N°7 - Costa degli Etruschi News

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www.costadeglietruschinews.com www.costadeglietruschinews.com www.costadeglietruschinews.com Mensile Febbraio 2011 / Anno 1 - n. 7 di Marica Galassi Q uali sono i punti programmatici di maggiore interesse che caratterizze- ranno il 2011? Il 2011 mi avvicina alla metà del mio secondo mandato di legislatu- ra, è pertanto un anno importante, di svolta. L’auspicio è che segni la concretizzazione di una serie di progetti importanti sui quali stia- mo lavorando da anni, dal 2004, inizialmente con il lavoro di programmazione urbanistica di pianificazione, per poi dar vita ad una se- rie di progetti che con il 2011 dovrebbero concretizzarsi. Per il sistema della mobilità e della viabilità, noi abbiamo focalizzato quelli che sono i limiti del nostro territorio nel suo complesso, specialmente in alcuni momenti di forte presenza turistica, quindi la criticità che si vive su Bolgheri, piuttosto che su Ma- rina di Castagneto, come su Castagneto, ci ha dato la spinta affinché ci fosse la possi- bilità di lavorare a un project financing che mettesse in chiaro la possibilità di realizzare nuove aree di sosta in queste tre frazioni. Stiamo per approvare il bando in giunta per dare il via a questo progetto di finanza che dovrà prevedere, oltre che la collocazione, la messa a disposizione del sistema della mobilità dei parcheggi, tramite l’approccio con un’impresa privata, anche i benefici di natura pubblica come la riqualificazione ur- bana dei centri storici, la creazione di nuovi spazi adibiti alla socializzazione ed altro. Ci auguriamo che partecipino molte ditte, così avremo la possibilità di scegliere la migliore, cioè quella che offrirà miglior beneficio di uti- lità pubblica. Altro aspetto a cui stiamo lavo- rando è l’attività culturale, che con la nascita della Fondazione Culturale di Castagneto, inizia a prendere corpo. Dobbiamo mettere in rete tutte le attività culturali che facciamo a livello locale, ci sono una serie di esperienze che vanno valorizzate, coltivate e messe in- sieme per poter divenire elementi di ulteriore attrattiva per il nostro territorio. Grazie alla Fondazione è possibile collegare gli impor- tanti eventi, che vengono organizzati, ormai già da qualche anno, dall’amministrazione comunale, con la nuova esperienza del Bol- gheri Melody che ha fatto crescere ulterior- mente l’immagine di Castagneto e Bolgheri ed ha attirato l’interesse delle istituzioni, a partire dalla Regione, la Camera di Commer- cio, la provincia di Livorno. L’avvenimento, in cui siamo fortemente impegnati, si ripeterà anche questo anno ed è importante quindi aprirsi ai privati in un rapporto di condivisione di un progetto culturale che possa essere oc- casione di rilancio e crescita, non solo sotto il profilo culturale ma anche occupazionale e dell’offerta del nostro territorio. Quali sono le preoccupazioni per il nuovo anno? Il problema chiave è quello di repe- rire risorse per poter far fronte ai progetti sui quali stiamo lavorando. Per cercare di risolvere la questione proporremo alla citta- dinanza quella che è la nostra idea di centro civico. Cioè la razionalizzazione degli spazi a servizio pubblico disseminati su tutto il territorio comunale. Vorremmo concentrare su Donoratico gli sportelli, per concretizzare alcuni aspetti, intanto la funzione di servizio che ha Donoratico come centro urbano, non tralasciando e non dimenticando natural- mente nulla delle prerogative istituzionali del capoluogo Castagneto Carducci, che man- terrà gran parte dei suoi uffici e i vari punti di riferimento che sono principalmente su Bol- gheri. Su quest’idea lavoreremo per cercare di reperire risorse attraverso l’alienazione di beni immobili. La criticità che in questi periodi stiamo affrontando per la scarsità di risorse, imporrà sacrifici, complessivi all’amministra- zione comunale, ma cercheremo di tutelare sempre di più i servizi in campo culturale, sociale, della formazione, che sono i punti di riferimento della nostra politica. Per combat- tere ed essere pronti ad arginare momenti di crisi come quello che stiamo attraversando, c’è bisogno di investire, come io insisto, in progetti di condivisione tra pubblico e privato, sotto forma di promozione turistica, cito per esempio iniziative come Bolgheri Melody, che per noi sono elementi di grande soddi- sfazione, in termini di pubblico, di presenze e di valorizzazione ulteriore del comune. Altri progetti importanti per il futuro? Conti- nueranno i lavori di manutenzione dei centri urbani, compatibilmente con le risorse che avremo a disposizione. Speriamo che sia anche l’anno della presentazione ufficiale di progetti che hanno, secondo il mio modesto punto di vista, una valenza strategica di svi- luppo per questo territorio, penso al recupero dell’ex Club Med, un progetto appunto che ha delle grandi potenzialità. Stiamo ancora valutando, con la proprietà, il progetto, che ufficialmente non è stato ancora consegna- to, attendiamo la presentazione ufficiale del progetto e poi saremo in grado di poter en- trare nel merito. Dagli incontri che abbiamo avuto fino ad oggi, mi sembra un’iniziativa di grande pregio, e penso che Castagneto me- riti occasioni di questa natura, poiché porterà benefici, sicuramente alla parte privata, ma anche a quella pubblica, quanto meno con ricadute occupazionali.Noi siamo in una real- tà dove per una serie di motivi, di elementi di pregio, come l’ambiente, il paesaggio, ma anche elementi di qualità della vita, intesa come coesione sociale, con un grande rap- porto umano che non è incrinato da il notevo- le flusso turistico che in alcuni casi può avere effetti deleteri. Tutto questo insieme offre un punto di attrazione importante per investire in progetti di alta qualità. Investimenti di questo genere sono una notevole spinta per tutti, per l’amministrazione comunale, la comuni- tà, le attività economiche del territorio, l’ar- tigianato, il commercio, i servizi, a crescere sempre di più, io credo che oggi questa sia la strada maestra. Il nostro sviluppo “industria- le” è questo, cioè il turismo e l’agricoltura di qualità. Nuovi progetti per Castagneto Carducci Il sindaco Fabio Tinti: 2011 anno di svolta e concretizzazioni Piano particolareggiato a pag. 2 Giannutri a pag. 3 Polo di robotica marina a pag. 3 Appuntamenti a pag. 4 Azienda Vitivinicola Due Mani a pag. 6 Baratti Arcipelago Toscano Eventi Luigi Cremona facebook di Marica Galassi F ebbraio è il mese in cui ancora non ci siamo ripresi dalle abbondanti ta- vole imbandite delle feste natalizie che già ci manca il dolcino, e non ce ne priveremo perché sono in arrivo i cenci di Carnevale. Adesso pensando a febbraio ci viene in mente il Carnevale e le allegre ma- schere che scorrazzano per le strade ac- compagnando in corteo meravigliosi carri di cartapesta con musiche e festosi balli che contagiano grandi e piccini, strade infestate di coriandoli e umide battaglie di schiuma. Ma non è sempre stato così, basti pensare ai tradizionali proverbi che non tra- smettono molta positività per questo mese come: “Febbraio, febbraietto mese corto e maledetto”, “febbraio, corto e amaro”, “febbraio, corto e malandrino”, “febbraiuz- zo, peggio di tutto”. Questi proverbi popo- lari sono legati non solo al calendario, ma anche al clima stagionale e all’economia familiare. Anticamente, infatti, l’economia delle famiglie era basata, quasi esclusiva- mente, sulla produzione agricola e quindi fortemente vincolata all’esito dei raccolti. Febbraio rappresentava un periodo di an- sia e preoccupazione per il raccolto futuro e, visto che le provviste iniziavano a scar- seggiare, di povertà immediata, anche gli animali risentivano della carenza di fieno, erba e mangimi. In questo mese c’era l’esi- genza di sbarcare il lunario per raggiungere i mesi primaverili e i frutti della terra. Se cerchiamo ancora più indietro troviamo che februare, dal latino, significa “purifica- re” o “un rimedio agli errori” e nel calenda- rio romano febbraio era il periodo dei rituali di purificazione tenuti in onore del dio etru- sco Februus e della dea romana Febris, il giorno clou era il 14. Questa ricorrenza pagana è stata poi soppiantata dal culto cristiano in San Valentino. Insieme a gen- naio sono stati gli ultimi mesi aggiunti al calendario, poiché i romani consideravano l’inverno un periodo senza mesi. L’anno ro- mano iniziava a marzo, quindi febbraio era l’ultimo mese e dopo questo, per riallineare le stagioni, alcune volte veniva inserito un mese che si chiamava mercedonius. Speciale Carnevale Tutti i particolari della festa di Carnevale nella provincia di Livorno - A pagina pag. 5 - Sindaco Fabio Tinti Livorno

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Mensile Febbraio 2011 / Anno 1 - n. 7

di Marica Galassi

Quali sono i punti programmatici di maggiore interesse che caratterizze-ranno il 2011? Il 2011 mi avvicina alla

metà del mio secondo mandato di legislatu-ra, è pertanto un anno importante, di svolta. L’auspicio è che segni la concretizzazione di una serie di progetti importanti sui quali stia-mo lavorando da anni, dal 2004, inizialmente con il lavoro di programmazione urbanistica di pianificazione, per poi dar vita ad una se-rie di progetti che con il 2011 dovrebbero concretizzarsi. Per il sistema della mobilità e della viabilità, noi abbiamo focalizzato quelli che sono i limiti del nostro territorio nel suo complesso, specialmente in alcuni momenti di forte presenza turistica, quindi la criticità che si vive su Bolgheri, piuttosto che su Ma-rina di Castagneto, come su Castagneto, ci ha dato la spinta affinché ci fosse la possi-bilità di lavorare a un project financing che mettesse in chiaro la possibilità di realizzare nuove aree di sosta in queste tre frazioni. Stiamo per approvare il bando in giunta per dare il via a questo progetto di finanza che dovrà prevedere, oltre che la collocazione, la messa a disposizione del sistema della mobilità dei parcheggi, tramite l’approccio con un’impresa privata, anche i benefici di natura pubblica come la riqualificazione ur-bana dei centri storici, la creazione di nuovi spazi adibiti alla socializzazione ed altro. Ci auguriamo che partecipino molte ditte, così avremo la possibilità di scegliere la migliore, cioè quella che offrirà miglior beneficio di uti-lità pubblica. Altro aspetto a cui stiamo lavo-rando è l’attività culturale, che con la nascita della Fondazione Culturale di Castagneto, inizia a prendere corpo. Dobbiamo mettere in rete tutte le attività culturali che facciamo a livello locale, ci sono una serie di esperienze che vanno valorizzate, coltivate e messe in-sieme per poter divenire elementi di ulteriore attrattiva per il nostro territorio. Grazie alla Fondazione è possibile collegare gli impor-tanti eventi, che vengono organizzati, ormai

già da qualche anno, dall’amministrazione comunale, con la nuova esperienza del Bol-gheri Melody che ha fatto crescere ulterior-mente l’immagine di Castagneto e Bolgheri ed ha attirato l’interesse delle istituzioni, a partire dalla Regione, la Camera di Commer-cio, la provincia di Livorno. L’avvenimento, in cui siamo fortemente impegnati, si ripeterà anche questo anno ed è importante quindi aprirsi ai privati in un rapporto di condivisione di un progetto culturale che possa essere oc-casione di rilancio e crescita, non solo sotto il profilo culturale ma anche occupazionale e dell’offerta del nostro territorio.Quali sono le preoccupazioni per il nuovo anno? Il problema chiave è quello di repe-rire risorse per poter far fronte ai progetti sui quali stiamo lavorando. Per cercare di risolvere la questione proporremo alla citta-dinanza quella che è la nostra idea di centro civico. Cioè la razionalizzazione degli spazi a servizio pubblico disseminati su tutto il territorio comunale. Vorremmo concentrare su Donoratico gli sportelli, per concretizzare alcuni aspetti, intanto la funzione di servizio che ha Donoratico come centro urbano, non tralasciando e non dimenticando natural-mente nulla delle prerogative istituzionali del capoluogo Castagneto Carducci, che man-terrà gran parte dei suoi uffici e i vari punti di riferimento che sono principalmente su Bol-gheri. Su quest’idea lavoreremo per cercare di reperire risorse attraverso l’alienazione di beni immobili. La criticità che in questi periodi stiamo affrontando per la scarsità di risorse,

imporrà sacrifici, complessivi all’amministra-zione comunale, ma cercheremo di tutelare sempre di più i servizi in campo culturale, sociale, della formazione, che sono i punti di riferimento della nostra politica. Per combat-tere ed essere pronti ad arginare momenti di crisi come quello che stiamo attraversando, c’è bisogno di investire, come io insisto, in progetti di condivisione tra pubblico e privato, sotto forma di promozione turistica, cito per esempio iniziative come Bolgheri Melody, che per noi sono elementi di grande soddi-sfazione, in termini di pubblico, di presenze e di valorizzazione ulteriore del comune.Altri progetti importanti per il futuro? Conti-nueranno i lavori di manutenzione dei centri urbani, compatibilmente con le risorse che avremo a disposizione. Speriamo che sia anche l’anno della presentazione ufficiale di progetti che hanno, secondo il mio modesto

punto di vista, una valenza strategica di svi-luppo per questo territorio, penso al recupero dell’ex Club Med, un progetto appunto che ha delle grandi potenzialità. Stiamo ancora valutando, con la proprietà, il progetto, che ufficialmente non è stato ancora consegna-to, attendiamo la presentazione ufficiale del progetto e poi saremo in grado di poter en-trare nel merito. Dagli incontri che abbiamo avuto fino ad oggi, mi sembra un’iniziativa di grande pregio, e penso che Castagneto me-riti occasioni di questa natura, poiché porterà benefici, sicuramente alla parte privata, ma anche a quella pubblica, quanto meno con ricadute occupazionali.Noi siamo in una real-tà dove per una serie di motivi, di elementi di pregio, come l’ambiente, il paesaggio, ma anche elementi di qualità della vita, intesa come coesione sociale, con un grande rap-porto umano che non è incrinato da il notevo-le flusso turistico che in alcuni casi può avere effetti deleteri. Tutto questo insieme offre un punto di attrazione importante per investire in progetti di alta qualità. Investimenti di questo genere sono una notevole spinta per tutti, per l’amministrazione comunale, la comuni-tà, le attività economiche del territorio, l’ar-tigianato, il commercio, i servizi, a crescere sempre di più, io credo che oggi questa sia la strada maestra. Il nostro sviluppo “industria-le” è questo, cioè il turismo e l’agricoltura di qualità.

Nuovi progetti per Castagneto Carducci

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Il sindaco Fabio Tinti: 2011 anno di svolta e concretizzazioni

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Piano particolareggiato a pag. 2

Giannutri a pag. 3

Polo di robotica marina a pag. 3

Appuntamenti a pag. 4

Azienda Vitivinicola Due Mani a pag. 6

Baratti Arcipelago Toscano Eventi

Luigi Cremona

facebook

di Marica Galassi

Febbraio è il mese in cui ancora non ci siamo ripresi dalle abbondanti ta-vole imbandite delle feste natalizie

che già ci manca il dolcino, e non ce ne priveremo perché sono in arrivo i cenci di Carnevale. Adesso pensando a febbraio ci viene in mente il Carnevale e le allegre ma-schere che scorrazzano per le strade ac-compagnando in corteo meravigliosi carri di cartapesta con musiche e festosi balli che contagiano grandi e piccini, strade infestate di coriandoli e umide battaglie di schiuma. Ma non è sempre stato così, basti pensare ai tradizionali proverbi che non tra-smettono molta positività per questo mese come: “Febbraio, febbraietto mese corto e maledetto”, “febbraio, corto e amaro”, “febbraio, corto e malandrino”, “febbraiuz-zo, peggio di tutto”. Questi proverbi popo-lari sono legati non solo al calendario, ma anche al clima stagionale e all’economia familiare. Anticamente, infatti, l’economia delle famiglie era basata, quasi esclusiva-mente, sulla produzione agricola e quindi fortemente vincolata all’esito dei raccolti. Febbraio rappresentava un periodo di an-sia e preoccupazione per il raccolto futuro e, visto che le provviste iniziavano a scar-seggiare, di povertà immediata, anche gli animali risentivano della carenza di fieno, erba e mangimi. In questo mese c’era l’esi-genza di sbarcare il lunario per raggiungere i mesi primaverili e i frutti della terra.

Se cerchiamo ancora più indietro troviamo che februare, dal latino, significa “purifica-re” o “un rimedio agli errori” e nel calenda-rio romano febbraio era il periodo dei rituali di purificazione tenuti in onore del dio etru-sco Februus e della dea romana Febris, il giorno clou era il 14. Questa ricorrenza pagana è stata poi soppiantata dal culto cristiano in San Valentino. Insieme a gen-naio sono stati gli ultimi mesi aggiunti al calendario, poiché i romani consideravano l’inverno un periodo senza mesi. L’anno ro-mano iniziava a marzo, quindi febbraio era l’ultimo mese e dopo questo, per riallineare le stagioni, alcune volte veniva inserito un mese che si chiamava mercedonius.

Speciale CarnevaleTutti i particolari della festa di Carnevale nella provincia di Livorno - A pagina pag. 5 -

Sindaco Fabio Tinti

Livorno

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2 febbraio 2011

Stazione di VadaLa gestione alla Pro Loco

Dopo oltre due anni, da quando la Pro Loco di Vada inoltrò domanda alle Ferrovie dello Stato, per ottenere la riapertura dei locali di acco-glienza e servizi presso la Stazione FF.SS. di Vada, si è concluso l’iter burocratico. I locali pubblici della Stazione, Sala d’Aspetto e Servi-zi igienici, sono stati concessi ufficialmente, in comodato, dai funzionari delle Ferrovie, il 20 gennaio, alla Pro Loco di Vada per la loro effi-cienza e riapertura al pubblico. La Pro Loco si impegna a rimetterli in efficienza, a mantenerli in corretto uso, ad effettuare le ordinarie pulizie giornaliere e a garantire il servizio di apertura dalle 5 del mattino fino alle 23 di sera. Durante la notte detti locali dovranno rimanere chiusi per evitare usi impropri e a tale scopo sarà at-tivato un servizio di Vigilantes per l’apertura e chiusura degli stessi. Inoltre sempre a carico della Pro Loco vi è l’ordinaria manutenzione e pulizia di tutto l’ambiente circostante, di uso pubblico per i viaggiatori. Soddisfazione da parte del Consiglio della Pro Loco e del Presi-dente in particolare, poiché la riqualificazione della Stazione di Vada, dove ogni giorno ferma-no ben 28 treni, era un obiettivo importante per una migliore immagine turistica della località.Non tutto però è ancora risolto perché, dopo la consegna, ci sarà bisogno, di interventi che impegnano economicamente. A tale proposito a suo tempo ci fu una disponibilità dell’Ammi-nistrazione Comunale a sostenere in parte detti interventi e quindi ci si augura che l’impegno possa essere mantenuto per avere la riapertura al pubblico prima della prossima primavera.

Corso ProfessionalePer Sommelier A.I.S.

Un semplice modo di avvicinarsi al vino. Un affascinante mondo in cui si apprendono la Tecnica della Degustazione, le Funzioni del Sommelier, dallo stile nel servizio, all’orga-nizzazione di una cantina, dall’uso corretto dei bicchieri, al rispetto della bottiglia e del suo prezioso contenuto, le realtà e la geografia del vino d’Italia e del mondo, con analisi sensoriale e, apprendimento di un linguaggio comune per parlare di vino, la Metodologia dell’Abbina-mento Cibo-Vino.Il corso AI.S. di 1° livello inizierà mercoledì 2 marzo 2011 e terminerà il 15 giugno 2011 a Livorno c/o Hotel Rex ore 20,45- 22,45Dettaglio delle lezioni:N.1 La figura del sommelierN.2 ViticolturaN.3 Enologia - La produzione del vinoN.4 Enologia Componenti e evoluzione del vinoN.5 Tecnica della degustazione Esame visivoN.6 Tecnica della degustazione Esame olfattivoN.7 Tecnica della degustazione Esame gustativoN.8 SpumantiN.9 Vini passiti, vendemmia tardiva, muffatiN.10 Legislazione ed enografia nazionaleN.11 Birra e distillati da cerealiN.12 Altri distillati e liquoriN.13 Le funzioni del SommelierN.14 Visita a una azienda vitivinicolaN.15 Approfondimento sulla degustazione e au-tovalutazionePer ulteriori informazioni:Paola Rastelli De-legato AIS Livorno cell:338/2683370

Notizie in breve

newsdi Marica Galassi

Che cosa si intende per Piano particolareggiato di Baratti?Preme dire che vuole essere un sistema di valorizzazione del luogo, dei valori archeologici, che non vogliamo assolutamente escludere e della bellezza paesaggistica. Il piano è necessario perché Baratti merita un’attenzione particolare e un maggiore ap-profondimento.La nostra intenzione è quella di mantenere assolutamente tutta la zona archeologica e anche quelle nuove che ci saranno, per cui il collegamento con la sovrintendenza ai beni archeologici sarà diretto, e ogni volta che si troverà qualcosa, verificheremo l’entità del ritrovamento e ci comporteremo di con-seguenza.Per dare l’idea, anche se non è la definizio-ne più corretta, è il restauro conservativo di tutta Baratti, perché noi cercheremo di recu-perare il più possibile la naturalità del luogo, impegnandoci a far coesistere sia un’attività archeologica, sia un’attività turistica, obietti-vo di rilievo se vogliamo creare un’alternati-va turistica in un comune fino ad ora quasi esclusivamente industriale.Cosa prevede il Piano?Il piano è stato messo a discussione al tavo-lo di partecipazione e i risultati che si otter-ranno verranno tenuti in debito conto nella stesura finale del progetto.La proposta è di trasformare l’area del Ca-sone in un albergo, insieme all’edificio, ex Croce Rossa, che si trova a Populonia e da tempo in rovina. Inoltre prevede il recu-pero della pineta, dove al suo interno sono presenti diversi esempi di superfetazione,

strutture in legno abusive o no, che devono essere recuperate o abbattute. Costruzioni che risalgono agli anni ‘50-’60, quando era presente il Club Mediterranee, altre invece appartengono ad associazionismi di vario tipo. Naturalmente l’urbanistica terrà presente le dovute logiche di progettazione e il Casone verrà re-cuperato tenendo conto del grande valore che ha questa fattoria ottocentesca. Adesso il suo utilizzo è dedicato esclusivamente a poche persone che lo affittano per l’estate. Visto il piano struttu-rale, di qualche anno fa, che disegnava un quadro dell’intera Val di Cornia e mostrava proprio una mancanza di strutture ricettive che assorbissero una certa domanda turistica, l’Amministrazione propone sia alla proprietà dell’edificio che all’opinione pubblica, un albergo.Altra proposta presente nel piano, tratta il parcheggio dopo Ca-nessa, dove prevediamo sia fatto un tavolato con un punto sole accessibile a tutti, mentre adesso è chiuso e utilizzabile solo dai clienti del ristorante, per questa concessione demaniale verrà fat-to un bando ad evidenza pubblica.Anche la zona di Caldanelle, adesso brulla e non propriamente bellissima, può divenire un utile centro servizi che accolga camper e altri veicoli, collegandosi a Baratti con un servizio di navette, magari elettriche, in modo da diminuire la pressione veicolare. E’ chiaro che per fare questo dobbiamo fornire adeguati servizi.Lavori di recupero e compattazione, sono previsti in oltre per il retroporto di Baratti, dove non abbiamo nessuna intenzione di co-struire nuovi edifici, ma anche qui vogliamo ristrutturare e miglio-rare le opere già esistenti.Cosa si sente di dire all’opinione pubblica?Vorrei trasmettere un messaggio di chiarificazione per questo Piano particolareggiato di Baratti. L’amministrazione comunale ha aperto un percorso partecipato, al quale si sono interessate più di cento persone, che si concluderà il 13 febbraio, e dove verranno tenuti in debito conto i suggerimenti espressi. Tutto quello che è uscito, anche sul sito del comune di Piombino, sono schede di lavoro, che rientrano nella normale amministrazione tecnica di progetti di questo tipo, e non è giusto strumentalizzarle, come hanno fatto alcuni comitati contrari al Piano. Sono state inserite subito sul sito, perché i cittadini avessero un’idea di base su quello che andavamo a trattare. Naturalmente i tecnici preposti hanno il dovere di fornire varie proposte ma abbiamo scelto quelle che rispecchiavano maggiormente la volontà di valorizzare le caratte-ristiche storiche e ambientali del luogo. Siamo comunque sempre disponibili a trattare e mediare, il progetto può essere migliorato e se le volumetrie previste per Caldanelle risultano troppe, pos-siamo diminuirle. Come siamo aperti al dialogo per l’eventuale delocalizzazione delle attività veliche che adesso sono all’interno della pineta. Receperiremo quello che è il percorso partecipato e medieremo le varie proposte. E’ chiaro però, che il punto di media-zione sarà individuato dall’amministrazione comunale nell’insieme delle proposte e dei suggerimenti.

Piano particolareggiato di BarattiParla l’assessore al Governo del Territorio Luciano Francardi

Il nome ed il cognome gli calzano a pennello e sono perfetti per il suo lavoro, che è anche il suo sport, la sua passione, la sua vita. Paul Derbyshire, quale biglietto da visita migliore per uno che ha il rugby nel sangue? Un nome ed un cognome che però non rispecchiano la sua parlata tipica toscana, verace, decisa, inconfondibile. Intervistato, in qualità di patrimonio sportivo del nostro territorio, Paul ci racconta la sua storia alla quale, gio-vanissimo, ha ancora da aggiungere i capitoli più belli. Ma i traguardi raggiunti dal cecinese sono già parec-chi e degni di nota. Inizia da piccolo, ma non troppo, a muovere i suoi primi passi con la palla ovale tra le braccia, a 12 anni parte la sua avventura nelle file della società dilettantistica del suo paese, Cecina, appunto. Il primo contatto col rugby vero, quello dei grandi e dei professionisti, lo vive a Prato, dove effettua dapprima il campionato giovanile, approdando poi alla prima squa-dra, in serie A. La serie A di rugby, in Italia, come ci spiega Paul, corrisponde alla serie B del campionato di calcio, per fare un esempio. La massima serie italiana, infatti, è chiamata “Top 10”. Terminato il liceo è tempo di realizzare il suo grande sogno e Paul sbarca a Parigi, dove il rugby è lo sport nazionale per eccellenza. Mili-ta nelle giovanili della prima squadra della capitale e, un anno dopo, è pronto per il grande salto, l’Italia e la Top 10, accoglieranno questo nuovo, giovane talento. Parma, Padova, è la conquista della convocazione in nazionale. “Un traguardo emozionante, una gioia im-mensa, il massimo per uno che vive di sport.” Parole che potrebbero sembrare scontate ma, ad ascoltarlo, si capisce che, fino a che non si provano, sono sensazio-ni che non si possono capire. Schierarsi al centro del campo davanti a migliaia di persone, cantare l’inno del tuo Paese a squarciagola e poi correre, lottare, sudare per la tua gente non ha prezzo. Prima di proseguire con il racconto della carriera di Paul, è giusto attuare una premessa, senza la quale non si può ben capire a quali livelli sia giunto il campione cecinese. Dall’anno in cor-so, infatti, la lega del rugby italiano ha potuto iscrivere le due squadre più forti, ad un campionato di eccezione nominato “Celtic League”, una sorta di super-lega in cui si affrontano le principali squadre di Scozia, Galles, Irlanda e Italia. Queste due squadre sono il Treviso e il Viadana, che non disputano, quindi, la Top 10, bensì ogni settimana affrontano alcune delle più grandi fran-chigie d’Europa. Tutto ciò per arrivare a dire che, Paul Derbyshire, quest’anno, è stato acquistato e inserito tra i 42 giocatori di Treviso, giungendo così a far parte dell’elite del rugby europeo. 42 giocatori sono molti, ma sono indispensabili per affrontare una stagione lunga, che prevede anche gli impegni della massima coppa europea, la Heineken Cup, una sorta di equivalente della Champions League calcistica. Paul si sta facendo strada, in ogni senso, con la palla in mano, sul campo e nella vita. Una vita dura, da professionista, ma come ci confida, una vita stupenda in cui guadagna per pratica-re la sua passione. Gli stipendi non sono onerosi e verti-ginosi come quelli di altri sport, ma Paul non si lamenta affatto, anzi. Vive da solo nella cittadina di Treviso, si allena due volte al giorno e, ogni settimana è pronto per una nuova sfida, che quando si gioca in trasferta, è sempre da raggiungere con l’aereo. Torna poco, nella sua Cecina, dove risiede la sua famiglia. “La vita del rugbista professionista è faticosa e piena di ostacoli, ma di certo chi si spacca di lavoro nelle miniere sta peggio!”. Ci confida Paul, da livornese verace, accen-nando una risata, con quell’umiltà che neanche i più soddisfacenti successi hanno saputo scacciare. “Nel rugby, la squadra si divide in due parti.” Spiega Paul. “La mischia e la ¾. Io faccio parte della III linea della mischia. Pur essendo un lottatore spesso devo correre e giocare il pallone.” Corre, lotta, gioca e lo farà con la maglia azzurra nel prossimo “Sei Nazioni”, la più pre-stigiosa competizione europea, a partire da febbraio. Anche se l’obiettivo più suggestivo sarà il Mondiale, un vero e proprio sogno per Paul, che si disputerà in Nuova Zelanda nel prossimo settembre. Intanto il 2010 si è chiuso alla grande per il rugbista, gli è stato infatti assegnato, il premio come “sportivo cecinese dell’an-no”. Obiettivi di successi, sogni di gloria, la fortuna di chi arriva così in alto, il sacrificio di chi se l’è sudato e guadagnato, tutto questo è Paul Derbyshire, il nome da rugbista, la lingua da toscano e la stoffa da campione.

Gianluca Parodi

Vogliamo attirare l’attenzione verso ra-gazzi e ragazze che si stanno facendo largo nel mondo dello sport, dell’arte e

della musica, della letteratura e della scienza. Da sempre i giovani sono tartassati dai soliti, negativi, luoghi comuni e se qualcuno di loro riesce, con costanza e impegno a raggiungere il proprio sogno, allora che serva di esempio e di aiuto a chiunque voglia provarci.

Giovani talenti della Costa

degli Etruschi

Paul Derbyshire: sulle vette più alte del rugby italiano

Il giovane rugbista, da poco eletto sportivo cecinese

dell’anno, tra campionati europei e sogni mondiali

Paul Derbyshire

Notizie in breve

“Ho paura che mi prenda per il culo” Un titolo schietto, da toscanaccio verace che apre le porte ad un raccon-to da leggere tutto d’un fiato

di Marco Provinciali

Romano Giannini è un cecinese Doc, nato in questa cittadi-na alle porte della maremma poco prima dell’inizio del secondo conflitto mondiale. Ironico e pungente è giunto al-l’appuntamento con la stesura del suo primo libro un po’ così per caso; come spesso avviene con le opere migliori.E’ un tipo snello e di bella presenza, elegante e distinto. Cecina la porta nel cuore, ma

per motivi professionali dovet-te abbandonarla molto presto. La sua carriera di assicuratore infatti lo ha portato sin da gio-vane a vivere fuori da quella toscana che lui tanto ama. Una volta passata l’adolescenza, il destino lo condusse a vivere e lavorare nelle terre emiliane, dove ha esercitato la sua pro-fessione tra le città di Carpi e Reggio Emilia. Sarà per il tempo in più a di-sposizione, sarà per quella passione sempre avuta per la scrittura, sarà per quella vo-glia innata di ridere e scher-zare, sarà per quella premura nel voler regalare agli amici un racconto sui migliori anni passati insieme, che Romano Giannini un bel giorno è giunto in perfetto orario al galante appuntamento con la stesura del suo primo libro. Ho paura che mi prendi per il culo nasce come un progetto per gli amici; appunto come dicevamo, per regalare a que-sti un simpatico racconto sulle piacevoli vicende passate insie-me. Ma il talento porta lo scrit-tore cecinese a dar vita ad un qualcosa che non può fermarsi ad un semplice regalo per i co-noscenti. Così, ciò che il Gian-nini riesce a buttar giù in soli quattro mesi è uno sfrontato

racconto di oltre 300 pag. che piace e convince un cospicuo numero di addetti ai lavori, i quali propongono allo scrittore cecinese la distribuzione del libro nei negozi di tutta Italia, che è prossima a “partire”. Ma già adesso internet sta facendo strabilie e oltre al successo di richieste via web (IBS, Unilibri, Webster, Deastore, Libreria Universitaria e altri) c’è anche quello molto lusinghiero delle recensioni e dei commenti dei lettori con uina valutazione media dell’ottimo (5 stelle) degli utenti.Il pubblico gradisce di gran gusto l’umorismo schietto dello scrittore cecinese. Ma non solo, anche la stampa na-zionale presta attenzione al racconto e così il libro viene presentato come la supercaz-zola prematurata del Gianni-ni. Sì, una supercazzola perché nel racconto si denota quella comicità tutta toscana che è salita anni addietro alla ribalta nazionale, con le celebri bat-tute del conte Mascetti, del Pierozzi e dei mitici personaggi del grandissimo film diretto dal maestro Mario Monicelli, Amici Miei. Un’opera che è destinata a non voler morire nel suo primo intento; piuttosto l’esilarante

scrittore cecinese ci confessa che questa era la prima edi-zione di un progetto che vuole essere una trilogia di racconti, in cui svelare alcuni piccanti segreti, marachelle combina-te e giovani avventure passate tra le sponde della Cecina e le spiagge delle Gorette. Pagine queste che vogliono portare il lettore verso quella comicità tutta toscana per strappare sorrisi e ricordi maliziosi al-l’ombra di racconti schietti e sinceri portati sulle pagine del suo libro dall’elegante scritto-re cecinese Romano Giannini.

Edificio Casone

Edificio Crocerossa

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di Gianluca Parodi

Appartenente alla provincia di Grosseto, Giannutri è l’isola più meridionale dell’in-tero Arcipelago Toscano. Dista 12 km dalla

costa tirrenica e 14 km dall’isola del Giglio del cui comune è facente parte. Con una suggesti-va forma semicircolare, quasi come una falce di luna, si estende per 500metri in larghezza e 2,5km in lunghezza. Il territorio, che presenta dei meravigliosi scorci di natura libera ed incontami-nata, raggiunge un’altezza massima di 88metri, in corrispondenza del Poggio Capel Rosso, così denominato in onore di uno dei tanti padroni che hanno dominato l’isola nel corso della storia. Una storia vecchia come il mondo, lunga mi-gliaia di anni, fatta di atti e di conquiste, di taciti accordi e obbligazioni, che racchiude mille sto-rie di personaggi protagonisti delle più svariate epoche, racconti di guerre e battaglie marine ma anche d’amore e di passione. Per questo Gian-nutri è il teatro a cielo aperto dell’Arcipelago, immaginiamo di sedersi su uno dei suoi scogli più grandi ad ascoltare il vento che soffia, mil-lenario, chiudendo gli occhi si possono vedere i tempi che furono. Chiamata Artemisia dai greci e Dianium dai romani, ritroviamo le prime cita-zioni sull’isola di Giannutri, da parte di Plinio il Vecchio nel suo ingente manoscritto “Naturalis Historiae” ed in seguito è la penna di Pomponio Mela, geografo latino, a parlare dell’isola come la prima che s’incontra passata la bocca del Te-vere. I resti di una splendida villa risalente al I-II secolo d.C. testimoniano la presenza del popolo romano, probabilmente fu abitata da nobili fami-

glie per le loro vacanze. Nel III secolo, improv-visamente, per motivazioni ancora ufficialmente sconosciute, Giannutri viene abbandonata dal-l’uomo, si pensa a causa di un forte terremoto che ne sconvolse la conformazione territoriale, ma alcuni ipotizzano anche una grande e terribi-le invasione di topi, dando credito agli scritti del poeta Nutilio Rammazio, che racconta di molti insediamenti distrutti da questi animali. Ritrovia-mo poi citazioni su Giannutri, nell’anno 800, al-l’epoca del grande sovrano Carlo Magno, come donazione all’Abbazia romana di Sant’Anastasio, l’isola rientrava in questo territorio abbaziale, oggetto di elargizione di terre alle varie casate

nobiliari che si alternano numerose a partire dall’alto Medioevo. Dal conte Ildebrandino Alde-brandeschi di Sovana, detto il Conte Rosso, alla famiglia Orsini, fino a che, nel 1452 viene ceduta alla Repubblica Senese. Nel XVI secolo, Siena è sconfitta ed occupata da Carlo V, per cui Gian-nutri entra di diritto a far parte dello sconfinato regno dell’imperatore spagnolo, il famosissimo regno “su cui non tramontava mai il sole”. L’iso-la rimane spagnola fino al ‘700 quando impervia la guerra tra le principali potenze europee per la supremazia sulla penisola italiana, dunque, passando per la dominazione tedesca, Giannutri, parte del presidio di Orbetello, definito covo di

pirati e posto favorito per gli agguati, finisce in mano alla Francia di Napoleone. La sua partico-larità è quella di non appartenere però a nessun comune, tanti padroni ma nessun vero e proprio punto di riferimento, fino al 1865, quando il pri-mo ministro italiano, Quintino Sella, la regala al comune dell’isola del Giglio. Altre famiglie nobili si alternarono, avvicendando i propri diritti di do-minio ed eredità, ma la storia più affascinante ebbe luogo sull’isola sul finire del 1800, quando anche Giannutri ebbe i suoi “Robinson Crusoe” e fu il palcoscenico di una appassionante sto-ria d’amore. Il capitano garibaldino Gualtiero Adami, approdò sull’isola nel 1882 assieme al fratello Osvaldo. I due l’avevano presa in affitto con l’intento di coltivarla e produrre della calce. L’impresa però fallì e Osvaldo scelse di tornare in continente, mentre Gualtiero si fece raggiun-gere dalla giovane nipote Marietta con la quale ebbe poi una lunga storia d’amore. L’uomo, che era giunto a Giannutri malato di polmoni, guarì e visse fino oltre 80 anni, il sole, il mare e la natura selvaggia furono per lui, una manna dal cielo. Proprio a Gualtiero Adami si devono i primi sca-vi della villa romana di cui sfruttò alcuni locali utilizzandoli come alloggi per sé e la sua don-na. L’Adami morì nel 1922 e fu sepolto al Giglio, mentre la Marietta sola con i ricordi della sua passione, si dice che abbia presto abbandona-to l’isola per andare a vivere presso dei parenti sul continente. Le storie dei pescatori del Giglio raccontano che, nelle fredde notti d’inverno, la donna vaga sull’isola con lo sguardo rivolto ver-so il suo amato, sepolto, gridando il suo amore infinito.

Giannutri: il teatro a cielo aperto dell’Arcipelago ToscanoLa piccola isola come scenario di storie affascinanti da Plinio il Vecchio a Gualtiero Adami

3febbraio 2011

l’arcipelago

di Renato Nesi

Un polo di ricerca a livello internazionale, opportu-nità importanti per i gio-

vani ricercatori, laboratori leader nella robotica, monitoraggio am-bientale del mare, recupero del-l’area dello Scoglio della Regina e della Dogana D’acqua.Parte da qui il grande proget-to del Comune di Livorno, con Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Regione Toscana, Capitane-

ria di Porto e Finmeccanica.Livorno si prepara a un passo im-portante e non proprio consueto di questi tempi: investire sulla ricerca e sulla conoscenza per produrre più qualità sociale ed economica sul territorio.Grazie all’impegno del Comune che ha permesso il recupero degli edifici messi a disposizione dalla Capitaneria di Porto, possono partire le attività di monitoraggio ambientale dei Laboratori gestiti dal Sant’Anna di Pisa nelle strut-

ture dello Scoglio della Regina. La robotica diventa così, assieme alla logistica il fiore all’occhiello di una città tradizionalmente volta al mare come Livorno.Come ci ha spiegato l’Assessore Giovanna Colombini: “L’idea na-sce dalla volontà di Finmeccanica di realizzare un sottomarino per l’analisi delle acque (più noto con il nome di “spazzino del mare”) e dal conseguente coinvolgimen-to del Sant’Anna i cui laborato-ri sono leader nel settore. Una scelta strategica da cui partire per costruire un polo unico di formazione e ricerca nella nostra città”.Al momento il recupero degli Spazi allo scoglio della Regina non è ancora completato (a bre-ve il bando per l’assegnazione dei lavori, ndr), prosegue l’Asses-sore, ma le attività sono iniziate ugualmente, perché vogliamo che investimenti e spazi siano fi-nalizzati ad azioni concrete e ser-vano per ciò che stiamo facendo.Quando tutti i laboratori saran-no pienamente operativi nelle loro nuove sedi il Polo si occupe-rà di robotica marina a 360°, dal-l’analisi delle acque alle teleco-

municazioni in termini di ricerca, progettazione e innovazione.Qualificare Livorno come un’ec-cellenza nella salvaguardia e nel monitoraggio ambientale in settori strategici per lo sviluppo sociale e produttivo come la lo-gistica e la robotica, rappresenta una scelta di alto profilo che par-te oggi e guarda al futuro.Lavorare per costruire un sistema che trova il suo “quid in più” nel mettere al centro la conoscenza e le risorse principali del territo-

rio è una novità significativa, una di quelle buone pratiche che spe-riamo contribuiscano a coniuga-re efficienza e qualità della vita.È proprio il caso di dirlo: una vol-ta di più Livorno ha un’ottima ragione per sorridere, guardando il suo mare.

LIVORNO: al via il polo di robotica marina allo Scoglio della Regina

Ricerca, monitoraggio, innovazione e cultura finalmente in rete: eccellenza a 360° per la città

Box UVA NERA 6x5 6-07-2010 18:10 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K

16° Edizione Gp Costa degli

EtruschiUn Gp Costa degli Etruschi tutto nuovo quello che andrà in scena sabato 5 febbraio. Partenza inedita da Pomarance e arrivo come da tradizione sulla Via Aurelia a Donoratico (LI), nel Comune di Castagneto Carducci, quartiere generale del comitato organiz-zatore della ASD Costa degli Etruschi, da sempre magistralmente orchestrato da Italo Barsacchi e Gerardo Carpentieri. 186,1 chi-lometri di corsa, tutti spettacolari e di grandi emozioni. Terreno vallonato fin dalle prime battute, aperto ad ogni tipo di sorpresa an-che grazie all’inserimento di due gran premi della montagna importanti come quello di Canneto al km 80 e a seguire di Monteverdi, che potranno essere determinanti per accen-dere la corsa. Nel finale, dopo il transito tra La California, sede storica del Club Paolo Bettini, e Cecina, sarà fondamentale il pas-saggio attraverso gli strappi sulle colline di Montescudaio, Guardistallo e Casale Ma-rittimo che potrebbero lanciare i candidati alla vittoria verso il traguardo di Donoratico. Quest’anno il Gran Premio Costa degli Etru-schi si presenta con un percorso decisamente più movimentato adatto agli attaccanti e alle fughe da lontano.

Notizie in breve

Box Osvaldo 6x5 6-07-2010 17:03 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K

Villa Romana

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4 febbraio 2011

Choccolandia 2011Scoprite e degustate il ciocco-

lato in tutte le sue forme!L’evento più dolce e goloso nel weekend com-preso tra venerdì 11 e domenica 13 febbraio... e si aprono i battenti nel mondo del cioccolato.I prodotti presentati alla fiera sono tutti ottenuti attraverso il nobile ingrediente esotico trasfor-mato dalla passione di artigiani pasticcieri di alta qualità che con la loro professionalità e creatività offrono ai visitatori prodotti d’ecce-zione.Un’occasione da non perdere per i golosi e gli appassionati del “cibo degli dei”. Giunta con successo alla 7a edizione, Choccolandia si caratterizza per il desiderio di coniugare un appuntamento ultra goloso con la Cultura del cioccolato, riscoprendo la storia di questo pro-dotto e valorizzandone l’impiego nell’alta ga-stronomia. Tavolette, barrette, praline, tartufi, dolcezze, caramelle potranno essere acquistate durante la festa di Choccolandia. Degustazioni, associazioni insolite, ricette inedite e tanti con-sigli di chef e pasticceri coinvolgeranno il pub-blico in molteplici esperienze del gusto e dei sensi. Entrate nell’universo magico del ciocco-lato e venite a scoprirne gli infiniti segreti!L’ingresso è gratuito e gli stand saranno aperti venerdì dalle ore 11.00 alle 20.00, sabato dalle 10.00 alle 20.00 e domenica dalle 10.00 alle 20.00. La manifestazione si svolgerà anche in caso di cattivo tempo.Ricordiamo che Choccolandia raddoppia con la 5a edizione a Cecina il 4, 5 e 6 marzo in P.za Guerrazzi – C.so Matteotti, nell’area pedonale.

Notizie in breve

eventi

Livorno

• Fino a primavera 2011 Il telescopio di Galileo. Lo strumento che ha cam-biato il mondo c/o Acquario comunale Orario: 10-18. Info: [email protected] • 5 e 6 febbraio Cavalleria rustica-na e Pagliacci Teatro Goldoni. Ora-rio: sab. 20.30 dom 16.30. Info: tel 0586.204290• 10 febbraio Non solo Bolero Teatro Goldoni orario: 21.00. Spettacolo con Kledi Kadiu. Info: tel 0586.204290• 11 febbraio Gianni Cazzola Black Le-gacy - Tributo a Art Blakey Goldonetta teatro Orario: 21.00. Concerto Jazz Info: tel 0586 204290• 11/13 febbraio Choccolandia Piazza Cavour. • 12 febbraio Meraviglia Teatro Goldo-ni ore 21.00. Info: tel 0586.204290• 13 febbraio Livorno in danza Teatro Goldoni. Concorso di danza classi-ca, moderna e hip-hop, rivolto alle scuole di danza italiane ed estere (di varie età a partire dagli 8 anni). info

0586.854000• 16 febbraio Concerto Uto Ughi, vio-lino Teatro Goldoni Orario: 21.00. Info: tel 0586.204290• 17 febbraio iv° stagione di musica da camera: concerto dell’orchestra ca-leidosax Teatro Cral- Eni orario: 21.00. Info tel. 0586.401308• 20 febbraio Santos Teatro Goldoni ore 17.00. Spettacolo di Roberto Sa-viano. Info: tel 0586.204290• 22/23 febbraio Roman e il suo cucciolo Teatro Goldoni Orario 21.00 con Alessandro Gassman. Info: tel 0586.204290

Rosignano Marittimo

• 13 Febbraio Madama Butterfly ore 17,15 al Teatro Dell’Ordigno - Vada me-lodramma in tre atti. Compagnia Livor-nese di Operette. Info 0586.788373• 26 febbraio Premio Filosofico Casti-glioncello XV edizione Castiglioncello Orario: 17.00 presso Auditorium Ca-stello Pasquini

Cecina

• 19 febbraio Don Chisciotte regia Na-dia Baldi con Roberto Herlitzka e Lello Arena. Teatro De Filippo ore 21.00

Castagneto Carducci

• 5 febbraio 16° G.P. Costa degli Etru-schi (Trofeo TMC Transformers) 3° Me-morial Sauro Bettini, Gara Ciclistica In-ternazionale Profess. classe 1.1 Arrivo a Donoratico alle ore 15,00-15,30.• 20 e 27 febbraio Carnevale a Dono-ratico (con riserva in caso di pioggia del 6 marzo) sfilata ore 15.00 – 18.00 con bande folcloristiche e attrazioni per bambini con artisti di strada.

San Vincenzo

• 8 febbraio Educazione all’ascolto della musica Torre di San Vincenzo.Conferenza a cura della Prof. Vera Muto Nieri orario: 15:30-17:00• 10 febbraio Illusione e realta’ nel

‘600 Torre di San vincenzo. Conferen-za tenuta da Don Leonardo Biancalani orario: 15:30-17:00• 11 Febbraio Madama Butterfly Tea-tro Verdi ore 21,15. Melodramma in tre atti. Compagnia Livornese di Operette. • 15 febbraio Un sintomo molto co-mune, le palpitazioni Torre di San vincenzo Conferenza a cura della Dott.Mario Cordoni-Cardiologo orario: 15:30-17:00• 17 febbraio Pittori contemporanei nella maremma Torre di San Vincenzo Conferenza a cura della Dott.Giuseppi-na Scotti orario: 15:30-17:00

Campiglia Marittima

• 17 febbraio ‘11 ore 21:15 regia di Ugo Chiti. Teatro dei Comcordi ore 21.00. Info 0565.837028

Piombino

• 5 febbraio “Aspettando il Carnevale”. c/o il Centro giovani dalle ore 15.30.

• 8 febbraio Daddy Blues regia di Vin-cenzo Salemme con Marco Columbro, Paola Quattrini Teatro Metropolitan ore 21.00• 18 febbraio Finale ”Miss Carnevale Piombinese 2011” - ore 21.00• 19 Febbraio Veglioncino per Bam-bini quartiere Fiorentina-Populonia ore 15.00 e 20 Febbraio ore 16.00 in Piazza Gramsci• 22 febbraio Elio in “Gian Burrasca” Teatro Metropolitan ore 21.00. Spet-tacolo testi e regia di Lina Wertmuller. Info:. tel 0565 30385• 25 Febbraio Concerto Banda cittadi-na c/o Centro Giovani - ore 21.00 • 26 Febbraio Veglioncino per bambini Ore 15.00 in Piazza della Costituzione • 27 Febbraio ore 15.00 Prima sfilata dei Carri Allegorici; ore 18.30 Veglione con orchestra da “Zia Seconda”. Sono previsti stand gastronomici e degusta-zione con i vini della DOC Val di Cornia

Eventi & Appuntamenti in Febbraio (la Redazione non è responsabile dell’eventuale variazione del programma degli eventi)

Con la rubrica eventi e appuntamenti avrai a portata di mano un’utile guida alle manifestazioni che si svolgeranno nella Costa degli Etruschi permettendoti così di organizzare al meglio il tuo tempo libero.

AGENDA TEATRALE

Non solo BoleroTeatro Goldoni

Meraviglia

Santos

Roman e il suo cucciolo

Don ChisciotteTeatro De Filippo

MandragolaTeatro Dei Concordi

Daddy bluesTeatro Metropolitan

Giamburrasca

Giovedì 10 febbraio ore 21:00 con Kledi KadiuLe vicende di un gruppo di persone che si ritrovano osterie come nella Carmen, nei Carmina Burana, o nel Bolero di Milloss dove ognuno raccon-ta la propria storia: dal forte sapore etnico con una scansione ritmica co-stante e crescente. Ognuna ispirata ad una grande opera, tutte unite ad un fil rouge di rarefatta intensità. Colori ed emozioni creati dal movimento di coreografie nelle più disparate varianti di forme e di ritmi.

Sabato 12 febbraio ore 21:00 con Compagnia SonicsDopo avere incantato il pubblico della Cerimonia di Chiusura delle Olimpia-di Invernali di Torino 2006 presentano il pianeta Meraviglia, luogo in cui rifugiarsi e in cui contenere l’emozione, spazio surreale e indefinito della fantasia umana. Acrobazie aeree e macchine sceniche imponenti creano un insieme di sogni ed immagini intrecciate per una performance indimen-ticabile. E’ una favola moderna che ha come unica presunzione quella di stimolare l’immaginazione… e al termine non resterà che domandarsi se le ultime ore sono state reali o frutto di un sogno.

Domenica 20 febbraio ore 21:00 autore Roberto Saviano, regia Mauro Gelardi con I. Casti-glione, G. Gaudino, G. Miale di Mauro, A. PantaleoI ragazzi protagonisti di Santos non lasciano nulla di intentato, ci prova-no a realizzare il loro sogno, è la speranza che diventa una possibilità concreta di salvezza, inseguendo una passione che ti può salvare la vita, la gioia di una partita a pallone fatta per strada, da piccoli. Saviano rac-conta la carriera dei ragazzi, che si trovano a scegliere tra il calcio e la delinquenza. Il gioco come metafora della vita, come unica soluzione per uscire da una vita che appare misera.

Martedi 22, mercoledi 23 febbraio ore 21:00 regia A.Gassman, con A. GassmanUn dramma familiare e al tempo stesso sociale, attualissimo sguardo sul presente a sfondo multietnico, che rappresenta l’irrequieto rap-porto fra un padre semi-analfabeta, spacciatore di droga, e un figlio che aspira a emanciparsi attraverso lo studio, che alterna momenti di dolcezza a esplosioni di rabbia e un adolescente apparentemente schiacciato dall’autorità paterna. Un rapporto toccante, crudo, a tratti sconvolgente, con un fatale, catartico epilogo.

Sabato 19 febbraio ore 21:00 regia di Nadia Baldi con Roberto Herlitzka e Lello ArenaDon Chisciotte è un moderno professore universitario, studioso di lettera-tura epica che vive in una profonda solitudine. Emarginato da una società che lo respinge quotidianamente, perde contatto con il mondo reale, at-tivando una crescente energia visionaria che lo porterà a dialogare con i fantasmi della classicità. Posseduto dall’anima immortale di Don Chisciot-te, continua, però ad alterare la relazione tra passato e presente.

Giovedì 17 febbraio ore 21:15regia di Ugo Chiti con G. Colzi, A. Costagli, D. FrosaliCi sono appuntamenti che si possono rinviare a lungo, ma arriva prima o poi il momento che quell’incontro diventa irrinunciabile e ti si presenta con l’urgenza che merita, come una necessità, un passo irrimandabile. Una beffa che porta Callimaco nel letto della bella Lucrezia, approfittando della dabbenaggine dell’anziano marito di lei messer Nicia, con l’aiuto del mezzano Ligurio, e del cinismo di fra’ Timoteo.

Martedì 8 febbraio ore 21:00 regia di Vincenzo Salemme con Marco Columbro, Paola Quattrini Dopo anni di battaglie e attese per poter adottare un bambino, Christine e Bernard possono finalmente dirsi felici: l’irascibile signora Merrill, re-sponsabile del servizio adozioni, confida loro che il bambino arriva oggi! ...ma proprio lo stesso giorno Christine ha deciso di lasciare Bernard. Pronto a tutto per raggiungere il suo scopo, l’uomo si destreggia tra le menzogne, fino a far passare la sua segretaria Lou per la moglie. La si-tuazione degenera e ciascun personaggio a suo modo finisce col mettersi in ridicolo. Daddy Blues affronta da più prospettive il tema dell’adozione, argomento particolarmente delicato soprattutto ai giorni nostri.

Martedì 22 febbraio ore 21:00 regia di Lina Wertmuller con ElioLa storia di Gian Burrasca è scritta in forma di diario e racconta le irri-verenti incursioni di un pestifero ragazzino, Gian Burrasca, dall’aspetto divertente e animo irrequieto, nel mondo conformista dell’Italia umberti-na, dove le rigide regole del collegio e le ipocrisie della famiglia cadono sotto l’ironia del protagonista. Lina Wertmüller ha saputo estrarre dal testo quegli episodi che maggiormente hanno saputo rendere familiare il personaggio di Gian Burrasca, creando un’atmosfera, tra sogno e realtà, che ha caratterizzato sempre la sua opera, sia cinematografica, che tea-trale.viene largamente sviscerato da più punti di vista, proprio attraverso l’evoluzione stessa del carattere dei singoli personaggi.

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L’ottava edizione della corsa ciclistica su strada Granfondo Val di Cecina, si svolgerà a Cecina il 6 Marzo 2011. La

prima edizione, risalente all’anno 2004, nasce dalle sinergie della Ciclistica Cecina ed il patrocinio del Comune di Cecina con l’idea di coniugare lo sport con il territorio, di fatto, molti dei partecipanti alle prece-denti edizioni sono spesso ritornati in que-sta terra di Toscana, per momenti di relax con la famiglia e l’immancabile bicicletta. Partendo da questo proposito i partecipan-ti avranno la possibilità di godersi la splen-dida pineta, che cresce sulla duna a ridosso della marina e il percorso articolato attra-verso importanti comuni dell’entroterra. Il soggiorno negli accoglienti alberghi di Cecina Mare riserverà ai corridori, ai loro familiari o accompagnatori un momento di relax nel clima affascinante della mari-na d’inverno, mentre il centro cittadino di Cecina offrirà la possibilità di passeggiare tra negozi esclusivi.Come nelle ultime edizioni, l’intera sede logistica sarà nel centro della Città di Ce-cina, presso il Palazzetto dello Sport in via Napoli (iscrizione, pacchi gara, pasta party, servizio docce, premiazione ed una bella zona expo); la comoda dislocazione consentirà al popolo dei granfondisti, nelle

fasi pre e post gara, di visitare il centro di Cecina che si trova a due passi. La corsa è sempre stata riservata alla categoria ama-tori, la novità dell’edizione 2011 prevede la partecipazione anche dei cicloturisti.La Granfondo Val di Cecina è inserita nei più importanti circuiti nazionali e regiona-li: “Giro delle Regioni”, “Coppa Nettuno”, “Campionato Italiano Fondo e Granfondo della Federazione Ciclistica Italiana”, la no-vità dell’edizione 2011 prevede l’ingresso nel “Circuito Assi delle Granfondo”. La cor-sa ciclistica Cecinese incrementa l’impor-tanza del Circuito Assi delle Granfondo di cui è prova di apertura, nel quale sono pre-senti già dai precedenti anni, la Granfondo della Versilia, la Granfondo Michele Bar-toli e la Granfondo Prato Abetone. Altra novità sarà il Bike Test 2011, in program-ma il 4 Marzo a Marina di Cecina presso il soggiorno militare della Caserma Villa, ed il giorno seguente presso l’area Expo della Granfondo Val di Cecina, l’iniziativa consentirà a tutti i ciclisti di poter testare bici, selle, calzature, capi di abbigliamento e altro. Il tracciato di gara non ha subito variazioni rispetto alla scorsa edizione.La prima parte prevede subito la faci-le salita di Guardistallo, che sgranerà il gruppone, proseguirà in direzione sud,

verso Bolgheri con i classici mangia e bevi toscani, per poi affrontare la salita che at-traversando Castagneto Carducci conduce a Monteverdi Marittimo. A Canneto i due percorsi si divideranno; il percorso lungo affronterà la salita di Serrazzano e dopo aver attraversato Pomarance, i concorren-ti affronteranno la dura salita di Micciano, a valle si riunirà al percorso corto, che tramite il dente dei Pozzatelli condurrà i concorrenti all’arrivo.

PERCORSIlungo km. 130 (dislivello mt. 1.690)corto km. 87,7 (dislivello mt. 946)Per iscrizioni, dettagli dei percorsi, regola-mento e quant’altro consultare il sito in-ternet della manifestazione http://www.ciclisticacecina.com/

La Ciclistica Cecina ringrazia lo Stato Mag-giore dell’Esercito ed il Comandante della locale Base Logistica, per la disponibilità e la concessione dei locali; le Amministra-zioni Provinciali di Livorno e Pisa, le Am-ministrazioni Comunali di Cecina, Bibbo-na, Casale M.Mo, Guardistallo, Castagneto Carducci, Sassetta, Monteverdi Marittimo, Pomarance, Montecatini Val di Cecina, i Vigili Urbani di Cecina, le Associazioni di

Volontariato, Misericordia, Pubblica Assi-stenza, CB Alta Maremma, la Croce Rossa, l’Associazione dei Carabinieri in Congedo, che offrono il contributo per la logistica del percorso.

8° Granfondo Val di Cecina – Ciclistica CecinaRicerca, monitoraggio, innovazione e cultura finalmente in rete: eccellenza a 360° per la città

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5febbraio 2011

Fondazione Armunia

Andrea Nanni è il nuovo direttore artisti-co di Armunia a Castiglioncello(LI). Raccoglie il testimone da Massimo

Paganelli ideatore e direttore artistico, fin dalla sua nascita (1996), dell’Associazione teatrale dei comuni della Bassa Val di Cecina. Armunia, che ha sede a Castello Pasquini di Castiglioncello, rinascerà a gennaio 2011 con nuova forma giuridica come Fondazione del comune di Rosignano M.mo(LI), del quale Castiglioncello è frazione.La nuova stagione di Armunia parte a feb-braio e sarà tutta a Castello Pasquini. Si inizia venerdì 4 febbraio, con “L’Ultima astronave” che vede in scena Stefano Benni e Umberto Petrin. Poi a settimane alterne, il venerdì sera, alle 21, gli appuntamenti riservati agli adulti, mentre la domenica quelli riservati ai bambini. Ci saranno diverse forme di abbo-namento a prezzi accessibili. La stagione si concluderà venerdì 29 aprile con Nada e il suo“Musicaromanzo”.

La Stagione 2011

4 febbraio Stefano BENNI testo, voce recitante e Umberto PETRIN pianoforte,

musiche L’ULTIMA ASTRONAVE13 febbraio Bustric “Pierino e il lupo” +

laboratorio con le scuole 11 febbraio18 febbraio Massimiliano Civica “Sogno di

una notte d’estate” di W.Shakespeare27 febbraio Ca luogo d’arte “ PiK

Badaluk”+ laboratorio con le scuole il 25 febbraio

4 marzo Teatro delle Albe con Fratelli Mancuso “Rumore di acque”

13 marzo Teatro del Carretto “Biancaneve”18 marzo Alfonso Santagata “Requie a l’anema soja” (il cilindro e i morti non

fanno paura di Eduardo)27 marzo Teatro delle Apparizioni UNO +

laboratorio con le scuole il 25 marzo

1 aprile Punta Corsara “Il signor di Pour-ceaugnac” di Moliere

10 aprile Antonio Panzuto “Le mille e una notte” + laboratorio con le scuole 8 aprile

15 aprile Serata Explò danza24 aprile Cie Zerogrammi

“Zerogrammi29 aprile Nada “Musicaromanzo”

Notizie in breve

eventidi Marica Galassi

Abbiamo dedicato questa pagina ai carnevali della Costa degli Etruschi, sia per darvi la possibilità di conoscerli, e quindi magari di parteciparvi per la felicità dei piccoli, sia per rin-

graziare tutti quelli che dedicano il loro tempo, tanto o poco non ha importanza, alla realizzazione di maschere, carri, balli, e tutto quello che serve per trasformare grigi pomeriggi invernali, in fe-stose domeniche, dove un pizzico di follia prende il sopravvento e miriadi di coriandoli infestano i centri urbani popolati di bizzarri personaggi che tra burle e schiamazzi coinvolgono tutti quelli che incontrano. Pensate a quanto sarebbe lungo l’inverno se non ve-nisse “spezzato” dalla gioia del Carnevale. Ma conosciamo meglio questa festa.... Si celebra nei paesi di tradizione cattolica, ma ha origini antiche, dalle dionisiache greche o i saturnali romani, che erano espressione del bisogno di un temporaneo scioglimento

dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rove-sciamento dell’ordine, allo scherzo ed anche alla dissolutezza. Da un punto storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento, seppur per lo più simbolico, durante il quale il caos sostituiva l’ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rin-novato e garantito per un ciclo valido fino all’inizio del carnevale seguente. Il ciclo preso in considerazione, è in pratica, quello del-l’anno solare. In primavera quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi. Le anime, per non diventare perico-lose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: le maschere. Alla fine il tempo e l’ordine del cosmo, sconvolti nella tradizione carnevalesca, vengono ricostituiti con un rituale comprendente la lettura di un “testamento” e il “fune-rale” del carnevale il quale spesso comporta il bruciamento del “Re carnevale” rappresentato da un fantoccio. La parola carneva-

le deriva dal latino “carnem levare” (“eliminare la carne”)poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di digiuno della Quaresima. Per la Chiesa cattolica il Tempo di Carnevale è detto anche Tempo di Settuagesima. Essa considera il Carnevale come un momento per riflettere e riconciliarsi con Dio. La chiesa cattolica ha però durante il corso della storia, condannato il Carne-vale in quanto contrario ai dettami di rigore imposto dall’istituzio-ne stessa. Secondo antiche tradizioni il Carnevale durava l’intero periodo invernale, dal giorno di commemorazione dei defunti sino al primo giorno di Quaresima ed il travestimento serviva non a nascondere la propria identità sebbene a rimandarne ad un’altra. L’antica tradizione riporta anche alla celebrazione del ricordo della Strage degli Innocenti allorquando un bambino nominato episco-pellus esercitava il suo effimero potere semel in anno sino al gior-no del 28 dicembre, dì indicato per il ricordo della strage di infanti ordinata da Erode.

E’ tempo di CarnevaleE’ Gianduia torinese, Meneghino milanese. Vien da Bergamo Arlecchino, Stenterello è fiorentino. Veneziano è Pantalone, con l’allegra Colombina. Di Bologna Balanzone, con il furbo Fagiolino. Vien da Roma Rugantino, pur romano è Meo Patacca. Siciliano Peppenappa, di Verona Fracanappa e Pulcinella napoletano. Lieti e concordi si dan la mano; vengon da luoghi tanto lontani, ma son fratelli, sono italiani

A partire dagli inizi del ‘900 il carnevale rappre-senta per la città Piombino una delle manifesta-zioni più importanti che si tramanda dal lontano 1927. Figura centrale di questa manifestazione è il “Cicciolo” mascherone di cartone unico in Italia che rappresenta un uomo con in mano un calice di vino, che gioiosamente al termine della manifestazione viene bruciato da sessanta anni nella piazza principale della città (piazza Bovio) davanti a migliaia di persone.La tradizione del Cicciolo si tramanda, all’interno del carnevale piombinese, dal 1949, ed è statamantenuta fino ad oggi dal comitato festeggia-menti che ne cura ogni anno la realizzazione.Dopo il rilancio del carnevale piombinese nel 2008, ad opera della Pro Loco e del su scrittocomitato, è nata l’idea, per valorizzare la figura del “Cicciolo Re del vino” del carnevale Piom-binese (che nel 2009 ha festeggiato 60 anni di vita), di accostare a questa manifestazione una campagna di valorizzazione dei vini del territorio attraverso la realizzazione di iniziative di comu-nicazione e valorizzazione dei prodotti eno-ga-stronomici della Val di Cornia e della Costa degli Etruschi.Sabato 5 febbraio: “Aspettando il Carneva-le”. Festa di Carnevale presso il Centro giovani a partire dalle ore 15.30 con premiazione del

concorso per il manifesto 2011 del carnevale piombinese.Venerdì 18 febbraio: Finale del concorso ”Miss Carnevale Piombinese 2011”; Centro Giovani Via della Resistenza, 4 - ore 21.00;Sabato 19 Febbraio: ore 15.00 Veglioncino per Bambini al quartiere Fiorentina-Populonia;Domenica 20 Febbraio: ore 16.00 Veglioncino per Bambini in Piazza Gramsci;Venerdì 25 Febbraio: Concerto Banda citta-dina e premiazione del concorso canzone del carnevale 2011; Centro Giovani Via della Resi-stenza, 4 - ore 21.00;Sabato 26 Febbraio: Ore 15.00 veglioncino per bambini in Piazza della Costituzione;

Domenica 27 Febbraio: ore 15.00 Prima sfi-lata dei Carri Allegorici; ore 18.30 Veglione con orchestra da “Zia Seconda”;Sono previsti stand gastronomici e percorsi di degustazione a cura dei Somelier della Fisar con i vini della DOC Val di Cornia;Giovedì 3 marzo: ore 21.30 Concerto tradizio-nale senegalese di Carnevale co il gruppo di «Si Alassan»; Centro Giovani Via della Resistenza, 4 - ore 21.00;Sabato 5 marzo: Ore 15.00 veglioncino in ma-schera per bambini presso il Perticale; ore 22.00 Veglione per giovani e adulti al Centro Giovani;Domenica 6 marzo: ore 15.00 Prima sfilata dei Carri Allegorici; ore 18.30 Veglione con or-chestra da “Zia Seconda”. Sono previsti stand gastronomici e percorsi di degustazione a cura dei Somelier della Fisar con i vini della DOC Val di Cornia;Martedì Grasso 8 Marzo: ore 15.00 terza sfilata dei Carri Allegorici; ore 17.30 Rogo del Cicciolo; ore 18.30 Veglione con orchestra da “Zia Seconda”. Sono previsti stand gastronomici e percorsi di degustazione a cura dei Somelier della Fisar con i vini della DOC Val di Cornia;Domenica 13 Marzo: 4° sfilata di Carnevale in caso di Maltempo.

E’ giunto alla 17° edizione. Si può dire che abbia visto anni migliori, quando erano ben sei i rioni che partecipavano alla sfilata carnevalesca, ma nonostante tutto non ha mai saltato un appun-tamento, e quest’anno torna con i tre rioni che continuano a tenere alta la testa, Cantinone, Ma-rina, Stazione. Tre appuntamenti da non perdere: 20, 27 febbraio e 6 marzo dalle ore 15. Re del carnevale la maschera Bambolo.

Dopo il successo dello scorso anno, Cecina ospita il suo secondo Carnevale e i carri, ereditati dalla 50° Targa Cecina, sono stati rie-laborati per l’uscita invernale. La manifestazione si apre il 13 feb-braio, ospitando, eccezionalmen-te, trenta maschere barocche del carnevale di Castiglion Fibocchi. Il centro cittadino chiude alle ore 13, mantenendo però aperti gli ac-cessi per il Duomo e i cinema, per permettere agli otto carri allegorici e al corteo che li accompagna di sfilare. Il carnevale contagerà tut-to il centro, animandolo con artisti

di strada, mercatini, e tante altre manifestazioni studiate per l’oc-casione. I negozi rimarranno aperti e i bambini avranno a disposizio-ne un’area, davanti al palazzetto dei congressi, per dare sfogo alla loro fantasia. L’associazione Targa Cecina, in collaborazione con il co-mune di Cecina, è l’organizzatrice dell’evento e darà la possibilità a tutti i partecipanti di salire e diver-tirsi sui carri, che sono stati modi-ficati e resi più sicuri per ospitare tutti quelli che avranno il coraggio di lasciare a casa, per un giorno o due, la razionalità, lasciandosi gui-

dare da un po’ di sana follia.Il biglietto d’ingresso è di 5€ e i bambini al di sotto dei dieci anni hanno accesso gratuito.

Programma 13 e 20 febbraio:Ore 12 Arrivo dei carri allegorici sul percorso.Ore 12,30 Apertura stand esposi-tivi.Ore 13 Chiusura completa del per-corso (ingresso a pagamento).Ore 14 Inizio giornata del carne-valesca.Ore 14,15 Partenza dei grandi carri allegorici e attività ludiche.

Ore 14,30 Partenza delle maschere del “Carnevale dei figli di Bocco” (il 13 febbraio).Ore 14,40 Partenza banda cittadi-na “P. Mascagni”.Ore 15 Esibizione artisti di strada.Ore 15,30 Gioco pentolaccia.Ore 16 1° Coppa Carnevale Cecina di rally cross e 1/10 touring elet-trico.Ore 17,30 Riposizionamento e rientro dei carri allegorici.Ore 18 Chiusura della giornata del carnevale.

Carnevale Piombino

Carnevale Donoratico

Carnevale Cecina

A San Vincenzo il Carnevale è ormai una tra-dizione, le popolari sfilate, con carri allegorici ancora più ricchi e costumi più elaborati torne-ranno domenica 27 febbraio, il 6 e il 13 marzo. Tutti in maschera allora e partecipate al concor-so del gruppo mascherato più bello, in palio un soggiorno, a settembre, sul Lago di Garda. Nelle piazze del centro, grazie alla collaborazione del centro commerciale naturale “ La Torre”, si po-trà ballare e cantare degustando i prodotti tipici locali. Domenica 13 marzo, in occasione dell’ul-tima sfilata, ci sarà anche la partecipazione di un gruppo mascherato del carnevale di Suvereto.

Carnevale San Vincenzo

IN ESCLUSIVA

Presidente Targa Cecina Franconi

e Sindaco Benedetti

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6 febbraio 2011

di Marco Provinciali

Abbiamo pensato di dedicare ogni mese un piccolo spazio ad una singola verdura perché pensiamo che oggi più che mai sia necessario, se non addirittura indispensabi-le, riprendere in mano ciò che ci ha sempre appartenuto. Viaggiando nei nostri ricordi alla ricerca di quelle immagini, di quei mo-menti in cui ci occupavano direttamente o indirettamente dei nostri orti. E’ vero negli ultimi vent’anni i ritmi di vita sono cambiati, la televisione, internet e gli hobby in genera-le hanno rubato il tempo a quella passione per la terra che, nei nostri nonni si mostrava quasi innata, quasi come una caratteristica genetica, ereditata da anni ed anni di storia. Quindi il voler dare un piccolo spazio ogni mese ad una singola verdura è sinonimo in un certo senso di voler riprendere in mano le nostre tradizioni, la nostra storia. Nessuno di noi ha mai pensato quale sia l’importanza del conoscere la provenienza dell’insalata piuttosto del pomodoro di cui quotidiana-mente ci cibiamo? Ebbene prima questa do-manda, non poteva nemmeno aleggiare nelle teste dei nostri cari in quanto la risposta era ovvia e sicura, dall’orto. Ma oggi che questa passione è andata esaurita, questa domanda può ricevere una risposta altrettanto certa? No, decisamente no. Quindi Costa degli Etru-schi News cerca con questo piccolo spazio di allinearsi a quella filosofia a quel trend in voga in giro per il mondo che si batte per la rivalutazione dei farm market, ovvero quei mercati autentificati in cui sono gli stessi contadini ad andare a vendere i loro prodot-ti, ad offrire quindi al compratore ciò che la terra in quel determinato periodo dell’anno offre come frutto del loro pesantissimo su-dore. Quindi una maniera questa per dare ogni mese al lettore delle piccole nozioni su delle verdure tipiche delle nostre terre, delle nostre tavole, delle nostre tradizioni.

Storia

Il peperoncino piccante era usato come alimento fin da tempi antichissimi. Le prime evidenze fossili testimoniano che già nel 5500 a.C. era conosciuto

sia in Messico che in altre zone dell’America lati-na come Perù, Venezuela ed Ecuador, dove veniva coltivato come unica spezia conosciuta. Furono gli spagnoli a diffonderlo in tutta Europa dopo la conquista delle Americhe.Il chili (questo è il nome che fu dato all’epoca alla spezia e che è rimasto fino ai giorni nostri) ebbe un immediato successo, ma i guadagni che la HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Spagna” \o “Spagna” Spagna si aspettava dal commercio di tale frutto (come accadeva con altre spezie orientali) furono deludenti, poiché il peperoncino si acclimatò benissimo nel vecchio continente, diffondendosi in tutte le regioni meridionali, tanto da essere coltivata con facilità ovunque ed essere successivamente denominata come la “droga dei poveri”.Effetti BenevoliIl peperoncino oltre ad essere un alimento è una’erba medicinale preziosa che si usa per trat-tare diversi disturbi, da quelli circolatori, a quelli digestivi, dalle artriti alle coliche, fino al raffred-dore.Il suo principio, quello che lo caratterizza, potreb-be avere proprietà utili nella lotta al diabete e alle malattie cardiovascolari.Questa spezia è inoltre molto conosciuta ed ap-prezzata grazie anche alle sue presunte proprietà afrodisiache. Per via di alcune sostanze in esso contenute, il peperoncino stimola la vasodilatazio-ne periferica aumentando l’afflusso di sangue agli organi genitali. Per questo motivo il peperoncino è con tutta probabilità l’alimento che più di ogni altro possiede delle reali basi scientifiche su cui si fondano le sue proprietà afrodisiache. Come coltivarloSemina e GermoglioSi Può seminare il peperoncino in vaso oppure far-lo germogliare prima con il metodo dello “Sprout box” e poi procedere con la semnia:prendere un vaso, riempirlo con del terriccio piut-tosto fine, appoggiare i semi al naturale e coprirli con uno strato di terriccio di circa 1 cm, mezzo cm se già germogliati con lo sproux box. Bagnare il terreno facendo attenzione a non danneggiare i semi.Se il seme era stato trattato con il metodo dello “Sprout box” dopo pochi giorni si vedranno spun-tare le prime foglioline, mentre si dovrà attendere non meno di 15-20 giorni per vedere la piantina spuntare in superficie. La crescitaSe la semina avviene in periodi freddi, meglio tenere il vaso dentro casa, ma in ogni periodo, appena dopo la germinazione e la presenza di foglioline in superficie, il peperoncino necessi-ta di molta luce solare. La pianta ha bisogno di irrobustirsi se ciò non avviene morirà. Durante il tardo inverno o la primavera è consigliato tenere le piante in fase di crescita sul balcone di casa, anche durante il periodo di maturazione del pe-perone, mentre durante l’estate l’importante sta nell’accettarsi che il terriccio non sia mai secco. La raccolta avviene quando il peperoncino sarà del tutto rosso.

Farm market ciò di cui ci cibiamo fa parte della nostra

cultura

Il peperoncino

La festa degli innamorati tra origini e tradizioni,

in tutto il mondo si celebra il “patrono dell’amore”

Nel cuore di Febbraio il giorno di

San ValentinoCorreva l’anno 496, l’impero Romano stava pian piano scomparendo agonizzante sotto i colpi dei barbari, la chiesa cattolica invece, viveva il suo periodo di evoluzione verso la conquista della fede di milioni di persone in tutto il mondo. Papa Gelasio I, istituì, nel gior-no 14 febbraio, la festa di San Valentino, patro-no degli innamorati. San Valentino da Terni fu un vescovo ed un martire cristiano, torturato e decapitato, egli portava un messaggio d’amore e devozione, ma il collegamento con l’amore romantico, quello poi celebrato durante il cor-so dei secoli avverrà più tardi, con l’avvento del Medioevo e del concetto dell’amor cortese. Il Papa, dunque, volle istituire questa ricorren-za per sostituire la precedente celebrazione, tipica dell’era Romana, che si svolgeva il 15 di febbraio, nominata “lupercalia”, la festa della fertilità. Con l’intento di cristianizzare que-sto evento, la Chiesa dedicò al santo martire il giorno dell’amore che nel corso degli anni assumerà un significato sempre più simbolico e romantico. Per giungere alla pratica moderna della festività, caratterizzata dallo scambio di messaggi d’amore e regali fra innamorati, bi-sogna guardare all’epoca dell’alto medioevo, più precisamente al circolo culturale inglese rappresentato dal celebre Goffrey Chaucher. Lo scrittore anglosassone, faceva dell’amor cortese, nobile nello spirito, puro, incontrasta-bile e implacabile, il centro nevralgico delle sue opere letterarie. Dame e cavalieri, princi-pesse e cortigiani, sposi promessi e tradimenti, tutto gira intorno all’amore, che spinge le don-ne e gli uomini ad azioni talvolta scellerate ed incoscienti, un sentimento che spazza via tutto il resto e la vita ha senso solo ed esclusiva-mente seguendo gli impulsi del cuore. Amor ch’al cor gentil ratto s’apprende”, “Amor ch’a nulla amato amar perdona”, così poetava Dante nella Divina Commedia raccontando di Paolo e Francesca, i due innamorati uccisi per-ché scoperti dallo sposo promesso della nobi-ldonna. Paolo e Francesca come Lancillotto e Ginevra, Tristano e Isotta come Don Chisciotte e Dulcinea, sono i protagonisti indiscussi del-l’amor cortese, storie di passione travolgente, di sensazioni ed emozioni incontrollabili, in-torno a cui la letteratura romanza medievale costruisce un vero e proprio genere artistico. Sono proprio questi anni a donare alla festa di San Valentino l’aspetto che noi ancora oggi co-nosciamo e celebriamo, i famosi “valentine”, messaggi d’amore lasciati sotto una scatola di cioccolatini, accompagnati da un mazzo di fiori o addirittura avvicinati come dedica ad un vero e proprio gioiello, ormai nell’era con-temporanea raggiungono il miliardo, durante la giornata del 14 febbraio, secondi solo agli auguri di Natale. Il più antico messaggio di San Valentino di cui sia rimasta traccia, è un suggestivo “valentine” scritto nel XV secolo da Carlo d’Orleans, imprigionato nella tor-re di Londra durante la logorante guerra dei cent’anni tra Francia ed Inghilterra, che scrive alla moglie: “Je suis desja d’amour tannè, ma tres doulce Valentièe…”. I regali ed i messaggi prestampati che alimentano un’industria appo-sitamente dedicata alla giornata dell’amore, talvolta sostituiscono questi vecchi frammenti di dolci pensieri, foglietti a forma di cuore o sagomati come Cupido che lancia una freccia, spesso vanno per la maggiore, ma ancora oggi, sono in molti i nostalgici che prendono carta e penna e danno sfogo alle loro sensazioni pro-prio in questo giorno. Una storia complessa, che forse non ci può ben spiegare il perché, si celebri proprio in questo giorno il trionfo dell’amore, o perché abbia questo nome, ma è un’occasione per lasciarsi andare, mettere da parte pudore e razionalità, donarsi alla persona a noi più vicina celebrando il più “nobile e cor-tese” giorno degli innamorati.

Curiosità

A tavola...e non solo

Chi sciupa di più

60 % Consumatori In Casa27 i chili di cibo che finiscono ogni anno nella spaz-zatura di ogni famiglia.

515 euro la cifra sprecata ogni anno da ogni fami-glia.

17.775.586 le tonnellate di cibo totali che finiscono in pattumiera, equivalenti fabbisogno alimentare di 44 milioni di italiani e 3% del nostro Pil.

50 % l’aumento dello spreco di cibo dal 1974 ad oggi.

Nel ConsumoNelle mense scolastiche lo spreco raggiunge il 13-16%, nelle famiglie il 17 sull’ortofrutta e il 39 su latte, uova, carne, formaggi.

Impatto AmbientaleOgni tonnellata di rifiuti alimentari genera 4,2 tonnel-late di anidride carbonica.In un anno se ne generano quindi oltre 80 milioni. Tanto per capire: senza gli sprechi alimentari l’ani-dride carbonica emessa in Italia calerebbe, di colpo, del 15%. Se smettessimo di sprecare cibo, l’impatto in termini di emissioni di co2 equivarrebbe a togliere una macchina su 4 dalle strade.

20 % Produzione Nei Campi17,7 milioni di tonnellate della produzione agricola è rimasta sui campi.Si tratta del 3,3 %. I picchi riguardano gli ortaggi (12,5), legumi e patate (5,2).Solo il 4,43% è stato recuperato, destinandolo a scuole, istituti di pena o a “promozioni” per incen-tivare il consumo di frutta e verdura.Un altro 4% è stato usato per sfamare gli animali. Ma il grosso è diventato distillato per produrre alcol etilico o peggio rifiuto.

20% distribuzione Nella Distribuzione75.000 le tonnellate di cibo non scaduto che le orga-nizzazioni di produttori ritirano ogni anno, di cui solo il 4% viene riutilizzato. Nei supermercati vengono buttati via 250 kg di cibo al giorno solo per motivi estetici.Una mole di alimenti che potrebbe sfamare ogni anno 636.000 per un valore di oltre 928 milioni

Azienda Vitivinicola Due Manidi Luigi Cremona

Ad Ortocavoli, piccola loca-lità della feudale cittadina di Riparbella, in bella posi-

zione sulla costa, la passione per il vino ha spinto l’enologo Luca D’Attoma ed Elena Celli ad aprire l’Azienda Vitivinicola “Due Mani”, in cui si producono tre tipi di vino:

Altovino, Due Mani e Suisassi. Coppia affiatata nella vita, han-no voluto coronare il loro amore anche nel lavoro, mettendo nella loro azienda emozioni e senti-menti. Il progetto inizia nel 2000 con l’acquisto del terreno, ancora in un’area priva di vigneti e con-tornata dalla macchia mediterra-nea. Tale area per tale produzione è nuova e presenta infatti terreno molto rude nella sua struttura, con una presenza incombente di sassi e di argilla, quindi poco fer-tile. Però la sua conformazione, dopo un attento studio ha sugge-rito di ricavarne tre diverse vigne: una nella parte più alta e con ter-reno più ricco, casa del Cabernet

Franc, un’altra più bassa, in cui si è proseguito con lo stesso vi-tigno, anche se poi si è terminato con il Merlot. La terza è una pic-cola vigna di 7000 piante, in cui, essendoci un terreno pietroso ed arido, si è impiantato il Syrah con allevamento ad alberello. Per quanto riguarda la lavorazione del terreno, si sono sempre tenuti in conto, fino all’inizio, i principi della biodinamica, tanto che “Due Mani” è una delle pochissime aziende italiane, che dal 2004 ha la certificazione Demeter. Prati-camente non utilizzano nessun coadiuvante chimico, cercando di compiere tutte le lavorazioni a mano per stimolare l’energia del

terreno e delle piante in modo da attivare le forze proprie degli ele-menti per ottenere frutti pieni di vitalità e profondamente nutrien-ti. In più nell’Azienda si effettua la vinificazione in tini di legno e di cemento senza utilizzo di coadiu-vanti o trattamenti particolari nel pieno rispetto della vitalità del-l’uva. E’ solo presente una picco-la aggiunta di solforosa in fase di imbottigliamento per la corretta conservazione. Ai contenitori dei vini sia quelli in legno sia quelli in cemento è dedicata una cura particolare per evitare contami-nazioni da batteri. L’affinamento in bottiglia per tutti e tre i vini è di almeno 6 mesi. Le vendemmie

fatte sono due, una alla fine di Agosto o primi di Settembre, che è utilizzata per la produzione di Altrovino ed è compiuta per to-gliere tutti quei grappoli già più pronti, più esposti, che tolgono nutrimento agli altri grappoli del-la pianta. La seconda, ma questa dipende dalle annate, si termina tra Settembre ed i primi di Otto-bre, selezionando ulteriormente l’uva con tavolo di cernita all’arri-vo in cantina.

Sin dall’inizio della nostra avventura abbiamo cercato di rivolgere una particolare atten-zione a tutti quei temi che riguardano il mondo cibo; cercando di mettere in evidenza una particolare politica, ovvero quella che nella vita quotidiana vuole porgere all’orecchio del cittadino una voce di riguardo relativa all’importanza data dagli alimenti di cui cibiamo. Ed allora è bene, certamente sì, conoscere la provenienza dei prodotti, ma è anche un valore aggiunto saper, eventualmente, coltivare tali prodotti e conoscerne i propri effetti benefici, ma è anche opportuno sapere qual è la fine che gli scarti o gli avanzi di questi fanno una volta che il nostro pranzo o cena sono terminati.

Ed allora vi riportiamo qua sotto una tabella elaborata dal corriere della sera che appunto analizza a livello nazionale quali siano i settori dove i consumi medi annui sono partico-larmente rilevanti.

di Marco Provinciali

Page 7: N°7 - Costa degli Etruschi News

Editore Associazione Promo Alta Maremma, Resp. Massimo Tanini

Costa Degli Etruschi News n. 7Direttore Responsabile Marica GalassiGrafica e styling Valentina CambiStampa Pacini Editore SpA Pisa

Tiratura mese di Febbraio 10.000 copie

(N. Registro stampa 9/2010 Aut. del 23/07/2010)

Mensile distribuito gratuitamente da Livorno a Piombino

Redazione via S.Barbara n. 8/12, 57023 Cecina tel. 0586.685058 mail:[email protected]

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7febbraio 2011

La Fondazione Geiger per i 150 anni dell’Unità

d’Italia Una grande mostra sul Risorgimento, con-ferenze, presentazione libri, rievocazioni storiche incontri con storici e ricercatori e un finale in musica. Sono ben nove gli appun-tamenti organizzati a Cecina (Livorno) dalla Fondazione Culturale Hermann Geiger per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia che si svolgeranno dal 5 febbraio al 27 marzo curate da Alessandro Schiavetti con il Patro-cinio della Presidenza della Repubblica per le Celebrazioni dei 150 anni, Regione Tosca-na, Comune di Cecina, Domus Mazziniana di Pisa e la collaborazione del Circolo Filate-lico di Cecina e l’associazione Miles.Si comincia sabato 5 febbraio alle ore 16 nel-la sala delle Esposizioni in Corso Matteotti 47, con inaugurazione della mostra “1861. L’anno che fu l’Italia”. Saranno allestiti cimeli del periodo Risorgimentale: divise, armi, cimeli storici, giornali e riviste del-l’epoca, documenti di rilevante importanza, e molte altre sorprese. La mostra sarà aperta dalla Fanfara dei Bersaglieri dell’associazio-ne Nazionale Bersaglieri che eseguirà brani musicali risorgimentali intervallati da una rievocazione storica a cura dell’Associazione Napoleonica d’Italia con soldati in uniforme austriaca, volontari toscani, soldati piemon-tesi e francesi del 1848 e 1859.All’interno dello spazio espositivo sarà pre-sentato il periodo storico che va dal 1833 al 1870, periodo che abbraccia tutto il processo risorgimentale , passando dall’anno 1861 nel quale appunto si è costituita l’Italia stessa, fino all’annessione di Roma.Ci sarà una sezione dedicata ai “Padri del-la Patria”: da Garibaldi a Mazzini, Vittorio Emanuele II e Camillo Benso di Cavour. Un’altra sezione riguarderà la Toscana nel Risorgimento, con due episodi chiave che furono la battaglia di Curtatone e Montanara nella quale parteciparono numerosi volon-tari toscani, specialmente studenti dell’Uni-versità di Pisa, e le famose due giornate di Livorno. E’ previsto anche un annullo da parte delle Poste Italiane a cura del Circolo Filatelico di Cecina. La mostra, ad ingresso gratuito, sarà aperta fino al 27 marzo dal mar-tedì alla domenica dalle 16 alle 20. Domeni-ca 27 marzo alle ore 18 in occasione della chiusura della mostra, spazio alla musica con il concerto “Da Mameli a Verdi. I canti e la musica del Risorgimento”. Introduce e diri-ge la scuola di Musica di Cecina il maestro Federico Rovini mentre i canti risorgimentali saranno eseguiti dal Coro Amichorum, di-retto da Rosaria Benucci. Per informazioni: Fondazione Culturale Hermann Geiger, tel. 0586 – 635011, sito web: www.fondazione-geiger.itdel corso contattate il 339 4149688 oppure il 0565852703.

Notizie in breveUn tuffo nella storiaSassetta: i nobili signori e i tagliaboschi nell’impervio rifugio

Il Medioevo, fino a poche deci-ne di anni fa, erroneamente, la si definiva come l’età oscura, l’epoca dell’irrazionale, del-l’ottusità religiosa, della chiu-sura mentale, del ritardo nel progresso, una sorta di fase di stallo nella storia dell’uomo. Ma fu solo ciò che i rinascimentali posteri raccontarono sottoli-neando l’importanza delle loro inversioni di rotta. In realtà l’era medievale fu ricchissima di contenuti, di progressi, di av-venimenti più o meno sconvol-genti, una tappa fondamentale e irrinunciabile nel percorso del destino umano. Una proprietà assoluta di questo millennio fu la nascita di innumerevoli insediamenti che saranno gli scenari della microstoria, quel-la parte che abbraccia tutti i piccoli avvenimenti compo-nendo il grande puzzle della storia con la “S” maiuscola. E

il Medioevo fu il periodo in cui vide la luce uno dei borghi più suggestivi del territorio della costa etrusca: Sassetta. Quello che adesso è un grazioso, piccolo paese di campagna, meta di appassionati di scorci paesaggistici meravigliosi e di visitatori amanti delle passeggiate tra gli stretti vicoli lastricati in cui il tempo sembra aver subito una frenata secolare, fu in origine un castello. Un vero e proprio fortino impenetrabile e difficilmente attaccabile, dove si rifugiava una popolazione di taglialegna rudi e coraggiosi, agguerriti e decisi a lottare a denti stretti per la propria sopravvivenza. Sotto la protezione di grandi casate nobiliari, i boscaioli e il resto della popolazione conducevano la loro dura e cruda esistenza, senza conoscere minimamente tutto ciò che stava succedendo nel resto del mondo, ignorando le alleanze tra grandi famiglie aristocratiche e gli accordi politici, le guerre religiose che i regni d’Europa portavano avanti sotto il nome di “Crociate”, non sapendo che cos’era la Santa Inquisizione, non rendendosi conto di abitare quelle lande che rappresentavano le macerie di un glorioso impero come quello Romano. E ci si può “tuffare nella storia” dei sassettani originari, che po-

tremmo definire una sorta di “nativi” di quello che oggi ci appare come un semplice, sugge-stivo borgo medievale. Attraverso dipinti e testimonianze, tramite reperti e frammenti, si può ricostruire la vita dell’uomo medievale che popolava un territorio in cui oggi noi contempora-nei ci muoviamo come se, in realtà, fosse così da sempre. Le fresche acque che sgorgavano nei boschi circostanti, davano origine ai fossi diretti alla foce del fiume Cornia, l’abbondanza di pregiato legname e di ruscelli utili alle irrigazioni furono le prerogative per la costruzio-ne di un sicuro rifugio lontano dalle devastanti invasioni barbariche. Fu così che nacque il castello di Sassetta, innalzato su un terreno roccioso definito “il grande sasso”. La maggior parte degli uomini tagliava la legna, intere famiglie, stagionalmente, si trasferivano nelle di-stese boschive costruendo capanne fatte di legno e di zolle di terra. Nelle capanne c’era tutto ciò che poteva servire, l’indispensabile, un materasso riempito di foglie di granturco, delle candele per illuminare la notte, della farina, legumi, e gli attrezzi per il massacrante lavoro. Le nostre serate in discoteca, al bar con gli amici, o semplicemente al cinema o davanti alla televisione, non ci permettono di poterci neppure immaginare come poteva essere una sera in queste capanne. Di che si parlava? A cosa si pensava? Quali erano i sogni di un taglialegna, di sua moglie e dei sui bambini? Illuminati da una luce fioca, riscaldati da un fuoco vivo, con la schiena spaccata dal lavoro, di fronte a un piatto di fagioli, si rideva, si piangeva, si litigava, ci si amava.. Certe cose l’uomo le fa da sempre, i gesti, le sensazioni, le emozioni non hanno tempo. Le notizie storiche su questo paese sono rade e poco dettagliate, come a testimoniare quanto questo territorio fosse isolato da tutto il resto del mondo, il castello feudale di Sassetta era definito un “nido di uccelli rapaci”, abitato da uomini usi alla lotta e resi più rudi dall’asprezza del luogo e dalle folte foreste circostanti. Dante Alighieri, parlando di queste terre, tra il fiume Cecina e Corneto, le definisce luoghi infernali, simili a quelli dove nidificano le arpie: un immagine romanticamente medievale che dipinge alla perfezione il quadro dell’originario insediamento. Alcuni frammenti testimoniano l’esistenza del borgo nel 1254, anno in cui si ricorda un tale “Pannocchia della Sassetta”, che, con i suoi uomini, creò scompiglio nel vicino monastero di Monteverdi. Nel 1316, un documento, esprime il dovere per i sassettani di non recare danno ai volterrani dopo la pace stipulata con Pisa. Il salto temporale poi è cospicuo e ci porta dritti al 1503, quando l’epopea fiorentina alla conquista della Toscana, abbatté il castello e costringendo, nel 1516, all’esilio, gli originari signori del luogo: la famiglia pisana degli Orlandi. Dal XVI secolo, la storia del borgo parla spagnolo. La casata Ramirez de Montalvo, infatti, si stabilì a Sassetta dopo l’arrivo a Firenze di Eleonora de Toledo, sposa promessa di Cosimo I de’ Medici. Tutto il resto poi, sfocerà nella storia recente, dal risorgimento all’unità nazionale, dalla grande guerra alla guerriglia partigiana, dritto fino ai giorni nostri, in cui ci ritroviamo a camminare nelle strette vie lastricate del paese, contemplando un passato che fu, un passato che c’incuriosisce e stimola riflessioni, in parte soddisfatte da questi viaggi ipotetici sulla macchina del tempo.

Gianluca Parodi

La storia di un castello impenetrabile, un “nido di uccelli rapaci”, oggi graziosissimo borgo

...Inizio nel numero di gennaio

L’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia e il territorio

di Ariella Capovilla

Le altre attivitàAll’interno dell’Istituto si svolgono diverse attivi-tà per il sostegno economico della Fondazione. Nei terreni di proprietà sono coltivati cereali e fiori, raccolti per preparare essenze e prodotti fitoterapici. È stata inoltre organizzata un’ampia raccolta dei rifiuti “umidi” nel territorio che ven-gono utilizzati per la trasformazione in humus usato poi come fertilizzante nell’agricoltura lo-cale. L’edificio del Centro ospita anche due case editrici: la Je Tsong Khapa Edizioni che si occu-pa principalmente della raccolta e pubblicazione degli insegnamenti che si svolgono nel centro e la Chiara Luce Edizioni specializzata nella tra-duzione dei testi. Inoltre è presente la Shiné, un

laboratorio di produzione di monili in argento e pietre dure.

Gli insegnamentiNel 1978 sono iniziati gli insegnamenti diretti a chi, per interesse personale, o come contributo alla propria professione, per motivi scientifici o scelta di vita ha l’interesse di conservare e trasmettere gli insegnamenti del Buddha e dei suoi successori in Occidente. Le lezioni sono frequentate da persone che provengono da ogni parte del mondo.Fiore all’occhiello è il Masters Program, un corso di studi buddhisti di Sutra e Tantra unico nel suo genere in Europa, ideato e sostenuto da Ghesce Ciampa Ghiatso, che propone l’ insegnamento dei testi classici con l’aiuto di una traduzione appropriata dal tibetano all’inglese e ulterior-mente in italiano. Il primo ciclo è durato 7 anni. Il secondo ciclo è preceduto da 2 anni di Basic Program più 6 anni di MasterDa tempo sono stati avviati altri due corsi; il pri-mo denominato “Alla Scoperta del Buddhismo”, che funge da preliminare ai due nominati sopra ed “Essential Education” rivolto alla diffusione dei valori del buddhismo non considerato nel-l’aspetto religioso. I corsi sono adatti a chiunque,

compresi i bambini.Il corso di Master Program è frequentato in questo periodo da 50 persone nell’Istituto e da circa 150 studenti che sono collegati on-line da diversi Paesi del mondo. Da questa iniziativa ha avuto origine la collaborazione a un simpo-sio internazionale con lo scopo di redigere un “glossario” che codifichi e unifichi la complessa terminologia buddhista utilizzando un linguag-gio moderno in grado di far fronte alla grande espansione dell’interesse e dello studio del bud-dhismo in Occidente.L’Istituto inoltre fa parte della FPMT, la fondazio-ne internazionale che si dedica alla preservazio-ne della tradizione Mahayana, fondata da Lama Yeshe negli anni ’70 e che raccoglie circa 150 centri in tutto il mondo. L’organizzazione del Ma-sters Program di Pomaia sarà fonte d’ispirazione per l’istituzione d’altri corsi in queste sedi.Il futuroPer attuare tutti questi progetti, che dovranno avvenire anche contemporaneamente, sorge di conseguenza la necessità di sviluppare nuo-vi spazi. È previsto infatti un tempio che può contenere 4/500 persone, realizzato secondo i principi della bioarchitettura, con materiali

ecologici e nella tutela dell’ambiente e del pae-saggio; ora si tratta di organizzare una raccolta fondi per costruire l’edificio con l’appoggio di una sala mensa adeguata. Su un terreno, sede di una vecchia cava dall’aspetto di una profonda ferita nel paesaggio delle colline vicine, sorgerà un monastero maschile e femminile; l’Istituto attende in particolare il benestare da parte della Regione Toscana per la costruzione di un “ho-spice” per i malati terminali, che sarà dedicato al giornalista-scrittore Tiziano Terzani. Uno dei principi fondamentali del buddhismo insegna la necessità di alleviare il disagio e la sofferenza di tutti gli esseri senzienti dalla nascita fino alla fine della vita.

L’Istituto Lama Tzong Khapa è certo che tutta la vallata è molto attenta alla tutela del territorio e dimostra una vera apertura a iniziative che propongono reciproco aiuto e collaborazione; la popolazione risponde bene alle proposte dell’Istituto e si rafforza la consapevolezza che tutto ciò è frutto del lavoro e della stima reciproci conquistati giorno per giorno, con in più l’attenta osservazione del loro esempio da parte di tutto il mondo.

Benedizione del terreno

Buddha CenresigBuddha Maiteya

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