N° 17 - Costa degli Etruschi News

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Il mensile gratuito Dicembre 2011 / Anno 2 - n. 17 www.costadeglietruschinews.com Gli alberi pensano al mare a pag 2 Sacerdoti Calciatori a pag. 3 La principessa dei dessert Loretta Fanella a pag. 5 Concerti di Natale a pag. 6 Appuntamenti a pag. 7 News © Solidarietà Gastronomia Cultura C he Mons. Simone Giusti, ve- scovo di Livorno, fosse una persona piena di carisma e passione lo si poteva intuire dalle sue molte iniziative di cui la stam- pa parla ma, che fosse così sem- plice e “uno di noi” da aprire la sua intervista parlando dei suoi sogni di giovane laureando, mette subito in chiaro la sua umanità, un pregio che anche la Chiesa sta sviluppan- do ogni giorno di più. Quello del 2011 sarà il suo quin- to Natale nella diocesi livornese: Dicembre, mese di fine, quella dell’anno, e di nascita, quella di Gesù, è il momento giusto per fermarsi a riflettere e tirare delle conclusioni. Concentriamoci sul futuro, sui bambini e gli adolescenti: lei ha seguito molti anni l’ACR, come vede la loro situazione attuale? Oggi purtroppo non c’è più la ga- ranzia per una famiglia che un figlio non cada in fenomeni di marginali- tà o di crisi. Il mio obiettivo è che ogni ragazzo arrivi a 20 anni sano. Da tenere sotto osservazione sono le amicizie: se c’è un gruppo in cui ci si sostiene a vicenda e si con- dividono valori, si potranno evitare gli eccessi perché si impara che la bellezza è altro, è dentro di noi. Ma se l’importante è l’apparire, sono le emozioni fini a se stesse, il rischio non è più un fegato conciato male, come poteva succedere in passato, ma un cervello bruciato, una vita rovinata per sempre. Allora come si costruisce un mondo accogliente per i più gio- vani? Occorre creare un’alleanza edu- cativa tra la famiglia, la scuola, le realtà sportive, la parrocchia. Non siamo mondi separati: con un ma- nifesto educativo comune si può arrivare a lavorare bene. Dobbiamo partire dai grandi valori della Costi- tuzione Italiana, in cui si sono fusi pensiero cattolico, laico, marxista, e costruire un progetto condiviso. Non c’è etica se non c’è un’epica: bisogna dare ai giovani un sogno, senza obiettivi non si può vivere pienamente! In una cultura che esalta solo le emozioni, la morte, il sogno da pro- porre è il bello, il buono, il vero. I giovani sono figli dell’attuale cultu- ra nichilista in cui i valori si negano. Ma se non ci sono valori, non c’è educazione. I giovani sono anche figli dei loro genitori: e se anche questi han- no perso le speranze? Non si può pensare che i genitori diano il buon esempio se il no- stro modo di comportarsi si basa sull’egoismo. Le coppie si lasciano perché “non si amano più” e i figli sono sballottati qui e là. Purtroppo nella nostra società l’egoismo si è elevato al sistema: quando nel 2008 Wall Street è crollato e ha fat- to partire la crisi che ancora oggi ci opprime, è successo perché alcune aziende hanno pensato solo ai pro- pri interessi e non alla collettività. Si può sconfiggere questo indi- vidualismo? Sì, se però apriamo gli occhi e co- minciamo a chiamare le cose con il proprio nome. Raggiunta la con- sapevolezza, occorre un sussulto valoriale e soprattutto cercare di ricordare che noi dobbiamo scon- figgere la morte: quello è il nostro vero nemico! La possiamo vincere vivendo, solo vivendo e aman- do. Studiamo, guardiamo i santi: persone morte, sepolte, ma che riescono a fare ciò che non riesce a nessun vivo. I miracoli non sono isolati, avvengono di continuo, in ogni latitudine, cultura, etnia: per quale motivo? Per testimoniar- ci che la morte si può vincere. Il sogno più grande è di vivere per sempre e costruire una civiltà dell’amore. Questo messaggio etico è uni- versale e sembra far trasparire la semplicità anche di una con- vivenza con le altre culture… Siddharta non era cristiano, è indu- ista, ma la sua biografia è simile a quella di San Francesco, ha fatto lo stesso percorso e le stesse espe- rienze. Lo Spirito Santo opera in tutti gli uomini di buona volontà, in chiunque abbia un cuore aperto, indipendentemente da etnia, cul- tura, religione. Perciò se guardia- mo oltre, ai santi, alla vita dopo la morte, la vera porta delle stelle, lo Stargate, è l’amore. Ci lascia un ultimo pensiero su questo Natale? Dio si è manifestato al mondo per quello che è, cioè la pienezza dell’amore, e non ha trovato rap- presentazione più adeguata se non quella di Maria e Gesù, una donna con il proprio figlio. Quello che ci fa sorridere è l’amore, è evidente che ci serva la felicità. Un vero politico dovrebbe pensare alla felicità della comunità, che è l’amore, che è Dio. Buon Natale e che Dio vi benedica! Paola Pavan Ragazzi, famiglie, religione: la società secondo Monsignor Giusti Senza obiettivi non si vive pienamente Giochi animati Il “Geppetto” Alan Steward dà vita a splendidi giochi di legno e dona loro il movimento. - leggi a pag. 2 - Latte espresso La rivoluzione del latte ci per- mette di berlo fresco tutte le mattine. Come? - leggi a pag. 5 - Chi l’avrebbe mai detto che tutti que- sti progetti sarebbero sfociati invece in una vocazione, nel sacerdozio fino a diventare Vescovo? Mentre racconta la sua vita, Mons Giusti sembra mol- to un amico d’infanzia che hai perso di vista e che ti dice “ma sai alla fine cos’è successo?”. Sorride spiegando che al terzo anno di università, archi- tettura su suggerimento del padre, con degli affetti e una vita già impostata su cui “proseguivo come un treno”, il Si- gnore ha cominciato a chiamarlo e a chiedergli di fidarsi di lui e di partire per un nuovo viaggio non previsto. Scherza dicendo “All’inizio ho pen- sato: sto troppo con i preti! Ma poi il buon Dio mi ha convinto che non era un condizionamento ambientale, era proprio il mio destino”. A giudicare dal seguito, il Signore aveva le idee chiare sul giovane laureando e il suo viaggio non ha poi virato di troppo: “Quando ho chiesto di entrare in seminario, il vescovo mi ha detto che prima dovevo laurearmi perché avevano bisogno di un prete che disegnasse chiese”. E così ora, oltre a guidare i fedeli, Mons Giusti continua a progettare e seguire cantieri. Sue le chiese di Cecina e del- la Mazzanta a Vada, suoi anche nuovi progetti per il Vaticano e per le reliquie di Papa Giovanni Paolo II. “I luoghi di culto devono essere con- cepiti per i credenti e impostati sulla struttura della liturgia. Mi piace defi- nire il mio stile, che guarda a Miche- lucci, Santi, Savioli, “architettura della diversità”, in cui ogni lato è diverso dall’altro, in cui fondo gli archetipi tradizionali delle chiese (campanile, abside, luce, colori..) con linee e ma- teriali contemporanei”. “Volevo sposarmi, avere 3 figli, far politica e diventare ingegnere” Eventi Dicembre Fantasia per tutti Ringraziamo Teresa Alberini che ci ha regalato i decori per questo nu- mero natalizio. Tutta la Redazione vi augura un Buon Natale e ci vediamo a Gennaio con una rinnovata voglia di raccontarvi il bello e il buono che ci circonda. Buona lettura! A squarciagola Gospel, cori tradizionali e un di- rettore a unificare le voci: il Na- tale è cantato! - leggi a pag. 6 - Mons. Giusti Processione S. Giulia 2In una cultura che esalta solo le emozioni, il sogno da proporre é il bello, il buono, il vero. Dobbiamo renderci con- to che l’egoismo in cui vivia- mo é anche causa di questa crisi della società. Prendendo consapevolezza di questo, oc- corre un sussulto valoriare: solo così potremo costruire una civiltà dell’amore.

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Il mensile gratuito Dicembre 2011 / Anno 2 - n. 17 www.costadeglietruschinews.com

Box UVA NERA 6x5 6-07-2010 17:13 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K

Gli alberi pensano al mare a pag 2

Sacerdoti Calciatori a pag. 3

La principessa dei dessertLoretta Fanellaa pag. 5

Concerti di Natale a pag. 6

Appuntamenti a pag. 7

News

©

Solidarietà

Gastronomia Cultura

Box Momenti Conviviali 6x5 6-07-2010 17:23 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K

Che Mons. Simone Giusti, ve-scovo di Livorno, fosse una persona piena di carisma e

passione lo si poteva intuire dalle sue molte iniziative di cui la stam-pa parla ma, che fosse così sem-plice e “uno di noi” da aprire la sua intervista parlando dei suoi sogni di giovane laureando, mette subito in chiaro la sua umanità, un pregio che anche la Chiesa sta sviluppan-do ogni giorno di più.Quello del 2011 sarà il suo quin-to Natale nella diocesi livornese: Dicembre, mese di fine, quella dell’anno, e di nascita, quella di Gesù, è il momento giusto per fermarsi a riflettere e tirare delle conclusioni.

Concentriamoci sul futuro, sui bambini e gli adolescenti: lei ha seguito molti anni l’ACR, come vede la loro situazione attuale?Oggi purtroppo non c’è più la ga-ranzia per una famiglia che un figlio

non cada in fenomeni di marginali-tà o di crisi. Il mio obiettivo è che ogni ragazzo arrivi a 20 anni sano. Da tenere sotto osservazione sono le amicizie: se c’è un gruppo in cui ci si sostiene a vicenda e si con-dividono valori, si potranno evitare gli eccessi perché si impara che la bellezza è altro, è dentro di noi. Ma se l’importante è l’apparire, sono le emozioni fini a se stesse, il rischio non è più un fegato conciato male, come poteva succedere in passato, ma un cervello bruciato, una vita rovinata per sempre. Allora come si costruisce un mondo accogliente per i più gio-vani?Occorre creare un’alleanza edu-cativa tra la famiglia, la scuola, le realtà sportive, la parrocchia. Non siamo mondi separati: con un ma-nifesto educativo comune si può arrivare a lavorare bene. Dobbiamo partire dai grandi valori della Costi-tuzione Italiana, in cui si sono fusi

pensiero cattolico, laico, marxista, e costruire un progetto condiviso. Non c’è etica se non c’è un’epica: bisogna dare ai giovani un sogno, senza obiettivi non si può vivere pienamente!In una cultura che esalta solo le emozioni, la morte, il sogno da pro-porre è il bello, il buono, il vero. I giovani sono figli dell’attuale cultu-ra nichilista in cui i valori si negano. Ma se non ci sono valori, non c’è educazione.

I giovani sono anche figli dei loro genitori: e se anche questi han-no perso le speranze?Non si può pensare che i genitori diano il buon esempio se il no-stro modo di comportarsi si basa sull’egoismo. Le coppie si lasciano perché “non si amano più” e i figli sono sballottati qui e là. Purtroppo nella nostra società l’egoismo si è elevato al sistema: quando nel 2008 Wall Street è crollato e ha fat-to partire la crisi che ancora oggi ci

opprime, è successo perché alcune aziende hanno pensato solo ai pro-pri interessi e non alla collettività.Si può sconfiggere questo indi-vidualismo?Sì, se però apriamo gli occhi e co-minciamo a chiamare le cose con il proprio nome. Raggiunta la con-sapevolezza, occorre un sussulto valoriale e soprattutto cercare di ricordare che noi dobbiamo scon-figgere la morte: quello è il nostro vero nemico! La possiamo vincere vivendo, solo vivendo e aman-do. Studiamo, guardiamo i santi: persone morte, sepolte, ma che riescono a fare ciò che non riesce a nessun vivo. I miracoli non sono isolati, avvengono di continuo, in ogni latitudine, cultura, etnia: per quale motivo? Per testimoniar-ci che la morte si può vincere. Il sogno più grande è di vivere per sempre e costruire una civiltà dell’amore. Questo messaggio etico è uni-versale e sembra far trasparire la semplicità anche di una con-vivenza con le altre culture…Siddharta non era cristiano, è indu-ista, ma la sua biografia è simile a quella di San Francesco, ha fatto lo stesso percorso e le stesse espe-rienze. Lo Spirito Santo opera in tutti gli uomini di buona volontà, in chiunque abbia un cuore aperto, indipendentemente da etnia, cul-tura, religione. Perciò se guardia-mo oltre, ai santi, alla vita dopo la morte, la vera porta delle stelle, lo Stargate, è l’amore.Ci lascia un ultimo pensiero su questo Natale?Dio si è manifestato al mondo per quello che è, cioè la pienezza dell’amore, e non ha trovato rap-presentazione più adeguata se non quella di Maria e Gesù, una donna con il proprio figlio. Quello che ci fa sorridere è l’amore, è evidente che ci serva la felicità. Un vero politico dovrebbe pensare alla felicità della comunità, che è l’amore, che è Dio. Buon Natale e che Dio vi benedica!

Paola Pavan

Ragazzi, famiglie, religione: la società secondo Monsignor Giusti

Senza obiettivi non si vive pienamente

Giochi animatiIl “Geppetto” Alan Steward dà vita a splendidi giochi di legno e dona loro il movimento.

- leggi a pag. 2 -

Latte espressoLa rivoluzione del latte ci per-mette di berlo fresco tutte le mattine. Come?

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Chi l’avrebbe mai detto che tutti que-sti progetti sarebbero sfociati invece in una vocazione, nel sacerdozio fino a diventare Vescovo? Mentre racconta la sua vita, Mons Giusti sembra mol-to un amico d’infanzia che hai perso di vista e che ti dice “ma sai alla fine cos’è successo?”. Sorride spiegando che al terzo anno di università, archi-tettura su suggerimento del padre, con degli affetti e una vita già impostata su cui “proseguivo come un treno”, il Si-gnore ha cominciato a chiamarlo e a chiedergli di fidarsi di lui e di partire per un nuovo viaggio non previsto. Scherza dicendo “All’inizio ho pen-sato: sto troppo con i preti! Ma poi il buon Dio mi ha convinto che non era un condizionamento ambientale, era proprio il mio destino”. A giudicare dal seguito, il Signore aveva le idee chiare sul giovane laureando e il suo viaggio

non ha poi virato di troppo: “Quando ho chiesto di entrare in seminario, il vescovo mi ha detto che prima dovevo laurearmi perché avevano bisogno di un prete che disegnasse chiese”. E così ora, oltre a guidare i fedeli, Mons Giusti continua a progettare e seguire cantieri. Sue le chiese di Cecina e del-la Mazzanta a Vada, suoi anche nuovi progetti per il Vaticano e per le reliquie di Papa Giovanni Paolo II. “I luoghi di culto devono essere con-cepiti per i credenti e impostati sulla struttura della liturgia. Mi piace defi-nire il mio stile, che guarda a Miche-lucci, Santi, Savioli, “architettura della diversità”, in cui ogni lato è diverso dall’altro, in cui fondo gli archetipi tradizionali delle chiese (campanile, abside, luce, colori..) con linee e ma-teriali contemporanei”.

“Volevo sposarmi, avere 3 figli, far politica e diventare ingegnere”

Eventi Dicembre

Fantasia per tuttiRingraziamo Teresa Alberini che ci ha regalato i decori per questo nu-mero natalizio. Tutta la Redazione vi augura un Buon Natale e ci vediamo a Gennaio con una rinnovata voglia di raccontarvi il bello e il buono che ci circonda. Buona lettura!

A squarciagolaGospel, cori tradizionali e un di-rettore a unificare le voci: il Na-tale è cantato!

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Mons. Giusti Processione S. Giulia

2In una cultura che esalta solo le emozioni, il sogno da proporre é il bello, il buono, il vero. Dobbiamo renderci con-to che l’egoismo in cui vivia-mo é anche causa di questa crisi della società. Prendendo consapevolezza di questo, oc-corre un sussulto valoriare: solo così potremo costruire una civiltà dell’amore.

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2 Dicembre 2011 www.costadeglietruschinews.com

news

Un itinerario per scoprire i centenari custodi dei boschi della maremma livornese

Viviamo in un territorio che guarda il mare mentre respi-ra il bosco. Una linea di co-

sta, quella degli Etruschi, che è un sentiero da percorrere alla scoperta di un paesaggio ininterrottamente mutevole. E così lo scoglio sfuma nell’arenile, il ginepro nell’olivo, il leccio nella vite, mentre le colline si concedono dolci e docili al mare.Allora è lecito chiedersi cosa pensi-no gli alberi! La risposta la dà Tizia-no Fratus nel suo ultimo libro: “Gli alberi pensano al mare. Itinerari nei boschi di Sassetta e nella Marem-ma Livornese”.Il poeta bergamasco ha presentato la sua opera lo scorso 6 novembre con una passeggiata - patrocina-

ta dal Comune di Sassetta - tra le aziende agrituristiche “Pian delle More” e “La Cerreta”, nell’equilibra-ta convivenza tra colture e boschi del Pian delle Vigne.Partenza da Pian delle More, dopo

un’ottima colazione offerta dalla proprietaria Lucia Guidoni. In pochi passi il bosco accoglie il gruppo dei partecipanti ammaliato dagli occhi brillanti e dal cespuglio brizzolato dei ricci di Tiziano Fratus, il “cerca-

tore di alberi”.Sughere, lecci e poi una fitta cer-reta verso una piccola collina di castagni dove ci aspetta “L’ingi-nocchiato”: un enorme castagno ultracentenario che deve il nome ad un suo grande ramo abbattuto da un fulmine e appoggiato in ginoc-chio all’imponente tronco con una circonferenza di 5 metri.Senza soluzione di continuità il bo-sco lascia strada ai vigneti vestiti dei colori d’autunno, inframezzati a Eucalipti e Cipressi dell’Arizona a testimoniare la grande biodiversità della flora italiana, seconda per va-rietà solo alla Russia.Mille aneddotti fra poesia e botani-ca ci portano verso La Cerreta ad ammirare un’insolita cerro-sughera di 350 anni che apre i suoi rami come un gigantesco candelabro dominando la vegetazione circo-stante.Un’esperienza da consigliare a tutti i lettori: appena un paio di chilometri per scoprire il nostro territorio e re-cuperare il rapporto con la natura.Forti sulle radici slanciamoci al cielo come fanno gli alberi mentre pensano al mare.

Francesco Venturini

Slogan Sociali

Pubblicità ResponsabileChi l’avrebbe mai detto che anche i pubblicitari avessero un santo patrono a cui votarsi… Che San Bernardino da Siena aiuti anche nell’ispirazione per la scrittura di slogan e jingle forse non si è certi, ma la vita del frate, nato a Massa Marittima l’8 Settembre del 1380, è talmente proiettata al futuro e alla comunicazione intelligente che non poteva non essere celebrata con un premio alla pubblicità socialmente responsabile.Il 5 Novembre 2011 si è tenuta la nona edizione del premio, nato nel 2003 da un’idea di monsignor Giovanni Santucci, a quel tempo vescovo in carica e organizzato dalla diocesi di Massa Marittima Piombino in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e l’Università degli Studi di Pavia. Ogni anno si ripete l’interessante occasione in cui convergono in città creativi, manager, accademici ed esponenti del mondo cattolico per affrontare un dibattito critico e il più possibile trasparente sul mondo della pubblicità.Anti conformista per i suoi tempi, Bernardino degli Albizzeschi, sacerdote dell’ordine dei Frati Minori, racconta ai suoi fedeli che il commercio non è così da temere: come tutte le altre occupazioni, può venire praticato in modo lecito o illecito e non è necessariamente fonte di dannazione. San Bernardino istruisce anche gli imprenditori sostenendo che, per essere onesti, devono essere dotati di quattro grandi virtù: efficienza, responsabilità, laboriosità, assunzione del rischio. Premiati quest’anno la campagna Dash con Unicef contro il tetano neonatale e la Fondazione Ania per il messaggio forte “Alla guida rispetta le regole per evitare di rispettarne di più dure”.

Il sentiero degli alberi pensanti BirdwatchingEsaurito, con oltre 70 richieste di par-tecipazione, il corso di birdwatching promosso gratuitamente dalla Provincia di Grosseto e dal Gruppo ornitologico maremmano. “Siamo soddisfatti della risposta che ha ottenuto questa inizia-tiva – commenta Patrizia Siveri, asses-sore provinciale all’Ambiente e alle Ri-serve Naturali – che dimostra il grande interesse che i cittadini hanno per il loro territorio.”

Progetto Natura SUVERETO. Roberto Magazzi-ni, istruttore di sopravvivenza di Suvereto, sarà il protagoni-sta di alcune puntate di Wild- Progetto Natura su Italia 1. “E’ una grande soddisfazione esser chiamato a raccontare le tecniche di survival ed ar-cheologia sperimentale. Lo spirito estremo, che era parte della mia giovinezza e che ora ho ripreso a 40 anni suonati, mi sta portando anche a col-laborazioni impensate con i reparti speciali delle tre armi, per i ragazzi che rischiano la vita nelle missioni di pace all’estero”.

Notizie flashIl Pian delle Vigne vestito d’autunno

“C’era una volta un pezzo di legno ...”CoSA Ci FANNo una stella ma-rina, un cinghiale e un fantasma al sole di una giornata invernale? Semplice, aspettano l’ultimo check del loro creatore! Alan Stewart, scozzese di nascita ma sassetano da 32 anni, produce giocattoli di legno nella quiete del suo casolare, immerso nei boschi di Sassetta.Per accedere al suo mondo basta spingere il cancello con l’insegna “Wooden Toys” e seguire la mu-sica, sino alla sua bottega dove ci aspetta in compagnia di modelli e sagome per le sue creature.

UNA CreAtività A CoNdUzioNe FAmiLiAre: Alan e la moglie Jane con l’aiuto del figlio Tommy sele-zionano e suddividono i vari tipi di legno dai quali prendono forma i loro giocattoli. Per lo più olivo re-perito in zona con il suo profumo e il fascino delle venature ma an-che cipresso, abete, bambù e vite. Ognuno scelto per le sue qualità, ognuno impiegato per parti e scopi diversi.

iL primo bALoCCo viene realiz-zato per la figlia Catrina 26 anni

fa: un magnifico cavallo a dondo-lo creato nell’armonia di curve e incastri che stupisce anche il neo Geppetto. Dopo il cavallo una pa-pera, una casa per le bambole, un garage per la macchinine e poi al ritmo di un nuovo elemento ogni anno la produzione Stewart arri-va a mettere a catalogo più di 40 soggetti.Animali del mare, del bosco, del cielo ma anche paesaggi e oggetti inanimati. O meglio animati! Una delle caratteristiche peculiari dei giochi di Alan è infatti il movimen-

to: molle, effetti yo-yo, avvitamen-ti, flessuosità elastiche, incastri ed equilibrio danno un magico dina-mismo ad ogni giocattolo.Sfruttando in maniera geniale in-clinazione, torsione e forza di gra-vità si possono piegare le leggi fi-siche alle logiche del divertimento! E così un serpente può uscire da un uovo semplicemente bussando con le dita, i cavalli di una giostra girare grazie a nastri di stoffa men-tre il picchio scende dall’albero e il polpo slancia i suoi tentacoli.

FrA Le Novità 2011 troviamo il cinghiale nato dalle mani di Tom-my e i sorprendenti paesaggi che prendono vita da un semplice cioc-co di olivo: un rapido movimento e le case del borgo spuntano come per magia. Tutti i giochi prodotti sono pezzi unici e frutto di molte ore di lavoro prezioso e curato. E sono tutti in vendita eccetto i “nu-meri zero” che restano a casa dei loro creatori.

Chi FoSSe iNtereSSAto a fare un regalo di Natale unico, creativo

e originale può trovare il giocatto-laio magico nei numerosi mercatini artigiani con il suo banchetto: il 4, l’8 e l’11 dicembre a Suvereto (LI) in occasione della Sagra del Cin-ghiale, il 17 dicembre direttamente a Sassetta per “Na Tale e Quale”. In alternativa basta chiamare lo 0565/794312 e andare a trovare Mr. Alan Stewart a casa sua e co-noscere un artigiano del legno nel suo ambiente naturale.

Francesco Venturini

Dalla Scozia a Sassetta la magia dei giochi in legno di Alan Stewart

I colori delle balene Cinghiale con stella marina e murena

2I boschi della Maremma sono tesori da scoprire: il paesaggio muta in pochi metri. Sughere, Lecci, Eucalipti e Cipressi dell’Arizona testimoniano la grande biodiversità della flora italiana, seconda solo alla Russia

La Merenda Box 23-06-2011 13:19 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K

Alan e il coccodrillo

Il castagno ultrasecolare detto “L’Inginocchiato”

Il cercatori di alberi racconta....

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Obiettivi e progetti del “mister” più atipico del mondo del calcio

136 partite complessive, circa 30 all’anno, 180 componenti in tutta Italia, migliaia di persone aiutate con svariati progetti umanitari: questi sono solo alcuni numeri di un’or-ganizzazione originale, speciale, unica nel suo genere, questi sono i numeri della Seleçao InternazIonale SacerdotI calcIo. Il curioso proget-to nasce nel 2005, da un’iniziativa di Moreno Buccianti, già calciatore ad ottimi livelli e allenatore. Un perso-naggio dinamico, un vulcano di idee, lo si capisce anche solo dalla voce, sicura ed energica, piena di entusia-smo quando ci parla del suo “nuo-vo”, insolito, lavoro non retribuito. Allenatore, selezionatore, magazzi-niere, massaggiatore, organizzatore, ora anche presidente, tutto questo rappresenta Moreno per quei preti appassionati di calcio, che hanno la possibilità di coltivare il loro amore per il pallone, giocando partite in tutta Italia e non solo. “l’obIettIvo è rIuScIre a creare

un’ampIa roSa nazIonale dI gIoca-torI, dIvISI per regIonI, dI modo che, SpoStandoSI In ognI parte dI ItalIa, poSSIamo avere una formazIone per affrontare glI ImpegnI, le manIfeSta-zIonI e permettere a tuttI I pretI, che SI SpoStano a loro SpeSe, dI poterSI dIvertIre col loro Sport preferIto.” Ma c’è molto di più sotto tutto que-sto, ci sono progetti ancora più gran-di ed esaltanti nella testa di Moreno, la smisurata passione dell’allenatore si trasforma in voglia di trasmetterla e permettere che questa venga col-tivata, anche dai più sfortunati, che sembrerebbero impossibilitati dalle guerre e dalla povertà. “Grazie alla preziosa collaborazione della Diomira Travel, agenzia di pel-legrinaggi, nella persona specifica di Adriana Sagilli, siamo riusciti ad approdare in Palestina, dove ab-biamo preso contatti con due delle principali autorità del panorama socio-politico del territorio. rajub jubrIl, preSIdente della federazIone

calcIStIca paleStIneSe e del comItato olImpIco e padre IbrahIm faltaS, eco-nomo della cuStodIa dI terraSanta e preSIdente della football accademy, hanno SpoSato la noStra InIzIatIva: coStruIre un campo da calcIo In pa-leStIna per permettere aI bambInI dI poter Imparare a gIocare In un terre-no dI gIoco vero, tutto per loro.” Questi nobili intenti sono stati ab-bracciati anche da alcune persona-lità di spicco del mondo del calcio, molti ex importanti giocatori come Centofanti, Nappi, Bortolazzi, De Fidio e Lopez si stanno prodigando per collaborare al progetto. I con-tatti di Buccianti, con una grande azienda olandese di costruzione di campi sintetici, hanno portato buo-ni frutti. Grazie anche alla preziosa collaborazione di Franco Prosperi, presidente della ditta “Campi Ver-di”, il 6 dicembre di quest’anno, in occasione della seconda edizione del torneo “Diomira Cup”, che ve-drà impegnata la selezione dei preti

italiani, sarà portata la prima zolla di erba sintetica in Palestina. “Sarà come il primo mattone di una grande costruzione, sarà il punto da cui partire per regalare un sogno a centinaia di piccoli calciatori cristia-ni e musulmani.” Perché nel calcio non ci sono barriere religiose né razziali, è uno sport, una passione, un amore per persone di ogni età ed estratto sociale, è un gioco, un divertimento e a nessun bambino si può proibire di giocare. La visibilità della nazionale dei sacerdoti, intan-to, sta crescendo, in questi ultimi giorni Moreno ha esposto le sue ini-ziative presso alcune delle principali radio nazionali ed è in procinto di in-tervenire anche sui prestigiosi canali televisivi di Sky Sport. Ricordando il prossimo, imminente impegno il 17 dicembre ad Asciano (Siena), non ci resta che fare un grosso “bocca al lupo” a Moreno e al suo strano team di giocatori speciali, per tutti gli impegni venturi e soprattutto per i progetti che sono già campioni in solidarietà e beneficenza.

Gianluca Parodi

Una famiglia in musicaè dicembre ed in molti, per non dire quasi tutti, stiamo aspettando il tanto atteso periodo natalizio. Giornate di unione e condivisione passate spesso anche ascoltando note di musiche e canzoni dai suoni familiari e defini-te talvolta di ricorrenza; è per questo quindi che abbiamo deciso di riportarvi su queste righe la storia di Mauro Pe-rigozzo pianista di una famiglia tutta musicale. Mauro che vive a Castiglioncello è una persona cui piace la stabilità e la tran-quillità ed è per questo che da ormai un bel po’ di anni ha deciso, dopo tanto girovagare, di fermarsi nella tranquilla località livornese. Dicevamo pianista di una famiglia tutta al musicale, si perché Mauro è il quarto di sei fratelli che si occupano tutti esclusivamente di musica, una vera e propria orchestra composta da due pianisti, un flautista, un’arpista, un violoncellista e un violi-nista, che un po’ sparsi in giro per il mondo riescono, grazie al loro talento,

tutt’ora a vivere di sola musica.

Per riuscire a vivere in tempi di crisi di sola musica bisogna essere dav-vero bravi, no?“Se siamo bravi o meno devono es-sere gli altri a dircelo, sicuramente sia io che i miei fratelli abbiamo dedicato tutta la nostra vita alla musica. Ciò è merito di nostro padre, chitarrista di-lettante, che sin da quando eravamo piccoli ha voluto che ci dedicassimo allo studio della musica, e così è stato per tutta la vita. Adesso indubbiamente senza musica non saprei vivere e non solo per una questione economica ma anche sicuramente perché la musica ormai fa parte della mia vita. Riuscia-mo a sopravvivere non certo attraverso onerosi stipendi che riceviamo. Per la cultura e per la musica in generale vengono riservate sempre meno risor-se economiche; ma, quantomeno per la mia esperienza, riesco a mantenere una vita dignitosa grazie a serate in cui mi invitano a suonare e grazie alle

lezioni private di piano che svolgo qua nella mia casa-ufficio.”

Sei anche un compositore vero?“Si, soprattutto compositore. Mi dedico in special modo al jazz moderno ed al cuban jazz, devo dire che sono un vero e proprio amante dei ritmi latini in ge-nerale. Di recente è uscito il mio ultimo disco “through the looking glass” che ho inciso insieme a Matteo Scarpettini e con la collaborazione del grande sas-sofonista Stefano “Cocco” Cantini. Inol-tre ultimamente mi sto dedicando alla composizione di musiche per film muti. Lo scorso anno grazie alla commissio-ne studi commedia all’italiana ho scritto la musica del film “aurora” ed adesso grazie sempre alla solita commissione mi sto preparando per la scrittura delle note musicali del “Monello” di Chaplin, film che verrà proiettato nella mattina del 12 febbraio presso il teatro comu-nale Solvay in occasione di un incontro dedicato ai ragazzi delle scuole del territorio”.

La musica può salvare il natale?“ Ti rispondo con Platone: la musica è la migliore medicina dell’anima”

Marco Provinciali

“Undici Sacerdoti in campo”

Teresa è timida e delicata come i per-sonaggi che escono dalla sua matita. Colori tenui ma tratti ben definiti ca-ratterizzano molte delle sue illustra-zioni, regalo indirizzato soprattutto al pubblico dei piccini ma che affascina anche gli adulti, forse timidi quanto lei ad ammetterlo.Per scoprire Teresa alberini potete fare un salto alla biblioteca dei ragazzi di Campiglia Marittima o cercarla nel mondo di internet: quello che vedrete è il riflesso della sua personalità ma in realtà a conoscerla di persona si capisce che c’è molto di più.Dopo il liceo artistico di Cecina, dove “si disegnava, si disegnava, si dise-gnava… ma è indispensabile per farsi la mano”, Teresa sceglie l’Accademia di Belle Arti a Firenze, indirizzo sce-nografia. Da Dove nasce la Tua vena arTisTica?“Dev’essere nel DNA: mio padre mi ha dato il senso della praticità, mentre la parte materna ha portato la creativi-tà e il fascino nei confronti dell’arte. Mia madre, Donatella Salvestrini, ha studiato anche lei in Accademia ma poi ha scelto il Conservatorio e si è dedicata più alla musica: anche ora insegna canto. Sua sorella, mia zia Paola invece è una pittrice. Io da pic-cola giocavo con crete e colori, ogni superficie mi era concessa, perfino i muri! Insomma crescendo circondata da arte, non potevo non amarla”.Hai un maesTro cHe Ti Ha iniziaTo?“Beh, diciamo di sì, anche se in realtà non mi ha insegnato disegno. E’ stata la conoscenza del mio professore di scenografia, Massimo Mattioli, che mi ha avvicinato al mondo dell’illustrazio-ne per ragazzi. Lui è molto attivo an-che a Campiglia: collabora con il festi-val di teatro di strada ApritiBorgo”.PunTa Della maTiTa sul foglio e via, oP-Pure ci vuole Di Più Per creare le Tue figure?“A volte l’ispirazione arriva in un mo-mento e subito mi metto ad abbozzare l’idea. Altre volte, soprattutto quando lavoro su un progetto assegnato da altri, mi serve un aiutino… Allora mi guardo intorno nella natura, sfoglio libri, navigo anche su internet”.Per cHi crei i Tuoi Disegni?Molti lavori sono stati fatti per comuni o istituzioni, spesso li preparo anche nei corsi di illustrazione che frequen-to, a Macerata e Sarmede, cittadina molto conosciuta nel mio settore. A volte i miei lavori vanno a diversi con-corsi, come “Scarpetta d’oro” o “Syria Poletti: sulle ali delle farfalle”.Grazie Teresa, anche per questo rega-lo ai nostri lettori: Buon Natale a tutti!www.teresaalberini.blogspot.com

Paola Pavan

Colori e Fantasia

news

Illustrazione di Tesera Alberini

I Sacerdoti in Terra Santa Consegna della maglia a Del Piero

I Sacerdoti in Terrasanta Foto

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gastronomia e ...

dintorni

Radicofani Siena

Griffe d’Arte - www.griffedarte.it Arazzi su tela - Paesaggi Toscani

Chi non li vorrebbe come amici! E’ già un sogno avere tra le amicizie un cuoco, ma a Follonica ne co-nosci uno e lui arriva con altri 42 colleghi…Eh sì, nell’Associazione Ristoratori Città di Follonica sono in 43, tutti chef, che testimoniano quanto a volte la crisi possa essere veramente fonte di opportunità.

un’associazione sPonTanea in un seT-Tore commerciale non è così facile Da sTruTTurare, bisogna meTTer Da ParTe la concorrenza Per logicHe Più alTe: come ci sieTe riusciTi?“Il periodo non è dei migliori e, guardandoci attorno, abbiamo in-crociato gli sguardi. L’unione fa la forza e il nostro successo speria-mo sia di buon esempio e auspicio anche per altre situazioni simili” – spiega il presidente Stefano Ber-tolai - “Già nel primo anno abbia-mo raggiunto importanti traguardi e non solo nella partecipazione ma anche nello sviluppo di iniziative sociali o anche più prettamente commerciali”.

Quali sono i vosTri “buon ProPosiTi”?”Il nostro statuto parla chiaro: vo-gliamo sostenere e diffondere una coscienza di qualità e di professio-nalità nel nostro lavoro. Abbiamo già organizzato corsi e investiremo

sulla nostra formazione. Poi di pri-maria importanza è la diffusione della conoscenza dei prodotti agro-alimentari e vitivinicoli del com-prensorio toscano: come partner

abbiamo già per esempio la Strada del vino Montereggio”. ingreDienTi PrinciPi allora sono Quelli Del TerriTorio?“Certo! Parole d’ordine sono filiera corta e chilometri zero. Vino, olio,

ma anche per esempio il pescato, che arriva direttamente dal bellis-simo mare di fronte a noi”.uTilizzare e valorizzare ProDoTTi Di QualiTà sPesso non inconTra la consa-

Pevolezza Del Pubblico: come affron-TaTe la QuesTione? “Sappiamo che spesso la cultura alimentare non è sviluppata nella maggior parte della gente ma è sicuro che comunque ci sia molta

curiosità e apertura ad ascoltare. Anche per questo abbiamo deciso di investire in primis nella nostra formazione e non solo sulla cuci-na ma anche sul personale di sala,

che per primo accoglie e poi spiega i piatti ai commensali. Se siamo noi ben preparati possiamo poi diffon-dere questa cultura anche nel con-sumatore finale”.nei vosTri inTenTi c’è Quello Di aiuTare la Promozione Della ciTTà Di follonica: come vi sTaTe muovenDo?“In un anno abbiamo distribuito 50.000 mappe in cui sono segnati i nostri ristoranti ma che ovviamente presentano anche la nostra città. E poi abbiamo organizzato eventi: ne abbiamo uno annuale il primo venerdì di maggio e poi iniziative e serate a tema. Abbiamo avuto la settimana dei bambini gratis, la settimana del gusto, la serata del Pesce Azzurro. Stiamo ora guar-dando a delle opportunità per far-ci conoscere all’estero: è in arrivo un gemellaggio con alcune cucine straniere. Anche il nostro sito web può servire non solo a noi ma an-che alla promozione della nostra zona”.

Paola Pavan

Birra artigianale Toscana alla ribal-ta al Mondiale della Birra di Stra-sburgo: Medaglia d’oro per la “Ba-starda Rossa” del Birrificio Amiata di Arcidosso.

PeR Il MAStRo BIRRAIo ClAu-DIo CeRullo, il riconoscimento più importante mai ottenuto: “Un premio così non lo avevamo mai vinto. Quando abbiamo appre-so la notizia, in diretta, eravamo increduli. Facciamo sempre del nostro meglio. Alcune volte i rico-noscimenti arrivano, altre no, ma cerchiamo sempre di migliorarci, di fare birre più buone, soprattutto nel rispetto di chi la birra la compra e la consuma”.

La kermesse alsaziana è tra le più prestigiose in calendario, vi parte-cipano produttori da tutto il mondo. Ha la particolarità di non valutare birre legate a stili specifici, ma pro-muove quelle pensate per “guar-dare al futuro”.

lA BAStARDA RoSSA, Birra gros-setana Doc, viene prodotta con le castagne del Consorzio Monte Amiata, essiccate per 48 giorni in “metati”, essiccatori di pietra dove le castagne vengono aromatizza-te con il fumo di legni di faggio e castagno. Uno stile sicuramente particolare e, a dire il vero, molto italiano. Sicuramente difficile da valutare.Doppia soddisfazione per il risul-tato ottenuto: “Senza contare – si schernisce Claudio – che in ogni vittoria c’è una certa dose di for-tuna. Basta infatti un piccolo pro-blema di conservazione della botti-glia, magari legato semplicemente al trasporto, per compromettere un buon giudizio”.

ReStA Il FAtto che avere in bat-teria una birra Campione del Mondo permette agli artigiani grossetani di contribuire alla valorizzazione di un prodotto del loro territorio, che a breve sarà festeggiato con un evento nel comune di Arcidosso. Complimenti dunque, per dirla con una battuta di un collega birraio, “ad uno dei birrifici più sottovalu-tati d’Italia”.

Renato Nesi

Una birra toscana sul tetto del mondo. Birra Amiata vince il Mundial de la Biére a Strasburgo con la sua Bastarda Rossa

Uniti per promuovere cibi e territorio

Una passeggiata nelle stalle di un’azienda anticamente moderna

La rivoluzione del LatteSplende un tiepido sole sulla campagna di Rosignano Marit-timo, guardando i campi arati e le colline ricoperte di boschi sembra di essere catapultati all’interno di un quadro impres-sionista, nell’aria fredda del mat-tino, Andrea ed Antonio, svegli dall’alba, camminano nei pressi della stalla dove un centinaio di mucche hanno appena donato il loro miglior latte. Il latte fresco, è questo l’oro bianco dell’azienda agricola e agrituristica “Il Gio-go”, un’impresa a totale condu-zione familiare, che si tramanda ormai da un paio di generazioni, un po’ come succedeva una vol-ta. Abbiamo incontrato due dei tre responsabili della proprietà, che ci hanno accolto e condotto nelle strutture dove il loro lavoro quotidiano si trasforma in pro-dotto finito, pronto per essere venduto. La famiglia Farabollini possiede circa 50 ettari di terra nella località Maccetti, un cen-tinaio di mucche pascolano sul territorio ed ogni giorno riescono a produrre una media di 35 litri di latte ciascuna, in due diversi momenti di mungitura. Si pro-ducono olio, vino e cereali, ma ciò che più desta curiosità è il particolare, innovativo, sistema di commercio del latte fresco. Qui la tradizione si mescola alla tecnologia e alle nuove dinami-che di mercato: una parte del latte dell’azienda, appena mun-

to, viene venduto direttamente ai consumatori, tramite distributori automatici nel centro dei paesi di Rosignano Solvay e Cecina e nella città di Livorno. Il metodo è tanto semplice quanto sorpren-dente: ad ogni mungitura, una parte del latte prodotto, moni-torato e sottoposto a scrupolosi controlli, viene refrigerato, por-tato a una temperatura inferiore ai 3 gradi, inserito in grossi con-tenitori d’acciaio e trasportato direttamente nei vari distributori automatici. Il contenitore viene cambiato per due volte al giorno ed il latte risulta più economico, genuino, nutrizionalmente più valido e buono per una durata di circa 72 ore dall’acquisto. Que-sto sistema, oltre a soddisfare le richieste di centinaia di consu-matori che chiedevano di poter acquistare il loro latte appena munto, permette all’azienda di avere introiti di-retti ed immedia-ti, mantenendo il commercio con le grandi aziende compratrici a cui finisce, comun-que, la maggior parte del latte prodotto. E chis-sà cosa avrebbe-ro pensato gli avi della famiglia Fa-rabollini, che ac-quistarono quelle

terre brulle ed incolte qualche decina di anni fa, vedendo i loro pronipoti vendere il latte nei di-stributori automatici? Sicura-mente se qualcuno gliel’avesse detto non c’avrebbero mai cre-duto, avrebbero scosso la testa, divertiti, sostenendo che nessu-no, apparte il contadino, poteva ritrovarsi sulla tavola del latte appena munto, ma si sarebbe-ro sbagliati perché con questo nuovo metodo possiamo averlo anche tutti noi.

Gianluca Parodi

Bastarda Mondiale!

Presidente Mondiale della BirraBastarda Rossa

Lavorazione del latte Foto

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L’allevamento

Durante l’evento

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Come Alice ha gli occhi azzurri, i capelli biondissimi e una fantasia straordinaria. Il suo paese del-le meraviglie è il suo laboratorio dove passa dalle 8 alle 13 ore tut-ti i giorni. Come Alice ha a che fare con cappellai matti, i geniali chef con cui ha lavorato: Carlo Cracco, Fabio Tacchella, Oriol Balaguer e i maghi della cucina molecolare, i fratelli Ferran e Al-bert Adrià.Ma a differenza di Alice però, lei il Bianconiglio, sempre in ritardo, non lo segue: gli corre davanti! Perché Loretta Fanella ha sem-pre saputo ciò che voleva e l’ha sempre ottenuto quando l’aveva programmato. Classe 1980, dopo l’alberghiero a Fiuggi inizia una maratona che farebbe rabbrividire un atleta olimpionico: da Verona a Mila-no, poi nel tempio della cucina a Barcellona, città in cui incontra il futuro marito, livornese, con il quale ho programmato un’attività insieme, il Caffè Mamà in via Co-gorano, un matrimonio e un figlio, Giulio, nato da pochi giorni. Nel frattempo, rientrata in Italia è sta-ta in forza all’Enoteca Pinchiorri, è diventata insegnante e ha scritto anche un libro.C’è da chiedersi come fa… Beh, con tanto lavoro e tenacia: d’al-tronde è una pasticcera ricono-sciuta a livello mondiale e la sua professione, si sa, è creatività allo stato puro mixata con la massima precisione e disciplina.Quando è nata la sua passione per i dessert? Diciamo da subito, la mia prima torta fu per festeg-giare il primo anno di mia sorel-

la minore, ed era il 1991. Così iniziai: tutte le torte di compleanno in famiglia erano mie.Cosa le piace più del suo lavoro?Il lavoro stesso. Pensare ad un’idea, pensare come realizzarla, crearla e servir-la. Stupire il commensale e veder rientrare il piatto del dolce in cucina bello spaz-zolato.Qual è il suo dolce della memo-ria? Che dolce della tradizione la diverte fare? Il Sottobosco, un dessert al cioccolato creato per partecipare a Identità Golose nel gennaio 2007 per la Valrhon, grande azienda che produce cioccolato in tutto il mondo. Mi ha dato molti riconoscimenti perché esteticamente è geniale, studiato

al minimo particolare ed è buono perché tutto a base di cioccola-to. Il dolce della tradizione che mi piace fare è la classica Torta di mele, morbida e ricca di mele.So che preferisce il salato: ma delle sue creazioni quale non ri-esce proprio a non mangiare?Mah non c’è una cosa ben pre-cisa, quando lavoro e preparo le mie basi, assaggio un po’ di tutto

per evitare errori.Nelle sue mani gli ingre-dienti si trasformano in giochi, animali, paesag-gi: quanto conta l’ispi-razione e quanto invece la manualità? Entrambi sono importanti. L’ispira-zione secondo me è una cosa innata, a volte anche solo un sogno può sti-molarti un’idea geniale, o guardare fuori dal finestri-

no del treno durante un viaggio può raccontarti qualcosa, ma c’è chi lo intuisce e chi no. Poi la ma-nualità ti rende perfetto e stabili-sce se l’idea è realizzabile o no. I dessert devono essere possibili da realizzare e buoni da mangiare, spesso la semplicità è la cosa più difficile.C’è mai stato un dolce o una

forma che voleva creare e che non le è riuscita? Si, accidenti, ho ancora un sogno che ho fatto 3 anni fa che non sono mai riuscita a realizzare come avrei voluto.Qualche incidente buffo in cu-cina che si può raccontare? Quando lavoravo da Ferran, mi ricordo che lui odiava i rumori in cucina, lo rendevano isterico. Un giorno passavo per la cucina verso la pasticceria con in mano una pentola. Mi cadde e fece un rumore enorme. Io mi abbassai a raccoglierla. Lui non mi vide per-chè ero chinata e se la prese con un altro ragazzo che era lì vicino a me .E’ gelosa del suo laboratorio? O si possono usare i suoi strumenti? Sono gelosa delle mie cose, ma non perché non le voglio prestare, ma perché so che se le prendo-no non me le rendono mai come prima, io sono molto precisa e ci tengo all’ordine ed alla pulizia, e quando qualcuno lavora nel mio posto io me ne accorgo immedia-tamente.3 aggettivi per i suoi dessert. 3 aggettivi per descriversi. Belli, raffinati, buoni. Sensibile, tenace e tosta. Ne aggiungo un altro, di-sponibile.Ci dà un consiglio per il dolce di Natale? Una cosa semplice però…. Io sono amante del pan-doro, mi piace mangiarlo appena caldo perché riprende tutta la sua morbidezza. Buonissimo ac-compagnato con dello zabaione appena montato con dei lamponi freschi.

Paola Pavan

I MIEI FIGLI ed i Biscotti per Babbo Natale

Rubrica per tutte le mamme moderne che hanno poco tempo per cucinare ma che non si arrendono ai pranzi surgelati!

Alice 6 anni e mezzo e Leonar-do 3 anni sono i veri chef ed insieme prepareremo i biscotti per Babbo Natale. Per i miei figli cucinare è il gioco più bello del mondo,è un momento veramente importante,ognuno di loro mette in campo le proprie capacità, creano qualcosa di reale che vie-ne condiviso e apprezzato da tut-ta la famiglia. La vigilia e lasciano i biscotti sul camino per Babbo Natale, insieme ad una tazza di latte e un bicchiere di grappa….. questo è un suggerimento del nonno! Babbo Natale adora i bi-

scotti, li finisce sempre!!!

Dose per 6 persone:250 gr di burro500 gr di farina4 tuorli di uovo

200 gr di zucchero2 cucchiaini di lievito per dolciDecorazioni alimentari da dolciStampi da biscotti ( vanno be-nissimo anche gli stampi per il dido).

PRePARAZIoNe:Lavorare il burro a temperatura ambiente con lo zucchero ed i tuorli d’uovo, aggiungere la fari-na, il lievito e lavorare a mano per 10-15 minuti. L’impasto ottenuto si avvolge nella pellicola traspa-rente e si lascia riposare in frigo per un’ora. Si toglie dal frigo e si

mette tra due fogli di carta da for-no e con un mattarello si stende fino ad avere un altezza di circa 1 cm. Si toglie il foglio di carta su-periore e con gli stampi si fanno

le forme desiderate per i biscotti. Adesso via in forno a 180°C per circa 20 minuti. Si tolgono dal forno ed una volta raffreddati si passa alle decorazioni.

Lasciate spazio alla loro fantasia e alla magia del Natale! Il tempo di preparazione è di circa un paio di ore, non vi nascondo che un po’ di tempo ci vuole dopo per ri-ordinare la cucina ma passerete un bellissimo pomeriggio!Colgo l’occasione per Auguravi un felice e sereno Natale!

Chiara Comparoni

In Cuc

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Domenica 27 Novembre per festeggiare il Patrono Sant’Andrea, la Pro Loco

Amici di Castiglioncello ha indetto una gara di dolci. L’idea, che si ripe-

te ormai da diverse edizioni, preve-de che gente comune porti 2 dolci uguali alla sede dell’associazione: uno viene assaggiato dalla giuria, l’altro viene messo all’asta per be-neficenza pro Casa Famiglia di Ca-

stelnuovo della Misericordia. Io ero tra i 10 giurati che per tutto il pomeriggio hanno osservato, an-nusato, degustato le ben 27 torte in gara. Insieme a me, in questa delicata operazione, sindaco, as-sessori, gente comune, anche Don Francesco.

Si valUta la bellezza e la bontà. E non vi nascondo che è stata proprio dura. Il clima era scherzoso e ci facevamo forza a vicenda ma mangiare anche solo una briciola di 27 gusti diversi non è così semplice come qualcuno potrebbe immaginarsi. Dopo la decima già ci sognavamo carne ai ferri, salsicce, pizza! Per chiudere

la maratona, ci siamo concessi un bicchiere di prosecco, fino a quel momento bandito: la giuria dove-va essere al massimo della con-centrazione.

alla fine vincono gli oc-chi perché la torta prima classifi-cata è degna di un set cinemato-grafico di Hollywood, con tanto di Babbo Natale pupazzo incastrato nel camino con le gambe per aria. Seconda un dolce al cioccolato, primo a parere di molti in quanto a bontà. Terza infine una bellissi-ma crostata, perché la semplicità spesso paga più di tutto.

Paola Pavan

Aspiranti pasticceri a Castiglioncello

passione e tenacia, fantasia e disciplina: Loretta Fanella, una pasticcera da leccarsi i baffi!

Stupisce con dolcezza

Panettone Raffinato dell’ultimo minutoAvete ospiti e dopo un pasto ricco e festoso, vi accorgete che vi sembra un po’ troppo scontato aprire semplice-mente la scatola del panettone com-prato? Ecco un’idea per renderlo un po’ più insolito ed ancora più natalizio.Spalmate il panettone con marmellata di albicocche tiepida e rivestitelo con una glassa di cioccolato preparata sciogliendo a bagnomaria 400 gr. di cioccolato fondente e 100 gr. di pan-na liquida. Spalmate la glassa con un pennello morbido in modo da ricoprire perfettamente tutto il dolce.Fate indurire la glassa e spolverizzate il panettone con confettini argentati.

Valentina Cambi

Illustrazione di Tesera Alberini

Dessert Sottobosco Fanella all’opera Composizione orologio

Dolcezze al cioccolato

La Torta vincitrice

Durante la Premiazione Foto

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6 Dicembre 2011 www.costadeglietruschinews.com

storia, arte e

cultura

Musica

Concerti di Dicembre

The Sue Conway Victory Singers è un celebre gruppo Gospel di Chicago. Nei loro concerti si alternano Gospel e Spiritual, alcuni intonati dal solo coro, altri accompagnati dall’Orchestra della Toscana e dal trio musicale del gruppo, formato da pianoforte, percussioni e basso.Lunedì 19 – ore 20.30Teatro Goldoni - Livorno Giovedì 22 – ore 20.30Teatro Metropolitan - Piombino

Il coro “La grolla” fa parte della sezione Cultura del Dopolavoro Ferroviario di Livorno e nasce nel 1980 per iniziativa di un sacerdote salesiano, Don Valerio Baresi, che lanciò una sfida: dare vita ad un coro di montagna a Livorno... Il repertorio è costituito da canti di montagna, canti popolari in genere, brani toscani, canti natalizi e spirituals. Sabato 10 - ore 21Chiesa San Michele Arcangelo - Gabbro (LI)Giovedì 15 - ore 21Chiesa di Santa Caterina (Domenicani)- Livorno Sabato 17 - ore 21Istituto Musicale Mascagni - Livorno Sabato 24 - ore 22Accademia Navale - S.Messa di Natale - Livorno

I Cantores Circoli nascono a Gennaio 2011. Sono 21 voci che si muovono all’unisono in cerchio. Spaziano dalla musica sacra a quella profana, dal latino al volgare, alla lirica Domenica 18 - ore 17Sala Don Nardini - Rosignano Marittimo (LI) Lunedì 19 – ore 21.15Teatro Solvay - Rosignano Solvay (LI)puntualmente riportati.

In coro per cantare il NataleNon c’è avvento che si rispetti senza la musica tradizionale. I mercatini sono allietati da bande e zampognari e d’obbligo è il concerto che ci fa vivere tutti l’atmosfera del Natale. Ma cosa vuol dire far parte di un coro? Viaggio nel mondo di chi canta, per diletto o per mestiere, e non solo durante le festività…..

Livorno, si sa, è una città che “suona” di tutto. E possiede anche un anima Gospel. Diversi i Cori che propongono questa musica religiosa nata in Ame-rica negli anni trenta del ‘900. Uno in particolare è conosciuto ormai in tutta Italia. Si tratta dei Jubilation, nati nel 1995 da un’idea del suo fondatore Luca Del Tongo.Vidi per caso un coro Gospel e ne ri-masi affascinato - Ci ha detto Luca, che prosegue: a Livorno non c’era un vero Gruppo Gospel e così decisi di provarci, quasi per gioco. Abbiamo cominciato mossi tutti dalla passione per i cori scoperti nella Chiesa Ame-ricana di Firenze. Siamo partiti con i pezzi classici di ogni repertorio, come “Oh happy day” e con il tempo siamo passati al contemporaneo, ai gusti di oggi. Anche nel senso di quelli dei no-stri coristi, per lo più giovani tra i 17 e i 35 anni. ormai siete molto conosciuti. Quanto conta ora il “gioco”?Si e paradossalmente molto di più fuori rispetto a Livorno. Comunque l’entusiasmo è sempre importante. Il canto è un bell’impegno ma poi abbiamo tutti la nostra vita. C’è chi studia, chi lavora. Nel tempo le cose sono cambiate. All’inizio avevamo fat-to scelte amatoriali, più avanti è stata necessaria una bella scrematura. Sia-mo passati da 50 a 17 elementi. Approccio professionale quindi?Se il coro nasce per stare assieme è un conto altrimenti è differente. Noi non siamo professionisti ma il coro è professionale. e a quanto pare siete anche una bella fucina di nuoti talenti.E’ vero. Una è stata Karima Ammar che ha partecipato ad Amici nel 2006 e a Sanremo nel 2009. Poi ci sono Le Five Sister, ad X Factor, e tra di loro c’era solo Sara Scassa ad avere una certa esperienza. Lei suona ancora con noi e speriamo che gli impegni futuri le permettano di restare nel Coro.

Dunque la selezione è molto impor-tante. Qual è la vostra ricetta?Non c’è una ricetta vera e propria. Facciamo continuamente audizioni. In realtà per adesso il numero è chiu-so, ma abbiamo una specie di “lunga panchina” e i nuovi arrivati possono trovare la loro occasione. Ma alla fine ci vuole soprattutto il carattere giusto e la capacità di saper stare in gruppo per divertirsi. Molti dei coristi sono amici tra loro.D’obbligo per un gruppo Gospel una domanda sul Natale. Progetti?Certamente. Da otto anni facciamo

a Livorno il Gospel Festival natalizio, con ospiti importanti. Siamo partiti dal piccolo ma puntiamo sempre più sulla qualità, con gruppi americani e inglesi. Quest’anno avremo i londinesi Clive Brown. Il Festival si terrà il 3 di-cembre al Teatro Goldoni.Ma ormai la vostra immagine per così dire natalizia è dovuta anche ad altro, vero?In effetti sì. Da quando siamo stati chiamati a fare lo spot per il Panet-tone Maila ci riconoscono per questo. Abbiamo perfino dato voce ai cantanti di colore della pubblicità. E’ sta incre-dibile ma ci ha fatto molto piacere.e non finisce qui, Natale a parte, una volta avete avuto un ospite d’onore quasi magico!L’attore Alan Rickman, il Professor Piton nella saga di Harry Potter. Sin-ceramente siamo stati fortunati ad essere nel posto giusto al momento giusto. Lui era in Toscana per le va-canze. Siamo riusciti a contattarlo tramite una compagnia teatrale, gli abbiamo chiesto di partecipare al no-stro concerto ed ha accettato. E’ stato nel luglio del 2010 a Volterra in Piazza dei Priori. Ammetto che abbiamo avu-to qualche problema con la lingua, ma vedere la piazza piena di fan vestiti da Harry Potter è stato bellissimo.

Renato Nesi

Quasi un secolo di storia per il Gruppo Corale “Pietro Mascagni” di Piombino, fondato nell’anno 1914 da circa qua-ranta elementi, porta avanti, oggi come allora, un nobile progetto per la diffusio-ne e la divulgazione della musica e del bel canto.La storia della Corale diventerà presto un libro grazie ad Alessandro Orlandini, suo giovane ed affezionatissimo Presi-dente, il quale, studiando i documenti dell’archivio storico, purtroppo in larga parte distrutti durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, e rac-cogliendo le testimonianze e i ricordi

di coloro che della corale hanno fatto parte negli anni, ne ha delineato i tratti salienti dai primi del ‘900 ad oggi. Con questo libro, la cui uscita è prevista per il 2014, anno in cui ricorre il centenario della Corale, Orlandini vuole lanciare un messaggio forte perché questa impor-tantissima memoria storica non vada dispersa, ma anzi venga conosciuta e diffusa in modo particolare nel territorio che ne ha visto la nascita.Il coro, diretto a partire dal 2007 dal Maestro Christine Angele, ha al suo attivo un’intensa attività articolata su programmi di musica rinascimentale, barocca, romantica e contemporanea. Negli anni ha partecipato a diverse ras-segne polifoniche in tutta Italia ed ha tenuto concerti in varie località nazionali ed estere ottenendo sempre un grande successo. Fiore all’occhiello della Co-rale la collaborazione con il Cardinale Domenico Bartolucci, già Maestro Diret-tore della Cappella Musicale Pontificia Sistina e considerato il più grande com-positore di musica sacra del ‘900, del quale ha eseguito alcune fra le sue più importanti composizioni sotto la direzio-ne del Maestro stesso. Dal 1988 il coro partecipa anche al progetto della Regio-ne Toscana per l’insegnamento “fattivo” della musica e del canto corale a tutti i livelli, dalle scuole elementari all’univer-sità della terza età, con propri docenti e con un proprio programma triennale.Per tutto il 2011 la Corale “Mascagni”, in collaborazione con le autorità comunali, si è esibita in una serie di concerti per i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia. A conclusione di questo ciclo, il 2 dicembre alle ore 17 presso il Teatro Metropolitan di Piombino gran finale con il concerto per la cerimonia di chiusura. Tra i prossimi appuntamenti ricordiamo il tradizionale Concerto di Natale che si terrà sabato 17 dicembre alle 21 nella chiesa della Madonna di Montenero a Piombino con musiche natalizie e com-posizioni classiche di musica sacra, tra cui brani di Mozart e Haydn.

Valentina Norcini

I Jubilation

Vent’anni di musica e passione de-dicati a Casale Marittimo nella To-scana. Questa in sintesi è la Corale Musica Viva, creata da Georg Kaiser, Direttore d’Orchestra e flautista di fama internazionale, ritiratosi nel borgo medievale a ridosso della co-sta etrusca. • Perché ha scelto di diventare Direttore d’Orchestra? Perché la musica è la mia vita, da sempre. Sono stato il Primo flauto nell’Or-chestra dell’Opera di Berlino e ho fatto tournèe in tutto il mondo. Era naturale continuare. • Ha suonato con nomi del calibro di Karl Böhm, Zubin Mehta, Sino-poli e in orchestre come i Berli-ner Philharmoniker e Von Karajan, perché ha scelto di fondare Musi-ca Viva? Avevo amici che volevano cantare e suonare. è la passione che ci ha guidato vent’anni fa nel far nascere un progetto nuovo. Sul territorio non c’era niente di simile e secondo noi serviva. I musicisti di allora erano tutta gente del posto, che non aveva studiato, ma ne è valsa la pena.• Cosa vuole dire dirigere tanti

musicisti e cantanti? Tanta pazien-za e molto tempo! Alcuni sono pro-fessionisti che vengono dal Conser-vatorio di Livorno, il Mascagni e da grandi orchestre, ma cerchiamo di continuare a far tutto tra amici. Cer-to non è facile, anche perché quan-do abbiamo cominciato musicisti e cantanti erano tutti giovani, ades-so un po’ meno (ride). E poi molti all’inizio non capiscono che è una specie di lavoro, ci vuole impegno e questo a volte spaventa. Comunque ch ama le musica con passione e serietà è sempre benvenuto.• Un Direttore è un po’ come un cuoco che sa utilizzare al meglio i suoi ingredienti, le persone in que-sto caso. Cosa si prova nel farlo e nel sentire il risultato finale? è una bella sensazione. E una soddisfazio-ne per tutti, non solo mia. Una cora-le, lo dice la parola, è un’insieme che va oltre al somma delle parti. è giusto che chi sceglie di cantare e di suonare riceva in cambio gioia e che possa divertirsi ma la serietà è fondamentale. Questo fa la diffe-renza nel nostro progetto. Proviamo tantissimo e curiamo tutti i dettagli

prima di ogni concerto. • Cosa suonate? Per lo più musi-ca barocca e qualcosa di moderno. Anche per non pagare

prima del concerto.• Si avvicina il natale. Avete qual-cosa in programma? A dire la ve-rità lo abbiamo anticipato. Abbiamo già fatto due concerti pre natalizi a Livorno e qui a Casale. • Cos’ha di speciale un concerto di Natale? L’emozione, la scelta dei brani, lo spirito, anche se quest’an-no non abbiamo voluto fare canzoni natalizie, a ottobre aveva poco sen-so, le pare? Così la scelta è caduta su Piccini, Vivaldi, Scarlatti ed altri.• Qual è il brano, se c’è, che ama di più eseguire? Quelli di Gesualdo, ma ci vogliono cinque voci ed i Ma-drigali. Hanno un’enorme ricchezza musicale. Emozionano.

Renato Nesi

Georg Kaiser

Corale Mascagni

Nella foto I Jubilation Nella foto Corale Mascagni

Georg Kaiser

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Editore Massimo Tanini - Coordinatore Generale Esecutivo Valentina Cambi - Direttore Responsabile Paola Pavan - Art Director e Grafica Valentina Cambi - Redazione: Renato Nesi, Valentina Norcini, Gianluca Parodi, Marco Provinciali, Francesco Venturini Stampa Pacini Editore SpA Pisa - Distribuzione PromoAltaMaremmaPER LA PUBBLICITA’: Area Livorno e Pisa Serena Conti; Prov. Livorno Catia Miccio; Area Grosseto Donata Vieri; Area Follonica Massimo Giometti. Mail: [email protected] REDAZIONE e SEDE LEGALE via S.Barbara n. 8, 57023 Cecina tel. 0586.685058 mail: [email protected]

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Costa Degli etruschi News n. 17 - tiratura mese di Dicembre 10.000 copieMensile indipendente distribuito gratuitamente da Livorno a Grosseto _ (Tribunale Livorno N. Registro stampa 9/2010 Aut. del 23/07/2010)

natale per i più piccoli

GIOCANDO…SI IMPARA! Ai bambini e alle festività è dedicato l’appuntamento di Dicembre al Museo di Storia Naturale di Villa Henderson (via Roma 234). Giovedi 15 dicembre ci si prepara al Natale creando decorazioni a tema naturalistico da appendere all’albero.

Se UN GIORNO D’INVeRNO… Tante proposte sono in programma in vari punti della città: in biblioteca Comunale,

al Centro di Educazione Ambientale, al Centro per l’Arte Diego Martelli e al Museo Archeologico Palazzo Bombardieri. Gli appuntamenti di Dicembre sono tutti in tema Natalizio. Mercoledì 7, ore 17.00 - 18.30: Biblioteca, Aspettando Natale con storie e novelle Martedì 13, ore 16.45 – 18.45: CEA, Villa Celestina, Addobbi ecologici Giovedì 15, ore 16.00 – 18.00: tutti alla Festa di Natale in piazza Risorgimento a Rosignano Solvay (in collaborazione con il C.I.A.F.). Sabato 17, ore 10.00 – 12.00: Museo archeologico, Le origini del Natale: il regalo lo faccio al museo Sabato 17, ore 16.30 - 18.30: Centro per l’arte Diego Martelli, Dipingiamo “la Natività”

la tradizione dei Presepi

MOSTRA DeI PReSePI La tradizionale mostra concorso dei presepi è già al suo quarto anno. Le installazioni saranno presentate in un percorso studiato all’interno del Santuario di Montenero. Dal 8 Dicembre al 29 Gennaio

PReSePe VIVeNTe Imperdibile la rappresentazione che ormai si ripete da oltre vent’anni. Il 24 e il 26 Dicembre

Chissà da quanto i Bibbonesi stanno pensando al Natale?!? Anche quest’anno sono chiamati ad abbellire le vie del centro storico con i loro presepi (da guardare nicchie, finestre, porte vetrine) mentre l’esposizione degli alberi addobbati sarà al teatrino parrocchiale di fronte alla chiesa di Sant’Ilario. Dal 8 Dicembre al 6 Gennaio

mercatini tipici

NATALe e QUALe Regali insoliti, vino caldo e merende, mercato equo e solidale per le strade del centro paese. Da mattina a sera i curiosi saranno accompagnati anche da canti di Natale, musica dal vivo e falò, attorno al quale si danza e si ascoltano racconti e novelle.Sabato 17 Dicembre, tutto il giorno

All’interno del complesso fieristico del paese si potranno scovare i giusti regali delle feste. Dal 14 al 23 Dicembre

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“Burattini & Marionette. Il meraviglioso mondo del Teatro di Figura”CeCiNA - E`una singolare raccolta, unica nel suo genere, quella che la Fon-dazione Geiger ci regala dal 3 dicembre al 29 gennaio 2012Il Teatro di Figura è una forma di spet-tacolo complesso e affascinante che comprende tutti gli oggetti e figure che vengono animate in modo artificiale imi-tando il movimento reale come buratti-ni, marionette, ombre, pupi, pupazzi. “Il tema della mostra – spiega il curatore Alessandro Schiavetti - è presentare la trasposizione della figura umana nello spazio scenico, nel tempo e nelle varie aree geografiche. Ogni cultura, dalla nostra fino all’estremo Oriente o all’Afri-ca, ha sempre sentito l’esigenza di rac-contare, secondo le proprie tradizioni, le vicende umane e fantastiche attraverso l’impiego di “figure” per sostituire l’uo-mo. Ma non bisogna dimenticare che dietro ogni figura ci sono poi sempre le emozioni del burattinaio, amplificate dagli stessi personaggi che muove”. Ingresso libero, dal martedì alla dome-nica (16-20). Per informazioni: Fonda-zione Geiger, tel. 0586.635011, www.fondazionegeiger.org

LivorNo, via roma 38 - Solo un semplice indirizzo e invece no. Per-ché l’elegante palazzina ottocen-tesca corrispondente al suddetto numero civico è la casa natale del grande pittore e scultore Amedeo Modigliani, così come testimonia la targhetta d’ottone che campeggia sul portone di ingresso.Una volta entrati, salendo le strette scale in pietra serena per raggiun-gere il primo piano della palazzina, l’impressione è subito quella di trovarsi in posto un po’ specia-le. Quando poi si varca l’ingresso di casa e si iniziano a percorrere gli antichi pavimenti in graniglia allora la magia si compie e avvie-ne l’incontro con l’ uomo e la sua travolgente vita di artista. Una vita letteralmente “appesa” alle pareti che, raccontata attraverso docu-menti, fotografie, riproduzioni dei suoi quadri più famosi, lettere e cartoline d’epoca, ripercorre tutte le sue tappe principali. Dall’infanzia trascorsa a Livorno, dove apprese le prime nozioni di pittura presso lo studio di Guglielmo Micheli, al suo trasferimento a Parigi, dove raggiunse la piena maturità di ar-tista, fino al tragico epilogo a soli 35 anni a causa di una meningite turbercolotica. “Dedo nacque sotto una cattiva stella” scriveva la madre Eugénie

Garsin nel suo diario. Racconta infatti Gilda Vigoni, presidente del-la cooperativa Amaranta Service che con passione ed entusiasmo gestisce Casa Modigliani, che nel giorno della nascita di Amedeo, il 12 luglio 1884, entrarono in casa gli ufficiali giudiziari per pignora-re i beni della famiglia Modigliani, ormai in bancarotta, cosicché, per salvare il salvabile, vennero messi nel letto della partoriente insieme al bambino tutti i beni più preziosi che in questo modo non poterono più essere sequestrati. A colmare l’assenza di dipinti origi-nali di Modigliani, una delle stanze della casa custodisce una serie di opere dei più grandi artisti con-temporanei, tra i quali Renato Gut-

tuso, Enrico Baj e Pietro Cascella, che hanno reinterpretato le opere di Modì. Questa singolare quanto interessante raccolta nasce grazie alla volontà di Giorgio Guastalla, proprietario insieme al fratello Guido della palazzina. Questa fu acquistata nel 1990, salvandola dal degrado, con l’obiettivo di farne un centro studi dedicato all’artista, così come auspicava Jeanne, figlia di Modì, che, orfana a soli 14 mesi, della ricostruzione della vita del pa-dre aveva fatto lo scopo della sua esistenza.In concomitanza della mostra “Ho voluto essere pittore e sono diven-tato Picasso”, ospitata al Palazzo Blu di Pisa fino al 29 gennaio, la casa natale di Amedeo Modigliani

resterà eccezionalmente aperta al pubblico tutti i pomeriggi (eccetto il lunedì) dalle 16-19 senza biso-gno di prenotazione. La coopera-tiva Amaranta Service organizza, inoltre, speciali serate a Casa Modigliani con visite guidate e de-gustazioni di prodotti tipici locali e francesi oltre a corsi pomeridiani di storia dell’arte e del territorio e corsi pratici di decorazione flore-ale. Per info 320.8887044, www.amarantaservice.it.

Valentina Norcini

Benvenuti a Casa ModiglianiApertura straordinaria della casa natale dell’artista livornese con degustazioni e corsi d’arte

ROSIGNANO

BIBBONA

PReSePe VIVeNTe: 300 figuranti in costumi d’epoca e botteghe allestite all’interno del centro storico di Rosignano Marittimo, ripercorreranno tutta la storia dalla natività all’arrivo dei re Magi (nella foto in alto)

ROSIGNANO

SASSETTA

VENTURINA

MONTENERO

Se UN GIORNO D’INVeRNO…Le attività ludico-didattiche sono dedicate ai bambini che per un paio d’ore potranno divertirsi ad imparare la manualità, a creare. (nella foto in alto)

eventi

Illustrazione di Tesera Alberini

Interno della Casa

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Via Santa Barbara, 2 - Cecina (LI)

Buone feste