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I Quaderni di in-formazione sull'imprenditoria femminile in Sicilia Approfondimenti e riflessioni per il rafforzamento delle imprese femminili nel territorio siciliano “Focus sull’imprenditoria straniera” A cura del Gruppo di lavoro del Dipartimento per le Pari Opportunità a supporto della Regione Siciliana Adriana Ferrara Barbara Mura Silvia Raudino Maria Grazia Virga Dicembre 2011 UNIONE EUROPEA Fondo Europeo di Sviluppo Regionale Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Pari Opportunità Il lavoro e le donne Focus sulle imprese straniere L’imprenditoria femminile nei fondi strutturali Comunicare al femminile ……?

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I Quaderni di in-formazione sull'imprenditoria femminile in Sicilia

Approfondimenti e riflessioni per il rafforzamento delle imprese femminili nel territorio

siciliano

“Focus sull’imprenditoria straniera”

A cura del Gruppo di lavoro del Dipartimento per le Pari Opportunità a supporto della

Regione Siciliana

Adriana Ferrara – Barbara Mura – Silvia Raudino – Maria Grazia Virga

Dicembre 2011

UNIONE EUROPEA

Fondo Europeo di Sviluppo

Regionale

Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Pari Opportunità

Il lavoro e le donne

Focus sulle imprese

straniere

L’imprenditoria

femminile nei fondi

strutturali

Comunicare al

femminile

……?

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Indice

1. Premessa: Perché dedicare un focus al tema dell’imprenditoria straniera ................................ 3 2. L’imprenditoria straniera in Italia in cifre ................................................................................. 4

2.1 La distribuzione sul territorio dell’imprenditoria straniera in Italia .................................... 4 2.2 I paesi di provenienza degli imprenditori ............................................................................ 5 2.3 I principali settori di attività economica. ............................................................................. 5 2.4 L’imprenditoria straniera nella ristorazione italiana ........................................................... 6 2.5 La componente femminile ................................................................................................... 6

3. L’imprenditorialità degli immigrati in Sicilia ........................................................................ 8 3.1 Il profilo dell’imprenditore immigrato e delle imprese straniere in Sicilia. ........................ 9

4. Azioni concrete per supportare l’imprenditoria straniera in Sicilia ....................................... 11

5. Laboratorio di idee: Progetti e prodotti .................................................................................. 13 5. Fonti e siti consultati ............................................................................................................... 18 Sitografia ..................................................................................................................................... 19

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1. Premessa: Perché dedicare un focus al tema

dell’imprenditoria straniera

Perché il sistema produttivo italiano sarebbe più povero senza il contributo delle imprese aperte

dai cittadini stranieri.

A conferma del ruolo propulsivo che la popolazione immigrata svolge per la società italiana

arrivano i dati elaborati dalla Camera di Commercio di Milano su dati del registro delle

imprese al terzo trimestre 2010: senza gli stranieri sarebbero in rosso otto regioni: Piemonte,

Liguria, Emilia Romagna, Basilicata, Puglia, Sicilia, Marche e Veneto. Nella stessa situazione

si troverebbero 26 province (Ravenna, Imperia, Treviso, Rovigo, Prato, Pesaro e Urbino, Chieti,

Caltanisetta, Bologna, Mantova, Verbano Cusio Ossola, Macerata, Forlì-Cesena, Arezzo,

Savona, Catania, Vicenza, Vercelli, Piacenza, Ancona, Ascoli Piceno, Cremona, Benevento,

Grosseto, Pistoia e Bari).

La riflessione 1 che scaturisce da questi dati è che “il fenomeno dell’ imprenditorialità

immigrata è oggi di fondamentale importanza sia per la società dei nativi, sia per la

comunità straniera. Si tratta di un esempio concreto di come la solidarietà, nella sua versione

dinamica e creativa, possa concretamente condurre allo sviluppo. Da un lato, per la società

ospitante, la crescita di imprenditorialità immigrata significa arricchimento in termini di idee,

modelli e iniziative (oltre alla frequente rinascita di attività altrimenti destinate a scomparire);

dall’altro, per l’immigrato riuscire a mettersi in proprio significa miglioramento della

condizione occupazionale e professionale, maggiore consapevolezza del proprio ruolo nella

società, maggiore visibilità e riconoscimento sociale”.

Inoltre, “il mercato è uno dei pochi settori in cui a differenza di altri, si possono affermare le

pari opportunità. Infatti, il mercato è meritocratico, premia le capacità imprenditoriali, il know-

how, indipendentemente dal sesso, dall'etnia, dalla religione”2.

Confortanti, in tal senso, i dati sulla presenza femminile immigrata nel mondo

dell’imprenditoria. Secondo una recente analisi sulle imprenditrici straniere in Italia contenuta

nell’Osservatorio sull’evoluzione dell’imprenditoria femminile nel terziario nel 20113, le

imprenditrici di origine straniera fanno da traino all’economia nazionale. Infatti, tra il

2009 e il 2010, a fronte di un calo di 773 imprenditrici italiane, le straniere aumentano di

4.533.

In questo contesto anche la Regione Siciliana può svolgere un ruolo fondamentale per favorire

lo sviluppo di questa nuova realtà offrendo agli imprenditori stranieri quei servizi per consentire

loro di cogliere al meglio le opportunità del mercato e crescere qualitativamente.

Le politiche regionali di promozione dell’imprenditorialità straniera dovrebbero, inoltre,

dedicare un’attenzione particolare al tema della conciliazione. Il Dossier statistico 2010

elaborato dalla Caritas/Migrantes, in riferimento alle donne lavoratrici straniere- sia autonome

sia dipendenti- afferma che “il quadro che si dipinge sotto i nostri occhi le vede doppiamente

svantaggiate: per l’appartenenza di genere ma anche per il fatto di essere straniere. Politiche di

conciliazione disattese e welfare che delega molto alle famiglie hanno fatto sì che il carico del

1Intervista di Gianluigi Da Rold rivolta al Professor Giovanni Marseguerra, docente di Economia politica alla

Cattolica di Milano. Intervista pubblicata su “www.ilsussidiario.net” in data venerdì 19 agosto 2011

2 Dichiarazione della presidente di Terziario Donna Confcommercio Patrizia Di Dio

3 Gruppo Terziario Donna Confcommercio – Censis. nell’Osservatorio sull’evoluzione dell’imprenditoria

femminile nel terziario nel 2011. Maggio 2011

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lavoro di cura ricada soprattutto sulle donne per le quali il tema della conciliazione è,

evidentemente, fortemente collegato con quello dello sviluppo dell’occupazione”. E ancora, il

Dossier prosegue con questa considerazione: “Mettere in atto politiche di attenzione per le

donne significa, spesso, favorire l’inserimento sociale di un intero nucleo familiare, unico

efficace antidoto ai fenomeni di devianza e di criminalità. L’immigrata, tuttavia, non è solo

una risorsa di mediazione per la società ospitante, ma anche per quella di origine. Nel paese di

inserimento diviene un’interlocutrice privilegiata e in quello d’origine si fa mediatrice di una

nuova politica e di una nuova cultura: le loro esperienze culturali, politiche, professionali,

sociali ed affettive, frutto del confronto, sono a disposizione della comunità, lavorano per

cambiarla dall’interno”.

2. L’imprenditoria straniera in Italia in cifre

I dati sull’imprenditoria straniera presentati nel rapporto di ricerca “L’imprenditoria straniera in

Italia nel 2010 in cifre”4 permettono di valutare la rilevanza dell’imprenditoria straniera

all’interno del sistema produttivo nazionale.

Considerando solamente i titolari di impresa -che, comunque, costituiscono un valido campione

dell’imprenditoria straniera dal momento che rappresentano oltre il 55,2% del totale delle

cariche imprenditoriali ricoperte dagli immigrati- a fine 2010 i titolari di impresa immigrati

presenti nel nostro paese risultavano pari a 229.436. Si tratta di un dato che incrementa di

20.454 unità quello registrato al termine dello stesso periodo dell’anno precedente e che si

inserisce in un trend di medio periodo molto vivace5.

2.1 La distribuzione sul territorio dell’imprenditoria straniera in Italia

L’imprenditoria straniera appare fortemente concentrata a livello territoriale e influenzata dal

dualismo economico che caratterizza la struttura produttiva italiana.

Circa l’87% delle imprese i cui titolari hanno cittadinanza estera risiede infatti nell’Italia

centro-settentrionale (84.179 imprenditori nel Nord-Ovest, pari al 36,7% del totale; 55.314 nel

Nord-Est pari al 24,1% e 60.617 nel Centro pari al 26,4%) e il 78,2% è concentrata in sole sei

regioni: Emilia Romagna e Veneto (ripartizione territoriale Nord Est), Lombardia e Piemonte

(Nord Ovest), Toscana e Lazio (Centro).

Tra il 2009 e il 2010 l’aumento del numero di imprese che fanno capo a immigrati

riguarda tutto il territorio nazionale, ma i tassi di variazione appaiono fortemente

disomogenei a livello regionale. Di fatto, gli aumenti più consistenti si riscontrano nelle

regioni in cui l’imprenditoria di immigrati è un fenomeno residuale e che, insieme, ospitano

appena il 16% del numero di imprese di immigrati. Tra queste i tassi di variazione più

significativi riguardano l’Umbria, dove il numero di titolari di impresa immigrati sono

aumentati del 70,4% in un anno (da 665 a 1133 unità), la Puglia (+26,3%), il Molise e la

Liguria (+22,1%) seguite più da lontano da Campania, Marche, Sicilia, Abruzzo e Sardegna.

4 Centro Studi CNA. L’imprenditoria straniera in Italia nel 2010 in cifre. Giugno 2011

http://www.cna.it/CNA-Centro-Studi/Studi-e-Ricerche/L-imprenditoria-straniera-in-Italia-nel-2010-in-cifre 5 Dati interessanti si trovano anche nella ricerca “Imprenditoria straniera in Italia. Dati aggiornati al 3° trimestre

2010”a cura della Fondazione Leone Moressa. Dicembre 2010

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2.2 I paesi di provenienza degli imprenditori

Al 31 dicembre 2010 l’analisi delle aree di provenienza dei titolari di impresa mostra quattro

grandi collettivi che da soli raggruppano il 56,9% delle imprese presenti in Italia: al primo posto

si collocano gli imprenditori marocchini con 37.671 imprese (pari al 16,4% del totale), seguiti

al secondo posto dai romeni con 35.272 imprese (15,4%), dai cinesi (con 33.712 aziende, pari al

14,7% del totale) e dagli albanesi (23.886 aziende pari al 10,4% del totale). Ampliando il

perimetro dell’analisi alle prime 20 nazionalità più rappresentative, che insieme assorbono il

90,5% dell’imprenditoria d’immigrazione emerge che la macroarea più rappresentativa è

l’Europa dell’Est (34,2%) seguita dall’Africa (31,6%) e dall’Asia (22,0%). Le altre aree di

provenienza (America, Oceania) incidono invece appena per il 2,7% sul totale.

2.3 I principali settori di attività economica.

In generale la distribuzione settoriale si concentra in comparti che presentano le maggiori

opportunità per soggetti che iniziano la loro carriera imprenditoriale con dotazioni finanziarie

assai limitate e che proprio nell’auto-impiego vedono una prima occasione per migliorare le

proprie condizioni economiche. Si tratta di settori nei quali non servono alti capitali

economici iniziali e che sono caratterizzati da un livello di tecnologia non elevato. Nel

2010, infatti, il 72,1% delle imprese gestite da stranieri operavano nei soli settori delle

costruzioni (37,4%) e del commercio e riparazioni (34,8%). Questa quota arriva a superare i 92

punti percentuali se si sommano i successivi tre settori più rappresentativi della realtà

dell’imprenditoria straniera (il settore manifatturiero, le attività dei servizi e trasporti

comunicazioni, che vantano un peso relativo sul totale pari rispettivamente al 9,9%, al 4,3% e al

3,8%). Anche all’interno del settore manifatturiero le iniziative imprenditoriali

convergono in un numero ristretto di attività produttive di tipo tradizionale, caratterizzate

da un basso contenuto tecnologico e da un’alta intensità di lavoro manuale.

La concentrazione in alcuni settori non è legata unicamente a caratteristiche strutturali del

contesto (dalle opportunità offerte dal mercato in termini di domanda di beni/servizi agli aspetti

di regolamentazione per l’avvio di impresa), ma dipende anche dal percorso professionale

dei soggetti, dal sistema di relazioni (etniche e non solo) che i migranti sono in grado di

sfruttare per il proprio business nonché, chiaramente, dai mestieri maggiormente diffusi nei

paesi di origine.

La ripartizione delle collettività per settori di inserimento indica un meccanismo di

“specializzazione” etnica, poiché, così come avviene per il lavoro dipendente, i vari gruppi

nazionali si collocano maggiormente in alcuni settori piuttosto che in altri.

Come emerso negli anni precedenti, nel comparto edile si inseriscono prevalentemente i

migranti provenienti dai Balcani e dall’Europa dell’Est. Le costruzioni rappresentano lo

sbocco privilegiato anche per i cittadini di alcuni paesi africani come gli egiziani e i tunisini.

Nel settore del commercio primeggiano i paesi africani ed asiatici tra i primi, in particolare,

troviamo il Marocco (70%), la Cina (42,3%), il Bangladesh (69,8%), il Senegal (89,2%), la

Nigeria (74,9%).

Infine, nell’ambito del settore manifatturiero – nello specifico nel comparto del tessile e

dell’abbigliamento – spicca l’elevata presenza della comunità cinese. Basti dire che il 62,8%

dei titolari immigrati di impresa nel settore manifatturiero è cinese.

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2.4 L’imprenditoria straniera nella ristorazione italiana

Nel mese di Marzo 2011 la FIPE ha pubblicato un rapporto sull’imprenditoria straniera nella

ristorazione italiana6.

I servizi di alloggio e di ristorazione rappresentano una buona opportunità per gli immigrati che

intendono avviare un’impresa nel nostro Paese e le dimensioni del fenomeno richiedono

maggiori approfondimenti sia per comprenderne gli aspetti commerciali, sia quelli organizzativi

e territoriali. Sono, infatti, oltre 38mila le imprese straniere attive nel mercato della

ristorazione, pari al 12,1% del totale. Le imprese straniere sono presenti soprattutto nelle tradizionali attività di ristorazione con una quota pari al 13,8%. Il canale bar rappresenta

un format di più recente scoperta da parte degli imprenditori stranieri (10,2% sul totale

delle imprese attive nel canale).

Modesto, invece, il ruolo degli stranieri nel segmento della ristorazione collettiva e del

catering in ragione della maggiore complessità organizzativa ed operativa di mercati che si

sviluppano prevalentemente per mezzo di appalti.

2.5 La componente femminile

Una recente analisi sulle imprenditrici straniere in Italia contenuta nell’Osservatorio

sull’evoluzione dell’imprenditoria femminile nel terziario nel 2011, realizzato dal Gruppo

Terziario Donna Confcommercio e dal Censis7 fornisce i seguenti dati: in Italia, Il 70% delle

donne straniere imprenditrici è nel terziario, il 13,5% sono impegnate nei settori del noleggio e

delle agenzie di viaggio; le cinesi fanno la parte del leone con il 15,8% di imprenditrici che si

occupano di ristorazione e commercio; l'80% ha meno di 50 anni; è il Centro Italia ad essere la

zona più multietnica con il 9,3% di imprese femminili guidate da straniere; Teramo e Trieste le

province che hanno il rapporto più alto delle straniere sul totale delle imprenditrici del terziario

con, rispettivamente, 13,8% e 13,7%; tra le città metropolitane solo Milano e Roma sono tra le

prime dieci, rispettivamente al quarto posto con il 13% e al settimo con l'11,8% di donne

imprenditrici straniere.

La donna immigrata appare - nella fotografia offerta dall’analisi - come interprete

principale di un lento e silenzioso sviluppo all'interno della società e la sua integrazione

agevolerà il processo di edificazione e consolidamento di una società realmente

multietnica ed interculturale.

Secondo il rapporto, dunque, il 70% dell'imprenditoria femminile straniera in Italia opera

nel terziario: con 73.861 imprenditrici attive, questo settore rappresenta il più ampio bacino di

imprenditoria femminile straniera, ma è un boom di straniere in tutti i settori: +3,7% in

agricoltura, +5,8% nell'industria e +6,5% nei servizi. La percentuale più alta di straniere sul

totale delle imprenditrici è riscontrabile nelle attività di noleggio, agenzie di viaggio, servizi di

supporto alle imprese (dove la quota di straniere è del 13,5%), nelle attività di alloggio e

ristorazione (9,8%), nei servizi di informazione e comunicazione (9,7%), e, infine, nelle attività

commerciali (9%).

6 Centro Studi Fipe (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi). Rapporto sull’imprenditoria straniera nella

ristorazione italiana. Marzo 2011 7 Gruppo Terziario Donna Confcommercio – Censis. nell’Osservatorio sull’evoluzione dell’imprenditoria

femminile nel terziario nel 2011. Maggio 2011

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La maggior parte viene dalla Cina con il 15,8% di imprenditrici. Seguono, distanziate di

molto, Romania (7,6%), Svizzera (7,3%), Marocco (6,7%) e Germania (6,3%). Dall'incrocio delle differenti nazionalità con i macrosettori produttivi del terziario, emerge che

la presenza delle imprenditrici cinesi si concentra soprattutto nel settore del commercio e in

quello delle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione, dove rappresentano rispettivamente

il 21% e il 21,2% del totale delle straniere. Nelle attività del commercio le altre due nazionalità

più presenti sono quelle del Marocco, con il 10,3%, e della Nigeria, con il 7,6%; per le attività

dell'alloggio e della ristorazione dopo le cinesi troviamo le imprenditrici rumene, con il 9,6%,

quelle svizzere, con il 7%, e quelle tedesche, con il 7% del totale delle straniere.

Il profilo anagrafico è molto più giovane delle italiane. Circa l'80% (contro il 60% circa delle

italiane) ha meno di 50 anni: il 67% è tra i 30 e i 49 anni, il 13,1% ha meno di 29 anni.

Guardando, invece, al tasso di multietnicità dell'imprenditoria femminile, al primo posto si

colloca il Centro, con il 9,3% di imprese femminili con alla guida straniere, seguito dal Nord-

Est, con l'8,5%, e dal Nord-Ovest, con l'8,5%. Tra le regioni dalla multietnicità imprenditoriale

più marcata, troviamo il Friuli-Venezia Giulia, con l'11,9%, l'Abruzzo, con il 10,8%, e il Lazio,

con il 10,5%. Al contrario, Basilicata, Sardegna e Valle d'Aosta sono le regioni con il tasso di

multietnicità imprenditoriale più basso: rispettivamente del 5,6%, del 5,8% e del 5,9%. A

livello provinciale, sempre osservando il rapporto delle straniere sul totale delle imprenditrici

del terziario, tra le province che presentano il tasso di multietnicità imprenditoriale più elevato,

troviamo al primo posto Teramo, con il 13,8%, seguita da Trieste, 13,7%, e da Prato, 13,5%.

Tra le Città metropolitane solo Milano e Roma compaiono tra le prime dieci province,

rispettivamente al quarto posto, con il 13%, e al settimo, con l'11,8% Al contrario, Cuneo (5%),

Foggia (4,7%), Oristano (4,6%), Napoli (4,6%), e Taranto (4%), sono le province italiane in cui

si registra il tasso di multietnicità imprenditoriale più basso

Secondo il rapporto le imprenditrici di origine straniera fanno da traino all’economia nazionale,

infatti, tra il 2009 e il 2010, a fronte di un calo di 773 imprenditrici italiane, le straniere

aumentano di 4.533.

Siamo di fronte ad un cambiamento del profilo delle imprenditrici straniere sotto tre

aspetti principali:

1. Diminuiscono le giovani - tra 2009 e 2010 cala del 2% il numero delle under 30

(l’8,6% del totale) mentre aumentano del 2,1% le donne tra i 50 e 70 anni (sono il 32%

del totale) e del 4,7% quelle oltre i 70

2. Aumenta il livello di istruzione - la quota di imprenditrici laureate passa dall’11,2%

del 2004 al 24,1% del 2010

3. Aumenta il fabbisogno di conciliazione - la quota di imprenditrici con figli passa dal

56,4% del 2004 al 66,2% del 2010

A fronte del crescente fabbisogno di conciliazione, tuttavia, è bene sottolineare come- su tutto il

territorio nazionale- l’accesso ai servizi di conciliazione da parte delle imprese (sia a titolarità

italiana, sia straniera) è molto ridotto. Secondo il Rapporto “Impresa in Genere”8 a utilizzare i

servizi per rendere compatibili i tempi di vita e di lavoro è circa l’1% del totale delle

imprese, con una prevalenza nel Nord Ovest. Sono più le femminili delle maschili, in

particolare nel settore degli “altri servizi” (con la quota più elevata che raggiunge quasi il 5%). I

comportamenti che emergono rispetto a questi servizi sono abbastanza sorprendenti: scarso

8 Ministero dello Sviluppo Economico- Impresa in Genere. 2° rapporto nazionale sull’imprenditoria femminile.

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utilizzo con una prevalenza tra le imprese femminili rispetto alle maschili; richiesta superiore

all’utilizzo ma sempre bassa; domanda maggiore espressa dalle imprese femminili del Nord;

comportamento uniforme tra le imprese maschili che sembrano non sentire la necessità di questi

servizi come se il tema della conciliazione tempi di vita e di lavoro non li riguardasse. Sembra

plausibile che, anche laddove vi sia una offerta, la tendenza sia al fare da se o ad avvalersi della

rete parentale ed amicale. Ma è anche possibile che vi sia una sorta di insoddisfazione verso

quello che il territorio offre. Bisogna riflettere sul fatto che forse occorre ripensare, anche

radicalmente, le modalità e i contenuti dell’offerta di questa tipologia di servizi per “liberare”

tempo e risorse patologicamente congelate nella cultura del fai da te9.

3. L’imprenditorialità degli immigrati in Sicilia

I titolari di impresa con cittadinanza estera al 31 maggio 2009 su dati Infocamere sono in Sicilia

pari a 5.538 circa il l’11,6% in più rispetto al 2008 e sono pari al 3,0% del totale dei titolari di

impresa nella regione.

Dal Rapporto Statistico curato da Caritas/Migrantes per conto della Fondazione Ethnoland10

, si

evince che le imprese condotte da imprenditori immigrati sono pari a 4.962 al giugno 2008 pari

all’1% delle imprese siciliane.Il settore prevalente è sempre il commercio con l’86,8%, seguito

dal 3% dell’agricoltura, dal 2,8% delle costruzioni, dall’1,7% dei servizi professionali.

Le province con più imprenditori immigrati sono, nell’ordine: Catania (1.184), Palermo (1.047),

Agrigento (753), Messina (589) e Trapani (544). Seguono Ragusa con 487, Siracusa con 269,

Caltanissetta con 81 ed Enna con appena 8. Per quanto concerne le imprese femminili, queste

sono al 27% a Ragusa, al 26% a Siracusa ed al 20,4% a Palermo mentre il minimo è ad

Agrigento (17% circa). L’incidenza delle imprese artigiane è massima a Messina (6,4%) ed a

Ragusa (3,3%).

Quasi il 55% delle attività è gestito da marocchini e cinesi attivi nella vendita commerciale. I

marocchini privilegiano fra gli altri settori l’edilizia mentre i cinesi la ristorazione. Vi sono 50

nazionalità diverse e mentre Senegal e Bangladesh si concentrano nel commercio i tunisini sono

fortemente presenti nel settore agricolo. Nell’edilizia, esclusi i marocchini, sono i romeni e gli

albanesi le nazionalità emergenti.

Nella provincia di Catania vi è una forte presenza di cingalesi che hanno aperto negozi di merce

da importazione ma anche senegalesi (anche donne) presenti nella vendita ambulante ed in

particolare di prodotti artigianali. Si segnala che lo Sportello Immigrazione della Camera di

Commercio di Catania ha promosso, nel novembre 2010, la ricerca “L’Immigrazione quale

risorsa per lo sviluppo economico della provincia di Catania”11

contenete dati interessanti di

dettaglio sulla distribuzione delle imprese straniere in provincia. Secondo la ricerca in provincia

di Catania, ci sarebbero – al 2010- quasi 2000 ditte i cui titolari vengono da 23 Paesi diversi. Si

tratta, in gran parte, di ditte individuali, operanti per lo più nei settori tradizionali e soprattutto

nel commercio. Le imprese avviate da immigrati rappresentano appena il 2,23% di quelle attive

9 Alesina A., Ichino A., “L’Italia fatta in casa”, Mondatori, Milano, 2009

10 Fondazione Ethnoland, Immigrati imprenditori in Italia, Dinamiche del fenomeno: analisi, storie, prospettive,

Edizioni IDOS, Roma, 2009 11

Camera di Commercio di Catania e Università degli Studi di Catania-Facoltà di Economia e Commercio.

Rapporto “L’Immigrazione quale risorsa per lo sviluppo economico della provincia di Catania” . Novembre

2010

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nella provincia, ma equivalgono al 32%delle “straniere” di Sicilia un risultato che può anche,

facilmente, collegarsi alle azioni di consulenza operate proprio dallo sportello camerale.

Ad Agrigento gli imprenditori immigrati sono il 14% quarto valore più elevato in Italia dopo

Catanzaro, Cagliari e Prato con una forte presenza di ambulanti del Marocco.

A Palermo, le nazionalità che imprendono maggiormente sono il Bangladesh (ben 34,7%), il

Marocco (24%) e la Cina (19%). Il 21% dei cinesi nella zona è imprenditore. Dopo il

commercio la seconda attività più presente è costituita dai trasporti e dai servizi professionali

ma riguardano solo 12 imprese per comparto contro le 956 del commercio.

3.1 Il profilo dell’imprenditore immigrato e delle imprese straniere in Sicilia.

Nel Dicembre 2010 viene pubblicato uno studio12

relativo all’ imprenditorialità delle comunità

immigrate e agli strumenti di supporto ai migranti per la creazione di impresa. L’indagine si riferisce

alle quattro regioni dell’Obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Sicilia e Calabria) e delinea il

profilo dell’imprenditore straniero e dell’impresa tipo nei diversi contesti analizzati.

Secondo quanto emerso dallo studio sopra citato, le imprese dei migranti residenti nella Regione

sono costituite da imprenditori prevalentemente di sesso maschile provenienti dal Nord Africa e

dall'Africa Occidentale. Circa il singolo paese le comunità più diffuse risultano essere quella

tunisina e quella senegalese.

Si tratta di immigrati giovani di età fino a 35 anni con un’alta percentuale di celibi e nubili. La

religione più diffusa è quella musulmana . La maggior parte non possiede alcun titolo di studio

riconosciuto in Italia mentre tra quelli che ne hanno uno riconosciuto risulta prevalente quello

della scuola primaria . Si tratta perlopiù di immigrati da minor tempo in Italia concentrati nelle

classi tra 6-10 anni e 1-5 anni .

Le esperienze di lavoro pregresse sia nel paese di origine che in Italia sottolineano uno stato di

forte precarietà, lavoratore occasionale o disoccupato prima, lavoratore occasionale (e

disoccupato dopo essere giunto in Italia.

Circa la scelta dell’Italia come meta di immigrazione essa è maggiormente associata alla

presenza di altri connazionali. Le motivazioni che hanno spinto ad intraprendere l’attività

imprenditoriale risultano essere: le migliori condizioni economiche, la tradizione di famiglia,

ma anche le esperienze e competenze nel settore. La quasi totalità degli imprenditori immigrati

ritiene che la propria attività imprenditoriale abbia cambiato notevolmente la propria

condizione economica.

Relativamente al capitale sociale le imprese dei migranti siciliani si caratterizzano per la

configurazione giuridica di impresa individuale , per il fatturato fino a 10.000 euro per il settore

di attività nel commercio al dettaglio. Oltre la metà delle imprese non ha addetti e, di

conseguenza, gli imprenditori svolgono anche mansioni operative. I rapporti con gli stake

holders si presentano abbastanza positivi con gli imprenditori italiani, le associazioni di

categoria e con i dipendenti/lavoratori ove presenti. Meno positive le relazioni con i sindacati e

con gli enti pubblici.

Le imprese straniere presenti in Sicilia hanno relazioni più sviluppate con le associazioni di

categoria. In particolare, le modalità maggiormente associate alle imprese siciliani risultano

essere le associazioni di imprenditori della propria comunità e le associazioni di settore miste

italiani e stranieri.

12 PON Governance e Assistenza Tecnica – Obiettivo Convergenza Ob. Op. II.4 FESR 2007- 2013 CIG

0382556F2E. Studio relativo all’ imprenditorialità delle comunità immigrate e agli strumenti di supporto ai

migranti per la creazione di impresa. Report Finale - A cura della Fondazione Sussidiarietà - Dicembre 2010

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DPO – PCM – Gruppo di lavoro Pari Opportunità Regione Siciliana - Focus sull’imprenditoria straniera Pag. 10

Le imprese a titolarità straniera vendono i propri beni e servizi prevalentemente agli italiani.

L’approvvigionamento avviene prevalentemente da fornitori italiani che operano

prevalentemente sul mercato regionale e locale/provinciale.

Per quanto riguarda le strutture di produzione, vendita e immagazzinamento oltre la metà delle

imprese dispone di locali di magazzinaggio e generalmente nella misura di 1 locale per

impresa.

Circa la collocazione delle imprese nel contesto competitivo oltre la metà degli imprenditori

ritiene che le caratteristiche vincenti dell’impresa vanno ricercate nei prezzi bassi dei prodotti

servizi.

Circa l’innovazione oltre la metà delle imprese non deposita brevetti o marchi per la mancanza

di prodotti e servizi innovativi.

Relativamente all’avvio e la gestione delle imprese le maggiori difficoltà riscontrate dagli

imprenditori stranieri sono più associate alle banche e ai clienti . Tuttavia le banche rientrano

anche tra le categorie che hanno favorito avvio di impresa insieme alle associazioni di

categoria, mentre la comunità di appartenenza ha avuto un ruolo importante nella fase di

programmazione dell’avvio di impresa .Un ruolo importante nell’avvio di impresa risulta essere

stato svolto anche dalle organizzazioni sociali e no profit.

La principale criticità gestionale più associata alle imprese siciliane è rappresentata dal Fisco

mentre i problemi finanziari più rilevanti risultano essere la crisi economica e, in misura

minore, gli interessi sui prestiti.

La modalità di finanziamento maggiormente utilizzata risulta essere l’autofinanziamento e in

minima parte l’ accesso al credito attraverso il prestito bancario. In particolare, relativamente

all’accesso al credito, solo il 31% degli imprenditori stranieri intervistati ha dichiarato di avere

avuto accordato qualche volta (una volta su tre) un finanziamento da parte delle banche.

Il tipo di finanziamento più utilizzato risulta il fido di conto corrente. Infine relativamente ai

fabbisogni di servizi di supporto più richiesti, troviamo i finanziamenti specifici e, in misura

minore, i servizi di assistenza nella vendita.

Box 1 - Cosa chiedono gli imprenditori stranieri

Informazioni di maggiore dettaglio presso gli Sportelli informativi

Presenza di mediatori linguistici e culturali presso gli Sportelli informativi

Consulenza di tipo fiscale, legale, amministrativa durante tutte le fasi della creazione di

impresa

Facilitazioni nell’ accesso al credito

Condizioni vantaggiose per i prestiti

Garanzie per il fitto dei locali

Minori vincoli amministrativi

Creazione di sportelli unificati per l’espletamento delle pratiche burocratiche

Costo del lavoro più basso per chi assume stranieri

Servizi di sicurezza e di vigilanza contro la delinquenza nei confronti delle imprese

degli immigrati

Aree di commercio per i prodotti degli imprenditori immigrati

Promozione di prodotti innovativi o d’origine controllata provenienti dai paesi degli

immigrati

Rappresentanza politica e sindacale

Riconoscimento del titolo di studio

Agevolazione nel rinnovo del permesso di soggiorno

Coordinamento tra i servizi a favore delle imprese immigrate

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DPO – PCM – Gruppo di lavoro Pari Opportunità Regione Siciliana - Focus sull’imprenditoria straniera Pag. 11

4. Azioni concrete per supportare l’imprenditoria straniera in

Sicilia

Creare un sistema integrato di servizi idoneo alla promozione

dell’imprenditorialità straniera Sarebbe opportuno promuovere un maggiore coordinamento tra i servizi di supporto

attualmente esistenti che fanno capo a diversi settori (azioni formative e di orientamento,

sportelli informativi, incubatori di impresa, interventi dei servizi socio-assistenziali, interventi

di incentivazione finanziaria …).

Individuare meccanismi per facilitare accesso al credito da parte degli immigrati

nella fase di avvio dell’impresa

È evidente che le risorse finanziarie e la loro gestione siano determinanti per il successo di una

attività imprenditoriale. Per una corretta programmazione delle strategie volte a facilitare

l’accesso al credito da parte degli immigrati risulta essenziale comprendere - per ciascuna fase

di vita delle imprese- quale sia l’approccio del migrante riguardo alle fonti e, in particolare,

quale sia il rapporto con il sistema bancario. Pertanto, la programmazione di tali strategie

implica un’analisi sui comportamenti economici dei migranti e sull’offerta del sistema bancario

al fine di promuovere l’inclusione finanziaria dei migranti nella società e nei relativi

meccanismi finanziari13

. Un interessante lavoro realizzato per conto della Banca d’Italia

propone un’analisi delle condizioni di accesso al credito degli imprenditori immigrati nel

periodo 2004-2008.I risultati dell’indagine empirica, che utilizza informazioni tratte dalla

Centrale dei rischi e dalla Rilevazione campionaria dei tassi d’interesse, mostrano che gli

imprenditori immigrati pagano in media tassi di interesse più elevati di circa 70 punti

base rispetto a quelli applicati agli italiani. L’entità del differenziale dipende dal continente

di provenienza degli immigrati e, in particolare, risulta più elevato per quelli provenienti dai

paesi dell’Europa dell’Est. Il differenziale di tasso tra gli imprenditori nati all’estero e

quelli italiani, è particolarmente elevato all’inizio della relazione con il sistema bancario e

diminuisce progressivamente all’aumentare della durata della stessa. Tale evidenza è

interpretabile come effetto del miglioramento sia della capacità degli immigrati di interagire

con il sistema bancario (“integrazione finanziaria”) sia di quella delle banche di valutare il

merito di credito di soggetti culturalmente differenti. L’analisi del costo del credito per alcuni

specifici gruppi di imprenditori fornisce ulteriore conferma del ruolo della integrazione

culturale per l’accesso al credito. Sia gli immigrati di seconda generazione, sia gli imprenditori

nati all’estero ma di origine italiana, per cui verosimilmente le differenze culturali sono meno

rilevanti, sostengono un costo del credito inferiore alla media degli immigrati di 60 e di 30

punti base, rispettivamente. Le difficoltà di accesso al credito per gli immigrati si sono

ridimensionate nel tempo, in concomitanza con l’adozione da parte delle banche di

strategie volte ad adeguare l’offerta di servizi finanziari alle specifiche esigenze di questo

segmento di clientela. Con riferimento agli imprenditori che hanno da poco tempo avviato

relazioni con il sistema bancario, il differenziale di tasso rispetto agli imprenditori italiani di

pari caratteristiche si è ridotto tra il 2004 e il 2008 di 30 punti base. L’analisi mostra, infine, che

il differenziale di tasso rispetto agli imprenditori italiani si riduce all’aumentare della

13 Sul tema si confronti il Rapporto “Inclusione Finanziaria e Mercato del Migrant Banking” a cura di Deloitte

Consulting S.p.A. e Microfinanza S.r.l.. Il rapporto è stato promosso dal Ministero dell’Interno, Autorità

Responsabile della gestione del Fondo Europeo per l’Integrazione di Cittadini di Paesi Terzi 2007-2013 ed ha

per oggetto il migrant banking, ovvero il complesso dei prodotti e servizi finanziari destinati ai cittadini

migranti. Inoltre, si confronti Giorgio Albareto (Banca d’Italia) e Paolo Emilio Mistrulli (Banca d’Italia).

Bridging The Gap Between Migrants And The Banking System (Il Credito agli Immigrati In Italia). Tema di

discussione n. 794, febbraio 2011. Sintesi.

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DPO – PCM – Gruppo di lavoro Pari Opportunità Regione Siciliana - Focus sull’imprenditoria straniera Pag. 12

dimensione della comunità etnica locale a cui appartengono gli immigrati. Tale evidenza è

coerente con l’ipotesi secondo cui la reputazione acquisita dalla comunità locale agevola

l’accesso al credito dei suoi membri.

Promuovere esperienze di microcredito

Secondo l'ultimo rapporto Ritmi (Rete italiana della micro finanza)14, nel 2009 in Italia su 10

milioni 925mila euro di microcrediti, il 47% (5 milioni 123mila euro) è andato a immigrati. La

questione del microcredito alla produzione contiene una problematica molto ricca, piena di

potenzialità inespresse, soprattutto per il Mezzogiorno. Il microcredito non è solo lo strumento

per i Paesi più poveri, ma è un elemento necessario per promuovere l’imprenditorialità in Italia,

soprattutto al Meridione, in un contesto socio-economico dove le garanzie contano molto,

l’usura è presente, il credito informale cresce, molte imprese di tradizione muoiono.

Accompagnare adeguatamente il migrante durante tutto l’arco dell’esperienza di

creazione di impresa.

Queste azioni possono esemplificarsi in:

1. Attività e servizi di supporto ai fabbisogni connessi al capitale di rischio. A titolo

esemplificativo: Counseling per l’investimento di risparmi personali, aiuti familiari,

prestiti solidali da comunità etnica; Assistenza tecnica all’accesso a contributi in conto

capitale da incentivi /sussidi regionali o aiuti di stato; Assistenza tecnica all’accesso a

prestiti agevolati; Assistenza tecnica all’accesso a agevolazioni fiscali; Promozione e

gestione di percorsi di formazione e coaching imprenditoriale in materia di gestione

finanziaria; Assistenza tecnica all’accesso a aiuti di stato per l’innovazione tecnologica,

il risparmio energetico, la sostenibilità di processi e prodotti, la certificazione di qualità,

la formazione del personale, l’internazionalizzazione; la promozione e l’ assistenza

tecnica a operazioni di diversificazione, fusione e partnership strategica; Promozione e

assistenza tecnica a operazioni di cooperazione allo sviluppo sulla base di programmi

bilaterali con i paesi di origine.

2. Servizi di supporto alla persona e all’impresa. E’ importante individuare le modalità più

opportune per rispondere, in maniera complessiva e integrata, ai problemi e ai

fabbisogni che emergono nel processo di costruzione, decollo e consolidamento

dell’attività imprenditoriale di interesse e contestualmente ai problemi personali, non

solo burocratici legati anche alla condizione di immigrato.

3. Attività e servizi di supporto ai fabbisogni connessi all’integrazione. A titolo

esemplificativo: creazione di portali di servizio (piattaforme informatiche); produzione

di materiali di comunicazione ( pagine gialle delle imprese dei migranti provinciali e

regionali; campagne promozionali regionali); eventi promozionali (Fiere); individuare

dei percorsi di certificazione per valorizzare alcuni dei prodotti provenienti dai paesi

degli immigrati e favorirne la commercializzazione in appositi spazi, aree, fiere; istituire

delle aree dedicate nei distretti industriali; promuovere nuovi distretti per

l’imprenditorialità multiculturale nelle aree di sviluppo regionali; realizzare delle Linee

guida per l’integrazione delle attività imprenditoriali dei migranti nei progetti e nei

processi di sviluppo locale e regionale.

Programmare servizi di conciliazione per rendere compatibili i tempi di vita e di

lavoro a vantaggio degli imprenditori e delle imprenditrici straniere.

Promuovere e sostenere la costituzione in rete da parte delle imprese gestite dagli

immigrati.

Rafforzare la rappresentanza politica e sindacale degli immigrati, sia a livello

regionale, sia a livello locale.

14 Opportunità d’Impresa ed Esclusione dal Credito: Il caso italiano Rapporto RITMI (Rete Italiana della

Microfinanza) Francesco Terreri, (Microfinanza srl) e Luigi Galimberti Faussone, (Microfinanza srl)

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DPO – PCM – Gruppo di lavoro Pari Opportunità Regione Siciliana - Focus sull’imprenditoria straniera Pag. 13

5. Laboratorio di idee: Progetti e prodotti

La Miniguida per gli imprenditori immigrati

http://www.atas.tn.it/download/MINIGUIDA_MICROCREDITO_03.03.08.pdf

La miniguida è nata nell’ambito del progetto “Microcredito agli immigrati stranieri” che è stato

avviato nel mese di marzo 2007 con un duplice obiettivo: rispondere ai bisogni degli immigrati

che riscontrano difficoltà di accesso al credito e non sono in grado di fornire le garanzie

richieste dal sistema bancario tradizionale,valorizzare l’immigrazione come risorsa sempre più

dinamica e propositiva del territorio.

L’iniziativa è sostenuta da una partnership innovativa a livello locale tra la FondazioneCassa

Risparmio di Trento e Rovereto, la Cassa Rurale di Aldeno e Cadine, l’Associazione Trentina

Accoglienza Stranieri Onlus e il Comune di Trento.

Il progetto è rivolto agli immigrati con regolare permesso di soggiorno, residenti nella Provincia

Autonoma di Trento. Gli immigrati stranieri interessati al microcredito bancario devono

presentarsi per la compilazione della modulistica, presso gli uffici dell’Associazione Trentina

Accoglienza Stranieri onlus.

Fondazione Risorsa Donna (Roma). Progetto Donne immigrate: percorsi di inclusione

sociale

www.fondazionerisorsadonna.it

Il progetto (finanziato dalla Provincia di Roma – Dipartimento IX – Servizio I Immigrazione ed

Emigrazione, attraverso il D.Lgs. 286/98 – Piano Provinciale 2007 delle azioni e degli

interventi per l’integrazione dei cittadini extracomunitari) è realizzato dalla Fondazione Risorsa

Donna e dall’Associazione Spirit Romanesc Roma.

Avviato a dicembre 2010, il progetto si rivolge a donne straniere immigrate residenti nella

Provincia di Roma al fine di prevenire e contrastare i fenomeni di emarginazione sociale,

sfruttamento e discriminazione e di favorirne l’empowerment e l’inserimento socio-lavorativo,

attraverso la realizzazione di attività individualizzate di orientamento, formazione e

accompagnamento.

Obiettivi principali del progetto sono:

Sviluppare nelle donne migranti una maggiore consapevolezza delle proprie competenze

e capacità

Sostenere le donne migranti nell’acquisizione di nuove conoscenze e capacità tecniche,

utili per l’accesso al mondo del lavoro

Dare alle donne migranti l’opportunità di avviare una attività imprenditoriale come

alternativa alla ricerca dell’impiego

Nello specifico il progetto offre i seguenti servizi gratuiti: Sportello di accoglienza e

orientamento; Sportello microcredito; Laboratorio formativo per l’avvio di una microimpresa;

Incontri con le associazioni di immigrati e con enti e istituzioni attivi sul tema immigrazione.

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DPO – PCM – Gruppo di lavoro Pari Opportunità Regione Siciliana - Focus sull’imprenditoria straniera Pag. 14

Welcomebank: idee, progetti e prodotti per l'integrazione bancaria dei migranti

(Regione Piemonte)

www.etnica.biz

Nel 2003 è stato avviato da Etnica.biz un progetto denominato welcomebank che si proponeva

di favorire l'integrazione bancaria dei migranti stimolando la moltiplicazione dei prodotti

accessibili, la diffusione della comunicazione e della mediazione interculturale. Una delle prime

azioni del progetto è consistita in un seminario nazionale dedicato al tema. Obbiettivo del

progetto è stato quello di instaurare un dialogo tra il mondo bancario e il mondo migrante, ma

soprattutto per approfondire le riflessioni, sul ruolo che altri mondi (finanza etica,

comunicazione e creatività) possono giocare per contribuire alla valorizzazione dei migranti

come clienti e come operatori bancari che non possono restare i destinatari di prodotti welcome

scarsamente comunicati e distribuiti.

Il progetto di welcomebank è anche un osservatorio l'Osservatorio finalizzato a:

• monitorare in via continuativa le iniziative di welcome banking assunte dalle banche italiane

a favore di migranti;

• promuovere studi e ricerche sulla bancarizzazione dei migranti, sull'imprenditoria migrante

e sul welcome marketing.

• assistere studenti universitari nella redazione di tesi sulla bancarizzazione dei migranti;

• redigere ogni annuo un report sul welcome banking in Italia.

Banca Extra. Milano

www.extrabanca.com

La banca, con una sola filiale, è il primo istituto di credito in Italia nato per servire in

prevalenza i cittadini stranieri residenti in Italia e le imprese da loro gestite. L’obiettivo è

quello di intercettare, comprendere e soddisfare i bisogni di servizi bancari di tutti i cittadini

immigrati presenti sul territorio e contribuire così alla promozione e all’accelerazione dello

sviluppo degli operatori economici multiculturali. La clientela della Banca è composta

prevalentemente dagli immigrati residenti in Italia, in particolare famiglie, liberi professionisti,

esercizi commerciali, ditte individuali e aziende con fatturato non superiore ai 2,5 milioni di

euro.

Fra i principali azionisti di Extrabanca figurano Assicurazioni Generali e la Fondazione

Cariplo; il restante azionariato vede la partecipazione prevalente di imprese private medio

grandi del Nord-Centro Italia attive in svariati settori che spaziano dalla meccanica al tessile,

dall'alimentare alle costruzioni.

La staff della banca conta attualmente 20 professionisti, un team di lavoro multiculturale

composto al 55% da persone straniere (11 nazionalità diverse) appartenenti alle più importanti

etnie presenti in Italia in grado quindi di valorizzare nel miglior modo possibile le specifiche

esigenze delle varie comunità.

Impresaetnica.it, La voce degli imprenditori immigrati (Torino)

impresaetnica.it è una testata online registrata (tribunale di Milano, n.466 del 7/6/2005), uno

strumento informativo tecnico-professionale in grado di dar voce alle imprenditrici e agli

imprenditori immigrati per favorirne l’integrazione nella realtà italiana. All’interno del sito è

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DPO – PCM – Gruppo di lavoro Pari Opportunità Regione Siciliana - Focus sull’imprenditoria straniera Pag. 15

stata creata una newsletter per informare imprenditori, economisti, addetti ai lavori,

espertipubblici e privati, mass media interessati a conoscere i problemi dell’imprenditoria

immigrataattraverso i report, le foto e i servizi di una rete di collaboratori etnici.

Impresaetnica.it è anche associazione senza fini di lucro dedicata alla promozione dei valori

dell’interculturalità contro le discriminazioni razziale e di genere. Gli obiettivi del network di

“Impresa Etnica”, si ispirano ai valori dell’ etica, della solidarietà, della valorizzazione delle

differenze e delle identità, della sostenibilità e dell’ utilità sociale e ambientale delle imprese.

Promuove, inoltre, l’integrazione nella società attraverso il sostegno dell’ auto imprenditorialità

degli immigrati al fine di favorire lo sviluppo dell’economia solidale e interculturale in tutte le

sue espressioni. Il network di imprenditori creato da impresa etnica vuole favorire lo scambio di

buone prassi tra gli imprenditori migranti e dare visibilità all’imprenditoria etnica femminile,

favorire lo sviluppo dell’imprenditorialità delle donne, dei giovani, dei migranti e dei disabili

diffondere la cultura della legalità e il rispetto della diversità.

Incubatore d'impresa - Impresa senza frontiere (Provincia di Roma)

Centro Polivalente “Impresa senza frontiere”

Via Monte delle Capre, 23 00148 Roma

Tel.: 0645492950

Fax 0645429932

Mail [email protected];

[email protected]

Impresa senza frontiere è un Centro polivalente che garantisce alla persona immigrata

l’accompagnamento alla creazione d’impresa, anche attraverso l’attività di progettazione, di

consulenza e formazione, nonché di orientamento alle risorse disponibili. Il Centro favorisce la

cooperazione e lo scambio tra tutti i soggetti pubblici, privati e del sociale che a diverso titolo

operano nel settore sul territorio. Il progetto si rivolge ai cittadini stranieri non comunitari

residenti nella Provincia di Roma che desiderano avviare o già svolgono un’attività

imprenditoriale nel territorio provinciale. Per le imprese che intendono insediarsi all’interno

dell’incubatore d’impresa, il Centro mette a disposizione 10 postazioni di lavoro ed un

complesso integrato di servizi logistici, materiali ed immateriali.

Per gli aspiranti imprenditori e per le imprese che desiderano associarsi all’incubatore vengono

offerti servizi di:

• Informazione ed orientamento

• Assistenza al piano d’impresa

• Formazione imprenditoriale

• Attività di tutoraggio nella gestione d’impresa

• Assistenza fiscale, legale, amministrativa e tecnologica

• Consulenza di marketing e finanziaria

Per usufruire dei servizi dell’incubatore -con o senza insediamento -occorre partecipare al

bando che periodicamente la provincia di Roma emana.

Sportello Impresa etnica (Catania)

Associazione Ghezà -Via Politi 21 a – Catania [email protected]

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DPO – PCM – Gruppo di lavoro Pari Opportunità Regione Siciliana - Focus sull’imprenditoria straniera Pag. 16

L’Arci, comitato territoriali di Catania, ha lanciato un’iniziativa pilota di integrazione e di lotta

all’esclusione sociale rivolta ai cittadini stranieri attraverso la promozione dell’associazionismo,

dell’impresa profit e non-profit e del lavoro autonomo che ha ricevuto il sostegno dell’UNAR –

Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali.

Il progetto si articola in due momenti: il primo prevede seminari e laboratori e l’erogazione di

un corso intensivo su come creare e gestire un’impresa. Il secondo momento è realizzato

tramite l’istituzione di uno sportello informativo sull’impresa etnica.

“Sportello immigrazione” (Camera di Commercio di Catania)

www.ct.camcom.gov.it/sportello-immigrazione.html

Presso la Camera di Commercio di Catania è in funzione uno “Sportello immigrazione” per

fornire agli immigrati informazioni ed assistenza per l'avvio di una attività imprenditoriale o di

lavoro autonomo. L'obiettivo dello “Sportello immigrazione” vuole essere quello di fornire

delle informazioni di base all'aspirante imprenditore e di rispondere a domande concrete come:

quali possibilità offre il mercato, quali sono gli ostacoli, come proporsi, a chi rivolgersi, quanto

costa.

Lo Sportello svolge una azione di orientamento, consulenza ed assistenza su:

informazioni generali per l'avvio di una attività autonoma;

analisi dell'idea imprenditoriale;

suggerimenti e idee relative al tipo di attività;

orientamento sulle varie forme giuridiche di impresa (vantaggi e svantaggi);

informazioni generali sulle pratiche burocratiche amministrative nell'avvio di impresa;

indirizzi e orientamento sugli ulteriori uffici che interessano l'aspirante imprenditore;

analisi di casi specifici;

informazioni generali sulle opportunità di finanziamento.

Sono previste convenzioni con Associazioni di Categoria per l'assistenza successiva all'avvio

dell'attività, nonché con i ConFidi per offrire l'opportunità di finanziamenti agevolati.

“Sportello Imprenditoria Straniera” (Camera di Commercio di Udine)

www.ricercaeformazione.it

Si tratta di un servizio gratuito di consulenze ed assistenza tecnica specializzata che la CCIAA di

Udine, attraverso l’Azienda Speciale Ricerca & Formazione, offre per accrescere e consolidare la

cultura imprenditoriale. Lo sportello Imprenditoria straniera si propone di supportare gli aspiranti

imprenditori e i neo imprenditori stranieri con dei percorsi formativi e delle consulenze individuali

per affiancarli nella loro carriera/avventura imprenditoriale. Lo sportello opera attraverso

consulenze individuali (orientamento imprenditoriale, adempimenti fiscali, fattibilità economico-

finanziaria, marketing aziendale, comunicazione e diritto del lavoro e della sicurezza sociale) e

corsi di formazione. I destinatari sono gli stranieri che intendono avviare un’attività o consolidare

la propria impresa nel territorio della Provincia di Udine.

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DPO – PCM – Gruppo di lavoro Pari Opportunità Regione Siciliana - Focus sull’imprenditoria straniera Pag. 18

5. Fonti e siti consultati

- Centro Studi CNA. L’imprenditoria straniera in Italia nel 2010 in cifre. Giugno 2011

- INPS - IV Rapporto sui lavoratori di origine immigrata “La regolarità del lavoro

come fattore di integrazione". Edizioni IDOS. Giugno 2011

- Analisi sulle imprenditrici straniere in Italia contenuta nell’Osservatorio sull’evoluzione

dell’imprenditoria femminile nel terziario nel 2011, realizzato dal Gruppo Terziario

Donna Confcommercio e dal Censis. Maggio 2011

- Giorgio Albareto (Banca d’Italia) e Paolo Emilio Mistrulli (Banca d’Italia). Bridging

The Gap Between Migrants And The Banking System (Il Credito agli Immigrati In

Italia). Tema di discussione n. 794, Febbraio 2011. Sintesi.

- Centro Studi Fipe (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi). Rapporto

sull’imprenditoria straniera nella ristorazione italiana. Marzo 2011

- Opportunità d’Impresa ed Esclusione dal Credito: Il caso italiano Rapporto RITMI

(Rete Italiana della Microfinanza) Francesco Terreri, (Microfinanza srl) e Luigi

Galimberti Faussone, (Microfinanza srl). 2011

- Ministero dell’Interno - Caritas/Migrantes. Africa-Italia Scenari migratori. Edizioni

IDOS. Giugno 2010

- Ismu, Censis, Iprs. Immigrazione e Lavoro. Percorsi lavorativi, Centri per l'impiego,

politiche attive, Quaderni Ismu 1/2010, Fondazione Ismu, Milano, Giugno 2010

- Caritas/Migrantes- Immigrazione Dossier statistico 2010.XX Rapporto “Per una cultura

dell’altro”. Ottobre 2010

- Rete Europea Migrazioni- Ministero dell’Interno. Terzo Rapporto EMN Italia “Mercato

occupazionale e Immigrazione”. Novembre 2010

- Fondazione Leone Moressa. Imprenditoria straniera in Italia. Dati aggiornati al 3°

trimestre 2010. Dicembre 2010

- PON Governance e Assistenza Tecnica – Obiettivo Convergenza Ob. Op. II.4 FESR

2007- 2013 CIG 0382556F2E. Studio Relativo all’ imprenditorialità delle comunità

immigrate e agli strumenti di supporto ai migranti per la creazione di impresa. Report

Finale - A cura della Fondazione Sussidiarietà - Dicembre 2010

- Camera di Commercio di Catania e Università degli Studi di Catania-Facoltà di

Economia e Commercio. Rapporto “L’Immigrazione quale risorsa per lo sviluppo

economico della provincia di Catania” . Novembre 2010

- Impresa Informa- Periodico di informazione promosso dalla Camera di Commercio di

Catania. Anno VII n. IV pagine 5/7 - Dicembre 2010. Inchiesta “Immigrati, l’

integrazione passa dall’occupazione” di Maria Enza Giannetto

- Rapporto “Inclusione Finanziaria e Mercato del Migrant Banking” a cura di Deloitte

Consulting S.p.A. e Microfinanza S.r.l

- Fondazione Ethnoland, Immigrati imprenditori in Italia, Dinamiche del fenomeno:

analisi, storie, prospettive, Edizioni IDOS, Roma, 2009

- Nomisma, CRIF, UnionCamere, Finanza e comportamenti imprenditoriali nell’Italia

multietnica, Retecamere scrl, Roma, 2009

- Alesina A., Ichino A., “L’Italia fatta in casa”, Mondatori, Milano, 2009

- IRPET- Regione Toscana. L’imprenditoria straniera in Toscana. Febbraio 2010

- L’imprenditorialità straniera nella provincia di Firenze. I dati, le dinamiche, le storie. La

ricerca è stata svolta grazie al contributo della partnership di sviluppo del Progetto

Impresa Interetnica - Per un’imprenditorialità Interetnica (IT- S2-MDL-083). 2007

- Regione Piemonte. Imprenditorialità straniera nell’artigianato in Piemonte. Maggio

2004

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DPO – PCM – Gruppo di lavoro Pari Opportunità Regione Siciliana - Focus sull’imprenditoria straniera Pag. 19

Sitografia

- www.impresaetnica.it

- www.cespi.it

- www.storiemigranti.org

- www.migrantitorino.it

- www.africalabria.org

- www.mondomigranti.it

- www.cestim.it

- www.ismu.org

- www.cisiamo.eu (Fondazione Ethnoland)

- www.etnica.biz

- www.meltingpot.org

- www.stranieriinitalia.it

- www.asiim.it (Associazione per lo Sviluppo dell’Imprenditorialità Immigrata a Milano

– ASIIM)

- www.fondazioneleonemoressa.org

- www.fipe.it

- www.cna.it/CNA-Centro-Studi

- www.unioncamere.gov.it

- www.imprenditoriafemminile.unioncameresicilia.it

- www.ct.camcom.gov.it/sportello-immigrazione

- www.microcreditoitalia.org (Ente Nazionale per il Microcredito)

- www.microcredito.eu