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maginabili. La cassa è interamente rivestita di poli-stirolo che ha lo scopo di allontanare quanto più pos-sibile le loro preziose membrane dalla faccia esternadel cartone.Per cui si è reso necessario effettuare due viaggidalla sede in centro storico, cioè ben dentro la zonaa traffico limitato, fino alla sala d’ascolto. Sia ad an-dare che a tornare...Per aprirle ci vuole una laurea in ingegneria mecca-nica, quella in architettura non basta.Una volta tirate fuori, con uno sforzo che mi stavaquasi per far desistere dalla bramosia dell’ascolto, cisi accorge che averle aperte in giardino si è rivelatauna mostruosa ingenuità perché i pannelli non pos-sono essere sollevati se non prendendoli dalla base.La staffa posteriore di irrigidimento non va assolu-tamente toccata come appare chiaro da un enormecartello di avviso che però vedi solo quando ormaihai sballato tutto.Per cui, via, si reimballa il tutto e lo si trascina incasa.Per fortuna l’enorme scatolo si apre a libro, non dasopra, non da sotto, ma da davanti, normalmente te-nuto chiuso da grandi dentelli di cartone che si de-vono incastrare con le apposite feritoie ricavate sullato opposto. Basta una torsione anche di solo mezzocentimetro e le lingue non entrano più neanche conle martellate.Un oggetto così va protetto al meglio, ma sballarlo èstata davvero un’esperienza terrificante.Una faticata storica che però è stata ampiamente ri-pagata all’ascolto.

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PROLOGO

Più e più volte ho avuto la possibilità di ascol-tare sistemi la cui voce era fornita dai pannellidella Casa inglese. Da anni, gira che ti rigira,

bazzico impianti dotati delle varie serie di ESL che sisono succedute.Ho anche avuto in prova, tanti anni fa, delle ESL 63ma non le ho mai potute inserire in impianti che ren-dessero loro giustizia.Quindi, si, le conosco, le apprezzo, le rispetto mafino ad ora non sapevo, e questo per un direttore dirivista specializzata in hi-fi è abbastanza grave e melo dico da solo, quanto fossero incredibili.Non ho mai avuto una sala d’ascolto che potesse es-sere minimamente adattata ad ospitare dei pannellielettrostatici, per tutta una serie di motivi che piùavanti elencherò.Alla fine però mi sono deciso e, non senza scompi-glio, le ho avute in prova.Il corriere, come al solito, lascia gli oggetti che ri-chiediamo in prova per la rivista presso la sede diquest’ultima.Ciò al fine di rendere possibile il controllo dell’inte-grità dei colli, la registrazione delle bolle e la ses-sione fotografica.Normalmente ciò che prendo in prova viene poi re-capitato nella mia sala d’ascolto tramite i mezzi dellaBlu Press.Le Quad 2812, e mi chiedo con raccapriccio cosa ac-cada con le sorelle maggiori 2912, non hanno imballiumani. No, si tratta di scatoloni di dimensioni inim-

SISTEMA DI ALTOPARLANTI ELETTROSTATICO

QUAD ELS 2812

L’ICONA DEL SUONO

Se c’è una verità in Hi-Fi è che non si diventa dei miti per sentito dire.Se c’è un marchio che, da decenni, coniuga forma e funzione ai più alti livelli,beh, quello è Quad.La mia prima volta con i nuovi pannelli inglesi è, pur con tutte le difficoltà logi-stiche di cui leggerete in seguito, di quelle che non si dimenticano.Alla fine rimane solo il rimpianto di non poterle, in alcun modo, per motivi di spa-zio, eleggere a sistema di riferimento per gli anni che verranno.

di Andrea Della Sala

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bilmente presenti nel mio studio di architettura (col-legati a due ProAc Tablette Anniversary). Ho potutoperò utilizzare l’altro pre valvolare che ho in ascoltoda ormai molto tempo e che risponde al nome diBAT VK33 SE.Una volta portate in casa le due Quad non vannomesse subito sotto tensione, bisogna aspettare al-meno dieci ore. Ciò perché variazioni subitanee ditemperatura possono creare un sottilissimo velo dicondensa sulle membrane, con gli ovvi problemi chequesto può causare ad un elemento immerso in uncampo elettromagnetico.

COME SONO FATTESono costruite benissimo, con un livello generale difinitura che raramente ho riscontrato in altri oggettidi pari costo. Lasciando perdere come suonano, per-ché per come suonano non c’è esattamente una cifrain cui si potrebbero circoscrivere, viste le richiesteeconomiche, a volte davvero folli, della concorrenza,già il livello della realizzazione le pone nell’olimpodei prodotti High End.La notizia dunque è che sono dannatamente ben co-struite. Me ne dovrei quindi compiacere.Ecco, ciò mi risulta difficile solo per un problemaetico che mi attanaglia ormai da anni. Mi spiego me-glio: sono costruite in Cina.Non mi piace, neanche un po’, che le aziende euro-pee e americane facciano profitti sulla base del costodella manodopera risibile offerto nel Paese asiatico.Fino a non molto tempo fa avevo come contro altaredialettico la scarsa qualità costruttiva di quanto pro-venisse dalla Cina. Adesso non ho più neanchequello. Se già alcuni altri prodotti mi avevano con-vinto che ormai, avendo esportato know how e ca-pacità manageriali in estremo oriente, avremmoperso la leadership che potevamo vantare come in-novatori e abili artigiani, ebbene con queste Quad lafrittata è fatta.Semplicemente perfette, dagli allineamenti dellevarie parti alla incredibile finitura delle superfici,passando per un assemblaggio secondo a nessuno(la qualità generale, per capirci, sembra quella tipicadi un costruttore di auto come Audi, maniacalmenteattento a qualsiasi seppur invisibile sbavatura). In effetti mi ero sentito male quando all’esterno degliscatoli di imballaggio avevo visto la scritta “made inChina”. No, non c’è più niente da dire o da fare, aparte l’etica personale di ognuno. Ben seguite da tec-nici inglesi sul posto, le linee di produzione dellaQuad sono inappuntabili e la qualità offerta do-vrebbe spaventare qualsiasi altro concorrente. E in-tendo dire qualsiasi. Ora tralasciando le intemerate socio economiche diun dinosauro come il sottoscritto, andiamo a capiredi più e meglio su come sono pensate e costruitequeste Quad, anche alla luce dello sviluppo chehanno avuto in più di sessant’anni di vita.Una membrana sottilissima, dieci volte più sottile diun capello umano, in Mylar, viene immersa fra due

INSTALLAZIONELa mia sala d’ascolto con uso di cucina è delle di-mensioni di circa quattro metri e mezzo in larghezzaper circa sette in lunghezza.Si va dalla finestra posta dietro al divano doveascolto fino al muro che confina con la cucina, da cuil’uso di cucina. Il problema è che nel lato corto ci si deve passare perraggiungere le camere poste al piano primo, quindioccorre comunque lasciare almeno un’ottantina dicentimetri fra il lato estremo del diffusore sinistro eil muro (che in realtà è una libreria).Per cui ho potuto distanziare fra loro i due pannellisoltanto di due metri e cinquanta, lasciando cin-quanta centimetri fra il diffusore di destra e l’altromuro.Il problema della distanza dal muro di fondo non siè posto, così come non si pone mai per qualsiasi dif-fusore porti in casa. Dietro di loro ho lasciato duemetri di spazio e fra i diffusori e il punto di ascoltoqualcosa più di tre.La situazione ideale per dei pannelli a dipolo cheperò, secondo me, è ottima anche per qualsiasi altrodiffusore.Non ho avuto il benché minimo problema di rifles-sioni, rimbombi, messa a fuoco. Cosa alquantostrana, visto che di solito con i diffusori a radiazionediretta, specialmente quelli di un certo litraggio, mitrovo a dover fare i miracoli per creare un set upprivo di effetti indesiderati.Con le membrane delle Quad avevo una certa ap-prensione, immaginandomi infiniti casini dovuti allaradiazione su due fronti, invece, niente. Buona laprima.Ovviamente si può e si deve giocare con il posizio-namento fine in ambiente perché ad ogni minimospostamento si viene ripagati con delle variegatemodifiche alla risposta in frequenza e soprattuttoalla ricostruzione scenica. Alla fine la dislocazioneche ho prediletto è stata quella che vedeva i due pan-nelli inclinati di circa dieci gradi verso il puntod’ascolto. Così il suono, letteralmente, veniva a ma-terializzarsi due o tre metri dietro la linea di idealecongiungimento fra i pannelli, rendendo la riprodu-zione qualcosa molto più attinente alla magia chealla fisica applicata.L’impianto utilizzato per la prova era costituito dallasorgente EMM Labs (meccanica TSDX e convertitoreDAC2X), dal pre Viola Cadenza e dal finale ViolaSymphony.I cavi di segnale fra sorgente e pre e fra pre e finalesono stati i White Gold Celestial XLR, così comequelli di potenza. Cavi di alimentazione della mec-canica e del convertitore i Kimber Kable forniti indotazione dall’azienda di Ed Meitner, mentre le ali-mentazioni dei due Viola e delle due Quad è stataaffidata a dei Klimo AC Improved.Non ho potuto effettuare la prova con la mia ado-rata coppia di elettroniche valvolari Conrad JohnsonPremier Ten e Premier Eleven/a perché ormai sta-

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reti di elettrodi, statori per la precisione, sempre sottotensione, tensione che, venendo perturbata dal se-gnale proveniente dall’amplificatore, attira o re-spinge la membrana che quindi vibra e producesuono in maniera coerente con lo stimolo elettrico.Il mezzo più puro che si conosca per produrre mu-sica ad oggi. Non esistono infatti i problemi che siriscontrano generalmente nei normali coni, più omeno esotici, dei diffusori dinamici tradizionali.Nessuna compressione, almeno fintanto che non siraggiungano i limiti imposti al movimento dellamembrana (limiti che negli anni si sono ampliati nonpoco a tutto vantaggio della dinamica e della mas-sima pressione sonora producibile). La Quad di-chiara che i loro ESL sono gli unici diffusori almondo capaci di riprodurre perfettamente l’ondaquadra a 1kHz.Detto così può sembrare una bazzecola. Invece è unacosa dannatamente difficile. Quad nel tempo ha svi-luppato una linea di ritardo che consente alle variesezioni della membrana di essere sempre in fase traloro (questo è un passaggio cruciale considerato cheil baffle è largo quasi un metro...). Inoltre, l’unionedei quattro pannelli che la compone (due per i bassi

e due per gli alti) è assimilabile a una sorgente pun-tiforme capace, nell’emissione, di descrivere unasfera di circa quattro metri.All’interno della parte elettronica, posta su nuoveschede circuitali simmetriche, possiamo notare resi-stenze Vishay e condensatori Mundorf.Il consumo elettrico è pari a sei watt per ogni diffu-sore, mentre l’efficienza, anche questa aumentatanegli anni, è pari ad 86 dB, mentre l’impedenza no-minale si attesta sugli otto Ohm.Carico facile ed efficienza media, anche se i wattpiacciono molto a queste inglesi.

COME SUONANODopo un primo, relativamente breve, periodo di ro-daggio, e dopo alcune prove volte ad individuare laposizione ottimale, le Quad hanno offerto una pre-stazione epocale.Certamente occorre, sulle prime, resettare le proprieorecchie. Siamo tutti troppo abituati a come ascol-tiamo con i diffusori tradizionali. Dalle Quad nonascolteremo mai i vari contributi delle diverse vie dicui sono composti i diffusori tradizionali. Nonavremo mai la sensazione che le frequenze vengono

L'interruttore di rete, i contatti per i cavi di po-tenza e l'inutile dimmer per variare l'intensitàdella luce sul logo anteriore.

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strazione su nastro),In buona sostanza quello che si ottiene, non senzasorpresa da parte mia, con le due Quad è un suonomolto concreto, concreto fino agli estremi laterali efondali dell’immagine riprodotta. Un suono moltovivido, terso, perfettamente omogeneo, come daprogetto, in tutte le varie frequenze. E’ musica viva,sempre e comunque, grazie a un rumore di fondo to-talmente eliminato dalla capacità di scandagliare ilcontenuto di un disco molto più in profondità. Al-meno questa è la sensazione che ho sempre avutoper tutta la durata degli ascolti. Una magistrale ca-pacità di tenere nella giusta considerazione qualsiasisuono, anche il più piccolo, nei dovuti rapporti di-mensionali, senza mai lasciare che qualcosa possa ri-manere affogato nella melma che con altri diffusorineanche ci accorgiamo essere presente. Ovviamentequesta trasparenza così spinta deve essere primaresa possibile dalle elettroniche a monte. Nel miocaso credo che ci sia ben poco da nascondere avendoa monte sorgente e amplificazione ai massimi livelli.E infatti su tutto spicca questa freschezza, questaariosità carica di armoniche, questa super defini-zione.Ecco, definizione, questo è il termine. Le Quad sonodiffusori ad altissima definizione, insufflando in am-biente enormi quantitativi di suono, purissimo, lu-cido, molto contrastato.La gestione della dinamica è ai più alti livelli maiascoltati dal sottoscritto. Non tanto in termini di vee-menza quanto di velocità. La riproduzione dei tran-sienti è emblematica. Le code non durano mai piùdel dovuto, ma neanche sono troncate. E’ solo che lavelocità di salita e discesa è sconvolgente, lasciandopoi alle armoniche il compito di fornire le informa-zioni sulla natura del materiale percosso.E questo avviene anche per tutti quei contributi datidalla microdinamica. Ogni più piccola variazione in-terpretativa è facilmente apprezzabile, in manieranaturalissima, esattamente come avviene dal vivo.Il tizio suona e tu ne fruisci senza tante riflessioni inmerito. Ti godi la musica e basta. La gamma altasulle prime potrebbe perfino apparire non cosìestesa. E’ solo un’altra delle cose a cui ci si deve abi-tuare. C’è tutto, anche di più, ma non è sparato versol’ascoltatore, quanto librato nell’aria, diffuso con in-finita levigatezza e ariosità. Ci si accorge dopo che laconcentrazione delle frequenze alte in un solo pic-colo altoparlante è solo all’apparenza più chiara. Ilfatto che le due Quad operino in regime di ritardotemporale fa si che i suoni giungano all’ascoltatoreesattamente come accade nella realtà. Propagandosida una sfera sempre crescente. E’ quello che appros-simano anche i tradizionali tweeter ma non c’è pa-ragone. Qui le note accadono, non vengono sparate.La gamma media è carnale, ricchissima, densa, com-patta. I soggetti sonori sono resi con tutto il loropeso, la loro matericità, con una pastosa e credibilis-sima presenza.Il tutto sorretto estremamente bene da un basso fre-

riprodotte sovrapposte come accade nella radiazionediretta ottenuta con più vie e più altoparlanti. E tuttoquesto è una autentica benedizione. Solo che ci sideve abituare a questa indicibile naturalezza, alla to-tale assenza di compressione, alla soverchiante ca-pacità di eccitare tutto l’ambiente d’ascolto.Soprattutto, finalmente, non si ascolta nessun con-tributo dato dai consueti chassis dei diffusori tradi-zionali. A dire il vero di questo ci se ne accorgesoltanto tornando indietro. Ricollegando un due viebookshelf qualsiasi subito dopo aver ascoltato leQuad fa capire immediatamente cosa intendo. Ilsuono inscatolato per fortuna dopo un po’ vieneignorato dal nostro cervello ma tale rimane...Per quanto io ami i diffusori tradizionali e i book-shelf in particolare devo ammettere che qui si viag-gia in tutt’altra classe.I dipoli producono la stessa quantità di informa-zione sia davanti che dietro ma mi aspettavo benaltri problemi dovendo posizionare le due “casse”.Non ho mai avuto la sensazione provata a suotempo con alcuni omnidirezionali che sembrano avolte un po’ troppo eterei e poco incisivi. Le dueQuad producono un’immagine olografica spettaco-lare per dimensioni e focalizzazione, sempre perfet-tamente intellegibile grazie alla capacità di trasferireogni più piccolo dettaglio, nuance, rifinitura. L’in-tervallo delle frequenze mi è apparso assolutamentecompleto, mancando esclusivamente il basso pro-fondissimo. La modalità di roll off delle frequenzeultragravi avviene con tale continuità e naturalezzache ci si disinteressa del fatto che magari, sul disco,di frequenze ce ne siano anche di più immanenti (unpo’ come avviene con i grandi bookshelf special-mente di scuola inglese).No, qui c’è tutto, al punto che mi sono chiesto piùvolte chi potrebbe rivolgersi al diffusore più grandedella serie ESL di Quad, quel 2912 che presenta benquattro pannelli solo per le frequenze basse. Forsechi ha ambienti molto grandi, ma devono essere ve-ramente grandi.A questo proposito debbo anche constatare comenon sia mai riuscito a far scattare le protezioni, cosache con i vecchi modelli, tipo le ESL 63 di una ven-tina d’anni fa, accadeva con una certa frequenza, alpunto che alcuni appassionati le privavano delleprotezioni elettriche (lasciando però esposte le mem-brane anche ai cortocircuiti). Tutto è scivolato via li-scio come l’olio, pur ascoltando a volumi anchepiuttosto realistici qualsiasi genere musicale.L’unico limite, non loro, di questi diffusori è la stra-ordinaria trasparenza, una finestra aperta sul lavorodel fonico che, qualora non esattamente dotato dimanico, ci rovina un po’ la festa.Si possono ascoltare con grande facilità le differentitecniche di ripresa microfonica, la correttezza delmissaggio, le eventuali sovraincisioni (che sulle re-gistrazioni analogiche di qualche anno fa sono pre-cedute dal lieve soffio dato dall’apertura di unnuovo canale dedicato ad una diversa pista di regi-

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natissimo, profondo, iper controllato. Presumo chein questo il Symphony abbia aiutato non poco, vistele sue qualità di pilotaggio, controllo, slew rate. Pro-prio il basso mi ha stupito più di qualsiasi altra cosa.Mentre da un diffusore elettrostatico in qualchemodo ci si aspetta l’eccezionalità in gamma medioalta e alta, devo riconoscere alle due Quad di averesuperato una volta per tutte qualsiasi compromessorelativamente alla gestione del basso. Che qui è per-cussivo, possente, molto plastico.Una sorpresa. Godere dei contrabbassi di Ron Cartero di Charlie Haden con questa indicibile precisione,con la possibilità di apprezzare ogni singola nota,svisata, pizzicato mi ha fulminato.Perché, tornando al quadro d’insieme, ci si scoprecoinvolti nell’ascolto dei propri dischi con una at-tenzione e una partecipazione emotiva ed intellet-tuale davvero senza pari.Voci ai limiti del soprannaturale, percussioni nette,veloci, scolpite, strumenti a fiato umidi, saturi, vi-

vidi, contrabbassi lignei, profondi, carichi di diffe-renti armoniche. Il tutto inserito in un palcoscenicovirtuale così congruo e naturale da porsi ai limiti del-l’ipnosi.Nessun diffusore in passato ha riempito di così tantamusica così tanto spazio in maniera così assoluta-mente naturale.

EPILOGOI diffusori elettrostatici Quad fanno parte di quel ri-stretto novero di oggetti hi-fi che negli anni sono as-surti a vere e proprie leggende.Altri costruttori hanno percorso la via indicata daQuad ma se si chiede a qualsiasi appassionato ilprimo nome che viene in mente pensando a dei pan-nelli elettrostatici, questo non può essere che Quad.Così come accade per gli amplificatori valvolari eMcIntosh, per i giradischi e Thorens, per il compactdisc e Philips.Limitandosi ai diffusori, a prescindere dalla loro

Elegantissime anche posteriormente. La sbarra inclinata serve a tendere il pannello, tramite appositiimpanaggi, in maniera che non vibri.

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cemente il migliore sistema per l’ascolto della mu-sica in casa. Ciò a patto che si sappia cosa attendersilecitamente da un diffusore che fa della correttezzatimbrica, della trasparenza, della velocità di rispostaagli impulsi la sua stessa ragion d’essere. E che ci siabitui a un suono talmente pulito, arioso e levigatoche sulle prime richiede un periodo non brevissimodi assestamento rispetto a quanto siamo abituati adascoltare dal resto della produzione mondiale di dif-fusori acustici.Finché non cambierò casa, e temo che accadrà sol-tanto per quella, ehm, definitiva, non potranno es-sere i miei diffusori di riferimento. Non c’è posto perloro... proprio non c’è.Peccato. Peccato mortale.Non devo certo essere io, buon ultimo, a tessere lelodi di questi diffusori. Siccome però questa è unarivista dedicata all’ascolto di apparecchi hi-fi e vistoche mi pare se ne parli ormai pochissimo (gli appas-sionati rincorrono le novità e le mode, si sa...), nonposso esimermi dal dare la sacrosanta vetrina chequesti diffusori meritano.Certo, non immagino corse all’acquisto, visto il costoe le dimensioni, ma certamente se qualcuno è in pos-sesso di un budget nell’intorno di quanto chiedonoin giro per una coppia di Quad, beh, deve ascoltarequest’ultima incarnazione del mito Quad. Perché negli anni il buono è migliorato e quello chead alcuni sembrava non essere buono (dinamica, ri-sposta agli estremi banda) è semplicemente un ri-cordo.La migliore e più proficua applicazione delle leggidella fisica alla curiosa abitudine di alcuni di noi diascoltare musica registrata in casa. Ad un costo altoin assoluto ma tragicamente basso in rapporto ai ri-sultati sonici proposti.Viva la Musica, Viva Quad.

forma e tecnologia, non si può non annoverare leQuad fra i migliori di sempre, insieme a Thiel, AR,Spendor, Avalon...Quest’ultima incarnazione del mito Quad, a menodi sorprese che potrebbero essere costituite dalla so-rella maggiore 2912, sono per il sottoscritto sempli-

CARATTERISTICHE TECNICHE

Tipo: Membrane elettrostatiche multipleRitardo temporale: Anelli concentrici progres-siviStruttura portante: Composito alluminio/ac-ciaioPannelli:4Massima uscita: 2 N/m² a 2m in asseSensibilità: 86 dB/2.83 V RMS ad 1 mtImpedenza: 8 Ohm NominaliVariazioni impedenza: 4-15 OhmMassima tensione applicabile in ingresso: 10VRMSProgramma massimo per uscita indistorta: 40VPicco massimo permesso: 55VRisposta in frequenza: 37Hz - 21kHz (-6dB)Distorsione (100dB a 1m): Oltre 1000Hz 0.15%;Oltre 100Hz 0.5%; Oltre 50Hz 1.0%Assorbimento: 6WDimensioni: 1006 x 690 x 380 mmPeso netto: 35kg cad.

Prezzo: Euro 7.000,00 cad. Iva inclusa

Importatore e distributore: High Fidelity Italiawww.h-fidelity.com

Fantastico il livello di finitura di queste Quad

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