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1 A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 1 Punto 4 Punto 3 PUNTO 2 Punto 1 2) L’impresa nei suoi più generali caratteri economici. INDICE Il concetto di economicità Le grandezze alla base dell’economicità: capitale e reddito L’economicità aziendale e l’equilibrio economico L’economicità aziendale e la potenza finanziaria: il fabbisogno finanziario e la sua determinazione; le fonti di finanziamento: capitale proprio, capitale di credito, autofinanziamento; le relazioni tra capitale proprio e capitale di credito e tra impieghi e fonti; la struttura finanziaria L’economicità di gruppo A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 2 Tutta l’attività dell’impresa deve svolgersi ispirandosi ad un criterio: quello dell’ convenienza ad avviare e/o continuare una data attività imprenditoriale o la validità di un progetto di investimento ECONOMICITA’ Economicità

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 1

Punto 4 Punto 3 PUNTO 2 Punto 1

2) L’impresa nei suoi più generali caratteri economici.

INDICE

Il concetto di economicità Le grandezze alla base dell’economicità: capitale e reddito L’economicità aziendale e l’equilibrio economico L’economicità aziendale e la potenza finanziaria: il fabbisogno finanziario e la sua determinazione; le fonti di finanziamento: capitale proprio, capitale di credito, autofinanziamento; le relazioni tra capitale proprio e capitale di credito e tra impieghi e fonti; la struttura finanziaria

L’economicità di gruppo

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 2

Tutta l’attività dell’impresa deve svolgersi ispirandosi ad un criterio: quello dell’

convenienza ad avviare e/o continuare una data attività imprenditoriale

o la validità di un progetto di investimento

ECONOMICITA’

Economicità

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L’economicità può essere valutata a livello di:

- impresa in relazione ad altre economie giudizio di ECONOMICITA’ SUPERAZIENDALE.

In questo caso, se si considera l’:

- impresa inserita nell’ambito di una vasta economia territoriale ECONOMICITA’ COLLETTIVA O MACROECONOMICITA’.

- impresa singolarmente considerata giudizio di ECONOMICITA’ AZIENDALE;

- impresa come elemento del gruppo di appartenenza giudizio di ECONOMICITA’ DI GRUPPO;

Economicità

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ECONOMICITA’

ECONOMICITA’ AZIENDALE

ECONOMICITA’ SUPERAZIENDALE

ECONOMICITA’ DI GRUPPO

MACROECONOMICITA’ O ECONOMICITA’

COLLETTIVA

I g iudizi di economicità

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 5

Punto 4 Punto 3 PUNTO 2 Punto 1

2) L’impresa nei suoi più generali caratteri economici.

INDICE

Il concetto di economicità Le grandezze alla base dell’economicità: capitale e reddito L’economicità aziendale e l’equilibrio economico L’economicità aziendale e la potenza finanziaria: il fabbisogno finanziario e la sua determinazione; le fonti di finanziamento: capitale proprio, capitale di credito, l’autofinanziamento; le relazioni tra capitale proprio e capitale di credito e tra impieghi e fonti; la struttura finanziaria

L’economicità di gruppo

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Per capire a fondo i concetti e le formule che sono dietro l’ECONOMICITA’

occorre prima approfondire le “grandezze” che sono alla sua base:

Il CAPITALE Il REDDITO

“grandezze” tra loro fortemente correlate.

Le grandezze alla base dell’economicità

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 7

Il capitale

La nozione di capitale è già stata fornita.

In tale sede, e ai nostri fini (comprendere l’economicità),

dobbiamo riprendere i concetti già noti, soffermandoci però sulla possibilità di vedere il capitale come una grandezza rappresentabile

in un prospetto IMPIEGHI - MEZZI DISPONIBILI

Il patrimonio o capitale rappresenta l’insieme dei mezzi funzionali all’attività svolta dall’azienda e che sono organizzati secondo un rapporto di interrelazione per il comune scopo della produzione

ossia la convenienza ad avviare e/o continuare una data attività imprenditoriale o la validità di un

progetto di investimento

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Infatti, per intraprendere un’attività economica, occorre dotarsi dei MEZZI necessari per lo svolgimento dell’attività.

In un primo momento, l’imprenditore (in caso di azienda individuale) o i soci (in caso di azienda collettiva), apportano mezzi

monetari o beni in natura, la cui somma costituisce il totale dei MEZZI DISPONIBILI.

Impieghi Mezzi disponibili ­ Denaro in cassa ­ Capitale proprio conferito ­ Beni apportati dall'imprend. dall'impr. o dai soci o dai soci

Il capitale

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 9

Per svolgere l’attività, il soggetto aziendale chiede anche finanziamenti dall’esterno, erogati sotto forma di MEZZI

liquidi, attraverso i quali è possibile effettuare altri investimenti.

Impieghi Mezzi disponibil i ­ Denaro in cassa o in c/c ­ Capitale di credito bancario ­ Capitale proprio

­ Beni in natura

Il capitale

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Mediante lo svolgimento delle operazioni gestionali il capitale proprio ed il capitale di credito vengono impiegati per l’acquisto di fattori produttivi di tipo strutturale (immobilizzazioni materiali) e di

fattori produttivi a fecondità semplice (magazzino).

Impieghi Mezzi disponibili Disponibilità liquide Capitale di credito ­ Cassa ­ Debiti a breve verso banche ­ Banca c/c o verso fornitori Disponibilità differite ­ Debiti a medio e lungo per ­ Materie prime finanziam.ti da parte di terzi ­ Materiali di consumo Capitale proprio ­ Merci e prodotti ­ Capitale conferito dall'impr. Immobilizzazioni o dai soci ­ Terreni ­ Fabbricati ­ Macchinari ­ Attrezzature

Il capitale

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 11

Le operazioni di gestione

senza tuttavia che sia mai disattesa la seguente uguaglianza:

gli IMPIEGHI i MEZZI DISPONIBILI =

hanno l’effetto di

gli IMPIEGHI i MEZZI DISPONIBILI

IQ QI

Il capitale La gestione può

essere definita come “L’insieme delle

operazioni che le persone presenti in azienda compiono, sul capitale a loro

disposizione, al fine di svolgere l’attività

di produzione dell’azienda stessa”

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 12

Oltre alle operazioni di gestione

hanno l’effetto di

anche i criteri di valutazione

influenzare il capitale

che assume la definizione di:

CAPITALE DI FUNZIONAMENTO

Il capitale

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 13

Rappresenta l’ammontare delle risorse a disposizione del soggetto aziendale in un dato istante, relative all’azienda in normale

funzionamento, la cui entità varia in conseguenza della gestione e dei criteri di valutazione applicati.

Il valore che si ricava stimando il capitale nella fase di normale funzionamento dell’azienda differisce da quello

che si ottiene effettuando la stima in fasi differenti o per diverse finalità.

Il capitale di funzionamento

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 14

capitale economico

capitale di liquidazione

capitale di costituzione

È DIVERSO DAL

Il capitale di funzionamento

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 15

capitale economico

capitale di liquidazione

capitale di costituzione

Cosa esprime? Quando?

Valore dell’azienda come complesso economico e integrato e finalizzato

Valore del patrimonio come somma di beni disg iunti (valutati per stralcio)

Valore del patrimonio come somma di beni disgiunti (valutati al costo di acquisizione)

Cessione, conferimento, fusione e trasformazione

Liquidazione

Costituzione d’impresa ex novo

I diversi concetti di capitale

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 16

Il reddito

“L’accrescimento che, in un determinato periodo di tempo, il patrimonio di un’impresa data subisce in conseguenza della gestione”

(G. Zappa, Il reddito d’impresa. Scritture doppie, conti e bilanci di aziende commerciali, 1950)

Se l’arco temporale di osservazione è l’intera vita dell’azienda

REDDITO TOTALE o GLOBALE

Se l’arco temporale di osservazione è un periodo più

breve (anno)

REDDITO D’ESERCIZIO

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 17

Può essere determinato con due metodologie:

Metodo sintetico o indiretto Metodo analitico o diretto

R = Comp. positivi di reddito - Comp. negativi di reddito

È il metodo di fatto utilizzato dalle aziende e nel quale i fatti di gestione sono rilevati in base al principio della competenza economica

R = PNt n - PNt n-1

(nell’ipotesi che non siano state compiute operazioni sul PN)

PNt n è il patrimonio netto al tempo n PNt n -1 è il patrimonio netto al tempo n-1

Il reddito d’esercizio

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 18

I costi, ossia gli oneri sostenuti per l’acquisto dei fattori produttivi, vengono classificati, a seconda

dell’oggetto cui si riferiscono, in:

- costi pluriennali

- costi delle materie prime o delle merci

- costi per servizi

- costi finanziari

- costi fiscali

I ricavi, ossia i proventi originati dalla vendita di prodotti, merci, servizi o da

altra causa, vengono classificati, in base all’attività posta in essere ed al verificarsi

di diversi eventi, in:

- ricavi di vendita

- ricavi finanziari

- ricavi per disinvestimenti di beni strum.

- ricavi diversi

Tipologie di componenti negativi e positivi

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 19

I costi e i ricavi si intrecciano nel corso dell’esercizio, ma, affinché assumano rilevanza per la determinazione del reddito riferito al periodo amministrativo

considerato, devono essere di competenza.

Un costoè di competenza economica dell’esercizio quando nell’esercizio ha trovato il correlativo ricavo o ragionevolmente non potrà più trovarlo.

Un ricavoè di competenza economica dell’esercizio quando nell’esercizio ha trovato il correlativo costo o ragionevolmente non potrà più trovarlo.

Componenti negativi e positivi del Reddito d’Esercizio

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 20

Documento di riferimento

Normativa di riferimento

Finalità Destinatari

Equilibrio economico

Tutela minoranze e terzi

Pagamento imposte

Bilancio di gestione

Bilancio civilistico

Dichiarazione dei redditi

Normativa fiscale (T.u.i.r.)

Codice Civile

Principi economico aziendali (contabili)

Soggetto economico

Fisco

Stakeholder

Le diverse configurazioni Del Reddito d’Esercizio

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 21

Punto 4 Punto 3 PUNTO 2 Punto 1

2) L’impresa nei suoi più generali caratteri economici.

INDICE

Il concetto di economicità Le grandezze alla base dell’economicità: capitale e reddito L’economicità aziendale e l’equilibrio economico L’economicità aziendale e la potenza finanziaria: il fabbisogno finanziario e la sua determinazione; le fonti di finanziamento: capitale proprio, capitale di credito, autofinanziamento; le relazioni tra capitale proprio e capitale di credito e tra impieghi e fonti; la struttura finanziaria

L’economicità di gruppo

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 22

ECONOMICITA’ = EQUILIBRIO ECONOMICO

adeguata POTENZA FINANZIARIA +

L’Economicità aziendale e l’equilibrio economico

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 23

L’IMPRESA si trova in EQUILIBRIO ECONOMICO quando riesce ad ottenere entrate capaci di remunerare sia i

fattori in posizione contrattuale (ad es. manodopera) sia i fattori in posizione residuale (ad es. il capitale di rischio).

EQUILIBRIO ECONOMICO

L’Economicità aziendale e l’equilibrio economico

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 24

Ricavi = Remunerazione fattori in posizione residuale

Remunerazione fattori in posizione contrattuale

+

In formula:

EQUILIBRIO ECONOMICO

Ricavi = Risulato di esercizio congruo Costi +

L’Economicità aziendale e l’equilibrio economico

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Per chiarire il concetto di remunerazione congrua dei fattori in posizione residuale facciamo riferimento, in particolare, al capitale.

La remunerazione sarà congrua se, tenuto conto del rischio e dell’eventuale lavoro imprenditoriale, essa è in linea con quella ricavabile dai migliori investimenti alternativi.

Il tasso “i C ” che quantifica questa remunerazione (remunerazione congrua) è scomponibile in 3 componenti fondamentali:

- i 1 : rappresenta il compenso per il puro investimento di capitale;

- i 2 : rappresenta il compenso per il rischio sopportato;

- i 3 : rappresenta il lavoro imprenditoriale eventualmente prestato.

Il test di Economicità

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Il componente “i 1 ” non tiene conto né del rischio né del lavoro prestato. Rappresenta pertanto il rendimento che si ottiene dal miglior investimento alternativo che sia privo di rischio.

Nella realtà non esistono investimenti che non comportino anche un minimo grado di rischio. Tuttavia, per calcolare tale componente, si è soliti assumere come termini di paragone i rendimenti netti (al netto cioè dell’inflazione) degli investimenti in titoli di Stato come CCT e BTP.

Il test di Economicità: il componente“i 1 ”

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Considerando un orizzonte temporale di 10 anni si prende un rendimento del 4,48%: quindi i 1 è pari a 4,48%.

Il test di Economicità : il componente “i 1 ”

Rendimenti BTP dal Sole24Ore

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Il componente “i 2 ” deve tener conto della perdita media delle aziende operanti nel settore e della probabilità che questa perdita si verifichi.

ESEMPIO

Se in un settore che conta 1000 aziende ve ne sono 100 (cioè il 10%) che registrano una perdita media pari al 20% del Capitale Netto, avremo che:

i 2 = (perdita media) x (probabilità di perdita) i 2 = (0,20) x (0,10) = 2%

Il test di Economicità: il componente “i 2 ”

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 29

Il componente “i 3 ” è determinabile come rapporto tra il compenso medio percepito da chi copre una carica direzionale e l’ammontare della somma investita.

ESEMPIO

Se il compenso medio dei dirigenti è 50 e il capitale investito è 1.000 avremo che:

i 3 = (compenso medio) / (capitale investito) i 3 = (50) / (1.000) = 5%

Il test di Economicità: il componente “i 3 ”

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 30

Possiamo ora determinare la remunerazione congrua, come somma delle tre componenti.

ESEMPIO

Utilizzando i dati precedenti, si ha che: i C = 4,48% + 2% + 5% = 11,48 %

i C = i 1 + i 2 + i 3

Il test di Economicità: il componente “i c ”

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 31

Ipotizziamo di voler verificare se l’azienda studiata (azienda target), si trovi in equilibrio economico.

Conto Economico costi 400 utile 240

ricavi 640

Capitale netto = 800

i T = (utile) / (capitale netto) i T = 240 / 800 = 30 %

ESEMPIO

Si supponga che l’azienda target abbia la seguente situazione economica:

Il test di Economicità: il componente “i T ”

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 32

Siccome i T (30%) > i C ( 11,48%)

l’azienda target si trova in equilibrio economico.

Il test di Economicità: il componente “i T ”

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 33

Nella realtà, la condizione di equilibrio economico si realizza nel medio/lungo periodo e non nel breve, principalmente a causa del

progresso tecnologico (se l’impresa opera in un settore ad alta tecnologia) e in dipendenza dei prodotti che vengono realizzati e del loro ciclo di vita.

E’ possibile individuare un ciclo di vita dei prodotti che, generalmente, si articola secondo le seguenti fasi:

1) Introduzione

2) Sviluppo

3) Maturità

4) Saturazione

5) Declino

L’equilibrio economico e il ciclo di vita dei prodotti

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1) Introduzione

2) Sviluppo

3) Maturità

4) Saturazione

5) Declino

Immissione del nuovo prodotto sul mktg

Lento incremento delle vendite

Fattore/i strategico/i Caratteristiche

Qualità

Rapido incremento delle vendite Pubblicità

Crescita delle vendite ad un tasso contenuto Prezzo Sconti ai distributori

Stabilizzazione delle vendite Confezione Imballaggio

Calo delle vendite Pubblicità (per pilotare le vendite)

Fasi

Il ciclo di vita dei prodotti

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 35

Introduzione

Sviluppo

Maturità

Saturazione Declino

0 Tempo

Ricavi

Le diverse fasi caratterizzano il ciclo di vita di qualsiasi prodotto. Tuttavia esse variano in ampiezza ed inclinazione in dipendenza delle caratteristiche specifiche di ciascun prodotto.

Il ciclo di vita dei prodotti

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 36

Un ciclo analogo può essere individuato per i costi derivanti dalla produzione e commercializzazione di un nuovo prodotto.

La maggior parte dei costi viene sostenuta all’iniziodella commercializzazione e riguarda le ricerche di mercato, l’acquisto del terreno, la costruzione dello stabilimento dove avrà luogo la produzione, l’acquisto dei macchinari, la predisposizione dell’apparato distributivo e amministrativo, le spese di ricerca e sviluppo.

Successivamente all’introduzione del prodotto nel mercato, i costi consistono principalmente in costi di gestione.

L’evoluzione dei costi nel tempo

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0 Tempo

Costi

1 2 3 4

30

100

50 50

- Ricerche di mercato - Terreno / stabilimento - Impianti / macchine - Apparato di distribuzione - Apparato amministrativo - Ricerca e sviluppo - Costi di gestione

L’evoluzione dei costi nel tempo

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 38

L’equilibrio economico nel lungo periodo

L’evoluzione dei costi nel tempo, il progresso tecnologico ed il ciclo di vita del prodotto realizzato, influenzano il raggiungimento dell’equilibrio economico.

È solo nel medio-lungo periodo che l’impresa:

Ä riesce a remunerare i fattori in posizione contrattuale, raggiungendo l’uguaglianza tra ricavi e costi totali (Break Even Point);

Ä a produrre una remunerazione congrua anche per i fattori in posizione residuale (Punto di Equilibrio Economico).

Questi due concetti saranno ripresi successivamente: v. Punto 3, “Analisi del

Break Even Point”.

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 39

Punto 4 Punto 3 PUNTO 2 Punto 1

2) L’impresa nei suoi più generali caratteri economici.

INDICE

Il concetto di economicità Le grandezze alla base dell’economicità: capitale e reddito L’economicità aziendale e l’equilibrio economico L’economicità aziendale e la potenza finanziaria: il fabbisogno finanziario e la sua determinazione; le fonti di finanziamento: capitale proprio, capitale di credito, l’autofinanziamento; le relazioni tra capitale proprio e capitale di credito e tra impieghi e fonti; la struttura finanziaria

L’economicità di gruppo

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 40

ECONOMICITA’ = EQUILIBRIO ECONOMICO

adeguata POTENZA FINANZIARIA +

L’Economicità aziendale e la potenza finanziaria

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 41

L’IMPRESA ha un’adeguata POTENZA FINANZIARIA quando ha la capacità di reperire capitale di rischio o capitale di credito per

coprire continuamente, pienamente e convenientemente il fabbisogno finanziario derivante dall’eccedenza delle Uscite

rispetto alle Entrate di gestione.

adeguata POTENZA FINANZIARIA

L’Economicità aziendale e la potenza finanziaria

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 42

Per lo svolgimento dell’attività istituzionale l’azienda necessita di MEZZI FINANZIARI

Il pagamento dei fattori produttivi può avvenire utilizzando i fondi originati

dalla vendita dei prodotti (cfr. slide 89) dall’apporto dei soci e dei finanziatori esterni

Aspetto finanziario della gestione

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 43

I due aspetti sono tra loro COMPLEMENTARI

L’alternanza delle ENTRATE e delle USCITE per operazioni di esercizio

mediante ricorso al capitale proprio e capitale di credito

un disequilibrio monetario e quindi un fabbisogno finanziario

coperto crea

In sostanza la gestione può essere osservata sotto:

evidenzia le ENTRATE e le USCITE per operazioni tipiche d’esercizio, ossia ENTRATE per la vendita di prodotti e USCITE per l’acquisto di fattori produttivi

l’aspetto monetario l’aspetto finanziario

evidenzia le ENTRATE e le USCITE per la provvista o il rimborso di capitale proprio o di capitale di credito

Aspetto finanziario della gestione

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 44

Le USCITE derivano da: - operazioni d’esercizio (costi, remunerazione dei fattori in posizione residuale); - investimenti in crediti di finanziamento. Per esse si possono distinguere le seguenti fasi: 1) la previsione

2) la liquidazione (impegno) 3) il pagamento

- operazioni di esercizio (ricavi); Le ENTRATE derivano da:

- disinvestimento di crediti di finanziamento (riscossione dei crediti di finanziamento). Per esse si possono distinguere le seguenti fasi: 1) la previsione

2) l’accertamento (diritto alla riscossione) 3) la riscossione

Le Entrate (E.) e le Uscite (U.)

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 45

Il FABBISOGNO FINANZIARIO ad un certo tempo “T X ” è calcolabile come differenza tra le Uscite totali misurate nella fase della liquidazione e le Entrate totali misurate nella fase della riscossione.

F.F. (T X ) = Entrate totali in riscossione Uscite totali in liquidazione -

In formula:

La potenza finanziaria è quindi adeguata se è superiore al fabbisogno finanziario.

Il Fabbisogno Finanziario (F.F.)

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 46 t

E U

t x

Rappresentazione del Fabbisogno Finanziario

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 47

Esempio numerico

Si supponga che nel tempo 3 si abbia una quantità di uscite di 130, ma che si siano incassate solo 10.

Il fabbisogno finanziario, al tempo 3, sarà allora pari a 130 - 10, ossia 120.

Saranno cioè necessarie 120 per continuare nel processo produttivo.

Si supponga che nel tempo 1 e 2 si siano avute quantità di uscite rispettivamente di 50 e 100.

Rappresentazione del Fabbisogno Finanziario

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 48

Rappresentazione del FF dell’esempio

t

E U

1

50

2

100

3

130

10

Fabbisogno di 120 Impegno di 130

Rappresentazione del Fabbisogno Finanziario

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 49

Un modo pratico per determinare il Fabbisogno Finanziario

Un modo pratico per determinare il Fabbisogno Finanziario consiste nella redazione di uno stato patrimoniale relativo al periodo che si vuole prendere in esame.

CASSA E BANCA

INVESTIMENTI LORDI IN ATTESA DI REALIZZO Kl

CAPITALE DI CREDITO

FONDI DI RETTIFICA FONDI RISCHI S

CAPITALE SOCIALE

RISERVE UTILI Z

Stato patrimoniale al tempo T x

INVESTIMENTI (IMPIEGHI) FONTI DI FINANZIAMENTO

Fabbisogno Finanziario = Kl - S - Z

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 50

Una adeguata potenza finanziaria (2° requisito dell’economicità) prevede:

l’analisi della composizione degli IMPIEGHI

la scelta di una certa combinazione delle FONTI

La gestione finanziaria

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26

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 51

Analisi della composizione degli IMPIEGHI

Negli IMPIEGHI si possono enucleare secondo il criterio della DESTINAZIONE ECONOMICA:

attività (investimenti, impieghi) realizzabili e suscettibili di utilità in un periodo superiore all’anno

Immobilizzazioni materiali e immateriali Immobilizzazioni finanziarie (fin. conc., part.) Magazzino immobilizzato

attività (investimenti, impieghi) finanziariamente realizzabili in un periodo pari od inferiore all’anno o già presenti in forma liquida

Magazzino a breve (scorte e rim. contab.) Liquidità differite (crediti, camb., titoli non imm.) Liquidità immediate (cassa, c/c bancario)

l’ATTIVO IMMOBILIZZATO l’ATTIVO CIRCOLANTE

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 52

Analisi della composizione delle FONTI

Le FONTI possono essere distinte in TRE CATEGORIE:

- CAPITALE PROPRIO - CAPITALE DI CREDITO - AUTOFINANZIAMENTO

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 53

CAPITALE PROPRIO

Consiste nei mezzi che il singolo imprenditore (nell’impresa individuale) o i soci (nella società di

capitali) immettono e rischiano nell’attività di impresa.

Nelle società per azioni l’insieme del capitale proprio è diviso in azioni.

Esistono differenti tipi di azioni: - azioni ordinarie - azioni privilegiate - azioni di risparmio - azioni di godimento

rinvio

Analisi della composizione delle FONTI

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 54

CAPITALE DI CREDITO

È composto da quei mezzi che vengono immessi nell’attività imprenditoriale da soggetti non soci (o

comunque da soci ma non a titolo di capitale proprio) e che, quindi, non sopportano il rischio imprenditoriale.

I mezzi per reperire capitale di credito sono vari; i più comuni sono:

- prestito obbligazionario (cfr. slide 90)

- credito bancario - credito mercantile - credito dei dipendenti (nella forma diretta e indiretta)

Analisi della composizione delle FONTI

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 55

AUTOFINANZIAMENTO Consiste nel reinvestimento di quanto ottenuto mediante

l’attività svolta nei precedenti esercizi. In altre parole, è dato dalle fonti interne generate dalla gestione.

Avendo a disposizione due stati patrimoniali, l’AUTOFINANZIAMENTO può essere determinato con due metodi:

Comporta la rinunzia parziale o totale, da parte dei soci, alla distribuzione dei dividendi.

- metodo sintetico; - metodo analitico.

Analisi della composizione delle FONTI

Consente all’impresa di finanziare gli investimenti in modo autonomo, senza aumenti del capitale di credito o del capitale proprio.

L

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 56

Determinazione dell’AUTOFINANZIAMENTO

Attività (dare) Passività (avere) Cassa 20 Fondi rischi 10 Crediti 20 Fondi spese future 10 Merci 20 Fondo amm.to 10 Macchine 100 Debiti 20

Totale passivo 50 Capitale sociale 100 Utile anno X 10

TOT. ATTIVO 160 TOTALE 160

Attività (dare) Passività (avere) Cassa 40 Fondi rischi 20 Crediti 40 Fondi spese future 20 Merci 40 Fondo amm.to 20 Macchine 100 Debiti 40

Totale passivo 100 Capitale sociale 100 Utile anno X 10 Utile anno X + 1 10

TOT. ATTIVO 220 TOTALE 220

Stato patrimoniale anno X Stato patrimoniale anno X + 1

ΔF = ΔInvestimenti - ΔDebiti – Apporti di Capitale + Rimborsi di Capitale ΔF = 60 – 30 – 0 + 0 = 30

- metodo sintetico:

ΔF = ΔUtili + ΔFondo rischi + ΔFondo di riserva + ΔFondo ammortamenti ΔF = 10 + 10 + 10 = 30

- metodo analitico:

Analisi della composizione delle FONTI

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 57

Determinazione dell’AUTOFINANZIAMENTO

Attività (dare) Passività (avere) Cassa e banca 2.000 Debiti vs/fornitori 4.000 Crediti 2.000 Debiti vs/banche 2.000 Magazzino 2.000 Fondi Rischi 1.000 Impianti 10.000 Fondo Amm.to 1.000

Totale passivo 8.000 Capitale sociale 6.000 Riserve 1.000 Utile anno n 1.000

TOT. ATTIVO 16.000 TOTALE 16.000

Stato patrimoniale anno n Stato patrimoniale anno n + 1

ΔF = ΔInvestimenti - ΔDebiti – Apporti di Capitale + Rimborsi di Capitale ΔF = 6.000 – 3.000 – 0 + 0 = 3.000

- metodo sintetico:

ΔF = ΔUtili + ΔFondo rischi + ΔFondo di riserva + ΔFondo ammortamenti ΔF = 0 + 1.000 + 1.000 + 1.000 = 3.000

- metodo analitico:

Analisi della composizione delle FONTI

Attività (dare) Passività (avere) Cassa e banca 4.000 Debiti vs/fornitori 6.000 Crediti 4.000 Debiti vs/banche 3.000 Magazzino 4.000 Fondi Rischi 2.000 Impianti 10.000 Fondo Amm.to 2.000

Totale passivo 13.000 Capitale sociale 6.000 Riserve 2.000 Utile anno n+1 1.000

TOT. ATTIVO 22.000 TOTALE 22.000

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 58

Ulteriori distinzioni tra il CAPITALE PROPRIO e il CAPITALE DI CREDITO

Il CAPITALE PROPRIO e il CAPITALE DI CREDITO possono essere ulteriormente distinti in base

alla DURATA

e al COSTO del FINANZIAMENTO

Analisi della composizione delle FONTI

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 59

In base alla DURATA del FINANZIAMENTO:

Capitale proprio

ha la caratteristica di essere permanentemente legato alla

vita dell’impresa

Capitale credito

si distingue in: Debiti a breve termine (≤ all’anno) Debiti a medio termine (> 1 e ≤ ai 5 anni) Debiti a lungo termine (> ai 5 anni)

Analisi della composizione delle FONTI

Ulteriori distinzioni tra il CAPITALE PROPRIO e il CAPITALE DI CREDITO

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 60

In base al COSTO del FINANZIAMENTO:

Capitale proprio

avente un costo sui generis, rappresentato dal saggio di

remunerazione congrua richiesto dagli investitori

Capitale credito

generatore di interessi passivi che possono essere:

- espliciti (se calcolati in % sulla durata e il valore del debito) - impliciti (se già conglobati nel valore di estinzione del debito)

Analisi della composizione delle FONTI Ulteriori distinzioni tra

il CAPITALE PROPRIO e il CAPITALE DI CREDITO

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 61

Stato patrimoniale al 31/12/20.. Attività (dare) Passività (avere)

Tot. attività Tot. a pareggio

A P

CN

Attività Passività

Capitale Netto D Deficit patrimoniale

Possono verificarsi di verse situazioni

Analisi Fonti-Impieghi

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 62

Stato patrimoniale al 31/12/20.. Cassa € 52 Debiti cambiari € 103 Prodotti € 103 Macchine € 155 Capitale netto € 413 Fabbricati € 206 Tot. attività € 516 Tot. a pareggio € 516

A P CN _ =

516 103 413 _ =

A

Attività

P

CN

Passività

Capitale Netto

Se A P > Caso più frequente, perché gli investimenti vengono generalmente realizzati sia con mezzi propri, sia

con mezzi di terzi.

Analisi Fonti-Impieghi

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 63

Stato patrimoniale al 31/12/20..

Attività (dare) Passività (avere) Cassa € 52 Prodotti € 103 Macchine € 155 Capitale netto € 516 Fabbricati € 206 Tot. attività € 516 Tot. cap. netto € 516

P 0 =

A

Attività

CN

Capitale Netto

Caso inusuale che si verifica quando l’azienda non ha fatto ricorso al capitale di credito, finanziando gli investimenti interamente con i mezzi propri. Ciò accade solo in sede di costituzione dell’azienda. Con l’inizio delle operazione di gestione, l’impresa inevitabilmente accende debiti,

sia di funzionamento, sia di finanziamento.

516 516 _ = Se A = CN

Analisi Fonti-Impieghi

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 64

Stato patrimoniale al 31/12/20..

Attività (dare) Passività (avere) Cassa € 52 Debiti cambiari € 103 Prodotti € 103 Macchine € 155 Mutui € 413 Fabbricati € 206 Tot. Attività 516 Tot. Passività € 516

_ A P = 516 516 _ CN 0 =

A

Attività

P

Passività

Se A P =

Caso inconsueto, ma possibile per le aziende individuali e le società di persone, ma non nelle società di capitali, dove è precluso il

conferimento di prestazioni d’opera o di servizi.

Analisi Fonti-Impieghi

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 65

Stato patrimoniale al 31/12/20..

A P D _ =

A

Attività

P D

Passività Deficit Patrimoniale

Se A P <

Caso in cui non solo vi è assenza di PN, ma le attività sociali sono persino insufficienti a far fronte alle obbligazioni sociali

rappresentate dal totale del capitale di terzi (situazione non sostenibile da az. in normale funzionamento).

620 516 104 = _

Analisi Fonti-Impieghi

Prodotti € 103 Macchine € 155 Mutui € 516 Fabbricati € 206 Deficit patr. € 104

Tot. a pareg. € 620 Tot. Passività € 620

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 66

Stato patrimoniale al 31/12/20..

Attività (dare) Passività (avere) 1. Liquidità 1. Passività correnti

Cassa € 52 Debiti a breve € 52 Cred. a breve € 52

2. Disponibilità 2. Redimibilità Prodotti € 103 Mutui a M/L termine € 51

ATT. CORRENTI € 207 TOT. PASSIVITA' € 103

3. Immobiliz. 3. Capitale proprio Macchine € 258 Capitale Sociale € 310 Credito a medio € 51 Riserve € 103

TOT. ATTIVITA' € 516 TOT. A PAREGGIO € 516

Analisi Fonti-Impieghi

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 67

Alcuni indici

Analisi Fonti-Impieghi

attività correnti passività correnti = =

207 52

= 3,98 CURRENT RATIO (indice di solvibilità)

QUICK RATIO (indice di liquidità)

attività correnti - magazzino passività correnti

= = 207 - 103

52 = 1,98

Esprimono la capacità dell’impresa di onorare i debiti a breve con impieghi a breve. C.R. => Indica la capacità dell’impresa di far fronte ai debiti a breve con le attività a breve

(liquidità immediate, liquidità differite, scorte) Q.R. => Indica la capacità potenziale dell’impresa di far fronte ai debiti a breve mediante la

liquidità totale (immediata e differita)

LEVERAGE RATIO (indice del grado di

indebitamento)

capitale di credito capitale proprio

CC CP

= = = 103 413

= 0,25

Misura il livello di indebitamento dell’azienda e fornisce informazioni sul grado di dipendenza dell’impresa dai soggetti finanziatori portatori di capitale di credito

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 68

Dopo aver esaminato:

- come si genera e varia il FABBISOGNO di FINANZIAMENTO; - la diversa natura degli INVESTIMENTI;

struttura finanziaria

che consente di adattare economicamente la qualità e la quantità dei FINANZIAMENTI alle caratteristiche degli

INVESTIMENTI

- le diverse forme e fonti dei possibili FINANZIAMENTI;

si può costruire la particolare

La struttura finanziaria

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 69

La scelta di una particolare

struttura finanziaria è f (•)

eventuali limitazioni g iuridiche (es. prestito obbligazionario)

natura degli investimenti

“come adattare economicamente la qualità e la quantità dei finanziamenti alle caratteristiche degli investimenti?”

PROBLEMA

La struttura finanziaria

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 70

1) non è possibile istituire relazioni tra i singoli investimenti e le singole fonti di finanziamento;

2) occorre sempre soddisfare le esigenze dei finanziatori impostando le scelte in chiave di marketing finanziario;

3) occorre sempre tener presente l’esigenza del soggetto economico di conservare il governo dell’impresa;

La risoluzione del problema deve ispirarsi ai seguenti principi:

La struttura finanziaria

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 71

4) occorre adattare il finanziamento alle caratteristiche del fabbisogno finanziario;

5) il costo del finanziamento deve essere paragonato con la redditività complessiva dell’impresa (R.O.I.).

La struttura finanziaria

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 72 Tempo

Fabbisogno Finanziario

β2

β1

α

Analisi storica del fabbisogno 4)

La struttura finanziaria

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 73

β2

β1

α

caratteristiche della fascia di fabbisogno

modalità di finanziamento più appropriata

costante • capitale proprio • capitale di credito stabile nel t

variabile crescente nel t

variabile fluttuante nel t

• capitale proprio • capitale di credito stabile nel t

• capitale di credito molto elastico (scoperto bancario, c/c bancario, sconto di cambiali, credito mercantile)

Individuazione del tipo di finanziamento in f (•) dell’analisi storica del fabbisogno

4)

La struttura finanziaria

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 74

R.O.E. = R.O.I. + (R.O.I. – i) • CC/CP

Confronto tra il costo del finanziamento e la redditività complessiva dell’impresa (R.O.I.)

5)

Questa formula descrive il cosiddetto effetto di leverage. Dalla formula si deduce che:

Se R.O.I. > i R.O.E. ↑ all’ ↑ del quoz. ind. (CC/CP)

Se R.O.I. < i

conviene ricorrere al cap.

cred. (CC)

R.O.E. ↓ all’ ↑ del quoz. ind. (CC/CP)

non conviene ricorrere al cap.

cred. (CC)

La struttura finanziaria

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 75

Redditività dei mezzi propri (R.O.E. Return On Equity)

Esprime il rendimento del capitale netto dell’impresa, ossia quanto frutta il capitale conferito a titolo di rischio.

R.O.E. = Risultato netto di esercizio

Capitale netto

R.O.E. = R.O.I. + (R.O.I. – i) • CC/CP R.O.E.

La struttura finanziaria

Formula dell’effetto di leverage

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 76

R.O.I. = Risultato operativo Capitale investito

R.O.E. = R.O.I. + (R.O.I. – i) • CC/CP R.O.I.

Redditività del capitale investito (R.O.I. Return On Investement)

Misura la capacità dell’impresa di impiegare efficientemente le sue risorse e la redditività del capitale investito (a prescindere dal tipo di fonti di

finanziamento utilizzate).

L’indice evidenza la redditività complessiva dell’impresa, segnalando la percentuale di reddito operativo che si ottiene dall’uso del capitale investito.

La struttura finanziaria

Formula dell’effetto di leverage

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 77

Leverage Ratio= Capitale di Credito Capitale Proprio

R.O.E. = R.O.I. + (R.O.I. – i) • CC/CP CC/CP

Indice del grado di indebitamento

Evidenzia il grado di indebitamento dell’azienda

La struttura finanziaria

Formula dell’effetto di leverage

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 78

R.O.E. = R.O.I. + (R.O.I. – i) • CC/CP i

Oneri finanziari Capitale di Credito i =

L’indebitamento, cioè il ricorso a capitale di terzi, ha un costo

= costo medio del finanziamento

L’effetto di leverage (o effetto leva) dipende dal rapporto tra la redditività del capitale investito (R.O.I.) e

il costo medio del capitale di terzi (i )

La struttura finanziaria

Formula dell’effetto di leverage

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 79

Se ROI > i La redditività del capitale investito è maggiore del costo medio del capitale di credito => effetto leva positivo: maggiore è il grado di indebitamento, maggiore è la redditività dei mezzi propri

Se ROI < i La redditività del capitale investito è minore del costo medio del capitale di credito => effetto leva negativo: la redditività dei mezzi propri diminuisce all’aumentare del grado di indebitamento

R.O.E. = R.O.I. + (R.O.I. – i) • CC/CP

La struttura finanziaria

Formula dell’effetto di leverage

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 80

Punto 4 Punto 3 PUNTO 2 Punto 1

2) L’impresa nei suoi più generali caratteri economici.

INDICE

Il concetto di economicità Le grandezze alla base dell’economicità: capitale e reddito L’economicità aziendale e l’equilibrio economico L’economicità aziendale e la potenza finanziaria: il fabbisogno finanziario e la sua determinazione; le fonti di finanziamento: capitale proprio, capitale di credito, l’autofinanziamento; le relazioni tra capitale proprio e capitale di credito e tra impieghi e fonti; la struttura finanziaria

L’economicità di gruppo

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 81

ECONOMICITA’

ECONOMICITA’ AZIENDALE

ECONOMICITA’ SUPERAZIENDALE

ECONOMICITA’ DI GRUPPO

MACROECONOMICITA’ O ECONOMICITA’

COLLETTIVA

I g iudizi di economicità

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 82

ECONOMICITA’ L’ANALISI DELL’

PUO’ CONDURRE A DIFFERENTI CONCLUSIONI SECONDO CHE IL GIUDIZIO VENGA FORMULATO CONSIDERANDO L’IMPRESA DA SOLA

O ALL’INTERNO DI UN GRUPPO

ECONOMICITA’ REALIZZABILE NEL GRUPPO

ECONOMICITA’ IN FUNZIONE DEL GRUPPO

E’ opportuno distinguere l’:

ECONOMICITA’ DI GRUPPO

in

Il concetto di economicità di gruppo

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 83

Un’impresa che singolarmente non è in EQUILIBRIO ECONOMICO e non è in grado di produrre un’ADEGUATA

POTENZA FINANZIARIA potrebbe invece far registrare dei risultati positivi in una situazione di integrazione con altre imprese.

Le cause possono riguardare i seguenti fattori:

1) Organizzazione di alcuni servizi

2) Marketing

3) Produzione

4) Finanza

Economicità realizzabile nel gruppo

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 84

Potrebbe accadere che un’impresa, pur all’interno del gruppo, non riesca comunque a raggiungere l’EQUILIBRIO ECONOMICO e a

sviluppare un’ADEGUATA POTENZA FINANZIARIA.

Anche in questo caso, tuttavia, potrebbe essere conveniente mantenere in vita l’impresa qualora questa svolga nel gruppo un ruolo che

contribuisce in modo positivo al risultato globale.

In genere la convenienza a mantenere nel gruppo un’impresa viene valutata mediante il confronto tra due bilanci consolidati: uno che esprime l’utile realizzato dal gruppo nel suo complesso, l’altro che analizza lo stesso

risultato senza il contributo dell’impresa oggetto di valutazione.

Economicità in funzione del gruppo

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 85

Utile netto del gruppo

Ricavi 400 Ricavi 400 Ricavi 400 Costi 200 Costi 200 Costi 200 Utile lordo 200 Utile lordo 200 Utile lordo 200 Imposte 20 Imposte 100 Imposte 20 Utile netto 180 Utile netto 100 Utile netto 180 460

Impresa K

Stato a bassa pressione fiscale

(10 %)

Impresa Y

Stato ad alta pressione fiscale

(50 %)

Impresa X

Stato a bassa pressione f iscale

(10 %)

Se, mediante trasferimenti interni al gruppo, parte dei ricavi dell’impresa K viene attribuita alle imprese X e Y, e parte dei costi di queste ultime viene

attribuita all’impresa K, si potrebbe pervenire alla situazione seguente:

Economicità in funzione del gruppo

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 86

Nel secondo caso si ha un utile netto di gruppo superiore di 80 rispetto a quello che si otteneva nella situazione precedente; questo

deriva da un risparmio d’imposta di pari ammontare.

Utile netto del gruppo

Ricavi 450 Ricavi 300 Ricavi 450 Costi 150 Costi 300 Costi 150 Utile lordo 300 Utile lordo 0 Utile lordo 300 Imposte 30 Imposte 0 Imposte 30 Utile netto 270 Utile netto 0 Utile netto 270 540

Impresa K

Stato a bassa pressione fiscale

(10 %)

Impresa Y

Stato ad alta pressione fiscale

(50 %)

Impresa X

Stato a bassa pressione f iscale

(10 %)

Economicità in funzione del gruppo

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 87

Crediti di finanziamento: sono crediti concessi a imprese controllate, collegate o controllanti, oppure verso altri. Fondi di rettifica: sono relativi a costi già rilevati durante l’esercizio, ma non di competenza, in quanto imputabili totalmente o parzialmente ad esercizi successivi (es. Fondo Ammortamento). Fondi rischi: sono fondi costituiti per far fronte ad eventuali costi futuri stimati sulla base di ipotesi relative ai rischi in essere alla fine dell’esercizio. Vengono incrementati annualmente, alla fine di ogni esercizio, per una quota corrispondente all’eventuale costo futuro (es. Fondo Svalutazione Crediti). Sono caratterizzati dall’incertezza relativa all’importo della spesa, al momento in cui si verificherà e all’eventualità stessa che essa si manifesti. Fondi spese: sono relativi a costi presunti futuri, ma di competenza dell’esercizio (es. Fondo TFR=> debito vs dipendenti, Debiti Tributari=> debiti vs lo Stato). Immobilizzazioni finanziarie: sono investimenti di medio-lungo periodo riguardanti crediti concessi ad imprese (controllate, collegate, controllanti o altre imprese), titoli o partecipazioni (in imprese controllate, collegate, controllanti o altre imprese).

Glossario

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 88

Patrimonio Netto: insieme dei beni investiti dai soci nell’impresa, subisce incrementi o decrementi per effetto della gestione o per altre motivazioni. Esso rappresenta il capitale di rischio e il valore contabile dell’azienda, suddiviso nelle componenti che – di volta in volta – ne hanno prodotto la variazione qualitativa e quantitativa. È indicato come Patrimonio “Netto” in quanto è ricavabile per differenza fra il totale delle attività ed il totale delle passività in senso stretto, coincidenti con il capitale di credito.

Riserve: sono parti del capitale netto destinate a diverse funzioni: la difesa dell’integrità del capitale sociale in caso di perdita, l’aumento della solidità patrimoniale grazie al miglioramento del rapporto mezzi propri-mezzi di terzi, stabilizzare nel tempo l’ammontare degli utili da distribuire ai soci. Sono generalmente costituite mediante accantonamenti di quote di utili di esercizio.

Risultato operativo: reddito che scaturisce dalla gestione “tipica” o “caratteristica” dell’azienda, ovvero dai processi di acquisizione, trasformazione e vendita dei prodotti e/o servizi che caratterizzano l’attività aziendale.

Glossario

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A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 89

Dallo scambio derivano i RICAVI che devono remunerare i FATTORI PRODUTTIVI utilizzati.

Produzione

C T L I Vendita

Consumatori

Utilizzatori

Ricavi

Sistema di remunerazione dei fattori di produzione

Imprese: modalità di remunerazione dei fattori di produzione

A.A. 2007/2008 Paola Paoloni 90

Rischio di impresa Prestito obbligazionario

Si tratta di una raccolta di fondi presso il mercato dei risparmiatori attraverso

l’emissione di obbligazioni. L’obbligazione è un titolo di credito

che dà diritto ad una remunerazione certa, periodica e generalmente fissa (o indicizzata). Non dà diritto di voto.

Il p.o. è un esempio di fattore in posizione contrattuale, la cui

remunerazione è stabilita da contratto. Il prestito obbligazionario riflette

giuridicamente un rapporto sottostante di mutuo e consente alla società di

acquisire nuovi mezzi finanziari senza modificare la compagine sociale.

I mezzi apportati dai soci costituiscono il capitale sociale dell’azienda.

Il capitale sociale in una società per azioni è diviso in azioni.

Le azioni (ordinarie) danno diritto al dividendo (parte proporzionale degli utili netti) e al rimborso del capitale in sede di scioglimento della società. Danno, inoltre,

diritto di voto. Il capitale sociale (o capitale proprio) è un

fattore a posizione residuale: la remunerazione è eventuale (non certa),

variabile (in relazione al diverso andamento dell’attività), successiva (alla remunerazione dei fattori in posizione

contrattuale).

Capitale sociale (CN) Titoli rilasciati a fronte delle somme versate. Certificano il

credito vantato dal finanziatore (risparmiatore) nei confronti della società

Il ricorso a questo tipo di finanziamento è concesso soltanto alle società per azioni, deve essere

deliberato dall’assemblea straordinaria ed il massimo valore

che può assumere è quello del capitale sociale (a meno che non si prestino adeguate garanzie).