Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

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A cura dI Diego Cordioli NOVEMBRE 2013 Registrazione al Tribunale di Verona n. 2984/12 Come dire: “Casa dolce casa” L’EDITORIALE di Diego Cordioli Il traforo delle Torricelle: favorevoli o contrari? NOTIZIE DELLA CITTA’ articolo a pag. 5 Tosi: “Ricostruiamo il Paese” di Aventino Frau articolo a pag. 3 PRIMO PIANO Nassyria dieci anni dopo di Enrico Buttitta SCUOLA & ISTRUZIONE articolo a pag. 8 Pensare in GRANDE Il Giornale dei Veronesi ritorna, dopo un mese di pausa che ci ha dato l’oc- casione di cambiare, rinnovandoci ed innovandoci, per ambire a un prodotto editoriale sempre migliore. Gli obiet- tivi restano alti, come le ambizioni di questa testata, che non si fa scoraggia- re dalla difficile situazione economica, che pure rischia di mettere alla prova la sopravvivenza di questo, come di molti altri giornali, ma continua a procedere con orgoglio e a pensare in grande. Al posto di alcune rubriche consuete a cui eravate abituati, troverete nuovi artico- li che spaziano da questioni d’interesse nazionale ai temi che più hanno fatto discutere l’opinione pubblica nel corso del mese, anche a livello locale.Temati- che di grande attualità, che confidiamo siano occasione per un dibattito con i lettori; a questo proposito, in fondo ad alcuni articoli, abbiamo proposto un in- terrogativo:“Cosa ne pensi?”. In questo modo, i lettori che vogliono esprime- re la loro opinione in merito, possono scriverci alla mail di redazione, la quale si riserverà la possibilità di pubblicare i contributi più interessanti. Se volete dar voce alle vostre idee, questo è lo spazio giusto. Uno spazio che cerca di includere sempre di più altre realtà, anche a livello locale, che non riguar- dano solo la città di Verona, Villafran- ca e i comuni limitrofi. Nuovi comuni infatti entrano a far parte del nostro giornale, nuove voci, altre prospettive. Ma perché il pensare in grande possa trasformarsi in un grande pensiero, in un grande progetto, c’è bisogno anche di voi lettori, del vostro interesse, della vostra partecipazione. Leggeteci, se- gnalate i temi che più vi incuriosiscono, dibattete, entrate a far parte, anche voi, in modo attivo, di un’informazione che include tutti noi, che non ci lasciamo abbattere il morale, ma continuiamo, imperterriti, a pensare in grande. Fieracavalli a cura di Nadia Puttini EVENTI & FIERE articolo a pag. 11 La casa come bisogno e come diritto: dall’ATER, Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica, al nostro Giornale, la casa ideale dove trovano accoglienza sempre più comuni veronesi... I presepi in Arena ci saranno! NOTIZIE DELLA CITTA’ articolo a pag. 6 Verso Monet: la mostra in Gran Guardia NOTIZIE DELLA CITTA’ articolo a pag. 7

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Page 1: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

A cura dI Diego Cordioli

NOVEMBRE 2013Reg is t raz ione a l Tr ibuna le d i Verona n . 2984/12

Come dire: “Casa dolce casa”L’ E D I TO R I A L E d i Diego Cordiol i

Il traforo delle Torricelle: favorevoli o contrari?

NOTIZIE DELLA CITTA’

articolo a pag. 5

Tosi: “Ricostruiamo il Paese” di Aventino Frau

articolo a pag. 3

PRIMO PIANO

Nassyria dieci anni dopo di Enrico Buttitta

SCUOLA & ISTRUZIONE

articolo a pag. 8

Pensare in GRANDE

Il Giornale dei Veronesi ritorna, dopo un mese di pausa che ci ha dato l’oc-casione di cambiare, rinnovandoci ed innovandoci, per ambire a un prodotto editoriale sempre migliore. Gli obiet-tivi restano alti, come le ambizioni di questa testata, che non si fa scoraggia-re dalla difficile situazione economica, che pure rischia di mettere alla prova la sopravvivenza di questo, come di molti altri giornali, ma continua a procedere con orgoglio e a pensare in grande. Al posto di alcune rubriche consuete a cui eravate abituati, troverete nuovi artico-li che spaziano da questioni d’interesse nazionale ai temi che più hanno fatto discutere l’opinione pubblica nel corso del mese, anche a livello locale. Temati-che di grande attualità, che confidiamo siano occasione per un dibattito con i lettori; a questo proposito, in fondo ad alcuni articoli, abbiamo proposto un in-terrogativo: “Cosa ne pensi?”. In questo modo, i lettori che vogliono esprime-re la loro opinione in merito, possono scriverci alla mail di redazione, la quale si riserverà la possibilità di pubblicare i contributi più interessanti. Se volete dar voce alle vostre idee, questo è lo spazio giusto. Uno spazio che cerca di includere sempre di più altre realtà, anche a livello locale, che non riguar-dano solo la città di Verona, Villafran-ca e i comuni limitrofi. Nuovi comuni infatti entrano a far parte del nostro giornale, nuove voci, altre prospettive. Ma perché il pensare in grande possa trasformarsi in un grande pensiero, in un grande progetto, c’è bisogno anche di voi lettori, del vostro interesse, della vostra partecipazione. Leggeteci, se-gnalate i temi che più vi incuriosiscono, dibattete, entrate a far parte, anche voi, in modo attivo, di un’informazione che include tutti noi, che non ci lasciamo abbattere il morale, ma continuiamo, imperterriti, a pensare in grande.

Fieracavalli a cura di Nadia Puttini

EVENTI & FIERE

articolo a pag. 11

La casa come bisogno e come diritto: dall’ATER, Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica,

al nostro Giornale, la casa ideale dove trovano accoglienza sempre più comuni veronesi...

I presepi in Arena ci saranno!

NOTIZIE DELLA CITTA’

articolo a pag. 6

Verso Monet: la mostra in Gran Guardia

NOTIZIE DELLA CITTA’

articolo a pag. 7

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Morti sul lavoro in Italia e nel Veneto

Siamo tutti spiati? Il caso “datagate”

Morti bianche, morti che si sarebbero potute evi-tare, nella maggior par-te dei casi, con maggiore attenzione alla preven-zione degli incidenti e con l’adozione di miglio-ri misure di sicurezza. Se il lavoro nell’Italia di oggi sembra un miraggio, che a morire siano i lavoratori, non può che rappresenta-re una vera tragedia nella tragedia. Chi un lavoro ce l’ha, deve essere assicu-rato dai rischi del lavoro che fa ed essere messo al sicuro. L’Italia è tra i pri-mi posti in Europa per i morti sul lavoro: un triste primato che sarebbe ora di non riconfermare più. E nel nostro Paese, come si colloca la regione Veneto? Male, malissimo. E’ infatti nei primi posti, per nu-mero di morti sul lavoro. Si muore soprattutto fa-cendo lavori agricoli, nei campi, o lavorando per il

settore delle costruzioni. Dall’inizio dell’anno, sono stati 39 i morti sul lavoro nel Nordest e nelle stati-stiche nazionali, stando ai dati dell’Osservatorio si-curezza sul lavoro di Vega Engineering, il Veneto si colloca quinto, per nume-ro di morti, dopo Lom-bardia (al vertice), Emilia Romagna, Campania e Sicilia. Rispetto alla mor-talità dello scorso anno, i morti di quest’anno sono diminuiti di circa il 28 per cento. Le fasce di età più a rischio, sono, secondo lo studio, le persone sopra i 65 anni e la fascia dai 45 ai 54 anni. Serve maggior sicurezza per i lavorato-ri: non si può rischiare di morire lavorando. In occasione della Giornata per le Vittime degli In-cidenti sul Lavoro, sono state tante le iniziative in tutta Italia, per non di-menticare chi ha perso la

Si lavora per vivere, ma lavorando si può morire. A Ottobre si è celebrata la giornata per le vittime degli incidenti sul posto di lavoro; e nelle statistiche nazionali, il Veneto è tristemente in cima alla graduatoria per numero di morti

Con datagate si intendono le indiscrezioni rivelate da Edward Snowden, ex tecnico della NSA e della CIA, in merito al controllo del traffico internet e telefonico da parte degli U.S.A. e del Regno Unito. C’è il rischio che anche noi possiamo essere spiati?

2 11 13Primo Piano

A cura dI Elisa Zanola

La fuga di notizie segre-te non è nuova: da Wi-kiLeaks, arriviamo fino a Snowden, che ha rivelato al mondo l’esistenza di programmi di sorveglian-za di massa, che hanno reso noto come l’ammi-nistrazione americana e britannica fosse in grado e avesse messo in atto dei sistemi per spiare, controllare e carpire in-formazioni. Il fatto che anche la più importante esponente politica tede-sca, Angela Merkel, fosse intercettata e spiata, la dice lunga, sia sui delica-ti equilibri internazionali, che sulla situazione della privacy di ciascun citta-dino. Se le nuove tecno-logie hanno innumerevoli vantaggi, dall’abbreviare i tempi di comunicazione

al ridurre le distanze, si ha però l’impressione che tutto quello che facciamo possa essere posto sot-to controllo. La doman-da è se questi controlli siano davvero la risposta più efficace ed efficiente al bisogno di sicurezza di uno stato o di un singolo individuo… Una risposta non è semplice. Se da un lato le tecnologie si sono sostituite alle testate nu-cleari della guerra fredda, consentendo all’Occi-dente un periodo di non belligeranza interna rela-tivamente lungo, dall’altro sappiamo quanto questa sorveglianza possa pesa-re e che potrebbe bastare poco per creare tensioni internazionali molto forti. Come è accaduto con il datagate. Quanta sovra-

vita lavorando e per sen-sibilizzare l’opinione pub-blica affinché il numero di morti sul lavoro possa ri-dursi sempre di più. Tra le proposte e le manifesta-zioni, #Cancellato, voluto dall’Associazione Nazio-nale Mutilati e Invalidi del Lavoro, che in una sug-gestiva performance ha cancellato alcuni dei più famosi monumenti delle città italiane, apponendo su di essi il tag “#Cancel-lato”. L’obiettivo: quello di attirare l’attenzione della cittadinanza sul fe-nomeno degli infortuni sul lavoro e ricordare che una Repubblica, come la nostra, fondata sul lavoro, non può permettersi di lasciar morire i lavoratori.

Cosa ne pensi? Se vuoi dire la tua opinione in merito, puoi scrivere alla mail di redazione, a:[email protected].

nità ogni stato è disposto a cedere per mantenere questi delicatissimi equi-libri? E’ una domanda a cui è difficile risponde-re, come è difficile capi-re quanta della propria privacy e della propria libertà individuale, siamo, come cittadini, disposti a cedere in cambio del-la sicurezza personale. Si configurano scenari che vanno oltre le previsio-ni di Orwell del Grande Fratello; e l’immagine del-le reti, di internet e tele-foniche, come un panop-ticon da cui è possibile sorvegliare e controllare tutti, è sempre più reale.

Cosa ne pensi? Se vuoi dire la tua opinione in merito, puoi scrivere alla mail di redazione, a: [email protected].

Page 3: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

A cura dI Diego Cordioli

Primo Piano

A cura di Aventino Frau

Flavio Tosi: “Ricostruiamo il Paese”

I morti di Lampedusa, emigrazione e confini

Verona ha qualche buon motivo per riflettere sulla politica nazionale e locale, soprattutto da quando il suo sindaco si è messo in testa di essere un leader nazionale e, imitando Renzi, vuole par tecipare a pre-sunte e poco probabili primarie del centrodestra… Ultima novità, la fondazione “Ricostruiamo il Paese”.

di Aventino FrauDimenticando di essere il segretario nazionale veneto della Lega, uscito dai confini, ha presentato la sua fondazione a Mantova, dove in verità c’era parecchia gente, anche se molti erano i veronesi.La fondazione ambiziosamente si chiama “Ricostruiamo il Paese”. Tosi, facendo dimenticare il suo passa-to di leghista duro e puro, è poi an-

dato in Sicilia, dove il senso dell’o-spitalità è più forte, non solo per gli stranieri che arrivano in barca.Certo la fondazione ha un suo do-cumento programmatico ma è soprattutto la cassa per le futu-re iniziative e sarebbe interessante vedere come e da chi è finanziata.Il documento programmatico non esprime novità, non è caratterizzato da un progetto particolare, esprime anche buone idee ma sono quelle che girano ovunque, solo che nessu-no le realizza né a destra né a sinistra.Certo rimane difficile immaginare Tosi che sostituisce Berlusconi nel coman-do del centrodestra e per di più at-traverso primarie che non ci saranno.La Lega non è proprio in grado, dopo aver ottenuto la presidenza di Piemon-te, Lombardia e Veneto, di ottenere di più dalla “nuova” Forza Italia e non

sono più entrambe la forza galop-pante della prima fase di questa sta-gione politica ormai giunta al declino.Né basta lo slogan lanciato da Tosi a Mantova che ci vogliono i quarantenni al posto degli ottantenni. Troppo facile.In realtà Tosi sta dormendo sonni poco tranquilli. Il suo mito è stato costrui-to dalla tv e dalla stampa che, infatti, vive ancora di rendita sul personaggio e tace su quanto sta avvenendo a Ve-rona, dove il mito sta cadendo a pezzi.Il suo potente ufficio stampa, così bra-vo a valorizzare il personaggio, proba-bilmente ora ha notevoli difficoltà che Tosi (anzi la giunta) non può sempre affrontare con querele ai giornali, fa-cendo pagare le spese legali ai cittadini.Senza voler eccedere nei giudizi, pare però ormai chiaro che la gestione del potere comunale non sta dando se non risultati assai grami. La città

sembra attonita di fronte all’azio-ne della magistratura e agli scandali nei quali si trova l’amministrazione che ormai lambiscono (per usare un termine leggero) la direzione politi-ca e non è detto che si fermino qui.Ne nasce, inevitabile, il problema del-la responsabilità politica, della capacità di gestione della dirigenza, della scelta degli uomini, per il controllo che un capo deve esercitare, aldilà degli inte-ressi, del familismo, del clientelismo.Dov’è la nuova classe dirigente dei quarantenni, dove il promesso rinno-vamento che è fatto dal metodo, dagli impulsi dei capi, dalla volontà politica?Mentre la casa brucia, non si possono dare lezioni dalla tv nè voler ricostru-ire l’Italia quando pure la città è un impegno troppo gravoso e mal gestito.Dopo quanto sta avvenendo c’è da ricostruire Verona, trovare una nuova

dirigenza, basata sulle scelte importan-ti, su una strategia per la città, sul ri-cambio della dirigenza, sulla costruzio-ne di un potere democratico che non si fermi solo al momento elettorale.Bisogna indagare anche nel pro-prio esercito, tra i propri colonnelli ed essere politicamente capaci an-che di rischiare qualche amicizia.Quando ad Aristotele chiedevano come mai avesse criticato: Platone, suo amico, rispose “Amicus Plato sed maius amica veritas” Platone mi è ami-co ma ancor più mi è amica la verità.Se si preferisce l’amico alla verità, biso-gnerà poi arrendersi alla stessa e pagar-ne il conto che è salato, in responsabi-lità, in credibilità, in fiducia dei cittadini.Non è necessariamente un conto giudiziario: non esiste solo il codi-ce penale ma anche quello politico e morale. Altro che ricostruire l’Italia.

Le emozioni determinate da ogni vi-cenda tragica ci portano una forte sofferenza, talvolta ci aprono gli occhi su situazioni sottovalutate, ci obbliga-no a comportamenti che la situazione rende necessari. Non devono però determinare, di per se stesse, decisioni politiche che devono essere raziona-li, fredde, illuminate dalla conoscen-za e dall’intelligenza, dalla seria analisi delle conseguenze di ogni decisione.Le centinaia di bare allineate nel ca-pannone di Lampedusa fanno una sconvolgente impressione per la loro quantità improvvisa ma non sono di-verse dalle decine che con regolarità sono utilizzate e, peggio ancora, dal-le quantità sconosciute di emigranti annegati senza funerali, direttamente persi nel mare. E tutti lo sappiamo.È anche naturale proclamare la ver-gogna pur senza dire di chi: dell’I-talia, dell’Europa, del Medio Orien-te e dell’Africa, del mondo intero?Durante i convegni organizzati dal car-dinal Martini, parecchi anni fa, per la “cattedra dei non credenti”, mi colpì un dibattito sul “silenzio di Dio”. Ricordo che si parlava del dramma della shoa, dei milioni di persone portate al dolore e alla morte. Era una vergogna, voluta da uomini contro uomini, con ferocia inaudita. Qualcuno si chiedeva come Dio potesse averla consentita, dov’era mentre tutto avveniva, mentre il mondo di Caino distruggeva quello di Abele, di

innocenti civili e inermi. Ognuno di noi, ha responsabilità di quanto avviene nel mondo, piccola o grande, per azione o omissione. Né bisogna dimenticare al-tri veri e propri genocidi, quello degli armeni alla fine dell’impero ottomano, e quelli dei cristiani in America Latina contro i nativi e dei romani contro i cristiani e le persecuzioni staliniane in Unione sovietica e quelle cinesi contro i tibetani, i musulmani, gli iuguri, i catto-lici e quelle di inglesi, olandesi, tedeschi, portoghesi e in generale degli europei in Africa e India. E si potrebbe continuare.Nè va dimenticata una nuova for-ma di persecuzione non sanguinosa ma altrettanto forte e più moderna: quella della finanza, del grande ca-pitale che con le sue scelte induce all’impoverimento, alla disoccupazio-ne, alla miseria intere aree del mondo.È forse l’umanità intera che deve ver-gognarsi, delle guerre, delle persecu-zioni, dell’inciviltà, nelle lotte religiose, dell’egoismo dei potenti, nelle debo-lezze degli uomini. La vergogna a quel punto è del mondo e i più saggi o i più intelligentemente egoisti devono difen-dersi con politiche serie, ragionate, che tengano conto della realtà umana che deve sostenerle; partendo dalla con-siderazione che il mondo, da sempre,vede il conflitto tra ricchezza e po-vertà, tra forza e debolezza, tra fedi diverse, in una lotta per la so-pravvivenza continua di ognuno.

In particolare l’Europa è circonda-ta da fonti migratorie e la lotta con-tro l’immigrazione clandestina è un problema d’immensa portata, qua-si irresolubile, forse solo limitabile.Nella parte più civile del mondo certo molte cose sono cambiate, i diritti si sono, almeno formalmente affermati e i grandi genocidi non ci sono più, an-che se non sono morte le tentazioni e l’uso di strumenti di grande deter-renza e di simili conseguenze generali.Se è vero dunque che il mondo va sempre più globalizzandosi, va anche affermato il diritto di ogni popolo, che è figlio della sua storia, di mantenere la propria identità, cultura, modo di essere, tradizioni, lingua e quant’altro rappresenta la propria configurazione.Per queste ragioni vi sono i confini, un sistema di difesa, di ordine pub-blico, di norme che vanno rispet-tate da chi sta all’interno di ogni Stato, grande o piccolo, nazionale o federale, autoritario o democratico.Quando si parla di immigrazione come fatto contra legem, si dice una cosa banale. Chiunque entra in un altro stato senza un regolare passaporto e un visto d’ingresso, dove previsto, è in una situazione illegale. In caso si può discutere della pena che è in ge-nere di espulsione. Rappresenta, in-fatti, un grosso errore quello della soluzione penale che riempie i tribu-nali e affolla le carceri, costando allo

Stato senza risolvere alcun problema.Non si doveva fare e oggi il revo-care tale norma diventa un cattivo messaggio se non inserito in un con-testo di norme regolatrici efficaci.Inoltre, in base ai trattati, i confini valica-ti, nel nostro caso, sono italiani e insieme europei, il dovere di difesa, vista la libera circolazione interna, tocca all’Europa.I Paesi di Europa hanno però sottoscrit-to il trattato di Dublino che scarica sul Paese ricevente tutto il peso dell’immi-grazione clandestina che vi si riversa sia per le ragioni politiche che giustificano, nei casi di guerra e persecuzione, l’asi-lo politico, ma anche per ragioni eco-nomiche, la ricerca del lavoro, la fuga dalla miseria, la speranza di vita migliore.I problemi che sorgono sono molti ma non vanno affrontati nè con l’apparen-te, ma solo tale, demagogica “ferocia” leghista né con il buonismo irrespon-sabile che produce altrettanti danni.

Anche il dibattito tra ius sanguinis e ius soli non può essere uno scontro di teo-rie. Lo ius soli è applicato nelle Americhe, tutti paesi di immigrazione, scarsamente popolati rispetto all’Europa dove, peral-tro, con regole diverse, vige solo in Fran-cia, Gran Bretagna, Finlandia e Grecia.Altra cosa è applicarlo in condizioni diverse come l’Italia, Paese più di fron-tiera. Ricordiamo che il Canada ha una densità di quattro persone per chi-lometro quadrato, gli Stati Uniti 31, il Brasile 22, la Germania 230, l’Italia 202.Ecco perché lo ius soli deve essere regolato con criteri precisi, razionali, nel quadro della situazione nazionale.Bisogna evitare che il Mediterraneo continui a essere il cimitero dei fuggitivi. Dopo esser stato per tanti secoli quel-lo dei combattenti, dei trasportatori, di genovesi, veneziani, turchi, fenici, musul-mani e crociati. Quando il Mediterraneo e l’Europa erano il centro del mondo.

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Con i paesi Nordafricani bisogna fare patti chiari, per quanto possibile, e comunque schierare Frontex

davanti ai loro confini di mare. Anche per tutelare gli stessi migranti e colpire le mafie del traspor to

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4 Notizie dalla Città

A cura dI Diego Cordioli

ATER: la casa come bisogno e come dirittoE’ ancora possibile dire “Casa dolce casa”? Lo chiediamo a Niko Cordioli,

Presidente dell’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica della Provincia di Verona (ATER).

Tutti gli uomini hanno biso-gno di una casa, di un riparo, di uno spazio dove vivere da soli o in più persone. Ma in tempi di crisi, qual è la solu-zione? Il disegno dunque è quello delle problema-tiche di accesso alla casa che esistevano cin-quant’anni fa?Per certi aspetti è proprio così. La classe media va sem-pre più assottigliandosi, la-sciando spazio ad un’ampia fascia debole, che fatica ad ottenere prestiti dagli istituti bancari per poter acquistare una casa dal libero mercato. Il nostro compito è occupar-ci di loro e studiare propo-ste e soluzioni concrete.Ci spieghi meglio di quali opportunità sta parlan-do. Cosa può fare ATER per dare risposte?Anzitutto abbiamo pensato ad un sistema di pagamen-to rateale direttamente con ATER, che permetta quindi di acquistare un apparta-mento, versare un acconto nel momento del rogito e poi scegliere di corrisponde-re il restante importo in rate mensili fino ad un massimo di vent’anni, direttamente a noi, che a garanzia della for-ma dilazionata di pagamento iscriveremo ipoteca sull’im-mobile. Seconda, ma certo non meno importante, l’op-portunità per gli assegnatari di acquistare l’alloggio, dove già vivono in locazione, at-tuabile grazie all’approvazio-ne, da parte della Regione Veneto, del Piano straordina-rio delle vendite.Di cosa si tratta nel con-creto?Nel luglio 2013 la Regione ha deliberato il Piano stra-

tegico delle politiche della casa nel Veneto, facendo così divenire pienamente efficace il nostro Piano straordinario vendite. Questo permetterà, entro i prossimi cinque anni, di vendere buona parte del patrimonio immobiliare di ATER, ma a coloro che già vi abitano o ai loro familiari conviventi, purchè siano lo-catari da almeno cinque anni ed in regola con tutti i canoni ed oneri accessori. Il prezzo di vendita sarà determinato sulla base di legge regionale e commisurato alla capacità economica degli acquiren-ti. A seguito di una perizia e tenendo conto dei prezzi di mercato sarà individua-to l’importo di vendita, che però subirà delle riduzioni in considerazione all’area di appartenenza dell’assegnata-rio, che in quel momento si trasforma in acquirente.Ci faccia capire di quanti alloggi stiamo parlando?Il Piano include complessiva-mente 3225 alloggi per 2800 dei quali è già stata avviata un’azione di valutazione tra gli assegnatari, per capire quanti sarebbero intenziona-ti a divenire proprietari. Ad oggi abbiamo avuto un 10% di riscontri positivi e poco più di cinquecento riscontri negativi. Ma il tempo a dispo-sizione è ancora molto e sia-mo fiduciosi che le adesioni crescano.Quanto conta ATER sui proventi derivanti da questo Piano di vendite?Inutile nascondere che ci contiamo parecchio, ma vorrei subito sgombrare il campo da equivoci, noi non siamo chiamati ad avere uti-li milionari, ma ad ammini-strare le risorse per creare nuove possibilità residen-ziali. E vado a spiegare quali sono le ricadute positive che questi introiti porterebbe-ro. Potremmo continuare sulla strada già intrapresa, e fortemente condivisa anche dall’ANCE, dell’acquisto dei complessi già finiti ed inven-duti, ridando così slancio al comparto dell’edilizia, dimi-nuendo i tempi di attesa per coloro che affollano le gra-

duatorie per le assegnazioni ed evitando di continuare a cementificare inutilmente, tutelando così anche l’am-biente in cui viviamo. Infine il “risparmio nel guadagno”, ovvero gli alloggi vendu-ti non graveranno più sulle casse dell’ATER per quanto riguarda la manutenzione e di conseguenza avremo delle ulteriori risorse da poter im-piegare per la conservazione ed il miglioramento del re-stante patrimonio di nostra proprietà.Un tema caldo quello della manutenzione de-gli alloggi e molte volte balzato agli onori del-la cronaca. Una sorta di spina nel fianco della ge-stione aziendale?Non la definirei una spina nel fianco. La manutenzione è un nostro dovere, che purtrop-po abbiamo sempre più diffi-coltà a porre in essere come vorremmo a causa della man-canza di fondi. Quest’argo-mento, giustamente, è di dif-ficile comprensione per chi abita in alloggi con problemi di infiltrazioni, di umidità o di isolamento termico ed è da qui che spesso nascono i casi clamorosi a cui fa riferimen-to. Piacerebbe molto anche a noi poter far fronte sempre e in tempi rapidi a tutte le si-tuazioni critiche che ben co-nosciamo. Dobbiamo invece razionalizzare le spese e au-gurarci che vi siano maggiori contributi da parte della Re-gione Veneto da investire in questo campo.Quindi la parola d’ordine per il futuro è recupera-re?Certo, il recupero e la riqua-lificazione energetica degli edifici esistenti devono es-sere il tema centrale per l’e-dilizia residenziale pubblica. Come spesso si sente dire “ce lo chiede anche l’Euro-pa”, che non a caso ha creato un Fondo Europeo di Svilup-po Regionale al cui interno la Regione Veneto ha istitui-to un Programma Operativo Regionale (POR) attraverso il quale è stato erogato un fi-nanziamento di 18 milioni di euro da ripartire tra le ATER

del Veneto per intervenire sugli edifici esistenti, per l’in-cremento delle prestazioni energetiche degli alloggi in disponibilità. Per l’ATER di Verona si tratta di una boc-cata di ossigeno pari a circa 2 milioni e ottocentomila euro, che consentirà di met-tere mano a 13 edifici dislo-cati in una decina di comuni del territorio provinciale ve-ronese, per un numero com-plessivo di 82 alloggi. Ora

grazie a questi fondi sarà possibile realizzare 14500 mq di cappotto, 1050 mq di nuovi serramenti e 4700 mq di isolamento delle copertu-re, garantendo un risparmio negli usi finali di almeno il 35% rispetto allo stato di fatto iniziale. In poche paro-le un’opportunità per ATER ed un vantaggio in termini di risparmio economico per gli inquilini.

Niko Cordioli

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Page 5: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

Convegno del mondo arcobaleno: Contro natura?In r i sposta a l convegno del 21 settembre , in Gran Guardia , “La teor ia del Gender, per l ’uomo o contro l ’uomo?” , i l 9 novembre , sempre in Gran Guard ia , s i è tenuto un a l t ro incontro, da l t i to lo : “Contro natura? Lesbiche , gay, bisessual i , asessual i , trans*, inter sex/dsd si inter rogano sul loro posto nel creato”.

Notizie dalla Città

A cura di Elisa Zanola

Lo scorso 21 settembre a Verona si è tenuto un convegno, alla presenza del sindaco Tosi, con il patrocinio di Comune e Provincia, voluto dall’as-sociazione “Movimento per la vita”. Il titolo del convegno era: “La teoria del Gender, per l’uomo o contro l’uomo?” e lo scopo dell’incontro, blindatissimo, (considerate le nu-merose proteste e i cortei, fuori dalla Gran Guardia, sede del con-vegno) era quello di contestare gli studi di genere e le teorie queer e di opporsi all’attuale decreto legge, in discussione al Parlamento. E’ infatti al varo una legge contro l’omofobia: questa legge, se approvata, permet-terebbe a chi subisce violenze e di-scriminazioni perché omosessuale di ricevere una particolare prote-zione legislativa, che conferirebbe un’aggravante agli autori di queste violenze. Si tratta del ddl Scalfarot-to, in discussione al Senato dopo che lo scorso 19 settembre la Ca-mera ha approvato (con 228 voti favorevoli, 57 contrari e 108 asten-

sioni) l’estensione integrale della legge Mancino ai reati di omofobia e transfobia. La legge Mancino, pri-ma applicata in caso di razzismo, antisemitismo e xenofobia, verreb-be estesa anche in caso di violen-ze e discriminazioni omofobiche e anche il titolo della legge cambie-rebbe in: “Misure urgenti in materia di discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o fondati sull’omofobia o sulla transfobia”. In replica al con-vegno veronese del 21 settembre, è stato organizzato il 9 novembre, sempre in Gran Guardia, un altro convegno, dal titolo: “Contro na-tura? Lesbiche, gay, bisessuali, ases-suali, trans*, intersex/dsd si inter-rogano sul loro posto nel creato” .E’ stato promosso dal Circolo Pink GLBTE Verona, da Arcigay Pianeta Urano Verona, dal Milk center Ve-rona, dal Gruppo Lieviti - Bisessuali, pansessuali e queer, da Arcilesbica Verona e dallo Sportello Migranti LGBT Verona. Dato che contro la

cosiddetta “teoria del gender” (ver-sione semplificata e caricaturale di un ampio campo di ricerca accade-mica a cui appartengono gli studi di genere e le teorie queer), come ha dimostrato anche il convegno del 21 settembre, è in corso, in Italia, un’accesa polemica, l’incontro del 9 novembre ha rappresentato la risposta ironica a queste tesi; una voce diversa. Quella del 9 novem-bre è stata insieme una giornata di studio, ma anche un momento di

discussione aperto a quanti hanno aderito e partecipato al presidio e al corteo del 21 settembre, e all’intera cittadinanza. Docenti universitari/e, intellettuali e attivisti/e si sono al-ternati sul palco e dal pubblico contro la cultura della discrimina-zione, in difesa dei diritti umani e della democrazia. Tra di loro: Lo-renzo Bernini, docente di Filosofia politica dell’Università di Verona; Michela Balocchi, docente di Socio-logia presso l’Azienda Ospedaliera

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Universitaria di Careggi, Alessandro Comeni, Educatore e formatore, Christian Ballarin, presidente del circolo Maurice glbtq di Torino, Paola Guazzo, scrittrice e saggista, Renato Busarello del Laborato-rio Smaschieramenti di Bologna.

Cosa ne pensi? Se vuoi dire la tua opinione in merito, puoi scri-vere alla mail di redazione, a: r e d a z i o n e @ p i r i t e . n e t .

Il traforo delle Torricelle: favorevoli o contrari?Tutti voi ne avrete sentito parlare. E’ da circa un trentennio che i progetti per il traforo a Nord di Verona sono in cantiere; nel 2007 sono entrati a far parte del PAT –Piano di assetto del territorio- e dal 2008 il Comune sta lavorando per finanziarli. Dividendo l’opinione pubblica tra favorevoli e contrari.

Il progetto del Passante Nord riguarda la prosecu-zione della tangenziale Est di Verona fino alla tangen-ziale Ovest, in prossimità del casello di Verona Nord sull’autostrada A22 del Brennero; una circonval-lazione ad anello che do-vrebbe venire chiusa con la tangenziale Sud. Al ter-mine della tangenziale est, a Poiano, tra la provinciale della Valpantena e via co-lonnello Fincato, dovrebbe essere scavato il traforo; quindi la tangenziale do-vrebbe, secondo i piani, proseguire con una galle-ria sotterranea: oltre 2200 metri, al di sotto delle col-line delle Torricelle. Dopo questa galleria, secondo i piani originari, il tracciato stradale continuerebbe a ovest, in una galleria arti-ficiale al di sotto di Avesa

e Quinzano, per poi usci-re, dopo la realizzazione dello svincolo di via Pre-are, a San Rocco. 4,3 km di gallerie, per un percor-so complessivo di 13 km. Sarebbe prevista anche la realizzazione di diversi ponti, nonché rotatorie e arie di servizio... Un pro-getto monumentale, che però ha anche dei risvolti negativi; non solo a livello ambientale. Ci sono infatti situazioni molto delicate, di persone che rischiano la casa e la propria attività per far passare il traccia-to stradale…i lavori do-vrebbero essere affidati a diverse società, tra cui la capofila è la Technical. Sono tanti i gruppi che si sono opposti alla realizza-zione di questa infrastrut-tura. Le motivazioni sono che i lavori avrebbero un

costo immenso e che rap-presenterebbero un’opera dannosa, sia per il territo-rio che per i polmoni degli abitanti. La paura è anche quella che, per mancanza di fondi, il lavoro potrebbe non essere ultimato, ma la-sciato a metà, con un buco (nelle colline) in eredità ai veronesi… i progetti, ri-spetto a quelli iniziali, sem-brano già dimezzati: non le perplessità dei cittadini, che continuano invece ad aumentare. Verso quel-la che si configurerebbe come un’autostrada all’in-terno della città, che non si sa ancora quanto migliore-rà la viabilità e quali effetti avrà, in termini ambientali, di inquinamento e di costi: non solo per la realizzazio-ne, ma anche per chi dovrà usufruirne. Il caso del Pas-sante Nord è recentemen-

te finito anche all’attenzio-ne dell’Unione Europea, per l’impatto negativo che potrebbe avere sul territo-rio. Si è anche pensato alla realizzazione del traforo in due tempi; e a differen-za del progetto originario, che prevedeva due gallerie, sembra che ne verrà rea-lizzata una sola. Ma ha dav-

vero senso un lavoro per decongestionare il traffico urbano, il cui costo supe-ra gli 800 milioni di euro?

Cosa ne pensi? Se vuoi dire la tua opinione in merito, puoi scrivere alla mail di redazione, a: [email protected].

Page 6: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

6 Notizie dalla Città

A cura dI Elisa Zanola

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I presepi in Arena ci saranno!

Concerti a Verona: sounds good

Poteva essere un Natale senza presepi, quello di quest’anno, in Arena. Secondo l’accordo siglato tra Sovrintendenza

regionale e Comune, l’Arena, dal 6 novembre al 28 febbraio, doveva essere messa a riposo, per i lavori di manutenzione.

L’Arena e i teatri veronesi ospitano sempre grandi concerti di musicisti contemporanei. Alcuni di loro sono in tour per presentare

il loro ultimo disco. Siete stati ad ascoltarli? Chi c’era nei mesi scorsi e chi ci sarà nei prossimi? Ecco una breve rassegna.

E’ stata indetta anche una raccolta firme, per preservare la mostra di presepi organizzata dalla fondazione “Ve-rona per l’Arena”, che da circa trent’anni vie-ne fatta negli arcovo-li dell’Arena, prevista quest’anno dal 30 no-vembre al 26 gennaio. Tanti gli appelli per fare in modo che l’edizione di quest’anno, dedicata a Papa Francesco, aves-se luogo. La Sovrinten-denza regionale, sot-to la direzione di Ugo Soragni, inizialmente non aveva concesso la deroga chiesta al Co-mune, poi ottenuta dal Sindaco Tosi, andato personalmente a Roma a parlare con il Mini-stro della Cultura Bray, grazie anche all’ inter-cessione del Prefetto Perla Stancari, dopo un periodo particolarmen-

Franco Battiato si è esi-bito in Arena in un sorpren-dente concerto, il 2 settem-bre, insieme ad Antony and The Johnsons e con la par-tecipazione speciale di Alice. La tappa in Arena ha rappre-sentato una delle date del suo tour per far conoscere il suo ultimo lavoro: “Apriti Sesamo”. Noi c’eravamo; un concerto indimenticabile.Luciano Ligabue era in Arena per un tour di sei date a settembre, per pre-sentare il suo album di ine-diti, in uscita a novembre. La prima serata, il 16 settem-bre, dopo una caduta, ha ri-portato una micro frattura alla spalla, che però non gli ha impedito di proseguire il suo tour e di emozionare i

te teso, nei rapporti tra Soprintendenza e Comune… La mostra dei presepi attrae circa centomila visitatori ad ogni edizione; sarebbe stata una pesante rica-duta, in termini econo-mici e di turismo, per la città, non poterla ospi-tare. E poi c’è l’aspet-to simbolico. Ospitare il presepe in Arena dà un forte messaggio di richiamo a questa tra-dizione religiosa antica. Sembra che il primo a realizzare un presepe, fu San Francesco, nel lontano 1223. Questa rappresentazione della natività di Gesù riesce ad emozionare anco-ra oggi e a ricordare a tanti, il messaggio evan-gelico. Una scenografia sacra che in molti casi diventa vera e propria arte. Dai presepi regio-nali d’Italia, ai presepi

migliaia di fan presenti. Gianni Morandi è stato in concerto in Arena il 5 e l’8 ottobre, in occasione di un grande spettacolo, andato anche in diretta su Canale 5. Con lui, anche: Checco Zalone, Rita Pavone, Cher e Noemi, Nina Zilli, Marco Morandi, Amii Stewart e Bianca Atzei. E il direttore d’orchestra Leonardo De Amicis.I Modà sono stati il 9 e 10 ottobre in Arena per il loro “Gioia Tour”; sulle note del loro album “Gioia”, tanti fan hanno cantato insieme a loro, nel suggestivo scena-rio areniano. Gioia è anche il nome della bambina del cantante, “Kekko” Silvestre.Roberto Vecchioni can-

dal mondo (da: Slovenia, Repubblica Ceca, Croa-zia, Polonia, Svizzera e Germania), ai diorami, rappresentazioni, anche di tipo presepistico, con una particolare illumi-nazione e giochi di luce: sono tanti i presepi che sono stati ospitati nel-le passate edizioni della Rassegna internaziona-le del presepe in Arena.

Un’atmosfera magica, nell’antico anfiteatro romano dell’Arena, che i presepi sono in grado di ricreare, attraendo numerosi visitatori e turisti. E’vero che l’A-rena è un monumento storico da preservare e che necessita di lavori; ma che Natale sarebbe stato, a Verona, senza presepe?

terà al Teatro filarmonico di Verona il prossimo 18 novembre, in occasione del suo “Io non appartengo più” tour, per promuovere il suo ultimo album, uscito ad ot-tobre. Un appuntamento da non mancare.Max Pezzali sarà al Pala-sport di Verona il prossimo 3 dicembre; il “Max 20 live tour” come l’album uscito a giugno, riproporrà i più grandi successi, che Pezzali ha cantato insieme agli 883 e come solista. Per i nostal-gici; e non solo!Cosa ne pensi? Sei stato ad uno di questi concer-ti e vuoi riportare la tua esperienza?Puoi scrivere alla mail di redazione: [email protected].

Page 7: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

A cura dI Diego Cordioli

Anche Giulietta deve rifarsi il seno. La sua statua ha infatti bisogno di un intervento chirurgico, dato che la mammella di bronzo è visibilmen-te rovinata da un foro. La statua fu disegnata da Nereo Costantini e dopo la sua morte fu lo scultore Novello Finotti ad eseguire il cal-co, dando vita alla statua di bron-zo che tutti noi conosciamo. Per lo scultore si correrebbero troppi rischi a riparare sul posto la statua e sarebbe meglio portarla in labo-ratorio. Sarebbe inoltre da evitare il restauro completo di Giulietta, perché si potrebbe correre il ri-schio che si aprano altri buchi e falle. Novello Finotti è noto nella

Verso Monet: la mostra in Gran Guardia

Giulietta... a pezzi: serve un restauro

Circa novanta capolavori della pittura e dieci disegni sono esposti in Gran Guardia, dal 26 ottobre

2013 al 9 febbraio 2014, per una grande mostra organizzata da Marco Goldin di Linea d’Ombra.

Il tema di questa mostra è la rappresentazione del paesaggio, dal Seicento al Novecento.

Non si tratta di confessioni amorose, ma della statua più celebre di

Verona, Giulietta: l’eroina della tragedia shakespeariana, grazie a cui Verona nell’immaginario

collettivo rappresenta anche la città dell’amore, necessita urgentemente di un restauro.

Notizie dalla Città 7

A cura di Elisa Zanola

città scaligera anche per la realiz-zazione di un’altra statua famosa, quella di Berto Barbarani, che si trova tra piazza Erbe e via Cappel-lo. Su disegno di Nereo Costantini, Finotti preparò il gesso, ora con-servato all’Accademia Cignaroli, che diede vita all’attuale statua di Giulietta, sfornata nel 1969 in due copie, dalla Fonderia Bonvicini di Sommacampagna. Quella a Vero-na, non è l’unica statua di Giuliet-ta, realizzata dai disegni di Nereo Costantini: ce ne sono infatti altre, a Monaco di Baviera, vicino a San Francisco, a Chicago, in Cina e a Bangkok. La statua di Giulietta che si trova a Verona, viene toccata

L’arte abita i paesaggi, i pae-saggi abitano l’arte: un per-corso alla scoperta della bellezza, con dipinti di au-tori come: Poussin, Lorrain, Canaletto, Bellotto, Turner, Constable, Friedrich e, na-turalmente Monet. E poi, ancora: Renoir, Sisley, Pis-sarro, Caillebotte, Degas, Manet, Van Gogh, Gauguin, Cézanne. Il meglio dell’Im-pressionismo, certo, ma non soltanto. Sono tante le opere che lo precedono, qui esposte; come quelle che lo seguono. La mostra infatti è divisa in cinque se-zioni: la prima, “Il Seicento, il vero e il falso della natu-ra” esibisce quel momen-to di passaggio, in pittura, dal paesaggio come sfondo al paesaggio come tema. La seconda sezione, “Il Sette-cento, l’età della veduta”, presenta le opere dei gran-di vedutisti veneziani che hanno nobilitato il tema pittorico del paesaggio. La terza, “Romanticismi e Re-

alismi” vede esposti quegli elementi psicologici propri dell’arte ottocentesca ro-mantica. Arriviamo quindi alla quarta parte della mo-stra: “L’impressionismo e il paesag-gio”, con l’assolu-tizzazio-ne del paesaggio come centro di ricerca artistica. L’esposizione si conclude con “Monet e la natura nuova”, punto di ar-rivo di un grande percorso artistico. Arriva infatti Mo-net a rovesciare, utilizzan-do dapprima gli elementi propri del realismo, il con-cetto di paesaggio dipin-to. Venendo affiancato dai compagni impressionisti e post impressionisti. Tra i prestigiosi musei in-ternazionali che hanno prestato le loro opere per questa mostra, figurano: il Van Gogh Museum di Am-sterdam, il Kröller-Müller Museum di Otterlo, la Na-tional Gallery di Washing-ton, il Museum of Fine Arts di Boston, il Philadelphia

Vincent Van Gogh, Campi di grano in un paesaggio collinare (1889)

ogni anno da migliaia di persone, che la accarezzano e si avvicinano a lei per la consueta foto ricordo. Può quindi essere comprensibile che sia rovinata: l’ipotesi sia del-lo scultore Finotti che dei tecnici comunali, sarebbe che le due falle al seno e sul braccio e la crepa sul polso di Giulietta potrebbero es-sere state già generate nella fusio-ne originaria della statua e poi sa-rebbero riemerse a causa dell’usu-ra della stessa. Lo scultore avverte di evitare di limare la superficie e suggerisce di portare Giulietta in laboratorio, di modo che il restau-ro possa essere il più accurato e preciso possibile.

Claude Monet, Ninfee, 1903

Museum of Art, il National Museum of Wales di Car-diff, lo Stedelijk di Amster-dam e lo Szepmuveszeti di Budapest. Alcuni dei qua-dri, più noti, esposti sono: Paul Cézanne, La monta-gna Sainte-Victoire (1885-1887), Vincent van Gogh, Campi di grano in un pa-esaggio collinare (1889), Paul Gauguin, Paesaggio ta-hitiano. I maiali neri (1891), Claude Monet, Campo di papaveri (1881) e sempre di Monet, non potevano mancare le famosissime ninfee (1903).

ORARIO MOSTRAda lunedì a giovedì: ore 9-19venerdì-domenica: ore 9-20chiuso: 24 dicembre25 dicembre: ore 15-2031 dicembre: ore 9-2001 gennaio 2014: ore 10-20

Page 8: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

L’ attentato di Nassiriya, dieci anni dopoIl 25 ottobre di quest’anno, a dieci anni di distanza dal tragico attentato nel quale persero la vita anche do-

dici militari dell’Arma dei Carabinieri e cinque dell’Esercito, grazie all’iniziativa ed allo spirito organizzativo

della Dott.ssa Anna Lisa Tiberio dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Verona, si è tenuto al Circolo Ufficiali di

Castelvecchio un incontro-convegno sulle missioni militari di “Peace Keeping” e sui tragici fatti di Nassir iya.

A tale convegno, partecipando in qualità di relatore, ho eviden-ziato come l’impegno delle Forze Armate italiane in missioni per la pace fuori dal territorio na-zionale sia ormai da molti anni parte della politica estera italiana. Infatti, dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, l’Italia ha partecipato a ben 132 mis-sioni militari all’estero; a set-tembre di quest’anno le nostre Forze Armate erano impegnate in circa 32 missioni fuori area in 23 Paesi, con 5.569 militari. La natura e gli scopi delle azioni militari italiane all’estero – che prima della seconda guerra mon-diale prevedevano anche aggres-sioni ad altri stati per scopi di conquista - sono radicalmente mutati con l’entrata in vigore del-la Costituzione del 1948, che si occupa dei temi della pace e della guerra agli artt. 11, 52, 78 e 87.In base all’art. 11 “l’Italia ripudia la guerra come strumento di of-fesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di pari-tà con gli altri Stati, alle limita-zioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni; promuove e favorisce le orga-nizzazioni internazionali rivol-te a tale scopo”. Il ripudio della guerra stabilito dall’art. 11 espri-me un rifiuto accompagnato da una condanna morale e giuridica. Strettamente collegato all’art. 11 è l’art. 52 della Costituzione, in base al quale “la difesa della Patria è sacro dovere del citta-dino. Il servizio militare è ob-bligatorio nei limiti e nei modi stabiliti dalla legge”. Come sap-piamo, l’obbligatorietà del servi-zio militare è sospesa dal 2005.

Ma se la guerra è ripudiata all’art. 11, al tempo stesso è prevista dagli artt. 78 e 87 (“Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i pote-ri necessari… Il Presidente della Repubblica… dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere”).Se poi leggiamo con più attenzio-ne l’art. 11 ci accorgiamo che non vi è una totale rinuncia alla guer-ra. Il rifiuto è limitato alla guerra come soluzione delle controver-sie internazionali, che vanno quin-di risolte con apposite trattative diplomatiche con gli altri governi, e come strumento per aggredi-re altri popoli e altre nazioni (ad esempio per scopi di conquista). Il ricorso alla guerra, quindi, è am-messo come extrema ratio, come strumento di difesa del territorio nazionale ed anche per difendere la vita, la libertà e i diritti fonda-mentali del nostro e di altri popoli.Tuttavia la Costituzione oggi deve essere interpretata anche in modo adeguato alla nuova realtà dei fatti, dove i concetti di Patria, guerra e nemico sono mutati e sono andati sfumando. Il concetto stesso di “guer-ra” è oggi di difficile definizio-ne e abbraccia due nuovi tipi di conflitti: la guerra al terro-rismo e la guerra umanitaria.Nel primo caso, il nemico non si identifica più solo con uno Stato sovrano o con un popo-lo. Il terrorismo è un’entità so-vranazionale, che non ha con-fini, né legittimi combattenti, né ambasciatori, né una diplo-mazia con cui poter trattare. La guerra umanitaria, invece, è quella giustificata dall’esigenza di tutelare i diritti fondamentali dell’uomo all’interno dell’ordina-mento di un altro Stato, special-mente nei casi di violenze ingiu-stificate nei confronti della popo-lazione o addirittura di genocidio e persecuzioni razziali. Pensiamo ai casi del Kosovo e della Libia, oltre alla partecipazione alle mis-sioni in Somalia e Mozambico.In tema di lotta al terrorismo, consideriamo in particolare la guerra in Afghanistan. Gli attacchi alle Twin Towers dell’11 settem-bre 2001 a New York sono stati qualificati come attacchi armati nei confronti di un paese del-

la NATO, gli Stati Uniti. Il Con-siglio dell’Alleanza Atlantica ha reso quindi operativa la clausola dell’art. 5 del proprio trattato istitutivo, secondo cui “Le Parti convengono che un attacco ar-mato contro una o più di esse, in Europa o nell’America setten-trionale, costituirà un attacco verso tutte, e di conseguenza… ognuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa indivi-duale o collettiva riconosciuto dall’art. 51 dello Statuto delle Na-zioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate… anche con l’impiego della forza armata…”.Quindi, una volta accertata la provenienza esterna dell’attacco, con attribuzione di responsabi-lità ad Al Quaeda ed al governo afghano, si è prefigurato per l’Ita-lia l’obbligo di assistenza militare all’alleato USA, nell’esercizio del diritto di legittima difesa (indivi-duale o) collettiva, con ogni azio-ne necessaria, compreso l’uso delle forze armate, proprio sulla base dell’art. 5 del Trattato NATO. Ma è importante verificare la compatibilità tra NATO e art. 11 della Costituzione non solo in re-lazione al trattato NATO, ma an-che agli sviluppi posteriori, in par-ticolare tenendo conto del Do-cumento di Washington del 1999, con il quale i Capi di Stato e di go-verno della NATO hanno appro-vato il nuovo concetto strategico

dell’Alleanza, soprattutto con ri-ferimento alle missioni fuori area. Secondo il Documento di Wa-shington, le operazioni che possono essere intraprese e che sono chiamate “operazio-ni non-Articolo 5”, per distin-guerle da quelle in legittima di-fesa collettiva a favore di uno Stato membro, comprendono: - il peace keeping, o mantenimen-to della pace: sono operazioni fi-nalizzate a porre fine o moderare le ostilità delle parti; a far rispetta-re gli accordi e le tregue. Presup-pongono il consenso dello Stato nel cui territorio le forze arma-te sono destinate ad operare;- operazioni svolte sotto l’“autorità” del Consiglio di si-curezza delle Nazioni Unite o sotto la “responsabilità” dell’Or-ganizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa - OSCE;- il peace-enforcement, ovvero operazioni di imposizione della pace, promosse anche senza il consenso delle parti e in sosti-tuzione delle istituzioni nazionali, quando queste si rivelino inca-paci di controllare il territorio;- interventi umanitari, ovvero missioni finalizzate a fornire un supporto alle popolazioni loca-li e ad alleviarne le sofferenze;- interventi a favore di uno Stato non membro della Nato, cioè di uno Stato amico non alleato che sia stato oggetto di attacco armato;

- post conflict peace building, operazioni di costruzione del-la pace: vengono attuate alla fine di un conflitto per soste-nere la stabilità, ricostruire le istituzioni di uno Stato ed evi-tare la ripresa delle ostilità.La partecipazione ad operazio-ni di questo tipo, specialmente quando si tratti di forze costitu-ite dall’ONU o almeno da questa autorizzate, rientra nella previsio-ne dell’art. 11 Cost., integrando una concreta forma di promo-zione delle organizzazioni rivol-te al mantenimento della pace e della giustizia tra le Nazioni.Inoltre, tra i teatri operativi più impegnativi per le nostre forze armate ricordiamo senza dubbio l’Iraq. Questo Paese nel 1990 in-vase ed occupò militarmente il Kuwait. Le Nazioni Unite condan-narono l’invasione e chiesero l’im-mediato e incondizionato ritiro delle forze irachene, autorizzando l’uso della forza nel caso in cui ciò non fosse avvenuto. Il 16 gennaio del 1991 gli Stati cooperanti con il Governo del Kuwait iniziarono il bombardamento aereo dell’Iraq e, successivamente, iniziò l’offensiva terrestre denominata “Desert Storm”. Dopo la liberazione di Kuwait City e il ritiro delle forze irachene il Consiglio emanò una risoluzione con cui fu stabilito il cessate il fuoco e le condizio-ni per lo stabilimento della pace.

Giustizia & Legalità

A cura del Dott. Enrico Buttitta

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di Enrico Buttitta

Page 9: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

Dopo la prima guerra del Golfo (1990-91), Saddam, sebbene scon-fitto, rimase saldamente al potere. Inoltre, per un lungo periodo che va dal 1973 al 2003, il suo regime condusse una campagna di ucci-sioni di massa contro la popola-zione curda. Tra queste, la più fe-roce fu senza dubbio la campagna condotta da aprile a settembre del 1988, anche con armi chimi-che, in particolare sulla città di Halabja. L’azione di Saddam Hous-sein costituì un vero e proprio ge-nocidio contro il popolo curdo. Nel 2001 il governo americano ri-tenne complice dell’attentato alle Twin Towers anche l’Iraq, accusato di possedere armi di distruzione di massa e di finanziare il terrorismo internazionale di matrice islamica. Senza l’approvazione dell’ONU, le Forze Armate americane e bri-tanniche invasero il paese e in tre settimane gli Stati Uniti ottennero la caduta del regime. Anche l’Italia, insieme a Spagna, Danimarca, Por-togallo e Olanda, si espresse a fa-vore dell’intervento militare. Alla fine della guerra, una risoluzione delle Nazioni Unite invitò tutti gli Stati a contribuire alla rinascita dell’Iraq. L’Italia partecipò con la missione “Antica Babilonia”, for-nendo forze armate dislocate nel sud del Paese, con base principale a Nassiriya, sotto la guida inglese. Purtroppo la partecipazione alla missione non è stata priva di sa-crifici per il nostro Paese, furono infatti molti i caduti, soprattut-to nell’attentato del 12 novem-bre 2003 alla Base “Maestrale”, posta al centro dell’abitato di Nassiriya. In quell’occasione, a causa dell’esplosione di un ca-mion bomba, morirono 28 per-sone: (12 Carabinieri, 5 militari dell’Esercito, 2 civili e nove cit-tadini iracheni oltre a 150 feriti). Sull’attentato furono aperte due inchieste: quella della magistratu-ra ordinaria su esecutori e man-

danti, e quella della magistratura militare su tre ufficiali accusati di non aver adottato tutte le misure necessarie alla difesa della base. La Base “Maestrale” era infatti collocata in città, tra la popola-zione, in una zona difficilmente difendibile e altamente vulnera-bile, ma che facilitava il contatto diretto con gli iracheni, proprio perché la missione era umani-taria, di pace e ricostruzione. Il problema di base in questo tipo di missioni è proprio questo: la dif-ficoltà di operare per una missione che dovrebbe essere di pace, ma in realtà si trova in zone di guerra. In queste situazioni ai militari nel-le missioni viene chiesto da un lato la capacità di offesa e di di-fesa tipica delle azioni di guerra, dall’altro imparzialità, neutralità, pazienza e autocontrollo. Da un lato devono ricorrere all’uso della forza il meno possibile, dall’altro spesso si trovano in situazioni di guerra, in cui accadono mas-sacri, violenze e abusi ed essi stessi sono oggetto di attacco.E’ indubbio che, dopo la strage di Nassiriya, si è sviluppata una sempre maggiore sensibilità ver-so i rischi corsi dai nostri militari impegnati nelle missioni all’estero, in piena conformità al dettato del-la nostra Costituzione che pone la persona umana e i suoi diritti inviolabili, tra i quali la vita e l’in-tegrità fisica, al centro dei propri valori. In particolare, è stata ema-nata dallo Stato Maggiore Difesa nel 2010 una direttiva specifica, denominata “Dottrina interforze nazionale per la protezione delle forze”, per dare ai Comandan-ti delle operazioni militari una guida precisa su come ridurre al minimo ed in ogni circostan-za la vulnerabilità del persona-le, dei mezzi e delle installazioni. Altra questione problematica ri-guarda poi le regole di ingaggio (R.O.E. Rules of Engagement),

ossia le direttive impartite dai vertici delle Forze Armate per definire, tra l’altro, le circostan-ze, il grado e le condizioni in cui può farsi uso della forza. Esse, in concreto, costituiscono l’unico strumento per autorizzare l’uso delle armi, della forza e di ogni altro mezzo di coazione fisica, in tempo di pace e in situazioni di crisi. L’art. 4 del D.L. 152/2009, convertito con modifiche dalla L. 29.12.2009 n. 197, stabilisce che “non è punibile il militare che, nel corso delle missioni fuori area, in conformità alle direttive, alle regole di ingaggio, ovvero agli or-dini legittimamente impartiti, fa uso ovvero ordina di far uso delle armi, della forza o di altro mez-zo di coazione fisica, per le ne-cessità delle operazioni militari”.Ebbene, il fatto che a volte non esista uniformità tra le regole di ingaggio applicate da parte dei diversi contingenti nazionali im-pegnati nella coalizione, può pre-

sentare conseguenze rilevanti sia per i militari impegnati sul campo, sia per la stessa popolazione lo-cale coinvolta. I militari possono rimanere disorientati nel consta-tare come, di fronte a casi simili, gli ordini contenuti nelle regole di ingaggio differiscono anche in modo sostanziale tra contingenti di diversa nazionalità; al tempo stesso le popolazioni coinvolte, vedendo comportamenti diversi da parte dei diversi contingen-ti, possono distinguere “soldati buoni e soldati cattivi”, con danni devastanti per la credibilità stes-sa della missione internazionale. Infine, è particolarmente sentita l’esigenza che le missioni inter-nazionali vengano disciplinate con un corpo normativo unifica-to, che eviti l’applicazione di una differente legge penale militare in presenza di scenari analoghi.L’introduzione di un codice spe-ciale per le missioni consentireb-be di avere una normativa orga-

Giustizia & Legalità

A cura del Dott. Enrico Buttitta

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nica per affrontare una esigenza non sporadica ma tendenzialmente stabile nel panorama della politi-ca estera e della difesa nazionale. Sono quindi molte le proble-matiche che ancora si pongono con riferimento alle missioni internazionali all’estero, in uno scenario geopolitico e strate-gico in continua evoluzione.E’ certo comunque che le no-stre Forze Armate svolgono i loro difficili compiti con grande professionalità, umanità e spirito di sacrificio e questo anche ope-rando al fine della realizzazione della pace e della sicurezza tra le Nazioni, secondo il dettato dell’art. 11 della Costituzione. “Si vis pacem para bellum”, dice il motto latino, e l’aspirazione alla pace deve sempre conti-nuare ad essere un valore co-stituzionale indiscutibile ed un elemento di riferimento con-tinuo per la politica nazionale.

Enrico Buttitta

Page 10: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

Si tratta di un concorso letterario nazionale, giunto quest’anno alla sua XIX edizione, r ivolto ai giovani tra i 15 e i

22 anni, residenti in Italia e all’estero, al fine di stimolare la scrittura di un racconto a tema libero, in lingua italiana.

Si chiama Giovanni Renso e frequenta i l l iceo sc ient i f ico Messedagl ia d i Ve-

rona. Vice Pres idente invece è stata e letta Pr isc i l la S i lvestr i del l iceo Montanar i .

Il concorso: “Campiello Giovani”

Giovanni Renso: Presidente della Consulta

Il concorso, promosso dal 1994 dalla Fondazione “Il Campiello” e Confindu-stria, è stato esteso, negli ultimi anni, a tutto il ter-ritorio nazionale anche attraverso la collaborazio-ne degli Istituti Italiani di Cultura e il coinvolgimento delle comunità scolastiche all’estero. Dallo scorso anno, inoltre, si è realizza-

Giovanni faceva parte nel precedente anno scolasti-co della giunta e ha voluto candidarsi perché ha capito quanto sia importante val-orizzare la partecipazione studentesca nei vari tavoli istituzionali. A giugno aveva sostituito la Presidente nel discorso ufficiale della gior-nata della Repubblica. Ha sempre lavorato per un rap-porto sinergico e costrutti-vo con le istituzioni e per gli studenti è diventato sul cam-po un punto di riferimento importante. Dopo il diploma vorrebbe entrare nell’Acca-demia della Guardia di Finan-za ma per adesso l’impor-tante è studiare ed essere circondato da amici. Priscilla si sta impegnando per por-tare avanti i progetti in fieri nell’istituto che frequenta. Sta partecipando ad attività di volontariato e spera che la Consulta possa crescere progettualmente con l’attu-

ta una collaborazione, con l’Ufficio Scolastico Regio-nale per il Veneto e il MIUR - D.G per gli Ordinamenti, all’interno delle iniziative connesse alle Olimpiadi di Italiano. Tale collabora-zione prevede che, per la prima fase del concorso, l’apposita Giuria di Sele-zione sia composta, insie-me a vincitori/finalisti delle passate edizioni, anche dal vincitore delle Olimpiadi di Italiano 2013. L’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, in accordo con la Fondazione “Il Campiello”, tenuto conto delle pro-ficue iniziative promosse nei precedenti anni sco-lastici in alcuni territori e allo scopo di diffondere la conoscenza del premio “Campiello Giovani” pres-so i giovani studenti, ha or-

azione di percorsi innovativi come la Giornata del baratto.La Consulta provinciale deg-li studenti (Cps), organismo istituzionale istituito con il d.p.r. 567/96, ha una forte valenza di rappresentanza in-terna ed esterna alla scuola, punto di riferimento privile-giato con gli enti e le istituzi-oni. Pur operando principal-mente su base provinciale ha una sua dimensione region-ale e nazionale, attraverso la conferenza regionale e so-prattutto attraverso la con-ferenza nazionale dei Presi-denti di consulta di tutte le province italiane. Costituisce un osservatorio privilegiato sulle scelte, sui comporta-menti, sui bisogni e sull’azi-one dei ragazzi dentro e fuori la scuola. Assai significative sono le progettualità pro-mosse dalla Cps per favorire nei giovani percorsi di sensi-bilizzazione verso una cittad-inanza attiva e responsabile.

ganizzato appositi incontri nelle Province di Verona e di Vicenza per la presenta-zione dei finalisti e del vin-citore dell’edizione 2013 e la diffusione del bando per il 2014. Gli incontri, rivol-ti agli studenti e ai docen-ti accompagnatori si sono svolti lo scorso 23 ottobre a Vicenza, all’Auditorium del Liceo “Quadri” e il 29 ottobre a Verona, nell’Aula Magna del Liceo “Messeda-glia”. All’incontro di Verona era presente la dottoressa Anna Lisa Tiberio in rap-presentanza dell’Ufficio scolastico di Verona, già promotrice di numerose iniziative tese a promuo-vere la creatività letteraria nelle giovani generazioni e che ha fatto parte dei giu-rati lettori del prestigioso Premio. Una giornata im-

Verona negli anni è diventata un punto di riferimento im-portante, protagonista attiva nell’organizzazione di nu-merosi convegni realizzati in collaborazione con la provin-cia, i comuni,la prefettura, le forze dell’ordine, le associazi-oni di volontariato. Partecipa sempre attivamente ad even-ti nazionali organizzati dal Miur anche in territorio eu-ropeo. La dottoressa Tiberio ritiene la Consulta una vera palestra di democrazia, dove il dialogo costruttivo diventa uno strumento importante per far emergere i grandi ed unici valori della vita e con-tribuire così a costruire una società migliore. E manda un augurio di buon lavoro a tutti i rappresentanti in giun-ta e nell’organo di garanzia. Il prossimo appuntamento per Giovanni e Priscilla sarà al Job Orienta dove saranno presenti nello stand del Miur.

Scuola & Istruzione10

A cura di Anna Lisa Tiberio

portante per Verona che annovera giovani scrit-tori emergenti. La scuo-la promuove e valoriz-za queste attività perché i giovani contribuiscano a far volare emozioni e va-lori. I giovani che talvolta chiusi nella loro solitudi-ne hanno bisogno dei vari linguaggi per esprimere ri-cordi e sogni... per raccon-tare la loro vita unica edirripetibile. A questi ap-puntamenti si è aggiunto, come evento aperto an-che al pubblico, l’incon-tro promosso all’interno del programma dell’Ex-poscuola 2013, lo scor-so 9 novembre a Padova.

Per informazioni: USP- dott.ssa Anna Lisa Tibe-rio, mail: annalisa.tibe-rio@istruzioneverona. it

di Anna Lisa Tiberio

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Page 11: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

“Il cavallo è molto educativo, perché esige rispetto e controllo” ha detto Don Mazzi in occasione

dell’inaugurazione di Fieracavalli. A far da tramite tra Fieracavalli e Don Mazzi è stata Nadia Puttini.

Don Mazzi all’ inaugurazione di Fieracavalli

Nel giorno dell’inaugurazione della storica Fieracavalli di Ve-rona, giovedì 7 novembre 2013, anche Don Antonio Mazzi ha voluto essere presente tra il pubblico e visitare lo stand dei suoi Centri Giovanili al Pad. 6, Stand C2. Tanti i fan verone-si e non solo, che hanno colto l’occasione per stringergli la mano. Nadia Puttini ha orga-nizzato la sua presenza a Fie-racavalli. Chi è Nadia Puttini? Nadia Puttini esordisce con la sua prima esperienza di orga-nizzazione di eventi nel mondo del vino, con la degustazione e presentazione di cantine e vini in Ambasciata italiana a Praga, per poi dedicarsi all’organizza-zione di fiere in vari ambiti e in

vari Paesi, come: Polonia, Ger-mania, Austria, Stati Uniti… ha collaborato con l’agenzia del Vaticano a Roma per eventi in tutto il territorio nazionale, in-terfacciandosi anche con per-sonaggi nel mondo televisivo e politico. Persegue con tenacia i sui obiettivi, diretta e inci-siva. Particolarmente sensibile al sociale e al volontariato, è stata anche responsabile com-merciale; professionale nei rapporti con le persone, da qualche tempo si occupa di or-ganizzare fiere ed eventi per la fondazione Don Mazzi. Tante sono state le autorità che Don Mazzi ha incontrato durante la parata inaugurale della mat-tina, persone e istituzioni con cui ha intessuto rapporti e con cui ha cercato di far rete per

Dal 7 al 10 novembre si è tenuto uno degli storici appuntamenti di Veronafiere:

Fieracavalli , dedicato agli appassionati del mondo dell’equitazione e dell’ippica, ma non solo.

Fieracavalli: equitazione, sport , istituzioni

«Fieracavalli è un momento di incontro fondamentale per un settore che deve essere rilancia-to come quello legato al mondo del cavallo. Dal 2014 potremo investire sul suo futuro per co-minciare a correre verso un tra-guardo migliore». Così il ministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, intervenuta all’inaugurazione del-la 115a edizione di Fieracavalli, la più importante manifestazione internazionale dedicata al mondo equestre. «Nel 2012 abbiamo fat-to il possibile per sbloccare alcuni fondi per l’ippica – ha continuato il ministro De Girolamo – e ci siamo impegnati per alleggerire e semplificare ogni procedura. No-nostante la crisi il comparto ha tenuto. Tanto si deve fare e tanto farà anche il Parlamento con una proposta di legge che vuole rego-lamentare finalmente un mondo così importante che può diventa-re uno sport nazionale, non dico come il calcio, ma quasi». Al taglio del nastro, con il saluto del pic-chetto del Corpo forestale dello Stato, hanno partecipato anche: il presidente della Regione Vene-to, Luca Zaia, l’assessore all’Istru-zione della Regione Veneto, Elena

Donazzan, il sindaco di Verona, Flavio Tosi, l’On. Gianni Dal Moro, il presidente della Provincia di Verona, Giovanni Miozzi, il pre-fetto di Verona, Perla Stancari, il presidente di Veronafiere, Ettore Riello e il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. «Abbiamo 350mila cavalli in Italia, 12mila allevamenti e il Veneto è il sesto produttore nazionale con 12mila esemplari e 3.500 alleva-menti - Non dimentichiamo che questo è un comparto che fattura 10 miliardi di euro e con l’equi-turismo arriva a quasi 20 miliardi di euro di indotto» ha ricordato il governatore Luca Zaia. Fieraca-valli si conferma l’unica rassegna in grado di riunire l’intero com-parto equestre: istituzioni, 35 as-sociazioni allevatoriali, aziende, campioni dello sport, appassionati e famiglie. «Quella che è stata inaugurata – ha detto il presiden-te di Veronafiere, Ettore Riello – è un’edizione ancora più in grande rispetto ai numeri da record degli anni precedenti. I cavalli presenti sono 3mila, 500 in più del 2012 e la superficie dei campi per le gare sportive è aumentata del 35%. Fieracavalli è anche sempre più internazionale, con gruppi di ope-

ratori specializzati per la prima volta da Russia e Marocco, oltre ad una selezione di 40 top buyer da Svizzera, Croazia, Slovenia, Ma-cedonia, Repubblica Ceca, Roma-nia, Turchia». Oltre alla parte com-merciale - con i più importanti marchi nazionali ed internazionali di articoli per l’equitazione, at-trezzature tecniche per maneggi e scuderie, veterinaria, alimenti per cavalli -, a Fieracavalli resta forte il focus sulle gare sportive, con le uniche tappe italiane della Coppa del Mondo di salto ostacoli e at-tacchi, del circuito FEI. Inoltre, per quattro giorni, è andato in scena un ricco programma di spettacoli ed eventi con cavalli e artisti in-ternazionali sempre protagonisti, dal Gala d’Oro serale alle atmo-sfere country del Westernshow. «Fieracavalli è la più importante manifestazione internazionale del settore, con più di 150mila visita-tori ogni anno – ha commentato il sindaco Flavio Tosi –. Quattro giorni durante i quali la fiera e l’intera città di Verona si trasfor-mano nel più grande palcoscenico del mondo equestre e dove, alle iniziative dedicate agli addetti del settore, vengono affiancate quelle per famiglie e bambini».

11Eventi & Fiere

A cura di Nadia Puttini

prevenire il disagio giovanile: dal presidente della Regione Veneto Zaia, al ministro dell’a-gricoltura De Girolamo, fino al Prefetto di Verona Stancari e molti altri. Don Antonio ama i cavalli e ricorda di essere stato uno dei primi in Italia a punta-re sull’ippoterapia ai tempi in cui dirigeva l’istituto di forma-zione di via Roveggia a Verona. Poi ricorda la storia di Exodus con i tanti sport proposti ai ra-gazzi tra cui anche il cavallo ed oggi la nuova Fondazione Cen-tri Giovanili Don Mazzi che attraverso la promozione della pratica sportiva tra gli adole-scenti vuole coltivare i talenti e l’impegno dei giovani per non lasciarli soli ad affrontare le difficoltà dell’adolescenza oggi. “Il cavallo è un animale molto

educativo” ha detto Don Mazzi ai suoi collaboratori presen-ti allo stand in mezzo ai pro-dotti del marchio “Tremenda Voglia di Vivere”, nati sempre dall’intuizione di Don Mazzi di sostenere le proprie attività attraverso libri, agende e og-getti che portino un messaggio e un marchio positivo ai giova-ni - “Il cavallo esige rispetto, controllo, pulizia. Attraverso il

cavallo si ha un approccio cor-retto alla natura, all’ecologia, al viaggio e alla camminata. Tutti concetti molto cari al nostro metodo educativo”. Don An-tonio ha lasciato Fieracavalli incitando i suoi collaboratori a continuare a credere nei pro-getti che promuovono il prota-gonismo positivo dei giovani e prevengono il disagio.

di Nadia Puttini

Page 12: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

Salute & Sanità12

A cura di Diego Cordioli

UGL : il New Deal passa dall’occupazioneDopo una politica del rigore che ha fatto avvitare la crisi economica su se stessa portando il Pa-ese alla più grave recessione dal dopo guerra, bisogna dare avvio a una fase economica espansiva.

Lo scorso 19 settembre, nella sala Barbieri del Comune di Verona, l’ Associazione “ La-vorazione – Sindacato in Movimento” della UGL ha presentato la Conferenza “Viag-gio intorno al lavoro”, una ricerca sullo sta-to del lavoro e dell’ economia realizzato in collaborazione con Tecnè.Erano presenti personalità politiche e del mondo associativo culturale tra cui: il Pre-sidente della Provincia di Verona Miozzi, l’ Assessore Toffali per il Comune di Verona, l’ Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Isola della Scala Stefano Canazza, il Pre-sidente dell’ Associazione Destra in Movi-mento Cultura e Politica Angelo Adamo, il consigliere Comunale Ciro Maschio e altre personalità. Inoltre erano presenti: il Pre-sidente di Lavorazione e Segretario Gene-rale Nazionale UGL Sanità Paolo Capone, il Presidente di Tecnè Dr. Carlo Buttaroni e il Segretario Provinciale UGL di Verona Antonio Consolati. Coordinava l’evento il Segretario Regione Veneto UGL Sanità Ste-

fano Tabarelli. Non si tratta di riproporre politiche keynesiane fuori tempo – com-menta il Presidente di Lavorazione Paolo Capone, ma avere la ferma consapevolezza che il lavoro è l’unica vera leva per far ri-partire l’Italia. Il tassello fondamentale per pensare a una reale uscita dalla crisi – se-condo Carlo Buttaroni, Presidente di Tecnè è rappresentato da un forte investimento per ridurre l’esercito dei senza lavoro. Al-trimenti, il rischio è quello di una ripresina talmente debole da allontanarci rapida-mente dalle maggiori economie europee. Le previsioni parlano di un 2013 che po-trebbe chiudersi con il PIL in flessione dell’ 1,8%. Un altro anno difficile, quindi, in cui l’ Italia risulterà l’ unico Paese, tra i grandi, an-cora in recessione. Come effetto cascata, si assisterà a un peggioramento del rapporto con il debito. I segnali di ripresa arriveranno soltanto nel secondo trimestre dell’ anno prossimo, anche se commenta Buttaroni: “sarà una ripresa lenta e fragile, frenata da un tasso di disoccupazione la cui crescita non accenna a rallentare e da una domanda interna troppo debole”. Gli effetti recessi-vi, infatti, si faranno sentire ancora a lungo sul mercato del lavoro. Se non si interviene subito, nel 2014 la disoccupazione potreb-be raggiungere il: 12.2%. Per far ripartire il paese dobbiamo ritornare ai livelli del 2009 per quanto riguarda la disoccupazione e i

 

 

 

consumi. Un investimento di 15,8 miliardi di euro per stimolare l’occupazione, per esempio, avrebbe come effetto un calo del tasso di disoccupazione sotto l’ 8%, un in-cremento della domanda interna dell’ 1,6% e una crescita del PIL del 2,5%. “Rilancio dell’occupazione e dei consumi, quindi, come elementi intrecciati a doppio filo” conclude Paolo Capone “per permettere all’Italia di uscire dal tunnel della crisi, tor-

nando ad essere un Paese vivo e competiti-vo”. Il segretario Tabarelli ha rimarcato che se non ci sarà un nuovo modo di affrontare questa crisi e una condivisione da parte della politica, dei lavoratori e delle parti so-ciali di un nuovo modello di politiche del lavoro l’ Italia non potrà risalire la china di questa recessione che esaspera le difficoltà delle famiglie.

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Page 13: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

La Gotta e l’ alimentazione: povera dieta!

del dott. Paolo Garzotti

Ricordiamo brevemente che la Gotta non è solo una malattia articolare, ma una malattia sistemica che può interessare svariati organi o tessuti (vasi, reni, cuo-re) e che spesso si accompagna ad altre malattie qua-li: ipertensione arteriosa, diabete mellito, ipercole-sterolemia, insufficienza renale, cardiopatia ischemica. La Gotta è una malattia cronica dovuta ad un eccesso di acido urico nel sangue provocato da un’alterazione del metabolismo delle purine (composto organico azotato da cui derivano gli acidi nucleici-DNA;RNA). Quando la con-centrazione di acido urico nel sangue supera il valore di 6 mg/dl, aumenta il rischio di formazione di cristalli con la conseguente precipitazione degli stessi nelle articolazioni e nei tessuti extra articolari. Naturalmente la possibilità di sviluppare la Gotta aumenta con l’incremento dell’uricemia.Alcune condizioni aumentano il rischio di sviluppare la Got-ta, tra queste segnalo: aspetti genetici che predispongono il soggetto a una ridotta eliminazione e/o produzione di acido urico, l’età avanzata, l’essere maschi, l’obesità, la dieta iperca-

lorica, le bevande alcoliche, l’insufficienza renale (che provoca ridotta eliminazione di acido urico), la psoriasi e malattie ema-tologiche quali la policitemia, linfomi, anemie emolitiche, ecc. Rammentiamo anche che le manifestazioni della malattia possono essere molto variabili, presentandosi più tipica-mente nella classica artrite acuta mono-articolare (una sola articolazione), con intenso dolore, arrossamento, tensione della cute, tumefazione dell’ articolazione dell’alluce; ma può anche svilupparsi in modo subdolo, subacuto, poliarticola-re e con interessamento di vari organi (es. calcolosi rena-le, nefropatia, insufficienza renale, danno cardio-vascolare). E’ interessante sapere che l’uricemia può essere nor-male nella fase acuta della malattia proprio perché l’a-cido urico tende a precipitare nei tessuti. Perciò va-lori normali di uricemia non escludono la malattia. La diagnosi di Gotta viene posta su criteri clinici, ma l’esame di certezza per porre diagnosi di artrite gottosa è l’artrocentesi (pre-lievo di liquido sinoviale dall’ articolazione tramite siringa) che met-te in evidenza la presenza di cristalli di acido urico dentro le cellule. L’obiettivo del trattamento della gotta è quello di risolvere l’e-vento acuto infiammatorio doloroso e di impedire le recidive e le complicazioni croniche della malattia. Il fatto acuto può es-sere trattato con antinfiammatori o colchicina, in alcuni casi è indicato l’uso di cortisone per via generale o intra-articolare. Le recidive sono prevenute da una idonea dieta e sti-le di vita, dall’uso di farmaci che riducono la produzio-ne di acido urico o che ne aumentano la sua eliminazio-ne per via urinaria. È necessario mantenere una buona diuresi e talvolta è indicata una terapia preventiva con la colchicina. La dieta, una buona idratazione, la riduzione del peso corporeo, una sana attività fisica rivestono un ruo-lo molto importante nel paziente iperuricemico.Ma come deve essere l’alimentazione del paziente con acido uri-co elevato?

In generale dobbiamo ricordare che una eccessiva limitazio-ne dell’introito delle proteine non è necessaria in quanto, nel gottoso, le purine e conseguentemente l’acido urico deriva-no soprattutto da una sintesi endogena e poco dagli alimenti. E’ comunque utile, in presenza di iperuricemia e got-ta, ridurre al massimo gli alimenti ricchi di purine, non eccedere con le proteine e ricordare che i grassi, il frut-tosio, sorbitolo e xilitolo (dolcificanti, frutta) induco-no ritenzione di acido urico, mentre latte e vitami-na C favoriscono l’eliminazione urinaria di acido urico. Quali sono i principali cibi da evitare? Acciuga, anguilla, aringa, cefalo, crostacei, mitili, sardina, sgombro, tonno, triglia uova di pesce, sughi di carne, for-maggi grassi e fermentati, brodo di carne, anatra cervello, cuore, fegato, lepre, oca, maiale, piccione, rognone, sel-vaggina, trippa, estratti di carne, salumi, insaccati e ali-menti conservati,asparagi, cavolfiore, lenticchie, funghi secchi, melanzane, peperoni, piselli, castagne, cocomero, datteri, nespole, mandorle, prugne, frutta secca, olio, strut-to, lardo, salse aromatiche o piccanti, birra, vino, liquori. Quali sono i cibi consentiti?Brodo vegetale, pasta e riso non integrale, grissini, cra-ckers, fette biscottate, cereali, latte e suoi derivati (asia-go, bel paese, crescenza, fior di latte, fontina, mozzarella, ricotta, scamorza), barbabietole, broccoli, carciofi, cardi, carote, cavolini di bruxelles, insalata, lattuga, patate, pomo-dori, rape, zucca, olive, albicocche, arance, ciliegie, mele, melone, pere, pesche, noci, uova, olio d’oliva, burro e margarina in piccole quantità, aceto, acque oligominerali. Con moderazione sono però consentiti anche: aspara-gi, cavolfiore, fagioli, funghi, lenticchie, piselli, spinaci car-ne bianca, pollame, spigola, carpa, cernia, luccio merluzzo, nasello, palombo, sogliola, rombo, trota. Buon appetito!

13Salute & Sanità

A cura del dott. Paolo Garzotti

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Concludiamo l’argomento Gotta che abbiamo cominciato a trattare nel precedente appuntamento della nostra rubrica.

Page 14: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

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14 Moda & Tendenze

A cura di Diego Cordioli

Autunno/Inverno 2013: le ultime modeQuali sono i colori più in voga della stagione e cosa rivelano? Quali i capi d’abbigliamento di ultima

tendenza, e cosa ci può dire la moda dei nostri gusti, desideri e di ciò che siamo? Scopriremo le ultime tendenze

A cura di Elisa Zanola

Ci sono mode che tanto han-no inciso, da rimanere nell’im-maginario collettivo come sintesi di un’intera epoca storica: pensiamo al 1700 e ai suoi parrucchini incipriati, ai papillon così diffusi nell’Ot-tocento, al frac, che se anche ha una storia anteriore, ci rimanda all’ inizio del Nove-cento, ai jeans, che forse più di ogni altro capo d’abbiglia-mento possono identificare la nostra epoca… Una delle mi-gliori definizioni della moda, valida per qualsiasi tempo, ci proviene dal sociologo tede-sco Simmel, che scriveva: “La moda è imitazione di un mo-dello dato e appaga il bisogno di appoggio sociale, conduce il singolo sulla via che tutti percorrono, dà un universale che fa del comportamento di ogni singolo un mero esem-pio. Nondimeno appaga il bi-sogno di diversità, la tendenza alla differenziazione, al cam-

biamento, al distinguersi.” At-traverso la moda si esprime quindi da un lato il desiderio di conformismo (e di appro-vazione sociale), ma nel con-tempo, attraverso la scelta di come mostrarsi agli altri, deci-dendo quali vestiti indossare, quale taglio di capelli portare, si risponde, in modo più o meno libero, ad un bisogno individuale di renderci diver-si dagli altri, in qualche modo particolari e unici. Essere alla moda diventa anch’esso una moda, ma risponde anche ad un piacere di cura del sé che è bello riservarsi, pur ricor-dandosi sempre che come ci vestiamo non può mai dirci completamente chi siamo e che gli abiti tradiscono e ma-scherano sempre tendenze e bisogni più complessi e pro-fondi. Se volessimo seguire le ultime tendenze in campo di moda, cosa ci dicono le sfilate di New York, Londra,

Milano e Parigi? La scelta dei colori più in voga rivela mes-saggi profondi che la nostra società, indirettamente, ci dà. Il bianco e nero, ad esempio, sintesi di tanti contrasti, op-posizioni, dualità. L’altro colo-re che compete con il bianco e nero, sarà il rosa e blu. In uno scambio di generi a cui strizza negli ultimi tempi l’oc-chio l’alta moda, proponendo modelli dal fascino androgino, dove il maschile e il femmi-nile appaiono come catego-rie superate. Colori brillanti, elettrici, ma anche fiabeschi e nostalgici, a rimarcare una contemporaneità che guar-da insieme verso un futuro sempre più avveniristico, con un po’di nostalgia per i tempi passati. Piace molto, in questa stagione, anche il tartan, in un intreccio di fili che ricorda an-tichi motivi scozzesi, ma viene applicato non tanto ai celebri gonnellini, ma soprattutto a

capi d’abbigliamento che co-prono la parte superiore del corpo, come giacche e cap-potti. Per coprire dal freddo invernale, un altro capo in voga è la cappa, quindi la man-tella, portata lunga, corta, rica-mata o più sobria, di colori ac-cesi o nera: il rimando è ad un periodo fiabesco, da libri dei fratelli Grimm. La moda ma-schile dà il suo massimo nelle scarpe, che alternano tocchi marziali, con rimandi militari e borchie, a stili più bohemien. Come tendenze, vanno per la maggiore, in questa stagione, il neo grunge che si affianca al look da femme fatale, o all’op-posto, a tendenze mannish, che vedono la sempre mag-giore propensione della moda di far indossare a modelle donne, capi e stoffe pensati originariamente al maschile; che la moda stia anticipando una nuova sovversione di ge-nere, alle porte?

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Page 15: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

A cura di Elisa Zanola

15Cucina Veronese

La pearà: il piatto più amato dai veronesiE’ lei la protagonista indiscussa delle tavole veronesi, lei l’orgoglio della città scaligera, il piatto più tipico della veronesità: la pearà.

Scopriamola insieme, non solo come piatto da accompagnare al bollito, ma vediamo anche qual è la sua storia...

ISOLA DELLA SCALA (VR)COMUNE DI ISOLA DELLA SCALA

13a

7 NOVEMBRE1 DICEMBRE2013Oltre al bollito e pearà in � era troverai anche: risotto all’isolana, risotto con la zucca, tagliatelle in brodo con fegatini, tortelli di zucca, tortellini in brodo o al burro, passatelli in brodo, pasticcio di carne, maccheroncini con ragù d’anatra o d’asino, ravioli con i funghi, trippe in brodo o asciutte, formaggi, panino all’isolana con patatine fritte.

Tel. 045 73 00 089 | www.isola� ere.itPer informazioni:

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7 NOVEMBRE1 DICEMBREOltre al bollito e pearà in � era troverai anche: risotto all’isolana, risotto con la zucca, tagliatelle in brodo con fegatini, tortelli di zucca, tortellini in brodo o al burro, passatelli in brodo, pasticcio di carne, maccheroncini con ragù d’anatra o d’asino, ravioli con i funghi, trippe in brodo o asciutte, formaggi, panino all’isolana con patatine fritte.

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A cura di Elisa Zanola

Midollo di osso (la “mjo-la”), pangrattato, olio, pepe, brodo e grana: que-sti sono gli ingredien-ti della pearà. La pearà sembra abbia una storia molto antica, pare che ri-salga ai tempi dei re Lon-gobardi. La data di nasci-ta, secondo la leggenda, è ricondotta al VI secolo d.C., quando il re dei Lon-

gobardi, Alboino, aveva fatto prigioniera la figlia dell’avversario, Rosamun-da e l’avrebbe costretta a bere dal teschio del padre morto. Disperata e scon-volta, Rosamunda avrebbe deciso di ritirarsi e mori-re di fame, e così sareb-be stato, se un generoso cuoco che provò pietà per lei, non le avesse pre-

parato la pearà. Pietanza che si è diffusa poi dalla metà dell’Ottocento, in Veneto e in particolar modo a Verona. Di solito questa prelibata salsa vie-ne servita con il bollito, ma la zona gardesana ap-porta anche variazioni alla ricetta tradizionale, sug-gerendo un piatto come i bigoli con le sarde e la pearà. Non solo un con-torno, ma un vero e pro-prio motivo d’orgoglio e fattore identitario per chi è e si sente a pieno titolo veronese. La pearà infatti è una salsa pepata che fa impazzire Verona, ma non solo…L’amore per que-sto piatto è così sentito, che un gruppo di musicisti locali, i Castion boys, ha anche dedicato alla pearà una divertente canzone,

che ben spiega la tradizio-ne della pearà e lo spirito dei suoi cultori. Ci sono anche diverse magliette in commercio, con scrit-te come “I love pearà” ed anche in un fumetto mol-to simpatico, nato in pro-vincia di Verona e molto amato dai giovani verone-si, “Il Dino da Sandrà”, la pearà è spesso presente. La pearà e l’identità vero-nese, insomma, sono un tutt’uno. Come preparar-la? Con mezzo kg di pan grattugiato si consigliano 100 grammi di midollo, altrettanti di olio d’oliva e di brodo caldo; sale e pepe quanto basta. L’olio e il midollo vanno versati in una pentola, e messi a fuoco basso, mescolando spesso; quando iniziano a soffriggere, va aggiunto

il pane grattugiato, len-tamente, perché non si creino grumi. Un po’alla volta, bisogna mettere poi il brodo caldo; da ultimo si devono aggiungere sale e pepe e far cuocere la salsa a fiamma bassa, per almeno due ore. Alla fine si può insaporire la salsa con del formaggio gra-na grattugiato e servire la pearà con il bollito o con il lesso. Come vino, un buon abbinamento è il Bardolino, ma anche il Valpolicella. Ci sono poi feste e sagre interamen-te dedicate alla pearà, come la Fiera del bollito con la pearà, che si terrà ad Isola della Scala, dal 7 novembre al 1 dicembre. Buona pearà a tutti!

Page 16: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

Ho conosciuto Renato Begnoni ver-so la fine degli anni Novanta, per una sua mostra a Pavia. Le sue immagini mi colpiscono e nel Duemila, per una mostra collettiva sulle violenze, alla Triennale di Milano, gli chiedo di illu-strare la violenza del dolore. Dopo di che, come accade nella vita, ci siamo persi di vista. Ho comunque seguito da lontano il suo lavoro e, negli anni , le sue opere si sono fatte via via più ricche, più dense…Quale è stata la scintilla che ti ha spinto ad abbracciare la fo-tografia? Ho iniziato ad amare l’arte fotografica fin da ragazzo. Mi emozionava poter raccontare per immagini quello che nasceva dentro di me, dialogare con me stesso, ri-muovere questa mia timidezza. Poter fissare emozioni, progettare pensieri, vivere con questa magia contrasta-ta dalla luce e dal buio. L’amore per l’arte in generale mi aveva suggerito che la fotografia poteva diventare una cosa importante per me. E così è stato: un linguaggio, uno strumento fondamentale per suggerire nuove visioni del contemporaneo e dialoga-re con l’esterno.Quando e dove, se lo ricordi, è successo che ti sei detto: « Io non posso essere altro che fo-tografo»? Giovanissimo, avevo 16 anni. Dal mio paese natale, Villafran-ca di Verona, sono andato in treno a Milano a vedere le mostre di Irving Penn, Cartier Bresson e Diane Arbus. Sono rimasto letteralmente folgora-to dalle fotografie, dalla loro bellezza, dalla vita raccontata in un’immagine. Ero “lontano” da questi personaggi, ma mi sentivo straordinariamente vicino e mi interrogavo ogni secondo su ciò che vedevo.E’ stata una fascinazione emo-tiva, d’istinto, o era già un’attra-zione intellettuale, estetica?All’inizio ho cercato di studiare e seguire grandi autori in cui l’aspet-to formale era, in apparenza, un elemento preponderante: Fontana, Avedon, Mapplethorpe, Adams. Poi il mio interesse si è spostato su autori meno conosciuti, ma più complessi, enigmatici, intriganti: Gioli, Witkin, Weegee.A quale incontro devi la tua passione iniziale? Per questo fata-le incontro parto sempre da lontano: frequentavo ancora le scuole medie e mia madre mi aveva regalato una Rolleiflex 6x6. Non ti dico l’emozio-ne! Mi tremavano le mani nel vederla e il cuore batteva a mille! Per alcuni anni ho tenuto la macchina fotogra-

Primavera di luce: Renato BegnoniSono felice che Renato abbia voluto raccontarmi la sua storia e il suo incontro con la foto-

grafia o, come lo definisce in modo poetico lui, il suo incontro con la sua primavera di luce.

L’arte in Mostra

fica sul comodino in campagna e mi addormentavo guardando questo strumento come un amore impossi-bile. Poi, con i miei pochi risparmi, ho iniziato ad acquistare le prime riviste di fotografia: Progresso Fotografico, Photo ... E i primi libri di fotografia: i testi di I. Zannier, J.C. Lemagny, A. Gilardi, R.Valtorta, S. Sontag e molti altri ancora. E devo molto alle mo-stre che ho visto; ai curatori; alla mia prima borsa di studio della Fonda-zione Bevilacqua La Masa di Venezia, vinta nel 1985; ai luoghi e alle per-sone che ho incontrato per strada. Un ricordo particolare va Giuliana Scimè per aver valorizzato, all’inizio della mia attività artistica, le mie fo-tografie (1985).Hai avuto, nella tua genealogia fotografica personale, esempi di fotografi in casa, tra i parenti o gli amici, oppure sei entrato nel mondo della fotografia da solo, seguendo una strada tutta tua? No, nessuno in famiglia fotografa-va. Anzi, ero considerato anomalo nell’ambiente familiare. Ero visto dai parenti e in paese come un diverso, un fannullone. Difficile vivere e rac-contare a loro che stava nascendo dentro di me una primavera di luce.Quali sono state le prime im-magini che hai scattato? Le con-servi ancora? Certamente. Sono ritratti in bianco e nero di una fami-glia di contadini:il marito che fuma il sigaro e la signora che si pettina al

mattino, fuori nel cortile. Poi un cam-po nomadi e mio nipote Cristiano seduto su un mezzo agricolo (1972).Ti ricordi cosa hai provato quando hai guardato per la pri-ma volta il mondo attraverso un mirino? Un gioco meraviglioso, un luna park, dove la curiosità nel vede-re l’immagine all’interno del mirino mi accompagnava in un mondo tutto particolare, da scoprire giorno dopo giorno. Ero felice, come un bambino, di scoprire in ogni attimo una nuova finestra aperta al mondo.Ti ricordi cosa hai provato quando hai guardato le prime immagini scat-tate da te? O cosa hai provato quando le hai viste affiorare in camera oscura? Mi sembrava una scatola magica, un parto continuo di nuove creature venute alla luce. Si-curamente un momento particolare. Entravo in camera oscura e mi iso-lavo dal mondo per intere giornate. Una maternità con la luce rossa.Quando hai capito che la tua passione iniziale si era trasfor-mata in una necessità, vale a dire: quando la fotografia non è più stata solo un desiderio, ma è diventata un linguaggio? Mi ritengo fortunato. L’unica cosa che ho capito da subito è stato vede-re una fotografia nascere dentro di me, sentire un ‘autore’ , interrogarmi ogni giorno perché viviamo. Vedere con gli occhi gonfi di dolore e pieni di gioia. La ricchezza degli occhi che

cercano di vedere oltre il “giardino fiorito”.Quale è stata la tua formazione, il tuo percorso di crescita (studi, maestri, immagini, esperienze) che ti hanno condotto dalle pri-me immagini al fotografo che sei oggi ? Ho iniziato a lavorare come apprendista nello studio foto-grafico FP di Verona, nel settore della pubblicità’ e del ritratto, poi design e architettura (1974). Molti sono gli autori che amo, F.Woodman, L.Ghirri, D.Arbus, M.Giacomelli, D.Michals, Man Ray, G. Guidi, N. Migliori …Che cosa hai scoperto grazie alla fotografia? Che cosa ti ha dato? Mi ha dato la possibilità di raccontare emozioni, di suggerire un nuovo vedere, di aumentare il dub-bio, il senso di libertà e di ascolto. Mi ha dato la possibilità di parlare di do-lore, di fame, di amore, di amicizia. Il mio modo di portare solidarietà.E adesso, dove ti sta portando la fotografia? Quali progetti per il futuro? Poter occupare la mente in nuovi sogni da vivere con gli altri. Partecipare a temi come l’identità, la diversità’, il nostro Io, la nascita e la morte; essere un termometro del nostro tempo. Creare nuove opere per un’e-sigenza quotidiana dove la cer-tezza non esiste. Il futuro? Dopo la perdita di mia madre ho ripreso a lavorare e spero di poter realizzare una mostra significativa.

I tuoi lavori fotografici sono molto “pensati”. In che modo avviene il processo di trasfor-mazione dell’idea in immagi-ne? Lavoro per un’immagine che deve interrogare, proiettare, segnare sempre nuove emozioni. Un’immagi-ne che deve seguire un progetto di vita: la centralità dell’esistere, dove le cose, i luoghi e le persone torna-no a essere protagoniste del nostro sentire. Fare strada, “lavorare molto”, con determinazione, umiltà, curiosi-tà e amore. Perché la luce, il vento, l’acqua e il fuoco ci aiutino a capire cosa dobbiamo fotografare. Lavoro per un’opera che racconti non solo quello che c’è stato, ma quello che ci può capitare: una non foto. Oggi voglio mettere, tra le cose da salvare, questa foto inedita di Renato Begnoni. Respiro l’asfalto (2013) In rappresentanza di tutta la sua produ-zione artistica. La voglio salvare per-ché se le foto, come il vino, avessero un retrogusto, nella densità di questa immagine mi è sembrato di cogliere il sapore di un San Sebastiano rina-scimentale o di una Deposizione. E poi, dato che ogni opera di Renato ha una lunga gestazione, voglio sal-vare il suo modo di lavorare. Voglio salvare questo portare dentro di sé, per settimane, un’idea visiva, questo suo ruminare continuamente la figu-ra che dovrà apparire, fino a quando – come una maternità – il pensiero è trasformato in immagine.

A cura di Diego Cordioli

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di Enrico Prada

Renato Begnoni, Respiro l’asfalto (2013)

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Page 17: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

Chievo ed Hellas: Voglia di Derby

Hellas con “l’Iturbe”, il Chievo si affida a Corini

Si alza il sipario. Come una famo-sa opera teatrale attesa da tempo e con attori di prim’ordine si ri-affaccia in riva all’Adige un sapore nuovo, un gusto diverso. Sembra quasi (e la città di Verona ha tutte le caratteristiche storiche ed ar-tistiche per evocare il passato) di essere tornati nel 1779 presso la residenza “The Oaks”, in Inghil-terra, e precisamente a Derby. Il Conte Edward Smith Stanley in occasione del suo matrimonio decise di celebrare l’evento con una festa campestre. Durante questa festa, essendo entrambi i coniugi cavalieri provetti, venne organizzata una corsa dedicata alle puledre di 3 anni battezzan-dola con il nome della tenuta. Non del tutto soddisfatto il Con-te, in seguito, decise di istituire una corsa analoga dedicata però ai puledri (sempre di 3 anni). La gara si tenne l’anno seguente a Epsom e assunse il nome di “Der-by”.Ma chi la spuntò? I puledri o

Hellas saldamente ancorato al sesto posto, Chievo fanali-no di coda (ma che strano ve-derlo lì!) a chiudere i numeri di un Campionato che per le veronesi ha già detto molto. HELLAS: rivelazione di questo torneo targato 2013/2014, ha già messo in cascina quei punti (22, in 12 gare dispu-tate) necessari a cercare i record della storia (4° po-sto nel 1983 e 1987, 6° nel 1984 e Campione d’Italia nel 1985). La truppa di Mandor-lini ha offerto, fin qui, gioco arioso, veloce, spumeggian-te e a tratti devastante. C’è un collegamento perfetto e collaborazione totale fra i

di Nicola Di Ciomma

Con l’avvento dei primi giochi con la palla (calcio e rugby) in Gran Bretagna prima e nel resto del globo poi, gli incontri sportivi fra compagini della stessa città o regione, presero il nome di “Derby”. Un bilancio sui Derby di Chievo ed Hellas.

Come andrà a finire ce lo dirà solo ed esclusivamente il The Day After. La palla è rotonda. Com’è lo si intuisce chiaramente dalle classifiche di Hellas e Chievo.

le puledre? La storia in merito non ci aiuta molto, e questo, co-munque, ha poca importanza. Sta di fatto che in tutto il mondo si diffuse il nome “Derby”. Oggi come oggi dire o meno grazie a Sir Edward diventa una scelta personale. Il derby resta sempre il derby e se in questa parola c’è un pizzico di storia fa bene soprat-tutto al calcio. In passato fu anche abbozzata una sorta di classifica mondiale per stabilire quali fos-sero i derby più sentiti in meri-to a situazioni sociali, politiche e religiose. Lazio-Roma appaiono al secondo posto precedute solo da Celtic-Rangers. Stella Rossa-Par-tizan sono al settimo e al quarto c’è addirittura il derby egiziano fra Al Ahly e Zamalek (Il Cairo). Questione di sentimenti. E a Ve-rona? Qui per l’undicesimo derby della storia (terzo in Serie A) del 23 novembre (ore 18.00) sale la fibrillazione. In base ad un calco-lo matematico preciso, con tanto di anni bisestili trascorsi, l’evento non si ripete esattamente da 11 anni, 246 giorni, un’ora e 7 minuti (Chievo-Hellas 2-1) se la gara ini-zierà con puntualità anglosassone. In Serie A le due squadre si sono affrontate solo due volte. Il primo derby in Serie A se lo aggiudicò l’Hellas nella rocambolesca gara del 18 novembre 2001 (3-2). Con questo Campionato arriveremo

sicuramente a quota 4. Fra i ca-detti ne sono stati disputati 8. Il primo in assoluto il 10 dicembre 1994 (Hellas-Chievo1-1). La cu-riosità resta sicuramente legata ad un bilancio di assoluta parità fra le due squadre. Su 10 gare di-sputate ci sono 2 pareggi e 4 vit-torie per parte. Anche il bilancio dei gol è in perfetta parità. Tredici gol realizzati dall’Hellas contro al-trettanti del Chievo per un totale di 26 marcature da derby. Una vittoria a testa anche negli incon-tri disputati solo in Serie A. Ca-pocannoniere del derby Federico Cossato (Chievo) con 3 segnatu-re, seguito a 2 da Fabrizio Cam-marata (Hellas) e Michele Cossa-to (Chievo). I rigori (tutti realizza-ti) sono a favore dell’Hellas (2-1). Quale migliore biglietto da visita per il palcoscenico italiano e per i palati fini? Se guardiamo ai nume-ri, quelli veri, anche il lettore più attento può però capire che con 10 derby alle spalle (a fine torneo saranno comunque solo 12) non si va da nessuna parte: conside-rando anche la Coppa Italia, le Coppe europee e le amichevoli di lusso, Inter e Milan ne hanno disputati 279, Juventus e Torino 228, Lazio e Roma 176 ed infine Genoa e Sampdoria (escludendo Sampierdarenese, Doria e Liguria dal passato comunque illustre) si arrestano a quota 90. Ovun-

A cura di Nicola Di Ciomma

Calcio d’Alta quota 17

que vada il calcio e i suoi derby, questi, per le veronesi, restano comunque numeri irraggiungibili. Ma anche Hellas e Chievo, dalla loro parte, hanno altri numeri non meno importanti delle squa-dre più blasonate. Quest’anno la Serie A ha ben 5 derby. Mai suc-cesso prima nella storia del calcio italiano (grazie alla promozione in A dell’Hellas). Così 10 squadre su 20 hanno una stracittadina. L’Hel-las resta l’unica squadra italiana ad aver vinto uno scudetto fra le provinciali. Il Chievo è il quartiere più piccolo d’Italia ad avere una squadra in Serie A. La classifica generale della Coppa disciplina e del Premio Fair play parla solo a favore dei clivensi. Entrambe hanno avuto fra le file nomi il-lustri quali Adrian Mutu, Mauro Camoranesi, Alberto Gilardino, Eugenio Corini, Federico Cossa-

to, Alberto Malesani, Luigi Delne-ri e soprattutto Cesare Prandelli. Questo è quanto ha da offrire il palcoscenico pedatorio verone-se al cospetto di quella che vie-ne definita la crema del calcio.Un rimpianto? Sicuro: quello di non aver avuto nei derby perso-naggi del calibro di Gianfranco Zigoni, Preben Elkjaer e Osvaldo Bagnoli da una parte, e Bruno Vantini, Oliver Bierhoff e Luca Marchegiani dall’altra. Vorrrà dire che ci accontenteremo di Luca Toni (272 reti in carriera, nazionale compresa) e Sergio Pellissier (138 reti in carriera, una delle quali in nazionale an-che per lui). E allora, se non ci saranno né vincitori e né vinti, vinca il migliore. Il derby fa bene a una città come Verona. Convie-ne tenercelo stretto. Ne sarebbe convinto anche Mister Edward.

reparti. Un gruppo decisa-mente destinato a crescere e a lasciare (finalmente!) segni indelebili nel corso della sta-gione. Scivolone di Genova a parte (se si può definirlo tale), ha perso solo (e gran bene) con le grandi. Uno su tut-ti? Cacciatore, goleador dei difensori d’Italia. VOTO: 8,5CHIEVO: mai così male dal 1929! Quella che fino a po-chi giorni fa era la panchina di Sannino (Sesto esonero nella storia del Chievo alla faccia degli “zampariniani”) adesso sarà ancora di Corini. Una manciata di solo 6 punti sono da Pronto Soccorso. Il tecni-co uscente le ha provate tut-

te in termini di modulo. Non altrettanto in termini di gio-catori (vedi Acosty, Lazarevic, Ardemagni e, clamorosamen-te, lo stesso Pellissier). Se il nostro Fabio Caressa, mentre ti manda a bere un tè caldo, ti racconta che “il calcio è stra-no”, è vero, ma è altrettanto vero che in questo sport è necessario correre. Quel-lo che fino ad ora il Chievo non ha fatto. Condizione fisi-ca? Psicologica? Sarà il nuovo entourage tecnico a tirare le somme. Per la salvezza serve un miracolo. Ma la squadra ci è già da tempo abituata. Uno su tutti? Luca Campedel-li. Il Chievo è lui. VOTO: 4,5

I DERBY HELLAS - CHIEVO

1 Derby, 10 dic 1994, serie B, Hellas- Chievo, risultato: 1-1 Marcatore Hellas: Fabrizio Fermanelli (rigore)2 Derby, 7 mag 1995, serie B, Chievo- Hellas, risultato: 3-1 Marcatore Hellas: Fabrizio Cammarata3 Derby, 26 nov 1995, serie B, Chievo- Hellas, risultato: 1-2 Marcatori Hellas: Fabrizio Cammarata, Nicola Zanini, Antonio De Vitis4 Derby, 28 aprile 1996, serie B, Hellas- Chievo, risultato: 1-0 Marcatore Hellas: Antonio De Vitis5 Derby, 11 ott 1997, serie B, Hellas- Chievo, risultato: 4-0 Marcatori Hellas: Leonardo Colucci, Alfedo Aglietti, Eugenio Corini, Marco Giandebiaggi6 Derby, 15 mar 1998, serie B, Chievo-Hellas, risultato: 2-0 7 Derby, 20 dic 1998, serie B, Hellas- Chievo, risultato: 0-0 8 Derby, 16 mag 1999, serie B, Chievo-Hellas, risultato: 2-0 9 Derby, 18 nov 2001, serie A, Hellas-Chievo, risultato: 3-2 Marcatori Hellas: Massimo Oddo (rigore), Salvatore Lanna (autorete), Mauro G. Camoranesi10 Derby, 24 marzo 2002, serie A, Chievo-Hellas, risultato: 2-1 Marcatore Hellas: Adrian Mutu

Page 18: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

Lattoneria in genere e CopertureRimozione e Smaltimento AmiantoLinee Vita

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L’inquinamento ambientale da amianto e lo smaltimento in sicu-rezza dei rifiuti contenenti amianto sono problemi importanti, per i quali la normativa ha previsto piani di intervento e misure tecni-che per l’individuazione e l’elimi-nazione del rischio connesso all’impiego di materiali contenenti amianto. Visti i nocivi effetti sulla salute cau-sati dall’esposizione alle fibre di amianto, le leggi vigenti prevedo-no responsabilità ed obblighi spe-cifici per i possessori o conduttori di edifici che devono verificare e denunciare la presenza di amian-to, provvedere alla loro corretta manutenzione e controllo e occu-parsi della loro rimozione e smalti-mento. Ma cos’è l’amianto? Il termine amianto o asbesto indivi-dua alcuni silicati idrati di magne-sio, calcio, ferro ed altri elementi. L’amianto è un minerale, estratto in miniere, spesso a cielo aperto.

Liberati dall’amiantoAffidati ai professionisti

P.D. di Piccinato Dante

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Si è formato in seguito a processi di metamorfismo durati millenni: la roccia madre, sottoposta ad alte pressione e temperature, ha dato origine a filoni di ricristallizzazione fibrosa spessi anche alcune decine di centimetri. L’amianto veniva poi separato dalla roccia madre, frantumato e macinato e le fibre separate e purificate. Amian-to in greco significa incorruttibile e asbesto, inestinguibile. Si tratta di un materiale molto resistente al fuoco, al calore, all’azione degli agenti chimici e biologici, all’abr-asione e all’usura. Ma è molto peri-coloso e questa sua pericolosità deriva dalla caratteristica dell’ami-anto di sfaldarsi nelle fibre, molto piccole, di cui è composto. Queste possono penetrare in pro-fondità nell’organismo, soprattutto per le vie respiratore. Sono invisi-bili e, una volta penetrate, indi-struttibili. Essendo un materiale molto flessibile e friabile, con

bassi costi di lavorazione, è stato utilizzato per oltre 3000 tipi di ma-nufatti, tra cui le famose coperture in cemento-amianto (Eternit), che rappresentano quasi il 70% dell’amianto presente nel nostro Paese. Altre componenti in amian-to sono state usate per le coiben-tazioni, per cartoni in asbesto usati come rivestimenti in edilizia, per porte antifiamma, caloriferi e inceneritori; altre componenti in amianto sono state usate per freni e frizioni, tessuti, guarnizioni, filtri… Alcune fibre, una volta respirate, restano nei polmoni in modo permanente, con rischi anche mortali. Per il grave perico-lo per la propria salute e quella di chi vive con noi, è importante rimuovere e smaltire coperture e materiali composti da amianto: meno amianto, significa una vita più sana, che allontani da noi i pesanti danni che l’amianto pro-duce sul nostro organismo.

Page 19: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

Ecologia del Paesaggio: tra natura e culturaGLOSSARIO ECOLOGICO

La biodiversità è un patrimonio universale inestimabile, frutto di alcuni miliardi di anni di

evoluzione. Un’enorme varietà di geni, specie ed ecosistemi, tutti legati tra loro e tutti indispensabili.

Il concetto di “Ecologia del paesaggio” venne utilizzato per la prima volta nella letteratura scientifica dal geografo tedesco

Carl Troll, nel 1939, nel corso dell’interpretazione di alcune foto aeree di un paesaggio della savana dell’Africa orientale.

A cura di Luigi Facincani

Ecologia & Ambiente 19

Le aree naturali protette: musei della biodiversità

Per la tutela della biodiversità, il primo comma dell’Articolo 8 della Convenzione Internazionale sulla Biodiversità, sottoscritta ad oggi da 193 paesi del mondo, dice: “Ciascuna parte contraente, nel-la misura del possibile, istituisce un sistema di zone protette o di zone dove misure speciali devono essere adottate per conservare la diversità biologica”.Si tratta della Convenzione inter-nazionale considerata più com-pleta: i suoi obiettivi si applicano praticamente a tutti gli organismi viventi della terra, sia selvatici che selezionati dall’uomo. E l’istituzio-ne e la difesa di zone protette co-stituiscono passi fondamentali per la tutela della biodiversità naturale. L’origine delle aree protette è lon-tana nei tempi. Già nella letteratu-ra latina si parlava di un parco a Tarquinia in cui venivano conser-vati gli animali ed era tipico della cultura classica, e poi di quella cel-tica, considerare che alcuni boschi fossero “boschi sacri”. Più tardi i feudatari ed i sovrani delimitarono aree in cui praticare la caccia con i loro cortigiani. Questo tipo di protezione aveva una base princi-

Egli intuì per primo alcune proprietà degli ecosistemi e notò che essi mostravano una tendenza ad aggregarsi tra di loro formando altre entità dotate di un grado di organizzazione superiore, alle quali è stato dato il nome di Paesaggio. Comprese anche che una nuova disciplina sarebbe stata necessaria per studiare i paesaggi ecologi-camente definiti, e le diede tale nome. È soltanto verso la fine degli anni ‘80 in nord America che acquisisce una vera dignità scientifica, indirizzandosi in particolare verso lo studio dei grandi spazi naturali. Il Paesaggio è definibile come un sistema di ecosistemi in cui si in-tegrano gli eventi della natura e le azioni della cultura umana. Nella scala biologica dei livelli di aggregazione della materia vivente il pae-saggio compare quindi ad un livello superiore, rispetto a quello dei singoli ecosistemi. A seguito di questi studi la Scala di aggregazione della materia vivente è stata così integrata (partendo dall’elemento più semplice al più complesso): Protoplasma (complesso di sostanze contenute nella cellula che sono circondate dalla membrana cellula-re), Cellula (la più piccola struttura ad essere classificabile come vi-vente), Tessuti (insieme di cellule), Organi (insieme di tessuti), Orga-nismi o Individui (insieme di organi), Popolazioni (insieme di organi-smi od individui), Associazioni o Comunità (insieme di popolazioni), Ecosistemi (insieme di associazioni o Comunità), Paesaggi (insieme di ecosistemi) ed infine al vertice si trova l’Ecosfera (l’insieme delle zone della Terra in cui le condizioni ambientali permettono la forma-zione e lo sviluppo di aggregazioni viventi complesse).

palmente egoistica: solamente più tardi, con la rivoluzione industriale e grazie all’influenza del Romanti-cismo, si cominciò a pensare alla natura come una risorsa estetica e nelle città europee iniziarono ad essere progettati spazi verdi come parte integrante del contesto ur-bano. A partire dalla metà circa dell’Ottocento si aprì il dibattito sull’opportunità di tutelare terri-tori di oggettiva bellezza e ricchez-za per sottrarli alla trasformazione e perdita di identità dovuta allo sviluppo degli insediamenti. Alcuni esempi: nel 1826 nel Regno delle due Sicilie si decise di conservare i boschi di Montecalvo, San Vito e di Calvi; negli Stati Uniti nel 1832 la riserva delle Hot Springs; una ri-serva in Prussia nel 1836; nel 1853 la riserva di Fontainebleau in Fran-cia; il Parco Yellowstone negli USA nel 1872; in Italia nasce il Parco del Gran Paradiso nel 1922 seguito dal Parco d’Abruzzo nel 1923, dal Par-co del Circeo nel 1934 e dal Parco dello Stelvio nel 1935.Le riserve naturali sono normal-mente costituite da aree terre-stri, fluviali, lacustri o marine che contengono uno o più ecosistemi

intatti, o anche parzialmente mo-dificati dall’intervento umano, ed una o più formazioni fisiche, geo-logiche, morfologiche e biologiche di rilievo nazionale, regionale o locale.In alcuni casi i valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educa-tivi e ricreativi e l’ampiezza di tali aree sono tali da richiedere l’inter-vento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future. In altri casi sono invece le regioni e le comunità lo-cali ad intervenire con specifiche tutele. E numerose sono anche le aree protette istituite e gestite dall’associazionismo ambientalista (WWF, FAI, LIPU, ecc.). Per quanto riguarda l’Italia nelle riserve natu-rali protette sono rappresentati quasi tutti gli ambienti naturali del nostro Paese: si va dalle praterie e foreste alpine alle coste sui mari, dall’insieme di aree umide alle vallate selvagge, dalle cascate alle grotte, dai boschi di pianura alle foreste mediterranee.Vi trovano rifugio sicuro (o qua-si) animali e piante minacciate di estinzione, come il cervo sardo, l’orso marsicano e quello alpino, la

lontra ed il lupo. Così le tante pian-te, spesso endemiche o i complessi vegetali sempre meno diffusi come le abetaie lungo l’Appennino, i bo-schi igrofili, le foreste sempreverdi, le specie tipiche delle paludi ed i prati aridi.E’ ormai consolidata tra i ricerca-tori naturalisti, tra gli appassionati di fotografia e tra gli amanti del-la natura che le riserve naturali

protette si possono considerare “musei di scienze naturali a cielo aperto”, grandi o piccole che siano. La loro funzione primaria consiste nella conservazione della biodiver-sità ed è nelle riserve naturali che è possibile vedere e toccare con mano la biodiversità. Ma per poter rendersene conto è necessario av-vicinarsi ad esse con curiosità, con rispetto e con passione.

Page 20: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

20 Povegliano Veronese

A cura di Diego Cordioli

Povegliano per le pari opportunità e il lavoroIl Comune di Povegliano Veronese è partner di un progetto che vuole favorire le pari opportunità, in particolare nel mondo del lavoro.

L’iniziativa si sviluppa su due assi: uno rivolto alle donne che vogliono ri-en-trare nel mondo del lavoro e uno rivol-to alle aziende. Concretamente il pro-getto si articolerà in un percorso di in-formazione, orientamento e counseling, “Orientadonna”, di 7 incontri rivolti alle cittadine che vogliono capire come è cambiato il mondo del lavoro, quali competenze è bene sviluppare per ave-re un profilo professionale aggiornato, quali sono i canali e le modalità di ac-cesso al mondo del lavoro. Sarà inoltre affrontato il tema dell’autoimprendito-rialità per capire come poter trasfor-mare i propri talenti in un’opportunità

di autoimpiego. L’altro ambito di inter-vento del progetto mira a raccogliere i bisogni organizzativi delle aziende, che devono spesso trovare la sintesi tra le proprie necessità e quelle dei e delle propri/e dipendenti… e delle loro fami-glie. “Fare politiche per le pari opportu-nità e la famiglia significa anche capire e trovare possibili soluzioni, servizi che rispondano alle necessità delle aziende e delle persone che vi lavorano. Ecco perché il 2 ottobre abbiamo invitato ad un incontro le aziende del nostro terri-torio: le vogliamo conoscere, desideria-mo che si confrontino tra loro e magari creino sinergia. In questo momento è la collaborazione che può aiutarci a usci-re dalle difficoltà” sostiene l’Assessore

alla Pubblica Istruzione e alle Politiche Sociali Laura Peretti. Di fronte ad una emergente vulnerabilità sociale una ri-sposta può essere trovata nel welfare territoriale, dove soggetti diversi (pub-blici e privati), pur nella diversità dei ruoli, sono chiamati ad esprimere valu-tazioni, ad assumere impegni e strategie in una logica di sviluppo inclusivo del territorio. Tutte le attività previste dal progetto sono realizzate in collabora-zione con il CospVerona e si svolgeran-no presso la Sala Civica Savoldo . Per informazioni è possibile rivolgersi all’ Ufficio Cultura e Sport del Comune di Povegliano- dott.ssa Rossella Ciresola Tel. 045-6334124 e-mail [email protected]

Notizie dalla Provincia

Il Movimento Popolare Sommacampagna nel cuore“Sommacampagna nel cuore” nasce per volontà di donne e uomini uniti dal legame con il pro-prio territorio, che vogliono dare un contributo a migliorare la qualità della vita della propria co-munità, partecipando responsabilmente alla vita politica ed amministrativa di Sommacampagna.

Il gruppo di lavoro è costituito da persone che si propongono di parte-cipare all’attività amministrativa co-munale impegnandosi direttamente sul territorio per la risoluzione dei problemi riscontrati. Indispensabi-li: il ricorso al dialogo, il confronto continuo delle idee e la condivisione dal basso delle decisioni sui percorsi da intraprendere e sugli strumenti da utilizzare, volendo dare un senso all’essere parte di una comunità, che opera senza pregiudizi per risolvere i problemi che l’affliggono. Priorita-rio è dare alle donne e ai giovani un ruolo di particolare rilievo, in quan-

to portatori di idee e valori ancora troppo spesso trascurati nella pro-grammazione dello sviluppo socio-economico di Sommacampagna e nella gestione amministrativa. “Som-macampagna nel Cuore” ritiene che l’affiorare di esigenze e di idee che arrivano dai cittadini possano essere elaborate con la dovuta professio-nalità e la necessaria competenza per portare a soluzioni concrete e attuabili e intende valorizzare il lavo-ro svolto dalle associazioni presenti sul territorio con particolare riguar-do alla cultura e all’aiuto ai nuclei famigliari più deboli (monoparentali,

monoreddito, neogenitori, nuclei fa-migliari particolarmente numerosi, persone con disabilità). L’adesione non è preclusa a quanti, pur iscritti a partiti politici di livello nazionale, condividono i valori fondanti del Movimento Popolare “Sommacam-pagna nel Cuore” ritenendo che la trasversalità ad ogni partito politico, se supportata da un confronto dia-lettico aperto, costruttivo e soprat-tutto libero da vincoli possa portare al confronto di idee, con un’unica finalità: il bene del nostro Paese. Il presidente di “Sommacampagna nel Cuore” è Luca Fasoli, il suo vice è Davide Albertini, il folto gruppo di consiglieri è costituito da: Nicola Tri-vellati, Bertolaso Fabrizio, Cordioli Federico, Franzoni Cristiano, Berto-laso Mauro, Berti Piergiorgio, Venturi Alessandro, Migliori Andrea e Vin-cenzi Massimo. “Abbiamo costruito una buona squadra, che si è messa subito al lavoro con entusiasmo. Da subito abbiamo cercato il contatto con ex amministratori, amministra-tori di paesi vicini e con i cittadini organizzando degli appuntamenti di elevata caratura.” Come dice il Presi-

Sommacampagna

A cura di Nadia Puttini

di Stefania Vasciarelli

dente Luca Fasoli. “Sommacampagna nel Cuore” nei mesi di Settembre e Ottobre ha organizzato una serie di incontri di approfondimento che hanno avuto ospiti importanti nel panorama politico e associazioni-stico locale e provinciale. In diverse serate, amministratori di compro-vata esperienza come il Sindaco di Villafranca Mario Faccioli, il suo sfi-dante Paolo Martari, l’Assessore di Villafranca Gianni Faccioli, l’ex Sin-daco di Sommacampagna Graziella Manzato con i suoi assessori Chia-ramonte e Vincenzi hanno parlato delle loro esperienze ed hanno di-scusso del significato dell’impegnarsi in politica oggi, confrontandosi con le difficoltà e la situazione sociale, politica ed economica attuale. Le discussioni sono entrate costrut-tivamente nei dettagli delle pro-blematiche comunali, dei rapporti extracomunali, delle possibilità di av-viare o rafforzare sinergie esistenti. Sono stati inoltre ospiti degli incon-tri anche: la Responsabile veneta dei “Comuni Virtuosi” Valentina Zuc-cher; l’ex Presidente del consiglio di amministrazione di Acque Vive ed

ex membro del consiglio di ammi-nistrazione di Acque Veronesi Gian-Domenico Allegri e l’ex Presidente del Consorzio di tutela del Custoza DOC ed ex Presidente di Verona Mercato Carlo Nerozzi, con i quali ci si è concentrat in modo particola-re sulle problematiche amministrati-ve, sulla ricerca di soluzioni attuabili nel breve e medio periodo e sulla necessità di perseguire una visione d’insieme per conseguire risultati che vadano a rispondere alle effetti-ve esigenze del paese. I responsabili del movimento Sommacampagna nel Cuore hanno inoltre organiz-zato incontri con le Associazioni comunali e con i rappresentanti di categoria dei Commercianti e degli Agricoltori locali che hanno avuto la possibilità di indicare e discute-re le problematiche da loro vissute quotidianamente. L’approccio è sta-to quello di condividere le difficoltà dettate dalla particolare congiuntura politico-economica, nell’ottica di svi-luppare possibilità di collaborazioni tra settori per portare un migliora-mento della condizione sociale delle persone del comune.

In base al decreto “Salva imprese” n. 35 del 8.04.13 l’As-sessore al bilancio Franco Milanese ha provveduto al paga-mento della somma di euro 1.046.000 a favore delle ditte che hanno lavorato per realizzare opere del Comune di Povegliano Veronese. Ciò significa sostenere le attività pro-duttive del territorio. Grazie al decreto queste somme non vengono conteggiate nel patto di stabilità

E’ stata approvata in Consiglio Comunale la delibera sulla verifica degli equilibri di bilancio.

1 milione di euro per le imprese

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Notizie dalla Provincia

La Biblioteca di Valeggio compie tre anni Gli scorsi 25 e 26 Ottobre c’è stato il terzo compleanno della Biblioteca Comunale di Valeggio, che

quest’anno si è dotata di innovativi lettori digitali (Kobo): un’innovazione tecnologica importante...

Il 25 ottobre la festa è iniziata alle 20.30. Il titolo della serata era: “Sei Kobo in cerca di lettore”, per la presentazione del nuovo servizio di prestito di lettori digitali (Kobo). A cura di Valentina Tosi, c’è stata la dimostrazione sul loro utilizzo, si sono succeduti reading e sono an-che stati invitati ospiti a sorpresa. La giornata di sabato era dedicata so-prattutto ai bambini: alle 16.00 per bambini e bambine dai 3 ai 5 anni, alle 17.30 per bambini e bambine dai 6 ai 10 anni. Titolo della giornata: “Biblioteca: la casa dei libri!”. Qual è la prima cosa da fare quando entria-mo in biblioteca? E una volta entrati, perché non ci facciamo una scor-pacciata di libri? Si sono alternate storie che hanno parlato di biblio-teche, di libri e di un certo bambino molto, ma molto goloso di parole: una lettura animata a cura di Silvia Mengali. Innovativo, per la biblioteca, sarà il Kobo Glo: il prestito inizierà a partire da gennaio 2014 con 10

e-reader. Per ora, fino a fine anno, 6 e-reader saranno dati in prova in via sperimentale a un gruppo di volontari, per approfondire al meg-lio tutta la filiera. I dieci e-reader sono caricati con cinquanta titoli l’uno. Un e-reader, ovvero “lettore elettronico”, è una sorta di picco-lo contenitore portatile per libri su file, munito di uno schermo che non stressa la vista e di un numero potenzialmente illimitato di titoli tra cui scegliere. Nelle prossime setti-mane sarà attivato, per un selezion-ato gruppo di lettori sperimentali, il servizio di prestito degli e-book. “A servizio avviato” afferma l’As-sessore alla Cultura Leonardo Oli-osi “basterà recarsi in biblioteca e prenotare l’e-reader per averlo a disposizione per un mese, proprio come un libro o un dvd.” L’ini-ziativa permetterà agli utenti della Biblioteca (attualmente, 3.420) di portare a casa romanzi e testi di tutti i generi in versione elettronica, senza rischiare di usurarli, nonché di avere a portata di mano un’am-

di Leonardo OliosiComune di Valeggio sul minCioassessoRaTo alla CulTuRa

buon compleannoBiBlioteca

• VENERDÌ 25 OTTOBRESEI KOBO IN CERCA DI LETTOREOre 20.30Serata di presentazione del nuovo servizioprestito di lettori digitali (KOBO),dimostrazione sul loro utilizzo, reading e... ospiti a sorpresa!

A cura di Valentina Tosi

• SABATO 26 OTTOBREBIBLIOTECA: LA CASA DEI LIBRI!Ore 16.00 per bambini e bambine dai 3 ai 5 anniOre 17.30 per bambini e bambine dai 6 ai 10 anniQual è la prima cosa da fare quando entriamo in biblioteca?E una volta entrati.... ci facciamo una scorpacciata di libri?Storie che parlano di biblioteche, di libri e di un certo bambino molto,ma molto goloso di parole!

Lettura animata a cura di Silvia Mengali

VENERDÌ 25SABATO 26OTTOBRE2013

Per il terzo compleanno della Biblioteca la festa raddoppia!

Vi aspettiamo,

l’ingresso è libe

ro!

.it

BiBlioteca comunale di Valeggio sul mincioP.zzo Guarienti, Via Antonio Murari 27 - 37067 Valeggio sul Mincio (VR)Tel. e fax 045 7951089 - [email protected]

pia scelta di letture. Oliosi sotto-linea:“I numeri ci confortano, ma siamo consapevoli che essi sono frutto di un’attenta pianificazione, supportate dal personale, quasi tut-to al femminile, e dalla cooperativa Charta, che gestisce la Biblioteca.” Per i nostalgici del cartaceo, invece, restano a disposizione i ben 20.000 volumi della Biblioteca di Valeggio, la seconda per funzionalità e pres-titi dell’intero sistema bibliotecario provinciale. Alcuni dati: nel 2013, es-attamente da gennaio 2013 a oggi la biblioteca ha fatto 31.264 prestiti (a fine anno dovrebbe arrivare ai 40.000 ), di cui circa 10.000 DVD . I prestiti dei DVD incidono di cir-ca un terzo sul totale. Come spese, l’acquisto dei Kobo Glo ha inciso per circa 1.700 euro, comprese le copertine di protezione e circa 8000 euro sono stati spesi nel cor-so dell’anno per l’acquisto di libri e DVD. La Biblioteca Comunale si trova in Via A. Murari 27. Tel. 045 7951089 - [email protected]

21Valeggio sul Mincio

A cura di Diego Cordioli

Mozzecane

A cura di Diego Cordioli

Convegno “Per continuare a non dimenticare” Lo scorso 8 novembre in Villa Vecelli Cavriani a Mozzecane si è tenuto il convegno “Per continuare a non dimenticare…e se ognuno fa qualcosa” Il convegno rientra nel filone di incontri dal tema comune“per continuare a non dimenticare”, promossi ogni anno dall’amministrazione comunale di Mozzecane.

Lo scopo principale di ogni serata è stato quello di tene-re viva la memoria ed il ricor-do di “uomini di stato” che hanno contribuito, con abne-gazione e coraggio sino all’e-stremo sacrificio della propria vita, a garantire la libertà e la giustizia ed ha voluto con il contributo fornito dai rela-tori attraverso testimonianze e/o puntuali riflessioni, con-tribuire ad alimentare la cul-tura della legalità nella gen-te, soprattutto tra i giovani.

di Andrea Tosoni I casi trattati in questi anni sono stati principalmen-te di appartenenti alle for-ze dell’ordine e/o vitti-me di mafia o del dovere. La serata di venerdi’ 8 novem-bre 2013, giunta quest’anno alla settima edizione, è stata organizzata e dedicata alla me-moria di due figure, entrambe siciliane, quali il giudice Rocco Chinnici, padre fondatore del pool-antimafia, prima vittima di mafia ad essere stata elimi-nata trent’anni fa con un’au-tobomba ed alla figura del

Beato Padre Pino Puglisi, par-roco nel quartiere Brancaccio di Palermo e primo martire della Chiesa vittima di mafia. Sono stati ricordati attraverso la testimonianza della Dott.ssa Caterina Chinnici, figlia del giudice Rocco Chinnici ed attuale Capo al Dipartimento minorile del Ministero di Giu-stizia e grazie all’intervento di S.E. Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale (PA) e componente della Commis-sione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Italiana.

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“Orientamenti urbani” , dal Politecnico

All’IC2 debutta il registro elettronico

Pronti i primi risultati della convenzione tra l’ateneo milanese e il Comune di San Giovanni Lupatoto. Gli

elaborati degli studenti dedicati alla Zai lupatotina sono stati mostrati alla cittadinanza lo scorso 6 novembre.

Un clic del mouse sostituisce la classica penna sul registro, il primo giorno di scuola. E’ entrato infatti in funzione lo scorso 12

settembre – con la partenza del nuovo anno scolastico – il registro elettronico nelle cinque scuole dell’Istituto comprensivo 2.

Prosegue il lavoro di squadra tra il Co-mune di San Giovanni Lupatoto e il Po-litecnico di Milano, nell’ambito della con-venzione quadro sottoscritta in primave-ra. Lo scorso 24 ottobre gli studenti del laboratorio di urbanistica del Politecnico di Milano sono stati a San Giovanni Lu-patoto per una giornata di studio e di sopralluogo. Hanno incontrato ammini-stratori, tecnici comunali e associazioni del territorio, per poi visitare i luoghi del paese che saranno oggetto di precisi ela-borati durante il semestre accademico. Inoltre, il 6 novembre, è stato presentato all’intera cittadinanza il progetto “Orien-tamenti urbani”, ovvero un contenitore di iniziative culturali pluriennali per ri-flettere sull’evoluzione della città e, più in generale, sul quadro delle risorse che l’ambiente urbano utilizza. Il primo passo, in quest’ambito, è stato l’iniziativa chia-

mata “Lavoro in corso”, ovvero l’esposi-zione al pubblico degli elaborati sulla ZAI lupatotina, realizzati lo scorso semestre dagli studenti di Progettazione urbanisti-ca e ambientale, che hanno frequentato il terzo anno della facoltà di Scienze dell’ar-chitettura. «Partendo dalle problemati-che legate all’area produttiva della ZAI, gli studenti hanno avuto modo di sviluppare idee e proposte diversificate su temati-che differenti: il 6 novembre una trentina di elaborati sono stati esposti negli spazi della Pia Opera Ciccarelli – come aveva annunciato il professor Carlo Peraboni –. Inoltre, nel corso di questo incontro pubblico, abbiamo riflettuto insieme sul ruolo dei territori produttivi nella città contemporanea, anche attraverso la pre-sentazione di alcune tesi di laurea che hanno affrontato la tematica della pro-gettazione di luoghi produttivi». «Grazie

a questa convenzione, del tutto gratuita, sfruttiamo le eccellenze dell’Università e ci avvaliamo dell’apporto straordinario degli studenti, che possono uscire dal contesto accademico per cimentarsi in progetti concreti durante il periodo de-gli studi – evidenzia il sindaco Federico Vantini –. Coinvolgeremo anche la cittadi-nanza, che potrà condividere e avanzare proposte per migliorare il territorio di San Giovanni Lupatoto, alla luce dei lavori prodotti in questi mesi dai futuri archi-tetti». Prossimamente il progetto “Orien-tamenti urbani” sarà raggiungibile anche dalla pagina web del Comune lupatotino, da cui si potrà accedere alla documen-tazione (programmi delle attività, verbali delle riunioni, cartografie elaborate…); anche attraverso i social network si po-tranno fornire idee, suggerimenti e spunti di riflessione.

San Giovanni Lupatoto

A cura di Nadia Puttini

il Sindaco Federico Vantini

Notizie dalla Provincia

Col nuovo anno scolastico, a set-tembre, è stato dato l’ addio ai re-gistri cartacei: assenze e voti sono registrati solo sui computere tra-smessi in via telematica ai genitori. La rivoluzione informatica – che in-teressa gli insegnanti, i circa 1.200 alunni e le loro famiglie – è stata resa possibile grazie alla cablatura delle 55 aule interessate (in ognu-na è stato installato un computer) e alla mobilitazione di forze per recuperare a costi assai contenu-ti le apparecchiature necessarie. Sono spariti il registro di classe e quello personale del docente, che sono diventati soltanto digitali. In questo modo si avvia il processo di dematerializzazione – come ri-chiesto dalle direttive ministeriali –, più sostenibile anche sotto il pro-filo ambientale. E’rimasto anche in forma cartacea, invece, il libretto personale di ciascun studente. Il progetto si è concretizzato in tem-pi brevi, grazie al lavoro di squadra fra l’amministrazione comunale, che ha messo a disposizione un elettricista, il personale scolasti-co e i genitori, che hanno regalato gran parte dei personal computer necessari. Il materiale elettrico per gli impianti è stato acquistato dalla scuola, anche tramite un contributo di Lupatotina Gas Vendite.

«Grazie ai comitati dei genitori, che hanno risposto subito alla proposta, è stato possibile procurare compu-ter a basso costo ma di buona qua-lità: un acquisto che per noi sareb-be stato impensabile. Fondamenta-le, poi, è stata la collaborazione con l’amministrazione comunale e con i tecnici che si sono spesi per instal-lare tutte le macchine: un grazie va anche a Vincenzo Ferrara, collabo-ratore scolastico che ha aiutato a realizzare il cablaggio – sottolinea la dirigente dell’IC2 Erica Baldel-li –. Il registro elettronico, inoltre, è stato creato dal professor Luca Marchiotto della scuola Aleardi, che ha reso disponibile il programma gratuitamente. Questa è la speri-mentazione che parte ora, ma che intendiamo implementare ulterior-mente l’anno prossimo, con nuovi servizi per i genitori». Quest’anno le famiglie riceveran-no un report periodico via mail con i documenti di valutazione dei figli (voti, pagelle, ecc.) e le comu-nicazioni emesse dalla scuola. Le scuole, inoltre, saranno dotate di access point, per consentire ai ge-nitori senza computer o privi di connessione internet di accedere a un terminale per la consultazione gratuita. «È motivo di orgoglio aver realizzato un progetto così impor-

tante e al passo con i tempi con po-chissima spesa – dice il vicesindaco e assessore all’istruzione Daniele Turella –. Ciò è potuto accadere grazie alla sinergia tra amministra-zione comunale, scuola e genitori: una sinergia che fa compiere un salto di qualità notevole alle nostre scuole. Infatti sono ancora molto poche, a livello provinciale, le ele-mentari e medie che hanno uno strumento di questo tipo. Ringra-ziamo quindi la dirigente scolastica, gli insegnanti e i genitori per il ri-sultato raggiunto, che ci pone come esempio positivo anche oltre i con-fini comunali. A breve, questa novità verrà illustrata ai genitori, con degli appositi incontri serali». Si dichiara soddisfatto anche il sindaco Fede-rico Vantini: «L’introduzione del re-gistro elettronico testimonia come, anche in un momento di crisi, sia possibile puntare sull’innovazione e sulla partecipazione, due temi cari alla nostra amministrazione – sot-tolinea il primo cittadino –. Il pro-getto, difatti, si è potuto concretiz-zare grazie alla disponibilità dei co-mitati dei genitori e delle persone coinvolte, che si sono fatte carico di risolvere delle problematiche senza aspettare interventi dall’alto, ma mettendosi in campo in prima persona».

«Intendiamo far diventare questa festa un appun-tamento annuale, per far apprezzare a tutti que-sto tesoro ambientale – ha detto in quell’occasio-ne, il sindaco di San Giovanni Lupatoto, Federico Vantini –. Il parco era stato istituito, ma mai inau-gurato: ora bisogna valorizzarne l’identità, creare attrattive per i cittadini e rilanciarlo a livello so-vracomunale, in modo da sviluppare questo ricco patrimonio ambientale e farlo diventare un punto di riferimento per le attività all’aria aperta». «Il Parco di Pontoncello ha un valore ecologico im-menso, riconosciuto anche dal WWF – ha sotto-lineato il sindaco di San Martino Buon Albergo Valerio Avesani –. Se, come sembrerebbe, l’ince-neritore di Ca’ del Bue non si farà, il parco assu-merà un’importanza ambientale ancora maggiore; andrà inoltre valorizzato con un potenziamento del cicloturismo, attraverso il completamento dell’anello ciclabile, che attirerà gli appassionati delle due ruote anche da altre zone territoriali».

E’ stato inaugurato lo scorso 22 settembre

il Parco di Pontoncello, con una grande festa

aperta a tutti gli abitanti di San Giovanni Lu-

patoto, Zevio e San Martino Buon Albergo.

Il nuovo Parco

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Bussolengo

A cura di Diego Cordioli

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Prestiti per aiutare le famiglie monoparentali

Il Sindaco ha a cuore i cittadini

L’anticorruzione al servizio del cittadino

Scade il 21 novembre alle 12 il termine per inoltrare al Comune di Bussolengo la richiesta per l’erogazione di prestiti a

tasso zero per il sostegno delle famiglie monoparentali e dei genitori separati o divorziati che sono in situazione difficoltà.

“L’anticorruzione al servizio del cittadino” è il titolo del seminario organizzato dal Comune di Bussolengo lo scorso

14 novembre nella sala civica “Elio Bonizzato” situata al piano interrato della biblioteca civica in piazzale Vittorio Veneto.

Spiega l’Assessore ai Servi-zi Sociali Stefania Ridolfi: “I prestiti, che non possono su-perare i 5mila euro, vengono concessi per il pagamento di spese mediche e per le spese d’affitto di abitazioni non di lusso. Al prestito possono ac-cedere i nuclei familiari com-posti da un solo genitore con uno o più figli minori e con un reddito ISEE non inferiore ai 5mila euro e non superio-re ai 25mila.- Continua l’As-sessore Ridolfi- Nel caso in cui un componente del nucleo familiare monoparentale abbia cittadinanza non comunitaria deve possedere un titolo di soggiorno valido. I fondi che verranno utilizzati per i pre-stiti sono forniti dalla Regione Veneto a tasso zero. Con co-loro che usufruiranno del pre-stito verrà concordato un pia-no di rientro e le relative rate per la restituzione della som-ma erogata. – precisa Ridolfi- Si tratta di piccoli prestiti che possono dare sollievo a quelle famiglie,di genitori separati o monogenitoriali che si trova-

no in una momentanea situa-zione di disagio e che non rie-scono a far fronte a necessità improvvise”. Hanno diritto di priorità i nuclei familiari con un figlio non autosufficiente, la presenza di un riconosciu-to disagio psicofisico dei com-ponenti il nucleo familiare, la residenza nel territorio della Regione Veneto da almeno 2 anni. Le spese ammesse al pre-stito sono quelle mediche di qualsiasi tipo riguardanti i figli minori e il genitore conviven-te e gli interventi di chirurgia plastica conseguenti a traumi, incidenti stradali o comunque necessari per la cura di una specifica patologia. Sono am-missibili anche i pagamenti del canone di locazione escluse le case di lusso e i fabbricati ru-rali. La domanda deve essere compilata accedendo al por-tale regionale https://salute.regione.veneto.it/web/sociale/home oppure in formato car-taceo da consegnare al Comu-ne. I documenti richiesti dal bando sono da consegnare o inviare all’ufficio Servizi Socia-li in piazza XXVI Aprile (tele-fono: 045/6769.906-909-992).

di Luca Belligoli

Il seminario era valido anche ai fini della forma-zione obbligatoria per il personale della Pubbli-ca amministrazione che opera in settori partico-larmente esposti alla cor-ruzione. Spiega il dottor Massimi-liano Spagnuolo, Segreta-rio Generale dei Comuni di Bussolengo e Somma-campagna organizzatore e docente del seminario: “Le recenti disposizioni in materia di prevenzione

e contrasto della corru-zione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazio-ne stanno fortemente in-terrogando anche il mon-do delle Amministrazioni locali. Proprio per fornire un quadro aggiornato della legge 6 novembre 2012, n. 190 “Disposizioni per la prevenzione e la re-pressione della corruzio-ne e dell’illegalità nella p.a.”, del Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) e per affrontare in modo operativo i dubbi inter-

pretativi ed applicativi, il Comune di Bussolengo ha organizzato questo seminario.” Gli altri do-centi che sono intervenu-ti all’incontro sono stati: Ermelindo Lungaro, Professionista esperto in Legalità, appalti pubbli-ci e gestione di servizi pubblici e Chiara Pollina, Professionista esperta in gestione e valutazione delle performance nella PA e di trasparenza am-ministrativa. www.comune.bussolen-go.vr.it.

Notizie dalla Provincia

Bussolengo città cardioprotetta: il Sindaco devolve il suo stipendio per l’acquisto dei defibrillatori.L’obiettivo di mettere nei luoghi di maggior affollamento: scuole, palestre, impianti sportivi, centri di aggregazione, dei defibrillatori per intervenire in modo celere in caso di bisogno è stato favorevol-mente accolto da tutto il Consiglio Comunale. La proposta presentata nell’ultima seduta del Con-siglio Comunale dal Consigliere Massimo Girelli di aderire alla campagna per il progetto “Un’Italia cardioprotetta” è stata votata all’unanimità da tutti i Consiglieri. Gli uffici Comunali già il giorno dopo l’approvazione della delibera, hanno tempestivamente inoltrato alla Croce Rossa Italiana la richiesta di defibrillatori per tutti gli impianti sportivi e le palestre annesse alle scuole del paese. “Credo molto in questa iniziativa” ha detto il Sindaco Maria Paola Boscaini “ anche perché va ad integrare il progetto “Città cardioprotetta” presentato dall’Associazione “Gente e territori” che si propone di promuove-re la diffusione di defibrillatori negli edifici pubblici e nelle zone più frequentate del paese. Per questo progetto che condivido in pieno, ho deciso di devolvere la mia indennità di Sindaco. Questa iniziativa oltre a salvaguardare la salute dei cittadini e a salvare vite umane, potrà avere delle ricadute positive in termini di immagine per Bussolengo. Un paese – prosegue il Sindaco- che garantisce la sicurezza e la salute delle persone che lo frequentano, acquista un valore aggiunto aumentando il potere attrattivo con effetti positivi sulle attività commerciali e turistiche”.

di Luca Belligoli

Page 24: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

Emanuele Capano creatore di“Colpi di testa” inizia il suo percorso nel mondo dell’hair-styling nel 1989, come barbiere. Le alternati-ve, all’epoca, erano tra barbiere e parrucchiere per signore, con una separazione di stili e mode, in periodi più recenti, confluita in saloni aperti sia alle acconciature femminili, che ai tagli di barba e capelli maschili. Circa una decina di anni dopo, nel 1998, Capano apre il primo salone “Colpi di testa”: frutto, oltre che dell’esperienza come barbiere, anche della frequentazione di corsi in tutta Italia, per meglio comprendere e assecondare le mode femminili. Oggi la moda domanda tagli da uomo sempre più sofisticati e rifini-ture della barba raffinate, che vanno oltre l’antico mestiere del barbiere, un lavoro che non viene più insegnato e che è destinato a tramontare quando le ultime botteghe con l’insegna “barbiere” saranno chiuse. Capano, forte di un passato come barbiere, è riusci-to a rendere attuale la sua prima professione, affiancando il sapere acquisito nel vecchio mestiere, all’innovazione di stile che carat-terizza la moda dell’ultimo periodo. Nei tre saloni che Capano gestisce, si usano prodotti Davines e per essere sempre aggiornati sulle ultime tendenze, gli hair-stylist che lavorano a “Colpi di testa” seguono corsi di moda in varie località italiane, per meglio avvici-narsi ai gusti dei clienti. Sempre per andare incontro alle loro esigenze, sono state pensate offerte particolari, senza però rinunciare alla qualità dei servizi. Tutte le promozioni di “Colpi di testa” si possono trovare sul sito: www.colpiditestacdb.it.

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Page 25: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

NOVEMBRE 2013 Reg is t raz ione a l Tr ibuna le d i Verona n . 1838

N OT I Z I A R I O D I I N F O R M A Z I O N E D E L C O M P R E N S O R I O V I L L A F R A N C H E S E

New Metropol: un’edilizia coinvolgenteL’Area del ex Cinema Metropol è collocata nel centro storico di Villafranca all’interno di situazioni

di notevole valore ambientale (come la “Casa del Trattato”) e ad altre in fase di trasformazione.

Un progetto edilizio in armonia con le soluzioni urbane già esistenti, ma innovativo per qualità e comfort.

I livelli di trasformazione innesca-ti nell’area dell’ex Cinema Me-tropol si possono definire sulla base di diverse scale: su quella urbana, in quanto la trasforma-zione proposta risolve a livello di percorribilità e accessibilità la distribuzione del traffico auto da Via Nino Bixio. Si è ipotizzata una entrata carraia da Via Napoleone III ed un’uscita contrapposta sul parcheggio posteriore. ll traffico verrà canalizzato all’interno del comparto di Villafranchetta da dove ritornerà su Via Nino Bixio secondo un sistema di scorrimen-to in attuazione. Contemporane-amente verranno resi disponibili i percorsi pedonali che attraverso gallerie e spazi a verde creeranno un sistema di collegamenti con il centro storico. Poi su quella edili-

zia, riconformando le volumetrie con una serie di attestazioni com-positive che riportino le masse ad una conformazione a cortina lun-go l’asse longitudinale del com-plesso. La successione adottata permette di rendere permeabile il blocco edilizio arricchendolo di valori chiaroscurali. Un valore importante nel senso del grado di riqualificazione che può sotten-dere è l’inserimento della strut-tura della sala polivalente del te-atro che si colloca nella parte più esterna del complesso in posizio-ne di mediazione tra la biblioteca e la vicina Casa del Trattato. Data la posizione, si è optato per una struttura sospesa che, anche se di non facile edificazione, si impone per la massa e la collocazione nel-lo spazio. Si mostra inoltre, par-zialmente coperta da una grande vela curva finita allo stesso modo

della zona porticata della biblio-teca accentuandone la continuità visiva sempre in funzione della continuità architettonica dei due edifici: la biblioteca e la sala poli-valente. La parete curva descritta rende leggibili il percorso vertica-le di accesso alla sala costituito da una serie di rampe ad andamento curvilineo, un corpo ascensore e una copertura in cemento ar-mato e contemporaneamente permette lo sporto, nel vuoto, a guisa di bow-window della hall di accesso alla sala con la sua sca-la interna che la collega al piano alto della sala. Il blocco della sala è inoltre reso accessibile, secondo le norme di sicurezza vigenti, da due scale di sicurezza esterni che permettono di arrivare al tetto dove sono collocate le macchi-ne termiche e di climatizzazione. Nella parte del palcoscenico e

a sua addizione è collocata una struttura in acciaio con due scale parallele. Lo sbalzo apportato al di fuori dei pilastri e del tamburo di contenimento del palcosce-nico permettono il tiro in alto e la collocazione del materiale scenico usato per rappresenta-zioni teatrali. Tutti gli spazi sono strutturati per dare al fruitore il massimo del comfort visivo, acu-stico e spaziale utilizzando zone per il ricevimento e la sosta. I ser-vizi sono collocati ad entrambi i piani mentre la reception al piano primo permette di controllare tutto il traffico in entrata e usci-ta. I bagni rispettano le normati-ve vigenti utilizzando accessori e apparecchiature per portatori di handicap, uomini e donne. Pareti e pavimenti saranno in ceramica, con tinteggiature lavabili e porte tamburate finite con laminati. Le

soluzioni adottate sono finalizza-te all’ottenimento di una qualità spaziale che garantisca, all’interno di un ambiente vivibile, un coin-volgimento anche emozionale del fruitore. La sala si presta ad uti-lizzi diversi e media tra l’espres-sione della parola e l’espressività del corpo. La conformazione a cavea digradante, la posizione del boccascena e le pareti confluenti creano un ambiente accogliente e aggregante che focalizza nell’asse centrale del palcoscenico tutta l’attenzione. Particolare riguardo è stato posto all’uso dei mate-riali, alla loro qualità; dalla pietra nei posti dell’accoglienza alla moquette della sala, al parquet del palcoscenico. Anche la luce e i materiali acustici di pareti e soffitto contribuiscono a creare questa atmosfera raccolta e coin-volgente.

di Diego Cordioli

Page 26: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

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Intervista al Presidente Cristiano TabarelliA cura dI Diego Cordioli

Amministrazione Comunale 27

La mia esperienza come consigliere comunale risale al 1995. Avevo solo 24 anni, uscivamo da Tangentopoli ed avevo deciso di provare a mettermi in gioco portando il mio entusiasmo e la mia voglia di fare, caratteri tipici dei più giovani. Ottenni un risultato inaspetta-to e la mia esperienza continuò fino al 2004 anche come assessore al bilancio.Oggi il contesto politico, economico e sociale è molto cambiato, è estrema-mente diverso. Nel frattempo ho ac-quisito esperienze lavorative e culturali che mi hanno maturato e devo dire che la scelta di candidarmi oggi è stata più consapevole e meditata. Avevo anco-

ra voglia di portare il mio contributo di valori e di esperienze per la crescita della nostra comunità.Perché ha scelto in particolare di candidarsi a fianco del sindaco uscente Mario Faccioli?Mi ha convinto la sua franchezza e la sua onestà intellettuale. Aveva deciso di tentare un’impresa politica difficile, di cambiamento e di rinnovamento. Alla fine ha avuto ragione lui ed il sotto-scritto che ha creduto in questo pro-getto.Cosa pensa della figura del sinda-co Faccioli che ha diviso il centro-destra in campagna elettorale e che tanto ha fatto discutere per il suo “carattere”?La sua scelta di ripresentarsi è stata più che corretta visto che aveva ben am-ministrato per cinque anni. Come per-sona lo considero un uomo franco e sincero, di grande generosità anche nei sentimenti oltre che nell’operato. Con lui ho stabilito un rapporto di reciproca stima e in questi mesi è nato anche un sentimento di fraternità. Non conside-ro corretto a tutt’oggi aver spaccato il centro-destra perché di una persona non si condivide il suo carattere e non

i contenuti o i valori che rappresenta.Come è stata la campagna eletto-rale in questa occasione rispetto a quelle che ha vissuto in passato?E’ stata molto difficile, si sono raggiunti di inciviltà e volgarità che non avrei im-maginato, in particolare a Dossobuono. Comunque è finita e non mi piace con-tinuare a parlarne. Quello che è certo è che ne ho tratto importanti insegnamenti.Perché la maggioranza l’ha scelta come presidente del Consiglio co-munale?Io ho dato, fin dall’inizio, la disponibilità a qualunque ruolo fosse utile all’otti-mo funzionamento di tutta la squadra amministrativa. Mi è stato chiesto di ricoprire questo incarico forse perché conosco già i meccanismi consigliari, vista la mia precedente esperienza, e penso anche per la mia attitudine alla moderazione ed al dialogo.Come ha trovato il nuovo Consi-glio Comunale?Direi proprio molto rinnovato! Ci sono 7 donne rispetto alla preceden-te assemblea che ne vedeva solamente una, molti componenti sono di prima nomina e l’età media è molto bassa.

Come vede giovani e donne, se adegua-tamente valorizzati, possono ritagliarsi un ruolo nella vita politica locale. Direi che queste elezioni hanno determinato una vera rivoluzione.Mi trovo propio per questo nel ruolo di punto di riferimento per molti di que-sti nuovi consiglieri. Questo mi stimola molto ma nel contempo sento anche una grande responsabilità.Quale situazione ha incontrato a Villafranca in questi primi mesi di amministrazione?Rispetto a qualche anno fa la situazio-ne è assai diversa a causa di un clima sociale ed economico ben diverso. Le situazioni di difficoltà le stiamo vivendo ogni giorno. Al Comune si stanno presentando tante situazioni complicate sia a livello famigliare che lavorativo. Sicuramente dispiace non avere sempre la possibilità di venire incontro a tutti e risolvere in breve i problemi. Non mancano, però, da parte di tutta l’amministrazione at-tenzione e sensibilità. L’attenzione alle famiglie e alle realtà economiche del nostro territorio è massima.Quali progetti ha intenzione di perseguire per i prossimi anni di

amministrazione?Direi innanzitutto che cercherò di svolgere al meglio il mio compito di presidente del Consiglio Comunale con equilibrio e competenza. Poi ho intenzione di contribuire al lavoro della Giunta e dei consiglieri con i quali già si è stabilito un rapporto molto intenso e proficuo. Cercherò di contribuire alla risoluzione dei tanti problemi che ogni giorno i miei concittadini mi pongono di fronte. Le risorse economiche sap-piamo che non sono molte ma abbiamo tutti una grande voglia di fare, spirito di sacrificio e senso di responsabilità.Per concludere come vede la si-tuazione politica attuale anche a livello nazionale?Direi che la confusione è notevole “sotto il sole”. La situazione è molto complicata sia nel centrodestra che nel centrosinistra. In particolare l’area dei moderati sta vivendo con difficoltà i travagli di Berlusconi. Va ricostruito un nuovo spazio politico per i moderati ed in particolare per i cattolici che devono ritrovare un loro spazio culturale. Sicuramente nei prossimi mesi ci saran-no molte novità che saranno tutte da valutare e considerare.

•Conferenza: “141° anniversario della fondazione delle truppe Alpini e 40° anniversario della fondazione del Gruppo Alpini Alpo”, lo scorso 11 ottobre presso la sala rossa della Provincia di Ve-rona, con la presenza dell’Assessore della Provincia di Verona, Ruggero Pozzani, del Sindaco di Villafranca di Verona, Mario Faccioli, dell’Assessore alle Frazioni del Comune di Villafranca di Verona, Roberto Dall’Oca, del Presidente della Sezione Alpini di Verona, dott. Ilario Peraro, del Capogruppo Alpini di Alpo, Luca Dal Bosco, dei Rappresentanti del Gruppo Alpini di Alpo.

•Lo scorso 15 ottobre, presso la sede del centro Anck’io, ha preso l’avvio il progetto “Imparare ad Imparare”, un’iniziativa congiunta del Comune di Villafranca-Assessorato ai Servizi Sociali e dell’Asso-ciazione di Promozione Sociale Shangri-Là.

•Conferenza: “Contributo regionale per la riqualificazione della scuola elementare Giacomo

Zanella di Rizza”, lo scorso 18 ottobre, presso la Sala Giunta del comune di Villafranca di Verona, alla presenza di: Mario Faccioli, Sindaco del Comune di Villafranca di Verona, Angiolino Faccioli, Consigliere delegato ai Lavori Pubblici, Prof. Fabrizio Gasparini, Dirigente scolastico dell’IC di Dossobuono, Arch. Arnaldo Toffali, Dirigente Area Tecnica del Comune di Villafranca di Verona.

•Intitolazione della scuola secondaria di primo grado di Dossobuono a Rita Levi Montalcini, lo scorso 19 ottobre, presso la scuola secondaria di primo grado “Rita Levi Montalcini”- di Dossobuono. Presenti, il Dirigente Scolastico Prof. Fabrizio Gasparini e il Sindaco Mario Faccioli.

•Lo scorso 25 ottobre si è aperto il bando per l’assegnazione di alloggi E.R.P. (Edilizia Residenziale Pubblica). La modulistica è disponibile presso l’Ufficio Politiche Sociali del Comune e presso la Delegazio-ne Comunale di Dossobuono. Le domande, debitamente compilate e con allegate copie dei documenti, devono essere restituite entro e non oltre le ore 11.45 di sabato 23 novembre 2013 presso l’Ufficio Protocollo, posto al piano terra della sede comunale.

•Conferenza stampa: “Celebrazioni della ricorrenza del 4 novembre”, lo scorso 31 ottobre pres-so la Sala Giunta del comune di Villafranca di Verona. Sono state presentate: le cerimonie organizzate dal Comune di Villafranca e dalle Associazioni d’Arma per celebrare la ricorrenza del 4 novembre; l’iniziativa promossa dal Terzo Stormo di Villafranca che, in occasione della giornata dell’Unità Nazionale e delle For-ze Armate, ha aperto le porte della base. Erano presenti: il Sindaco di Villafranca Mario Faccioli, l’Assessore alla Cultura Maria Cordioli, il Comandante del Terzo Stormo Col. Marco Maistrello e il Presidente della sezione locale dell’Associazione Nazionale Fanti Luciano Bresaola.

•Conferenza stampa: “Presentazione delle attività dell’Associazione Il Quadrifoglio” lo scorso 7 novembre presso la Sala Giunta del comune di Villafranca di Verona.

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L’esperienza politica di Cristiano Tabarelli è iniziata come consigliere comunale nel 1995, continuando fino al 2004. Ha ricoperto la carica di assesore al bilancio ed oggi è Presidente del consiglio comunale di Villafranca.

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Attività della Compagnia Carabinieri di Villafranca

Notizie dall’Arma

Compagnia dei Carabinieri di Villafranca

Sono undici – tre italiani ed otto stranieri – le persone tratte in arresto in distinti episodi. I reati commessi vanno dal furto alla truffa, dallo spaccio di droga alla minaccia e resistenza a pubblico uf-ficiale. Nella notte di venerdì 13 settembre i mili-tari del comando stazione di Nogara, inviati dalla centrale operativa, sono intervenuti a Bovolone, in via Goretti, dove presso il bar “l’Incontro” era-no stati segnalati disordini; giunti sul posto, i mili-tari hanno individuato due marocchini, entrambi pregiudicati: F.J., di 32 anni, domiciliato a Bovolo-ne, disoccupato e F.N.E. di 27 anni, domiciliato a Isola della Scala, operaio. I due, completamente ubriachi, sono stati sorpresi ad importunare e molestare gli altri clienti. Alla richiesta di esibire i documenti e di seguirli fuori, i due magrebini dap-prima hanno inveito verbalmente contro i militari e subito dopo li hanno aggrediti fisicamente. Una volta bloccati, per i due sono scattate le manette per minaccia, resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale e sono stati arrestati. Ad Isola della Scala, nel primo pomeriggio di do-menica 15 settembre, i carabinieri della locale stazione sono intervenuti in via Casalbergo, dove hanno sorpreso cinque rumeni a trafugare gaso-lio da un tir lì parcheggiato. Intervenuti, i militari sono riusciti a bloccare l’intero gruppo di malvi-venti che fino a quel momento era già riuscito ad impossessarsi di 200 litri di gasolio. Nel corso del-la perquisizione, sono state recuperate taniche, tubo ed imbuto utilizzati per il furto. Poco dopo si è accertato che due dei cinque fermati erano addirittura i dipendenti autisti del tir (di proprietà di una ditta della Lituania) dal quale il carburante stava per essere asportato. I cinque rumeni sono stati identificati e l’operazione dei Carabinieri ha portato anche al recupero di 50 kg di carne della quale i cinque si erano impossessati. Merce alimentare che i due autisti, per conto della loro ditta di autostrasporti, dovevano far recapitare ad un esercizio pubblico di Isola della Scala e al quale è stata poco dopo restituita dai militari. Nella stessa serata, i Carabinieri del comando stazione di Vigasio sono intervenuti presso un capannone in disuso. Durante il servizio perlu-strativo, transitando per quella via, i militari hanno notato gli infissi aperti e hanno deciso pertanto di procedere al controllo dell’area. Giunti all’inter-no, hanno sorpreso e bloccato B.E., classe 1984, marocchino, domiciliato a Tarmassia di Isola del-la Scala, pregiudicato. Il magrebino era intento a

Poco prima delle ore 7.00, nella giornata del 2 ottobre, in pieno centro a Vigasio, un furgone cassonato Ford Transit, stra-colmo di materiale ferroso, ha attirato l’attenzione della pattuglia della locale stazione Carabinieri che ha provvedu-to ad intimare l’alt al veicolo. Sono stati identificati i due occupanti: D.T. di anni 40 e N.M., di anni 30, entrambi rumeni, disoccupati e domiciliati a Sorgà. So-spettando sulla provenienza della merce trasportata, i militari hanno condotto i due in caserma a Vigasio. Pur in assenza di denunce o di elementi che potessero confermare la provenienza illecita della merce, per i due sono scattate le san-zioni previste per il trasporto di mate-riale ferroso in contrasto con le norme

11 arrestati a Villafranca e dintorniIn seguito ai control l i dei Carabinier i del la Compagnia di Vi l lafranca, 11 per sone sono state tratte in ar resto a fine settembre .

4 tonnellate di ferro rubatoIl 2 ottobre, a Vigasio, due rumeni sono stati fermati con 4 tonnellate di ferro rubato e sono stati denunciati per ricettazione.

ambientali. Poco dopo, verso le ore 7.30, un anziano ha contattato la centrale operativa del comando Compagnia Ca-rabinieri di Villafranca di Verona ed ha avvisato di aver appena scoperto che durante la notte ignoti ladri, forata la rete della recinzione perimetrale ed ab-battuta la porta del proprio capannone in via Venezia a Trevenzuolo, gli avevano asportato una notevole quantità di og-getti e manufatti in ferro. La segnalazio-ne è stata immediatamente comunicata alla stazione di Vigasio e i militari han-no invitato l’anziano a recarsi subito da loro. Nel frattempo è stato inventariato quanto trovato in possesso dei rumeni, materiale ferroso appunto, per un peso complessivo di circa 4 tonnellate tra cui:

200 metri di cavi elettrici del diametro di 4 cm, ponteggi, armature per cemen-to, un motore elettrico per elevatore e 10 tombini in ghisa. Questo materiale è stato immediatamente riconosciuto dall’anziano che ha provveduto a forma-lizzare la denuncia di furto ed infine è ri-entrato in possesso di quanto asporta-togli. Nonostante la loro giustificazione di non sapere nulla dell’origine di quan-to da loro trasportato e di aver fatto un favore ad un loro connazionale che gli aveva chiesto di condurre il furgone a Sommacampagna, si è aggravata la posi-zione dei due rumeni nei confronti dei quali è scattato il deferimento alla Pro-cura della Repubblica per ricettazione in concorso.

Gli interventi della Compagnia Carabinieri di Villafranca

smontare dei pannelli metallici per recuperarne successivamente il rame. E’ stato tratto in arresto per furto aggravato. Il 16 settembre, i Carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Villafranca, al termine di un’at-tività di contrasto allo spaccio di stupefacenti, hanno tratto in arresto T.P., classe 1985, residente a Calzoni di Villafranca di Verona, elettricista. Già nel corso di questa estate, le indagini del nucleo operativo avevano consentito di mettere sotto attenzione il giovane, quale figura emergente nella produzione e nello spaccio, tra le frazioni di Alpo e il comune di Povegliano Veronese, di sostanza stupefacente del tipo Hashish e Marijuana. Nei suoi confronti sono iniziati alcuni servizi di os-servazione e pedinamento al fine di individuarne il giro d’affari e il raggio d’azione; in particolare, ottenuta la “collaborazione” di alcuni consuma-tori di “erba”, a metà agosto, l’uomo era stato fer-mato dai Carabinieri di Villafranca a bordo della propria Audi A3, all’interno della quale i militari avevano rinvenuto e recuperato 50 gr. circa di Hashish. La successiva perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire e sequestrare ulteriori 480 grammi di Hashish, 850 grammi di Marijuana, nonché due serre attrezzate per la produzione della medesima sostanza stupefacente ed anco-ra 18 piante di Marijuana e poco meno di 1.000 euro in contanti. Segnalata la sua posizione alla Procura della Repubblica di Verona, terminata agli inizi di settembre l’indagine del nucleo operati-vo, su disposizione della magistratura, il giovane villafranchese è stato definitivamente arrestato con l’accusa di spaccio e produzione di sostan-za stupefacente ed è stato tradotto in carcere a Montorio. Nel pomeriggio del 17 settembre, i Carabinieri del Comando Stazione di Bovolone hanno tratto in arresto S.G., classe 1993, pregiudicato, origina-rio della provincia di Siracusa, accusato in flagran-za di reato di truffa aggravata e danneggiamento; il giovane, poco prima, si era reso autore della or-mai nota “truffa dello specchietto”: a bordo della propria Renault Clio infatti, per le vie di Bovolone aveva individuato quale “vittima” designata una si-gnora 80nne del luogo che transitava con la pro-pria utilitaria. Dopo averla seguita per un breve tragitto, ad un tratto, affiancatosi, aveva scagliato delle monete contro la carrozzeria dell’utilitaria dell’anziana signora. Quest’ultima, udito il rumore metallico provenire dalla parte posteriore della

propria autovettura, aveva arrestato la marcia ed era scesa dall’auto. In quel frangente, secondo un copione collaudato, l’anziana si era trovata di fronte S.G. che immediatamente la accusava di avergli rotto lo specchietto retrovisore sinistro (in realtà già appositamente rotto precedente-mente proprio dal giovane per porre in essere la truffa). Come se non bastasse, S.G. in quegli attimi aveva provveduto anche, con una carta abrasiva, a danneggiare di nascosto l’utilitaria della signora nel punto dove insinuava aver urtato il suo spec-chietto. Dinnanzi a tale “stato delle cose”, non sospettando del ragazzo, l’anziana ammetteva, scusandosi, la propria responsabilità e acconsen-tiva a corrispondere immediatamente i 300 euro in contanti pretesi per la riparazione dello spec-chietto. A truffa ormai consumata, il “colpo“ dove-va esser sembrato talmente facile che, giunti nei pressi dell’abitazione della donna, il giovane aveva iniziato a dire che i 300 euro in realtà erano solo per il “pezzo” nuovo e che dunque si dovevano aggiungere altri 200 euro di Iva e manodopera. A questo punto però l’anziana donna ha iniziato ad insospettirsi e, entrata in casa con la scusa di recuperare il resto del denaro, ha avvisato i propri parenti che a loro volta hanno allertato i Carabi-nieri di Bovolone che, giunti sul posto, hanno fatto scattare immediatamente le manette per S.G. Il 21 settembre, i Carabinieri della stazione di

Castel D’Azzano hanno arrestato per furto ag-gravato e continuato una veronese 45nne, A.L., accusata di aver rubato ripetutamente monili e valori presso una villetta di via Chianti a Castel d’Azzano, dove la donna lavorava da alcune setti-mane come domestica. I proprietari, insospettitisi per i continui ammanchi accaduti in coincidenza con le giornate nella quali la donna veniva a pre-stare la propria attività di collaboratrice domesti-ca, nei giorni scorsi avevano presentato denuncia ai Carabinieri della locale stazione non esitando a palesare i sospetti verso la signora neo-assunta. Poco prima dell’arrivo della donna, i Carabinieri il 21 settembre hanno preparato una “trappola”, predisponendo quale “esca” alcuni monili (due orecchini e una spilla in oro giallo collocati all’in-terno di un portagioie in camera da letto). Ter-minati i lavori domestici, al momento di lasciare l’abitazione, la signora si è trovata di fronte i Cara-binieri che la hanno invitata a seguirli in caserma. Nel frattempo, dalla villetta i proprietari hanno comunicato ai militari la puntuale sparizione dei monili. Poco dopo, negli uffici del comando sta-zione, la donna ha consegnato ai militari quanto asportato, ammettendo anche i precedenti furti, “giustificati” dalla stessa con l’esigenza di dover pagare alcuni debiti di droga. Tratta in arresto in flagranza di reato, il processo della donna è stato celebrato per direttissima il 23 settembre.

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A cura del Col. Marco Maistrello

Polizia Municipale

A cura del Com. Angelo Competiello

Se inquini troppo, non puoi circolare

del Com. Angelo Competiello

Il provvedimento di quest’anno preve-de il divieto di circolazione dal 07 ot-tobre 2013 al 06 dicembre 2013 e dal 07 gennaio 2014 al 16 maggio 2014, dal lunedì al venerdì, escluse le gior-nate festive infrasettimanali, dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.30, sostanzialmente per gli autoveicoli a benzina non muniti di marmitta catalitica (Euro 0 - benzina, in pratica immatricolati prima del 1993) e gli autoveicoli a gasolio appartenen-ti alle categorie Euro 0 - diesel, Euro 1 - diesel e Euro 2 - diesel (quindi di norma antecedenti al 1996), non adi-biti a servizi e trasporti pubblici. Per i ciclomotori ed i motocicli, il divieto riguarda quelli della categoria Euro 0, quindi non omologati secondo la di-rettiva 97/24/CE ed il cui certificato di circolazione o di idoneità tecnica sia stato rilasciato in data anteceden-te al 1° gennaio 2000, sempre se non adibiti a servizi e trasporti pubblici. Sono esclusi dal divieto i veicoli con motore elettrico, gli autoveicoli equi-paggiati con motore ibrido elettrico e termico, gli autoveicoli con motore ad accensione comandata, alimentati a carburanti gassosi (metano, g.p.l.). In considerazione del fatto che l’ultima direttiva europea relativa allo standard di emissioni Euro 2 per i veicoli diesel risale al 1996 è da dire che dovrebbero essere ben pochi i veicoli assoggettati al divieto. Occorre inoltre precisare che, per quanto riguarda il Comune di Villafranca, il divieto vige esclusivamen-te nei centri abitati. Per l’individuazio-ne esatta delle categorie soggette al divieto e delle esenzioni ammesse si rimanda al contenuto dell’ordinanza (disponibile sul sito), ricordando che, per circolare in deroga, occorre com-pilare un’apposita autocertificazione il cui modello è anch’esso scaricabile on-line. Ovviamente, l’autocertificazione dovrà essere tenuta al seguito ed esi-bita agli organi di polizia stradale che ne facciano richiesta. Ma come fare per individuare la categoria d’apparte-nenza del proprio veicolo? Purtroppo,

non è semplice, perché sulla carta di circolazione viene indicata la direttiva cui si conforma il veicolo, ma non lo standard convenzionale di riferimento (ogni standard comprende infatti più direttive). Sulla carta di circolazione di nuovo tipo l’indicazione delle direttive sulle emissioni cui si conforma il veico-lo, è riportata alla lettera V.9 (riquadro 2) ed è spesso integrata con un’ulte-riore specifica nel riquadro 3. Sulla carta di circolazione di vecchio tipo invece l’indicazione della normativa comunitaria di riferimento, si trova nel riquadro 2. Per le vetture immatricola-te tra il 1993 e il 1996 sulla carta di cir-colazione potrebbe non essere ripor-tata l’annotazione relativa alla direttiva europea di riferimento. In questo caso il veicolo è sicuramente EURO 1, poi-ché dal 1° gennaio 1993 potevano es-sere immatricolati come nuove solo vetture omologate secondo questa direttiva. Se la carta di circolazione è interamente compilata a mano, secon-do procedure in vigore fino al 1978, si tratta sicuramente di un veicolo “Euro 0” e quindi non catalizzato. Per prevenire l’inquinamento atmosferico, il provvedimento comunale non si li-mita a vietare la circolazione ad alcuni veicoli, ma obbliga altresì tutti i condu-centi a spegnere il motore dei veicoli in sosta, nonché in caso di arresto del-la circolazione di durata superiore ad un minuto, circostanza che potrebbe avvenire ad esempio in corrisponden-za di impianti semaforici temporanei per cantieri od in corrispondenza dei passaggi a livello. E’ anche vietato atti-vare combustioni all’aperto, in partico-lare in ambito agricolo e di cantiere, nonché climatizzare gli ambienti ac-cessori degli immobili (scale, cantine, garage, etc.). La temperatura degli am-bienti interni non deve superare a i 19 °C negli edifici residenziali, negli uffici, negli edifici adibiti ad attività ricreati-ve o di culto, commerciali, sportive e scolastiche, escluse la scuole materne. Non deve invece superare i 17 °C ne-gli edifici ove si svolgono attività indu-striali, artigianali ed assimilabili. Questi, in sintesi, i comportamenti imposti. Esistono tuttavia anche dei comporta-menti virtuosi che sarebbe auspicabile tenere, in ogni periodo dell’anno, per contribuire al bene comune della sa-lubrità dell’aria. Ad esempio, pur con tutte le difficoltà oggettive purtroppo esistenti, sarebbe auspicabile privile-giare l’utilizzo dei trasporti pubblici ovvero l’uso condiviso dell’automobile (cosiddetto car-pooling), per diminuire il numero dei veicoli circolanti. Altret-tanta importanza rivestono l’efficienza del veicolo ed uno stile di guida ade-guato. Occorre, ad esempio, abituarsi ad effettuare verifiche periodiche sui

terminali di scarico dei veicoli, soprat-tutto se a gasolio, così come evitare di riscaldare il motore da fermo. Guida-re con sensibilità ambientale, oltre ad aiutare a mantenere più pulita l’aria, fa anche risparmiare sui consumi di carburante. A tal fine può contribuire una guida non aggressiva, che eviti le brusche accelerazioni e le improvvise frenate, nonché l’inserire al più presto la marcia superiore, mantenendo una velocità moderata e il più possibile uni-forme. E’ consigliabile rallentare gra-dualmente, rilasciando l’acceleratore a marcia innestata. Anche mantenere la pressione degli pneumatici entro i va-lori raccomandati (ad una bassa pres-sione corrisponde un maggior attrito con la strada, oltre che una maggiore usura del battistrada) aiuta a ridur-re i consumi e conseguentemente le emissioni dannose, così come togliere portascii o portapacchi subito dopo l’uso, portare nel bagagliaio soltanto gli oggetti indispensabili, non modificare il veicolo con alettoni o spoiler, usare i dispositivi elettrici solo per il tempo strettamente necessario, limitare l’u-so del climatizzatore (che peraltro fa salire i consumi anche del 25%), usare gli pneumatici invernali solo nella sta-gione fredda, perché anch’essi fanno salire il consumo (oltre a produrre più rumore). Un manuale per guidare l’auto in modo ecologico e consumare meno, salvaguardando quindi l’ambien-te ed il portafogli, è stato predisposto dai Ministeri dello sviluppo economi-co, dell’ambiente e delle infrastrutture e trasporti. S’intitola Guida sul rispar-mio di carburanti e sulle emissioni di anidride carbonica delle autovetture 2013 e può essere scaricato sui siti Web al link: HYPERLINK “http://

www.mit.gov.it/mit/site.php”www.mit.gov.it/mit/site.phpLa pubblicazione, che contiene consigli per ridurre i consumi di carburante e le emissioni di CO2, cataloga anche i diversi modelli ai automobili secondo l’impatto che hanno sull’ambiente, de-dicando un capitolo specifico all’auto ecologica, ai veicoli a consumo ridotto e a basso impatto ambientale disponi-bili sul mercato. E’ quindi anche mol-to utile per orientarsi nell’acquisto di un’autovettura, coniugando risparmio economico e salvaguardia dell’ambiente.SANZIONI PREVISTELa violazione dei divieti di circolazione stabiliti dall’ordinanza del sindaco per finalità di tutela ambientale comporta una sanzione amministrativa da euro 155 a euro 624, mentre il mancato rispetto delle altre disposizioni con-tenute nell’ordinanza comporta una sanzione amministrativa da euro 25 a euro 500. Un manuale per guidare l’auto in modo ecologico e consumare meno, salvaguardando quindi l’ambiente ed

il portafogli, è stato predisposto dai Ministeri dello sviluppo economico, dell’ambiente e delle infrastrutture e trasporti. S’intitola Guida sul rispar-mio di carburanti e sulle emissioni di anidride carbonica delle autovetture 2013 e può essere scaricato sui siti Web dei ministeri agli indirizzi:HYPERLINK“http : / /www.mi-nambiente.it/home_it/showitem.html?item=/docunmenti/notizie/noti-zia_0565.html&lang=it” HYPERLINK “http://www.mit.gov.it/mit/site.php” www.mit.gov.it/mit/site.phpLa pubblicazione, che contiene consigli per ridurre i consumi di carburante e le emissioni di CO2, cataloga anche i diversi modelli ai automobili secondo l’impatto che hanno sull’ambiente, de-dicando un capitolo specifico all’auto ecologica, ai veicoli a consumo ridotto e a basso impatto ambientale disponi-bili sul mercato. E’ quindi anche mol-to utile per orientarsi nell’acquisto di un’autovettura, coniugando risparmio economico e salvaguardia dell’ambien-te.

La tutela dell’ambiente e più in generale la salvaguardia del territorio locale sono materie di competenza comuna-le, che impegnano anche la polizia municipale sul versante dei controlli e della prevenzione. Con l’autunno sono rientra-te in vigore le limitazione alla circolazione di alcune categorie di veicoli per motivi di contenimento dell’inquinamento atmosferico.

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Cesarin “Napoli” el pì bon de tuti Care amiche, cari amici, torno a parlarvi di calcio perché non posso più aspet-tare per raccontarvi la storia di “Cesarin Napoli, el pì bon de tuta la so coà” , anche perché nel precedente articolo (se lo avete ancora, riguardatelo) nella foto è lui il primo ragazzo a sinistra. Cesare Franchini classe 1932 è l’ultimo dei sei figli (tre maschi e tre femmine) di Michele ed Eva Moratti. Come tutti i ragazzi di allora frequenta l’oratorio ma siccome palloni non ce ne sono, sta più spesso “al castel” dove ogni tanto si presenta qualcuno con un pallone e così si gioca “fin che se ghe vede”. A quattordici anni entra a far parte nell’unica squadra giovanile del Villafranca, all’epoca i ragazzi giocavano tutti assieme, non c’era certo la scuola calcio né tutte le categorie di adesso, una ogni due anni di età: dai sei ai diciotto. Cesare dopo le medie frequenta il liceo classico alle Stimmate e proprio all’ultimo anno, mentre gioca nella squadra della scuola in un torneo tra istituti, è notato e ingaggiato dall’allenatore della seconda squadra di Verona, la Bentegodi che milita in serie D (che gioca il sa-bato al vecchio Bentegodi, lo stesso stadio dove l’Hellas, allora in serie B, gioca la domenica). Alla Bentgodi rimane un unico campionato nel ruolo di media-no perché Cesare piace anche ad Angelo Piccioli, il mitico allenatore anche

dell’Hellas, che lo vuole per la sua squadra e così l’anno successivo, il 1951, debutta in serie B. Si guadagna ben presto il posto da titolare anche se d’ora in poi giocherà al centro della difesa con la maglia numero 5 nel ruolo che allora si chiamava “stopper”. E’ anche il rigorista della squadra, dal titolo di un articolo dell’epoca “ Niente da fare per i portieri, non capireste mai dove tira Franchini”. Nel frattempo, terminato il liceo, si iscrive alla facoltà di legge dell’università di Padova che frequenta, compatibilmente con gli impegni agonistici, e dà alcuni esami che comunque gli consentono di rinviare la “Naia”. Nel 1956 il grande salto di qualità, viene acquistato dal Napoli di Achille Lauro. Dopo appena un anno è titolare in una squadra che si toglie la soddisfazione di battere la Juventus a Torino (3 a 1) ed il Milan a San Siro (5 a 3, e alla fine del primo tempo erano sul 5 a 0). Non può più rinviare il servizio militare ma ormai è titolare di una grande squadra e così i 18 mesi di leva passano in fretta, più sul campo da calcio che in caserma da bersagliere. A Napoli conosce la compagna della sua vita, Anna Tiani che sposa nel 1958 e, anche se lui non lo può sapere, è all’apice della carriera perché proprio quando per Cesare si parla di convocazione in nazionale, la dea bendata, che fino ad allora gli aveva sorriso, improvvisamente gli volta le spalle. A Torino contro i Granata (in una partita vinta 2 a 1) in un durissimo scontro con il paraguayano Arce riporta la frattura della tibia e deve uscire in barella. Coccolato dal suo capitano Bruno Pesaola, “el Petisso”, e dal grande Vinicio (nella foto rispettivamente il primo a terra da sinistra ed il primo in piedi da destra, mentre Cesare è il terzo in piedi sempre da destra) inizia un lungo periodo di cura e riabilitazione. Un anno (allora non era come adesso che in un paio di mesi ti rimettono in campo!) e poi, appena pronto, ancora la sfortuna che si accanisce, in allenamento: un’altra frattura nello stesso posto e altri sei mesi di fermo. Quando torna in squadra il suo posto è già stato coperto. Ha comunque la soddisfazione di giocare ancora una partita nel nuovo stadio, il San Paolo e di girare il mondo per partecipare a vari tornei internazionali. A New York gioca contro i brasiliani del Santos, in Scozia contro i Ranger di Glasgow e in Canada contro il Toronto ed il Montreal. Ma purtroppo gli anni migliori sono inesorabilmente passati e così nel 1961 viene ceduto alla Salernitana dove rimane due stagioni (che ricorda come forse le più belle sia per la splendida città che per il calore dei tifosi e l’affetto

dei dirigenti). Poi gioca altri quatto campionati nel Barletta sino a quando, a 34 anni compiuti, decide di smettere e torna a Villafranca. E’ il suo momento psicologicamente più difficile, esce dal mondo dorato del calcio per tornare nel mondo reale e per di più, dopo più di dieci anni di assenza, in paese ritrova ben pochi degli amici d’infanzia, molti se ne sono andati altrove per lavoro e così si ritrova “foresto” a casa sua. Per sei mesi si guarda attorno e poi finisce per accettare un lavoro d’ufficio alla Eurofon di Milano. Ma con alle spalle, tra l’altro, 112 presenze in serie B e 75 in serie A col Napoli, a staccarsi completamente dal calcio proprio non ci riesce ed allora accetta le pressanti richieste dei dirigenti locali “el Cire e Toni Gasparin” di mettere a disposizione la sua esperienza quale allenatore del Villafranca. Conciliare le due attività, quella lavorativa a Milano e quella sportiva a Villafranca, non è però cosa da poco e così partecipa a vari concorsi per il pubblico impiego locale finché non vince un posto da impiegato presso l’ospedale. Allena per oltre un lustro il Villafranca e poi si ritira definitivamente per dedicasi com-pletamente alla famiglia e al lavoro (sino alla pensione). L’era la “Villafranca de ‘na ‘olta ma anca quela de ancò”. Cesare che mi ha confidato di avere un unico rammarico, non aver completato, quando poteva, gli studi di laurea, è ancora oggi acuto osservatore e fine intenditore del mondo del calcio ed il popolo di tifosi villafranchesi, pur diviso da opposte fedi, non può che con-cordare con le sue dotte osservazioni ed i suoi sagaci giudizi. Alla prossima Rico Bresaola

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stampato in 30.000 copie

Società editrice: Pirite S.r.l.Editore: Diego Cordioli

Direttore responsabile: Elisa Zanola Redazione: via Napoleone III, 6 - Villafranca di Verona

Cell. 393.9413610 [email protected]; [email protected]

[email protected]: Centro Stampa Editoriale S.r.l. Grisignano di Zocco (VI)

Si ringraziano per il contributo gratuito:

Avv. Aventino Frau, dott. Enrico Buttitta, dott.ssa Anna Lisa Tiberio,

avv. Giorgia Dongili, avv. Davide Amadei, dott. Paolo Garzotti, Nadia Put-

tini, Enrico Prada, Nicola Di Ciomma, Luigi Facincani, Stefania Vasciarelli,

Leonardo Oliosi, Andrea Tosoni, Luca Belligoli, Compagnia Carabinieri di

Villafranca, Com. Angelo Competiello, Rico Bresaola.

Registrazione al Tribunale di Verona n. 2984/12

Numero chiuso in redazione il 15/11/2013

PUNTI di DISTRIBUZIONE del GIORNALE NEL COMUNE DI VILLAFRANCA

Il Giornale è disponibile presso i seguenti punti di distribuzione nel Comune di VILLAFRANCA e frazioni:Municipio di Villafranca - corso Garibaldi, 24 MBE - Mail Boxes Etc. - via Napoleone III, 6Municipio di Dossobuono - Via Europa, 28 Liceo Enrico Medi - via Magenta, 9Distretto A.S.L.22 - via Ospedale, 5 Ospedale “Magalini” - via Ospedale, 2 Casa di Riposo “Morelli-Bugna” - via Rinaldo da Villafranca, 16 Centro Sociale CIRICUPE - via Rinaldo da Villafranca, 9 Supermercati Martinelli - via Don Fumano, 3 / Viale del Lavoro, 1 Uffici INPS - via Marconi, 18 Staz. di servizio AGIP di Bernabeni - via Mantova Piscine Comunali - via Olimpia, 1Edicole di Villafranca centro IperFamila di Dossobuono - via BorgobelloStazioni FS di Villafranca di Verona Edicole di Dossobuono, Quaderni, Pizzoletta, Rosegaferro, Alpo

NUOVI PUNTI di DISTRIBUZIONE del GIORNALE IN PROVINCIA DI VERONA

NUOVI PUNTI di DISTRIBUZIONE del GIORNALE A VERONA

Ponte Catena Corte Pancaldo - Galleria Saval via Marin Faliero 47 - Farmacia Chievo Via Berardi, 80 - Bar La Pantalona via Fava 2/B - CEMS -Centro Analisi Borgo Nuovo via Rinaldo da Villafranca, 16 - La Bottega Del PaneBorgo Milano F.lli Cervi - Banca

via S. Marco 55 - Tabacchi e GiornaliStadio via Col. Galliano - Piscine Comunali

via Negrelli, 65 - ProdetSan Massimo via Trevisani - Farmacia

via Urbani III - Negozio CorniciSanta Lucia via Girardi, 11 - Pasticceria OlmoGolosine via Tanaro 28 - Centro Sportivo

via Pò, 8 - Cartoleria Martini via Prina, 2 - Gelateria Oasi via Golosine, 29 - Tielle via Murari Bra, 55 - Fresco Mio

Borgo Roma Strada Le Grazie, 15 - Università Scienze Matematiche Strada Le Grazie, 15 - Piscine Le Grazie Piazzale Ludovico Scuro - Bar Astor - Ortofrutta Piazza Zara, 24 - Negozio del Buon Gusto via Bozzini - Galleria Ospedale

Basso Acquar via Avesani - Distributore Metano via Avesani, 31 - AMIA

Veronetta via S.Francesco, 20 - Biblioteca Frinzi via S.Francesco, 22 - Università Lettere e Lingue via C. Montanari, 9 - Università di Giurisprudenza

Porto S. Pancrazio Lungadige Galtarossa - Acque Veronesi Lungadige Galtarossa - AGSMCittadella via Franceschine, 10 - Uffici Provinciali

Corte Zanconati - Tribunale

Ospedale di Valeggio sul MincioComune di Valeggio sul MincioOspedale di BussolengoComune di BussolengoAuchan di BussolengoOspedale di MalcesineOspedale di Caprino

Il Giornale è disponibile presso i seguenti punti di distribuzione in provincia di Verona:Centro Commerciale Ramonda di BussolengoOspedale di Isola della ScalaOspedale di Peschiera del GardaLa Grande Mela di SonaCentro Commerciale di AffiComune Centro Sociale CustozaComune di Sommacampagna

ULSS Guardia Medica di SommacampagnaComune di CastelnuovoBiblioteca Comunale di CastelnuovoComune di Povegliano V.seEdicola di Povegliano V.seComune di MozzecaneEdicola di Mozzecane

Corso Porta Nuova 96 - C.C.I.A.A. Piazza Renato Simoni, 4 - Alpigusto via della Valverde, 46 - SIGMA

Porta Nuova Stazione ITIS Marconi

Centro Storico Piazza Bra - Municipio via Cappello, 43 - Biblioteca Civica Piazza Duomo, 13 - Biblioteca Capitolare Corso Cavour, 6 - INAIL via Costa, 5 - Libreria Giuridica

Ponte Crencano via Ca Dì Cozzi, 43 - Bar Famila Centro Commerciale via Fogazzaro, 3 - Biblioteca via Santini, 5 - Centro Polis. Avesani via Tommaseo, 20 - Cartoleria Idealandia via Mameli, 152 - Parafarmacia Viver Bene

Quinzano via Nuiva - Comune Borgo Trento Piazza Vitt. Veneto, 22 - Farmacia Martari

OspedalePanifici Boscaini s.n.c Corso Portoni Borsari, 57 Corso Porta Nuova, 107 C Piazzale Olimpia, 26 - Zona StadioVerona Via Galvani, 3 - A.c. ChievoVerona S.r.l. Via Sansovino, 23/a - Bar Micky Via Paladio, 31 - Bar Palladio Via Palladio, 74 - Corner Caffè Via Palladio, 42 - Edicola Palladio Corso Milano, 78/a - Esso Centro C.P. Via Belgio, 12 - Hellas Verona F.c. Via Albere, 58/c - Maurizio Acconciature Via Scarsellini, 41 - Stazione di Servizio Agip

Page 32: Il Giornale dei Veronesi- novembre 2013

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