Il Notiziario Agricolo 2/2012

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Anno 61° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI ASTI COLDIRETTI Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 2 - Anno 2012. In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo 2 numero 18 febbraio 2012

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Il periodico di Coldiretti Asti

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Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: [email protected] ufficiale Coldiretti Anno 61° numero 2- 18 febbraio 2012*Realizzazione grafica e stampaRiflesso – S.r.l. F.lli Scaravaglio & C.Reg. Trib. di Asti n.44 del 10-8-2011 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano ZuninoPubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.590425Abbonamento annuale: Euro 20,00*Data di chiusura del giornale

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

a r g o m e n t i i n e v i d e n z a

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Som

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Nuove regole:ecco il vinobiologioco

20-21

Si discutesull’applicazionedella tassa Imu

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La nuovaregolamentazione

delle etichette

Speciale“guida” allepensioni 2012

24-25

10/13

La nocciolaPiemonte

è la numero 1

28

La Grande Distribuzione perde colpi

14-15

CREIAMO E STAMPIAMO LA TUA COMUNICAZIONE

l’informazione quotidiana

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Centralità economica dell’agri-coltura e ruolo strategico degli agricoltori nella produzione

di cibo, per rispondere alle attese espresse dal G20 agricolo in materia di sicurezza alimentare e anche alle esigenze dei consumatori in merito alla tracciabilità sono i pilastri su cui si dovrà fondare la riforma della politica agricola comune. E’ quanto prevede l’accordo siglato a Roma tra il Presidente della Coldiretti Sergio Marini e il Presidente della National Farmers’ Union of England and Wa-les (NFU), Peter Kendall che si sono incontrati per un colloquio bilaterale sulla riforma della Pac a Roma nel Palazzo Rospigliosi, sede dell’orga-nizzazione agricola italiana. Le due maggiori organizzazioni agricole nei rispettivi Paesi, in merito alle pro-poste della Commissione relative al mantenimento del bilancio della PAC durante il periodo 2014-2020 e degli orientamenti legislativi della stessa Pac, hanno richiamato l’attenzione sui seguenti punti:· La convergenza degli aiuti tra gli Stati membri deve essere realizzata con l’utilizzo di criteri oggettivi e non discriminatori;· Il processo di convergenza interno a ogni Stato membro necessita di un periodo di tempo adeguato e della massima flessibilità per permettere un adattamento progressivo dei settori produttivi;· La definizione di ”agricoltore in attività”, dovrà consentire di tenere conto delle specificità nazionali e non causare ulteriore complessità amministrativa;· Ogni misura relativa all’inverdimen-to della PAC non dovrà essere in contraddizione con quanto richiesto all’agricoltura europea in materia di competitività e di livello di produ-zione. Le attuali proposte devono dunque essere riviste in un quadro comunitario sia per quanto attiene

gli aspetti finanziari che per quanto concerne le misure ammissibili;· In alcuni casi debitamente giustifi-cati, la nuova PAC dovrà apportare la flessibilità indispensabile, attraverso pagamenti mirati a settori specifici;· Gli strumenti di gestione del mer-cato proposti dalla Commissione dovranno essere potenziati per creare una effettiva rete di sicurezza che permetta di affrontare in maniera tempestiva ed efficace le situazioni di crisi, in risposta alla forte volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli;· Le proposte della Commissione europea relative all’estensione del riconoscimento delle organizza-zioni di produttori e delle filiere, rappresentano un passo in avanti che dovrebbe tradursi in una vera e propria evoluzione del diritto eu-ropeo della concorrenza allo scopo di assicurare la potenziale efficacia di tali disposizioni;· La politica di sviluppo rurale pro-posta offre nuove opportunità per rafforzare la competitività del settore agricolo. Sarà necessario assicurare

che gli agricoltori ne siano i princi-pali beneficiari. Parallelamente alla riforma della PAC, l’Unione Euro-pea dovrebbe fare concreti passi in avanti verso una filiera alimentare che operi in modo più equo per i produttori e impedisca gli abusi di potere. Il funzionamento della filiera alimentare dovrà essere migliorato anche attraverso una riduzioni delle intermediazioni e prevedendo con-dizioni di sviluppo per filiere corte gestite dagli agricoltori;· Una particolare attenzione do-vrebbe essere dedicata ad aiutare i giovani agricoltori, soprattutto per quanto riguarda l’accesso alla terra, l’innovazione, la modernizzazione e lo sviluppo d’investimenti.Le due organizzazioni hanno au-spicato che il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e il Parlamento europeo sappiano apportare, alle proposte della Commissione euro-pea, gli adeguamenti necessari atti a mantenere e sviluppare un’agricoltura competitiva che occupi il posto che gli spetta in Europa.

Stretta di mano tra il presidente della Coldiretti Sergio Marini (a destra) e il presidente della National Farmers’ Union of England and Wales (NFU) Peter Kendall che si sono incontrati il 10 febbraio a Roma a Palazzo Rospigliosi sede nazionale Coldiretti

Centralità dell’agricoltura in EuropaEditoriale

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IMU: si può rivedereIl sottosegretario disponibile a una verifica dei costi

Si muove qualcosa per ridur-re l’aggravio sulle imprese agricole della tassa Imu.

Dopo la sensibilizzazione da parte di Coldiretti, che ha anche chiesto ai Sindaci dell’Astigiano di dimezzare le aliquote, anche il Consiglio Regionale ha approva-to all’unanimità il 31 gennaio un Ordine del giorno.La Regione Piemonte si è impe-gnata a proseguire con intensità l’attività intrapresa presso il le-gislatore nazionale affinché mo-difichi l’attuale modulazione dei moltiplicatori prevista per i terreni agricoli e a sollecitare l’Anci na-zionale a intervenire affinché siano adottate le delibere con le quali si applicano le aliquote più basse per salvaguardare l’interesse delle

imprese agricole.I nuovi provvedimenti colpiscono in modo cieco il comparto rurale non distinguendo in modo significativo chi detiene terreni e fabbricati per condurre la propria attività, da coloro che possiedono proprietà in qualità di beni patrimoniali.Il 2 febbraio la Conferenza del-le Regioni, a Roma, ha invece approvato un ordine del giorno attraverso il quale si inoltrano al Governo tre decise forti istan-ze: riduzione drastica dell’Imu, se non è attuabile l’esenzione totale, per i fabbricati rurali ad uso strumentale; rivedere il meccanismo di calcolo relativo ai terreni condotti dagli agri-coltori; immediata apertura di un tavolo Governo-Regioni con

il fine di individuare alternative all’applicazione dell’Imu.Tutte istanze già raccolte anche dal Sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani, attraverso il tavolo tecnico per un approfondimento sugli effetti dell’Imu in agricoltu-ra, al fine di valutarne le iniquità denunciate dalle organizzazioni agricole in considerazione delle peculiarità del settore”.Per questa decisione del sot-tosegretario, nell’ambito del convegno di apertura della Fieragricola di Verona, hanno congiuntamente espresso “sod-disfazione per la disponibilità” i Presidenti di Coldiretti, Sergio Marini, della Cia, Giuseppe Politi, e della Confagricoltura, Mario Guidi.

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Via al decreto semplificazioniMeno burocrazia per le imprese agricole

Meno burocrazia per le imprese agricole, vendita diretta e omologazione

macchine agricole più facili. Sono alcuni dei provvedimenti per il set-tore agricolo contenuti nel decreto sulle semplificazioni varato dal Governo. “Misure positive – sot-tolinea la Coldiretti - per ridurre la burocrazia cui sono soggette le imprese agricole”. Vediamole nel dettaglio.

Meno certificati per AgeaL’articolo 26 consentirà di ridurre il numero di certificati e infor-mazioni richiesti agli agricoltori, “alleggerendo” le operazioni relative alla erogazione di aiuti e contributi comunitari. Agea potrà, infatti, accedere alle informazioni riguardanti i soggetti beneficiari possedute dall’Agenzia delle Entrate, dall’Inps e dalle Came-re di Commercio e “girarli” agli Organismi pagatori. Una novità che, secondo dati del Mipaaaf, riguarderà i circa 1,4 milioni di agricoltori italiani, che godranno di una sostanziale riduzione e velocizzazione delle procedure burocratiche, e dovrebbe deter-minare un risparmio per la Pa pari a circa 10 milioni di euro.

Più facile fare la PacGli Organismi Pagatori predispor-ranno inoltre sistematicamente le procedure informatiche per la presentazione delle domande rela-tive agli aiuti previsti dalla Politica Agricola Comune e metteranno a disposizione degli utenti le pro-cedure in argomento. La norma interessa circa 800.000 aziende agricole che possono presentare domanda pluriennale di aiuti in quanto non modificano, nell’arco

di due-tre anni, la loro consistenza agricola. Controlli trasparentiLe Amministrazioni pubbliche (articolo 14 del decreto) saranno tenute a pubblicare sul proprio sito istituzionale e sul sito http://www.impresainungiorno.gov.it/ la lista dei controlli a cui sono as-soggettate le imprese in ragione della dimensione e del settore di attività, indicando per ciascuno di essi i criteri e le modalità di svol-gimento delle relative attività.Il supporto delle OrganizzazioniPer quanto riguarda le imprese agricole i relativi regolamenti saranno emanati su proposta del Ministro per la pubblica ammini-strazione e la semplificazione, del Ministro dello sviluppo economico e del Ministero delle politiche agri-cole alimentari e forestali, sentite le associazioni imprenditoriali.Vendita diretta ambulantePiù facile anche avviare un’attività di vendita diretta per gli impren-ditori agricoli in forma itinerante. L’articolo 29 permetterà di iniziare contestualmente all’invio della comunicazione, fermo restando l’obbligo di rispettare in ogni caso la vigente disciplina igienico sanitaria in materia di vendita di prodotti alimentari.

Omologazione macchine agri-coleAncora, le omologazioni e le prove delle macchine agricole (articolo

27) potranno essere effettuate da strutture autorizzate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dal Mipaaf. Attualmente, gli ac-certamenti dei requisiti di idoneità alla circolazione stradale di tutti i veicoli, macchine agricole incluse, avviene tramite visita e prova da parte degli uffici del Dipartimento per i Trasporti Terrestri del Mi-nistero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Centro Prove Autoveicoli - CPA) presenti sul territorio.

DisboscamentoPiù semplice (articolo 28) anche recuperare all’attività agricola terreni ricoperti da boschi. Ver-ranno individuate appropriate procedure di autorizzazione anche nell’ottica di una valo-rizzazione dell’importanza dei paesaggi rurali.

RifiutiIl decreto (articolo 30) intervie-ne anche sulla movimentazione aziendale dei rifiuti. Gli agricol-tori che devono portare i propri rifiuti da un terreno alla zona di deposito temporaneo potranno transitare anche sulle strade pub-bliche senza obbligo di compilare un formulario di trasporto, come previsto dall’attuale normativa.

GiovaniNel decreto si prevede inoltre che “i beni immobili sequestrati e confiscati alla criminalità orga-nizzata individuati dall’apposita Agenzia nazionale, che hanno caratteristiche tali da consen-tirne un uso agevole per scopi turistici possono essere dati in concessione a cooperative di giovani di età non superiore a 35 anni”.

Misure positivecontenute nelprovvedimento varato dal Governo Monti

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“E’ bello, è buono, ma fa bene?”Il cibo al centro del convegno organizzato da Donne Impresa Coldiretti Asti

Coldiretti riporta al centro dell’attenzione dell’opi-nione pubblica il cibo e

l’alimentazione. Lo ha fatto il 18 gennaio scorso attraverso un convegno organizzato da Donne Impresa Coldiretti Asti con gli interventi del nutrizionista Giorgio Calabrese, della marciatrice Ros-sella Giordano e della ristoratrice Mariuccia Ferrero. Un dibattito “spalleggiato” dal giornalista Franco Binello che ha visto un interessantissimo parallelismo fra il cibo secondo la scienza,

lo sport e la ristorazione. Sono emersi importanti spunti di riflessione, soprattutto sull’edu-cazione alimentare in rapporto al l ’effett ivo benessere della persona e alla qualità della vita. Dai relatori è stata espressa con convinzione l’importanza di poter disporre di prodotti agricoli di qualità, provenienti da una filiera corta e proposti ai consumatori rigorosamente nella stagione di raccolta, per avere un’alimen-tazione corretta. Tutti concetti contenuti nel progetto Coldiret-ti di “Una filiera agricola tutta italiana” per la salvaguardia del “Made in Italy” e in linea con la “mission” dettata dal presidente

Il 18 gennaio si èdibattuto con gliinterventi del professor Calabrese, della chef Mariuccia Ferrero edella marciatriceRossella Giordano

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Via C. Botta, 4 - 14015San Damiano d’Asti

Tel. & Fax 0141.975146cell. 336.253369

S. DamianoCisternaCelle EnomondoFerrere

nazionale Sergio Marini a Torino in un recente incontro con i diri-genti dell’organizzazione quando ha espressamente dichiarato che “se il nostro Paese vuole trovare un futuro per la propria economia e per i giovani deve puntare sulle proprie esclusività: territorio, cibo, arte e cultura”.All’incontro hanno preso parte oltre 150 imprenditrici agricole e le donne impegnate nelle princi-pali istituzioni, la presidente della Provincia, On. Maria Teresa Ar-mosino e le consigliere regionali Rosanna Valle e Angela Motta. Presente anche l’assessore pro-vinciale Pierfranco Ferraris che ha rimarcato l’importanza strategica del settore agricolo anche per la candidatura del territorio vitivi-nicolo piemontese per ottenere il riconoscimento dell’Unesco a Patrimonio dell’Umanità.Paola Romanato, responsabi-le provinciale Donne Impresa Coldiretti, ha sottolineato come l’organizzazione e la Fondazio-ne Campagna Amica da anni attuano un radicale progetto di educazione alimentare, oggi in-serito nel progetto di una filiera agricola tutta italiana, che ha visto nascere, soprattutto grazie all’impegno e alla fantasia delle “imprese rosa”, prima le Fattorie Didattiche ed ora gli Agri Asilo dove vengono coinvolte migliaia di scuole e milioni di bambini.Il presidente provinciale Coldiret-ti, Maurizio Soave, nel rimarcare la tenacia e l’intraprendenza delle donne impegnate nel settore agricolo, ha evidenziato come il

convegno abbia fatto emergere l’importante funzione sociale delle imprese agricole, dalla tutela del territorio, alla salute pubblica, dalla divulgazione di principi e valori fondanti la nostra società, fino al rilancio dell’intera economia. Infatti gli illustri relatori hanno portato efficaci esempi, ognuno nella sua sfera di competenza. Nello sport, Rossella Giordano: “Io ho preso insegnamento dai nonni contadini, mangio di tutto, purchè siano cose genuine, faccio pasti regolari e negli orari giusti, non ho mai cercato scorciatoie per ottenere i risultati, ho imparato che l’energia la si ottiene da una corretta alimentazione. Nella ristorazione, Mariuccia Ferrero: “Potrà sembrare banale, ma per me la più grande soddisfazione è quando i miei clienti mi dicono non solo di aver mangiato bene e

abbondantemente, ma di essere anche stati bene dopo. E questo è possibile non solo cucinando bene, ma soprattutto scegliendo materie prime di qualità”. Nella scienza, Giorgio Calabrese: “Io sono un nutrizionista, uno scien-ziato della quotidianità, e devo confermare come la funzione del settore agricolo sia alla base di ogni azione che ci permette di avere una vita migliore. Il proget-to Coldiretti di Una filiera agricola tutta italiana contiene tutti gli ele-menti che ogni giorno io mi sforzo di portare all’attenzione dei miei assistiti e di tutti i consumatori con cui entro in contatto”. “Un vero patrimonio – ha concluso Soave – che deve semplicemente tradursi nella consapevolezza che oggi occorre fornire alle imprese agricole tutte le condizioni per dare il giusto valore aggiunto alle produzioni”.

Antonio Ciotta, Direttore di Coldiretti Asti e Maurizio Soave, Presidente di Coldiretti Asti, intervenuti al convegno del 18 gennaio scorso.

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Indennità accompagnamentoRequisiti, adempimenti, come ottenere il sussidio

L’ indennità di accompagna-mento è il sostegno econo-mico che lo Stato riconosce

a favore di quelle persone, che a causa delle gravi condizioni fisiche o psichiche, necessitano di un’as-sistenza continua. Per l’anno in corso l’importo del sussidio (ade-guato annualmente) è di 492,97 euro mensili.L’indennità di accompagnamento, erogata in 12 mensilità, non è con-dizionata a limiti di età e di reddito, potendo la relativa domanda essere presentata a qualsiasi età e indi-pendentemente dalle condizioni economiche, personali e familiari, del richiedente.Il beneficio non è incompatibile con lo svolgimento di attività lavorativa dipendente o autonoma; tuttavia, non è cumulabile con altre inden-nità similari erogate per cause di servizio, lavoro o guerra e non è reversibile (cioè non spetta agli eredi del titolare del diritto).RequisitiI requisiti necessari sono: riconosci-mento di una invalidità totale e per-manente del 100% accompagnata dalla impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore ovvero dall’impos-sibilità di compiere gli atti quotidiani della vita e conseguente necessità di un’assistenza continua; cittadi-

nanza italiana e residenza in Italia. Hanno diritto all’accompagnamento anche i cittadini dell’Unione Euro-pea residenti in Italia. Per quanto riguarda i cittadini extracomunitari possono usufruire della prestazio-ne i titolari di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.L’ indennità decade in caso di ricovero in strutture pubbliche per più di un mese. Spetta, invece, in caso di ricovero a pagamento in strutture private.Come ottenere il sussidioDal 1° gennaio 2010, la doman-da si presenta all’Inps (non più all’Asl) e solo in via telematica. La domanda deve essere corredata dal certificato del medico curante riportante – oltre alla descrizione delle patologie – la dicitura relativa

all’incapacità a compiere gli atti quotidiani della vita.L’indennità di accompagnamento è corrisposta dall’Inps in caso di parere favorevole della Commis-sione medico-legale della Asl, integrata da un medico dell’Inps, e in presenza degli altri requisiti. Le provvidenze economiche decorrono dal primo giorno del mese succes-sivo a quello della presentazione della domanda per l’ accertamento sanitario dell’invalidità.Raccomandiamo a tutti i soggetti interessati di rivolgersi al Patronato Epaca per verificare la possibilità di richiedere l’indennità di accom-pagnamento. Gli operatori Epaca forniranno tutta l’assistenza ne-cessaria, predisponendo tutta la documentazione che deve essere inviata all’Inps.

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A decorrere dal 1° gennaio 2012, le pensioni saran-no denominate soltanto

Pensioni di vecchiaia ordinaria e Pensione anticipata. Ecco di seguito una sintesi sui nuovi re-quisiti previsti per la pensione di vecchiaia dei lavoratori autonomi (coltivatori diretti, coloni e mez-zadri, artigiani e commercianti) e dei dipendenti.Pensione di vecchiaia ordinaria - Per il diritto alla pensione di vecchiaia ordinaria, la riforma ha introdotto nuovi requisiti anagrafici e contributivi. Si parte già da quest’anno.Per coloro che maturano i re-quisiti dal 1.1.2012 in poi, la pensione di vecchiaia per gli uomini (dipendenti e autonomi) si consegue al compimento di 66 anni di età e un’anzianità contri-butiva di almeno 20 anni.Fermo restando i l requisito contributivo minimo di 20 anni, invece, le donne conseguono il diritto alla pensione di vecchia-ia nel 2012 al raggiungimento dell’età anagrafica riportata nella tabella.Per i lavoratori e le lavoratrici con primo accredito contributivo successivo al 1° gennaio 1996 è richiesta l’ulteriore condizione che l’importo della pensione non sia inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale, questa so-

glia non è richiesta ai lavoratori che hanno raggiunto i 70 anni di età e siano in possesso di un’anzianità contributiva minima effettiva di almeno 5 anni. Per le dipendenti private e le la-voratrici autonome, l’età pensio-nabile sarà ulteriormente elevata nel 2014 – 2016 – 2018. Inoltre, tutti i requisiti anagrafici (uomi-ni e donne) dal 2013 saranno indicizzati alla speranza di vita (3 mesi in più dal 2013, 4 mesi in più dal 2016).E’ prevista un’eccezione solo per le dipendenti private che maturino 20 anni di contributi e compiano 60 anni di età entro il 31 dicembre 2012, in quanto potranno andare in pensione di vecchiaia al compimento dei 64 anni di età, se più favorevole rispetto ai nuovi requisiti.Si ricorda che per accedere alla pensione di vecchiaia occorre aver cessato l’attività di lavoro dipendente.Nuove decorrenze - Per chi matura i suddetti requisiti per il pensionamento dal 2012 non si applica più, salvo alcune ec-cezioni di Legge, la normativa sulle decorrenze differite per andare in pensione (cosiddette finestre di uscita di un anno, per i dipendenti, e di diciotto mesi, per gli autonomi).Al riguardo, occorre segnalare

che la prosecuzione dell’attività lavorativa è incentivata attraver-so l’applicazione di coefficienti di trasformazione calcolati fino all’età di 70 anni. Inoltre, per i dipendenti sono estese le tutele del licenziamento fino alla sud-detta età. Contributivo-pro rata - La riforma introduce il sistema di calcolo contributivo per tutti i periodi di anzianità contributiva maturati dal 1° gennaio 2012 anche per i lavoratori che avevano almeno 18 anni di anzianità contributi-va alla data del 31.12.1995. Il criterio applicato è quello del pro-rata (continueranno quindi ad essere liquidati col sistema di calcolo retributivo gli anni di anzianità contributiva fino a tutto il 2011).Per una consulenza persona-lizzata è possibile rivolgersi al Patronato Epaca: gli operatori Epaca forniranno gratuitamente tutta l’assistenza necessaria, verificando il raggiungimento dei requisiti previsti dalla normativa vigente.

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Come cambiano le pensioniGià dal 2012 con la riforma del Governo Monti

Requisito anagrafico per la pensione di

vecchiaiaDipendenti pubbliche Dipendenti private* Lavoratrici Autonome**

2012 66 anni 62 anni 63 anni e 6 mesi

*per chi all’Inps ha solo contributi da dipendente** per chi ha soli contributi autonomi o misti autonomi-dipendenti o iscritte alla Gestione separata dell’Inps

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A ndare in pensione prima dell’età della vecchiaia è ancora possibile: or-

mai si sa i 40 anni non bastano più, ma servono più contributi, con riduzioni percentuali sulla rendita per chi ha meno di 62 anni. Stesse condizioni sia per i dipendenti (privati e pubblici) che per i lavoratori autonomi iscritti alle gestioni Inps dei coltivatori diretti, commercianti e artigiani.Dopo aver analizzato la pensione di vecchiaia, ecco una sintesi sui nuovi requisiti introdotti per il pensionamento anticipato, introdotto dalla riforma Monti, a cura del Patronato Epaca.Per chi matura i requisiti dal 1° gennaio 2012: non esisteranno più le pensioni di anzianità con-seguibili attraverso il “sistema delle quote”, date dalla somma tra età anagrafica e un minimo di contributi; i lavoratori dipendenti e autonomi potranno ottenere la pensione prima dell’età pen-sionabile esclusivamente con la pensione anticipata, che si potrà conseguire al raggiungimento del minimo di anzianità contributiva riportata nella tabella seguente (fino al 2016). Penalizzazioni - Se si accede a tale tipologia di pensione prima dei 62 anni sono tuttavia previste penalizzazioni percentuali (1% per ogni anno

di anticipo rispetto all’età di 62 anni e 2% per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto a due anni) sulla quota di pensione maturata fino al 31.12.2011.I lavoratori con primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996, in alternativa, possono accedere al pensionamento anticipato con 20 anni di contribuzione effet-tiva e 63 anni di età (nel 2012, successivamente anche il sud-detto requisito anagrafico sarà adeguato agli incrementi della speranza di vita) a condizione che l’ammontare della pensione sia pari a 2,8 volte l’assegno

sociale.Decorrenze - Anche per chi ma-tura i requisiti per la pensione anticipata a decorrere dal 1° gennaio 2012 non si applicano più, salvo le eccezioni di Legge, le decorrenze differite dei tratta-menti pensionistici (finestre), ma la pensione decorrerà dal primo giorno del mese successivo alla maturazione dei requisiti, sempre che la relativa domanda sia stata presentata prima di quella data. Si ricorda che occorre sempre la cessazione dell’attività lavorativa dipendente.Rimangono ferme le previgenti

Pensionamento anticipatoE’ ancora possibile, anche per chi ha meno di 62 anni

Requisito contributivo per il pensionamento anticipatocon anzianità indicizzate alla speranza di vita dal 2013

2012 2013 2014 2015 2016

Uomini 42 anni e1 mese

42 anni e5 mesi

42 anni e6 mesi

42 anni e6 mesi

42 anni e10 mesi

Donne 41 anni e1 mese

41 anni e5 mesi

41 anni e6 mesi

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Pensione di anzianità anticipataOpportunità per le donne non ancora pensionate

N on tutti sanno che in via sperimentale, fino al 31 dicembre 2015, le donne

possono ottenere la liquidazione della pensione di anzianità con almeno 35 anni di contributi e 57 anni di età, se lavoratrici dipendenti, o di 58 anni, se lavoratrici autonome.

In presenza di tali requisiti occorre che le interessate acconsentano alla liquidazio-ne della pensione calcolata esclusivamente con il sistema “Contributivo”.Tale sistema di calcolo po-trebbe, in taluni casi rivelarsi svantaggioso, ma, per quanto riguarda le coltivatrici dirette iscritte nelle fasce più basse o coloro che hanno redditi minimi da lavoro, si potrebbe realizzare

la condizione di non perdere nulla sull’importo pensionisti-co ed anticipare notevolmente la decorrenza della pensione ordinaria che, com’è noto, in presenza del nuove norme più penalizzanti e l’innalzamento dell’età pensionabile di vecchiaia per le donne i tempi di attesa si

sono allungati.Consigliamo a tutte le donne interessate che hanno già compiuto, o compiranno 57 o 58 anni prossimamente di rivolgersi agli uffici dell’ Epaca Coldiretti dove potranno otte-nere più ampie informazioni al riguardo e verificare il diritto e la convenienza ad usufruire di questa importante opportu-nità per ottenere la pensione immediatamente.

disposizioni in materia di requisiti e di decorrenza dei trattamenti pensionistici di anzianità nei confronti di coloro che li hanno maturati entro il 31 dicembre 2011. Ecco, inoltre, alcune im-portanti eccezioni.Opz ione donna - F ino a l 31.12.2015 le lavoratrici che accettano di optare per un cal-colo pensionistico interamente contributivo possono ancora andare in pensione con 35 anni di contributi e 57 anni di età, se dipendenti, 58 anni di età, se autonome. I lavoratori dipendenti (uomini e donne) che entro il 31.12.2012 abbiano maturato un’anzianità contributiva di al-meno 35 anni i quali avrebbero maturato prima dell’entrata in vigore della riforma i requisiti previsti dalla precedente norma-tiva per le vecchie pensioni di anzianità (vale a dire 35 anni di contributi e 61 di età o 60 anni di età e 36 anni di contributi) possono accedere alla pensione anticipata al compimento dei 64 anni di età. Per una consulenza personalizzata raccomandiamo a tutti gli interessati di rivolgersi al Patronato Epaca: gli operatori Epaca forniranno gratuitamente tutta l’assistenza necessaria, verificando il raggiungimento dei requisiti previsti dalla normativa vigente e la relativa decorrenza e predisponendo tutta la do-cumentazione che deve essere inviata all’Inps.

DOMANDA PER OTTENERE LA DISOCCUPAZIONE AGRICOLA

Le domande per le prestazioni di disoccupazio-ne agricola devono essere presentate all’Inps entro e non oltre il 31/03/2012.

L’Istituto da qualche anno non provvede più ad inviare la modulistica al domicilio dei lavoratori per la richiesta della prestazione, pertanto invitiamo gli operai agricoli aventi titolo all’indennità di disoccu-

pazione a voler contattare i nostri Uffici per l’inoltro dell’istanza. I documenti necessari per la liquida-zione sono i seguenti: fotocopia di un documento di identità personale e codice fiscale.Si ricorda che il 31 marzo è un termine perentorio, pertanto le domande presentate in data successiva non determineranno l’erogazione dell’indennizzo.

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La nuova riforma pensionistica ha ulteriormente allon-tanato la decorrenza della pensione di vecchiaia per chi perfezioni i requisti dall’1/1/2012 , stabilendo che il pa-gamento non potrà avvenire prima del compimento di 66 anni in presenza di 20 anni di contributi. Occorre tuttavia considerare che, al compimento dei 65 anni di età, esiste la possibilità di ottenere un assegno sociale temporaneo a partire dal mese successivo se l’interessato, tenuto conto dei propri redditi e di quelli del coniuge, nell’anno in cui presenta tale richiesta, non supera determinati limiti red-dituali. La liquidazione dell’assegno – la cui decorrenza non è attualmente soggetta ad alcuna “finestra”, ma solo

all’effettiva presentazione della richiesta all’INPS – per il periodo intercorrente tra la data di compimento del 65° anno di età e la data di effettiva decorrenza della pensione di vecchiaia -, consente di limitare gli effetti negativi e le penalizzazioni economiche. Consigliamo a tutti gli uomini interessati che hanno già compiuto, o compiranno 65 anni prossimamente, di rivolgersi agli uffici dell’ Epaca Coldiretti dove potranno ottenere più ampie informazio-ni al riguardo e verificare il diritto e la convenienza ad usufruire di questa importante opportunità per ottenere temporaneamente l’assegno in attesa della liquidazione della pensione.

Assegno sociale temporaneoOpportunità per gli uomini non ancora pensionati

Controllo importi pensione

EPACA Coldiretti con tutti i suoi operatori è impegnata in questo inizio d’anno ad effettuare un con-trollo sulla correttezza degli importi pensionistici che sono stati messi in pagamento dall’INPS.In particolare si tratta di effettuare un’ analisi delle posizioni assicura-tive e delle situazioni pensionistiche degli assistiti. Le pratiche in que-stione riguardano prevalentemente

l’accredito di periodi di maternità o servizio militare, di periodi di lavoro effettuati successivamente o precedentemente la decorrenza della pensione o semplicemente la trasformazione della pensione da invalidità o vecchiaia.L’iniziativa assume un valore con-siderevole e va a privilegiare una categoria quella dei pensionati coltivatori diretti che spesso gode

di trattamenti pensionistici assai modesti.Per questo, è indispensabile rivolger-si agli sportelli di EPACA Coldiretti per un controllo della propria posi-zione pensionistica e previdenziale, appena perverrà il modulo dall’INPS che riporta le notizie sugli importi di pensione in pagamento.Informazioni presso Epaca Coldi-retti, tel. 0141.380.404 / 432.

Occorre verificare quanto si è percepito fin’ora

Riduzione dei contributi

La legge finanziaria 1997 introdusse alcune innovazioni in materia di con-tribuzione per i lavoratori agricoli au-tonomi. In particolare venne previsto per i coltivatori diretti già pensionati nelle gestioni INPS di età superiore a 65 anni, la facoltà di ottenere a richiesta la riduzione dell’importo del contributo previdenziale relativo alla sola quota di pertinenza della gestione pensionistica.La suddetta norma può essere

applicata per tutti quei coltivatori diretti pensionati ancora regolar-mente iscritti nella gestione che compiranno i 65 anni nel corso dell’anno 2012. Pertanto invitiamo tutti coloro che si trovino nella situazione soprade-scritta a volersi presentare presso il nostro ufficio Provinciale o Zo-nale per l’inoltro della richiesta di riduzione contributi all’INPS con la seguente documentazione:

- libretto pensione - codice fiscale- modelli di pagamento dei contributi CD anno 2011L’invito è rivolto solo a coloro che raggiungeranno i 65 anni nell’anno 2012, in quanto per coloro che hanno compiuto tale età nel 2011 e negli anni precedenti, la richiesta è già stata inoltrata, con conseguente riduzione contributiva sui modelli di pagamento.

Chi compie 65 anni può pagare di meno

Gli importi delle pensioni per il 2012

Da quest’anno i trattamenti di pensione al minimo per gli autonomi passano da Euro 467,43 (valore effettivo 2011) a Euro 480,53 mensili. In pratica, i trattamenti pensionistici sono stati adeguati al costo della vita nella misura dello 2,6%. L’INPS sta provvederà ad inviare ad ogni pensionato un modello con le notizie relative a tutte le pensioni erogate dall’Istituto nell’anno 2012. Invitiamo pertanto tutti coloro

che riceveranno la busta dall’Istituto a volersi presentare presso i nostri uffici EPACA per il controllo.

I trattamenti minimi con l’adeguamento del 2,6% vanno a 480,53 euro

I trattamenti 2012 Importi mensiliTrattamento minimo 480,53 EuroPensioni Sociali 353,54 EuroAssegni Sociali 429,00 Euro

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Secondo la classifica annuale dei 250 maggiori distributori internazionali recentemente

stilata da Deloitte, colossi come Wal-Mart, Carrefour e Tesco ten-gono nonostante il periodo di crisi economica, mentre risulta evidente l’arretramento delle ca-tene di dimensioni inferiori – come quelle italiane – che non riescono a compensare le perdite del mercato interno con i ricavi ottenuti nei Paesi emergenti.

La dimensione locale di queste ca-tene, infatti, limita il risultato finale della loro attività; questo diventa un handicap anche per l’esporta-zione dei prodotti agroalimentari italiani, rendendone più difficile la penetrazione – non supportata da un adeguato effetto traino delle catene nazionali – nei mercati in via di sviluppo. Le insegne italiane Coop, Conad e esselunga perdono quota nella clas-sifica internazionale (rispettivamente

5, 7 e 10 posizioni, classificandosi al 52°, 74° e 125° posto) a causa dei ricavi in contrazione dovuti al calo dei consumi nazionali. Secon-do Deloitte, il business distributivo diventa sempre più difficile e sem-pre più globalizzato; chi scommette solo sul bacino locale è destinato comunque a soffrire, tanto più che non sarà certo il 2012 a garantire una schiarita, con le ripercussioni della Manovra economica e l’ulte-riore appesantimento dell’Iva.

C resce nei numeri e in valore la produzione agroalimen-tare di qualità certificata.

Con 239 prodotti nel registro Ue, una base produttiva di 85mila aziende, un volume prodotto di circa 1,3 milioni di tonnellate, un fatturato alla produzione di circa 6 miliardi di euro, che diventano quasi 10 al consumo (7,4 sul mer-cato interno, 2,6 export), l’Italia si conferma nel 2010 leader mon-diale della qualità agroalimentare, facendo registrare un’impennata produttiva di oltre il 20% su base

annua rispetto al 2009. E’ quanto si evince dal rapporto Qualivita-Ismea 2011 sulle produzioni agro-alimentari italiane Dop-Igp-Stg, presentato al ministero delle Poli-tiche agricole. La qualità insomma torna a crescere e sconfigge la crisi, dopo la flessione registrata nel 2008 e nel 2009. L’aumento complessivo e stato determinato dall’incremento della produzione di aceto balsamico, addirittura quin-tuplicata, e di ortofrutta e cereali (+46,4%). Crescita più contenuta e stata invece quella del comparto

formaggi (+2%), degli oli extraver-gine di oliva (+0,7%) e delle carni fresche (+6%). E le prospettive appaiono piuttosto favorevoli: nel 2011, secondo dati preliminari Ismea, si dovrebbe confermare l’andamento positivo, sia con rife-rimento ai consumi interni, sia alle esportazioni. Nel 2012 il quadro potrebbe comunque deteriorarsi, ma la componente export, che pesa per 1/3 sul totale, dovreb-be essere in grado di bilanciare un eventuale rallentamento del mercato nazionale.

La Grande Distribuzione Organizzata perde colpiI marchi italiani scendono nella classifica mondiale

Crescono i prodotti certificatiIl registro Ue annovera 239 prodotti di 85mila aziende

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I l decreto liberalizzazioni e, in particolare, la disciplina delle relazioni commerciali in

materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari contenu-te nell’articolo 62, rappresentano un importante traguardo a tutela dell’agricoltore e tali devono essere mantenuti e difesi con forza.Il decreto allo stato attuale si trova all’esame del Senato ed è già stato oggetto di deciso attacco da parte della Grande distribuzione per via delle forti restrizioni (dal punto di vista disciplinare) imposte finalmente dal documento.Il segnale del dl liberalizzazioni è molto chiaro: maggiore traspa-renza ed equità fra tutti gli attori della filiera.Assessore Regionale all’Agri-coltura Claudio Sacchetto: “Il Ministro Catania deve proseguire con rigore nella direzione intra-presa, gli agricoltori e le piccole aziende da decenni si adattano a regole ferree che devono esse-re rispettate in modo limpido e categorico, non capisco perché i regolamenti debbano continua-re a rimanere rigorosi solo per una parte. L’articolo 62 tocca tematiche fondamentali quali i

contratti scritti e termini di pa-gamento certi. L’attacco a un dl contenente una disciplina ovvia ed equa mette in luce un atteg-giamento piuttosto arrogante che fino a oggi ha contraddistinto il modo di rapportarsi della Gdo nei confronti della filiera agri-cola. Le regole devono esserci e devono trovare applicazione in modo equilibrato tra tutti gli attori coinvolti. Basta dunque alla prevalenza di un soggetto a scapito dell’altro, è doveroso su questa partita mantenere

un atteggiamento inflessibile e portare a casa un risultato che finalmente tuteli l’attività del comparto primario. È necessario rafforzare il percorso con accordi di filiera chiari che tutelino i pro-duttori su larga scala, per certi prodotti magari a livello europeo che pongano in essere un riequi-librio dei ricavi per ogni singolo attore della filiera e tengano conto dei costi di produzione. In Piemonte un esempio di accordo in tal senso c’è già, ed è quello sull’indicizzazione del latte”.

La G.D.O. si adegui alla filieraCi vuole più equità, con contratti scritti e termini di pagamento certi

L’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, interviene con un comunicato: “La Gdo eviti di continuare adavere un atteggiamento poco dialogante con ilresto della filiera edaccetti regole equilibrate ed eque. È necessario rafforzare il percorso con accordi di filiera chiari che tutelino i produttori”

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Ogni provvedimento della pubblica amministrazione che disponga l’abbatti-

mento di alberi deve essere ade-guatamente motivato. Il Tribunale amministrativo del Lazio, con sentenza n. 7981 del 17.11.2011, ha, giustamente, annullato un’as-surda ordinanza comunale che ordinava ad un privato l’abbat-timento di ben settanta querce ubicate su una piccola strada, interessata da uno scarso traffico di veicoli e puramente locale, per dichiarate necessità contingibili e urgenti di tutela della incolumità pubblica, che in realtà non erano esistenti. Ebbene, dell’effettiva pericolosità delle querce non vi era traccia nella motivazione dell’ordinanza, che si limitava a rinviare a un verbale di sopralluogo nel quale l’amministrazione aveva, esclu-sivamente, proceduto all’esatta individuazione e alla segnalazio-ne fisica delle querce delle quali aveva ritenuto necessario disporre l’abbattimento senza, tra l’altro, avere preventivamente invitato il proprietario degli alberi in questio-ne ad essere presente al relativo sopralluogo, partecipazione che gli era riconosciuta per legge.La pericolosità che l’amministra-zione comunale riteneva sussiste-re, ma non provata da un adeguato accertamento tecnico, riguardava, da un lato, l’inclinazione delle querce verso la carreggiata stra-dale e, dall’altro, la collocazione in curva di alcune delle stesse; circo-stanze, che si ritenevano esistenti da lungo tempo in considerazione dell’età delle piante.Infatti, dalla conformazione del tragitto stradale in questione, il giudice amministrativo ha evi-

denziato che si trattava di querce centenarie e che, pertanto, insi-stevano da tempo sul terreno, tanto è vero che la stessa strada era stata realizzata seguendo il percorso segnato dalla presenza di tali alberi, quindi, ciò dimostra-va che la situazione persisteva immutata da tempo. Il Sindaco avrebbe potuto ema-nare un’ordinanza contingibile e urgente per disporre l’abbatti-mento degli alberi, solo nel caso di situazioni nuove di pericolo per la pubblica o privata incolumità, nonché per la tutela della salute pubblica, ipotesi che, invece, non ricorrevano. Inoltre, neppure era valida l’argomentazione svolta

dalla difesa dell’amministrazione comunale che, per giustificare, ulteriormente, l’adozione dell’or-dinanza di abbattimento degli alberi, richiamava una norma del codice della strada che impone una distanza minima di sei metri delle alberature dal ciglio delle strade extraurbane. Tale disposi-zione, infatti, non poteva essere applicata, considerando che gli alberi secolari erano preesistenti all’entrata in vigore della stessa.Pertanto, il giudice amministrativo, con l’annullamento dell’illegittimo provvedimento, esonerava il pro-prietario delle querce secolari dal provvedere all’ingiusto obbligo di abbattimento delle stesse.

Ordinanze abbattimento alberi Devono essere motivate da pericolo concreto

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“Chiediamo alle Istituzioni competenti, dalla Regione ai Comuni, di procedere

alla dichiarazione dello stato di calamità naturale. Gli imprenditori nostri associati ritengono che la situazione sia davvero grave, so-prattutto nel caso del kiwi e delle pesche. I nostri imprenditori zoo-tecnici sono sottoposti da giorni a turni massacranti per abbeverare e alimentare gli animali. Stiamo resistendo a questo imprevisto tour de force, ma occorre che le Istituzioni diano un segnale di attenzione”. E’ la richiesta formulata da Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa, rispettivamente presidente e direttore di Coldi-retti Piemonte, a seguito delle rigidissime temperature degli ultimi giorni.Il gelo sta causando la morte di piante da frutta e viti: sono par-ticolarmente colpite le giovani piantine messe a dimora negli ultimi due o tre anni. Le tempera-ture polari causano la spaccatura della corteccia con la conseguen-te morte della giovane piantina oppure, nel caso delle piante

più vecchie, la compromissione delle gemme floreali. Nel caso della vite, la compromissione avviene soprattutto sui giovani impianti, proprio al di sopra del manto nevoso nella zona ove si dipartono i tralci da frutto.La situazione di emergenza e di forte calamità interessa anche le aziende zootecniche: molti allevamenti devono essere abbe-verati manualmente o con botti di fortuna, a causa delle gelate che hanno messo fuori uso gli abbeveratoi semi-automatici e ghiacciato le tubazioni.Le problematiche serie non man-cano nel settore orticolo: il freddo ha bloccato ogni forma di raccolta delle verdure invernali, dai cavoli alle carote ed ha congelato su alcune serre la neve, causandone il crollo. Sono inoltre triplicati i costi di riscaldamento delle serre, comprese anche quelle dei vivai-sti che già stanno coltivando le piantine che poi saranno vendute per il trapianto sotto tunnel o in pieno campo.Le previsioni meteorologiche an-nunciano la ripresa delle precipi-

tazioni nevose. Molti trattori degli imprenditori agricoli sono pronti a riprendere il prezioso servizio di sgombero neve in particolare nelle aree di difficile accesso ai mezzi artigianali e industriali.

Emergenza neve e gelo Coldiretti Piemonte chiede lo stato di calamità naturale

Danni anche allaviticoltura:particolarmente colpite le giovani piantine messe a dimora negli ultimi due o tre anni.

Non è considerato trasporto, ai sensi del “codice am-bientale”, il trasporto dei

propri rifiuti da un fondo appar-tenente alla medesima azienda agricola, quando la distanza tra i fondi non sia superiore a un chilometro o verso il sito della cooperativa agricola di cui si è soci.E’ quanto previsto dal decreto legge in materia di semplificazio-ni, recentemente approvato dal Governo, che risolve, seppure

parzialmente, alcuni problemi le-gati al trasporto di rifiuti effettuato dagli imprenditori agricoli tra fondi spesso limitrofi, passando per la pubblica via.La nuova disposizione consente, quindi, di movimentare per piccoli tratti i propri residui, senza dover adempiere agli oneri derivanti dall’applicazione delle norme in materia di trasporto dei rifiuti, purché sia comprovato da ele-menti oggettivi e univoci che la distanza tra i fondi non sia su-

periore ad un chilometro e che la movimentazione è finalizzata al raggiungimento del deposito temporaneo o della sede in cui la cooperativa agricola effettua il deposito dei rifiuti.Il decreto legge integra anche la definizione di deposito tempora-neo, prevedendo che si consideri tale, oltre al luogo di produzione dei rifiuti, anche il sito che sia nella disponibilità giuridica della cooperativa agricola di cui gli stessi sono soci.

Movimentazioni rifiutiSemplificazione entro un chilometro

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Lo stop agli incentivi al fotovoltaico “selvaggio”, sancito dal decreto sulle

liberalizzazioni, contribuirà a frenare non solo la diffusione dei pannelli sul suolo agricolo al posto delle colture ma anche vere e proprie derive legate alla “corsa all’installazione”, arrivate al punto di violare persino i diritti individuali dei cittadini. Un esempio è rappresentato dal caso di una società marchigiana che ha addirittura richiesto l’auto-rizzazione a installare un impianto fotovoltaico su un terreno altrui e senza richiedere il consenso dei proprietari.Il paradosso della vicenda è che, i proprietari stessi, una volta ve-nuti a conoscenza del fatto, non hanno potuto conoscere chi aveva presentato l’istanza e gli atti del procedimento avviato per ottene-re l’autorizzazione al fotovoltaico da istallare sul terreno.

Ciò in quanto sia l’amministra-zione provinciale competente a rilasciare l’autorizzazione, sia il Tribunale amministrativo regionale delle Marche hanno negato il loro diritto a venirne a conoscenza, con l’assurda motivazione che avendo, successivamente, la società rinunciato all’istanza di autorizzazione non sussisteva più un loro interesse a sapere degli atti del procedimento. Sicché, i proprietari del terreno sono stati costretti a proporre appello al Consiglio di Stato per vedersi riconosciuto il diritto di accedere agli atti del procedi-mento avviato con un’illegittima istanza.Il Consiglio ha, giustamente, ri-conosciuto loro tale diritto e ciò, soprattutto, per consentire agli stessi di verificare se la condotta posta in essere dal richiedente aveva determinato o meno spe-cifiche lesioni o comunque tur-

bative del loro diritto dominicale, da tutelare eventualmente nelle competenti sedi.Pertanto, non si rileva che, in conseguenza della rinuncia del richiedente, non esiste più un procedimento ai fini dell’auto-rizzazione, in quanto sussiste ed è meritevole di tutela l’interesse dei proprietari a conoscere gli atti del procedimento.Tale vicenda desta chiaramente sconcerto non solo perché emer-ge che, nella corsa alle rinnova-bili, vi è anche chi fa richiesta per l’istallazione di impianti sulla proprietà altrui senza richiederne il consenso, ma anche e, soprat-tutto, perché in questo caso i pro-prietari del terreno hanno dovuto rivolgersi al giudice di secondo grado pur di vedersi riconoscere l’ovvio diritto di sapere chi voleva violare la loro proprietà istallan-do illegittimamente un impianto fotovoltaico.

N on basta l’emergenza del mal tempo con le tempe-rature polari a danneg-

giare pesantemente il comparto agroalimentare italiano: il nuovo record a 1,8 euro/litro per la ben-zina condiziona anche la spesa, dal campo alla tavola, con un aumento dei costi di trasporto oltre a quelli di produzione, tra-sformazione e conservazione, che ricadono su consumatori e produttori. Benzina, trasporti e logistica incidono complessi-

vamente per circa un terzo sui costi della frutta e verdura e solo nelle campagne il caro gasolio con un aumento del 58 per cen-to ha provocato un aggravio di costi stimabile in 400 milioni di euro su base annua. A subire gli effetti del record nei prezzi - sti-ma Coldiretti - è l’intero sistema agroalimentare, dove si stima che un pasto percorra in media quasi 2mila chilometri prima di giungere sulle tavole. A causa di questi rincari il costo familiare

per trasporti, combustibili ed energia elettrica ha superato quello per alimenti e bevande. Il prezzo di un litro di benzina ha scavalcato anche il costo di un chilo di pasta e di un litro di latte fresco.

Lo Stop al “Fotovoltaico selvaggio”Si sono fermati soprusi e sfruttamento dei terreni

Benzina: prezzi alle stelleEffetto valanga sulla spesa degli italiani

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Formazione professionaleAggiornamento del calendario dei corsi di marzo

La Coldiretti di Asti, in col-laborazione con l’INIPA Piemonte e il Centro Studi

Vini del Piemonte, realizzerà entro il mese marzo, i seguenti corsi di formazione professionale per agricoltori: LA DEGUSTAZIONE DEI VINI; NORME E PROCEDURE PER LA COMMERCIALIZZAZIONE E L’ESPORTAZIONE DEI VINI; SVILUPPO DELLE CONOSCENZE INFORMATICHE PER LA GESTIO-NE AZIENDALE E LA PROMO-ZIONE DEI PRODOTTI;

L’UTILIZZO DEL WEB PER LA PROMOZIONE DELL’ATTIVITA’ AGRITURISTICA;L’AUTOCONTROLLO IGIENICO-SANITARIO NELLA TRASFOR-MAZIONE E SOMMINISTRAZIO-NE DEI PRODOTTI AGROALI-MENTARI;HACCP, RINTRACCIABILITA’ ED ETICHETTATURA NELLA VENDITA DIRETTA; ACCOMPAGNAMENTO PERSO-NALIZZATO PER INSEDIAMENTO GIOVANI. I corsi saranno organizzati in

modo da evitare sovrapposizioni e permettere una diffusa parteci-pazione degli interessati. Tutte le iniziative sono gratuite per i partecipanti in quanto approvate e finanziate dall’Assessorato Re-gionale Agricoltura, con l’Azione 111-1 A del Programma di Svi-luppo Rurale 2007-2013. Gli interessati devono iscriversi quanto prima, contattando gli uffici centrali o periferici della Coldiretti. Per ulteriori informazio-ni telefonare ai n. 0141-380426, 0141-380427.

ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVAai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013

Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Notizie Coldiretti sempre aggiornateRichiedete l’invio delle notizie tramite e-mail o SMS

da ritagliare e spedire a: COLdIREttI AStI - C.SO CAvALLOttI 41 - 14100 AStI

Io sottoscritto_____________________________________________________________

Indirizzo__________________________________________________________________

Settore produttivo di interesse_______________________________________________desidero ricevere l’invio delle informazioni divulgate da Coldiretti Asti inerenti i vari argomenti di interesse per la propria impresa agricola, tramite:

e-mail all’indirizzo: _______________________________________

SMS al telefono di cellulare: _______________________________

Coldiretti Asti, nell’ambito dell’Azione 111-1B del PSR, ha predisposto un nuovo servizio per la diffusione delle notizie in tempi rapidi e puntuali. Per essere sempre informati sugli adempimenti, le scadenze, le opportuità inerenti l’attività delle imprese agricole, Coldiretti divulgherà le noti-zie tramite e-mail e/o SMS telefonici. Si tratta di un’opportunità per essere sempre aggiornati e tenere sotto controllo la propria azienda, dal punto di vista tecnico, burocratico ed economico.Per aderire all’iniziativa e ricevere quindi le notizie è sufficiente compilare e restituire il presen-te modello agli uffici Coldiretti.

Autorizzo Coldiretti Asti ad inserire i miei dati nelle liste per la gestione dell’invio dei comunicati in-formativi. In qualsiasi momento in base all’Art. 13 della legge 675/96 potrò chiedere la modifica o la cancellazione, oppure negare il consenso al loro utilizzo scrivendo a Coldiretti C.so F. Cavallotti 41 – 14100 Asti.

Luogo ____________________________________Data__________________________Firma_____________________________

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Il Comitato permanente per la produzione biologica (Scof) ha approvato le nuove norme

comunitarie per la produzione di “vino biologico”, che saranno pub-blicate nelle prossime settimane sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea. Negli ultimi 5 anni, secondo i dati diffusi nell’ambito del progetto europeo Orwine, si registra nel settore dei vini da uve biologiche un aumento medio del fatturato del 18% con punte anche del 90%, mentre la previsione per i prossimi anni è di un incremento medio an-nuo medio del 13% che potrebbe anche raggiungere il 20%.Secondo gli studi di mercato, quin-di, il vino biologico sta conquistan-do un numero sempre maggiore sia di professionisti sia di semplici consumatori, in Europa come negli Stati Uniti. Le stesse cooperative vinicole europee, essendo diventate molto più sensibili al tema ecologi-co hanno aumentato gli investimenti nei vini da uve biologiche. Oggi, il numero di imprese agricole che producono vini da uve biologi-che è in aumento. Secondo studi di mercato, nel prossimo futuro, i consumatori considereranno il fattore ecologico come uno dei parametri principali per scegliere un vino, attribuendo al concetto di “rispetto per l’ambiente” un’impor-tanza simile al prezzo, alla varietà o all’origine.Questo parametro può influire sul segmento di consumatori non par-ticolarmente “appassionati esperti” che compra il vino nella Grande Distribuzione Organizzata e che è responsabile della maggior parte dei volumi del settore.La domanda di vini biologici pro-dotti in Italia continua a svilupparsi positivamente anche se si registra-

no due tendenze contrastanti. Per chi vende vini biologici attraverso la ristorazione, la domanda di vini bio da parte dei consumatori non é particolarmente brillante, mentre la situazione del commercio spe-cializzato è, invece, relativamente buona. Inoltre, al nord i vini da uve biologiche sono più richiesti che al sud. Del resto, nei periodi di crisi, i consumatori frequentano meno i ristoranti e preferiscono concedersi vini di buona qualità da assaporare a casa: fra questi vi sono anche i vini da uve biologiche. Infine, per quanto riguarda i prezzi, questi restano stabili. Coldiretti ritiene che l’adozione del regolamento comunitario sia un passo importante per garantire uno sviluppo adeguato al settore. Finalmente, grazie al fatto che le norme disciplinano l’intero proces-so enologico e non la sola fase di coltivazione in campo delle uve bio, si potrà etichettare il vino come “biologico” e non più come “ot-tenuto da uve biologiche“. Inoltre, sarà riconoscibile grazie all’apposi-zione in etichetta del logo europeo. Tuttavia, l’Ue ha ancora una volta, perduto l’occasione di emanare una legislazione che distingua netta-mente un alimento ottenuto con il processo di produzione biologico rispetto a quello convenzionale stabilendo dei limiti di impiego di anidride solforosa che non si di-scostano in modo significativo da quelli dei vini convenzionali. Infatti, iI tenore massimo stabilito di solfito per il vino rosso è 100 mg per litro (150 mg/l per il vino convenzionale) e per il vino bianco/rosé, 150mg/l (200 mg/l per il vino convenzionale), con un differenziale di 30mg/l quan-do il tenore di zucchero residuo è superiore a 2 g/l.La scelta è stata di fatto “politi-

ca” per assecondare le esigenze di quegli Stati europei come la Germania che, pur non essendo vocati alla produzione di vini bio, vogliono comunque essere sul mercato con questa tipologia di prodotto. Sarebbe stato molto più rispettoso e coerente con il metodo di produzione biologico stabilire nel regolamento, l’obiettivo di produrre, entro un certo numero di anni, vini senza ricorrere all’anidride solforosa prevedendo un periodo transitorio di tempo ai produttori europei per adeguarsi. Anche il CSVP (Centro Studi Vini del Piemonte di Coldiretti con sede a San Damiano d’Asti) condivide e sottoscrive in pieno questa im-postazione, affinché si possano realmente distinguere i processi tradizionali da quelli biologici, alla medesima stregua di quanto avvie-ne per gli altri settori produttivi.Le soluzioni “a metà strada” e di compromesso rispondono solamente a logiche di interesse immediato, per soddisfare qualche partner europeo che non intende essere emarginato: ma ogni Paese deve poter produrre salvaguardan-do le proprie tradizioni.Del resto la moderna tecnica enologica consente di gestire in modo oculato ed appropriato metodiche produttive ecologiche ed innovative.La nuova normativa delude, quindi, le aspettative di Coldiretti che ha sempre sostenuto, consapevole della qualità delle uve del know how dei produttori di vini da uve biologiche italiani, di differenziare nettamente il vino biologico da quello convenzionale per rispon-dere alle legittime aspettative di quei consumatori che vogliono acquistare un alimento “il più na-turale possibile”.

Vino Bio: nuovo regolamentoApprovato dall’Ue, ma manca lo stop alla solforosa

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

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Le nuove norme dell’Unione Europea per il “vino biologi-co”, approvate l’8 febbraio

scorso a Bruxelles dal Comitato permanente per la produzione bio-logica (SCOF), saranno applicabili a partire dalla vendemmia 2012. Fino ad ora non esistevano norme dell’UE o definizioni applicabili al “vino biologico”, la certificazione biologica era prevista soltanto per le uve e attualmente la sola dicitura consentita era “vino ottenuto da uve biologiche”.Per la nuova annata dunque i viti-coltori biologici potranno utilizzare il termine “vino biologico” sulle etichette.La nuova “etichetta bio” dovrà riportare il logo biologico dell’UE e il numero di codice del compe-tente organismo di certificazione e rispettare le altre norme in materia di etichettatura del vino. Le norme in vigore concernenti il “vino ottenuto da uve biologiche” non coprono le pratiche enolo-giche, ossia l’intero processo di vinificazione. Il settore vitivinicolo è l’unico al quale ancora non si applica integralmente la normativa dell’UE sulla produzione biologica, prevista dal regolamento (CE) n. 834/2007.Dopo il voto nel Comitato perma-nente, il commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Dacian Cioloș, ha dichiarato: “Sono lieto che sia stato infine raggiunto un accordo su questo tema. Era infatti importante fissare norme armonizzate al fine di garantire un’offerta chiara ai consumatori, che sono sempre più interessati ai prodotti biologici. Constato con piacere che le norme adottate sta-biliscono in modo trasparente la

differenza tra vino convenzionale e vino biologico – come è il caso per altri prodotti biologici. In tal modo si dà ai consumatori la cer-tezza che un “vino biologico” sia stato prodotto applicando norme di produzione più rigorose.”Secondo il legislatore, le nuove norme garantiranno una maggiore trasparenza e permetteranno un migliore riconoscimento da parte dei consumatori, contribuiendo non soltanto a facilitare il funzio-namento del mercato interno ma anche a rafforzare la posizione che i vini biologici dell’UE detengono a livello internazionale, dato che molti altri paesi produttori di vino (USA, Cile, Australia, Sudafrica) hanno già stabilito norme per i vini biologici. Il nuovo regolamento stabilisce un sottoinsieme di pratiche enologi-che e di sostanze, quali definite nel regolamento (CE) n. 606/2009 relativo all’organizzazione comune del mercato (OCM) vitivinicolo, da utilizzare per i vini biologici. Ad esempio non sono consentiti l’acido sorbico e la desolforazio-ne e il tenore dei solfiti nel vino biologico deve essere di almeno 30-50 mg per litro inferiore al li-

vello dell’equivalente vino conven-zionale (a seconda del tenore di zucchero residuo). Oltre a questo sottoinsieme di specifiche, si ap-plicano anche le norme generali in materia di vinificazione stabilite dal regolamento sull’OCM nel settore vitivinicolo. In aggiunta a dette tali pratiche enologiche, il “vino biologico” deve ovviamente essere prodotto utilizzando uve biologiche quali definite nel regolamento (CE) n. 834/2007.Le nuove norme in materia di vi-nificazione biologica introducono una definizione tecnica di vino biologico che è coerente con gli obiettivi e i principi dell’agricoltura biologica enunciati nel regolamen-to (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica. Il regolamento stabilisce le tecniche enologiche e le sostanze autoriz-zate per il vino biologico.Una di queste norme fissa il tenore massimo di solfito per il vino rosso a 100 mg per litro (150 mg/l per il vino convenzionale) e per il vino bianco/rosé a 150mg/l (200 mg/l per il vino convenzionale), con un differenziale di 30mg/l quando il tenore di zucchero residuo è su-periore a 2 g/l.

“Vino Biologico”Le nuove etichette dell’annata 2012

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Macromolecole polisaccaridicheRilasciate dai lieviti nella vinificazione

L ’az ione pos i t iva che esercitano nel vino le macromolecole polisac-

caridiche, rilasciate dai lieviti una volta terminata la loro atti-vità fermentativa, sta attirando l’attenzione di un numero sempre crescente di produttori e tecnici del settore enologico. Fino a qualche anno fa si pensa-va che soltanto gli spumanti me-todo classico traessero effettivi vantaggi da queste molecole, in realtà si è scoperto che le man-noproteine e gli altri composti del lievito agiscono anche sugli altri tipi di vino, bianco e rosso.La parete cellulare del lievito, chimicamente, è composta da glucani e mannani associati alle proteine di membrana (general-mente queste ultime vengono denominate mannoproteine); queste sostanze vengono rila-sciate nel vino già durante le prime fasi della fermentazione alcolica, quando le prime cellule di lievito perdono funzionalità, muoiono e vanno in “autolisi” cioè letteralmente si sfaldano. I corpi cellulari dei lieviti vanno

a formare le cosiddette “fecce fini” o lies, particolarmente im-portanti nel metodo champenoi-se, in quanto hanno un ruolo di primo piano per la maturazione dello spumante e contribuiscono

alle note di “crosta di pane” e “brioche” tipiche dei prodotti più prestigiosi.Oltre agli spumanti, le manno-proteine cedute dai lieviti con-tribuiscono al quadro aromatico anche degli altri tipi di vino: infatti fissano alcuni esteri e altre molecole aromatiche come il ß-ionone (profumo di violetta di alcuni vini rossi) e i compo-sti tiolici tipici del Sauvignon aumentandone la persistenza aromatica. Un ruolo dei polisaccaridi del lie-vito, di cui fino a qualche anno fa si ignorava l’esistenza, è la loro influenza sul colore dei vini rossi; questi infatti, reagiscono con i complessi antociano-tannino stabilizzandoli e diminuendone l’ossidabilità. Altra importante azione sui vini rossi è il loro ammorbidimento dovuto alle reazioni delle mannoproteine e di altri polisaccaridi con i tan-nini astringenti; il complesso polisaccaride-tannino è meno

reattivo nei confronti delle pro-teine della saliva di quanto lo sia la molecola di tannino “sola”. Queste reazioni provocano la diminuzione dell’astringenza del vino senza però diminuire la sensazione di “pienezza”, a differenza di quanto succede durante una chiarifica.Oltre al mantenimento del vino sulle sue fecce, esistono in commercio dei preparati a base di scorze di lievito utilizzati sia per integrare l’apporto dei poli-saccaridi e sia per il loro elevato potere adsorbente nei confronti di sostanze indesiderate.

La loro azione positiva viene sempre più presa in considerazione daivignaioli e dai tecnici

Fino a qualche anno fa si pensava che soltanto gli spumanti metodoclassico traessero effettivi vantaggi da questemolecole

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Una delle fasi più importanti dove si utilizzano le scorze di lievito è durante la fermentazione alco-lica: il lievito infatti, soprattutto all’interno di mosti molto limpidi, tende a produrre delle sostanze tossiche, formate principalmente da acidi grassi a corta catena e l’apporto di scorze di lievito nella seconda metà della fermen-tazione permette di adsorbire queste sostanze. In alternativa si può effettuare un bâtonnage, rimettendo in sospensione i lieviti morti precipitati sul fondo della vasca, che esplicano comunque un’azione adsorbente nei con-fronti di queste tossine.Oltre alla fase fermentativa, le pareti cellulari dei lieviti in lisi rappresentano un’importante fonte di nutrienti per quanto ri-guarda i batteri lattici, favorendo la fermentazione malolattica. Nel caso dell’affinamento dei vini bianchi in barrique il ruolo delle fecce fini è fondamentale, in quanto, oltre all’apporto di sostanze positive, permettono una buona protezione dall’os-sidazione. Bisogna però ricor-darsi di effettuare la pratica del bâtonnage rimettendo le fecce in sospensione ed evitando il loro compattamento sul fondo della barrique.I preparati a base di scorze di lievito (o in alternativa fecce fre-sche ossigenate) sono utilizzati anche per eliminare i tioli che contribuiscono alla percezione

dell’odore di ridotto, i fenoli volatili causati da inquinamenti microbiologici (Brettanomyces) e anche parte delle aldeidi ri lasciate dal legno durante l’affinamento in barrique che spesso provocano note boisé eccessive.Un ulteriore sfruttamento del potere adsorbente delle pareti cellulari dei lieviti, malgrado non sia facile quantificare questa loro azione, si può avere con l’eliminazione di sostanze tossi-che come le ammine biogene, le micotossine (come l’ocratossina A) ed eventuali residui di antipa-rassitari; ovviamente per questi composti la cosa migliore è ope-rare preventivamente perché non siano presenti nel vino.Oltre all’azione sensoriale e de-

tossificante, le macromolecole cedute dal lievito esplicano an-che azioni a livello della stabilità dei vini; esse infatti hanno la funzione di “colloidi protettori” nei confronti della stabilizzazione tartarica, impedendo la forma-zione dei cristalli di bitartrato. Tendono anche a reagire con le proteine instabili permettendo di diminuire la quantità di bentonite utilizzata per la stabilizzazione. Malgrado tutti questi aspetti positivi è bene ricordare che i derivati del lievito non sono una pozione magica in grado di tra-sformare un vino mediocre in un nettare; tuttavia se utilizzati con intelligenza possono migliorare alcune caratteristiche e dare quel “qualcosa in più” che a volte fa la differenza.

Oggi è risaputo che le mannoproteine cedute dai lieviti contribuiscono al quadro aromatico an-che per gli altri tipi di vino

Il 30 marzo 2012 scade il termine per presentare le domande di aiuto per attività

di consulenza aziendale. Grazie alla Misura 114 del PSR è possibile beneficiare di un contributo pari all’80% (con un

massimo di 1500 Euro/anno) su spese sostenute per attività di consulenza in agricoltura.Gli interessati possono ri-volgersi agli uffici Coldiretti di Zona oppure telefonare al 0141-380427.

CONTRIBUTI PER CONSULENZEBando 2012-2013 per la Misura 114

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Occhio all’etichetta che cambia!Le principali modifiche introdotte dalla legislazione

Con la pubblicazione del Regolamento 1169/2011 e la Legge n. 4 del 3

febbraio 2011 “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari”, pubblicata in Gazzetta Ufficiale 19 febbraio 2011, n. 41, e al suc-cessivo Decreto MIPAAF 3 agosto 2011 n. 5464 “Norme in materia di leggibilità delle informazioni inerenti l’origine dei prodotti alimentari”, dal 22 novembre 2011 scatta l’obbligo di riporta-re nell’etichettatura dei prodotti l’indicazione del luogo di origine o di provenienza, e l’eventuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia presenza di OGM in qualunque fase della catena alimentare, dal luogo di produzione iniziale fino al consumo finale. Lo scopo è di assicurare ai con-sumatori una completa e corretta informazione sulle caratteristiche dei prodotti alimentari commer-cializzati, trasformati, parzialmen-te trasformati o non trasformati, e di rafforzare la prevenzione e la repressione delle frodi ali-mentari. In particolare:per i prodotti alimentari non tra-sformati l’indicazione del luogo di origine o di provenienza ri-guarda il Paese di produzione dei prodotti per i prodotti alimentari trasfor-mati l’indicazione riguarda il luogo in cui è avvenuta l’ultima trasfor-mazione sostanziale e il luogo di coltivazione e allevamento della materia prima agricola prevalente utilizzata nella preparazione o

nella produzione dei prodotti. Chi pone in vendita o mette al-trimenti in commercio prodotti alimentari non etichettati in con-formità con le predette indicazioni è punito con una sanzione am-ministrativa pecuniaria che va da 1.600 euro a 9.500 euro. Con la nuova norma si sostitui-sce la vecchia Direttiva del 1979 estendendo l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta di tut-te le carni fresche, dal maiale al pollame, dall’agnello alla capra, al pari di quanto è già stato fatto con quella bovina dopo l’emer-genza mucca pazza. Per la carne fresca suina, ovina, caprina e per il pollame dovrà essere indicato, entro due anni, il paese di origine (per il manzo questo obbligo, introdotto dopo il diffondersi dell’epidemia di ‘mucca pazza’, esiste già). L’indicazione della provenienza è sempre obbliga-toria quando questa è correlata alla qualità dell’alimento come accade per i prodotti DOP e IGP. L’Europa si riserva di valutare entro cinque anni se estendere o meno l’obbligo di indicazione ai seguenti prodotti: le altre carni (ad esempio il coniglio), gli alimenti non trasformati (frutta e verdu-ra) o mono-ingrediente, il latte, anche quando questo è usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari, la carne quando è presente come ingrediente in altre preparazioni e per tutti i prodotti che rappresentano più del 50% dell’alimento. L’indicazione della provenienza è obbligatoria in tutti i casi in cui l’assenza di questa

informazione potrebbe ingannare il consumatore. Cosa che acca-de per gli alimenti caratteristici del Made in Italy, ma prodotti all’estero. Esempio: se il pomo-doro contenuto in una conserva proviene dalla Francia, trattan-dosi di prodotto tipico del Made in Italy, il nuovo Regolamento prevede che la provenienza non italiana sia chiaramente indicata sulla confezione anche se il po-modoro non rientra tra i prodotti per i quali l’obbligo è previsto. Un’integrazione non da poco per un paese come l’Italia afflitto dall’ HYPERLINK “http://www.scattidigusto.it/2010/07/11/la-lotta-alla-contraffazione-e-italian-sounding-confindustria-richiede-un-commissario-europeo/” \n _blankItalian Sounding.Ecco alcune delle altre novità introdotte:La dichiarazione nutrizionale ob-bligatoria: il contenuto energetico e le percentuali di grassi, grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale, dovranno essere indicate sull’imballaggio in una tabella comprensibile, insieme e nel medesimo campo visivo. Tutte le informazioni dovranno essere espresse per 100 g o per 100 ml e potranno essere espresse an-che in porzioni. L’etichetta dovrà indicare chiaramente il tipo di olio utilizzato (se d’oliva, di semi o altro). Non sarà più sufficiente l”indicazione generica di “oli e grassi”. Entro tre anni dall’entrata in vigore del nuovo Regolamento la Commissione esaminerà l’ipo-tesi di una proposta legislativa

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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per introdurre anche l’obbligo di indicare l’eventuale presenza nell’alimento di grassi trans, particolarmente pericolosi per il colesterolo e per il sistema cardio-vascolare.Le informazioni nutrizionali po-tranno essere veicolate da sim-boli o pittogrammi (ad esempio le tabelle nutrizionali a semaforo adottate nel Regno Unito, gene-ralmente collocate sul davanti della confezione, più immediate, anche se meno dettagliate, delle parole contenute nella normale etichetta posta sul retro). L’elenco degli ingredienti potrà comunque essere indicato anche al di fuori dell’etichetta (per esempio negli stand) e deve essere disponibile su richiesta.L’evidenziazione della presenza di allergeni: il nuovo regolamen-to prevede modalità diverse di indicazione delle sostanze aller-geniche, che saranno evidenziate nella lista degli ingredienti per consentire al consumatore di in-dividuarle più facilmente nei pro-dotti alimentari. Le nuove regole stabiliscono che le informazioni sugli allergeni dovranno essere fornite anche per i cibi non im-ballati, ad esempio quelli venduti nei ristoranti o nelle mense.Il divieto alle indicazioni fuorvianti sulle confezioni: i consumatori non devono essere fuorviati dalla presentazione degli imballaggi alimentari, riguardo all’aspetto, alla descrizione e alla presenta-zione grafica, che saranno resi più comprensibili. Riguardo all’imi-tazione dei cibi, è stato previsto che gli alimenti simili ad altri, ma prodotti con ingredienti diversi, come i “simil-formaggi” prodotti con materie vegetali, dovranno essere facilmente identificabili. La carne ottenuta dalla combina-zione di più parti di carni dovrà

essere indicata come “carne ricomposta”, lo stesso varrà per il pesce, che sarà indicato come “pesce ricomposto”.Una dimensione minima per rendere leggibili le etichette: le diciture obbligatorie sulle etichet-te dovranno avere caratteri tipo-grafici minimi non inferiori a 1,2 mm (prendendo come riferimento la “x” minuscola), oppure 0,9 mm se le confezioni presentano una superficie inferiore a 80 cm quadrati. Se la superficie della confezione è inferiore a 10 cm quadrati, l’etichetta potrà ripor-tare solo le informazioni principali (denominazione di vendita, aller-geni, peso netto, termine minimo di conservazione, ecc.) disposte nella posizione più favorevole.La scadenza degli alimenti: la data di scadenza dovrà essere presente anche sui prodotti con-fezionati singolarmente.Sull’etichetta dei prodotti scon-gelati dovrà comparire l’informa-zione “scongelato“.L’etichetta dovrà indicare l’even-tuale presenza di acqua in quan-tità superiore al 5% in preparati a base di carne e di pesce.L’etichetta dovrà indicare l’even-tuale presenza di un involucro

non commestibile in salumi in-saccati.Nell’etichetta dovrà essere indica-ta l’eventuale presenza di caffeina superiore a 150 milligrammi nelle bevande diverse dal caffè e dal tè. In questo caso è obbligatoria anche l’avvertenza: “Non racco-mandato per bambini e donne in gravidanza o nel periodo di allattamento”.Gli alimenti immessi sul mercato o etichettati prima del 1 gennaio 2014 che non soddisfano i re-quisiti stabiliti, possono essere commercializzati fino all’esauri-mento delle scorte.Gli alimenti immessi sul mercato o etichettati prima del 13 dicem-bre 2016 che non soddisfano il requisito stabilito riguardante la tabella nutrizionale, possono essere commercializzati fino all’esaurimento delle scorte. È prevista l’uscita di nuove linee guida, deroghe e precisazioni nell’arco dei prossimi mesi, che renderanno più chiara l’applica-zione della normativa.Si consiglia di contattare gli uffici Coldiretti per eventuali verifiche sulle etichette utilizzate. Per informazioni: Coldiretti Asti, Tel. n° 0141.380439.

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Condizionalità 2012Ecco tutte le novità per le imprese agricole

A nche per l’anno 2012 gli agricoltori sono chiamati ad applicare e a confor-

marsi ai nuovi impegni in materia di condizionalità, in base alle normative regionali che recepi-scono il decreto nazionale ema-nato dal Ministero delle Politiche agricole nel dicembre scorso. La novità più importante, introdotta con l’health check della Pac del 2008, consiste nell’introduzione obbligatoria delle fasce tampone lungo i corsi d’acqua, ma non è la sola di interesse per le impre-se agricole. Ecco dunque tutti gli adempimenti da rispettare nel 2012. Introduzione di fasce tampone lungo i corsi d’acqua (Standard 5.2.) – Lungo i corpi idrici superficiali di torrenti, fiumi o canali è prevista l’in-troduzione obbligatoria di una “fascia tampone” di larghezza di 5 metri (stabilmente inerbita con vegetazione spontanea o seminata, oppure arbustiva od arborea) all’interno della quale è vietato effettuare lavorazioni e utilizzare fertilizzanti (se non quanto specificatamente previ-sto nel decreto);Avvicendamento delle coltu-re (Standard 2.2) - Solo nelle Regioni in grado di verificare il mantenimento del livello di sostanza organica (in quanto dotate di sistemi di tracciabilità dell’uso agronomico dei ferti-lizzanti azotati organici) è stata introdotta la possibilità da parte delle aziende di dimostrare il rispetto dell’impegno, durante il periodo in deroga, mediante

interventi di ripristino e senza effettuare le analisi del terreno (in precedenza richieste);Protezione delle acque dall’in-quinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole (Atto A4) - Per le Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto è prevista una deroga al rispetto del massimale di ap-porto di azoto (da 170 kg a 250 kg di azoto per ettaro all’anno) per l’utilizzo di effluenti sui ter-reni posti all’interno delle Zone Vulnerabili ai Nitrati (ZVN);Requisiti minimi del Psr - Gli impegni (che rimangono inva-riati) si applicano alle aziende con terreni che ricadono non soltanto all’interno delle Zone Ordinarie, ma anche nell’ambito

delle Zone Vulnerabili ai Nitrati (in precedenza escluse);Proroga al 15 maggio 2012 del la d iminuzione impegno agro-ambiente - L’articolo 2 del decreto proroga al 15 maggio 2012 la possibilità di prevede-re la modifica in diminuzione delle superfici e/o delle Unità di Bovino Adulto (UBA) a suo tempo dichiarate per il rispetto dell’impegno agro-ambientale dello sviluppo rurale, senza che vi sia l’applicazione di riduzioni, esclusioni o decadenze per difformità delle superfici e/o delle UBA. Norme minime per la protezione dei suini (Atto C 17) - variazione di alcuni re-quisiti di carattere strutturali e gestionale.a

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Considerato il succedersi dei diversi riferimenti nor-mativi in materia di rifiuti

e Sistri, può essere utile fare una ricognizione sintetica dei princi-pali adempimenti oggi a carico delle imprese agricole. Per quanto riguarda l’iscrizione al sistema di

tracciabilità, ricordiamo che sono esonerate le imprese agricole che conferiscono in modo saltuario ed occasionale i propri rifiuti a circuiti organizzati di raccolta. Per quanto riguarda la presenta-zione del cosiddetto Muddino, la dichiarazione Sistri, il termine è,

invece, stato fissato al 30 aprile 2012. Ma vediamo la situazione completa degli adempimenti nella tabella.

Per ulteriori informazioni rivolgersi al servizio ambiente della Coldi-retti, tel. 0141-380408.

ADEMPIMENTO TERMINI RIFERIMENTONORMATIVO

Esonero dall’iscrizione

2 luglio 2012 per le imprese agricole che conferiscono in modo saltuario ed occasionale i propri rifiuti a circuiti organizzati di raccolta Per tutte le altre categorie i termini di iscrizione sono scaduti

• Articolo 39, comma 9 D.Lgs.152/2010 (termine iniziale prorogato dall’articolo 13, comma 4 del DL 29/12/2011, n.216)

Operatività 2 aprile 2012 per i soggetti indicati nell’articolo 1 del D.M. 26/5/2011 (tran-ne quelli indicati dall’articolo 1, comma 5): • produttori di rifiuti pericolosi (comprese le imprese di tra-sporto in conto proprio iscritte all’Albo ai sensi dell’articolo 212, comma 8) con più di 10 dipendenti; • imprese ed enti produttori di rifiuti speciali non peri-colosi, di cui all’art. 184, comma 3, lettere c), d) e g) del d.lgs.152/06 152 con più di 10 dipendenti; • imprese ed enti che raccolgono o trasportano rifiuti spe-ciali a titolo professionale; • imprese ed enti che effettuano operazioni di recupero o smaltimento di rifiuti; • commercianti ed intermediari di rifiuti; • Comuni, enti ed imprese che gestiscono i rifiuti urbani del-la regione Campania. Non prima del 1/6/2012 per i soggetti per i soggetti indicati nell’articolo 1, c.5 del D.M. 26/5/2011: • produttori di rifiuti pericolosi (comprese le imprese di tra-sporto in conto proprio iscritte all’Albo ai sensi dell’articolo 212, comma 8) che hanno fino a 10 dipendenti

• Articolo 1 del D.M. 26/5/2011;• Articolo 6, comma 2 del DL 13 agosto 2011, n. 138 (convertito con L.14/09/2011, n. 148); • Articolo 13, comma 3 del DL 29/12/2011, n.216; • Articolo 6, comma 2 del DL 13 agosto 2011, n. 138 (convertito con L.14/09/2011, n. 148); • Articolo 6, comma 2, lettera f-octies del D.L. n. 70/2011 (convertito con leg-ge 12/7/2011, n.106)

Dichiarazione SISTRI

(cosiddetto muddino)

30 aprile 2012 Per i produttori di rifiuti e le imprese e gli enti di recupero e i smaltimento dei rifiuti tenuti alla presentazione del MUD ai sensi dell’articolo 189 del D.Lgs.152/06 (nella versione pre-cedente alle modifiche apportate con il D.Lgs.205/10). Categoria di interesse per le imprese agricole: produttori di rifiuti pericolosi con volume di affari > di 8000

• Articolo 28, comma 1 del D.M.18/2011, n.52ș • D.M.12/11/2011

Rifiuti e SistriGli adempimenti per le imprese agricole

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La Corilicoltura piemontese è la n° 1Interessante incontro tecnico a Bubbio l’11 febbraio scorso

Grazie alla profonda pas-sione del signor Ernesto Roveta, è diventato ormai

un appuntamento tradizionale quello tenutosi sabato 11 febbraio a Bubbio per affrontare le proble-matiche tecniche della coltivazione del nocciolo.Nella bella cornice del Castello, erano presenti almeno 300 perso-ne, per seguire le nozioni tecniche divulgate da Coldiretti, con i tec-nici Alberto Pansecchi e Daniele Di Matteo, sotto la supervisione di uno dei maggiore esperti del settore corilicolo, il professor Alessandro Roversi dell’Universita Cattolica di Piacenza.Un vero e proprio evento a dimo-strazione di come la corilicoltura piemontese stia assumendo sem-pre più una dimensione importan-te, solo nell’Astigiano si coltivano circa 3mila ettari di noccioleto della varietà tonda gentile trilobata, di cui il 30% iscritta all’Albo IGP Nocciola del Piemonte.Sotto l’impulso della crescita qua-litativa, in questi anni sono stati stipulati importanti accordi di filiera che hanno garantito alle industrie forniture puntuali e ai produttori un prezzo adeguato.“Gli accordi stipulati a livello regio-nale, in linea col progetto Coldiretti di “Una filiera agricola tutta italia-na”, con la Sebaste e Novi, hanno contribuito a rivitalizzare il settore che oggi garantisce una buona remunerosità”, ha sottolineato il presidente provinciale Coldiretti, Maurizio Soave, intervenuto al convegno con il direttore, Antonio Ciotta.All’incontro ha anche preso parte la Novi Dufour che ha elencato i desiderata delle industrie, fornen-do ai produttori importanti punti di riferimento per soddisfare il mercato. Ad esempio la qualità

deve essere uniforme, il frutto il più possibile tondo e facilmente pelabile.Dal punto di vista tecnico si è parlato dell’Eriofide, un’avversità da non sottovalutare, di prodotti spollonanti, degli interventi contro la cimice, di inerbimento, nutrizio-ne fogliare e di irrigazione.Il professor Roversi ha relazionato naturalmente sulla qualità delle barbatelle di nocciolo e poi, sulla nutrizione minerale e la concima-zione del noccioleto. Da sottolineare come in questo ultimo caso siano stati divulgati i dati di una ricerca specifica in materia, dopo oltre un secolo che non veniva più affrontata la problematica nutrizionale delle piante. In definitiva, la corilicol-tura piemontese, oggi è in pieno sviluppo, soprattutto grazie alle sue qualità indiscusse, come ha sottolineato lo stesso professor Roversi: “Quando, nel mondo, si fanno paragoni fra tutte le produ-zioni, la tonda trilobata prodotta in Italia, non ha rivali. Mi è suc-cesso ad una degustazione negli Stati Uniti, in Oregon: quando è

entrata la “tonda”, ancora prima di assaggiarla tutti i maggiori esperti mondiali avevano già un approccio positivo. Non dobbiamo, dunque, avere timori, abbiamo il prodotto migliore del mondo”.Soddisfazione per Ernesto Roveta (che in questo momento ha a di-mora nel suo vivaio circa 100 mila barbatelle) sia per l’ottima riuscita dell’incontro, che per l’alto profilo a cui si è potuto assistere.”.

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Folta partecipazione l’11 febbraio scorso al bellissimo Castello di Bubbio

Ernesto Roveta

Il professor Alessandro Roversi

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Perucca leader regionale dei giovaniNominato il 10 febbraio dall’Assemblea Coldiretti Giovani Impresa

Premio Oscar Green 2012Sono aperte le iscrizioni sul sito internet

dario Perucca da tre anni delegato provinciale di Giovani Impresa Cuneo è

stato eletto, il 10 febbraio scorso, delegato regionale in sostituzione di Roberto Moncalvo ora presidente della Coldiretti di Torino.Dicono Paolo Rovellotti e Bruno Rivarossa – presidente e direttore di Coldiretti Piemonte – “Ringraziamo Roberto Moncalvo per la dispo-nibilità e il lavoro svolto in questi anni. Nonostante il suo mandato terminasse a luglio 2013, ha ritenuto dopo essere stato eletto presidente della Coldiretti Provinciale di Torino, di lasciare, per consentire ad un altro giovane di maturare l’espe-rienza di delegato regionale del movimento Giovani Impresa Col-diretti. Moncalvo continuerà quindi ad essere un punto di riferimento determinante per la progettualità della Coldiretti piemontese forte del suo nuovo incarico e dell’espe-rienza maturata come responsabile del movimento giovani impresa a livello regionale”. Nel suo intervento Dario Perucca ha ricordato l’importanza strate-

gica dell’agricoltura nella ripresa complessiva dell’economia ed ha evidenziato come i giovani dediti alla attività agricola siano negli ultimi anni in costante aumento. Di qui l’impegno a lavorare per la realizzazione della progettualità economica di Coldiretti Piemonte sia attraverso i contratti di filiera che la valorizzazione delle produzioni made in Italy che rappresentano un importante richiamo per i giovani che continuano a occuparsi nell’ attività agricola.Dario Perucca ha trent’anni, è un allevatore della pregiata razza bovina piemontese nell’azienda di famiglia. Da sette anni si dedica a tempo pieno all’azienda agricola che aderisce ai Consorzi di Tutela e Valorizzazione della razza piemon-tese e nell’ultimo anno ha iniziato un progetto di commercializzazio-ne della carne prodotta nella sua azienda con una linea di marketing dedicata ai trasformati.A seguito il diploma di perito meccanico ha lavorato presso aziende del settore e si è dedicato all’azienda di famiglia nel tempo

libero. Dopo cinque anni la scelta definitiva: essere imprenditore agricolo a tempo pieno.Da tre anni è delegato provinciale di Giovani Impresa Cuneo e mem-bro di giunta della Federazione provinciale.Ha al suo attivo una comprovata esperienza imprenditoriale che ha sviluppato in piena armonia con Coldiretti e con la progettualità di Campagna Amica.

Con l’anno nuovo si riapro-no le iscrizioni del Premio Oscar Green.

Il concorso nazionale organizzato da Coldiretti Giovani Impresa con l’alto patronato del Presidente della Repubblica, giunge quest’anno alla sua sesta edizione.Dal 31 Gennaio 2012 le imprese agricole, anche cooperative, che pensano di aver attivato progetti in-novativi, possono registrarsi al sito

internet www.oscargreen.it dove, oltre al formulario di iscrizione, potranno scaricare il regolamento del 2012.Poi si potrà scegliere la categoria del concorso a cui partecipare. Al concorso possono partecipare tutti gli imprenditori agricoli ed agroalimentari, singoli o associati, che abbiano meno di 40 anni di età fatta eccezione per la Categoria “In-filiera”.

Le iscrizioni ad “OSCAR GREEN 2012” rimarranno aperte fino al 30 Marzo 2012.

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Delegato Dario Perucca

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Ecco il vestito del “Salame del Cordino Rosso”Giovedì a Cisterna è stato presentato l’atto prima della commercializzazione

“Campagna e Città”Nuova iniziativa editoriale Coldiretti e Touring Club Italiano

Un salame totalmente natu-rale, con il miele al posto dei conservanti, dal sapore

dolce e impreziosito dal vino Terre Alfieri.E’ il Salame del Cordino Rosso. Prodotto, secondo i criteri di un preciso disciplinare produtti-vo, dai maestri salumieri di San Damiano d’Asti (Agrimacelleria San Salvatore di Cascina Piana, Antonio Valsania di Vascagliana e Macelleria Sibona di Via Roma), di Cisterna d’Asti (Valter Gallino di fr. Valle San Matteo), di Ferrere d’Asti (Agrisalumeria Luiset e Macelleria Duretto) e di Tigliole (Agrimacelleria del Bricco Gallo).Proprio in questi giorni sono en-trati in produzione i primi salami e giovedì scorso è stato compiuto l’ultimo atto prima di procedere nella commercializzazione. Prati-camente è stato presentato quello che diventerà il vestito di questo

pregiato salume, il suo Cordino Rosso.Si tratta di una corda in lattice alimentare, prodotta da un’im-portante aziende del territorrio, di Cisterna d’Asti, la Fra Prodaction leader mondiale nella fabbrica-zione di corde e reti alimentari e medicali.

dariNuova iniziativa editoriale Coldiretti e Touring Club Italiano “Campagna e città

– Dialogo fra due mondi in cerca di nuovi equilibri”. E’ il titolo del volume presentato a Milano da Coldiretti e Touring Club Italiano e che verrà distribuito in esclusiva ai 350.000 Soci Tci per l’anno 2012. In occasione dell’evento sono stati illustrati i risultati di una ricerca condotta da Swg che esprimono una valutazione quantitativa del valore aggiunto che apporta il territorio sui pacchetti turistici. Dall’indagine, infatti, risulta che nella scelta di una meta turistica la

presenza di bellezze naturalistiche e paesaggistiche incide per il 55%, seguiti da cultura arte e storia (49%), relax (33%), divertimento (22%) e gastronomia (21%). Il paesaggio è quindi un elemento al quale i turisti non vogliono rinunciare: togliendo la compo-nente ambientale da un ipotetico pacchetto turistico, il valore cala di 46 punti (passando dal valore iniziale di 100 a 54). “Città e campagna nella nostra storia sociale ed economica non vanno viste separate e distanti; sa-rebbe un errore perché da sempre rappresentano dei componenti del-

la società in continua connessione e mutuo rapporto – ha sottolineato il presidente della Coldiretti Sergio Marini -. Una interrelazione che ha permeato abitudini e vita quotidia-na della gente che oggi più che mai riconosce i primati dell’agricoltura italiana che è divenuta leader nel mondo con primati assoluti sul piano qualitativo, ambientale e sanitario. È questa l’agricoltura che Coldiretti rappresenta nella nuova stagione caratterizzata da rapporti più stretti tra agricoltori e consu-matori. Un’agricoltura che vive una nuova centralità nel Paese, al servizio del bene comune”.

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