Giornalino giugno 2014
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Storia. Ricordo.
Memoria.
La Gazzetta dell’Alessi
LA PERCEZIONE DELLA STORIA. NON SEMPRE E’ LA
VOSTRA MATERIA PREFERITA, VERO?
Per imparare la storia, quest’anno abbiamo studiato in tanti modi
diversi: ad esempio, abbiamo intervistato alcuni genitori su come
usavano strumenti che ora per noi sono di uso quotidiano. Ma non
lo erano per loro...
Giugno 2014
Cara mamma, quando avevi 13 anni come me, come comunicavi con gli amici?
Con il telefono fisso oppure ci mettevamo d’accordo fuori da scuola o in
cortile.
I tuoi genitori erano permessivi circa l’uso del telefono?
Si, perché sono stata sempre una persona responsabile.
Come ti comportavi in caso di imprevisti?
Aspettavo l’amico o gli amici, per circa 30 minuti in più rispetto all’orario
dell’appuntamento.
Quando hai cominciato a usare il cellulare?
Nel 1996, a 28 anni.
Cosa pensavi all’inizio dell’uso del cellulare?
Che è molto comodo.
Quali altri mezzi, oltre al telefono, usavi per comunicare?
Molte lettere o cartoline.
Quanto tempo impiegava una lettera ad arrivare?
Circa una settimana.
Quando hai cominciato a usare il PC?
Intorno ai 22-23 anni.
Frequenti e apprezzi i Social Network?
Li apprezzo quando vengono utilizzati in maniera intelligente, ma non li frequento:
non ho neppure un account!
Intervista a cura di Alessandro
2
Il 12 febbraio noi delle Terze siamo
andati a teatro: è stato uno spettacolo
di musica e parole, molto divertente,
commovente, coinvolgente e ironico. I
cinque racconti di Simone Cristicchi
sono stati un modo per dire e ricorda-
re ai ragazzi alcuni degli avvenimenti
della Seconda Guerra Mondiale. Ha
raccontato di bombardamenti, di fa-
me, di madri coraggiose, di alpini nella
Campagna di Russia e di lotta partigia-
na. Sono state delle storie cariche di
speranza, umanità e resistenza. Con la
storia di suo nonno Reginaldo, soprav-
vissuto alla Guerra per caso, nono-
stante il freddo intenso che c’era in
Russia e che gli ha continuato a gelare
i ricordi per tutto il resto della sua vi-
ta, Cristicchi voleva farci arrivare un
messaggio, che ci ha anche detto
esplicitamente: “I nostri nonni morti
in guerra muoiono ancora di più, oggi,
in questi tempi di finta pace”.
Mi ha colpito molto la storia dei due
ragazzi a cui piaceva tanto giocare a
calcio nel cortile fino a quando scop-
piò una bomba che costrinse uno di
loro a stare in ospedale per un anno
da solo, senza genitori.
Poi c’era la storia del figlio di un partigiano morto a
diciotto anni: il figlio rivede in un sogno suo padre
e alla domanda “Ma lo avete cambiato questo
mondo?” con imbarazzo gli rispose di no. Poi Julia-
na, la donna che è stata uccisa con un colpo di pi-
stola, anche se russa, perché era andata alla fonte
a prendere l’acqua per dei giovani ragazzi. Inoltre
abbiamo visto il video di un ragazzo che qui in Ita-
lia ha perso una mano a causa di una mina. Questo
vuol dire che la guerra continua a causare danni
anche se sono passati cinquanta o settant’anni.
Questo spettacolo mi è piaciuto molto perché Si-
mone Cristicchi è riuscito a coinvolgere tutto il
pubblico mettendo anche un po’ di ironia in episo-
di così tragici. Credo che dovrebbero esserci più
spettacoli così, per ricordare ai ragazzi, ma anche
agli adulti, di oggi, l’orrore della guerra.
Maria Lucia Akri, III^ B
“I nostri nonni morti in guerra muoiono ancora di più, oggi, in questi tempi di finta pace”.
no, che uccideva i soldati che si
avvicinavano a bere. Lei, pur di
dare da bere a un suo “paziente”
ci andò, ma subito fu colpita, pur
essendo russa. Io da questo
spettacolo ho capito che molta
gente innocua è morta senza un
motivo ragionevole, come le per-
sone della Shoah che sono morte
solo perché essendo ebree erano
considerate come animali dai te-
deschi e questa è una cosa che
mi fa rabbia perché è ingiusta.
Di Cristicchi mi è piaciuto il suo
modo di raccontare perché, pur
affrontando un argomento serio
e triste, è comunque riuscito a
metterci simpatia.
Io penso che ha fatto bene a fare
questo spettacolo così da far ca-
pire a tutti cosa ha subito la gen-
te in quei tempi di guerra e di fa-
me, come suo nonno.
Chiara Lo Vetro, III^ B
La storia che mi ha colpito di più, e
che è anche molto triste, è quella
dei due ragazzi. Mentre piantavano
le patate videro un oggetto in lonta-
nanza, per curiosità si avvicinarono
e pensarono che fosse un semplice
giocattolo, lo presero in mano, lo
toccarono e ad un tratto quello
scoppiò… era una mina. Questi due
ragazzi persero le mani. È una storia
molto triste, ma anche quella che mi
fa pensare che le conseguenze nega-
tive della guerra ci sono anche dopo
60-70 anni.
Poi c’è anche quella della donna
russa, che assisteva i feriti, anche gli
italiani. Vicino alla sua casa c’era un
pozzo dove era appostato un cecchi-
Quest’anno, molte delle classi della nostra scuola si sono recate al Maxxi per visitare mostre e
partecipare a laboratori didattici. All’interno dello spazio espositivo, la guida proponeva un per-
corso leggermente diverso a seconda delle classi. In queste pagine, alcune delle opere che han-
no colpito noi della Terza A.
Quest’opera è proprio quello
che sembra: una prigione.
Quando ci si entra dentro, ci si
vede riflessi in una serie di
specchi che occupano le due
pareti laterali. Alfredo Jaar vo-
leva parlarci della condizione
umana, della necessità di lotta-
re per la libertà, e anche degli
artisti, che oggi non si espri-
mono più liberamente.
Usciti dalla prigione, siamo passati in si-
lenzio e a luci basse attraverso quest’ope-
ra di Doris Salcedo dal titolo Plegaria Mu-
da. Non è stato facile capire il significato.
L’installazione originaria è fatta di 120
coppie di tavoli, che ricordano le bare e le
lapidi di un cimitero e alludono alle ucci-
sioni degli oppositori politici in Colombia.
Dalla terra delle bare però spunta dell’er-
ba: vuole essere un segnale di speranza.
Lungo alcune pareti correva l’installazione
di Kara Walker (a sx). L’opera si intitolava
The emancipation approssimation. Si
trattava di figure nere applicate sul bian-
co, che raccontavano la discriminazione
razzista e sessista. Da lontano sembravano
divertenti e graziose, viste da vicino face-
vano un altro effetto!
Alcune installazioni non si capiscono dalle semplici fotografie.
Ad esempio, ce n’era una di un certo Francis Alys molto particola-
re: su un muro venivano proiettate in continuazione 80 diapositi-
ve di senzatetto addormentati e di cani randagi; davanti al muro
c’era un letto con tanto di coperte, sul quale stendersi, così da
stare alla stessa altezza delle immagini e dei soggetti rappresenta-
ti. Alys è un artista belga che si è trasferito a Città del Messico e
con quest’opera ha voluto mostrarci le condizioni in cui vivono
tante persone, non solo in quella città. Qui a destra, invece, c’è
l’opera di Vedovamazzei (il nome con cui lavorano insieme dal ‘91
2 artisti di Milano, Stella Scala e Simeone Crispino): un lampada-
rio con scala, una specie di rifugio di barbone al quale sembrava si
potesse salire. Sopra si intravedevano una pelliccia e un abat-
jour. Sotto, Alfa Romeo GT Veloce, di Elisabetta Benassi: è il mo-
dello di macchina guidato da Pier Paolo Pasolini la notte in cui è
stato ucciso.
Sotto, Where is your place?, l’in-
stallazione di due artisti ucraini che
vivono e lavorano a New York, Ilya
e Emilia Kobakov. La coppia di visi-
tatori di cui non vediamo oltre le
gambe è intenta a osservare quadri
del passato; lungo le pareti sono
collocate fotografie del nostro
tempo; ai piedi, sotto il vetro, si
intravede vagamente il futuro che
ancora non conosciamo.
Roma 70 anni fa
6
Il 26 marzo noi delle Terze siamo andati alla Sapienza per partecipare a un’iniziativa sulla storia
di Roma e dell'Italia durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale.
Dopo aver atteso l'arrivo di tutte le scuole partecipanti, intrattenuti dalle gradevoli melodie
suonate da un'orchestra di nostri coetanei (l’orchestra Tam Tam della scuola media Sinopoli),
lo storico Davide Conti ci ha introdotto all'argomento in modo coinvolgente; abbiamo anche
visto dei filmati dell’epoca prodotti dall’Istituto Luce.
All’inizio abbiamo parlato della vita in Italia dopo la presa di potere di Mussolini, dell'entrata in
guerra del nostro Paese nel 1940 e dell'alleanza che il Duce strinse con Hitler portando l'Italia
a un progressivo degrado. Alla fine di questa introduzione siamo arrivati a parlare delle due
tragedie che hanno colpito Roma nel 1943 e nel 1944: il devastante bombardamento degli Al-
leati sul quartiere di San Lorenzo, il 19 luglio 1943, che causò oltre 1.500 morti; l’eccidio delle
Fosse Ardeatine, compiuto su 335 civili per rappresaglia il 24 marzo 1944.
Nella seconda metà della lezione abbiamo assistito alle testimonianze di alcune persone
vissute in quel periodo, lette soprattutto da attori molto bravi e coinvolgenti, altre da 3
bambini della Primaria, e infine abbiamo avuto l'occasione di ascoltare quelle toccanti sto-
rie direttamente dai signori che le avevano vissute di persona. L'ultima parte dell'incontro è
stata molto interessante ma la durata era eccessiva ed è stato proprio questo particolare
che non ci ha permesso fino in fondo di immedesimarci nelle storie raccontateci.
Elena Aquilanti e Ludovica Supino, III^ A
7
L’incontro a cui abbiamo partecipato si riferiva alla storia di Roma settanta anni fa ed era pro-
mosso dall’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, dal II Municipio e dal Comune di
Roma: in sottofondo, si sentiva la canzone di Fabrizio De André “Se verrà la guerra marcondi-
ro‘ndiro ‘dero, Se verrà la guerra chi ci salverà”.
Abbiamo visto scorrere alcuni filmati riguardanti la marcia su Roma, la Seconda guerra mon-
diale, le manifestazioni sportive del Fascismo, mentre uno storico commentava; la dittatura di
Mussolini causò la mancanza della libertà, questo portò l’essere umano, i civili ad essere come
delle vere e proprie macchine comandate dal fascismo. Il fascismo calpestò la libertà di ognu-
no di noi con le leggi razziali.
Tre ragazzi hanno recitato i brani di un libretto: erano le testimonianze di bambini vissuti du-
rante la II Guerra Mondiale e, in particolare, di quelli coinvolti e sopravvissuti al bombarda-
mento di San Lorenzo. Si è parlato di come rimangano ancora oggi i resti di edifici distrutti dal-
la guerra: alcuni sono stati lasciati lì proprio per dare l’idea di cosa era stata la guerra.
L’incontro era molto ricco: si è parlato dell’armistizio dell’8 settembre, della deportazione degli
antifascisti e dei carabinieri nei lager, del coprifuoco, di quanto fosse inaspettato il bombarda-
mento degli Alleati sulla capitale, ma soprattutto abbiamo ascoltato le voci di alcuni testimoni
e due attori hanno interpretato dei brani: c’erano anche degli stralci di lettere scritte nel carce-
re di via Tasso, da prigionieri che hanno perso la vita nell’eccidio delle Fosse Ardeatine; mi han-
no colpito le parole di un ragazzo della mia età che ha assistito alle crudeltà della guerra e alla
strage causata dalle bombe. Simone Giorni III^ A
Tra le attività di tipo storico che vogliamo ricordare
c’è anche la commemorazione della Giornata del Ri-
cordo e, in particolare, il modo in cui si è svolta alla
Primaria.
Le classi IV A e B, insieme alla V A e B del plesso Gui-
do Alessi, hanno assistito alla proiezione di un corto-
metraggio in DVD: L’altra storia, di Aldo Rapè e Nico-
la Vero. Questo film di 15 minuti narra in maniera
simpatica la ricerca di un bambino che vuole cono-
scere il significato della parola “foibe” e si scontra
con l’ignoranza dei suoi paesani, per poi trovare sod-
disfazione nell’accorato racconto del nonno istriano.
Grazie alla delicatezza e alla professionalità della re-
gia, il film ha già partecipato a numerosi festival e
ricevuto diversi premi e riconoscimenti.
Titolo: L’altra storia
Produzione: PrimaQuinta Bari,
in collaborazione con MoMeMovie Roma
Anno: 2008
Durata: 15’
Regia: Aldo Rapè e Nicola Vero
Fotografia: Michele D’Attanasio
Colonna sonora: Alberto Iovene
Montaggio: Enzo Piglionica
Interpreti: Angelo Tullo, Mario Mancini,
Alberto Rubini, Umberto Sardella
Distribuito gratuitamente dall’Associazio-
ne Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
ROMA-ROVERETO
Sapevate che quest’anno si celebra il centenario della Prima guerra mondiale?
Noi della 3^ A e 3^ B siamo andati a visitare la città di Rovereto. Qui siamo sotto la Maria Dolens, ossia la Cam-
pana dei Caduti o della Pace, la più grande al mondo che suoni a distesa. Con i suoi cento rintocchi commemora
i caduti di tutte le guerre e invoca la pace. E’ stata ottenuta fondendo a Trento, nel 1924, i cannoni delle nazioni
che avevano partecipato alla Grande Guerra.
2 aprile 2014: dopo un lungo viaggio in pullman, ecco-
ci arrivati. Questa piazza, poco distante dall’Hotel Ro-
vereto, sarà il nostro punto di ritrovo per 3 giorni.
A dirla tutta,
siamo stanchi,
ma la guida
ci conduce
implacabile
a spasso
per la città…
Purtroppo, il nostro tentativo di entrare al Museo
della Guerra non riesce… In occasione del cente-
nario, ne stanno restaurando una parte e gli spazi
si sono “ristretti”.
Continuiamo la nostra passeggiata e arriviamo fino a
questa postazione, in Piazza del Podestà.
Quello che vedete sopra è un mortaio d’assedio
305/10, di fabbricazione austriaca, utilizzato sia nella
Prima che nella Seconda guerra mondiale.
In tutta Europa se ne possono vedere in tutto
soltanto 4.
Camminare stanca!
Guardate un po’ qui:
Federico, il nostro
“animatore”, non perde
occasione per sedersi
e noi altri non siamo
da meno…
Sotto, siamo alla Campana
della Pace: lungo il sentie-
ro sventolano 90 bandie-
re, tra cui quelle di Israele
e della Palestina, ma an-
che del popolo Rom.
3 aprile. Andiamo a visitare le trincee austriache e
italiane di Matassone. La guida, la signora Lara
Sisto, ci ha fatto capire con parecchi aneddoti
com’era dura la realtà della vita in trincea per
ragazzi spesso molto giovani e quanto fosse diffici-
le scegliere da che parte stare, se con l’Italia o con
gli Austriaci; ci ha raccontato la scelta di Damiano
Chiesa, Cesare Battisti e Fabio Filzi. E abbiamo
parlato di combattenti particolari: muli e piccioni!
Pomeriggio: “giochiamo” al Museo Civico di Zoologia, dove siamo andati per partecipare a due laboratori, uno sull’argil-
la e uno al Planetario. Stasera, dopo cena, abbiamo in programma il film “Storia di una ladra di libri”, che narra le vicen-
de di una bambina di 11 anni e di un suo amico sullo sfondo della Seconda guerra mondiale.
La Casa d’Arte Futurista di De-pero è il primo e unico museo futurista d'Italia, nato da una visione originale di Fortunato Depero negli anni Cinquan-ta. Nel 1957 Depero fissa in
ogni dettaglio la sua creazione: chi l'avreb-be diretta, cosa avrebbe contenuto, come sarebbe stata realizzata. Il 1° agosto 1959 la Casa è aperta al pubblico: purtroppo, un anno dopo Depero muore. Questa Casa non è un vero e proprio mu-seo, ma una visione della casa del futuro secondo l’artista, compresi i mobili e gli arazzi, che rappresentavano guerre o fe-
ste, con un’ambientazione che spes-so ricordava Rovereto. Vi si trovano anche molte sue locandine pubblici-tarie. Mi hanno colpito molto le ma-rionette, che attirano molto l’atten-zione per i loro colori accesi e le loro forme bizzarre. Nicola
3 aprile, sera. Qualcuno si è annoiato, altri si sono commossi e hanno pianto come fontane, prof comprese!
4 aprile, mattina. Oggi si riparte. Ma prima ci aspettano 2 musei.
Qui abbiamo visto due mostre temporanee: su El
Lissitzky, un astrattista che ha aderito agli ideali
della Rivoluzione Russa e ha cominciato a fare ope-
re più semplici e divulgative e che ha sperimentato
anche la fotografia e il cinema; su Mario Radice,
architetto e artista vissuto durante il periodo fasci-
sta e attivo fino agli anni Settanta. La guida era bra-
va, ma le mostre erano un po’ difficili!
Eccoci fare il nostro ingresso al MART.
Prima di entrare, ci hanno distribuito
degli adesivi da mettere in bella vi-
sta… Il museo è stato progettato
dall’architetto Mario Botta e dall’inge-
gnere Giulio Andreolli. La piazza d’in-
gresso è sovrastata da una cupola di
vetro e acciaio. E sapete a cosa si so-
no ispirati? Alla cupola del Pantheon!
Nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio, noi alunni della 2^ C —
insieme alla 3^ A — abbiamo partecipato a 3 incontri sull’Afri-
ca con alcuni mediatori culturali presso la Biblioteca Flaminia.
STORIE DAL MONDO. AFRICA
Steve Emejuru
ballerino, coreografo,
insegnante di danza
africana
dalla Nigeria
Il primo incontro si è svolto il 31 marzo e abbiamo cono-
sciuto Steve. Per alcuni di noi è stato il più divertente.
Steve ci ha raccontato storie e fatto ascoltare canzoni e
musiche della sua Terra. Trasmetteva allegria.
All’inizio sembrava quasi prenderci in giro perché ripeteva
“ciao, buongiorno” e così via. Attirando la nostra attenzio-
ne, ci ha spiegato come ci si saluta in Nigeria e che ci si
presenta non con il nome ma con il cognome della fami-
glia. Ci ha scherzosamente insegnato anche l’applauso
nigeriano che non segue le stesse regole del nostro: il
battito delle mani, a differenza di quello occidentale, ha un
suo ritmo e una durata precisa.
Le famiglie sono molto numerose, perché è permessa la
poligamia. Il padre di Steve ad esempio aveva 30 mogli!
Steve ci ha parlato della sua famiglia, in particolare di suo
figlio Federico, che lui ha chiamato scherzando
“Fedepovero”: quest’ultima cosa è quella che mi ha tocca-
to di più per il suo modo ironico di parlare della povertà.
Steve ci ha fatto capire la situazione dell’Africa senza
drammatizzarla. Ha parlato del razzismo dicendo che loro
sono sempre neri invece noi cambiamo colore quasi per
ogni situazione (arrossiamo, impallidiamo, ci abbronzia-
mo); ci ha detto che l’Africa adesso è povera ma un tempo
era ricca e ha donato a tutti la sua ricchezza, che è stata la
culla della vita e da lì si sono diffusi gli australopitechi; per
questo si può dire che siamo tutti africani.
Alla fine dell’incontro abbiamo ballato tutti insieme, anche
le prof!
Ribka Sibhatu autrice di Aulò. Canto-poesia dall’Eritrea dall’Eritrea
Il 14 aprile abbiamo incontrato Ribka, una scrittrice che ci ha
parlato dei suoi libri, del suo Paese e della sua famiglia.
Ribka ci ha raccontato la sua avventura per scappare dalla
dittatura nel suo Paese e arrivare qui, in Italia. Ci ha spiegato
cos’è la gefa, la pesca, ossia l’obbligo a lavorare gratis per la
ricostruzione dell’Eritrea imposto ai ragazzi dai 18 anni in poi.
Ribka non vede la sua famiglia da molto tempo e non può tor-
nare a trovarla. Durante la fuga aveva con sé 5 libri nascosti in
un paniere: tra questi c’era il Diario di Anna Frank che le ha
insegnato che non era sola, che tanti altri hanno vissuto nel
dolore, che anche Anna è stata a lungo nascosta come lei. Ci
ha parlato dei profughi che ogni giorno sbarcano a Lampedusa
e in particolare di quello che è successo il 3 ottobre 2013,
quando sono morte più di 300 persone. Il barcone ha preso
fuoco in pieno mare (forse qualcuno aveva dato fuoco a una
coperta per segnalare l’imbarcazione) e gli spostamenti della
gente impaurita lo hanno fatto rovesciare. Un semplice pesca-
tore ha fatto il possibile per salvarli. A bordo c’era una mamma
con 3 figli piccoli, uno le era caduto in mare.
Si aspettava che noi alunni sapessimo molte cose sul suo Paese
e sulle tragedie che lo hanno colpito: in effetti sono avveni-
menti molto importanti ma alla nostra età possiamo non es-
serne a conoscenza. Era un po’ brusca e molti di noi non han-
no avuto il coraggio di rispondere alle sue domande. Ci siamo
divertiti di meno ma l’incontro è stato comunque interessante
e abbiamo imparato molto. Alla fine ci ha recitato delle poesie
e mostrato un gioco con 5 sassolini, l’astragalo, che mi ha col-
pito ed è stato divertente.
L’idea di farci conoscere questi artisti è stata molto interessante e spero si possa ripe-
tere. Grazie a questi incontri ho scoperto nuove culture e nuove tradizioni. Se devo di-
re la verità, prima di questi incontri non pensavo che l’Africa fosse così interessante.
Fèlicité Mbezele attrice
dal Camerun
Il 5 maggio abbiamo incontrato Fèlicité: mi è paciuta molto, perché oltre
ad averci parlato dei suoi libri li ha anche recitati! E’ stata molto brava e
ha colpito tutti noi.
Fèlicité viene dal Camerun, il Paese di uno dei miei miti, Samuel Eto’o, e
forse anche per questo mi è immediatamente andata a genio.
Era simpatica e cordiale, aveva i capelli simili a Gervinho, un giocatore
della Roma.
Il suo Paese si affaccia sul mare: si chiama così perché gli esploratori por-
toghesi, nel Quattrocento, gli hanno dato il nome di Rio dos Camarões,
Fiume dei Gamberi, e dalla storpiatura è nata la parola Camerun.
Questo incontro è stato molto bello: Fèlicité lavora come attrice e coreo-
grafa, da vent’anni gira in tutte le scuole d’Italia. Ci ha recitato dei brani
dal libro “Un bambino nero”, un romanzo importante della letteratura
africana. Ci ha anche raccontato la sua vita. I suoi genitori ormai non ci
sono più, ma lei ha zie, cugini e fratelli su cui può sempre contare; ogni
tre anni va a trovarli. In tutto sono 8 figli. Le sue sorelle vivono in Francia,
mentre lei per studiare si è voluta trasferire in Italia. Pensava di sapere
tante cose sul nostro Paese, invece quando è arrivata si è resa conto che
non sapeva quasi niente.
Fèlicité ci ha fatto capire che in Africa pochissimi bambini hanno diritto
alla scuola ma imparano altre cose, come andare a caccia.
Testo collettivo basato sui ricordi, i commenti e le opinioni scritte da Alessandro, Anita,
Claudio, Federico, Flavio, Francesco, Giulia, Karl, Kelvin, Matilde (2^ C).
ABBIAMO LETTO:
Le mie fiabe africane di Nelson Mandela Donzelli 2004 Chi ha mai sentito russare una banana? di Paul Bakolo Ngoi Fabbri editore 2007 Un bambino nero di Laye Camara Edizioni Aiep 2000 Aulò. Canto-poesia dall’Eri-trea di Ribka Sibhatu 1993 Leoni, boa e galline faraone di Sofia Gallo Sinnos 2008
Alcuni alimenti sono sacri: la carne di serpente è molto pregiata e presso alcune et-
nie è proibito darla da mangiare alle donne, specialmente a quelle incinte, perché si
pensa che il bambino potrebbe nascere cattivo.
Da piccola è stata guarita con le lumache e ancora adesso non le può mangiare: tra-
sgredire significa rischiare di riammalarsi. Ci ha detto che anche se da tanti anni vive
in Italia non se la sente di infrangere le regole che le hanno insegnato da bambina.
Con noi è stata molto gentile e generosa e ha saputo catturare la nostra attenzione.
Policoro!
A cura di Alessia, Giulia V. e Stefania, 2^
A un anno di distanza, ricordi, commenti
e immagini del nostro campo-scuola
Ciao a tutti, in questo numero vi vogliamo parlare (con un po’ di
ritardo) del nostro campo-scuola a Policoro . Eravamo tre classi:
la 1A, la 1B e noi, la 1C. Siamo andati nel mese di maggio e ci
siamo rimasti per cinque giorni. E’ stato molto divertente e ab-
biamo imparato molti sport come ad esempio il tiro con l’arco!
Ora vi racconteremo la nostra esperienza.
6 maggio 2013 – Piazzale Ankara, Roma – ore 6.57 Il tempo è brutto, piove. Nonostante la situazione meteo e l’ alzataccia, io e i miei compa-gni siamo tutti contenti perché si sta per partire: destinazione Poli-coro. Prima tappa: Sassi di Matera, un sito molto interessante, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Arrivati a Policoro, dopo aver disfatto i bagagli siamo andati tutti a cena. A seguire un’animazione con discoteca (in realtà un gaze-bo) anche se nessuno ballava (eccetto Ilaria). C’erano anche dei ragazzi e delle ragazze di una scuola di Martina Franca che io ho trovato molto simpatici anche se alle mie amiche non piacevano affatto! Per fortuna a Policoro il tempo è sempre bello, così dal mattino seguente abbiamo cominciato le attività: vela, canoa, tiro con l’ar-co, beach volley e beach soccer. Dopo lo sport pranzo, momento relax, altro sport poi doccia e ce-na. L’ultimo giorno è stato indimenticabile: abbiamo fatto insieme il bagno in mare. Quando siamo ripartiti io e Milica non abbiamo potuto trattenere qualche lacrima.
Giulia G.
Pagina 2 La Gazzetta dell’Alessi
Io e i miei
compagni
siamo tutti
contenti
perché si sta
per partire.
Destinazione:
Policoro
L’esperienza a Policoro è stata bellissima, non dimenticherò mai quel campo-scuola. Abbiamo praticato tan-tissime attività e ho im-parato anche molte cose nuove. Mi è piaciuto soprattutto andare in barca a vela; è stato il mio sport preferi-to, ma anche canoa e tiro con l’arco mi sono pia-ciuti molto. La maggior parte del tempo l’abbia-mo passato in spiaggia a giocare a Beach Volley o a prendere il sole. Quan-do tornavamo nei bunga-low passavamo tutto il tempo libero a ridere e scherzare e non ci an-noiavamo mai. La sera,
dopo cena, mettevamo la musica e la maggior par-te dei miei compagni ballava, mentre io anda-vo sempre al bar a pren-dere i cornetti e le cre-pes, che erano buonissi-me. Il cibo era molto buono; mangiavamo tutti insie-me in un’enorme sala. Di solito il pomeriggio andavamo sempre in spiaggia. Invece, quando prima della partenza ci siamo goduti l’ultima mattinata in spiaggia e dopo pranzo ha piovuto ci siamo messi al coperto e ci hanno insegnato a fare i nodi, ma anche se non siamo andati in spiaggia ci siamo diverti-
ti ugualmente. Dopo pranzo è arrivato il pullman; eravamo tutti tristi di lasciare Policoro. Sarebbe bellissimo tor-narci, è stata una delle esperienze più belle della mia vita.
Giulia V.
Una bellissima esperienza
Pagina 3 Giugno 2014
Abbiamo
praticato
tantissime
attività e
ho imparato
anche molte
cose nuove.
I giorni a Policoro sono stati tra i più belli della mia vita. Durante il viaggio, abbiamo ascoltato musica a tutto volume. Il paesaggio era indimenti-cabile: prati verdi, campi di girasoli, grano e papaveri! Anche la sosta a Matera è stata piacevole: faceva cal-do, ma c’erano molti posti all’ombra. Durante il tour con la guida, ci siamo fer-mati a varie bancarelle, con souvenir di ogni genere; io ho comprato una calamita, un flauto fischiante e una campanellina. Matera vec-chia è incantevole, tutta scavata nel tufo, ma mette malinconia perché è quasi abbandonata. Quando ho visto le case in cui viveva la gente, la malinconia si è trasformata in ansia: erano così poveri da avere la stal-la, e tutti gli animali in ca-sa. Chissà quante malattie potevano venire. In una delle case, c’era una lunga scalinata che portava alla cantina; gli scalini facevano impressione: erano ripidis-
simi e concavi, perché, in chissà quanti anni, le botti, fatte rotolare giù, avevano consumato il tufo. Siamo arrivati a Policoro alle 17:00 circa e ci hanno assegnato i bungalow. Io sono stata con Milica, Ma-tilde, Sara, Stefania, Giulia G. e Giulia V. Il primo giorno ci hanno diviso in gruppi con i nomi dei venti : io facevo parte dello SCIROCCO. Ogni giorno, dopo colazio-ne, ci radunavano sotto il gazebo per illustrarci le attività mattutine: canoa, vela, tiro con l’arco, o gio-chi in spiaggia. A me piace-vano tutte! Dopo due ore in spiaggia, correvamo nei bungalow, per darci una sistemata prima di pranzo. A mensa servivano cibi buoni; mi ha sorpreso che ci abbiano servito pesce solo una volta, nonostante fossi-mo in una località di mare. Dopo pranzo avevamo due ore di relax : le mie compa-
gne ed io tornavamo nel nostro bungalow per chiac-chierare, giocare con i cel-lulari e ascoltare la musica. Finito il relax tornavamo sotto il gazebo e ci elenca-vano le attività pomeridia-ne. Al tramonto, tornavamo nei bungalow e aspettavamo che ci chiamassero per la doccia; fortunatamente le mie compagne ed io erava-mo tra le ultime ad essere chiamate e potevamo fare la doccia con più calma. Poi ci cambiavamo per la sera e, a volte, ci truccava-mo! La cena si svolgeva come il pranzo. La sera, sotto il gazebo, ballavamo le canzoni più moderne, facevamo anche balli di gruppo: essendo l’unica a conoscerli, perché li ballo d’estate a Praia a Mare, gli altri mi imitavano.
Ilaria
Pagina 4
Matera
vecchia è
incantevole,
tutta
scavata nel
tufo, ma
mette
malinconia.
Finalmente siamo
arrivati a Matera, in
Basilicata. Dopo
aver conosciuto la
guida, ci siamo av-
viati verso la parte
antica della città,
scavata nelle rocce.
La guida ci ha spie-
gato che, oltre ad
essere stata usata per
girare i vari film sul-
la vita di Gesù, Ma-
tera nel 1993 è stata
nominata dall’Une-
sco patrimonio
dell’umanità. La
guida ci ha fatto visi-
tare parte della città
antica e ci ha detto
che Matera risale ad-
dirittura al paleoliti-
co. Durante la Se-
conda Guerra Mon-
diale, venne bom-
bardata dai nazisti.
Intorno al 1950 fu
stabilita una nuova
legge secondo la
quale la città doveva
essere abbandonata
dai suoi abitanti. Nel
1980 circa, un’altra
legge stabilì che i
Sassi di Matera era-
no diventati di nuovo
abitabili e lo Stato si
sarebbe occupato di
tutti i problemi cau-
sati dall’abbandono e
dei restauri, come
anche dei lavori.
Finita la visita, ci
siamo rimessi in
viaggio.
Stefania
Pagina 5 Giugno 2014
Nel 1993
Matera è
stata
dichiarata
dall’Unesco
patrimonio
dell’umanità
I Sassi di Matera
La mia esperienza a Policoro è stata molto divertente. Ho provato nuovi sport,
che prima avevo solo visto praticare in televisione, come il tiro con l’arco, che è
uno sport molto tecnico, e che per me si è dimostrato difficile. Lo sport che mi è
piaciuto di più di tutti è vela, perché è molto tranquillo e silenzioso (tranne che
nelle regate). I bungalow erano molto piccoli ma a al loro interno si trovavano 8
letti. Erano illuminati da una luce sola che si trovava attaccata al letto. Erano in
legno dipinto di blu. La sera c’era una discoteca che durava dalle 21.15 alle
23.00. Verso le 22.00 annunciavano le crepes, che vendevano ogni sera. Di mat-
tina ci si alzava alle 8.30 e si faceva una colazione sostanziosa. Finita la colazio-
ne si vedeva il bollettino meteo e poi tutti in spiaggia per 2 ore di sport tra cui
canoa, vela, tiro con l’ arco, sport in spiaggia (calcio e pallavolo). Dopo queste 2
ore si ritornava dentro i bungalow dove ci si preparava per andare a pranzo
(senza offesa ma a me la cucina non è piaciuta). Dopo pranzo 1 ora di relax, du-
rante la quale, di solito, io andavo a fare delle piccole partite di ping pong. Dopo
il relax ci aspettavano altre 2 ore in spiaggia dove si svolgevano le attività che
non avevamo svolto di mattina. Rientrati nei bungalow ci chiamavano per farci
la doccia e per prepararci per andare a cena. Una sera abbiamo fatto un falò, che
non era un gran che, però chi si accontenta gode!
Alessandro
Chi si accontenta gode!
Pagina 6 Titolo notiziario
Ho provato
nuovi sport,che
prima avevo
solo visto fare
in televisione,
come il tiro
con l’arco, che
è uno sport
molto tecnico,
e che per me si
è dimostrato
difficile.
Nel programma c’era-
no canoa e giochi in
spiaggia. Io non vede-
vo l’ora di provare ca-
noa! Ci siamo messi i
giubbotti e siamo an-
dati sulla sponda dove
erano disposte all’in-
circa dieci canoe. L’in-
segnante ci ha spiega-
to come remare, come
fermarci, come entrare
in canoa e come usci-
re. Molti non sono vo-
luti entrare io, invece,
ero eccitatissima! Sono
entrata in canoa e, poi,
nell’acqua. Ho iniziato
a remare e remare. Mi
scontravo sempre con
Milica! Dopo una
mezz’oretta avevo le
braccia molto stanche,
quindi ho rallentato un
po’. In seguito, mi so-
no ripresa e ho inizia-
to a remare con più
forza e ad andare più
veloce. Ad uno ad uno,
l’insegnante ha fatto
uscire tutti. In spiaggia
abbiamo giocato quasi
tutto il tempo a schiac-
cia cinque e ho vinto
una o due volte. Ab-
biamo pranzato e poi,
durante il relax, siamo
stati un po’ all’aperto
a giocare con il calcio
balilla.
Stefania
Tutti in spiaggia!
Pagina 7 Giugno 2014
Sono entrata
in canoa e,
poi,
nell’acqua.
Ho iniziato
a remare e
remare.
L’ultimo
giorno i prof
ci hanno
preparato
una sorpresa:
un filmato con
le foto e i video
del nostro
soggiorno.
Li ringraziamo
molto perché
guardandoli
abbiamo potuto
rivivere i bei
momenti pas-
sati insieme.
E’ stato molto
bello condivi-
dere quest’e-
sperienza con i
nostri amici!
Otre che ascoltare la musica, a me piace anche ballare, cantare e suonare. Mia mam-ma ha imparato fin da piccola a suonare il pianoforte, e ora ha insegnato qualcosa anche a me. Inoltre a scuola ho imparato a suonare il flauto e ora mi piacerebbe anche provare la chitarra. La musica, di solito, mi rende molto alle-gra e mi fa sentire be-ne, anche quando so-no triste.
Stefania
A me, fin da piccola, la musica e sempre pia-ciuta molto. Tra i miei generi preferiti ci sono il pop e il rap. Solita-mente ascolto canzoni in inglese o spagnolo, per cui ho un po’ di dif-ficolta con i testi, ma il rap, per esempio, lo preferisco in italiano. Non mi dispiace ascolta-re, poi, la musica classi-ca. La ascolto da quando ero piccola perche a mia mamma piace tanto e la mette sempre, così ci sono abituata. Pero preferisco i generi piu
moderni perche mi emozionano di piu e mi trasmettono ener-gia. Mi piace molto la musica ritmica, oppu-re quella su cui si puo ballare o, ancora, le melodie a piu voci. Il mio cantante preferito e Tiziano Ferro men-tre la cantante preferi-ta e Katy Perry. Tra le mie canzoni preferite ci sono, oltre quelle di Tiziano Ferro e Katy Perry, ‘’Las Ketchup asere je ‘’ e ‘’On The Floor‘’ .
La musica che mi piace
MusicaMusicaMusicaMusicaMusicaMusicaMusicaMusica
A cura di Giulia
Gubitosi e Cristina
Borgo
In classe ci siamo divertiti a scrivere testi sulla musi-ca che ci piace, per cono-scerci ancora meglio
A me piace ascoltare diversi generi musicali e diversi cantanti, italiani e stranieri: “Caruso” di Lucio Dalla, “Con il nastro rosa” di Lucio Battisti, “Come un pittore” dei Moda , “Nella mia citta ” di Mango,” Cuore di aliante” di Claudio Baglioni, “Non e l’inferno” di Emma, “ Tu mi porti su” di Giorgia, “ You’re not alone” di Michael Jackson, “Un angelo disteso al sole” di Eros Ramazzotti, e tanti altri.
Recentemente ascolto soprattutto gli One Direc-tion, le cui canzoni sono particolarmente dolci. L’espressione di una canzone che mi ha colpito
e “ Mi fa vibrare forte l’anima” tratta da “ Vivo per lei”, cantata da Bocelli e Giorgia, e riferita alla musica. Secondo me, questa brevissima espressione descrive tutta la magia della mu-sica. Le note, disposte in infiniti modi sul pen-tagramma, suscitano tante emozioni: esalta-zione, commozione, entusiasmo, malinconia, speranza, rilassamento; inoltre la stessa me-lodia emoziona in modi diversi a seconda del-lo stato d’animo con cui la ascoltiamo.
Ilaria
La musica per me
Pagina 2 MusicaMusicaMusica
Solo una parola: musica
Harry Styles e nato il 1 febbraio
1994. E’ di un villaggio che si chia-
ma Holmes Chapel vicino all’In-
ghilterra. Harry invento il nome
One Direction. Niall Horan e nato il
24 dicembre 1993. E’ di Mulingar
nella contea di Westmeath, Irlan-
da. Liam Payne e nato il 29 agosto
1993. E’ di Wolverhampton, vicino
all’Inghilterra. Zayn Malik e nato il
12 gennaio 1993. E’ di Balidona,
vicino all’Inghilterra. Lui e il mio
cantante preferito in questo grup-
po. E’ rimasto solo Louis! Louis
La musica che mi piace ascoltare
e del gruppo One Direction.
Loro sono un gruppo musicale
britannico-irlandese composto
da Niall Horan, Liam Payne,
Zayn Malik, Harry Styles e Louis
Tomilson. Il primo singolo del
gruppo, “What Makes You Beau-
tiful”, e stato pubblicato nel set-
tembre 2011. E’ la mia canzone
preferita e ha vinto il premio
per il miglior singolo britannico
al “Brit Awards” 2012, il 21 feb-
braio 2012.
Tomilson e nato il 24 dicembre
1991. E’ della zona di Doncaster,
South Yorkshire in Inghilterra. E’
il piu vecchio del gruppo e anche
il piu bello. Le loro canzoni piu
famose sono: “What Makes You
Beautiful”, “Live While We’re
Young”, “One Thing”, “Little
Things”… La frase che mi ha col-
pito e “…That I need you here
with me now, cause you’ve got
that ONE THING…”
Milic a
A me piace tanto la musica. I generi che sento sono il pop, il rock e il tecno; preferisco so-prattutto il rock e il tecno, per-che suscitano in me emozioni forti. La mia canzone preferita si chiama “Whistle”: mi piace molto il ritmo. La musica e mol-to importante per me perche mi aiuta a lavorare e a concen-trarmi.
Karl
Io amo la musica
La musica è il mio ossigeno
Pagina 3
La musica che mi piace ascoltare e quella rap, reg-gae, pop, jazz ecc. Insomma mi piacciono le musiche rit-mate. Per esempio amo ascoltare la musica di Capa-rezza, soprattutto la canzo-ne Vieni a ballare in Puglia. Le parole che mi hanno col-pito di piu sono quando can-ta: “Ehi turista so che tu re-sti in questo posto italico,
attento! Tu passi il valico ma questa terra ti manda al ma-nicooo… mio, mar Adriatico e Ionio puoi respirare lo io-dio, ma qui nel golfo c’e puz-za di zolfo che sta arrivando il demonio. Abbronzatura da paura con le diossine dell’Il-va qua ti vengono pois qua piu rossi di Milva, che poi somigli alla Pimpa. Nella zo-na spacciano la moria piu
buona: c’e chi ha fumato i veleni dell’ENI, chi ha lavorato ed e an-dato in coma”. Secondo me que-ste parole descrivono bene l’ Ita-lia di oggi.
Pero a me piacciono anche i Beatles, i Police, i Queen e altri gruppi.
Flavio
Da grande faro
lo Scopritore di tesori
con dobloni di cioccolata
e diamanti zuccherini
L'Archeologo di civilta
che provengono dal futuro
Il primo Astronauta italia-no
che conoscera un marziano
L'Insegnante di una scuola
che non insegna ma fa gio-care
Lo Chef piu famoso del mondo
che cucina le stelle del cielo
Un Sarto Famoso
che veste di gioia i bam-bini del mondo
Il Calciatore di un pallo-ne
fatto solo di caramelle
Il Campione Olimpico di Ginnastica Artistica,
che vince solo medaglie al sapor di frutta
L'Eroe di una guerra
dove non si uccide nes-
suno
L'Architetto di nuvole
per le persone povere.
Il Papa di due figli
Che lo rendono orgoglio-so
Flavio
Se io fossi un falegname
porterei il legname
con il bestiame.
Se io fossi un calciatore
mi allenerei
tutte le ore.
Se io fossi un wrestler…
Giacomo
Se io fossi un giardiniere
Sarei il re indiscusso dei
fiori e delle fioriere.
Se io fossi un pescatore
passerei le giornate su
una barca a motore.
Se io fossi un fotografo
farei ai miei fans
un autografo.
Da grande farò
Se io fossi
Da grande farò
il chirurgo,
l'operaio,
il poliziotto,
il fornaio
e il mangiatutto…
Oggi voglio fare l'ar-chitetto
per progettare una vita
e metterla in atto.
Ma l'unica cosa che desidero veramente
E essere felice,
insieme alla gente.
Alessandro
Quand'ero piccolo,
ho avuto tante idee per il mio lavoro:
il pilota d'aerei,
perche volevo volare.
Il dentista,
l'archeologo,
lo scrittore,
il dottore,
Pagina 4 MusicaMusicaMusica
Se io fossi
un
calciatore ...
Come scrivere una poesia ispirandosi a un modello: in questo caso
ci siamo ispirati a due testi di Roberto Piumini
Tutti i brani sono
stati scritti nel
corso dell’anno
scolastico
2012-2013
Volevo far la ballerina,
sulle nuvole piroettare
sui bianchi petali danzare.
Volevo far la musicista,
sempre con la mia corista
nel mondo sperduto, sole, suonando,
i nostri cuori, piano, ammaliando.
Voglio fare il dottore,
il dottore di sogni sognanti,
il dottore di sogni cantanti.
Voglio fare il dottore,
il dottore di dolori leggeri,
il dottore di mali passeggeri.
Voglio fare il chirurgo,
il chirurgo della Terra,
eliminar l'effetto serra,
eliminare ogni dolore
col mio bisturi fatto d'amore.
Ilaria
e vidi che in segreteria un messaggio c'era,
era lui che si scusava
ma a me piu non importava
perche lui si era ricordato
e io gliene ero grato.
Francesco
Un giorno io ed un mio amico
dovevamo andare ad un bowling strafico.
Ma ad un certo punto
buca lui mi da .
Infuriato io ero,
a da solo mi tocco andare.
20 euro io pagai
ma non sapevo che fare ormai
il pomeriggio a casa tornai
Da grande farò
Da grande farò
Pattinero nel cielo e nuo-tero
nel prato fiorito.
Vendero fiori che scop-piano e si trasformano in coriandoli,
gelatine che non finisco-no mai, motorini che ar-rivano fino alle stelle,
e altre cose belle.
Insegnero musica a uc-celli cinguettanti
Non avro piu idee vagan-ti
Costruiro una fabbrica di cioccolato,
un mondo di dolci, un pensiero fatato.
Scopriro altri pianeti, galassie e cose varie,
vedro cose rare.
Mi trasferiro sulla Luna
E, se qualcun altro voles-se seguirmi, gli auguro buona fortuna!
Stefania
Da grande faro
La scrittrice di libri vo-lanti.
Dipingero il cielo e tutto il mondo,
faro ogni cosa di un di-verso colore:
il sole sara blu, il cielo giallo,
il prato rosso e il fiume rosa.
Faro abiti per gli orsi polari,
per i criceti e per i cani.
Il sole sara
blu, il cielo
giallo...
Pagina 5
Racconta in versi una tua emozione positiva o negativa
A me piace tutta la musica.
A volte mi fa piacere ascol-
tare anche quella classica
(Vivaldi, Beethoven, Mo-
zart ecc..) che mio padre
mette in auto quando viag-
giamo con lui.
Ho imparato molte canzoni
della sua “epoca” come
quelle di Battisti, Lucio
Dalla o De Gregori. L’unico
cantautore che non posso
sopportare e Claudio Ba-
glioni (bleah!) che piace
tanto a mia madre.
Spesso, a casa, mamma
mette musica jazz: la jazzi-
sta che preferisco e Diana
Krall.
Comunque, quando posso
scegliere, metto su i cd di
Emma Marrone, Noemi ,
Alessandra Amoroso, Elisa,
Jovanotti, Laura Pausini e
Tiziano Ferro.
Una frase che mi piace tan-
to e proprio quella di Tizia-
no Ferro: “Dice che esisto-
no solo persone buone
quelle cattive sono sola-
mente sole…” Forse e così .
Di Laura Pausini: “un gra-
zie che arriva dritto, a quel
braccio che non smette mai
di dare affetto”.
Di Elisa: “mentre guardo il
mare, mentre lascio nau-
fragare un ridicolo pensie-
ro”. Di Jovanotti: “a te che
hai preso la mia vita e ne
hai fatto molto di piu ”.
Una canzone alla quale so-
no “storicamente” affezio-
nata e “Nel blu dipinto di
blu” che mia madre mi can-
tava quando ero piccola. Io
ho cominciato a cantare
proprio con “Volare”, con
lei quando ero piccolissima,
la cantavo a squarciagola
sull’altalena e quando a
casa mio padre la suonava
alla tastiera.
Giulia
La musica che amo
Pagina 6 MusicaMusicaMusica
Io ho
cominciato a
cantare
proprio con
Volare...
Io ascolto molto spesso la musica pop
come quella di Battisti, Zucchero o
quella mia preferita, Arisa. La musica
pop qualche volta e molto calma e tran-
quilla, altre piu scatenata… Una canzo-
ne che mi ha colpito molto e “La notte”,
che parla soprattutto di amore e solitu-
dine. Vi vorrei citare alcune frasi: “E
quando arriva la notte e resto sola con
me, la testa parte e va in giro in cerca
dei suoi perche … Ne vincitori ne vinti,
si esce sconfitti a meta la vita puo allon-
tanarci ma l’amore continuera …”.
Per me queste frasi vo-
gliono dire che “questa
persona”, invece di dor-
mire, si siede e sogna di
essere lasciata dal suo
amore, quindi si dispera
e inizia a pensare al mo-
tivo dell’accaduto.
Matilde
Il genere che ascolto
Vivo solo per la musica
Io ascolto tutti i tipi di musica: jazz, rock, pop, blues, e qualche volta anche yenkie. Per me la musica non e soltanto melodia combinata a parole ma e ritmo, pas-sione, sentimento e cuo-re. I miei cantanti prefe-riti sono Robby Wil-liams e Rihanna ma la mia canzone preferita e di un altro gruppo, i Lin-kin Park, e si intitola Burn is down.
Francesco
P.S: ho un fratello che
suona la chitarra elettri-
ca, giudicate voi!!!
Pagina 7
La musica pop
qualche volta è
molto calma e
tranquilla...
I risultati di un recente sondaggio svolto nella nostra classe ci hanno fatto scoprire che la musica più ascoltata è quella pop, sia americana, come nel caso di MICHAEL JACKSON, sia italiana: sono molto apprez-zati MAX PEZZALI e JOVANOTTI.
Anche il rap è ascoltato: più quello italiano (FABRI FIBRA) che quello straniero (50CENTS). A pari merito con il rap c’è il rock italiano con VASCO ROSSI e LIGABUE, mentre all’ultimo posto c’è la musica clas-sica, che è anche la più detestata.
Viene ovviamente ascoltata la musica che va di moda, come lo GANG-NAM STYLE; rarissimi il jazz e il reggae ma persino la HOUSE, men-tre può capitare qualche classico come De André.
Davide Di Stefano & Valerio Guida
Data
C a r i r a g a z z i s i a m o a n c o r a n o i … … … … … … … . . F e d e e L o l l o !
O g g i v o r r e m m o p r o p o r v i u n a r t i c o l o u n p o ’ d i v e r s o d a l s o l i t o : l o v o g l i a m o
s c r i v e r e i n m o d o M U S I C A L E ! L a c a n z o n e è R A P , s p e r i a m o c h e v i p i a c c i a :
R A P S T U D E N T E S C O
1 - 2 - 3 F a n t e c a v a l l o e r e
4 - 5 - 6 T u t t i i n u m e r i s o n m i e i
7 - 8 - 9 S p e r i a m o c h e n o n p i o v e
A - B - C A s c o l t a t e i l n o s t r o C D
B U M B U M C I A B U M B U M C I A
A L Z A L A T E S T A E G U A R D A L A ’
C H E L A P R O F T E S T A ’ A F I S S A ’
L E I T I H A G I A ’ I N Q U A D R A T O
E ’ L A Q U A R T A V O L T A C H E T A ’ R I C H I A M A T O
T O G L I I L C E L L C H E T A ’ S G A M A T O … … . .
R I T .
Q U E S T O E ’ I L R A P S C O L A S T I C O
T E L O R A P P O I N M O D O F A N T A S T I C O
Q U A N D O C E R C O D I S T U D I A R E
G L I A M I C I M I C H I A M A N O P E R G I O C A R E
M I D I S P I A C E D E V O A N D A R E
N O N H O T E M P O D I C O N T I N U A R E
A Q U A N T O P A R E
D E V O S C A P P A R E .
H A I A V U T O U N A G I O R N A T A B U O N A
M A O R A L A C A M P A N E L L A S U O N A
E ’ T E M P O D I A N D A R E
D E V O T O R N A R E
E A C A S A A S P E T T O
U N B U O N P R A N Z E T T O
R I T .
Q U E S T O E ’ I L R A P S C O L A S T I C O
T E L O R A P P O I N M O D O F A N T A S T I C O
Q U A N D O C E R C O D I S T U D I A R E
G L I A M I C I M I C H I A M A N O P E R G I O C A R E
M I D I S P I A C E D E V O A N D A R E
N O N H O T E M P O D I C O N T I N U A R E
A Q U A N T O P A R E
D E V O S C A P P A R E .
! ! C H I U D O ! !
C A R I R A G A Z Z I P E R N O I I L N O S T R O R A P E ’ B E L L O
S O P R A T T U T T O I L R I T O R N E L L O = D
C I A O R A G A Z Z I D A F e d e & L o l l o B E L L A A A A A A A A A A
La musica a me piace normalmente se ha un bel ritmo e se ha delle parole che
esprimono i sentimenti in modo chiaro. Mi piace molto Jovanotti, in particolare ‘ La
bella vita ’ e ‘ Serenata rap ’ . Il mio gruppo preferito sono i Beatles e le canzoni
che mi piacciono di più sono ‘ Hei Bulldog ’ , ‘ All togheter now ’ e ‘ Penny la-
ne ’ . A coro canto brani di musica classica e quindi a volte mi capita di ascoltarli
anche se non ne vado matta. Le canzoni orientali ( specialmente Indiane ) spesso
mi divertono e visto che mio padre a volte le ascolta io mi metto ad ascoltare insie-
me a lui. Spesso ascolto brani di vecchi cantanti come: Ettore Petrolini, Rita Pavo-
ne, Mina, Giorgio Gaber e De Andrè. Stella
La musica può essere un passatempo o un motivo per imparare. Io la musica la
ascolto e non la faccio, prima suonavo chitarra ma ora non la faccio più e devo dire
che la musica mi piace molto più di prima . Per me è un passatempo, un diverti-
mento, mi fa rilassare e mi distoglie dai problemi . La musica può essere fatta per
passione o per soldi: ma non è la stessa cosa , quando la fai per passione riesce
molto meglio. Io ascolto Rap, Rock, Alternative e Pop. Un gruppo che mi piace
molto sono i Negrita, un gruppo Alternative Rock italiano. Ascolto molto anche i
Maroon 5, un gruppo Pop/Rock inglese. Mi piace molto anche Caparezza, un can-
tante Rap/Pop molto conosciuto per la sua capigliatura. Elena
MAROON 5
Ascolto molto spesso la musica, soprattutto quando sono nervosa o agitata perché riesce a calmarmi e a rilassarmi. Amo molto la musica pop, italiana e straniera, come ad esempio Jovanotti e Michael Jackson. Mi piace ascol-tare anche gruppi conosciuti come i Red Hot Chili Pepper o gli Oasis, e adoro una canzone dei Fun intitolata “Some Nights”. A volte ascolto anche artisti non recenti: ad esempio i Beatles e De Andrè.
Di artisti italiani mi piacciono: Ligabue, Vasco Rossi,Tiziano Ferro e Gior-gia. Mi piace il genere rap, ma soprattutto quello italiano e quindi: J-Ax, Emis Killa e Fedez. Alcune loro canzoni sono: Gente che spera, Spirale Ovale, Deca Dance, Mio padre è il king,Tutto il contrario e Parole di ghiaccio. Detesto invece la musica classica,il jazz e il blues perché tendo ad annoiarmi, mentre quando ascolto la musica mi piace divertirmi: così mi piace ascoltare la musica allegra. Secondo me sono molto intelligenti e giu-ste le canzoni scritte da più autori per aiutare uno stato, una regione o una città in difficoltà, offrendo in beneficenza i soldi ricavati dagli ascolti del brano. Degli esempi sono: Usa for Africa e Domani.
Adoro ascoltare la musica e anche suonarla ma non ne sono capace.
Chiara
Io amo ascoltare la musica soprattutto rock and roll, blues, leggera e rap. Il mio cantante preferito è Lucio Dalla anche se ora sento princi-palmente gruppi: Kraftwerk, Pink Floyd e Police. Negli ultimi tempi ho ascoltato anche le colonne sonore di film o qualunque musica che gira alla radio. Non mi piace molto il pop e soprattutto Max Pezzali, Justin Bieber e gli One Direction. Non sento spesso la musica, solo quando mi annoio o dopo cena, prima di dormire.
Giulio Rodinò, II°a
Io, di solito, ascolto la musica classica quando vado a sentire mio padre che suona (mi piacciono molto ‘’le quattro stagioni’’, in particolare la prima-vera) ma la mia musica preferita è quella “leggera”. Le mie canzoni prefe-rite sono rap, e tra queste ci sono L’erba cattiva e Ti vorrei dire. Invece i miei cantanti preferiti sono: Fedez, Emis Killa, J-ax e Nsp.
Ascolto comunque vari gruppi musicali tra cui molte hit del momento: Gan-gam style, Burn it, Ready to belive e Abituarsi alla fine. Il mio gruppo preferito sono i Linkin Park. Ma ogni mese cambio preferenze, quindi è difficile affermare quale sia la mia preferita in assoluto.
Luca
Quest’anno, durante il primo quadrimestre, abbiamo studiato in antologia dei racconti e delle poesie dedicate all’amore e la prof, alla fine dello stu-dio, ci ha chiesto di trascrivere una canzone d’amore e di commentarla. Vi
proponiamo qualche esempio:
Resto fermo tra le onde
Mentre penso a te,
fuoco rosso luce e rondine
tra le foglie soffia
un vento molto debole,
nel frattempo un fiore
sta per nascere ...
Eccoci qua,
a guardare le nuvole
su un tappeto di fragole….
Come si fa,
a spiegarti se mi agito
e mi rendo ridicolo.
Questa canzone dà un’emozione di gioia e di felicità. Mi fa pensare al fat-to di stare all’aria aperta, di poter giocare a pallone con i miei amici sull’erba, o a quando in vacanza con i miei genitori rimaniamo fino a tardi sulla spiaggia oppure a quando la sera ceniamo sopra il terrazzo, dove l’u-nica fonte di luce è la brace dove cuociamo la carne.
Davide
La mia canzone sull’amore preferita è “E fuori è buio” di Tiziano Ferro.
L’ho scelta perché quando ero più piccolo, mio padre me la metteva molto spesso durante i nostri viaggi in macchina.
Lorenzo
Un grande vuoto che mi avrebbe spinto oltre, fino al confine estremo delle mie speranze, ti avrei cercato come un cavaliere pazzo, avrei lottato contro il mare e le sue istanze. I labirinti avrei percorso senza un filo, nutrendomi di ciò che il suolo avrebbe offerto e a ogni confine nuovo io avrei chiesto asilo, avrei rischiato la mia vita in mare aperto. Considerando che l’amore non ha prezzo sono disposto a tutto per averne un po’, considerando che l’amore non ha prezzo lo pagherò offrendo tutto l’amore, tutto l’amore che ho.
Questa canzone di Jovanotti mi è piaciuta dalla prima volta che l’ho sen-tita visto che esprime un amore profondo che induce addirittura alla paz-zia. Sia la melodia che le parole sono molto belle e commoventi. È un’e-mozione molto forte che viene trasmessa anche a chi la sa ascoltare.
C’era una volta una principessa: il suo nome era Pandora, ormai detta “la zitella”; allora suo padre, il re Prince, mise in tutto il regno cartelloni con scritto: ”principessa single cerca marito.”
Poco dopo arrivarono tre principi da sceglie-re: il primo fu il tede-sco, che recitò con il suo animo “fiscale”: “Nel mio cuorre ci sssei sssolo ttu, o mmia princippessa“
e lei rispose:
“cattivo uso delle dop-pie, noioso e troppo poetico. In poche paro-le… scartato!”
Allora a farsi avanti fu il secondo, il francese, che fece: “Oh mia amata nel mio cuorre c’è un pic-nic solo perrr te”.
La ribelle fanciulla ne rima-se colpita ma la sua dama da compagnia disse: “pic-nic aboliti” e anche il nu-mero due fu scartato.
A quel punto arrivò il terzo ragazzo, ovvero lo spagno-lo, che parlò convinto: “andalè seniorita vamos a la playa con migo!”
E la ribella fece: “La Playa me gusta ma il principe è troppo esaltato!”.
E anche l’ultimo se ne andò.
La principessa era triste quando dalla finestra vide un simpatico carciofo che parlava il cosid-
detto ”Romanesco correggiuto”. Il mercante urlava: “Ciò tutto io, Ciò tutto io! Me chiamano Ro-
dorfo er mejo”.
A corte tutti adoravano Rodorfo meno Pandora, che lo amava (come si dice a Roma) un casino e
anche a lui piaceva lei. Allora i due scapparono insieme ma furono fermati dalla cavalleria che
voleva riportare Pandora a casa. Il suo uomo disse: “Te sarvo io!”, ma la fanciulla ribatté: “Eh
no, caro mio, mi salvo da sola questa volta!” e dopo qualche uh-ah seguiti da precisi colpi di ka-
rate l’esercito era steso.
Qualcuno si chiederà dove ha imparato Pandora il karate?
E io vi rispondo: cosa pensate abbia fatto una come lei chiusa in un castello, magari tessuti o
cose simili? Ma vè pare!!!
Testo: Claudio De Roma,
Disegni di Tecnologia: Giulia Di Stefano
e Giacomo Passino
a.s. 2012-2013
Decorazione urbana fotografata a Rovereto, aprile 2014. Artista (a noi) ignoto.