Giornale delle giudicarie novembre 2012

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1 ANNO 11- N. 11 NOVEMBRE 2012 - Mensile www.giornaledellegiudicarie.it il iornale delle iudi carie Mensile di informazione e di approfondimento G Politica, facciamo il punto di Adelino Amistadi Mi sono riproposto di non par- lare più, per qualche tempo, del- la politica provinciale per due semplici motivi: primo, perchè le cose che ci interessano ven- gono decise a Roma e ormai la Provincia di Trento conta come il due di coppe; secondo, perché le elezioni provinciali si svolge- ranno nell’ottobre 2013 e c’è tutto il tempo di vederne delle belle. Ritorneremo a parlarne a tempo debito o comunque ogni volta che ci saranno delle novi- tà importanti, ve lo prometto. Ci occuperemo, invece, della poli- tica romana, sempre più confu- sa, ma molto più movimentata, visto che è già iniziata la cam- pagna elettorale per le elezioni nazionali di primavera. Purtroppo parlare della politica italiana signifi ca ormai parlare di scandali, corruzione, arric- chimenti illeciti, uso spregiudi- cato del denaro pubblico, feste da porcilaia, vacanze bagor- dose, amanti e clientele. Continua a pag. 16 Giudicarie, è allarme gioco EDITORIALE ATTUALITÀ Anche le Esteriori a misura di famiglia A pag. 25 Autonomia trentina travolta dalla crisi? A pagina 27 Anche nei nostri paesi sempre più persone perdono soldi alle slot. I dati del fenomeno Imprese giudicariesi protagoniste a L’Aquila: consegnato l’auditorium rmato Renzo Piano Il Liceo della montagna spopola fra i giovani Un’eccellenza formativa giudicariese Offre l’opportunità di un normale percorso scolastico. Ma, al tempo stesso, di coltivare le passioni e gli sport di montagna. Passioni davvero forti, se a soli 14 o 15 anni, ti imbarchi in un itinerario formativo molto avaro di tempo libero. Alle pagine 6 e 7 A Tione incontri per prevenire e curare Il gioco d’azzardo preoccupa le Giudicarie La struttura è stata donata alla cittadinanza dalla Pro- vincia Autonoma di Trento. È stata inaugurata il 7 ot- tobre 2012 dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e dal nostro presidente della Pat Lorenzo Dellai, con un concerto dell’Orchestra Mozart diretta dal maestro Claudio Abbado e la presenza a sorpresa di Roberto Benigni. A pagina 13 - LEGO A Zuclo, sulla statale per Tione Absolute, la nuova disco giudicariese 800 metri coperti, ristorante annesso e parcheggi a volontà. Que- sta la carta di identità dell’Absolute, la nuova mega-discoteca a Zuclo, sulla statale che collega Saone a Tione, nel centro com- merciale che vede tra l’altro anche la presenza del supermercato Lidl e la sede degli Artigiani delle Giudicarie. A pag 21

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Giornale delle giudicarie novembre 2012

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NOVEMBRE 2012 - pag. 1

ANNO 11- N. 11 NOVEMBRE 2012 - Mensile

www.giornaledel legiudicarie . i t

il iornale delle iudicarie

Mensile di informazione e di approfondimento

il iornale iudiiudi G

Politica, facciamo il punto

di Adelino Amistadi

Mi sono riproposto di non par-lare più, per qualche tempo, del-la politica provinciale per due semplici motivi: primo, perchè le cose che ci interessano ven-gono decise a Roma e ormai la Provincia di Trento conta come il due di coppe; secondo, perché le elezioni provinciali si svolge-ranno nell’ottobre 2013 e c’è tutto il tempo di vederne delle belle. Ritorneremo a parlarne a tempo debito o comunque ogni volta che ci saranno delle novi-tà importanti, ve lo prometto. Ci occuperemo, invece, della poli-tica romana, sempre più confu-sa, ma molto più movimentata, visto che è già iniziata la cam-pagna elettorale per le elezioni nazionali di primavera.Purtroppo parlare della politica italiana signifi ca ormai parlare di scandali, corruzione, arric-chimenti illeciti, uso spregiudi-cato del denaro pubblico, feste da porcilaia, vacanze bagor-dose, amanti e clientele. Continua a pag. 16

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Giudicarie, è allarme giocoEDITORIALE

ATTUALITÀAnche le Esteriori a misura di famiglia

A pag. 25Autonomia trentina travolta dalla crisi?

A pagina 27

Anche nei nostri paesi sempre più persone perdono soldi alle slot. I dati del fenomeno

Imprese giudicariesi protagoniste a L’Aquila: consegnato l’auditorium fi rmato Renzo Piano

Il Liceo della montagna spopola fra i giovani

Un’eccellenza formativa giudicariese

Offre l’opportunità di un normale percorso scolastico. Ma, al tempo stesso, di coltivare le passioni e gli sport di montagna. Passioni davvero forti, se a soli 14 o 15 anni, ti imbarchi in un itinerario formativo molto avaro di tempo libero. Alle pagine 6 e 7

A Tione incontri per prevenire e curare

Il gioco d’azzardo preoccupa le Giudicarie

La struttura è stata donata alla cittadinanza dalla Pro-vincia Autonoma di Trento. È stata inaugurata il 7 ot-tobre 2012 dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e dal nostro presidente della Pat Lorenzo Dellai, con un concerto dell’Orchestra Mozart diretta dal maestro Claudio Abbado e la presenza a sorpresa di Roberto Benigni. A pagina 13

- LEGO

A Zuclo, sulla statale per Tione

Absolute, la nuova disco giudicariese

800 metri coperti, ristorante annesso e parcheggi a volontà. Que-sta la carta di identità dell’Absolute, la nuova mega-discoteca a Zuclo, sulla statale che collega Saone a Tione, nel centro com-merciale che vede tra l’altro anche la presenza del supermercato Lidl e la sede degli Artigiani delle Giudicarie. A pag 21

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pag. 2 NOVEMBRE 2012 Rassegna Stampa

BALLINO - L’orso colpisce ancora. Un’orsa, accompagnata da due cuccioli, in due sere con-secutive ha dapprima svuotato l’alveare di un apicoltore di Ballino, poi ha preso di mira, sgoz-zandolo, un lama dell’allevamento di Carlo Parolari, che comprende una mezza dozzina di grossi lama americani in località “Castil”, poco sopra il lago di Tenno. La Forestale, per evita-re ulteriori assalti all’allevamento, ha esposto i resti del lama assalito, e l’orsa è tornata la sera dopo a completare il suo pasto. Il fatto ormai abitudinario in molte altre zone delle Giudica-rie, ha suscitato un certo scalpore perché è la prima volta che l’orso si fa sentire nella zona del Ballino.

PIEVE DI BONO - La Giunta Provinciale con propria delibera ha accolto la richiesta del-l’Azienda per i Servizi Sanitari “Padre Odone Nicolini” di Strada assegnando alla struttura l’istituzione di 5 posti letto per le demenze gra-vi, a partire dall’inizio del mese. La Provincia provvederà con il prossimo Bilancio a rimpin-guare il finanziamento al “ricovero” di Pieve di Bono per far fronte alle spese che tale istituzio-ne comporta.

TIONE - E’ in arrivo una nuova grande disco-teca in Giudicarie. Verrà dislocata nei piani alti del centro commerciale situato sulla retta di Saone. Ma sarà una formula nuova, infatti uni-rà la musica alla ristorazione. “Un ristorante su prenotazione, precisa il promotore Carlo Anto-lini, che permetterà a coscritti, amici di banco, compagni d’ufficio, addii al celibato e altro, di cenare in compagnia e poi lasciarsi trascinare dalla musica”.

STREMBO - Paola Mosca con la puledra “Rina” di due anni si è recentemente distinta alla Rassegna del Cavallo “Haflinger” in Val di Ledro. Paola ha una passione sincera per i cavalli Haflinger che condivide con il marito e con i suoitre figli giovanissimi. “La mostra che ha visto la partecipazione di una cinquantina di cavalli giudicariesi, ha detto Paola, è un bel momento di incontro e di confronto tra noi al-levatori e il pubblico, e ci permettere di far co-noscere ed apprezzare il cavallo Haflinger, una animale davvero adatto a tutte le famiglie”.

DASINDO - Agli inizi del mese ha destato scalpore il furto avvenuto in casa del veterina-rio Luciano Azzolini. I malviventi sono riusciti a sottrarre 1500 euro dal portafoglio, un com-puter, e le due automobili del veterinario, una BMV e una Golf, parcheggiate nel garage. Il tutto è avvenuto senza che la famiglia se ne ac-corgesse, nessuno si è reso conto di nulla, il dr. Azzolini stava dormendo con la moglie e i suoi tre figli, e solo al mattino si sono resi conto di quanto era avvenuto. I Carabinieri stanno inda-gando, ma ancora non ne sono venuti a capo. Dei ladri, a parte il computer rinvenuto nel Mo-denese, nessuna traccia.

VIGO RENDENA - Con la serata conclusiva del gemellaggio con il Coro “South Bohemien – Lady Teachers Choir” di Cescke Budejovice (Repubblica Ceca), il Coro Carè Alto ha dimo-strato ha festeggiato nel migliore dei modi il suo 55° compleanno. I coristi, vecchie e nuovi, si sono lasciati alle spalle una “pericolosa crisi” che sembrava mettere a repentaglio l’esistenza stessa del sodalizio, e sono riusciti a ricompatta-re il gruppo ed aumentare il numero dei coristi. Oggi il Coro Carè Alto è presieduto da Claudio Munari e diretto dal maestro Dario Bazzoli.

PREZZO - Con un trapano o con una trivella d’altri tempi, alcuni sconosciuti hanno prati-cato un foro di 5, 6 centimetri di profondità in cinque castagni nei pressi del paese di Prezzo, iniettandovi poi probabilmente zolfo che hanno fatto morire gli alberi in brevissimo tempo. I castagni presi di mira erano di proprietà dell’at-

tuale sindaco Celestino Boldrini e del suo ex vicesindaco Fabio Scaia, oggi rappresentante del comune al BIM del Chiese. Anche se non ci sono rivendicazioni, sembra evidente che il gesto vandalico sia stato compiuto da gente del luogo. Il fatto è sotto indagine da parte dei Ca-rabinieri di Pieve di Bono che sperano, quanto prima, di arrivare a scoprire gli autori di un ge-sto cosi ignobile.

TIONE COMUNITA’ - Si è svolta nei giorni scorsi l’Assemblea della Comunità di Valle in quel di Tione. L’ordine del giorno del tutto privo di interesse, povero di contenuti e di decisioni, emblema di una Comunità che stenta a partire. Potevano far discutere due interrogazioni della lega Nord, ma tutto è filato liscio perché i rap-presentanti della Lega erano, paradossalmente, assenti. Unica novità sono le dichiarazioni del-la presidente Ballardini che ha dichiarato che valuterà eventuali variazioni di Giunta, come d’altronde promesso a inizio legislatura. L’As-semblea sarebbe filata via nella più totale in-differenza, se non fosse intervenuto Raffaele Armani, ex presidente del Comprensorio, a fare alcune considerazioni sugli argomenti in di-scussione. Sulla Giunta ha avuto considerazioni piuttosto negative lamentando che nella stessa non siano rappresentati in modo equo i quattro territori delle Giudicarie. “La composizione del-la Giunta è solo il risultato dell’occupazione dei partiti, al di là e al di fuori degli interessi della gente giudicariese. Poi lamentiamoci dell’anti-politica!” ha dichiarati Armani. Si è poi tornati a discutere dei punti dell’ordine del giorno. Il tutto è stato votato più o meno all’unanimità. Si è notata l’assenza di dibattito, la totale mancan-za di discussione, la solita taciturna presenza dei partiti, un’Assemblea specchio delle difficoltà di avviamento e consolidamento della Comuni-tà di Valle che durano da troppo tempo.

DARE’ - E’ scomparso nei giorni scorsi, all’età di 67 anni, Luigino Dalbon, dopo una grave malattia che ha saputo affrontare con coraggio ed una forza d’animo esemplare. Una vita riser-vata alla famiglia, ma anche al prossimo, con generosità e spirito di servizio. In segnante al-l’Enaip di Tione, trentenne è stato eletto sindaco di Darè per tre legislature consecutive, stimato per il suo impegno e per la sua vicinanza alla sua gente. Dal 1975 al 1980 è stato anche assesso-re al Comprensorio, comandante dei Vigili del Fuoco e consigliere mandamentale del grippo alpini. Era amico di tutti, pieno d’entusiasmo, è stato uno che ha dato tanto, a tutti, senza mai chiedere o far pesare il suo aiuto.

STENICO - Adelina Veronesi detta “Lina”, da Seo, comune di Stenico, ha compiuto cento anni essendo nata il 25 ottobre 1912, anticipando di qualche anno la prima guerra mondiale. Unica sopravvissuta di una famiglia di undici fratelli, ha avuto tre figli ed è nonna di 6 nipoti e bi-snonna di una bambina. Il compleanno secolare è stato festeggiato in compagnia dei famiglia-ri e delle autorità paesane, la signora Adelina, raggiante, ha confermato con numerose battute la sua permanente lucidità mentale, eccezionale per la sua età.

DALLE GIUDICARIEPROVINCIA - Il Consiglio dei Ministri ha messo a punto un disegno di legge che mette a rischio la nostra autonomia, scardinando in pratica l’intero sistema delle competenze in capo alla Provincia di Trento. In sintesi, i punti principali riguardano l’introduzione del principio di interesse naziona-le sull’intera potestà legislati-va e l’attribuzione allo Stato della legislazione esclusiva sui rapporti internazionali e comunitari, sull’energia e sul turismo. Infine si da rango costituzionale alla Conferen-za Stato-Regioni, disponendo l’impossibilità di adire alla Corte Costituzionale per ri-corsi su argomenti su cui si fosse trovata l’intesa nella Conferenza. Finora ogni deci-sione riguardante la Provincia di Trento doveva avvenire “in armonia con la Costituzione”, se il ddl venisse approvato andrebbe in sostanza a modi-ficare la Costituzione, preve-dendo che ogni competenza in termini di autonomia, sarà commisurata alla concorrenza statale. TRENTO UNIVERSITA’ - Secondo le previsioni sono stati nominati i nuovi diretto-ri di facoltà per Sociologia e per Scienze Economiche nelle persone di Giuseppe Scortino e Geremia Gios. Giuseppe Scortino, insegnante di so-ciologia del mutamento e di sociological approaches to culture ed è docente di scuola di dottorato. I suoi interessi di ricerca toccano le migrazioni internazionali, le relazioni et-niche e la teoria sociale. Gere-mia Gios, sindaco di Vallarsa, è docente di economia agra-ria, è coordinatore del corso di dottorato in economia mon-tana e forestale, ed è direttore dell’Osservatorio di economia agraria collegato con Inea. Il mandato di direttore durerà tre anni a partire dalla fine di ot-tobre e saranno rieleggibili per una sola volta consecutiva.TRENTO - Si è tenuta a Levico l’assemblea annuale della Federazione dei Cori del Trentino. Erano presenti i rappresentanti di 120 cori pro-venienti da tutta la provincia. Il presidente Sergio France-schinelli ha illustrato le idee e le iniziative in cantiere per festeggiare, il prossimo anno, i 50 anni della Federazione:

“Abbiamo in mente molti progetti. Porteremo i cori nei castelli e ci saranno molte iniziative dedicate ai giova-ni. L’obiettivo è avvicinare sempre più i giovani al nostro mondo. Attualmente i cori nel Trentino sono 199 e contiamo di sfondare i 200 quanto pri-ma. Sarebbe un traguardo sto-rico per il nostro movimento. In dieci anni i cori sono passati da 164 a 199 e gli iscritti sono saliti a quasi seimila. Il nostro orgoglio sono i cori giovanili e di voci bianche che sono 34, più del doppio di dieci anni fa.” A rimarcare l’intenzione della Federazione a sempre più professionalizzarsi, nel pomeriggio, esauriti i compiti statutari, si è tenuto un semi-nario sulla gestione psicologi-ca dei gruppi.PROVINCIA - Su di un bu-dget di 150.000 euro, i grup-pi del consiglio provinciale nel 2011 ne hanno spesi ben 124.500. Un tesoretto che si è disperso in svariate consulen-ze. Su pressione dell’opinione pubblica, si è messa in campo una proposta di modifica del regolamento provinciale per cui verranno ridotti del 50% i finanziamenti ai gruppi. Se la proposta passerà, i gruppi dovranno risparmiare e mol-to. La proposta iniziale del presidente Dorigatti era quella di azzerare del tutto le spese per consulenze, ma i gruppi si sono ribellati arrivando ad un compromesso, quello di di-mezzare la somma. Nel 2011 i partiti hanno utilizzati i fon-di in questione : Lega Nord ha speso 25.446 su 25.446 euro, quindi l’intera somma a disposizione; Pd, 15.272 su 19.642 euro; PDL 20.670 su 22.796 euro; La Civica Divi-na, 14.732 su 14.732, quindi tutto; Amministrare il Trenti-no 3.141 euro su 12.053; UpT 12.000 su 16.071; Patt 10.457 su 10.174; UAL 7.139 su 7.142; Verdi l’intero budget di 7.142. L’Italia dei Valori chiu-de invece a zero spese. PROVINCIA - Alberto Pa-cher lascia la Provincia, ri-nuncia alla candidatura per il prossimo anno, e si ritirerà a vita privata. Non sarà lui il dopo Dellai, lo ha comunica-to con una lettera aperta a tutti gli iscritti del Pd: “La scelta di non ricandidarmi il prossimo anno è una decisione sofferta, maturata negli ultimi mesi, ma oggi acquisita. Una scel-ta personale e politica. Non sono una persona buona per tutte le stagioni e una stagio-ne è finita”. La decisione ha spiazzato il Pd, a cominciare dai fedelissimi del vicepresi-dente che da anni puntavano su di lui per la delicata succes-sione al presidente Dellai. Ai suoi amici che lo pregavano di restare sembra abbia detto: “Non me la sento, questa non è più la mia politica. Sono un

uomo di un’altra stagione. So che molti hanno fiducia in me, ma sono io che non me la sen-to”. Nella lettera inviata agli iscritti scrive: “A me pare che nel dibattito che sta attraver-sando il nostro partito oggi vi sia un vuoto di cui non riesco a trovare le ragioni. ...Come si fa a concentrarsi sulle pri-marie senza sapere quale sarà ,la coalizione di governo? ...Quando è stato deciso e da chi che il Pd doveva lasciare la propria vocazione maggio-ritaria, la propria vocazione inclusiva per dedicarsi all’area di sinistra? Chi ha deciso che a noi sarebbe toccato il compito di cercare un accordo con Sel e altri, mentre ad altri sarebbe aspettato il compito di rap-presentare la parte moderata dell’elettorato? Per dare il mio contributo ho bisogno di sen-tirmi a casa, in un progetto po-litico....” Si riapre così la corsa alla presidenza della Provin-cia con un cavallo in meno, ma finora non si intravedono candidati.PROVINCIA - Sembra che il Consigliere Nerio Giovanazzi l’abbia fatta grossa. Sembra che Giovanazzi, all’ultimo momento, e d’intesa con la Giunta, abbia presentato un emendamento ad un proprio disegno di legge trasforman-dolo di fatto in un unico arti-colo che è stato poi approvato dal Consiglio. Questo articolo ha riproposto la norma in ma-teria di assunzione da parte della provincia del personale in esubero delle società parte-cipate, a suo tempo proposto dall’ass. Mauro Gilmozzi e subito ritirato per proteste in aula da parte delle minoranze e dello stesso Pd. In pratica il personale in gran parte assun-to per chiamata o comunque senza regolare concorso, da parte delle società pubbli-co-private, oggi in esubero, verrà assunto dalla Provincia in barba ad ogni principio di equità e di professionalità. “Si creano cittadini di serie A a cui si da tutto, e cittadini di serie B a cui si nega tutto”..., ha tuonato l’opposizione, perché i dipendenti delle so-cietà del sistema provincia a differenza delle altre società sono garantiti quando ci sono ristrutturazioni ed esuberi, è una vera ingiustizia...” Anche i sindacati si sono dichiarati sorpresi e spiaciuti: “E’ una norma da campagna elettora-le vecchio stampo, fatta a spe-se dei cittadini, che introduce un pericoloso precedente” ha detto Moreno Marighetti del-la CGIL. Qualche imbarazzo ha destato anche il cambio di idea manifestato dal Pd, ap-provando la norma che fu da loro respinta quando a presen-tarla era stato l’ass. Gilmozzi, ma queste sono le stranezze che accadono in Consiglio or-mai senza limiti.

DALLA PROVINCIARASSEGNA STAMPA NOVEMBRE 2012A cura della

REDAZIONE

I cattivi pensieri - di Eta Zeta Dalle pagine dei quotidiani locali, il direttore del Consorzio Sacco gongola. Turismo 2012? Un’estate alla grande! In Valle del Chiese 38.149 presenze: 14,46% in più. Da maggio ad agosto 9.262 arrivi. Il segreto? Una stagione turistica sotto il segno vincente del nume-ro dodici. Tradotto: pernottamenti nel week-end a 12 euro. Esultano anche i presidenti: del Consorzio turistico, del Bim del Chiese e del-l’Ecomuseo. Complimenti! Se il 2013 lo impostate sotto il segno del 6, scommettiamo che si arriva al 30%.Post scriptum: Selva Gardena 38.000 presenze le fa sotto il segno del 3: tre giorni.

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pag. 4 NOVEMBRE 2012 Primo Piano

In questo scenario ai comu-ni è chiesto di intervenire soprattutto sulla spesa cor-rente, cercando di non pena-lizzare oltremodo gli inve-stimenti, cosa che avrebbe ricadute negative a spira-le sull’economia trentina. Spesa corrente la cui voce principale è rappresentata dai dipendenti. Così si pun-ta sulla gestione “associata” dei servizi. In questo senso i comuni sono incentivati dal “Protocollo di finanza loca-le” della Provincia autono-ma di Trento, che prevede – entro giugno 2013 – il varo di una gestione comune dei servizi “appalti”, “entrate e tributi” e “ict – information and communication tech-nology”. Un passaggio che rappresenterà, con tutta pro-babilità, la prima tappa di un percorso nel quale pro-babilmente verrà chiesto di estendere la gestione asso-ciata anche ad altri servizi. L’impegno della Comu-nità. Anche le Giudicarie si stanno adeguando. Per quanto riguarda il servizio tributi, che racchiude TIA, Cosap/Tosap, Canone Idri-co, IMUP, imposta di pub-blicità e pubbliche affissio-ni, l’analisi della situazione attuale ha portato ad eviden-ziare che le maggiori proble-matiche consistono nell’ele-vata frammentazione delle risorse che si occupano di tributi (73 dipendenti nei 39 comuni per quasi 23 unità a tempo pieno), nella difficol-tà di eseguire accertamen-ti, nella gravosità di lavoro per eseguire alcune attività periodiche quale l’aggior-namento banche dati e lo scarso utilizzo di modalità telematiche. Per raggiungere questi obiet-tivi è stato ipotizzato un mo-dello organizzativo che pre-vede una Struttura centrale affiancata da quattro Poli territoriali dove la struttu-ra centrale eseguirà tutte le operazioni di coordinamen-to della gestione, contenzio-so, aggiornamento database, riscossione coattiva mentre al Polo territoriale verrà riservato il compito della gestione accertamenti, ana-lisi dei casi, consulenza alle amministrazioni. A fianco di questi previsti degli sportel-li di primo livello presenti in ogni comune atti a fornire le informazioni e le modu-listiche di base disponibili peraltro anche sui siti web delle amministrazioni. Per

quanto riguarda il dimensio-namento complessivo sarà compreso tra un massimo di 22 unità lavorative a tempo pieno ad un minimo di 17. Le risorse che attualmente per una buona parte del loro tempo/lavoro si occupano di tributi riuscirebbero a copri-re tale fabbisogno. Spese informatiche. La Comunità delle Giudicarie sta lavorando anche sulle modalità del Servizio ICT (gestione delle funzioni tecnico/amministrative di

erogazione dei servizi in-formatici e di comunicazio-ne elettronica) cercando di ottimizzare i costi raziona-lizzando gli acquisti. Viene in mente, prima tra tutte, la connettività presente sul ter-ritorio delle Giudicarie: forni-ta da Trentino Network s.r.l., è supportata prevalentemen-te dalla tecnologia wireless, con velocità insufficiente a garantire il flusso di dati in rete delle gestioni associate. Pertanto 37 Comuni su 39 accedono al servizio ADSL

di Telecom ad integrazione della connettività, con una spesa annua che per tutte Giudicarie si aggira intorno a 282.600 €. Ma non solo. Tutti i comuni sono dotati di server per l’archiviazione dei dati e almeno una deci-na hanno server con doppio sistema operativo per una spesa di circa 390 mila euro. Si può ragionevolmente pen-sare che nel territorio delle Giudicarie, dove sussistono oltre 500 contratti di canoni e licenze di strumenti informa-

tici, e di telecomunicazione e che lo stesso servizio venga pagato più volte.Investimenti Fut approva-ti. La Giunta della Provincia Autonoma di Trento con la deliberazione n. 2125 del 5 ottobre 2012 ha approvato l’elenco degli interventi indi-viduati dalla Comunità delle Giudicarie per l’ammissio-ne a finanziamento con il Fondo Unico Territoriale. Si tratta di 37 interventi per un importo totale di 21.734.821 euro, finanziati dal Fut con

percentuali che oscillano tra il 70 e il 95% per un totale di 17.543.743 euro, che spazia-no da lavori per la realizza-zione di nuove reti di acque-dottistica e fognarie a quelli di reti tecnologiche, dai la-vori per la realizzazione o sistemazione di strutture per centri sportivi all’adegua-mento normativo di impianti di illuminazione pubblica, da opere di sistemazione strada-le come parcheggi o rotatorie alla costruzione di Bibliote-che di Valle.

Comuni, si tira la cinghia

La partecipazione alla spending review trentina, quel-la da 120 milioni lanciata ad agosto dal presidente Lo-renzo Dellai, costerà ai comuni circa 30 milioni di euro,

a cui si andranno ad aggiungere ulteriori tagli, per cui alla fine, da qui al 2014 le minori spese dovranno esse-re di circa 40-45 milioni.

Si lavora per varare entro giugno le gestioni associate di servizi per risparmiare risorse

Lo Stato chiede sempre più soldi anche al Trentino e la Provincia sta distribuendo i sacrifici su tut-ti gli attori del sistema-trentino; a partire da sé stessa fino ai comuni. Mauro Gilmozzi, assessore provin-ciale agli enti locali e al bilancio, è colui che sta gestendo questa de-licata fase, cercando di conciliare le esigenze di risparmio con il ri-spetto delle identità comunali sul territorio. “La situazione finanziaria nazio-nale – spiega Gilmozzi - ci ha im-posto dei tagli e porta i comuni a dover compartecipare ad un piano progressivo di riduzione della spe-sa corrente di 4,5 milioni nel 2011, 6,5 nel 2012, ad incrementare pro-gressivamente fino a 40 milioni an-nui nel 2017. Ciò si inserisce in un piano della riduzione della spesa corrente a livello provinciale che sarà a regime di 140 milioni di euro che è l’obiettivo del sistema pub-blico (a quei 40 se ne aggiungono 100 per parte della Provincia)” Per farlo abbiamo scelto la strada della gestione associata dei servizi. Da gennaio 2013 la gestione dei servizi “appalti”, “entrate e tri-buti” e “ict – information and communication technology”, come dettato dal “Protocollo di finanza locale” della Pat, do-vranno essere gestiti in modo associato. A che punto è questo processo?Dietro alle gestioni associate c’è una visione che salda la finanza lo-cale al territorio e al sistema tren-tino; questo strumento diventa la

strada obbligatoria, non ve ne sono altre, altrimenti c’era l’accorpa-mento dei comuni forzato come a livello nazionale, che sta creando degli scompensi. Il modello delle Comunità, invece, considera anche l’appartenenza a territori omogenei. E rappresenta una strada obbligata, da cui non torneremo indietro. In questo senso, nel 2011 abbiamo individuato assieme al Consiglio delle autonomie quali funzioni as-sociare: appalti e acquisti, entrate e Ict; nel 2012 abbiamo costruito il modello di cooperazione e di ge-stione associata, con la Pat che ha fatto la propria proposta, discussa e approvata, chiarendo che la gover-nance è dei sindaci che rimangono gli interlocutori di riferimento e la Comunità è capofila. Poi sono sta-ti istituiti gruppi tecnici che hanno elaborato delle proposte, facendo tesoro anche di esperienze di altri territori, come la Valsabbia.Qual’è stata la risposta dei co-muni?Ci sono dei comuni che stanno la-vorando bene, in completa sinergia, mentre alcuni hanno paura di per-dere il proprio ruolo e sono stati a guardare. Per questo nel Protocollo di finanza locale abbiamo stabilito che entro il 31 dicembre 2012 deve essere firmato con l’adesione di tutti i comuni il crono-programma della riforma della gestione asso-ciata dei servizi con date certe, che preveda le fasi di individuazione del personale, discussione con sin-dacati, fase operativa con la capa-cità di gestire anche le questioni

negoziali che si porranno. I comuni che non partecipano avranno una penalizzazione secca in termini di trasferimento di risor-se. Per sostenere la fase di start-up abbiamo anche istituito un fondo per accompagnare questo percorso, anche per la gestione degli esube-ri.Cosa si attende la Provincia da questo processo di razionalizza-zione?Ci attendiamo due cose; che dalla riduzione del personale progres-siva arrivino 10 milioni di euro e 30 dalla gestione accentrata dagli acquisti. Da questa strada di risparmi del-le risorse non si torna indietro, è una via obbligata. Non ci saranno proroghe nè marce indietro. Per la parte corrente dobbiamo ridurre le spese non ragionando individual-mente, ma in termini di sistema; occorre solidarietà, specie quando si parla di sacrifici. Quest’anno nella finanziaria 2013 inseriremo anche altri due elementi da tradur-re in gestione associata, i servizi di ragioneria e segreteria dei comuni.

Fin qui per quanto riguarda la spesa corrente. Per quanto ri-guarda gli investimenti la Pat ha introdotto il Fondo unico terri-toriale. Come giudica il processo attuativo dei Fut? Prevede modi-fiche a questo istituto?All’80% ha funzionato come stru-mento, ed è stato un esercizio po-sitivo perché i comuni hanno ra-gionato assieme e sono riusciti a

trovare una sintesi; in gran parte sono effettivamente opere che ri-spettano lo spirito e la rilevanza che si proponeva il Fut. E’ una modalità valida che responsa-bilizza il territorio e il principio che le opere vanno selezionate; ora il processo del Fut va avanti e interessa il nuovo ufficio appalti centralizzato, da mettere in cam-po anche attraverso la nuova leg-ge sugli appalti, per valorizzare le imprese trentine. Si sta facendo anche un ragionamento per capi-re quali opere possono andare in appalto direttamente e come ac-corpare opere sopra un certo li-vello per fare appalti di una certa consistenza per creare importanti opportunità di lavoro distribuite su più annualità. Il Fut, come la Gestione associata dei servizi rap-presentano elementi di un sistema complessivo di rimodellazione del settore pubblico, insomma, di cui i sindaci devono essere parte attiva e responsabile. Roberto Bertolini

“Abbattere la spesa corrente della p.a. è una strada obbligata”

di Roberto Bertolini

L’assessore Gilmozzi: “Dalle gestioni associate risparmi significativi sulla macchina della pubblica amministrazione. Da qui non si torna indietro”

L’assessore Gilmozzi

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Ma quali sono i numeri di un processo di Unione pri-ma, e Fusione poi? Parla-vamo di 200mila euro di risparmi alla nascita di Co-mano Terme, combinazione di due fattori: gli incentivi provinciali e la dismissione dell’apparato dell’Unione, necessario per la graduale creazione del nuovo comu-ne.La legge provinciale alla quale comuni come Coma-no Terme e Ledro devono la propria nascita prevede-va un incentivo pari al 24 per cento del titolo I della spesa a bilancio dell’Unio-ne. Il titolo I incorpora in sostanza le spese corren-ti e di funzionamento di un’amministrazione, dal personale alla manuten-zione ordinaria. Cioè, su 3 milioni di euro di spesa per esempio, il 24 per cen-to sono 720mila euro. Cifra che si riceveva per ogni anno di vita dell’Unione, e poi per altri 10 anni dal momento della fusione. Un bel malloppo! Tutti pronti a fondersi, allora? Un attimo, perché questa spesa andava nettizzata: cioè, siccome in questi 3 milioni di euro ci sono una percentuale che va dal 60 al 70 per cento di trasferimenti statali e pro-vinciali, questi vanno tolti perché ricevere il contri-buto sul contributo sarebbe decisamente chiedere trop-po. Quindi, nettizzando la cifra di prima ecco che il conto finale si attesta su un 10 – 11% di contributo netto, comunque non male. Fare un’Unione ha però dei costi poiché inizialmente il nuovo organismo convive con i comuni esistenti, ha un proprio bilancio e un proprio consiglio. Questi costi vengono sostanzial-mente coperti con i primi contributi provinciali, quin-di il vero vantaggio per un comune inizia nel momento in cui arriva alla fusione: a quel punto le spese e i costi sono quelli di un comune unico, ma si può continuare a godere del contributo sul titolo I del bilancio per altri dieci anni, come “premio” per il raggiungimento della fusione. Negli ultimi anni era anche stata introdotta una norma che aggiungeva

un ulteriore contributo pari ad un terzo di quello già ot-tenuto. Nel complesso, le risorse derivanti dalla fu-sione tornano molto utili di questi tempi. Se i vantag-gi paiono esserci, e i tagli sono ormai improrogabili,

perché rimane così diffici-le veder nascere fusioni? Per alcuni la modifica alla legge in materia l’ha resa meno vantaggiosa, per al-tri l’arrivo delle Comunità di Valle ha confuso gli am-ministratori che devono già

passare delle competenze alle Comunità e si chie-dono il motivo di iniziare una fusione ora, sta di fat-to che la moda delle fusio-ni sembra aver perso il suo fascino.

“Fusioni” alla prova risparmio

Un risparmio di 200mila euro in una sola notte. Quella fra il 31 dicembre 2009 e il 1 gennaio 2010, giorno in cui è nato Comano Terme, erede dell’Unione fra i comuni di Lomaso e Bleggio Inferiorie. E’ passato qualche tempo, ma oggi è tutto un parlare di ta-

gli, accorpamenti e spending review, sulle modalità ognu-no ha la sua idea, ma l’obiettivo è chiaro a tutti: la ridu-zione della spesa pubblica. In tema di comuni poi, si è alla solita contrapposizione fra chi si aggrappa con i denti per sopravvivere e chi parteggia per l’accorpamento spinto.

di Denise Rocca

Un accorpamento dei comuni porta risparmi nella spesa corrente. Ma vi sono dei costi di avviamento

Primo piano

Abbiamo un nemico più forte ancora del centralismo e del disprezzo per la democrazia, che aleggia ancora una volta in Italia e che sta piano piano entrando anche nel nostro Trentino: il pessimismo che ci pervade. Dobbiamo, invece, continuare a pensare che il futuro può essere migliore, anche con meno. Questa è la nostra storia, la nostra più vera tradizione, la via tracciata dai nostri padri, dai fondatori dell’Autonomia. Finiamola di piangerci addosso! Dobbiamo risanare i bilanci? Lo faremo! Dobbiamo dare un contributo all’Italia in fallimento? Lo daremo! Anzi, lo stiamo già dando. D’altronde il Trentino lo ha già fatto nel secondo dopoguerra con il suo uomo migliore, Alcide De Gasperi, che oggi è osannato da tutti, ma ai suoi tempi venne troppo spesso lasciato solo. E il Trentino lo ha anche dimostrato con i fatti, con quello che abbiamo realizzato. Sarà dura, nessuno lo nasconde, ma dobbiamo con orgoglio e dignità smettere di lamentarci. Faremo qualche rotatoria in meno. Se serve staremo fermi un anno o due ma salveremo a tutti i costi l’occupazione. Se davvero abbiamo risorse morali e fantasia, come diciamo di avere, ripartiremo alla faccia di questa caccia alle streghe promossa dal Governo e dai potentati economici contro le autonomie. Alla faccia di chi pensa di centralizzare il potere, di tornare a un passato autoritario, a una democrazia sotto tutela, al cittadino suddito, all’esproprio delle risorse del territorio, terreno sul quale venne combattuta la battaglia decisiva della nostra Autonomia, come lo fu per l’energia idroelettrica.Le pastoie romane, che rinascono sull’onda del fallimento di un federalismo sgangherato e di una classe politica pessima andata al potere in nome del nuovo e delle mani pulite, non sono la soluzione. Anzi, si rischia di drammatizzare la questione del Nord, sempre aperta anche se i grandi giornali – che fi no a qualche mese fa inneggiavano al federalismo acriticamente – non ne parlano più. Dobbiamo fare quadrato contro le aggressioni al sistema delle autonomie, difesa che non può ridursi ad una questione di soldi. Dobbiamo difendere una visione della società e della forma di auto governo. In primo luogo dobbiamo essere tutti consapevoli che difendere le autonomie signifi ca difendere la democrazia. Per questo è giunto anche il momento di costruire un “patriottismo” comunitario. Dobbiamo recuperare, prima di tutto, il senso di comunità. Una comunità che ha un progetto, che sa affrontare i sacrifi ci con dignità, con ottimismo e con responsabilità nello spirito della cooperazione. Ma non possiamo limitarci alle accuse. Tutt’altro. Questo è il tempo del coraggio. Soprattutto del coraggio di cambiare.E lo vogliamo fare con dei punti fi ssi. 1) È il tempo della sobrietà: i Comuni hanno già iniziato a farlo. Ovviamente siamo preoccupati. Però sappiamo che non risolveremo il problema conteggiando i milioni in più o in meno. 2) Per il 2013 garantiremo i servizi, senza pesanti aggravi per le famiglie. Ma con la Provincia vogliamo aprire un confronto schietto, senza sudditanza, pur senza limitare il nostro ruolo di sindacato e di tutela dei Comuni e delle Comunità. 3) Concretamente rafforzeremo la capacità dei territori di far crescere le entrate, affermando però che ogni risorsa generata sul territorio deve essere di competenza dello stesso. Credo che dobbiamo però assumerci più responsabilità. La responsabilità di affrontare una necessità ineludibile: il lavorare assieme, sia esso l’associazione dei comuni o altre formule. 4) La necessità di snellire ancora l’apparato pubblico, motivandolo a divenire leva per far crescere il privato. Questo vogliamo fare e questo chiedo ai Sindaci e agli amministratori di fare. Faremo i ragionamenti tecnici con gli organi nelle nostre strutture, garantendo i termini entro i quali prendere le decisioni. Con una consapevolezza che in questo momento non possiamo limitarci a essere amministratori, dobbiamo essere politici in senso pieno. Cioè guardare lontano come fanno gli uomini e le donne che sanno che le istituzioni vanno difese con il buongoverno. Con la consapevolezza, per tornare a De Gasperi, che anche da umili amministratori si può, anzi si deve, essere statisti.

*Presidente del Consorzio dei Comuni Trentini e del Consiglio delle autonomie locali

Non piangiamoci addosso, reagiamo insieme

di Marino Simoni*

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Specializzato nelle “pro-fessioni del turismo di montagna”. Meglio cono-sciuto come il Liceo del-la montagna. Di cui, una recente interrogazione provinciale del consiglie-re Marco Sembenotti dà valutazioni lusinghiere. E chiede se non sia il caso di estenderne l’esperienza ad altri centri del Trentino. Un’ eccellenza. Che in cinque anni, ha raggiunto maturità e autorevolezza tali, da valicare i confini del Trentino. Non a caso, iscritti al nuovo anno ci sono ragazzi provenienti da Lazio, Lombardia, ed Emilia Romagna. Roma. Livigno e Raven-na, sono solo alcuni delle città di provenienza dei venti fortunati che hanno potuto accedere quest’an-no all’unica prima. In quanto, come negli istituti universitari più richiesti, è stato introdotto il numero chiuso. Uno stop loss che

limita le iscrizioni. A non più di 20. Per non parla-re dei paletti e dei vincoli posti nell’iter formativo. Un percorso rigido, che non ammette errori. Se non passi al primo anno, devi cambiare indirizzo. Così vale anche per il se-condo. Una scuola, dalle for-ti motivazioni. Di cui, la dirigente Tiziana Gulli, appena arrivata a Tione dall’Istituto Tecnico Com-merciale di Mezzolombar-do, tesse lodi sperticate. Per la volontà e l’impegno necessari. Anche se, a suo avviso, tutti gli studen-ti sono da mettere sullo stesso piano. Che faccia-no parte dei 103 alunni del Liceo di Montagna. O che siano iscritti semplice-mente all’Istituto di Istru-zione Guetti, a indirizzo scientifico o linguistico. Oppure ai corsi dell’ex ragioneria. Le altre quali-ficazioni offerte dell’Isti-

tuto. Che fanno si sudare. Ma solo su libri e banchi di scuola. Non sui sentieri di roccia o in mezzo alle distese di neve. Il liceo della montagna di Tione è nasce nell’anno scolastico 2005/2006. Su disegno elaborato dagli Assessorati di Istruzione e Turismo. Vi collaborano i maestri di sci e le guide alpine del territorio.”E’ un progetto unico a livello nazionale, forse anche in Europa –spiega Luciano Bugna, docente tutore del-l’attività scolastica che ne gestisce la preparazione – è nato dall’esigenza di istituire un polo scolastico di eccellenza, per la for-mazione di professionisti della montagna”. Un’idea rivoluzionaria, in fatto di istruzione. Che ha trova-to in Tione e nel territorio circostante, con le piste da sci di Pinzolo e Madonna di Campiglio e i massicci del Brenta e dell’Adamel-

lo, la sua palestra natura-le. In pratica è un percorso formativo che integra i normali studi liceali, con le abilitazioni agli sport di montagna. Tra una le-zione su Platone, un cor-so di lingua inglese, e un’escursione in quota, dopo cinque anni si acce-de all’esame di maestro di sci, guida alpina e accom-pagnatore di territorio. Figura, quest’ultima, che necessita di conoscenze culturali e ambientali, le-gate non solo al territo-rio. Non a caso è l’esame più ostico. Dove nella re-cente sessione d’esame, conclusa alla fine di set-tembre, solo undici sono stati promossi. Mentre le prove pratiche, quelle che permettono di accedere al patentino delle discipline alpine (sci nordico, alpino e snowboard), sono previ-ste nel prossimo mese di novembre.

L’anno scolastico segue il normale corso di forma-zione liceale, di cui non è concesso perdere nem-meno un’ora di lezione. A cui vanno aggiunte le atti-vità tecnico-pratiche delle discipline della montagna e degli sport invernali. Quando i compagni di banco si godono le vacan-ze di Natale, di Pasqua, o di Carnevale i ragazzi di questa specialità sono alle prese con i ghiacci del Cevedale , le discese della Marmolada o le pi-ste dei nostri monti. Basta scorrere i filmati su You Tube. Per avere un’idea della preparazione a cui si devono sottoporre. Una scuola che oltre di mon-tagna, è di vita. Che solo una forte passione può indurre a intraprendere. Soprattutto in età scola-re, quando il tempo della responsabilità, di solito, è ancora lontano.

Scuola

Offre l’opportunità di un normale percorso scolasti-co. Ma, al tempo stesso, di coltivare le passioni e gli sport di montagna. Passioni davvero forti, se a soli 14 o 15 anni, ti imbarchi in un itinerario formativo molto

avaro di tempo libero. Solo pochi giorni, in agosto. Poi sempre alle prese, se non con i libri, con gli sci o con gli attrezzi da arrampicata. La scuola è il liceo scientifico Lorenzo Guetti di Tione.

Con Platone sulle piste da sci

Il Liceo della montagna di Tione, un’eccellenza che prepara alle vette e alla vitadi Ettore Zini

Il Giornale delle Giudicariemensile di informazione e approfondimento

Anno 11 n° 11-novembre 2012Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie”

via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento

Direttore responsabile: Paolo Magagnotti

Caporedattore: Roberto Bertolini

Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi, Denise

RoccaHanno collaborato:

Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Massimo Caldera, Silvano

Capella, Marco Delugan, Alessandro Togni, An-drea Tomasini, Ettore Zampiccoli, Ettore Zini, Marco

ZulbertiPer la pubblicità 3356628973 o scrivere a

[email protected] giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere

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Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento

Stampato il 27 settembre 2012 da Sie S.r.l. - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

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NOVEMBRE 2012 - pag. 7

“Sicuramente continuerò gli studi fino alla laurea”. La risposta è ancora una volta identica. Di quelle che non ti aspetti. Il so-gno della loro vita è in sui monti. Val Senales , Stelvio, o quant’altro, non importa. Mete abituali dei loro allenamenti. Senza però mollare la scuola. “Il novanta per cento - con-ferma il professor Bugna – prosegue all’universi-tà”. Una volta ci si accon-tentava di esser maestri. Ma solo di sci. La cultura passava in secondo piano. Oggi i giovani hanno mag-gior consapevolezza del-l’importanza della scuola. Sanno che non puoi ac-compagnare una comitiva o un turista, se non co-nosci anche le lingue. Se non mastichi usi e costumi del territorio. Le storie di questi ragazzi lasciano di stucco. C’è per esempio Matteo Brunelli. Viene da Brescia. Ha addirittura convinto i suoi genitori a trasferirsi in Trentino, a Breguzzo, per frequenta-re la scuola di Tione. C’è Mattia Monsorno, di Va-rena, fiemmese puro san-gue. Già alle elementari

sognava di fare la guida alpina. Maddalena Bosisio è di Como. Ha frequen-tato il liceo scientifico di Cantù. Appena ha saputo dell’istituto tionese, ha fatto il diavolo a quattro per iscriversi. Più facile per Daniela Bonapace di Madonna di Campiglio. Le discese della 3 Tre le hanno dato l’adrenalina. Al quinto anno sono arri-vati in venti. Nelle moti-vazioni delle loro scelte, però, anche la voglia di una scuola diversa, e la speranza di accedere più facilmente al mondo del lavoro. E poi vuoi mette-re? Non è da tutti un lavo-ro che piace! Su ciò, tutti concordano.Per arrivarci però ci vuole

volontà. Ma anche forza e prestanza. Una condizione

e tempra fisica eccezio-nale. Testificata - è la no-vità dell’anno scolastico 2012/2013 - da un maestro di sci. A garanzia delle qualità fisiche e sportive dell’alunno. Non mancano i test di resistenza e toni-cità muscolare. Più quelli riservati alle materie cultu-rali: inglese, italiano, ma-tematica, scienze. I piani di studi del liceo vengono mantenuti. Con in aggiun-ta le materie integrative, relative alle professioni

della montagna: 40 ore per la parte alpina e 60 per le discipline sciistiche. Al termine del quinquennio, oltre alla maturità scien-tifica, c’è l’esame finale sulle discipline sportive. Le richieste di iscrizione? Dalle 50 del 2011 si è scesi alle odierne 26. C’entrano le difficoltà e le prove da superare. Ma anche i tagli del 20% delle risorse che hanno obbligato a trasferi-re parte dei costi sulle fa-miglie. (e.z.)

Più richieste che posti disponibiliLi guardi negli occhi e ne capisci la de-

terminazione. Soprattutto nelle materie che sono loro più congeniali. Li interro-

ghi, e il ritornello è una cantilena unica. Una fotocopia. Che stupisce soprattutto per l’uni-vocità delle motivazioni. Perché hai scelto il liceo della montagna? “Perché fin da piccolo volevo fare il maestro di sci”. “Perché la mon-tagna è il mio mondo”. “Perché il mio futuro lo immagino sugli sci”. A rispondere sono i ra-gazzi di quinta. Per loro a fine anno ci saranno gli esami. E poi?

Scuola

Gli iscritti al Liceo della montagna che provengo-no da realtà extraterritoriali sono ospitati a Breguzzo nella pensione Serena. Una struttura gestita dalle suore laiche “Piccole figlie della croce” (la casa madre è a Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantova), un tempo solo casa di acco-glienza e di villeggiatura, ma ora anche convitto per gli studenti esterni delle scuole di Tione. Non è una novità. Il capoluogo delle Giudicarie, importante polo scolastico e di servizi da anni non dispo-

ne più di strutture ricettive. I sei alberghi che un tempo garantivano più di 400 posti letto sono in disuso o, grazie alla scarsa avvedutezza del-la politica locale, hanno ce-duto alla speculazione edili-zia. Per cui il pendolarismo giornaliero non esiste solo in funzione dei buoni pasto, in quanto anche i ristoranti sono mosche bianche. Ma anche per i pernottamenti ci si deve rivolgere ai centri li-mitrofi. Così i 27 ragazzi del liceo che sono impossibili-tati a tornare in famiglia (18 dalla Provincia e 9 dal resto

d’Italia) hanno trovato po-sto qui. Nella pensione delle suore laiche, trasformata in convitto. Con loro anche una ventina di ragazzi dell’Isti-tuto Alberghiero Enaip, che pure dispone di una scuola d’eccellenza come “L’alta cucina” ed è frequentato da studenti provenienti da al-tre regioni. Breguzzo dista solo pochi chilometri. Ogni giorno gli studenti raggiun-gono la scuola con i mezzi pubblici messi a disposi-zione dalla Provincia per il trasporto scolastico. Alcuni anni fa era stata ipotizzata

la realizzazione di una strut-tura pubblica per ospitare i ragazzi esterni delle specia-lizzazioni offerte dagli isti-

tuti di istruzione di Tione. Ma poi il progetto è stato accantonato e non se ne è fatto più niente. (e.z.)

La pensione Serena ospita chi viene da lontanoA Tione

c’è scarsità di posti letto , quindi molti

ragazzi vanno a dormire a

Breguzzo

Una scuola dalle forti motivazioni. Il 90% prosegue negli studi universitari

Condino (TN) tel. 0465.621440 www.legnocase.com

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pag. 8 NOVEMBRE 2012 Economia

Durante il dibattito, presiedu-to da Patrizia Ballardini, sono state così illustrate le iniziative indirizzare alle donne e ai gio-vani con i servizi messi in cam-po in questi ultimi mesi dalla Comunità delle Giudicarie per rispondere alle nuove esigenze di lavoro e di reddito. Come ha illustrato Rosanna Parisi la responsabile dell’Agenzia del Lavoro di Tione se la popola-zione attiva tra i 15 e il 64 anni in Trentino è pari a 342.000 unità, quella occupata e in cer-ca di lavoro è ferma a 239.000. Vi sono pertanto circa 110.000 persone attive, tra cui moltis-sime donne e giovani che non lavorano e fino a ieri non cer-cavano lavoro. Dopo decenni di benessere in cui le donne dopo

la maternità lasciavano la loro occupazione per occuparsi del-la famiglia ora proprio le donne come un tempo sono costrette a dare una mano nel rafforzare il reddito familiare per poter far studiare i figli o per poter avere un livello di vita dignitoso.Le difficoltà non sono poche perché la crisi colpisce proprio i settori dei servizi mentre i flussi che prima della guerra offriva-no lavoro a servizio nelle città come Brescia, Milano e Como e più recentemente presso i la-vori stagionali nelle stazioni tu-ristiche di Pinzolo, Madonna di Campiglio e del Lago di Garda, ora sono occupati dalle badanti che provengono dei paesi del-l’est e dalle donne extra-comu-nitarie.

E’ una ricerca molto difficile perché la distribuzione geogra-fica del lavoro nelle Giudica-rie non è omogeneo sia nella tipologia che nella geografia; turistico in Val Rendena e Co-mano, agricolo nel Bleggio e Basso Chiese, industriale tra Chiese e Tione. Inoltre è forte-mente ostacolato da una rete dei trasporti pubblici che è ferma agli anni cinquanta antiquata e pensata per servire solo i ser-vizi su Tione, dimenticando di collegare il Nord di Campiglio con il basso Chiese fino direi a Vestone.E proprio alle difficoltà dei collegamenti con Brescia si deve la decadenza industriale del Basso Chiese che chiede ur-gentemente di essere allacciata a sud con la Lombardia e a est

con Riva del Garda. Vi sarebbe materiale per scrivere una storia industriale delle fabbriche che offrivano lavoro femminile e che ora sono scompare. Dalla fabbrica d’imballaggi Cis ne-gli anni venti, alla Nicolini, al calzificio dell’Orven a Pieve di Bono, alla Filatura Ferrari, alla Lowara e alla trafilatura Ghiz-zi di Storo. E’ scomparso un mondo industriale fatto di pro-duzione e reddito vero e non in-dotto da servizi che fattura alla provincia o ai comuni.La prima occupazione di massa delle donne risale alla costruzione dei forti dello sbarramento di Lardaro dove furono impiegate tra il 1914 e il 1915. Per molte era la prima volta che riceveva-no del denaro direttamente. Il lavoro nascosto delle donne era (ed è ancora) al centro della vita dei nostri paesi, come quando nella famiglia patriarcale la vita della era molto dura oberata dal lavoro; era lei a occuparsi del-la biancheria, della cucina, dei bambini, dell’orto, dei campi, del bait dove si allevavano di-verse piccole specie di animali: galline, conigli, capre, anatre. Ma non si lamentava mai. Nella famiglia antica la donna era più serva che padrona di casa. Non si diceva «la signora è servita» perché era lei a servire tutti. Le famiglie patriarcali spesso era-no ricomposte da più matrimoni successivi, perché la mortalità

femminile era molto alta, a cau-sa del parto. Tra prima e la se-conda moglie, i figli da accudire spesso arrivavano al numero di dieci. Mentre i politici così pro-mettono con parole spesso di moda, investimenti in “svilup-po” e “ricerca” non si sa bene in cosa, si ha sempre più la sensa-zione che a salvarci sarà invece una sorta di ritorno al passato in cui il ruolo del lavoro femminile sarà determinante per uscire da questa terribile crisi economica. La crisi chiede ancora una volta al lavoro nascosto delle donne,

alle loro reti silenziose di solida-rietà familiare e paesana, fatte di sorelle, cugine, zie e nonne, che hanno sostenuto nei secoli la vita delle nostre vallate, di contribui-re al benessere di tutti. Spetta alle istituzioni come la Comu-nità delle Giudicarie e l’Agenzia del Lavoro nel nuovo tavolo di lavoro mettere a frutto un gran-de progetto occupazionale per le nostre valli che parta . I prossi-mi incontri a Storo il 6 novem-bre per le donne del Chiese ed a Giustino il 4 dicembre per le donne della Rendena.

Il lavoro “nascosto” delle donneLa crisi economica che nello stesso momento colpi-sce l’occupazione maschile e fa crescere le tasse e le spese familiari costringe le donne delle nostre valli giudicarie, a cercare lavoro. A questo tema è stata dedicata la serata “Lavoro e Famiglia: strumenti e opportunità” che si è tenuta martedì 2 ottobre a Tio-

ne, presso la Casa della Comunità delle Giudicarie con lo scopo di avvicinare e informare il mondo fem-minile giudicariese a tutte le iniziative volte a offrire opportunità occupazionali e formative alle donne, insieme anche ai diritti che alcune fasce più deboli possono richiedere.

La crisi industriale ha portato via in Giudicarie tanto lavoro femminile

di Marco Zulberti

Tempi di crisi, tempi di op-portunità: questo pensano i giapponesi che hanno un unico ideogramma per scri-vere entrambe le parole. Tempi di crisi e l’ingegno si aguzza, racconta la saggezza popolare occidentale: questo è un po’ quello che è acca-duto alla famiglia Ferrari che ha deciso di proporre per il mese venturo una singolare iniziativa fra il goliardico e il pragmatico, con un pizzico di ironia e l’invito a riflettere su cosa davvero possediamo oltre al denaro. Il gruzzolet-to comincia ad assottigliarsi nelle tasche di molti, eroso da tasse, sprechi, ruberie, li-cenziamenti e chi più ne ha

più ne metta. E allora non tocchiamolo, hanno pensato marito e moglie milanesi, tra-piantati in quel di Montagne con le loro piccole Celeste e Viola, e il bulldog Arturo, per gestire Capanna Durmont: durante il mese di novembre, grigio il cielo e grigia anche la situazione economica, si po-trà prenotare una cena presso il ristorante al passo Daone e pagarla in servizi o beni, sen-za toccare il portafogli. “Non è una cena gratis – specifica Daniela Ferrari – stiano alla larga gli scrocconi. Ma sem-plicemente un modo diverso di pagarsi il piacere di un buon pasto fuori con il frutto del proprio lavoro, sia esso un

bene o un servizio, che a noi può tornare utile”. Uno scam-bio fra gentiluomini, come si suol dire. Un’idea semplice, ripescata dai nostri nonni che pagavano le scarpe coi sala-mi, la farina con le noci, un

vestito con un coniglio. Un baratto, insomma, che però è in regola con il fisco: basterà portare con sé una marca da bollo da 1,81 euro, che verrà apposta al foglio firmato nel quale i clienti dichiarano la

loro prestazione e in cam-bio riceveranno scontrino o fattura della cena. Un paga-mento regolare, preceduto da una negoziazione vecchia maniera: al momento della prenotazione si scelgono i piatti da gustare offrendo al contempo un bene o una prestazione in cambio del-le prelibatezze di Capanna Durmont. Come succedeva in passato idee e creatività non hanno limiti così ognu-na verrà valutata per propor-re un menù di ugual valore: quanto varrà una polenta con spezzatino di capriolo? E se uno si offre di lavare piatti e pavimenti, che menù rie-sce ad accaparrarsi? Idrau-

lici, filosofi, spazzacamini e parrucchieri, ogni profes-sionista o semplice amatore capace di proporre qualco-sa che risulti interessante si comprerà un posto a tavola. E’ un recupero dei buoni rapporti di vicinato, quando bastava una stretta di mano e chi aveva qualcosa lo offriva in cambio di qualcos’altro che mancava, di quel lega-me sociale che ha tenuto in piedi l’Italia dei tempi più bui, la concretizzazione del latino “do ut des” libero dal-le malsane implicazioni che il malcostume gli ha cucito addosso. E un modo, anche, per sdrammatizzare tempi difficili per tutti. (d.r.)

Crisi: a novembre torna il baratto Al Passo Daone a Capanna Durmont si paga la cena con uno scambio tra gentiluomini

Donne a Cimego lavorano ai forti del Nozzolo 1914

Ragazze di Storo nei primi anni cinquanta occupate al tornio presso la Sapes.In prima fila riconoscibile Fiore Gelmini che ci ha consegnato la foto

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NOVEMBRE 2012 - pag. 9 Attualità

Alla cerimonia molto par-tecipata hanno presenziato Aida Ruffini, presidente di Itea Spa, Patrizia Ballardini, presidente della Comunità delle Giudicarie, Piergiorgio Ferrari, assessore alla Comu-nità delle Giudicarie, la consi-gliera provinciale Margherita Cogo, nonché gli assessori del Comune di Tione Mirella Gi-rardini e Luca Scalfi. «Ringrazio Itea ed in parti-colare la presidente Ruffini con quanti si sono spesi in questo progetto per dare la possibilità di alloggio a que-ste famiglie» ha puntualizzato

Patrizia Ballardini. «È per noi un momento importante, sia perchè si è riusciti a restituire un edificio di massima rile-vanza storica alla comunità, sia perchè erano alcuni anni che non si riuscivano ad asse-gnare nelle Giudicarie nuovi edifici di edilizia agevolata. La casa come già evidenziato è il “primo nucleo” dal quale si può partire per costruire una comunità: oggi non solo si dà una risposta concreta al biso-gno di alloggio di alcune fa-miglie ma anche si consegna un bellissimo edificio, in una posizione strategica, frutto di

una ristrutturazione di ottima fattura con pregevoli finitu-re. Un edificio che “trasuda” storia da ogni parete e da ogni stanza, una preziosa testimo-nianza dell’identà territoriale giudicariese, una casa che le famiglie, a cui sono state con-segnate le chiavi, possono es-sere orgogliose di abitare».Si tratta infatti di un edifi-cio con struttura portante in muratura, soffitti in parte ad avvolto ed in parte in legno, tetto a capanna in legno con falda “alla slava”, che presen-ta elementi tali da configu-rarsi come un’antica dimora di rilevante interesse storico artistico che affonda le pro-prie radici nel XVI secolo, quando un’antica famiglia di notai, quelli dei Fontana, at-tiva dagli inizi del XV secolo sembrerebbe averla costruita e abitata. Poi probabilmente venne utilizzata come fucina per passare nel XX secolo a Caseificio e negozio della locale Famiglia Cooperativa. Molti i ritrovamenti pittori-ci – quasi tutti affiorati nei

locali al piano rialzato – tra i quali spiccano una Madonna con bambino, un affresco vo-tivo con l’incoronazione della Vergine, scene di Santi spesso invocati come protettori con-tro malattie e guerre, elementi geometrici e simbolici e figu-re di paesaggi ed edifici ec he hanno reso più complessi i lavori svolti sotto la direzio-ne dell’arch. Sergio Santoni del Settore Tecnico Itea Spa e con la partecipazione dell’as-sistente operativo geometra Fabio Dorigoni.«Con questo intervento di ri-sanamento conservativo Itea dimostra di dare la preceden-za al recupero del patrimonio esistente per non intaccare nuovi territori e, soprattutto,

di mantenere viva l’identità storica dei comuni trentini» ha puntualizzato la presiden-te Itea Aida Ruffini. L’in-tervento realizzato ad opera dell’impresa Azzolini Spa ha seguito un percorso non privo di ostacoli e impedi-menti dovuti in particolar modo al vincolo storico-ar-tistico posto sull’edificio dalla Sovrintendenzache si è concluso dopo 6 anni di lavori e il sostenimento di un costo complessivo di circa 1.870.000 euro (1.700 euro/mq), giustificato dalla complessità del lavoro di re-cupero di numerosi elementi di pregio e di decoro emersi nelle sale al piano terra. In-fine – ha aggiunto la Ruffini

– ci tengo a mettere l’accen-to sulla questione casa, tema da sempre di grande attuali-tà dato che questo bene è il “centro di gravità” attorno al quale orbitano le vite dei cittadini».«Per il comune di Tione e per la nostra piccola comunità di circa 200 anime è sicuramen-te una grande opportunità, in quanto accogliere queste nuove famiglie porterà ossi-geno alla nostra frazione» ha aggiunto Luca Scalfi. «Spe-ro dunque che da una parte serva a ridare vita al paese e che allo stesso tempo queste famiglie possano inserirsi al meglio entrando in punta di piedi negli equilibri esisten-ti».

Inaugurata l’ex “Casa Fontana” a Saone

È stata inaugurata a Saone in località Villa l’ex “Casa Fon-tana”, edificio storico di pregio completamente ristrutturato per dare risposta alla domanda, sempre maggiore anche in Giudicarie, di abitazioni a canone agevolato. Il complesso restauro dell’edificio, un intervento di circa 1 milione e 800 mila euro, realizzato da Itea Spa in collaborazione con la So-

vrintendenza per i Beni Architettonici e Storico artistici della Provincia autonoma di Trento ha permesso di ricavare sette alloggi oltre a locali destinati ad uso pubblico. Gli alloggi, che si inseriscono nel piano di edilizia agevolata gestito dalla Co-munità delle Giudicarie sono stati consegnati a sette famiglie giudicariesi che porteranno a Saone ben 13 bambini.

Ricavati alloggi per edilizia abitativa agevolata che ospiteranno sette famiglie con 13 bambini

w w w. s t e l d o . i t

FIN

ITU

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PAVIMENTI IN LEGNOCERAMICHE

PORT

E FERRAMENTA

ISOLAMENTO

ARREDO BAGNO

WELLNESS

FERRAMENTAARREDO URBANO

SISTEMI DI CHIUSURA

ARREDO URBANO

SCAL

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ANTINFORTUNISTICA

COMPLEMENTI D’ARREDO

LAMINATO

ABBIGLIAMENTO PISC

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COMFORT

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RISPARMIO ENERGETICO

ECOSOSTENIBILITÀ

RISTRUTTURAZIONE

RINGHIERE

CARTONGESSO

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EDILIZIA

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NO

RISCALDAMENTO

Stenico in Festa, per San MartinoSan Martino Patrono di Stenico è da sempre occasione di momenti grande aggre-gazione e festa per il borgo delle Esteriori, recentemente ri-premiato come Borgo fiorito e oggetto di articoli e attenzione di molte pubblicazioni turistiche, grazie soprattutto al Castello. Il 9-10-11 novembre, dunque, spazio alla celebrazione del Santo Patrono con alcuni significativi appuntamenti enogastronomici. Location della Festa, la località Pra de’ Fera, dove sarà installato un tendone riscaldato. Venerdì 9 protagonista sarà il baccalà, pietanza povera rappresentativa del passato delle valli trentine, mentre alla sera vi sarà un tributo musicale a Lucio Battisti con la band Battito. Sabato 10 le classiche bancarelle in piazza a Stenico, mentre la serata è dedicata ai giovani con la festa dello studente a tutta musica. Domenica, infine, è la volta delle “Polentiadi”, dove il grano sarà protagonista a pranzo con tanti altri prodotti enogastronomici, mentre nel pomeriggio è previsto lo spettacolo de “I giullari di strada”. La Festa di San Martino è organizzata dalla Pro Loco di Stenico con l’appoggio del Comune di Stenico.

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Che, anche qui, il gioco ha mietuto più vittime di quanto non si riesca ad im-maginare. Del resto non c’è locale pubblico, bar o tabaccheria che non abbia due, tre, quattro o più di quegli aggeggi infernali. Allettanti come tutti gli ar-nesi che promettono vinci-te stratosferiche. Salvo poi lasciare con un pugno di mosche, chi incautamente, si è lasciato sedurre. Le statistiche del resto sono impietose. E dicono che stiamo diventando un popolo di allocchi. Tentati e abbagliati dalla fortuna facile. Dal colpo di mano in grado di cambiare in un attimo la nostra vita. L’Ita-lia è diventata un casinò a cielo aperto. Ogni anno, tra gratta e vinci, lotto, supe-renalotto, e slot machines gli italiani gettano al ven-to qualcosa come 79,8 mi-liardi euro (dati 2011): 154 mila miliardi delle vecchie lire: 1.652 euro pro capite. Dal neonato, all’ultra no-vantenne. Qualcosa come 5 finanzia-

rie da 15 miliardi. Senza peraltro che nessuno si ar-ricchisca. Anzi. Con molta gente che diventa gioco-di-pendente. Che, come i dro-gati della peggior specie, entra in una spirale difficile da dominare.Una delle ultime statisti-che del Centro Nazionale Ricerche dice che il 43% dei maschi italiani, dai 18 ai 45 anni, hanno proble-mi di gioco d’azzardo. Le donne sono più “tabacche-ria dipendente”. Cioè sono più allettate da gratta e vinci, lotto e superenalot-to. Mentre gli uomini sono maggiormente tentati da macchinette e videopoker. Ed ora, anche dalle ultra-moderne Vtl, le videolot-tery che promettono un Jakpot fino a 500 mila euro (ce ne sono 44.735), che dopo i primi mesi di atti-vità hanno incrementato le giocate in modo smisurato: il 55,2% degli incassi totali del gioco pubblico, con il raddoppio della raccolta da 5,3 a 10,4 miliardi di euro. Dati Federserd, dicono che

“l’Italia è il primo paese in Europa, e il terzo al Mon-do, per denaro giocato, in rapporto alla popolazione”. La stessa ricerca, ma non c’era bisogno che fosse una statistica a raccontar-celo, ritiene che “le ragioni di questo costante aumento siano dovute all’aumento sconsiderato dell’offerta”. Lo Stato in pratica, con una liberalizzazione selvaggia e sconsiderata delle sale da gioco e dei videopoker, ha indotto una buona fetta di popolazione a diventa-re gioco-dipendenti. Con quel che ne consegue. Sul piano economico, sociale e psicologico. Per molti vera e propria malattia. Peraltro molto difficile da curare, e con delle pesanti ripercus-sioni sul piano socio-assi-stenziale. Tanto per capirci, in Italia il gioco d’azzardo è la terza industria, dopo Eni, e Enel. Produce il 5% del Prodotto Interno Lordo (Pil) Nazionale. Le ditte concessionarie come Snai, Bpplus, Sisal, Lottomatica, Betting 2000 e Gogetech,

tanto per citare le maggio-ri, solo con le mangiasoldi, puntano a una raccolta an-nua nel 2012 di 50 miliardi. Più del triplo del fatturato della Fiat. Solo nel settore slot, finora nel 2012 gli italiani hanno scommesso 44,2 miliardi (+ 23,7% rispetto al 2011). La raccolta di denaro ha fatto segnare un + 94,3%. Mentre gli investimenti pubblicitari, per le slot ma-chines, sono aumentati del 63%, a 225 milioni di euro. E tutto con il beneplacito dell’apparato statale che, nel 2004 con il Governo Berlusconi, ha legalizza-to 360 mila macchinette, regalando alle società le concessioni, in cambio di 15 mila euro a slot, e di un prelievo di solo il 2% sulle giocate. Questo, a grandi linee, ciò che succede sul territorio nazionale. A cui va aggiun-ta la recente rinuncia da parte del Governo Monti di fare guerra all’azzardo. Provvedimento incom-patibile, dice il ministro

delle Finanze, con le mi-nor entrate, a cui le casse dell’Erario non possono ri-nunciare. Un’ammissione gravissima. Con uno Stato che deve ricorrere al vizio per far quadrare i conti.Ma in Trentino e nelle valli, che rapporto hanno gli abitanti con il gioco? Le statistiche più recen-ti confermano che siamo perfettamente nella media nazionale. La dipendenza da gioco, la ludopatia, è trasversale a quasi tutte le regioni. Il nostro atteggia-mento di fronte a video slot e giochi in genere, confer-ma l’Ama, non è dissimile dal resto d’Italia. Nel 2011 le giocate in Trentino sono state pari a 666 milioni di euro: 1.270 euro pro capi-te. Per avere un termine di paragone, la spesa pubblica per finanziare il sistema sa-nitario provinciale è poco più di un miliardo di euro.Le abitudini non sono mol-to dissimili anche nelle val-li. Il 63% dei soldi spesi per giocare, vengono da slot e Vtl. Vere e proprie macchi-ne da guerra del comparto. La cui dipendenza è in cre-scita, non solo nei 35/50 enni. Ma anche nelle fasce giovanili.Ora, è lodevole lo sforzo di molte amministrazioni comunali, che preso atto del problema , ormai vera e propria piaga sociale (la prima in Giudicarie è sta-ta Tione, seguita a ruota da molte altre), stanno tentan-do di limitarne gli effet-ti, introducendo limiti di distanza (300-500 metri) dai luoghi sensibili. Come scuole, ospedali e cen-tri frequentati da giovani. Ma la non retroattività dei provvedimenti, li trasforma in pannicelli caldi. Buoni solo a tacitare le coscienze

di molti amministratori.Il nocciolo della questione però sta alla radice. Do-vrebbe essere lo Stato a prendere atto degli errori di una sconsiderata politica di liberalizzazione. E tornare sui suoi passi. Tanto più, che già taglieggia i cittadi-ni con accise altissime su benzine e generi di Mono-polio. Non si vede perché debba continuare a solle-ticare le debolezze dei cit-tadini, che proprio in mo-menti di crisi e di difficoltà economica come quelli che stiamo attraversando, di-ventano più vulnerabili. E più propensi confidare nella fortuna. Con conseguenze nefaste per i soggetti debo-li, e per l’economia di molte famiglie.Ciò anche in ragione del fatto (anche qui le statisti-che sono impietose), che solo un “misero” 14,8 % va a finire nelle casse dell’Era-rio. Mentre il grosso delle giocate va a ingrassare le già grasse società conces-sionarie. I cui profitti con 76.912 esercizi pubblici a disposizione stanno salendo in modo vertiginoso. [email protected]

Attualità

Quante sono le dipendenze da gioco nelle nostre valli? Difficile fare una statistica. Sicuramente tante. L’in-teresse suscitato dall’iniziativa del Comune di Tio-ne e della Comunità di Valle, con gli incontri “A che

gioco giochiamo?”: un itinerario educativo sul gioco d’azzardo, realizzato con il concorso dell’associazione Ama, conferma che anche nei nostri piccoli paesi c’è molto da fare.

Le “slot”: un problema anche nelle ValliL’Italia un casinò a cielo aperto. Terzi nel Mondo per l’azzardo

di Ettore Zini

Si parla spesso di ludopatia. Ma il primo malato di gio-co, in Italia, è proprio lo Stato. Ormai slot machines e videopoker hanno occupato ogni centimetro di spazio disponibile, in tutti i locali pubblici della valle. Non c’è ambiente che non disponga almeno di una macchina mangiasoldi. Nel solo comune di Tione, dove sono con-centrate tutte le scuole superiori della zona, e dove ogni giorno arrivano più di mille studenti, questi aggeggi superano abbondantemente le 50 unità. Non c’è bar, ta-baccheria, o locale pubblico che ne sia sprovvisto. Non c’è ambiente che non risuoni ogni minuto dei tintinnio delle monete di quegli strumenti, che come la droga, sono motivo di disperazione di molte persone, incapaci di resistere alla tentazione del gioco.E’ ben vero che l’amministrazione comunale, già al-l’indomani dell’entrata in vigore della Lp18/2011 che modifica l’art.13 della 9/2000 - in base alla quale cia-scun comune può adottare provvedimenti che limitano o vietano la collocazione degli apparecchi da gioco sul proprio territorio - in pieno accoglimento della norma, ne ha vietato nuove introduzioni. Entro i 300 metri, come specifica la legge, da edifici sensibili come: scuo-le, residenze sanitarie, centri di socializzazione e sedi di cooperative di solidarietà. Ma è pure vero che tale provvedimento non ha sortito

alcun effetto pratico, in quanto la legge non è retroattiva. E quindi, slot machines e le sale esistenti non possono essere toccate. Dunque, una delibera di facciata. Che in concreto non ha sortito nessun effetto positivo. In quan-to tutti gli spazi disponibili erano già stati occupati. E in alcuni casi, come è capitato in Val del Chiese, c’è stata una corsa last minute per piazzare le ultime slot, prima dell’entrata in vigore dei nuovi regolamenti.Le delibere, prese a catena su tutto il bacino compren-soriale, hanno di fatto congelato lo status quo. Senza dare benefici. Del resto non bisogna dimenticare che la presenza di quelle macchinette sanguisuga, sono per i gestori una vera manna. In grado, di ammortizzare o coprire per intero i canoni di affitto dei locali. Fonte primaria di reddito. Per queste ragioni le amministrazioni comunali, le Co-munità di Valle e la Provincia non dovrebbero limitar-si ad applicare leggi inefficaci. Ma farsi portavoce di un’azione comune, per indurre lo Stato a modificare radicalmente una vergognosa normativa, che in pochi anni ha trasformato i paesi italiani in tanti casinò in mi-niatura. Capaci di incidere pesantemente sui comporta-menti della gente. E in alcuni casi di creare delle vere e proprie dipendenze, rovinose per le tasche e gli equili-bri di un sacco di giovani e famiglie. (e.z.)

“Droga” di StatoLa non retroattività rende le Leggi inefficaci.

Contro il vizio, una liberalizzazione da rivedere

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Le “slot”: un problema anche nelle Valli

Diremo solo che è giudi-cariese. Sulla sessantina. Pensionato. Con un’espe-rienza famigliare fini-ta male. Titolo di studio scuola medio superiore.

Ha deciso di raccontare la sua storia per “mettere in guardia chi vive la sua stessa esperienza, a non sminuire la gravità del pro-blema: a non crogiolarsi nel falso convincimento di poter smettere quando si vuole. Ma di confidarsi con le persone vicine, senza ti-mori e paure”. E’ con queste parole che inizia la lunga lettera che sarà pubblicata sul gior-nalino della sua Parroc-chia. E’ una testimonianza cruda. Che mette a nudo i turbinii di sentimenti e gli stati d’animo che si agitano dentro chi, malaugurata-mente, ha la disavventura di cadere nella dipendenza del gioco.Com’è finito nella spirale del gioco?

“Dapprima la voglia di rompere la monotonia quo-tidiana. Insieme ad un mi-sto di noia, e curiosità. Poi la voglia di vincere. Certo, comunque, di non fare al-cunché di disdicevole, in quanto non avrei arrecato danno a nessuno. Sicuro che avrei saputo smettere in ogni momento”.Quando si è reso conto che il gioco era diventato un vizio difficile da domi-nare?“Ben presto ho scoperto quanto fossero errate le mie considerazioni. Ciò che pareva un passatempo innocente e piacevole, era diventato un’abitudine pe-ricolosa. Che mi avrebbe presto portato a conseguen-ze disastrose, sia per le ta-sche, che sul piano psicolo-gico e comportamentale”.E che ha fatto? Ha cerca-to di reagire? E come?“La verità è che ero come inebriato dal gioco. Le mie giornate le passavo davan-ti a quelle macchinette. E

poco importava se le som-me giocate erano superiori a quelle vinte. Il piacere del gioco era prioritario a tutto il resto”.Ma le perdite non l’han-no indotta a riflettere su quanto stava facendo?“Ho giocato molto più di quanto mi potessi permet-tere. In un sol giorno ho lasciato dentro le slot ma-chines, 1.300 euro. Tutta la mia pensione. Ho accu-mulato perdite per oltre 40 mila euro. Sapevo perfetta-mente che chi più gioca, più perde. Ma era più forte di me. E cercavo sempre delle motivazioni per giustificare la mia presenza davanti a quegli aggeggi infernali”.E poi?“Un passatempo innocente si è trasformato nel peggio-re degli incubi. Ho trascor-so notti insonni, pensando al denaro perduto. Mi sono sentito sleale e disonesto, nei confronti di chi mi vuo-le bene. Umiliato, traboc-cante di rancore contro me

stesso e contro le macchi-nette”.Come sta affrontando un momento così drammati-co?“Innanzi tutto ho raccon-tato la verità alle persone care. Paradossalmente mi sento più sollevato. Deter-minato a vincere il conflit-to con me stesso. Ho preso alcune precauzioni, per di-fendermi negli inevitabili momenti di crisi. Evito di frequentare i luoghi dove abitualmente giocavo. Ten-go in tasca solo il denaro necessario, per le picco-le spese. Ho informato gli amici veri di quanto mi è accaduto. E, soprattutto, ho cointestato il conto corren-te ad una persona amica. Che deve essere presente quando vado a ritirare dei del contante. Questo fin-tanto non avrò la certezza di essermi liberato dalla di-pendenza”.Uscire si può? Crede di potersi lasciare alle spalle questo brutto periodo?

“Chi ha vissuto esperienze analoghe dice che i pericoli di ricaduta sono dietro l’an-golo. Che non bisogna ab-bassare la guardia. Da solo sarà molto difficile. Anche perché ormai si può gioca-re dappertutto. Ma spero di farcela. I corsi dell’Ama mi sono stati di molto aiu-to. Soprattutto ho trovato persone molto preparate e disponibili”.So che è molto arrabbiato con le istituzioni? Vuol dire qualcosa in proposito?“Che devono fare qualco-sa. Subito. Devono chiu-dere le sale da gioco. Ri-tirare i permessi rilasciati. Anche se ci sono interessi fortissimi in gioco. Oggi l’Italia è tutta una Las Ve-gas: una sala gioco a cielo aperto. E uno Stato serio non può voler far del male ai suoi cittadini. E poi, che ci guadagna, se i soldi che introita, li deve spendere in servizi socio assistenzia-li?”. [email protected] (e.z.)

Gioco: da passatempo a incubo

Uscire dal vizio del gioco si può? Lo abbiamo chiesto ad uno dei partecipanti all’itinerario educativo sul gioco d’azzardo, appena terminato a Tione dall’Ama, onlus di mutuo aiuto, specializzata

nell’affrontare le tematiche della dipendenza da gioco.I partecipanti non sono stati molti. Troppa la paura di essere additati. Ma, chi ha avuto il coraggio di prendere parte a questo outing di gruppo, ha deciso di continuare in autoterapia, proseguendo gli incontri da soli. Un esperimento che sembra dare i primi frutti. Lo dimostra la coraggiosa in-tervista rilasciataci da un giocatore incallito che, per ovvii motivi di riser-vatezza, manterremo anonimo limitandoci a descrivere la sua esperienza.

Attualità

La testimonianza di un giudicariese caduto nella dipendenza

15500

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Ma pensare alla Comunità come semplice capofila di servizi associati sarebbe ridut-tivo. Credo nella Comunità perché ritengo che la riforma istituzionale nelle sue diret-trici porti davvero al livello territoriale il concetto di pro-gettualità e dunque dovrebbe (è il risultato a cui si dovrebbe tendere) velocizzare e sempli-ficare il processo decisionale, con maggiore aderenza alle necessità del territorio stesso e della comunità di cittadini che la vive. Per anni infatti la “periferia” si è giustamente lamentata di decisioni “imposte” dal livel-lo provinciale, pensiamo solo a quelle di programmazione urbanistica o viabilistica, ri-vendicando un ruolo più attivo e partecipe nella progettazione del futuro assetto del territorio, ovviamente non solo urbani-stico ma nel suo complesso. La riforma istituzionale coglie queste istanze, traducendole nella Comunità di Valle. Ma, come detto, i tempi sono cambiati, tutto è molto più di-namico e veloce, e, nella con-giuntura attuale, ora sembrano esserci altre priorità!Le critiche alla Comunità, però, sono talvolta ingenerose: si tratta di un nuovo ente che è partito da soli due anni e dun-que non c’è da stupirsi del fat-to che vi siano ancora dei punti d’ombra e non siano ancora a pieno regime. Occorre lavora-re sui 5 anni di legislatura per vedere dei risultati significati-vi. E’ un istituto nuovo, tutto in divenire e, soprattutto, com-pletamente da costruire! Questo organismo sta affron-tando una serie di difficoltà legate principalmente a due aspetti: il primo collegato alla mancanza di una struttura di base e conseguentemente alla carenza di tipologie di figu-re professionali. Il secondo aspetto invece, causato dalla mancanza di un sentimento di base comune: non a tutti, infat-ti, è chiaro il ruolo e la finalità di questo ente, anche se la crisi si sta occupando di precisarlo al meglio, caratterizzando la

comunità come il punto di ri-ferimento del “fare assieme”, del condividere in modo orga-nizzato, della solidarietà. A volte, poi, si parla di man-canza di competenze in seno alla Comunità di Valle, ma prima di invocarne di nuove bisogna chiedersi se ci sono la struttura e le possibilità per gestirle al meglio. Certo è che non possiamo pensare che le professionalità richieste per il funzionamento della macchina amministrati-va territoriale possano venire “prelevate” solo dai comuni, ma è necessario che proven-gano anche dalla Provincia, come era in effetti nello spirito originario della riforma. Pen-siamo a competenze “forti”, come l’urbanistica o il settore degli appalti, materie impor-tanti che hanno bisogno di pro-fessionalità solide e complete, già formate e presenti in Pro-vincia. Una gestione associa-ta di questi servizi può avere effettivi benefici in termini di razionalizzazione del servizio e di abbattimento di costi, ma occorre una struttura capace, con esperienza e legittimata. E qui si arriva al problema di fondo, ossia legittimare in maniera completa la Comu-nità. Uno sforzo che non solo la Provincia, ma anche i Sin-daci dei Comuni Giudicariesi devono fare, perché sta anche a loro dare l’impulso determi-

nante, a livello territoriale, per la riuscita di questo disegno complessivo di riassetto del-l’autonomia. Uno scenario nel quale i Comuni devono conti-nuare ad essere i principali at-tori di sviluppo e di conserva-zione del territorio, e dunque non bisogna togliere forze e competenze, ma devono po-tersi affidare alla Comunità di Valle per la gestione ammini-strativa dei servizi, conservan-

do quell’identità comunitaria, politica e programmatica che i comuni sanno rivestire e ge-stire in modo egregio.Per far-lo, occorre che tutti gli attori, anche interni alla Comunità, ci credano di più, non lasciando questo percorso a metà. Dal canto suo la Provincia ha tracciato una rotta ma è chiaro che senza maggiore chiarezza su tempi, modi, metodologie e contenuti dei trasferimen-

ti e senza la collaborazione strategica dei Sindaci – gli stakeholders più determinanti sul territorio – è impossibile pensare di dare attuazione a questo cambiamento che or-mai è divenuto obbligatorio. In questo senso nessuno deve avere paura del cambiamento: in Italia sono state prese misure draconiane e imposte al terri-torio, come accorpamenti for-zosi tra comuni, molto spesso

irrispettose della storia, della cultura locale e degli aspetti sociali ed economici di una terra. Con la Comunità c’è la possibilità di gestire in prima persona questi cambiamenti epocali a cui stiamo assisten-do, nella convinzione che non sia più il tempo di attese e ten-tennamenti.

* coordinatrice giudicariese dell’Unione per il Trentino

Il dibattito

Comunità, occorre crederci fino in fondo È di grande interesse e significativo il dibattito sulla Co-munità di valle lanciato dal Giornale delle Giudicarie. Ci troviamo in un momento molto importante e delica-to per determinare il futuro delle nostre comunità ed il messaggio che credo sia importante dare è quello di fiducia costruttiva nei riguardi di questo neo ente e del suo sviluppo per il futuro assetto del nostro territorio.La crisi ha investito con tutta la sua potenza anche l’isti-tuto della Comunità di valle, costituito con legge pro-vinciale del 2006, in quelli che possiamo considerare, a tutti gli effetti, “altri tempi”. La congiuntura politico-economica attuale ha accelerato al massimo le istanze di razionalizzazione della spesa pubblica ed ha chiesto anche alle Comunità di diventare interpreti principa-li di questa “spending review”. Come? Fungendo da piattaforma e da punto di riferimento per i Comuni per impostare una gestione associata dei servizi che consenta, nel medio periodo, di ottenere risparmi.

Continua il dibattito sull’Ente: “Troppe resistenze alla riforma”

di Alessandra Sordo Sicheri*

Anche quest’anno, nel mese di ottobre, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori colora di rosa la nostra provincia, complici 55 Comu-ni che aderiscono illuminando contempora-neamente, sabato 1 ottobre alle ore 20.30, un luogo significativo con il colore simbolo della lotta contro il tumore al seno. Il Comune di Pieve di Bono ha scelto di aderire, illuminan-do di rosa Castel Romano per tutto il mese di ottobre e organizzando una serata informativa prevista per mercoledì 7 novembre.Lilt offre inoltre in tutta la provincia visite se-nologiche gratuite per le donne tra i 25 e i 50 o con età superiore ai 70 anni o non residenti a Trento, per chi quindi non è compresa nello screening dell’Azienda Sanitaria Provinciale, la cui efficacia è tra le migliori d’Italia, che già garantisce un efficace piano di controllo. Per le Giudicarie le visite gratuite si sono tenute il 7 [email protected]

Castel Romano si “veste” di rosa per la Lilt

Castel Romano

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NOVEMBRE 2012 - pag. 13 Attualità

“La realtà concreta e bella” è stata realizzata dalla più grande ed importante impre-sa di costruzioni delle Giu-dicarie che ha rappresentato degnamente la nostra pro-vincia e la nostra comunità costruendo l’impegnativo e sorprendente “Auditorium del Parco”, un’opera tecno-logicamente all’avanguardia e di altissima qualità archi-tettonica. Si tratta della Edil-tione spa, con sede a Tione, la quale ha costruito in tem-pi di record con l’impegno della propria manodopera ed organizzazione direzionale, l’assai complessa struttu-ra progettata dall’archistar Renzo Piano. Che dire del-l’auditorium? Ci ha pensa-to il nostro Presidente della Provincia a definirlo: «Un bel colpo d’occhio, specie per i giochi di luce che en-fatizzano le forme e i colori. Inoltre, la struttura è anche bella a vedersi. Ma altrettan-to bello è vedere già molte persone nella piazza e nel parco - ha aggiunto – segno che l’idea di dedicare un ultimo sforzo ad un proget-to capace di offrire un luo-go di aggregazione per una comunità che vuole supera-re il dramma, era e rimane un’idea fondata.» «Voglio ricordare che il 6 aprile 2009, poche ore dopo il terremoto, eravamo qui per intervenire nell’emer-genza – ha detto Dellai - In tutto sono state oltre 2.700 le persone trentine che si sono alternate, in grande maggio-ranza volontari, ma anche tecnici della Provincia au-

tonoma di Trento e rappre-sentanti di associazioni e or-dini professionali. Abbiamo costruito oltre 450 alloggi, due Chiese, tre scuole e altre strutture civili – ha precisa-to Dellai, senza per questo vantarsi, ma per sottolineare come non tutte le regioni e province sperperino il pro-prio denaro – Per chiude-re la nostra presenza qui ci sembrava bello lasciare un dono dal grande significato simbolico, un auditorium, progettato da Renzo Piano, costruito da noi e inaugurato dal Presidente della Repub-blica, Giorgio Napolitano.» I responsabili della Ediltione SPA hanno confermato che il rapporto con la popolazio-ne dell’Aquila è stato rispet-toso e costruttivo ed è stato anche favorito da quanto ottimamente seminato dalla nostra gente durante la fase di emergenza dove i trentini si sono contraddistinti per generosità, operatività ed organizzazione. Più che di un Auditorium si può parlare di un vero e pro-prio “Stradivari gigante”, un’enorme cassa di risonan-za realizzata con struttura portante in legno lamellare e rivestita sia internamente sia esternamente con il legno di larice trentino più pregiato, quello di cui si serviva il ce-lebre maestro di Cremona e

al quale i più noti liutai del Seicento hanno contribui-to a dare massima fama. Il complesso si articola in tre volumi di forma cubica che, in modo apparente casuale, rotolando sul terreno si sono fermati in una posizione che li vede fra loro accostati. Il volume centrale, quello di dimensioni maggiori che corrisponde alla Sala del-l’Auditorium, si è fermato in una posizione leggermente obliqua che allude quasi a una sua instabilità. Dal punto di vista strettamente costrut-tivo, si tratta di un progetto estremamente complesso che non a caso ha visto coinvolti i maggiori nomi dell’inge-gneria e dell’architettura a livello nazionale. In partico-lare si è rivelata decisamente complessa la realizzazione delle strutture in cemento armato, ma l’impresa Edil-tione ha raccolto la sfida con passione, vedendola come un utile mezzo per incrementare ulteriormente le proprie tec-niche e i propri standard ope-rativi/logistici di produzione. Grandi sforzi sono stati indi-rizzati nella messa in opera di tecniche costruttive antisi-smiche leggere e innovative: basti pensare che la struttura del cubo centrale è collocata su una piastra in cemento ar-mato interamente sostenuta da isolatori sismici. La pia-

stra è infatti stata concepita in modo tale da consentire spostamenti orizzontali in ogni direzione fino a 30 cm, in modo che, in eventuale caso di sisma, i movimen-ti dell’Auditorium possano essere assorbiti senza pro-vocare alcuna conseguenza né sugli elementi strutturali né sulle pregiate finiture. Per questo motivo, l’intera struttura è stata sottoposta a una minuziosa serie di pre-

cisissimi collaudi, i quali sono stati tutti brillantemen-te superati.E’ inoltre interessante nota-re il fatto che l’Auditorium sia il primo edificio certi-ficato ARCA, Architettura – Comfort – Ambiente, il primo sistema di certifica-zione per le costruzioni con struttura portante in legno che garantisce la durabilità, la sicurezza contro il sisma e il fuoco, il comfort, il rispar-

mio energetico e la sosteni-bilità ambientale. “E’ stato una lavoro d’or-chestra perfettamente orga-nizzato, dove Abbado è raf-figurabile nella persona del responsabile di cantiere e Pre-sidente della nostra società e gli orchestranti sono rappre-sentati da tutto il personale, manodopera e subappaltato-ri, che ha operato nelle varie sedi ed in cantiere ” così ci risponde uno dei responsabi-li di Ediltione. Ma c’è anche un’altra azienda delle Giu-dicarie che ha collaborato in maniera importante alla riu-scita dell’esecuzione dei la-vori, la ditta Masè Termoim-pianti con sede a Strembo, diretta dall’inossidabile Tony Mase’, che ha infatti messo un tassello importante nella realizzazione degli impianti termici e di condizionamento, considerati all’avanguardia per la soluzione realizzata, senza dimenticare che anche la capofila Collini Lavori ha radici nelle Giudicarie. Nella conversazione con i responsabili della Ediltione (un grazie in particolare a Franco Esposito per la col-laborazione) affiorano gli aneddoti, le soddisfazioni e le emozioni che hanno ac-compagnato l’esecuzione dei lavori ed il giorno stes-so dell’inaugurazione. “E’ stata una sfida che abbiamo vinto in cui la soddisfazione più grande però è nell’aver realizzato un simbolo come un segno di speranza, la vita che riprende, la prima gran-de opera della ricostruzione possibile”. (r.b.)

L’Aquila, aziende giudicariesi

protagoniste

Più di tre anni dopo il terremoto, L’Aquila ha un nuovo auditorium. La struttura, progettata da Renzo Piano, è stata donata alla cittadinanza dal-

la Provincia Autonoma di Trento. È stata inaugurata il 7 ottobre 2012 dal Presidente della Repubblica, Gior-gio Napolitano, e dal nostro presidente della Provincia

Autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, con un concer-to dell’Orchestra Mozart diretta dal maestro Claudio Abbado e la presenza a sorpresa di Roberto Benigni. L’auditorium, ha detto il Capo dello Stato indicando l’opera di Renzo Piano, «non è solo un simbolo, ma già una realtà, concreta e molto bella».

Ediltione e Masè Termoimpianti hanno realizzato l’Auditorium progettato da Renzo Piano

e inaugurato il 7 ottobre

DATI TECNICI: - 1.165 metri cubi di legname delle foreste trentine (abete e larice)- 1 milione di viti e chiodi- 20 chilometri di doghe colorate- 16 isolatori sismici- 200 alberi messi a dimora nel parco- Oltre 35.000 ore di manodopera in cantiereEsecuzione lavori: A.T.I. costituita da EDILTIONE SPA, Collini Lavori SPA, Gostner SRL.Subappaltatori principali: Masè Termoimpianti SRL, Of-ficine Ivano Gasperotti, Grisenti SRL.

L’auditorium de L’Aquila visto da fuori

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Una medaglia per Boset-ti non era sicura, ma certo non è uscita dal nulla. Dopo i primi studi all’Enaip di Tione, qualche anno negli alberghi, da subito 4 e 5 stelle, nel 2000 il ritorno sui banchi di scuola, quelli del-la Cast Alimenti di Brescia (Centro Arte Scienza e Tec-nologia dell’Alimento) una scuola di specializzazione in cucina artistica, per colti-vare la sua grande passione. Il sogno coltivato fi n da pic-colo di lavorare sulle navi da crociera, realizzato poco dopo la frequentazione della Cast: quattro anni sulle navi con una brigata di 200 per-sone e l’approdo in ogni an-golo di mondo, dall’Alaska, al Giappone, poi l’America, le Awaii, l’Australia, la lista è lunga. Dopo la vita per mare, dove “la cosa peggio-re è il mal di mare che prima o poi tocca a tutti” e la gior-

nata tipo prevede 14 ore di lavoro, la decisione di tornare sulla terra ferma, a causa di un’altra passione, quella per la moto. Diffi ci-le sfrecciare nel vento sul ponte di una nave, e allo-ra Maurizio è attraccato in Svizzera, a bordo della sua Kawasaky, per fare il Sous Chef (secondo cuoco) in un altro cinque stelle, il Palace Hotel di St Moritz. Carriera d’eccezione, ma

in tutto questo, come si fa una statua di margarina? “si costruisce prima di tutto una struttura – spiega Bo-setti – di ferro e polistirolo nel mio caso, che sostenga il tutto, e poi ho iniziato a modellare la margarina at-torno ad essa” Il risultato è un mini-culturista di 25 chi-li, che il cuoco giudicariese ha trasportato da St Mori-tz fi no in Germania in un furgoncino frigo. Zucche e

angurie lavorate, sculture in pasta di sale, zucchero e cioccolato, qualsiasi mate-riale, purché commestibile, può essere usato in cucina artistica, perché proprio una scultura di margarina? “ Per la libertà espressiva che concede. – risponde Bosetti – Una zucca lavo-rata, per esempio, costringe comunque ad una forma, mentre io ho creato tutto dal nulla, dalla base in legno alla struttura, potevo sce-gliere dimensioni, volumi, materiali. Con la scultura, ho la massima espressione artistica e creativa possi-bile”. Dediche particolari, per questo bronzo? “Si, al mio amico e compaesano Flavio Badolato, oggi non c’è più, portato via da una malattia, è stato un fulmine a ciel sereno. La mia meda-glia è per lui”.

Il personaggio

Il Michelangelo della ... margarina

Il cuoco 32 enne Maurizio Bosetti ha vinto il bronzo alle Olimpiadi di cucina artistica con una statua di 22 kg fatta interamente di burro

L’INTERVISTA

Ha lavorato 22 chili di margarina per due mesi, ne è nato Mr Olimpia, culturista dai muscoli di burro capace di vincere una medaglia alle

olimpiadi. Il papà di Mr Olimpia, che si gode il suc-cesso internazionale, è il trentaduenne Maurizio Bo-setti, di San Lorenzo in Banale, cuoco da cinque stelle e appassionato di cucina artistica. Bicipiti bianchi e defi niti, tricipiti da invidia e addominali che sembra-no di marmo quelli del candido sculturista modella-

to da Bosetti, tanto che i giurati della ventitreesima edizione delle olimpiadi di cucina l’hanno premiato con il bronzo. Maurizio Bosetti, alla sua prima espe-rienza olimpica, ha portato a casa una medaglia nella categoria cucina artistica individuale, un risultato di grande prestigio maturato nel cuore della Germania, ad Erfurt, dove si sono affrontati i più grandi chef e pasticcieri del mondo: più di 1800 maestri di arte culinaria, provenienti da 54 nazioni diverse, e 26mila visitatori incantati dalle delizie preparate dai profes-sionisti della cucina.

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Page 15: Giornale delle giudicarie novembre 2012

NOVEMBRE 2012 - pag. 15

Il 6 Ottobre scorso oltre 40 persone in rappresentanza delle associazioni Donne in Cooperazione e Gio-vani Cooperatori Tren-tini hanno partecipato in-sieme a questa iniziativa. Uno stimolo a riscoprire la cultura e i valori che sono stati alla base della nascita del movimento, per riassa-porare lo spirito di allora. “Un viaggio emozionante a ritroso nel tempo in luo-ghi ricchi di suggestione che insegnano tanto e fan-no appassionare ancora di più alla realtà cooperativa contemporanea” è stato un commento diffuso.Un’ esperienza e un incon-tro importante, quello tra donne e giovani che con-dividono e promuovono la “grammatica della coope-rativa” intesa nel senso di contribuire a rafforzare la diffusione di valori di de-mocrazia, responsabilità, radicamento nel territorio, protagonismo dei soggetti e delle loro comunità, gio-vani e donne da coinvol-gere non solo come porta-tori di esigenze ma anche come parte attiva della so-luzioni dei problemi. Le donne, che hanno avuto un ruolo fonda-mentale nel movimento cooperativo fi n dalle sue origini sia a livello sociale che economico, affermano giustamente la necessità di un’accelerazione del pro-cesso di emancipazione anche dentro la coopera-zione trentina. Un viag-gio quello delle conquiste femminili e del ruolo della donna ben evidenziato du-rante l’evento “Storie di genere: l’altra metà della cooperazione” che ha vi-sto per due settimane dal 7 al 24 Settembre scorso, presso Caldonazzo, un percorso documentario e fotografi co, accompagna-to da testimonianze di al-cune protagoniste che si

sono raccontate trasmet-tendo la loro esperienza. Un evento voluto anche dai vertici della Coopera-zione Trentina che eviden-zia l’impegno a dare più spazio e valore alle donne nelle cooperative; Un dato confermato anche dalla rappresentanza in consi-glio di amministrazione della federazione trenti-na che su un totale di 22 consiglierei e 5 revisori, vedono la percentuale di donne attestarsi al 40% (11 donne).I giovani, al centro di un dibattito politico econo-mico che tende spesso ad enfatizzare in senso negativo il rapporto inter-generazionale, a fare uso di slogan a scapito della valorizzazione delle com-petenze, delle esperienze cosi come della creatività, della determinazione, della

costanza e del merito. Va con tranquillità ammesso che il rapporto intergene-razionale/ fra generazioni non potrà mai essere rite-nuto risolto una volta per sempre, magari attraverso qualche “tecnica didatti-ca”, in quanto le nuove ge-nerazioni sono sempre sta-te caratterizzate e lo sono anche oggi da un vuoto, spesso non riconosciuto e da ricercare nell’esigenza di non essere lasciati soli. E’ un’esigenza sana, qual-cuno lo riferisce alla man-canza di esperienza altri lo defi niscono un bisogno, ma è comunque una con-dizione specifi ca dei gio-vani per cui vi è un’attesa affi nche qualcuno possa darvi risposta.Il cardinale Carlo Caffarra (arcivescovo di Bologna) indica come il rapporto fra le generazioni sia costitui-

to da un punto di vista fi -siologico da 3 dimensioni. La tradizione intesa come insieme dei valori e dei signifi cati, l’autorità nel senso di trasmettere, edu-care e la libertà, essendo la tradizione offerta alla libertà di chi l’accoglie. Il rapporto tra generazio-ni esprime la sua massima potenzialità in chiave po-sitiva e costruttiva quando questi elementi vengono

con intelligenza adottati dai giovani cosi come da-gli adulti, facendo bene at-tenzione a non confondere la tradizione con il tradi-zionalismo (che identifi ca una visione della realtà come l’unica vera e buo-na…) , l’autorità con l’au-toritarismo cioè attraverso l’imposizione o con il per-missivismo inteso come se la trasmissione di qualsiasi valore o principio sia una limitazione della libertà. Il punto di partenza del patto intergenerazionale deve essere rappresenta-to dalla convinzione che ogni generazione ha bi-sogno dell’altra e ognu-na ha proprie risorse che possono contribuire alla crescita di tutti; il cam-biamento a cui tendere, è rappresentato dalla pro-mozione di una mentalità e di una prassi capace di prendersi cura delle nuo-ve generazioni e di rico-noscere l’apporto di ogni generazione al bene di tutti.

Cooperando

Storie di genere e generazioni Vigo Lomaso, Villa di Santa Croce, La-

rido di Quadra, Fiavè sono le tappe del «Viaggio dell’emozione», alla riscoperta

dei luoghi di don Lorenzo Guetti. Un percorso attraverso cui si ripercorrono i momenti salienti

della sua vita, e con essi i primi passi di un feno-meno, la cooperazione, che proprio nelle nostre Giudicarie ha conosciuto una spinta potente per affermarsi e radicarsi in tutto il Trentino. I Viaggi dell’Emozione, sono veri e propri viaggi

a ritroso nel tempo per conoscere il territorio, organizzati dall’Azien-da per il Turismo Terme di Comano in collabo-razione con l’Ecomu-seo della Judicaria. Le visite guidate e anima-te consentono di fare un tuffo nel passato e provare l’emozione di attraversare realmente la storia.

La cooperazione ci racconta storie di vita e di lavorodi Alberto Carli

Aperto dal lunedì al sabato: 8.30-12.00/ 14.00-19.00

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“EVENTI D’AUTUNNO”La fl oricoltura Sirianni propone 2 meeting a tema dedicati alla decorazione fl oreale e non solo, con affermati maestri dell’arte decorativa pronti a dare consigli e a realizzare dal vivo le più belle e innovative composizioni.

Sabato 10 novembre dalle ore 15.00“...ASPETTANDO IL NATALE”Decorazioni per la casa, per dare un tocco originale al tuo ambiente. Proposte di Antonio Trentini. Sabato 24 novembre dalle ore 15.00“L’ATMOSFERA DELL’AVVENTO”Creatività e calore con le candele. Idee di Mara Furlani.Degustazione del vino DEDIT della Filanda de Boron,interamente prodotto a Tione. Nei due pomeriggi animazione per bambini con creazione di lavoretti per Halloween-Natale e merenda.

Le manifestazioni sono porte aperte, non serve alcuna prenotazione e l’entrata è libera a qualsiasi ora e senza impegno.

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Segue dalla PrimaE dire che eravamo tutti convinti che con tangentopoli fosse stata posta la parola fine al malcostume, alla corruzione ed alle ruberie. I politici tanto vituperati di allora, nei confronti di quelli di oggi, erano dei poveri dilettanti. Secondo alcuni sondaggi di qualche giorno fa, gli Italiani sembrano concordare su di un’unica cosa: è stato raggiunto e superato il limite di sopportazione e di decen-za. “Qualcuno deve fare qualcosa!” è l’implorazione unanime che sale dal basso. Vediamo insieme quello che sta succedendo, facendo chiarezza su-gli infiniti racconti che ci giungono dai giornali e dai media che ormai ci hanno confuse le menti, annebbiata la ragione, ma non domata la rabbia. Vista la situazione economica, drammatica e persistente, i cui effetti sono ormai giunti a toccare anche la vita dei nostri paesi e della nostra gente, sarebbe necessaria una cam-pagna elettorale intelligente, sobria, con programmi sulle cose da fare, concreti e precisi, utili per toglierci dai guai e la scelta degli uomini migliori. I grandi risultati nell’industria, nello sport, nel-la ricerca, si ottengono con uomini preparati, giuste motivazio-ni, passione, coraggio, lavoro di squadra, probità e lungimiranza, così i partiti si dovrebbero presentare agli elettori per ottenerne il loro apprezzamento, ma non illudiamoci troppo. Gli Italiani non sono mai riusciti a liberarsi di quella atavica consuetudine di liti-gare, di dividersi, bianchi e neri, guelfi e ghibellini, democristiani e comunisti, berlusconiani e anti berlusconiani, ed ora montiani ed antimontiani. Non siamo mai stati capaci di lavorare insieme, di fare “sistema”, di superare le logiche personali ed avere obiettivi comuni. Anche per questo siamo ridotti così male. Da sempre im-pegnati a contrastare “il nemico”, si perde la concentrazione sulle cose da fare, sul buon governo, e sul bene comune, che dovrebbero essere le finalità etiche della politica. E’ necessario un cambiamen-to di rotta, lo dicono tutti, anche quelli che dovrebbero cambiare (!). Ma evitiamo eccessive speranze, le cose oggi stanno messe male, molto male, il sistema dei partiti sta andando a rotoli in ma-niera drammatica, qualche partito è già rotolato rovinosamente. Per vent’anni, il collante per la destra e per la sinistra, è stato Ber-lusconi, lo so che sembra un paradosso, ma è stata la sua presenza a tener uniti i partiti e a mascherare le forti differenziazioni interne

agli stessi. A destra perchè con lui si poteva dividere la torta, la cosa capita al volo anche dalla Lega Nord, e a sinistra perchè final-mente tornava un nemico da abbattere. Per vent’anni i partiti sono stati ossessionati dall’essere con Berlusconi o dall’essergli contro, per vent’anni si sono scontrati, ma senza mai governare il Paese. L’immobilismo dei governi che si sono succeduti, sorretti da mag-gioranze strampalate, ci ha ridotti sul lastrico tanto da richiedere l’intervento urgente di un uomo al di fuori delle logiche partitiche e dei loro interessi elettorali, Mario Monti, che sta adempiendo con coraggio al proprio compito. Di fronte ad un simile scenario la politica dovrebbe darsi una scossa, ma, ad un occhio mediamente attento, sembra che i partiti (tutti) siano irrimediabilmente impalu-dati, incapaci di riprendersi.Il PdL (Popolo delle libertà), intronato per la perdita di Berlusconi che sembra essersi ritirato, sta cercando di mettere insieme qual-cosa di diverso, ma i personaggi che sbraitano per emergere, non lasciano sperare in nulla di buono. Ci vorrebbe un miracolo, ma con tutte quelle che hanno combinato, lo spazio per loro è ridotto al lumicino. Si stanno sfaldando come neve al sole, lasciando praterie infinite per il pascolo di improbabili nuove avventure.IL PD (Partito Democratico), che fu una fusione a freddo delle varie culture del post-comunismo e del sinistrismo democristiano, non è mai riuscito a trovare una strada convincente, preso da un giustizialismo feroce e dall’antiberlusconismo, è finito per perdere ogni orientamento ideologico e politico. Oggi c’è Matteo Renzi che si è preso il compito di chiarire l’andazzo ondivago del Pd, che, in quella specie di comica telenovela delle primarie, vuole rottamare oltre al segretario Bersani, i vari D’Alema, Bindi, Finocchiaro e via elencando. Ultimamente sembra che in soccorso di Bersani sia giunto Niki Vendola, l’angelo (si fa per dire!) custode di un PD alla deriva. Più che mai agguerrito, vuole a sua volta, rottamare il rottamatore Renzi e aspira a candidarsi Presidente del Consi-glio, (sempre che risolva le sue questioni giudiziarie). Ma che cosa c’entra Vendola con Renzi, con la Bindi, con Letta, con la cultura cattolica che nel PD vorrebbe contare qualcosa? Che c’azzecca, direbbe Di Pietro, anche lui in caduta libera sverginato dagli scan-dali del Lazio. Ormai il PD sembra sempre più assumere una po-sizione zapateriana, basta leggere il programma presentato per le

primarie, dove sembra che le priorità indicate per uscire dalla crisi siano il matrimonio fra gay, l’adozione di figli, l’eutanasia, tutti segni di un laicismo esasperato, tutte cose che dovrebbero scuotere la coscienza dei cattolici del partito, e non sono improbabili even-tuali spaccature.I Centristi, sempre con numeri insufficienti per contare, non pro-pongono niente di nuovo, non una ricetta, non un leader, si limitano a rilanciare Monti, così, a scatola chiusa, che rimanga ad oltranza. Ogni tanto appare e scompare Montezemolo, con una lista civica, ancora tutta da scoprire, così Tremonti che non si sa cosa voglia ancora dopo aver dato prova di sè per dieci anni e la Lega Nord, ormai impresentabile, consumata dai suoi guai e dalla sua vacui-tà politica. Infine permangono pericolosi alcuni velleitarismi semi seri del principe dell’antipolitica Beppe Grillo, in crisi di galleg-giamento nonostante lo Stretto di Messina. E’ evidente che se la situazione rimane questa, ci sono tutte le pre-messe per un risultato elettorale, in primavera, che lascerebbe lo Stato del tutto ingovernabile, senza maggioranza stabile, senza prospettive d’alleanze. Nessun partito raggiungerebbe una mag-gioranza tale da governare per i prossimi cinque anni. Preparia-moci al peggio. Vedo già come andranno le cose: torneranno pole-miche feroci fra i partiti, accuse reciproche, disgusto dell’opinione pubblica, spread alle stelle, Borsa all’inferno, giornali con titoloni di fuoco, appelli severi dall’Europa, da Draghi e da una Merkel sempre più cocciuta. Così saremo costretti a richiamare a Palazzo Chigi, con tutti gli onori, San Mario Monti, il Salvatore, per restarci per tutta la legislatura e riportare l’Italia su un binario di corretta amministrazione, di depurazione delle acque dalla corruzione, del rilancio dell’economia, e del ritorno del nostro Paese ad una vita “normale” come non lo è mai stata. Solo una prova d’orgoglio dei partiti che si impegnino a ricomin-ciare da capo, con facce nuove e pulite, oneste, capaci, e lungimi-ranti potrebbero riportare la politica al centro della nostra vita so-ciale, ma i partiti sembrano essere ciechi e sordi: immersi nel loro mondo, che è un altro mondo rispetto al nostro, non si accorgono che si stanno distruggendo da soli, e così fanno il gioco di Mario Monti, tutto sommato, il male minore.Adelino Amistadi

Politica, facciamo il puntoEDITORIALE

PoliticaÈ la constatazione che nel Pd non c’è più incontro cattolici e laici, moderati e riformisti, innovatori con storie politiche diverse alle spalle che non puntano a riproporre il pas-sato ma a costruire il futuro, convinti che l’Italia di oggi ha bisogno di attivare libertà, iniziativa privata, autonomia sociale, opportunità. In primo luogo per i giovani.È la convinzione che sotto quella bandiera per cui si è creduto e combattuto, si è fatto politica e si è cercato di far nascere un Trentino e un’Italia migliori, non ci sono più i Democratici, ma tutt’al più i soli socialdemocratici, in un’idea della politica, del lavoro e della società che i te-deschi dell’Spd concepirono a Godesberg per il 1959 e che da noi è il programma eletto-rale per il 2013.L’uscita di scena di Pacher apre una riflessione profonda, innanzitutto nel partito che l’ha visto leader fino ad oggi, e che senza un congresso e un dibattito pubblico ha fatto la scelta antieuropeista e antiri-formista di Nichi Vendola.Il quale ha già presentato ri-chiesta di referendum per cancellare le riforme votate dal Pd, in nome della sinistra dura e «pura». L’abbandono di Pacher solleva interroga-tivi fondamentali in chi, fino ad oggi, ha creduto in un’al-leanza virtuosa fra meriti e bisogni, fra doveri e diritti, fra meritocrazia e solidarietà, fra fede e laicità, fra impresa e

lavoro, insomma fra il meglio delle culture politiche del Pae-se e la mutata realtà del 2013 (un quarto di secolo dopo il crollo del muro di Berlino), per proporre un progetto po-litico per l’Italia e non per i soli militanti nostalgici della vecchia sinistra del Pci.Quell’idea di partito, quella visione dell’Italia e del suo futuro, quella spinta di cam-biamento che non si pone «contro» ma «per», che non demonizza l’altro ma ne ri-cerca il dialogo, che non si chiude in difensiva in cate-gorie politiche anni Settanta superate dalla storia, per dare invece al Paese una leader-ship forte e condivisa, non esiste più, e il ritiro clamoro-so di Alberto Pacher che avrà ripercussioni anche a livello nazionale ne imprime il sigil-lo in ceralacca.

Ma la decisione del leader Pd di ritirarsi dalla corsa per il fallimento del progetto per cui il partito è nato, dischiude scenari completamente nuovi anche per la politica provin-ciale, per il dopo Dellai, per il centrosinistra autonomista. La guerra per bande che ora si scatenerà nel partito per spar-tirsi le spoglie, la mancanza di una leadership certa che alimenterà i narcisismi e le velleità di molti, la guerriglia destabilizzante che si riper-cuoterà sull’esecutivo provin-ciale nei prossimi mesi, rischia di mettere in serio pericolo anche lo schieramento di cen-trosinistra di fronte al delicato passaggio delle Provinciali 2013, che dovrà aprire la nuo-va stagione dell’Autonomia dopo l’era Dellai (a meno che il Principe non ritorni in gioco a questo punto con un quarto

mandato come salvatore della patria per acclamazione gene-rale della coalizione).L’abbandono di Pacher è l’altra faccia della medaglia di un partito che fa il pienone di «popolo» con un giovane come Matteo Renzi l’altra sera a Trento e a Bolzano in nomi degli ideali che hanno fatto nascere il Pd, e invece fa di tutto attraverso la sua nomenclatura (emblematiche certe assenze anche da Renzi venerdì sera) per chiudere le porte, per sigillare le finestre, per respingere gli elettori, per delegittimare chi non la pensa secondo i dettami del comitato centrale (cioè il «compagno che sbaglia» o che fa «il gioco del nemico) secondo la più vetera tradi-zione comunista.È proprio tale presunzione di superiorità morale, tale di-

sprezzo antropologico verso l’altro da sé, questa incapaci-tà di mettersi in discussione da parte di un establishment transitato senza soluzione di continuità dal Pci e dalla Dc al Pd, che spiega le due fac-ce del partito democratico di oggi: da una parte le piazze e i teatri pieni per ascoltare, pur con tutti i suoi limiti e le sue carenze, un giovanottone come il sindaco di Firenze; dall’altra l’abbandono di fi-gure e riferimenti storici della stessa sinistra come Alberto Pacher perché non si ricono-scono più «in quella roba lì», in una carta d’intenti fra Ven-dola e Bersani per «rottama-re l’agenda Monti», come ha dichiarato l’astro nascente del partito, tale Stefano Fassina. Quello stesso che, in tema di lavoro e di impresa, si propo-ne di continuare e rafforzare

tutti gli errori storici del Pci e della sinistra, da quando nel 1970 votarono contro lo Sta-tuto dei lavoratori (approva-to in parlamento con il voto della Dc e dei liberali, perché il Pci riteneva togliesse forza propulsiva e rivoluzionaria alla classe operaia); ai niet sull’abolizione della scala mobile che produceva infla-zione ai danni dei redditi di-pendenti; ai veti sul part time «perché non garantiva la pie-na occupazione delle lavora-trici e dei lavoratori» e quindi ottenne il voto contro del Pci in parlamento, passando per l’obbligo di monopolio stata-le per il collocamento abolito da una sentenza della Corte di giustizia, fino alla difesa odierna (40 anni dopo averlo contrastato) dell’articolo 18, mentre la stragrande maggio-ranza dei giovani non hanno un contratto a tempo indeter-minato a cui applicarlo.Se questo è il nuovo corso del Pd, allora si capisce fino in fondo la scelta di Alberto Pacher. Precorritrice di un progressivo ritiro del partito democratico dentro i recinti della sinistra storica, quella dei tortellini e delle feste del-l’unità, la sinistra che in Italia non ha mai vinto un’elezione politica in quasi settant’anni di democrazia repubblicana. Insomma, la sinistra dalla vocazione minoritaria, quella di essere sempre e comunque perdente.*cortesia quotidiano L’Adige, pubblicato il 21 ottobre 2012

La fine di un partito*La scelta di Pacher vista dal direttore de “L’Adige”

Quando un uomo dalla storia di Alberto Pacher, il più votato candidato in assoluto alle elezioni provinciali degli ultimi vent’anni, sindaco di

Trento con consensi plebiscitari, vicepresidente della Provincia e designato alla successione di Lorenzo Del-lai, uomo simbolo del Pd di cui è stato anche segretario supervotato, molla tutto perché non crede più nel suo partito, vuol dire che il Partito democratico è finito, e il

progetto per cui è nato è clamorosamente fallito.È la presa d’atto che non esiste più il partito a vo-cazione maggioritaria, capace di unire centro e sini-stra e proporsi alla maggioranza degli italiani come motore riformatore del Paese, spezzando conserva-torismi ideologici e resistenze al cambiamento po-litico ed economico di una società postmoderna e globalizzata.

di Pierangelo Giovanetti

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NOVEMBRE 2012 - pag. 17 Culturaél Bòcia - Caro él mé Vècio; mi sembra che tutto il nostro chiacchierare non interessi nessuno. Vedi come stanno mettendosi le cose sia in Co-munità, che in Provincia e persino a Roma...él Vècio - Ti illudevi che il pensiero di due poveri isolati amici, relegati su una man-sarda nelle dimenticate Giu-dicarie, potessero intaccare la “crosta” di una situazione che ormai ha tolto a tutti la possibilità di “ragionare” se-condo coscienza?él Bòcia - Vuoi dire che que-sto nostro parlare non serve proprio a niente?él Vècio -Bisogna saper di-stinguere fra quello che ogni uomo è in se stesso nel suo intimo e molte volte net-tamente distinto da quello che può fare a seconda della posizione che occupa nella società... specie se parliamo di amministratori locali che ambiscono a diventare poli-tici.él Bòcia - Vorresti dire che in ognuno di noi vi sono due anime nettamente distinte fra loro?él Vècio - Io guardo dentro di me: vi è una parte che ra-giona in un certo modo, che ha delle convinzioni ben fon-date e dei principi che cerco di tener presenti. Però quan-do mi trovo ad operare con gli altri devo adeguarmi alle situazioni, alle circostanze ed alle stesse persone e tan-te volte mi tocca fare quello che - se fossi stato solo a de-cidere - avrei fatto in un altro modo.él Bòcia - Ed allora che cosa ne deduci?él Vècio - Qui sta il nocciolo del nostro dialogo: noi non possiamo dire agli altri quel-lo che potrebbero o dovreb-bero fare. Non ci ascoltano; anzi, fanno le spallucce. Noi ci illudiamo di riuscire a farci ascoltare dalle perso-ne; tuttavia è nostro dovere esternare il nostro pensiero ogni volta che ce ne danno la possibilità o l’occasione.él Bòcia - Sei davvero con-vinto che le persone siano capaci di sdoppiarsi e di riu-scire a “coltivarsi”, a diven-tare buone e volenterose in un certo modo “di dentro”, e poi di comportarsi in ma-niera magari del tutto diver-sa quando sono nel gruppo? Gli uomini sono come lupi quando sono in branco e come colombe quando sono soli? Noi li facciamo diven-tare colombe nell’intimo ma poi in gruppo tornano lupi.él Vècio - Se non fossi con-vinto di questo, ossia che nel “di dentro” di ciascun uomo possono entrare idee corrette e buone, non scriverei più. Io cerco di scrivere parole comprensibili a tutti, come il dialetto, capace di penetrare nella scorza dei miei lettori e di lasciare in loro qualche leggera traccia del mio modo pensare; ma non saprò mai quando quella traccia entrerà a far parte del loro compor-tamento; tuttavia, sono con-vinto che verrà pure a galla qualcosa di buono, sempre che io sia riuscito a trasmet-terlo nei miei scritti.

él Bòcia – Ma tu sei troppo idealista ed è per questo che ti senti distante dal mondo del “fare” e da quelli che si danno da fare nel campo degli affari e della politica. Non si riesce mai a conclu-dere qualcosa di importante solo scrivendo; si dovrebbe anche parlare in mezzo alla gente. Dovremmo parados-salmente tenere i nostri di-scorsi in mezzo alla gente. Avremmo sicuramente più effetto.él Vècio - La tua constata-zione può essere vera, ma ormai ciò che ho scelto di fare è alla fi ne e non posso che rimanere dove mi sono messo. Mi illudo ancora che chi semina non sbaglia mai, sempre che stia seminando un buon seme.él Bòcia – Una goccia di veleno inquina cento litri di acqua dolce. Un parlare pubblicamente come il no-stro può invece diventare un “buon seme”’!él Vècio - Sono convinto di sì. Noi, nel nostro piccolo di dilettanti, ci siamo impe-gnati in alcuni studi sui libri antichi, in letture del passato delle nostre comunità. Ab-biamo raccolto le esperienze ed i consigli di grandi per-sonaggi e di umili persone anziane: tutto questo siamo convinti che sia diventato un “buon seme”.él Bòcia - Allora alla fi ne tu credi di aiutare la gente che ti ascolta e che ti legge, anche se dietro le spalle gli amministratori ti giudicano fuori del tempo e un povero illuso? él Vècio - Se non credessi in tutto questo, la mia illusione diventerebbe la più amara delle disillusioni!él Bòcia – Ma ti comporti come se oggi tutto girasse a vuoto e che quello che hai scritto non abbia raggiunto le fi nalità che tu aspettavi. Invece i tempi sono cambia-ti. Comunque il nostro terri-torio è migliorato. Nel bene e nel male la gente è costret-ta a essere più responsabile di un tempo. Non ci sono più il prete e il maestro a richia-marli. Siamo nel tempo vero del libero arbitrio, nella liber-tà di scelta che poi, questo è vero, pochi sanno veramente e responsabilmente gestire. Tutti vogliono la libertà ma poi quando ce l’hanno liti-gano con tutti. Abbi fi ducia.

Le parole vengono prima dei tempi. Pensa al Vangelo.él Vècio - Puoi avere mille ragioni e non posso essere io a dimostrati il contrario. Se le cose stessero così avrei buttato via tutta la mia vita per niente.él Bòcia - Sarebbe un falli-mento e dovresti essere tre-mendamente avvilito. Ma non è così.él Vècio - Hai ragione, come hanno ragione quanti mi so-stengono nella mia attività divulgativa. Di fatto non ho mai smesso di fare il “mae-stro”. Il Signore mi ha fatto la grazia di crescere all’om-bra e col sostegno dei detta-ti evangelici e perciò credo nello “spirito/coscienza” dell’uomo: quel “di dentro” che ti trovi addosso quando sei solo ed abbandonato da tutti, di notte, nel silenzio e nel buio.él Bòcia - Cosa vorresti dire?él Vècio - Io l’uomo e la don-na, il ragazzo e la ragazza, desidero raggiungerli nella loro coscienza: li voglio far pensare, farli convincersi, cercare di immettere in loro un pensiero, una sensazione, un’emozione. Dopo di che sono sicuro che prima o poi ciascuno ne farà l’uso che meglio crede, ma sempre e solo in bene.él Bòcia – Allora dobbiamo continuare ad incontrarci a mettere insieme pensieri ed idee per ispirare quelli che in questi mesi si sono impegna-ti a venirne fuori in campo politico ed amministrativo? él Vècio - Sono proprio quelli che hanno bisogno di questo nostro modo d’incontrarsi e di dialogare per migliora-re il loro operare all’interno della comunità. Se abbiamo qualcosa che riteniamo uti-le dobbiamo scriverlo e poi sarà quel sarà: sarà un altro seme che potrà schiudersi e far nascere e crescere la pic-cola pianta, fi no al fi ore che porta in sè.él Bòcia – Secondo me si deve anche parlare in pub-blico. La gente è più interes-sata ad avere che ad essere: è questo il problema. E allora anche il solo leggere diventa una fatica.él Vècio - Caro él mé Bòcia! Questo è l’eterno contrasto tra bene e male, fra chi pensa al prossimo e chi pensa egoi-sticamente a se stesso. Fra

chi si prepara professional-mente a fare il meglio possi-bile il proprio mestiere, e chi invece fa di tutto per imbro-gliare la vita. a se stesso ed agli altri.él Bòcia – Per questo rischi di essere tagliato fuori e la-sciato con le tue “ubbie”.él Vècio - Certamente. Non sto cercando consensi ed ap-plausi. In questa mansarda mi sento fuori dal mondo, e vivo solo guardando i tetti, i monti e il cielo che si perde nell’immensità. Ma di fronte al mio balcone sul viale da poco c’è anche la Casa della Comunità delle Giudicarie che tra mille diffi coltà sen-

to che crescerà, ed in essa si perdono i miei sogni e le mie speranze.él Bòcia - Sei un idealista cól cò ’ntà le nùvole, ma forse anche un visionario di tempi che verranno.él Vècio – La mia speranza si basa sui quei ragazzi che scrivono sognando come me sui giornali della Valle e che accolgono ancora i miei so-gni; un dono raro e gratuito di cui devo essere ricono-scente a chi accoglie e pub-blica miei poveri scritti..él Bòcia - Mi sembra che per una vita ricca di esperienza come la tua tu sia troppo se-vero con te stesso.

él Vècio - No, no: è una semplice constatazione. Per tanto che si faccia si è sempre lontani da quello che si potrebbe e dovrebbe fare. Per me è sempre stata una soddisfazione, ma an-che un vero miracolo inat-teso della vita, trovare dei liberi redattori, sempre più giovani di me, che hanno avuto la generosità di ac-cogliermi e di far circolare i mie scritti. Non ho che da ringraziare.... e con un saluto él Bòcia scende la scala in discesa mentre si avvicinano le fe-stività del Natale e il gelo dell’Inverno con l’inizio di un nuovo anno che accen-de sempre nuove speranze nei piccoli paesi delle no-stre amate Giudicarie.

A cura di Marco Zulberti e Mario Antolini

L’idealismo si scontra con la realtà della politica

Le neve sulle cime ha già segnato il succedersi affrettato delle stagioni e porta con sè la voce suasiva a rifl ettere sul tempo che passa, ammantandoti in un torpore che non sai se è l’anticamera del letargo o la suggestione dell’estasi. I pensieri si accavallano, la voglia di scopri-

re qualcosa di nuovo si intensifi ca e ti porta a cercare, voler capire, a poter scoprire parole nuove che sappia-no farsi comprendere per essere accolte. Con quest’an-sia in corpo él Bòcia risale le brevi scale per confessare il suo assillo sulla situazione della Comunità:

Dialogo sulle rive del Sarca e del Chiese/Decimo colloquio

Un grande successo per lo spettacolo or-ganizzato dalla Delegazione LILT Valli Giudicarie, la sede di Tione di ITAS Assi-curazioni, il gruppo Thinking di Christian Bazzoli e con la collaborazione del Comu-ne di Tione, in occasione del Mese Rosa.Come ogni anno, si vuole sensibilizzare la popolazione al delicato tema dei tumori, e soprattutto alla loro prevenzione. Cosa che quest’anno è stata affrontata nell’incontro di sabato 20 ottobre a Tione in modo del tutto originale e spettacolare! All’interno del teatro-auditorium delle scuole supe-riori, ad occuparsi della coreografi a è sta-to infatti il giovane e vulcanico Christian Bazzoli, che ha curato ogni dettaglio della serata, che ha visto avvicendarsi parti di balletto (interpretate da lui stesso e dal suo corpo di ballo, il gruppo Thinking), parti di cantato (con intense performance di due giovani cantanti e dello stesso Christian) ed intermezzi di lettura di poesie e testi scritti da donne che hanno vissuto da vici-no i drammatici momenti della malattia. Il tutto diretto dalla “madrina” dell’incontro, Barbara Pedrotti.Nella serata si è organizzata anche una sfi -lata di moda con le ultime creazioni di Chri-stian: il pubblico ha potuto così ammirare

la collezione donna e la nuova linea uomo, che conserva l’originalità e la ricercatezza dello stile “ChB”. Ha fatto poi la sua com-parsa, sempre all’interno della sfi lata, un abito creato da Christian appositamente per la serata, dedicato al Mese Rosa.Grande spettacolo ma anche grandi mes-saggi per il numeroso pubblico, che ha apprezzato sinceramente l’insolita quanto emozionante serata. L’intento infatti, oltre che di intrattenere, è principalmente quello di informare la gente su quello che è LILT e quali opportunità può offrire; una cosa che purtroppo ad oggi è ancora troppo ignorata o sottovalutata dai più. Il servizio che offre la Delegazione LILT Valli Giudicarie fi n dalla sua nascita nel 1989, grazie alla rete dei recapiti di Pinzolo, Ponte Arche e Con-dino e alla sede di Tione, oltre allo sportello informativo, si muove anche nelle attività di screening dermatologico e del cavo ora-le gratuiti, oltre ad un servizio psicologico per malati e loro parenti. Il tutto grazie al-l’operosità e all’impegno dei volontari, che ormai da anni lavorano per la salute ed il miglioramento della vita di tutti.

Aldo Gottardi

Mese rosa in GiudicarieL’informazione incontra lo spettacolo

Page 18: Giornale delle giudicarie novembre 2012

pag. 18 NOVEMBRE 2012

Assessore, quello alla cultu-ra è un assessorato comples-so. Non esiste, infatti, una definizione unanimemente accettata di cultura e i suoi confini sono spesso labili. Qual è la sua visione su que-sto tema?Io considero cultura tutto ciò che si produce per capire il senso dell’uomo in questo mondo. Ed ecco perché cul-tura e identità non possono che camminare nella stessa direzione. A questo punto non esiste distinzione di si-gnificato tra “arte nobile” e “arte popolare”. Le differen-ze, semmai, sono di qualità: ma anche in questo caso, io sono convinto che compito di un assessore provinciale alla cultura sia quello di invitare i “grandi”, gli “eccelsi”, i “pro-fessionisti” a venire in Trenti-no per farsi maestri e formato-ri di coloro che fanno cultura senza velleità professioniste, ma che possono comunque migliorare e arricchirsi cultu-ralmente. Ecco il perché del “Premio Vanga” ai trentini che si sono distinti nel campo della Cultura; ecco il perché degli investimenti nelle Scuo-le musicali; ecco perché mi sono sempre battuto per met-tere in rete le potenzialità dei musei, dei castelli, delle asso-ciazioni e delle Federazioni. E non è un caso che l’UNESCO abbia scelto i siti palafitticoli di Fiavé e di Ledro per farne patrimonio dell’umanità, ac-canto alle Dolomiti.Il Mart è diventato, in que-

sti anni, un riferimento na-zionale per l’arte moderna. Qual è la chiave di questo successo?Dirò di più: il Mart è diven-tato una pietra di paragone citata a livello internazio-nale, per l’intera provincia e non solo per Rovereto; la dimostrazione di come, par-tendo dal piccolo, si possono scalare le vette planetarie in questo caso dell’arte con-temporanea mantenendo co-munque un’attenzione anche al particolare, al locale, alle espressioni d’arte che fiori-scono in Trentino. Ecco: è proprio il panorama dell’arte locale a costituire per il Mart quel “laboratorio” popolare e riconosciuto sul territorio che crea sempre nuovi visi-tatori. Questa è quella che io considero la vera chiave del successo che attende il Mart nei prossimi anni: portare a Rovereto la grande arte contemporanea del mondo e condurre per mano le miglio-ri espressioni artistiche del Trentino a percorrere molte strade del mondo.Chi si trova a passare vi-cino al cantiere del nuovo quartiere di Renzo Piano non può fare a meno di notare le ardite forme del nuovo Museo della Scien-za. Quali sono le aspetta-tive che ripone in questa struttura? Il MUSE, come già il MART qualche anno fa, più che una scommessa è una sfida: è la sfida del Trentino

a confrontarsi con le grandi realtà planetarie e, al tem-po stesso, è uno strumento di altissima qualità per far conoscere al mondo quel che in Trentino si fa e si produce in termini di scien-za. Abbiamo un’Università ottimamente posizionata nelle classifiche italiane e internazionali, oltre ad una solida tradizione di ricerca e innovazione. Si avvicina il Centena-rio della Grande Guerra. Qual è il messaggio che dovrà necessariamente passare attraverso il ri-cordo di un avvenimento tanto tragico?Attorno al centenario si stanno raccogliendo tut-ti coloro che, cent’anni fa, combatterono su tutti i fron-ti di un conflitto violento e cruento. I soggetti coinvolti hanno fin da subito accolto come naturale l’invito a fare di queste commemorazioni l’occasione per un segno di pace. Ad esempio lo scorso anno un pellegrinaggio di più di centosessanta trentini in visita ai cimiteri galiziani, in cui ancora oggi riposano migliaia di soldati trentini, ha riunito nei camposanti della Polonia e dell’Ucrai-na gli stendardi delle Com-pagnie Schützen e i tricolori degli Alpini, le bandiere dei Kaiserjäger e dei Kaiser-schützen, i rappresentanti della Croce Nera Austriaca, i sindaci di alcuni comuni trentini. Sta tutto qui, il noc-ciolo del Centenario: nel co-struire la pace e la collabo-razione fra i popoli proprio nei luoghi dove un tempo i popoli si massacravano. Assessore, in un periodo di crisi come quello at-tuale in cui ogni settore è colpito da ingenti tagli, ha ancora senso investire in cultura? Più che mai in un periodo di crisi la cultura costituisce un laboratorio in cui tradizione e innovazione sanno crare prodotti nuovi e stimolare la crescita di una società. “Cultura” è ciò che contrad-distingue comunità coese da comunità divise. Avremo quindi un po’ meno soldi, ma se sapremo gestirli in quest’ottica di attenzione al futuro, ai giovani, alle capa-cità che già possediamo, ai “tesori” della nostra identi-tà più profonda, sapremo di sicuro non solo cavalcare la crisi, ma anche essere vola-no di crescita e stimolo per nuovi traguardi. Passando ad un’altra

competenza che le è stata affidata, i rapporti euro-pei, come vede il futuro dell’Europa alla luce della crisi attuale? L’Europa ha perso di vista, ahimé, i valori fondanti che nutrirono le scelte dei suoi fondatori. Il Trentino, nel piccolo della sua terra, in questo senso è un vero e proprio laboratorio di inno-vazione strategica: la crea-zione dell’Euregio, frutto di una ritrovata sintonia con il Sudtirolo e con il Tirolo au-striaco, è l’emblema di una volontà decisa e più volte riconfermata di creare una Regione europea transalpina che si riconosce in una sto-ria comune e che sa guarda-re all’Europa con la fiducia che le viene dall’aver can-cellato i confini, dall’aver realizzato l’incontro di po-poli con lingue diverse, di un popolo che sa fare massa critica per affontare le gran-de sfide europee. Una domanda sulla coope-razione: i suoi valori sono ancora attuali? Oggi più che mai, nella si-tuazione di disagio econo-mico ed etico che stiamo vivendo, la Cooperazione deve saperci indicare i va-lori fondamentali su cui si baserà la nuova società che ci attende e che i nostri gio-vani saranno chiamati a edi-ficare. E lo può fare guar-dando alla sua tradizione, ai valori dei suoi fondatori, ma anche alla tenacia e allo spirito di adattamento che il movimento cooperativistico ha sempre saputo dimostra-re nel corso della sua lunga esistenza.Finalmente dopo tanto parlarne, spesso a spropo-sito, si è iniziato fra tante diffidenze ad insegnare a scuola la storia locale.L’insegnamento della storia

nelle scuole trentine è solo l’ultimo passo di un lungo processo che ci ha visti tutti assieme impegnati a recu-perare una visione meno “politica” e meno “faziosa” della nostra storia e, poi, a riaccendere la luce su alcu-ni capitoli del nostro pas-sato che erano passati sotto traccia. Oggi, a mente più serena, possiamo a ben di-ritto anche guardare alla storia della nostra terra con l’orgoglio di chi è riuscito a fare di questa storia il col-lante di un’identità poliedri-ca e molto ricca. Questo è il senso vero e profondo del-l’ingresso nelle nostre scuo-le della storia del Trentino: non un desiderio di rivalsa, bensì la coscienza di poter mettere a disposizione degli insegnanti, degli alunni un patrimonio di esperienza da utilizzare per affrontare me-glio il presente e costruire con maggiore consapevo-lezza il futuro. Si è fatto un gran parlare dei contributi dati dalla Provincia ai corpi ban-distici, agli Schützen e ai cori per l’acquisto di nuo-vi costumi tradizionali. Che ne pensa?Se pensiamo che i corpi bandistici, le formazioni folcloristiche e i cori tradi-zionali costituiscono tre ele-menti molto ricercati e ap-prezzati dall’ospite turista che sceglie il Trentino per le proprie vacanze, perché vede in essi gli elementi più profondi e veri della nostra identità territoriale, oltre che un prezioso elemento di promozione territoriale per i gruppi che sfilano e si esibi-scono al di fuori della nostra provincia, quelli investiti dalla Giunta provinciale in questo settore possono es-ser considerati sicuramente denari pubblici ben spesi.

Diverso è il discorso degli Schützen, che sono, oggi, l’espressione di quel Trenti-no che ha lottato e ha com-battuto per creare le condi-zioni che hanno poi portato all’Autonomia attuale e che costituiscono gli eredi reali e concreti di quelle milizie civili pronte a mettersi a di-sposizione, in caso di peri-colo o di minaccia, della pa-tria locale. Essere Schützen significa rappresentare la storia della propria comuni-tà. Detto questo, non posso poi passare sotto silenzio il contributo che questi inve-stimenti hanno dato al setto-re dell’artigianato sartoriale in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo.So che Lei legge regolar-mente “Il Giornale delle Giudicarie”. Come trova il nostro mensile?L’informazione locale co-stituisce lo strumento prin-cipale che molti cittadini hanno per essere informati su quel che avviene nella loro “casa”, nella loro val-le. Io credo che “Il Giorna-le delle Giudicarie” sappia assolvere con puntigliosità e attenzione, ma devo dire anche con un sottile senso dell’ironia e della satira, a questo compito informativo, ricevendone di conseguenza gratificazione dai lettori che so essere non solo numero-si, ma anche attenti e sensi-bili. Un pensiero è rivolto ai collaboratori della vostra redazione, ben consci della grande responsabilità so-ciale che si sono accollati. Il secondo pensiero va ai vostri lettori, che sappiano a loro volta essere moltipli-catori di idee, di analisi, di proposte, certo che sapran-no trovare sulle pagine del “Giornale delle Giudicarie” lo spazio opportuno per es-sere diffuse.

Politica

Cultura e identità, il patrimonio del Trentino

Mi trovo nello studio dell’Assessore Provinciale alla Cultura, Rappor-ti europei e Cooperazione Franco Panizza che

gentilmente ha accetta-to di concedermi un’intervista per i lettori del “Giornale delle Giudicarie”.

Intervista con l’ass. Panizza

di Silvano Capella

Franco Panizza

Page 19: Giornale delle giudicarie novembre 2012

NOVEMBRE 2012 - pag. 19

Questa è una storia di migrazioni e viaggi, lon-tani e vicini, scoperte di mondi diversi dove por-tare un pezzo di Trentino. La scuola in legno donata in tempi record dalla Co-munità delle Giudicarie a Cavezzo, centro dell’Emi-lia devastato dal terremo-to, è infatti solo l’ultima delle migrazioni in Italia e all’estero che gli edifici della Ille Costruzioni di Pieve di Bono compiono fin dagli anni Cinquanta, quando l’azienda giudi-cariese per prima in re-gione iniziò ad occuparsi di strutture in legno. Gli operai della Ille erano già stati in Emilia Romagna,

il 14 settembre scorso, per consegnare un edificio scolastico a Castelfranco, il primo a sorgere dopo il sisma e la conferma di una reputazione che si è estesa ben oltre i confini regionali. Edifici pubblici e privati, per il culto, cen-tri direzionali e congressi, uffici commerciali, hotel e residence, pare non es-serci nulla che non possa essere realizzato in legno, e alla Ille hanno preso quest’impressione alla lettera, creando una serie di strutture estremamente versatili che spediscono in tutta Europa. Fin dai primi anni l’innovazione è sta-ta il pallino dell’azienda,

che con un ampio uso di tecnologie moderne è riu-scita ad affermarsi, otte-nendo negli anni una serie

di certificazioni aziendali (Casaclima, Arca, catena di custodia PEFC legno certificato) e delle bel-

le soddisfazioni, come la Ille School, un centro di formazione che permette ai tecnici interni di ope-

rare una formazione conti-nua, e diffonde a imprese e professionisti la lunga esperienza che l’impresa trentina ha sviluppato nel corso della sua storia. E’ proprio di questi giorni la conclusione di un proget-to di ricerca, durato due anni, che a breve arricchi-rà l’offerta dell’azienda di nuovi prodotti e l’universo legno di nuove possibilità costruttive. Bassi consumi energetici, adattabilità alle esigenze e ai gusti perso-nali, elevati standard di si-curezza antisismica e una garanzia a vita coniugano negli edifici Ille prestazio-ni elevate con il calore e l’armonia del legno.

Attualità

Ille: Da Pieve di Bono a Cavezzo nel segno della qualità La Ille di Pieve di Bono ha realizzato la struttura della scuola donata dalla Comunità ai terremotati

Floriade Italian Pavilion

Va precisato che per lastrici solari si intende la superficie che si trova al culmine del fabbricato, che ha la funzione primaria di coprire lo stabile. Nel caso in cui porzioni del fabbricato non si elevino alla stessa altezza delle altre parti, lo stabile condominiale avrà, necessariamente, la copertura formata da più lastrici solari.Pertanto, negli edifici co-stituiti da un unico corpo di fabbrica, alle spese necessarie per la manutenzione e ristrut-turazione del tetto e del lastri-co solare concorrono tutti i condomini, nessuno escluso, indipendentemente dal piano in cui la relativa proprietà è localizzata.Qualora, invero, del lastrico solare facciano uso esclusivo uno o alcuni condomini, questi ultimi do-vranno concorrere nelle spese nella misura di 1/3 mentre i restanti 2/3 verranno ripartiti tra tutti i condomini.A diffe-renza del lastrico solare, le terrazze o i balconi non sono parti comuni del condominio ma parti comuni del condo-mino che fruisce del terrazzo e del condominio posto al pia-no immediatamente inferiore. Questo per quanto riguarda le terrazze che non hanno altresì funzione di copertura di unità abitative sottostanti.Invero, laddove le terrazze abbiano tale finalità di coper-tura esse andranno annovera-te tra le c.d. terrazze a livello caratterizzate dal fatto di ave-

re, per il proprietario dell’uni-tà abitativa posta a livello, la medesima funzione di norma-li terrazze e, per il proprietario degli appartamenti posti ai paini inferiori, la medesima funzione del tetto o del lastri-co solare condominiale.La terrazza a livello è pacifica-mene considerata di proprietà esclusiva del proprietario del-l’appartamento dal quale vi si accede, di cui costituisce la continuazione.Proprio per tale loro particola-rità le terrazze a livello hanno un regime giuridico proprio; pur se considerate come bene di proprietà di un singolo con-domino (sono compravendute unitamente all’appartamento

cui accedono) esse vengono annoverate da un punto di vi-sta fattuale tra i beni comuni in quanto la loro funzione è comune sia al proprietario che ad alcuni o tutti gli altri con-domini.Particolare è dunque il regime di ripartizione delle

spese previste per la manuten-zione, ordinaria e straordina-ria, di tali manufatti.Infatti, fermo restando che gli elementi costituenti i frontini e gli altri elementi decorativi di dette pertinenze costituiscono parti comuni dell’edificio, con

relativa ripartizione secondo i millesimi di proprietà di tutti i condomini, per quanto ri-guarda la manutenzione della soletta e dello strato isolante della terrazza a livello e del-la relativa pavimentazione, la giurisprudenza ritiene in via maggioritaria che ad essa va-dano applicate le regole pre-viste dall’art. 1126 c.c. Pertanto, il proprietario del-l’unità abitativa posta a livello della terrazza concorrerà nel-la misura di 1/3 delle spese, mentre tutti gli altri condo-mini (escluso il precedente) dovranno concorrervi per i restanti 2/3.Per capire qua-li siano i condomini tenuti a partecipare alle spese è neces-

sario previamente individuare quali siano le unità abitative poste al di sotto della terrazza a livello e, successivamente, dividere tra questi la spesa complessiva (i 2/3) in rela-zione alle quote millesimali di ciascuno.Ovviamente, se chi ha l’uso esclusivo della terrazza a livello volesse delle pavimentazioni e/o delle ope-re (parapetti, ecc.) di valore superiore a quelle commer-ciali correnti ed esistenti in precedenza, dovrà assumere interamente a suo carico la differenza di spesa.Spesso si verifica “un caso li-mite” che si determina quan-do siamo in presenza di una terrazza a livello che copre un solo appartamento e/o vano (p.e.: la terrazza a livello di un appartamento al primo piano che copre un locale a piano terra con ingresso dalla stra-da). Anche in tal caso le spese sono per 1/3 a carico di chi usa la terrazza e per i restanti 2/3 a carico dell’unico proprietario del sottostante locale coperto dalla terrazza medesima.

Terrazza in condominio, chi paga le spese?

Tema molto dibattuto in ambito condominia-le è quello relativo alla ripartizione delle spese per la manutenzione, ordinaria e/o

straordinaria, delle parti comuni, in particolare dei tetti, dei lastrici solari, dei balconi e delle ter-razze a livello. Secondo quanto stabilito dall’art.

1117 c.c. i tetti e i lastrici solari sono sicuramente parti comuni al condominio, la cui manutenzione – se non destinati ad uso esclusivo da parte di uno o più condomini - è devoluta a tutti coloro che ne usufruiscono in proporzione alle rispettive quote millesimali.

LEGGE/ L’esperto risponde Si invitano i lettori ad inoltrare le più svariate domande sull’applicazio-ne del diritto a casi con-creti al seguente indirizzo [email protected]. Le risposte ai quesiti di maggiore interesse ver-ranno pubblicate sui suc-cessivi numeri del Gior-nale delle Giudicarie.

a cura dell’ Avv. Francesca Zanoni - Fiavè

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pag. 20 NOVEMBRE 2012

Dall’acqua della salute alla linea “Salus per Aquam”. L’antica locuzione lati-na significa letteralmente “salute attraverso l’acqua” e quale migliore presen-tazione poteva esserci per la linea di cosmetici delle Terme di Comano, ricono-sciute a livello europeo per la cura della pelle? Per la stagione 2012 la li-nea Salus per Aquam, con

cosmetici e cosmeceuti-ci di altissima qualità, è tornata sugli scaffali rin-novata nella veste e nella gamma, e si propone come utile regalo di Natale per le Feste 2012, anche grazie ad offerte speciali e sconti pensati “ad hoc”. Premes-sa irrinunciabile di questo rinnovamento, a livello di marchio e di completezza della linea, è stata la massi-

ma sicurezza e qualità dei prodotti. Le Terme di Comano han-no voluto trasferire tutta l’esperienza, l’autorevolez-za e la credibilità acquisite negli anni, nel campo della dermatologia e della natu-ralità delle cure, mettendo appunto la linea dermoco-smetica “Salus per Aquam” che comprende sia cosme-tici, utili a detergere, idra-tare e nutrire la pelle, sia prodotti cosmeceutici in grado di svolgere un valido compito di ripristino fun-zionale in soggetti affetti da problemi dermatologici.I prodotti sono dermatolo-gicamente testati e nichel testati, privi di parabeni e conservanti di origine chi-mica ed animale, prodotti e testati, in sinergia con pre-stigiosi istituti Universitari, per essere tollerati da tutti i tipi di pelle comprese quel-le più sensibili. Ciò che colpisce è la vastità del-l’offerta, un’ampia gam-

ma divisa in tre macrosetto-ri, donna, uomo e bambino che contengono a loro volta tanti prodotti per la cura di tutto il corpo. Tanti prodotti che spaziano dai cosmetici per il viso a quelli per il corpo, alla linea bambino, uomo, ai cosmeceutici (un termine che comprende gli agenti naturali atti a man-tenere in salute la pelle), acqua termale spray. Ecco

allora che è possibile sco-prire, navigando nel sito www.termecomano.it , quante sono le opportunità per tutta la famiglia, a par-tire dalle creme idratanti e nutrienti, fino alle creme anti-età, contorno occhi e quelle dedicate alle pelli più sensibili, facili all’ar-rossamento, specie nei mesi freddi. Ma non solo, ecco la pomata per le labbra, le

maschere viso dermo-puri-ficanti e detergenti, la cre-ma contro le screpolature dei talloni, lo scrub del cor-po, il dentifricio, shampoo, balsamo e doccia-schiuma. Per i bambini la linea è più delicata e comprende pro-dotti che detergono ed idra-tano la pelle rispettando il ph dei più piccoli.Tutti i prodotti contengono le proprietà dell’acqua di Comano che rende la pel-le morbida, ben idratata e protetta. I prodotti della li-nea Salus per Aquam sono acquistabili via Internet sul sito www.termecomano.it , nel punto vendita delle ter-me e del Grand Hotel Ter-me. Per la Feste di Natale le Terme di Comano han-no predisposto anche una proposta regalo dedicata a ditte e aziende con la quale è possibile acquistare con sconti fino al 30% (per ac-quisti sopra i 500 euro) una selezione di prodotti della linea Salus per Aquam.

Attualità

Le Terme di Comano rilanciano la linea “Salus per Aquam”

Una serie completa ottima per un regalo di Natale, con promozioni e sconti speciali dedicati alle aziende

Page 21: Giornale delle giudicarie novembre 2012

NOVEMBRE 2012 - pag. 21

MAZZACCHI GOMMECondino (TN) tel. 0465.621962

Attualità

“Abbiamo cercato di fare le cose per bene – assicu-ra Carlo Antolini, popolare imprenditore tionese già gestore del Charly e attua-le conduttore del bar della Stazione oltre che presiden-te dell’Us. Tione – puntan-do sulla qualità dell’offerta, mettendo a disposizione di

chi vuole divertirsi un am-biente bello e di qualità, dove è possibile non solo ballare, ma anche incon-trarsi, fare aggregazione e … pure cenare”. Sì, perché il nuovo Discopub&Food, così come è stata definita la struttura, offre pure la possibilità di mangiare, in

uno spazio riservato, ideale dunque per cene di classe o feste di compleanno da pas-sare in allegria. Un ristoran-te su prenotazione, dunque.Entrando nell’Absolute, al piano superiore del centro commerciale, si trova subi-to un ampio spazio centra-le, con un lungo e moderno

bancone bar sulla destra ad accogliere l’avventore. Dirimpetto si trova la pista da ballo, con luci strobo-scopiche e stereo di qualità Bose direzionate sulla pista per lasciare l’opportunità, all’esterno, di parlare sen-za problemi. Tutto attorno, seguendo la vetrata che dà

sulla statale del Caffaro, tanti tavolini e divanetti su un piano rialzato per avere l’opportunità di sorseggiare una birra o un drink. L’Absolute aprirà 4 giorni alla settimana dal giovedì alla domenica, dalle 19 alle 4 del mattino, offrendo stili musicali e proposte varie e per tutti i gusti, con l’op-portunità, la domenica sera, di seguire anche le partite in un apposito maxi-schermo. Senza il problema di par-cheggi, tantissimi nel piaz-zale del centro commerciale che è invece aperto solo di giorno, né di rumore, essen-do in una zona lontana dai

centri abitati. L’Absolute è la versione 2.0 di locali un tempo popolari nelle Giu-dicarie che hanno accom-pagnato la gioventù di tanti ragazzi come il Baramba-na di Storo, l’Angelo Blu di Ponte Arche, il Dancing Lido di Baitoni, la disco-teca Ciclamino di Pinzolo, l’Heaven di Caderzone,, lo Stork Club e la Zangola di Madonna Campiglio. Il locale si pone come punto di riferimento per tutte le Giudicarie, ma naturalmen-te anche oltre, diventando di fatto un riferimento per “quelli della notte” di tutto il Trentino. (r.b.)

Absolute, ecco la disco che mancava

800 metri coperti, ristorante annesso e parcheggi a volontà. Questa la carta di identità dell’Absolute, la nuova mega-discoteca inaugurata il 2 novembre a Zu-clo, sulla statale che collega Saone a Tione, nel cen-tro commerciale che vede tra l’altro anche la presenza

del supermercato Lidl e la sede degli Artigiani delle Giudicarie. Naturalmente l’Absolute è anche molto di più, uno spazio di divertimento molto moderno e di qualità, molto lontano dallo stereotipo della discoteca “industriale”.

A Zuclo sopra il centro commerciale inaugurato il Discopub&Food

Numeri spietati, non nuovi, ma sempre duri da digerire quelli sul mercato del lavoro presentati in Comunità delle Giudicarie in occasione di una serata informativa per e sui giovani. “Su cento assunzioni, 92 sono precarie – ha riassunto Alessandro Garofalo, esperto di innovazione dice la targhetta davanti al suo nome - L’Italia viaggia su 7 milioni di disoccupati. Poiché la famiglia media è di tre membri, vuol dire che 21 milioni di italiani risentono della disoccupazione perché hanno in casa un disoccupato. Cioè la metà della popolazione del paese”. Una via d’uscita? Trasformare una passione in un mestiere, in una Start up, cioè un’impresa, e per farlo servono almeno 10mila ore di allenamento, secondo il britannico Malcom Gladwell, di dedizione a qualcosa per maneggiare con professionalità un settore. Servono un’idea, non necessariamente super innovativa, il cinismo di sapere che il business è spietato, un amico con una capacità complementare alla tua con cui partire, e il coraggio di agire velocemente, perché oggi il tempo non c’è più. Questa la ricetta, stringata, di Garofalo. C’è anche chi può darti una mano, come Trentino Sviluppo e l’Agenzia del Lavoro, che hanno una serie di strumenti per aiutare chi ha un’idea a trasformarla in lavoro. La risposta non è nel posto fisso, ma nell’auto-imprenditorialità - ha ribadito la presidente della Comunità delle Giudicarie – e alcuni giovani sono riusciti a tramutare le difficoltà in opportunità”. Fra di loro quattro giudicariesi la scorsa sera hanno portato le loro esperienze: Fausto Stefani, laureato in economia che oggi ha un’impresa di animazione territoriale, Nicola Mosca, titolare di un’impresa informatica, Mirko Franceschi ed Elena Chincarini, che si occupano di siti web, marketing e comunicazione. Chi dice la passione, chi predica di fare quello che piace, chi ha puntato su settori nuovi e chi si è inventato qualcosa che non esisteva. La ricetta non ce l’ha nessuno, ma tutti hanno superato la paura di buttarsi e fare, che è stato il leitmotiv degli interventi della scorsa sera: più un “be hungry” alla Steve Jobs, che uno smettete di essere “choosey” alla Fornero. (d.r.)

Giovani e lavoro,una sfida da vincere

Se ne è parlato alla Casa della Comunità

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pag. 22 NOVEMBRE 2012

Quest’anno la condotta Slow Food Val del Chiese, che recentemente ha este-so la sua competenza alle intere Giudicarie, ricche di tradizioni e di storia da valorizzare ulteriormente, ha voluto far conoscere il “mondo” Slow Food parte-cipando ad Ecofiera, even-to con il quale gli organiz-zatori coinvolgono tanta gente, giovani e meno gio-vani in iniziative culturali importanti, alternandole a momenti in cui lo stare in-sieme divertendosi diventa un messaggio importante. In quest’ottica, perfetta-mente in sintonia col pen-

siero dell’Associazione Slow Food Manuela Ferra-ri, membro del Comitato di Condotta, ha organizzato tre Laboratori del gusto in via Presanella (nello stand dedicato alla ristorazione di qualità e in tre appun-tamenti pomeridiani) dove si sono potuti conoscere ed apprezzare i prodotti di realtà locali che, attraverso la cura nelle lavorazioni, ottengono risultati di gran-de qualità.Il concreto supporto del Di-rettore Emilio Salvaterra, degli Chefd e degli studenti dell’Istituto alberghiero di Tione, ai quali va un dove-

roso ringraziamento, ha reso possibile la realizzazione di tre appuntamenti nei quali sono stati presentati: i sa-lumi della famiglia coope-rativa di Saone, la Rapa di Bondo, la Trota Oro di Leo-nardi Preore, la Carne bio dell’allevamento Rino Arti-ni di Zuclo, commercializ-zata da Ballardini carni di Tione. Il tutto affiancato dai vini doc di Cantine aderenti all’Associazione Strada dei vini e sapori dal Lago di Garda alle Dolomiti.Sono stati tre momenti nei quali la “cultura del cibo” ha fatto la parte del leone, grazie anche alla presenza

dei sommelier Andrea Al-drighetti e Antonio Garo-folin che hanno guidato i partecipanti ai laboratori in un percorso sensoriale alla scoperta di quanto veniva proposto, sempre nella fi-losofia Slow Food. Qual è infatti il modo più diretto ed efficace per narrare la storia, le bellezze, la cul-tura di un territorio e della gente che lo vive, se non quello di raccontarlo attra-verso i prodotti della terra, il cibo, la cucina, che una cultura semplice ma ricca di contenuti può esprime-re? Questi laboratori hanno raccontato parte della sto-

ria di una terra, descriven-dola grazie a cose concrete, i prodotti, ma promuoven-do contemporaneamen-te l’impegno a difesa dei valori che solo le tipicità e le diversità tra “luoghi” permettono alle comunità di poter esprimere. Parole d’ordine come filiera corta, economia locale, difesa del suolo agricolo, riduzione dello spreco, biodiversità ed ambiente devono diven-tare messaggi che muovo-no le nostre azioni di con-sumatori sempre più vicini ai produttori. Il lavoro agri-colo non è solo produrre merce, ma anche difesa del

paesaggio, della biodiver-sità, tutela dell’ambiente; tutte azioni che aiutano la crescita di un territorio.Agli incontri erano presen-ti anche il Presidente Slow Food per il Trentino Alto Adige, Sergio Valentini e il Fiduciario della Condot-ta Val del Chiese e Ledro, Fausto Fiorile che a loro volta hanno spiegato la fi-losofia dell’Associazione auspicando nuovi associa-ti. Qualora si desiderasse tesserarsi, ci si può rivolge-re alla referente per le Valli Giudicarie Manuela Ferrari. [email protected] Gottardi

Ecofiera sin dalla primissima edizione del 2000 ha avuto il pregio di restituire ai suoi numerosi fruitori non sola-mente la qualità di una pro-posta tecnicamente avanzata fra presentazioni utili allo “sviluppo sostenibile”, alle “fonti alternative”, al “rispar-mio energetico”, ma è riusci-ta a coinvolgere una vastità di persone e famiglie nella formula che occupa una spa-zio maggiormente interiore, quello rappresentato dal sen-timento.Ecofiera riesce ad emozio-nare! Questa è la vera ener-

gia capace di far muovere la gente che, per quest’anno, si è assestata in 31 mila presen-ze indicate in fase di verifica dei talloncini d’ingresso. E’ questo numero il segno più tangibile di un affetto che nel tempo è sempre aumentato.L’intera organizzazione se-guita con competenza e par-tecipazione dallo staff del Consorzio per il Turismo Giudicarie Centrali e dal suo direttore Redi Pollini, è dive-nuta nel tempo sempre più professionale riuscendo a tra-smettere e confermare meto-dologie rassicuranti a tutti gli

espositori che per l’edizione 2012 sono risultati in numero maggiore di sempre: 165.Va indicata e resa importante per le dinamiche di Ecofiera anche la nutritissima parteci-pazione assicurata dalle As-sociazioni culturali, sportive, sociali e di volontariato che, presenti a livello comunale e territoriale, ognuna con la propria specificità, sanno in-fondere e distribuire elementi di qualità comunicativa e di ospitalità.L’edizione appena archi-viata è quindi risultata par-ticolarmente riuscita per la

riproposizione delle materie maggiormente riconosciute, fra le quali possiamo ricor-dare “Ecofiera al Ristoran-te”, la rassegna di piatti unici preparati con prodotti tipici trentini nei ristoranti della zona; la festosa sezione de-dicata allo sport e alla natura di Parco Ville dove si sono svolte le esperienze a cavallo con Equitrek, la dinamica ed educativa arrampicata speed, per bambini e ragazzi con le Guide Alpine di Pinzolo, ge-stita su struttura verticale; la frequentatissima e scientifica Mostra Micologica collocata

nella tensostruttura semisfe-rica in piazza Battisti, dove si sono potute osservare 350 specie di funghi classificate dal Gruppo don Giovanni Corradi di Daone; la “Danza nel parco” presentata e coor-dinata dalla Scuola Musicale Giudicarie. Immancabile anche la mu-sica con la Banda Sociale di Tione che con la sua impor-tante storia lunga oltre 150 anni riesce sempre a resti-tuire bellezza ed ufficialità; così come la Pras Band ospi-te da alcuni anni e capace di sprigionare calore e simpa-tia attraverso “esecuzioni magnetiche”.E una importante riedizione è venuta anche dalla Scuo-la Alberghiera di Tione con “La Strada del Gusto”, un modo originale e didattico per incontrare i sapori delle Giudicarie attraverso la col-laborazione/stage dei giova-ni studenti, futuri operatori turistici del territorio che nel padiglione ristorante di Via Presanella, coordinati e seguiti dai loro insegnanti, hanno potuto esprimere tutta la loro capacità professiona-le. Ma anche si sono potute sperimentare ed approfondi-re nuove forme di conoscen-

za e partecipazione attraver-so proposte completamente nuove nel panorama Eco-fiera come “L’incontro con i Produttori”, il laboratorio del gusto in collaborazione con Slow Food; la prima edizio-ne di Ecofiera Running, gara non competitiva organizzata dall’Atletica Tione con la Sezione Sat di Tione, un’oc-casione di incontro e di sola-rità sportiva che ha portato i numerosi partecipanti lungo i sentieri che da Tione sal-gono fino a Campantic. Un successo! Ecofiera quindi che, a giudicare dai nume-ri e dalla soddisfazione di organizzatori, espositori e visitatori, si conferma come l’ appuntamento più apprez-zato delle Valli Giudicarie e certamente all’altezza anche a livello provinciale.Può dirsi certamente soddi-sfatta anche l’Amministra-zione comunale di Mattia Gottardi che, particolarmen-te con l’assessore al com-mercio Mario Failoni, ha creduto e sostenuto, instil-lando alla manifestazione fieristica il più autentico spirito per una espansione che si immagina anche per il prossimo futuro. W Ecofiera di Montagna.

Attualità

A Tione un fiume di gente

“Tante fiere in una”. Forse proprio attraverso questo messaggio, con questa sottolineatura particolarmente esaustiva e coinvolgente, si riesce a comprendere il mo-tivo di tanto successo per Ecofiera di Montagna. Una esposizione poliedrica dove si assommano diversi contenitori tematici dentro i quali si possono rinvenire

motivi ed interessi che veramente non trascurano quasi nessuno dei possibili visitatori. Tione diviene in questi tre giorni d’autunno il luogo di frequentazione più im-portante delle Valli Giudicarie, mentre rilascia uno sta-to di benessere generale che si verifica in ogni momento ed in tutte le soluzioni.

L’Ecofiera fa centro anche in questa edizione 2012

Laboratori slow food all’ecofiera: un nuovo gusto nel mangiare

Presentati i presìdi enogastronomici di qualità delle Giudicarie

Ottimo successo per la prima edizione dell’Ecofiera Run-ning, gara di corsa in montagna abbinata all’Ecofiera, con tre percorsi, da Tione a Zeller, a Malga Cengledino e – per i più “duri” - fino a Campantic. Bella la formula, che valorizza il territorio del monte di Tione. Nella gara più impegnativa, la Tione-Campantic-Tione, 16 km con dislivello di circa 1.500 metri si è imposto in un’ora 1 52 minuti Enrico Cozzini, con Marco Zoanetti al secondo posto (vedi foto) e Fabrizio Casati al terzo. Fra le donne prima Anna Zambanini con 2 ore e 19 minuti, con Franca Alberti e Barbara Fava a seguire.

Ecofiera running, buona la primaOltre 100 partecipanti per la corsa in montagna da Tione fino a Campantic

di Alessandro Togni

Il podio della “running”

I rappresentanti di Slowfood per le Giudicarie

Page 23: Giornale delle giudicarie novembre 2012

NOVEMBRE 2012 - pag. 23 Attualità

Un’ottima performance in un’estate che – complice la crisi economica che at-tanaglia l’Europa e l’Italia – ha fatto segnare in tutto il Belpaese cali sostenuti. «Si tratta – ha spiegato Massi-mo Valenti, presidente del Consorzio turistico della Valle del Chiese – di un’otti-ma performance della nostra valle, ottenuta grazie all’im-pegno e alla professionalità dei nostri operatori e risto-ratori, dei volontari delle Pro loco della valle e anche del nuovo corso della promozio-ne turistica locale, che punta

sulla ruralità e su pacchetti turistici dedicati». Il nuovo corso è quello contenuto nel

Piano di sviluppo del turismo locale presentato nel novem-bre 2011, e messo in campo

dal Consorzio turistico del presidente Valenti e dal Bim, guidato da Giorgio Butteri-ni che ha voluto imprimere da subito alla sua presiden-za un’attenzione al turismo come motore di sviluppo, in sinergia con l’Ecomuseo della Valle del Chiese guida-to da Roberto Panelatti.«Su queste premesse, so-prattutto con l’entrata nella squadra del Consorzio del nuovo direttore Fabio Sac-co e grazie al suo impegno – continua Valenti – è stato possibile sviluppare la stra-tegia di sviluppo della nostra

azione, che ha visto iniziati-ve mirate di promozione nei nostri “bacini” come i Road Show di Brescia e Bergamo ad aprile e alcune promo-zioni speciali (molto eco ha avuto quella del week-end a 12 euro) nate per attirare l’attenzione e far apprezzare questa valle a chi ancora non la conosceva». Una Valle del Chiese che ha puntato forte sul rurale e sulla genuinità, dunque, come ben esempli-fi ca il successo di una ma-nifestazione come “Mondo Contadino” (vedi foto), alla seconda edizione e in cresci-

ta in quanto a partecipazione delle famiglie. «Ma è tutto il sistema della ruralità a dare risultati positivi – conclude Valenti – forse è proprio la crisi economica ad aver ri-orientato l’attenzione della gente al lavoro della terra, a dare peso a concetti come genuinità e autenticità, ad apprezzare una natura sem-plice ma vera come alcune zone della Valle del Chiese possono mettere in mostra. Per questo, sono proprio gli agritur ed i Bed&breakfast a far segnare le performance più positive». (r.b.)

Turismo, buona l’estate nel Chiese

Facciamo una premessa. Il turismo “da cartolina”, quello del villeggiante che arriva a giugno e si ferma 2 mesi non esiste più o quasi. Ora il mercato turistico è sempre più dinamico e veloce, la gente preferisce fare vacanze breve e – se riesce – farne due o tre in un anno. Detto questo il risultato del-

l’estate turistica della Valle del Chiese è sicuramente molto positivo e merita di essere sottolineato. I numeri da maggio ad agosto riferiti alle presenze certifi cate, (alberghi, agritur bed&breakfast) parlano di 9.262 arrivi e 38.149 presenze, che fanno segnare rispettivamente un +14,46% e un +6,51%.

Arrivi in crescita del 14%, presenze del 6,51. Il presidente del Consorzio Valenti: “Grazie a operatori e volontari delle Pro loco”

Si trattava di una sorta di campo scuola diurno (dalle 9 alle 16.30) durante il quale i bambini hanno trascorso due settimane di full immersion nella lingua inglese e hanno sviluppato la loro apertura verso le altre culture per mezzo di attività didattiche, ricreative e sportive facendo giochi, gare, piccoli lavori manuali, teatro, canzoni e sport.Hanno partecipato bambini e ragazzi della scuola materna, della scuola primaria e della scuola media. Ogni tutor seguiva un gruppo ristretto (anche di soli 8 bambini) per età e livello. Oltre ai bambini delle Giudicarie, hanno partecipato anche ragazzini provenienti da fuori, come Trento, Vallagarina, Riva, Brescia e Milano.I camp hanno portato qui nella nostra valle ben 10 tutors madrelingua provenienti da Canada, California, Regno Unito e Sud Africa che sono stati ospitati da dieci famiglie. E’ stata molto apprezzata, poiché ha visto nascere

delle belle amicizie non solo tra le famiglie e il proprio tutor, ma anche tra le stesse famiglie, come evidenziato dai questionari di gradimento. Il tutto è stato organizzato dalle insegnanti Lara e Roberta Collizzolli tramite l’associazione LSF di San Remo.

Per informazioni: Roberta Collizzolli 320.0699851 Lara Collizzolli [email protected]

Full immersion in inglese: più di 100 bambini al Summer Camp

A Bolbeno e Ponte Arche grande successo per i due Camp Estivi tenuti da tutors madrelingua

Durante l’estate appena trascorsa hanno avuto luogo in Giudicarie due English Summer Camps. Uno si è tenuto a inizio estate a Ponte Arche e ha coinvolto 40 bambini.

L’altro invece si è concluso poco prima dell’inizio della scuola e si è svolto a Bolbeno, con quasi una settantina di partecipanti.

Quando a più di un mese dal termine del Camp i propri figli ancora ricordano i giochi, gli insegnanti, i compagni, cantano continuamente le canzoni ed ancora cercano d’inserire nei loro discorsi parole inglesi e chiedono se potranno iscriversi anche l’anno successivo... beh, questo significa che gli obiettivi sono stati ampiamente centrati. Tutto più che positivo dunque, con un plauso particolare alle organizzatrici che hanno saputo creare un ambiente propedeutico ma al contempo stimolante e, cosa non da poco, ludico, ed ai tutor che hanno saputo divertire moltissimo e allo stesso tempo insegnare in modo efficace. Abbiamo inoltre notato che ora i nostri figli dimostrano maggiore interesse e motivazione verso la lingua. Abbiamo apprezzato che siano riusciti attraverso le canzoni e i giochi a carpire i significati, senza uno studio tradizionale sui libri. L’ultimo giorno si è tenuto lo spettacolo finale interamente in inglese con la consegna dei diplomi (con lancio dei cappelli) e dei premi di merito, in perfetto stile inglese. E’ bello avere delle persone così motivate che dedicano parte delle loro vacanze estive per ciò in cui credono e riescano a concretizzare una proposta così utile e istruttiva mosse dal desiderio di trasmettere l’amore per le lingue ai più piccoli e non solo. Alcuni dei nostri bambini hanno partecipato già a un’esperienza di Campus, nel 2010 a Bondo quando alcuni dei nostri figli avevano soltanto 4 anni, ma si sono tranquillamente adattati e hanno appreso la lingua inglese con naturalezza impensata. Quest’anno a Bolbeno la seconda esperienza, che è stata è stata altrettanto positiva, mostrandoci peraltro come si ottengano dei grandi risultati quanto prima si inizi in termini di età ad approcciarsi ad una lingua straniera, soprattutto in modo divertente e spensierato come è avvenuto ai Campus. Speriamo nella riproposta della stessa esperienza l’anno prossimo.Un gruppo di genitori

Un’esperienza positiva

La lettera dei genitori

La manza regina a Mondo Contadino, di Eugenia Bazzoli

Massimo Valenti e Tiziano Mellarini

Page 24: Giornale delle giudicarie novembre 2012

pag. 24 NOVEMBRE 2012 Il Saltaro delle GiudicarieSiamo un popolo di mentito-ri, la maggior parte intenzio-nali e consapevoli, convin-ti che dire la verità non sia per niente utile e necessario, quasi che mentire, dire bu-gie, sia una sorta di creazione artistica, mah! Se penso che nel 1974 il presidente degli Stati Uniti Nixon, si è dovu-to dimettere per aver detto una bugia...da noi, in pochi giorni dovremmo azzerare l’intera classe politica. Ma così girano le cose in Italia, chi sono io per non adeguar-mi? Così mi è stato detto, tanto bugia in più o una in meno, non cambieranno di certo le cose. Rassegnati e entra anche tu nella norma-lità “italiana”. Oibò! Non sia mai detto. Uno spirito libero come il vostro Saltaro, che ha accompagnato nei secoli le genti giudicariesi nelle loro traversie, cercando d’essere compagno e confi dente lea-le, mai si abbasserà a tanto degrado, che lo sappiano e se lo mettano bene in testa in cielo ed in terra, un Sal-taro che si rispetti, non può essere un mentitore e men che meno al servizio di chic-chessia. Rattristato, ma non vinto, ho abbandonato i quartieri alti, anch’essi inquinati, per ri-tirami nella mia terra, negli antri che mi accolgono nei momenti peggiori, a ritem-prare la mente e lo spirito così gravemente compro-messi. Ai miei esordi, simi-le stato d’animo l’avremmo chiamato “una rottura di coglioni”, oggi, all’inglese, viene chiamata “stress”, beh, se è così, sono stressato non lo nego, ne ho piene le scato-le. Ai miei tempi ci si stufava (stressava) per cose di poco peso: la convivenza con la suocera, un cane che abbaia-va giorno e notte, oppure una moglie (o marito) che russa-va come un orso in letargo. Ora c’è la politica, anch’es-sa rumorosa e incasinata, che mi stressa da morire. A cominciare dalla televisione dove sono di casa i politici migliori (!), che io non vedo, o quasi, ma che sento nel loro discutere animato che fi nisce quasi sempre in rissa. E poi dicono che il nostro Paese è un paese dis Santi, poeti e navigatori, ormai l’Italia è un paese di politici, ciarlieri e presuntuosi, che litigano ad ogni occasione.Sono stressato dal solito Ve-spa che se la gode con facce da “spacco” come quel La Russa che mi sta perfi no sim-patico, tanto è convinto di dire cose giuste; o quel piagnone di Bersani che assomiglia al vecchio Archimede, brigoso e legnoso, anni trenta; e tutte quelle donzelle del PdL, terri-bile la Santanché, che ci ven-gono a raccontare come si sta al mondo, loro che il nostro mondo neanche sanno dove sta di casa, mandino almeno la Minetti, che perlomeno ac-contenterà i vostri occhi, dato che i miei sono fuori uso. Sono stressato da Di Pietro, mi sembra un vaccaro d’altri tempi, per caso al lavoro (si fa per dire!) in Parlamento, e quel Renzi, con il naso al-

l’insù, viziosetto e birichino, non gli darei neanche la ca-pra per la corda, specie se in compagnia della sua suppor-ter Cogo, che per non essere rottamata s’è messa con il rottamatore, cose dell’altro mondo. Mi sta stressando più di tutti quel Grillo che dal casino che fa, ci guadagna (dicono) un sacco di milio-ni, che poi voglia governare l’Italia, mi fa più ridere di quando faceva il suo lavoro di comico. Mi stressa Casi-ni, è trent’anni che aspetta la riscossa sua e del suo parti-to, ma con i compari che lo seguono, è già molto se so-pravviverà. Mi stressa perfi -no Maroni, pover uomo, ha fatto fuori quel simpaticone di Bossi, e ora non sa più che pesci pigliare. Sono davvero al limite della desolazione. Mi stressano quei maledetti

“ismi” che mi perseguitano ovunque. Il berlusconismo mi ha rotto fi n dalla sua na-scita, il neo comunismo di Vendola e Bersani, mi rom-pe ogni giorno, del dipietri-smo non ne posso più, del casinismo, c’è ben poco da aggiungere, il grillismo, poi,

mi abbatte nelle coronarie, mi consola di poco il mon-tismo, ma in Italia ormai troneggia il “rubismo” dif-fuso, dalla sua eliminazione in ogni livello della politica dipenderà il nostro futuro. E così che mi stressano, anzi no, mi sfi niscono, le quoti-

diane ruberie in tutt’Italia, i politici che vanno a spasso con i nostri soldi, burocrati che si fregano mezzo Pae-se, falsi ciechi che vanno in bicicletta, giudici che met-tono al rogo gli scienziati, e liberano i violentatori. Or-mai non ci si può fi dare più di nessuno, né della gente, né dello Stato. Siamo cadu-ti così in basso che neanche l’auto gru di Monti e C. rie-sce a sollevarci. Perfi no il mitico Schettino, della Costa Concordia, non vuol essere licenziato dalla sua Compa-gnia per mille giusti motivi, ha fatto ricorso in tribunale contro la giusta causa, quasi, quasi ha ragione lui: il che è tutto dire! Siamo un Paese da rifare dalle fondamen-ta, bisogna ricominciare da capo, siamo alla deriva, non ho parole, solo queste a per-

petua memoria: cosa possia-mo aspettarci da una nazione che ha in parlamento molti parlamentari con avvisi di garanzia, talvolta su mate-rie estremamente gravi, e in cui si è detto e scritto che molti parlamentari facciano uso abituale di droga, come hanno evidenziato analisi di qualche anno fa. Per certi versi sono orgoglioso di esse-re, come voi, trentino e più an-cora di essere giudicariese. Mi stressano anche da noi un sac-co di cose, ma inezie rispetto al resto d’Italia. Se anche da noi parlassero meno d’elezioni, candidature, sgambetti, calci negli stinchi, furbate e cliente-lismi vari, e si preoccupassero di più dell’autonomia che va a farsi benedire, del lavoro che manca, dei licenziamenti sem-pre più numerosi, dei Comuni che non ce la fanno più, della gente che comincia a rendersi conto in che stato siamo ridot-ti, beh, potremmo considerarsi in un’isola felice, ma, ahimè!, i nostri politici pensano a se stessi, alle proprie riconferme, alle proprie prebende, che il popolo s’arrangi, così come è stato nei secoli dei secoli. Amen.

Lo stress della politicaIL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Oramai lassù, nell’empireo che domina le vicen-de umane, il vostro Saltaro è visto come il fumo negli occhi, una vecchia cornacchia a cui è do-

veroso tarpare le ali prima che faccia troppi danni. Le pressioni in tal senso giungono da ogni dove, sembra che i politici trentini, e non, abbiano importanti Santi che ne proteggono le sorti, le poltrone e le prebende. A nulla sono valse le mie rimostranze. Un Saltaro che

si rispetti dice la verità alla sua gente, nient’altro che la verità, non può dir altro. E lassù dovrebbero essere d’accordo. Niente da fare, mi vogliono come il resto de-gli Italiani, che sembra essere un popolo di incalliti bu-giardi. Ho spiegato che in Italia, per vizio o per diletto, si dicono 4 milioni di bugie al giorno, più di 114 milioni di bugie al mese, per un totale di un miliardo e 400 mi-lioni all’anno, escluse quelle dei bambini.

Nel paese più “bugiardo” del mondo

Sabato 10 novembre alle ore 16.00 presso l’Auditorium dell’Istituto “Lorenzo Guetti” di Tione di Trento si terrà uno spettacolo di bene-ficenza dal titolo “Apri le tue ali”, organizzato e proposto dall’As-sociazione Comunità Handicap delle Giudicarie. La rappresentazione teatrale è gentilmente offerta dalla compagnia “Amici dell’Operetta” di Rovereto che ogni anno, da 26 anni a questa parte, presenta uno spettacolo liberamente tratto da favole o romanzi. Sul palco salgono ben 103 attori, dai 4 anni in su.

Questo recital è tratto dal romanzo di Lois Sepulveda “Storia di una gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare”; il testo è inedito ed autoprodotto; poi sono stati musicati i testi e sono state realizzate le scenografie. Il romanzo di Sepulveda è un inno alla solidarietà, l’ami-cizia, l’accoglienza, la tolleranza, il senso della vita, l’amore per la giustizia e la generosità disinteressata. Con questa rappresentazione Comunità Handicap, associazione di gruppi di famiglie con handicap e difficoltà, vuole sensibilizzare la comunità sul tema della diversità vi-sta come risorsa: due animali così diversi e tanto avversi sono riusciti ad aiutarsi e ad amarsi.

Ognuno di noi, partecipando a questo spettacolo, contribuisce a soste-nere le attività che l’ associazione porta avanti a favore delle persone e delle famiglie con disabilità. “Un ringraziamento particolare – dicono dall’associazione - va a Robert Ferrari di Tecnocasa, sponsor ufficiale della manifestazione”.

Accettare la “diversità”

Sabato 10 novembre Comunità handicap propone uno spettacolo di benefi cenza

presso l’auditorium di Tione

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organizza e propone

Gli Amici dell’Operetta di Rovereto presentano:liberamente ispirato al romanzo di Luis Sepúlveda

“Historia de una gaviota y del gato que le enseñó a volar”“Storia di una gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare”

COORDINAMENTOLuca Bianco

INGRESSOIntero: 8 euro

Ridotto: 5 euro (fino a 14 anni)

PREVENDITAUfficio Turistico Giudicarie Centrali - Tione

L’incasso sarà interamente devoluto a sostenere progetti di Comunità Handicap onlus

OPERATORI DI SCENAAdriano Vettori

Silvano ConzattiMarcello Bandera

Pietro FestiniGiuseppe Adami

Marco BaldessariniSilvio Romani

REALIZZAZIONE COSTUMIEliana PerottoniCristina ZendriRiccarda Zendri

Page 25: Giornale delle giudicarie novembre 2012

NOVEMBRE 2012 - pag. 25

Il primo Festival della Fa-miglia, indetto a Riva del Garda lo scorso 25-26 e 27 ottobre, ha celebrato la fir-ma ufficiale dell’accordo per la nascita del Distretto Famiglia delle Giudica-rie Esteriori, facendo così delle Giudicarie la prima valle del Trentino ad avere due distretti famiglia. Dopo l’Alta Rendena, che avviò il percorso nel 2010 per spe-rimentare l’idea nata con il Libro Bianco sulle politiche familiari e per la natalità ap-provato dalla Giunta provin-ciale nel 2009, le Esteriori sono diventate l’ottavo Di-stretto Family trentino. Il concetto fondante è quello di unire organizzazioni pub-bliche e private di un terri-torio nell’impegno ad intra-prendere strategie e proporre servizi volti al benessere e al sostegno delle famiglie. In pratica, ogni anno le or-ganizzazioni partecipanti all’accordo mettono a pun-to un programma di azioni in favore della famiglia e portano avanti un obiettivo strategico individuale per ogni distretto. Nel caso del-le Giudicarie Esteriori l’ente capofila è l’Azienda per il Turismo locale, e fra i firma-tari dell’accordo volontario, primo passo nel percorso di creazione del Distretto, ci sono la Comunità delle Giu-dicarie, che ha incluso nel Piano di Comunità una voce specifica sull’incremento delle azioni in favore della famiglia prevedendone la costituzione anche in Valle del Chiese, i 6 comuni del-le Esteriori, le casse rurali Giudicarie Valsabbia Paga-nella e Don Guetti, una se-rie di operatori economici, il museo delle Palafitte di Fiavè, il castello di Stenico, l’associazione L’Ancora, e l’azienda consorziale Terme di Comano. Lo schema di accordo si inserisce in un più vasto “Progetto Famiglia della Comunità”, approvato dal-l’assemblea della Comunità il 10 luglio di quest’anno.

Con riferimento alla certifi-cazione “Family Audit”, la Comunità delle Giudicarie è stata tra l’altro seleziona-ta dal Ministero della Coo-perazione internazionale e l’integrazione - Politiche per la famiglia tra i primi 50 soggetti che in ambito

nazionale porteranno avanti la sperimentazione relativa ad un processo partecipato di certificazione aziendale attraverso il quale agire nel-l’ambito della conciliazione tempi di vita lavorativa con quelli di vita personale e fa-miliare.

Quello del Distretto fami-glia nasce come un progetto senza portafoglio, saranno cioè i comuni e le organiz-zazioni partecipanti a dover proporre azioni finanziabili all’interno dei propri bi-lanci, e dovranno farlo nel-l’ambito di una progettualità

condivisa. “E’ un percorso volontario – ha spiegato Luciano Malfer, dirigente dell’Agenzia provinciale per la Famiglia – nel quale l’impegno per i firmatari è quello di cimentarsi a rag-giungere gli standard family già individuati in questi anni

di lavoro sulla famiglia, e anche lavorare per costruire questi standard laddove non ci sono ancora. Un esempio in questo senso è proprio il progetto che sta nascendo nelle Esteriori legato alle terme di Comano”. Le Ter-me sono al cuore del nuo-vo Distretto famiglia delle Esteriori con il progetto le “terme dei bambini” indivi-duato come obiettivo strate-gico sul quale i firmatari si sono impegnati a converge-re, e nel quale l’intero terri-torio è chiamato ad identi-ficarsi, attraverso un tavolo di lavoro al quale siedono anche parecchi operatori economici a fianco delle amministrazioni comunali proprietarie dell’azienda termale. Denise Rocca

Attualità

Anche le Esteriori a misura di famiglia

Dopo la Rendena anche le Esteriori si sono dotate del Marchio Family

Dodici minuti e quattro brani in terra spagnola: questa la prima competi-zione internazionale della Banda di San Lorenzo e Dorsino che è tornata in Giudicarie con il primo premio della giuria del Festival di Bande e Majorette della città di Santa Susan-na, in Spagna. Quattro giorni di trasferta, per esi-birsi prima a Barcellona, nella Plaça Espanya famosa per le sue fontane luminose, e gareggiare poi con una decina di altri corpi bandistici nella vicina città di Santa Susanna. Dodici minuti per mostrare la propria abilità con quattro pezzi: all’inizio un brano di riscaldamento per il quale il mae-stro Paolo Filosi ha scelto un corale di Bach, un pezzo liturgico per “dare un’idea del colore della banda” spiega. Poi un overture, frizzante e maestosa con una parte centrale più lirica, a seguire il delicato ed espres-sivo “Air For Band”, un brano mol-to complesso, seppur melodico. I bandisti hanno concluso con “Rock the night” un brano anni ‘80, molto tecnico. Scelte ed esecuzione che hanno convinto i giurati spagnoli e fruttato alla giovane Banda di San Lorenzo e Dorsino, rifondata nel 1996 dopo alterne vicende nel corso

dell’ultimo secolo, la prima coppa in una competizione bandistica. Ad accompagnare i musicisti nella tra-sferta, anche il primo presidente e il primo maestro del complesso bandi-stico, Gianfranco Rigotti e Stefano Bordiga, che hanno evidentemente portato fortuna alla banda.Raggiante il giovane maestro Paolo Filosi, classe 1985: “siamo andati lì

abbastanza rilassati – racconta - la tensione c’è sempre, come è giusto, ma sapevamo cosa eravamo in gra-do di fare e non si poteva chiedere di meglio in termini di riscontro. Sono state ripagate appieno le lunghe ore di prove per preparare dei brani un po’ diversi rispetto al nostro reper-torio”. Plaude ai suonatori anche la presidente Mariagrazia Bosetti, in

carica dal 2007: “E’ stato un grosso impegno – ha dichiarato a caldo - che però ha portato un’altrettanto grande soddisfazione. Il mio ringraziamento va ai suonatori, al maestro, ma anche alla Federazione che incoraggia le bande a confrontarsi per migliorare, alle amministrazioni di San Lorenzo e Dorsino e alla regione che ci hanno sostenuti”. (d.r.)

La Banda di San Lorenzo conquista la Spagna

Page 26: Giornale delle giudicarie novembre 2012

pag. 26 NOVEMBRE 2012

Dal Pd all’Udc è un coro quotidiano. Rispetto alla politica di ieri e di oggi ci vuole un segno di discon-tinuità. Salvo che poi nes-suno, almeno fino ad oggi, ci ha spiegato cosa intenda concretamente con questi “appelli” alla discontinuità. Ora dopo questi ripetuti e convinti proclami noi ci aspettavamo chissà quali sconvolgimenti nel pano-rama politico trentino. Ci aspettavamo – ad esempio - che l’Udc invitasse l’as-sessore Beltrami a lasciar l’assessorato per andare a far opere buone in Cina o con i palestinesi di Gaza, ci aspettavamo che il potente assessore all’industria Olivi annunciasse di voler tornare a fare il sindaco di Folgaria, che l’assessore Gilmozzi andasse a far penitenza in qualche Comunità di valle, ecc .ecc. Niente. L’unico a far proprio questo procla-ma è stato il vicepresidente della Giunta provinciale Pa-cher che, inaspettatamente, ha annunciato che nel 2013 si ritirerà dalla politica. Tanto di cappello. Ma re-stiamo alla discontinuità.A parte le battute - perché ovviamente siamo a primi a pensare che gli assessori so-pra citati e anche quelli non citati non potrebbero certo lasciare in un momento così delicato – il tema è serio, molto serio. Soprattutto perché con la crisi in atto

(che non si risolverà certo presto) di fatto la disconti-nuità verrà imposta nolenti o volenti dall’esterno, dal Governo, dalle altre Regio-ni, dall’opinione pubblica, da un clima complessivo che porterà tutti a dover assumere atteggiamenti e mentalità diverse rispetto al passato. E allora, prima che ci venga brutalmente impo-sta, meglio sarebbe gestire questa discontinuità attra-verso un processo di corre-zione di rotte e soprattutto con un cambio di passo nel modo di far politica e di ge-stire la cosa pubblica. Innanzitutto attraverso un cambio di mentalità. Dob-biamo smetterla di pensare di essere i migliori ed i pri-mi della classe solo perché abbiamo l’autonomia spe-ciale. In giro per l’Italia ci sono tante amministrazioni e uomini politici che fanno le loro cose forse meglio di noi, pur non avendo i no-stri soldi, c’è gente che fa innovazione e che rischia in proprio senza aspettare i contributi clientelari del-la Provincia, c’è gente che si sente normale e che non mette su la cresta pesando di vivere in una provincia speciale. Dobbiamo anche smetterla di pensare di es-

sere moralmente superiori – parliamo del livello poli-tico ovviamente – rispetto ad altri. Francesco Palermo, politologo ed esperto costi-tuzionalista, scriveva qual-che giorno fa sul giornale Il Trentino che la presunta su-periorità morale del Trentino e dell’Alto Adige, rispetto ad altre regioni, non esiste. Pensavamo – riassumo in sintesi – di essere parago-nabili a certe democrazie di Oltrebrennero e invece ci ritroviamo con molte affi-nità tipiche del clientelismo di certe regioni della Pada-nia e del Sud. Perché eser-citare la gestione del potere con correttezza morale non significa solo non rubare ( e purtroppo anche il Tren-tino ha avuto i suoi buoni esempi ) ma significa anche gestire la cosa pubblica con imparzialità, con trasparen-za, con sobrietà. Proprio con riferimento agli ultimi tre requisiti ( impar-zialità, trasparenza e so-brietà ) non ci pare proprio che il Trentino di Dellai abbia strameritato. A Del-lai possiamo riconoscere meriti e intuizioni, ma og-gettivamente bisogna anche vedere il rovescio della me-daglia, ovvero non dimenti-care modalità di gestione e

scelte che spesso non han-no fatto bene all’immagine della Provincia. I cliente-lismi e gli sprechi ci sono stati, inutile negarlo. Senza andar a ripescare i “premi Margherita” dell’ini-zio legislatura o la famosa “magnadora” – termine co-niato da un insospettabile della politica, l’on. Marco Boato, basterebbe pensare alla moltiplicazione delle Società partecipate dalla Provincia, alcune delle qua-li esempi preclari di scarsa trasparenza. Sono cresciute al punto tale che lo stes-so presidente Dellai ora ha innestato marcia indietro e vuole ridurle. Basterebbe pensare a qualche carroz-zone inutile, buono solo per garantire qualche prebenda ad ex dirigenti provincia-li ( leggi Trentino School Management ). Basterebbe pensare alla casta dei diri-genti provinciali piazzati nelle Società partecipate. Basterebbe pensare solo

all’ultimo esempio : l’in-ceneritore di Trento. Ora si decide che non serve più, ma negli anni scorsi quanti soldi si sono pervicacemen-te buttati per studi e consu-lenze ? E la collana di perle potrebbe proseguire.Più semplicemente va detto che questi ed altri esempi dovrebbero condurre ad una riflessione seria sul modo di governare di que-sti anni. Una riflessione non tanto sulle persone ma sul sistema che questa Autono-mia e una discutibile legi-slazione provinciale hanno reso possibile. Un’analisi che ci dica se è giusto e cor-retto che una sola persona, il Governatore chiunque esso sia, assuma in sé tutti i poteri previsti dalla legge attuale, diventando il domi-nus incontrastato di ogni e qualsiasi decisione. E se è giusto, per converso, che il Consiglio provinciale, espressione diretta dei cit-tadini, conti come il due di coppe. E – ancora - se è giusto e corretto che in un piccola provincia come la nostra ci siano tantissimi Comuni e tante Comunità

di valle, che fanno a pugni per strattonare competenze e giustificare così la loro sopravvivenza ( a spalle delle tasche dei cittadini ). Ora si dice che la crisi ed i tagli del Governo ( e – ag-giungiamo noi – i debiti accumulati dalla Provincia negli ultimi anni, sui quali per la verità non si sa molto ) obbligheranno il Trenti-no, già a partire dal 2013, a rivedere molti schemi di gioco, per usare un termine sportivo. Pare evidente : se ci saranno meno “schei” in Provincia dovranno salta-re molte consuetudini. Ma – secondo noi – l’importan-te sarebbe proprio un cam-bio di mentalità e di regole a cominciare proprio dal modo di intendere e gestire l’ Autonomia.Sarà mai possibile ? Forse sì se cambieranno anche molti dei politici che in questi anni sono stati pro-tagonisti e responsabili - spesso passivi per non far arrabbiare il Principi – di questo andazzo con il qua-le ora molto velocemente i trentini dovranno fare pur-troppo i conti.

Parliamo di discontinuità: ognuno, anche se di origini modeste e caserecce, capisce che discontinuità vorrebbe dire interrompere,

cambiare stile e metodo, dargli un taglio. Eb-bene di discontinuità ultimamente ne parla-no quasi tutti i partiti ed i politici trentini.

Discontinuità vo’ cercando...

Porto franco

Dal Pd all’Udc: tutti vogliono la discontinuità, ma è un modo solo per cambiare Dellai oppure qualcosa di più serio?

di Ettore Zampiccoli

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Page 27: Giornale delle giudicarie novembre 2012

NOVEMBRE 2012 - pag. 27 AttualitàAttualità

Ma piano piano le conse-guenze negative si sono fatte sentire ed in aggiunta si è af-facciato un pericolo ben più grave; è saltato il sistema po-litico istituzionale nazionale e dopo Berlusconi il Gover-no Monti, che conta numero-si Ministri amici del Trentino, ha dovuto affrontare riforme finanziarie “lacrime e san-gue” per mantenere a galla il nostro paese sui mercati finanziari.Monti non ha guardato in faccia a nessuno, dopo aver aumentato le tasse, mezzo più sicuro e rapido per fare cassa, ha calato la scure sulle pensioni, poi ha cominciato a sforbiciare le spese delle am-ministrazioni pubbliche dallo Stato alle Regioni, Provincie, fino ai Comuni. I recenti scan-dali emersi in diverse Regioni italiane toccando anche l’Alto Adige hanno svelato all’opi-nione pubblica una classe po-litica degradata e distante dai cittadini che scialacqua som-me pubbliche ingenti, a dif-ferenza di un numero sempre maggiore di famiglie italiane che non riescono ad arrivare a fine mese.

Forse qualcuno pensava che l’ombrello protettivo dello Statuto di Autonomia, che per anni ha garantito sicurezza e prosperità, fosse sufficiente anche questa volta a mante-nerci immuni dalle problema-tiche italiane. Ma non è stato così, i nuovi tagli imposti da Roma e le ri-chieste di compartecipazione dell’Autonomia speciale al risanamento dei conti dello Stato, stanno portando ad un bilancio 2013 della Provincia di Trento notevolmente ridi-mensionato. Gli effetti delle manovre dei mesi scorsi ridur-ranno il bilancio provinciale di una cifra che varia fra i 700 e gli 800 milioni di euro l’anno.Questo imporrà agli ammi-nistratori provinciali di fare scelte difficili ed impopolari. Dopo tanti anni in cui le risor-se provinciali hanno permesso di soddisfare ogni e qualsiasi richiesta ed esigenza ora è il momento di cambiare. Visto che sarà impossibile dimi-nuire in maniera rilevante le spese correnti, il taglio più consistente riguarderà gli in-vestimenti. Diventerà quindi obbligatorio fare scelte che

privilegino solo gli investi-menti strategici, indispensa-bili per un l’ulteriore crescita economica e sarà obbligatorio abbandonare gli investimenti inutili. Se si continuerà come abbiamo fatto fino ad ora le ri-percussioni negative saranno enormi nei prossimi anni, con un progressivo impoverimen-to delle risorse e dell’econo-mia locale.Solo con la qualificazione degli investimenti e la scelta di progetti che consentano di avviare autonomi processi po-sitivi di sviluppo locale, sarà possibile sperare in un futuro di benessere per le nostre val-li. In passato abbiamo assistito ad opere inutili, sprechi pla-teali, doppioni ingiustificati, perfino lussi smodati senza che ci fosse la necessità di misurare se tali «investimen-ti» avessero un ritorno per la comunità trentina, ma che nei prossimi anni peseranno come un macigno con un consisten-te aumento delle spese corren-ti improduttive.Anche i finanziamenti alle imprese dovranno essere in-dirizzati ad aiutare gli im-prenditori validi e coraggiosi

che intendono portare nuovo sviluppo ed occupazione e non come è avvento in passa-to a mantenere in vita impre-se che non hanno futuro.Tutto verrà messo in discus-sione a partire dall’assetto istituzionale che dovrà essere necessariamente rivisto te-nendo conto della riduzione delle risorse, ma con l’obiet-tivo di mantenereun buon livello dei servizi ai cittadini, anche nelle Valli pe-riferiche.Obiettivo che si potrà rag-giungere solo con una straor-dinaria opera di semplifica-zione di tutte le procedure ed obblighi burocratici, molte volte annunciata ma mai fatta fino ad ora, fonte di sprechi e ritardi sia per le pubbliche amministrazioni ma soprat-tutto per le aziende ed i citta-dini. Si stima che i costi della eccessiva burocrazia siano enormi per le aziende e per-tanto senza semplificazione qualsiasi politica attuata non raggiungerà gli obiettivi di sviluppo prefissati, in quan-to le imprese ed in generale i territori non saranno compe-titivi sul mercato globale.

La Provincia dovrà progressi-vamente ritirarsi ed esercita-re solo le funzioni pubbliche indispensabili, lasciando al mercato settori che fino ad ora erano occupati in maniera eccesiva costituendo fonte di sprechi e turbative del libero mercato.Dovrà anche cambiare la mentalità dei cittadini trenti-ni che ormai sono abituati a chiedere tutto a mamma Pro-vincia.Infine, il cambio radicale di mentalità rispetto al passato, sarà richiesto prima di tutto ai politici e agli amministratori, specie quelli che si candide-ranno a governare la Provin-cia il prossimo anno.La diminuzione consistente delle risorse rende necessa-rio pensare ad iniziative e politiche di sviluppo rigorose e basate su una valutazione precisa dei costi/benefici in ogni settore.Saranno scelte difficili, sarà necessario individuare preci-si criteri di priorità tra le varie politiche; dalla sanità, alle po-litiche sociali, dall’istruzione all’ambiente, dai servizi pub-blici all’economia, tenendo

conto che i cittadini saranno in grado di valutare queste scelte e di verificare nel con-creto la loro attuazione. Fino ad ora non è stato ne-cessario giustificare di fronte all’opinione pubblica come e dove venivano spesi i sol-di, in quanto prima o dopo si riusciva a soddisfare tutte le richieste. Domani non sarà sicuramente così, gli Ammi-nistratori dovranno giustifi-care il perché di un intervento magari non necessario ed al-trettanto il perché non si in-veste in un altro settore più importante.La selezione delle politiche e dei progetti che incideranno direttamente sullo sviluppo del Trentino saranno l’aspet-to sul quale verranno valutati dai cittadini e non sulle paro-le e sui proclami come è av-venuto fino ad ora.Se il Trentino saprà cogliere questa occasione che non na-sce da una scelta volontaria ma dalla necessità di com-battere la crisi, allora ci po-trà essere ancora speranza di sviluppo e benessere per le nostre comunità.

Autonomia trentina travolta dalla crisi?

La crisi economica che da almeno un lustro interessa le economie mondiali sta procurando sconvolgimenti impensabili fino a poco tempo fa, con conseguenze che inesorabilmente stanno interessando e forse travolgen-do anche le nostre realtà locali.Partita dalle speculazioni nel settore immobiliare degli

Stati Uniti d’America, dai mercati finanziari si è este-sa successivamente agli stati più deboli dell’Europa, Grecia e Spagna e poco dopo all’Italia. In Trentino molti pensavano che le conseguenze della crisi sareb-bero arrivate in maniera limitata e i nostri politici nei primi anni davano lezioni a tutti di come combatterla.

L’accelerazione impressa dalla congiuntura economica apre scenari impensabili fino a poco tempo fa

di Enzo Ballardini

Pochi giorni fa è terminato il tour di David Gerbi nei maggiori teatri del Tren-tino. David Gerbi, psico-terapeuta ebreo libico ma cittadino italiano che nel maggio 2011 partecipò in prima persona alla pri-mavera araba, dopo esser passato dalla condizione di profugo e rifugiato tra molte traversie personali, a quella di “rivoluziona-rio costruttore di pace”,

è adesso promotore di dialogo fra i popoli. Met-tendo in scena “I love Libya”, lo spettacolo pro-mosso dall’Amministra-zione di Riva del Garda, Gerbi si racconta narran-do nel contempo un pezzo di storia, le esperienze di tante persone e in questo caso parlando di sé. Uno spettacolo che coinvolge lo spettatore, che con esso riesce ad immedesimarsi

nella esperienza di dolore e poi di presa di coscienza di David, che lo ha porta-to a non più tacere ma a diventare protagonista di un processo di pace, pro-muovendo la convivenza tra i popoli. Così grazie all’iniziativa di Federica Fanizza, direttrice della biblioteca di Riva del Gar-da e della professoressa Maria Luisa Crosina, sto-rica ed esperta di cultura ebraica, Franco Farina per i testi, Giacomo Sega per le scene, Emilio dal Pon-te per la musica, Maria Grazia Torbol per la co-reografia e con la regia di Paolo Vicentini, con il pa-trocinio dell’Assessorato Provinciale alla solida-rietà internazionale e alla convivenza, la storia di David Gerbi é diventata uno spettacolo che grazie anche a supporti multime-

diali accompagna lo spet-tatore attraverso la vita e le emozioni del protago-nista, nella sua catarsi da profugo a costruttore di pace. Sul palcoscenico la scena é sovrastata da un muro di mattoni coi quali Gerbi “lavora” per abbattere simbolicamen-te le barriere tra i popoli, creando continuamente nuove scenografie che fanno di volta in volta da cornice alle sue esperien-ze. Lo spettacolo si con-clude col protagonista che uno ad uno accende piccoli lumini a simbo-leggiare la speranza, così come tante piccole fiam-melle possono creare una bella luce! Lo spettacolo si è svolto a Tione il 15 ottobre e il giorno seguente il dottor Gerbi ha incontrato alcu-ni studenti dell’Istituto di

Istruzione Guetti per un dibattito supportato da fonti multimediali coor-dinato dalla professoressa Maria Luisa Crosina. È stata questa un occasio-ne per rinforzare i valori di pace e convivenza tra i popoli, che oggi più che mai sono all’ordine del giorno.

Un ringraziamento va a Manuela Ferrari, con-sigliera del Comune di Tione, per aver favorito l’evento nel nostro Co-mune e a Teresa Radoani della Biblioteca di Tione per tutta la parte organiz-zativa.

Aldo Gottardi

David Gerbi: un costruttore di pace si racconta

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pag. 28 NOVEMBRE 2012 Attualità

Il centro è dotato di una pa-lazzina dove trova ubicazione il Servizio Igiene Ambientale della Comunità delle Giudica-rie e che ospita una sala con-ferenze predisposta anche per avviare percorsi di educazione ambientale dedicati alle scuole.«Con questa nuova struttura si compie un passo importante nella complessa gestione dei rifiuti» ha sottolineato la Pre-sidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini. «Il miglioramento della gestio-ne dei rifiuti che arrivano in di-scarica ed altresì il monitorag-gio del ciclo dei rifiuti sta alla base di un processo di razio-nalizzazione del servizio e ci permette di ottenere un miglior rapporto tra spesa e servizio. Un traguardo possibile solo se ci sarà la partecipazione attiva dei cittadini che devono avere ben chiaro che hanno un ruolo decisivo non solo nel conteni-mento dell’ingente spesa che lo smaltimento dei rifiuti richiede, ma anche nella salvaguardia ambientale e nella ecososteni-bilità del servizio. Proprio per favorire il coinvolgimento e la partecipazione dei giudicarie-si abbiamo l’ambizione che la località Bersaglio diventi anche un polo per l’educazione am-bientale e un luogo di confron-to con la cittadinanza sul tema dei rifiuti, a partire dal prossi-mo anno».Base operativa del Centro di trattamento dei rifiuti un ampio capannone dove vengono con-vogliati tutti i rifiuti derivanti dalla raccolta “stradale”, quella fatta attraverso le isole ecologi-che, e di quella dei privati dotati di cassonetti propri, al netto del rifiuto residuo che viene porta-to direttamente in discarica. Il poter controllare i rifiuti in un ambiente sotto tettoia permette un lavoro agevole e ottimale consentendo di aumentare la qualità della differenziata. «Questo impianto si inserisce in un sistema di gestione più ampio della raccolta dei rifiuti -ha sottolineato l’Assessore ai lavori pubblici, ambiente e tra-

sporti Alberto Pacher - In que-sti ultimi anni si sono raggiunti risultati importanti favoriti an-che dalle puntuali campagne di sensibilizzazione che hanno portato ad una responsabilizza-zione del cittadino di fronte ai problemi ambientali. Grazie anche all’ottimo lavoro fatto dalla Comunità delle Giudica-rie dove si è raggiunto in poco tempo l’80% di differenziata, il Trentino ha superato il 70% di rifiuto differenziato, un risulta-to sicuramente eccezionale che pone il nostro territorio tra i più virtuosi in Italia e tra le eccel-lenze in Europa e che impone allo stesso tempo di mettere a punto un piano di revisione della gestione dei rifiuti a li-vello provinciale». «La Comu-nità delle Giudicarie è riuscita a passare in meno di due anni dall’essere fanalino di coda all’essere tra i territori più vir-tuosi del Trentino in termini di percentuale di differenziato- ha puntualizzato Daniele Tarolli Assessore all’Ambiente, Filie-ra rifiuti, Energia.- Ora la sfida

è di riuscire a migliorare ancora anche in termini di qualità in modo da poter mantenere basse le tariffe».Risultati quantitativi impor-tante che fanno migliorare le prospettive per il futuro ma che inducono anche un severo im-pegno per il monitoraggio della qualità della differenziata. Fun-zionale a questo è il capannone dove tutte le tipologie di rifiuto vengono controllate separata-mente: le prime analisi stanno evidenziando dei buoni margi-ni di miglioramento per quan-to riguarda la qualità. «L’aver concentrato in un’unico centro la parte amministrativa tecnica e operativa del servizio, ci per-mette di migliorare l’efficienza anche in virtù della complessità di organizzare la raccolta rifiuti su un territorio vasto come quel-lo delle Giudicarie» Ha puntua-lizzato l’ing. Ivan Castellani re-sponsabile del Servizio Igiene Ambientale delle Giudicarie. «L’obiettivio primario è quello di poter migliorare la qualità del differenziato, mediante un controllo su quanto conferito nel centro integrato e attraverso la “pulitura” dei rifiuti, e allo stesso tempo aumentare la pos-sibilità di monitoraggio di tutte le operazione che avvengono nel centro; tutto ciò nell’ottica di diminuire sempre più il ri-fiuto non più recuperabile e di vedere il rifiuto come risorsa riutilizzabile e non più come qualcosa da nascondere in zone d’ombra».Il Centro integrato per il Trat-tamentio Rifiuti, a fianco della struttura principale, è dotato di un altro capannone dove trovano spazio un magazzino e un’officina oltre ad un’area specifica per il trattamento di

alcune tipologie di rifiuti peri-colosi come pile e batterie. Tut-ta l’area dispone di un controllo molto “spinto” sia per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, mediante videosorveglianza, sia della discarica della quale si possono monitorare in tem-po reale i più importanti valori, quali il livello di falda, la pro-duzione di biogas, la qualità delle acque, il percolato, riu-scendo ad evidenziare tempe-stivamente eventuali anomalie del sistema.Proprio il controllo e la capta-zione della produzione del bio-gas ha consentito di generare energia elettrica. «In un anno abbiamo prodotto un milione e trecentomila chilowattora- ha precisato il presidente di Geas Giorgio Marchetti – e allo stes-so tempo abbiamo eliminato gli odori raccogliendo i gas prove-nienti dalla discarica e brucian-doli attraverso un impianto di ultimissima generazione dotato di un post combustore che per-mette l’abbattimento di tutti gli inquinanti».

Completa il centro di Tratta-mento la palazzina dove sono ospitati gli uffici dei 5 impie-gati, tecnici e amministrativi, che si occupano della gestio-ne rifiuti e che permette loro un contatto costante e diretto con la realtà e con le possibili problematiche connesse al ser-vizio. La palazzina è dotata di una sala conferenza sia per in-contri formativi per gli addetti alla gestione rifiuti, sia per gli amministratori che per i citta-dini. Inoltre servirà per avviare un percorso di educazione am-

bientale con i ragazzi giudica-riesi che coinvolgerà le scuole e che avrà il compito, e il merito, di rendere chiara e visibile la filiera dei rifiuti e l’importanza di un corretto comportamento del cittadino all’interno della stessa. Nel corso della presentazione del Centro Integrato per il trat-tamento rifiuti è stata inaugura-ta anche la mostra “Più Meno Rifiuti”, un modo interattivo per proporre utilizzi diversi di ciò che consideriamo rifiuto e intensificare la diffusione del concetto di riutilizzo e riuso. La mostra, organizzata con la par-tecipazione dell’Agenzia Pro-vinciale per l’Ambiente e della Rete trentina educazione am-bientale sarà aperta fino a fine novembre. Un’iniziativa che nella mattinata ha già incontra-to e soddisfatto la curiosità dei giovani delle scuole elementari di Rango e che rientra nei mol-teplici progetti messi in campo per sensibilizzare la popolazio-ne verso le tematiche ambien-tali e del paesaggio. Tra questi, come annunciato dalla Presi-dente Ballardini, il workshop che si terrà a fine gennaio sulle tematiche del paesaggio e re-cupero del paesaggio con ap-profondimenti sul tema della discarica e lo spettacolo che la Scuola Musicale delle Giudi-carie metterà in scena per aiu-tare la Comunità a veicolare il messaggio dell’importanza di comportamenti corretti da parte del singolo cittadino nella sal-vaguardia del territorio e del-l’ambiente.

Inaugurato il “Centro integrato per il trattamento dei rifiuti”

«Siamo ad inaugurare questa struttura a pochi metri dalla discarica e non si sente alcun odore. Credo sia la te-stimonianza del buon lavoro fatto, ieri, dal Comprenso-rio e, oggi, dalla Comunità delle Giudicarie». Con queste parole del responsabile dell’Ufficio Tecnico della Comu-nità delle Giudicarie Maurizio Polla si è aperta in località

Bersaglio a Zuclo l’inaugurazione del Centro integrato per il trattamento dei rifiuti, un centro che permette di migliorare il controllo sia della qualità dei rifiuti diffe-renziati, che avviene in un ambiente protetto, sia della discarica, con un sistema di monitoraggio dei parametri sensibili all’avanguardia.

Raggiunta quota 81%, la Comunità punta a migliorare la “qualità” della differenziata

I ragazzi delle scuole di Rango in visita alla mostra Un camion scarica il vetro nel Centro Integrato per il Trattamento Rifiuti di Zuclo

Raccolta differenziata carta presso il Centro Trattamento Rifiuti di Zuclo

Da sinistra l’arc. Polla, l’Ass, all’ambiente Pat Pacher, la Pres.della Comunità Ballardini, l’ing. Castellani e l’Asses. filiera dei rifiuti della Comunità Tarolli

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NOVEMBRE 2012 - pag. 29 Società

Forse perché le onde del ri-cordo ogni tanto svelano pro-fonde appartenenze e, magari per talune nostalgie in riemer-sione, ecco, ti trovi a ridiscu-tere sul modello da perseguire per andare avanti, riosservare le storie di un passato prossimo mai dimenticato. Dentro le storie di ieri ancora risiedono le facoltà sensibili dei giorni che stiamo vivendo e spesso, come un bagliore improvviso, te ne rendi conto con sorpresa: come è succes-so a me parlando con l’amico Lodovico Amistadi, da sempre operatore turistico di Roncone, oggi nonno sereno di 4 nipoti e pensionato sorridente. Mentre lo senti parlare della lunga storia della sua famiglia, da tre generazioni dedita ad as-sicurare ospitalità ed impegno nella ristorazione, capisci che

le cose importanti sono quelle che scatenano anche un brivi-do di solennità nel ricordo, che con semplicità lasciano muo-vere sensazioni vere e sincere. Con poche parole ecco appare una “vicenda” che compren-de tre generazioni appunto: il papà Arrigo, classe 1910, ha sperimentato da bambino la condizione disperata della guerra 1915-1918; successiva-mente come molti giovani pie-ni di speranza ha dovuto fare i conti con un’epoca necessaria-mente difficile e attraversata dalla povertà, in un momento di ricostruzione. Il suo primo lavoro, fra i più tradizionali del mondo alpino, fu quello di “vachèr”, un lavo-ro certamente impegnativo e duro che tuttavia gli garantiva una sostanziale dignità econo-mica.

Qualche tempo dopo conosce la giovane e bella Liduina Ar-mani (1909) di Agrone e con lei intensamente decide di met-tere su famiglia.Da quella unione nascono nel 1946 il primogenito Lodovico ed Enzo nel 1949.Passa il tempo e verso la metà degli Anni ’40, poco dopo la fine della seconda guerra mon-diale, ad Arrigo, con la sua Li-duina, viene in mente di dare corso ad una nuova e promet-tente attività improntata all’ac-coglienza alberghiera. Fu così che, nella storica Piaz-za Dante di Roncone, quasi in fronte all’uscita della salita del-la Grosta, ricavata negli ampi vani situati al piano terra della casa paterna, dopo le sistema-zioni, le rinfrescature e gli ar-redi, prende avvio la moderna “Trattoria Commercio”.

Naturalmente le frequentazioni iniziano e proseguono con rit-mo sempre maggiore trasfor-mando quel luogo di ospitalità per forestieri, ma anche ritrovo per paesani e valligiani, in un punto d’incontro e di socialità, per il benessere della giovane famiglia e della comunità in-tera.Da allora, fino al 1975, mam-ma Liduina ha reso un servizio encomiabile alla popolazio-ne garantendo l’immancabile cordialità ed esprimendo tanta passione per quel lavoro dive-nuto parte della sua esistenza. Profumano di fragranze lontane le carte ingiallite, i documenti e gli attestati di benemeren-za dei genitori, che Lodovico mi mostra durante il nostro colloquio, emanano riflessi di un tempo da pionieri svelano discretamente date e nomi di

persone sconosciute. I primi villeggianti, ad esempio, sono quelli che si spostano dalla vi-cina Lombardia; in particolare soggiornano alla Trattoria per molte stagioni estive i signori Sfondrini, di Abbiate Grasso. … Quante presenze e quanta poca solitudine in quegli anni …L’attività si conclude a metà degli Anni Settanta, quando il segno della modernità esige ulteriori passaggi e forme di sviluppo. Anticipando di alcuni anni questo momento di trasfor-mazione sociale ed economi-ca, il ventenne Lodovico, nel 1966, affascinato ed affezio-nato all’attività intrapresa un tempo dai genitori alla Trat-toria Commercio, decide pure con qualche ansia in cuore di espandere quel lavoro così gratificante acquistando dal-le sorelle Oliana, cugine del papà, l’Albergo Roncone che farà funzionare ad iniziare dal 1967. In quel periodo conosce Alida Bazzoli anche lei di Ronco-ne che nel 1969 diviene sua sposa, poi la mamma dei loro tre figli: il primo in onore del nonno viene chiamato Arri-go (1970), poi sarà la volta

di Elvira (1972) e, nel 1976, arriva Vitale. Ora, da alcuni anni, sono proprio i tre figli, ognuno con le specificità professionali e le personali attitudini, a gestire l’Albergo Roncone, un luogo di acco-glienza turistica divenuto nel tempo fra i più riconosciuti della Valle del Chiese. Da Arrigo e Liduina, da Lo-dovico e Alida, da Arrigo El-vira e Vitale, davvero viene un insegnamento profondo e stimolante; una famiglia per tre generazioni e con conti-nuità è riuscita ad esprimere vocazione e ottima qualità nel proprio lavoro … Quasi 70 anni dividono l’inizio di questa storia dai giorni nostri e dalla Trattoria Commercio all’Albergo Roncone di ac-qua sotto i ponti ne è passata tanta … Certo nel frattempo ci sono voluti impegno, sacri-ficio, disponibilità ed intensi-tà di ogni genere; tutte com-ponenti che hanno fatto parte del bagaglio di viaggio. Un ingrediente infine appare ve-ramente come il motore per tutte le azioni della Famiglia Amistadi, “il Sentimento” e quello, ieri come oggi, davve-ro non è mai mancato. Lunga vita all’Albergo Roncone.

Albergo Ronconeuna storia lunga tre generazioniSarà anche vero che il mondo contemporaneo si

manifesta ormai prevalentemente nella sua for-ma di progressiva e sempre più frammentaria

trasformazione, dove si vedono avanzare giorno per giorno nuove modalità nei rapporti interpersonali,

dove sembra ormai smarrita la facoltà di rimanere sta-bilmente affezionati a qualcuno o qualcosa, dove tutto appare superficiale agli occhi e al cuore di noi moderni abitanti di questo piccolo pianeta. Eppure, alla prova dei fatti, non è così!

Una struttura storica per il turismo dell’Alto Chiesedi Alessandro Togni

Page 30: Giornale delle giudicarie novembre 2012

pag. 30 NOVEMBRE 2012

Una fi liera cortissima, dunque, tutta trentina, che azzera la di-stanza tra produttore e consu-matore. “Prima abbiamo avuto l’idea di coltivare il grano in proprio – spiega Cantonati – poi quella di integrare l’attività di ristora-zione con quella della pizze-ria”. Idea che nasce da una tra-dizione di famiglia. La mamma di Luigi e quella della moglie Sonia, originarie del Bleggio, raccontano che un tempo, i ter-

reni venivano seminati prima a grano, poi, una volta tagliato e raccolto il cereale, seminati una seconda volta con le patate che nella prima stagione cre-scevano piccole diventando la

semina dell’anno successivo. Di generazione in generazione, gli stessi campi sono tornati ora a produrre chicchi di grano che, una volta macinati, pas-sano alle abili mani dei volti femminili della nuova pizze-ria: Sonia, padrona di casa, e Beatrice, valida collaboratrice. Entrambe, dopo aver effettuato corsi specifi ci, sono ora novel-le pizzaiole. A loro il compito di trasformare la farina nel giu-sto impasto per le pizze. Si rin-salda così, anche nel piatto più italiano di tutti, quel connubio qualità-tipicità-familiarità che ha contraddistinto la ristora-zione de “Il Favo” fi n dalla sua nascita. Fiore all’occhiello del-l’omonima azienda agricola di Villa Rendena, circondato dal verde e costruito con un’atten-zione particolare alla bioedili-

zia e al risparmio energetico, il ristorante fa parte del circuito degli agriturismi del Trentino che, come prevede il discipli-nare, sono tenuti a cucinare uti-lizzando quasi esclusivamente prodotti del Trentino.

Parallelamente alle pizze, continuano le proposte del ri-storante, attente alla valoriz-zazione delle produzioni del territorio e della stessa azienda agricola, che vedono nei primi rigorosamente “fatti in casa” e

nei dessert i piatti di punta. Il tutto, con la particolarità della farina bianca prodotta diretta-mente dalla famiglia Cantonati che, mescolata con altre nu-trienti farine, rende ancora pià genuine le pietanze cucinate presso “Il Favo”.

Apertura: tutto l’annoGiorno di chiusura: lunedì Prenotazioni: 0465 321345 - 333 3019157cantonatiluigi@infi nito.itwww.agriturilfavo.com

Il ristorante-agritur “Il Favo” è ora anche pizzeriaLe pizze sono realizzate con un impasto “speciale” di grano coltivato nel Bleggio

Società

A cinque anni dalla sua apertura e inaugurazione, il ristorante-agritur “Il Favo” di Villa Rendena, che ha fatto della cucina tipica di qualità e di un’ampia pro-posta di prodotti “made in Trentino” il suo tratto di-stintivo, è diventato anche pizzeria. Da alcuni giorni, infatti, l’attività della famiglia Cantonati propone, ac-

canto al menu del ristorante, quello della pizzeria, una pizzeria che ha una particolarità unica, racchiusa nel-l’impasto prodotto con il grano delle Giudicarie Este-riori; precisamente del Bleggio dove Luigi Cantonati e la sua famiglia coltivano il grano dal quale ricavano, poi, la farina bianca per creare fragranti pizze.

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A Villa Rendena, il piatto più italiano che ci sia diventa “km 0”

Inaugurata a Madonna di Campiglio la mensa scolastica che fornirà il pasto a cir-ca 70 ragazzi della scuola primaria e se-

condaria di primo grado. In via provvisoria, mentre si attende la realizzazione del polo scolastico nell’Area ex centro Coni, la men-sa è stata ricavata nella struttura del Colarìn, all’ingresso meridionale del paese. Un nuovo tassello che va ad impreziosire «un servizio delicato ed importante per il supporto forni-to alle famiglie nell’alimentazione equilibrata dei fi gli», come sottolineato dalla Presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Bal-lardini, e che «per i numeri di rilievo e la dif-fusione che lo caratterizzano (250.000 pasti all’anno serviti nelle 23 mense) rappresenta un importante onere gestionale in carico alla Comunità di Valle impegnata nel dare risposta e soddisfazione ad oltre duemila famiglie». «Un servizio improntato alla qualità e alla salu-brità del menù proposto – ha continuato la Pre-sidente Ballardini- che predilige l’utilizzo di pro-dotti biologici e del territorio trentino che trova garanzia nella rigidità del capitolato d’appalto vinto da un’azienda seria e con esperienza come Risto3 e dalla competenza di chi ha lavorato per individuare i migliori pasti ai nostri giovani. Un servizio di supporto concreto e di qualità per le nostre famiglie che, da quest’anno pur a fronte di un calo di risorse fi nanziarie, abbiamo avuto la possibilità e la forza di estenderlo anche a chi vive a Madonna di Campiglio al cospetto delle Do-lomiti di Brenta». Per quanto riguarda la mensa di Madonna di Campiglio per il momento non è supportata da una cucina e quindi i pasti vengo-no trasportati dall’esterno. Una situazione tem-poranea che verrà ulteriormente migliorata dalla realizzazione del nuovo polo scolastico (dove saranno predisposte una cucina e tutti gli spazi necessari) nell’Ex Area Coni sotto la Direzio-ne ai lavori dell’uffi cio tecnico della Comunità delle Giudicarie e che, se non ci saranno impe-dimenti dovrebbe poter ospitare asili, scuole pri-marie e secondarie già da settembre 2014, dove saranno predisposte una cucina e tutti gli spazi necessari. «Io credo che pur nella provvisorietà, questa mensa non abbia nulla da invidiare ad altre strutture che abbiamo aperto recentemente sul territorio» ha sottolineato l’Assessore della

Comunità all’assistenza scolastica Flavio Ric-cadonna. «Se a questo aggiungiamo un ottimo capitolato d’appalto, l’esperienza della ditta che lo gestisce, e i controlli che sono in atto per ga-rantire il rispetto degli standard credo si possa dire di poter fornire un servizio di ottima qua-lità, nonostante il pasto sia trasportato». Inol-tre «i menù, predisposti in collaborazione con l’Azienda provinciale per i Servizi Sanitari di Trento e con il servizio di dietetica e sicurezza alimentare della cooperativa che gestisce il ser-vizio per conto della Comunità secondo le più recenti indicazioni dietetiche, sono strutturati su una rotazione stagionale per garantire una alimentazione varia ed equilibrata e forniscono indicazioni importanti per un corretto approccio dei ragazzi con l’alimentazione. In quest’ottica abbiamo pensato di organizzare alcuni incontri rivolti a genitori ed insegnanti, nella consapevo-lezza che la mensa scolastica svolge un impor-tante compito di educazione alimentare e che sia dunque necessario offrire una conoscenza dei principi ispiratori del servizio, della sua or-ganizzazione e del sistema di controllo attiva-to a garanzia della sicurezza e della qualità dei pasti quotidianamente erogati ai nostri ragazzi, offrendo un’occasione educativa, di informa-zione nutrizionale e di interazione a famiglie e alla scuola». A coronamento dell’inaugurazione la grande e unanime soddisfazione espressa dal dirigente scolastico Pizzini, dall’assessore del Comune di Ragoli Tullio Serafi ni, dal vicesin-daco di Pinzolo Valter Vidi, da insegnanti e da genitori che «possono benefi ciare di un servizio tanto utile quanto atteso».

Una nuova mensa a Madonna di CampiglioUn servizio gestito dalla Comunità delle Giudicarie

che coinvolge più di 70 ragazzi

Page 31: Giornale delle giudicarie novembre 2012

NOVEMBRE 2012 - pag. 31 Attualità

Al nostro Pierino non manca l’intraprendenza ed agli inizi degli anni ’50 apre un piccolo negozio di frutta e verdura a Bondo-ne, ma con i grandi lavori in Val di Daone si trasferi-sce lassù come spaccista. Quella valle è la sua di-mora da oltre 50 anni; fi-niti i lavori: apre il rifugio “da Pierino” in Bissina e con la moglie Lucia inizia la conduzione estiva.Al rientro a Bondone d’in-verno eccolo negli anni ’60, con la sua mitica mul-tipla a trasportare i bam-bini dell’asilo da Baitoni a Bondone e la gente dei

due paesi che ha bisogno del suo servizio. Termina-ta la parentesi di tassista Pierino, sempre nel perio-do invernale non riposa e parte a fare le stagioni come cuoco… ma all’ini-zio della primavera è sem-pre lassù a Bissina a fare il muratore e il carpen-tiere per migliorare e in-grandire la sua attività di ristoratore…Le tante edizioni della sua mostra micologica nel mese di settembre sono storiche ed indimentica-bili!Pierino è un vulcano di idee e i suoi ricordi dei

tanti anni passati lassù li vuole mettere per iscritto ed eccolo coautore con Alessandro Togni del libro “Valle di Daone o delle Sorgenti nel Giardino dei Ginepri”.Ma nella mente e nel cuore di Pierino, ci sono sempre i ricordi di gioventù, la sua vita di carbonaio: non vuo-le e non può dimenticare il lavoro secolare dei suoi padri e compaesani ed ecco che viene editato il secondo libro “Ricordi di un car-bonèr”, dove è racchiusa la vita lavorativa dei car-bonai di Bondone. Pierino ha presentato recentemen-

te una serata sui Carbonai della Val Marcia organizza-ta dalla SAT di Fiavè. L’au-ditorium era stracolmo e la gente pendeva dalle sue labbra, attenta e commos-sa ai racconti presenti nel libro.Nel frattempo Pierino rea-lizza un altro suo sogno, lì dove c’è il piccolo bar alla Diga di Bissina costruisce il GARNI’ gestito dalla fi-glia Silvia e quasi alla so-glia degli anni 80, dà alle stampe il terzo libro “50 anni da Pierino”. È vero, Lui è la storia della Valle di Daone da oltre 50 anni. È un’enciclopedia, sempre

pronto a raccontare agli ospiti con affabilità e genti-lezza i grandi lavori che ha visto realizzare e la vita di carbonèr della sua gioven-tù.Tanti passaggi televisivi che lo hanno visto prota-gonista, ultimo il docu-mentario di Katia Ber-nardi: “Gli uomini della luce”, che descrive i lavo-ri della Valle di Daone, di Santa Giustina e di Santa Massenza. Pierino ad ot-tant’anni passati è sempre lì al banco del bar ancora la mattina presto, a servi-re cappuccini e fette delle sue favolose crostate.

Pierino ha avuto sempre l’aiuto insostituibile della moglie Lucia, che con i figli Silvia e Andrea sono sempre lì ad aiutare quel papà… che non sta mai fermo… che tutti i giorni ne inventa una… Pierino, nella sua vita ha avuto tanti maestri, umilmente li ha ascoltati e possiamo dire, facendo questa breve panoramica della sua vita, che li ha superati.Congratulazioni CAVA-LIERE PIERINO MAN-TOVANI

Gianpaolo e Angelo

Pierino, da Carbonèr a CavalierIl noto ristoratore insignito dell’onorificenza di cavaliere

Congratulazioni Pierino, da Carbonèr a Ca-valier: titolo onorifico di cui è stato insi-gnito nel 2012. La vita del noto ristoratore

del Rifugio da Pierino a Malga Bissina, Valle di

Daome, è come un romanzo. In gioventù carbo-naio, partiva con la sua famiglia, che si spostava ogni stagione, sui monti del Trentino a fare il lavo-ro del papà Andrea.

Valle del Chiese 8.9.15.16.22.23.29.30 dicembre 2012

COMUNEdi CIMEGO

Valle del Chiese 8.9.15.16.22.23.29.30 dicembre 2012

UNA GIORNATA UN PO’ SPECIALE PER CIRCOLI, GRUPPI ANZIANI, ASSOCIAZIONIPer gruppi ed associazioni abbiamo pensato ad una proposta interessante invitandoli a trascorrere una giornata in un atmosfera unica:

• partenza in mattinata con pulmino;• visita ai Mercatini di Natale di Cimego;• Pranzo tipico all’insegna della tradizione con la degustazione delle Polente Tipiche della Valle del Chiese (Carbonera, Macafana e di Patate) accompagnate da contorni e carni, un buon bicchiere di vino, acqua, dolcetto tipico e caffè;• Nel pomeriggio visita guidata a Casa Marascalchi a Cimego oppure possibilità di visitare suggestivi presepi sulle fontane a Condino in Valle del Chiese inseriti nell’evento “2012 anni fa” ed un interessante mostra di artisti nella Chiesa di San Barnaba a Bondo con il Mistero della Natività. • Degustazione con prodotti trentini gentilmente offerta dallo sponsor “Supermercati Conad” di Cimego.Prezzo per persona comprensivo (trasporto, visita ai mercatini, pranzo tipico al ristorante, visita guidata a casa Marascalchi, degustazione-merenda): 28,00 €

Per info e prenotazione contattare il comitato organizzatore al numero 345. 0208056

I quattro fine settimana che dall’Immacolata conducono alla fine dell’anno, si tra-sformano a Cimego in al-trettante occasioni per una passeggiata, affascinante e romantica, tra un vicolo e l’altro, un androne e un sottopasso, un cortile e una cantina addobbati a festa. Tra piccoli angoli caratte-ristici nei quali, ad orario continuato, dalle 11 alle 20, è possibile curiosare e gu-stare. Curiosare tra i prodot-ti dell’artigianato (sculture, pitture, decorazioni, bocce in vetro decorato e intrec-ci di cesti, composizioni di fiori e materiali naturali, spezie, oggetti d’arredo) che hobbisti, professionisti e artisti locali da genera-zioni creano con immutata passione. Gustare le molte specialità enogastronomi-che della zona (la famosis-sima farina gialla di Storo, i

formaggi, il pesce salmerino e la saporita spressa di Ron-cone, il miele, le marmella-te e gli sciroppi) prodotte e plasmate nel rispetto della tradizione.Ogni giorno a pranzo, viene servita ‘sua maestà’ la po-lenta della Valle del Chiese, quella famosa tratta dalle pannocchie “rosse”, decli-nata per l’occasione in ben 3 diverse specialità: carbo-nera, macafana e di patate. E verso sera, a scaldare il freddo ma suggestivo fred-do invernale, tra le contrade arrivano, appena sfornati, piatti caldi di minestre, zup-

pe e dolci natalizi.Un evento unico quello di Cimego, raccolto e suggesti-

vo, che permette di immer-gersi in una calda atmosfera dove anche i più piccoli, in

una struttura loro dedicata, vengono coinvolti e cocco-lati con laboratori, giochi e spettacoli studiati ad hoc, nella magica attesa di Santa Lucia e Babbo Natale.D’intorno, tra cori e musi-che natalizie che trasmetto-no amore, gioia e serenità, danzano, attese ma imprevi-ste e sempre un po’ temute, le streghe, che qui, ben ol-tre le leggende, si sa, erano di casa. Quasi 40 espositori (principalmente locali) coin-volti nelle cantine, androni, portici ad esporre golosità e prodotti tipici della Valle del Chiese e del periodo natali-

zio, oltre a raffinati lavori di decupage, arte legno, com-posizioni floreali, articoli natalizi, ricami, merletti e molto altro ancora... Ai Mercatini di Natale di Cimego: artigianato artisti-co di qualità, prelibatezze enogastronomiche, idee per regali originali e un ricco programma collaterale.Per spolverare con un pizzi-co di magia la festa più atte-sa dell’anno.

Aperti ad orario continua-to dalle 11 alle 20.Nei 4 fine-settimana di di-cembre:sabato 8 e domenica 9sabato 15 e domenica 16sabato 22 e domenica 23sabato 29 e domenica 30Informazioni: www.mercatinicimego.it Consorzio Turistico Valle del Chiese: 0465.901217, www.visitchiese.it

A Cimego torna la magia del NataleAnche per le Feste 2012 torna il Mercatino di Natale di Ci-mego. Le magiche atmosfere natalizie trovano in questo bor-go della Valle del Chiese, i giusti spazi per diffondersi, in un caleidoscopio di musiche e colori, sapori e profumi. In parti-

colare, nel suo antico borgo di Quartinago, caratterizzato da strette e ripide vie sulle quali si affacciano corti trecentesche, sottoportici e abitazioni massicce, nel quale si ripete il rito dei Mercatini di Natale… Ed è subito magia.

Nel Borgo di Quartinago. Tra i fumi della polenta, danzano le streghe nei 4 fine-settimana di dicembre 8/9 – 15/16 – 22/23 – 29/30

Page 32: Giornale delle giudicarie novembre 2012

pag. 32 NOVEMBRE 2012

Subito c’è stato un accordo di intenti e di prospettive con Nuvola Rossa, associa-zione attiva in campo spor-tivo (con corsi di Yoseikan Budo dedicati a bambini, ragazzi ed adulti, anche al-l’interno delle scuole, non-ché impegnata nella dif-fusione della pratica dello Yoga), in ambito culturale (impegnata nello sviluppo

di tematiche filosofiche, storiche e letterarie) e so-ciale (numerose le attività a scopo umanitario in India, Tibet ed Europa dell’Est). L’accordo ha dato vita, in-fatti, ad una programmazio-ne di concerti che prenderà il via già da novembre 2012. “Bagno di suoni: un viaggio incredibile tra il sonno e la veglia” con i Gong e altri

strumenti ancestrali a cura di Nicola Renica, è il primo concerto che si terrà nel-la calda cornice di Palazzo Bertelli a Caderzone Ter-me, in collaborazione anche con Terme Val Rendena, il 10 novembre 2012 alle ore 20.30.A seguire, il 24 novembre alle 20.30, questa volta presso la Scuola Musicale

Giudicarie, “Bhajan Cele-bration”, canti devozionali dell’India con musica dal vivo, a cura di Luz Amparo Osorio.Nel 2013, invece altri tre appuntamenti vedono af-fiancate SMG e Nuvola Rossa, sempre presso la Scuola Musicale Giudica-rie alle 20.30: il 23 febbraio con “J.S.Bach: ascolto pro-

fondo ed emozioni”, a cura dell’Ensemble Scuola Mu-sicale Giudicarie; il 23 mar-zo “Musica e Magia Celti-ca”, con Alexandra Selleri all’arpa celtica e Sergio La Vaccara al violino; infine l’11 maggio “Danzare Li-lith: alla scoperta della pro-pria femminilità”, a cura di Elisabetta Ghetti.Altre collaborazioni sono

frutto di relazioni ormai consolidate nel tempo: quella con la Parrocchia di Tione in occasione di San-ta Cecilia il 22 novembre 2012, con i Cori di SMG sede Tione, quella con l’Anffas per il laboratorio di musica con Figurenotes, quella con il Centro Diurno di Villa Rendena e il Centro di Salute mentale di Tione di Trento, quelle con gli Istituti Comprensivi per i progetti nelle scuole, con le Scuole Materne e gli Asi-li Nido, con l’Università della Terza Età e del Tem-po disponibile di Pinzolo e Roncone, con l’Orchestra Haydn per la stagione di concerti a Tione. Novità di quest’anno sono invece le collaborazioni con il Centro Servizi Cultu-rali Santa Chiara di Trento per la rappresentazione de “La favola del Re silenzio-so” per le Scuole materne indicativamente nel prossi-mo aprile, nonché “eLEG-GERE LIBeRI”, concorso promosso dalle Biblioteche di Tione, Pinzolo, Bibliote-ca di Valle delle Giudicarie Esteriori, Servizio biblio-tecario Valle del Chiese in collaborazione con la Scuo-la Musicale Giudicarie, che vedrà la sua conclusione in maggio con una giornata ricca di iniziative e spetta-coli.Evento che vedrà impegnati gli allievi, gli insegnanti e i soci di SMG sarà l’annuale Assemblea dei soci, che si terrà il 7 dicembre 2012 alle ore 18.30 presso l’Audito-rium Guetti di Tione. Il 22 dicembre, presso la Chie-sa Parrocchiale di Storo, si terrà la consueta rassegna del Coro Valchiese a cui parteciperà anche il Coro Voci Bianche di SMG sede di Storo. Accanto a questi ci saranno i consueti saggi del periodo natalizio delle sedi di Tione e di Storo/Bagoli-no. Infine vi sono i nuovi corsi in partenza in questi giorni, a testimonianza della “viva-cità” di SMG verso il terri-torio: a Storo musica-danza giocando; a Tione “Baby la-la” per i più piccoli (da sei mesi a due anni), danza ol-tre i sessant’anni e un nuo-vo corso di canto moderno.

Cultura

Smg, tanti concerti e iniziative

Per i 30 anni la Scuola Musicale delle Giudicarie mette in campo tanti progetti facendo “rete” con le associazioni del territorio

Per celebrare trent’anni di musica e iniziative educa-tive e culturali, la Scuola Musicale Giudicarie mette in risalto la sua programmazione annuale sottoli-neando le importanti collaborazioni con altre realtà

culturali del territorio. SMG tesse quindi una “rete” con trame di musica e danza, esaltando l’importan-za dell’educazione alla creatività e della formazione estetica in tutte le età.

L’Orchestra regionale Haydn di Bolzano e Trento torna con un’interes-sante proposta per la prossima stagione di concerti a Tione, che si svilup-perà tra novembre e maggio con sei appuntamenti.L’apertura è prevista il 17 novembre con un appuntamento che vede protagoniste le prime parti dei Fiati dell’Orchestra, impegnate in un programma all’insegna del ‘900 con musiche di Ravel, Shostakovich, Gershwin e Piazzolla.Anche quest’anno vi sarà poi la possibilità di partecipare ad un concerto a Trento, il 23 gennaio 2013, all’interno della stagione dell’Orchestra nel capoluogo, con un program-ma che vede nella prima parte un nuovo brano del compositore trentino A. Casagrande commissionato dalla Haydn, accanto al Concerto per pianoforte e strumenti a fiato di Stravinskij, mentre nella seconda la famosa Suite della Carmen di Bizet.Come lo scorso anno sarà possibile per gli abbonati, e coloro che compreranno il bi-glietto, usufruire del servizio pullman messo a disposizione dall’Orchestra, da Pinzolo a Trento e ritorno. Il pullman partirà alle ore 19 da Pinzolo, effettuerà le fermate in Val Rendena, a Tione e Ponte Arche. Per questo si richiede di prenotarsi presso la segreteria della Scuola Musicale Giudicarie entro e non oltre martedì 15 gennaio 2013.Martedì 19 febbraio 2013 l’Orchestra arriva a Tione al completo per l’esecuzione di un programma variegato, che spazia dal romanticismo di Bruch (Concerto per violino), Weber (Ouverture del Freischuetz), Smetana (con la celeberrima Moldava) e Strauss (Tritsch-Tratsch Polka e il valzer Rose del Sud) al classicismo di Mozart con l’Ouver-ture Le nozze di Figaro.Novità di questa stagione sarà il concerto pomeridiano dedicato alle famiglie: sabato 9 marzo 2013, alle ore 17, è prevista infatti l’esecuzione de L’apprendista Stregone di P. Dukas, da parte dei fiati dell’Orchestra, con la partecipazione di Luciano Gottardi ed i suoi burattini.Mercoledì 10 aprile 2013 verrà proposta invece una delle opere più significative del primo ‘900, Das Lied von der Erde di G. Mahler, nell’arrangiamento di Schoenberg.La stagione si conclude con il concerto del 21 maggio 2013 presso la Chiesa di Tione, con un programma che vedrà protagonista il barocco nella prima parte (Bach, Haendel, Corelli) e nella seconda la sinfonia “Praga” di Mozart.A partire da lunedì 5 novembre 2012 fino al 16 novembre 2012 la segreteria della Scuola Musicale Giudicarie sarà a Vostra disposizione per consentirvi di sottoscrivere l’abbonamento alla stagione Sinfonica dell’Orchestra Haydn a Tione. Sarà inoltre pos-sibile abbonarsi anche la sera stessa del primo concerto (17 novembre 2012) presso la biglietteria dell’Auditorium Guetti.Orario di apertura al pubblico della segreteria SMGLunedì-martedì-giovedì dalle 09.00 alle 11.30 – dalle 16.00 alle 19.00; venerdì dalle 09.00 alle 11.30 – dalle 16.00 alle 17.30.Abbonamento: intero € 30,00 (4 concerti all’Auditorium di Tione, 1 concerto al S. Chiara a Trento e 1 in Chiesa a Tione – gratuito)ridotto (studenti fino a 25 anni e over 65) € 18,00prezzo riservato all’abbonato della Stagione di prosa Tione/Pinzolo/Spiazzo € 22,00Biglietto: intero € 15.00 - ridotto (studenti fino a 25 anni e over 65) € 8.00biglietto unico Concerto per famiglie (09/03/2013) € 5 a personaSi ricorda che il concerto del 21 maggio 2013 nella Chiesa Parrocc. di Tione è gratuito.VENDITA BIGLIETTI:La sera del concerto presso la biglietteria dell’Auditorium.Per il concerto del 23 gennaio 2013 a Trento si potrà acquistare il biglietto giovedì 10, venerdì 11, lunedì 14 e martedì 15 gennaio 2013 presso la Scuola Musicale Giudicarie negli orari di segreteria.

Sei appuntamenti con l’Orchestra Haydn

Sabato 17 Novembre 2012, ore 20.30 Auditorium Istituto d’Istruzione Superiore “L.Guetti”

Mercoledì 23 Gennaio 2013, ore 20.30 Trento AuditoriumPer l’occasione sarà messo a disposizione un autobus per il trasferi-mento a Trento. Prenotazioni del pullman entro martedì 15 gennaio 2013, presso la Scuola Musicale Giudicarie

Martedì 19 Febbraio 2013, ore 20.30 Auditorium Istituto d’Istruzione Superiore “L.Guetti”

Sabato 9 Marzo 2013, ore 17.00 Auditorium Istituto d’Istruzione Superiore “L.Guetti” - Concerto per famiglie

Mercoledì 10 Aprile 2013, ore 20.30 Auditorium Istituto d’Istruzione Superiore “L.Guetti”

Martedì 21 Maggio 2013, ore 20.30 Chiesa Parrocchiale di Tione

DIRETTORE SOLISTI PROGRAMMAE n s e m b l e Primi Fiati dell’Orche-stra Haydn

M. Ravel: Le Tombeau de Coupe-rinD. Shostakovich: Walzer n.2 for Jazz OrchestraG. Gershwin: Un americano a ParigiA. Piazzolla: Tango Suite

DIRETTORE SOLISTA PROGRAMMAGeorge Pehlivanian

Giuseppe Albanese (piano)

A. Casagrande: Nuova composi-zione (comm. Haydn)I. Stravinskij: Concerto per pianoforte e orch. fia-tiG. Bizet: Carmen (Suite)

DIRETTORE SOLISTA PROGRAMMAThomas Mandl Pavel

B e r m a n (violino)

C.M. von Weber: Ouverture „Der Freischuetz“ M. Bruch: Concerto per violino n. 1 W.A. Mozart: Ouver-ture „Le nozze di Figaro“ J. Strauss: Intermezzo da „1001 Nacht“, „Trit-sch-Tratsch-Polka“, „Rosen aus dem Sueden“ F. Smetana: La Moldava

DIRETTORE SOLISTA PROGRAMMAEnsemble Primi Fiati del-l’Orchestra HaydnLucia-no Gottardi (burattini)

P. Dukas: L’apprendista stregone

DIRETTORE SOLISTA PROGRAMMAThomas Mandl S. Kotina, mezzo-

soprano G. V. Hum-phrey (tenore)Prime parti della Haydn

G. Mahler: Das Lied von der Erde (arr. A. Schoen-berg)

DIRETTORE SOLISTA PROGRAMMAStephan Tetzlaff

Soprano da def.

A. Corelli: Concerto grossoJ.S. Bach: Cantata „Vergnuete Ruh, beliebte Seelenlust“G.F. Haendel: Concerto grossoW.A. Mozart: Sinfonia 38 in re magg. K504 „Praga“

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NOVEMBRE 2012 - pag. 33

Francesco Guardi nella terra degli aviDipinti di figura e capricci floreali

TRENTOCastello del Buonconsiglio6 ottobre 2012 - 6 gennaio 2013

SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Provincia autonoma di Trento

in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia

InfoCastello del BuonconsiglioVia Bernardo Clesio, 5 - TrentoTel. 0461 233770 - Servizi educativi 0461 [email protected] - www.buonconsiglio.it

Castello del Buonconsigliomonumenti e collezioni provinciali

Oraridal 6 ottobre al 18 novembre 10.00-18.00dal 20 novembre al 6 gennaio 9.30-17.00Giornate di chiusura: tutti i lunedì non festivi, 25 dicembre 2012 e 1 gennaio 2013

Mostra organizzata daSoprintendenza per i Beni Storico-artistici

Anni ed anni di proiezione di sè verso le nuove generazioni, con intensa professionalità, ma soprattutto con quella costante attenzione a sentirsi a servizio delle nuove generazioni da far crescere secondo le loro specifiche esigenze nel chiaro riflesso dei continui cambia-menti della società.Ma l’impegno nella Scuola non è stato sufficiente per una persona che sentiva l’anelito al sociale con una intensità inusitata. Fin da giovanissi-ma fa parte del movimento femminile della democrazia cristiana diventandone subito una solerte animatrice con una donazione di sè che ha avuto quasi dell’inverosimile, specie in considerazione del fatto che la sua vita ha avuto appena la durata di un soffio: ci verrà tol-ta, infatti, a soli 49 anni, il 31 maggio 1992.Ho qui sulla scrivania giorna-li e riviste che parlano di lei, ma tutti dalle date sorpassate. Non vorrei che Amelia rima-nesse nascosta su quella carta stampata che parla bene di lei, ne elenca doti e meriti, ma che rimane fredda e silenziosa se posta nei raccoglitori dei ricor-

di senza che nessuno sappia mai farla rivivere fra di noi, in modo particolare riportando alla luce il sua entusiasmo, la sua capacità di lottare, il suo intuito nel vedere come si deve operare per il pubblico bene, per la gente. Il suo motto è sta-to: «La persona deve essere al centro di tutto il nostro agire politico, l’uomo comunque la pensi, la gente qualunque essa sia: se vogliamo servirla nei migliori dei modi, dobbiamo innanzitutto rispettarla...». Su questa base ha tessuto il suo andirivieni di paese in pae-se, sempre a contatto con più persone poteva, accalorandosi nel prospettare ciò che c’era da cambiare, ciò che c’era da fare, ciò che c’era ancora da studiare e da scoprire. In quei decenni - dal 1970 al 1990 - furono anni di lotte, di contrapposizioni, di impegni davvero personali che presupponevano coraggio e costanza, ed anche l’ama-rezza dell’incomprensione e

dell’avversione. Ma Amelia non ha conosciuto mai la “de-fezione”: sempre pronta al suo posto - sia nel Comitato Politi-co Provinciale del movimento femminile, sia nel Compren-sorio delle Giudicarie come Assessore alle Attività Sociali, come in qualsiasi altra incom-benza - con la forza del suo carattere, con il sostegno delle sue irremovibili convinzioni, con quella sua generosità che la portava a donarsi con sacri-fici non indifferenti per chiun-que avesse bussato alla sua porta. A già vent’anni dalla sua scomparsa - e si potrebbe dire a soli vent’anni - fa impressio-ne rileggere parole, commenti, saluti, auspici generosamente sgorgati dalla mente e dal cuo-re di amici ed autorità, ma è altrettanto scoraggiante la con-statazione che proprio in quel “mondo” (ambiente) in cui la sua personalità si espresse con il preciso intento di “dare” e di “costruire”... la sua figura

appaia quasi del tutto scom-parsa: nessuno ne parla più, nessuno ripropone i suoi stu-di e le sue intuizioni, nessuno sta costruendo sul suo passato, come non lo si fa sul passato di coloro che per le istituzioni (e per le formazioni politiche) hanno saputo dare tanto. Una delle testimonianze che ho sotto mano (datata 1992) dice: «Rimanga il suo insegnamen-to fatto di coerenza, umiltà, servizio e soprattutto rispetto per le istituzioni, rispetto per le persone». Sono doti che non vorremmo leggere soltanto sul giornale, ma che ognuno si au-gura di poter riscontrare in tutte le persone che stanno scenden-do in campo in questi delicati momenti di crisi per lo Stato, per la Provincia, per i Comuni, per le Comunità, per il mondo del lavoro e dell’occupazione, per le famiglie.Come risuona-no di piena attualità le parole, al suo funerale, dell’omelia di don Adolfo che così si espri-

meva: «In uno scritto Amelia scriveva: “È indubbio che la Val Rendena ha ormai rag-giunto livelli di benessere dif-fuso. Oggi vale la pena conti-nuare su questo cammino, o è meglio fermarsi e guidare uno sviluppo ordinato, omogeneo, che tenga conto della persona nella sua complessità, con par-ticolare attenzione alle fasce più deboli?”. E per la causa dei più deboli Amelia si è battuta nell’ordine delle idee, dei con-sigli, nelle situazioni particola-ri che avvicinava nelle scelte operative».Sono queste le intuizioni ed i comportamenti di chi ha pog-giato sugli indistruttibili pila-stri di “onestà, impegno, tra-sparenza” ogni atto della sua esistenza vissuta per gli altri. A suo ricordo ed a saluto di una persona rimasta emble-matica in tutte le Giudicarie non trovo di meglio che ri-portare ciò che di lei e per lei ha vergato - ancora allora, al

momento della sua scompar-sa - una penna di affermato scrittore: «Quando i riflettori di questo mondo si spengono, un’altra luce rimane accesa e risplende: è la luce dell’amore gratuito che s’è saputo dare, quella dei cuori che si è riu-sciti a riscaldare. È una luce che non si vede nel mondo della politica e della comuni-cazione di massa, quando le violente ed effimere luci dei riflettori sono accese, ma è una luce segreta che dà vita e gioia profonda, che riempie la nostra anima (...) sopratutto per chi spende nel Volontaria-to. È importante saper attinge-re a questa luce che permette di vedere la vita con gli occhi molto diversi da quelli aridi del mercato e del consumo in cui siamo immersi».È la luce di Amelia, che ci auguriamo possa continua-re a rimanere accesa dinanzi agli occhi di chi li sa mante-nere protesi a fissare ciò che è il “bene comune”, ossia ciò che è il meglio che si possa e si debba fare per essere se stessi e per adeguatamente convivere con e per il proprio prossimo.

Una vita tra impegno e amministrazioneDoveroso e sentito, nel ventesimo anno dalla morte, il ricordo di Amelia Campidelli: una delle personalità maggiormente incisive nella vita politico-amministrati-va delle Giudicarie nella seconda metà del secolo scor-so. Nata nel 1942, in una famiglia numerosa di Pelugo,

imposta subito la propria esistenza verso il mondo della scuola: diplomata alle Magistrali, insegnante alle Scuole Elementari, quindi laureata in lettere e professoressa alle Scuole Medie, nelle quali diventa Preside successivamen-te nelle sedi di Ponte Arche, di Tione e di Spiazzo.

Il ricordo di Amelia Campidelli, nel ventennale della scomparsa

Società

di Mario Antolini MusonAmelia Campidelli

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pag. 34 NOVEMBRE 2012 Attualità

Il Medico Veterinario è quindi un professionista il cui “sapere“ può spaziare, a seconda del settore di cui si occupa, dalla clinica e chi-rurgia degli animali, alla tutela del loro benessere e delle interazioni con l’uo-mo, alla tutela della salute e sicurezza alimentare di quest’ultimo, attraverso il controllo delle malattie in-fettive comuni ad entram-bi (zoonosi), e di quelle trasmesse con gli alimenti (tossinfezioni alimentari). Non ultimo, anzi sempre più importante, la sua profonda conoscenza del rapporto uomo – animale -ambiente,

gioca un ruolo importante nel valutare il possibile im-patto ambientale e la peri-colosità o meno di attività zootecniche/umane e/o di comportamenti più o meno virtuosi ai danni della natu-ra e di tutto ciò che ne fa parte.

Definita, ancorché som-mariamente, la poliedrica figura del veterinario è ora opportuno, per i lettori del Giornale delle Giudicarie, sapere a “quale veterinario” possa e/o debba rivolgersi o dove lo possa “trovare”.Sul territorio della Comu-

nità sono presenti i veteri-nari liberi professionisti, cui ci si può e deve rivol-gere per ogni necessità dei nostri animali, siano essi cani, gatti, altri animali d’affezione o animali del-l’’azienda agricola, bovini, ovicaprini, ecc. A tal propo-

sito, per gli animali d’affe-zione possiamo contare su una capillare rete di ambu-latori condotti da validis-simi professionisti, mentre per gli animali da reddito, l’assistenza zooiatrica è addirittura garantita da con-venzioni pubblico/privato che impegnano 3 colleghi ad essere, direttamente o indirettamente, sempre di-sponibili.Ai veterinari dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, meglio conosciuti come Veterinari ASL, ognu-no può o deve rivolgersi per le necessità riguardan-ti registrazioni, rilascio di documenti, effettuazione di esami di laboratorio, com-pra/vendite, rilascio di certi-ficazioni sia per gli animali che per i prodotti alimenta-ri, attestazioni / nulla osta/ pareri relativamente ad at-tività, manifestazioni che si intendono intraprendere con gli animali o per la rea-lizzazione, di stabilimenti, laboratori, per l’apertura di negozi , nei quali si produ-cano o si commercializzino prodotti di origine animale. Agli stessi ci si potrà rivol-gere per le verifiche di salu-brità/sicurezza e tracciabili-tà degli alimenti, per avere informazioni sull’etichetta-tura, così come per incon-venienti igienico sanitari

imputabili agli animali o loro prodotti, o dovuti agli insediamenti zootecnici, così come per l’assistenza sanitaria agli animali smar-riti, vaganti, di cui non sia possibile rintracciare il pro-prietario.A tal proposito, presso il Servizio Veterinario del-l’APSS, è attiva, durante l’orario di chiusura degli uf-fici, una segreteria telefoni-ca, che fornisce il/i numero/i di telefono del Veterinario in servizio di Pronta dispo-nibilità notturna/prefestiva e festiva, cui ci si potrà rivol-gere per i motivi anzidetti e comunque per ogni infor-mazione. I recapiti del Ser-vizio veterinario pubblico, così come dei colleghi ve-terinari liberi professionisti, possono essere anche forniti dai Corpi della Polizia Lo-cale, dai Vigili del Fuoco volontari, dalle Aziende di Promozione Turistica, dai Carabinieri.

L’indirizzo e i numeri di telefono del Servizio Vete-rinario dell’Azienda Sani-taria sono:Dipartimento di PrevenzioneUnità Operativa Igiene e Sa-nità Pubblica Veterinaria n. 5Via Presanella n. 1638079 Tione di TrentoTel. 0465 331490 – 331496Fax 0465 331499

Il Veterinario: quando/come, a quale e … perché rivolgersi a lui

Nell’immaginario collettivo, quando si parla, si vede, si pensa ad un veterinario, lo si associa indissolubilmente agli animali. E’ altrettanto vero, però, ancorché a molti sconosciuto, che fi n dagli albori della sua nascita come fi gura professionale si è occupato e sempre più lo fa, di Salute Pubblica, Igiene e Sicurezza Alimentare, tant’è

che al Medico Veterinario è affi dato il controllo della maggior parte delle produzioni alimentari , dagli stabili-menti di macellazione, ai laboratori di produzione delle carni, dei prodotti ittici, dei salumi, alle centrali del latte ed i caseifi ci, ai laboratori di produzioni dei gelati, dei prodotti dell’alveare, delle industrie di piatti pronti.

Alcune informazioni utili per la salute dei vostri animali

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NOVEMBRE 2012 - pag. 35

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pag. 36 NOVEMBRE 2012 Sport

18 dicembre 2012, una data importante, da segnare in agenda. A Madonna di Cam-piglio si disputerà la 3Tre, storico slalom nuovamente inserito, dopo sette anni, nel calendario della Coppa del Mondo di sci alpino. I grandi campioni torneranno a gareg-giare sul leggendario Canalo-ne Miramonti aggiungendo, nella storia del circo bianco, un’altra pagina di audaci im-prese sportive. L’Audi Fis Ski World Cup Night Slalom di Madonna di Campiglio, l’unica discesa tra i pali stretti in programma in Italia per la stagione di Coppa del Mondo 2012/2013, andrà in scena sotto le stelle, lungo 550 metri di pista illuminata, fino all’ultimo ardito muro che si affaccia sul parterre di arrivo e sul centro della loca-lità. La prima manche scatte-rà alle 17.45, la seconda alle 20.45.1948, l’anno dell’idea firmata da un gruppo di amici trenti-ni appassionati dello sci: in primis il giornalista Rolly Marchi, poi Fabio Conci, al-lora presidente del Comitato trentino della Fisi, Pio Anto-nio Caliari, Aldo Ceri, Gian Giacomo Colombo e Camillo Rusconi. 1949, la data della prima edizione, con 3 gare di-sputatesi in tre diverse località del (Tre)ntino, 3Tre, appunto:

una discesa libera sulla Paga-nella, un gigante sul Bondone e uno slalom a Serrada. Zeno Colò vinse slalom e discesa, prima di partire per i mondiali di Aspen dove avrebbe domi-nato in libera e gigante. Albi-no Alverà si aggiudicò invece il gigante. Fu quindi la pas-sione di Gianvittorio Fossati Bellani, commissario tecnico e vicepresidente della Fisi, tra i fondatori e presidente per quasi trent’anni delle Fu-nivie Madonna di Campiglio, a portare, nel 1956, l’evento sportivo nella “Perla delle Dolomiti”.Nel 1967 la 3Tre diventa la pri-ma gara della Coppa del Mon-do ad essere ospitata in Italia; nel 1974 il giovanissimo e

sconosciuto Ingemar Sten-mark vi conquista la prima vittoria in Coppa del Mondo della sua carriera. A Madonna di Campiglio, colui che è tut-tora considerato il più grande sciatore di tutti i tempi, vin-cerà 8 volte (5 in speciale, 3 in gigante). Alle vittorie da record di “Ingo” si avvicina il miglior italiano di sempre, Alberto Tomba che, in slalom, ha tagliato per primo il tra-guardo nel 1987, 1988 e 1995. I magnifici anni dello sci. Giunta alla 59ª edizione, la manifestazione è stata, nella sua storia, 55 volte slalom, 31 slalom gigante, 23 discesa li-bera, 32 combinata, 3 superG e 1 volta parallelo; 3 slalom e 2 slalom giganti femminili completano la serie di gare disputatesi sotto il nome di 3Tre. Nello slalom la nazione che ha conquistato più vittorie è l’Italia con 15 primi posti, seguita da Francia e Svezia con 9 vittorie. Sette anni fa, nell’ultimo appuntamento sciistico mondiale a Madonna di Campiglio, il più veloce è stato l’italiano Giorgio Rocca. Passerà il testimone agli spe-cialisti azzurri dello slalom? L’emiliano Giuliano Razzoli e i trentini Stefano Gross e

Cristian Deville sono pronti a dare battaglia. Da Zeno Colò a Karl Schranz, da Gustav Thoeni ad Alberto Tomba, da Ingemar Stenmark a Bode Miller, tutti i nomi che hanno fatto la storia dello sci hanno scritto almeno una vol-ta il loro nome nell’albo d’oro della 3Tre.Il 18 dicembre 2012 si avvici-na, la più antica gara italiana della Coppa del Mondo di sci sta per tornare. A Madonna di Campiglio cresce l’attesa. Che emozione!

Madonna di Campiglio: cresce l’attesa per la 3TreVoluta, desiderata, attesa dal 2005, data dell’ultima

edizione, tra poche settimane, il 18 dicembre, inaugurerà ufficialmente l’ormai imminente

stagione sciistica di Madonna di Campiglio. Il riferimento è allo slalom in notturna della Coppa del Mondo di sci che tra qualche settimana rientrerà nella storia sciistica, e non solo, di Madonna di Campiglio. I preparativi fervono,

il Canalone Miramonti è quasi pronto ad ospitare la prestigiosa competizione e la blasonata località turistica si appresta ad accogliere non solo i più forti sciatori del mondo, ma anche il seguito dei tifosi e degli appassionati dello sci. Per questi sarà organizzata una serie di iniziative e attività presso il villaggio invernale che verrà allestito in una inedita “Conca verde” vestita a festa.

La Fis, ad ottobre nel meeting di Zurigo, ha confermato l’appuntamento anche nel 2014 e 2016

Il 18 dicembre ritorna, a Madonna di Campiglio, la Coppa del Mondo di sci alpino

IL PROGRAMMA 17 dicembre 2012ore 16.00 Apertura villaggio 3Treore 18.30 Estrazione pettorali in piazza “Sissi”

18 dicembre 2012ore 16.00 Apertura villaggio 3Treore 17.45 1ª manche slalom maschile al Canalone Miramontiore 19.00 Degustazioni, drink e musica dal vivo al villaggio 3Treore 20.45 2ª manche slalom maschile al Canalone Miramonti A seguire cerimonia di premiazioneore 21.30 Festa con musica dal vivo al villaggio 3Tre

Biglietti d’ingresso10 euro (adulti), 5 euro (ragazzi 8-16 anni), gratis per i bambini sotto gli 8 anni. Il biglietto comprende le degusta-zioni al villaggio 3Tre.In vendita a Madonna di Campiglio presso le bigliet-terie 3Tre dal 16 dicembre oppure online da ottobre su www.3trecampiglio.it.

3Tre drinkDeclinata in bevanda, la 3Tre ha il gusto fresco della men-ta e del limone. Si chiama 3Tre Drink, la bibita, che è anche uno strumento di marketing e comunicazione, dedi-cata alla gara di Coppa del Mondo di Madonna di Campi-glio. Ideata e prodotta dalla ditta Giotti di Fidenza, che ha firmato anche la più famosa Lemonsoda, la si può trovare in vendita al dettaglio e presso gli hotel, ristoranti e bar di Madonna di Campiglio e della Val Rendena.

Il “Villaggio 3Tre”La festa si dilata dal Canalone Miramonti al villaggio 3Tre presso la Conca Verde. Avvolti da un’atmosfera fia-besca, presso il villaggio si potranno trovare prodotti del territorio e idee regalo originali: dall’artigianato in legno al tovagliato nei tipici tessuti, dagli accessori moda al-l’oggettistica più curiosa, dal miele al formaggio, dallo speck alle grappe di montagna, fino alla cioccolata delle migliori marche e ai gustosi dolci della tradizione trenti-na. Musica e animazione per i bambini completeranno il tutto.

3Tre socialDopo solo un mese e mezzo dall’apertura su Facebook della pagina ufficiale dedicata alla 3Tre, i fan della Coppa del Mondo hanno già raggiunto quota 3000, in costante aumento. Numeri che fanno capire quanto la 3Tre eserciti ancora un notevole fascino sugli sportivi e sui giovani, siano essi sciatori o semplici appassionati della neve. No-tizie e aggiornamenti sulla 3Tre Audi Fis Ski World Cup Night Slalom di Madonna di Campiglio si possono trova-re all’indirizzo www.3trecampiglio. Potete seguire l’av-viciarsi della gara anche su facebook.com/3trecampiglio, twitter.com/3trecampiglio, diventando protagonisti del-l’evento attraverso la condivisione di commenti, impres-sioni, emozioni.

Bojan Krizay sul Canalone Miramonti nel 1984 - Foto Archivio BistiGiorgio Rocca vittorioso a M. di Campiglio nel 2005 - Foto Archivio Bisti

Paolo De Chiesa - Foto Archivio Bisti

Il Canalone Miramonti - Foto Archivio Bisti

Page 37: Giornale delle giudicarie novembre 2012

NOVEMBRE 2012 - pag. 37 Spazio aperto/lettere

Il “Protocollo di fi nanza loca-le” per il 2012 prevede l’ob-bligo dei comuni con meno di 10.000 abitanti di affi dare alla comunità di valle la gestione di alcuni servizi tra cui quello dei “tributi” (Cosap/Tosap, canone idrico, IMUP, Imposta di pubblicità e delle pubbliche affi ssioni ecc.). La data di par-tenza della gestione associata tra i comuni per questo impor-tante servizio era prevista per il 1° gennaio 2013. Solo all’ul-timo momento (26 ottobre), in seguito al malumore e alla con-trarietà, più o meno manifesti, dei Sindaci è stato concordato tra la Provincia e i Comuni un rinvio al luglio 2013. Con la gestione associata ver-rà costituito presso la Comu-nità un megauffi cio tributi con un organico di una ventina di dipendenti comandati o messi a disposizione dai comuni, che porterà inevitabilmente alla na-scita di una burocrazia di valle distante dai cittadini e foriera di costi; quanto all’effi cienza

avremo modo di verifi carla, ma è ormai superata l’idea che tutto si basi su specializzazione ed economie di scala; serve invece fl essibilità e un ragio-nevole mix di adeguatezza (la complessità/specializzazione del servizio richiede una orga-nizzazione sovra comunale) e sussidiarietà (vicinanza ai cit-tadini utenti). Ci saremo aspettati che la legge di riforma avesse come obiettivo principale quello di decentrare competenze e personale provinciali; invece assistiamo a scelte che vanno esattamente nella direzione opposta. E dopo questo passo potrà seguire il trasferimento di altri servizi comunali con re-lativo personale: la segreteria, la ragioneria eccPur dando per scontato che sia necessario razionalizzare, risparmiare risorse, tagliare costi aggiuntivi, anche indu-cendo i comuni ad avviare percorsi di unione di servizi e di unifi cazione, quanto previsto

dal protocollo non rappresenta la soluzione ideale, a meno che non si pensi ad un improbabile macrocomune delle Giudica-rie.La questione non è di poco conto e non riguarda solo i sin-daci o gli amministratori come qualcuno potrebbe pensare, ma viene a modifi care importanti assetti e organizzazione di uffi -ci che interessano direttamente i cittadini.Per questo motivo sarebbe utile capire quali sono gli obiettivi e i presupposti di questa straor-dinaria operazione, dalla qua-le pare esca rafforzata solo la burocrazia provinciale che non cede un centesimo di potere.La giunta provinciale oggi con-tinua a proclamare che si tratta di una semplice riorganizzazio-ne e che non viene lesa l’auto-nomia dei comuni.La realtà è ben diversa e cre-do che si vada avanti a diktat e a pressioni sui Sindaci perché non si oppongano ad un dise-gno che a mio avviso è irrazio-

nale da un punto di vista ammi-nistrativo e accentratore da un punto di vista politico.Perché irrazionale e accentra-tore? 1) La Provincia realizza questo disegno organizzativo senza una logica territoriale, non distinguendo tra comunità grandi e piccole. Non si dice qual è l’ambito ideale, quali sono gli standard qualitativi e quantitativi che tengano conto della popolazione, dell’esten-sione territoriale, della fram-mentazione degli abitati. La soluzione non sta nella Comu-nità di Valle, ma nelle gestioni associate a “geometria varia-bile”,(3-5.000 abitanti per 3, 4, 5… Comuni), realizzabili senza costi aggiuntivi (vera-mente), senza allontanarsi dai cittadini-utenti. Quello che non è accettabile è il voler a tutti i costi giustifi care la riforma istituzionale capovolgendone i presupposti (competenze dalla Provincia ai territori) e riem-piendola di competenze comu-

nali in maniera scriteriata. 2) Si ipotizza per le no-stre Giudicarie un uffi cio or-ganizzato per sub ambiti, vale a dire con uffi ci periferici (pro-babilmente uno per zona). Ma i cittadini del Chiese, per fare un esempio, troveranno questo uffi cio a Storo, a Condino o a Pieve di Bono? E se fosse ba-ricentrico (ipotizziamo a Pieve di Bono) cosa ne pensa il cit-tadino di Storo? Naturalmente l’ipotesi vale anche per altre possibili dislocazioni. E per la Rendena dove lo istituiamo questo uffi cio periferico? A Spiazzo, a Pinzolo?3) Si smantellano uffi -ci tributi effi cienti esistenti in molti comuni, talvolta già asso-ciati tra loro nel caso di piccoli comuni, per avventurarsi su un percorso di presunta raziona-lizzazione che non ha riscontri in nessuna parte dello stato (e poi ci si lamenta del governo di Roma accentratore e burocra-te!) 4) Il megauffi cio di circa venti persone sarà costituito da

personale trasferito da alcuni comuni. Altri dipendenti che fi no ad oggi nei piccoli comuni hanno svolto oltre alla compe-tenza dei tributi altre mansioni vedranno ridotto l’orario di la-voro per effetto della competen-za trasferita o saranno pagati per svolgere minori mansioni a parità di orario di lavoro?L’assemblea della comuni-tà approva mozioni contro il trasferimento dalla periferia verso il centro delle compe-tenze statali (tribunale, uffi cio entrate…), deciso dal governo, ma non si pronuncia, manife-stando così un forte strabismo, sull’analoga operazione che sta facendo la Provincia. E’ opportuno che i cittadini siano informati di tutto questo processo di accentramento e depauperamento delle compe-tenze comunali che andrà ad incidere sulla qualità dei ser-vizi che potranno ricevere in futuro.

Raffaele Armani

No all’accentramento burocraticoArmani: La gestione associata dei servizi rischia di creare una burocrazia più forte e distante dai cittadini

Tutti noi sappiamo benissimo come questa crisi, che stiamo vivendo ormai da oltre quattro anni, sta condizionando (chi più chi meno) in maniera sensibile il nostro stile di vita con la consapevolezza che nulla sarà più come prima. E’ vero che in Trentino l’effetto, per certi versi, non è stata così devastante come in altra zone d’Italia, sta di fatto che comunque ogni giorno anche da noi assistiamo a crisi aziendali sempre più complesse con numerosi dipendenti che vengono messi in cassa integrazione senza sapere quale sarà poi il loro futuro. Penso, quindi, a quelle famiglie che magari si trovano a dover pagare un mutuo, l’affi tto, con dei fi gli a carico e che debbono rinunciare a un sacco di cose per poter arrivare

alla fi ne del mese, con l’aiuto spesso provvidenziale dei nonni.Un popolo, il nostro, che in quest’ultimo anno di Governo Monti si è dovuto sobbarcare ulteriori sacrifi ci per cercare di far quadrare i conti di uno Stato che sembrava destinato alla deriva fi nanziaria/economica sulla falsa riga della Grecia e/o della Spagna. Sforzi che ognuno di noi ha dovuto affrontare con non poche diffi coltà e con l’auspicio, almeno, che potessero servire a qualcosa.Non sto qui a ripetere ciò che è successo nella Regione Lazio o, da ultimo, in Lombardia, certo è che vedere queste cose non ha fatto altro che accrescere dentro ognuno di noi la sfi ducia verso la politica che si è dimostrata incurante della crisi che

attanaglia le nostre famiglie.Non voglio fare della spicciola demagogia ma ritengo che un politico, in un momento di estrema emergenza come quella che stiamo vivendo a più livelli, debba almeno dare il buon esempio cercando di limitare questa apatia imperante con dei comportamenti consoni al delicato momento storico che stiamo attraversando.Ma invece cosa succede? Il Governo confeziona un provvedimento urgente per tagliare le spese delle Regioni (fi nalmente!) che, guarda caso, immancabilmente i nostri parlamentari bloccano senza batter ciglio. Allora io mi domando: questi signori sanno che tra la gente il sentimento dell’antipolitica sta montando inesorabilmente (e

pericolosamente) e il continuare a rendere inutile qualsiasi tentativo di riduzione dei costi della politica signifi ca alimentare chi, del populismo, ne fa una ragione di vita (Grillo tanto per non far nomi)?!?!Su un recente fondo del Corriere della Sera, Angelo Panebianco ha stigmatizzato quello che sta succedendo “…come una volontà non solo dei partiti ma di un intero, variegato ma potentissimo, “blocco politico-amministrativo-giudiziario” a mettersi di traverso non appena si cerca di incidere sui bubboni del nostro sistema pubblico. Basti pensare, anche alle recenti sentenze della Corte costituzionale che ha sonoramente bocciato il taglio agli stipendi (non certo modesti) di magistrati e alti

funzionari di stato. Tutto ciò, ha sottolineato il famoso giornalista, nella più totale indifferenza degli stringenti vincoli europei o del fatto che, Europa o non Europa, se non si abbassano le tasse tagliando la spesa pubblica, non c’è possibilità di rilanciare la crescita, non c’è altro destino possibile se non il declino e l’impoverimento collettivo…”

Possibile che tutto questo passi inosservato e nel silenzio più totale??? Non voglio e non posso crederci, tra qualche mese ci saranno le elezioni politiche e, l’autunno prossimo, quelle provinciali…sta a noi decidere cosa fare!!!

Massimo Caldera

Parlamento: schiaffo pesante agli italianiI partiti si distanziano sempre più dalla vita reale, tra scandali e superficialità. E intanto, l’antipolitica avanza

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Page 38: Giornale delle giudicarie novembre 2012

pag. 38 NOVEMBRE 2012 La Posta

LA POSTA

Caro Adelino, è da un po’ di tempo che volevo sottoporti una questione che credo inte-ressi anche molti altri genito-ri. Ho due fi gli ormai grandi che mi fanno arrabbiare ogni volta che si siedono a tavola per mangiare, snobbano i cibi preparati con cura da mia moglie, mangiano patatine e porcate varie che acquistano per conto loro nei supermer-cati della zona, non c’è più religione neanche in cucina. Beati i tempi in cui si man-giava poco, ma quel poco era saporito e genuino, c’era mol-ta più serenità, oggi con i cibi che i nostri giovani ingerisco-no non possono che diventare nevrastenici, dove andremo a fi nire? Aldo

Caro amico, ti capisco. Negli ultimi cinquantanni l’ali-mentazione ha fatto passi da gigante(in avanti o in dietro, dipende dai punti di vista). Quand’ero ragazzo, in fa-miglia di carne se ne vede-va molto poca. Quando mio padre tirava il collo ad una gallina, i casi erano due: o c’era un ammalato in casa, o era ammalata la gallina. Oggi si divorano, all’anno, quasi 50 chili di carne a te-sta. Mangiamo tutti di più. Pesce, formaggi, latticini, pasta, riso, il tutto cucinato in maniera strampalata, le tavole abbondano di ogni ben di Dio, ma, alla fi ne, mangiamo meglio? Ho l’im-pressione che la cucina di oggi abbia affi nato la tecni-ca a scapito degli ingredien-

ti. Sono scomparsi i sapori e gli odori antichi, i prodotti, per lo più industriali, sono più o meno tutti eguali, si cucina sempre meno in casa e quindi si perdono le buo-ne ricette della nonna, nelle città, ma un po’ dovunque, spariscono le trattorie ed i piccoli ristoranti sostituiti da luoghi di mangiamento di massa, all’americana. Ne consegue che la buona ta-vola, sarà in futuro un fatto culturale per pochi ricchi e fortunati. E’ inutile girarci attorno: quarantanni fa le nostre mamme cucinavano in famiglia per quattro ore al giorno, le donne di oggi scongelano per una ventina di minuti. L’ex angelo della casa è ormai preso da mille altre attività. A mezzogior-

no nessuno torna a casa. Si mangia in fabbrica, a scuo-la o in uffi cio. La mensa, il fast-food, il panino hanno sostituito la cucina casalin-ga. Inoltre, adesso che man-giamo a volontà, più di 800 chili all’anno di cibi a testa, come dicono le statistiche, in maniera disordinata e con

prodotti discutibili, siamo a rischio e non poco di pe-sare oltre misura. L’obesità incombe sulle nuove gene-razioni, e, se da un lato si fa di tutto per ingrassare, dal-l’altra si devono poi seguire ferree diete per ritornare in peso forma. Per concludere una chicca: ho letto da qual-

che parte che in America, un laboratorio specializzato in scienza dell’alimentazio-ne, sta studiando una vasta gamma di alimenti, preparati con fi bre naturali a base di cellulosa, che potranno sosti-tuire, senza differenza alcuna di sapore e nell’aspetto, pro-dotti tradizionali quali pane, torte, creme, hamburger, sal-cicce ecc.! Ecco, caro Aldo, dove andremo a fi nire, anzi, dove andranno a fi nire i no-stri fi gli. Noi, non più giova-nissimi, per quel poco o tanto che ci resta, sarà meglio che restiamo fedeli alle antiche abitudini culinarie, che già, oggi, fa schifo la politica, non sopporterei che facesse schi-fo anche la cucina.

Adelino Amistadi

La crisi dei ragazzi è anche alimentareUn’alimentazione poco sana è causa di disturbi anche comportamentali

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GI GROUP SPA, Agenzia per il Lavoro, Aut. Min. 26/11/2004, Prot. N. 1101 - L’offerta di lavoro si intende rivolta all’uno e all’altro sesso in ottemperanza al D. Lgs 198/2006. I candidati sono invitati a leggere l’informativa privacy - D. Lgs 196/2003 - all’indirizzo web: www.gigroup.it

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GIORNALE DELLE GIUDICARIE (140x78)Novembre /2012

Egr. sig. Amistadi,condivido quasi sempre quello che dice, senta questa e mi dia la sua opinione. Sono iniziate le scuole e così ho sfogliato il libro di storia di mio figlio, in una mattinata uggiosa, in cui avevo poco da fare. Con mia sorpresa ho notato che nel libro non c’è alcun riferimento alla venuta e al significato del Cristianesimo, solo un accenno alla nascita di Gesù come fatto storico, nient’altro, mentre son dedicate ben quattro pagine alla figura di Maometto. Va bene l’Islam, parliamone pure, ma perchè si vuole rinnegare la nostra cultura?

Mariella

L’ho già detto qualche altra volta, e lo ripeto, ho difficoltà ad accettare quel malinteso senso della tolleranza e della multiculturalità che si sta diffondendo anche in Giudicarie, complice la faciloneria dei soliti illuminati. Per timore di urtare la sensibilità degli altri (gli islamici per esempio) spesso rinunciamo alle nostre convinzioni. Se è vero quello che lei dice, chi ha confezionato il libro ha sbagliato. Ci sono altri esempi che dovrebbero far pensare. In qualche scuola non si fa l’albero di Natale, men che meno il Presepe, per non offendere chi è di altra religione, e vengono tolti i Crocefissi. E così, per codardia, o per eccesso di zelo nel rispettare gli altri, va a finire che non

rispettiamo noi stessi. Ed è un grave errore. Rispettiamo tutti e tutte le religioni, ma non possiamo rinnegare la nostra. Dobbiamo andare fieri della nostra identità, della nostra storia, dei nostri valori. Se vogliamo un futuro migliore, bisogna ripartire dalle nostre radici, non c’è scampo, checchè ne dicano i falsi buonisti. (a.a.)

Se i libri di storia rinnegano le nostre radici

Le radici Cristiane dell’Europa relegate a poche righe da alcuni autori

Gentile direttore il giornale delle Giudicarie Chiedo gentilmente ascolto per Accademia della Montagna del Trentino in merito alla quale avete dato notizia nella ru-brica “Dalla Provincia” della risposta ad una interrogazione consiliare sul numero 10 di ottobre. Le chiederei di riportare correttamente l’importo dello stipendio del direttore mettendo accanto a 70 mila euro circa un “lordi” che come lei sa signifi -ca l’importo più che dimezzato in busta paga. In quanto ad ente inutile sono testimonianza del contrario: ne sono testimonianza le molte attività messe in campo, ma soprattutto l’aver creato con legge provinciale un luogo che sta diventando la casa del-le professioni della montagna e della formazione istituzionale alla stessa riferita. Un luogo di confronto e di crescita che vede nel presidente del Comitato scientifi co dott. Annibale Salsa un referente credibile e autorevole contributo importante al nostro operare. Personalmente credo sia stata una grande intuizione da parte del Consiglio provinciale aver voluto un soggetto isti-tuzionale specifi co in un territorio che vive di montagna. Vorrei però approfi ttare dell’occasione per far conoscer uno dei progetti di Accademia della Montagna del Trentino che ci pone all’avanguardia a livello Europeo ma anche mondiale. A tal proposito le allego un redazionale che spero trovi spazio sul suo giornale.La ringrazio dell’attenzione e la saluto Egidio Bonapace - Presidente

Il redazionale sarà pubblicato sul prossimo numero per questioni di spazio

A proposito di Accademia della Montagna...

Page 39: Giornale delle giudicarie novembre 2012

NOVEMBRE 2012 - pag. 39

Cari genitori,facciamo sentire ai nostri figli cosa vuol dire sba-gliare, parliamo a loro anche dei nostri falli-menti,di quei fallimenti che ci hanno segnato e ci hanno fatto diventare gli uomini e le donne che siamo,cerchiamo di non dimen-ticarci -anche se ogni tanto vorremmo- di quel-la volta che non abbiamo raggiunto la cima solo per un soffio, ricordia-moci come se fossi oggi quando credevamo fino all’ultimo di avercela fatta, quando credevamo

di avere in pugno un ri-sultato per cui avevamo lavorato sodo ma che è svanito alla fine per una piccola svista …. parlia-mo loro della delusio-ne che abbiamo provato quando qualcosa in cui abbiamo creduto fino in fondo non è andato in porto, raccontiamo loro le notti insonni trascor-se a chiederci “come è potuto accadere?” ma è accaduto.Parliamone facendo sen-tire loro la forza del-le emozioni, lo slancio gioioso per un nuovo progetto di vita o per una

nuova idea di lavoro che nasce e la rabbia che sen-tiamo quando questo non si realizza. Parliamone con ironia e auto ironia, se lo riteniamo possibile, ricordandoci anche l’im-barazzo, il rossore che ha investito il nostro vol-to quando siamo andati a proporre la nostra timida professionalità ai nostri primi colloqui di lavoro e non sempre le porte si sono spalancate … sof-fermiamoci sui pensieri che ci sono affioranti in mente -forse non tutti si potranno dire- ma non li-quidiamo il tutto con “la

vita è anche questo, sba-gliando si impara”…. la-sciamo che le emozioni, le nostre emozioni corra-no sul filo che lega le ge-nerazioni tra loro perché è uno dei lasciti migliori che possiamo fare ai no-stri figli. Sono convinta che coinvolgere emotiva-mente i nostri ragazzi -senza appesantirli ecces-sivamente- sia una delle possibili chiavi per pas-sare loro l’energia utile a mettersi alla prova, a non lasciarsi scoraggia-re, a continuare anche di fronte alle difficoltà, in particolare in questo

momento attuale in cui si nomina molto la crisi e non sempre ci si rende conto che la crisi non è solo economica sociale ma anche personale. E’ di sicuro un tema molto delicato che coinvolge l’identità personale e an-cora di più l’identità in costruzione dei giovani in cerca di sé stessi. Fate sentire che quell’energia emotiva è vitale, che può

trasformare il fallimento in un’idea utile per ripa-rare ad un errore o che si può trasformare in un nuovo slancio per rimet-tersi alla prova … faccia-mo sentire insomma che è vita!

Laura Fumagalli, mam-ma e psicoterapeuta a [email protected]

Per te che stai cercando un lavoroLettera aperta ai genitori di fi gli che sono o che saranno

alla ricerca di un’occupazione

Spazio aperto/lettere

Vorrei fare alcune precisa-zioni sulla cantante africa-na Dobet Gnahoré, il cui concerto del 2 agosto scor-so a Forte Corno è stato commentato su queste pa-gine (GdG Agosto 2012).Dobet Gnahoré è origi-naria della Costa d’Avo-rio, ma è considerata una cantante panafricana, ere-de della grande Miriam Makeba; nelle sue canzoni si rivolge infatti non sol-tanto alla sua gente, ma a tutti i popoli africani, por-tando nelle sue canzoni i problemi delle donne, dei bambini, dell’ambiente, della libertà, della digni-tà umana cantati in più lingue e dialetti di varie culture africane, e in fran-cese, lingua ufficiale della Costa d’Avorio. Oltre che cantante di notevoli doti vocali, Dobet Gnahoré è

anche una brava ballerina che accompagna il canto con danze di derivazione etnica, espressione di valo-ri profondi legati alla cul-tura delle genti africane, e il cui significato non espri-me l’apparire, ma l’essere. Partecipare ad un concerto di Dobet Gnahoré è assi-stere ad una manifestazio-ne di energia pura, ad una forza che trae origine dalla terra, dalla vita che si af-ferma contro ogni avversi-tà, elevando l’arte di que-sta cantante a emblema del riscatto di un popolo che cerca con determinazione il proprio futuro.La vita nella foresta è di-strutta, ...questa foresta è il nostro patrimonio,...vo-gliono farne un deserto,...è il polmone del nostro piane-ta. - Sono nella casa di una donna coraggiosa,.(non ha

nulla).. ma affronta la vita con il sorriso, i suoi figli sono felici. - Dei bambini lavorano duro per soste-nere la loro famiglia, la scuola troppo cara per i loro genitori gli ha chiu-so la porta. - Io penso a questi giovani alla ricerca di un mondo migliore, che hanno sfidato il deserto e vi hanno lasciato la loro vita. Dai testi delle sue canzoni traspare la cono-scenza dei problemi della vita reale, espressa con le parole semplici della gen-te che soffre, lotta, ama, tanto simili a quelli di altri popoli su questa ter-ra, oggi come ieri, e forse anche di un domani che si prospetta incerto e diffici-le per gli stessi paesi occi-dentali fortemente in crisi economica e di valori. Dalla volontà e dalla forza

di un’ umanità alla ricer-ca di un posto nel mondo, simboleggiata dall’arte di Dobet Gnahoré, si do-vrebbe trarre motivo di riflessione sul nostro pre-sente e sul nostro passato, ed agire per risanare la nostra società profonda-mente malata e ritrovare un senso della vita su va-lori irrinunciabili, come la giustizia e l’equità socia-le, la tutela dell’ambiente e della salute, il diritto al lavoro, all’istruzione, ai fondamentali diritti uma-ni. Tutto questo ascoltando la voce di una cantante? Sì, se si riesce a guarda-re oltre l’apparenza di un “folletto” che canta, salta e balla davanti ad un pub-blico che sa vedere solo questo. Marisa Viviani

A proposito di Dobet Gnahorè

Questo spazio è aperto a tutti. Per richiedere la pubblicazione delle lettere scrivere a [email protected].

Da alcuni mesi ormai, il Giornale delle Giudicarie viene distribuito in 15.450 copie a tutte le fami-glie e le aziende delle Giudicarie con il servizio Postazone. Qualo-ra non vi arrivasse, segnalatelo al postino della vostra zona.

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La cantante africana, che si è esibita a Forte Corno, è considerata l’erede di Miriam Makeba

Leggo solo ora l’edizione di settembre de “Il giorna-le delle Giudicarie” e mi permetto una precisazione circa lo scritto del sig. Marco Zulberti “La riscossa dell’euro affidata al cambio delle norme”. L’autore scrive (testualmente) “...delle privatizzazioni e del-le tre banche d’interesse nazionale; Banco di Roma, Credito Italiano e Banca Nazionale del Lavoro.” Que-st’ultima non è mai stata una “Banca d’Interesse Na-zionale”, bensì era, all’epoca, un “Istituto di diritto pubblico”; la terza BIN era invece la Banca Commer-ciale Italiana. Scusandomi per l’intrusione, Vi auguro un proficuo successo professionale per l’interessante e stimolante strada che state percorrendo.Cordiali saluti. Claudio Marella

Egregio signor Claudio Marella, confermo la cattiva me-moria. Me ne sono reso conto rileggendolo ormai stam-pato. Ringrazio il lettore per la preziosa segnalazione e per i complimenti alla rivista.Cordiali salutiMarco Zulberti

La Bnl è un “istituto di diritto pubblico”

Page 40: Giornale delle giudicarie novembre 2012

pag. 40 NOVEMBRE 2012

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