N° 14 - Costa degli Etruschi News

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www.costadeglietruschinews.com www.costadeglietruschinews.com www.costadeglietruschinews.com Mensile Settembre 2011 / Anno 2 - n. 14 facebook Solidarietà ai bambini a pag. 3 Marco Santarelli a pag. 2 Roberto Giacobbo a pag. 3 Salviamo i nostri pesci a pag. 5 Appuntamenti a pag. 7 News Eventi Mare La 2 a edizione di Un parco di Autori, il Festival della Cultura che si svolge a Villa Guerrazzi, sulla via per Cecina Mare a fine luglio, ha visto quest’anno la presenza di personaggi di rilievo che hanno portato lustro ad un evento ben congegnato cui auspico di crescere e strutturarsi ancor di più negli anni a venire. Tra gli ospiti intervenuti c’era anche Antonio Caprarica, noto giorna- lista Rai, con trascorsi di Direttore del Giornale Radio Rai e di Radio1, oggi corrispondente da Londra per il Tg1. Persona di grande cultura e professio- nalità, ottimo oratore, ma sempre pronto alla battuta, con quella vena ironica che in effetti lo qualifica proprio come il più adatto a raccontarci vita morte e mi- racoli della gente d’oltre Manica. Ad Un Parco di Autori è venuto a presen- tare la sua ultima fatica letteraria, edita da Rai Eri – Sperling & Kupfer. Titolo: C’era una volta in Italia. In viaggio fra patrioti, briganti e principesse nei giorni dell’unità. “Immaginandomi uno scrupoloso cro- nista di quei tempi, con taccuino alla mano, in viaggio lungo lo stivale”, esordi- sce l’autore, “ho voluto raccontare nelle vesti di inviato speciale l’atmosfera e le emozioni dei giorni dell’Unità, con storie autentiche e documentate”. Da qui l’affascinante pittura di un “epica corale” come la definisce l’autore, dedicata “non alla storia, quella con la S maiuscola, ma alle storie, alle persone e non al personag- gio, perché l’unità d’Italia ha visto protago- nista l’intero paese, nei limiti di quanto la miseria e l’analfabetismo lo permettessero”. Così leggendo “C’era una volta in Italia”, si apprende che da nord a sud la nazione la si stava costruendo davvero in modo corale, ma si comprende pure, non senza un certo rammarico, almeno da parte mia, che i potenti del tempo dimostrarono profonda ingratitudine verso i patrioti; “Garibaldi regalò una nazione ai Savoia, che ricompensarono i soldati con appena due mesi di paga e non li integrarono mai all’esercito Sabaudo, bensì li manda- rono a casa” precisa Caprarica. Per non parlare del profondo maschilismo imperante all’epoca e delle barbarie perpetrate dai soldati. Un affresco insomma, fatto di luci ed ombre, ma denso di vita e storie da ricordare. A ben pensarci un reportage che ci assomi- glia molto. Creatività, passione e pure una certa dose di incoerenza e contraddizione appartengono probabilmente all’indole dello Stivale. - Segue a pag. 6 - N ell’anno in cui si celebrano i 150 anni dell’Unità d’Italia quale occasione mi- gliore per mostrare al mondo le nostre bellezze? La spettacolare cerimonia d’aper- tura è avvenuta domenica 28 agosto a Firen- ze all’Ippodromo delle Cascine con le mas- sime Autorità Politiche e Sportive che hanno presentato le 66 Nazionali partecipanti. I mondiali, organizzati dalla Federazione ita- liana pesca sportiva ed attività acquatiche (Fipsas), hanno riunito dal 28 agosto al 4 settembre l’assegnazione di 26 premi distin- ti per altrettante discipline, sia in mare che in acque dolci. Più di 2500 Atleti sono scesi in “acqua” e nella nostra regione le province coinvolte sono state Pisa, Livorno e Gros- seto. Le specialità della pesca praticate e regolamentate dalle tre diverse Federazioni Internazionali (FIPSed – FIPS Mer e FIPS Mouche) erano sotto il controllo e la super- visione di 1500 tra commissari e giudici di gara ed oltre 134 Federazioni Sportive Na- zionali. Si è trattata di una mobilitazione di pesca- tori e di professionisti di settore senza pre- cedenti, che ha portato la pesca al centro dell’attenzione dei media e dell’attualità, con una ricaduta amplificata dalla copertura me- diatica dell’evento, con collegamenti diretti con le Tv nazionali degli Stati in lizza. E al di là dell’aspetto competitivo, di grande rilievo ha assunto anche quello promozionale Le discipline sono state 14, divise per le va- rie categorie, nazioni, donne, diversamente abili, da under 14 fino ai master. LIVORNO 18 nazioni in gara con 200 concor- renti alle Secche di Vada. Le tre sessioni di gara riguardavano pesca da natante senio- res e juniores. “Siamo stati particolarmente lieti di ospitare questo evento sportivo di grandissima rilevanza per il nostro territo- rio - ha detto l’assessore Pacini - perchè è stato rappresentato, proprio nella disciplina dei natanti, anche da campioni locali di li- vello mondiale. Un’ occasione importante di promozione che avrà ricadute positive anche per il settore turistico”. Nel livornese il numero di praticanti che questa disciplina raccoglie sono oltre un migliaio di iscritti, e come numero sono seconde solo a quelle del calcio. Questa provincia negli ultimi mesi ha ospitato il Giro d’Italia, i Campionati del mondo di Danza e ora, quelli di Pesca. Even- ti che muovono centinaia di persone, tra at- leti, giudici e accompagnatori, e che rappre- sentano un fenomeno economico che da un contributo importante alle comunità locali. PISA Tra Coltano, Calcinaia, Fornacette e Castelfranco oltre 300 partecipanti per la di- sciplina ‘long casting’ (lancio lungo) con 13 Paesi. A Castelfranco, la categoria under 18; a Calcinaia e Fornacette stessa prova, ma rispettivamente, per under 22 e under 14. GROSSETO a Porto Santo Stefano, il Lun- gomare dei Navigatori campo di gara. 60 at- leti si sono sfidati in gare di pesca con canna da riva che prevede la cattura prevalente- mente di queste specie di pesce: muggine, cerchie, castagnola, aguglia, tordo, orate, spigole, sugarelli e sgombri. All’Argentario erano presenti cinque nazioni (Malta, Fran- cia, Portogallo, Spagna e Italia). Ma il pescato che fine farà? Una buona proprosta..... coinvolgere i ristoratori locali, al fine di utilizzare il pescato, ed abbinare l’evento sportivo alla valorizzazione del pe- sce povero. Valentina Cambi Interviste BORSA EUROPEA DEL TURISMO ASSOCIATO XXV a EDIZIONE Andrà in scena la 25 a edizione della BETA, storica sede d’incontro del business pro- fessionale e atteso appuntamento an- nuale con l’aggiornamento, l’approfondi- mento e lo studio delle nuove tendenze, della pluralità di linguaggi e di forme del turismo. Tra le più longeve manifestazioni nel panorama fieristico nazionale, è oggi una ormai consolidata e concreta sede di confronto e di commercializzazione ri- servata ai professionisti del settore con scambi tra offerta italiana e domanda nazionale ed estera. La manifestazione segna negli ultimi anni un significativo crescendo di partecipazioni dell’offerta nazionale e di fidelizzazioni. Segnale di- stintivo del buon funzionamento del wor- kshop e dell’efficiente svolgimento delle trattative commerciali. Anima operativa dell’evento è il Workshop, che vede protagonista l’offerta turistica Nazionale. L’attento lavoro di selezione degli Operatori invitati, svolto in stretta collaborazione con l’ENIT, determina il buon funzionamento del “testa a testa”, al termine del quale i partecipanti posso- no contare su un consistente numero di contatti mirati e contratti siglati. La manifestazione cecinese nacque nel 1987 con l’intento di perseguire la spe- cializzazione su segmenti emergenti con analisi delle realtà emergenti, della piccola e media impresa turistica; destagionaliz- zazione del prodoto turistico; flessibilità ed operatività del workshop ed attenzione verso le nuove tendenze del mercato e movimenti turistici. Valentina Cambi Targa Cecina: la fase finale - A PAGINA 3 - Meraviglie della natura Nella parte più meridionale della regione Toscana, quasi al confine con il Lazio, si protende una grande laguna costiera, al centro della quale sorge la cittadina di Orbetello. Estesa per 27kmq, raggiunge una profondità massima di 2m, con una media generale di circa 1m. I tomboli sabbiosi detti della “Giannella” e della “Feniglia”, la separano rispettivamente a ovest e ad est dal mare, queste strisce sabbiose, lunghe quasi 6km, assieme al vicino promontorio dell’Argentario, deli- mitano il perimetro lagunare nei pressi della costa. - A PAGINA 5 - Nella foto A. Caprarica CECINA - VILLA GUERRAZZI 22-23 SETTEMBRE 2011 MONDIALI DI PESCA SPORTIVA 2011 La Toscana mostra tutte le sue sfaccettature al mondo, per un evento unico nel suo genere Navi di bronzo a Vetulonia La mostra “Navi di bronzo. Dai Santuari nu- ragici ai Tumuli etruschi di Vetulonia” nasce in seno all’XI edizione delle “Notti dell’’ar- cheologia” che, in Toscana, per il 2011 ha scelto quale filone tematico “le acque degli antichi”, volendo evidenziare quest’ultimo elemento non solo come risorsa idrica ma anche e soprattutto come spazio e stru- mento per un profondo e proficuo dialogo commerciale e culturale tra popoli. - A PAGINA 6 - C’era una volta in Italia Vite, aneddoti ed epica nei giorni dell’Unità d’Italia, secondo Antonio Caprarica LIVORNO - E’ questo l’obiettivo principale della nuova campagna straordinaria di promozione, che partirà nei prossimi giorni con azioni mirate verso i mercati del nord e centro Italia e dei paesi di lingua tedesca. Sarà curata dall’agenzia regionale Toscana Promo- zione, sui media specializzati e non, e dalla Fondazione Sistema Toscana per la promozione sul web. “Dobbiamo saper valorizzare il nostro territorio – dice l’assessore al turismo delle provincia di Livorno Paolo Pacini – che ha tanto da offrire anche nei mesi di settembre e otto- bre ed ha le potenzialità per vivere il mare e favorire una vera e propria destagionaliz- zazione dell’offerta turistica con l’impegno diretto degli operatori turistici locali, strut- ture ricettive. Alle Amministrazioni locali chiediamo, invece, di collaborare comunicandoci gli eventi e le ma- nifestazioni per dare vita ad un’offerta generalizzata di tutta la pro- vincia, dal mare con quanto di meglio sa proporre un territorio con un paesaggio unico, cultura e qualità della sua enogastronomia”. Info on line sul sito della Regione (www.turismo.intoscana.it). le Agenzie e tutti gli operatori turistici possono inserire le loro offerte registrandosi sull’apposito sito (//servizi.intoscana.it). Nuova campagna per le mete turistiche Allungare la stagione con nuove offerte per mercati stranieri e italiani Foto di R.Nesi

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Mensile Settembre 2011 / Anno 2 - n. 14

Box UVA NERA 6x5 6-07-2010 17:13 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K

facebook

Solidarietà ai bambinia pag. 3

Marco Santarelli a pag. 2 Roberto Giacobbo a pag. 3

Salviamo i nostri pescia pag. 5

Appuntamenti a pag. 7

News

Eventi

Mare

La 2a edizione di Un parco di Autori, il Festival della Cultura che si svolge a Villa Guerrazzi, sulla via per Cecina Mare a fine luglio, ha visto quest’anno la presenza di personaggi di rilievo che hanno portato lustro ad un evento ben congegnato cui auspico di crescere e strutturarsi ancor di più negli anni a venire. Tra gli ospiti intervenuti c’era anche Antonio Caprarica, noto giorna-lista Rai, con trascorsi di Direttore del Giornale Radio Rai e di Radio1, oggi corrispondente da Londra per il Tg1. Persona di grande cultura e professio-nalità, ottimo oratore, ma sempre pronto alla battuta, con quella vena ironica che in effetti lo qualifica proprio come il

più adatto a raccontarci vita morte e mi-racoli della gente d’oltre Manica. Ad Un Parco di Autori è venuto a presen-tare la sua ultima fatica letteraria, edita da Rai Eri – Sperling & Kupfer. Titolo: C’era una volta in Italia. In viaggio fra patrioti, briganti e principesse nei giorni dell’unità. “Immaginandomi uno scrupoloso cro-nista di quei tempi, con taccuino alla mano, in viaggio lungo lo stivale”, esordi-sce l’autore, “ho voluto raccontare nelle vesti di inviato speciale l’atmosfera e le emozioni dei giorni dell’Unità, con storie

autentiche e documentate”. Da qui l’affascinante pittura di un “epica corale” come la definisce l’autore, dedicata “non

alla storia, quella con la S maiuscola, ma alle storie, alle persone e non al personag-gio, perché l’unità d’Italia ha visto protago-nista l’intero paese, nei limiti di quanto la miseria e l’analfabetismo lo permettessero”. Così leggendo “C’era una volta in Italia”, si apprende che da nord a sud la nazione la si

stava costruendo davvero in modo corale, ma si comprende pure, non senza un certo rammarico, almeno da parte mia, che i potenti del tempo dimostrarono profonda ingratitudine verso i patrioti; “Garibaldi regalò una nazione ai Savoia, che ricompensarono i soldati con appena due mesi di paga e non li integrarono mai all’esercito Sabaudo, bensì li manda-rono a casa” precisa Caprarica. Per non parlare del profondo maschilismo imperante all’epoca e delle barbarie perpetrate dai soldati. Un affresco insomma, fatto di luci ed ombre, ma denso di vita e storie da ricordare. A ben pensarci un reportage che ci assomi-glia molto. Creatività, passione e pure una certa dose di incoerenza e contraddizione appartengono probabilmente all’indole dello Stivale. - Segue a pag. 6 -Senza Nome-5 23-06-2011 13:03 Pagina 1

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Nell’anno in cui si celebrano i 150 anni dell’Unità d’Italia quale occasione mi-gliore per mostrare al mondo le nostre

bellezze? La spettacolare cerimonia d’aper-tura è avvenuta domenica 28 agosto a Firen-ze all’Ippodromo delle Cascine con le mas-sime Autorità Politiche e Sportive che hanno presentato le 66 Nazionali partecipanti.I mondiali, organizzati dalla Federazione ita-liana pesca sportiva ed attività acquatiche (Fipsas), hanno riunito dal 28 agosto al 4 settembre l’assegnazione di 26 premi distin-ti per altrettante discipline, sia in mare che in acque dolci. Più di 2500 Atleti sono scesi in “acqua” e nella nostra regione le province coinvolte sono state Pisa, Livorno e Gros-seto. Le specialità della pesca praticate e regolamentate dalle tre diverse Federazioni Internazionali (FIPSed – FIPS Mer e FIPS Mouche) erano sotto il controllo e la super-visione di 1500 tra commissari e giudici di gara ed oltre 134 Federazioni Sportive Na-zionali.Si è trattata di una mobilitazione di pesca-tori e di professionisti di settore senza pre-cedenti, che ha portato la pesca al centro dell’attenzione dei media e dell’attualità, con una ricaduta amplificata dalla copertura me-diatica dell’evento, con collegamenti diretti

con le Tv nazionali degli Stati in lizza. E al di là dell’aspetto competitivo, di grande rilievo ha assunto anche quello promozionaleLe discipline sono state 14, divise per le va-rie categorie, nazioni, donne, diversamente abili, da under 14 fino ai master.LIVORNO 18 nazioni in gara con 200 concor-renti alle Secche di Vada. Le tre sessioni di gara riguardavano pesca da natante senio-res e juniores. “Siamo stati particolarmente lieti di ospitare questo evento sportivo di grandissima rilevanza per il nostro territo-rio - ha detto l’assessore Pacini - perchè è stato rappresentato, proprio nella disciplina dei natanti, anche da campioni locali di li-vello mondiale. Un’ occasione importante di promozione che avrà ricadute positive anche per il settore turistico”. Nel livornese il numero di praticanti che questa disciplina

raccoglie sono oltre un migliaio di iscritti, e come numero sono seconde solo a quelle del calcio. Questa provincia negli ultimi mesi ha ospitato il Giro d’Italia, i Campionati del mondo di Danza e ora, quelli di Pesca. Even-ti che muovono centinaia di persone, tra at-

leti, giudici e accompagnatori, e che rappre-sentano un fenomeno economico che da un contributo importante alle comunità locali.PISA Tra Coltano, Calcinaia, Fornacette e Castelfranco oltre 300 partecipanti per la di-sciplina ‘long casting’ (lancio lungo) con 13 Paesi. A Castelfranco, la categoria under 18; a Calcinaia e Fornacette stessa prova, ma rispettivamente, per under 22 e under 14. GROSSETO a Porto Santo Stefano, il Lun-gomare dei Navigatori campo di gara. 60 at-leti si sono sfidati in gare di pesca con canna da riva che prevede la cattura prevalente-mente di queste specie di pesce: muggine, cerchie, castagnola, aguglia, tordo, orate, spigole, sugarelli e sgombri. All’Argentario erano presenti cinque nazioni (Malta, Fran-cia, Portogallo, Spagna e Italia).

Ma il pescato che fine farà? Una buona proprosta..... coinvolgere i ristoratori locali, al fine di utilizzare il pescato, ed abbinare l’evento sportivo alla valorizzazione del pe-sce povero.

Valentina Cambi

Interviste

BORSA EUROPEA DEL TURISMO ASSOCIATO

XXVa EDIZIONE

Andrà in scena la 25a edizione della BETA, storica sede d’incontro del business pro-fessionale e atteso appuntamento an-nuale con l’aggiornamento, l’approfondi-mento e lo studio delle nuove tendenze, della pluralità di linguaggi e di forme del turismo. Tra le più longeve manifestazioni nel panorama fieristico nazionale, è oggi una ormai consolidata e concreta sede di confronto e di commercializzazione ri-servata ai professionisti del settore con scambi tra offerta italiana e domanda nazionale ed estera. La manifestazione segna negli ultimi anni un significativo crescendo di partecipazioni dell’offerta nazionale e di fidelizzazioni. Segnale di-stintivo del buon funzionamento del wor-kshop e dell’efficiente svolgimento delle trattative commerciali. Anima operativa dell’evento è il Workshop, che vede protagonista l’offerta turistica Nazionale. L’attento lavoro di selezione degli Operatori invitati, svolto in stretta collaborazione con l’ENIT, determina il buon funzionamento del “testa a testa”, al termine del quale i partecipanti posso-no contare su un consistente numero di contatti mirati e contratti siglati.La manifestazione cecinese nacque nel 1987 con l’intento di perseguire la spe-cializzazione su segmenti emergenti con analisi delle realtà emergenti, della piccola e media impresa turistica; destagionaliz-zazione del prodoto turistico; flessibilità ed operatività del workshop ed attenzione verso le nuove tendenze del mercato e movimenti turistici.

Valentina Cambi

Targa Cecina:la fase finale

- A PAGINA 3 -

Meraviglie della natura

Nella parte più meridionale della regione Toscana, quasi al confine con il Lazio, si protende una grande laguna costiera, al centro della quale sorge la cittadina di Orbetello. Estesa per 27kmq, raggiunge una profondità massima di 2m, con una media generale di circa 1m. I tomboli sabbiosi detti della “Giannella” e della “Feniglia”, la separano rispettivamente a ovest e ad est dal mare, queste strisce sabbiose, lunghe quasi 6km, assieme al vicino promontorio dell’Argentario, deli-mitano il perimetro lagunare nei pressi della costa. - A PAGINA 5 -

Nella foto A. Caprarica

CECINA - VILLA GUERRAZZI22-23 SETTEMBRE 2011

MONDIALI DI PESCA SPORTIVA 2011La Toscana mostra tutte le sue sfaccettature al mondo, per un

evento unico nel suo genere

Navi di bronzo a Vetulonia

La mostra “Navi di bronzo. Dai Santuari nu-ragici ai Tumuli etruschi di Vetulonia” nasce in seno all’XI edizione delle “Notti dell’’ar-cheologia” che, in Toscana, per il 2011 ha scelto quale filone tematico “le acque degli antichi”, volendo evidenziare quest’ultimo elemento non solo come risorsa idrica ma anche e soprattutto come spazio e stru-mento per un profondo e proficuo dialogo commerciale e culturale tra popoli.

- A PAGINA 6 -

C’era una volta in ItaliaVite, aneddoti ed epica nei giorni dell’Unità d’Italia, secondo Antonio Caprarica

LIVORNO - E’ questo l’obiettivo principale della nuova campagna straordinaria di promozione, che partirà nei prossimi giorni con azioni mirate verso i mercati del nord e centro Italia e dei paesi di lingua tedesca. Sarà curata dall’agenzia regionale Toscana Promo-zione, sui media specializzati e non, e dalla Fondazione Sistema Toscana per la promozione sul web.“Dobbiamo saper valorizzare il nostro territorio – dice l’assessore al turismo delle provincia di Livorno Paolo Pacini – che ha tanto da

offrire anche nei mesi di settembre e otto-bre ed ha le potenzialità per vivere il mare e favorire una vera e propria destagionaliz-zazione dell’offerta turistica con l’impegno diretto degli operatori turistici locali, strut-ture ricettive. Alle Amministrazioni locali

chiediamo, invece, di collaborare comunicandoci gli eventi e le ma-nifestazioni per dare vita ad un’offerta generalizzata di tutta la pro-vincia, dal mare con quanto di meglio sa proporre un territorio con un paesaggio unico, cultura e qualità della sua enogastronomia”.Info on line sul sito della Regione (www.turismo.intoscana.it). le Agenzie e tutti gli operatori turistici possono inserire le loro offerte registrandosi sull’apposito sito (//servizi.intoscana.it).

Nuova campagna per le mete turisticheAllungare la stagione con nuove offerte per mercati stranieri e italiani

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2 settembre 2011

ELDY: Meglio insieme che soli

Il computer facile per i senior

LIVORNO - “Eldy” è un programma pen-sato per coloro che non hanno familiarità con internet e le tecnologie informatiche. Il progetto è realizzato dalla Provincia, primo ente in Toscana a sostenerne la diffusione gratuita ai cittadini del territorio. Grazie ad Eldy le persone over 60 potranno accedere ad Internet ed alle principali funzionalità del computer in modo semplice e veloce.La Provincia ha cercato di superare questo ostacolo mettendo a disposizione, gratuita-mente, il Portale Eldy. Eldy, infatti, è facile e intuitivo da usare. Le icone e le parole sono state ingrandite e i comandi resi semplici. Inoltre, è tutto in lingua italiana: così “desktop” diventa “la piazza”, “Browser” diviene “passeggiata in internet” e “chat” si trasforma, natural-mente, in “chiacchiere”. Uno degli obiettivi del progetto è anche quello di abbattere la distanza tra cittadini e uffici pubblici. Con Eldy, infatti, sarà facile parlare con l’Ammi-nistrazione, che sarà raggiungibile con un semplice clic.Il programma, inoltre, s’installa semplice-mente: basta scaricarlo senza alcun costo dal sito della provincia, oppure utilizzare il cd gratuito che l’Amministrazione distri-buisce nelle proprie sedi. Il Progetto Eldy ha ricevuto la menzione di merito dalla Comunità Europea e la definizione di “Best Practice”; inoltre, è stato già adottato dalle Province di Padova e Vicenza e dalle Regio-ni Lombardia e Friuli.Puoi richiedere il cd all’URP della Provincia, all’indirizzo email [email protected]

Notizie flash

attualità

Box Osvaldo 6x5 6-07-2010 17:03 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K

PIOMBINO - Torna il progetto 18° compleanno, promosso dall’as-sessorato alle politiche giovanili. Per il 6° anno consecutivo ai ra-gazzi che compiono 18 anni nel corso del 2011 l’amministrazione ha inviato alcuni doni per valoriz-zare un momento particolarmente significativo della vita, in cui si di-venta titolari di diritti e di doveri a tutti gli effetti.Allegata alla lettera di auguri, una guida informativa per orientare in merito a lavoro e formazione pro-fessionale, università, servizio ci-vile, volontariato, viaggi; un buono da 25,00 euro da spendere presso le librerie, i negozi di musica ed i servizi pubblici del territorio co-munale (impianti sportivi, teatro, cinema, concerti, parchi e musei della Val di Cornia); il libro di Car-lo Fruttero e Massimo Gramellini, “La patria, bene o male” edito da Mondadori nel 2010, dedicato alla storia del nostro paese in occasio-ne dei 150 anni dell’unità d’Italia; due Cd, uno relativo al Giro d’Ita-lia 2011, realizzato da Comune di Piombino e un cd musicale realiz-zato dalle giovani band locali con il finanziamento della Regione Toscana nell’ambito del Progetto Sistema Giovani dal Comune di Piombino, dal titolo “Con le spalle al muro”. Per info rivolgersi all’Uf-ficio Giovani tel. 0565262500 – email [email protected]

BUONO PER LIBRI E MUSICA A CHI COMPIE

18 ANNI

L’approvvigionamento idrico dell’Alta ValdicecinaPISA - “Esprimo grande soddisfazione per l’ok della Regione alla valutazione d’impatto ambientale per l’in-vaso di Puretta, progetto, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, nel quale la Provincia ha sempre creduto e sul quale ha sin dall’inizio lavo-rato con particolare impegno”. Così l’assessore pro-vinciale all’ambiente Valter Picchi commenta l’ulteriore passo in avanti compiuto dall’iter. “Abbiamo operato - aggiunge l’assessore - sempre con la massima con-vinzione che il progetto rappresentasse una soluzione

molto importante per le esigenze della Valdicecina, che dipende in larga parte dalla falda di subalveo del Cecina a monte della confluenza del torrente Posse-ra. Questa falda risente fortemente delle oscillazioni stagionali di portata del fiume e nel periodo di magra (generalmente da fine agosto a ottobre) non riesce a fornire le quantità d’acqua necessarie a soddisfare la domanda della cittadinanza.”Così con l’invaso di Puretta, un lago artificiale verrà scavato nella piana del fiume, e accumulerà 720.000

m3 d’acqua del Cecina quando le portate sono eleva-te, per restituirle alla falda d’estate. L’opera sottrarrà acqua al Cecina solo quando le portate saranno supe-riori a 100 l/sec ed inferiori a 200 l/sec, consentendo così, da un lato, un deflusso minimo a valle e, dall’al-tro, il grosso del trasporto dei sedimenti che avviene in occasione delle piene.Il maggior impegno in fase ese-cutiva consisterà nello smaltimento delle terre di sca-vo, e per questo motivo i lavori dureranno non meno di quattro anni. Valentina Cambi

Via libera della Regione al progetto dell’invaso di Puretta

Addio allo scontrino fiscale?Sarebbe dovuto sparire nel 2002. Un adempimento costoso che ci vede pressoche’ “unici”al mondo

Il ministro Visco promise: quest’ anno speriamo di ri-durre la pressione tributaria dello 0,5% del reddito na-zionale Addio allo scontrino fiscale Sparirà nel 2002. Era il 2001. Ma il Fondo Mo-netario avviso’: un errore abolirlo. E non se ne fece di nulla. Ora l’ipotesi si ripro-pone con forza, in vista dell imminente riforma fiscale.

Oltre 17mila miliardi di costi per i registratori di cassa sono stati spesi sino ad oggi, un obbligo quello dello scontrino fiscale che e’ il documento istitu-ito con una legge dell’83, per permettere al fisco di tenere sotto controllo le operazioni compiute dalle categorie di imprenditori operanti in locali aperti al pubblico, non soggetti all’obbligo di fatturazione o di ricevuta fiscale e che riguarda circa 850 mila imprese: commercianti al dettaglio, supermercati e grandi magazzini, bar e pubblici esercizi, spacci aziendali, ambulanti, coo-perative di consumo. Ma realmente, Vi siete mai domandati a chi serve lo

scontrino fiscale? Senz’altro alle aziende costruttrici di registratori di cassa (ai tempi Olivetti in testa) e alle miriadi di aziende di assistenza per gli stessi registratori a cui sono legati contrattualmente (e obbligatoriamente) i com-mercianti stessi. Per il resto questo e’ un adempimento tutto italiano, unico nel suo genere in Europa e a suo tempo pensato per ridurre il “nero” dei soggetti commerciali che entravano a contatto con utenti privati. Ma dopo quasi 30 anni le cose sono cambiate radicalmente, i molti pagamenti con carte di credito e bancomat anche per importi irrisori , le nuove metodologie di controllo con parametri e studi di settore precisi ed evoluti e l’esperienza, fa capire che questo adempimento e’ costoso, inutile e non aumenta il reddito delle categorie soggette a tale adempimento ne. Inoltre e’ un deterrente per aumentare il dichiarato (il reddito dei piccoli commercianti e’ tra i piu bassi dei lavoratori autonomi - complice oltre il “nero” una crisi che perdura da diversi anni). Oggi con le possibilità per l’amministrazione finanziaria delle in-formazioni incrociate di migliaia di banche dati pubbliche e private si possono desumere i redditi di molti soggetti in modo diretto ed indiretto, la vessazione e il continuo aumento di numero degli adempimenti ha un costo indicibile per molte aziende che potrebbero investire tempo e denaro in attività più lucrose o comunque senza doverlo disperdere in modo inutile e che crea tra i soggetti (il contribuente e l’amministrazione finanziaria) incomprensioni ed astio che

unito all alta tassazione (considerando la fiscale e la previdenziale) fa si che molti soggetti si sentono autorizzati a evadere le imposte. I nostri vicini di casa (Francia, Germania, Austria e Spagna ad esempio) non hanno alcun tipo di documento obbligatorio per i commercianti, ma semplicemente le missio-ne di ricevute in bianco o fattura a semplice richiesta. Quello che ci manca e’ un buon rapporto e un avvicinamento tra stato e cittadino che probabilmente non e’ nel DNA del contribuente italiano ma il continuo aumento di obblighi contabili porterà certo solo un progressivo ed ulteriore allontanamento dalla direzione del miglioramento dei rapporti. Una riflessione finale e’ riservata a chi crede che senza lo scontrino fiscale il “nero” dei commercianti aumente-rebbe in modo spropositato e vede quindi nella abolizione dello stesso una mera operazione di propaganda elettorale per fidelizzare e riavvicinare un elettorato composto da piccoli imprenditori ed aziende familiari, bene, l’abo-lizione del DDT (la bolla di accompagnamento per capirsi) non ha avuto alcun effetto dirompente sull’aumento delle transazioni non fatturate, ha eliminato però cumuli di carta “chimica”, fatto risparmiare centinaia di migliaia di euro alle aziende e fatto arricchire un po’ meno le aziende tipografiche specializ-zate che insieme alle lobby delle aziende produttrici di registratori di cassa spingono verso il mantenimento di determinati adempimenti.

Raffaello Martini

SCIENZA E COMUNICAZIONE PER UN FUTURO PIU’ “UMANO”

Intervista a Marco Santarelli

di Valentina Norcini

Alla luce delle recenti scoperte scientifiche pensa che i tempi siano maturi per avviare una rivo-luzione nel nostro modo di vivere e produrre energia? Per quanto riguarda il settore energetico la ri-cerca sta focalizzando i suoi sfor-zi principalmente in due settori: la geotermia e la fusione fredda, sostenuta dal Premio Nobel Prof. Carlo Rubbia. Nel campo del fo-tovoltaico invece esistono ancora troppi problemi nello smaltimento dei pannelli e troppi business per i finanziamenti. Io sostengo quest’ultimo settore come con-sulente di ricerca così come an-che altre nuove fonti di energia. Sono manager di raccordo tra il bene della ricerca e dell’impren-ditoria, ma mi accorgo che c’è ancora molto da lavorare e da capire in merito al fotovoltaico. In fondo, lo studio di nuove fonti di energia non necessita di nuove grandi scoperte bensì dell’otti-mizzazione del sistema stesso di produrre energia. Abbiamo molte criticità che potremmo uti-lizzare come opportunità, come i rifiuti o gli scarti del legno. Per il futuro, personalmente, vedo una strada importante: lo sviluppo mi-gliore e più sperimentale di una tecnologia chiamata smart grids, ovvero una rete “intelligente” che permette di distribuire meglio l’energia ottimizzando il trasporto della stessa, evitando gli spre-chi nell’atmosfera e mettendo a

disposizione maggiore energia per tutti. La società contemporanea mira a superare lo spettro della mor-te, la clonazione è un modo per riuscirci? La clonazione, mi appa-re, soprattutto quella riproduttiva (dove si produce un embrione finalizzato all’impianto nell’utero di una donna per ottenere una gravidanza) e quella terapeutica (dove si produce un embrione che viene, invece, utilizzato per fini di ricerca scientifica), un gran-de aiuto alla ricerca. Per esempio, le ricerche sulle cellule staminali, che potremmo annoverare tra le clonazioni riproduttive, sono studi importanti su cellule “non speci-fiche” che possono dare origine ad altre cellule utilizzabili ex novo per cellule nervose, muscolari ed ematiche. Con lo studio delle sta-minali “totipotenti” (che ereditano l’identità di tutte le cellule dell’or-ganismo) “pluripotenti” (che si possono utilizzare e trasformarsi in cellule di alcuni tipi di tessuti),e “unipotenti” (specifiche a produr-ne solo un tipo di cellule) si sono ottenuti traguardi fondamentali per l’umanità. Va compreso bene che quella forma di clonazione che produce individui simili a noi è ben lontana dal potersi affer-mare. Siamo in piena crisi economica e finanziaria. E’ auspicabile pen-sare ad un ritorno a un’economia più reale, anche più legata alla scienza e, magari, dal volto più

umano? L’economia oggi attra-versa una grande crisi, imputabile principalmente ad una mancanza di controllo nel passaggio dalla lira all’euro e alla grande depres-sione avuta negli USA. Al CNR, io sono stato inserito in un gran-de progetto, coordinato da Guido Caldarelli e denominato FOC (“Forecasting financial crises”). Si tratta di un Progetto Scientifico nel campo della Tecnologia di In-formazione e Comunicazione del-la Commissione Europea. Punto cruciale della ricerca è capire e prevedere il rischio sistemico e le instabilità finanziarie globali. Obiettivo prioritario del progetto è quello di fornire un approccio integrato, originale nonchè orien-tato ai network rispetto a questo argomento. Da una parte, voglia-mo offrire una base teorica per misurare il rischio sistemico del mercato finanziario globale e dei network finanziari. Dall’altra, stia-mo studiando il modo per creare una collaborazione reale tra per-sone ed imprenditori che, anche se di estrazione diversa, legato a situazioni in cui la comunicazione e l’interazione tra persone è più importante della circolazione del-la moneta. Chiaramente il pool di esperti è misto: alcuni stanno studiando algoritmi e modelli per prevedere crisi finanziarie, altri come creare piattaforme sperimentali per seguire il flusso costante dell’economia e altri, come il sottoscritto, come questa

economia dovrà poi essere lega-ta al modo di fare delle persone, intersecandosi con strategie di marketing e di comunicazione per la creazione di una sinergia attiva, e come visualizzare in-terattivamente possibili scenari futuri, certamente più umani. Quali consigli ci può dare per affrontare la crisi? Il mio punto di vista è a metà tra scienza e umanismo. Credo che, due siano le strade da seguire. La prima legata al tentativo che ognuno di noi deve fare per cambiare certi atteggiamenti “dannosi” e quindi fare spese più intelligenti e diffi-dare del denaro “finto” come car-te di credito e assegni, che sono utili solo se riusciamo a capire che dietro quel pezzo di plastica c’è il nostro conto corrente. Altri-menti spendiamo e poi le banche non hanno nessuna voglia di fare gli umani, ma applicano regole e tutto per noi va all’aria. La secon-da strada è un po’ più tecnica ed è rivolta alle grandi e alle piccole aziende per le quali sarebbe au-spicabile intraprendere una finali-tà comune sviluppando un patto di alleanza con propri collabora-tori e dipendenti che porterebbe alla loro reale valorizzazione gra-zie allo studio delle loro capacità e inclinazioni che permetterebbe di collocarli nella mansione più adatta dove potranno rendere di più. Molte aziende pioniere stan-no già sviluppando questo modo di fare.

Nella foto R.Martini

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3settembre 2011

I carri allegorici degli 8 rioni cittadini sfile-ranno lungo il corso di Cecina, animati da ballerine e figuranti. Una grande festa pie-na di divertimento e spettacolo. Saranno: Palazzaccio “Le sette tentazioni”, Cam-paciocchi “Sandokan”, Centro “La pozio-ne magica”, Casine “La Bella epoque”, Ponte “Il ritorno dell’Arca”, Stazione “Don Chisciotte”, Marina “150 anni da italiani, 50 anni da targaroli”, Palazzi “I mitici anni 60”. Il Presidente dell’Associazione Targa Cecina, Lido Franconi, ci tiene a sottoli-neare l’enfasi e la passione che i volontari dei vari rioni investono dedicando tempo e fatica per la buona riuscita dell’evento. Ognuno lavora con passione e impegno alla realizzazione del carro. Bambini, geni-tori e nonni, atleti, allievi e mastri, artigiani, sarte e fai da te si ingegnano in un lavoro

che dura mesi e mesi, nella speranza di portare al “rione” il primo premio.

L’agenda è ricca di una serie di iniziative che vanno dalla “Stranotte” allo “Sbarac-

co” dal “Canta Targa” alla “Tombolata”, tutti eventi che si svolgono nei mesi di Luglio e Agosto e che impreziosiscono la manifestazione.Le ultime fasi: venerdì 9 - Cantatarga, serata finale, Piazza dell Duomo , Cecina centro ore 21,30. Sabato 10 - Serata di fe-sta parco Espositivo “I Pini” Cecina Mare ore 21,30. Domenica 11 - Sfilata carri al-legorici, 50a Targa Cecina, ore 16,00; Cor-sa podistica per l’assegnazione della 50a Targa ore 16,00 e ... dalle 21,30 presso i capannoni della Targa Cecina cena con musica dal vivo, premiazione delle mi-gliori realizzazioni Carri, Balletti, Silata e premiazione del palio podistico.

Valentina Cambi

Targa Cecina: 50esima edizione

“Solidarietà ai bambini”

Martedi, 2 agosto, al Porto Cala de’ Medici di Rosignano è stato ufficial-mente presentato il Progetto Ambulanza Pediatrica. Tra i pazienti trasportati in ambulanza, i bambini sono quelli che hanno un impatto psicologico più traumatico dato dalla presenza, a bordo di strumentazioni mai viste e di persone sconosciute. L’ obiettivo è quello di rendere da un lato più efficiente e sicuro, dall’ altro meno traumatico per il bambino, un evento che ha un forte impatto emotivo. Da qui l’esigenza di un’ ambulanza pensata e proget-tata a misura di bambino, dotata di strumentazione specifica per l’infanzia ma anche di decorazioni interne idonee costituite da disegni degli alunni della Scuola Elementare Rodari di Cecina ispirati al tema dell’ambulanza vista con gli occhi dei bambini, giochi e gadget vari. Si tratta di un’esigenza reale in quanto in tutta la Bassa val di Cecina non esiste un mezzo adatto al soccorso ed al trasporto dei bambini ed è notevole il numero degli interventi della Pubblica assistenza volti appunto al soccorso ma anche al trasferi-mento dei piccoli pazienti presso strutture regionali di secondo livello come la Clinica Pediatrica di Pisa ed il Meyer di Firenze. L’ambulanza pediatrica sta per divenire una realtà, infatti proprio il 2 è stato firmato il contratto d’ordine da parte del Presidente della Pubblica assistenza di Rosignano Ma-rittimo Nicola Di Paco. A rendere possibile questo progetto hanno contribuito

sia la Cooperativa Contesto Infanzia di Rosignano, sia il Dottor Marco Gucci Pediatra di Famiglia della zona, supportato dal Rotary Club Cecina-Rosignano del qua-le fa parte. L’idea di sostenere l’acquisto dell’ambulanza si è concretizzata con la pubblicazione del libro, scritto dal Dott. Gucci: “La Pentola d’Oro degli Gnomi”, un pic-colo volume che ha richiesto un grande impegno e che ha cercato, di chiarire alcuni dubbi e fornire risposte pratiche alle tante domande che quotidianamente i genitori si pongono e pongono ai medici che si occupano dei loro figli. Come e cosa mangiano i nostri bambini? Ma soprattutto, qual è la giornata alimentare tipo dei nostri figli? “La Pentola d’oro degli Gnomi” si rivela un utile strumento di lettura e consultazione in cui nozioni di educazione alimentare si alternano a ricette divertenti e facili da preparare. Ogni ricetta è inserita in una storia ed inte-grata con notizie e curiosità sugli ingredienti adoperati per la preparazione ed è abbinata ad un disegno, eseguito da alcune educatrici dei Contesto Infanzia, che rappresenta graficamente il nome di fantasia dato ai vari piatti. Sempre la Cooperativa ha provveduto alle spese di stampa. I diritti d’autore sono stati ceduti dall’autore alla Pubblica assistenza ed il ricavato della

vendita del libro, sarà interamente devoluto a tale associazione per l’acqui-sto dell’ambulanza pediatrica. La casa Editrice Erasmus, nella persona del Signor Franco Ferrucci ha concorso a questa gara di solidarietà rinunciando ai diritti editoriali. Sicuramente con tale iniziativa si è raggiunto il duplice scopo educativo ed operativo, infatti, oltre a fornire una guida divertente e pratica alle famiglie per un’alimentazione più sana ed equilibrata, si è dato corpo all’acquisto di un mezzo per la salvaguardia di tutti i bambini. Il nome La Pentola d’oro degli Gnomi si rifà infatti alla leggenda che vuole che proprio in tale pentola vada a finire l’arcobaleno e proprio nell’arcobaleno sono rappresentati tanti colori che ben simbolizzano l’eterogeneità di tutti i nostri bambini.

Passione, impegno e lunghi preparativi. Sfide all’ultimo Rione

news

Il Progetto Ambulanza Pediatrica nella Bassa Val di Cecina sta per diventare realtà!

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È c o n ques ta chiarez-

za e semplici-tà disarmante che Roberto Giacobbo ci ha raccon-tato del suo nuovo libro e non solo…. Autore e condut to re di Voyager

programma televisivo di grande successo, come è arrivato ad occuparsi di misteri? E più in generale è sempre stato un uomo a caccia di risposte? Sempre. Ricordo che da bambino smontavo i giocattoli per capire come erano fatti dentro, poi li ricostruivo e mi divertivo di più a giocare con qualcosa che conoscevo meglio. Da “grande” poi ho avuto la fortuna di far diventare la mia

passione un lavoro. Il mio primo libro sull’antico Egitto, scritto senza essere comparso neanche un minuto in una televisione nazionale come conduttore, arrivò tra i primi tre in classifica nazionale: fu la prova che quella che a me sembrava solo una passione personale era invece la passione di tanti.Cosa l’ha portata a mettersi dall’altro lato della teleca-mera? Un caso. Tanto è stato il successo del mio primo libro che fui invitato al Maurizio Costanzo Show. Lì parlai con così tanta passione dell’Egitto e del Mistero della piramide di Cheope che dopo due giorni il mio telefo-no squillò e mi venne proposta la conduzione in prima serata del programma Stargate su Telemontecarlo. In precedenza ero già stato autore di programmi televisi-vi come “Misteri”, condotto da Lorenza Foschini, e “La Macchina del Tempo”, condotto da Alessandro Cecchi Paone, ed avevo già quindi una certa dimestichezza con programmi in prima serata su argomenti misteriosi, ma mai mi sarei immaginato che da un giorno all’altro, per un’intervista rilasciata, avrei fatto il salto della staccio-nata. E comunque, continuo a dire di essere un autore

prestato alla conduzione. Quando e se tornerò a fare lo scrittore, l’autore o il dirigente sarà normale per me stare dietro le quinte. Già nel 2007 con il libro “Il ragionevole dubbio” trat-tava dell’esistenza dell’Aldilà. Con il suo ultimo libro, che porta proprio questo titolo, torna ad affrontare ed approfondire l’argomento. Per quale motivo?E quali novità emergono da questa nuova inchiesta? La prima puntata in prima serata di Voyager era proprio su questo tema, l’Aldilà. È quindi un argomento che mi affascina molto e sul quale nel tempo, incidentalmente, mi si sono avvicinate delle prove. A quel punto mi sono così posto di fronte al problema: le lascio andare, le butto, ne faccio solo un servizio o le riordino, le metto tutte in fila? Per-ché fino a che io e lei abbiamo un dubbio sul fatto che esista o meno l’Aldilà la cosa ha forse poco valore, ma se questo dubbio cominciano ad averlo anche scienziati importanti, medici, ricercatori, i quali cominciano a dire seriamente: “non possiamo dire che esista l’Aldilà ma studiamo la cosa perché c’è qualcosa che non torna”, allora questo mi sembra già un dato sufficiente per poter

mettersi ad indagare più a fondo sulla cosa. Il suo lavoro la porta in giro per il mondo. Quale luogo l’ha affascinata di più? Beh diciamo che per fortuna le fascinazioni cam-biano con il passare del tempo. Ho avuto prima un grande amore per l’Egitto, che è stato la molla che mi ha spinto a trattare l’ar-

gomento in televisione; pensi che le prime 21 puntate di Stargate su Telemontecarlo, poi divenuta LA7, erano de-dicate interamente all’Egitto, quindi si può immaginare. Però ci sono anche altri luoghi che mi emozionano e mi piacciono, a partire dall’Isola di Pasqua, alla Sardegna in Italia. Sto apprezzando sempre di più degli angoli italiani che meritano una grande considerazione, non ultimo la puntata che ho dedicato completamente a Firenze e che penso sia una delle più belle di Voyager. È vero che sta preparando uno speciale sugli Etruschi per la prossima edizione di Voyager?Può darci qual-che anticipazione? Ci sto lavorando. Io comincio a fare tanti lavori e non tutti però riesco a mandarli in onda. Un servizio di Voyager ,che dura intorno ai 40 minuti, richie-de un grande lavoro di ricerca e di raccolta di materiale che deve essere quello giusto, importante e nuovo, per la buona riuscita del servizio stesso. Gli Etruschi e la To-scana sono una delle linee che stiamo seguendo e spero di arrivare a raccogliere presto tutto il materiale necessa-rio. Valentina Norcini

Intervista a Roberto Giacobbo. Il suo ultimo libro: “Aldilà. La vita continua?”

“Scusi ma lei pensa di vivere in eterno?”

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4 settembre 2011

Gastronomia e... dintorni

Piccole notizie sull’uva e sulla

vendemmiaL’estate che finisce e l’imminente arrivo dell’autun-no rendono settembre un mese un po’ particolare molto suggestivo e ricco di eventi da segnalare. Ma su tutti, trionfa sicuramente l’inizio della ven-demmia. Per molti un rito, una tradizione, un momento che conclude un lavoro durato per mesi e che da inizio ad un’altra attività, ad una trasformazione che por-terà l’uva a divenire vino.Una magia appunto che è in realtà un processo piuttosto naturale di fermentazione che sembra sia stato scoperto, un po’ per caso, come molte delle scoperte fatte dall’uomo, in epoche lontanissime. Alcuni studi archeologici fanno pensare infatti che i primi degustatori di tali bevanda siano da collocare nel periodo storico del neolitico, quando dei i nostri antenati scoprirono il processo di fermentazione in delle ampolle dove avevano depositano alcune ciocche di uva. Comunque le più antiche tracce di coltivazione della vite sono state ritrovate sulle rive del Mar Caspio e nella Turchia centrale.Sono lontani certo quei momenti in cui il periodo della vendemmia significava giorni di aggregazio-ne paesana e contadina; amici e conoscenti si uni-vano nell’intento di raccogliere il più velocemente possibile tutti quei grappoli d’uva che la vite aveva regalato. Una vera e propria festa che univa grandi e piccini. Una, due, tre settimane, a seconda della grandezza del vigneto, era il tempo necessario per la raccolta che terminava poi con il lavoro più bello e divertente, ma forse anche il più duro, ovvero il pestaggio, a suon di musica e balli, dell’uva nel catino. Immagini queste che forse appartengono ormai alla memoria di pochi, per i quali inoltre il vino non aveva nemmeno un’immagine di assoluto protagonista sul mercato, ma piuttosto, significava condivisione e conversazione. Oggi infatti le emo-zioni che la vendemmia di un tempo riusciva a re-galare non sono forse più ripetibili. Lungo i vigneti scorre spesso la mano chirurgica della tecnologia. Macchine, detti agevolatrici, che in un batter d’oc-chio puliscono le vigne con estrema precisione e che, con freddezza, depositano il raccolto in canti-na dove poi gli addetti trasformano il mosto iniziale nel prodotto finito, l’amato vino.Un evento dunque quello della vendemmia che non ha più il sapore di una volta ma che indubbiamente nelle nostre zone ricche di cantine vinicole, tra cui molte pregiate, rappresenta sempre un momento magico a cui agricoltori, tecnici ed imprenditori dedicano l’attenzione di una intera stagione, per poi presentare le numerose bottiglie sul mercato locale, nazionale ed internazionale.

Marco Provinciali

Di Mucco e Pinolo

di Renato Nesi

Il Parco di San Rossore, di cui abbiamo già parlato nel numero precedente del nostro giornale, è un luogo bellissimo. Non solo per le spiagge, l’ecosistema che

resiste all’assedio delle città che lo abbracciano (Pisa e Livorno), le tenute presidenziali, la storia che qui si è più volte fermata a riposare e molto altro. Ma anche perché, come forse non tutti sanno, nel Par-co si trovano vere e proprie eccellenze gastronomiche, dei “giacimenti” come li definì alcuni anni fa Carlo Petrini (fondatore di Slow Food), in occasione del Forum della Regione “From Global to Glocial” che qui si svolse e a cui sono lieto di aver preso parte. Di cosa si tratta? Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Partiamo dagli animali, su tutti Agnello del parco, Mucco pisano, la cui pregiata car-ne è garantita dal libero pascolo all’interno della tenuta e dalla certificazione biologica.La carne di Agnello del Parco, che deriva da quello mas-

sese, è magra, tenera e compatta; il sapore delicato e tendente appena al dolce. L’allevamento è semi brado e l’alimentazione è principalmente a base di fieno, foraggio fresco e cereali.Il Mucco Pisano (cui si affiancano capi di Limousine), originario del litorale locale, ma nato da un incrocio con la razza Bruna Alpina importata a Pisa dai Lorena a metà del 1700 e a rischio di estinzione, è una razza bovina che si caratterizza per il tuo triplice utiliz-zo come forza lavoro, animale da latte e… da carne. Questa varietà tutt’oggi è particolarmente mansueta e con una

spiccata attitudine di nutrice, alleva infatti vitelli con buo-ne masse muscolari per la produzione di carne di qualità. L’allevamento è diffuso nella Tenuta di Coltano, di San Rossore e di Migliarino. Le caratteristiche organolettiche della carne sono ben definite: sapore marcato, tenera e di colore rosso chiaro negli esemplari più giovani, com-patta e più scura in quelli di 18-20 mesi. La mucca pisana si alleva nella zona di Pisa ed in particolare nel territorio del Parco. Con i bovini e i suini presenti nel parco (in particolare il Maiale Pisano Pesante, vengono inoltre realizzate svaria-te tipologie di insaccati. Dalle carni passiamo al miele, qui prodotto con la particolare tecnica data dalle dispo-sizione delle arnie in prossimità della riva del mare dove cresce rigoglioso il “camuciolo” (Helichrysum stoechas) il cui olio essenziale conferisce al miele un che di ma-rino e permette così di ottenere il cosiddetto “miele da spiaggia”. E poi i formaggi, pecorini e la squisita ricotta,

utilizzata anche da un bravissimo gelataio pisano per i suoi squisiti gelati 2 chilometro zero. Si continua con pa-ste biologiche, pesto e via dicendo, ma la nostra ricerca delle radici gastronomiche di San Rossore si conclude con… i Pinoli. Pregiati, rari, famosi e locali che più locali non si può.Vengono raccolti in modo tradizionale direttamente dalle pigne del Parco, essiccati ancora con macchine antiche, senza subire alcun trattamento e sono il primo pinolo con certificazione biologica (AIAB) in Europa! Tanto per dare qualche cifra basti pensare che per ottenere 35 chili di pi-noli è necessario raccogliere 10 quintali di pigne; questo spiega perché nel Parco sia ancora vivo il mestiere antico del “pinolaio”, che si aggiunge ad altri ancora praticati nella zone o strategici nel tempo passato come quello del “navicellaio”, il barcaiolo che traversava l canale dei Na-vicelli per trasportare merci, oppure l’allevatore del baco da seta fino al duro lavoro nelle torbiere.Tornando ai pinoli: di color bianco sporco e forma oblun-ga, sono ottenuti da pini della macchia mediterranea (pino domestico - pinus pinea), hanno sapore resinoso e profumo molto intenso. Si prestano bene per guarnire molti dolci tipici regionali, come ad esempio la torta co’ bischeri ed il castagnaccio, o come ingrediente per il pe-sto o i tortelloni rustici, sena dimenticare che in Toscana la parte dura dei pinoli, il guscio viene utilizzato anche per alimentare braci e griglie.Il Parco di San Rossore offre molte possibilità a chi vuole scoprirne bellezze, gusto e segreti. Dai tour guidati, alle attività per i ragazzi, all’educazione ambientale. Tenuta di San Rossore, Loc. Cascine Vecchie Tel. 050 539111 Fax 050 533650. Ulteriori info www.parcosan-rossore.org

Le eccellenze di San Rossore

di Marco Provinciali

La storia della Cassatina Dai Dai è una sto-ria lunga che proviene dagli inizi del secolo scorso quando sul finire degli anni venti il Tan-credi, noto gelataio, si aggirava con il carretto lungo la pineta di Castiglioncello gridando alla propria asinella Dorotea “...DAI DAI!!!”, per spronarla a muoversi verso le spiagge dove era situata la clientela. DAI DAI, divenne quin-di nome della cassatina che il gelataio, con il prezioso aiuto della moglie, produceva nella cucina di casa sua. Sono molte le vicissitudini legate a questo favoloso gelato che ancora oggi a distanza di quasi ottantacinque anni si continua a produrre ma, in queste righe, vi vogliamo parlare però più che della storia, del presente di questa realtà che in tempi di crisi rende Castiglioncello famosa in gran parte del mondo. Non potevamo far di meglio che andare ad intervistare le proprietarie di que-sta piccola grande azienda. Allegra, Rosa e Susanna (la madre delle prime due) ci hanno accolto così nella loro residenza-laboratorio dove dall’alto della baia del Quercetano pro-ducono le varie tipologie di gelato che poi

esportano in tutta Italia, coadiuvati dalla ditta distributrice Bindi, e in alcune parti d’Europa come Londra o alcune città russe ma anche in uno dei paesi più ricchi del mondo come il Kuwait. A rispondere alle nostre domande è Allegra, la più grande delle due sorelle.Che cos’è che rende così speciale la cas-satina DAI DAI? “ Sicuramente è la segreta ricetta, che mio padre Toni comprò nel 1984 dai vecchi proprietari del bar Norge (coloro che avevano rilevato l’attività che il Tancredi aveva lasciato nel 1964), che rende il gelato molto speciale; avendo mantenuto i metodi tradizionali e facendo attenzione alla qualità delle materie prime riusciamo a regalare alla nostra clientela un sapore ancora decisamen-te unico. In più facciamo tutto a mano. Addi-rittura incartiamo manualmente ogni singolo prodotto.Voi siete tre donne che gestite tutta l’azien-da, ci sono altre figure femminili all’interno dell’impresa? “Tutte donne, un laboratorio in rosa direi. L’unico uomo è Cerim che fa un po’ il tutto fare e, a cui spesso toccano, purtroppo per lui, lavori un po’ più pesanti.”In un periodo come questo, in cui, statisti-

che alla mano, una donna su due è senza lavoro avere un laboratorio al femminile è davvero una gran bella cosa.. E gli affari come vanno, riuscite a reggere la crisi? “Si, decisamente si. In questi ultimi anni pos-siamo dire di aver aumentato la nostra mole di lavoro. Noi ci dirigiamo ad un mercato piut-tosto alto che, per quanto se ne possa dire, soffre molto meno la crisi. Ultimamente abbia-mo iniziato ad esportare fino al Kuwait e di ciò ne siamo molto fiere.”Un’azienda in positivo ed in più rosa, beh.. che dire ..BRAVISSIME!!!

Una cassatina DAI DAI sempre più in rosa alla conquista del mondo

Un’azienda al femminile, quella della famiglia Bartoletti di Castiglioncello, che nei tempi di crisi riesce con soddisfazione ad aggiungere personale al suo laboratori

PODERE CASTELLACCIA la Maremma e la Famiglia Pellegrini

La Maremma nei primi anni del 900 era an-cora una terra poco ospitale. Solo chi aveva una forte capacità intuitiva poteva vedere le sue potenzialità.Sinibaldo Pellegrini fu uno di questi uo-mini che possiamo definire “del vedere lungo”. Concretizzò le sue impressioni sulla Maremma, acquisendo l’azienda “Podere Castellaccia”, estesa per 50 ettari su una delle colline vicino Grosseto, lun-go la strada che porta al paese medioevale di Montiano. La base del suo lavoro era il rispetto della natura e della qualità del pro-dotto. Fu tra i primi a credere nella vigna e nell’olivo e quindi nei prodotti che oggi portano in tutto il mondo il nome della To-scana: l’olio e il vino. L’azienda negli anni 60 passò al figlio Alfonso che fece tesoro

degli insegnamenti del padre e prese l’importante decisione di vendere il vino prodotto, non più sfuso ma imbottigliato così da permettere una continua crescita qualitativa. La regola base che “il vino buono viene fatto da uve sane” è l’inse-gnamento che si tramanda da padre in figlio. Oggi c’è un nuovo passaggio di conduzio-ne Alfonso ha due figlie Bar-bara e Sara che con impegno, dedizione e sacrificio stanno rinnovano l’azienda tenendo

sempre presente l’importanza di rispettare l’identità territoriale. Il Podere Castellaccia sta consolidando le proprie basi anche perr l’attività dell’agriturismo avviata nel 1998, oltre a mantenere viva e sempre ad alti livelli la produzione di vino ed olio. Il Morellino DOCG Podere Castellaccia è un tuffo nei sentori di macchia mediterranea accompa-gnati dal delicato profumo di amarasca, il corpo importante e persistente avvolge l’in-tera bocca inebriandoci della forza della Maremma. Tutti i loro prodotti sono fatti nel rispetto della tradizione e del territorio con forte attenzione alla qualità. Questa azienda è più di una attività agricola è la vita di una famiglia che crede nei valori del rispetto del-la terra e della sua valorizzazione.

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Salsicce di mucco pisano

D.O.C.G. SUVERETO E VAL DI CORNIA

Le procedure avviate quasi due anni fa per il riconoscimento della qualifica DOCG ai vini “Suvereto” e “Val di Cornia Rosso” è arrivata al termine. L’ottenimento del-le due DOCG è un fatto di straordinaria importanza per il settore vitivinicolo e per il territorio in generale. Significa passare dalla grande, se pur prestigiosa, famiglia delle DOC (circa 450) a quella, ben più ristretta e prestigiosa, delle DOCG (circa 60/65 alla fine di questo ciclo). Colloca i vini (quelli che seguiranno il disciplinare DOCG) nella fascia alta al livello nazio-nale e internazionale, favorendo, come è evidente, la loro commercializzazione e attirando l’interesse dei compratori. Senza contare il valore aggiunto che porteranno al territorio in termini di promozione com-plessiva e di capacità di attrazione di un turismo attento ed esigente.Il merito di tutto questo va ai produttori, che hanno saputo mettere in campo una qualità della produzione che ha ormai toc-cato livelli di eccellenza, e al Consorzio di Tutela Vini Doc Val di Cornia, al fatto che vi hanno creduto e che si sono bat-tuti, lungo un percorso che non è stato né facile né scontato. Tra pochi giorni potremo quindi andar fieri del fatto che in Val di Cornia vi sarà la sola DOCG della Provincia di Livorno continentale (all’Elba c’è quella dell’Aleatico).

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5settembre 2011

il mare

Dallo scorso 12 agosto l’Acquario di Livor-no ha inaugurato una nuova vasca dedicata alle Meduse. L’iniziativa, che sta riscuoten-do un buon successo, qualifica ulteriormen-te l’offerta della struttura labronica che può adesso vantare una proposta decisamente originale. Anche i piccoli di Trigone viola, recente-mente nati dall’accoppiamento di esemplari inseriti nella vasca “Fondale Sabbioso” as-sieme alla mamma e ad altri provenienti dal Mar Mediterraneo hanno suscitato la curio-sità dei visitatori.Fino al 30 settembre restano valide tutte le promozioni estive.Per maggiori info tel. 0586 269155, e-mail: [email protected] web: www.ac-quariodilivorno.it

Renato Nesi

di Marco ProvincialiDopo aver parlato spesso di pesca, pesce e salvaguardia del nostro mare, noi di Costa degli etruschi news siamo andati direttamente sul campo, o meglio in acqua, per poter vivere un’esperienza davvero unica con uno dei po-chi veri pescatori rimasti lungo il litorale della costa livornese, Mirko Ulivieri. Uno dei pochi sì, perché Mirko da ormai più di trent’anni conduce questa attività pressoché in solitaria. Non un equipaggio a bordo del suo piccolo peschereccio bensì un solo costante aiuto, le mani giovani e veloci del compagno senegalese Yasse, un ragazzo appena venti-treenne che porta dentro di se la maestria e la saggezza di una professione tramandata di padre in figlio, dalle turbolenti acque atlantiche sino alle rive del mediterraneo. Siamo andati appunto a veder con i propri occhi e a toccare con mano che cosa significa passare una vita in mare alla ricerca del pesce, ed è bastata una sola mattinata per capire quanto questo mestiere possa essere da un lato estenuante e faticoso ma dall’altro irresistibilmente affa-scinante; l’eterna attesa per la scoperta di che cosa durante la notte sia rimasto nelle proprie reti è un’emozione unica, una suspance che ti logora dentro ma che ti riempie di gioia ogni qual volta che dal profondo del mare le reti portano sul peschereccio qualche bellissima

preda. La mattinata del pescatore inizia, come si sa, prestissimo. Sveglia alle 4 e 45, 5.00 al massimo. Qualcosa di salato ( sì, il salato per evitare uno spiacevole mal di mare; i vecchi consigliavano addirittura pane e acciughe) da mettere sotto i denti e partenza verso il largo

ad ovest, per poter prima calare qualche tra-maglio e poi salpare le reti lasciate in acqua il giorno prima. Ecco da questo momento inizia la vera emozione; come dei piccoli bambini siamo rimasti per quasi più di un’ora con gli occhi sgranati fissando le reti che di volta in volta tiravan su qualche bel cappone, alcune

aragoste e polpi dalle dimensioni piuttosto grandi. E mentre noi, inermi, osservavamo il tutto, i due pescatori con una disinvoltura in-credibile “scocciavano” le reti ( termine locale che indica il gesto del pescatore che libera il pesce dalla rete) e le accatastavano con pre-cisione nei bordi del piccolo peschereccio. A far dar cornice a tutto ciò, i colori tenui delle prime luci del giorno. Dunque una volta salpa-te le reti non rimane che calare nuovamente e far rotta verso terra, per andare a vende-re il pesce freschissimo appena pescato. Il bottino della nostra mattinata è stato, come ci dice Mirko, piuttosto buono per i tempi che corrono ma niente a che vedere però con ciò che si poteva pescare anni or sono. L’inqui-namento, le tecniche proibite di pesca e molto altro hanno danneggiato terribilmente il nostro mare, non rimane quindi che augurarci che la situazione rimanga per lo meno costante per poter , almeno tentare, di rieducare al rispetto del mare, altrimenti professioni come quella di Mirko Ulivieri andranno per forza di cose a sparire. Non ci rimane quindi che ringraziare i due pescatori per la bellissima esperienza che ci hanno fatto passare, augurando a que-sti, che il mare possa sempre offrire un bottino come quello che insieme abbiamo salpato durante una bellissima mattinata di fine estate passata insieme.

In mare, a pesca con Mirko Ulivieri

Acquario di Livorno:

arrivano le meduse ed è

subito festa!

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Esiste poi una terza lingua istmica, la più importante, quella centrale, su cui nasce la zona urbana di Orbe-tello. Un ponte artificiale, detto “Diga Leopoldiana” divide in due parti il territorio, distinguendo la laguna di Ponente da quella di Levante. La comunicazione con il mare aperto avviene attraverso tre canali artificiali di antica costruzione. Al giorno d’oggi l’economia cittadina è simile a quella di qualsiasi altro agglomerato urbano, il settore terziario conferisce occupazione alla maggior parte degli abitanti, ma una volta non era così. In passato, nella laguna, si viveva principalmente di pesca. Grandi tradizioni, tramandate di padre in figlio, avevano visto sviluppare intere famiglie di pescatori, la laguna prosperava di spigole, orate, muggini ed anguille. Ancora oggi, in questa zona, viene lavorato e venduto del pesce pregiato sui mercati di tutta Italia, ma il monopolio della pesca, appartiene a società per azioni che danno lavoro ad appena un centinaio di dipendenti. A causa dello scarso apporto d’acqua dal mare e dell’immissione di scarichi ricchi di nitrati e di sali di potassio provenienti dalle colture agricole, si è determinato il proliferare delle alghe, con il conse-guente impoverimento di ossigeno, la Laguna di Orbetello è divenuto così un ambiente ad alto rischio. Per

consentire la sua protezione sono stati emanati numerosi provvedimenti di legge ed è stato costituito l’Istituto del Commissario della Laguna di Orbetello. Oggi parte della Laguna di Ponente è protetta nell’Oasi del WWF. E proprio parlando di aree protette, veniamo ad un approfondimento su una vera e propria “oasi” presente all’interno della Laguna, che vanta una flora ed una fauna uniche, visitandola dalle numerose postazioni, sembrerà di guardare uno splendido documentario televisivo. L’oasi della laguna di Orbetello, si estende per 850 ettari ed è una zona umida di importanza internazionale. Il territorio è salmastro ed a tratti affiorano isolotti ricoperti da vegetazione palustre. Nella riva interna si riscontra un esteso tappeto di salicornia, ancora più internamente troviamo boschetti di pioppi, frassini, sughere ed olmi. Esternamente invece, sul tombolo della Giannella, la zona è ricoperta da una lussureggiante macchia mediterranea. La posizione di questo ambiente, lungo le rotte migratorie, la sua qualità e la sua opulenza vegetativa, assicurano la concentrazione di migliaia di uccelli nelle grandi distese d’acqua come il fenicottero, il cavaliere d’Italia, l’airone bianco maggiore, l’airone cenerino, il falco pescatore e molti altri. Tra i mammiferi troviamo la volpe, il tasso e l’istrice. Nell’oasi, come detto, ci sono numerose postazioni per l’osservazione degli uccelli ed un centro di educazione ambientale all’interno di un antico casale spagnolo del 1600. La visita dell’Oasi si sviluppa in tre itinerari: il primo permette l’osservazione dell’avifauna attraverso un percorso con 9 postazioni. Il secondo è un itinerario botanico composto da alcuni capanni per l’osservazione. Il terzo infine è quello del Casale sul tombolo della Giannella, dove è possibile visitare la mostra sulle zone umide e il giardino delle farfalle. Nell’immensa varietà del territorio toscano, che vanta qualsiasi tipo di paesaggio, si può dunque annoverare anche quello lagunare, un’oasi di vita animale vegetale da appuntare sul libro delle meraviglie della natura. Gianluca Parodi

Meraviglie della natura: la Laguna

Sulle coste della Toscana, un’oasi suggestiva di flora e fauna nella Maremma grossetana

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Bosco dei cipressi San Quirico d'Orcia Estate

Marco Provinciali

Nei mesi scorsi abbiamo concentrato le nostre ricerche e la nostra attenzione sulle caratteristiche nutrizionali e qualitative di alcuni di quei pesci di cui di sovente, qua lungo la costa degli etruschi, ci cibiamo. Se vi ricordate abbiamo parlato della rivalutazione del pesce povero, ovvero di quei pesci meno comuni al mercato tradizionale del pesce. Parlavamo della bontà e della squisitezza delle triglie, piuttosto che del cappone, delle varie gallinelle o altri ancora, perché, stando a studi e statistiche di livello nazione ed internazionale , il nostro mare, a causa di differenti cause, sta subendo un progressivo impoverimento della sua fauna ittica. Tali stime portate avanti dalla NEF (new economy foundation) evidenziano che di questo passo entro il 2048 giungeremo al punto di non ritorno, ovvero il mare non avrà più le risorse ittiche necessarie per sfamare la popolazione. Quindi tra le tante cose da fare, come avevamo già sostenuto nei numeri scorsi, c’è sicuramente quella della rivalutazione di tante di quelle specie di pesci di cui non comunemente ci cibiamo. Ma rivalutare ciò significa anche rispettare i vari cicli riproduttivi. E’ quindi necessaria una educazione ad una pesca e ad un consumo più responsa-bile. La numerosa richiesta di aragoste, per esempio, durante il periodo natalizio è una autentico attentato alla riproduzione di queste. Dicembre infatti è il periodo in cui si schiudono le uova di questi animali, pescarle significa farne una strage. Quindi qua di seguito una tabella affinché ci possa essere almeno la coscienza dei periodi dell’anno in cui le differenti specie ittiche si possono pescare e quindi mangiare.

Salviamo i nostri pesciInverno Estate Autunno Primavera Tutto l’anno

triglia vongola verace sugarello alalunga sugarello cefalo

sarago rombo chiodato sogliola spigola sgombro mormora

sardina polpo orata triglia gallinella zerro

ricciola seppia ricciola rombo chiodato spigola occhiata

pagello lampuga spigola gallinella sarago

alice gallinella lampuga leccia

pescatrice sarago palamita

palamita sardina pagello

sgombro alice

Ospiti del suo peschereccio, il pescatore ci ha fatto vivere un’esperienza unica nelle acque a largo del fanale di Vada

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6 settembre 2011

Nel centro della cittadina toscana, all’angolo nord-ovest delle mura medievali, su un tappeto d’erba

verde smeraldo, si erge uno dei complessi architettonici più suggestivi del mondo, milioni di turisti, da ogni parte del globo, accorrono per fotografare la cosiddetta Piazza Dei Miracoli di Pisa. Questo nome è d’origine piuttosto recente, fu infatti il poeta Gabriele D’Annunzio, agli inizi del 1900, ad usare il termine “Miracoli” nel suo romanzo “Forse che si, forse che no”, denominazione che poi si diffuse comunemente nel dopoguerra. La Cattedrale, il Batti-stero, il Campo Santo, la Torre pen-dente, sono questi i quattro tenori che dominano la scena lasciando a bocca aperta i viaggiatori , dal 1987 la prin-cipale piazza pisana è annoverata di diritto tra i Patrimoni dell’Umanità dall’Unesco. Completamente pedo-nalizzata, ricoperta, come detto, da un grande prato, assunse il suo aspet-to definitivo solo nel XIX secolo, per mano dell’architetto Alessandro Gherardesca, che decise la restau-razione di alcuni monumenti e fece demolire altri edifici preesistenti. La storia della piazza però, affonda le sue radici in un passato decisamente più remoto, costruita in epoca me-dievale, durante le ristrutturazioni si è visto venire alla luce reperti di origine romana ed addirittura etrusca, in tutta la zona circostante. L’assetto odierno iniziò a delinearsi intorno all’anno mille, quan-do si avviò la costruzione del complesso strutturato come lo vediamo oggi. Lo stile si modificò a più riprese, soprattutto dopo il passaggio della città nelle mani dei fio-rentini, che con l’influenza delle famiglie medicea e lorenese, cercarono di eliminare gli aspetti gotici originali, innalzando di-

versi nuovi edifici, poi abbattuti per dare respiro alla piazza, proprio con la suddetta opera del Gherardesca. Le ultime modi-fiche furono apportate agli inizi del XX secolo, in epoca fascista, con la costruzio-ne del monumento alla Lupa di Roma, a nord del campanile e i diciassette cipressi

piantati lungo l’estremità est della piazza in memoria di altrettanti militanti fascisti deceduti. Interessanti e mistiche sono le indicazioni sulla disposizione dei monu-menti all’interno della piazza, allineati se-condo il segno astrologico della Bilancia, con la Torre come fulcro, allegoria di una presunta etimologia del nome della città. Per tuffarsi interamente, nella storia della Piazza dei Miracoli, non basterebbe un in-tero volume di cenni e ricerche storiche,

per questo, in questo spazio di un articolo, abbiamo deciso di focalizzare l’interesse su uno dei monumenti della piazza, sicu-ramente il più famoso e chiacchierato: il Campanile. La cosiddetta Torre di Pisa è la più famosa torre pendente del mondo. Costruita nel 1173, cominciò a inclinarsi

sul lato prima che fosse completato il terzo ordine, a causa del suolo di limo sabbioso sul quale poggiano le fondamenta profonde solo tre metri. La costruzione continuò co-munque fino al completamento nel 1350, quando fu ultimata la cella campanaria e vi furono inserite le sette campane, proprio per diventa-re il Campanile della Cattedrale. Si erge in cielo per circa 56 metri, pen-dendo per ben cinque metri rispetto alla verticale nel punto più alto. In seguito ai restauri della fine del No-vecento, che ne hanno assestato la pendenza, è stata riaperta al pubbli-co, seppure con un accesso limitato e controllato. Non si conoscono con esattezza i vari architetti che hanno lavorato alla torre. Per anni era stata attribuita a Bonanno Pisano, auto-re delle porte bronzee del Duomo, ma studi recenti confutano questa ipotesi e la conferiscono piuttosto a Diotisalvi, già autore del Battistero. Sembra però, che la cella campana-

ria sia stata opera di Giovanni Pisano nelle vesti, stavolta, di capomastro dell’Opera. Concluderemo questo excursus su uno dei gioielli più incredibili del nostro territorio, con le reali parole romanzesche del poeta D’Annunzio, che forse meglio d’ogni altro commento, rendono l’idea di ciò che que-sto capolavoro architettonico, trasmette a chi lo guarda, meravigliato: “ L’Ardea ro-teò nel cielo di Cristo, sul prato dei Mira-coli.” Gianluca Parodi

Il battistero, il duomo, la torre… i MiracoliUno sguardo alla Piazza pisana patrimonio artistico dell’umanità

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Ma con quale criterio, chiedo, ha se-lezionato fatti e persone in 150 anni di storia? “Quello giornalistico classico. Con le regole del reportage, partendo dalle sto-rie più drammatiche, più coinvolgenti, più significative tra quelle che hanno portato all’Unità di Italia, documentando gli avveni-menti, arricchendoli con i dati e gli aneddoti del quotidiano, facendo il mio mestiere di giornalista. E cercando di interpretare le vicende da punto di vista dell’economia, dei partiti, degli organismi internazionali. In altre parole ho voluto raccontare il rapporto tra un ambiente e ciò che vi succede ”. Quindi è centrale il contesto e non c’è un vero protagonista. E in questo contesto il cronista ingurgita tutte le informazioni che reperisce e le ripropone attraverso il proprio filtro, giusto? “In qualche modo sì”.E adesso, nel 2011, gli italiani hanno me-tabolizzato l’unità del loro paese? “No. Gli italiani non hanno mai metabolizzato l’unità. Ci sono alcuni punti fermi sui quali non penso torneremo indietro, ma il paese non è mai stato realmente unito appieno. Pensiamo alle differenze linguistiche, fino a pochi decenni fa non esisteva una lingua parlata da tutti e su questo, lo dico da uomo Rai, il servizio pubblico ha svolto un ruolo importante, non solo nell’alfabetizzazione,

ma anche nella diffusione di un immagina-rio condiviso, di sogni comuni”. Sogni, aspettative e orizzonte. “Esatto. Così nascono le nazioni. C’è anche il tem-po per qualche ironica battuta sull’attualità “gli italiani oggi hanno risolto alcune delle loro contraddizioni, come il conflitto di inte-resse tra potere mediatico e politico, unifi-candoli”.Alla fine della nostra piacevolissima con-versazione, dopo aver incassato una mez-za promessa riguardo la sua partecipazio-ne alla prossima edizione di Un Parco di Autori, esperienza che dice di aver molto apprezzato, chiedo a Caprarica anticipa-zioni sul prossimo libro. “Ho appena conse-gnato alle stampe un libro sull’aristocrazia inglese, l’unica ancora realmente influente e coesa come classe sociale, raccontata attraverso le case, i manieri, le tenute. Una sorta di viaggio in Inghilterra alla scoperta delle dimore che, grazie ai loro abitanti, ne hanno fatto e ne fanno la storia”.Ma non le ha visitate tutte di persona? “No, non tutte, anche se in molte sono stato davvero nel corso degli anni”.Un piccolo aneddoto in anteprima per noi? “Una volta chiesi ad una nobildonna quante stanze avesse la sua casa e quella mi rispose che non ne aveva idea e che, d’altra parte se sai quante stanze ha la tua casa, significa che non è veramente gran-de”.

Renato Nesi

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Storia, arte e cultura Il protagonista della

mostra è nel nostro caso il Mar Tirreno che

accoglie il visitatore attra-verso immagini e suoni evocativi trasportandolo indietro di circa tremila anni quando l’etrusca Vetulonia e la Sardegna nuragica tessevano una fitta trama di rapporti sia commerciali che culturali, testimoniati dai reperti in mostra rinvenuti nei tumu-li etruschi di vetulonia e in altri contesti dell’Etruria perfettamente confronta-bili con altri provenienti dalla Sardegna.

Fulcro tematico e perno scenografico dell’espo-sizione sono le quindici barchette bronzee, riu-nite a Vetulonia per la prima volta, gioielli della bronzistica della Sarde-gna nuragica caratteriz-zati da una prua ornata spesso da protomi zo-omorfe. Quale fosse la loro originaria funzione resta ancora un mistero

(forse lanterne o brucia-profumi), quello che in-vece è certo è il loro alto valore sacro e simbolico, tanto da diventare uno status symbol di potere

e prestigio per le aristocrazie etrusche che le destinarono ad accompagnare il defunto nell’ultimo viaggio.Insieme alle navicelle altri sono i reperti che testimoniano gli scambi commerciali tra Vetulonia e la Sardegna come le fiaschette di tipo cipriota riprodotte in miniatura negli omonimi pendagli bronzei o le brocchette a collo obliquo e ventre askoide per la mescita del vino, ed ancora armi ed oggetti dell’or-namento personale rappresentati da fare-trine e bottoni nuragici. Conclude infine la mostra l’eccezionale Tridente, proveniente

dalla tomba a Circolo omonima di vetulonia e conservato presso il Museo Archeologico di Firenze, che intende rappresentare una sorta di “passaggio di testimone” del domino sul mare dalla Sardegna nuragica alle città etrusche della costa tirrenica, prime fra tutte Vetulonia. A conclusione della mostra, agli inizi del mese di novembre, sarà inoltre organizzata una tavola rotonda alla quale parteciperan-no e si confronteranno sul tema dei rapporti fra Vetulonia e la grande isola del Mar Tir-reno, studiosi di caratura internazionale provenienti dall’Italia continentale e dalla Sardegna. La mostra può essere visitata tutti i giorni di agosto e settembre con orario 10-14 e 16-20, dal 1 ottobre al 6 novembre dalle 10.00 alle 16.00. Il biglietto comprende anche l’ingresso alle sale espositive del Museo Archeologico.Per maggiori informazioni: Museo Civico Ar-cheologico “Isidoro Falchi” Piazza Vetluna, 1 – loc. Vetulonia Tel. 0564 948058 [email protected]

Valentina Norcini

Sotto un cielo di vele esposti i gioielli della bronzistica nuragica

Una flottiglia di navicelle sarde approda a Vetulonia

Dal 16 luglio al 6 novembre in mostra al Museo Civico “Isidoro Falchi”

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Page 7: N° 14 - Costa degli Etruschi News

7settembre 2011

Editore Massimo TaniniCoord. Gen.Esecutivo Valentina Cambi

Costa Degli Etruschi News n. 14Direttore Paola PavanStampa Pacini Editore SpA Pisa

Tiratura mese di Settembre 10.000 copie

(N. Registro stampa 9/2010 Aut. del 23/07/2010)

Mensile distribuito gratuitamente da Livorno a Grosseto

Redazione via S.Barbara n. 8/12, 57023 Cecina tel. 0586.685058 mail:[email protected]

eventi

Volterra viaggia “Attraverso il 900”

Andrà avanti fino al 9 di ottobre la bel-la mostra organizzata a Palazzo dei Priori, in pieno centro storico, per ce-

lebrare l’artista volterrano Rosi (scomparso a 82 anni nel 1995) che, oltre a produrre opere di pregio tra gli anni venti e cinquan-ta esplorando diverse tecniche e stili di espressione, ha saputo riunire nella propria collezione quelle dei protagonisti dell’arte di gran parte del secolo passato. Promotore della mostra, curata da Nicola Micieli, è il Comitato Esposizioni 2011 for-mato da Comune di Volterra, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra e Consorzio Turistico Volterra, Valdicecina Valdera. Grazie ad un percorso espositivo di oltre 150 opere, per lo più appartenenti alla colle-zione “Mino e Giovanni Rosi” custodita dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra su espressa volontà dell’artista, la mostra presenta cronologicamente le opere di Mino Rosi, pittore ed uomo dall’instancabile vena poetica, insieme a quelle di tanti artisti del Novecento toscano e italiano con cui aveva instaurato stretti rapporti personali anche grazie alla sua competente passione per il

collezionismo.Ecco alcuni dei nomi presenti nell’esposi-zione con Incisioni, disegni, dipinti, acqua-relli, pastelli e piccoli mosaici: Soffici, Rosai, Viani, Viviani, Bartolini, Moses Levy, Carrà, De Pisis, Guttuso, Mafai, Morandi e Sassu. Poi, per meglio comprendere le radici cultu-rali e artistiche da cui è nata la passione di Rosi per l’arte, una piccola sezione è stata dedicata all’arte della fine dell’ottocento e degli inizi del novecento di Giovanni Fattori e di Luigi e Francesco Gioli. Ma Rosi non fu solo artista e collezionista, a mio avviso fu capace di un intuizione assai originale per l’epoca, essendo tra i primi a scrivere diffusamente sull’importanza di le-gare saldamente l’arte e i beni culturali alla conservazione del paesaggio. Difendere, promuovere e conservare il territorio è pra-tica transitiva al suo racconto, attraverso i tanti linguaggi artistici, ma lo è anche alla conoscenza e alla valorizzazione delle me-raviglie che la storia ha consegnato in cu-stodia. Archeologia e architettura, solo per fare due esempi di cui la bellissima Volterra è molto ricca.

Tornando alla mostra ecco quando dichiara-to dal curatore: “Rappresenta un’occasione unica per osservare un secolo d’arte da un punto di vista nuovo e assolutamente per-sonale, sia nelle scelte artistiche, sia nelle preferenze di gusto e ricerca intellettuale di Mino Rosi. Un motivo d’interesse parti-colare – ha aggiunto - risiede poi nella sua energia e capacità di tradurre il suo talento onnivoro, in un ventaglio di tecniche e am-biti espressivi, in opere di sicura originalità creativa degne di essere messe a confronto con i più avanzati esiti dell’arte italiana di quegli anni”. Di certo Volterra si presta bene a tutto ciò, anche perché rappresenta un ottimo esem-pio di come si può far vivere tutto l’anno una cittadina di eventi, turismo e cultura, sempli-cemente partendo da ciò che il territorio e i vicoli del borgo offrono. A questo proposito il Sindaco Marco Buselli sottolinea come “Volterra non solo custodisce un patrimonio artistico immenso ma è sempre stata an-che produttrice di arte e il nostro obiettivo è quello di valorizzare queste ricchezze con mostre ed eventi grazie all’attività del Co-

mitato esposizioni che sta ben operando in questo senso”. Fino al 9 di ottobre in Piazza dei Priori, tutti i giorni dalle 10.30 alle 17.30. C’è anche un percorso pensato apposita-mente per i bambini con riproduzioni ideate da Irene Taddei, allestitrice dell’evento. Info: tel. 058886099, www.volterraesposizioni.it

Renato Nesi

Al Palazzo dei Priori mostra dedicata a Mino Rosi e alla sua collezione da Fattori a Morandi

VIAGGIO CORSAROLIVORNO – Un originale e divertente viag-gio per conoscere Livorno da una prospet-tiva insolita, quella dei canali e scoprire la sua storia, cultura e tradizione. Con il patrocinio del Comune di Livorno, un percorso fatto di sapori, di odori, di arte, di antichi luoghi storici: cantine, scalandri, ponti, piazze e scali.La partenza è prevista dal molo Caterina de Medici in Fortezza Vecchia. Il viaggio attra-versa il quartiere della Venezia con i palazzi dei grandi signori del commercio, il Pontino, con le sue case dagli intonaci colorati, il grande ponte del Voltone fino al Fosso Re-ale con il Mercato delle vettovaglie. Poi piazza Cavour ed i palazzi dell’800 in stile neorinascimentale, il porto mediceo e il rientro al molo della Fortezza.Alla fine della visita sarà offerto un aperiti-vo nell’affascinate Quadratura dei Pisani in Fortezza Vecchia.

Venerdì 16 Settembre la serata sarà dedi-cata a Paolo Virzì.Venerdì 23 la serata sarà dedicata a Bobo Rondelli.Venerdì 30 il viaggio sarà Livorno città di garibaldini, Storia della Città.Per info e prenotazioni, Amaranta, Itinera e livornoinbattello.it.

Tour acquatici in battello

Tesori Toscani è un evento-fiera enoga-stronomico pensato per la valorizzazione dei prodotti toscani sponsarizzato intera-mente dalla Regione Toscana, Provincia di Livorno ed il Comune di Cecina.L´iniziativa, nata dalla collaborazione fra

la Promozione e Sviluppo e il Consorzio Strada del Vino Costa degli Etruschi, ha carattere sia territoriale che internaziona-le, e le aziende che ne fanno parte sono le migliori rappresentanti del territorio e condurranno i visitatori in un lungo ed

interessante percorso di qualità con l’of-ferta sia Tickets degustazioni che Vendita di prodotti diretti.Ha come obiettivo quello di valorizzare i prodotti e gli uomini, in un legame in-scindibile territorio-prodotto-produttore. Ma la vera novità è l´interazione fra la rassegna fieristica aperta al pubblico ed i servizi offerti dal sito dedicato alla mani-festazione.Quindi non soltanto “conoscere la Tosca-na”, ma anche “aconoscere i toscani” fa-

cendo un’esperienza che lascia un segno ancora più profondo.Apertura Pubblico: 10.00 alle 21.00 - Sabato 24 e Domenica 25 settembre10 Degustazioni - € 30.00 5 Degustazioni - € 20.00 2 Degustazioni - € 10.00Info Promozione & Sviluppo Val di Ce-cina s.r.l. Tel. 0586785026 email: [email protected]

Valentina Cambi

Uno degli appuntamenti più seguiti nel mese di settembre in Toscana. Il borgo medievale di Scansano festeggia per la 43a volta il suo prodotto più riuscito, il Morellino e il borgo gli rende onore con questa manifestazione ricca di proposte per tutti gli intenditori e per chiunque desideri avvicinarsi. Per scoprire le qua-lità dell’apprezzato vino rosso DOCG si potrà prendere parte alle degustazioni guidate nelle cantine del centro storico, nei gustosi abbinamenti con i prodotti tipici del territorio, dall’olio, al formag-gio, alla carne, nel folklore popolare quando la vendemmia costituiva uno

degli eventi più importanti dell’anno, rivelazione di convivialità gioconda. e poi stand, laboratori, spettacoli ed ar-tigianato locale.Per un angolo di cultura: la storia del vino toscano, si consiglia di visitare la mostra “La valle del vino etrusco. Ar-cheologia della valle dell’Albegna in età arcaica”, che resterà in allestimento al Museo Archeologico di Scansano fino al 31 dicembre 2011 Ecco il programma:Sabato 24 Settembreore 10,00: Mercato Artigianale e labora-tori creativi c/o Piazzale Le Cascine

ore 12,30: Apertura Cantine Storicheore 19,30: Musica intinerante ore 22,00: DJ set per il paese

Domenica 25 settembreore 10,00: Mercato Artigianale e labora-tori creativi c/o Piazzale Le Cascineore 11,00: Apertura Cantine Storicheore 17,30: Sfilata carriPremiazione MIGLIOR CANTINAore 21,00: Serata danzantePer informazioni: tel: 0564-509111www.comune.scansano.gr.it

Valentina Cambi

Festa dell’Uva a Scansano

Fiera dei Giovani

VENTURINA – Completamente rinnovata, quest’anno presso i padiglioni della Fiera di Venturina (LI) con ancora piu’ eventi, spet-tacoli e giochi ed una diversa disposizione di stand e attrazioni per una migliore godibi-lita’ e maggior divertimento!La manifestazione, organizzata dall’Asso-ciazione Culturale ONLUS “Clessidra”, a fronte di un modesto biglietto di ingresso di 3 Euro offre al suo interno GRATUITA-MENTE la possibilita’ di giocare a decine e decine di giochi, sfidarsi con le migliori con-sole su megaschermo, guidare macchine radiocomandate e tanto altro.Nei due giorni della manifestazione i visita-tori potranno godere di una Ludoteca atti-vissima, giochi da tavolo e di societa’ fra i piu’ famosi per giocare con i propri amici o con gli altri visitatori, i “classici” come Mega-Risiko, una riproduzione gigante del famoso gioco o tavoli dimostrativi di Subbuteo, non-che’ l’immortale Calcio Balilla.Nel vastissimo piazzale esterno un’espo-sizione di auto elaborate diventera’ nel pomeriggio di domenica 25 Settembre il “1° SuperCar Day di Venturina” una gara-esposizione per gli appassionati di tuning provenienti da tutta la Toscana e nello stes-so giorno i patiti di Cosplay, ovvero l’indos-sare i costumi dei piu’ famosi eroi di fumetti, videogiochi, film o cartoni, sfileranno per la Fiera e poi sul palco per contendersi nume-rosi premi.E spazio anche per il palato con dolcezze e grigliate.Allora..... portate i vostri amici o trovatene qui di nuovi!

IIIa edizione24 e 25 Settembre 2011

24, 25 e 26 Settembre dal vino al cibo

Il primo salone dei prodotti agroalimentari tipici e di qualità della Maremma toscana, promosso dalla Camera di Commercio di Grosseto, si svolgerà il 24, il 25 e il 26 set-tembre al centro fieristico del Madonnino a Braccagni.Le aziende agroalimentari del territorio sa-ranno le vere protagoniste di questa avven-tura. Un progetto che si pone l’obiettivo di promuovere, valorizzare e far apprezzare il settore agroalimentare “firmato Maremma” puntando sulle eccellenze, ed è rivolto ad operatori, stampa specializzata e turisti, per conoscere da vicino la grandezza di questo spicchio di Toscana. Altro obiettivo è anche orientare il consumatore nella scelta dei prodotti e facilitare la conoscenza del terri-torio nel quale tali realtà sono prodotte.L’elenco è infinito: Docg Morellino di Scan-sano, Doc Montecucco, Monteregio di Mas-sa Marittima, Sovana, Parrina, Capalbio e

Ansonica Costa dell’Argentario, Bianco di Pitigliano; poi bottarga di Orbetello, zaffe-rano, fagioli di Sorano, salumi, prosciutti, e grandi oli. Questo sarà lo scenario del Ma-remma Food Shire. Durante la manifestazione sono previsti incontri, degustazioni guidate, laboratori, iniziative collaterali realizzate in collabora-zione con le attività di ristorazione locali.L’ingresso alla manifestazione è aperta al pubblico (a pagamento) e agli operatori del settore (gratuitamente).

Maremma Food Shire a Grosseto

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