Il Fatto n. 008

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Processo Bufi : depositata la sentenza La Corte d’Assise presso il Tribunale di Trani ha reso note le motivazioni con cui sono stati assolti Marino Domenico Bindi, accusato dell’omicidio della giovane Annamaria ed Emilia Toni ed Onofrio Scardigno, imputati per favoreggiamento. Le motivazioni in 322 pagine. Molfetta mercoledì 2 aprile 2008 Quindicinale gratuito di informazione, Tiratura copie 20.000. n° 8 Lʼomaggio della città a Nicola Morgese È scomparso il noto avvocato che ebbe tra le sue passioni, oltre che natural- mente l’arte del “foro”, anche la scrittura, la pittura e l’impegno politico. Tra i suoi regali più preziosi fatti alla città la nascita de “l’altra Molfetta”. Il suo ricordo nelle parole del direttore de “Il Fatto”. Le interviste ai tre candidati sindaco, le ultime curiosità e le informazio- ni per votare. Politica Il mare al centro del mistero: un suicidio, un disperso e un faro senza luce. Cronca Molfetta si conferma capi- tale della buona cucina e del gusto. Cultura Con la Polispor- tiva Libertas prosegue il tour tra le associa- zioni sportive cittadine. Sport Inchiesta da pagina 3 pagina 19 pagina 23 pagina 27 pagina 21 pagina 22 Bevi tu… che bevo io!

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Page 1: Il Fatto n. 008

Processo Bufi: depositata la sentenzaLa Corte d’Assise presso il Tribunale di Trani ha reso note le motivazioni con cui sono stati assolti Marino Domenico Bindi, accusato dell’omicidio della giovane Annamaria ed Emilia Toni ed Onofrio Scardigno, imputati per favoreggiamento. Le motivazioni in 322 pagine.

Molfetta mercoledì 2 aprile 2008Quindicinale gratuito di informazione, Tiratura copie 20.000. n° 8

L̓ omaggio della città a Nicola MorgeseÈ scomparso il noto avvocato che ebbe tra le sue passioni, oltre che natural-mente l’arte del “foro”, anche la scrittura, la pittura e l’impegno politico. Tra i suoi regali più preziosi fatti alla città la nascita de “l’altra Molfetta”. Il suo ricordo nelle parole del direttore de “Il Fatto”.

Le interviste ai tre candidati sindaco, le ultime curiosità e le informazio-ni per votare.

PoliticaIl mare al centro del mistero: un suicidio, un disperso e un faro senza luce.

CroncaMolfetta si conferma capi-tale della buona cucina e del gusto.

CulturaCon la Polispor-tiva Libertas prosegue il tour tra le associa-zioni sportive cittadine.

Sport

Inchiestada pagina 3 pagina 19 pagina 23 pagina 27

pagina 21 pagina 22

Bevi tu… che bevo io!

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Quando e come si vota: ve lo diciamo noi

Tutti al voto!

A poco più di dieci giorni dalle elezioni continua la corsa frenetica per accaparrarsi gli ultimi voti ancora “disponi-

bili”. Tra programmi e promesse.

Ormai ci siamo. Mancano poco più di dieci giorni all’avvio delle operazioni di voto e la città si scopre sempre più coinvolta e rapita da questa tornata eletto-rale tanto inaspettata quanto imprevista. Rispetto alle elezioni amministrative del 2006 si contano circa la metà degli aspiranti consiglieri comunali ed un candi-dato sindaco in meno (due anni fa in lotta per la poltrona di primo cittadino c’erano Antonio Azzollini, Lillino di Gioia, Matteo d’Ingeo ed il “candidato fantasma” Anna Maria Tulipano).Gli schieramenti sono oramai ben definiti e, se nelle coalizioni guidate da Antonello Zaza ed Antonio Azzollini le candidature dei pretendenti ad un posto a Palazzo Giovene non hanno suscitato clamore alcuno e, almeno stando alle apparenze, sono state ampiamente condivise dagli alleati, non certo la stessa cosa può dirsi per quanto avvenuto in casa di Mino Salvemini dove sono scoppiati malumori, pubblicamente esternati dall’ex senatore Favuzzi e dal candidato del Partito Demo-cratico Mauro Panunzio, per la presenta-zione di Pino Amato. Una candidatura da alcuni avversata ma che, molto probabil-mente, potrà dimostrarsi oltremodo utile per la causa della coalizione nata per superare “l’emergenza democratica”.Dopo un primo periodo in cui i tre avver-sari hanno pensato a “sistemare” i proble-mi di famiglia, la campagna elettorale è entrata nel vivo e, finalmente, hanno fatto la loro apparizione anche i programmi

politici pensati per il futuro della città. Antonello Zaza, che era stato il primo a scendere in campo con le idee chiare, ha puntato tutto su urbanistica, ambiente e lavoro senza dimenticare il problema pulizia e la necessità di innalzare gli standard di sicurezza del territorio.Antonio Azzollini, dopo avere elencato i

progetti avviati o terminati dalla sua amministrazione ha chiaramente sottoli-neato che in programma ci sarà prima di tutto il completamento delle opere avviate ed una maggiore attenzione verso il territorio con particolare attenzione alla pulizia, all’innovazione tecnologica ed al rilancio del commercio urbano.

Anche per Mino Salvemini in primo piano sicurezza, pulizia della città e “ripristino delle condizioni democratiche”. Insom-ma, sulla carta, al di là degli schieramenti, dei partiti e dei simboli tutti pensano al bene comune ed i cittadini si augurano che alla fine, chiunque avrà l’onore di indossa-re la fascia tricolore mantenga almeno una parte delle promesse fatte.Noi ci sentiamo di condividere la battaglia comune da parte dei tre candidati per il superamento dei problemi legati alla pulizia della città e per l’aumento della sicurezza nel territorio cittadino. Tra i tanti altri problemi evidenziati dai candidati e tra le tante promesse fatte ci permettiamo di invitare i tre candidati a confrontarsi con i cittadini con maggiore attenzione ed approfondimento sul problema casa e sui nuovi scenari sociali ed economici aperti dalla cavalcante espansione delle nostra zona artigianale, una città nella città in cui continuano a moltiplicarsi le aperture di industrie, centri commerciali e piccole aziende ma in cui scarseggiano i servizi più elementari (dai trasporti pubblici, alle attività di ristorazione, dai presidi delle forze dell’ordine alla manutenzione di strade e rotonde).Prima di lasciarvi alle parole dei tre candi-dati alla carica di sindaco non ci resta che darvi e darci un sentito “in bocca al lupo” con la speranza, come abbiamo già detto in altre occasioni, che alla fine a vincere sia solo ed unicamente Molfetta. Buon voto a tutti!

Si voterà domenica 13 aprile, dalle 8 alle 22, e lunedì 14, dalle 7 alle 15.In caso sia necessario il ballottaggio tra i due candidati sindaco maggiormente suffragati si voterà domenica 27 aprile, dalle 8 alle 22, e lunedì 28, dalle 7 alle 15.L’elettore, con la matita copiativa, potrà esprimere il proprio voto:tracciando un solo segno sul nominati-vo del candidato alla carica di sindaco o sul rettangolo che contiene il nomina-tivo stesso. In tal modo, il voto si

intenderà attribuito solo al predetto candidato sindaco; tracciando un solo segno sul contrassegno di una delle liste di candidati al consiglio comunale collegate a taluno dei candidati alla carica di sindaco. In tal modo, il voto si intenderà attribuito sia alla lista di candidati consiglieri che al candidato sindaco collegato;tracciando un segno sia su uno dei contrassegni di lista che sul nominativo del candidato alla carica di sindaco collegato alla lista votata. In tal modo,

il voto si intenderà parimenti attribuito tanto al candidato sindaco che alla lista ad esso collegata;tracciando un segno di voto sul rettan-golo recante il nominativo alla carica di sindaco ed un altro segno di voto su una lista di candidati consiglieri non collegata al candidato sindaco prescel-to (c.d. voto disgiunto). L’elettore potrà altresì manifestare un solo voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere comunale, segnando, sull’apposita riga stampata sulla destra

di ogni contrassegno di lista, il nomina-tivo del candidato preferito apparte-nente alla lista prescelta, senza dover apporre alcun altro segno di voto sul relativo contrassegno, sempre che l’elettore non si sia avvalso della facoltà del voto disgiunto, cioè di esprimere il voto per un candidato sindaco diverso da quello collegato alla lista del candidato consigliere prescel-to. Gli elettori, per poter esercitare il diritto di voto presso gli uffici elettorali di sezione nelle cui liste risultano iscritti, dovranno esibire, oltre ad un documento di riconoscimento valido, la tessera elettorale.Chi avesse smarrito la propria tessera, potrà chiederne il duplicato agli uffici comunali, che a tal fine saranno aperti nei cinque giorni antecedenti le elezio-ni (vale a dire da martedì a sabato), dalle ore 9 alle ore 19, mentre domeni-ca e lunedì, giorni delle votazioni, per tutta la durata delle operazioni di voto.

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Nelle stesse giornate il voto per le “politiche”. Sulle schede per Camera dei Deputati e Senato della Repubblica basterà tracciare un segno sul simbolo del partito pre-

scelto.

mercoledì 2 aprile 2008

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Zaza: “Un protagonismo nuovo per i cittadini”Intervista al candidato sindaco de la Sinistra l̓ Arcobaleno.

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Antonello Zaza, 30 anni, laureando in giurispru-denza. Dal 2001 al 2004 consigliere comunale di Rifondazione Comunista; nel 2004 consiglie-re provinciale. Dal 2006 assessore provinciale alla Solidarietà Sociale, Pari Opportunità, Pace.

Gli avvenimenti dell'ultimo periodo che hanno caratterizzato la vita politica nazionale e cittadina hanno causato un'invitabile allontanamento dei cittadini dalla politica stessa e un disinteresse diffuso. Quanto teme nella prossima tornata elettorale una larga adesione al partito del "non voto"? Ed inoltre, quali sono le sue argomentazioni per indurre i cittadini a riavvicinarsi alla politica?Il partito del non voto a Molfetta è storicamente endemico; c'è un ambito di cittadini che evidente-mente non si è mai sentito rappresentato; certo la gestione amministrativa degli ultimi anni ha operato in direzione opposta a quella che avrebbe dovuto recuperare l'attenzione dei cittadini demotivati; è evidente che un sindaco introvabile, con il quale un comune mortale non può avere la possibilità di interloquire, non facilita il recupero dei cittadini demotivati; per combattere l'astensio-nismo è necessario promuovere il coinvolgimen-to: non è possibile che decisioni riguardanti il futuro della città, la condizione di vita dei cittadini, la loro salute, come l'insediamento della centrale elettrica Ciccolella, tanto per fare un esempio recentissimo, passino nel più totale silenzio, senza che l'amministrazione senta il dovere civico, prima che politico, almeno di informare la cittadinanza. Tanto più grave risulta il silenzio dell'amministrazione e del sindaco alla luce dei risultati degli studi effettuati dall'ARPA, l'Agenzia Regionale per la Protezione Ambienta-le, che ha collocato Molfetta all'ottavo posto per inquinamento atmosferico. Potrei dire la stessa cosa del porto, una megastruttura che devasterà una delle aree più tipiche di Molfetta, per la quale i molfettesi si sono indebitati e che non sanno a che cosa potrà servire. Le do un dato: qualche giorno fa sul Sole 24 ore è stato pubblicato il risultato dello studio di analisti di società finanzia-rie attente alle dinamiche dei commerci nell'area del Mediterraneo che afferma che quasi l'80% dei commerci del e attraverso il Mediterraneo si svolgerà con navi container sempre più imponenti che hanno bisogno di un pescaggio di almeno 16 metri. Tragga lei le conclusioni che si possono ricavare dai risultati di questo studio e si renderà conto che la costruzione del megaporto è velleita-ria e inutile, e che forse era meglio pensare a creare le condizioni di uno sviluppo che andasse

in altra direzione. Tutti sperano che il porto possa servire a qualcosa, intanto festeggiano quei pochi che potranno partecipare a raccogliere i vantaggi della pioggia di milioni che arriverà per il porto. È possibile combattere l'astensionismo costruen-do un'efficace rete di informazione dei cittadini - e oggi è possibile farlo grazie ai sistemi informa-tici - favorendo l'accesso a un'informazione a tutto campo, senza censure preventive, che facilitano l'affarismo e le speculazioni.

Al di la di quelli che possano essere i suoi programmi elettorali e i piani futuri della città in fase di attuazione o di progettazione futura: quale sarebbe per lei il modello "perfetto" di Molfetta. O meglio come sognerebbe la sua città da cittadino?La mia città ideale è quella che si misura soprattutto sulla qualità della vita e che garantisca ai giovani maggiori opportunità di lavoro. Mi si può obiettare che sono state poste le condizioni per lo sviluppo dell'occupazione, anche l'amplia-mento del porto va in questa direzione: ricordo che in uno dei primi numeri del suo periodico in un articolo si dubitava molto delle effettive possibilità occupazionali nella zona ASI; non parliamo poi delle condizioni di totale precariato dei lavoratori impiegati. Quindi 450 ettari di uliveti bruciati per un risultato molto discutibile, che tra l'altro non risolve il problema strutturale della disoccupazione giovanile molfettese, che è essenzialmente di natura intellettuale. In questa direzione la classe dirigente che governa la città quasi da un decennio non ha fatto nulla. La classe

dirigente al governo della città non potrà eludere questo problema, la cui soluzione non sta sicuramente nella costruzione delle cattedrali del consumo o nella progettazione di torri direzionali che non si capisce che cosa debbano dirigere al di là degli affari di pochi. Bisogna modificare le scelte che finora hanno dato risultati fallimentari. Le faccio un esempio banale: per l'ampliamento del porto il comune si è indebitato per 15 milioni di euro, mentre la Regione Lazio ha speso 9 milioni per mettere su un centro di ricerca sull'idrogeno. È evidente allora che favorire sinergie tali da mettere su ad esempio un centro di ricerca nel settore agroalimentare potrebbe anche orientare diversamente le scelte formative dei giovani, facendo privilegiare questo settore piuttosto che quelli umanistici, tradizionalmente accorsati. Per dare opportunità di lavoro ai laureati nelle facoltà umanistiche è necessario riavviare le condizioni per uno sviluppo turistico fondato sulla valorizzazione dei beni culturali e naturalisti-ci; anche in questo caso sono indispensabili sinergie a livello istituzionale, utilizzando per esempio il modello utilizzato recentemente nel Salento con il progetto Il Grand Tour della meraviglia. Bisogna andare, in definitiva, nella direzione di un'economia leggera, che non devasti il territorio, l'unica strordinaria risorsa che abbiamo e che dobbiamo valorizzare saggiamen-te. Molti economisti sono orientati nel sollecitare un'economia del turismo che valorizzi al meglio l'identità culturale e produttiva. Franco Botta recentemente ha affermato che a Vienna sono in grado di dare maggiori e più originali indicazioni sull'uso dell'olio di oliva di quanto facciamo noi e suggeriva di studiare un modo per fare del turismo che promuova nuovi modi di cura fondati sull'olio di oliva. Per fare turismo occorre avviare la programmazione delle strutture ricettive, ovvero realizzare le D4, che non devono servire a costruire le solite villette, a dare ulteriore spazio ai soliti speculatori, ma strutture e ambienti accoglienti e gradevoli. Per rimanere in tema di edilizia e di brutture indicibili, si faccia una passeggiata in Via Don Minzoni. Il problema della qualità della vita ha raggiunto a Molfetta livelli molto critici: mi immagino di utilizzare, con poca spesa, l'area di Lama cupa, per quello che sopravvive, per creare un'area attrezzata per tutti i molfettesi che hanno voglia di correre, e sono tanti, ma sono costretti a farlo tra gli scarichi delle automobili; sogno una città che diventi come Ferrara, dove i cittadini nella parte centrale si muovono a piedi,in bicicletta o con navette, una città priva di frastuoni e di gas, insomma, come si dice, a misura d'uomo; sogno una città con ampie aree a verde, visto che il verde a Molfetta è diventato inesistente; sogno una città nella quale i cittadini siano educati dalla classe dirigente a non pensare alla amministrazione comunale come a un'opportunità per fare facilmente e impunemen-te affari ad ogni costo, a rispettare il bene pubblico, ad armonizzare gli interessi individuali con quelli pubblici.

La campagna elettorale sta in questi giorni riempiendo totalmente la sua vita e natural-mente quella di chi le sta vicino. In che modo la sua famiglia sta vivendo questo periodo in cui la vita privata sembra praticamente inesistente?A dire il vero è da qualche anno che mi ritrovo spesso a sacrificare gli affetti e le relazioni familia-ri e amicali. Da parte di chi mi sta vicino c’è rispetto per il mio impegno e un’infinita pazienza. In campagna elettorale poi la vita privata è ulteriormente sacrificata, specialmente in questa, tenuto conto che nessuno, al di là di Azzollini, immaginava di tornare al voto per le amministra-tive. Per il resto al di là di questa stagione intensa d’impegno in prima persona che mi ha visto qualche anno fa, giovanissimo, entrare nelle istituzioni penso che prima o poi tornerò ad avere

più tempo per la mia vita privata, per me stesso e per i miei progetti di vita al di fuori dalla politica.

Se avesse a disposizione tre desideri esaudi-re per il bene di Molfetta cosa chiederebbe?La ricerca del progresso di Molfetta non può essere delegato solo alla sua classe dirigente e alla politica; desidererei che i cittadini ritrovasse-ro un nuovo protagonismo, un impegno corale, attraverso la partecipazione e il confronto, per discutere del presente e del futuro di questa città. Ci sono donne e uomini in questa città che pur avendo molto da dire e da dare non vogliono farsi coinvolgere, non si sentono rappresentati e non vogliono mettere la loro faccia e la loro testa per paura di compromettersi: desidererei più coraggio; inoltre da giovane fortemente legato a questa città e con numerosi amici e conoscenti che invece hanno dovuto lasciarla per lavoro, vorrei che si iniziasse a pensare a una idea di città che valorizzi i suoi talenti, che utilizzi qui il capitale umano di conoscenze e saperi, che si sottragga all’idea di assistere inerme al continuo migrare di giovani. Infine vorrei che si potesse vivere in una Molfetta a misura d’uomo, anzi di bambino, in cui i beni comuni, come l’ambiente, la costa, il territorio, i beni storici, le vie e le piazze non siano luoghi da aggredire e vandaliz-zare ma posti in cui riannodare le storie e le vite di una comunità oggi in crisi come la sua classe dirigente.

Tornando alla campagna elettorale: rispetto al 2006 meno partiti e la metà dei candidati al consiglio comunale. Una scelta ragionata o necessità legate al poco tempo a disposizione per preparare le strategie elettorali?Siamo in presenza di un’anomalia tutta locale: un sindaco che si dimette dopo due anni di mandato per ricandidarsi al Senato e poi nuovamente alla carica di sindaco, in modo così disinvolto da creare problemi anche alle forze politiche che lo hanno appoggiato e che oggi incontrano difficoltà nel proporre un candidato e un progetto di governo credibili. Costruire le liste dopo soli due anni non è facile, specie per i cambiamenti in atto nel panora-ma politico nazionale. Unica eccezione per noi della Sinistra-l’Arcobaleno che già da un anno procedevamo con iniziative unitarie delle forze di sinistra della città, cui gradualmente si sono affiancate altre esperienze di cittadinanza attiva.

I cittadini chiedono soprattutto maggiore sicurezza. Quali sono gli interventi da porre subito in atto per offrire loro risposte concrete.Rifiuto la logica per cui la questione della sicurezza debba essere affrontata con interventi dettati dall’emergenza. Se le forze dell’ordine possono e debbono reprimere i comportamenti violenti e garantire la sicurezza di tutti i cittadini in clima di sostegno e solidarietà della società civile e delle istituzioni, è altresì vero che solo politiche di inclusione e di equità sociale possono mitigare e ridurre la violenza quotidiana che il degrado sociale, la povertà e l’ignoranza continuamente alimentano e prevenire l’insorgere di nuove forme di disagio. Le politiche di solidarietà sociali non devono basarsi su logiche assistenziali che rischiano di riprodur-re dipendenza, cronicizzando il bisogno, ma al contrario devono basarsi su logiche di condivi-sione e di supporto con la costruzione di servizi che rispondano alle esigenze di chi si trova in difficoltà, ma al tempo stesso siano una risposta, anche in termini di sicurezza sociale, a tutta la comunità. La solidarietà sociale non è pietà, non è beneficenza, ma condivisione delle difficoltà, costruzione di legami sociali più forti, senso di appartenenza ad una comunità, vivere civile, prendersi cura dell’altro, della nostra comunità, in definitiva di noi stessi.

Cosa pensa dei suoi avversari.Rispetto le persone ma ci sono grandi distanze politiche che ci dividono. Per fortuna è così altrimenti se tutti fossimo un’indistinta marmellata aumenterebbe l’assenza di riferimenti chiari per i cittadini in un momen-to in cui ve ne è tanto bisogno.

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Azzollini: “Un comandante non abbandona la sua nave”Intervista al candidato sindaco della

coalizione di centrodestra.

273Antonio Azzollini, 53 anni, sposato di professione avvocato. Dal 1996 siede sui banchi di Palazzo Madama a Roma. Nel 2006 è stato eletto sindaco di Molfetta.

Gli avvenimenti dell'ultimo periodo che hanno caratte-rizzato la vita politica nazionale e cittadina hanno causato un'invitabile allontanamento dei cittadini dalla politica stessa e un disinteresse diffuso. Quanto teme nella prossi-ma tornata elettorale una larga adesione al partito del "non voto"? Ed inoltre, quali sono le sue argomentazioni per indurre i cittadini a riavvicinarsi alla politica?Il sentimento della cosiddetta “antipolitica” è certamente diffuso. Ed è soprattutto comprensibile visto lo spettacolo penoso offerto in questi due anni dal Governo Prodi. Un Governo guidato dal presidente del Partito Democratico, lo stesso di Walter Veltroni, un governo sfilacciato e peren-nemente in bilico, capace solo di affondare l’economia e l’immagine dell’Italia in Europa e nel Mondo.Un Governo talmente precario che alla fine è stato cacciato via dalla stessa coalizione di centrosinistra. Oggi, infatti, come tutti sanno, si torna a votare dopo appena un anno e mezzo proprio perché è caduto il Governo Prodi ed è comprensibile, dunque, la sfiducia da parte degli elettori. Tuttavia, le prossime elezioni rappre-sentano l’ultima occasione per rimettere in piedi l’Italia. È l’ultima occasione per il Meridione, in particolare, per riagganciarsi alla locomotiva del Nord. Coloro che sono davvero indignati per le immagini di una Napoli “allagata” dalla spazzatura; gli artigiani, i commercianti e tutti gli imprenditori che davvero non ce la fanno più a pagare in tasse più della metà dei propri guadagni; i padri e le madri di famiglia che non riescono più ad arrivare alla fine del mese, tutte queste persone di certo non potranno restare a guardare, non potranno

restarsene a casa se vogliono davvero cambiare le cose. A Molfetta, poi, abbiamo avviato straordinari progetti che non possono essere lasciati in sospeso. Al di la di quelli che possano essere i suoi program-mi elettorali e i piani futuri della città in fase di attua-zione o di progettazione futura: quale sarebbe per lei il modello "perfetto" di Molfetta. O meglio come sognerebbe la sua città da cittadino?È noto che il mio sogno è quello di vedere una Molfetta “capitale del Sud”. Non è tanto una questione geografica, piuttosto di idee che hanno respiro europeo e di un lavoro che parte da visioni strategiche sotto il profilo dell’economia, del lavoro, della cultura, del turismo e dello sport. Molfetta, del resto, in questi sette anni di amministrazione di centrodestra è già diventata una “Capitale”: la nostra città vanta infatti non solo una delle più grandi zone industriali della regione, soprattutto può contare su giovani eccellenze in tutti i campi, dall’ingegneria, allo spettacolo, dalla

musica alla ricerca scientifica, dalla carpenteria all’informatica. Sono giovani talenti che danno lustro al nome di Molfetta in tutto il mondo: noi vogliamo coltivare queste eccellenze e creare le infrastrutture affinché altri giovani abbiano adeguate possibilità per affermarsi. Essere una Capitale del Sud significa però lavorare tutti i giorni. Significa poter realizzare uno dei porti più moderni e tecnologici della Puglia, un “braccio” protesto verso i merca-ti emergenti del Medio Oriente e dell’Europa dell’Est. Ma significa anche completare la Terza Zona Artigianale (il piano particolareggiato è stato già approvato dalla mia Giunta e dal Consiglio comunale) destinata alle grandi imprese produttive ad alto tasso di tecnologia e ricerca per creare spazi occupazionali a beneficio dei tanti laureati molfettesi. Significa costruire un modello sociale all’avanguardia con un Ospedale efficiente, con la struttura dell’ex Preventorio che grazie al mio contributo è diventata un centro assistenziale della Lega del Filo D’Oro, punto di riferimento per tutto il Sud Italia; con l’Hospice, il centro assistenziale per malati terminali dell’Opera Pia il cui proget-to è stato varato dalla mia Amministrazione, e che sarà realizzato su via Terlizzi presso la villa Pappagallo. Significa valorizzare le creatività dei tanti artisti molfettesi all’interno della “Cittadella degli Artisti” che abbiamo già appaltato e che sarà realizzata presso l’ex capannone Asm di via Bisceglie; ma anche realizzando uno dei più grandi Audito-rium della regione previsto su un terreno adiacente all’Outlet Fashion District. Essere una “capitale” significa ospitare concerti musicali di valore nazionale come quelli di Claudio Baglioni, Paolo Conte, Giovanni Allevi, John Paul Jones che abbiamo già ospitato la scorsa estate. In poche parole essere una “capitale” significa pensare e realizzare in grande. E soprattutto significa poter contare sulla straordinaria opportu-nità che offre un senatore che è allo stesso tempo sindaco.

mercoledì 2 aprile 2008

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Politica

La campagna elettorale sta in questi giorni riem-piendo totalmente la sua vita e naturalmente quella di chi le sta vicino. In che modo la sua famiglia sta vivendo questo periodo in cui la vita privata sembra praticamente inesistente?Essere impegnato contemporaneamente sia sul fronte politico nazionale, sia sul fronte cittadino non è assoluta-mente facile né per me, né per la mia famiglia. Viaggio con la mia auto personale, non ho autisti o portaborse, mi faccio totalmente carico dei costi sia economici sia umani che questi sacrifici comportano, ma è una mia scelta e non ho nessun diritto di lamentarmi. Mi sono ricandidato perché per Molfetta avere un sinda-co che sia anche senatore in un governo quasi certamente guidato da Silvio Berlusconi, è solo una straordinaria opportunità di crescita. Questo la gente lo sa bene. E siccome mi sento un uomo di mare so che di fronte alle difficoltà un comandante non abbandona mai la propria nave. Di fronte a una grande sfida come quelle che ci attendono un sindaco non abbandona mai la propria città. Per il futuro sto già lavorando per far emergere una nuova classe dirigente di giovani bravi e onesti che possano sostitu-irmi alla guida della città e fare meglio di me. Un bravo politico è colui che si rende non indispensabile per la città, ecco perché il processo di riqualificazione del personale politico deve essere assolutamente portato a termine.

Se avesse a disposizione tre desideri da esaudire per il bene di Molfetta cosa chiederebbe?Ogni lunedì sera, dalla stazione di Molfetta, un fiume di operai e padri di famiglia si imbarca su un treno per un lungo ed estenuante viaggio che li riporta nei cantieri del nord Italia. Ogni mattina, sempre dalla stessa stazione, partono vagoni affollati di giovani uomini e giovani donne che riempiono le aule universitarie di tutta Italia. Ogni mese tantissime famiglie fanno fatica a far quadrare i propri conti. Garantire un futuro a queste persone è l’obiettivo per il quale mi batterò

nell’aula del Senato e in ogni altra sede politica.Ecco perché un sindaco che riceve tutti i giorni non basta. Non si amministra una città con gli slogan e le filastroc-che. Un sindaco deve avere la competenza e l’esperienza per poter trasformare i desideri dei cittadini in fatti concreti. Una Molfetta più sicura, più moderna e tecnolo-gica e soprattutto più pulita sono i tre desideri che trasfor-merò subito in fatti concreti.

Tornando alla campagna elettorale: rispetto al 2006 meno partiti e la metà dei candidati al consiglio comuna-le. Una scelta ragionata o necessità legate al poco tempo a disposizione per preparare le strategie elettorali?Per quanto riguarda la mia coalizione, abbiamo voluto aderire al processo di semplificazione della politica cui si è assistito a livello nazionale. Abbiamo ridotto il numero delle liste tuttavia otto assessori su dieci stanno nella mia coalizione, tutti i consiglieri comunali della nostra coalizio-ne si sono ricandidati con noi e altri provenienti dall opposi-zione hanno scelto di stare con il centrodestra. Abbiamo fatto solo “pulizia” di quegli esponenti che giocavano su tutti i tavoli della politica, spinti solo da convenienza personale e non certo da ideali programmatici. I cittadini si sono accorti, però, che lo stesso coraggio che abbiamo dimostrato noi, non lo ha dimostrato il Partito Democratico. E addirittura mentre il candidato sindaco Mino Salvemini assicurava che Tizo e Caio non sarebbero stati mai suoi alleati, in quello stesso momento Tizio e Caio stavano firmando la candidatura nella sua coalizione. Noi abbiamo scelto la coerenza e l’onestà, i nostri avver-sari non possono dire lo stesso. Ma c’è un altro aspetto importante da sottolineare in fatto di costi della politica. Negli ultimi due anni, la mia Ammi-nistrazione ha mantenuto al minimo i compensi per i consiglieri e per gli assessori comunali. Inoltre, forse sono in pochi a saperlo, in questi due anni il mio stipendio di Sindaco è stato pari a zero euro al mese.

I cittadini chiedono soprattutto maggiore sicurezza. Quali sono gli interventi da porre subito in atto per offrire loro risposte concrete.Le voglio illustrare non semplici promesse, ma progetti concreti che la mia Amministrazione ha già avviato in quest’ultimo anno e mezzo e che ho intenzione di comple-tare subito appena sarò sindaco. Si tratta del progetto della videosorveglianza. Un progetto straordinario che, oltre al ripristino delle telecamere già presenti in alcune zone della città, prevede l’installazione di altri occhi elettronici presso tutte le principali piazze cittadine, in tutti i vicoli del Centro Antico, e in tutte le aree più “sensibili della città”. Guardi, i molfettesi sono in gran parte educati e civili. ma c’è sempre quell’ uno per cento di vandali, di gente che lascia le feci canine sui marciapiedi, di gente che abban-dona il sacchetto dell’immondizia fuori dai cassonetti che va sanzionato in modo severo e inflessibile.

Cosa pensa dei suoi avversari.Li rispetto senza riserve sul piano umano e dell’amicizia. Sul piano politico non abbiamo nulla in comune: io ho radicato il mio programma e ho formato la mia coalizione sulla base di valori importanti quali la tolleranza e la solidarietà del cristianesimo cattolico, il liberalismo mode-rato, la moralità intellettuale, professionale e politica. Mino Salvemini ha impostato invece una campagna elettorale “contro” una persona e non “per” la città a tal punto da formare una coalizione “marmellata” in cui ognuno va per conto suo. Il tutto, senza valori condivisi, senza programmi condivisi, senza ideali condivisi. A giocare con le parole e con le filastrocche, non ci vuole molto. Guidare una città importante come Molfetta, risolvere i problemi con esperienza, lavorare tutti i santi giorni per destinare grandi risorse economiche per lo sviluppo di Molfetta, le assicuro che non è cosa per tutti.Le posso garantire che i cittadini lo hanno capito e sapranno cosa scegliere.

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Salvemini: “I cittadini hanno bisogno di una buona politica”Intervista al candidato sindaco della coalizione di “emergenza

democratica”.

Giacomo Salvemini, detto Mino, professione avvo-cato. Dal 2003 segretario politico dei Democratici di Sinistra. Nell’ultima consigliatura capogruppo del Partito Democratico.

Gli avvenimenti dell'ultimo periodo che hanno caratterizzato la vita politica nazionale e cittadina hanno causato un'inevitabile allontanamento dei cittadini dalla politica stessa e un disinteresse diffuso. Quanto teme nella prossima tornata elettorale una larga adesione al partito del "non voto"? Ed inoltre, quali sono le sue argomentazioni per indurre i cittadini a riavvicinarsi alla politica?I cittadini hanno bisogno di una buona politica. Di una politica che sappia mettersi al loro servizio, intercettandone i bisogni e fornendo risposte adegua-te. Che faccia della partecipazione di tutti ai processi decisionali, il suo metodo ordinario. Oggi, invece, la politica è vista come una realtà distante ed autorefe-renziale. Una roba “di casta”. Questo determina la disaffezione ed il disinteresse a cui lei fa riferimento e che rappresenta la più grave sconfitta per una democrazia. Guardi, io penso e non lo dico per polemizzare, ma perché mi sembra un dato oggettivo che il comportamento del mio principale competitore in questa contesa elettorale, Antonio Azzollini, che, come noto, per il perseguimento della sua personalis-sima carriera politica e per non perdere il suo scran-no a Palazzo Madama, ha abbandonato la carica di primo cittadino, per poi ricandidarsi contemporanea-

mente (addirittura lo stesso giorno!) sia per il Senato che per tornare a fare il sindaco, ha dell’incredibile. E’ un comportamento sconcertante, che considero poco serio e che non fa altro se non ampliare enorme-mente quella frattura già esistente tra la politica ed i cittadini. E’ assurdo che ci si possa prendere gioco in questo modo di una città e delle sue istituzioni. Bene, io credo che, anche su questo, occorra decisamente cambiare registro, lanciando sin da subito messaggi chiari, di serietà e rigore, che consentano di abbattere quello steccato che si è venuto a creare tra la politica

e la società. Ed è esattamente quello che noi intendia-mo fare, indicando esplicitamente quattro temi sui quali puntiamo con forza: innanzitutto procederemo con una riduzione dei costi della politica, tagliando spese e sprechi che, anche in questi anni (al di là della retorica da campagna elettorale adoperata, in questi giorni, dal centrodestra), non sono mancati e procedendo ad una riduzione delle retribuzioni di tutti coloro che saranno chiamati a svolgere incarichi di gestione. In secondo luogo adotteremo ogni inizia-tiva per rendere assolutamente trasparente l’attività amministrativa, per esempio pubblicando sul sito Internet del Comune tutta la sequenza procedimenta-le che riguarda gare di appalto, affidamento di servizi ed ogni procedura ad evidenza pubblica. In tal modo consentiremo a tutti di controllare, verificare e moni-torare l’adoperato dei pubblici poteri. Poi affideremo gli incarichi di gestione delle aziende controllate o partecipate dal Comune a soggetti dotati di compro-vate capacità manageriali ed amministrative, che sappiano rilanciare efficacemente il livello dei servi-zi pubblici. Ed infine adotteremo tutti quegli strumenti (come Bilancio Sociale, Bilancio Parteci-pato e Progettazione Partecipata per la Riqualifica-zione Urbana) che favoriscano un effettivo coinvol-gimento dei cittadini nelle scelte che riguardano il loro futuro. Ecco, partendo da qui, da queste propo-ste concrete, credo che si possa ricostruire un rappor-to di fiducia tra la politica e la società civile che oggi, anche a Molfetta, è fortemente in crisi.

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Sono numerosi i molfettesi candidati nelle liste per il Senato e la Camera ma, ragionevolmente,

solo Antonio Azzollini tornerà nella Capitale.

Roma rimarrà un sogno per tanti

Nel bel mezzo dell’intensa campagna elettorale per le amministrative, in città sono passate in secondo piano le prossime elezioni politiche. Molfetta, naturalmente, senza dover attendere l’esito degli scrutini, sin da ora può contare, anche per la prossima legisla-tura, sul suo parlamentare “sicuro”: si tratta ovviamente del senatore Antonio Azzollini, sindaco uscente e ricandida-to alla poltrona di primo cittadino, piazzato al secondo posto nelle liste del Senato in Puglia per il Pdl. Ancora una volta Azzollini è riuscito a conservare la seconda posizione, alle spalle dell’onorevole Adriana Polibortone. Più ardua, per non dire impossibile, sarà l’impresa per gli altri candidati molfettesi di sedere a Palazzo Madama o a Montecitorio. Al diciottesimo posto nelle liste del Pd al Senato troviamo l’Assessore Regionale alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva Guglielmo Minervini, mentre al medesimo posto nelle liste del Partito Socialista al Senato vi è il nome di un altro politico

molfettese doc, Tommaso Lioce. Per quanto riguarda la Sinistra Arcobaleno, in lista alla Camera al trentareesimo posto ritroviamo il sindacalista Giusep-pe Filannino; sempre alla Camera per la Sinistra Critica ecco il nome di Enio Minervini. Un posto abbastanza rilevante ma pur sempre di improbabile elezione occupa l’ex vicesindaco Carmela Minuto: si trova infatti all’ottavo posto nella lista dell’Udc alla Camera. Soltanto trentaquattresimo è invece Sergio Azzollini nella lista alla Camera dell’Italia dei Valori. Il Movi-mento per l’Autonomia ha piazzato come capolista al Senato il molfettese (solo di nascita) Ferdinando Pinto e al diciassettesimo posto Cosimo de Bari; sempre per l’Mpa candidato alla Camera troviamo Lele Sgherza al ventesimo posto. Infine per quanto concerne La Destra, è candidato al sesto posto per il Senato il molfettese Raffaele Francesco Pellegrini e al quarantunesimo posto alla Camera Giovanni Balacco.

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Al di la di quelli che possano essere i suoi programmi elettorali e i piani futuri della città in fase di attuazione o di progettazione futura: quale sarebbe per lei il modello "perfetto" di Molfetta. O meglio come sognerebbe la sua città da cittadino?Vorrei che Molfetta tornasse ad essere una città con un elevato tasso di qualità della vita. Oggi basta guardarsi intorno per vedere in quali condizioni ci troviamo, tra la sporcizia delle strade, il degrado dell’arredo urbano, la diminuzione costante degli spazi verdi ed il traffico impazzito che invade ogni angolo della città. Per non parlare, poi, della percezione di insicurezza che, in misura sempre maggiore, tanti cittadini avvertono. Fenomeno, questo, gravissimo dovuto in larga parte al fatto che le regole, in questa città, sembrano letteral-mente saltate e chi, nell’amministrazione comunale, doveva farle rispettare è stato, in questi anni, del tutto assente. O, nella migliore delle ipotesi, a Roma. E poi vorrei una città che torni ad essere veramente “vissuta” dai suoi cittadini. Liberamente, senza paure, ostacoli, disagi o forme di degrado che ne impediscono oggi la piena fruibilità. Sogno una città che sia dinamica e vitale (e non ripiegata su se stessa come attualmen-te appare), che sappia recuperare fino il fondo il valore di essere una comunità. Ecco, mi piace pensare ad una città “rigenerata”, che si fondi su due pilastri fondamentali: da un lato la sicurezza ed il rispetto delle regole, e, dall’altro, una assoluta centralità dei cittadini che, attraverso molteplici forme di incontro e coinvolgimento da attivare, siano protago-nisti attivi delle scelte che riguardano il futuro di Molfetta.

La campagna elettorale sta in questi giorni riempiendo totalmente la sua vita e naturalmente quella di chi le sta vicino. In che modo la sua famiglia sta vivendo questo periodo in cui la vita privata sembra praticamente inesistente?Devo dire sinceramente che questa esperienza rappresen-ta per la mia vita privata un vero e proprio tsunami, del tutto inatteso e, quindi, portatore di molti cambiamenti nella mia routine quotidiana. Ho accettato però con grande entusiasmo questa sfida che mi sta totalmente assorbendo e che vede al mio fianco, sebbene con discre-

zione, le persone che mi sono da sempre più vicine.

Se avesse a disposizione tre desideri da esaudire per il bene di Molfetta cosa chiederebbe?Non posseggo la lampada di Aladino, ma mi presto comun-que al suo gioco dicendole l’unico desiderio che mi piacerebbe fosse esaudito: vorrei che potessero ritornare a Molfetta tutti quei giovani che, negli ultimi anni, se ne sono dovuti andare da qui per trovare un lavoro. Il fenomeno della “emigrazione di cervelli” ha colpito pesantemente la nostra città che ha un tasso di scolarizzazione molto alto, con tantissimi giovani che, altamente specializzati e dotati di competenze professionali molto elevate, sono costretti a cercare una sistemazione adeguata al Nord, non trovando qui opportunità in grado di soddisfare le loro aspirazioni. Questo fenomeno, però, rischia di impoverire questa città dal momento che Molfetta, per continuare a crescere, ha bisogno del contributo dei suoi giovani, ha bisogno del loro entusiasmo, della loro creatività, della loro energia. Dei loro talenti. Ecco, per il bene di Molfetta mi piacerebbe che i nostri giovani potessero tornare qui a realizzare i loro sogni, a mettersi in gioco. Perché da loro dipende il futuro della città. Ad una amministrazione spetta creare le condizioni perché questo possa avvenire ed è esattamente quello che mi ripropongo di fare se dovessi diventare sindaco.

Tornando alla campagna elettorale: rispetto al 2006 meno partiti e la metà dei candidati al consiglio comuna-le. Una scelta ragionata o necessità legate al poco tempo a disposizione per preparare le strategie elettorali?Credo che sia la naturale conseguenza del processo di semplificazione del quadro politico che si sta realizzando anche a livello nazionale e ritengo sia un significativo passo in avanti per ridurre quella distanza tra politica e cittadini cui facevo riferimento prima. A Molfetta, per esempio, il fatto che ci siano circa quattrocento candidati in meno rispetto a due anni fa, comporterà un deciso aumento del cosiddetto “voto di opinione”, quello, cioè, espresso liberamente dal singolo cittadino sulla base dei programmi dei candidati e della loro credibilità, e non condizionato dall’assillo

dell’amico o del parente o del vicino di casa che è in lista e ti chiede il voto, ed al quale non si può dire di no. Credo, quindi, che i cittadini abbiano oggi tutti gli elementi per esprimere in piena autonomia la loro preferenza e mi auguro che l’affluenza alle urne sia molto elevata perché ogni tornata elettorale rappresenta il momento più significativo per una democrazia.

I cittadini chiedono soprattutto maggiore sicurez-za. Quali sono gli interventi da porre subito in atto per offrire loro risposte concrete?Il tema della sicurezza è giustamente al centro di questa campagna elettorale dal momento che, negli ultimi tempi, i fenomeni di microcriminalità, di vandalismo, di bullismo, accanto ad episodi certamente più gravi ed in alcuni casi inquietanti (penso, per esempio, agli incendi chiaramente dolosi nel centro storico), stanno destando preoccupazione ed allarme sociale nei cittadini. Su questo voglio essere molto chiaro: Molfetta deve tornare ad essere una città sicura. E questo risultato si può raggiungere adoperando due leve: da un lato con l’approvazione di un apposito “Patto per la Sicurezza” (sul modello di quanto già fatto in altre importanti realtà italiane) che veda la collaborazione di tutte le istituzioni e le forze dell’ordine presenti in città, in modo da rafforzare la presenza delle istituzioni sul territo-rio. In quest’ottica investiremo tutte le risorse disponibili per potenziare il Comando dei Vigili Urbani e per rendere più efficace, anche grazie all’ausilio delle nuove tecnologie, l’attività di controllo di questi ultimi. Ma in secondo luogo una adeguata politica per la sicurezza non può prescindere dal miglioramento delle politiche sociali, dal momento che solo riducendo le situazioni di grave bisogno presenti oggi a Molfetta, si possono eliminare le cause che spesso determinano quei fenomeni di microcriminalità (penso a furti, scippi, rapine) particolarmente odiosi e, purtroppo, sempre più diffusi. In questi anni sotto questo aspetto si è fatto molto poco; noi pensiamo, invece, che il migliora-mento delle condizioni di sicurezza passi necessariamente dal miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Ed è da qui che vogliamo ripartire. Per voltare pagina.

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La campagna elettorale corre su internet

Tra i tre candidati sinda-co però, solo uno ha atti-

vato un sito personale.

Sulla falsa riga di quanto accaduto due anni fa, anche in questa campagna eletto-rale si sta sfruttando in tutti modi la grande risorsa del web. I candidati sindaco di centrosinistra e centrodestra, Mino Salve-mini e Antonio Azzollini, non si sono dotati di uno spazio internet personale a differenza di quanto fatto da Antonello Zaza. Infatti il candidato sindaco della Sinistra l’Arcobaleno è stato l’unico a dar vita ad un blog ufficiale, all’indirizzo www.sinistrarcobalenomolfetta.it, grazie al quale è possibile esprimere la propria opinione su programmi e tematiche cittadine. Sempre puntuale è invece l’informazione garantita dalle testate

Donne in politica: diamo i numeri!

A sorpresa per ciascuno dei tre candidati alla poltrona di sindaco cʼè almeno una lista con una consistente parteci-

pazione in rosa.

A conti fatti su quasi trecentodieci candidati al consiglio comunale sessan-taquattro sono donne, tra loro ce ne sono alcune che hanno anche una consolidata esperienza amministrativa e comunque non sono nuove alle competizioni elettorali, la maggior parte delle candi-date è alla prima esperienza politica, il sospetto che ci siano ancora donne riempitivo (quelle cioè piazzate lì dai partiti solo per salvare la faccia e far finta di credere alle cosiddette “quote rosa” nelle liste) c’è ma potrà essere confermato solo quando si andrà alla verifica dei voti.Nel frattempo, e questo è sotto gli occhi di tutti, oltre il 20 per cento delle perso-ne impegnate nella corsa a Palazzo Giovene sono di sesso femminile: non è molto ma è pur sempre un dato da non sottovalutare specie se si considera il ruolo che le donne in politica da anni rivestono a Molfetta, tra l’altro, uno tra i primi comuni in Italia ad aver avuto un sindaco donna, Annalisa Altomare, che in questa competizione elettorale è

assente.Otto donne sono candidate con Antonel-lo Zaza e La Sinistra-l’Arcobaleno; ventidue con Antonio Azzollini e il centro destra; trentaquattro con Mino Salvemini e i partiti della sua coalizione. A sorpresa per ciascuno dei tre candidati alla poltrona di sindaco c’è almeno una lista con una consistente partecipazione in rosa.In assoluto le liste più “sensibili” alla presenza femminile, tra quelle in corsa per le comunali del 13 e 14 aprile prossi-mo sono, senza possibilità di smentita, quella de “La Destra-Fiamma Tricolo-re” che candida, su ventuno aspiranti consiglieri otto donne, e la lista “Con De Cosmo per Molfetta”, che ne candida undici su trenta. Segue La Sinistra-l’Arcobaleno con otto donne su trenta candidati.Le liste più assoggettate al fascino del macho sono quelle dei Socialisti-Italia dei Valori, lista che candida solo due donne, e quella di Molfetta in azione che ne candida tre.

Scontro elettorale con le spalle al muro

Tra scatti di tendenza e manifesti ad effetto: è la festa del colore e del cattivo gusto.

Un tempo c’erano i comizi e le grandi abbuffate. Poi arrivarono i “santini” su carta colorata ma assolutamente mono-cromatici. Adesso, ma non bisogna dimenticare che si tratta del terzo millennio e che è passato molto tempo dalla geniale intuizione di Gutenberg, c’è il colore ed è una gara a chi, sui manifesti, di ogni foggia e dimensione, la spara più grossa, esagerando anche a rischio di diventare grotteschi se non di più. La foto di “tendenza” è quella che mostra il candidato immortalato con la giacca poggiata sulla spalla e con un sorriso sornione. Ma sono imperdibili i manifesti ad effetto: il candidato a cui sembra siano spuntate le corna; il candi-

dato illuminato dall’alto, quasi folgorato da una entità superiore; per non parlare dei manifesti con foto “d’epoca” e candidati con qualche anno in meno e qualche capello in più, e di foto che mettono in risalto tutta l’avvenenza dell’aspirante consigliere nella speranza che il look e l’occhio ceruleo possano fare la differenza nella cabina elettorale. Capitolo a parte per gli slogan, nessuno veramente nuovo, che provano ad ironizzare, riuscendoci, sulle debolezze dell’avversario o si limitano ad una mera elencazione di provvedimenti assunti o ereditati. Sta di fatto che osser-vare in “gruppo” tutti i manifesti eletto-rali costituisce davvero una esperienza. Altro che ponte dei lucchetti.

Rispetto al 2006, sono meno della metà i candidati al consiglio comunale di Molfetta. Tra gli “esclusi illustri” è impossibile non citare i nomi di Tommaso Minervini e Annalisa Altomare, oltre a quelli di Nino Sallu-stio, Sebastiano Gadaleta, Pietro Uva, Pierangelo Iurilli e Francesco Armenio. E’ chiaro che molti di essi continuano a ricoprire un ruolo fondamentale per la politica cittadina, ponendosi dietro le

quinte, partecipando a riunioni di partito e sperando magari in ruoli di governo o sottogoverno. Tornano a candidarsi Michele di Molfetta e Lillino di Gioia, oltre che il sen. Enzo de Cosmo. Non si hanno tracce invece dell’avv. Mauro de Sario e del dott. Nunzio Fiorentini. Molti i volti giovani che si affacciano al mondo della politica come Nicolò Aurora della Sinistra Arcobaleno, Damiana de Vincenzo per l’UDC e Angela Latino per il Pdl. Con maggiore esperienza ma pur sempre molto giova-ni sono invece i candidati Pietro Mastro-pasqua (Pdl) e Giacomo Rossiello (Molfetta in Azione). Un altro dato che non può non passare inosservato è la massiccia presenza di candidati “trafu-ghi”. Ne costituiscono un esempio Carmela Minuto, Doriana Carabellese, Pino Amato e Rino Lanza, che attual-mente sostengono Mino Salvemini; mentre Benito Cimillo e Mariano Caputo sono sostenitori della candidatu-ra di Antonio Azzollini.

giornalistiche locali attraverso i loro siti internet. E’ qui infatti che si sta consuman-do il confronto politico tra i tre candidati, a suon di comunicati stampa o attraverso resoconti di comizi, convegni e conferen-ze di ogni genere.

Nomi che vanno e nomi che vengono

Tra gli oltre 300 candidati al consiglio comunale manca-no alcuni nomi illustri.

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DATI ELETTORALI 2006Aventi diritto al voto

VOTI AI PARTITI

55.798 Votanti 39.489

Rifondazione ComunistaItalia dei ValoriComunisti ItalianiRiscatto della CittàMovimento del Buon GovernoDemocratici di SinistraAmbientalistiUdeurLa MargheritaMovimento Repubblicani EuropeiVerdiI SocialistiMolfetta che VogliamoPartito RepubblicanoCittà per TuttiRosa nel PugnoAlleanza NazionaleForza ItaliaFiamma TricoloreUdcDemocrazia CristianaMolfetta Prima di TuttoRinnovamento per MolfettaPopolari per MolfettaLiberatorio Politico

614103107

2.122611

1.935427

1.7982.965

431204

2.4081.5001.2211.3602.4642.4046.005

672.959

711.768

1411.567

396

VOTI %

%= voti in percentuale

1,720,29

0,35,951,715,43

1,25,028,321,210,576,764,213,433,826,916,75

16,850,19

8,30,2

4,960,44,4

1,11

VOTI AI CANDIDATI SINDACO

Lillino Di GioiaTommaso MinerviniAntonio AzzolliniMaria Antonia TulipanoMatteo d'Ingeobianchenulle

10.78010.46815.149

9411.196

215478

VOTI %27,9827,1739,31

2,443,1

VOTI ALLE COALIZIONI

Lillino Di GioiaTommaso MinerviniAntonio AzzolliniMaria Antonia TulipanoMatteo d'Ingeobianchenulle

11.9449.348

14.1271.792

452160793

VOTI %31,7124,8237,51

4,761,2

TURNO DI BALLOTTAGGIO

Lillino Di GioiaAntonio Azzollini

13.07616.619

VOTI %44,0355,97

Aventi diritto al voto 55.779

Votanti 30.391

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Siamo certi che il vino faccia sempre buon sangue?Lʼabitudine allʼalcool può dare vita a dipendenza e il numero dei giovani che, anche a Molfetta, abusano di

sostanze alcoliche è in continuo aumento

È davvero difficile definire “droga” una sostanza che, come l’alcool, è parte integrante della nostra cultura, punto di forza nei pasti, nelle feste, nei momenti di gioia, in tutto ciò che fa parte della vita sociale. Eppure esiste una linea di demarcazione tra il consumo adeguato e l’abuso delle sostanze alcoliche. In linea generale si può affermare l’alcool diventa droga quando sviluppa nell’individuo le dinamiche psicologi-che tipiche della dipendenza da sostan-ze psicoattive, quando cioè si fa ricorso alla sostanza nella convinzione di trovare la risposta a propri bisogni: la bottiglia passa così da oggetto socializ-zante e ritualizzato nell’area dell’uso, ad oggetto strumentale e in qualche modo difensivo nell’area dell’abuso, a oggetto farmaco nella dipendenza. Intere generazioni sono cresciute nella convinzione, forse non errata, che il vino faccia buon sangue. Troppo spesso però ci si dimentica che se è vero che l’alcool fa gruppo è altrettanto

vero che può avere effetti devastanti sull’organismo. L’abitudine all’alcool può dare vita a dipendenza e il numero dei giovani che, anche a Molfetta, abusano di sostanze alcoliche è in continuo aumento. Per rendersi conto della gravità del problema è sufficiente leggere i dati del SerT, il servizio tossicologico della Asl.L’assorbimento dell’alcool è molto rapido. Si riscontra la sua presenza nel sangue dopo solo cinque minuti dall’ingestione. L’assorbimento si completa in un lasso di tempo dai quindici ai quaranta minuti. L’alcolemia raggiunge i valori massimi in mezz’ora in caso di stomaco vuoto; da una a due ore a stomaco pieno. L’assorbimento dell’alcool è rapida perché si tratta di una sostanza idroso-lubile e perché non richiede alcun processo digestivo. La velocità di assorbimento è dovuta a diverse condizioni: tipo di bevanda alcolica ingerita: l’assorbimento è tanto maggiore quanto maggiore è la quantità di alcool presente nella bevan-da. pertanto la velocità sarà maggiore per i superalcolici; modo d’assunzione:

una quantità di alcool assunto in dosi frazionate e dilazionate nel tempo determina un tasso alcolemico inferio-re; pienezza gastrica: l’assorbimento è massimo a stomaco vuoto tanto che in caso di pienezza gastrica il tasso alcolemico pur non essendo inferiore si normalizza più rapidamente; tipo di cibi presenti nello stomaco: l’assorbimento è rallentato dai grassi specialmente contenuti in latte e suoi derivati, e dagli zuccheri; stato della mucosa gastrica: le sue alterazioni infiammatorie facilitano la diffusione dell’alcool, per questo gli etilisti croni-ci presentano ebbrezza per modeste quantità d’alcool.Gli effetti tossici dell’alcool aumenta-no con il freddo e in aggiunta ad altre sostanze psicoattive o psicofarmaci. In linea di massima l’organismo tollera meglio le bevande fermentate rispetto a quelle distillate. La spiegazione risiede nel processo di distillazione che produ-ce sostanze di maggiore tossicità. Tra le bevande alcoliche, il vino naturale è il meno tossico e quindi è più tollerato. Questo non significa che non possa diventare nocivo.

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Birra, cicchetto o vino? Eʼ uguale

E’ necessario essere chiari: alcool ed eroina sono droghe che producono gli stessi effetti anche se con tempi diversi. Hanno costi differenti. L’alcool è tollerato, da tutti, per l’eroina non è così. Ma gli effetti che sono in grado di arrecare all’organismo sono devastanti. Se si considera poi che nell’immaginario collettivo la birra non è associata ad una bevanda alcolica si ha più chiara la percezione del problema.A proposito di birra. A conti fatti, la stima è del dottor Antonello Taranto, un “cicchetto” ha lo stesso potere alcolico di un bicchiere di vino, lo stesso di una birra da 33 cc. Due birre producono nell’immediato nel sangue una presenza di alcool pari a 0,50 milligrammi per millilitro. In pratica chi beve due birre consecuti-vamente, e può capitare specie in gruppo, prima di mettersi alla guida deve dare al suo organismo il tempo di metabolizzare l’alcool. Con i superalco-lici bisogna stare ancora più attenti sempre tenendo bene a mente che un cicchetto è pari ad una birra.

In alcuni contesti sociali e familiari per essere uomo devi reggere l’alcool. E l’alcool, a lungo andare, produce effetti devastanti. Il problema più grande sta però nel fatto che difficilmente la persona che è completamente assoggettata all’alcool se ne renderà conto. E’ un tossicodipendente. E’ un malato e non lo sa.“Avere uno scatto d’ira e lanciarsi con la moto per sbollire la rabbia, giocarsi ai videopoker uno stipendio, annegare i dispiaceri in una bottiglia – spiega il dottor Antonello Taranto, direttore del SerT, il servizio tossicologico della Asl - sono tutte espressioni diverse di un’unica malattia. Un tempo si parlava di tossicodipendenza, oggi si dice addiction per indicare la tendenza ad essere assoggettati a qualcosa, essere schiavi di qualcosa. Qualsiasi comportamento verso il quale noi abbiamo una enorme tolleranza e attraverso il quale ci causia-mo una serie di danni è un addiction. Se dovessimo affettare il cervello di una persona che si gioca lo stipendio al poker e quello di uno che si fa di cocaina troveremmo lo stesso difetto. Ci sono persone che di fronte ad un problema hanno avuto l’impressione di sentirsi meglio bevendo e, lungo andare, sono diventati alcooldipendenti, persone che hanno avuto l’impressione di stare meglio con il gioco delle carte e sono diventati giocatori; persone che hanno assunto una qualche droga illegale e poi hanno cominciato ad assumerle in maniera assidua”. Ma perché le droghe alimentari sono tollerate anche oltre il dovuto? La riposta è semplice. “Per avere danni causati da droghe alimentari bisogna ingerirne quantità enormi e con regolarità. E’ possibile prendersi una sbronza nella vita e di solito non succede nulla di grave. Con le droghe sintetiche o con le droghe illegali non è così. Basta un milligrammo di sostanza per fare un danno grosso. C’è poi il fatto che la nostra cultura è molto tollerante rispetto a tutto ciò che è apparente benessere anche rispetto all’uso dei medicinali. Con la pillola magica si può risolvere tutto al punto che l’uomo e la donna non si godono più neppure il lutto e di fronte ad una perdita arrivano ad autodefinirsi depressi e ad assumere medicinali. Ed è la stessa cultura del doping. Per fare un bel risultato sportivo, l’atleta ingerisce un medicinale”. Allo stesso modo nell’immaginario collettivo l’alcool non fa male perché si vende anche al supermercato, la pillola non fa male perché, in linea di massima, è un medicinale che aiuta il soggetto a curarsi da una malattia, e sempre più spesso ci si dimentica degli effetti devastanti che queste sostanze arrecano all’organismo. Per comprendere quanto sia grave la situazione basti pensare che “negli ultimi tre anni – è sempre il dottor Taranto a sostenerlo - si è avuta una netta riduzione dell’utenza legata all’uso di droghe pesanti. Avevamo mediamente cento nuovi pazienti all’anno, 80 da droghe pesanti, venti da alcool, oggi si sono invertite le cose”.

A colloquio con il dottor Antonello Taranto, direttore del SerT, il servizio tossicologico della Asl: “Su cento nuovi pazienti all̓ anno,

ottanta fanno uso di alcool”

Un corridoio, cinque stanze. Il SerT : lʼalternativa alle tossicodipendenzeLa “risalita” non è per tutti. Si tratta di un percorso lungo,

faticoso, doloroso eppure necessario se si vuole tornare

a vivere

Un cancello rosso proprio accanto all’ospedale e, qualche metro più in là, una porta-finestra in anticorodal. Per cominciare la risalita dagli inferi è neces-sario superare questi due ostacoli, i primi in assoluto, al di là dei quali ci sono gli specialisti del SerT pronti ad ascoltare, valutare, diagnosticare le cause del problema e ad individuare la cura da seguire. La “risalita” non è per tutti. Si tratta di un percorso lungo, faticoso, doloroso eppure necessario se si vuole tornare a vivere. Ad accogliere l’utente è un medico oppure un assistente sociale. Toccherà ad uno dei due, o ad entrambi, fare l’analisi della domanda per valutarne la genuinità. Solo successivamente si passerà alla seconda fase. Verrà avviato l’iter diagnostico che poi porterà ad una proposta terapeutica multimodale, cioè basata su assistenza medica, psicologica e sociale. Tutta questa fase, per così dire, preliminare, si conclu-derà nell’arco di due giorni. Poi, con la collaborazione della persona che si è rivolta al SerT, o comunque del paziente, comincia la “profilassi”.

Le terapie che vengono adottate sono diverse. Tutto è legato alla patologia del “paziente”. Si va dalla terapia sostitutiva, a quelle avversa-tiva, psichiatrica, psicologica, socia-le. Nelle terapie sostitutive, che possono essere impiegate solo con soggetti che utilizzano determinate sostanze stupefacenti, si fa uso di metadone e di endorfine; per gli alcolisti si utilizza l’Ghb, una sostanza liquida azzurrina che riesce a smorzare il bisogno di alcool.La terapia avversativa impiega sostanze che impediscono l’uso di acolici, provocando anche dolore fisico nel caso in cui dovessero essere assunte nonostante l’uso di alcool. Nella terapia psichiatrica si impiega-no psicofarmaci. La terapia psicolo-gica può essere di tipo cognitivo con esame della realtà o di tipo analitico che si basa sullo studio delle emozioni. La terapia sociale punta a risvegliare la capacità di stare in gruppo nel soggetto che ha deciso di farsi curare per liberarsi dalla dipen-denza dalle droghe, siano esse legali, illegali, alimentari o sintetiche, e che è il momento di partenza per avviare iniziative di inclusione sociale.Il SerT è aperto per cinque ore al giorno dal lunedì al venerdì. Per due

ore il sabato. Considerato il bacino di utenza, il numero dei pazienti seguiti e dei potenziali utenti gli

orari sono decisamente ridotti ma la carenza di organico non consente di andare oltre.

Eʼ ok tutto ciò che produce apparente benessereNumeri da paura: una intera genera-zione “sballata”

In quanto a consumo di alcool Molfetta è in linea con gli altri comuni italiani. Almeno secondo quanto emerge dall’analisi dei dati ufficiali relativi agli utenti seguiti dal SerT della Asl. Lo sostiene il dottor Claudio Poggi, sociologo presso la struttura.Nel corso del 2007, per quello che concerne l’uso di sostanze alcoliche, sono stati seguiti dal SerT ottanta utenti, di età compresa tra i 20 ed i sessant’anni, a fronte di 320 utenti potenziali. I numeri cambiano quando ci si riferisce alle “vittime” delle cosiddette droghe ricreative, quelle che aiutano a fare gruppo, dall’alcool, allo spinello, alla pastic-ca di ecstasy, solo per fare alcuni esempi: quarantadue utenti, compresi in una fascia di età che va dai 15 ai 25 anni, a fronte di quattromila potenziali consumatori. Questo, senza perderci nella matematica, significa che, sulla base di dati raccolti anche con questionari, nelle scuole e nei luoghi di aggregazione, oltre il novanta per cento dei giovani tra i 15 e i 25 anni, almeno una volta entra in contatto con una droga ricreativa; la metà mostra interesse per questo tipo di sostanza; un quarto la prova; un ottavo la usa saltuariamente.In netta diminuzione, rispetto a qualche decennio fa, i soggetti seguiti per la dipen-denza dalle droghe pesanti: centoventi utenti, nella fascia di età compresa tra i 15 e i 50 anni, a fronte di centosessanta potenziali utenti.

Chi è il capo tu o la bottiglia?Facciamo autodiagnosi

Ma esiste un modo per riuscire a comprendere se si è “malati” d’alcool? Se, in pratica, si è ormai dipendenti dall’alcool? L’autodiagnosi è possibile anche se presuppone l’esistenza di un minimo di coscienza critica. Se appena ci si sveglia al mattino si avverte forte la necessità di bere, se ci rende conto che, dopo aver bevuto, ci sono mutamenti comportamentali o si commettono azioni

che, in condizioni normali, sono fuori dalla portata; se non si riesce ad evitare di bere anche quando la logica lo imporrebbe, ad esempio prima di mettersi in guida, prima di affrontare un esame, prima di un qualsiasi impegno, allora il proble-ma sussiste. Il soggetto non è più capace di fare a meno dell’alcool, ne è dipendente.“Il problema però – puntualizza il dottor Antonello Taranto – non sta nella capacità di autodiagnosticarsi quanto nella capacità di ammettere di avere un problema”.

Inchiesta16 17

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Birra, cicchetto o vino? Eʼ uguale

E’ necessario essere chiari: alcool ed eroina sono droghe che producono gli stessi effetti anche se con tempi diversi. Hanno costi differenti. L’alcool è tollerato, da tutti, per l’eroina non è così. Ma gli effetti che sono in grado di arrecare all’organismo sono devastanti. Se si considera poi che nell’immaginario collettivo la birra non è associata ad una bevanda alcolica si ha più chiara la percezione del problema.A proposito di birra. A conti fatti, la stima è del dottor Antonello Taranto, un “cicchetto” ha lo stesso potere alcolico di un bicchiere di vino, lo stesso di una birra da 33 cc. Due birre producono nell’immediato nel sangue una presenza di alcool pari a 0,50 milligrammi per millilitro. In pratica chi beve due birre consecuti-vamente, e può capitare specie in gruppo, prima di mettersi alla guida deve dare al suo organismo il tempo di metabolizzare l’alcool. Con i superalco-lici bisogna stare ancora più attenti sempre tenendo bene a mente che un cicchetto è pari ad una birra.

In alcuni contesti sociali e familiari per essere uomo devi reggere l’alcool. E l’alcool, a lungo andare, produce effetti devastanti. Il problema più grande sta però nel fatto che difficilmente la persona che è completamente assoggettata all’alcool se ne renderà conto. E’ un tossicodipendente. E’ un malato e non lo sa.“Avere uno scatto d’ira e lanciarsi con la moto per sbollire la rabbia, giocarsi ai videopoker uno stipendio, annegare i dispiaceri in una bottiglia – spiega il dottor Antonello Taranto, direttore del SerT, il servizio tossicologico della Asl - sono tutte espressioni diverse di un’unica malattia. Un tempo si parlava di tossicodipendenza, oggi si dice addiction per indicare la tendenza ad essere assoggettati a qualcosa, essere schiavi di qualcosa. Qualsiasi comportamento verso il quale noi abbiamo una enorme tolleranza e attraverso il quale ci causia-mo una serie di danni è un addiction. Se dovessimo affettare il cervello di una persona che si gioca lo stipendio al poker e quello di uno che si fa di cocaina troveremmo lo stesso difetto. Ci sono persone che di fronte ad un problema hanno avuto l’impressione di sentirsi meglio bevendo e, lungo andare, sono diventati alcooldipendenti, persone che hanno avuto l’impressione di stare meglio con il gioco delle carte e sono diventati giocatori; persone che hanno assunto una qualche droga illegale e poi hanno cominciato ad assumerle in maniera assidua”. Ma perché le droghe alimentari sono tollerate anche oltre il dovuto? La riposta è semplice. “Per avere danni causati da droghe alimentari bisogna ingerirne quantità enormi e con regolarità. E’ possibile prendersi una sbronza nella vita e di solito non succede nulla di grave. Con le droghe sintetiche o con le droghe illegali non è così. Basta un milligrammo di sostanza per fare un danno grosso. C’è poi il fatto che la nostra cultura è molto tollerante rispetto a tutto ciò che è apparente benessere anche rispetto all’uso dei medicinali. Con la pillola magica si può risolvere tutto al punto che l’uomo e la donna non si godono più neppure il lutto e di fronte ad una perdita arrivano ad autodefinirsi depressi e ad assumere medicinali. Ed è la stessa cultura del doping. Per fare un bel risultato sportivo, l’atleta ingerisce un medicinale”. Allo stesso modo nell’immaginario collettivo l’alcool non fa male perché si vende anche al supermercato, la pillola non fa male perché, in linea di massima, è un medicinale che aiuta il soggetto a curarsi da una malattia, e sempre più spesso ci si dimentica degli effetti devastanti che queste sostanze arrecano all’organismo. Per comprendere quanto sia grave la situazione basti pensare che “negli ultimi tre anni – è sempre il dottor Taranto a sostenerlo - si è avuta una netta riduzione dell’utenza legata all’uso di droghe pesanti. Avevamo mediamente cento nuovi pazienti all’anno, 80 da droghe pesanti, venti da alcool, oggi si sono invertite le cose”.

A colloquio con il dottor Antonello Taranto, direttore del SerT, il servizio tossicologico della Asl: “Su cento nuovi pazienti all̓ anno,

ottanta fanno uso di alcool”

Un corridoio, cinque stanze. Il SerT : lʼalternativa alle tossicodipendenzeLa “risalita” non è per tutti. Si tratta di un percorso lungo,

faticoso, doloroso eppure necessario se si vuole tornare

a vivere

Un cancello rosso proprio accanto all’ospedale e, qualche metro più in là, una porta-finestra in anticorodal. Per cominciare la risalita dagli inferi è neces-sario superare questi due ostacoli, i primi in assoluto, al di là dei quali ci sono gli specialisti del SerT pronti ad ascoltare, valutare, diagnosticare le cause del problema e ad individuare la cura da seguire. La “risalita” non è per tutti. Si tratta di un percorso lungo, faticoso, doloroso eppure necessario se si vuole tornare a vivere. Ad accogliere l’utente è un medico oppure un assistente sociale. Toccherà ad uno dei due, o ad entrambi, fare l’analisi della domanda per valutarne la genuinità. Solo successivamente si passerà alla seconda fase. Verrà avviato l’iter diagnostico che poi porterà ad una proposta terapeutica multimodale, cioè basata su assistenza medica, psicologica e sociale. Tutta questa fase, per così dire, preliminare, si conclu-derà nell’arco di due giorni. Poi, con la collaborazione della persona che si è rivolta al SerT, o comunque del paziente, comincia la “profilassi”.

Le terapie che vengono adottate sono diverse. Tutto è legato alla patologia del “paziente”. Si va dalla terapia sostitutiva, a quelle avversa-tiva, psichiatrica, psicologica, socia-le. Nelle terapie sostitutive, che possono essere impiegate solo con soggetti che utilizzano determinate sostanze stupefacenti, si fa uso di metadone e di endorfine; per gli alcolisti si utilizza l’Ghb, una sostanza liquida azzurrina che riesce a smorzare il bisogno di alcool.La terapia avversativa impiega sostanze che impediscono l’uso di acolici, provocando anche dolore fisico nel caso in cui dovessero essere assunte nonostante l’uso di alcool. Nella terapia psichiatrica si impiega-no psicofarmaci. La terapia psicolo-gica può essere di tipo cognitivo con esame della realtà o di tipo analitico che si basa sullo studio delle emozioni. La terapia sociale punta a risvegliare la capacità di stare in gruppo nel soggetto che ha deciso di farsi curare per liberarsi dalla dipen-denza dalle droghe, siano esse legali, illegali, alimentari o sintetiche, e che è il momento di partenza per avviare iniziative di inclusione sociale.Il SerT è aperto per cinque ore al giorno dal lunedì al venerdì. Per due

ore il sabato. Considerato il bacino di utenza, il numero dei pazienti seguiti e dei potenziali utenti gli

orari sono decisamente ridotti ma la carenza di organico non consente di andare oltre.

Eʼ ok tutto ciò che produce apparente benessereNumeri da paura: una intera genera-zione “sballata”

In quanto a consumo di alcool Molfetta è in linea con gli altri comuni italiani. Almeno secondo quanto emerge dall’analisi dei dati ufficiali relativi agli utenti seguiti dal SerT della Asl. Lo sostiene il dottor Claudio Poggi, sociologo presso la struttura.Nel corso del 2007, per quello che concerne l’uso di sostanze alcoliche, sono stati seguiti dal SerT ottanta utenti, di età compresa tra i 20 ed i sessant’anni, a fronte di 320 utenti potenziali. I numeri cambiano quando ci si riferisce alle “vittime” delle cosiddette droghe ricreative, quelle che aiutano a fare gruppo, dall’alcool, allo spinello, alla pastic-ca di ecstasy, solo per fare alcuni esempi: quarantadue utenti, compresi in una fascia di età che va dai 15 ai 25 anni, a fronte di quattromila potenziali consumatori. Questo, senza perderci nella matematica, significa che, sulla base di dati raccolti anche con questionari, nelle scuole e nei luoghi di aggregazione, oltre il novanta per cento dei giovani tra i 15 e i 25 anni, almeno una volta entra in contatto con una droga ricreativa; la metà mostra interesse per questo tipo di sostanza; un quarto la prova; un ottavo la usa saltuariamente.In netta diminuzione, rispetto a qualche decennio fa, i soggetti seguiti per la dipen-denza dalle droghe pesanti: centoventi utenti, nella fascia di età compresa tra i 15 e i 50 anni, a fronte di centosessanta potenziali utenti.

Chi è il capo tu o la bottiglia?Facciamo autodiagnosi

Ma esiste un modo per riuscire a comprendere se si è “malati” d’alcool? Se, in pratica, si è ormai dipendenti dall’alcool? L’autodiagnosi è possibile anche se presuppone l’esistenza di un minimo di coscienza critica. Se appena ci si sveglia al mattino si avverte forte la necessità di bere, se ci rende conto che, dopo aver bevuto, ci sono mutamenti comportamentali o si commettono azioni

che, in condizioni normali, sono fuori dalla portata; se non si riesce ad evitare di bere anche quando la logica lo imporrebbe, ad esempio prima di mettersi in guida, prima di affrontare un esame, prima di un qualsiasi impegno, allora il proble-ma sussiste. Il soggetto non è più capace di fare a meno dell’alcool, ne è dipendente.“Il problema però – puntualizza il dottor Antonello Taranto – non sta nella capacità di autodiagnosticarsi quanto nella capacità di ammettere di avere un problema”.

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Page 18: Il Fatto n. 008

Una birra in più per fare gruppo. Quaranta per scendere allʼinferno

Adesso Giacomo ride. Riesce a sorridere anche su quello che gli è capitato. Descrive, come fosse la vita di un altro, alcuni episodi della sua vita passata quando, annebbiato dai fumi dell’alcool, era perfino arrivato a litigare con uno scoglio e a giurargli vendetta quasi fosse un essere vivente capace di intendere. Ora Giacomo Dell’Olio, che ha quarantatre anni, tre figli, un matrimonio andato a rotoli e due arresti alle spalle, è pulito. Ha cambiato vita. Fino ad un anno fa era un alcolista. Lui è tra quelli che sono riusciti a risalire aiutati dagli specialisti del SerT. Giacomo ha una vita normale. Lavora per conto della Asl come imbianchino, è un volontario del Wwf, non beve più. Con lui sta funzionando la terapia che prevede azioni di inclusione sociale. Tutti i giorni, nel tempo libero, Giacomo è al Cras Wwf di Molfetta. Nel centro si occupa delle tartarughe che hanno bisogno di aiuto e che vengono assistite fino a quando non sono in grado di tornare in mare; ma è sempre lui che, sotto la guida del responsabile, Pasquale Salve-mini, ha ritinteggiato tutti gli ambienti. E’ riusci-to a legare con i medici del centro e gli altri volontari. Soprattutto adesso Giacomo pensa al futuro e pensa in positivo.Ma come e quando è cominciata la sua discesa verso gli inferi. “All’inizio – dice – non mi accorgevo di bere tanto. Per stare in compagnia

bevevo birra, una, due, tre, poi non le ho contate più. Più bevevo e più ero aggressivo. Poi con mia moglie i rapporti si sono rovinati. Un giorno, l’11 ottobre del 1996, sono andato via di casa e da allora non sono più tornato”. E ormai è davvero difficile ricucire quello strappo. Con il passare del tempo, Giacomo, che comincia a bere quando ha circa venticinque anni, arriva a bere anche quaranta birre in un giorno. I guai, quelli seri, cominciano nel 2002. Giacomo si lascia convincere a trasportare un gruppo di clandestini. Viene scoperto e arrestato. Quando si accorge di quello che gli è capitato è troppo tardi. Quando torna libero decide di trasferirsi a Milano per lavorare. Ma è inutile. Depresso e confusa ricomincia a bere e nel 2005, ubriaco, aggredisce anche i carabinieri. Solo nel 2006 decide di chiedere aiuto agli specialisti del SerT che ha conosciuto qualche tempo prima quando lo hanno aiutato a superare un periodo di depres-sione. “Devo ringraziare il dottor Taranto e tutti gli altri medici del SerT che mi hanno compreso e mi hanno aiutato. Non tocco alcolici da quasi un anno e sto benissimo. Ogni tanto incontro qualcuno che è ridotto male per colpa dell’alcool. Mi dispiace per loro. Io provo a convincerli a seguire lo stesso percorso che ho seguito io. Qualche volta mi ascoltano, qualche volta no”.

Inchiesta18

La “risalita” non è per tutti. Si tratta di un percorso lungo, faticoso, doloroso eppure necessario se si vuole tornare a vivere

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Page 19: Il Fatto n. 008

Cronaca 19

Il mistero di una morte I legali della famiglia hanno chiesto che venga riaperta

lʼindagine sulla scomparsa di un giovane marinaio di Molfet-ta deceduto a bordo della portacontainer MSC “Annamaria”.

Si ammanta di mistero la tragica morte di un giovane marittimo molfettese avvenu-ta lo scorso 8 marzo.Secondo quanto si era appreso nelle ore immediatamente successive il triste episodio, il giovane marinaio di Molfetta si sarebbe suicidato mentre si trovata a bordo della nave sulla quale era imbarca-to da pochi giorni. L’uomo M. M. di 33 anni, sarebbe stato trovato impiccato sul ponte della portacontainer Msc "Annamaria" che era partita da Gioia Tauro con destinazione Porto Marghera. Il comandante della nave, che batte bandiera panamense, dopo aver raccolto l’allarme da parte degli altri membri dell’equipaggio, aveva immediatamente avvertito la Capitaneria di Porto di Venezia, competente nella zona di mare in cui in quel momento si trovava la nave, che aveva autorizzato il cargo a prosegui-re fino a Porto Marghera dove, subito dopo l’arrivo in banchina, sono interve-nute prima la Polizia di Frontiera e poi la Squadra Mobile della Polizia di Venezia. Secondo quanto diffuso dagli organi di informazione veneti, avrebbe avuto problemi legati alla propria vita coniugale ed al momento dell’imbarco i colleghi di lavoro avevano cercato di tirarlo su di morale, anche se il giovane si era chiuso in un cupo silenzio.Circostanza, quella dei problemi in famiglia, smentita dall’avvocato France-sco Armenio, legale della moglie

dell’uomo, che ha invece dichiarato che nessun problema esisteva tra i due coniu-gi, smentendo anche le voci che volevano il marittimo in difficoltà a causa di alcuni debiti. “Il marito della mia assistita –ha dichiarato Armenio- era una persona serena e nessun problema economico lo interessava”.Lo scorso 21 marzo, la moglie del maritti-mo tramite il suo legale, ha presentato

denuncia contro ignoti ai Carabinieri di Molfetta per chiedere che venga fatta chiarezza su quanto effettivamente avvenu-to a bordo della MSC “Annamaria” e per far si che venga disposta la riesumazione della salma e l’eventuale esame autoptico.Infatti, stando a quanto dichiarato dal legale, subito dopo il decesso del giovane molfettese, nessun accertamento specifico è stato effettuato ed il caso è stato subito

archiviato come suicidio. “Nessun parente prossimo dell’uomo ha potuto nemmeno vedere la salma. Al loro arrivo a Porto Marghera essa si trovava già all’obitorio pronta per essere inviata a Molfetta dove poi si sono tenuti i funerali”.L’obiettivo della denuncia, che è stata trasmessa dai carabinieri di Molfetta alla Polizia di Venezia e che certamente finirà sul tavolo del magistrato competente della Procura del capoluogo veneto, è tesa a fare luce su tutti gli aspetti della vicenda ed a dissipare qualsiasi dubbio possa essere nato subito dopo il tragico evento.“Pensiamo che sarebbe stato necessario agire con maggiore calma e svolgere ulteriori accertamenti” ha dichiarato l’avvocato Armenio che ha anche aggiun-to che “tutte le notizie relative alla morte dell’uomo sono state apprese unicamente attraverso gli organi di stampa. Nessuna comunicazione ufficiale è mai arrivata alla famiglia”.Probabilmente i tempi assai ristretti di indagine e di intervento sono stati dettati anche dalla necessità di consentire alla grande nave mercantile di riprendere al più presto la navigazione. “Questo è comprensibile –ha sostenuto l’avvocato Armenio- ma è ancor più comprensibile che venga fatta la massima chiarezza su di una morte che ha segnato gravemente l’esistenza di tanta gente che oggi si ritrova a piangere la scomparsa di una giovane vita senza sapere il vero perché di quanto accaduto”.

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Non fa più luce il faro del porto

Può capitare infatti che le imbarcazioni che si trovino a dover entrare nel porto di Molfetta con il buio non riescano ad individuare la luce del "faro" e debba-no fare ricorso alla Madonna dei Marti-ri. Non certo per preghiere e suppliche quanto per la croce illuminata di blu posta sulla sommità della Basilica.Infatti il fascio luminoso del faro si confonderebbe sempre più spesso con la moltitudine di luci provenienti dall'area industriale e dal centro abita-to, un problema che la croce blu risolve con il tempo sereno.

La situazione cambia quando è il maltempo a farla da padrone: con pioggia intensa, nuvole, mare mosso o nebbia i marinai possono affidarsi solo alla loro esperienza.L'oscuramento del faro sarebbe stata addirittura la causa di due collisioni fortunatamente senza gravi conseguen-ze.Il problema, così serio, non è stato però sinora segnalato agli uffici competenti. Speriamo che ciò avvenga al più presto. Prima che possa consumarsi una nuova tragedia del mare.

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Il problema è serio ed i marinai sono costretti ad affi-darsi alla luce blu proveniente dalla Madonna dei Martiri

ed alla loro esperienza.

Senza esito le ricerche del marittimo

Sono rimaste purtroppo senza esito le ricerche in mare del corpo di Luigi Tedesco, il marittimo di 42 anni caduto in mare nel pomeriggio dell’11 marzo scorso quando si trovava a bordo del motopescherec-cio “Kalipso” al largo delle acque calabresi. Le ricerche dell’uomo, anche grazie alla disponibilità di molti armatori del posto ed alle pressioni giunte da Molfetta, si sono protratte per 10 giorni rispetto ai 3 previsti dai protocolli ma senza risul-tati. Nel frattempo l’uomo è stato dichiarato “disperso in mare” e la

famiglia, moglie e 3 figli, potrà godere dei contributi economici disposti dall’Istituto di previdenza per i marittimi.

289

Lʼuomo, Luigi Tedesco, è caduto in mare mentre si trovava a bordo del “Kalipso”.

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Page 20: Il Fatto n. 008

Continuano le indagini per risolvere il misterodella Truck Center

Non sono ancora state chiarite le cause che lo scorso 3 marzo hanno provocato la morte di cinque persone nellʼazienda

della Zona ASI.

Attorno alla tragedia della Truck Center aleggia ancora il mistero. Nelle settimane successive alla drammatica vicenda le attività investigative degli inquirenti hanno cercato di ricostruire tutti i movimenti dell’autocisterna “killer”. Il tank container, di proprietà della F.S. Logistica S.p.a, dopo aver trasportato, almeno secondo quanto affermano coloro che hanno presa in consegna l’autocisterna male-detta, zolfo liquido da Taranto a Sacarlino (Grosseto), è ritornata a Bari il 29 dicembre dove è rimasta in deposito presso lo scalo ferroviario “Ferruccio”. Gli investigatori hanno inoltre ricostruito i rapporti tra il titola-re della Truck Center, Vincenzo Altomare, e Pasquale Campanile, committente per conto della “Cinque Biotrans”, società che si occupa dei trasporti di autocisterne. I primi rapporti fra le due aziende risalgono al febbraio scorso, quando la Truck Center eseguì il lavaggio di due cisterne che avevano trasportato acido solforico (il 12 febbraio) e di altre due (il 25 febbraio) che avevano contenuto acqua caldaia. Nei giorni successi-vi alla Truck Center venne commissionato il lavaggio di ulteriori diciotto autocisterne (fra cui vi era la killer) che contenevano residui di zolfo. Lo stesso Altomare si recò personal-mente allo scalo ferroviario di Bari per appu-rare il lavoro da eseguire e pattuire il costo

dell’operazione. Le prime due cisterne di questa nuova partita vennero trasportate (e quindi lavate) alla Truck Center il 28 e il 29 febbraio; alle ore 11 del 3 marzo venne porta-ta la cisterna “killer”. E’ bene precisare però, come ha avuto modo di affermare l’avvocato Francesca Magliano (nella foto) coodifensore della Truck Center e della famiglia Altomare, che il lavaggio di quella autocisterna non è mai avvenuto e quindi è da escludere reazioni tra zolfo ed eventuali detergenti. Anche se al momento gli esiti degli esami autoptici sulle vittime e degli esami tossicologici non sono stati ancora resi noti, prende sempre più piede l’ipotesi che ad ammazzare i cinque lavorato-ri sia stato l’acido solfidrico, capace di provo-care esalazioni mortali. La sua presenza può essere imputata alla decomposizione dello zolfo o ad una reazione dello zolfo stesso con altre sostanze. Intanto l’equipe del tossicolo-go, prof. Gagliano Candela, qualche giorno fa ha eseguito dei prelievi presso l’ENI di Taran-to e il 3 aprile tornerà alla Truck Center per eseguirne degli altri. Il Procuratore della Repubblica Giuseppe Maralfa ha condotto nei giorni scorsi i primi interrogatori sulle cinque persone indagate, ma, secondo indiscrezioni, al momento nessun particolare di rilievo è stato fornito per la risoluzione di questo giallo.

Cronaca20

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Page 21: Il Fatto n. 008

Burocrazia e giustizia: quando etica e ragione fanno a botte

La giovane donna molfettese fu rinvenuta cadavere lungo la strada statale 16 bis nella notte tra il 3

e 4 febbraio 1992. Dopo anni di indagini nessun colpevole.

Era la notte tra il 3 ed il 4 febbraio del 1992 quando una pattuglia della Guardia di Finanza di Molfetta rinve-niva sul ciglio della strada statale 16 bis, nei pressi dello svincolo “Molfet-ta Zona Artigianale”, il cadavere di una giovane donna. Alcune ore più tardi quel corpo senza vita avrebbe assunto una identità: si trattava della ventiduenne Annamaria Bufi, ragaz-za molfettese di cui alcune ore prima era stata segnalata ai carabinieri la scomparsa. Da allora una lunga serie di indagini, processi e veleni di ogni tipo hanno avvolto il mistero di quella orrenda morte. Sino all’assoluzione di Marino Domenico Bindi, sospettato dell’omicidio ma scagionato dalla magistratura. Ad assolvere l’uomo la Corte d’Assise del Tribunale di Trani attraverso una sentenza composta da 322 pagine e pubblicata qualche giorno fa e successiva al dispositivo emesso il 24 luglio 2007 con cui, oltre a Bindi, vennero assolti anche Emilia Toni (ex moglie del Bindi) ed Onofrio Scardi-gno, entrambi accusati di favoreggia-mento.A mettere la parola fine (almeno per il momento) alla vicenda è stata la dottoressa Grazia Miccoli, che ha materialmente proceduto all’estensione del provvedimento, assieme al presidente del collegio giudicante Concetta Russi.Una assoluzione, quella di Bindi, che rimane comunque avvolta dal mistero e che non lascia affatto indifferenti i

componenti della magistratura che nella sentenza scrivono “rimane il dato sconfortante ed obiettivo che vede un omicidio brutale, dopo tanti anni e dopo il dispiego di tante energie, ancora avvolto da una lunga serie di dubbi sulla sua ricostruzione e sulla sua attribuibilità ad un determinato soggetto”.E, continuando a leggere la sentenza, non si può non fare caso a quanto scrivono ancora i giudici a proposito delle attività investigative segnalando una “carenza delle indagini, anche con riferimento alle cosiddette piste alternative”, definendo le stesse

carenze “pregiudizievoli e gravi, frutto d’impreparazione, negligenza e scoordinamento investigativo” e che comunque, sempre secondo la Corte, “non possono leggersi come privile-gianti per Bindi”, escludendo quindi che qualcuno abbia cercato in qualche modo di scagionare il principale sospettato dell’omicidio, “tant’è –si legge ancora nella sentenza- che le indagini non furono svolte corretta-mente anche nei confronti degli altri soggetti pure sospettati o sospettabili”Insomma, la magistratura punta il dito contro chi avrebbe avuto l’obbligo di accertare quanto avven-ne in quella fredda notte di febbraio e che probabilmente non lo ha fatto completamente commettendo anche “errori grossolani”.Marino Domenico Bindi è quindi, dopo anni di indagini ed un lungo processo, un uomo completamente

libero anche perché, “sulla base delle prove acquisite –si legge nella sentenza- non sussistono elementi sufficienti per sostenere che Bindi sia stato l’autore dell’omicidio”. E, a questo punto, libero è anche l’autore dell’efferato omicidio. Nonostante, come già scritto, anni di indagini, inchieste “parallele” che hanno visto il coinvolgimento di magistrati, investigatori e finanche giornalisti che del caso si sono occu-pati negli anni, e decine e decine di testimoni chiamati a raccontare parti-colari, anche nascosti, della vita di Annamaria Bufi.Un mistero molfettese destinato a rimanere per sempre tra le pagine nere della storia cittadina ma anche nazio-nale. Un caso di cronaca con un finale che, nulla lo esclude, potrebbe (e dovrebbe) essere riscritto. Magari con l’aggiunta di nuovi protagonisti.

L’etica impone di adottare un atteggia-mento, la ragione suggerisce l’esatto opposto. I fatti. Il 10 marzo scorso, intorno a mezzogiorno, Giuseppe Pati, trentaquattrenne, personaggio noto alle forze dell’ordine, approfittando dell’assenza del parroco, entra nell’ufficio annesso alla sagrestia della Chiesa di san Gennaro e ruba tutto quello che trova, palmare, notebook, videocamera, macchina

fotografica e soldi. Si intrattiene nell’ufficio per qualche minuto e tutto ciò che fa viene ripreso dalla teleca-mera del sistema di videosorveglianza che è installato nell’ufficio. Peraltro Giuseppe Pati ha il volto scoperto ed è riconoscibilissimo. Quando il parroco torna in ufficio scopre quanto è accaduto. denuncia, come è giusto che sia (e qui parliamo anche di etica), l’accaduto ai carabinieri e fornisce

anche il video del furto. A distanza di due settimane Pati è stato arrestato. Rimarrà in carcere per qualche giorno, poi per un motivo o per l’altro tornerà in libertà. Il parroco non tornerà più in possesso delle sue cose, di quelle che il trentaquattrenne ha rubato. I tempi della giustizia a volte sono lenti, troppo lenti. Per questo qualche buontempone un po’ spregiudicato negli atteggiamenti al

posto del sacerdote avrebbe accarez-zato l’idea di non denunciare il furto e di risolvere tutto in maniera amiche-vole, e qui interviene la ragione. Sicuramente ci sarebbe stato un arresto in meno nelle statistiche ufficiali e anche una denuncia di furto in meno. Forse però palmare, teleca-mera, macchina fotografica e notebo-ok sarebbero tornati al loro posto nel giro di qualche ora.

Cronaca 21

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A volto scoperto svuota lʼufficio del parroco. Quando viene arrestato, due settimane dopo, si è già rivendu-to tutto al mercato nero

Omicidio Bufi:la sentenza in 322 pagine

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Riaperto lʼufficio postale “Molfetta 2”

È stato riaperto l’ufficio postale “Molfetta 2” in via Pia angolo via Rosa Picca. Dopo quasi sette mesi di chiusura per lavori i di adeguamento e ristrutturazione, l’ufficio postale torna ad essere fruibile dai cittadini. Il nuovo ufficio postale, accogliente e funzionale, dispone di sei sportelli, dei quali cinque saranno adibiti ai Prodotti Bancoposta e uno a Poste Buisness. Tra le principali novità spiccano l’eliminazione dei vetri divisori e l’informatizzazione di tutti gli sportelli. Per la clientela sono state riservate due Aree Prodotti Finanziari e attrezzature self-service, segnaletica e altri supporti informativi. Un occhio particolare è stato riserva-to alla tutela della sicurezza della clientela e dei dipendenti, attraverso la quasi totale eliminazione del denaro contante dalle casse, grazie all’istallazione di dispensatori di denaro a tempo per ogni sportello, al monitoraggio dei locali attraverso telecamere, ed alla totale visibilità

dall’esterno di tutto l’ufficio grazie a vetrine ampie e trasparenti. Installate anche blindature esterne e porte di sicurezza. Da sottolineare anche la grande attenzione rivolta all’abbattimento delle barriere architettoniche: l’ufficio postale è dotato di un acces-so facilitato per i disabili e uno sportello realizzato tenendo conto delle esigenze dei diversamente abili, con un piano di lavoro più basso e quindi più accessibile; per i non vendenti è prevista una corsia con mappa tattile.I lavori di adeguamento degli uffici postali in città non si fermeranno a “Molfetta 2”: prossimamente verran-no avviati anche a quelli nell’ufficio di piazza Luxemburg, a Rione Para-diso. Tutto questo con lo scopo di dare un’identità comune a tutti gli uffici postali e nello stesso tempo creare le migliori condizioni di lavoro per i dipendenti e maggiori confort per la clientela.

L̓ ultima firma dellʼavvocato Nicola Morgese

È deceduto lo scorso 20 marzo il noto professionista molfettese, da sempre

impegnato protagonista della vita cultura-le e sociale della città. In molti conser-

veranno il ricordo del suo impegno.

Situato in via Pia, angolo via Rosa Picca. È dotato di ogni confort per utenti e dipendenti. Abbattute le barriere architettoniche ed elevato il livello di sicurezza.

Se ne è andato “facendo rumore”. Così come sempre aveva fatto nel corso della sua intensa vita pubblica. Nicola Morgese, l’uomo, il politico, l’avvocato e lo scrittore appassionato, ha preso la strada verso una nuova esistenza lo scorso 20 marzo, Giovedì Santo. In tanti sono accorsi presso l’abitazione del noto profes-sionista quando si è diffusa la notizia della morte ed in tanti hanno pianto lacrime sincere di fronte alla salma. Tra i primi ad arrivare gli amici e colleghi di sempre, su tutti l’avvocato Leonardo Iannone ed i compagni di avventure “giornalistiche” Antonio de Gioia, Peppino Turi e Domenico Bini. Assieme agli ultimi tre, Nicola Morgese aveva dato vita oltre venti anni fa a “l’altra Molfetta”, il più longevo periodico di cronaca cittadina che oggi la città possiede e grazie al quale i molfettesi di tutto il mondo hanno sempre potuto essere informati su fatti e misfatti della città.Erano tante le passioni di Nicola Morgese, le abbiamo sintetizzate in due foto: da una parte la toga, la “divisa” dell’avvocato, professione che lo aveva portato a guada-gnarsi la stima ed il rispetto dell’intera classe forense e dei membri della magistratura e delle forze dell’ordine,

dall’altra parte la tastiera di un computer, a testimoniare la sua passione per la scrittura, di qualsiasi natura essa fosse. Dal giornalismo, con le esperienze giovanili nella redazione barese de “l’Unità” e con il pluriennale contri-buto di idee e lavoro per “l’altra Molfetta”, alla poesia ed alla saggistica che lo portò ad essere autore di ben otto lavori con cui l’Avvocato ha raccontato aspetti dimenti-cati, segreti oppure “mitici” della storia popolare molfet-tese. E poi la passione per la pittura, una passione meno “pubblica” ma altrettanto sentita che lo portava non solo a confrontarsi quotidianamente con i tanti artisti della scuola molfettese ma anche a cimentarsi con colori e pennelli realizzando opere di vario genere che con orgoglio mostrava agli amici più cari.

Nicola Morgese ha certamente rappresentato con il suo carisma e la sua innata voglia di essere protagonista uno dei personaggi simbolo dell’animosità culturale di Molfetta. Un simbolo di quel senso di gelosa appartenen-za che, non solo chi scrive, è abituato ad indicare con il termine “molfettesità”.Ebbene, Morgese ha donato tanto alla “molfettesità”, suscitando a volte le riflessioni, a volte le ire (giuste o sbagliate che fossero) di chi ha avuto modo di incrociarlo sulla sua strada. Spesso, nonostante quel carattere così difficile, diventando maestro per tanti giovani che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Di incontrarsi e scontrarsi con lui.Del suo impegno, della sua voglia di essere costantemen-te presente nella vita di tutti i molfettesi, del suo sentirsi “al di sopra di tutto e tutti”, rimarrà certamente il ricordo appassionato e rispettoso da parte di ogni molfettese, degli uomini della politica e della cultura ma anche del popolo, della parte più umile di esso. Per tutti la nostalgia di non leggere più quella inconfondibile firma al termine degli articoli più pungenti. Ciao “Uppercut”, ciao Avvo-cato, ciao Ninnì.

Attualitaʼ22

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di Corrado Germinario 294

mercoledì 2 aprile 2008

Page 23: Il Fatto n. 008

Davanti ai fornelli per ricordare Franco MisinoUn memorial organizzato dallʼAmira Puglia cui prenderanno parte gli studenti di sei istituti alberghieri.

Eʼ nata la “Quercus culinary team”, squadra che rappresenterà lʼAssociazione Cuochi Baresi in Italia e allʼestero

L’AMIRA, Associazione Maitres Italiani Ristoranti ed Alberghi, sezione di Puglia ha organizzato per martedì 8 aprile, il “Primo Memorial Franco Misino”.La manifestazione è stata ideata per ricordare il noto chef Franco Misino (nella foto), uno dei più illustri nomi del settore non solo in Puglia ma in tutta Italia e coinvolgerà professionisti ed allievi di sei Istituti Alberghieri di Puglia.Prenderanno parte al Memorial allievi degli Istituti Alber-ghieri di Molfetta, Canosa, Altamura, Castellana, Castella-neta e Crispiano che, accompagnati da un cuoco professio-nista, si cimenteranno presso l’Osteria del Seminario a Bisceglie, nella realizzazione di “un primo piatto con cucina povera pugliese”.Dopo la gara, presso il Nicotel di Bisceglie, si terrà una tavola rotonda sul tema “Gastronomia e Tradizione, risorse del territorio” cui prenderanno parte il cav. Giovanni Rana, fondatore e proprietario dell’omonima industria di produ-zione di pasta fresca ed il presidente nazionale dell’AMIRA, Raffaello Speri.Il Memorial sarà anche occasione per presentare il progetto “borsa di studio Franco Misino” che verrà assegnata all’allievo di “Sala Bar” dell’Istituto Alberghiero di Mol-fetta che si sarà distinto al termine dell’anno scolastico 2007/2008.

Per cominciare a tavola arriveranno i bocconcini di cernia e le alici croccanti su semolino al sentore di polpo e "pricco-prac", poi sarà la volta dei cavatelli al ragoùt di carni bianche e carboncelli e dello stinco di vitello al salice salentino. E per finire ricotta, nettare d’api e cioccolato. Ecco il biglietto da visita del “Quercus culinary team”, la squadra giovane dell’Associazione Cuochi baresi che rappresenterà la cucina barese nelle competizioni nazionali e interna-zionali. Il team sarà presentato ufficialmente venerdì 4 aprile prossimo, alle 20.30, nel corso di una serata di gala, riservata alla stampa, agli addetti ai lavori, a persona-lità del mondo della ristorazione e ad estimatori della buona cucina, ospitata dalla sala ricevimenti “Mastrogiacomo Class” di Bisceglie. La cena sarà preceduta da una breve conferenza. Tutte le portate in menu saranno realizzate dai componenti del team che

impiegheranno prodotti rigorosamente pugliesi proposti in chiave rivisitata e creativa e offriranno agli ospiti presenti un saggio della loro maestria tra i fornelli.La squadra è composta da 10 elementi: Leonardo Di Pinto, Giovanni Lorusso, Carlo Di Reda, Francesco Losapio, Antonio Todisco, Sante A r u a n n o , C l a u d i o Lopopolo, e Antonio Di Pinto, tutti di Biscegl ie , M i c h e l e Tenzone di Bari e Paolo Pellicani di

Ruvo di Puglia. La “Quercus culinary team” (il nome fa riferimento all’arbusto sempreverde) si è costituita ufficialmente il 6 marzo scorso con una delibera del consiglio direttivo presieduto dal professor Giacomo Gianca-spro (presidente dell’ Associazione Cuochi baresi). Il team dovrà promuovere a tutti i livelli la cucina barese con tutti i suoi prodotti e le sue gustose prepa-razioni.Tutte le attività del team, oltre che dall’Associazione Cuochi Baresi, saranno sostenute da partner privati: Di Toma abiti professionali (Trani), Frantoio F.lli Galantino (Bisceglie), Pastificio Sottolestelle (San Giovanni Rotondo), Di Marno (Altamura). Tra i più convinti sostenitori del team c’è l’intero staff e dell’Osteria del Seminario (Bisceglie), a cominciare dallo chef Piero. E adesso non resta che sedersi a tavola per apprezzare le qualità dei giovani chef.

Cultura & Spettacoli 23

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Un menu per palati raffinati per conquistare il mondo della cucina297

mercoledì 2 aprile 2008

Page 24: Il Fatto n. 008

I “Bad&Break funk entourage”tentano la scalata al successo

Del gruppo fa parte anche il molfettese “Zio Pino”. A breve in onda il loro nuovo video musicale ed in estate il primo album con venti brani.

Molfetta sempre più culla di espressioni artistiche di ogni genere. Dalla letteratura alla pittura, dalla scultura alla musica. E proprio dal campo musicale giungono nuove notizie su giovani emergenti che hanno scelto di tuffarsi nell'affascinante mondo dello spettacolo.Pronti a seguire le orme del successo di un volto noto

come Caparezza, i "Bad&Break - funk entourage" stanno pian piano facendosi largo nel mondo della musica giovanile.Il gruppo è composto da quattro ragazzi, il molfettese Andrea de Pinto, in arte Zio Pino, Giuseppe Loiotile (Cayam) di Rutigliano, Riccardo Spagnolo (Tecà) di

Locorotondo e Vito Berardi (Khido) di Mola di Bari. Tante provenienze differenti accomunate dalla passio-ne per la musica.Il gruppo negli anni ha avuto modo di esibirsi nelle più svariate manifestazioni tra cui Bari Rock 2003, Zenze-ro Club, Break Contest JTB 2004, 2 The Beat 2005, Livello 57. Da segnalare anche la partecipazione alle selezioni regionali per lo Sziget Sound Fest 2005 alla prima e seconda edizione del Controfestival 2002-2003 ed alla 48 ore di musica no-stop organizzata da Controradio assieme ad altri 96 gruppi musicali.Il molfettese "Zio Pino" oltre ad essere uno dei collabora-tori del progetto Fuma, nel 1997 è stati tra i fondatori dei South Love Vibration con i quali ha suonato dal vivo con la Chop Chop Band, i Sud Sound System, gli Earl 16, Dennis All Capone, Micky Dread, One Love Hi Powa ed altri. Nel 2002 sempre con i South Love Vibration ha prodotto il promo dal titolo omonimo.Nel novembre del 2006 i Bad&Break funk entourage hanno partecipato alla decima edizione del MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti) aggiudicando-si il primo posto (su 180 gruppi partecipanti) dell’HIP HOP MEI 2006 assegnato da una giuria di esperti. Nel corso delle loro esibizioni non sono mancate le collaborazioni con numerosi Dalla metà del mese di aprile sarà trasmesso su venti canali televisivi specializzati (tra cui Match Music, Mtv ed All Music) il loro nuovo video dal titolo "Auand" prodotto dalla casa discografica "Sei Pollici e La Grande Onda" etichetta di proprietà "Er Piotta)".Prevista per questa estate la pubblicazione dell'album “Mo vengo” contenente circa venti nuovi brani e prodotto dalla Waan One Records e che verrà distribuito in tutta Italia. Al nuovo album hanno collaborato Caparezza, Pino Pepsi dei Chop Chop Band, Marjas, Zakalicious ed Al Castellana.

Cultura & Spettacoli24

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Musica e spettacolocon il Liceo “Wagner”

Proseguono gli appuntamenti musicali curati dal Maestro Gianluca Altomare. Il 10 aprile in scena “Lo scoiattolo

in gamba” di Nino Rota.

Entusiasmante e suggestivo l’ultimo concerto della stagione del Liceo Wagner tenutosi lo scorso 6 marzo a Palazzo de Luca. Il sound e il ritmo suadente di tre illustri rappresentanti del jazz internazionale è uscito dai club e dalle sale specializzate per ambientarsi nel clima raccolto ed elegante di uno dei saloni culturali ormai più apprezzati di Molfetta, offrendo al pubblico un repertorio assolutamente nuovo ed originale.Mirko Signorile al pianoforte, Mauro Gargano al contrabbasso e Fabio Accardi alla batteria hanno dato vita ad un trio che andava molto oltre la classica forma-zione jazz, là dove infatti non si sono mai fermati a sostenere unicamente la standard vocazione lirica, armonica e ritmica dei loro rispettivi strumenti che si sono, invece, intrecciati, scambiandosi ruoli e sonorità, non annoiando mai il pubblico con schemi ripetitivi bensì stupendolo con amalgami sempre nuovi. Non il solito concerto di classici standard del reper-torio jazzistico, né ardite sperimentazioni contem-poranee, bensì una serie di brani appositamente rivisitati e rielaborati dal trio traendo spunto da celebri temi di film nazionali e internazionali da Morricone a North e da canzoni della musica leggera passando da Sting ai Subsonica per arrivare ai Duran Duran.Splendide le sonorità raggiunte nell’esposizione dei temi e sempre originale e trascinante

la rielaborazione melodico ritmica dove i tre musicisti hanno potuto ritagliarsi, come in un vero concerto jazz, anche il loro “spazio improvvisativo” dove esprimere al massimo le proprie qualità tecniche ed inventive.I tre musicisti collaborano da anni prendendo parte ad incisioni ormai storiche del “Quartetto Moderno” e degli “Urban Society” e portano avanti individualmente percorsi di grande prestigio a livello discografico e di collaborazioni internazionali con musicisti del calibro di Liebman, Osby, Fresu, Rava ecc.Il Trio di Mirko Signorile ha ricevuto un gran consenso dall’attento pubblico molfettese sempre disponibile ad accogliere programmi nuovi ed eterogenei.Di tutt’altro genere il prossimo appuntamento della stagio-ne del Liceo Wagner, previsto per il prossimo 10 aprile e dedicato interamente al celebre musicista e compositore barese Nino Rota del quale verrà eseguita un’assoluta rarità, l’opera lirica in un atto “Lo scoiattolo in gamba”, accompagnata dalla presentazione di due originali compo-sizioni del compositore Nicola Scardicchio, allievo dello

stesso Rota, ovvero “La principessa delle lenticchie” e “Stupor mundi – Puer Apuliae”.Protagonisti della serata saranno i pianisti Barbara Rinero e Leonardo Smaldone, i cantanti Cristina Giannelli, Giuseppe Naviglio, Pietro Naviglio e Marcello Rosiello e la voce recitante di Rossella Giugliano.

mercoledì 2 aprile 2008

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La cura del mondo attraverso lʼarte

Una mostra concorso aperta sino al 27 aprile ed allestita presso lʼOspedaletto dei Crociati.

E' stata inaugurata lo scorso 9 marzo e rimarrà aperta al pubblico sino al 27 aprile la mostra con concorso di pittura intitolata "La cura del mondo", organizzata dal Progetto Giovani Giovanni Paolo II ed allestita presso l'Ospedaletto dei Crociati del convento della Madonna dei Martiri.Alla mostra hanno preso parte numero-si autori che hanno presentato opere sul tema proposto.La mostra, nella volontà degli organizza-tori, "richiama l'attenzione al Mondo". "Negli ultimi periodi -hanno detto- si

parla tanto dell'impegno che l'uomo deve concretizzare nel recupero del suo rapporto con la natura, con il creato, con se stesso; un rapporto leso dall'esa-gerazione nell'uso e nel consumo delle risorse, dal cattivo utilizzo dell'energia e dalla perdità di un'etica giusta e benevola"."Dobbiamo cambiare e vivere diversa-mente il nostro essere nel mondo. Dobbiamo recuperare i vecchi atteg-giamenti di attenzione ed acquisirne dei nuovi".Per far ciò è stata affidata all'interpreta-zione dei giovani pittori la possibilità di evidenziare l'amore che c'è o che manca tra l'uomo e il mondo.La premiazione del concorso è prevista per domenica 27 aprile alle ore 20, mentre la mostra potrà essere visitata nei giorni feriali dalle 18.30 alle 21.30 e nei festivi dalle 18 alle 22.Sono previste anche visite mattutine riservate a gruppi organizzati e scolare-sche. Per informazioni e prenotazioni è possibile utilizzare l'indirizzo e-mail [email protected]

E' tornato al Liceo Classico di Molfetta l´appuntamento con la poesia. Liberata dal chiuso dei libri e delle aule, dalla necessità di dotte interpreta-zioni e analisi e valutazioni, portata all´aria aperta, recitata, gridata, cantata dagli alunni del Liceo. Parole sempre importanti, però, da pesare e apprezza-re per quello che valgono."Misura le parole" è lo slogan che ha fatto da linea guida alla celebrazione di

quest´anno, riportato su metri e righelli di cartone di tutti i colori, sui quali sono state trascritte dieci diverse poesie. Metri e righelli, impostati graficamente dal prof. Gino Samarelli, sono stati distribuiti nei negozi di Corso Umberto, agli alunni e a tutti coloro che venerdì, 28 marzo hanno voluto darsi appunta-mento a Corso Umberto, nel tratto di strada antistante il Liceo.La data ufficiale del 21 marzo, fissata dall´Unesco per la celebrazione della "Giornata Mondiale della Poesia", vista la concomitanza con il venerdì santo ha dovuto subire uno slittamento di una settimana, ma per il quarto anno gli alunni partecipanti al progetto, guidato dalle docenti Giancaspro e Salvemini, con la regia di Matilde Bonaccia e Francesco Tammacco, hanno recitato versi di poeti famosi o ancora da conoscere, portando le loro parole misurate anche a chi della poesia crede di poter fare a meno, aprendo loro altri mondi.

Liceo Classico: appuntamento con la poesia

Nellʼambito delle celebrazio-ni per la “Giornata Mondiale della Poesia”.

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Cultura & Spettacoli 25mercoledì 2 aprile 2008

Page 26: Il Fatto n. 008

OFFRO LAVORO

Il fatto.net ha selezionato per voi dai motori di ricreca alcuni annunci di lavoro. Alcuni annunci saranno ripetuti ma vale sempre la pena consultarli tutti. Negli annunci diretti troverete gli annunci fatti direttamente alla nostra redazio-ne. Il servizio di annunci è totalmente gratuito e la radazione non si assume alcuna responsabilità circa la bontà delle

inserzioni. Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultate il sito www.ilfatto.net nellʼarea OFFRO LAVORO.

Per inserire un'offerta di lavoro basta inviare il testo con l'inserzione nella nostra email: [email protected]

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Offro Lavoro26 mercoledì 2 aprile 2008

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La Libertas per il socialeContinua il nostro tour virtuale per conoscere e presentarvi le numerose realtà sportive esistenti in città. Alcune di esse vengono definite da molti “attività di nicchia” ma spesso sono praticate in città da tanto tempo e con molto seguito. È il caso, ad esempio, di tennis e tennistavolo (cui dedicheremo spazio in prossime occasioni) o, come nel caso che oggi vi presentiamo della “lotta” con tutte le sue derivazioni. Un mondo tutto da scoprire e che “incrociamo” per la prima volta per parlare di un progetto che va ben al di là della consueta attività sportiva.La Polisportiva Libertas, una delle società sportive più anziane nel panora-ma delle associazioni sportive molfet-tesi, da gennaio 2008 con il patrocinio della Regione Puglia ed in particolare dellʼAssessorato alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva, Settore Politiche Giovanili e Sport ha avviato il progetto ”Eco Sport” destinato al recupero socio educativo ambientale dei minori a rischio.Il titolo del progetto è chiaro e sono evidenti gli obiettivi: lʼeducazione alla ecologia, la crescita personale e lʼavviamento alla pratica sportiva per i minori definiti “a rischio”, quindi prove-nienti da contesti familiari e sociali “delicati” e pertanto meritevoli di particolari attenzioni da parte degli operatori dellʼeducazione.E ̓ la prima volta che a Molfetta una società sportiva inserisce tra i propri

obiettivi anche lʼimpegno nel sociale ed in campo ambientale, modificando lʼimmagine tradizionale di una società sportiva, non più quindi proiettata esclusivamente al raggiungimento di traguardi sportivi ma anche integrata nei bisogni primari della società.Per dare vita al progetto è stata creata una sinergia di forze tra la società Libertas e il Corpo Forestale dello Stato oltre che il Comune di Molfetta ed i circoli didattici scolastici.

Da sempre la Polisportiva Libertas Molfetta ha aperto le proprie porte ai ragazzi ed adolescenti provenienti dalle fasce più deboli della nostra città, facendo frequentare gratuitamente i corsi di lotta e judo con lʼobiettivo di educare, tramite lo sport, al rispetto degli altri e delle regole.Così, partendo dalla consolidata tradizio-ne della società di accogliere nelle fila dei propri atleti bambini e ragazzi provenien-ti da famiglie disagiate, si è dato impulso

al progetto avviato a gennaio, che ha lʼobiettivo specifico di avvicinare allo sport, alla sua cultura ed ai suoi valori bambini ed adolescenti, con unʼattenzione particolare per i minori a rischio di devianza, garantendo a questi ultimi la pratica sportiva gratuita e trasmettendo loro il senso di lealtà spirito sportivo e attenzione allʼecologia.L̓ organizzazione, la gestione e la “quotidianità” del progetto sono affida-te non solo ad allenatori qualificati nelle specifiche discipline sportive ma, anche a figure di professionisti specia-lizzati nel campo della devianza e marginalità minorile, proprio per garantire la funzione pedagogica delle attività svolte nellʼambito del progetto.La giovane coordinatrice del progetto che gestisce lʼinterveto dei servizi sociali di Molfetta, delle scuole che segnalano gli studenti da inserire nel progetto e lʼattività sul campo dei numerosi allenatori qualifi-cati, è la dottoressa Raffaella Amato, educatrice professionale specializzata nel campo della devianza minorile.Per questi minori, dunque, non solo un percorso ed una crescita sportiva, ma anche un cammino umano e socio culturale.Numerose sono le discipline che i ragazzi possono praticare sono, dalla Lotta al Judo, dal Karate al Ju-Jitsu. Le attività sportive si svolgono tutti i giorni dalle 18,30 alle 20,30 presso il Palazzetto dello Sport “Giosuè Poli” nella zona 167.

Molfetta Calcio in zona play-out

Dolorosa sconfitta per la Molfetta Calcio sul difficile campo di un Cerignola già matematicamente condannato a disputare i play-out. Nellʼultima giornata di marzo, i biancorossi cedono ai foggiani con il classico risultato di 2 a 0 e si ritrova-no nuovamente in zona play-out scavalcati dal Real Altamura vincen-te in casa contro il Mesagne. La gara disputata al “Monterisi” di Cerignola non è certo stata una delle migliori disputate dai molfettesi complice lʼassenza del “metronomo” di

centrocampo Luciani (fermato per squalifica) ed alcune sviste difensi-ve. Concluso sullo 0 a 0 il primo tempo (con Musacco capace di parare anche un tiro di rigore), nel secondo tempo la doppietta di Riganò ha fissato il risultato finale. Ora la strada della salvezza diretta per i molfettesi passa per le ultime tre gare della stagione. Si comincerà il 6 aprile con lo scontro diretto casalingo con il Real Altamura, poi trasferta in casa del Liberty quindi chiusura al Poli contro il Massafra.

La Virtus Basket torna capolista

La Virtus Molfetta contro il Massafra si diverte, delizia il proprio pubblico e torna a guidare la classifica sfrut-tando al meglio la sconfitta del Corato che capitola sul campo del Salerno. Così si sintetizza lʼultimo giornata del campionato di basket di B2, con i biancazzurri vittoriosi in casa contro i tarantini per 98 a 72 senza troppo sudare. Anzi conceden-do minuti di gioco anche alle secon-de linee (Ungaro e Grillo) ed al giovanissimo Spadavecchia. Una gara che scorre via veloce e che porta

il marchio di Scorrano, autore di 23 punti. Certamente un buon incorag-giamento in vista delle gare del 6 aprile a Bernalda e del 12, in casa, contro il Catanzaro.

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Il Real punta sulla Coppa Italia

In campionato inatteso scivolone nella trasferta di Altamura. Appare difficile raggiungere il Fasano.

Inatteso e “doloroso” stop in campionato per il Real Molfetta, formazione impegnata nel campio-nato regionale di Serie C1. Alla ripresa del campionato dopo la pausa per le vacanze pasquali, i ragazzi allenati da mister Doriano Catino hanno capitolato con un risultato tennistico sul campo dell’Altamura quarta in classifica. Nel pomeriggio del 29 marzo, infat-ti, capitan Allegretta e soci hanno dovuto raccogliere per ben sei volte il pallone dal fondo della rete senza riuscire a dare alcun dispiacere al portiere della squadra avversaria. Una sconfitta dolorosa che annulla lo svantaggio di un punto dal Fasano primo in classifica che ritorna a godere di un distacco di quattro lunghezze. Un vero peccato: vincere ad Altamura avrebbe dato ulteriori stimoli alla rincorsa verso la vetta della graduatoria. I “galacticos” molfettesi non avran-no però molto tempo per “piangersi addosso”. Mercoledì 2 aprile alle

20.30 sul parquet amico del “Pala Poli” sono chiamati a centrare una prestigiosa vittoria in Coppa Italia nazionale che significherebbe l’arrivo in finale. Ospiti dei molfet-tesi saranno i romani del Colleferro che nella gara di andata si erano imposti con il risultato di 4 a 3 (per il Real reti di Colangelo, Catino e Di Palma). Risultato che offre la possi-bilità ai biancorossi di centrare lo storico e prestigioso traguardo. Arrivare in finale e magari vincere il trofeo darebbe anche la possibilità del salto di categoria, quindi massi-mo impegno contro i romani che presenteranno al “Poli” una forma-zione piena di brasiliani. Per quanto riguarda il campionato, ultimi due appuntamenti della stagio-ne regolare per il Real il 5 aprile in casa contro il Castellana e poi trasfer-ta a Mola, sponda Virtus, il 12. A meno di clamorosi errori della capoli-sta Fasano, a questo punto l’obiettivo promozione potrebbe passare dalla lotteria dei play-off.

Le ultime speranze di riaccendere l’entusiasmo erano riposte nella diffici-le trasferta di Novara ma, i ragazzi dell’Hockey Club Molfetta, pur sfode-rando tanta grinta e tanto cuore, nulla hanno potuto contro la corazzata piemontese. Continuano quindi ad essere amari i play off promozione per la squadra del presidente Massimo de Palma (nella foto). In Piemonte gli

uomini allenati dal gaucho argentino Oscar Vianna non sono riusciti ad espugnare la pista del “Pala del Lago”, impianto di gioco dei padroni di casa da cui, in questa stagione, nessuno è uscito vincitore. Risultato finale fissato sul 7 a 4 dopo un primo tempo conclu-sosi sul 4 a 0 per i padroni di casa e la rimonta, non completata, nel secondo tempo dei biancorossi a segno con Cirilli, Spadavecchia, Boccassini ed Agrimi. La sconfitta subita rende praticamente impossibile il salto diretto in serie A1 (riservato solo alla vincente del girone), obiettivo mai nascosto da parte della società. A questo punto le possi-bilità residue sono legate alle prossime sfide play off ed agli spareggi eventuali da disputarsi contro l’11esima e la 12esima classificata del campionato di A1. Strada lunga e tortuosa che comin-cerà con le gare del 5 aprile a Monte-bello e del 12 in casa contro il Thiene, prima della conclusione il 19 aprile nella gara di ritorno con il Novara.

Si affievolisce il sogno promozione

Con la sconfitta subita a Novara, l̓ Hockey Club vede sempre più lontano l̓ obiettivo.

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Quanto corrono Ragno ed Azzurra Al “Poli” è tornata la grande marcia

Vetrina del mondo pallavolistico molfettese ancora una volta affidata alle eccezionali e non più sorpren-denti prestazioni dellʼIndeco Ragno, team maschile capolista del campio-nato nazionale di B2 e dellʼAzzurra, squadra femminile prima indiscussa della serie C regionale.I “ragni” guidati da mister Vito Avel-lis vedono oramai la meritata e stori-ca promozione in serie B1 oramai vicinissima. Si dovrebbe festeggiare già sabato prossimo in quel di Vibo ma prima è bene godersi la vittoria casalinga del 29 marzo scorso contro i siciliani del Messina. Gli isolani, giunti al “Pala Poli” in formazione rimaneggiata e con la testa già proiettata alle prossime sfide salvez-za, non hanno affatto impensierito i padroni di casa che si sono imposti con un rotondo 3 a 0 (25-22, 25-22, 25-14) archiviando la pratica pelori-tana in poco tempo. Sabato prossimo (il 5 aprile) come detto potrebbe essere il giorno dei festeggiamenti “esterni” prima di quelli interni del 12 dopo la gara contro il Gela.Per le ragazze guidate da Annagrazia Matera, invece, il discorso non è ancora chiuso anche se il vantaggio sulle inseguitrici è sin troppo cospi-cuo. Ma giusto per non perdere il ritmo vittoria, le molfettesi si sono imposte per 3 a 0 anche contro lʼAssi Bari. Sabato 5 aprile big match ester-no in quel di Ruvo, poi, il 12 dery “casalingo” contro la Molfetta Volley.In serie B1 maschile, prosegue il momento felice dellʼASD Pallavolo Molfetta che nella gara del 30 marzo giocata a Galatina ha conquistato una preziosa vittoria con il risultato di 3 a 1 (24-26, 25-23, 20-25, 21-25) ed ha allungato la striscia di risultati utili consecutivi tornando ad avvicinarsi alla seconda piazza in classifica, posto utile per poter partecipare ai play off promozione. Per farlo bisognerà continuare a vincere anche il 6 aprile in casa contro lʼUgento fanalino di coda ed il 13 aprile nellʼostica trasfer-ta di Brolo. Nel frattempo lʼASD Pallavolo si gode il terzo posto conquistato alle final four di Coppa Italia disputatesi a Molfetta nel week end di Pasqua. I molfettesi, sconfitti dal Conselice in semifinale per 3 a 0, lʼhanno spuntata al tie break contro il Biella nella finalina per il terzo e quarto posto. La coppa è invece andata allʼOderzo vittorioso in finale per 3 a 0 sul Conselice.In C femminile Molfetta Volley, in zona salvezza anche se sconfitta a Noicattaro per 3 a 1 dopo aver dispu-tato una buona gara.

È ritornato lʼappuntamento con il "Cam-pionato Italiano Assoluto di Marcia su pista Maschile e Femminile" organizzato dallʼOlimpia Club Molfetta.La tradizionale manifestazione si è svolta sugli impianti dello stadio comunale "Paolo Poli" domenica 30 marzo.Al termine della giornata è stato assegnato il "25° Memorial Franco Acquaviva" per il settore femminile ed il "3° Trofeo Giosuè Poli" per quello maschile.Ad onorare al meglio lʼimportante appun-tamento, i più autorevoli interpreti della marcia italiana e mondiale: Alex Schwa-zer del Gruppo Sportivo Carabinieri Bologna e la più che affermata Elisa Rigaudo del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle Ostia. Numerosi gli atleti pugliesi e lucani tra cui il promettentissimo junior del CUS Bari Vito di Bari, la grande promessa Antonella Palmisano della Don Milano Mottola, quindi le promettenti Teresa Marinelli e Nicoletta dell'Aquila dellʼAlteratletica Locorotondo, Daniela Mancini, Antonia Caputo e Francesca Fasciano dellʼA.S. Olimpia Club Molfetta, Lidia Mongelli dell'Euratletica Montescaglioso e per finire Corrado Lazzizera e Giovanni Ragno dellʼAtletica Aden Exprivia Molfetta.Questi i principali risultati della giornata. MARCIA 20KM MASCHILE E 10KM F E M M I N I L E (SENIORES/PROMESSE): 1. Alex Schwazer (Carabinieri Bo) 1h23ʼ33ʼ̓ 85 – Elisa Rigaudo (Fiamme Gialle Roma) 45ʼ30ʼ̓ 39; 2. Jean Jacque Nkouloukidi (Fiamme Gialle Roma) 1h23ʼ46ʼ̓ 28 – Valentina Trapletti (Esercito) 46ʼ20ʼ̓ 11; 3. Fortunato DʼOnifrio (Atl. Vomano) 1h25ʼ38ʼ̓ 09 – Federica Ferraro (Univ.Docilia) 47ʼ21ʼ̓ 14. CLASSIFICA DI SOCIETÀ ̓ MASCHILE-FEMMINILE (SENIOR/PROMESSE): 1. Carabinieri (Bo) – Esercito Roma 139 punti; 2. Aeronautica Militare 127 - Kronos Roma 108; 3. Ecosport Montesca-glioso Matera 69 – AlterLocorotondo 107; 6. Olimpia Club Molfetta 75; 12. Triggia-no Puglia 34; 13. Aden Exprivia Molfetta 32. CLASSIFICA DI SOCIETÀ M A S C H I L E - F E M M I N I L E (JUNIORES): 1. Fiamme Gialle Simoni 135 – Us. Pattese 125; 2. Ecospost Monte-scaglioso Matera 87 – Atl. Clar Catania 82; 3. Cus Torino 50- Alto Lazio 50; 4. Cus Bari 49. CLASSIFICA SOCIETÀ MASCHILE-FEMMINILE (ALLIEVI): 1. Fiamme Gialle Simoni 121 – Asd Hinna Napoli 117; 2. Atl. Benevento 104 – Atl. Sestese Firenze 115; 3. Asd Hinna Napoli 102 – Usd Pattese Messina 88; 5. Atl. Don Milani Taranto 85; 7. Aden Exprivia Molfetta 47; 9. Atl. Amatori Acquaviva 44 - Atl. Don Milani Taranto 50; 10. Ecospost Montescaglioso Matera 43 – Athletic Team Barletta 48; 14. Atl. Amatori Cister-nino 28.

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Serie B1

PALLAVOLOSerie B2 Serie C Femminile

TerlizziGioia del ColleSquinzanoMolfettaBroloLameziaFasanoBariGalatinaGelaFoggiaModicaUgentoNicosia

504744414039363534282114

93

Ragno MolfettaManfredoniaTuriLuceraGelaPutignanoMartinaCataniaCatanzaroMessinaVibo V.AcicastelloPalermoPizzo

6149464543312922222121191712

Azzurra MolfettaTuriRuvoNoicattaroSanteramoAcquavivaSan SeveroMolfetta VolleyAltamuraTerlizziBarlettaAssi BariTriggianoLynx Bari

595149463939372725211817130

Serie A2 Play Off Serie B2GIRONE ASeregnoSarzanaCorreggioSandrigoGIRONE BNovaraMontebelloThieneMolfetta

6633

9431

MolfettaCoratoOstuniCatanzaroRuvoCanicattìMariglianoPalermoBernaldaPozzuoliMassafraSalernoBisceglie Maddaloni

3634343432222220201816141010

HOCKEY BASKET

Eccellenza Serie C1FrancavillaBisceglieCopertinoCoratoLuceraCasaranoNardòLocorotondoLibertyNociMassafraOstuniReal AltamuraMolfettaMesagneCerignolaMaglieLeonessa

6455545352525048444443433837282624

0

FasanoReal MolfettaMonopoliAltamuraMetropolitaniVirtus MolaRuvoCastellanaCassanoR. MolaBrindisiNociSavaAdelfia

565251484440353129242121207

CALCIO

C L A S S I F I C H EC L A S S I F I C H ECALCIO A 5

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Rubriche30

DIFFICILE

S U D O K U FACILE

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LUZIO

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Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 "sottogriglie", chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero.

Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni.Fonte:(it.wikipedia.org)

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Giulio Cosentino

[email protected] www.ilfatto.net

[email protected] 3341758150

www.ilfatto.net 3496082752 www.epassaparola.it

Vincenzo de Pinto (vinn)

Nicolo’ Lucivero

Corrado Germinario

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L'uscita del prossimo numero del free press "Il Fatto" slitterà di qualche giorno. In pratica il nostro free press non sarà in distribuzione da mercoledì 16 aprile ma da vener-dì 18 aprile per consentire la pubblicazione dei risultati elettorali e rendere un servizio migliore. Tutto questo sempre gratis.

Rubriche 31

Continua il vostro momento positivo. Non lasciatevi sfuggire l’occasione propizia per mettere a posto ogni cosa. D’altra parte nelle prossime due settimane raccoglierete tutto ciò che avete seminato negli ultimi mesi e saranno fuochi d’artificio.

Il vostro umore sarà molto instabile. Colpa delle stelle, colpa soprattutto della vostra insofferenza e dello stato di apatia in cui state costringendo. Forse è arrivato il momento di fare quella telefonata per parlare con la persona che vi fa stare male.

E’ un momento così così. Ma durerà poco non temete. Qualche piccola incomprensione con i colleghi di lavoro e con gli amici. Non dateci peso. Il tempo sistemerà ogni cosa e voi, quando volete, sapete essere molto pazienti.

Le stelle sono dalla vostra parte. E’ il momento giusto per mettere a punto un progetto, cominciare a costruire qualcosa di serio, osare in amore, sul lavoro, nell’amicizia. In tutto questo cercate però di non perdere il senso della realtà. Buona la salute.

Troppe distrazioni attorno a voi. Cercate di mantenere la concentrazione se volete riuscire nell’impresa che state insegu-endo da qualche giorno. Fate attenzione al portafoglio. Sono in arrivo spese impreviste e non è il caso di lasciarvi cogliere impreparati.

E’ arrivato il momento di osare in tutti i campi. Non lasciate nulla in sospeso. Mettete le cose in chiaro con gli amici, con i colleghi di lavoro, con i familiari, con la persona che amate. Solo così riuscirete a trovare la serenità che meritate.

Come al solito vi piace giocare con i sentimenti, quelli degli altri soprattutto. Questo non è bello e a lungo andare potrebbe crearvi problemi. Ricordate che ci si può sentire soli anche circondati da cento persone amiche e voi siete sulla buona strada.

Vi aspettano due settimane molto intense. Nei rapporti di coppia intesa alle stelle. Nelle storie appena comin-ciate ci saranno momenti indimentica-bili. Buone prospettive anche in campo lavorativo e nelle amicizie. Ma restate con i piedi per terra.

Puntate dritto all’obiettivo e poi colpite. E’ necessario evitare giri di parole e inutili sotterfugi. Se vi interessa qualcosa fate in modo di riuscire ad ottenerla. Non vi mancano certo i mezzi. Ciò che invece dovete assolu-tamente evitare è lo stress.

E’ ora di gettare la maschera. Ammettete di aver bisogno di aiuto e tuffatevi nella vita. Le stelle sono dalla vostra parte ma se vi chiudete come un riccio c’è poco da fare. Qualche novità all’orizzonte per chi è alla ricerca di una occupazione part time.

Avete bisogno di un periodo di riposo. Ne ha bisogno soprattutto il vostro organismo. Per questo mettete a posto le cose e staccate la spina per qualche giorno. Le persone che vi stanno accanto capiranno. Piccole incompren-sioni con i colleghi.

Controllatevi a tavola. Esagerare non fa mai bene. Una alimentazione controllata vi consentirà di superare meglio e prima quel piccolo disturbo che vi rende nervosi da un po’. Buoni i rapporti con gli amici e i colleghi. Un po’ più turbolenti quelli affettivi.

AVVISO AI LETTORIL̓ intera redazione de “Il Fatto” in collaborazione con l'emittente radiofonica Primaradio di Molfetta (101.9 fm) proporrà una trasmissione radio interamente dedicata alle elezioni del 13 e 14 aprile. A partire dalle ore 15 di lunedì gli inviati de "Il Fatto" seguiranno lo spoglio delle schede elettorali con aggiornamenti in tempo reale dal Centro Elaborazioni Dati del comune e direttamente dalle sezioni di voto. Inoltre, una redazione temporanea verrà allestita presso il "Bettie Page" per consen-tire l'aggiornamento in tempo reale dei dati consultabili sul sito www.ilfatto.net

IL VOTO ALLA RADIO E SUL WEB

PEPATA DI COZZEIngredienti per 4 persone

1 kg di cozze neremezzo bicchiere di vino bianco seccouno spicchio dʼaglioolio extravergine di oliva, prezzemolo tritato, pepe q.b.

In una pentola preparate un fondo con olio extravergine dʼoliva, uno spicchio dʼaglio schiacciato, pepe e prezzemolo. Fate scaldare per un paio di minuti sul fuoco a fiamma lenta quindi aggiungete le cozze intere che avrete precedentemente lavato. Coprite la pentola con un coperchio e fate “stufare” per alcuni minuti. Quando le cozze si saranno aperte aggiungete mezzo bicchiere di vino bianco e fate sfumare. Quindi aggiungete il prezzemolo tritato, rigirate tutto con un cucchiaio. Spegnete e servite dopo aver adagiato le cozze in una pirofila.

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