Gs luglio 2014

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La storia della “Beato” di Caselle 8 10 3 Le sfide al Castello di Stigliano Trebbiatura: far rivivere antiche tradizioni GENTE SALESE N° 07 - ANNO XXXI - LUGLIO 2014 GENTE SALESE - MENSILE DI ATTUALITÀ, CULTURA E INFORMAZIONE n. 7 LUGLIO 2014 Ritorno al passato

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Transcript of Gs luglio 2014

La storia della“Beato” di Caselle

8 103 Le sfide al Castellodi Stigliano

Trebbiatura: far rivivereantiche tradizioni

GENTESALESE

N° 07 - ANNO XXXI - LUGLIO 2014GENTE SALESE - MENSILE DI ATTUALITÀ, CULTURA E INFORMAZIONE

n. 7LUGLIO 2014

Ritorno al passato

intro.2

Riceviamo molte lettere sul problema della raccolta differenziata dei rifiuti. Molte sono lunghe e altre sono ripeti-tive. Purtroppo per accontentare tutti dobbiamo sforbiciare i pezzi e sintetiz-zare il contenuto. Ci scusiamo ma non bbiamo spazio sufficiente.

Gentile direttore,vorrei rendere pubblica la mia espe-rienza sul “PORTA A PORTA”.Io ho sempre abitato nel comune di S. Maria di Sala ad eccezione di 5 anni, in cui la mia residenza era in un comu-ne limitrofo dove la raccolta differen-ziata era “Porta a porta”.Premesso che provengo da una fami-glia attenta e sensibile all’ecologia e da sempre in famiglia abbiamo fatto la differenziata, secondo me il “Porta a Porta” non è poi così comodo perchè NON SI E’ LIBERI di smaltire i rifiuti quando si vuole, ma si deve rispettare il calendario degli scarichi. L’immon-dizia va messa fuori casa la sera per-chè passano al mattino presto.Al “Porta a porta” è abbinato il DE-CORO URBANO... Ogni sera fuori dalle nostre case ci saranno bidoni e borsette che poi qualche animale può aprire e sparpagliare. A parer mio le isole ecologiche con i bidoni a calotta si mimetizzano di più e, se usati con re-sponsabilità, danno maggior ordine.

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I lettori continuano ad inviarci i loro contributi

sulla raccolta dei rifiutinel nostro Comune

Spesso anche INCENTIVARE è un’al-tra parola parallela al “Porta a porta” e per esperienza, NON INCENTIVA per niente. Chi cerca di fare “il furbo”non volendo dividere non lo fa nemmeno se c’è il “Porta a porta” e nemmeno se si deve tenere in casa l’immondizia. Il cittadino maleducato che lascia i rifiu-ti fuori dai contenitori appositi nelle aree ecologiche, potrebbe essere lo stesso che, volendo eliminare i rifiuti dalla propria casa, con il “Porta a por-ta” li abbandona sul ciglio delle strade poco transitate. Non ho esperienza per pronunciarmi sui costi, ma mi vie-ne spontanea questa domanda: se il Comune ha speso una bella cifra per mettere le calotte a chiavetta su tutti i bidoni del Salese e già molti comuni li-mitrofi avevano il “Porta a porta”, non si poteva passare subito a tale servizio risparmiando sulle calotte, vista la cri-si e non avendo così anche i bidoni a calotta da smaltire?C’è poi da sperare che chi si occupa delle pulizie non svuoti i cestini tutti nello stesso sacco, come spesso ve-diamo su Striscia la Notizia.Buona Differenziata a tutti!

M.B.*****Gentile direttore,Volevo fare delle osservazioni a pro-posito del nuovo sistema di raccolta

dei rifiuti che è iniziato il 1 luglio 2014, in cui si prevede un numero minimo di svuotamenti per ogni nucleo fami-liare, e per ogni svuotamento in più ci sarà un importo di 0,70 centesimi da pagare.Un’ottima idea verso la sostenibilità , che persegue il principio comunitario di “chi inquina paga”. Di sicuro questa decisione “virtuosa” è stata scatenata anche da determinate decisioni della Veritas. Volevo far notare che, come al solito, sono sempre i cittadini quelli che ci rimettono (e pagano). Conoscendo la mentalità in voga degli italiani, pur di evitare di pagare quei 30 euro in più all’anno se si getta la spazzatura una volta in più del previsto a setti-mana, metteranno in atto azioni poco virtuose: gettare la immondizia fuori dal cassonetto o peggio per strada.Gli standard stabiliti dall’Amministra-zione, a mio avviso, sono bassi per nu-cleo familiare. Per quelle famiglie che hanno bambini piccoli: immaginate-vi di tenere per più giorni dei panno-lini (che di essenza di rosa non hanno niente) in un appartamento.Bisognerebbe anche sensibilizzare di più i cittadini al risparmio e alla mini-ma produzione di rifiuti indifferenzia-ti. Da quel che ho visto non c’è stata nessuna informazione ai cittadini su

come ridurre il secco. Come invece c’è stata per la raccolta differenziata.Visto che sono laureanda in Pianifica-zione e politiche per l’ambiente (con Master Europeo in “Planning and po-licies for cities, environment and lan-dscape), mi permetto di darvi qualche idea. Ricordate che “sensibilizzare” è la pa-rola d’ordine per la sostenibilità, per-ché si crea nello stile di vita di ogni persona la consapevolezza di produr-re meno rifiuti e inquinare meno l’am-biente.Il secco indifferenziato si diminuisce principalmente riducendo gli imbal-laggi e confezionamenti alimentari. Consideriamo l’opportunità di com-prare prodotti senza imballaggi. Pren-dere il latte alla spina con la bottiglia in vetro; usare le bottiglie a rendere; acquistare detersivi sfusi. Se il Vostro intento era quello di in-cassare più soldi, professando che si è virtuosi rispettando il principio di “chi inquina paga”, ci avete azzeccato. Se volete essere virtuosi nei confronti dell’ambiente, dovete sensibilizzare in anticipo ogni residente il quale, sep-pur nel suo piccolo, è responsabile di ogni rifiuto che produce, e soprattutto dare la possibilità di esserlo. Cordialmente

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Sabato 5 luglio, nella splendida cornice del castello medievale di Stigliano, si è svolta la sfida tra due ca-stellani, quello di Stigliano, capitanato dal proprie-tario il Signor Paolo Bertan, ed un castellano pro-veniente dalla lontana Russia. La sfida consisteva in una gara di ballo. Inizialmente tale competizione do-veva avvenire tra il castello di Stigliano ed il castello di Castelbrando (Vittorio Veneto), ma all’ultimo mo-mento il rappresentante del Castelbrando ha dato forfait per sopraggiunti impedimenti (le malelingue hanno detto che avevano paura di perdere la sfida come era successo nella precedente competizione d’andata a Castelbrando). La serata si è aperta con un buffet nel parco, addob-bato a gran festa, offerto dal castellano a tutti gli in-vitati ed è proseguita con la sfida di ballo che ha visto da un lato il signor Bertan con la dama signora Luigina, ed il signor Tonello con la dama signora Adriana, rappresentanti il castello di Stigliano, e da due giovanissimi ballerini in

rappresentan-za del Castello Russo.Dopo numerosi balli, alternati dalla fantasti-ca presenza di due coppie di ballerini russi, una delle quali vincitrice pochi giorni prima

Pubblico entusiasta per il Coro femminile salese Magnificat che si è esibito nella commedia mu-sicale in dialetto “DONA XE’ DANO?” in Piazza Rinaldi a Treviso martedì 15 luglio, nell’ambito della rassegna Estate Musicale Trevigiana.La freschezza e l’originalità della proposta han-no catturato il pubblico che nelle serate estive segue i diversi spettacoli disseminati tra i luo-ghi più suggestivi della bella città di Treviso.Il coro festeggia quest’anno il decennale dalla fondazione e “DONA XE’ DANO?” è un fiore all’occhiello della produzione creativa dell’As-sociazione Magnificat.Giunta ormai alla trentaquattresima replica, la commedia conserva una brillantezza e un’ori-ginalità inalterate nel tempo grazie a una effi-cace alternanza di parti recitate, interpretate da Arianna Bertoldo, balletti e interventi corali affidati al Magnificat, improvvise irruzioni dei mimi Davide Bertoldo, Mauro Minto e Rena-to Avveduto, il tutto con l’accompagnamento strumentale di Giovanni Feltrin e la regia di Roberta Bortolozzo.La rappresentazione in oggetto si ispira all’am-biente della Venezia goldoniana, dalla quale

trae melodie originali del periodo, alternate a testi comici recitati in lingua veneta e arricchite da danze d’epoca.Malgrado la cornice settecentesca, tuttavia, la materia della trama presentata non ha tempo: si tratta di ciò che le donne pensano degli uomini e … delle altre donne.Ritratti femminili di varia psicologia – la vedo-vela fintamente mesta, la ricamadora e la con-zateste che baruffano di santa ragione, la mo-rosa tradita – si susseguono sul palcoscenico, evocati dall’esilarante racconto di una popola-na che, con pochi peli sulla lingua, narra della propria appassionante vita sentimentale.Alla galleria di personaggi femminili fanno da contraltare le pirotecniche trasformazioni dei mimi, che assumono le sembianze di vari uomi-ni e di … animali.Al termine dello spettacolo trevigiano sono giunti agli interpreti i lusinghieri apprezzamen-ti dell’Assessore alla cultura del Comune, Lu-ciano Franchin, e quelli di molti spettatori che alla fine si sono fermati a congratularsi con gli

artisti.Tra le attestazioni di simpatia giunte nel sito del coro (www.coromagnifica.altervista.org) pub-blichiamo quella di Loriana che bene esprime l’atmosfera della serata: “Ieri sera ero in piazza a Treviso con una mia amica a sbellicarmi dalle risate e a godere della vostra grande energia solare e prorompente. Veramente un gruppo di donne toste, brave, delicate, argute. Siete gran-di! Seguirò con gioia i vostri impegni. Grazie!”Speriamo di poter gustare anche a Sala questo prodotto vincente del nostro territorio: l’Asso-ciazione Magnificat ha annunciato che in pri-mavera ne vedremo delle belle.

M. P.

Successo del coro Magnificat” con la pièce “Dona xe’ dano?”

Sabato 30 agosto, alle ore 21.00, presso la sala Pertini di S. Maria di Sala, il coro femminile Ma-gnificat presenterà Danze nel mondo, serata di Danze popolari europee. Ingresso gratuito.

dell’Italian Cup, la vittoria per volere del pubblico è stata attribuita al Castello di Stigliano che si è aggiu-dicato nuovamente il trofeo. Ai due giovanissimi sfi-danti è andato comunque un grandissimo applauso ed un premio di partecipazione.A seguire si sono potute vedere esibizioni di di-verse coppie di ballerini giovani, adulti e profes-sionisti, provenienti da scuole di ballo vicentine,

A suon di passi: le sfide nel castello di Stigliano

ma anche da Paesi esteri che hanno intrattenuto tutto il numeroso pubblico con diversi tipi di balli, dal valzer inglese al give. Tra una performance e l’altra il pubblico ha potuto esibirsi avendo la pista a disposizione.La manifestazione si è conclusa con l’auspicio da parte di tutti che tale sfida si ripeta in futuro.

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Domenica 6 Luglio 2014, subito dopo la Messa delle 10.30, appositamente ce-lebrata sull’Altare del nuovo Capitello nel prato dell’area sportiva, c’è stata l’i-naugurazione del Capitello stesso, de-dicato a Gesù, e del complesso ludico sportivo. L’avvenimento era di quelli importan-ti per Sant’Angelo, ma raramente in passato si è vista la partecipazione di una così grande parte della Parrocchia e raramente c’è stata una così gran-de condivisione generale positiva e di apprezzamento come quella registrata durante tutta la giornata dell’inaugu-razione e, come eco, anche nei giorni successivi. Tutto era stato preparato, anche nei minimi particolari, per la memorabile cerimonia di inaugurazione.L’erba del prato tagliata a dovere; la presenza di adatte piante apposita-mente piantumate per dare decoro a tutta l’area; l’allestimento per la S. Mes-sa all’aperto, con le sedie per tutti e gli ombrelloni per la protezione dal sole. Persino una tenda volante era issata per proteggere l’Altare e il Celebrante durante la Messa.Alla vista, tutta l’area interessata dava un senso di ampio, di bello, di ordinato, di piacevole.Anche il tempo meteorologico ha fat-to la sua parte positiva, regalando una splendida giornata di sole dopo un lun-go periodo di bizzarrie.In queste spettacolari ed emozionan-ti condizioni e con questa atmosfera intima di soddisfazione in ognuno dei Sant’Angelesi, è avvenuto l’avveni-

mento più atteso da tutti: la consegna agli abitanti di Sant’Angelo di un’area ludico sportiva dove ritrovarsi e fare Comunità.Questo era l’impegno che un buon nu-mero di Genitori si era assunto e che è stato mantenuto.Tutto era iniziato verso la fine del 2011 quando circa 30 genitori hanno voluto incontrare l’allora Amministrazione Comunale, nelle persone del Sindaco Paolo Bertoldo e dell’Assessore Primo Bertoldo, per illustrare le loro inten-zioni e i loro progetti e per chiedere la collaborazione e l’aiuto del Comune.La proposta che il Gruppo di Genitori si stava assumendo ha suscitato subito grande ammirazione e apprezzamento da parte degli Amministratori Comu-nali presenti all’incontro. È molto importante riscontrare che dei Cittadini si rendano disponibili a realizzare delle opere utili per la Co-munità. È altrettanto importante che gli Amministratori Pubblici non lasci-no mai cadere queste disponibilità e offerte di collaborazione. Per queste considerazioni, similmente a quanto avvenuto in altre occasioni, l’Ammi-nistrazione Comunale ha subito assi-curato la condivisione del progetto, il proprio appoggio e aiuto economico. Con la costituzione in Gruppo Ricre-ativo, da parte di questi volonterosi cittadini, ad aprile 2012, l’allora Ammi-nistrazione Comunale ha assegnato un contributo di euro 5.000, da erogarsi non appena fosse stato previsto e inse-rito nel redigendo bilancio comunale. Intanto i lavori di preparazione dell’a-

rea da parte del Gruppo Genitori pro-seguiva alacremente ma regolarmente, secondo il programma. Mese dopo mese venivano realizzate le opere, per finanziare le quali ci sono state tutta una serie di iniziative che hanno visto partecipe e coinvolta la Parrocchia, atte a raccogliere fondi necessari, oltre, na-turalmente, a donazioni di ogni genere fatte da persone sensibili al bene della Parrocchia.La bontà, la genuinità e utilità dell’ini-ziativa che questo Gruppo di Genitori stava realizzando è apparsa così chia-ra ed evidente tanto da superare, dopo non poche difficoltà, la teoria del so-spetto e della maliziosità che taluni si portano sempre dentro.A 2013 inoltrato, finalmente, c’è stata l’erogazione del contributo Comunale, su cui il Gruppo Ricreativo contava. Così, grazie alla tenacia, al grande impegno e sacrificio, alla dedizione al bene comune e a una buona dose di diplomazia, il Gruppo Ricreativo ha consegnato alla Comunità di Sant’An-gelo un’area ludico sportiva molto bella, fruibile e completa, tra l’altro, di uno spazio religioso che fa da monito all’uso del complesso con correttezza, come ricordato dal Parroco Don Pietro

durante l’omelia della Messa. Gli abitanti e le famiglie di Sant’An-gelo hanno, ora, una bellissima area a disposizione per socializzare e trascor-rere del tempo in serenità e gioia e do-vrebbero sentirsi impegnati a utilizzar-la con costanza. Domenica pomeriggio, dopo l’inau-gurazione, c’è stata una grande dimo-strazione di apprezzamento di quanto a loro disposizione. Tutta l’area, con i suoi cinque campi gioco, di vario tipo e dimensioni, era occupata da grandi, giovani, bambini e più piccoli in un clima di grande e gio-iosa festa popolare. Chi osservava dall’esterno lo svolgersi dei giochi non poteva che essere perva-so da un sentimento intimo di grande soddisfazione per un così ampio coin-volgimento e partecipazione.Il continuo futuro uso, da parte di tutti, sarebbe un giusto modo di onorare l’o-neroso impegno e il sacrificio di quanti hanno contribuito alla realizzazione dell’area.A tutti coloro che hanno donato il loro tempo e fatica vada la ricono-scenza sincera dell’intera Comunità di Sant’Angelo.

P. B.

Inaugurata la struttura ludico sportiva di Sant’Angelo

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Il “via” della Festa della Comuni-tà, alla sua terza edizione, è stato venerdì 27 giugno, con la finale del grest, quest’anno intitolato U.A.U. (Un’Avventura Unica). Si sono susseguiti canti e balletti da parte sia degli animatori che dei bambini, e la consueta scenet-ta (riassunto della storia raccon-tata ai bambini giorno per giorno) che quest’anno coinvolgeva due personaggi – Angelo, aspirante angelo custode, e l’apostolo Filip-po – che, catapultati per caso dal-la Palestina al mondo presente, si trovano ad aiutare un gruppo di quattro ragazzi delle medie ad affrontare autonomamente i pro-blemi e le difficoltà legati alla loro età. Infine, è venuto il momento dei ringraziamenti agli animatori, alle mamme e a tutti i collaborato-

ri senza i quali il grest non avreb-be potuto svolgersi.La Parrocchia di Veternigo, con la collaborazione dell’Associazione NOI, ha messo a disposizione una serie di eventi per coinvolgere le famiglie e chiunque avesse avu-to voglia di condividere questa esperienza insieme.Oltre alla possibilità di cenare ogni sera, gli organizzatori hanno proposto vari intrattenimenti mu-sicali e teatrali, quali una rappre-sentazione della storia di Santa Giuseppina Bakita, suora “moret-ta” delle Canossiane (in occasione dell’80° anniversario dell’arrivo delle Canossiane a Veternigo), un concerto di musica jazz con l’e-secuzione dell’orchestra “Junior Band” e lo spettacolo musicale messo in atto dai “Fioi del Fiò”,

ricco di interessanti canti popola-ri. Alla fine delle serate si poteva partecipare alla super anguriata e alla gara di pastasciutta (vinta da uno degli animatori del grest) rispettivamente svoltesi venerdì e sabato.La Festa della Comunità non è stata teatro solo alla sera, ma an-che il pomeriggio di sabato quan-do è andato in scena “scout per un giorno” , con attività scout, e il pomeriggio di domenica, dove si poteva prendere parte ai “gio-chi di una volta”, organizzati e co-struiti sulla base dell’esperienza di genitori, zii e nonni che ci gio-cavano da giovani.È stata celebrata la S. Messa in onore dei S.S. Pietro e Paolo dall’amatissimo don Francesco Marconato, oggi parroco di Cor-

nuda e Covolo, che è stato parro-co per 13 anni a Veternigo. Tutti i paesani di Veternigo hanno fe-steggiato anche il 25° anniversa-rio di sacerdozio di don France-sco.L’ottima riuscita della festa della comunità ha dato la giusta carica a tutti i numerosi volontari che gravitano attorno alla parrocchia, tanto che invitano i numerosi sa-lesi a partecipare alla tradizionale Festa della Trasfigurazione, me-glio conosciuta come “sagra del capusso” che si terrà dal 1 al 6 Agosto. Gli organizzatori assicu-rano che le iniziative enogastro-nomiche, culturali e di svago che stanno preparando, soddisferan-no anche i palati più esigenti. Bertilla Ceccato e Fabio

Festa della Comunità a Veternigoe finale del Grest “Un’avventura unica”

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Impressioni di viaggio nella terra di don MatteoDal 20 al 22 giugno abbiamo ef-fettuato uno dei nostri consueti viaggi di gruppo minuziosamente organizzati da Silvio Carraro.Ancora una volta la bellissima Umbria ci ha accolti con la sua storia, le sue tradizioni e le sue bellezze artistiche.La prima visita è stata a Città di Castello, in Val Tiberina. La citta-dina, ai confini tra l’Umbria e la Toscana, presenta un patrimonio artistico e culturale in bilico fra le due realtà.Da Città di Castello ci siamo tra-sferiti a Foligno, cittadina attra-versata dall’antico tracciato della Via Flaminia e che conserva im-portanti vestigia romane.Spoleto, la città del Festival dei Due Mondi, è stata la nostra ter-za tappa. La nostra visita è partita dal ponte dell’acquedotto medie-vale (non romano come molti cre-dono); dalla parte alta della città in modo che poi il nostro per-corso si è sviluppato tutto in di-scesa. Lasciata Spoleto ed i suoi preparativi per la “Quintana del Saraceno”, una gara di destrezza a cavallo in programma per l’in-domani, il nostro viaggio ci ha portato a Norcia, patria di San Benedetto patrono d’Europa.L’obiettivo principale del nostro viaggio era però Spello e la sua Infiorata ed è a Spello che abbia-mo dedicato gran parte del tem-po. Ci siamo arrivati la sera del sabato, in tempo per vedere come la cittadina si stava preparando alla “Infiorata”, manifestazione che richiama una grande quantità di turisti da tutta Italia e non solo. L’infiorata richiede un lavoro che dura tutto l’anno: gli “infioratori” scelgono il tema della decorazio-ne a carattere religioso, mitologi-co o fantastico che intendono rea-lizzare; preparano il bozzetto con i colori ed i tipi di fiori da utilizzare; devono ottenere il benestare del-la commissione che sovraintende tutta la manifestazione ed infine

devono procurarsi il necessario per l’esecuzione dell’opera.Tutta la cittadina è mobilitata nel-la preparazione dei petali nella trasposizione dei disegni, nella realizzazione coi fiori. Abbiamo passeggiato per qualche ora lun-go le vie di Spello ed in ogni an-golo c’era un gruppo al lavoro e poi un altro ed un altro ancora. Tutto deve essere concluso in una notte.E quello che avevamo visto appe-na abbozzato con pochi segni di gesso il sabato sera, la domenica di buon mattino era già diventato uno splendido tappeto colorato di petali di fiori che copriva tut-ta la città. Inoltre ogni palazzo e strada erano parati a festa per il

concorso per il balcone fiorito ed il vicolo più bello. Non sapevamo cosa guardare e cosa fotografare, ed intanto la gente aumentava e ad un certo punto non ci si pote-va più muovere. Alle 11, quando stava per partire la processione, ce ne siamo andati lasciando gli

“infioratori” a vedere la rovina del loro lavoro e a fare progetti per il nuovo del 2015.Il viaggio è terminato con la visita di Nocera Umbra, cittadina anco-ra molto “acciaccata” dai danni del terremoto del 1997.

Per tutte le cose di questo mondo si dice: c’è sempre una prima vol-ta.È quello che si è verificato a Sant’Angelo sabato 5 Luglio 2014.Per la prima volta i volontari della Comunità di Sant’Angelo, sotto lo stimolo delle brave e instancabili sorelle Cherubin, hanno realizza-to una serata con tema: Festa del-la Birra.Tante le incognite che albergava-no nella mente degli organizzatori fino all’ultimo: come sarebbe stato il tempo, come avrebbe risposto il funzionamento della struttura ri-spetto alle richieste e soprattutto, da quanti sarebbe stata frequen-tata la serata. Tutti dubbi legittimi vista la non esperienza di un evento simile. Ma se c’erano tanti dubbi, c’era-no altrettante speranze che tutto sarebbe andato per il meglio. E, infatti, tutto è andato secondo le

aspettative.Si è avuto una bella e mite serata, una buona musica e molta par-tecipazione di pubblico, special-mente giovanile. Anche l’aspetto economico è stato soddisfacente e questo sarà tenuto in considera-

zione per una futura programma-zione che può essere senz’altro di più sere. Coraggio Amici Volon-tari, anche con queste iniziative Sant’Angelo diventa sempre più Comunità.

P.B.

La festa della birra: altra occasione di aggregazione sociale a Sant’Angelo

CALTANA: Non solo Tabacchi di Zorzan Enrico

CASELLE:Panificio Borsetto

SANT'ANGELO:Alimentari Negro

STIGLIANO: Alimentari Zacchello

S. MARIA DI SALA:Panificio Smaggiato

VETERNIGO:Cartoleria La Farfalla

ore 7.00ore 7.30ore 9.00

ore 12.30ore 16.00 ore 18.00ore 20.00

Ritrovo davanti alle chiese delle frazioniPartenza per San Bonifacio - Villanova S. Messa nella chiesa dell'Abbazia benedettina di S. Pietro e visita al complesso monasticoArrivo alla Risiera Ferron "Pila Vecia" dove verrà servito il pranzoRitrovo con la guida per le spiegazioni e inizio della visita della risorgiva. Poi proseguimento in pullman per Villa Vo' Pindemonte, Partenza per il rientro. Arrivo previsto a S. Maria di Sala

La gita è organizzata per gli Associati. Org. Ag. CVV Mirano (VE) - La quota di partecipazione è di 50 €,

Le prenotazioni saranno accettate da lunedì 15 a sabato 27 Settembre 2014, presso i seguenti recapiti:

DOMENICA 5 OTTOBRE 2014

GITA SOCIALE DI AUTUNNOAssociazione Culturale “Gente Salese”

PROGRAMMA

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Forse non tutti sanno che l’Italia è uno dei maggiori produttori mon-diali di riso ed anche un grande consumatore: quanti piatti a base di riso ci vengono proposti dai no-stri ristoratori e ci sono stati tra-mandati dalla nostra tradizione!La bassa veronese, con epicentro in Isola della Scala, rappresenta, poi, uno dei poli più importanti della produzione del riso italiano dal conosciutissimo vialone nano al carnaroli al più antico vialone nero.Possiamo dire che anche in Italia non ci sia famiglia che non consu-mi una certa quantità di riso ma quanti conoscono i processi di col-tivazione e di lavorazione?Per questo Gente Salese propone ai suoi lettori una visita guidata proprio ad una azienda agricola di Isola della Scala per conoscere sul campo le fasi di coltivazione e di lavorazione del riso e, perché no, della sua degustazione.Andremo a visitare, con la guida di esperti che ci introdurranno ai segreti della coltivazione e del-la lavorazione del riso, l’Azienda Agricola Ferron e la sua Pila Vecia (impianto di pilatura del riso).È questa una antica pila attiva dal 1650, (autorizzata dalla Serenissi-ma Repubblica di Venezia) ed una delle più antiche fra quelle funzio-nanti in Italia. Il riso grezzo viene sottoposto alla sbramatura (esportazione della prima buccia esterna) ottenendo così il riso integrale.L’antica ruota a pale, ancora mos-sa dall’acqua di risorgiva, azio-na nove pestelli in legno; questi cadono nelle buche di marmo contenenti il riso integrale e per sfregamento pilano i chicchi dal-la seconda buccia. E’ una lavora-zione tradizionale molto lenta che permette, però, al riso di mantene-re inalterato il gusto e le sue pro-prietà organolettiche.Il chicco è meno sbiancato rispetto a quello lavorato industrialmente

ma il suo valore nutrizionale è si-curamente maggiore. Questo riso viene chiamato Riso Vialone Nano lavorato con Pestelli.All’interno della azienda agricola troveremo anche ospitalità per il pranzo con riso, ma non solo riso, ovviamente.Al mattino ci fermeremo per la S.Messa all’ABBAZIA DI VILLA-NOVA di San Bonifacio.Sarà questa anche una occasione per dedicare qualche minuto alla visita alla piccola ma preziosa Ab-bazia benedettina di san Pietro, risalente al 763 ed eretta proprio lungo la via consolare romana Po-stumia.La chiesa e la torre campanaria fu-rono ricostruite in stile romanico dopo il disastroso terremoto del 1117. Nel 1771 il Senato Veneto soppresse il monastero di San Pie-tro di Villanova ponendo fine alla vita claustrale che là si conduceva da oltre mille anni. La chiesa ora è divenuta parroc-chia di Villanova di San Bonifacio di Verona.

Gita di GS del 5 ottobre alla scoperta del riso

Lunedì 2 Giugno, l’associazione Noi di Veternigo, ha organizzato una pedalata aperta a tutti. Il tra-gitto si è svincolato da Veternigo fino a Trebaseleghe tra le vie del graticolato romano, lasciando am-mirare le bellezze della campagna veneta, oltre ai più di 20 capitelli dedicati alla Vergine Maria o da altri santi, molto venerati nella cul-tura contadina. Gli organizzatori hanno seguito tutto il percorso, postandosi a ogni incrocio e pre-parando il rinfresco a Trebasele-ghe e, per quanti avevano preno-tato, il pranzo a Veternigo. Si può

ormai considerare una tradizione collaudata questa speciale gita fuo-ri porta, tanto è curata dagli orga-

nizzatori che l’edizione 2014 ha ri-chiamato ben 200 partecipanti. Bertilla Ceccato

La Pedalata organizzata dal Noi Veternigo

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Un altro incontro, un’altra antica azienda nel variegato patrimonio commerciale del Comune di S. Maria di Sala: ne è protagonista la Beato Edoardo materiali ferro-si srl, di Caselle de’ Ruffi, nata nel 1933 per la grande intuizione di Edoardo che, dopo i tre anni di ferma come carabiniere, ha volu-to dar vita a questa azienda di re-cupero e commercio di materiali ferrosi. Edoardo non era nuovo del set-tore: prima della ferma nei cara-binieri si era temprato nella sua famiglia, «stirpe di mastri ferrai - afferma il primogenito, il comm. Gianni Beato - abitavamo a Cal-tana dalla fine del 1800 quando Vittorio, mio nonno, era arrivato da Cagnola di Maserà (PD), su in-dicazione di un suo zio prete. A Caltana i Beato erano soprano-minati “Favaretti” in quanto fab-bri più piccoli rispetto a Carraro, il vecchio fabbro di Caltana che faceva aratri».«Conclusa la ferma nell’arma dei carabinieri nel 1933 - continua Gianni Beato- mio padre ha pen-sato di commerciare materiali ferrosi. L’attività commerciale è ripresa nel 1935 a Zero Branco e nel 1937 viene individuata la casa dei Benfatto a Caselle, che viene presa in affitto per avviare l’at-tività commerciale (verrà acqui-stata nel 1946). Particolarità del commercio di ferro dell’azienda Beato era quella della consegna a domicilio del materiale. Ecco che

si era iniziato il trasporto dap-prima col carro trainato dall’asi-no, poi con il cavallo, poi il primo camioncino, il 501 del 1940, e via di seguito. L’attività ha uno sviluppo im-pressionante fino al 2008 su un livello esponenzialmente alto, poi la crisi «dovuta soprattutto sul piano industriale - ricorda Gianni - in quanto lavoriamo principalmente per le carpente-rie mettalliche leggere e pesanti, officine meccaniche o industrie di macchinari per l’agricoltura,

per l’industria e per il settore navale. Il nostro è un mercato in-terno, però i costruttori lavorano

“Crederci” e “Agire” il segreto, da generazioni,perseguito dalla “Beato Edoardo” di Caselle

Da sx: Giuliano, Renzo, Leonardo e il comm. Gianni. Nella foto in alto Edoardo Beato.

soprattutto per l’estero. Il primo capannone di S. Maria di Sala, di 1000 mq, lo abbiamo costruito nel 1960, largo 20 metri e lungo 50, che abbiamo potuto realizzare con un mutuo del Me-dio Credito. «Quando abbiamo chiamato don Fortunato Tescari per benedirlo - afferma il com-mendator Gianni - il sacerdote vedendo il manufatto esclamò: “Ma è più grande della chiesa!”».La Beato materiali ferrosi era an-cora all’inizio della sua espansio-ne. Infatti, nel 1963 ci fu il rad-doppio del capannone e di nuovo fu chiesto un mutuo, ma, nel frat-tempo, il direttore Lopez (che in seguito si venne a sapere essere il papà dell’attore Massimo Lopez) fu trasferito e il nuovo direttore negò loro il mutuo. I Beato non persero la speranza e il raddop-pio si realizzò attraverso un pa-rente-impresario, che acconsentì il pagamento con tratte e cam-biali. Nel 1970 fu costruito un al-tro capannone parallelo, fino ad arrivare allo stato attuale dove l’azienda si estende su un’area di 40.000 metri quadri, dei quali 12.000 coperti e 3.000 con il de-posito alla Madonna Mora.Insomma Edoardo è stato mae-stro per tutti voi?«Certamente, era uno generoso, uno appassionato del suo lavoro, uno che fino alla sua morte, avve-nuta a 87 anni, anche se dal 1973 aveva passato l’azienda a noi figli - afferma Gianni Beato - è stato

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9in azienda e si documentava con “Il sole 24 ore” e con altre letture su economia e finanza. Ha speso anche molte energie per il socia-le e noi tutti cerchiamo di segui-re il suo esempio». Prospettive future? Gianni, ridendo, dice: «Io ho ottant’anni quest’anno e i miei nipoti mi stanno preparando lo scivolo». Interviene Giuliano, il figlio di Renzo, amministratore delegato dell’azienda che dice «i passaggi formali non ci sono, ma sostanzialmente è cosa fatta. Mio fratello Leonardo è il brac-cio operativo che gestisce l’orga-nizzazione aziendale, la logistica, il magazzino. Io ho intrapreso un percorso tutto mio con uno studio di commercialista. Ma ho il cuore che batte per l’azienda di famiglia. Tutti mi hanno dato fiducia e quindi eccomi come amministratore delegato. Certa-mente è un ruolo di responsabili-tà e, nonostante la crisi, impiego tutte le mie capacità per essere all’altezza del ruolo assegnato-mi. Rispetto al passato bisogna trovare strade alternative per rispondere al meglio al mercato nel contesto politico, fiscale ed economico italiano. Insomma, bisogna reinventarsi ogni gior-no per poter essere competitivi e all’avanguardia con la prospetti-va di poter crescere».Gli fa eco il commendator Gianni che afferma: «Nel tempo l’azien-da ha seguito il mercato. I pro-dotti sono cambiati aumentando di qualità: si è passati dal sempli-ce tondino per cemento armato

a prodotti che vengono accom-pagnati dal certificato di prove-nienza, analisi chimica e confor-mità in base alle norme vigenti».Nell’azienda, quella della Beato Edordo materiali ferrosi srl, in cui trovano lavoro una trentina di persone, ogni singolo lavora in simbiosi e complementarietà con l’altro, godendo del valore aggiunto tra generazioni. La vostra azienda è un punto di riferimento anche per ini-

ziative ricreative, culturali, sportive e sociali in paese.«Siamo radicati nel territorio e ci piace essere partecipi della vita sociale del nostro comune. È un impegno che viene da lontano e per il quale - afferma Giuliano Beato - non possiamo sottrarci: è insito nel nostro DNA. E qui mio papà Renzo dedica anima e corpo».Chiediamo sia a Gianni che a Giuliano qual è la parola d’or-

dine che ha garantito il succes-so dell’azienda.Gianni risponde «Crederci. Per me questo lavoro è il più bello perchè il ferro non va a male, non va a fuoco e non va fuori moda, anche se c’è l’altra faccia della medaglia che rappresenta alcune negatività».Per Giuliano la parola è: «Agire. Agire intenzionalmente. Prende-re una decisione e attuarla».

Graziano Busatto

L’esterno dell’azienda “Beato Edoardo - Materiali ferrosi s.r.l.” di Caselle de’ Ruffi

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Per la gioia dei ragazzi e di molti amanti delle tradizioni del Mondo Contadino si è svolta sabato e dome-nica 20 Luglio 2014 a Caselle de’ Ruffi la tradizionale Festa della Trebbiatura organizzata dal Comitato festeggia-menti della Parrocchia.Per l’occasione, l’Associazione cultu-rale “Vita in Piazza” ha organizzato e gestito la prima “Festa dea sopressa” a cui hanno partecipato ben 11 ma-cellerie del comune di Santa Maria di Sala e anche di paesi limitrofi.Macelleria Plinio Gallo di S.Maria di Sala, Macelleria Panè di Ivo e Adria-no di Stigliano, Macelleria Terra Ve-neta di Squizzato Renato di Briana,

Festa della trebbiatura a Casellee assaggio delle sopresse

Macelleria Adriano Sabbadin di Cal-tana, Macelleria Gianni Coi - di Ca-selle, Macelleria Sant’Angelo Carni di Armando Pesce, Macelleria “La Bottega della carne” di Ketti e Gior-gio di Veternigo, l’Agriturismo Ba-rutta Virginio di Murelle, l’Azienda Agricola Pigozzo Bertilla di Noale, il Salumificio Celin di Fiesso d’Artico e la Macelleria Lino Carni di Favaretto Lino di Caselle.Gli 11 giurati: il norcino più 10 giudi-ci, nella maggior parte da Caselle de’ Ruffi, hanno decretato la migliore so-pressa attraverso gli 11 assaggi sotto l’attenta supervisione del Notaio dott. Gianluca Levorato.

Il verdetto ha sentenziato, con uno scarto di pochissimi punti, le miglio-ri tre. Prima classificata la Macelleria “La Bottega della carne” di Ketti e Giorgio di Veternigo, medaglia d’oro; al 2° posto il Salumificio Celin di Fies-so d’Artico, medaglia d’argento; al 3° posto la Macelleria Adriano Sabbadin di Caltana medaglia d’argento. Il folto pubblico presente ha molto apprez-zato l’iniziativa di Angelo Pegoraro e soci riconoscendogli il merito di aver recuperato la tradizione “dea sopres-sa” durante la trebbiatura.Alla fine della manifestazione tutte le sopresse in gara sono state messe a disposizione gratuita dei presenti e,

con il pan biscotto e il vino, offerti dal Comitato festeggiamenti, hanno allie-tato i palati del pubblico che ha gusta-to tutto questo ben di Dio nella stessa maniera dei contadini alla fine della faticosa e sudata trebbiatura.

Sabato 5 luglio Via Cognaro e Via Rivale hanno fatto festa a modo loro rievocando quella che un tempo era una vera festa sull’aia: la trebbiatura del grano.L’estate, la soddisfazione del raccolto che finalmente premiava il lungo e pesante lavoro dei campi, l’ebbrezza di qualche bicchiere in più con gli amici ed i parenti venuti ad aiutare erano, alla fine di un lavoro lungo e faticoso, motivo per far festa tutti as-sieme con i pochi mezzi che la vita di allora permetteva, ma con tanta alle-gria. Proprio questo spirito di lavoro solidale e festa corale hanno voluto rievocare per la loro “contrada” gli

organizzatori Luca Basso e Massimo Favero (a cui quest’anno si è aggiun-to Stefano Pistore) nell’organizzare questa piccola rievocazione della trebbiatura.Ci sono riusciti? Io credo di sì. Gra-zie anche all’aiuto dei tanti che han-no collaborato e delle signore che si sono prodigate per rendere appa-gante il pranzo sull’aia, in primis Lui-gina e Maria col loro indimenticabile risotto di fegatini preparato come una volta.Speriamo che almeno questa festa riesca a mantenere il suo popolare spirito originario di spontaneità.

Giovani Vanzetto

La trebbiatura dall’antico sapore unisce via Cognaro e Via Rivale

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Come si sa l’Associazione Bersaglieri di Caltana è intitolata al Cap. Mag-giore dei Bersaglieri Nereo Calzavara di Caltana. Di questo nostro soldato si sapeva che era morto prigionie-ro degli inglesi in Sud Africa e poco altro. Ora, grazie all’interessamento dei familiari e soprattutto del nipo-te Nerio (proprio come si firmava lo zio Nereo) Calzavara sono ritornate a casa le povere spoglie del nostro bersagliere e con esse la memoria e la conoscenza di questa giovane vita spesa in nome della Patria. C’è voluta tutta la curiosità e la tena-cia di Nerio, funzionario di dogana in pensione e filatelico di passione, per scoprire le carte dello zio, accendere una luce sulla sua figura, ravvivarne la memoria e finalmente riportarne a casa i resti per la pietà dei familiari e di noi tutti.La battaglia di Tobruch fu combattuta dalle forze italo tedesche guidate dal generale Rommel contro gli alleati anglo americani fra il 10 aprile ed il 27 novembre del 1941. E il nostro Ne-reo fu proprio uno di quei numerosi prigionieri che gli alleati catturarono in quella battaglia e che deportarono in uno dei più grandi campi di con-centramento della seconda guerra mondiale a Zonderwater, alle porte di Joannesburg.Quando fu catturato Nereo aveva solo 24 anni ed aveva già alle spalle diversi anni di guerra. Nel 1939 aveva partecipato alla campagna d’Albania guadagnandosi la croce al merito di guerra; nel 1940 alla battaglia del Monte Bianco ed in fine alla campa-gna d’Africa fino a Tobruch.Dalla prigionia scrisse numerose let-tere da cui traspare il suo animo di fiero soldato e di italiano e il suo in-teressamento alla sorte dei suoi cari in Italia.La tubercolosi, provocata dalle pe-santissime condizioni di vita imposte ai prigionieri e di cui mai aveva par-lato coi familiari, lo vinse il 4 luglio 1943. Le sue spoglie restarono da allora con quelle degli altri numerosissimi

prigionieri deceduti e sepolti nel ci-mitero militare italiano di Zonderwa-ter.Inutile il tentativo fatto dai familiari nella metà degli anni ‘70 per rivere i resti del loro caro.Solo una legge del 2010 ha finalmen-te permesso il rimpatrio delle salme e proprio quella di Nereo Calzavara è stata una delle prime, se non la pri-ma, rimpatriata in Veneto.Ma si deve soprattutto alla ferma vo-lontà dei familiari, ed in primis alla determinazione del nipote Nerio con l’aiuto del nostro bibliotecario comu-nale Dr. Martino Lazzari che si è pro-digato per mantenere i contatti fra la famiglia ed il Ministero della Difesa se si è giunti al rientro del nostro sol-dato. Il 26 giugno le spoglie di Nereo sono arrivate a Caltana e accolte nella cap-pella di famiglia con semplicità, qua-si privatamente: presenti i familiari, l’Associazione Bersaglieri e le autori-tà comunali.La solenne cerimonia ufficiale di accoglienza e tumulazione è, invece, in preparazione per il 9 novembre prossimo. Poi anche il Cap. Maggiore Calzavara Nereo di Tommaso potrà riposare accan-to ai suoi cari.

RiMPATRiATE LE SPoGLiE Di NEREo CALzAVARA

Il 14 agosto sarà già trascorso un anno dalla morte della nostra indi-menticata presidentessa Liliana Dal Lago.La messa di suffragio per ricordarla e pregare il Signore per la sua anima, sarà celebrata sabato 13 settembre presso la chiesa parrocchiale di Santa Maria di Sala, alle ore 18,45.I familiari e l’Associazione culturale Gente Salese ringraziano fin d’ora quanti vorranno partecipare alla ce-lebrazione eucaristica.

PRiMo ANNiVERSARioPER LiLiANA DAL LAGo

Proseguono gli ormai consueti con-tatti con la nostra gemellata Hvar. E anche questa estate, dal 17 al 21 giu-gno scorso, un gruppetto di salesi ha fatto visita all’isola con un viaggio promosso dalla Associazione Lesina presieduta da Paolo Bertoldo.Il viaggio è lungo, ma la bellezza dell’isola ripaga sempre della fatica. Come di consueto c’è stato l’incontro con l’Amministrazione Comunale lo-cale e la comunità italiana residente in Croazia.

S’intensificano gli scambi culturali dell’Associazione Lesina con Hvar

La classe 1949 di S. Maria di Sala festeg-gia i 65 anni, con mogli e mariti, domeni-ca 14 settembre 2014.La festa avrà destinazione Arco (Tn) con pranzo a Riva del Garda e alle cascate del Varone. In serata degustazione presso un agriturismo a Montebello Vicentino. Il programma prevede la partenza alle ore 6.15 dalle rispettive frazioni e all’ar-rivo ad Arco visita guidata al suggestivo borgo medioevale. Alle 13.00 pranzo in un ristorante di Riva del Garda.Dopo pranzo, visita alle Cascate del Va-rone nel comune di Tenno (Tn), incante-vole passeggiata alle cascate alte 100 mt.Prenotazioni entro l’1 Settembre presso i referenti di ogni frazione.

L’associazione “Lesina” propone un cor-so base di lingua croata aperto a tutti da svolgersi a S.Maria di Sala presso la pro-pria sede, in 16 lezioni di 2 ore ciascuna.Il costo totale è di 180 euro. Il corso avrà inizio al raggiungimento minimo di 10 partecipanti.Gli interessati possono dare la propria adesione al www.associazionelesina.org [email protected]; [email protected].

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IL POMODOROL’estate ci pone di fronte nuovamente alla questione del consumo d’acqua in giardino per garantire una corret-ta gestione di questa preziosa risorsa e, nel contempo, ridurre i costi dima-nutenzione. Alcuni semplici accorgi-menti possono aiutarci a limitarne lo spreco, come ad esempio ricordarci di irrigare la mattina presto o la sera tar-di per ridurre l’evaporazione. Un’altra accortezza è quella di coprire le aiuole con pacciamanti come lapillo o poz-zolana, che aiuteranno a proteggere le radici dalla siccità e dall’arsura. Inoltre, l’installazione di un sistema di irrigazione automatico consentirà di modulare e regolare l’acqua in funzio-ne delle esigenze di ciascuna bordura.In particolare, la scelta corretta delle piante è fondamentale per favorire il risparmio d’acqua e, pertanto, la re-alizzazione di uno spazio verde più rispettoso dell’ambiente e delle sue ri-sorse. I giardini a basso impatto idrico possono essere bellissimi, ricchi di vi-branti sfumature, e spesso richiedono un dispendio di energie manutentive molto minore. Sono generalmente co-stituiti da piante piante “xerofite” (dal greco xerós, secco) che non richiedo-no grandi quantità d’acqua. Però, non

dobbiamo pensare necessariamente a succulente o cactus: sono numerose le perenni e gli arbusti che possiamo utilizzare, come ben esemplificato dal classico e bellissimo giardino medi-terraneo. Infatti, molte piante della macchia mediterranea rientrano in questa categoria, come ad esempio le piante aromatiche, gli Agapanthus, la profumata lavanda, i delicati Cistus, i sempreverdi oleandri e allori. Per inziare, possiamo dedicare una piccola zona del giardino a questo scopo, ad esempio nella zona in pros-simità degli ulivi, che ormai popola-no tanti giardini del Nord-Est, oppu-re nelle bordure esposte a sud o nei pressi di un muro. Create una picco-la bordura ricca di colori e profumi usando del Rosmarinus “Prostratus”, la Nepeta, le salvie ornamentali, i Se-dum, gli Stachys o i più particolari acanti.

Il pomodoro è l’ortaggio più diffuso al mondo dopo la patata. O crudo, o al forno, o in salsa lo gustiamo tutto l’anno ma è prettamente estivo. E’ succoso, dissetante, rimineralizzante e rinfrescante. E’ quindi indicatissimo alle esigenze del nostro organismo nelle stagioni più calde.Il pomodoro è originario del Sud America. Fu importato in Europa dai conquistadores spagnoli nel Cinque-cento. All’inizio veniva usato solo per fini ornamentali e in Italia si cominciò ad usarlo in cucina nel Seicento.È un ortaggio completo dal punto di vista nutrizionale, adatto per regimi dietetici ipocalorici. Contiene il 94% di acqua!Cento grammi di pomodoro possono fornire il 33% della vitamina C ne-cessaria ogni giorno a un adulto e il 13% di vitamina A. Poi sono presenti le vitamine del gruppo B che hanno un’importante funzione nel favorire l’ossigenazione cellulare. Il beta-ca-rotene, che l’organismo trasforma in vitamina A, previene alcune patologie oculari, mantiene la pelle giovane, i capelli sani e favorisce l’equilibrio delle mucose delle membrane dell’or-ganismo. I carotenoidi hanno una funzione preventiva contro le infezio-ni polmonari: per questo i pomodori sono consigliati nella dieta dei fuma-tori e di coloro che vivono in aree molto inquinate perché diminuiscono l’assorbimento di nicotina e di sostan-ze inquinanti.Tra i carotenoidi spicca l’azione del licopene, non solo perché conferisce la tipica colorazione rosso acceso a questo frutto, ma soprattutto perché è un antitumorale e antinvecchiamen-to contrastando l’azione dei radicali liberi. Inoltre è utile in quanto frena l’azione delle LDL nei vasi sanguigni responsabili dell’ispessimento delle pareti arteriose. Tra le diverse varie-tà, il pomodoro pachino risulta essere quello più ricco di licopene. Interes-sante sapere anche che il licopene presente nel pomodoro crudo viene ulteriormente attivato con la cottura.Tra i minerali predomina il potassio

che aiuta a mantenere l’equilibrio idri-co, combatte i crampi e la stanchezza muscolare, ma sciolti nella componen-te acquosa troviamo anche il fosforo e il calcio. In minore quantità ferro, zinco e selenio.Le proteine non superano l’1% ed è povero di grassi. Contiene il 2,8% di carboidrati, in particolare glucosio e fruttosio, che lo rendono un apporta-tore di energia a consumo immediato.Le fibre contenute nella buccia sono importanti per la pulizia dell’intestino e per il buon funzionamento della flo-ra batterica.Il sapore caratteristico del pomodoro è dovuto alla presenza di acidi orga-nici, citrico, succinico e malico, che facilitano la digestione, aumentando la salivazione. Inoltre combinandosi con i minerali, costituiscono un buon sistema tampone svolgendo un’azione alcalinizzante in caso di iperacidità del sangue.Il consumo di pomodori facilita la di-gestione dei cibi che contengono fe-cole e amidi come pasta, riso, patate ed aiuta ad eliminare l’eccesso di pro-teine che possono derivare da un’ali-mentazione troppo ricca di carni.Da ricordare che i migliori frutti sono quelli maturi perché vi è la maggiore concentrazione di tutte le sostanze nu-tritive. Nei frutti verdi invece ci sono tracce di solanina, un alcaloide che può provocare reazioni allergiche an-che notevoli accompagnate da mal di testa e dolori addominali. Anche le foglie sono benefiche: tritate fresche e applicate localmente leni-scono le manifestazioni cutanee della psoriasi; anche il succo fresco del frut-to ha questa proprietà, poiché contie-ne una sostanza simile al cortisone.Noto è l’effetto cosmetico del pomo-doro: la polpa applicata sulla pelle la schiarisce, la rassoda, la nutre e la tonifica. Inoltre il succo applicato per impacchi cura le scottature e le piaghe infette.Un’ultima cosa: le foglie del pomodo-ro, secche, tengono lontane le formi-che. Fresche, sono utili in caso di pun-ture di insetti.

GIARDINO E RISPARMI

Ai Centri estivi di Santa Maria di Sala organizzati da Albachiara, si sono svolte tre lezioni di karate coadiuvate dal Maestro Renzo Paganin e dall’Alle-natore Salvadori Groppo Stefano, del Centro Karate Interstile di S.M.Sala. A tutti i partecipanti hanno organizza-to vari giochi tra i quali anche anche alcune tecniche che fanno parte del-la disciplina sportiva del karate.I 60 i ragazzini hanno partecipato con molta attenzione e interesse e il mae-stro sia ugura di poter rivedere i ra-gazzi a settembre quando iniziano le iscrizioni a Veternigo e a Caselle. Nella foto un ragazzino prova con i guantini a colpire il battitore trattenu-

to dal Maestro Renzo Paganin E foto con il primo gruppo di ragazzini/e dei Centri Estivi.

Ai Centri estivianche il karate

RUBRICHE 13

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servare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre ne-

Gli utenti della strada devono comportarsi in modo da non ar-recare pericolo o intralcio per la circolazione e in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale. Per questo è importante che il conducente conosca i rischi connessi a com-portamenti e situazioni che si possono verificare nella circo-lazione.Si pensi ad una lunga discesa. Guidare con il cambio in fol-le a motore spento aumenta il rischio di provocare incidenti, dato che diventa difficoltoso manovrare lo sterzo per evitare un ostacolo e diventa difficolto-so frenare e arrestare il veicolo poiché aumenta pericolosamen-te lo spazio di frenatura(il peri-colo è maggiore se il veicolo è dotato di servosterzo e servofre-no).E’ obbligo del conducente rego-lare la velocità in modo da non costituire pericolo per la sicu-rezza delle persone e di danno alle cose e da non causare di-sordine o intralcio per la circo-lazione.Si deve tenere una velocità ade-guata alle proprie condizioni psicofisiche e tale da intervenire con sicurezza in caso di impre-visti, tenuti presenti gli eventua-li limiti prescritti.Pertanto è necessario tenere una velocità adeguata:- alle caratteristiche, allo sta-

to ed al carico del veicolo;- alle caratteristiche e alle

condizioni della strada (ad esempio, strada viscida per acqua, neve, ghiaccio, fan-go, foglie), allo stato di ma-nutenzione (buche e scon-nessioni) e pulizia;

- alle condizioni del traffico e ad ogni altra circostanza, come condizioni atmosferi-che (es. forte vento latera-le);

- visibilità, efficienza dei fre-

ni del veicolo, velocità dei veicoli che precedono.

Il conducente deve sempre con-

a cura di Mario Garippo

Comportamento, intralcio e limiti di velocità cessarie in condizioni di sicurez-za, specialmente l’arresto tem-pestivo del veicolo entro i limiti del suo campo di visibilità.Ai fini della sicurezza della cir-colazione e della tutela della vita umana, in Italia la velocità mas-sima non può superare i limiti riportati nella tabella “limiti di velocità generali” nelle diverse categorie di strada.E’ molto pericoloso attraversare un incrocio ad alta velocità, pur avendo il diritto di precedenza, tanto che, in caso di incidente, si può incorrere in concorso di colpa.Tali limiti sono validi (salvo di-versa segnalazione) per:- motocicli (se inferiori a 150

cc, non sono ammessi su au-tostrade e strade extraurbane principali);

- autovetture (anche con car-rello-appendice);

- autoveicoli come autocarri e autocaravan di massa com-plessiva fino a 3,5 t.

“Limiti di velocità generali in Italia”:• 50 km/h centri urbani;- 70 km/h strade urbane con

determinate caratteristiche (strade urbane di scorrimen-to);

- 90 km/h strade extraurbane secondarie e locali;

- 110 km/h strade extraurbane principali;

- 90 km/h strade extraurbane principali in caso di precipi-tazioni atmosferiche;

- 90 km/h strade extraurbane per coloro che hanno conse-guito la patente A1-A2-A-B1-B da meno di 3 anni;

- 130 km/h nelle autostrade;- 110 km/h nelle autostrade in

caso di precipitazioni atmo-sferiche;

- 100 km/h nelle autostrade per coloro che hanno con-seguito la patente A1-A2-A-B1-B da meno di 3 anni.

Limiti massimi di velocità per particolari categorie di veicoli

CiCLoMoToRi

QUADRiCiCLi non leggeri Fuori dei centri abitati

MACCHiNE AGRiCoLEMACCHiNE oPERATRiCi Con pneumatici Negli altri casi

AUToTRENicompresi autovetture con rimorchio

AUToARTiCoLATiAUToSNoDATi

Fuori dai centri abitati

Sulle autostrade

AUToVEiCoLi DESTi-NATi AL TRASPoRTo Di CoSE o AD ALTRi USi~ o di massa complessiva a pieno carico superiore a 3,5 t e fino a 12 t.

~ o di massa complessiva a pieno carico superiore a 12 t.

AUToCARRidi massa complessiva a pieno carico superiore a 5 t. se adoperati per il trasporto di persone

Fuori dai centri abitati

Fuori dai centri abitati

Fuori dai centri abitati

Sulle autostrade

Sulle autostrade

Sulle autostrade

AUToBUS E FiLoBUSdi massa complessiva a pieno carico superiore a 8 t.

Fuori dai centri bitati

Sulle autostrade

AUToVEiCoLi o MoToVEiCoLi per tra-sporto di merci pericolose della classe 1 se carichi

Fuori dai centri abitati

Neicentri bitati

MEzzi D’oPERAquando viaggiano a pieno carico Nei

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RUBRICHE14

Non sono mai andato in Africa. Mi piacerebbe vedere la savana, la ter-ra rossa e gli animali che da bambi-no vedevo soltanto nell’enciclope-dia della biblioteca. Vorrei trovarmi faccia a faccia con un leone, o in-contrare una giraffa, oppure atten-dere il passaggio degli elefanti. Ma so che se un giorno mi capiterà di affrontare questo viaggio, e il desi-derio di scoprire qualche leggenda legata alle pietre sarà più forte di me. Ed ecco che inizierò a fare do-mande, a curiosare tra i mendicanti che vendono ciarpame, a infilarmi in qualche storia per ricavarne un racconto. E siccome il desiderio è forte ma l’avventura è lontana, ho chiesto a Olmes, un mio amico di Venezia, che da quarant’anni fa il mercante di pietre e che ha girato più di mezzo mondo, spesso insie-me a sua moglie o ai figli. Se cerchi una pietra o una storia, lui è l’uomo giusto. Ha la faccia ab-bronzata, i capelli ricci e brizzolati, e gli occhi marroni. Ma la prima cosa che noti in lui è l’anello al mi-gnolo: una manifattura veneziana costruita intorno a un opale arlec-chino. Ma non è di questa pietra che vi voglio parlare, perché quan-do lo incontri c’è una gemma che non manca mai di essere nominata: la Tanzanite! (nella foto sotto).Giusto qualche giorno fa gli ho chiesto se non fosse mai stato in Africa, in Tanzania per l’appunto. Lui mi ha risposto che ultimamente

preferisce andare in Tailandia, per via dei resort e dei massaggi, ma che una volta, più o meno trent’an-ni fa, lui, in Tanzania (foto in basso a destra), ci è andato davvero e mi ha raccontato che si è recato sulla collina Merelani, dove la leggenda della Tanzanite è iniziata. Un pomeriggio, più o meno a l’ora del the, il cielo si fece cupo all’im-provviso, e come se fosse stato sca-gliato dagli dei, un fulmine cadde a terra, sull’erba secca, scatenando un incendio, costringendo i pa-stori Masai che si trovavano nelle vicinanze, a ripararsi tra le rocce per mettere al sicuro il bestiame, e attendere che il vento si placasse per tornare verso le loro capanne. Dopo il temporale, quando il cielo si tinse d’azzurro, il prato bruciato regalò strani bagliori che non si erano mai visti su quelle colline e in tutta l’Africa.Infatti, le pietre di zoisite, un mine-rale bruno di cui è ricco il terreno della zona di Arusha, nei pressi del Kiliminjaro, con il calore dell’in-cendio avevano mutato il colore in un bellissimo blu-viola, facendo ri-splendere i cristalli.“È stato questo il primo ritrova-mento di Tanzanite, scoperto nel 1967” mi ha detto Olmes con evi-dente soddisfazione.“E tu ovviamente sei andato a vede-re se per caso, tra quelle rocce bru-

ne, potessi trovare una pietra…”“ E s a t t o Luca! Sei uno sveglio” mi ha rispo-sto scop-piando in una grassa risata.Purtroppo Olmes non aveva trovato casualmente alcuna pietra, ma si era talmente invaghito di questa gemma, che ne è diven-tato un grande esperto e importa-tore. E dato che sua moglie Paola è una signora curiosa, la voglia di comprendere i segreti che si celano dietro questa nuova pietra (nuova, visto che il ritrovamento è piuttosto recente) è stata una conseguenza naturale.Mi ha spiegato che esiste un unico giacimento al mondo, in Tanzania appunto, appena sotto l’equatore. Mi ha detto che è il porta fortuna della vergine, dei pesci e dell’acqua-rio, e che è utilissima nei casi in cui si cerca la meditazione, l’equilibrio o l’armonia; ottima per rafforzare il sistema immunitario, è anche un disintossicante eccezionale. Ma so-prattutto è una gemma bellissima, una tra le più vendute in America, adatta alla gioielleria o per i colle-zionisti, tanto che il “Queen of Ki-limanjaro” del peso di 242 carati,

a cura di Luca Novello

uno degli esemplar i più belli di Tanzanite, è esposto al “Gallery of Gold and Gems at the Royal On-tario Mu-seum” a di Toronto.Dopo un

lungo sospiro, il mio amico mi ha detto: “Sai che ti dico Luca? Quasi quasi riparto per un altro viaggetto!” La sua risatina ha fatto il resto…Io conosco quegli occhi vispi e la storia che essi raccontano. Olmes è uno degli ultimi “mercanti” rimasti, uno di quelli che vanno alla scoper-ta della pietra unica, che annusano l’affare. Uno di quelli che mentre ha la pietra in mano, immagina a chi la venderà e sorride, felice.Allora non mi è difficile immaginare cosa accadrà. Posso scommetterci qualsiasi cosa: andrà a casa, guar-derà sua moglie, e, dando un’oc-chiata veloce al calendario, chiame-rà la sua agenzia di fiducia. Infine, insieme a Paola, farà i bagagli, but-tando in valigia giusto il necessario. So per certo che lo farà. Al suo ri-torno, tra dieci o dodici giorni, avrò una nuova storia da raccontare.Perché ne sono tanto sicuro? Sem-plice: perché stavolta mi porterà con lui…

Tanzanite: la reginadel Kilimanjaro

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15

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lauree

Tantissimi auguri al piccolo Riccardo Zanetti che il 31 luglio festeggia il suo terzo compleanno da Ele-na, Luca e Luigina.

Il 12 agosto Alessandro Bortolato compie 10 anni. I più sinceri auguri dal papà Michele, dalla mamma Paola, dai nonni, da Giancarlo, Rocco, Deanna, Silvana, dagli zii e dai cugi-netti.

Il piccolo Lorenzo Carraro, nato il 27 Febbraio 2014, ha ricevuto il Santo Battesimo il giorno 6 Luglio nella chiesa di Caselle. Lo hanno festeggia-to mamma Elisa e papà Stefano, i padrini Renato e Martina, nonni, parenti e gli amici più cari.

Il 18 luglio, presso l’Università degli Studi di Pa-dova, Marco Guidolin ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza. “La strada è stata lunga e piena di difficoltà, ma non ti sei scoraggiato, lavorando sodo con grande forza di volontà. Congratulazio-ni, ce l’hai fatta dottore!”. Si complimentano il papà Fulvio, la mamma Antonietta, i fratelli, le sorelle, i nipoti, la fidanzata Giulia, i parenti e gli amici tutti.

Alessia De Liberali si è laureata il 17 luglio in Scien-ze dell’Educazione e della Formazione (Educazio-ne della Prima Infanzia) presso l’Università degli Studi di Padova. Alla neo dottoressa i complimenti della famiglia e degli amici.

“Esto Civis Fidelis” (sii un cittadino fedele) questo è il motto rivolto ai Cavalieri di San Marco a quanti ancor oggi, a tanti anni dalla caduta della Repub-blica di Venezia, si impegnano in questo storico sodalizio per portare avanti il suo spirito e le sue opere benefiche, umanitarie, sociali e religiose ed a tutela della salvaguardia di Venezia. L’Associazione che conta circa 1300 iscritti in tutto il mondo, dal 25 aprile scorso ha una nuo-

va socia Bozza Tarsilla nominata “Cavaliere di San Marco” con cerimonia solenne nella chiesa

di san Francesco della Vigna di Castello proprio il giorno delle celebrazioni del Santo Patrono della

città di Venezia.Alle congratulazioni del marito Bernardo Gino, dei

parenti ed amici si associano quelle di “Gente Salese”

Domenica 18 Maggio tre bambini sono entrati a far parte della comunità di Ve-ternigo ricevendo il battesimo da don Paolo ChecchettoSono stati battezzati Edoardo Giaco-

min, nato il 10 Ottobre 2013, di Ele-na e Mauro Giacomin;

Tommaso Solivo, nato il 31 Di-cembre 2013, di Valentina e An-

drea;Giulia Novello, nata il 17 dicembre

2013, di Luca e Alessandra Novello.Felicitazioni vivissime ai nuovi nati da

amici, parenti e dalla redazione di Gen-te salese.

battesimi

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PRESIDENTEGiovanni Vanzetto

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Le giovani atlete del Volley Salese ci regalano il bis, vincendo per il secondo anno consecutivo il titolo di Campionesse Nazionali alle Finali CSI (Centro Sportivo Italiano) di Lignano Sabbiadoro.L’anno scorso questa squadra, che è rimasta pres-soché invariata nei suoi componenti, ha gareg-giato nella categoria Under 14 ed ha conquistato il titolo nazionale vincendo 3 a 0 contro il Trama Volley di Mestre.Quest’anno le ragazze hanno affrontato la stessa sfida ma nella categoria superiore, l’Under 16, nel-la quale non è raro incontrare avversarie con alle spalle già molti anni di esperienza. Per questo mo-tivo, quando la giovane squadra salese ha vinto il titolo regionale guadagnandosi il pass per le Na-zionali, tutti sono rimasti sorpresi. Le Finali Nazio-nali si sono svolte dal 29 giugno al 2 luglio, come ogni anno nel bellissimo Palazzetto dello Sport di Lignano Sabbiadoro: quattro intense giornate all’insegna della Pallavolo, in un clima dove regna lo spirito sportivo, l’amicizia, il sostegno, il rispetto reciproco qualunque sia il risultato.A giocarsi il titolo, le rappresentati delle regioni Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lom-bardia, Piemonte, Sicilia e ovviamente Veneto. Otto squadre, due gironi equilibratissimi, nulla di scontato.Partita magistrale, bellissima e rapidissima. Inutile dirlo, il palazzetto si riempie di grida di gioia e me-

raviglia: i sostenitori, calciatori compresi, si preci-pitano in campo per abbracciare le neo campio-nesse. Viene festeggiato l’allenatore, senza la cui preziosa e costante supervisione la squadra non avrebbe potuto raggiungere tale risultato. Molto emozionante anche il momento della premiazio-ne: dal gradino più alto le atlete salesi cantano e ridono sventolando il Tricolore mentre sollevano la meritata coppa.Un ringraziamento di cuore all’allenatore Rober-to Bisello e alla sua preziosa assistente Roberta Zecchin, al dirigente accompagnatore Graziella Carraro e al fisioterapista Igor Ferlito. Un sentito ringraziamento inoltre anche ai genitori di tutte le atlete per la loro fondamentale collaborazione e presenza. Infine, i più sinceri complimenti alle due volte campionesse nazionali (Alessandra Michieli, Angela Pezzato, Elena Romano, Emma Bovo, Fe-derica Rocco, Francesca Messina, Giulia Maran-gon, Giorgia Zamengo, Irene Frezzato, Laura Be-riozza, Laura Munaretto, Sandy Marini, capitano: Arianna Peron).Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti gli sponsor che sostengono il nostro settore giovani-le, in particolare “Piscine Niagara”, che sponsoriz-za le neo campionesse.Continuate a seguirci sul sito www.volleysalese.it o sulla pagina Facebook “Volley Salese suppor-ters”.

Volley Salese: Tricolore bis per le Under 16

ORARI: Lunedì: 16.00 -20.00Da martedì a venerdì: 9.30-12.30 e 16.00 -20.00

Sabato: 9.30-13.00 e 16.00 -20.00Domenica: Chiuso