Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero QUATTRO
Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero TRE 2014
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Transcript of Il Commercialista * Notiziario dell'Odcec di Tivoli * numero TRE 2014
Il tema è di grande attualità. Da lettore, fin troppo assiduo, cu-rioso e fors’anche poco critico,noto che esistono periodi nei qualimolte penne elaborano argomentitendenti più ad osservazioni “mo-daiole” su alcune questioni, ri-spetto alla predilezione di indaginiasettiche ed imparziali.Ma andiamo per ordine e, comespesso mi succede, partiamo da un
“pizzico” di storia.Alcuni Istituti Finanziari ora de-nominati "Banche d'affari" o“Merchant Bank” sono, in realtà,le “banche” originali, quelle daanni esistite, quelle nate per soste-nere attività imprenditoriali divaria e svariata natura. Vennero ideate, nel Medioevo, daimercanti di grano italiani. Via via che i mercanti lombardi e
i banchieri crescevano di impor-tanza grazie alla contestuale cre-scita del mercato cerealicolo dellapianura lombarda, molti individuidi estrazione ebraica, in fuga dallepersecuzioni del regime spagnolo,vi si rifugiarono attratti dal fio-rente commercio. Essi portarono con sé antiche pra-tiche commerciali utilizzate inoriente, mutuate da ciò che avve-niva sulla rotta della seta. Origi-nariamente destinate alfinanziamento di lunghi viaggicommerciali, queste pratiche ven-nero, quindi, utilizzate per finan-ziare la produzione di grano.Nell’Italia medioevale i soggettidi religione ebraica non potevanoessere proprietari terrieri, perciòessi intrapresero numerose prati-che commerciali a fianco dei mer-canti locali. Questi ultimi disponevano, permotivi strettamente religiosi, di ungrande vantaggio rispetto allagente del posto: ai cristiani, infatti,era severamente vietato prestaredenaro a tasso di interesse per nonpeccare di usura. Di contro, agliebrei no. Potevano, quindi, permettersi diconcedere agli agricoltori prestitiad alto rischio disponendo, a ga-ranzia, delle colture dei campi col-tivati. In questo modo venivanogarantiti i diritti di vendita delgrano al momento dell’eventualeraccolto. Successivamente garantironoanche la consegna del grano diret-tamente in porti lontani. In entrambi i casi, e sintetizzando,il loro profitto derivava dalla pra-tica commerciale di acquistare an-
Con la costituzione del Gruppo
Nazionale ODCEC Area La-
voro è avvenuto, all’interno
della professione di Commer-
cialista, un fatto davvero nuovo:
moltissimi colleghi, in rappre-
sentanza di un numero conside-
revole ed in crescita di Ordini
territoriali (ad oggi ben 45), si
sono aggregati per affrontare e
risolvere tematiche di stretta af-
ferenza professionale, in questo
caso giuslavoristica, sia dal
punto di vista tecnico, sia da
quello dei rapporti con le Am-
ministrazioni, a difesa della ca-
tegoria. Per mezzo dei referenti
giuslavoristi degli Ordini, è così
sorto un movimento spontaneo,
apolitico, con l’obiettivo di ri-
portare al centro dell’attenzione
la materia del lavoro tra le com-
petenze primarie dei Commer-
cialisti, in un particolare
momento storico di assenza di
governance nazionale, che sta
determinando il rischio di uno
scollamento della nostra catego-
ria professionale dalle Istitu-
zioni preposte a tal fine. Il
Gruppo (https://www.face-
book.com/gruppoodcecareala-
voro) si riunisce in Assemblee
periodiche nelle sedi di Ordini
partecipanti al Gruppo (il pros-
anno 2 - numero 3 Maggio 2014
il CommercialistaNotiziario dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Tivoli
www.odcectivoli.it - [email protected] - Tel. 0774 332770
Bimestrale di informazione Professionale
continua a PaG. 4
In Tivoli, nel pomeriggio del 16 Aprile 2014, nei locali
del Ristorante “La Sibilla” con la magnifica veduta del
Tempio della Sibilla, si è tenuta l’Assemblea Generale
degli iscritti all’Odcec di Tivoli, che ha approvato nei
termini previsti, (all’unanimità) il Conto Consuntivo
2013, quarto conto consuntivo dell’istituzione dell’Or-
dine avvenuta in data 06/11/2009.
Si riportano di seguito i dati del Conto Consuntivo in
termini di accertamento ed impegni:
Il Conto Consuntivo
dell’Ordine.
Dati finali
esercizio 2013
Odcec di Tivoli.
Una botta al cerchio...
ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTIE DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TIVOLI
di fernando fabrizi *
Il Gruppo NazionaleOdcec area lavoro:
un esempio da seguire
continua a PaG. 6
L’AnALisi
continua a PaG.11
di domenico calvelli * e lorenzo di pace **
www.odcectivoli.info/PortalePaesi/www.odcectivoli.info/PortalePaesi/
di Gianluca TarTaro *
il Commercialista2 maggio 2014
Hai controllato i lacci delle tue
scarpe? Stavo per intraprendere la
mia prima escursione in monta-
gna, immaginavo già l’arrivo sulla
cima, il tocco veloce della Croce,
un breve ringraziamento alla mon-
tagna per avermi concesso di arri-
vare sulla vetta incolume e ora…i
lacci! Il mio interlocutore mi
spiegò che i lacci avevano una
funzione sostanziale: tenere le mie
caviglie ben strette. E che la rot-
tura dei lacci, pur rimediabile,
avrebbe comportato una maggiore
esposizione delle mie caviglie a
possibili storte nonché una anda-
tura più prudente e non omogenea
che avrebbe – oltre ad affaticare
me più del dovuto - ritardato
l’ascesa di tutti gli altri compo-
nenti. Ritornai subito “in pianura”
e verificai immediatamente la te-
nuta dei miei lacci.
Il mio errore è, in fondo, l’errore
di molti Professionisti che, imma-
ginando la Croce (lavorare in ma-
niera più reattiva; aumentare la
propria Clientela; occuparsi di
materie non presidiate dai propri
competitor; aumentare gli utili
dello Studio), perdono di vista i
micro obiettivi che, nella loro rea-
lizzazione, consentiranno una
ascesa più funzionale, più sicura,
più veloce.
Laura Calciolari – membro del
Gruppo Comunicare le professioni
intellettuali di Ferpi – ha indivi-
duato nel modello di Kurt Lewin1
un antidoto per implementare una
pianificazione strategica efficace.
Nella prima fase (decostruzione),
che ricorda molto uno degli as-
sunti di partenza del pensiero crea-
tivo elaborato da Edward De
Bono2, il Professionista “scardina
l’esistente” sfuggendo, così, ad
una vera e propria abitudine men-
tale (fare come ho sempre fatto mi
procura sicurezza) che ha contrad-
distinto le sue modalità professio-
nali sino a quel momento. Il
rischio insito in tale fase, tuttavia,
è quello del “posso fare tutto” che,
pur gradevole per l’ego, può com-
portare uno smarrimento concet-
tuale (e, contestualmente, una
dispersione operativa) poco effi-
cace in termini di attività e deci-
sioni da porre in essere.
Proprio per scongiurare tale ri-
schio, è importante “che le ragioni
del cambiamento siano ben iden-
tificate, ma lo è altrettanto esami-
nare con estrema cura e obiettività
quali sono i fattori di rischio, il
tempo, le energie personali da de-
dicare, e individuare la persona
che affiancherà il Professionista
nelle fasi di analisi, progettazione
e realizzazione del cambiamento
organizzativo”3.
Si tratta – come già intuito dal Let-
tore – di una riflessione complessa
che include al proprio interno ele-
menti operativi (tempistica e valu-
tazioni di rischio) ed elementi
molto soggettivi che attengono
alla sfera della vita personale
(energie da dedicare al progetto).
In particolare, l’individuazione di
un Professionista terzo che ac-
compagni il processo di cambia-
mento risponde ad una esigenza
per cui, spesso, proprio la ten-
denza a coinvolgere nel processo
di cambiamento i propri collabo-
ratori più stretti si trasforma in una
arma a doppio taglio, compor-
tando, da parte di questi ultimi,
una minore obiettività che si può
trasformare in condiscendenza
verso le decisioni intraprese e in
miopia (interessata) verso un cam-
biamento che non sia solo formale
bensì sostanziale.
Un altro degli errori più frequenti
riguarda gli strumenti per miglio-
rare l’organizzazione interna (e,
dunque, la relazione con quella
esterna). Può accadere, così, che
un Professionista decida di rinno-
vare parzialmente la dotazione
tecnologica del proprio Studio,
dotando i suoi soci di nuovi com-
puter. Salvo scoprire, qualche set-
timana dopo, che i raffinati
programmi installati non sono
compatibili con i computer in uso
agli altri componenti dello Studio,
comportando un più rassicurante
utilizzo di fotocopie e stampate
che girano caotiche tra le stanze.
O, ancora, la dotazione al proprio
personale di segreteria di nuovi
computer senza aver previsto un
adeguato programma di forma-
zione o, almeno, un periodo di
transizione nel quale imparare le
nuove procedure. In tutti e due gli
esempi, si realizza un chiaro caso
di miopia organizzativa che si tra-
duce concretamente in un ancor
maggiore ritardo nelle comunica-
zioni interne che potrebbe com-
promettere anche la resa
qualitativa del proprio operato
all’esterno.
La complessità di una condotta di
pianificazione impone, in conclu-
sione, l’osservanza di cinque
macro step; nello specifico: iden-
tificazione (logistica e temporale4)
degli obiettivi; predisposizione del
budget occorrente; una attenta –
quanto equilibrata – programma-
zione delle attività rispetto ai pro-
pri stakeholder interni (soci,
collaboratori, personale di segre-
teria) ed esterni (clientela poten-
ziale e fidelizzata); una
assegnazione inequivocabile di
mansioni e deleghe; una attività di
misurazione dei risultati, per veri-
ficarne l’esatta rispondenza (o
l’eventuale scostamento) rispetto
a quanto precedentemente pianifi-
cato.
*Consulente in comunicazione
in Roma.
1 Per un approfondimento, K. Lewin,
Field Theory in Social Science, Har-
per and Row, New York, 1951 e La
teoria, la ricerca, l’intervento, Il
Mulino, Bologna, 2005.2 Sul tema, consigliamo E. De Bono,
Una bella mente, Erickson, Trento,
2007.3 L. Calciolari, Organizzare le idee
prima di organizzare lo Studio, in
AA.VV., L’Organizzazione per gli
Studi professionali, Alpha Test, Mi-
lano, 2013, p. 25.4 Un cambiamento organizzativo deve
essere sempre incluso in una griglia
temporale ben definita, per poterne
constatare gli effetti e per non tra-
sformarlo in un proposito vago.
L’Organizzazioneper gli studi
professionali:la pianificazione
strategicadi sTefano marTello *
il Commercialista 3maggio 2014
In questi faticosi anni di crisi
abbiamo imparato a “masti-
care” nuovi acronimi, per rife-
rirci a chi compone la classe
dei “giovani”. Alzi la mano
chi di voi aveva mai sentito
parlare prima di “neet”, op-
pure chi non ha cercato di sco-
prire su internet il significato
della parola “choosy”. Si tratta
in realtà di sinonimi del ter-
mine “bamboccioni”, molto
spesso scoraggiati, general-
mente invisibili, decisamente
esclusi . Fin qui nulla di
nuovo. Si tratta di termini che
descrivono una condizione:
quella dei nostri giovani. Con-
dizione ben nota. Quello che
appare poco noto, invece, è la
strada da intraprendere per
scrollarsi di dosso appellativi
che, pur volendo astenersi dal
giudicare veritieri o meno,
suonano di fatto inclementi. In
altre parole, è ancora poco
chiaro come (dato per assunto
il se) i giovani professionisti
vengano considerati all’in-
gresso nel mondo del lavoro.
E’ proprio sulla base di queste
considerazioni che il giovane
professionista si interroga su
cosa farà e come dovrà farlo ,
sulla sua condizione e sulle
sue aspettative. Domande
“piene” risposte “vuote”.
L’inesperienza non può dare
risposte, ma per la sua innata
curiosità il giovane professio-
nista è spinto a trovare qualun-
que mezzo utile per acquisire
tutte quelle capacità, i compor-
tamenti, le conoscenze che
consentono la sua autorealiz-
zazione. Allora l’espressione
retorica, per cui il mestiere si
ruba con gli occhi ha un fondo
di verità? I giovani neoabilitati
o addirittura ancora praticanti
devono veramente “rubare”
per sapere? E’ opinione diffusa
tra le nuove generazioni, che i
professionisti con più espe-
rienza, quelli “anziani” sono la
risorsa principale, che non è
necessario derubare tra i loro
saperi, basta chiedere!! E pro-
prio da queste considerazioni
che nasce l’idea di intervistare,
gli “anziani”: quelli che hanno
iniziato la professione qualche
anno fa, invitandoli a descri-
vere le sensazioni e le diffi-
coltà dei loro inizi. Secondo
alcuni intervistati gli stereotipi
ripetuti come una mantra
hanno l’effetto dell’annulla-
mento dei significati ma na-
scondono profonde verità.
Quello dei giovani e della gio-
vinezza è un mito, sfuggente e
ambiguo, che quando si pensa
di aver acchiappato è già sfug-
gito. Infatti le generazioni non
si avvicendano per succes-
sione, ma si integrano, si in-
trecciano e si sovrappongono,
scivolando via in men che non
si dica. Una nuova genera-
zione non inizia quando la pre-
Il mestiere si rubacon gli occhi?
No, bastachiedere, perché
l’esperienzainsegna
di pamela profeTa *
il CommercialistaNotiziario dell’Ordine
dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Tivoli
BImEstrALE DI INfOrmAzIONE PrOfEssIONALE
Anno 2 numero 3 maggio 2014
Iscrizione tribunale di tivoli n. 15 del 29/12/2011
registro della stampa e dei periodici
Proprietario Testata:Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di tivoli
Via Palatina, n. 19 • 00019 tivoli (roma)
tel. 0774 332770 • fax 0774/315591
www.odcectivoli.it email: [email protected]
pec: [email protected]
Editore: fondazione ADerC - Via Palatina 19 - tivoli
Comm/ne stampa, Comunicazione ed Informatica ODCECdi tivoli: Gianluca tartaro, Enrico Crisci, Alessandro fal-cone, Andrea Brunelli, maria Cristina rovazzani, CarloDe Vincenzi, fabrizio fiasco, francesco Lando, IsidoroCapobianchi, Patrizia frangella, sonia Quaranta.
Direttore Responsabile: Dott. Gianluca tartaro
Grafica, Impaginazione e Stampa
Azienda Grafica Meschini snc
Via Inversata 6 - 00019 tIVOLI (rm) - tel. 0774 312794
chiuso in tipografia il 19/05/2014
continua a PaG. 4
il Commercialista4 maggio 2014
simo incontro è previsto a milano
per il giorno 28 marzo 2014) e
consta attualmente di oltre 100
colleghi che si stanno adoperando
con la massima dedizione al fine
di contribuire all’attuazione degli
scopi prefissati. Il Gruppo si è
inoltre già attivato per portare
avanti alcune tematiche quali il ri-
pristino della pari dignità, che ve-
dono la nostra categoria subire
talvolta prevaricazioni ingiustifi-
cate; è il caso della costituzione
degli organismi di certificazione
dei contratti di lavoro, dell’as-
senza dei Commercialisti dall’as-
sistenza in fase di conciliazione
nei casi di licenziamenti per
GmO, della sottoscrizione del
protocollo d’intesa relativo al-
l’Asse.Co., che l’Ordine dei Con-
sulenti del Lavoro ha già
provveduto a sottoscrivere con il
ministero del Lavoro. In attesa
dell’insediamento del nostro Con-
siglio Nazionale, che si spera di
vedere presto operativo, e del con-
seguente ripristino di una Com-
missione Nazionale sul tema
lavoro, il Gruppo auspica l’ade-
sione degli altri Ordini territoriali
attualmente non aderenti, per dare
un segnale forte di partecipazione
tra gli iscritti e nei confronti delle
istituzioni. Per tutto questo la rivi-
sta economico-giuridica Il Com-
merci@lista, con l’organizzazione
Affidavit Commercialisti, hanno
dato da subito la propria disponi-
bilità a fungere da strumento e da
eco a questa eccellente iniziativa
che appare come esempio da imi-
tare e seguire, anche in altre aree
di competenza della nostra Profes-
sione.
*Presidente ODCEC Biella
**Presidente Nazionale del Gruppo
ODCEC Area Lavoro
e della Commissione Diritto
del Lavoro ODCEC Roma
L’AnALisiseGue dalla Prima PaGina
di domenico calvelli *
e lorenzo di pace **
seGue da PaG. 3
Il Gruppo Nazionale Odcec
area lavoro:
un esempio da seguire
cedente è finita, ma ogni gene-
razione nasce e cresce dalla
precedente e con la successiva.
Per questo importante e fonda-
mentale è il dialogo tra gene-
razioni. Deontologia,
aggiornamento costante, delu-
sione per le istituzioni e voglia
di cambiamento, umiltà, spe-
cializzazione e confronto tra
colleghi sono dettami che ac-
comunano tutti gli intervistati.
Quanto al resto la cronaca è
stata particolarmente stimo-
lante. Il risultato dell’indagine
infatti è che i nostri colleghi
“maturi” avevano grinta, entu-
siasmo e determinazione pro-
prio come noi! La loro
soddisfazione postuma, can-
cella la sensazione che oggi
ogni possibilità sia stata sfrut-
tata, ogni risorsa impiegata.
Qualcuno potrebbe esclamare:
“bè ma erano altri tempi” .
Diffusa è l’opinione che le dif-
ficoltà di oggi altro non sono
che quelle di ieri, conoscere le
persone giuste al momento
giusto certo è importante, ma
ancor più la determinazione, la
caparbietà e soprattutto lo svi-
luppo di una “coscienza collet-
tiva” alla formazione sono ora
come un tempo strategie vin-
centi.
Opinione comune è che l’espe-
rienza insegna! Chiedere con-
sigli ai Professionisti più
attempati e cosa buona e giu-
sta, “non dimentichiamoci mai
che in Italia esistono tani gio-
vani e tanti adulti sorprenden-
temente giovani. Il lavoro che
resta da fare è far si che se ne
esca arricchiti, Si impara con
la pratica. Che si tratti di impa-
rare a danzare facendo espe-
rienza di ballo, oppure
imparare a vivere facendo
esperienze di vita, il principio
non cambia, l’importante è
mettersi in gioco! Allora fac-
ciamolo!
*Presidente Comm/ne Giovani
e Professione ODCEC Tivoli
Commercialista in Tivoli
di pamela profeTa *
Il mestiere si ruba
con gli occhi?
No, basta chiedere,
perché l’esperienza
insegna.
Vittore IV (Ottaviano dei CrescenziOttaviani) nacque nel 1095 a Tivolie si spense il 20 aprile 1164 aLucca. Era un discendente quindi della po-tente famiglia romana dei Cre-scenzi Ottaviani che vantava fral'altro la signoria su Montecelio o“Monticelli” (piccoli monti; il ter-mine Monticelli appare per la primavolta in una bolla del 973 di Bene-detto VII in cui si fa menzione diqueste terre come di proprietà delladiocesi di Tivoli). Sull'acropoli del-l'antica Corniculum, nel medioevo,fu innalzato il Castrum Montecil-lorum, in pratica la Rocca (ancoraoggi in parte visibile) voluta dai si-gnori del luogo, appunto i Cre-scenzi, che, per edificarla,utilizzarono materiali di risulta diun luogo di culto romano del I sec.a. C..Ottaviano, appartenendo quindi aduna famiglia così di spicco, riuscìfacilmente a raggiungere la por-pora. Fu infatti insignito del cardi-nalato nientemeno col titolo diSanta Cecilia. Quest'ultimo titolo,molto antico, ma chiaramente isti-tuito successivamente al martiriodella Santa sotto Diocleziano, è ri-portato per la prima volta a propo-sito del sinodo romano riunitosi il 1marzo del 499; in quell'occasioneinfatti fu redatto (come di consue-tudine) l'elenco dei prelati presentiunitamente al proprio titolo. Esserecardinale di Santa Cecilia indubbia-mente era molto prestigioso perchécomportava il godimento di tuttauna serie di privilegi e prerogative.Si trovò a vivere in un periodo sto-rico molto turbolento e quindi, siaper la sua discendenza nobiliare siaper la sua inclinazione a mettersi inmostra e nel tentativo di potenziarei propri familiari e se stesso, decisedi mettersi dalla parte di FedericoIII Hohenstaufen, noto anche comeimperatore Federico I del Sacro Ro-mano Impero e detto il Barbarossa.Costui, Duca di Svevia (1147), suc-cesse allo zio Corrado III sul tronodi Germania il 4 marzo 1152 po-nendo fine alla guerra tra Guelfi eGhibellini. Sceso in Italia per inco-ronarsi imperatore (18 giugno1155) impose la pace ai Comuniitaliani in guerra tra loro e, per darel'esempio, distrusse Tortona. Lepretese di autonomia dei Comunifurono appoggiate dal Papa
(Adriano IV), geloso della sua li-bertà nelle elezioni episcopali. Or-bene il nostro cardinale, in cambiodel suo appoggio, ricevette nelmaggio del 1159 insieme ai fratelliOttone, Goffredo e Solimano lacittà e il Comitato di Terni unita-mente alla relativa giurisdizione.Adriano IV morì ad Anagni nel set-tembre del 1159 designando comesuo successore il senese cardinaleRolando Bandinelli. Pochi cardinalifiloimperiali, solo quattro, inveceelessero il nostro card. Ottaviano
che prese il nome di Vittore IV(1159-64). La maggioranza dei car-dinali, ben ventidue, rispettosi dellevolontà del defunto Adriano IV,elesse il card. Rolando Bandinelli,che prese il nome di Alessandro III(1159-81) inteso a continuare la po-litica antimperiale del defunto papa.La disparità dei voti parla da solama in quel tempo difficilmente ildiritto veniva rispettato per cui Vit-tore si proclamò papa legittimo e,aiutato dai rappresentanti dell'impe-ratore, spinse Alessandro III ad ab-bandonare Roma. Il 7 settembre del1159 infatti il Barbarossa aveva de-ciso di appoggiare l'elezione a pon-tefice proprio del nostro cardinale,a lui tanto fedele, che era stato con-sacrato papa il 4 ottobre dellostesso anno nella splendida Abaziadi Farfa, non lontana da Roma. Ilcontrasto che provocò lo scismadell'antipapa Vittore IV (filoimpe-riale) contro Alessandro III, finì conla vittoria del Papa legittimo (que-
st'ultimo) dopo che i Comuni al-leati, riuniti nella Lega, riuscironoa sconfiggere a Legnano il Barba-rossa (1176) ottenendo con la pacedi Costanza il riconoscimento dellaloro autonomia, salva la fedeltà al-l'imperatore. Così crollò l'anacroni-stico progetto del Barbarossa dicreare un impero germanico univer-sale. Il Barbarossa fu costretto apartecipare alla terza crociata, du-rante la quale morì affogato gua-dando il fiume Göksu in Turchia. Ma facciamo un passo indietro e
torniamo al conflitto tra Vittore IVe Alessandro III. Il grosso pro-blema, apertosi con lo scisma, fudal Barbarossa affrontato con laconvocazione di un concilio a Paviail 5 febbraio del 1160 intendendoporsi come arbitro nelle controver-sie che riguardavano la Chiesa, chelui intendeva subordinare alle suedecisioni. Qui si riunirono, oltre a Vittore IV,solo cinquanta vescovi della Ger-mania e dell'Italia settentrionale iquali l'11 febbraio 1160 lo riconob-bero come pontefice legittimo; fu-rono concordi nel ritenere invalidal'elezione di Alessandro III, sempli-cemente detto “cancelliere Ro-lando”, il quale si era rifiutatogiustamente di essere sottoposto adun giudizio e non era andato aPavia. Una solenne processione ac-compagnò Vittore IV dalla chiesa diS.Salvatore fino alla cattedrale diPavia, dove ad attenderlo c'eral'imperatore in persona. L'incontro
fra i due alleati avvenne con un attoapparente di umiltà e subordina-zione del Barbarossa che non soloaiutò Vittore IV a smontare da ca-vallo ma si inchinò e gli baciò ipiedi. Da parte sua Vittore IV (ap-poggiato all'inizio anche dai mo-naci cistercensi e cluniacensi)“ricambiò” la cortesia dell'impera-tore scomunicando Alessandro III ei suoi fautori. Inutile dire che la“cortesia” fu ricambiata da Ales-sandro III (sostenuto tra l'altro daiComuni lombardi con a capo Mi-lano) che da Anagni il 24 marzo1160 scomunicò a sua volta VittoreIV e il Barbarossa, che aveva postol'assedio a Milano. Nel giugno del1160 Alessandro III riuscì a tornarea Roma ma, caduta Milano nellemani dell'imperatore, nel 1162 do-vette fuggire in Francia dove ri-mase fino al 1165. L'atteggiamentodel re di Francia, Luigi VII, fu piut-tosto ambiguo: pressato dal Barba-rossa all'inizio non si schierò e solodopo appoggiò definitivamente ilrifugiato Alessandro III. Anche En-rico II, re d'Inghilterra, seguì lascelta franca. Vittore IV invece,nell'autunno del 1163, incontròl’imperatore a Lodi per celebrare iltrasferimento dei resti di San Bas-siano (patrono di questa città) dalvecchio al nuovo nucleo urbano.Per l'occasione qui si riunironooltre al Barbarossa, Pellegrino diOrtenburg (patriarca di Aquileia),l'abate di Cluny e naturalmente gliesponenti filoimperiali più in vistatra i cardinali e i vescovi. Bisognainfatti ricordare che il 24 maggio1111 Laus Pompeia (la vecchiaLodi) era stata rasa al suolo dai Mi-lanesi che l'avevano assediata. Il 3agosto del 1158 Barbarossa l'avevaricostruita non sulle rovine di LausPompeia (ovvero dove attualmenteè Lodi Vecchia) ma sulle spondedell'Adda al fine di controllare me-glio il territorio. Gli dette anchemolti privilegi, ma, nonostante que-sti, Lodi si troverà in difficoltà percui nel 1167 sarà costretta da Mi-lano ad entrare nella Lega Lom-barda e quindi a partecipare controil Barbarossa alla battaglia di Le-gnano nel 1176.Quest' ultimo schieramento politicodi Lodi non fu visto da Vittore IVpoiché nel frattempo era morto aLucca il 20 aprile 1164.
Vittore IV antipapa tiburtino
il Commercialista 5maggio 2014
Gli approfondimenti di www.tibursuperbum.it
“Tivoli e dintorni – Terre da scoprire”
il Commercialista6 maggio 2014
ticipatamente, con forti sconti cheremuneravano i prestiti concessi,il grano a fronte di una speranza diaumento futuro dei prezzi. Questa tipologia di commerciopermise nel tempo la nascita diuna nuova classe di mercanti cheanziché commerciare in grano,commerciavano il relativo debitocommerciale.Il passaggio dal finanziamento delcommercio per proprio conto al fi-nanziamento a favore di altri èstato alquanto breve. La logica conseguenza fu la ne-cessità di erigere e costruire delle“ricevitorie”, denominate “ban-chi”.Essi regolamentavano le compra-vendite di grano che venivano ef-fettuate attraverso l’emissione di“biglietti” (note scritte dai mer-canti che compravendevano ilgrano). Da qui, poi, i “banchi” dei com-mercianti nei grandi mercati di se-menti divennero luoghi presso iquali depositare del denaro afronte di biglietti, (ricevute, notescritte, lettere di cambio, successi-vamente cambiali, in seguito asse-gni).I “banchi” assumevano, in defini-tiva, già all’epoca, una parte del ri-schio di impresa.Seppur ampiamente garantiti, ibanchi consentirono il fiorire di at-tività commerciali e, conseguente-mente, la rinascita di un’economiacommerciale allora vessata dallelunghe battaglie.Traslando quella pratica ad ogginon possiamo non notare che i“banchi” attuali ricercano esclu-sivamente la mitigazione del ri-schio, normalmente anche ascapito delle reali esigenze deiclienti/imprese.Mitigazione del rischio che nonconsente, nella maggior parte deicasi, lo sviluppo di iniziative im-prenditoriali. Molte di esse, forse,degne di rilievo e fiducia.È, comunque, troppo facile ed as-
solutamente scontato considerarele Banche come responsabili divessazioni alle imprese e, spingen-doci oltre, come attrici ree dellalenta ripresa economica del Paese.Anch’esse, a ben vedere, sono im-prese e, come tali, perseguono finidi lucro pesando, sulla medesimabilancia, gli investimenti da unlato, ed il rischio dall’altro.E’ necessaria, secondo chi scrive,una visione integrale. Dall’alto.Osservando attentamente sia ilmodus operandi delle banche chequello delle Imprese. La carenza di fiducia non sempreè fondata su atavici ed ancestralicomportamenti bancari. Probabilmente il mondo impren-ditoriale non ha saputo, in periodidi fioritura economica notevole,ottenere e consolidare quella stimache necessita in un rapporto chedeve fondarsi su chiarezza, traspa-renza, sincerità.Ciò, forse, anche mediante uti-lizzo di artifici amministrativo-contabili che non fornivanorappresentazioni vere della situa-zione economico-patrimoniali del-l’impresa.E’ vero, di contro, che molte ban-che continuano a mantenere un at-teggiamento estremamenteburocratico, a volte quasi protervoe, comunque, del tutto lontanodagli standard europei del mer-cato.L'acuirsi della crisi ha messo inevidenza, poi, le principali e piùcomuni anomalie normative econtabili praticate dal sistema ban-cario, quali, in particolare, l'anato-cismo e l'usura. E’ da tempo che ci si interroga,con non poca preoccupazione,sugli esiti, nel tempo, di quella chetutti hanno già battezzato come“Basilea 3”. È il nuovo accordo,
approvato dal comitato dei gover-natori delle banche centrali, cheimpone dei requisiti patrimonialipiù severi per l'operatività dellebanche. L’obiettivo è di “costrin-gere” gli istituti di credito a prov-vedersi di maggiori risorse perresistere anche alle crisi più gravi,quale quella recente dei mutuisub-prime, capace di mettere in gi-nocchio il sistema finanziario in-ternazionale.È evidente, quindi, che la crisi fi-nanziaria mondiale ha fatto emer-gere clamorose falle nel sistemabancario.Ciò imponeva necessariamentedelle contromisure. Le cifre spese dai paesi occidentaliper salvare le proprie banche sonostate talmente iperboliche da ren-dere impensabile il mantenimentodella vecchia regolamentazione.
Molti convengono sul fatto che gliistituti di credito debbano neces-sariamente avere alcune regole acui rifarsi, in modo da evitare chenei momenti critici chi ha ricevutosoldi in prestito non sia in grado direstituirli alla banca. Banca che, asua volta non riuscirebbe a fare al-trettanto con quanti le hanno affi-dato il proprio denaro. Ed ancora : le difficoltà dellemicro imprese di prevedere e ge-stire le crisi finanziarie, sommatea comportamenti del sistema ban-cario, contribuiscono a restringereancor di più i criteri di accesso alcredito concorrendo così a crearesituazioni di precarietà, soprattuttonel momento in cui le pmi avreb-bero bisogno di maggiore aiuto, di“accompagno”, di “tutoraggio” econsulenza finanziaria. Non diversa (ahimé) è la situa-zione che riguarda le famiglieormai sempre più indebitate.
Recenti dati diffusi della Bancad'Italia ci indicano che, tra prestitie mutui, il ricorso a banche e fi-nanziarie sfiora la soglia dei 300miliardi, con una crescita di 24,4miliardi in soli 12 mesi. A fineaprile 2007, sempre secondo l’Isti-tuto di via Nazionale, l'indebita-mento dei cittadini residenti haraggiunto la vetta di 299,2 miliardidi euro, una media di 13mila euroa famiglia.Tornando, quindi, alla “storia”…..e, conseguentemente, tendendoad azioni che conducano verso unrilancio dell’economia sarebbeopportuno un cambio di rotta sianel modo di agire di alcuni istitutiche nel modo di comportarsi degliimprenditori.
Concludo con una riflessione cheesterno così come emerge : per al-cune PMI non dotate, ad esempio,dell’organo di controllo, ma co-munque rientranti in alcuni para-metri predefiniti, sia strutturali,che storici che di bilancio, si po-trebbe ideare un metodo di “certi-ficazione leggera” degli stessiBilanci di esercizio a cura deiCommercialisti regolarmenteiscritti all’Albo. Tale elaborato potrebbe costituireuna sorta di “visto” necessario a“garantire fiducia” agli Istituti dicredito entro limiti, seppur mi-nimi, quantomeno nella fase pri-mordiale, prefissati a priori.E ciò, com’è giusto che sia, preve-dendo, di contro, anche un pode-roso sistema sanzionatorio acarico del professionista il qualedovrà anche dotarsi di un impiantoassicurativo obbligatorio (a tuteladell’Istituto) in caso di rilascio di“visti” fin troppo leggeri.Ed a ben vedere, rileggendo que-ste mie stesse righe, si sono coin-volti in questa riflessionenumerosi soggetti economici : im-prese, banche, assicurazioni, pro-fessionisti. …………pochi forse?
* Commercialista in Tivoli
Presidente ODCEC Tivoli
Una botta al cerchio...
seGue dalla Prima PaGina
di Gianluca TarTaro *
il CommercialistaPRImO PIANO 7maggio 2014
Palestrina ha rappresentato la
mia quinta partecipazione ai
forum dei Dottori Commercia-
listi e degli Esperti Contabili. In
quest’ultima, come in quella te-
nutasi ad Olevano romano nel
2011, sono stato coinvolto per-
sonalmente nell’organizza-
zione, in quanto membro della
corrispondente rappresentanza
territoriale. A mio parere, la
formula che, ultimamente viene
utilizzata durante i suddetti
forum, appare particolarmente
appropriata, in quanto la suddi-
visione dell’evento in tre mo-
menti principali risulta essere
interessante ed efficace.
Il primo momento, riguardante
la conoscenza del territorio che
nell’occasione ci ospita lo re-
puto molto coinvolgente dal
punto vista culturale. E’ impor-
tante capire, infatti, che anche
nei contesti apparentemente più
piccoli, ci sono numerose ini-
ziative degne di essere cono-
sciute che, purtroppo, sfuggono
ai più. Ad esempio, ricordo con
piacere il forum tenutosi a Ge-
rano qualche anno fa, per il suo
particolarissimo museo delle
scatole di latta, nonché per la
sua meravigliosa infiorata del
Corpus Domini; sono orgo-
glioso, poi, di aver dato l’oppor-
tunità, ovviamente, di visitare il
mio paese, Olevano romano,
celebre meta dei pittori della
scuola romantica di inizio
‘800; ancora, ho apprezzato
moltissimo il forum di for-
mello, dove la sua Casa museo
ha consentito di rendermi conto
dei vari interventi di politica
economica, messi in atto nel
settore dell’agricoltura, affinché
fossero favoriti lo sviluppo e la
produttività della stessa; per fi-
nire, che dire del forum di su-
biaco, con i suoi luoghi santi, in
cui è così facile riuscire ad av-
vicinarsi alla spiritualità? Im-
magino di aver perduto molto
anche ai forum a cui, pur-
troppo, non ho potuto prender
parte, e me ne rammarico. tor-
nando, invece, all’ultimo, tenu-
tosi, appunto, nel comune di
Palestrina, questo forum mi ha
dato l’opportunità di vedere
l’antica “Praeneste” sotto punti
di vista diversi rispetto a quelli
da me conosciuti finora. In ef-
fetti, pur trascorrendo frequen-
temente del tempo all’interno
delle sue mura, non ero mai riu-
scito a percepire la grandezza
che, nel corso della storia,
avesse vissuto la città; merito
anche dell’eccellente guida che,
con passione e sapiente mae-
stria, mi ha trasmesso cono-
scenze inaspettate, nonché
momenti di “amarezza”, circa la
cattiveria e stupidità dell’uomo,
quando ho saputo del bombar-
damento del tempio durante la
seconda Guerra mondiale.
Per quanto concerne, invece, il
secondo dei tre momenti, ov-
vero quello del forum in senso
stretto, l’ho sempre ritenuto
molto valido, poiché rappre-
senta una delle poche circo-
stanze in cui, stando tutti
assieme, è possibile sviluppare
il senso di appartenenza, non-
ché favorire il miglioramento
continuo dell’Istituzione che ci
rappresenta. Certo, è pur vero
che, a volte, si tende a far emer-
gere il disagio e le difficoltà che
ognuno di noi può avere nel-
l’esercizio della professione,
piuttosto che incentivare l’ana-
lisi dell’organizzazione e lo svi-
luppo dell’attività istituzionale.
Infine, il terzo ed ultimo mo-
mento è rappresentato da quello
conviviale, della reciproca co-
noscenza; momento in cui, in-
fatti, capita di sedersi a tavola
con Colleghi che si conoscono
poco o che non si conoscono af-
fatto, dando così vita a nuove
amicizie che potrebbero evol-
versi, successivamente, in vere
e proprie collaborazioni profes-
sionali. Certo, a volte capita
anche che, ad alcuni tavoli, an-
ziché dedicarsi al relax e libe-
rare la mente dallo stress
accumulato a studio, ci si ostini
a voler parlare di lavoro!! A tal
proposito, colgo l’occasione per
invitare il Presidente a vietare
CAtEGOrICAmENtE tale ar-
gomento durante le cene dei
prossimi forum!
In conclusione, mi dispiace
molto per quei Colleghi che non
sono soliti partecipare al mo-
mento del forum, perché non
hanno tempo o perché, ancor
peggio, considerano tale evento
come “tempo perso”, come un
mero escamotage per “ammaz-
zare il tempo”, quando, invece,
esso servirebbe VIVO!
A mio modesto parere, lo ri-
tengo, al contrario, tempo inve-
stito bene e, soprattutto, utile
per la propria crescita culturale,
professionale e sociale!
* Commercialista
in Olevano Romano
Il classico Forum alla scoperta dei gioielli archeologici dell’antica Praeneste
Impressionidi Goffredo proieTTi *
il Commercialista PRImO PIANO8 maggio 2014
L’Art. 4 del D.Lgs. 28 giu-
gno 2005 N. 139 reca di-
sposizioni in tema di
incompatibilità per l’eserci-
zio della professione di
Dottore Commercialista ed
Esperto Contabile. L’art.
12, comma 1, lett. e) del
D.Lgs. 139/2005 prevede,
tra le attribuzioni del Con-
siglio dell’Ordine territo-
riale, l’aggiornamento e la
verifica periodica, almeno
una volta ogni anno, della
sussistenza dei requisiti di
legge in capo agli iscritti,
tra i quali rientra anche
l’assenza di cause di in-
compatibilità . Se la sussi-
stenza di situazioni di
incompatibilità in capo al-
l’iscritto è accertata dal
Consiglio dell’Ordine, con-
figurando una violazione
di legge , impone l’apertura
del procedimento discipli-
nare, oltre alle non trascu-
rabili conseguenze in
materia di disconoscimento
di intere annualità contribu-
tive valide ai fini del rico-
noscimento dell’anzianità
previdenziale.
Si invitano i Colleghi a
dare attenta lettura alle
Note Interpretative appro-
vate dal Consiglio Nazio-
nale dei Dottori
Commercialisti e degli
Esperti Contabili relative a
“La disciplina delle in-
compatibilità di cui al-
l’art. 4 del D.Lgs.
28/06/2005, n. 139” che
trattano delle principali ca-
sistiche che possono com-
portare situazioni di
incompatibilità con l’eser-
cizio della nostra profes-
sione.
La Commissione Albo ed
Elenco Speciale, nell’am-
bito delle sue competenze
istituzionali, intende for-
nire a tutti i Colleghi un
servizio di assistenza in
merito a potenziali situa-
zioni di incompatibilità. I
Colleghi interessati, do-
vranno far pervenire alla
Segreteria dell’Ordine,
esclusivamente via e-mail,
una dettagliata richiesta
scritta da sottoporre alla
Commissione.
INCOMPATIBILITà
AMBITO SOGGET-
TIVO ED OGGETTIVO
Sono situazioni di incom-
patibilità solo quelle che le-
dono di fatto o
potenzialmente l’indipen-
denza, l’onorabilità, l’im-
parzialità del dottore
commercialista e del-
l’esperto contabile.
Elementi soggettivi ed og-
gettivi attinenti l’incompa-
tibilità devono essere
valutati nell’ambito della
INCOMPATIBILITà EX ART. 4D.LGS. 139/2005
di naTalia abbaTe *
continua a PaG. 9
il Commercialista 9maggio 2014 PRImO PIANO
specifica fattispecie, in re-
lazione ai concreti effetti
che ne derivano con riferi-
mento all’Ordinamento
Professionale ed alle norme
vigenti.
L’art. 4 del D.Lgs. 28 giu-
gno 2005 n. 139 , sancisce
l’ incompatibilità della pro-
fessione di Dottore Com-
mercialista e di Esperto
Contabile con l’esercizio di
talune professioni nonché,
con l’esercizio di attività di
impresa.
AMBITO SOGGETTIVO
Sono incompatibili le se-
guenti professioni: No-
taio;
Giornalista professionista;
Ogni tipologia di media-
tore;
Appaltatore di servizio
pubblico, concessionario
della riscossione di tributi;
Promotore finanziario.
L’assunzione della qualità
soggettiva consegue l’in-
compatibilità stessa, senza
necessità di ulteriore accer-
tamento.
AMBITO OGGETTIVO
Sono incompatibili le se-
guenti attività:
attività d’impresa, in nome
proprio o altrui e, per pro-
prio conto, di produzione di
beni o servizi, intermedia-
ria nella circolazione di
beni o servizi, di trasporto
o spedizione, bancaria, as-
sicurativa o agricola, ov-
vero ausiliaria delle
precedenti.
Le incompatibilità sussi-
stono anche in presenza di
un esercizio non preva-
lente, né abituale, delle pro-
fessioni e delle attività
richiamate.
Va sottolineato, che devono
ritenersi incompatibili
anche i cosiddetti atti iso-
lati di commercio, i quali,
diversamente, non dareb-
bero luogo alla qualifica di
imprenditore per mancanza
del requisito della abitua-
lità.
L’attività di impresa si rife-
risce ad un “concreto eser-
cizio di fatto “.
Il Consiglio Nazionale dei
Dottori Commercialisti e
degli Esperti Contabili con
il Pronto Ordine n.
187/2011, a seguito di una
richiesta di parere sulla
compatibilità con l’eserci-
zio della professione e,
l’assunzione della qualità
di socio di una società in
nome collettivo il cui og-
getto sociale sia la gestione
patrimoniale, precisa che
per esercizio dell’attività di
impresa deve intendersi il
concreto svolgimento
dell’attività di impresa.
Laddove questa sia svolta
in forma societaria, l’in-
compatibilità ricorrerà con
riferimento ai soggetti che
in concreto amministrano
la società non rilevando la
semplice posizione di
socio, qualora questa non
implichi anche un coinvol-
gimento dello stesso nel-
l’amministrazione. Nel
caso di società in nome col-
lettivo, ciascun socio con-
corre alla direzione
dell’impresa sociale in
quanto il potere di ammini-
strazione è insito nella qua-
lità di socio, ed inoltre, in
caso di fallimento delle so-
cietà personali, il falli-
mento si estende ai soci
illimitatamente responsa-
bili, in quanto singolar-
mente imprenditori
coinvolti nella gestione
dell’impresa. Il secondo
comma dell’art. 4 dispone,
tuttavia, che l’incompatibi-
lità è esclusa se tale attività
è diretta alla gestione patri-
moniale, od attività di mero
godimento o conservative,
nonché in presenza di so-
seGue da PaG. 8
continua a PaG. 10
il Commercialista maggio 201410
agenzie:
palestrina (rm) 00036 Piazza di s. maria degli angeli 6 06953001 069535188
cave (rm) 00033 Via albert einstein 069580383 069581458
labico (rm) 00030 Via roma, 65 069510140 069510779
zagarolo (rm) 00039 Via Valle del formale, 16 069576060 069575323
Genazzano (rm) 00030 Piazza della repubblica 069578634 069578831
palestrina s.rocco (rm) 00036 Viale Pio Xii, 135 0695307020 0695307177
Tivoli (rm) 00019 Piazzale delle nazioni unite, 2/4 0774319167 0774310835
montecompatri fraz. laghetto (rm) 00040 Via lago di Bolsena, snc 0694771069 0694771069
villa adriana (rm) 00019 Via rosolina 75/a 0774533606 0774533606
roma - ponte di nona (rm) 00143 Via francesco caltagirone 366/368 0622184016 0622184016
Gallicano nel lazio (rm) 00010 Viale aldo moro 0695462144 0695469429
Guidonia montecelio (rm) 00012 largo cornelia 0774342003 0774342003
velletri (rm) 00049 Via dei Volsci 71 069642361 069636927
affile (rm) 00021 Piazza s. sebastiano 2 0774808009 0774808897
subiaco (rm) 00049 Via Giacomo matteotti 19 077483470 0774822467
agosta (rm) 00049 Viale trieste 78 0774800000 0774800000
marano equo (rm) 00049 Piazza dante 3 0774820041 0774820070
sede legale - direzione Generale - palestrina (rm)00036 Via della Vittoria, 21 - 06 953001 06 9535188
divisione amministrativa - Gallicano nel lazio (rm)00010 Viale aldo moro, 85 - 06 9546291 06 954629209
cietà di servizi strumentali o
ausiliari all’esercizio della
professione, ovvero, qua-
lora il professionista rivesta
la carica di amministratore
sulla base di un specifico in-
carico professionale e per il
perseguimento dell’inte-
resse di colui che conferisce
l’incarico.
Affinché l’attività d’im-
presa risulti incompatibile
con l’esercizio della profes-
sione, deve ricorrere sia
l’esercizio in nome proprio
o altrui, sia la condizione di
esercizio per proprio conto.
Con il parere espresso con il
Pronto Ordine n. 135/2011,
il Consiglio Nazionale Dot-
tori Commercialisti e degli
Esperti Contabili precisa
che l’incompatibilità deve
ritenersi esclusa laddove
l’iscritto, pur assumendo
una qualifica imprendito-
riale, di fatto non esercita la
connessa attività. Dovranno
essere valutati eventuali do-
cumenti probatori, tesi a di-
mostrare sostanzialmente ed
incontrovertibilmente che
non vi sia stato esercizio,
quali a titolo esplicativo ma
non esaustivo:
Posizione CCIAA inattiva
(connessa ad assenza di
costi e ricavi );
Posizione IVA inattiva;
Posizione CCIAA ed IVA
attiva ma assenza di costi e
ricavi ed investimenti indi-
spensabili;
Assenza di luogo di svolgi-
mento dell’attività;
Dichiarazioni scritte (auto-
certificazioni, dichiarazioni
sostitutive di certificazioni e
dichiarazioni sostitutive di
atti di notorietà, rilasciati da
terzi a titolo di prova).
I suddetti elementi, pur
non dovendo ricorrere
congiuntamente, devono
essere valutati comunque
nel loro insieme.
* Commercialista in Tivoli
Pres.Comm/ne Albo ed Elenco
Speciale ODCEC di Tivoli
Incompatibilitàex art. 4
D.lgs 139/2005
di naTalia abbaTe *
seGue da PaG. 9
“…….per compiere grandi passi non bisogna solo agire ma anche sognare, non solo pianificare ma anche Credere……
A D CAssociazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
Sindacato Nazionale Unitario - Sezione di Tivoli
www.adctivoli.it tel./fax +39 0774331696 @: [email protected]
il Commercialista 11marzo 2014
seGue dalla Prima PaGina
continua a PaG. 12
di fernando fabrizi *
il Commercialista maggio 201412
seGue da PaG, 11
*Consigliere Tesoriere ODCEC di Tivoli
Commercialista in Fonte Nuova
di fernando fabrizi *