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(così come tutt’ora vengono prodotte le valvole KR).Il sodalizio tra Vaic e Kron si sciolse per problemi didipendenza dall’alcol del primo. Venne chiesto pocodopo a Kron di creare una replica della valvola We-stern Electric e da questa ricerca nacque il famoso trio-do T-1610 ribattezzato Kronzilla. Dopo qualche altravicissitudine aziendale, sfortunatamente RiccardoKron morì e l’eroica moglie Eunice, sua prima so-stenitrice, insistette per non chiudere la fabbrica e, fa-cendo riferimento ai tecnici brillantemente scelti daldefunto marito, riuscì nell’intento di eccellere in am-bito audio, tanto caro a Kron. Ormai i prodotti highend che hanno visto la luce negli ultimi tempo sonoun must nel mercato e offrono delle prestazioni al disopra di qualsiasi ragionevole dubbio, conquistandoaltresì i mercati esteri con grande facilità.

DESCRIZIONE Il P130 è un preamplificatore ibrido valvole/JFET, dal-l’aspetto minuto e compatto. Nonostante ciò, il peso,rapportato alle piccole dimensioni e la solita qualitàe razionalità costruttiva senza fronzoli, ci fanno intuirequanto la tradizione di KR Audio sia stata rispetta-ta. In effetti ben poco si dice sull’effettiva circuitazionedel piccoletto, ma una cosa in particolare spicca, ol-tre all’utilizzo di valvola realizzata per questo specificoprogetto, ovvero la KR5 (un triodo ad alto guadagnocustom made), nello specifico la costruzione con gli

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La KR Audio esiste dai primi anni ’90, quandoRiccardo Korn si innamorò letteralmente dellavecchia valvola di Marconi scovata in un mer-

catino in Italia, riprodotta in maniera eccezionale daun artigiano, tale Alessa Vaic di origini cecoslovacche.L’idea di capire se ci fosse spazio per lo sviluppo del-le valvole di vecchia generazione riferite esclusiva-mente all’ambito dell’hi-fi, gli balzò immediata-mente in testa. Per questo motivo si rivolse, in seguitoa quell’evento, proprio a Vaic, una vecchia volpe incampo valvolare e soprattutto un geniale inventore.Fecero un accordo commerciale e nacque la compa-gnia. Cavalcando la quasi totale assenza di siti pro-duttivi in occidente, capì chiaramente che c’era unagrande possibilità commerciale proprio per questo tipodi realizzazioni. Vaic aveva già una compagnia e Krongli fornì un artigiano per il vetro, manodopera, tec-nici e soprattutto dei finanziamenti. Poi la compagniasi spostò di sede, non prima di aver realizzato un’ac-clamata riproduzione della 300b, per poi lavorare sulmiglioramento delle valvole (all’epoca di produzio-ne cinese), montate sui prestigiosi ampli top AudioNote ora noti come Kondo.La nuova location fu presso la vecchia fabbrica e cen-tro ricerche del compianto Nicola Tesla, nel centro diPraga, dove risiedevano macchinari perfetti per svi-luppare la tecnologia e avviare la conseguente pro-duzione, in maniera sempre squisitamente artigianale

PREAMPLIFICATORE

KR AUDIO P130

MOSTRI RADIOATTIVI E LAVORI ALL’UNCINETTO

Nel momento in cui ho prestato al mio esimio direttore il beneamato pre CAT Le-gend, richiesta fatta per operare una serie di esperimenti nella sua sala di ascolto,ho preteso in cambio che mi venisse fornito un preamplificatore che fosse degno diquesto nome da poter recensire. A dirvi la verità, quando si è presentato con que-sto scricciolo, l’istinto omicida ha fatto capolino da quella sua tana buia nascosta nelmio io più profondo! Mi ha rassicurato incoraggiandomi ad ascoltarlo con calma, dicendomi che avreicambiato idea di fronte al gran suono di cui era capace, per cui, non troppo con-vinto delle pur apparentemente sincere parole, l’ho sottoposto al rodaggio iniziale…

di Alberto Guerrini

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molto bello e perfettamente congeniale alla timbricadi questo pre, con il quale entra immediatamente insintonia. Offre delle dimensioni perfettamente coerentied un contenuto di armoniche esteso e senza soluzionedi continuità. La traccia successiva è del grande chi-tarrista Paco De Lucia, si svolge fluida e con una tim-brica assolutamente perfetta, il battito delle mani neè un perfetto esempio, assommato alla dinamica pre-cisa ed impeccabile, ne delinea una intelligibilità no-tevolissima dell’informazione sonora. I passaggidelle dita sulle corde così come le pizzicate decise eprecise allo stesso tempo, offrono un’immagine per-fetta dello strumento, di volume e peculiarità costi-tutive molto ben descritte. Anche le più piccole vi-brazioni e tutte le variazioni imposte dal geniale mu-sicista sono li a testimoniare la grana fine della defi-nizione dovuta al pre. Le voci di contorno affioranomolto bene e la scena sonora appare netta, profondaed ampia al punto giusto. I colpi dei tacchi dei bal-lerini sul palco hanno una buonissima dinamica edil loro movimento è facilmente percepibile all’inter-no della scatola sonora. I transienti sono netti e benpendenti. “Call Me di Hans Teessink” è un brano che deve ave-re la voce che si protrude ben oltre il piano che com-prende gli assi verticali dei baffle dei diffusori e il P130svolge il suo compito ottimamente; non solo, esso of-fre un’articolazione ed un realismo lirico veramentedegni di nota! Il trombone che sostiene il brano è pro-fondo e rotondo, con grande carattere e ritmo. Il saxa supporto è interessante e molto presente. C’è ancheun organo Hammond bello e ben rotondo anch’esso.La batteria è piacevole e ben dettagliata con presen-za e azione veloce e decisa.Il brano di musica barocca offre una scena sonora conun’ottima tridimensionalità, il clavicembalo non è cosìarretrato come ci si potrebbe aspettare da un ogget-to di questo target di prezzo, è presente e vivido concontenuti dinamici ben definiti. L’arpa è corposa emolto ben cesellata, la sua azione è molto dinamicanonostante la delicatezza ed il garbo che ne con-traddistinguono il colore sonico. Il contrasto dinamicoe chiaroscurale sono ottimi e ne caratterizzano note-volmente l’efficacia espositiva. La timbrica è molto bencentrata e gli archi quando intervengono insieme, sonopotenti e ben descritti espressivamente parlando, inec-cepibili e assolutamente ben sviluppati nella scena so-prattutto in altezza. Il brano di Quincy Jones si apre profondo e ricco dibasse, i diffusori non faticano affatto a riprodurre deitoni così gravi e presentano degli ottimi transienti siain attacco che in rilascio. Sebbene i suoni siano pro-dotti con ampio uso di campionamento e sintetizza-tori, piuttosto che con vera e propria strumentazio-ne, il brano è dettagliato e sostenuto in maniera ot-timale. Le voci sia della cantante principale, dal-l’estensione ampia e potente, che del coro che la so-stiene sono ottimamente esposte: possiedono gran-de forza sia espressiva che musicale. Le singolecomponenti dell’ampio coro utilizzato sono ben se-

stessi metodi anche del trasformatore di uscita abbi-nato. Ciò garantisce una sinergia perfetta tra valvo-la e circuiteria. La finitura dello chassis è una sobriaverniciatura nera alle polveri, con serigrafie bianche,nulla di altisonante, almeno all’occhio. Il pannello fron-tale ospita un pomello cromato di discrete dimensioniin posizione centrale per il controllo volume, alla si-nistra di esso troviamo la selezione ingressi come bat-teria lineare di pulsanti sovrastati ognuno dal proprioled che ne palesa l’attivazione, all’estrema destra tro-viamo il pulsante di accensione/stand-by. Il pannello posteriore alloggia, rispettivamente da si-nistra verso destra: la vaschetta IEC di alimentazio-ne con il proprio interruttore meccanico generale; l’al-loggiamento del fusibile con il selettore di voltaggio,la coppia di uscite RCA, la coppia di uscite XLR, lacoppia di ingressi XLR, le tre coppie di ingressi sbi-lanciati RCA di cui l’ultima eventualmente dedicataad ingresso Phono, opzionale per questo modello.Tutto il sistema poggia su tre piedini, di questi quel-lo che occupa il vertice del triangolo è in posizioneavanzata.

L’ASCOLTO L’ascolto è stato effettuato inserendo il pre P-130 nel-la mia catena di ascolto così composta: sorgente di-gitale per musica liquida: Mac Mini, convertitore D/AUSB 24/96, Emm Labs DAC2X, cablaggio USB Au-dioquest Chocolate Dbs 7, cavi RCA e alimentazioneEmm Labs, Nordost Valhalla; diffusori: Martin LoganSL3, Lumen White Silver Flame; sorgenti digitali: CDTeac VRDS-10 modificato a valvole Emmebi, lettoreibrido DVD-DVDA-SACD Labtek Aurora; sorgenteanalogica: giradischi Michell Gyrodec, braccio SME309, testina Clearaudio Titanium MC, con cablaggioAudioquest Wel Signature; preamplificatore: Con-vergent Audio Tecnology Legend, con stadio phonoMM, MC; due amplificatori finali a valvole: McIntoshMC275 in configurazione mono; cavi di potenza: Nor-dost SPM Reference; cavi di segnale tra pre e finalimono: Audioquest Horizon Dbs 72V; cavo di segna-le tra CD VRDS-10 e pre: Nordost Spm Reference; cavidi segnale tra Labtek Aurora e pre: Audioquest Ho-rizon Dbs 7; cavo di alimentazione pre: Nordost Val-halla; cavo di alimentazione Labtek Aurora: NordostBrahma con terminazioni Furutech; cavi di alimen-tazione finali: Nordost Valhalla; cavo di alimentazioneCD Vrds-10: Nordost Shiva.Come già accennato in precedenza il rodaggio è sta-to massivo, visto che ha sostituito in tutto e per tut-to il mio preamplificatore di riferimento, per un belperiodo di tempo, aiutando peraltro a rodare alcunifinali da recensire anch’essi.Burmester Test CD 2 (Burmester Audiosysteme GmbH,CD): il brano “The Moon is A Harsh Mistress” ci of-fre una voce femminile di grande pregio, delicata esensuale, ricca di articolazione, ma al contempomorbida ed ambrata. Molto piacevole all’ascolto. Mor-bida si ma non scevra di dettaglio, tutt’altro, sia a li-vello microscopico che macroscopico. Il pianoforte è

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parate ed intellegibili, offrono un assieme coordina-to e piacevole all’ascolto. I diffusori non saturano maie, nonostante vengano messi a seria prova in gammamedia e medio bassa, non mostrano segno di indul-gere a distorsione alcuna.La traccia seguente è “Gentle Ben” di Ben Webster, ca-ratterizzata da un sax tenore intenso e dal grande ca-

risma. Innanzitutto da rimarcare è la timbrica asso-lutamente corretta, il soffio che passa attraversol’ancia e si distribuisce all’interno dello strumento èperfettamente udibile (una caratteristica tipica di que-sta registrazione), ricca di sfumature e di chiaroscu-ri sia cromatici che dinamici. Le variazioni dinami-che sono ottimamente descritte e il micro dettaglio è

L’interno presenta un’architettura rigorosa e una realizzazione artigianale, con componentistica di pre-gio, in particolare sia il trasformatore che le valvole KR5

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sentative. Il brano “Dat There” ci offre un attacco di chitarra acu-stica pieno ed intenso, con grande corpo a sostegnodel resto della ritmica e con presenza importante. Ilsassofono è ben articolato e ricco di contrasto e det-taglio. La voce è leggermente ambrata e si incrociabene con quella maschile a supporto. Le percussio-ni leggere sono veloci e realistiche, l’intreccio tra vocee strumento a fiato è molto ben espresso. Le risate fi-nali del bambino oltre ad essere piacevoli e gustoseci danno un bello spaccato della sala di registrazio-ne con un’ottima interazione e proporzione di am-bienza.La traccia di orchestrale tratta da Shostakovich è in-farcita di pieni improvvisi e di saliscendi dinamici, per-fettamente tenuti a bada dal piccolo P130; grande tra-sparenza di nuovo anche durante i pianissimo. Il piz-zicato degli archi non è mai nascosto dagli strumen-ti più imponenti, dedicati costantemente a tenere altoil tenore della composizione. Ogni singola sezione, daifiati, agli archi alle percussioni, è ottimamente espres-sa in sala e ogni ritmica che si presenti è affrontata erisolta con grande piglio e franchezza espressiva. Latridimensionalità è una costante e lo sviluppo èmolto ben esteso lungo ogni singolo asse della ternacartesiana.Veniamo allo stile inconfondibile del grande e, ahi-mè, oramai scomparso da qualche tempo, Steve RayVaughan. L’impronta della sua Stratocaster è in per-fetta sintonia con la capacità espressiva di questo “bi-valve” (doppia valvola N.d.R.). Sembra di ascoltar-

chiaro ed abbondante. Il sax è così prorompente chequasi si dimenticano i rimanenti strumenti, un pia-noforte ricco di stile e suonato in maniera dolce e ca-rezzevole, una batteria prevalentemente massaggia-ta con una spazzola sia sulle pelli che sui piatti ed uncontrabbasso circolare e di ottimo piglio. Finalmente la traccia di Organo, in base a quello cheavevo sentito in precedenza mi aspettavo moltissimoe non sono stato affatto deluso. La capacità di disce-sa in questo caso è eccezionale e la sala di ascolto vie-ne energizzata in maniera notevole.L’articolazione in questa sezione dello spettro sono-ro è molto buona, lo strumento è molto ben caratte-rizzato. Gli sbuffi provenienti dalle canne sono ab-bastanza ben presenti, molto buona è anche la sezionededicata alle note medie e medioalte. I passaggi sonodettagliati e ricchi di chiaroscuri. La tridimensiona-lità della scena sonora è notevole, con dei piani benseparati e spaziati tra loro a offrire una cattedrale im-ponente come dovuto. I passaggi più delicati e mor-bidi sono parimenti ben dettagliati ed i saliscendi di-namici molto buoni e ben restituiti in sala di ascolto.Dallas Wind Symphony ci dà un impatto come si devefin dalle prime note, soprattutto per quanto riguar-da la sezione delle percussioni che è in evidenza congrande contenuto di medio basso e basso. Gli impattiderivanti dai fiati sono leggermente meno potentiquando confrontati con i precedenti, comunque la tra-sparenza rimane notevole anche all’apice del conte-nuto dinamico e energetico. I transienti sono rapidie molto ben pendenti nelle proprie curve rappre-

Il pannello posteriore, da notare la presenza diconnessioni XLR sia in ingresso che in uscitaoltre alle tre coppie di ingressi RCA di cui l’ul-tima configurabile come ingresso phono MC oMM con scheda opzionale ordinabile dalla casa

la direttamente dalla cassa del suo amplificatore di ri-ferimento. I passaggi sono solidi e ben dettagliati congrande componente energetica e lirica. La voce è in-tensa e ben variata, corretta e molto presente di fron-te al punto d’ascolto. Il focus è molto buono e anchela parte rauca è ben espressa con grande quantità dicontenuto chiaroscurale. Il basso elettrico è profon-do e articolato e il roll è molto piacevole ed agile. Labatteria è rapida ed energica, sia che venga spazzo-lata sia che venga percossa con le bacchette. La cas-sa è potente e profonda ma mai lenta e goffa.Il seguente è un altro brano di orchestrale ma stavoltatratto da Hendel, gran begli strumenti ad arco sup-portano la cantante con una voce molto bella e sen-suale, carica di contenuto dinamico in gamma media;nonostante ciò non si notano affatto saturazioni in que-sta fetta della banda passante. L’articolazione è di nuo-vo molto buona. La timbrica sia strumentale che vo-cale è corretta e molto credibile. La scena sonora è tri-dimensionale e molto naturale, i riverberi e i saltua-ri echi, tradiscono un ambiente ampio e molto pro-fondo. Non si notano artifici di sorta e nemmeno ir-rigidimenti da parte dei diffusori.La parte finale, come ormai ben saprete, è occupatada ben tre brani consecutivi tratti dall’arcinoto “TheWall” dei Pink Floyd. L’ambienza è subito notevole,la scena è aperta e imponente. Tutti i dettagli e microdettagli di contorno sono presenti e in evidenza, dal-le voci di secondo piano e quelle dei ragazzini in ri-creazione. Il supporto ritmico derivante dalle chitarree quello dal basso si intersecano alla perfezione con

il supporto del sintetizzatore e delle tastiere. Il pas-saggio dell’elicottero in “panning” è molto solido edimpattante, la dinamica forte e prorompente. I colpidi cassa e piatti sono secchi e molto ben frenati.Le voci sono focalizzate e dettagliate. Le chitarre sonosplendide e offrono un “sustain” e una caratterizza-zione perfettamente in linea con la loro origine Fen-der.

CONCLUSIONINonostante le apparenze minimali rispetto al Kron-zilla, ecco un altro prodotto notevole di provenien-za KR Audio. Ci è evidentissimo innanzitutto il vantaggio di poterrealizzare oggetti avendo a disposizione in casa ilknow how della valvola stessa, potendo così ottene-re una sinergia pressoché perfetta con l’elettronica. Oltretutto istallare un trasformatore di uscita sustrette specifiche sviluppato esclusivamente ne mol-tiplica il risultato! Ne consegue un controllo notevolissimo della so-stanziale totalità dei parametri sonici. Non si notanoparticolari controindicazioni nella timbrica com-plessiva se non una leggera indulgenza verso una to-nalità leggermente ambrata e meno squillante esgraziata rispetto alla concorrenza. I parametri di-namici e micro dinamici, oltre che quelli di contrastoe micro contrasto, sono ottimi. Non si nota nemme-no una particolare propensione verso un generemusicale in particolare.

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CARATTERISTICHE TECNICHE

KR Audio P130Tipologia Progetto: PreamplificatoreLinea/Phono ibrido valvolare JFET;Tipologia di Valvole per canale: 1xKR5/canale;Ingressi: 3 RCA + 1 XLR; Opzionale: 1 InputPhono MM / MC RIAA (5 mV /0,5 mV 1 kHz);Uscite: 1 RCA + 1 XLR;Risposta In Frequenza: @ -3dB da 10Hz a100,000HzLivello di Uscita: 1.5V Sbilanciate, 1,5V Bilanciate;Ingresso Phono:MM 5 mV / MC 0,5 mV 1Khz;Sensibilità in ingresso : 1 Volt RMS;Impedenza di Ingresso: 47 KOhm;Impedenza di Uscita: 2 kOhm;Telecomando: IR per selezione ingressi e volume;Alimentazione: 240 Volt @ 50/60Hz ;Assorbimento: 36 VA;Dimensioni (AxLxP): 8,5x36,5x26 cmPeso: 6,5 kg

Prezzo (IVA inclusa): Euro 5.290,00

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