sede svolgimento incontri pubblici:Palazzo Montani Antaldi - Via Passeri 72

Sede svolgimento incontri riservati ai corsisti: 5 Torri II Circoscrizione (Sala Grande) - Largo Volontari del Sangue 9

Per info e iscrizioni:0721.33044 – 335.5392680

[email protected]

Le iscrizioni devono pervenire entro il 7 febbraio 2013

INCONTRARE LA VITA

Il Centro di Aiuto alla Vita di Pesaro propone un corso formati-vo per volontari dell’Associazione, aperto a tutti coloro che siano interessati per professione, volontariato o responsabili-tà educative.Per approfondire le tematiche "più sensibili" cui normalmente l'operatore dovrà far fronte; per aiutarci ad essere più consa-pevoli e responsabili nello svolgimento del nostro lavoro.Il corso comprende 8 incontri, di questi 4 sono aperti al pubblico.

Calendario incontri:

07 febbraio 2013 ore 21,15- INCONTRO PUBBLICO -ESSERE DONNA, ESSERE MADRE.RIFLESSIONI SULLA MATERNITÀ(Dott.ssa Carmen Frieri, psicologa e psicoterauta)

15 febbraio 2013 ore 20,45LA FIGURA DELL'OPERATORE:MOTIVAZIONI ED ASPETTI DEONTOLOGICI (Dott.ssa Sara Pagnini, psicologa e psicoterapeuta)

21 febbraio 2013 ore 21,15- INCONTRO PUBBLICO -LA FERTILITÀ, QUESTA SCONOSCIUTACosa è, i suoi ritmi, i metodi di regolazione naturale, la contraccezio-ne e  la contragestazione di ultima generazione (Dott.ssa Emanuela Lulli, medico di medicina generale, gineco-loga, Segretario Nazionale Associazione Scienza & Vita)

05 marzo 2013 ore 20,45LA RELAZIONE D'AIUTOE LA COMUNICAZIONE NELLA RELAZIONE D'AIUTO(Dott. Paolo Drago, medico di medicina generale, psichiatra, psicoterapeuta)

15 marzo 2013 ore 20,45L'ABORTO IN ITALIAStoria della L.194/78 e suoi punti salienti, le cifre, le motivazioni dell'aborto. Aspetti legali e culturali (Dott. Pino Morandini, magistrato, vice-presidente del Movimentoper la Vita Italiano)

21 marzo 2013 ore 20,45CONSEGUENZE PSICOLOGICHE DELL'ABORTO(Dott.ssa Sara Pagnini,psicologa e psicoterapeuta)

10 aprile 2013 ore 21,15- INCONTRO PUBBLICO -LA PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA,LA LEGGE 40/2004 E LA SUA ATTUAZIONE (Dott. Paolo Marchionni, medico legale, bioeticista)

19 aprile 2013 ore 21,15- INCONTRO PUBBLICO -LE NUOVE FRONTIERE DELL'ABORTO:LE PILLOLE "DI EMERGENZA"(Prof. Lucio Romano, ginecologo, Presidente Nazionale Associazione Scienza & Vita)

Prospettive di speranzaNell’attuale contingenza

negativa si possono riconoscere più

aspetti che rendono difficile la vita delle singole persone e, di riflesso, delle famiglie e del tessuto sociale, a cominciare da quello economico che complica, spesso tragicamente, il vivere quotidiano e la semplice sopravvivenza fisica; per non dire delle problematiche inerenti l’impossibilità di far fronte ai pagamenti più banali e indispensabili: è nata la nuova povertà. C’è poi l’aspetto sociale propriamente detto, con la compromissione dei rapporti interpersonali e di scambio fra le persone e le famiglie, con difficoltà nei contatti, la impossibilità di semplici vacanze, addirittura la vergogna di esporsi alle critiche a volte feroci degli altri. E, ancora, la difficoltà di progettare, di ideare, di guardare al futuro, di sperare, di programmare alcunché, fino alla stessa genitorialità. E la famiglia, nucleo della società, è la prima a soffrirne, e i giovani i primi a essere colpiti dalle conseguenze della disoccupazione, dalla povertà, dal calo del potere d’acquisto, dal clima ostile e avverso. Da tutto questo nascono la sfiducia, la diffidenza, la mancanza di speranza. La politica si adoperi subito, ma un aiuto immediato e concreto può venire dalla solidarietà fra la gente, come si è visto in varie occasioni, anche tragiche, che hanno colpito il nostro paese. Il problema più grave però resta la questione morale: senza quest’ultima non ci sono rispetto, dignità, umanità e correttezza, eguaglianza, giustizia, pace sociale. E futuro.

Massimo Volponi - Presi-dente Movimento per la

Vita - Urbino© RIPRODUZIONE RISERVATA

La questione antropologica è divenuta una questione sociale fondamentale. La grande maggioranza dei problemi bioetici si concentra in una sola domanda: il concepito è un essere

umano a pieno titolo? Valgono anche per lui i principi di eguaglianza e di solidarietà?Posto che la cultura moderna considera sua massima conquista civile l’affermazione dei diritti umani e dell’eguaglianza, tale proclamazione è priva di senso se non è conosciuto il soggetto che ne è il titolare. Il principio di eguaglianza infatti è contraddetto se è possibile la discriminazione tra categorie di esseri umani.I Movimenti per la Vita dei 27 Paesi della UE hanno formulato un quesito per giungere al riconoscimento giuridico dell’embrione. Il quesito rivolto alla Commissione esecutiva, sul quale si chiede l’adesione dei cittadini europei, è: l’applicazione nel diritto dell’Unione del principio che la dignità umana e il diritto alla vita riguardano ogni essere umano fin dal concepimento ed il conseguente impegno legislativo delle istituzioni europee a non finanziare attività che presuppongono la distruzione di embrioni umani specialmente nel campo della ricerca, dell’aiuto allo sviluppo, della sanità pubblica.L’iniziativa è anche uno strumento culturale ed educativo per risvegliare l’anima dei popoli europei ed impedire la loro assuefazione e rassegnazione di fronte alle soverchianti aggressioni contro la vita umana.Per questo i Centri di Aiuto alla Vita e Movimenti per la Vita di Pesaro, Fano ed Urbino si rendono disponibili ad incontri con gruppi, parrocchie ed associazioni per illustrare l’iniziativa. .

IL 3 FEbbRAIO LA gIORNATA 2013

generare la vita vince la crisi«La logica del dono è la strada sulla quale si innesta il desiderio

di generare la vita, l’anelito a fare famiglia in una prospettiva feconda, capace di andare all’origine - in contrasto con

tendenze fuorvianti e demagogiche - della verità dell’esistere, dell’amare e del generare». Lo si legge nel Messaggio del Consiglio episcopale permanente della Cei per la 35ª Giornata nazionale per la vita, che si celebrerà il 3 febbraio 2013. «Generare la vita vince la crisi» è il titolo del Messaggio. Per i vescovi italiani, «la disponibilità a generare, ancora ben presente nella nostra cultura e nei giovani, è tutt’uno con la possibilità di crescita e di sviluppo: non si esce da questa fase critica generando meno figli o peggio ancora soffocando la vita con l’aborto, bensì facendo forza sulla verità della persona umana, sulla logica della

gratuità e sul dono grande e unico del trasmettere la vita, proprio in una situazione di crisi». «Donare e generare la vita - sottolineano i presuli - significa scegliere la via di un futuro sostenibile per un’Italia che si rinnova: è questa una scelta impegnativa ma possibile, che richiede alla politica una gerarchia di interventi e la decisione chiara di investire risorse sulla persona e sulla famiglia, credendo ancora che la vita vince, anche la crisi».

In provincia di Pesaro e Urbino per richiedere i moduli e riconsegnarli completi di firme per la spedizione A Pesaro, Fano ed Urbino è possibile fare riferimento a:Centro di Aiuto alla Vita di Pesaro – 0721 33044 - 335 5392680, [email protected] di Aiuto alla Vita di Fano – 0721 803765 – 346 6093869, [email protected] per la Vita di Fano – 0721 899002 - [email protected] per la Vita di Urbino – 0722 329076 – 338 1914873, [email protected]

Il Cav di Pesaro segnala la veglia diocesana per la vita in programma per giovedì 31 gennaio alle ore 21 presso la parrocchia del S. Cuore di Soria.

Page 6: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

20 gennaio 20136 Regione PRovincia

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CON LE PIÙ IMPORTANTI ASSOCIAZIONI CATTOLICHE REGIONALI

Un percorso da Recanati a LoretoSabato 26 gennaio prossi-

mo dalle 17.30 alle 23 si realizzerà la XII Marcia regionale della giustizia e

della pace da Recanati a Loreto organizzata dalle più importanti associazioni cattoliche regionali (ACI, ACLI, AGESCI, CSI, PA-STORALE GIOVANILE) e coor-dinata dall’Ufficio regionale per la Pastorale sociale, oltre che con la preziosa collaborazione e so-stegno della Parrocchia di Cristo Redentore di Recanati, guidata da don Rino Ramaccioni.Quali sono i motivi che spingo-no queste associazioni a porta-re avanti la marcia della pace? Qualcuno commenta: meglio una veglia di preghiera, un pelle-grinaggio che una marcia. Altri affermano ch le iniziative per la pace sono così tante che non ser-ve una marcia regionale. Eppure la passione che questo gruppo ha messo nel tempo e sta mettendo ora è tale che la marcia ha un si-gnificato profondo: una iniziativa forte della Chiesa marchigiana per tenere alta l’attenzione verso un valore primario. Senza pace non c’è giustizia, non si sviluppano le relazioni tra le persone, non si rispettano le mi-noranze, non si combattono le violenze e le prepotenze, non si aggredisce il malaffare, non si fa buona politica, non si prende

cura di custodire e conservare il creato, non si combattono le or-ganizzazioni malavitose, non si genera sviluppo economico, non si fa giustizia sociale, non si crea cultura, non si fanno crescere le persone nei valori più profondi e primari, non si costruisce e so-stiene la famiglia, non si difende la vita, non ci si preoccupa dei più deboli, degli ultimi, degli esclusi, non si abbattono le frontiere del-l’individualismo e dell’egoismo.Se andiamo a leggere i messaggi sono proprio questi i temi trattati dai Papi nei vari anni dal 1968 in poi. I messaggi non sono dati alla stampa ed alla storia per resta-re li o commentare che “è un bel discorso” e basta. Le comunità, i gruppi hanno l’obbligo morate di declinare questi messaggi e farli diventare vita vissuta con un reale cambiamento di cultura e com-portamenti quotidiani. Questa è una preziosa occasione per dedicare tempo e interioriz-zare i messaggi con testimonian-ze di chi li mette in pratica e con proposte precise di cambiamenti di rotta.Avere il coraggio di sfidare il fred-do e soprattutto il freddo dell’in-differenza o della critica sterile è un grande atto amore verso Dio e per l’uomo.Quest’anno ascolteremo il Vesco-vo di Macerata S.E. mons. Giulio-

dori, che ci introduce nella rifles-sione alla partenza, un giovane palestinese cristiano di Betlemme, un esponente di Medici senza frontiere e figure delle nostre Mar-che che hanno fatto esperienza del Vangelo che porta a cambiare gli stili di vita nel mondo del lavo-ro, della vita, dell’economia e nel cambiare la pedagogia della pace. La conclusione della Basilica della Santa Casa sarà in punto centrale con la riflessione testimonianza di S.E. mons. BregantinI.A conclusione riporto la scaletta che verrà seguita durante il per-corso, commentando il messaggio del Papa:- E’ operatore di pace chi difende la vita- E’operatore di pace chi genera sviluppo sostenibile- E’ operatore di pace chi promuove etica nei mercati- Nuova classe dirigente- Una nuova pedagogia della paceC’è solo da augurarsi che queste idee passino e si diffonda la vo-lontà di partecipare, non solo per fare numero, che è importante anch’esso perché vuol dire che ci siamo e abbiamo un po’ di corag-gio, ma per ascoltare e cambiare qualcosa di significativo nei nostri comportamenti personali, fami-liari e sociali.

Mario Vichi© riproduzione riservata

UN RICORDO DI LINA GIRELLI VEDOVA NONNI

“Era giovane nello spirito”Una cerimonia intima e parte-cipata ha accompagnato Lina Girelli ved. Nonni nel suo ultimo viaggio alle soglie dei 103 anni nella chiesa di Santa Chiara di Urbino. Il parroco don Andreas Fassa, nella sua splendida ome-lia, ha rivelato: ”Era giovane nello spirito e nel fisico. Dimo-strava vent’anni di meno!”. Il fi-glio Giorgio ha affidato a queste righe il ricordo della sua operosa vita.oggi è un giorno speciale per la cara Lina, che con il carico delle sue 102 primavere rag-giunge il Cielo ove ritroverà, oltre al suo spo-so domenico, compagno per sessant’anni di una esistenza serena, anche gli adorati figli paolo e Luigi con Graziella, che per un cru-dele destino l’hanno preceduta in quest’ulti-mo tempo carico di assenze coltivate nel suo cuore.donna di incrollabile fede ha vissuto il succe-dersi di stagioni tragiche come i due conflitti mondiali e la ricostruzione del nostro paese dalle macerie belliche. Cresciuta nelle aride colline di Montecalvo in Foglia tra i sacrifici di una terra che non dava frutti, si è riscatta-ta e ha saputo costruire a urbino una fami-glia allargata a figli, cognate, nuore, suoceri, nipoti e aperta ai vicini d’aia, come la cara imelde, che l’ha preceduta in Cielo. Con la sua proverbiale generosità accoglieva i poveri e i diseredati che si sedevano alla sua men-sa ricolma di vivande a cui spesso rinunciava in favore degli ospiti, quei mendicanti che si fermavano spesso a cercare riparo per le notti altrimenti all’addiaccio: la sua dimora si trasformava in una Casa di accoglienza ante litteram, come accade ora con i nuovi poveri.Ma oggi è un giorno speciale perché Lina ri-ceve l’estremo saluto nella chiesa che lei ave-

va frequentato per più di mezzo secolo, circondata dall’affetto delle sue monache a cui ha de-dicato la vita. ella ha servito con generosità il Monastero in virtù di un lascito spirituale di don Luigi nonni, mitica figura di sacerdote, suo zio e confessore della serva di dio renata nezzo.poiché la regola monastica im-pediva alle suore di allontanarsi dalla clausura, Lina era sempre

presente come una compagna nei viaggi e nelle uscite in caso di malattia, svolgendo an-che una intelligente operazione di marketing per alimentare le risorse del Convento, solle-citando vendite porta a porta e consegnando in piazza delle erbe fiori e frutti dell’orto col-tivato dalle monache, anticipando l’idea di un odierno mercato a Chilometri zero!sino a che le forze l’hanno sostenuta ha sem-pre pensato al benessere delle sue suore con cui erano frequenti i contatti anche notturni, in virtù di un rudimentale filo prima e del te-lefono poi.semplice ma di solidi principi, dispensatrice di massime di sapienza popolare, invitava i più giovani alla pratica religiosa e a proteg-gersi dalle insidie della vita perché, come re-citava sino all’ultimo respiro, “La vita è bella ma non fa l’uva!”.affezionata al rosario quotidiano quanto alle concrete opere di carità, Lina ha lasciato con la sua testimonianza di gioiosa serenità un esempio che porterà frutti a quanti l’hanno conosciuta e amata sino ai momenti estremi, quando lei ha confermato una fiducia senza limiti nell’aldilà. ecco come la nipote Lucia l’ha salutata: “Ciao, nonna, che con la tua semplicità, bontà, onestà e voglia di vivere ci hai indicato i veri e unici valori della vita. non ti dimenticherò mai”.

CREDEVANO FORTEMENTE NELLA SCUOLA E NEL LORO LAVORO

In memoria della professoressa Volpini

Ho sempre associato la figura di Gabriella Cavazzoni a quella del marito, Valerio Volpini. L’autore

di “Violenza anni Sessanta” (La Locu-sta 1963) mi regalò il libro appena uscì e da allora è sempre restato mio amico e poi sempre più un maestro. E ogni volta che andavo a trovarlo in via Simonetti a Fano, lungo il lido, c’era la signora Ga-briella che salutava e poi scompariva. Si passeggiava sempre lungo il marciapiede che dava sulla spiaggia. Era anche l’anno di nascita di Giovanni, il loro terzo figlio, il più piccolo, dopo Grazia e Marina, con il nome in onore di Papa Giovanni. Ero studente universitario, legato alla Fuci, e loro quarantenni cordiali, disponibili, curiosi delle nuove generazioni. Valerio portava il segno della testimonianza, Ga-briella era silenziosa, ma resistente nelle sue opinioni. La loro vita seguiva un iti-nerario che sentivo anche mio, come la vita nell’associazionismo, la partecipa-zione alla vita ecclesiale - era il tempo del Concilio - e culturale, la scuola. Loro

erano docenti di lettere all’Istituto Bat-tisti, molto stimati, seguiti, impegnati nell’azione educativa. Si facevano con-correnza. Mi hanno raccontato tante scene sia gli interessati che i loro alunni come Valentino, Enzo, Pietro-Paolo, Te-resa, William, Sergio, Massimo, Bruno, Eligio, Romualdo, Giorgio, Giovanni, Filippo, Anna. Giordano e Giacomo da anni ci hanno lasciati. Valerio insegnava ai futuri ragionieri: impostava le lezioni sui grandi problemi e sui grandi autori ma anche sul dialogo serrato con i ra-gazzi, che erano coinvolti e catturati per la lettura, per l’amore del libro. Gabriel-la, invece, aveva un approccio più acuto: voleva convincere gli studenti all’ascolto della parola e dei testi letterari: lo studio doveva formare, stimolare la conquista dello spirito del sapere e delle buone ma-niere. Credevano fortemente nella scuo-la e nel loro lavoro, che era sempre un momento di dialogo con i colleghi, con-versazione e comunicazione delle espe-rienze di vita. Al Battisti di Fano c’erano professori di prim’ordine, un collegio docenti aperto alla civiltà ed ai valori sociali. La Signora Gabriella portava il dono della gentilezza e dell’ironia, della autorevole preparazione culturale e del-la sicurezza sui problemi da affrontare. Si è spenta nella propria abitazione il 4 gennaio 2013. Una testimonianza è stata espressa sia da amici e colleghi, da don Gabriele Bellachi anche lui professore al Batttisti, da don Giuliano Marinelli, che hanno guidato le esequie nella chiesa di Rosciano, nel cui cimitero è sepolta ac-canto al marito.

Gastone Mosci© riproduzione riservata

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Regione PRovincia 20 gennaio 2013 7

PROTAGONISTI GLI STUDENTI DEL LICEO RAFFAELLO DI URBINO

Un recital per ricordare l’opera di Pascoli

URBINO – Gli studenti medi sono stati i protagonisti della “Giornata Pascoliana” che si è tenuta in Urbino. A cento anni dalla morte di Giovanni Pascoli, gli studenti dell’IIS Raffaello hanno ricordato con un recital l’ope-ra del grande poeta che ha trascorso nove anni al Collegio degli Scolopi di Urbino dove si è formato alla scuola del grande scienziato padre Alessan-dro Serpieri. L’amore che Pascoli ha sempre nutrito per Urbino, ha mo-tivato gli studenti della città ducale a collaborare con l’Università per la realizzazione di una giornata di stu-di in suo onore, che si è svolta nella prestigiosa sede del Teatro Sanzio e che si è inserita nel più ampio ci-clo di celebrazioni pascoliane, che si sono svolte e che sono ancora in via di svolgimento in tutta Italia. Il poemetto “Italy” è stato reinterpre-tato e messo in scena dal gruppo teatrale dell’IIS Raffaello. “Italy” è una delle prime testimonianze della letteratura italiana sull’emigrazio-ne. “Dramma economico e sociale – ha rivelato l’insegnante di lettere Giuseppe Puntarello - che lacerò le famiglie e le comunità produttive della nazione all’alba del Novecen-to. Il poemetto fu una risposta alla incipiente mentalità nazionalistica e patriottica di quell’Italia dilaniata dalla diffusa e profonda miseria eco-nomica. Traendo spunto da un epi-sodio veramente accaduto nella fa-miglia di un piccolo agricoltore suo amico, Pascoli – conclude Puntarel-lo - scrisse questo lungo poemetto, che ha per sottotitolo ‘Sacro all’Italia raminga’ e chiama in causa imme-diatamente il fenomeno dell’emi-grazione, guardato con sgomento come perdita d’identità e fattore di

estraneità reciproca fra chi è partito e i parenti rimasti in patria a conser-vare arcaiche abitudini di vita”. Un altro gruppo di liceali ha letto brani tratti dal ciclo di lezioni universita-rie che Giovanni Pascoli tenne a Bo-logna nell’anno accademico 1911/12, presso la Regia Scuola Pedagogica. Le lezioni sono pervenute per gen-tile prestito di Antonio Piergiovanni,

che ha messo a disposizione le copie anastatiche delle lezioni pascoliane provenienti dalla collezione della sua compianta consorte Maria Cristina Grossi, figlia di Gualtiero Grossi, bi-bliotecario dell’Oliveriana di Pesaro dal 1873 al 1893. “Non succede fre-quentemente che gli studenti siano in grado di apprezzare la poesia di un autore come il loro professore

desidererebbe, ma per Pascoli è suc-cesso qualcosa di diverso – ha solle-citato il dirigente del ‘Raffaello’ Bru-no Papi - Sarà che questa volta gli urbinati hanno giocato in casa, sarà l’emozione che hanno provato nel-l’ascoltare poesie come ‘L’Aquilone’, ‘Cavallino’ o ‘Campane a sera’, fatto sta che gli studenti hanno seguito, sono stati interessati, si sono impe-

gnati con piacere. La capacità di Pa-scoli di universalizzare le emozioni più profonde ha catturato i giovani e non è cosa da poco”. Un’esperienza unica l’incontro con la poesia pasco-liana, basato sull’impegno e la serie-tà che questa volta ai giovani non è mancata.

eg© riproduzione riservata

Centile direttore,riguardo alle severe reprimende delle autorità ecclesiastiche al parroco di

san terenzo di Lerici, don piero Corsi, reo di aver affisso un volantino dal contenuto discutibile sulla bacheca della sua chiesa, vorrei porLe una domanda: come mai quando dal mondo cattolico proviene un giudizio che tocca la suscettibilità e muove lo scandalo della mentalità “moderna” e laicista, la Chiesa interviene con prontezza a precisare la corretta posizione del suo pensiero e della sua dottrina mentre quando l’opinione espressa avversa apertamente le stesse ragioni ed espressioni della Fede cristiana (ma piace al pensiero massificato di oggi) la Chiesa appare molto meno sollecita e rigorosa? don piero Corsi è tanto peggiore di preti che idolatrano la Costituzione o che interpretano “liberamente” la liturgia o che tacciano del tutto su argomenti “impopolari” (aborto, concezione dei rapporti sessuali, matrimonio)? perché sembra (ma mi corregga se sbaglio) che solo a don piero serva un periodo di riposo e

di riflessione? tempi difficili si preparano per i cattolici. sull’inserto venerdi del quotidiano repubblica del 7 dicembre u.s. è scritto testualmente (pag. 42): “la comunità scientifica, e gli psicanalisti per molto tempo, hanno sempre cercato le cause dell’omosessualità, come se lì fosse il problema. oggi la comunità scientifica si interroga sulle cause dell’omofobia, perché ha capito che è quello il vero nodo da risolvere”. Caro direttore, se in un prossimo futuro ad un poveretto privo di solide amicizie venisse in mente di affermare pubblicamente che, a suo modesto parere, la relazione omosessuale non realizza la persona e che riconoscere alle coppie omosessuali i diritti oggi attribuiti alla famiglia sia un atto disgregativo sul piano morale e sociale; se per questo a costui venisse detto di essere “malato” e bisognoso di “cure”; se, a legge sull’omofobia finalmente approvata, il malcapitato rischiasse pure di essere messo dentro - intendo dire nelle patrie galere - su iniziativa di uno zelante magistrato;

ecco quel poveretto, dicevo, voltandosi a guardare dietro di sé, troverebbe una Chiesa disposta a difenderlo o ne troverebbe una pronta a “pesare” con il bilancino del farmacista ogni singola sua parola e a rettificare con puntiglio ogni sua espressione non “appropriata”?Grazie dell’attenzione e Buon anno a Lei e a tutta la redazione de “il nuovo amico”.

Lorenzo Rossi (da Pesaro)

La sua lettera al direttore pone parecchi interrogativi e conseguentemente difficoltà a elaborare una risposta breve ed essenziale su temi cosiddetti ‘sensibili’. Dando per scontato il giudizio teologico-dottrinale, proprio doveroso dei pastori, l’altro, quello disciplinare dipende dalle ‘circostanze’ che storicizzano nel concreto le varie responsabilità: tempo, luogo e modo all’interno della comunità cristiana, tempo, modo e luogo all’interno della società civile, culturale e politica. Sono tantissime che lo scrivente esemplificando delinea con efficacia, ne sottolinea l’applicazione, non sempre univoca, talvolta contrastante. Gli è che

il giudizio esteriore è relativo alle circostanze. In una società come la nostra, per un verso puritana e ipocrita e per un verso sporca e permissiva, perciò soggetta alla fragilità dello scandalo e della libertà di fare ciò che vuole, e di una comunità cristiana anch’essa fragile e intransigente, gli uomini di Chiesa si trovano in una posizione difficile. Tacere, parlare, agire come e quando? Due esempi. Il manifesto del parroco di Lerici a fronte di un’accusa in atto di misoginismo della Chiesa (vedi ciò che è successo domenica scorsa in piazza S. Pietro). È opinione comune che gli ecclesiastici siano pedofili, teorema percepito come tale, di fronte a un caso di pedofilia locale. Non mi vorrei trovare nella posizione degli uomini di Chiesa. In un certo senso lo sono. Esprimo un sogno irrealizzabile: una Chiesa pienamente disposta ad essere ‘segno di contraddizione’ che si dedica meno a definire gli errori e denunciare delitti e molto più, quasi esclusivamente, all’annuncio. Le auguro un buon anno anche da parte della redazione.

Il Direttore© riproduzione riservata

Lettere in redazionePer contattare la redazione: [email protected]

FEMMINICIDIO E VOLANTINO DI DON PIERO CORSI

Chiesa: omofobia e misoginismo

L’ASUR A SOSTEGNO DELLE PERSONE IN SITUAZIONI DIFFICILI

Con “La Gilda”si ripartepesaro – sono ripresi martedì 15 gen-naio nei locali dell’asur di via Lombroso 37, gli incontri de: “La Gilda”. È bene ri-cordare che l’associazione, gratuitamen-te, sostiene le persone che si trovano a vivere situazioni di post-trauma in seguito ad incidenti o all’insorgenza di patologie quali: sclerosi multipla, distrofia muscola-re, ictus, aneurismi, problemi oncologici, cardiaci, respiratori o di altra natura, me-diante percorsi di sostegno di gruppo: uno dedicato ai diretti interessati ed uno ai fa-migliari. per facilitare l’introspezione e la comunicazione tra le persone è previsto l’intervento di “counselors” professionisti. per partecipare all’attività dei gruppi visi-tare il sito www.lagildaonlus.org o telefo-nare al 3663647774.

ENTUSIASMO DEI RAGAZZI PER IL PROGETTO DELLA “T41”

Il paesaggio e il contatto con la naturaPESARO – Una missione importante: ri-scoprire le bellezze naturali del Parco del Monte San Bartolo, un anno di tempo per compierla e tantissimi ricordi da portare con sé. Non è la trama di un film, bensì il resoconto di un progetto che ha coinvol-to alcuni utenti della cooperativa sociale “T41” durante il 2012. Attraverso questa esperienza si è cercato di far conoscere ai ragazzi le caratteristiche principali dei tre principali paesaggi che Pesaro offre: il mare, la campagna e la collina. Il contatto con la natura e con i cambiamenti che ac-compagnano il passaggio fra le diverse sta-gioni li ha così stimolati a esprimersi anche a livello pratico, attraverso disegni, pitture e piccole poesie. “Il parco è tranquillo/con i suoi animali/fiori colorati,/verde di varia tonalità./Io sento dentro di me/serenità, pace, gioia. (Leonardo) Diversi i momen-ti significativi, fra i quali risaltano: le pas-seggiate nel parco, guidati dal naturalista Laurent Sonet, alla scoperta dei reperti

archeologici e della conformazione geolo-gica del territorio; la visita al paese di Fio-renzuola di Focara, per esplorarne gli usi e i costumi e da ultimo il ritorno nel borgo per ammirare i presepi nel periodo natali-zio. Queste persone, con tutte le difficoltà legate alle varie disabilità da cui sono col-

pite, hanno tuttavia mostrato una capacità di esprimersi assolutamente spontanea e immediata, che stupisce sempre e che cer-tamente testimonia un fatto: abbiamo tutti uno stesso cuore.

Eleonora Gregori Ferri© riproduzione riservata

Page 8: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

9 dicembre 20128 Regione PRovincia amicoil nuovo• •

Il sorriso di Marina

Cari amici, riporto una frase di un salmo: “cos’è l’uomo perché tu te ne ri-

corda, eppure lo hai fatto poco meno degli angeli,,,”. Dio ricor-da ognuno di noi con orgoglio e compiacimento, mentre noi uo-mini non siamo capaci di ama-re la sofferenza di un fratello. Questo mio pensiero nasce dal profondo del cuore, mentre la-scio fluire le parole, sento in me una grande tenerezza di Dio, anche se la riflessione è molto triste. Mi chiedo come possano la sofferenza e il dolore chiude-re il cuore e la mente; so bene che il dolore può bloccare, ma ho imparato che andando oltre si può ammorbidire la durezza degli eventi. Allora, siamo tut-te creature uguali o no? Perché quando una persona soffre non siamo capaci di sostenerci con-fidando nel Creatore? Forse ci spaventa il rendere conto del-la nostra fragilità e piccolezza, eppure di nuovo mi sento dire che l’amore… può compiere il miracolo che anche il non cre-dente si aspetta?

Marina© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dio ricordaognuno di noi

Sempre più frequenti, in cronaca nera, gli episodi di violenza, stupro e uccisioni

nei confronti delle donne. Un bravo parroco toscano ha messo in bacheca un ritaglio di giornale nel quale si raccomanda, oltre alla massima attenzione, di vestirsi in modo più conveniente. Non l’avesse mai fatto: lo hanno accusato di giustificare il femminicidio e gli stupri. Naturalmente nessuno è andato a cercarsi il testo integrale (che non diceva assolutamente queste cose) ma ha letto attentamente la stampa laica che taccia di retrogrado ed integralista il buon sacerdote, costringendolo a prendersi un “periodo di ferie”. Un gruppo di donne è poi entrato in chiesa per contestare il parroco che invece era assente. Non contente di ciò tre femministe hanno improvvisato uno streep tease in piazza San Pietro durante l’Angelus del Papa. Adesso non accusatemi di essere misogino. In una società perfetta una donna potrebbe andare, vestita come Lady Godiva, in qualsiasi zona ed a qualsiasi ora senza patire danni, purtroppo però questo mondo è pieno di pazzi e di delinquenti. I miei amici, ospiti della Casa circondariale di Villa Fastigi, dei quali tutto si può dire meno che non siano esperti di malavita, sono divisi, per sicurezza, in due reparti: i “normali” ed i sex offender. I detenuti odiano le persone che compiono determinati reati ed hanno pienamente ragione.Notizia ultima: una ragazza in discoteca ha seguito uno sconosciuto nel bagno degli uomini, sembra con la promessa di una dose. Ivi è stata stuprata. Forse un po’ di accortezza sarebbe stata utile; ed in altri casi un abbigliamento adeguato sarebbe opportuno. Che abbia ragione il parroco? Nel frattempo, ragazze, attente al lupo.

Alvaro Coli© RIPRODUZIONE RISERVATA

il peperoncino

Attente al lupo

PROPOSTA DI LEGGE DELLA GIUNTA REGIONALE

Dalle Marche un occhio di riguardo alle famiglieLa Giunta regionale delle Marche

ha varato una proposta di legge sul “Sistema regionale integrato dei servizi sociali a tutela della persona

e della famiglia”, attualmente al vaglio della V commissione consiliare, che avvierà tutte le audizioni necessarie prima del passaggio in aula. Tra le proposte, una particolare attenzione è rivolta allo “sviluppo qualitativo e quantitativo della domiciliarità”, per la quale un ruolo di “centrale importanza” viene attribuito alle famiglie con figli, che accudiscono figli con disabilità o prestano assistenza in casa agli anziani non autosufficienti. A quest’ultimo settore sono dedicati gli articoli che vanno dal 19 al 21, nei quali si stabilisce di “potenziare” i servizi di supporto alle famiglie che prendono in carico l’assistenza di un congiunto anziano non autosufficiente. Inoltre la Regione s’impegna a “favorire” l’affidamento di anziani a famiglie selezionate e a promuovere “l’apertura alla comunità locale delle strutture residenziali e diurne per favorire le relazioni sociali e l’incontro tra generazioni”, nonché “la partecipazione dei rappresentanti dei familiari nelle residenze protette”. Infine, viene istituito il “fondo per gli anziani non autosufficienti”.Anziani e disabilità“La cosa più importante per me è una politica che sia volta a mantenere l’anziano nel proprio domicilio”. Ad affermarlo è Franco Belluigi, geriatra marchigiano, vicepresidente nazionale dell’Associazione per il volontariato nelle unità locali socio sanitarie (Avulss), per il quale “se le condizioni familiari non lo permettono, bisogna fare una politica intelligente, che favorisca l’adozione dell’anziano da parte di una famiglia che non sia la sua, con l’opportuno contributo degli enti locali, come Comune o Provincia o con l’incoraggiamento di significativi sgravi fiscali”. Belluigi ricorda che nel 2020 gli anziani costituiranno il 23-24% della popolazione, per cui è quanto mai necessario in questi anni rivedere le politiche sull’invecchiamento e sulla cura delle persone anziane. A partire da una rivisitazione del ruolo delle case di riposo, che “purtroppo, per come sono concepite oggi, in generale favoriscono il degrado delle persone”. Queste strutture sono completamente “medicalizzate” e provocano uno “sconvolgimento nella persona, che perde la sua autonomia, se l’aveva, e nel giro di pochi mesi peggiora notevolmente”. Alcune perplessitàPer Tommaso e Giulia Cioncolini, responsabili regionali della pastorale familiare, “da una prima analisi si denota chiaramente la finalità della norma volta a rafforzare e attivare servizi socio-assistenziali, che hanno lo scopo di favorire l’autonomia e la permanenza a domicilio della persona anziana non autosufficiente”. Secondo i coniugi “il principio di fondo è nobile e coglie il cuore del problema, tuttavia rimangono

alcune perplessità e lacune su come il legislatore intenda attuare questo obiettivo, dal momento che alcune indicazioni presenti nel testo di legge sono già vigenti ma non funzionali al servizio. Comunque, è impensabile ritenere che solamente l’istituzione di un fondo per anziani non autosufficienti basti a garantire l’autonomia e la permanenza a domicilio della persona anziana e sia efficace come servizio di sollievo alla famiglia”. Una nota poi sull’articolo 19, nel quale “si fa riferimento all’affidamento di anziani a famiglie selezionate, ma non si

capisce come sia percorribile un simile iter”. “Molto interessante”, invece, per i Cioncolini, “la promozione di servizi civici e centri di aggregazione e informazione cui partecipano le persone anziane attive per valorizzare le loro esperienze e competenze; questa è certamente una pista da battere. Come lo è, del resto, sostenere l’attività di volontariato e di utilità sociale, in particolare per lo sviluppo di esperienze di gruppi di auto e mutuo aiuto”.

a cura di Simona Mengascini© RIPRODUZIONE RISERVATA

DA UN MALATO DI SLA: è ora di fare chiarezza in Italia sia all’interno dell’Istituto Superiore di Sanità sia all’interno dell’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, che rispetto alle analoghe strutture europee e statunitensi, è molto più lenta prima di decidere se passare a una sperimentazione di

un farmaco o di trapianto di cellule staminali dal topo all’uomo, ovvero passa troppo tempo e muoiono nel frattempo troppi malati. Sui ricercatori poi ci sarebbe da scrivere un romanzo, loro vedono solo il danaro, ce ne sono pochissimi che si impegnano veramente per risolvere il problema e per dare una risposta concreta a noi malati. L’ultimo farmaco scoperto, risale al 1999 e le sue potenzialità sono quelle di allungare la vita di tre mesi di un malato, non c’è che dire. In Italia è partita la sperimentazione del professor Vescovi, ci sono voluti 6 anni prima di avere tutte le autorizzazioni. C’è un’altra sperimentazione che dovrebbe partire non si sa quando, ideata e messa a punto dal dottor Melazzini che oggi collabora con la Regione Lombardia nel settore sanitario. I progressi da lui stesso raccontati in un articolo uscito nella primavera 2012 sul quotidiano Avvenire, dimostrano che la cura è efficace.Adesso è giunto il momento che i malati si riprendano la loro vita e non stiano a passare il tempo o meglio

a morire per la burocrazia che regna imperterrita all’interno delle due istituzioni italiane. Fortunatamente da qualche anno è nata la nostra agenzia, l’agenzia ARisLA che vede la partecipazione di molti soggetti privati e che con la rac-colta di fondi e le donazioni, mette in piedi ogni anno delle borse di studio, per meglio dire dei bandi a cui possono partecipare ricercatori italiani ma con obiettivi concreti che diano risposte concrete ai malati e soprattutto che tutto ciò avvenga in un periodo di tempo prestabilito predeterminato.

È questo il punto debole della nostra ricerca: la meritocrazia. Il trapianto di cellule staminali cerebrali da feti abortiti reimpiantate nel midollo osseo dei malati, che in qualche caso sta dando dei risultati insperati, il professor Vescovi con tutta la burocrazia che c’é in Italia ha iniziato la fase I da qualche mese. Lo stesso trattamento messo a punto anche con la collaborazione del professor Vescovi, ma negli Stati Uniti precisa-mente ad Atlanta, ha già concluso la I fase ed ha iniziato la II fase, terminata la quale inizia l’arruolamento spontaneo per via compassionevole ma con un costo che si aggira attorno ai € 100.000. Tutto questo per noi malati rappresenta avere o non avere una prospettiva di vita e subire una discriminazione che proprio le Nazioni Unite nel 2006 hanno voluto in una dichiarazione universale al fine di sensibilizzare i vari Stati a non discriminare i disabili e i malati. Altro che i viaggi della speranza!Forse qualcuno ha pensato che facendo fuori alla svelta chi è malato come noi possa rappresentare un ri-sparmio per la sanità pubblica. Non voglio esagerare, ma tra ciò che ha espresso la Corte di Cassazione, in riferimento alla legge 40, ciò che ha detto tempo fa il ministro del Lavoro che i disabili devono aprirsi una polizza privata che non pesi sulla spesa sanitaria nazionale, all’americana per intenderci. Poi ci sono tutte queste vicende che accadono attorno al trapianto di cellule staminali fatte in Italia, quindi come dicono i padroni e baroni della medicina, con tutte le garanzie, sempre che, dietro a controllare ci siano i soliti noti. Ma se il trapianto di cellule staminali non passa per le forche caudine dell’istituto superiore di sanità ovvero dell’agenzia italiana del farmaco ove i padroni della salute italiana, ti si mettono di traverso, allora anche se c’è di mezzo una vita, vedi il caso di Celeste e di tutti gli altri bambini affetti da una grave forma di distrofia guaribili con il trapianto, ciò che prevale sono la burocrazia, la procedura, il controllo della vita nelle mani di poche persone. Questo non è più accettabile anche perché questi signori si rivolgono addirittura alla magistratura per sospendere un trattamento vitale, il che equivale a commettere un omicidio. La burocrazia che prevale sulla vita è un aspetto aberrante. Mettendo insieme tutti questi fatti mi viene il sospetto, ma per il momento spero che sia solo un sospetto, ovvero che siamo entrati in una fase della nostra società che va verso la selezione della razza:”quelli dei disabili”. Il mio sogno più grande è quello di sconfiggere la mia malattia, ma forse più grande è il sogno di vedere tutti gli ammalati non solo della mia malattia, ma sconfiggere anche tutte le malattie devastanti che si im-padroniscono della vita dei bambini, dei giovani e degli adulti.

Un’agenzia come sostegno

Page 9: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

20 gennaio 2013 9amicoil nuovo• •

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IL 1° FEBBRAIO IN CATTEDRALE PRESENTERA’ IL LIBRO “INTERVISTA SU DIO”

Il cardinale Camillo Ruini a Pesaro

“Credere o non credere in Dio è una domanda che interpella tutti e che richiede a ciascuno di

essere presa sul serio, qualunque risposta le si dia. Altrimenti re-stiamo alla superficie di noi stessi e ci consegniamo alla banalità e all’insignificanza”. Ne è convinto il card. Camillo Ruini, già presiden-te della Cei e attuale presidente del Comitato dei vescovi italia-ni per il progetto culturale, che il prossimo venerdì 1° febbraio sarà a Pesaro insieme all’Arcivescovo mons. Piero Coccia per presentare il libro “Intervista su Dio. Le pa-role della fede, il cammino della ragione” (ed. Mondadori 2012, pp. 300).Rispondendo alle domande del giornalista di “Avvenire” Andrea Galli, il card. Ruini accompagna il lettore “sulle tracce di Dio” per aiutare, spiega, “chi crede, ad ave-re una consapevolezza più esplici-ta delle ragioni della propria fede, e a fare così unità nella propria coscienza di credente”; chi “vorreb-be credere, ma è incerto e perples-so”, a trovare “un aiuto a liberarsi dalle difficoltà che lo bloccano e a rafforzarsi invece nelle motivazio-ni per credere”. Presentiamo alcuni

spunti di riflessione tratti dal vo-lume, articolato in tredici capitoli tematici preceduti da un’introdu-zione.

IntellIgenza e rIcerca. “Dedicare la nostra intelligenza alla ricerca di Dio” non è “l’unico modo per trovarlo, e nemmeno il più importante. È però un aspetto da cui non si può prescindere, se non vogliamo creare una frattura in noi stessi, per la quale con il de-siderio del cuore possiamo essere credenti, ma l’intelligenza non sa il perché, o addirittura è convin-ta che di Dio non si possa sapere nulla, e forse non ci sia”. tecnologIe ed antro-pologIa. “Personalmente non amo e non condivido le tendenze” a “considerare negativamente le tecnologie: non solo perché esse hanno enormemente migliorato le condizioni pratiche della nostra esistenza, ma più radicalmente perché sono frutto dell’intelligen-za umana”, cioè di quello che “ci fa essere a immagine di Dio”. Ma “ciò non significa” che esse “non debbano essere sottoposte a un discernimento” che “rimanda a criteri antropologici ed etici”. libertà e bene. “La nostra libertà

non è qualcosa di totalmente in-determinato, che faccia riferimen-to soltanto a se stesso”; è invece “intrinsecamente rivolta a ciò che ci appare desiderabile, che con-sideriamo cioè un bene per noi”. “Impostare la propria esistenza prescindendo dal valore e dal-l’obbligazione morale” implica “la rinuncia a ciò che ci qualifica più profondamente come uomini e che è richiesto dalla nostra stessa coscienza”. onnIpotenza e non esse-re. “Dio è onnipotente nel senso che può porre in essere tutto ciò che è assolutamente possibile, os-sia in se steso non contraddittorio. Ciò che invece è contraddittorio è semplicemente il nulla, il non es-sere”: solo “il nulla può sottrarsi alla potenza di Dio”. “Il problema del male può costituire una forte obiezione contro Dio ma non può, sul piano della coerenza logica, indurci ad ammettere la presenza del male in Dio”. la verItà della fede. “La rivendicazione della verità della propria fede” è “spesso ritenuta oggi ‘politicamente non corretta’. E’ però irrinunciabile per un cri-stiano”, come “per un musulmano e per ogni autentico credente”, e

“non contrasta affatto con la li-bertà sociale e civile in materia religiosa”. Un dio amico dell’uo-mo. Oggi “è della più grande im-portanza che il Dio in cui credere non sia semplicemente l’essere as-

soluto, ma il Dio vicino, amico e salvatore dell’uomo, il Dio di Gesù Cristo” che “ha scelto liberamente di donarsi a noi”.

©riproduzione riservata

Interviene

S. Em. Cardinale Camillo Ruini

Presiede

S. E. Mons. Piero CocciaArcivescovo di Pesaro

Venerdì 1 febbraio 2013 - ore 21,00Basilica Cattedrale - Pesaro

Intervista su DioIl rapporto tra la fede e la ragione

INVITO

VERSO LA XXI GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

Mons. Coccia in visita ai degenti del Galantara

“Mi sento particolarmente vicino a ciascuno di voi, cari amma-lati, che nei luoghi di assisten-

za e di cura vivete un difficile momento di prova a causa dell’infermità e della sofferenza”. La stessa affettuosa vicinanza verso chi soffre, che Benedetto XVI esprime con

queste parole nel suo Messaggio per la XXI Giornata Mondiale del Malato, è stata vissuta e comunicata anche da S.E. Mons. Piero Coccia, il quale – marte-dì scorso 8 gennaio – ha fatto visita ai degenti della Residenza Sanitaria “Ga-lantara” di Trebbiantico, accompagnato dall’assistente religioso don Fernando

Boria, dalla caposala e da altri operatori della struttura. Entrando in ogni stanza e sof-fermandosi a parlare con tutti i malati, l’Arcivescovo ha recitato un’ Ave Maria con ciascuno di loro e li ha benedetti uno per uno. Sono stati incontri semplici, spontanei, in alcuni casi anche allegri e spiritosi. E comunque sempre ben accolti e di grande valore. Perché è propria di ogni persona l’esigenza di non essere lasciata sola quando si trova in condizioni di fragilità. E’ di tutti il bisogno di raccontare le pro-prie preoccupazioni, di ricevere una parola di speranza.Mons. Coccia ha espresso inol-tre sincera stima e riconoscenza agli Operatori della struttura, non solo per l’assistenza com-

petente e personalizzata che assicurano ai loro ospiti, ma anche per il rispetto con cui ne favoriscono e promuovono costantemente l’umanizzazione dei rap-porti.

Paola Campanini©riproduzione riservata

IL 25 GENNAIO A VILLA BORROMEO

Il prof. FrancescoCompagnoni all’ISSRvenerdì 25 gennaio 2013, con inizio alle ore

18.30, si terrà il quarto incontro del corso per gli operatori pastorali, che l’arcidiocesi

di pesaro sta dedicando alla presentazione Com-pendio del Catechismo della Chiesa cattolica. La relazione sarà tenuta dal prof. Francesco Com-pagnoni, che parlerà su “La vita in Cristo”. padre Compagnoni è attualmente professore ordinario di teologia Morale presso l’angelicum, la ponti-ficia università s. tommaso d’aquino di roma. dopo un periodo di insegnamento in svizzera, dove ha insegnato presso la Facoltà teologica di Friburgo, ha svolto il suo insegnamento pre-valentemente all’angelicum, del quale è sta-to anche rettore dal 2001 al 2005. dal 2008 é assistente ecclesiastico nazionale del M.a.s.C.i. (Movimento adulti scout Cattolici italiani) e presidente di adjuvantes onlus, un fondo di solidarietà educativa. L’incontro con il padre Compagnoni è aperto a tutti e si terrà nella sede del “Giovanni paolo ii” a villa Borromeo, in via avogadro 40. ulteriori informazioni si possono ricevere telefonando alla segreteria dell’istituto, allo 0721/52109 ogni lunedì, martedì e mercole-dì dalle 17.30 alle 20.00, oppure visitando il sito www.issrpesaro.it.

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Pesaro20 gennaio 201310Br

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esi A cura di Vittorio Cassiani

DOMENICA 20 GENNAIOCON “LA CORDATA” – Escur-sione a Sant’Arduino e Car-pegna. Ritrovo, alle ore 8.00, presso la Pasticceria “Orchidea”, in via Ponchielli n°. 82. Info: 348/0430358. “MONTAGNE TRA VITA E PAE-SAGGI” – Mostra proposta dal CAI, fino al 27 gennaio, nella Sala Laurana di Palazzo ducale. Orario: 10-12 e 17-20.“AL POZZO DI SICAR” – Secon-do incontro del gruppo. Oggetto di approfondimento: “Professio-ne di fede e condizioni della se-quela”, “Localizzarsi – Io…sen-za maschere!”. Villa Borromeo, in via Avogadro. Info: Marghe-rita Di Giorgio, via Monti n°. 10. Tel. 0721/32392.“PEZZI FACILI” – Cose ignote, rare, preziose e insolite dalla Oliveriana. Adriano Savio pre-senta: “Le ‘diecimila’ mone-te oliveriane”. Auditorium di Palazzo Montani Antaldi, ore 17.00.LA PICCOLA STAGIONE – A cura della “Piccola Ribalta”. Al cine-ma Astra va in scena (ore 17.00): “L’ultim baganell” di Massimo Cimini e Stefano Gennari. CONCERTO AL “ROSSINI” – L’or-chestra filarmonica marchigia-na, diretta da Hubert Soudant con Gabriella Sborgi, mezzoso-prano, propone brani di Wagner

e Schubert. Ore 18.00.

LUNEDI’ 21 GENNAIOINDUMENTI USATI IN BUONO STATO – Sono disponibili, per chi ne avesse bisogno, presso la parrocchia di Santa Lucia. E’pos-sibile ritirarli nei giorni di lune-dì, dalle ore 15.00 alle 17.00, e giovedì dalle 9.00 alle 11.00.“TELEFONO AMICO” – Per ascolto e consulenza: dal lunedì al venerdì con orario 16-18 (tel. 0721/33327).

MARTEDI’ 22 GENNAIONELL’UNIVERSITA’ LIBERA ITINERANTE – Conversazione di Gilberto Calcagnini: “Franz Liszt: il visionario della musica”. Sala San Terenzio, in via Rossini, dalle ore 16.00.NELLA SEDE DEL CIF – In via Branca n. 29 è attivo lo spor-tello “TerritorialMente” per in-formare la cittadinanza sull’esi-stenza e sull’accesso ai servizi presenti sul territorio. Orario: 10-12 e 16,30-18,30

MERCOLEDI’ 23 GENNAIO“LE ETA’ DELLE DONNE” – “Mu-tamento e rinnovamento”. Nel-la sede del CIF comunale, in via Branca n°. 29, a cura di Michela Gorini, psicologa clinica. Ore 17.00.NELLA CHIESA DI VIA DELLA MATERNITA’ – Adorazione eu-caristica dei Giovani del Movi-

mento sacerdotale mariano e Santa Messa. Ore 21.00.

GIOVEDI’ 24 GENNAIO “LA SETTIMA PAROLA DEI CO-MANDAMENTI” – Nell’ambito della settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani. Intervengo-no il rabbino della Comunità di Bologna Alberto Sermoneta, don Giuseppe Fabbrini e padre Renzo Piazza. Sala dell’Oratorio della parrocchia Santa Maria di Loreto, ore 21.15.“E’ BELLO VIVERE LIBERI” – Nel teatro comunale di Gradara per la “Giornata della memoria”. Ore 21.15. In scena il lavoro scritto e diretto da Marta Cu-scunà.

VENERDI’ 25 GENNAIOIL MITO DI ORFEO ED EURIDI-CE – Viene proposto, per l’UNI-LIT, da Sandra Calegari. Sala San Terenzio, ore 16.00.ATLANTE TOURING PER I PIU’ PICCOLI – Di John Betti. La geografia raccontata ai bambi-ni in rima baciata. Biblioteca San Giovanni, area ragazzi. Ore 17.00.LA LETTURA DI DOCUMENTI ANTICHI – Terza lezione di pa-leografia e diplomatica a cura di Anna Falcioni. Sala delle Co-lonne di Palazzo Montani An-taldi. Ore 17.00.“LA FANTASIA NEL CINEMA” – Nella Sala del Consiglio comu-

nale (ore 18.00), tavola rotonda su: “Il rapporto fra cinema e vi-deo arte” con la partecipazione di Leonardo Nobili, Giovanni Storoni, Marco Mencoboni, Ber-nardo Valli, Massimo Puliani, Andrea Lodovichetti, Mario Ma-riani e Gualtiero De Santi.“LA VITA IN CRISTO” – Confe-renza di padre Francesco Com-pagnoni per gli operatori pasto-rali, Villa Borromeo, ore 18.30.

SABATO 26 GENNAIO“STORIE PER TUTTE LE STA-GIONI” – Raccontate dai lettori volontari della biblioteca. Per bambini a partire da 4 anni. Bi-blioteca San Giovanni, area ra-gazzi, ore 16.45.“LE NOTTI DI NICODEMO” – Nella chiesa di San Francesco (Cappuccini). Dalle ore 21.15: un’ora di preghiera nell’ascolto della Parola e nel silenzio.

PESARO – Il Gruppo di Preghiera “San Padre Pio” – parrocchia S. Francesco d’Assisi organizza un pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo, Domenica 14 aprile 2013 gui-dato da Fra Damiano Angelucci, con l’intento di pregare per tutti, in particolare per gli ammalati. Nel pomeriggio visita al Santuario San Michele Arcangelo di Monte S. Angelo. Partenza parcheggio S. Decenzio – mezzanotte di sabato 13.Per le adesioni chiamare: Venerina cell. 333-3693030; Anna 328-9298457 – 0721.416387; Ornella 0721.451855 (dopo il 6.3.2013)Trasporto Itermar Salvadori – CattolicaOrganizzazione del pellegrinaggio Ornella Dini

Domenica 20 Gennaio, presso l’Oasi S. Giuseppe a Ginestreto, dalle ore 17,30 alle ore 19 circa, si terrà il primo incontro della serie “Itinerari di meditazione profonda”. Per-corsi di preghiera volti a scoprire la forza e la bellezza della propria interiorità per

vivere nella quotidianità presenti alla Presenza, in un’attitudine contemplativa. Tema del primo incontro: “La vita, un dono, un progetto, un cammino. Per ulteriori informazioni tel. 0721/482153

Le suore di Ginestreto© RIPRODUZIONE RISERVATA

DIOCESI IN LUTTO / ERA STATO PARROCO DI S. LORENZO A CASE BRUCIATE

Don Luigi Ugolini è tornato alla Casa del Padre

Era da almeno 3 anni che don Luigi aveva lasciato il suo servizio parrocchia-le presso la parrocchia di

S. Lorenzo in Case Bruciate, per motivi di salute. Aveva preso di-mora alla Casa del Clero lascian-do la sua amata “Case Bruciate” e faceva il suo servizio di sacerdote celebrando presso la Chiesa del-l’Adorazione in via Branca.Don Luigi originario di S. Angelo in Lizzola, era stato ordinato sa-cerdote da Mons. Borromeo nel 1959 e quasi subito era diventato parroco di Roncaglia. Poco dopo aveva cominciato anche l’inse-gnamento della Religione presso la Scuola D’Arte di Pesaro. Da qui forse gli era nata una particolare attenzione e amore all’arte in ge-nere che l’ha accompagnato per

tutta la vita.Intanto il territorio di Roncaglia, vasto ma poco abitato ha comin-ciato a popolarsi, specie nella zona di Case Bruciate e di Tre Ponti . A Case Bruciate in partico-lare non solo si sono moltiplicate le case ma anche le industrie per cui Mons. Michetti, subentrato a Mons. Borromeo come Vescovo di Pesaro, ha creduto opportuno erigere il territorio in parrocchia. A questo punto don Luigi è di-ventato parroco della nuova par-rocchia S. Lorenzo in Case Bru-ciate mentre Roncaglia-Tre Ponti , mantenendo il titolo originario di S. Matteo, è stata affidata a don Filippini.Don Luigi si è impegnato sia per la costruzione dei locali della nuova parrocchia, che tutt’ora svolgono

questo servizio, sia per trasforma-re la medesima in una comunità di persone che si sentissero unite e vivessero lo specifico cristiano. Gli anni sono passati però an-che per don Luigi che ad un certo punto ha avuto un cedimento di salute, con ricoveri all’ospedale. Il nuovo Vescovo Mons. Coccia ha ritenuto opportuno sollevarlo dal-le incombenze della parrocchia trasferendolo alla Casa del Clero e dandogli l’ufficio di cappellano della Chiesa dell’Adorazione dove appunto don Ugolini celebrava la S. Messa ogni mattina. Nella mat-tinata di Martedì 15 Gennaio, il Signore l’ha chiamato a raccoglie-re i frutti della sua vita sacerdotale. Affidiamo al Signore la sua anima e accompagniamola con le nostre preghiere di suffragio.

Scheda personaleFiglio di Angelo e di Ferminia Della Dora Nato a Monteciccardo (PS) il 28.08.1933Ordinazione Sacerdotale il 28.06.1959 nella Basilica CattedraleCurriculum:Dal novembre 1959: Parroco di S. Matteo Apostolo in Roncaglia di Pesaro, di cui prende canonico possesso il 10.04.1960.1965: Membro dell’Opera Vocazioni Ecclesiastiche “Gesù Bambino” per il triennio 1965-196824.05.1967: Vicario Economo della nuova Parrocchia di S. Lorenzo Martire in Case Bruciate di Pesaro.15.11.1968: è trasferito da Parroco della Parrocchia di S. Matteo Apostolo in Roncaglia a quello di Parroco della Parrocchia di S. Lorenzo Martire in Case Bruciate di Pesaro con effetto 16.11.s.a.01.02.1978: Parroco delle Parrocchie di S. Matteo Apostolo in Roncaglia e S. Lorenzo Martire in Case Brucia-te di Pesaro, unite “aeque principalis” con decreto presidenziale in data 04.07.1977.30.04.1987: Membro del Consiglio Pastorale Diocesano.30.04.1987: Vicario Foraneo della Vicaria Suburbana per il triennio 1987-1989, dal 1°.05.1987.01.06.2010: E’ sollevato dagli incarichi del ministero ecclesiastico e trasferito alla Casa del Clero, con l’uffi-cio di Cappellano della Chiesa dell’Adorazione.15.01.2013: Torna alla Casa del Padre.

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amicoil nuovo• • Pesaro 20 gennaio 2013 11INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELL’ANMIC MARCHE DOMENICUCCI

Disabili e parcheggi ancora troppa disattenzione

Il presidente regionale Anmic (Associazione nazionale mu-tilati e invalidi civili), Mas-simo Domenicucci torna sul

problema relativo ai parcheggi riservati alle persone disabili. «Ri-scontriamo due tipi di violazioni –chiarisce Domenicucci – c’è chi parcheggia senza contrassegno negli spazi riservati e biciclette e motocicli occupano i posteggi. Gli abusi aumentano in caso di maltempo (attorno ai centri com-merciali) e con le nevicate spesso la neve viene ammucchiata nei posteggi dei disabili».Ma c’è anche chi, con l’utilizzo della attuale tecnologia, realizza cartellini contraffatti, stampati in casa, mentre altri abusano di un contrassegno altrui. «Occorre poi chiarire – aggiunge Domenicucci - che il titolare del permesso deve essere a bordo quando il contras-segno viene esposto. Il familiare

o l’amico non può utilizzarlo per far la spesa o recarsi in farmacia con la “scusa” del disabile. Noi dell’Anmic e la Polizia Municipale vigileremo assieme per il corretto utilizzo».Dott. Domenicucci, quali sono le soluzioni che l’Amnic pro-spetta?Assieme al Comune di Pesaro e alla Polizia Municipale sarà or-ganizzata una campagna di sen-sibilizzazione nella scuole medie superiori. Agli studenti distribui-remo del materiale informativo. A questo proposito vorrei fare un ringraziamento speciale per la di-sponibilità all’assessore Riccardo Pascucci. Va poi segnalato che l’amministrazione di Pesaro ha esonerato il pagamento negli stalli blu ai disabili, a differenza di Urbi-no, Fano e Gabicce che non la pre-vedono. Abbiamo già inviato una lettera a questi comuni, perché la

soluzione è una valida alternativa all’occupazione dei parcheggi per disabili. Ma non è ancora suffi-ciente: nel 90% dei casi quando fai valere il tuo diritto vieni aggredito verbalmente ed accusato di essere un privilegiato.Cosa pensa delle rampe per di-sabili?Quando si tratta di dare diritto di cittadinanza ai disabili di poter raggiungere un luogo pubblico ogni altra considerazione deve essere messa da parte. L’estetica è importante ma non fondamentale. La nostra associazione ha già vin-to una battaglia importante, otte-nendo la rampa di accesso nella chiesa Madonna delle Grazie a Pesaro. Un’ultima annotazione.Quale?Girando per le postazioni riserva-te, nel pannello integrativo vi sarà capitato di leggere “Vuoi il mio posto? Allora prenditi anche il

mio handicap!!!”. Una provocazio-ne utile a riflettere ulteriormente.

Sebastiano Ondedei© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pianu Michael Fernando (29 anni)e Colotti Marianna (35 anni)Rossoni Roberto (52 anni)e Catarama Simona (39 anni)Scavolini Gian-Marco (47 anni) e Papi Federica (45 anni) Lemma Giovanni (34 anni) e Palma Eleonora (30 anni)La Volpicella Fabrizio (43 anni) e Sleenhof Loes (36 anni)

PUBBLICAZIONI fINO AL 23 gENNAIO

Oggi sposi!

a cura di Caterina Tani

Comune di PesaroCeriscioli vanta l’attenzione del Comu-

ne verso il comparto educativo

Imminente inaugurazione del nuovo asilo nido “L’incontrario” in Largo Ascoli Piceno che avverrà il 20 gen-

naio prossimo. I locali sono già aperti, e i suoi 32 posti sono già occupati. Il sindaco Luca Ceriscioli ha mostrato il suo apprezzamento sottolineando che i posti disponibili negli asili nido comu-nali hanno attualmente sorpassato le

domande. Stando ai dati forniti dall’am-ministrazione comunale, 20 sarebbero ora i posti liberi, e i 13 posti ancora in lista d’attesa che si spiegherebbero con la circostanza che alcuni genitori desi-derano un asilo nido particolarmente vicino a casa, per ottenere il quale sono disposti anche ad aspettare un po’ di tempo in più. Sono inoltre prossime le inaugurazioni della Scuola Materna di S. Maria e del Campo Scuola.La scorsa settimana Ceriscioli ha inoltre

toccato alcuni temi molto sentiti in città esprimendo ottimismo sulla velocità di realizzazione del Nuovo Ospedale, e del casello di Santa Veneranda. Più caute le previsioni sullo stadio, riguardo al qua-le il Sindaco ha detto di pensare che si procederà per stralci parziali successivi, alla condizione però che la congiuntura immobiliare migliori, tanto da permet-tere la vendita dell’area.

Claudio Turco© RIPRODUZIONE RISERVATA

INAUgURAZIONE DE “L’INCONTRARIO”

Asili nido: l’offerta supera la domanda

Da alcuni anni, ormai, par-tecipo alla manifestazione che avviene abitualmente,

in dicembre, dei ragazzi - nella circostanza quattro femmine e sette maschi - dell’ “Imprevisto”, Comunità terapeutica guidata con sentimento e polso da Silvio Cattarina che, dopo un paio d’an-ni o più, hanno terminato il loro periodo di recupero, a prezzo di notevoli sacrifici ed animati da gran risolutezza, lasciando così alle spalle la negativa parentesi, nata allorché si erano abbando-nati all’uso della droga. Direi che non esista altro incontro, in cui si riesce a cogliere tanta umani-tà, a percepire tutta la fragilità, la pochezza, l’immaturità, l’inespe-rienza di giovani che si lasciano affascinare da una promessa di vita illusoriamente felice e quan-do si rendono conto che i sogni si sono trasformati in veri incubi quotidiani, devono lottare, talora, sino allo spasimo, per cercare di venirne fuori. Così parallelamente si è toccato con mano il laceran-te dramma interiore dei familia-ri che hanno vissuto lunghe fasi d’ansia, di timore, d’angosce per la situazione in cui versavano i pro-pri figli e l’incognita che incombe-va sul loro futuro. Le testimonian-ze, le confessioni, sia dei giovani,

sia dei familiari, talvolta, di pa-dre, madre e fratelli erano spesso interrotte perché l’emozione era tale da tradursi in lacrime fluenti ed in uno stato di blocco che solo gli applausi e gli incoraggiamenti della platea riuscivano a sciogliere ed a consentire il proseguimento del loro dire. In ogni modo, una cosa molto apprezzabile, scaturi-ta dai discorsi dei giovani, dopo gli errori compiuti, i trascorsi bui della droga, è stata la loro deter-minazione, la loro ferrea volon-tà d’incamminarsi sulla retta via, d’impegnarsi con lena nello stu-dio, nel lavoro per essere una va-lida pedina della società e crearsi un’esistenza edificante, meritevo-le d’essere vissuta. La mattinata è iniziata con la messinscena da parte delle ragazze e dei ragazzi dello spettacolo teatrale “Sulle spalle dei giganti” di Dante e Pe-guy, in particolare, su l’ “Inferno, canto III della Divina Commedia” di Dante Alighieri, si sono esibite le prime e su “Dice Dio” del “Mi-stero dei santi innocenti” di Char-les Peguy, i secondi. Le rispettive guide Lucia Ferrati e Gilberto

Santini hanno ben operato perché tutti i giovani si sono ben espressi, senza manifestare alcun tenten-namento o lacuna. Cattarina, al solito, oltre i dovuti ringrazia-menti, ha pronunciato quelle frasi condensate, ricche di contenuti, quali, ad esempio, “Cerchiamo la vertigine del cuore”, “Scopriamo il mondo invisibile della nostra anima”, “Desideriamo un prodi-gio continuo, uno spettacolo agli occhi di Dio e degli uomini”, “Vo-gliamo essere come bambini e la-vorare come tali”, “Il nostro valore è in ciò di cui siamo portatori”.L’arcivescovo Piero Coccia che non manca mai a questo appun-tamento e che non disdegna di scambiare qualche battuta con il comico romagnolo Paolo Cevo-li, ha elogiato questa quanto mai proficua attività, svolta, sotto le linee direttive di Silvio Cattarina, da un équipe ben preparata e con-solidata, in cui non è sicuramente secondaria l’influenza della fede e della relativa decisività. Dal re-cente rapporto del Censis, il 46°, è emerso che abbiamo vissuto quest’ultimo anno in uno stato

di sopravvivenza, in seguito ad una rielaborazione del modello di sviluppo, ad un risparmio e ad un rinvio delle scelte. Per chi ha fede e ne fa esperienza quotidiana, c’è la vita piena e questi ragazzi sono stati rigenerati a trascorrere una vita positiva pure grazie alla fede, quindi, l’augurio di perseverare nel buon cammino che è stata in-trapreso. Ha concluso Cevoli che da quattro anni ha incrociato, co-nosciuto ed è diventato paladino dell’ “Imprevisto”. I ragazzi che sono stati recuperati in questa Co-

munità erano dei “bacherozzi che sono diventati farfalle”, adesso vo-lano leggeri perché hanno rimos-so tutti i pesi che gravavano su di loro. Si può, senz’altro, convenire che assistere a quest’incontro è stato un salutare insegnamento, una vera lezione di vita. Sarebbe assai proficuo dal lato educati-vo ed istruttivo, se tutti i giovani potessero venirne a conoscenza e fossero adeguatamente informati in proposito.

gar © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’IMPREVISTO fESTEggIA LE “DIMISSIONI” CON IL COMICO ROMAgNOLO

Cevoli: «da bacherozzi siete diventati farfalle»

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20 gennaio 201312 Pesaro amicoil nuovo• •

Il caro viveri: la questione sociale1903-1923

L’articolo di fondo dell’Idea del 21 gen-naio 1911 trattava del malessere della vita economica del nostro Paese. La

crisi era avvertita in tutte le classi sociali. Le più povere si agitavano affinché venisse trova-ta una soluzione che spezzasse il cerchio che

sempre più si stringeva, “rendendo la vita un problema inestricabile ed insolubile”. “Le ac-cuse per tale stato di cose vengono palleggiate reciprocamente senza che nessuno sappia o possa indicare con precisione le cause” e pro-porre rimedi. Secondo il giornale, le masse inveivano contro i governi reclamando leggi che tutelassero efficacemente il loro diritto alla vita. I governi, a loro volta, rimanevano inattivi di fronte al rincaro dei viveri e non adottavano provvedimenti sociali che po-tessero arrestare “questa corsa sfrenata verso un’incognita, verso un domani ignoto e oscu-ro”. Per quella domenica, successiva al 21 gen-naio 1911, la Federazione nazionale del lavoro

aveva annunciato dei comizi in tutta Italia per forzare il governo “a rivolgere i suoi studi al problema della vita”. L’articolo redazionale si domandava se il “moto” avesse veramente un carattere economico o, piuttosto, dovesse ser-vire a scopi puramente politici. Volendo con-cedere ai dirigenti sindacali “la sincerità d’in-tenzione”, il giornale si chiedeva se si fossero mai posti i seguenti quesiti: 1) Quali sono le cause dell’attuale disagio economico nella vita del paese? 2) Che cosa può l’azione del gover-no contro tale stato di cose? Nella febbrile e costante lotta per “un avvenire migliore” non era coinvolta una sola classe ma tutta la socie-tà. L’Idea sosteneva che le condizioni di una

nazione non si modificano in poco tempo. Le condizioni di un paese “sono la risultante di lento lavorio di lunghi anni”. Una generazione può imprimere un determinato movimento ma, quasi sempre, non potrà vedere il succes-so delle proprie azioni e dei propri sforzi, “al-tre generazioni raccoglieranno il frutto del suo lavoro”. Il giornale analizzava quindi le leggi di movimento del sistema economico e le ca-ratteristiche delle singole situazioni specifiche e concludeva: “Ma per tutto questo occorre tempo, quel tempo che né comizi né agitazioni potranno in alcuna maniera affrettare”.

Stefano Giampaoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

✞Martedì 15 gennaio è improvvisamente man-cato all’affetto dei suoi cari, munito dei con-forti religiosi, all’età di anni 79

DON LUIGI UGOLINI

Ne danno il triste annuncio la sorella La-vinia, il fratello Maurizio, il cognato, la cognata, i nipoti, i pronipoti e parenti tutti.Il rito funebre ha avuto luogo giovedì 17 gennaio alle ore 14.45, in Cattedrale.O.F. MARCHETTI / Via Toscanini, 37 - Tel. 0721/414257 - PESARO (Villa S. Martino)

✞Sabato 12 gennaio è mancato all’affetto dei suoi cari all’età di anni 70

FRANCO MAGIIl funerale ha avuto luogo martedì 15

gennaio nella chiesa parrocchiale di S. Maria delle FabbrecceAlma Mater di Tonelli Stefania - Pesaro via del Fallo 8 tel.0721-33100

✞Martedì 15 gennaio è mancato all’affetto dei suoi cari all’età di anni 59

PAOLO CAMPANeLLIIl funerale ha avuto luogo giovedì 17 gen-naio alle ore 10.30 nella chiesa parroc-chiale di Cristo Risorto.O.F. Euroservice Tonelli,.Poderi, Ricci G. – Pesaro via Flaminia 287 tel.0721392425

✞Martedì 15 gennaio è mancato all’affetto dei suoi cari all’età di anni 86 il

Rag. ALDeMIRO SIePI 11 funerale ha avuto luogo giovedì 17 gennaio alle ore 15 nella chiesa parroc-chiale dei Padri CappucciniO.F. Euroservice Tonelli.Poderi.Ricci G. – Pesaro via Flaminia 287 tel.0721392425

✞ANNIveRSARIO

ROLANDO MAzzOLI diacono

Quest’anno abbia-mo pensato che a ricordare l’undicesi-mo anniversario di Rolando fossero le parole di Graziella

Bui Trivilino, che ora vive nella luce del Signore. I passi più sotto riportati sono tratti da “Il mio diaconato”, manoscritti e testimonianze raccolte in un volumet-to da Rolando, in occasione della sua Ordinazione al Diaconato permanente, avvenuta per mano del Vescovo Gaetano Michetti in Cattedrale il 9 marzo 1991, quando furono ordinati sette nuovi dia-coni. La fede profonda e l’amore per il Signore, la Chiesa e il prossimo ha segnato pro-fondamente la vita di queste due perso-ne, amate dalla Comunità cristiana e da

quanti li hanno conosciuti.La famiglia ringrazia tutti di cuore.

A RolandoPer festeggiare il grande avvenimento, per ricordare questo bell’evento, ho pregato, ho pensato, ho meditato …..per ringraziare il Signore della ‘Bontà’ di aver scelto Rolando ‘servitore’ della Comunità, nella Chiesa, con amore….

…soprattutto tu sei uomo di Fede, che for-temente vive e forte crede, …Or non mi resta che farti auguri tanti, quanti sono non so, ma sono tanti, che tu possa il servizio esercitare con fedeltà, con costanza tutto fare, con le forze che il Si-gnore ogni dì dà, e con tutto il tuo cuor e intensità. Che la tua vita sia gioiosa e bella, te lo augura di cuore la

Graziella

La S. Messa di suffragio del diacono Rolando Mazzoli sarà celebrata dome-nica 27 gennaio nella parrocchia di S. Giuseppe alle ore 10

necrologi

il PUnTo SU VeccHie e nUoVe PoVerTÀ nel TerriTorio

Report 2012 della Caritas diocesanaPESARO - «Trecento senza fissa dimora stanno girando in questo periodo invernale a Pesaro. Que-ste persone sono monitorate dalla Caritas e usufruiscono dei servizi del Centro d’ascolto. A questi si aggiungono le persone invisibili, come la giovane trovata morta assi-derata sulla spiaggia, che non aveva dei collegamenti con la Caritas». È uno dei numerosi dati preoccupan-ti che Matteo Donati, responsabile del Centro d’ascolto diocesano, ha fornito durante la presentazione di “Povertà e risorse - report 2012’’ della Caritas diocesana di Pesaro.Al Centro d’ascolto, nel 2011 sono state accolte 1.439 persone mentre nel 2012 sono state sfiorate le 2.000 presenze. La questione povertà è in aumento a Pesaro e dopo un incremento del 17%, per il 2013 si prevede una situazione ancora più grave. Aumentano gli italiani che si presentano al centro e molti sono di Pesaro, Candelara, Borgo Santa Maria ecc.Alla presentazione del Report 2012 erano presenti anche don Marco di

Giorgio, direttore diocesano della Caritas, Maria Rosa Tomasello del direttivo Caritas e Miria Lazzari dell’Osservatorio permanente del-le povertà. «Nella nostra città – ha spiegato don Marco Di Giorgio - che non è più un’isola felice, vi sono tante solitudini, come quella della giovane morta nei giorni scorsi».Ma qual è il ruolo della Caritas pe-sarese? «Non deve distribuire solo pacchi viveri – ha precisato il diret-tore - ma deve essere una sveglia e tenere desta la situazione sui po-veri, dialogando con il territorio». dunque una funzione di sostegno ma anche pedagogica.Per Maria Rosa Tomasello, occorre evidenziare anche le opere, segno con una funzione sacramentale derivanti dall’insegnamento evan-gelico. E Matteo Donati è ritorna-to sulle problematiche quotidiane. «Cerchiamo di coinvolgere mag-giormente le Caritas parrocchia-li – ha detto - ma vi sono alcuni parroci che non riescono ad assol-vere le nuove richieste. E ci siamo accorti che l’aiuto materiale non è

risolutivo e che bisogna accentuare l’aspetto relazionale e del reinseri-mento».Miria Lazzari ha presentato l’ope-ratività dell’Osservatorio delle povertà e risorse. «Per il 2013 - ha sottolineato la Lazzari - dobbiamo attivare nuovi percorsi. La raccolta dati sulle povertà e sul disagio in possesso delle istituzioni e dei ser-vizi che si occupano della povertà e la raccolta dei dati statistici che forniscono notizie sui grandi temi nel nostro territorio: immigrazione disoccupazione, mercato del lavoro, anziani, persone a grave rischio di emarginazione totale.Presso la Caritas dell’Arcidioce-si di Pesaro si sono presentate ad oggi, oltre 100 famiglie, per le quali, dopo una indispensabile selezione, sono state avanzate 60 richieste ai pochi istituti bancari aderenti, per ottenere un prestito della speran-za, un ammortizzatore sociale che favorisca una nuova speranza per nuove opportunità di lavoro.

Paolo Montanari© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dati alla mano Nel 2010 la Caritas diocesana ha distribuito 21.800 pasti caldi alla mensa dei poveri. Nel 2011 sono stati 24.000 e nel 2012 quasi 30.000.Il magazzino vestiario ha distribuito 5.956 indumenti nel 2010 e 4.860 nel 2011. Un dato positivo è quello della diminuzione di senza fissa dimora che dormono nei giardini dell’ospedale, grazie all’aper-tura di Casa Speranza.

inTerVenTo Dell’ArciVeScoVo SUllA nUoVA eVAngeliZZAZione

Incontro dei Diaconi e AccolitiÈ da tempo oramai che il nostro Arcivescovo desidera incon-trare con cadenza bimestrale,

compatibilmente con tutti i suoi in-numerevoli appuntamenti, i dodici Diaconi della nostra Diocesi, appun-tamento al quale da poco si sono aggiunti anche i Ministri Istituiti, gli Accoliti.E’ sempre stata alta l’attenzione di mons. Coccia per i diaconi, che sono stati affidati alla guida del vica-rio generale don Stefano Brizi e che ogni mese si incontrano a Villa Bor-romeo per un momento di preghie-ra, di approfondimento pastorale e

conviviale. A questi incontri partecipano perio-dicamente anche le famiglie, con-suetudine fortemente caldeggiata dall’Arcivescovo, in quanto l’ambito familiare è il primo in cui si eserci-ta il ministero e quindi la moglie e i figli del diacono ne sono partecipi e collaboratori.Gli incontri sono così strutturati: dopo un momento di accoglienza e

di preghiera, l’Arcivescovo informa i diaconi sugli appuntamenti più im-portanti della diocesi e poi svolge una riflessione su alcuni temi utili alla loro formazione ministeriale e spirituale.Nell’ultimo, tenutosi domenica 13 gennaio, è stato presentato il Sinodo sulla nuova evangelizzazione ed è stato letto il passo della lettera “Por-ta Fidei” di Benedetto XVI che al n.

2 recita così: “Capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune.”Queste parole hanno suscitato di-verse domande di chiarimento sul perché la Chiesa sia così tentata di inseguire i cambiamenti culturali.

L’Arcivescovo ha affermato che la fede va in crisi se non c’è il vissuto. Il metodo, il linguaggio, l’impegno pa-storale non possono bastare. C’è bi-sogno di vivere e trasmettere la fede.L’alternarsi delle domande e risposte tra Diaconi, Accoliti e l’Arcivescovo sulla fede è stato molto costruttivo. La fede è un’esperienza che ci per-mette di incontrare il Signore, il che permette di vedere la realtà quoti-diana con un’ottica diversa. Essa va vissuta singolarmente e comunita-riamente.

Giuseppe Mazzone© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 13: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

20 gennaio 2013 13amicoil nuovo• •

Redazione di Fano:Via Roma, 118 - 61032 FanoTel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595E-mail: [email protected]

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veneRdì 18 GennAiomattina, udienze in sedeore 21, incontra i fidanzati che si preparano a ricevere il sacramento del Matrimonio presso la parroc-chia di Sant’Orso.SAbAto 19 GennAiofuori sede.doMenicA 20 GennAioore 9.30, presso il Centro Pastorale saluta i partecipanti alla giornata regionale UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana)ore 11, celebra l’Eucaristia presso la parrocchia di Bellocchi per la festa del patrono con il corpo di Polizia Municipale.SAbAto 26 GennAioore 15.30, presso l’istituto “Palazzi Zavarise” celebra l’Eucaristia in oc-casione della Festa della Famigliaore 17, saluta i ragazzi dell’ACR che partecipano alla Festa della Pace.doMenicA 27 GennAioore 11, celebra l’Eucaristia presso la chiesa di San Severo di Monte-felcino in occasione della festa del patrono.

a cura della Segreteria Vescovile

FANO - “La pace non è un sogno, non è un’utopia: è possibile”. Gui-dati dalle parole del Messaggio per la giornata mondiale della Pace di Papa Benedetto XVI e dalla ricor-renza del 50° anniversario dell’en-ciclica “Pacem in Terris” di Papa Giovanni XXIII, si è svolta sabato 12 gennaio a Fano, in cattedrale, la XXIII Veglia di preghiera per la Pace, presieduta dal Vescovo Mons. Armando Trasarti.Un impegno per la pace che, ci ricorda il Vescovo, nasce innanzi-tutto dal rispetto per la vita uma-na in tutte le sue dimensioni e dalla comunione tra tutti i popoli del mondo in quanto membri del-la stessa famiglia umana. La pace non può inoltre essere concepita, né realizzata, se viene meno il ri-spetto per la dignità dell’uomo e, di conseguenza, se vengono meno i diritti e doveri sociali, i valori e i principi etici che ne preservano e custodiscono il valore. Il vescovo ha ricordato inoltre l’importanza e il valore che la pedagogia della pace ricopre all’interno di ogni co-

munità, anche se questa richiede tempo e pazienza per poter dare i propri frutti. Un valore che per la nostra diocesi è ancor più signi-ficativo, in quanto quest’anno si svolgerà il decimo anno di corso della Scuola di Pace, attraverso la

quale ci si è impegnati a diffonde-re e promuovere la cultura della pace e della solidarietà tra gli uo-mini.Durante la veglia è stata inoltre ascoltata anche la testimonianza di Padre Michele Sardella, missio-

nario comboniano che ha trascor-so diversi anni in Malawi. “Nessu-na guerra ha mai costruito villaggi” – ci racconta padre Michele- e la storia dei paesi africani ci insegna fin troppo bene come dalla vio-lenza umana non si generi nulla di buono. Per questo motivo è importante “imparare a trasfor-mare il male che si riceve e che ci circonda in bene”, con pazien-za e perseveranza, senza lasciarci scoraggiare dalle avversità. Ecco, dunque, la missione che l’operato-re di pace, ma più in generale ogni uomo, è chiamato a realizzare oggi. L’invito è rivolto in partico-lare ai giovani, ai quali padre Mi-chele lascia due parole: “pazienza”, perché i frutti della costruzione della pace non sono sempre im-mediatamente visibili, e “coraggio”

nel percorrere il cammino della pace e la difesa delle persone più svantaggiate, imparando proprio da loro ad affrontare le difficoltà e allo stesso tempo a ringraziare per la vita, i doni ricevuti e per le pic-cole cose di ogni giorno.A conclusione della veglia, come gesto di preghiera per il dono del-la pace ad ogni uomo, sono stati ricordati tutti i paesi che in questo momento sono afflitti dalla guerra e per ciascuno di essi è stata acce-sa una candela ai piedi dell’altare in segno di preghiera e di invito per ognuno di noi a crescere nella consapevolezza dell’urgenza di un costante impegno per la pace nel mondo.

Michela Pagnini© RIPRODUZIONE RISERVATA

In Cattedrale la VeglIa presIeduta dal VesCoVo

“Pazienza e coraggio per costruire la pace”

domenICa 20 gennaIo, al Centro pastorale dI Fano, la gIornata regIonale uCsI

“Il caso serio e sconosciuto di Francesco di Sales”AgendA del veSCovo

FANO – “Comunicare è comunicarsi! Il caso serio e sconosciuto di Francesco di Sales” è il tema della giornata regionale UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) in programma a

Fano domenica 20 gennaio, alle ore 9.30, pres-so la Sala Riunioni del Centro pastorale dio-cesano in occasione di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

La giornata regionale vuole essere un momen-to prezioso di confronto fra i vari settimanali cattolici presenti nel nostro territorio e non solo per favorire una maggiore collaborazione fra il mondo della professione, delle redazioni e quello dell’informazione ecclesiale.

Programma della giornata:ore 9.30: saluto di S.E. Mons. Armando Tra-sarti, vescovo di Fano, Fossombrone, Cagli, Pergolaore 10: Santa Messa presso la chiesa di San Cristoforoore 11: inizio lavori. Interverranno:- Andrea Melodia, presidente UCSI- Francesco Zanotti, presidente nazionale FISC- Maurizio Socci, giornalista e presidente UCSI Marche- Padre Francesco Occhetta, gesuita e redattore de “La civiltà Cattolica”, relazionerà sul tema “Comunicare è comunicarsi! Il caso serio e sco-nosciuto di Francesco di Sales”- Comunicazioni dei direttori delle testate dio-cesane e degli Uffici Comunicazioni Socialiore 13: chiusura lavori

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Page 14: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

amicoil nuovo• •14 Fano Fossombrone Cagli Pergola20 gennaio 2013

Al Centro PAstorAle don BusAni PArlA dellA sACrosAnCtum ConCilium

La Liturgia, fonte della vita cristiana

Open Day all’Istituto Maestre Pie Venerini domeniCA 20 GennAio lA FestA dell’Adesione

Felici e credentiFANO – Domenica 20 gennaio, a partire dalle ore 15 presso la par-rocchia di Santa Maria Goretti, è in programma la giornata comunitaria in occasione della Festa dell’Adesio-ne organizzata dall’Azione Cattolica diocesana.Riportiamo, di seguito, il program-ma:

ore 11,00: Santa Messa e benedizione delle tessere dell’ACore 12,30: pranzo insieme della comunità... aperto a tutti i ragazzi, giovani e adulti organizzato dalle giovani famiglie.ore 15,00: incontro comu-nitario “So a chi ho cre-duto” (2Tm 1,12) con Don Marco Presciutti, Vicario della pastorale diocesana.

Vuol essere questo un mo-mento di fraternità impor-

tante nel manifestarci insieme l’af-fetto e la bellezza di appartenere alla nostra associazione e alla chie-sa parrocchiale.Questa giornata vuole motivare e ravvivare la nostra fede per conti-nuare il nostro cammino di creden-ti all’interno della Chiesa e, perché no, scegliendo e riscegliendo l’Azio-ne Cattolica…

Al viA lA sCuolA di PACe “CArlo urBAni” 2013

“Guerra e informazione”FANO – Riprende l’attività della scuo-la di pace “Carlo Urbani” 2013 che quest’anno festeggia il decimo anno di corso.Riportiamo, di seguito, gli appunta-menti (ore 16.30 – Centro Pastorale):sabato 26 gennaioincontro sul tema “Guerra e informa-zione”.Interverrà Emiliano Bos, giornalista freelance di pace e di guerra, collabo-ratore di Caritas Internationalis. Au-tore di numerosi reportage da tutto il mondo, con il film “Mare deserto” ha vinto il premio “Ilaria Alpi 2012” come miglior reportage internazionale.Alle ore 21, proiezione del film-docu-mentario “Mare deserto”sabato 9 febbraioincontro sul tema “Il Concilio, il cri-stiano e la pace”.Interverrà Luigi Alici, professore ordi-nario di Filosofia morale presso l’Uni-versità di Macerata. Studioso dell’ope-ra di Agostino di Ippona. Dal 2005 al 2008 è stato presidente nazionale di

Azione Cattolicasabato 16 febbraioIncontro sul tema “Le guerre nel silen-zio”Interverrà Silvio Tessari, responsabi-le dell’Ufficio Medio Oriente e Nord Africa dell’Area Internazionale di Cari-tas Italiana. Esperto di dialogo interre-ligioso con l’Islam

sabato 23 febbraioIncontro sul tema “L’arte della pace”Interverrà Alberto L’Abate, docente universitario di sociologia dei conflit-ti e ricerca per la pace. E’ portavoce dei “Berretti Bianchi” e promotore dei Corpi civili di pace

Sabato 9 marzo CarItaS DaY(via Rinalducci, 11 presso Caritas dioce-sana)Ore 10-13: visita guidata della sede del-la Caritas attraverso il Centro di Ascol-to, l’Osservatorio delle povertà e delle risorse, il centro documentazione Sala

della Pace, la vita comunitaria, la cap-pella. Sarà possibile visitare l’ex chiesa di Santa Maria del Gonfalone adiacen-te alla sede.Ore 15.30-20.30: X anniversario della Scuola di Pace. Sarà organizzato un convegno all’interno del quale si ri-percorreranno i momenti salienti de-gli incontri e delle iniziative realizzate nel corso degli anni. Per l’occasione, vi saranno relatori e ospiti di eccezione con i quali approfondire le possibilità di azione nel presente e le prospettive future.

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ProSEGUoNo GLI aPPUNtamENtI a CaSaGIoVaNIFANO – Proseguono gli appuntamenti a CasaGiovani (via don Bosco, 14). Giovedì 31 gennaio prossimo in-contro, alle ore 20, con “Aperitivocazionale”. Nel gio-vedì delle seconde settimane, infatti, il Centro Dioce-sano Vocazioni invita i giovani che vogliono mettersi in ricerca della propria strada per un “Aperitivocazio-nale” itinerario di formazione vocazionale, a partire dalle ore 20.00 per un aperitivo – cena frugale che precede l’incontro delle ore 21.00 fino alle 22.30.Inoltre, lunedì 4 febbraio, alle ore 21, è in programma l’incontro “Zoom su… giovani e affettività”. Nei lune-dì delle terze settimane, infatti, insieme con l’Ufficio di Pastorale Familiare, la CasaGiovani accoglie tutti coloro che vogliono approfondire il tema “Giovani e affettività”, dalle ore 21.00 alle 22.30, soprattutto pensando a coloro che vivono le prime esperienze di fidanzamento.

l’ACr dioCesAnA mArCerà A FAno Per PresentAre ProGetti di PACe

“Dai luce alla pace”FANO - Come ogni anno, l’Azione Cattolica dei Ragazzi della Diocesi di Fano Fossom-brone Cagli Pergola organiz-za la tradizionale festa della Pace. L’edizione 2013 avrà luogo nel pomeriggio di saba-to 26 gennaio, partendo dalle ore 15 fino alle 18. I ragazzi di tutte le parrocchie della nostra diocesi, in cui si vive l’esperienza dell’ACR, saranno coinvolti in un mese di prepa-razione in cui avranno modo di studiare iniziative concrete per costruire la Pace, fino ad arrivare ad ipotizzare miglio-rie per i quartieri in cui vivono, giocano e crescono. Tali pro-getti saranno illustrati proprio in questa occasione, durante una marcia che, dall’ex seminario di Fano (via Roma), si sno-derà lungo le vie del centro storico e terminerà in piazza XX Settembre, dove saranno gli stessi ragazzi ad illustrare le loro proposte ai rappresentanti delle amministrazioni loca-li. In piazza, ad accoglierli, ci sarà il Vescovo che guiderà la preghiera conclusiva. Quest’anno, la festa della Pace godrà del patrocinio del Comune di Fano e dell’Ente Carnevalesca, oltre che della stessa Diocesi.

Matteo Itri© RIPRODUZIONE RISERVATA

FANO – “La liturgia è la fonte del-la vita cristiana”. Con queste paro-le don Giuseppe Busani ha aperto, mercoledì 9 gennaio al Centro Pa-storale diocesano, l’incontro sulla Sacrosanctum Concilium. Don Busani si è soffermato su questa costituzione dogmatica, appro-fondendone alcune parti. “La Sa-crosanctum Concilium – ha sot-tolineato Busani – mette in luce lo stretto legame esistente tra la for-ma rituale e l’esperienza della fede.

Questo concetto è ben spiegato nel numero 48: ‘Perciò la Chiesa si preoccupa vivamente che i fe-deli non assistano come estranei o muti spettatori a questo miste-ro di fede, ma che, comprenden-dolo bene nei suoi riti e nelle sue preghiere, partecipino all’azione sacra consapevolmente, piamente e attivamente’. Per fare esperien-za di fede, dunque, è necessaria l’esperienza celebrativa. Prima del Concilio Vaticano II, veniva dato

molto valore al rito (ritus ser-vandus) sacro e intangibile quale protettore delle verità da credere. In questo modo, però, veniva de-potenziato e relegato solo a rive-stimento esteriore. La liturgia è, invece, luogo del contatto e della partecipazione. La Sacrosanctum Concilium afferma che le azioni liturgiche non sono azioni priva-te, ma comunitarie e il rito non è solo qualcosa di ornamentale, ma proprio attraverso quest’ultimo

l’uomo può fare esperienza di Dio. La liturgia diventa, dunque, fonte della vita cristiana. Nondimeno la liturgia – si legge al numero 10 - è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia. Partire dalla liturgia – ha proseguito don Busani – significa partire dal primato del dono”. Don Giuseppe si è poi soffermato sulla partecipazione dei fedeli, parteci-pazione definita con sei aggettivi

(attiva, consapevole, piena, pia, fruttuosa, comunitaria, ma che il post concilio ha ridotto ad uno, ovvero solo a consapevole), e sulle otto forme linguistiche che com-pongono la preghiera eucaristica. “Occorre – ha concluso don Bu-sani – custodire la forza e la sem-plicità del rito perché tutto ciò ci permette di entrare in contatto con il Mistero”.

EP© RIPRODUZIONE RISERVATA

FANO - Sabato 19 gennaio e sabato 2 febbraio, alle ore 16.00, la Scuola Primaria dell’ Istituto “Maestre Pie Venerini” sarà aperta per illustrare la sua offer-ta formativa e per permettere la visita dei locali ai genitori dei bambini che il prossimo anno dovranno frequentare la prima classe della Scuola Primaria. La scuola, per i genitori che ne fanno richiesta, ac-coglie gli alunni sin dalle 7.30 del mattino, iniziando l’ attività didattica alle 8.10 fino alle 13.10; gli alunni hanno a loro disposizione laboratori di dramma-tizzazione, di manipolazione creativa, di attività musicale e corale, di attività sportiva con esperti di pallavolo, baseball e rugby. Realizzano progetti di continuità con la scuola dell’ Infanzia, di Educa-zione all’affettività ed alla creatività. Oltre all’offerta oraria di trenta ore settimanali, i bambini possono usufruire del servizio mensa e del servizio di aiu-to allo studio pomeridiano che li impegna fino alle 16.00.Sabato 9 febbraio, alle ore 16.00, la Scuola sarà aper-ta per incontrare i genitori interessati alle iscrizioni alla Scuola dell’ Infanzia; ai piccoli la Scuola garan-tisce la possibilità di frequentare tutta la settimana, compreso il sabato, accogliendoli sin dalle 7.30 del mattino. Per loro sono organizzati laboratori di psi-comotricità, scoperta, immagine, lettura, mimo e teatro nonché progetti di Continuità e di Educazio-ne stradale. Hanno poi l’opportunità di frequentare

il laboratorio di religione, di musica e di lingua in-glese gestiti da docenti esperti che li accompagne-ranno nella Scuola Primaria.Tutto l’Istituto, che opera a Fano dal lontano 1857, si caratterizza per la sua identità cattolica attenta alla formazione integrale della persona, pone il bambino al centro della sua attività educativa e didattica, cre-de fortemente nel rapporto con la famiglia, prima e fondamentale agenzia formativa e si apre a tutte le opportunità del territorio, adoperandosi con cura per la costruzione della persona nella sua interezza non solo culturale e relazionale ma anche spirituale.

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Page 15: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

20 gennaio 2013 15Fano Fossombrone Cagli Pergola

FANO – Nonostante la crisi, c’è un bilancio in attivo. E’ quello di Avis Fano che, grazie alla sensibilità di tanti donatori, rappresenta un’ec-cellenza nel nostro territorio.“Il 2012 – ha sottolineato il presi-dente Massimo Seri – è stato un anno molto intenso. Le donazioni hanno subito un leggero incre-mento, passando da 4.447 a 4.450. E’ importante – ha proseguito Seri – arrivare a buoni livelli ma è altrettanto fondamentale man-tenerli nel tempo. Per quanto ri-guarda i nuovi iscritti ad Avis, nel 2012 siamo arrivati a 241e devo dire che sta aumentando il nu-mero dei giovani e delle donne. Questo dimostra l’attenzione che poniamo all’attività di sensibiliz-zazione e promozione alla dona-zione di sangue nella nostra città

che, in questo, è fra le migliori se raffrontata al panorama nazio-nale. In questo senso, fra le tante iniziative organizzate da Avis, mi piace ricordare le donazioni a tema che hanno coinvolto mam-me, papà, giovani coppie, intere famiglie e il mondo dello sport dal quale abbiamo avuto sempre una risposta numerosa e positiva. Inol-tre – ha proseguito Seri – abbiamo rafforzato la collaborazione con le associazioni culturali locali quali, ad esempio, il Coro gospel “Slave Song”, “Quei dla dal fium” e con la realtà della parrocchia di San-t’Orso la quale, proprio ai primi

di gennaio, ha partecipato con grande entusiasmo al triangolare di volley tutto dedicato alla soli-darietà. Non possiamo tralasciare il mondo della scuola, ovvero le nuove generazioni, con il quale abbiamo portato avanti impor-tanti iniziative come Globulopoli e con il quale abbiamo intenzione di creare, in particolare con le scuole medie superiori, un progetto per promuovere la cultura della do-nazione. Abbiamo concluso l’anno 2012 con due belle iniziative che hanno coinvolto le famiglie (Avis Family Day) con 419 donazioni e gli esercenti che, con grande di-

sponibilità, hanno allestito le loro vetrine riprendendo il tema della donazione. Non dobbiamo, poi, dimenticarci di tutte le feste della scorsa estate durante le quali Avis è stata sempre presente e pronta a sensibilizzare tutti al dono del sangue”.Il presidente Seri si è poi sofferma-to sui dati. “Avis conta 2.168 soci, di cui 1.908 attivi. Dei 2.168, 1.490 sono uomini e 678 donne. La fa-scia di età 18-25 anni è rappre-sentata da 287 donatori dei quali 144 ragazze e 143 ragazzi. Un rin-graziamento particolare va a tutto lo staff del centro trasfusionale

che, oltre all’attività lavorativa, ha sempre sostenuto con entusiasmo le nostre iniziative”.

Con l’intento di sensibilizzare i negozianti di Fano attraverso una iniziativa nuova e originale, ri-guardante l’ allestimento di una vetrina o parte di essa alla temati-ca della donazione del sangue,Avis invita tutta la cittadinanza all’ inaugurazione della mostra fotografica “Avis in vetrina”, e alla concomitante cerimonia di pre-miazione delle vetrine seleziona-te da una apposita commissione, sabato 19 gennaio ore 15 presso la Mediateca Montanari. La mo-stra sarà aperta fino al 23 gennaio compreso.

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FANO - Il Settore Cultura, Turismo e Sport del Comune di Fano ricorda che il 31 gennaio 2013 costituisce il termine ultimo per la presentazione delle domande per richiesta di contributi a sostegno di iniziative di interesse culturale, turisti-co e sportivo da concedere, per l’anno 2013, ad Enti, Associazioni, Istituzioni scolastiche ed altri soggetti beneficiari. Il Regolamento contenente indicazioni ed informazioni e la modulistica relativa alle richieste per iniziative di carat-tere culturale sono disponibili preso l’Ufficio Attività Culturali del Comune di Fano (Via De Cuppis, 7, tel. 0721/887412-413, [email protected]) o possono essere scaricati dal sito dell’Assessorato alla Cultura (http://cultura.comune.fano.ps.it, alla pagina Contatti e servizi). La modulistica relativa alle iniziative di interesse turistico è disponibile nel sito dell’Assessorato al Turi-smo (www.turismofano.com). La modulistica relativa alle iniziative di interesse sportivo è disponibile presso l’Ufficio Sport (tel. 0721/887320).

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Le domande scadono iL 31 gennaio 2013

Contributi ordinariper iniziative culturali

L’associazione fanese un’ecceLLenza per iL territorio

AVIS: bilancio 2012 in attivo

a orciano un incontro per parLare di economie soLidaLi

Nuove frontiere del consumo e delle produzioniORCIANO - Ci siamo mai chie-sti se modificando i presupposti su cui si basa la ricetta per uscire dalla crisi, “aumento della doman-da – aumento della produzione - aumento della ricchezza”, non si riesca davvero a dare una svol-ta o perlomeno dare un nuovo slancio alla crescita che non può e non dev’essere solo aumento di ricchezza finanziaria ma anche e soprattutto sviluppo del territorio e delle persone che vi abitano. Ci siamo mai chiesti che tipo di do-manda di beni vogliamo sostenere e promuovere: auto o biciclette? bibite zuccherate prodotte da aziende con sede dall’altra parte del mondo oppure succhi di frutta biologici e locali o meglio ancora erogatori di acqua? Discariche o la raccolta differenziata quindi il riciclo? E sul lato della produzio-ne siamo ancora soddisfatti dalle aziende che favoriscono solo pro-duzioni che perseguono criteri di efficacia ed efficienza e delocaliz-zano o vogliamo qualcosa di più, come il benessere del territorio, dalle aziende che hanno costruito ingenti ricchezze grazie al nostro modello di consumo. Perciò nuovi stili di vita e quindi di consumo: autoproduzione, autocostruzione, gruppi di acquisto solidale, tutte le forme che prevedono un utilizzo condiviso di spazi di vita (co-hou-sing) di lavoro (co-working), di

oggetti come l’auto (car pooling), piccoli elettrodomestici, il baratto per l’abbigliamento e tanto altro, consumo di alimenti biologici, del commercio equo e solidale, pro-dotti ecologici (quindi riutiliz-zabili, riciclabili, biodegradabili), energie rinnovabili, (fotovoltaico, eolico, geotermico). Maggiore consapevolezza nella scelta della banca per la gestione del rispar-mio, da qualche tempo anche per l’assicurazione è possibile una scelta in questo senso. Ormai esi-stono aziende che per fortuna rie-scono a soddisfare queste esigen-ze: dai produttori agricoli locali, alle aziende che producono beni anche di altra natura, l’innovazio-ne tecnologica per sviluppare pro-dotti sempre efficienti dal punto di vista energetico ha raggiunto livelli mai visti prima. Le banche non sono tutte “armate”, “porno-grafiche” e “giocatrici d’azzardo” ma ne esisto alcune etiche, proiet-tate all’economia solidale e che sono obbligate, per statuto, a in-vestire sul territorio come Banca Etica e il Credito Cooperativo. Da poco dal mondo dei G.a.s. nasce anche l’r.c. auto etica che si pro-pone di parificare le polizze auto in tutto il territorio nazionale (Eti-car). Le Marche sono una regione ricca da questo punto di vista: vi ha operato Gino Girolomoni uno dei padri del biologico italiano,

esiste una diffusa rete di piccoli agricoltori locali e biologici, i G.a.s. sono di-versi in ogni provincia, le banche di Credito Coope-rative sono molto diffuse, Banca Etica è presente con una filiale e un “banchiere ambulante”, le cooperative sociali, aziende che opera-no con determinati criteri e obiettivi solidali e sociale, sono una colonna portante dell’economia locale, a Se-nigallia è stata realizzato il primo residence in auto-costruzione, così come le prime proposte di co-hou-sing iniziano a fare capoli-no. Infine, fiore all’occhiel-lo della nostra regione è la Rete di Economia Etica e Solidale (Rees), una rete di produttori, consumatori e simpatizzanti che a livello regionale si propongono di promuovere e implemen-tare queste prassi a livello regionale. Le Acli come associa-zione di promozione sociale, e quindi luogo privilegiato di pro-duzione di beni relazionali, sia a livello nazionale che locale da tempo hanno percepito la validità di queste nuove buone prassi e ne condividono percorsi di creazione e di diffusione con alcuni dei pro-tagonisti principali. Nella provin-

cia di Pesaro e Urbino, ad esem-pio, hanno partecipato allo Sbarco Gas, all’organizzazione della Fiera della Sostenibilità, hanno realiz-zato il progetto “Flexi Family” che da una parte ha messo a disposi-zione uno sportello con operatori competenti che aiutino e orien-tino le famiglie a intraprendere percorsi per uscire dalle difficoltà economiche e dell’altra hanno

realizzato una serie d’incontri for-mativi presso i circoli del territo-rio attinenti a quanto descritto fi-nora ed educare i nostri consumi a una maggiore consapevolezza e sobrietà e implementando una se-rie di relazioni che sono alla base di una vita piena e completa.

Tatjana CinquinoAcli di Pesaro e Urbino

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FANO - “A decorrere dall’anno scolastico 2012-2013, le iscrizioni alle istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado per gli anni scolastici suc-cessivi avvengono esclusivamente in modalità on-line attraverso un apposito applicativo che il Mini-stero dell’istruzione, dell’università e della ricerca mette a disposizione delle scuole e delle famiglie.” (Legge 7 Agosto 2012 n° 135 Art. 7 co. 28).Coloro che hanno difficoltà nella compilazione on-line del modulo o non hanno i mezzi per farlo, le Acli possono aiutarli gratuitamente nell’iscrizione.Telefonare per un appuntamento al Punto ACLI Famiglia 0721/804218 oppure recarsi in via IV No-vembre 83 FANO nei giorni: lunedì 9.00/12.00 giovedì 9.00/12.00 sabato 9.00/12.00

punto famigLia e acLi a sostegno di ragazzi e genitori

Aiuto gratuito per l’iscrizione a scuola on line

Page 16: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

Fano Fossombrone Cagli Pergola20 gennaio 201316 amicoil nuovo• •

Il gruppo si esibirà domenica 20 gennaio nella chiesa di S. Sebastiano a Bellocchi

Atmosfere celtiche per MusicaparoleFANO - Domenica 20 gennaio, alle ore 17.45 presso la chiesa di San Sebastiano a Bellocchi, il gruppo Musicaparole (Susanna Pusineri arpa celtica e canto, Maurizio Mainardi flauti, Massi-miliano Poderi violino ed Enzo Vecchierelli chitarre e canto) si esibiranno in “Atmosfere celti-che”. Nel programma, che il Gruppo Musicaparole presenta, si ritrovano sia l’anima popolare della musica celtica, che si esprime nel brio e nella fisicità del ritmo, sia l’elemento più spiri-tuale rappresentato da melodie struggenti e contemplative, pervase di profonda umani-tà. L’incontro tra le due dimensioni accentua lo straordinario carattere di universalità del-le melodie celtiche che trovano infiniti punti di contatto con l’animo di qualunque ascol-tatore. Musiche senza tempo perché di ogni tempo: medievali e rinascimentali, barocche e classiche, una musica antichissima ma che, grazie ad un’inspiegabile alchimia, si scopre modernissima.

LA PINACOTECA S. DOMENICO RIAPRIRà IL 22 MARZOFANO - La Pinacoteca San Domenico osser-verà la prevista chiusura stagionale dal 12 gennaio a venerdì 22 marzo 2013.La chiusura è come di consueto prevista per eseguire opere di conservazione, ma-nutenzione ordinaria e pulizia. La Pinaco-teca ha registrato nell’anno 2012 un suc-cesso lusinghiero sia per quanto attiene il numero dei visitatori sia per le iniziative a sfondo culturale (conferenze, esposizione di opere d’arte sempre di stampo religioso e in particolare la mostra ‘Fano per Simo-ne Cantarini’ che ha riportato un notevole successo anche a livello internazionale, vi-

site riservate alle scuole del comprensorio e a cultori ed esperti d’arte, affascinati dalla bellezza del-l’edificio e dalle incomparabili tele ospitate). La Fondazione Cassa di Risparmio di Fano sta valutando la possibilità di organizzare un evento culturale di grande rilievo per la prossima stagione estiva.

La Diocesi eD iL Forum DeLLe associazioni FamiLiari aL Lavoro con i giovani

Progettare nella speranzagrazie a gianFranco Biagiotti e agLi amici DeL manDoLino Di FossomBrone

Un corso di chitarra per detenutiFANO - Santi e beati ci sono perché rappresentino modelli di uomini realizzati a cui guardare per vivere meglio ed essere più felici; il loro stile di vita è universale, valido per il giovane e l’anziano, il credente e il meno convinto, anche quando li si conosce sotto l’aspetto dell’ordinaria quotidianità. Chiara Luce Badano, nata negli anni settanta e già beata, in modo particolare ci ha offerto quest’occasione nel progetto Live Love Light. A conoscerla sono stati i 240 ragazzi delle scuole medie su-periori convenuti nella Sala Riunioni del Centro Pastorale di Fano in ora-rio scolastico per la conclusione del progetto, il 15 dicembre scorso, che Diocesi e Forum delle Associazioni familiari hanno voluto realizzare per loro. Della giovane nostra contem-poranea è stata evidenziata nell’in-tervento di Franz Coriasco (critico radiotelevisivo e autore del libro”La stanza di Chiara Luce”, la vita vis-suta giorno per giorno nelle tante piccole scelte d’amore che l’hanno caratterizzata. Suscitato dalle di-verse domande che i giovani stessi hanno posto, Coriasco ha parlato

di come la beata viveva l’impegno scolastico, la vita con gli amici, la famiglia, le regole, la sfera affettiva e la sessualità. Ne emergeva il profilo di una ragazza semplice ma anche determinata, che vive come muore non spaventata dalle sofferenze della malattia ma determinata a rendere ogni rapporto con l’altro positivo, bello e “sano”. Il relatore, che pur si dichiara agnostico, ha voluto sotto-lineare l’aspetto della speranza invi-tando i giovani a vivere per qualcosa di grande sì da essere la risposta alla crisi culturale imperante. La matti-nata è stata poi coronata da un dono speciale: la telefonata fatta ai geni-tori di Chiara Luce che, dopo aver risposto ad una domanda loro rivol-ta, hanno salutato con entusiasmo i giovani fanesi con un affettuoso

augurio di buon Natale. La musica e le canzoni della band che ha accol-to, presentato ed animato l’appun-tamento hanno reso maggiormente coinvolgente il clima. Al temine i ringraziamenti, i saluti personali e le dediche di Coriasco sui libri di cui è l’autore: tra queste quella chiesta da un ragazzo per la sua insegnante alla quale avrebbe donato il libro stes-so…vincere la sfida educativa non è poi meta così lontana se lasciassimo fare ai giovani!

Don Piergiorgio Giorgini Responsabile Ufficio Scuola

Diocesi di FanoDott.ssa Melania Macchiarola

Presidente Forum AssociazioniFamiliari di Pesaro Urbino

©RiPRODuziONE RiSERVAtA

FOSSOMBRONE – Una performance che ha emozionato tutti. I primi di di-cembre un gruppo di detenuti della casa circondariale di Fossombrone, in-sieme agli Amici del Mandolino, si sono esibiti dando vita a uno spettacolo davvero entusiasmante. Il tutto grazie alla disponibilità di don Guido Spado-ni, della direzione del carcere, degli animatori e grazie alla professionalità di Gianfranco Biagiotti che ha insegnato ai detenuti, che volevano vincere i mo-menti di noia e solitudine, a suonare la chitarra e il mandolino. Oltre ad una vera e propria esibizione durante la quale si sono cimentati in canzoni famose del panorama nazionale e internazionale, i detenuti sono stati sottoposti an-che ad una sorta di “esame” con alcune domande sulla grammatica musicale. Infine gli Amici del Mandolino, a performance conclusa, hanno premiato i detenuti. Una giornata diversa dalle solite che ha permesso al mondo oltre le sbarre di vivere un momento di piacevole “libertà”.

La protagonista Di “ti Lascio una canzone” a taverneLLe

La nostra Valentina

tAVERNELLE - il 6 gennaio a tavernelle è tradizione aspettare la befana che arriva sempre puntuale con il suo sacco pesante, pieno di dolciumi. Nel salone parrocchiale“LA BARCA”, c’erano tanti bambini ad aspettar-la con i loro genitori e tanti amici, per festeggiare questo giorno dell’ Epifania che tutte le feste si porta via. Quest’anno le comunità di taver-nelle, Serrungarina e tanti altri, hanno vissuto un pomeriggio davvero speciale. La nostra Valentina Baldelli, e possiamo dirlo con orgoglio, ha cantato solo per noi e ci ha regalato dei momenti di grande emozione. Ha appena tredici anni ma già da piccolina in tante occasioni l’abbiamo sentita cantare, dimostrando di avere una grande passione per la mu-sica e un talento infinito. La sua voce è un dono che con tanti sacrifici e possiamo immaginarlo, da parte sua e dei suoi genitori, è riuscita ad arrivare dove è arrivata. Grazie Valentina. L’augurio che tutti noi ti fac-ciamo è che: il tuo futuro sarà sempre in positivo e come tu lo desideri. un altro grazie va a tutti gli organizzatori che hanno realizzato questo pomeriggio di festa così speciale aspettando la befana e a tutti i bambi-ni che hanno partecipato.

vaLentina ronDeLLi - una cagLiese approDa in tv

Protagonista di Donnavventura

CAGLI – Da domenica 20 gennaio, alle 14.30 su Rete 4, riparte la serie tv di Donnavventura con 12 nuove avvincenti puntate. Una lunga spe-dizione e una grande avventura, la più lunga in assoluto in termini di tempo nella storia di Donnavventu-ra. Da Ushuaia, ultimo avamposto del continente sudamericano, al-l’Amazzonia Peruviana. Un viaggio

fino alla fine del mondo e oltre, toccando terre ghiacciate, steppe sper-dute ed estreme, ma an-che isole paradisiache e misteriose.Tra il nuovo team di gio-vanissime protagoniste di Donnavventura an-che la cagliese Valentina Rondelli. Le sei nuove leve sono partite dalla remota Patagonia inver-nale e puntando la bus-sola verso sud, si sono dirette sino all’innevata

Ushuaia, capitale della Provincia della Terra del Fuoco.La spedizione è stata molto varia e impegnativa, ma è già dalla Pata-gonia invernale, fredda e insidiosa, che sono emersi i primi problemi della nuova squadra. Difficoltà che non traspaiono dalle puntate, ma che tuttavia hanno portato ad una serie di sostituzioni delle nuove

protagoniste e la scelta di due di queste di rientrare già da Ushuaia, abbandonando per sempre la pos-sibilità della spedizione nel Pacifico. Imprescindibile l’intervento in spe-dizione delle veterane (Ana, Chiara, Ilaria, Michela e Stefania) chiamate in sostituzione e supporto del team. Saranno proprio queste a portare a termine il lungo viaggio in Alta Pa-tagonia e Perù.Ogni mercoledì, VideoMediaset e Tgcom24 (Viaggi), proporranno le immagini in anteprima sulla punta-ta domenicale. All’indirizzo video.mediaset.it sono disponibili anche le videoclip dedicate al backstage della spedizione, con un divertente dietro le quinte del Grand Raid del-l’Oceano Pacifico. Insomma si ripar-te con la programmazione televisiva, dai ghiacci della Patagonia fino al-l’Amazzonia passando per le spetta-colari isole del Pacifico dalle spiagge bianche e un mare cristallino unico al mondo.

Cagliprimateatro: nomi famosi e volti nuoviCAGLi - Ludovico Einaudi, i Negrita, Lina Wert-muller, Gegé telesforo. Oltre a tanti volti nuovi, sono alcuni dei grandi nomi che hanno scelto Cagli per debuttare. Si chiama Cagliprimaatea-tro il progetto che ha già ottenuto un ricono-scimento della Regione Marche e che punta a fare del teatro una fabbrica di anteprime e di talenti nuovi, che vuole creare un indotto im-portante per una città che partecipa al comple-to non solo andando a teatro, ma mettendosi a disposizione per ospitare gli artisti e chi li accompagna. Senza puntare i riflettori sulla sin-gola data, ma su un progetto che fa dei giovani

il proprio fiore all’occhiello. “i ragazzi partiti da Cagli per studiare recitazione o danza - spiega il presidente Massimo Puliani -, qui tornano come su un palcoscenico privilegiato e da Cagli ripartono per le loro tournée”. Con un rapporto chiaro con la città: “non abbiamo debiti e fac-ciamo quello che si può fare con quello che c’è”. A partire da un teatro con un’acustica eccellen-te, tanto che Ramin Bahrami (il più grande ese-cutore di Bach) tornerà a Cagli per una data (il 14 aprile accompagnato dal flauto di Massimo Mercelli), ma anche per registrare un secondo album “precisando - aggiunge Mazzacchera

- che quello registrato a Cagli, secondo lui, è il migliore che abbia mai fatto. insomma Bahra-mi sta diventando un importante ambasciatore di Cagli”. E un album ha deciso di registrarlo nel teatro di Cagli anche Ludovico Einaudi (au-tore, tra l’altro, della colonna sonora del film Quasi Amici) che in teatro, il primo febbraio e con un’orchestra in scena composta da 16 archi, presenterà in anteprima mondiale il concerto in a time Lapse tour, che arriverà fino a Londra (già sold out) e all’Oliympia di Parigi, ma anche in Canada e in Asia. in soli due giorni, poi, sono quasi finiti i biglietti disponibili per il concerto

dei Negrita del 14 febbraio. Ancora incerta la data del debutto di Lina Wertmuller (dovrebbe essere il 23 marzo), che ha però garantito mas-sima disponibilità. Sul palco del teatro comu-nale di Cagli, il 27 aprile, salirà anche la Nu Joj Band, con GeGé telesforo (che i più ricorderan-no con Renzo Arbore) a voce e percussioni. in arrivo, poi, una sinergia con il conservatorio Rossini di Pesaro, per una serie di spazi dedi-cati ad approfondimento e conoscenza di brani musicali, di musica classica in particolare.

Elisa Venturi©RiPRODuziONE RiSERVAtA

Page 17: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

20 gennaio 2013amicoil nuovo• • 17

20

Presentazione del volume“Enigmi e

nuoves coperte”pagina

Monastero s. ChiaraRedazione di Urbino:Via Beato Mainardo, 4 - 61029 UrbinoTel. e Fax 0722/[email protected]: Mattino 9.00-12.00Pomeriggio 15.00-17.00Urbino

Urbania Sant’Angelo in Vado

Un FoGLio PastoraLe iDeato Da Mons. UMBerto BraMBati

La Voce di Pallino e Ca’ staccoloURBINO. “La voce di san Mar-tino di Pallino e del Sacro Cuore di Ca’ Staccolo” è il nuovo foglio pastorale ideato da don Umber-to Brambati, nominato dall’arci-vescovo Giovanni Tani, parroco delle due comunità segnalate nel titolo. Lo inaugura con una let-tera aperta ai suoi nuovi fedeli. Una presentazione. Per comin-ciare insieme un cammino di col-laborazione al servizio di quanti vivono in quell’area “credenti e non credenti”, nel pieno rispetto della dignità delle persone e delle opere. Per usare una espressione di moda, don Umberto sarebbe un usato sicuro. Ha compiuto 80 anni. Lombardo di origine, è arrivato in Urbino con l’arcive-scovo Cazzaniga e vi è rimasto. Perché è entrato nel cuore degli urbinati, nello spirito della città,

nell’atmosfera del suo paesaggio e della sua storia. Don Umberto ha collaborato e collabora con tutte le persone di buona volontà. Disponibile all’ascolto, alla me-diazione, e alle iniziative. Forte della sua fede. Concreto. Basta seguire la sua presentazione. Breve. Non dice quello che ha fatto. Elenca subito gli avveni-menti straordinari da onorare nel 2013 con l’aiuto dei parrocchiani, dei fedeli e di chi pensa al senso delle iniziative, dei progetti che riguardano la comunità: le festi-vità natalizie che sono state un segno di buon inizio con la co-struzione di tre presepi, davanti

alla cappella, in grandezza na-turale, originali per concezione artigianale e per lo straordinario gioco delle luci; la festa del Sacro Cuore di Gesù il 7 giugno p.v. che dovrebbe diventare una festa cit-tadina, per onorare il lombardo don Elia Bellebono che ha sogna-to la dotazione di un santuario, intitolato al cuore di Gesù, nella nostra Urbino. Un santuario, ri-prodotto nel retro del Foglio, che è in linea con la vocazione arti-stica della città di Urbino che è decollato quando nel progetto è entrata la mano di un artista, Walter Valentini, sensibile al “pa-dre nostro che sei nei cieli”, alle

geometrie degli spazi siderali e al mistero della creazione. Un progetto che fa discutere, come hanno fatto discutere i progetti delle grandi chiese medievali, del Rinascimento, del neo classico e della modernità. La scelta di don Umberto per Ca’ Staccolo è importante. Una persona saggia che sa tenere il dialogo nei giusti termini della discussione rifles-siva, sul mistero di un’opera che fino ad oggi si è autofinanziata e continua ad autofinanziar-si con prebende dei fedeli e dei mecenati dell’arte. A settembre del corrente anno, dopo 10 anni, torna nell’antica Pieve di San

Martino e nella modernissima chiesa del Sacro Cuore di Gesù, la Madonna del Giro, la cui ac-coglienza e permanenza richiede una partecipazione di popolo, di antica tradizione nell’urbina-te. La devozione a Maria è mol-to sentita e radicata nel popolo di Dio come è dimostrato dalla partecipazione popolare. Un rito da mantenere, da arricchire e da tramandare.La Voce di Pallino e Ca’ Staccolo è il foglio di collegamento della parrocchia con i fedeli e con le persone che pensano e che pre-gano. La redazione è aperta a tut-ti e, par di capire, che la cadenza di stampa è legata molto anche a queste possibili ed auspicabili collaborazioni.

Sergio Pretelli©riproduzione riservata

inContro Con Don saVerio Xeres

“C’era una volta il Concilio…”URBINO. La nostra comunità, a 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II, ha sentito la necessi-tà di rivisitare, con la preghiera, la riflessione e l’amore ecclesiale, quel tempo di grazia in cui la ba-silica di San Pietro, ha visto radu-narsi nel suo interno, vescovi pro-venienti da ogni parte del mondo per celebrare insieme l’Amore del Signore e per confrontarsi sui grandi temi che riguardavano la chiesa in se stessa e nel suo rap-porto con il mondo.In quegli anni si è sentito forte il profumo di una nuova primave-ra dello Spirito dalle grandi pro-messe di vita; questo soffio, come una nuova Pentecoste, era stato atteso da tempo e preparato da tutto il popolo di Dio. I cristiani, desiderosi di vivere l’autenticità della fede, nei vari ambiti della

vita hanno dato un forte impulso al concretizzarsi di questo grande evento.Anche la riflessione gioiosa e fa-ticosa di molti teologi ha aperto

sentieri nuovi attraverso i quali cercare di penetrare nel cuore del Mistero di Dio dove pulsa anche il cuore del mondo. Così nei monasteri, uomini e don-

ne dallo sguardo contemplativo capace di vedere nella storia degli uomini il luogo teologico dove il Signore continua oggi a parlare, hanno portato il loro contributo di profezia nelle aule conciliari. In questi 50 anni del post-Concilio anche noi, in monastero, abbiamo continuato in tanti modi, soprat-tutto con la preghiera, a tene-re vivo il messaggio non ancora del tutto penetrato e riflettuto di quella Assise straordinaria che allora, anche nella sua manifesta-zione pubblica, aveva reso visibile, il “sacramento universale di sal-vezza” che è la Chiesa.Abbiamo quindi pensato ad al-cuni giorni di riflessione guidati dal sacerdote comasco Saverio Xeres, ordinario di storia della chiesa presso la facoltà teologica dell’Italia settentrionale, che per i

suoi studi ha approfondito i temi del Concilio Vaticano II e saprà farcene una lettura illuminata. Nell’ambito di questa formazione interna al monastero, ci sarà una serata alla quale vi invitiamo a partecipare per condividere con noi questo momento di fede. L’in-contro avrà luogo presso la biblio-teca del monastero di S. Chiara (via Luciano Laurana, 4) il marte-dì 29 gennaio alle ore 20.45 con il seguente titolo: “C’era una volta il Concilio…”.Pensiamo che questo possa essere un segno capace di tenere accesa una piccola fiamma di quel Fuoco di Pentecoste che è stato il Conci-lio per la Chiesa ed il mondo.

Suor Chiara Patrizia e sorelle clarisse

©riproduzione riservata

riConosCiMento anChe aL PriMo PresePe ViVente rinasCiMentaLe

Concorso Diocesano dei PresepiURBINO – Gioiosa atmosfera e calde sensazioni quelle vissute Domenica 13 Gennaio alle Grotte del Duomo durante la cerimonia di premiazione del Concorso dio-cesano dei Presepi. La tradiziona-le disputa, che ha coinvolto più di 600 natività in tutto il territorio arcidiocesano, è infatti stata sì una gara che ha spinto ogni ap-passionato a dare il massimo e a sbaragliare la concorrenza, ma è anche diventata un modo – come ha sottolineato S. E. Mons. Tani nell’intervento conclusivo – per fondere ancora di più la nostra arcidiocesi in un unico comune intento: quello di rappresenta-re la gioia della venuta di Cristo tra noi. E così la proiezione dei filmati e delle fotografie di tutti i partecipanti è stato un modo per sentirsi uniti nel Signore e per il Signore, che ogni anno sentiamo vicino in quel bambinello di ter-racotta o di legno che poniamo nella mangiatoia sotto lo sguardo amorevole dei due genitori. Da Sassocorvaro a Borgo Pace, da Morciola a Piobbico, sono state mille le forme in cui si è declina-to il tema della Natività, infiniti i messaggi più o meno attuali che si sono voluti associare alla venu-ta di Gesù. Mons. Davide Tonti, ringraziando i membri della com-missione per i kilometri macinati e le centinaia di foto scattate, ha tracciato un bilancio della mani-festazione: tantissimi partecipanti,

varie le categorie (da quest’anno anche il nuovo premio “Miglior Presepe delle Contrade di Ur-bino”), presepi sempre più belli, poetici e nuovi, vere forme d’arte. Dopo un elogio alle sempre belle natività già premiate nelle passa-te edizioni, c’è stato un vincitore d’eccezione: l’Arcivescovo Gio-vanni, al quale è stato donato un presepe del maestro urbinate Lu-

ciano Biagiotti realizzato dentro una canna di bambù apribile. Nelle varie categorie, premia-ti: Mirella Fenici, Mercatello sul Metauro (famiglie); Istituto Comprensivo Sant’Angelo in Vado – Mercatello sul Metauro – Borgo Pace (scuole); S. Andrea in Sco-taneto (parrocchie); ARS (Asso-ciazione Rievocazioni Storiche) di Urbino per il presepe rinasci-

mentale (associazioni); Massimo Guidi, Urbino (presepe in un tap-po di sughero) (artistici); Oratorio interparrocchiale “Don Adelelmo Arduini”, di Montecalvo in Foglia, Ca’ Gallo, Schieti e Ca’ Mazzaset-te (oratori); Contrada Piantata (contrade di Urbino).Nella classifica assoluta: 1° premio al Gruppo del Presepe del Corpus Domini di Urbania, coordinato da Fiorenzo Galeotti (foto), 2° pre-mio a Tommaso Orazi di Urbania, 3° premio al Presepe realizzato dal gruppo presepe oratorio di san Rocco di Sassocorvaro.

Giovanni Volponi©riproduzione riservata

Page 18: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

20 gennaio 201318 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado

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URBINO. È ripresa a pieno ritmo, dopo la pausa natalizia, l’attività della parrocchia universitaria, che è coincisa con il battesimo di Gesù,

ovvero la solenne manifestazione dell’amore del Padre verso l’uo-mo. E Padre Luca, dopo avere ri-volto ai ragazzi i migliori auspici

affinché ognuno, nel nuovo anno, possa realizzare i propri progetti, ha sottolineato come «forse, que-sta coincidenza può far parte del disegno di Dio sulle attività della parrocchia universitaria». Il gesto di Gesù che si sottomette al batte-simo di Giovanni, significa che Lui non si pone al di fuori della storia del suo popolo. Non si allontana dagli uomini peccatori, ma pren-de su di sé i loro peccati. E così ha fatto lungo tutto il suo percorso di vita fino a raggiungere il suo apice sulla croce. Prende su di sé il peso degli errori dell’intera umanità. Compare sulla sponda del Gior-dano, assieme agli altri penitenti, per ricevere il battesimo, per soli-darizzare con loro alla ricerca del-la salvezza dell’anima e santificare

l’atto. Un atto che non sarà più di sola purificazione, ma che rappre-senterà anche la venuta in ognu-no dello Spirito di Dio, cioè la ri-conciliazione divina con il genere umano. Per padre Luca Gabrielli, «questo battesimo è come una nuova epifania. Precedentemen-te si è manifestato ai Magi che rappresentano l’universalità dei popoli, questa volta si manifesta mentre viene battezzato. Perché va a farsi battezzare? Tutte le sue azioni le dobbiamo vedere sotto il segno dell’amore. Si mette in fila come tutti gli altri, compiendo un gesto di umiltà, per essere vicino a noi; si fa solidale con i peccatori. Non vuole creare alcuna distanza fra noi e Dio. Nasce come tutti gli altri bambini, si fa battezzare

e si mette accanto all’uomo con la speranza di guarirlo». E anco-ra: «Cosa notiamo in questo bat-tesimo? Mentre era in preghiera scende lo Spirito Santo e una voce attesta la figliolanza di Gesù. I cie-li si aprono e così, attraverso Gesù, possiamo parlare con Dio. Con il nostro battesimo, scorre in noi la linfa dello Spirito Santo. È un re-galo che Dio ci fa, rendendoci figli prediletti e amati». Il parroco ha infine invitato i ragazzi ad iniziare questo 2013 con la consapevolez-za di essere l’oggetto dell’amore di Dio.

Giuseppe MagnanelliFoto: Oratorio di San Giovanni, Il

Battesimo di Gesù, di Jacopo e Lorenzo Salimbeni© riproduzione riservata

“Il Battesimo di Gesù”Pastorale universitaria

STORIA DELL’ORATORIO DURANTINO NEGLI SCRITTI DI DON ENRICO ROSSI

Chiesa della Madonna del CarmineURBaNIa. “Chi esce di città e va ver-so il Parco incontra a destra l’oratorio sacro alla Vergine del Carmine”. Così inizia il più illustre storico urbaniese ecclesiastico don Enrico Rossi, appres-sandosi a scrivere la storia dell’Orato-rio della Madonna del Carmine nelle sue Memorie Ecclesiastiche di Urbania, Scuola Tipografica Bramante, 1936.La notizia dell’esistenza dell’edicola si trova nel rogito del notaio Bartoli-ni, datato 1478: la majestà de porta di sopra. Dunque per maestà si intende il dipinto di una Madonna con il fi-glio, si pensi alle celebri maestà di Ci-mabue, Duccio di Boninsegna, fino a Giotto. Il testamento di Giambattista di Nicola, nel 1499, obbliga gli eredi a far celebrare sette messe. Per cui esi-steva una cappellina con altare. Ne era patrono il Comune per diritto di fon-dazione, e questo lo si sa da un rogito del notaio Perusini del 1514, quando frate Costanzo di Bartolomeo Ubaldi-ni di Durante, agostiniano, per facol-tà ottenuta dai Priori della Comunità, prende possesso a nome del suo ordi-ne della cappella dicta la majestate de porta de sopra.Ora nella storia ecclesiastica della cap-pella si connette la storia civile. Siamo nel buono delle contese tra il Papa e i Duchi di Urbino. Il Borgia vuol far piazza pulita dei signorotti feudali. I Duchi si oppongono, alla fine si fa un compromesso in cui le varie città del ducato, tra cui Casteldurante, devo-no abbattere le rocche, in modo che non facciano resistenza. Castelduran-

te traccheggia e opera la demolizione lungo una ventina di anni, quando nel 1516 giunge l’ordine di Lorenzino de’ Medici, fatto duca di Urbino dal papa Leone X dopo la morte di Giulio II e la scomunica data a Francesco Maria per aver assassinato il cardinale alido-si, con ordine di fa “alamare le mura di Casteldurante e la rocca, dagli uomini dai 20 ai 60 anni. abbattere la rocca usque ad pedem. In quell’occasione i durantini tolsero il blocco di muro sul quale era affrescata la Madonna col Bambino. Da un altro rogito del notaio Perusini si sa di alcuni lasciti per ingrandire il sacello: 1519, Bartolomea detta la Bar-toluccia lascia un ducato; 1524 anto-nia Concioni lega 8 fiorini; nel 1529 Francesca Olivieri lega un ducato per indorare il concio: ut deaurentur la-pides aptate circum imaginem B. Vir-ginis. 210 fiorini li lascia l’arciprete di Selvanera d. Simone Gatti. Nel 1539 suo nipote dispone che tre anni dopo la sua morte gli eredi facciano dipin-gere nell’oratorio le immagini della Vergine, di S. Rocco e S. Veneranda. L’oratorio da questo momento appar-tiene al Convento dei preti e la Co-munità perde ogni diritto. Nel 1579 il nobile Pompeo Vandini consegna 25 fiorini al Sindaco del Convento “per

le pittura da farsi nei due Oratori di Porta Celle e del Carmine, volendo che mastro Giustino Salvolini (Episco-pi) ne sia il pittore. Questi è presente all’atto e promette di affrescare nella Cappella di Porta Superiore la figura della Vergine Maria e dell’angelo an-nunziante e di ristorare l’immagine esistente e l’altare…”. Gli altri affreschi alle pareti laterali sono opera del nostro Giorgio Picchi eseguiti nel 1604, come si legge nel libro del profeta Isaia. Sentite curio-so il commento di d. Enrico al termi-ne della storia, scrive nel 1936: “a un guastamestieri, non lontano da noi, fu permesso ritoccarli…e deturparli!”. Ma non è finita, perché altri cittadini nostri hanno continuato a sostenere in solido l’Oratorio, come Bartolomea Dari che legò un piccolo terreno per la manutenzione dell’oratorio, come al-tre pie persone con piccoli campicelli che poi furono demaniati. Nel 1610 fu eretta la Confraternita del Carmine. Vincenza Rossi, facendo testamento per il Monte di Pietà, pone la clausola che ogni sera si accenda una lampa-da per un’ora e mezzo e mensilmente si celebri una messa e che sia cantata quella del 16 luglio.

R. Rossi© riproduzione riservata

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URBINO. Il periodo delle festività è stato occasione, anche quest’an-no, per dare vita a varie iniziative nel segno della solidarietà e della fraternità. La Caritas diocesana ha promosso una raccolta di giocatto-li che sono stati offerti durante un incontro festoso ai bambini extra-comunitari residenti a Ponte ar-mellina. Da parte sua l’Unitalsi ha organizzato un vero ed autentico momento di festa e di accoglienza per i volontari e gli ammalati, te-

nutosi ad acqualagna, dapprima nella chiesa parrocchiale dove è stata celebrata l’eucaristia dal par-roco don Piergiorgio angelini, che è anche assistente Ecclesiastico dell’associazione, il quale durante l’omelia ha sottolineato il signi-ficato ed il valore di mettersi da buoni samaritani al servizio degli altri, prediligendo le persone sof-ferenti e sole; ha anche salutato con calore i volontari provenienti da Loreto, Porto San Giorgio, Fer-

mo ed ascoli Piceno. L’incontro si è concluso con il momento conviviale presso il ristorante adiacente il santuario del Pelingo. anche il centro commerciale del Consorzio è stato protagonista di vari eventi di festa e di solidarietà, ad iniziare dalla maratona in favo-re di Telethon, per proseguire con una mostra d’arte ed una rassegna di presepi molto interessante.

Fausto Nucci© riproduzione riservata

Page 19: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

20 gennaio 2013 19Urbino Urbania Sant’angelo in Vado

URBANIA. “A mille ce n’è nel mio cuore di fiabe da narrar…”. E’ un incipit già scritto, è l’inizio delle Fiabe Sonore, i primi versi del-la celebre canzoncina che apriva ognuna delle favole della serie uscita per la Fratelli Fabbri Edi-tore negli anni 70. Continuava la filastrocca “Non serve l’ombrello, il cappottino rosso o la cartella blu per venire con me”.E a dire il vero, non bastavano neppure “… un po’ di fantasia e di bontà”. Per apprezzarle fino in fondo occorreva, allora, un man-giadischi, perché le fiabe erano da vedere, da leggere e da sentire.Al giorno d’oggi, purtroppo, le favole sono spesso volutamente lasciate nel dimenticatoio oppu-re, se lette distrattamente, vanno a colmare un silenzio relazionale tra adulto e bambini. Peccato.In tale contesto, è stata vista con enorme entusiasmo la scelta ope-rata dal Gruppo Teatrale IL PAL-CHETTONE di Urbania che, per festeggiare i suoi trent’anni di tea-

tro, ha scelto di rappresentare la famosa favola di Cenerentola nel Teatro Bramante sabato 1° e do-menica 2 dicembre.Lo spunto di tutta l’operazione è dato dal fatto che la celebre favola dei fratelli Grimm è stato il pri-mo spettacolo che la compagnia ha allestito ad Urbania proprio trent’anni orsono. Ma, non ci si è limitati ad un sem-plice spettacolo, perché tutti noi sappiamo che quando la compa-gnia ci si mette, riesce sempre a fare cose, allo stesso tempo, ele-ganti e suggestive.Dal lato degli attori, difficile a cre-dersi, sono stati addirittura richia-mati quelli di allora. Gente che recitava da ragazzo, si è ritrovata sul palcoscenico da nonno ma, nonostante gli anni, ha risposto

con un entusiasmo ed una dedi-zione da vero professionista. L’ar-rivo di una luminosa carrozza ha lasciato il pubblico a bocca aperta, ma la ciliegina sulla torta è stato il grandioso libro che si ergeva sul-lo sfondo (si sfogliava davvero!) e che costituiva una degna cornice a tutta la rappresentazione.Che dire ? Pienone, successo e grandi consensi per tutti gli attori.Tornando ai festeggiamenti, un grazie di cuore a tutta la compa-gnia perché in trent’anni ha sa-puto regalarci graziosi spettacoli di prosa a teatro, spassose serate di dialetto nelle piazze e riuscite collaborazioni con scuole ed enti vari. Naturalmente, un attestato di grande riconoscenza va alla regi-sta Anna Maria Leonardi, che con la sua preziosa opera ha accom-

pagnato la compagnia in questi trent’anni di teatro.Un’ultima chiosa lasciatemela fare: tantissimi urbaniesi sono passati nel gruppo in tutti questi anni, pertanto è giusto affermare che è oramai diventato un pezzo di storia della nostra città che va, però, sostenuto a tutti i livelli. Vi-

sti i tempi tristi che corrono, ride-re ogni tanto fa davvero bene ed il Palchettone ci riesce pienamente.Nel teatro si vive sul serio quello che gli altri recitano male nella vita (Eduardo De Filippo).

S.M.© riproduzione riservata

URBINO – Alla bella età di 99 anni si è spento nella sua abita-zione in via Saffi confortato dalla moglie Giulia Gardini, dai figli Silvia, Carla e Riccardo, dai ni-poti e pronipoti il dottor Renato Cuppini, già primario del reparto di medicina generale dell’Ospe-dale di Urbino, professionista di grande valore e umanità, marito e padre esemplare, uomo di fede e di sani principi che hanno ispirato sempre la sua azione. Era nato il 12 dicembre 1913, si era laureato in medicina e chirurgia all’ateneo bolognese, conseguendo le specia-lizzazioni in cardiologia e radiolo-gia e ottenendo la libera docenza in medicina generale. Durante la seconda guerra mondiale aveva prestato servizio quale ufficiale medico in Africa e in Grecia. Nel 1954 prendeva servizio all’Ospe-dale di Urbino dove veniva no-minato primario di Medicina ge-nerale, cui dava un forte impulso, riorganizzando, qualificando e potenziando il reparto con risul-tati altamente positivi apprezzati dall’utenza e riconosciuti dagli amministratori. Alla sua scuola sono cresciuti e si sono formati diversi medici, divenuti a loro vol-ta dirigenti e stimati professionisti

tra i quali Antenore Guidi, poi diventato primario di Pediatria, Francesco Carnevali, Luigi Cene-rini, Mario Giamperi, Carlo Cer-

boni Baiardi, Giuliano Piccardoni, Massimo Guidi ed altri ancora. Ha insegnato all’Università degli Studi di Urbino e all’Accademia

di Belle Arti (anatomia artistica), portando l’efficace contributo del-la sua competenza e preparazione, nonché della sua esperienza pro-fessionale. Chiamato ad incarichi di primario in altre importanti sedi, ha sempre rifiutato le pur al-lettanti proposte e non ha voluto lasciare il suo lavoro all’Ospedale urbinate e neppure la città che lo aveva accolto con stima, rispetto e affetto ed alla quale è rimasto sempre profondamente legato. Il suo impegno ha toccato anche altri importanti settori: è stato tra i fondatori e primo presidente dell’Avis urbinate, l’associazione dei donatori di sangue e, fin dal 1971, ha fatto parte della gloriosa Accademia Raffaello cui ha offerto un prezioso contributo in qualità

di membro del consiglio direttivo. Nel 1985 ha lasciato il servizio per raggiunti limiti di età salutato con calore e riconoscenza da colleghi e collaboratori; la foto ricordo, con al centro il festeggiato accanto al dottor Antenore Guidi, ci è stata gentilmente fornita dal dottor Eli-seo Sabbatini, già aiuto dirigente di Pediatria, che con altri medici e paramedici dell’ospedale urbinate, ha partecipato all’evento.Le esequie si sono svolte in Duo-mo, la sua parrocchia e sono state celebrate dal parroco, don An-dreas; i resti mortali sono stati quindi trasferiti nella tomba di fa-miglia nel cimitero di Bologna.

gdl© riproduzione riservata

HA DIRETTO IL REPARTO DI MEDICINA GENERALE DELL’OSPEDALE

Cordoglio per la scomparsa del dottor Cuppini

IL PRESTIGIOSO TRAGUARDO DE IL PALCHETTONE

Trent’anni di teatro

ANCORA UNA VOLTA PROTAGONISTI GLI STUDENTI DEL BRAMANTE

Festival Teatrale di “Marinando”

FERMIGNANO. L’Istituto Com-prensivo “Donato Bramante” di Fermignano anche quest’anno è risultato finalista alla 17esima edizione del Festival Teatrale di “Marinando”, indetto dal Ministe-ro delle Politiche agricole, alimen-tari e forestali per sensibilizzare i giovani al mare ed alla pesca. La comunicazione da parte di Fran-cesco Saverio Abate, Direttore Generale del Ministero, si felici-tava con l’Istituto per essere stato indicato tra i dieci finalisti. Una successiva comunicazione del Di-

rettore ha indicato la scuola loca-le tra i primi cinque, quindi pre-miata con un soggiorno premio a Ostuni, in Puglia. Hanno parteci-pato 5 gruppi di ragazzi di alcuni paesi che si affacciano sul Medi-terraneo (Egitto, Tunisia, Francia, Montenegro, Turchia). La manife-stazione conclusiva si è svolta con l’adesione del Presidente della Re-pubblica e in collaborazione con il Comune di Ostuni. Stella Mei ha curato la regia teatrale e seguito il lavoro dei ragazzi nella stesura del copione del componimento tea-

trale. Luisa Fabbri ha colla-borato alla realizzazione del progetto e la Dirigente Sco-lastica Delfina Betonica si è dedicata alla realizzazione e ha fatto opera di sensibiliz-zazione sia presso i ragazzi che verso le famiglie inte-ressate. “Il ringraziamento più importante e più sentito - ha dichiarato la Dirigente - è quello da fare ai 21 ra-gazzi che hanno parteci-pato. Come dimenticare il volto di Sofia, l’espressività di Matilda, la simpatia di Pablo, l’esuberanza di Jaco-po e di tutti gli altri ragazzi che spesso noi giudichiamo sbrigativamente e che, in-vece, hanno dato prova di carattere, spirito di sacrifi-cio ed indubitabili capacità! Inoltre i ragazzi del primo

anno delle medie: Letizia, Giorgia, Lisa, Adele, Matteo,Gaia, Beatri-ce, Marianna, Alice. La gioviale e sorridente Giulia, Francesca, poi un’altra Giorgia,Thomas, Xhenisa ed infine Damiano. Questa espe-rienza è stata per loro sicuramen-te formativa e contribuirà a corro-borare le qualità di questi ragazzi nel percorso di crescita che li ve-drà domani cittadini responsabili che prenderanno in mano le sorti della comunità”.

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INTITOLATA NELLA FRAZIONE DI TRASANNI

Una piazza a Bruno Lugli

urBino. a trasanni di urbino con una breve cerimonia è stata inau-gurata una piazza intitolata a Bruno Lugli, attivista politico repub-blicano, morto nel 1937 all’età di 36 anni, durante la guerra civile in spagna. Bruno Lugli nasce nella zona fra Cal Magnano e Cal Mazzante nel 1901, e molto giovane entra nella lotta politica. nel 1920 lo trovia-mo a pesaro, dove lavora come elettricista e nel contempo diventa segretario del Circolo Giovanile repubblicano, distinguendosi per il suo impegno nella difesa dei diritti dei cittadini. nel 1922 si trasfe-risce a roma, dove collabora al giornale “alba repubblicana” ed è in rapporto con i più fieri oppositori del fascismo. all’indomani dell’as-sassinio di Giacomo Matteotti, alcune testimonianze riportano che il Lugli abbia cercato di organizzare un attentato a Benito Mussolini. Cosa che non gli riuscirà. nel 1926 le leggi eccezionali sciolgono tutti i partiti e si fa stretta la censura sui mezzi di comunicazione. Bru-no Lugli entra nel movimento “Giustizia e Libertà” fondato da Carlo rosselli. nel 1932 espatria in svizzera per sottrarsi all’imminente ar-resto. pochi anni dopo viene espulso dalla Confederazione elvetica e ripara in Francia. nel 1936, su proposta di rosselli, dà vita a una colonia italiana in Catalogna. in quello stesso anno si inserisce nella Brigata Garibaldi e partecipa alla guerra civile in spagna. sarà colpi-to a morte il 6 luglio 1937. La sua tomba è in spagna, nel cimitero di Fuencarral.

Page 20: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

20 gennaio 201320 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

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URBINO. Con la presenza di nu-merose autorità e la partecipazione di un folto pubblico, sabato 5 gen-naio nel salone del monastero di S. Chiara di Urbino ha avuto luogo la presentazione del volume “Enigmi e nuove scoperte” con sottotitolo “Il monastero di S. Chiara di Urbi-no”. Il volume, il terzo, dopo i due che lo hanno preceduto: “Il mona-stero di Battista” e “Un capolavo-ro che risorge”, è stato voluto dal presidente dell’Isia sen. Giorgio Londei, per comunicare l’impor-tanza di nuove scoperte e rendere partecipi degli enigmi che il mona-stero presenta ancora. La pubbli-cazione è stata resa possibile con la dedizione di numerosi studiosi, parte dei quali funzionari della So-printendenza che hanno, ciascuno nella propria competenza, esposto l’esito delle loro ricerche, creando un’opera utile per gli studiosi, ma accessibile anche a un pubblico at-tento alla storia della città.Il volume presenta un interessante quanto utile Regesto documen-tario, seguito da attenti studi sul-l’architettura rinascimentale del monumento, quindi studi sugli Apparati decorativi appartenuti al monastero, fra i quali opere di as-soluto valore come la tavola della Città ideale, oggetto di una recente

grande mostra avvenuta nella Gal-leria nazionale del Palazzo Ducale di Urbino tra l’aprile e il luglio dello scorso anno, e sembra anche una Madonna con Bambino di Raffael-lo, purtroppo trasferita all’estero.Il volume presenta infine studi sulla famiglia dei duchi Della Rovere che sono sepolti nella chiesa del mona-

stero, rivelando fotografie dei loro resti mortali, di come erano vestiti, quanto erano alti, ma anche studi approfonditi di antropologia, di pa-leopatologia e odontologia.L’opera conferma, come riferito da altri precedenti studiosi e anche attraverso la scoperta di alcuni ambienti sotterranei, che sul luogo,

prima dell’edificazione del mona-stero esisteva un istituto per vedove nobili; ricorda inoltre le vicissitudi-ni relative alla soppressione degli ordini religiosi dopo l’Unità d’Italia e l’espulsione delle monache dal monastero; si sofferma sul periodo in cui l’ex monastero venne adibito ad ospedale e infine quando diven-

ne sede dell’Isia. Il volume parla dell’affresco, for-se rinascimentale, apparso su un muro e infine dei numerosi docu-menti degli archivi romani ancora da studiare, tutte cose che potreb-bero essere oggetto di una nuova pubblicazione.Dopo la presentazione del presi-dente Giorgio Londei, sono inter-venuti il sindaco Franco Corbucci, il Soprintendente Maria Rosaria Valazzi, mons. Davide Tonti dele-gato dell’Arcivescovo, la dott.ssa Agnese Vastano, l’onorevole Oria-no Giovanelli. Tutti hanno mes-so in evidenza l’importanza del complesso di S. Chiara definito generalmente secondo in ordine di importanza dopo il Palazzo ducale, ma in modo originale anche com-plementare ad esso, perché luogo della ricerca dell’interiorità rispetto al Palazzo dove si esercitava il po-tere politico.

Alberto Calavalle© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL MONASTERO DI S. CHIARA A URBINO

Enigmi e nuove scoperte

DOPO 500 ANNI IN MOSTRA FINO AL 1° APRILE ALLA CASA DI RAFFAELLO

Torna una maiolica di Nicola da UrbinoURBINO – Circa cinque secoli fa veniva commissionata al maioli-caro Nicola di Gabriele Sbraghe, meglio noto come Nicola da Ur-bino, una formella di devozione privata rappresentante la Sacra Famiglia con S. Giovannino. Oggi, grazie al mecenatismo illuminato di un collezionista francese, quel capolavoro uscito dalle botteghe urbinati ritorna in patria in una prolungata vacanza, per dare a tutti la possibilità di ammirar-lo e apprezzare la bellezza delle ceramiche oggi sparse in tutto il mondo. La preziosa formella, del-le dimensioni di 21x18 cm, è uno dei più alti esempi di ceramica ur-binate rinascimentale, per di più figlia dell’artista maggiormente stimato dalla critica, cioè Nicola da Urbino. Fino a qualche anno fa il grande ceramista era conosciu-to col nome di Niccolò Pellipario, ma gli studi e le ricerche d’archi-vio condotte avanti con perspica-

cia dal compianto storico urbinate mons. Franco Negroni e tradotte in un interessantissimo quanto raro libretto, hanno portato alla scoperta della vera identità del-l’artista restituendo al Pellipario il suo ruolo di pellicciaio, come si deduce dallo stesso nome. Nico-la da Urbino, per la sua maestria nei colori e nelle sfumature, per la grande abilità nell’anatomia e nel riprendere disegni e dettagli del concittadino Raffaello, venne ap-pellato da alcuni come “il Raffaello della maiolica”. E difatti anche in questa piccola mattonella il clas-sicismo raffaellesco predomina: la figura di S. Giuseppe è ripresa in modo speculare dalla S. Fami-glia con Agnello del Prado, la posa della Madonna che accompagna Gesù nei suoi primi passi è iden-tica alla Madonna del Belvedere oggi a Vienna. Un drappo aran-cio panneggiato scivola alle spalle del gruppo creando una quinta

artificiale che dà risalto ai prota-gonisti ma non elimina del tutto l’etereo paesaggio che si estende ai lati, con montagne, alberi e un pettirosso, presagio della futura passione. L’intera superficie è cu-rata nel minimo dettaglio, dalle unghie ai riccioli, dai rametti alle aureole, gialle dove lo sfondo è scuro e rosse nel caso opposto; il tutto in un gioco di linee parallele (il bastone e la croce) e diagonali. Il soggiorno urbinate del magnifi-co oggetto è stato possibile grazie alla generosità del neoproprieta-rio, un collezionista francese che si è da poco aggiudicato l’esem-plare ad un’asta americana, per in-tercessione dello studioso Claudio Paolinelli, dell’Università di Urbi-no, curatore del catalogo. L’Acca-demia Raffaello non si è lasciata sfuggire l’opportunità accettando con entusiasmo la proposta e pre-stando il salone della Casa di Raf-faello come conveniente location

dell’esposizio-ne temporanea. Le circostanze favorevoli che hanno reso at-tuabile il pro-getto fanno ca-pire quanto sia un’occasione unica e irripe-tibile la visita della mostra, visto per di più che ad Urbino del noto maio-licaro non è rimasto nulla, e su 122 opere a lui attribuite solo 22 sono in Italia, e di queste solo 3 nelle Mar-che, a Pesaro. Potrebbe essere per gli urbinati un modo per sentire più vicino un artista troppo poco conosciuto e per i turisti e gli inte-ressati un’occasione per ammirare

un oggetto unico di uno dei mas-simi artisti della maiolica senza viaggiare kilometri e soprattutto nel suo contesto originale.

Giovanni Volponi© RIPRODUZIONE RISERVATA

I cento anni della signora Rosa

Fermignano. Festeggiati i cento anni della signora rosa Zaffini della frazione di Calpino. il giorno del compleanno, il Sindaco si è recato nell’abitazione della festeggiata per donarle un mazzo di rose ed una pergamena, quale riconosci-mento dell’invidiabile traguardo raggiunto. oltre agli auguri fatti alla signora rosa, l’amministrazione comunale si è complimentata anche con la famiglia per la particolare cura ed attenzione con le quali viene seguita la centenaria.

eg© RIPRODUZIONE RISERVATA

Festeggiata Marica Branchesigiovane astrofisica urbinate

URBINO. Un progetto da 1 mi-lione di euro e tanto entusiasmo. Marica Branchesi, giovane astrofi-

sica di Urbino, laureata a Bologna, è appena tornata dalla California e ora lavorerà per una ricerca

triennale nell’Università urbinate, con uno studio in stretta colla-borazione con Pisa e Padova. La ricercatrice urbinate, assieme ad altri giovani colleghi, all’inizio del 2012 aveva presentato un proget-to di astrofisica al MIUR. Dopo una selezione molto severa il la-voro è stato scelto e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca. A fine 2012 ha trascorso un periodo di studio negli USA e a fine dicembre Marica Branche-si è rientrata in Italia ricevuta dal sindaco Franco Corbucci per un saluto e i complimenti a nome della città.

eg © RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 21: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

22

Concertodel pianista

Danil Trifonov

pagina

musica

23

Un giovanecuoco fanese

a New York

pagina

curiosità

Ove la fede incontra il genioTestimoni della bellezza della fede (“Pulcritudinis

fidei testis”) è stato il tema del messaggio del Papa all’ultima seduta pubblica della Pontificia Accade-

mia. Importante tra l’altro perché affronta un aspetto della fede, troppo spesso conclamato nell’esercizio della pastorale, ma non abbastanza conosciuto sino al punto di apparire una citazione retorica. Importante anche perché coinvolge una visione ampia e articolata della cultura entro la quale trovasse la giusta collocazione l’ambito dei beni culturali ecclesiastici, testimonianza eloquente della fecondità dell’incontro tra la fede cristia-na e il genio umano. C’è un messaggio del Concilio agli artisti attraverso cui Paolo VI aveva intrapreso un azio-ne costante per ravvivare il dialogo col mondo dell’arte, sempre più lontano dal senso religioso, azione per altro continuata da Giovanni Paolo II con la “Lettera agli arti-sti” alla vigilia del grande Giubileo del 2000. Al paragra-fo n.6 si legge”ogni forma autentica d’arte è a suo modo, una via d’accesso alla realtà più profonda dell’uomo e del mondo. Come tale, essa costituisce un approccio molto valido all’orizzonte della fede”. Lo stesso Papa Ratzin-ger si cita, volendo sollecitare la volontà della Chiesa di ritrovare la gioia della riflessione concorde, al fine di mettere nuovamente al centro dell’attenzione, sia della comunità ecclesiale sia della società civile e del mon-do della cultura il tema della bellezza. La bellezza della fede infatti non può essere mai un ostacolo alla creazio-ne di quella artistica perché ne costituisce in qualche modo la linfa vitale e l’orizzonte ultimo. Il vero artista infatti, definito dal Concilio “custode della bellezza del mondo”attraverso la sua sensibilità la può cogliere e ac-cogliere, più in profondità di altri. e quindi riesprimer-la e comunicarla con il suo stesso linguaggio e quindi anche testimone privilegiato. Così può contribuire alla stessa Missione specie quando voglia o sia chiamato alla realizzazione di opere direttamente collegate all’espe-rienza religiosa, al culto o all’azione liturgica. A tale pro-posito il giovane prete Giovanni Battista Montini per il primo numero della nascente rivista “Arte Sacra”datata luglio 1931, scrive un saggio dal titolo emblematico “Su l’Arte sacra futura” in cui analizza con grande lucidi-tà il panorama artistico del primo ‘900, osservazioni di straordinaria attualità. Si afferma innanzitutto che l’arte si trova davanti il sommo problema di esprimere l’inef-fabile, per cui “occorre iniziarsi alla mistica e raggiunge-re con l’esperienza dei sensi qualche riverbero, qualche palpito della luce invisibile”. La figura dell’artista che si cimenta con il sacro dovrà vegliare nel silenzio in atte-sa della sua Pentecoste che riconcilia, in debita armonia, l’impressione e l’espressione, il mondo intero e l’eterno, lo spirito e la materia, l’anima e la carne, Dio e l’uomo.

Raffaele Mazzoli©riproduzione riservata

20 gennaio 2013 21amicoil nuovo• •

di arte cultura sport

Un ragazzino di 12 anni legge un racconto bellissimo, di cui vorrebbe sapere subito la conclusione, e nel contempo che

non finisse mai... Scoprirà in seguito che è un estratto de “I fratelli Karamazov” e il suo autore, Dostoevskij, diventerà la passione della sua vita, determinerà la sua professione.Una ragazzina, leggendo romanzi il cui tema è una libertà senza confini, non ostacolata da regole, i cui personaggi agiscono nei modi più diversi, ma non rinunciano ad essere se stessi, viene affascinata dal mondo di Dostoevskij e non lo lascerà mai più , continuando a studiarlo e diventando un’esperta di fama internazionale.Ecco come hanno raccontato il “loro” Dostoe-vskij i relatori dell’incontro “Dostoevskij: il paradosso della libertà” tenutosi a Pesaro il 12 gennaio scorso. Tra i presenti Giuseppe Ghini, docente di slavistica presso l’università di Urbino e Tat’jana Kasatkina, Direttore del dipartimento di teoria della letteratura presso l’Accademia Russa delle Scienze.Invitati dal centro culturale “Città Ideale” e dagli altri centri culturali delle Marche, hanno risposto a domande impegnative ma essenziali per capire il mondo di Dostoevskij, cioè l’uomo nel suo aspetto più vero. Il genio, infatti, è colui che coglie l’umano in modo così efficace e unico che ciascuno si sente da lui espresso e rappresentato.Ognuno di noi ha cosi percepito il suo io vibra-re sentendo le parole della prof.ssa Kasatkina e del professor Ghini, come durante l’ascolto del

preludio n. 15 di Chopin (quello de “la goccia”) suonato dalla pianista Elisa Cerri all’inizio del-l’incontro. Più di 600 persone si sono ritrovate ad assistere, di più, ad essere protagoniste, di un evento culturale di enorme portata. La cultura infatti, ha spiegato Kasatkina, non è un’attività sporadica, limitata alla nostra partecipazione a spettacoli teatrali o alle visite a mostre o eventi particolari. La cultura è qualcosa senza cui l’uomo non può esistere, perché essa rende comprensibili a noi stessi e agli altri i nostri gesti, le nostre azioni. L’uomo non è dotato di istinto, è indifeso rispetto alle influenze esterne, è chiamato continuamente a operare secondo una libertà a 360 gradi, e questo è molto faticoso. La cultura è ciò che permette che questa fatica sia “coltivata”, come spiega l’origine latina della parola, e che l’io dell’uomo trovi una strada che gli permetta di non dimenticare se stesso e la profondità

del proprio desiderio.Desiderio, libertà, responsabilità, parole cen-trali nelle opere, nei personaggi del grandissi-mo autore russo: così Kasatkina ha raccontato come Dostoevskij guardi l’uomo in modo da non censurare nulla di lui. A volte giudichiamo gli altri a partire dagli errori che sono stati commessi in passato e ciò costituisce un peso da cui sembra impossibile liberarsi. Il grande scrittore non guardava gli altri in questo modo, e i suoi personaggi trovano accanto a sé chi li può guardare e amare non per una immagine che li predefinisce, ma per un desiderio, anche il desiderio di purezza, che è inestirpabile. Un uomo rimane se stesso in qualsiasi profondità di caduta. Lo dimostra la vicenda, in questo senso esemplificativa, di Raskolnikov, salvato da Sonja in “Delitto e castigo”.Dostoevskij si immerge nella profondità dell’Io personale, ha affermato il professor Ghini, e

ciò in forza di una tradizione, quella cristiana, a cui l’autore non attinge “con la freddezza di uno storico, con il distacco di un filologo, ma con il calore di un fedele”, di un uomo legato a una tradizione vivente. Così, pur immergendosi nel mistero del male, egli è in grado di farci cogliere il mistero della pietà, della compassio-ne che Dio ha per gli uomini.Non si può non fare riferimento inoltre all’affondo operato da Kasatkina sul tema della responsabilità, operando un parallelismo con la figura di Giobbe, quasi “radice” de “I fratelli Karamazov”. Si può amare Dio peruna immagine che se ne ha, come forza impersonale che risponde alle azioni, giuste o sbagliate, dell’uomo, oppure amare liberamen-te la Presenza senza la quale nulla, neanche il bene, può avere senso.E’ stato davvero un momento di alta, cioè profonda, cultura, offerto all’attenzione di tutti, al lavoro e all’approfondimento di ognuno.L’incontro con Dostoevskij è l’incontro con un genio, che occorre guardare con la lealtà che i nostri relatori ci hanno testimoniato. E questo non c’entra solo con Dostoevskij...

* Presidente Centro Culturale “Città Ideale” di Pesaro

©RIPRODUzIONE RISERvATA

oLtrE 600 PErsoNE aLL’iNcoNtro ProPosto DaL cENtro cuLturaLE citta’ iDEaLE

Dostoevskij: il paradosso della libertàdi Raffaella Bernabucci*

In occasione del Natale gli affreschi di Raffaello nella Stanza di Eliodoro sono stati tutti revisionati, leggermente puliti, restaurati dove

necessario, soprattutto minuziosamente analizzati e studiati. Abbiamo smontato i ponteggi dell’ultimo cantiere, quello della parete con l’Incontro di Leone Magno con Attila. Ora la Stanza di Eliodoro, il capolavoro assoluto di Raffaello, lo zenith della sua arte come pittore freschista, è offerta all’ammirazione di chiunque abbia occhi per guardare.

L’impresa realizzata dall’Urbinate e dal suo atelier fra il 1511 e il 1514 oggi può essere pienamente goduta in ogni sua parte. Per anni nella Stanza di Eliodoro hanno lavorato i migliori operatori del Laboratorio Vaticano di Restauro Pitture. Per capire la Stanza di Eliodoro bisogna intenderne prima di tutto il formidabile messaggio insieme teologico e politico che Giulio II affidò a Raffaello. Gli affreschi celebrano gli interventi di Dio nella storia in difesa della Chiesa. L’Onnipotente scaccia Eliodoro dal

Tempio, libera Pietro dal carcere, ferma Attila alle porte di Roma. Il Papa è custode del Corpus Domini. Per questo è presente al miracolo di Bolsena avvenuto tre secoli prima.

Nella storia universale delle arti, prima di Caravaggio, prima della Ronda di notte di Rembrandt, prima del Tres de Mayo del Goya, c’è la notte di luna che nell’anno 1512 (o 1513) Raffaello dipinse nella Stanza di Eliodoro dei Musei Vaticani.

©RIPRODUzIONE RISERvATA

E Raffaello raggiunse lo zenith

a cura di Raffaele Mazzoli

rEstauro DEgLi affrEschi DELLa staNza Di ELioDoro

Page 22: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

20 gennaio 201322 arte cultura sport

i giochi di Leone PantaleonI da cagliUN PREMIO PER UN REBUSI vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a [email protected] oppure a IL NUOVO AMICO Via del Seminario 4 – 61121 Pesaro. L’omaggio di questa settimana è un prezioso dvd sulla Domus del Mito di S. Angelo in Vado

E’ possibile ritirare il premio da lunedì a mercoledì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19 presso la redazione di Pesa-

ro (via Rossini 53). Per un diverso recapito contattare il n. verde gratuito 800/501170 sempre nei giorni e ore sopra indicate.

I VINCITORI DELLA SETTIMANA La chiave risolutiva del rebus di Leone da Cagli pubblicato a pag. 15 del n. 2 del “Nuovo Amico” di domenica 13 GEN-NAIO era: Rebus frase (4,1’10) – “PA lede LI; cotte, RO” (RISOLUZIONE PALE D’ELICOTTERO)Vince il DVD ENRICO GIARDINI – PESARO

Frase: 4, 5, 7Un dvd in omaggio

PER RICEVERE L’OMAGGIO È NECESSARIO DIMOSTRARE DI ESSERE IN REGOLA CON L’ABBONAMENTO AL NUOVO AMICO PER L’ANNO 2013 O REGOLARIZZARE LA POSIZIONE AL MOMENTO DEL RITIRO DEL PREMIO

CONCERTO DEL PIANISTA DANIIL TRIFONOV

Sulle orme dei grandiFesta particolare la ‘Befana’, e l’Ente

Concerti festeggia tale ricorrenza offrendo al proprio pubblico un indimenticabile dono: Daniil

Trifonov, giovanissimo pianista russo (classe 1991), ‘bello e di gentile aspetto’; un vero genio del pianoforte, dotato di uno stratosferico talento. Ha già alle spalle incredibili affermazioni nelle massime competizioni internazionali (Varsavia, Mosca, Tel Aviv). Scelta felice, quella che ha portato sul palcoscenico del Rossini questo virtuoso a cui il trascorrere del tempo non potrà aggiungere molto, poiché egli è già un ‘grande’. Durante le prove, Trifanov si soffermava su alcuni passaggi per ricercare il giusto timbro, la linearità stilistica, la rarefatta atmosfera della grande Sonata di Schubert. Il risultato interpretativo colloca questo pianista tra gli interpreti ‘storici’ di questo capolavoro (Serkin, Buchbinder, Schiff, Brendel, Pollini, Fiorentino, Zimmerman). Con la sonata in Si bem. magg. D.960 di Schubert, Trifonov ha scelto la pura interpretazione, ma in essa, non mancano insidie tecniche e non solo; basterebbe,

infatti, discostarsi appena dal giusto tempo per sciupare una visione coerente in questa pagina di lirico intimismo (specie nei primi due movimenti). La Stagione concertistica vede consolidato il proprio prestigio grazie a Chiocci, Mondelci e all’intero Consiglio Direttivo, sempre attento alle proposte significative, pur dovendo conciliare economia e qualità. Vi è anche un pubblico in cui cresce la presenza giovanile e che sa intuire il messaggio musicale. Basta considerare il programma presentato per sentirsi di fronte ad un pianista eccelso; tre i grandi compositori-pianisti dell’ ‘800 Romantico: Schubert, Chopin, Liszt.Di Schubert, due lieder elaborati da Liszt; poi, la grande Sonata in si bem., quindi, di Chopin, la ‘Barcarola’ Op. 60, che dal ritmo di tenero abbandono, sviluppa crescenti sonorità proprie di una grande fantasia da concerto, con cui Trifonov ha sapientemente riunito linguaggio poetico e sublime virtuosismo.Infine, i 12 Studi dell’op 10 dedicati da Chopin all’amico Liszt: qui, le mani del pianista, volano vertiginose con folgorante facilità. Ogni Studio rappresenta, per il

virtuoso, un problema tecnico (arpeggi in forma lata, scale cromatiche, terze, seste, doppie note). Chopin li ha chiamati ‘studi’ in omaggio ad una certa tradizione didattica (Czerny, Moscheles, Thalberg, lo stesso Liszt), ma , eludendo l’originario impianto sistematico, questi ‘studi’ sono gemme in cui l’aspetto tecnico è totalmente assorbito da una geniale ispirazione creativa; tali composizioni, aprono la strada alle più ampie possibilità del moderno pianoforte. L’ultimo Studio, il n. 12, detto ‘Rivoluzionario’ e che suscita particolari emozioni e memorie storiche, produce una prolungata tempesta di applausi che circondano il pianista di affettuosa ammirazione.Tre bis ricompensano, infine, il delirio del pubblico: una gavotta di J.S. Bach, il Lieber

Straum di Schumann –Liszt (la ricchezza virtuosistica di Liszt non turba il sognante tema dedicato da Schumann alla moglie Clara). Infine, un brano tratto dal balletto “L’Uccello di fuoco” di Stravinski, in cui il pianista sembra suonare con quattro mani e su due pianoforti, tanto diviene demoniaco ed incontenibile il suo dominio esplosivo sulla tastiera trattata come un’orchestra sinfonica.,Il pubblico, dopo la indimenticabile serata, sosta, alquanto, davanti al Teatro; è ancora ebbro di tanta musica.

Fulvio La Rosa© RIPRODUZIONE RISERVATA

PESARO – In occasione della conclusione della manifestazioni per il 220° anniversario della nascita di Rossini, il Conservatorio e la Fondazione Rossini, nati per volere testamentario del Maestro, hanno organizzato una manifestazione nella quale sono intervenuti il presidente del Conservatorio Maurizio Gennari, il presidente della Fondazione Rossini Oriano Giovanelli e Luigi Fiorentino, Capo di Gabinetto del Ministero della Università e Ricerca, che ha relazionato sulla situazione dei Conservatori, alla luce della riforma che li ha trasformati in Istituti di Alta cultura. E’ stata anche l’occasione per premiare con borse di studio i migliori studenti del Conservatorio: Lorenzo Antinori,

Cecilia Cartoceti, Federico Ciarrocchi, Lorenzo Cifola, Marco Fabio Cola, Marco De Canal, Eugenio Della Chiara, Andrea Di Marzio, Andrea Esposto, Gianandrea Giacchetta, Lucia Lazzari, Luca Muratori, Luca Orciani, Matteo Armando Sampaolo, Elia Torreggiani, Alessandro Veneri e Andrea Venturelli. Non poteva mancare la musica con le esecuzioni del Trio di Fisarmoniche, composto da Raffaele Damen, Athos Donini,

Michele Baiocchi, allievi del M° Vignani, che hanno suscitato l’entusiasmo del pubblico con brani molto coinvolgenti fra i quali la celebre “Tarantella rossiniana”. Bruno Cagli, per 37 anni direttore artistico della Fondazione, ha tenuto una conversazione su Rossini e Raffaello. Un argomento accattivante e insolito, che Cagli ha affrontato con la consueta e arguta competenza.Fu Stendhal ad accostare per la prima volta

i due grandi artisti, paragonando la prima opera di Rossini, “L’inganno felice”, ai quadri del giovane Raffaello. Balzac da parte sua definisce Rossini ‘fratello’ di Raffaello e a proposito del “Mosè in Egitto” sostiene che nessun pennello può avvicinarsi alla perfezione raggiunta in quest’opera anche perché mentre la musica parla al cuore, la pittura parla alla ragione. Altrettanto perfetto è l’ideale belcantistico rossiniano, che non è mai ‘spinto’, che mantiene intatto il suo colore. E’ sempre Balzac che afferma che Raffaello, come Rossini, ha unito forma e idea: intuizione audace e del tutto esatta.

m.r.t.© RIPRODUZIONE RISERVATA

UN BELLISSIMO CONCERTO DEL QUARTETTO ITALIANO DI FLAUTI

“Les Flûtes joyeuses”

PESARO – Organizzato dall’Associazione delle Marche “Donne e Società” di Pesaro, ha avuto luogo il Concerto per gli ospiti di “S: Colomba” e “Casa Aura” di Pesaro in occasione del Santo Natale. È stato un incontro molto commovente, poiché tutti i presenti hanno cantato con i “melodiosi flauti” le armonie programmate. Elvidia Ferracuti, donna e artista di grande sensibilità, ha ringraziato i maestri Albino Mattei, Mario Puerini, Vittorio Farinelli e Francesco Santucci per la loro generosità, elogiandone la bravura; ha inoltre ringraziato le responsabili delle strutture Marina Vagnini, Simona Zoppi e

Gabriella Masi per la gentilezza e le premure che dimostrano verso tutti gli ospiti. Ha presentato il bell’incontro carico di umanità, con grazia e bella presenza, Anna Smaldini. La Ferracuti, che non ha certo bisogno di presentazione, ha promesso che, a Dio piacendo, si ripeterà questo incontro (il secondo per ora) ad ogni futuro Natale. L’Associazione “Donne e Società” di Pesaro si è costituita per aiutare i giovani talenti in ogni campo dell’Arte e per portare con la musica, un sollievo alle persone

anziane. Il Consiglio direttivo è composto da: comm. prof. Elvidia Ferracuti presidente Pesaro, dott.ssa Anna Mici vice presidente Pesaro; dott.ssa M. Paola Benedetti consigliere Pesaro, prof. Luisa Macnez consigliere Pesaro. Collaboratrici del Presidente: prof. Nadia Bellelli Ancona, dott.ssa Paola Ciarlantini Recanati. Nella foto Elvidia Ferracuti con i quattro Flautisti, le responsabili delle strutture Marina Vagnini, Simona Zoppi, Gabriella Masi e Anna Smaldini con Anna Mici vice Presidente di”Donne e Società”

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L’angolo della poesiaA cura di Laura Corraducci

Ci sono viaggi che ti segnano la mente come il tracciato sottile di

una mappa e luoghi solitari, bellissimi che, con dolore, ti riportano esattamente lì, dove tu non avresti più pensato di tornare. Questa poesia nasce dai miei anni “isolati” e intensi trascorsi, per lavoro, nella Val Marecchia

L’albergo Parco ha un viale stretto e stanzedi gesso non ci sonostelle nel vento dell’insegnache danza nuda nel gelo della seral’albergo Parco èin cima al monte mase sali un po’più in alto puoitoccare l’iniziodel mio sperdimentoche liquido scivolavia dalle labbra delle nuvole e precipita

dirittonella pelle biancadi settembrequarantadue eurodi colazione freddae notte giocatain un quadrato d’animaè buio adessosopito sulla ceneredella copertase non sentissicosì forte il suonodella lunadelle sue faccetruccate di pudorescioglierei queste muracon le parolerotolerei i pensierisu quei binarie striscerei avida e lentaalla tua boccaper portarti nascostofra le dital’odore buonodel perdono

Pennabilli, settembre 2006

FRA CONCERTI E CONVERSAZIONI

Il compleanno di Rossini

Page 23: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

20 gennaio 2013 23amicoil nuovo• • arte cultura sport

FARMACIEDI PESARO

TURNO 21-27 gENNAIO 2013

INFORMAzIONI UTIlIIl turno 24 h va dalle ore 8,30 alle ore 8,30 del giorno suc-cessivo. Il turno AUSILIARIO nei giorni feriali va dalle ore 15.30-19.30. Il turno AUSILIARIO nei giorni festivi effettua orario di normale apertura.

Lunedì 21 Pantano V. Dandolo, 6 0721-410050 24 h

Martedì 22 Soria V. Laurana, 4 0721-24790 24 h

Mercoledì23 BeLLagaMBa Strada Adriatica, 403 0721-21422 24 h

giovedì 24 Centro Strada Adriatica, 48 0721-33257 24 h

Venerdì 25 ViLLaandrea CoSta V. Giolitti, 167 0721-45479 24 h

Sabato 26 Peroni V. del Novecento, 13 0721-453478 24 h

Maffei PenSerini V. Cecchi, 28 0721-33046 Ausil.

domenica27 Madonna di Loreto V. Ugolini, 1 0721-39064 24 h

Maffei PenSerini V. Cecchi, 28 0721-33046 Ausil.

2122

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gennaio

242526

27TURNI DEllE FARMACIE TRAMITE SMSE’ sufficiente inviare un messaggio SMS al 320-2649186 scri-vendo farmacie PESARO farmacie FANO farmacie URBINO per ottenere un SMS di risposta con l’indicazione del nome delle farmacie di turno nel giorno della richiesta.

IL NUOVO AMICOÈ NeLLe eDICOLe DI fANO• ferlito giuseppe v. le XII Settembre 1 • A.f. News s.n.c. p.za Amiani • edicolA di simoNA gAroffolo v. Nolfi • riveNditA giorNAli e riviste di pAlAzzi Augusto v. Roma 8/a

IL NUOVO AMICO È IN TUTTe Le eDICOLe DI PeSARO

L’INTERVISTA A SIMONE MASSI

La Fantasia nel CinemaPesaro- Tanta gente e molti giovani hanno partecipato al primo incontro del ciclo di conferenze “La fantasia del cinema’’ a cura di Paolo Montanari nella sala del consiglio comunale. L’iniziativa promossa da Mediateca delle Marche e con la collaborazione del Comune di Pesaro, il settimanale il Nuovo amico, assonautica di Pesaro e Urbino e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio della Provincia di Pesaro e Urbino, ha avuto il suo momento clou con l’intervista a simone Massi, il più importante regista di cinema d’animazione italiano, che vive e lavora a Pergola. Massi dopo un passato da operaio, ha studiato e diplomato al corso d’animazione all’Istituto d’arte di Urbino. “La sua è la poetica della semplicità, delle piccole cose, dei gesti quotidiani dentro ai quali si nascondono verità profonde e interrogativi esistenziali’’. Nella serata sono state presentate alcune opere di Massi, come “Piccola mare’’ del 2003, con cui Massi inizia l’attività internazionale con le produzioni francesi. “La memoria dei cani’’ ottiene 33 riconoscimenti, fra cui la menzione speciale allo Zagreb animafest, il “renzo Kinoshita Prize’’, all’International animation Festival di Hiroshima. “Nuvole Mani’’, premiato al 21esimo Fano Film Festival e al Festival Monstra 2010 di Lisbona. Nel mese di novembre 2011 con “Dell’ammazzare il maiale’’, Massi vince il Torino Film Festival e nello stesso anno vince il David di Donatello. Ma nonostante tanti riconoscimenti internazionali, Massi ha difficoltà a trovare dei produttori per i suoi capolavori. Un’incomprensione che spesso trova spazio nel mondo dell’arte.

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PESARO – L’assemblea elettiva della FICr (Federazione italiana cronometristi), svoltasi al “Ferrohotel”, ha espresso il nuovo presidente, per il quadriennio olimpico 2013-2016, nella persona di Francesco Berti. Il suo impegno sarà ampiamente condiviso dal Consiglio direttivo composto da Marco Barilari, Alessandro Capozzi, Adriano Pazzaglia, Milena Ranocchi, Cristian Roberti e Luca Salucci. L’Associazione sportiva dilettantistica “Aldo Tura” (socio fondatore) vive sul territorio dal 1936. Berti è, in ordine di tempo, il nono presidente, E’ stato preceduto nell’incarico, oltrechè da Tura, da Enzo Rondoni, Alberto Sacco, Edgardo Calcagnini, Lorenzo Alessandrini, Giorgio Viggiani, Loretta Tonazzolli (ora dirigente nazionale e unica donna della provincia di Pesaro – Urbino insignita della “stella al merito sportivo”) e Adriano Pazzaglia. Quest’ultimo, al termine del suo mandato, ha svolto una puntuale relazione sul lavoro svolto illustrando la statistica dei servizi, la consistenza numerica degli associati (complessivamente 42) e il loro ruolo, le presenze in manifestazioni di caratura nazionale ed internazionale (nuoto, concorsi ippici, rally, auto e motociclismo in particolare) e l’intensa collaborazione con le associazioni consorelle delle Marche, Cesena, Forlì, Terni e Repubblica di San Marino. Nel corso del convivio di suggello, espressioni di compiacimento e di augurio sono state pronunciate dal presidente del Comitato provinciale del CONI Alberto Paccapelo e dal responsabile della Federazione cronometri di San Marino Luigi Zafferani.

NELL’AMBITO DELLA FEDERAZIONE CRONOMETRISTI

Francesco Berti nuovo presidente

“Nascere nelle Marche è una bella fortuna! Ti porti dentro il sapore di prodotti di grande

qualità, che sei sempre in grado di riconoscere e che ti aiutano a rendere un piatto semplice un vero capolavoro”. A parlare è Alessandro Cologni, 24 anni, fanese, che da undici mesi si cimenta ai fornelli nel ristorante “Macelleria” di New York, nel quartiere modaiolo di Meatpacking a Manhattan. Una scelta frutto di coincidenze fortunate ma soprattutto della volontà di mettersi in gioco, di misurarsi professionalmente e umanamente con un ambiente diverso, concretizzando studi e passioni, senza paura di confrontarsi con il nuovo. “La passione per il cibo mi ha sempre accompagnato – spiega Alessandro – tanto che da piccolo, oltre ad essere una buona forchetta, riuscivo ad indovinare le pietanze sui fornelli solo dal profumo. Quando è stato il momento di scegliere il percorso scolastico non ho avuto dubbi: l’open day all’Istituto Alberghiero di Pesaro è stato per me una folgorazione”. Cologni ricorda ancora i profumi che dalle cucine, salendo nell’atrio della scuola, colpivano la sua immaginazione. “Le mie mani, però,

avevano bisogno di sperimentare di più: dalla preparazione dei pranzi della domenica per mamma e papà sono passato all’organizzazione di cene per gli amici e poi all’impegno estivo in una gastronomia molto apprezzata a Fano”. Il salto di qualità è arrivato con il lavoro al ristorante “Mocambo” di Fano. “Lì ho iniziato a percepire l’importanza dell’ingrediente, della sua scelta e preparazione, e mi riferisco in particolare al pesce fresco”. L’apprezzamento dei titolari e dei clienti non è tardato ad arrivare ed ha rappresentato una spinta in più per lanciarsi in quest’avventura statunitense che definisce “straordinaria, incredibile, inimmaginabile, ricca di eventi gastronomici con i quali devo misurarmi, dove attraverso la mia esperienza e passione interpreto i piatti della cucina italiana secondo la tradizione, l’innovazione, ma soprattutto con la soddisfazione di procurare piacere agli altri attraverso il cibo”.

Non sempre infatti, come evidenzia Alessandro, la cucina italiana è ben rappresentata negli altri paesi. “Dalle esperienze fatte all’estero come turista, a volte ho notato una mancata rispondenza alle vere caratteristiche dei nostri piatti. Mi riferisco ai locali di media categoria, perchè nei ristoranti stellati il livello è invece eccellente. La sfida per me era e resta quella di riuscire a proporre e far apprezzare anche in locali meno costosi i piatti della nostra tradizione, attraverso una preparazione che ne rispetti i sapori ed il gusto italiano”. New York era nei suoi sogni, ma la considerava irraggiungibile. “Ancora oggi ho la sensazione di vivere in un film – prosegue Alessandro -, ma voglio dire ai miei coetanei che l’impegno, la chiarezza degli obiettivi, la passione, la perseveranza sono ottime spinte per realizzare i propri desideri!”.

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SPLENDIDA VITTORIA AL GRAND PRIX DI FANO

Club Scherma PesaroI piccolissimi fiorettisti del Club

Scherma Pesaro hanno iniziato l’anno sulla scia dei successi dei

loro predecessori lasciando il segno nella prima prova del Grand Prix Promozionale con Fioretto di Plastica a Fano. Il bottino finale è di tre ori, due argenti e due bronzi fa volare il club pesarese al secondo posto assoluto nella classifica finale per club. Gli ori arrivano da Camilla Gorini, Federica Bergia e Rebecca Sani che sbaragliano la concorrenza e conquistano autorevolmente il gradino più alto del podio. Ottimi anche i due argenti arrivati da Nicolò Tempesta

e Federico Lanari nelle rispettive categorie, che in un assalto di finale combattutissimo sfiorano entrambi la vittoria. Sul podio arrivano anche Lucrezia Pascucci e Lucrezia Gagliano che alla loro prima uscita dimostrano già di avere un buon bagaglio tecnico. A completare l’ottima prestazione di squadra arrivano anche i piazzamenti di Alessandro Mancini, Michelangelo Marzi, Edda Ghiandoni, Matteo Tommassini, Cornelia Bowen, Margherita Mezzolani, Margherita Frega, Mattia Zanca, Kajolbila Benelli e Alessandra Bruni, tutti molto bravi nelle rispettive categorie. Il club

Scherma Pesaro si conferma realtà più che mai emergente e sotto la guida dei maestri Limone e Furlani, dell’Istruttore nazionale Mangiaracina, coadiuvati dai preparatori atletici Bailetti e Greco nonché dai due tecnici delle armi Bergia e Sanchini, si sta imponendo a livello regionale e nazionale. Questi buoni risultati arrivano anche dal coinvolgimento dei genitori e dagli sponsor EUROBOARD e ASSIFABBRI che hanno deciso di supportare questa bella realtà che ormai conta un centinaio di atleti.

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ALESSANDRO COLOGNI, 24 ANNI, FANESE

Giovane cuoco a New York

Page 24: «Il Nuovo Amico» n. 3 del 20 gennaio 2013

20 gennaio 201324

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19-20-26-27Gennaio 2013

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