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Anno XXXIII n. 1 - giugno 2017 - Sped. a. p. - art. 2 - comma 20/c, Legge 662/96 - Filiale di Asti - Organo ufficiale del Centro Librario Sodalitium - Loc. Carbignano, 36. 10020 VERRUA SAVOIA (TO) Tel. +39.0161.839.335 - IN CASO DI MANCATO RECAPITO, RINVIARE ALLUFFICIO C.R.P. ASTI PER RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE LA RELATIVA TARIFFA Tassa Riscossa - Taxe Perçue. ASTI CPO N. 68

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Anno XXXIII n. 1 - giugno 2017 - Sped. a. p. - art. 2 - comma 20/c, Legge 662/96 - Filiale di Asti - Organo ufficiale del Centro Librario Sodalitium -Loc. Carbignano, 36. 10020 VERRUA SAVOIA (TO) Tel. +39.0161.839.335 - IN CASO DI MANCATO RECAPITO, RINVIARE

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N. 68

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Editoriale

Ricominciamo da dove ci eravamo la-sciati… Nell’ultimo editoriale ricor-davamo il trentennale del nostro

Istituto (1985-2015). Tutto l’anno 2016 èstato per noi un anno “giubilare”, nel qualeabbiamo festeggiato questa tappa così im-portante per la vita della nostra piccola fa-miglia. E pertanto lo abbiamo inauguratocon un pellegrinaggio che ci riportava allenostre origini. I giorni 26, 27 e 28 gennaio2016 Mons. Stuyver, i sacerdoti dell’Istitu-to, i seminaristi e i fratelli, sono tornati alSantuario della Madonna del Buon Consi-glio, a Genazzano, come fece l’Istituto na-scente nel lontano 1986. Ricevuta la bene-dizione della nostra Patrona e Madre, cisiamo recati a Roma, che è e resta la Capi-tale della Chiesa e di tutto il Cristianesimo,e ci siamo raccolti davanti alle reliquie disan Pio X, di san Pietro e di tanti altri Som-

mi Pontefici che riposano in quella grandebasilica. Qualche mese dopo, sono le religiose del

nostro Istituto che si sono recate a Genaz-zano. Sono stati momenti commoventi, unagrande manifestazione di fede, di carità fra-terna, di fedeltà alle origini del nostro Isti-tuto, che non hanno mancato di dare fruttie grazie abbondanti. Tra queste, ricordia-

“Sodalitium” Periodico - n° 68, Anno XXXIII n. 1/2017

Editore Centro Librario Sodalitium

Loc. Carbignano, 36. 10020 VERRUA SAVOIA TOTel.: 0161.839335 - CCP 36390334

INTERNET: www.sodalitium.it - email: [email protected]

Direttore Responsabile don Francesco RicossaAutorizz. Tribunale di Ivrea n. 116 del 24-2-84 Stampa: - Alma Tipografica Villanova M.vì. CN

Questo numero della rivista è stato chiuso in redazione il 16/05/2017

Ai sensi della Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali, idati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti verranno tratta-ti in forma cartacea ed automatizzata e saranno utilizzati esclu-sivamente per invio del giornale oggetto di abbonamento o dialtre nostre testate come copie saggio e non verranno comuni-cate a soggetti terzi. Il conferimento dei dati è facoltativo ed èpossibile esercitare i diritti di cui all’articolo 13 facendone ri-chiesta al responsabile trattamento dati: Centro Librario Sodali-tium.

In copertina: sacerdoti, seminaristi e religiosi dell’Istituto a Roma davanti alla basilica di s. Pietro(gennaio 2016).

Editoriale pag. 2Maria antitesi di Satana pag. 4“La seconda breccia di Porta Pia”: il monumento a Giordano Bruno pag. 22Un passaggio del Vangelo fra i più difficili da capire. La parabola dell’economo infedele pag. 30Non ci credo... ma è vero! pag. 35“Se Lutero tornasse sulla terra, troverebbe che Bergoglio va troppo in là...” pag. 38L’apostasia delle nazioni: le “unioni civili” pag. 42Don Ennio Innocenti, pioniere dell’ecumenismo a Roma pag. 44Don Innocenti e i “cari amici” massoni pag. 47COMUNICATI DI SODALITIUM

Martirio o castigo? pag. 48Bergoglio e i preti sposati pag. 49“La fine di un equivoco”: Mons. Fellay conferma pag. 50Gestire l’opposizione pag. 52

RECENSIONI“Storia Sociale della Chiesa” di Mons. Umberto Benigni pag. 53

Vita dell’Istituto pag. 56

Sommario

Lo scopo di Sodalitium è sem-pre lo stesso: quello di contri-buire con la conoscenza di Dioe delle cose divine, alla salvezzadelle anime, e nel contempo dimettere in guardia dagli errori,sia quelli manifesti sia quelli piùinsidiosi che spesso si celanosotto apparenza di bene.

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mo l’entrata nell’Istituto di don Piero Fra-schetti il 12 febbraio 2016, che già ci avevaraggiunto nel 2013, l’ordinazione sacerdo-tale di don Charbel Madi il 1° ottobre 2016,e la recente entrata nell’Istituto di don Ar-nold Trauner, nella festa della Madonnadel Buon Consiglio, 26 aprile 2017. Ordina-to nel 1994 nella Fraternità san Pio X, haesercitato il suo ministero per molti anni inAfrica, lasciando la Fraternità nel 2013. At-tualmente, celebra la S. Messa in Austria, aBudapest in Ungheria, e a Londra. Siamolieti e onorati di accoglierlo tra di noi.L’apostolato del nostro Istituto deve far

fronte a tante nuove necessità, che diven-gono ancora più pressanti con l’aggravarsidella crisi – nella Chiesa e nella società –che aumenta potremmo dire di giorno ingiorno. Siamo così costretti a dare la prece-denza all’apostolato (almeno rispetto allanostra rivista), apostolato che si apre vastodavanti a noi, secondo le parole del Vange-lo: la messe è grande, ma gli operai sono po-chi. Abbiamo così cercato di soddisfare ilnostro compito di formazione indulgendodi più alle caratteristiche della moderna co-municazione, privilegiando brevi comunica-ti con i quali commentare gli avvenimenti edare la ‘linea’ del nostro Istituto, oppure,per gli approfondimenti, fare un maggioruso della parola rispetto allo scritto: le nu-merose conferenze e ancor più le giornatedi formazione (pensiamo a quelle ormai an-nuali di Modena, Milano e Parigi) sono adisposizione di chi le vuole ascoltare nei‘canali’ di Sodalitium. In questo numero

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della rivista troverete quindi in buona partela raccolta dei nostri ultimi comunicati e latrascrizione di alcune conferenze, assiemead alcuni articoli inediti, mentre altri sonogià in preparazione. Lo scopo è sempre lo stesso: quello di

contribuire con la conoscenza di Dio e del-le cose divine alla salvezza delle anime, enel contempo di mettere in guardia daglierrori, sia quelli manifesti sia quelli più in-sidiosi che spesso si celano sotto apparenzadi bene.

Buona lettura!

Sacerdoti, seminaristi e religiosi dell’Istituto al Santua-rio della Madonna del Buon Consiglio di Genazzano

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Pubblichiamo il testo della relazione tenutada don Francesco Ricossa in occasione del14° Convegno di Studi Albertariani, il 14novembre 2015. Essa illustra lo stato dellateologia mariana e come deve essere la nostra devozione alla Madre di Dio. È statomantenuto lo stile parlato.

Maria antitesi di Satana: lo sviluppo omogeneo del dogma marianoai tempi di Pio XII negli scritti di Padre

Guérard des Lauriers

Questo convegno ha una doppia te-matica. La prima si intitola, in ma-niera generica, “Ipsa Conteret: ella ti

schiaccerà il capo – Il ruolo di Maria Santis-sima nella difesa della fede” e poi l’interven-to ha un titolo più dettagliato “Maria antite-si di Satana: lo sviluppo omogeneo del dog-ma mariano ai tempi di Pio XII e negli scrittidi Padre Guérard des Lauriers”. Mentre in-vece la seconda relazione riguarderà un ri-cordare nostalgico i 30 anni del nostro Isti-tuto: quanto tempo è passato! Il collega-mento tra i due temi è presto detto, ovve-rossia l’Istituto che abbiamo fondato 30anni fa è intitolato alla Madonna. Negli sco-pi, e nelle finalità del nostro Istituto, comesono stabiliti negli statuti, vi è proprio la dif-fusione della devozione alla Vergine Maria.Abbiamo quindi forse mancato un po’ allenostre finalità statutarie e questo convegnoè più che mai opportuno proprio per per-metterci di realizzare, in quest’occasione,questo nostro intendimento. Quando si parla poi negli statuti dello

spirito del nostro Istituto viene detto cosi:«La Vergine Maria ha un ruolo fondamen-tale nella vita interiore dell’Istituto. Vene-rata particolarmente sotto il titolo di “Ma-ter Boni Consilii”, vedremo poi perché,Maria deve essere l’anima dell’Istituto.Alla S. Messa, nella recitazione dell’ufficiodivino e del rosario, durante ogni attività.Nel corso dei viaggi, nell’amministrazionedei Sacramenti e, per chi non fosse sacerdo-te o religioso, durante il lavoro e nella vitafamiliare, la presenza della Madre delBuon Consiglio deve farsi sentire. A lei siaffideranno le pene e le gioie, a lei si chie-

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Dottrina e Mariologia

deranno le luci necessarie prima di ogni de-cisione, a lei si offriranno le nostre mortifi-cazioni. Il membro dell’Istituto che non in-tendesse l’importanza di questa affiliazionetotale a Maria, specialmente in quanto Ma-dre del Buon Consiglio, avrebbe certamen-te malinteso il senso di questa scelta. Se unistituto si vota a Maria sotto un titolo parti-colare, il nostro alla Mater Boni Consilii, èperché proprio nel buon consiglio dellaMadre Celeste esso ripone tutte le sue spe-ranze e le sue debolezze». Quindi scusatese la presentazione era piuttosto lunga, maquesto per esprimervi quindi un po’ il lega-me, il vincolo tra le due relazioni di questasera. Ho preparato solo la prima, perchéquanto alla seconda farò opera di memoriadei vecchi tempi o dei tempi presenti. Inve-ce vediamo un pochettino la prima relazio-ne che per la verità è ricchissima: ci sarebbemateria per discutere lungamente e meritaapprofondimento.Vi è infatti una branca, per così dire, del-

la teologia che si chiama “Mariologia”.Avete qui un volume, che non credo si tro-vi più in commercio ma, forse, si trova nondifficilmente in vendita dagli antiquari: “Ildizionario di Mariologia” di Roschini, unreligioso servita di cui parleremo ancora,che vi dà sotto forma di dizionario, quindiin maniera facile da consultare, le informa-zioni base su questa scienza e su quello chela teologia cattolica ha ricavato nella pro-pria riflessione sul mistero della Madre diDio. Queste sono invece le note delle lezio-ni che ho tenuto e che terrò ancora in Se-minario sul medesimo tema, ma non spa-ventatevi, non ve le leggerò. Le ho portategiusto per rassicurarmi.

“Ipsa Conteret: ella ti schiacce-rà il capo – Il ruolo di Maria San-tissima nella difesa della fede”.L’Istituto che abbiamo fondato30 anni fa è intitolato alla Ma-donna. Negli scopi, e nelle fina-lità del nostro Istituto, comesono stabiliti negli statuti, vi è ladiffusione della devozione allaVergine Maria.

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Abbiamo molte cose di cui parlare. Daun lato il legame, com’è nel titolo generaledel convegno, tra la Santa Vergine e la di-fesa della Fede. D’altra parte invece lo svi-luppo veramente straordinario della devo-zione mariana, ma anche, e qui soprattuttoparliamo di questo, della riflessione deiteologi e della Chiesa sul mistero della San-ta Vergine, in particolare sotto il Pontifica-to di Pio XII, con una riflessione su un teo-logo in particolare che abbiamo avuto lagrazia, la gioia e la fortuna di conoscere eche è stato un po’ il fondatore del nostroIstituto, cioè Padre Michel Louis Guérarddes Lauriers. A questo proposito, per quelche riguarda il legame con la fede si puòpresentare questa cosa da un punto di vistastorico, ovverossia tutti gli interventi diMaria o della devozione alla Vergine Mariain favore della fede e della società cristiana,della cristianità oppure contro gli errori piùgravi che si oppongono alla fede. Ad esem-pio, dopo una bella introduzione, c’è unacarrellata storica che espone bene e in ma-niera molto chiara e molto facile questi fat-ti, in un discorso che il Cardinale Ottavianitenne al Congresso di Mariologia di Lour-des nel 1958: “Acta Congressus Mariologi-ci-Mariani in civitate Lourdes”.

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Questo congresso di Mariologia fu, po-tremmo dire, il canto del cigno di questogrande sviluppo dello studio sulla VergineMaria e quindi dell’approfondimento dellafede. Esso si tenne proprio nell’anno dellamorte di Papa Pio XII, che possiamo chia-mare, con Pio IX, il Papa mariano per ec-cellenza, proprio per la sua profondissimadevozione e per l’approfondimento dellafede che egli diede a proposito delle veritàche concernono la Vergine Maria. In queltesto del Cardinale Ottaviani, che potetetrovare su internet (ormai su internet si tro-va di tutto, il bello e il brutto), lo trovate

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per esempio nel sito di un sacerdote, l’abbéBelmont, in francese ma probabilmente sipotrà trovare anche in italiano, esso s’inti-tola: “Interventi vittoriosi di Maria nella vitadella Chiesa”. Egli fa una carrellata storicadal mondo pagano, attraverso la letteraturagiudaica anticristiana e quindi nemica dellaVergine Maria; si occupa poi dello gnostici-smo, l’eresia ariana, le prime invasioni mus-sulmane, oggi di attualità, le eresie medie-vali, il protestantesimo, le vittorie della Cri-stianità contro i turchi nel XVII secolo. Epoi l’illuminismo: voi sapete che a NotreDame fu adorata la Dea Ragione, che erauna prostituta, al posto della Vergine Ma-ria: è un pochino il simbolo del mondo mo-derno e della sua opposizione alla SantaVergine. Ma anche il ruolo di Maria nellarestaurazione: sapete che Don Bosco volleche nella basilica di Maria Ausiliatrice aTorino, vi fossero due date sulla facciata,una è la data della vittoria di Lepanto el’altra è la data del ritorno del Papa aRoma al momento della restaurazione,1815: entrambe le vittorie attribuite a Ma-ria Ausiliatrice, Ausiliatrice dei Cristiani eche rende vittoriosi in tutte le battaglie del-la fede contro i nemici della Chiesa e dellaciviltà. E poi il Cardinale finiva coll’osser-vare il trionfo di Maria nella Chiesa, manello stesso tempo l’ostilità del mondo mo-derno. Ecco io adesso non vi leggo tuttoquesto, perché anche se sarebbe molto bel-lo ci prenderebbe troppo tempo, e rinvio illettore alla ricerca su internet; io lo segnalosoltanto, e voi potrete studiare e leggerequesto bel testo.Questo sviluppo della conoscenza da

parte della Chiesa del deposito della veritàrivelata da Dio a proposito della sua SantaMadre, che è oggetto della nostra Fede, si èavuto soprattutto a partire da Papa Pio IX:questo periodo, diciamo, di fulgore va più omeno dalla definizione del dogma dell’Im-macolata Concezione di Maria nel 1854, alquale fece seguito l’apparizione della Ma-donna a Lourdes, fino alla proclamazione,potremmo dire, da parte di Pio XII dellafestività della Regalità di Maria Verginenel 1954, che fu anche l’Anno Mariano. Noiquindi parleremo di questo e dopo parlere-mo invece della svolta che ancora una voltaportò il Concilio Vaticano II: possiamo direla battuta d’arresto e la condanna a mortedi questo periodo di fulgore sia nella devo-

Papa Pio XII

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zione alla Santa Vergine, ma soprattuttonell’approfondimento teologico della fededella Chiesa Cattolica in Cristo e in Maria,che sono indissolubilmente uniti. Infine in una terza parte di questa espo-

sizione vedremo invece qualche accennoagli scritti di Padre Guérard des Lauriers,scritti che fanno parte del periodo in que-stione, cioè del periodo sotto il Pontificatodi Pio XII, particolarmente degli anni dal’50 al ’54, che vanno dalla proclamazionedel dogma dell’Assunzione in Cielo di Ma-ria e la festa di Maria Regina nel 1954. Tral’altro uno di questi scritti si intitola “Marieanti-type de Satan”, Maria anti-tipo di Sata-na, ma non sarà l’unico testo che commen-terò, se avrò il tempo, se voi resisterete finoa quel momento. Per il resto prima di intro-durre quello che vi volevo dire, prima dientrare in media res: Maria e la Fede. Ma-ria non solo è intervenuta sempre in difesadella Fede, non solo Maria è intervenutacontro le eresie, tutte, tant’è vero che la li-turgia della Chiesa dice proprio della SantaVergine che ha distrutto le eresie nel mon-do intero. La pars destruens di Maria, quel-la di lotta contro l’errore, è importantissi-ma ma viene dopo la pars construens, quel-la positiva; Maria è prima di tutto donna diFede, è prima di tutto credente e questo loafferma il Vangelo. Quando la Santa Vergi-ne, con la Visitazione, portando nel suoseno il Figlio, Verbo di Dio fatto uomo, sirecò da Elisabetta che a sua volta portavanel suo seno il Battista, il precursore, Elisa-betta disse: “Com’è che la Madre del mioSignore viene a me?”. Elisabetta fu la pri-

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ma, in un certo senso, dopo l’Angelo, cheproclamò la maternità divina di Maria, cioèMadre del Signore, Madre di Dio. Ebbenequesta donna, Elisabetta, rivolgendosi aMaria le disse pure: “Beata quæ credidisti”,beata tu perché hai creduto. Le poche pa-role che sono nel Vangelo sulla Santa Ver-gine sono, proprio per la loro rarità, assolu-tamente preziose e devono essere tutte sop-pesate fino in fondo. E quindi anche que-sta. Maria è colei che ha creduto, è la primadei credenti, è il modello dei credenti, coleiche ha mantenuto viva la fede, la Fede nelVerbo incarnato, la Fede trinitaria, la Fedenella divinità del Figlio e nello stesso tem-po nella sua umanità. La doppia natura furivelata per prima a lei dall’Angelo, nel-l’Annunciazione, quindi a questa fede leiaderisce, questa fede conosce, questa fedemedita, “Maria meditava tutte queste cosenel suo cuore”. Più volte san Luca ci riferi-sce questo fatto, diciamo dell’intimità dellaVergine Maria perché l’ha ricevuto da leistessa; Maria conserva questa Fede anchenell’ora tragica della Passione e del SabatoSanto. Tant’è vero che delle donne che era-no ai piedi della Croce, è l’unica che non sireca al Sepolcro il mattino di Pasqua, è l’u-nica che non cerca tra i morti Colui che èvivo, il Risorto, questo solo perché avevamantenuto viva, integra e intatta la Fedenel Cristo risorto e trionfante della morte.E quindi è normale che Maria sia Colei chemantiene viva la Fede, che sia la guida ditutti coloro che difendono la fede e che cre-dono, e nello stesso tempo è la nemicaacerrima del demonio, di Satana, al qualeessa schiacciò il capo. Allora diremo qual-che cosa, anzi più di qualche cosa a questoproposito, ma vorrei innanzitutto, comeavevo già accennato prima, darvi una bre-vissima, a causa del tempo, idea appunto diquesto periodo fortunato della riflessionedel Magistero della Chiesa e dei teologi sulmistero della fede, quindi sulla VergineMaria. Esaminiamo come oggetto della nostra

fede, quello che diciamo nel Credo: Gesùnato “ex Maria Virgine”; nella nostra pro-fessione di fede è presente la Santa Vergi-ne, quindi vorrei dirvi qualche cosa su que-sto sviluppo provvidenziale. Certamentenon è con la proclamazione del dogmadell’Immacolato Concepimento di Mariache la Chiesa ha iniziato questa predicazio-

Padre Guérard des Lauriers

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ne delle verità di fede concernenti la SantaVergine, perché esse sono, come vedremo,intrinseche al cristianesimo stesso. Il cristia-nesimo ha come misteri principali dellafede la Trinità di Dio e l’Incarnazione delVerbo, e questi due misteri son già presentinell’Annunciazione dell’Angelo a MariaVergine, l’uno e l’altro. È quindi dalle pri-me pagine del Vangelo di san Luca che noiabbiamo di già Maria al centro del misterocristiano. Tutti i negatori di Cristo e dell’In-carnazione, della Trinità saranno negatoridi Maria; tutti i devoti veri di Maria saran-no difensori della fede trinitaria, della fedenella divinità di Gesù Cristo, evidentemen-te perché si tratta di cose inseparabili. Tra i grandi Concili cristologici, i primi

quattro Concili gloriosi della Chiesa, ilConcilio di Efeso è quello che proclamò lamaternità divina di Maria, ma perché? Per-ché proclamò che Gesù Cristo è una perso-na divina, ed è perché Gesù Cristo è unapersona divina e non c’è in Gesù Cristo unapersona umana, c’è una natura umana, nonuna persona umana, e perché Gesù Cristo èuna persona divina che Maria è Madre diDio. Ancora una volta la maternità divina èla chiave di tutti i privilegi di Maria e il cen-tro di tutto quello che si deve dire su essa, èla Mater Dei come diciamo nell’Ave Mariaogni giorno, Santa Maria Madre di Dio.Ebbene questo mistero fu proclamato adEfeso, assieme al mistero dell’unità dellapersona di Cristo e quindi dell’unione delledue nature umana e divina nell’unica per-sona di Cristo, l’unione ipostatica.

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Potremmo parlare di tanti altri Concili,ma vogliamo soffermarci invece sul glorio-so sviluppo della devozione mariana e dellaconoscenza della fede, che inizia con PioIX. Ancora su internet, senza cercare chissàdove, si trova facilmente nel sito del Vati-cano, la bolla di Pio IX “Ineffabilis Deus”.Non ve la leggerò e sarebbero da leggeretutte, le ho rilette oggi proprio per prepa-rarmi a questa giornata, e veramente sonouna magnificenza. Allora vi raccomandocome continuazione di questo nostro incon-tro di oggi la lettura di questi documenti, lalettura di questo documento dell’8 dicem-bre 1854, con il quale Pio IX proclamò ildogma di fede, la verità di fede che non èuna verità moderna: se è una verità di fedel’ha rivelata Dio e quindi è sempre stata nel

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deposito della rivelazione, e la Chiesa hadefinito che è sempre stata nel depositodella rivelazione con questo documento diPio IX “Ineffabilis Deus”. Poi consiglio tra itantissimi documenti, omettendo LeoneXIII che tanto ha scritto a questo proposi-to, un’altra enciclica, una enciclica che, sitrova anch’essa su internet, e che pubbli-cammo anche su Sodalitium tantissimi annifa “Ad diem illum lætissimum” per il cin-quantenario della proclamazione del dog-ma dell’Immacolato Concepimento di Ma-ria. È un documento di san Pio X, moltoimportante perché partendo dalla verità difede sull’Immacolata, san Pio X anticipa glisviluppi che saranno poi portati avanti conforza dai suoi successori, particolarmenteda Benedetto XV e Pio XII, ovvero la veri-tà sulla Mediazione di Maria e sulla Corre-denzione di Maria. Un’altra enciclica che consiglio, tra le

tante che potremmo leggere di quel magni-fico periodo, è quella sotto il Pontificato diPio XII ed è commovente leggere in questitesti gli accenti di pietà, di devozione cheproclama, questo grande Papa, nei confron-ti della Santa Vergine. Questo documentodovrebbe essere noto perché si tratta nientemeno che della Costituzione Apostolicacon la quale fu dichiarato il dogma dell’As-sunzione di Maria in Cielo. Eppure noncredo che tanti l’abbiano letto dalla primaall’ultima riga. Non chiedo di alzare lamano a quelli che l’han letto, ma immaginoche non siano poi tantissimi. Ve lo consiglioveramente. Il 1° Novembre 1950 era l’AnnoSanto, giorno di Tutti i Santi e la Costitu-zione si chiama “Munificentissimus Deus”.L’Assunzione di Maria in Cielo è deduzio-ne immediata del suo Immacolato Concepi-mento: a causa del legame tra il peccato e lamorte attestato da san Paolo, se non c’èpeccato non c’è morte. E a questo proposi-to c’è questa riflessione di Padre Guérarddes Lauriers: “Assomption : en quel sensMarie est-elle morte”, “Assunzione: in chesenso Maria è morta”, dove mette mortetra virgolette. Perché queste virgolette?Perché Padre Guérard des Lauriers (e nonè l’unico, Padre Roschini pure, sebbene inmaniera diversa, raggiunge la medesimaconclusione) difende il fatto che Maria nonè morta, cioè non solo il suo corpo è assun-to in Cielo, ma Maria non è morta, o me-glio spiega in che modo può essere detta

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morta, ma non con la separazione dell’ani-ma dal corpo come avviene per noi. “Muni-ficentissimus Deus” non tratta solo dellaAssunzione di Maria in Cielo, cioè uno deiprivilegi di Maria, ma ci dà tutti i principiche la teologia trova e che la fede manifestaa proposito dell’Assunzione della VergineMaria. Sono i princìpi sui quali noi possiamo ba-

sare anche gli ulteriori sviluppi, e particolar-mente giungiamo all’enciclica “Ad Cæli Re-ginam”, sulla dignità regale della Santa Ver-gine Maria. Dopo che Pio XI, nell’enciclica“Quas primas” contro la peste del laicismoaveva istituto la festa della Regalità di CristoRe, Pio XII l’11 ottobre, festa della Materni-tà Divina, del 1954, Anno Mariano (procla-mato Anno Mariano per il centenario dellaproclamazione dell’Immacolata Concezio-ne) diede questo documento sulla Regalitàdi Maria. Ma attenzione, chi legge questaenciclica si renderà subito conto di comel’enciclica contenga di già non implici-tamente, ma esplicitamente la dottri-na della Chiesa su queste due al-tre verità, insegnate ormai aquei tempi costantementedal Magistero dellaChiesa, dal Magisterodel Papa, dal Magiste-ro di tutti i Vescovipraticamente, o di qua-si tutti, e creduta paci-ficamente da tutti i fe-deli, sul fatto che Ma-ria è Mediatrice di ognigrazia e sul fatto cheMaria è Corredentricedel genere umano.Queste due verità sonospiegate benissimo sianell’enciclica di san PioX, sia nella bolla di PioXII e ancor più in que-sta enciclica di cui viparlo ora; queste veri-tà, la Mediazione e laCorredenzione, o me-glio bisognerebbe direin ordine logico la Cor-redenzione prima, laMediazione dopo, fan-no parte della dottrinasulla Regalità di Maria.Cioè la Regalità di Ma-

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ria si svuota del suo significato, resta quasinulla, se le togliamo questi due esercizi dellasua Regalità, ovverossia la Corredenzionedel genere umano e la Mediazione di Marianella distribuzione di tutte le grazie chegiungono agli uomini da parte di Dio.

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Questo era lo stato della teologia allamorte di Pio XII. Vi darò i principi e cer-cherò di spiegarvi i motivi di queste dottri-ne, cercherò di spiegare in cosa consistonoe su che cosa si fondano, altrimenti facciodelle affermazioni senza dire il perché eneanche il che cosa, né di che cosa si trattané perché la Chiesa insegna questo. Ma perora, da un punto di vista diciamo storico,volendo presentarvi diciamo questo svilup-po, possiamo dir questo: che alla morte diPapa Pacelli la dottrina sulla Regalità diMaria, sulla Mediazione universale di ognigrazia da parte di Maria, sulla Corredenzio-ne della Vergine Maria era insegnata inmaniera talmente chiara dalla Chiesaed era dottrina comune di tutti icattolici, che un grande teologodi quei tempi, Roschini perl’appunto, un servita che

fu il fondatore del Ma-rianum, praticamenteuna università a Romache aveva lo scopo diinsegnare particolar-mente la mariologiasotto la guida dei Servidi Maria, ebbene Pa-dre Roschini, ma nonsolo lui, era giunto allavigilia del ConcilioVaticano II a questaconclusione: la Media-zione universale diMaria di ogni grazia ela Corredenzione sonodi già, diceva lui, delleverità di fede. Certo lodice un teologo, peròil teologo lo dice e lospiega. Se infatti noi leggia-

mo la bolla di Pio XII“Munificent iss imusDeus”, nella quale eglispiega come è giuntoalla decisione di pro-clamare solennemente

Maria Mediatrice di tutte le grazie. [Madonna della Misericordia, dalla chiesa di

san Bartolomeo di Vertine (Chianti), Pinacoteca Nazionale di Siena]

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la definizione dogmatica sulla verità di fedeche Maria è stata assunta in Cielo, dopoaver completato il corso della sua vita ter-rena (vediamo che non dice dopo esseremorta, ma dopo aver portato a termine ilcorso della vita terrena) dice come Mariafu assunta in Cielo non solo con l’anima,come tutti i santi, ma anche col corpo. Pri-mizia quindi di quella redenzione finale egenerale dell’umanità eletta e beata, chevedrà anche per noi la resurrezione dellacarne a immagine, a sequela della Resurre-zione di Cristo. Nel proclamare questa veri-tà di fede, Pio XII dice di avere consultatoprecedentemente l’Episcopato mondiale. Eda questa consultazione dell’Episcopatomondiale, che anche Pio IX aveva fatto(questo non perché il Papa non possa defi-nire o insegnare senza gli altri Vescovi, eglipuò farlo benissimo da solo, ma perché eglivolle chiedere il parere e sentire la voce deisuoi colleghi nell’Episcopato), il Papa dice:“La risposta dei Vescovi cattolici diffusi nelmondo intero ci ha detto che per loro l’As-sunzione di Maria in Cielo era già verità difede, come pure per i loro fedeli”. Ragioneper cui insegna il Papa: “Siccome il Conci-lio Vaticano (Vaticano I, n.d.r.) insegnal’infallibilità non solo del Magistero Solen-ne ma anche del Magistero Ordinario”,cioè quello quotidiano fatto dai Vescovi,che è vissuto nella Chiesa, fatto dall’inse-gnamento ordinario del Papa, eccetera,quando esso è universale, cioè si estende atutta la Chiesa, anche in un solo momentodella storia; allora in virtù dell’infallibilitàdel Magistero Ordinario Universale l’As-sunzione di Maria in Cielo è già verità difede, cioè abbiamo già l’infallibile certezzache Dio l’ha rivelata, l’ha rivelata agli uo-mini, agli apostoli, fin dall’inizio, prima an-cora di venire solennemente definita. Que-sto si trova nella “Munificentissimus Deus”. Quando Padre Guérard des Lauriers più

tardi, nella crisi conciliare o dopo il conci-lio, ebbe a polemizzare, ma non solo a po-lemizzare, a spiegare, a rammentare ai cat-tolici rimasti fedeli alla tradizione, quindi aicattolici veri, autentici, che non vi è sola-mente un Magistero solenne che è garanti-to dall’infallibilità, ma che è garantito dal-l’infallibilità anche il Magistero OrdinarioUniversale, ebbene egli si rifaceva proprio,e perché molto da vicino aveva seguito tut-te queste questioni, alla dottrina insegnata

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non solo dal Vaticano I, ma da Pio XII neldefinire l’Assunzione di Maria in Cielo. Or-bene Padre Roschini, allo stesso modo, di-ceva: “La Mediazione di Maria e la Corre-denzione, che sono solamente due aspettidella medesima verità, sono di già insegnatidal Papa e sono di già ricevuti, recepiti, cre-duti dall’Episcopato cattolico nel mondointero come una verità di fede, ragione percui di già è una verità di fede divina, allaquale manca solamente la solenne defini-zione della Chiesa”. Questa solenne definizione della Chiesa

se l’aspettava lui, se l’aspettavano tutti iveri cattolici col Concilio Vaticano II. Pieillusioni. Alla fine del concilio un teologo,scotista tra l’altro, il padre francescano Ba-lich, che era membro del Sant’Uffizio edebbe durante il concilio a occuparsi di tuttaquesta questione della mariologia, dissesconsolato: “Questo giorno è il naufragio ditutta la mia vita”. Ma era il naufragio nonsolo suo, ma di tutti i devoti di Maria. Lodico non in un senso di devozione melasso-sa o personale, privata, pia, devota, ma nonfondata. È il naufragio di tutto quello chela teologia cattolica, particolarmente nelpontificato glorioso precedente, era giuntaa dare, a offrire alla fede della Chiesa allavigilia del concilio. Non solo questa defini-zione non ci fu, ma ci fu una terribile battu-ta d’arresto. L’ultimo dei documenti mario-logici che ho portato è il capitolo VIII dellacostituzione dogmatica “Lumen Gentium”del Concilio Vaticano II: “La Beata MariaVergine Madre di Dio nel mistero di Cristoe della Chiesa”.

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Questo capitolo ha una storia che cer-cherò di raccontarvi. Vorrei farvi capire,giacché quando poi parlereremo di PadreGuérard saranno cose un po’ difficili, anchese tanto più belle quanto più difficili: qui sitratta invece di una paginetta facile di unconfratello di Padre Guérard des Lauriers.Erano domenicani entrambi, teologi en-trambi e hanno vissuto entrambi nello stes-so studio domenicano detto del Saulchoir,in Francia: era una grande scuola di teolo-gia, nel bene e nel male. Si tratta di Congar,padre Congar; molto noto perché dopo ilconcilio gli fu data la porpora di Cardinale,Yves Marie Congar, mentre prima del con-cilio fu privato della cattedra e gli fu vietataogni sorta di insegnamento da Papa Pio

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XII. Si tratta di un libretto “Entretiensd’automne”, cioè una specie di intervista, diriflessioni giunto all’autunno della sua vita,prima di morire, nel quale egli racconta unpo’ la sua vita di teologo, e una delle do-mande che gli viene posta, a partire dallapagina 81, riguarda la Vergine Maria, ilruolo della Madonna nella sua vita di cre-dente, di teologo: “Ci sono stati vari perio-di nella mia vita”, - scrive - un primo perio-do in cui come ogni buon cattolico era de-voto alla Vergine Maria e poi un secondoperiodo quando ha cominciato ad essereteologo. Però quello che ci interessa qui è la de-

scrizione che egli dà di questo periodo stori-co, possiamo dir così dal 1854 al 1958, questicent’anni, o più brevemente sotto Pio XII,soprattutto dal 1950, con l’Assunzione, al1954. Questo periodo io ve l’ho descrittofino ad ora come questo grande sviluppodella dottrina della Chiesa e quindi dell’ap-profondimento della fede riguardo alla Ver-gine Maria, adesso vediamo un altro puntodi vista. Guareschi aveva la famosa rubrica“Visto da destra, visto da sinistra”: lo stessofatto era descritto in maniera opposta. Eb-bene qui abbiamo visto da destra, adessovediamo da sinistra. Congar scrive: “Quan-do ho cominciato a fare teologia in manierapiù attiva, cominciò per me un secondo pe-riodo”, “che corrisponde, abbastanza, alPontificato di Pio XII”. Ecco che cosa pensadi questo Pontificato da questo punto di vi-sta. “Ci fu allora uno sviluppo di mariologiaabbastanza scatenato effréné, senza freni,sfrenato. Ho persino fatto uso di questaespressione: “Mariologia galoppante”. Unpo’ come quando si parlava di tisi galoppan-te”. La tisi è una malattia, la tubercolosi,quando si sputava sangue, c’era la tisi galop-pante: ebbene la mariologia ai tempi di PioXII è paragonata da Congar, che è il teolo-go del Concilio, come una malattia e pergiunta in fase acuta, galoppante. “Si parlavadi tisi galoppante, una malattia che si dif-fonde in maniera anormale e ultrarapida. IlPapa stesso fece preparare la definizionedogmatica dell’Assunzione corporale diMaria Madre di Dio e io non ero assoluta-mente a favore di questa definizione”. Tral’altro non era solo, perché tra quei pochiche si opposero, sia alla definizione dell’As-sunta sia alla proclamazione di Maria Regi-na, vi era Angelo Giuseppe Roncalli. “Io

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non ero per nulla in favore di ciò perchéstoricamente” (ecco lo storicismo, Congarpiù che un teologo fa storia dei dogmi) “leantiche testimonianze sono piuttosto rare enon si può neppure ammettere che la fedeattuale della Chiesa”, cioè che la Chiesaoggi crede che Maria è assunta, “abbia unvalore rivelante”. Cioè lui vuol dire: anchese la Chiesa oggi crede questo non vuol direche l’ha rivelato Dio, perché non è la Chie-sa che rivela, è Dio che rivela, ma è purvero che è la Chiesa che ci dice quello cheha rivelato Dio. “Al concilio fui testimonedella conseguenza di questa mariologia ga-loppante perché nella commissione prepa-ratoria, che grazie a Dio non è poi stato ciòche fu il concilio stesso, padre Balich”, dicui ho parlato prima, “che era del Sant’Uffi-zio, potentissimo a Roma e molto dinamico,aveva fatto nominare più mariologi che po-teva”, per poter giungere alla definizione dicui vi ho parlato prima. Tra l’altro nominòun francese, padre Laurentin, che poi di-venne un esponente del carismatismo, iol’ho conosciuto tanti anni fa, e Laurentinpassò dall’altra parte e Balich gli disse: “Leici ha tradito”. “Balich avrebbe voluto che ilconcilio proclamasse Maria Mediatrice ditutte le grazie, Regina, Corredentrice”. Era la dottrina del Papa, era la dottrina

della Chiesa, era normale che i Vescovi delmondo riuniti in concilio sanzionassero di-ciamo quello che il Magistero del Papa po-chi anni prima aveva autoritariamente spie-gato. Qui invece sembra che fosse una ma-nia di questo padre Balich. E allora cosaspiega Congar? Quello che accadde duran-te il concilio e che vedremo dopo, ma ci dàuna descrizione interessante non solo diquello che hanno fatto con la mariologia,cioè il capitolo 8 di “Lumen Gentium”, maquello che hanno fatto un po’ tutte le ma-novre del concilio. Ecco come ce le spiegalui: “Il concilio fu un grande momento per-ché fino allora c’era stato nella Chiesa Cat-tolica una specie di movimento che isolavale mediazioni e le magnificava all’eccesso.Si isolava il Papa dal collegio (dei Vescovi),ebbene il concilio lo ha rimesso nel colle-gio”, giù, vai giù, lo ha rimesso nel collegio,“come capo ma nel suo seno”. Adesso nell’ultimo discorso di Bergoglio

al sinodo non solo lo hanno rimesso nel col-legio, ma l’hanno messo a testa in giù, per-ché Bergoglio ha detto che la Chiesa è una

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piramide rovesciata in cui in cima ci sono ifedeli laici che ascoltano lo Spirito Santo eil posto più giù in fondo è quello del Papa.Poi dice: “Si isolavano i religiosi dalla vitadei cristiani, il concilio li ha rimessi nella ri-cerca globale di santità”: i religiosi con ivoti messi giù assieme a tutti gli altri chenon fanno i voti, non siete diversi e miglioridagli altri! “Si isolava il sacerdote dai fede-li, mentre invece adesso vediamo benecome si trovano tutti assieme”, ciò vuoldire che il sacerdote non si distingue più daifedeli: i fedeli fanno i preti, i preti fanno ilaici. “E così si isolava Maria da tutti i Santie dalla Chiesa stessa, se ne faceva una sortadi mediatrice riprendendo la parola di S.Bernardo, che personalmente non amo af-fatto: Maria è il collo che unisce la testa alcorpo. No, Maria è nel corpo. Ora come ilconcilio ha rimesso il Papa nel collegio, cosìMaria è stata rimessa nel mistero di Cristoe della Chiesa”, cioè vattene via da lì e ri-torna nei ranghi con tutti gli altri! “Ciò èmolto sano, aderisco del tutto al capitolo 8di “Lumen Gentium”. Maria ha un postoconsiderevole nel mistero di Cristo e dellaChiesa, ma nella Chiesa”.

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E questo naturalmente tra l’altro permotivi ecumenici. Poi parla di cosa pensavaCalvino, di cosa pensava Lutero, di cosapensavano gli ortodossi, di cosa pensavanogli anglicani, eccetera eccetera. Ma quelloche vi volevo leggere è questo, anche per-ché in maniera molto brutale o divertente,a seconda dei gusti, Congar esprime deiconcetti teologici che erano espressione deidue fronti che si opponevano e che si oppo-sero nell’ultimo Congresso Mariologico del’58 tenuto a Lourdes di cui vi ho parlato.Congar conclude queste paginette sullaMadonna dicendo: “Un tempo scrissi cheMaria era una fedele nella Chiesa, una lai-ca. Oggi non lo direi più, però bisogna si-tuare Maria nella Chiesa”. Ora, non è sba-gliato dire che Maria è membro della Chie-sa, è sbagliato però dire che Maria è unmembro della Chiesa, come gli altri, e nonè nello stesso tempo, come tra l’altro purePaolo VI disse, Madre della Chiesa e quin-di superiore, con un ruolo superiore chel’avvicina più che alla Chiesa, a Cristo. E qui noi arriviamo appunto a questa du-

plice polarizzazione della mariologia, chevenne a scontrarsi anche a Lourdes, ma co-

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munque che già covava, da parte dei tede-schi soprattutto, e dei progressisti di ognidove, ma soprattutto francesi, tedeschi,quelli che nel libro “Le Rhin se jette dans leTibre” di Padre Vitgen. L’autore chiama ap-punto il Reno, cioè l’alleanza renana, i padridel concilio che venivano dai paesi bagnatidal Reno. Ebbene c’era questa differenza diidee, di considerare Maria come unita a Cri-sto e assimilata a Lui, come esprimeva inuna formula esattissima la proclamazionedel dogma dell’Immacolata e come lo ri-prendeva la proclamazione del dogmadell’Assunzione, cioè che Maria è stata volu-ta da Dio uno eodemque decreto con Cristo,cioè che nella sapienza eterna di Dio, Dio haliberamente voluto con un decreto divinoeterno, che è Dio stesso, l’incarnazione delVerbo e la sua Santa Madre non come di-stinti ma come una sola cosa: cioè ha volutoLei con Lui e Lui con Lei inseparabili in unsolo e medesimo decreto divino. Quindiquesto ci porta alla profondità di tutto quel-lo che si deve dire sulla Vergine Maria: l’in-separabilità del Verbo di Dio fatto carne edella Sua santissima Madre perché Dio havoluto così! Dio avrebbe potuto volere inmaniera diversa. Dio avrebbe potuto noncreare, Dio avrebbe potuto una volta che hacreato l’uomo non riscattarlo dal peccato,Dio avrebbe potuto non farsi uomo, ma Dioda tutta l’eternità ha voluto creare, ha volu-to elevare l’uomo alla vita sovrannaturale,ha voluto riscattare l’uomo caduto nel pec-cato, l’ha voluto fare con l’incarnazione delVerbo (non entro nella questione incarna-zione per redenzione solo oppure no, èun’altra questione) e ha voluto Maria assie-me a Gesù. Questo è quello che ha volutoDio, senza chiedere il permesso di Congar.E questo è stato il suo torto... L’altra corrente, quella dei teologi rena-

ni cioè dei teologi influenzati dal protestan-

Il domenicano modernista Yves Congar

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tesimo, provenienti da paesi divisi dove ilprotestantesimo ha avuto un’influenza pro-fonda nel pensiero, voleva invece assimila-re Maria non a Cristo ma alla Chiesa. Maassimilare Maria alla Chiesa nella loromente voleva dire che cosa? Farla rientrarenella Chiesa. Ovverossia, che cosa significafarla rientrare nella Chiesa? Considerarlaun membro eminente della Chiesa. Comeun santo, come gli altri santi, magari un po-chino di più, ma sostanzialmente come tuttigli altri, come tutti noi. Come disse brutal-mente Congar, che poi si è un po’ pentito,una laica. Che ancora una volta non è falsoper quel che dice, è falso per quel che nondice evidentemente. Stesso giudizio si do-vrà dare sul testo del Concilio. Negli storicidel Concilio, sia gli storici di tendenza, travirgolette, tradizionalista, sia negli storici ditendenza, tra virgolette, progressista, comela famosa e voluminosa “Storia del Conci-lio Vaticano II” diretta dalla Scuola di Bo-logna, sono descritti gli stessi fatti, di comeall’inizio quindi fu preparato uno schemache doveva essere praticamente un docu-mento conciliare dedicato solo a MariaVergine. E questo documento, che avevacome titolo, se ricordo bene, “Maria madredi Dio e madre degli uomini”, cioè la ma-ternità divina e la maternità verso di noi,madre di Dio perché madre di Gesù che èDio, madre di noi perché madre del Verboche è capo del Corpo Mistico, e madre dinoi perché Cristo dalla croce ce la affidòcome madre: “Ecco tua madre”, e in quan-to tale Mediatrice e Corredentrice. Questo schema avrebbe dovuto portare

alla solenne proclamazione nel Concilio diquesta verità di fede sulla Vergine Maria.Questo era il piano originario naturalmentefu distorto. All’inizio si mutò il testo e l’o-rientamento, cioè Maria non più madre diDio e madre degli uomini ma Maria pontedel mistero di Cristo e della Chiesa, cioèpiù orientata verso la Chiesa che verso Cri-sto. Dopodiché si decise: non dobbiamo piùfare un documento a parte per la VergineMaria, ma dobbiamo inserire quello che sidovrà dire su Maria (non si poteva farne ameno perché sarebbe stata una bestemmiaa quei tempi farne a meno) nel documentosulla Chiesa. Ecco quello che vi dicevo cheha spiegato Congar brutalmente: togliti di lìe vai indietro nel posto che è giusto per te,cioè in mezzo a tutti gli altri. Naturalmente

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ci furono delle discussioni per sapere se ve-ramente fare così oppure no.

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Gli storici di tendenza tradizionalista,De Mattei ad esempio, ci fanno i nomi dichi ha voluto che lo schema su Maria scom-parisse per essere assorbito in quello dellaChiesa e il principale nome è Rahner, il ge-suita Rahner, ma ne dimentica uno, dimen-tica un nome di un altro teologo che conRahner volle questo, diciamo, siluramentodella dottrina cattolica sulla Madonna. Ep-pure la fonte di De Mattei è la stessa pertutti ed è Vitgen, il quale cita l’altro nome:Ratzinger. Ma la penna del nostro storico sivede che si è inceppata in quel momento eil nome fatidico, che invece oggi è più inte-ressante di Rahner, è misteriosamente eva-porato, scomparso, evidentemente. E cosìho tenuto a rimettere le cose e le persone aposto e a dargli i meriti o i demeriti che glispettano. Perché solo Rahner poverinodeve portare il merito o il demerito di que-sto brutto scherzo? Diamo a ciascuno ciòche gli è dovuto e a Ratzinger ciò che è diRatzinger. Allora si passò ai voti e al 29 ot-tobre 1963 un gruppo di Vescovi progressi-sti organizzatissimo, che si era riunito già aFulda e altrove per ottenere il suo scopo,vinse per 17 voti sugli altri padri, numero-sissimi, che volevano mantenere lo schemasolo per la Vergine Maria, ma che eranodisorganizzati; mai più si aspettavano unacosa di questo genere. Quindi 1.114 voti sui1.097 richiesti per avere la maggioranza.Quando ormai non solo non si parlava piùdi definizioni e di dogmi e di Maria media-trice di tutte le grazie. Padre Balich e gli al-tri devoti di Maria e che credevano nel Ma-gistero del Papa (Papa Pacelli era morto dapochi anni), cercarono di salvare il salvabi-le. Non si parlava più di Corredenzione, fi-guriamoci. Di Mediazione di tutte le grazie,per carità assolutamente no. Chiedevano dipoter mettere la parola mediatrice. Di checosa non si sa. Anche un santo può esseremediatore con le sue preghiere di qualchecosa. E allora glielo concessero. Ci fu unaccordo di compromesso tra il teologo Phi-lipps e il teologo Balich ed ecco che da lì,dal compromesso, è venuto il capitolo 8 di“Lumen Gentium”, che non è male perquello che dice, perché dice tutte cose buo-ne e vere, ma è male per quello che nonvuole dire, per quello che si rifiuta di dire e

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per il modo in cui riduce la dottrina cattoli-ca su Maria rispetto a quello che l’insegna-mento della Chiesa aveva già dichiaratofino a pochi anni prima. Il motivo, o unodei motivi, di questa mutazione evidente-mente è stato l’ecumenismo. Non era l’unico motivo in realtà. In real-

tà il motivo principale è un razionalismo difondo che è tipico del modernismo agnosti-co, ma uno dei motivi, che non è solo unpretesto, ma un motivo, era l’ecumenismo:il concilio vuole realizzare l’ecumenismo,vuole andare incontro ai non-cattolici, sia-no essi gli orientali che venerano la Vergi-ne Maria ma non ammettono i dogmi del-l’Immacolata Concezione, dell’Assunzione,eccetera, allontanandosi dalla tradizionegreca e orientale più antica o almeno daiprincipi anche di questa tradizione vene-randa, e soprattutto i protestanti. E alloraqui avremo un aspetto che Padre Guérarddes Lauriers sottolinerà, su un modo di fareteologia. Egli dice ci sono due modi di fareteologia: quello che guarda alla verità, lateologia parla di Dio e quindi quello cheguarda a Dio, ha Dio davanti agli occhi,guarda Dio e parla di Dio, e invece fareteologia guardando l’uomo. Ecco allora lì non vediamo più Dio e la ve-

rità prima, ma vediamo l’uomo con le sueaspirazioni, con le sue necessità, coi suoi desi-deri, eccetera e quindi vediamo le cose nondall’alto ma dal basso. E vedremo come Pa-dre Guérard des Lauriers riconduce questo,ve lo spiegherò, a Satana. È tutto il contrariodi Maria. Non vuol dire che tutti i teologi chesi occupano più dell’uomo che di Dio segua-no Satana, ma è una mentalità che giusta-mente viene ricollegata non a Maria ma alsuo nemico, al serpente infernale. Adessocerchiamo di vedere un pochino quello che laChiesa dice a proposito di queste belle veritàsulla Santa Vergine. Fin qui vi ho detto tuttele verità, tutto quello, che noi possiamo dire,conoscere su Maria Vergine: tutto ruota at-torno alla divina maternità. Adesso senzaparlare della divina maternità, o parlandoneda un certo punto di vista, vorrei incomincia-re utilizzando anche qui una parola di Pio XIInell’enciclica “Ad Cæli Reginam” nella qualePio XII, sviluppando poi questo termine,chiama la Santa Vergine “alma socia”, la san-ta socia. Di chi? Di Gesù Cristo. Padre Gué-rard des Lauriers dava ritiri spirituali, esercizispirituali alle religiose del suo ordine domeni-

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cano, e in questo volume “Recueillement surle parvis du Mystère”, l’ultima delle medita-zioni concerne la Santa Vergine e come titoloegli scelse queste due parole, una tratta dasan Luca e l’altra dalla Genesi. La prima:“Marie a trouvé grâce devant Dieu”, Mariatrovò grazia davanti a Dio (Luca 1, 30). Epoi: “Dio ha scelto per sé in Maria un aiutosimile a sé stesso”, un aiuto simile a se stessoè preso da Genesi 2, 18. Naturalmente in Ge-nesi 2, 18, un aiuto simile a sé, si parla diAdamo: è il racconto della creazione. Diocrea il mondo e al termine della creazionecome coronamento, complemento del mondocreato, che però è sempre creato, vi è l’uomo,Adamo. Adamo è simile a Dio, è a sua imma-gine e somiglianza, è a immagine e somiglian-za di Dio naturalmente e sovrannaturalmen-te. Naturalmente perché a differenza di tuttigli altri esseri creati, ben più splendidi di lui,pensiamo all’universo, al sole, alle stelle, aipianeti, alle meraviglie anche solo di questopiccolo pianeta terra, l’uomo ha in sé l’intel-letto che è fatto per il vero e la libera volontàche è fatta per il bene.

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Mentre tutto il resto segue le leggi divinenecessariamente, ecco che l’uomo invece li-beramente deve andare a Dio sommo benee deve conoscere Dio verità prima. In que-sto l’uomo assomiglia analogicamente, lon-tanissimamente a Dio che è la verità prima,il sommo bene, la volontà e l’intelligenzastessa, la sapienza divina, la divina volontà evi è quindi un riflesso e un’immagine nel-l’uomo della grandezza divina, perche ancheDio è persona, anzi è in tre persone. E poisovrannaturalmente. Non c’è solo una im-magine, ma una vera somiglianza perchéDio gratuitamente, liberamente, senza alcu-na necessità decide di elevare l’uomo, che hagià in quanto è razionale la capacità di cono-scere e di amare Dio tramite la natura, allavita sovrannaturale, la vita divina. Per cuil’uomo è partecipante della vita divina, ha lavita divina in sé, partecipante della naturadivina per cui possiamo veramente chiamareDio, Padre: Adamo fu creato in grazia diDio, liberamente, non necessariamente. Questo ha fatto Dio, la meraviglia del-

l’uomo innocente. Ma il povero Adamo siguardava attorno e vedeva dei cagnolini,dei gatti, dei leoni, di tutto un po’ e nessu-no con cui parlare perché nessuno simile alui. Lui era simile al Padre suo che è Dio,

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ma non trovava nessuno simile a lui e alloraDio gli diede una socia, gli diede qualcunoche fosse simile a lui e nello stesso tempodiversa da lui, ed è la donna. Dio ha creatol’uomo maschio e femmina e dall’uomo hacreato la donna affinché fosse sotto di lui,ma nello stesso tempo simile a lui e suacompagna, tra virgolette. È un terminebrutto in tutti i sensi, da tutti i punti di vi-sta, politico e di convivenza, ma insommacompagna di per sé vuol dire “mangia lostesso pane”, quindi vive assieme, quindifosse la socia di Adamo. I primi uomini,così ci insegna la fede, sono loro. Recente-mente a un bambino che è andato in primamedia e che è molto devoto, hanno spiega-to il libro della Genesi, e l’hanno messonell’epica: Odissea, Iliade, la Genesi. E ilbambino ha detto: “Ma non è credibile laGenesi”. Invece gli ho spiegato i significatiprofondissimi di quello che Dio rivela inqueste pagine della Sacra Scrittura. Giàsolo il concetto di creazione dal nulla èqualche cosa di unico, di una profonditàstraordinaria dove non era giunto nessuno. Ebbene tra le altre cose quindi noi ve-

diamo l’importanza, dell’uomo e della don-na; si chiamano Adamo che vuol dire “trat-to dalla terra”, ed Eva che è la “madre deiviventi”. Sono stati i primi, in ordine crono-logico, i primi come si direbbe teologica-mente, nell’esecuzione, ma erano i priminell’intenzione divina? No. Nell’intenzionedivina, il fine in genere che noi vogliamo sirealizza alla fine e prima abbiamo i mezzi,prima prendiamo i mezzi e poi arriviamo alfine che ci proponevamo. Il fine arriva altermine, ma è voluto prima di ogni altracosa. Così in mente Dei, nella mente di DioAdamo ed Eva poverini, l’uomo e la donnanaturali, non sono il fine per cui Egli hacreato tutta la creazione. Noi vediamo cheAdamo è al centro della creazione, è il redella creazione, è la sommità della creazio-ne sotto Dio, non parliamo degli angeliadesso, ma in realtà è proprio lui, Adamo,il re della creazione? No. Il vero Adamo èil primo voluto da Dio. Quando Dio ha vo-luto liberamente comunicarsi alla creaturaper essere intimamente unita a Lui (inquanto bene vuole comunicarsi a noi) Diopensa al vero Adamo che è Cristo. Questodice san Paolo, non padre Roschini e nean-che Pio XII, è san Paolo, è la Sacra Scrittu-ra. Gesù Cristo è il vero Adamo. L’Adamo

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fallito, l’Adamo miserabile, l’Adamo pec-catore, l’Adamo caduto, che siamo tutti noiin lui nel peccato originale, non era coluiche era voluto per primo da Dio. Chi è voluto per primo da Dio è Gesù

Cristo. Ma Dio ha voluto solo Adamo, solol’uomo o ha voluto anche la donna? Ha vo-luto anche la donna, che viene dal suo co-stato, che è tratta da lui, che è come unacosa sola quindi con lui, che è voluta assie-me a lui e che deve essere la socia, cioè co-lei che con lui fa ogni cosa, indissolubil-mente uniti come indissolubile è lo sposali-zio che Dio vuole tra il primo uomo e laprima donna. All’inizio era così. A chi vuo-le il divorzio Cristo insegna che ciò non èvoluto da Dio e all’inizio con Adamo nonera così. Diventano una sola cosa. Ebbenequesto vero Adamo che è Gesù Cristo, percui san Paolo ci dice “per la disobbedienzadi un sol uomo il peccato è entrato nel mon-do e col peccato la morte”, la morte fisica ela morte eterna, la dannazione, “ma perl’obbedienza di un sol uomo ecco che ilmondo è giustificato”, è fatto salvo perGesù Cristo quindi. Questo è rivelazionedivina, esplicita, ma implicitamente cosaabbiamo allora? Che a fianco di quest’uo-mo c’è Eva, la vera Eva, la nuova Eva. E ipadri della Chiesa fin dai primi secoli espli-citano questa verità, che in san Paolo e nellibro della Genesi è già presente, ovverosiache Dio non ha voluto solo Adamo ma havoluto Adamo ed Eva. Se è vero che nelpeccato la colpa si è trasmessa alla discen-denza tramite Adamo, non Eva, perché eralui il capo dell’umanità, e così è Cristo ilnovello Adamo che ci ha redenti (è purvero però che la colpa iniziò con Eva). E allo stesso modo, come nell’opera del-

la creazione (la redenzione è come la nuo-va vera creazione dell’uomo) l’uomo che èstato mirabilmente creato e ancora più mi-rabilmente redento, ecco che l’opera dellaredenzione è certamente l’opera di Cristo(come ahimè il peccato fu l’opera di Ada-mo) ma avente come socia indissolubilmen-te Maria, perché Lui ha voluto così: Dio hascelto in lei una socia, un aiuto simile a Lui.E così allo stesso modo quindi come la ca-duta di Eva iniziò il peccato, così Maria ini-ziò l’opera della redenzione, con Gesù, sot-to Gesù, in dipendenza da Gesù, analogica-mente a Gesù, in modo che Gesù è l’unicoRedentore, è l’unico Mediatore come è

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esplicitamente rivelato. Ma perché comeprecisa molto bene Padre Guérard noi nondobbiamo vedere e concepire la cosa comeun Redentore e una Corredentrice comeuno di fronte all’altro, un Mediatore e unaMediatrice come uno di fronte all’altro, bi-sogna sempre capire che Maria è in Gesù, èin Gesù Cristo e non sono due persone di-stinte, ma sono in un unico decreto, in ununico mistero, in una sola cosa, come luipoi spiegherà ancora meglio. Allora vedete, questa verità profondissi-

ma ci incammina a considerare l’Immacola-to Concepimento di Maria: immacolata fucreata Eva, la peccatrice, e non fu creataimmacolata Maria, che è la Madre di Dio?E così pure, e conseguentemente, la sua vit-toria sulla morte, l’Assunzione in Cielo, lasua glorificazione, l’incoronazione di Ma-ria, Maria Regina, che non è la stessa cosadell’Assunzione, come i misteri del rosarioci fanno intravvedere, come Padre Guérardspiega così bene. Ed infine questo doppioruolo, quindi regalità vuol dire sia corre-denzione sia mediazione. Allora cerchiamodi capire queste cose e per aiutarvi vorrei,prima di tutto perché è più breve, anche sedevo cambiare tema, sviluppare quello cheho appena detto col commento a Maria Re-gina; adesso dobbiamo parlare di PadreGuérard. Quindi vi accennerò a due scrittisolamente dei tantissimi sulla Santa Vergi-ne di Padre Guérard: uno si intitola comevi ho detto “Marie anti-type de Satan” el’altro “Marie Reine”, Maria Regina, è ilcommento all’enciclica del Papa alla qualePadre Guérard collaborò perché era docen-te di Mariologia in Laterano, che era l’uni-versità del Papa, potremmo dire a Roma; lealtre appartenevano agli ordini religiosi, ilLaterano era quella della diocesi, propriodella Chiesa. Vediamo un po’ questo primo testo

“Maria anti-tipo di Satana”, cioè uno è untipo, una tipologia, un modello e l’altroun’altra tipologia, un altro modello. Beh,

abbiamo parlato di Adamo ed Eva e abbia-mo parlato del peccato e vediamo semprecosa dice il libro della Genesi, il famosoIpsa conteret nel testo della Volgata e Ip-sum conteret nel testo ebraico e che in real-tà sono veri tutti e due, cioè Ella ti schiac-cerà il capo e Lui ti schiaccerà il capo. Checosa è vero delle due versioni? Tutt’e due,perché Lui schiaccia il capo del serpente,Lei schiaccia il capo del serpente perchéLei è la socia di Lui, perché Lei è in Luinell’opera della redenzione e della salvezzadi tutti gli uomini, è evidente. E questo èconfermato da quello che è il contesto diquesta citazione, ovverossia il castigo delserpente, cioè del demonio che è tentatore,e tutti Padre Guérard, Padre Roschini, PioXII, tutti i Papi, tutti quanti, tutti i dottori,tutti ci presentano questo rapporto antiteti-co di queste due scene basilari, l’una che èall’inizio dell’Antico Testamento, l’altrache è all’inizio del Nuovo.

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All’inizio dell’Antico Testamento c’è unangelo che inganna una vergine rovinandoil genere umano, dicendogli che deve farsiDio con le sue forze, e questo è peccato, epoi abbiamo l’Annunciazione all’inizio delVangelo di san Luca, un altro angelo chesaluta a nome di Dio una vergine, la qualeinvece col suo “sì” all’Incarnazione delVerbo di Dio inizia l’opera della redenzio-ne e della salvezza del genere umano. Ab-biamo quindi già questa netta antitesi traangelo e angelo, tra donna e donna, tral’orgoglio satanico della religione dell’uo-mo che si fa Dio e invece della religione diDio che si fa uomo, che sono una l’oppostadell’altra, una che è satanica, l’altra che èdivina, mentre Paolo VI, nel famoso discor-so di chiusura del concilio, disse che c’è unasimpatia immensa tra queste due religioni.E allora vediamo che nel castigo del pecca-to sono castigati tutti, la donna, l’uomo eSatana. E il castigo di Satana è anche lapromessa, che viene fatta all’uomo e alladonna peccatori: Inimicitias ponam, eccoviene data una promessa e un castigo.“Porrò inimicizie tra te (il serpente) e ladonna, tra la tua discendenza e la sua. Lei olui, lei o la discendenza o tutti e due assiemeti schiacceranno il capo e tu la insidierai alcalcagno”. Ora in queste parole noi abbia-mo veramente in Maria l’anti-tipo di Sata-na. C’è la generazione di chi segue la don-

Padre Gabriele Roschini

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na, questa donna misteriosa che troviamoal capitolo 3 del libro della Genesi che èMaria chiaramente, la madre del Messia,del Salvatore, del Redentore, che ribaltan-do il peccato dell’umanità restaura, reinte-gra l’umanità nella giustizia e nella santità,e anzi ancora meglio di prima, e schiaccia ilcapo del serpente evidentemente. E poi c’èla discendenza del demonio: lo spirito dimenzogna.

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Allora Padre Guérard, ci mostra Satanae Maria presenti sia nel libro della Genesisia nel simbolo del capitolo 12, “Signummagnum”, del libro dell’Apocalisse; anchese lì la donna è prima di tutto la Chiesa,Israele, l’antico Israele, la Chiesa, e poi èMaria, figura e tipo esemplare della Chiesa.Ma vediamo qui Satana e Maria. Satana èopposto a Maria perché è il padre dellamenzogna, mentitore e omicida, dice Gesùdi lui, fin dal principio perché disse: “Nonmorirete affatto” e invece sarebbero morti;omicida e mentitore perché disse che non cisarà castigo per il peccato e invece ci sareb-be stato. Chiunque oggi dice che non c’ècastigo per il peccato è figlio di Satana per-ché è mentitore e omicida. E allora Satanaha commesso nell’ombra il primo peccatodal quale deriva in seguito tutto il peccatodel mondo. Maria invece è lo strumento dicui si è servito Dio personalmente perschiacciare la testa del serpente, una sortadi antidoto vivente ed efficace del peccato. Fino a qui Padre Guérard non dice nien-

te che non sia già noto. Poi il nostro autoresi addentra in un primo esame, quello sulpeccato dell’angelo: per chi ha letto sanTommaso la cosa è chiara, per chi non l’haletto non è chiara. San Tommaso nel Trat-tato degli angeli si chiede come ha potutol’angelo, dall’intelligenza così perfetta chevede tutte le conseguenze nei princìpi, chenon ragiona come noi ma vede tutto in unamaniera intuitiva, come ha potuto uno de-gli angeli tra i più perfetti, peccare e com-piere quindi una stoltezza di questo genere.San Tommaso lo spiega così: il peccatodell’angelo incomincia con inavvertenza.Fu un peccato, che ancora non era peccatoall’inizio, era una non avvertenza, una sortadi dimenticanza, una preterizione, cioè an-dare avanti senza osservare ciò che doveva.Che cos’è che non ha osservato? L’angeloribelle non ha pensato in quell’attimo del

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peccato, a Dio. Non è che lo ha odiato, loha voluto offendere, eccetera. Ha fattoastrazione pensando a sé, alla propria per-fezione naturale: è proprio la sua perfezio-ne che lo ha portato come vedremo alla ro-vina. Quindi il peccato dell’angelo è unapreterizione. Incomincia così: non ha porta-to il proprio sguardo su Dio. Allora Satanaè tentato. Uno dice: come tentato? Adamo,Eva furono tentati da Satana, ma Satana dache? Fu tentato nel senso che essendo unacreatura non è, come solo Dio è, la regoladi se stesso. Quando noi diciamo: io sonomio, voglio autonomia, cioè regola da mestesso, proclamiamo di essere Dio, voglia-mo essere Dio perché solo Dio è la regoladi se stesso, è la sapienza divina, è la regoladi se stesso; ogni creatura non è regola di sestesso, è regolata da Dio. Quindi in questo modo lui è tentato, è

tentato dal cercare di essere regola di sestesso, prima con una semplice preterizione,una dimenticanza, che poi diventa omissio-ne e in mezzo c’è la tentazione: tra il nonvolgere lo sguardo a Dio e il peccare c’è latentazione, voler essere solo se stesso. L’an-gelo fedele fin dall’inizio, nel primo istante,invece orientò se stesso a Dio, pose il suosguardo su Dio. Questo si ripete in manieramolto più terra a terra in noi: quando vienela tentazione, se guardiamo Dio e la sua for-za, la tentazione è già vinta, se guardiamonoi e vediamo le cose dal basso e le creaturedal basso, siamo già vinti. Nel peccato c’èquesta preterizione che isola la creatura daDio, non la pone più sotto la mozione divi-na perché da Dio viene tutto. Allora “Sata-na soccombe al suo stesso splendore volen-done prendere possesso per sé”: è una frasedi Padre Guérard che trovo riassuma per-fettamente il peccato dell’angelo. Soccombeal suo stesso splendore, tentato da se stesso,dalla perfezione della sua natura, volendoprenderne possesso per sé, non ponendopiù Dio quindi come suo fine ultimo: è ladefinizione del peccato mortale. E Maria? All’opposto. Maria è nel suo

essere stesso, come l’ha voluto Dio dall’e-ternità, totalmente relativa a Dio. Noncome le persone divine che non sono altroche relazione, spiega Padre Guérard, macomunque sempre relazionata a Dio. Perdisposizione divina, prima l’essere di Ma-ria, come è stata voluta e concepita da Dio,poi l’agire di Maria è per volgersi a Dio, ri-

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ferirsi a Dio. Qui abbiamo quindi l’ideadell’Immacolata in positivo, cioè non in ne-gativo priva di macchia, priva di peccato, ilche è vero, ma in positivo piena di grazia.Piena di grazia è la faccia positiva di senzapeccato. E quindi piena di grazia originaleche è la positiva ed efficace possibilità digiungere a Dio nell’intimità divina, perchéè la grazia che ci mette in relazione conDio, ci unisce a Lui, alla sua vita divina inti-ma. La piena di grazia è totalmente relazio-nata a Dio. Dio quindi annulla in lei, inMaria, ciò che Satana ha compiuto in sé, ilpeccato, ogni ombra tra Dio e lei. E questodal primo istante: come Satana peccò nelprimo istante, dice san Tommaso, così Ma-ria fu immacolata e piena di grazia dal pri-mo istante. Da qui le due discendenze,quella di Satana e quella di Maria. Se quin-di schiaccia Maria la testa al serpente è peropposizione di contrarietà tra Maria e lui:in lui preterizione, passaggio, non vedere diriferirsi a Dio, in lei riferimento a Dio per-ciò lei è colei che schiaccia la testa del ser-pente, è il contrario di ciò che ha compiutoSatana. Poi c’è tutta un’altra riflessione sull’amo-

re. Allora qui Padre Guérard parla dell’a-more, sia dell’amore umano sia dell’amoredivino e mostra come l’amore inizia da unamore di sé che è naturale, non c’è nientedi male, noi non possiamo non amare noistessi, ontologicamente, tanto è vero cheDio dice: ama il prossimo tuo come te stes-so. L’amore di sé viene fatto dall’identitàperfetta di me stesso. Però quando si inco-mincia ad amare un altro ecco che usciamoda noi stessi. È quello che san Tommasochiama l’estasi, cioè andare fuori, uscire, equindi si ha qualche cosa in più che poiporta addirittura nell’amore vero, di amici-zia, nel dono e nel sacrificio di sé. Ora ve-dete, anche nell’amore divino o nella nega-zione di ogni amore vi sono questi aspetti.Satana è negazione di ogni amore e vi rima-ne perché non può non essere nell’amore disé; e questo amore di sé che non lo portaverso l’altro, che è Dio, fa sì che poi nonama più neppure se stesso. C’è una sorta dimenzogna latente per la creatura nella pre-terizione di Dio. Mentre invece ecco chenella Santa Vergine c’è il contrario: l’amoredi Dio evidentemente e conseguentementeil sacrificio, che sarà la sua opera di corre-dentrice. Allora un’ultima idea che noi ve-

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diamo in quello che dice Padre Guérard aquesto proposito in questo testo è: in checosa pecca il mondo moderno, come vi dissiprima? In questa preterizione satanica diDio. Anche quando non nega Dio fa comese Dio non ci fosse, non pone il propriosguardo su Dio. E prima ancora del peccatoè questo non porre lo sguardo innanzituttoe primariamente su Dio che fa sì che ilmondo moderno sia sotto lo spirito del pa-dre di menzogna. Come vi spiegavo, anche in teologia, an-

che quella di buoni autori, quando l’uomo ele cose umane vengono al primo posto e c’ècome una preterizione dei principi, e quindidi Dio, abbiamo una teologia falsata, vizia-ta. Maria invece è esattamente il contrario.Non ho il tempo di commentarvi la “MariaRegina”, questo scritto in cui Padre Gué-rard ci spiega appunto i due aspetti, quellodi corredenzione e quello di mediazionenell’ambito della regalità.

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Prima ho dimenticato come per Papa PioIX l’Immacolata fosse veramente Colei chedoveva difendere la Chiesa. Tra l’altro ri-cordo così, en passant, ma è importante,come il Sillabo contro gli errori moderni fupubblicato anch’esso nella festa dell’Imma-colata; nell’intenzione di Pio IX doveva es-sere unito alla definizione del dogma, inve-ce è stato pubblicato dieci anni dopo, ma di-mostra appunto come questo grande Papaavesse messo la Chiesa e se stesso sotto laprotezione di Maria Immacolata contro inemici della Chiesa, cioè la rivoluzione. Deiquali nemici mi è stato chiesto di parlare eanche dell’attualità; noi oggi abbiamo leconseguenze estreme della dissoluzione to-tale causata da una rivoluzione che è inizia-ta secoli fa. E delle quali quella italianadell’ottocento è stata solo una tappa.Vorrei dire adesso una parola su Maria

Regina. Come già detto, questo privilegiodella Regalità di Maria fu inserito nella litur-gia l’undici ottobre 1954 da Papa Pio XII.Cristo è Re, ora Maria ha questo singolarerapporto con Cristo che nessun’altra creatu-ra ha, Maria è quindi Regina. Allora bisognavedere quali sono i titoli di questa Regalitàdi Maria. Papa Pio XI nel parlare della Re-galità di Cristo contro il laicismo delle nostresocietà, dei nostri stati e delle nostre costitu-zioni ricordò i titoli della Regalità di Cristo.Non dico della Regalità di Dio, Dio è Re

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senza dubbio, ma più gli si addice il titolo diSignore, che include la Regalità. Dio è il Si-gnore, Cristo anche in quanto uomo è Re eMaria in quanto socia di Cristo è Regina.Allora quali erano i titoli della Regalità

di Cristo? I titoli della Regalità di Cristoerano non solamente, come diremmo noiper un re umano, per diritto di nascita; è reperché figlio di re, e così allo stesso modoGesù Cristo e molto di più naturalmente,analogicamente, Gesù Cristo è Re perché èil Figlio di Dio. Anche in quanto uomo nel-la sua umanità Gesù, la persona di Gesù lapersona divina, Gesù è il Figlio di Dio, Dioè il Signore di tutto il Creato, conseguente-mente Gesù Cristo è il Re dei re e il Signo-re dei signori. Ma poi a volte si è Re per di-ritto di conquista conquistando un regno, eGesù Cristo è Re non solo per diritto di na-scita per la sua natura divina, per la suaPersona divina anche, ma è Re per dirittodi conquista in quanto ci ha redenti, riscat-tati, ricomprati e conquistati col suo Prezio-so Sangue. È quindi in quanto Redentoreche il Signore è Re, ed infine si può anchedire che questo, è espresso soprattutto nel-le Epistole di san Paolo, e anche nella litur-gia nella Festa di Cristo Re – Cristo è Re inquanto tutto il Creato è stato fatto per Lui;Egli è Colui che ricapitola tutto il Creato eche in quanto uomo lo offre a Dio Padre,alla Santissima Trinità. Il Creato è stato fat-to per Cristo e Cristo lo offre e lo mette aipiedi del trono divino; e in questo Cristoesercita anche il suo sacerdozio e quindiunisce in sé nella sua Persona il sacerdozio,non solo nel Sacrificio della Croce, ma an-che in questo ruolo nei confronti della Tri-nità che è quello regale: è Sacerdote e Re equindi assume la perfezione in questo sen-so. Ora, cosa dobbiamo dire di Maria? Vi èin Maria, come abbiamo detto, secondoquesto principio di assimilazione a GesùCristo, non di identità chiaramente, vi èuna regalità in Maria secondo i medesimipunti che abbiamo appena spiegato. Ovve-rosia prima di tutto, Maria nella sua assimi-lazione a Cristo è Regina giacché Egli è Re.Assimilata a Cristo Maria Lo glorifica, fa

parte della Sua gloria e reciprocamente Ellastessa è la Gloria di Cristo in quanto è l’o-pera di Cristo. E non c’è alcun’ombra nellagloria dell’uno nei confronti dell’altro comeinvece avviene negli uomini. Questa Regali-tà di Maria, prima di tutto, si dimostra nel

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Mistero dell’Incarnazione, della MaternitàDivina, nel Mistero della Redenzione, quin-di prima di tutto, nell’Incarnazione, nellaRedenzione e poi in quest’offerta alla Trini-tà e al Padre del Creato che ricapitola ognicosa. E questo si realizzerà nella maternitàdivina di Maria verso noi. Prima di tuttonell’Incarnazione: il nostro teologo spiegache nell’Incarnazione, nel racconto dell’An-nunciazione dell’Angelo, c’è un atto di Ma-ria che è il “fiat”, il “sì” di Maria a questoMistero, che poi porterà a tutto il concorsodi Maria nel concepire e generare verginal-mente il Verbo di Dio Incarnato. Ma dovesi pone questo atto di Maria in questo Mi-stero? Nell’azione generatrice di Maria:Maria genera il Verbo di Dio, è quindi laMadre di Dio nel Mistero dell’Incarnazio-ne, giacché Gesù è una Persona Divina equesta Persona quindi è quella che Mariaha concepito e generato. Questa operazionegeneratrice di Maria, spiega Padre Guérard,non è anteriore a quella assumente del Ver-bo. Cosa vuol dire? Il Verbo Eterno di Dio,il Figlio di Dio, la Seconda Persona dellaTrinità nell’Incarnazione assume una natu-ra umana. Questo atto con il quale il Verboassume una natura umana deve essere logi-camente anteriore all’atto di Maria con ilquale ella diventa Madre di Dio. Perché?Altrimenti Gesù non sarebbe sempre statoDio; e invece contrariamente alle teorie diNestorio, Gesù non è un uomo che diventaDio, ma Gesù è sempre stato Dio.Non può neppure l’atto di Maria essere

posteriore perché vi sarebbe stato in qual-che momento un istante in cui Maria nonera Madre di Dio. Sono cose un pò difficili,ma cerco di spiegarmi: il Verbo assume unanatura umana, questo Atto Divino che èprimo, che precede ogni cosa, non può peròessere precedente all’atto di Maria, nonpuò essere posteriore all’atto di Maria conil quale Maria diventa Madre di Dio, equindi com’è? Maria diventando Madre diDio lo fa in maniera concomitante, cioè as-sieme a quell’Atto Divino col quale Dio as-sume una natura umana. In modo tale peròche tra l’atto di Maria che è umano e quellodel Verbo che è Divino qual è quello che èprimo? quello che è fondante? Il principa-le? Quello di Dio, che si fa uomo. Quindiquesto Atto Divino del Verbo che si fauomo, del Verbo che s’incarna, fonda quel-lo di Maria.

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Aderendo al Mistero con la sua fede, checontribuisce a produrre, generando nel Suoseno il Verbo di Dio, Maria diventa Madredel Verbo Incarnato. Lo fa nella fede, nelsuo “fiat”, nel suo “sì” e integra il suo esse-re nell’operazione divina. Come sempre èDio che ama per primo, è Dio che iniziaogni atto e Maria è integrata come stru-mento nell’Atto di Dio e vi è in questo unperfetto ordine e una perfetta armonia.Come sempre tra le cose divine e le cosecreate. Per cui vedete, Maria qui non è mo-strata come separata; “c’è il Verbo di Dioche si fa carne, c’è la Madre di Dio ecc.”,ma ci viene mostrata Maria, l’atto di Maria– col suo “fiat” e con la generazione con cuidiventa Madre di Dio – integrato in questoAtto Divino ben superiore che è quello colquale Dio, il Verbo di Dio, dall’eternità ilFiglio del Padre, assume una natura umananel seno di Maria.

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Quindi primo titolo col quale Maria èRegina, perché è la Madre di Dio, Madre diDio che è il Signore e Madre di Gesù Cri-sto che è Re dei Re, quindi è la Regina. Se-condo titolo, la Redenzione; e allora abbia-mo l’idea di Corredenzione. Gesù è Re perconquista, Maria che è assimilata a Lui eche è sua socia lo sarà anch’essa con Lui,analogicamente a Lui. Qui Padre Guérardesamina il mistero di Cana. Perché Cana?Uno penserebbe di più al Mistero dellaCroce; in effetti Maria è Corredentrice an-che ai piedi della Croce (Stabat Mater ecc.).Ma perché Cana? Nel mistero di Cana Ma-ria invita Gesù, silenziosamente, a porrequell’atto che porterà alla Passione. Perchécon le nozze di Cana Gesù inizia la sua vitapubblica, raduna attorno a sé gli Apostoliche per primi, per la prima volta, credonoin Lui. Visto il primo miracolo, quello diCana, gli Apostoli credono in Lui. E Gesùinizia così la sua vita pubblica manifestandoagli uomini la sua divinità; vita pubblica cheterminerà, d’altronde entro breve, nel suocompimento che è quello della Passione. La Passione, il sacrificio sulla Croce, la

redenzione del genere umano inizia, percosì dire, a Cana. E Cana inizia con un in-tervento di Maria; perché è Maria che dice,senza dirlo, “non hanno vino” e con questeparole Gesù decide il primo miracolo. Gesùpone l’atto che porterà alla Passione. Que-sta è l’ora di Cana; ora Gesù dice “non è

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venuta la mia ora”. Di quale ora parlaGesù? Quella del primo miracolo? No, so-stanzialmente quella dell’Agonia, dellaPassione, quella che Lui chiamerà semprela “sua ora”. E la preghiera di Maria antici-pa quest’ora; anticipa quest’ora non perchéDio cambi idea, non è possibile. D’altrondetutte le nostre preghiere sono così. Non èche le nostre preghiere fanno cambiare aDio i suoi propositi, è che Dio dall’eternitàvuole che tale grazia sia concessa, tale cosasi realizzi, non senza la nostra preghiera.Quindi è Dio che ci muove alla preghieraper darci mediante la preghiera ciò che Luivuole darci solo mediante la nostra pre-ghiera; non diversamente con Maria. La domanda di Maria fa anticipare l’ora,

l’ora di Cana, che è quella dell’Agonia edella Passione che in fondo sono la stessaora. Dice Padre Guérard “l’ora non è venu-ta – così dice Gesù – e tuttavia inizia a veni-re, perché su preghiera di Maria compie ilmiracolo – Gesù – che lo incammina versol’ora decisiva della Passione”. E quindi ilprimo miracolo fondante della Chiesa e ini-ziatore della Passione di Cristo è su pre-ghiera di Maria. Non però in quanto a Ma-ria è venuta in mente quest’idea; sì anche,ma perché Dio ha voluto che così fosse. Ecome nell’Incarnazione la preghiera di Ma-ria, il “fiat” di Maria, il credere di Maria, ildire “sì” da parte di Maria si integra nell’o-pera divina, per cui il “fiat” di Maria “ènel” ed è fondato nell’atto divino che assu-me la natura umana, così Ella a Cana èmossa da Gesù e strumentalmente muoveGesù. Cosa vuol dire? Che da un lato è

Le nozze di Cana.(Giotto, Cappella degli Scrovegni a Padova)

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mossa da Gesù Cristo, da Dio, perché nes-suno può pregare se non per mozione divi-na, dall’altro è Dio come vi ho spiegato,che dall’eternità vuole che Maria anticipil’ora della Passione e quindi anche l’ora delmiracolo, con la sua preghiera. Nello stesso tempo Maria che pure è una

persona diversa da Gesù, cioè che è se stessae che quindi liberamente si muove, con lasua preghiera è stata strumento divino permuovere Gesù a sua volta a dire di sì alla suadomanda e a decidere l’ora. Anticipare l’ora.A iniziare il processo che lo porterà alla suaPassione. Questo d’altronde accade anche innoi; sempre Dio ci muove a fare e noi a no-stra volta possiamo muovere liberamente. Ecosì Maria è mossa da Dio e nello stessotempo muove. Così in questo modo noi ve-diamo anche in questo secondo aspetto, Ma-ria presente in quest’opera redentiva di Cri-sto. Ma non dobbiamo come vi ho detto con-cepire come due redentori, non ce ne può es-sere che uno, ma dobbiamo capire che Mariaè nel cuore della Redenzione; il suo volereredentivo si integra nel volere redentore diGesù Cristo stesso. Non c’è “UN Redento-re”, “UNA Redentrice”, ma una Correden-trice che è integrata all’Essere stesso del Re-dentore in quanto tale, che è Cristo. D’al-tronde l’uniformità di Maria alla volontà diGesù è espressa anche lì nel Mistero dell’An-nunciazione: “Ecco l’ancella del Signore(quindi come creatura schiava di Dio), siafatto di me secondo la tua Parola”. Maria vuole tutto quello che vuole Gesù

e tutto quello che vuole Dio. Siccome DioPadre vuole la Passione di Cristo e siccomeCristo è obbediente alla volontà del Padre,fino alla morte così anche Maria è obbedien-te alla volontà del Padre. Ci sono tanti altrimodi in cui spiegare quest’opera redentrice:li troverete nell’Enciclica di Pio XII, io vi se-gnalo solamente questa spiegazione. Dicevamo infine, dell’offerta alla Trinità

e al Padre del Creato che è ricapitolato inGesù Cristo. Allora, si presenta anche quila stessa economia; però questo riguarda lamaternità di Maria verso di noi; è in quantomadre che Maria in un certo modo ricapi-tola tutti noi per presentarci tramite GesùCristo a Dio Padre e alla Santissima Trini-tà. E qui c’è diciamo una parte maggiore daparte della Santa Vergine. Nel ruolo di unamadre ci sono due aspetti, per così dire:quello del generare e quello dell’educare.

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Nel generare - ed è un pò l’aspetto prece-dente, quello dell’Incarnazione - si è sola-mente strumenti; nell’educare c’è molto dipiù, in quanto è la madre che forma vera-mente i figli. Non li ha solamente generati,ha trasmesso loro la vita e dopo non glielapuò più ridare, ma invece nell’educazione lamadre fa veramente i figli come figli suoi.Allora spiega Padre Guérard: “una madregenera ed educa; nel generare è puro stru-mento come nel caso della Corredenzionedove è STRUMENTO del Redentore prin-cipale che è Gesù Cristo, nell’educare è mol-to di più”. Non introduce in cielo i peccatori,come a volte si usa dire, un po’ scherzando,un pò sul serio: la Madonna è la misericor-dia e la bontà, Gesù è la giustizia e allora laMadonna fa entrare di soppiatto i peccatoriin cielo; no, non è così. In realtà che cosa faMaria? Non introduce in cielo chi aderisceal peccato ma con la sua preghiera - è lì cheè mediatrice di ogni grazia - cambia la vo-lontà dei peccatori. E noi sappiamo - spiega Padre Guérard -

quanto sia difficile cambiare una volontà.Anzi a strettamente parlare Dio solo lo fa;perché Dio solo, come Creatore, può senzaviolentare la libera volontà dell’uomo entra-re e uscire dalla nostra volontà come vuole,con la sua premozione. Allora Maria unifor-mandosi alla predestinazione antecedente,secondo la quale Dio vuole che tutti noi sia-mo salvi, e alla conseguente di Dio per i suoieletti, quelli che effettivamente sono salvi,ebbene tutti coloro che effettivamente sonosalvi (come san Luigi Maria Grignion deMontfort spiega benissimo nel suo “Trattatodella vera devozione a Maria”), sono coloroche ricevono le grazie di Maria. Tutti ricevo-no delle grazie, ma le grazie che conduconoalla salvezza eterna vengono sempre da Cri-sto perché solo Cristo è l’autore della graziamediante, la Vergine Maria. Cioè Maria sisitua con la sua intercessione tra l’uno e l’al-tro dei disegni divini a riguardo della salvez-za eterna dell’uomo. Padre Guérard dice: “è un dato di fatto

che nessuno può negare che noi vediamodelle conversioni inspiegabili in coloro chehanno mantenuto la devozione a Maria.Come anche un dato di fatto riscontrare inalcuni un’attrazione particolare per la Ver-gine Maria; e in altri purtroppo no, anzi sivede quasi un’ostilità”. Questo è uno dei se-gni, potremmo dir così, del fatto che negli

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eletti vi sia questa materna intercessionedella Vergine Maria. “Non dobbiamo stu-pirci che nell’ordine gratuito Dio, che dà atutti sufficientemente e abbondantemente,dia di più ad alcuni; non ci deve essere gelo-sia, dobbiamo anzi rallegrarci di questo”. Equindi Maria attira alcuni di più. Ne seguequindi una riflessione sulla potenza quasiinfinita di Maria. Ripetiamo: “Essa non in-troduce i peccatori in cielo, li converte.Convertire vuol dire muovere la volontà; laforza della verità da un lato, si scontra conl’indurimento del peccato. Solo Dio può eMaria può perché ancora una volta opera inDio nella mozione divina, perché Dio vuoleche sia così. Ne segue quindi che Maria co-nosce i suoi figli, cioè quelli che l’amano eche lei ama”. Quindi noi dobbiamo da unlato – come spiega il Montfort – mettere laMadre dalla nostra parte e nello stesso tem-po essere noi dalla parte della Madre. E inquesto vi è – spiegherà poi – una triplicegratuità da parte di Dio, una triplice fatica,cioè un ruolo da parte di Maria.

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Che cosa possiamo ricavare da questepoche parole dove si cerca di riassumerequalcosa di molto più complesso? Comespiegano molto bene sia padre Roschini, siaPio XII soprattutto nella sua Enciclica, laRegalità di Maria si articola in queste dueforme: quella che viene dalla sua Maternitàdivina e quella che viene dal fatto che èCorredentrice. Allora prima di tutto la que-stione che è Corredentrice sotto il Reden-tore che è Gesù, analogicamente a Lui; of-frendo il figlio suo, il suo cuore e la sua ani-ma sono stati trafitti da una spada di dolo-re. Ella è ai piedi della Croce, c’è stata dataai piedi della Croce come Madre. Ella èEva che è la socia di Adamo nell’opera del-la Redenzione, come abbiamo spiegato. Quindi questo è il ruolo di Maria come

socia di Gesù nell’acquisizione della grazia:la mediazione. In teologia si dice “la Reden-zione oggettiva” e quella “soggettiva”; og-gettiva che cos’è? Cristo che col Suo Sangueha redento tutti gli uomini (ce n’è per redi-mere il mondo intero). La soggettiva: il San-gue di Cristo che è applicato a ciascuno dinoi in particolare, a coloro che si salvano.Ebbene Maria svolge un’azione di media-zione essendo nell’azione di Cristo, comestrumento di Cristo (esattamente comestru mento di Cristo sono i Sacramenti,

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come strumento di Cristo è la Sua umanità:chi toccava le sue vesti veniva guarito). Erastrumentale l’umanità di Gesù, sono stru-mentali i Sacramenti, è strumentale Maria.Dio spesso si serve di strumenti per dispor-re colui che deve ricevere la Sua azione al-l’azione divina in lui. Maria mediatrice diuna grazia svolge quindi questo ruolo stru-mentale, prima nell’acquisizione della gra-zia come Corredentrice, poi nella distribu-zione della grazia come Mediatrice. Media-trice quindi è un aspetto, per giunta secon-dario, di Corredentrice. Corredentrice eMediatrice sono due aspetti della sua Rega-lità, che fanno di Maria la “potentissima”. Ho detto questo per terminare quello che

volevamo dire prima; nel dizionario di Ro-schini troverete spiegato diffusamente contutti gli argomenti del Magistero, della Sa-cra Scrittura e della Tradizione, l’una e l’al-tra di queste idee; definibili nel 1958 sonodefinibili ancor oggi e aspettiamo tempi migliori.

La SS. Trinità incorona Maria Regina (Annible Carracci)

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so si continua a sostenere, la massoneria,che ebbe un ruolo marginale nella vicenda esalì sul carro dei vincitori solo nell’ultimoanno, quasi al termine del conflitto” ad ave-re il dubbio onore di aver voluto il monu-mento a Bruno. Era il “movimento studen-tesco romano” che aveva vinto la battaglia,“degli studenti innamorati di Mazzini e Ga-ribaldi” “che decisero di mettere in praticaun disegno radicale che in breve tempo sitrasformò in una seconda Porta Pia”.

Ma davvero la Massoneria ebbe poco ache vedere col progetto dei “giovani studen-ti”? Non vorrei contraddire l’illustre studio-so, tanto più prima di aver letto il suo librocome mi propongo di fare, ma è propriovero che la Massoneria ebbe ‘poco a che ve-dere’ con il progetto anticlericale?

1. Un monumento massonico

Certamente massone fu l’artista al qualedobbiamo la statua in questione, quell’Et-tore Ferrari (1845-1929) iniziato in Masso-neria nella Loggia Rienzi di Roma nel1881, Gran Segretario dei Grandi Maestri

Adriano Lemmi edErnesto Nathan, e poiGran Maestro lui stes-so dal 1904 (3), comepure l’oratore ufficialedella cerimonia del 9

Massoneria

“LA SECONDA BRECCIADI PORTA PIA”:

IL MONUMENTO A GIORDANO BRUNO

don Francesco Ricossa

Roma, 9 giugno 1889: in Campo dei Fiorifu inaugurato il monumento a Giorda-

no Bruno, che rappresenta l’eresiarca men-tre volge lo sguardo, in segno di rimprovero,verso san Pietro. L’avvenimento fu chiama-to una “seconda Porta Pia”, ed ha trovato ilsuo cantore moderno nella persona dellostorico Massimo Bucciantini, autore del vo-lume “Campo dei Fiori, storia di un monu-mento maledetto” (Einaudi, 2015). L’autoreracconta la storia di una statua: una storiainteressante e istruttiva non solo per i mas-soni e i liberi pensatori, ma anche per noicattolici che a tutto ciò che rappresenta quelmonumento ci opponiamo fermamente.

L’inaugurazione del monumento roma-no, dopo una battaglia durata ben tredicianni tra oppositori e sostenitori dell’inizia-tiva, seguiva di pochi mesi un’altra inaugu-razione: quella che ebbe luogo a Parigi, il15 maggio. La Tour Eiffel – è di lei che par-liamo – fu voluta quale “simbolo grandiosodella marcia del progresso dal 1789” (così ilNew York Tribune citato dal Bucciantini),simbolo cioè “della Rivoluzione e della Re-pubblica”. Lo stesso ingegnere Eiffel (1)aveva permesso a Fréderic-Auguste Bar-tholdi (2) di creare la Statua della Libertà(La Liberté éclairant le monde: la Libertàche illumina il mondo), collocata a NewYork nell’ottobre del 1886, dono dellaFrancia agli Stati Uniti per commemorarela Rivoluzione americana. New York, Pari-gi, Roma, come scrive nel suo prologo Buc-ciantini, sono quindi idealmente unite inquella fine dell’Ottocento, da questi tremonumenti alla Rivoluzione.

In un articolo del 12 febbraio 2017(Giordano Bruno morì il 17 febbraio 1600)sulla Domenica del Sole 24 ore, intitolato,vedremo perché, Lutero in Campo dei Fio-ri, Bucciantini scrive: “e non fu, come spes-

Il monumento a GiordanoBruno a Roma,

di cui si parla nel presentearticolo

La storia della statua di Giorda-no Bruno è una storia interes-sante e istruttiva non solo per imassoni e i liberi pensatori, maanche per noi cattolici che atutto ciò che rappresenta quelmonumento ci opponiamo fer-mamente.

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giugno 1889, ovvero l’on. Giovanni Bovio(1837-1903) iniziato massone nella LoggiaCaprera di Trani nel 1863, e che il 17 feb-braio 1889 era stato eletto Grande Oratoredel Grand’Oriente (4). Fu Bovio a compor-re l’iscrizione del monumento: A Bruno/ilsecolo da lui divinato/qui/dove il rogo arse.Giuseppe Garibaldi (1807-1882), che findall’inizio sostenne l’iniziativa (“possa ilmonumento da voi eretto al gran pensatoree martire essere il colpo di grazia alla barac-ca di cotesti pagliacci che villeggiano sullasponda destra del Tevere”) pur non veden-done la realizzazione, fu iniziato nel 1844 enella prima costituente massonica del 1861fu acclamato “Primo Libero Muratore d’Italia”, nel 1864 fu eletto Gran Maestro enel 1872 Gran Maestro Onorario a vita; fuanche (risum teneatis) Gran Jerofante deiRiti di Misraim e Memphis. Il capo del go-verno, che con la sua solerte azione vinse leopposizioni al monumento (tra l’altro desti-tuendo nel 1887 il sindaco di Roma Leopol-do Torlonia reo di aver inviato degli augurial Papa) era il fratello Francesco Crispi(1818-1901), iniziato pare già nel 1860 ecertamente – nella famigerata Loggia Pro-paganda Massonica – nel 1880, ed eletto nelConsiglio dell’Ordine nel 1885 (5). E anco-ra: Alfredo Baccarini (1826-1890), deputatoe ministro, fu anch’egli massone (6); Fran-cesco De Sanctis (1817-1883), che da mini-stro della pubblica istruzione fece ripubbli-care le opere del Nolano, fu membro dellaCostituente massonica del Grand’Orientenel 1869 (7); Jacob Moleschott (1822-1893);

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nel Comitato d’Onore troviamo Crispi, Za-nardelli (Maestro della Loggia PropagandaMassonica) (8), Aurelio Saffi (Loggia Dan-te Alighieri di Torino e Propaganda Masso-nica di Roma) (9), Bovio, Nicotera (Mae-stro venerabile della Loggia Rigenerazionedi Napoli, nel 1872 eletto al Consigliodell’Ordine). Ma Bucciantini vuol metterein rilievo il ruolo dei giovani studenti uni-versitari che nel 1876 lanciarono l’iniziativadi un “Comitato promotore universitariointernazionale per l’erezione di un monu-mento a Giordano Bruno in Campo deiFiori”, e in primis del primo ideatore, il co-munardo esule francese Armand Lévy, “unrivoluzionario di professione”, nonchéquello dell’“unico professore della Sapien-za” che dal 1885 li sostenne, il socialistaAntonio Labriola.

Mettendo per il momento da parte il “ri-voluzionario di professione”, Armand Lévy,che merita un capitolo a parte, diamo subitoun’occhiata ai famosi studenti e al professorLabriola. Ecco alcuni degli studenti ‘mazzi-niani’ e ‘garibaldini’: Adriano Colocci, Al-fredo Comandini, e il più stagionato PietroCossa… Adriano Colocci (1855-1941), daJesi, affilato alla Loggia Tito Vezio di Romail 6 giugno 1876, figlio del marchese e sena-tore Antonio, pur esso massone che vissel’esperienza della Repubblica Romana conMazzini e fornì l’esplosivo per aprire labreccia di Porta Pia (10); Alfredo Comandini(1853-1923), giornalista e deputato, fu ini-ziato il 18 ottobre 1883 nella Loggia La Ra-gione di Milano (11); Pietro Cossa (1830-1881), drammaturgo, entrò in massonerianel gennaio 1874 nella Loggia Universo diRoma (12). Quanto a Labriola, secondo lostorico della Massoneria Aldo AlessandroMola “il caposcuola del marxismo italiano”“era fugacemente passato tra le colonne diJachin e Boaz” (13): di sicuro nel 1888 chiesel’affiliazione alla Loggia Rienzi all’Orientedi Roma, il che dimostra come il filosofo so-cialista si riconoscesse nel pensiero masso-nico. Ma Bucciantini ha dimostrato che ildiscutibile onore di aver per primo propo-sto un monumento a Bruno in Campo deiFiori spetta al rivoluzionario comunardoArmand Lévy, esiliato in Italia proprio per isuoi trascorsi sovversivi e che con gli “stu-denti romani” era legato tramite il Colocci(14). È giunto il momento di far conoscere ailettori il nostro “eroe”.

Il massone Ettore Ferrari autore della statua a Giordano Bruno

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2. Armand Lévy

Dall’età, è difficile pensare che nel 1876fosse studente: però era massone. Ci diceinfatti il già citato Dictionnaire des Francs-Maçons européens:

“Lévy Armand François Théodore.Giornalista, francese. Nato nel 1827 aPrécy-sous-Thil (Côte-d’Or) e deceduto nel1891. Combattente nel febbraio 1848, poi alservizio della Comune nel 1871, dovetteesiliarsi in Italia dopo la settimana di san-gue di maggio. Iniziato nel 1858 da unaLoggia della Gran Loggia di Francia” (15).Fin qui, le scarne notizie di un dizionario.Ma c’è di meglio, e di più interessante.

Armand Lévy nasce cattolico (16), ma leacque del battesimo non riusciranno a can-cellare il sangue ebraico che gli scorre nellevene. A 21 anni è “combattente nel feb-braio 1848”: la sua prima rivoluzione, quin-di, combattuta per cacciare la monarchia(orleanista) e instaurare la Repubblica. Aquei tempi, Lévy aveva già conosciutoAdam Mickiewicz (1798-1855), esule a Pa-rigi, di cui diventerà il segretario e l’intimoamico (17). Di Mickiewicz abbiamo già ab-bondantemente parlato in Sodalitium (18)nell’articolo intitolato Karol, Adam, Jacob,dove ‘Karol’ sta per Karol Wojtyla, ‘Adam’per Adam Mickiewicz, e ‘Jacob’ per JacobFrank, il falso messia polacco erede di Sab-batai Zevi, che proclamava l’avvento delMessia mediante il peccato. Poiché il piùgrande peccato era senza dubbio l’aposta-sia, Zevi da giudeo si fece maomettano, eFrank – con tutti i suoi seguaci – cattolico.Dei cattolici apparenti, beninteso, tantoche dalla setta dei frankisti sorsero sempredei rivoluzionari della tempra di Mickie-wicz e Lévy, basti pensare al caso emble-matico di Moses Dobrushka che tanto affa-scinò Gershom Scholem (19). Mickiewcz eralui stesso un rivoluzionario, e verosimil-mente, sotto l’apparenza di un fervente cat-tolico, un frankista (20). Adepto di societàsegrete che complottavano contro il gover-no zarista, fu arrestato ed espulso nel 1829.Sostenne la sollevazione polacca del 1831 epreparò la rivoluzione del 1848, alla qualepartecipò il giovane Lévy. Dopo aver fattodanno in Francia, si recò a Roma per soste-nere con una sua Legione Polacca la Re-pubblica Romana di Mazzini. Il 9 luglio1876 (lo stesso anno quindi nel quale Lévy

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ispirò l’edificazione del monumento aGiordano Bruno) Armand Lévy, “israelita,giurista, ma di professione giornalista, cre-sciuto nell’atmosfera rivoluzionaria e de-mocratica del ’48, massone e deciso anticle-ricale (…) tenne nella sala del teatro Ar-gentina a Roma una conferenza su Miche-let, Quinet e Mickiewicz nella quale lanciòl’idea di inaugurare a Adamo Mickiewiczuna lapide commemorativa in via del Poz-zetto 114” dove nacque la Legione romana;una successiva proposta del sodale SamueleAlatri fece sì che il 29 marzo 1877 (anniver-sario della fondazione della Legione) il Co-mune di Roma inaugurasse la lapide, e an-che un bassorilievo del poeta polacco inCampidoglio, alla presenza, naturalmente,dell’amico Lévy che, come si vede, aveva lamania dei monumenti. Un anno dopo,1878, il “Mazzini polacco” ebbe, sempre inCampidoglio, un suo busto commemorati-vo, sempre alla presenza di Lévy che noncontento lo portò poi in processione a Pari-gi, scrivendo infine, sulle commemorazionicapitoline, un articolo sulla rivista dellaMassoneria italiana: Adamo Mickiewicz inCampidoglio. Ma al busto mancava ancorauna corona d’alloro, e così il solito Lévy lafece deporre, con suo immancabile discor-so, durante una “pia cerimonia” (!) il 26novembre 1879, anniversario della morte aCostantinopoli del suo amico e sodale.“Pia” cerimonia, giacché si concluse con larecita della Preghiera dei Pellegrini polac-chi, composta da Mickiewicz e tradotta infrancese da Montalembert (21).

Costantinopoli… Armand Lévy avevaassistito alla morte di Mickiewicz, ne avevariportato le spoglie in Francia, ne avevaeducato il figlio minorenne, Ladislao. Macosa ci facevano Mickiewicz ed il suo segre-tario a Costantinopoli? “In compagnia di

Lévy, Mickiewiczparte per la Tur-chia. Ha creatouna Legione po-lacca per combat-tere la Russia e li-berare la Polonia.Siamo nel 1855,durante la guerra

Adam Mickiewicz

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di Crimea. (…) A Smirne (Izmir), Mickie-wicz e il suo segretario Lévy si recano allagrande Sinagoga. Conversando col rabbinoLévy dichiara: mi pare che il tempo del ri-torno a Gerusalemme si avvicini. Quando ilrabbino gli chiede su quali segni si fondi,Lévy rispose: La caduta prossima dell’auto-rità papale, la presente agonia della Turchiae la rovina della Russia. Boreisza (17) citaanche le parole di Mickiewicz a Lévy, dopola caduta di Sebastopoli: Non vorrei che gliebrei lasciassero la Polonia (…) l’unione trala Polonia e Israele rafforzerà la nostra po-tenza morale e materiale (…). Nel campo diSaddik-Pacha (22), Mickiewicz e Lévy in-contrarono dei soldati ebrei, soprattuttoprigionieri russi (...). Gli venne l’idea dicreare una Legione ebraica, nella quale po-tesse essere rispettato il giudaismo. Il pro-getto ricevette l’accordo di personalità au-torevoli: vi sottoscrissero degli ufficialifrancesi di origine ebraica. M. pensava chefacendo la sua entrata in Polonia i distacca-menti ebraici avrebbero attirato in loro fa-vore la maggioranza della popolazioneebraica, dando così l’esempio e spingendo ipolacchi a combattere la Russia. Questi ul-timi avrebbero acquisito la certezza chedove combattono gli ebrei la vittoria è assi-curata. Nel frattempo, Lévy contattò gliambienti ebraici per ottenere un finanzia-mento per appoggiare il piano. Arrivò inTurchia un emissario di Alfonso Rothschildper negoziare col Sultano un prestito allaTurchia. Poiché Rothschild era legato aimassoni (23), Lévy potè facilmente incontra-re il suo delegato Israel Landau, grazie alquale poté avvicinare il ministro degli esteriturco. Rothschild da un lato, e la comunitàebraica dall’altro, dovevano occuparsi dellenecessità materiali della Legione”. Ma iTurchi temevano di irritare i cristiani facen-do concessioni agli ebrei a Gerusalemme,per cui, finita la guerra, e morto Mickie-wicz, non se ne fece più niente (24).

Perfettamente Ebreo (malgrado il suobattesimo) e perfettamente massone, Ar-mand Lévy sembra realizzare in sé stesso iltermine forgiato da Mons. Jouin: “giudeo-massoneria”. E per l’appunto, ArmandLévy svolse un ruolo importante in due as-sociazioni che collegano massoneria e mon-do ebraico: l’Alleanza Israelitica mondiale ei B’naï B’rith. Jean-Philippe Schreiber (25)ci dà maggiori ragguagli: iniziato fin dal

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1858 nella Loggia Saint-Vincent de Paul133 di Parigi, Lévy frequenta anche la Log-gia La Renaissance par les Emules d’Hiramassieme al rabbino Elie Aristide Astruc,Alexandre Weil e Moses Hess (26). Astruc eun altro massone, più volte ministro, IsaacMoise detto Adolphe Crémieux, fondanonel 1860 l’Alliance Israélite Universelle, inseguito ai fatti di Damasco e al caso Morta-ra, ispirandosi ai principi della massoneria.I giudei romeni fanno appello nel 1867all’Alliance Israélite in vista della “restaura-zione d’Israele” e l’anno seguente il rabbi-no Taubes e Armand Lévy intervengono inquesto senso presso il governo romeno (27).Nel 1873, Lévy conribuì a fondare il Comi-tato dell’Alliance Israélite a Roma (28).

Quanto all’appartenenza di Lévy ai B’-naï B’rith (Figli dell’Alleanza), fondata ne-gli Stati Uniti nel 1843 (29) molti autori anti-massonici fanno riferimento a un documen-to sottoscritto da Armand Lévy (con ilnome iniziatico di Natanael Kelup-Abia-chaz), in quanto delegato del Sublime Con-cistoro del B.B., ed Albert Pike, in quantorappresentante della Massoneria Universa-le, di mutuo riconoscimento tra le due asso-ciazioni. La fonte di tale documento però èl’ex-massone (convertito al Cattolicesimo)Domenico Margiotta, nel suo libro AdrianoLemmi, Capo Supremo dei Liberi Muratori(anche: Ricordi di un Trentatrè), pubblicatonel 1894 con prefazione del “dottor Batail-le” e lettera di Mons. Fava, vescovo di Gre-noble. Purtroppo detta fonte, come tuttoquello che riguarda il Palladismo e il casoLéo Taxil, non è assolutamente certa, alcontrario. Il testo del documento è riferitoanche da Emmanuel Ratier nell’opera do-cumentatissima Misteri e segreti del B’naïB’rith (pp. 56-57 della nostra edizione ita-liana), anche se l’autore francese non sem-

Basamento della Statua della Libertà a New York conla firma del Gran Maestro della Massoneria

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bra dargli, anche lui, una credenza assoluta(parla del fatto come un ‘lato aneddottico’della invece più che dimostrata collusionetra Massoneria e B’naï B’rith). Vista la vitae il pensiero di Lévy, la sua appartenenza aiB.B. appare, comunque, verosimile.

Chiedersi come sia possibile che un bo-napartista (30) amico dei Rothschild abbiapotuto militare nella Prima Internazionale(31) e sotto la bandiera rossa della Comunedi Parigi rivela una certa ingenuità, tipica dichi ignora le sotterranee collusioni della ri-voluzione. (Come ingenuo sarebbe coluiche si chiedesse come mai il Lévy, così osti-le alla religione quando si tratta di quellacristiana e cattolica, si sentisse invece cosìlegato ai rabbini e alle sue radici ebraiche).

3. Torniamo al monumento…

A tutti è nota la statua con la lugubre fi-gura di Giordano Bruno; meno noti, nellostesso monumento, i medaglioni del basa-mento. Ce li descrive un articolo pubblicatosul sito del Grand’Oriente, Giordano Bru-no, iconografia eretica del celebre monu-mento di Ettore Ferrari. «Intorno al basa-mento della statua si stagliano otto meda-glioni con i ritratti dei “martiri del liberopensiero”. In senso orario, partendo dal latonord troviamo: Huss e Wycliff, contestatoridella Chiesa prima della Riforma protestan-te; a est Michele Serveto e Antonio Paleario,umanisti critici della dottrina ecclesiastica; asud LucilioVannini e Pietro Ramo, prote-stanti [Giulio Cesare Vanini e Pierre de laRamée, n.d.a.]; a ovest Tommaso Campa-nella e Paolo Sarpi. Sotto i medaglioni trerilievi nei quali Ferrari raccontò: Brunoall’università di Oxford; la sentenza del Sant’Uffizio e l’epilogo tragico. Sulla parte

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anteriore l’iscrizione composta dal filosofo emassone Giovanni Bovio: “A Bruno il seco-lo da lui divinato, qui, dove il rogo arse”.

“Chissà quante volte – commenta Massi-mo Bucciantini sul Sole 24 Ore – lo scultoreEttore Ferrari si sarà chiesto quale impattoun monumento del genere avrebbe avuto sulpubblico. Non era una ‘semplice’ statuacome le altre che si vedono sotto il cielo diRoma. Era il frutto di una sinergia perfetta:ai bassorilievi spettava il compito di raccon-tare i momenti salienti della vita del Nolano,ai medaglioni di fissare nella memoria i cri-mini commessi dalla Chiesa Cattolica – e nonsolo – contro la libertà di coscienza e di pen-siero” (peccato che molti dei Riformatori ri-tratti nei medaglioni negassero sic et simplici-ter, non solo la libertà di coscienza e di pen-siero ma finanche la libertà e il libero arbi-trio, come pare pure i ‘filosofi’ del Sole 24Ore, seguaci del determinismo assoluto delleneuroscienze; e allora, di che libertà stiamoparlando?). Gli adoratori della Libertà chenon credono alla libertà, sono anche anticle-ricali che venerano frati e preti, purché natu-ralmente sfratati e spretati, o almeno eretici,invece se un prete o un frate muore uccisoper la Fede cattolica non è da considerarsi –ovviamente – un martire del Libero Pensieroche i massoni si curino di monumentizzare,ma un martire del “Fanatismo”. Huss eWycliff erano sacerdoti, lo erano Campanellae Bruno, religiosi domenicani, Sarpi religiososervita, carmelitano il Vanini (con una sola‘n’), agostiniano Lutero che, come vedremo,si nasconde nel medaglione di Vanini.

4. Gittò la tonaca Martin Lutero…

Infatti, continua il Bucciantini nel citatoarticolo Lutero in Campo dei Fiori: “Ma a

•Armand Lévy (sulla copertina del libro di Boreisza: vedi nota 17)• I medaglioni sul basamento del monumento a Giordano Bruno: sotto il Vanini c’è il volto di Lutero

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un osservatore attento il monumento riservaun’altra sorpresa. Una sorpresa a dir pocostupefacente. I ritratti non erano otto, manove. Un medaglione ne conteneva due.Quello del filosofo ed eretico Vanini riporta-va, seminascosto, un altro ritratto, piccolissi-mo ma perfettamente riconoscibile: l’omag-gio segreto a Lutero. A pochi passi da sanPietro. Per l’anticlericale Ferrari il ritrattodell’acerrimo nemico del papato non potevamancare, e faceva tornare alla memoria leparole pronunciate da Bruno a Wittembergin onore del grande riformatore: ‘Il vicariodel tiranno dell’inferno, volpe e leone, arma-to delle chiavi e della spada, d’ipocrisia e diferocia, aveva infetto l’universo di un cultosuperstizioso e d’ignoranza brutale, sotto iltitolo di sapienza divina, di semplicità cara aDio. Nessuno osava opporsi a questa belvavorace, quando un novello Alcide si levò perriformare il secolo indegno, l’Europa depra-vata a stato più puro e più felice’”. Il primoad accorgersi, pare, della presenza di Luteroin Campo dei Fiori, fu lo storico svedeseLars Berggren nel 1991. Ma già tra il 1863 eil 1881, data della stesura definitiva, il fratel-lo libero muratore Giosuè Carducci (unodei promotori del monumento a GiordanoBruno), iniziato alla Loggia Galvani di Bo-logna nel 1862, fondatore della Loggia Fel-sinea, passato il 20 aprile 1886 alla LoggiaPropaganda Massonica di Roma dove fuelevato al grado 33° del rito scozzese, scri-veva, nel suo Inno a Satana:

5. Da Campo dei Fiori al Vaticano

“A pochi passi da San Pietro”: il laicoBucciantini s’emoziona al pensiero che il ri-tratto di Lutero sorga seminascosto aRoma, in Campo dei Fiori, ‘a pochi passi daSan Pietro’, ove, secondo il gran maestroGaribaldi, stava la ‘baracca di cotesti pa-gliacci che villeggiano sulla sponda destradel Tevere’. Molto di più dovrebbe allorarallegrarsi del fatto che non un piccolo ri-tratto, ma una statua di Lutero abbia fatto ipochi passi suddetti in direzione di San Pie-tro, quando l’effigie dell’eresiarca sassonefu esposta all’ammirazione di tutti dallo

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stesso “pagliaccio” (copyright del ‘padredella Patria’ Peppino Garibaldi) Jorge Ma-rio Bergoglio, in occasione del ‘pellegrinag-gio’ ecumenico a Roma dei Luterani, il 13ottobre 2016 (aula Paolo VI). La libertà dicoscienza e di pensiero fa ormai parte del-l’insegnamento ufficiale (dichiarazioneconciliare Dignitatis humanæ personæ), ilSant’Uffizio è stato soppresso, GiovanniPaolo II ha ripetutamente chiesto scusa peri “peccati” della Chiesa, particolarmentedurante il “giubileo” del 2000.

In occasione del Concordato tra Stato eChiesa, Pio XI chiese invano a Mussolini larimozione del monumento a Giordano Bru-no; il Duce si limitò a impedire manifestazio-ni e commemorazioni di piazza. Il 14 febbraio2000, con lettera del cardinale Segretario diStato Angelo Sodano, Giovanni Paolo II fececonoscere il “rammarico” dei modernisti perla condanna di Giordano Bruno: “L'Annogiubilare costituisce per la Chiesa un'occasio-ne privilegiata per ravvivare e celebrare la suafede in Cristo: alla luce dell'Incarnazione, essaè intenta a ripensare con gratitudine agli innu-merevoli frutti di santità maturati nel suo senonell'arco di questi due millenni. Ciò tuttavianon la dispensa dal riandare alle tante incoe-renze che hanno segnato il comportamento deisuoi figli, gettando ombra sull'annuncio delVangelo. È per questo che, tra i segni del Giu-bileo, il Sommo Pontefice ha posto quello del-la purificazione della memoria, chiedendo atutti un atto di coraggio e di umiltà nel ricono-scere le proprie mancanze e quelle di quantihanno portato e portano il nome di cristiani(cfr Incarnationis mysterium, n. 11).

In questa direzione sono andati alcuniimportanti simposi - come quelli sull'antise-

13 ottobre 2016. Bergoglio accoglie in Vaticano il ‘pellegrinaggio’ ecumenico a Roma dei Luterani

con una statua di Lutero

Gittò la tonacaMartin Lutero:Gitta i tuoi vincoliUman pensiero,

E splendi e folgoraDi fiamme cinto;Materia innalzati:Satana ha vinto.

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mitismo, sull'inquisizione e su GiovanniHus - che si sono svolti col patrocinio dellaSanta Sede, per stabilire sul piano storico losviluppo effettivo degli avvenimenti e discer-nere ciò che in essi debba essere giudicatopoco conforme allo spirito evangelico. Si-mile ricognizione appare importante sia perchiedere perdono a Dio e ai fratelli dellemancanze eventualmente commesse sia perindirizzare la coscienza cristiana verso unfuturo più vigile nella fedeltà a Cristo.

Sua Santità ha appreso, pertanto, con pia-cere che, appunto con questi sentimenti, code-sta Facoltà Teologica intende rievocare Gior-dano Bruno, che, il 17 febbraio del 1600, fugiustiziato a Roma in Campo dei Fiori, in se-guito al verdetto di eresia pronunciato dal Tri-bunale dell'Inquisizione Romana.

Questo triste episodio della storia cristia-na moderna è stato talora assunto da alcunecorrenti culturali come spunto ed emblema diun'aspra critica nei confronti della Chiesa. Lostile di dialogo inaugurato dal Concilio Vatica-no II ci invita a superare ogni tentazione pole-mica, per rileggere anche questo evento conspirito aperto alla piena verità storica. (…) Re-sta il fatto che i membri del Tribunale dell'In-quisizione lo processarono con i metodi di co-azione allora comuni, pronunciando un ver-detto che, in conformità al diritto dell'epoca, fuinevitabilmente foriero di una morte atroce.Non sta a noi esprimere giudizi sulla coscienzadi quanti furono implicati in questa vicenda.Quanto emerge storicamente ci dà motivo diritenere che i giudici del pensatore fossero ani-mati dal desiderio di servire la verità e pro-muovere il bene comune, facendo anche il pos-sibile per salvargli la vita. Oggettivamente,tuttavia, alcuni aspetti di quelle procedure e,in particolare, il loro esito violento per manodel potere civile non possono non costituireoggi per la Chiesa - in questo come in tuttigli analoghi casi - un motivo di profondorammarico. Il Concilio ci ha opportunamen-te ricordato che la verità “non si impone chein forza della verità stessa” (Dignitatis hu-manæ 1). Essa va perciò testimoniata nel-l'assoluto rispetto della coscienza e della di-gnità di ciascuna persona” (32). La “secondabreccia di Porta Pia”, il monumento a Gior-dano Bruno, non infastidisce più, pertanto, daquando vi sono i modernisti al potere, tantopiù che essi non mancano di celebrare e so-lennizzare persino la prima e autentica brec-cia di Porta Pia, quella del XX Settembre (33).

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Quanto ai massoni, si può dire che essiabbiano buona memoria storica e sappianoben individuare nei protestanti, specie anti-trinitari, nell’ermetismo e nel cabalismo ri-nascimentali (34), e perché no, giacché loevocano Carducci e Michelet, in Satanastesso, gli antesignani del proprio pensieroe della propria battaglia. Il problema è checoloro che si dicono cattolici, oggigiorno,abbiano dimenticato i propri, sventolando apiù non posso le bandiere del nemico. Que-sto modesto articoletto ha proprio questoscopo: ricordare ai veri cattolici chi siano inostri eterni nemici, perché senza correttadiagnosi non c’è cura che tenga.

Note1) Gustave Bonickhausen (1832-1923), che mutò il

cognome in Eiffel nel 1852, era “membro di una Log-gia del Grande Oriente di Francia” (MICHEL GAU-DART DE SOULAGES e HUBERT LAMANT, Dictionnairedes Francs-Maçons européens, Dualpha, 2005, p. 337).

2) Fréderic-Auguste Bartholdi (1834-1904), fu ini-ziato il 14 ottobre 1875 dalla Loggia Alsace-Lorraine,Oriente di Parigi, e divenne Maestro il 9 dicembre1880 (GAUDART DE SOULAGES, Lamant, op. cit, p. 79).

3) VITTORIO GNOCCHINI, L’Italia dei liberi Murato-ri, Erasmo Editore, Mimesis, collana Il flauto magico,2005, pp. 119-120.

4) ivi, p. 47.5) ivi, pp. 87-88.6) ivi, p. 21. Lo attesta il Gran Maestro Ferrari.7) ivi, p. 101.8) ivi, p. 277.9) ivi, p. 245.10) http://www.grandeoriente.it/vivere-jesi-masso-

neria-jesina-in-consiglio-comunale-presidente-circo-scrizionale-illuminati-evento-storico/ ; http://loggiahe-redom1224.blogspot.it/2015/02/a-ispirare-la-statua-di-giordano-bruno.html Sulla famiglia, cf. il Libro d’orodella nobiltà italiana, dove ho trovato le date di nascitae di morte.

11) GNOCCHINI, op. cit., p. 79.12) ivi, 85.13) ALDO ALESSANDRO MOLA, Storia della Masso-

neria italiana dall’Unità alla Repubblica, Bompiani,1976, p. 313.

14) Dizionario biografico degli italiani, vol. 27,1982, voce Colocci: Molto attivo, si muoveva frequente-mente tra Iesi, Roma e Pisa, fondò i Comitati progressi-sti marchigiani per le elezioni del 1876, sviluppò rela-zioni con immigrati francesi e polacchi, fu tra i fonda-tori dell'Accademia “Adam Mickiewicz”, chiaramentepolonofila, si batté in favore degli ebrei di Romania,strinse amicizia con Władysław Mickiewicz, figlio diAdam, e con il comunardo Armand Levy, del quale ri-levava l'“idealismo” contro l'“opportunismo ... inven-tato per legittimare tutte le capitolazioni di coscienza”.

15) GAUDART DE SOULAGES, HUBERT LAMANT, op.cit., p. 590.

16) Suo nonno era un giudeo di Metz che sposandouna cattolica si fece battezzare. Suo padre, Georges,partecipò alle campagne napoleoniche.

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Per conoscere meglio il personaggio leggete:

Il vero volto di Giordano BrunoPietro Balan (Pagg. 86) € 8,00

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17) JERZY W. BOREISZA, Sekretarz Adama Mickie-wicza. Armand Lévy i jego czasy (Il segretario diAdam Mickiewicz. Armand Lévy e il suo tempo), Var-savia 1969, poi 2006. PAWEL KORZEC ne ha fatto unainteressante recensione in francese nella rivista Anna-les, 1972, vol. 27, n. 3, pp. 779-783, che si può leggere aquesto indirizzo: http://www.persee.fr/doc/ahess_0395-2649_1972_num_27_3_422536_t1_0779_0000_4

18) Sodalitium n. 49, anno 1999, pp. 30-41; tradu-zione francese n. 48. L’articolo è stato anche tradottoin polacco.

19) G. SCHOLEM, Le tre vite di Moses Dobrushka,Adelphi, 2014. La madre di Moses Dobrushka era cu-gina di Jacob Frank (1726-1791) il fondatore della set-ta alla quale apparteneva Dobrushka. “Convertitosi”al cattolicesimo, prese il nome di Franz Thomas vonSchönfeld. La “conversione” non impedì al nuovo“cristiano” di entrare in massoneria (prima del 1780),prima quella ordinaria, e poi in due Ordini, rispettiva-mente quello dei Cavalieri della Vera Luce (1781) equello dei ‘Fratelli Asiatici’ (1783). La terza vita delprotagonista fu quella del rivoluzionario giacobinosotto il nome di Sigmund Gottlob Junius Frey. Sicco-me la Rivoluzione divora i suoi figli, e il diavolo fa lepentole ma non i coperchi, il cittadino Junius Frey fucoinvolto nella disgrazia di Danton e Chabot e conloro ghigliottinato il 5 aprile 1794.

20) Sia la madre, sia la moglie, appartenevano a fa-miglie frankiste: vedi Sodalitium, cit., pp. 35-36.

21) Le notizie sugli onori romani a Mickiewiczsono tratte dall’articolo di BRONISLAW BILINSKI, Il lau-ro capitolino di Adamo Mickiewicz, pubblicato inStrenna dei Romanisti, 21 aprile 1989 (2742 ab Urbecondita), pp. 73 ss. L’autore cita il libro di Borejsza, eanche: L’ombra di Mickiewicz. Armand Lévy e l’Italiain Conoscersi, Roma,. n. 64-65, 1971, pp. 85 ss.

22) Nome islamico di Michele Czajkowski (1804-1886), legato al principe Adam Czartoryski, figlio del mas-sone Adamo Casimiro. Coinvolti entrambi nella rivoltadel novembre 1830. In odio ai russi si fece turco. Più tardi,divenuto panslavista, divenne russofilo. Morì suicida.

23) Il dizionario GAUDART DE SOULAGES-LAMANT

(op. cit.) elenca tra i massoni europei quattro Roth-schild (lista che ritengo non esaustiva): Nathan Mayer(1777-1836), Anselm (1803-1874), Ferdinand (1839-1899) e Mayer detto James (1792-1868) padre dell’Al-fonso in questione.

24) N. GRUSS, Une amitié exemplaire: Adam Mic-kiewicz et Armand Lévy, Les Nouveaux Cahiers (rivi-sta dell’Alliance Israélite) n. 26, 1971, in: http://tur-quetto.blogspot.com/2012/07/armand-levy-catholique-dorigine-juive.html

All’indirizzo citato si trovano ampi riferimenti trat-ti da scritti di Lévy in favore dei Bonaparte e della po-litica francese filo-turca, il suo tentativo di ricostituireuna Legione ebraica questa volta in Romania nel1857, e di organizzare l’emigrazione ebraica in Palesti-na nel 1867, per cui Turquetto può a buon motivo de-finire Lévy come un proto-sionista.

25) JEAN-PHILIPPE SCHREIBER, Les élites politiquesjuives et la franc-maçonnerie dans la France du XIXesiècle, in Archives Juives, 2010/2 vol. 43. Si vedahttps://www.cairn.info/revue-archives-juives-2010-2-page-58.htm Dello stesso autore, con LUC NEFONTAI-NE, vedi Judaïsme et Franc-maçonnerie. Histoire d’uneamitié, Albin Michel, 2000, in cui si parla dei legamitra Massoneria e Alliance Israélite.

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26) MOSES HESS (1812-1875), militante comunista eamico di Marx ed Engels (sarebbe suo il motto mar-xiano sulla “religione oppio dei popoli”). Hess fu an-che proto-sionista (come Armand Lévy), con il libro“Roma e Gesusalemme” (1862) che ispirò ThedorHerzl. Sepolto nel cimitero ebraico di Colonia, le suespoglie sono state traslate in Israele.

27) Cf. CAROL IANCU, “Aux sources de l'Etat d'Israël : La Conférence sioniste de Foc ani (1882) enRoumanie”, in JEAN-ANTOINE GILI et RALPH SCHOR(dir.), Hommes, idées, journaux. Mélanges en l'hon-neur de Pierre Guiral, Paris, Publications de la Sor-bonne, 1988, pp. 219-220. Citato da Turquetto.

28) L’attività di Armand Lévy in Italia a favore de-gli Ebrei di Rumenia nel 1879, in La rassegna mensiledi Israel, n. 6 giugno 1956: https://www.jstor.org/sta-ble/41278159?seq=1#page_scan_tab_contents

29) EMMANUEL RATIER, Misteri e segreti del B’naïB’rith. La più importante organizzazione ebraica in-ternazionale. Centro Librario Sodalitium, Verrua Sa-voia, 1995.

30) Lévy era particolarmente legato al principe Na-poléon Joseph Charles Paul, detto Jérôme Bonaparte,noto come Plon Plon, membro della Loggia “Amis de laPatrie”, candidato Gran Maestro nel 1862, Gran Com-mendatore del Supremo Consiglio del Grand’Oriente diFrancia (GAUDART-LAMANT, op. cit. p. 136). Ma Lévyera in buoni rapporti con lo stesso Imperatore Napoleo-ne III. Il mito napoleonico (Napoleone come un messiadegli ebrei) era vivo tra i discepoli di Towianski, cf.Adam, Karol, Jacob, cit., pp. 33 e 39-40, nota 10, e tra gliebrei in genere, cf. BERNARD LAZARE, L’Antisemitismo.Storia e cause, 1894, edizione italiana: Centro LibrarioSodalitium, Verrua Savoia, 2000, pp. 167 e 277.

31) BERNARD LAZARE, op. cit., p. 276, 289, nota 21,ove l’autore, ebreo e socialista, evoca il concorso degliebrei al movimento socialista e alla Comune di Parigi,e in genere, a tutte le Rivoluzioni.

32) Testo completo in: http://www.vatican.va/ro-man_curia/secretariat_state/documents/rc_seg-st_doc_20000217_sodano-letter_it.html

Per chi, legato alla mentalità moderna, fosse tenta-to di dar ragione ai fautori della libertà religiosa inmateria di Inquisizione, rinvio ai seminari di studio te-nuti a Modena sull’Inquisizione (anno 2015) e sulleGuerre di religione (anno 2016), che si possono ascol-tare sul nostro canale YouTube.

33) Sodalitium, n. 65, pp. 57 ss: La breccia di SanPietro.

34) Sull’influenza di Bruno sul pensiero rosacrucia-no e massonico, si consultino (con prudenza) le operedi FRANCES YATES: Giordano Bruno e la tradizione er-metica, Laterza, 2006; L’illuminismo dei Rosacroce,Mimesis, 2011; Cabala e occultismo nell’età elisabettia-na, Mondadori, Einaudi, 2002, nonché, se lecito citar-mi ancora, il video sulla conferenza da me tenuta aBologna sulla Massoneria.

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Un passaggio del Vangelo fra ipiù difficili da capire. La para-bola dell’economo infedele

don Ugolino Giugni

Il testo del Vangelo

«Diceva anche ai discepoli: “Unuomo ricco aveva un ammini-stratore, e questi fu accusato

dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. 2 Lochiamò e gli disse: ‘Che cosa sento dire dite? Rendi conto della tua amministrazione,perché non potrai più amministrare’. 3

L’amministratore disse tra sé: ‘Che cosafarò, ora che il mio padrone mi toglie l'am-ministrazione? Zappare, non ne ho la forza;mendicare, mi vergogno. 4 So io che cosafarò perché, quando sarò stato allontanatodall'amministrazione, ci sia qualcuno chemi accolga in casa sua’. 5 Chiamò uno peruno i debitori del suo padrone e disse al pri-mo: ‘Tu quanto devi al mio padrone?’. 6

Quello rispose: ‘Cento barili d'olio’. Gli dis-se: ‘Prendi la tua ricevuta, siediti subito escrivi cinquanta’. 7 Poi disse a un altro: ‘Tuquanto devi?’. Rispose: ‘Cento misure digrano’. Gli disse: ‘Prendi la tua ricevuta escrivi ottanta’.

8 Il padrone lodò quell’amministratoredisonesto, perché aveva agito con scaltrezza.I figli di questo mondo, infatti, verso i loropari sono più scaltri dei figli della luce.

9 Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici conla ricchezza disonesta, perché, quando que-sta verrà a mancare, essi vi accolgano nelledimore eterne » (Luca XVI, 1-9).

“Reverendo io non capisco questa para-bola del Vangelo. Sembra che qui Gesù ap-provi il modo di agire ingiusto dell’econo-mo infedele e quindi approvi il male”. Cosìmi parlava un’anziana e pia signora tantianni fa dopo la messa della domenica VIIIdopo la Pentecoste, durante la quale si eraappena letta questa parabola. Ma la pia si-gnora non era la sola, allora come oggi, anon comprendere bene questo passaggio

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del Vangelo di san Luca che resta oggetti-vamente di difficile interpretazione. Cer-chiamo di farne un’esegesi cattolica, soprat-tutto basandoci sulla spiegazione che nedanno i Padri della Chiesa (1).

Senso evidente della parabola

Vi è un senso generale piuttosto eviden-te di questo passaggio che è il seguente: ilpadrone è Dio e ogni uomo è in qualchemodo un economo infedele che ha dissipa-to i beni del suo maestro col peccato facen-do servire alla soddisfazione personale queibeni (spirituali o materiali) che Dio gli ave-va affidato per la Sua gloria. Il quadro umano in cui si svolge l’imma-

gine evangelica è quello dell’amministratore(ingiusto!) che sa approfittare del tempo adisposizione per assicurarsi il proprio futu-ro, quando dovrà lasciare questa sua attivi-tà. Il tratto essenziale è uno solo: la pruden-za dell’amministratore. Tutti gli altri trattisono ornamentali. È infatti solo la prudenzaad apparire come elemento spirituale dellacomparazione; se ne può ravvisare anche unsecondo in verità: la condizione di sempliceamministratore rivestita dal personaggioprincipale. Il quadro spirituale o moraledella parabola sta nel fatto che, come prin-cipio generale, gli uomini sono più “pruden-ti” in ordine alle cose temporali che in ordi-ne alle cose eterne. L’insegnamento si trovanel vers. 9: il cristiano vive in due momenti:nel tempo in cui amministra i beni tempora-li; nell’eternità in cui, lasciata l’amministra-zione si presenta davanti a Dio per render-ne conto. Se ne conclude che chi avrà am-ministrato bene i beni temporali, dimorerànella casa di Dio (Paradiso), che lo farà par-tecipe di tutto il suo; chi invece non li avràamministrati bene non resterà nella casa diDio. In altri termini, il cristiano si garantisceil felice esito futuro operando correttamen-te nel presente.

EsegesiLa parabola dell’economo infe-dele del Vangelo di san Luca èoggettivamente di difficile com-prensione. Lo scopo di questoarticolo è quello di farne un’esegesi cattolica.

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L’economo è accusato... Presso il tribunale di Dio, si leveranno

contro di noi le anime che avremo mal-edi-ficato o scandalizzato, il demonio che ci hacosì sovente vinto nella tentazione, l’angelocustode che avremo contristato, il sangue diN.S. che avremo reso sterile; saranno al-trettante voci che ci accuseranno.

‘Che cosa sento dire di te? Rendi contodella tua amministrazione, perché non po-trai più amministrare’.Non necessariamente l’accusa è fondata:

è possibile che non lo sia, il padrone puòanche non crederci ma chiama l’ammini-stratore a rendere conto della sua condotta.Certo è che ci sarà solo più poco tempo (onon ce ne sarà più del tutto) poiché la mor-te toglierà all’uomo l’uso di questo tempo,e tutto quello che ha ricevuto in vita dovràessere restituito a Dio; e altri subentreran-no nella sua amministrazione. Cristo - spie-ga s. Gerolamo - dice all’uomo: “rendi con-to della tua amministrazione”, cioè dellatua vita, del tuo stato, degli offici che tisono stati affidati, del tuo tempo, del tuoingegno, di tutte quelle altre doti che Dio tiha dato, se le hai utilizzate alla Sua gloria eper la tua salvezza o quella degl’altri.

L'amministratore disse tra sé: Che cosafarò... Tacitamente ammette il suo crimine ri-

conoscendo la sua cattiva gestione, ma nonè un pentimento sincero che porta alla con-versione ma piuttosto una constatazioneumana. Nel soliloquio dell’amministratoreaffiorano due sistemi onesti per campare:lavorare o elemosinare, ma con il termine“zappare” fa allusione alla durezza del la-voro in quanto tale, quel lavoro che lui non

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ha mai esercitato... Commenta qui la glossa(2): “Dopo questa vita non v’è posto perscavare con la compunzione la nostra ani-ma, affinché porti frutto: è allora anche diconfusione il mendicare, come hanno fattole vergini stolte, anzi ciò è inutile ed impos-sibile”. Esclusi il lavoro e l’elemosina egli esco-

gita, quindi, un terzo sistema disonesto, chegli permetterà di continuare a vivere a spe-se del padrone: riduce i debiti dei creditoridel suo padrone affinché costoro ricono-scenti lo aiutino in seguito quando non avràpiù altri mezzi di sostentamento. Ciò cheinteressa ai fini della Parabola non sono idettagli degli sconti effettuati ma, come giàsottolineato, la “prudenza” dell’ammini-stratore.

L’interpretazione singolare di Origene

Origene dà un’interpretazione singolaredi questa parabola facendo risaltare l’operaredentiva di Cristo nel fattore infedele cheriscrive le lettere del peccato dell’uomo.Ecco le sue parole: «di questo fatto è im-magine anche ciò che si dice nel Vangelodel fattore iniquo il quale dice a ciascun de-bitore: prendi le tue lettere, e siedi e scriviottanta, e il resto che viene riferito. Da que-sto si capisce che le nostre sono lettere delpeccato; invece le lettere della giustizia lescrive Dio. Così infatti dice l’apostolo: voisiete la lettera scritta non con l’inchiostro,ma con lo Spirito del Dio vivente, non su ta-vole di carne, sul cuore (2 Cor. 3, 2-3). Dun-que hai in te le lettere di Dio e le letteredello Spirito Santo. Se poi tu pecchi, da testesso ti scrivi la condanna del peccato. Maconsidera che, quando ti sei avvicinato unavolta per tutte alla croce del Cristo e allagrazia del battesimo, la tua condanna è sta-ta cancellata nel fonte del battesimo. Nontornare a scrivere quello che è stato distrut-to, conserva in te soltanto la scrittura delloSpirito Santo» (3).

La questione centrale: “la prudenza” uma-na e la prudenza divina

Il padrone lodò quell'amministratore di -sonesto, perché aveva agito con scaltrezza. Ifigli di questo mondo, infatti, verso i loropari sono più scaltri dei figli della luce. Ilpensiero centrale della parabola si trova in

L’economo infedele

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questo versetto su cui, in effetti, molti in-ciampano non riuscendo a capire il suo sen-so profondo. Ricciotti (4) fa notare che se ilpadrone lodò il fattore truffaldino, perchéaveva agito prudentemente, lo fece perchéessendo un uomo di spirito, e da gran si-gnore, sapeva prendere i dispiaceri dellavita mettendone in luce gli aspetti più inte-ressanti. Il Padrone (in greco ‘O κυριος) può es-

sere inteso sia come il Padrone oppurecome il Signore (cioè Gesù nel linguaggiocristiano di s. Luca); in questo senso sareb-be più chiaro quindi che il padrone nonloda colui che lo ha frodato ingiustamente,mentre invece il Signore ne può invece ad-ditare ad esempio la “prudenza”. Lo ripeto: l’esemplarità consiste nella

prudenza dell’amministratore. Non contache sia stata messa a frutto di una buona ocattiva causa; conta unicamente in sé, comeattitudine a prevedere e a provvedere. Unlinguaggio simile si trova nel Vangeloquando il Signore dice “siate dunque pru-denti come i serpenti” (Mt. 10, 16), oppurequando s. Paolo afferma che “come un la-dro di notte, così verrà il giorno del Signo-re” (I Tess. 5, 2). S. Agostino ci spiega il motivo per cui il

Signore usa questa immagine nella para-bola: “Perché mai il Signore Gesù Cristoraccontò questa parabola? Non certo per-ché gli piacesse il servo ingannatore: eglifrodava il suo padrone e disponeva di beninon suoi. Per di più fece un furto sottile:portò danno al suo padrone, per assicurar-si, dopo l’amministrazione, un rifugio ditranquillità e di sicurezza. Perché il Signo-re ci pose davanti agli occhi questo esem-pio? Non perché il servo frodò, ma perchépensò al futuro; perché il cristiano che nonha accortezza si vergogni, dal momentoche il progetto ingegnoso è lodato anchenell’ingannatore. Infatti il brano così siconclude: I figli di questo mondo sono piùscaltri dei figli della luce. Compiono frodiper provvedere al loro futuro. A quale vitapensò di provvedere quel fattore? A quel-la a cui sarebbe giunto, dopo aver lasciatola condizione precedente per ordine delsuo padrone. Egli provvedeva a una vitache deve finire e tu non vuoi provvedere aquella eterna? Dunque non amate la fro-de, ma, dice: Procuratevi amici con la ini-qua mammona” (5).

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In un altrop a s s a g g i osempre s.Agostino pre-cisa: «In quelfattore che ilpadrone scac-ciò dall’ammi-nistrazione elodò perché fuabile nel prov-vedersi l’avvenire non dobbiamo prenderetutto come proposto alla nostra imitazione.Non dobbiamo infatti frodare il nostro Si-gnore nemmeno per elargire in elemosinequanto ricavato dalla frode. Riguardo poi acoloro dai quali desideriamo essere accoltinei padiglioni eterni non dobbiamo pensareche siano debitori di Dio e del Signore no-stro. Nel brano infatti sono designati i giustie i santi come coloro che introducono neipadiglioni eterni coloro dai quali nelle loronecessità hanno ricevuto beni terreni. Dicostoro è detto anche che, se qualcuno dà aun suo simile anche un solo bicchiere di ac-qua fresca in quanto è discepolo del Signo-re, non sarà privato della sua ricompensa(Mt. 10, 42). Similitudini come questa ven-gono dette perché le si prenda “al contra-rio”, ad esempio perché s’intenda questo:se meritò lode dal padrone colui che lotruffava, quanto più non dovranno piacerea Dio nostro Signore coloro che fanno ope-re buone per conformarsi al suo precetto?È lo stesso caso di quel giudice iniquo cheveniva scongiurato dalla vedova (Mt. 5, 20).Il Signore ne trasse l’immagine per farci ri-salire a Dio giudice, sebbene nessuna simi-litudine si possa stabilire tra Dio e il giudiceiniquo» (6). Secondo Origene bisogna distinguere la

prudenza umana nel suo genere dalla verasapienza secondo Dio: “I figli di questo se-colo vengono detti non più sapienti, ma piùprudenti dei figli della luce. E questo non

Sant’Agostino

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in senso assoluto e semplicemente, ma nelloro genere; per questo I figli di questomondo, infatti, verso i loro pari sono, nelloro genere, più scaltri dei figli della luce”. Dice Teofilatto: “Così chiama figli di

questo mondo coloro che non si occupanoche degli interessi terreni, e figli della lucecoloro che si occupano dei beni spirituali invista del divino amore. Ora succede chenell’amministrazione delle cose umane noidisponiamo dei nostri beni con prudenza, emettiamo tutto il nostro impegno a prepa-rarci le risorse per la vita se dovremo per-dere l’amministrazione; quando invecedobbiamo preoccuparci a disporre le cosedivine, non pensiamo assolutamente a ciòche ci sarà utile nella vita futura”.

L’uso delle ricchezze

Un’altra questione importante affrontatain questo passaggio del Vangelo è quelladel buon uso che bisogna fare delle ricchez-ze e dei beni di questo mondo; la troviamonel versetto nove:

“Ebbene, io vi dico: fate-

vi degli amici con la ricchezza disonesta,perché, quando questa verrà a mancare, essivi accolgano nelle dimore eterne. Vediamo qual è il pensiero dei Padri su

questo punto. S. Agostino: «Quell’amministratore al

posto di cento barili d’olio ordinò al debito-re che scrivesse cinquanta e, invece checento misure di frumento, scrivesse ottanta.Credo che non ci sia altro significato all’in-fuori di questo: a somiglianza di quello chei giudei facevano verso i leviti, e più di loro,ognuno che lavora nella Chiesa di Cristodeve praticare una giustizia superiore aquella degli scribi e dei farisei (Cf. Mt. 5,20). Se loro pertanto davano una decimaparte (Nm. 18, 21), il cristiano deve dare lametà. Così si comportò Zaccheo (Cf. Lc.19, 8), e non solo quanto agli interessi maaddirittura riguardo ai beni che possedeva.Quanto meno occorre che il cristiano rad-doppi la decima, per cui, dando due deci-me, superi le erogazioni dei giudei. Il dena-ro che possediamo per usi temporali è chia-mato dal Signore mammona iniquo. Colnome mammona si designano le ricchezze,le quali non vengono stimate ricchezze senon dai malvagi, che ripongono in esse leloro speranze e l’appagamento della lorofelicità. Se a possederle sono invece i giusti,

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il denaro vale certo qualcosa, ma le verericchezze dei giusti sono soltanto quelle ce-lesti e spirituali, con le quali colmano laloro indigenza nell’ambito dello spirito edesclusa la miseria e la scarsità delle cosemateriali, si arricchiscono dell’abbondanzadella beatitudine» (7).«Ma che significa la frase: essere amici

mediante la “mammona ingiusta”. Che cosaè la “mammona ingiusta”? Innanzi tutto chesignifica “mammona”? Questo infatti non èun vocabolo latino: è un termine ebraico, af-fine a quello della lingua punica. In realtàqueste due lingue sono unite tra loro da unacerta parentela di significato. Ciò che i puni-ci dicono “mammona” in latino si dice “gua-dagno”. Ciò che gli ebrei chiamano “mam-mona” in latino si dice “ricchezza”. Per diredunque tutto in latino, ecco che cosa dicenostro Signore Gesù Cristo: Fatevi degliamici con la ricchezza ingiusta. Alcuni, in-tendendo ciò a sproposito, rubano la robaaltrui e ne danno un po’ ai poveri e credonodi mettere in pratica il precetto che ci è sta-to dato. Poiché dicono: “Rubare i beni altruiè ricchezza ingiusta; darne qualcosa in ele-mosina, soprattutto ai servi di Dio bisogno-si, è farsi degli amici con la ricchezza maleacquistata”. Questo modo d’intendere de-v’essere corretto o meglio dev’essere cancel-lato assolutamente dalle tavole del vostrocuore. Non voglio che l’intendiate a questomodo. Dovete fare elemosine col ricavatodelle vostre giuste fatiche; dovete dare pren-dendo dai beni che possedete con giustizia.Voi infatti non potrete corrompere Cristo,vostro giudice, in modo che non vi giudichicon i poveri, ai quali voi rubate. (...) Zac-cheo disse: La metà dei miei beni la dò ai po-veri (Lc. 19, 8). Ecco come corre chi ha fret-ta di farsi degli amici con le ricchezze maleacquistate. Inoltre per non rimanere colpe-vole per altre cause disse: Se ho rubato aqualcuno, gli renderò quattro volte quantogli ho preso (Lc. 19, 8). Inflisse a se stessouna condanna per non cadere nella danna-zione. Voi dunque, che possedete ricchezzeche vi siete procurati col male, fate con essedel bene. Voi, che non avete ricchezze frut-to di peccato, non acquistatele col peccato.Sii buono tu che fai il bene con il frutto delmale e, quando avrai compiuto qualcosa dibuono con il frutto del male, non rimaneremalvagio tu stesso. I tuoi soldi si cambianoin bene e tu rimarrai malvagio?» (8).

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«Una amministrazione dei beni temporaligiusta, conforme al dovere e, per quanto lopermette la sua natura, più pacifica e tran-quilla, procura il merito per ottenere i benieterni, purché non possieda mentre la si pos-siede. Giacché per bocca della stessa verità èstato detto: se non siete stati fedeli nell’al-trui, chi vi darà ciò che è vostro? Perciò, la-sciate andare le cure delle cose passeggere,cerchiamo i beni duraturi e sicuri, innalzia-moci al di sopra delle nostre ricchezze terre-ne. Infatti non senza motivo l’ape ha le alipur nell’abbondanza del miele, poiché que-sto uccide chi gli rimane attaccato» (9). S. Ambrogio: “dice mammona d’iniquità

perché l’avarizia tenta il nostro cuore conl’esca delle ricchezze, in modo che noi nediventiamo schiavi”. S. Cirillo: “Le ricchezze d’iniquità sono

le cose piccole, esse sembrano un nulla acoloro che gustano le celesti. Perciò pensoche è fedele nelle piccole cose chi consacrale ricchezze a sollevare coloro che sono nel-la miseria. Ma se siamo infedeli nelle picco-le cose a che titolo otterremo le vere ric-chezze? Cioè il dono fecondo delle graziedi Dio che imprime nell’anima umana lasomiglianza divina? Il seguito fa vedere chetale è il senso delle parole del Signore, per-ché dice: se non siete stati fedeli nei beni nonvostri chi vi darà i vostri?...” (10). S. Beda il venerabile: “è impossibile ser-

vire nello stesso tempo le ricchezze e Cri-sto. Tuttavia, non dice: colui che ha dellericchezze, ma colui che serve la ricchezza;perché colui che serve le ricchezze le tienecome uno schiavo, mentre colui che hascosso il giogo di questa servitù, le distri-buisce come un padrone; ora colui che ser-ve Mammona è anche schiavo di colui che,a causa della sua malizia, è giustamentechiamato il principe di questo mondo”.Quindi il Signore, anche secondo l’inter-

pretazione che ci danno i Padri, ci indica leopere di misericordia come un’estrema ri-sorsa per le anime compromesse che si spa-ventano di fronte al duro lavoro e al dove-re. Le miserie dei poveri a cui fare elemosi-na possono essere, se si vuole, un mezzoper la salvezza eterna. Aiutando i bisognosici si rimette in cammino verso il cielo. Lagiustizia tempera il suo rigore e la miseri-cordia ottiene ulteriore merito e tempo perfare del bene. Ecco ciò che possono fare ipoveri cioè tutti coloro che hanno bisogno

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di voi. Qualunque servizio gli rendereteessi vi renderanno di più ancora. Se siamobuoni con loro, Dio lo sarà con noi.

Conclusione

La parabola, quindi, va trasportata su unpiano superiore a quello figurato ed appli-cata con precisione. Traendone alcune con-clusioni o morale: 1. La prudenza vera o divina per il cri-

stiano consisterà nell’applicare ai beni eter-ni quella stessa prudenza umana che i figlidel mondo usano di ordinario nelle cose delmondo. 2. La condizione dell’uomo riguardo ai

beni di quaggiù è quella di un semplice am-ministratore che dovrà rendere conto alvero Padrone che è Dio; e questo vale an-che per i beni spirituali e qualità che Dio ciha dato durante la nostra vita. 3. L’uso corretto delle ricchezze terrene

consisterà nell’acquistare con esse non giàbeni terreni che sono egualmente fallaci etransitori, bensì i beni eterni che sono pe-renni e sicuri. Il modo per fare ciò consistenel far beneficiare i poveri delle ricchezzeche ci sono affidate. Questa beneficenza èun frutto che non verrà mai meno poiché ibeneficiati diventano amici del benefattoree alla fine di questo secolo (quando verrà amancare) lo ricompenseranno accogliendo-lo nei tabernacoli eterni. La ricompensa e la sanzione nell’altra

vita è quindi la base di tutta la dottrina delSignore Gesù in vista e attesa della vita fu-tura. Allora si comprende bene come la po-vertà, in questa vita, sia una scelta e regoladi somma prudenza; cioè “prudenza vera”secondo Dio.

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A conferma di quanto detto finora, s.Luca, alla fine della parabola, inserisce unaserie di sentenze del Signore che vertonosulle ricchezze (mammona d’iniquità), cheanche se non sembrano far parte della para-bola ne completano l’insegnamento dandoquello che deve essere la visione cristianadelle ricchezze secondo la vera sapienza chesi trova nella predicazione di Gesù. Eccole nei versetti da 10 a 13: 10 Chi è fe-

dele nel poco, è fedele anche nel molto; e chiè disonesto nel poco, è disonesto anche nelmolto. Questo versetto è un proverbio uni-versale che si può applicare a molti aspettidella vita.

11 Se dunque non siete stati fedeli nelladisonesta ricchezza, chi vi affiderà quellavera? Deriva dal precedente versetto: lericchezze vere possono essere la vita eternae i doni spirituali che la preparano che Dioperò ci elargisce fin da questa vita in vistadella futura.

12 E se non siete stati fedeli nella ricchezzaaltrui, chi vi darà la vostra? Le ricchezze tem-porali non sono nostre ma sono solo date inamministrazione e ci saranno tolte con lamorte. Se non ne avremo fatto buon uso nonavremo diritto al Paradiso che a buon diritto,invece viene detto nostro perché se ci saràdato nessuno mai ce lo troglierà.

13 Nessun servo può servire a due padro-ni: o odierà l’uno e amerà l’altro oppure siaffezionerà all’uno e disprezzerà l’altro.Non potete servire a Dio e a mammona. Sitrova anche in Mt. 6, 24; è composta da dueparti: nella prima c’è il principio generaleche non si può servire a due padroni, nellaseconda è applicato alle ricchezze comeuna sintesi di tutto l’insegnamento dellaparabola. San Luca ci ha mostrato, qui nel capitolo

sedici, che oltre ad essere lo “scriba dellamisericordia” (pensiamo alle parabole delfigliuol prodigo, il buon pastore, la dracmaperduta) egli è anche l’evangelista della po-vertà. La vera “prudenza”, per il seguace diGesù, consiste nel rinunciare alla ricchezza(povertà) o usarla correttamente. Che Dioci aiuti a mettere in pratica questo insegna-mento per essere ricevuti nelle dimore eter-ne cioè in Paradiso.

Bibliografia • S. TOMMASO D’AQUINO, Catena Aurea.

Expositio in Lucam.

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• CORNELIO A LAPIDE, Commentaria inScripturam Sacram, tomus decimus sextusin Lucam et Joannem, col. 214-218.• La Bibbia commentata dai Padri, Nuo-

vo testamento 3 Luca, Città Nuova 2006.• GIUSEPPE RICCIOTTI, Vita di Gesù Cri-

sto, Oscar Mondadori 1974.• Nuovo Testamento, Vangelo secondo

Luca, commento di Juan Leal. Città Nuova1972.

Note1) Per Padri della Chiesa si intendono quegli scrit-

tori cristiani dei primi secoli del Cristianesimo, il cuiinsegnamento dottrinale è ritenuto fondamentale perla Chiesa. Il loro consenso unanime può essere una re-gola di fede.

2) Le glosse erano dei commenti inseriti in margineai testi, dai glossatori, per spiegare con parole piùcomprensibili i passaggi più oscuri.

3) Origene, Omelie sulla Genesi 13, 4. Origene è ci-tato come testimone originale del periodo patristico enon come autore assolutamente ortodosso (alcune suedottrine infatti furono condannate diversi secoli dopola sua morte).

4) GIUSEPPE RICCIOTTI, Vita di Gesù Cristo, OscarMondadori 1974 vol II § 470, p. 515.

5) S. Agostino, Discorso 359A 10.6) S. Agostino, Questioni sui Vangeli II, 33.7) S. Agostino, Questioni sui Vangeli II, 34.8) S. Agostino, Discorso 113 sulle parole del Van-

gelo di Lc XVI, 9, 2-3.9) S. Agostino, Le lettere, 15, 2.10) S. Cirillo, in Cat. Graec Patr.

Attualità nella Chiesa

NON CI CREDO... MA È VERO!

Don Piero Fraschetti

Permettendoci di parafrasare il titolo diuna famosa ed esilarante commedia

scritta da Peppino De Filippo, vogliamo ti-tolare questo commento sui fatti accadutilo scorso 13 marzo a Roma, che ci fannoancora una volta trasalire e rattristare acausa dell’assurdità di una condotta chenon avremmo creduto vera se non fosse ac-caduta realmente. Ma purtroppo come po-polarmente si dice: “al peggio non c’è maifine”.Veniamo brevemente al fatto in questio-

ne, a cui risaliamo dalla notizia diffusa dalsito della FSSPX in Italia (http://www.san-

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piox.it/dal-mondo-della-tradizione/1948-ro-sario-di-riparazione-a-san-pietro) con cui sidà conto della avvenuta “riparazione per loscandalo dei vespri cantati in modo solennedagli eretici e scismatici anglicani nella Ba-silica San Pietro”, come era stato anticipa-tamente comunicato (http://www.sanpiox.it/attualita/1945-in-riparazione-delle-ceri-monie-a-cattoliche).Nel constatare le parole e i fatti che han-

no accompagnato questo evento, non ab-biamo potuto fare a meno di porci alcunedomande e di riflettere sull’accaduto.Vedere degli ecclesiastici appartenenti

ad una ‘Comunità ecclesiale [FSSPX] nonancora in piena Comunione’ con colui chereputano essere il Santo Padre ‘Papa Fran-cesco’ (1), celebrare Messe, recitare Rosari,rilasciare interviste per riparare al suddettoscandalo perpetrato da altri ecclesiasticiche, esattamente come loro, non sono ‘inpiena comunione’, ci sembra paradossale eassurdo. Sarebbe come se dei ladri in azio-ne pregassero in riparazione di furti com-messi da altri ladri come loro. Infatti non dimentichiamoci che la cosid-

detta ‘Revoca delle Scomuniche’ ai quattroPrelati della FSSPX avvenuta il 21 gennaio2009, si tenne proprio durante l’Ottavarioper l’unità dei cristiani e ovviamente fu det-tata da quella prassi ecumenista inauguratadal Concilio Vaticano II (https://www.soda-litium.biz/sul-decreto-del-21-gennaio-2009-con-il-quale-viene-rimessa-la-scomunica-a-4-vescovi-della-fraternita-san-pio-x/) e con-seguentemente attuata nella prassi in questiultimi cinquant’anni. Dunque, anche inquesto caso, si vorrebbe giustamente con-dannare ciò che già la Chiesa ha rigettato,accettando però nei fatti e addirittura congioia, proprio quello che si condanna!Facciamo riferimento inoltre al post che

la redazione di Radio Spada (RS) ha diffu-so (https://www.radiospada. org/2017/03/13-marzo-rosario-in-riparazione-del-culto-acattolico/) a seguito del suddetto evento eil commento che ne è stato fatto; lo faccia-mo reputando che questo ennesimo contri-buto aiuti a far capire ancor meglio e sem-pre di più come una tale condotta sia sba-gliata, ingannevole, contraria alla ragione equindi anche alla Fede, di cui RS stessa si

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vanterebbe tanto da presentarsi come “unesperimento felice e ben riuscito” (al ri-guardo segnaliamo il nostro comunicato:Sodalitium n. 67 pag. 38).Nel leggere la lista delle varie ‘realtà ec-

clesiali’ che hanno preso parte alla ‘ripara-zione’ per lo scandalo ecumenista consu-matosi nella Basilica di San Pietro, tante sa-rebbero le considerazioni da farsi. Ci limi-teremo a citare un altro evento organizzatoqualche tempo fa da una delle suddette co-munità: l’Istituto di Cristo Re, che si quali-fica come una ‘Società di Vita Apostolicadi Diritto Pontificio’ (che protesta controun’iniziativa voluta proprio da quello chericonoscono essere il ‘Sommo Pontefice’!).

Alcuni momenti degli incontri ecumenici con gli angli-cani in San Pietro e alla chiesa anglicana di Roma.

Le foto si commentano da sole...

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Facciamo riferimento a quando “nellavenerabile Rettoria di Gesù e Maria alCorso, è stata celebrata una solenne Messain terzo dal Rev.mo Mons. Gilles Wach,Priore generale dell’Istituto di Cristo ReSommo Sacerdote”, il quale “ha accoltocon entusiasmo l’iniziativa lodevolissima”“di ospitare i membri del Sintra Singers In-ternational diretto dalla Professoressa Mrs.Ghislaine Morgan”, ricordando inoltre che“tutti i membri del Sintra Singers Interna-tional che provengono da ogni parte delmondo ed appartengono alle confessionipiù svariate (anglicani, luterani, calvinisti)si sono stretti ieri in un magnifico abbracciomusicale (oltre al canto Gregoriano sonostate eseguite musiche di Bianciardi, Pale-strina, De Victoria) intorno all’Altare diCristo durante la celebrazione del Venera-bile Rito Romano Tridentino. Uno Spiritodi cristiana fratellanza ed una dimostrazio-ne di vero ecumenismo nella comune fedeche ci riannoda al Signore Gesù Cristo, egrazie alla passione che condividiamo contanta gioia: la Musica. Il loro entusiasmo, laloro maestria tecnica ed i giudizi magnificiche essi, in primis, hanno speso all’indirizzodel Rito Tridentino sono stati ancora unavolta davvero sorprendenti ed incoraggianotutti coloro che amano l’antica Liturgia ro-mana-gregoriana, di cui la musica sacra è ladiletta sposa, ad andare avanti con rinnova-to ardore e vigore” (http://blog.messainlati-no.it/2012/02/roma-chiesa-di-gesu-e-maria-al-corso.htm).Riteniamo e speriamo vivamente che

non sia necessario alcun commento.Non vogliamo oltremodo tediare i pa-

zienti lettori e ci limitiamo a ricordare chetutte queste contraddizioni e assurdità echissà quante altre ancora, altro non sonoche l’effetto ovvio di una determinata cau-sa. Infatti riconoscendo in Paolo VI e neisuoi successori dei veri e legittimi Papi, at-traverso i quali è Cristo stesso che governa,insegna e santifica la Sua Chiesa, ovvia-mente ne consegue che il Concilio VaticanoII e tutto ciò che ne è seguito è Magisterodella Chiesa, al quale ogni fedele, ancheper il ‘Codice Canonico’ wojtyliano, devealmeno: “un religioso ossequio dell’intellet-to e della volontà” che “deve essere presta-

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to alla dottrina, che sia il Sommo Ponteficesia il Collegio dei Vescovi enunciano circala fede e i costumi, esercitando il Magisteroautentico, anche se non intendono procla-marla con atto definitivo; i fedeli perciòprocurino di evitare quello che con essanon concorda” (canone 752). Ancora una volta dunque ringraziamo il

Buon Dio di averci fatto conoscere Mons.Guérard des Lauriers, attraverso il qualeabbiamo avuto la possibilità di affrontare latremenda crisi dottrinale che, a causa delModernismo, continua ad imperversareovunque, senza però dover cadere clamoro-samente nell’assurdo e nella contraddizio-ne, ma potendo integralmente ricevere ciòche Dio ha rivelato e che è stato tramanda-to dalla Chiesa nei secoli e che rimarrà im-perituro nei secoli eterni.

Nota1) Da notare che J.M. Bergoglio ha personalmente

e caldamente voluto questo scandalo, avendo fra l’al-tro “già il 5 ottobre 2016 celebrato l’importante ricor-renza con i vespri ecumenici nella basilica di San Gre-gorio al Celio insieme all’arcivescovo Justin Welby”per festeggiare “il cinquantesimo anniversario del dia-logo tra la Chiesa cattolica e quella anglicana, ristabili-to con l’incontro del 23 marzo 1966 tra il beato PaoloVI e l’arcivescovo di Canterbury, Michael Ramsey”.(Vedi: http://www.lastampa.it/2017/02/07/vaticaninsi-der/ita/news/nella-basilica-di-san-pietro-per-la-prima-volta-i-vespri-anglicani-zaHvZUQXpFfr2NVBEJZ-LIP/pagina.html). Se ciò non bastasse, lo stesso Bergo-glio il 26 febbraio u.s. ha visitato la chiesa anglicana di“All saints” con dichiarazioni a dir poco sconcertanti(Vedi: http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/02/26/news/roma_papa_francesco_in_visita_alla_chiesa_an-glicana_all_saints-159282976/). E ancora il 17 marzo,accogliendo ancora in Vaticano ‘l’arcivescovo di Can-terbury’, Bergoglio si è con questi intrattenuto e“dopo il colloquio privato, durato oltre mezz’ora e loscambio dei doni, i due leader hanno guidato una pre-ghiera comune nella Cappella Redemptoris Mater,prima di pranzare insieme nella Domus Sanctæ Mar-thæ”. (Vedi: http://www.lastampa.it/2013/06/14/ vatica-ninsider/ita/inchieste-e-interviste/cattolici-e-anglicani-insieme-verso-lunit-PJFqi5QPmucYxingpjUj2N/pagi-na.html).

Gilles Wach, Priore gene-rale dell’Istituto di CristoRe Sommo Sacerdote

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“Se Lutero tornasse sullaterra, troverebbe che

Bergoglio va troppo in là col progressismo!”

Pubblichiamo l’intervista che don FrancescoRicossa ha rilasciato al settimanale france-

se Rivarol (n° 3259 del 24 novembre 2016), ef-fettuata da Jérôme Bourbon il 18/11/2016.(Traduzione italiana a cura di unavox.it)

Rivarol: Quali riflessioni Le suggerisco-no il recentissimo viaggio in Svezia diBergoglio, viaggio che ha avuto ufficial-mente lo scopo di dare inizio ad unanno di celebrazione dei cinquecentoanni della Riforma di Martin Lutero, e ledichiarazioni di Francesco su Lutero econ i luterani, nonché la sua partecipa-zione in una cattedrale luterana ad unariunione con una donna “vescova” e ilcapo della chiesa luterana di Svezia.Viaggio nel corso del quale Bergoglionon aveva neanche previsto di dire“Messa” (o più esattamente la sinassidi Paolo VI) mentre la scontenta comu-nità cattolica locale gli ha forzato lamano, cosa che è inaudita?Don Francesco Ricossa: Innanzi tutto,

questa visita in Svezia è il seguito imme-diato del pellegrinaggio dei luterani aRoma. Bergoglio li ha ricevuti in Vaticanoil 13 ottobre con al fianco la statua di Mar-tin Lutero, e già prima si era recato neltempio luterano di Roma. La visita in Sve-zia non è che l’inizio delle iniziative ecu-meniche per l’anniversario dei cinquecen-to anni della Riforma e in fondo, anche seBergoglio l’ha fatto in maniera più aperta,egli ha solo ripreso la linea di condotta deisuoi predecessori. Infatti, già GiovanniPaolo II e Benedetto XVI avevano espres-so grandi elogi per Martin Lutero. Questanon è altro che la conferma di quello chesi diceva negli anni ’70: «la nuova messa èla messa di Lutero». Si è gridato alloscandalo quanto lo dicevano i tradizionali-sti, ma in definitiva è un’evidenza.D’altronde, la misericordia come la in-

tende Bergoglio è del tutto luterana. Egliparla dell’uomo che può solo peccare,che quasi deve compiacersi nel peccato eche si salva per la misericordia di Cristoanche se non si allontana dal peccato. Ne

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ha parlato senza posa e in particolare lun-go l’anno detto della misericordia che si èchiuso domenica scorsa. Il peccato ènell’uomo, non si può eliminare ed è co-perto dal mantello della Passione di Cri-sto. Nel suo discorso ai missionari dellamisericordia, Bergoglio ha detto che an-che se un penitente non confessa il suopeccato o non vuole abbandonarlo, la mi-sericordia del Signore lo perdona. Questaè un’idea luterana. Nel documento «Dalconflitto alla comunione», del giugno2013, egli ha scritto (n° 154) che ancheteologicamente vi è un accordo con i pro-testanti, non solo sulla giustificazione, maanche sulla Presenza Reale, la Tran -sustanziazione essendo considerata comenon essenziale. In ogni caso, io penso an-che che se Lutero tornasse sulla terra, tro-verebbe che Bergoglio va troppo in là colprogressismo!

Rivarol: Giustamente, ciò che Lei diceva in direzione della incredibile visitafatta da Bergoglio, l’11 novembre, a deipreti spretati e alle loro famiglie, quat-tro di essi erano “parroci” della diocesidi Roma. In nessun modo egli ha ricor-dato loro gli obblighi che avevano as-sunto al momento di abbracciare il sa-cerdozio. Ecco quello che dice il Vati-cano in un comunicato ufficiale: «Il San-to Padre ha inteso offrire un segno divicinanza e di affetto a questi ragazziche hanno compiuto una scelta spessonon condivisa dai loro confratelli sacer-doti e familiari. Dopo diversi anni dedi-cati al ministero sacerdotale svolto nel-le parrocchie, è accaduto che la solitu-dine, l’incomprensione, la stanchezzaper il grande impegno di responsabilità

La statua di Lutero in Vaticano

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pastorale hanno messo in crisi la sceltainiziale del sacerdozio», e il comunicatodella “Santa Sede” continua: «Sonoquindi subentrati mesi e anni di incer-tezza e dubbi che hanno portato spes-so a ritenere di aver compiuto, con ilsacerdozio, la scelta sbagliata (sic!). Daqui, la decisione di lasciare il presbite-rato e formare una famiglia».I dispacci d’agenzia precisano chequattro dei giovani padri di famiglia in-contrati da Bergoglio erano degli ex“parroci” della diocesi di Roma, gli altrivenivano da Madrid (Spagna), dall’Ame-rica Latina e dalla Sicilia. Secondo ilVaticano, l’arrivo di Bergoglio nell’ap-partamento «è stato segnato da grandeentusiasmo: i bambini si sono raccoltiintorno al Pontefice per abbracciarlo,mentre i genitori non hanno trattenutola commozione. La visita del Santo Pa-dre è stata fortemente apprezzata datutti i presenti che hanno sentito non ilgiudizio del Papa sulla loro scelta, mala sua vicinanza e l’affetto della suapresenza», e il Vaticano precisa cheFrancesco ha ascoltato gli ex preti e siè informato sulle procedure canonichein corso. «La sua parola paterna ha ras-sicurato tutti sulla sua amicizia e sullacertezza del suo interessamento perso-nale», conclude il Vaticano, secondo ilquale Francesco ha di nuovo «intesodare un segno di misericordia a chi viveuna situazione di disagio spirituale emateriale, evidenziando l’esigenza chenessuno si senta privato dell’amore edella solidarietà dei Pastori». Che nepensa di un tale comportamento?Don Francesco Ricossa: È il punto d’ar-

rivo, per adesso, di un qualcosa che èmolto vecchio. Paolo VI, dopo il VaticanoII, cambiò la disciplina della Chiesa cheera di non concedere mai delle dispenseperché un prete potesse contrarre matri-monio, perfino in articulo mortis, quandotutti gli altri impedimenti potevano esseredispensati. In seguito a tale cambiamentosi è avuto un gran numero di defezioni sa-cerdotali, tristi e scandalose.Bergoglio, con i gesti più che con la

dottrina, manifesta ciò che desidera. Egliha ricevuto delle coppie che vivevano in-sieme senza essere sposate, ha ricevutodelle “coppie” di omosessuali, di transes-

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suali come si dice oggi, ha telefonato alla“donna” di un ex “vescovo” spretato…Tutti questi gesti vanno nella stessa dire-zione. Si potrebbe pensare ad un’opera dimisericordia nei confronti di peccatori chehanno bisogno di uscire dal peccato, equesto sarebbe evangelico, ma sfortuna-tamente nel contesto del lassismo gene-rale, e senza che Bergoglio in alcun mo-mento chieda al peccatore di abbandona-re il peccato, questo comportamento èscandaloso, vi è in questi gesti come unincoraggiamento al peccato.

Rivarol: Lei ricorda la venuta a Roma dicoppie omosessuali. Ma Bergoglio haincontrato anche dei rappresentantidella lobby LGBT, quindi egli manifestauna compiacenza per l’omosessualitànotoria, rivendicata. Si tratterebbe diuna tappa verso l’“ordinazione” di uo-mini dichiaratamente omosessuali,come accade nella chiesa anglicana onella chiesa luterana di Svezia?Don Francesco Ricossa: Vi è un docu-

mento, perfino post-conciliare, che proibi-sce l’accesso nei seminari agli uomini chehanno questa tendenza. Cosa molto sag-gia e necessaria, ma questo non basta:perché nella pratica questa norma è cor-rentemente trasgredita e l’ex maestro ge-nerale dei Domenicani ha perfino presopubblicamente posizione a favore dell’“or-dinazione” sacerdotale di queste persone.Quanto alla politica di Bergoglio, egli hasostenuto con tutta la sua simpatia dei di-rigenti del partito apertamente favorevoliall’aborto, al divorzio e anche alla propa-ganda in favore dell’omosessualità, comeMarco Pannella ed Emma Bonino. Li hatrattati come i suoi migliori amici, al pari

Grandi sorrisi in Vaticano per la visita del premier lussemburghese con il “marito”...

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del fondatore del giornale La Repubblica,Eugenio Scalfari, giornalista di sinistra eateo. Se questi sono i suoi amici non mistupisce che i modernisti giungano allostesso punto dei protestanti.

Rivarol: Bergoglio ha anche manifesta-to l’idea di creare delle diaconesse. An-che qui, non si tratta di un primo passoverso l’“ordinazione” delle donne, cosache la dottrina cattolica proibisce for-malmente?Don Francesco Ricossa: Non v’è dub-

bio. Quando Giovanni Paolo II disse, peruna volta con ragione, che si tratta di unaquestione sulla quale non si può ritornare,il “cardinale” Martini, quello che ha soste-nuto l’elezione di Bergoglio e che era fa-vorevole all’“ordinazione” delle donne,disse che quanto meno si poteva studiarela questione del diaconato. Come dire chequando la porta è chiusa si entri dalla fi-nestra… Ora, sull’argomento è stato fattouno studio e ne è derivato che le antiche“diaconesse” non erano ordinate, non ri-cevevano il sacramento dell’ordine. Cosìanche la questione del diaconato era statachiusa.Oggi, il semplice fatto di dire che serve

un’altra commissione per studiare questaquestione significa evidentemente muo-versi in direzione dell’apertura alle donnedel sacramento dell’ordine. Bisogna chela gente si abitui al diaconato femminile.D’altronde, già da dopo il Vaticano II si ve-dono dei diaconi sposati che continuanola loro vita matrimoniale, cosa che non eramai esistita prima nella Chiesa cattolicalatina. Si vedono dei diaconi con dellecompagne. Presto si vedranno delle don-ne diacono. Lo scopo è di dire che nonv’è incompatibilità fra il sacramento del-l’ordine e il sesso femminile. La tappasuccessiva sarà l’ordinazione sacerdotale,poi episcopale, per le donne.

Rivarol: Ma mi sembra che già sottoGiovanni Paolo II il Vaticano avessepermesso che le ragazze accedesseroal servizio della Messa.Don Francesco Ricossa: Sì, è del tutto

ufficiale, non si tratta di un abuso liturgico.Bergoglio ha messo in atto anche una pic-cola novità, introducendo delle donne edei non cristiani nella cerimonia della la-

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vanda dei piedi del Giovedì Santo, atto li-turgico durante il quale dodici personedevono rappresentare i dodici Apostoli.D’altronde, questo è del tutto conformeall’idea moderna di uguaglianza e di nondiscriminazione.

Rivarol: E questo favorisce l’apostasiauniversale. Negli Stati Uniti, per esem-pio, nel novembre 2013, l’Illinois ha au-torizzato il “matrimonio” omosessuale.Non è che gli atti e le parole pubblichedi Bergoglio hanno provocato un ripen-samento dei membri “cattolici” dellacamera che, appoggiandosi alle famo-se parole di Francesco: “chi sono io pergiudicare?”, hanno rinunciato alla loroopposizione al preteso matrimonio de-gli invertiti?Don Francesco Ricossa: In effetti colpi-

sce il fatto che tutti coloro che voglionodemolire la morale cristiana si appogginosu Bergoglio e che questi non li sconfessimai. Al giornalista di sinistra, Scalfari, egliha detto che ognuno deve seguire la suacoscienza, l’idea che s’è fatta di bene e dimale. Ora, è evidente che si debba segui-re la propria coscienza, ma una coscienzailluminata, informata, guidata dalla dottri-na cristiana. Si è gridato alla falsificazione,giuocando sul fatto che Scalfari avrebbeforse trascritto male le parole di France-sco. Ma questi non ha mai smentito diaver rilasciato una tale dichiarazione. Inseguito agli incontri è stato pubblicatoperfino un libro e il nome di Bergoglio ap-pare come coautore. Quindi non v’è alcundubbio sulla realtà di tali dichiarazioni.

Rivarol: L’accordo tra la FSSPX e i mo-dernisti che occupano il Vaticano, nonLe sembra imminente, visto che diversetappe sono state raggiunte? L’ultima èstata appena attuata: nella lettera Mi-sericordia et misera, del 21 novembre2016, alla chiusura dell’“anno della mi-sericordia”, Francesco ha accordato, inmaniera permanente e non più per untempo limitato, ai sacerdoti dellaFSSPX la possibilità di assolvere vali-damente e lecitamente. Ecco il testo diun comunicato: «per rispondere al biso-gno dei fedeli, il Santo Padre, fidandonella buona volontà dei loro sacerdotidi raggiungere, con l’aiuto di Dio, la

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piena comunione con la Chiesa cattoli-ca, stabilisce che coloro che frequenta-no le chiese servite dai sacerdoti dellaFraternità San Pio X possono riceverevalidamente e lecitamente l’assoluzio-ne sacramentale».

Don Francesco Ricossa: L’astuzia stanel nascondere che il punto d’arrivo è giàstato raggiunto. Il famoso accordo, iopenso, è già fatto. La FSSPX ha già rice-vuto dai modernisti, il 5 giugno 2015, ilpotere di giudicare in prima istanza i pro-prii soggetti, cosa che non può farsi senon si ha la giurisdizione; la Fraternità èstata riconosciuta, il 17 marzo 2015, dalladiocesi di Buenos Aires come società didiritto ecclesiastico, eretta canonicamen-te, e il 1 settembre 2015 ha ricevuto il po-tere di confessare e di assolvere, per l’an-no detto della misericordia, ed ecco che il21 novembre questo potere diventa per-manente, cosa che equivale a dare ogget-tivamente alla FSSPX una giurisdizione or-dinaria. Recentemente, il 22 giugno, in oc-casione delle ordinazioni a Zaitzkofen inGermania, essa è stata autorizzata uffi-cialmente a fare le ordinazioni sacerdotali,col che la FSSPX è già riconosciuta.Resta solo che le si dia la veste ufficiale

di prelatura personale e lo si annunci pub-blicamente a quelli che non l’hanno ancoracapito. Si è proceduto in questo modo alloscopo di evitare le difficoltà che si sono ve-rificate nel passato: evitare che contro l’ac-cordo si manifestino delle forti opposizionipubbliche, a destra da parte delle frangeantiaccordiste della FSSPX e a sinistra daparte dei modernisti ostili ad un accordocon i lefebvriani. Questa strategia si è rive-lata molto efficace, in tutto conforme allostile di Bergoglio: lasciare che i teologi dis-

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cutano mentre l’uomo di Chiesa (o chi neha le vesti) nella prassi va avanti.

Rivarol: Ma allora siamo completamen-te nel quadro di un “accordo pratico”,cosa che la Fraternità ha respinto peranni e che ha pubblicamente rimprove-rato a Le Barroux, all’Istituto del BuonPastore, a Campos?Don Francesco Ricossa: Nei fatti, non

v’è alcuna differenza tra questi gruppi e laFSSPX.

Rivarol: Ma la Fraternità ha detto sem-pre che non riconosceva ancora il Vati-cano II.Don Francesco Ricossa: Sì, ma tra i mo-

dernisti si pensa qualsiasi cosa. Lo stessoMons. Fellay si è dichiarato d’accordo al99% col Vaticano II, in un’intervista del giu-gno 2001 al giornale vallese La Liberté. Iltono è cambiato da tempo e cambierà an-cora di più. Già adesso in Italia, la FSSPXnon benedice più i matrimoni, è il prete dio-cesano che deve farlo; non dà più le Cresi-me sotto condizione a coloro che l’hannoricevuta col nuovo rito, né ordina sottocondizione coloro che sono stati ordinaticol nuovo rito. Nella rivista italiana Sì Sì NoNo, è stato scritto che la riforma liturgicaper i sacramenti è valida e legittima. Di fat-to, le cose cambiano molto presto.

Rivarol: Ma la rivista Sì Sì No No non èpiuttosto su una linea favorevole alla“Resistenza” di Mons. Williamson?Don Francesco Ricossa: Sì, e questo è

ancora più notevole. Quelli che pretendo-no resistere riconoscono la nuova liturgiacome legittima. Mons. Williamson diceche si può assistere alla nuova Messa [inuna conferenza del 28 giugno 2015 negliStati Uniti – N.D.R.], cosa che non si dice-va negli anni ’70. Un aneddoto: Mons.Williamson terrà una conferenza sul mo-dernismo a Roma, il 30 novembre, e tratutte le sale disponibili ha scelto la saladella chiesa americana, episcopaliana, diRoma. È stupefacente.

Rivarol: Lei terrà una conferenza a Pari-gi il 27 novembre sulle guerre di religio-ne. È un richiamo a quello che accadecon Bergoglio nel suo riavvicinamentocon i luterani?

Mons. Bernard Fellay, superiore dalla F.S.S.P.X.

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Don Francesco Ricossa: Sì e no. Vi ècerto l’attualità di questo anniversario dellaRiforma, o piuttosto della rivoluzione prote-stante. Ma c’è di più. Noi teniamo delleconferenze in Italia e in Francia che voglio-no essere dei seminari di formazione dottri-nale, non necessariamente della più strettaattualità, per i battezzati, i militanti cattolici,nel dominio della regalità sociale di NostroSignore Gesù Cristo. Le guerre di religionenon attengono solo alla storia, esse permet-tono di affrontare la questione della relazio-ne fra la Chiesa e lo Stato. Vi saranno treconferenze. Una prima parte storica, una

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seconda parte più dottrinale, relativa alla li-ceità dell’uso della forza in difesa dellaFede, negata dai “politici” del XVI secolo edai filosofi del XVIII, e una terza conferenzache riguarda gli errori modernisti sull’argo-mento. Uno dei temi ripresi più sovente daimodernisti, in particolare nelle riunioni diAssisi, è che tutte le religioni sono delle reli-gioni di pace, e che l’idea che possano es-serci dei motivi religiosi per una guerra sa-rebbe satanica. Noi cerchiamo di distingue-re ciò che è vero da ciò che è falso in que-sta affermazione, coscienti di andare cosìcontro corrente rispetto ai discorsi abituali.

L’apostasia delle nazioni: le “unioni civili”

don Francesco Ricossa

L’11 maggio 2016 la Camera ha approva-to (con 372 sì, 51 no e 99 astenuti) ilDDL Cirinnà sulle convivenze e le ‘unionicivili’; l’approvazione della Camera dei de-putati era data per scontata dopo che il Se-nato aveva dato il via libera lo scorso 25febbraio. La nuova normativa delibera sullecosiddette “unioni civili” tra persone dellostesso sesso, nonché sulle convivenze di fat-to, tra persone dello stesso sesso o di sessodiverso. Nel primo caso, l’unione “civile” èdi fatto equiparata al matrimonio (acquisi-zione del cognome, diritti successori, assi-stenza morale e materiale, possibile comu-nione dei beni, alimenti in caso di sciogli-mento dell’unione, pensione di reversibilitàe, per via giurisprudenziale, anche l’adozio-ne dei figli del convivente); anche le coppiedi fatto acquisiscono molti dei diritti spet-tanti alle coppie regolarmente sposate(tranne il cognome e il diritto successorio).

Abituati come siamo ormai a ogni gene-re di aberrazione, rischiamo di non cogliereappieno la particolare gravità di quanto èaccaduto in Parlamento, e che il capo delgoverno, il “cattolico” Matteo Renzi, hachiamato “un giorno di festa per tutti”.

Già introdotta in quasi tutti i paesid’Europa, la nuova disciplina che distruggeil diritto naturale e divino a riguardo delmatrimonio e della famiglia, si è impostainfatti anche in Italia, in quell’Italia che la

Divina Provvidenza ha posto come sededella Cattedra di Pietro, e come capitale ditutta la Cristianità. Tale “legge” quindi èuna tappa importante e gravissima dellapubblica apostasia della nazione, nel qua-dro del processo di scristianizzazione inizia-to alla fine del XVIII secolo, proseguitocon il cosiddetto Risorgimento e la fine de-gli Stati della Chiesa, e ripreso dopo l’ulti-ma guerra con la promulgazione di una Co-stituzione atea (il capo del Governo si èvantato di aver giurato sulla Costituzione enon sul Vangelo), con la revisione del dirit-to di famiglia e l’introduzione del divorzio,con la legalizzazione dell’aborto volontario,la revisione del Concordato che sancì lafine del Cattolicesimo come Religione diStato, fino alla recente “legge” sul “divor-zio breve”. Non ci illudiamo: Emma Boni-no ha ricordato le nuove tappe della rivolu-zione, tra cui quella in favore dell’eutana-sia; non mancheranno anche le ‘leggi’ dis-

Abituati come siamo ormai aogni genere di aberrazione, ri-schiamo di non cogliere appie-no la particolare gravità diquanto è accaduto in Parlamen-to, e che il capo del governo, il“cattolico” Matteo Renzi, hachiamato “un giorno di festaper tutti”.

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criminatorie e persecutorie verso chiunquevoglia restar fedele al diritto naturale e di-vino, alla fede e alla ragione. In confrontoalle tappe di cui sopra, quella dell’11 mag-gio riveste tuttavia una particolare gravità:divorzio, aborto, un domani l’eutanasia…Si tratta beninteso di aberrazioni che viola-no la legge naturale e pervertono il rettouso della ragione. Tuttavia, si tratta piutto-sto di un ritorno all’antico paganesimo (eper il divorzio a prima della venuta di Cri-sto Nostro Signore, in quanto era conosciu-to anche dalla Legge mosaica col libello diripudio). Uno pseudo-matrimonio tra per-sone dello stesso sesso, invece, è cosa tal-mente contro natura (giacché per natura ilmatrimonio ha come fine principale la pro-creazione dei figli e la conservazione delgenere umano) e quindi contro la retta ra-gione, da essere cosa inaudita a sæculo:nessuna civiltà, nessuna comunità umana,nessuna legislazione e nessuna religione,mai, neppure nelle società pagane dove ladissolutezza ed il vizio contro natura eraammesso e coltivato (cf. Rom. 1, 27) mai,dicevamo, fu neppure immaginato il matri-monio tra persone dello stesso sesso (tran-ne, esclusivamente per sé, in un momentodi vertigine, da Nerone).

Di fronte ad un simile avvenimento,inaudito per la sua gravità, possiamo fare leseguenti considerazioni.

1) Non si può parlare, a proposito della‘Cirinnà’, di legge. Una legge è ordinatio ra-tionis, un ordinamento della ragione, mentrequello che il Parlamento ha votato è eviden-temente e palesemente un delirio della ra-gione. Ogni legge degna di questo nome de-v’essere una determinazione della legge na-turale e divina, la quale poggia sulla LeggeEterna, la Sapienza stessa di Dio, supremoLegislatore e ordinatore. La ‘Cirinnà’ non èuna legge, ma una perversione della legge.

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2) Ci si può seriamente chiedere se ungoverno e una autorità statale che giungead imporre simili aberrazioni possa essereconsiderata legittima, giacché non procurail bene comune della società, ma della so-cietà stessa è principale nemica.

3) Jorge Mario Bergoglio ha dichiaratoin un’intervista al quotidiano ‘cattolico’ LaCroix, rilasciata il 9 maggio 2016 e pubbli-cata il 16 maggio: “Uno Stato deve esserelaico. Gli Stati confessionali finiscono male,sono contro la storia”. Al contrario, è lostato laico (ovverosia ateo) che “finiscemale”, come lo dimostra la “legge” Cirinnà.Lo Stato laico ha rifiutato la Fede ed il Re-gno sociale di Cristo, e la conseguenza è laperdita totale della ragione e l’instaurazio-ne del “regno sociale di Satana”, mentitoree omicida fin dal principio.

4) La “legge” Cirinnà ha potuto essereapprovata dal Parlamento grazie alla com-plicità di uomini politici che si dicono catto-lici e che provengono tutti dall’esperienzapolitica del cattolicesimo liberale e del cat-tolicesimo democratico, di uomini politicicioè che hanno fatto propria la dottrina delmodernismo sociale, del laicismo liberale emassonico, e infine del Vaticano II sulla li-bertà religiosa e la laicità dello Stato. Comenel 1948, a proposito dell’indissolubilità delmatrimonio, nel 1971 e 1974 a proposito deldivorzio, nel 1978 a proposito dell’aborto,così nel 2016 sono dei politici “cattolici” diformazione democristiana che hanno per-messo (col vile tradimento, con il non pre-sentarsi in aula, e oggi persino col volere evotare la “legge”) l’apostasia e l’aberrazio-ne. Sono loro, in tutte queste occasioni, chenella veste di ministri, Capi del Governo eCapi dello Stato, che hanno votato e pro-mulgato queste “leggi” anticristiane, inclusii deputati provenienti dal movimento “Co-

Renzi e Bergoglio sono d’accordo sulle “unioni civili”

Monica Cirinnà (PD) relatrice del DDL che porta il suo nome

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munione e Liberazione”. Eletti con i votidei cattolici ingenui, hanno costantementetradito la Chiesa cattolica e il Signore.

5) Infine, e soprattutto, la ‘Cirinnà’ hapotuto essere approvata grazie alla compli-cità non solo del laicato ma del clero cattoli-co, o meglio, di quegli eretici modernisti chehanno occupato ed usurpato, dal 1965 alme-no, e sempre di più da allora, le sedi episco-pali e finanche la Sede Apostolica. Senza ilclima favorevole creato dai costanti inter-venti di Jorge Mario Bergoglio, ad esempio,una simile legge, in Italia, non sarebbe statavotata. Chi ha detto di non poter giudicare?Chi ha ripetutamente elogiato e manifestatocome suoi amici carissimi tre tra i principaliresponsabili della guerra a Dio e alla Chiesa(Eugenio Scalfari, Emma Bonino e MarcoPannella)? Chi ha amichevolmente e pub-blicamente ricevuto delle coppie omoses-suali, a dimostrare la propria simpatia? Chiha detto di non volersi immischiare in poli-tica, quando ferveva appunto il dibattitosulle “unioni civili”? Chi ha lasciato intrave-dere un possibile cambiamento della moralecristiana? Jorge Mario Bergoglio, il quale inmaniera abituale e oggettiva ha manifesta-to, anche in questa occasione, di non volereoggettivamente il bene della Chiesa, di ab-bandonare il gregge, di non reggere la Chie-sa con Cristo e per il bene e la salvezza delleanime. I cattolici si sentono, e sono abban-donati. Chi è responsabile, quindi? Nonsolo lui, ma anche tutti coloro che hannoaperto la via alla demolizione del dogma,della morale, della disciplina e della liturgia,dal Vaticano II in poi, e tutti coloro che sidichiarano e rimangono in comunione con,e nell’obbedienza a, questi nemici dellaChiesa e della Croce di Cristo.

È l’ora che i cattolici si levino contro ilnemico, senza compromessi, senza vergo-gna, senza paura, innalzando il vessillo delRegno sociale di Cristo, tornando a esseresale della terra e luce del mondo. O Cristoregna, o l’Italia tornerà cattolica, oppureandremo incontro alla più totale e dolorosarovina, e non resterà della nostra civiltà pie-tra su pietra. Allora, Cristo regnerà egual-mente, non con la Sua misericordia, ma conla Sua giustizia, non coi benefici della Suapresenza, ma con le conseguenze del Suoabbandono. Dio ci scampi, e abbia miseri-cordia di noi, e delle nuove generazioni.

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Don Ennio Innocenti, pionieredell’ecumenismo a Roma

Padre Torquemada

Sì, non è un caso di omonimia. Il pionieredell’ecumenismo nell’Urbe è proprio il

don Ennio Innocenti ben noto negli ambien-ti cattolici “tradizionalisti”. Di lui abbiamogià parlato in un articoletto di Sodalitium (n.66, aprile 2013, pp. 48-49) intitolato “Unastrana coppia”. La strana coppia alla qualefacevamo allusione era composta da donEnnio Innocenti – noto saggista, di partecattolica e antimassonica, sulla massoneria,lo gnosticismo e la Cabala – ed il prof. AldoAlessandro Mola – storico ufficiale dellaMassoneria e già presidente dell’Associazio-ne per la difesa della Massoneria. I due, chescoprimmo in seguito essere buoni amici,‘facevano coppia’ in quanto don Innocentiinvitava il prof. Mola a parlare ai convegniche organizzava. Le attenzioni di Sodalitiumnon parvero offuscare don Innocenti, al con-trario, giacché amichevolmente rispose invi-tando il nostro direttore a prendere anch’e-gli la parola in un futuro convegno, nonchéomaggiandolo delle sue più recenti pubbli-cazioni (notiamo che anche il prof. Molaaveva a suo tempo invitato il nostro diretto-re, ricevendone, come pure don Innocenti,un cortese quanto fermo rifiuto).

Giunto ai 60 anni di sacerdozio (augurisinceri), don Innocenti è stato intervistato aproposito della sua attività ecumenica inRoma, in occasione dell’inizio dell’ottava-rio di preghiere per l’unità dei cristiani. Ve-niamo così a sapere che don Innocenti nonsolo fu per tre anni segretario della com-missione ecumenica del Vicariato di Roma,nel post-concilio, ma pure che già nei primianni sessanta fu assoluto pioniere dell’ecu-menismo a Roma, portando nella CittàSanta – come gli rimproverò il Vicariato –le idee avanzate di moda a Parigi.

A questo punto ci si chiede: ma questodon Innocenti pioniere dell’ecumenismo èlo stesso don Innocenti che sotto falsonome scriveva sul quindicinale antimoder-nista (e quindi anti-ecumenista) Sì sì no nodel compianto don Francesco Putti? E’ lostesso don Innocenti che ha tanta influenzatra i tradizionalisti italiani, e finanche tra isacerdoti che magari, da lui affascinati, la-sciano posizioni troppo “radicali” per tor-

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nare in comunione con l’occupante dellaSede Apostolica? Proprio lui, in persona.Ne deduciamo che l’ecumenismo non lopratica solo con i metodisti, ma anche con itradizionalisti.

Ci sovveniamo allora di un aneddoto di-vertente che si raccontava tanti anni fa negliambienti appunto di Sì sì no no, aneddotoche se non è vero è ben trovato. Ecco la sto-ria: un sacerdote romano, stretto amico ecollaboratore del noto padre gesuita Virgi-nio Rotondi, scriveva a volte a suo nome, ecol suo consenso, degli articoli sui giornaliromani. In seguito, con lo pseudonimo di“Padre Quadrati” faceva le pulci a quantoegli stesso aveva pubblicato sotto il nomedel suo amico, Padre Rotondi. Don Putti,che l’ambiente romano lo conosceva bene,diceva di certi prelati che non avevano unasola faccia, ma che erano ‘prismatici’. Aproposito: quante facce ha un prisma?

« Don Innocenti: “Il successo ecumenico,slancio per l’Europa cristiana” (Zenit, 18/1/2017)

A due giorni dai suoi 60 anni di sacerdozio,parla colui che per primo organizzò una pre-ghiera ecumenica pubblica a Roma: “La stradaverso l’unità è buona, ma non priva di diffi -coltà”.

Si apre oggi la Settimana di Preghiera perl’Unità dei Cristiani, che si concluderà comeconsuetudine il 25 gennaio, festa della Conver-sione di san Paolo. Questa scadenza annualeè da sempre occasione, oltre che di preghieraecumenica, anche di confronto tra le varieconfessioni cristiane, per discutere dei pro-gressi compiuti nonché degli ostacoli all’unità.Di questi aspetti ne parla con la franchezzache gli è propria don Ennio Innocenti. Classe1932, cappellano della Sacra Fraternitas Auri-garum, docente di Storia, Filosofia e Teologia,mantiene la passione giovanile allorquando èchiamato ad esprimersi sui temi della fede,mentre tra due giorni ricorre il 60esimo anni-versario della sua ordinazione sacerdotale. Per

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tre anni, dalla sua istituzione fino al 1972, èstato segretario della Commissione Ecumenicadel Vicariato di Roma.

Don Ennio, cosa ha tratto dall’esperien-za ecumenica?

Già ai tempi del ginnasio maturai un’aspira-zione ecumenica, tant’è che allacciai una fittacorrispondenza con uno studente tedesco pro-testante che divenne poi cattolico. Ordinato sa-cerdote, ricordo che prima ancora di ricoprirequesta carica, nei primi anni ’60, quando ero vi-ceparroco a San Giovanni de’ Fiorentini, dal mo-mento che nel territorio della parrocchia c’erauna chiesa metodista, presi contatto con il pa-store e organizzai con lui delle riunioni tra cattoli-ci e protestanti per confrontarci e soprattutto perpregare insieme. Non mancavano però resisten-ze. Esse emersero in modo limpido anche quan-do ero segretario. All’epoca organizzai la primariunione di preghiera pubblica tra cattolici e pro-testanti, nella chiesa di Santa Maria in Cosme-din, con la partecipazione di mons. Cunial, vice-gerente della diocesi di Roma, e del presidentedella Federazione evangelica. Ebbene, ci furonocontestazioni da parte protestante. Lo seppi conanticipo, avvisai la questura che sparse in chiesadegli agenti, i quali intervennero quando iniziaro-no i primi focolai di dissenso. Insomma, la stradaè buona ma non priva di difficoltà.

Qualche perplessità la colse anche daparte cattolica?

Ricordo che quando organizzavo quegli in-contri con i metodisti, fui chiamato in Vicariatoe interrogato da mons. Giovanni Canestri, allo-ra vescovo ausiliare di Roma, il quale concluseil nostro colloquio affermando: “Queste tueidee sono più adatte per Parigi che per Roma”.Cioè erano “aperturiste”, a Roma una simileiniziativa era considerata troppo avanzata.

Il clima negli anni si è disteso. A cosa èdovuto?

Il germe dell’ecumenismo, sorto già ai tem-pi dei cardinali Newman e Mercier, si diffusedurante il secondo conflitto mondiale, quandofu posto il problema della testimonianza cristia-na davanti al totalitarismo e alla persecuzione.E poi nel dopoguerra, l’imposizione della de-mocrazia senz’altro ha favorito, gradualmente,un clima di tolleranza fra i popoli e anche fra le

Don Putti, che conosceva benel’ambiente romano, diceva dicerti prelati che non avevanouna sola faccia, ma che erano‘prismatici’. A proposito: quantefacce ha un prisma...?

don EnnioInnocenti

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Chiese. Ricordo a tal proposito sempre un’e-sperienza personale. Negli anni ’70, quandoconducevo Ascolta si fa sera, su RadioRai, eroin una squadra di collaboratori ecumenica e in-terreligiosa. Eravamo infatti cinque cattolici, unprotestante e un ebreo. Era un buon esempionel contesto degli anni di piombo.

Restano tuttavia ostacoli all’ecumeni-smo…

Eccome. Con i protestanti non esiste un’in-tesa di base, cominciando con il canone delleScritture. Le posizioni del Concilio di Trento sulpeccato originale, sull’effetto che la grazia hasulla natura umana dopo il peccato, sono defi-nizioni dogmatiche. La “Dichiarazione congiun-ta sulla dottrina della giustificazione”, frutto diuna commissione teologica mista, non stabili-sce nulla da un punto di vista sostanziale. Vabene il dialogo, va bene la tolleranza reciproca,vanno bene anche le preghiere comuni, madissonanze teologiche si ripercuotono poi suquestioni pratiche.

A cosa si riferisce?Quando ero segretario, era vivissimo in Ita-

lia il dibattito sul divorzio, sull’aborto, sullosfruttamento capitalista. Proprio in occasionedi un incontro, in quegli anni, durante una set-timana di preghiera ecumenica, dissi ai prote-stanti: ‘Questi sono campi su cui possiamocollaborare!’. Ma loro risposero negativamente.

Ancora oggi su questi temi è difficilecollaborare con i protestanti?

Ma certo! I protestanti non concepiscono ildiritto naturale, come invece facciamo noi cat-tolici sulla base ontologica definita dal Conciliodi Trento. Loro hanno perduto l’orizzonte con-cettuale della metafisica. Il filosofo di riferimentodi Lutero era Guglielmo da Ockham, un nomina-lista, dunque oppositore del realismo. Ancoraoggi sui matrimoni omosessuali, per citare unesempio, è difficile trovare convergenza tra cat-tolici e protestanti. Per non parlare poi dei sa-cramenti. Per loro il ministero è basato su unconcetto sociologico, esigenza che viene dallabase, per questo lo consentono anche alle don-ne. Ma qui si tratta di far miracoli, di cambiare lamateria, la sostanza! Questo potere è sopranna-turale e viene trasmesso – per fede – dall’alto,da Cristo agli apostoli e da questi ai successori.

Si celebrano nel 2017 i 500 anni della Ri-forma luterana. Il Papa è stato a Lund acommemorare l’evento con esponenti pro-testanti…

Il Papa ha ringraziato Dio, nella cattedraledi Lund, per “le tante intenzioni ispiratrici, teo-logiche e spirituali che abbiamo ricevuto permezzo della Riforma”. Il Papa dice diplomati-camente che questo beneficio è venuto permezzo della Riforma, ma nel senso che è ve-nuto dopo la Riforma, per riparare la Riforma,

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per trarre profitto dal disordine della Riforma,non per merito della Riforma, ma per meritodei tanti Santi sorti nel periodo contemporaneoe successivo alla Riforma.

Con gli ortodossi sul piano dottrinaleesiste maggiore convergenza…

Certo! Il patriarca russo Kirill ha scritto direcente un Catechismo, io gli ho inviato unalettera per comunicargli che non c’è alcuna dif-ferenza tra la sua esposizione della dottrinacristiana e ciò che io ho insegnato per anni. In-fatti dal punto di vista della professione difede, l’unione con gli ortodossi si potrebbe faresubito. Un ecumenismo, quello con gli orto-dossi, favorito a livello popolare dalla devozio-ne verso la Madre di Dio. Mentre ho sperimen-tato insofferenza tra i protestanti per la Madon-na. Ecco, la mariologia è la chiave dell’unionetra i “due polmoni” d’Europa.

Quali sono allora i nodi da sciogliere congli ortodossi?

La Chiesa cattolica resta un’istituzione for-temente monarchica, estranea in pratica allasinodalità che contraddistingue gli ortodossi.Tra questi ultimi, inoltre, esistono ampi settori– specie tra i pope più anziani – fortementecontrari al dialogo ecumenico: ci consideranoeretici. Ci sono poi alcune questioni che an-drebbero affrontate: il tema delle seconde noz-ze tra gli ortodossi e la concezione della purifi-cazione dell’anima dopo la morte. Ma l’intesa,a mio avviso, si può facilmente trovare. È ciòche chiede il popolo. E che il popolo invocò agran voce nel 1999, a Bucarest, durante unaMessa celebrata da Giovanni Paolo II alla pre-senza del Patriarca rumeno ortodosso. Per dueminuti cattolici e ortodossi gridarono in coroun eloquente “Unità, unità!”.

Quanto gioverebbe l’ecumenismo all’Eu-ropa come istituzione politica?

Moltissimo. La Costituzione europea perora è soltanto un progetto e per giunta intergo-vernativo, molto astratto. Essa rinnega le sueradici cristiane, ma può essere ancora cambia-ta. Se il popolo europeo si ritrovasse unito suifondamenti cristiani, sicuramente influirebbesulle decisioni dei governanti. Il commercio ela finanza non bastano a dare un’identità al-l’Europa, come hanno sempre sottolineato iPapi fin da Pio XII. Serve nuovo slancio, chesolo il Cristianesimo le può dare, per costruireuno sviluppo integralmente umano in Europa eper favorirlo fuori dall’Europa. Serve tutelare lafamiglia, cellula fondante della società, nonsolo per ragioni demografiche ma soprattuttoper educare alla solidarietà e al civismo. Il suc-cesso dell’ecumenismo darebbe notevoleslancio all’Europa politica, liberandola dallesecche finanziarie ed economiche».[fonte: https://it.zenit.org/articles/don-innocenti-il-suc-cesso-ecumenico-slancio-per-leuropa-cristiana/]

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Don Innocenti e i “cari amici”massoni

Padre Torquemada

Terza puntata su don Ennio Innocenti. Ilgiorno dopo la pubblicazione della mia

notarella su “Don Ennio Innocenti, pionie-re dell’Ecumenismo a Roma” (vedi articoloprecedente), un nostro attento lettore ha se-gnalato agli amici di Sodalitium un videomolto interessante che tutti voi potete ve-dere al seguente indirizzo: https://www.you-tube.com/watch?v=ZkP3zF4L7I0

La presentazione del video spiega suffi-cientemente il suo contenuto: La “SacraFraternitas Aurigarum Urbis” e il “CollegioCircoscrizionale dei Maestri Venerabili dellaToscana” hanno organizzato il 12 marzo2016, presso il centro congressi dell’HotelMediterraneo (Firenze), un confronto sultema dell’INIZIAZIONE. Dopo l’inizialesaluto di Francesco Borgognoni (presidentedel Collegio Circoscrizionale dei Maestri Ve-nerabili della Toscana) hanno parlato, sottola moderazione dello storico Gabriele Paoli-ni, Don Ennio Innocenti e il Prof. MarianoBianca. Per non eccedere in lunghezza sonostati tagliati gli interventi che alcune personedel pubblico, molto interessato, hanno fattodopo i quattro interventi dei relatori.

Aggiungiamo solo che il prof. Bianca èesponente del Grand’Oriente d’Italia (ab-biamo già parlato di lui su Sodalitium trat-tando della rivista massonica Ars Regia allaquale collaboravano Franco Cardini e Mas-simo Introvigne) e che tra il pubblico erapresente il Gran Maestro onorario delGOI. Paolini e Bianca sono due professoriuniversitari.

Il lettore che avrà la pazienza di ascolta-re quanto detto dai partecipanti, si accorge-rà che don Innocenti non fa mistero dellesue “perplessità” sulla Massoneria, per cuinon è oggetto di nostra critica quanto dettoda don Innocenti, quanto piuttosto quantonon detto, e ancor più dal fatto stesso diaver partecipato ad un confronto e dialogocon quelli che lui stesso chiama i suoi “cariamici” cioè i massoni.

Qualcuno dirà: ma don Innocenti, da-vanti a una platea di massoni, non ha esita-to a criticare, seppur con garbo, la masso-neria. E noi ci chiediamo allora se i masso-ni siano poi tutti – per dirla alla toscana –

dei ‘bischeri’. A che scopo invitare don In-nocenti, se don Innocenti con la sua pre-senza nuocesse, e non giovasse invece, allacausa massonica?

Sì, perché non si tratta del primo incon-tro tra la “Sacra Fraternitas Aurigarum”del sacerdote pistoiese, e le Logge masso-niche toscane.

Già due anni prima il medesimo Mae-stro Venerabile Francesco Borgognoni(presidente del Collegio dei Maestri Vene-rabili di Toscana) aveva invitato e ricevutodon Innocenti, sempre a Firenze, il 29 no-vembre 2014, per tenere ai Fratelli unaconferenza su “La Gnosi e la modernità”:

http://www.bloogger.it/2014/11/notizie-dalloltretevere/

Che interesse hanno i fratelli massoni adare la parola ad un sacerdote noto per lesue pubblicazioni anti-massoniche? An-drebbe chiesto a loro; certamente, il solofatto del ‘dialogo’ e del ‘dialogo’ tra ‘amici’– massoni o cattolici poco importa – è giàdi per sé stesso una vittoria dello spiritomassonico. Simili incontri ripetuti, che du-rano almeno da alcuni anni (se non da pri-ma) presuppongono contatti e frequenta-zioni che lasciano supporre che quel chepossiamo vedere sia solo, come si dice, ‘lapunta dell’iceberg’.

Da laggiù, Giulio Andreotti benedice.

P.S.: Qualcuno si chiederà e ci chiederàcome mai tanto interesse verso un venerando eormai anziano sacerdote (sempre di vivissimaintelligenza, comunque) da parte nostra. Dire-mo apertamente che ciò è dovuto all’influenza eal fascino che ha esercitato e crediamo esercitiancora su sacerdoti (e laici) del cosiddetto mon-do della “tradizione cattolica”: chi ha orecchieper intendere, intenda, e rifletta.

Il video in questione

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MARTIRIO O CASTIGO?

Come tutti sanno, due militanti mao-mettani hanno sgozzato, nella chiesa

parrocchiale di Saint-Etienne-du-Rouvray,in Normandia, un sacerdote, don JacquesHamel. Inutile dire che si tratta di un crimi-ne orrendo e sacrilego, e che preghiamoin suffragio dell’anima di questo confratel-lo nel sacerdozio (era stato ordinato nel1958).Molti battezzati si sono chiesti se non

si possa parlare di martirio, nel sensostretto e “canonico” del termine: così adesempio il superiore del distretto francesedella Fraternità San Pio X, Christian Bou-chacourt, che considera la povera vittimaun martire dell’Islam, ucciso in chiesa“durante una messa”.Le testimonianze sulla vita e sul mini-

stero dell’anziano sacerdote francese,però, parlano d’altro. Don Hamel, non di-versamente da tutti i fedeli seguaci delVaticano II, era attivamente impegnatonel “dialogo interreligioso” con i negatoridella Trinità e della divinità di Cristo. E la

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“messa” che la vittima celebrava era quel-la riformata che il fondatore della societàreligiosa di don Bouchacourt chiamava, aragione, la “messa di Lutero”.A meno di diventare adepti del wojty-

liano “ecumenismo del martirio”, non sipuò riconoscere in un modernista, anchese ucciso in quanto cristiano, un “martiredella fede”, specie in senso stretto e ca-nonico del termine. Il martire testimoniainfatti col sangue, della verità e della fedeprofessata in vita e in morte. I Padri dellaChiesa hanno sempre negato ai battezzatieretici o scismatici, anche se soffrivano evenivano uccisi in quanto cristiani, lo sta-tuto di martiri. L’ignoranza invincibile (in-colpevole) può rendere esente da peccato(formale) chi cade in errore contro la fede,ma non può farne però un testimone dellaverità.C’è da chiedersi allora se quanto acca-

duto, e quanto forse ancora accadrà (Dionon voglia), non sia piuttosto un castigo,non tanto verso la singola persona vittimadell’odio sacrilego (cf. Lc. XIII, 1-5), quan-to del modernismo tutto, per l’empia suabenevolenza verso i nemici della divinitàdi Gesù Cristo e della Fede nella Santissi-ma Trinità. Ammonisce il Signore: “Se nonfarete penitenza, perirete tutti allo stessomodo”. Queste parole fanno tremare, sesi pensa che l’invito alla penitenza, l’am-monimento del Signore, con i suoi casti-ghi, ad abbandonare lo spirito apostaticodella dichiarazione Nostra Ætate, che stadando i suoi frutti a tutti evidenti, non èstato accolto. Al contrario! Domenica 31luglio i musulmani sono stati invitati a pre-dicare nelle chiese cattoliche profanate diFrancia e d’Italia! Nessun cattolico chenon voglia cadere nella fossa può prende-re come guida dei ciechi che guidano altriciechi. Nessun cattolico che voglia salvar-si, e non perire in eterno, può seguire chiconsidera irrilevante – almeno di fatto – ilcredere o non credere alla divinità di Cri-sto e alla Santissima Trinità. Che Dio cisalvi, salvi la fede dei cattolici dal moder-nismo, e ci scampi dai giusti castighi con iquali il Signore punisce e punirà l’offesafatta al Suo Nome.

Comunicati dell’Istituto Mater Boni Consilii

Don Jacques Hamel, il sacerdote ucciso in Francia dai maomettani

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Bergoglio e i preti sposati

La misericordia della Chiesa si manifestasoprattutto quando un cristiano è in

punto di morte: allora – ad esempio – tuttigli impedimenti che il diritto ecclesiasticopone alla validità di un matrimonio posso-no essere dispensati dal vescovo, dal par-roco, persino da un semplice sacerdote(cf. can. 1043-1044 del codice voluto dasan Pio X e promulgato da Benedetto XV).Solo due impedimenti non possono esse-re dispensati, neppure in quel momento,neppure per dar pace alla coscienza delmoribondo, anche per quella legge il cuivalore supremo è la salvezza delle anime;ed uno di questi due è l’impedimento cheviene dall’aver ricevuto il sacerdozio. Gliordini sacri ricevuti rendono nullo e invali-do il matrimonio (can. 1072) e neppurel’arrivar della morte, del giudizio e dell’e-ternità può spezzare quel giuramento cheil sacerdote ha fatto a Cristo (cf. can.1043-1044).Così è, e così era per tanti cristiani fino

al Vaticano II. Quando Giovanni BattistaMontini aprì le porte a una mortale miseri-cordia, tantissimi sacerdoti abbandonaro-no abito ed altare ricevendo con tanta in-dulgenza in un certo senso l’autorizzazio-ne e quindi – inevitabilmente – l’incorag-giamento ad abbandonare lo Sposo peruna sposa, con scandalo del semplice fe-dele al quale la Chiesa – non più lo Stato –vietava il divorzio e l’abbandono del co-niuge.Adesso la ‘misericordia’ di Jorge Mario

Bergoglio ha tolto ‘ingiuste’ diversità traconsacrati e laici: la ‘comunione’ eucari-stica potrà essere data ai preti infedeli allaloro vocazione come ai coniugi infedeli alvincolo matrimoniale. Per chiuderel’“Anno Santo” della Misericordia, J.M.Bergoglio, con un gesto simbolico, ha vo-luto rendere visita a Roma, a Ponte diNona, l’11 novembre, a sette coppie com-poste da sacerdoti ‘spretati’ (come dice ilpopolo) ed alle loro famiglie.In un altro contesto, con il riaffermare

le esigenze della vita cristiana e della con-sacrazione a Dio, una visita discreta a del-le anime così spiritualmente bisognosesarebbe stata certo innovativa, ma nonnecessariamente contraria al Vangelo, ilquale spinge il Pastore a cercare la peco-

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rella smarrita, a perdonare, a fare miseri-cordia, a salvare chi era perduto.Ma nel clima e nel contesto attuale di

lassismo e naturalismo, che cosa pense-ranno gli smarriti, che cosa penserà il po-polo cristiano, che cosa penserà il clero?Bergoglio, dopo aver elogiato il riformato-re Lutero ricevendo i “pellegrini” luterani aRoma, e dopo averlo nuovamente elogia-to in Svezia (seguendo la ‘tradizione’ deisuoi immediati predecessori, d’altronde)come poteva dimenticare i preti spretati?Spretato fu Lutero, che “gettò la tonaca”(e il saio) per unirsi sacrilegamente conuna religiosa; è giusto rendere visita a chicome lui ha gettato l’abito senza causarealla Chiesa e alle anime i danni che causòil “riformatore” tedesco.La misericordia di Bergoglio non è

quella di Cristo, che perdona, sì, ma cherimprovera, che sana e che guarisce dalpeccato, ma è quella luterana, del mantel-lo dei meriti di Cristo posato sulle miseriedi un uomo che non può non peccare epertanto non vuole smettere di peccare,anzi che si vanta del peccato (cf. discorsodel 9 febbraio 2016). L’incontro con i ‘pre-ti’ infedeli al loro ‘sacerdozio’ non li puòconsolare: è arrivato buon ultimo dopoquelli con i divorziati conviventi, con lecoppie omosessuali, con quelle ‘transes-suali’, gli atei anticristiani (Pannella, Boni-no, Scalfari e così via) e gli acattolici diogni genere. A tutti è stato detto – colVangelo – “neppure io ti giudico”; a nes-suno però sono state aggiunte le parole diCristo: “va, e non peccare più”.

Bergoglio con i preti sposati

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“La fine di un equivoco”: Mons.Fellay conferma

Domenica 28 gennaio 2017, Mons. Ber-nard Fellay, superiore generale della

Fraternità Sacerdotale San Pio X (aliasFraternità degli apostoli di Gesù e di Ma-ria), ha concesso un’intervista a TVLiber-tés (TVL), un’emittente privata francese; sipuò trovare il testo integrale dell’intervistatradotta in italiano a cura della medesimaFraternità (con accluso il video in linguaoriginale francese) al seguente indirizzo:http://www.sanpiox.it/attualita/1910-in-tervista-a-sua-eccellenza-mons-ber-nard-fellayLe parole che hanno maggiormente

colpito l’opinione pubblica, specialmentetra i cosiddetti “cattolici tradizionalisti”,sono state quelle un po’ pittoresche conle quali il Superiore della Fraternità ha de-scritto lo stato delle trattative per giungereal famigerato “accordo” con i modernisti:a quest’accordo mancherebbe solo più “iltimbro”. Entusiasmo tra i favorevoli, lutto,sconcerto e costernazione tra gli opposi-tori all’accordo in questione! (con la sor-presa di trovare tra questi ultimi anchepersone che non troppo tempo fa la pen-savano diversamente e magari ancoroggi, la domenica, assistono tranquilla-mente alla ‘messa’ di un ‘sacerdote’ checelebra in virtù del m.p. Summorum Ponti-ficum o che dipende dall’Ecclesia Dei, eche pertanto nell’“accordo” ci vive tran-quillamente ogni giorno).Sono sfuggite ai più, anzi proprio a tut-

ti, le parole che hanno preceduto imme-diatamente l’evocazione dell’ormai famo-so timbro mancante (per quanto?) nellemani di J. M. Bergoglio, con le quali cioèMons. Fellay spiega tranquillamente a chiteme l’accordo come a chi lo desidera,che l’accordo in realtà già esiste da unpezzo: “Ho discusso di questo problemacon il Papa stesso e siamo entrambi d’ac-cordo sul fatto che ci sono già attualmen-te un certo numero di disposizioni praticheche rendono lo scisma praticamente im-possibile. Cioè nella pratica, negli atti ditutti i giorni, noi esprimiamo e mostriamoa Roma la nostra sottomissione, il fattoche riconosciamo queste autorità, e ciònon soltanto alla Messa, non soltanto no-

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minando il Papa e il Vescovo locale nelcanone della Messa, bensì anche in altrecose. C’è l’esempio del Papa stesso checi ha dato il potere di confessare. Ci sonoanche degli atti giuridici: è un po’ compli-cato da spiegare, ma può succedere cheun sacerdote commetta dei delitti canoni-ci, e in questi casi noi facciamo riferimentoa Roma, che ci accorda la facoltà e a volteanzi ci richiede di emettere un giudizio sutali casi. Si tratta, quindi, veramente di re-lazioni normali. Non si tratta soltanto dellagiurisdizione per le confessioni, c’è tuttoun insieme di cose. Quest’estate è statoconfermato che il Superiore generale puòdavvero ordinare liberamente i sacerdotidella Fraternità senza dover domandare ilpermesso al Vescovo locale. È un testoche viene da Roma; certo non viene pro-clamato sopra i tetti, ma dice realmenteche le ordinazioni della Fraternità sono le-cite (dice, infatti, che il Superiore può ordi-nare «liberamente»). Ecco, dunque, qual-che esempio di atti giuridici, e dunque ca-nonici, che sono già instaurati e che, a mioavviso, escludono la possibilità di uno sci-sma. Anche se, naturalmente, bisogna co-munque fare sempre attenzione a questopericolo, su questo non c’è dubbio”.Le parole di Mons. Fellay sono inequi-

vocabili: già adesso, e da tempo, negli attidi tutti i giorni, ci sono relazioni normali – dicarattere giuridico e canonico – tra la Fra-ternità Sacerdotale San Pio X e i Modernisti(riconosciuti da Mons. Fellay come “SantaSede”). Ci impressiona un po’ vedere cheMons. Fellay ci dà ragione, mentre dà tortoall’ex-superiore del distretto italiano per ilquale parlare di accordi in corso era un se-gno certo di paranoia (http://www.san-piox.it/vita-del-distretto/1648-intervista-a-don-pierpaolo-petrucci-2). Come ab-biamo ricordato nel Comunicato del nostroIstituto del 3 settembre 2015, “La fine di unequivoco (Sodalitium n. 67 pag. 36) e nel-l’intervista di don Ricossa a Rivarol (a pag.

Mons. BernardFellay e donDu Chalard

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38 in questo stesso numero) il cosiddettoaccordo o regolarizzazione canonica è giàuna realtà, dal 2015 e probabilmente damolto prima:

“Il famoso accordo, io penso, è già fat-to. La FSSPX ha già ricevuto dai moderni-sti, il 5 giugno 2015, il potere di giudicarein prima istanza i proprii soggetti, cosache non può farsi se non si ha la giurisdi-zione; la Fraternità è stata riconosciuta, il17 marzo 2015, dalla diocesi di BuenosAires come società di diritto ecclesiastico,eretta canonicamente, e il 1° settembre2015 ha ricevuto il potere di confessare edi assolvere, per l’anno detto della miseri-cordia, ed ecco che il 21 novembre que-sto potere diventa permanente, cosa cheequivale a dare oggettivamente allaFSSPX una giurisdizione ordinaria. Recen-temente, il 22 giugno, in occasione delleordinazioni a Zaitzkofen in Germania, essaè stata autorizzata ufficialmente a fare leordinazioni sacerdotali, col che la FSSPXè già riconosciuta? Resta solo che le si diala veste ufficiale di prelatura personale e losi annunci pubblicamente a quelli che nonl’hanno ancora capito. Si è proceduto inquesto modo allo scopo di evitare le diffi-coltà che si sono verificate nel passato:evitare che contro l’accordo si manifestinodelle forti opposizioni pubbliche, a destrada parte delle frange antiaccordiste dellaFSSPX e a sinistra da parte dei modernistiostili ad un accordo con i lefebvriani. Que-sta strategia si è rivelata molto efficace, intutto conforme allo stile di Bergoglio: la-sciare che i teologi disputino mentre l’uo-mo di Chiesa (o chi ne ha le vesti) nellapraxis va avanti” (intervista a Rivarol).Non vi è più alcuna differenza sostan-

ziale tra la Fraternità San Pio X da unaparte e, ad esempio, la Fraternità San Pie-tro o l’Istituto del Buon Pastore (anch’es-se ‘costole’ della Fraternità) o un sacerdo-te che celebra col Summorum Pontificumdall’altra (anche per quel che riguarda il ri-schio di ricevere invalidamente i sacra-menti, giacché vi sono ormai nella Frater-nità San Pio X diversi ‘sacerdoti’ ordinatiin maniera dubbiosamente valida con ilnuovo rito o da vescovi consacrati dub-biosamente con il nuovo rito, che nonvengono più ordinati su condizione). Pur nella tragedia di un triste naufragio

spirituale per tanti sacerdoti e fedeli, pos-

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siamo rallegrarci almeno del fatto che la“normalizzazione canonica” della Fraterni-tà farà chiarezza, almeno per chi non vuo-le essere cieco volontario. Purtroppo, la Fraternità passa, ma il le-

febvrismo resta (e la medesima causa pro-durrà anche domani i medesimi effetti). Gliaccordi di oggi sono la logica conseguenzadel fatto che la Fraternità San Pio X ed ilsuo fondatore, Mons. Lefebvre, hannosempre riconosciuto nei modernisti la legit-tima autorità della Chiesa: nelle pubblichedichiarazioni, nelle celebrazioni liturgiche(“una cum”), nella persecuzione dei cattoli-ci (sacerdoti, seminaristi, fedeli) che si rifiu-tavano di riconoscere detta legittimità. In attesa del “timbro” di Bergoglio, chi

si richiama a Mons. Lefebvre per conti-nuare a “resistere” chiama a raccolta at-torno a sé i cattolici fedeli; ma per portarlidove? Mons. Williamson (St. Marcel Initiative)

invita i “resistenti” a riconoscere in Bergo-glio il Santo Padre, e li autorizza, in casodi necessità, ad assistere alla nuova mes-sa montiniana (la cui validità sarebbe cer-tificata da improbabili miracoli eucaristici);il quindicinale Sì sì no no, principale so-stegno di Mons. Williamson in Italia, hacercato di dimostrare non solo la validitàma persino la legittimità e liceità della ri-forma liturgica montiniana dei sacramenti(inclusi cresima, eucarestia, ordine, estre-ma unzione), abbastanza logicamented’altronde dal momento che Paolo VI etutti i suoi successori sarebbero indubita-bilmente i Vicari di Cristo e quella PrimaSede che nessuno può giudicare.Per i “resistenti” pertanto (al di fuori

della Fraternità, o ancora al di dentro inattesa del ‘timbro’ per uscire):– abbiamo un Papa, Vicario di Cristo,

Sua Santità Francesco I, che gode delpieno potere di giurisdizione per insegna-re (fallibilmente) e governare;

Serve un timbro...?

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– abbiamo in ogni diocesi dei vescovilegittimi in comunione con lui;– abbiamo in ogni chiesa del mondo il

Santo Sacrificio della Messa, anche se-condo il rito promulgato da Paolo VI, per-fettamente valido e confermato da mira-coli celesti;– abbiamo dei sacramenti, sempre se-

condo il rito montiniano, perfettamente le-citi, legittimi e validi…A cosa resistono, allora, i resistenti? Al

timbro (per ora).

Gestire l’opposizione

Come neutralizzare un’opposizione?Come renderla inoffensiva? Annosa

questione, che si pone anche agli ereticimodernisti che hanno occupato illegitti-mamente la Sede Apostolica durante ilVaticano II: una simile audace e sacrilegaimpresa non poteva infatti non suscitare,tra i cattolici fedeli, un’opposizione.Grosso modo, si può combattere

un’opposizione:– perseguitando l’opposizione;– comprando l’opposizione;– gestendo, controllando, influenzan-

do, infiltrando l’opposizione, o creandouna falsa opposizione;– infine: applicando tutte e tre le prece-

denti modalità.I Modernisti, in questo, non fanno ec-

cezione alla regola.Il primo metodo è certo efficace, e tutti

lo possono constatare, ma non è certosufficiente: elimina gli oppositori tiepidi edubbiosi, ma fortifica quelli ferventi.Il secondo metodo riguarda gli opposi-

tori stanchi della persecuzione, con lapromessa di un indulto, di un motu pro-prio, di un riconoscimento canonico, di unposto al sole, anche solo di una recensio-ne (salvo poi tornare al primo metodo).Il terzo metodo è quello più sottile e in-

sidioso. Siccome un’opposizione ci saràsempre, tanto vale mettersene a capo: è ilmiglior modo di controllarla e renderla inof-fensiva. Anzi, essa stessa diventerà stru-mento di repressione degli ultimi riottosi.La Fraternità San Pio X, recentemente

riconosciuta società di diritto diocesanodell’arcivescovo modernista di Buenos Ai-

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res Mons. Poli, in fondo ha svolto da sem-pre questo ruolo. Ampiamente perseguita-ta, ma anche allettata da ‘generose’ offer-te, è stata tollerata nella misura in cui rico-nosceva l’autorità e la legittimità dell’av-versario (“fateci fare l’esperienza della Tra-dizione”) e marginalizzava e perseguitavaa sua volta gli irriducibili. In seguito, K.Wojtyla creò – con l’Indulto e la commis-sione Ecclesia Dei – una opposizione“conciliare” (“il Concilio alla luce della Tra-dizione”). Con J. Ratzinger ed il motu pro-prio Summorum Pontificum abbiamo assi-stito ad un fenomeno strabiliante: gli op-positori al modernismo che prendevano apropria guida intellettuale persone cheavevano finora militato nel modernismo,per far accettare agli antimodernisti l’er-meneutica della continuità e la riforma del-la riforma. I nn. 64-65 di Sodalitium denun-ciarono il fenomeno, dando come esempi,tra l’altro, le iniziative delle case editriciLindau e Fede e Cultura (Lindau sembrasmascherata, essendo passata da Amerio,Agnoli, Gherardini e De Mattei al Marchesede Sade; non così i veronesi). Ci dimenti-cavamo i siti internet, che oggi esercitanoun’influenza di gran lunga più importantedelle case editrici. Come esempio ai nostrilettori proponiamo il caso davvero emble-matico della professoressa Maria Guarini,responsabile dal 2005-2006 dell’Osserva-torio del movimento Neo-Catecumenalesecondo verità e dal 2008-2010 del blogChiesa e post-concilio. In un’intervista ra-diofonica a don Stefano Bellunato FSSPXsu Radio Vobiscum, la professoressa ac-cenna al suo passato “conciliare”, per poipassare rapidamente, tramite Padre Zoffolie Mons. Gherardini, ai suoi nuovi amici“tradizionalisti”. Non dice però che, fino al2012, ha aggiornato il sito dell’associazio-ne Nostre Radici, di cui era vice-presiden-te, il cui scopo, come si legge qui è “de-nunciare e combattere ogni forma di anti-giudaismo, antisemitismo e antisionismo”in linea con la dichiarazione Nostra Ætatedel Concilio Vaticano II. Non una semplicefedele, quindi, ma un’attivista ben intro-dotta del Modernismo, che nello stessotempo – o immediatamente dopo – è di-ventata maître-à-penser del “Tradizionali-smo”. Se ne legga l’encomio su Corri-spondenza Romana (che fa riferimento alprof. De Mattei) da parte di Cristina Siccar-

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di, l’agiografa di Paolo VI e di Mons. Le-febvre (!): “A mantenere viva la sua memo-ria e le sue opere è stato ed è lo studiosoEnrico Maria Radaelli, devoto discepolodel filosofo luganese (Romano Amerio),che nel 2009 ha dato nuovamente allestampe Iota unum, grazie all’editore Lin-dau di Torino. Il 30 ottobre 2009 si tenneun convegno alla Biblioteca Angelica diRoma proprio su Romano Amerio, al qualepartecipò, oltre allo stesso Radaelli, Mon-signor Antonio Livi, don Curzio Nitoglia,(nota di Sodalitium) Francesco Colafemmi-na e Maria Guarini, «una donna di Fede edi scienza», come la definisce MonsignorBrunero Gherardini nella prefazione al libroLa Chiesa e la sua continuità. Ermeneuticae istanza dogmatica dopo il Vaticano II(Diffusioni Editoriali Umbilicus Italiae, pp.238, € 21.00), «l’apis argumentosa checerca, studia, spiega e lancia ai quattroventi, con la costanza dei forti, i frutti dellasua intelligenza, del suo studio, del suoimpegno per la sana dottrina e la SantaMadre Chiesa».Maria Guarini, responsabile, fra l’altro,

di un importante sito Internet, Chiesa epostconcilio, dal quale combatte con ele-ganza e puntualità, una coraggiosa batta-glia a difesa della Fede e della Tradizione,ha raccolto i contributi di quel convegnonel volume sopracitato, ma ha anche am-pliato alcune tematiche di grande interes-se attuale che usciranno dal coro di ap-plausi che fra poco ascolteremo quando,da ottobre, inizierà il 50° anniversariodell’apertura del Concilio Vaticano II. Ma-ria Guarini parte dall’approccio multidisci-plinare che Romano Amerio utilizzò nel re-digere la sua opera per aprire nuove pistedi analisi di ciò che significa difendere laDottrina e trasmetterla correttamente”.Al fine di chiarire le idee ai nostri lettori,

presentiamo l’interessante lettura di un ar-ticolo della professoressa Guarini, nuovastella del Tradizionalismo italiano. La fontecitata al termine dell’articolo è il SIDIC(Servizio internazionale di documentazio-ne ebraico-cristiana, fondato nel 1965) cuiè succeduto, all’interno della PontificiaUniversità Gregoriana, il Centro CardinalBea per gli studi giudaici, frequentato dal-la prof. Guarini. Precisiamo che non con-testiamo la buona fede della professores-sa (che Dio solo conosce); anzi, chi lavora

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in buona fede per il nemico, lavora ancorameglio, ed è più convincente.

GIUBILEO EBRAICO E GIUBILEO CRI-STIANO, a cura di Maria Guarini

“Data la comune radice biblica dell’an-no giubilare, è auspicabile che, come cri-stiani ed ebrei, nonostante le profondedifferenze nel modo di intenderlo, collabo-riamo insieme in vista di un mondo piùgiusto. Pertanto, anche se si tratta di unainiziativa cristiana della Chiesa romana, lacelebrazione del giubileo più essere arric-chita dalla presenza dei fratelli ebrei invi-tati a parteciparvi come ospiti privilegiati,insieme ai rappresentanti delle altre reli-gioni. Ci si potrà interrogare e confrontaresu temi di comune interesse per la fede inDio e la salvezza degli esseri umani”.

Per leggere l’intero articolo originale: http://www.nostreradici.it/giubileo.htm

Recensioni

“Storia Sociale della Chiesa”di Mons. Umberto Benigni

Il Centro librario Sodalitium ha deciso diristampare “Storia Sociale della Chiesa”,

la principale opera di Mons. Umberto Be-nigni. Si tratta, per i nostri limitatissimimezzi, di un impegno gravoso, di cui andia-mo però orgogliosi, e che speriamo di ri-uscire a portare a termine con il contributoe l’aiuto dei nostri lettori. Cominciamo apubblicare infatti, per il momento, il primodei sette volumi che compongono l’operadi una vita di Mons. Benigni, ovvero delprincipale collaboratore di Papa san Pio Xnella lotta contro il Modernismo. “StoriaSociale della Chiesa” fu pubblicata dall’edi-tore milanese Vallardi dalla fine del 1906,quando il giovane prelato entrò a far partedella Congregazione per gli affari ecclesia-stici straordinari, fino al 1933, interrottasolo dalla morte dell’autore, a Roma, il 27febbraio 1934. Alla fine del nostro lavorodi riedizione, contiamo di pubblicare, comeallora, sette tomi, così strutturati:

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Vol. 1: La preparazione. Dagli inizi a Co-stantino. (Edizione del 1906).Vol. 2: Da Costantino alla caduta dell’Im-

pero Romano. Tomo I (1912) e Tomo II(1915).Vol. 3: La Crisi della società antica. Dalla

caduta alla rinascita dell’Impero Romano(1922).Vol. 4: L’Apogeo. Tomo I (1922), Tomo

II (1930).Vol. 5: La crisi medievale (1933).Nel piano dell’opera, l’Autore si propo-

neva di trattare sette periodi della storiadella Chiesa; non ha avuto modo, pertanto,di pubblicare due volumi, quelli relativi alsesto periodo (epoca moderna, periodo del-l’Antico Regime, dalla Riforma alla Rivo-luzione 1517-1789) e al settimo periodo(epoca moderna, periodo della Rivoluzio-ne, dalla Rivoluzione francese a oggi). Si chiederà allora il lettore che senso ab-

bia ripubblicare oggi, nel XXI secolo, un’o-pera iniziata più di un secolo fa, e per giun-ta incompiuta, attinente a una materia, lastoria, che al contrario della teologia o del-la filosofia, scienze speculative, è calata nelcontingente, e nel continuo approfondi-mento delle fonti. Il fatto è che la “Storia Sociale della Chie-

sa”, come tutte le grandi opere, è ancora at-tuale ai nostri giorni. L’attualità di questaopera non è dovuta al ruolo, pur importan-te, svolto da Mons. Benigni nel mondo ac-cademico (tenne la cattedra di Storia eccle-siastica nel Collegio Urbano di Propagandafide, nel Seminario Vaticano, nella Pontifi-cia Accademia dei Nobili Ecclesiastici e nelCollegio Romano o Apollinare, che diverràla Pontificia Università Lateranense, con-tando tra i suoi allievi dei Papi e numerosicardinali, e persino il Buonaiuti): quanti il-lustri docenti di ieri sono oggi totalmentedimenticati! Alla cultura universitaria e ac-cademica, il nostro autore poteva unire,cosa non comune, l’esperienza dell’uomo digoverno (avendo lavorato in segreteria diStato), la verve del giornalista, la fede delsacerdote, l’acume poliziesco del creatoredella moderna intelligence vaticana, e chipiù ne ha, più ne metta: quante personalitàin un sol uomo… Mons. Benigni si proponeva di contribui-

re, nel campo della storia ecclesiastica, allarealizzazione del programma del pontifica-to di san Pio X: “restaurare tutto in Cristo”,

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e questo particolarmente nello studiarequello che egli chiama l’“Impero dellaChiesa”, ovverosia l’influenza della Chiesanella vita sociale dell’umana civiltà. La suaera allora – e lo resta ancor oggi – un’operaestremamente moderna, cosa (apparente-mente) paradossale in un dichiarato anti-modernista. Moderna nel proporre non unmanuale di storia ecclesiastica, come ven’erano tanti, ma una storia “sociale” dellaChiesa: dal punto di vista cioè dell’influen-za della Chiesa nella vita politica, etico-giu-ridica ed economica della società. Moder-na, nell’accogliere pienamente il metodocritico nella storia anche ecclesiastica, sicu-ro che una sana critica storica non sarebbemai stata contro la Chiesa e la verità, ma asuo favore (seguendo così la linea tracciatadal suo Vescovo a Perugia, Gioachino Pec-ci, divenuto Pontefice col nome di LeoneXIII: un giovane Umberto Benigni, fin dal1888, auspicò e perorò presso Mons. Fo-schi, Vescovo di Perugia, lo svecchiamentodegli studi ecclesiastici). Moderna, infine,nello stile inimitabile, ironico e arguto,dell’autore. Emile Poulat, storico e biogra-fo di Mons. Benigni, qualificherà la sua sto-riografia come “critica”, “sociale” e “reali-sta” (Catholicisme, démocratie et sociali-sme, Casterman, 1977, p. 184). Benigni nonesitò a servirsi nella sua analisi storica di trecoefficienti presi in prestito a un avversariodichiarato, e riconosciuto come tale, Hip-polyte Taine: la razza, l’ambiente e il mo-mento, rifiutando ovviamente il razionali-smo e il determinismo dell’autore francese.Il realismo pessimista sulla natura dell’uo-mo di Mons. Benigni, l’opposto delle uto-pie di Rousseau, scandalizzò lo studenteErnesto Buonaiuti, futuro capofila del mo-dernismo italiano, come racconta lui stessonell’autobiografico “Pellegrino di Roma.La generazione dell’esodo”: “C’era del ne-rissimo pessimismo nella concezione eccle-siastica di questo prelato che la curia avreb-be chiamato alla Segreteria di Stato proprionel fitto più scuro e tragico della crisi mo-dernistica. C’era forse da sperare qualchecosa di buono dal progresso della societàumana e dalla evoluzione degli spiriti? Ri-cordo come ora. Un giorno che dopo la le-zione io accompagnai, come mi era divenu-to consueto di fare, il Benigni verso la suadimora, e prendendo lo spunto dall’argo-mento che egli aveva poco prima trattato

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dalla cattedra, lo sviluppo cioè della lette-ratura apologetica nel secondo secolo cri-stiano, mi ero permesso di osservare comefosse necessario riprendere i vecchi motividell’apologetica cristiana, di fronte a unmondo che nella divulgazione dei principidemocratici si accingeva ad aprire una nuo-va, luminosa epoca nella storia della civiltàmediterranea. Il Benigni, fissandomi in visocon le sue pupille nerissime, in atto di sar-castico disdegno per i miei voli di speranzae di ottimismo, scandì, con la sua lieve bal-buzie, questo tremendo aforisma: ‘Miobuon amico, credete proprio voi che gli uo-mini siano capaci di qualche cosa di benenel mondo? La storia è un continuo e di-sperato conato di vomito, e per questaumanità non ci vuol altro che l’Inquisizio-ne!’. Rimasi esterrefatto. (…) Questo foscoe macabro verdetto del mio professore ec-clesiastico mi avrebbe dovuto tratteneredal procedere ulteriormente sul sentieroche conduceva all’ordinazione sacerdotalee al sacrificio dell’altare…”. Così commen-tò le parole del suo professore il Buonaiuti,che avrebbe fatto meglio – per sé, per laChiesa e per il mondo – a seguire quell’ispi-razione rinunciando all’ordinazione. Eppu-re Benigni, che non credeva nell’uomo, cre-deva in Dio, e la sua Storia Sociale dellaChiesa lascia al lettore la ferma – e ancheentusiasmante – convinzione del bene im-menso che la religione cristiana e la ChiesaCattolica, con tutte le sue solide istituzioni,hanno portato non solo alle anime e allavita sovrannaturale (il ‘Regno della Chie-sa’) ma anche a tutta l’umana società(l’‘Impero della Chiesa’) e a una vera civil-tà. Forte di questa convinzione, UmbertoBenigni, da tanti giudicato arido e cinico,seppe lottare tutta la vita per il Regno so-ciale di Cristo e della Sua Chiesa, rinun-ciando per questo ideale, lui che idealistanon era, ma realista, a ogni bene terreno,agli onori e alla fama, a ogni stima, a ogniprospettiva mondana e di carriera, non solopresso il mondo ostile alla Chiesa (va da sé)ma anche e soprattutto, dopo la fine delpontificato di san Pio X, nello stesso mon-do ecclesiastico. In mezzo a mille occupazioni e mille bat-

taglie, Mons. Benigni non dimenticò maiquesta sua opera storiografica che ne illu-stra ancor oggi la vita e il pensiero: pensia-mo di fare omaggio a lui, nel pubblicarne le

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pagine, e di fornire a tutti coloro che ancoroggi, seguendone le orme e quelle di sanPio X, vogliono restaurare ogni cosa in Cri-sto, uno strumento efficace di lavoro e di ri-forma intellettuale.

don Francesco Ricossa

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Dopo aver stampato nel 2012 il volume“Alla scuola di Gesù - per la prima Co-

munione e Cresima”, e nel 2014 i volumi 4 e5, il Centro Librario Sodalitium sta conti-nuando la serie dei catechismi per i bambi-ni con il volume 3.

Il volume 3 contiene per ogni lezione ladottrina e la Storia Sacra. Come sempreogni lezione è completata dal quaderno de-gli esercizi composto da domande e da di-segni da completare da parte del bambino.

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Dal 1/12/2015 al 14/05/17La casa di Verrua e l’Istituto• Seminario san Pietro Martire. Il

1/10/2016 a Verrua Savoia Mons. Stuyverha ordinato sacerdote don Charbel Madi.Alla cerimonia erano presenti anche Mons.Donald Sanborn dagli Stati Uniti, don Ar-nold Trauner dall’Austria, padre JosephMercier dalla Francia, nonché ovviamente iconfratelli sacerdoti dell’Istituto. Moltissi-mi i fedeli giunti da ogni dove ma soprat-tutto dalla Francia e dal Libano (il novellosacerdote è infatti di origini libanesi), tantoche sulla terrazza è stato installato un ten-done con uno schermo che trasmetteva lacerimonia poiché la cappella non potevacontenere tutte le persone presenti. Dopola Messa è stato offerto un pranzo dalmenù libanese. Il novello sacerdote è natoil 21 giugno 1989 a Fayadihé in Libano, dapadre libanese e madre francese, ed è vissu-to in Francia. Dopo aver incontrato don Jo-celyn Le Gal, è entrato in Seminario a Ver-

• Dottrina Cristiana 3- Quaderno attivo n° 32 volumi (non vendi-bili separatamente),pagg. 78+32C.L.S. Verrua Savoia 2017,€ 12,00

Vita dell’Istituto

rua nel febbraio 2009, ricevendo il suddia-conato a Dendermonde il 3 gennaio 2015 eil diaconato, a Verrua, il 10 ottobre 2015.Auguri al nuovo sacerdote di un fecondoapostolato. Don Madi ha celebrato la pri-ma Messa a Torino il giorno seguente.Mons. Stuyver ha altresì conferito gli

Ordini minori al seminarista Bernard Lan-glet: il 10 ottobre 2015, a Verrua, l’Ostiaria-to e il Lettorato e il 2 gennaio 2017 a Den-dermonde l’Esorcistato e l’Accolitato. Se-gnaliamo l’entrata in Seminario di Piergior-gio Coradello di Trento e, nel corso del-l’anno, l’arrivo del seminarista Peter Botu-ra, che aveva già cominciato la sua forma-zione con Mons. Oravec in Slovacchia. • Dalla “casa madre”. Il 22/06/2016 fi-

nalmente, dopo diversi anni di lavori di ri-strutturazione, è stata benedetta la nuovacasa delle nostre Suore. Questa casa, conti-gua a quella vecchia, ospita una cappellapiù grande, locali per il lavoro, camere perle religiose e le ragazze ospiti delle religiose

Professione religiosa di fra Felice Antonio, primo frate dell’Istituto

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durante i vari campi della Crociata Eucari-stica. Ringraziamo di cuore, con le nostrepreghiere, tutti coloro che ci hanno soste-nuto ed aiutato materialmente in questa co-struzione. Inoltre il parco della casa di Ver-rua è stato abbellito con delle magnificherose, piantate da un fedele dal pollice verde(grazie Dottore!) e da un curatissimo orto(grazie Filippo!).• Istituto. Dal 1° gennaio 2015, l’Istituto

annovera quattro nuovi membri, tra i qualidue sacerdoti. Il 12/02/16 è entrato nell’Isti-tuto don Piero Fraschetti. Originario di La-stra a Signa, è entrato prima nel Seminariominore della diocesi di Firenze, e più tardinel Seminario maggiore della diocesi diFiesole, svolgendo il ministero di viceparro-co a Figline. Da tempo però seguiva le atti-vità del nostro Istituto e, nel 2010, parteci-pò per la prima volta agli Esercizi spiritualia Verrua. Avendo aderito alla tesi teologi-

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ca di Mons. Guérard des Lauriers (con tut-te le sue conseguenze) ha iniziato a colla-borare con l’Istituto risiedendo a Verrua.Primo frutto del pellegrinaggio a Genazza-no, la decisione di entrare anche ufficial-mente nella nostra famiglia spirituale. Il 26 aprile 2017, festa della Madonna

del Buon Consiglio, don Arnold Trauner,sacerdote austriaco è entrato a far partedell’Istituto Mater Boni Consilii, con laprofessione d’intenzioni che lo lega alla no-stra piccola famiglia religiosa. Nato il 22maggio 1970, ha fatto i suoi studi nel Semi-nario di Zaitzkofen della FSSPX, ordinatoil 25 giugno 1994 da Mons. de Galarretasempre a Zaitzkofen. Ha esercitato il suoministero in Austria, poi è stato missiona-rio in Africa (in Gabon, Zimbawe, Sudafri-ca e Nigeria), in Nuova Zelanda e altri pae-si anglofoni. Ha lasciato la Fraternità Sa-cerdotale S. Pio X nel 2013. Già da alcuni

Ordinazione sacerdotale di don Charbel Madi a Verrua Savoia

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anni collaborava con noi e con Mons. San-born per la celebrazione della s. Messa inInghilterra; ed aveva seguito gli Esercizispirituali per i sacerdoti a Verrua nel 2016,assistendo anche all’ordinazione di donMadi. Dopo una lunga riflessione ha quindiabbracciato la “Tesi di Cassiciacum” ed èentrato nell’Istituto. Attualmente celebrala s. Messa in Austria, vicino a Vienna, inUngheria e Inghilterra.• Religiosi dell’Istituto. In questo lasso

di tempo, due giovani avevano iniziato lavita religiosa come postulante o novizio,senza però perseverare. Ma le basi di que-sta nuova fondazione sono state poste l’11giugno 2016 quando Fra Felice Antonio,dopo due anni di noviziato, ha pronunciatoi suoi primi voti.

Apostolato nelle varie nazioni• Argentina. Don Michel Andriantsara-

fara si è recato in Argentina, a Rosario persostituire il confratello don Casas-Silva dal28/12/16 al 28/02/17, ha visitato il paese e lanostra casa di Cordoba, e ha garantito lacelebrazione della Messa e l’amministrazio-

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ne dei sacramenti. È stato accolto e aiutatodal seminarista Nicolas Benegas, ospite del-la nostra Casa San José di Rosario. DonMichel si è anche recato ripetutamente inMartinica, che è un dipartimento d’oltre-mare francese nelle Antille, chiamato daifedeli del luogo, assicurando così una pre-senza importante anche se ancora saltuariadell’Istituto nell’isola.• Italia. Inaugurazione a Potenza e Bari.

Da oltre 15 anni le sante Messe a Potenza e aModugno (BA) venivano celebrate in salemesse a disposizione da associazioni o da pri-vati: dopo la lunga attesa, sono stati final-mente trovati due luoghi di culto, uno nel ca-poluogo lucano e l’altro a Bari. L’8/12/16 donMurro e don Carandino hanno inauguratol’oratorio san Lorenzo Martire a Potenza,mentre il 10/12/2016, Madonna di Loreto, glistessi sacerdoti hanno inaugurato la cappelladi San Michele Arcangelo a Carbonara diBari, che la famiglia De Matteo, che ringra-ziamo vivamente, ha voluto mettere a dispo-

don Arnold Trauner - don Piero Fraschetti

La nuova casa delle Suore del IMBC

• Oratorio s. Lorenzomartire a Potenza

• Cappella san Michele Arcangelo aBari

Nuovi oratori

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sizione dell’Istituto. Ringraziamo anche leassociazioni che per tanto tempo ci hannoospitato, “Il Sentiero” a Potenza e il “CentroTradizione e Comunità” a Modugno. - A Milano, presso l’Oratorio s. Ambro-

gio, oltre alla celebrazione della Messa do-menicale che vede un numero sempre cre-scente di fedeli, si fa il catechismo ai bam-bini (2 bimbe si preparano alla 1° comunio-ne), e si visitano con i sacramenti gli amma-lati. Il 2016 ha visto il passaggio di Mons.Stuyver per l’amministrazione delle s. Cre-sime. Il 7/12/16, festa del Patrono s. Am-brogio, don Ugolino ha tenuto due piccoleconferenze: “Mistica e storia della sacra li-turgia dell’Avvento” e “Sant’Ambrogio”. Viè stata poi la s. Messa in rito ambrosiano,

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seguita dalla Benedizione del SantissimoSacramento. Il 1/04/17, in preparazione allaPasqua, c’è stato un ritiro con la Via Crucise la Benedizione Eucaristica. Tutte le atti-vità e le omelie domenicali dei sacerdotisono pubblicate sul blog dell’oratorio. - In Trentino la Messa è celebrata a Ro-

vereto due volte al mese. Nelle feste princi-pali finalmente si è potuto cantare la Messagrazie ad alcuni cantori provetti. Don Giu-gni un lunedì al mese si ferma per fare il ca-techismo ai bambini e visitare le famiglie.Nel giugno 2016 Mons. Stuyver ha ammini-strato le Cresime, e nel 2017 tre bambinihanno fatto la prima comunione.- A Lastra a Signa (FI) don Fraschetti ce-

lebra ormai con regolarità la Messa la terza

• Campo B. Imelda2016, organizzato dalleSuore (2 foto)

• Ascensione in alta inmontagna durante ilCampeggio nell’Isère

2016 (2 foto)

• Campo di Raveau2016 (3 foto)

Campeggi estivi

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domenica del mese, solitamente alle ore 11(invitiamo comunque a verificare gli orarisul nostro sito). Inoltre dallo scorso novem-bre è stata data la possibilità ad una quindi-cina di fedeli di praticare la devozione deiprimi venerdì e sabati del mese. Cogliamol’occasione per ringraziare vivamente chi ciconcede l’utilizzo dell’Oratorio in cui cele-briamo e coloro che partecipano alla cura eal decoro di questo luogo sacro. • Francia. Apostolato dell’Istituto a Pari-

gi. I fedeli della cappella di Parigi arrivanosempre da più lontano, ormai da oltre l’Ilede France. Il 2016 ha visto la celebrazionedegli uffici della Settimana santa per la pri-ma volta dall’inizio del nostro apostolato aParigi, celebrazioni che si sono ripetute perla Settimana santa del 2017. Ormai sarà unappuntamento fisso ogni anno. Ringrazia-mo i numerosi fedeli che ci hanno aiutato intutti i modi e hanno partecipato a quellemagnifiche cerimonie. L’Istituto continua lasottoscrizione per l’acquisto, se Dio lo vor-rà, di una cappella a Parigi: facciamo appel-lo alla generosità di tutti per contribuire a

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questo importante progetto per testimonia-re integralmente la nostra Fede. A Aix-en-Provence il numero dei fedeli aumentapoco a poco. Preghiamo la divina Provvi-denza affinchè ci aiuti a realizzare il proget-to di un luogo di culto stabile.• Belgio e Paesi Bassi. Mons. Stuyver è

validamente aiutato a Dendermonde, inBelgio, da don Steenbergen e da fratelChrist van Overbeke, e la Messa viene cele-brata – a partire dalla casa di Dendermon-de – in Belgio, nei Paese Bassi, in Germa-nia e a Londra.

Attività estive campi e Crociata Eucaristica• Campo Beata Imelda 2016. Il campo

della Crociata Eucaristica per le ragazze fe-steggia i 10 anni con la partecipazione di 50ragazzine di diverse nazionalità, accoltenella nuova casa delle Suore, fornita di alle-gri dormitori per le bambine. Al posto dellagita in montagna, quest’anno siamo andatida don Bosco a Torino per pregarlo di con-tinuare ad aiutare le Suore nel loro aposto-lato, fondato sul suo sistema preventivo. Il

• Conferenza: “La Verità vi renderà liberi” del C.S. Margotti a Torino (sotto)

• Giornata per la Regali-tà sociale di Cristo a Mo-dena nel 2016 (2 foto)

• 15° Convegno di Studi Albertariani a Milano nel2016

• Conferenza sui Cristia-ni in Siria e Terra Santaa Milano (9/04/16)

Centro Studi Federici - Albertario - Margotti

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campo è stato rallegrato dai tanto attesigiochi d’acqua, dai fuochi d’artificio e dauno spettacolino per allietare gli anzianidella vicina casa di riposo.Continuano i ritrovi mensili di 2-3 giorni

per le ragazze e i bambini, con ritiri e con-ferenze di formazione spirituale per aiutaretutti nella perseveranza di ogni giorno. Unacinquantina anche le ragazze che seguono icatechismi settimanali delle suore tramiteSkype.• Colonia estiva s. Luigi Gonzaga. Giun-

ta alla ventiseiesima edizione a Raveau:molti i bambini partecipanti per il terzoanno consecutivo. Da notare l’assenza (perla prima volta in 26 anni) di don UgolinoGiugni trattenuto in Italia da impegni nonderogabili (ritorni presto reverendo!). Visi-ta al castello di Sully-sur-Loire. Il soggior-no, allietato da un buon sole, è stato piace-vole come sempre e molto apprezzato dapiccoli e grandi. Il campeggio estivo con leSuore di Cristo Re si è svolto nel 2016 aChantelouve.• A Parigi, per il primo anno, sono state

organizzate delle visite pie e culturali per ibambini della Cappella (ottobre 2016, gen-naio e maggio 2017): gita in Bateau-mou-che sulla Senna, visita a Notre-Dame e al-tre chiese parigine, museo del Medio Evo emostra di arte barocca nelle chiese di Parigi.• Dal 1° al 12 agosto 2016 c’è stato il no-

stro campeggio in montagna per giovani or-ganizzato da don Cazalas e don Le Gal. Inostri campeggiatori hanno piantato le lorotende proprio in fondo ad una magnificavalle nell’Isère, a Moulin-Vieux, ai bordi diun tranquillo ruscello. Una quindicina discalatori ha scalato tutte le montagne circo-stanti, comprese delle cime che ci sono or-mai familiari, come il Taillefer (m. 2857) eil Rochail (m. 3022). Il gruppo ha visitato laminiera storica di La Mure, ha fatto un pel-legrinaggio sulle tracce del Beato JulienEymard, il grande apostolo della devozionea Gesù Eucaristico nel XIX secolo, anchelui infatti andò a pregare com’è tradizionedel nostro campeggio, la Santa Vergine chepiange sui peccati degli uomini, a La Salet-te. Il campeggio ha avuto una sola nota sto-nata: la mancata veglia; bisognerà aspettarequest’anno 2017 per poterla fare. Infatti, unnuovo gruppo si sta formando per lo stessoperiodo dell’estate. Questa volta il campo

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si farà a Pellafol, un paese che ha già vistoun’edizione dei nostri campeggi. Le iscri-zioni sono aperte per nuove avventure daveri amici cristiani, dal 31 luglio all’11 ago-sto prossimi.

Conferenze Sono proseguiti nel corso dell’anno all’o-

ratorio di Roma e all’oratorio di Pescara gliincontri mensili tenuti di don Carandino sulmagistero del Papa Leone XIII e sui diversitempi liturgici. Registriamo, in entrambe lecittà, un sensibile aumento di fedeli nell’ul-timo anno. Il 5/12/15 l’associazione La For-tezza ha invitato don Carandino a Forlì, inuna sala d’albergo gremita, a parlare sultema: “Perseguiteranno anche voi”, sulla si-tuazione dei Cristiani in Terra Santa e Siria.La conferenza è stata ripetuta nei nostri ora-tori di Roma il 6/1/2016 (presenti dei mem-bri della comunità siriana in Italia), di Bari il21/1/2016 e di Pescara il 22/1/2016. L’1/2/16all’hotel Columbia di Rimini intervento didon Carandino a una serata della Lega Nordsulla famiglia. L’2/03/16 a Moncalieri donRicossa ha parlato su “Amore e verità”; con-ferenza organizzata da Luca Stranges (videosul canale YT di Sodalitium). Presentazionilibrarie a Pescara a cura di Amicizia Cristia-na, relatori don Carandino e Marco Solfa-nelli: il 20/1/2016 “La Storia Sacra” di sanGiovanni Bosco e il 25/2/2017 “Protestantidistruttori della religione cristiana” di p. Lui-gi di S. Carlo. Il 27/11/2016 a Parigi, confe-renza di don Francesco Ricossa dal titolo“Le guerre di religione, l’eresia contro lapace di Cristo e contro il regno di Cristo”. Viricordiamo che potete ascoltare le conferen-ze organizzate a Parigi su internet (sito YT,canale “Conferenze dell’Istituto Mater Boni

Conferenza a Forlì: “Perseguiteranno anche voi”(5/12/16)

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Consilii”, con la possibilità di iscrivervi perricevere gli aggiornamenti). A Bologna, il3/12/2016, conferenza di don Francesco Ri-cossa dal titolo: “La Massoneria” presentatoda Fabio Bolognini (organizzata da Virtute eCanoscenza).

Centro Studi Federici, Albertario e Margotti• Giornata per la Regalità Sociale di Cri-

sto: il 15/10/16 i locali di Vinicio a Fossaltadi Modena hanno ospitato l’atteso semina-rio di studi tenuto da don Francesco Ricos-sa, con la pregevole cornice costituita dal-l’esposizione di libri, riviste e oggetti sacri ela partecipazione di numerose persone.Tema dell’undicesima edizione: “Le guerredi religione. L’eresia contro la pace di Cristoe il regno di Cristo”. La prima lezione è sta-ta di carattere storico: “‘Dare la vita per ladifesa della fede’: dalle guerre di religionealla pace di Westfalia”. Dopo l’ottimo pran-zo, la seconda lezione ha considerato aspet-ti più dottrinali: “Umanisti, razionalisti, illu-ministi contro Cristo e la Sua Chiesa. Il di-battito sulla tolleranza nel quadro delleguerre di religione”. Infine si è arrivati al-l’attualità con la terza lezione: “I moderni-sti al seguito degli Illuministi: la vera e la fal-sa pace”. La giornata modenese è uno degliappuntamenti annuali, insieme ai convegnialbertariani, per promuovere la formazionedi cattolici soldati di Cristo Re.• A Rimini il 3/12/16 presentazione del

libro di Mauro Stenico: “La meraviglia co-smica”, all’Hotel Napoleon. Il 4/3/16 confe-renza: “Isis: burattini e burattinai”, relatorePaolo Sensini con introduzione di don Ca-randino (“La persecuzione dei Cristiani nelVicino Oriente”), alla sala del Buonarrivodel Palazzo della Provincia.• Il 25/04/17, per il ventennale delle atti-

vità del “Federici” (dal 1997 al 2001 comecircolo culturale e dal 2001 come centro stu-di), è stata organizzata una visita nei luoghilegati a Giovannino Guareschi. Al mattinoAlberto Guareschi ha accolto i 40 parteci-panti a Roncole Verdi. Dopo una preghieradavanti alla tombe di Giovannino, Marghe-rita e Carlotta Guareschi, il gruppo si è re-cato al “Club dei Ventitrè”, dove Alberto haintrodotto il filmato “Adesso vi racconto tut-to di me” e illustrato i pannelli della mostrapermanente “Giovannino nostro Babbo”,con una serie di aneddoti interessanti, alcu-

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ni dai tratti commoventi. Dopo il pranzo, ipartecipanti si sono recati a Fontatelle, nelcomune di Roccabianca, dove vi è la casanatale di Giovannino e un museo comunalededicato al “mondo piccolo”. • Il 9/04/16 a Milano presso la sede del

Centro Studi Davide Albertario, si è tenutala conferenza, dal titolo “Perseguiterannoanche voi. La situazione dei cristiani in Ter-ra Santa e in Siria”, relatore è stato donUgo Carandino.• Il 12/11/16 sempre a Milano c’è stata la

quindicesima edizione del Convegno diStudi Albertariani sul tema: “Extra eccle-siam nulla salus. L’appartenenza alla Chie-sa come necessità di salvezza”. Due le rela-zioni di don Francesco Ricossa; la primo haaffrontato la pars construens della dottrinacattolica: “Io sono la vite voi i tralci (Giov15, 5). Chi sono le membra della Chiesa? Ildogma cattolico dell’appartenenza allaChiesa nell’enciclica Mystici Corporis di PioXII”. Il secondo intervento riguardava l’at-tualità: “Dopo il concilio Vaticano II: con-traddizione del dogma nell’ecumenismomodernista da Paolo VI a Bergoglio”. Pre-sente come sempre, nella prestigiosa corni-ce dell’Hotel Andreola, la tavola della buo-na stampa e dei presepi degli artigiani cri-stiani di Terra Santa. • Il 24/03/2017 a Torino, dopo diversi

anni d’inattività, il Centro Studi GiacomoMargotti ha organizzato, presso l’oratoriodel s. Cuore, una conferenza dal titolo: “LaVerità vi renderà liberi” (Gv 8, 32) vero efalso concetto di libertà: relatore don Ricos-sa introdotto da Luca Stranges.

Istituto e la stampa e altri mezzi comuni -cazioneIl quotidiano La Voce di Romagna ha

pubblicato alcune interviste a dei membridell’Istituto: il 31/1/2016 a don Carandino:“Cattolici duri. A Rimini un baluardo dellacattolicità integralista”, il 25/11/2016 aMauro Stenico: “Il sindaco filosofo arrivaa Rimini. Parla del Big Bang”, e il

Testata del sito Sodalitium

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mento del sacramento della cresima (giàavvenuto) e ancor più sull’eventualità di or-dinazioni sacerdotali da parte di Mons. Ka-lata, un vescovo in comunione con l’attualeoccupante della Sede Apostolica, a dei fe-deli e dei candidati al sacerdozio che invecedichiarano non essere in comunione condetto occupante. Seguiremo eventuali svi-luppi della delicata questione.• Centro Librario Sodalitium. Segnalia-

mo la pubblicazione della Storia Socialedella Chiesa di Mons. Benigni, di cui sonousciti già i volumi 1 e 2. È stato pubblicatoanche il numero 3 del catechismo per ibambini: Dottrina cristiana. (Vedere le re-censione alle pagg. 53 e 56).

Attività varie. Don Carandino ha cele-brato il 12/6/16 una S. Messa nella chiesa-sacrario di Paderno (FC) per i caduti mili-tari e civili della Rsi e l’11/2/17 all’oratoriodi Rimini per le vittime delle foibe, su ri-chiesta di un’associazione romagnola; men-tre il 3/8/17 è salito al Rifugio Cervati a m.1597, nel comune di Piaggine (SA), per labenedizione dei locali.

Esercizi spirituali. In Italia, da inizio2016, sono stati dati 2 turni invernali e 2estivi (predicatori don Ricossa, don Caran-dino, don Giugni) per un totale di 70 eser-citanti. Nel settembre 2016 ci sono stati aVerrua gli Esercizi anche per i sacerdoti, iseminaristi e le suore dell’Istituto. Semprea Verrua dal 18-20/11/2016 don Giugni edon Ricossa hanno predicato un ritiro per imembri del Rockers Klan che hanno poiconsacrato la loro associazione a san Mi-chele Arcangelo. In Francia da dicembre2015 i turni sono stati 8: 2 turni misti, 3 pergli uomini, 3 per le donne (predicatori donCazalas, don Le Gal, don Murro, don Ri-cossa, don Giugni, don Andriantsarafara)per un totale di 140 esercitanti. Segnaliamoa Robert, in Martinica dal 24-29/08/16 unritiro spirituale dato da don Andriantsara-fara. Come ogni anno don Ricossa dà il riti-ro di otto giorni alle Suore di Cristo Re, ealtre religiose tra le quali anche alcune no-stre Suore, alla Maison Saint-Joseph di Ser-re-Nerpol. Le giornate di ritiro per la per-severanza si sono svolte: a Serre-Nerpol il6/03/16 e il 5/03/17 a Raveau il primo no-vembre di ogni anno, come ormai è tradi-zione. Anche in Argentina: durante la Set-

22/2/2017 ancora a don Carandino: “L’Eu-ropa ignora il genocidio dei cristiani”. Se-gnaliamo che il settimanale francese Riva-rol e anche il sito TradiNews hanno ripre-so diversi comunicati del nostro Istituto.• Il sito internet. Durante il 2016 il sito (o

meglio i siti) di Sodalitium è stato completa-mente rinnovato nella grafica e nelle rubri-che, e viene continuamente aggiornato. Essoconta ormai diversi siti nelle varie lingue (ita-liano, francese, spagnolo, inglese, olandese,tedesco) che riportano le notizie dell’aposto-lato e attività dell’Istituto nei diversi paesi.Ci sono anche i canali YouTube e GloriaTVdi Sodalitium, che riportano i video delleconferenze fatte durante l’anno. Segnaliamoanche le interviste effettuate da Elia Mentasul suo canale YouTube “E si accordinonell’animo e nell’opera”, a don Ricossa(17/09/16) e a don Giugni (19/12/16). A pro-posito di Elia Menta, tra febbraio e marzodel corrente anno 2017 è stato sollevato adarte quello che altri hanno chiamato il “casoElia Menta” ovverosia la pubblicazione abu-siva da parte di Radio Spada di una video-in-tervista al vicepresidente di quest’associazio-ne, che il proprietario dell’intervista (EliaMenta) aveva deciso di non pubblicare dopoaver chiesto consiglio al nostro direttore donRicossa. La nostra opposizione a Radio Spa-da è cosa pubblica, argomentata e a visoaperto (e lo sarà ulteriormente). Fin dall’ini-zio, Elia Menta ha comunicato a Radio Spa-da (intervenuta nella diatriba nella personadel vicepresidente, del presidente e di An-drea Giacobazzi) che il consiglio era stato ri-chiesto a don Ricossa, cosa che Radio Spadaha finto – in pubblico – di ignorare. Sempre nel mese di marzo il nostro Isti-

tuto – con un intervento di don Murro sullapagina francese del nostro sito – ha espres-so la propria opinione negativa sul conferi-

Esercizi spirituali a Verrua: gennaio 2017

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• Osimo - Loreto 2016

Pellegrinaggi

• Sopra: Sacro Monte di Oropa (22/10/16)• A fianco : Scala Santa a Roma (18/6/16) • Alla Collegiata di Verucchio (30/01/16)

• Sopra: la religuia del cranio di s. Luigi Gonzaga,a Castiglione delle Stiviere MN (5/06/16)

• A fianco : Le Puy-en-Velay in Francia (16/05/16)

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timana santa del 2016 sono stati predicatigli Esercizi di Sant’Ignazio di Loyola.

Pellegrinaggi• Italia. Il 2016 è cominciato con un pel-

legrinaggio dei membri dell’Istituto, sacer-doti, seminaristi e religiosi a Genazzano e aRoma, per ripercorrere, nel trentennale,quello che fu fatto nell’86. Siamo arrivati alsantuario della Madonna del Buon Consi-glio la sera del 26/01. Il giorno seguentedopo aver assistito alla s. Messa celebratada Monsignore e aver consacrato la mattinaalla preghiera ci siamo spostati a Roma,dove abbiamo visitato e pregato sulla tom-ba di san Pio X in S. Pietro. Ritorno a Ver-rua il 28/01. Le Suore, accompagnate dadon Giuseppe, si sono recate anch’esse aGenazzano qualche mese dopo. È stata unabellissima occasione per ritrovarci tutti in-sieme e ritemprarci spiritualmente. - Pellegrinaggio da Osimo a Loreto: an-

che nella XIII edizione, svoltasi il 28 e 29maggio 2016, è stata confermata la nutritapartecipazione di fedeli provenienti da qua-si tutte le regioni italiane. Due giorni in cuisi sono susseguite le preghiere, i canti, leconfessioni sino all’arrivo a Loreto con lavenerazione delle mura della Santa Casa.- Organizzati dall’oratorio di Milano. Il

5/06/16 una giornata a Castiglione delle Sti-viere, città natale di s. Luigi Gonzaga: pre-ghiera in basilica con venerazione del cra-nio del Santo. - Il 22/10/16 per il mese delRosario, fedeli lombardi e piemontesi sisono ritrovati per pregare la Madonna al S.Monte di Oropa: recita del s. Rosario, visitadelle cappelle e dello splendido museodell’appartamento reale.- Il 18/6/16 a Roma alla Scala Santa e alla

basilica di santa Croce di Gerusalemme. - Il13/08/16 pellegrinaggio tosco-emiliano aBocca di Rio (presenti don Fraschetti e donRicossa). Il 22/10/16 pellegrinaggio alla Ma-donna di S. Luca a Bologna. L’8/04/17,sempre a Bologna, segnaliamo la Via Cru-cis all’Osservanza. - Organizzati dall’orato-rio di Pescara: il 27/2/16 la XIII edizione alVolto Santo di Manoppello (PE); il 25/6/16alle chiese romaniche di Bominaco e RoccaCalascio, nell’Aquilano. - Il 25/3/17 allaScala Santa di Campli (TE).- Organizzati dalla Casa San Pio X in Ro-

magna: il 30/1/16 alla Collegiata di Veruc-chio (beati Giovanni Gueroli e Gregorio

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Celli) e al convento di Villa Verucchio (ci-presso di san Francesco); il 29/1/2017 al san-tuario del SS. Crocifisso di Longiano (FC).• Belgio. - 16/10/16: pellegrinaggio a No-

tre-Dame de Lourdes, a Oostakker (vicinoa Gand).• Francia. - Il 20/02/16: pellegrinaggio a

san Pietro-Giuliano Eymard, l’apostolodell’Eucarestia, a Parigi al santuario dellasua congregazione, dove sono venerate lesue spoglie. - L’8/05/16 ha avuto luogo il pel-legrinaggio a N.-D. de l’Osier. Il tema tratta-to: il rapporto tra il S. Sacrificio della Messaed il sangue che sgorgò dal salice nel 1649 e1842. - Il 15-16/05/16: pellegrinaggio al Puy-en-Velay: una sessantina di pellegrini da tut-ta la Francia (Parigi soprattutto, ma anchedalla Bretagna e dall’ovest, dalla regione lio-nese, ecc.) si sono ritrovati per venerare laVergine Nera e scoprire questo importantecentro della nostra storia cristiana. - C’eranouna sessantina di persone il 15/05/16, allaPentecoste, al pellegrinaggio a St Joseph diCotignac (Var). Fedeli venuti dal sud dellaFrancia, Cannes e Aix. Il tempo molto belloe le grazie ricevute hanno rinforzato i fedeli

• Messa solenne di don Madi a Dendermonde• Processione del Corpus Domini nel 2016

Dal Belgio

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nella loro fede. Il 2/04/17: pellegrinaggio allaSanta Tunica di Argenteuil, vicino a Parigi:un centinaio di pellegrini riuniti per l’osten-sione straordinaria della Santa Tunica diGesù Cristo, affidata da Carlo Magno a suafiglia, religiosa e priora di Argenteuil.• Argentina. Il 20/02/16 si è svolto il pel-

legrinaggio al Santuario Nazionale di No-stra Signora di Lujan. La processione è ini-ziata con un discorso di don Sergio CasasSilva in ricordo dei soldati che morirononella guerra delle Malvinas. Don Sergio hacelebrato la santa Messa nella cappella del-la Vergine di Lujan, a cui hanno assistitouna quarantina di persone provenienti dal-le province di Santa Fè, Buenos Aires,Mendoza e Chubut.

AMMINISTRAZIONE DEI SACRAMENTI• Battesimi- 18/01/16, Elsa Armanini a Rovereto.- 23/01/16, Tristan Berthelot (con rito degliadulti) a Parigi.

- 31/01/16, Benedetta Lorenzi a Torino.- 20/02/16, Eden e Kristen Rivoal a Parigi.- 01/02/16, Maria Libera Corlito a Rimini.- 13/02/16, Nella Douyou a Parigi.- 06/03/16, Marie-Odile Fritz a Serre- Nerpol.

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- 15/03/16, Georges Luc Chérubin a Robert,in Martinique (Francia).

- 19/03/16, Pauline Bourbon a Donzy.- 27/03/16, Joseph Adda-Benatia a Serre-Nerpol.

- 28/03/16, Gabriel Blanchard a Dender-monde.

- 3/04/16, Marie-Madeleine Dridi (con ritodegli adulti) a Parigi.

- 16/04/16, Inès e Lina Federici a Parigi.- 25/04/16, Gabriele Trentini ed Ettore Pietro Fattor a Bolzano.

- 30/04/16, Stéphanie Tasiacq a Serre- Nerpol.

- 2/06/16, Pietro Chasseur a Aosta.- 4/06/16, Pauline Buliard a Parigi.- 04/06/16, Leander Moreau a Dender -monde.

- 11/06/16, Bruce Suire (con rito degli adul-ti) a Lione.

- 11/06/16, Eve, Libralesso (con rito degliadulti) a Lione.

- 19/06/16, Tiberio Costantino Prandi a Ro-vereto.

- 25/06/16, Isabella Bragagnolo a Strevi.- 02/07/16, Violette Hamers e Aleksy Ser-geyssels a Dendermonde.

- 09/07/16, Catherine Allegrini (con rito de-gli adulti) a Serre-Nerpol.

- 23/07/16, Laura Bojarski a Chantelouve(Isère).

- 25/07/16, un piccolo Michel.- 30/07/16, Emanuele Raimondi a Torino.- 28/08/16, Rose Dumortier a Dender -monde.

- 8/09/16, Julienne Gillis a Dendermonde.- 8/10/16, Corentin, Jean-Louis, MarieGoarzin a Servion.

- 22/10/16, Agnès, Marie-Louise e Viviane,Marie-Monique Bolliger ad Annecy.

Don Le Gal con i bambini, il giorno delle Prime Comunioni a Parigi nel 2016

• s. Messa all’oratorio MBC di Rosario • Pellegrinaggio al santuario di N.S. di Lujan

Dall’Argentina

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- 30/10/16, Linda Schizzerotto a Rovereto.- 1/11/16, Pierre Bocquillon a Dender -monde.

- 8/11/16, Thomas Van Overbeke a Den-dermonde.

- 19/11/16, Beatrice, Camilla e Marco Aure-lio Bolognini, vicino a Modena.

- 26/11/16, Teodora Anna Consonni a Milano.

- 26/11/16, Gabriel, Claude, Guy Rousselotad Annecy.

- 4/12/16, Elie Doine (con rito degli adulti)a Parigi.

- 16/12/16, Pietro Lorenzi a Moncalieri.- 18/12/16, Louise Ramis a Serre-Nerpol.- 24/12/16, Marie Herbrich a Parigi.- 26/12/16, Cecilia Maria Aloia a Pescara.- 01/01/17, Joris Fournel (con rito degliadulti) a Serre-Nerpol.

- 14/01/17, un piccolo Antoine a Parigi.- 29/01/17, Thiziano Lionel Paris a Rosario(Argentina).

- 5/02/17, Céleste e Zélie Frayon a Parigi.- 11/02/17, Antoine Tarantino (con rito de-gli adulti) a Parigi.

- 11/03/17, Pierre Bluthé a Parigi.- 12/03/17, François Dupont a Dendermonde.- 19/03/17, Matteo De Ridder a Dender-monde.

- 25/03/17, Yanis Federici a Parigi.- 1/04/17, Marie-Madeleine Cazalas a Serre-Nerpol.

- 2/04/17, Giuseppe Mazzasette a LoroCiuffenna.

- 2/04/17, Anne-Marie Foulquier a Parigi.- 8/04/17, Helena Steenbergen a Dender-monde.

- 13/05/17, Rebecca Galbiati a Milano.- 13/05/17, Luciano Massimo Corlito a Rimini.

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- 14/05/17, Apolline, Marguerite-Marie,Clotilde Galibardy a Lione.

• Matrimoni- 23/01/16, a Verrua, Davide Consonni eSara Rezk.

- 30/01/16, a Raveau, Jonathan Bluthé eMathilde Marie.

- 02/04/16, a Serre-Nerpol, Georges-Antoi-ne Themia e Michèle Barge.

- 02/04/16, a Serre-Nerpol, Eric Mahieu eHélène Barge.

- 9/04/16, a Cetrano (CZ), Andrea Salza eRosilde Toscano.

- 16/04/16, a Parigi, Laurent Federici e Ma-rie-Madeleine Dridi.

- 23/04/16, a Pescara, Riccardo D’Antonio eIsabella Lombardi.

- 30/04/16, a Serre-Nerpol, Sylvain Sancheze Stéphanie Tasiacq.

- 07/05/16, a Cantavenna (AL), Diego Bog-ge e Maria Chiara Sardi.

- 07/05/16, vicino a Evry, Yann Kacenelen eLydia Morandy.

- 4/06/16, a Verrua, Patrick Candido e Ma-ria Vittoria Bichiri.

- 18/06/16, a Le Passage, Bruce Suire et EveLibralesso.

- 2/07/16, a Lione, Boris Galibardy e AgnèsGigou.

- 10/09/16, a Sanfré (CN), Federico Accor-nero e Elena Sardi.

- 29/10/16, a Chambéry (Cappella S. Curéd’Ars), Yves Allemann e Marguerite-Ma-rie Bouyal.

- 10/12/16, a Parigi, Elie Doine e FabienneLeclercq.

- 10/01/17, a Dendermonde, ValentijnSteenbergen e Dragana Stankovski.

- 11/02/17, a Rovereto, Marco Tettamanti eTimea Emese Valyi.

- 1/05/17, a Verrua Savoia, Augusto San Felice di Bagnoli e Marianna Bufo.

• CresimeMons. Stuyver ha amministrato le Cresimenei seguenti luoghi:

- 25/06/16, a Rovereto (17 cresimandi).- 26/06/16, a Milano (16 cresimandi).- 7/08/16, a Raveau (1 cresimando).- 1/10/16, a Verrua (10 cresimandi).- 23/10/16, a Parigi (16 cresimandi).- Circa una ventina anche le cresime ammi-nistrate da Monsignore a Dendermondenel corso di quest’anno.

S. Cresime in Trentino

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DefuntiAnno 2015- 15/9/15 (ma la triste notizia ci giunge

dalla Spagna solo a dicembre), Pilar Ale-jos, che ci aveva ospitato in casa sua per lacelebrazione della s. Messa. - 1/12/15, JeanThibaut, munito dei sacramenti, aveva aiu-tato per l’acquisto della cappella di Lione,dove è stata celebrata il 20 dicembre unaMessa in suo suffragio; sua moglie è manca-ta le 26/08/16. - 17/12/15, Mons. Robert Fi-delis McKenna: una Messa cantata in suosuffragio è stata celebrata alla Maison St-Joseph e a Verrua Savoia. – 20/12/15, Van-da Ricchi vedovaMarchetti di Maranello.Anno 2016- 18/01/16, Mario Giannelli a Torino,

aveva ricevuto i sacramenti da don Ricossa.- 30/01/16, Carla Rabotti in Rennella a Le-vanella (AR), zia e madrina di don Ricossa,defunta con tutti i sacramenti. Il funerale èstato celebrato da don Francesco il 2 feb-braio a Castelnovo ne’ Monti. Fu semprefedele alle messe dell’Istituto in Toscana, aFirenze prima e poi a Loro Ciuffenna, edha ospitato spesso a casa sua, con suo mari-to, i nostri sacerdoti che venivano a cele-brare. - 10/02/16, Veridiana Guidi ved.Tura, di 91 anni, a Santa Giustina (RN). -19/02/16, Giordana Goretti ved. Formigoni.- 1/03/16, Marie-Rose Vinson, sorella di Pa-dre Vinson, deceduta con tutti i confortidella religione. Aveva sostenuto il fratello eha voluto trascorrere gli ultimi anni dellasua vita nel convento da lui fondato, a Ser-re Nerpol. - 2/03/16, è mancato a Torino ilProf. Sergio Ricossa, padre di don France-sco, che da più di quindici anni assistevaabitualmente alla S. Messa nell’Oratorio diTorino, e nella lunga malattia aveva ricevu-to i santi sacramenti. Il figlio ha celebrato ifunerali il 5 marzo a Torino, ed è stato se-polto a Castelnovo ne’ Monti (RE).-13/03/16, Giuseppe Mancini, 75 anni, aMercato Saraceno (FC), funerali officiatida don Carandino nella chiesa di Paderno

• Prime comunioni- 27/12/2015, Laura Portaluri a Torino.- 03/01/2016, Adrien Bonnand a Serre-Ner-pol.

- 07/04/16, Marie-Madeleine Federici a Ser-re-Nerpol.

- 29/05/16, Odile Vigand a Serre-Nerpol.- 05/06/16, Benoît Mézières a Serre-Nerpol.- 11/06/16, Inès Federici, Mathieu Rueda eFrançois W. a Parigi.

- 19/06/16, Mathieu Miche a Serre-Nerpol.- 03/07/16, Enzo Berjot a Serre-Nerpol.- 10/07/16, Catherine Allegrini a Serre- Nerpol.

- 23/07/16, Adrien Bojarski nella chiesa diChantelouve (Isère).

- 2/10/16, Vittoria Proli a Rimini.- 23/10/16, Viviana Ferrari a Pescara.- 01/11/16, Killian Bebon e Lénaëlle Bebona Raveau.

- 01/12/16, Joris Fournel a Serre-Nerpol.- 11/12/16, Madeleine Jorland a Serre- Nerpol.

- 01/01/17, Pierre Speyer et Cindy-Joy Marti a Serre-Nerpol.

- 20/04/17, Mayeul Cazalas à l’Œuvre del’Étoile à Nîmes.

- 01/05/17, Claudio De Fanti, Vittorio Manara e Giulio Scottini a Rovereto.

- 01/05/17, Isabelle Langlet a Raveau.- 13/05/17, Beatrice e Camilla Bolognini aModena.

- Comunioni solenni: a Serre-Nerpol 8bambini nella festa del Corpus Domini2016, e altri 8 il 29 giugno.

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AnniversariIl 18/12/2015 sono stati i 30 anni dell’I-

stituto: ne abbiamo già parlato nell’edito-riale. Il 9/01/16 a Verrua con una Messasolenne si sono celebrati i 25 anni di sacer-dozio di don Ugolino Giugni che fu ordi-nato il 12/01/1991. Nel gennaio 2016 sisono festeggiati i 10 anni di ministeroIMBC a Parigi. Messa solenne (ben canta-ta!) di s. Genoveffa, molti i fedeli presenti,poi pranzo conviviale, proiezione di diapo-sitive e vespri. Il 7/09/16 a Modugno è sta-ta celebrata una Messa in suffragio dell’a-nima di Pino Tosca. L’11/09/16 a Serre-Nerpol don Ricossa ha celebrato una Mes-sa per don Gustave Delmasure, a 20 annidalla sua morte.

Il Professor Sergio Ricossa

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(FC). - 17/03/16, Giovanni Enrico Macarioa Pinerolo, si era riavvicinato a Dio nellamalattia, il funerale è stato celebrato dadon Giugni il 19/03. - 23/03/16, Maria AdeleBottini in Scanu, defunta a Cremona; avevaricevuto tutti i sacramenti pochi giorni pri-ma da don Giugni. - 5/04/16, Paola Ba-schetti, morta a Città di Castello, aveva ri-cevuto i sacramenti da don Ricossa. -4/05/16, Ema Heffner in Slovacchia, dovedon Le Gal si era recato precedentementeper darle i sacramenti ed è tornato per cele-brarne il funerale. - 31/05/16, Gérard Tron-che. - 2/07/16, Hector Luis Fermoselle, aBuenos Aires (Argentina). - 23/08/16, Ma-rie Madeleine Boyer, moglie di M. JeanPeyronel, nonna di Suor Cecilia Maria. In-sieme con il marito, furono tra i primi areagire alle novità conciliari ed alla nuovamessa. I funerali sono stati celebrati il 26 dadon Murro. - 5/09/16, presso Parigi è man-cata Denise Chevallier, munita dei sacra-menti; i funerali sono stati a Mantes-la-Jo-lie, sepoltura a Bagneux. - 5/11/16, LuiginaPerona, vedova Gillio, deceduta all’età di101 anni, madre della sig.ra Teresina Gillio.I funerali sono stati celebrati a Torino l’8novembre da don Murro. - 15/11/16, An-drée Chuilon, madre del compianto Flo-rent, che ha trascorso la sua vita in opere dibene; i sacramenti li ha ricevuti da don Ca-zalas che ne ha celebrato le esequie. -26/11/16, Guy Privat, padre di Jocelyn, acui don Murro aveva dato i Sacramenti. -27/11/16, Simone Pol vedova di Ferdinand,madre di Suor Anne-Myriam e di Michel. Ifunerali sono stati celebrati il 29 alla Mai-son St-Joseph. - 2/12/2016, Vito De Matteo,90 anni, a Carbonara, proprietario dellacappella dove officia l’Istituto. Funeralinella cappella il 5/12/2016.Anno 2017- 6/01/17, Anne Geoffroy, madre di 10 fi-

gli, deceduta, vicino a Raveau munita dei sa-cramenti. - 14/01/17, Giovanni Baviello aCastenaso; Messa esequiale il 16/01 da donRicossa. - 15/01/17, Raymond Henri Duci-metière, all’età di 90 anni, padre della signo-ra Radice. I funerali sono stati celebrati adEpagny il 18. - Il 19/01/17, Valeria Viola ved.De Filippi, defunta a Longone al Segrino. Ilfunerale è stato celebrato da don Giugni il21/01. Fedele da sempre alla s. Messa triden-tina (negli anni ottanta aveva messo a dispo-sizione la propria casa per la celebrazione

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della s. Messa), riceveva regolarmente i sa-cramenti dai sacerdoti dell’Istituto. -13/02/17, Marie-Bernadette de Cacqueray(nata de Nantes); munita dei sacramenti.Don Le Gal ha celebrato i funerali a Parigi el’inumazione nella tomba di famiglia in pro-vincia. - 16/02/17, Riccardo Lamura a Berga-mo, aveva ricevuto i sacramenti da don Giu-gni. - 24/03/17, munita di sacramenti, Michè-le Marie Thérèse Horn, vedova Grellou,madre della signora Sylvie Langlet, nonnadel nostro seminarista Bernard e delle SuoreElisabetta e Giovanna. I funerali sono staticelebrati a Raveau il 28 da don Murro. -4/04/17, Giuseppe Masera, a Trofarello(TO), deceduto con tutti i sacramenti. -6/4/17, Palmina Dalla Riva in Tibaldo, di 90anni, di Crespadoro (VI), nonna materna diFra Felice. - 16/4/17, Salvatore Comandini diMercato Saraceno (FC), di 82 anni, salmabenedetta da don Carandino.

Sursum CordaSegnaliamo il bollettino Sursum Corda,diretto da Carlo Di Pietro, che ognisettimana pubblica dei testi del magi-stero della Chiesa e dei migliori autoridi vita spirituale. Tra le attività editoriali vi è anche la ri-stampa di classici della cultura cattoli-ca: il primo volume è stato La Rivolu-zione di Mons. de Ségur (pag. 168,10.00 euro). Per richiedere bollettini e libro scrivere a:[email protected]://www.sursumcorda.cloud

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Modena, 14/10/2017: XII Giornata per la Regalità Sociale di Cristo

Sabato 14 ottobre 2017, presso il salone delle conferenze del “Ristorante Vinicio” aModena, in Via Emilia Est n. 1526, fraz. Fossalta, la rivista “Sodalitum” e il CentroStudi “Giuseppe Federici” presentano la XII Giornata per la Regalità Sociale diCristo, col seminario di studi:

“DELLA SETTA MASSONICA. 1717 - 2017: i tre secoli della massoneria moderna”.

Vi sarà un’esposizione di libri e oggettistica acura di case editrici e associazioni culturali.

Programma della giornata:

ore 10,30 caffè di benvenuto.ore 11,00 recita del “Veni Sancte Spiritus”,presentazione della giornata e aperturadell’esposizione.

ore 11,15 prima lezione: “Le origini e la fondazione della setta”.ore 12,15 pausa per il pranzo.ore 15,00 seconda lezione: “L’enciclica Humanum Genus di Leone XIII”.ore 16,00 pausa.ore 16,30 terza lezione: “Massoni, modernisti, tradizionalisti”.ore 17,30 conclusione della giornata con il canto del “Christus Vincit”.

• Le lezioni saranno tenute da don Francesco Ricossa, direttore della rivista Soda-litium.

• L’ingresso al seminario di studi e all’esposizione è libero. Non è permessa la dis-tribuzione di materiale informativo da parte di associazioni non accreditate con l’or-ganizzazione.

• La quota per il pranzo è di 30 euro a persona. È necessario iscriversi al pranzo en-tro giovedì 12 ottobre 2017 presso il Centro Studi “Giuseppe Federici”.

• Il Ristorante Vinicio, in Via Emilia Est, 1526, fraz. Fossalta di Modena, tel. 059.280313, www.ristorantevinicio.it, si raggiunge:– dal casello autostradale di Modena Sud seguendo le indicazione per CastelfrancoEmilia; raggiunta la Via Emilia svoltare a destra;– dalla stazione ferroviaria di Modena con l’autobus n. 760 e 751.

Per informazioni e iscrizioni al pranzo:Centro Studi “Giuseppe Federici” - Via Sarzana 86 - 47822 Santarcangelo (RN)- Tel. 0541.75.89.61e-mail: [email protected]

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XVI CONVEGNO DI STUDI ALBERTARIANI

San Carlo Borromeo contro Lutero. Il vero riformatore cattolico

Milano Sabato 18 novembre 2017alle ore 15 presso Andreola Central Hotel

in via Domenico Scarlatti 24 (zona Stazione Centrale)

Relatore: Don Francesco RicossaInterventi:• San Carlo. Il Vescovo della controriforma cattolica contro l’eresia protestante

• La controriforma cattolica del Borromeo e la dottrina della giustificazione luterana diBergoglio: un confronto a 500 anni dalla Riforma

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• 10 - 24 luglio a Raveau in Francia: Colonia estiva S. Luigi Gonzaga per bambini dagli 8 ai 13 anni.

• 15 - 22 luglio a Verrua Savoia: Colonia estiva B. Imelda per bambine e ragazze.• 31 luglio - 11 agosto campeggio per ragazzi in montagna: dai 14 ai 21 anni.

• Esercizi spirituali di S. Ignazio a Verrua Savoia:• Per le donne: da lunedì 21 agosto (ore 12) a sabato 26 agosto 2017.• Per gli uomini: da lunedì 28 agosto (ore 12) a sabato 2 settembre 2017.

Per ogni informazione, mettersi in contatto con l’Istituto a Verrua Savoia:

Loc. Carbignano, 36. 10020 VERRUA SAVOIA (TO) Tel.: 0161. 83.93.35 - Fax: 0161. 83.93.34 - email: [email protected]

www.sodalitium.it

Prossime attività 2017

Donare il 5 per mille all’associazione MATER BONI CONSILII ONLUS.Su tutti i modelli per la dichiarazione dei redditi (Modello Unico, 730, CUD ecc.) sceglie-te la casella dedicata al “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale”.È sufficiente la vostra firma e il numero del Codice fiscale della MATER BONI CONSILIIONLUS (91 00 60 50 016), e la quota della vostra imposta sul reddito sarà devoluta alleattività dell’Istituto Mater Boni Consilii.

MATER BONI CONSILII ONLUS. Codice 91 00 60 50 016

Come arrivare:In treno: Per chi arriva alla Stazione Centrale uscire dalporticato a sinistra. All’esterno introdursi nellastrada di fronte che è via Scarlatti. Dopo appena200 metri al numero 24 di questa si trova l’HotelAndreola.Metrò: MM 2 (verde) MM 3 (gialla): CentraleTram: 1, 5, Bus: 60 90, 91, 92

Per informazioni:Centro Studi Davide Albertariovia della Torre 38, 20127 MilanoTel. 0161.839.335email: [email protected]: http://www.davidealbertario.it

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IN CASO DI MANCATA CONSEGNA SI PRE-GA DI RINVIARE AL MITTENTE CHE SI IM-PEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFAPRESSO C.R.P. ASTI C.P.O.

“Sodalitium” PeriodicoLoc. Carbignano, 36. 10020 VERRUA SAVOIA (TO) Tel. 0161.839.335

DESTINATARIO - Destinataire:SCONOSCIUTO - InconnuTRASFERITO - TransféréDECEDUTO - Décédé

INDIRIZZO - Adresse:INSUFFICENTE - InsuffisanteINESATTO - Inexacte

OGGETTO - Object:Rifiutato - Refusé

RESIDENZE DELL’ISTITUTO

ITALIA - Verrua Savoia (TO): CASA MADRE -Istituto Mater Boni Consilii, Chiesa SS. Pietroe Paolo, Loc. Carbignano, 36. Nei giorni ferialiS. Messa alle ore 7,30; tutte le domeniche S.Messa alle ore 18. Benedizione eucaristica tuttii venerdì alle ore 21. Tel.: 0161.839335; e-mail:[email protected] sito: www.sodalitium.it

San Martino dei Mulini (RN): CASA S. PIO X -Don Ugo Carandino, via Sarzana 86, CAP47822. Tel.: 0541.758.961; e-mail: [email protected] sito: www.casasanpiox.it

ARGENTINA - Rosario: CASA SAN JOSÈ – DonSergio Casas Silva, Iguazú 649 bis, C. P. 2000 -Rosario (Santa Fe). Tutte le domeniche S. Mes-sa alle ore 10. E-mail: [email protected]

BELGIO - Dendermonde: Mons. Geert Stuyver,Kapel O.L.V. van Goede Raad, Koning Albert-straat 146, 9200 Sint-Gillis, Dendermonde. S.Messa tutte le domeniche alle ore 10. Tel. eFax: (+32) (0) 52/380778.

FRANCIA - Raveau: 350 route de Mouchy,58400 Raveau. Per informazioni: Tel.: (+33)03.86.70.11.14; e-mail: [email protected]

ALTRE SS. MESSE IN ITALIA

Abano Terme (PD): la 2ª del mese alle ore 18.Per informazioni: Tel. 0161.839335.

Bari: Cappella S. Michele, c.so Vittorio Em. 109,Carbonara. La 1ª domenica del mese alle ore18,30. Per informazioni: Tel. 0541.758961.

Ferrara: Chiesa S. Luigi, via Pacchenia 47, Alba-rea. Tutte le domeniche alle ore 17,30, salvo la3ª domenica del mese alle ore 11,30. Per infor-mazioni: Tel. 0161.839335.

Lastra a Signa (FI): la 3ª domenica del mese alleore 11. Per informazioni: Tel. 0161.839335.

Loro Ciuffenna (AR): Fattoria del Colombaio,str. dei 7 ponti. La 1ª domenica del mese alleore 17,30. Per informazioni: Tel. 0161.839335.

Milano: Oratorio S. Ambrogio, via della Torre 38.Tutte le domeniche e festivi alle ore 11. Per informazioni: Tel. 0161.839335.

Modena: Oratorio S. Pio V, via Savona 75. Tuttele domeniche alle ore 11, salvo la 3ª domenicadel mese alle ore 9. Per informazioni: Tel.0161.839335.

Pescara: Oratorio del Preziosissimo Sangue, viaOfanto 24. La 2ª alle 18,30; la 4ª del mese alleore 11. Per informazioni: Tel. 0541.758961.

Potenza: Oratorio San Lorenzo, Via Angilla Vec-chia 126, la 3ª domenica del mese alle ore 19,30.Per informazioni: Tel. 0541.758961.

Roma:Oratorio S. Gregorio VII, via Pietro della Val-le 13/B. La 1ª, 3ª e 5ª domenica del mese, ore 11.Per informazioni: Tel. 0161.839335.

Rimini: Oratorio San Gregorio Magno, via Molini8. La 1ª e 2ª del mese alle ore 11, la 3ª e 4ª delmese alle ore 18,30. Per informazioni: Tel.0541.758961.

Rovereto (TN): la 1ª, 3ª e 5ª domenica del mesealle ore 18. Per informazioni: Tel. 0161.839335.

Torino: Oratorio del S. Cuore, via Thesauro 3/D.Tutte le domeniche e festivi S. Messa cantataalle ore 9; S. Messa letta alle ore 11,15; il 1° ve-nerdì del mese alle ore 18,15. Per informazioni:Tel. 0161.839335.

Valmadrera (LC): Via Concordia, 21. La 2ª e la 4ªdomenica del mese. Per informazioni: Tel.0161.839335.

Varese: la 4ª domenica del mese ore 18. Per infor-mazioni: Tel. 0161.839335.

Confessioni 30 minuti prima dell’inizio delle S. Mes-se. Dei cambiamenti occasionali negli orari delleMesse, specie nel periodo estivo, possono interve-nire; se frequentate saltuariamente i nostri oratorivi consigliamo di telefonare.

ALTRE SS. MESSE IN FRANCIAPer informazioni: Tel. 0161.839335 oppure consultate il sito www.sodalitium.eu

PER LE VOSTRE OFFERTE:• Sul Conto della Banca Popolare di Novara di Crescentino VC, (IBAN): IT 16 Z 05034 44440000000003850 intestato a Centro Culturale & Librario Sodalitium.

• Sul Conto Corrente Postale numero: IT 83 X 07601 10300 000036390334 BIC : BPPIITRRXXX intestato aCentro Culturale & Librario - Sodalitium Periodico.

• Potete donare il 5 per mille alla MATER BONI CONSILII ONLUS. Su tutti i modelli per la dichiarazio-ne dei redditi (Modello Unico, 730, CUD ecc.) scegliete la casella dedicata al “Sostegno delle organizzazio-ni non lucrative di utilità sociale...” È sufficiente la vostra firma e il numero del Codice fiscale della MA-TER BONI CONSILII ONLUS (91 00 60 50 016).• Per la avere ricevuta di detrazione fiscale: fare offerta a Associazione Mater Boni Consilii onlus su cc. BancaProssima (gruppo SanPaolo) IBAN: IT 69 S033 5901 6001 0000 0112 352 BIC: BCITITMX, chiedere ricevuta.

SS. MESSE