HI-END MAGAZINE · #11 “La valse d’Amelie (Orchestra version)” - La tenerezza e la morbidezza...

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69MASTErSouND COMPACT 300B▼ FDS 256

Questa è una storia di sentimenti e di sofferenza.È la storia di un amore non corrisposto e di untentativo disperato di seduzione, qualcosa di to-talmente opposto al colpo di fulmine. C’è un lie-

to fine, ma se dovessimo scegliere una categoria in cuiascrivere il rapporto che ha legato me a questo amplifi-catore è senza dubbio il dramma, non certo il film ro-mantico. Ne parlerò al femminile, perché devo pensare aquesto amplificatore come a una donna per esprimere isentimenti che ha generato in un mese di convivenza: nonme ne vogliano i lettori, non è sessismo!All’inizio mi sono sentito un po’ Mickey Rourke in “9 set-timane e 1/2”: ho cercato di traviare, di volgere dalla miaparte e dalla parte dei miei gusti la sua inclinazione na-turale. Nel farlo ho scoperto poco accordo tra noi, anzi,una certa reticenza da parte sua nell’eseguire come volevoi pezzi che sceglievo. Lei si è adattata, ma era fredda e pocorisoluta: la volevo più tonica, più dinamica e lei si è alle-nata fino allo sfinimento, suonando ore e ore di dischi sen-za che io la degnassi di un benché minimo complimen-to. Ogni sera rientravo a casa e mi guardava, in attesa cheaccendessi il tasto e la lasciassi lì a scaldar-si, a sgranchirsi, fino a che non mi met-tevo sul divano e cominciava l’esame.Se le valvole contengono sentimenti,deve aver provato frustrazione nel nonvedere mai un ampio sorriso sul miovolto, nel tentativo di capire cosa volessi.A questo punto ero passato da MickeyRourke a Humphrey Bogart, un duronelle cui braccia cadono un sacco dipupe che lui rifiuta.Poi è successo qualcosa: un disco,forse due di intesa, ho fatto un pas-so nella direzione di cercare unamusica che andasse bene e final-mente l’ho trovata. Ecco perchél’ascolto di questo mese è basato suun solo disco, perché è quello del-la capitolazione e dell’inizio di un

amore che, come tutti quelli che partono lentamente, du-rerà per sempre.

DESCRIZIONEL’occhio vuole la sua parte e qui di parte ce n’è in ab-bondanza. L’estrazione, difficile, dell’apparecchio di 33 kg.svela piano piano qualcosa di esteticamente molto bello,di fronte al quale è impossibile rimanere insensibili. Le cur-vacee, femminili 300B si nascondono e in parte malizio-samente si mostrano attraverso la protezione che ne rivelala sagoma solo se si è ad altezza dell’ampli, mentre le oscu-ra da qualsiasi altra angolazione di visione.I formosissimi trasformatori, di alimentazione e di usci-ta, danno l’idea di forza, ma hanno un bel portamento esono quasi esibiti, in un gioco di simmetrie elegante e am-miccante.La linea è molto classica, con un profilo basso e i tubi avista, con un bel rapporto dimensionale e l’aggiunta sen-suale di due fianchi ben curvati, in legno dalle pregevo-

li venature.Molto prezioso anche il

di Dimitri Santini

LA CoSTruZIoNE DI uN AMorE...

AMPLIFICATORE INTEGRATOMASTErSouND COMPACT 300B

“... spezza le vene delle mani” direbbe Ivano Fossati e l’elettronica di questo articolo si è spez-zata parecchie vene per costruire l’amore che alla fine ci ha legati. Sì, perché l’inizio non èstato semplice, come tutte quelle cose che nascono cariche di aspettative e in qualche modovanno a sbattere contro una realtà differente.

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set di binding post, che però non accettano cavo spella-to. Belli gli ingressi e sul davanti solo due manopole perla selezione ingressi e il volume, peraltro regolabile in re-moto da uno splendido telecomando in legno che ha solodue tasti.

TECNICASe si dà un’occhiata al sito di Mastersound si capisce su-bito che alcune scelte fanno parte di una precisa filosofiaaziendale, incrollabile da sempre: a listino esistono soloamplificatori single ended o al massimo parallel single en-ded, sempre e comunque a zero retroazione. Il mio ten-tativo di scucire qualcosa di più è andato a vuoto: 4 val-vole prima delle finali, che fanno? Due 300B come fannoa tirare fuori 15 W?Alla prima domanda ho avuto una risposta estremamentecomplicata e molto, molto vaga, per cui partirei dalla se-conda. I trasformatori di uscita, realizzati a mano in casa,si basano su avvolgimenti speciali, più corti, e sono co-struiti secondo algoritmi di calcolo differenti da quelli nor-malmente conosciuti. Ovviamente il tutto è top secret, maè solo grazie a questo tipo di trasformatori che le finali rie-scono ad esprimere 10 W a distorsione bassissima su tut-ta la gamma. Per quanto riguarda la topologia circuitaledegli altri tubi so solo che l’amplificatore è realizzato qua-si in dual mono, con una valvola pre, una driver e una fi-nale per canale. Su come lavorino in sinergia ci ho capi-to molto poco (è arrivata una cortina di fumo), anche seho intuito che qualcuno si è inventato qualcosa di nuo-vo in un campo dove sembrava tutto già detto. A valle del-la ECC802 ci si può inserire con un pre, usando la partefinale del Compact 300B: le due sezioni stanno talmentebene insieme che io avrei fatto a meno...

ASCOLTODopo quello che sto per raccontare ci sono stati tanti al-tri episodi musicali, tanti altri rendez-vous a corollario del-l’amore appena sbocciato. Non ha senso raccontarli tut-ti, perché quello che è uscito dal Compact 300B è statal’emozione della musica, suonata a modo suo dall’inizioalla fine in risposta ostinata alle mie reticenze.Il terreno d’incontro è stato Parigi, la città degli innamo-rati, è stato il genio di Yann Tiersen, sono state le melo-die di una colonna sonora straordinaria: “Amelie”. Intre-pretata in maniera così personale dal Compact 300B chesono uscito in toto dalle immagini del film per farmi ac-compagnare nella creazione di mie, suscitate solo dalla suagrande capacità di coinvolgere senza invadenza. Questoè in breve il resoconto.#1 “J’y suis jamais allé” - Mi sono ritrovato a Rue Mouf-fetard, nel mezzo del traffico umano del mercato. C’è, inquesta esecuzione, una vivacità cristallina, una separazioneperfetta, un suono corposo e reale. Anche la scena è per-fetta e ci si incanta a seguire l’aria che entra e esce dal-l’organetto.#2 “Les jours tristes” - Le Cirque d’Hiver a gennaio, congli alberi spogli e le persone incappottate a correre velo-ci giù per le scale della metro a Filles du Calvaire. I bas-si, ottimi, escono molto belli. C’è una spinetta, o un nonmeglio identificato strumento a tastiera che emerge conallegria metallica, poi la marcia esplode senza fragore esembra una banda di artisti di strada, triste ma protesa inavanti a camminare, dando spettacolo.#3 “La Valse d’Amelie (instrumental)” - L’atmosfera esoti-ca di Belleville e i negozi degli arabi. Ancora una volta sce-

70 FDS 256 ▼MASTErSouND COMPACT 300B

DisChi UtiLiZZati neLLa PrOVaAmelie - Yann Tiersen - Virgin

PrO- Suono raffinato.- Preciso e molto poco eufonico.- Circuitazioni originali e trasformatori custom.- Design bellissimo e costruzione eccellente.

COntrO- Poco muscolare.- Gamma alta frizzantina.- La gamma media tende a “sedersi” quando ci sono tan-ti strumenti.

L’iMPiantO D’asCOLtO UtiLiZZatO

sorgente digitale per musica liquida: Mac Book Air,Amarra Simphony; sorgente digitale: Sony DVP NS930VL; amplificatore integrato: Musical Fidelity A200; Diffusori: Audiovector SR1 Avantgarde, Indiana Line HC 206; Cavi di segnale: Sound Fidelity Silver, Acrolink 7N-A2200III; Cavi di potenza: Autocostruiti a 24 conduttori solid core; Cavi COaX: Sound Fidelity Silver

CaratteristiChe teCniChe DiChiarate

MastersOUnD COMPaCt 300BtiPO: Single Ended in Classa “A”POtenZa: 2 x 15 WattVaLVOLe FinaLi: 2 x 300 BVaLVOLe PreaMPLiFiCatriCi: 2 x ECC802VaLVOLe DriVer: 2 x 6SN7 GTiMPeDenZa in inGressO: 50 KOhminGressi: 3 x Linea + 1 Diretto alle finalitrasFOrMatOri Di UsCita: MASTERSOUNDiMPeDenZa nOMinaLe: 4 – 8 OhmretrOaZiOne: 0 dBrisPOsta in FreQUenZa: 8 Hz / 40 kHz – 0 dBDiMensiOni: 45 x 43 x 27 cmPesO: 33 Kg

Prezzo: Euro 6.100,00

Distributore:MASTER SOUNDwww.mastersoundsas.it

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na magnifica, fisarmonica vibrante, una gamma altameravigliosa. Il pezzo aggiunge strumenti e dinamica stra-da facendo, fino a terminare in una fanfara che in pochisecondi dà spazio e suono al silenzio.#4 “Comptine d’un autre été: l’après midi” - Come sentirsisolo (soli) in mezzo a una moltitudine di passanti distrattial Trocadero, le teste volte verso la Tour Eiffel. Il piano èmusicale, morbido. Atmosfera raffinata e malinconica. Ètutto in uno strumento, eppure c’è tanta musica.#5 “La Noyée” - Il lungo Senna dei librai di usato e dei ven-ditori di cartoline antiche. I violini irrompono sottili edenergici, senza rubare la scena alla fisarmonica che fa per-sino sentire il battere dei suoi tasti. Posizionamento per-fetto di ogni strumento, eufonia magnifica.#9 “Le moulin” - Notte a Pont Neuf, verso l’Île de la Cité.La fisarmonica si fa spazio e aria nel silenzio. Nota tec-nica: i piani sonori sono perfetti e la distanza è percepi-bile. Il pianoforte arriva e riscalda, ma non toglie la me-lodiosa malinconia. Timbro corretto e molto credibile, an-che quando l’esecuzione tende al drammatico. La dina-mica è molto ben riprodotta, a dispetto della poca potenza.#10 “Pas si simple” - Sembra di essere su un bateau mou-che e che sotto un grande ponte ci sia un concerto. Ci siavvicina agli strumenti, che diventano sempre più distinti,visibili, reali.#11 “La valse d’Amelie (Orchestra version)” - La tenerezzae la morbidezza dell’esecuzione non impediscono alCompact 300B di mostrare come sa gestire una piccola or-chestra: con garbo e realismo. Il pizzicato è davvero mol-to bello.#13 “La dispute” - Le foglie a terra nei Jardins du Lu-xembourg in autunno. La fisarmonica è struggente e le di-storsioni prodotte da certe note sono restituite in manie-ra molto vivida e dettagliata. C’è un realismo incredibi-le, quasi avvolgente e il silenzio suona esso stesso per ge-nerare l’attesa del piano, non scolpito ma ammorbidito,suonato con garbo e sentimento.

#15 “Soir de fête” - La primavera nei giardini dietro al Pe-tit Palais. L’atmosfera è a metà tra la Grecia e la Franciae la velocità e la precisione con cui appaiono e si muovonoi musicisti sulla scena proietta l’ascoltatore in un posto so-leggiato e profumato, mentre il carillon che chiuderà il pez-zo piano piano arriva...

CONCLUSIONILasciando da parte, almeno un po’, le romanticherie ro-manzate e tornando un po’ con i piedi per terra nel pro-saico mondo dell’hi-fi posso dire che questo è un ampli-ficatore di una raffinatezza esclusiva, di una morbidez-za entusiasmante. Non ha la potenza per muovere diffusorisordi, ma riesce a mantenere un bel calore senza stravol-gere le timbriche. È corretto, è sufficientemente dettagliato,è preciso, è riposante anche con i tweeter a nastro: avreivoluto avere a disposizione un paio di diffusori con qual-cosa in più degli 87 dB delle mie Audiovector, per provarea sentire un po’ più di pressione sonora, ma anche così ilCompact 300B ha saputo esprimersi al meglio. Ha biso-gno di molto riscaldamento “attivo”, nel senso che nonbasta accenderlo e lasciarlo lì, ma deve suonare. Non è pertutti, nel senso che forse alcuni non riusciranno a capir-ne la virtù, ma se si entra in sintonia, sa regalare ore e oredi ascolti vellutati ma anche graffianti, regalando alle vocivitalità e naturalezza, esaltando gli archi e frenando gli ot-toni. Ho fatto lo schizzinoso e il duro, ma alla fine quan-do le cose si sistemano e prevale il sentimento (recipro-co), tutto splende di una luce migliore.Ecco perché mi sento di chiudere con Torquato Tasso:

“Forse, se tu gustassi anco una voltala millesima parte de le gioieche gusta un cor amato riamando,diresti, ripentita, sospirando:«Perduto è tutto il tempo,che in amar non si spende»”.

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Gli altri ascoltiAl posto del solito WAF spendo questo riqua-drato per non scontentare i puristi e rientrarein una dimensione di “test” con qualche va-lenza oltre il soggettivo. Il Mastersound Compact 300B è un integratocapace di regalare ascolti di primissimo livello,ma - come si sarà capito - ha bisogno di tro-vare il terreno giusto per i gusti dell’ascolta-tore. L’ho trovato senza dubbio un po’morbido nella classica, anche se molto reali-stico: non aspettatevi salti dinamici fantasma-gorici, con 10 watt RMS (i 15 dichiarati sono dipicco), ma magari a voi piace stare seduti eascoltare in sottofondo sinfonie in cui gli archila fanno da padrone, quindi rimarrete soddi-sfatti. Io l’ho trovato gradevolissimo con le vocimaschili e le orchestrazioni brillanti e facili: dalMichael Bublé prima versione al compiantoGeorge Michael di “Older”. Riesce a renderecon estrema grazia o sofferenza la tromba jazz,ma se gli date in pasto troppa roba fa fatica adistricarsi in una gamma media che tende unpo’ a “svuotarsi”, ma solo di potenza e non diprecisione o veridicità. Insomma, è roba per pa-

lati fini ed è roba che va provata e riprovata. Magari a qualcuno scatta il coup de cœur, io ci ho messo un po’...