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GLI ETRUSCHI Popolazione che si afferma tra il IX e l’VIII secolo Area di insediamento : Toscana, Umbria e Lazio Area di espansione (tra l’VIII e il V secolo) : in Campania, verso l’Emilia Romagna e nella Pianura Padana Una Raffinata Civiltà, al pari delle civiltà dell’Egeo. Etruria è il nome che i Romani daranno alle are soggette all’influenza etrusca. ORIGINI: Ø Eròdoto : li individua come una popolazione proveniente dall’Asia Minore Ø Dionigi di Alicarnasso li identifica come una popolazione Autoctona ( locale)

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GLI ETRUSCHI

• Popolazione che si afferma tra il IX e l’VIII secolo• Area di insediamento : Toscana, Umbria e Lazio• Area di espansione (tra l’VIII e il V secolo) : in Campania, verso

l’Emilia Romagna e nella Pianura Padana• Una Raffinata Civiltà, al pari delle civiltà dell’Egeo.• Etruria è il nome che i Romani daranno alle are soggette

all’influenza etrusca.

ORIGINI:Ø Eròdoto: li individua come una popolazione proveniente

dall’Asia MinoreØ Dionigi di Alicarnasso li identifica come una popolazione

Autoctona ( locale)

• ESPRESSIONE ARTISTICA:

v Legata al culto religioso e all’arredo funerario. L’aldilà vissuto in maniera cupa, con timore.

v Le tombe vengono corredate di tutto ciò che possa rendere confortevole il mondo ultraterreno, rendendole simili ad una casa.

LE TOMBE

1) Ipogee: scavate sotto terra o sfruttando un rialzo del terreno, una collina o la cavità di una roccia

2) A Tumulo: dopo la costruzione vengono ricoperte da un cumulo di terra rendendo possibile la loro identificazione. I tumuli sono a pianta circolare, sostenuti da cupole o semicupole appoggiate ad una struttura cilindrica detta tamburo. Possono rivestire più luoghi sepolcrali, anche appartenenti a epoche diverse.

3) A Edicola: costruite fuori terra.

Si caratterizzano per piccole dimensioni e per la presenza di una sola camera a pianta rettangolare coperta da un tetto a due spioventi, simile ad una casa.

Materiali usati: tufo, pietra calcarea, bronzo, oro e raramente il marmo.

Carattere espressivo particolarmente intenso e non con intento realistico

Le città etrusche sono spesso cinte da mura difensive tra il VI e il IV secolo, dette ciclopiche per le imponenti dimensioni.

Gli Etruschi usavano sovrapporre pietre a secco a forma di parallelepipedo, secondo uno schema regolare a isodomi.

• Ogni città è accessibile da 4 o 7 porte messe in risalto attraverso la struttura ad arco, con aspetto monumentale.

La scultura etrusca e arredo funerarioI Canopi

I Sarcofagi

Per contenere le ceneri del defunto

Il Bucchero etrusco

• Il bucchero fu prodotto a Cerveteri, Tarquinia e Chiusi e fu utilizzato in Etruria per tutto il periodo arcaico, ovvero dall'inizio della civiltà Etrusca VIII secolo a.C. fino alla prima metà del V secolo a.C..

Sostanzialmente il bucchero è un particolare tipo di terracotta monocromatica di color canna di fucile tendente al nero utilizzata dagli Etruschi per realizzare i loro vasi.

La colorazione nera veniva ottenuta mediante la post cottura in forno a scarsa circolazione d'aria della normale terracotta.

L'atmosfera interna, fortemente priva di ossigeno, favorisce la creazione di una brace che tende a colorare di nero la ceramica.

La terracotta così prodotta poteva essere lasciata nera oppure si procedeva alla realizzazione delle decorazioni vere e proprie.

In età arcaica queste decorazioni erano spesso assenti o di tipo geometrico.

Dal secolo VI secolo a.C. il bucchero è praticamente sempre decorato con raffigurazioni di animali e/o umane.

• Il termine Bucchero deriva dallo spagnolo bucaro.

La scultura raffigura una coppia di sposi sdraiata in un triclinio a un banchetto nell'atto di scambiarsi delle uova, gesto frequente nei banchetti dell'epoca. Entrambe le figure hanno i capelli lunghi, gli occhi allungati e il sorriso arcaico. La donna indossa un copricapo caratteristico e dei sandali ai piedi, mentre il marito presenta un barba lunga e appuntita.La scultura fu ritrovata nel XIX secolo durante scavi nella necropoli della Banditaccia a Cerveteri. I due coniugi sono raffigurati semidistesi su una klìne, un letto a piazza matrimoniale di bronzo ricoperto di stoffe e cuscini, sopra il quale gli ospiti si adagiavano durante le feste. Questa klìne si presenta con zampe a volute e gli sposi giacciono su un materasso munito di coperta e cuscino, in posizione di perfetta parità, come se partecipassero ad un banchetto. La posizione di rilevanza della donna nella società non fu ripresa dai Romani, che non ammettevano le donne al convivio, se non in epoca imperiale

Il Sarcofago degli Sposi , di terracotta creato nel VI secolo a.C., conservato nel Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma.

• La lupa Capitolina, V secolo.

La sua datazione viene fatta risalire ad un periodo compreso tra l'ultimo quarto del V e i primi decenni del IV secolo a.C.Si tratta di una statua di bronzo rinvenuta il 15 novembre 1553 nella città d'Arezzo durante la costruzione di fortificazioni medicee alla periferia della cittadina, fuori da Porta San Lorentino.Il restauro alla coda è però un restauro sbagliato: il serpente doveva avventarsi minacciosamente contro Bellerofonte e non mordere un corno della testa della capra perché si trova sul proprio corpo

La Chimera di Arezzo raffigura il mostro ferito, che si ritrae di lato, e volge la testa in atteggiamento drammatico di notevole sofferenza, con la bocca spalancata e la criniera irta. La testa di capra sul dorso è già reclinata e morente a causa delle ferite ricevute. Il corpo è modellato in maniera da mostrare le costole del torace, mentre le vene solcano il ventre e le gambe. Probabilmente, la Chimera faceva parte di un gruppo con Bellerofonte e Pegaso ma non si può escludere completamente l'ipotesi che si trattasse di un'offerta votiva a sé stante. Quest'ipotesi sembra essere confermata dalla presenza di un'iscrizione sulla zampa anteriore destra, in cui vi si legge la scritta TINSCVIL o TINS'VIL (TLE^2 663), che significa "donata al dio Tin", supremo dio etrusco del giorno.La Chimera presenta elementi arcaici, come la criniera schematica e il muso leonino simile a modelli greci del V secolo a.C., mentre il corpo è di una secchezza austera. Altri tratti sono invece più spiccatamente naturalistici, come l'accentuazione drammatica della posa e la sofisticata postura del corpo e delle zampe. Questa commistione è tipica del gusto etrusco della prima metà del IV secolo a.C. e attraverso il confronto con leoni funerari coevi si è giunti a una datazione attorno al 380-360 a.C. È da osservare il particolare della criniera, molto lavorata, e che riproduce abbastanza fedelmente (per l'epoca) l'aspetto naturale della fiera.

L’Arringatore, fine II secolo e inizi I secolo.

L'Arringatore è una scultura bronzea alta 170 cm raffigurante un uomo togato, databile tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C., realizzata con tecnica a cera persa in sette parti distinte a fusione cava, poi unite tra loro.

Dalla iscrizione incisa sulla toga si sa che la statua era dedicata, forse dalla comunità, a un notabile etrusco di nome Aulo Metello, originario di Perugia o Cortona. Doveva trovarsi presso un santuario o, con meno probabilità, presso la tomba del personaggio[.L'uomo, vestito della Toga exigua e di alti calzari, è rappresentato mentre compie un gesto volto a catturare l'attenzione degli astanti ed accingersi a compiere l'arringa. Il braccio sinistro è rilassato lungo il corpo e avvolto nel panneggio, mentre il destro è appunto teso verso l'alto con il palmo della mano rivolto in avanti. La mano destra, che si spezzò nel momento in cui la statua fu rinvenuta, è di dimensioni maggiori rispetto al resto del corpo per dare maggiore risalto al gesto.