Giornalino giugno 2014

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Storia. Ricordo. Memoria. La Gazzetta dellAlessi LA PERCEZIONE DELLA STORIA. NON SEMPRE ELA VOSTRA MATERIA PREFERITA, VERO? Per imparare la storia, questanno abbiamo studiato in tan modi diversi: ad esempio, abbiamo intervistato alcuni genitori su come usavano strumen che ora per noi sono di uso quodiano. Ma non lo erano per loro... Giugno 2014 Cara mamma, quando avevi 13 anni come me, come comunicavi con gli amici? Con il telefono fisso oppure ci meevamo daccordo fuori da scuola o in corle. I tuoi genitori erano permessivi circa luso del telefono? Si, perché sono stata sempre una persona responsabile. Come comportavi in caso di imprevis? Aspeavo lamico o gli amici, per circa 30 minu in più rispeo all orario dellappuntamento. Quando hai cominciato a usare il cellulare? Nel 1996, a 28 anni. Cosa pensavi allinizio delluso del cellulare? Che è molto comodo. Quali altri mezzi, oltre al telefono, usavi per comunicare? Molte leere o cartoline. Quanto tempo impiegava una leera ad arrivare? Circa una semana. Quando hai cominciato a usare il PC? Intorno ai 22-23 anni. Frequen e apprezzi i Social Network? Li apprezzo quando vengono ulizza in maniera intelligente, ma non li frequento: non ho neppure un account! Intervista a cura di Alessandro

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Storia. Ricordo.

Memoria.

La Gazzetta dell’Alessi

LA PERCEZIONE DELLA STORIA. NON SEMPRE E’ LA

VOSTRA MATERIA PREFERITA, VERO?

Per imparare la storia, quest’anno abbiamo studiato in tanti modi

diversi: ad esempio, abbiamo intervistato alcuni genitori su come

usavano strumenti che ora per noi sono di uso quotidiano. Ma non

lo erano per loro...

Giugno 2014

Cara mamma, quando avevi 13 anni come me, come comunicavi con gli amici?

Con il telefono fisso oppure ci mettevamo d’accordo fuori da scuola o in

cortile.

I tuoi genitori erano permessivi circa l’uso del telefono?

Si, perché sono stata sempre una persona responsabile.

Come ti comportavi in caso di imprevisti?

Aspettavo l’amico o gli amici, per circa 30 minuti in più rispetto all’orario

dell’appuntamento.

Quando hai cominciato a usare il cellulare?

Nel 1996, a 28 anni.

Cosa pensavi all’inizio dell’uso del cellulare?

Che è molto comodo.

Quali altri mezzi, oltre al telefono, usavi per comunicare?

Molte lettere o cartoline.

Quanto tempo impiegava una lettera ad arrivare?

Circa una settimana.

Quando hai cominciato a usare il PC?

Intorno ai 22-23 anni.

Frequenti e apprezzi i Social Network?

Li apprezzo quando vengono utilizzati in maniera intelligente, ma non li frequento:

non ho neppure un account!

Intervista a cura di Alessandro

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Il 12 febbraio noi delle Terze siamo

andati a teatro: è stato uno spettacolo

di musica e parole, molto divertente,

commovente, coinvolgente e ironico. I

cinque racconti di Simone Cristicchi

sono stati un modo per dire e ricorda-

re ai ragazzi alcuni degli avvenimenti

della Seconda Guerra Mondiale. Ha

raccontato di bombardamenti, di fa-

me, di madri coraggiose, di alpini nella

Campagna di Russia e di lotta partigia-

na. Sono state delle storie cariche di

speranza, umanità e resistenza. Con la

storia di suo nonno Reginaldo, soprav-

vissuto alla Guerra per caso, nono-

stante il freddo intenso che c’era in

Russia e che gli ha continuato a gelare

i ricordi per tutto il resto della sua vi-

ta, Cristicchi voleva farci arrivare un

messaggio, che ci ha anche detto

esplicitamente: “I nostri nonni morti

in guerra muoiono ancora di più, oggi,

in questi tempi di finta pace”.

Mi ha colpito molto la storia dei due

ragazzi a cui piaceva tanto giocare a

calcio nel cortile fino a quando scop-

piò una bomba che costrinse uno di

loro a stare in ospedale per un anno

da solo, senza genitori.

Poi c’era la storia del figlio di un partigiano morto a

diciotto anni: il figlio rivede in un sogno suo padre

e alla domanda “Ma lo avete cambiato questo

mondo?” con imbarazzo gli rispose di no. Poi Julia-

na, la donna che è stata uccisa con un colpo di pi-

stola, anche se russa, perché era andata alla fonte

a prendere l’acqua per dei giovani ragazzi. Inoltre

abbiamo visto il video di un ragazzo che qui in Ita-

lia ha perso una mano a causa di una mina. Questo

vuol dire che la guerra continua a causare danni

anche se sono passati cinquanta o settant’anni.

Questo spettacolo mi è piaciuto molto perché Si-

mone Cristicchi è riuscito a coinvolgere tutto il

pubblico mettendo anche un po’ di ironia in episo-

di così tragici. Credo che dovrebbero esserci più

spettacoli così, per ricordare ai ragazzi, ma anche

agli adulti, di oggi, l’orrore della guerra.

Maria Lucia Akri, III^ B

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“I nostri nonni morti in guerra muoiono ancora di più, oggi, in questi tempi di finta pace”.

no, che uccideva i soldati che si

avvicinavano a bere. Lei, pur di

dare da bere a un suo “paziente”

ci andò, ma subito fu colpita, pur

essendo russa. Io da questo

spettacolo ho capito che molta

gente innocua è morta senza un

motivo ragionevole, come le per-

sone della Shoah che sono morte

solo perché essendo ebree erano

considerate come animali dai te-

deschi e questa è una cosa che

mi fa rabbia perché è ingiusta.

Di Cristicchi mi è piaciuto il suo

modo di raccontare perché, pur

affrontando un argomento serio

e triste, è comunque riuscito a

metterci simpatia.

Io penso che ha fatto bene a fare

questo spettacolo così da far ca-

pire a tutti cosa ha subito la gen-

te in quei tempi di guerra e di fa-

me, come suo nonno.

Chiara Lo Vetro, III^ B

La storia che mi ha colpito di più, e

che è anche molto triste, è quella

dei due ragazzi. Mentre piantavano

le patate videro un oggetto in lonta-

nanza, per curiosità si avvicinarono

e pensarono che fosse un semplice

giocattolo, lo presero in mano, lo

toccarono e ad un tratto quello

scoppiò… era una mina. Questi due

ragazzi persero le mani. È una storia

molto triste, ma anche quella che mi

fa pensare che le conseguenze nega-

tive della guerra ci sono anche dopo

60-70 anni.

Poi c’è anche quella della donna

russa, che assisteva i feriti, anche gli

italiani. Vicino alla sua casa c’era un

pozzo dove era appostato un cecchi-

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Quest’anno, molte delle classi della nostra scuola si sono recate al Maxxi per visitare mostre e

partecipare a laboratori didattici. All’interno dello spazio espositivo, la guida proponeva un per-

corso leggermente diverso a seconda delle classi. In queste pagine, alcune delle opere che han-

no colpito noi della Terza A.

Quest’opera è proprio quello

che sembra: una prigione.

Quando ci si entra dentro, ci si

vede riflessi in una serie di

specchi che occupano le due

pareti laterali. Alfredo Jaar vo-

leva parlarci della condizione

umana, della necessità di lotta-

re per la libertà, e anche degli

artisti, che oggi non si espri-

mono più liberamente.

Usciti dalla prigione, siamo passati in si-

lenzio e a luci basse attraverso quest’ope-

ra di Doris Salcedo dal titolo Plegaria Mu-

da. Non è stato facile capire il significato.

L’installazione originaria è fatta di 120

coppie di tavoli, che ricordano le bare e le

lapidi di un cimitero e alludono alle ucci-

sioni degli oppositori politici in Colombia.

Dalla terra delle bare però spunta dell’er-

ba: vuole essere un segnale di speranza.

Lungo alcune pareti correva l’installazione

di Kara Walker (a sx). L’opera si intitolava

The emancipation approssimation. Si

trattava di figure nere applicate sul bian-

co, che raccontavano la discriminazione

razzista e sessista. Da lontano sembravano

divertenti e graziose, viste da vicino face-

vano un altro effetto!

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Alcune installazioni non si capiscono dalle semplici fotografie.

Ad esempio, ce n’era una di un certo Francis Alys molto particola-

re: su un muro venivano proiettate in continuazione 80 diapositi-

ve di senzatetto addormentati e di cani randagi; davanti al muro

c’era un letto con tanto di coperte, sul quale stendersi, così da

stare alla stessa altezza delle immagini e dei soggetti rappresenta-

ti. Alys è un artista belga che si è trasferito a Città del Messico e

con quest’opera ha voluto mostrarci le condizioni in cui vivono

tante persone, non solo in quella città. Qui a destra, invece, c’è

l’opera di Vedovamazzei (il nome con cui lavorano insieme dal ‘91

2 artisti di Milano, Stella Scala e Simeone Crispino): un lampada-

rio con scala, una specie di rifugio di barbone al quale sembrava si

potesse salire. Sopra si intravedevano una pelliccia e un abat-

jour. Sotto, Alfa Romeo GT Veloce, di Elisabetta Benassi: è il mo-

dello di macchina guidato da Pier Paolo Pasolini la notte in cui è

stato ucciso.

Sotto, Where is your place?, l’in-

stallazione di due artisti ucraini che

vivono e lavorano a New York, Ilya

e Emilia Kobakov. La coppia di visi-

tatori di cui non vediamo oltre le

gambe è intenta a osservare quadri

del passato; lungo le pareti sono

collocate fotografie del nostro

tempo; ai piedi, sotto il vetro, si

intravede vagamente il futuro che

ancora non conosciamo.

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Roma 70 anni fa

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Il 26 marzo noi delle Terze siamo andati alla Sapienza per partecipare a un’iniziativa sulla storia

di Roma e dell'Italia durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale.

Dopo aver atteso l'arrivo di tutte le scuole partecipanti, intrattenuti dalle gradevoli melodie

suonate da un'orchestra di nostri coetanei (l’orchestra Tam Tam della scuola media Sinopoli),

lo storico Davide Conti ci ha introdotto all'argomento in modo coinvolgente; abbiamo anche

visto dei filmati dell’epoca prodotti dall’Istituto Luce.

All’inizio abbiamo parlato della vita in Italia dopo la presa di potere di Mussolini, dell'entrata in

guerra del nostro Paese nel 1940 e dell'alleanza che il Duce strinse con Hitler portando l'Italia

a un progressivo degrado. Alla fine di questa introduzione siamo arrivati a parlare delle due

tragedie che hanno colpito Roma nel 1943 e nel 1944: il devastante bombardamento degli Al-

leati sul quartiere di San Lorenzo, il 19 luglio 1943, che causò oltre 1.500 morti; l’eccidio delle

Fosse Ardeatine, compiuto su 335 civili per rappresaglia il 24 marzo 1944.

Nella seconda metà della lezione abbiamo assistito alle testimonianze di alcune persone

vissute in quel periodo, lette soprattutto da attori molto bravi e coinvolgenti, altre da 3

bambini della Primaria, e infine abbiamo avuto l'occasione di ascoltare quelle toccanti sto-

rie direttamente dai signori che le avevano vissute di persona. L'ultima parte dell'incontro è

stata molto interessante ma la durata era eccessiva ed è stato proprio questo particolare

che non ci ha permesso fino in fondo di immedesimarci nelle storie raccontateci.

Elena Aquilanti e Ludovica Supino, III^ A

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L’incontro a cui abbiamo partecipato si riferiva alla storia di Roma settanta anni fa ed era pro-

mosso dall’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, dal II Municipio e dal Comune di

Roma: in sottofondo, si sentiva la canzone di Fabrizio De André “Se verrà la guerra marcondi-

ro‘ndiro ‘dero, Se verrà la guerra chi ci salverà”.

Abbiamo visto scorrere alcuni filmati riguardanti la marcia su Roma, la Seconda guerra mon-

diale, le manifestazioni sportive del Fascismo, mentre uno storico commentava; la dittatura di

Mussolini causò la mancanza della libertà, questo portò l’essere umano, i civili ad essere come

delle vere e proprie macchine comandate dal fascismo. Il fascismo calpestò la libertà di ognu-

no di noi con le leggi razziali.

Tre ragazzi hanno recitato i brani di un libretto: erano le testimonianze di bambini vissuti du-

rante la II Guerra Mondiale e, in particolare, di quelli coinvolti e sopravvissuti al bombarda-

mento di San Lorenzo. Si è parlato di come rimangano ancora oggi i resti di edifici distrutti dal-

la guerra: alcuni sono stati lasciati lì proprio per dare l’idea di cosa era stata la guerra.

L’incontro era molto ricco: si è parlato dell’armistizio dell’8 settembre, della deportazione degli

antifascisti e dei carabinieri nei lager, del coprifuoco, di quanto fosse inaspettato il bombarda-

mento degli Alleati sulla capitale, ma soprattutto abbiamo ascoltato le voci di alcuni testimoni

e due attori hanno interpretato dei brani: c’erano anche degli stralci di lettere scritte nel carce-

re di via Tasso, da prigionieri che hanno perso la vita nell’eccidio delle Fosse Ardeatine; mi han-

no colpito le parole di un ragazzo della mia età che ha assistito alle crudeltà della guerra e alla

strage causata dalle bombe. Simone Giorni III^ A

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Tra le attività di tipo storico che vogliamo ricordare

c’è anche la commemorazione della Giornata del Ri-

cordo e, in particolare, il modo in cui si è svolta alla

Primaria.

Le classi IV A e B, insieme alla V A e B del plesso Gui-

do Alessi, hanno assistito alla proiezione di un corto-

metraggio in DVD: L’altra storia, di Aldo Rapè e Nico-

la Vero. Questo film di 15 minuti narra in maniera

simpatica la ricerca di un bambino che vuole cono-

scere il significato della parola “foibe” e si scontra

con l’ignoranza dei suoi paesani, per poi trovare sod-

disfazione nell’accorato racconto del nonno istriano.

Grazie alla delicatezza e alla professionalità della re-

gia, il film ha già partecipato a numerosi festival e

ricevuto diversi premi e riconoscimenti.

Titolo: L’altra storia

Produzione: PrimaQuinta Bari,

in collaborazione con MoMeMovie Roma

Anno: 2008

Durata: 15’

Regia: Aldo Rapè e Nicola Vero

Fotografia: Michele D’Attanasio

Colonna sonora: Alberto Iovene

Montaggio: Enzo Piglionica

Interpreti: Angelo Tullo, Mario Mancini,

Alberto Rubini, Umberto Sardella

Distribuito gratuitamente dall’Associazio-

ne Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

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ROMA-ROVERETO

Sapevate che quest’anno si celebra il centenario della Prima guerra mondiale?

Noi della 3^ A e 3^ B siamo andati a visitare la città di Rovereto. Qui siamo sotto la Maria Dolens, ossia la Cam-

pana dei Caduti o della Pace, la più grande al mondo che suoni a distesa. Con i suoi cento rintocchi commemora

i caduti di tutte le guerre e invoca la pace. E’ stata ottenuta fondendo a Trento, nel 1924, i cannoni delle nazioni

che avevano partecipato alla Grande Guerra.

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2 aprile 2014: dopo un lungo viaggio in pullman, ecco-

ci arrivati. Questa piazza, poco distante dall’Hotel Ro-

vereto, sarà il nostro punto di ritrovo per 3 giorni.

A dirla tutta,

siamo stanchi,

ma la guida

ci conduce

implacabile

a spasso

per la città…

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Purtroppo, il nostro tentativo di entrare al Museo

della Guerra non riesce… In occasione del cente-

nario, ne stanno restaurando una parte e gli spazi

si sono “ristretti”.

Continuiamo la nostra passeggiata e arriviamo fino a

questa postazione, in Piazza del Podestà.

Quello che vedete sopra è un mortaio d’assedio

305/10, di fabbricazione austriaca, utilizzato sia nella

Prima che nella Seconda guerra mondiale.

In tutta Europa se ne possono vedere in tutto

soltanto 4.

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Camminare stanca!

Guardate un po’ qui:

Federico, il nostro

“animatore”, non perde

occasione per sedersi

e noi altri non siamo

da meno…

Sotto, siamo alla Campana

della Pace: lungo il sentie-

ro sventolano 90 bandie-

re, tra cui quelle di Israele

e della Palestina, ma an-

che del popolo Rom.

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3 aprile. Andiamo a visitare le trincee austriache e

italiane di Matassone. La guida, la signora Lara

Sisto, ci ha fatto capire con parecchi aneddoti

com’era dura la realtà della vita in trincea per

ragazzi spesso molto giovani e quanto fosse diffici-

le scegliere da che parte stare, se con l’Italia o con

gli Austriaci; ci ha raccontato la scelta di Damiano

Chiesa, Cesare Battisti e Fabio Filzi. E abbiamo

parlato di combattenti particolari: muli e piccioni!

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Pomeriggio: “giochiamo” al Museo Civico di Zoologia, dove siamo andati per partecipare a due laboratori, uno sull’argil-

la e uno al Planetario. Stasera, dopo cena, abbiamo in programma il film “Storia di una ladra di libri”, che narra le vicen-

de di una bambina di 11 anni e di un suo amico sullo sfondo della Seconda guerra mondiale.

La Casa d’Arte Futurista di De-pero è il primo e unico museo futurista d'Italia, nato da una visione originale di Fortunato Depero negli anni Cinquan-ta. Nel 1957 Depero fissa in

ogni dettaglio la sua creazione: chi l'avreb-be diretta, cosa avrebbe contenuto, come sarebbe stata realizzata. Il 1° agosto 1959 la Casa è aperta al pubblico: purtroppo, un anno dopo Depero muore. Questa Casa non è un vero e proprio mu-seo, ma una visione della casa del futuro secondo l’artista, compresi i mobili e gli arazzi, che rappresentavano guerre o fe-

ste, con un’ambientazione che spes-so ricordava Rovereto. Vi si trovano anche molte sue locandine pubblici-tarie. Mi hanno colpito molto le ma-rionette, che attirano molto l’atten-zione per i loro colori accesi e le loro forme bizzarre. Nicola

3 aprile, sera. Qualcuno si è annoiato, altri si sono commossi e hanno pianto come fontane, prof comprese!

4 aprile, mattina. Oggi si riparte. Ma prima ci aspettano 2 musei.

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Qui abbiamo visto due mostre temporanee: su El

Lissitzky, un astrattista che ha aderito agli ideali

della Rivoluzione Russa e ha cominciato a fare ope-

re più semplici e divulgative e che ha sperimentato

anche la fotografia e il cinema; su Mario Radice,

architetto e artista vissuto durante il periodo fasci-

sta e attivo fino agli anni Settanta. La guida era bra-

va, ma le mostre erano un po’ difficili!

Eccoci fare il nostro ingresso al MART.

Prima di entrare, ci hanno distribuito

degli adesivi da mettere in bella vi-

sta… Il museo è stato progettato

dall’architetto Mario Botta e dall’inge-

gnere Giulio Andreolli. La piazza d’in-

gresso è sovrastata da una cupola di

vetro e acciaio. E sapete a cosa si so-

no ispirati? Alla cupola del Pantheon!

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Nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio, noi alunni della 2^ C —

insieme alla 3^ A — abbiamo partecipato a 3 incontri sull’Afri-

ca con alcuni mediatori culturali presso la Biblioteca Flaminia.

STORIE DAL MONDO. AFRICA

Steve Emejuru

ballerino, coreografo,

insegnante di danza

africana

dalla Nigeria

Il primo incontro si è svolto il 31 marzo e abbiamo cono-

sciuto Steve. Per alcuni di noi è stato il più divertente.

Steve ci ha raccontato storie e fatto ascoltare canzoni e

musiche della sua Terra. Trasmetteva allegria.

All’inizio sembrava quasi prenderci in giro perché ripeteva

“ciao, buongiorno” e così via. Attirando la nostra attenzio-

ne, ci ha spiegato come ci si saluta in Nigeria e che ci si

presenta non con il nome ma con il cognome della fami-

glia. Ci ha scherzosamente insegnato anche l’applauso

nigeriano che non segue le stesse regole del nostro: il

battito delle mani, a differenza di quello occidentale, ha un

suo ritmo e una durata precisa.

Le famiglie sono molto numerose, perché è permessa la

poligamia. Il padre di Steve ad esempio aveva 30 mogli!

Steve ci ha parlato della sua famiglia, in particolare di suo

figlio Federico, che lui ha chiamato scherzando

“Fedepovero”: quest’ultima cosa è quella che mi ha tocca-

to di più per il suo modo ironico di parlare della povertà.

Steve ci ha fatto capire la situazione dell’Africa senza

drammatizzarla. Ha parlato del razzismo dicendo che loro

sono sempre neri invece noi cambiamo colore quasi per

ogni situazione (arrossiamo, impallidiamo, ci abbronzia-

mo); ci ha detto che l’Africa adesso è povera ma un tempo

era ricca e ha donato a tutti la sua ricchezza, che è stata la

culla della vita e da lì si sono diffusi gli australopitechi; per

questo si può dire che siamo tutti africani.

Alla fine dell’incontro abbiamo ballato tutti insieme, anche

le prof!

Ribka Sibhatu autrice di Aulò. Canto-poesia dall’Eritrea dall’Eritrea

Il 14 aprile abbiamo incontrato Ribka, una scrittrice che ci ha

parlato dei suoi libri, del suo Paese e della sua famiglia.

Ribka ci ha raccontato la sua avventura per scappare dalla

dittatura nel suo Paese e arrivare qui, in Italia. Ci ha spiegato

cos’è la gefa, la pesca, ossia l’obbligo a lavorare gratis per la

ricostruzione dell’Eritrea imposto ai ragazzi dai 18 anni in poi.

Ribka non vede la sua famiglia da molto tempo e non può tor-

nare a trovarla. Durante la fuga aveva con sé 5 libri nascosti in

un paniere: tra questi c’era il Diario di Anna Frank che le ha

insegnato che non era sola, che tanti altri hanno vissuto nel

dolore, che anche Anna è stata a lungo nascosta come lei. Ci

ha parlato dei profughi che ogni giorno sbarcano a Lampedusa

e in particolare di quello che è successo il 3 ottobre 2013,

quando sono morte più di 300 persone. Il barcone ha preso

fuoco in pieno mare (forse qualcuno aveva dato fuoco a una

coperta per segnalare l’imbarcazione) e gli spostamenti della

gente impaurita lo hanno fatto rovesciare. Un semplice pesca-

tore ha fatto il possibile per salvarli. A bordo c’era una mamma

con 3 figli piccoli, uno le era caduto in mare.

Si aspettava che noi alunni sapessimo molte cose sul suo Paese

e sulle tragedie che lo hanno colpito: in effetti sono avveni-

menti molto importanti ma alla nostra età possiamo non es-

serne a conoscenza. Era un po’ brusca e molti di noi non han-

no avuto il coraggio di rispondere alle sue domande. Ci siamo

divertiti di meno ma l’incontro è stato comunque interessante

e abbiamo imparato molto. Alla fine ci ha recitato delle poesie

e mostrato un gioco con 5 sassolini, l’astragalo, che mi ha col-

pito ed è stato divertente.

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L’idea di farci conoscere questi artisti è stata molto interessante e spero si possa ripe-

tere. Grazie a questi incontri ho scoperto nuove culture e nuove tradizioni. Se devo di-

re la verità, prima di questi incontri non pensavo che l’Africa fosse così interessante.

Fèlicité Mbezele attrice

dal Camerun

Il 5 maggio abbiamo incontrato Fèlicité: mi è paciuta molto, perché oltre

ad averci parlato dei suoi libri li ha anche recitati! E’ stata molto brava e

ha colpito tutti noi.

Fèlicité viene dal Camerun, il Paese di uno dei miei miti, Samuel Eto’o, e

forse anche per questo mi è immediatamente andata a genio.

Era simpatica e cordiale, aveva i capelli simili a Gervinho, un giocatore

della Roma.

Il suo Paese si affaccia sul mare: si chiama così perché gli esploratori por-

toghesi, nel Quattrocento, gli hanno dato il nome di Rio dos Camarões,

Fiume dei Gamberi, e dalla storpiatura è nata la parola Camerun.

Questo incontro è stato molto bello: Fèlicité lavora come attrice e coreo-

grafa, da vent’anni gira in tutte le scuole d’Italia. Ci ha recitato dei brani

dal libro “Un bambino nero”, un romanzo importante della letteratura

africana. Ci ha anche raccontato la sua vita. I suoi genitori ormai non ci

sono più, ma lei ha zie, cugini e fratelli su cui può sempre contare; ogni

tre anni va a trovarli. In tutto sono 8 figli. Le sue sorelle vivono in Francia,

mentre lei per studiare si è voluta trasferire in Italia. Pensava di sapere

tante cose sul nostro Paese, invece quando è arrivata si è resa conto che

non sapeva quasi niente.

Fèlicité ci ha fatto capire che in Africa pochissimi bambini hanno diritto

alla scuola ma imparano altre cose, come andare a caccia.

Testo collettivo basato sui ricordi, i commenti e le opinioni scritte da Alessandro, Anita,

Claudio, Federico, Flavio, Francesco, Giulia, Karl, Kelvin, Matilde (2^ C).

ABBIAMO LETTO:

Le mie fiabe africane di Nelson Mandela Donzelli 2004 Chi ha mai sentito russare una banana? di Paul Bakolo Ngoi Fabbri editore 2007 Un bambino nero di Laye Camara Edizioni Aiep 2000 Aulò. Canto-poesia dall’Eri-trea di Ribka Sibhatu 1993 Leoni, boa e galline faraone di Sofia Gallo Sinnos 2008

Alcuni alimenti sono sacri: la carne di serpente è molto pregiata e presso alcune et-

nie è proibito darla da mangiare alle donne, specialmente a quelle incinte, perché si

pensa che il bambino potrebbe nascere cattivo.

Da piccola è stata guarita con le lumache e ancora adesso non le può mangiare: tra-

sgredire significa rischiare di riammalarsi. Ci ha detto che anche se da tanti anni vive

in Italia non se la sente di infrangere le regole che le hanno insegnato da bambina.

Con noi è stata molto gentile e generosa e ha saputo catturare la nostra attenzione.

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Policoro!

A cura di Alessia, Giulia V. e Stefania, 2^

A un anno di distanza, ricordi, commenti

e immagini del nostro campo-scuola

Page 21: Giornalino giugno 2014

Ciao a tutti, in questo numero vi vogliamo parlare (con un po’ di

ritardo) del nostro campo-scuola a Policoro . Eravamo tre classi:

la 1A, la 1B e noi, la 1C. Siamo andati nel mese di maggio e ci

siamo rimasti per cinque giorni. E’ stato molto divertente e ab-

biamo imparato molti sport come ad esempio il tiro con l’arco!

Ora vi racconteremo la nostra esperienza.

6 maggio 2013 – Piazzale Ankara, Roma – ore 6.57 Il tempo è brutto, piove. Nonostante la situazione meteo e l’ alzataccia, io e i miei compa-gni siamo tutti contenti perché si sta per partire: destinazione Poli-coro. Prima tappa: Sassi di Matera, un sito molto interessante, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Arrivati a Policoro, dopo aver disfatto i bagagli siamo andati tutti a cena. A seguire un’animazione con discoteca (in realtà un gaze-bo) anche se nessuno ballava (eccetto Ilaria). C’erano anche dei ragazzi e delle ragazze di una scuola di Martina Franca che io ho trovato molto simpatici anche se alle mie amiche non piacevano affatto! Per fortuna a Policoro il tempo è sempre bello, così dal mattino seguente abbiamo cominciato le attività: vela, canoa, tiro con l’ar-co, beach volley e beach soccer. Dopo lo sport pranzo, momento relax, altro sport poi doccia e ce-na. L’ultimo giorno è stato indimenticabile: abbiamo fatto insieme il bagno in mare. Quando siamo ripartiti io e Milica non abbiamo potuto trattenere qualche lacrima.

Giulia G.

Pagina 2 La Gazzetta dell’Alessi

Io e i miei

compagni

siamo tutti

contenti

perché si sta

per partire.

Destinazione:

Policoro

Page 22: Giornalino giugno 2014

L’esperienza a Policoro è stata bellissima, non dimenticherò mai quel campo-scuola. Abbiamo praticato tan-tissime attività e ho im-parato anche molte cose nuove. Mi è piaciuto soprattutto andare in barca a vela; è stato il mio sport preferi-to, ma anche canoa e tiro con l’arco mi sono pia-ciuti molto. La maggior parte del tempo l’abbia-mo passato in spiaggia a giocare a Beach Volley o a prendere il sole. Quan-do tornavamo nei bunga-low passavamo tutto il tempo libero a ridere e scherzare e non ci an-noiavamo mai. La sera,

dopo cena, mettevamo la musica e la maggior par-te dei miei compagni ballava, mentre io anda-vo sempre al bar a pren-dere i cornetti e le cre-pes, che erano buonissi-me. Il cibo era molto buono; mangiavamo tutti insie-me in un’enorme sala. Di solito il pomeriggio andavamo sempre in spiaggia. Invece, quando prima della partenza ci siamo goduti l’ultima mattinata in spiaggia e dopo pranzo ha piovuto ci siamo messi al coperto e ci hanno insegnato a fare i nodi, ma anche se non siamo andati in spiaggia ci siamo diverti-

ti ugualmente. Dopo pranzo è arrivato il pullman; eravamo tutti tristi di lasciare Policoro. Sarebbe bellissimo tor-narci, è stata una delle esperienze più belle della mia vita.

Giulia V.

Una bellissima esperienza

Pagina 3 Giugno 2014

Abbiamo

praticato

tantissime

attività e

ho imparato

anche molte

cose nuove.

Page 23: Giornalino giugno 2014

I giorni a Policoro sono stati tra i più belli della mia vita. Durante il viaggio, abbiamo ascoltato musica a tutto volume. Il paesaggio era indimenti-cabile: prati verdi, campi di girasoli, grano e papaveri! Anche la sosta a Matera è stata piacevole: faceva cal-do, ma c’erano molti posti all’ombra. Durante il tour con la guida, ci siamo fer-mati a varie bancarelle, con souvenir di ogni genere; io ho comprato una calamita, un flauto fischiante e una campanellina. Matera vec-chia è incantevole, tutta scavata nel tufo, ma mette malinconia perché è quasi abbandonata. Quando ho visto le case in cui viveva la gente, la malinconia si è trasformata in ansia: erano così poveri da avere la stal-la, e tutti gli animali in ca-sa. Chissà quante malattie potevano venire. In una delle case, c’era una lunga scalinata che portava alla cantina; gli scalini facevano impressione: erano ripidis-

simi e concavi, perché, in chissà quanti anni, le botti, fatte rotolare giù, avevano consumato il tufo. Siamo arrivati a Policoro alle 17:00 circa e ci hanno assegnato i bungalow. Io sono stata con Milica, Ma-tilde, Sara, Stefania, Giulia G. e Giulia V. Il primo giorno ci hanno diviso in gruppi con i nomi dei venti : io facevo parte dello SCIROCCO. Ogni giorno, dopo colazio-ne, ci radunavano sotto il gazebo per illustrarci le attività mattutine: canoa, vela, tiro con l’arco, o gio-chi in spiaggia. A me piace-vano tutte! Dopo due ore in spiaggia, correvamo nei bungalow, per darci una sistemata prima di pranzo. A mensa servivano cibi buoni; mi ha sorpreso che ci abbiano servito pesce solo una volta, nonostante fossi-mo in una località di mare. Dopo pranzo avevamo due ore di relax : le mie compa-

gne ed io tornavamo nel nostro bungalow per chiac-chierare, giocare con i cel-lulari e ascoltare la musica. Finito il relax tornavamo sotto il gazebo e ci elenca-vano le attività pomeridia-ne. Al tramonto, tornavamo nei bungalow e aspettavamo che ci chiamassero per la doccia; fortunatamente le mie compagne ed io erava-mo tra le ultime ad essere chiamate e potevamo fare la doccia con più calma. Poi ci cambiavamo per la sera e, a volte, ci truccava-mo! La cena si svolgeva come il pranzo. La sera, sotto il gazebo, ballavamo le canzoni più moderne, facevamo anche balli di gruppo: essendo l’unica a conoscerli, perché li ballo d’estate a Praia a Mare, gli altri mi imitavano.

Ilaria

Pagina 4

Matera

vecchia è

incantevole,

tutta

scavata nel

tufo, ma

mette

malinconia.

Page 24: Giornalino giugno 2014

Finalmente siamo

arrivati a Matera, in

Basilicata. Dopo

aver conosciuto la

guida, ci siamo av-

viati verso la parte

antica della città,

scavata nelle rocce.

La guida ci ha spie-

gato che, oltre ad

essere stata usata per

girare i vari film sul-

la vita di Gesù, Ma-

tera nel 1993 è stata

nominata dall’Une-

sco patrimonio

dell’umanità. La

guida ci ha fatto visi-

tare parte della città

antica e ci ha detto

che Matera risale ad-

dirittura al paleoliti-

co. Durante la Se-

conda Guerra Mon-

diale, venne bom-

bardata dai nazisti.

Intorno al 1950 fu

stabilita una nuova

legge secondo la

quale la città doveva

essere abbandonata

dai suoi abitanti. Nel

1980 circa, un’altra

legge stabilì che i

Sassi di Matera era-

no diventati di nuovo

abitabili e lo Stato si

sarebbe occupato di

tutti i problemi cau-

sati dall’abbandono e

dei restauri, come

anche dei lavori.

Finita la visita, ci

siamo rimessi in

viaggio.

Stefania

Pagina 5 Giugno 2014

Nel 1993

Matera è

stata

dichiarata

dall’Unesco

patrimonio

dell’umanità

I Sassi di Matera

Page 25: Giornalino giugno 2014

La mia esperienza a Policoro è stata molto divertente. Ho provato nuovi sport,

che prima avevo solo visto praticare in televisione, come il tiro con l’arco, che è

uno sport molto tecnico, e che per me si è dimostrato difficile. Lo sport che mi è

piaciuto di più di tutti è vela, perché è molto tranquillo e silenzioso (tranne che

nelle regate). I bungalow erano molto piccoli ma a al loro interno si trovavano 8

letti. Erano illuminati da una luce sola che si trovava attaccata al letto. Erano in

legno dipinto di blu. La sera c’era una discoteca che durava dalle 21.15 alle

23.00. Verso le 22.00 annunciavano le crepes, che vendevano ogni sera. Di mat-

tina ci si alzava alle 8.30 e si faceva una colazione sostanziosa. Finita la colazio-

ne si vedeva il bollettino meteo e poi tutti in spiaggia per 2 ore di sport tra cui

canoa, vela, tiro con l’ arco, sport in spiaggia (calcio e pallavolo). Dopo queste 2

ore si ritornava dentro i bungalow dove ci si preparava per andare a pranzo

(senza offesa ma a me la cucina non è piaciuta). Dopo pranzo 1 ora di relax, du-

rante la quale, di solito, io andavo a fare delle piccole partite di ping pong. Dopo

il relax ci aspettavano altre 2 ore in spiaggia dove si svolgevano le attività che

non avevamo svolto di mattina. Rientrati nei bungalow ci chiamavano per farci

la doccia e per prepararci per andare a cena. Una sera abbiamo fatto un falò, che

non era un gran che, però chi si accontenta gode!

Alessandro

Chi si accontenta gode!

Pagina 6 Titolo notiziario

Ho provato

nuovi sport,che

prima avevo

solo visto fare

in televisione,

come il tiro

con l’arco, che

è uno sport

molto tecnico,

e che per me si

è dimostrato

difficile.

Page 26: Giornalino giugno 2014

Nel programma c’era-

no canoa e giochi in

spiaggia. Io non vede-

vo l’ora di provare ca-

noa! Ci siamo messi i

giubbotti e siamo an-

dati sulla sponda dove

erano disposte all’in-

circa dieci canoe. L’in-

segnante ci ha spiega-

to come remare, come

fermarci, come entrare

in canoa e come usci-

re. Molti non sono vo-

luti entrare io, invece,

ero eccitatissima! Sono

entrata in canoa e, poi,

nell’acqua. Ho iniziato

a remare e remare. Mi

scontravo sempre con

Milica! Dopo una

mezz’oretta avevo le

braccia molto stanche,

quindi ho rallentato un

po’. In seguito, mi so-

no ripresa e ho inizia-

to a remare con più

forza e ad andare più

veloce. Ad uno ad uno,

l’insegnante ha fatto

uscire tutti. In spiaggia

abbiamo giocato quasi

tutto il tempo a schiac-

cia cinque e ho vinto

una o due volte. Ab-

biamo pranzato e poi,

durante il relax, siamo

stati un po’ all’aperto

a giocare con il calcio

balilla.

Stefania

Tutti in spiaggia!

Pagina 7 Giugno 2014

Sono entrata

in canoa e,

poi,

nell’acqua.

Ho iniziato

a remare e

remare.

Page 27: Giornalino giugno 2014

L’ultimo

giorno i prof

ci hanno

preparato

una sorpresa:

un filmato con

le foto e i video

del nostro

soggiorno.

Li ringraziamo

molto perché

guardandoli

abbiamo potuto

rivivere i bei

momenti pas-

sati insieme.

E’ stato molto

bello condivi-

dere quest’e-

sperienza con i

nostri amici!

Page 28: Giornalino giugno 2014

Otre che ascoltare la musica, a me piace anche ballare, cantare e suonare. Mia mam-ma ha imparato fin da piccola a suonare il pianoforte, e ora ha insegnato qualcosa anche a me. Inoltre a scuola ho imparato a suonare il flauto e ora mi piacerebbe anche provare la chitarra. La musica, di solito, mi rende molto alle-gra e mi fa sentire be-ne, anche quando so-no triste.

Stefania

A me, fin da piccola, la musica e sempre pia-ciuta molto. Tra i miei generi preferiti ci sono il pop e il rap. Solita-mente ascolto canzoni in inglese o spagnolo, per cui ho un po’ di dif-ficolta con i testi, ma il rap, per esempio, lo preferisco in italiano. Non mi dispiace ascolta-re, poi, la musica classi-ca. La ascolto da quando ero piccola perche a mia mamma piace tanto e la mette sempre, così ci sono abituata. Pero preferisco i generi piu

moderni perche mi emozionano di piu e mi trasmettono ener-gia. Mi piace molto la musica ritmica, oppu-re quella su cui si puo ballare o, ancora, le melodie a piu voci. Il mio cantante preferito e Tiziano Ferro men-tre la cantante preferi-ta e Katy Perry. Tra le mie canzoni preferite ci sono, oltre quelle di Tiziano Ferro e Katy Perry, ‘’Las Ketchup asere je ‘’ e ‘’On The Floor‘’ .

La musica che mi piace

MusicaMusicaMusicaMusicaMusicaMusicaMusicaMusica

A cura di Giulia

Gubitosi e Cristina

Borgo

In classe ci siamo divertiti a scrivere testi sulla musi-ca che ci piace, per cono-scerci ancora meglio

Page 29: Giornalino giugno 2014

A me piace ascoltare diversi generi musicali e diversi cantanti, italiani e stranieri: “Caruso” di Lucio Dalla, “Con il nastro rosa” di Lucio Battisti, “Come un pittore” dei Moda , “Nella mia citta ” di Mango,” Cuore di aliante” di Claudio Baglioni, “Non e l’inferno” di Emma, “ Tu mi porti su” di Giorgia, “ You’re not alone” di Michael Jackson, “Un angelo disteso al sole” di Eros Ramazzotti, e tanti altri.

Recentemente ascolto soprattutto gli One Direc-tion, le cui canzoni sono particolarmente dolci. L’espressione di una canzone che mi ha colpito

e “ Mi fa vibrare forte l’anima” tratta da “ Vivo per lei”, cantata da Bocelli e Giorgia, e riferita alla musica. Secondo me, questa brevissima espressione descrive tutta la magia della mu-sica. Le note, disposte in infiniti modi sul pen-tagramma, suscitano tante emozioni: esalta-zione, commozione, entusiasmo, malinconia, speranza, rilassamento; inoltre la stessa me-lodia emoziona in modi diversi a seconda del-lo stato d’animo con cui la ascoltiamo.

Ilaria

La musica per me

Pagina 2 MusicaMusicaMusica

Solo una parola: musica

Harry Styles e nato il 1 febbraio

1994. E’ di un villaggio che si chia-

ma Holmes Chapel vicino all’In-

ghilterra. Harry invento il nome

One Direction. Niall Horan e nato il

24 dicembre 1993. E’ di Mulingar

nella contea di Westmeath, Irlan-

da. Liam Payne e nato il 29 agosto

1993. E’ di Wolverhampton, vicino

all’Inghilterra. Zayn Malik e nato il

12 gennaio 1993. E’ di Balidona,

vicino all’Inghilterra. Lui e il mio

cantante preferito in questo grup-

po. E’ rimasto solo Louis! Louis

La musica che mi piace ascoltare

e del gruppo One Direction.

Loro sono un gruppo musicale

britannico-irlandese composto

da Niall Horan, Liam Payne,

Zayn Malik, Harry Styles e Louis

Tomilson. Il primo singolo del

gruppo, “What Makes You Beau-

tiful”, e stato pubblicato nel set-

tembre 2011. E’ la mia canzone

preferita e ha vinto il premio

per il miglior singolo britannico

al “Brit Awards” 2012, il 21 feb-

braio 2012.

Tomilson e nato il 24 dicembre

1991. E’ della zona di Doncaster,

South Yorkshire in Inghilterra. E’

il piu vecchio del gruppo e anche

il piu bello. Le loro canzoni piu

famose sono: “What Makes You

Beautiful”, “Live While We’re

Young”, “One Thing”, “Little

Things”… La frase che mi ha col-

pito e “…That I need you here

with me now, cause you’ve got

that ONE THING…”

Milic a

Page 30: Giornalino giugno 2014

A me piace tanto la musica. I generi che sento sono il pop, il rock e il tecno; preferisco so-prattutto il rock e il tecno, per-che suscitano in me emozioni forti. La mia canzone preferita si chiama “Whistle”: mi piace molto il ritmo. La musica e mol-to importante per me perche mi aiuta a lavorare e a concen-trarmi.

Karl

Io amo la musica

La musica è il mio ossigeno

Pagina 3

La musica che mi piace ascoltare e quella rap, reg-gae, pop, jazz ecc. Insomma mi piacciono le musiche rit-mate. Per esempio amo ascoltare la musica di Capa-rezza, soprattutto la canzo-ne Vieni a ballare in Puglia. Le parole che mi hanno col-pito di piu sono quando can-ta: “Ehi turista so che tu re-sti in questo posto italico,

attento! Tu passi il valico ma questa terra ti manda al ma-nicooo… mio, mar Adriatico e Ionio puoi respirare lo io-dio, ma qui nel golfo c’e puz-za di zolfo che sta arrivando il demonio. Abbronzatura da paura con le diossine dell’Il-va qua ti vengono pois qua piu rossi di Milva, che poi somigli alla Pimpa. Nella zo-na spacciano la moria piu

buona: c’e chi ha fumato i veleni dell’ENI, chi ha lavorato ed e an-dato in coma”. Secondo me que-ste parole descrivono bene l’ Ita-lia di oggi.

Pero a me piacciono anche i Beatles, i Police, i Queen e altri gruppi.

Flavio

Page 31: Giornalino giugno 2014

Da grande faro

lo Scopritore di tesori

con dobloni di cioccolata

e diamanti zuccherini

L'Archeologo di civilta

che provengono dal futuro

Il primo Astronauta italia-no

che conoscera un marziano

L'Insegnante di una scuola

che non insegna ma fa gio-care

Lo Chef piu famoso del mondo

che cucina le stelle del cielo

Un Sarto Famoso

che veste di gioia i bam-bini del mondo

Il Calciatore di un pallo-ne

fatto solo di caramelle

Il Campione Olimpico di Ginnastica Artistica,

che vince solo medaglie al sapor di frutta

L'Eroe di una guerra

dove non si uccide nes-

suno

L'Architetto di nuvole

per le persone povere.

Il Papa di due figli

Che lo rendono orgoglio-so

Flavio

Se io fossi un falegname

porterei il legname

con il bestiame.

Se io fossi un calciatore

mi allenerei

tutte le ore.

Se io fossi un wrestler…

Giacomo

Se io fossi un giardiniere

Sarei il re indiscusso dei

fiori e delle fioriere.

Se io fossi un pescatore

passerei le giornate su

una barca a motore.

Se io fossi un fotografo

farei ai miei fans

un autografo.

Da grande farò

Se io fossi

Da grande farò

il chirurgo,

l'operaio,

il poliziotto,

il fornaio

e il mangiatutto…

Oggi voglio fare l'ar-chitetto

per progettare una vita

e metterla in atto.

Ma l'unica cosa che desidero veramente

E essere felice,

insieme alla gente.

Alessandro

Quand'ero piccolo,

ho avuto tante idee per il mio lavoro:

il pilota d'aerei,

perche volevo volare.

Il dentista,

l'archeologo,

lo scrittore,

il dottore,

Pagina 4 MusicaMusicaMusica

Se io fossi

un

calciatore ...

Come scrivere una poesia ispirandosi a un modello: in questo caso

ci siamo ispirati a due testi di Roberto Piumini

Tutti i brani sono

stati scritti nel

corso dell’anno

scolastico

2012-2013

Page 32: Giornalino giugno 2014

Volevo far la ballerina,

sulle nuvole piroettare

sui bianchi petali danzare.

Volevo far la musicista,

sempre con la mia corista

nel mondo sperduto, sole, suonando,

i nostri cuori, piano, ammaliando.

Voglio fare il dottore,

il dottore di sogni sognanti,

il dottore di sogni cantanti.

Voglio fare il dottore,

il dottore di dolori leggeri,

il dottore di mali passeggeri.

Voglio fare il chirurgo,

il chirurgo della Terra,

eliminar l'effetto serra,

eliminare ogni dolore

col mio bisturi fatto d'amore.

Ilaria

e vidi che in segreteria un messaggio c'era,

era lui che si scusava

ma a me piu non importava

perche lui si era ricordato

e io gliene ero grato.

Francesco

Un giorno io ed un mio amico

dovevamo andare ad un bowling strafico.

Ma ad un certo punto

buca lui mi da .

Infuriato io ero,

a da solo mi tocco andare.

20 euro io pagai

ma non sapevo che fare ormai

il pomeriggio a casa tornai

Da grande farò

Da grande farò

Pattinero nel cielo e nuo-tero

nel prato fiorito.

Vendero fiori che scop-piano e si trasformano in coriandoli,

gelatine che non finisco-no mai, motorini che ar-rivano fino alle stelle,

e altre cose belle.

Insegnero musica a uc-celli cinguettanti

Non avro piu idee vagan-ti

Costruiro una fabbrica di cioccolato,

un mondo di dolci, un pensiero fatato.

Scopriro altri pianeti, galassie e cose varie,

vedro cose rare.

Mi trasferiro sulla Luna

E, se qualcun altro voles-se seguirmi, gli auguro buona fortuna!

Stefania

Da grande faro

La scrittrice di libri vo-lanti.

Dipingero il cielo e tutto il mondo,

faro ogni cosa di un di-verso colore:

il sole sara blu, il cielo giallo,

il prato rosso e il fiume rosa.

Faro abiti per gli orsi polari,

per i criceti e per i cani.

Il sole sara

blu, il cielo

giallo...

Pagina 5

Racconta in versi una tua emozione positiva o negativa

Page 33: Giornalino giugno 2014

A me piace tutta la musica.

A volte mi fa piacere ascol-

tare anche quella classica

(Vivaldi, Beethoven, Mo-

zart ecc..) che mio padre

mette in auto quando viag-

giamo con lui.

Ho imparato molte canzoni

della sua “epoca” come

quelle di Battisti, Lucio

Dalla o De Gregori. L’unico

cantautore che non posso

sopportare e Claudio Ba-

glioni (bleah!) che piace

tanto a mia madre.

Spesso, a casa, mamma

mette musica jazz: la jazzi-

sta che preferisco e Diana

Krall.

Comunque, quando posso

scegliere, metto su i cd di

Emma Marrone, Noemi ,

Alessandra Amoroso, Elisa,

Jovanotti, Laura Pausini e

Tiziano Ferro.

Una frase che mi piace tan-

to e proprio quella di Tizia-

no Ferro: “Dice che esisto-

no solo persone buone

quelle cattive sono sola-

mente sole…” Forse e così .

Di Laura Pausini: “un gra-

zie che arriva dritto, a quel

braccio che non smette mai

di dare affetto”.

Di Elisa: “mentre guardo il

mare, mentre lascio nau-

fragare un ridicolo pensie-

ro”. Di Jovanotti: “a te che

hai preso la mia vita e ne

hai fatto molto di piu ”.

Una canzone alla quale so-

no “storicamente” affezio-

nata e “Nel blu dipinto di

blu” che mia madre mi can-

tava quando ero piccola. Io

ho cominciato a cantare

proprio con “Volare”, con

lei quando ero piccolissima,

la cantavo a squarciagola

sull’altalena e quando a

casa mio padre la suonava

alla tastiera.

Giulia

La musica che amo

Pagina 6 MusicaMusicaMusica

Io ho

cominciato a

cantare

proprio con

Volare...

Page 34: Giornalino giugno 2014

Io ascolto molto spesso la musica pop

come quella di Battisti, Zucchero o

quella mia preferita, Arisa. La musica

pop qualche volta e molto calma e tran-

quilla, altre piu scatenata… Una canzo-

ne che mi ha colpito molto e “La notte”,

che parla soprattutto di amore e solitu-

dine. Vi vorrei citare alcune frasi: “E

quando arriva la notte e resto sola con

me, la testa parte e va in giro in cerca

dei suoi perche … Ne vincitori ne vinti,

si esce sconfitti a meta la vita puo allon-

tanarci ma l’amore continuera …”.

Per me queste frasi vo-

gliono dire che “questa

persona”, invece di dor-

mire, si siede e sogna di

essere lasciata dal suo

amore, quindi si dispera

e inizia a pensare al mo-

tivo dell’accaduto.

Matilde

Il genere che ascolto

Vivo solo per la musica

Io ascolto tutti i tipi di musica: jazz, rock, pop, blues, e qualche volta anche yenkie. Per me la musica non e soltanto melodia combinata a parole ma e ritmo, pas-sione, sentimento e cuo-re. I miei cantanti prefe-riti sono Robby Wil-liams e Rihanna ma la mia canzone preferita e di un altro gruppo, i Lin-kin Park, e si intitola Burn is down.

Francesco

P.S: ho un fratello che

suona la chitarra elettri-

ca, giudicate voi!!!

Pagina 7

La musica pop

qualche volta è

molto calma e

tranquilla...

Page 35: Giornalino giugno 2014

I risultati di un recente sondaggio svolto nella nostra classe ci hanno fatto scoprire che la musica più ascoltata è quella pop, sia americana, come nel caso di MICHAEL JACKSON, sia italiana: sono molto apprez-zati MAX PEZZALI e JOVANOTTI.

Anche il rap è ascoltato: più quello italiano (FABRI FIBRA) che quello straniero (50CENTS). A pari merito con il rap c’è il rock italiano con VASCO ROSSI e LIGABUE, mentre all’ultimo posto c’è la musica clas-sica, che è anche la più detestata.

Viene ovviamente ascoltata la musica che va di moda, come lo GANG-NAM STYLE; rarissimi il jazz e il reggae ma persino la HOUSE, men-tre può capitare qualche classico come De André.

Davide Di Stefano & Valerio Guida

Data

Page 36: Giornalino giugno 2014

C a r i r a g a z z i s i a m o a n c o r a n o i … … … … … … … . . F e d e e L o l l o !

O g g i v o r r e m m o p r o p o r v i u n a r t i c o l o u n p o ’ d i v e r s o d a l s o l i t o : l o v o g l i a m o

s c r i v e r e i n m o d o M U S I C A L E ! L a c a n z o n e è R A P , s p e r i a m o c h e v i p i a c c i a :

R A P S T U D E N T E S C O

1 - 2 - 3 F a n t e c a v a l l o e r e

4 - 5 - 6 T u t t i i n u m e r i s o n m i e i

7 - 8 - 9 S p e r i a m o c h e n o n p i o v e

A - B - C A s c o l t a t e i l n o s t r o C D

B U M B U M C I A B U M B U M C I A

A L Z A L A T E S T A E G U A R D A L A ’

C H E L A P R O F T E S T A ’ A F I S S A ’

L E I T I H A G I A ’ I N Q U A D R A T O

E ’ L A Q U A R T A V O L T A C H E T A ’ R I C H I A M A T O

T O G L I I L C E L L C H E T A ’ S G A M A T O … … . .

R I T .

Q U E S T O E ’ I L R A P S C O L A S T I C O

T E L O R A P P O I N M O D O F A N T A S T I C O

Q U A N D O C E R C O D I S T U D I A R E

G L I A M I C I M I C H I A M A N O P E R G I O C A R E

M I D I S P I A C E D E V O A N D A R E

N O N H O T E M P O D I C O N T I N U A R E

A Q U A N T O P A R E

D E V O S C A P P A R E .

H A I A V U T O U N A G I O R N A T A B U O N A

M A O R A L A C A M P A N E L L A S U O N A

E ’ T E M P O D I A N D A R E

D E V O T O R N A R E

E A C A S A A S P E T T O

U N B U O N P R A N Z E T T O

R I T .

Q U E S T O E ’ I L R A P S C O L A S T I C O

T E L O R A P P O I N M O D O F A N T A S T I C O

Q U A N D O C E R C O D I S T U D I A R E

G L I A M I C I M I C H I A M A N O P E R G I O C A R E

M I D I S P I A C E D E V O A N D A R E

N O N H O T E M P O D I C O N T I N U A R E

A Q U A N T O P A R E

D E V O S C A P P A R E .

! ! C H I U D O ! !

C A R I R A G A Z Z I P E R N O I I L N O S T R O R A P E ’ B E L L O

S O P R A T T U T T O I L R I T O R N E L L O = D

C I A O R A G A Z Z I D A F e d e & L o l l o B E L L A A A A A A A A A A

Page 37: Giornalino giugno 2014

La musica a me piace normalmente se ha un bel ritmo e se ha delle parole che

esprimono i sentimenti in modo chiaro. Mi piace molto Jovanotti, in particolare ‘ La

bella vita ’ e ‘ Serenata rap ’ . Il mio gruppo preferito sono i Beatles e le canzoni

che mi piacciono di più sono ‘ Hei Bulldog ’ , ‘ All togheter now ’ e ‘ Penny la-

ne ’ . A coro canto brani di musica classica e quindi a volte mi capita di ascoltarli

anche se non ne vado matta. Le canzoni orientali ( specialmente Indiane ) spesso

mi divertono e visto che mio padre a volte le ascolta io mi metto ad ascoltare insie-

me a lui. Spesso ascolto brani di vecchi cantanti come: Ettore Petrolini, Rita Pavo-

ne, Mina, Giorgio Gaber e De Andrè. Stella

La musica può essere un passatempo o un motivo per imparare. Io la musica la

ascolto e non la faccio, prima suonavo chitarra ma ora non la faccio più e devo dire

che la musica mi piace molto più di prima . Per me è un passatempo, un diverti-

mento, mi fa rilassare e mi distoglie dai problemi . La musica può essere fatta per

passione o per soldi: ma non è la stessa cosa , quando la fai per passione riesce

molto meglio. Io ascolto Rap, Rock, Alternative e Pop. Un gruppo che mi piace

molto sono i Negrita, un gruppo Alternative Rock italiano. Ascolto molto anche i

Maroon 5, un gruppo Pop/Rock inglese. Mi piace molto anche Caparezza, un can-

tante Rap/Pop molto conosciuto per la sua capigliatura. Elena

MAROON 5

Page 38: Giornalino giugno 2014

Ascolto molto spesso la musica, soprattutto quando sono nervosa o agitata perché riesce a calmarmi e a rilassarmi. Amo molto la musica pop, italiana e straniera, come ad esempio Jovanotti e Michael Jackson. Mi piace ascol-tare anche gruppi conosciuti come i Red Hot Chili Pepper o gli Oasis, e adoro una canzone dei Fun intitolata “Some Nights”. A volte ascolto anche artisti non recenti: ad esempio i Beatles e De Andrè.

Di artisti italiani mi piacciono: Ligabue, Vasco Rossi,Tiziano Ferro e Gior-gia. Mi piace il genere rap, ma soprattutto quello italiano e quindi: J-Ax, Emis Killa e Fedez. Alcune loro canzoni sono: Gente che spera, Spirale Ovale, Deca Dance, Mio padre è il king,Tutto il contrario e Parole di ghiaccio. Detesto invece la musica classica,il jazz e il blues perché tendo ad annoiarmi, mentre quando ascolto la musica mi piace divertirmi: così mi piace ascoltare la musica allegra. Secondo me sono molto intelligenti e giu-ste le canzoni scritte da più autori per aiutare uno stato, una regione o una città in difficoltà, offrendo in beneficenza i soldi ricavati dagli ascolti del brano. Degli esempi sono: Usa for Africa e Domani.

Adoro ascoltare la musica e anche suonarla ma non ne sono capace.

Chiara

Page 39: Giornalino giugno 2014

Io amo ascoltare la musica soprattutto rock and roll, blues, leggera e rap. Il mio cantante preferito è Lucio Dalla anche se ora sento princi-palmente gruppi: Kraftwerk, Pink Floyd e Police. Negli ultimi tempi ho ascoltato anche le colonne sonore di film o qualunque musica che gira alla radio. Non mi piace molto il pop e soprattutto Max Pezzali, Justin Bieber e gli One Direction. Non sento spesso la musica, solo quando mi annoio o dopo cena, prima di dormire.

Giulio Rodinò, II°a

Io, di solito, ascolto la musica classica quando vado a sentire mio padre che suona (mi piacciono molto ‘’le quattro stagioni’’, in particolare la prima-vera) ma la mia musica preferita è quella “leggera”. Le mie canzoni prefe-rite sono rap, e tra queste ci sono L’erba cattiva e Ti vorrei dire. Invece i miei cantanti preferiti sono: Fedez, Emis Killa, J-ax e Nsp.

Ascolto comunque vari gruppi musicali tra cui molte hit del momento: Gan-gam style, Burn it, Ready to belive e Abituarsi alla fine. Il mio gruppo preferito sono i Linkin Park. Ma ogni mese cambio preferenze, quindi è difficile affermare quale sia la mia preferita in assoluto.

Luca

Page 40: Giornalino giugno 2014

Quest’anno, durante il primo quadrimestre, abbiamo studiato in antologia dei racconti e delle poesie dedicate all’amore e la prof, alla fine dello stu-dio, ci ha chiesto di trascrivere una canzone d’amore e di commentarla. Vi

proponiamo qualche esempio:

Resto fermo tra le onde

Mentre penso a te,

fuoco rosso luce e rondine

tra le foglie soffia

un vento molto debole,

nel frattempo un fiore

sta per nascere ...

Eccoci qua,

a guardare le nuvole

su un tappeto di fragole….

Come si fa,

a spiegarti se mi agito

e mi rendo ridicolo.

Questa canzone dà un’emozione di gioia e di felicità. Mi fa pensare al fat-to di stare all’aria aperta, di poter giocare a pallone con i miei amici sull’erba, o a quando in vacanza con i miei genitori rimaniamo fino a tardi sulla spiaggia oppure a quando la sera ceniamo sopra il terrazzo, dove l’u-nica fonte di luce è la brace dove cuociamo la carne.

Davide

Page 41: Giornalino giugno 2014

La mia canzone sull’amore preferita è “E fuori è buio” di Tiziano Ferro.

L’ho scelta perché quando ero più piccolo, mio padre me la metteva molto spesso durante i nostri viaggi in macchina.

Lorenzo

Un grande vuoto che mi avrebbe spinto oltre, fino al confine estremo delle mie speranze, ti avrei cercato come un cavaliere pazzo, avrei lottato contro il mare e le sue istanze. I labirinti avrei percorso senza un filo, nutrendomi di ciò che il suolo avrebbe offerto e a ogni confine nuovo io avrei chiesto asilo, avrei rischiato la mia vita in mare aperto. Considerando che l’amore non ha prezzo sono disposto a tutto per averne un po’, considerando che l’amore non ha prezzo lo pagherò offrendo tutto l’amore, tutto l’amore che ho.

Questa canzone di Jovanotti mi è piaciuta dalla prima volta che l’ho sen-tita visto che esprime un amore profondo che induce addirittura alla paz-zia. Sia la melodia che le parole sono molto belle e commoventi. È un’e-mozione molto forte che viene trasmessa anche a chi la sa ascoltare.

Page 42: Giornalino giugno 2014

C’era una volta una principessa: il suo nome era Pandora, ormai detta “la zitella”; allora suo padre, il re Prince, mise in tutto il regno cartelloni con scritto: ”principessa single cerca marito.”

Poco dopo arrivarono tre principi da sceglie-re: il primo fu il tede-sco, che recitò con il suo animo “fiscale”: “Nel mio cuorre ci sssei sssolo ttu, o mmia princippessa“

e lei rispose:

“cattivo uso delle dop-pie, noioso e troppo poetico. In poche paro-le… scartato!”

Allora a farsi avanti fu il secondo, il francese, che fece: “Oh mia amata nel mio cuorre c’è un pic-nic solo perrr te”.

La ribelle fanciulla ne rima-se colpita ma la sua dama da compagnia disse: “pic-nic aboliti” e anche il nu-mero due fu scartato.

A quel punto arrivò il terzo ragazzo, ovvero lo spagno-lo, che parlò convinto: “andalè seniorita vamos a la playa con migo!”

E la ribella fece: “La Playa me gusta ma il principe è troppo esaltato!”.

E anche l’ultimo se ne andò.

La principessa era triste quando dalla finestra vide un simpatico carciofo che parlava il cosid-

detto ”Romanesco correggiuto”. Il mercante urlava: “Ciò tutto io, Ciò tutto io! Me chiamano Ro-

dorfo er mejo”.

A corte tutti adoravano Rodorfo meno Pandora, che lo amava (come si dice a Roma) un casino e

anche a lui piaceva lei. Allora i due scapparono insieme ma furono fermati dalla cavalleria che

voleva riportare Pandora a casa. Il suo uomo disse: “Te sarvo io!”, ma la fanciulla ribatté: “Eh

no, caro mio, mi salvo da sola questa volta!” e dopo qualche uh-ah seguiti da precisi colpi di ka-

rate l’esercito era steso.

Qualcuno si chiederà dove ha imparato Pandora il karate?

E io vi rispondo: cosa pensate abbia fatto una come lei chiusa in un castello, magari tessuti o

cose simili? Ma vè pare!!!

Testo: Claudio De Roma,

Disegni di Tecnologia: Giulia Di Stefano

e Giacomo Passino

a.s. 2012-2013

Page 43: Giornalino giugno 2014
Page 44: Giornalino giugno 2014

Decorazione urbana fotografata a Rovereto, aprile 2014. Artista (a noi) ignoto.