N° 15 - Costa degli Etruschi News

8
Il mensile gratuito Ottobre 2011 / Anno 2 - n. 15 www.costadeglietruschinews.com Ritratti di famiglia a pag. 2 Lo Scoglio della Regina a pag. 3 Faccia a faccia con il mistero a pag. 5 Presidi Slow Food a pag. 6 Appuntamenti a pag. 7 News I giovani civili che partecipano all’iniziativa delle 3 settimane nelle forze armate imparano molto nell’Accademia di Livorno: studiano e si addestrano su “vei- coli da assalto anfibio”, si esercitano con armi portatili presso il poligono a fuoco, attività di orientamento topografico e di arrampicata su parete rocciosa. L a natura è generosa se la si rispetta e la si sa amare. E ci dà buone lezioni se le sappia- mo cogliere con l’intelligenza. Ne sanno qualcosa la Confederazione Italiana Agricoltori e la Confagri- coltora che associano imprese agricole e promuovono il settore con varie iniziative. L’ultima in or- dine di tempo è stata presentata sabato 8 Ottobre a Villa Pertusati a Rosignano Marittimo e ne abbiamo approfittato per farcela raccontare direttamente da Cinzia Pagni, pre- sidentessa della CIA di Livorno. Si parla della Multifunzionalità in Agricoltura: di cosa si tratta? Questo termine ha a che fare con le attività connesse con l’agricoltura, che non è solo semina e raccolto: la natura in cui viviamo e lavoria- mo ci dà altri spunti che possiamo sfruttare e, in questo momento di crisi generale, aggiungere altri redditi a quello principale può far comodo. In cosa consiste praticamente? Nel congresso abbiamo cercato di dare uno sguardo di più ampio respiro agli imprenditori del set- tore, fornendo anche informazioni a livello tributario e previdenziale. Alcune attività che noi abitualmen- te svolgiamo posso essere d’aiuto alla comunità, da quelle più a ca- rattere ambientale o paesaggistico, a quelle turistiche e culturali. Que- ste attività connesse all’agricoltura ci possono portare altre entrate oltre ai prodotti della terra. Non parliamo solo dei classici agristu- rismi ma anche della produzione di agro-energia, dell’agricoltura sociale che supporta l’inserimento di persone diversamente abili nel contesto rurale, delle attività di ma- nutenzione che i contadini possono svolgere chiamati in aiuto dalle istituzioni per gestire il patrimonio comunale. Senza contare il lavoro educativo attraverso gli agri-asili e le fattorie didattiche. Quest’ultime stanno prendendo piede ormai: ce ne sono in pro- vincia? Certo. Si possono visitare a Livor- no, Rosignano e Castagneto Car- ducci. Queste attività sono sane e aiutano nell’educazione ambienta- le e alimentare dei piccoli, ma direi anche dei genitori. E’ bello capire il ciclo della vita, la semina, l’attesa, la raccolta: imparare tutti i colori e i sapori delle stagioni. A proposito di stagioni, abbiamo appena vendemmiato l’uva e tra un po’ si parte con l’olio. Com’è la situazione per questi due pro- dotti di eccellenza? Le voci degli associati mi hanno rassicurato che per l’uva non ci si può certo lamentare, anzi! La qualità è ottima, le rese non sono state abbondanti, l’uva era sana e il caldo, che ha in effetti accelerato la maturazione e quindi anticipato la raccolta, non ha avuto influssi negativi. Riguardo all’olio invece i pareri va- riano da zona a zona. La qualità è buona ma per alcuni produttori la quantità è scarsa: durante il perio- do dell’allegagione, in primavera, ci sono state dalle grandinate e si è perso lì, sul nascere, parte del raccolto. Una donna presidente di un’as- sociazione in un settore a mag- gioranza maschile come se la cava? Come tutte le donne, anche quelle che hanno altre professioni: de- streggiandosi tra famiglia e lavoro, guidate da tanta passione. Sono felice perché vedo che le mie col- leghe sono attive, vogliono anche partecipare alle decisioni: nella mia giunta sono circondata da 3 don- ne e 2 uomini. E poi nella nostra associazione è nato un organismo di collaborazione tutto al femmini- le chiamato Donne in Campo. Una delle iniziative carine di questo gruppo si è svolta quest’estate a Rosignano: prevedeva di portare i bambini un giorno alla settimana a vivere la Campagna accompagna- ti da queste imprenditrici agricole che, ognuna in base alla propria competenza, insegnava loro le bel- lezze del mondo rurale. Paola Pavan Picasso a Pisa Conoscere Picasso attraverso 200 opere è lo scopo della mostra che si aprirà dal 15 Ottobre a Palazzo Blu. Una sorta di bibliografica per permettere al pubblico di capire la furia creativa di questo artista di inizio novecento. I pezzi pro- venienti da Barcellona, Antibes e Malaga resteranno nella città del- la Torre fino a fine Gennaio. - leggi a pag. 7 - © Il Mare Leggende toscane Gastronomia Eventi Ottobre L’editoriale di Paola Pavan Ero un po’ agitata quando sono andata a firmare in Tribunale a Livorno. Direttore di un giornale: una bella responsabilità! Eppure nessun altro sentiva come me la tensione. La responsabile dell’ufficio, molto gentile, ha controllato la mia documentazione: sono cittadina italiana, godo dei diritti politici, gior- nalista pubblicista iscritta all’Albo Nazionale, non ho condanne penali. Ok, tutto era in ordine: davanti a lei una ragazza trentenne con la fedina penale pulita. Giuramenti non me li hanno chiesti. Mi è sembrato strano, e io mentalmente il mio giuramento l’ho fatto comunque. Nei miei confronti e nei confronti di chi leggerà que- sto giornale. Costa degli Etruschi News racconta il terri- torio, le sue eccellenze, la vitalità dei singoli e delle comunità. E’ positivo, non polemico, anzi è propositivo. Così resterà e passo dopo passo crescerà, come io crescerò con lui. Perdonatemi questo editoriale così poco giornalistico e così tanto personale. E’ un po’ una giustificazione del fatto che non sono originaria di questo splendido luogo e che pure dirigo il suo giornale… Giuro che mi impegnerò. Buon lavoro ai collaboratori per i prossimi mesi che verranno. Buona lettura a voi. Prendeteci l’abitudine, tutto attorno a noi ci sono un sacco di tesori da scoprire. “Giuro di dire tutta la verità, solo la verità e niente altro che la verità” Castiglioncello a 360° Antonia Pizzi, presidente della Pro Loco cittadina, ripercorre la sta- gione estiva e anticipa i program- mi futuri. Nuove collaborazioni e tanto sport in arrivo. Per sfruttare non solo il mare ma anche la mac- chia della pineta e le colline con l’organizzazione di passeggiate e corse campestri. - leggi a pag. 2 - Foto www.marina.difesa.it Agricoltura piena di risorse Contro la crisi si punta su attività turistiche ed educative Vita in marina

description

N° 15 - Costa degli Etruschi News Costa degli Etruschi News - Mensile Free Press di Informazione e News da Livorno a Grosseto. www.costadeglietruschinews.com

Transcript of N° 15 - Costa degli Etruschi News

Page 1: N° 15 - Costa degli Etruschi News

Il mensile gratuito Ottobre 2011 / Anno 2 - n. 15 www.costadeglietruschinews.com

Box UVA NERA 6x5 6-07-2010 17:13 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K

Ritratti di famigliaa pag. 2

Lo Scoglio della Regina a pag. 3

Faccia a faccia con il mistero a pag. 5

Presidi Slow Food a pag. 6

Appuntamenti a pag. 7News

I giovani civili che partecipano all’iniziativa delle 3 settimane nelle forze armate imparano molto nell’Accademia di Livorno: studiano e si addestrano su “vei-coli da assalto anfibio”, si esercitano con armi portatili presso il poligono a fuoco, attività di orientamento topografico e di arrampicata su parete rocciosa.Senza Nome-5 23-06-2011 13:03 Pagina 1

C M Y CM MY CY CMY K

La natura è generosa se la si rispetta e la si sa amare. E ci dà buone lezioni se le sappia-

mo cogliere con l’intelligenza. Ne sanno qualcosa la Confederazione Italiana Agricoltori e la Confagri-coltora che associano imprese agricole e promuovono il settore con varie iniziative. L’ultima in or-dine di tempo è stata presentata sabato 8 Ottobre a Villa Pertusati a Rosignano Marittimo e ne abbiamo approfittato per farcela raccontare direttamente da Cinzia Pagni, pre-sidentessa della CIA di Livorno.Si parla della Multifunzionalità in Agricoltura: di cosa si tratta?Questo termine ha a che fare con le attività connesse con l’agricoltura, che non è solo semina e raccolto: la natura in cui viviamo e lavoria-mo ci dà altri spunti che possiamo sfruttare e, in questo momento di crisi generale, aggiungere altri redditi a quello principale può far comodo.In cosa consiste praticamente?Nel congresso abbiamo cercato di dare uno sguardo di più ampio respiro agli imprenditori del set-tore, fornendo anche informazioni

a livello tributario e previdenziale. Alcune attività che noi abitualmen-te svolgiamo posso essere d’aiuto alla comunità, da quelle più a ca-rattere ambientale o paesaggistico, a quelle turistiche e culturali. Que-ste attività connesse all’agricoltura ci possono portare altre entrate oltre ai prodotti della terra. Non parliamo solo dei classici agristu-rismi ma anche della produzione di agro-energia, dell’agricoltura sociale che supporta l’inserimento di persone diversamente abili nel contesto rurale, delle attività di ma-nutenzione che i contadini possono svolgere chiamati in aiuto dalle istituzioni per gestire il patrimonio comunale. Senza contare il lavoro educativo attraverso gli agri-asili e le fattorie didattiche.Quest’ultime stanno prendendo piede ormai: ce ne sono in pro-vincia?Certo. Si possono visitare a Livor-no, Rosignano e Castagneto Car-ducci. Queste attività sono sane e aiutano nell’educazione ambienta-le e alimentare dei piccoli, ma direi anche dei genitori. E’ bello capire il ciclo della vita, la semina, l’attesa,

la raccolta: imparare tutti i colori e i sapori delle stagioni.A proposito di stagioni, abbiamo appena vendemmiato l’uva e tra un po’ si parte con l’olio. Com’è la situazione per questi due pro-dotti di eccellenza?Le voci degli associati mi hanno rassicurato che per l’uva non ci si può certo lamentare, anzi! La qualità è ottima, le rese non sono state abbondanti, l’uva era sana e il caldo, che ha in effetti accelerato la maturazione e quindi anticipato la raccolta, non ha avuto influssi negativi.Riguardo all’olio invece i pareri va-riano da zona a zona. La qualità è buona ma per alcuni produttori la quantità è scarsa: durante il perio-do dell’allegagione, in primavera, ci sono state dalle grandinate e si è perso lì, sul nascere, parte del raccolto.Una donna presidente di un’as-sociazione in un settore a mag-gioranza maschile come se la cava?Come tutte le donne, anche quelle che hanno altre professioni: de-streggiandosi tra famiglia e lavoro,

guidate da tanta passione. Sono felice perché vedo che le mie col-leghe sono attive, vogliono anche partecipare alle decisioni: nella mia giunta sono circondata da 3 don-ne e 2 uomini. E poi nella nostra associazione è nato un organismo di collaborazione tutto al femmini-le chiamato Donne in Campo. Una delle iniziative carine di questo

gruppo si è svolta quest’estate a Rosignano: prevedeva di portare i bambini un giorno alla settimana a vivere la Campagna accompagna-ti da queste imprenditrici agricole che, ognuna in base alla propria competenza, insegnava loro le bel-lezze del mondo rurale.

Paola Pavan

Picasso a PisaConoscere Picasso attraverso 200 opere è lo scopo della mostra che si aprirà dal 15 Ottobre a Palazzo Blu. Una sorta di bibliografica per permettere al pubblico di capire la furia creativa di questo artista di inizio novecento. I pezzi pro-

venienti da Barcellona, Antibes e Malaga resteranno nella città del-la Torre fino a fine Gennaio.

- leggi a pag. 7 -

©

Il Mare

Leggende toscane

Gastronomia

Eventi Ottobre

L’editoriale di Paola Pavan

Ero un po’ agitata quando sono andata a firmare in Tribunale a Livorno. Direttore di un giornale: una bella responsabilità! Eppure nessun altro sentiva come me la tensione. La responsabile dell’ufficio, molto gentile, ha controllato la mia documentazione: sono cittadina italiana, godo dei diritti politici, gior-nalista pubblicista iscritta all’Albo Nazionale, non ho condanne penali. Ok, tutto era in ordine: davanti a lei una ragazza trentenne con la fedina penale pulita.Giuramenti non me li hanno chiesti. Mi è sembrato strano, e io mentalmente il mio giuramento l’ho fatto comunque. Nei miei confronti e nei confronti di chi leggerà que-sto giornale.Costa degli Etruschi News racconta il terri-torio, le sue eccellenze, la vitalità dei singoli e delle comunità. E’ positivo, non polemico, anzi è propositivo. Così resterà e passo dopo passo crescerà, come io crescerò con lui. Perdonatemi questo editoriale così poco giornalistico e così tanto personale. E’ un po’ una giustificazione del fatto che non sono originaria di questo splendido luogo e che pure dirigo il suo giornale… Giuro che mi impegnerò. Buon lavoro ai collaboratori per i prossimi mesi che verranno. Buona lettura a voi. Prendeteci l’abitudine, tutto attorno a noi ci sono un sacco di tesori da scoprire.

“Giuro di dire tutta la verità, solo la verità e niente altro che la verità”

Castiglioncello a 360°Antonia Pizzi, presidente della Pro Loco cittadina, ripercorre la sta-gione estiva e anticipa i program-mi futuri. Nuove collaborazioni e tanto sport in arrivo. Per sfruttare non solo il mare ma anche la mac-

chia della pineta e le colline con l’organizzazione di passeggiate e corse campestri.

- leggi a pag. 2 -

Foto

ww

w.m

arin

a.di

fesa

.it

Box Momenti Conviviali 6x5 6-07-2010 17:23 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K

Agricoltura piena di risorse Contro la crisi si punta su attività turistiche ed educative

Vita in marina

Page 2: N° 15 - Costa degli Etruschi News

2 Ottobre 2011 www.costadeglietruschinews.com

news

Un concorso fotografico sull’importanza della figura paterna

Un’ immagine, si sa, vale a volte più di 1000 parole. Un foto è intuitiva, ti colpisce,

ti emoziona, ti fa riflettere. E’ nata da questa convinzione l’idea di un concorso fotografico indetto da Saverio Evangelista, di Livorno, presidente dell’associazione Ra-gazzoPadre (www.ragazzopadre.it)che ha come missione sensibilizza-re l’opinione pubblica e le istituzioni sul tema della Paternità e del ruolo genitoriale del padre moderno. Molti papà hanno accettato la sfi-da, decidendo di mettersi in gioco e di raccontare il loro rapporto con i figli. Lo hanno fatto perché magari questa relazione con i bimbi è osta-colata dalla fine della vita di coppia o solamente perché, anche se la famiglia è unita, vogliono dimostra-re quanto sia importante il proprio ruolo.Un mix di emozioni si scatenano davanti gli scatti raccolti su www.ioragazzopadre.it in questi mesi. Volti sorridenti, situazioni divertenti o momenti teneri: sono la memoria di un momento condivisa in internet per dare un messaggio, ma anche per vincere qualcosa. “Con questo concorso – ci spiega Saverio Evangelista – l’associazio-ne vuole porre l’accento non sulla divisione ma sulla condivisione dei tempi, delle attenzioni e degli affetti. Anche se una famiglia può essere formalmente “divisa”, non

è detto che debba essere per forza problematica”. Requisito per il benessere dei figli è la serenità: “Prima di tutto occorre vivere la separazione in modo sano e non gettare le preoccupazioni anche ai bambini coinvolti. Nella nostra associazione fanno parte

anche psicologi e avvocati, pro-fessionisti che, nel loro settore e con le loro competenze, offrono un supporto agli altri partecipanti. Non è con l’accanimento che si supera una frattura nella famiglia: bisogna sempre cercare di mantenere un clima rilassato”.

Per vivere con serenità l’associazio-ne organizza esperienze di condivi-sione, eventi dove trovarsi anche solo per fare gruppo. “Il ruolo del genitore non è cambiato nei secoli: è quello di far crescere, supportare ed educare i figli. I diritti e doveri dei genitori sono gli stessi. Eppure ora la società, nel momento in cui una famiglia si scioglie, si pone in modo differente verso le madri o i padri. Per questo noi cerchiamo di aiu-tarci a vicenda nelle difficoltà e di manifestare il più possibile la nostra gioia, l’amore per i nostri figli”- con-clude Saverio.Dal 15 giugno, giorno di inizio del concorso, le foto caricate on line sono più di 60, mentre oltre 29.000 sono state le visualizzazioni nella pagina Facebook del concorso. Le foto in concorso saranno giu-dicate sia in base ai voti raccolti online sia da una giuria composta da Oliviero Toscani, Paolo Crepet e Saverio Evangelista. Quello che è altrettanto interessan-te stimolante per i partecipanti, ol-tre alla missione sociale, sono i pre-mi per le foto migliori: soggiorni in agriturismo, charter in barca a vela, lezioni di equitazione e ingressi gra-tuiti a parchi divertimento. C’è tempo ancora fino al 15 Otto-bre per partecipare. Informazioni su www.ioragazzopadre.it

Paola Pavan

La Toscana adotta gli Alpaca

Simpatici, pelosi, molto docili e così sensibili da poter gio-care con bambini e portatori

di handicap. Sono gli Alpaca, simili ai Lama, ma ricoperti da una fol-tissima “lana”. Per qualche giorno hanno invaso il centro Ippico di Ce-cina con il loro primo campionato Italiano. Il luogo non è stato scelto a caso: gran parte della loro storia nel nostro paese si è svolta e si svolge tutt’ora sulla Costa Toscana. A Grosseto, 10 anni fa, erano ar-rivati i primi esemplari e ora, da Castiglioncello, la storia si evolve in una nuova associazione nazionale che promuove la conoscenza su questi animali. Si chiama Società Italiana Alpaca e ne parliamo con Cristiano Bianchi, il presidente. Che origine hanno questi strani animali? Sembra che gli Alpaca siano stati addomesticati per la prima volta dagli Inca circa 4.000 anni fa e già allora erano considerati così preziosi da essere riservati all’im-peratore. Poi arrivarono gli spagno-li e invasero i pascoli con le loro pecore. Perciò i peruviani furono costretti a portare gli animali sugli altopiani e questi fortunatamente sopravvissero adattandosi al nuovo ambiente.Cos’hanno di speciale?

Le loro qualità positive sono molte: a partire dalla facilità nel lavorare con loro, sono molto docili e non richiedono delle cure particolari. L’aspetto più importante però è la bellezza del loro pelo, che è sette volte più caldo della lana, è lucido come la seta, impermeabile e tra-spirante allo stesso tempo: insom-ma è una fibra preziosa e molto richiesta dal mercato. Con i tessuti che ne derivano si fanno coperte, maglie, cappotti. Pochi lo sanno, ma l’Italia è il primo importatore in termini di valore monetario con più di 20 milioni di euro.Perché non produciamo diretta-mente noi questo tessuto?Il vello degli Alpaca può essere di 22

diverse variazioni di colore. Questo è un grosso valore aggiunto: non si usano prodotti chimici per tingere il tessuto e quindi non provoca aller-gie, è un prodotto completamente naturale. Ma le sfumature del pelo fanno sì che raccogliere una quan-tità di fibra sufficiente per le richie-ste delle aziende non è semplice.Torniamo a parlare della SIA: che funzione svolge questa società?L’Alpaca è poco conosciuto in Italia: per ora, la popolazione si aggira sui 2000 esemplari. L’associazione, nel suo primo anno di vita, ha crea-to un marchio registrato per siglare i prodotti creati con fibra di Alpaca, sta creando un registro anagrafi-co e ha siglato il primo protocollo

per la ricerca e il miglioramento genetico. Da ultimo, ma non meno importante, siamo in contatto con il Ministero dell’Agricoltura. Per lo stato Italiano gli Alpaca sono “animali esotici da compagnia” e non hanno una legislazione che li regola: stiamo lavorando per otte-nere il passaggio alla categoria di “animale da reddito”. Per chi si è perso il concorso a Cecina dove sono gli allevamenti più vicini? A Grosseto si trova uno dei più grossi della zona, è di René Steiger. Poi ci sono sul Monte Amiata, ad Arezzo e sull’Abetone.

Paola Pavan

Sport e nuove collaborazioni per un turismo a 360°

Il sole 24 ore a Giugno indicava Ca-stiglioncello come una delle poche mete italiane a segnalare un incre-mento turistico; i “rumors” cittadini invece, a stagione conclusa, ripor-tano pareri contrastanti, secondo lei com’è andata?“Ho ricevuto la carica a maggio, ad inizio stagione, e quindi ho asse-condato e sostenuto le iniziative che erano già state stabilite. Io cre-do che tutto sommato quest’estate sia stata positiva. Si è evidenziato che il turismo locale si sta trasfor-mando: sono sempre più famiglie e stranieri a sceglierci per le vacan-ze. Da questo dato inizieremo ad impostare la programmazione del-la prossima stagione estiva coin-volgendo a nuove collaborazioni le varie associazioni locali”.Attraverso quali nuovi strumenti o strategie si può rivalorizzare il ter-ritorio?“Castiglioncello ha delle ricchezze incredibili: basti pensare alla sola conformità territoriale con il verde dei pini che si confonde nell’az-zurro del mare. Ma anche la storia artistica, attraverso il cinema e la pittura, ci ha portato spesso agli onori della cronaca, quindi cer-cheremo di valorizzare ciò che già abbiamo. Faremo dei percorsi gui-dati per far conoscere le numerose location che ospitavano un tempo attori di fama mondiale e che ven-gono tutt’ora utilizzate per la pro-duzione cinematografica a livello internazionale. Vogliamo far vivere al turista, e non solo, Castiglioncel-lo a 360°: non solo la piazza come teatro di eventi ma faremo vivere anche la pineta Marradi e il parco del castello Pasquini. In più, pun-teremo su molte iniziative sportive, perché crediamo nello sport come mezzo di promozione turistica”. Castiglioncello spesso soffre di una stagione turistica troppo corta, limitata ai soli mesi estivi centrali, quale soluzione per estendere l’af-fluenza turistica ai periodi “morti”?“Sicuramente attraverso iniziative sportive appunto. Il mare e il co-stante vento offrono agli appassio-nati la possibilità di praticare, quasi in qualsiasi periodo dell’anno, le varie discipline sportive marittime, vela, surf, wind-surf, kite ma, lungo la macchia, abbiamo anche molti sentieri da sfruttare percorrendoli a piedi o in bicicletta. Il prossimo novembre poi torneremo a celebra-re il patrono di Sant’Andrea orga-nizzando una corsa campestre, la consueta gara di dolci e animazioni per i bambini. Insomma cerchere-mo di promuovere Castiglioncello durante l’anno, cercando di miglio-rare quanto finora è stato fatto an-che grazie a nuove collaborazioni”.

Marco Provinciali

Nasce a Castiglioncello un’associazione per la loro promozione

Biblioteche

Siamo proprio sicuri che non servano più?La risposta arriva forte in questo mese di Ottobre: quasi 600 iniziative in tutte le sedi toscane vogliono testimoniare che la biblioteca è viva, che attira persone e lo fa stando al passo con i tempi. Nelle provincie di Livorno e Grosseto sarà un susseguirsi di eventi, 21 appuntamenti per la precisione, sparsi nelle 9 sedi sul territorio.A CeCiNA si punta sul mistero e alla Coop si presentano libri gialli e si aspetta Halloween con le letture animate, a LivOrNO invece si spazia da mostre a documentari, passando alle letture di livornesi doc.PiOmbiNO presenta il nuovo look della biblioteca comunale in via della bottacina mentre la Falesiana insegna ai bambini la storia d’italia. L’unificazione è protagonista anche negli appuntamenti di rOsiGNANO sOLvAy e di veNturiNA che bissa aggiungendo anche un interessante incontro sulla filosofia.A GrOssetO si parla di erbe come medicinali o condimenti, mentre biblioteca dell’istituto storico grossetano della resistenza e dell’età contemporanea in Piazza Dante ripercorre la storia del territorio dal fascismo ai giorni nostri. si legge Dante a POrtO sANtO steFANO e si passeggia con Garibaldi a mONterOtONDO mArittimO mentre il gioco dei mille è uno dei curiosi appuntamenti di massa marittima.Non c’è che l’imbarazzo della scelta! La lista completa è su www.regione.toscana.it/inbiblioteca

Father & sons Foto

di M

aria

rita

Pra

to

La Vecchia Venezia Livorno

Griffe d’Arte di Giovanna Barbieri - Arazzi su tela www.griffedarte.it Tel: 3201630893

Ritratti di famiglia

La neo-presidentessa della Proloco Castiglioncello racconta le nuove iniziative per la promozione turistica della “Perla del Tirreno”

Complicità Foto

di C

ater

ina

Farin

a

Nelle mani della vita Foto

di M

artin

a Te

ssar

o

Page 3: N° 15 - Costa degli Etruschi News

www.costadeglietruschinews.com Ottobre 2011 3

il mare

C M Y CM MY CY CMY K

Accademia Navale

“Vivi le Forze

Armate”Al via il 3°

corso

L’Accademia Navale di Livorno apre per la terza volta i battenti

a delle reclute un po’ speciali. sono i

ragazzi tra i 18 e i 30 anni che hanno scelto

di partecipare alle 3 settimane di stage nelle forze armate,

iniziativa voluta e promossa dal ministro

della Difesa ignazio La russa.

il terzo corso prenderà il via il 17

ottobre e si concluderà il 4 novembre 2011.

i ragazzi conosceranno da vicino il mondo

della marina militare, condividendo

compiti e attività dei reparti a cui sono

stati assegnati. sarà un’occasione di

condivisione, dato che si parteciperà

attivamente alla vita militare con i diritti ma soprattutto con

i doveri di chi ha scelto ufficialmente la

carriera.

Le 3 settimane, che vengono anche

riconosciute come periodo di stage dalle

università, hanno lo scopo di avvicinare i giovani ai vari enti di difesa, rendendo

la loro vita un po’ movimentata:

i ragazzi saranno protagonisti di

attività atletico-militari e potranno

visitare reparti speciali, frequentare

corsi addestrativi, apprendere

le nozioni fondamentali per

il soccorso alle popolazioni in caso

di pubbliche calamità e per la protezione

dei beni culturali, paesaggistici e

ambientali.

Navi da carico, velivoli militari o turistici, vittime di tragedie e bombardamenti giacciono

immobili in fondo al mare, come a comporre un insolito arredamento domestico per la fauna marina.La Costa degli Etruschi ha un ric-

co patrimonio di storia sommersa: lungo il tratto costiero tra San Vin-cenzo e Livorno si trovano numero-si mezzi affondati nel novecento, in occasione delle due terribili guerre mondiali. Alcuni sono visitabili con semplici immersioni, altri richie-

dono una congrua esperienza nel settore.Il BIGGUN è un relitto di un mezzo da sbarco con all’interno due can-noni in buono stato di conservazio-ne; gronghi, polpi e cernie si incu-neano tra le sue ingenti lamiere. C’è poi il G32, relitto di una motovedet-ta della seconda guerra mondiale, affondato in assetto di navigazione. Lungo 30 metri, la prua è adagiata qualche metro più avanti rispetto al resto della nave dove si vede a chiari caratteri il nome. Procedendo da sud verso nord, incontriamo il KLAUS, mezzo di trasporto affonda-to rovesciato che espone tre gros-se eliche. All’interno sono visitabili un paio di locali ed è visibile par-te del suo carico ma l’immersione è complessa e richiede il brevetto speciale di esploratore subacqueo. Il RUDI è una bettolina in assetto di navigazione che giace su un fonda-le di 37 metri. Lungo 45m e largo

8, ha il ponte collassato ed i suoi lamieroni contorti permettono di af-facciarsi all’interno della stiva. Sul ponte di poppa la ruota del timone resta coricata accanto alla botola di accesso della sala macchine. L’iti-nerario dei reperti prosegue con il CACCIA, relitto di un cacciatorpe-diniere della seconda guerra mon-diale. Lungo 30 metri è esplorabile soltanto a poppa in quanto la prua non è stata ritrovata. La sua caratte-ristica più suggestiva è la presenza di numerose munizioni ben distin-guibili, da bombe di profondità a si-luri e fucili, naturalmente non arma-ti. Parliamo infine del ritrovamento più affascinante di questo tratto di mare, il GABRIELE II, un piroscafo risalente alla prima guerra mondia-le, affondato di poppa, che si erge su un fondale di 46metri. La chiglia è fasciata da due reti galleggianti che assecondano le correnti quasi fossero delle vele creando effetti

ottici assolutamente unici. Lo sca-fo, nonostante risalga a quasi cento anni fa, è ancora tutto intero. Anche nei pressi delle isole dell’Arcipelago Toscano sono stati scoperti relitti interessanti di veicoli caduti du-rante i bombardamenti: il Britten Norman BN-2 ISLANDER, bimotore a elica da turismo, è una delle attra-zioni turistiche subacquee dell’isola d’Elba. Si presenta in discreto stato ma privo della coda, più volte è sta-to spostato dagli istruttori dei centri subacquei e ora si trova nella zona di Barbarossa a una profondità di circa 24 metri. Abbiamo citato solo alcuni dei numerosi ritrovamenti scovati nel profondo delle nostre acque, un vero e proprio mondo da scoprire per tutti gli appassionati d’immersione.

Gianluca Parodi

Britten Islander all’Elba

Mari esotici, tropicali, lontani..... mete da sogno. E invece no! Proprio nelle nostre acque, così familiari ma così sconosciute

abbiamo uno straordinario tesoro sommerso. Vie­ne quasi da dire: tutto un mondo. Ebbene questo patrimonio è lo Scoglietto della Regina, area pro­tetta che compie 40 anni di tutela biologica. Lo Scoglietto con il grazioso faro rivolto verso Por­toferraio indica l’ingresso nella rada: è un isolotto a meno di un quarto d’ora di navigazione dall’Elba considerato una delle immersioni più belle non solo del Mar Tirreno, ma dell’intero Mediterraneo. E’ possibile incontrare pesci in quantità, taglia e specie che regalano uno spettacolo meraviglioso. La zona ha un elevato contenuto na turalistico ric­co della biodiversità marina mediter ranea. Infatti ci sono numerose specie ittiche rare o difficilmente osservabili, oltre ad una prateria di posidonia, una coloratissima microfauna, tantissimi spirografi e Pinna nobilis (il più grande bivalve del Mediterra­neo), tutto protetto dall’Unione Eu ropea. La fauna è lussureggiante grazie anche al divieto, al suo interno, di ogni forma di pesca professionale, so­prattutto quella a “strascico”. Il “Progetto Scoglietto”, grazie al comune di Por­

toferraio (proprietario dell’isolotto), le cooperative “Teseo Tesei” e Pelagos phera, Lega Navale Italia na e Greenpeace, vuole regolamentare e gestire in maniera sostenibile la zona di tutela biologica. Si occupa della promo zione e pubblicità delle attività di tipo marinaresco e delle buone pratiche di dipor­tismo, ormeggi eco compatibili, monitoraggio delle presenze di gruppi subacquei.L’uomo e’ sempre stato attratto dalle profondi­tà marine per il desiderio inconscio di ritornare nell’elemento che ha dato ori gine alla vita. E chi meglio, se non chi ha fatto del mondo sommer­

so il suo primo amore, un gruppo di subacquei tra i più esperti di immersioni di quell’area, poteva raccon tarci le curiosità, le emozioni, i segreti di un angolo di paradiso? Loro chiamano lo Scoglietto “la palestra”, ed è comprensibile capirne il motivo. Tutelano con orgoglio questo rettangolo di mare, affinché chiun que possa fruire di questo grande patrimonio che non solo si mantiene, ma che si rigenera anche. Ci rivelano le attenzioni amorevoli e affettuose che de dicano alla franata in cui enormi sassi scendono da 7 mt fino a 25 mt celando un vero e proprio ac quario: anfratti vestiti di incantevoli

spugne e briozoi, rifugi di cer nie, grossi capponi, mustelle, gronghi e murene. Quando poi i massi appoggiano sulla sabbia ecco ele ganti corvine e gorgo nie gialle come l’oro e margherite di mare che custodiscono le uova di gattuccio. Ed anco­ra.... saraghi, dentici, castagnole, salpe, occhiate, palamite e grosse orate. Le acque cristalline ed il progressivo aumento della temperatura dell’acqua hanno contribuito all’arrivo di pesci pelagici come le ricciole, le aguglie e le leccie stellate, che in un tratto come quello dello Scoglietto soddisfano con più facilità le esigenze alimentari e riproduttive. Senza dubbio il punto che impegna maggiormente i sub è l’immersione sul lato ovest, la corrente è forte ma la visibilità è buona. Il blu delle profondi­tà è illuminato da una parete ricoperta da rami di gorgonie rosse ed anfratti con aragoste di notevoli dimensioni. Arrivando fino al pianoro, immancabi­le è l’ammirazione dell’altorilie vo con la statua di circa 2 mt raffigurante un Cristo, valorizzata dalla presenza di spugne gialle. E poi, una volta risaliti? ...... “Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vede re, pensare, vivere come prima”. J.Y. Cousteau Valentina Cambi

Un patrimonio protetto da 40 anni

L’Acquario di Livorno accoglie Linute, una femmina di squalo pinnanera, e ci racconta la sua storia per farci capire che a volte alcune persone non hanno proprio cuore. Chiusa in una vasca striminzita, Linute pas-sava la sua vita circondata da musica alta e da luci violente: era lo spettacolo di un locale notturno. E’ stata salvata, ma le cure dello staff dell’Acquario di Genova poco hanno po-tuto di fronte ai gravi danni provocati dall’am-biente in cui era stata tenuta. Al momento del

recupero Linute aveva entrambe gli occhi feri-ti e il gozzo tiroideo molto pronunciato, segno di forte malessere dovuto alla scarsa qualità dell’acqua.Ora ha recuperato quasi totalmente lo stato di salute ma ha perso l’utilizzo di entrambi gli occhi probabilmente a causa dei continui col-pi sulle pareti della vasca. Con questo inserimento l’Acquario vuole portare avanti il suo impegno ad informare e sensibilizzare il pubblico per l’uso sostenibile

degli ambienti acquatici e a promuovere com-portamenti responsabili verso il mare e i suoi abitanti. Anche gli altri nuovi ospiti, i cavallucci mari-ni, sono da monito: la loro specie è in via di estinzione a causa della progressiva distru-zione proprio delle praterie della posidonia.

Paola Pavan

Uno squalo cieco per insegnarci il rispetto delle creature del mare

Parete rocciosa con fioreScoglio della Regina

Aragosta nella franata

Un viaggio tra gli splendidi fondali della Toscana il paradiso dei subNavi e aerei profondati in fondo al mare sono nuove attrazioni turistiche

Lo Scoglio della Regina

Page 4: N° 15 - Costa degli Etruschi News

4 Ottobre 2011 www.costadeglietruschinews.com

storia, arte e

cultura

La Città Visibile

Maremma tra identità e trasformazione

“La maremma non è solo pinete, vigne, terme, borghi caratteristici, cioè territorio pittoresco da vendere ai turisti. La maremma è anche altro, e può essere guardata con occhi diversi, quelli degli artisti, degli studenti, degli immigrati, dei cittadini”. Questo è l’incipit che guida l’edizione 2011 della Città visibile che vuole presentare una nuova immagine della maremma, libera da stereotipi e convenzioni.su questo tema Grosseto ha presentato un percorso di esposizioni in città mentre magliano in toscana una manifestazione multidisciplinare fra memoria e contemporaneità.A massa marittima la manifestazione continua con mostre varie, una passeggiata per visitare le antiche miniere della valle dello stregaio e una tavola rotonda sul Parco Nazionale delle Colline metallifere. il Chiostro di sant’Agostino ospiterà il 29 Ottobre con la Festa multietnica “riso, risi, risate”, in cui ricette italiane si mischieranno a quelle dei nuovi abitanti della città.

Terme del Corallo: un resort livornese d’inizio novecento

Un’oasi nel centro della città toscana che fu meta turistica d’eccellenza

Ad un anno esatto dall’intervista al sindaco di Bibbona, Fiorella Marini, pubblicata sul n. 3 del

nostro giornale, ecco finalmente i risultati degli auspicati studi sul-la presenza dei Templari nel borgo raccolti nella guida “BIBBONA DA SCOPRIRE”. La pubblicazione, realiz-zata con il patrocinio del Comune di Bibbona e della Provincia di Livorno, con un finanziamento fondamentale dalla Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci e con il duro lavoro degli autori Marco Andrenacci e Carla Moretti, si pone l’obiettivo di “offrire una traccia, un’indicazione,

uno spunto, qualcosa che incuriosi-sca e induca ad approfondire”, come spiega l’assessore Stefania Brunetti nella prefazione alla guida, un pun-to di partenza insomma, per turisti e residenti, per la conoscenza di un territorio che deve la sua bellezza non solo alla presenza del mare ma anche alla sua affascinante storia.E sembra proprio che di misteri Bibbona ne custodisca un bel po’, a partire dai numerosi segni e simboli lasciati sulle pietre delle costruzioni del centro storico che sembrano ri-mandare continuamente all’Ordine dei Cavalieri del Tempio, meglio co-

nosciuti come Templari. Ad esempio, la croce patente (noto simbolo tem-plare) contenuta in un sole raggiante e posta sulla cima di un albero sti-lizzato, scolpita sulla chiave di volta dell’Arco di Bacco, monumento da poco ristrutturato e sulla cui originale funzione ancora si discute. Ed ancora le croci graffite in faccia-ta e sul lato destro della chiesa di Sant’Ilario, la cui dedicazione sem-brerebbe coincidere con il Sant’Ilario di Poitiers, protettore dei Templari, in quanto festeggiato il 14 gennaio pro-prio come il Sant’Ilario di Bibbona!E come dimenticarsi della chiesa di

Santa Maria della Pietà, misteriosa-mente legata a quella di Santa Maria Maddalena a Rennes-le-Chateau, località dei Pirenei francesi famosa per le leggende sul tesoro dei Tem-plari, grazie alla presenza della frase “Terribilis est locus iste” scolpita sul frontone del portale di ingresso di entrambi gli edifici religiosi. A questo si aggiunge la tesi del Prof. Carlo Pe-dretti, considerato uno dei maggiori esperti viventi sulla vita e le opere di Leonardo da Vinci, che proprio quest’ultimo fosse stato diretta-mente o indirettamente coinvolto nel progetto della chiesa di Santa Maria

della Pietà. Al lettore più attento non sfuggirà certamente come il nome di Leonardo da Vinci sia legato al fanto-matico Priorato di Sion, di cui l’artista e scienziato sarebbe stato il dodice-simo Gran Maestro. Insomma una lunga serie di strane coincidenze a cui si aggiunge una nuova ed enigmatica figura: quella di Don Arturo Piazzi, parroco di Bibbo-na, che nel 1957 organizzò una gita in Francia tra le cui tappe vi era pro-prio Rennes-le-Chateau e la chiesa di Santa Maria Maddalena. Solo un caso?

Valentina Norcini

Templari a Bibbona?...Ecco le prove!

Tra via Orosi e Piazza Dante, nei pressi della stazione fer-roviaria centrale, si erge una

struttura consumata da decenni di abbandono, che mantiene intatto il suo fascino, nonostante i segni del tempo; si tratta dello stabilimen-to termale “Acque della salute”, altrimenti noto come “Terme del Corallo”. La costruzione di questo centro ebbe inizio nel 1903, su progetto dell’ingegner Angiolo Badaloni, già autore del grande mercato cen-trale, egli scelse questo luogo non urbanizzato per la posizione favo-revole: alla fine di viale Carduc-ci, il viale degli acquedotti sorti e

sviluppati fin dall’antico tempo dei Romani. Proprio in questo luogo, nel 1854 venne scoperta una polla d’acqua salata, ottima per la cura di diverse malattie, che su richie-sta dei cittadini venne raccolta in una struttura per lo sfruttamento commerciale. Questa mossa risultò ampiamente azzeccata e, dato il successo dell’iniziativa, la società “Acque della Salute” decise di ac-quistare questa zona per innalzare un vero e proprio centro benessere. I lavori furono rapidi e immediati ed in breve tempo venne inaugurato il complesso, nel 1904, divenne una delle principali attrazioni turistiche della città.

Livorno, in quel tempo, era anco-ra una delle capitali italiane del turismo balneare e le Terme del Corallo portarono un grande pre-stigio, tanto da far guadagnare alla zona l’appellativo di “Montecatini a mare”, facendo girare l’econo-mia cittadina, ne fu un esempio la costruzione di un lussuoso hotel, dotato già all’epoca di ascensori elettrici: l’Hotel Corallo. L’attività termale proseguì con successo sino alla fine della seconda guerra mondiale, quando i padiglioni dello stabilimento furono trasformati in ampie sale da ballo. L’abbandono e un devastante in-cendio nel 1968 hanno segnato

il definitivo declino dell’ingente struttura che, dagli anni ‘80, si trova adombrato dal cavalcavia della stazione. Numerosi progetti di recupero dello stabilimento sono stati presentati negli ultimi anni, ma sono sorti vari problemi e tutto è andato in fumo.

Ma dal 2009, la zona è stata inseri-ta nel patrimonio comunale, le isti-tuzioni locali hanno così presentato svariate risoluzioni della questione che verranno attuate. Nel 2010 sono iniziate le ristrutturazioni delle palazzine in rovina intorno alle vecchie terme e nel 2011 si è dato il via alle operazioni di pulizia e manutenzione dell’ampia zona verde circostante. Potendoci solo augurare che un simile tesoro pos-sa essere recuperato e riattivato, nel beneficio di tutti, chiudiamo il

nostro ritratto delle “Terme del co-rallo” con un vero tuffo nella storia, riportando fedelmente l’iscrizione che, nel 1856, sanciva la nascita di quella semplice raccolta d’acqua terapeutica che divenne fulcro del turismo balneare del primo nove-cento a Livorno:“Scorrente per tramite occulto quest’acqua sorgiva bagnò per secoli inutilmente sotterra limo vile infecondo curiosità industre commise oggi alla scienza rilevar-ne i principii e l’uso benefico onde meritamente si noma acqua della salute ed ecco sopra la terra de-serta non invano augurato all’utile pubblico un sorriso dell’arte”

Gianluca Parodi

La Merenda Box 23-06-2011 13:19 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K

Un tuffo

nella st

oria

Arco di Bacco Pieve di S.Ilario - Croce Graffita

Box Osvaldo 6x5 6-07-2010 17:03 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K

Foto

di V

.Nor

cini

Foto

di V

.Nor

cini

Giglio affrescato Foto

di V

.Nor

cini

Page 5: N° 15 - Costa degli Etruschi News

www.costadeglietruschinews.com Ottobre 2011 5

leggende toscane

Il parere dell’esperto

in un mondo ultratecnologico, le

leggende continuano a mantenere il loro

fascino. Abbiamo cercato di scoprirne il

motivo con Piergiorgio Zotti, coordinatore

dell’Archivio delle tradizioni popolari

della maremma Grossetana, esperto

della tematica.“Le leggende fanno

parte della vita perché di essa raccontano.

solo due grandi argomenti sono degni di una storia: l’Amore e la morte. tutto gira

attorno a questi temi, alla loro duplicità e a tutte le declinazioni

che ne derivano”.esistono fondamenti

reali dietro le leggende?

“Ci sono alcune narrazioni sulle nostre isole che

trovano un supporto letterario antichissimo,

mitologico, come la fondazione per

esempio della città di Portoferraio ad

opera degli Argonauti, i navigatori greci cantati anche da Omero. Anche la storia della bella

marsilia può avere un fondamento di verità

se l’ultimo sultano di Costantinopoli

affermò che una sua antenata fosse di

siena. riguardo al lago dell’Accesa, questo è

veramente nato da uno sprofondamento

del terreno visto che la sua origine è carsica,

quindi la storia del villaggio inghiottito è comunque basata

sulla morfologia reale di questo

specchio d’acqua. i pirati infine hanno

per secoli infestato il tirreno, quindi

anche le leggende sui loro tesori nascono

dalla volontà di raccontare, anche se

magari in modo un po’ romanzato, dove

andavano a finire i loro bottini”.

Faccia a faccia con il MisteroLe leggende non narrano solo il passato, sono parte della nostra vita

Misteri, storie di incantesimi, tragedie, travagli, è dalla notte dei tempi che non possiamo far-ne a meno, ne siamo completamente attirati. Il fascino per lo sconosciuto ha, nel corso dei millenni, creato le storie più strane, più strug-genti o a volte solo meravigliose per spiegare quello che non si conosce. Avete mai provato, arrivando in un luogo, una sensazione di incon-scia inquietudine? Fantasmi, stregonerie, amori tormentati, per-sonaggi fantastici: tra mare e terra nella Costa Toscana le storie non mancano. Al tal punto che sono fiorite pubblicazioni e, ultimo di uscita, perfino un film dal titolo Mystery Tuscany… Abbiamo raccolto alcune delle leggende più famose: pronti a viaggiare con la fantasia?

Si odono urla, rumore di zoccoli, il battere della mietitura attorno al Lago dell’Accesa situato nella parte meridionale del Comune di Massa Marittima. I rumori sono la testimonianza della maledizione che colpì il villaggio il 26 luglio, giorno di Sant’Anna, in un anno non precisato del Medioevo. La leggenda narra che questo specchio d’acqua non abbia in realtà fondo perché nasce da una voragine che porta di-rettamente all’inferno. Esistono varie versioni sulla causa di questa maledizione: anche se non si sa chi sia stato il vero responsabile, si dice che il giorno di Santa Anna, i contadini non rispettarono l’onore della festività e, non solo si misero a mietere il grano, ma lo fecero imprecando e sbraitando tutto il giorno. Im-provvisamente la terra si aprì, tuoni, fulmini e una scarica d’acqua travolse tutto quello che trovò e i contadini con tutto il villaggio vennero inghiottiti dalla terra.

La bella e affascinante Antiglia, regina di So-vana, aveva un cruccio: il timore di essere dimenticata dopo la sua morte. La volontà di essere ricordata era talmente grande che An-tiglia escogitò uno stratagemma di estrema furbizia. Ella conosceva bene l’animo umano e sapeva che era mosso dal desiderio di gloria e ricchezza. Decise perciò di farsi costruire, come tomba reale, un’imponente carrozza d’oro trai-nata da 4 cavalli e la espose in modo tale che tutti potessero ammirare la sua maestosità. Poi, misteriosamente la carrozza scomparve e nei secoli questo enorme tesoro non fu più ritrova-to. Forse i cavalli stanno ancora portando in giro la regina dato che qualcuno assicura di sentire rumori di zoccoli: che si tratti dei cunicoli sot-terranei di Sovana, piuttosto che di Saturnia o di Montemerano, come sostengono altri, la leggenda vuole che in qualche angolo nascosto della Maremma riposi la regina Antiglia all’in-terno della sua scintillante carrozza dorata.

Molte storie si intrecciano sull’isola più miste-riosa e inaccessibile della Costa Toscana. Nella metà del V secolo d.C., San Mamiliano, vescovo di Palermo, per sfuggire ai Vandali, si farebbe rifugiato nell’isola che i Romani Oglada o anche Mons Jovis. Sembra che stabilirsi lì, per il santo, non fu un gioco da ragazzi: dovette uccidere il

drago che infestava l’isola. Il mostro morente sbattendo contro una pietra fece sgorgare una fonte d’acqua che ancora oggi dà vita alle pian-te e agli animali che abitano l’isola. Il monaco decise di stabilire lì un monastero intitolato a Monte Cristo e così nel nome Giove, divinità Romana, venne sostituito dalla Cristianità. Il luogo sacro non tenne però lontani i pirati che saccheggiavano il mar Tirreno. Si racconta che nel ‘500 Montecristo divenne il rifugio preferito del temibile Barbarossa e del suo successore Dragut che lì vi disseminarono le meravigliose ricchezze accumulate nelle loro scorribande. Il

mistero del tesoro di Montecristo ha conqui-stato molti avventurieri che negli anni hanno cercato il tesoro: anche Alexandre Dumas nel suo romanzo, il Conte di Montecristo, ne riporta il ritrovamento.

Elena, l’incantatrice, era specializzata in pozioni d’amore e di odio nel borgo di Travate, luogo che ora fa parte del comune di Montinieri in provincia di Grosseto. Venne arrestata, accusata di essere “incantatricem, indivinatricem, sorti-legiam” e si trovò il 12 giugno del 1423 davanti al Vescovo di Volterra. Confessò il suo peccato, non pentita del suo agire, che a suo parere ave-va aiutato molte persone. Per Elena rivolgersi a Dio, alla Madonna o al re delle tenebre non faceva differenza: quello che lei cercava e do-nava agli altri erano le soluzioni ai loro desideri. La storia non finì come tante altre con la strega bruciata sul rogo. Elena venne multata con 50 denari, fustigata pubblicamente nella piazza e allontanata dalla Diocesi. Prima di andarsene lanciò una maledizione ai suoi accusatori. Di lei poi non se ne seppe più nulla.

I pirati a volte non avevano come obbiettivo solo le ricchezze. Margherita era di Siena e, di tanto in tanto, passava qualche tempo nel ca-stello di famiglia - i nobili Marsili - su un poggio dell’ Uccellina, dove ora c’ è il Parco della Ma-remma. Da tutti era conosciuta come le bella Marsilia e la sua fama arrivò anche ai predatori dei mari che la rapirono per portarla nell’harem di Solimano il Magnifico, Sultano di Costanti-nopoli. Era il 1543, Margherita, adolescente dagli intriganti capelli rossi, arrivò al cospetto del suo potente nuovo padrone con l’idea di non lasciarsi sopraffare. Si impegnò nelle arti dell’harem tanto da diventare al preferita dello sceicco. Poi tramò la sua rivincita: con una serie di complotti fece uccidere il legittimo erede al trono e mise uno dei suoi figli a capo del regno

IL LAGO MALEDETTO DELL’ACCESA, TOMBA DI CONTADINI POCO TIMOROSI DI DIO

LA CARROZZA D’ORO DI SOVANA, UN BUON MOTIVO PER NON ESSERE DIMENTICATA

IL TESORO DI MONTECRISTO, TRA SANTI E PIRATI ALLA RICERCA DI RICCHEZZE

ELENA DA TRAVALE E IL PROCESSO DI VOLTERRA

Bella Marsilia

12 storie noir della Toscana nascono dall’idea Andrea Mignolo e Pantaleone Me-gna e dalle energie di una troupe di giova-ni sotto i 35 anni. Un lavoro di un anno e mezzo, con più di 4 mesi di ricerche con gli esperti, 2 mesi di riprese e un grosso im-pegno nella postproduzione, si concretizza in questa pellicola di 85 minuti. E’ girato in inglese, doppiato poi in Italiano, perché è importante che le leggende non siano solo patrimonio degli abitanti ma anche dei tu-risti stranieri, molto attenti anche alla storia del territorio. Come mai leggende di demoni, streghe, fantasmi e pirati?“I fattori per la scelta sono stati vari: - spie-ga il regista Mignolo - per il fascino soprat-tutto, ma anche per dare una tematica di-versa, un nuovo filone che apre anche ad un’offerta turistica diversificata rispetto a quella tradizionale”. Il mistero vi avvolti durante le riprese? E’ accaduto qualcosa di strano? Non so se si tratta di qualcosa di miste-rioso, ma probabilmente lo spirito del Ba-rone Bettino Ricasoli ci giocò uno scherzo quando eravamo nel suo castello a Brolio. Finito di girare nella cappella di famiglia, eravamo pronti a spostarci nella sua resi-denza privata quando si scatena un tempo-rale terribile. Il vento piegava gli alberi e la pioggia violenta e incessante ci costrinse a stare al coperto per almeno due ore. Dopo questo periodo di ozio forzato, raggiungia-

mo finalmente il suo appartamento privato. Trovato il punto macchina e sistemate le luci, al classico “azione”, puf, va via la cor-rente. Aspettiamo, pensando ad un guasto temporaneo. Ma un’ ora e mezza decidia-mo di andare via, rimandando le riprese al giorno dopo. Messo via l’ultimo cavo, ecco tornare la luce. L’episodio di Brolio è sta-to quello che ha richiesto più tempo per essere completato. Per vari motivi siamo stati costretti a tornare almeno cinque vol-te. Chissà, magari il barone ci ha trovato simpatici e aveva voglia di rivederci, anche solo per farsi due risate alle nostre spalle. Come sta andando la diffusione del film? Abbiamo molti canali, alcuni istituzionali grazie alla Regione, altri più commercia-li, come attraverso internet (all’estero su Amazon o scaricabile da i-tunes) o nelle edicole,librerie. In alcuni casi il film sarà tra-smesso al pubblico, per esempio a Lucca a fine Ottobre e parteciperà anche a festival internazionali.

Mistery Tuscany, leggende in dvd

Il lago di Accisa Foto

Gal

gano

Pro

duct

ions

LA BELLA MARSILIA, LA PREFERITA DEL SULTANO DI COSTANTINOPOLI

Monastero S.Mamiliano - Montecristo Foto

Gal

gano

Pro

duct

ions

Sorano Foto

Gal

gano

Pro

duct

ions

Page 6: N° 15 - Costa degli Etruschi News

6 Ottobre 2011 www.costadeglietruschinews.com

gastronomia e ...

dintorni

Le ragioni del progetto, i Presidi Toscani

A volte il mercato non guarda in faccia le tradizioni: soprattut-to nell’allevamento e nell’agri-

coltura alcuni prodotti rischiano di scomparire perché poco redditizi portando con sé conoscenze po-polari e lavori di cui quasi non se ne sente parlare più. Per fortuna c’è anche chi alle logi-che economiche a volte si oppone: è il caso di Slow Food e del suo progetto sui presidi. Slow Food è un’associazione no profit fondata oltre 20 anni fa da Carlo Petrini e un manipolo di vo-lenterosi animati dalla filosofia del diritto al piacere e della difesa dei “giacimenti gastronomici” italiani e non solo.Negli ultimi anni ha allargato i suoi orizzonti all’eco-gastronomia con l’impegno attivo per la tutela delle produzioni locali e per la promo-zione dell’alleanza tra produttori e consumatori per educarli alla filoso-fia del cibo “buono, pulito, giusto”.La Toscana, da sempre un vero e proprio laboratorio dei progetti as-sociativi, ospita anche la Fonda-

zione Slow Food per la Biodiversità Onlus, che recentemente ha aperto una nuova sede, la Casa della Bio-diversità, presso il Granaio Lorene-se dell’Azienda Regionale Agricola di Alberese, con un ricco program-ma di serate a tema, soprattutto in estate.Tra i molteplici compiti della Fon-dazione c’è, per l’appunto, l’impe-gno dei Presidi che “sostengono le piccole produzioni eccellenti che rischiano di scomparire, valorizza-no territori, recuperano mestieri e tecniche di lavorazione tradizionali, salvano dall’estinzione razze autoc-tone e antiche varietà di ortaggi e frutta”. Tutti i prodotti che diventa-no presidi vengono segnalati con un marchio a forma di chiocciola stilizzata (questo animaletto è il logo di Slow Food che simboleggia la lentezza, ndr): è un riconosci-mento dato solo a chi segue dei disciplinari di produzione, una sorta di riconoscimento anche per aiuta-re la comunicazione, lo scambio e l’unione dei produttori. Slow Food non ha alcun ritorno economico

dalla vendita dei prodotti dei Pre-sidi, ma svolge un ruolo di control-lore, che si affianca a quello svolto dalle Associazioni dei Produttori.In Toscana i Presidi sono 18 di cui 3 in provincia di Grosseto (Bottarga di Orbetello, Vacca Maremmana e Sfratto del Goym, dolce pitiglianese di origine ebraica) ed uno che ab-braccia sia Grosseto che la Provin-cia di Livorno (la Palamita del mare di Toscana).Ho chiesto ai Fiduciari Slow Food di Livorno e della Costa degli Etru-schi, Emilio Bellatalla e Massimo Bibbiani, cosa caratterizza l’Asso-ciazione sul territorio, quanti sono i loro soci attivi e quali attività legate ai Presidi locali vengono svolte.“La condotta di Livorno – spiega Emilio - che ad oggi conta circa 110 soci adulti e oltre 250 soci Kids, è attivamente impegnata nella pro-mozione del Presidio della Palamita del mare di Toscana e del pesce sostenibile in generale, secondo la filosofia che anima Slow Fish. Molte le occasioni di presentare e parla-re del progetto, come ad esempio

l’ultima edizione della Notte Blu a Livorno e le cene svoltesi nei risto-ranti del territorio”.Per Massimo, la cui Condotta su-pera gli 80 soci attivi “Il nostro im-pegno è prima di tutto sull’attività istituzionale con prevalenza delle azioni legate a Terra Madre (la rete collegata alle Comunità del Cibo e al grande evento biennale organiz-zato da Slow Food a Torino, ndr), alla promozione delle produzioni all’educazione del gusto. Stiamo inoltre cercando di valorizzare il Presidio della Palamita, conside-rando anche il fatto che buona parte del pescato proviene dal mare della Provincia di Livorno, organizzando e partecipando ad eventi a livello locale e nazionale. Per esempio la palamita ospite d’onore alla prossi-ma Festa della Cicerchia, prevista nel mese di novembre a Serra dei Conti in provincia di Ancona”. Per saperne di più: www.slowfoodto-scana.it dove si trovano anche i recapiti dei Fiduciari

Renato Nesi

Il Melograno

Fa parte di quella frutta autunnale un po’ curiosa. La “buccia” spessa e protettiva gli permette di non avere bisogno di grossi trattamenti parassitari e si potrebbe quasi considerare “biologico” per natura.La simbologia su questo frutto è ricchissima ma il fatto che sia difficilmente reperibile e laborioso da preparare rischia quasi di farsì che i contadini possano decidere di abbandonare la sua coltivazione.Originario dell’Asia occidentale, ha attraversato praticamente tutte le culture con rimandi alla sessualità. il frutto e il fiore sono quasi sempre associati infatti alla fertilità e alla fecondità: dall’antica Grecia alla Cristinità in cui alcuni insinuano che la mela del peccato originale sia in realtà proprio un melograno. Nei forti simbolismi delle tradizioni cristiane, nei propri slanci mistici, la buccia dura e i tanti semi rappresentano la Chiesa e i suoi credenti mentre il succo è il sangue di Cristo e dei martiri. Piccola curiosità: La corteccia dei rami e specialmente della radice contiene diversi alcaloidi, molto velenosi. Le stesse sostanze insieme ai tannini venivano in passato estratte e usate nella concia dei cuoi e per fabbricare inchiostro.

Degni di Presidio!

La Ricetta

il succo del melograno, che si ottiene con lo spremiagrumi ma che poi viene filtrato, è utilizzato spesso in granatine e cocktail. ma la forma dei chicchi e questa loro capacità di “esplodere” in bocca viene sfruttata anche in altre preparazioni in cucina, non solo come decorazione.Ottimo l’abbinamento con alcune carni, ma curioso è anche il suo utilizzo per fare il risotto. Per gustarlo, fate un soffritto, aggiungetevi a piacere pancetta o speck; una volta rosolato il tutto buttate il riso e cuocetelo con il brodo. i chicchi vanno a fine cottura, insieme a parmigiano e pepe.

Alle origini del Morellino di Scansano

Al Museo Archeologico e della vite e del vino di Scansano, la mostra “La valle del vino etrusco. Ar­cheologia della valle dell’Albegna in età arcaica” (fino al 31 dicembre) presenta i dati recenti sulla coltivazione della vite, la produzione e il commercio del vino. Sebbene il consumo di una bevanda di uva fer­mentata (Tementum)sia già documentata dalla media età del Bronzo, è solo nell’VIII secolo a.C. che giunge in Etruria dalla Grecia la “cultura del vino” che comporta una complessa ritualità: dalle occasioni allo strumentario e alle regole per la pre­parazione e il consumo della bevanda. L’esposizione di Scansano si concentra sugli aspet­ti del momento di massima fioritura del fenomeno, nel VI secolo a.C., periodo a cui risalgono i corredi da simposio rinvenuti in tutte le tombe della valle dell’Albegna. Tali corredi documentano una società

agiata che partecipa a riti e privilegi, soltanto un se­colo prima appannaggio di una ristretta aristocrazia. Il vino, inoltre, fu anche una delle principali risorse economiche di questi “signori di campagna”, che controllavano un territorio che oggi come allora era destinato alla produzione vitivinicola. Grazie agli sforzi congiunti del Comune di Scan­sano, della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana e del Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell’Università di Siena, la valle dell’Albegna sta rivelando che già nell’antichità si era affermata una complessa filiera per lo sfrutta­mento vinicolo del territorio, che trova straordinaria corrispondenza con l’odierna produzione del Mo­rellino di Scansano. La ricerca archeologica con­tribuisce in tal modo alla riscoperta, relativamente recente, della vocazione alla produzione del vino di questa valle, che si può dunque motivatamente fregiare del titolo di “Valle del vino etrusco”. La mostra celebra il primo decennio di attività del museo civico di Scansano e rappresenta il primo intervento di sinergia tra enti diversi per la valoriz­zazione dei beni archeologici di questo territorio, in quanto propone reperti provenienti da un’area oggi suddivisa fra tre comuni: per l’uso del vino nel rituale funebre sono esposti oggetti dalle necropoli di Scansano, Magliano e Marsiliana, nel Comune di Manciano; per gli aspetti della produzione e del commercio del vino materiali dall’insediamento di Marsiliana. Completa il percorso espositivo la prima organica presentazione delle testimonianze della distribuzio­ne commerciale del vino in anfore, dagli approdi della costa maremmana, attraverso le isole dell’Ar­cipelago Toscano, fino alle coste dell’attuale Fran­cia Meridionale.

Valentina Norcini

Arriva il 22 e 23 Ottobre la 3a edizione di Livorno Food, Festival del gusto

LIVORNO. manifestazione che cerca di riscoprire di antichi sapori e valorizzare la tipicità dei prodotti del territorio.Più di 60 tra i migliori artigiani e produttori del settore ga-stronomico daranno vita ad un viaggio incentrato su sa-pori e alta qualità. Il pubblico della manifestazione sarà così completamente coinvolto in un percorso di analisi senso-riale improntato sull’eccel-lenza e sulla peculiarità dei prodotti del Made in Italy.La rassegna si svolgerà nella cornice dell’ NH Grand Hotel Palazzo, in cui saranno allesti-te ben 7 sale espositive, con una dedicata completamente alla ristorazione. Tantissimi i prodotti da degustare: olio, vino, formaggi, cioccolato, salumi, confetture, dolci, li-quori, salse, pasta, pane, spe-zie e molto altro.L’ingresso al pubblico costa € 8.

Notizie flash

Dall’Arca del Gusto alla Fondazione per la Biodiversità. Slow Food promuove l’eccellenza a km 0

Una cantina by Renzo Piano per Rocca di Frassinello

Rocca di Frassinello, una delle più affermate azien­de vitivinicole del Chianti Classico, si è insediata sulle colline del Comune di Gavorrano, in località Poggio La Guardia vicino a Giuncarico, realizzando vigneti e di una cantina aziendale.Una prima parte dei vigneti della Rocca (circa 80 ettari) sono stati impiantati per metà con viti autoctone di sangiovese, per metà con varietà francesi. L’investimento di circa 20 milioni di euro è il frutto della joint­venture italo/francese tra Ca­stellare di Castellina (storico marchio del Chianti) di Paolo Panerai, editore di Class e Chateau Lafite­Rothschild.La progettazione della cantina è stata affidata alla firma prestigiosa di Renzo Piano, architetto di fama collocato tra le figure di maggior rilievo nel pa­norama mondiale dell’architettura. Questa opera costituisce per la nostra zona un forte richiamo a livello culturale e turistico e contemporaneamente contribuisce a quel processo di sviluppo del territo­rio e della sua economia su cui sta puntando il Co­mune, basato sulla valorizzazione delle produzioni

locali ed in particolare del vino sulla tutela delle risorse am­bientali e sulla riconversione del patrimonio archeologico­minerario.Dal punto di vista architettoni­co l’edificio è stato progettato con un obiettivo di assoluta modernità ed è in gran parte sotterraneo; si sviluppa per circa 8.000 metri quadrati. Intorno, 500 ettari di cui 125 a vigna. La cantina è un cubo di 46 metri di lato occupato da 2.500 botti di rovere di­

sposte nella barriquerie a gradoni concentrici e discendenti come un’arena all’interno della quale filtra in maniera molto suggestiva un raggio di luce proiettato, attraverso un sistema di specchi, dalla torre che si alza sul terrazzo.Salendo sulla sommità della collina sulla quale sor­ge la cantina, balza all’occhio soprattutto il colore della costruzione, un rosso che evoca la terra e il vino: si approda in un gran terrazzo, concepito in modo da eliminare dal campo visivo ogni interven­to umano e da collocare idealmente il visitatore nel cuore della Maremma Toscana. Secondo l’ottica del celebre architetto, è stato ottenuto un effetto estetico di assoluta gradevolezza, nel pieno rispet­to del paesaggio maremmano nel quale l’edificio si inserisce in maniera lieve ed armonica.Il Comune di Gavorrano ha conferito all’Architetto Renzo Piano la cittadinanza onoraria per aver ac­cresciuto il prestigio del territorio con la progetta­zione della Cantina Rocca di Frassinello.

Paola Pavan

Rocca di Frassinello

Bottarga Foto

di P

resi

di S

low

Foo

d

Un grande progetto enologico che unisce il meglio della viticoltura italiana e francese

Logo Presidi Slow FoodFoto

di P

resi

di S

low

Foo

d

Razza Maremmana

Page 7: N° 15 - Costa degli Etruschi News

www.costadeglietruschinews.com Ottobre 2011 7

Editore Responsabile Massimo Tanini - Coordinatore Generale Esecutivo Valentina Cambi - Direttore Paola Pavan - Art Director e Grafica Valentina Cambi - Redazione: Renato Nesi, Valentina Norcini, Gianluca Parodi, Marco Provinciali Stampa Pacini Editore SpA Pisa - Distribuzione PromoAltaMaremmaPER LA PUBBLICITA’: Resp. Marketing Catia Miccio - Area Livorno e Pisa Serena Conti; Area Grosseto Donata Vieri, Massimo Giometti. Mail: [email protected] REDAZIONE e SEDE LEGALE via S.Barbara n. 8, 57023 Cecina tel. 0586.685058 mail: [email protected]

©2010 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale in altra sede.

eventi

La Fiera

Naturaliabenessere a 360°,

è la promessa che Naturalia fa ai suoi

visitatori. sabato 29 e domenica 30 ottobre,

alla stazione marittima di Livorno ospiterà oltre cinquanta operatori per la 1a grande mostra del

litorale dedicata alla cura della persona e

dell’ambiente in cui si vive.

i quattro percorsi che ciascun visitatore può

intrecciare secondo il proprio interesse:

alimentazione, salute, ambiente, turismo e

tempo libero.

”Naturalia” ALimeNtAZiONe: prodotti

tipici regionali, legati al territorio con il rispetto dell’ambiente e dell’uso

di metodi tradizionali. ”Naturalia” sALute

incarna la centralità della persona, la ricerca

dell’equilibrio.”Naturalia” AmbieNte

tratta importanti temi ambientali

e offre un’ampia panoramica sui prodotti

e gli usi che da qui ai prossimi decenni

caratterizzeranno fortemente il nostro

vivere.”Nauralia” turismO e

temPO LiberOdedicato alla scoperta

del territorio e alla valorizzazione dello

stesso, viaggiando in modo eco-compatibile

alla ricerca di un stabile equilibrio tra cultura,

salute e ambiente.

L’ingresso alla fiera sarà GrAtuitO.

Costa Degli Etruschi News n. 15 - Tiratura mese di Ottobre 10.000 copieMensile indipendente distribuito gratuitamente da Livorno a Grosseto _ Editrice PromoAltaMaremma _ (N. Registro stampa 9/2010 Aut. del 23/07/2010)

“Volevo essere Pittore e sono diventato Picasso”

Guardare un Picasso è sempre un’emozione e sapere che presto potremo ammirarne

200 nella splendida cornice della sede espositiva del Palazzo Blu su Lungarno Gambacorti a Pisa, è senza dubbio di buon auspicio alle porte dell’autunno. Se penso ad una delle ultime imma-gini che ritraggono Pablo Picasso mi viene in mente il celebre uomo an-ziano travestito da pagliaccio con il costume da bagno a righe. In appa-renza un quadro grottesco, svilente dell’artista e della sua grandezza… e invece no. Picasso sapeva benis-simo quanto contano immagine ed immaginario per chi vuole rimanere protagonista e ha sempre curato la sua meticolosamente, costruendo il personaggio Picasso e il suo mito. Ma, a differenza di Dalì che ha fatto di se stesso l’oggetto mitico, lui ha messo al centro la sua vita, i suoi drammi, le sue vicende, le persone ed in base alla vita ed al modo in cui voleva raccontarla ha scelto la for-ma e la tecnica più adeguata. Per dirla con le parole del Maestro “Va-riazione non significa evoluzione”, bensì cambiare modo di pensare

e di conseguenza modo di espri-mersi. La Mostra si inserisce nel ciclo pen-sato dalla Fondazione Palazzo Blu per celebrare i maestri del secolo scorso che affondano le loro radici culturali sulle sponde del mediter-raneo. La Mostra, dal titolo “Vole-vo essere pittore e sono diventato Picasso” è frutto dell’intensa colla-borazione con il Museo Picasso di Barcellona e con i Musei di Antibes

e Malaga che daranno il loro pur prezioso contribu-to. L’idea di base è quella di permettere al visitatore di comprendere come la furia creativa e la curiosi-tà del giovane all’inizio del secolo lo abbia spinto ad esplorare ogni possibile forma di espressione per riuscire a trasmettersi ed a trasmettere i propri mes-saggi veicolati dalla pittura, ma non solo. Da acquarelli, ceramiche, disegni e opere su carta, tapis serie, libri e serie litografiche. Picasso è stato inoltre esempio di rivoluzionario capace di non rimanere

imprigionato dalle sue stesse cre-azioni. Personaggio controverso perché simbolo dell’incomprensibi-lità dell’arte esplosa nel novecento, frutto dell’abbandono della pro-spettiva rinascimentale divenuta cardine della pittura occidentale; ha inventato l’originalissimo stile del cubismo, senza tuttavia appiattirsi su esso, ma continuando sempre a sperimentare, grazie anche ad un

incredibile versatilità.Secondo la curatrice Claudia Bel-tramo Ceppi, quella che si terrà al Palazzo Blu, sarà una sorta di racconto bibliografico che illustra attraverso opere importanti e in al-cuni casi raramente visibili, l’evolu-zione dell’arte di Picasso, i diversi momenti della sua vita lunga e mo-vimentata e la sua partecipazione ai diversi momenti del secolo breve (con opere dai primi anni del nove-cento fino agli anni settanta, ndr). Il presidente della Fondazione Pa-lazzo Blu, Cosimo Bracci Torsi, sot-tolinea inoltre che la Mostra “gode del patrocinio dell’Ambasciata di Spagna a Roma e del Comune di Pisa, che ci ha aiutato anche in questa occasione. Per visitare la Mostra gli orari sono: dal martedì al venerdì dalle 10:00 alle 19:00; il sabato e la domeni-ca dalle 10:00 alle 20:00. Lunedì chiuso. Costo del biglietto: intero 9,00 euro, ridotto 7,50 euro. Info: Palazzo Blu Arte e Cultura tel. 050 916950, e-mail: [email protected] , web: www.palazzoblu.org

Renato Nesi

Oroleum è un evento, un corso ed anche un concorso internazio-nale di cortometraggi sulla filiera produttiva dell’olio che si svolge a Seggiano, in provincia di Grosseto.L’intento dell’Associazione Palla-dium Productions, che ha messo in cantiere l’evento, è avvicinare an-che i più giovani al proprio territo-rio con uno sguardo rinnovato, cre-ando anche un abbraccio empatico tra generazioni. In Italia, paese ricco di tradizioni culturali, permangono

ancor oggi antiche tra-dizioni legate ad un mondo agricolo e contadino che in altre zone del mondo sono invece s c o m p a r s e . Oroleum vuo-le dare una risposta polie-drica sotto il profilo cultu-rale, scientifi-

co, economico, turistico, mediati-co, artistico e cinematografico per un’approfondita valorizzazione del territorio e delle sue tradizioni. Lo fa organizzando corsi di cine-matografia sulla filiera produttiva dell’olio curati dalla regista profes-sionista Gloria Pera nelle scuole del territorio dell’Amiata per le classi elementari, medie e superiori.E mettendo in piedi il concorso di cortometraggi, il cui presupposto è

incidere sulla pellicola testimonian-ze di un mondo agricolo e contadi-no che in altre zone del mondo è oggi scomparso. Fissare le imma-gini, rievocarle con la pellicola, in-cidere sui nastri le testimonianze di vita vissuta, cercare nella memoria storica dei propri parenti, ritrovare il calore ed il colore dei gesti e del-le parole è lo scopo di questo con-corso. Una memoria fervida per un percorso creativo nel territorio del cinema alla ricerca di tradizioni an-cora in uso e che implementano la ricca produzione italiana del “made in Italy”.La manifestazione ha visto svol-gersi una prima parte dal 10 al 12 giugno in cui è stato inaugurato anche il Museo dell’Olio nell’ex Palazzo Comunale in via dell’Indi-pendenza ed è stato presentato il concorso. Tutte le sere le persone si sono ritrovate per le bruschettate e c’è stato anche chi, con pennelli e colori, seguiti dall’artista Nicola Biagini, ha imbrattato tele e fogli per allestire una mostra sull’olivo

che sarà aperta proprio il 29 Otto-bre nelle sale del Museo dell’Olio di Seggiano.Interessante in quei giorni è stata la presentazione e proiezione del film di interesse nazionale sulla filiera produttiva dell’olio: “Pane e olio”, regia di Giampaolo Sodano, con Mascia Musi e Tullio Solenghi e la partecipazione straordinaria di Bud Spencer.La seconda trance che si apre tra pochi giorni porta la manifestazione al culmine: sabato 29 saranno pro-iettati i video in concorso e il pub-blico sarà chiamato ad esprimere la propria preferenza in un’urna dedicata. Domenica si aprirà alla mattina con un convegno dal titolo “La Salute Alimentare”. Nel pome-riggio invece si continuerà ad im-parare sull’olio extravergine d’oliva attraverso delle degustazioni gui-date. La suspence sarà poi lasciata cadere alle 18, con lo spoglio delle votazioni sui vari filmati in gara e la proclamazione del vincitore.

Paola Pavan

La Divina Commedia illustrata da DalìLa mostra itinerante “Ossessione Dalí: Passione, ribellione e lucida follia” fa la sua ultima tappa nella Fortezza Spa­gnola di Porto S. Stefano (GR), dal 25 settembre al 30 ottobre 2011.A curare l’esposizione è Maurizio Vanni, per un percorso che riassume l’intero cammino stilistico e culturale di Dalì, at­traverso le 100 tavole a colori dedicate alla “Commedia” e illustrate dal pittore catalano. Le 100 xilografie sono la più importante opera illustrativa realizza­ta da Salvador Dalí. Nel piazzale del Governatore, la mostra è aperta tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 19.30. Biglietti a partire da 3 euro.

VOLTERRA GUSTO VOLTERRA. Gli ultimi 2 we-ekend di Ottobre Volterra inaugura la stagione del Tar-tufo Bianco con la tradizio-nale mostra mercato. Orga-nizzata dai Tartufai dell’Alta Val di Cecina, prevede appun-tamenti gustosi e all’insegna della curiosità e del diverti-mento. Domenica 23 le con-trade della città rincorrono forme di pecorino nel Palio dei Caci, mentre la domenica successiva, il 30, la palla passa alla cultura con la consegna del premio letterario Jarro, incontro tra letteratura e ga-stronomia. Assolutamente da non perdere la caccia al Tar-tufo di martedì 1 Novembre e Filo Filo Boccon Boccone, un percorso gustativo all’in-terno delle dimore storiche della città.

HARBOREA - Piante e dei giardini d’oltremare LIVORNO. Si svolgerà dal 14 al 16 ottobre la 1a edizione della mostra nazionale di giardi-naggio Harborea. Esposizioni dei migliori vivai italiani, pian-te esotiche e rose rifiorenti, laboratori di giardinaggio cre-ativo, stages di composizione floreale e attività culturali.Gli espositori dei migliori vivai d’italia, saranno dislocati nel parco ottocentesco di Villa Mimbelli e nei padiglioni ver-ranno adibiti i laboratori di giardinaggio creativo, stages di composizione floreale e at-tività culturali.

Notizie flash

Finalmente a Pisa 200 opere del grande Pittore

Al Palazzo Blu dal 15 ottobre 2011 al 29 gennaio 2012

Diventa

“Amico di Costa degli

Etruschi News”

registrati sul nostro sito

www.costadegli

etruschinews.com

e ricevi gratuitoil nostro giornale

VIA MAIL

Olio protagonistaA fine Ottobre si vota per il vincitore

Un concorso di cortometraggi sulla filiera produttiva

Page 8: N° 15 - Costa degli Etruschi News

Via Santa Barbara, 2 - Cecina (LI)