Il Nuovo Grano - dicembre 2014

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SOMMARIO 5 - Gualeni guida i pensionati 6 - Debutta l’Albero di Expo 7 - Nutrie, via all’eradicazione 8 - Consumo suolo, c’è la legge 10 - Speciale Politica Agricola Comune 15 - Suinicoltura, un progetto di rilancio 16 - Etichette, in vigore le nuove norme 18 - Spesometro, istruzioni per l’uso Poste Italiane SpA Spedizione in abb. postale 70x100 LO/MI DICEMBRE 2014 l DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA FILZI, 27/A 20124 MILANO TELEFONO 02/5829871 Firmato il piano salva stalle 11 ANNO XXII

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In questo numero parliamo di: Giovanna Gualeni alla guida dei pensionati, Expo, consumo di suolo, speciale Pac, piano di rilancio per la suinicoltura, nuove norme per le etichette, spesometro

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SOMMARIO 5 - Gualeni guida i pensionati 6 - Debutta l’Albero di Expo 7 - Nutrie, via all’eradicazione 8 - Consumo suolo, c’è la legge

10 - Speciale Politica Agricola Comune15 - Suinicoltura, un progetto di rilancio 16 - Etichette, in vigore le nuove norme18 - Spesometro, istruzioni per l’uso

Poste Italiane SpA Spedizione in abb. postale 70x100 LO/MI DICEMBRE 2014 l DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA FILZI, 27/A 20124 MILANO TELEFONO 02/5829871

Firmatoil piano salva stalle

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COLDIRETTI INTERPROVINCIALE DI MILANO, LODI, MONZA E BRIANZAIndirizzo: via Fabio Filzi, 27 – Milano - Tel: 02.58.29.871 - Fax: 02.58.30.35.49Presidente: Alessandro Ubiali - Direttore: Giovanni Benedetti

UFFICIO ZONA DI ABBIATEGRASSOIndirizzo: Viale G. Sforza, 62 - Tel: 02.58.29.85.00 - Fax: 02.58.29.85.19Segretario di zona: Enzo LocatelliOrari di apertura uffici. lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì: 9.00/12.30; venerdì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00

UFFICIO ZONA DI CODOGNO Indirizzo: Via G. Carducci, 9 - Tel: 02.58.29.85.20 - Fax: 02.58.29.85.39Segretario di zona: Francesca ToscaniOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI CUGGIONOIndirizzo: Viale Roma, 2 – Piazzale Kuster - Tel: 02.58.29.85.40 - Fax: 02.58.29.85.59Segretario di zona: Enzo LocatelliOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI LODIIndirizzo: Via Haussmann, 11/i - Tel: 02.58.29.85.60 - Fax: 02.58.29.85.79Segretario di zona: Stefano BressaniOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

RECAPITO DI MAGENTAUfficio EpacaIndirizzo: via Cattaneo, 28 - Tel: 02.58.29.581Referente: Anna BardelliOrari di apertura uffici: martedì, mercoledì, giovedì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI MELEGNANOIndirizzo: Via J. Lennon, 4 - Tel: 02.58.29.88.00 - Fax: 02.58.29.88.19Segretario di zona: Luigi SimonazziOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/15.00; martedì 9.00/12.30 – 13.30/15.00; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/15.00; giovedì 9.00/12.30 – 13.30/15.00; venerdì: 9.00/12.30 – 13.30/15.00

UFFICIO ZONA DI MELZOIndirizzo: Via C. Colombo, 37/a - Tel: 02.58.29.88.20 - Fax: 02.58.29.88.39Segretario di zona: Sergio MeroniOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI MILANOIndirizzo: Via F. Filzi, 27 - Tel: 02.58.29.871 - Fax: 02.58.30.35.49Segretario di zona: Luigi SimonazziOrari di apertura uffici fiscale e CAA: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì: 9.00/12.30; venerdì: 13.30/17.00 Uffici Epaca: via Ripamonti, 66 - Tel: 02.58.29.87.63orari di apertura: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì: 9.00/12.30 . 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI VILLASANTAIndirizzo: Via E. Mattei, 2 – Tel: 02.58.29.88.40 - Fax: 02.58.29.88.59Segretario di zona: Tiziano TencaOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì*: 9.00/12.30; venerdì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00

* L’Ufficio Epaca rimane chiuso il giovedì per tutta la giornata

DIRETTORE RESPONSABILEGiovanni Benedetti

DIREZIONEe AMMINISTRAZIONE

Via F. Filzi, 27/A - MILANO02 5829871 (r.a.)

REDAZIONEDaniela Maggi

REGISTRAZIONE TRIBUNALEdi MILANO

n. 82 dell’8/02/1992

HANNO COLLABORATOA QUESTO NUMERO:

Fabio BonaccorsoAdriano CislaghiChiara GianelliValeria Sonvico

PROGETTO GRAFICOe IMPAGINAZIONE

PMP - Lodi

FOTOGRAFIEArchivio “il Cittadino”

STAMPALitostampa Istituto Grafico srl

Bergamo

Per contattare la redazione

scrivere una mail all'indirizzo:

[email protected]

La Coldiretti Interprovincialetra Milano, Lodi, Monza e Brianza

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La firma del piano “salva stalle”. Da sx: Gianni Fava, Maurizio Martina, Gian Luca Galletti, Roberto Moncalvo, Ettore Prandini

Coldiretti, il Governo e Regione Lombardia siglano l’accordo sui nitrati

Al via il piano per salvare le stalle,nel Lodigiano calo record in 4 anni

Un “piano salva stalle” per la zootecnia della Pianura Pada-na. Il documento è stato sigla-

to sabato 29 novembre nell’ambito del forum “Made in Italy dopo Expo 2015” a Provaglio d’Iseo (Brescia) e riguarderà anche gli oltre duemila allevamenti di bovini e suini diffu-si tra le province di Milano, Lodi, Monza Brianza. Il piano, firmato dal Presidente della Coldiretti Naziona-le Roberto Moncalvo, dal Presiden-te della Coldiretti regionale Ettore Prandini e dai ministri all’Agricoltu-ra Maurizio Martina e all’ambiente Gian Luca Galletti e dall’assessore all’Agricoltura di Regione Lombar-

dia Gianni Fava, prevede che entro 45 gior-ni dalla firma il Governo emet-ta un decreto per la ridefi-nizione delle zone vulnerabi-

li, dopo il quale le Regioni avranno 30 giorni per disegnare la nuova mappa di gestione degli effluenti da allevamento. “Si tratta di un passo importante per la salvezza di un set-tore fondamentale per l’economica lombarda e italiana – spiega Ales-sandro Ubiali, Presidente della Col-diretti di Milano, Lodi, Monza Brian-za – Se vogliamo scongiurare ancor più pesanti ricadute sia a livello occupazionale sia a livello produt-tivo, è necessario bloccare l’emor-ragia che ormai da anni coinvolge le aziende zootecniche delle nostre province e di tutto il Nord Italia”. A inizio dicembre anche la Camera dei Deputati si è schierata a favore del-la revisione delle zone vulnerabili: il Governo deve promuovere e soste-nere, anche nel corso del semestre di Presidenza italiana dell’Unione europea, il processo di revisione

della «direttiva Nitrati» n. 91/676/CEE sulla base dei dati scientifici oggi disponibili e dei monitoraggi effettuati puntualmente negli ulti-mi dieci anni, distinguendo i limi-ti in funzione delle macro regioni agricole europee in ragione anche dei fattori climatici e favorendo lo stoccaggio in armonizzazione con la gestio-ne dell’attività produttiva. E anche i confini delle zone vul-nerabili vanno rivisitati. Questi sono alcuni de-gli impegni richiesti dalla Camera nella risoluzione approvata in Com-missione Agricoltura (8/00088), che si inserisce nel percorso già da tempo avviato per la soluzione del problema dei nitrati. Tra Milano, Lodi, Monza Brianza negli ultimi cin-que anni sono scomparse quasi 190 stalle di bovini e suini. In particola-re – secondo gli ultimi dati dell’A-

nagrafe zootecnia analizzati dalla Coldiretti Interprovinciale – gli alle-vamenti sono passati da 2.222 nel 2010 a 2.035 nel 2014, con un calo dell’8,4%. Analizzando i dati nel dettaglio si scopre che a soffrire di più il peso della crisi è il Lodigiano, dove dal 2010 hanno chiuso oltre 89 aziende bovine e suine, men-tre nel Milanese sono state 45 e in Brianza 53. “La mancata revisione delle zone vulnerabili sarebbe un colpo mortale – spiega Ettore Pran-dini, Presidente Coldiretti Lombar-dia – anche perché gli ultimi studi dimostrano che l’agricoltura ha un impatto di appena il 10 per cento sulle falde, tutto il resto deriva da scarichi industriali e residenziali. La verità è che l’espansione edilizia degli ultimi anni ha non solo consu-mato suolo, ma anche stravolto gli equilibri ambientali dei nostri terri-tori. E adesso una mappa vecchia di 20 anni rischia di danneggiare la nostra economia mettendo in ginoc-chio la zootecnia senza per questo risolvere il problema”. La situazione in Lombardia vede una diminuzione causata da chiusure, accorpamenti, ristrutturazioni parziali dell’attività con la cessazione dell’allevamento e il proseguimento della sola colti-vazione dei terreni. Le stalle di bo-vini e suini sono passate nell’ultimo anno da 24.422 a 24.262: con un calo medio di 13 al mese.

PROVINCIA ANNO 2010 ANNO 2014 DIFFERENZA LODI 821 732 - 89 MILANO 1.080 1.035 - 45 MONZA BRIANZA 321 268 - 53 TOTALE 2.222 2.035 - 187 Fonte: Elaborazione Coldiretti Milano, Lodi, Monza Brianza su dati Anagrafe Zootecnia

IL CALO DELLE STALLE FRA MILANO LODI MONZA

Fonte: Elaborazione Coldiretti Milano, Lodi, Monza Brianza su dati Anagrafe Zootecnica

Il Presidente Ubiali

Il Direttore Benedetti

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Passaggio del testimone con Carletto Rossi, il grazie a entrambi di Ubiali

Giovanna Gualeni alla guida dei pensionati“È una grande emozione per un impegno che affronto con entusiasmo”

Giovanna Gualeni è il nuo-vo Presidente della Feder-pensionati della Coldiretti

di Milano, Lodi, Monza Brianza. L’elezione è avvenuta lunedì 15 dicembre alle ore 15 nella sede della Coldiretti Interprovinciale a Milano. La Gualeni rimarrà in ca-rica fino al 2018 e succede a Car-letto Rossi, che ha guidato il grup-po dei pensionati dal 2010 a oggi. “È una grande emozione, oltre che un grande onore rivestire questo incarico – ha spiegato Giovanna Gualeni subito dopo l’elezione – Non me l’aspettavo, ma affronto con grande entusiasmo questo im-pegno nel solco dell’azione portata avanti dalla Coldiretti”. Il presidente uscente Carletto Rossi è stato elet-to vice presidente, insieme a Guido Villa. I nuovi consiglieri sono Carlo Pessina e Giovanni Magni. Natale Gilardi e Rosaldo Saladanna sono invece i neo revisori. La Federpen-sionati Coldiretti, che aderisce alla Federazione Regionale Coldiretti e che da poco ha compiuto i 45 anni di fondazione, tutela e difende su base territoriale i pensionati. “A Carletto Rossi e a Giovanna Guale-ni va il nostro grazie per l’impegno che dimostrano e che hanno sem-pre dimostrato nei confronti della Coldiretti e del mondo agricolo” conclude Alessandro Ubiali Presi-dente Coldiretti interprovinciale.

Carletto Rossi e Giovanna Gualeni

A Codogno tornail mercato a Km 0

Per i mezzi di sollevamentopreviste verifiche periodiche

È opportuno ricordare a tutti i possessori di mezzi per il sol-levamento (sollevatori telesco-

pici, carri raccogli frutta, cestelli per il sollevamento delle persone, piattaforme aeree) che il Decreto Interministeriale 11 aprile 2011, ha introdotto e reso obbligatoria per tutti questi mezzi, l’effettuazio-ne di verifiche periodiche per va-lutarne le condizioni di sicurezza. Le verifiche introdotte dal De-creto sono di tre tipi: MESSA IN SERVIZIO, PRIMA VERIFICA e VERIFICHE PERIODICHE an-nuali o biennali, a seconda del-la tipologia dell’apparecchiatura. Tenu to c o n -to che p r e s -s o c h é tutte le aziende agricole possie-d o n o uno di q u e s t i m e z z i , in par-t i c o l a r modo il solleva-tore te-lescopico è particolarmente diffuso, la nostra Organizzazione ha da tem-po sottoscritto un accordo con una azienda specializzata e certificata, in grado di fornire un servizio accura-to ad un costo sostenibile. L’azienda con la quale Coldiretti Lombardia ha sottoscritto l’accordo è “APAVE Ita-lia CPM srl”, azienda certificata UE e specializzata nelle verifiche delle attrezzature da lavoro in genere tra cui, i mezzi per il sollevamento. APAVE, azienda accreditata presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche

Sociali, è stata scelta per la serietà, l’affidabilità e l’esperienza che ha potuto dimostrare rispetto ad al-tri soggetti che si erano proposti. Purtroppo il Decreto Ministeriale che ha introdotto le verifiche perio-diche per i mezzi di sollevamento, mediante una apposita Circolare ha fissato anche le tariffe che gli Enti certificatori debbono applica-re su tutto il territorio nazionale. Ciò nonostante, in virtù dell’accordo stipulato, APAVE Italia si è impegna-ta a praticare alle aziende agricole associate a Coldiretti uno sconto dell’8% sulla quota stabilita dal-la Tariffazione Nazionale in vigore.

La pro-cedura da se-g u i r e per as-sicurare a l l ’ a -z i e nda di usu-f r u i r e d e l l o s con to i n t r o -d o t t o con l’ac-cordo è m o l t o sempli-

ce: il socio Coldiretti nel prendere contatto con APAVE dovrà specifi-care la propria appartenenza all’Or-ganizzazione e specificare il nume-ro della propria tessera Coldiretti. I contatti di APAVE Italia CPM sono i seguenti: telefono 0364.300342; e-mail: [email protected] Ricevuta la richiesta APAVE si at-tiverà per fissare un sopraluogo, eseguire la verifica necessaria e espletare tutti i passaggi necessa-ri al buon esito della pratica senza problemi per le aziende.

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Brindisi da mezzo miliardo di personeper i vini della Lombardia nel mondo

Expo 2015, debuttal’Albero della Vita

Ogni anno nel mondo quasi 500 milioni di persone brin-dano con i vini Doc della

Lombardia. Il dato emerge da un’a-nalisi della Coldiretti regionale sulla diffusione delle bottiglie di qualità in Italia e all’estero. La stima è sta-ta realizzata in occasione del forum “Made in Italy dopo Expo 2015” che si è tenuto a Provaglio d’Iseo (Bre-scia) sabato 29 novembre per fare il punto sul settore agricolo in Lom-bardia e in Italia e che ha visto la partecipazione del Presidente nazio-nale di Coldiretti Roberto Moncalvo, del Ministro dell’agricoltura Maurizio Martina, del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, del Presidente di Coldiretti Lombardia Ettore Prandi-ni, dell’Assessore regionale lombar-do all’Agricoltura Gianni Fava, del Presidente dell’Associazione Indu-striali di Brescia Marco Bonometti e del medico nutrizionista Giorgio Calabrese. In Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – si produ-cono in media più di un milione di ettolitri di vino di qualità gra-zie al lavoro di oltre 3 mila azien-de di cui il 25% gestito da donne. Oltre a Brescia, le zone più voca-te sono Pavia, Bergamo, Sondrio, Mantova, Milano e Lodi. Dalle analisi, emerge che il Bresciano, con oltre 4.900 ettari rappresenta quasi il 30% delle superfici vita-te di qualità in Lombardia, con le bottiglie di Franciacorta, Lugana e Valtenesi che stanno allargando la loro presenza sui mercati esteri

come Giappone, Germania, Svizze-ra, Gran Bretagna e Nord America. “Solo in provincia di Brescia quasi il 90 per cento dei vigneti è Doc e Docg e vengono prodotte più di 35 milioni e mezzo di bottiglie di vino di alta qualità che rappresentano un’importante risorsa economica per il territorio provinciale e regio-nale, ma sono anche un potente mezzo per far conoscere il vero Made in Italy visto che raggiungo-no una platea di oltre 100 milioni di persone ogni anno in Italia e nel mondo” spiega Ettore Prandini, Pre-sidente della Coldiretti Lombardia. Il Franciacorta nel primo semestre del 2014 ha fatto registrare un in-cremento del 17,4% dell’export rispetto allo stesso periodo del 2013, con vendite, in Italia e all’estero, che sfiorano 5 milio-ni e 300 mila bottiglie all’anno. Il Lugana, che coinvolge una su-perficie di 1.300 ettari, esporta il 70% della produzione, di cui più della metà in Germania e il resto in Giappone, Stati Uniti, Inghil-terra, Belgio e Olanda. Stessa de-stinazione nel nord Europa per il 20% dei vini “Valtenesi” del Garda. “La vitivinicoltura lombarda, con 42 etichette a denominazione di origi-ne, rappresenta una delle eccellen-ze della nostra agricoltura – spiega Ettore Prandini – Non a caso nel 2013 l’export dei vini lombardi ha registrato un incremento dell’11,6 per cento, rispetto a una media na-zionale del 7,3 per cento”.

L’Albero della Vita mette le pri-me radici. Dopo il via libera del commissario anti corruzione Raffaele Cantone, sabato 29 novembre a Provaglio d’Iseo, durante l’assemblea della Coldi-retti bresciana, ha debuttato il primo modello in scala dell’ico-na di Expo 2015. Il prototipo è alto un paio di metri ed è una specie di mappa visiva in tre di-mensioni dell’albero che verrà realizzato al centro della Lake Arena e che avrà un tronco di circa 35 metri ed un ombrello, costituito dai rami, del diametro di 45 metri, con la parte interna in acciaio e quella esterna in le-gno lamellare. L’opera, che sarà realizzata gratuitamente da un consorzio di industriali brescia-ni, ha lo scopo di raccontare visivamente il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” al centro dell’esposizione univer-sale. “L’albero della Vita, come la Tour Eiffel nel 1889 a Parigi, vuole essere l’immagine tangi-bile di un messaggio universale per l’Italia e per il mondo – spie-ga Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia e del-la Coldiretti Brescia – archiviate le polemiche, chiarite tutte le questioni, adesso è il momen-to di rimboccarsi le maniche e iniziare a lavorare all’opera per essere pronti per il debutto di maggio”. I lavori per l’Albero inizieranno i primi di dicembre, per la fine di marzo dovrebbe-ro essere conclusi e ad aprile ci sarà il collaudo.

Ettore Prandini e Roberto Moncalvo davanti all’Albero della vita

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Il Consiglio regionale ha appro-vato le modifiche alla legge re-gionale 7 ottobre 2002 n. 20

sul “contenimento della nutria”. La nuova legge, di cui è stato relatore il consigliere Carlo Malvezzi (NCD), rimedia a un vuoto legislativo e pre-vede che le nutrie, roditori che ar-recano ingenti danni all’agricoltura e ai corsi d’acqua, possano essere eliminate su tutto in territorio lom-bardo, incluse le zone dove è vieta-ta la caccia, “anche con le armi da sparo, il gas, le trappole e le armi la lancio individuale, per esempio le fionde”. Viene inoltre stabilito che, per la restante parte del 2014, le Province potranno attuare le misure previste nei piani di contenimento, così da non interporre soluzioni di continuità nelle azioni di abbatti-mento. A partire dal 2015, la Giunta regionale elaborerà un ‘Programma Regionale triennale’ per coordinare gli interventi finalizzati alla totale eradicazione dell’animale. I soggetti autorizzati all’abbattimento sono la polizia municipale e provinciale, gli agenti venatori volontari, le guardie giurate, gli operatori della vigilanza idraulica, i cacciatori e i proprieta-ri o conduttori dei fondi agricoli in possesso di porto d’armi e con co-pertura assicurativa. Tutti assogget-tati al coordinamento previsto dai piani e ad una adeguata formazione di base. Le risorse stanziate sono complessivamente 150.000 euro, 55.000 per lo smaltimento delle carcasse, 15.000 per l’attuazione di metodi di controllo selettivo e 80.000 per il finanziamento delle at-tività di monitoraggio. Secondo una stima della Coldiretti Lombardia sul-la base dei dati di incremento degli ultimi cinque anni, nel 2014 i danni causati dalle nutrie in Lombardia sfioreranno il mezzo milione di euro:

Una nuova legge regionale prevede l’abbattimento su tutto il territorio

Scatta la guerra totale contro le nutrieNel 2014 hanno provocato mezzo milione di danni a campi e canali

quasi 400 mila euro di danni per il solo nel 2013 con una crescita del 130% dal 2009 a oggi, in particola-re nelle zone di Brescia, Cremona, Milano, Lodi, Mantova e Pavia. Il tutto per una popolazione stimata dalla Regione in oltre due milioni di esemplari. “L’azione delle nutrie – spiega Alessandro Ubiali, Presiden-te della Coldiretti di Milano, Lodi, Monza Brianza – si somma a quella di cinghiali, piccioni e corvi che as-saltano i campi appena seminati e le mangiatoie delle stalle. Spesso gli agricoltori scoraggiati dalla frequen-za degli attacchi non denunciano neppure più i danni, che sono mol-to superiori a quelle che mostrano i dati ufficiali”. La crescita dei danni provocati dalle nutrie è un problema generalizzato – spiega la Coldiretti Interprovinciale – e coinvolge tutto il territorio lombardo, ma nelle pro-vince di Milano e Lodi si concentra il 38 per cento dei danni denuncia-ti nel 2013. Secondo le stime della

Coldiretti Interprovinciale nel 2014 i danni causati dalle nutrie nelle pro-vince di Milano e Lodi sfonderanno i 160 mila euro. In particolare – spie-ga la Coldiretti Interprovinciale – nel Milanese dal 2009 al 2013 i danni denunciati sono passati da 82 mila a 113.017 mila euro (+37,8 per cento), nel Lodigiano da 27.514 a 37.929 euro (+38 per cento), per un incremento complessivo negli ultimi cinque anni fra Milano e Lodi del 37,8 per cento. A livello regionale – dice la Coldiretti - si è passati da 172 mila euro a oltre 395 mila euro, con una media del 26% all’anno e un incremento globale del 130%. “Si tratta di un fenomeno endemico che è sempre più difficile tenere sot-to controllo – afferma Ettore Pran-dini, Presidente Coldiretti Lombardia – Non è solo una questione di danni al settore agricolo con in aggiunta le spese per la sistemazione dei canali con sponde trasformate in groviera a causa delle buche delle tane, ma è anche un problema di sicurezza. Ci sono nutrie che arrivano sulle stra-de e rischiano di provocare inciden-ti, come è già avvenuto in passato anche con i cinghiali. Insomma, qui non è più solo un problema degli agricoltori, ma di tutto il territorio. Servono interventi incisivi nelle ope-razioni di contenimento delle popo-lazioni”.

ANNO 2009 ANNO 2013 DIFFERENZA % Provincia di Milano 82.035 euro 113.017 euro + 37,8%

Provincia di Lodi 27.514 euro 37.929 euro + 38% TOTALE 109.549 euro 150.946 euro + 37,8%

Elaborazione Coldiretti Lombardia su dati Regione Lombardia

DANNI DA NUTRIE DENUNCIATI TRA 2009 E 2013

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Arriva la Banca per i terreni incolti

Via libera alla “Banca della ter-ra lombarda”. Recentemente il Consiglio regionale ha appro-

vato all’unanimità l’istituzione del-la “Banca della terra lombarda”, un provvedimento che integra la legge regionale 5 dicembre 2008 n.31 “Te-sto unico delle leggi regionali in ma-teria di agricoltura, foreste, pesca, e sviluppo rurale”. Il progetto intende realizzare un inventario completo e aggiornato dell’offerta dei terreni in-colti di proprietà pubblica e privata disponibili, per contrastare l’abban-dono dei terreni, mantenere e in-crementare la produttività agricola e favorire il ricambio generazionale, affidando ai giovani e alle donne le terre demaniali abbandonate e gesti-re il patrimonio agricolo nelle zone in cui oggi non si fa più attività. La Banca fa seguito a iniziative simili già attive in altre regioni, che puntano a

creare un inventario pubblico dell’of-ferta dei terreni e delle aziende agri-cole di proprietà pubblica e privata, disponibili per concessione o auto-rizzazione. Nella legge è previsto che Regione Lombardia chiederà ai Comuni e ai privati di segnalare la presenza di terreni incolti da almeno 2 anni, che rientrano nelle caratte-ristiche richieste. L’inventario, con l’offerta dei terreni, è consultabile sul web attraverso il SIARL (Sistema Informativo Agricolo Regione Lom-bardia), periodicamente aggiornato. A giugno del 2015 avverrà la veri-fica dei dati raccolti e alla fine del 2015 la Giunta regionale invierà una relazione sui risultati ottenuti. Per Il progetto di legge è stato stabili-to un budget iniziale di 50mila euro. “Un’iniziativa che va nella giusta di-rezione di incentivare la coltivazione delle terre da parte dei veri agricol-

tori – ha commentato Ettore Pran-dini, Presidente Coldiretti Lombardia –, in quanto mira a sbloccare terreni che altrimenti rimarrebbero incolti, e che rappresenta un’opportunità sia per chi desidera ampliare la propria attività, sia per i giovani che sognano di aprire un’azienda agricola”. Secon-do un’indagine della Coldiretti regio-nale, - spiega la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza Brianza - in Lombardia gli agricoltori sotto i 40 anni titolari di azienda o che collaborano nella gestione delle imprese agricole sono circa 15 mila e operano in tutti i set-tori: dall’allevamento alla coltivazio-ne di alberi da frutta e ortaggi. Le nuove generazioni – conclude la Col-diretti Lombardia – sognano materie prime ed energia meno care (65%), una burocrazia che rubi meno tempo al lavoro (57%) e con maggiori pos-sibilità di accesso al credito (33%).

Approvata la legge sul consumo di suolo“Un punto fermo per la salva-guardia del territorio” così Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia, definisce la legge sul consumo di suolo recentemente approvata dalla Regione e che prevede, fra le altre cose, lo stop alle varianti suoi suoli agricoli, incentivi al recupero delle aree dismesse e un taglio dei tempi di realizzazione di progetti su ex aree agricole. “Certo – commen-ta Prandini – se le limitazioni alle nuove costruzioni fossero entra-te in vigore subito e non dopo 30 mesi sarebbe stato meglio, ma almeno adesso abbiamo una norma che regola un fenomeno come quello del consumo di suolo

che ha fatto danni sotto gli occhi di tutti”. In cinquant’anni, dal 1955 al 2011, in Lombardia le superfici agri-cole utilizzate sono diminuite di ol-tre il 25,4% passando da 1.322.017 ettari a 986.853 ettari, mentre il suolo urbanizzato è aumentato del 235%. “E’ vero però che nella fine-stra prevista dalla legge prima che scattino le limitazioni – aggiunge Prandini – l’avanzata del cemento sarà calmierata dalla crisi del mer-cato edilizio che non spinge certo a un boom delle costruzioni. In ogni caso con questa legge l’agricoltura torna protagonista non solo come settore produttivo, ma anche come elemento strategico del territorio e del paesaggio”.

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RITO

RIO

Votiamo online perl’origine in etichetta

A Codogno tornail mercato a Km 0

Diritto alimentaree Made in ItalyUno strumento nuovo, in grado di dare moderne garanzie ai consu-matori e ai produttori agricoli. E’ il diritto alimentare, a cui è dedica-to il nuovo libro di Stefano Masi-ni, Capo Area Ambiente e Territo-rio di Coldiretti. Il volume è stato presentato giovedì 4 dicembre, al Palazzo Pirelli di Milano. Alla pre-stazione hanno preso parte an-che Giancarlo Caselli (presidente dell’Osservatorio di Coldiretti sul-la criminalità nell’agricoltura e nel sistema agroalimentare), Ettore Prandini (presidente di Coldiretti Lombardia), Gianni Fava (asses-sore all’Agricoltura della Regione Lombardia) e l’economista Inno-cenza Cipolletta. «Il mercato dei prodotti alimentari è diventato sempre più ampio in questi ultimi anni, si è allungata la filiera e an-che la distanza tra consumatore e produttore – ha spiegato Stefano Masini – Di conseguenza norme e regole in materia di diritto ali-mentare sono diventate sempre più necessarie». Alla presenta-zione del libro di Masini anche l’ex procuratore Giancarlo Caselli, oggi presidente dell’Osservato-rio di Coldiretti sulla criminali-tà nell’agricoltura e nel sistema agroalimentare. «Le leggi in ma-teria di frodi alimentari sono ben congegnate, ma troppo spesso le indagini finiscono con un’archi-viazione – ha detto Caselli – Sa-rebbe necessario pensare ad una nuova organizzazione giudiziaria: è necessario un maggior coordi-namento tra le forze di Polizia e un aumento della professionali-tà». In questo quadro il diritto ali-mentare gioca un ruolo di primo piano, avendo contribuito, come ha ricordato Stefano Masini, an-che alla costruzione dell’attuale sistema di allarme rapido nella sicurezza alimentare (RASFF).

Votare per sostenere l’indica-zione di origine negli alimenti e, con essa, il Made in Italy

a tavola. E’ l’invito della Coldiretti in merito alla consultazione pub-blica on line per spingere a livello europeo la necessità di rendere le etichette più trasparenti. Per votare basta collegarsi al sito del Ministe-ro delle Politiche Agricole all’indiriz-zo www.politicheagricole.it che ha aperto sul proprio portale un que-stionario rivolto a tutti gli italiani. Per esprimere la propria opinione c’è tempo fino a fine gennaio. Pro-prio un anno fa Coldiretti ha messo in campo una grande mobilitazio-ne, partita dal Brennero ed estesa poi a tutto il territorio nazionale, a difesa del vero made in italy e del suo valore reputazionale nel mon-do,e a sostegno dei consumatori e delle nostre imprese agricole, minacciate dalla concorrenza sle-ale del cibo di provenienza estera “travestito” di italianità. Una bat-taglia che trova ora un ulteriore

strumento in questa consultazione pubblica per coinvolgere la collet-tività sul tema della trasparenza delle informazioni sugli alimenti e il ruolo dell’etichettatura per la va-lorizzazione dell’origine e del pa-trimonio agroalimentare italiano. I suoi risultati saranno utilizza-ti come supporto e rafforzamento delle scelte nazionali che l’Italia farà sul tema dell’etichettatura. In par-ticolare la normativa comunitaria offre agli stati membri la possibilità di introdurre disposizioni sull’eti-chettatura dell’origine degli alimenti assegnando un ruolo fondamentale alle valutazioni dei consumatori cir-ca l’importanza di queste informa-zioni e il valore aggiunto attribuito ai prodotti in relazione al territorio di provenienza. Il questionario è rivolto a consumatori, produttori e operatori, si compone di 11 doman-de ed è di agevole compilazione, con l’indicazione per ogni domanda di un’opzione di risposta tra quelle individuate.

Ettore Prandini, Gianni Fava e Giancarlo Caselli alla presentazione del libro di Stefano Masini

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Il nuovo regime dei pagamenti diretti

Tra i pagamenti diretti, quello base è il più importante poi-chè solo gli agricoltori che ne

hanno diritto possono accedere alle altre tipologie di pagamento, ad ec-cezione di quello accoppiato. I titoli storici scadranno il 31/12/2014 e lasceranno il posto ai nuovi titoli, assegnati sulla base della domanda unica al 15/05/2015. Potranno ac-cedere ai nuovi titoli gli agricoltori che abbiano ricevuto pagamenti di-retti o aiuti nazionali in relazione ad una domanda di aiuto nel 2013 e siano agricoltori attivi. Pur in man-canza del requisito 2013, possono richiedere la prima assegnazione gli agricoltori che producevano or-tofrutticoli, patate da consumo, pa-tate da seme, piante ornamentali su una superficie minima di 5.000 mq o coltivavano vigneti, quelli che hanno avuto assegnati titoli dalla ri-serva nel 2014 e gli agricoltori che non hanno mai avuto titoli né di proprietà né in affitto e sono in gra-do di dimostrare che al 15/05/2013 esercitavano attività di produzione e/o allevamento.

Il passaggio dal vecchio a nuovo sistema di pagamento seguirà, in

Italia, il modello di convergenza “irlandese”, in base al quale, per il pagamento di base:

- gli agricoltori che ricevono meno del 90% del valore unitario nazio-nale otterranno un aumento gra-duale, pari ad 1/3 della differenza tra il loro valore unitario iniziale e il 90% del valore unitario nazionale nel 2019;

- i titoli di ogni agricoltore non po-tranno diminuire di oltre il 30% ri-spetto al suo valore unitario iniziale;

- all’anno di domanda 2019, nessun titolo avrà un valore unitario più basso del 60% del valore unitario nazionale al 2019, a meno che ciò dia luogo a perdite superiori al 30% per gli agricoltori che “finanziano” il meccanismo; in tal caso il valore unitario minimo sarà fissato al livel-lo necessario al rispetto della soglia del 30%.

Il MiPAAF stima che il valore unita-rio nazionale sarà compreso tre 168 e 192 euro.

La nuova PAC ridimensiona l’elen-co degli aventi diritto ai pagamenti

diretti: nella lista nera degli esclusi dalla categoria di agricoltore atti-vo finiscono aeroporti, servizi ferro-viari, impianti idrici, servizi immobi-liari, terreni sportivi e aree ricreative permanenti, banche e finanziarie, persone fisiche e giuridiche che svolgono attività di intermediazione commerciale e la PA, ad eccezione degli enti che effettuano formazione e sperimentazione in campo agricolo e quelli che gestiscono gli usi civici. Agricoltore attivo è quindi, in Italia, chi possiede l’iscrizione all’INPS come CD, IAP, colono o mezzadro oppure il possesso della P. IVA at-tiva in campo agricolo, con dichia-razione annuale IVA a partire dal 2016 per le aziende non ubicate prevalentemente in montagna e/o zone svantaggiate. Inoltre, sono at-tivi quegli agricoltori che nell’anno precedente hanno percepito paga-menti diretti inferiori a € 5.000, per aziende ubicate in montagna o zone svantaggiate, e € 1.250 nelle altre zone.

Il pagamento ecologico, c.d. gree-ning, è concesso solo ai beneficiari del pagamento base che sono tenu-ti all’applicazione congiunta, su tutti

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gli ettari ammissibili, delle tre prati-che agricole benefiche per il clima e l’ambiente (diversificazione delle colture, mantenimento dei prati permanenti e presenza di un’area di interesse ecologico) o delle pra-tiche equivalenti. Sono esenti da tali obblighi gli agricoltori biologici, per la parte di azienda sulla quale si pratica l’agricoltura biologica; gli agricoltori che aderiscono al regime semplificato per i piccoli agricol-tori; gli agricoltori che, a seguito dell’adesione a misure agro-clima-

tico-ambientali dei PSR, adottano pratiche che danno benefici equiva-lenti o maggiori rispetto a quelli del greening. Gli agricoltori le cui azien-de sono situate in tutto o in parte nelle zone rientranti nelle direttive Habitat, Acqua e Uccelli, hanno di-ritto al greening, purché applichino le pratiche agricole benefiche nella misura in cui esse siano compatibili con gli obiettivi di tali direttive.

Secondo la nuova PAC sono giova-ni gli agricoltori che si insediano per

REQUISITI DEL PAGAMENTO BASE

la prima volta in un’azienda agricola in qualità di capo azienda o che si siano già insediati nei 5 anni prece-denti la prima presentazione di una domanda per aderire al regime del pagamento di base; non hanno più di 40 anni. Il pagamento per i gio-vani sarà calcolato moltiplicando il numero di titoli attivati dall’agricol-tore per il 25% del valore medio dei titoli detenuti in proprietà o in af-fitto dall’agricoltore stesso. L’incre-mento si applica su una superficie massima di 90 ettari. Il sostegno è concesso per un massimo di 5 anni, calcolati a partire dal primo anno di insediamento. Al pagamento per i giovani è destinato l’1% del massi-male nazionale, aumentabile al 2% attraverso la riserva nazionale.

Al sostegno accoppiato l’Ita-lia destinerà l’11% del massimale nazionale, pari a circa 429 milioni di euro per il 2015, distribuiti tra 3 macro settori (zootecnia, seminativi e olivicoltura), 10 settori produttivi e a 17 misure di intervento.

Il presente articolo rientra nel proget-to “La nuova PAC – Tra sostenibilità e innovazione. Impatti sulle aree ru-rali” cofinanziato dall’Unione Europea – DG AGRI. I pareri in esso espressi impegnano soltanto l’autore e non possono essere considerati come co-stituenti una presa di posizione uffi-ciale della Commissione Europea.

GLI IMPEGNI DEL GREENING

Aziende Superfici e colture Deroghe e esenzioni Equivalenza Diversificazione

colturale Aziende con superfici a seminativo

>10 ha

Seminativi tra 10 – 30 ha: presenza di almeno 2

colture, con la principale fino al 75% della

superficie. Seminativi >30 ha:

almeno 3 colture con la principale <75 % e le due

principali fino al 95%

Escluse superfici con più del 75% a

foraggio, prato permanente e con colture sommerse

(riso) per una parte significativa

dell'anno

Agricoltura biologica e

pratiche equivalenti degli

impegni agro-climatico-

ambientali e dei sistemi nazionali

o regionale di certificazione ambientale (se

danno un equivalente o

maggiore beneficio per il

clima e l'ambiente)

Mantenimento prati

permanenti

Aziende con prati

permanenti e pascoli

Il rapporto tra prato permanente e superficie agricola totale non deve

diminuire di oltre il 5% a livello aziendale o

nazionale

Il mantenimento è obbligatorio in aree, designate dagli Stati membri, considerate

ecologicamente sensibili ai sensi

delle direttive sulla conservazione degli

habitat naturali e sulla conservazione

degli uccelli Aree di

interesse ecologico

Aziende con superfici a seminativo

>15 ha

Il 5% della superficie a seminativo deve essere

destinata a fini ecologici (7% dal 2017)

Escluse superfici con più del 75% a

foraggio, prato permanente e con colture sommerse

(riso) per una parte significativa

dell'anno; escluse superfici con più del

75% con foraggi, coltivazioni di

leguminose Fonte: Inea – Rapporto sullo stato dell'Agricoltura, 2013

GLI IMPEGNI DEL GREENING

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La politica di sviluppo rurale

La nuova politica di sviluppo ru-rale è elaborata all’interno di un Quadro strategico comune

di programmazione, unico per tutti i fondi strutturali (Feasr, Fesr, Fse e Feamp), elaborato a livello europeo, che ciascun Paese ha declinato, in base alle proprie esigenze, attraver-so un Accordo di partenariato.

L’Italia ha scelto di attuare la poli-tica di sviluppo rurale attraverso i PSR regionali e un Programma di Sviluppo Rurale Nazionale che si occuperà di 4 linee di intervento: gestione del rischio (1.640 mln di €), infrastrutture irrigue (300 mln di €), biodiversità animale (200 mln di €) e rete rurale nazionale (100 mln di €).

La nuova programmazione 2014-2020 offre un approccio più flessibi-le di quella attuale: non ci sono più gli assi, entro cui sono rigidamente incasellate le misure, ma sei prio-rità, ulteriormente specificate in 18 focus area, alla cui realizzazione può contribuire contemporanea-mente più di una misura. Ciascun PSR dovrà contenere almeno 4 delle 6 priorità che riguardano: il trasferi-mento di conoscenze, l’innovazione, l’organizzazione delle filiere agroa-limentari, la gestione del rischio, la tutela degli ecosistemi, il contrasto ai cambiamenti climatici e la ridu-zione della CO2, l’inclusione sociale e lo sviluppo economico nelle zone rurali.

Il nuovo impianto riduce il numero di misure da 40 a 18: alcune sono state accorpate, altre ampliate, altre an-cora introdotte ex novo. Particolare rilievo viene dato alla priorità Inno-vazione, cui contribuiscono le mi-sure “Trasferimento di conoscenze”, “Cooperazione” e “Investimenti in immobilizzazioni materiali”. L’appli-cazione di tali misure è incoraggiata dai Gruppi Operativi del Partenaria-to Europeo per l’Innovazione, il cui obiettivo è favorire la cooperazione tra agricoltura e ricerca per accele-rare il trasferimento tecnologico. Il modello di governance dei GO sarà concertato tra Mipaaf e Regioni e gli obiettivi di ricerca ed innovazione saranno perseguiti anche con azio-ni tra Gruppi appartenenti a diverse Regioni e Paesi.

Viene, inoltre, rafforzata la misura volta a fornire servizi di consu-lenza agraria e, sul fronte delle sovvenzioni per ristrutturazione/investimenti/ammodernamen-to delle aziende, già previste in

passato, è possibile ricevere tassi di finanziamento più alti se connesse ai partenariati europei per l’innova-zione o a progetti comuni.

Una combinazione di misure è de-stinata ai Giovani agricoltori, per avviare l’attività (fino a 70.000 €), per investimenti in immobilizzazioni materiali, per servizi di formazione e consulenza. Tre le misure desti-nate alla gestione dei rischi e prevedono assicurazione e fondi di mutualizzazione per cautelare il raccolto dai rischi derivanti da eventi atmosferici o zoonosi, oltre ad uno strumento per la stabilizza-zione dei redditi

All’agricoltura biologica è desti-nata una misura specifica e per i pagamenti agro-climatico-am-bientali sono previsti contratti co-muni, il collegamento a formazione e informazioni, maggiore flessibilità nella proroga dei contratti nazionali.

Maggiori possibilità sono date al

LA STRUTTURA DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA

Fonte: Inea

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Csostegno della cooperazione in ambito tecnologico, ambientale e commerciale, per esempio attraver-so lo sviluppo di filiere agroalimen-tari corte e dei mercati locali.

Il Leader è finalizzato a promuo-vere la flessibilità di operazione con altri fondi a livello locale, per es. la cooperazione urbano-rurale. La formalizzazione del cosiddetto Community-led local development (CLLD- Sviluppo Locale di Tipo Par-tecipativo) porterà ad una proget-tazione e gestione strutturata degli interventi di sviluppo da parte degli attori locali che si associano in una partnership di natura mista (pub-blico-privata) e affidano un ruolo operativo (gestionale e amministra-tivo) al Gruppo di Azione Locale. Spetterà ai GAL elaborare il Piano di Azione Locale per tradurre gli obiettivi in azioni concrete, dotan-dosi di una struttura tecnica in gra-do di effettuare tali compiti. I Piani di Azione dovranno concentrarsi su un esiguo numero di ambiti di inter-vento, in ogni caso non superiore a tre, su cui impostare la progettazio-ne locale 2014-2020. I GAL sceglie-ranno gli ambiti tematici di inter-vento per i rispettivi piani di azione da una lista predefinita. Gli ambiti di intervento scelti dai GAL dovran-no essere coerenti con i fabbisogni emergenti e le opportunità indivi-duate per i propri territori. Più fondi possono contribuire al finanziamen-to di progetti CLLD, in funzione de-gli ambiti tematici di intervento pre-scelti e dei territori interessanti. Per assicurare l’utilizzo dello strumento CLLD in forma coerente con le sue potenzialità, i Programmi regionali allocheranno una dotazione minima di risorse finanziarie comunitarie e nazionali allo stesso. Per il FEASR, il regolamento sullo sviluppo rurale impone una riserva minima di allo-cazione finanziaria del 5 per cento di ciascun PSR.

Tra le possibilità, anche l’impiego di più fondi strutturali (approccio multi-fondo) secondo meccanismi di coordinamento a livello naziona-le e regionale.

Il presente articolo rientra nel proget-to “La nuova PAC – Tra sostenibilità e innovazione. Impatti sulle aree ru-rali” cofinanziato dall’Unione Europea – DG AGRI. I pareri in esso espressi impegnano soltanto l’autore e non possono essere considerati come co-stituenti una presa di posizione uffi-ciale della Commissione Europea.

Mercato fondiario in calo:meno 0,4% per i prezzi

Cala in Italia il prezzo della ter-ra. Ad affermarlo è un’analisi di Coldiretti sulla base del rap-

porto Inea sui valori fondiari, che nel 2013 hanno visto una diminuzione media delle quotazioni dello 0,4 per cento, con punte dell’uno per cento per il Nord Est. Ma, se si conside-ra l’inflazione, il calo è ancora più netto: -1,6 per cento, confermando una tendenza negativa che ormai prosegue dal 2005. Calo drastico, secondo il rapporto Inea, pure nel numero di compravendite di terre-ni agricoli, diminuito del 42% (dato 2012) rispetto ai valori massimi rag-giunti nel 2004, con riduzioni meno marcate nelle regioni settentrionali (-35%) rispetto a quelle regionali meridionali dove gli scambi si sono praticamente dimezzati. Il valore della terra si attesta dunque di poco sopra i 20.000 euro ad ettaro, con significative differenze a seconda del territorio e del tipo di coltura. Si va, infatti, dai 5.700 euro per acqui-stare un ettaro di terreno montano in Sicilia o in Sardegna agli 84.300 euro necessari a chi vuole compera-re un ettaro di campagna nelle zone collinari litoranee del Nord Ovest. Oltre alla localizzazione geografica, a determinare i valori sono principal-mente la presenza di produzioni di qualità, specie dove la domanda di terra non trova un’offerta sufficien-te, come nel caso di alcuni vigneti valutati oltre i 100-200.000 euro ad ettaro. Più in generale, a deter-minare il calo delle quotazioni sono diversi fattori, dalla difficoltà di ac-cesso al credito che frena le imprese che pure vorrebbero aumentare la dimensione delle proprie aziende al

perdurare della congiuntura econo-mica negativa. La riforma della Pac non sembra, invece, avere influito più di tanto sui valori fondiari, men-tre la marcia indietro effettuata sul fronte delle energie rinnovabili, con i vincoli imposti agli impianti foto-voltaici a terra e la netta riduzione degli incentivi, ha pesato più sulle quotazioni degli affitti. Su quest’ulti-mo fronte le contrattazioni e i canoni sono attesi in crescita, soprattutto per specifiche categorie produtti-ve e particolari localizzazione, oltre che per la stagnazione delle com-pravendite conseguente alla crisi di liquidità. In generale, la domanda risulta superiore all’offerta nelle re-gioni di nord-ovest, con rinnovi di breve periodo, oltre che con l’inse-rimento di clausole contrattuali che consentono la risoluzione anticipata dei contratti stessi. Stessa tenden-za nelle regioni di nord-est, anche se si segnala un leggero calo della domanda, comunque sempre soste-nuta nel caso di aziende zootecniche in cerca di terreni per lo spandimen-to degli effluenti e dei contoterzisti. In questi casi il mercato degli affitti conserva la sua tradizionale dinami-cità. Anche nelle regioni del centro si conferma la tendenza verso contrat-tazioni di breve periodo per i rinno-vi, con contratti stagionali e annuali in vista della nuova Pac, al fine di conservare i titoli di accesso. Infine, nel meridione, e in particolare nelle zone più marginali dell’entroterra, la fuoriuscita dal settore delle pic-cole aziende e il mancato ricambio generazionale hanno portato ad una sostanziale stagnazione del mercato dell’affitto.

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Coldiretti a difesa della suinicoltura: un piano per il rilancio del settore

La suinicoltura italiana, dopo la fase espansiva degli anni no-vanta, ha dovuto fronteggiare

congiunture difficili che hanno im-posto una dolorosa ristrutturazio-ne del settore. Da qui l’impegno di Coldiretti per la tutela ed il raffor-zamento degli elementi di distintivi-tà della produzione italiana. Senza una chiara distinzione qualitativa delle carni dei suini nati ed allevati in Italia la nostra suinicoltura cor-re il rischio di soccombere sotto la pressione “dei prezzi bassi” delle al-tre realtà produttive favorite sia da concorrenza sleale che da diverse condizioni ambientali ed economi-che. La strada di perseguire i com-promessi al ribasso, nel tentativo di ridurre solo i costi, ci porterà a produrre solo materia prima indiffe-renziata, con un costante schiaccia-mento verso il basso dei prezzi e la definitiva marginalizzazione dell’al-levatore. Per l’annata 2014 in tutta Europa era atteso un andamento positivo del mercato ma purtroppo eventi geopolitici, quali l’embargo russo, hanno e stanno deprimendo il mercato dei suini destinati al ma-cello e soprattutto quello dei lattoni. In Italia, inoltre, l’annata è ca-ratterizzata dalla significativa ca-duta della domanda di cosce nel distretto di Parma, dalla riduzio-ne dei consumi di carni suine fre-sche da parte delle famiglie e da una sostanziale costanza dell’of-ferta dei suini per il circuito DOP. Sulle crisi politiche internazionali non è possibile intervenire, ma ci sono altri fronti sui quali ci siamo spesi e ci stiamo spendendo, con l’obiettivo di riavviare la generazione di reddito per le imprese suinicole. E’ per questo che l’azione di Coldi-retti si è concentrata su una migliore valorizzazione economica del suino 100% italiano, sul rispetto di prati-che commerciali più trasparenti, sul contrasto alle pratiche che evocano l’italianità del prodotto con materia prima di importazione. Per quanto riguarda la valorizzazione è in via di definizione un progetto di Coldiretti e Consorzio di San Daniele, che coin-volgerà i macelli e la Gdo, per valo-rizzare con un piano di marketing e la certificazione le carni fresche con-fezionate del suino pesante italiano. Sul fronte della trasparenza delle pratiche commerciali, l’attività del-la Commissione Unica Nazionale (Cun) suini grassi, nonostante gli

inevitabili limiti, rappresenta ri-spetto al passato una importante innovazione. Abbiamo contribuito in modo determinante alla predi-sposizione del regolamento e siamo costantemente impegnati a sup-portare i componenti agricoli. Nel frattempo sono maturate le condi-zioni per l’avvio della Cun suinetti. Novità anche per le classificazioni: dallo scorso 8 settembre sono in uso le nuove equazioni di stima della percentuale di carne magra. Abbiamo espresso alcune riserve e dubbi sul nuovo sistema ed abbia-mo chiesto uno studio approfondito per verificare la situazione e poter disporre di un sistema di misura che soddisfi pienamente le esigenze del particolare comparto del suino pe-sante. Di pari passo con l’uso delle nuove equazioni è diventato piena-mente operativo il nuovo criterio di determinazione del peso morto fred-do (peso carcassa con sugna – 2%). E’ una novità importante perché permette di abbandonare le pra-tiche precedenti che si basavano su stime e correzioni statistiche. Le norme comunitarie prescrivono due controlli per trimestre a ma-cello: nell’accordo di filiera che è stato sottoscritto l’8 luglio 2013, è stata prevista l’installazione nelle

linee di macellazione di una sca-tola nera (data “logger”) per ac-quisire senza interferenze i dati di peso e misurazione degli spessori della carcassa. Purtroppo i ma-cellatori non hanno ancora prov-veduto. Di estrema importanza è anche l’impegno portato avanti da Coldiretti per il contrasto a quelle pratiche che evocano l’italianità, ma utilizzando prodotto straniero. Esemplare la vicenda della modifi-ca del discusso Decreto salumi del 2005, quello che qualificò di fatto al-cune pratiche quali la produzione di prosciutti crudi con cosce congelate. Di recente è stata predisposta dallo stesso dicastero una nuova propo-sta di decreto che, invece di porre rimedio alle storture del preceden-te, ne genera di nuove. Coldiretti ha denunciato il tentativo contestando l’estensione della denominazione “prosciutto cotto” anche alle carni di specie diverse dal suino, l’utilizzo di qualsiasi aroma di sintesi nella pro-duzione del prosciutto cotto, l’au-mento di umidità del prosciutto cot-to stesso, la possibilità di continuare a poter usare cosce congelate per produrre prosciutti crudi, ed infine di usare la denominazione culatello anche per prodotti confezionati con materiali plastici.

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Nuova etichettatura europea dei cibi:norme in vigore dal 13 dicembre 2014

Dal 13 dicembre 2014 sono cam-biate le regole nelle etichette ali-mentari. Una novità, sottolinea la

Coldiretti, che viene dall’Ue e che punta ad introdurre una maggiore trasparen-za nelle informazioni sugli alimenti at-traverso il regolamento n. 1169/2011, che detta le norme dell’Unione Europea sulla fornitura di informazioni sugli ali-menti relative a etichettatura (anche nutrizionale), presentazione e pubbli-cità dei prodotti alimentari, comprese le norme relative all’informazione delle sostanze che possono provocare al-lergie ai consumatori. Ricordiamo che l’etichetta è la carta d’identità di un ali-mento, che deve fornire indicazioni utili per un consumo consapevole. Attra-verso l’etichetta il consumatore ha gli strumenti per scegliere il prodotto che maggiormente corrisponde alle proprie esigenze e per valutare il rapporto qua-lità/prezzo. Le date di applicazione del regolamento Ue sono le seguenti:

13 dicembre 2014: per le regole gene-rali relative all’etichettatura dei prodotti; 1 aprile 2015: per l’origi-ne delle carni suine, ovine e capri-ne fresche, refrigerate o congelate; 13 dicembre 2016: obbligo nell’eti-chetta della tabella nutrizionale;

L’etichetta deve garantire trasparenza evitando di indurre in errore l’acquiren-te sulle effettive caratteristiche, quali-tà, composizione, e luogo di origine del prodotto; evitando di evidenziare carat-teristiche come particolari, quando tutti i prodotti alimentari analoghi le possie-dono e evitando di attribuire all’alimen-to proprietà atte a prevenire o curare malattie, o ancora accennare proprietà farmacologiche. Per questo le informa-zioni in etichetta devono essere: chiare (facilmente comprensibile e non inge-nerare dubbi), leggibili, indelebili (leg-gibili per tutta la vita commerciale del prodotto ), facili da leggere ( alcune informazioni vanno nello stesso cam-po visivo). La normativa precedente non prevedeva un criterio di misurabile leggibilità. Ora è previsto che i caratteri minuscoli abbiano un’altezza minima di 1,2 mm, in caso di confezioni di piccole dimensioni con superfici inferiori a 80 cm 2, le dimensioni minime dei caratteri devono essere 0,9 mm.

QUALI SONO LE INDICAZIONI OBLIGATORIE CHE DEVONO ESSE-RE MESSE IN ETICHETTA ALLA LUCE DELLE NUOVE DISPOSIZIONI? In sintesi l’elenco delle informazioni che

devono essere contenute nell’etichetta, in grassetto sono evidenziate le novità rispetto a quanto adottato in preceden-za:

1. Denominazione dell’alimento (non più denominazione di vendita). La de-nominazione dell’alimento comprende (o è accompagnata da) un’indicazione dello stato fisico nel quale si trova il prodotto, o dello specifico trattamento che ha subito (ad es. “liofilizzato”)

2. Elenco degli ingredienti

3. Qualsiasi ingrediente o coadiu-vante tecnologico o derivato da una sostanza che provochi allergie o in-tolleranze (vedi box). L’obbligo è per tutti i prodotti (preimballati e non). Le sostanze devono essere evidenziate evidenziando il possibile allergene me-diante diverso carattere, sfondo o stile differente;

4. La quantità di taluni ingredienti o ca-tegorie di ingredienti;

5. La quantità netta dell’alimento;

6. Il termine minimo di conservazione o la data di scadenza;

7. Il lotto;

8. Le condizioni particolari di conserva-zione e/o le condizioni d’impiego;

9. Il nome o la ragione sociale e l’in-dirizzo dell’operatore del settore alimentare. La legge italiana prevede l’indicazione della sede dello stabilimen-to di produzione o di confezionamento, che può essere quindi mantenuta come informazione volontaria aggiuntiva,

purchè non venga confusa con l’indi-cazione obbligatoria del responsabile delle informazioni sul prodotto

10. Il paese d’origine o il luogo di provenienza ove previsto. In parti-colare, per i prodotti alimentari non trasformati, l’indicazione del luogo di origine o di provenienza riguarda il Paese di produzione dei prodotti; per i prodotti alimentari trasformati, l’indicazione riguarda il luogo in cui è avvenuta l’ultima trasforma-zione sostanziale e il luogo di colti-vazione e allevamento della materia prima agricola prevalente utilizzata nel-la preparazione o nella produzione dei prodotti. Tali disposizioni si aggiungono all’obbligo già previsto per l’ortofrutta fresca, le uova, il latte fresco, la carne bovina, il pollo, la passata di pomodo-ro, l’olio extra vergine di oliva e il miele.

11. Istruzioni per l’uso;

12. Il titolo alcolometrico volumico ef-fettivo;

13. Dichiarazione nutrizionale. Fino al13 dicembre 2016 è di carattere vo-lontario, chi la applica deve attenersi alle nuove disposizioni;

ATTENZIONE: COSA FARE DEGLI ALIMENTI GIÀ ETICHETTATI

Gli alimenti immessi sul mercato o eti-chettati prima del 13 dicembre 2014 che non soddisfano i requisiti sopra in-dicati possono essere commercializzati fino all’esaurimento delle scorte.

Per ulteriori informazioni e chiarimenti è possibile rivolgersi ai tecnici degli uffici di zona della Coldiretti Interprovinciale.

ALLERGENI DA EVIDENZIARE AL CONSUMATORE Cerali contenente glutine (grano, segale, orzo, avena, farro, kamut e loro ceppi ibridati) e

prodotti derivati; Crostacei e prodotti a base di crostacei Uova e prodotti a base di uova Pesce e prodotti a base di pesce Arachidi e prodotti a base di arachidi Soia e prodotti a base di soia Latte e prodotti a base di latte (incluso lattosio) Frutta a guscio Sedano e prodotti a base di sedano Senape e prodotti a base di senape Anidride solforosa e solfiti in concentrazione Lupini e prodotti a base di lupini Molluschi e prodotti a base di molluschi

• Crostacei e prodotti a base di crostacei• Uova e prodotti a base di uova• Pesce e prodotti a base di pesce• Arachidi e prodotti a base di arachidi• Soia e prodotti a base di soia• Latte e prodotti a base di latte (incluso lattosio)• Frutta a guscio

• Cereali contenenti glutine (grano, segale, orzo, avena, farro, kamut e loro ceppi ibridati) e prodotti derivati

• Sedano e prodotti a base di sedano• Senape e prodotti a base di senape• Anidride solforosa e solfiti in concentrazione• Lupini e prodotti a base di lupini• Molluschi e prodotti a base di molluschi

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bre 2014TER

RA

NO

STRA

Contro le truffe, entra in vigo-re l’obbligo del tappo antirab-bocco per tutti i contenitori

di olio extra vergine di oliva serviti nei pubblici esercizi, secondo quan-to previsto dalla legge europea 2013 bis approvata dal Parlamen-to e pubblicata sul supplemento n.83 della Gazzetta Ufficiale 261. Si tratta di una misura di trasparen-za, sottolinea la Coldiretti, per evita-re che le vecchie oliere in bar, mense, ristoranti e pizzerie vengano riempi-te o allungate con prodotti stranieri spacciati per italiani, come spesso avviene in una situazione in cui sono aumentate del 45 per cento le impor-tazioni nei primi sette mesi del 2014. Secondo il provvedimento, gli oli di oliva vergini proposti in confezioni nei pubblici esercizi, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti, devono essere presentati in contenitori etichettati conforme-mente alla normativa vigente, for-niti di idoneo dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non pos-sa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata e provvisti di un sistema di protezio-ne che non ne permetta il riutilizzo dopo l’esaurimento del contenu-to originale indicato nell’etichetta.

Nel mirino della legge europea 2013 bis le truffe nei pubblici esercizi

Olio, al via l’obbligo del tappo antitruffaMisura di trasparenza da applicare anche in tutti gli agriturismi

La legge prevede anche sanzioni per chi non userà oliere con tappo an-tirabbocco che vanno da 1 a 8mila euro e la confisca del prodotto. Le novità per il prodotto simbolo della dieta mediterranea non si fer-mano, però, al tappo antirabbocco, in quanto è prevista anche una più accentuata rilevanza cromatica ri-spetto all’etichettatura degli oli che siano prodotti con miscele prove-nienti da uno o più Stati, così da mettere in guardia il consumatore sulla diversa qualità e composi-zione merceologica del prodotto. Va detto anche che le modifiche in-trodotte nel corpo della cosiddetta legge salva-oli ne assicurano ora la più ampia operatività richiedendo a tutti gli organi di polizia giudizia-ria un rafforzato impegno su tutti i fronti, dal controllo del traffico di perfezionamento attivo a quello del-le modalità di vendita sottocosto. In una situazione in cui la produ-zione nazionale è crollata quest’an-no del 35 per cento a circa 300mila tonnellate, occorre adottare tutte le misure necessarie per garantire trasparenza negli scambi, combat-tere i rischi di frodi e assicurare la possibilità di fare una scelta di ac-quisto consapevole ai consumatori

italiani”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel chiedere di mettere a punto “una task force coordinata di control-lo per l’immediata attuazione delle norme contenute nella legge “sal-va olio” approvata dal Parlamento”. Il richiamo in particolare, è alle nor-me sul funzionamento del mercato e della concorrenza: dalla previa auto-rizzazione del Ministero delle Politi-che agricole all’ammissione al regime di perfezionamento attivo nel caso di acquisto dai Paesi extra Ue di misce-le di olio fino alla disciplina contro il segreto, che contempla l’accesso ai documenti degli uffici di sanità ma-rittima, aerea e di frontiera delle in-formazioni detenute attraverso colle-gamenti a banche dati elettroniche. L’Italia è il primo importatore mon-diale di oli di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in eti-chetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri. Sotto ac-cusa è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo lu-glio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009.

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2014

LEG

GI E

FIS

CO

Assunzioni congiunte: pronto il nuovo modello

Spesometro,cosa e quando

VERIFICHE E PERIZIE Rilevazioni fonometriche per la sicurezza sul lavoro Valutazioni rischio vibrazioni Pratiche prevenzione incendi Valutazioni stress da lavoro correlato

IGIENE, AMBIENTE E SICUREZZASicurezza sul lavoro D.Lgs 81/08 e s.m.i. Valutazione conformità attrezzature

ARIENTA CONSULTING s.n.c. di Arienta Omar e Spinola Marco

Livraga (LO) Via Fratelli Cairoli, 24 Tel.: 0377 875043 – 87125 / Fax: 0377 875754

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È stato pubblicato il Decreto Diret-toriale che dispone l’impiego del nuovo modello UNILAV-Cong

utilizzabile per le assunzioni con-giunte in agricoltura, fissando, tut-tavia, la decorrenza del nuovo si-stema al 7 gennaio 2015. Il nuovo modello si è reso utile per dar modo alle imprese agricole, comprese le cooperative appartenenti allo stes-so gruppo, riconducibili allo stesso proprietario, riconducibili a soggetti legati tra loro da un vincolo di pa-rentela o di affinità entro il terzo grado, di procedere all’assunzione congiunta di lavoratori dipendenti che svolgono prestazioni lavorative presso le relative aziende come pre-visto dal decreto 27 marzo 2014. Le assunzioni congiunte in parola, pos-sono, inoltre, essere effettuate an-che da imprese legate tra loro da un contratto di rete a condizione, però, che almeno il 50% di esse siano im-prese agricole. Le comunicazioni di assunzione, trasformazione, proro-ga e cessazione non sono sfuggite alla disciplina dell’Uni-Lav. Pertanto il nuovo modello dovrà essere uti-lizzato: dall’impresa capogruppo nei gruppi d’imprese e imprese legate tra loro da un contratto di rete, dal

proprietario per le imprese ricondu-cibili al proprietario stesso, dal sog-getto individuato da uno specifico accordo depositato presso le asso-ciazioni di categoria, con modalità che garantiscano la data certa per le imprese riconducibili a soggetti lega-ti tra loro da un vincolo di parente-la o di affinità entro il terzo grado. Tuttavia il ministero riferisce che entro il 7 gennaio 2015 verranno fornite indicazioni operative sul-la compilazione e trasmissione del nuovo modello UNILAV-Cong.Natu-ralmente bisogna ricordare che tra i datori di lavoro che si accordano per l’assunzione plurima, interviene una responsabilità solidale nell’am-bito sia economico, sia contributivo. Conseguentemente tutte le imprese coinvolte sono chiamate in solido a rispondere anche delle “mancanze” di una sola di esse quando si verifi-cassero nei confronti dei dipendenti comuni. Questa tipologia di assun-zione, creata appositamente per gli operatori agricoli, rappresenta un’ul-teriore opportunità offerta ai datori di lavoro del settore, che comunque non impedisce l’instaurarsi di più rapporti a termine, come fino a oggi è avvenuto.

I piccoli produttori agricoli esone-rati dagli obblighi di fatturazio-ne, registrazione, dichiarazione

e versamento Iva sono obbligati a presentare gli elenchi clienti/fornito-ri, relativi alle operazioni di vendita e di acquisto svolte nell’anno 2014, ai fini della compilazione del cosiddetto “spesometro”. Gli agricoltori esonera-ti hanno soltanto l’obbligo di conser-vare e numerare progressivamente le fatture di acquisto e le autofatture di vendita. Tuttavia, per ottemperare a questo ulteriore obbligo di legge (la cui violazione è sanzionata con im-porti da 258 ad 2.065 euro), pur non dovendo tenere la contabilità IVA, dovranno comunque trasmettere i dati richiesti tramite i soggetti abili-tati alla trasmissione telematica delle dichiarazioni. I tecnici della Coldiretti sono a disposizione di tutti gli asso-ciati interessati per aiutarli nella com-pilazione e invio dello spesometro. Per fare questo è necessario che si-ano consegnati agli uffici competenti, entro e non oltre il 31 gennaio 2015, il numero di partita IVA, il codice atti-vità, le autofatture di vendita emesse nel 2014 e le fatture di acquisto dai fornitori con partita IVA relativamen-te allo stesso periodo.

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bre 2014ATTU

ALITÀ

Una filiera produttiva del riso dalla coltivazione alla com-mercializzazione del prodotto

finito, per garantire il diritto al cibo, la sicurezza alimentare e favorire lo sviluppo in Burkina Faso, uno dei Paesi meno sviluppati e poveri del mondo. È l’obiettivo del progetto portato avanti dall’organizzazione di volontariato “Salute e sviluppo” (sito web www.salutesviluppo.org) che dal 2013 opera nell’area di Ten-kodogò, nella Provincia di Boulgou, per sostenere i coltivatori locali for-nendo loro competenze tecniche, attrezzature adeguate per coltivare e trasformare il riso, uno degli ali-menti più importanti della popola-zione del Burkina Faso. In questo paese africano, l’agricoltura è alla base della produzione nazionale, ma essendo praticata ancora con metodi tradizionali e con scarsità di mezzi tecnici e finanziari, stenta a trasformarsi in una vera attività generatrice di reddito tanto è vero che la povertà dilaga, mentre più della metà della popolazione non vede soddisfatto il diritto al cibo. Il progetto seguito dall’organizzazione “Salute e sviluppo”, intende favori-re lo sviluppo socio-economico per migliorare le condizioni di vita in quest’area: per questo sta assisten-do i produttori locali nella coltivazio-

ne di un terreno di 50 ettari, per la produzione e la lavorazione del riso, oltre che per lo stoccaggio e l’imbal-latura in sacchi pronti alla vendita. La cooperativa controllerà inoltre il prezzo del riso mantenendolo co-stante e offrendolo alla popolazione ad un costo sociale, ovvero equo ed accessibile a tutti. L’obiettivo dun-que è creare una sorta di “banca del riso” che consentirà di calmierare i prezzi a beneficio dei membri del-la cooperativa e a vantaggio della popolazione residente nel territorio. Per realizzare ciò c’è bisogno dell’a-iuto di tutti. Per questo, dall’orga-nizzazione lanciano un appello per la raccolta di macchinari e attrezza-ture agricole usate, ma ancora fun-zionanti e in buono stato che posso-no essere donate anche dagli stessi imprenditori agricoli. In particolare l’organizzazione sta ricercando: trattore 70 cv 4 ruote, trattore 120 cv 4 ruote, trattore 200 cv 4 ruote, aratro, erpice, spandiconcime per semina, lama livellatrice, botte irro-ratrice, mietitrebbia, spruzzatore e fertilizzanti, umidimetro, macchina decorticatrice. Per informazioni e donazioni si può contattare la si-gnora Ambrogina Sartirana scriven-do una mail a [email protected] oppure chiamandola al numero 02.93.11.639

Regione Lombardia scommette sul sistema dei navigli lombar-di. Con una delibera di Giunta

approvata alla fine di novembre, sono stati stanziati 6,7 milioni di euro per la messa in sicurezza della rete dei navigli. Un provvedimento che, secondo Alessando Folli, Pre-sidente del Consorzio ETVilloresi, mira a valorizzare e promuovere al meglio sotto il profilo naturalistico e turistico il Sistema dei Navigli Lom-bardi. “Si tratta di una misura estre-mamente rilevante – afferma Folli - se consideriamo di quante risorse hanno bisogno i nostri navigli e la loro messa in sicurezza. Da parte nostra, come Consorzio ETVilloresi, cercheremo di assolvere al meglio a questo impegno, dimostrando pro-fessionalità e competenza”. Tutti gli interventi sono stati individuati attraverso l’attività di ricognizione posta in essere da ETVilloresi sulle tratte dei navigli lombardi che si tro-vano in condizioni particolarmente deteriorate e che presentano grave criticità.“Questo – prosegue Folli – a dimostrazione ulteriore del rapporto di stretta e collaudata sinergia che caratterizza il ‘gioco di squadra’ tra il Consorzio e Regione Lombardia, sulla scorta della convenzione che regola da tempo i nostri rapporti e sulla base della quale sono state af-fidate al nostro ente, la gestione, la manutenzione e la funzioni di polizia idraulica lungo tutte le aste dei navi-gli”. Tutti i lavori, come da program-ma, dovranno essere avviati nel 2015. “La nostra struttura – conclu-de Folli – già all’opera per risponde-re al meglio alla sfida di EXPO 2015 attraverso la realizzazione del pro-getto delle Vie d’Acqua, sono certo che anche questa volta non tradirà le attese, rispettando il calendario d’interventi definito da Regine Lom-bardia.” I fondi sono destinati a: Na-viglio Grande - interventi urgenti per 4.738.000 euro, Robecchetto con Induno, Boffalora sul Ticino, Magen-ta, Robecco sul Naviglio, Albairate, Cassinetta di Lugagnano, Cuggiono, Bernate Ticino, Abbiategrasso; Na-viglio Martesana - interventi urgenti per 1.548.000 euro (Trezzo sull’Ad-da, Gessate, Bellinzago lombardo, Milano e Inzago); Naviglio Pavese - interventi urgenti per 412.000 euro (Milano, Casarile).

A Codogno tornail mercato a Km 0

Raccolta di macchinari usatiper i contadini del Burkina

Villoresi pronto a partire sul Naviglio Grande, sul Pavese e sul Martesana

Al via il rilancio del sistema delle acqueDalla Regione 6,7 milioni di euro per la messa in sicurezza dei canali

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