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    Rivivere ecomunicare

    il passatoIl contributo della

    rievocazione dellevo

    antico al marketing

    museale e territoriale

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    Rivivere e comunicare il passato.

    Il contributo della rievocazione

    dellevo antico al marketing museale

    e territoriale

    A cura di Fiamma Lenzi e Simona Parisini

    2014

    Progetto grafico

    Monica Chili

    Stampato nel mese di Febbraio 2014

    dal Centro Stampa Regione Emilia-Romagna

    (Bologna)

    In copertina

    Foto di Camillo Balossini, Chiara Cali

    IBC

    Via Galliera, 21 40121 Bologna

    Tel. 0039 051 527 6600

    Fax 0039 051 23259

    www.ibc.regione.emilia-romagna.it

    ISBN 9788897281207

    Pubblicazione realizzata dallIstituto Beni Culturali

    nellambito delliniziativa comunitaria

    PArSJAd Parco Archeologico dellAlto Adriatico /

    Arheoloki parki severnega Jadrana

    Progetto strategico finanziato

    nellambito del Programma per

    la Cooperazione Transfrontaliera

    Italia-Slovenia 2007-2013, dal

    Fondo europeo di sviluppo

    regionale e dai fondi nazionali.

    Sofinanciran v okviru Programa

    ezmejnega sodelovanja

    Slovenija-Italija 2007-2013 iz

    sredstev Evropskega sklada za

    regionalni razvoj in nacionalnih

    sredstev.

    Ministero dellEconomia

    e delle Finanze

    REPUBLIKA SLOVENIJA

    MINISTRSTVO ZA GOSPODARSKI

    RAZVOJ IN TEHNOLOGIJO

    Partners

    Regione del Veneto - Unit complessa Progetti Strategici

    e Politiche Comunitarie, Lead partner

    IBC - Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali

    della Regione Emilia-RomagnaComune di Bagnara di Romagna (RA)

    Comune di Russi (RA)

    Comune di Voghiera (FE)

    Regione Friuli Venezia Giulia - Centro Regionale di Catalogazione

    e Restauro dei Beni Culturali

    Narodni Muzej Slovenije - Ljubljana (Museo Nazionale Sloveno)

    Univerza na Primorskem, Znanstveno-raziskovalno sredie

    (Universit del Litorale, Centro di Ricerche Scientifiche)

    Zavod za varstvo kulturne dediine Slovenije - Ljubljana

    (Istituto per la tutela del patrimonio culturale della Slovenia)

    i h l i i l i i m r . t l in . i t

    http://parsjad.regione.veneto.it

    I contenuti di questa pubblicazione sono responsabilit degli autori enon riflettono in alcun modo le opinioni delle autorit del Programma di

    Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia.

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    Rivivere ecomunicare

    il passato

    Il contributo della rievocazionedellevo antico

    al marketing museale e territoriale

    . .

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    Presentazione 3Fiamma Lenzi

    Re-enactment, living history: rapporti con larcheologia sperimentalee i Musei Archeologici allAperto 7Lara Comis

    Roman reenacting: esperienze italiane nella rievocazione della Romanit 17Erika Berto

    Antiqva Italia. Progetto per un organismo di coordinamento degli entie delle associazioni che operano nel campo della rievocazione storica dellantichit 20Corrado Re

    Il Museo Archeologico di Bologna rievoca: lesempio di Archeopolis2011 25

    Paola Giovetti, Federica Guidi

    Gli Etruschi rivivono a Marzabotto: esperienze didattiche e festival storico di KAINUA 41Paola Desantis, Rita Filippini, Corrado Re

    Lalba degli Etruschi. Unesperienza dimuseum theatrea Castelfranco Emilia 65Diana Neri, Luca Cesari, Corrado Re

    Terra di Storia: dalla rievocazione storica alla didattica 71Silvia Cipriano

    Quando il presente incontra il passato attraverso la rievocazione:

    il Festival del Mondo Anticoa Rimini 81Angela Fontemaggi, Orietta Piolanti

    Diciasette anni di ricostruzioni romane a Villadose (RO)

    tra archeologia sperimentale e divulgazione 93Enrico Maragno

    Indice

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    VIsiTA al MUSEO. Esperienza di rievocazione allinterno delle saledel Museo Archeologico Nazionale di Sarsina 105Monica Miari, Maria Teresa Pellicioni, Monica Ballantini

    Prove di rievocazione in un villaggio dellet del Bronzo 118Ilaria Pulini, Cristiana Zanasi

    Rievocare per scoprire: archeologia sperimentale e didattica sensoriale 127

    Annachiara Penzo

    di scena la storia: ricostruzione storica dellantichit, rievocazione e patrimonio culturale 139Corrado Re, Lara Comis

    Fuochi preistorici, a Travo tornano gli antichi 153Gian Battista Fiorani, Claudia Minuta, Maria Maffi, Andrea Moretti

    La Fondazione Aquileia per la diffusione della conoscenza 167Gianluca Baronchelli

    Opitergivm Rievocazione storica- Oderzo rievoca le proprie radici 170Angelica Giabardo

    La villa marittima di San Simone/Simonov zaliv (Slovenia) 175Ivana Pintari, Tina Kompare

    Brixellum Romanorum.Attivit del Gruppo Archeologico Brescellese Marco Salvio Othone 183Marino Agosti, Laura Zilocchi

    Lassociazione culturale Legio XIII Gemina 186Denis Pasini, Marco Baiocchi

    LAssociazione Culturale Terra Taurinae il gruppo di rievocazione storica Touta Taurini 190Riccardo Graziano

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    lassistenza di archeotecnici esperti in archeologia spe-

    rimentale sono state affrontate diverse tematiche: dalla

    cottura dei cibi allaccensione del fuoco, dalla manipo-

    lazione dellargilla alla fusione del bronzo.Fin dai primi anni di operativit del museo sono state

    inoltre organizzate attivit ludico-divulgative, come la

    Caccia al tesoro sulla centuriazione in cui le classi di

    quinta elementare si sfidavano in un percorso a tempo

    che includeva una competizione di orienteringsul tratto

    di centuriazione romana interno al parco di Villa Sorra,

    combinata a domande tematiche sulla rete viaria di

    epoca romana.

    Allinterno del panorama di attivit si possono enu-

    merare anche diverse pubblicazioni illustrate dedicate

    allinfanzia che, prendendo spunto dalle avventure del

    personaggio dellArcheotalpa, rendono comprensibili la

    pratica dello scavo archeologico e di attivit del pas-

    sato, come i riti funebri di diverse antiche civilt o la pro-

    duzione e lo scambio di vasellame in epoca etrusca.

    Questo ventaglio di soluzioni, adottate gi da tempo

    nel Nord Europa, in particolare nei paesi scandinavi e

    nel mondo anglosassone, era ed tuttora ancora poco

    messo in pratica nei musei italiani, soprattutto allinterno

    delle grandi istituzioni che, a causa dellampiezza del

    loro patrimonio archeologico, rivolgono massimamente

    il loro impegno pi verso la conservazione e le pubbli-

    Fin dallepoca della costituzione, avvenuta nel 1999, il

    Museo Civico Archeologico di Castelfranco Emilia si

    contraddistinto per limpronta divulgativa assicurata

    alle proprie iniziative. Partendo dalla constatazione diessere un museo con una vocazione territoriale, privo

    delle collezioni centenarie che possono vantare altre

    istituzioni simili, in particolare Modena e Bologna, si

    caratterizzato per una ricca produzione di mostre tem-

    poranee e pubblicazioni anche rivolte allutenza non

    specializzata, in particolare ai bambini delle scuole pri-

    marie.

    Gli interventi realizzati comprendono lezioni frontali in

    classe tenute da archeologi esperti con lo scopo di

    aumentare la conoscenza della storia antica e dellar-

    cheologia nel rispetto dei programmi scolastici e con

    approfondimenti dedicati al territorio castelfranchese. In

    molti casi alle lezioni stata spesso associata la visita al

    locale museo o ad altri nelle vicinanze.

    Tra le attivit era inserito lo svolgimento di lezioni pra-

    tiche allinterno dellaula di archeologia didattica, nel

    corso delle quali i bambini hanno potuto sperimentare

    la pratica dello scavo stratigrafico allinterno di unap-

    posita vasca, il disegno e il restauro di riproduzioni ar-

    cheologiche realizzatead hoc. Fra i momenti divulgativi

    di maggiore impegno si ricordano alcune manifesta-

    zioni (in particolare Musei da Gustare organizzata incollaborazione con la Provincia di Modena) in cui con

    Lalba degli Etruschi.Unesperienza dimuseum theatrea Castelfranco Emilia

    Diana Neri, Luca Cesari Museo Civico A.C. Simonini - Castelfranco EmiliaCorrado Re Dottore di ricerca in Antropologia

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    percorso di simulazione e di gioco in cui i bambini erano

    chiamati a svolgere in prima persona alcune attivit che

    contraddistinguevano la vita quotidiana in epoca etru-

    sca.

    Partendo dallanalisi di alcuni materiali archeologici e

    con lausilio di illustrazioni a grande scala(fig. 1) il per-

    corso della mostra introduceva alle tematiche della pro-

    duzione dei manufatti in bronzo, della tessitura, dellali-

    mentazione antica e della cerimonia funebre, intervallato

    da diverse stazioni che proponevano la partecipazione

    dei bambini a semplici giochi di squadra a tempo e

    giochi di ruolo (nel caso della sepoltura dellurna e delcorredo funebre), coinvolgendoli in prima persona alla

    soluzione di semplici quesiti e attivit ludiche.

    Per fare solo un esempio, una volta illustrati gli oggetti

    di corredo delle tombe maschili e femminili ai bambini

    divisi in due squadre si chiedeva di posizionare corret-

    tamente e nel pi breve tempo possibile alcune ripro-

    duzioni calamitate su due figure a grandezza naturale

    (fig. 2).

    Considerata la natura della mostra, ricca di spunti visivi

    e incentrata sullattivit svolta in prima persona dai visi-

    tatori, sembrato naturale tentare un approccio diretto

    e fortemente coinvolgente anche per il giorno dellinau-

    gurazione.

    Levento, svolto nel portico antistante al museo, ha

    avuto un duplice scopo: affievolire il senso di cesura tra

    linterno e lesterno della struttura, introducendo un ele-

    mento di novit anche nello spazio normalmente adi-

    bito alle attivit quotidiane e al passaggio, ma suscitare

    anche un interesse attraverso un forte impatto visivo

    per le tematiche che erano trattate approfonditamente

    allinterno del percorso espositivo, creando aspettativa

    e coinvolgimento fin dallapproccio iniziale.Per questo motivo stata scelta unattivit di dramma-

    cazioni specialistiche che non verso la valorizzazione e

    la divulgazione.

    In questottica si inserisce lesposizione intitolata

    Scuola e Museo: i bambini e larcheologiacon cui il

    Museo Civico Archeologico di Castelfranco Emilia ha

    voluto rendere partecipi le classi e gli insegnanti dellescuole primarie del territorio (e non solo), attraverso un

    Il cinerario biconico

    Il contenitore che accomuna tutte lesepolture villanoviane il cinerariobiconico (cos chiamato dalla sua formache ricorda due coni sovrapposti). Laparticolarit di questo contenitore

    di avere una sola ansa (ovvero lamaniglia che serve a trasportarlo).In qualche caso si utilizzava unnormale vaso a due anse, una dellequali veniva spezzata, ma molto pispesso il biconico era prodotto dal

    vasaio gi con un solo manico. Questacaratteristica sottolinea il suo utilizzo a

    scopo funebre, infatti alcuni oggetti,prima di essere deposti nelle tombe erano

    defunzionalizzati, ovvero modificati perimpedirne il normale utilizzo. Ad esempio, le armi

    deposte nelle tombe etrusche e celtiche spesso venivanopiegate o spezzate per simboleggiare un loro cambio di stato da oggetti per ivivi a oggetti dedicati ai morti.

    Dopo lo spegnimento del rogo, le ossa del defunto erano raccolte in una praticachiamata ossilegio e poste allinterno dellurna, a volte insieme ad alcunioggetti personali, come le fibule o gli spilloni che erano serviti per fissare i capidi abbigliamento o il sudario sul corpo. Oltre al fatto di essere depostiallinterno e non allesterno del cinerario, questi reperti si riconoscono perchhanno subito lazione diretta del fuoco che li ha deformati.Il biconico veniva in seguito chiuso con una scodella (chiamata scodellacoperchio per la sua funzione, anchessa con unansa sola) e rivestito datessuto, come se fosse il nuovo corpo del defunto.La deposizione allinterno del pozzetto potevaessere accompagnata da altri oggetti dicorredo e offerte varie e, una volta richiusoil tumulo e ricoperto di terra, la posizionedella tomba poteva essere indicata da unsegnacolo: di solito un sasso di fiume di

    forma allungata infisso nel terreno.Molti dei cinerari che si vedono nei museisono rotti o incompleti, perch nel corsodei millenni luomo ha continuato avivere negli stessi luoghi, dimenticandocompletamente dove fossero collocatiquesti antichi cimiteri. I lavori agricoli,la costruzione di strade e case hannoinciso profondamente il terrenodistruggendo in parte le tombe che gliarcheologi hanno in segito recuperato,restaurato e studiato. Pozzetto con rivestimento in

    ciottoli e segnacolo

    Cinerario biconico

    Ansa spezzata

    FIG. 1

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    Levento, presentato in occasione dellinaugurazione

    dellesposizione didattica: Scuola e Museo: i bambini e

    larcheologia, ha coniugatoliving history,museum the-

    atre, archeologia ricostruttiva e altro in un unico evento,

    seppure breve e di limitate dimensioni e risorse.

    Come si giunti a scegliere, ideare e realizzare questo

    evento?

    Lanalisi del percorso seguito potrebbe partire dalla

    seguente domanda: se la missiondi un museo an-

    che e soprattutto leducazione (culturale, artistica ecc.),

    quale strada scegliere per educare in modo efficace e

    responsabile? Cio creare la possibilit di un percorsoindividuale allapproccio con la cultura? Offrendo lop-

    portunit (e gli strumenti indispensabili) di sviluppare

    unesperienza personale e personalizzata che metta in

    contatto con un tema culturale, si ottiene senzaltro un

    risultato incisivo e duraturo, proprio perch personale e

    individuale. Particolarmente nel caso di un pubblico pre-

    valentemente costituito da scolari della scuola primaria,

    stato ritenuto utile il metodo costruttivista, in cui lat-

    tenzione focalizzata su chi apprende e non sullargo-

    mento, e su un percorso di apprendimento informale, in

    cui il processo di acquisizione delle conoscenze possa

    essere condotto da chi apprende, secondo le proprie

    mappe logiche, i propri interessi e curiosit.

    Si cercato quindi un metodo adatto a offrire degli sti-

    moli, soprattutto per limmaginazione, atto a suscitare

    delle domande che ottenessero poi le proprie risposte

    nelle successive o contestuali attivit didattiche/divul-

    gative pi abituali, allinterno dellattivit museale ordi-

    naria.

    Lopzione pi efficace stata ritenuta quella offerta dal

    teatro, poich il teatro educativo non tenta di trasmet-

    tere un sapere, ma di portare lesperienza personale adiventare strumento di formazione e comunicazione.

    tizzazione da parte di operatori professionisti, che in-

    cludesse abiti, utensili e attivit tipiche dellarcheologia

    sperimentale e potesse svolgere una funzione attrattiva

    e spettacolare nei confronti della materia trattata.

    Diana Neri, Luca Cesari

    FIG. 2

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    Alcune di queste tecniche hanno un approccio preva-

    lentemente percettivo, altre prevalentemente emozio-

    nale, ma tutte fondamentalmente lasciano la razionaliz-

    zazione alla fase successiva, dando modo di realizzare

    uno sviluppo personale e consapevolizzato dellappren-

    dimento.

    La realizzazione dellevento ha visto quindi la creazione

    di un tableau vivant, (dedicato alla ricostruzione di un

    ipotetico interno di una dimora principesca del periodo

    villanoviano-orientalizzante padano), nel cui ambito si

    svolgevano anche attivit di archeologia esperienziale o

    ricostruttiva, usualmente utilizzate nella didattica (fig. 3).

    Lideazione dellevento stata quindi interpretata attin-

    gendo a diverse tecniche ed esperienze:

    Il tableau vivant, che offre diversi stimoli soprattutto per-

    cettivi, ma da solo non coinvolgente della sfera emo-

    tiva. Utilizza le tecniche dellaliving history.

    Lostorytelling, che offre ottimi strumenti per il coinvol-

    gimento emotivo, ma non agevolmente applicabile al

    tema prescelto (la cultura villanoviana-orientalizzante

    padana) con gli obiettivi proposti.

    Ilmuseum theatre, adatto ad entrambi gli scopi, ma di

    applicazione piuttosto complessa in relazione alle ri-

    sorse a disposizione.

    FIG. 3

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    ha vestito i panni di un angelo/demone delloltretomba

    etrusco, volutamente affine ma allo stesso tempo estra-

    neo al tableau: laspetto si richiama infatti alliconografia

    etrusca successiva non direttamente correlata al conte-

    sto ricostruito (fig. 4).

    Naturalmente importantissimo il giusto equilibrio tra

    rigore scientifico e comunicazione emozionale, cos il

    tableau vivantcome i brevi interventi teatrali degli inter-

    preti, hanno beneficiato di una competente conoscenza

    del patrimonio (fig. 5).

    Per un reale coinvolgimento emotivo del pubblico at-

    traverso la narrazione di una storia, si ricorsi a brevi

    interventi teatrali, attingendo a varie forme teatrali quali

    il teatro di narrazione, il teatro dimprovvisazione ed il

    teatro tradizionale.

    Normalmente nel teatro di narrazione non si interpreta

    un personaggio, tuttavia nel contesto specifico stata

    ravvisata la necessit di evidenziare il ruolo del narratore/

    mediatore comunicativo, presentando un personaggio

    che dichiarasse la propria estraneit sia al contesto del

    tableau vivantsia al pubblico. La narratrice dellevento

    FIG. 4

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    che il teatro possa svolgere nel futuro pi prossimo un

    ruolo pi incisivo nella comunicazione museale, che ne

    anche valorizzazione.

    Lesperienza de Lalba degli Etruschi ha fatto s che

    lAssociazione ArcheoStorica sia stata invitata a realiz-

    zare un workshopnellambito del convegno Museuminterpretation and public engagement: challenges and

    opportunities, Hllviken (SE), svoltosi nel settembre

    2012. Il convegno stato realizzato da EXARC (organiz-

    zazione che rappresenta i musei archeologici allaperto

    e larcheologia sperimentale allICOM), congiuntamente

    con IMTAL (International MuseumTheatre Alliance).

    Corrado Re

    Infatti Lalba degli Etruschi un evento realizzato gra-

    zie ad un lavoro interdisciplinare basato su competenze

    complementari: un gruppo di lavoro composto da sto-

    rici ed archeologi professionisti, rievocatori e attori, ha

    permesso di superare fin dallinizio il dilemma delmu-

    seum theatre: attori formati dagli operatori museali suicontenuti, o operatori formati nelle tecniche teatrali? En-

    trambe le opzioni hanno infatti i loro punti deboli.

    Le tecniche teatrali applicate alla comunicazione mu-

    seale sono ancora di limitata diffusione in Italia, soprat-

    tutto in relazione al patrimonio archeologico, mentre le

    esperienze europee e internazionali vantano ormai una

    lunga tradizione.I risultati di questa esperienza sono tali da auspicare

    FIG. 5

    http://exarc.net/meetings/september-2012-museum-interpretation-and-public-engagement-challenges-and-opportunitieshttp://exarc.net/meetings/september-2012-museum-interpretation-and-public-engagement-challenges-and-opportunitieshttp://exarc.net/meetings/september-2012-museum-interpretation-and-public-engagement-challenges-and-opportunitieshttp://exarc.net/meetings/september-2012-museum-interpretation-and-public-engagement-challenges-and-opportunitieshttp://exarc.net/lexicon/6#Museumhttp://exarc.net/lexicon/6#Museumhttp://exarc.net/meetings/september-2012-museum-interpretation-and-public-engagement-challenges-and-opportunitieshttp://exarc.net/meetings/september-2012-museum-interpretation-and-public-engagement-challenges-and-opportunitieshttp://exarc.net/meetings/september-2012-museum-interpretation-and-public-engagement-challenges-and-opportunities
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    ISBN 9788897281207