N° 11 - Costa degli Etruschi News

8
www.costadeglietruschinews.com www.costadeglietruschinews.com www.costadeglietruschinews.com Mensile Giugno 2011 / Anno 1 - n. 11 di Marco Santarelli La scienza si è andata evolvendo per osservazioni ed esperimenti, sin da Galileo e ancora centinaia di anni fa ancora non sapevamo cosa fos- se l’elettromagnetismo, la corrente elettrica, di cosa fosse composta la materia etc. etc. Quindi, non si può parlare proprio di un cambio di vita quanto di prospettiva. In termini ge- nerali, senza entrare nei par- ticolari dati in pasto a storici della scienza, potrei dire che la scoperta che ha cambiato la no- stra prospettiva del mondo può essere la sco- perta e la meglio comprensione delle onde elet- tromagnetiche. La materia, ov- vero ciò che oc- cupa spazio e ha massa, quindi tutto ciò che ci circon- da, è composta da atomi, che, a loro volta, sono costituiti da protoni, neu- troni ed elettroni. I protoni ed i neutro- ni rappresentano il nucleo, e, sono i più pesanti, gli elettroni girano attorno e sono più leggeri. I protoni trasporta- no una carica elettrica positiva e, gli elettroni, una carica (di uguale valore) negativa. I neutroni, sono, appunto neutri, ovvero non sono elettricamen- te carichi. Tra protoni ed elettroni si genera un bacio, una “empatia” che li tiene uniti (immaginate quelle cala- mite che si attaccano al frigo, ce ne sono moltissime). La fondamentale scoperta fu (grazie molto ad Einstein) che se muoviamo in maniera forte queste cariche elettri- che si generano onde elettromagneti- che. Le onde elettromagnetiche sono oggi rappresentate da tv, telefoni cel- lulari, radio, microonde, raggi infra- rossi, raggi ultravioletti, raggi X raggi gamma e così via. In termini semplici, “accelerate” queste particelle si rica- vano degli input che, ad una certa ve- locità, possono trasmettere e ricevere l’informazione (IN & OUT). Pensiamo quanto dobbiamo ringra- ziare (o maledire a volte....) gli scien- ziati che si sono occupati di questi temi: ci hanno dato la possibilità di conoscere meglio il mondo globa- lizzato, di farci salvare una vita, o di salvarci la propria (pensiamo ai cel- lulari in casi come terremoti o disastri naturali), di capire il meteo del giorno dopo attraverso la tv satellitare (pen- siamo alle industrie per la raccolta) e di capire cosa succede in ogni parte del mondo. Ovvero, pensiamo, a que- ste scoperte come una nuova facilità di vita che si è creata attraverso la circolazione di informazione e, quindi, di circolazione di conoscenze che ci hanno accresciuto nel corso del tem- po e degli anni. di Margherita Hack Sono d’accordo con Marco che più che cambio vita c’è stato un cambio di prospettiva per alcune scoperte. Per esempio che l’uomo non sia stato sulla Luna è una bufala come il 2012. A riprova c’è lo specchio lasciato dagli astronauti verso cui è stato in- viato un raggio laser: dalla misura del tempo intercorso fra andata e ritorno si determina con gran precisione la distanza della Luna. Inoltre i nume- rosi sassi lunari portati a terra dagli astronauti sono una prova, perché la composizione isotopica è un po’ di- versa da quella terrestre. Questa cosa ci ha permesso di investire di più, a differenza di oggi, nelle nuove tecno- logie per andare sullo spazio, capire meglio l’Universo e capire il nostro ruolo nella terra. Altra cosa importante è stata scopri- re che al centro della via lattea vi è una concentrazione di materia pari a un milione di soli, entro un volume di raggio pari a 3 volte la distanza di Plutone dal Sole. E’ molto probabile che sia un buco nero. Questo ci ha aiutato a capire come ancora sia utile domandarsi dell’origine dell’Universo e con il passare del tempo, forse tan- tissimo, si scoprirà. Un’altra cosa importante, per com- battere gli oroscopi e le credenze facili, è che si è scoperto che non c’è una stella più affascinante delle altre. Tutte sono grandi palloni di gas con temperature superficiali dai 2000 gra- di per le più fredde ai 40000 per le più calde e temperature centrali di parec- chi milioni di gradi. Sono delle vere e proprie centrali nucleari da fusione che tanta energia producono tanta ne irradiano. Le più grosse alla fine della loro vita si trasformano in vere e proprie bombe nucleari esplodendo- fenomeno detto supernova. In queste ultime fasi si scatena tutta una serie di svariate reazioni nucleari nel corso delle quali si formano tutti gli elementi che conosciamo sulla terra e di cui siamo fatti anche noi. facebook Intervista al giovane mister Guido Pagliuca a pag. 2 Archeologia e natura a pag. 3 Acquario di Livorno a pag. 3 Eventi & Appuntamenti a pag. 4/5 Il corallo rosso a pag. 6 Giovani Talenti Eventi Mare News di Marica Galassi C I primi a ideare la bandiera tricolore furo- no due patrioti e studenti dell’Università di Bologna, Luigi Zamboni, natio del capoluogo emiliano, e Giovanni Battista De Rolandis, ori- ginario di Castell’Alfero (Asti), che nell’autunno del 1794 unirono il bianco e il rosso delle rispet- tive città (colori già radicati da tempo nei vari Stati Italiani e quindi rappresentanti la storia di tutta l’Italia) al verde, colore della speranza in un’Italia unita e prospera. Questi tre colori divennero presto i simboli di una rivolta che animava e univa ormai tutta l’Italia: il Risorgimento. Il rosso divenne quindi anche simbolo del sangue dei caduti. L’azzurro era il colore distintivo della famiglia Savoia: fu inserito nella bandiera del Regno d’Italia sul contorno dello stemma per evitare che la croce e il campo dello scudo si confon- dessero con il bianco e il rosso delle bande del vessillo; da allora è il colore di riferimento e riconoscimento dell’Italia, ad esempio per le maglie sportive nazionali, pur non comparendo più nella bandiera della Repubblica Italiana. Infine il verde, il bianco e il rosso vennero dispo- sti sulla bandiera italiana a tre bande verticali di eguali dimensioni (come recita l’articolo 12 della Costituzione) ispirandosi al modello della bandiera della Francia, divenuto dopo la Rivolu- zione Francese simbolo di libertà, uguaglianza e fraternità. Primo Piano “La scoperta che ci ha cambiato la vita” “Una festa da follie per il Capodanno dell’estate” M are pulito e comuni impe- gnati nella difesa dell’am- biente: questo è il risultato positivo della 25 a edizione della Bandiera Blu, assegnate ogni anno dalla Foundation for Environmetal Education (Fee). A livello europeo l’Italia si colloca al quinto posto. Le Bandiere Blu sono un premio che viene assegnato alle spiagge più pulite e accessibili e in Toscana sono state 16 le spiagge premiate per le Bandiere Blu 2011. “Questo risultato è molto importan- te – ha commentato l’assessore provinciale al turismo, Paolo Paci- ni – perché la FEE si impegnerà a promuovere e valorizzare a livello nazionale, con il suo sostegno, l’evento della Notte Blu. Lo stesso presidente Mazza, nel suo interven- to a Roma, ha, infatti, sottolineato la positiva sinergia che con la no- stra iniziativa siamo riusciti a cre- are legando un evento di sistema, come la Notte Blu, all’impegno di amministrazioni locali ed operatori per il miglioramento della qualità ambientale e dei servizi delle zone premiate”. L’assessore ha, quindi, espresso grande soddisfazione per la conferma dei riconoscimenti ai Comuni balneari premiati anche nelle edizioni precedenti: Livorno- Antignano e Quercianella, Rosignano Marittimo: Vada, Castiglioncello ed il porto turistico di Cala de’ Medici; Cecina; Marina di Bibbona; Castagneto Carducci; San Vincenzo; Piombino: Riotorto-Parco Naturale della Sterpaia. A finalizzare questo sogno, vediamo con piacere lo sforzo congiunto e sempre più sinergico dei Comuni della Costa degli Etruschi insieme alla Provincia di Livorno, l’Agenzia per il Turismo Co- sta degli Etruschi, alle Pro Loco, le associazioni di categoria, gli operatori turistici, i commercianti unitamente agli imprenditori turistici del territorio livornese, che ci regaleranno una splendida notte all’insegna dell’ospitalità, del sentimento vero e della convivialità che la nostra gente ben incarna- no. La promozione e pubblicizzazione dell’evento saranno curati dall’APT Costa degli Etruschi. Un intero weekend in cui poter tornare a sognare, lontano dal caos quotidiano e dallo stress, facendo il pieno di energia, aria pulita, amicizia ed emozioni vere, grazie all’illimitata offerta, con i suoi ristoran- ti, gli stabilimenti balneari, i musei, le discoteche e bar aperti tutta la notte. Da non dimenticare gli allettanti pacchetti soggiorno creati per l’occasione dagli operatori turistici locali. In questo fine settima- na daranno vita ad un arcobaleno di eventi le cui finalità saranno quelle di promuovere e valorizzare il territorio della provincia livornese, fatto di rappre- sentazioni e spettacoli affinché la comunità possa vivere in maniera spensierata e piacevole l’inizio della stagione estiva. Un weekend lungo, un sogno ad occhi aperti, dall’alba di sabato 18 al tramonto di domenica 19 giugno, tutta la costa si tinge di blu e gli oltre 90 chilometri della costa saranno un’esplosione di bagliori, suoni, immagi- ni, vivacità, un viaggio senza fiato tra spet- tacoli, concerti, performance teatrali, con- vegni, mostre ed happening d’arte, fuochi artificiali, enogastronomia, cene a tema e convivialità, gite in battello e in elicottero, iniziative culturali, sportive, feste in spiaggia e nei borghi antichi, mercatini che impazzano un po’ ovunque, shopping e promozioni, magiche sce- nografie per un weekend unico ed indimenticabile. Ogni località interpreterà il tema in modo creativo ed unico per regalare al pubblico una notte di in- tense emozioni, una notte in cui la Costa diventa un grande palcoscenico dove tutti sono protago- nisti del rito collettivo principale e più originale dell’estate. Tutto questo per festeggiare insieme l’assegna- zione della Bandiera Blu da Livorno a Piombino: denominatore comune il colore blu delle Bandiere, i profumi del mare, il cielo stellato ed il fascino incantato della notte. Per conoscere il programma dettagliato nelle varie località, le promozioni, i Pun- ti Blu collegarsi a www.notteblucostadeglietruschi. it .Auguri per una felice estate ed a mezzanotte, appuntamento in spiaggia, per il grande “concerto” dei fuochi d’artificio. Valentina Cambi La Notte Blu 18 e 19 giugno 2011 Un caldo weekend indimenticabile.....un weekend per tutti Nella foto Margherita Hack e Marco Santarelli Foto Archivio Comune Livorno Foto Archivio Comune Piombino

description

N° 11 - Costa degli Etruschi News Costa degli Etruschi News - Mensile Free Press di Informazione e News da Livorno a Grosseto. www.costadeglietruschinews.com

Transcript of N° 11 - Costa degli Etruschi News

Page 1: N° 11 - Costa degli Etruschi News

www.costadeglietruschinews.com • www.costadeglietruschinews.com • www.costadeglietruschinews.com

Mensile Giugno 2011 / Anno 1 - n. 11

di Marco Santarelli

La scienza si è andata evolvendo per osservazioni ed esperimenti, sin da Galileo e ancora centinaia di anni fa ancora non sapevamo cosa fos-se l’elettromagnetismo, la corrente elettrica, di cosa fosse composta la materia etc. etc. Quindi, non si può parlare proprio di un cambio di vita quanto di prospettiva.

In termini ge-nerali, senza entrare nei par-ticolari dati in pasto a storici della scienza, potrei dire che la scoperta che ha cambiato la no-stra prospettiva del mondo può essere la sco-perta e la meglio comprens ione delle onde elet-tromagnetiche.La materia, ov-vero ciò che oc-cupa spazio e ha

massa, quindi tutto ciò che ci circon-da, è composta da atomi, che, a loro volta, sono costituiti da protoni, neu-troni ed elettroni. I protoni ed i neutro-ni rappresentano il nucleo, e, sono i più pesanti, gli elettroni girano attorno e sono più leggeri. I protoni trasporta-no una carica elettrica positiva e, gli elettroni, una carica (di uguale valore) negativa. I neutroni, sono, appunto neutri, ovvero non sono elettricamen-te carichi. Tra protoni ed elettroni si

genera un bacio, una “empatia” che li tiene uniti (immaginate quelle cala-mite che si attaccano al frigo, ce ne sono moltissime). La fondamentale scoperta fu (grazie molto ad Einstein) che se muoviamo in maniera forte queste cariche elettri-che si generano onde elettromagneti-che. Le onde elettromagnetiche sono oggi rappresentate da tv, telefoni cel-lulari, radio, microonde, raggi infra-rossi, raggi ultravioletti, raggi X raggi gamma e così via. In termini semplici, “accelerate” queste particelle si rica-vano degli input che, ad una certa ve-locità, possono trasmettere e ricevere l’informazione (IN & OUT).Pensiamo quanto dobbiamo ringra-ziare (o maledire a volte....) gli scien-ziati che si sono occupati di questi temi: ci hanno dato la possibilità di conoscere meglio il mondo globa-lizzato, di farci salvare una vita, o di salvarci la propria (pensiamo ai cel-lulari in casi come terremoti o disastri naturali), di capire il meteo del giorno dopo attraverso la tv satellitare (pen-siamo alle industrie per la raccolta) e di capire cosa succede in ogni parte del mondo. Ovvero, pensiamo, a que-ste scoperte come una nuova facilità

di vita che si è creata attraverso la circolazione di informazione e, quindi, di circolazione di conoscenze che ci hanno accresciuto nel corso del tem-po e degli anni.

di Margherita Hack

Sono d’accordo con Marco che più che cambio vita c’è stato un cambio di prospettiva per alcune scoperte. Per esempio che l’uomo non sia stato sulla Luna è una bufala come il 2012. A riprova c’è lo specchio lasciato dagli astronauti verso cui è stato in-viato un raggio laser: dalla misura del tempo intercorso fra andata e ritorno si determina con gran precisione la distanza della Luna. Inoltre i nume-rosi sassi lunari portati a terra dagli astronauti sono una prova, perché la composizione isotopica è un po’ di-versa da quella terrestre. Questa cosa ci ha permesso di investire di più, a differenza di oggi, nelle nuove tecno-logie per andare sullo spazio, capire meglio l’Universo e capire il nostro ruolo nella terra. Altra cosa importante è stata scopri-

re che al centro della via lattea vi è una concentrazione di materia pari a un milione di soli, entro un volume di raggio pari a 3 volte la distanza di Plutone dal Sole. E’ molto probabile che sia un buco nero. Questo ci ha aiutato a capire come ancora sia utile domandarsi dell’origine dell’Universo e con il passare del tempo, forse tan-tissimo, si scoprirà. Un’altra cosa importante, per com-battere gli oroscopi e le credenze facili, è che si è scoperto che non c’è una stella più affascinante delle altre. Tutte sono grandi palloni di gas con temperature superficiali dai 2000 gra-di per le più fredde ai 40000 per le più calde e temperature centrali di parec-chi milioni di gradi. Sono delle vere e proprie centrali nucleari da fusione che tanta energia producono tanta ne irradiano. Le più grosse alla fine della loro vita si trasformano in vere e proprie bombe nucleari esplodendo- fenomeno detto supernova. In queste ultime fasi si scatena tutta una serie di svariate reazioni nucleari nel corso delle quali si formano tutti gli elementi che conosciamo sulla terra e di cui siamo fatti anche noi.

Box UVA NERA 6x5 6-07-2010 17:13 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K

facebook

Intervista al giovane mister Guido Pagliucaa pag. 2

Archeologia e naturaa pag. 3

Acquario di Livorno a pag. 3

Eventi & Appuntamenti a pag. 4/5

Il corallo rosso a pag. 6

Giovani Talenti Eventi

MareNews

di Marica Galassi

CI primi a ideare la bandiera tricolore furo-no due patrioti e studenti dell’Università di

Bologna, Luigi Zamboni, natio del capoluogo emiliano, e Giovanni Battista De Rolandis, ori-ginario di Castell’Alfero (Asti), che nell’autunno del 1794 unirono il bianco e il rosso delle rispet-tive città (colori già radicati da tempo nei vari Stati Italiani e quindi rappresentanti la storia di tutta l’Italia) al verde, colore della speranza in un’Italia unita e prospera.Questi tre colori divennero presto i simboli di una rivolta che animava e univa ormai tutta l’Italia: il Risorgimento. Il rosso divenne quindi anche simbolo del sangue dei caduti.L’azzurro era il colore distintivo della famiglia Savoia: fu inserito nella bandiera del Regno d’Italia sul contorno dello stemma per evitare che la croce e il campo dello scudo si confon-dessero con il bianco e il rosso delle bande del vessillo; da allora è il colore di riferimento e riconoscimento dell’Italia, ad esempio per le maglie sportive nazionali, pur non comparendo più nella bandiera della Repubblica Italiana.Infine il verde, il bianco e il rosso vennero dispo-sti sulla bandiera italiana a tre bande verticali di eguali dimensioni (come recita l’articolo 12 della Costituzione) ispirandosi al modello della bandiera della Francia, divenuto dopo la Rivolu-zione Francese simbolo di libertà, uguaglianza e fraternità.

Primo Piano

“La scoperta che ci ha cambiato la vita”

“Una festa da follie per il Capodanno dell’estate”

Mare pulito e comuni impe-gnati nella difesa dell’am-biente: questo è il risultato

positivo della 25a edizione della Bandiera Blu, assegnate ogni anno dalla Foundation for Environmetal Education (Fee). A livello europeo l’Italia si colloca al quinto posto. Le Bandiere Blu sono un premio che viene assegnato alle spiagge più pulite e accessibili e in Toscana sono state 16 le spiagge premiate per le Bandiere Blu 2011.“Questo risultato è molto importan-te – ha commentato l’assessore provinciale al turismo, Paolo Paci-ni – perché la FEE si impegnerà a promuovere e valorizzare a livello nazionale, con il suo sostegno, l’evento della Notte Blu. Lo stesso presidente Mazza, nel suo interven-to a Roma, ha, infatti, sottolineato la positiva sinergia che con la no-stra iniziativa siamo riusciti a cre-are legando un evento di sistema, come la Notte Blu, all’impegno di amministrazioni locali ed operatori per il miglioramento della qualità ambientale e dei servizi delle zone premiate”. L’assessore ha, quindi, espresso grande soddisfazione per la conferma dei riconoscimenti ai Comuni balneari premiati anche nelle edizioni precedenti: Livorno-

Antignano e Quercianella, Rosignano Marittimo: Vada, Castiglioncello ed il porto turistico di Cala de’ Medici; Cecina; Marina di Bibbona; Castagneto Carducci; San Vincenzo; Piombino: Riotorto-Parco Naturale della Sterpaia.A finalizzare questo sogno, vediamo con piacere lo sforzo congiunto e sempre più sinergico dei Comuni della Costa degli Etruschi insieme alla Provincia di Livorno, l’Agenzia per il Turismo Co-sta degli Etruschi, alle Pro Loco, le associazioni di categoria, gli operatori turistici, i commercianti unitamente agli imprenditori turistici del territorio livornese, che ci regaleranno una splendida notte all’insegna dell’ospitalità, del sentimento vero e della convivialità che la nostra gente ben incarna-no. La promozione e pubblicizzazione dell’evento saranno curati dall’APT Costa degli Etruschi.Un intero weekend in cui poter tornare a sognare, lontano dal caos quotidiano e dallo stress, facendo il pieno di energia, aria pulita, amicizia ed emozioni vere, grazie all’illimitata offerta, con i suoi ristoran-ti, gli stabilimenti balneari, i musei, le discoteche e bar aperti tutta la notte. Da non dimenticare gli allettanti pacchetti soggiorno creati per l’occasione dagli operatori turistici locali. In questo fine settima-na daranno vita ad un arcobaleno di eventi le cui finalità saranno quelle di promuovere e valorizzare il territorio della provincia livornese, fatto di rappre-sentazioni e spettacoli affinché la comunità possa vivere in maniera spensierata e piacevole l’inizio della stagione estiva. Un weekend lungo, un sogno ad occhi aperti, dall’alba di sabato 18 al tramonto di domenica 19 giugno, tutta la costa si tinge di blu e gli oltre 90 chilometri della costa saranno

un’esplosione di bagliori, suoni, immagi-ni, vivacità, un viaggio senza fiato tra spet-tacoli, concerti, per formance teatrali, con-vegni, mostre ed happening d’arte, fuochi artificiali, enogastronomia, cene a tema e convivialità, gite in battello e in elicottero, iniziative culturali, sportive, feste in spiaggia e nei borghi antichi, mercatini che impazzano un po’ ovunque, shopping e promozioni, magiche sce-nografie per un weekend unico ed indimenticabile. Ogni località interpreterà il tema in modo creativo ed unico per regalare al pubblico una notte di in-tense emozioni, una notte in cui la Costa diventa un grande palcoscenico dove tutti sono protago-nisti del rito collettivo principale e più originale dell’estate.Tutto questo per festeggiare insieme l’assegna-zione della Bandiera Blu da Livorno a Piombino: denominatore comune il colore blu delle Bandiere, i profumi del mare, il cielo stellato ed il fascino incantato della notte. Per conoscere il programma dettagliato nelle varie località, le promozioni, i Pun-ti Blu collegarsi a www.notteblucostadeglietruschi.it .Auguri per una felice estate ed a mezzanotte, appuntamento in spiaggia, per il grande “concerto” dei fuochi d’artificio. Valentina Cambi

La Notte Blu 18 e 19 giugno 2011Un caldo weekend indimenticabile.....un weekend per tutti

Nella foto Margherita Hack e Marco Santarelli

Foto

Arc

hivi

o C

omun

e Li

vorn

o Fo

to A

rchi

vio

Com

une

Pio

mbi

no

Page 2: N° 11 - Costa degli Etruschi News

2 giugno 2011

news

La fabbrica SOLVAY: un viaggio nella produzione

Grandi realtà del territorio: secondo focus sullo stabilimento Solvay

di Gianluca Parodi

Alla domanda “che cosa produce la Solvay?”, molto probabilmente, la maggior parte degli abitanti di Rosignano forse risponderebbe:

“la soda”. Questa affermazione è però vaga e veritiera solo in parte. Innanzitutto bisognereb-be chiarire che cos’è in realtà la soda che viene elaborata e quale uso se ne fa, nella vita di tutti i giorni. In seconda istanza c’è da considerare che ci sono diversi altri elementi che escono dalla fabbri-ca giungendo sul mercato nazionale. Con questo approfondimento, ringraziando la disponibilità dello stesso gruppo Solvay, che ha fornito informazioni e materiale concedendoci un’intervista con alcuni dirigenti, ci proponiamo di iniziare un pubblico più o meno esperto, all’apprendimento di ciò che succe-de all’interno del complesso industriale del nostro territorio. Abbiamo già parlato dell’impronta fonda-mentale dello stabilimento, che si sviluppa esclu-sivamente intorno alla “chimica di base”. Ovvero la prima parte della catena di produzione di beni, ciò che sta a monte di tutte le attività produttive ed è per questo che quasi la totalità dei generi non finisce direttamente sul mercato ma viene venduta ad altre industrie per essere rielaborata e utilizzata per altri prodotti. Ne è un palese esempio proprio il carbonato di sodio, ciò che noi comunemente chia-miamo “soda”, ossia il principale elemento lavorato e trattato dagli impianti della Solvay. Essa viene uti-lizzata principalmente dall’industria vetraria, infatti, uno dei principali marchi, clienti del gruppo Sol-vay, è la Saint Gobain, con sede a Pisa, una delle multinazionali vetrarie più importanti del mondo. Altre tipologie industriali strettamente legate agli elaborati della fabbrica di Rosignano sono quella farmaceutica, quella alimentare e quella legata alla produzione di detergenti, a breve capiremo perché. Intanto è importante sottolineare come all’interno

dello spazio industriale vi siano presenze rilevanti di altre aziende, una su tutte, l’Ineos, multinazionale di livello mondiale legata alla lavorazione del polietile-ne. Come detto, l’importanza del carbonato di so-dio per la lavorazione del vetro lega inevitabilmente l’attività della fabbrica al settore edilizio ed auto-mobilistico, due ambiti che stanno attraversando gravi periodi di crisi economica. Proprio per questo motivo, il gruppo Solvay ha deciso di espandersi, al fine di consolidare le basi per il futuro, è stato così stabilito l’acquisto di una grande società chiamata Rodia. Si tratta di un’azienda multinazionale legata al secondo stadio dell’industria chimica: la chimica di specialità. Si tratta di un completamento, di un investimento che porta a raddoppiare il gruppo, creando prospettive di lavoro fondamentali per il futuro. L’acquisizione è stata possibile grazie alla presenza di un tesoretto accumulato negli anni dalla società, con la vendita di alcuni settori come quello farmaceutico, un ambito sicuramente reddi-tizio e in continua espansione, ma anche bisogno-so di assidui, ingenti investimenti. Ma torniamo alla produzione della soda per capirne la lavorazione, i procedimenti e i vari utilizzi. Innanzitutto è utile rimarcare un concetto già espresso nel focus dello scorso mese, i materiali indispensabili per il carbo-nato di sodio sono il calcare ed il sale. Due materie prime che sul territorio circostante a Rosignano abbondano e che possono essere considerate il principale motivo dell’installazione degli impianti in questa zona. Il calcare lo si trova nelle cave di San Carlo, nei pressi di San Vincenzo, trasportato per via ferroviaria, arriva a Rosignano in quantità ele-vatissime, cinque “treni bianchi” al giorno, per circa mille tonnellate complessive. Per quanto riguarda il sale, invece, non viene estratto direttamente dal mare, come molti potrebbero pensare, si tratta ben-sì di salgemma, che si trova nel sottosuolo, copioso nelle terre intorno a Saline e Ponteginori, dove sor-ge un’appendice della fabbrica di Rosignano. Il sale

viene sciolto con particolari procedimenti e scorre fino agli impianti tramite un’intensa rete di tubature. La soda è indispensabile per la produzione del vetro e, in parte dei detergenti, non viene utilizzata come prodotto finito, per capire la portata e l’importanza della lavorazione di carbonato di sodio del gruppo Solvay, basti pensare che tutto il vetro prodotto in Italia si fa con “soda Solvay”, che ne “sforna” cir-ca 900.000 tonnellate all’anno ed è l’unica sodiera italiana. Il secondo prodotto, per importanza, che si lavora e si immette sul mercato è il bicarbonato di sodio. Quest’ultimo è l’unico elemento che esce finito dallo stabilimento, pronto per essere vendu-to, è utilizzato in ambito domestico per tantissime piccole azioni quotidiane come il lavaggio di frutta e verdura o come digestivo, per fare alcuni esempi. Se ne producono circa 370.000 tonnellate all’anno, tutto finisce sul mercato nazionale essenzialmente per due motivazioni: prima di tutto perché l’utilizzo domestico e quotidiano del bicarbonato è tipica-mente italiano e, in seconda istanza, perché è un prodotto a basso valore aggiunto e non sarebbe conveniente pagare grandi costi di trasporto per giungere all’estero. Un altro fondamentale utiliz-zo del bicarbonato di sodio è a livello industriale, nei depuratori, per abbattere la tossicità dei fumi prodotti dalla fabbrica. Con particolari tecniche di riciclaggio di prodotti, il gruppo Solvay riesce a riutilizzare il 90% dei rifiuti generati, ricavando materia prima per nuove lavorazioni, questo grazie ad innovative installazioni attuate negli ultimi anni. Passiamo ora ad un altro prodotto dello stabilimen-to: il cloruro di calcio. Questo è un particolare sale che ha un basso punto di congelamento e assorbe umidità, utilizzato in ambito stradale per la preven-zione delle pericolose lastre di ghiaccio in inverno. Cloro, soda caustica e ipoclorito di sodio, sono altri elementi ancora che i processi di produzione ela-borano e vendono alle industrie di settore. Un’altra esclusiva Solvay è il percarbonato di sodio, acqua

ossigenata combinata con la soda che dà vita alla base di tutti i detersivi in polvere che troviamo in qualsiasi supermercato. Abbiamo cercato di sem-plificare la terminologia complessa e scientifica ma niente è più chiaro e conciso di un esempio pratico che solitamente si fa ad i bambini in visita allo sta-bilimento nei progetti per la conoscenza della fab-brica nelle scuole del territorio: prendendo un bic-chiere dalla credenza e riempiendolo d’acqua che scorre dal lavandino, si utilizzano una moltitudine di prodotti Solvay,che sicuramente non saranno repe-ribili sullo scaffale del vostro centro commerciale, ma che sono utili, anzi indispensabili per la vita di tutti i giorni. Il bicchiere di vetro, l’acqua depurata, il sapone che utilizzeremo per lavarlo, ognuno di questi elementi apparentemente autonomi, esisto-no grazie ai prodotti industriali precedentemente citati. Con questa metafora speriamo di aver chia-rito, almeno in parte, l’importanza di un’industria di chimica di base, che, come detto, non mostra generi finiti col proprio marchio, ma che permette una miriade di altre produzioni ad essa strettamen-te legate. Ricordiamo che, a fine maggio, in occa-sione dell’anno della chimica indetto dall’Unesco, il gruppo Solvay aprirà le proprie porte agli interessa-ti visitatori, che potranno integrare questa piccola guida, da noi pubblicata, con un vero e proprio viaggio nella produzione.

Un sorriso smagliante, polo a maniche cor-te, costume a pantaloncino, l’immancabile cappellino con la tesa..si presenta così, al-l’incontro, in una terrazza della sua Cecina, sul lungomare di Marina, Guido Pagliuca, un personaggio unico nel suo genere, tanto amato dai suoi giocatori e dai tifosi, quanto discusso dagli avversari che incontra ogni domenica. Perché Guido è un po’ così..o si odia o si ama. Con la voce sicura di chi sa che tanto ha fatto e che tantissimo ha ancora da fare. Un passato meritevole da difensore centrale in alcune squadre della zona come il Cecina, il Livorno, il Rosignano, il San Vincenzo, ma anche in Liguria ed a soli 26 anni capisce che il suo sogno è la panchina, il suo sogno è dettare le regole del gioco, fare la formazione, elaborare gli schemi, ingabbiare gli avversari, interpre-tare il calcio. Quel calcio che da sempre è la sua passione, ma che un giorno potreb-be diventare la sua vita, anche se poi, in definitiva già lo è. La prima esperienza di allenatore, conseguito il patentino di primo livello, è con i giovanissimi regionali del Ro-signano, classe 1990, proprio nella cittadina rivale del suo paese, ma troverà il modo di farsi perdonare prestissimo dai suoi con-cittadini. Dopo l’esperienza in biancoblu approda agli allievi regionali del Cecina, lavorando dunque ancora con i ragazzi del ’90, raggiungendo un ottimo secondo posto. Proprio in questo anno Guido conosce un personaggio fondamentale per lo sviluppo della sua carriera, una sorta di maestro che lo aiuterà a muovere i suoi primi passi in panchina: Massimo Maddaloni, allenatore della prima squadra del Cecina in quegli anni, poi passato alla primavera della Ju-ventus ed infine, divenuto vice di Ciro Fer-

rara, alla guida della Juve, quella vera. “Da Maddaloni ho imparato tanto. Lo assistevo negli allenamenti e la domenica facevo le relazioni sugli avversari futuri visionando decine di partite in giro per la Toscana.” Ed è proprio questo il punto di forza di mister Pagliuca: una continua e sfrenata ricerca di imparare, di migliorare. “Fare l’allenatore significa investire su se stessi, non impor-ta quante giornate perdi dietro al calcio, quanti chilometri macini in giro per i campi d’Italia, tutto è indispensabile per ampliare il bagaglio dell’esperienza e concentrarsi su una perenne evoluzione.” Così ha passato settimane a seguire gli allenamenti dei con-dottieri più esperti, come Zeman a Lecce, da cui ha colto il suo famoso modulo di gioco, il 4-3-3, da Firenze a Empoli, da Bergamo a Siena, sempre con gli occhi bene aperti per emulare e superarsi. Tutto questo però, non è possibile senza una famiglia alle spalle che ti asseconda, che ti aiuta, che ti sostie-ne in tutto e per tutto. “Senza mia moglie e mio figlio che mi seguono ovunque vada, non ce l’avrei mai fatta!”. E il lavoro di Guido sembra proprio una specie di impresa a li-vello familiare, un nucleo compatto che col-labora per realizzare il suo sogno, anche la sorella ed il cognato, infatti, fanno parte del suo team, andando a visionare e riprendere con la telecamera, le partite degli avversari in campionato. E poi c’è l’amico Federico Callai, preparatore dei portieri e suo vice, amico inseparabile che il mister si porterà dietro anche in tutte le sue future esperien-ze. Perché ogni comandante che si rispetti deve avere il suo equipaggio di fiducia. Ma torniamo al “cursus onorum” di mister Pagliuca, che dopo aver collaborato con la prima squadra, è ritenuto abbastanza ma-

turo, anche se molto giovane, dai dirigenti del Cecina da affidargli la panchina in serie D, facendolo subentrare a metà anno. Ma il momento non è propizio e guida la squadra solo per cinque gare, dimettendosi presto per assenza di presupposti di lavoro. Decide di accettare la nuova offerta del club del suo paese, per una sfida che può affrontare dal-l’inizio, partendo dalla preparazione estiva, potendo inculcare nei suoi giocatori la men-talità da gladiatori vincenti, proprio come gli piace . A Cecina s’innamorano tutti di lui, la squadra e i tifosi, per questo suo carattere focoso, per le sue urla folkloristiche, per le sue battute esilaranti, per il suo essere amico prima che allenatore, ma soprattutto per il gioco che fa esprimere e per i risultati che ottiene. Con una squadra costruita per competere nel campionato d’Eccellenza, si ritrova catapultato in serie D per un ripe-scaggio e conduce il Cecina ad un ottavo posto memorabile. Ma è il suo secondo anno in cui attua il vero e proprio miracolo, il campionato 2009/2010, sarà ricordato per sempre in paese, come l’ultimo anno del Cecina nel calcio che conta, fino a che non ci tornerà. Tra peripezie societarie, stipendi fantasma e problemi d’ogni tipo, i giocatori di mister Pagliuca raggiungono una salvez-za indimenticabile che ha il sapore dell’im-presa. “Se quest’anno ho ottenuto questi risultati, devo ringraziare soprattutto quei ragazzi, che l’anno scorso mi hanno seguito fino alla fine, pur senza vedere l’ombra di un quattrino! Persone stupende, molte delle quali, purtroppo, quest’anno, si sono sacri-ficate a giocare in categorie minori dopo la scomparsa della società rossoblu.” Sta proprio qui il segreto di Guido: tirarsi dietro la squadra anche nei momenti impossibili,

ricompattarsi nelle difficoltà, isolarsi dal resto del mondo e fare quadrato nello spo-gliatoio. La forza del gruppo su tutto e prima di tutto. Cita Marcello Lippi per sottoli-neare questo concetto: “Il gruppo dev’essere qualcosa di più della reale somma delle parti! Il valore aggiunto va ricercato nell’insieme più che nelle qualità individuali, così si raggiunge gli obiettivi insperati!”. E così ha ottenu-to anche il suo ultimo grande risultato: condurre la squadra di un paesino che non supera le cinquemila anime, alle soglie del professionismo. Partiti per il man-tenimento tranquillo della categoria, a Bor-go a Buggiano si sono ritrovati in cima alla classifica dalla prima all’ultima giornata, una marcia trionfale meravigliosa, non senza momenti di difficoltà, per il superamento dei quali, il mister non manca di rendere grazie ad una persona importante come il direttore Maurizio Tanfani, grande esperto di calcio e di umanità. Un anno di duro lavoro sul cam-po, sei volte a settimana, più di due ore al giorno, senza mai mollare, un anno in cui molti giovani hanno spiccato il volo anche grazie alle elaborate strategie di Guido che non smette mai, nemmeno per un momen-to, di ampliare le sue conoscenze a livello tattico. Ma la tattica è solo uno degli aspetti, sicuramente fondamentale, ma per vincere ci vuole,come detto, un grande gruppo, una rosa ampia e dei giocatori che seguano l’al-lenatore anche quando sono un po’ messi da parte. Proprio per questo il mister del Borgo, quest’anno, ha deciso di migliorare

anche le sue qualità umane di trascinatore e di motivatore, andando a ripetizioni da un coatching, una figura molto particolare, che cura l’aspetto della comunicazione col gruppo, una sorta di ottimizzatore, che insegna a spronare e incentivare anche il lavoro di chi non sembra indispensabile. Avete capito bene! Due volte a settimana a lezione di comunicazione! Anche questo è Guido Pagliuca. Un personaggio che non si sazia mai, che vuole arrivare ad ogni costo, con le sue forze, senza spinte né raccoman-dazioni. Il futuro è una terra straniera, per il momento. “La priorità è sempre restare al Borgo, il patron Mauro Paganelli mi ha dato una grossa chance quest’anno e mi sento di dare a lui la precedenza, ma..vedremo!”. Glissa così, un po’ come fanno i grandi del calcio..ma d’esempi di miti che sono partiti da molto in basso e hanno scalato le vette del successo ne è pieno il “mondo del pal-lone”, allora perché non sognare? E se si avvera Guido....?

Gianluca Parodi

GUIDO PAGLIUCA: anche Cecina ha il suo MourinhoIntervista al giovane mister che ha raggiunto il “calcio che conta” vincendo il campionato di Serie D col Borgo a Buggiano

Alla scoperta dei processi industriali e dei prodotti finiti

Vogliamo attirare l’attenzione verso ragazzi e ragazze che si stanno facendo largo nel mondo dello sport, dell’arte e della musica, della letteratura e della scienza. Da sempre i giovani sono tartassati dai soliti, negativi, luoghi comuni e se qualcuno di loro riesce, con costanza e impegno

a raggiungere il proprio sogno, allora che serva di esempio e di aiuto a chiunque voglia provarci.

Giovani talenti della Costa degli Etruschi

Foto

Arc

hivi

o S

olva

y C

him

ica

Italia

Campionati Italiani Scherma:

Affondo Labronico!

La Scherma l i v o r n e s e , dalle gesta

di Tremamondo, lo spadaccino più celebre del ‘700 che fu Maestro d’Armi alla Casa reale inglese, di strada ne ha fatta moltissima e ai Campionati Italiani Assoluti di maggio 2011 la città ottie-ne un altro trionfo con due successi di prestigio. Edoardo Luperi, 17

anni, è il più giovane campione d’Italia nella storia della Scherma e l’Aereonautica militare di Baldini e Del Nista vince nel Fioretto a Squadre contro le Fiamme Oro (degli schermitori anch’essi livornesi Edoardo Luperi e Tommaso Lari). La finale di Fioretto si è svolta nella suggestiva cor-nice del Teatro Goldoni, letteralmente gremito. Il giovane Luperi, dopo aver vinto il titolo di Campione italiano nel Fioretto Maschile davanti ai suoi concittadini, ha dichia-rato: “vincere al Goldoni non ha prezzo”. E poi il bel-l’esempio degli schermitori in carrozzina e una macchina organizzativa che ha saputo gestire al meglio il grande evento. Tutto questo nell’anno in cui i Campionati Italiani tornano a Livorno dopo 11 anni. Per il Presidente Fides Andrea Bichisecchi si è trattato di “un lavoro duro ed impegnativo ma di grande soddisfazione. Gli ospiti sono contenti e questo è importante”. Nel 2010 i Campionati Cadetti e Giovani e quest’anno la competizione principe della Scherma italiana. La domanda a Bichisecchi sul sogno di avere una Gara di Coppa del Mondo a Livorno è quasi doverosa: “è possibile. L’amministrazione comu-nale è molto ben disposta e il Pala Livorno è un contesto adatto. Certo il lavoro è tanto e organizzare una Gara di Coppa del Mondo è cosa assai impegnativa, ma sarebbe un grande risultato. Vedremo”. Già, staremo a vedere… e a sperare. Intanto ci sono le qualificazioni per le Olimpiadi di Londra 2012, che vedo-no gli atleti livornesi in prima linea e dobbiamo anche registrare con piacere un’altra bella prova di maturità sportiva e passione da parte di Livorno, dopo quella di grande civiltà offerta in occasione del passaggio del Giro d’Italia che ha fatto tappa in città il 10 maggio. D’altron-de non c’è da stupirsi, se consideriamo che lo scorso anno il Sole24 Ore ha incoronato la Provincia di Livorno come la più sportiva d’Italia. Anche i numeri lo dimostrano, come precisa il Presidente del Circolo Fides più premiato al mondo sottolineando che la presenza di spettatori alle gare è stata soddisfacente “1.500 persone a vedere una gara di scherma sono un gran bel risultato, anche se in un palasport che ne ospita 7.000 non sembrano tantissime a colpo d’occhio”. Chi vi scrive però può confermare che di gente al Pala Livorno ne è girata tanta e soprattutto può aggiungere che il popolo della scherma labronica è… sano. Ho visto tantissimi giovani, mamme con bambini, famiglie, venute per vedere qualche parente in gara, o semplicemente perché nella scherma sopravvive il verso di una bella poesia, talvolta scritta benissimo, altre volte da correggere, ma pur sempre capace di emozionare. Dote rara e per questo ancor più preziosa.

Renato Nesi

Luperi nel Fioretto Maschile e l’Aereonautica in quello

a Squadre sul gradino più alto

La scherma cittadina 2 volte Campione d’Italia

e forse ospiterà la Coppa del Mondo

Foto

R.N

esi

Senza Nome-1 1-04-2011 10:44 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K

Page 3: N° 11 - Costa degli Etruschi News

C M Y CM MY CY CMY K

3giugno 2011

Sono emerse numerose novità positive che porteranno sicuramente un in-cremento di turisti sulla costa con un conseguente beneficio reale a tutto il comparto turistico alberghiero. Ci auguriamo che tale andamento sia costan-

temente in crescita anche nei periodi non propriamente estivi.Come nasce il sistema integrato dei Parchi della Val di Cornia e qual’è la sua struttura organizzativa? Parchi Val di Cornia è innanzi tutto una società per azioni, quindi un soggetto anomalo nel panorama nazionale. Nel 1993, dopo un’attenta analisi del territorio sono state individuate le aree suscettibili a diventare sia dei parchi naturalistici che archeologici e archeominerari. La scelta, molto moderna per quel periodo, fu di andare verso una società per azioni, mista pubblico-privato. La sfida iniziale era quella di trovare un soggetto che avesse le capacità manageriali per gestire i beni culturali. Successivamente la società si è evoluta: la componente privata è, uscita nel 2007, in virtù del cambiamento introdotto dal Codice Urbani (Dlg 42/2004) nel regime normativo dei Beni Culturali. E’ stato firmato un accordo dove il Ministero individuava l’ente locale Comune di Piombino come gestore del patrimonio statale. Nell’accordo si stabiliva inoltre che il Comune avrebbe delegato la gestione diretta dei Parchi ad una sua società che è appunto la Parchi Val di Cornia. Questa,in breve la storia, della nostra società; per quanto riguarda, invece, l’organizzazione interna abbiamo un Direttore Generale ad incarico, un Consiglio di Amministrazione che gestisce e indirizza la Società, e un’Assemblea dei Soci composta dai Comuni della Val di Cornia, la Provincia di Livorno e la Camera di Commercio. La società è inoltre articolata in una Direzione generale, una Divisione parchi e musei archeologici e una Divisione parchi naturali. Quale ruolo attivo svolge la Società Parchi Val di Cornia S.p.A. nel comparto del marketing territoriale? Il sistema dei parchi sta certamente diventando l’ele-mento caratterizzante di questo territorio. Uno degli obiettivi principali del lavoro quotidiano di marketing svolto dalla Società è proprio quello di comunicare un’im-magine diversa da quella percepita fino ad ora dagli abitanti e non di quest’area: ovvero che la Val di Cornia non è solo la città industriale di Piombino o il porto che permette di raggiungere l’Elba ma è anche un territorio che ha tante valenze pae-saggistiche, culturali e ambientali uniche nel loro genere. Alcuni anni fa la Società Parchi Val di Cornia ha incaricato l’Università di Pisa di redigere un bilancio sociale: il dato fondamentale che ne è scaturito rivela che per un euro investito dai comuni su questa Società si tramuta in 10 euro di ricchezza sul territorio. Questo è un dato oggettivo ed importante, che evidenzia come una gestione intelligente dei Beni Culturali e Ambientali porti delle ricadute benefiche su tutto il territorio.I parchi della Val di Cornia attirano ogni anno moltissimi turisti, può darci dei dati concreti afferenti il numero dei visitatori? Per l’anno 2010 sono state registrate 91.000 presenze, sia nei parchi che nei musei, che poi interagiscono col territorio a 360° creando un valore aggiunto al comparto turistico. Tali presenze toccano i picchi maggiori nel periodo tardo primaverile ed estivo, corrispondenti a due target di turismo completamente diverso: il primo legato alle scuole e l’altro turismo balneare. Nel 2010 abbiamo avuto un picco importante per quanto riguarda l’afflusso dei visitatori del Museo del Castello di Piombino in seguito alla mostra su Leonardo Da Vinci e, per effetto di trascinamento, anche sul Museo Archeologico. Quali strategie intende attuare per valorizzare al meglio le risorse naturalisti-che ed archeologiche dei Parchi? In questo momento bisogna concludere il per-corso avviato: il sistema dei parchi non è ancora stato completato e devono essere raggiunti degli obiettivi che, per ora, rimangono solo sulla carta. Qualche esempio: a Rimigliano manca la formalizzazione del passaggio da parco naturalistico comu-nale ad area naturale protetta; per Campiglia Marittima abbiamo un masterplan che prevede un ampliamento dell’area che gestiamo adesso su altri fronti, attualmente di proprietà privata, che hanno una notevole valenza storico archeologica; inoltre manca ancora il parco di Poggio Neri a Sassetta, che è rimasto sulla carta. Per

quanto riguarda le strategie noi avevamo avvia-to qualche tempo fa un percorso con la Regio-ne Toscana per valutare insieme se ci sono le condizioni per trasformare il sistema dei parchi in un quarto parco regionale. Questo, secondo me, sarebbe un passaggio importante, perché i Comuni non ce la fanno più a gestire questo patrimonio. Inoltre la possibilità di avere un ente parco ai sensi della legge 391/’94 significa aver maggiore rigidità per quanto riguarda i vincoli sul territorio e, maggiori sono i vincoli, maggiori sono le possibilità di mantenere nel tempo, per le generazioni future, tutto questo patrimonio. Questo era il percorso strategico che avevamo avanzato, purtroppo, in un momento come que-sto, anche per la Regione Toscana, di scarse risorse, parlare di un quarto parco regionale diventa estremamente difficile.Grazie all’arrivo di nuovi finanziamenti, quali sono i progetti futuri per il Parco Archeologi-co di Baratti e Populonia? Il Comune di Piom-bino, la Società Parchi Val di Cornia S.p.A. e la

Soprintendenza Archeologica, col supporto fondamentale di un pull di 11 università che svolgono attività di ricerca archeologica nell’area dell’antica Populonia, hanno presentato un progetto, del valore complessivo di 3.600.000 euro, che prevede la realizzazione di interventi di conservazione e valorizzazione esclusivamente all’in-terno delle aree archeologiche del parco: quindi Necropoli e Acropoli. Abbiamo ricevuto i finanziamenti dal fondo ARCUS S.p.A., Società per lo Sviluppo dell’Arte, della Cultura e dello Spettacolo, purtroppo non per l’intera cifra richiesta, ma per un ammontare di 1 milione di euro, distribuiti in tre anni, che ci permetteranno comun-que di partire con il progetto. L’obiettivo che si vuole primariamente raggiungere è l’aumento dell’accessibilità fisica, in particolare per la parte sommitale dell’Acropoli, e della comprensione del dato archeologico da parte dei fruitori.Sappiamo che farà parte di una commissione ad hoc che dovrà redigere le linee guida dei parchi nazionali. Quali saranno i suoi suggerimenti? Innanzi tutto io faccio parte di questa commissione su delega del Comune di Piombino, il quale insieme al Comune di Roma rappresenta l’ANCI, ovvero gli 8.800 comuni italiani, all’interno di questa commissione. La presenza di Roma non ha certo bi-sogno di spiegazioni, il perché Piombino è invece un elemento importante: credo, principalmente, in quanto prima esperienza italiana ad avvalersi di un Accordo In-teristituzionale finalizzato al trasferimento in disponibilità di un’area archeologica di notevole pregio, ed, in secondo luogo, grazie alla presa di coscienza da parte del Ministero che con tale Accordo si è avuta una gestione, se non eccellente, sicura-mente positiva. E questo è avvalorato dal fatto che il Parco di Baratti e Populonia si configura come un esempio guida per l’accreditamento dei Parchi archeologici italiani, confermandosi un caso di eccellenza, designato già nel 2009 candidato nazionale al Consiglio d’Europa per il Premio del Paesaggio. Le linee guida, di cui è già pronta la bozza definitiva, faranno si che ogni realtà che voglia costituire un nuovo parco archeologico debba tener conto di tutta una serie di criteri. Ma la novità è un’altra: anche i parchi esistenti, e quindi anche il nostro, dovrà essere accre-ditato; sarà, quindi, necessario passare dal vaglio di una commissione ministeriale che verificherà il possesso di tutta una serie di parametri. Altro elemento di novità è quello avviare un parallelismo con i parchi naturalistici, in particolar modo per quanto riguarda la pianificazione e la redazione di un piano gestionale, cosa che attualmente per i parchi archeologici non è necessaria. L’elemento significativo per cui mi sento di aver dato un contributo importante e di novità è questo: le linee guida non permetteranno più di vedere il parco archeologico solo come il contenitore di un bene di importanza storico-archeologica e culturale, ma il discorso dovrà essere ampliato anche verso altri beni che sono anch’essi importanti, in particolar modo mi riferisco al bene paesaggistico in quanto bene culturale. Dalla seconda decade del mese di maggio parte il progetto Walking Festival, ci può dire come si articola l’evento? Per il periodo primaverile sono in pro-gramma 6 iniziative, alle quali si aggiungeranno quelle del periodo autunnale su cui stiamo lavorando. L’obiettivo è quello di unire, nelle stessa giornata, la visita di più parchi o uscire dai parchi stessi alla scoperta dei borghi che caratterizzano il nostro territorio. Questo è l’elemento che ha caratterizzato anche lo scorso anno, che coin-cide con la nostra prima partecipazione al Tuscany Walking Festival. Abbiamo avu-to una buona risposta da parte degli operatori economici i quali si sono impegnati ad offrire dei prezzi agevolati a coloro che partecipano a questa manifestazione. Infine si invitano i turisti a consultare periodicamente il nostro sito, dove troveranno un serie di appuntamenti importanti atti a promuovere il nostro patrimonio storico, naturale ed archeo-minerario.www.parchivaldicornia.it

Valentina Norcini

Archeologia e natura della Costa degli Etruschi

I Parchi della Val di Cornia

Intervista al Presidente Luca Sbrilli, le novità e le strategie future per i parchi della Val di Cornia

di Valentina Norcini

Gianna Martorella è nata a Piombino il 17 maggio 1960, ha vissuto per diversi anni a Taranto e infine è approdata a Roma, dove vive la mag-

gior parte dell’anno. La sua carriera artistica è stata a lungo legata a nomi importanti della televisione ita-liana quali Raffaella Carrà , Gigi Sabani, Pippo Baudo e Paolo Limiti, oggi è anche un affermata scrittrice. I suoi divertentissimi spettacoli sono il frutto dell’espe-rienza maturata in oltre 20 anni di programmi tele-visivi e di tournee in tutta l’Italia e all’estero. La sua dote principale è l’ allegria e l’ ironia, alterna imita-zioni di personaggi famosi del mondo della canzone, della televisione e della politica, il tutto con grande professionalità ed eleganza. Il suo costante successo è dovuto all’amore incondizionato del suo vasto pub-blico che da sempre la segue e la sostiene con grande affetto. Il suo ultimo lavoro è un bellissimo libro dal titolo “Nei panni degli altri” è un’autobiografia in cui parla della sua vita artistica e non, intrecciando le due in una sorta di romanzo, che racconta molto di senti-menti e di emozioni. Il libro ci svela episodi e aneddoti spesso toccanti, ci parla della sua infanzia trascorsa a Piombino fino al trasferimento a Taranto, per arrivare a raccontarci dei suoi successi alla Rai, alle delusioni e finalmente alla voglia di tornare protagonista in TV. Gianna, quando hai cominciato ad amare l’arte dell’imitazione? A quattro, cinque anni già imitavo i cantanti, Ornella Vanoni, Patty Pravo, Mina, Domeni-co Modugno e Gigliola Cinquetti, me lo ricordo bene perché andavo giù nel cortile, le mamme si affaccia-vano e io cantavo, naturalmente come può fare una bambina, “Non ho l’età”, ce l’avevo nel sangue pro-babilmente era un destino segnato. Ho continuato per gioco fino a quando è divenuto il mio lavoro.Sei stata attrice in sceneggiati televisivi e tea-trali lavorando con personaggi importanti come Luca de Filippo. Cosa hai appreso e quali ricordi ti vengono in mente? In quel periodo, a sedici-di-ciassette anni, facevo parte di una compagnia teatrale ed i nostri lavori venivano portati in televisione e alla radio. Erano sceneggiati radiofonici molto apprezzati ed anche difficili, perché lavorando per radio non puoi usufruire della mimica, la gestualità visiva; quindi devi essere bravo a trasmettere all’ascoltatore le sfumatu-re della voce. Mentre facevo teatro avevo accantonato le imitazioni perché volevo fare l’attrice facendo ruo-li diversi: mi trovavo bene sia in parti comiche che drammatiche. Una volta, durante una commedia ra-diofonica, una mia amica e collega, mentre stavamo recitando è scoppiata a ridere e non riusciva più ad andare avanti. Allora ho preso in mano la situazione iniziando ad imitare la voce della mia collega: ho reci-tato la sua parte salvando la commedia. La parentesi teatrale è stata molto bella, specialmente con l’arrivo di Luca De Filippo che mi scelse insieme a qualche altro attore della mia compagnia. Con molta emozione mi sono trovata in un contesto diverso: una compa-

gnia di veri attori, di professionisti.Gigi Sabani in “Stasera mi butto” e Raffaella Carrà nello spettacolo “Ricomincio da 2”: quali ricordi hai di quel periodo e quali rapporti hai avuto con loro? Con Gigi Sabani ho lavorato nel ‘90 ma lo avevo conosciuto qualche anno prima ed era-vamo subito diventati amici. Era una persona molto umana, non era un personaggio dello spettacolo clas-sico, non era un divo e non metteva mai nessun osta-colo tra lui e gli altri. Era una persona molto fragile, piena di paure e insicurezze e questo lo rendeva an-cora più normale. Mi ha chiamato per fare “Stasera mi butto” lavorando con altri imitatori come Niki Giustini, Graziano Salvadori, Neri Marcorè. Nell’edizione suc-cessiva ho trovato Giorgio Panariello, Magalli e Parisi. E’ stato un programma che mi ha dato davvero tantis-simo. In seguito i nove imitatori di “Stasera mi butto” vennero mandati subito da Ballandi a fare “Ricomincio da 2” con Raffaella Carrà. Noi facevamo il TGX con Michele Mirabella ed avemmo molto successo: Cla-rissa Burt faceva la giornalista ufficiale, io facevo Car-men Lasorella, Alessandra Casella la Gruber. Raffaella Carrà è molto preparata, disponibile e sempre carina, ci trattava tutti con tatto e gentilezza, è una donna fortissima, un treno che non si ferma mai, una diva semplice con la quale è un onore lavorare.Fra tutti i personaggi che hai imitato, quali sono quelli che ti hanno impegnata e affascinato di più. L’imitazione di Milva mi ha impegnata perché non avevo mai pensato di imitarla, in genere l’ispirazione di un’imitazione parte da me, fu Paolo Limiti che mi chiese di imitarla non cantando ma parlando e facen-dole dire delle cose improbabili per la sua teatralità. Ho dovuto studiare con più attenzione il personaggio, specialmente il caratteristico modo che ha di muovere la bocca, e il risultato è stato davvero ottimo. Un altro personaggio che ho dovuto studiare un po’ di più è stato Liza Minelli, nell ‘86 in “Grand Hotel”.Le imitazioni che nascono dalla mia ispirazione sono quelle che mi affascinano di più, specialmente quel-le legate ai cantanti perché mi permettano una certa estensione vocale, Patty Pravo, Anna Oxa, Mina. Ades-so trovo difficoltà nel trovare nuove voci particolari da imitare che abbiano cioè caratteristiche facilmente riconoscibili, le voci che sentiamo da un po’ di tempo sono tutte molto piatte e simili.Cosa ti hanno trasmesso le collaborazioni con Pippo Baudo e Paolo Limiti? Pippo Baudo è sta-to importantissimo perché mi ha scoperto al “Canta Puglia” uno spettacolo itinerante del quale facevano parte diversi giovani talenti e cantanti locali che lui presentava, io partecipavo come ospite e li mi fu pro-posto di partecipare a Domenica In. Paolo Limiti è una persona molto intelligente che io amo molto e mi è stato molto vicino quando lavoravo in Rai.Cosa ti senti di dire ai giovani che si apprestano a diventare imitatori. In questo periodo è difficile, poi l’imitatore non è mai stato visto come un vero ar-tista, Sabani mi diceva sempre “Non ci considerano quanto valiamo” perché in effetti, se ci pensi bene, l’imitatore è un artista completo, sa cantare, sa pre-sentare, sa recitare, però per molti addetti ai lavori l’imitatore è uno che copia quindi non ha una sua per-sonalità. Per fortuna non per tutti. Ci vuole una grande motivazione e passione per andare avanti e seguire la propria strada.Ci puoi raccontare Gianna Martorella donna, ar-tista e mamma? Ho sempre dato molta importanza alla mia vita privata, prima di essere una brava artista io devo essere serena come donna, come mamma e quando non lo sono stata probabilmente è stata pena-lizzata anche la mia vita artistica perché non avevo la tranquillità per poter dare il meglio di me. Con la na-scita di mia figlia sono stata, per i primi anni, comple-tamente assorbita da lei e sono stati gli anni più duri ma più belli, non volevo lasciarla piccolina nelle mani di altre persone per poter continuare la mia carriera, io volevo godermi completamente questa felicità che mi era stata donata.

Gianna Martorella si racconta

di Renato Nesi

NA meno di un anno dalla riapertura dell’Acquario di Livorno, datata 31 luglio 2010, il 13 maggio di quest’anno è stato tagliato il primo importante traguardo numerico, quello dei

100.000 visitatori. Un segnale significativo dell’interesse che la struttura riscuote da parte del pubblico livornese e non. Il 100.000° visitatore è una famiglia romana di origine canadese, cui il Presiden-te Giuseppe Costa ha consegnato un omaggio (ingresso gratuito per 4 persone alla visita guidata “Dietro le Quinte”).Secondo Costa “Questo importante traguardo testimonia il succes-so del format edutainment (neologismo ideato da Bob Hayman che significa imparare divertendosi, ndr) e del sistema integrato che pro-poniamo da anni in tutte le strutture gestite: oltre a quella livornese,

l’Acquario di Genova, il Galata Museo del Mare con il sommergibile Nazario Sauro, La città dei bambini e dei ragazzi, la Biosfera, l’ascensore panoramico Bigo. Come già annunciato in occasione dell’inaugu-razione lo scorso luglio, intendiamo implementare anche a Livorno questo modello integrato contribuendo alla promozione dello svilup-po turistico della città, con la collaborazione e in sinergia con altre strutture e operatori presenti sul territorio”.La nuova stagione, che vede l’Acquario aperto tutti i giorni dallo scorso primo di aprile, si presenta con molte novità e una veste rinnovata, sia nel percorso di visita, che nelle specie presenti nelle vasche, senza dimenticare i più piccoli, cui è dedicata “Otto” la ma-scotte dell’Acquario, con i suoi giochi e le sue animazioni. Più nel dettaglio la struttura offre un percorso integrato su una su-

perficie complessiva di 3.000 mq, che unisce l’esposizione acquariologica, di recente arricchita con i Pesci Violino, le Aquile di Mare, le Meduse Cassiopea ed una vasca de-dicata al polpo, ad uno spazio esposi-tivo situato al primo piano che ospiterà fino a fine mese la

mostra “Il Telescopio di Galileo. Lo Strumento che ha cambiato il mondo” ideata dal Museo Galileo – Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, a cura di Giorgio Strano. Merita un approfondi-mento anche la scelta di invitare il visitatore a una doppia chiave di lettura durante il percorso: da un lato la natura e la biologia marina e dall’altro il legame con la storia, la mitologia e l’arte.Contenuti più ricchi e informazioni sulle specie ospiti delle vasche si aggiungono infatti a spunti e curiosità che consentono di esplorare la storia delle civiltà mediterranee, la navigazione nei tempi antichi e di ammirare alcuni esempi di rappresentazioni artistiche di questi temi.A conclusione del percorso di visita viene introdotto il tema della

pesca e dell’allevamento delle specie ittiche nella storia, e in termini più attuali quello del consumo ittico consapevole. Ciò costituisce uno dei maggiori impegni che Costa Edutainment afferma di voler perseguire, dichiarando di essere impegnata da anni sul tema della sensibilizzazione al consumo ittico responsabile principalmente at-traverso l’azione dell’Acquario di Genova e ora anche attraverso la struttura livornese. L’Acquario di Livorno rafforza in questo modo la propria missione di informare e sensibilizzare il pubblico alla conservazione, la gestione e l’uso sostenibile degli ambienti acquatici per promuovere compor-tamenti positivi e responsabili. Fino al 30 di giugno inoltre continua la promozione realizzata nell’ambito della campagna “Ti senti un pesce fuor d’acqua?”. Presentando alla biglietteria un coupon scari-cabile dal sito dell’Acquario o una della cartoline sagomate distribui-te sul territorio, i visitatori hanno diritto ad un ingresso omaggio ogni due paganti. Fino al 15 del mese prosegue anche la promozione “Il giovedì dei livornesi” con tariffe speciali e per tutto il 2011 restano in vigore le agevolazioni rivolte alle scuole.Orari di apertura: Nel mese di Giugno, tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle ore 10.00 alle ore 19.00 (ultimo ingresso 18.15). A luglio e ago-sto, tutti i giorni con orario 11.00 – 22.00 (ultimo ingresso 21.15). Per gruppi e scuole, la struttura è aperta tutto l’anno (solo su pre-notazione). Maggiori informazioni è costi al numero 0586-269155 o sul sito www.acquariolivorno.it” www.acquariolivorno.it .

La Natura ti sorpreNde aLL’acquario di LivorNo

A maggio tagliato il traguardo dei 100.000 visitatori

Nuove proposte per la stagione estiva tra natura, scienza e storia

Foto

di E

.Mas

ci

Foto

di V

.Nor

cini

Page 4: N° 11 - Costa degli Etruschi News

4 giugno 2011

Quattro eventi di grande equitazione al Casale del Mare

SUVERETO: turismo in forte crescita

Suvereto è la terza realtà della provincia in ter-mini di crescita percentuale di presenza turisti-che. Lo dicono i dati ufficiali 2010, confrontati con quelli del 2009: più 17,85% di arrivi e più 11,01% di presenze. In percentuale la più forte crescita in assoluto della Val di Cornia. Il vero boom è determinato dagli italiani (più 48,7%).Tra gli stranieri, domina incontrastata la Ger-mania, seguita da Svizzera, Olanda e da una nutrita pattuglia di norvegesi, che sembrano aver scoperto il borgo collinare. Se il picco delle presenze è agosto, si hanno numeri interessan-ti da aprile ad ottobre. “Dai nostri rilevamenti - afferma l’assessore Giorgio Margotti - quello che ci premia è senz’altro il mix, costituito dalla presenza contemporanea del borgo medievale, della vicinanza del mare, dal paesaggio rurale, dagli eventi culturali, gastronomici e folclori-stici, mentre è in forte crescita il turismo eno-gastronomico, grazie alla grande rete di cantine di eccellenza, dall’olio, dagli altri prodotti e dalla ottima offerta dei nostri ristoranti ed eno-teche”. “Attenzione, la crisi non è finita - mette in guardia il sindaco Giampaolo Pioli - il turista spende meno e accorcia la vacanza. Poi manca clamorosamente la capacità del territorio di fare sinergia. Ogni comune si muove per conto suo. La Val di Cornia è un grande prodotto, bisogna venderlo tutti insieme”. Intanto Suvereto si at-trezza: nei prossimi giorni saranno piazzati in paese, alle entrate del borgo e presso i luoghi più importanti piccoli cartelli con i codici QR, che, racconteranno il borgo e collegheranno alle pagine internet e, presto, l’ufficio turistico sarà dotato di schermo tattile e di guide i-phone. “Il nuovo turismo viaggia sulla rete ed è possibile, anzi, indispensabile adeguarsi”.

Torna il concorso ippico di Castiglioncello

Venerdì 17 giugno organizzata dall’Asso-ciazione Sportiva Dilettantistica Casale del Mare prende il via il cartellone delle ras-

segne del “Concorso Ippico di Castiglioncello”. Per tornare a valorizzare un evento che era un valore aggiunto dell’estate sulla nostra Riviera, il Casale del Mare, un angolo di paradiso sospe-so tra il mare e le colline nel suggestivo scena-rio delle Spianate di Castiglioncello, ospiterà la manifestazione. Da anni suscita l’interesse di cavalieri di gran-de esperienza provenienti da tutto il territorio nazionale. Infatti il patron Fulvio Martini (in collaborazione con il Comune di Rosignano Marittimo e con la Pro Loco di Castiglioncello) si è prefissato l’obiettivo di ricollocare il nostro territorio al centro del circuito dei concorsi di rilievo per recuperare anche il prestigio del Concorso Ippico che negli anni Sessanta e Set-tanta, che richiamava l’interesse di molti vip e personalità di rilievo della politica italiana come

il Presidente della Repubblica Gronchi che a Castiglioncello aveva una prestigiosa residenza estiva. La situazione ora è profondamente cambiata, organizzare questi eventi è diventato molto più difficoltoso, ma a Castiglioncello ora si è voluto riprendere una tradizione di successo con un calendario di eventi che sarà spalmato in più date. Quattro saranno gli appuntamenti fissati per l’estate 2011: il primo, come si diceva, è in programma dal 17 al 19 giugno. Si tratta di un Concorso “A 4 stelle” con un montepremi fissato a venticinquemila euro. Questo primo evento sarà il più importante della stagione per montepremi e qualità delle categorie. I due meeting successivi sono stati fissati dall’1 al 3 luglio e dal 22 al 24 luglio: entrambi sa-ranno concorsi “Nazionali A 2 stelle” con un montepremi di novemila euro ciascuno. Oltre alle categorie per i cavalli giovani ci saranno

anche categorie per cavalieri ed amazzoni che salteranno ostacoli a partire da sessanta centimetri fino a centodieci, ed altre più impe-gnative. L’appuntamento conclusivo sarà dal 19 al 21 agosto, con un concorso “Nazionale A” riservato ai pony. In ognuno degli appunta-menti ci sarà spazio non solo per le corse, ma anche per il divertimento, il relax a contatto con lo splendido panorama e con degustazioni eno-gastronomiche per i più grandi. Insomma tutti gli ingredienti necessari per creare un concorso moderno ed innovativo, nel rispetto della natura e di questi fantastici animali. Si prevede un’affluenza di circa duecentocin-quanta cavalli provenienti da ogni parte d’Italia, un’ottima partecipazione per un concorso di livello nazionale che certamente favorirà una valorizzazione dell’immagine di Castiglioncello, contribuendo alla rivalutazione del territorio e alla conferma del suo prestigio.

Il via dal 17 al 19 giugno con il “Concorso A 4 stelle”

Notizie in breve

eventi

di Valentina Cambi

Entra nel vivo la stagione 2011. Infatti nel mese di giugno avranno luogo tre gare remiere in diverse ambientazioni:

dal mare aperto ai fossi medicei, sulla lunga distanza e a cronometro. Si intrecceranno radici storiche lontane, l’agonismo, il folklo-re, ma soprattutto tanto sudore e sapore di mare. Ogni quartiere ha colori e stemmi ca-ratteristici che ne delineano le origini. 33a COPPA RISI’ATORI: si correrà domenica 5 giugno nel duro percorso in mare aperto, che dalle secche della Meloria arriva alla dar-

sena nuova, in prossimità del Porto Mediceo ed alla quale partecipano le barche degli otto rioni più forti della città. E’ stata ideata per ricordare le mitiche gesta dei risicatori (dal verbo rischiare) avven-turosi e ribelli che nei secoli scorsi, su fragili imbarcazioni, andavano per mare, spesso in burrasca, a portare soccor-so ad altri marinai sfortunati che stavano naufragando, spesso proprio nelle secche

della Meloria da dove parte la gara, per poi conquistarsi il diritto di scarico delle navi in arrivo in Porto. 44a COPPA BARONTINI: porta il nome di un glorioso partigiano livornese e si svolgerà sabato 18 giugno come di consueto in not-turna ed è tra gare remiere la più suggestiva e spettacolare. Vedrà impegnati gli equipaggi su gozzi a 10 remi nel duro percorso a cro-nometro che si snoda lungo i canali Medicei (3.200 metri) attraversando i quartieri storici della città, illuminati a festa. Su iniziativa di Cosimo I dei Medici e su progetto dell’archi-

tetto fiorentino Buontalenti nel XVI secolo, si realizzarono i canali della città che cingevano anticamente le mura e avevano uno scopo sia difensivo che commerciale collegando il porto ai “magazzini” situati in prossimità degli scali. Lungo queste strade d’acqua, che in-trecciandosi formano l’antico quartiere della “Venezia Nuova”.71a PALIO MARINARO: è la gara remiera per eccellenza e di più antica tradizione. Si corre-rà domenica 3 luglio nel percorso tra il Porto e i Bagni Pancaldi, i 16 rioni cittadini danno vita a due distinte gare. La prima è riservata alle “gozzette” e vi partecipano 8 rioni; la secon-da è invece il Palio Marinaro vero e proprio a cui partecipano gli altri 8 rioni con i famosi “gozzi”. I gozzi sono imbarcazioni a 10 remi con sedili fissi e timoniere. La struttura della gara con tre virate esalta la spettacolarità del percorso e sottolinea la preparazione degli atleti e la necessità di intesa fra rematori e ti-moniere; inoltre rende molto difficile prevede-re l’esito della gara stessa. La partecipazione dei livornesi è vasta ed entusiasta e tutta la manifestazione si svolge in una cornice di folla che sostiene con passione gli equipaggi in competizione.

Il “mese del remo” a Livorno, sfide tra rioni e salmastro

Le più famose sono Coppa Risi’atori, la Coppa Barontini il Palio Marinaro

Al via gli incentivi per l’acquisto di bici

elettricheI residenti nel Comune di Piombino potranno acquistare una bicicletta elettrica utilizzando l’incentivo del comune del 30% sul prezzo di acqui-sto, fino ad un massimo di 200 euro.Il Comune di Piombino, assessorato all’ambiente, ha siglato un proto-collo d’intesa con i rivenditori di biciclette stanziando 9.000 euro per promuovere l’acquisto di biciclette elettriche a pedalata assistita senza ausilio di acceleratore. Il contributo verrà erogato fino a esaurimento del fondo disponibile e comunque per acquisti effettuati entro e non oltre il 31 dicembre 2011.Si tratta quindi di una campagna per incentivare l’uso di mezzi ecologici, al fine di ridurre il traffico cittadino e le emissioni in atmosfera dei gas di scarico. Con il protocollo, i rivenditori si impegnano a concedere in forma promozionale un ulteriore sconto sul prezzo di listino, a mantenere fermi i prezzi nel periodo di assegnazione del totale dei contributi disponibili, fornire la lista dei modelli delle biciclette a pedalata assistita, con l’indica-zione delle caratteristiche tecniche dei prezzi e dello sconto minimo appli-cato dal singolo operatore, garantire un regolare servizio di assistenza sui veicoli venduti (manutenzione, fornitura di parti di ricambio ecc.).Per beneficiare di tali finanziamenti è necessario essere residente nel Comune di Piombino e impegnarsi a rimanere in possesso del mezzo per almeno un anno dalla data di acquisto, senza apportare modifiche.Questi i rivenditori che hanno aderito all’iniziativa e presso i quali sarà possibile acquistare le biciclette beneficiando degli incentivi: 2G Moto Sport di Galluzzi Alessandro lungomare Marconi 138; Domenico Guida, via M. D’azeglio 10-11; Maurizio Lancioni, via Petrarca 36; Easy Rider di Fulvio Palagi, via De Amicis 39 Riotorto.Per informazioni: servizio politiche ambientali Comune di Piombino tel. 0565 63318 email: [email protected]..

Foto

Arc

hivi

o C

omun

e Li

vorn

o

Foto

Arc

hivi

o C

omun

e Li

vorn

o

Page 5: N° 11 - Costa degli Etruschi News

5giugno 2011

Bolgheri Melody RacConta

Da un idea di Massimiliano Simoni e Lucia-no Ghironi, nasce Bolgheri Melody RacCon-ta. Il Talk Show!La grande novità culturale della stagione estiva toscana 2011, prodotta dalla Athena Communications. L’evento verrà condotto dal giornalista Francesco Borgonovo, respon-sabile delle pagini culturali di Libero, sotto la direzione artistica di Massimiliano Simoni, già alla guida del Festival della Versiliana e del Festival Pucciniano.La rassegna, in diretta TV sul Canale Sky 597 Italia 7 Toscana, porterà nei luoghi simbolo del Comune di Castagneto Carducci ospiti di livello nazionale e internazionale per parlare approfondire e dibattere temi di varia umanità ed attualità.Con loro interverranno i direttori delle prin-cipali testate regionali e nazionali. Un infor-mazione a 360°, bipartisan. Politica, sport, salute e benessere, spettacolo e scienza. Un occasione unica per vedere e sentire i perso-naggi che più appassionano e fanno discutere. L’ evento prevede dieci appuntamenti Unici e imperdibili.

Non solo Cavalli 2011

Il 3-4-5 giugno a San Vincenzo in località Pian degli ulivi, zona mercato, il “Gruppo equestre di San Vincenzo” presenta la 4a edizione di “Non solo cavalli” quest’anno il tema dello spettacolo serale sarà “Il sogno”, quello di un bambino che sogna di acquistare un cavallo. Anche quest’anno ci sarà un momento della manifestazione dedicato alla monta western e animato da ballerini di line dance. Lo spetta-colo verrà rappresentato nelle sere di venerdì e sabato mentre la domenica sarà dedicata alle varie discipline equestri, monta western, monta vaquera, monta da lavoro. L’ingresso è gratuito. “Non solo cavalli” è divenuto ormai un appuntamento atteso non solo dagli ap-passionati ma anche da chiunque si rallegra gustando un casereccio piatto toscano e del buon vino, apprezzando uno spettacolo che è messo su unicamente dalla grande passione che lega gli associati del Gruppo equestre, i quali da gennaio iniziano a provare e a creare le scenografie che verranno usate durante la manifestazione. Un ringraziamento va a tutti i partecipanti sia a cavallo che alle tante per-sone a terra che aiutano, montano e smontano rendendo possibile e sicuro l’evento, al comu-ne di San Vincenzo che partecipa con un con-tributo alle spese di realizzazione, alle attività commerciali che sponsorizzano lo spettacolo e a tutte le autorità competenti. Come ogni anno si potrà passeggiare tra le bancarelle del mercatino e degli antichi mestieri.

Notizie in breve

eventiUna domenica di festa per

riscoprire i giochi, l’artigiana-to e i mestieri di una volta.

L’appuntamento è per il 12 giugno nel borgo di San Carlo che, dalle 10 del mattino fino a tarda sera, si trasformerà in un enorme parco gio-chi a cielo aperto con BiOsteria per mangiare cibi sani e genuini. Orga-nizzata dall’Associazione San Carlo 1927 e patrocinata dal Comune di San Vincenzo, LA FIERUCOLA nasce grazie all’impegno di nume-rose associazioni di volontariato che operano nella Val di Cornia; della Solvay, che ha messo a disposizio-ne gli spazi, e delle attività commer-ciali locali che hanno sponsorizzato l’iniziativa. Il focus di questa prima edizione saranno i bambini che, nell’arco di tutta la giornata, ver-ranno coinvolti in una serie d’attività all’aria aperta, come gare, laborato-ri, canti e balli di gruppo per ritrovare il gusto di stare insieme. Così come semplice sarà la merenda offerta ai piccoli, a base di biofreghe, pane e miele. E mentre i bimbi giocano, gli adulti potranno girare tra le banca-relle del Mercatino dell’Artigianato: 30 espositori altamente selezionati che proporranno oggetti di creta, ce-ramica, legno, cuoio, paglia, vetro,

saponi naturali, lana cotta e perfino i giocattoli di Mastro Ciliegia. I più allenati, invece, potranno darsi al trekking e andare a vedere la buca dei serpenti o la rocca medievale. Nel pomeriggio animazione e spet-tacolo teatrale “Le Avventure di Cri-sella”. E poi girotondi e danze. Per i grandi, invece, alle 18.00 aperitivo a base di birre artigianali tosca-ne a cura di “Le Vie della Birra” (degustazione a numero chiuso su prenotazione – tel 340 5809128), e per chi resiste fino a sera, cena alla BiOsteria. Ma l’evento clou della giornata è fissato per le 21.30 quan-do nella piazza Solvay di San Carlo si terrà “L’Incontro Spaziale” con

l’astronauta Umberto Guidoni, primo italiano a compiere due missioni con la Nasa, accompagnato dallo scrittore e illustratore Andrea Valen-te. I due presenteranno “Astrolibro dell’Universo” (editoriale Scienza) che presto diventerà un program-ma televisivo condotto dallo stesso Guidoni e da Martino, divertente mascotte in animazione creata da Valente. Ospite d’onore della serata sarà Enzo d’Alò, regista e sceneg-giatore tra i più acclamati nel pano-rama internazionale (autore, tra gli altri, del film “La Gabbianella e il Gatto”) che presenterà un episodio della sua nuova serie TV “La stella cadente”.

Giochi, spettacoli, natura, arte e biologico:12 giugno 2011

La Fierucola di San Carlo

Eventi & Appuntamenti in Giugno (la Redazione non è responsabile dell’eventuale variazione del programma degli eventi)

Con la rubrica eventi e appuntamenti avrai a portata di mano un’utile guida alle manifestazioni che si svolgeranno nella Costa degli Etruschi permettendoti così di organizzare al meglio il tuo tempo libero.

La Notte Blu Costa degli Etruschi 18 e 19 Giugno

Per conoscere il programma dettagliato e in continuo aggiornamento nelle loca-lità, le promozioni, i Punti Blu collegarsi a www.notteblucostadeglietruschi.it

Livorno

• 5 giugno Coppa Risi’atori. Gara re-miera• 11 giugno La vera storia di Mary Poppins ore 21.00 Produzione: Tea-troLandiaMusica: La Compagnia delle Formiche (Spettacolo fuori abbona-mento) Dal romanzo di Pamela Lyndon Travers Notizie sulla prevendita biglietti su www.teatrolandia.it e numero verde 800906354• dal 17 giugno al 19 giugno SURFER JOE SUMMER FESTIVAL Fortezza Vec-chia il grande evento di surf music che conterà tre giorni non- stop di grande musica surf all’interno della suggestiva cornice della storica Fortezza Vecchia.

L’ingresso giornaliero 5 euro. Solo in prevendita pass 3 giorni 10 euro. Per info : www.surferjoemusic.com • 18 giugno Coppa Barontini. Gara re-miera

Rosignano Marittimo

• 11 e 12 giugno Festa del pesce. A Caletta, si svolge la caratteristica ma-nifestazione di cucina marinara. Viene allestita una gigantesca padella in gra-do di friggere quintali di buon pesce. Bancarelle e ristoranti all’aperto com-pletano l’offerta gastronomica.• dal 24 giugno al 3 luglio Vada sull’aia. Sagra con degustazione di piatti tipi-camente toscani, oggetti della cultura contadina ed artigiana, giochi dei tempi passati, ballo sull’aia, scampagnate, trebbiatura e tantissime altre curiosità. Info: Pro Loco Vada tel 0586788373

Bibbona

• 11 giugno Concerto Festa rustica c/o La Palestra - centro storico - BibbonaConcerto di beneficenza “Festa Rusti-ca” barocco napoletano e barocco ve-neto a confronto. orario: 21.30. Info tel 0586 600699• 17 giugno Conferenza “l’altra storia di leonardo” Fonti di Bacco Conferenza di M. La Porta orario: 21.30 Info Comune di Bibbona tel 0586 600699• 18 giugno Cacciacena in bicicletta c/o Macchia della Magona. Nel pome-riggio. Facile escursione in bicicletta a tappe con cena. Partenza da Bibbona, attraverso le splendide campagne e nella Macchia della Magona, lungo le vecchie strade vicinali, alla scoperta del luogo dove degustare la cena. Info Cooperativa Viaggio Antico telefono 347 5692385 • 23 giugno Presentazione del libro “psico-bio-genealogia - le origini della malattia” c/o Le Fonti di Bacco. Antonio Bertoli presenta il suo ultimo libro ora-rio: 21.30 Info Comune di Bibbona tel

0586 600699• 25 giugno Maurizio di fulvio trio c/o Fonti di Bacco orario: 21.30. Info tel 0586 600699• 25 e 26 giugno Summer jazz emo-tion c/o il Forte - Marina di Bibbona Esibizione di musica jazz

San Vincenzo

• dal 6 al 12 giugno settimana mu-sicale II c/o Cinema Teatro verdi. Una settimana di concerti della banda cit-tadina.• 12 giugno “ la fierucola di san carlo “una miniera di .. natura , giochi, arte e sapori Centro di San Carlo Festa in tutto il paese dedicata ai bambini orario: 10:00-21:30 • dal 15 al 30 giugno mostra di pittura di atto pratesi,lucio parigi ,anna nannelli Torre di San Vincenzo • dal 15 giugno al 31 agosto Escursioni naturalistiche Macchia della Magona Escursioni guidate a piedi ed in moun-tain bike nella Macchia della Magona.

A piedi: ogni Mercoledì dal 15/06. Punto di ritrovo Palazzo Comunale di Bibbona ore 17.00 In mountain bike ogni Ve-nerdì dal 17/06. Punto di ritrovo Ufficio Turistico ore 17.00 o Palazzo Comuna-le di Bibbona ore 17.30. Info tel 347 5692385 www.viaggioantico.com• 18 giugno Grigliata di strada e nutella party degustazione di carne cotta alla griglia e pane e nutella come dessert orario: dalle 19:30 in poi • dal 20 al 26 giugno Festa della birra e della bestia alla brusta Parco di Santa Costanza - San Vincenzo Sagra enoga-stronomica con degustazione di carne alla brace e birra • 23 giugno Memorial s. salvelli Ve-lodromo E.Solvay - San Carlo Gara giovanile di ciclismo su pista orario: 16:00-20:00• 24 giugno ” le penne dell’orco “ teatro delle dodici lune Piazza della Costitu-zione Spettacolo Teatrale per bambini orario: 21:00• 26 giugno Veleggiata costiera davanti san vincenzo Porto san Vincenzo Re-gata

Settima edizione di Parlare di cinema a Castiglioncello dal 15 al 19 giugno, la rassegna diretta da Paolo Mereghetti,

che ribadisce il proprio intento: mostrare film e incontrare gli attori e i registi che raccontano il loro fare cinema. Nella località toscana, da sempre meta prediletta dei nomi più prestigio-

si della storia del cinema italiano, si cercherà così di capire lo stato dell’arte del nostro ci-nema.La manifestazione verrà inaugurata con la presentazione ormai tradizionale di una mo-stra fotografica. Quest’anno sarà la volta di “Viaggi in Italia 2 – set dal cinema italiano 1960-1989”.Dopo il successo della mostra della scorsa edizione (“Viaggi in Italia – set del cinema italiano 1941-1959” e in attesa della terza e conclusiva selezione che racconterà gli anni tra il 1990 e il 2010), prosegue il progetto “Viaggi in Italia” percorrendo quest’anno i set del nostro cinema tra il 1960 e il 1989. Se nella prima edizione erano visibili i segni dell’im-mediato dopoguerra, in questa seconda sono documentate anche le trasformazioni urbane e sociali nel frattempo intervenute. Così nel-le città e nei paesi scelti come location viene resa evidente la varietà produttiva del cinema italiano, con i suoi tanti generi, i nuovi autori e i protagonisti che in questi trent’anni si sono

affacciati. Si rende così conto dell’ampio gi-rovagare del nostro cinema.La mostra è realizzata con le foto del ricco fondo fotografico del Centro Cinema Città di Cesena, a cui si sono aggiunte quelle prove-nienti da altri archivi sia pubblici che privati.Tra i set visitati: 1960 L’Avventura di Miche-langelo Antonioni, La Dolce Vita di Federi-co Fellini, Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti; 1961 La ragazza con la valigia di Valerio Zurlini, Romolo e Remo di Ser-gio Corbucci, Tiro al piccione di Giuliano Montaldo, Una vita difficile di Dino Risi; 1962 Anni ruggenti di Luigi Zampa, Il sor-passo di Dino Risi; 1963 I compagni di Ma-rio Monicelli; 1964 La congiuntura di Ettore Scola; 1965 Vaghe stelle dell’Orsa di Luchino Visconti; 1966 Uccellacci e uccellini di Pier Paolo Pasolini, Signore & Signori di Pietro Germi; 1968 Banditi a Milano di Carlo Liz-zani; 1970 Uomini contro di Francesco Rosi; 1975 Amici miei di Mario Monicelli; Profon-do Rosso di Dario Argento; 1979 Cristo si è

fermato a Eboli di Francesco Rosi; 1982 In Viaggio con papà di Alberto Sordi; 1983 La Chiave di Tinto Brass; 1984 Non ci resta che piangere di Roberto Benigni e Massimo Troi-si; 1985 La messa è finita di Nanni Moretti; 1988 Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore; 1989 Francesco di Liliana Cavani. Le fotografie sono firmate tra gli altri da En-rico Appetito, Alfonso Avincola, Cesare Ba-stelli, Deborah Imogen Beer, Franco Bello-mo, Tonino Benetti, Luca Biamonte, Roberto Biciocchi, Sandro Borni, Donatello Brogioni, Bruno Bruni, Mimmo Cattarinich, Divo Ca-vicchioli, Vittorugo Contino, Umberto Monti-roli, Angelo Novi, Angelo Pennoni, Huguette Ronald, Paul Ronald, Sergio Strizzi, Mario Tursi, Franco Vitale.La manifestazione è a cura di Paolo Mere-ghetti.L’ingresso è libero.

Marco Provinciali

VIAGGI IN ITALIA 2 Set del cinema italiano 1960-1989Mostra fotografica a cura di Antonio Maraldi Centro per l’arte Diego Martelli (“Virgola”)

Piazza della Vittoria, Castiglioncello

La 7° edizione di “Parlare di Cinema” (Castiglioncello, 15-19 giugno) presenta la mostra fotografica

Accademia NavaleI principali eventi del mese di Giugno

L’Accademia Navale, Istituto di formazione de-gli Ufficiali della Marina Militare, quest’anno sta vivendo un periodo speciale complice due

ricorrenze memorabili: il 150° dell’Unità d’Italia e i 130 anni di fondazione dell’Accademia Navale. In tale contesto sono numerose le iniziative che l’istitu-to militare ha già celebrato dall’inizio dell’anno coin-volgendo pienamente tutto il tessuto sociale cittadino. Gli appuntamenti estivi saranno ricchi di eventi sem-pre all’insegna dell’osmosi tra l’Accademia e la città di Livorno. In tale novero vi segnaliamo i principali eventi del mese di Giugno, di seguito elencati :11 Giugno “FESTA DELLA MARINA”: si celebrerà a livello locale, la Festa della Marina Militare con cui si ricorda la storica impresa di Premuda avvenuta il 10 giugno 1918 . Tale evento si svolgerà nello stadio dell’Accademia dove si terrà una cerimonia militare, alla presenza delle autorità cittadine, di una rappresentanza degli studenti del-le scuole livornesi e dei cittadini che desiderano intervenire. L’evento sarà allietato dalla presenza della Fanfara dell’Istituto . La manifestazione inizie-rà con la lettura dei messaggi augurali e commemorativi inviati per l’occasio-ne dalle Alte Cariche dello Stato e del-le Forze Armate. Seguiranno, quindi, la consegna dei premi e delle borse di studio agli Ufficiali e agli Allievi che si sono particolarmente distinti negli studi e in attitudine professionale nel corso dell’anno accademico 2009-2010. L’allocuzione del Comandante l’Accademia Navale, Ammiraglio di

Divisione Pierluigi ROSATI, concluderà la cerimonia al termine della quale ci sarà un sobrio rinfresco.18 Giugno dalle ore 15 alle ore 17.30, si celebra “AC-CADEMIA APERTA”:L’Istituto Militare si apre alla popolazione ed è quindi possibile visitarlo dalle 15.00 alle 17.30. Personale militare designato per l’occa-sione accompagnerà i convenuti attraverso gli storici edifici dell’Accademia Navale illustrandone curiosità e facendo riferimento a cenni storici di rilievo.19 Giugno ore 11.15, “ Celebrazione della santa Mes-sa aperta alla popolazione” , la funzione religiosa sarà celebrata dal Cappellano Militare Don Aldo NIGRO, nella Cappella dell’Accademia Navale normalmente riservata ai Cadetti.Il nostro mensile vi terrà costantemente aggiornati su tutti gli eventi che l’Accademia organizzerà nel corso dell’anno. E. M.

Foto

di E

. Mas

ci

Foto

di D

ivo

Cav

icch

ioli

Page 6: N° 11 - Costa degli Etruschi News

6 giugno 2011

Un ca l enda r i o 2012 con i fari dell’Arcipelago Toscano

E’ appena stato pubblicato il calendario per l’anno 2012 intitolato “Fari dell’Isola d’Elba e dell’Arcipelago Toscano” con le foto di Antonello Marchese. Si tratta di tredici suggestive immagi-ni che illustrano le strutture di segnalazione ma-rittima distribuite sulle coste dell’Elba e dell’intero arcipelago. Le isole di Toscana, frequentate sin dall’antichità dai naviganti e al centro di impor-tanti traffici marittimi per la loro ricchezza di materie prime, venivano individuate in epoca etrusca per i fuochi dei forni in cui si lavorava il ferro dell’Elba. Solo molto più recentemente giun-gendo al periodo granducale e con l’unità d’Italia, fu realizzato un articolato ed efficiente sistema di fari e fanali. La maggior parte delle strutture otto-centesche, seppur modernizzate e automatizzate, sono oggi ancora attive e costituiscono l’ossatura dell’attuale rete di segnalamenti marittimi dell’Ar-cipelago e della costa toscana. Nell’immaginario collettivo i fari rappresentano metafore di aiuto e dedizione umana, luoghi romantici e remoti, sim-boli dell’elemento marino e naturale, e di tutto ciò che si oppone alle realtà e alle routine della vita

moderna e cittadina. Queste torri luminose sono particolari elementi caratterizzanti e caratteristici dei territori marittimi e insulari, componenti spe-cifici degli scenari costieri, che hanno richiamato da sempre gli sguardi, l’attenzione e la curiosità dell’uomo, ispirando la letteratura, la pittura, il cinema e l’opera dei fotografi. Fra gli scatti più noti sono quelli dei fari atlantici, soprattutto di Bretagna, ma anche le nostre strutture isolane qui illustrate presentano insospettati aspetti e visioni, immerse in eccezionali contesti naturali e circondate dai colori e dalle mille tonalità del-le onde e dei tramonti sul mare dell’arcipelago. L’opera corredata con alcuni testi che descrivono i segnalamenti marittimi e gli ambienti che li circondano è inoltre completata da una selezione di immagini dei fari di tutta la Toscana.

L’autoreAntonello Marchese, giornalista pubblicista e fo-tografo, guida turistica e guida ambientale escur-sionistica, guida ufficiale del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, dai primi anni ’90 illustra e valorizza, con testi ed immagini, la bellezza dei paesaggi elbani e dell’intero arcipelago, met-tendone in evidenza gli aspetti storici, culturali e naturalistici. Ha al suo attivo , oltre a numerose collaborazioni con riviste locali e nazionali, la pubblicazione delle guide illustrate “Isola d’Elba Spiagge” (Spot Line, Portoferraio) , “Isola d’Elba e Arcipelago Toscano” (Spot Line, Portoferraio) “Elba, fascino di un’isola” (Spot Line, Portofer-raio), la realizzazione dei reportage fotografici del libro “Giardini nell’Isola d’Elba” (Olschki Editore – Firenze), ed il volume di divulgazione naturalistica “Balene all’Elba” (Semper Editrice – Firenze).

il mare

IL CorALLo roSSo deLLA CoStA LIvorneSe

Il litorale toscano, dall’estremo lembo settentrionale, nei pres-si di Marina di Massa, fino a Livorno, è caratterizzato da una costa bassa e sabbiosa, ambita da molti ma poco frequentata

dai subacquei. Le distese sabbiose, si sa, non sono al primo po-sto nelle preferenze di chi si dedica alle immersioni. Nei pressi della città di Livorno, però, la costa inizia a cambiare, e già nel centro cittadino si possono osservare basse formazioni roccio-se. Lasciando la città e proseguendo per la statale Aurelia in di-rezione sud, si può notare come la sabbia ha lasciato definitiva-mente il posto alla roccia che diventa sempre più alta sul mare. Le ultime case della frazione di Antignano segnano l’inizio della parte più interessante dell’intera costa labronica: il tratto di mare compreso nella Riserva Naturale Statale di Calafuria. Istituita nel 1977, la riserva si trova all’interno del Parco delle Colline Li-vornesi, zona sottoposta a tutela ambientale contraddistinta da una rigogliosa macchia mediterranea che si spinge per diversi chilometri nell’entroterra. Tutta questa vasta area è percorribile, a piedi, con comodi sentieri che s’inerpicano su per le colline ricoperte da macchia bassa, lecci e pini. Nelle giornate limpide lo spettacolo è assicurato: Gorgona, Capraia, l’Elba e la Corsica sembrano a poche miglia dalla costa, lì a portata di mano. La costa, formata da rocce arenarie calcarifere, diventa sempre più elevata e imponente proseguendo in direzione di Quercianella, estremo agglomerato urbano del comune di Livorno. Le alte falesie si gettano in mare ripidamente, fino a toccare la mas-sima verticalità nel promontorio del Romito, alto una novantina di metri, sulla cui sommità si staglia il maestoso castello di Sid-ney Sonnino, Ministro del Regno d’Italia. Il tratto di costa più interessante, dal punto di vista paesaggistico ma, soprattutto, subacqueo, è quello compreso fra il castello del Boccale e il promontorio del Romito, poco meno di tre chilometri in totale. La conformazione del fondale è piuttosto simile in tutto il percorso: la scogliera si getta in mare più o meno ripidamente, formando un primo salto che termina, a quote comprese fra gli otto e i dodici metri, su dei pianori rocciosi. Vaste aree di questi pianori

sono colonizzate da Posidonia oceanica, che contribuisce, as-sieme alle alghe calcaree, al consolidamento del detrito, dando luogo ad un ambiente estremamente eterogeneo, habitat ideale per innumerevoli specie animali e vegetali. Proseguendo verso il mare aperto si possono avere, secondo le zone, diversi salti di una decina di metri ognuno, terminanti sul fango a circa 35 metri, oppure franate che degradano dolcemente verso il fondo, o ancora pareti verticali che sprofondano ripidamente a –45. L’acqua in questa zona non è mai limpidissima, le correnti da N/W portano una gran quantità di sedimento, limo finissimo che rimane in sospensione per molti giorni dopo una mareggiata. Generalmente una visibilità di otto-dieci metri è da considerarsi buona, fanno eccezione le giornate di calma che seguono alle correnti da S/E, quando si possono avere anche venti metri di visibilità. Se da un lato la scarsa limpidezza dovuta al sedimento presente nell’acqua procura qualche problema per la condotta dell’immersione, dall’altro consente, proprio per la minore tra-sparenza dell’elemento liquido, il proliferare del corallo rosso anche a quote di 12/14 metri. E’ proprio il Corallium rubrum l’animale simbolo di questa zona; si trova in ogni immersione, dentro piccoli anfratti con pochi rametti, o in pareti verticali dai venti ai quaranta metri interamente ricoperte. Molte altre forme di vita trovano in questo tipico esempio di “coralligeno” Mediter-raneo l’ambiente di vita ideale. Ma vediamo di conoscere me-glio il corallo rosso, al quale impropriamente si deve il termine di coralligeno, cioè di “generatore di corallo”, attribuito all’ambien-te circostante. Tutti, anche chi non pratica attività subacquea, conosce il corallo rosso. La motivazione risiede, come si può ben immaginare, nella grande popolarità che questo celente-rato vanta nel settore orafo. Popolarità che ha causato, negli anni, un forte impoverimento delle aree di distribuzione della specie. Questa situazione ha indotto alcuni paesi a formulare una richiesta, a livello internazionale, di introduzione di varie forme di controllo della pesca e della commercializzazione. Tutti quindi conoscono il corallo rosso, ma quanti sanno cosa sia ef-

fettivamente? Una pianta, un minerale o altre assurdità del ge-nere sono la risposta che ci si sente dare alla domanda: cos’è il corallo? Semplicemente un animale, o meglio, la parte che sia-mo abituati a vedere nelle vetrine dei negozi, non è altro che la struttura calcarea formata da un gruppo di piccoli polipi. Il coral-lo appartiene alla Classe degli Antozoi, sottoclasse Ottocoralli, Ordine Gorgonacei, parente stretto, pertanto, delle gorgonie. A differenza di queste ultime, però, il corallo è l’unico a possedere uno “scheletro” (termine improprio, trattandosi di un invertebra-to) calcareo, costituito da carbonato di calcio cristallizzato. Spe-cie coloniale a sessi separati, le nuove colonie hanno origine da una planula, che, dopo essere stata espulsa dal polipo materno e aver vagato per qualche tempo nel plancton, trovato il luogo ideale, vi si fissa. La fase successiva è la trasformazione della planula in polipo, il quale, mediante un processo che richiede all’incirca una quarantina di giorni, si sdoppia dando origine ad un individuo identico a se stesso. Questi farà altrettanto così che, con un processo chiamato gemmazione, prenderà vita una nuova colonia. Le colonie si basano, pertanto, sui polipi. A for-ma di sacco, con l’unica apertura verso l’esterno circondata da otto candidi tentacoli pennati, il polipo è collegato a tutti gli altri polipi attraverso canali che scorrono nel cenosarco, la “pelle” che riveste lo scheletro. In questo modo il cibo catturato da ogni polipo viene distribuito a tutta la colonia. Le colonie richiedono condizioni adatte per svilupparsi quali: acque ben ossigenate, ridotta agitazione, illuminazione scarsa e salinità costante. Per questo può anche accadere di osservare colonie all’interno di grotte o anfratti prossimi alla superficie. Il tratto di costa in que-stione racchiude tutte queste particolarità, infatti, il corallo lo si trova già a circa quindici metri di profondità. Si tratta ovviamente di rametti non commerciabili, in grado però di creare un colpo d’occhio eccezionale nelle giornate giuste, quando la visibilità è discreta e i preziosi tentacoli piumati sono completamente estroflessi per nutrire la colonia.

di Gianni Neto

di Laura Jelmini

Marciana Marina – Grande ritorno al Circolo della Vela Marciana Marina degli elegantissimi “cigni a vela”, gli Swan progettati –negli anni compresi fra 1966 e il 1978 - dal prestigioso studio di design new-yorkese Sparkman & Stephens.In programma, dal 29 giugno e il 2 luglio 2011, il 5° Rendez-vous Swan Classici, manifestazione che fe-steggia il decimo anniversario della nascita della S&S Swan Associatio , fondata e coordinata dal milanese Matteo Salamon, armatore dello Swan 38 Ony You.“Dopo 10 anni - commenta Salamon – l’entusiamo che ci muove è sempre lo stesso: gli armatori degli Swan S&S sono velisti molto speciali per stile e sa-voir-faire, per il gusto di stare insieme e riconoscersi all’interno di una stessa visione dell’andar per mare”.E infatti le imbarcazioni che parteciperanno all’even-to saranno sul campo di regata, ma si sfideranno (in tempo reale fra barche gemelle) solo in modo amiche-vole in cui è vietato l’uso dello spinnaker.Il clou dell’evento si celebrerà nella serata finale du-rante la cena nella piazza Bonanni in cui verrà cco-segnato anche il prestigioso trofeo riservato al “Best maintened S&S Swan”, cioè l’imbarcazione meglio mantenuta nel corso della sua vita dopo l’uscita dal cantiere finlandese Nautor. Il premio, assegnato se-guendo una formula segreta e offerto dall’artista di marine Luca Ferron, verrà consegnata da Pino Ferlini. L’evento di quest’anno sul mare elbano sarà caratte-rizzato da una flotta internazionale con 35 imbarca-zioni provenienti oltre che dal nostro paese anche da Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti (lo Swan 40 Teragram ha attraversato l’oceano Atlantico per poter essere presente). La manifestazio-ne può contare sul contributo diAcqua dell’Elba, ACN Video Communications, Enigma Jewels and Watches, JRTPhoto, Luca Ferron Marine Artist, Moby, Navi-meteo, North Sails Italy, North Sails Sportswear, Oxford Cashmere Milan, Schenker Watermakers, Siit Pharmaceuticals,Treccificio Borri.PROGRAMMAMercoledì 29 giugno 2011, arrivo S&S Swan, regi-strazione, cocktail di benvenutoGiovedì 30 giugno 2011, regata amichevole Venerdì 1 luglio 2011, Regata amichevoleSabato 2 luglio 2011, Regata amichevole, premiazio-ne, cena in piazza Bonanno

Grande vela a Marciana

Marina con gli SWAN S&S

Box Momenti Conviviali 6x5 6-07-2010 17:23 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K

Il pesce di Castiglioncello

16 ricette della Perla del TirrenoE’ la se-c o n d a uscita del progetto editoriale c r e a t o lo scorso anno da A n d r e a Leonardi e Marco P r o v i n -ciali, con il coordi-namento redaz io-

nale di Valentina Anguillesi. L’idea nasce dalla domanda che i due autori si sono posti in una di quelle tranquille serate invernali che stimolano la riflessione, “Esiste una cucina locale di Casti-glioncello?”, è difficile rispondere di no vista la quantità di ristoranti nati sulla ricercata costa della “Perla del Tirreno”. Con l’uscita di que-st’anno Andrea e Marco hanno approfondito l’idea originaria concentrandosi sul pesce. Un argomen-to non così banale visto che non siamo un’isola ma anzi abbiamo un importante entroterra con tradizioni, tipicità culinarie e una bellissima campagna ricca di culture ortofrutticole. Inoltre la vicinanza a Livorno, dove in passato hanno transitato persone culturalmente e etnicamente diverse ognuna delle quali ha lasciato qualcosa delle proprie abitudine gastronomiche, ha fatto nascere una cucina per niente scontata che se-condo gli autori merita di essere raccontata. La guida sarà distribuita gratuitamente con il quo-tidiano La Nazione o potrà essere reperita presso

gli uffici turistici della costa di Castiglioncello, la vendita è stata esclusa da subito perché l’idea fin dall’inizio è stata quella di lasciare un ricordo al turista che non doveva essere necessariamente a pagamento, ma come lo scatto di una fotografia che immortala un nostro paesaggio così questo piccolo libricino resta legato al territorio.Già lo scorso anno il progetto suscitò un interesse superiore alle aspettative infatti Andrea e Marco, con loro piacere, furono chiamati a presentarlo a Campiglia Marittima in occasione di “Calici sotto le stelle” e anche presso la Regione Toscana come forma di comunicazione di marketing territoria-le e informazione turistica del territorio, il loro intento è proprio quello di mettere insieme più realtà territoriali. Anche per questa uscita l’ini-ziativa sostiene l’associazione Giacomo Onlus di Castiglioncello, una realtà importante che sta ottenendo discreti risultati nella ricerca medica contro i tumori. I costi per la creazione della gui-da sono sostenuti dal comune di Rosignano e dai ristoratori che partecipano attivamente anche mettendo a disposizione le ricette che rappre-sentano la cucina di Castiglioncello e i relativi abbinamenti con il vino più appropriato, dando vita ad una piacevole interazione tra pubblico e privato. La grafica è accattivante con un impatto visivo che premia la fotografia, invitanti immagini raffigurano le sedici ricette che altrettanti risto-ranti hanno scelto per essere da esse caratteriz-zati. La prefazione è di Tessa Gelisio conduttrice di Pianeta Mare e attiva giornalista ambientale cresciuta a Rosignano Marittimo. La scelta dei ristoranti presenti sulla guida è stata fatta se-lezionando attività che fanno solo ristorazione, con una cucina di qualità abbastanza elevata, premiando un’accurata accoglienza del cliente e l’attenzione ai particolari. Oltre alle ricette sono stati inseriti anche quattro aperitivi, perché com-pletano e anticipano il piacevole momento del sedersi a tavola.Per il futuro, ad Andrea e Marco piacerebbe dedi-care qualcosa anche ad un tipo di ristorazione più veloce, più casereccia e disinvolta perché la ri-tengono un’importante realtà costiera. M. G.

Foto

di G

iann

i Net

o

Foto

di G

iann

i Net

o

Box Osvaldo 6x5 6-07-2010 17:03 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K

Page 7: N° 11 - Costa degli Etruschi News

Editore Associazione Promo Maremma, Resp. Massimo Tanini

Costa Degli Etruschi News n. 11Responsabile Valentina CambiDirettore Marica GalassiStampa Pacini Editore SpA Pisa

Tiratura mese di Giugno 10.000 copie

(N. Registro stampa 9/2010 Aut. del 23/07/2010)Mensile distribuito gratuitamente

da Livorno a Piombino

Redazione via S.Barbara n. 8/12, 57023 Cecina tel. 0586.685058 mail:[email protected] " - - - - - - - - -

- - - -

- - -

Diventa “Amico di Costa degli Etruschi News” e ricevi il nostro giornale al tuo indirizzo mailInvia il coupon a: COSTA degli ETRUSCHI News - via S.Barbara 8/12, 57023 Cecina

Oppure registrandoti direttamente nel ns. portale www.costadeglietruschinews.com

Nome ..................................................................................................................................... Cognome ......................................................................................................................................

Tel. ..................................................................................................................................... Professione ......................................................................................................................................

Indirizzo ..................................................................................................................................... Data di nascita .....................................................................................................................................

MAIL: ......................................................................................................................................................................................

FORMULA DI CONSENSO PER TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Acquisite le informazioni dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003, ai sensi dell’art. 23 della legge stessa, IL/LA SOTTOSCRITTO/A conferisce il proprio consenso al trattamento dei propri dati personali.

Firma: ......................................................................................................................................................................................

7giugno 2011

Castiglioncello: la perla del TirrenoDagli albori impressionisti alla dolce vita dei “sessanta”, la storia

del vezzo della Costa Degli Etruschi

Un tuffo nella storia

Questo racconto si ispira, molto liberamente, ad un articolo di Paola Dècina Lombardi, apparso sulla Stampa, nell’agosto del 1994, e gentilmente fattomi conoscere da Luigi Marcianesi , proprietario dell’ Hotel Pierolli, a Cavo, Isola d’Elba. L’ar-ticolo riporta un’intervista della giornalista ad Ala Marinetti, figlia di Filippo Tommaso Marinetti, intellettuale fondatore del Futurismo, che rievoca le vacanze elbane della famiglia, offrendoci un inedito ritratto di suo padre, tenero, affettuoso, romantico, lontano anni luce dai proclami altezzosi, trasgressivi e urlati del suo Manifesto Futurista (Parigi, 1909): “ Noi vogliamo glorificare la guerra -sola igiene del mondo- il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo per la donna”.

***In quell’estate del 1936, nel tripudio degli oleandri rosarancio, delle begonie scarlatte, dei carrubi e gelsomini in fiore, si aggiravano, nel giardino di villa Hammeler- Mazza, a Cavo, sull’Isola d’Elba, Vittoria, Ala e Luce Marinetti, figlie del “guerriero futurista” Filippo Tommaso.Per loro era tutto nuovo in quella casa comoda ma non sfarzosa, anzi quasi spartana, in confronto alla loro grande abitazione di Piazza Adriano a Roma, con i salotti dalle pareti giallo sole, i divani azzurri, i mobili intarsiati di madreperla, i lampadari di rame traforato e i grandi vasi cinesi, in un affollarsi di sculture, arazzi, oggetti d’arte e cuscini “futuristi” firmati Depero. La “casa al mare”, dove erano ospiti, sorgeva sulle rovine di una bella villa romana del primo secolo dopo Cristo e Capo Castello si chiamava quel promontorio da cui si poteva vedere, sotto, il mare azzurro, trasparente e al-l’orizzonte il profilo della costa toscana.Era la prima volta che i Marinetti decidevano di accettare l’offerta della signora Mazza: gli anni precedenti aveva-no passato le loro vacanze a Capri “ la sedia a sdraio del Mediterraneo”, dove lo scrittore aveva ricreato un nido futurista con Francesco Cangiullo, Alfredo Casella e l’affascinante Benedetta Cappa, giovane pittrice piemontese, destinata a sedurlo senza rimedio, tanto da diventare la madre delle sue tre figlie. Nella villa sopra Marina Piccola c’erano tornati con le bimbe, ma da quando erano diventate tre, la mondanità della splendida isola e tutti quegli scalini da scendere e salire, li avevano convinti a rinunciare, seppure a malincuore, alla Grotta Azzurra e ai Fara-glioni, per trascorrere l’estate a Villa Pellizzi, a Forte dei Marmi.Ma anche qui, il pericolo di imbattersi continuamente in “Eccellenze, Gerarchi, Padreternoni e Padreternini” d’ogni calibro, al volante delle arroganti decappottabili o in ozio sulla spiaggia del Poveromo, li aveva infine convinti a provare la villeggiatura in quel piccolo, tranquillo paesino elbano, in bilico tra il cobalto del mare e il verde della macchia. Non c’era nemmeno un porticciolo, ma solo un moletto, dove attraccava il barcone che faceva la spola col piroscafo; poco più in là, case sparse tra orti e vigneti, alcune belle ville della borghesia locale e ovunque il profumo e la dolcezza dei fichi maturi. Ai piedi della casa che li ospitava, il dirupo roccioso che precipitava in mare era qua e là interrotto da cespugli di lentisco; dopo un tratto di costa tormentato, a levante si apriva la deliziosa Caletta delle Alghe e a ponente la più selvaggia spiaggia del Frugoso; di fronte il mare aperto del Canale di Piombino.Era proprio quello che desiderava il “genio-atletico-lirico-palombaro-blindato”. Lontano dalla folla, dai centri di potere, dall’”intellighenzia” più o meno schierata col regime, avrebbe ritrovato i profumi del Mediterraneo, il legame con l’Africa della sua infanzia e curato quelle tre deliziose bambine che la dolce Beny gli aveva regalato: erano il suo orgoglio e la sua debolezza! Ma come non capitolare di fronte a quei visini delicati, ai boccoli e ai nastri fra i capelli, alle loro voci acute e squillanti? Era così che si voleva consolare, in quell’estate del 1936, per nulla tranquilla: la campagna d’Etiopia gli aveva infatti attirato le critiche degli intellettuali francesi; la cultura fa-scista, fortemente condizionata dal nazismo, aveva attaccato pesantemente “l’arte degenerata” dell’avanguardia e gli stava con gli occhi addosso; per niente apprezzati erano poi i suoi interventi presso il duce in favore di Parri e di altri confinati, che gli attiravano però le simpatie e il consenso di Benedetto Croce. A Cavo poteva riposarsi, ritemprare le forze non più alimentate dalla giovinezza –aveva ormai 62 anni- nuotare, fare i tuffi, pescare i ricci di cui era goloso, insegnare alle sue bambine come si riconoscono i canti degli uccelli, i profumi dei fiori, la morbidezza o la rugosità delle foglie.Per Vittoria, Ala e Luce era il più tenero e tradizionale dei padri, disposto per ore ad insegnare il piano, compo-nendo d’istinto, e privilegiando Wagner, Debussy, Vivaldi. Suonava spesso le Quattro Stagioni, in particolare l’Inverno, e per far capire ad Ala come farlo con sentimento diceva:”…tu sei al caldo…immagina che al di là dei vetri cadano fiocchi di neve. Guarda quell’omino intirizzito che sul marciapiede vende caldarroste…”Dunque Marinetti un inguaribile romantico? Proprio lui che aveva proclamato. “Uccidiamo il chiaro di luna!” ? Miracoli della paternità!Del resto le bambine erano così felici ed attive in quell’estate elbana, che cercava di assecondarle in tutti i modi… Come quando esse ottennero il permesso, in verità dopo molte insistenze, di “un teatrino” dopo pranzo per rallegrare mamma, papà, la padrona di casa ed altri illustri ospiti.Cucirono così bacche e grappoli d’uva fragola sui loro costumini e alla fine del balletto cantato li staccarono con un artistico lancio in aria, senza rendersi conto che finivano sugli abiti chiari degli spettatori. La conseguenza fu che per una settimana rimasero in punizione, senza poter scendere al mare…Tra quegli ospiti c’erano il maestro di operette Giuseppe Pietri, Franco Marinotti, il prefetto della Toscana, i signori Tonietti, concessionari delle miniere, e forse Georges Simenon che nell’estate di quell’anno sostò per un mese nelle acque di Cavo, sull’Araldo, il barcone del capitano Giacomo Canovaro, elbano (come il resto dell’equipaggio), adattato a yacht per lo scrittore, la giovanissima moglie, una cameriera e un gigantesco mastino marrone.L’incontro tra Martinetti e Simenon avvenne forse quella sera, ma non è da escludere che si fossero già conosciuti alla “locanda” Pierolli, dove si poteva gustare uno straordinario cacciucco, al suono di improvvisati concertini.Comunque, il fondatore del Futurismo aveva troppi impegni per poter soggiornare settimane all’Elba, senza muoversi: così, succedeva spesso che si assentasse, dominato dalla necessità di propagandare per tutta la penisola il suo “verbo” e in particolare quella poesia”epico-industriale” che gli frullava per la testa: a Torino aveva tenuto una conferenza, a Biella aveva visitato uno stabilimento della Snia Viscosa, entusiasmandosi al Lanital, prodotto autarchico ottenuto dalla caseina, da lui definito “Muscolo del vento…Tessutomaterno”…Anche il giorno dell’incidente, dunque, si trovava fuori…Beny, invece, si era alzata piuttosto presto, non come quando c’era lui, che nel cuore della notte poteva dirle: “ Cara, lavoriamo un poco…” e alla finestra affacciata sul mare o in giardino, al chiaro di luna, le dettava i suoi versi…Dopo quelle veglie dormivano fino a tardi…Quel giorno, invece, di buon mattino, nel riordinare le stanze, la donna notò dei fiori secchi in un vaso e lamentandosene disse ad Ala: “Prendili e valli a buttare nel punto più lontano!”. La bambina prese alla lettera l’invito della mamma e si diresse in fondo al giardino, dove i gerani, le petunie, le dalie lasciavano il posto ai cespugli di lavanda, salvia e rosmarino, prima di smarrirsi nel trionfo dei lentischi più in basso. Ala si sporse per gettarli in mare, ma la balaustra cedette e lei precipitò di sotto…i rovi attutirono la caduta e le impedirono di sfracellarsi sulla scogliera ma le ferirono rovinosamente il viso…il grido che lanciò fu sentito da tutto Capo Castello.Beny, le bambine e tutti gli abitanti della casa terrorizzati accorsero, districandola da quel viluppo di rami e spine: sarebbe rimasta orribilmente sfregiata se la mamma, con le sue splendide mani d’artista, non le avesse subito riunito i lembi di pelle strappata e fasciato il viso.A Cavo qualcuno se lo ricorda ancora quell’urlo, seguito da un viavai di gente che passandosi la voce “La figlia di Marinetti è caduta nel dirupo!” accorreva a Villa Mazza per avere notizie.Filippo Tommaso arrivò alle due di notte con una lancia messa a disposizione del prefetto portando con sé il più noto chirurgo plastico torinese e maledicendo la scelta di un luogo così isolato per la vacanza delle sue bambine.Quando la figlia aprì gli occhi tra il groviglio delle bende, le mormorò:” Sembri un gattino caduto nel latte…” Gli occhi neri e vellutati del padre furono la prima immagine che Ala vide al risveglio dal coma. Del chirurgo non ci fu bisogno: bastarono le tenerezze della famiglia a guarirla…Nonostante tutto, quella fu per Marinetti una delle ultime vacanze felici: di lì a poco si sarebbe sentito schiacciato tra l’ostilità degli intellettuali internazionali e un antisemitismo di regime che non condivideva affatto. Verrà poi la guerra, la campagna di Russia e la scelta di partire, sebbene Mussolini glielo avesse “proibito”. Da lì manderà alla figlia Ala un fiore, racchiuso in una busta e accompagnato da queste parole:”Ti mando i profumi della steppa e questo fiore colto per te”.La morte, non in battaglia, come aveva sempre sognato, ma a Bellagio, sul lago di Como, lo colse l’anno dopo..

Maria Gisella Catuogno

Il lato tenero di Filippo Tommaso Marinetti

Pittura, scultura, scrittura; musica, cinema, teatro..in una sola parola Arte, un concetto di grandezza infinita, un insieme mistico in

cui ognuno inserisce ciò che vuole, ciò che ritie-ne opportuno, ciò che considera al di sopra del normale, del semplice, del quotidiano. E a Casti-glioncello, piccola località balneare della Toscana, a mio avviso, spetta un posto riservato sul divano dello stile e dell’originalità. Un piccolo paesino, aggrappato su un promontorio scosceso che dà vita a scenari panoramici da “mille e una notte”, una graziosa piazza, centro, su cui è imperniata la vita dei suoi abitanti, nessuna spiaggia roven-te, ma migliaia di massi incastrati in forme che sembrano disegnate e compongono una scogliera da sogno, con un’acqua limpida e trasparente. Adesso è una meta turistica piuttosto ambita, fiorisce nei mesi estivi offrendo una buona dose di intrattenimenti e divertimenti, ma una volta era la regina delle mete-cult italiane di personaggi ricchi e famosi che trascorrevano, nella perla, le loro vacanze estive. Le foto dei suoi ombrelloni, delle sue discoteche, delle tavole imbandite, fa-cevano da cornice alle facce di importanti star del cinema e dello spettacolo, ritratti sui rotocalchi giornalistici di successo. Ma andiamo con ordine, prima di approfondire riguardo agli anni d’oro di Castiglioncello, è utile disegnarne un profilo, ca-pire come e perché divenne il palcoscenico della “dolce vita”. Villaggio di poveri pescatori ai margi-ni estremi dell’impero etrusco, segue le sorti della vicina Volterra, fulcro della civiltà degli antenati. Di questo periodo, della potenza etrusca, rimane una testimonianza quanto mai raffinata nell’urna cineraria in alabastro, risalente al II secolo a.C., ritrovata proprio nella necropoli di Castiglioncello. Fu importante avamposto dei Medici, che nel XVII secolo fecero costruire una torre d’avvistamen-to sul promontorio, che sarebbe poi divenuta il simbolo del paese, ritratta nelle sue effige. Già dalla metà dell’Ottocento, è una località balneare di successo e tra le sue riparate cale e la folta macchia mediterranea trova sviluppo l’illustre corrente pittorica dei Macchiaioli, espressa at-traverso le opere di nomi celebri dell’arte italiana come Giovanni Fattori, Odoardo Borrani, Silvestro Lega, Telemaco Signorini, Giuseppe Abbati e molti altri, che solevano villeggiarvi, spesso ospiti del mecenate Diego Martelli. Dipinti su cui spirava il vento francese dell’impressionismo, quadri che ri-traevano la vita quotidiana degli abitanti del luogo, immagini di pescatori e barche, di splendidi pae-saggi collinari e di scorci marini, tutto questo offri-va Castiglioncello agli occhi attenti degli osserva-tori del quotidiano, coloro che, come l’innovativo movimento parigino si era prefissato, esaltavano gli aspetti crudi e semplici della vita della gente. Dipingevano “l’impressione” di ciò che volevano ritrarre, l’impulso, l’impatto, la macchia, appunto. C’è un altro pezzo del meraviglioso puzzle della “perla” che trasuda storia: sulla piazza centrale, Piazza della Vittoria, immerso in un verde parco di conifere, svetta la sagoma del Castello Pasquini, costruito sul finire dell’Ottocento dal barone Fau-sto Lazzaro Patrone. Il suggestivo castello è ormai un totem dell’intero comune di Rosignano Maritti-mo, divenuto negli ultimi anni, punto di riferimento a livello nazionale per per importanti mostre pitto-riche e di scultura, oltre che sede del tradizionale Festival della Danza e del Premio Letterario Casti-glioncello-Costa degli Etruschi. La fortuna turistica

di Castiglioncello ebbe inizio, come detto, nella se-conda metà dell’Ottocento, quando per la mitezza del clima e l’unicità del paesaggio, Diego Martelli, critico d’arte dal palato fine e mecenate dal gusto raffinato ma innovativo, vi stabilì la sua residenza. Qui invitò in maniera continuativa fino alla fine del secolo, quasi tutti i migliori pittori del tempo, poi divenuti famosi, del gruppo dei macchiaioli dando origine ad un periodo artistico noto come la Scuola di Castiglioncello. Ma non solo la pittura investiva il paese come mini-capitale culturale della costa, anche grandi e ammirati scrittori come Renato Fucini e Giovanni Marradi abitarono ai piedi della torre Medicea, prendendo spunto, esattamente come i macchiaioli, dai luoghi circostanti, per esprimere le loro forme artistiche, che non furo-no disegni ma parole. Questa “epoca classica” ha conferito a Castiglioncello un fascino particolare, quel piccolo puntino rosso sulla mappa della re-gione Toscana s’è fatto, in breve tempo, enorme e ambitissimo. Gli anni sessanta del novecento, sancirono la definitiva celebrazione del paese come meta “vip”, culla di vacanze da sogno. Così i personaggi più famosi del cinema italiano come Federico Fellini, Marcello Mastroianni e Alberto Sordi decisero che una delle loro residenze non poteva che essere Castiglioncello. L’importanza di questi miti del grande schermo, in quegli anni, era davvero illimitata, dei veri e propri guru dello spettacolo, che ancora oggi non possono essere eguagliati né emulati. Come i macchiaioli porta-rono alla vita, alla gente, qualcosa di nuovo, di eccezionale, qualcosa di travolgente. Le pellicole che invasero le sale della penisola, facevano il ri-tratto di un’Italia che rialzava la testa dalla povertà e dalla distruzione, scuoteva le polveri dei bom-bardamenti, dimenticava la guerra e ritornava a sperare, a vivere. I film avvolgevano gli animi della gente, la catapultavano in realtà che stavano per realizzarsi, il boom-economico stava prendendo piede, i sogni di vacanze estive in luoghi di mare e di vita non erano più soltanto delle chimere. E le strade di Castiglioncello furono scelte anche dal regista Dino Risi, come scenario del celebre film “il Sorpasso”. La “dolce vita” era.. cene di pesca-to pregiato su tavoli con vista-mare, nottate infini-te di musica e colore, donne meravigliose, uomini galanti, proprio come nei film. L’eco di questi fasti si protrasse fino agli anni ottanta-novanta, quando ancora personalità rilevanti dello spettacolo giun-gevano a Castiglioncello per le loro vacanze, ospiti della storica discoteca “Ciucheba”, villeggiando nelle splendide residenze a picco sul mare. Poi le distanze tra le varie parti del mondo sii sono annullate con la globalizzazione e le tecnologie, ora raggiungere le Bahamas o le Galapagos è più facile che girare per le strade della propria città e tante mete una volta ambitissime, passano di moda. Così è successo alla “perla del Tirreno”, i tempi che furono risuonano ancora nei quadri, nei libri, nei film, i paesani se li portano dentro con orgoglio. Saranno passati i tempi in cui si girava per la piazza e s’incontrava qualcuno visto pochi giorni prima in televisione, saranno passati i tempi di una sfrenata vita notturna, sarà passata la dolce vita, ma ai residenti e ai visitatori resta comunque la parte più bella e succosa: il paesaggio, il pano-rama, il sole che si tuffa a bomba in un mare da sogno, tutto questo le mode non se lo portano via, tutto questo è e sarà per sempre di Castiglioncel-lo. Gianluca Parodi

Foto

Arc

hio

Lung

omar

ecas

tiglio

ncel

lo.it

Page 8: N° 11 - Costa degli Etruschi News

Caff���a����

organizza ognimercoledì seradalle ore 19,30