Il Filo della Voce - voceamicafirenze.org · strano che fremeva dalla voglia di riempire le pagine...
Transcript of Il Filo della Voce - voceamicafirenze.org · strano che fremeva dalla voglia di riempire le pagine...
“Il FILO è tornato”
Il Filo della Voce
1 ^ E D I Z I O N E N U M E R O 1 0 5 F E B B R A I O 2 0 1 8
S O M M A R I O :
Buon compleanno
FILO! 2
Al Chiosco del
Barone Rosso 4
'NOTE' book 6
Ciao PIGI! 8
Pierluigi 9
Vita
Associativa 12
Kit del buon
turnista notturno ! 10
1 ^ E D I Z I O N E N U M E R O 1 0 5 F E B B R A I O 2 0 1 8
“L'inchiostro scorre al posto del sangue
Basta una penna e rido come fa un clown
A volte la felicità costa meno di un pound”
(Caparezza-Chinatown)
Un anno...di FILO
Il Filo della Voce
P A G I N A 2
Dal febbraio del 2009 al settembre del 2014 ho curato (Marco) personalmente 32
numeri della nostra pubblicazione, con una periodicità “quasi” regolare (mediamente ogni
due mesi), dando al giornalino una veste grafica nuova, ma in totale continuità rispetto alla
precedente. Poi 28 mesi di buio assoluto, fino a quando, nel febbraio 2017, la nostra
pubblicazione è risorta, grazie all’entusiasmo di Luca2 e di tutto il gruppo di redattori…
…Era un post-Equipe del gennaio 2017 quando il Presidente mi chiese se
volevo rimettere su la redazione del “Filo della Voce”, la mitica pubblicazione di
V.A. Firenze, lontana dalle edicole da ormai due anni causa conclamata
mancanza di contributi. Ho accettato senza pensarci un attimo, grato per la
fiducia ricevuta e soprattutto felice di avere una vetrina a disposizione ufficiale
per le mie “cazzate”. Adesso però c’era da scegliere gli altri componenti della
redazione disposti, oltre a mantenere un taglio strettamente legato al nostro
volontariato e tutti i suoi risvolti, a dare anche un’impronta lieve e umoristica,
che in fondo è anche il mio modo di essere nella vita di tutti i giorni.
La scelta cadde su due miei compagni di corso e di torture:
Riccardo, il bel tenebroso Barone Rosso
Claudia, la psico-giornalista caduta dal pero
E Francesco, detto il Messi dell’impaginazione.
Credo (Francesco) di non peccare di presunzione ne l dire che siamo la prima e unica redazione di un qualsiasi pe riodico presente nel pianeta ad aver fatto una sola riunion e.
La prima e l’ultima. E ne siamo profondamente orgog liosi. Al segreto
dagli occhi indiscreti della spietata concorrenza editoriale mondiale, seduti al
tavolo della pizzeria di Fosso Bandito alle Cascine , è avvenuto il
nostro unico incontro di brainstorming. Quella sera eravamo ambiziosi, creativi, vogliosi e carichi nel cominciare questa nuova grande avventura spronati d a un direttore strano che fremeva dalla voglia di riempire le pagi ne del Filo con contenuti goliardici ma al tempo stesso curiosi e i nteressanti. Tra un trancio di pizza e una pinta di birra abbiam o condiviso idee e suggerimenti per rendere il Filo più accatti vante possibile. Ci brillavano gli occhi e ci batteva il cuore: avevamo un mucchio di cose da dirci. Tutti tranne Claudia, che invece era venuta solo per la pizza e annuiva con la bocca pie na a ogni
proposta. (Mi godevo la mia pizza, va bene, ma in realtà ero emozionata, curiosa,
invaghita rispetto al progetto e anche un pochino, lo ammetto,
intimorita, davanti a qualcosa di inesplorato. “Ce la faremo (farò)?”, mi chiedevo.)
Sinceramente non sapevo (Luca2) come sarebbe andata: se avremmo
avuto sempre materiale per pubblicarlo tutti i mesi, se l’entusiasmo iniziale ci
avrebbe sempre supportato, se quello che avevamo ideato sarebbe risultato
soddisfacente da parte di tutti voi.
Dopo un anno di lavoro, non so se la scommessa del primo numero sia
stata vinta. Io (Riccardo), per esempio, ho ancora quel paio di pedule nuove mai
usate da piazzare.
BUON COMPLEANNO FILO !
“Mi godevo la mia
pizza, va bene, ma
in realtà ero
emozionata,
curiosa, invaghita
rispetto al progetto
e anche un pochino,
lo ammetto,
intimorita, davanti a
qualcosa di
inesplorato.
“Ce la faremo
(farò)?”,
mi chiedevo.”
Claudia
“Ho accettato senza
pensarci un attimo,
grato per la
fiducia ricevuta e
soprattutto felice di
avere una vetrina a
disposizione
ufficiale per le mie
“cazzate”
Luca2
P A G I N A 3
Non so quanti scrittori in sonno abbiamo risvegliato, o quanti nuovi lettori
(oltre alla redazione) abbiamo conquistato, anche se ci abbiamo provato in tanti
modi. Ma so che scrivere e leggere questo “cappero” di giornalino è stato un gran
bel servizio: a volte un po’ in affanno, spesso divertente, qualche volta anche
commovente, sempre voluto col cuore, con tante belle scoperte.
Ebbene, siamo ripartiti alla grande, con una veste editoriale completamente nuova,
con un maggior numero di pagine, con una varietà di interventi mai vista nel passato.
Articoli molto seri, ma anche momenti di allegria e spensieratezza.
A un anno dalla pubblicazione del primo numero del Filo della Voce io (Claudia)
sono soddisfatta, felice di aver preso parte a questo percorso, che ha visto coinvolgere la
totalità dell'associazione, sia sul piano ludico che riflessivo e intimo. Spirito di affiliazione,
risate, pensieri, emozioni espresse e condivise, conoscenza reciproca e umanità.
Gli obiettivi del Filo si sono meravigliosamente concretizzati!!
GRAZIE, a TUTTI, avete reso questa esperienza PREZIOSA per ogni singola persona
coinvolta, per noi redattori, per l'associazione. Grazie!!!
Per merito vostro il materiale da pubblicare non è mai mancato, anzi, a
volte (ahinoi) siamo stati costretti a rimandare al mese successivo i vostri
contributi per mancanza di spazio. Il giornalino ormai si è universalmente
affermato come un mensile di approfondimento e attualità, noi ci divertiamo
ancora molto a produrlo e ne siamo molto orgogliosi, l’unico cruccio è che al
Vignoletti ancora non piace.
Come Presidente, posso soltanto essere felice di questo risultato, ringraziare tutti
quelli che in qualche modo hanno collaborato e augurare alla rivista di proseguire per molti
anni ancora su questa linea!
Ora mi piace pensare che questo sublime periodico sia di sostegno durante i vostri turni in solitaria, che sia lì poggiato sul tavolinetto del vostro soggiorno insieme a rivi ste ben più blasonate e che lo sfogliate mentre sorseggiate un amaro ben ghiacciato. Mi piace immaginarvi mentre lo leggete la sera nel vostro letto prima di spegnere la luce sul comodino e addormentarvi, o mentre siete davanti al caminetto durante le sere d’inverno o sotto l’ombrellone al mare ad Agosto. E sarei davve ro commosso se lo sapessi nel posto migliore di sempre, dove vengono consumate le migliori letture della giornata: lì, in bagno sedut i sul vostro pregiato trono in cerca di concentrazione.. e di st imoli.
Soffiamo allora tutti insieme sulla candelina del primo compleanno del
nostro “Mensile di approfondimento ecc.”: tranquilli, non riusciremo a spengerla.
Perché il Filo della Voce è come la candela della Speranza per il bambino
impaurito nella chiesetta. E noi con questa candelina possiamo accenderne tante
altre, per illuminare il buio che circonda le nostre finestre (quasi) sempre accese.
Ma dipende anche da te. Perché dentro ogni lettore c’è nascosto uno scrittore.
E quindi: o smetti di leggere, o scrivi per il giornalino. O fai un turno extra.
Tutti i mesi. E comunque leggere il giornalino fa parte del servizio. Quindi…
Buon compleanno FILO! 100 DI QUESTI GIORNI INSIEME A TUTTI NOI.
Marco, Luca, Francesco, Claudia, Riccardo
“O smetti di
leggere, o scrivi per
il giornalino. O fai
un turno extra.
Tutti i mesi.
E comunque leggere
il giornalino fa parte
del servizio.
Quindi…”
Riccardo
“E sarei davvero
commosso se lo
sapessi nel posto
migliore di sempre,
dove vengono
consumate le
migliori letture
della giornata: lì, in
bagno seduti sul
vostro pregiato
trono in cerca di
concentrazione...e
di stimoli.”
Francesco
Ebbene, siamo
ripartiti alla grande,
con una veste
editoriale
completamente
nuova.
Marco
P A G I N A 4
L’ul"ma missione del Barone Rosso
Prendo al volo un caffè al chiosco, la nuova miscela della
Lella, più buona ed economica della precedente.
Coca e merendina, tre soldi in casse�na, penna che scrive e
quaderno pronto. Cancelle�o, codice, “bi-bip”, luce verde, a�esa,
squillo, e vai, “Pronto, Voce Amica”. Riaggancio, squillo, riaggancio,
squillo, “sì, sono libero”, squillo, “aspe�a un a�mo, resta in linea”,
tasto, “no, sono occupato sull’altra linea”, altro squillo,
appuntamento, “dai, ci sen�amo dopo”. Lo sai com’è, non ci fai
neanche caso. Non ci pensi.
A volte invece ci fai caso, sai che quello che stai facendo lo stai facendo per l’ul'ma volta, poi è
finita. L’ul'mo boccone del pia�o. L’ul'mo bagno di stagione per il saluto al mare, poi via alla
macchina per un sudato e salato rientro a casa. Altre volte invece non te ne accorgi neanche che
era un addio, e non un arrivederci. Non pensi mai che potrebbe essere l’ul'ma volta.
“Ciao, grazie, anche a me ha fa�o piacere parlare con te, alla prossima”.
Lunghi addii o brevi interruzioni, a volte defini'vi, a volte durano solo il tempo di un turno, salvo
imprevis'.
“Ciao”, “Arrivederci”, “A presto”, “A dopo”.
Sono solo parole che usiamo tu� i giorni, vero, eppure...
Non ci pensiamo, tanto poi c’è sempre la prossima volta, mica
possiamo stare sempre lì a preoccuparci di non vedere il sole di
domani. Quando concludo una telefonata, di solito senza
ria�accare la corne�a ma pigiando un tasto da una linea all’altra, a
queste cose non ci penso. Magari cerco di stare a�ento a non
chiudere troppo bruscamente, oppure cerco di non prolungare
troppo un saluto per non perdere chi è in a�esa.
Ma non ci penso mai che forse non sen'rò più la persona con cui sto parlando, anzi.
Eppure ci sono persone che ho salutato sicuro di risen'rle al turno successivo e che invece non
sento più. Che fine hanno fa�o? Di alcuni poi so che chiamano, vedo il loro nome sui quaderni, li
“sento” racconta' in equipe, o nelle parole del collega del turno, e ho il sospe�o che uno dei miei
tan' riagganci sia di mano sua, ma nulla, non ci parlo più. E poi qualcuno lo dimen'co, rimane a
impolverarsi nelle memorie dimen'cate in qualche remota sinapsi.
Qualcuno invece no, me lo ricordo, non solo se non lo sento durante un turno.
Al chiosco del Barone Rosso
“Col paracadute
Snoopy si salvò
e alla sua vendetta si
preparò e crollò col
suo aeroplano
ma il Barone fuggì.
Se guardate su nel
cielo sono ancora lì!”
(Snoopy contro il
Barone Rosso, Giorgio
Gaber)
P A G I N A 5
E allora penso: “Non sarà mica che l’altra volta ho de�o qualcosa di sbagliato?”
“Ma allora quel saluto era un addio, e non un arrivederci? O magari è solo che gli sono venuto a
noia, forse anche gli appellan� sono affli� dai dolori del giovane turnista (sempre gli stessi che
rispondono, e poi dicono sempre le stesse cose, sempre gli stessi discorsi, sempre le solite ba�ute)?”
Però. Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. So che qualcuno mi riconosce e
ria�acca, a volte ho riconosciuto la voce. Magari è qualcuno che cerca solo una voce femminile,
oppure un nuovo orecchio cui raccontare la stessa storia; eppure un po’ mi ruga. Forse invece sono
io che vorrei sen're chi non sento più, e che magari si è stufato, o cerca nuove voci amiche, più
accoglien', più fresche o curiose della mia, e anche se mi aveva de�o “ciao, alla prossima”, invece
ora non mi parla più …
E forse è così anche per me. Forse anch’io cerco qualcosa di nuovo. È un anno che scrivo
dal chiosco del Barone Rosso, e ora ho voglia di novità.
E allora saluto anch’io con un “ciao, arrivederci”. Ma senza sapere quando sarà che ci rivedremo su
queste stampe, forse alla prossima uscita del giornalino, o forse chissà.
Ciao, allora, arrivederci, alla prossima volta.
È tempo di chiudere il Chiosco del Barone Rosso per
lasciarlo volare lassù, controvento, solo contro uno
strano cane su un vecchio biplano, oltre le nuvole
dei fume�.
Riccardo
Saprò alzarmi in volo e vedere dove sei, " manderò a dire goodbye
Ti lascio anche il mio numero, perché non si sa mai, " lascio una parola, goodbye
E andare contro vento, non è difficile lo sai, lo è, senza un saluto, casomai
Goodbye, my friend goodbye, goodbye, goodbye, my friend goodbye””
(Ti lascio una parola, goodbye. Nomadi)
“E forse è così
anche per me.
Forse anch’io
cerco qualcosa
di nuovo. È un
anno che scrivo
dal chiosco del
Barone Rosso, e
ora ho voglia di
novità.
E allora saluto
anch’io con un
“ciao,
arrivederci”. Ma
senza sapere
quando sarà che
ci rivedremo su
queste stampe,
forse alla
prossima uscita
del giornalino, o
forse chissà. ”
P A G I N A 6
- Un 'Note' Book in cui annotare la presenza di colonne sonore per curiosi stati d'animo. Suggestioni. Affiancate dai ritratti degli interpreti dei ritmi, delle melodie, delle atmosfere musicali che, in questa specie di diario, costituiscono un commento sonoro a pensieri e situazioni. Frullano: musiche, facce, case, odori, pelli, parole. -
6 se�embre, A1er the Party.
La festa per il 50. anniversario è finita.
Ancora qualcuno balla Riverside Blues. Balla, ignorando i
tovaglioli
svenu' sul pavimento e lo spazio tu�'intorno, che più si
svuota e più appare squallido.
Vengo presa da un mezzo sconosciuto con la sbornia
triste che mi parla di sé. È a�ra�o da un uomo e
qualcosa non gli torna. «È normale?», con'nua a
chiedere senza fare pause dopo gli interroga'vi.
«È normale?», ripete. Se mi lasciasse il tempo, forse po-
trei dire qualcosa, sfoderare un consiglio.
Sbandierare che non ho fiducia nella normalità, e
neppure nella re�a via. Sono solo ganci.
Ché sen'rsi liberi fa paura.
Ma forse i migliori consigli si danno rimanendo in
silenzio.
16 novembre, My Beau�ful Laundre�e.
Entro in lavanderia e aspe�o.
Dagli auricolari, Sophis�cated Lady mi entra nelle
orecchie e mi rende impermeabile ai rumori.
Ma ora che sono qui dentro vorrei me�erla nel naso,
la musica.
Vorrei allentare questo odore che mi rende compressa.
La lavatrice res'tuisce una rassicurante essenza
di pulito.
La lavanderia sa di altro. Sa di cappo�o in
o�obre, di armadio di mia madre, di scuola cominciata
da poco, di tenerezza e di tensione.
È un bru�o odore macchiato di bello.
'NOTE' book
“Suggestioni.
Affiancate dai
ritratti degli
interpreti dei
ritmi, delle
melodie, delle
atmosfere
musicali che, in
questa specie di
diario,
costituiscono un
commento sonoro
a pensieri e
situazioni.”
- Un 'Note' Book in cui annotare la presenza di colonne sonore per curiosi stati d'animo.
Suggestioni. Affiancate dai ritratti degli interpreti dei ritmi, delle melodie, delle atmosfere musicali che, in questa specie di diario, costituiscono un commento sonoro a pensieri e
situazioni. Frullano: musiche, facce, case, odori, pelli, parole. -
18 marzo.
La cucina in festa emana vapori e note.
Di aromi e di Banana Boat Song.
Intanto io sono alle prese con un gioco da tavolo.
È il mio turno. Devo dire il nome di una cosa
che sia nera e che cominci con la le�era "F".
«Futuro!», dico io. Dimen'cando i miei dodici
anni e l’irresis'bile necessità di colorarmi un futuro di
piaceri e di luce. Di ritmi, banane e palmizi.
3 giugno.
In bicicle�a. Up Jumped The Devil mi fa
compagnia. Vedo la mia ombra lunghissima davan' a
me, e nessun altro.
Solo campi incol' e case intermi�en'.
Sembra il Far West. C’è la polvere, c’è la strada dri�a,
c’è il caldo. Poi vedo un'oasi di civiltà: una fila di
cassone� gonfi. E, dietro ad essi, due specie di
gonfaloni pianta' in terra, che recitano la frase:
«Gesù, confido in te».
Le parole svolazzano sopra l'immondizia.
Mi viene in mente una nota ba�uta di un noto autore:
«Grazie a Dio, sono ateo».
Marianna
P A G I N A 7
“Suggestioni.
Affiancate dai
ritratti degli
interpreti dei
ritmi, delle
melodie, delle
atmosfere
musicali che, in
questa specie di
diario,
costituiscono un
commento sonoro
a pensieri e
situazioni.”
P A G I N A 8 Ciao PIGI! Era davvero buffo chiamar' così ed era altre�anto divertente veder' girare nell’udire quel nick che ' diedi. PIGI. Eri un omone alto, elegante, imponente. Un Sean Connery dalla bella presenza, con il tuo cappo�o e le sciarpe lunghe quasi fino alla cinta. Il capello lungo e brizzolato e la barba sempre ben curata. Ma per me eri PIGI. Per il tuo affe�o, per la tua capacità di salutarmi sempre con un tenero sorriso così rassicurante e accogliente.
Sei stato il mio primo “amico fioren'no”: ero qui a Firenze da pochi mesi e abbiamo cominciato insieme questa fantas'ca avventura in V.A. Sei stata la prima persona con la quale ho immediatamente legato e costruito un rapporto speciale, spontaneo e sincero. Era facile stare con te e scherzare senza avere il 'more di essere fuori luogo o invadente, per me che mi muovevo sempre con circospezione e dubbio in una ci�à nuova in mezzo a gente nuova e “diversa”. Era tu�o così naturale che la differenza d’età che ci separava non era affa�o un problema. La bontà d’animo non ha età.
Ricorderò sempre con affe�o i momen' di complicità che si venivano a creare: bastava un cenno o un semplice sguardo per dirsi una ba�uta e ridere so�o i baffi. I primi turni insieme e l’incognita delle prime no� nella speranza di poter confortare qualche donna in preda all’insonnia. Certo tu con quella voce così calda e suadente che ' ritrovavi, vincevi facile. Dio che invidia!
♦ “Le donne si innamoreranno di te solo ascoltando�. Ci sarà un incremento di appellan� femminili incredibile d’ora in poi! Vedrai te”
♦ “Caro Francesco non essere malizioso” mi dicevi “Sai bene che sono qui solo per alleviare le pene di qual-
cuno e per un semplice conforto”
♦ “PIGI sei anche un gran paraculo”
♦ “Lo so!”
E quanto era bello sen'r' raccontare della mia Puglia e di quanto ' piaceva andarci ogniqualvolta ne avevi la possibilità: ' brillavano gli occhi e si apriva il mio cuore. E si vedeva che parlavi con l’amore nel cuore e di quanto ' mancasse non poter essere sempre al fianco della tua compagna. E poi le colazioni alle 6.30 la ma�na e i bomboloni alla crema e il cappuccino caldo. E mi raccontavi di quanto era bello fare quello che facevamo e di quanto eravamo fortuna' ad avere la possibilità di poter essere di conforto per qualcuno. E quanto avevi ragione PIGI!
Poi però sei scomparso. Quasi silenzioso. In punta di piedi. Ti ho chiamato quasi rimproverando' per non avermi avvisato della tua scelta di lasciare. E non capivo il mo'vo e mi dicevi che erano soltanto dei semplici controlli ma che dovevi farli e che sares' tornato. Riuscii a malapena a strappar' la promessa di passare comunque a salutarci.
“Come faccio senza il mio compagno di banco durante le Equipe? Con chi devo scherzare io, adesso,
mentre Francesca e Daniela fanno lezione?”
Non ci siamo neanche saluta'. Ma forse è meglio così. I salu' non mi sono mai piaciu', i commia' strazian' e le partenze cancellano i bei ricordi. Mi piace immaginar' seduto su uno scoglio in riva al mare lì a Monopoli in Puglia dove ' piaceva osservare i pescatori che 'ravano i remi in barca. Verrò a trovar' lì la prossima estate e magari rideremo ancora anche senza parlarci. CIAO PIGI! Francesco
“Se vai lontano
scrivimi
Anche senza mani
scrivimi…
Se è troppo buio
chiamami
Prendi il telefono,
parlami
Io e la notte
siamo qua…
O dentro questa
goccia che mi è
caduta sulla
mano”
(Almeno Pensami
L. Dalla)”
Pierluigi è morto. L'ho saputo un mese fa, all'improvviso. E' quello che gli è successo. Non: "se n'è andato" o "ci ha lascia'".
"Dove?"
"Ma quando torna?"
"Perchè? Gli avevamo fa�o qualcosa??"
....è quello che vorrei sempre chiedere quando mi inzuppano col miele insipido di queste frasi di
circostanza, che cercano di velare ciò che è più forte di ogni altra cosa.
La verità vera è che un mio compagno e, prima, allievo in questo viaggio di V. A. è morto. Punto.
Lo ricordo così vivo che, un mese dopo, non ho ancora imparato a pensarlo morto.
Lo ricordo benissimo, anche se aveva lasciato il Servizio da tempo.
Come dimen'care la figura imponente e la cortesia d'altri tempi, un po' guascona, la
galanteria assassina, la squisita gen'lezza verso di me e verso chiunque gli si rivolgesse,
l'entusiasmo a volte cao'co, l'os'nazione, a volte.....?
Ho due ricordi miei, di lui, che ora mi inteneriscono:
Come gli brillarono gli occhi di orgoglio sornione quando, in un ascolto a�vo, gli
raccomandai di stare a�ento con la sua voce di
seducente velluto!
Era così bella e suadente da cos'tuire una vera "arma
impropria" con le nostre signore uten', dissi.....AssenM,
compunto, e promise di sorvegliarsi, ma......quanto era
compiaciuto!
Tanto che, nel nostro gergo privato, vi alluse più volte,
successivamente, strizzandomi l'occhio.
Rammento poi un'équipe nella quale un collega
di lungo corso gli fece un'osservazione che lui non gradì.
Pierluigi s'inalberò e rispose per le rime, da
Mosche�ere insultato...... Anche troppo!
Io e Francesca dovemmo bu�are acqua sul fuoco della contesa prima che ne seguisse un duello....
A équipe terminata lo circondammo maternamente, mentre ancora borbo�ava, per invitarlo a
passare oltre l'episodio e, magari, a controllarsi maggiormente, un'altra volta. Lui ribadì, fiero, che
"....da NOI DUE avrebbe acce�ato qualunque cosa ma, che fosse ben chiaro, da NESSUN ALTRO....!".
Mesdames de Tréville, appunto.
Per ul'mo, un ricordo in cui io osservo soltanto: un'altra équipe, la solita disposizione delle
sedie a ovale allungato, io ad un estremo e davan' a me, sul lato opposto, Pierluigi e Francesco
sedu' fianco a fianco. La visione è limpida come se succedesse adesso: in un momento di pausa si
chinano uno verso l'altro, ridendo, sorridendosi, scambiando chissà quali osservazioni
malandrine..........
Un'immagine, nella mia memoria, di fiducia e d'intesa, un ponte agile ma solido ge�ato tra
età e storie diverse, che s'incontrano e avrebbero potuto non incontrarsi mai.
E sarebbe stato un peccato, credo.
Scrivere di lui è il mio saluto.
Daniela
P A G I N A 9
“Come
dimenticare la
figura imponente
e la cortesia
d'altri tempi, un
po' guascona, la
galanteria
assassina,
la squisita
gentilezza verso di
me e verso
chiunque gli si
rivolgesse,
l'entusiasmo a
volte caotico,
l'ostinazione, a
volte.....?”
Pierluigi
P A G I N A 1 0 Kit del buon turnista notturno ! Torno a parlare dell’universalmente noto turno no�urno e di tu�o ciò che lo riguarda, ma stavolta nel senso pragma'co del conce�o.
La prima volta che ho svolto il no�urno ero alquanto impreparata. In quello che sarebbe il normale orario di cena, dormicchiavo sul divano ves'ta da capo a piedi con gli abi' della giornata, pensando fosse un’o�ma strategia in termini di tempo: mi sarei svegliata verso le 23 già pronta per salire in macchina e avviarmi verso la sede. Anche l’idea di “dormire” prima mi era parsa la soluzione a qualsiasi eventuale “mancamento” durante il turno, un’intuizione talmente geniale da non tenere conto del normale ritmo sonno-veglia di qualunque essere umano convenzionale (diciamo che stavo convincendomi di star dormendo, dai) e delle necessità no�urne di un organismo che, contrariamente alle sue abitudini, non sta dormendo. Arrivai in sede completamente sprovvista e fiduciosa che la mia dormi'na mi avrebbe mantenuta a�va e pimpante per le 6 ore successive. Con il tempo, a mie spese, ho imparato che la dormita pre-turno da sola non poteva perme�ermi di sopravvivere adeguatamente alla no�e. Sperando di fare cosa gradita a tu�o il gruppo, condivido il mio kit del buon turnista no�urno.
COMFORT PERSONALI
Scomodità dei jeans: tuta vieni a me. Ben presto ho realizzato che i tanto carini e tanto fashion e tanto stre� jeans della mia quo'dianità non potevano essere dei buoni allea' per il turno no�urno, tanto meno le camicie o i golfini.
La tuta si è ben presto impossessata dalla mia persona, decidendo di non mollarmi mai più per queste occasioni. Le mie sono tute con pantalone scuro, non esose, per mantenere un’armonia e un po’ di equilibrio rispe�o ai felponi tanto simpa'ci quanto imbarazzan' che vi abbino (per esempio, pelosi con su scri�o “Pizza Party” che tanto quelli nessuno li vede, a meno che non siamo in coppia).
Vade retro, divano. Divano sì o divano no? Personalmente (ma forse un po’ per tu�), la risposta è no. Amo il divano e amo la poltrona della nostra sede, e proprio per questo durante la no�e direi che sono a divieto di accesso… Pantofole. Dato l’insieme di accessori che me�o insieme per il turno no�urno, la scelta di mantenere scarpe comode ma non pantofole mi ricorda, inconsciamente, che non sto facendo la pantofolaia a casa mia. Perché, a parte gli scherzi, il kit serve per trovare un po’ di agio nella no�e, e a rendere più produ�vo il servizio in un arco di tempo della giornata veramente tanto cri'co.
VIGILANZA
È però sorto un problema: la comodità e il calduccio della tuta mi danno sonnolenza. Serve mantenere a�vo l’organismo e la mente! Nonostante le telefonate, ci sono momen' cri'ci delle 6 ore no�urne nelle quali il sonno potrebbe prendere il sopravvento. Le risposte per far fronte a tale dilemma possono declinarsi in vari modi.
“Con il tempo, a
mie spese, ho
imparato che la
dormita pre-turno
da sola non
poteva
permettermi di
sopravvivere
adeguatamente
alla notte.
Sperando di fare
cosa gradita a
tutto il gruppo,
condivido il mio
kit del buon
turnista notturno”
Il cibo. Questa è una soluzione alquanto sogge�va. Infa�, di solito la diges'one
comporta senso di stanchezza e sonnolenza, ma nel caso di persone innamorate del cibo esso
cos'tuisce uno s'molo sensoriale fonte di entusiasmo. O almeno, lo è per me...
Di conseguenza, eccomi arrivare con un ces'no di vivande in s'le Cappucce�o Rosso o pic-nic
all’aperto, pronta a divorare.
Il cioccolato fondente è tra gli alimen' che non
possono mancare, mentre per quanto riguarda le
bevande s'molan', ho optato per il thè, più leggero del
caffè e sopra�u�o della zuccherosissima Cola Cola.
Ho sempre con me la tazza per il thè, che porto da casa e
che è stata selezionata per poter accedere alla nostra
sede. Dimensione medio-grande, capienza adeguata,
forma ada�a per il trasporto in borsa.
La luce accesa. Il nostro cervello è programmato per rimanere a�vo durante le ore di
luce e a rilassarsi nel buio della no�e. Di conseguenza, ho provato per un po’ a mantenere accese le
luci principali, ma a lungo andare mi sono sen'ta un po’ schizzata e ho iniziato a cercare un
equilibrio nella quan'tà di luce emessa dalle diverse lampadine sparse per la stanza.
Computer, serie tv/film o le�ure. Tra le tre opzioni ho scoperto di preferire la visione,
durante i sostenu' momen' mor' che a volte mi sono capita', di episodi brevi di serie tv
diverten', che ca�urano la mia a�enzione e mi svegliano un po’.
La loro durata perme�e di dedicarsi a qualcosa nell’a�esa di altre telefonate in un arco di tempo
non troppo protra�o, inoltre la trama ironica consente una leggera distrazione che non induce
dipendenza e voglia ma�a di con'nuare la visione per scoprire cosa succede.
E un po’ di buon umore può soltanto giovare al nostro servizio!
Appun$ sul quaderno.
Probabilmente sono diventata la romanziera di VA, perdonatemi, ma compilare il quaderno non
soltanto mi aiuta a focalizzarmi e rifle�ere sulle telefonate, ma ho scoperto che mi man'ene a�va
durante il turno no�urno! Perdonatemi di nuovo, davvero.
That’s all, folks! Buon turno a tu:,
aspe;o vostri preziosi consigli da poter aggiungere al kit! :-)
Claudia
P A G I N A 1 1
“Appunti sul
quaderno.
Probabilmente sono
diventata la
romanziera di VA,
perdonatemi, ma
compilare il
quaderno non
soltanto mi aiuta a
focalizzarmi e
riflettere sulle
telefonate, ma ho
scoperto che mi
mantiene attiva
durante il turno
notturno! ”
VITA ASSOCIATIVA
P A G I N A 1 2
VITA ASSOCIATIVA Gruppo “Arredo V.A.”
Come condiviso durante l’ul'ma Equipe di
Gennaio, V.A. ha ricevuto dalla Regione Toscana
mobilio dismesso già presen' da diverso tempo in
sede al piano inferiore: si tra�a di librerie, scrivanie
sedie e poltrone. Sarebbe davvero carino, a questo
punto, ideare un arredo funzionale delle stanze
u'lizzando i mobili dona' e quelli già presen'.
Quindi perché non formare un agguerrito gruppo di
“Archite: amici” che prendano a cuore l’impegno di dare maggior lustro alla nostra sede?
In fondo anche noi abbiamo bisogno di essere accol' per bene quando entriamo per far
servizio! Fatevi avan" dunque! Stupiteci!
Festa del Volontariato 2018 Come ogni anni è arrivato puntuale l’invito, da parte
dell’Associazione Commercian" Lo Scarabeo, a partecipare, alla
Festa del Volontariato che si terrà a Firenze in Via di Ripoli
(Quar$ere 3) il prossimo 8 di Aprile (domenica).
V.A. ha inviato la propria adesione a partecipare per
presenziare con un proprio gazebo. Facciamo appello, quindi, alla
disponibilità di volontari per una eventuale presenza per la
distribuzione di materiale is'tuzionale e promozionale.
Da oggi troverete in sede, affisso in bacheca, un foglio adesioni per poter dare la propria
disponibilità a coprire uno o più turni durante la manifestazione.
Ribadiamo quanto sia importante per noi presenziare a ques' even' u'li a farci conoscere
maggiormente sul territorio.
Campagna tesseramento 2018
Anche per questo anno la quota sociale è rimasta fissata in
30,00 €.
Si richiede come di consueto di effe�uare il pagamento
della quota entro il giorno dell’assemblea ordinaria, fissata per il
prossimo 20 febbraio 2018, o quanto prima
Scriveteci a [email protected] MARCO FRANCESCO CLAUDIA LUCA 2 RICCARDO