Notiziario dell'Odcec di Tivoli numero Due
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Transcript of Notiziario dell'Odcec di Tivoli numero Due
di gianluca tartaro *
Siamo arrivati al numero 2. Gli articoli e le pagine au-mentano, le cose da raccontare anche.Permettetemi, in apertura, di riportarvi un brano trattoda un libro di Albert Einstein che ho già letto nel corsodi un ns. evento formativo. Solo una parte, non tutto, ov-viamente. Sarei oltremodo noioso : “…Chi attribuiscealla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suostesso talento e dà più valore ai problemi che alle solu-zioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza….”Ebbene, voglio partire proprio da qui. Cercando di essere persuasivo e sintetico. Sforzandomidi non disporre di una “ottusa”visione del panorama nel qualeanche io, come voi, esercito laProfessione.Non vorrò tediarvi con scrittitecnici e/o tecnicistici su temati-che professionali. Il mio ruolo,oggi, qui, è quello di stimolareriflessioni e far emergere una co-scienza volta alla consapevo-lezza che esercitiamo, con moltaprobabilità, qualcosa di utile allacomunità.È innegabile che, non moltotempo fa, il Commercialistafosse colui che veniva utilizzatodall’imprenditore per redigere la“denuncia” dei redditi. Tale con-notazione restrittiva, esclusiva-mente tributaria, è entrata, diforza, nell’opinione generaleforse anche aiutata dall’alloradefinita Riforma Vanoni.Da allora molte cose sono cam-biate. Prendiamone atto cer-cando di seguire, a piè svelto,ciò che siamo diventati. A ra-gione.Allarghiamo la nostra visualepensando alla ormai nostra rin-novata funzione che abbracciatutti i nodi ed i rami dell’im-presa. E non solo.Abbiamo accettato le nuove fun-zioni. La nostra professione hainiziato ad occupare spazi ulte-riori rispetto a quelli tradizional-mente intesi. E tutto ciòacquisendo nuove professiona-lità e nuova preparazione basata,sempre, sulla conoscenza attenta
anno 1 - numero 2 Aprile 2013
il CommercialistaNotiziario dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Tivoli
www.odcectivoli.it - [email protected] - tel. 0774 332770
Bimestrale di informazione professionale
Nel 1938, scompariva nel nulla
Ettore Maiorana. Partito dalla
sua Napoli per Palermo, non
giunse mai a destinazione.
Molte le ipotesi che si sono in-
trecciate: dal suicidio al rifugio,
sotto mentite spoglie, questa la
continua a pag. 4
Un recente sondaggio effettuato
nel 2012 ha rivelato un forte
calo della fiducia nella giustizia
in Italia, scesa al 38% degli in-
tervistati. Altri sondaggi si sono
attestati su livelli leggermente
superiori, rispettivamente 39 e
42%. Dunque, una cospicua
percentuale della popolazione
italiana non si fida della giusti-
zia, di come essa è amministrata
nel nostro Paese. Soprattutto,
resta al di sotto del 50% la fidu-
cia nella competenza professio-
nale, nella capacità della lotta al
crimine, nella giusta indul-
genza, nella sollecita trattazione
dei procedimenti, nell’equilibrio
delle decisioni, nell’attitudine a
sottrarsi alle tentazioni e pregiu-
diziali politiche. Il 68% degli in-
tervistati sostiene la necessità di
un controllo effettuato da un or-
ganismo terzo e non dal CSM
composto per due terzi da magi-
Che accade alla giustizia?Quale giudice oggi?
continua a pag. 3
di Patrizia Frangella *
Era il 22.12.1947 quando l'As-semblea Costituente, in un climadi forte emotività, consegnò allaStoria della Patria Italia un testofondamentale: si chiamava e sichiama COSTITUZIONE.La guerra appena finita aveva pro-vocato morte e distruzione.Il paese era da ricostruire.Un intero Popolo cercava di guar-dare al futuro facendo tesoro di
L’ottimismodella volontà
di FaBrizio Mancini *
continua a pag. 10
continua a pag. 4
Il CAso
Pari dignitàsociale e Donne
ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTIE DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TIVOLI
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Puntocontabile snc
di Bruno Ferraro *
È facile
il Commercialista2 aprile 2013
Quando nasce la passione poli-tica e come riesce a conciliare itempi con l’attività professio-nale?
La mia attività politica risale
ormai all’anno 2000 ed è iniziata
come attivista per poi proseguire
con impegni sempre più di rilievo,
ma sempre in ambito locale. Ad
oggi sono subentrato come vice
sindaco ed avrò piene funzioni dal
16 c.m. La mia vocazione è quella
di operare a favore della realtà in
cui vivo cercando di migliorare il
contesto economico sociale del
territorio e non ha intenzione di
avviarmi ad una carriera politica a
più alto livello che richiederebbe,
ovviamente, una attenzione non
conciliabile con l’attività profes-
sionale. Sul punto, infatti, riesco
ad organizzare le esigenze della
famiglia, con l’aiuto anche dei pa-
renti, e lo studio professionale tra-
mite dei collaboratori che da anni
mi assistono e dei quali ho piena
fiducia. Soprattutto sono rigoroso
a tenere ben distinte le due attività.
Ho imposto una regola ferrea
nello studio: allontanare, con
garbo, chiunque facesse richieste
professionali in derivazione diretta
od indiretta dell’attività politica.
Sempre in tema dell’organizza-
zione, operando politicamente in
ambito comunale, e vivendo in un
paese il giorno in cui mi è comodo
dedicarmi alla politica è senz’altro
il sabato così non sottraggo molto
tempo all’attività professionale.
Peraltro, è una attività molto pia-
cevole perché svolta spesso nella
pubblica piazza dove si incontrano
amici e conoscenti soprattutto in
periodi come questi dove la bella
stagione comincia a far capolino.
Inoltre, all’interno della macchina
amministrativa esistono persone
altamente qualificate e preparate
alle quali si possono delegare
molte attività per rispondere alle
esigenze della popolazione. In so-
stanza, il mio compito è solo
quello di coordinare le loro attività
e stimolarli nel proseguirle.
Qual è la realtà economica lo-cale, quali i punti di forza e
quali i difetti e le negatività?
Certo oggi il momento economico
finanziario non è dei migliori. Ma
guardando al paese come si evo-
luto nel passato ci accorgiamo che
da una economia prettamente agri-
cola siamo passati ad una econo-
mia improntata al commercio e
all’artigianato. Oggi stiamo prose-
guendo a mutare assetto econo-
mico. Se da un lato i piccoli
negozi segnano il passo, dall’altro
i centri commerciali ed i super-
mercati alimentari si stanno mol-
tiplicando. A ciò si deve
aggiungere la considerazione che
è stato completato quasi per intero
il Piano di Insediamento attività
Produttive (PIP) dove sono con-
fluite alcune attività artigianali e
commerciali che hanno assunto la
caratteristica di imprese di buon li-
vello sia occupazionale che di fat-
turato. Pur accusando la crisi, si
impegnano e sviluppano la loro at-
tività. Sono convinto che proprio
in questi periodi tutti dobbiamo
impegnarci di più rispetto al pas-
sato se vogliamo risollevarci.
Penso che la cosa più importante
è che le decisioni debbono essere
messe in pratica in tempi brevi e
certi. Anche accettando il rischio
di commettere errori che, però,
sempre con la stessa celerità, pos-
sono essere corretti via facendo.
Quanto aiuta l’estrazione pro-fessionale nel gestire la cosapubblica?
Di questo me ne rendo conto indi-
rettamente perché le capacità che
ciascuno ha le adopera in maniera
naturale. Te ne rendi conto dal
confronto con gli altri. Soprattutto
me ne sono reso conto quando al-
cuni anni fa ero assessore al bilan-
cio e, pur tra mille difficoltà che
attanagliano le amministrazioni
locali, Palestrina riusciva a chiu-
dere nei tempi un buon bilancio e
per alcuni anni è stato tra i comuni
più virtuosi.
Nella decisione delle imposte co-munali come e quanto pesal’aspetto del professionista equanto quello dell’amministra-tore pubblico?
Si cerca di essere equi contempe-
rando le esigenze di bilancio pub-
blico con il voler evitare al
cittadino un peso della fiscalità lo-
cale alta. Una buona cosa, già con-
divisa con il precedente Sindaco,
è stata l’istituzione dell’ufficio
Unico delle Entrate che ha per-
messo di incrociare i dati e sco-
vare sacche di elusione e talvolta
di evasione. Ad esempio chi pa-
gava l’ICI non pagava la TARSU.
Oggi non avviene più. A proposito
di TARSU (che deve essere co-
perta al 100% dalle entrate) Pale-
strina ha avuto un incremento
minimo della tassazione, ma ab-
biamo adottato la raccolta diffe-
renziata ed oggi è già al 67% del
recupero. Uno dei migliori paesi
del circondario.
Ha intenzione di promuovereuna migliore sensibilizzazionedella categoria per collaborarecon l’ente locale magari suaspetti nei quali la loro profes-sionalità può essere d’ausilio?
Il Comune ha già un punto URP
con propri locali. E’ mia inten-
zione, insieme con la RT di Pale-
strina di promuovere con l’Ordine
una convenzione per avere un ser-
vizio gratuito alla popolazione sui
temi fiscali soprattutto all’appros-
simarsi delle varie dichiarazioni.
Si può istituire tale servizio con
l’aiuto e la disponibilità dei pro-
fessionisti residenti e mettendo
loro a disposizione locali e mezzi.
Sono interventi utili ed importanti.
Mi ricordo che anni fa ho fatto un
servizio del genere per Il Sole 24
Ore rispondendo ad un telefono
dedicato per tre giorni alle chia-
mate dei cittadini che avevano
dubbi sulla normativa fiscale. Un
altro servizio che vorremmo am-
pliare è una rete wireless su tutto
il territorio comunale.
Per il Comune e lo sviluppodell’economia privata qualiopere pubbliche ha intenzione diavviare?
Innanzitutto occorre terminare le
opere già iniziate in ordine alla ri-
qualificazione del centro storico,
della viabilità, dei parcheggi e di
strutture a favore dei giovani quali
il palazzetto dello sport. Un impe-
gno che abbiamo assunto da vari
anni è la messa in sicurezza delle
scuole. Aspetto molto spesso di-
menticato e che in alcune zone ha
prodotto gravi conseguenze. Pale-
strina ha avviato da tempo un
piano di manutenzioni ordinarie e
straordinarie proprio per tutelare
le giovani generazioni e metterle
nelle migliori condizioni di poter
crescere e formarsi per costituire
la colonna portante del futuro.
Per lo sviluppo economico penso
che è da avviare un nuovo polo
PIP anche se di dimensioni più
piccole. Una buona localizzazione
ed adeguata struttura sono alla
base dell’attività di impresa.
Penso, inoltre, che il settore che
dovremmo sviluppare per il futuro
è la ricettività turistica connessa
anche con il parco divertimenti di
Valmontone. Associando l’aspetto
ludico a quello culturale, storico e
archeologico si possono valoriz-
zare le risorse della città e dei
paesi limitrofi e dare sviluppo al
settore turistico.
* Pres/te RT Palestrina
ODCEC di Tivoli
Intervista al Sindaco di Palestrina
Adolfo De Angelisiscritto all’ODCEC di Tivoli
di FaBrizio Fiasco *
strati. Addirittura il 95% invoca
una legge sulla responsabilità ci-
vile che ponga i magistrati sullostesso piano degli altri profes-sionisti.Non è importante in questasede discettare sull’attendibi-lità delle accuse mosse allaMagistratura, su cui si do-vrebbe aprire un dibattitoanche alla luce del dettato co-stituzionale, che ha voluto unagiustizia autonoma ed indipen-dente, attribuendo ai giudici(attenzione, non ai PM) garan-zie di inamovibilità, funzionalee territoriale, che costituisconoun autentico baluardo protet-tivo.E’ significativo, però, rimar-care che ai tempi di tangento-poli si viaggiava con unautentico plebiscito di con-sensi, collocando gli italiani lagiustizia ai primissimi postinella graduatoria delle forzesane del Paese. Che cosa ècambiato? Forse i giudici sonousciti un po’ troppo allo sco-perto? Forse gli errori che sonovenuti a galla, anche nella ge-stione di tangentopoli, hannoabbattuto il mito evidenziandoun fenomeno di giustizialismosospetto?In varie occasioni mi è capitatodi intervenire su questo pro-blema, sintetizzando con un’immagine il succo del miopensiero: “I giudici si sono
tolti la toga” e sono ridiventatiuomini come tutti gli altri! Conla sintesi imposta dallo spaziodisponibile, provo ora a dise-gnare un identikit del buon ma-gistrato, pronunciando unaserie di no come preludio almodello proposto.Fondamentale è il tipo di ap-proccio che il giudice realizzacon il caso sottoposto al suogiudizio. Ci sono approcci amio avviso sbagliati perché al-lontanano il giudicante dalruolo super partes che l’ordina-mento gli assegna e che la so-cietà ha diritto di pretendere.Dico no al giudice supplente,perché svolge un ruolo chespetta alla politica e che restaben al di sopra delle sue possi-bilità di azione. Dico no al giu-dice censore, perché siappropria di un compito di altrimentre il suo è soltanto quellodi applicare, senza moralismi,la legge nel caso concreto Dicono al giudice politico, perchéla politica impone scelte diparte, ed anzi vado oltre auspi-cando con forza l’introdu-zione, da parte del legislatore,di un divieto di ritorno allefunzioni giudiziarie per chiun-que abbia svolto, anche per un
periodo non lungo, attivitàpolitica: come può un siffattosoggetto apparire imparziale,requisito fondamentale per ali-mentare la fiducia nella equa-nimità delle sue decisioni?Dico no al giudice politiciz-zato, che tradisce, con le sueiniziative, l’intento di perse-guire interessi di una fazionepolitica a danno, per ciòstesso, dell’equilibrio e del di-stacco che devono caratteriz-zarlo quando indossa la toga.Dico no con forza al correnti-smo dei magistrati, perché è unmodo mascherato, per non dire
subdolo, per “fare politica”con le sentenze.Dopo i no, provo a tracciare unsommario identikit del buongiudice. Umiltà ( nel senso la-tino del termine), umanità, ri-servatezza, rispetto per l’altro,rispetto per la dialettica e perle regole processuali, equili-brio, laboriosità, impegno diu-turno, disinteresse, adeguatamotivazione delle proprie de-cisioni.Oggi, come ieri e come sem-pre, sono questi i requisiti cheil giudice deve possedere, peressere veramente all’altezza diuna professione nobilissima,per non trasformarsi in un po-tere e per svolgere la sua atti-vità come un servizio allacollettività (Papa Francescodocet!).
* Presidente Aggiunto Onorario
Corte di Cassazione
il Commercialista 3aprile 2013
segue dalla prima pagina
di Bruno Ferraro *
Che accade alla giustizia?
Quale giudice oggi?
quanto avvenuto in passato.Un futuro impossibile da prevedere. Nessuno dei Padri Costituenti era ingrado di conoscere quali forze poli-tiche, quali ideologie sarebbero pre-valse. Le forze politiche sitrovavano tutte sullo stesso livello.Erano in una situazione di paritànello scegliere le regole da dare al“nuovo Stato”. In questa condizionedi “ignoranza” ognuno diede il suocontributo, in base alle proprie ideo-logie, per la redazione di un docu-mento dove i principi fondamentalisono un raro esempio di alta demo-crazia. Prendiamo l'articolo 3: Tuttii cittadini hanno pari dignità socialee sono eguali davanti alla legge,senza distinzione di sesso, di razza,di lingua, di religione, di opinionipolitiche, di condizioni personali esociali. E'compito della Repubblicarimuovere gli ostacoli di ordine eco-nomico e sociale, che, limitando difatto la libertà e l'eguaglianza dei cit-tadini, impediscono il pieno svi-luppo della persona umana el'effettiva partecipazione di tutti i la-voratori all'organizzazione politica,economica e sociale del PaeseCome ha detto Benigni questo arti-colo è una poesia. I nostri padri co-stituenti hanno voluto marcarel'uguaglianza di ogni singolo citta-dino davanti alla legge. Siamo tuttidiversi sotto tanti aspetti ma, davantialla legge, siamo tutti uguali, ab-biamo tutti pari dignità sociale!!!!Siamo delle persone.Si parla di tutti i cittadini eppure inostri padri costituenti hanno sentitola necessità di marcare il concetto diuguaglianza menzionando nello spe-
cifico anche sei soggetti. Perchè? Eanche qui Benigni ci da la risposta:perchè i padri costituenti avevanovissuto sulla loro pelle il disprezzo,le persecuzioni, che queste categoriedi soggetti avevano vissuto durantela dittatura.….........senza distinzione disesso.............. Ed eccoci qui: noiDonne! Votammo per la prima voltail 2.6.1946!!!!!La coscienza nazionale non conside-rava le donne al pari dell’uomo etale mancanza di considerazione erarimarcata nelle disposizioni del co-dice civile e del codice penale. Bastipensare che se un uomo stuprava oviolentava una donna, nubile ed illi-bata, vedeva estinto il proprio reatose avesse sposato tale donna (art.544 c.p.c). Solo nel 1966 una donna(Franca Viola) ebbe il coraggio di ri-fiutare il “matrimonio riparatore”.Per tale motivo la famiglia dovettesubire intimidazioni e ritorsioni.Tale articolo, e non solo, fu abrogatosolo nel 1981!!!!E oggi??Le cronache riportano quotidiana-mente fatti che da soli bastano afarci riflettere ed, eventualmente, in-dignare le nostre coscienze.Voglio porre l'attenzione in ambitolavorativo su una legge emanata nel2011, la n. 120. Una legge che ha“imposto” le quote di genere al finedi rimuovere le disparità esistenti inalcuni ambiti lavorativi.La Consob, in data 09.11.2011, haemanato il documento di consulta-zione per l'emanazione del regola-mento attuativo. I fatti parlano dasé:……omissis…..Dall’esame dei
dati emergono le seguenti conside-razioni. Alla data del 31 ottobre2011 risultano essere in carica 2.600componenti gli organi di ammini-strazione e di questi 2.413 risultanoessere uomini. Ne consegue che il92,81% degli attuali organi di am-ministrazione è composto da uominie solo il 7,19% da donne.Un dato sostanzialmente equivalenteemerge con riferimento agli organidi controllo, per i quali risultano es-sere in carica 895 componenti, di cui839 uomini. Ne consegue che il93,74% degli attuali organi di con-trollo è composto da uomini e soloil 6,26% da donne.I dati sopra riportati evidenziano,quindi un divario tra il numero deicomponenti maschili e femminili at-tualmente presenti negli organi diamministrazione e controllo dellesocietà quotate. Inoltre, dai dati ana-lizzati emerge anche una differenzatra i due organi di governance perquanto riguarda il numero delle so-cietà che sono già in linea con laprevisione normativa in sede diprima applicazione. Infatti, n. 26 so-cietà, rappresentanti il 10,04% deltotale delle società quotate, hanno ilproprio organo di amministrazionecomposto per un quinto da donne.Con riferimento, invece, alla com-posizione dell’organo di controllo,tali società sono 48, rappresentantiil 18,39% del totale delle societàquotate. Solo n. 8 società, rappresen-tanti il 3,07% del totale, risultano inlinea contemporaneamente sia conl’organo di amministrazione che conl’organo di controllo......... ……..omissis………Perchè questa dispa-
rità di “numeri”? Perchè le donnesono meno preparate o perchè hannomeno possibilità?La legge ha una validità di 10 anni.Un lasso di tempo ritenuto consonoper “abituare” il mercato alla pre-senza femminile nei consigli di am-ministrazione e collegisindacali/consigli di sorveglianza diun certo tipo di società.E per incentivare questa “integra-zione” sono state disposte anchedelle sanzioni:− per la mancata osservanza dellanomina nei consigli di amministra-zione da € 100.000,00 ad€ 1.000.000,00;− per la mancata osservanza dellanomina nei collegi sindacali da€ 20.000,00 ad € 200.000,00.Mi sorgono spontanee delle do-mande: perchè una legge che vuolerimuovere delle disuguaglianze so-ciali stabilisce delle sanzioni disu-guali per la stessa tipologia diinadempimento??? Perchè le san-zioni sono di importo minore perquella casistica dove il rapportoConsob indica una minore presenzafemminile??? E perchè queste ul-time stabiliscono una sanzione mas-sima (€ 200.000,00) minore rispettoalla sanzione massima di quella san-cita per l'impresa debitrice nelletransazioni di prodotti agricoli edalimentari (€ 500.000,00 – c. 7, art.62 D.L. 1/2012)???Come vi sentireste voi al pensieroche il mancato rispetto del vostroDiritto all'uguaglianza, alla pari di-gnità sociale possa essere sanzionatocon un importo minore rispetto almancato rispetto dei termini di pa-gamento della vendita di carne damacello??A Voi l’ardua sentenza………..
* Presidente Comm/ne Tirocinio
ODCEC di Tivoli
il Commercialista4 aprile 2013
del panorama economico ed im-prenditoriale.Abbiamo saputo, negli anni, of-frirci all’opinione pubblica comeinnovativa forza della quale le im-prese, i cittadini, il pubblico pos-sono fruire, sapendo checompetenza, professionalità e pre-parazione sono e resteranno sem-pre disponibili ed appannaggio deiCommercialisti.Le funzionalistiche prerogative,col tempo, si sono spinte anchepiù in là. Siamo diventati ancheuna sorta di surroga dello Stato neirapporti con le Istituzioni. Onoratidi esserlo.Non lamentiamoci mai di ciò. Cer-
chiamo, per una volta, di non es-sere polemici. Esso rappresenta, aben vedere, un’opportunità che fadi Noi interlocutori “privilegiati”(forse non unici, ma privilegiati)delle Istituzioni.E’ innegabile l’intento propulsivodi tali nuove opportunità. Cer-chiamo di intervenire sulla collet-tività in modo che sia scontata lanostra partecipazione ai problemied a tutte le iniziative, ai problemied a tutte le soluzioni.Tale impostazione strategica, daanni ormai, è pervasa da un otti-mismo non comune nel nostrotempo. A mio avviso, ciò, con molta pro-
babilità, è uno dei vestiboli di unpensiero forse “filosofico” cheavanza nel mondo occidentale edindustrializzato tendente alla scon-fitta di una visione distorta e nega-tiva che è stata, per lungo tempo,argomento dei salotti degli intel-lettuali di estrazione economica.È troppo facile enfatizzare le di-sgrazie della condizione umana, lenegatività generate dalla crisi, iproblemi che riscontriamo (tutti,me compreso) nella quotidianitàprofessionale.Ma il valore di un uomo, di unprofessionista, di un Commercia-lista non si rivela in questo tipo dipensiero, ma emerge nel cercare di
migliorare anche gli aspetti piùcrudi ed algidi del nostro fare quo-tidiano. Affrontando con vigore lenuove opportunità che ci vedonoprotagonisti anche in un periododi crisi. Necessari al rilancio delpaese. Convinti di essere portatori diun’aria nuova ed apri-pista nelmondo delle Professioni.Proseguiamo, con ottimismo, ilnostro cammino. Ottimismo nonchiuso, solo benpensante, ovattatoe tendente a vedere la positività atutti i costi; ma quello realistico,sintesi virtuosa della capacità diosservare con positività. Senza mai restare seduti ad aspet-tare che gli eventi semplicementecapitino.
* Presidente ODCEC di TivoliCommercialista in Tivoli
l’AnAlIsI
segue dalla prima pagina
di gianluca tartaro *
Il CAsosegue dalla prima pagina
di Patrizia Frangella *
È facile
Pari dignità sociale e Donne
il Commercialista 5aprile 2013
Una nota campagna pubblici-
taria riguardante l’immagine
della nostra professione reci-
tava proprio così: “Commer-cialisti: Utili al Paese”.
Al di fuori dell’ evidente effi-
cacia comunicativa dello slo-
gan, mi sono chiesto se il
messaggio fosse stato porta-
tore o meno di verità. Ho ov-
viamente concluso che si, è
senza dubbio vero, più vero di
quanto viene percepito. Non
solo, potenzialmente si po-
trebbe essere ancora più utili di
quanto effettivamente accade.
Non mi dilungo ora sui luoghi
comuni che ci vogliono meri
compilatori (ed inviatori tele-
matici) di moduli, di dichiara-
zioni dei redditi o semplici
elaboratori e tenutari di scrit-
ture contabili, questa è ed è
stata innegabilmente una parte
della nostra professione, ma,
approfondendo l’analisi della
genesi della nostra categoria,
posso sostenere che siamo di-
ventati anche e soprattutto
altro.
Il pensiero comincia quando in
occasione di perizie o di elabo-
rati ufficiali eseguiti per i Tri-
bunali veniamo chiamati
“ausiliari” del Giudice. L’ausi-
lio è definito dai dizionari
l’opera o servigio eseguito in
favore o soccorso di qualcuno,
e da qui la chiave del ragiona-
mento.
Per definizione siamo gli ausi-
liari dell’imprenditore, nostro
cliente, al quale risultiamo utili
non soltanto per ordinaria am-
ministrazione ed adempimenti
(compilazione, elaborazione,
redazione invii ecc) ma, per i
più avveduti, siamo determi-
nanti quando coinvolti in pro-
cessi decisionali, di analisi, di
programmazione, di incuba-
zione e sviluppo di nuovi busi-
ness ecc. . Ciò, devo dire, non
per mera presunzione, ma per-
chè evidentemente la categoria
rappresenta un serbatoio di
esperienza, di solida prepara-
zione tecnico-normativa, non
solo certificata dall’obbligato-
rietà della formazione profes-
sionale, ma ormai tipicamente
riconosciuta in ogni settore
economico giuridico. In una
economia moderna, inoltre, ri-
sulta fondamentale, al fine del-
l ’ a p p r o v v i g i o n a m e n t o
finanziario, in merito alla par-
tecipazione a bandi o gare di
sorta o anche esclusivamente
per l’immagine aziendale, non
solo avere un’effettiva solidità
dell’impresa ma anche appa-
rirlo all’esterno mediante ade-
guata rappresentazione delle
qualità, degli assets e dei pro-
getti dell’azienda. A tale rap-
presentazione per natura è
deputata la categoria del Com-
mercialista, che la svolge
quale branca professionale di
particolare interesse, in base
alla conoscenza dei processi di
analisi aziendale di reporting
di studi di fattibilità, redditività
ecc.
Posso aggiungere che per l’im-
prenditore, spesso assorto nelle
problematiche ordinarie di ge-
stione, produzione e ammini-
strazione, rappresentiamo al-
tresì delle sentinelle sul mondo
in evoluzione, costituendo il
contatto con le novità non sol-
tanto normative ma anche in
campo di internazionalizza-
zione dei mercati e dei pro-
cessi, materia particolarmente
al giorno nell’attuale scenario
economico. Proseguendo con
gli aspetti di utilità e di ausilio,
il Commercialista si vede sem-
pre più inglobato nella funzio-
nalità degli enti pubblici locali,
ad esempio quale componente
del collegio dei revisori, dove
è inserito, a seguito della no-
vellata norma sulla nomina, in
base a sorteggio tra soggetti
che hanno maturato certificata
esperienza e formazione in
materia, ma soprattutto, iscritti
all’ordine professionale. Per la
prima volta quindi i professio-
nisti sorteggiati (non nomi-
nati), sono svincolati in dette
funzioni da incarichi diretta-
mente provenienti dalla sfera
politica, con tutti i benefici
conseguenti in tema di indi-
pendenza, merito e professio-
nalità, benefici che, posso
sostenere, si evidenzieranno e
percepiranno nella sfera so-
ciale. Ho rilevato inoltre, sem-
pre in campo pubblico, che a
differenza del passato, dove ai
vertici amministrativi di so-
cietà partecipate di ogni li-
vello, locale regionale o nazio-
nale, venivano nominati
funzionari di provenienza e
formazione pubblica (politica),
ora sempre più spesso nei con-
sigli di amministrazione di
dette società si vedono nomi-
nati professionisti della nostra
categoria, a mio avviso a rico-
noscimento della già esposta
valenza e preparazione in
campo aziendale- amministra-
tivo e forse anche perché (ora
si, oso un pizzico di presun-
zione) i momenti sono più che
mai difficili ed al comando è
richiesto il massimo della ca-
pacità e professionalità. Pongo,
infine, l’attenzione anche alle
potenzialità inespresse o inuti-
lizzate dalla collettività nei
confronti della categoria pro-
fessionale. Mi riferisco alla
possibilità di essere chiamati
ad essere parte attiva nella pia-
nificazione tecnica delle poli-
tiche degli enti pubblici ad
ogni livello, quali partners nel
processo decisionale e pro-
grammatico in materia econo-
m i c o – t r i b u t a r i a
rappresentando una fonte
esperta, rappresentativa e con
cognizione delle realtà esi-
stenti oltre che fonte proposi-
tiva e di impulso alla
valorizzazione di tutte le po-
tenzialità economiche e sociali
del territorio. Quanto sin quì,
per quanto abbastanza, non è
da ritenere esaustivo sull’uti-
lità della Categoria professio-
nale del Commercialista che
pertanto, tornando al quesito
iniziale, appare ampiamente
comprovata.
* Consigliere ODCEC di Tivoli
“Utili al Paese”:
vediamo se e come
di carlo de Vincenzi *
il Commercialista PRimO PiAnO6 aprile 2013
ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTIE DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TIVOLI
eVenti ForMatiVi
Contribuenti - fisco e previdenza:
quali strumenti per un rapporto migliore.
Le società semplici e le società a capitale ridotto.
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Venerdì 19 aprile 2013, 15:00 - 19:00
Assemblea Generale degli Iscritti dell'Ordine
dei Dottori Commercialisti
e degli Esperti Contabili di Tivoli.
Tivoli loc. Villa Adriana, Strada di Rocca Bruna 30, c/o Tenuta di Rocca Bruna
Martedì 23 Aprile 2013, 18:00 - 20:00
il CommercialistaPRimO PiAnO 7aprile 2013
Da diversi anni è, spesso, al
centro del dibattito in ambito
politico e sociale il problema
dell’evasione fiscale nel nostro
paese, quale inquietante patolo-
gia del sistema tributario.
L’Italia, infatti, si pone al ver-
tice della graduatoria dei paesi
con la più alta propensione alla
trasgressione delle norme tribu-
tarie e, più in generale, alla ille-
galità diffusa nei vari aspetti del
contesto economico-sociale.
In molti discutono sulle cause
del fenomeno, spesso indivi-
duate (forse, talvolta, giusta-
mente) nell’elevata pressione
tributaria che indurrebbe all’oc-
cultamento di componenti eco-
nomici rilevanti o di elementi di
essi, con conseguente e derivata
illiceità.
Da parte della dottrina, il feno-
meno viene anche attribuito alla
inadeguata repressione da parte
dello Stato: inasprendo le san-
zioni pecuniarie e detentive (per
i casi penalmente rilevanti), si
riuscirebbe, dicono, a contenere
i comportamenti illeciti.
Altri addirittura tentano di giu-
stificare l’inadempimento
dell’obbligo giuridico di corri-
spondere tributi allo Stato ed
altri Enti pubblici, affermando
che la correttezza dell’illecita
condotta dei contribuenti sia le-
gata ad una rivalsa verso la
forte carenza di servizi pubblici
erogati dagli stessi Enti.
Non si può inoltre disconoscere
che l’elevata evasione delle im-
poste in Italia è anche conse-
guenza latente della scarsa
paventata inefficienza ed ecces-
siva burocratizzazione dell’am-
ministrazione finanziaria nelle
sue diverse articolazioni.
E’ difficile, quindi, che il citta-
dino-contribuente possa serbare
la necessaria fiducia provve-
dendo con senso civico e con-
vinzione all’adempimento del
dovere tributario nei confronti
delle suddette istituzioni.
Negli ultimi anni il verificarsi
di fenomeni corruttivi, nonché
dei vari reati contro la P.A.,
hanno provocato un inesorabile
e continuo allontanamento dei
cittadini dalle istituzioni conse-
gnando larghi spazi vuoti al
qualunquismo e all’anti-poli-
tica. Tale carenza di certezze, di
vicinanza Stato-cittadino, non
può non produrre ulteriore eva-
sione fiscale, a scapito (sarebbe
superfluo dirlo) dell’onesto
contribuente e della comunità
nel suo insieme.
Il concetto di legalità costitui-
sce un principio da molti scono-
sciuto.
Il solo parlarne genera, in molti,
derisione. Di contro, la “furbi-
zia” fiscale è ultimamente rite-
nuta concetto da assimilare.
L’evasione fiscale rappresenta,
quindi, uno dei molteplici feno-
meni di dilatata illegalità in
questo nostro Paese.
Essa non va contrastata esclusi-
vamente con metodi repressivi
o legati a strategie del terrore.
Va soprattutto prevenuta attra-
verso un’adeguata azione edu-
cativa e di sensibilizzazione
civica rivolta a tutti i cittadini e
sopratutto alle nuove genera-
zioni, che veda partecipi tutte le
istituzioni preposte e partico-
larmente sensibili alla solu-
zione del problema.
Per quanto riguarda l’educa-
zione dei giovani in età scolare,
ad esempio, potrebbe essere ne-
cessaria l’opera degli istituti
scolastici ai vari livelli anche in
collaborazione con gli ordini
professionali più direttamente
pertinenti al futuro lavorativo o
educativo dello studente.
In tale azione educativa po-
trebbe risultare particolarmente
efficace la presenza delle forze
dell’ordine e, nel caso in specie,
Guardia di Finanza ed Agenzia
delle Entrate.
Ciò anche insieme agli Ordini
professionali, da sempre tenu-
tari dei concetti di legalitá e
preparazione.
In tale contesto, mi sia consen-
tito in chiusura, si vuole riba-
dire l’essenzialità del dottore
commercialista, quale ele-
mento insostituibile, integrato
nel rapporto tributario contri-
buente-fisco, ove si pone come
sicura ed efficace cerniera.
In considerazione di quanto
detto, pertanto, il dottore com-
mercialista non dovrà essere
visto soltanto nella veste del
mero esperto consulente fiscale
ma, altresì, quale organo fonda-
mentale nell’opera di sensibi-
lizzazione ed educativa del
cittadino al rispetto della lega-
lità in generale ed, in partico-
lare, della norma tributaria.
* Consigliere ODCEC di Tivoli
COMMERCIALISTI
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Evasione Fiscale
di Maria cristina roVazzani *
il Commercialista PRimO PiAnO8 aprile 2013
il Commercialista 9aprile 2013
Lo svolgimento dell’accertamento
fiscale posto in essere nei con-
fronti delle Associazioni Sportive
Dilettantistiche e finalizzato a ve-
rificare se, tali enti, applicano cor-
rettamente la normativa sulla
fiscalità di vantaggio agli stessi ri-
servata, avviene attraverso le se-
guenti fasi di controllo:
1 – verifica della corretta appli-cazione delle disposizioni fiscalie civilistiche contenute nello sta-tuto sociale statuto sociale, re-
datto in ossequio alla normativa
D.Legs. 460/97 e art. 90. Lo sta-
tuto deve contenere: a) Denomina-
zione e sede dell’associazione - è
obbligatorio indicare la dizione
esplicita “dilettantistica” senza
abbreviazioni; b) l’oggetto sociale
con riferimento all’organizzazione
di attività sportive dilettantistiche,
compresa l’attività didattica;c)
l’attribuzione della rappresentanza
legale; d) l’assenza di fini di lucro;
e)le norme sull’ordinamento in-
terno; f) l’obbligo di redazione dei
rendiconti economico-finanziari,
nonché le modalità di approva-
zione degli stessi da parte degli or-
gani statutari; g) l’obbligo di
devoluzione ai fini sportivi del pa-
trimonio in caso di scioglimento
delle società e delle associazioni.
Inoltre devono essere indicati: gli
organi dell’associazione, i loro po-
teri e la norma d’elezione; le mo-
difiche allo statuto; le modalità di
scioglimento. Si mette in evidenza
che non figura più il requisito
“dell’obbligo di conformarsi alle
norme e alle direttive del COni
nonché agli statuti e ai regola-
menti delle Federazioni sportive
nazionali o dell’Ente di promo-
zione sportiva cui la società o
l’associazione intende affiliarsi”,
ma è essenziale per il riconosci-
mento ai fini sportivi da parte del
CONI.
Ai fini fiscali, la presenza nello
statuto di alcuni principi è condi-
zione imprescindibile per qualifi-
care l’associazione come ente non
commerciale e godere delle rela-
tive agevolazioni tributarie, ai
sensi dell’art. 148 del TUIR
comma 8.
2 - adempimenti fiscali di cuialla normativa agevolata di cuiagli art. 148 D.P.R.917/86 e art.4 D.P.R. 633/72:La seconda fase di controllo delle
associazioni sportive dilettantisti-
che è finalizzata a verificare la
corretta applicazione della norma-
tiva di cui agli art. 148 D.P.R.
917/86 (regime IRES delle asso-
ciazioni sportive dilettantistiche) e
art. 4 D.P.R. 633/72 (regime Iva
delle associazioni sportive dilet-
tantistiche). L’associazione che
inizia un’attività di natura com-
merciale deve richiedere il nu-
mero di Partita IVA, scegliere un
regime contabile (regime di con-
tabilità ordinaria, regime di conta-
bilità semplificata, regime
forfetario di cui alla Legge
398/91, regime forfetario ex art.
145 DPR 917/86) e provvedere,
quindi, alla tenuta delle scritture
contabili previste dalla normativa
fiscale, attraverso le quali ricavare
gli elementi che consentono di de-
terminare il reddito imponibile. Il
controllo verterà sulla corretta ap-
plicazione del tipo di regime
scelto e sulla corretta tenuta dei
libri contabili inerenti, se previsti.
3 - redazione ed approvazionedel rendiconto annuale (art.5, 2°comma, del D. Lgs. 460/97)La successiva fase del controllo ri-
guarda la tenuta dei libri sociali
(assemblea, cda, soci), la corretta
convocazione del consiglio diret-
tivo e dell’assemblea dei soci, e la
redazione del rendiconto annuale
sia inerente all’attività istituzio-
nale sia a quella commerciale
eventualmente esercitata, indi-
pendentemente dal regime conta-
bile, ordinario o semplificato,
adottato dall’ente non commer-
ciale. Deve trattarsi di un docu-
mento che evidenzia anche
l’attività decommercializzata.
4 - Iscrizione al Registro Coni eMODELLO EAS (art. 30D.Legge 185/08 convertito inlegge 02/09)Ulteriore fase del controllo nei
confronti delle associazioni spor-
tive dilettantistiche riguarda
l’adempimento di iscrizione al Re-
gistro Coni - necessario per go-
dere dello status di associazione
sportiva e fruire delle agevolazioni
fiscali - e l’invio del Modello
EAS, dichiarazione che si deve
preventivamente inviare al fisco
per godere della detassazione delle
entrate istituzionali.
5 - I contratti di sponsorizza-zione sportiva
In sede di verifica fiscale altro ele-
mento di valutazione ed analisi ri-
guarda i contenuti dei contratti di
sponsorizzazione stipulati dall’as-
sociazione sportiva con l’azienda
sponsor. Le società ed associa-
zioni sportive che registrano tali
entrate dovranno dimostrare l’ef-
fettiva esistenza di un regolare
contratto di sponsorizzazione e
dare visione pratica che la contro-
prestazione (ad esempio l’esposi-
zione del logo o del marchio della
società sponsorizzante) sia avve-
nuta.
Al termine della verifica fiscale la
constatazione di violazioni alla
normativa sulla fiscalità di vantag-
gio potrà avere come conseguenza
il disconoscimento della natura as-
sociativa e sportiva dilettantistica
dell’ente e riqualificazione della
stessa quale società commerciale.
* Commercialista in Guidonia –
Commiss. Enti no-Profit
ODCEC di Tivoli
Associazioni Sportive Dilettantistiche: fasi
dell’accertamento fiscaledi alessandro Falcone *
il CommercialistaNotiziario dell’Ordine
dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Tivoli
BIMESTRALE DI INFORMAZIONE PROFESSIONALE
Anno 1 numero 2 aprile 2013
Iscrizione Tribunale di Tivoli n. 15 del 29/12/2011Registro della stampa e dei periodici
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il Commercialista aprile 201310
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gallicano nel lazio (rM) 00010 Viale aldo moro 0695462144 0695469429
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Marano equo (rM) 00049 piazza dante 3 0774820041 0774820070
tesi di Leonardo Sciascia, in un
monastero. Solo congetture sulle
ragioni del gesto.
Maiorana, fisico teorico e mate-
matico raffinatissimo, aveva pro-
gredito a tal punto con le proprie
ricerche che, avendone, forse, in-
tuito le possibili applicazioni di-
struttive, decise di sparire quasi a
coniugare la sua negazione ana-
grafica con quella dei “terribili”
usi che taluno avrebbe potuto fare
applicando i risultati raggiunti.
Misteriosa la sua fine ed oscure al-
cune sue teorie, come quella dei
“fermioni”, particelle composte ad
un tempo, da materia ed antimate-
ria, delle quali, solo un anno fa,
sembra, il CERN di Ginevra sia
stato in grado di dimostrarne em-
pirica evidenza. Maiorana arri-
vava a pensare e teorizzare
particelle fatte e composte dal
“nulla”, degli “zeri” che, al solo
pensiero, generano, ancora oggi,
le vertigini, eppure è arrivato a ne-
gare la sua stessa esistenza.
Al fondo della scomparsa di Ma-
iorana, a ben guardare, ci sono due
elementi essenziali: un irrisolto
problema deontologico e il pessi-
mismo, quasi genetico, che af-
fligge alcuni pensatori “puris-
simi”, quasi eterei, come il nostro
fisico.
La “stretta” necessità di un codice
etico-deontologico si pone allor-
quando una scienza “pura” di-
viene “applicata” e, cioè, quando
scienziati “minori” si accingono a
modificare la realtà attraverso le
scoperte fatte da altri. Tra la
scienza “pura” e quella “appli-
cata” c’è, nel mezzo, il problema
etico con il quale la storia del-
l’umanità si è confrontata, forse
per la prima volta, imponendo, ad
esempio, ai precursori dell’arte
medica il “Giuramento di Ippo-
crate” dal quale Karl Popper, ne “
Il Mito Della Cornice” trasse
spunto proprio per sviluppare il
rapporto tra scienziati
“maggiori”ed “minori”. Il profes-
sionista, come scienziato “appli-
cato e minore”, conserva con lo
scienziato “puro”, una sola conti-
guità consistente nella “scoperta”
ma finalizzata all’azione e neces-
sariamente “depotenziata”. Maio-
rana, pessimista razionale,
scompariva e si annullava perché,
da “purissimo” scienziato quale
era, riteneva che le applicazioni
delle sue scoperte avrebbero leso
gli altri consociati. Non poneva
alcun affidamento nell’altro pen-
sando che questi avrebbe sempre,
e comunque, perseguito il proprio
personale interesse, la propria
esclusiva felicità. L’altro di Maio-
rana è alieno ed inutile; non ne ha
bisogno. Al contrario, lo scien-
ziato “minore” ha necessità non
solo che l’altro esista, ma che lo
riconosca e da questi sia ricono-
sciuto. La distanza tra ognuno di
noi, scienziati “minori”, e il “pu-
rissimo” Maiorana, sta, allora, de-
finitivamente nella “prassi”, intesa
qui come azione professionale in-
formata dalla deontologia che go-
verna una professione liberale che,
esercitata come servizio, non può
non rivolgersi all’altro o, meglio,
al prossimo, in un contesto di re-
ciproco affidamento. Chi opera
professionalmente sa che non tutto
potrà essere risolto; che ogni er-
rore si traduce in perdita; che
l’ammalato può anche morire sul
tavolo operatorio; che, forse,
quella non era la migliore solu-
zione, ma deve rimanere fermo
che la prassi adottata era la mi-
gliore possibile in quelle condi-
zioni di tempo e luogo. Chi fruisce
dell’azione professionale deve
poter coltivare l’aspettativa, ancor
più razionale, rispetto al pessimi-
smo solitario di Maiorana, che, nel
momento del bisogno, ci sarà
qualcuno che potrà portare aiuto,
risolvere un problema o un disa-
gio, seppure con tutte le limita-
zioni e le approssimazioni che
questo può comportare, ma in
modo consapevole e partecipato.
Il ponte che unisce il professioni-
sta, “scienziato minore”, all’altro
è l’agire deontologico che indi-
rizza e qualifica in modo virtuoso
l’azione professionale. L’ottimi-
smo della volontà e l’elogio del-
l’azione fanno, talvolta, premio
sul pessimismo della ragione e, in
certi momenti, vale ricordarlo, per
superare indenni, insieme all’altro,
passaggi difficili e notturne navi-
gazioni tra pelaghi agitati.
* Dottore Commercialista in Tivoli
Pres/te Comm.ne Dir. Societario
ODCEC Tivoli
L’ottimismo della volontà
segue dalla prima pagina
di FaBrizio Mancini *
sede legale - direzione generale - Palestrina (rM)00036 Via della Vittoria, 21 - 06 953001 06 9535188
divisione amministrativa - gallicano nel lazio (rM)00010 Viale aldo moro, 85 - 06 9546291 06 954629209
11aprile 2013
A D CAssociazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
Sindacato Nazionale UnitarioSezione di Tivoli
www.adctivoli.ittel./fax +39 0774331696 @: [email protected]
“…….per compiere grandi passi non bisogna solo agire ma anche sognare, non solo pianificare ma anche Credere……
I Centri per l’Impiego debbono
oggi affrontare nuove e più
complicate sfide rispetto al
passato, quando il lavoro c’era
e l’incontro tra la domanda e
l’offerta non costituiva uno dei
punti principali dell’agenda
politica ma si guardava piuttosto alla tutela degli occupati, alla
difesa dei salari, alla garanzia di indennità per coloro che perde-
vano il posto di lavoro.
Oggi la crisi economica ed occupazionale, la “riduzione” delle
risorse pubbliche, le continue variazioni alla regolamentazione
del mercato lavoro, mettono a dura prova la capacità degli uffici
pubblici di dare risposte ottimali alle crescenti istanze dei citta-
dini.
Ma la sfida attuale è proprio questa: venire ancor di più incontro
alle esigenze delle imprese e dei lavoratori, garantire un mercato
del lavoro che riesca a collocare la “persona giusta al posto giu-
sto”, ridurre il “mismatch” tra la domanda e l’offerta rafforzando
le politiche attive del lavoro basate sulla formazione, sulla riqua-
lificazione professionale, sull’orientamento.
Soprattutto nei momenti di crisi è fondamentale il compito delle
strutture pubbliche per venir incontro a queste esigenze. Gli uf-
fici pubblici debbono avere un ruolo di primo piano nel promuo-
vere le condizioni che rendano effettivo il diritto al lavoro,
sancito dall’articolo 4 della Costituzione, in modo da poter ga-
rantire a tutti la possibilità di poter accedere ad un’occupazione.
Ed è anche per questo che si è
assistito negli ultimi anni al pas-
saggio dai vecchi “uffici di col-
locamento”, uffici tipicamente
amministrativi, agli attuali Cen-
tri per l’Impiego.
Accoglienza, informazione, orientamento professionale, percorsi
formativi, promozione di tirocini, incontro tra domanda e offerta
di lavoro, consulenza alle imprese, sono solo alcuni dei servizi
che le strutture delle amministrazioni provinciali garantiscono
ai loro utenti.
I Centri per l’Impiego, da una parte, puntano ad essere gli indi-
spensabili punti di raccolta delle informazioni che servono per
orientarsi nei meandri di in un mercato altamente concorrenziale
e destrutturato come quello del lavoro e, dall’altra, cercano di
fornire alle aziende e ai cittadini le soluzioni che vengano incon-
tro alle loro esigenze, pur con la consapevolezza che la crisi di
tale mercato va affrontata con ben più ampie e incisive politiche
pubbliche.
Tuttavia per raggiungere questi obiettivi non si può essere soli,
c’è bisogno della collaborazione di tutti; è fondamentale una si-
nergia tra soggetti pubblici e privati, è fondamentale il collega-
mento con il mondo delle imprese e dei loro consulenti.
* Responsabile del Centro
per l’impiego di Tivoli
Il ruolo dei Centri per l’Impiego
di doMenico ulPiani *
il Commercialista
il Commercialista aprile 2013
CONSIGLIO DIRETTIVODELL’ADERC 2013-2016
COMITATO ESECUTIVO DELL’ADERC 2013-2016
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