Il Corriere della Città - Agosto 2010

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libertà - informazione - cultura - politica - sport - cronaca orriere C ittà C orriere C della ittà C il Anno 2 Numero 8 AGOSTO 2010 GRATUITO UN’ESTATE CALDA FRANCESCHETTI CONTRO TRABOCCHINI PAG.5 ARDEA: LA GIUNTA E’ SERVITA PAG.10 TANGENTOPOLI DI POMEZIA STORY PAG.15 In questo numero: CON TUTTO QUELLO CHE SUCCEDE NEI NOSTRI COMUNI RIUSCIRANNO QUESTI DUE BAGNINI A SALVARE IL TERRITORIO? O DEVONO INTERVENIRE FORZE... SUPERIORI?

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Anno 2 Numero 8 AGOSTO 2010

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Il Corriere della Città libertà - informazione - culturapolitica - sport - cronaca

libertà - informazione - cultura - politica - sport - cronaca

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il

Anno 2Numero 8AGOSTO 2010GRATUITO

UN’ESTATE CALDA• FRANCESCHETTI

CONTRO TRABOCCHINI PAG.5• ARDEA:

LA GIUNTA E’ SERVITA PAG.10• TANGENTOPOLI DI POMEZIA

STORY PAG.15

In questonumero:

CON TUTTO QUELLO CHE SUCCEDE NEI NOSTRI COMUNIRIUSCIRANNO QUESTI DUE BAGNINI A SALVARE IL TERRITORIO?O DEVONO INTERVENIRE FORZE... SUPERIORI?

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Pomezia News

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E’ un’estate davvero molto calda, quella del 2010.Un’estate caratterizzata da un’impennata di epi-sodi di cronaca nera, con una serie impressionan-

te di omicidi, soprattutto in ambito familiare, spessocommessi da ex mariti o fidanzati. I nostri nonni dice-vano “è il caldo che da’ alla testa e fa impazzire gliuomini”. Pur sapendo che si tratta solo di una diceriasenza alcun fondamento scientifico, dobbiamo ricono-scere che d’estate i comportamenti strani si moltiplica-no. Anche non arrivando agli eccessi dell’omicidio (eci mancherebbe altro…) pure a Pomezia si possononotare persone che all’improvviso cambiano idea eposizione – magari passando dalla maggioranzaall’opposizione nonostante fino ad un attimo primaavessero giurato assoluta fedeltà al Primo Cittadino, oal contrario, che dalla minoranza diano appoggio indi-retto al governo consentendo l’approvazione di unbilancio rimasto in bilico fino all’ultimo istante – perso-ne che litigano furiosamente accusandosi l’un l’altramalgrado i proclami di ritrovata (ri? Ma quando maic’era stata?) armonia, coesione ed egemonia (vedi la“guerra” tra i rappresentati di Forza Italia e quelli diAlleanza Nazionale, che non si capisce come abbiamopotuto coesistere finora), persone che prima richiedo-no la convocazione di un consiglio per sfiduciare il sin-daco e poi non si presentano alla seduta, facendo così

mancare il numero legale. Il Sindaco stesso, che con15 consiglieri (16 se aggiungiamo anche lui) decidedi dimettersi e con 13 (nel frattempo erano usciti dallamaggioranza Barone e Mugnaini) ci ripensa ed addi-rittura si propone come unico candidato del centrosini-stra alle prossime elezioni. Insomma, l’unica regolasembra essere “dire una cosa e farne un’altra”. Perconfondere le idee ai cittadini questo modo di fare hasicuramente una certa logica: meno noi cittadini licapiamo, più possibilità di restare al potere hanno. Equesto è rivolto a destra, sinistra, partiti, liste e grovi-gli vari. Curioso è poi il fatto che la Pomezia politica sisia allineata non solo alle stranezze, ma anche ai datinazionali riguardanti i matrimoni ed i divorzi: in Italiaaumentano i divorzi (e qui basta contare quante volte“si lasciano” e “si riprendono”), soprattutto quellicosiddetti “grigi”, ovvero tra persone di una certa età(ed infatti più vanno avanti e peggio è) ed i matrimo-ni misti (e su questo non facciamo esempi, li lasciamoalla fantasia del lettore). Ma tanto tra un po’ si va invacanza, ci si scorda di quanto detto e fatto e si rico-mincia. L’unica cosa che non si scorderà mai sarà l’ur-banistica, argomento principale del consiglio comuna-le-fiume (i punti all’ordine del giorno dopo le interroga-zioni erano ben 22) convocato per il 28 e 29 Luglio erimandato a data da destinarsi causa mancanza del

numero legale (l’ennesima). Dopo l’approvazione delconsuntivo del bilancio 2009 (ricordiamo l’importanzadi questo atto: se non si approva, l’amministrazionenon ha la possibilità di richiedere mutui, che in questomomento sono davvero necessari alla città) erano inlista altri 7 punti di relativa importanza e ben 14 ine-renti l’edilizia, di cui gli ultimi 2 dedicati all’edilizia con-venzionata, ovvero alle cooperative. Gli altri 12 riguar-davano piani integrati, piani particolareggiati, lottizza-zioni, ampliamenti di aree industriali. Tutte cose checambieranno il volto di Pomezia, se e quando sarannoapprovate. In meglio (lo speriamo vivamente) o inpeggio non possiamo e non sappiamo dirlo, perchésulla carta tutto - o quasi - sembra bello. E’ nella real-tà, poi, che si faranno i conti. E nei conti chiediamo aipolitici di inserire questi fattori: asili nido, scuolematerne, una viabilità accettabile, strade ben asfalta-te e tutti quei servizi che rendono un ammasso dicostruzioni una vera città e, per Torvaianica, un verocentro turistico-balneare. Adesso andranno tutti invacanza: noi auguriamo che raggiungano posti dovetutto quello che abbiamo elencato già ci sia, in modoche possano riflettere e prendere spunto. Magari quan-do torneranno (con il fresco) impareranno anche adire le stesse cose che pensano e, ancora di più, apensare a quello che dicono. Maria Corrao

Editoriale

UN ESTATE CALDISSIMA QUESTA DEL 2010, TRA CRONACA NERA, CAMBI DI IDEE,LITIGI FURIOSI E CLAMOROSI DIVORZI

L’ESTATEDEI CONTROSENSI

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In questo numero, oltre all’editoriale, il direttore “ruba”un’altra pagina al giornale, per rispondere ad una let-tera ricevuta in riferimento ad un articolo pubblicato

sul nostro sito www.ilcorrieredellacitta.it. Per la secon-da volta (la prima è stata in occasione della risposta alComandante della Polizia Municipale) parla in primapersona, perché in prima persona è stata attaccata dachi non ha saputo “leggere” quello che era scritto nell’ar-ticolo.Il 27 Luglio ho ricevuto una lettera da parte delLaboratorio Politico. Probabilmente, vista la scarsa con-siderazione che i firmatari hanno della sottoscritta e del-l’intero giornale, non avranno pensato che il loro scrittosarebbe stato pubblicato per intero, senza alcuna omis-sione. Questo perché il mio – e ripeto mio – giornale nonè vicino, così come possono intendere loro, né alladestra né alla sinistra, tant’è vero che chi è del centro-destra mi accusa di “comunismo” e chi appartiene alcentrosinistra mi taccia di essere di estrema destra. Aprescindere da eventuali mie idee politiche, che vi assi-curo che con quello che a Pomezia viene spacciato perpolitica non hanno nulla a che fare, io posso dire diessere una giornalista senza virgolette, in quanto ho stu-diato per diventarlo, ho fatto la mia gavetta e sono dovu-ta sottostare ad un esame ed al giudizio di una commis-sione per poter prendere la tessera di iscrizione all’Albo.Ma voi potete definirvi in piena coscienza dei politici checon umiltà si sono messi a disposizione della gente? O

anche voi, come quasi tutta la classe politica, avete pen-sato a coltivare il vostro orticello, badando bene a get-tare le erbacce in quello del vicino? Quando ho parlatodi manifesti messi nei secchioni ed in tutti i posti dovepotevano entrarci non mi riferivo solo ai “vostri” manife-sti, ma a quelli di tutti, perché questo “vizietto” di spor-care la città ce l’hanno tutti i partiti o pseudo tali, soprat-tutto in fase di campagna elettorale. Voi chiedete ai cit-tadini di rispettare le leggi e siete i primi a non farlo:affiggere dei manifesti abusivi non solo porta degrado esporcizia alla città, ma elude anche al pagamento delletasse sulla pubblicità.I firmatari, in sede di consiglio, mi sembra appartenga-no a due diversi partiti, La Rosa Bianca ed il Nuovo PSI,che non si chiamano “Laboratorio Politico”, quindi nonreputo scorretto dire che in Consiglio questo non è rap-presentato a livello ufficiale. Certo, il passaggio dicasacche è un’altra peculiarità dei politici, ma non lo ècerto dei giornalisti in genere, che solitamente sonofedeli al loro modo di lavorare. Non sono mai stata vici-na al “potere”, così come mi accusate: posso ancheavere rapporti amichevoli con le persone – di destra o disinistra che siano – ma non con la loro veste ufficiale.Infatti, nonostante io scriva su questo territorio ormai da21 anni (ho iniziato a Il Tempo nel 1989 e D’Avino lodovrebbe sapere, visto che era lui a chiedere favori ame) non ho mai chiesto, né avuto nessun vantaggio daalcun politico. Gli “ovvi motivi”, quindi, li potete cono-

scere voi che ci siete abituati, non io che sono una sem-plice giornalista. Infatti, per mandare avanti il mio gior-nale, lavoro in un call center per poco più di mille euroal mese, firmo gli assegni a nome mio e non ricevo sov-venzioni da parte di politici o presunti tali. Quindi nonpermetto a nessuno di dire che la stampa, se si parladella sottoscritta, stia vicina al potere. In questi 10 mesidi giornale ho attaccato la destra e la sinistra, mai senzafondatezza, ma sempre sulla base dei fatti e con la mag-giore obiettività possibile. Ovvio che tutte le “porcherie”che possono essere state fatte in questi lunghi anni(quindi con al Governo tante persone diverse, tra cuianche qualcuno che appartiene a questo LaboratorioPolitico), se sono state fatte, non le conosco o non neho la prova certa e la relativa documentazione, altrimen-ti le avrei pubblicate. Accostarvi ad una grande comeAnna Politkovskaya (a proposito, avete anche sbagliatoa scrivere il suo nome) è veramente una responsabilità,che io non mi sarei mai presa. Infatti io non mi reputo,né mai l’ho fatto, una paladina delle minoranze, ma misembra che neanche voi lo siate. Non mi sarei mai per-messa neanche di parlare di “Verità” con l’iniziale inmaiuscolo, perché questa parola, scritta così, mi fa pen-sare a tutt’altro, a qualcosa che sta molto al di sopra dime e di tutti. Nel mio giornale cerco solo di dare vocealla gente più che ai politici e forse è questo che può darfastidio. Perché, alla fine, è la gente quella che va avotare.Ricambio i cordiali salutiIl direttore Maria CorraoP.S. Avrei risposto con lo stesso tono a chiunque – e diqualsiasi partito – mi avesse scritto quello che voi avetemandato, quindi non reputatevi dei privilegiati

Di seguito il testo integrale della lettera di Salfi e D’AvinoRiferimento articolo del 12/07/2010 apparso sulGiornale “il Corriere della Città”Cara “giornalista” dobbiamo notare che nonostante lasua presenza nel Consiglio Comunale del 08/07/2010,dove all’ordine del giorno era inserito l’Approvazione delbilancio Preventivo Esercizio Finanziario 2010, qualcu-no dei consiglieri di “maggioranza” ha chiesto aiConsiglieri presenti se il manifesto che era in prepara-zione del Laboratorio politico aveva una paternità rap-presentata nell’Assise Comunale.In quell’ occasione i Consiglieri di opposizione PietroSalfi e Angelo D’Avino hanno manifestato la loro appar-tenenza al Laboratorio Politico.Quindi ,cara giornalista, capiamo che la stampa è sem-pre più vicina a chi amministra il potere,per ovvi motivi. Ma come dimenticare chi ha dato voce anche alle mino-ranze (ricordo Anna Politkovskay) anche se queste perpoter manifestare i loro pensieri hanno attaccato le lorogrida su “cassonetti e paline”.La storia ci ha insegnato che i nostri padri hanno tappez-zato un intero teatro di volantini sui quali era scritto“Viva V.E.R.D.I.”, quindi ogni mezzo è giustificato pergridare e far conoscere a tutti il proprio pensiero e le ille-galità che regnano in una società, grande o piccola chesia, realtà municipale o realtà nazionale.Certo, si capisce che, portare avanti le voci delle mino-ranze non è cosa semplice, ma talvolta nelle piccolevoci c’è tutta la “Verità”.Cordiali SalutiAngelo D’Avino Pietro Salfi

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Politica Pomezia

BOTTA E RISPOSTA TRA IL “LABORATORIO POLITICO” ED IL DIRETTORE DE “IL CORRIERE DELLA CITTÀ”

IL DIRETTORERISPONDE

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Politica Pomezia

Lo aveva annunciato durante lo svolgimento delconsiglio comunale dell’8 Luglio, come riportatoanche sulle stenotipie, e lo ha fatto veramente:

Marcello Franceschetti ha dichiarato “guerra legale” aldirigente dell’assessorato ai Servizi Sociali MaurizioTrabocchini, protocollando al Comune il 29 Luglio unaformale richiesta di “sospensione in autotutela delDirigente per conflitto d’interessi, pericolo di inquina-mento delle prove e reiterazione del reato”. Ma di cosasi sta parlando? La vicenda era balzata agli onoridelle cronache nel luglio dello scorso anno e riguarda-va il sequestro da parte dei Carabinieri negli uffici deiServizi Sociali di ben 5 scatoloni contenenti documen-ti relativi a domande di sussidio. L’operazione eraavvenuta a seguito di una denuncia presentata da unconsigliere di maggioranza (ed ora Franceschettiafferma di essere stato lui a farla), che aveva messoin evidenza la concessione di sussidi a persone chenon ne avrebbero avuto titolo o che addirittura avreb-bero presentato la richiesta a bando scaduto e, ser-vendosi di protocolli “taroccati” avrebbero usufruito disomme che si aggirerebbero tra i 1.000 e i 2.000

euro. Il condizionale è ovviamente d’obbligo, in quan-to non c’è stato ancora nessun pronunciamento defi-nitivo da parte dei Giudici, ma in questo anno le inda-gini della Magistratura sono andate avanti ed avreb-bero portato ad un avviso di garanzia nei confronti delDirigente. “Premesso che è pendente presso laProcura della Repubblica del Tribunale di Velletri l’in-formativa di reato per “Atti pubblici contraffatti”, di cuial registro 5466/09 in carico al PM dr. Taglialatela, eche a causa di questo reato vi è un Avviso di Garanziaper il Dirigente preposto responsabile del IV° Settore(Servizi Sociali) e che detto procedimento penalerisulta instaurato dal Comune di Pomezia controTrabocchini Maurizio – si legge nella lettera protocol-lata da Franceschetti – risulta evidente la conflittuali-tà tra l’Ente ed il Dirigente, ovvero tra il controllore edil controllato!”. Franceschetti, a voce, fa anche uninciso. “Questa persona, in un altro procedimentopenale avverso il sottoscritto, ha avuto la sfrontatezzadi costituirsi parte civile contro di me. Quindi non sonoio a dichiarare “guerra” a lui, ma il contrario! Per quelprocedimento, poi, vorrei riuscire a capire come e chi

abbia reso pubbliche delle lettere indirizzate alSindaco ed allo stesso Assessorato ai Servizi Sociali,non protocollate ma consegnate per posta o brevima-no. Si trattava di lettere infamanti nei miei confronti,nelle quali mi si accusa addirittura di essere un ladro.C’è forse qualcuno in quell’ufficio che passa delleinformazioni a seconda del rendiconto che può riceve-re? O chiunque può accedere ai documenti in essocontenuti? E chi è responsabile di questa pubblicazio-ne di notizie infamanti?”. Come suo carattere,Franceschetti si infervora e solo dopo aver parlato conil legale che l’assiste torna a spiegare quanto fatto inquesti giorni. “Il punto, adesso, riguarda un interroga-tivo che dovrebbe interessare tutti i cittadini: visto chela parte accusante è il Comune e che quella su cui èstato emesso l’avviso di garanzia è un dipendentecomunale, come può quest’ultimo ricoprire ancora lasua carica? Chi pagherà gli onorari dei legali di accu-sa e difesa? Sempre il Comune e quindi i cittadini? E,magari, gli avvocati lavoreranno insieme, visto che ledue parti in questo modo coincidono?” Una possibilesoluzione a questi quesiti la propone lo stessoFranceschetti al termine della sua lettera, nella qualesostiene che “A questo punto, la cosa migliore che ilSindaco possa fare è quella di provvedere con urgen-za ad un provvedimento di Sospensione in Autotuteladi Maurizio Trabocchini”, proprio per evitare il conflittosopra descritto. Alfredo Corrao

IL CONSIGLIERE COMUNALE PROTOCOLLA UNA LETTERA INCUI RICHIEDE UFFICIALMENTE AL SINDACO DI SOSPENDEREL’INCARICO DEL DIRIGENTE PER EVIDENTE CONFLITTUALITÀCON IL PROCEDIMENTO PENALE IN CORSO

FRANCESCHETTIvs TRABOCCHINILO SCONTRO SI FA DURO

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il Corrieredella CittàNumero 8 Anno 2Luglio 2010Distribuzione gratuita

Via Danimarca, 5700040 Pomezia

E-MAIL:[email protected]

EDITORE:La Città

DIRETTORE RESPONSABILE:Maria Corrao

E-MAIL:[email protected]

IN REDAZIONE:Alessia Ambra AchilleMauro ValentiniLuca MugnaioliMatteo AcitelliAlfredo CorraoLuigi SimonePietro ContiClaudia Sperduti

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE:Studio Grafico O.K.

CHIUSURA REDAZIONALE:30/07/2010

STAMPA:Arti Grafiche

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009

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Politica Pomezia

Avevamo appena fatto in tempo a scrivere l’arti-colo con i commenti dei vari “interpreti” dellavicenda che è arrivata la notizia che ha ribalta-

to tutto: il PDL, o presunto tale, pometino è stato com-missariato. Il 28 Luglio il coordinamento regionale delPopolo della Libertà ha infatti affidato all’europarla-mentare Alfredo Antoniozzi la guida del partito nelComune di Pomezia in vista delle prossime elezioni

amministrative. “Sono onorato dell’importante e deli-cato incarico assegnatomi - ha dichiara Antoniozzi –che mi vedrà impegnato a costruire le condizioni perla vittoria del Pdl al prossimo appuntamento elettora-le a Pomezia. Per questo inizierò da subito ad assu-mere i contatti con tutte le realtà che fanno riferimen-to al Popolo della Libertà e con tutti i movimenti,associazioni e realtà culturali ed imprenditoriali che

sono presenti sul territorio in maniera significativa.Ringrazio il Partito per la prova di fiducia, che ricam-bierò spendendo ogni mia risorsa personale e politicaper tenere alta la bandiera del Pdl e di quanti, insiemea noi, si ritengono alternativi al progetto politico dellasinistra”. A questa notizia si è subito affiancato il com-mento di Massimiliano Cruciani, candidato a sindaconel 2006 proprio per lo schieramento di centrodestra.“Sono felice di questa presa di posizione, che dimo-stra che Pomezia non è un paesetto di provincia, mauna città importante a tutti gli effetti, che merita nonmeno di un europarlamentare come commissario. Lastoria del coordinamento ha, dietro il comportamentoinfantile di Serafini, una regia di pratici politicanti qualiVincenzo Mauro e Luigi Celori. Quest’ultimo, ormai undisoccupato della politica, si è dimostrato pronto adogni artificio, arrivando ad autoproclamarsi candidatoa sindaco della PDL. Un direttivo così composto rap-presentava il massimo del basso profilo, e maschera-va eventuali alleanze e paludose strategie politiche deisoliti personaggi che hanno in questi anni distrutto lapolitica, cercando di tenere lontana Roma attraversodei “paraventi” che mascheravano ciò che realmenteaccadeva a Pomezia. Ora mi auguro che si faccialuce su ciò che è accaduto nel 2006, onde evitare ilriciclaggio ed il riproporsi di squallidi personaggi chepuntualmente si mettono “a vela” cercando di staresempre dalla parte di chi vince. Come dice Berlusconi,

LE LOTTE INTESTINE NEGLI SCHIERAMENTI DI AN E FI SISONO INASPRITE CON L’APPROVAZIONE DEL BILANCIOE CON LA NOMINA DI UN “DIRETTIVO” CHE NON VIENERICONOSCIUTO, TANTOMENO DAL COORDINAMENTO REGIONALE, CHE COMMISSARIA IL PARTITO

IL POPOLODEI LITIGI

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giustizia è fatta, contro l’arroganza vince sempre ilpartito dell’amore”.Ma per capire quanto successo facciamo un passoindietro. La goccia che aveva fatto traboccare il vasoera stata l’approvazione del Bilancio previsionale2010 grazie all’astensione di 3 esponenti di ForzaItalia (Ruffini, Schiumarini e Valentini) ed all’assenzadi Cruciani. La prima frattura che ne era seguita èstata tra il gruppo di AN e quello di FI, che si sonoaccusati a vicenda di scorrettezze ed “inciciuci” – chiprima, ossia al momento dell’elezione del 2006, chidopo, per aver retto più volte il numero legale – con ilsindaco De Fusco. La spaccatura si è poi ingrandita,fino ad apparire insanabile, con il comunicato stampainviato il 23 Luglio da Rodolfo Serafini, persona scel-ta per ricoprire il ruolo di coordinatore del PDL, ma lacui nomina non era mai stata ratificata dagli organicompetenti. Nella nota inviata alla stampa, Serafiniinformava che era “stato nominato il CoordinamentoComunale del Popolo della Libertà di Pomezia, chesarà composto dallo scrivente in qualità diCoordinatore, dal sig. Vincenzo Mauro quale ViceCoordinatore e - in qualità di membri- dai sig.ri SaverioPagliuso, Romeo Savioli, Maurizio Busti, UldericoGranata, Veronica Felici, Giuliano Peretti, SandroPaloni, Rocco Mileo e Antonio Sauchelli. Subito dopoil suo insediamento, che avverrà nei prossimi giorni, ilCoordinamento del PdL di Pomezia avvierà tutte le ini-ziative necessarie alla sua organizzazione nel territorioe alla preparazione delle elezioni amministrative delprossimo anno”. “Si tratta di un coordinamento fantasma, fatto dinascosto, senza interpellare nessuno di noi ed adot-tando metodi fascisti – avevano tuonato in risposta gliesponenti di Forza Italia nel leggere sugli organi distampa il comunicato – Non riconosciamo e non aval-liamo questa decisione presa senza consultare i veriappartenenti al partito”. Massimiliano Cruciani, PaoloRuffini, Valter Valentini e Omero Schiumarini eranosulla stessa linea, lasciando dichiarazioni abbastanzasimili. “Innanzi tutto – aveva commentato Cruciani -vorrei capire una cosa fondamentale: come si puòcreare un coordinamento quando il “coordinatore” è inrealtà “abusivo”? La nomina di Rodolfo Serafini, infat-ti, non è stata ratificata dal Coordinamento regionale,quindi non è valida ai fini dello statuto del partito.L’accostamento di personaggi discutibili, poi, non misembra renda onore al PDL. La nomina di vice coordi-natore data a Vincenzo Mauro, che è stato attore eregista della tangentopoli pometina, non può essereda me condivisa. Non vorrei sbagliare, ma non mirisulta neanche che queste persone siano tutte iscritteal partito. Tornando a Serafini, era stato indicato dalgruppo di Forza Italia e da una parte di AN, ossia da

quelle persone che ora ha deliberatamente ignorato,tradendo così la fiducia che era stata riposta in lui.Non capisco quale progetto e quali interessi ci sianodietro questo coordinamento, che tutto rappresentameno che la PDL. Questa vicenda ricalca un po’ quel-la della nomina dei Revisori dei conti, scelti da AN,che poi hanno avallato in tutto e per tutto quanto deci-so in precedenza dai Revisori espressione della mag-gioranza. Francamente non riesco a capire a chegioco si sta giocando”. Anche Paolo Ruffini, capo-gruppo di Forza Italia, aveva commentato negativa-mente quanto fatto dal Coordinatore locale. “Il com-portamento adottato da Serafini è come quello chi chemorde la mano che l’ha nutrito, visto che la sua can-didatura a Coordinatore era stata scelta proprio dacoloro che non sono stati interpellati per scelte cosìimportanti. In ogni caso, quello da lui proclamato è uncoordinamento non riconosciuto e non condivisibile,soprattutto perché non avallato dal segretario né daldirettivo del PDL, gli unici organi legittimati ed elettidal partito stesso. Non so da quale mente contortapossa essere uscito questo progetto. Io non riconosconé il direttivo, che non voglio commentare nel detta-glio, né il metodo con il quale è scaturito, un metodo“fascista”, assolutamente non democratico, che noncondividerò mai. Se, al contrario, la segreteria provin-ciale avallerà questa decisione, io prenderò distanzapersonale e politica da questo modo di agire”.“Condivido in pieno quanto affermato dai miei colleghi– aveva rimarcato Valter Valentini – Mi sembra chequalcuno voglia farsi pubblicità sfruttando gli sforzialtrui, estromettendo dalle scelte fondamentali chi hasempre lavorato per costruire prima un gruppo mode-rato - Forza Italia, diventato in breve tempo un puntodi riferimento per tantissimi cittadini - poi per formareil tanto agognato PDL, che certo non ha nulla a chefare i metodi adottati da questi signori. Dissento quin-di completamente dal comportamento di Serafini enon riconosco alcun coordinamento del Popolo delleLibertà fatto in questo modo “carbonaro”. Attendoquindi indicazioni da chi veramente è riconosciuto dalpartito”. Ancora più aspro il commento di OmeroSchiumarini. “Un coordinamento si elegge e non sinomina: quello adottato da Serafini è davvero unmetodo fascista, già combattuto a livello nazionale daBerlusconi. Vorrei far presente che l’unico vero coordi-namento esistente a Pomezia è quello di F.I., elettodemocraticamente attraverso un vero congresso. Nonmi riconosco in nessuna di quelle persone che com-pongono questo fantomatico coordinamento, in quan-to non sono espressione né del PDL né tantomeno diquesta città, visto che nelle tornate elettorali passatetutto hanno votato tranne che il partito di cui adessosi sentono ai vertici. Noi di F.I. eravamo abituati a par-

tire dalla base, facendo gavetta e costruendo insiemele eventuali gerarchie, qui mi sembra sia stato fatto ilcontrario. Chiedo scusa a tutti i simpatizzanti delnostro partito per il comportamento e per la bruttafigura che queste persone stanno facendo fare sia alPDL che al Presidente Berlusconi, le cui indicazionisono sempre state agli opposti rispetto a quanto fattoora a Pomezia”.E Rodolfo Serafini? Come aveva reagito a questaonda compatta di dissenso?“Attendo ancora che questi signori dimostrino diappartenere al PDL facendo una vera opposizioneall’attuale sindaco. Durante l’approvazione del bilan-cio, le persone che ora stanno sollevando il polveronehanno pubblicamente dichiarato di far parte di ForzaItalia e non del PDL, disconoscendo quanto richiestodal Presidente Provinciale Francesco Lollobrigida, cheprima del Consiglio Comunale in cui si sarebbe discus-so del bilancio ha messo per iscritto la direttiva che “ilPopolo della Libertà è intenzionato a costruire aPomezia un progetto politico di centro-destra vincen-te, che vedrà protagonisti solo coloro che si renderan-no parte attiva nel determinare la fine dell’amministra-zione De Fusco, divenuta oramai inutile se non danno-sa per la città”. Questo significa che i componenti diF.I., che non hanno votato contro, non sono tra questiprotagonisti. Quindi perché sarebbero dovuti essereinterpellati per la costituzione di un coordinamento?Se il governo di centrosinistra, soprattutto dopo l’usci-ta anche di Franceschetti, ancora si regge, è solo gra-zie ai consiglieri di F.I., che non hanno mai fatto unavera opposizione. Se questi signori si sentono prevari-cati, devono sapere che io, che non ho alcuna maniadi protagonismo, sono pronto a rimettere il mio man-dato e ad azzerare il direttivo del coordinamento inqualsiasi momento, ma loro devono dimostrare diappartenere davvero al centrodestra, iniziando a fareopposizione insieme al resto del gruppo”.Ma lei si aspettava di scatenare una simile reazione?“Immaginavo che si sarebbe sollevato un vespaio, mala mia è stata anche una provocazione, un modo percostringere persone che hanno comportamenti ambi-gui ad uscire allo scoperto – o di qua o di là - per por-tare chiarezza non solo ai diretti interessati, ma a tuttii cittadini, che devono sapere con chi hanno a chefare. Io non ho fatto assolutamente niente di nasco-sto, forse si confondono con qualcun altro…”.Ma adesso tutto è stato azzerato. A riportare l’ordine,anzi a portarlo probabilmente per la prima volta, saràAlfredo Antoniozzi, al quale facciamo tanti auguri, per-ché forse non sa quale arduo compito l’attende...

Maria Corrao

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Pomezia News

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Politica Ardea

Auguri Ardea, antico paese dei Rutuli. Ne hai fattadi strada, ma i progressi sono ancora di là davenire. Le aspettative, le attese di quei cittadini

entusiasti che lottarono alacremente per farti staccareda Pomezia, per farti camminare con le “tue gambe”,sono state sostanzialmente denegate.I tuoi quarant’anni dovrebbero testimoniare la tuamaturità e invece segnano soltanto il tuo confuso,contraddittorio sviluppo economico, costituito dal-l’esplosione demografica e da un’espansione ediliziaenorme e fortemente speculativa che ha arricchito ipochi marpioni della politica affaristica e ha ridotto ilterritorio ad un “colabrodo” ambientale, dove pochegocce d’acqua d’inverno lo mettono in crisi paurosa.Si partì con qualche migliaio di abitanti e il primo sin-daco, giovane, entusiasta e pieno di passione politica(prematuramente scomparso da pochi giorni) inaugu-rò una vita amministrativa costantemente breve chepoi è diventata un vezzo con la riforma elettorale: isindaci non concludono il mandato consiliare.Ad Eufemi è già capitato e non è da escludersi farà ilbis: quando un’intera giunta si dimette vuol dire che ilsindaco non ha più in mano la situazione e, nello spe-cifico, nonostante la forte maggioranza numerica èinevitabilmente destinato o a esaurirsi in estenuantimediazioni o per il voltafaccia dei “soliti noti” che rac-

coglieranno le firme per poi riproporsi all’elettoratocon inalterato vigore e famelica voracità.Il territorio rutulo, dunque, quel territorio straricco dibellezze naturalistiche e archeologiche e storiche,nella sua dissennata vita autonoma dell’era modernaha dovuto subire costruzioni edilizie su intere areearcheologiche, perfino sul letto dei torrentelli essenzia-li per assicurare il deflusso dell’acqua verso il mare esenza dimenticare le costruzioni sull’arenile chehanno introdotto uno scempio non certo consono a unturismo che non sia soltanto “fagottaro”. In compenso, nonostante i suoi quarantunomila abi-tanti ufficiali (ma c’è chi dice che sono molte miglia-ia in più!) ha la viabilità di sempre; nessun presidiosanitario degno di questo nome e soltanto da un paiod’anni qualche farmacia in più rispetto alle 11/12 chedovrebbe essere aperte nel rispetto della pianta orga-nica dettata dalla normativa nazionale. Ancora? Si, certo, come potremmo non rilevare chel’acqua potabile non serve ancora l’intero territorio? Ele fogne? Sono ancora molti i centri abitati sprovvistie costringono i cittadini a sborsare somme di denaronon irrilevanti.E poi abbiamo ancora la farsesca situazione degli usicivici; la illegalità diffusa; la disattenzione per ilmondo giovanile e per gli anziani; la delinquenza mai

doma, arricchita da possenti “braccia” di provenienzaextracomunitaria; tanti “cravattari”, e una marea pro-testati e altre delizie.Certo, sarebbe riduttivo, fuorviante e intellettualmentedisonesto sostenere che è colpa di Eufemi, ma le atte-se che aveva suscitato sono state quasi totalmentedeluse e la “stagione dei diritti” dei cittadini di Ardeanon è ancora in vista neanche lontanamente. D’altra parte neanche si può archiviare tutto prenden-dosela qualunquisticamente con l’appartenenza politi-ca! La verità è che Ardea non ha una classe dirigenteall’altezza della situazione e fino a quando non si per-verrà ad forte ricambio degli addetti (indipendente-mente dai colori politici nazionali), difficilmente i pros-simi decenni potranno essere festeggiati brindando adun conseguito sviluppo armonico, con l’acquisizionedi quelle qualità e caratteristiche che una cittadina aquaranta chilometri da Roma meriterebbe senza indu-gio. Stante la situazione descritta e le prospettiveaffatto rosee, probabilmente sarebbe opportuno cheEufemi togliesse la spina al “tirare a campare” e pas-sare la parola popolo sperando che nel frattempo siadiventato più maturo e capace di scegliersi personalepolitico maggiormente votato a rappresentare più effi-cacemente gli interessi dei cittadini.

Michele Lotierzo

I PRIMI QUARANT’ANNI CONSEGNANO IL PAESE CONI PROBLEMI INSOLUTI DI SEMPRE L’AGGRAVANTEDI UNA POPOLAZIONE PROSSIMA ALLE CINQUANTAMILA UNITA’

AUGURIARDEA

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Politica Ardea

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LA GIUNTAE’ SERVITADOPO QUALCHE GIORNO DI EMPASSE E MALUMORI, EUFEMI HA NOMINATO TUTTI GLI ASSESSORI. VICE SINDACO PRO TEMPORE NICOLA PETRICCA

Paolo Dei SantiMaria Pia Pagano Carlo Giorgio Bille

Fabrizio Velocci

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disfatto sia per la riconferma a capodell’Assessoratoall’Ambiente, “Segno che il mio lavoroè stato apprezzato”, sia per la nomina ricevuta che loporta a capo dell’amministrazione, anche se perpochi giorni. “Ricoprire questo ruolo mi fa immensa-mente piacere soprattutto perché dimostra la stima ela fiducia che il Sindaco ha in me, fiducia che ho tuttele intenzioni di non deludere. Spero di essere all’altez-za del compito che mi è stato assegnato, per il qualeposso assicurare tutto il mio impegno”. Cosa pensa della nuova Giunta? “Sono stati riconfermati quasi tutti i nomi, quindi il giu-dizio positivo che avevo prima non può che esserericonfermato. Per quanto riguarda i nuovi, personal-mente già conoscevo Paolo Dei Santi sin dai tempi in

cui ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale.Penso abbia un’esperienza tale da consentirgli di por-tare avanti l’assessorato di sua competenza in manie-ra proficua. Non conoscevo invece l’AvvocatoPagano, che mi è stata presentata in occasione dellenomine: mi ha fatto un’ottima impressione, credo siain possesso di tutte le caratteristiche richieste daEufemi per completare la squadra e per riuscire a ter-minare il programma che ci eravamo prefissati”Dalle voci che girano sembra che il principale conten-dente al ruolo definitivo di vice sindaco sia proprioMaria Pia Pagano…“Io vivo il momento, lavorando con coscienza in atte-sa degli sviluppi futuri. Ho accettato questa delegacon gioia e consapevolezza e la terrò fino a quando il

sindaco lo riterrà opportuno. Non penso al dopo, per-ché sono troppo concentrato sul momento attuale esu tutto il lavoro che devo svolgere per ricoprire almeglio il doppio ruolo. Del resto è accaduto tutto inmaniera così repentina che non c’è stato proprio iltempo per riflettere o per confrontarmi con Eufemi”.Come le sembra la situazione politica attuale?“Dopo questi 10 giorni di empasse vedo tutti più sere-ni ed il frutto di questa ritrovata armonia si è concre-tizzato già il 29 Luglio, nella prima riunione di Giunta.Penso che questo possa essere il gruppo giusto perpoter arrivare a fine legislatura in modo ottimale”.

Alfredo Corrao

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La VIGNETTA di Contipi

Massimiliano Gobbi

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Pomezia piena di debiti, sull’orlo del dissestofinanziario, malgovernata a livello finanziario.Ma come è possibile? Certo la crisi economica,

la soppressione dell’I.C.I. - un sospiro di sollievo per icittadini, ma una disgrazia per i Comuni – e i taglieffettuati dagli Enti superiori incidono, ma non posso-no essere le uniche cause. Si è parlato poi di aumen-to spropositato di personale da quando si è insediatala giunta di centrosinistra attualmente al governo, conrelativo aumento di spesa, che registra una maggiora-zione di circa cinque milioni e mezzo di euro l’anno. Esi è parlato di A.Ser, la società che ha riscosso – eche ancora tenta di riscuotere – i nostri tributi dalmomento in cui è stata stipulata la convenzione con ilComune di Pomezia. Questa società, a capitale mistopubblico-privato, prendeva un aggio, ossia una per-centuale di guadagno – del 30% sulle tasse che i cit-tadini versano al Comune. Questo significa che, suuna media di 30 milioni pagati ogni anno dai pometi-ni, circa 9 finivano nella casse dell’A.Ser. Ma chi havoluto una cosa tanto dannosa per la città? Per saper-lo bisogna fare un salto indietro nel tempo, ma lo fac-ciamo con una facilità estrema: ci basta leggere 19pagine – dalla 31 alla 46 – della sentenza di primogrado che ha coinvolto numerosi politici ed ammini-stratori locali, la cosiddetta tangentopoli pometina. E’la sentenza che ha visto tutti “assolti”, ma non tuttiinnocenti, dal momento che le parole conclusive delgiudice sono le seguenti: “Conclusivamente ed in ordi-ne a tutti i capi di imputazione e a tutti gli imputati adesclusione di Ciccolini, non emergendo elementi per

assolvere nel merito gli imputati, ma emergendo anzielementi di prova per affermare la penale responsabi-lità, deve essere dichiarata la causa estintiva ai sensidell’art. 531 c.p.p.”. IL GIUDICE, IN MERITO A TUTTI IFILONI DELL’INCHIESTA, AGGIUNGE ANCHE CHE “VISTOL’ART. 531 C.P.P. DICHIARA DI NON DOVERSI PROCEDERENEI CONFRONTI DI ANTONINI RENZO, CARONTI ROMEO,CELORI LUIGI, CHIARELLO FRANCESCO, DEODATI ANGELO,DI GIULIO ENIO, LEONORI FLAVIO, MAMBELLI ROBERTO,MANZI ROBERTO, MARCHETTI STEFANO, MAUROVINCENZO GENNARO, PASTINA ENRICO, PROIETTIZACCARIA RODOLFO, RUFFINI PAOLO, SAGGESE GIUSEPPE,SCHIUMARINI OMERO, TOCE PIERO in ordine ai reati lororispettivamente ascritti perché estinti per intervenutaprescrizione; visto l’art. 530 II c.p.p. assolve CiccoliniMassimo dal reato a lui ascritto per non aver commes-so il fatto”.Ma andiamo per ordine, riportando importanti passag-gi della sentenza che ci aiutano a capire cosa è suc-cesso. Intanto specifichiamo che, PER LA VICENDAA.SER, ERANO IMPUTATI “SOLTANTO” VINCENZO MAURO,RENZO ANTONINI, PAOLO RUFFINI, PIERO TOCE (TUTTIALL’EPOCA CONSIGLIERI COMUNALI), RODOLFO PROIETTIZACCARIA, STEFANO MARCHETTI (ENTRAMBI ASSESSORI)E GIUSEPPE SAGGESE, SOCIO MAGGIORITARIO DELLASOCIETÀ PUBLICONSULT S.P.A. RICONOBBERO SUBITO LALORO COLPEVOLEZZA I CONSIGLIERI FIORENZOD’ALESSANDRI E PAOLO VALENTINI, L’ALLORA SINDACOMAURIZIO AURELI E IL VICE SINDACO MASSIMO CERVONI,che patteggiarono la pena e furono condannati.L’indagine di tangentopoli, infatti, comprendeva tre

filoni distinti, ma – su questo numero – noi parleremosolo dell’A.Ser, società mista pubblico/privata che siera costituita da solo un mese tra il Comune di Apriliae la Publiconsult. Già nella costituzione ad Aprilia cifurono parecchie situazioni strane, che vennero ampli-ficate al momento dell’adesione come socio pubblicodel Comune di Pomezia. Innanzi tutto, quando sipensò di affidare la gestione dei tributi, fino a quelmomento svolta internamente, a terzi, per scegliere ilsoggetto che sarebbe diventato socio privato nonvenne svolta alcuna gara, ma fu nominato in manieradiretta, nonostante l’obbligo di procedura ad evidenzapubblica. La società scelta – la Publiconsult – nonaveva neanche le caratteristiche richieste dalla legge,visto che, al momento della costituzione dell’A.Ser,non era iscritta nell’Albo previsto dalla normativa. Ma perché infrangere le leggi per costituire in tuttafretta una società che nell’accordo prevedeva unaggio del 30% per 20 anni (pari a 40 miliardi e 250milioni di vecchie lire), mentre dai dati relativi alla pre-cedente gestione di riscossione ICI e TARSU per glistessi 20 anni il compenso era di soli 462 milioni dilire? E’ vero che il vecchio servizio prevedeva solo lariscossione spontanea – che comunque raggiungevail 90% della gestione dei tributi – mentre il nuovo pre-vedeva anche l’attività di accertamento, ma la diffe-renza non era giustificata, perché si passava dall’1%dovuto per legge all’esattore (in questo caso la bancadove venivano versati i tributi) al 30% per lo stessoservizio. Diversi testimoni nel processo fanno notare le varieanomalie del procedimento di assegnazione, come adesempio il fatto che la delibera n. 100 del 4 Agosto,delibera di indirizzo e non operativa, che esprimeva lavolontà dei consiglieri di far aderire il Comune diPomezia all’A.Ser, non venisse nemmeno citata nellaproposta di bilancio, ma che, nello stesso giorno,venisse portata invece all’esame della Giunta. Altrastranezza il fatto che, per aderire alla società, ilComune di Pomezia avrebbe dovuto versare 510milioni di lire, che non c’erano nelle casse comunali.Invece di accendere un mutuo, cosa che avrebberichiesto tempi più lunghi, il Comune accettò un presti-to direttamente dalla Publiconsult attraverso una deli-bera adottata addirittura di sabato. Questa cifra – aquanto riferisce Petrucci, allora responsabile del servi-zio finanziario – non venne inserita in bilancio nécome entrata (in quanto prestito), né come uscita

TANGENTOPOLI POMETINAANALIZZIAMO I FATTIA 9 ANNI ESATTI DAGLI ARRESTI ECCELLENTI AL COMUNE DI POMEZIA, SENTENZA DI PRIMOGRADO ALLA MANO, VEDIAMO COSA È REALMENTE SUCCESSO, PARTENDO DAL FILONED’INCHIESTA CHE CI SEMBRA PIÙ IMPORTANTE, ALMENO PER LE CONSEGUENZE NEGATIVECHE HA PORTATO SULLA CITTÀ E SU TUTTI I SUOI ABITANTI: L’A.SER

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(perché aumento di capitale). Sempre Petrucci fanotare al Giudice che all’A.Ser vennero concessi gra-tuitamente o comunque ad un canone irrisorio rispet-to al valore di mercato i locali dove operava il prece-dente ufficio tributi. Qualcuno, viste le pessime condi-zioni della convenzione, propose la sua risoluzione oalmeno di rinegoziare in senso più favorevole alComune, ma trovò un muro. Secondo quanto si leggenella sentenza, infatti, gli amministratori non rispetta-rono le condizioni necessarie nell’esternalizzazionedel servizio di riscossione: “attraverso l’adesione allasocietà già costituita tra Publiconsult ed il Comune diAprilia, il Comune di Pomezia, per favorire il soggettoprivato sulla base di accordo corruttivo, ha deliberatol’adesione...”, “...nonostante non vi fosse, per ilComune, alcun motivo di urgenza nell’affidare a terziil servizio, potendo ben provvedere con le strutturepreesistenti all’espletamento del servizio fino alla rea-lizzazione delle condizioni richieste dalla legge”.“L’interesse della società – si legge inoltre – è statoperseguito attraverso la conclusione di accordi illecititra il Saggese e gli imputati, accordi che debbono rite-nersi raggiunti in epoca precedente all’adozione delladelibera n. 100 del 4/8/99. La sussistenza di accordicorruttivi è altresì confermata dalle circostanze riferiteda D’Alessandri, Aureli e Cervoni, dalle risultanze del-l’interrogatorio reso dal Mauro, da Proietti Zaccaria eda Marchetti, dagli esiti delle intercettazioni ambienta-li e telefoniche eseguite”.Ma di quali accordi si parla?D’Alessandri dichiara di ricordare di aver ricevuto daPaolo Ruffini una busta contenente 65 milioni di lire edi aver dato 10 milioni a testa a Toce, Antonini, Nobili,Calzetta, De Lorenzi e Iacuaniello, trattenendo per sé5 milioni e senza dire da chi provenisse il denaro.Pochi giorni dopo, D’Alessandri riceve in due distinteoccasioni altri 20 milioni sempre da Mauro, il qualestavolta specifica che provenivano da Publiconsult, omeglio da Saggese.I ricordi di D’Alessandri si intrecciano con quelli dell’al-lora Sindaco Maurizio Aureli: quest’ultimo spiega che“l’attuazione del progetto andava a rilento poiché vierano resistenze da parte degli uffici tecnici, mentre icapigruppo (Ruffini, D’Alessandri, Mauro e Busti),caldeggiarono l’adesione all’A.Ser.”. L’ex Sindaco rac-conta che ci fu un incontro a Lecco tra lui, Mauro,Cervoni e Saggese. Quest’ultimo regalò loro delle tortee, arrivati alla frontiera, Mauro aprì il cofano dell’auto

estraendo denaro e dando a Cervoni ed Aureli 10milioni ciascuno. Aureli continua ammettendo di averricevuto almeno altri 3 o 4 milioni in relazioneall’A.Ser. Anche Cervoni conferma la versione diAureli, solo che dopo quelli ricevuti a Lecco, Mauro alui consegnò prima altri 5 milioni, poi ancora 3 o 5,ma non sapeva se fossero in relazione all’A.Ser o allavicenda GFM.Mauro, elemento di spicco nella vicenda, nell’interro-gatorio del 2 Luglio 2001, affermò di aver pattuito conSaggese una tangente di 300 milioni di lire, alla pre-senza di D’Alessandri, ma che gliene furono dati solo240, tutti distribuiti ai vari imputati.Insomma, per 300 – o 240 – milioni di lire, o meglioper l’avidità di qualcuno, Pomezia si è trovata con unmancato guadagno di circa 72 milioni di euro (l’ag-gio) e crediti accertarti per mancato versamento daparte dell’A.Ser per circa 23 milioni, anche se per laFinanza il “buco” è addirittura di 140 milioni: l’8 set-tembre scorso, infatti, le Fiamme Gialle di Pomeziafurono artefici di una brillante operazione che portò ascoprire e sequestrare beni mobili ed immobili, oltre aquote di partecipazione societarie per un valore dioltre 8 milioni di euro. L’ordine di sequestro ai fini diconfisca per equivalente fu emesso dal Tribunale diVelletri nei confronti di soggetti diversi. Le attività inve-stigative delegate dalla Procura di Velletri erano statecondotte dalla Guardia di Finanza sotto la direzionedel Sostituto Procuratore della Repubblica GiuseppeTravaglini, ed interessavano proprio l’A.Ser. Le indagi-ni hanno consentito di accertare un sofisticato siste-ma truffaldino mediante il quale una parte ingentedelle somme riscosse sono state distratte e accredita-te sui conti correnti della società partecipante - in qua-lità di socio privato - al capitale dell’azienda di riscos-sione tributi. Al termine degli accertamenti sono stateindividuate specifiche responsabilità penali in capo asoggetti diversi che si erano resi responsabili del reatodi peculato per un importo di oltre 140 milioni di eurodistratti dalle casse comunali. Noi non vogliamo accusare nessuno, ma ci sembragiusto che i cittadini sappiano cosa fanno le bravepersone che ci governano o proveranno a governarcialle prossime elezioni. Nei prossimi numeri parleremoanche degli altri due filoni di indagini, in modo daoffrire ai lettori un quadro più ampio della situazioneche ha visto quasi tutti assolti - tranne chi ha patteg-giato ad inizio processo e tranne Massimo Ciccolini,

l’unico riconosciuto completamente estraneo ai fatti -per decorrenza dei termini. Sicuramente tra tutti gliimputati c’è qualcuno che non c’entra nulla, trascina-to chissà per quale motivo, e a queste persone consi-gliamo di ricorrere in appello, per non confondersi concoloro per i quali sono emersi gli “elementi di provaper affermare la penale responsabilità”.Per concludere, una riflessione amara e cattiva: forseadesso cominciamo a capire come mai qualcunospende tantissimi soldi per fare campagne elettoraliche porteranno ad un incarico, quello di consiglierecomunale, che non è retribuito...

Maria Corrao

Per la CronacaLe condanne inflitte ai tre politici che avevano chiestoil patteggiamento, che ha consentito loro di ottenerelo sconto di un terzo della pena prevista per l’accusadi concorso in corruzione aggravata per atti contrari aidoveri d’ufficio, sono le seguenti: all’ex sindacoMaurizio Aureli sono stati inflitti 18 mesi; all’ex capo-gruppo dei Democratici di sinistra FiorenzoD’Alessandri 13 mesi e un giorno; all’ex vicesindacononché assessore al bilancio Massimo Cervoni, unanno. La differenza della pena è “proporzionale” allaspontaneità delle dichiarazioni rese davanti agli inqui-renti.

Assolti e proscioltiDegli altri inizialmente indagati è stato assolto LucaSantini Muratori, ex capogruppo di RifondazioneComunista, che aveva chiesto il rito abbreviato, esono stati prosciolti otto ex consiglieri comunali:Claudio Caponetti, Italo Nobili, Ubaldo Calzetta,Caterina Iacuaniello, Fabrizio De Lorenzi, GianfrancoCarletti, Gaetano Penna e Luigi Lupo.

Sul nostro sitowww.ilcorrieredellacittà.it pubblichiamo integralmente la parte della sentenzariguardante il filone d’inchiesta relativo all’A.Ser con leintercettazioni messe a verbale definitivo.

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Nei mesi scorsi si è molto parlato della crisi che moltilavoratori di Pomezia stavano attraversano: cessionidi rami d’azienda, trasferimento obbligatorio al nord olicenziamento, mobilità, cassa integrazione. Le realtàcoinvolte sono di tutto rispetto: Playtex, Cronos, maanche Hotel Selene. Cerchiamo ora di capire comestanno le cose dopo che le parti coinvolte (lavoratori,sindacati ed aziende, con l’intermediazione dellaRegione Lazio) si sono incontrate per definire accordiche dovrebbero almeno limitare i danni.

PlaytexPer quanto riguarda la Playtex, il 20 Luglio è statosiglato, presso la Regione Lazio, l’accordo tra aziendae OO.SS. per i 118 lavoratori della sede di Pomezia,che la società vuole chiudere per mantenere attivosolo il sito di Grassobbio. Ne ha dato notizia la Cgil-Cdlt del Comprensorio Pomezia, Castelli, Colleferro,Subiaco. “Tra i punti dell’accordo, l’impegno del-l’azienda a vendere l’immobile a soggetti imprendito-riali che garantiscano la vocazione industriale del sitoe tutelino l’occupazione; 24 mesi di cassa integrazio-

ne per cessione a partire dal 23 agosto; la possibilitàdi ricollocazione mediante trasferimento per circa 55unità; incentivi all’esodo e al raggiungimento deirequisiti pensionistici; inoltre la Regione mette a dispo-sizione un servizio di ricerca di mercato per individua-re eventuali acquisitori”. Secondo Roberto Gargiullo,segretario Filctem del Comprensorio, “si tratta di unaccordo positivo, considerando anche lo stato di diffi-coltà del settore tessile. Positivo anche l’insieme deglistrumenti messi a disposizione per la gestione dell’im-patto sociale. Inoltre, per quanto riguarda la ricerca dipossibili acquirenti sarebbero già in corso dei contat-ti”. Soddisfazione per l’accordo anche da partedell’Assessore regionale al Lavoro e Formazione,Mariella Zezza, che dà merito al “clima costruttivo e diconcertazione che si e’ creato con tutti i soggetti coin-volti”. “Abbiamo cercato di trovare una collocazioneper ogni lavoratore – ha spiegato l’Assessore – attra-verso un piano biennale che scadrà il 22 agosto2012. I primi 35 verranno ricollocati entro l’anno, 27saranno invece accompagnati con un piano esodo alraggiungimento dei requisiti pensionistici. A 28 operaie 16 impiegati verrà proposta una ricollocazione pres-

so la sede di Grassobbio, mentre 10 dipendentipotranno essere occupati nell’ambito delle attivitàcommerciali del gruppo tra Roma e provincia, comegli outlet di Castel Romano e Valmontone.Ma alla soddisfazione delle parti ufficiali ha fatto ecola delusione (mista alla paura del futuro) di alcunilavoratori, che non hanno garanzie sul loro futurolavorativo ed economico, ed hanno pensato che laloro vicenda fosse stata strumentalizzata da qualcunoche, pur di avere visibilità, spacciava per buono quel-lo che in realtà buono non era. Sono state troppe levolte, infatti, che ad accordi di questo tipo sono segui-te perdite del posto di lavoro senza nessuna ricolloca-zione. “Nei casi come il nostro – ha specificato MarioSpagnoli, dipendente e componente della RSU Playtex- non esiste accordo che possa accontentare la totali-tà delle persone coinvolte, che possa ripagare la per-dita di un posto di lavoro e che, nella consapevolezzadella sua finalità, possa considerarsi un buon accor-do. Dobbiamo però capire che quanto ottenuto è ilmassimo previsto dalla legge in questi casi e che,pursforzandoci, non saremmo riusciti a fare di più”.

CronosDiversa è la posizione dei lavoratori del call centerCronos. Per capire la loro realtà, bisogna innanzi tuttoche questa società è nata per “volere”, anche se nonufficialmente, della Telecom, che ha dato le commes-se più importanti, e di un’altra azienda che gestiscecall center, la COMDATA, a sua volta nata ad hoc sem-pre grazie a Telecom Italia. E’ quindi una situazionenata già precaria, che nel tempo è andata peggioran-do in quanto Cronos negli anni ha avuto problemilegali con gli ex dipendenti, che a seguito di un man-cato accordo del 2005, hanno fatto causa all’aziendaper mancato rispetto di accordo di stabilizzazione.Questo ha creato ovviamente danno alle casse azien-dali. Nel frattempo le commesse, che giocavano alribasso economico, hanno portato meno introitiall’azienda, che si è trovata in difficoltà. La crisi eco-nomica ha fatto sì che si pensasse bene di passare il

AZIENDE E CRISICHE FINE FARANNOI LAVORATORI?TRA PROCLAMI E SCIOPERI PLAYTEX E CRONOS HANNO FIRMATO DEGLI ACCORDI: MA SONO SODDISFACENTIANCHE PER CHI LI SUBIRÀ?

Lavoro

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lavoro gestito dall’ultima ruota del carro, ossia laCronos, su lidi meno costosi: è quindi nata una sededistaccata COMDATA a Lecce, dove il costo del lavoroè inferiore per l’azienda grazie agli incentivi per il mez-zogiorno ed alle agevolazioni fiscali previste per lostart up. Questa operazione è stata sicuramente van-taggiosa per la società, ma dannosa sia per laRegione Lazio, e poi spiegheremo perché, che per laRegione Puglia, che si fa carico delle agevolazioni pre-viste per l’azienda. Azienda che, non contenta di averportato lavoro al sud Italia, ha ben pensato di espor-tarlo anche all’estero, come in Romania, dove il lavo-ratore del luogo costa meno della metà di quellopometino. A questa dispersione di commesse si è poiaggiunta la riduzione delle stesse, con la conseguenzache i dipendenti della Cronos sono risultati “in ecce-denza”. Si è quindi parlato di 65 licenziamenti a fron-te di 183 dipendenti, ma tra scioperi ed intermediazio-

ni il 18 luglio si è arrivati ad un accordo che acconten-ta tutti e nessuno, in cui tutti sono le parti ufficiali, chehanno espresso una soddisfazione fin troppo entusia-stica, nessuno sono il lavoratori, che hanno continua-to gli scioperi. L’accordo prevede che, al posti dei 65licenziamenti, ci sia per un massimo di 120 lavoratoriuna cassa integrazione in deroga (quindi pagata dallaRegione Lazio, visto che la società non ha mai paga-to i contributi per quella ordinaria) all’80%, dal 19Luglio al 31 Dicembre 2010. Gli entusiasti sono quindii titolari dell’azienda, che se la cavano senza sborsareun centesimo e senza passare per i “cattivi” che licen-ziano. Il danno se lo prende la Regione, che dovràpagare di tasca propria, ed i lavoratori, che non si sen-tono affatto consolati da questa soluzione. Ma cosasuccederà dal 1° gennaio 2011? L’azienda ha garan-tito, in fase di accordo in Regione, il riposizionamentosul mercato dei lavoratori, non all’interno della Cronos,

ma in un’altra azienda di cui non si conosce il nome,perché non emerso in sede di trattativa. Le “garanzie”vengono solo dal fatto che nel tavolo delle trattativeera presente non solo la Regione Lazio, ma ancheUbaldo Marvaldi, dell’unione industriali di Roma, nomeche per le aziende rappresenta un’istituzione davantialla quale non si può sfigurare. Al momento solo 50persone (soprattutto di staff) sono state messe incassa integrazione, anche se la Regione ha dato ilconsenso fino ad un massimo di 120 persone. Perquesta realtà si attendono quindi ulteriori sviluppi.

Hotel SeleneNulla di fatto, invece, per i lavoratori dell’Hotel Selene.Anche qui bisogna fare un passo indietro per capirecome sono andate le cose. Nel giugno del 2009l’Hotel Selene spa ha dichiarato un esubero di perso-nale per 21 unità. Successivamente, dopo un accordopresso la Regione Lazio, sottoscritto con i sindacati dicategoria Cgil-Cisl-Uil, la direzione aziendale ha collo-cato 17 lavoratori e lavoratrici in cassa integrazione(CIGS in deroga), rinnovata fino al 31 dicembre 2010.Un esubero solo formale, in quanto il personale collo-cato in CIGS è stato nel frattempo sostituito da altrilavoratori di ditte esterne. Questo perché l’hotelSelene, che registra un afflusso della clientela assolu-tamente apprezzabile in tutti i periodi dell’anno, nonha l’esigenza di gestire personale realmente in esube-ro ma solo l’obiettivo di “perseguire una politica dirisparmio attraverso la terziarizzazione/esternalizzazio-ne delle attività”, come la stessa direzione aziendaledichiara nella procedura di mobilità di giugno 2009. Ilavoratori, per cercare di ottenere giustizia, hannofatto presidi e mobilitazioni sia davanti all’hotel chedavanti al Comune, ma, almeno fino al momento dellastesura di questo articolo, non ci sono importanti novi-tà. Alfredo Corrao

Ultim’oraPlaytex:“Il 28 Luglio si è chiusa formalmente la vertenzaPlaytex, con l’accordo firmato presso del Ministero dellavoro, per la concessione di 12 mesi più 12 di cassaintegrazione straordinaria per cessazione, perfezionan-do di fatto l’intesa già raggiunta in sede regionale”. Lo

comunica una nota della Cgil-Cdlt del ComprensorioPomezia-Castelli-Colleferro-Subiaco. “I due anni dicassa sono fondamentali per agganciare alla pensionemolti lavoratori che, con l’ultima riforma del governo,sarebbero rimasti senza copertura economica, edanche per lavorare ad una auspicabile acquisizionedel sito produttivo”. Per Roberto Gargiullo, segretariocomprensoriale della Filctem-Cgil, “pur considerando

positivo l’accordo sottoscritto, per gli strumenti messia disposizione, rimane la profonda amarezza per nonaver potuto evitare la chiusura del sito industriale diPomezia e l’inevitabile costo sociale che ne deriva.Assistiamo alla perdita di altri posti di lavoro, all’inter-no di un settore, quello tessile, già duramente prova-to”.

Anche idipendentiComunaliProtestanoSono tre i motivi che hanno scatenato l'ira dei dipen-denti municipali: tre delibere, firmate lo scorso 27maggio (la 98, la 99 e la 100) dalla Giunta, con lequali si definiscono l'ampliamento della pianta organi-ca ed il mancato riconoscimento delle indennità di

rischio. Il malumore è dovuto soprattutto al fatto chele decisioni siano state prese in maniera unilaterale,senza confronti con i sindacati di categoria e con gliRSU; per questo motivo le rappresentanze sindacalihanno richiesto l'immediata revoca delle delibere.Partendo dall'ultima in ordine numerico, i lavoratoricontestano il fatto che la Giunta non abbia voluto rico-noscere ai lavoratori le indennità di rischio e vigilanzae, cosa ancora peggiore,che siano state fatte differen-ze tra i vari uffici, per cui risultano esistere servizi chepotranno o no prendere tali indennità, come a dire “il

mio lavoro vale più del tuo”. Per altre due si contesta-no il fatto che, nei 205 posti previsti, “non meno del50%” sia stato riservato ai precari, che oltretuttohanno ulteriori agevolazioni nel passare il concorso(ad esempio saltano le prove preselettive), che sian ostate previste delle figure ed uffici quantomeno “singo-lari” (ad esempio un biologo, un veterinario, un agro-nomo ed un geologo), ed il fatto che con i nuoviassunti si avrà una spesa annua di 14 milioni di euro,che in tempi di magra come questi sono davvero tanti.

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Ambiente

ACQUE AZZURRE,ACQUE CHIARE ADDIOLE FALDE ACQUIFERE CHE ALIMENTANO I POZZI RIPORTANO VALORI AL DI SOPRA DEIPARAMETRI STABILITI DALLA LEGGE PER QUANTO RIGUARDA SOSTANZE COME L’ARSENICO

La notizia, girata solo sottovoce nei giorni scorsi,se diffusa nella maniera sbagliata avrebbe potutoscatenare il panico tra i cittadini: dopo accurati

controlli da parte della ASL, diverse industrie alimenta-ri di Pomezia – tra cui “marchi” famosi – avrebberoricevuto uno stop alla produzione a causa degli eleva-te dosi di arsenico, fluoro, selenio, manganese evanadio presenti nelle acque utilizzate da questeaziende. La “soffiata” ci è pervenuta da una lettrice,che ci ha chiesto di sapere di più sull’argomento. Leconseguenze della fondatezza di tali indiscrezioniavrebbero infatti ripercussioni innanzi tutto sulla salute(basta pensare al recentissimo caso della mozzarellablu), poi sull’occupazione: un’azienda che si vedebloccare del tutto o in parte la produzione solitamentereagisce con una riduzione del personale, minaccian-do cassa integrazione e licenziamenti. La nostra “indagine” è stata effettuata sui tre fronticoinvolti: le aziende, la ASL e l’Assessoratoall’Ambiente del Comune di Pomezia.

Partiamo dai protagonisti principali: le aziende, coltealla sprovvista dalle nostre domande a bruciapelo(“Da quanto tempo hanno bloccato il vostro lavoro?”,“Quando riprenderà la produzione?”, “State facendoqualcosa per mettervi in regola?”) hanno ammesso

che ci sono state e ci sono tutt’ora analisi in corso daparte della ASL e che alcune produzioni sono statebloccate, ma, quando abbiamo provato ad entrare piùnel dettaglio, hanno fatto marcia indietro, negando oquasi di essere fuori norma. Essendo private, non pos-siamo riferire quali industrie hanno confermato diavere problemi né quali (si parla di 24 aziende)hanno ricevuto l’ordinanza da parte del Comune diPomezia che le obbliga a mettersi a norma, vietandol’utilizzo dell’acqua dei pozzi per uso alimentare sequesta non ha ottenuto il giudizio di idoneità da partedella ASL.

Ci siamo quindi recati in Comune, dove all’assessora-to all’Ambiente hanno confermato l’invio delle ordinan-ze – senza ovviamente specificare i destinatari – spie-gando che le stesse sono state emesse per impedireche l’acqua dei pozzi venga utilizzata come “ingredien-te” per preparazioni alimentari. C’è da specificare chealle ordinanze comunali si affiancano, in maniera con-testuale e parallela, quelle provenienti dalla ASL, cheordinano addirittura la chiusura delle produzioni qualo-ra siano stati superati i valori tabellari previsti. “Sonomesi che l’amministrazione comunale si sta muovendoin questo senso – spiegano in Comune – già nelloscorso novembre il Sindaco ha fatto un avviso alla cit-

tadinanza, attraverso il quale si informava la cittadi-nanza che Pomezia ricade in un ambito in cui local-mente è possibile che le acque naturali prelevate daipozzi manifestino per alcuni elementi chimici comel’arsenico, il fluoro ed il manganese superamenti dellesoglie-limite di concentrazione disposti dalla legge peril consumo domestico”. “Essendo tali elementi forte-mente tossici – si legge nell’avviso pubblico – tutti gliesercenti di attività alimentari che utilizzano acque dapozzo per il consumo umano e come ingrediente nellapreparazione degli alimenti sono tenuti ad effettuarecontrolli periodici sulle caratteristiche qualitative delleacque”. Ma pare evidente che tali controlli non sonostati correttamente effettuati (non vogliamo pensareche siano stati deliberatamente ignorati i risultati delleanalisi), nonostante l’ordinanza sindacale emessa loscorso giugno, con la quale si obbligano le aziende adacquisire la certificazione di potabilità dell’acqua, cheviene rilasciata dalla ASL di competenza. “Qualora ivalori non rientrino nei parametri – spiegano all’asses-sorato – le aziende sono obbligate a mettersi in rego-la. Per tamponare le emergenze possono ricorrere alleautobotti, mentre per i periodi a lungo termine la scel-ta migliore è quella di dotarsi di appositi filtri”.Ma come mai l’acqua è diventata all’improvviso cosìdannosa per la salute?

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Ambiente

“Non si tratta di di qualcosa che nasce dall’oggi aldomani – spiegano sempre dagli uffici competenti –ma che è causa del tipo di utilizzo delle falde acquife-re, troppo sfruttate negli ultimi anni. Il prelievo daipozzi viene fatto sempre più in profondità, per cui lequantità di minerali, anche tossici, è sempre maggioreed è sempre più facile che i parametri di legge venga-no superati”. Quindi la situazione non può che peggio-rare, nonostante che, vista la provenienza vulcanicadell’acqua, tali valori siano già stati innalzati dallaRegione Lazio rispetto alla media nazionale, per evita-re che non si possa più ricorrere all’approvvigionamen-to.Il problema non coinvolge solo Pomezia, ma l’interaarea servita dalle acque dei laghi vulcanici, quindi siai Castelli Romani che il litorale sud di Roma. Ma quan-to incidono le industrie di Pomezia nella “creazione”del problema stesso? Sicuramente non poco, viste le quantità d’acquanecessarie per il funzionamento dei vari stabilimentialimentari ed industriali. Se poi si calcola che gliapprovvigionamenti di acqua diretta sono attualmenteinsufficienti anche per le abitazioni, si capisce che lefabbriche e le industrie dovranno in ogni caso servirsiquasi esclusivamente di acqua proveniente dai pozzi,consumando sempre più le risorse degli stessi.Ma cosa dice la ASL in proposito?“E’ in corso una serie di indagini nell’intero territorio dicompetenza della ASL RM H ed, in particolare, inalcuni degli 11 comuni della ASL RMH, tra cui Pomeziaed Ardea, che usufruiscono di una deroga regionaleper il superamento dei parametri (fluoro, arsenico evanadio) nell’acqua da adibire ad uso umano”. Le indagini, in parte effettuate da ARPALAZIO ed inparte dalla ASL, sono mirate a verificare l’adeguatez-za e la regolarità dei pozzi (per i quali non vi è alcunaderoga di legge al superamento dei parametri previstidal Dlgs 81/2001).I Sindaci di questi Comuni sono stati oggetto di unanota della ASL volta a far regolarizzare gli approvvigio-namenti idrici, in particolare per quanto riguarda leacque di pozzo. In caso di anomalie, i Comuni devonointervenire per evitare che qualcuno usufruisca diacqua non conforme.Per questo motivo il sindaco De Fusco a giugno haemanato l’ordinanza: a Pomezia le anomalie c’erano,e neanche poche.“In caso di mancato allacciamento alla rete idricacomunale e di inadeguatezza dell’acqua dei pozzi”,spiegano alla ASL, “l’ordinanza di non usufruire del-l’acqua a scopo umano fino alla regolarizzazione delpozzo stesso potrà determinare, per le aziende alimen-tari, la temporanea chiusura della azienda stessa finoad un approvvigionamento alternativo”. E l’approvvigionamento alternativo può essere appun-to dato dalle autobotti, almeno fino alla messa anorma degli impianti attraverso i filtri. Certamente gliadeguamenti hanno un costo, ma la l’alternativa è lachiusura degli stabilimenti, visto che al momento le

condizioni delle falde acquifere appaiono abbastanzacompromesse.“La situazione, particolarmente eclatante a Pomeziaper la gran parte di pozzi utilizzati in aziende alimenta-ri e non adeguatamente controllati nel tempo rispettoai parametri arsenico, fluoro e vanadio - continuanodalla ASL RM H 4 - è attualmente oggetto di estremaattenzione da parte nostra, del Sindaco, delle OO.SSed imprenditoriali, provinciali e regionali al punto chenei giorni scorsi il Sindaco De Fusco, sentito ilCommissario per l’Emergenza idrica del Simbrivio e leautorità competenti, ha indetto un’apposita riunioneper delineare le linee di soluzione definitive del proble-ma concernente l’allacciamento delle industrie del ter-ritorio alla rete comunale”. L’incontro a cui si riferisce la ASL, svoltosi il 20 Lugliopresso il Ministero dei Lavori Pubblici e che ha visto ilcoinvolgimento del Commissario Straordinario perl’Emergenza Idrica, l’ing. Massimo Sessa, era miratoproprio a cercare di risolvere il problema della dellamancata erogazione dell’acqua diretta in una vastauna parte del territorio comunale. Per dare una rispo-sta ai cittadini, nel passato l’amministrazione avevaprovveduto a completare la costruzione di due nuoviserbatoi idrici sopraelevati (i cosiddetti “funghi”) e adadeguare la rete acquedottistica a copertura dellamaggior parte del territorio comunale, ma, senzaun’ulteriore fornitura di acqua da parte di Acea Ato2, ilavori risultavano praticamente inutili. Per risolverel’empasse il Sindaco, accompagnato dal Dirigente aiLavori Pubblici Renato Curci, ha discusso con l’ing.Sessa il piano di intervento studiato da quest’ultimoper sanare l’emergenza in tutta l’area della provinciadi Roma, un piano nel quale potrà essere inseritaanche la zona di Pomezia. Per sostenere la richiesta,al termine del colloquio con il commissario straordina-rio De Fusco ha inviato una lettera all’attenzione delPrefetto di Roma, degli assessori all’ambiente dellaProvincia di Roma e della Regione Lazio, allaSegreteria tecnica operativa dell’Ato2 e, chiaramente,allo stesso commissario. “Con la presente – si leggenella lettera – si comunica che il territorio della città diPomezia già da tempo sta vivendo una situazione diemergenza idrica dovuta al naturale aumento dei con-sumi nella stagione calda, oltre alla sopravvenuta cir-costanza dell’impossibilità di utilizzare i pozzi privatiper l’approvvigionamento idrico di diverse zone resi-denziali ed industriali, a causa dell’accertata presenzadi elevate concentrazioni di minerali che rendono l’ac-qua di pozzo non utilizzabile per il consumo umano.Da parte sua l’amministrazione comunale ha provve-duto ad effettuare restrizioni nell’erogazione idricanelle ore notturne e ad avviare una campagna di sen-sibilizzazione ai fini dell’uso responsabile delle risorseidriche al fine di evitare sprechi. Nonostante la costru-zione di due nuovi serbatoi idrici sopraelevati ed unarete acquedottistica che copre la maggior parte del ter-ritorio comunale, a causa della dichiarata carenzadelle risorse idriche nell’intera provincia di Roma, i ser-

batoi non sono ancora serviti da contratti di fornituraAcea Ato2. Poiché la situazione di emergenza sta rag-giungendo livelli seriamente critici che potranno riper-cuotersi a breve termine sia a livello di ordine pubblicoche di prevedibile riflessi occupazionali per le attivitàproduttive del territorio, si fa appello alle Signorie loroin indirizzo affinché con la massima urgenza possanoessere attivate almeno due nuove utenze di approvvi-gionamento idrico per una portata complessiva dialmeno ulteriori 15 litri/secondo. Tale portata potrebbegarantire immediatamente la soluzione del problemaidrico per almeno 7000 abitanti oltre che per le uten-ze civili delle quattro maggiori zone industriali che insi-stono sul territorio”.La lettera, che auspica una soluzione in tempi brevi,nella realtà rende concreti i peggiori timori espressianche dalla lettrice che ci ha chiesto di fare questainchiesta: l’acqua è davvero inquinata e questo inqui-namento – visto che alcune aziende non possono (onon vogliono) fare gli adeguamenti necessari a causadegli alti costi – saranno costrette a ridurre produzio-ne e personale. Se poi si tratta di realtà piccole, a con-duzione familiare, potrebbero anche essere costrette achiudere.Bisogna infatti essere consapevoli del fatto che saràimpossibile permettere alle varie aziende di utilizzare,viste le enormi quantità loro necessarie, solo l’acquadiretta, qualora la stessa riuscisse ad essere disponibi-le. I flussi provenienti dai pozzi, quindi, dovrannocomunque essere regolarizzati.L’ulteriore fornitura che Acea Ato2 dovrebbe concede-re permetterebbe invece di dare finalmente una rispo-sta concreta alle migliaia di residenti che attendono daanni l’acqua diretta.La situazione, al di là degli aspetti amministrativi, èinoltre oggetto - sia da parte dei funzionari ARPALAZIOche da parte della ASL - di segnalazione all’AutoritàGiudiziaria, che sta indagando per capire se possanoessere stati messi in commercio alimenti prodotti conacqua inquinata o non conforme ai parametri.Allo stato attuale, le aziende oggetto di provvedimentibloccanti di vario tipo sono una quindicina ed in altret-tante realtà produttive si sta procedendo a controllinonostante il periodo estivo, le ferie e la ben notacarenza di personale.Dobbiamo quindi preoccuparci?Sia la ASL che il Comune ci hanno tranquillizzati, assi-curandoci che i controlli sono minuziosi ed a tappetoe che nessuna azienda che non rispetti i parametri enon abbia il giudizio di idoneità potrà utilizzare acquadei pozzi per uso alimentare, quindi per la preparazio-ne di cibi o bevande, ma la prudenza non è mai trop-pa, perciò consigliamo a tutti di verificare che gli ali-menti acquistati abbiano aspetto ed odore “buono”(compresi quelli a lunga conservazione come il caffèo le patatine) e di consegnare alla ASL qualsiasi con-fezione “sospetta”.

Mauro Valentini

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Conti pubblici

E’ stato uno degli ultimi test di sopravvivenza di que-sta Giunta, un nodo importante (che invece disciogliersi si è formato e consolidato) della politi-

ca del paese, ma alla gente cosa e quanto importa delBilancio Annuale di Previsione? Forse niente, ed è sba-gliato, perché è con i soldi trascritti in quel documentoche possono essere fatti tutti i lavori necessari per lacittà, dare i servizi ai cittadini, portare le migliorie atte-se da tempo immemorabile. Ora che questo soffertobilancio è stato approvato, siamo andati negli ufficidell’Assessorato ai Lavori Pubblici per capire a cosaverranno destinate veramente parti di quelle cifre chetanto hanno fatto impazzire i Revisori dei Conti. Perchéovviamente gli importi contenuti nel Bilancio vengonoripartiti tra i vari Assessorati, ognuno con spese di diver-sa natura. In questo numero parliamo dunque con ildirigente del settore, l’ing. Renato Curci. Cosa potrannoveder fare i cittadini con le somme messe in bilancio?“Vorrei innanzi tutto spiegare che il piano triennale delleopere pubbliche ha come risorse 3 fondamentali fonti:la prima e più consistente è data dai contributi regiona-li e provinciali, per i quali abbiamo già presentato 36domande di finanziamento corredate da altrettanti pro-getti, tutti di primaria importanza per la cittadinanza”. Ad esempio?“Il collegamento idrico dai pozzi della Pescarella al par-titore dell’Acquedotto Marcio di Santa Paolmba, chedarebbe finalmente l’acqua diretta nei quartieri cheancora non ce l’hanno; il completamento delle fognatu-re alla Castagnetta, alla Laurentina e a Santa Procula.

Per quanto riguarda la viabilità abbiamo richiesto fondiper i lavori di completamento della strada di collega-mento tra via Fratelli Bandiera e Via del Mare”.Ovvero quella strada praticamente già fatta da decennied in contenzioso da altrettanto tempo?“Proprio quella. La spesa, infatti, sarebbe contenutarispetto alle altre richieste, tipo i lavori di asfaltaturadelle strade del centro di Pomezia e Torvaianica, di rea-lizzazione dei marciapiedi sulla Via del Mare fino ai Collidi Enea e del sottopasso pedonale che consentirebbe diraggiungere la stazione di Santa Palomba senza rischi.Sempre riguardo alle strade abbiamo richiesto i finan-ziamenti per abbattere tutte le barriere architettonichesia nelle zone centrali di Pomezia e Torvaianica chenelle aree industriali, oltre a quelle ancora presenti negliedifici comunali”.Alcune strade mancano ancora di illuminazione pubbli-ca. Avete presentato un progetto anche per questo?“Si, partendo dalla nuova strada che collega PomeziaVicerè a Torvaianica Alta, per arrivare fino al rifacimen-to degli impianti del quartiere dei Letterati, passandodalla realizzazione dell’illuminazione nel tratto CampoJemini- Campo Selva e dal completamento di viaPolonia, ancora non del tutto illuminata”.Restando sempre sulle strade, sono previste piste cicla-bili?“Ne abbiamo richiesta una presso via Alcide DeGasperi, con proseguimento a Largo Brodolini-Vicerè,per arrivare fino al mare passando per Torvaianica Altae via Siviglia. In questo modo le spiagge sarebbero rag-

giungibili da Pomezia anche in bicicletta”.Parliamo di parcheggi, sempre carenti nel territorio:cosa pensate di fare?“I parcheggi che vorremmo realizzare sono quello difronte alla scuola materna di via Singen, quello in viaFellini, in via Saragat ed in via Settembrini”.A Torvaianica no? Eppure, soprattutto d’estate, trovareun posto auto è un’impresa. “A Torvaianica i parcheggi ci sono, solo che magarisono un po’ distanti dal mare, quindi si riscontra chequesti sono vuoti, mentre sul lungomare le macchinevengono lasciate in doppia fila”.Che i parcheggi a Torvaianica restino vuoti d’estate,l’abbiamo verificato, non è assolutamente vero, mentreè vera non solo la sosta in doppia fila, ma anche lenumerose multe fatte dalla Municipale e la presenza deiparcheggiatori abusivi...“Questi non sono argomenti che competono il nostroassessorato. Io le posso parlare dell’edilizia scolastica,per la quale abbiamo richiesto finanziamenti per realiz-zare una nuova materna nella zona 167 ed una aCampo Ascolano. Vogliamo poi ampliare l’elementaredi Martin Pescatore e fare i lavori di impermeabilizzazio-ne delle coperture di tutti gli edifici scolastici sul territo-rio comunale. Restando nel campo della cultura, abbia-mo chiesto fondi anche per l’ampliamento dellaBiblioteca comunale, per la quale vorremmo recupera-re la parte bassa, quella del portico, che a causa deivandali ora versa in stato davvero indegno, e l’adegua-mento e messa a norma del Museo ArcheologicoComunale”. Che rientra nel recupero degli edifici storici...“Sì, come l’applicazione del Piano del Colore del centrostorico, da fare nelle scuole materna ed elementare diPomezia Centro, e negli edifici che ospitano i ServiziFinanziari” e le “Attività Produttive” del Comune diPomezia. Oltre che per queste opere, i finanziamentisono stati richiesti anche per un adeguamento funzio-nale della sede della Polizia Municipale e della Chiesadi San Benedetto, che necessita della messa a norma”.Ma quanto è stato richiesto alla Regione?“Per tutte le opere l’ammontare è di poco quasi 20milioni e 400 mila euro”.E di questi quanti pensa che riuscirete a prenderne?“Dall’esperienza pregressa, direi almeno un quarto,forse anche di più”.Quindi tutto il resto rimane un sogno nel cassetto...“No, cercheremo altri modi per finanziare i progettinecessari”.A proposito, quali sono le altre fonti di reddito delComune?“La seconda viene dagli oneri di urbanizzazione, checomprendono anche le tasse pagate dai cittadini. Sitratta di introiti minori, ma che consentono impegni dispesa ben definiti con copertura finanziaria. Ad esem-pio, adesso stiamo sistemando via delle Monachelle edil Sughereto, faremo la sistemazione del palazzettodello sport e di numerose strade a Torvaianica Alta e aCampo Ascolano (la rotatoria). Questi soldi servirannoanche per il rifacimento della toponomastica stradale eper la costruzione della seconda rotatoria in via DeGasperi, dove i lavori prenderanno il via tra la fine disettembre e l’inizio di ottobre”.In pratica quando inizierà l’anno scolastico, cosicché iltraffico, già congestionato in quei punti negli orari dientrata ed uscita dalle scuole, diventerà davvero inso-stenibile...“Purtroppo prima di quella data non è possibile iniziare

BILANCIO = SOLDISOLDI = SERVIZIMA SARA’ VERO?NEI GIORNI SCORSI È STATO APPROVATO IL BILANCIO. MA IN COSA SI TRADUCE PER I CITTADINI?

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Conti pubblici

per motivi tecnici. Chiederemo alla popolazione di avereun paio di mesi di pazienza, accettando dei disagi cheporteranno benefici in futuro”.Dubitiamo che la pazienza dei cittadini possa arrivare atanto, ma non vogliamo infierire e cambiamo argomen-to: qual è l’altra fonte di entrata economica dell’ammini-strazione?

“E’ rappresentata dai mutui, che possono essere rila-sciati non solo dalla Cassa Depositi e Prestiti, ma ancheda Istituti privati, che non devono avere tassi superiori aquelli stabiliti dalla Cassa Depositi e Prestiti. Per richie-derli serve che prima venga approvato il BilancioConsuntivo del 2009, ma pare proprio che da quest’an-no si farà ricorso anche a questa risorsa, visto che la

capacità di indebitamento lo consente e che ci sonolavori indispensabili, come il completamento della reteidrica, che hanno urgenza assoluta, così come lamessa a norma delle scuole che ancora non hanno ilcertificato di prevenzione incendi, come richiesto dallalegge”.Altri lavori sono il rifacimento di Via Pola a Torvaianicacon la raccolta delle acque bianche e la rotatoria diMartin Pescatore. Ma quanto incide in interessi unmutuo ventennale?“All’incirca per un decimo: per ogni milione preso sipagano 100 mila euro l’anno di interesse”.Esiste anche una quarta fonte di finanziamento, mai atti-vata finora a Pomezia, che è il project financing, ossial’utilizzo di capitali privati per la realizzazione di operepubbliche in cambio di concessioni di vario tipo. Vistala carenza di denaro nelle casse comunali, è molto pro-babile che la “finanza di progetto” venga utilizzataanche da noi, magari per la sistemazione della piscinacomunale. Lei non ha mai citato i tanto sbandierati proventi dalrecupero delle tasse evase. Come mai?“Perché fino a quando non saranno fisicamente nellecasse comunali non verranno mai “utilizzati”: non sap-piamo quanti ne verranno recuperati ed io, per princi-pio, se i soldi non li ho non li spendo”Ma quali sono i tempi per la realizzazione di tutti i pro-getti di cui abbiamo parlato? Alcuni, che pubblichiamonella tabella a fianco, sono già in corso, mentre gli altrisono ancora nella fase embrionale. “Per questo parlia-mo di piano triennale delle opere. Ci sono degli iter daseguire, delle regole da rispettare, ma faremo di tuttoper cercare di stringere i tempi il più possibile”.Vogliamo fare qualche esempio?“Calcolando tutta la burocrazia, i lavori della rete fogna-ria dovrebbero iniziare la prossima primavera; quelli perportare l’acqua diretta penso prima, ma dipendono nonsolo da Pomezia, ma da altri Enti che sono stati solleci-tati dal Sindaco De Fusco”.Da parte nostra, come giornalisti, cercheremo di verifi-care l’avanzamento dei lavori, sperando di non doverriportare notizie negative e cercando di dimenticare quelproverbio che dice che chi di speranza vive....

Alessia Ambra Achille

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Cronaca

Quando abbiamo stilato la programmazione degliarticoli per questo numero di giornale, avrem-mo voluto dedicare due pagine, una per

Pomezia ed una per Ardea, alle cose belle fatte dalleamministrazioni in questo periodo per il territorio.Abbiamo quindi iniziato a girare per i due Comuni allaricerca di novità positive. Dobbiamo ammettere di nonessere riusciti a monitorare tutti i quartieri, ma – pas-seggiata dopo passeggiata – abbiamo cercato di cat-turare i cambiamenti che potrebbero abbellire lenostre città. Quello che abbiamo trovato ve lo mostria-mo nelle foto che accompagnano l'articolo. E' un po'poco (abbiamo riempito solo una delle due paginepreviste), quindi invitiamo gli amministratori dei dueComuni – così come facciamo con i cittadini, che aiquali siamo grati quando ci segnalano i problemi e gliaspetti negativi – a farci presenti le cose positive chevengono fatte per la comunità (se ce ne sono..).

Lungomare Lacosa più esclatante dell’estate è il rifacimento delmanto stradale del lungomare, atteso da vent’anni efinalmente realizzato.

Ecopunti D'estate Torvaianica ruba la scena a Pomezia.Abbiamo notato con piacere che le spiagge libere nonsolo sono pulite (almeno fino a quando qualchebagnante incivile non decide di sporcare lasciando ingiro le “prove” del suo passaggio) ma sono fornite di“Ecopunti”, che consentono di differenziare i rifiuti.Uniti alle torrette di salvataggio ed alle passatoie chefacilitano l'accesso al mare sono senz'altro la notamigliore che abbiamo trovato.

Strisce pedonaliSempre a Torvaianica le strisce pedonali hanno presocolore. Per dare loro maggiore evidenza sono statenuovamente circondate da vernice rossa, rendendocosì più sicuro l'attraversamento dei pedoni.

ArdeamareAd Ardea è partita “ArdeAmare”: un servizio di traspor-to dal centro del paese fino al mare completamentegratuito, fatto su pullman a due piani, di cui quellosuperiore scoperto, operativo tutti i giorni dalle ore9,00 alle ore 19,40 con partenze previste da viaFirenze ogni 20 minuti circa.L'itinerario dalla navetta è: via Firenze, Lungomaredegli Ardeatini, via Bergamo, Lungomare degliArdeatini, via Ancona/via delle Salzare e viceversa. Ilpercorso è stato dopo pochi giorni implementato da eper il centro storico nel seguente modo: Piazza delPopolo- via Laurentina - viale Nuova Florida - ViaPratica di Mare (Passerini) - via Laurentina - Tor SanLorenzo (Patio) - via del Pettirosso - Lungomare degliArdeatini - via Bergamo (parcheggio) - Lungomaredegli Ardeatini - via Firenze (parcheggio). Ottimo pergli anziani ed i giovanissimi che vogliono passarequalche ora in spiaggia pur non essendo motorizzati.Per finire, un consiglio ai politici dei due Comuni, iquali hanno dimostrato che, se vogliono, sanno ancherealizzare ottime cose: se passaste meno tempo a liti-gare ed a contendervi spazi e visibilità, magari ne tro-vereste un po’ – di tempo – per pensare e fare qual-cosa di buono in più per i vostri concittadini...

LE COSEBELLEE’ SERIVITA UNA SOLA PAGINA PER RACCONTARE LE COSE BELLEREALIZZATE DALLE AMMINISTRAZIONI DI POMEZIA E ARDEA IN QUEST’ULTIMO PERIODO

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Anche se in ritardo, giustificato in parte dai pro-blemi legati all’approvazione del Bilancio, èfinalmente arrivato il programma definitivo del-

l’estate pometina, che si divide in 3 importanti filoni.Prima dei vari programmi, vogliamo puntare l’attenzio-ne sul 30 Luglio: per la prima volta anche Torvaianicaavrà la sua “Notte Bianca”; certo, niente a che vede-re con quelle di Roma o Parigi, tant’è vero che l’even-to si chiama “La Notte è piccola per Noi”, ma l’impor-tante è iniziare… Per quanto riguarda tutto il resto, significativa è laterza edizione del Festival “Il mito di Enea”, l’annualeappuntamento estivo ideato dall’attore pometinoEdoardo Sylos Labini in collaborazione conl’Assessorato alla Cultura del Comune di Pomezia, cheattraverso il ricordo delle gesta dell’eroe troiano edella sua fondazione della città di Lavinium, conside-rata la culla di Roma, omaggia miti del passato e delpresente con una serie di eventi che hanno luogo nelterritorio della cittadina pontina. Il primo appuntamen-to si è svolto il 28 Luglio a Torvaianica, sulla spiaggia,in un’atmosfera davvero suggestiva. Erano presenticirca 400 persone, poche se si valuta il dato in asso-luto, molte se si calcola che l’evento era stato appro-vato pubblicizzato (neanche tanto) solo il giornoprima.Abbiamo poi le manifestazioni che si svolgeranno tuttea Pratica di Mare: “Estate al Museo” vedrà spettacoliteatrali, musicali, di danza. L’opera lirica (verrà rap-presentato “Il Rigoletto” di Verdi) si alternerà allamusica jazz, la danza classica al rock, il teatro ai con-certi. Un mix che si intuisce già dal nome scelto per lamanifestazione: “Tutti i colori della Cultura”. Gli eventipartiranno il 30 Luglio con l’opera teatrale “Il Giornodella Civetta”, con Orso Maria Guerrini e terminerannoil 12 settembre con un’altra rappresentazione teatrale,“Tutt’eniente”. Tutte avranno inizio alle ore 21:00 esaranno ad ingresso gratuito. La terza ed ultima partedi manifestazioni è rappresentata dalla classica“Estate a Pomezia”, con eventi e spettacoli variegati,che si svolgeranno prevalentemente a Torvaianica:dalla musica al cinema in piazza, passando dallosport e dalle sagre dei prodotti tipici. Ma più dellenostre parole valgono le locandine che pubblichiamo,dove vengono riportate tipologie, date ed orari dei vari

appuntamenti. Sul programma completo abbiamosentito l’opinione dell’assessore alla Cultura ed EventiSpeciali. “Il problema più grande è stato quello legatoai ristrettissimi. Per questo è doveroso un ringrazia-mento particolare a tutti quei dipendenti comunali chestanno andando oltre quelli che sono i loro strettiobblighi contrattuali dimostrando, con i fatti, cheall’interno dei nostri uffici c’è tanta gente che lavorasodo – ha dichiarato - Nella strutturazione degli spet-tacoli ci si è posti una pluralità di obiettivi. Il primo èstato quello di un rilancio del turismo sul nostro terri-torio che vive un momento di grave difficoltà nono-stante le enormi potenzialità. C’è necessità di interven-ti strutturali che non possono essere rimandati.Torvajanica ha necessità di strutture ricettive, di par-cheggi, di un ampliamento e di una maggiore diversi-ficazione dell’offerta commerciale. Esiste già un vola-no turistico che è lo Zoomarine attorno al quale pos-sono nascere una serie di iniziative che implementinol’offerta del territorio a partire dalla realizzazione di unParco archeologico che valorizzi il patrimonio artisticodi cui il nostro territorio è ricco”. Ed il secondo?“E’ stato quello di offrire un momento di svago ainostri concittadini tenendo ben presenti bambini edanziani per i quali sono stati organizzate manifestazio-ni e serate specifiche”. Abbiamo anche un terzo programma…“Si, quello con il quale abbiamo scelto di affiancare aimomenti di puro divertimento eventi di spessore cultu-rale capaci di dare una risposta, seppur minima, aquel fermento di idee che sul nostro territorio è parti-colarmente vivo e che costituisce un patrimonio chenon va assolutamente sprecato”.L’assessore coglie l’occasione per fare dei ringrazia-menti: “Vorrei ringraziare le associazioni culturali, laPro loco di Torvajanica, il Consorzio ‘Atorvaianiva’, leassociazioni dei commercianti e dei balneari, le asso-ciazioni di cittadini, e tanti consiglieri di maggioranzaed opposizione che mi hanno aiutato nello svolgimen-to del mio lavoro dimostrando, in alcuni momenti,tanta tanta pazienza nei miei confronti. Grazie ebuona estate a tutti”.

Anna Maria Greco

Speciale Estate a Pomezia e Torvaianica

IL PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI È STATO PRESENTATO SOLO IL 27 LUGLIO E CONTIENE SPETTACOLI PER TUTTI I GUSTI

ESTATE A POMEZIA:MEGLIO TARDICHE MAI

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E’ instancabile, nonostante il caldo, il consigliereAntonio Maniscalco: dopo aver portato LaGuardia di Finanza a sequestrare decine di carto-

ni con la documentazione inerente agli oneri conces-sori, dopo aver smosso tutti gli organi preposti peruna verifica sul personale, adesso prende di mira l’uf-ficio Protocollo Informatico Pianificazione UrbanisticaPianificazione del Territorio “PIAGESTER”. Ma di cosasi tratta? Lo facciamo spiegare direttamente all’inte-ressato, che scrive una lettera di denuncia al Dirigentedel Settore Urbanistica e Pianificazione del Territorio,Anna Ferrazzano, al Segretario Generale AngeloScimè, al Responsabile del Settore InformaticaGiovanni Rettore, al Sindaco Enrico De Fusco,all’Assessore all’Urbanistica Antonio Flore, al DirettoreGenerale Gianluca Gerosa e al Presidente delConsiglio Comunale Attilio Bello. A tutti, insomma, perevitare che qualcuno possa dire: io non lo sapevo.Maniscalco, dopo aver sottolineato che, malgrado icontinui solleciti, non è mai stato attivato, pur avendo-

lo acquistato da tempo, lo Scanner per l’istantaneaacquisizione digitale nel sistema informatico integratodel Comune, “evidenziando che tale importantissimastrumentazione permette la memorizzazione nel siste-ma Informatico Integrato e successiva visualizzazioneautentica di tutti i documenti in entrata e in uscita dicompetenza dall’ufficio Urbanistica Pianificazione delTerritorio, Diffida il Dirigente del Settore Urbanistica adutilizzare ancora la suddetta postazione di protocollodegli atti in assenza dell’avvenuta attivazione delsistema di scansione elettronica dei documenti, agaranzia della corretta e legale gestione di tutti gli attidi competenza, così come avviene nelle altre posta-zioni Protocollo del Comune di Pomezia”. In pratica,Maniscalco chiede di “ Bloccare e disattivare imme-diatamente l’attività di Protocollo Informatico svoltonella postazione operativa “PIAGESTER”, posta nelSettore Urbanistico”, in quanto “a mio avviso, inassenza dell’attività di scansione e memorizzazionedei documenti gestiti, il sistema presenta delle lacuneche potrebbero permettere delle operazioni impro-prie”. Insomma, si potrebbero contraffare i documenti(di elevata importanza, visto il giro di denaro che gra-vita intorno all’urbanistica). “Di fatto – aggiungeManiscalco – essendo fattibile la ristampa di tutte leetichette di identificazione, anche in tempi diversidalla data di presentazione delle istanze, emesse edapplicate dall’operatore sulle singole pratiche gestite,potrebbe verificarsi una anomala “manipolazione” deidocumenti da parte di chiunque è abilitato all’accessonel sistema informatico; paradossalmente, in questasituazione, attraverso la ristampa e sostituzione delleetichette di protocollo potrebbe addirittura avvenire lasostituzione e falsificazione di delicati documenti urba-nistici”. A supporto di questa gravissima accusa ilconsigliere spiega che “attualmente l’Ufficio

Protocollo “PIAGESTER” si limita ad apporre subito suidocumenti in arrivo un timbro di “Visto Arrivare” siasull’istanza in originale che sulla copia per ricevutadell’utente, in seguito procede con la registrazioneufficiale sul sistema informatico integrato del Comune,oltre ad applicare una etichetta d’identificazione doverisulta la data di presentazione, il numero di protocol-lo, ed il Settore di Appartenenza del Comune diPomezia. Stessa operazione, eccezion fatta per l’ap-plicazione del timbro di “Visto Arrivare”, avviene pertutte le pratiche in uscita”.Calcolando che questo ufficio tratta di “PianificazioneUrbanistica del territorio del Comune di Pomeziacome, Piano Regolatore Generale, Piani Industriali,Piani di Lottizzazione Convenzionata, PianiParticolareggiati ed Esecutivi, Tavole Urbanistiche,Sanatorie Edilizie, Permessi di Costruire e in particola-re Istanze di rilascio di Permessi a Costruire, incluse len. 64 richieste edilizie di rilascio di Permesso diCostruire presentate dalle varie ditte edilizie operantipresso la Lottizzazione Convenzionata Casale dellaCrocetta – Selva Piana (Sughereta) in data 30 aprile2008, giorno di scadenza dei termini di presentazionedelle domande previsto con la Delibera di Giunta n.68/2008 che, a partire dal giorno 2 maggio2008,stabiliva l’applicazione dell’aumento del costo degliOneri di Urbanizzazione e Costo di Costruzione di oltreil 40% rispetto a quelli vigenti e oggetto di interroga-zione consiliare il giorno 7 giugno 2010”, si capiscel’importanza dell’argomento. Maniscalco chiude la let-tera chiedendo al Sindaco l’immediata disattivazionedel Protocollo così come improntato e la modifica delsistema informatico per impedire la ristampa delle eti-chette di Protocollo. Adesso attendiamo la risposta deidestinatari della lettera o, in alternativa, una nuovavisita degli investigatori negli uffici comunali….

Cronaca Pomezia

MANISCALCOCOLPISCE ANCORASTAVOLTA IL DITO PUNTATO E’ PUNTATO CONTRO IL PROTOCOLLO URBANISTICO

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Un’esperienza che andrà assolutamente ripetu-ta”. Così i volontari dell’Associazione Donatori eVolontari Personale Polizia di Stato(ADVPS)

Onlus hanno commentato la giornata dedicata alladonazione del sangue, che ha avuto luogo, per laprima volta, sabato 24 luglio, in piazza del Popolo, adArdea. Alla campagna, intitolata “Prima di andare invacanza … STOP! Vieni a donare!”, hanno rispostocirca una trentina di donatori occasionali. “Non tuttihanno potuto donare il sangue, - ha dichiarato LucaRepola, presidente dell’associazione - ma la risposta èstata per noi importantissima. Quelli che hanno rag-giunto l’autoemoteca ed il gazebo per le informazioni,dove erano presenti i nostri volontari, erano donatorioccasionali, che, con le nostre informazioni, speriamopossano diventare abituali”. Per donare il sangue biso-gna essere in buona salute, avere dai 18 ai 65 annied un peso corporeo non inferiore ai 50 Kg.Importante poi non aver ingerito farmaci nella settima-

na precedente e presentarsi a digiuno o se possibilebere un caffé, un the o un succo di frutta, ma noningerire latte né cibi solidi. “Alcune persone - ha spie-gato Repola - non rientravano in questi parametri e,pur volendo, non hanno potuto donare il sangue, male nostre informazioni li aiuteranno la prossima voltache vorranno compiere questo gesto di estrema soli-darietà”. Per i volontari, infatti, non era importantesolo raccogliere il sangue, ma informare sul valore diun gesto come questo. Nel Lazio, infatti, c’è una gravecarenza di sangue, evidenziata maggiormente nellezone periferiche, fuori dalle città. Anche per questomotivo, la campagna si è svolta in alcuni comuni dellitorale a sud di Roma come appunto Ardea e poiLavinio, Nettuno e Pratica di Mare. Altre saranno letappe ed è già in previsione un ritorno nella città rutu-la. “Stiamo prendendo in seriaconsiderazione l’opportunità di ripetere la campagnaper la donazione del sangue durante l’anno, forse a

novembre”, afferma l’assessore ai Servizi SocialiMassimiliano Gobbi, che ha concesso il patrocinio allagiornata ed, in prima persona, ha invitato i cittadini adare il proprio contributo all‘iniziativa. “Ringrazio tuttii donatori ed i volontari che hanno partecipato attiva-mente all’iniziativa – ha dichiarato il titolare ai ServiziSociali - Un ringraziamento speciale va ai ragazzidell’Associazione giovanile “La zona del crepuscolo”,che hanno aderito e risposto al messaggio in manieraeccezionale”. Sul sangue donato saranno effettuatiaccurati ed approfonditi esami, cheverranno inviati anonimamente presso l’indirizzo forni-to dal donatore, garantendo anche un’azione di medi-cina preventiva. Per ulteriori [email protected] o [email protected] tel.339.113.60.30 – 331.37.55.113 – 3313731070.

Claudia Sperduti

Ardea

UN GESTO D’AMOREPRIMA DI ANDARE IN VACANZA...STOP! VIENI A DONARE!

Rispondiamo ad una lettera inviataci da unanostra lettrice di Ardea, preoccupata per tuttiquei ragazzi che, nel prossimo anno scolastico,

dovranno frequentare la scuola superiore.Preoccupata, sì, per diversi motivi. Innanzitutto, adArdea non ci sono istituti di scuola media superiore.Condizione per la quale gi studenti dovranno recarsinei comuni limitrofi per far valere il loro diritto-dovereallo studio. Secondo punto, diretta conseguenza delprimo, i ragazzi, che dovranno prendere i mezzi perraggiungere i plessi scolastici, avranno non poche dif-ficoltà a superare lo stress dell’essere pendolari. I col-legamenti con gli autobus, forniti dalla Cotral, sembra-no essere, difatti,insufficienti. Non solo, per alcune tratte, se si perde lacoincidenza, si rischiano attese abbastanza lunghe,senza contare poi che le fermate nel Comune diArdea, per alcune tragitti, sono assolutamente insuffi-cienti. In alcuni casi, si riducono addirittura ad una.Secondo le indicazioni fornite sul sito del Comune,nella linea che collega Roma (Stazione metro BLaurentina) a Terracina e viceversa, ad esempio, l’uni-ca fermata locale è quella al bivio Caronti - viaPontina Vecchia.Va un po’ meglio nel collegamento tra la Capitale eNettuno e viceversa, visto che i mezzi fermano in più

punti tra Ardea Centro, sulla Laurentina e a Tor SanLorenzo. Restano però fuori innumerevoli zone. Quicircolano i mezzi comunali, ma non è sempre sempli-ce combinare le coincidenze con la Cotral e per gi stu-denti, visto che parliamo di loro, ma anche dei nume-rosi lavoratori impiegati in altri comuni, la vita da pen-dolare è davvero dura. Il problema dunque non ènuovo e la lettera di questa mamma ci da l’occasioneper riportare alla luce un problema, a cui l’attualeamministrazione rutula, da anni ormai sulla giostradella politica locale, non ha ancora dato una soluzio-ne.A quando un istituto superiore ad Ardea, si chiedonoin molti. Non è certo questa l’unica soluzione a tutti iproblemi, naturalmente, ma come un cane che simorde la coda la presenza di un istituto scolasticoporterebbe la Cotral ed il Comune a coprire la zonacon più incisività, visto che un’utenza (pagante) ver-rebbe di certo assicurata. La scuola non c’è, quindi,neanche gli interessi ad implementare i collegamenti.Gli ultimi capovolgimenti in giunta ed il continuo cam-bio sulla poltrona dell’Assessorato alla Cultura,Turismo, Sport, Trasporti, Servizi educativi, non haofferto il clima adatto per fare domande ai nostriamministratori. Abbiamo preferito, quindi, non inter-pellare il neo assessore Paolo Dei Santi, per dargli il

tempo di confrontarsi con il dirigente e di fare il qua-dro della situazione. Intanto, al neo assessore, offria-mo un primo schizzo della questione attraverso le pre-occupazioni dei genitori di quegli alunni che andrannoa studiare negli istituti dei Castelli Romani, in quellidella Capitale, a Pomezia, Latina e ad Anzio. Sul col-legamento con il comune portuale, in particolare,ricorda la nostra lettrice, “sapevamo che, quando l’exassessore ai servizi educati Domenico Ferone eraancora in carica, aveva parlato con la ditta di traspor-ti Stefanelli di Anzio, per dare vita ad un TrasportoPubblico Locale con abbonamento mensile, come hafatto la ditta Ottaviani per il collegamento conPomezia”. Secondo quanto afferma la nostra lettrice,“la cosa è decaduta così ho parlato telefonicamentecon il neo assessore Polito (ora ex, ndr), che nonsapeva nemmeno di cosa si stesse parlando, e con ilcapogruppo politico Massimiliano Giordani, che ovvia-mente ha riferito che tutto è impraticabile e non fatti-bile”. Alcuni genitori affermano di aver chiesto ancheun aiuto economico, per far fronte ad un eventualeservizio di trasporto privato, “per un contributo dialmeno metà della spesa, circa 30 euro a famiglia”.La risposta è stata che non ci sono i fondi.

Claudia Sperduti

CHE FINE HANNO FATTOLE SCUOLE SUPERIORI?PREOCCUPAZIONE PER TUTTI QUEI RAGAZZI CHE IL PROSSIMO ANNO SARANNO COSTRETTIA PRENDERE I MEZZI PUBBLICI PER ANDARE ALLE SUPERIORI

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Tragedia sfiorata nel centro storico di Ardea, doveoggi è letteralmente crollata parte della recinzio-ne di un parcheggio privato posto a strapiombo

della rocca. La parte franata è finita nell’area sotto-stante, dove c’è un piccolo prato. Insieme ai blocchidi tufo è crollato anche l’ombrellone del gestore delparcheggio. A causare la caduta del muro sembrereb-be essere stata una manovra avventata, fatta incauta-mente da un automobilista. In quel momento nell’areasottostante non transitava nessuno: evento fortunato,visto che in questo periodo la zona è spesso frequen-tata dagli operai del comune addetti al taglio dell’er-ba, senza contare che spesso è anche utilizzata comeparcheggio di trattori e mietitrebbia. Il tratto franatoera l’unica parte della vecchia rupe ancora non tran-

sennata. Le transenne si erano rese necessarie proprioper evitare i crolli dei massi tufacei. In questi giornil’intera zona sarebbe dovuta essere oggetto di un’ispe-zione dei tecnici della Provincia di Roma, che stannostudiando il modo di consolidarla nonostante le evi-denti fessure tra un blocco e l’altro di tufo. Gli espertiritengono che le spaccature non siano dovute soltan-to all’usura temporale, ma soprattutto al peso dellecostruzioni, frutto di un’edilizia incontrollata ed al tran-sito dei mezzi pesanti. Dopo questo crollo verrannosicuramente effettuati dei controlli statici sui manufat-ti costruiti a strapiombo sulla rupe e sull’intera area enon sono escluse evacuazioni qualora dai controlli siravvisasse un pericolo per i fabbricati, ma soprattuttoper la popolazione.

L.C.

Ardea

CROLLA LA RUPESFIORATA LA TRAGEDIA NEL CENTRO STORICO

Il 26 luglio il Comitato di Quartiere della NuovaFlorida ha protocollato al Comune l’ennesima lette-ra di protesta contro il lavoro svolto dal Governo

Eufemi.“Il CdQ ancora una volta deve “aiutare”l’Amministrazione Comunale – si legge sul documento– infatti, dopo le numerose e documentate denuncefatte sia al Sindaco che al Comandante dei VV.UU. diArdea da parte di privati cittadini ma anche da questoComitato, concernenti la mancata pulizia (e la relati-va pericolosità) di terreni incolti siti in via Modena evia Piacenza, con sorpresa e sdegno si prende attoche ad oggi le uniche risposte pervenute da partedell’Amministrazione sono

state la conferma della reiterazione - in data 28 giu-gno 2010 – dell’Ordinanza sull’Obbligo della Puliziadei terreni incolti, e la dichiarata incapacità da partedella Polizia Municipale di risalire aiproprietari di detti terreni (e di conseguenza di farrispettare, come le avevamo richiesto, la SuaOrdinanza)”. Il Comitato capitanato da Rita Serino va poi giù durocon le accuse e prende anche in giro gli amministra-tori.“Questo Comitato, pur non intendendo sostituirsi agliorgani preposti e retribuiti per fare il loro dovere diamministrare la città - prosegue la lettera - con unasemplice ricerca telematica al Catasto, è riuscito ad

ottenere (a quanto pare chi vuole trova) le informa-zioni necessarie, che saranno fornite su Vostra richie-sta scritta: questo per la legge sulla privacy! Pertantoil Comitato si chiede e chiede agli organi preposti: sitratta SOLO di INCAPACITA’ E PRESSAPOCHISMOoppure (DELIBERATA?) OMISSIONE D’ATTI D’UFFI-CIO??”.“Non ci aspettiamo una risposta – commenta poi RitaSerino – così come non le abbiamo avute nel passa-to, ma vogliamo far capire agli amministratori che nonsiamo stupidi e che non vogliamo e non possiamoessere presi in giro. Non chiediamo miracoli, ma soloun po’ di serio lavoro a favore della cittadinanza”.

Mauro Valentini

OMISSIONE ATTI D’UFFICIO?E’ QUELLO CHE SI CHIEDE IL COMITATO DI QUARTIERE DELLA NUOVA FLORIDA A PROPOSITO DEI TERRENI INCOLTI

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Quartieri Pomezia

ROMA 2: A PICCOLI PASSISI DIVENTA GRANDI

E’ uno dei quartieri più giovani di Pomezia, e della“gioventù” ha tutti i pregi ed i difetti: palazzinenuove inframezzate da spazi verdi, percorsi per

fare jogging, un’invidiabile vicinanza con la stazioneferroviaria, da cui si raggiunge il centro di Roma in soli20 minuti e una relativa tranquillità dovuta alla man-canza di traffico sono i lati positivi; mancanza di ser-vizi primari – tra cui l’acqua potabile - nessun centrodi aggregazione per i giovani o gli anziani, niente chie-se, parchi attrezzati o piazze, nessun ufficio comuna-le o sanitario quelli negativi. E, fino a pochissimotempo fa, niente asfalto nelle strade e, di conseguen-za, niente mezzi pubblici. Stiamo parlando di Roma 2,insediamento di circa 850 abitazioni alle porte diPomezia, al confine di tre Comuni: per l’appuntoPomezia, Roma ed Ardea. L’esperienza insegna chestare al confine non regala mai vantaggi, anzi, al con-trario, crea disagi. Le competenze vengono scaricateda uno all’altro, i meriti invece si accolgono a brac-cia aperte. Un anno fa, in un periodo in cui la zonaaveva ancora un aspetto poco più che embrionale,alcuni volenterosi hanno deciso di creare il Comitatodi Quartiere. Un’investitura importante - tant’è veroche preferiscono farsi chiamare Comitato di Zona - perquello che quartiere ancora non era, ma che, grazieall’impegno di queste persone, sta piano piano cam-biando e migliorando il suo aspetto. “E’ stata unasfida che, come dimostrano i fatti, stiamo vincendo”,esordisce Diego Casubolo, il giovane Presidente delComitato. “Il merito è di tutti quei cittadini che hannodeciso di non far diventare il nostro un quartiere dor-mitorio, ma un posto vivibile, che offra prospettive anoi ed ai nostri figli”. Progetti faraonici o richiesteimpossibili? Tutt’altro. La filosofia del Comitato è quel-la di fare un piccolo passo per volta, perché “a chie-dere tutto insieme si passa per matti e non si ottieneniente”. E questi piccoli passi stanno appunto portan-do a grandi risultati. “La nostra associazione è nataquando ci siamo accorti che nel quartiere mancavauna cosa fondamentale: la presenza delle istituzioni.

Sembrava che l’amministrazione si fosse dimenticatadell’esistenza di Roma 2. Nessuno era abituato adinterloquire con gli Enti, non venivano fatte richieste e,di conseguenza, i nostri problemi venivano ignorati.Questo anche perché c’era qualcuno che remava con-tro una crescita “sana” della zona, dicendo in giro cheera meglio non fare nulla, altrimenti le richieste ci sisarebbero rivoltate contro, con aumento dei tempi perl’ottenimento di qualsiasi cosa”. I fondatori del CdQhanno quindi dovuto lavorare innanzitutto per conqui-stare la fiducia dei loro vicini di casa e, a distanza diun anno, possono dire di esserci riusciti alla grande,visto che il Comitato conta ben 400 iscritti, che su850 abitazioni sono davvero tantissimi. “Ci eravamoaccorti che alcuni problemi potevano essere risolti inmodo relativamente semplice – racconta Casubolo –Bastava far valere i propri diritti. Ad esempio, la con-venzione stipulata per la costruzione del quartiere pre-vedeva che il rifacimento delle strade fosse di compe-tenza del lottizzatore, che però se ne era “dimentica-to”, facendo passare più di un anno dalla scadenzadei termini previsti. E’ quindi scattata una petizione,firmata da 260 persone, con la quale abbiamo chie-sto l’intervento dell’amministrazione, che si è attivataattraverso un’ordinanza sindacale. I lottizzatori hannoultimato la stesura del tappetino di asfalto e quellache fino a qualche settimana fa era una strada ai limi-ti della praticabilità oggi è uno stupendo anello asfal-tato, pulito e ordinato. Visto il risultato ottenuto,abbiamo continuato: dopo le strade, servivano i colle-gamenti. Anche in questo caso il Comune si è dimo-strato disponibile: le condizioni del manto stradalehanno consentito l’ampliamento del servizio di tra-sporto pubblico e così ora nel quartiere ci sono benquattro fermate per il bus che permetteranno anchealle persone anziane di raggiungere i servizi essenzia-li, totalmente assenti nel quartiere”. Ovvia la gioia nonsolo dei componenti del CdQ, ma di tutti residenti, cheadesso stanno provando a realizzare un altro sogno:quello di avere l’acqua potabile nei loro rubinetti. “Il 9

Luglio c’è stato un incontro con l’assessore provincia-le Assessore alle Politiche del Territorio e TutelaAmbientale Michele Civita. Al dibattito - come relatorec’era l’Arch. Fabio Mirimich, che collabora con ilComitato di Zona di Roma 2 - hanno partecipato cen-tinaia di cittadini e di rappresentanti di quartieri conproblemi analoghi”. Il Comitato ha illustrato la tragicasituazione vissuta a causa delle problematiche legatea un pozzo che deve alimentare 850 appartamenti,dalle logiche interruzioni dell’erogazione che avvengo-no per ragioni tecniche, fino alla pessima qualità del-l’acqua, inadatta a tutti gli usi domestici. “Dal dibatti-to è emerso che, sebbene sia stata realizzata unatorre piezometrica, Roma 2 è ben lontana dal collega-mento all’acquedotto, vista la complessità e l’onerosi-tà dei lavori pubblici ancora da eseguire. Abbiamoquindi pensato di adottare una soluzione tecnica“provvisoria”, studiata grazie all’architetto Mirimich,che garantirebbe questo servizio essenziale in tempiragionevolmente brevi, ossia un anno al massimoinvece dei tre previsti. Ovviamente per fare questoabbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile da parte delComune e della Provincia”. Il quartiere, come fa nota-re Casubolo, è “circondato” da condotte d’acqua cheservono l’intero territorio comunale, ma non il loro. Trala condotta e la torre piezometrica servono 60 metri di“tubo”, oltre alle “camere di manovra” per la torre. Edè questo che il CdQ vorrebbe ottenere. “Sembra cheper le camere di manovra l’importo necessario siastato messo in bilancio, quindi siamo fiduciosi”. Maquesti non sono i soli problemi – risolti o no – delquartiere, che soffre anche a causa di una scarsasicurezza. “Sicurezza stradale se pensiamo che, inlinea d’aria, siamo a pochi metri dalla stazione.Peccato che, per raggiungerla, si debba fare un girolunghissimo su strade pericolose, così che spessoqualcuno, per fare prima, attraversa i binari, con tuttii rischi che ne derivano. Basterebbe un sottopasso perrisolvere anche questo”. Ma per sicurezza Casubolointende anche qualcos’altro. “La nostra zona non èabbastanza pattugliata, soprattutto dalla polizia muni-cipale. Qui è pieno di prostitute, spesso giovanissime:ogni giorno si perpetrano quindi reati contro i minori,ma sembra che nessuno se ne accorga”. Ma ci aveva-no assicurato la presenza fissa di varie pattuglie, trapolizia municipale e carabinieri... “Soprattutto i vigiliio non li vedo mai da queste parti. Li vedo in piazza,a Pomezia o a Torvaianica, ma non qui. Eppure sareb-bero molto utili e non solo contro la prostituzione: ser-virebbero da deterrente contro quei criminali che, inpieno giorno, danneggiano o rubano le auto lasciatein sosta nel piazzale della stazione”. Ed anche questosarebbe un altro passo avanti...Alessia Ambra Achille

IL COMITATO DI QUARTIERE, NONOSTANTE SIA NATO SOLO UN ANNO FA, STA OTTENENDO OTTIMI RISULTATI

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Privilegiati. Così vedono gli abitanti della Roccacoloro che vivono nel resto del territorio diArdea. Hanno l’acqua diretta, il gas, le strade

illuminate e pulite, i marciapiedi, l’ufficio postale, lafarmacia (anche se per raggiungerla bisogna farequalche passo in più), molti uffici comunali, la scuo-la, il centro anziani e persino un parco. Gli autobus,sia urbani che extraurbani, passano regolarmente, c’èuna piazza che serve come punto di aggregazione e,una volta a settimana, arriva pure il mercato rionale.Un’isola felice? Un quartiere modello? Innanzi tuttoguai a chiamarlo quartiere: è quasi un’offesa. “Ilnostro è un centro storico, non un quartiere. E’ il cuoredi questo paese, la testimonianza del passato. E’ gra-zie alla Rocca che ci si può ancora rendere conto cheArdea è uno dei più antichi Comuni d’Italia e sicura-mente del Lazio”, spiega un commerciante di Piazzadel Popolo che preferisce rimanere anonimo. Ma qui èdavvero tutto rose e fiori? “Assolutamente no. Questoposto era davvero bello fino a 40 anni fa, quandoconservava ancora quel fascino “rurale” che rendevaunica l’atmosfera. Quando Ardea si è staccata daPomezia, i nuovi governanti hanno deciso che dovevaabbandonare la sua origine agricola per “virare” versouna cementificazione selvaggia. Ovviamente nonparlo solo della Rocca, dove c’era ben poco dacostruire, ma dell’intero territorio comunale. Ma que-sta crescita convulsa, disordinata e spesso abusivaha danneggiato anche noi, perché Ardea ha perso lasua identità, ha cambiato aspetto, passando dapaese agricolo ad un qualcosa che non si riesce adefinire, con una popolazione che è arrivata a 50 milaabitanti dai 5 mila degli anni ‘60”. Ma che un paese cresca è normale...“Non così. Qui c’è stato un arrembaggio, una corsa achi costruiva di più e peggio. Le nostre belle spiagge,protette dalle dune della macchia mediterranea, sonostate deturpate dalle costruzioni, quasi sempre abusi-ve, che arrivano praticamente sulla battigia. Così

come sono adesso non riusciamo neanche più a sen-tirle come le “nostre” spiagge”.Ma tornando alla Rocca, è vero che siete dei privile-giati?“Non credo. Quello che abbiamo è frutto di secoli distoria, ce lo hanno dato i rutuli, che saggiamentehanno costruito in alto e non dentro alle fosse; midispiace che gli altri quartieri non abbiano i servizi,ma questo non significa che, per solidarietà, nondebba averli neanche il centro del paese che per logi-ca, essendo il nucleo iniziale, ha tutto quello che serveper vivere. Anzi, se vogliamo essere polemici, dobbia-mo dire che alcuni dei servizi che prima avevamo,come la condotta medica o gli uffici dell’Enel, oppure,andando sul leggero, il cinema, adesso non ci sonopiù. Abbiamo un Castello bellissimo, che invece diessere valorizzato viene solo trascurato. Quindi nonmi sembra che stiamo ricevendo dei trattamenti difavore da parte di questi amministratori o di chi li hapreceduti. Quello che abbiamo c’è solo perché c’eraanche prima. I politici possono aver cambiato qualchelampione, ma non credo sia questo che gli altri ci invi-diano”. Ma anche nella Rocca ci sono spunti perlamentarsi. “Avremmo preferito passare per arretrati –ci hanno dato dei “bifolchi” per anni, ma non ce lasiamo mai presa più di tanto – pur di mantenere quel-l’ambiente che ci caratterizzava prima che la corsa almattone avesse la meglio su tutto, snaturando un ter-ritorio che poteva essere valutato per la storia, l’ar-cheologia, il mare. Nessuna amministrazione ha maipensato di valorizzare questi tesori, tutti hanno prefe-rito pensare solo al guadagno facile, ossia allacementificazione, senza calcolare ai danni, visto chealle nuove costruzioni non hanno mai corrispostonuovi servizi. In tutto il territorio c’è poi stata una cre-scita demografica senza controllo: insieme alle bravepersone sono arrivate quelle meno brave ed il tasso didelinquenza si è impennato. Ci siamo salvati solo quinel centro storico, dove, al contrario, da più di 2 mila

abitanti siamo passati a meno di 800”. Ma è vero chechi abita qui è come se appartenesse ad una “casta”?“Assolutamente no. Noi siamo solo uniti e radicati nelterritorio, ci sentiamo Ardiesi e avremmo voluto unosviluppo diverso, una rivalutazione anche del Centro,che potrebbe diventare un gioiellino”.Dello stesso parere Peppino Sarrecchia, un passatoda amministratore, che ora parla solo in veste di citta-dino. “Io sono nato nella Rocca, mio nonno aveva 15figli, il paese era concentrato qui, erano pochi quelliche stavano “a valle” nelle terre che erano state asse-gnate nel dopoguerra. C’erano moltissimi bambini egiovani, tutti ci conoscevamo, molti erano imparenta-ti tra loro e ci si chiamava per soprannome. Ma pianpiano il centro si è svuotato: i figli hanno cominciatoa costruire alla Banditella Alta, per poi espandersicostruendo per i nipoti anche in altre zone, prima fratutte Tor San Lorenzo. Poi sono arrivati i “forestieri”,attirati dai prezzi bassi delle case. Così è iniziatal’espansione selvaggia di Ardea, che ha perso la suaidentità. Qui nella Rocca sono rimasti prevalentemen-te gli anziani, la maggior parte dei giovani hanno pre-ferito farsi la villetta in basso”. E le case vuote che finehanno fatto? Una delle accuse che tutti fanno è chegli abitanti del centro, forti della loro “storicità”, hannoaffittato le abitazioni al Comune, che ci ha messo ivari uffici, invece di costruire una casa comunale.“Questa è una storia che va avanti da decenni – spie-ga Sarrecchia – ma non essendoci ancora degli spazidi proprietà del Comune, quest’ultimo è stato pratica-mente costretto ad affittare delle case, che ovviamen-te erano di proprietà di gente del posto”. E visto quan-to comunicato nel corso dell’ultimo ConsiglioComunale, questi affitti verranno pagati ancora per unbel po’: la Cassa Depositi e Prestiti, infatti, non finan-zierà i lavori di realizzazione della scuola elementareche doveva sorgere a Nuova Florida, la quale avrebbedovuto ospitare gli alunni che adesso frequentano ilplesso della Rocca. Plesso che, a sua volta, si sareb-be trasformato in Casa Comunale, liberando dall’one-re degli affitti l’amministrazione. “Ma noi speriamoancora che, prima o poi, Ardea riesca ad avere unasede di proprietà, che raggruppi tutti gli uffici, inmodo che non si debba più peregrinare da una parteall’altra del paese per sbrigare una pratica. Le caseora affittate potrebbero essere riconvertite in localinitipici, in modo da ricreare un’atmosfera da Borgo, chepotrebbe attirare i turisti grazie al mix di storia, atmo-sfera tipica, archeologia e mare”, concludeSarrecchia. Certamente lui, e molti altri, lo speranodavvero, ma forse c’è qualcuno che, di questo enne-simo rinvio, non può che esserne felice...

Alessia Ambra Achille

Quartieri Ardea

CENTRO STORICO: GUAIA CHIAMARLO QUARTIEREGLI ABITANTI DELLA ROCCA DIFENDONO LA STORIA DEL COMUNE,UNO DEI PIÙ ANTICHI D’ITALIA

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Università

PICCOLE UNIVERSITA’CRESCONO

Università a Pomezia: sì, no, forse, boh? Lenumerose voci girate intorno alla sede universi-taria pometina avevano ottenuto l’unico risulta-

to di preoccupare e confondere le idee agli studenti, iquali sono arrivati a credere che, nel migliore dei casi,a Pomezia avrebbero potuto seguire i corsi già inizia-ti, sostenendo però i vari esami a Roma. Nella peggio-re delle ipotesi, invece, sarebbero addirittura dovutiandare alla ricerca di una nuova Università, visto chequella ospitata nel Campus di Selva dei Pini sarebbediventata privata, quindi inaccessibile alla maggiorparte degli studenti a causa degli alti costi.Ma queste notizie, circolate anche su importanti quo-tidiani, si sono rivelate infondate. Il 21 Luglio, in occa-sione dell’Assemblea dei Soci, le carte sono finalmen-te state scoperte, mostrando conferme e novità positi-ve. La prima certezza scaturita dall’incontro tra ilMagnifico Rettore Luigi Frati ed il Sindaco Enrico DeFusco è che il rapporto tra la storica Università roma-na ed il Campus pometino non solo non verrà interrot-to, ma sarà addirittura migliorato. Questo grazie alladecisione di mettere in liquidazione il PoloUniversitario, organo che aveva agito come interme-diario tra il Comune di Pomezia e La Sapienza, crean-do non pochi problemi sia di natura economica chegestionale e con il quale risulta ancora aperto un con-tenzioso legale.La messa in liquidazione del Polo, che costava 520mila euro l’anno per avere una didattica che nonrispettava gli accordi, ha rappresentato un segnaleforte da entrambe le parti, che - volendo instaurare unrapporto senza intermediari - hanno dimostrato che lacollaborazione non solo non si era mai persa, ma sista addirittura rafforzando. La prova è che adesso ilcosto della didattica messo in bilancio da Frati si èdimezzato, scendendo a 260 mila euro annui.Il “dialogo” diventa quindi diretto tra ConsorzioUniversitario Selva dei Pini (ossia il Comune) e La

Sapienza. Insieme si stanno scegliendo i corsi chepotranno essere seguiti a Pomezia, che saranno inparte diversi da quelli tenuti finora. Dall’esperienzapregressa e dallo studio del tessuto industriale del ter-ritorio, è infatti stato deciso di puntare su indirizziscientifici come Scienze Infermieristiche (che ha giàriaperto le iscrizioni anche per le matricole) e sullenuove facoltà di Farmacia e Scienze Biologiche. Nonsi hanno invece ancora notizie certe per la facoltà diEconomia e Commercio. Altra importante certezza èche i nuovi corsi non si limiteranno più alla duratatriennale, ma consentiranno di conseguire anche laLaurea Specialistica senza spostarsi in altre sedi.Nelle intese con La Sapienza, di comune accordo, nonsono rientrate le facoltà umanistiche, perché Roma hadeciso di puntare sul rilancio di quelle che sono le“caratteristiche naturali” del territorio, dove sorgonodiverse industrie chimiche e farmaceutiche.Ma per poter offrire agli studenti anche la possibilità distudi umanistici, l’amministrazione pometina, in colla-borazione con il Presidente del Consorzio UniversitarioPiergiorgio Crosti, ha deciso di rivolgersi ad altriAtenei. La risposta positiva è arrivata dalla LUM,Libera Università del Mediterraneo. Si tratta diun’Università privata che nella sede principale ha costicertamente non alla portata di tutti, ma che, grazie aduna mediazione che ha quasi dell’incredibile, haaccettato di portare varie facoltà a Pomezia – tra cuiquella di Giurisprudenza, che inizierà i corsi già que-sto autunno – garantendo gli stessi importidell’Università pubblica. In parole povere, le tasse uni-versitarie rimarranno le stesse. A quella diGiurisprudenza si aggiungeranno, probabilmente nel2011, altre facoltà di natura umanistica, al momentoin trattativa.“Abbiamo fatto una scelta precisa sia con LaSapienza che con l’UMS”, ha spiegato il SindacoEnrico De Fusco – Per quanto riguarda l’Ateneo roma-

no abbiamo scelto di puntare su facoltà che abbianoattinenza con le peculiarità del nostro territorio, dovele industrie e le aziende sono prevalentemente a carat-tere scientifico. Per le facoltà umanistiche l’Universitàche ci ha offerto le possibilità migliori è stata l’UMS.Si tratta di un’Università di tutto rispetto, da dove pro-vengono anche nomi illustri. La cosa ottima è che haaccettato la nostra richiesta di contenimento dei costi,che non potranno superare quelli delle Università sta-tali”. Quando tutti i particolari degli accordi in atto verrannodefiniti, dovrebbero esserci più facoltà rispetto a quel-le attualmente presenti… “Sì, alla fine l’offerta didattica sarà più articolata. E’vero che alcuni indirizzi non saranno più presenti”, hadichiarato l’Assessore all’Università AlessioCaporaletti, “ma chi ha già iniziato continuerà i corsifino alla naturale scadenza. Le facoltà che andrannovia saranno quelle che hanno riscontrato meno suc-cesso, che lasceranno posto a corsi più adatti ad unrapido inserimento nel mondo del lavoro direttamentesul nostro territorio”. La soddisfazione dell’Assessore ètangibile, visto che il risultato raggiunto potrebbe por-tare davvero il Campus a quell’eccellenza auspicatasin da quando l’Università era ancora solo un sogno.“La vera novità è data dal fatto che il Selva Dei Pinidiventerebbe una sede distaccata della LUM”, ha spie-gato Crosti, “e questo, grazie alle nuove leggi, fra 3anni ci consentirà di richiedere allo Stato il riconosci-mento di “Università di Pomezia”, naturalmente pub-blica. Non più semplici “succursali”, ma veri protago-nisti”. Pomezia come Camerino o Urbino, quindi? “Non vogliamo certo fare paragoni, che al momentosono impensabili, ma le capacità e le potenzialità cisono tutte. La LUM ci ha consentito di scegliere idocenti, tutti selezionatissimi, in modo da manteneremolto alto il livello qualitativo”. Per cui fra 3 anni La Sapienza non ci sarà più? “Le due realtà potrebbero convivere tranquillamente,integrandosi in modo da poter offrire agli studenti unpanorama universitario davvero completo. Se questoprogetto verrò realizzato Pomezia ne trarrà un grandegiovamento, sia a livello di ritorno d’immagine, siacome innalzamento del livello culturale dei propri cit-tadini, visto che sono molte le persone che rinuncianoa laurearsi a causa delle difficoltà logistiche ed econo-miche di un’Università fuori sede. Senza contare chela gestione diretta ci consentirebbe di amministrarenon solo le uscite, ma anche le entrate, rendendo ilCampus autonomo a livello economico”.

Mauro Valentini

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I GRANDI PROGETTI DEL CAMPUS SELVA DEI PINI

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Università

INCONTRO CONGLI STUDENTI

Nel clima di incertezza che ha caratterizzato igiorni scorsi l’ambiente universitario pometino,incontriamo alcuni studenti che la Facoltà la

vivono e che possono quindi raccontarci come si stu-dia e si vive il Campus.La struttura è molto bella, con il parco esterno cheregala a chi entra per la prima volta una sensazione diquiete, lontana dal caos delle grandi e piccoleUniversità Italiane, e che offre ai suoi 2000 iscritti unaambientazione davvero fuori dal comune.Nella sala di ritrovo, tra il Bar e le Aule, ci attendonotre studenti al Primo anno di Scienze Politiche: Aldo,42 anni, di Tor San Lorenzo, dipendente di un’impor-tante realtà industriale pometina, Laura, 23 anni, diAprilia, e Alessia, 25 anni, di Roma.Esperienze e aspirazioni diverse, che cercheremo diraccontare, partendo dalla domanda più ovvia:

PERCHÉ AVETE SCELTOSELVA DEI PINI?Alessia: Ho lasciato la Sapienza di Roma, troppo cao-tica, per evitare il traffico che dovevo affrontare perraggiungerla. Laura: Io per la vicinanza, nel senso che avevo sceltoda subito di iscrivermi a Scienze politiche, e scoprirepoi di averla così vicino ad Aprilia dove abito è statauna fortuna.Aldo: Lavoro da venti anni qui vicino, avevo il deside-rio di iscrivermi a Scienze Politiche da tanto tempo,dopo aver sempre rimandato per gli impegni che sidevono affrontare quando si ha una famiglia ed unlavoro a tempo pieno. L’opportunità di un’Università acinque minuti dal lavoro e da casa mi ha convinto chequesto era il momento giusto.

SECONDO VOI, IN CHE COSA QUESTA REALTÀ È DIFFERENTE DALLEUNIVERSITÀ DI ROMA?Aldo: Alla sapienza ci sono classi da 600 persone, iprofessori non sanno neanche chi sei, sgomitare perascoltare o per poter chiedere è la norma. Le pochevolte che ho frequentato le lezioni a Roma ho avuto lasensazione netta che non ci sia rapporto o dialogo trastudenti e professori, per ragioni di numero e di spazi,qui c’è un’umanità diversa, il professore lo vedi, loascolti, interagisci, mi sembra ci sia un’opportunità inpiù.Alessia: Però a me, che ho frequentato la Sapienza perun anno, manca quel rapporto interculturale che c’era

tra persone geograficamente e culturalmente cosìdiverse; questa Università è molto provinciale. Senzaoffesa, ma gli studenti sembrano ancora al liceo, nonhanno quell’ardore che devi avere in una grandeUniversità, quel “lottare per ottenere” che sperimentisubito e che prima ti travolge e poi ti fa crescere comepersona. I 2.000 iscritti, contro i 150.000 dellaSapienza, o i 40.000 di Tor Vergata ci fanno sentirepiccoli.Laura: Certo, sembra un college, mancano le vibrazio-ni politiche e culturali della Sapienza, ma l’atmosferaè data anche dal fatto che molti degli studenti che ven-gono da fuori alloggiano qui, vivendo quindi intensa-mente la struttura, che è dotata di mille opportunitàsportive, un po’ come in Inghilterra e negli Stati Uniti,seppur in piccolo, chiaramente. Ma questo a me sem-bra un privilegio, non un difetto!

LE STRUTTURE, I SERVIZIED I TRASPORTI FUNZIONANO?Alessia: I mezzi pubblici funzionano, sembra che nes-suno se ne lamenti. Ci sono navette dalla Stazione diSanta Palomba, mentre il Cotral da Roma Eur si fermaall’ingresso dell’Università.Aldo: La segreteria funziona, anche se io gestisco irapporti con la Facoltà via Internet. Prenotazioni agliesami, documentazione, tutto è gestibile dal Sito, etrovo molto importante sia la possibilità di scrivere aiprofessori via email che la loro disponibilità nel rispon-dere.Laura : Anche io trovo il rapporto con i professori, chesono gli stessi di Roma, molto buono. Credo cheanche per loro sia una esperienza nuova avere in clas-se 30 studenti per lezione invece di 600. Questo rende

l’atmosfera piacevole, serena.Alessia: Quello che manca qui è la vivacità culturale,non i servizi! Se qualcuno si veste in maniera diversaviene additato, ail contrario delle grandi Universitàumanistiche, dove l’originalità è elemento di crescita;non ci si emancipa, si studia, si ma non si diventa cit-tadini del mondo.Aldo: Aggiungo che la mensa è ottima; si mangiamolto bene, e a costi davvero irrisori, niente a chevedere con quella della Sapienza!

MA CHI SONO GLI STUDENTICHE FREQUENTANO IL COLLEGE?Aldo: Ci sono diverse persone come me, diciamo over40, che arrivano qui per esigenze lavorative più cheper desiderio di sapere, anche se qualche appassiona-to della cultura c’è. E poi c’è chi vuole entrare in poli-tica, e pensa sia utile una Laurea in Scienze Politiche.Laura: Ma la maggioranza è formata da giovani stu-denti dei dintorni, un bacino di utenza enorme che vadalla Provincia di Latina, ad Ardea, ai Castelli, oltrenaturalmente a Pomezia, che come me hanno vistol’opportunità di studiare senza il pendolarismo chedeve affrontare uno studente che va a Roma.La chiacchierata con gli studenti ci lascia una sensa-zione davvero positiva, che ci convince che per ilnostro territorio questa struttura sia una grande oppor-tunità culturale, che regala per la prima volta nella sto-ria di questa parte dell’Agro Pontino, storicamente alcentro di avanguardie agricole e poi selvaggiamenteaggredito da attività industriali, una “effervescenzaculturale” che mancava e che speriamo si mantenga ecresca nel tempo così come le ultime notizie sembra-no confermare. Mauro Valentini

UNIVERSITA’ DI POMEZIA:TRA PRESENTE E FUTURO

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Sport Calcio

POMEZIA AMA IL CALCIO

Il calcio è senza ombra di dubbio la disciplina piùfamosa al mondo nonché la più conosciuta. Ognigiorno siamo investiti da migliaia di notizie riguar-

danti questo sport e volendo o non volendo il calcioormai fa parte della nostra vita quotidiana; anche lepersone più intransigenti, salvo qualche piccola ecce-zione, si sono arrese al fenomeno mediatico più rile-vante del XXI secolo e ad oggi è difficile trovare unapersona che di calcio non ne sappia nulla, ma vera-mente nulla. E alla nostra città, interessa il calcio? Masoprattutto, siamo dei veri appassionati o ci limitiamoad una conoscenza sommaria? Noi ci siamo posti ilproblema e abbiamo voluto realizzare un sondaggioproprio su questo tema, per vederci più chiaro.Durante queste torride giornate abbiamo attraversatole strade di Pomezia e Torvajanica rivolgendo ai pas-santi quattro semplici quesiti e archiviando le rispostein base all’età e al sesso per stilare poi i relativi datipercentuali, sia parziali che globali. Le prime tredomande riguardavano il calcio internazionale mentrel’ultimo, decisamente il più insidioso, il calcio locale epiù precisamente la squadra del Pomezia Calcio, por-tabandiera della nostra città. Ovviamente non è statofacile selezionare i quesiti semplicemente perché didomande su questo sport se ne potrebbero formulareall’infinito; dunque, ci siamo concentrati sulla pubbli-cità e sulla visibilità di determinati eventi susseguitisidurante l’anno, scegliendo alla fine la Champion’sLeague, l’Europa League (ex Coppa Uefa), l’imman-cabile Mondiale da poco conclusosi, e la serie omeglio campionato disputato dal Pomezia quest’an-no. Un po’ come chiedere ad un appassionato di cicli-smo notizie riguardanti il Giro d’Italia o il Tour deFrance. Per i primi tre quesiti il soggetto intervistatodoveva indicare il vincitore della manifestazione, men-tre per l’ultimo specificare il campionato d’apparte-nenza. Facciamo una piccola precisazione sull’esclu-

sione della Serie A dal gruppo di domande: è statoritenuta un po’ troppo semplice, visto che la risposta,Inter, coincideva già con il primo quesito e moltiavrebbero potuto rispondere per assonanza data lastoricità dell’impresa della squadra milanese, alteran-do così i risultati. Ovviamente queste però, sono sol-tanto considerazioni personali, e nulla toglie al fattoche si potevano utilizzare altri criteri. Passando airisultati del sondaggio, possiamo senza dubbio affer-mare che la manifestazione più seguita dai nostri con-cittadini è stata senza dubbio il Mondiale del SudAfrica, considerato il 77,35% di risposte corrette sultotale degli intervistati; segue la Champion’s Leaguecon il 52,83%, il Pomezia Calcio con il 35,84% e,fanalino di coda, l’Europa League che raccoglie appe-na il 24,52% di risposte positive, vera e propria“bestia nera” del sondaggio. A questo punto però èopportuno entrare nello specifico per analizzaremeglio i dati raccolti: per quanto riguarda il primo cri-terio adottato, relativo al sesso, la percentuale delprimo quesito (Champion’s League) sale al 66% sultotale della popolazione maschile, per crollare invecead un misero 26,51% fra quella femminile; l’EuropaLeague sale, sempre per gli uomini, ad un buon43,10% per scomparire quasi del tutto fra le donne,con un inesistente 0,3%; per quanto riguarda il reso-conto di quest’ultima domanda sarà sicuramentestato un caso, perché ovviamente scegliendo un altrocampione di persone i risultati forse, sarebbero potuticambiare, ma di tutte le donne intervistate quasi nes-suna ha saputo rispondere, segno che il secondo tor-neo per importanza a livello europeo resta un oggettomisterioso per l’universo femminile. Bene invece ilMondiale che lascia inalterati i risultati, anzi che vedeil sorpasso delle donne di 2 punti percentuali; i maschiottengono un 76,45% contro il 78,04% delle donne,che si dimostrano così meglio preparate. Da rilevare

infatti che alcuni uomini si sono rivelati inaspettata-mente “ostili” al calcio negando qualsiasi competenzain materia, sbagliando così la maggior parte delledomande, compreso questa sul Mondiale. Infine, manon certo per importanza, la domanda sul PomeziaCalcio; tra i maschi la statistica sale oltre la metà deipunti percentuali raccogliendo il 53,78% di risposteesatte, mentre fra le donne arriva appena al 13,12%,risultato comunque positivo; questo a testimonianzadel fatto che la maggiore squadra cittadina, quest’an-no protagonista di una vera e propria impresa, non èpassata inosservata e gode del sostegno di una buonaparte della popolazione, più della metà. Per quantoriguarda il secondo e ultimo criterio, l’età, le personepiù preparate fra i maschi si sono dimostrate quellepiù giovani, con una media di risposte esatte di oltre il70%, superiori di poco a quelle della media-età (25-50 anni)con il 72,54%; anche i più anziani raccolgo-no un buon 50,05%, dimostrandosi all’altezza delledomande. Fra le donne, con risultati decisamente piùinferiori, spiccano quelle della fascia intermedia con il37,5% di risposte positive, e le ragazze con il 34%;anche le “nonne” però non si dimostrano da meno, eseppur non conoscendo tutte le risposte, raccolgonoun discreto 17,43%. In definitiva possiamo dunqueaffermare che tra i nostri abitanti è vivo l’interesse perquesto sport anche se non in maniera eclatante; lamedia globale infatti, avvicina le risposte esatte totalial 50% della popolazione, limite superato se prendia-mo in considerazione soltanto quella maschile(65%). Come giudicare questo risultato? Discreto, anostro avviso. Non bisogna dimenticarsi infatti dellenumerose variabili che entrano in gioco in sondaggi diquesto tipo: su tutti, il campione scelto come detto inprecedenza, ma anche altri fattori come quello dellemogli “condizionate” (in senso buono) dai mariti checon i loro discorsi o magari con le loro abitudini, tra-sferiscono indirettamente il loro “sapere”, aiutatimagari dai figli; insomma la conoscenza o meno dellerisposte può dipendere da molte circostanze ma biso-gna anche accettare il fatto che alcune persone nongradiscano per nulla questo sport, scelta liberissima.Noi il nostro lo abbiamo fatto ed ora tocca a voi letto-ri esprimere giudizi e commentare quanto raccolto;unica nota negativa che ci sentiamo di riportare, sonostate quelle persone che hanno risposto con arrogan-za alle nostre domande o trattato con indifferenzasenza nemmeno rivolgerci la parola, dimostrandoscarso rispetto per dei ragazzi che stavano svolgendosoltanto il loro lavoro; un plauso invece, va a coloroche quantomeno ci hanno dato la possibilità di espri-merci, anche se poi non hanno voluto rispondere.(Per la realizzazione di questo sondaggio si ringrazia-no per la collaborazione Dario Mugnaioli e SilviaFradeani)

Luca Mugnaioli

DIVERTENTE SONDAGGIO PROPOSTO AI CITTADINI DI POMEZIA E TORVAJANICASULLA CONOSCENZA DI QUESTO SPORT…

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Viaggi

Per arrivarci, da Roma Fiumicino, basta un’ora emezza scarsa di volo: una manciata di minutiche ti trasportano in un altro mondo ed in un’al-

tra epoca, dove la frenesia che viviamo ogni giornoviene dimenticata, almeno per il tempo della vacanza.Stiamo parlando di Creta, una delle perle dell’Egeo,l’isola più grande della Grecia. Girarla tutta in una solasettimana è impossibile, quindi bisogna accontentarsie, soprattutto, organizzarsi. Ed è quello che abbiamotentato di fare, da perfetti novellini, visto che era laprima volta che visitavamo l’isola degli Dei. La mitolo-gia racconta infatti che qui nacque, di nascosto daZeus, padre – tra gli altri – di Minosse, re di Creta, chedecise di imprigionare nel labirinto costruito da Dedalo(quello del filo di Arianna!) il Minotauro, un mostrocon il corpo di uomo e la testa di toro. Ma alle leggen-de torneremo più tardi.A Creta esistono due volti diversi, due anime contra-stanti: una è turistica, attrezzata, da cartolina e siestende lungo la costa nord-orientale, dalle città diKastéli alla punta di Palékastro, dove Elounda è tra icentri balneari più frequentati e Kalatha e Stavrossono le spiagge più belle. L’altro volto, selvaggio,informale, avventuroso, è il litorale meridionale, quel-lo affacciato sul mar Libico, da Paleohóra a Loutro,piena di baie e di villaggi di pescatori, e da Mátalafino a Ierapetra, la zona più impervia e affascinante.L’isola offre quindi due modi diversi di concepire lavacanza, la vita di mare; le sue coste - ora frastaglia-te, ora lineari - regalano sentimenti diversi di avvicina-re la natura, che qui è molto generosa. La parte set-tentrionale è la più urbanizzata anche per motivi stori-ci: qui infatti sorgono le quattro principali città cretesi(Haniá, Réthimno, Iráklio e Agios Nikólaos) perchésul mar Egeo si sono sempre svolti i maggiori trafficimarittimi e commerciali. Appena arrivati all’aeroporto di Heraklion, veniamoaccompagnati al nostro hotel-villaggio, che si trova aGouves, a mezz’ora di pullman dal capoluogo. Di que-sto albergo ricordiamo soprattutto la bellezza dei vialipieni di verde che portano ai vari bungalows ed ilcibo: buonissimo, dalla prima colazione alla cena,passando per gli spuntini di metà mattina e pomeridia-ni. La spiaggia di fronte all’hotel, non essendo gran-dissima, non ci ispira molto, quindi decidiamo di chie-dere consiglio a chi ne sa sicuramente più di noi, l’as-sistente del Tour Operator, che ci consiglia tutta unaserie di spiagge e posti che vale assolutamente lapena di visitare. Ce ne raccomanda talmente tantiche, per visitarli tutti, dovremmo stare qui un mese,non una settimana! Decidiamo quindi di partire subitoalla scoperta del paese più vicino, tanto per ambien-

tarci: Hersonissos, meta del turismo giovanile, connegozi e locali aperti fino al mattino, discoteche, pub,ristorantini sul porto e tanta, tanta vita per le strade.C’è un’allegra confusione, che ti fa sentire subito invacanza. E tanti italiani: ragazzi, coppie, famiglie:Creta è davvero una destinazione adatta a tutti. Il gior-no dopo decidiamo di allontanarci un po’. Abbiamonoleggiato un’auto a prezzi davvero stracciati rispettoa quelli che ci sono in Italia e ci siamo diretti verso est,ad Agios Nikolaos, una caratteristica cittadina chesorge tutt’intorno ad un piccolo lago salato di originevulcanica, collegato al porto da un canale sormonta-to da un ponte. E’ un paesino molto bello, pieno dibotteghe caratteristiche (volendo ci si può far fare unpaio di sandali “al volo” dai calzolai del luogo) e cir-condato dalle alture del vulcano, che offrono un pano-rama davvero mozzafiato. Qui si può visitare il MuseoArcheologico, dove il pezzo più pregiato è il Vaso dellaDea Mirtos, fatto a forma di donna. La giornata passaquindi tra shopping e cultura, ma per il giorno dopoabbiamo in mente una full immersion in spiaggia:volevamo andare in una delle più famose, quella diVai, ma c’era troppa gente: sembrava Torvaianica didomenica, con la differenza che, al posto delle case,sulla spiaggia c’erano tantissime palme. La leggendanarra che nacquero dai noccioli di dattero “sputati”dai pirati arabi e fenici durante le loro incursioni e,soprattutto, durante le loro fughe. Abbiamo quindidirottato la mattina su Elounda, che ha una bellissimaspiaggia di ciottoli, ed il pomeriggio per l’isoletta diSpinalonga, che si trova proprio di fronte ad Elounda.L’isola di Spinalonga è famosa per per i resti dell’anti-ca Fortezza Veneziana, per un periodo adibita a leb-brosario, che domina su il villaggio ormai abbandona-to, ma anche godere del sole e delle splendide acquecristalline che circondano l’isola.Il viaggio cominciava davvero a piacerci molto, ancheper i panorami mozzafiato che si potevano osservare

lungo la strada che costeggia tutta la parte est del-l’isola: ad ogni curva pensavamo di non aver maivisto niente di più bello, per poi ricrederci alla curvasuccessiva. Un’altra spiaggia che ha lasciato il segnonei nostri cuori è quella dell’isola di Chrissi, che si rag-giunge in traghetto da Ierapetra, il paese più a Sudd’Europa, nel Mar Libico. E’ un’isoletta deserta – cisono solo un paio di chioschi per i turisti – con altepalme caraibiche (non come quelle di Vai), sabbiabianchissima e mare trasparentissimo di tre colori:verde chiaro, azzurro intenso e blu. I differenti toni dicolore sono dati dal fondale, che alterna la sabbia amassi bianchi. L’effetto è incredibile: pare davvero distare ai Caraibi. Sembrerà una bugia, ma quandosiamo andati davvero ai Caraibi abbiamo pensato cheil mare era più bello all’isola di Chrissi! La nostravacanza non è stata di solo mare: andare a Creta enon visitare il Museo di Iraklion o il Palazzo di Knossosarebbe un peccato, quindi noi abbiamo visto entram-bi nella stessa giornata. La mattina siamo stati al sitoarcheologico di Knosso, il pomeriggio al museo. Tra ledue cose abbiamo anche girato Iraklion, città piena divita e di negozi, con un centro pedonale tutto dagustare, sia con gli occhi – per i negozi pieni di mer-canzia caratteristica – che con la bocca: si possonoassaggiare i piatti tipici, tutti molto saporiti, a pocoprezzo. Per chi ha tempo, da Iraklion parte un traghet-to veloce (consigliamo di prendere quello delle 6 delmattino) che in meno di 4 ore porta a Santorini: èun’isola che si riesce a visitare anche in una sola gior-nata, così si può tranquillamente riprendere il traghet-to alle 20 ed essere di nuovo a Creta per mezzanotte.Cos’altro dire di quest’isola? Ci sarebbe tanto, tantoancora, ma lasciamo a voi il gusto di scoprire quantee quali altre meraviglie ci sono, tutte da conservare trai ricordi più belli.

CRETA L’ISOLA DEGLI DEIPERFETTA PER GLI UMANIIN POCO MENO DI UN’ORA VERRETE TRASPORTATINELLA PERLA DELL’EGEO

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Cinema

Occasione mancata - forse senza più appello -dal regista Richard Kelly per rientrare nel mondodorato dei “Directors Cult” dopo il trionfante e

mai troppo narrato “Donnie Darko”.Occasione mancata, si, perché gli elementi c’eranotutti, in questo “The Box”, che esce in ritardo da noi,causa difficoltà di distribuzione, che possiamo com-prendere appieno solo dopo la visione del film (nessu-no lo voleva?).C’era il cast, di grande livello, c’era un budget strato-sferico - 30 Milioni contro i 4 di “Donnie Darko” - ec’era una storia intrigante, seppur fantascientifica, diquelle che scatenerebbero discussioni intorno ad un

falò, della serie “ supponiamo per assurdo che…”.E l’assurdo supposto (liberamente tratto da un rac-conto minimo di Richard Matheson) qui arriva sottoforma di una scatola molto particolare, la “Box” deltitolo, che viene misteriosamente recapitata ai coniugiLewis (una bellissima e sprecata Cameron Diaz, eJames Marsden, principino Disney-Style di “Come d’in-canto”).La visita di un certo Stewart Arlington (un ottimoFrank Langella, che ricordiamo straordinario nei pannidi Richard Nixon in “Frost”) spiegherà agli esterrefattiSignori Lewis che, se si preme il pulsante della scato-la, succederanno due cose: una persona che loro non

conoscono morirà, ma in cambio riceveranno 1 milio-ne di dollari. Logicamente, i Signori Lewis non vorreb-bero assolutamente essere gli artefici della morte diun essere umano, ma il milione di dollari li aiuterebbea pagare i loro debiti… Si cercano paragoni con il cinema di David Linch, ocon qualche altro visionario e sopravvalutato registacome lui, ma purtroppo ci si ritrova dapprima in uncontesto fantasy, poi via via in una sorta di horror cosìpoco credibile che alla fine ricorda molto il filmZombie. I troppi strafalcioni stilistici guastano le gestae l’idea del racconto di Matheson - l´egoismo umanoe la mancanza di solidarietà per puro interesse econo-mico - perché il dilemma morale che devono affronta-re i protagonisti si perde nella narrazione e quasi lo sidimentica. Sintesi straordinariamente divertente dellacritica inglese è quella data dal Daily Mirror da DavidEdwards, icona giornalistica nella criticaCinematografica mondiale. Rispondendo al regista,che diceva che come per Donnie Darko anche The Boxandava rivisto più volte essere giustamente compreso,ha scritto: Personally, I wouldn’t watch it again - noteven for a million dollars. (per parer mio, non andròmai più a vederlo, neanche per un milione di dollari!).E, umilmente, mi associo alle parole del grande criti-co.

Mauro Valentini

THE BOXDALLO PSICOLOGICO ALL’ HORROR, PASSANDO PER UNA NOIA “DA UN MILIONE DI DOLLARI”

Finalmente per gli amanti della saga dell’Orco verdeesce il 25 Agosto, anche in 3D, l’attesissimo quartocapitolo di Shrek, con un sottotitolo che fa pensaread un ultimo episodio: “E vissero felici e contenti”.Diciamo subito che in realtà questo sbandieramentodi “fine serie” sa molto di trovata pubblicitaria, difattinon più tardi della fine del 2007, la stessaDreamworks, per bocca del suo numero 2 JeffreyKatzmberger, aveva annunciato la pre-produzionedell’Episodio 4 e 5… vedremo.Nel quarto capitolo, Shrek è diventato ormai unpadre di famiglia con una vita tranquilla nel regno di“Molto molto lontano”. Ma la nostalgia per i giorni incui viveva come un “vero orco” cacciato e temuto datutti inizia a farsi sentire. Del resto, dopo aver sfidato un terribile drago, salva-to una bella principessa e preso le redini del regnodei suoceri, Shrek ora si sente in pensione, annoiato

dal solito tran tran della vita domestica.E’ quindi pronto per cacciarsi di nuovo nei guai esconvolgere la routine, cosa che succede grazieall’incontro con l’ingannatore nano Tremontino. Shrek si troverà, a seguito di un incantesimo delNano malefico, in una versione alternativa del suomondo, dove gli orchi sono di nuovo odiati,Tremontino è il re e Shrek e Fiona non si sono maiincontrati. Sarà quindi suo compito riuscire a riportare tutto allanormalità, salvando nel frattempo la sua famiglia e isuoi amici tra mille peripezie, e con l’intima convin-zione che non c’è niente di più bello di una vita tran-quilla.Incontreremo di nuovo tutti i personaggi delle primeserie: la Principessa Fiona, Ciuchino (il più amato),Gatto con gli Stivali ecc…C’è da giurarci, sarà un successo che si accosterà

agli altri 3 film della saga, che in totale hanno incas-sato la bellezza di 2 miliardi di dollari.Bambini, e aggiungo, fratelli più grandi, mamme epapà, nonni, per la fine di Agosto avete già unappuntamento immancabile: Shrek è tornato!

Mauro Valentini

SHREK 4: L’ATTESA PER IL NUOVOCAPITOLO STA PER FINIREE VISSERO FELICI E CONTENTI

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Rubrica Risposte

IL TUO GIORNALERISPONDECASE ABUSIVE

SSoonnoo iinn ppoosssseessssoo ddeellll’’aattttoo ddii aaccqquuiissttoo ddii uunn tteerrrreennoossiittoo ssuullllaa ssppiiaaggggiiaa ddii MMaarriinnaa ddii AArrddeeaa,, ssuull qquuaallee èèssttaattaa ccoossttrruuiittaa uunnaa ppiiccccoollaa ccaassaa.. IIll tteerrrreennoo èè ssttaattooaaccqquuiissttaattoo ddaa uunn pprriivvaattoo nneell 11996644.. SSuucccceessssiivvaammeennttee,,èè ssttaattoo ccoossttrruuiittoo iill mmaannuuffaattttoo.. SSoonnoo sseegguuiittee dduuee rriicchhiiee--ssttee ddii ccoonnddoonnoo,, mmaa ddooppoo mmoollttii aannnnii iill ttuuttttoo èè ssttaattoorriiffiiuuttaattoo.. AA ccaassaa,, ppeerròò,, aarrrriivvaa ppuunnttuuaallee iill bboolllleettttiinnooddeellll’’IIccii,, ccoonn iinnddiiccaattoo ll’’iimmmmoobbiillee eedd iill nnuummeerroo cciivviiccoo..LL’’iimmppoossttaa èè ssttaattaa sseemmpprree ppaaggaattaa,, iinnoollttrree,, aabbbbiiaammooaanncchhee ccoossttrruuiittoo ttrree ffoossssee sseettttiicchhee,, vviissttoo cchhee iill CCoommuunneeaavveevvaa iimmppoossttoo llaa ccoossttrruuzziioonnee ddeellllee ffooggnnee.. SSee llaa ccaassaarriissuullttaa aabbuussiivvaa,, ppeerrcchhéé mmii hhaannnnoo ffaattttoo ppaaggaarree ll’’IIccii?? SSeeddeemmoolliirròò llaa ccaassaa,, ccoommuunnqquuee,, iill tteerrrreennoo ssaarràà sseemmpprree ddiimmiiaa pprroopprriieettàà.. LLoo rreecciinnttoo …… ee mmee lloo tteennggoo!!!!!! PPootteetteecchhiiaarriirrmmii iill ppeerrcchhéé aabbbbiiaa ppaaggaattoo ssee ppooii ddoovvrròò ddeemmoollii--rree llaa ccaassaa?? IInnffiinniittee ggrraazziiee,,SStteeffaanniiaa

Cara lettrice,Non è semplice rispondere in modo specifico alla suasituazione. Per questo, infatti, dovremmo avere datipiù dettagliati della sua pratica, che naturalmentesono protetti, giustamente, da riserbo. Il fatto che lei non abbia ricevuto risposte dagli ufficicompetenti, fa di lei l’ ennesima vittima della burocra-zia italiana, ma non deve lasciar andare gli eventi. Lainvitiamo, quindi, a recarsi in Comune e chiedere una

copia della sua pratica, almeno per sapere a chepunto si trova. Questo le permetterà di sapere la realemotivazione di un eventuale abbattimento della suaabitazione. Purtroppo, il fatto di aver pagato neglianni le utenze o una tassa come l’ICI, non le dà alcu-no strumento per arginare la demolizione. Secondo leinformazioni che abbiamo raccolto, infatti, pagarel’ICI è obbligatorio anche se un manufatto è abusivo,questo per il solo fatto che esso esiste. In particolare,presupposto dell’ICI, ai sensi dell’art. 1 del D.Lgs. 504del 1992, è il possesso di fabbricati […] a qualsiasiuso destinati. L’art. 2, poi, specifica che viene defini-to prefabbricato l’unità immobiliare iscritta o che deveessere iscritta nel catasto edilizio urbano. Grazie aquesti presupposti e ad altre leggi che non stiamo quia citare, il Ministero delle finanze ha stabilito, quindi,con la Risoluzione del 6 giugno 1994 n.2/138, cheanche un manufatto abusivo è soggetto ad imposta.Questo anche nel caso in cui non sia stata presentatal‘istanza per la sanatoria edilizia. Ecco, quindi, che lasola esistenza dell’immobile fa sì che il suo proprieta-rio debba assolvere tali doveri, anche se il fabbricatofosse incompleto o disabitato (come ribadito dallacassazione in una sentenza del marzo scorso). Perquanto riguarda il fatto che il Comune le abbia richie-sto la costruzione di tre fosse settiche, bisogna capirein che forma è arrivata tale richiesta. C’è un atto scrit-to o è stato un consiglio per un eventuale snellimentodella pratica? Inoltre, lei specifica che il terreno sitrova sulla spiaggia di Marina di Ardea. Ciò che va sot-

tolineato, sempre secondo le nostre informazioni, èche non può esistere un atto pubblico di compraven-dita su un terreno demaniale, come l’arenile, a menoche non sia lo stesso demanio a vendere. Deve, quin-di, scavare a fondo e capire da chi, la persona che leha venduto il terreno, ha acquistato la proprietà.Comprendiamo i disagi ed i problemi che possono sor-gere nel vedersi portare via la casa, ma in questocaso lei, in prima persona, deve presentarsi negli uffi-ci e raccogliere tutta la documentazione necessaria.

IL CORRIERE DELLA CITTA’ RISPONDE ALLE DOMANDE DEI CITTADINI, FACENDO DA TRAMITE CON L’AMMINISTRAZIONE

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“E’ periodo di vacanza, ma non nego che sono terro-rizzata dall’inciviltà di alcuni, in particolar modo nellenostre spiagge affollate . . .”AAnnnnaa MMaarriiaa SSeennssiinnii

Quando si viaggia, la necessità di comportarsicon gentilezza, rispetto e considerazione per glialtri si accentua. Spostandoci in aereo, in treno,

in metropolitana, entriamo in contatto fisico con estra-nei, con persone diverse da noi, costrette però, comenoi, a condividere momentaneamente spazi ridotti. Ilviaggio all’estero poi ci porta a confrontarci con cultu-re, consuetudini e comportamenti diversi dai nostri,che mettono in evidenza parole diverse di uno stessolinguaggio universale, quale appunto quello dellabuona educazione e del rispetto per gli altri. In parti-

colar modo il gentil sesso paga spesso le conseguen-ze peggiori di atteggiamenti poco rispettosi, dovutioramai alla convinzione diffusa che l’arroganza siasinonimo di affermazione sociale, dell’uomo cacciato-re e la donna preda. La cavalleria, di cui Lei accenna,è solo un lontano ricordo o, nel migliore dei casi, resi-duo di pochi e ricercatissimi galantuomini.Ci limitiamo ora a dare alcuni suggerimenti di “BuoneManiere” da adottare quando si è scelto di soggiorna-re, per esempio, in un albergo, cosa molto frequentesoprattutto in questo periodo di vacanze. Innanzituttoè necessario tenere con tutto il personale della struttu-ra e con gli altri clienti un comportamento sempre cor-tese e rispettoso. Nel caso abbiate delle lamentele,non vanno mai fatte alla presenza di altri ospiti. Nonsiate permalosi se vi si chiede la carta di credito, anzi,quando entrate in albergo per la prima volta e vi rivol-gete al banco dell’accettazione per verificare la vostraprenotazione e registrarvi, consegnate anche quella,in questo modo giocando d’anticipo eviterete qualsia-si situazione imbarazzante. Infine, se siete donne eviaggiate da sole, questo non vuol dire naturalmenteche la sera vi dobbiate barricare in camera, ma quan-do scendete al ristorante o al bar, se volete limitare gliscocciatori e mantenere un’aria professionale portate-vi una cartelletta con dei documenti: può servire alloscopo!“Quando sono ospite ho spesso timore a chiedere ilbis di una portata particolarmente gradita per non

peccare di ingordigia, le “Buone Maniere” lo consen-tono?” MMaarriiaacchhiiaarraaAssolutamente sì! Lei può tranquillamente chiedere diessere nuovamente servita. E’ chiaro che se ci si trovain una situazione da “cravatta nera”, ovvero una cenamolto formale, ciò non è consentito ma altrimenti,soprattutto in compagnia di conoscenti, chiedere il bisnon può che far piacere all’esecutore della pietanza.Per evitare questa situazione imbarazzante consiglio,comunque, quando si ricevono degli ospiti, di servireper due volte le portate anche se non richiesto, aven-do cura che ogni commensale venga servito in manie-ra contenuta.Inoltre approfittiamo per rispondere ad altre richiestedi delucidazioni in merito al comportamento da tener-si a tavola: quando si è finito di mangiare le posatevanno poggiate nel piatto alla posizione delle quattroe venti; non usare MAI gli stecchini né tantomeno farela famosa scarpetta… e poi il bicchiere a calice lo siregge dalla base mantenendolo con due sole dita; edinfine nel brindisi in onore di qualcuno non è ammes-so astenersi. Gli astemi si limitino a poggiare il bic-chiere sulle labbra. E ricordarsi sempre che è unaregola delle buone maniere quella di evitare le esage-razioni.

Antonio GUIDOEsperto di Galateo ed Immagine Relazionale

Rubrica Bon Ton

ESSERE EDUCATIE’ UN ARTESOPRATUTTO D’ESTATE NON VANNO AFFATTO DIMENTICATE LE BUONE MANIERE

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Il Corriere della Città libertà - informazione - culturapolitica - sport - cronaca

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Giochi

Genere: ActionPiattaforma: PlayStation 3, Xbox 360Publisher: 505 GamesDistributore: HalifaxSviluppatore: Artificial Mind and Movement

VOTO 6.5

Uno dei giocattoli che più ci ricordano l’infanzia èsicuramente l’orsetto di peluche. Ma cosa puòsuccedere se l’orsetto si arrabbia? Gli sviluppa-

tori di Artificial Mind and Movement rispondono a que-sta domanda, proponendo al pubblico Naughty Bear,action in terza persona il cui protagonista è un orset-to che non è ben visto tra i suoi simili.Il personaggio di questo gioco è appunto Naughty,uno dei tanti pelosi abitanti dell’isola Paradise. MaNaughty ha qualcosa di diverso dai sui compagni, giàdall’aspetto si nota che ha un orecchio consumato,una vistosa cicatrice in volto e un aspetto decisamen-te poco rassicurante, a differenza dei suoi conterraneiche sono invece simpatici e carini. Anche il caratterenon aiuta il povero Naughty e proprio per questo moti-vo verrà spesso allontanato dagli altri orsetti. Infatti,arriva il giorno in cui gli altri orsi decidono di dare unafesta di compleanno, ma evitano di invitare il nostrosventurato essere di peluche. Venuto a conoscenzadell’evento, Naughty si presenta ugualmente portandoanche un dono per il festeggiato, ma per tutta rispostaviene nuovamente deriso dagli altri. Tornato a casaallora, ha in mente un solo pensiero per la testa:Vendetta! E come vedrete di seguito, gli altri orsettiavrebbero fatto sicuramente meglio ad invitarlo.La prima missione di Naughty sarà proprio quella dirovinare la festa e tingerla di colore rosso, torturandoed uccidendo ad uno ad uno gli “amici” pelosi.Naturalmente, nel gioco non vedremo scene di sangue

ma semplicemente batuffoli di cotone. Lo “scopo”principale del titolo non è quello di uccidere gli orset-ti, ma di torturarli, fisicamente e psicologicamente,facendoli impazzire, fino anche a spingerli al suicidio.I modi sono molteplici; ci si può nascondere in uncespuglio e saltare fuori urlando, puntargli l’arma infaccia, distruggere gli oggetti in giro, uccidere un orsoe lasciare il suo cadavere in bella vista, ferirne amorte un altro e lasciarlo agonizzante. Ad ogni nostraazione di tortura corrisponderà un punteggio, più sare-mo vari nelle azioni, più faremo impazzire gli altri orsi,più aumenteranno i punti e il relativo moltiplicatore. Sesi diventa ripetitivi nelle azioni o non si compie nessu-na cattiveria per qualche tempo, il moltiplicatore cale-rà, a meno che non si prenda l’apposito power up checongela temporaneamente il moltiplicatore.Naturalmente, per effettuare queste uccisioni il nostroNaughty farà uso di varie armi come l’accetta, lamazza da baseball, la pistola, il machete ed il basto-ne. Non mancano poi oggetti da guerra come mine etagliole. Ma per il nostro ribelle protagonista non saràtutto rose e fiori, infatti, gli altri orsetti, vedendo la suafuria omicida, chiameranno la polizia, si barricheran-no in casa, altri proveranno a scappare. Inoltre, perbloccare la furia di Naughty ci saranno anche gli orsiNinja e gli S.W.A.T. che comunque contribuiscono arendere il gioco più dinamico.Per quanto riguarda il gameplay le meccaniche digioco, risultano molto buone, ottimo il numero di azio-ni disponibili, buona anche l’IA dei nemici in quantonon staranno con le mani in mano ad aspettare la loroora, ma proveranno a contrastare la nostra furia omi-cida. Il comparto tecnico offre una grafica abbastan-za pulita e definita, anche se inferiore rispetto a mol-tissimi altri titoli di questa generazione. Il compartoaudio presenta una localizzazione completa in italia-no, non esente da imperfezioni, ma sicuramente godi-

bile.

In definitiva possiamo definire Naughty Bear un giocoche vale la pena provare, perché si tratta di un titoloche nasce da un’idea talmente originale da doveressere quantomeno assaggiata.

PRO:IIddeeaa iinntteerreessssaanntteeBBuuoonnaa vvaarriieettàà nneellllee aazziioonniiDDooppppiiaaggggiioo

CONTRO:TTeelleeccaammeerraa ddiiffffiicciillmmeennttee ggeessttiibbiilleeAAllllaa lluunnggaa rriippeettiittiivvooGGrraaffiiccaa

MMaatttteeoo AAcciitteelllliiwww.cyberludus.com

NAUGHTYBEAR

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