N° 8 - Costa degli Etruschi News
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di Marica Galassi
Come è cambiato Suve-
reto?
Il comune di Suvereto ha
all’incirca 3.200 abitanti. Dopo
lo spopolamento dovuto all’at-
trazione industriale di Piombino,
la popolazione è cresciuta nuo-
vamente negli ultimi anni grazie
alla riscoperta dell’agricoltura
di qualità, legata soprattutto al
boom del vino di cui Suvereto è
diventato una delle espressioni
più importanti della provincia di
Livorno, ma anche dell’olio extra-
vergine di oliva, dell’agriturismo
come forma di compensazione
e poi del turismo, noi abbiamo la
fortuna di essere su una piccola
collina da cui si vede il mare e lo
si raggiunge in quindici minuti. Il
paese ha profondamente modi-
ficato la sua natura economica
e sociale esclusivamente rurale,
mantenendo però la sua ruralità,
visto che la nostra ricettività turi-
stica è basata sull’agriturismo e
questo ha portato al ripopolarsi
pian piano del paese. In questo
ripopolamento una parte impor-
tante l’ha avuta l’immigrazione,
che ormai raggiunge il 10% del-
la popolazione, un’immigrazione
che viene prevalentemente da
paesi come la Romania, Maroc-
co, Albania, Macedonia e che
aiuta notevolmente la sopravvi-
venza della scuola. Oggi Suve-
reto vive di agricoltura di qualità,
è un paese che ha oltre trenta
cantine che fanno etichette, una
ventina di produttori di olio di
oliva piuttosto affermati e vive di
un turismo particolare, natural-
mente beneficiamo moltissimo
del turismo balneare della costa,
nello stesso tempo siamo il tipi-
co paese che attira un turista più
attento al territorio, alla buona
cucina e alle tradizioni.
Qual è la scommessa di Suve-
reto?
Noi puntiamo ad un’agricoltura di
qualità, rispettosa dell’ambiente,
del paesaggio, capace di toc-
care delle punte di eccellenza,
come avviene con alcuni nostri
vini, senza le quali oggi non si
va lontano, perché ci troviamo,
in settori come quello del vino,
a competere con paesi e territori
con i quali non potremmo compe-
tere dal punto di vista del prezzo
o della quantità di produzione,
ma lo possiamo fare però con
la qualità e piccole realtà come
la nostra hanno questa chance.
Parlo in modo particolare del
vino perché in questo momento
ho l’onore di essere presidente
dell’ “Associazione nazionale
delle città del vino”, un’unione di
seicento comuni in Italia, quindi
ho una visione abbastanza pre-
cisa di questo mercato. Io credo
che dobbiamo puntare verso
questo tipo di agricoltura che
non può essere quella del pas-
sato, ma deve essere coadiu-
vata da buone infrastrutture, sia
dal punto di vista materiale cioè
vie di comunicazione, strade, e
immateriale come la necessità
di estensione definitiva e totale
della banda larga, oggi diventata
per le aziende agricole di grande
importanza; da que-
ste parti, come in
altri luoghi della To-
scana, non ci siamo
ancora riusciti ma ci
stiamo dando da fare
perché nei prossimi
mesi la banda larga
sia estesa a tutto
il territorio. Quindi
un’agricoltura che
affonda le sue radici
nel passato ma allo
stesso tempo proiet-
tata verso il futuro.
E quando non si
parla di settori di ec-
cellenza come il vino
o l’olio di oliva, ma
si parla dell’agricol-
tura estensiva, cioè
cereali, pomodori,
carciofi, spinaci e
ortofrutta della Val
di Cornia dobbiamo
far notare che ab-
biamo punte di assoluta qualità.
Tutta la parte bassa vicina alla
costa vive anche di questo e li
c’è bisogno di completare le fi-
liere, cioè di far si che i prodotti
vengano trasformati sul posto
e diventino valore aggiunto ri-
spetto alla semplice produzione
agricola. Ecco perché dico che è
un’agricoltura che ha bisogno di
investimenti e, su certi prodotti,
anche di dimensioni industriali,
dove per industria intendo quel-
la di trasformazione, questo è il
futuro per il quale stiamo lavo-
rando.
Cosa sta facendo Suvereto per
incentivare l’imprenditoria?
Stiamo per approvare un rego-
lamento urbanistico del territorio
che abbiamo fatto a più comuni,
Piombino, Campiglia e Suvere-
to, che tende a mettere in sal-
vaguardia e tutela il territorio
agricolo, questo significa evitare
la cementificazione selvaggia e
costruire nelle aree già esistenti,
cioè recuperare volumi, la ne-
cessità di edificazione del nostro
piano strutturale, per i prossimi
quindici anni, per l’80% è fatta di
recuperi. E’ necessario lavorare
affinché la produzione agricola
sia multifunzionale, cioè che non
si limiti a produrre cibi o materie
prime, ma sia presidio del terri-
torio, ambientale, salvaguardia
del paesaggio, che è un valore
assoluto specialmente dal punto
di vista turistico. Lavoriamo in-
sieme agli imprenditori del setto-
re per promuovere tutto questo.
Suvereto fa durante l’anno diver-
se iniziative importanti, nel mese
di luglio ce n’è una nuova che
partirà insieme alla provincia di
Livorno sul vermentino, un vino
bianco che le nostre aziende
producono di qualità. Lavoriamo
a stretto contatto con il consor-
zio Doc della Val di Cornia che
tra l’altro quest’anno dovrebbe
passare Docg cioè la forma su-
periore della qualità dei vini.
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Suvereto, agricoltura di qualità e tutela ambientale
Il Sindaco Giampaolo Pioli, le scommesse per il futuro
Associazione Nazionale Città del Vino
Nata nel 1989 costituisce un circuito di oltre 569 enti locali che rappresen-tano idealmente un itinerario nell’Ita-lia dei borghi storici, delle città d’ar-te, di mare o montagna e ovunque ci cia una storia enogastronomica da raccontare. Negli anni sono molti i Comuni, i paesi e le città, che hanno aderito all’Associazione: soprattutto i più piccoli, quelli che danno nome ad un vino, che producono nel pro-prio territorio vini a denominazione di origine e che sono legati al vino per storia, tradizione, cultura e per i quali ruralità ed enogastronomia insieme, sempre più hanno costituito la vera occasione per una nuova sostenibi-lità dei territori.
di Marica Galassi
Sapete com’è nata? Tutto inizia nel 1907 a Stoccarda in occasio-
ne del VII Congresso della II Internazionale sociali-sta, dove tra i maggiori dirigenti socialisti del tempo vennero discusse tesi sull’atteggiamento da tenere in caso di una guer-ra europea, sul coloniali-smo e sulla rivendicazione del voto alle donne. Su quest’ultimo argomento il Congresso votò una risolu-zione nella quale si impe-gnavano i partiti socialisti
a «lottare energica-mente per l’introdu-zione del suffragio universale delle don-ne». Due giorni dopo, dal 26 al 27 agosto, fu tenuta una Confe-renza internazionale delle donne socia-liste, alla presenza di 58 delegate di 13 paesi, nella quale si decise la creazione di un Ufficio di infor-mazione delle don-ne socialiste: Clara
Zetkin fu eletta segretaria e la rivista da lei redatta, Die Gleichheit (L’ugua-glianza), divenne l’organo dell’Internazionale delle donne socialiste. Corinne Brown presiedette, il 3 maggio 1908, causa l’as-senza dell’oratore ufficia-le designato, la conferen-za tenuta ogni domenica dal Partito socialista di Chicago nel Garrick Thea-ter: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata «Wo-man’s Day», il giorno della donna. Si discusse dello
sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di ora-rio di lavoro, delle discri-minazioni sessuali e del diritto di voto alle donne. Quell’iniziativa non ebbe un seguito immediato, ma alla fine dell’anno, il
Partito socialista america-no raccomandò a tutte le sezioni locali «di riservare l’ultima domenica di feb-braio 1909 per l’organiz-zazione di una manifesta-zione in favore del diritto di voto femminile». Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata
della donna fu celebrata il 28 febbraio 1909. Mentre negli Stati Uniti continuò a tenersi l’ultima dome-nica di febbraio, in alcuni paesi europei -Germania, Austria, Svizzera e Dani-marca- la giornata della donna si tenne per la pri-ma volta il 19 marzo 1911 su scelta del Segretariato internazionale delle don-ne socialiste.
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8 MARZO, FESTA DELLA DONNA
Auguri MassimoL’otto marzo Massimo Tanini festeggia il suo 40° com-
pleanno, una meta importante alla quale viene na-
turale voltarsi e, scorrendo il tempo, tirare le somme
dei risultati ottenuti nella propria giovane vita, ebbe-
ne il nostro festeggiato avrà un bel po’ da contare e
conoscendo la sua mente vulcanica non si limiterà ad
attraversare solo il passato. Infatti è difficile sentirgli raccontare cose già avvenute, è sempre proiettato ver-
so il futuro e instancabilmente le idee vengono fuori
dalla sua testa come una continua eruzione di lapilli.
Una persona capace di catalizzare intorno a se perso-
ne e idee sempre positive e in particolare propositive.
L’amore, che ha da sempre, per l’enogastronomia ce lo ha fatto conoscere come Chef
affermato e in continua crescita, un risultato che possiamo constatare facendoci tentare
dalle sue ricette al ristorante Osvaldo di Bolgheri, un borgo che Tanini, nonostante sia
fiorentino di nascita, ha adottato immediatamente come terra sua. Un uomo che ama particolarmente la “sua Toscana” e il territorio in cui vive tanto da creare questo mensile
che parla della Costa Etrusca, affinché tutti possano conoscerne le bellezze naturali, la cultura, la creatività dei suoi abitanti, il lavoro di chi si impegna per la collettività, un
progetto ambizioso che si sta concretizzando. Massimo è come la sua mente, sempre in
movimento, sempre impegnato, a volte è difficile stargli dietro e spesso mi chiedo se le sue giornate sono di 24 ore come quelle dei comuni mortali. E’ una persona speciale, ma
la sua specialità non è una caratteristica fuori dagli schemi, non è qualcosa di irraggiun-
gibile, è quella particolarità con la quale penso che tutti nasciamo ma che perdiamo non
appena ci affacciamo al mondo perché ci facciamo vincere dall’avidità, dall’egoismo, dalla meschinità, dalla gelosia, perchè sono tanti i vizi che inquinano la nostra umanità.
Lui ha mantenuto intatta la sua umanità, ed è questo che lo rende speciale. Forse non
è tutto merito suo...credo che debba qualcosa anche al suo successo più grande, la sua
famiglia, e in particolare modo alla sua compagna Laura e i loro splendidi figli. Massimo tutta la Redazione ti augura tantissimi auguri per il tuo compleanno e un auspicio per
la realizzazione di tutti i tuoi sogni.
“Il borgo, cuore della vita della comunità”
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Nella foto Massimo Tanini
Elisoccorso e risonanza magnetica a pag. 2
Il futuro è già qui a pag. 3
Giglio a pag. 4
Appuntamenti a pag. 5
Finger food a pag. 6Galateo a pag. 6
Ospedale di Cecina
Arcipelago Toscano
Eventi
A tavola...e non solo
Mensile Marzo 2011 / Anno 1 - n. 8
La casa domotica
2 marzo 2011
La Via della Birra
ToscanaÈ previsto per il mese di aprile il lancio della prima Guida dedicata al rapporto tra la birra artigianale e il turismo in Toscana, che rac-conta un modo nuovo di conoscere la Toscana, partendo dalle persone che producono birra: i birrai, la loro passione e il loro lavoro.La via della Birra Toscana ideata e scritta da Renato Nesi, nel mondo della birra dal oltre un decennio, ci fa scoprire il territorio seguendo la mappa dei Birrifici Artigianali presenti nella
regione. Fornisce molte indicazioni pratiche sui migliori pub, ristoranti e strutture di accoglien-za per gli amanti della birra, propone la scoper-ta dei borghi, dei parchi naturali e valorizza i produttori che utilizzano ingredienti locali.Maggiori informazioni su: www.laviadellabir-ra.it e-mail: [email protected]
Cresce il turismo
a Livorno
Positivi i dati del 2010 su arrivi e presenze
nelle strutture della cittàIl movimento turistico a Livorno inverte la ten-denza e, nel 2010, registra un sensibile aumen-to di arrivi e presenze nella città. I primi dati, ancora provvisori, relativi al pe-riodo gennaio/agosto 2010 sono stati presentati dall’assessore provinciale al turismo, Paolo Pacini e dall’assessore al commercio e turismo del Comune di Livorno, Paola Bernardo ed alla presenza di Carla Sibilla, direttore Generale di Costa Edutainment, la società che gestisce gli acquari di Genova e Livorno, in una conferenza stampa svoltasi all’Acquario di Livorno. “Da
una prima analisi sui dati provvisori - ha detto Pacini - possiamo affermare che il movimento ospiti nelle strutture ricettive situate nel nostro comune, si è concluso decisamente in modo positivo, con dati complessivi su arrivi e su presenze che si attestano rispettivamente su un +8,78% e +25,25%, rispetto allo stesso pe-riodo del 2009. Questa inversione di tendenza della città di Livorno, premia gli sforzi che le amministrazioni locali, Provincia e Comune, stanno portando avanti. In questo senso è im-portante che strutture come quella dell’Acqua-rio divengano fattore di attrattiva, da inserire in un circuito più ampio e integrato di proposte da offrire al turista”. Inoltre l’assessore Pacini ha ricordato il protocollo d’intesa siglato da istituzioni e associazioni di categoria, per la creazione di un “prodotto città” che favorisca
l’attrazione dei turisti crocieristi che transitano a Livorno. “L’impegno di tutti – ha ribadito
l’assessore Bernardo – deve essere quello di
riqualificare e diversificare la rete dei servizi
che offriamo come città e questo richiede la condivisione degli obiettivi da parte degli ope-ratori, a partire da quelli del commercio e della ristorazione”. E sono proprio i turisti stranieri quelli che fanno registrare il dato maggiore: sono aumentati gli arrivi del +10,07% e le presenze del +48,61%. Per migliorare l’acco-glienza e l’informazione Provincia e Comune stanno lavorando alla nuova struttura del Punto Informazione che sostituirà l’attuale chiosco in piazza del Municipio. I nuovi locali entreranno in funzione per l’inizio dell’estate”.
Notizie in breve
newsdi Marica Galassi
Il 24 febbraio la struttura ospedaliera di Cecina si è ufficialmente arricchita
di due importanti servizi, la piazzola per l’elisoccorso e la risonanza magnetica.L’inaugurazione è stata pre-sieduta da Monica Calamai, direttore generale Asl 6, dal sindaco di Cecina Stefano Benedetti, dal sindaco di Ro-signano Alessandro Franchi, da Paolo Lucchesi, responsa-bile della Bassa Val di Ceci-na, dal direttore sanitario Asl 6 Luca Lavazza e Giovanna Poliseno, direttore del presi-dio ospedaliero di Cecina.L’elisoccorso nell’ambito della gestione del pronto soccorso è fondamentale per garantire interventi sempre più rapidi, la piazzola è stata autorizzata dall’Enac an-che per il volo notturno, quindi l’elicottero ha la possibilità di atterrare e decollare 24 ore su 24. In occasione dell’inaugurazione della piazzola per gli elicotteri, i piloti dei carabinieri si sono esibiti in una splendida esercitazione. La risonanza magnetica era già attiva da qualche settimana, e conta circa 220 prestazioni. Il personale sarà impegnato, non solo ad aumentare l’offer-ta, ma anche la qualità delle prestazioni erogate. La nuova risonanza magnetica è una macchina costosa che rappresenta per l’azienda una svolta economica non
banale e dovrà elargire un funzionamento il più possibile intenso per far fronte alla crescita della domanda, prevedendo un invecchiamento per questa tecnologia sia che la si usi sia che non la si usi, quindi c’è da parte di tutti la volontà di aumentare l’offerta, di aumentare la tipologia di esami non trascurando naturalmente la qualità. Questi servizi si collocano in un disegno più complessivo di potenziamento del-l’ospedale, che nel corso degli ultimi mesi sta cambiando la sua veste e si connota sempre di più come una struttura pronta per la gestione delle urgenze, un ospeda-le che interpreta sempre più il suo ruolo di ospedale per acuti. Tutti elementi che rientrano in un progetto più complessivo di riconnotazione dell’offerta assistenziale che l’ospedale svolge all’interno di questa
porzione di territorio.Si sta concretizzando quel progetto di rete assistenzia-le regionale che è uno dei punti di forza dell’assistenza sanitaria regionale. Ci vuo-le un’organizzazione nuova che veda il cittadino al centro dell’attenzione e con un per-corso fatto da professionisti che l’accompagnino nel suo percorso di bisogno assisten-ziale. La realizzazione del-l’elisuperficie come porta di accesso e di partenza anche per trasferimenti urgenti ver-so ospedali più specializzati e la possibilità di avere un’at-trezzatura come quella della
risonanza magnetica che è al servizio di tutta la comunità, sono le prime risposte ai nuovi bisogni che abbiamo. E’ un passag-gio culturale importante e questa struttura è diventata un nodo importante nella rete assistenziale.Il sindaco di Rosignano, Alessandro Fran-chi, in veste di direttore della Società della Salute per la Bassa Val di Cecina espri-me piena soddisfazione per gli importanti investimenti, un milione e mezzo di euro per la risonanza e circa 200 mila euro per l’elisoccorso, realizzati per la struttura ospedaliera che concretizzano un percor-so partito con la decisione di chiudere il presidio ospedaliero di Rosignano Solvay diversi anni fa.
O s p e d a l e d i C e c i n a , e l i s o c c o r s o
e r i s o n a n z a m a g n a t i c a
Primi passi per riconnotare l’offerta assistenziale
Notizie in breve
- continua da pag. 1 -
Cerchiamo di far conoscere il nome di Su-
vereto nei canali di promozione turistica,
noi siamo l’unica bandiera arancione della
provincia di Livorno, riconosciuta dal Tou-
ring Club e riconfermata per tre volte. L’al-
tro nostro grande bene è questo borgo, noi
investiamo ogni anno parecchie delle nostre
risorse nel restauro del centro storico, per
la sua vivibilità, è una cosa talmente impor-
tante per Suvereto che nel prossimo mese
di marzo partiremo con un programma di
partecipazione dei cittadini, attraverso dei
tavoli con un’idea che si chiama “Forum per
il centro storico”, riuniremo i cittadini intorno
a dei temi, li faremo discutere e assorbire-
mo le idee e da queste ricaveremo un vero e
proprio piano strategico per il centro storico,
che significa non solo restauro da un punto di
vista estetico ma anche garantirne la vivibili-
tà, costruendo parcheggi, e aiutando la rete
dei piccoli commerci che nei centri storici sta
morendo, significa incentivare la residenza
per le giovani coppie provando a stimolare la
messa sul mercato di case in affitto. E’ una
questione complicatissima che va affrontata
insieme ai cittadini, per capire le loro idee e
le loro esigenze. Il borgo è il cuore della vita
della comunità.
Eventi principali di Suvereto?
E’ conosciuto per la famosa sagra che si
chiamava “del cinghiale”e ora si chiama “di
Suvereto”, che si fa a cavallo tra fine novem-
bre e i primi di dicembre, una delle poche sa-
gre invernali ed esiste da 42 anni. In estate
abbiamo almeno due eventi molto importanti,
le giornate medievali, in cui in paese si atte-
nua la luce elettrica pubblica e si accendono
le torce; dentro la festa c’è un evento curioso
che ci ha dato una certa notorietà, si celebra
un matrimonio medievale in costume, ma
la caratteristica è che questo matrimonio è
reale, si fa un matrimonio con tutti i protago-
nisti in costume, compreso il sottoscritto. Si
svolge dentro al Palazzo Comunale, che è
del 1200. L’altro evento è Calici di stelle, una
grande festa del vino, particolare perché è la
festa popolare del vino, e Suvereto è il paese
che attira più gente. Dal ‘99 facciamo “gli in-
contri con gli autori”e in dodici anni qui è pas-
sata la letteratura italiana. Abbiamo fatto per
tanti anni una manifestazione che si chiama
“Ex tempore” un concorso di arte creata nelle
vie del borgo dagli studenti delle Accademie
delle belle arti di tutta Italia ma tutto questo
oggi è in discussione, perché i bilanci dei co-
muni non lo permettono più e trovo questo
una catastrofe. Togliere ai piccoli comuni la
possibilità di fare cultura e promozione loca-
le, per l’Italia è altrettanto grave quanto i crolli
di Pompei, se oggi l’Italia, che è fatta di una
miriade di piccoli comuni, ognuno dei quali
si è fatto conoscere, ha difeso il proprio ter-
ritorio, ha esaltato i propri prodotti tipici che
sono una delle grandi ricchezze del Paese,
lo dobbiamo allo sforzo tremendo di migliaia
di piccoli comuni e di sindaci, togliere tutto
questo significherebbe un appiattimento del
nostro territorio nazionale ed una perdita di
competitività senza ritorno, purtroppo questa
è la situazione odierna. Noi non facciamo più
Ex tempore e gli incontri del chiostro con gli
autori devono essere ridotti perché non ce
la facciamo a sostenerli. La riduzione dei bi-
lanci è una delle grandi catastrofi italiane e
rischia di passare sotto silenzio perché sbri-
ciolata in una miriade di piccole realtà. Su-
vereto oggi non può più permettersi neppure
quella modesta ma vivace vita culturale che
aveva qualche anno fa, questa è la realtà, e
purtroppo è una realtà molto diffusa.
Touring Club Italiano seleziona e cer-tifica con la Bandiera arancione i borghi eccellenti dell’entroterra.La Bandiera arancione è stata pen-sata dal punto di vista del viaggiato-re e della sua esperienza di visita e viene assegnata alle località che non solo godono di un patrimonio sto-rico, culturale e ambientale di pre-gio, ma che sanno offrire al turista un’accoglienza di qualità.
La F.I.D.A.P.A. (Federazione Italiana Donne Arti Profes-sioni e Affari) si è costituita
a Roma nel 1930 per manifesta condivisione degli scopi e delle idee della Dott.ssa Lena Madesin Phillips, che aveva già fondato la F.B.P.W. (Federation of Business and Professional Women) negli Stati Uniti d’America. E’ un movi-mento di opinione indipendente, non ha scopi di lucro, persegue i suoi obiettivi senza distinzione di etnia, lingua e religione. La Fede-razione ha lo scopo di promuovere, coordinare e sostenere le inizia-tive delle donne che operano nel campo delle Arti, delle Professioni e degli Affari, autonomamente o in collaborazione con altri Enti, Associazioni ed altri soggetti. Il 21 marzo 2009 la Val di Cornia vede nascere una sua sezione FIDAPA da un’idea di Kety Pini che riesce a trasmettere i valori della Federa-zione prima alle amiche più vicine, !no ad arrivare in meno di due anni ad una quarantina di socie, tutte con caratteristiche, prepara-zione e competenze molto diverse tra loro, una miscellanea culturale che le ha fatte crescere e divertire confrontandosi con differenti modi di vedere, una ricchezza che ha portato alla concretizzazione di non pochi progetti ambiziosi. Fon-
damentale per l’associazione è il fortissimo lavoro di gruppo, “con lo scambio di competenze e la piena collaborazione tra di noi” dice Lu-cia Guidoni, presidente di sezione, “ci siamo tirate avanti l’un l’altra ottenendo grandi risultati, una profonda collaborazione che se-condo me è molto femminile”, da non dimenticare che le associate sono donne ancora nel pieno delle attività professionali e con famiglie a carico, gli spazi dedicati alla fe-derazione sono tutti ritagli di tempo che ognuna di loro ruba al proprio spazio. Ogni sezione, a parte qual-che appuntamento tipico annuale, come il suggestivo rito delle can-dele che rappresenta il rinnovo degli impegni associativi, ha una gestione molto libera e il suo ca-rattere rispecchia gli interessi e le competenze delle proprie socie.Nonostante la FIDAPA Val di Cornia sia attiva solo dal 2009, sono già stati realizzati progetti molto im-portanti e partecipati, come quello
che ha visto coinvolti i parchi e i bambini di molte scuole dei comu-ni presenti in Val di Cornia per la promozione e conoscenza del ter-ritorio, il quale molto spesso non è così capito e sentito dalle persone che ci vivono, per questo si è cer-cato di trasmetterne la bellezza e la ricchezza ai più piccoli per farne degli adulti consapevoli della fortu-na che hanno. I bambini, stimolati dalle visite ai parchi, hanno inven-tato personaggi e favole ispirate ai luoghi visti.Successivamente, con l’apertura delle feste di Apritiborgo a Campi-glia, le novelle sono state rappre-sentate da alcuni attori del Teatro dell’Aglio attentamente ascoltati dai bambini in una cornice perfet-ta che ha coinvolto tutti i parteci-panti. I progetti FIDAPA nascono e non !niscono, si riesce a renderli continuativi, mutano e attraggono nuove persone, che hanno nuove e diverse idee, così anche le no-velle inventate dai bambini hanno dato vita ad una sceneggiatura creata miscelando tutte le favole e scritta da Delia Demma del Tea-tro dell’Aglio, rappresentata nel Teatro di San Vincenzo dagli attori insieme ai bambini, il ricavato dello spettacolo è stato destinato all’As-sociazione Fiordaliso. Interessanti iniziative socialmente utili vengono portate avanti dalla commissione sanità della sezione che, colla-borando di volta in volta con altre associazioni inerenti ai vari temi trattati, organizza congressi dove medici e cittadini possono inte-ragire per una migliore gestione dei problemi sanitari. La FIDAPA
cerca continuamente sinergie con altre associazioni del territorio per costruire una rete che permetta di sopperire, quando c’è bisogno, o semplicemente di esaltare inizia-tive e necessità; una visione allar-gata per un !ne utile a tutti. I temi già trattati sono: “le cure palliati-ve” e “il paziente esperto” dando risalto alla medicina di iniziativa; quest’anno verrà approfondito l’ar-gomento sul “disagio mentale post violenza sulla donna” e avrà una connotazione, soprattutto, di tipo psicologico e psichiatrico. Il tenta-tivo è quello di ascoltare le esigen-ze del territorio, valutare quali sono le tematiche prevalenti e cercare di svilupparle. Al di là dell’importanza del convegno medico, la federa-zione si adopera af!nché migliori l’assistenza al malato, per questo rivolgono una particolare attenzio-ne alla realtà, ormai vasta e im-portante, delle badanti. Sono stati creati dei corsi di perfezionamento, grazie alla collaborazione con la Cescot, e sono state fatte lezioni di pronto soccorso, gestione delle patologie più importanti, medici-na del lavoro e igiene, alla !ne è stato consegnato un attestato che da loro una quali!ca migliore. Per quest’anno invece verranno fatti circoli di studio, grazie sempre alla Cescot e alla provincia di Livorno. Saranno tre, organizzati prendendo in considerazione importanti argo-menti, in particolare la gestione dei farmaci, l’alimentazione, soprat-tutto per pazienti diabetici, e tre lezioni di cucina.
Marica Galassi
F.I.D.A.P.A Val di Cornia, per il territorio e il socialeImprenditrici, medici, insegnanti, mamme ma soprattutto donne
Gruppo Fidapa Foto
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Sindaco Benedetti Inaugurazione Risonanza MagneticaSindaco Benedetti - Taglio del Nastro elisoccorso
Conferenza Stampa
3marzo 2011
di Marica Galassi
Parlando di tecnologia domotica si ha la sensazio-ne di venire a contatto con qualcosa di futuristico, di lontano dalle nostre abitudini di vita, invece vi
sorprenderà sapere che questo è il presente, anzi do-vrebbe diventare consuetudine. Attraverso l’intervista
a Marco Morandini direttore commerciale della BitErg di Rosignano cercheremo di fornirvi utili informazioni e sfatare dubbi e leggende che circondano general-mente le novità.Come nasce la BitErg?
La nostra è una vecchia azienda, nel senso che fu fon-data nel ‘54 da mio nonno, con la domotica però ab-biamo dato una nuova impronta all’azienda passando
ad una nuova tecnologia. Per questo è stato necessario cambiare anche il marchio, vogliamo farci conoscere come BitErg, energia digitale. Dopo mio nonno l’atti-vità è stata portata avanti solo come punto vendita. Io ho riportato anche l’installazione tra i servizi della
ditta. Sono in società da circa un anno con Luca Beni, responsabile tecnico dell’azienda, con il quale ci siamo
veramente trovati, siamo sulla stessa lunghezza d’on-da. Ero già interessato alla domotica ma ho avuto la possibilità di approfondire le mie conoscenze grazie ad un corso che la Bticino mi ha finanziato a San Sepolcro.
Quando sono tornato ero entusiasta e avevo voglia di mettermi in gioco. Adesso la nostra casa domotica, a Rosignano Solvay, è la seconda in Toscana e la dodice-sima in tutta Italia.Cos’è la domotica?La domotica è l’informatica legata alla casa, io la sem-plifico in quattro parole: risparmio, sicurezza, comfort
e controllo.Quali sono i vantaggi?
Attraverso un impianto domotico si arriva ad avere un maggior risparmio grazie alla termoregolazione, è cioè possibile personalizzare il riscaldamento di
ogni ambiente della casa, ogni stanza può
essere climatizzata in base all’uso e alla
sua posizione, una stanza esposta mag-giormente alla luce solare avrà bisogno di meno energia per essere riscaldata, così per ogni ambiente si può programmare il
giusto riscaldamento e nelle ore che pre-feriamo. Il risparmio oltre che energetico è anche di impatto ambientale. Basta programmare una centralina e in fondo
all’anno si ha un risparmio sui consumi del 30%. Altro
problema poco affrontato è l’inquinamento elettroma-gnetico a cui ognuno di noi è sottoposto nelle proprie case o nei luoghi di lavoro, con la domotica l’impianto
elettrico, per quanto riguarda i comandi non funziona con i tradizionali 220V, ma in 27V in tensione conti-nua, c’è bisogno solo di due fili, questo perché tutto
funziona con lo scambio digitale di dati attraverso un linguaggio binario, quindi non c’è più bisogno
che ogni interruttore sia collegato direttamente alla lampadina ma quest’ultima sarà collegata alla 220V
attraverso un dispositivo bus a bassa tensione. L’inqui-namento elettromagnetico, così, diminuisce del 75% e
diminuisce naturalmente anche il consumo elettrico. In oltre attraverso una centralina di controllo carichi, si evita, ad un impianto di 3 Kw di scattare se usiamo più
elettrodomestici contemporaneamente, questo perché
la centralina automaticamente riconosce il sovraccari-co e spegne uno degli elettrodomestici, naturalmente se noi lo riattiviamo manualmente, ne verrà spento un altro, in questo modo si disattiva quello che in quel momento è meno importante, che riprenderà il nor-male funzionamento quando non ci sarà più pericolo
di sovraccarico. Gli elettrodomestici possono anche es-sere impostati per lavorare solo in determinate ore del giorno e della notte. Attraverso la tecnologia domotica abbiamo la possibilità di tenere costantemente sotto controllo quanta energia elettrica produciamo, nel caso avessimo un impianto ad energia rinnovabile, quanta energia consumiamo, il guadagno o la spesa che abbiamo. Lo stesso succede per il consumo di gas e acqua. Avere visivamente la possibilità di controllare i consumi giornalieri della casa, tradotti in soldi, aiuta effettivamente a risparmiare e inquinare di meno. Ci aiuta a risparmiare anche il fatto che qualunque im-pianto di riscaldamento si disattiva automaticamente,
se lasciamo aperto un infisso per più di un tempo che
viene precedentemente impostato, naturalmente solo nella stanza in cui si è aperta la finestra e riparte
quando l’infisso viene chiuso. Attraverso un interrut-tore generale, posto in genere vicino alla porta d’in-gresso, possiamo, prima di uscire, assicurarci di non avere lasciato, involontariamente, niente di acceso, tutto questo è risparmio.Oltre al risparmio economico sui consu-
mi cosa migliora con la domotica?Oggi non si può più pensare di fare un impianto elettri-co tradizionale, perché è una cosa che nasce e muore
li, non è ampliabile e per ogni modifica si deve spacca-re, fare tracce, passare i fili.
Un impianto domotico è sempre modificabile, am-pliabile, senza grosse difficoltà. Si può partire con un
impianto di base, che già assicura tutto il risparmio sui consumi di un’abitazione, e aggiungere sempre nuovi
servizi che vanno ad aumentare il comfort e il controllo dell’abitazione. La domotica è flessibilità. Il costo di un
impianto domotico è analogo o addirittura inferiore ri-spetto a quello di un impianto tradizionale se conside-riamo i vantaggi che comporta e il fatto che necessita di meno traccie e spaccare meno la casa. La domotica non è una cosa nuovissima, è sicura e già largamente collaudata, è impensabile continuare a costruire case nuove e continuare a fornirle di un impianto elettrico tradizionale. Le persone devono venire a conoscenza delle grandiose qualità che la domotica oggi può forni-re. Non è solo un discorso di risparmio economico su di un’abitazione, ma ci guadagniamo inquinando meno
e diminuendo sensibilmente i campi elettromagnetici che ci circondano. La maggior sicurezza si ha, sia da un punto di vista di anti-intrusione, sia da un punto di vista di allarmi tecnici. Posso posizionare del-le telecamere interne nei pun-ti di accesso alla casa che entre-ranno in funzio-ne se la porta o la finestra a cui
sono collegate si apre, con l’al-larme inserito, se voglio posso impostare che si accendano tutti i monitor in casa, posso far si che si accendano le luci interne ed esterne, tutto per rendere
l’abitazione molto visibile, oltre naturalmente al
classico allarme acustico. Da un punto di vista tecnico, vengono segnalate fuoriuscite di fumi o allagamenti, attraverso una segnalazione interna, vengono chiuse le elettrovalvole dell’acqua o del gas, automaticamen-te, e parte una chiamata al proprietario e al tecnico di fiducia interessato.
Tutti i servizi della casa domotica, possono essere atti-vati, disattivati o controllati a distanza con un qualsia-si telefono cellulare, se poi il telefono è di tecnologia superiore, aumentano le possibilità di gestione e con-trollo. In caso di violazione dell’abitazione, si possono
ricevere direttamente le immagini della telecamera in funzione, sul proprio cellulare. Aumenta il comfort attraverso una serie di servizi che ci disimpegnano da scoccianti interventi che ad oggi sono di routine in una casa “normale”, come ad esempio recarsi al contatore per riattivare la corrente dopo un fulmine o altro contrattempo che non abbia provocato danni, nella casa domotica un salva vita intelligente, ripristi-na automaticamente l’impianto, dopo aver controllato
che non ci siano guasti tecnici, così rientrano in fun-zione elettrodomestici importanti come frigoriferi e congelatori. Questa tecnologia è di grande aiuto per le persone disabili, che con semplici comandi a portata di mano possono gestire autonomamente la propria abitazione. E’ come un vestito che noi possiamo fare su
misura, tutto è personalizzabile e modificabile in ogni
momento. La domotica non è il futuro ma è quello che possiamo avere oggi. Siamo sempre disponibili per for-nire informazioni e per far vedere concretamente cosa vuol dire abitare in una casa domotica, che può essere
visitata a Rosignano Solvay in via della Villana.
Notte Blu,
inizia la raccolta
delle iniziative
Imprenditori turistici invitati a presentare proposte per il
“capodanno dell’estate” Si è avviata la macchina organizzativa per la Notte Blu 2011 e inizia la raccolta delle inizia-tive da allestire per il fine settimana del 18 e
19 giugno, quando tornerà quello che è stato ribattezzato il capodanno dell’estate. L’auspicio è di rendere questo evento sem-pre più grande in modo da farne un fattore di maggiore attrattiva per il territorio costiero, da Livorno a Piombino. “Per questo - sottolinea
l’Ass. provinciale al turismo, Paolo Pacini - la
Provincia torna a chiedere il sostegno dei Co-muni, delle associazioni di categoria, delle Pro Loco e degli operatori, affinché si riesca, tutti
insieme, a mettere in piedi un evento che faccia parlare di sé ben oltre i confini della Toscana”.
Tutti gli operatori sono invitati ad allestire iniziative, dove ognuno potrà dare spazio al-l’inventiva e alla fantasia. Le proposte saranno raccolte in un programma unico suddiviso per località. I Comuni raccoglieranno le proposte che arriveranno direttamente dagli operatori e dalle Associazioni di categoria e Pro Loco, e le
trasmetteranno alla Provincia. Promozione e pubblicizzazione dell’evento a cura dall’APT Costa degli Etruschi, senza costi
per gli operatori, che predisporrà il programma unico della manifestazione. Coloro che avesse-ro già progettato iniziative, feste, manifestazio-ni per la Notte Blu 2011 sono invitati a darne comunicazione al più presto, per consentire l’inserimento nella programmazione. La 1a edizione della Notte Blu, con oltre 170 eventi organizzati, ha richiamato decine di mi-gliaia di persone, provenienti da tutte le città della Toscana. Un successo di notevole riso-nanza, su mass media e web, consentendo agli operatori turistici-commerciali di ottenere buo-ni risultati anche in periodo di bassa stagione. Agli operatori che aderiscono all’evento sarà
concesso l’uso del logo della Notte Blu, che potranno utilizzare anche sui loro siti e pagine web, mentre ai commercianti ed ai titolari di at-tività di ristorazione si raccomanda di rimanere aperti oltre l’orario consueto, e possibilmente addobbare esercizi commerciali, negozi, risto-ranti e bar rigorosamente.…. in blu. Per informazioni rivolgersi a: Provincia di Li-vorno, Ufficio Turismo Marketing Territoriale
(Maria Angela Nocchi, tel. 0586/257326, mail:
Di seguito i recapiti dei Comuni presso i quali
rivolgersi per comunicare le iniziative: Livorno: Donella Giovannelli, tel.
0586/820169, mail: [email protected] Rosignano Marittimo: Laura Fagiolini, tel. 0586/724332, mail: [email protected]: Elvira Frassinelli, tel. 0586/611317,
mail: [email protected] Bibbona: Mina Massei, tel. 0586/677581, mail: [email protected] Castagneto Carducci: Rosita Salvadori, tel. 0565/778244, mail: [email protected] San Vincenzo: Fulvio Tognoni, tel. 0565/707213, mail: [email protected]
vincenzo.li.it Piombino: Lorella Zanaboni, tel. 0565/63457,
mail: [email protected]
Notizie in breve
news
- continua da pag. 1 -
In Francia la manifestazione si tenne il 18 marzo 1911, data in cui cadeva il quarantennale della Comune di Pari-gi. In Germania, dopo la celebrazione del 1911, fu ripetu-ta per la prima volta l’8 marzo 1914, giorno d’inizio di una «settimana rossa» di agitazioni proclamata dai socialisti tedeschi, mentre in Francia si tenne con una manifesta-zione organizzata dal Partito socialista a Parigi il 9 marzo 1914. Le celebrazioni furono interrotte dalla Prima guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietro-burgo, l’8 marzo 1917- il 23 febbraio secondo il calendario giuliano allora in vigore in Russia - le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a
reprimere la protesta, incoraggiò successive manifesta-zioni di protesta che portarono al crollo dello zarismo, ormai completamente screditato e privo anche dell’ap-poggio delle forze armate, così che l’8 marzo 1917 è rima-sto nella storia a indicare l’inizio della «Rivoluzione russa di febbraio». Per questo motivo, e in modo da fissare un
giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell’apertura del III con-gresso dell’Internazionale comunista, fissò all’8 marzo la
«Giornata internazionale dell’operaia». In Italia la Gior-nata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del Partito comu-nista d’Italia, che volle celebrarla il 12 marzo, in quanto prima domenica successiva all’ormai fatidico 8 marzo. In quei giorni fu fondato il periodico quindicinale Compagna, che il 1º marzo 1925 riportò un articolo di Lenin, scom-parso l’anno precedente, che ricordava l’8 marzo come Giornata internazionale della donna, la quale aveva avuto una parte attiva nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello zarismo. La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l’isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, le vicende della Se-conda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 mar-zo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale
morirono 146 lavoratori, in gran parte giovani donne im-migrate dall’Europa. Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe tra la fine degli anni ‘70 e gli ‘80
abbiano dimostrato l’erroneità di queste ricostruzioni, le
stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali. Nel settembre del 1944 si costituì a Roma l’UDI, Unione Donne Italia-ne, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d’Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro e fu l’UDI a prendere l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo 1945, le prime giornate della donna nelle zone dell’Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e in-viata all’ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra,
l’8 marzo fu celebrato in tutta l’Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio
nei primi giorni di marzo. Negli anni Cinquanta, anni di guerra fredda e del ministero Scelba, distribuire in quel giorno la mimosa o diffondere Noi donne, il mensile del-l’Unione Donne Italiane (UDI), divenne un gesto «atto a
turbare l’ordine pubblico», mentre tenere un banchetto per strada diveniva «occupazione abusiva di suolo pubbli-co». Nel 1959 le parlamentari Pina Palumbo, Luisa Balboni e Giuliana Nenni presentarono una proposta di legge per rendere la giornata della donna una festa nazionale, ma l’iniziativa cadde nel vuoto. Il clima politico migliorò nel decennio successivo, ma la ricorrenza continuò a non ot-tenere udienza nell’opinione pubblica finché, con gli anni
settanta, in Italia apparve un fenomeno nuovo: il movi-mento femminista.L’8 marzo 1972 la manifestazione della festa della donna si tenne a Roma in piazza Campo de’ Fiori: vi partecipò anche l’attrice americana Jane Fonda, che pronunciò un breve discorso di adesione, mentre un folto reparto di polizia era schierato intorno alla piazza nella quale poche decine di manifestanti inalberavano cartelli con scritte inconsuete e «scandalose»: «Legalizzazione dell’aborto», «Liberazione omosessuale», «Matrimonio = prostituzione legalizzata», e veniva fatto circolare un volantino che chiedeva che non fosse «lo Stato e la Chiesa ma la don-na ad avere il diritto di amministrare l’intero processo della maternità». Quelle scritte sembrarono intollerabili,
perché la polizia caricò, manganellò e disperse le mani-festanti.Il 1975 fu designato come “Anno Internazionale delle Donne” dalle Nazioni Unite e l’8 marzo le organizzazioni femminili celebrarono in tutto il mondo proprio la gior-nata internazionale della donna, con manifestazioni che onoravano gli avanzamenti della donna e ricordavano la necessità di una continua vigilanza per assicurare che la
loro uguaglianza fosse ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita civile. A partire da quell’anno anche le Nazioni Unite riconobbero nell’8 marzo la giornata dedi-cata alla donna.Due anni dopo, nel dicembre 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione proclamando una «giornata delle Nazioni Unite per i diritti della donna e la pace internazionale» da osservare dagli stati membri in un qualsiasi giorno dell’anno, in accordo con le tradi-zioni storiche e nazionali di ogni stato. Adottando questa risoluzione, l’Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l’urgenza di porre fine
a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita ci-vile e sociale del loro paese.
Vivere in una casa domoticaIl futuro è già qui, conosciamolo
Nella foto al centro il Sindaco A.Franchi
4 marzo 2011
Il ritratto della seconda isola più grande dell’arcipelago toscano, un’immensa roccia di granito emersa nella preistoria
l’arcipelago
di Gianluca Parodi
Chissà che cosa pensava,
Mery, quando a 18 anni ini-
ziò a vendere il pesce che il
marito Benito si procurava nelle
interminabili battute di pesca
per i mari della costa etrusca?!
Chissà quali erano i loro proget-
ti, le aspettative, come dipinge-
vano il loro futuro?! Si sarebbe
mai immaginata, la Mery, di
diventare un’istituzione nel suo
paese natale e di fare quel lavoro
per tutta la vita? In una Cecina
Marina devastata dalla guerra
e dai bombardamenti, distrut-
ta e privata d’ogni risorsa dalla
guerriglia partigiana che aveva
prosciugato le forze della gente,
Mery attendeva il marito, che
con la sua barca di legno, mossa
con enorme fatica dai lunghissi-
mi remi, solcava le
acque della costa, portando pe-
sce fresco, una sorta di tesoro
per un popolo affamato, sulla via della ricostruzione. Lo aspetta-
va e ciò che lui portava, veniva
venduto in una baracca di legno,
gestita dalla Mery stessa, che,
bella come allora, la possiamo
ritrovare ancora oggi, dietro il
banco del pesce, spostata solo di
pochi metri nella storica pesche-
ria che porta il suo nome, anco-
ra oggi attivissima e parte del
locale che include il ristorante
gestito dai nipoti Andrea e Fran-
cesco. Una storia d’amore come
esistevano solo una volta, quella
tra Mery e Benito, persone che
passano la vita insieme senza
lasciarsi mai, nemmeno per un
attimo, finchè morte non li se-pari. E purtroppo il destino s’è portato via Benito, lasciando alla
Mery la responsabilità di portare
avanti un nome che sarà sempre
legato alle acque e al pescato,
unici e inconfondibili, del nostro
mare. Si conobbero in un bunker,
durante la seconda guerra mon-
diale, con Marina cinta d’assedio
dalle truppe nemiche, nel bunker
cercavano il riparo dalle bombe
e li colpì l’amore. Iniziò così la
storia della famiglia Bientinesi-
Miserini-Bacci, i tre cognomi che
faranno la storia di una delle atti-
vità commerciali più longeve del
nostro territorio. Correva l’anno
1955, quando la piccola baracca
di legno fu sostituita dalla prima
struttura in muratura, a pochi
metri di distanza dal locale in cui
si trasferì, definitivamente nel 1958 e in cui la troviamo, passata
sotto svariate ristrutturazioni,
ancora oggi. Intanto la famiglia
si allargava, nacquero Vally e
Roberto. La ragazza aiutava la
madre portando avanti gli stu-
di, il fratello, invece, decise che
avrebbe dedicato la sua vita alla
pesca, ricalcando le orme del pa-
dre. Roberto Miserini, dunque,
iniziò il suo percorso nei mari
della costa etrusca, giungendo,
oggi, a comandare il “San Grego-
rio”, un peschereccio di 16metri,
attrezzato per la pesca a strasci-
co e a fondale e fonte unica ed
esclusiva di approvvigionamento
della ristopescheria “da Mery”.
Una curiosa suggestione che sal-
ta agli occhi entrando nel locale,
sono le tangibili testimonianze
del tempo che passa portandosi
dietro il cambiamento. Il cambia-
mento nelle strutture, l’innova-
zione nei sistemi di navigazione,
la modernizzazione delle tecni-
che di pesca. Di tutto ciò sono te-
stimoni delle splendide fotogra-
fie, appese alle pareti del locale, che ritraggono la piccola barca di
legno comandata da Benito negli
anni ’50, accanto all’immagine
odierna del motopeschereccio
del figlio Roberto.Cambiano i tempi, cambiano i
modi, se prima bastava calare
una rete per assicurarsi del pesca-
to fresco, oggi ci sono minuziose
ricerche e tecnologie avanzate,
se prima le braccia muovevano
i remi, ora ci pensa il motore a
permettere all’uomo di solcare
il mare alla ricerca del pesce. Ma
questi mutamenti, non hanno
affatto alterato lo spirito della famiglia nella conduzione del-
l’attività. Alla ristopescheria
“da Mery”, si possono gustare i
sapori della cucina di una volta,
le seppie al cartoccio, il vero cac-
ciucco, il polpo marinato… tutte
ricette consigliate e tramandate
dalla Mery,
che istruisce
i cuochi del
locale con le
sue esperien-
ze ormai qua-
si secolari nel
mondo
della pesca. La
ricerca della
qualità, ad
ogni costo, è la prerogativa
dei giovani ra-
gazzi che ora
gestiscono il
locale. Anche
al costo de
tenere chiuso
il ristorante se
non c’è dispo-nibilità di pesce fresco. Questa
è una nozione davvero interes-sante, che Andrea Bacci, ci tie-
ne fortemente a sottolineare:
se il peschereccio San Gregorio,
non può uscire in mare aperto, a
causa di mareggiate o maltempo
in generale, il locale resta chiu-
so, perché la particolarità unica
della ristopescheria, è servire solo ed esclusivamente il pesca-
to fresco e di stagione. Da
qui un’altra peculiarità, ogni
stagione ha il suo pescato
particolare, nei nostri mari
infatti, ad esempio febbraio
è il mese delle seppie, del-le palamite, delle sogliole,
dunque in questo mese la
cucina giocherà su queste ti-
pologie di pesce, elaborando
svariate ricette utilizzando
soltanto questi prodotti. Da
Andrea e Francesco, non
esite un menù fisso e stabi-lito, si viaggia in base alla
stagionalità del pescato ed il
locale, essendo tutt’uno con
la pescheria, offre al cliente la possibilità di scegliere il
prodotto direttamente dal
banco. Il connubio e la sinto-
nia nel lavoro sono tutto ciò che
rendono quest’attività unica nel
suo genere: Roberto comanda
il suo peschereccio portando il
pesce fresco, la Mery lo vende
al mattino nel negozio, Andrea e
Francesco lo servono preparato
e cucinato agli appassionati della
buona tavola. Dal 2009, infatti,
c’è stata questa svolta ulteriore nella famiglia, che ha voluto as-
sicurare un servizio in più, quello
della ristorazione. Merita una
citazione il caratteristico servizio
dell’aperitivo d’estate, servito su
un suggestivo mozzo di una vec-
chia lampara che funge da ban-
co-bar. Cocktail, vini e bollicine,
sono accompagnati dall’apertura
di ostriche e da piatti di crostacei
crudi come gamberi rossi, gam-
beri biondi e altre specialità, pret-
tamente legate, naturalmente al
mondo della pesca. La baracca di
legno che divenne pescheria, la
pescheria che oggi è anche risto-rante, il percorso di una famiglia
che ha fatto del mare e col mare
la propria fortuna, tutto questo è legato al nome della Mery, l’isti-
tuzione della famiglia e l’orgo-
glio di “Marina”.
MERY, UNA VITA PER IL MARE: da più di cinquant’anni l’orgoglio di Cecina Marina
Una piccola baracca di legno che divenne pescheria, una pescheria divenuta ristorante: la storia di una famiglia che respira con le branchie
Porto di Cecina
Sabato 26 febbraio si è festeggiato l’atteso “via libera” a procedere con i lavori per il
porto di Cecina. “Una data importante” sot-tolinea il sindaco Stefano Benedetti “Come
significativo è stato il giorno in cui abbiamo
approvato la convenzione che disciplina i rapporti tra il Comune e il Circolo Nautico Spa”. Adesso l’iter procedurale si è concluso
e tutto è in regola per la partenza. L’inizio di un’opera fondamentale per il territorio, che fin dall’inizio ha sempre ottenuto un grande
successo da parte di tutti, anche dagli am-bientalisti, un nuovo volano economico per la città, il circondario e il turismo di tutta la costa. Va sottolineato che è il primo por-to in Europa completamente autonomo, sia energeticamente che idricamente, grazie al dissalatore.Alla conferenza, definita più un incontro
informale, arricchito dalla presenza delle au-torità e dai soci che hanno finalmente potuto
brindare alla scoperta del cartellone, hanno partecipato anche il presidente della provin-cia Giorgio Kutufà, l’assessore provinciale Paolo Pacini, gli ingegneri Sergio e Marco Pittori e naturalmente il presidente della Cir-colo Nautico Spa Giuliano Matteoli.
Notizie in breve
Giglio: la meravigliosa signora del mare nata 5 milioni di anni fa
di Gianluca Parodi
Con una super!cie di 21,2 Km2 l’isola del Giglio è, appunto, la seconda in ordine di grandezza dopo l’Elba, lo sviluppo costie-
ro è di 28 km, situata di fronte al promonto-rio dell’Argentario, fa parte della provincia di Grosseto. Sul territorio isolano sono presenti tre centri abitati principali per una popolazio-ne permanente di circa 1600 persone. Questo numero, naturalmente è destinato a crescere a dismisura durante i mesi estivi, quando tu-risti e villeggianti si stabiliscono nelle svariate strutture ricettive sparse sul luogo. Giglio Porto, Campese e Giglio Castello, sono i nomi dei pic-coli centri dell’isola. Giglio Castello, capoluogo comunale, è un suggestivo borgo medievale cinto dalle mura che ostacolavano gli attacchi pirateschi e barbarici. Strettissimi vicoli e ripide scalinate di pietra, rendono il paesino, estrema-mente caratteristico e succulento per i viaggia-tori appassionati di storia, della quale a breve parleremo. Formata prevalentemente da rocce granitiche il Giglio presenta un perimetro co-stiero con diverse insenature sabbiose, dai bassi fondali, interrotte da coste alte a strapiombo. L’isola, infatti, nacque circa 5 milioni di anni fa con un processo di emersione del granito simile a quello dell’Elba. Le rocce di copertura sono
state erose mettendo a nudo il plutone granitico sottostante, ad eccezione del promontorio detto “del Franco” dove sono ancora presenti rocce calcaree. Diversamente da ciò che spesso si crede o si racconta, il nome “Giglio”, non deri-va affatto dall’omonimo !ore, un tempo copioso sul territorio, né tantomeno dalla dominazione !orentina con il suo dardo tipico, bensì da una più semplice e cruda de!nizione greco/romana. In latino, la parola Aegilium, signi!ca “capra”, l’isola del Giglio dunque per i romani era “l’isola delle capre”. L’antica vegetazione che dominava il luogo, caratterizzata da macchia mediterranea
di Lecci, con Erica e Corbezzolo, si trova anco-ra sul “Promontorio del Franco” e sul versante est di Poggio del Castello. La maggior parte del territorio è oggi ricoperto da differenti specie di Cisto, Erica e grandi Corbezzoli. La fauna ittica è quella classica, tipica del Mar Tirreno. Ed è proprio questa fauna, con gli splendidi fondali, a rendere il Giglio, una meta fondamentale per gli appassionati di escursioni subacquee. I cen-ni storici sono numerosi e signi!cativi, l’isola fu abitata !n dall’Età del ferro, per diventare, suc-cessivamente una base militare etrusca. Il do-minio romano è testimoniato per!no da alcune
citazioni di Giulio Cesare in persona che, nel “De bello Gallico”, ne parla come di un importante snodo militare. A margine dell’abitato di Giglio Porto, leggermente al di sotto del livello del mare, si trovano i resti della villa dei Domizi Eno-barbi, una vasta area che comprende una vasca a mare per la pescicoltura, mura perimetrali ed interessanti reperti come mosaici ed affreschi. Altre testimonianze tangibilmente inconfondi-bili della presenza del grande impero romano. Nelle epoche successive fu governata da varie famiglie nobili dell’Italia centrale e dal 1264 fu sotto l’autorità del governo pisano, che dovette poi cederla ai Medici di Firenze. Nel 1544, il pira-ta Khayr al-Din, detto il Barbarossa, saccheggiò l’isola, uccise chiunque si opponeva e deportò, come schiavi, oltre 700 gigliesi. In seguito a questa sanguinosa incursione, la famiglia dei Medici ripopolò l’isola con gente proveniente dalle terre senesi. Gli attacchi saraceni poi con-tinuarono !no al 1799 spaventando gli abitanti con paurose rappresaglie. Il resto poi fa parte della storia recente, la globalizzazione contem-poranea l’ha riportata al suo status originale di meta turistica rilassante e, proprio come i patrizi romani costruivano qui le loro ville vacanziere, oggi famiglie, giovani ed anziani, la scelgono come una delle attrazioni turistiche più gettona-te della Costa degli Etruschi.
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Giglio: CannelleGiglio: Caldane
Il passato: primo mozzo anni ‘50
Il presente: Motopeschereccio San Gregorio
5marzo 2011
Eventi & Appuntamenti in Marzo (la Redazione non è responsabile dell’eventuale variazione del programma degli eventi)
Con la rubrica eventi e appuntamenti avrai a portata di mano un’utile guida alle manifestazioni che si svolgeranno nella Costa degli Etruschi permettendoti così di organizzare al meglio il tuo tempo libero.
Livorno
convenienze e inconvenienze teatrali” Musica Teatro C.Goldoni sabato ore 20.30 - domenica ore 16.30
di benessere a scuola” CEIS Livorno Salviano dalle ore 15.30 alle 18.30 L’Associazione CEIS Comunità Livor-no organizza una serie di Laboratori Esperienziali sui temi dell’educazione e della crescita affettiva e sociale dei bambini
Musica Jazz. Barbara Raimondi voce Roberto Tau!c chitarra Enzo Zirilli bat-teria e percussioni. Teatro Goldonetta ore 21.00
-rie per grandi e piccini dedicate a Gian-ni Rodari. Caserma Rimediotti, Sala Specchi ore 17,00. Info 0586.204237
-ste” Teatro C.Goldoni ore 21,00
Goldoni ore 21.00 a edi-
zione della !era dedicata alla bellez-za, benessere, wellness e !tness. Nh Grand Hotel Palazzo
(spettacolo fuori abbonamento) Teatro Goldoni ore 17,00
-ca Jazz pianoforte Teatro Goldoni ore 21.00 (fuori abbonamento)
(l’opera) Teatro Goldoni ore 21.00
Rosignano Marittimo
-co. Info 0586.724324
Teatrale per bambini Castello Pasquini Castiglioncello orario: 16.15
Spettacolo Teatrale Castello Pasquini Castiglioncello orario: 21.15
Teatrale - Monologo Teatro Ordigno Vada orario: 21,15 . Info 0586.788373
-sentazione del libro di Ermanno Volter-rani orario: 17,15 Teatro Ordigno Vada Info 0586.788373
per bambini Castello Pasquini Casti-glioncello orario: 16.15
- i capolavori” Arti Visive ed esposi-zioni d’arte Cinama Castiglioncello Proiezione del !lm “Quarto Potere” di O. Welles orario: 21.15. Info 348 7587755
Cecina
Darwin Teatro de Filippo ore 21. Info 0586611610
fu l’Italia” in mostra cimeli storici, gior-nali, riviste dell’epoca, documenti rile-vanti. Fondazione Geiger C.so Matteotti ore 16,00 - 20,00. Info 0586.635011
Guerrazzi , C.so Matteotti Cecina Ora-rio: ven dalle 11.00-20.00, sab e dom 10.00-20.00
-tacolo concerto con la regia di Armando Punzo Teatro De Filippo orario: 21.00
Castagneto Carducci
Vergassola, tratto dall’opera D.O.R. Manovale, Gentiluomo ore 21.00
Teatro di Rifredi-Teatro Stabile d’Inno-vazione Lucia Poli in IL LIBRO CUORE ed altre storie pedagogia dell’Italia unita uno spettacolo di Angelo Savelli e Lucia Poli con il contributo di Edmon-do De Amicis e Stefano Benni regia di Angelo Savelli con Massimo Grigò e Francesco Franzosi
-tro CIRK il teatro del circo ideazione e
Annoni, Emanuele Pasqualini, Be-noit Roland, Ilaria Senter, Francesco Caspani musiche originali di Andrea Mazzacavallo
settembre Parte del Museo Archivio Giosue Carducci è stata riallestita con materiale inerente L’Unità d’Italia ed i suoi fautori. Saranno a disposizione dei visitatori testi antichi, fotod’epoca ed oggetti storici. orario: 10.00 -13.00. Info 0565 765032
San Vincenzo
di San Vincenzo Conferenza a cura del Prof. Alessandro Benetti orario: 15:30-17:00
pedonale S!lata carri allegorici, al termine degustazione prodotti tipici e musiche nella zona pedonale orario: 15:00
e dei minerali” Torre di San Vincenzo Conferenza a cura della Dott.Grazia
Mascitelli - farmacista orario: 15:30-17:00
-cazione dei cristiani” Torre di San Vin-cenzo Conferenza a cura di Don Paolo Pasolini orario: 15:30-17:00
-gicommedia grottesca Teatro Verdi orario: 21:00
della musica” Torre di San Vincenzo Conferenza a cura della Prof. Vera Muto Nieri orario: 15:30-17:00
dei farmaci” Torre di San Vincenzo Conferenza a cura della Dott.Grazia Mascitelli – farmacista orario: 15:30-17:00
tratti da celebri operette italiane ed eu-ropee Teatro Verdi orario: 21:00
-tidiana nel mondo greco e romano” Torre di San Vincenzo Conferenza a cura della Prf. Gaia Borghi-Archeologa orario: 15:30-17:00
maremma Torre di San Vincenzo Con-ferenza a cura della Dott.Giuseppina Scotti orario: 15:30-17:00
Campiglia Marittima
-pagnia Gli Omini- di e con Riccardo Goretti, Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Lucia Zacchini Memoria del tempo presente, progetto teatrale e socio-umanistico i cui personaggi nascono dalla ricerca sul campo in vari paesi italiani. Teatro dei Concordi ore 21,00
-letta comunale ”Mazzini”
-ria”- età consigliata 6-13 anni Lo spet-tacolo coinvolge attivamente i bambini alternando ritmi, suggestioni, risate e commozione con l’obiettivo di condurli a ri"ettere sull’importanza della qualità dell’aria e sul tema dell’inquinamento atmosferico nella nostra società. Tea-tro dei Concordi Biglietto : # 4 orario: 10:00
-l’Unità d’Italia S!lata Bandistica dei gruppi !larmonici di Venturina Masca-gni e Campiglia Rossini, nelle vie di Campiglia e Venturina
ore 17.00 a Venturina
al libro Tutto quello che avresti dovuto sapere sull’Africa e che nessuno ti ha mai raccontato, di Giuseppe Carrisi, Fabrizio Cassanelli, Alessandro Gar-zella, Francesco Niccolini. Teatro dei Concordi ore 21,00
Piombino
-tacolo per la rassegna Progetto la città dei Bambini. Teatro Metropolitan ore 17,30
Teatro Metropolitan, di Gianni Clemen-ti, regia di Enrico Maria Lamanna, con Pino Quartullo e Emilio Bonucci.orario: dalle 21.00. Info 0565.30385
spettacolo per la rassegna Progetto la città dei Bambini. Teatro Metropolitan ore 17,30
Metropolitan, orario: dalle 21,00. Info 0565 30385
Choccolandia 2011La seduzione dell’oro nero
CECINA. Una tre giorni di golosità e coccole:
allestita in piazza Guerrazzi – C.so Matteotti
– nell’area pedonale DA VENERDÌ 11 A DO-MENICA 13 MARZO. Bianco, fondente, al
latte, da bere caldo nelle “chicchere” o da far
sciogliere in bocca, il celebre “oro nero” dal
quale già 6.000 anni fa i Maya ricavavano la be-vanda degli dei, sarà il protagonista dell’evento giunto con successo alla Va edizione. Il cuore di Cecina si trasformerà nella “Città dei Golosi”
dove famosi cioccolatieri e sapienti artigiani dolciari provenienti da tutta Italia faranno am-mirare e degustare al pubblico le loro prelibate lavorazioni e decorazioni particolari introdu-cendo alla conoscenza dell’arte del cioccolato e ai suoi abbinamenti con cibi e vini.Accanto alle tradizionali produzioni, non man-cheranno sperimentazioni, ricette brevettate e nuove tendenze in materia di ingredienti e di presentazioni. Praline, barrette, cioccolatini, torte, pasticcini, uova, stravaganti decorazioni : le innumerevoli forme e sfumature di sapori del cioccolato delizieranno gli occhi e sazieranno le voglie e gli sfizi di tutti i visitatori.
VENERDÌ 11 marzo dalle 11.00 alle 20.00
SABATO 12 e DOMENICA 13 marzo dalle
10.00 alle 20.00 Ingresso: liberoLa manifestazione si svolgerà anche in caso di cattivo tempo.
Notizie in breve
eventi
“BEAUTYLAND”
26 e 27 Marzo al Grand Hotel Palazzo2a edizione della Fiera dedicata alla Bellezza, Benessere, Wellness e Fitness
Prendersi cura del proprio corpo e della
propria mente in un susseguirsi di ini-
ziative coinvolgenti interamente dedi-
cate ai visitatori.
All’interno delle 6 meravigliose sale dell’ Nh
Grand Hotel Palazzo il benessere fisico e
la qualità della vita
saranno al centro
di questa manife-
stazione unica nel
suo genere. Le
aziende espositrici
daranno vita ad una
2 giorni di esibizio-
ni e dimostrazioni
aperte al pubblico: Centri Benessere, Centri
di Chirurgia Estetica, Agenzie per il Turismo
del Benessere, Prodotti Dietetici, Prodotti
Naturali e Biologici, Cosmesi ed Estetica,
Fitness, Centri Specializzati per lo Yoga e il
Pilates, Scuole di formazione professionali,
Attrezzature Sportive, Solarium, Personal
Trainer, Terapisti, tutti insieme per fornire una
ampia scelta dei mezzi e delle tecniche per
la cura del corpo e della mente..... e molto
altro ancora.
Vivere, curarsi e nutrirsi in modo sano è una
richiesta che appassiona sempre più ampi
settori della popolazione,che sempre più
spesso sono alla ricerca della natura e del
viver sano nel corpo e nella mente. Il benes-
sere fisico la qualità della vita sono al centro
di questa manifestazione, i visitatori potran-
no interagire prendendo parte alle iniziative,
sperimentando le ultime novità in fatto di
massaggi, cosmesi, estetica, chirurgia este-
tica, alimentazione naturale e svariate disci-
pline anche legate allo sport, inteso come
benessere psicofisico.
Un appuntamento unico in cui è impossibile
mancare !!!
L’ingresso alla manifestazione è gratuito. Gli
orari sono: SABATO 26 11.00 - 20.00, DO-
MENICA 27 10.00 - 20.00.
Ancora il borgo di Rosignano Maritti-
mo per VerdeOro, l’11, 12 e 13 marzo
2011, si terrà la VII° edizione di “Ver-
deOro”, la manifestazione dedicata alla pro-
mozione dell’olio d’oliva e dei prodotti tipici
locali. Tante le novità di questa iniziativa,
che è ormai diventata un appuntamento da non perdere per gli appassionati del sapore
e del gusto, ma anche per gli addetti ai lavo-
ri e esperti del settore.
Vetrina fondamentale per le produzioni di
assoluta eccellenza nei diversi settori del
comparto agricolo. Momento per legare il
territorio attraverso la qualità dei suoi pro-
dotti, la storia dei suoi produttori, la volontà
di guardare avanti per una crescita comune.
Appuntamento atteso con entusiasmo dal
pubblico e dagli imprenditori.
In queste poche righe possiamo condensare
l’importanza di questa manifestazione. Con-
vinti che in ogni impresa si debba tendere
sempre al raggiungimento degli obiettivi più
alti, quest’anno faremo diventare VerdeOro
simbolo della qualità, della eccellenza, del-
la volontà di fare sistema, della tipicità di
un intero territorio e di tutti quegli attori
che, rischiando direttamente con passione
ed entusiasmo, in ogni singola zona, hanno
fatto sì che la Toscana potesse essere quello
che tutto il mondo senza eccezione alcuna
le riconosce. Artisti di strada e bande itine-
ranti animeranno il Borgo nei due giorni di
festa. I bambini e gli alunni delle scuole del
territorio esporranno i loro lavori sul tema
dell’olio. Sarà possibile acquistare libri nello
spazio dedicato all’editoria di settore.
Due gli appuntamenti con lo showcooking:
sarà possibile assistere, solo su prenota-
zione al numero di VerdeOro 329 3812757
oppure al 0586 724343, alla presentazione
di alcune ricette, da parte di ristoranti della
zona, ad ingresso gratuito. Sabato 12 marzo
alle ore 18.30, alla sala don Nardini, il risto-
rante “Mamma Mia” di Castiglioncello pre-
senterà: “ribollita e bruschetta”. Domenica
13 marzo alle ore 18.00, sempre alla Don
Nardini, il ristorante “Locanda Martinelli”
di Nibbiaia, presenterà: “cioccolato, olio e
sale”. Tutto questo e molto altro....
Per le vie del Borgo nei due giorni di festa
dalle 15.30 alle 19.30
Sabato una marchin’ band per le vie del bor-
go … Sound Street Band
Domenica street parade con la Zastava
Orkestar Mondoamabile: spettacoli di gio-
coleria, arte circense e simpatiche sorpre-
se…
Durante la manifestazione
• esposizione e vendita dei prodotti delle aziende partecipanti
• esposizione prodotti aziende paesi gemel-lati
cibo di strada in collaborazione con Slow
Food **
• visite guidate alla Fattoria Arcivescovile, sede dell’Amministrazione Comunale *
visite al Museo Archeologico - Palazzo
Bombardieri
• mostra “Natura nel Parco” presso Villa Pertusati, a cura dell’Associazione Amici
della Natura - Museo di Storia Naturale
editoria di settore in collaborazione con
Gaia Scienza
• editoria specialistica di Slow Food• i bambini delle scuole dell’infanzia presen-tano i loro lavori
• gli alunni delle scuole elementari presen-tano i lavori del progetto “Bimboil”
iscrizione ai corsi di potatura dell’olivo
VERDEORO 11/12/13 MARZO 2011
Borgo di Rosignano Marittimo
6 marzo 2011
Una tavola ben apparecchiata spesso può fare la diffe-renza sull’esito finale di una cena organizzata a casa propria, con amici, parenti o chissà, con qualcuno da conquistare. E’ vero, se le vostre qualità in cucina sono eccelse o insomma tendono al medio alto, si potrebbe giustamente pensare che la corretta disposizione delle posate e dell’arredo necessario a completare una cor-retta apparecchiatura non siano poi così fondamentali. Ma come si dice “anche l’occhio vuole la sua parte” e la tavola diviene padrona di un importante impatto estetico che può regalare alla vostra cena quell’ulteriore tocco di eleganza e raffinatezza. Vi illustriamo pertanto alcune semplici regole per avere una giusta apparec-chiatura secondo lo stile suggerito dal galateo (l’insieme di norme comportamentali con cui si identifica la buona educazione).
Per tutte le portate vanno utilizzati piatti di servizio. Si porge il vassoio di portata da sinistra, tenendolo leg-germente sollevato. I piatti si tolgono da destra (un ospite alla volta), e si sostituiscono da sinistra con piatti nuovi e posate adatte.Le posate sporche si ritirano sul piatto sporco, mentre quelle pulite devono essere portate sino al tavolo su un piatto e poi posate sul tavolo: coltello e cucchiaio da minestra sulla destra e forchetta sulla sinistra.Si comincia dalla signora più importante, e si serve per ultima la padrona di casa.Si prosegue con il signore più importante, e si serve per ultimo il padrone di casa. Tra amici è pratico far passare la pietanza da uno all’altro, senza troppe formalità. II cibo deve essere suddiviso in piccole porzioni, se possi-bile, in modo che l’ospite si possa servire facilmente. Si possono servire due volte gli antipasti, i secondi, molti primi, ma mai il consommé, la minestra, il formaggio e la frutta. L’acqua va servita all’inizio, anche prima che gli ospiti si siedano, riempiendo i bicchieri non oltre la metà.II vino invece va servito di volta in volta (meglio se diret-tamente dal padrone di casa) e il bicchiere non va mai
riempito oltre la metà.Se cambiate vino, occorre cambiare bicchiere. II vino rosso va aperto in anticipo e versato in una caraffa. Vino e acqua si servono da destra.I vini vanno serviti in quest’ordine: bianchi leggeri, rossi leggeri, rossi pesanti. Il caffè e i liquori si servono di solito non a tavola, ma in salotto. I vini da dessert si servono a tavola.II pane è indicato di piccolo formato, per non doverlo tagliare prima di servirlo. Si prende dal cestino con l’ap-posita pinza appoggiandolo sul piattino da pane (in alto a sinistra rispetto al piatto).Se alternate antipasti freddi e caldi, questi ultimi vanno serviti per primi.Brodo, zuppe o creme si servono già versati nelle tazze o nel piatto fondo e non si offrono mai due volte.La pasta asciutta si serve su grandi piatti di portata e può essere servita una seconda volta. II pesce va presentato intero, pulito e diviso solo dopo. Arrosti e brasati vanno offerti già tagliati o divisi in pezzi.L’insalata deve essere servita in un piatto messo a sini-stra del commensale prima della pietanzache accompagna e, quando arriva sul tavolo, deve esse-re condita. L’insalata va condita in un recipiente non me-tallico: l’aceto e il limone, infatti, a contatto con il metallo possono dare al cibo un cattivo sapore. I contorni caldi vanno sistemati a decorazione del secondo. Gli sformati di verdure vanno serviti a parte.Se offrite due secondi (pesce e carne), intervallateli con un sorbetto al limone in coppette.I formaggi (almeno 4 tipi) vanno tolti dal frigo un’ora prima, liberati dagli involucri e disposti sull’apposito piatto o su un tagliere.Prima del dolce, il pane avanzato va tolto e le briciole spazzate via con la speciale spazzola o con una paletta d’argento. Dolci e gelati vanno serviti subito dopo il for-maggio e prima della frutta. Le torte vanno presentate intere, poi tagliate a piccole fette. La piccola pasticceria si porge su un vassoio al momento in cui si servono vini da dessert, caffè e liquori.
Consigli utili su come
apparecchiare una tavola
secondo il galateo di Marco Provinciali
In adesione alla Notte Tricolore che si
svolgerà tra il 16 e il 17 marzo
Il Comune invita
i ristoratori livornesi
a proporre menù
ispirati all’Unità
d’Italia
Il Comune di Livorno invita tutti i ristoratori della città ad aderire alla “Notte Tricolore” (fe-sta prevista per la sera tra il 16 e 17 marzo) pre-sentando un menù a tema riguardante l’Unità d’Italia o l’Anno Garibaldino.
Le proposte avranno “visibilità” nel portale
del Turismo del Comune di Livorno (www.turismo.livorno.it) e in generale nei momenti di informazione riguardanti il programma dei fe-steggiamenti livornesi per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.Gli chef nostrani avranno così la possibilità di sbizzarrirsi e farsi conoscere usando la fantasia ma cogliendo anche l’occasione per ripassare e far ripassare ai loro avventori la Storia del no-stro Paese, in maniera non paludata.Le proposte dovranno essere inviate entro il giorno 12 marzo all’Ufficio Turismo del Co-mune alla mail: [email protected] menù dovrà avere un prezzo preciso che comprenda anche le bevande e può essere proposto per la sera del 16 marzo, per le serate successive, ma anche per tutto l’anno.Per informazioni contattare l’Ufficio Turismo,
Giovani e Tempo Libero tutte le mattine dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e anche il martedì e il
giovedì dalle ore 15.30 alle ore 17.30 al nu-mero 0586 - 820.226 (chiedendo di Monica Pelagatti).
L’OIGA porta i
giovani imprenditori
agricoli al VinExpo
di Bordeaux
L’OIGA, “Osservatorio per l’Attività Impren-ditoriale in Agricoltura” con il contributo del
Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, offre l’opportunità a 30 giovani titola-ri di imprese agricole operanti nel settore della produzione del vino e delle sostanze liquorose, di partecipare gratuitamente alla manifestazio-ne fieristica Vinexpo 2011 che si svolgerà dal
19 al 23 giugno p.v. a Bordeaux (Francia).
Lo scopo è promuovere l’imprenditoria agrico-la giovanile e accrescere l’interesse dei giovani verso il settore primario presentando aziende agricole meritevoli. Possono partecipare alla selezione i giovani titolari di imprese agricole che svolgono attività di impresa sul territorio italiano, che abbiano la qualifica di impren-ditore agricolo o coltivatore diretto e un’età inferiore ai quarant’anni al momento della pre-sentazione della domanda. Scade il: 31 marzo
2011. Per ulteriori informazioni e per scaricare il bando consultare il sito: www.oigamipaf.it.
Notizie in breve
A tavola...
e non solo
Le ricette di Vermentino a Tavola
Un morso molto più che sensualedi Marco Provinciali
Il !nger food è uno di quei mud ur-bani che stà sempre più prendendo piede nelle nostra cultura enoga-
solo un movimento urbano a cui noi talvolta prendiamo parte assaggiando qualche delizioso bocconcino, oppure
questo trand ha una provenienza lontanissima che fonda le sue ra-dici nelle culture di alcuni popoli dalle tradizioni spesso esoti-
un movimento urbano di cui facciamo parte ogni qualvolta che ci apprestia-mo a consumare
un aperitivo in un qualsiasi locale. Il termine !nger food appunto sta ad indicare e, comprende, tra le sue parentesi tutte quei cibi e quei piatti che si possono consumare in un solo boccone. Quindi chi di noi si può sen-
Appartengono a questo movimento culinario cibi come la quiche, gli in-voltini primavera, le patate fritte, tutti quelle pietanze che spesso si trovano in un banchetto cerimoniale, ma an-che e, soprattutto autentici piatti da gourmet, dove la fantasia regna so-vrana nella realizzazione dello chef. Noi occidentali vediamo questo tipo di alimentazione come un movimen-to, una moda da seguire in quanto talvolta viene de!nita come la più sensuale delle mode culinarie; ma quali sono i popoli che per tradizione e storia consumano ormai da secoli le loro pietanze con il solo uso delle mani, omettendo quindi un qualsiasi utilizzo di utensili da tavola; coltello,
In molti dei popoli dell’Africa del nord il pasto viene consumato ad esempio attraverso il solo utilizzo delle mani.
La cucina etiope rappresenta forse al meglio una delle principali culture dove il mangiare con le mani non è visto assolutamente come una moda, ma piuttosto una tradizione. In Etio-pia infatti il pranzo inizia con un tipico rituale, il lavaggio delle mani. A tavola viene portata un brocca di metallo o terracotta contenente acqua, la quale viene versa-ta sulle mani degli ospiti. Subito dopo viene servi-ta la prima p o r t a t a , un leggero piatto di fermenti o siero di latte seguito da s p e c i a l i t à
piccanti. L’antica colonia italiana è solo uno dei tanti paesi dove si usa ancor oggi dividere con i commensali il proprio pasto, forse non proprio al-l’insegna dell’igiene, e forse nemme-no per moda, ma sicuramente anche in queste realtà di denota il principale intento della tavola, ovvero quello del-la condivisione.
Salvaguardare il patrimonio rappresentato dal vitigno del Vermentino e valorizzare i prodotti della terra e del mare che fanno la tipicità del territorio della provincia livornese. Con questo obiettivo la Provincia di Livorno ha promosso il concorso enogastronomico “Vermentino a ta-vola”, che ha animato l’estate della costa labronica con serate a tema nelle quali il profumo e il carattere del Vermentino hanno sposato le creazioni gastronomiche di dodici chef di altret-tanti ristoranti del territorio. Il concorso è stato realizzato con la collaborazione di Provincia di Livorno Sviluppo, nell’ambito del progetto europeo Ver.Tour.Mer., finanziato con i fondi del programma comunitario “Italia Francia Marittimo”.A distanza di pochi mesi, l’assessorato provinciale all’Agricoltura ha dato alle stampe “Le ri-cette di Vermentino a tavola”, un quaderno che raccoglie i cinquanta piatti ideati dagli chef che hanno partecipato al concorso. La pubblicazione presenta le ricette di tutte le portate (antipasti, primi e secondi, dolci a tema) realizzate nelle serate enogastronomiche che si sono svolte nel periodo agosto/settembre 2010.“La manifestazione - ha detto l’assessore provinciale all’agricoltura Paolo Pacini - ha riscosso un notevole successo di pubblico, con oltre 700 persone che hanno partecipato alle serate gustando i piatti cucinati con ingredienti, di mare e di terra, rigorosamente a km zero, accom-pagnati dai vini Vermentini del nostro territorio. ”.Attraverso il progetto Ver.Tour.Mer - che vede un ampio partenariato costituito, oltre che dalla Provincia di Livorno, dal Comune di Castelnuovo Magra, dalla Provincia della Spezia, dal Comune di Castagneto Carducci, dal Comune di S’Anna Arresi, dalla Camera Regionale del-l’Agricoltura di Corsica e dalla Camera dipartimentale dell’Agricoltura dell’Alta Corsica – si intende valorizzare un prodotto, il Vermentino, rappresentativo dell’intero bacino dell’alto Medi-terraneo. A sottolineare il successo del concorso sono anche le parole di Salvatore Marchese, presidente della giuria tecnica del concorso e curatore della pubblicazione. “Il sincero entu-siasmo di tutti gli interessati, ristoratori e produttori di vino, e l’indubbia qualità delle proposte enogastronomiche hanno consentito di fare di ogni tappa del concorso una piacevole serata conviviale, dove Livorno e i suoi dintorni, con i colori del tramonto e i profumi rassicuranti del mare e della campagna, hanno saputo dispensare momenti di autentico benessere”.Colori e fragranze che grazie a “Le ricette di Vermentino a tavola” chiunque potrà evocare cimentandosi ai fornelli per preparare piatti saporiti e profumati, da gustare rigorosamente con un buon Vermentino della costa livornese.Il quaderno “Le ricette di Vermentino a tavola” è scaricabile anche dal sito web della Provincia, all’indirizzo: www.provincia.livorno.it
Notizie in breve
Era nell’aria, stava nel-le cose, in
tanti volevano provarci e, alla fine, è successo:
anche Livorno ha il suo Brew Pub. Quello che in pochi si aspettavano era che arrivasse così presto un ricono-scimento importante come il primo premio al Concorso Birra dell’Anno 2011, indetto da Union Birrai. Il riconoscimento è stato assegnato, nella rispettiva cate-goria, alla birra Santa Giulia e si inserisce nell’ottima prestazione della pattuglia di Birrifici Toscani che in totale
portano a casa ben 7 podi (solo due i 1° classi-ficati: oltre al nostro PBC, Brùton di Lucca con
la sua Birra Bianca).Il Piccolo Birrificio Clandestino, primo micro-birrificio labronico DOC, ha aperto i battenti
nel mese di dicembre 2010 ed è nato dalla passione di un gruppo di amici, al momento composto da: Pierluigi, Stefano, Fabio, Alfre-do, Riccardo, Mauro e Luca. Si conoscono tutti e molte delle loro storie si intrecciano sul la-voro o nella vita privata. Anche la genesi del PBC non fa eccezione. Una giorno, tempo fa, Pierluigi, Home breve per passione da anni, e Stefano Pellegrini si ritrovano davanti ad un aperitivo e, tra un discorso e l’altro, buttano
giù il l’idea di un Birrificio Artigianale da aprire
insieme. Ma si sa, in relax e con un bicchiere in mano si dicono molte cose, che non sempre poi si traducono in esperienze concrete, restando piuttosto lì come sogni fatti per sorridere in-sieme … e invece no, stavolta va diversamen-te. Due settimane dopo Stefano lo chiama e gli dice: “ho trovato il fondo, partiamo?” nasce così la scommessa dei Clandestini, che dopo circa un anno e mezzo di lavoro vede la luce a ridosso dello scorso Natale. Un bel regalo non c’è che dire.Ma cos’è di preciso un Brew Pub: beh, in poche parole è un locale aperto al pubblico dove si produce la birra che viene servita ai clienti. Si differenzia da un birrificio tout court sotto vari
aspetti, tra cui uno dei più ovvi è che il grosso
della produzione viene destinato al consumo diretto nel locale. Al PBC si producono quattro tipologie di birre (in fusto e in bottiglia), al-meno per il momento, due chiare, una rossa e un’ambrata. Tralasciamo qui la scheda tecnica di degustazione dei singoli prodotti, ma senti-te questa: la loro birra più interessante, a mio
modesto avviso è proprio la già citata Santa
Giulia, che è, lo dico per i non livornesi, la santa protettrice della città, ma Giulia è anche
il nome della figlia del Mastro Birraio Pierluigi
Chiosi la quale, mi dicono, è la prima suppor-ter dei Clandestini! Insomma … è proprio vero che per un artigiano le proprie creazioni sono sante come il sorriso dei figli. Il locale si trova
in via Solferi-no, un buon indirizzo per bere una bir-ra e provare una piacevole cucina di ter-
ritorio. Info su: www.piccolo-birrificioclandestino.it
Per concludere mi viene da os-servare come la nascita del PBC si collochi in un contesto cultu-rale decisamente “in fermento” a Livorno.In città è presente infatti da
alcuni anni anche il Chestnut, in via della Madonna, locale di
mescita del noto birrificio Birra Amiata di Ar-cidosso (www.birra-amiata.it), oltre ad alcuni locali specializzati che contano decine, se non centinaia di etichette di qualità in carta e qual-che ristorante che propone abbinamenti birra-cibo davvero interessanti. Solo Firenze oggi è in grado di far meglio in Toscana. La proposta di prodotti di alto livello inoltre sta andando di pari passo con una certa professionalizza-zione del servizio e con una maggior consape-volezza da parte dei consumatori.Un connubio di elementi che sta facendo del capoluogo della nostra provincia un punto di riferimento per i veri beer lovers.
Renato Nesi
Al nuovo Piccolo Birrificio Clandestno il Premio Birra dell’anno 2011 e si moltiplicano i locali specializzati
Livorno città della Birra Artigianale
Il Titolare: Pierluigi Il Titolare: StefanoIl locale
Editore Associazione Promo Alta Maremma, Resp. Massimo Tanini
Costa Degli Etruschi News n. 8Direttore Responsabile Marica GalassiGrafica e styling Valentina CambiStampa Pacini Editore SpA Pisa
Tiratura mese di Marzo 10.000 copie
(N. Registro stampa 9/2010 Aut. del 23/07/2010)
Mensile distribuito gratuitamente da Livorno a Piombino
Redazione via S.Barbara n. 8/12, 57023 Cecina tel. 0586.685058 mail:[email protected]
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FORMULA DI CONSENSO PER TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Acquisite le informazioni dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003, ai sensi dell’art. 23 della legge stessa, IL/LA SOTTOSCRITTO/A conferisce il proprio consenso al trattamento dei propri dati personali.
Firma: ......................................................................................................................................................................................
7marzo 2011
“Natura Istruzioni
per l’uso” su Tv9
Negli ultimi anni sulle Tv private sono tor-nati di moda i programmi sull’avventura e il vivere a contatto con la natura, dove i protagonisti, si misurano con spedizioni nei posti più selvaggi del pianeta. Tv9 televisio-ne grossetana, in collaborazione con Roberto Magazzini, istruttore di sopravvivenza e trekking estremo, realizzerà un program-ma intitolato “Natura istruzioni per l’uso”
ambientato nei luoghi più belli della Val di Cornia, dove Magazzini, nelle vesti dell’ulti-mo sopravvissuto, insegnerà quelle tecniche fondamentali per vivere all’aria aperta e per risolvere situazioni di emergenza che posso-no capitare dalla semplice gita domenicale fuori porta sino al viaggio avventura nell’an-golo più remoto del pianeta. Magazzini ci spiega: “Sono stato contattato dalla direzione
della televisione grossetana per realizzare questo programma molto interessante,che si articolerà in una decina di puntate in location d’eccezione, dal parco costiero della Sterpaia alle anse più suggestive della Val di Cornia, dalle vette del Monte Calvi sino al vecchio convento del Romitorio, passando per il par-co di Montioni. Sarà come trasmettere le mie esperienze, che sono state moltissime, ai te-lespettatori, dalle isole deserte sino ai ghiacci della Marmolada, e poi i deserti africani e le foreste equatoriali. Naturalmente illustrerò vari argomenti molto interessanti come: la scelta dell’equipaggiamento, i nodi più im-portanti, come trovare l’acqua nel bosco, sulla spiaggia, spremendo le piante grasse, e come desalinizzarla dal mare. Faremo un ampio servizio sulle tecniche di accenzione del fuoco con tecniche primitive e moderne, realizzeremo una zattera con le canne che crescono sul fiume Cornia, ci addentreremo
nelle grotte di Montioni insegnando come ci si comporta in ambienti sotterranei, e anco-ra, costruzione di ripari di fortuna, come ci si addentra in una palude o in un pantano, costruzione di armi di fortuna come archi e frecce, lance e trappole. Poi ci sarà una puntata dedicata alle piante commestibili e officinali della macchia mediterranea. Da-remo dei suggerimenti da applicare ad ogni singolo individuo in caso di sopravvivenza nelle nostre zone.” Le riprese partiranno non appena il tempo lo permetterà. Vi terremo aggiornati sull’inizio del programma.
Notizie in breve
Un tuffo nella storia
Sono passati ormai migliaia di anni, da quando il nome vero di questo grazioso paese turistico della costa
etrusca, lo si pronunciava in latino antico e lo si scriveva negli atti territoriali come “Vadum”. Tradotto nella nostra lingua non signi!ca certo “Vada”, attuale nome del borgo, bensì “guado”. Questo insedia-mento, infatti, rappresentava un punto di approdo per i navigatori del mar Tirreno. Ancora più anticamente, come descritto dal poeta latino Nutilio Namaziano, la piana di Vada, piuttosto bassa rispetto al livello del mare, dava la possibilità di convogliare, tramite canali, l’acqua ma-rina necessaria per la produzione di sale, su cui la vicina città di Volterra basava la sua economia. I romani ne fecero una sorta di piccolo porto, più per la posizio-ne strategica che per la conformazione della costa. Le famose secche, situate poco lontano dalle spiagge vadesi, rap-presentavano, infatti, un pericolo per le imbarcazioni che vi s’imbattevano e fu-rono moltissimi i resti ritrovati nei vicini fondali, che parlano di navi incagliate e di arrembaggi impossibili. Ma la storia rac-conta anche di sbarchi illustri, nei pressi di queste secche, come quello della notte del 19 ottobre 1867, quando Giuseppe Garibaldi, giunse da Caprera, a bordo di una piccola barca, eludendo il controllo della navi regie che dovevano impedire la sua dipartita dall’isola. Tornando in epoca romana, troviamo anche citazioni degli illustri Tito Livio, Cicerone e Plinio il Vecchio, che ritraggono “Vadum” come scalo portuale di un certo spessore. No-nostante la grande quantità di reperti ro-mani rinvenuti nella zona, forse la testi-monianza più suggestiva è rappresentata dalla pietra chilometrica, posta al centro dell’attuale piazza, riportante il 287° chi-lometro dal Campidoglio di Roma. Qui i viaggiatori che percorrevano la tutt’ora
attiva Via Aurelia, una delle opere più ingenti ed antiche dell’uomo romano giunta dritta !no a noi, potevano incontrare una stazione di posta ed effettuare il cam-bio dei cavalli. Quella lunga strada che accompagna tut-to il tratto della costa degli etruschi giungendo !no al-l’antico centro del mondo e che oggi vediamo colma di macchine e motorini, una volta la si faceva a cavallo. Non c’erano né l’asfalto né distributori di benzina, ma c’era un immenso sentie-ro di pietre e terra e alcuni punti di ristoro, ricambio e alloggio per i viandanti. Vada era uno di questi oltre ad essere un sostanzioso guado per gli sbarchi navali. Il Medioevo gettò le sue om-bre anche sul centro abitato di Vada, i longobardi con-quistarono l’Italia intera e
quello che fu uno snodo commerciale im-portante !nì per essere un fortino inatti-vo in preda all’avanzamento delle maree e ai peggioramenti climatici. L’autorità delle repubbliche marinare si annoverò sul territorio, dapprima Pisa, poi Genova e di nuovo Pisa. Fino a che nel XVI secolo sono i !orentini, con la famiglia dei Lore-na, a prendere possesso della “piana di Vada” attuando un’opera ingente di boni-!ca e ad abilitare queste zone paludose. Nei primi secoli dell’anno mille, infatti, furono il fango e la malaria a farla da pa-drone, un territorio impervio e inabitabile circondava il centro del paese, fu proprio la dominazione !orentina a donare nuova vita al borgo e le grandi pinete che oggi circondano la zona ne sono la concreta testimonianza. La boni!ca dei territori vicini si protrasse nei secoli, !no alla decisiva opera degli enti locali durante il ventennio fascista e Vada giunge !no a noi come una piccola cittadina graziosa, meta di turisti italiani e stranieri, data la presenza di svariati campeggi. Il nostro “tuffo nella storia” si conclude nella leg-genda, un’antica storia medievale che ha il sapore fantastico della meta!sica. Si narra che, in tempi antichissimi, sulla piana su cui sorge Vada, si ergesse un insediamento umano ricco e importante chiamato “Val di Vetro”, i millantatori raccontavano che, nelle giornate di tra-montana in cui l’acqua è trasparente, si possono vedere i resti di quella cittadina sommersa dal maremoto.
Gianluca Parodi
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“L’universo e
Provincia”
di Vittorio Cotronei
V i t t o r i o Cot rone i vive a Montescu-daio dove i n s i e m e ad altri due soci p r o d u c e birra ar-tigianale, ma si de-dica, nei moment i
di attesa, alla scrittura che ritiene ap-punto “un ottimo rimedio contro la noia”. Grazie a questi momenti ha appena pub-blicato il suo secondo romanzo “L’universo e Provincia” (Felici Editori). Un romanzo ambientato nella zona della Val di Ceci-na e dell’entroterra volterrano, coinvol-gendo anche l’Isola del Giglio. Una storia frutto della sua fantasia ma che prende spunto da personaggi del luogo, partico-lari situazioni da lui vissute o che gli sono
state tramandate.Così l’idea del romanzo si concretizza e prende vita il protagonista “Marino”.“Marino vive in bilico tra queste due real-tà: Il mondo nel quale la sua triste e noio-sa vita si svolge, ristretto, soffocante e monotono, e l’universo sconfinato, l’infin-to che la sua anima percepisce, ma teme di scopire. Il suo è uno sguardo incredulo sull’inevitabile contrasto tra la bellezza del creato e la mediocre cattiveria del ge-nere umano, alla quale cerca di sfuggire ritirandosi nel piccolo paese di Montescu-daio, “il posto più bello del mondo”. Un
evento funesto costringerà Marino a scap-pare in sella alla sua Moto Guzzi del 1980 su un’isola dell’arcipelago toscano, divin-colandosi finalmente tra quelle catene
che non aveva mai trovato il coraggio di spezzare e imbattendosi così in bagliori di felicità. Ma non si può sfuggire dal proprio
destino, un destino che se non affrontato si ripresenta inesorabilmente...”
di Marica Galassi
Il Dott. Antonio Risecchi da 15 anni si occupa di arti marziali, dedicandosi al Ka-rate Shotokan, poi al Ju-Ji-tsu, in cui ottiene il brevetto di Istruttore di 1° livello, per passare poi al Takwondo, in cui raggiunge il grado di cintura blu. Dal 2001 si in-teressa di Difesa Persona-le. E’ laureato in Medicina e Chirurgia con Diploma di Posturologia. L’interesse verso le discipline di au-todifesa lo fa avvicinare al Krav Maga, di cui adesso è istruttore e rappresenta in Toscana l’“Accademia Krav Maga Italia”, inse-gna questa disciplina di difesa personale presso la palestra La Piramide di Cecina. Il Krav Maga non è un’arte marziale, ma una tattica per l’autodifesa con tecniche di combattimento corpo a corpo e per la pro-tezione di terza persona. Insegna ad affrontare i reali pericoli della strada, e con un’intelligente ed immedia-ta valutazione della peri-colosità dell’aggressione e delle circostanze si impara
a scegliere l’azione più op-portuna da utilizzare per salvaguardare la propria incolumità. Le tecniche del Krav Maga sono di estre-ma efficacia, istintività, condizionamento, velocità di esecuzione delle combi-nazioni fino all’eliminazione del problema, che può vo-ler dire: sia dileguarsi che colpire e fuggire o arrivare alla risoluzione più estre-ma. Si adatta ad ogni tipo di persona: uomini, donne, ragazzi, di qualsiasi corpo-ratura e peso. Il Krav Maga è nato in Israele negli anni ‘40 ad opera di Imi Lichten-feld per esigenze militari di sopravvivenza. Negli ultimi 50 anni si è evoluto e perfezionato sul campo di battaglia, durante le nu-merose guerre sviluppatesi in medio oriente. Fino a vent’anni fa era un esclu-sivo sistema insegnato esclusivamente ai reparti speciali dell’Israeli Defense Force e agli operatori della sicurezza nazionale. Suc-cessivamente, venne adat-tato per le esigenze civili ed insegnato negli ultimi dieci anni in molti stati del mon-
do, mantenendo sempre intatti i principi fondamen-tali per cui è nato. In Italia è stato diffuso a partire dal 1999 dal Maestro Philippe Kaddouch ex Istruttore del-l’esercito israeliano. Attual-mente il Krav Maga è stato adottato da molti reparti speciali militari e di Polizia al mondo, è in uso in alcuni reparti speciali in Italia, in alcuni comandi di Polizia locale, e in vari reparti del-l’Esercito. Dopo circa dieci anni, il Krav maga si è dif-fuso come metodo di difesa personale ed è insegnato nelle palestre italiane. Un aspetto che occupa circa il 50% dell’allenamento, è quello della preparazione psicologica. Il Krav maga nasce per una applicazione nel tentativo di sopravvive-re ad un’aggressione per strada o comunque non in palestra, per questo motivo la preparazione emotiva deve assolutamente far parte dell’addestramento globale.
Antonio Risecchi,
istruttore di Krav Maga
La piccola cittadina, antico insediamento etrusco, punto d’approdo romano, territorio di conquista e bonifica medioevale, tra la storia
e la leggenda
Vada: il guado romano al chilometro 287 dal Campidoglio
A tutte le donne Buon 8 Marzo !