Giornalino Giugno

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del fanciullo ANNO XLIII - N. 2 - 2011 E-mail: [email protected] Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale t D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 2 DCB - Roma ariffa associazione senza fini di lucro: i n s e r t o s p e c i a l e c a n o n i z z a z i o n e

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giornalino sacro cuore

Transcript of Giornalino Giugno

del fanciullodel fanciullo

ANNO XLIII - N. 2 - 2011E-mail: [email protected]

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale tD.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 2 DCB - Roma

ariffa associazione senza fini di lucro:

inserto

speciale

canonizzazione

Periodico editodalla Prov. Italiana

della Congregazionedei Servi della Carità

— Opera Don Guanella –TRIMESTRALE

redatto dall’Istituto S. Cuoredi Fasano (BR)

ANNO XVLIII - N. 2 - 2011

SOMMARIO

Sede: 72015 Fasano (Brindisi)Direttore responsabile: Curri Giuseppe

Autorizzazione Tribunale di Brindisi, n. 82 del 24.4.1968

Con approvazione ecclesiasticaSpedizione in A. P.

D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 2 DCB - Roma

Aut. Filiale Poste Brindisi Stampa: EVI s.r.l.

C.da Piangevino 224/B - MonopoliTel. 080.803215 - Fax 0806907026E-mail: [email protected]

Se cambiate indirizzo, notificateci il nuovo mandandoci anche il vecchio per poterlo togliere, onde evitare duplicati. Scrivendo o inviando offerte, mettere sempre completo e chiaro il vostro indirizzo in modo da facilitare la rispo-sta e la registrazione.Le signore mettano tutti e due i cogno-mi o sempre lo stesso per evitare dupli-cati. Grazie.

“Un ambiente accogliente per tutta la famiglia”

La Casa per Ferie dell’Opera Don Guanella è situata nel centro di Torre Canne, sul litorale adriatico, nel territorio del Comune di Fasano (BR), a cinquanta metri dalla sabbia dorata del limpido

mare Adriatico e a cinquecento metri dalle Terme di Torre Canne.La struttura è ben collegata con i maggiori centri turistici della

zona: i trulli di Alberobello, gli scavi archeologici di Egnazia, le grotte di Castellana, lo Zoosafari di Fasano, la città bianca di Ostuni, la zona pano-ramica della Selva di Fasano, la zona enologica di Locorotondo.

La Casa per Ferie “Sacro Cuore” dispone di ambienti confortevoli, ascensore, stanze con TV e aria condizionata. All’esterno si trovano ampi spazi attrezzati e parcheggio. Bed & breakfast, mezza pensione o completa, cucina mediterranea e locale. Animazione e momenti di festa.

Ospita gruppi, associazioni, famiglie, coppie e singoli, religiosi e suore (per questi ultimi sono predisposti ambienti più riservati).

Direzione

Sede Estiva

Via Matarano, 172015 FASANO (BR)Tel. 080.4413037 - Fax 080.4423518Sito web: www.sacrocuorefasano.netE-mail: [email protected]

Casa per Ferie “Sacro Cuore”Opera Don GuanellaVia del Faro, 118 e Via Messina, 7672010 TORRE CANNE (BR)Tel. 080.4829418 - 338.3382572

Casa per ferie“Sacro Cuore”Opera Don GuanellaTorre Canne (BR)

Lettera del direttore

Il Cuore di Gesù

Verso la canonizzazione

(Pagina degli ex allievi)

Noi risorgeremo

25° e 50° anniversario

“Radicati e fondati

nella carità”

La Famiglia Guanellianain festa

3

4-5

Inserto Speciale

Canonizzazione 6-12

13

13

14

Foto copertina: “Venite a me...” - colorata dai ragazzi.

LETTERA DEL DIRETTORE

3

Nella seconda lettura della Messa della Festa del Sacro Cuore, (Ef.3,14-21), San Paolo sembra

parlare oggi, direttamente a noi, membri della Famiglia Guanelliana “Che il Cristo abiti per la fede

nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi

quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni

conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio . Amen”.

In questa preghiera, San Paolo mette in chiaro che la nostra capaci-

tà di crescita nel bene viene da un potere che è al di fuori di noi,

che la carità e la forza sono state radicate in noi, illuminano il

cammino della nostra vita perché possiamo usare questi

doni e crescere in quello che Dio desidera per ciascuno di

noi.

Dal cuore di Dio, descrive San Paolo ,fluisce poten-

za, forza, identità: un ampio dinamismo di amore in

tutte le sue dimensioni, un amore che colma il nostro

vuoto e che fa sì che in cambio possiamo iniziare ad

amarlo.

Papa Benedetto XVI, nella sua prima Enciclica

“Deus Caritas est” del 2004, ci rivolgeva questa sfida

fondamentale: essere “radicati e fondati nella carità

… L’amore non è mai «concluso» e completato; si tra-

sforma nel corso della vita, matura e proprio per questo

rimane fedele a se stesso … La storia d’amore tra Dio e

l’uomo consiste appunto nel fatto che questa comunione di

volontà cresce in comunione di pensiero e di sentimento”.

Siamo chiamati oggi a ri-immaginare la carità occupando nuovi

spazi di inserimento nella società. Il Papa parla anche a chi tra noi è impe-

gnato personalmente a lavorare nel campo concreto della carità perché l’azione pratica resta insufficiente

se in essa non si rende percepibile l’amore per l’uomo, un amore che si nutre dell’incontro con Cristo.

L’Istituto Sacro Cuore oggi si trova in un mondo complesso sempre più circondato da crescenti problemi,

conflitti e crisi familiari che richiedono spesso soluzioni drastiche e scelte difficili. In questo tempo, è neces-

sario un coraggio ispirato e una saggezza creativa per cercare e compiere la volontà di Dio con pace e visio-

ne per il futuro.

Ri-immaginare la carità non significa solamente rivedere il nostro servizio di carità nei confronti del

nostro prossimo; ma significa anche cercare di immaginare, in modo creativo, come potremmo essere e

come potrebbe cambiare la nostra vita se lasciassimo fare a “Colui che in tutto ha potere di fare molto più di

quanto possiamo domandare o pensare”. In questa Festa del Sacro Cuore, carissimi amici e benefattori, noi

crediamo e speriamo nella Sua promessa.Don Donato

“Radicati e fondati nella carità”

Periodico editodalla Prov. Italiana

della Congregazionedei Servi della Carità

— Opera Don Guanella –TRIMESTRALE

redatto dall’Istituto S. Cuoredi Fasano (BR)

ANNO XVLIII - N. 2 - 2011

SOMMARIO

Sede: 72015 Fasano (Brindisi)Direttore responsabile: Curri Giuseppe

Autorizzazione Tribunale di Brindisi, n. 82 del 24.4.1968

Con approvazione ecclesiasticaSpedizione in A. P.

D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 2 DCB - Roma

Aut. Filiale Poste Brindisi Stampa: EVI s.r.l.

C.da Piangevino 224/B - MonopoliTel. 080.803215 - Fax 0806907026E-mail: [email protected]

Se cambiate indirizzo, notificateci il nuovo mandandoci anche il vecchio per poterlo togliere, onde evitare duplicati. Scrivendo o inviando offerte, mettere sempre completo e chiaro il vostro indirizzo in modo da facilitare la rispo-sta e la registrazione.Le signore mettano tutti e due i cogno-mi o sempre lo stesso per evitare dupli-cati. Grazie.

“Un ambiente accogliente per tutta la famiglia”

La Casa per Ferie dell’Opera Don Guanella è situata nel centro di Torre Canne, sul litorale adriatico, nel territorio del Comune di Fasano (BR), a cinquanta metri dalla sabbia dorata del limpido

mare Adriatico e a cinquecento metri dalle Terme di Torre Canne.La struttura è ben collegata con i maggiori centri turistici della

zona: i trulli di Alberobello, gli scavi archeologici di Egnazia, le grotte di Castellana, lo Zoosafari di Fasano, la città bianca di Ostuni, la zona pano-ramica della Selva di Fasano, la zona enologica di Locorotondo.

La Casa per Ferie “Sacro Cuore” dispone di ambienti confortevoli, ascensore, stanze con TV e aria condizionata. All’esterno si trovano ampi spazi attrezzati e parcheggio. Bed & breakfast, mezza pensione o completa, cucina mediterranea e locale. Animazione e momenti di festa.

Ospita gruppi, associazioni, famiglie, coppie e singoli, religiosi e suore (per questi ultimi sono predisposti ambienti più riservati).

Direzione

Sede Estiva

Via Matarano, 172015 FASANO (BR)Tel. 080.4413037 - Fax 080.4423518Sito web: www.sacrocuorefasano.netE-mail: [email protected]

Casa per Ferie “Sacro Cuore”Opera Don GuanellaVia del Faro, 118 e Via Messina, 7672010 TORRE CANNE (BR)Tel. 080.4829418 - 338.3382572

Casa per ferie“Sacro Cuore”Opera Don GuanellaTorre Canne (BR)

Lettera del direttore

Il Cuore di Gesù

Verso la canonizzazione

(Pagina degli ex allievi)

Noi risorgeremo

25° e 50° anniversario

“Radicati e fondati

nella carità”

La Famiglia Guanellianain festa

3

4-5

Inserto Speciale

Canonizzazione 6-12

13

13

14

Foto copertina: “Venite a me...” - colorata dai ragazzi.

LETTERA DEL DIRETTORE

3

Nella seconda lettura della Messa della Festa del Sacro Cuore, (Ef.3,14-21), San Paolo sembra

parlare oggi, direttamente a noi, membri della Famiglia Guanelliana “Che il Cristo abiti per la fede

nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi

quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni

conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio . Amen”.

In questa preghiera, San Paolo mette in chiaro che la nostra capaci-

tà di crescita nel bene viene da un potere che è al di fuori di noi,

che la carità e la forza sono state radicate in noi, illuminano il

cammino della nostra vita perché possiamo usare questi

doni e crescere in quello che Dio desidera per ciascuno di

noi.

Dal cuore di Dio, descrive San Paolo ,fluisce poten-

za, forza, identità: un ampio dinamismo di amore in

tutte le sue dimensioni, un amore che colma il nostro

vuoto e che fa sì che in cambio possiamo iniziare ad

amarlo.

Papa Benedetto XVI, nella sua prima Enciclica

“Deus Caritas est” del 2004, ci rivolgeva questa sfida

fondamentale: essere “radicati e fondati nella carità

… L’amore non è mai «concluso» e completato; si tra-

sforma nel corso della vita, matura e proprio per questo

rimane fedele a se stesso … La storia d’amore tra Dio e

l’uomo consiste appunto nel fatto che questa comunione di

volontà cresce in comunione di pensiero e di sentimento”.

Siamo chiamati oggi a ri-immaginare la carità occupando nuovi

spazi di inserimento nella società. Il Papa parla anche a chi tra noi è impe-

gnato personalmente a lavorare nel campo concreto della carità perché l’azione pratica resta insufficiente

se in essa non si rende percepibile l’amore per l’uomo, un amore che si nutre dell’incontro con Cristo.

L’Istituto Sacro Cuore oggi si trova in un mondo complesso sempre più circondato da crescenti problemi,

conflitti e crisi familiari che richiedono spesso soluzioni drastiche e scelte difficili. In questo tempo, è neces-

sario un coraggio ispirato e una saggezza creativa per cercare e compiere la volontà di Dio con pace e visio-

ne per il futuro.

Ri-immaginare la carità non significa solamente rivedere il nostro servizio di carità nei confronti del

nostro prossimo; ma significa anche cercare di immaginare, in modo creativo, come potremmo essere e

come potrebbe cambiare la nostra vita se lasciassimo fare a “Colui che in tutto ha potere di fare molto più di

quanto possiamo domandare o pensare”. In questa Festa del Sacro Cuore, carissimi amici e benefattori, noi

crediamo e speriamo nella Sua promessa.Don Donato

“Radicati e fondati nella carità”

a m i c o d e l f a n c i u l l o

4

Il rapporto tra l’uomo e Dio è ostacolato, in molte persone, dall’idea sbagliata che di Dio si sono fatte.Credono in un Dio esistente, ma non in un

Dio amante. Credono in un Dio creatore, ma non in un Padre provvidente. Credono in un Dio freddo e lontano che abita nei cieli, e non in un Dio che è vicino ad ogni uomo.

Credono in un Dio legislatore, nel Dio dei comandi e dei divieti, un Dio che con le sue leggi impedisce all’uomo di alzarsi in volo verso la gioia. Credono in un Dio indifferente, e non in un Dio che brucia di amore per ognuno di noi.

Credono in un Dio giusto che punisce le col-pe, e non anche in un Dio misericordioso che perdona, felice di poter perdonare chi piange il suo peccato.

Credono nel Dio dei pagani, non nel Dio dei

cristiani. Credono in un “dio sbagliato”, non nel Dio di Gesù Cristo. Se dunque Dio è come molti lo pensano, non può che essere temuto. Temu-to, ma non amato! Eppure, da duemila anni nel-la storia del mondo risuona l’eco dell’amore di Dio, un’eco che durerà fino alla fine del tempo.

E non un’eco sussurrata, appena percettibi-le, ma un grido di amore, della follia di amore con cui Dio ama ognuno di noi. Questo è Gesù: l’esposizione, la manifestazione, l’incarnazione dell’amore del Padre. Il Figlio di Dio si è fatto uomo perché non soltanto ci credessimo amati, ma ci sentissimo amati, perché potessimo vede-re e toccare con mano quanto Dio ci ama. Il Signore non si rassegna a perderci gli siamo costati troppo! È per questo che non lascia nulla di intentato pur di salvarci.

Ben a ragione quel grande scienziato e uo-mo di fede che fu Enrico Medi ha definito la nostra epoca come "la più barbara della storia”. La più barbara perché la più lontana da Dio, la più ribelle, la più ostinata, la più orgogliosa e sprezzante verso i valori dello spirito.

Quando l’uomo, circa tre secoli fa, con l’affacciarsi dei tempi moderni, oltre a peccare (mestiere antico!), ha cominciato a giustificare il suo peccato (mestiere moderno!), Dio ha fat-to straripare il suo amore per noi regalandoci promesse straordinarie riguardanti la nostra eterna salvezza.

E per dare la più grande credibilità a quelle promesse, ci ha mostrato, un cuore di uomo che è il Cuore di Dio, il Cuore di Gesù, nostro fra-tello e Salvatore: “Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini...”.

Santa Margherita Maria Alacoque è stata l’umile ma prezioso strumento scelto da Dio per farci conoscere quel Cuore e per aiutarci ad amarlo come merita.

a m i c o d e l f a n c i u l l o

5

IL CUORE DI GESÙLA PASSIONE DI DIO PER L’UOMO

LITANIE RIPARATRICIDEL SACRO CUORE DI GESÙ

Preghiera iniziale: Signore dal Cuore squarciato, aiutami a camminare verso il tuo Cuore come verso la meta del mio pel-legrinaggio; ad aderire al tuo Cuore con tutta la forza delle mie aspirazioni .Dammi di penetrare nel tuo Cuore fino alla sua estrema profondità ;di respirare per mez-zo del tuo Cuore animandomi col soffio di un generoso amore; a lavorare per il tuo Cuore senza risparmiare pene e fatiche. E poi fammi riposare sul tuo Cuore in una

intimità tranquilla e senza fine; per irra-diare la santa bontà e l’ardore apostolico del tuo Cuore, e dimorare per sempre in esso immutabilmente stabilito nella tua carità.

Ad ogni invocazione, rispondere :

Della dimenticanza e della ingratitudine degli uominiDel tuo abbandono nel santo tabernacolo, Dell’odio degli empi, noi ti consoleremo, o Signore.Delle bestemmie che si vomitano contro di te, Dei sacrilegi coi quali si profanail tuo sacramento d’amore, Delle irriverenze commessealla tua adorabile presenza. Dei tradimenti dei quali tu seil’adorabile Vittima, Delle infedeltà di coloroche si dicono tuoi amici, Della nostra resistenza alle tue grazie, Delle nostre proprie infedeltà, Dell’incomprensibile durezza dei nostri cuori, Della nostra tiepidezza nel tuo santo servizio, Dell’amara tristezza in cui ti gettala perdita delle anime, Del tuo lungo aspettarealla porta dei nostri cuori, Dei tuoi sospiri d’amore, Delle tue lacrime d’amore,Del tuo martirio d’amore.

Divino Salvatore Gesù, che ti sei lasciato sfuggire dal Cuore questo doloroso lamento: lo ho cercato dei consolatori e non ne ho trovati..., degnati di gradire l’umile tributo delle nostre consolazioni, ed assistici così potentemente con l’aiuto della tua santa grazia, che per l’avvenire, schivando sempre più tutto ciò che potrebbe dispiacerti, noi ci mostriamo in tutto e per tutto tuoi fedeli e devoti. Amen

Noi ti consoleremo, o Signore

Preghiamo

La chiesa del “Sacro Cuore”.

a m i c o d e l f a n c i u l l o

4

Il rapporto tra l’uomo e Dio è ostacolato, in molte persone, dall’idea sbagliata che di Dio si sono fatte.Credono in un Dio esistente, ma non in un

Dio amante. Credono in un Dio creatore, ma non in un Padre provvidente. Credono in un Dio freddo e lontano che abita nei cieli, e non in un Dio che è vicino ad ogni uomo.

Credono in un Dio legislatore, nel Dio dei comandi e dei divieti, un Dio che con le sue leggi impedisce all’uomo di alzarsi in volo verso la gioia. Credono in un Dio indifferente, e non in un Dio che brucia di amore per ognuno di noi.

Credono in un Dio giusto che punisce le col-pe, e non anche in un Dio misericordioso che perdona, felice di poter perdonare chi piange il suo peccato.

Credono nel Dio dei pagani, non nel Dio dei

cristiani. Credono in un “dio sbagliato”, non nel Dio di Gesù Cristo. Se dunque Dio è come molti lo pensano, non può che essere temuto. Temu-to, ma non amato! Eppure, da duemila anni nel-la storia del mondo risuona l’eco dell’amore di Dio, un’eco che durerà fino alla fine del tempo.

E non un’eco sussurrata, appena percettibi-le, ma un grido di amore, della follia di amore con cui Dio ama ognuno di noi. Questo è Gesù: l’esposizione, la manifestazione, l’incarnazione dell’amore del Padre. Il Figlio di Dio si è fatto uomo perché non soltanto ci credessimo amati, ma ci sentissimo amati, perché potessimo vede-re e toccare con mano quanto Dio ci ama. Il Signore non si rassegna a perderci gli siamo costati troppo! È per questo che non lascia nulla di intentato pur di salvarci.

Ben a ragione quel grande scienziato e uo-mo di fede che fu Enrico Medi ha definito la nostra epoca come "la più barbara della storia”. La più barbara perché la più lontana da Dio, la più ribelle, la più ostinata, la più orgogliosa e sprezzante verso i valori dello spirito.

Quando l’uomo, circa tre secoli fa, con l’affacciarsi dei tempi moderni, oltre a peccare (mestiere antico!), ha cominciato a giustificare il suo peccato (mestiere moderno!), Dio ha fat-to straripare il suo amore per noi regalandoci promesse straordinarie riguardanti la nostra eterna salvezza.

E per dare la più grande credibilità a quelle promesse, ci ha mostrato, un cuore di uomo che è il Cuore di Dio, il Cuore di Gesù, nostro fra-tello e Salvatore: “Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini...”.

Santa Margherita Maria Alacoque è stata l’umile ma prezioso strumento scelto da Dio per farci conoscere quel Cuore e per aiutarci ad amarlo come merita.

a m i c o d e l f a n c i u l l o

5

IL CUORE DI GESÙLA PASSIONE DI DIO PER L’UOMO

LITANIE RIPARATRICIDEL SACRO CUORE DI GESÙ

Preghiera iniziale: Signore dal Cuore squarciato, aiutami a camminare verso il tuo Cuore come verso la meta del mio pel-legrinaggio; ad aderire al tuo Cuore con tutta la forza delle mie aspirazioni .Dammi di penetrare nel tuo Cuore fino alla sua estrema profondità ;di respirare per mez-zo del tuo Cuore animandomi col soffio di un generoso amore; a lavorare per il tuo Cuore senza risparmiare pene e fatiche. E poi fammi riposare sul tuo Cuore in una

intimità tranquilla e senza fine; per irra-diare la santa bontà e l’ardore apostolico del tuo Cuore, e dimorare per sempre in esso immutabilmente stabilito nella tua carità.

Ad ogni invocazione, rispondere :

Della dimenticanza e della ingratitudine degli uominiDel tuo abbandono nel santo tabernacolo, Dell’odio degli empi, noi ti consoleremo, o Signore.Delle bestemmie che si vomitano contro di te, Dei sacrilegi coi quali si profanail tuo sacramento d’amore, Delle irriverenze commessealla tua adorabile presenza. Dei tradimenti dei quali tu seil’adorabile Vittima, Delle infedeltà di coloroche si dicono tuoi amici, Della nostra resistenza alle tue grazie, Delle nostre proprie infedeltà, Dell’incomprensibile durezza dei nostri cuori, Della nostra tiepidezza nel tuo santo servizio, Dell’amara tristezza in cui ti gettala perdita delle anime, Del tuo lungo aspettarealla porta dei nostri cuori, Dei tuoi sospiri d’amore, Delle tue lacrime d’amore,Del tuo martirio d’amore.

Divino Salvatore Gesù, che ti sei lasciato sfuggire dal Cuore questo doloroso lamento: lo ho cercato dei consolatori e non ne ho trovati..., degnati di gradire l’umile tributo delle nostre consolazioni, ed assistici così potentemente con l’aiuto della tua santa grazia, che per l’avvenire, schivando sempre più tutto ciò che potrebbe dispiacerti, noi ci mostriamo in tutto e per tutto tuoi fedeli e devoti. Amen

Noi ti consoleremo, o Signore

Preghiamo

La chiesa del “Sacro Cuore”.

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IntroduzioneSono tre gli aspetti che fanno risplendere di

attualità e di profezia il carisma e la spiritualità del Beato Luigi Guanella, Santo lombardo nel mondo contemporaneo.

La povertà del mondo attuale riceve una consolazione e una speranza perché don Gua-nella, “Padre dei poveri”, ci spinge a «coricare nel nostro cuore le umane miserie al fine di provvedervi».

Il fenomeno della globalizzazione può sco-prire in, un modello cui ispirarsi per tendere al vero bene comune, al bene di tutti: “ Tutto il mondo è patria vostra”.

L’emergenza educativa che caratterizza i nostri tempi può trarre dalla testimonianza di don Guanella, “Educatore appassionato”, ener-gie e vigore per riscoprire che l’educazione è anzitutto opera del cuore.

a m i c o d e l f a n c i u l l oInserto speciale CANONIZZAZIONE

a m i c o d e l f a n c i u l l o Inserto speciale CANONIZZAZIONE

LA FAMIGLIA GUANELLIANA IN FESTAIL BEATO LUIGI GUANELLA SANTO IL 23 OTTOBRE 2011

Don Luigi Guanella: “Cittadino del mondo”

Don Mario Carrera aggiunge “Don Luigi Gua-nella non è certo un santo da nicchia, ma un pre-te di strada che ci provoca e interpella ad essere attenti anche ai frammenti di bontà presenti in ciascuno di quelli che incontriamo, perché quei frammenti, abilitati dalla grazia divina e curati con paziente e amorosa sollecitudine, possono rivelarsi utili per trasformare le persone in una “cattedrale di Dio”.

Chi incomincia ad avere i capelli brizzolati ricorda il film di Ermanno Olmi “L’albero degli zoccoli.” Il titolo del film nasce da un episodio di povertà. Il ragazzo, che deve fare sei chilometri al giorno per andare a scuola, un giorno torna a casa con i calzari rotti. Non ci sono soldi per un paio nuovo, allora il padre taglia un albero di pioppo per ricavarne un paio di nuovi. Il padro-ne della terra si accorge del furto e lo licenzia costringendolo ad emigrare in un altro paese, dove per amore viene accolto dai parenti. In quella famiglia viveva il nonno Anselmo, un anziano ingegnoso e saggio contadino. Ansel-mo è un anziano molto amato dai bambini ed è il continuatore della cultura popolare, fatta di proverbi e filastrocche, ingegnose astuzie che si tramandano oralmente di generazione in gene-razione.

Anche accanto a Luigi Guanella c’è un nonno saggio e assennato. Il nonno del piccolo Luigi si chiamava Tomaso (con una sola emme!) e abi-tava in località Motta, un grappolo di case, oggi conosciuta per una Casa alpina delle Acli, ma

In Casa Guanella

soprattutto per la celebre stazione sciistica di Madesimo.

Tomaso era un uomo che si distingueva per il suo pensiero prudente; per quei tempi aveva una certa cultura e, soprattutto, un profondo senso morale che infondeva rettitudine religio-sa in ogni suo gesto. Don Guanella ripeteva spesso una sua frase: “Nella vita bisogna aver coscienza in tutto e salvare l’anima”.

Non c’è dubbio che anche il nonno abbia lasciato un’impronta nell’infanzia del piccolo Luigi. Nell’animo dei bambini, come su una pel-licola fotografica, rimangono scolpiti atti, sen-timenti, sensazioni che poi, per un’intera esi-stenza, diventano sostanza e gioia di vivere.

Nel corso dell’esistenza le prime esperienze costituiscono punti di riferimento e una fonte delle ispirazioni e dei valori.

“L’opera educativa – hanno scritto i vescovi italiani - si gioca sempre all’interno delle rela-zioni fondamentali dell’esistenza; l’educazione è efficace nella misura in cui s’incontra la perso-na, nell’insieme delle sue esperienze. Gli ambiti della vita affettiva, del lavoro e della festa, della fragilità umana, della tradizione rappresenta-no un'articolazione molto utile per rileggere l’impegno educativo, al quale offrono stimoli ed obiettivi”.

Il traguardo educativo della nostra epoca moderna può essere ritenuto identico a quello della tradizione in cui è nato e vissuto don Gua-

nella. Identici sono i volti dell'onestà, lealtà, sen-so della giustizia e dell'apertura ai valori spiri-tuali. Il susseguirsi delle generazioni e i cambia-menti storici hanno certamente modificato gli incentivi, ma intatta è rimasta l'anima della per-sona. Per la vita del piccolo Luigi la fonte della freschezza della fede era iì rosario serale davan-ti al camino, la lettura della "Storia sacra" fatta dal padre Lorenzo alla famiglia riunita; per noi oggi la "maestra quotidiana" è diventata la tele-visione che, increspa la superficie senza rag-giungere la profondità, con il pericolo evidente di allargare sempre più i confini della solitudine.

A Luigi Guanella, tramite la sua famiglia, giunse l’eredità solidale della sua gente. In quel tessuto sociale vi entra e vi comunica con tutto il suo essere ,ne assume la situazione, ne viene se-gnato.

Per essere compreso a fondo, sarà necessa-rio tener conto di questa sua radicale apparte-nenza alla gente di montagna, alla famigliaGuanella e, più in particolare, a quella di Pa’ Lorenzo e di Mamma Maria Bianchi.

C’è consistenza in Pa’ Lorenzo, robusto di fisi-co e di spirito, che infonde sicurezza, stabile e forte come una montagna; e dolcezza nella mamma Maria.

Don A. Beria ha tracciato una sintesi

La famiglia Guanella

Fraciscio (SO).

Fraciscio, Casa Guanella.

Monumento, Casa natale.

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IntroduzioneSono tre gli aspetti che fanno risplendere di

attualità e di profezia il carisma e la spiritualità del Beato Luigi Guanella, Santo lombardo nel mondo contemporaneo.

La povertà del mondo attuale riceve una consolazione e una speranza perché don Gua-nella, “Padre dei poveri”, ci spinge a «coricare nel nostro cuore le umane miserie al fine di provvedervi».

Il fenomeno della globalizzazione può sco-prire in, un modello cui ispirarsi per tendere al vero bene comune, al bene di tutti: “ Tutto il mondo è patria vostra”.

L’emergenza educativa che caratterizza i nostri tempi può trarre dalla testimonianza di don Guanella, “Educatore appassionato”, ener-gie e vigore per riscoprire che l’educazione è anzitutto opera del cuore.

a m i c o d e l f a n c i u l l oInserto speciale CANONIZZAZIONE

a m i c o d e l f a n c i u l l o Inserto speciale CANONIZZAZIONE

LA FAMIGLIA GUANELLIANA IN FESTAIL BEATO LUIGI GUANELLA SANTO IL 23 OTTOBRE 2011

Don Luigi Guanella: “Cittadino del mondo”

Don Mario Carrera aggiunge “Don Luigi Gua-nella non è certo un santo da nicchia, ma un pre-te di strada che ci provoca e interpella ad essere attenti anche ai frammenti di bontà presenti in ciascuno di quelli che incontriamo, perché quei frammenti, abilitati dalla grazia divina e curati con paziente e amorosa sollecitudine, possono rivelarsi utili per trasformare le persone in una “cattedrale di Dio”.

Chi incomincia ad avere i capelli brizzolati ricorda il film di Ermanno Olmi “L’albero degli zoccoli.” Il titolo del film nasce da un episodio di povertà. Il ragazzo, che deve fare sei chilometri al giorno per andare a scuola, un giorno torna a casa con i calzari rotti. Non ci sono soldi per un paio nuovo, allora il padre taglia un albero di pioppo per ricavarne un paio di nuovi. Il padro-ne della terra si accorge del furto e lo licenzia costringendolo ad emigrare in un altro paese, dove per amore viene accolto dai parenti. In quella famiglia viveva il nonno Anselmo, un anziano ingegnoso e saggio contadino. Ansel-mo è un anziano molto amato dai bambini ed è il continuatore della cultura popolare, fatta di proverbi e filastrocche, ingegnose astuzie che si tramandano oralmente di generazione in gene-razione.

Anche accanto a Luigi Guanella c’è un nonno saggio e assennato. Il nonno del piccolo Luigi si chiamava Tomaso (con una sola emme!) e abi-tava in località Motta, un grappolo di case, oggi conosciuta per una Casa alpina delle Acli, ma

In Casa Guanella

soprattutto per la celebre stazione sciistica di Madesimo.

Tomaso era un uomo che si distingueva per il suo pensiero prudente; per quei tempi aveva una certa cultura e, soprattutto, un profondo senso morale che infondeva rettitudine religio-sa in ogni suo gesto. Don Guanella ripeteva spesso una sua frase: “Nella vita bisogna aver coscienza in tutto e salvare l’anima”.

Non c’è dubbio che anche il nonno abbia lasciato un’impronta nell’infanzia del piccolo Luigi. Nell’animo dei bambini, come su una pel-licola fotografica, rimangono scolpiti atti, sen-timenti, sensazioni che poi, per un’intera esi-stenza, diventano sostanza e gioia di vivere.

Nel corso dell’esistenza le prime esperienze costituiscono punti di riferimento e una fonte delle ispirazioni e dei valori.

“L’opera educativa – hanno scritto i vescovi italiani - si gioca sempre all’interno delle rela-zioni fondamentali dell’esistenza; l’educazione è efficace nella misura in cui s’incontra la perso-na, nell’insieme delle sue esperienze. Gli ambiti della vita affettiva, del lavoro e della festa, della fragilità umana, della tradizione rappresenta-no un'articolazione molto utile per rileggere l’impegno educativo, al quale offrono stimoli ed obiettivi”.

Il traguardo educativo della nostra epoca moderna può essere ritenuto identico a quello della tradizione in cui è nato e vissuto don Gua-

nella. Identici sono i volti dell'onestà, lealtà, sen-so della giustizia e dell'apertura ai valori spiri-tuali. Il susseguirsi delle generazioni e i cambia-menti storici hanno certamente modificato gli incentivi, ma intatta è rimasta l'anima della per-sona. Per la vita del piccolo Luigi la fonte della freschezza della fede era iì rosario serale davan-ti al camino, la lettura della "Storia sacra" fatta dal padre Lorenzo alla famiglia riunita; per noi oggi la "maestra quotidiana" è diventata la tele-visione che, increspa la superficie senza rag-giungere la profondità, con il pericolo evidente di allargare sempre più i confini della solitudine.

A Luigi Guanella, tramite la sua famiglia, giunse l’eredità solidale della sua gente. In quel tessuto sociale vi entra e vi comunica con tutto il suo essere ,ne assume la situazione, ne viene se-gnato.

Per essere compreso a fondo, sarà necessa-rio tener conto di questa sua radicale apparte-nenza alla gente di montagna, alla famigliaGuanella e, più in particolare, a quella di Pa’ Lorenzo e di Mamma Maria Bianchi.

C’è consistenza in Pa’ Lorenzo, robusto di fisi-co e di spirito, che infonde sicurezza, stabile e forte come una montagna; e dolcezza nella mamma Maria.

Don A. Beria ha tracciato una sintesi

La famiglia Guanella

Fraciscio (SO).

Fraciscio, Casa Guanella.

Monumento, Casa natale.

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a m i c o d e l f a n c i u l l oInserto speciale CANONIZZAZIONE

a m i c o d e l f a n c i u l l o Inserto speciale CANONIZZAZIONE

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dell’influenza, diversa e complementare, dei due genitori: “... Luigi Guanella... trascorse in-fanzia e fanciullezza coltivato dalla mano rude del padre, tipica figura dell’alpigiano di quei posti, e da quella dolce della madre ,una creatu-ra di quelle che vivono sulla terra senza allonta-narsi dalla loro casa, inosservate, ma che ci riempiranno di stupore quando leggeremo la storia del nostro mondo scritta da Dio. Soave quanto il padre fu severo, umile, forte di Dio, essa ha salutato sulla porta dell’uscio, e avviato per il mondo tredici figli, più di uno dei quali, for-se, degno di essere venerato come santo”.

Lorenzo Guanella era nato il 2 aprile dell’an-no 1800, primogenito fra quattro fratelli; era cresciuto sulle tracce di un papà laborioso e per-meato di un insolito spirito di fede, come si può costatare dalle poche lettere che ci sono perve-nute dalla corrispondenza con il figlio Tomaso junior.

Lorenzo visse a lungo nella casa del padre anche dopo sposato, fin quando, consigliato dal padre, si costruì la casa in proprio a Fraciscio nel 1835, la casa che tutti gli amici di don Guanella conoscono.

Il 21 gennaio 1824 prese in sposa Maria Antonietta Bianchi, di 10 anni più giovane di lui, nata a Samolaco, ma che abitava nella frazione di Motta, a metà strada tra Fraciscio e Madesi-mo. Pa’ Lorenzo occupò cariche pubbliche nel Comune di Campodolcino per 24 anni, come pri-mo deputato e poi come sindaco.

Man mano che la famiglia andava crescen-do, si imponeva il bisogno di allargare le radici di sussistenza. Pa’ Lorenzo riuscì ad acquistare alcuni campicelli per i pascoli nella piana diGualdera. Lavorava i campi di sua proprietà, si dedicava in qualche misura anche al commercio allora molto fiorente nella Val San Giacomo, soprattutto da quando si era aperta la nuova strada dello Spluga nel 1823.

Nei mesi invernali si allontanava fin nel Ber-gamasco per lavorare come distillatore di

IL PA’ LORENZO

acquavite. In quest’arte era ricercato per la sua abilità.

Capo incontrastato della famiglia, Pa’ Lo-renzo è I’asse della ruota, il fondamento che mentre infonde robustezza , tiene insieme tutta la costruzione. In lui si incarna I’unità. La casa è detta la casa di Pa’ Lorenzo,. La sua autorità è sicura e ferma, da essa promana forza educati-va che a lungo riesce a plasmare in profondità dando un senso di sicurezza e di fiducia. Con un padre così alle spalle non c’è pericolo di per-dersi!

La dirittura morale poi rende lineare il suo cammino.

Pa’ Lorenzo è circondato da rispetto e quasi da venerazione. La sua figura si staglia davanti agli occhi dei figli come un uomo, sì, dal caratte-re forte, che talvolta poteva sembrare persino burbero, ma tuttavia grande era la stima verso di lui per I’intelligenza piena di saggezza nelle sue parole, per la prontezza e il bell’umorismo delle sue battute, per cui era atteso nei circoli

degli uomini all’uscita della Messa o dei Vespri. E come risultava credibile nella sua parola, altrettanto appariva imitabile nel suo compor-tamento.

Ma è bene sentire anche chi ha vissuto insie-me e ha ricevuto l’educazione alla vita, lo stesso don Luigi.

“Gli abitanti di 50 anni fa vivevano in molta semplicità e nella pratica della Santa Messa per lo più quotidiana ,dei Santi Sacramenti molto frequenti, del Rosario a sera in ogni famiglia”. Su questo sfondo presenta suo padre.

Il capo di casa, Guanella Lorenzo di Tomaso, è tipo di montanaro vestito sempre alla spa-gnuola anche quando dagli altri si intese segui-re le mode nuove; di colorito sano appariscente (interessante questo “appariscente”, segno che era di bella tinta, con le impronte del sole e del vento ben stam-pate sulla sua pelle colorita), di un carat-tere fermo e incon-cusso come rocce del Calcagnolo che cir-conda. Per circa 24 anni fu primo depu-tato sindaco del co-mune di Campodolci-no. Il Lorenzo Gua-nella era di tale vedu-ta che nessuno meglio di lui. Era sempre I’ultimo a parlare e I’ultima parola era la sua – anche al confronto di autorità mandamentali o provin-ciali – perché sapeva di essere sicuro e giusto nelle vedute e proposte sue. Manco a dire che nella sua famiglia di dodici figli era come sacer-dote e re, perché leggeva, per così dire, nel cuo-re di tutti e voleva che crescessero alla virtù, alla obbedienza, al lavoro".

Un quadro del papà, senza dubbio ricco di ammirazione, descritto con sobrietà e amore: un uomo di vigore, cui I’autorevolezza di sindaco conferì ulteriore peso al suo ruolo di “capo” nel-la famiglia.

Questa personalità così ricca, anzi sovrab-bondante nella sua composizione di doti e di caratteri, si potrebbe paragonare ad una perla preziosa dai molteplici riflessi, variegata, con striature chiaramente individuabili, e tutte fuse insieme in una proprietà fondamentale – la .for-za – che, detto della pietra, bisognerebbe chia-mare “durezza compatta”, motivo di resistenza e di solidità nella sua bellezza.

Così il senso di responsabilità tocca la sua coscienza. Si sente capo e guida della numerosa famiglia. Don Guanella stesso dava questo indi-rizzo di finissima sapienza, nel quale ci sono trac-ce di quanto vedeva in Pa’ Lorenzo: “Alle scap-pate innocenti dei figli, chiudete un occhio e a mezzo I’altro pure. Ma scuotetevi allora che scorgete in pericolo la loro innocenza: nel terri-bile frangente chiamate in aiuto tutti i santi del Cielo, tutti i giusti della terra”.

Il guaio di Pa’ Lorenzo era che in quei terribili frangenti. diventava terribile anche lui, ma il rosario della sera faceva subentrare la quiete.

Una cosa sola faceva rifulgere il suo animo di bambino: la fede. Quanto a questo, era limpi-do, semplice, totale. Ci metteva I’anima nella sua fede. E la viveva ancora un’altra nota: il sacrificio di sé. Il lavoro, la fatica, il sudore! Impressiona la frequenza e il modo con cui il Fon-datore descrive le fatiche del padre nella sua appassionata dedizione al beni dei figli, evocan-do evidentemente scene familiari della sua espe-rienza di fanciullo quando vedeva Pa’ Lorenzo, che partiva per luoghi lontani o andava ai campi di primo mattino con gli attrezzi da lavoro sulle spalle e tutto il giorno durava nella fatica e non si risparmiava fino a sera, quando ritornava a casa, bagnato di sudore e carico del grande ger-lo pieno di legna e di fieno ... Quando questi si abbracciano al padre, ed il genitore ai suoi gio-vani diletti, credo che Dio Padre... fermi lo sguardo compiacente sopra quelli e dica a tutto il Paradiso: Ecco come si amano sulla terra medesima; ecco come si amano il padre ed i figli".

La famiglia Guanella riunita.

Pa’ Lorenzo.

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dell’influenza, diversa e complementare, dei due genitori: “... Luigi Guanella... trascorse in-fanzia e fanciullezza coltivato dalla mano rude del padre, tipica figura dell’alpigiano di quei posti, e da quella dolce della madre ,una creatu-ra di quelle che vivono sulla terra senza allonta-narsi dalla loro casa, inosservate, ma che ci riempiranno di stupore quando leggeremo la storia del nostro mondo scritta da Dio. Soave quanto il padre fu severo, umile, forte di Dio, essa ha salutato sulla porta dell’uscio, e avviato per il mondo tredici figli, più di uno dei quali, for-se, degno di essere venerato come santo”.

Lorenzo Guanella era nato il 2 aprile dell’an-no 1800, primogenito fra quattro fratelli; era cresciuto sulle tracce di un papà laborioso e per-meato di un insolito spirito di fede, come si può costatare dalle poche lettere che ci sono perve-nute dalla corrispondenza con il figlio Tomaso junior.

Lorenzo visse a lungo nella casa del padre anche dopo sposato, fin quando, consigliato dal padre, si costruì la casa in proprio a Fraciscio nel 1835, la casa che tutti gli amici di don Guanella conoscono.

Il 21 gennaio 1824 prese in sposa Maria Antonietta Bianchi, di 10 anni più giovane di lui, nata a Samolaco, ma che abitava nella frazione di Motta, a metà strada tra Fraciscio e Madesi-mo. Pa’ Lorenzo occupò cariche pubbliche nel Comune di Campodolcino per 24 anni, come pri-mo deputato e poi come sindaco.

Man mano che la famiglia andava crescen-do, si imponeva il bisogno di allargare le radici di sussistenza. Pa’ Lorenzo riuscì ad acquistare alcuni campicelli per i pascoli nella piana diGualdera. Lavorava i campi di sua proprietà, si dedicava in qualche misura anche al commercio allora molto fiorente nella Val San Giacomo, soprattutto da quando si era aperta la nuova strada dello Spluga nel 1823.

Nei mesi invernali si allontanava fin nel Ber-gamasco per lavorare come distillatore di

IL PA’ LORENZO

acquavite. In quest’arte era ricercato per la sua abilità.

Capo incontrastato della famiglia, Pa’ Lo-renzo è I’asse della ruota, il fondamento che mentre infonde robustezza , tiene insieme tutta la costruzione. In lui si incarna I’unità. La casa è detta la casa di Pa’ Lorenzo,. La sua autorità è sicura e ferma, da essa promana forza educati-va che a lungo riesce a plasmare in profondità dando un senso di sicurezza e di fiducia. Con un padre così alle spalle non c’è pericolo di per-dersi!

La dirittura morale poi rende lineare il suo cammino.

Pa’ Lorenzo è circondato da rispetto e quasi da venerazione. La sua figura si staglia davanti agli occhi dei figli come un uomo, sì, dal caratte-re forte, che talvolta poteva sembrare persino burbero, ma tuttavia grande era la stima verso di lui per I’intelligenza piena di saggezza nelle sue parole, per la prontezza e il bell’umorismo delle sue battute, per cui era atteso nei circoli

degli uomini all’uscita della Messa o dei Vespri. E come risultava credibile nella sua parola, altrettanto appariva imitabile nel suo compor-tamento.

Ma è bene sentire anche chi ha vissuto insie-me e ha ricevuto l’educazione alla vita, lo stesso don Luigi.

“Gli abitanti di 50 anni fa vivevano in molta semplicità e nella pratica della Santa Messa per lo più quotidiana ,dei Santi Sacramenti molto frequenti, del Rosario a sera in ogni famiglia”. Su questo sfondo presenta suo padre.

Il capo di casa, Guanella Lorenzo di Tomaso, è tipo di montanaro vestito sempre alla spa-gnuola anche quando dagli altri si intese segui-re le mode nuove; di colorito sano appariscente (interessante questo “appariscente”, segno che era di bella tinta, con le impronte del sole e del vento ben stam-pate sulla sua pelle colorita), di un carat-tere fermo e incon-cusso come rocce del Calcagnolo che cir-conda. Per circa 24 anni fu primo depu-tato sindaco del co-mune di Campodolci-no. Il Lorenzo Gua-nella era di tale vedu-ta che nessuno meglio di lui. Era sempre I’ultimo a parlare e I’ultima parola era la sua – anche al confronto di autorità mandamentali o provin-ciali – perché sapeva di essere sicuro e giusto nelle vedute e proposte sue. Manco a dire che nella sua famiglia di dodici figli era come sacer-dote e re, perché leggeva, per così dire, nel cuo-re di tutti e voleva che crescessero alla virtù, alla obbedienza, al lavoro".

Un quadro del papà, senza dubbio ricco di ammirazione, descritto con sobrietà e amore: un uomo di vigore, cui I’autorevolezza di sindaco conferì ulteriore peso al suo ruolo di “capo” nel-la famiglia.

Questa personalità così ricca, anzi sovrab-bondante nella sua composizione di doti e di caratteri, si potrebbe paragonare ad una perla preziosa dai molteplici riflessi, variegata, con striature chiaramente individuabili, e tutte fuse insieme in una proprietà fondamentale – la .for-za – che, detto della pietra, bisognerebbe chia-mare “durezza compatta”, motivo di resistenza e di solidità nella sua bellezza.

Così il senso di responsabilità tocca la sua coscienza. Si sente capo e guida della numerosa famiglia. Don Guanella stesso dava questo indi-rizzo di finissima sapienza, nel quale ci sono trac-ce di quanto vedeva in Pa’ Lorenzo: “Alle scap-pate innocenti dei figli, chiudete un occhio e a mezzo I’altro pure. Ma scuotetevi allora che scorgete in pericolo la loro innocenza: nel terri-bile frangente chiamate in aiuto tutti i santi del Cielo, tutti i giusti della terra”.

Il guaio di Pa’ Lorenzo era che in quei terribili frangenti. diventava terribile anche lui, ma il rosario della sera faceva subentrare la quiete.

Una cosa sola faceva rifulgere il suo animo di bambino: la fede. Quanto a questo, era limpi-do, semplice, totale. Ci metteva I’anima nella sua fede. E la viveva ancora un’altra nota: il sacrificio di sé. Il lavoro, la fatica, il sudore! Impressiona la frequenza e il modo con cui il Fon-datore descrive le fatiche del padre nella sua appassionata dedizione al beni dei figli, evocan-do evidentemente scene familiari della sua espe-rienza di fanciullo quando vedeva Pa’ Lorenzo, che partiva per luoghi lontani o andava ai campi di primo mattino con gli attrezzi da lavoro sulle spalle e tutto il giorno durava nella fatica e non si risparmiava fino a sera, quando ritornava a casa, bagnato di sudore e carico del grande ger-lo pieno di legna e di fieno ... Quando questi si abbracciano al padre, ed il genitore ai suoi gio-vani diletti, credo che Dio Padre... fermi lo sguardo compiacente sopra quelli e dica a tutto il Paradiso: Ecco come si amano sulla terra medesima; ecco come si amano il padre ed i figli".

La famiglia Guanella riunita.

Pa’ Lorenzo.

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MAMMA Maria Bianchi Con timbro totalmente diverso, anche mam-

ma Maria rivelava una ricchezza d’animostraordinaria.

Veniva da Motta quando scese a Fraciscio, meglio, a Gualdera nella casa dei Guanella- Carafa nel gennaio 1824. Era nata a Samolaco,

al piano, il 28 dicembre1806 da Lorenzo Bianchi e Levi Maria. Così la descrive nei suoi fogli inediti don Pietro Tognini: “Maria Bianchi era un vero tesoro di madre cristiana, solerte, oculata, donna attiva ed avveduta nella gestione familiare. Anima dolce e soavissima di modi, temperava opportunamente la rigi-dezza del consorte, il quale ottene-va con la forza dell’autorità quanto ella sapeva ottenere con la forza dell’amore”. Mamma Maria costi-tuiva il cuore della famiglia. In lei si esprimevano in bellissima sintesi le

migliori doti di una madre: cuore tenerissimo, fedeltà alla Parola di Dio che è come una secon-da maternità che nobilita e completa quella semplicemente umana, saggezza nelI’inven-tare sempre nuovi equilibri alla numerosa fami-glia così varia ed anche così profetica se fu capa-ce di esprimere due santi.

Cose belle si dicevano di mamma Maria, sia dentro che fuori casa Guanella. I testimoni sono unanimi nel tessere i più ampi elogi di questa umile donna. “La madre segnatamente si di-stingueva per la sua pietà”, affermazione fatta davanti ai giudici dal canonico Gian Battista Trussoni durante i processi di beatificazione del Fondatore.

I due cugini Levi, ambedue vicini di casa del-la famiglia Guanella, quindi, la conobbero bene in un contatto quotidiano e dicono così di lei: “Sua madre: una santa donna anche solo a ve-derla. Don Luigi, nota con bella sensibilità Lucia Levi, era buono verso i suoi genitori e con tutti: di lui si lodava specialmente la madre, come quella che più vi attendeva”.

C’è poi la testimonianza più consapevole, quella del Fondatore, il quale si riallaccia a quan-to ha detto di suo padre.

“Il peso dell’autorità di Pa’ Lorenzo sui figli, provvidenzialmente, veniva controbilanciato dalla madre Maria Bianchi, donna di energia e di soavità di modi, onde nella famiglia era un vero tesoro di Provvidenza. Allevò dodici figli e tuttavia era sempre prima alla direzione della casa ed ai lavori della campagna”.

In uno di quei momenti privilegiati di parti-colare confidenza, don Luigi ormai adulto e fon-datore, ricordava i suoi genitori come “una dol-ce e affettuosa memoria – attesta don Martino

Cugnasca –, come si poteva bene arguire dal modo e dalla commozione che talvolta arrivava fino alle lacrime”. Costantemente testimoniata è pure la sua tenerezza. Lei precedeva, come la pastorella precede il gregge, attenta a guidare e richiamare con premura le pecorelle che ten-dono per un istante a sbandare.

La dolcezza paziente, illuminata dalla fede così vivamente professata da lei, finiva per inon-dare di tenerezza anche la posizione di Pa’ Lorenzo. Nella coscienza di Luigino deve essere avvenuta una speciale grazia di integrazione: lo Spirito del Signore deve averlo condotto a riguardare I’opera educativa dei genitori come distribuita in ruoli combinati, alcuni di compe-tenza del papà, altri di competenza della mam-ma; ambedue però erano “patriarchi grandi al cospetto di Dio”, partecipi della paternità di Dio:

“Il primo vostro onore, o genitori, incomincia dal momento che il Signore vi ha eletti a tale sta-to; incomincia fino dall'eternità, perché fin dai secoli eterni il Signore pensò a creare voi”.

Val CALANCA:L’ultima “vacanza” fatta da Don Guanella fu

di pochi giorni, trascorsi nell’agosto 1915 in Val Calanca alla quale, partendo, lasciò il suo addio. Rileggendo sul “San Bernardino” di Rove-reto (settembre-ottobre 1915) quelle cronache e quell’addio si ha l’impressione di vedervi scor-rere una sintesi dall’infanzia a tutta la vita, col presentimento di essere giunto al momento di raccogliere e riavvolgere la tenda per il rimpatrio definitivo. Don Guanella è stato con noi alcuni giorni in questa val-le quasi sconosciuta e abbandonata. Innanzitutto volle essere informato del-le condizioni morali e materiali di que-sti piccoli paesi e, non contento di que-sto, volle visitare personalmente tutti quelli ai quali poteva recarsi secondo le forze della sua tarda età. Stava per lasciarci, e d’un tratto, come suo costu-me quando è mosso da una buona ispi-razione ci disse: “Prendi la penna e scri-vi”:

“Addio Valle Calanca.Tu mi hai aperto le tue anguste por-

te e mi hai introdotto fra le gole e tra gli scogli, lungo il fiume; le ricchezze delle

Prete montanaro

tue boscaglie, i verdi prati tutti a ripido pendio, i feraci pascoli dei tuoi estesi monti, la taciturnità silenziosa della tua stagione estiva mi ha aperto la mente a scorgere e ad ammirare in tè la mae-stà di Dio in montibus la sublimità Sua, la Sua bontà, la Sua Provvidenza ammirabile.

Addio Valle Calanca! Ti saluto col proposito di rivederti, e col desiderio che altri periti e volenterosi mi accompagnino attraverso le soli-tudini autunnali, attraverso le montagne di nevi invernali e lungo l’amenità delle flore primave-rili e dei foraggi aromatici di estate. Allora io ti vorrò ammirare nella varietà delle tue ricchezze nel regno dei minerali e degli animali. Allora vorrò salutare uno per uno e tutti insieme i tuoi industri abitatori e, se me lo permetterai, por-ger loro degli propositi fermi come duro maci-gno ad un progresso civile ed economico”.

Riaffiorano alla sua memoria panorami anti-chi, ricordi cari, un convivere sereno e costrutti-vo, le stagioni che si inseguivano veloci, il tratte-nersi con i compaesani, il discutere, l’insegnare da chierico, il consigliare e l’incoraggiare da sa-cerdote.

(da LA SANTA CROCIATA in onore di San Giuseppe n° 4 Aprile 2011)

MammaMaria.

Gualdera.

Il torrente Rabbiosa.

La Valle Calanca.

a m i c o d e l f a n c i u l l oInserto speciale CANONIZZAZIONE

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MAMMA Maria Bianchi Con timbro totalmente diverso, anche mam-

ma Maria rivelava una ricchezza d’animostraordinaria.

Veniva da Motta quando scese a Fraciscio, meglio, a Gualdera nella casa dei Guanella- Carafa nel gennaio 1824. Era nata a Samolaco,

al piano, il 28 dicembre1806 da Lorenzo Bianchi e Levi Maria. Così la descrive nei suoi fogli inediti don Pietro Tognini: “Maria Bianchi era un vero tesoro di madre cristiana, solerte, oculata, donna attiva ed avveduta nella gestione familiare. Anima dolce e soavissima di modi, temperava opportunamente la rigi-dezza del consorte, il quale ottene-va con la forza dell’autorità quanto ella sapeva ottenere con la forza dell’amore”. Mamma Maria costi-tuiva il cuore della famiglia. In lei si esprimevano in bellissima sintesi le

migliori doti di una madre: cuore tenerissimo, fedeltà alla Parola di Dio che è come una secon-da maternità che nobilita e completa quella semplicemente umana, saggezza nelI’inven-tare sempre nuovi equilibri alla numerosa fami-glia così varia ed anche così profetica se fu capa-ce di esprimere due santi.

Cose belle si dicevano di mamma Maria, sia dentro che fuori casa Guanella. I testimoni sono unanimi nel tessere i più ampi elogi di questa umile donna. “La madre segnatamente si di-stingueva per la sua pietà”, affermazione fatta davanti ai giudici dal canonico Gian Battista Trussoni durante i processi di beatificazione del Fondatore.

I due cugini Levi, ambedue vicini di casa del-la famiglia Guanella, quindi, la conobbero bene in un contatto quotidiano e dicono così di lei: “Sua madre: una santa donna anche solo a ve-derla. Don Luigi, nota con bella sensibilità Lucia Levi, era buono verso i suoi genitori e con tutti: di lui si lodava specialmente la madre, come quella che più vi attendeva”.

C’è poi la testimonianza più consapevole, quella del Fondatore, il quale si riallaccia a quan-to ha detto di suo padre.

“Il peso dell’autorità di Pa’ Lorenzo sui figli, provvidenzialmente, veniva controbilanciato dalla madre Maria Bianchi, donna di energia e di soavità di modi, onde nella famiglia era un vero tesoro di Provvidenza. Allevò dodici figli e tuttavia era sempre prima alla direzione della casa ed ai lavori della campagna”.

In uno di quei momenti privilegiati di parti-colare confidenza, don Luigi ormai adulto e fon-datore, ricordava i suoi genitori come “una dol-ce e affettuosa memoria – attesta don Martino

Cugnasca –, come si poteva bene arguire dal modo e dalla commozione che talvolta arrivava fino alle lacrime”. Costantemente testimoniata è pure la sua tenerezza. Lei precedeva, come la pastorella precede il gregge, attenta a guidare e richiamare con premura le pecorelle che ten-dono per un istante a sbandare.

La dolcezza paziente, illuminata dalla fede così vivamente professata da lei, finiva per inon-dare di tenerezza anche la posizione di Pa’ Lorenzo. Nella coscienza di Luigino deve essere avvenuta una speciale grazia di integrazione: lo Spirito del Signore deve averlo condotto a riguardare I’opera educativa dei genitori come distribuita in ruoli combinati, alcuni di compe-tenza del papà, altri di competenza della mam-ma; ambedue però erano “patriarchi grandi al cospetto di Dio”, partecipi della paternità di Dio:

“Il primo vostro onore, o genitori, incomincia dal momento che il Signore vi ha eletti a tale sta-to; incomincia fino dall'eternità, perché fin dai secoli eterni il Signore pensò a creare voi”.

Val CALANCA:L’ultima “vacanza” fatta da Don Guanella fu

di pochi giorni, trascorsi nell’agosto 1915 in Val Calanca alla quale, partendo, lasciò il suo addio. Rileggendo sul “San Bernardino” di Rove-reto (settembre-ottobre 1915) quelle cronache e quell’addio si ha l’impressione di vedervi scor-rere una sintesi dall’infanzia a tutta la vita, col presentimento di essere giunto al momento di raccogliere e riavvolgere la tenda per il rimpatrio definitivo. Don Guanella è stato con noi alcuni giorni in questa val-le quasi sconosciuta e abbandonata. Innanzitutto volle essere informato del-le condizioni morali e materiali di que-sti piccoli paesi e, non contento di que-sto, volle visitare personalmente tutti quelli ai quali poteva recarsi secondo le forze della sua tarda età. Stava per lasciarci, e d’un tratto, come suo costu-me quando è mosso da una buona ispi-razione ci disse: “Prendi la penna e scri-vi”:

“Addio Valle Calanca.Tu mi hai aperto le tue anguste por-

te e mi hai introdotto fra le gole e tra gli scogli, lungo il fiume; le ricchezze delle

Prete montanaro

tue boscaglie, i verdi prati tutti a ripido pendio, i feraci pascoli dei tuoi estesi monti, la taciturnità silenziosa della tua stagione estiva mi ha aperto la mente a scorgere e ad ammirare in tè la mae-stà di Dio in montibus la sublimità Sua, la Sua bontà, la Sua Provvidenza ammirabile.

Addio Valle Calanca! Ti saluto col proposito di rivederti, e col desiderio che altri periti e volenterosi mi accompagnino attraverso le soli-tudini autunnali, attraverso le montagne di nevi invernali e lungo l’amenità delle flore primave-rili e dei foraggi aromatici di estate. Allora io ti vorrò ammirare nella varietà delle tue ricchezze nel regno dei minerali e degli animali. Allora vorrò salutare uno per uno e tutti insieme i tuoi industri abitatori e, se me lo permetterai, por-ger loro degli propositi fermi come duro maci-gno ad un progresso civile ed economico”.

Riaffiorano alla sua memoria panorami anti-chi, ricordi cari, un convivere sereno e costrutti-vo, le stagioni che si inseguivano veloci, il tratte-nersi con i compaesani, il discutere, l’insegnare da chierico, il consigliare e l’incoraggiare da sa-cerdote.

(da LA SANTA CROCIATA in onore di San Giuseppe n° 4 Aprile 2011)

MammaMaria.

Gualdera.

Il torrente Rabbiosa.

La Valle Calanca.

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a m i c o d e l f a n c i u l l oa m i c o d e l f a n c i u l l oInserto speciale CANONIZZAZIONE

Programma per la CanonizzazioneCelebrazioni a ROMA

Venerdì 21 ottobre:

Sabato 22 ottobre:

Domenica 23 ottobre:

Lunedì 24 ottobre:

25-27 ottobre:

Celebrazione a BARI organizzata dalle Case edalle Parrocchie dell’Opera Don Guanella in Puglia(Bari-Fasano-Alberobello)

Sabato 12 Novembre:

Pomeriggio: Assemblea MLG(Movimento Laicale Guanelliano)

Ore 20,30: Basilica San Giuseppe al Trionfale: serata con i Cantautori guanelliani

Mattinata: Assemblea MLGOre 16,30 Aula Paolo VI: Veglia delle tre/18,30: Famiglie religiose dei nuovi Santi:

don Guanella, Mons. Conforti,Suor Bonifacia.(Animazione: Coro Nivalis di Chiavenna)Saluto e Accoglienza: un Postulatore;Veglia di preghiera Momento di presentazionedelle tre figure dei Santi

Ore 10,00: San Pietro: Canonizzazione presieduta da Sua Santità Benedetto XVI.

Ore 16,00: Aula Paolo VI o Teatro della musica: Festa della Famiglia guanelliana Musical “Pane e Paradiso”(Intermezzo del Coro Nivalis di Chiavenna)

Festa liturgica di San Luigi GuanellaOre 10,00: Basilica di San Pietro:

Solenne Concelebrazione Eucaristica

Pellegrinaggio a Como e ai Luoghi Guanelliani.

Ore 09.00/12.30: Aula Magna del Politecnico di Bari“Convegno sull’Educazione”

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L a preparazione di tutta la famiglia Gua-nelliana alla Canonizzazione del beato Luigi Guanella, stabilita per sabato 23

ottobre 2011, ha da tempo impegnato un grup-po di ex allievi di Fasano ad organizzare l’andata a Roma insieme ai ragazzi e agli educatori del-l’Istituto Sacro Cuore, per vivere da vicino l’emozionante momento della proclamazione ufficiale della santità del nostro Fondatore, da parte del papa Benedetto XVI. Già un bel grup-po ha dato la propria adesione, ma siamo sicuri che molti altri faranno pervenire la loro confer-ma. A livello cittadino si sta stilando un pro-gramma di tridui, novene, conferenze, diffusio-ne di volantini e opuscoli, soprattutto nelle parrocchie, perché la figura del beato Guanella sia maggiormente conosciuta e amata dai fasa-nesi. La canonizzazione del nostro Beato invita anche noi ex-allievi a riflettere sulla santità.

Scrive il vescovo Mons. Domenico Padova-

Verso la canonizzazioneno nell’introduzio-ne al volume “I SANTI DEL CALEN-DARIO SECONDO IL M A R T I R O LO G I O ROMANO” di Rocco Panzarino: “Nel lo-ro giorno natalizio la Chiesa proclama il mistero pasquale realizzato nei Santi che hanno imitato Cristo, hanno sof-ferto con lui e con lui sono stati glorificati. Santo è solo Dio. È lui che fa dono della sua santità. I Santi non aggiungono e non tolgono nulla alla sua santità; sono solo una copia sbiadita del

divino esemplare. Nei Santi, Dio manifesta il suo volto”.

Un ex allievo

Pagina dell’ex allievo

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Noi risorgeremo

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a m i c o d e l f a n c i u l l oa m i c o d e l f a n c i u l l oInserto speciale CANONIZZAZIONE

Programma per la CanonizzazioneCelebrazioni a ROMA

Venerdì 21 ottobre:

Sabato 22 ottobre:

Domenica 23 ottobre:

Lunedì 24 ottobre:

25-27 ottobre:

Celebrazione a BARI organizzata dalle Case edalle Parrocchie dell’Opera Don Guanella in Puglia(Bari-Fasano-Alberobello)

Sabato 12 Novembre:

Pomeriggio: Assemblea MLG(Movimento Laicale Guanelliano)

Ore 20,30: Basilica San Giuseppe al Trionfale: serata con i Cantautori guanelliani

Mattinata: Assemblea MLGOre 16,30 Aula Paolo VI: Veglia delle tre/18,30: Famiglie religiose dei nuovi Santi:

don Guanella, Mons. Conforti,Suor Bonifacia.(Animazione: Coro Nivalis di Chiavenna)Saluto e Accoglienza: un Postulatore;Veglia di preghiera Momento di presentazionedelle tre figure dei Santi

Ore 10,00: San Pietro: Canonizzazione presieduta da Sua Santità Benedetto XVI.

Ore 16,00: Aula Paolo VI o Teatro della musica: Festa della Famiglia guanelliana Musical “Pane e Paradiso”(Intermezzo del Coro Nivalis di Chiavenna)

Festa liturgica di San Luigi GuanellaOre 10,00: Basilica di San Pietro:

Solenne Concelebrazione Eucaristica

Pellegrinaggio a Como e ai Luoghi Guanelliani.

Ore 09.00/12.30: Aula Magna del Politecnico di Bari“Convegno sull’Educazione”

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L a preparazione di tutta la famiglia Gua-nelliana alla Canonizzazione del beato Luigi Guanella, stabilita per sabato 23

ottobre 2011, ha da tempo impegnato un grup-po di ex allievi di Fasano ad organizzare l’andata a Roma insieme ai ragazzi e agli educatori del-l’Istituto Sacro Cuore, per vivere da vicino l’emozionante momento della proclamazione ufficiale della santità del nostro Fondatore, da parte del papa Benedetto XVI. Già un bel grup-po ha dato la propria adesione, ma siamo sicuri che molti altri faranno pervenire la loro confer-ma. A livello cittadino si sta stilando un pro-gramma di tridui, novene, conferenze, diffusio-ne di volantini e opuscoli, soprattutto nelle parrocchie, perché la figura del beato Guanella sia maggiormente conosciuta e amata dai fasa-nesi. La canonizzazione del nostro Beato invita anche noi ex-allievi a riflettere sulla santità.

Scrive il vescovo Mons. Domenico Padova-

Verso la canonizzazioneno nell’introduzio-ne al volume “I SANTI DEL CALEN-DARIO SECONDO IL M A R T I R O LO G I O ROMANO” di Rocco Panzarino: “Nel lo-ro giorno natalizio la Chiesa proclama il mistero pasquale realizzato nei Santi che hanno imitato Cristo, hanno sof-ferto con lui e con lui sono stati glorificati. Santo è solo Dio. È lui che fa dono della sua santità. I Santi non aggiungono e non tolgono nulla alla sua santità; sono solo una copia sbiadita del

divino esemplare. Nei Santi, Dio manifesta il suo volto”.

Un ex allievo

Pagina dell’ex allievo

13

Noi risorgeremo

a m i c o d e l f a n c i u l l o a m i c o d e l f a n c i u l l o

Si dispone di ambienti ac-coglienti per autogestione, mezza pensione, pensione com-

pleta, bed & breakfast.La Casa per Ferie “Sacro Cuore”

ospita gruppi, associazioni, famiglie, coppie e singoli, campi-scuola. Chie-sa grande utilizzabile per le celebra-zioni e piccola cappella a disposizione degli ospiti.

Sala convegni con 90 posti e salette per riunioni di gruppo.

Ampi spazi esterni per le attività ludiche e ricreative, con possibilità di illuminazione serale.

La Casa è situata a circa 8 Km dal mare, con il quale è ben collegata da una strada a scorrimen-to veloce. Inoltre, la struttura è ben collegata con i maggiori centri turistici della zona: i trulli di Alberobello, gli scavi archeologici di Egnazia, le grotte di Castellana, lo Zoosafari di Fasano, la città bianca di Ostuni, la zona panoramica della Selva di Fasano, la zona enologica di Locoro-tondo.

Casa per ferie “Sacro Cuore”OPERA DON GUANELLA - FASANO (BR)

Avviso ai lettori: Cara lettrice, caro lettore, il Suo indirizzo fa parte dell’archivio elettronico del nostro periodico. Nel rispetto di quanto stabilito dal D.Lgs. n. 196/2003 per la tutela dei dati personali, chiamata “privacy”, che riguarda la segretezza delle proprie convinzioni, comunichiamo che tale archivio è gestito dalla Congregazione dei Servi della Carità - Opera Don Guanella, ente proprietario del suddetto periodico. I suoi dati, pertanto, non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi. Per essi Lei potrà richiedere, in qualsiasi momento, modifiche, aggiornamento, integrazione o cancellazione, scrivendo all’attenzione del Direttore di “Amico del Fanciullo”.

15

Sede e DirezioneVia Matarano, 1

72015 FASANO (BR)Tel. 080.4413037 - Fax 080.4423518

Sito web: www.sacrocuorefasano.netE-mail: [email protected]

“Un ambiente accoglienteper ogni

tua necessità”

Potenza GiuseppeLacirignola Vita Maria

29 gennaio 2011

Trisciuzzi PietroBongiorno Pasqua

2 maggio 2010

Di Bari DonatoNardone Angela23 giugno 2010

14

AnniversarioAnniversario

Pinto VitoLaterza Isabella11 aprile 2010

Pinto GiovanniVittoria Petruzzi20 aprile 2010

Fanizza AngeloAnnese Angela18 aprile 2010

AnniversarioAnniversario

Armenise AndreaMonfreda Tina4 maggio 2010

Latartara GiovanniBianchi Daniela

31 settembre 2010

a m i c o d e l f a n c i u l l o a m i c o d e l f a n c i u l l o

Si dispone di ambienti ac-coglienti per autogestione, mezza pensione, pensione com-

pleta, bed & breakfast.La Casa per Ferie “Sacro Cuore”

ospita gruppi, associazioni, famiglie, coppie e singoli, campi-scuola. Chie-sa grande utilizzabile per le celebra-zioni e piccola cappella a disposizione degli ospiti.

Sala convegni con 90 posti e salette per riunioni di gruppo.

Ampi spazi esterni per le attività ludiche e ricreative, con possibilità di illuminazione serale.

La Casa è situata a circa 8 Km dal mare, con il quale è ben collegata da una strada a scorrimen-to veloce. Inoltre, la struttura è ben collegata con i maggiori centri turistici della zona: i trulli di Alberobello, gli scavi archeologici di Egnazia, le grotte di Castellana, lo Zoosafari di Fasano, la città bianca di Ostuni, la zona panoramica della Selva di Fasano, la zona enologica di Locoro-tondo.

Casa per ferie “Sacro Cuore”OPERA DON GUANELLA - FASANO (BR)

Avviso ai lettori: Cara lettrice, caro lettore, il Suo indirizzo fa parte dell’archivio elettronico del nostro periodico. Nel rispetto di quanto stabilito dal D.Lgs. n. 196/2003 per la tutela dei dati personali, chiamata “privacy”, che riguarda la segretezza delle proprie convinzioni, comunichiamo che tale archivio è gestito dalla Congregazione dei Servi della Carità - Opera Don Guanella, ente proprietario del suddetto periodico. I suoi dati, pertanto, non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi. Per essi Lei potrà richiedere, in qualsiasi momento, modifiche, aggiornamento, integrazione o cancellazione, scrivendo all’attenzione del Direttore di “Amico del Fanciullo”.

15

Sede e DirezioneVia Matarano, 1

72015 FASANO (BR)Tel. 080.4413037 - Fax 080.4423518

Sito web: www.sacrocuorefasano.netE-mail: [email protected]

“Un ambiente accoglienteper ogni

tua necessità”

Potenza GiuseppeLacirignola Vita Maria

29 gennaio 2011

Trisciuzzi PietroBongiorno Pasqua

2 maggio 2010

Di Bari DonatoNardone Angela23 giugno 2010

14

AnniversarioAnniversario

Pinto VitoLaterza Isabella11 aprile 2010

Pinto GiovanniVittoria Petruzzi20 aprile 2010

Fanizza AngeloAnnese Angela18 aprile 2010

AnniversarioAnniversario

Armenise AndreaMonfreda Tina4 maggio 2010

Latartara GiovanniBianchi Daniela

31 settembre 2010

a m i c o d e l f a n c i u l l o

l Viaggiatore che si dirige verso le nostre verdi colline e alza appena lo sguardo, scorge colorata, nel cupo colore di muschio e di ulivo, una improvvisa e felice costruzione, un castello feudale, pare, o qualcosa di simile. È l’istituto Sacro Cuore della Congregazione dei Servi della Carità “Opera Don Guanella”.

Come tutti sanno, l’istituto fu creato da un umile sacerdote di Fasano, Don Sante Perna, il quale dedicò alla realizzazione di questo suo progetto tutte le sue energie e il suo coraggio. E con l’aiuto di tanti Amici, infatti, nel 1932 cominciava la storia dell’Istituto Sacro Cuore di Fasano. In seguito, nel 1937, Don Sante, preoccupato per l’avvenire della Casa, l’affidò all’Opera Don Guanella, che tuttora la gestisce.

L’Istituto è Ente Giuridico (R.D. 2 luglio 1931 e 2 gennaio 1932): può quindi ricevere donazioni e lasciti testamentari.

– Per donazioni di denaro o di beni mobili e immobili, rivolgersi direttamente alla Direzione dell’Istituto Sacro Cuore - via Matarano, 1- Tel. 080.4413037 - 72015 Fasano (BR).

– Per testamenti: se trattasi di legati si può usare la seguente formula: “Lascio all’Istituto S. Cuore - Opera Don Guanella in Fasano (BR), a titolo di Legato, la somma di €

o l’immobile sito oppure gli immobilisiti in ”. Se si vuole nominare

l’Istituto Sacro Cuore erede universale, scrivere: “Annullando ogni mia precedente disposizione, nomino mio erede universale l’Istituto Sacro Cuore - Opera Don Guanella di Fasano (BR)”.

N.B.: Si consiglia di depositare il testamento presso un notaio di fiducia.

www.sacrocuorefasano.netE-mail: [email protected]

[email protected]@email.it

72015 FASANO (BR) - Via Matarano, 1

Tel. 080.4413037 - Fax 080.4423518Direttore Responsabile: Giuseppe CurriAut. del Trib. di Brindisi n. 82 del 24.4.1968Taxe perçue - Con approvazione ecclesiasticaStampa: EVI s.r.l. - Monopoli

C.C. Post. n. 12662722

I

IL SACRO CUOREUNA CASA AMICA PER RAGAZZI

In caso di mancato recapito inviare al CPO di Brindisi per la restituzione al mittente previo pagamento “resi”.