Ideaumbra N°2

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di Carlo Petrini Diamo i voti alle rotatorie che le amministrazioni di sinistra hanno realizzato nel corso di questi ultimi anni, nella città di Spoleto. Il primo intervento risale più o meno a 10 anni fa con la realizzazione del- la rotatoria dell’ingresso nord in prossimità del Pavone: dopo tanti anni possiamo dire che nonostante si poteva fare meglio, forse quella è la migliore modifica di viabilità re- alizzata, e vogliamo essere buoni: Voto 7. La rotatoria del rione di San Nico- è stata modificata dopo solo due mesi dalla sua inaugurazione, per- ché non era stato previsto l’accesso ad una via del quartiere: Voto 6. La rotatoria della bretella di San Tommaso: nonostante non vi era- no problemi di spazio, si è riusciti a fare corsie così strette da creare grandi difficoltà ai mezzi pesanti: Voto 5. La rotatoria del rione Casette: è vicenda nota a tutti gli spoletini, le amministrazioni Brunini prima, Be- nedetti poi, sono riuscite a portare all’esasperazione un intero rione, costringendo gli abitanti a scende- re in piazza per manifestare tutto il loro dissenso e disagio causato anche dall’incompetenza dei pro- gettisti, che nell’opera non hanno previsto un ac- cesso diretto al Il ricatto degli enti locali per arrivare all’azienda unica regionale Holding trasporti: “Dare moneta, vedere cammello” di Giorgio Corrado L’Umbria è ferma nei trasporti e nella mobilità. E’ problema- tico viaggiare in auto, in treno e in aereo. E’ una regione ma- ledettamente in forte ritardo economico e di sviluppo. La rete ferroviaria in Umbria è la stessa di oltre 100 anni fa! La FCU, con la sua spaven- tosa arretratezza, ne è pur- troppo solo l’elemento più vistoso. E’ necessario che il previsto raddoppio ferrovia- rio della linea Roma- Anco- na si realizzi con la variante dell’attuale tracciato sull’asse Fossato di Vico- Perugia- As- sisi – Foligno. Si sottrarrebbe così Perugia e l’Umbria ad un anacronistico isolamento e si aumenterebbe il potenziale traffico con un bacino di uten- za di altri 250mila abitanti. L’attuale Governo ha riservato ingenti risorse finanziarie per l’aeroporto di Sant’Egidio e per il “Nodo di Perugia”, os- sia per realizzare un passante sulla E45 tra Ponte San Gio- vanni ed Ellera di Corciano. Una questione emblematica è il Minimetrò, opera inutile, costosa e dannosa, sulla qua- le la Magistratura ha avviato diverse inchieste. Ma restia- mo alle valutazioni politiche. Il Minimetrò si cala fuori tem- po, rispetto ad una città che nel frattempo è enormemen- te cambiata: il centro stori- co, punto d’arrivo del “bruco mela”, non è più sede di es- senziali ed importanti uffi- ci pubblici, banche, esercizi commerciali esclusivi, per cui i perugini non sono più “obbligati” a salire in Corso Vannucci , come sino agli anni ’70 facevano. Questi stes- si servizi, pubblici o privati, sono ora posizionati alla base dell’acropoli. Anche la resi- denzialità del centro storico è cambiata, per consistenza e tipologia. A Perugia entrano e circolano circa 40.000 veico- li al giorno e gli spostamenti avvengono per oltre il 70% con l’automobile. Idea Umbra La nostra redazione siete Voi! Vi aspettiamo. Per segnalazioni e commenti etc etc… invia una mail a [email protected] oppure ufficiostampa@francozaffini.it Trasporti, quella rete che non c’è Spoleto, Ssit e stazione di David Militoni e Michael Surace pag 5 Stangata parcheggi a Perugia di Emanuele Prisco pag 3 I sindaci del Pdl si mettono in rete di Eduardo Vechiarelli pag 2 Variante Fossato-Perugia di Stefano Pascolini pag 4 ANNO VIII N. 5 - 1 FEBBRAIO 2010 Periodico di informazione politica Aut. Trib. Perugia n. 12 del 30/3/99 Sped. Abb. Post. art. 2 comma 20/c L. 662/96-Umbria Direttore Responsabile: Laura De Siati Direttore Politico: Giorgio Corrado Stampa: Litostampa 3B Spoleto Fotografa con il tuo cellulare questo quadrato e scoprirai un nuovo modo di navigare nella rete Le istruzioni a pagina 8 segue a pag 2 segue a pag 6 e 7 Dalla FCU al Minimetrò Le vostre lettere segue a pag 2 La “prima volta” di Alessandro Alessandro ha scritto per rac- contarci della sua prima volta sul Minimetrò di Perugia. Pubblichiamo la lettera dalla signora Adriana, l’esperienza a Palazzo Cesaroni per chi non può camminare. L’esperienza a Palazzo Cesaroni per chi non può camminare di Franco Zaffini Una rete di trasporti, urbani ed extraurbani, da pro- gettare e riadattare alle esigenze dei cittadini, anzi- ché a scelte ideologiche. Questo è ciò di cui ha biso- gno l’Umbria. Nel cuore verde d’Italia, a Perugia in particolare, l’aria è resa irrespirabile dal traffico veicolare. Irre- spirabile a tal punto che le polveri sottili, nel capo- luogo, ogni giorno, superano quelle presenti a Terni, di Franco Zaffini “Dare moneta, vedere cammello”. Un vecchio proverbio beduino per riassumere il ricatto a cui gli enti locali sottopongono la Regione per costituire la holding regionale dei trasporti. Di fatto, di questa azienda unica, non si vede la fine, ma so- prattutto non si vede ancora l’inizio. Il progetto, avviato nel 2006, finora ha solo fatto sì che enti e azien- de succhiassero risorse regionali, senza approdare a nulla. Ultima, in ordine di tempo, l’ ‘elargizione’ di ben sette milioni di euro al Co- mune di Perugia per la gestione del Minimetrò. Da Palazzo Donini, dunque, rilanciano con il carico. Se lo scorso anno, infatti il finanzia- mento era stato di 5 milioni per le voci “realizzazione” e “gestione”, nel il biennio 2009-2010 si arriva a quota sette per la sola “gestione”. Sorvolando sul problema del meri- to, (il finanziamento si richiama ad un protocollo d’intesa che prevede il contributo da parte della Regione per la sola realizzazione dell’ope- ra), analizziamo il metodo. E’ ormai noto che, in molteplici occasioni, Comune e Provincia di Perugia si sono messi di traverso alla costitu- segue a pag 3 Rotatorie a Spoleto, più che una città un labirinto Le pagelle del capogruppo Pdl Carlo Petrini segue a pag 5 di Altero Matteoli Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti In questa fase politica e sociale, ricordare che la sovranità popolare è il cardine della democrazia ed il suo valore fondante, non appare esercizio superfluo. Scorrendo le vicende degli ultimi mesi, montate ad arte da alcuni organi di informazione spinti dalla velleità di dettare la linea ad una politica che non brilla per la sua forza ma per una evidente debolezza, emerge come la so- vranità popolare sia stata derubricata a mera previsione costituzionale. E’ doveroso riscoprirne il vero significato e l’essenziale funzione svolta in democrazia dal popolo quando vota per scegliere i suoi rappresentanti e il Riscopriamo la centralità del voto popolare La libertà di essere governati nel rispetto e nell’attuazione del programma elettorale segue a pag 8 Valnerina, ma quale comunità? pag 11 di Nicola Alemanno Tossicodipendenza, la testimonianza di Marco pag 11 Todi, politica del fare pag 10 di Claudio Ranchicchio Costi e inquinamento il risulatato di scelte ideologiche Speciale Minimetrò

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Periodico d'informazione politica

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Page 1: Ideaumbra N°2

di Carlo Petrini

Diamo i voti alle rotatorie che le amministrazioni di sinistra hanno realizzato nel corso di questi ultimi anni, nella città di Spoleto.Il primo intervento risale più o meno a 10 anni fa con la realizzazione del-la rotatoria dell’ingresso nord in prossimità del Pavone: dopo tanti anni possiamo dire che nonostante si poteva fare meglio, forse quella è la migliore modifica di viabilità re-alizzata, e vogliamo essere buoni: Voto 7.La rotatoria del rione di San Nico-lò è stata modificata dopo solo due mesi dalla sua inaugurazione, per-ché non era stato previsto l’accesso

ad una via del quartiere: Voto 6.La rotatoria della bretella di San Tommaso: nonostante non vi era-no problemi di spazio, si è riusciti a fare corsie così strette da creare grandi difficoltà ai mezzi pesanti: Voto 5.La rotatoria del rione Casette: è vicenda nota a tutti gli spoletini, le amministrazioni Brunini prima, Be-nedetti poi, sono riuscite a portare all’esasperazione un intero rione, costringendo gli abitanti a scende-re in piazza per manifestare tutto il loro dissenso e disagio causato anche dall’incompetenza dei pro-gettisti, che nell’opera non hanno previsto un ac-cesso diretto al

Il ricatto degli enti locali per arrivare all’azienda unica regionale

Holding trasporti: “Dare moneta,

vedere cammello”di Giorgio Corrado

L’Umbria è ferma nei trasporti e nella mobilità. E’ problema-tico viaggiare in auto, in treno e in aereo. E’ una regione ma-ledettamente in forte ritardo economico e di sviluppo. La rete ferroviaria in Umbria è la stessa di oltre 100 anni fa! La FCU, con la sua spaven-tosa arretratezza, ne è pur-troppo solo l’elemento più vistoso. E’ necessario che il previsto raddoppio ferrovia-rio della linea Roma- Anco-na si realizzi con la variante dell’attuale tracciato sull’asse Fossato di Vico- Perugia- As-sisi – Foligno. Si sottrarrebbe così Perugia e l’Umbria ad un anacronistico isolamento e si aumenterebbe il potenziale traffico con un bacino di uten-za di altri 250mila abitanti.L’attuale Governo ha riservato ingenti risorse finanziarie per l’aeroporto di Sant’Egidio e per il “Nodo di Perugia”, os-sia per realizzare un passante sulla E45 tra Ponte San Gio-vanni ed Ellera di Corciano. Una questione emblematica è il Minimetrò, opera inutile, costosa e dannosa, sulla qua-le la Magistratura ha avviato diverse inchieste. Ma restia-mo alle valutazioni politiche.Il Minimetrò si cala fuori tem-po, rispetto ad una città che nel frattempo è enormemen-te cambiata: il centro stori-co, punto d’arrivo del “bruco mela”, non è più sede di es-senziali ed importanti uffi-ci pubblici, banche, esercizi commerciali esclusivi, per cui i perugini non sono più “obbligati” a salire in Corso Vannucci , come sino agli anni ’70 facevano. Questi stes-si servizi, pubblici o privati, sono ora posizionati alla base dell’acropoli. Anche la resi-denzialità del centro storico è cambiata, per consistenza e tipologia. A Perugia entrano e circolano circa 40.000 veico-li al giorno e gli spostamenti avvengono per oltre il 70% con l’automobile.

Idea UmbraLa nostra redazione siete Voi!Vi aspettiamo. Per segnalazioni e commenti etc etc… invia una mail a [email protected] [email protected]

Trasporti, quella rete che non c’è

Spoleto, Ssit e stazionedi David Militoni e Michael Surace pag 5

Stangata parcheggi a Perugiadi Emanuele Prisco pag 3

I sindaci del Pdl si mettono in retedi Eduardo Vechiarelli pag 2

Variante Fossato-Perugiadi Stefano Pascolini pag 4

ANNO VIIIN. 5 - 1 FEBBRAIO 2010

Periodico di informazione politicaAut. Trib. Perugia n. 12 del 30/3/99Sped. Abb. Post. art. 2 comma 20/c L. 662/96-Umbria

Direttore Responsabile: Laura De Siati Direttore Politico: Giorgio Corrado Stampa: Litostampa 3B Spoleto

Fotografa con il tuo cellularequesto quadrato e scoprirai

un nuovo modo di navigare nella rete

Le istruzioni a pagina 8

segue a pag 2

segue a pag 6 e 7

Dalla FCU al Minimetrò

Le vostre lettere

segue a pag 2

La “prima volta” di Alessandro

Alessandro ha scritto per rac-contarci della sua prima volta sul Minimetrò di Perugia.

Pubblichiamo la lettera dalla signora Adriana, l’esperienza a Palazzo Cesaroni per chi non può camminare.

L’esperienza a Palazzo Cesaroni per chi non può

camminare

di Franco Zaffini

Una rete di trasporti, urbani ed extraurbani, da pro-gettare e riadattare alle esigenze dei cittadini, anzi-ché a scelte ideologiche. Questo è ciò di cui ha biso-gno l’Umbria.Nel cuore verde d’Italia, a Perugia in particolare, l’aria è resa irrespirabile dal traffico veicolare. Irre-spirabile a tal punto che le polveri sottili, nel capo-luogo, ogni giorno, superano quelle presenti a Terni,

di Franco Zaffini

“Dare moneta, vedere cammello”. Un vecchio proverbio beduino per riassumere il ricatto a cui gli enti locali sottopongono la Regione per costituire la holding regionale dei trasporti. Di fatto, di questa azienda unica, non si vede la fine, ma so-prattutto non si vede ancora l’inizio. Il progetto, avviato nel 2006, finora

ha solo fatto sì che enti e azien-de succhiassero risorse regionali, senza approdare a nulla. Ultima, in ordine di tempo, l’ ‘elargizione’ di ben sette milioni di euro al Co-mune di Perugia per la gestione del Minimetrò. Da Palazzo Donini, dunque, rilanciano con il carico. Se lo scorso anno, infatti il finanzia-mento era stato di 5 milioni per le voci “realizzazione” e “gestione”,

nel il biennio 2009-2010 si arriva a quota sette per la sola “gestione”. Sorvolando sul problema del meri-to, (il finanziamento si richiama ad un protocollo d’intesa che prevede il contributo da parte della Regione per la sola realizzazione dell’ope-ra), analizziamo il metodo. E’ ormai noto che, in molteplici occasioni, Comune e Provincia di Perugia si sono messi di traverso alla costitu-

segue a pag 3

Rotatorie a Spoleto, più che una città un labirinto

Le pagelle del capogruppo Pdl Carlo Petrini

segue a pag 5

di Altero MatteoliMinistro delle Infrastrutture e dei Trasporti

In questa fase politica e sociale, ricordare che la sovranità popolare è il cardine della democrazia ed il suo valore fondante, non appare esercizio superfluo.Scorrendo le vicende degli ultimi mesi, montate ad arte da alcuni organi di informazione spinti dalla velleità di dettare la linea ad una politica che non brilla per la sua forza ma per una evidente debolezza, emerge come la so-vranità popolare sia stata derubricata a mera previsione costituzionale.E’ doveroso riscoprirne il vero significato e l’essenziale funzione svolta in democrazia dal popolo quando vota per scegliere i suoi rappresentanti e il

Riscopriamo la centralità del voto popolare

La libertà di essere governati nel rispetto e nell’attuazione del programma elettorale

segue a pag 8

Valnerina, ma quale comunità?

pag 11di Nicola Alemanno

Tossicodipendenza, la testimonianza di Marco

pag 11

Todi, politica del farepag 10di Claudio Ranchicchio

Costi e inquinamento il risulatato di scelte ideologiche

Speciale Minimetrò

Page 2: Ideaumbra N°2

Pubblichiamo la lettera dalla signora Adriana, l’esperienza a Palazzo Cesaroni per chi non può camminare.

Cara redazione di “IDEA UMBRA”, sono una signora di 59 anni costretta su una sedia a rotelle. Insieme ai miei familiari ho interesse alle vicende della poli-tica, sia nazionale che locale Qualche volta mi sono recata in piazza Italia, a “palazzo Cesaroni”, per assistere alle sedute del massimo organo amministrativo-legislativo dell’Umbria, il Consiglio Regionale. Grazie alla realizzazione di porte ad apertura automatica e di scivoli, con la carrozzina mi sono mossa senza difficoltà; ho potuto parlare con gli uscieri e chiedendo il permesso per l’accesso, ho potuto assistere ai lavori del Consiglio. Ho però notato che qualcuno non dorme la notte pur di trovare il modo di rendere difficile la vita ai diversamente abili come me. Per tutelare la sicurezza fisica ai dipendenti, agli uscieri, agli amministrativi, ai Consiglieri, agli Assessori e Presidenti di Consiglio e di Giunta Regionale, si è deciso di richiedere un documento di riconoscimento ai visitatori (cosa buona e giusta). Ma ahimè la feritoia per la consegna del documento non è stata abbassata: ci si è dimenticati di coloro che non riescono a sollevarsi a tali altitudini! Superata la prima difficoltà ed ottenuto il cartellino per l’ingresso, quasi ad arte è stato creato un nuovo ostacolo: stri-sciare il cartellino nella fessura dell’apparecchio elettronico che consente l’apertura automatica della vetrata. Peccato che l’apparecchio sia istallato sulla parete ad una altezza a dir poco mostruosa per coloro che non possono tenere una posizione eretta. Si è costretti a chiedere aiuto! Vengono così vanificate tutte le precedenti iniziative volte all‘eliminazione delle barriere architettoniche. Voglio sperare che si possa in qualche modo intervenire affinché anche i meno fortunati nel fisico, ma fortu-nati negli affetti dei propri cari e degli amici, possano tornare ad assistere ai lavori in palazzo Cesaroni. Senza dover chiedere aiuto ad altri.Con affetto un caro saluto. Adriana Bicchi

Gent.le sig,ra Adriana,grazie alla sua segnalazione è emerso un problema a cui l’amministrazione avrebbe dovuto pensare in fase di installazione. Noi di Idea Umbra ci facciamo portavoce, insieme a lei, di questo disagio e ci impegneremo affinchè venga ri-mosso il problema al più presto. Nel frattempo, continui a partecipare alla vita politica della nostra regione e delle nostre città. Certamente guardare oltre l’attuale orizzonte politico, non può farle che onore. Con stima.La redazione.

Una vetrina sull’Umbria

di Eduardo Vecchiarelli

Da sei mesi il Pdl governa la città di Gualdo Tadino, non accadeva da 63 anni. Un evento storico che ac-comuna Gualdo ad altre città della Provincia e della Regione. E’ nato di recente il coordinamento dei sindaci di centro-destra, ne fanno parte tutti i sindaci o loro delegati. L’incontro tenutosi a Torgiano, con la corte-se ospitalità del sindaco Nasini, ha messo in evidenza la necessità di un diverso coordinamento e colle-gamento tra la componente ammi-nistrativa, i sindaci, e la componente politica di riferimento. Tale neces-sità è stata rappresen-tata al PDL regionale e provinciale, attraverso un documento sotto-scritto da tutti i sindaci, con il quale si prospetta la necessità di un collo-quio costante tra amministratori lo-cali e nazionali da organizzarsi con il contributo dei responsabili del Pdl e

dei parlamentari Umbri. La proposta ha tra gli obbiettivi quello di acqui-sire una conoscenza puntuale delle opportunità, di tipo finanziario ai fini di una corretta e mo-derna programmazione dell’ente locale. Un vola-no delle opportunità, per favorire il reperimento delle risorse in una fase in cui bisogna dare ri-sposte alle difficoltà che la crisi del sistema ha prodotto a livello globale e locale. La proposta è a mio modo di vedere, uno

strumento es-senziale, per favorire l’evoluzione dell’azione politica del Pdl e delle componenti partitiche che sostengono i governi locali, senza la quale si rischia una involuzione come quella che nel re-cente passato ha fatto sì

che alcuni comuni vinti dal centro destra tornassero alla sinistra. Per comprendere la rilevanza del risul-

tato elettorale del maggio 2009, di seguito elenco i comuni che il centro destra governa: Assisi, Bastia Um-bra, Bettona, Collazzone, Deruta,

Gualdo Tadino, Monte-falco, Passignano sul Trasimeno, Scheggino, Sigillo, Todi, Torgiano, in provincia di Perugia; Alviano, Attigliano, Calvi dell’Umbria, Guardea, Orvieto, Otricoli, Porano in provincia di Terni; ed infine i comuni di Scheg-gia- Pascelupo e di Valfabbrica che costitu-iscono elementi di com-

plessità e non essendo totalmente ascrivibili al centro-destra. Oltre il 22% della popolazione della regione è dunque amministrata da noi, rap-presenta una base non velleitaria per poter ipotizzare che la tornata elettorale per il rinnovo del governo della regione Umbria ci sia favorevo-le, l’impossibile può diventare realtà attraverso il lavoro, la collaborazio-ne, l’esempio. Ne saremo capaci?

I sindaci del centro destra si mettono in rete

pag 2 - febbraio 2010n° 5

Alessandro ha scritto per raccontarci della sua prima volta sul Minimetrò di Perugia. Ripercorrere, con spirito, le tappe di una mattinata estenuante, degna del più celebre Ragionier Fantozzi.

Storia di un “Attimo”Un lasso di tempo, pressoché istantaneo per definizione, può trasformarsi in una storia? Ecco la mia… Preso dalla necessità di recarmi in centro di mattina e considerando che l’accesso agli autoveicoli non è consentito fino alle13, decido di affidarmi alla nuova rotaia rossa; non foss’altro per la consuetudine con la quale sento dire “con il Mini-metrò è un ATTIMO”. Il primo step è ovviamente quello di raggiungere una delle stazioni. Mi trovo nei pressi della Cupa, ad un passo dalla meta, quando mi accorgo che non c’è nessun posto libero per parcheggiare, né tanto meno qualche buon’anima disposta a liberarne uno.Muovo di buon grado verso Case Bruciate dove la situazione non cambia, anzi c’è chi in doppia fila con le quattro frecce aspetta , stile “condor”, la già citata buon’anima. Dirigo verso lo stadio, ma il rosso al semaforo della stazione mi lascia il tempo di pensare che mi sto allontanando sempre di più dall’obiettivo. A questo punto mi sento un po’ come i famosi “matti”delle barzellette che ad un passo dalla libertà, presi dalla stanchez-za, tornano indietro. Si è ormai fatto tardi e le opzioni a questo punto sono due: o aspettare le 13 per poi salire diretta-mente in auto o giocare la carta parcheggio Mercato Coperto. Decido per la seconda e, impegnata la galleria Kennedy, imbocco l’agognata rampa del parcheggio dove trvo ad aspettarmi una corposa di almeno quindici auto. Finito lo stillicidio del deprimente meccanismo di: un posto si libera /un’auto entra, raggiungo finalmente El Dorado!A differenza, però, del luogo leggendario dove i bisogni materiali sono appagati e gli esseri umani vivono in pace tra loro godendo della vita, qui mi tocca pagare quasi 4 euro per un ‘ora e mezzo/due di sosta. Dopo due ore di odissea, finalmente capisco che non siamo più né liberi di spostarci, né di scegliere il mezzo con cui farlo.Alessandro Dagioni

Le vostre lettere

L’esperienza a Palazzo Cesaroni per chi non può camminare

La “prima volta di Alessandro”

Idea Umbra rinasce per gli umbri e insieme a quegli umbri che sognano un volto nuovo per il nostro territorio, auspicando un’alternanza di governo anche da noi. La nostra redazione siete Voi!Vi aspettiamo. Per segnalazioni e commenti invia una mail a [email protected] [email protected]

Siglato a Torgiano l’accordo per il coordinamento tra gli amministratori locali, i parlamentari

e i responsabili politici del Pdl

Un volano per intercettare

risorse e fare una corretta e moderna

programmazione dei Comuni

“Oltre il 22% degli umbri

è amministrato da noi. Una buona

base per poter pensare in chiave

positiva alle regionali”

Da questa situazione si ha che l’acropoli non è più meta obbligata per i 160.000 re-sidenti, sparsi, in massima parte, nelle aree periferiche ed il tracciato dell’impianto trasportistico non intercetta la stragrande maggioranza dei cittadini. Viene così meno anche l’uso alternativo all’au-tomobile.Il grosso del traffico veicolare è concentrato agli ingressi in città, a Ponte San Giovanni come sulla Pievaiola, soprattutto nelle ore di punta del mattino o del pomeriggio. Su questi flussi di traffico il Minimetrò non va ad incidere, se non mar-ginalmente. Infatti, i dati parlano chiaro: sono poco più di 6.000 gli utenti che giornal-mente salgono sul mi-nimetrò, troppo pochi per dare economicità a questo sistema trasportistico.A fronte di una spesa giorna-liera complessiva di 35.000 euro, il Comune ne deve co-prire l’80%. Così ogni anno sui cittadini perugini pesano ben 11 milioni di euro per far cor-rere a “vuoto” il Brucomela, che produce solo tanto rumo-re! Non è valso rifare il Piano Urbano della Mobilità, risul-tato del tutto strampalato ed

incongruo rispetto ai bisogni di trasporto pubblico. Ed ha prodotto unicamente il taglio di numerose corse di bus; au-menti sconsiderati di strisce blu e costi dei parcheggi della Sipa; contestatissime contrav-venzioni ai T-red semaforici, oggi, da ritenersi annullate da una recentissima sentenza della Corte di Cassazione.L’alternativa all’auto è l’uso urbano delle ferrovie, con la trasformazione della FCU in metropolitana di superficie, da far poi proseguire come metro-tram, lungo le più im-

portanti vie urbane.Sulla mobilità oc-corre dunque un approccio politico totalmente diverso, liberato dalle logi-che ideologiche ed incentrato su una

concreta concorrenza tra di-verse modalità di trasporto e di imprese.Ben venga la Holding regiona-le dei trasporti per razionaliz-zare i servizi e ridurre i costi. Ma il ‘buongiorno’ non è dei migliori: l’operazione appare come una mela avvelenata, rossa di fuori, marcia dentro!

Trasporti, quella rete che non c’èda pag 1

Dalla FCU al Minimetròdi Giorgio Corrado

Raddoppio ferroviario per

sottrarre l’Umbria da un anacronistico

isolamento

Page 3: Ideaumbra N°2

zione della holding. Contropartita della Regione, un lauto finanzia-

mento al Comune, per l’inutile mo-norotaia, che naviga evidentemente in cattive acque; mentre alla Pro-vincia, il 22 dicembre 2008, viene assegnata una ‘strenna’ da 350mila euro, quale soggetto maggiormen-te rappresentativo nella holding,

per le spese sostenute sino a quel momento. Ovviamente il contributo è forfettario, quindi di quali spese si

tratti, non è dato sapere. In pratica, la Regione sta comprando i ‘si’ degli altri enti pur di costituire la holding dei trasporti, pagando con i soldi dei cittadini un progetto che è nato già naufrago. Se, però, l’esecutivo di corso Vannucci dà agli enti locali, dal tpl sottrae. E’ il caso delle risor-

se ricavate dalle accise sul carbu-rante, stanziate dal Governo Berlu-sconi e destinate in modo vincolante alle aziende del trasporto pubblico locale. Si tratta di circa dieci milioni di euro che servono a risollevare il trasporto su gomma, e che la Re-gione ha ritenuto di poter trattenere a titolo di un non meglio precisato risarcimento.Nel frattempo, il ‘cerimoniale’ della holding (presidenti e sindaci degli

enti locali in-sieme ai rap-presentanti delle società di trasporto) ha siglato tre protocolli d’intesa, con tanto di foto e strette di mano. L’ulti-mo a ottobre

del 2009, dopo quelli di marzo 2008 e maggio 2006, proprio per allunga-re i termini di costituzione del sog-getto unico. Oggi, gli unici a pagare le spese di questo clamoroso e prolungato naufragio sono i cittadini e molti lavoratori, non solo quelli stretta-mente dipendenti dalle società che gestiscono il trasporto su gomma. L’ultima chicca di questa vicenda, infatti, è quella che riguarda la Um-bria Incoming, società del settore

turistico partecipata da Apm. Per entrare nella holding, infatti, le aziende avrebbero do-vuto dismettere le par-tecipate non funzionali al tpl trovando, ovvia-mente, delle soluzioni alternative per ricollo-carle sul mercato. La prima di queste realtà è stata proprio Umbria Incoming, oggetto di un’operazione disastrosa. L’Apm, infatti, anziché

vendere le sue quote, ne ha acquistato la maggio-ranza ed ha mandato a casa gli undici dipendenti. Come Umbria Incoming, ce ne sono decine di socie-tà partecipate dalle impre-se di trasporto pubblico. Verranno mandati a casa tutti i dipendenti? Effetti collaterali di una strategia fallimentare.

Holding trasporti: “Dare moneta, vedere cammello”

La Regione finanzia il Comune di Peru-gia, con 13 mln di

euro, e la Provincia, con 350mila euro, pur di strappare i

‘si’ alla costituzione

pag 3 - febbraio 2010n° 5

Al trasporto su gomma vengono

sottratte le risorse del gettito

sui carburanti stanziate dal

Governo.

La Segreteria regionale Ugl Umbria ha recentemente siglato un docu-mento in cui si mettono in relazione il “piano regionale dei trasporti” e la costituzione della holding.

Di seguito il testo.

PREMESSO • Che il sistema trasportistico umbro è regolato da uno speci-fico “Atto di indirizzo” denomi-nato “Piano Regionale dei Tra-sporti”;• Che tale atto di indirizzo, su proposta congiunta dell’Asses-sorato ai Trasporti e delle Orga-nizzazioni Sindacali di categoria, è stato deliberato nell’anno 2004 con valenza fino all’anno 2013;

• Che tale atto , oltre alla con-certazione sindacale, ha effet-tuato tutto il percorso istituzio-nale ivi compresa l’approvazione in Consiglio regionale;

• Che in tale atto di indirizzo sono già comprese tutte le misu-re atte a razionalizzare ed effi-cientare il sistema dei trasporti, eliminando le sovrapposizioni e favorendo l’integrazione modale;

• Che il piano regionale dei Tra-sporti 2004/2013 prevede, nelle sue linee programmatiche, spe-cifiche fasi di attuazione legate ai programmati ammodernamenti ed efficientamenti dei sistemi di trasporto e a verifiche sugli orientamenti dell’utenza;

• Che, pertanto, l’eventuale ri-organizzazione del trasporto su gomma sarebbe dovuta avveni-re, come espressamente indica-to nell’atto di indirizzo della re-gione, solo a seguito di concluso efficientamento della FCU e dei sistemi di mobilità alternativa e dopo verifica sull’effettivo spo-stamento di quote di utenza;

• Che l’Umbria è caratterizzata da un elevato policentrismo e da assenza di grandi centri di pen-dolarismo per cui necessita di un’offerta dei servizi di traspor-to particolarmente flessibile per cui il trasporto su gomma avrà sempre prevalenza su quello a sede fissa;

Tutto ciò premesso la Segreteria Re-gionale Ugl, pur non opponendosi ad aggregazioni tra aziende e a diversi assetti territoriali, ritiene il suindi-cato Piano Regionale dei Trasporti un atto di indirizzo nella sua piena validità ed esigibilità, per cui la cre-azione di una Holding Regionale che gestisca due Società provinciali (Um-bria 1 nella Provincia di Perugia e Umbria 2 nella Provincia di Terni) non può che essere interpretata come una sovrastruttura rispetto a quanto già stabilito nel Piano Regionale dei Trasporti fin dal 2004.Inoltre la Segreteria Regionale UGL fa rilevare che, negli ultimi mesi, sono state elaborate, da parte del-la Regione, numerose proposte di Organizzazione delle varie Holding, senza che sia stato mai presentato alle parti sociali né la composizione della Holding, né tantomeno il Piano Industriale che tale struttura ( o so-vrastruttura) è chiamata a realizzare. Nella considerazione che i trasporti rappresentano una delle maggiori fonti di occupazione del nostro ter-ritorio, sia in via diretta che come indotto, la Ugl ribadisce le seguenti richieste :

• Apertura immediata di un ta-volo di confronto sulla compo-sizione della Holding, con par-ticolare riguardo alle aziende pubbliche e private che ne faran-no parte;• Presentazione di un Piano In-dustriale che illustri gli inter-venti che si intendono mettere in campo per l’efficientamento e l’economicità del sistema tra-

sportistico umbro;• Presentazione del progetto, dettagliato nelle sue linee, della fusione di APM e SSIT;• Apertura di un tavolo di con-fronto sul contratto di lavoro, e di conseguenza sulla relativa normativa, dei dipendenti del-le aziende di trasporto operanti sotto la direzione della Holding regionale e di concertazione sui percorsi per raggiungere l’omo-geneità retributiva degli addetti, con relativo obbligo di adegua-mento per eventuali aziende pri-vate che fossero coinvolte nella partecipazione, al fine di evitare che la concorrenza si sposti dal-la sicurezza e dalla qualità del servizio offerto al costo del lavo-ro; • Parità di rappresentanza de-gli attuali tre bacini di utenza all’interno della Holding regio-nale prescindendo da ripartizioni economiche che genererebbero cittadini di serie A e cittadini di serie B e una ripartizione dei servizi che tenga presente l’omo-geneità degli ambiti territoriali e non la geografica ripartizione tra le provincie;• Mantenimento delle attuali strutture territoriali da utilizza-re come articolazioni funzionali al fine di evitare eccessivi con-centramenti di impianti in alcuni territori e la desertificazione di altri;• Mantenimento dell’attuale li-vello di servizi minimi nella ovvia considerazione che il TPL utilizza finanziamenti pubblici ed è usa-to particolarmente dalle catego-rie socialmente deboli (spesso è il mezzo di chi non ha mezzi) per cui deve mantenere un elevato contenuto di socialità e non può, di conseguenza, essere assog-gettato alle logiche di mercato.

Ugl: la holding una sovrastruttura inutile

Secondo il sindacato è il piano regionale dei trasporti che deve regolare la materia

di Emanuele Prisco

PERUGIA – Se ognuno di noi l’ultimo dell’anno ha fatto i propri buoni pro-positi per quello nuovo, la Giunta del Comune di Perugia ha pensato bene di iniziare nel peggiore dei modi pos-sibile: “regalando” a cittadini e visi-tatori un aumento del 35% del costo dei parcheggi.L’aumento deriva da un accordo sti-pulato nel 2005 tra il Comune e la SIPA, che comportava la realizza-zione del parcheggio del Minimetrò di Pian di Massiano da parte della società, in cambio della concessione del servizio di gestione dei percheg-gi e delle quote di aumento. Dai pri-mi giorni del 2010, quindi, sia i par-cheggi pubblici, sia quelli a “strisce blu” costeranno di più, senza che operatori, consumatori, cittadini sia-no stati in qualche modo informati e interpellati.Non ci saranno servizi aggiuntivi che giustifichino quest’aumento, non ci saranno alternative per i cittadi-ni rispetto all’utilizza-zione dei p a r c h e g g i SIPA e al pagamento della sosta su “Strisce blu”, ormai disseminate in tutta la Città. La Giunta si è propo-sta di rilanciare il Centro Storico e alcuni altri quartieri. E’ forse questo il modo? Le contingen-ze economiche di difficoltà per i cittadini e le attività commer-ciali – in particolare del Centro - consentivano comunque di modificare la convenzione, ma non si è fatto! La Giunta ha deliberato comun-que questo provvedimento il 23 dicembre, l’ha comunicato l’ul-timo dell’anno, con l’evidente speranza che la notizia passas-se inosservata. Un caso o mala-

fede? A pensar male si fa peccato, ma…!Il Pdl ha risposto con forza al prov-vedimento, presentando immedia-tamente una mozione in Consiglio comunale per chiedere la sospen-sione degli aumenti, un confronto con utenti ed operatori economici e la revisione della convenzione con SIPA. Stiamo raccogliendo, inoltre, le firme per una petizione popolare con cui si chiede l’abrogazione della delibera comunale. Resta però un fatto: Perugia inizia male l’anno nuovo, il Centro Storico subisce l’ennesimo “colpo gobbo” dalla Sinistra, i cittadini, gli esercen-ti e i lavoratori iniziano l’anno come l’hanno finito: pagando l’ennesima “tassa” di questa Giunta, che cari-ca sulle tasche dei cittadinii costi di scelte scellerate.Intanto il parcheggio di Pian di Mas-siano resta mezzo vuoto, perché i perugini non prendono il minimetrò e la Giunta glielo vuole imporre per forza. Una scelta di mobilità che si dimostra sempre più sbagliata e che in un modo o nell’altro si vuol far pa-gare ai residenti del territorio.

A palazzo dei Priori, mozione urgente del Pdl per sospendere gli aumenti del 35%

Stangata dei parcheggi

a Perugia

Il centro storico subisce l’ennesimo

colpo gobbo della sinistra Petizione

“No agli aumenti SIPA”a pag. 12

La Regione complicedi un “Flop”

da pag 1

di Franco Zaffini

Matteoli a Perugia:dibattito sui trasporti

Page 4: Ideaumbra N°2

di Eduardo Vecchiarelli

Che l’Umbria soffra di una relativa difficoltà ad essere collegata con la rete autostradale italiana è palese.Che tale situazione dipenda dalle scelte compiute negli anni sessanta da parte dei go-verni di allora è a l t r e t -t a n t o chiaro.Q u e l -lo che è stato fatto dal governo regionale in termi-ni di scel-te e prio-rità per la realizzazione della rete stradale di collegamento alla grande viabilità, lo sperimentiamo ogni giorno se usiamo o siamo co-stretti ad utilizzare un’auto. Anche perché di treni e di trasporto pub-blico su gomma è me-glio non parlarne, tan-to è basso il livello del servizio.Questo lo avverti in particolare se vivi in quelle aree del ter-ritorio regionale che piace a molti definire marginali.Non voglio qui certo procedere ad una analisi delle scelte spesso in-felici della Regione nello scegliere le priorità di realizzazione, sarei di parte.Voglio solo far presente che dopo quaranta, dico quaranta anni, l’am-modernamento (sic!) della via ex SS 3, meglio nota come la consolare Flaminia, si è rivelato inadeguato: previsto a quattro corsie, è stato realizzato a due, con tutti i rischi

che tale soluzione comporta anche in termini di possibilità di incidenti: aperta da meno di un anno, nel trat-to Nocera – Gualdo, già si contano due incidenti mortali.La qualità della cartellonistica stra-dale è ad essere cortesi ridicola per la sua inconsistenza ed inadegua-

tezza.La viabilità di collega-mento al nuovo trac-ciato inesi-stente.Si sono spe-si milioni per r e a l i z z a r e fantascien-tifiche rota-torie in pros-simità degli svincoli, non ci si è mini-mamente pre-

occupati appun-to della viabilità di collegamento.Ricordo a me stesso che una facile percorrenza, una semplificazione dei collegamenti, la riduzione dei tempi necessari al trasferimento

delle merci sono valori che contribuiscono a rendere competitivi sui mercati i nostri prodotti. Noi della fascia appenninica che va da Nocera Umbra a Scheg-gia e Pascelupo siamo pro-prio messi maluccio.Mentre arriva una strada,

ti tolgono la stazione ferroviaria e perde di credibilità il raddoppio della Orte-Falconara, ma questa è un’altra storia. Forse.

pag 4 - febbraio 2010n° 5

di Stefano Pascolini

Con questo articolo intendiamo ri-chiamare l’attenzione degli organi competenti sulla nuova variante ferroviaria della ORTE-FALCONARA, per il tratto FOLIGNO - FOSSATO DI VICO. Riteniamo infatti che il nostro progetto di potenziamento, passante per Gubbio/Branca-Perugia/aereo-porto-Assisi, sia di gran lunga mi-gliore rispetto a quello di potenzia-mento della linea lungo la Valtopina: riteniamo cioè che non abbia senso spendere ingenti risorse pubbliche per potenziare una linea in cui il traffico viaggiatori, passante per un territorio di 10.000 abitanti, è talmente modesto da in-durre Trenitalia alla soppressione di tutti gli Eurostar. Il progetto passante per Assisi, Perugia, Gubbio, sarebbe più funzionale e strategico dal mo-mento che servirebbe un bacino di 400.000 abitanti, senza poi considerare l’enor-me indotto turistico.Con questo nuovo tracciato di 34 km si porterebbe lin-fa vitale alla linea (ROMA-ANCONA) e si realizzerebbe una direttissima ferroviaria PERU-GIA-ANCONA oltre al collegamento dell’aereoporto di Perugia con quello di Fiumicino, facen-do diventare lo scalo Umbro di Sant’Eg-dio, l’alternativa e il supporto allo scalo romano.Non finisce qui: si creerebbero due im-portantissime tra-sversali ferroviarie, la Brindisi-Bari-An-cona-Firenze-Ge-

nova-Marsiglia e la Ravenna-Anco-na-Roma. Con il nuovo tracciato si renderebbe il ferro competitivo ri-spetto all’utilizzo dell’auto-vettura. L’attuale percorso Foligno - Fossato di Vico via Valtopina continue-rebbe a funzionare preva-lentemente per il traffico merci, non togliendo nulla a quei territori.Finalmente l’Umbria

avrebbe una linea ferroviaria vera, addirittura di valenza internazionale con una spesa similare o minore al raddoppio del binario tra Foligno e Fabriano via Valtopina.

I 17 km di allungamento, appena il 5% dei 300 km dell’intera linea, ver-rebbero largamente compensati da una tratta più moderna e veloce con tempi di percorrenza sensibilmente

minori.Bisogna inoltre considerare che senza questo nuovo collegamento

gli utenti del perugino saranno attratti dalla linea ad alta velocità che transiterà per Bet-tolle, poiché ridurrà i tempi di percorrenza nella direttrice Roma, e si andrà così incontro ad un ulteriore depo-tenziamento della già

fallimentare e inadeguata linea fer-roviaria ROMA-ANCONA.Sarebbe pura follia non approfittare di questa opportunità irripetibile per l’Umbria e per il traffico ferroviario.

Ferrovia in Umbria: non perdiamo l’ultimo treno

Variante Fossato-Perugia, 34 chilometri per dare nuova linfa alla Roma – Ancona Una viabilità che penalizza

i prodotti della fascia appenninica

Consolare Flaminia: l’asse imperfetto

A meno di un anno dalla fine dei lavori,

si contano già due incidenti mortali

Lo scalo di Sant’Egidio come

alternativa e supporto a Fiumicino

Perugia sarebbe in mezzo

alle trasversali europee

Brindisi-Marsiglia e Ravenna-Roma.

di Alessandro Moio

C’è un’inscindibile connessione che lega insieme le sorti dello sviluppo economico e sociale di un territorio alle sue infrastrut-ture: strade, aeroporti, linee fer-roviarie rappresentano oramai il tessuto osseo su cui si regge uno Stato, la sua economia e la sua ricchezza. L’Italia ne è esempio fin troppo cal-zante. Nonostante sia uno dei paesi più svilup-pati e ricchi del mondo, paga un dazio pesante in termini di competitività mondiale e di sviluppo, ai propri ritardi strutturali, dovuti alle proprie lungaggini burocra-tiche, alla storicamente scarsa vocazione a pianificazioni di lun-go periodo e - non ultimo - a un territorio complesso per ragioni fisiche e per dinamiche sociali. L’Umbria non fa eccezione. Anzi

molto spesso rappresenta un bi-gnami delle difficoltà nazionali riprodotte – ingigantite ed esa-cerbate - su scala locale. Già di per sé priva di sbocchi sul mare e circondata dagli Appennini, la nostra regione ha tuttavia avu-to per secoli, grazie alla propria centralità, un importante ruolo

di ponte tra Firenze e Roma e tra Roma e l’Adriatico, un ruo-lo che sembra aver perso nel mondo contemporaneo. Non è difficile sostenere che poco o nulla è stato fatto dall’attua-le classe dirigente, da sessanta anni al

Governo dell’Umbria, per miglio-rare lo stato di fatto delle cose, così com’è facile vedere un ‘file rouge’ che lega il mancato svi-luppo industriale e la ritardata crescita turistica alle carenze infrastrutturali. Il peccato ori-ginale è antico: basta guardare

un atlante geografico per notare come le principali arterie ferro-viarie e autostradali compiano complicati percorsi per aggirare l’Umbria. Ma non bastano argo-mentazioni storiche a spiegare le difficoltà di oggi, né possono servire da alibi alle gravi e dif-fuse colpe della classe dirigente attuale. Se nutrite dubbi, provate a prendere un treno da Perugia e vi accorgerete dell’imbarazzante perifericità del suo sistema fer-roviario, incredibile per una città Capoluogo di Regione e sede di due Università. Pur essendo ap-prezzabili gli sforzi che sono stati fatti negli ultimi anni per la cre-scita dell’aeroporto di Sant’Egi-dio, non si può dimenticare che, nonostante la vicinanza di un ec-cezionale polo d’attrazione come Assisi, lo sviluppo di un adeguato scalo aeroportuale regionale av-viene con anni di ritardo rispetto a quanto era auspicabile e solo grazie all’approdo di una nota compagnia di voli low cost. Lo

standard regionale dominante, più che alle infrastrutture strate-giche per la crescita e lo sviluppo, sembra essersi orientato verso progetti faraonici della cui utilità è lecito dubitare. L’esempio più evidente è il Minimetro. Nato tra i migliori auspici e con l’ambiziosa idea di dotare Perugia di un mo-derno mezzo di trasporto capace di rivitalizzare il centro storico – per la verità depau-perato da politiche comunali al limite del masochismo - ha finito per rappresen-tare un problema più che una soluzione. La crescita dei costi di realizzazione e di gestione, le inchieste della magistratura e soprattutto, i problemi legati alla rumorosità e allo scarso afflusso di utenti, comportano problematiche – in particolare di tenuta economica - di difficile soluzione. Sullo stesso filone sembra collocarsi il tanto

sbandierato “nodo di Perugia”, un progetto che prevede una va-riante stradale di 18 km tra Cor-ciano e Collestrada con il vago obiettivo di collegare la E 45 ed il Raccordo autostradale con la A1, il tutto per la modica cifra di oltre 1 miliardo di euro, che sarebbero spesi probabilmente senza nean-che risolvere l’annoso problema del traffico relativo alle gallerie di

Ponte San Giovanni e Pi-scille. Se l’Umbria vuole uscire dal proprio isola-mento viario, se vuole sviluppare un sistema industriale adeguato, se vuole dare un impulso serio al turismo, deve iniziare a ridefinire le proprie priorità, i propri

obiettivi strategici e a fare politi-che infrastrutturali adeguate. Ma per fare questo c’è prima bisogno di una nuova classe dirigente.

Quel ‘file rouge ‘ che lega la mancata crescita industriale e turistica alle carenze infrastrutturali

Lo sviluppo che non c’è. Il peso delle infrastrutture

Provate a prendere

un treno da Perugia e vi accorgerete della perifericità del suo sistema

ferroviario

Il Minimetrò è un progetto faraonico

che ha finito per rappresentare

un problema più che una risorsa

Page 5: Ideaumbra N°2

di Michael Surace

Il declassamento della stazione fer-roviaria spoletina a semplice punto provinciale di passaggio di alcuni treni non fa altro che aggravare l’at-tuale isolamento non solo geografi-co, ma anche politico di Spoleto dal resto dell’Umbria e dell’Italia.Una città a vocazione turistica non può certo permettersi il lusso di ab-bandonare la stazione a se stessa assistendo così al progressivo sman-tellamento di quei servizi essenziali senza i quali i turisti sono disincen-tivati a visitare la città e senza i quali gli stessi spoletini pendolari ogni giorno devono affrontare incredibili disagi. Ad oggi esistono tempi di per-correnza Spoleto-Perugia che supe-

rano l’ora e trenta m i n u t i , una ver-gogna. I treni Eu-rostar che non fanno più tappa a Spoleto, p a s s a n -

do direttamente per Foligno, sono l’ennesima picconata alla città del Festival a favore della città “cugina”. L’ultima beffa è stata la chiusura da parte di Trenitalia della biglietteria.

Fino a poco tempo fa le macchinet-te automatiche erano le sole a poter dotare di biglietto gli utenti, macchi-nette che non danno resto e che non erogano abbonamenti. Inutile citare i tanti casi in cui molti utenti hanno trovato le macchinette guaste e che hanno dovuto subire rimprovero e multa da parte dei controllori. In un primo momento, Trenitalia ha pensa-to bene di risolvere questi disagi dele-gando l’erogazione dei biglietti a private agenzie turistiche; gli utenti però sono stati comunque pe-nalizzati in quan-to gli orari delle agenzie turistiche evidentemente non coincidono con gli orari e le necessità dei pendolari che hanno bisogno del servizio soprattutto in prima mattinata o tardo pomerig-gio. Inoltre per gli abbonamenti gli spoletini dovran-no rivolgersi alla biglietteria di Fo-ligno (!). Solo nelle ultime settimane gra-

zie alle proteste dei cittadini, degli esponenti dell’opposizione e dello spontaneo comitato dei pendolari si è potuta aprire una biglietteria ge-stita da una cooperativa in servizio nelle ore pomeridiane: una bigliette-ria con orari ancora non garantiti e continuamente a rischio chiusura in quanto la sua attività dipende setti-

mana dopo settimana dal numero di biglietti venduti.Trenitalia, sulla soppressione di al-cuni Eurostar su Spoleto - e altre cit-tà umbre - si è difesa dichiarando che si è venuto incontro alle necessità manifestate dalla clientela di ridurre i tempi di percorrenza con la capita-

le: il problema è che la clientela spoletina

e di molte altre parti dell’Um-bria non è stata affatto ascolta-ta o coinvolta, e così facendo si sta abbattendo un fondamentale servizio di utili-tà pubblica per pendolari e tu-risti: il tutto per venire incontro all’esigenza del-le tratte veloci di “arrivare prima nella capitale”. Intanto l’ammini-strazione spoleti-na sta a guardare: l’attuale Sindaco Benedetti più vol-te durante la cam-pagna elettorale ha rassicurato di-chiarando che bi-

sognava fidarsi dalle garanzie di ri-qualifica della stazione del Direttore Generale delle Ferrovie. Oggi quelle garanzie si sono rivelate infondate e il Sindaco Benedetti non ha ritenuto opportuno incontrare il Ministro del-le Infrastrutture, in occasione della sua recente visita a Spoleto. Il Mini-stro Matteoli, invece, ha avuto modo di confrontarsi con i rappresentanti del “comitato viaggiatori spoletini”, garantendo loro che i treni Eurostar

torneranno a far tappa in città nel giro pochi giorni. A fronte di questa non-c u r a n z a dell’ammi-nistrazione locale, l’uni-co risulta-to è che ad oggi Spo-leto rischia di perdere

l’ennesimo servizio pubblico dopo i tanti reparti dell’ospedale trasferiti in quello di Foligno e dopo l’ingloba-mento della Spoletina Trasporti nel-la perugina Apm. Fidandoci dell’am-ministrazione e di Trenitalia ad oggi a Spoleto si registrano meno treni, meno coincidenze, meno servizi e orari di percorrenza allungati.

pag 5 - febbraio 2010

La città del Festival sempre più isolataEurostar e biglietteria tagliati da Trenitalia e l’esecutivo sta a guardare

n° 5

Una città a vocazione turistica, non può permettersi il lusso di trascurare

i collegamenti ferroviari

il Sindaco Benedetti

non ha ritenuto opportuno incontrare

il Ministro delle Infrastrutture,

in occasione della sua recente visita

a Spoleto.

quartiere, con grandi responsabilità politiche delle due Giunte sussegui-tesi: Voto 3La rotatoria del Viale Trento e Trie-ste: sono passati pochi mesi dalla sua inaugurazione è già visibilmente danneggiata dal passaggio delle auto, e aggiungia-mo che nelle ore di punta non riesce a smaltire il traffico, c a u s a n d o lunghe code in Via Flami-nia Vecchia: Voto 4.L’ancora incompiuta rotatoria di Santo Chiodo: realizzata per elimi-nare un incrocio a raso, salvo poi realizzare un nuovo incrocio a raso a poche decine di metri, ancora non aperto: Voto 5.La rotatoria di Passo Parenzi: la-sciata in fase sperimentale per mesi, ora terminata ma ci vuole un corso avanzato per capire chi ha di-ritto alla precedenza: Voto 4.

Ma il massimo dell’espressione del “futurismo Bruniniano” lo abbiamo avuto nella rotatoria e nella viabi-lità di Via dei Filosofi: qui i tecnici del Comune hanno veramente dato il massimo. Si è persino modificato l’alveo del torrente Tessino, si sono spesi centinaia di migliaia di euro per allargare la carreggiata, sono stati eliminati decine di parcheggi, per ottenere infine un vero obbro-brio e un labirinto, a tutt’oggi incom-prensibile nonostante anni di lavori non ancora terminati: Voto 0.Ex Sindaco Brunini, bocciato; ex primo Assessore alle grandi ope-re Cintioli, bocciato; ex secondo As-sessore alle grandi ope-re Loretoni, b o c c i a t o ; ex Vice Sin-daco, oggi Sindaco Daniele Benedetti, boccia-to; tecnici bocciati. Non ancora valu-tabili, perché non pervenuti l’Asses-sore Proietti e Campana.

Rotatorie a Spoleto, più che una città

un labirintoLe pagelle del capogruppo Pdl

Carlo Petrini

Viabilità di via dei Filosofi,

massima espressione

del “futurismo Bruniniano”

di David Militoni

Il percorso di riorganizzazione del trasporto pubblico locale avvia-to in pompa magna dalla Regione dell’Umbria nel maggio 2006, nel tentativo di assicurare l’otti-mizzazione dei servizi e la salvaguardia dei livelli oc-cupazionali tramite una pri-ma riduzione a due aziende provinciali che poi sareb-bero confluite nel sogget-to unico regionale, è, come sappiamo, naufragata per la mancata approvazione da parte del Consiglio comuna-le di Perugia e del Consiglio Provinciale.Dopo un semestre di incer-tezze ed imbarazzi veniamo a sapere che la Regione ha deciso che il progetto del Tpl non è fallito e merita di anda-re avanti magari ricorrendo ai tempi supplementari per fare in modo che con un ulteriore e abbondante periodo di tempo a disposizione il miracolo si compia entro il giugno 2011.Sempre che non intervengano even-tuali , ulteriori, intoppi. Parlare di assurdità è fare un complimento a chi ha immaginato una soluzione del genere per il trasporto locale um-bro.Calandoci però nel contesto cittadino, non possiamo non guardare alla Spoletina Traspor-ti che del costituendo percorso sarà per forza di cose uno dei princi-pali attori.La contestazione al mo-dus operandi riguardo appunto alla Ssit Spa nella fase di dibattito in consiglio co-munale nella passata legislatura è stata da noi motivata con una lunga e ripetuta serie di carenze organiz-zative e gestionali non riscontrate dalla maggioranza, sebbene le per-dite di bilancio parlassero in modo inequivocabile. La riconferma del

vecchio CdA ne è stata la più lam-pante manifestazione.Ora ci troviamo di fronte ad una se-rie di interrogativi riguardo al futuro della Spoletina Trasporti che nella holding avrebbe dovuto trovare la so-

luzione ai propri mali. Non possono bastare le scuse accampate dai vertici dell’azienda durante l’audizione di fine dicembre presso la I Commissione della Pro-vincia di Perugia. Ancora una volta, in quella sede, Tulipani e soci hanno

presentato come giustifi-cazione la famosa legge 204 che taglia il contributo straordinario di 900.000 euro dimenticando di evi-denziare che il passivo del bilancio 2008 ammontava esattamente al doppio.Ma la famosa legge 204/1995 cessò i propri benefici proprio nel 2005 e in quell’anno Tulipani

venne in Consiglio comunale a spie-gare che proprio in previsione di tale decurtazione si dava vita alla SSIT Gestioni che avrebbe investito sulle aree di sosta e sulla loro gestione. Secondo Tulipani la Spoletina era all’avanguardia in questo settore a livello addirittura nazionale e con

tali lungimiranti investimenti si sa-rebbero potuti coprire i mancati in-troiti nei periodi di vacche magre, anche se solo il 50-60% di quel piano fosse andato a regime. Naturalmen-te sono in possesso degli estratti del

verbale di consiglio comunale in questione.Le cose, purtroppo non sono andate cosi. I proventi delle aree di sosta non sono stati quelli ipotizzati, ci sono stati investimenti sbagliati come il parcheggio di Trevi, non si sono fatti percorsi per acca-parrarsi bacini di utenza più redditizi come ad esempio il vicino Lazio, non si è stati in grado di farsi riconoscere, per i costi chilometrici soste-nuti, una quota di indennizzo superiore alle altre aree vista la particolare conformazio-ne montuosa del bacino di utenza servito. Potrei conti-nuare ma è evidente e sotto gli occhi di tutti che l’attuale compagine societaria non ha

fatto nulla per invertire la rotta e trovare nuove strade per il rilancio dell’azienda.E’ chiaro sicuramente che il percorso della holding r e g i o n a l e dei trasporti dell’Umbria che si sta d i p a n a n d o a fatica con varie ferma-te volte ad assorbire i pesanti passivi delle varie aziende si sta inevitabil-mente dirigendo all’interno di una voragine senza fine della quale non si ha il coraggio di definire l’ammon-tare. Per questo, anziché ammettere il fallimento del percorso, si allun-gano i tempi nascondendone la re-ale portata soprattutto in vista delle imminenti elezioni regionali.

Diventa sempre più profonda la voragine nel bilancio della spoletina trasporti

Holding: tempi supplementari per nascondere il fallimento

Nonostante le perdite

nel bilancio della spoletina,

è stato confermato lo stesso consiglio d’amministrazione

Ssit: investimenti sbagliati

su parcheggi e aree di sosta

Insufficienza piena per le rotatorie,

bocciate le amministrazioni Brunini e Benedetti

da pag 1

di Carlo Petrini

Page 6: Ideaumbra N°2

pag 6 - febbraio 2009n° 5

Minimetrò, “montagne rosse”... di Franco Zaffini

Una rete di trasporti, urbani ed ex-traurbani, da progettare e riadattare alle esigenze dei cittadini, anziché a scelte ideologiche. Questo è ciò di cui ha bisogno l’Umbria.Nel cuore verde d’Italia, a Perugia in particolare, l’aria è resa irrespirabi-le dal traffico veicolare. Irrespirabi-le a tal punto che le polveri sottili, nel capoluogo, ogni giorno, supera-no quelle presenti a Terni, polo in-dustriale della regione. Insomma è a Perugia che si dovrà circolare per quattro domeniche e lunedì consecutivi a tar-ghe alterne per consen-tire lo sperato, quanto improbabile, risanamento dell’aria. Del resto, nella città che detiene il record (insieme alla capitale) del più alto tasso di motorizzazione d’Italia, 67 vetture ogni 100 abitan-ti, il dato era più che prevedibile. E’ evidente che risposte emergenziali non possono costituire la soluzione di un problema cronicizzato. Da anni l’amministrazione comunale sta at-tuando una politica di dirottamento della circolazione verso le periferie, svuotando il centro, blindandolo ai mezzi privati, con tutte le problema-tiche che ciò comporta in termini di economia e vivibilità, senza offrire un’alternativa di trasporto pubblico efficiente e rispondente alle reali necessità della città. Ora che la situazione limite, per congestione di traffico ed insalu-brità dell’aria, è rappresentata da Fontivegge, pensiamo di chiudere l’accesso fino alla stazione? Sem-bra un’idea folle, ma non mi stupirei se qualcuno degli addetti ai lavori

avanzasse una proposta in tal senso. Finora ha funzionato così. Non è con le chiusure che si risolve il proble-ma: la gente non cambia le proprie abitudini per regolamento comuna-le, ma perché lo reputa opportuno e conveniente. Rassegnatevi amici amministratori del capoluogo, il minimetrò entrerà nelle abitudini trasportistiche dei cittadini solo se a questi converrà e piacerà e non perché continuate a braccarli non appena mettono “ruota” in centro.

Il settore dei trasporti pubblici è materia delica-ta di cui si deve occupare chi ha la competenza per farlo, cosa che non è avvenuta sinora, con i ri-sultati descritti sopra.

Nel capoluogo è attivo da due anni il Minimetrò che non ha sortito al-cun effetto positivo sulla mobilità

della città, anzi ha creato problemi più che opportunità. Problemi rela-tivi ai costi che aumentano di giorno in giorno incidendo pesantemente sul bilancio del Comune, ma anche su quello della Regione. Un’opera dannosa, non in sé, ma per il cri-terio con cui è stato concepito, con un tracciato che copre una porzione minima di territorio, peraltro quella meno popolosa. Altre sorti avrebbe avuto la monorotaia, forse, se il per-corso si fosse esteso da Collestra-da al Centro storico, intercettando l’utenza che abita nelle frazioni dei ‘ponti’. Un pezzo di trenino messo lì, in mezzo alla città ha poco senso. Ed ha un senso ancora minore se non viene inserito in un piano di mo-bilità integrata che coinvolga tutti i sistemi viari dell’Umbria, ferrovie, trasporti su gomma e minimetrò. Un piano che non sia l’ ‘orrore’ del

Pum, proposto dall’ex assessore Chianella: un’autentica opera di co-ercizione verso il mi-nimetrò, più che un disegno intergrato di servizi trasportistici.Sono sicuro che se alla cittadinanza ve-nisse offerta l’oppor-tunità di ricorrere agevolmente al ser-vizio pubblico, la-scerebbe volentieri a casa l’auto. Oggi, ad esempio, è impensa-bile che un residente di Ponte San Giovani attraversi in macchina tutta la città per andare a parcheggiare a pian di Massiano e poi salire in cen-tro con il minimetrò, soprattutto se si tratta di persone che devono farlo tutti i giorni per lavoro, è una sem-plice questione di qualità della vita,

oltre che di costi. I nostri ammini-stratori di sinistra, sia comunali che

regionali, persistono con queste politiche ideologi-che: non importa a quale prezzo e a quali condizioni, l’importante è che a Peru-gia non circolino più auto-veicoli, salvo poi spostare, di volta in volta il ‘baricentro’ attorno a cui gravitano le attività cittadine. Da quando il centro è chiuso, le auto non sono diminuite, anzi aumentano annualmente,

si sono solo spostate.E’ il risultato di una rete traspor-tistica fallimentare e per giunta fortemente impattante, sia sotto il profilo ambientale, che dal punto di vista economico. Le aziende ‘su gomma’ sono in una crisi finanzia-ria senza fine, il minimetrò divora letteralmente risorse comunali e regionali, risorse che appartengono a tutti i cittadini di questa regione. E la ciliegina sulla torta è notizia di questi giorni, l’aumento delle tariffe negli autosilo e nelle aree di sosta. Un aumento che ha voluto e autoriz-zato il Comune, ‘barattando’ con la Sipa la realizzazione del parcheggio a Pian di Massiano in cambio di una delibera che accresce del 35% il costo della sosta in città. A Palazzo dei Priori non si accontentano più di divorare le risorse della contri-buzione fiscale, sono passati diret-tamente al portafoglio dei cittadini che, a questo punto, dovrebbero essersi accorti di quanto ha inciso e incide negativamente il malgoverno di questa sinistra sul nostro territo-rio e sulle nostre vite.

Costi e inquinamento, il risultato di scelte ideologicheda pag 1

Un sistema fortemente impattante per la salubrità dell’aria ed il portafoglio dei cittadini

Un sistema da plasmare

sulle reali esigenze dei cittadini

l Comune ha deliberato

l’aumento dei costi per la sosta

in cambio di un parcheggio

vuoto a Pian di Massiano

E45: la trasformazione in autostrada al Cipe entro marzoUn project financing per la Fano - Grosseto

Durante la sua visita in Umbria, il Ministro delle Infra-strutture Altero Matteoli ha illustrato lo stato dell’arte delle infrastrutture e trasporti in Umbria. Di seguito un estratto dal suo intervento.

“La Fano - Grosseto che attraversa l’Umbria è ancora al 18% dell’utilizzo dei fondi previsti. Posso dire che sono in corso verifiche sul tracciato e che in questo caso c’è un problema legato alla coper-tura finanziaria che potrebbe essere superato con il ri-corso ad un project financing fondato su un partenariato pubblico-privato. Il nostro impegno su questa opera è massimo perché ci rendiamo conto che la Fano Grosseto rappresenta la prima infrastruttura di livello che collega l’Adriatico con il Tirreno. Per fortuna tempi più stret-ti per la E45 la cui trasformazione in autostrada sarà esaminata dal CIPE entro marzo. Il nodo di Perugia, per un costo complessivo di 900 milioni di € reperiti dalla

Legge Obiettivo procede a cominciare dal primo tratto Madonna del Piano – Corciano. Per la prima parte del-la Tre Valli il finanziamento è stato trovato. Attenzione particolare riserveremo ai collegamenti ferroviari Orte – Falconara a cominciare dalle tratte Terni – Spoleto e Foligno – Fabriano. Occorre capire che le difficoltà sono notevoli soprattutto nel reperimento delle risorse, ma noi non ci fermiamo e siamo disponibili a continuare il lavoro anche nel perio-do elettorale. Temi come le infrastrutture e le risorse energetiche sono troppo importanti per tutti e per questo sono sicuro che si possa trovare un accordo tra gli schieramenti. Per opere tanto importanti, sono convinto che sia un buon metodo di lavoro quello di procedere, di andare avanti per lotti funzionali realizzati con i soldi che abbia-mo a disposizione, in attesa che si riescano a reperire le risorse necessarie alla realizzazione dell’opera intera.

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...o Brucomela?Tutte le inchieste aperte sulla monorotaia di Perugia.

Minimetrò al banco degli imputatidi Giorgio Corrado

Dall’iniziale gara per individuare il socio privato, da inserire nella società mista, sino alla rivolta po-polare contro il rumore, su tutti i fronti sono state aperte inchieste sul Minimetrò di Perugia, un’opera che resta inutile, costosa, dannosa. Troppo pochi i passeggeri, meno del 50% di quelli necessari per rag-giungere la soglia minima per il so-stegno finanziario pubblico, mentre i costi di gestione lievitano anno dopo anno. Nonostante la soluzio-ne, ai limiti della coercizione, del Pum, il la monorotaia continua ad essere poco utilizzata dai perugini. Accanto a questa inutilità di fatto e al bilancio in rosso, si pongono tut-ta una serie di inchieste che hanno portato “l’affaire” minimetrò, sotto

molteplici aspetti, negli uffici della magistratura contabile e penale.Una carrellata riassuntiva sulle in-chieste più importanti che hanno per oggetto l’impianto.

1) Il finanziamento è stato otte-nuto anche utilizzando la Legge sulle aree depresse. E Perugia depressa non è.2) Alla gara per l’individuazio-ne del socio privato, da inserire nella società mista, ha parte-cipato quale unico concorren-te, l’Apm che privata non è, in quanto interamente a capita-le pubblico. Si è volutamente ignorata la legge 533 del 1996, che prevede espressamente la possibilità di inserire in modo diretto le partecipate comunali del trasporto pubblico nelle so-

cietà miste.3) Il piano economico finanzia-rio, che doveva servire per va-lutare la fattibilità del progetto, non è stato mai inserito negli accordi di programma. Dallo stesso piano emergeva subito la diseconomicità del sistema e la difficoltà di raggiungere l’equilibrio economico con i soli ricavi di gestione, tanto che si prevedeva un contributo annuo di parte pubblica di tre milioni di vecchie lire.4) Molte delle aree per far passare la linea del Minimetrò sono state oggetto di un vero, quanto anacronistico baratto, con concessioni ‘gratuite’ dei singoli cittadini al Comune, ri-compensati però con nuova edi-ficabilità. In tal modo, la gran

parte delle spese che si sarebbero dovute sostenere per gli espropri non è andata a gravare sulla società Minime-trò, ma sui cittadini penalizzati da un impatto urbanistico ag-giuntivo. Con il piano regolatore si è concretizzato questo siste-ma5) L’amministrazione comuna-le si è dovuta fare carico delle molteplici garanzie, nonché delle eventuali inadempienze private, modificando “ad hoc” anche il regolamento di conta-bilità. 6) Nel corso degli anni, il costo del project financing è quasi triplicato stravolgendo nel con-tempo anche i rapporti finan-ziari tra parte pubblica e quella privata

7) Il diritto di superficie a favo-re della società Minimetrò, di circa 2000 mq per attività com-merciali e direzionali, è stato quantificato in 290 mila euro per una concessione trenten-nale con la possibile cessione a terzi8) Il Piano di zonizzazione acu-stica è stato realizzato senza tener conto del principio di precauzione ed il rumore pesa sui residenti più vicini all’infra-struttura in modo intollerabile.

Su tutti questi punti occorre fare chiarezza e individuare tutte le re-sponsabilità. Se non si può tornare indietro, si abbia una base da cui partire per una migliore strategia di valorizzazione del minimetrò.

COSTO DELL’INVESTIMENTO:

previsti 59 spesi 130 mln/euro COSTO GIORNALIERO

Costi variabili 25.000Costi fissi 10.000

Totale 35.000

FINANZIAMENTI PUBBLICI

da 35 a 69 mln/euroPERDITA ANNUA

da 3 a 6 mln/euroCOSTI PER IL COMUNE ALL’ANNO

11 mln/euro

MINIMETRO’ IN CIFRE

Il piano di zonizzazione acustica adattato al minimetrò, anziché a tutela dei cittadini. Rumore, Regione e Comune come il gatto e la volpe.

di Franco Zaffini

“Un giochetto degno del Gatto e la Volpe, quello messo in atto da Re-gione e Comune di Pe-rugia riguardo al piano di zonizzazione acustica della città ed, in parti-colare, quello che rical-ca il tracciato del mini-metrò. Dall’altra parte, nel ruolo di un impo-tente Pinocchio, i cittadini. Si tratta di un vero e proprio raggiro operato ai danni dei Perugini. Le reticenze delle Regione erano già eviden-ti quando ha consentito, di fatto, l’avvio in esercizio del minimetrò, ritardando il parere sulla norma-tiva per la zonizzazione della città. Una dilazione che non aveva ragion d’essere, se non quella di garantire l’assenza di un quadro normativo

di riferimento ad un’infrastruttura che, qualora il piano preadottato e poi artatamente sospeso, fosse stato in vigore, non poteva avviarsi.

Un’infrastruttura, giova ricordare, che ha lette-ralmente prosciugato le casse del comune e la cui attivazione, quindi, dannosa o no che fosse, doveva necessariamen-te avere luogo. Oggi

l’inquinamento acustico prodotto dal minimetrò è sotto gli occhi di tutti, ma soprattutto nelle orecchie di molti, mentre gli unici a non ren-dersene conto sono proprio Regio-ne e Comune, o così vorrebbero far pensare. Il ruolo giocato dall’am-ministrazione regionale rientra nell’ormai logoro sodalizio politico con Palazzo dei Priori a cui è stata volutamente lasciata carta bianca.

Il parere della Regione in cui, da un lato, si ammetteva la non titolari-tà di palazzo Donini a pronunciarsi sulle emissioni della monorotaia, mentre dall’altro si suggeriva di assimilare l’infrastruttura ad una ferrovia, ha, in sostanza, coperto le spalle all’amministrazione comunale. Questo improprio ‘gioco di squadra’ non solo ha consentito l’apertura del mini-metrò, ai limiti della legalità, visto che il piano di zonizza-zione risultava ancora nasco-sto, ma ha reso nullo il prin-cipio generale di precauzione per cui, in mancanza della normativa che regoli con esattezza una particolare fattispecie, la pub-blica amministrazione è tenuta ad agire secondo quanto tuteli mag-giormente la salute dei cittadini. A Perugia, il principio di cautela è

venuto meno e coloro che abitano nei pressi del binario rosso, non pochi, sono costretti a subire or-mai da due anni sia il rumore delle navette in transito, ma anche, in maniera molto più dannosa, il si-bilo costante del cavo in tensione.

Tutto ciò sotto lo sguardo indif-ferente, a volte compiaciuto, di chi ha il dovere di rappresentare anche coloro che stanno suben-do questo grave danno. Nessun

tentativo di protezione o intesa da parte delle istituzioni, solo un’im-posizione che si fonda su un’azione politica abusiva. Il piano di zonizzazione, che alla fine è venuto fuori, è l’infausto epi-

logo di una vicenda iniziata con un inganno e finita con una ‘truffa’ ai danni dei cittadini. Le modifiche apportate al piano, come l’innal-zamento dei limiti di decibel con-sentiti o l’assimilazione della mo-norotaia ad un’infrastruttura che produce emissioni saltuarie e limi-tate nel tempo, anziché persistenti e costanti senza soluzione di con-tinuità, consentono al minimetrò di rientrare nella cosiddetta ‘legalità’, ma non pongono rimedio ai disagi dei residenti. Come dire che la nor-ma si sia adeguata al caso, e non, come logico che fosse, il contrario. Ancora una volta, l’interesse pub-blico è stato gestito come interesse privato, con l’unico scopo di ‘fare cassa’, in un Comune ormai avvez-zo a far pagare ai propri cittadini gli errori di una amministrazione poli-tica incapace”

La struttura è stata avviata senza un

quadro normativo di riferimento

La regione ha volutamente

taciuto per mesi, per poi suggerire

di assimilare il mm ad una ferrovia

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Con il codice QR (quick response) il giornale vuole antici-pare uno dei suoi obiettivi principali: rappresentare una informazione moderna, puntuale e completa.I link che verranno proposti, di volta in volta, saranno re-lativi agli interventi che verranno raccolti sui principali argomenti affrontati, per consentire il costante aggiorna-mento critico/informativo, uno spazio diretto per un con-fronto aperto e costruttivo .Questa dimensione di attualità e disponibilità, è la carat-teristica della mia politica, sono i valori delle mie idee

che ho sempre cercato di consolidare nel rapporto con i miei sostenitori, ma soprat-tutto attraverso l’ascolto di chi non la pensa come me.

Per scaricare il software da utilizzare con il vostro telefonino sarà sufficiente collegarsi al sito:http://www.beetagg.com/downloadreader/e seguendo le istruzioni in esso contenute otterrete l’applicazione nel modo che pre-ferite (download, via sms etc.)

Un nuovo modo per entrare in rete

Ecco gli strumenti per comunicare con noi on lineIn rete

il nuovo sito di Franco Zaffini.www.francozaffini.it

Riscopriamo la centralità del voto popolareLa libertà di essere governati nel rispetto e nell’attuazione del programma elettorale

governo del Paese. Visto che in molti fanno finta di averlo dimenticato, va sottolineato che da essa traggono legittimazione il potere legislativo – ossia il Parlamento – e il potere ese-cutivo – ossia il Governo.Con tutto il rispetto che si deve ai cosiddetti organi di garanzia (Presi-dente della Repubblica, Corte Costi-tuzionale, Magistrature e via dicen-do) e al loro ruolo di bilanciamento tra poteri, si rileva oggettivamente che negli ultimi tempi si è registrata una prevalenza di tali organi, a volte una vera e propria soccombenza del Parlamento e dell’Esecutivo. La libertà di governare di chi ha le-gittimamente vinto le elezioni e di essere governati, quella che appar-tiene ai cittadini, rischiano di essere così compresse e compromesse. Se in tempi rapidi non ci sarà una chiara inversione di tendenza si potrebbe acuire una deriva poco rispondente ai principi di una vera e sana demo-crazia fondata sul voto popolare.La libertà di governare non è in sé, né potrebbe essere, illimitata do-vendo muoversi all’interno dei cano-ni del rispetto della legge, essendo peraltro vincolata al programma elettorale sul quale si sono espressi i cittadini. A sua volta la libertà di essere governati, la libertà dei cittadini di scegliere i loro rappresentanti ed un go-verno non può trovare altri limiti se non il rispetto e l’attuazione del program-ma stesso. L’elettore non concede mai deleghe infinite né in bian-co. Il punto allora è: si può ritenere legittimo ostacolare, al di là

di una fisiologica e democratica op-posizione nei luoghi deputati (il Par-lamento, la libera stampa, le altre sedi dove si dibatte e si esprimono i vari punti di vi-sta) l’esercizio dell’attività di governo?E fino a che punto taluni c o n d i z i o n a -menti impropri possono o de-vono incidere negativamente sull’attuazione del programma su cui i cittadini si sono espres-si con favore? Ed ancora, è da considerarsi populismo, nel senso deterio-re del termine, ritenere che la volontà popola-re di condividere liberamente un programma di governo per il Paese non possa mai essere violata

né essere posta in una sorta di competizione con altri interessi par-ticolari molto pervasivi e perseguiti da entità altre che non hanno, per loro natura, legitti-mazione popolare?Per un governo agire nel rispetto del programma e degli impegni assunti con gli elettori è un do-vere e al tempo stesso

un diritto irrinunciabile. Le diatribe

che si registrano nella vita politica ed istituzionale italiana negli ultimi tre lustri, in fondo, ruotano attorno al rapporto intercorrente tra la libertà

del governo di esercitare pie-namente il suo mandato e la libertà dei cittadini di essere governati. En-trambe sempre più inespresse e li-mitate. Questo rapporto si è incrinato perché si è indebolito l’esercizio rea-le – sancito dalla Costituzione – del-la sovranità popolare. E non si dica che tale debolezza non esisterebbe perché il secondo comma del primo articolo della Costituzione afferma che la sovranità è esercitata nelle forme e nei limiti della Costituzione. Tale esercizio è indebolito perché il Parlamento e il Governo soggiac-

ciono alle “aggressioni” di alcune istituzioni che hanno interpretato il loro ruolo con una visione ed una fi-nalità non di garanzia ma

politica, di fatto s o s t i -t u e n -dosi al p o t e re legisla-tivo ed e s e c u -tivo e q u i n d i limitando, stavolta sì, l’effettivo eser-cizio della sovra-nità popolare. Chi misconosce que-ste circostanze, in effetti, preferisce l’ipocrisia evidente ormai a gran parte dei cittadini: una cosa è il rispetto per le sentenze dei Tribunali o della Consulta, un’altra è

affermare che esse si muovono esclusiva-

mente all’interno delle funzioni di garanzia di tali Istituzioni. Dire, per fare un esempio, che una tale sen-tenza ha effetti politici e sostenere che essa è stata emessa comunque senza fini politici appare davvero, si ripete, un mero esercizio di avvilente ipocrisia che richiede un inderoga-bile intervento legislativo, se serve anche di natura costituzionale.Riformare la Costituzione, divenuta obsoleta nella sua seconda parte, è un bisogno avvertito da almeno trent’anni e i vari tentativi falliti ren-

dono ancor più stringente provveder-vi per garantire appunto la libertà di governare e di essere governati.

La riforma da realizza-re in Parlamento o con un processo preparato-rio esterno alle Came-re in una commissione, in una costituente, in una convenzione, do-vrà essere pensata con l’essenziale finalità di restituire al cittadi-no l’effettivo potere di decidere premiando

o punendo la maggioranza ed il go-verno che ha scelto. In una parola restituendo al cittadino il primato che delegherà di volta in volta alla politica. Un primato compromesso negli ultimi quindici anni. E per farlo occorrerà ridisegnare il ruolo e i po-teri delle varie istituzioni che insie-me formano lo Stato, riequilibrando specificatamente i rapporti tra poli-tica e giustizia, tra il Parlamento e la Magistratura. Aspetto quest’ultimo divenuto prioritario ed urgente. Spetta al governo ed alla maggio-ranza dare impulso a questa riforma ricercando il concorso dell’opposi-zione che dovrà dimostrare con i fatti di voler privilegiare l’interesse gene-rale a quello della politica politicante di tutti i giorni, rifuggendo da calcoli ancorati ad una visione di corto re-spiro. Maggioranza ed opposizione sono chiamate a pensare e ad agire rompendo atavici steccati ideologici che finora hanno impedito di dare alla nostra democrazia la forza per competere alla pari con quelle dei Paesi più evoluti.

Per un Governo agire nel rispetto

degli impegni assunti

con gli elettori è un dovere e allo

stesso tempo un diritto

Alcune istituzioni hanno interpretato un ruolo politico, non di garanzia,

limitando, di fatto, l’esercizio della

sovranità popolare

da pag 1di Altero Matteoli

Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

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di Emanuele Lancellotti

La problematica della cosiddetta. Variante Sud che da mesi – se non anni – sta infiammando il dibatti-

to politico cittadino è stata gestita dall’amministrazione comunale in maniera del tutto irrispettosa delle priorità e diritti dell’intera colletti-vità e comunità cittadina.Non è stata mai adottata alcuna for-ma di vera parteci-pazione, partecipa-zione che sarebbe stata e sarebbe tut-tora utile a rasse-renare il clima po-litico che si respira in città, clima reso irrespirabile dall’arroganza politica di questa giunta che con i propri atti di imperio sta pilotando la città ver-so prospettive e derive di cementi-ficazione e di inefficienza civica ed ambientale.

Non v’è chi non veda che la proble-matica del tracciato della variante sud riflette le ambizioni lottizzato-rie di ambienti cittadini che da de-cenni stanno deturpando il territo-

rio, mossi da un’unica ambizione, vale a dire, rendere sempre più estesa la città sotto la dimensione delle cubature costruite, e sempre più soffe-rente e scarna sotto il profilo della efficien-za e vivibilità, nonché di sviluppo.L’approccio della giunta comunale deve cambiare, si deve coin-volgere la cittadinanza, e la stessa non deve subire le scelte di po-

chi.La città deve sapere qual è il trac-ciato della variante sud, deve sape-re quali sono i criteri di scelta del detto tracciato, e chi l’ha scelto.Qualora l’impatto del detto trac-

ciato sulla città di Foligno sarà devastante come si prospetta, la responsabili-tà di ciò sarà da addebita-re alla Giunta del Sindaco Mismetti, eccessivamente prona alle spinte di pochi addetti ai lavori.E’ ora che il cittadino di Foligno riacquisti la di-

gnità da troppo tempo perduta, e lo stesso ritorni a sentirsi non suddito ma parte di una comunità, di un’in-sieme di persone che vogliono il bene della città e non la fortuna di pochi a scapito di troppi.

pag 9 - febbraio 2010

di Pierluigi Curi

Conosciuta come la “Ringhiera dell’Umbria” e famosa per i suoi pro-dotti tipici, oggi Monte-falco è finalmente pro-iettata verso il futuro.Annoverato tra i “Borghi più belli d’Italia”, il Co-mune vive una fase di profondo rinnovamento determinato dall’at-tenzione che la nuova Amministrazione sta dando alle esigenze dei cittadini con l’adozione di provvedimenti mirati alla crescita e allo sviluppo econo-mico del territorio.Obiettivo primario è quello di affron-tare le criticità emerse nel corso degli ultimi anni e di dare risposte concrete soprattutto quando si par-la di strade, reti fognarie, illumina-zione pubblica e quant’ altro entri nel quotidiano di ogni singolo citta-dino. La riqualificazione dell’intero sistema stradale comunale, ossia la manutenzione delle principali vie di collegamento e delle numerose strade bianche ancora presenti nel territorio, sta impegnando tutte le forze dell’Amministrazione nel re-perimento delle risorse necessarie dal momento che i soli investimenti previsti nel bilancio comunale, per quanto consistenti, non sono suffi-cienti ad affrontare il problema in modo risolutivo.Stessa cosa dicasi per le reti fogna-rie, alcune delle quali ormai obso-lete, e per la rete di illuminazione pubblica: il territorio infatti presenta ad oggi tratti in cui esse sono del tut-

to assenti e tratti che necessitano di immediati interventi.Tutto ciò è stato debitamente con-siderato ed inserito nel piano delle

opere pubbliche varato dalla nuova Amministra-zione. Stanno finalmente prendendo forma tutta una serie di provvedimenti che trasformeranno il volto di intere zone fino ad oggi dimenticate, esempi ecla-tanti come il rifacimento completo dell’area degli impianti sportivi, per la quale sono state reperite apposite risorse pari a 220

mila euro ed esiste già il progetto di massima, il riordino dei giardini pub-blici e di molte aree verdi presenti nel territorio comunale, interventi consistenti per l’ edilizia scolastica e

di pubblica utilità.Montefalco vuole rifarsi il look, vuole crescere insieme a tutti i suoi citta-dini per affrontare al meglio le sfide che si troverà davanti. In un contesto nazionale ed internazionale così de-licato questo, senza ombra di dubbio, rappresenta un messaggio positivo, un modo nuovo di affrontare le cose.La nuova Amministrazione ci cre-de, convinta delle proprie possibilità e sicura che, alla lunga, l’impegno ed il lavoro di tutti porterà i suoi frutti.

Montefalco vuole rifarsi il look

Strade comunali, illuminazione e rete fognaria nel piano delle opere pubbliche

Il tracciato, una scelta di pochi nascosta ai cittadini

di Mirko Menicacci

In seguito al terremoto del 1997 e con una mossa ardita e per certi versi “creativa”, il consiglio comu-nale di Trevi, con delibera n.51 del 1998, decide di costruire un par-cheggio sotterraneo e di dichiarar-lo, ancora prima della costruzione, “opera da collegare alla ricostru-zione post-sisma” e quindi soggetta alla normativa inerente.La dichiarazione di opera di rico-struzione post sisma per un par-cheggio ancora da costruire non era mirata alla richiesta di fondi pubbli-ci, ma alla possibilità di approfittare di una deregolamentazione degli appalti pubblici, che la normativa consente vista l’urgenza della rico-struzione. In pratica il comune sostenne che bisognava costruire un parcheggio sotterra-neo a due piani, perché in seguito al terremoto i problemi di parcheg-gio sarebbero diventati insostenibili e bisogna-va trovare nuovi posti-auto per i residenti.La vicenda ammini-strativa del parcheggio sotterraneo di Trevi presenta altri aspetti quantomeno “singolari”: la sdemanializzazione del sottosuo-lo della piazza, la trattativa privata per individuare la ditta costruttrice, una donazione di 1 miliardo di lire

della regione Trentino che fu elargita per un padiglione del cen-tro di riabilitazione ed usata, invece, per acquistare i posti auto invenduti. I consiglieri comunali del centro-destra, evidenziarono all’autorità ammini-strativa di controllo (Prefettura, CORECO, Corte dei Conti) i fatti sopra esposti.Oltretutto, si riscontrò un totale di-sinteressamento da parte dei trevani per l’acquisto dei posti auto, anche perché erano molto cari: 28milioni di lire per 10 mq; per questo, anche commercialmente, l’operazione fu un flop.L’azienda aggiudicataria dell’ap-palto (guarda caso la stessa che

ha costruito tutti i centri commerciali COOP), però, premeva per rientrare finanziariamente dall’in-vestimento: qui arriva il “soccorso rosso” della Soc.Spoletina Trasporti, partecipata al 50% dalla provincia di Perugia e dal comune di Spoleto.La Spoletina decide di

acquistare un intero piano del par-cheggio (120 posti), giustificando tale acquisto come un investimento sicuro che avrebbe portato notevo-li introiti; costo dell’operazione 1,9 miliardi di lire, finanziati con un

mutuo.I primi anni il parcheggio si rivela un fia-sco, visto che con i ricavi non ci si paga ne-anche l’ICI.Con gli anni la situazione migliora, ma

facendo il cosiddetto “conto della serva”, si constata che l’operazio-ne è un fallimento, nel senso più letterale del termine.Mediamente il parcheg-gio incassa sui 1000eu-ro al mese (pedaggi dei 120 posti sotterranei più quelli dei 60 in superficie e degli abbonamenti). Ma a fronte di questa entrata ci sono le seguenti usci-te: 7000euro/anno di con-dominio; 6900euro circa di ICI; la manutenzione straordinaria che la Spo-letina paga più di qualsia-si altro condomino perché ha la quota millesimale più alta. Già, con queste cifre è rimessa completa: è poi c’è da pa-gare la rata del mutuo; la TARSU e la TOSAP.E poi ci sono gli imprevisti che suc-cedono sempre e non aiutano a migliorare i conti: il parcheggio, ad

esempio, si allaga alla prima piog-gia; l’impianto di espulsione dell’ac-qua è rotto e deve essere sostituito: si parla di 2000euro a pompa. Devo-no essere spostati i quadri elettrici.Insomma rimessa completa con i soldi dei cittadini, solo per acqui-

stare un parcheggio che un’azienda “amica” non vendeva e rischiava di lasciarci le penne: questa è la veri-tà.

Ssit, “soccorso rosso” per l’azienda amicaIl parcheggio sotterraneo di Trevi un flop foraggiato dalla Spoletina

Variante sud e la logica della cementificazione

La città si estende per cubature costruite

e rimane sofferente sotto il profilo

dell’efficienza e della vivibilità

L’opera viene ricollegata alle ricostruzione

post sismica per affidare i lavori con trattativa privata.

Un miliardodi vecchie lire donato dalla

Regione Trentino viene usato

per comprare posti auto invenduti.

Si trasforma il volto di intere zone finora dimenticate

e si investe in impianti sportivi, giardini pubblici e edilizia scolastica

La riqualificazione dell’intero sistema stradale comunale

sta impegnando tutte le forze

dell’amministrazione nel reperimento delle

risorse necessarie.

n° 5

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La sfida delle regionali per un futuro che veda l’Umbria moderna e competitiva

pag 10 - febbraio 2010n° 5

di Claudio Ranchicchio

L’Umbria è chiamata nei prossimi anni ad una svolta radicale, per col-mare quel gap che si è venuto a cre-are in tanti anni di stagnante politica delle sinistre; le logiche clientelari poste in atto dalle Giunte Regiona-li succedutesi negli ultimi anni hanno ap-pesantito la macchina pubblica portandola al limite del collasso, frenando al contempo lo sviluppo economico e sociale della nostra regione. A tutto questo va aggiunto il deficit infrastrutturale che l’Umbria si tra-scina da anni; zone industriali im-praticabili e quasi inaccessibili, tra-sporti in stato di empasse e la E-45, un tempo vanto del nostro territorio, ormai ridotta a groviera. Al contrario, il governo Berlusco-ni sta puntando con decisione sul-le infrastrutture, avendo già il suo esecutivo stanziato oltre 16 miliardi di euro per le grandi opere; questo porterà certamente ad una moder-nizzazione del paese e ad una mag-giore sicurezza per i cittadini.Il Ministro Matteoli, privilegiando come sempre la Politica del Fare, ha già annunciato l’impiego di altri 125 miliardi per la realizzazione di cento grandi opere, alcune delle quali ri-guarderanno anche l’Umbria.Il Centrodestra non sta a guardare nemmeno a Todi: al governo del-la città da due anni e mezzo, dopo una lunga egemonia della sinistra, il

Sindaco Ruggiano ha messo in atto una politica basata sul pragmatismo e sulla volontà di fare.Dopo una prima fase nella quale si è provveduto alla riduzione del-le spese di gestione del Comune, mantenendo inalterati il livello e la qualità dei servizi, la Giunta, soste-

nuta in maniera incessan-te dal PDL, ha fortemente perseguito una linea di amministrazione rigorosa e trasparente, che ha per-messo al Comune di Todi di mantenersi dentro ai para-metri del Patto di Stabilità

sia nell’esercizio 2008 che nell’eser-cizio 2009.Nel contempo, sono state poste in cantiere una serie di opere di riqua-lificazione e di ammodernamento della città; i cittadini, stanchi del de-pauperamento di servizi perpetrato dalle passate amministrazioni, ce lo chiedono a gran voce al fine di dare un futuro certo e radioso alle future generazioni.Inoltre, il gran numero di turisti che nei week-end ed in estate invadono Todi e le sue campagne, pretendo-no che ci siano, servizi che funzionino al meglio ed un’accoglienza all’altezza di una città come la nostra, fattori indispensabili que-sti, per visitare al meglio le attrattive storico-artistiche e per trascorrere giorna-te in tranquillità immersi nel verde. In passato, troppe volte episodi sconcertanti e disavventure

capitate a turisti e visitatori hanno danneggiato l’immagine di Todi, con le amministrazioni di centro-sinistra , che, tra imbarazzo e menefreghi-smo, sono rimaste a guardare, fa-cendo perdere posizioni importanti al territorio ed al tessuto economico tuderte.Nella prima metà del man-dato di Antonino Ruggiano, importanti opere hanno vi-sto la luce, basti pensare alla storica rotonda di Porta Romana, attesa dai cittadini da oltre vent’anni, per pro-seguire poi con la pavimentazione completa di quattro frazioni.Proprio le frazioni ed i borghi, Todi ne conta ben 36, sono state abban-donate per anni al proprio destino; a noi è sembrato estremamente grave che non fosse stata mai pensata una vera “Politica Frazionale” , ed abbia-mo provveduto ad istituire la figura dell’assessore alle frazioni, che con rinnovato impegno si prodiga setti-manalmente a dialogare con i citta-

dini.Altri interventi saranno ultimati nel 2010, due arterie nevralgiche che portano al centro-città saranno bitumate e dotate di impianti di illuminazione, anche qui dopo circa 30 anni di attesa; lo splendido progetto PUC 2, che conferirà slancio al centro storico ed alle

mmediate zone circostanti, potrà iniziare la sua fase di attuazione, con

la realiz-z a z i o n e di nuovi parcheg-gi, mar-c i a p i e d i

ed aree verdi; ri-cordo a s o s t e g n o della qua-lità del pro-getto, che quello del Comune di Todi è stato l’unico finanziato ad un comune di centro-destra; ciliegina sulla torta sarà il parcheggio multipiano del Mercato Vecchio, che porterà direttamente in centro con un suggestivo percorso di scale mobili tra i vicoli. Infine è stata sbloccata la realizza-zione della nuova zona industriale, prevista dal PRG del 2005, ma ral-lentata dalla superficialità dei pas-sati amministratori, che, con impre-cisioni strutturali, avevano messo a rischio il completamento del pro-getto. Fare passi avanti verso la maggiore modernizzazione per colmare quel gap infrastrutturale che abbiamo

ere-ditato dal passato; è que- s t o l’impegno che ci aspetta nella città di Todi.Ma ancor più stimolante è la sfida che ci deve vedere protagonisti alle prossime regionali, con un progetto del Popolo della Libertà alternativo alle politiche deficitarie della sini-stra di potere, che, in questi anni, ha progressivamente privato l’Umbria di competitività e prospettive.

Dopo vent’anni di attesa, il centro

destra realizza la rotonda di Porta

Romana

Un assessorato appositamente creato per le 36 frazioni di Todi

Puc 2, un progetto di qualità per

conferire nuovo slancio al centro

storico anche grazie al nuovo parcheggio del

mercato coperto

Gli iscritti, a seguito dell’accogli-mento della loro richiesta, parte-cipano liberamente a tutte la atti-vità de Il Popolo della Libertà e si distinguono in “ASSOCIATI”, i quali esercitano il diritto di elettorato attivo e passivo e possono essere designati o nominati a cariche in-terne al Popolo della Libertà (art. 4 dello Statuto) e “ADERENTI” che esercitano solo il diritto di eletto-rato attivo (art. 2 dello Statuto).

Coloro che si iscrivono come ADE-RENTI, non possono usufruire della “Formula Famiglia” con la riduzione del 50% per i familiari. Tale modalità è prevista solo per

gli associati purché all’interno della fa-miglia non ci sia un eletto a qualsiasi li-vello.

Coloro i quali hanno effettuato l’iscrizio-ne a Il Popolo della Libertà come “ade-renti” possono in qualunque momento effettuare il passag-gio ad iscritto “as-sociato”, versando l’integrazione della quota associativa nelle stesse modali-tà di pagamento pre-viste per l’iscrizione.

Adesione on-line con pagamento diretto attraverso carta di credito. Direttamen-te dal sito de Il Popo-lo della Libertà, sarà possibile effettuare l’iscrizione e il paga-mento on-line utiliz-

zando la carta di credito. NOTE INFORMATIVE 2009/2010 PER I NUOVI SOCI 1. Compilare correttamente la domanda di iscrizione e sottoscri-verla, sia dall’iscritto titolare che dagli eventuali soci “Formula Fa-miglia”. 2. Alla domanda dovrà essere al-legata fotocopia di un documento di identità valido ai sensi di legge. (art.3 comma 2 del Regolamento adesioni). 3. Le domande di iscrizione dovranno pervenire al Settore Adesioni, presso la Sede operati-

va de Il Popolo della Libertà, Via dell’Umiltà n. 36, 00187-Roma. 4. Si ricorda che il pagamento con carta di credito (CARTASI, MASTERCARD, VISA, POSTEPAY, AMERICAN EXPRESS) potrà effet-tuarsi esclusivamente via Internet sul sito de Il Popolo della Libertà. La carta di credito utilizzata per il versamento della quota d’iscri-zione dovrà necessariamente es-sere intestata al richiedente la domanda. Non saranno pertanto accettati pagamenti con carte di credito intestate a persone diver-se dal nominativo riportato sulla domanda stessa. 5. E’ possibile effettuare il versa-mento della quota tramite il boni-fico bancario intestato a Il Popolo della Libertà presso la banca Monte dei Paschi di Siena – Via del Corso 297/A – 00186 Roma IBAN: IT 11 X 01030 03283 000001942101 - (SWIFT) BIC: PASCITM1A25

Indicare nella causale il no-minativo o (nel solo caso di iscri-zione con la “Formula Famiglia”) i nominativi e le date di nascita degli iscritti ai quali si riferisce il versamento. I pagamenti cumu-lativi al di fuori della “Formula Famiglia” non saranno accettati. Il bonifico bancario utilizzato per il versamento della quota d’iscri-zione dovrà necessariamente es-sere effettuato dal richiedente la domanda. Non saranno pertanto accettati pagamenti tramite boni-fico effettuati da persone diverse dal nominativo riportato sulla do-manda stessa. 6. E’ possibile effettuare il ver-samento della quota tramite c/c postale n. 10806040 intestato a Il

Popolo della Libertà – Via Uffici del Vicario n. 49 – 00186 Roma 7. E’ necessario procedere al versamento della quota d’iscrizio-ne prevista per ciascuna categoria di socio di appartenenza allegan-do al modulo la ricevuta del versa-mento di c.c. postale o l’assegno bancario non trasferibile intestato a Il Popolo della Libertà o la copia contabile dell’addebito del bonifi-co bancario. Oppure, per chi op-tasse per il pagamento con carta di credito tramite Internet, il mo-dulo che apparirà al termine della procedura di pagamento.

Le domande di iscrizio-ne che perverranno con indicazioni incomplete, errate o senza la docu-mentazione richiesta, non verranno prese in considerazione.

Il versamento della quota di iscrizione do-vrà essere effettuato singolarmente dagli iscritti, secondo le modalità riportate sul modulo di iscrizione e previste dall’art. 11 del Regolamento Ade-sioni.

I versamenti cumu-lativi e/o in contanti non saranno accet-tati. Tale limitazione, relativamente sol-tanto al pagamento cumulativo, non si applica alle ipotesi previste dall’ade-sione “Formula Fa-miglia”.(art. 7 del

Regolamento Adesioni). SCARICA IL MODULO Scarica il modulo in PDF Fronte Retro

Se non hai la Carta di credito puoi scaricare il modulo in formato PDF, compilarlo in ogni sua parte, compilare il bollettino ed inviarlo a:

IL POPOLO DELLA LIBERTÀSETTORE ADESIONIVIA DELL’UMILTA’ 3600187 ROMA

Campagna tesseramento Pdl 2009-2010

A Todi: infrastrutture per implementare il turismo, opere comunali per riqualificare la città

Page 11: Ideaumbra N°2

di Nicola Alemanno

Mobilità, stipendi, personale, rior-ganizzazione: ormai da molti mesi uno degli Enti locali più importanti della nostra Valnerina, la Comunità Montana, si svincola e si divinco-la attorno a questioni cruciali per i propri organici e, di riflesso, per le nostre terre.E’ di qualche giorno fa la notizia che la cosiddetta “bozza Calderoli” sul taglio delle poltrone e degli stipendi di molti Enti Locali è stata rinviata al 2011: ebbene, questa, leggendo i tempi e i segni politici, è una grande occasione, un’ottima offerta di tem-po per ripensare e riprogettare un Ente, preziosissimo in teoria, dege-nerato e quasi inutile nella pratica.Quasi inutile, perché è da molto, troppo tempo, che la CMV è diventa-ta un “parcheggio premio” dove, gli sprechi non si evitano, gli Organi di vertice si nominano mediante com-promessi sempre più al ribasso e si continua, imperterriti, ad approva-re – secondo uno sterile metodo di “silenzio-assenso” - disposizioni,

decisioni e provvedimenti a colpi di convenienze individuali e di Partito. La logica? Tirare avanti. I numeri del bilancio sono fasulli, tanto fasulli da non consentire nem-meno il pagamento, nei termini, del-le tredicesime al personale. Il pro-getto politico presentato dal nuovo Presidente è assolutamente vuoto di contenuti ed idee programmatiche che possano anche solo lasciare in-travedere che, in fondo al tunnel, si possa avere speranza di trovare una soluzione praticabile. La navigazione è a vista. Spiace, spiace terribilmente dire, lo avevamo detto. Lo abbiamo annun-ciato e scritto. Non da ieri ma da anni. I segnali erano chiari. Solo chi non voleva o poteva sentire può non aver colto la gravità della situazione di un Ente, già di per se “traballan-te”, colpito mortalmente al cuore da una riforma endoregionale che, senza riformare alcunché, è stata varata solo per poter spendere poli-ticamente il merito di “aver fatto una riforma”. La strada praticabile, continuiamo a ripeterlo da anni, può essere solo quella della gestione integrata dei

Servizi mediante delega degli Enti della Valnerina, i quali attraverso un virtuoso processo, potrebbero nel corso del tempo, stabilizzare al ribasso i propri organici, ed innalza-re in modo esponenziale la qualità dei servizi offerti (si pensi solo al ri-sparmio ed alla riqualifi-cazione che si otterrebbe dall’accentrare i Servizi Segreteria, Ragioneria, Personale, Tributi, Ur-banistica, Sistema Infor-mativo Territoriale, tutti gestibili con un’unica Po-sizione Organizzativa, con sede nella CMV). E’ evidente che nei Comuni restereb-bero gli sportelli, in modo tale che i cittadini non risentano assoluta-mente della diversa organizzazione dei servizi. La soluzione c’è. Biso-gna avere il coraggio di percorrerla. Si preferisce invece, come sempre, presentarsi in Regione “con il cap-pello in mano”, chiedere soldi (la solita politica dell’assistenzialismo che ha danneggiato le nostre terre), svendere pezzi organici di territorio e, a danno dei cittadini, chiedere in cambio prebende personali.

Questa purtroppo è storia, vecchia e recente. Loro lo sapevano. Sono sta-ti abili. Più abili di noi; ci hanno fatto “terra bruciata” intorno ed ora indi-sturbati, sono tornati a lavorare, per se stessi, contro gli interessi della nostra comunità.

La sede della Comunità Montana Valnerina è la mia Città: ne sono fiero, ne sono sempre stato orgoglioso fin dall’eser-cizio della mia carica istituzionale di Sindaco. Ed è un dolore perso-nale – oltreché politico-

amministrativo – assistere all’opera di un’Amministrazione che sempli-cemente – nelle figure dei suoi De-legati comunali, finanche il Sindaco che della CMV è da qualche mese Assessore – si limita a partecipare fisicamente alle riunioni, senza mai proporre, rispondere, argomentare.

Il 2010 è iniziato sotto il segno del dialogo, nel mondo politico naziona-le, nel mondo civile e in quello delle gerarchie religiose del nostro Pae-se: se non fino ad ora, da ora questo è l’appello che mi permetto di fare a

nome della Città e dei suoi abitanti, (soprattutto a nome di chi nel Con-siglio li rappresenta, come il sotto-scritto) ad utilizzare positivamente tutti questi Enti locali così preziosi che la nostra Costituzione ci mette a disposizione.Dimostriamo, tutti insieme, in questo anno nel quale il protrarsi dell’ap-provazione della Riforma degli Enti Locali ci consente di lavorare con le modalità e i tempi canonici, che, an-che se siamo lontani dai Centri deci-sionali, i nostri territori e soprattutto noi, Gente della Valnerina, sappiamo valorizzare il nostro Paesaggio, far fruttare economicamente e profes-sionalmente le nostre Terre, avere cura delle nostre attività turistiche e imprenditoriali.Altrimenti, avrà ragione il Governo nazionale – di qualunque “colore” esso sia – a volerci “tagliare”: se le battaglie vengono combattute solo “a colpi di maggioranza” o, peggio, non vengono combattute affatto, gli unici a trarne svantaggio e sconforto saremo noi. Tutti noi.

Valnerina, ma quale comunità ?Riforma degli enti locali: un anno per riorganizzare seriamente

la comunità montana della Vanerina.

La CMV è diventata un parcheggio premio, dove i

vertici si nominano con compromessi

al ribasso

pag 11 - febbraio 2010

di Stefano Ansuini

Sellano, un piccolo Comune inseri-to nella splendida Valnerina, rischia sempre più l’isolamento.La causa di ciò è da ricercare, non solo nella totale assenza di proget-tualità da parte del Sindaco Claudio Guerrini coadiuvato da una maggio-ranza di Centro Sinistra, (o meglio Si-nistra Centro visto le scelte orientate sempre più a sinistra del nostro Sin-daco) ma anche, nell’emarginazione geografica causata dalla costruzione di gallerie e strade a percorrenza ve-loce, che, non interessando purtrop-po il nostro territorio, lo hanno allon-tanato sempre più dai grandi centri.Se a prima vista tutto ciò potrebbe es-sere visto come un‘opportunità turi-stica per coloro che amano la natura incontaminata e la purezza dell’aria,

d’altro canto però, è un isolamento che porta sempre meno persone a transitare sulle nostre strade, osta-colando così, ogni forma di sviluppo economico e facendo sopportare tanti sacrifici alle attività locali. Sen-za considerare poi il disagio di chi è costretto ogni giorno a spostarsi per motivi di lavoro senza poter accedere subito alle principali arterie veloci. Purtroppo il nostro territorio pur go-dendo di infinite bellezze naturalisti-che, golosità gastronomiche e Borghi di una valenza artistica notevole, non ha ancora quella notorietà che spin-ge un turista a venire appositamente a visitare Sellano. Più spesso capi-ta, invece, che transitando in loco si possa essere attratti da questo stu-pendo paesaggio, e quindi decidere di fare una sosta più o meno lunga. Ma questo, da qualche anno succe-

de sempre meno, a causa appunto del minor traffico dovuto all’aper-tura della galleria di Forca di Cerro che ha eliminato il transito per la SS Sellanese da parte di chi, provenen-do da Perugia o Foligno, si dirigeva in Valnerina o viceversa. Da circa un anno, sono iniziati poi i lavori sul-la SS/77 Val di Chien-ti, lavori che una volta ultimati costituiranno un’ulteriore margina-lizzazione per il nostro territorio. Infatti dal progetto che mi-gliorerà i collegamenti Marche-Um-bria, non è previsto nessuno svincolo nella Località di Casenove dove inve-ce, attualmente si intersecano la SS Sellanese e la Val di Chienti. Lo svin-colo è previsto invece nella Località di Scopoli, ma solo da e per Foligno,

che non costituisce alcun vantaggio per Sellano e per alcune importan-ti Frazioni della montagna Folignate (Verchiano, Rasiglia). Di fatto la Sel-lanese sarà declassata al solo traf-fico locale, tutto il traffico verso la

Valnerina sarà canalizzato in direzione Foligno per prendere poi la Flaminia e quindi la galleria di Eggi vi-cino a Spoleto. Mi domando se questo, non è stato forse voluto appositamente da qualche politico Folignate

intento a portare più traffico possi-bile nel suo comprensorio a scapito della sopravivenza dei centri montani più piccoli. Anche se questi progetti chiamati appunto “Obiettivo” sono di interesse strategico e le Autonomie locali per ovvi motivi sono tagliate fuori da eventuali richieste o pretese,

non credo che fare una variante che preveda uno svincolo a Casenove sia così stravolgente o impossibile. Cer-to occorrerebbe che tutti i soggetti interessati, in particolare i Sindaci del territorio chiedessero a gran voce agli organi competenti (Ministero delle Infrastrutture, Regione ecc.) la possibilità di rivedere il progetto. Ma non mi sembra che il nostro Sindaco al di la di qualche retorico proclama propagandistico abbia la forza politi-ca e/o la volontà per ottenere ciò.Vorrei fare appello a tutte le forze politiche Umbre ed in particolare al Ministro delle Infrastrutture, per cer-care una soluzione condivisa al fine di evitare l’isolamento e la margina-lizzazione di una delle zone montane più interessanti dell’Umbria.

Basta poco per collegare un borgoSulla SS77 – Val di Chienti manca lo svincolo in località Casenuove

Infinite bellezze penalizzate dalla

mancanza di arterie di collegamento

“Vi scrivo per comunicarvi il mio nuovo indirizzo per l’invio di Idea Umbra. Grazie. Ah, dimenticavo, io la firma ce la metto. Ex tossicodi-pendente, mai fatto uso dei Ser.t”

Questo è il contenuto di una mail che ci ha mandato Marco. Un uomo coraggioso che ha voluto dichiara-re la sua vicinanza ad una lotta che portiamo avanti da sempre. L’ab-biamo richiamato per ringraziarlo di queste poche, ma convinte righe chiedendogli se voleva offrire una testimonianza della sua esperien-za. Questo il suo racconto.

“Sono nato il 3 settembre del 1963. Dopo 6 anni di eroina e quant’altro potevo trovare, mercoledì 25 febbra-io 1987 sono entrato in comunità e da quel giorno non mi sono più fat-to. Il programma l’ho terminato il 26 giugno del 1990. Chi sostiene che il metadone non è una soluzione ha ragione, il metadone serve solo a non sporcarsi più le mani e ad in-gannare se stessi ed il prossimo.Dico questo perché penso che po-trebbero esserci genitori o fidanzati ai quali potrebbe far piacere che la

persona a cui vogliono bene vada al Sert a “curarsi”, ma non posso-no illudersi che guarirà: c’è chi usa il metadone da 10 anni! Dall’ eroina o si esce o non si esce, non ci può essere una via di mezzo.Non ho mai preso il metadone non so nemmeno che effetto faccia, l’ho sempre considerata una droga auto-rizzata dallo Stato, per tenere sotto controllo le situazioni che crea la tossicodipendenza. Anche qui a Pe-rugia il Sert è fonte di spaccio, ma sono cose vecchie e “normali” è sempre stato così e peggio sarà!C’è chi parla di ricadute dovute a eventi shock, come la scoperta di essere sieropositivi. Altra “cazza-ta”, scusate l’ espressione ma non ci credo.Da quando ho smesso di farmi mia sorella è morta (a 27 anni), mio non-no è morto, mio padre operato di tumore, mi sono separato (sposato dopo la tossicità), ho due figlie, ho sofferto da morire! Mio padre ope-rato al cuore, lavoro precario! Da commerciante con i soldi a operaio senza pretese. Ma non mi sono mai rifatto o tirato.Mi potrebbero obiettare “ma tu non

hai l’Aids”. Cazzate, il mio amico G. (il nome è stato omesso per privacy, ndr) ormai sieropositivo da più di 20 anni, sta bene, non si fa, si è spo-sato, lavora in proprio, volevano dei figli ha fatto il lavaggio del seme ed hanno 2 gemelli, la moglie l’ ha co-nosciuta dopo la comunità e lei l’ha accettato così, come è stato per me con la mia ex moglie e la mia attuale compagna.Ci sarebbero tante cose ancora da dire e che ho omesso in questo ri-assunto della mia vita, ma quello che voglio farvi capire è che non è questo il sistema per affrontare il problema, non lo è il “GHETTO” che si crea intorno ai Ser.t e che, per come la vedo io, è solo un’istigazio-ne a continuare a fare uso di droghe. Ma nessuno di voi ha mai vissuto o visto situazioni del genere? E vo-gliamo parlare di quei cretini che si vendono il metadone per comprarsi la coca?La cocaina non mi è mai piaciuta, sono una persona ansiosa e me la facevo insieme all’eroina per questo motivo.Ho avuto modo di leggere la storia di Giancesare Flesca (“Polvere”),

giornalista credo di sinistra che usava la droga dei ricchi (all’ epoca la coca in Italia costava 300mila lire il grammo, l’ eroina 150). L’ ho letto dopo la comunità e lì ho compreso la differenza fondamentale tra le due droghe, se non altro quanto sia più difficile disintossicarsi psicologica-mente dalla coca. L’ eroinomane che si disintossica riacquista vigore fisi-co e mentale quasi da subito, perché l’eroina ti spossa, ti fa dormire, ti ri-lassa, ecc.. la coca ti rende iperatti-vo: sport, notti folli, cose che quando non ne fai più uso non ce la fai più a farle! E’ lì che se vuoi pomparti i muscoli devi faticare veramente!Potrei parlarvi anche dell’ alcool e delle droghe leggere, ma ora basta, vi ho rotto abbastanza.A me in comunità mi hanno insegna-to che non bisogna mai abbassare la guardia, che non bisogna mai dirsi che “l’eroina me la sono scordata”. Sono 22 anni che ho smesso, ho 45 anni e ci sono persone più vecchie di me che si fanno ancora. Ho tenuto un bambino mentre la madre si fa-ceva vicino a me, ho visto amici sui-cidi e famiglie distrutte dalla morte, dall’ eroina.

Non sono uno di quelli che dicono “io farei questa o quell’altra cosa”, non me lo posso permettere, ogni situazione è diversa. In comunità con me c’erano ricchi e poveri, chi con i genitori, chi orfano, studente, lavoratore, imprenditore, minoren-ne; c’erano madri e padri, sani e malati, alcuni sono tornati a farsi, alcuni sono morti.Spero di essere riuscito a farmi ca-pire, scusate il mio sfogo ma questo è un argomento delicato: si parla di futuro.Dopo la comunità ho fatto kick-bo-xing, ho corso anche in moto: Sar-degna, Sicilia, Corsica, Stoccolma e Ankara in moto…Mi sono divertito e mi diverto tutt’ ora nei limiti delle possibilità e nel rispetto degli altri.Non sono stato e non sono un eroe, voglio solo vivere.Vi saluto e vi ringrazio per il vostro lavoro. P.s.: non ho mai nascosto la mia si-tuazione a nessuno dopo che sono uscito dalla comunità, e da 2-3 anni sanno tutto anche le mie figlie di 14 e 10 anni.Marco

Sono entrato in comunità e da quel giorno non mi sono più fatto

La testimonianza di Marco, dopo la dipendenza una nuova vita

n° 5

Page 12: Ideaumbra N°2

pag 12 - febbraio 2010n° 5

Ai sensi del D.Lgs. 30 giugno 2003, n°196 le informazioni fornite saranno utilizzate per la presente petizione. Raccogli le firme di parenti e amici e invia il modulo, insieme ai tuoi recapiti, a Gruppo Regionale An – Pdl, P.zza Italia 1 – 06121 Perugia oppure chiama allo 075.5763351 oppure invia una e-mail a [email protected]

NO agli aumenti SIPA

No agli aumenti delle tariffe dei parcheggi Sipa e costi orari delle strisce blu. FIRMA e FAI FIRMARE

PETIZIONE POPOLARE

Cognome e Nome Indirizzo Luogo e data di nascita FirmaN°

1

2

3

4

I sottoscritti cittadini con la seguente raccolta di firmeNO ai SERT

PREMESSO Che la droga è un problema gravissimo che attanaglia la nostra RegioneChe l’Umbria detiene il record nazionale dei morti per overdoseChe lo spaccio e le percentuali di uso di cocaina ed eroina sono in costante aumentoChe le politiche regionali di “riduzione del danno” sono risultate totalmente fallimentari,Che i Ser.T si limitano a somministrare metadone, di fatto una droga legalizzata, senza alcun recupero e reinserimento del tossicodipendente,Che le Comunità hanno invece come obiettivo principale quello di recuperare alla vita ed alla società il tossicodipendente senza la somministrazione di alcuna sostanza

Cognome e Nome Indirizzo Luogo e data di nascita FirmaN°

1

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Ai sensi del D.Lgs. 30 giugno 2003, n°196 le informazioni fornite saranno utilizzate per la presente petizione. Raccogli le firme di parenti e amici e invia il modulo, insieme ai tuoi recapiti, a Gruppo Regionale An – Pdl, P.zza Italia 1 – 06121 Perugia oppure chiama allo 075.5763351 oppure invia una e-mail a [email protected]

CHIEDONOChe i Ser.T vengano chiusi e che si metta fine alle politiche di “riduzione del danno”.Che siano previsti contributi adeguati per le Comunità di recupero e la possibilità, per le Comunità stesse, di diagnosticare lo stato di tossicodipendenza.Che gli Amministratori, ad iniziare da quelli locali, si sottopongano annualmente al test anti – droga.Che il Consiglio regionale istituisca una Commissione Speciale per l’analisi e la pre-disposizione di atti, legislativi e regolamentari finalizzati a contrastare il fenomeno delle tossicodipendenze e del traffico di stupefacenti in Umbria.

PETIZIONE POPOLARE

…miei recapitiCognome e Nome Indirizzo Comune Telefono

…recapiti dei miei amiciCognome e Nome Indirizzo Comune Telefono

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