Giornalino 2012/2013

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Anche quest’anno, la nostra scuola non si è ri- sparmiata dal mettere in cantiere e realizzare una ricca e varia serie di attivi- tà, ormai in fase conclusiva, per tutti i ragazzi del nostro istituto. Certo, il Macroprogetto di Istituto ha subito limiti e difficoltà nella fase di completamento/approfondi- mento rispetto a quanto programmato inizialmente e alle attività aggiuntive che si intendevano svolgere in orario extracurricolare. Ciò è stato causato dalla ridu- zione e dall’assegnazione tardiva dei finanziamenti, che annualmente consento- no l’ampliamento dell’Offerta Formativa. La scuola, però, ha compensa- to ampiamente tali limitazio- ni didattico/operative avva- lendosi di risorse esterne che hanno assicurato ai no- stri allievi percorsi formativi EDITORIALE Plesso "Giovanni XXIII" GIUGNO 2013 Anno II, Volume unico Editoriale 1-4 La pagina dei PON 6-9 La storia del logo del nostro istituto 11 Una macedonia di emozioni 17 Un girotondo di colori 30 Sto bene con gli altri 31 SOMMARIO: Notizie di rilievo: Intervento del Sin- daco di Neviano L’avvocato Antonio Megha: “L’eccel - lenza del corpo do- cente di Neviano” Plesso "Guglielmo Marconi" Plesso "Dante"

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Giornalino scolastico

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Page 1: Giornalino 2012/2013

Anche quest’anno, la

nostra scuola non si è ri-

sparmiata dal mettere in

cantiere e realizzare una

ricca e varia serie di attivi-

tà, ormai in fase conclusiva,

per tutti i ragazzi del nostro

istituto.

Certo, il Macroprogetto

di Istituto ha subito limiti e

difficoltà nella fase di

completamento/approfondi-

mento rispetto a quanto

programmato inizialmente e

alle attività aggiuntive che

si intendevano svolgere in

orario extracurricolare. Ciò

è stato causato dalla ridu-

zione e dall’assegnazione

tardiva dei finanziamenti,

che annualmente consento-

n o l ’ a m p l i a m e n t o

dell’Offerta Formativa. La

scuola, però, ha compensa-

to ampiamente tali limitazio-

ni didattico/operative avva-

lendosi di risorse esterne

che hanno assicurato ai no-

stri allievi percorsi formativi

EDITORIALE

Plesso "Giovanni XXIII"

GIUGNO 2013

Anno II,

Volume unico

Editoriale 1-4

La pagina dei PON 6-9

La storia del logo del

nostro istituto

11

Una macedonia di

emozioni

17

Un girotondo di colori 30

Sto bene con gli altri 31

SOMMARIO:

Notizie di rilievo:

Intervento del Sin-

daco di Neviano

L’avvocato Antonio

Megha: “L’eccel-

lenza del corpo do-

cente di Neviano”

Plesso "Guglielmo Marconi" Plesso "Dante"

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to inserito il Progetto “DIRITTI A

SCUOLA”, finanziato con fondi che

provengono dal P.O. Puglia per il Fon-

do Sociale Europeo (FSE); infatti, an-

che questo progetto è volto a miglio-

rare la qualità dell’istruzione e preve-

nire la dispersione. In particolare,

quest’anno, è stato dato un taglio

più specifico, puntando prioritaria-

mente sulla rimozione delle cause di

esclusione e discriminazione sociale

delle persone svantaggiate, dando

maggiori opportunità alle scuole per

ridurre non solo il divario di competen-

ze acquisite da ciascun soggetto, ma

anche per cercare di eliminare i feno-

meni di esclusione sociale che ostaco-

lano la realizzazione personale e ren-

dono difficile l’inserimento nel mondo

del lavoro.

Rispetto al precedente anno scolasti-

co, sono stati richiesti e attuati un

numero maggiore di progetti (due di

tipo A mirati alle competenze di ITA-

LIANO e uno di tipo B mirato alle

competenze di MATEMATICA E

SCIENZE); l’incremento di tali pro-

getti è stato conseguente

all’accorpamento della scuola del co-

mune di Seclì all’istituto comprensivo

di Neviano. Inoltre, per la prima volta,

nell’ambito del progetto “Diritti a

Scuola”, è stata introdotta una

nuova tipologia: il progetto C, che

mira al sostegno psicologico e

all’orientamento scolastico e profes-

sionale. Quest’ultimo progetto ha da-

to l’opportunità, alle scuole che ne

hanno fatto richiesta, di introdurre

due nuove figure professionali: lo psi-

cologo e l’orientatore. Questi due

ruoli nel caso della nostra scuola sono

più personalizzati, più coinvolgenti,

più entusiasmanti e più efficaci .

Uno tra gli strumenti più im-

portanti, che ha consentito al no-

stro istituto di programmare inter-

venti di miglioramento e innovazione

dell’azione didattico/educativa, è

stato il Piano Integrato PON-Fondo

Sociale Europeo (FSE). Si tratta di

un Progetto europeo che mira, in

particolare, allo sviluppo delle com-

petenze degli allievi, alla promozione

delle eccellenze e, soprattutto, al

sostegno di quanti invece presenta-

no difficoltà di apprendimento e di-

sagi nello stare a scuola. Tali finalità

si inseriscono pienamente e coeren-

temente con le specifiche priorità

della progettazione del nostro isti-

tuto e, quindi, con il Piano

dell’Offerta Formativa.

Questa scuola non è nuova dal

mettere in atto strategie di rinno-

vamento e cercare di migliorare

l’efficacia della propria azione for-

mativa utilizzando le opportunità

messe a disposizione dall’Unione Eu-

ropea. Già da diversi anni, infatti, il

nostro istituto presenta proposte,

che vengono puntualmente accolte,

per utilizzare finanziamenti del PON

“Competenze per lo Sviluppo”. Solo

nell’ultimo biennio sono stati effet-

tuati, nella sola sede di Neviano,

ben undici percorsi formativi (sei lo

scorso anno e cinque nell’anno in

corso), uno dei quali ha consentito

la realizzazione di questo giornalino

on-line alle classi quinte della Scuola

Primaria.

Coerentemente alle finalità e agli o-

biettivi dei precedenti progetti, è sta-

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

Pagina 2

EDITORIALE

Page 3: Giornalino 2012/2013

ANNO II , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013

stati svolti da due psicologhe, la

dottoressa Silvia Taccone e la dot-

toressa Francesca Prete, che han-

no operato, prevalentemente, met-

tendo a disposizione sportelli di

consulenza psicologica, di informa-

zione e di indirizzo verso i servizi di

istruzione e formazione. La loro a-

zione è stata indirizzata alle fami-

glie, ma sono stati effettuati anche

diversi interventi su gruppi-classe o

gruppi ristretti di alunni.

L’introduzione nella scuola pri-

maria di due progetti di attività mo-

toria, lo SBAM (Sport, Benessere,

Alimentazione, Mobilità) e

l’Alfabetizzazione Motoria, ha costi-

tuito un altro elemento di novità di

quest’anno. La realizzazione di que-

sti progetti è stata affidata, con

bando di gara, al prof. Francesco

Negro, docente laureato in Scienze

Motorie.

Il primo progetto, lo SBAM,

rivolto agli alunni della classe terza

di Seclì, si è proposto di incentivare

nei bambini la pratica sportiva ed

educarli a scelte alimentari e stili

di vita corretti.

Il progetto di Alfabetizzazione

Motoria, che nella nostra scuola è

stato indirizzato a tutti gli alunni e

agli insegnanti dei corsi A e B, na-

sce da una collaborazione sinergica

tra CONI e MIUR, e scaturisce dalla

convinzione che il valore della prati-

ca sportiva non è solo fattore di be-

nessere individuale, ma crea anche

condizioni idonee per intessere le-

gami più stretti nei vari contesti

sociali, oltreché essere molla di un

maggiore sviluppo culturale ed eco-

nomico.

Seguendo le direttive delle In-

dicazioni Nazionali per il Curricolo,

questo progetto offre occasioni per

svolgere attività che mirano a far

acquisire ai ragazzi competenze

motorie e stili di vita attivi tali da

promuovere, in forma ludica e diver-

tente, esperienze cognitive, cultu-

rali, affettive e sociali.

Ai precedenti progetti su ac-

cennati, che mettono in campo ri-

sorse professionali esterne affian-

cando i docenti interni, sono da evi-

denziare le risorse didattico-

strumentali, ultimamente assegna-

te a questo istituto con fondi rive-

nenti da PON-FESR, che consenti-

ranno di allestire nuovi laboratori

didattici e di dotare la nostra scuo-

la di modernissime tecnologie infor-

matiche e della comunicazione.

L’imminente riapertura del ples-

so “Giovanni XXIII”, attualmente in

fase di ristrutturazione, sarà un

completamento che darà

l’opportunità a questo istituto di

avere a disposizione un potenziale

professionale, strumentale, logisti-

co e strutturale tale da assicurare

a tutti gli alunni una scuola moder-

na adeguata alla preparazione di

cittadini in grado si inserirsi con le

competenze ed i livelli culturali ri-

spondenti ad una società comples-

sa ed avanzata, quale è la nostra, e

capaci di dare il loro contributo si-

gnificativo per un progresso civile,

economico e culturale del nostro

Paese.

Pagina 3

EDITORIALE

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Certo, sta a noi adulti, secondo i

ruoli e le responsabilità personali

(genitori, docenti, dirigenti, persona-

le della scuola, amministratori…), far

sì che tutte queste risorse possano

essere utilizzate al meglio.

Solo con il massimo di impegno da

parte di ciascuno di noi, superando

tensioni, tentativi di strumentalizza-

zioni ed interessi personali e con

una collaborazione sinergica orien-

tata verso il bene delle future gene-

razioni, possiamo sperare che tutti

questi investimenti possano assicu-

rarci un corrispettivo di qualità in

termini di benessere e progresso ci-

vile del territorio.

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

Pagina 4

Prof. Luigi Antonio Albanese

UN RINGRAZIAMENTO S P E C I A L E A G L I

INSEGNANTI CHE SI

SONO SPESI IN QUESTI

ANNI PER L’ISTITUTO COMPRENSIVO E CHE

DAL PROSSIMO A. S. A N D R A N N O I N

PENSIONE:

P E L L E G R I N O GIANFRANCO

RENNA MARIA

Concludo, rivolgendo un sincero

ringraziamento ai bambini ed ai ra-

gazzi che si sono impegnati in attivi-

tà aggiuntive di vario tipo e alle/ai do-

centi che li hanno sostenuti; ringra-

zio inoltre tutti coloro che, in forma

individuale o associativa e a qualsiasi

titolo, hanno contribuito a migliorare

il funzionamento della scuola, la for-

mazione e il benessere degli alun-

ni.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

Luigi Antonio Albanese

EDITORIALE

Page 5: Giornalino 2012/2013

La scuola è un’istituzione

destinata all’educazione

e all’istruzione di studen-

ti e allievi sotto la guida

di varie tipologie di figure

professionali appartenen-

ti al settore dei lavorato-

ri della conoscenza, la cui

attività dovrebbe essere

svolta solo presso strut-

ture idonee.

Il legame principale con

l’istituzione scolastica,

che caratterizza la mia

amministrazione, è stato

sempre rivolto principal-

mente alla direzione di

rendere perfettamente

idonei e sicuri i plessi

scolastici del nostro pae-

se. Infatti in questo tri-

ennio di amministrazione,

con notevoli sacrifici ed

impegni diretti, ho avuto

la soddisfazione di ren-

dere SICURI (secondo

quanto stabilisce la leg-

ge) sia la scuola

“Marconi” che la scuola

“Dante”, ed entro otto-

bre restituirò a tutti gli

allievi la scuola

“Giovanni XXIII” perfet-

tamente ristrutturata

e adeguata alle norme

di sicurezza. Il mio o-

biettivo, per quanto

concerne l’istituzione

scolastica con partico-

lare rifermento alla

messa in sicurezza dei

plessi, credo di averlo

raggiunto in tempi mol-

to celeri e prima di ogni

pensabile revisione.

A voi studenti l’augurio

di percorrere il vostro

percorso formativo con

impegno e diligenza, nel-

la certezza di viverlo

quotidianamente in un

ambiente sicuro.

Il sindaco

Silvana Cafaro

ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013

un corpo docente di ec-

cellenza.

Anche quest’anno gli a-

lunni di tutte le classi e

grado hanno avuto e da-

to il massimo.

Il progetto d’eccellenza è

stato: “Tutti uguali e

tutti diversi insieme per

crescere” un progetto

sulla libertà che ha visto

al centro del lavoro

l’impegno dei docenti e

È passato un altro anno

scolastico.

È passato bene. Come

sempre accade.

A Neviano i nostri figli

sono fortunati: scuola

perfettamente efficiente.

A partire dal Dirigente

scolastico, prof. Luigi

Antonio Albanese, a tut-

to il corpo docente.

Lunga tradizione a Nevia-

no che da sempre vanta

dei ragazzi sul valore e

sull’importanza della le-

galità. Tema centrale per

la formazione scolastica

proiettata a quando i no-

stri ragazzi diventeranno

cittadini adulti: e per

questo, in parte, grazie

alle loro guide, lo sono

già.

Avvocato Antonio Megha

Assessore alla Cultura

INTERVENTO DEL SINDACO DI NEVIANO

L’AVVOCATO ANTONIO MEGHA:

“L’ECCELENZA DEL CORPO DOCENTE DI NEVIANO”

SILVANA CAFARO

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Page 6: Giornalino 2012/2013

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

Pagina 6

Ripartono i P.O.N. all’Istituto Comprensivo di Neviano

Cinque percorsi formativi per alunni di scuola primaria e secondaria di primo grado

CODICE

PROGETTO TITOLO OBIETTIVO AZIONE DESTINATARI

ORE

DOCENZA

C-1- FSE-2011-1766

SPERIMENTANDO

C- Migliorare i livelli di

conoscenza e competenza dei

giovani

Interventi per lo sviluppo delle competenze

chiave in scienze e tecnologia

Alunni della Scuola

secondaria di primo grado

(classi I)

30 ore

C-1- FSE-2011-1766

CAPIRE E

RISOLVERE

PROBLEMI

C- Migliorare i livelli di

conoscenza e competenza dei

giovani

Interventi per lo sviluppo delle competenze

chiave in matematica

Alunni della Scuola

secondaria di primo grado

(classi III)

30 ore

C-1- FSE-2011-1766

IL BELLO DELLA LINGUA

C- Migliorare i livelli di

conoscenza e competenza dei

giovani

Interventi per lo sviluppo delle competenze

chiave: comunicazione in lingua madre

Alunni della Scuola Primaria

(classi IV) 50 ore

C-1- FSE-2011-1766

ITALIANO PER

COMPRENDERE, DIRE, FARE E

ANDARE OLTRE LE PAROLE

C- Migliorare i livelli di

conoscenza e competenza dei

giovani

Interventi per lo sviluppo delle competenze

chiave: comunicazione in lingua madre

Alunni della Scuola Primaria

(classi V) 50 ore

C-1- FSE-2011-1766

ENGLISH FOR

KIDS

C- Migliorare i livelli di

conoscenza e competenza dei

giovani

Interventi per lo

sviluppo delle competenze

chiave in lingua straniera

Alunni della Scuola Primaria

(classi V) 30 ore

Page 7: Giornalino 2012/2013

ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013 Pagina 7

Il nostro corso PON intitolato: “Italiano per

comprendere, dire, fare e andare oltre le parole”,

è stato articolato in 50 ore e ha visto la parteci-

pazione di 23 alunni delle classi V della Scuola

Primaria di Neviano. Il progetto che abbiamo

portato avanti è stato incentrato sia sul recupe-

ro, sviluppo e potenziamento delle competenze

chiave in lingua madre, sia sulla realizzazione

di un giornalino scolastico. Siamo così partiti

dai primi rudimenti giornalistici, come le regole

di base per scrivere un articolo, l’esame dei di-

versi tipi di articolo presenti in un quotidiano,

degli elementi che costituiscono i titoli e, infine,

l’analisi di tutte le figure che compongono una

redazione.

In un secondo momento abbiamo dato vita al

nostro giornale, abbiamo così scelto gli argomen-

ti da trattare, abbiamo suddiviso gli incarichi in

base alle inclinazioni di ognuno e infine abbia-

mo scelto gli articoli e le immagini da inserire.

Il nostro intento è stato quello di dar voce ai

piccoli cronisti e inviati speciali che hanno avuto

tanto da raccontare.

Ringraziamo inoltre tutti gli alunni e i do-

centi dell’Istituto che hanno contribuito ad im-

preziosire il nostro lavoro con i loro interessan-

tissimi contributi.

Ora non ci resta altro che augurare a tutti...

Esperto esterno: prof.ssa Alessandra Donno

Tutor: ins. Maria Grazia Cuppone

ITALIANO PER COMPRENDERE, DIRE, FARE, ANDARE OLTRE LE PAROLE

Page 8: Giornalino 2012/2013

La lettura ci ha appassionato tanto che un

giorno abbiamo deciso di fare un giro nella

biblioteca scolastica, e abbiamo adottato un

libro ciascuno, da catalogare e raccontare ai

compagni. Ora sappiamo che i libri della bi-

blioteca sono un po’ di tutti i bambini della

scuola, e che basta chiederli in prestito per

immergersi in nuove storie.

Infine, al termine di ogni incontro abbiamo

sempre trovato il tempo per darci uno, due, a

volte tre abbracci, perché stare con gli amici

ci ha fatto passare in fretta il tempo delle le-

zioni e ci ha fatto imparare tutto più volen-

tieri.

L’esperto esterno: Cecilia Maffei

Nei nostri incontri pomeridiani abbiamo cer-

cato di tenere sempre in mente il titolo del

corso, provando ad usare noi per primi un

linguaggio corretto, ricercando le parole che

non conoscevamo e soprattutto utilizzando la

nostra bella lingua per qualcosa di divertente

e affascinante.

E cosa c’è di più bello a quest’età se non im-

maginare?

Siamo così partiti alla scoperta di una storia

che è piaciuta subito a tutti: “La Fabbrica di

Cioccolato”.

Abbiamo letto il romanzo di Roal Dahl a

puntate, ad ogni incontro prevedevamo di

leggere un paio di capitoli ma finivamo con

l’andare avanti per un’ora!

Quale occasione migliore di un corso di potenziamento di lingua inglese sin dalla scuola primaria, per diven-tare cittadini europei a tutti gli effet-ti?

"English for kids" è il corso PON di lingua

inglese, di 30 ore, destinato agli alunni del-

le classi quinte. Guidati dal docente esperto

Professor Luigi Aiello, i bambini sono stati

coinvolti in attività di revisione e approfon-

dimento delle competenze linguistiche ac-

quisite nel corso del quinquennio di scuola

primaria. Attraverso giochi, sussidi audio-

visivi (LIM), schede operative, filmati, car-

toni, canzoni animate, gli alunni sono stati

stimolati nelle abilità di ascolto, compren-

sione e produzione di semplici messaggi

scritti e orali, e di interazione in contesti

comunicativi vicini al loro vissuto quotidia-

no. Il corso ha avuto inizio il 28 febbraio e

terminerà il 24 maggio, con un rientro set-

timanale di due ore e mezzo, per un totale

di 12 incontri.

La docente di lingua inglese

Tutor del progetto

Maria Pina Provenzano

IL BELLO DELLA LINGUA

ENGLISH FOR KIDS

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

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Page 9: Giornalino 2012/2013

ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013

Impariamo a razionalizzarli, a sistemare i da-

ti, a formulare delle ipotesi… troveremo la so-

luzione giusta a ogni problema. In ogni diffi-

coltà, come nei problemi di matematica,

l’importante è :

Leggere con attenzione la traccia (analizzare

le situazioni problematiche).

Sistemare i dati (ordinare i fatti senza tra-

scurare nulla).

Costruire delle ipotesi applicando le regole

(provare ad applicare diverse soluzioni ri-

spettando le norme di comportamento).

Alla fine… trovare la soluzione (vedere tra

tutte le ipotesi quale è la più adatta a risol-

vere il nostro problema).

Coraggio ragazzi! La vita è tutta un quiz, ma

noi alleniamo la nostra mente ad affrontare e

risolvere con ordine e sistematicità i problemi

della Scuola e, di sicuro, anche quelli della vita

ci sembreranno più facili!

Gli alunni della III C Scuola Secondaria di I grado

“LA VITA È TUTTA UN QUIZ!”

“La vita è tutta un quiz!”, così recitava una

canzone di Renzo Arbore di qualche anno fa.

Dall’alba al tramonto, dall’infanzia all’età

adulta…” la vita è tutta un quiz!”. Ogni gior-

no tutti noi dobbiamo affrontare mille proble-

mi:

come organizzare il nostro tempo per non

perdere le occasioni piacevoli e, contempora-

neamente, fare i compiti;

come riassumere in fretta i concetti di una

lezione di storia;

come vestirci in una determinata circostan-

za;

come fare per mettere da parte i soldi per la

gita;

come affrontare la scelta della scuola supe-

riore in modo responsabile;

come risolvere il litigio con un’amica...

Ognuno affronta i problemi a modo suo e cerca

di risolverli. Non tutti ci riusciranno sempre! E

allora?

Tra tutte le attività scolastiche di quest’anno, sicuramente il PON di Scienze è quello che ci ha

interessati molto perché ci ha fatto scoprire che le scienze non sono solo quelle che studiamo sui

libri, ma soprattutto quelle che si “fanno” in laboratorio! Così, come piccoli scienziati, abbiamo

osservato al microscopio, sezionato, catalogato… ci sembrava di assistere ad una trasmissione

televisiva, solo che, questa volta, gli attori eravamo proprio noi ragazzi. Speriamo di poter, nel

prossimo anno, continuare questa interessante esperienza.

Dal PON di scienze

Gli alunni della I C Scuola secondaria di I grado

CAPIRE E RISOLVERE PROBLEMI

SPERIMENTANDO

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Page 10: Giornalino 2012/2013

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

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Care maestre, Anna, Rossella, Daniela, Gianna, Romina e caro maestro Francesco ci mancherete molto, ma con amore vi terremo sempre nel cuore.

Speriamo di rincontrarvi anche in futuro, non vi dimen-ticheremo mai e soprattutto non dimenticheremo mai i momenti trascorsi a scherzare tutti insieme!

Vi salutiamo con forti baci e abbracci!

Vi vogliamo bene!!!

I vostri alunni delle V

I ragazzi del corso PON

La mia scuola ideale

La mia scuola ideale è bella come una regina, tanto allegra e anche un po’ birichina. C’è da studiare, ma pure da giocare. La scuola che mi piace è davvero efficace, meno compiti da fare e tante cose nuove da inventare.

Asia, Claudio e Lorenzo, del corso PON

Scuola in allegria

La scuola è il posto più divertente che ci sia, si studia si scherza e si sta in compagnia… Tante cose nuove da imparare, sono tutte importanti e da ricordare. Ci sono amici, maestri e il bidello che quando è ora di pranzo suona il campanello… Tutti corrono di qua e di là e un’altra ora così passerà. Ed eccoci giunti finalmente all’uscita un’altra giornata è ormai finita!!!

Maria Grazia, Vanessa e Beatrice, del corso PON.

La scuola è molto importante, perché ogni giorno conosciamo cose nuove. Grazie alla scuola, abbiamo imparato a leggere, a scrivere, a parlare bene l’italiano, le lingue straniere, a capire le scienze e la matematica.

In questi anni abbiamo impara-to: come è fatta la natura, la sto-ria antica, le regioni italiane. Ci piacerebbe avere una scuola dove si fanno molte gite istrut-tive e si sta poco tempo seduti in classe.

Ci piacerebbe fare più ore di sport, di musica e di arte, e mol-te lezioni fuori all’aperto per conoscere la natura e il mondo che ci circonda.

I ragazzi del corso PON

Care maestre e maestri,

ancora pochi giorni da trascorrere con voi, poi dovremo salutarci… l’anno prossimo saremo alle medie!

In questi 5 anni abbiamo vissuto insieme esperienze straordinarie e tanti momenti di gioia e allegria, ci avete insegnato molte cose e di questo ve ne siamo molto grati.

Per noi sarà una fantastica avventura andare alla scuola media, anche se sarà brutto separarci da voi, perché vi siamo tanto affezionati. Conosceremo nuovi amici e nuovi professori….. Chissà se saranno buoni come voi?

Di certo non ci sarà nessuno simpatico come il maestro Gianfranco e buono come la maestra Lucia!

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ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013 Pagina 11

La nostra scuola è rappre-sentata da un bellissimo logo che è stato creato nell’anno scolastico 2001-2002 con la nascita dell’Istituto Comprensivo. In quell’occasione è stato

bandito un concorso interno intitolato: “La mia scuola”, che è stato vinto da Alberto Sansone, un alunno che fre-quentava la terza media. Curiosi di sapere come è na-to il logo e il suo significato, abbiamo invitato durante il nostro corso Pon Alberto, che ci ha concesso gentil-mente un’intervista. La prima cosa che gli abbia-mo chiesto è stata di spie-garci cosa rappresenta il lo-go, abbiamo così scoperto che il disegno è l’unione del paesaggio di Neviano, con la Cupola della chiesa madre, unito alle iniziali delle paro-le: “Istituto Comprensivo Neviano”. Il disegno del lo-go realizzato di getto è pia-ciuto subito ad Alberto, che ha deciso di partecipare al

concorso anche su consiglio del professore di disegno Antonio Zollino. A questo punto gli abbiamo domandato se si aspettava di vincere il concorso o se invece pensava che avrebbe vinto qualche suo compa-gno di classe, Alberto ci ha detto che in un primo mo-mento non ha pensato alla vittoria del concorso, ma di aver partecipato con la vo-glia di fare qualcosa di bello per la scuola. Vincere è sta-to quindi una bella soddisfa-zione, un onore, perché il suo disegno doveva essere il simbolo della scuola negli anni futuri, è stato come la-sciare un segno nella storia dell’Istituto Comprensivo di Neviano. Sia la sua famiglia, sia i suoi compagni gli hanno fatto i complimenti e sono rimasti molto contenti, per la sua vittoria. Durante la premia-zione, che si è tenuta a Giu-gno, ha ricevuto come pre-mio una targa, una medaglia e un diploma di partecipa-zione. A distanza di 11 anni Alber-to è ritornato qui nella no-stra scuola e ci ha racconta-to di essere stato fortunato di aver partecipato al con-corso, così noi gli abbiamo

chiesto cosa ha fatto dopo la scuola media. Ci ha raccontato di aver fre-quentato l’Istituto d’Arte a Galatina, anche grazie al professore Zollino, che ave-va notato la sua predisposi-zione verso l’arte. Ora inve-ce frequenta l’Università di Architettura a Torino. Infi-ne gli abbiamo chiesto se ha trovato cambiata la nostra scuola, Alberto ci ha detto di averla trovata migliorata, allora il laboratorio di infor-matica non c’era, c’erano pochi computer, non come adesso, e nelle classi non c’erano le LIM. Abbiamo ringraziato Alber-to per la sua disponibilità e la cortesia nel rispondere a tutte le nostre curiosità e per il pomeriggio diverso che ci ha fatto trascorrere.

I ragazzi del corso PON

Page 12: Giornalino 2012/2013

Ormai si avvicina la fine dell’anno scola-stico e, per noi di terza, la fine della tanto amata-odiata Scuola Media! Siamo arrivati in prima che eravamo ancora bambini, e ne usciamo…. già grandi, pronti per af-frontare il nostro futuro.

Nella nostra mente ricordi, pensieri, emo-zioni… preoccupazioni si affollano e sembrano non volersi spostare per far posto alla trepidante attesa dei giorni che verranno. In questi anni spesso abbiamo odiato la scuola, gli insegnanti, alcune di-scipline…. Ma ora… forse un po’ troppo tardi ci accorgiamo che abbiamo vissuto uno dei periodi più belli della nostra vita!

Come si fa a non ricordare il muretto sul quale, anche in pieno inverno, abbiamo atteso il suono della campana… L’ansia di vedere se la prof. arrivava o, molto ra-ramente, era assente. I pianti insensati per il litigio con i compagni, il racconto

dell’avventura con l’amica del cuore. Ed ancora: “oggi per il compito mi devi aiu-tare, tanto la prof. non si accorgerà, altri-menti…”; oppure: “oggi chiediamo di parlare della gita così non si interroga!”

Ragazzi che tempi!

Ora siamo qui, facciamo finta di niente, ma siamo tanto preoccupati per gli esami, la prova INVALSI…. ci hanno detto che gli esami non sono poi così difficili, e..certo! Lo si dice solo quando è tutto finito!

Ma ora?

Ora abbiamo solo una consolazione: tra poco tutti in gita! La Toscana, l’Acquario di Genova... tante mete e un solo pensie-ro: divertirsi tutti insieme! I ragazzi della SCUOLA MEDIA!

I ragazzi della III C Scuola Secondaria di I grado

La differenza è stata davvero tanta, le scuole elementari sono più facili e lì sem-bra tutto un gioco, qui invece non è per niente facile, ogni giorno abbiamo tanti compiti e interrogazioni dove dobbiamo farci trovare sempre preparati.

Le materie che già studiavamo l'anno scor-so, qui le studiamo ancora meglio e poi ce ne sono tante che neanche conoscevamo e che ci impegnavano ancora di più.

Anche se le scuole medie sono molto più fastidiose delle scuole elementari, sono molto contenta di frequentarle, perché mi sento più grande e sento di poter imparare ancora tante cose, però so benissimo di essere ancora all'inizio che il viaggio è an-cora molto lungo!

Classe I A Scuola Secondaria di I grado

Sono Sofia, una ragazza di 11 anni, che quest'anno frequenta la prima media.

Il passaggio dalle scuole elementari alle scuole medie è stato molto difficile perché si sono aggiunte tante nuove materie che prima non studiavamo.

A me è dispiaciuto molto lasciare i miei vecchi compagni, ma cambiando classe ho conosciuto altri ragazzi che sono diventati subito i miei nuovi amici. Adesso sono contenta di trovarmi qui, perché ho dei compagni bravi e mi trovo benissimo.

Quando ho iniziato le scuole medie ho cambiato anche i professori e questo mi faceva molta paura perché non sapevo co-me comportarmi, avevo paura di essere rimproverata e che non sarei riuscita ad abituarmi alla nuova scuola, per fortuna però non è stato così!

SCUOLA MEDIA ADDIO!

DALLA SCUOLA ELEMENTARE ALLA SCUOLA MEDIA

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

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Page 13: Giornalino 2012/2013

ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013

Dalla letteratura scientifica emerge che le abi-lità sociali ed emotive hanno un significato importante sul rendimento scolastico. Parten-do da queste considerazioni, ne deriva l’estrema importanza di aiutare i nostri alunni ad acquisire le competenze emotive di cui hanno bisogno per diventare buoni studenti, buoni cittadini e soprattutto per realizzare il loro potenziale. Attraverso l’educazione alla cooperazione, alla lealtà, al rispetto per gli altri, si vuole garantire a tutti i bambini il rag-giungimento di un livello di autonomia ade-guato. Questo principio mette in evidenza che la scuola deve consentire anche ai diver-samente abili l’opportunità formativa e il pie-no sviluppo delle proprie potenzialità. Il prin-cipio che ha animato noi insegnanti a realiz-zare il Progetto: “Una macedonia di emozio-ni” nasce dalla convinzione che attraverso le competenze sociali ed emotive possiamo aiu-tare i nostri alunni ad avere successo a scuola e soprattutto nella vita. Si è voluto così anda-re oltre il concetto d’integrazione sociale, pre-ferendo invece parlare d’inclusione sociale: inclusione intesa come rapporto paritario fondato sulla medesima sensibilità emotiva e sulla partecipazione integrata alle medesime attività scolastiche, sociali e culturali in gene-

re. In questo modo si è voluto garantire la piena e attiva partecipazione alla vita scolasti-ca degli alunni diversamente abili.

Il nostro Progetto ha voluto mettere in atto un vero e proprio “laboratorio delle emozio-ni” con la classe III B, coinvolgendo anche alunni delle classi IV B, V A, V B e con l’aiuto della Dott.ssa Silvia Taccone i bambini hanno imparato a riconoscere, denominare, descrivere e discriminare le diverse emozioni. Inoltre si è ritenuto utile discutere insieme ai bambini dell’importanza che i pensieri hanno nel generare le emozioni, che, ovviamente, promanano dagli stessi. In questo modo i bambini hanno compreso l’importanza di sta-bilire relazioni sane e gratificanti basate sulla cooperazione e sulla comunicazione efficace. L’Istituto Comprensivo di Neviano consolida così il valore dell’integrazione scolastica attra-verso l’uguaglianza delle opportunità.

Quindi scuola come promotrice di cultura dell’inclusione, scuola come mediatrice di re-lazioni sociali e scuola come punto di riferi-mento della conoscenza e ponte verso il futu-ro. In questo modo la nostra Scuola sfonda il muro dei preconcetti e apre le porte al valore delle diversità.

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LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE

Le insegnanti:

Iasi Annarita

Nestola Rossella

Origlia Romina

Perrone Luisa

Page 14: Giornalino 2012/2013

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

Pagina 14

Intervista a Francesco Negro preparatore atletico di serie A e B del Lecce e del Gallipoli.

A noi ragazzi piace molto lo sport, così ab-

biamo chiesto all’esperto del Progetto

"Alfabetizzazione Motoria nella Scuola Pri-

maria”, il maestro Francesco Negro, di tra-

scorrere un pomeriggio insieme a noi per rac-

contarci qualcosa di interessante sullo sport

in generale e qualche notizia in più su di lui.

Giulio: Lo sport aiuta a crescere sia mental-

mente che fisicamente?

Maestro Francesco: «Lo sport aiuta a cre-

scere, a migliorare l’aspetto cognitivo, di so-

cializzazione, aiuta a migliorare il profilo a

scuola, ad acquisire la conoscenza di sé nello

spazio, perché i videogiochi e la tecnologia

hanno sottratto molto tempo a tutte le altre

attività, che voi ragazzi fate normalmente».

Vanessa: Lo sport ci aiuta a diventare amici

di chi è “diverso” da noi?

Maestro Francesco: «Si, senza dubbio, io

l’ho notato anche in questi due mesi tra di

voi, ragazzi che prima non venivano scelti

per fare i giochi di coppia o di squadra, per-

ché più introversi o timidi, adesso partecipa-

no e sono accolti bene dagli altri».

Asia: Fai sport anche con bambini diversa-

mente abili?

Maestro Francesco: «No, è un’esperienza

che non ho ancora fatto, però lo sport aiuta e

dà spazio ai disabili, come dimostrano le Pa-

raolimpiadi. Il mondo dello sport, anche isti-

tuzionale, sta cercando di dare sempre più

importanza e risalto all’aspetto dello sport

nei diversamente abili».

Riccardo: Come giudichi gli atleti che fanno

uso di droghe durante le loro attività sporti-

ve?

Maestro Francesco: «Sicuramente non li

giudico bene, perché l’essenza dello sport è il

sacrificio, il prepararsi per una prestazione,

l’ansia di fare bene, anche se poi non si vin-

ce. La base dello sport è fare sacrifici per

ottenere risultati, così come nella vita, lo

sport infatti è la metafora della vita». Angelo: Cosa pensi del comportamento vio-

lento tra gli atleti e tra i tifosi?

Maestro Francesco: «È un corto circuito

dello sport, sono atteggiamenti che vanno

assolutamente condannati».

Ilaria: C’è qualcosa che per te andrebbe

cambiato nello sport?

Maestro Francesco: «Sicuramente tutte le

cose che rovinano lo sport, dal razzismo al

doping, la violenza e i troppi interessi e pro-

fitti personali».

Stefano C.: Perché hai scelto di fare questo

lavoro?

Maestro Francesco: «È una passione che

avevo fin da piccolo, mio padre mi ha incul-

cato la mentalità del calciatore, era presiden-

te di una piccola squadra di calcio e mi por-

tava con lui alle partite. Ho intrapreso questa

strada e ho deciso di studiare per realizzare

il mio sogno, che è quello di fare il prepara-

tore atletico di calcio. Alla vostra età è im-

portante appassionarsi a qualcosa, che vi

tenga fuori dalle cose brutte e negative che ci

sono dietro l’angolo, perché la passione dà

gratificazione e ti fa sentire bene».

I ragazzi del corso Pon

Page 15: Giornalino 2012/2013

ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013 Pagina 15

Abbiamo svolto un'indagine sullo sport, tra gli alunni delle classi IV e V che svolgono i corsi Pon di Italiano, nella nostra scuola. Si tratta di un campione di 36 ragazzi tra i 9 e gli 11 anni.

Questi i risultati del nostro lavoro:

I ragazzi del corso Pon

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Per me lo sport è molto importante perché ci aiuta a crescere, ma è anche molto divertente, infatti ci sono tanti tipi di sport tra cui scegliere, ma il mio preferito è in assoluto la danza. Quello che non mi piace dello sport è che a volte è un po’ violento, come quando in una partita di calcio tifosi e atleti si azzuffano, facendosi male. Questa è una cosa veramente brutta, ma io so come rimediare: “bisogna in-segnare alle persone che si devono ac-cettare le vittorie come le sconfitte, che l’amicizia e la fratellanza vengono prima di tutto”.

Vanessa del corso Pon

A me lo sport piace tanto perché si può stare insieme alle persone e fare nuove conoscenze. Quello che non mi piace dello sport sono le persone che non sanno perdere e che pensano che per divertirsi bisogna vincere per for-za. Due mie amiche alla fine di una partita di pallavolo hanno litigato tra di loro perché una ha vinto e l’altra no. A me è dispiaciuto molto vederle discutere così ho detto loro che lo sport è fatto per stare bene insieme. Quando hanno fatto pace abbiamo giocato di nuovo ci siamo divertite tantissimo.

Masha del corso Pon

Lo sport è la cosa più bella della mia vita, soprattutto il calcio. Nella squa-dra di calcio dove gioco sono stata ac-colta come una figlia, tutti mi vogliono bene e mi dedicano tante attenzioni. Quando nella mia squadra è arrivato un mio amico, io mi sono ingelosita perché ho visto che anche a lui dedica-vano molte attenzioni e io mi sono sen-tita trascurata. Così abbiamo litigato e per alcuni giorni non ci siamo parlati. Però poi ho capito di aver sbagliato e ho chiesto scusa. Da allora siamo amici più di prima e ci divertiamo a giocare a calcio insieme.

Asia del corso Pon

La danza è la passione della mia vita, ogni volta che vado a lezione o che faccio le gare mi diverto molto. Ho fatto anche tante nuove amicizie e ho conosciuto Vanessa che mi è molto simpatica. Nelle gare di danza a cui ho partecipato siamo arrivati sempre al primo posto, per questo ringrazio molto le mie compagne, perché senza il loro aiuto e il loro appoggio non ce l’avrei mai fatta. Grazie a loro ho ca-pito che lo sport dà molte soddisfazio-ni, che si ottengono con il sacrificio e con il lavoro di squadra.

Ilaria del corso Pon

Page 17: Giornalino 2012/2013

Come ogni anno, il mese di febbraio segna l’inizio dell’entusiasmante e tanto atteso torneo, interno all’Istituto, di pallavolo. Ve-de coinvolte, fino al mese di maggio, tutte le sezioni della Scuola Secondaria dei primo grado. Per ogni classe si formano due squa-dre e, visto che siamo tre sezioni, ogni squadra dovrà giocare e vincere con altre cinque. La cosa più bella, oltre al gioco e al divertimento, è quella che tutti gli alunni partecipano al grande torneo. Le sfide sono durissime. Nell’aria c’è molta tensione.

Cosa ha di bello questo torneo? Tutto. Non è importante vincere o perdere, ma amare la propria squadra, impegnarsi e im-parare sempre di più. Chi non gioirebbe nel giocare con la propria classe? Chi non da-rebbe l’anima nell’affrontare e giocare con gli altri? L’importante è essere onesti, ri-spettare le regole, cosa che non dovrebbe mai mancare in qualsiasi sport. E’ bello an-che ritrovarsi su un campo e giocare insie-me, perché, grazie allo spirito di squadra, si riesce anche a giocare meglio, e soprattutto, a dare il meglio di sé ed essere più uniti.

Cosa molto importante nel campo di gioco è non criticare mai i compagni quando sba-gliano, a tutti capita di sbagliare, deve svi-lupparsi e rafforzarsi lo spirito di gruppo.

Un immenso grazie alla professoressa Mar-ra che ogni anno ci dà questa opportunità e a tutti gli altri docenti che si dimostrano disponibili e pazienti. Non ci resta che a-spettare il 31 maggio, e… vinca il migliore!

Classe III B scuola secondaria di I grado

All’inizio mi spaventava un po’ l’idea di partecipare al torneo, perché non avevo mai giocato prima d’ora in una squadra di pallavolo e non conoscevo bene né le rego-le, né le basi, quindi avevo paura di sbaglia-re!!!

Poi, quando ho saputo che la finale del tor-neo si sarebbe svolta alla fine dell’anno, e davanti a tutti, ho iniziato a pensare che po-tevo fare una brutta figura davanti agli alun-ni più grandi, ai professori e al Dirigente.

Però, lezione dopo lezione, ho iniziato a migliorare in questo sport e ho anche avuto la fortuna di capitare in una squadra forte, unita e nella quale ci sosteniamo l’un l’altro.

Poi partita dopo partita siamo arrivati in finale e io e i miei compagni non vediamo l’ora di vincere!!!

Simone Gaia

Classe I A scuola secondaria di I grado

Tripudio di magliette colorate danno l’avvio al tradizionale “Torneo di pallavolo”

Page 18: Giornalino 2012/2013

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

Pagina 18

LA SCUOLA DELL’INFANZIA DI SECLÌ PRESENTA:

Page 19: Giornalino 2012/2013

ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013

ln occasione della festa della Repubblica gli

alunni della scuola primaria di Seclì hanno sfi-

lato per le vie del paese sventolando il tricolore

e cantando l'inno nazionale.

Nella sala consiliare del palazzo ducale San

Severino, alla presenza del sindaco e dell'asses-

sore all'istruzione, gli alunni di IV e V, vestiti

con i colori del tricolore hanno letto e commen-

tato i principali articoli della Costituzione.

Oggi a scuola abbiamo ascoltato la storia rac-

contata del signor "Uccio" Epifani, deportato

militare nei campi di lavoro in Germania duran-

te la Seconda Guerra Mondiale.

Uccio ha raccontato che nel 1943 era un soldato

di appena vent'anni e prestava il suo servizio a

Modena. L'8 settembre i nazisti entrarono nella

sua caserma e lo fecero prigioniero insieme ad

altri soldati. I nazisti li caricarono su un treno

adibito al trasporto di animali e li portarono ad

Auschwitz; il viaggio durò sette giorni.

Uccio ha raccontato di tutti i maltrattamenti, di

tutte le umiliazioni subite e della fame patita,

tanto da arrivare a mangiare le "gallette" desti-

nate ai cani, alimentazione questa che gli ha

procurato una forma di malattia allo stomaco.

Nel 1945 i russi liberarono il campo di concen-

tramento e i soldati poterono tornare a casa.

Uccio ha raccontato anche del suo difficile re-

inserimento alla vita normale e delle tante diffi-

coltà che ha incontrato nel riprendersi da tutte

le atrocità subite.

"Forza venite gente" è il titolo del recital che gli

alunni della scuola primaria di Seclì hanno presen-

tato come spettacolo di Natale.

ll recital, a cui hanno partecipato tutti gli 84 alunni

e che ha messo in risalto gli stili di vita di San Fran-

cesco, ha avuto l'obiettivo di far scoprire il valore

autentico della festività natalizia (semplicità, altrui-

smo, amore per il prossimo, gioia).

Percorrendo gli eventi che hanno caratterizzato il

corso della vita del Santo, che per primo ha insce-

nato il presepe dando vita ad una tradizione mille-

naria, gli alunni si sono cimentati in dialoghi, mo-

nologhi, canti e balli un po’ fuori dagli stereotipi,

ma altrettanto stimolanti e accattivanti.

FESTA DELLA REPUBBLICA SULLE TRACCE DI SAN FRANCESCO NATALE 2012

Pagina 19

GIORNATA DELLA MEMORIA

Gli alunni raccontano… Seclì 27 gennaio 2013

Page 20: Giornalino 2012/2013

storia del pasticciotto “Obama” nasce dall’idea

di abbinare il nome del nuovo pasticciotto co-

lor cacao a quello di Barack Obama, primo pre-

sidente di colore nella storia degli U.S.A.

Il pasticciotto è un famoso dolce salentino, na-

to nel 1745 a Galatina nella bottega pasticciera

della famiglia Ascalone durante le festività di

San Paolo. Si racconta che, Nicola Ascalone

stava cercando di creare un dolce che potesse

risollevare la difficile situazione economica

della sua bottega e tra una torta e un dolce si

ritrovò con un po’ d’impasto e un po' di crema

non sufficienti per cuocere un'altra torta. Deci-

se però di non buttare questi avanzi ponendoli

in un piccolo recipiente di rame. Pur conside-

rando questa piccolissima torta, un pasticcio,

la mise ugualmente nel forno e dopo cotto lo

regalò ancora caldo a un passante, che lo riem-

pì di complimenti e lodi. Il pasticcio risultò

veramente ottimo e l'uomo ne volle qualcuno

da portare in famiglia, da allora nacque il

"pasticciotto de Lu Scalone".

Vive ormai da 268 anni ed è presente nell'elen-

co nazionale dei prodotti agroalimentari tradi-

zionali redatto dal Ministero delle Politiche

Agricole Alimentari e Forestali.

Da ricordare la variante al cacao inventata nel

2008 da un pasticciere di Campi Salentina. La

Setacciate la farina e disponetela a fontana, unite lo strutto in pezzi, aggiungete anche lo zucchero,

il sale e l’ammonica, ed al centro le uova. Impastate il tutto abbastanza velocemente e con le mani.

Formate un panetto, ricopritelo con la pellicola e ponetelo in frigo per almeno un'ora.

Successivamente stendete la pasta formando una sfoglia non molto spessa e con questa ricoprite

gli stampini precedentemente imburrati e infarinati. Riempite fino all'orlo di crema pasticciera, ben

fredda, e richiudete sigillando i bordi con cura. Con le dita premete sul bordo della frolla in modo

da conferire al pasticciotto la sua tradizionale forma a cupoletta e eliminate la pasta in eccesso.

Spennellate infine l’impasto con il tuorlo e mettete gli stampini in forno preriscaldato a 200°. Far

cuocere per 10/15 minuti; o fin quando la superficie dei pasticciotti non diventa dorata.

I ragazzi del corso Pon

Preparazione

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

Pagina 20

500 g farina 00

250 g strutto

250 g zucchero

2 uova intere

5 g di ammoniaca per dolci

1 pizzico di sale

vaniglia

2 cucchiai di latte

1 tuorlo per spennellare

per la frolla:

INGREDIENTI

1 lt di latte

4 tuorli

200 g di farina 00

350 g di zucchero

vaniglia

per la crema

pasticcera:

IL PASTICCIOTTO

Page 21: Giornalino 2012/2013

ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013

1 kg di farina 0 o grano duro

30 gr. di lievito di birra

sale fino q.b.

acqua tiepida q.b.

Alcune fonti stabiliscono che

la frisa sia nata nel X sec. a.C.,

all’epoca della civiltà Fenicia.

I mercanti durante le loro navi-

gazioni erano soliti consumare

ciambelle scure di grano am-

morbidite con acqua di mare e

insaporite con olio d’oliva.

Alcune leggende popolari in-

vece fanno risalire le sue origi-

ni al periodo dei Crociati, che

partivano proprio dai porti sa-

lentini per raggiungere la Terra

Santa.

I crociati dovevano intrapren-

dere un viaggio in nave molto

lungo e quindi avevano biso-

gno di scorte di cibo che non

deperissero velocemente.

Così nella memoria degli an-

ziani, la frisa è rimasta con il

nome di “pane dei crociati”. Si

racconta che la sua forma

(rotonda, con il buco al centro)

sia nata per poterla trasportare

più facilmente, si infilava una

cordicella nel buco e si appen-

deva come collana.

Prima del dopoguerra, la frisel-

la di farina di grano era riser-

vata alle sole tavole benestanti

e a poche altre occasioni cele-

brative. Il ceto povero consu-

mava invece friselle di farina

di orzo o di miscele di orzo e

grano.

filoncini fino a formare delle

piccole ciambelle, che dispor-

rete su una teglia da forno.

Lasciate lievitare ancora una

mezz’ora, dopo mettetele in

forno a 200° per una quindici-

na di minuti, sfornate e lasciate

raffreddare.

Una volta fredde tagliatele in

due ponetele nuovamente in

forno per farle tostare a 170°

per circa un’ora.

Sfornatele non appena sono

ben dorate, fatele raffreddare e

conditele come preferite!

I ragazzi del corso Pon

Disponete la farina a fontana,

sciogliete il lievito nell’acqua

tiepida e salata, e versatelo al

centro della fontana. Impastate

il tutto, con molta energia, fino

a ottenere un panetto liscio ed

omogeneo.

Coprite l’impasto con un pan-

no e lasciatelo lievitare in un

luogo caldo per 1 ora e mezzo

circa.

Dopo che l’impasto ha raddop-

piato il suo volume dividetelo

in pezzi e fate dei piccoli filon-

cini di 15/20 cm, che farete

nuovamente riposare per

un’ora.

Successivamente richiudete i

Preparazione

Pagina 21

IL PANE DEI CROCIATI: “LA FRISA”

A NOI PIACE

CONDIRLA COSÌ:

Pomodoro

Tonno

Rucola

Olio

Sale

Capperini

Origano

Page 22: Giornalino 2012/2013

Siamo arrivati a scuola e sembra una giornata

qualunque. Quando tutti i compagni sono arrivati, la

maestra ci ha fatto preparare le gallette. Il loro dolce

profumo si sentiva dal corridoio e pure fuori la scuola.

Sabato 13 aprile 2013, la nostra mae-

stra ci ha fatto una sorpresa, portan-

do a scuola la macchinetta per prepa-

rare le gallette.

Prima che la maestra preparasse

l’impasto ha tolto dalla busta gli ingre-

dienti e li ha scritti alla lavagna.

In fila ci ha chiamato e ci ha fatto

mettere nella scodella gli ingredienti.

Abbiamo frullato con il frullatore, ci

ha fatto mescolare le uova.

Abbiamo fatto riscaldare la macchi-

netta e successivamente abbiamo

messo l’impasto. Le cialde si sono cu-

cinate a forma di cuore.

Il loro profumo si sentiva da tutto il

corridoio e, visto che le finestre era-

no aperte anche da fuori, tutte le ma-

estre e i collaboratori scolastici sono

entrati nella nostra classe per vedere

cosa era quel profumino.

Tutti sentivamo l’acquolina in bocca e

abbiamo detto alla maestra di darce-

ne un po’ per offrirle alle altre classi.

Preparare le gallette è stata una gran-

de emozione, perché era la prima vol-

ta che le preparavamo con i nostri

compagni di classe. Eravamo molto

impazienti di assaggiarle perché sape-

vamo che erano buonissime, la mae-

stra le portava infatti ad ogni festa.

È stato un giorno emozionante e bel-

lissimo, perché la scuola e la cucina si

sono mescolate con l’amicizia.

Classe V C Scuola Primaria

Le gallette a scuola

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

Pagina 22

3 uova

200 g zucchero

250 g farina

250 g burro

1 bustina di vaniglina

Ingredienti

Page 23: Giornalino 2012/2013

ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013

causa di una perdita di

benzina, che ha costretto

il conducente ad abban-

donare il veicolo.

I cittadini del paese tro-

vandosi sul posto hanno

cercato di spegnere le

fiamme, con secchi d'ac-

qua, ma, nonostante tut-

to, la situazione, andava

sempre più peggiorando.

Così il Signor Franco,

collaboratore scolastico

e custode dell'edificio

Dante Aligheri, con il suo

coraggio ha affrontato le

fiamme con l'estintore

riuscendo a spegnere l'in-

cendio, anche prima

dell’arrivo sul posto della

protezione civile.

Ora, nella nostra scuola,

abbiamo un eroe che

svolge due lavori: il bidel-

lo e il "pompiere" della

scuola!

Latino Gabriel

classe 5A Scuola Primaria

La mattina del 2 maggio

intorno alle ore 8:00 cir-

ca, presso la Piazza Con-

cordia di Neviano, nelle

vicinanze del plesso sco-

lastico Dante Aligheri è

accaduto un episodio da

far scatenare il panico tra

gli studenti, che in quel

preciso momento si re-

cavano a scuola. Una vec-

chia Fiat Panda percor-

rendo la piazza ha preso

accidentalmente fuoco, a

vicinato è uscito per ve-

dere l' accaduto e si so-

no accorti che era crol-

lato il solaio della rinno-

vata officina.

In un primo momento si

è pensato ad una trage-

dia, poi si è constatato

che per fortuna, al mo-

Nella tarda mattinata del

22 di marzo in via Gra-

ziani è crollata l'autoffici-

na dei fratelli Mauro.

Una delle autofficine

storiche e più conosciu-

te di Neviano.

Verso le ore 10:45 si è

sentito un boato, così il

mento, non vi era nessu-

no all' interno e non so-

no stati riportati danni

neanche alle autovettu-

re.

Lorenzo Mauro

Classe 5A Scuola Primaria

SFIORATA LA TRAGEDIA

AUTOMOBILE IN FIAMME

Neviano Notizie

Il crollo dell' autofficina Mauro

Pagina 23

Page 24: Giornalino 2012/2013

Natale è un insieme di parole

che esprimono sentimenti,

raccontano tradizioni e usan-

ze tipiche di ogni luogo.

Tra le varie tradizioni natali-

zie presenti nel nostro Salen-

to, le più importanti sono: la

“Focara” o “focareddra” e il

Presepe.

La “focara” viene accesa il

giorno della vigilia con lo sco-

po di riscaldare il Bambino

Gesù, che sta per nascere.

La sua preparazione inizia

molto tempo prima del Nata-

le; i ragazzi si impegnano ad

accumulare legna di ogni ge-

nere, raccolta nelle campagne

dopo la potatura degli alberi

d’ulivo. A rendere la “focara”

più bella concorrono diversi

elementi: la perfezione della

forma, la grandezza, la varie-

tà e l’allegria.

In tempi più remoti, racconta-

no i nostri nonni, ma anche i

bisnonni, quando la focara

ormai stava per spegnersi, la

gente correva a prendere un

po’ di “fuoco” per portarselo a

casa per pura devozione.

Oggi tutto questo è ormai

tramontato, ciò che resta è

una festa che raduna intorno

a sé tutti i cittadini.

Il Presepe anticamente veni-

va allestito da tutti, poteva

occupare un’intera stanza

oppure solo un angolo. Oggi,

solo in poche case si costrui-

sce il presepe.

A tal proposito, quest’anno a

scuola abbiamo ripreso que-

sta antica tradizione co-

struendo ciascuno alunno un

piccolo presepe su una base

di compensato utilizzando

materiale di diverso tipo.

Insieme alle nostre insegna-

ti, abbiamo dipinto la base,

l’abbiamo ricoperta di mu-

schio ed inserito poi la capan-

na di cartapesta, costruita

sempre da noi. Infine,

l’abbiamo arricchito con i

personaggi fatti di carta o di

das, con delle piccole pianti-

ne e con altri elementi tipici.

Successivamente abbiamo

allestito una piccola mostra

dei nostri presepi.

Erano tutti molto belli!!!

Le insegnanti, per premiarci,

ci hanno consegnato un pic-

colo attestato e un sacchetti-

no di caramelle.

All’iniziativa hanno parteci-

pato anche gli alunni delle

classi IV A e IV C.

Gli alunni della classe IV B Scuola primaria

Abbiamo esposto, tramite i dialoghi brevi

e intensi, le tradizioni di paesi come

l’Inghilterra, la Francia, la Spagna, la Sviz-

zera e la Romania.

La scenetta si è conclusa con una riflessione

sul fatto che l’importanza del Natale non è

tanto quella di festeggiare con i parenti ma

piuttosto il fatto che Gesù nasca per noi, in

ogni angolo della terra.

Ci siamo divertiti molto.

I ragazzi della III A Scuola secondaria di I grado

Per gli auguri di Natale noi alunni

dell’Istituto Comprensivo ci siamo riuniti in

auditorium.

Noi ragazzi della classe III A abbiamo pen-

sato di drammatizzare una piccola scenetta

in vernacolo: “Natale, dove puoi…”

Abbiamo presentato, in modo ironico e co-

struttivo, le tradizioni natalizie, in Italia e

nel mondo. La scena si è aperta con il mari-

to e la moglie, o nonno e nonna, nei giorni

pre-natalizi.

I due, specialmente la nonna, sono intenti a

contattare i nipoti che vivono all’estero per

motivi di lavoro, studio o famiglia.

“PRESEPI E FOCARE”, NEL NOSTRO SALENTO

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

Pagina 24

Page 25: Giornalino 2012/2013

ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013

Una strana visita in casa della signora Fiorina Martalò, che ci ha fatto vedere

come, ancora oggi, prepara nel suo “laboratorio” il “sapone fatto in casa”, con

semplici ingredienti.

Ci ha spiegato che anticamente in tutte le famiglie si RICICLAVA l’olio fritto per

farne ottimo sapone:

LE NOSTRE RIFLESSIONI

L’olio fritto se buttato inquina, acqua e campi coltivati, se invece lo ricicliamo

non solo diventa un prodotto utile, ma si rispetta anche la NATURA!

LABORATORIO CHE PASSIONE: OSSERVO, SPERIMENTO, IMPARO

FASI DI LAVORAZIONE

Unire 2 l. di acqua con la soda in un recipiente, i 400

g. di farina e il detersivo profumato.

Mescolare con un bastone di legno energicamente.

ATTENZIONE: non immergere le mani perché la soda

sprigiona calore e puoi scottarti.

Infine aggiungere altri 6 l. di acqua.

Lasciare riposare per qualche giorno finché il composto

si sarà rappreso.

Trascorso questo tempo il sapone sarà ormai con-

solidato, si può rivoltare su un piano il pezzo unico otte-

nuto.

Si sezionano piccole tavolette adeguate alla grandezza

della mano.

FINALMENTE il sapone è pronto per un bucato profu-

mato e... a poco prezzo!

UNA STRANA VISITA...STORIA DEL SAPONE FATTO IN CASA

Pagina 25

Oggi 9 maggio abbia-

mo seguito tutto il pro-

cedimento per ottenere

il “sapone fatto in ca-

sa”.

INGREDIENTI

8 l di acqua

1/2 kg di soda

400 g di farina integrale

1 pugno di detersivo

LAVORO

COLLETTIVO

Classe II B

Scuola Primaria

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ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

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La scuola al tempo dei nostri nonni era molto diversa dalla nostra, dall’arredo scolastico al materiale didattico.

C’era un solo maestro, che insegnava tutte le materie; gli alunni erano obbligati a fare silenzio e a stare attenti

durante le spiegazioni dell’insegnante. A quei tempi chi si comportava male riceveva punizioni severe e a volte

anche dolorose, chi chiacchierava o non stava attento alla lezione veniva chiamato alla cattedra e bacchettato

e, nei casi più gravi, gli alunni venivano costretti a stare dietro la lavagna in ginocchio sui ceci o sui sassolini.

Per avere qualche informazione in più abbiamo deciso di invitare, durante il corso Pon, la nonna di un nostro

compagno: Nonna Roberta, che ha trascorso con noi un piacevole pomeriggio, ricordando la scuola dei suoi

tempi.

Nonna Roberta ha frequentato la scuola Dante di

Neviano, a partire dall’anno scolastico 1939/1940.

Ci ha raccontato che la scuola era nata nel 1938 e

aveva 11 aule arredate con banchi di legno bipo-

sto, che avevano un buco per il calamaio pieno di

inchiostro nero. Per scrivere gli alunni non usano

la penna sfera ma il “calamus” con il pennino. La

cattedra era grande e stava su una base, per essere

più alta rispetto ai banchi. Dietro la lavagna c’era

un crocifisso e nel periodo fascista c’era anche il

quadro di re Vittorio Emanuele III e di Mussolini.

I nostri nonni non avevano lo zaino, ma una car-

tella di cartone marrone, dove mettevano due libri

uno di lettura e il sussidiario in cui c’era grammati-

ca, storia e geografia. Si indossava un grembiule

nero con un fiocco blu. A scuola si leggeva molto,

si facevano composizioni, riassunti e anche molte

recite.

Si faceva educazione fisica nella palestra e gli alun-

ni si preparavano per i saggi ginnici che si teneva-

no di sabato.

Nonna Roberta ha frequentato la scuola ele-

mentare solo 4 anni, perché la sua maestra Maria

Nonna Roberta racconta

Giustizieri le suggerì di saltare la quinta elementare

e di fare l’esame di ammissione per la scuola me-

dia. Allora a Neviano non c’erano le scuole medie

e bisognava spostarsi a Nardò o a Galatina. Nonna

Roberta si alzava tutte le mattine alle 6 per prende-

re il treno insieme con la sorella che era un anno

più grande. Dopo ha frequentato il liceo, diventan-

do professoressa nella scuola media.

I ragazzi del corso PON

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ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013 Pagina 27

Intervista a M. G. CUPPONE insegnante della scuola Primaria Di Neviano

A quei tempi le classi come A quei tempi le classi come A quei tempi le classi come

erano disposte?erano disposte?erano disposte?

Nel lontano 1959/64, anni in cui

io ho frequentato la scuola ele-

mentare, le classi erano numero-

se e in genere erano maschili o

femminili. Ricordo che la mia

classe rimase formata solo da

bambine fino in IV, in V acco-

gliemmo 5 ragazzi ripetenti.

Con che cosa andavi a scuola?Con che cosa andavi a scuola?Con che cosa andavi a scuola?

A scuola io mi recavo a piedi per-

ché la mia casa non era molto di-

stante, ma allora il mezzo più u-

sato dai genitori per accompa-

gnare i propri figli a scuola era

la bicicletta.

Era severo il tuo maestro/a?Era severo il tuo maestro/a?Era severo il tuo maestro/a?

Io sfortunatamente ho avuto

molti insegnanti che si alterna-

vano, anche nel corso dell’anno

scolastico, tranne in terza e in

quarta. In quinta poi la nostra

classe fu assegnata ad una mae-

stra di Galatina. Comunque le

mie insegnanti erano tutte molto

brave, anche perché noi non da-

vamo motivo perché non lo fosse-

ro.

L’abbigliamento come era?L’abbigliamento come era?L’abbigliamento come era?

Noi alunni indossavamo la divisa

scolastica: grembiule nero, col-

letto bianco e fiocco blu.

Si indossava sempre e tale regola

veniva rispettata dai genitori e di

riflesso dai figli.

Che cosa usavi per scrivere?Che cosa usavi per scrivere?Che cosa usavi per scrivere?

Per scrivere, sia a casa che a

scuola usavamo la penna (un ba-

stoncino di legno o plastica ) con

ad una estremità un pennino in

acciaio da intingere di tanto in

tanto nell’inchiostro, per poi con-

tinuare a scrivere. Prima di volta-

re pagina avevamo cura di asciu-

gare la parte scritta con un foglio

di carta assorbente che tutti tene-

vamo nel quaderno.

Sei mai stata messa in puni-Sei mai stata messa in puni-Sei mai stata messa in puni-

zione?zione?zione?

Fortunatamente no, perché ero

abituata a rispettare le regole.

I ragazzi del corso PON

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Per me la diversità è una cosa normale, non importa di che colore hai la pelle, di che nazionalità sei o se sei diversamente abile, perché ognuno di noi è speciale e unico a suo modo, ciò che vera-mente conta è non odiarsi o prendersi in giro.

Quando sento la parola diversità penso che le persone hanno il diritto di essere giudicate per quello che sono dentro, non per quello che sono fuori.

Quando sento la parola diversità penso ad un mio compagno di classe, che ha dei problemi; alcu-ni miei compagni lo prendono in giro e gli dicono anche parolacce, io invece lo considero mio amico e lo vedo come un qualsiasi bambino normale.

La parola diversità mi fa pensare al comportamento di Papa Francesco rispetto ai politici. Il nuo-vo papa ha rinunciato a tante cose, come alla croce d’oro, ha l’anello papale d’argento e conduce uno stile di vita vicino ai poveri, i politici invece non hanno rinunciato alle auto blu ai vitalizi e ai super stipendi.

La diversità è una cosa bella perché ci fa capire che non siamo tutti uguali, però dobbiamo co-munque rispettare e apprezzare chi è diverso da noi, perché possiamo imparare molto.

La diversità è una cosa sia bella, sia brutta; è bella perché ti fa conoscere lingue, culture e realtà diverse dalla nostra, però è anche brutta perché provoca sofferenza e tristezza soprattutto quan-do ci sono persone che parlano alle spalle.

Conoscere chi è diverso è importante perché ci permette di arricchire la nostra conoscenza e di migliorare accettando le diversità.

È importante perché in questo modo possiamo avere un nuovo amico con cui giocare e parlare, perché come dice un proverbio: “chi trova un amico trova un tesoro”.

Quando incontro una persona diversa mi sento un po’ a disagio, ma dopo quando inizio a cono-scerlo, mi sembra di parlare con un mio amico. Quando vedo dei bambini diversi da me sono curioso di parlare con loro per conoscere la loro diversità.

Riflessioni dei ragazzi del corso Pon dopo

la lettura della favola intitolata: “Un quadrato

nel mondo dei rotondi”, tratta dal kit Unicef: “Io non vinco. Tu non perdi”.

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

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ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013

Nell’ ambito del progetto “Una macedonia di emo-zioni”, noi ragazzi delle classi prime della Scuola Secondaria di primo grado, a b b i a m o v i s s u t o , quest’anno, un’esperienza unica: con la nostra inse-gnante e con l’aiuto della psicologa dott.ssa Prete Francesca, abbiamo prova-to ad ascoltare diversi brani musicali cercando di asso-ciarli alle nostre emozioni.

Il laboratorio, per qualche ora, sembrava un mondo fantastico.

Ci muovevamo guidati dalla musica e dalle dolci parole della psicologa che ci esor-tava a… chiudere gli oc-

chi… a lasciarsi trasporta-re… a immaginare… a so-gnare.

All’inizio, qualche compa-gno rideva divertito, poi siamo diventati più silen-ziosi e più attenti e, man mano che la musica cam-biava, i nostri movimenti diventavano più morbidi, più lenti… poi il ritmo si è fatto più incalzante, assor-dante e noi… cercavamo di tradurre quelle note in mo-vimenti… poi in parole.

Abbiamo scritto delle frasi che sembravano versi di una poesia. Poi le abbiamo rilette e abbiamo riflettuto insieme… ci siamo resi conto che spesso, presi dal-

la fretta, dai videogiochi, dalla frenesia, non abbiamo il tempo di ascoltare noi stessi, le nostre emozioni.

È stato un percorso davve-ro interessante!

Nei giorni successivi abbia-mo provato a colorare le nostre emozioni e allora…è saltato fuori un vero arco-baleno!

Quante sfumature!

Quanti colori!

Quante emozioni!

Ora sappiamo riconoscerle e … persino colorarle.

Alunni della IC

Scuola Secondaria

di I grado

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La libertà non è un dono, qualcosa che si riceve in regalo. Si può vivere in un paese con a capo un ditta-tore ed essere “liberi”, però ad una semplice condizio-ne: “Basta lottare contro la dittatura”.

Gli uomini pensano, ragio-nano con la propria testa e conservano il loro cuore

intatto: “sono liberi”. Tutti coloro che lottano per ciò che ritengono giusto, sono liberi.

Si può invece vivere in un paese in cui regna la “democrazia”, ma se si è pigri, cupi, servili, “non si è l i b e r i ” ; n o n o s t a n t e l’assenza di un dittatore,” si è schiavi”. La libertà, quin-

di non è un dono ma una conquista e se non si è inte-riormente liberi, si è schiavi pur vivendo in un paese democratico.

Classe IV C

Scuola primaria

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L’obiettivo di questo progetto è stato quel-lo di favorire nei nostri alunni, il senso di appartenenza e partecipazione alla comuni-tà dell’Europa attraverso la conoscenza, utilizzando come strumenti il gioco, la mu-sica, il racconto, la drammatizzazione.

Tante proposte di attività, insieme a canzo-ni orecchiabili e ritmate, hanno rappresen-tato l’approccio ai diversi aspetti dell’argomento, spaziando dall’area geogra-fica a quella linguistica, sociale, economica, culturale con tante notizie e curiosità.

In particolare l’obiettivo è stato quello di sensibilizzare i bambini ai temi della convi-venza civile per imparare ad apprezzare la diversità come una ricchezza, individuare i concetti di dignità, uguaglianza, libertà, so-lidarietà, giustizia, cittadinanza ed esplorare con l’aiuto dei genitori e degli insegnanti i valori condivisi o condivisibili.

Girotondo di colori è un progetto che ha voluto promuovere il concetto di educa-zione alla solidarietà, perché crediamo sia importante cominciare dai più piccoli, con interventi mirati, a far acquisire atteggia-menti rivolti al rispetto delle diversità.

La metafora dei colori, di cui ci siamo ser-viti, ci ha permesso di rinforzare l’importanza e la bellezza delle diversità, per poter essere vissute come fonte e pos-sibilità di crescita reciproca e non di esclu-sione ed emarginazione, incoraggiando nei gruppi, un clima di cooperazione e di valo-rizzazione di ciascun individuo, nella sua peculiarità ed originalità.

Questo percorso è servito ai bambini, me-diante i lavori di gruppo, a confrontarsi e a prendere coscienza delle diversità, è stato per loro un primo approccio all’interculturalità.

L’educazione interculturale favorisce la convivenza democratica nel rispetto di o-gni persona e nel riconoscimento delle di-verse identità culturali per la costruzione di un dialogo e di uno scambio collaborativo al fine di un reciproco arricchimento.

Alla fine di questo percorso, ci auguriamo che tutto il lavoro svolto fin qui, abbia un seguito anche il prossimo anno, magari con percorsi diversi e con l’aiuto delle fa-miglie, che come sempre hanno dimostra-to di essere attenti osservatori della crescita dei propri figli, insieme possiamo raggiun-gere maggiori traguardi per un futuro mi-gliore.

Ins. Conte Antonella

PROGETTO D’ISTITUTO

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

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“TUTTI UGUALI, TUTTI DIVERSI, INSIEME...PER CRESCERE”

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ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013

Le classi quarte, in relazione al macropro-getto d’istituto “Tutti uguali… tutti diver-si” a.s. 2012/2013

centrato sull’integrazione, hanno svilup-pato la tematica “Sto bene con gli altri”, al fine di costruire identità non omologa-te, ma originali e critiche. Per raggiungere tale obiettivo a lungo termine si è partiti dal documento “Convenzione dei diritti dei bambini” istituita il 20 novembre 1959, passando, poi, a svolgere le varie attività didattiche sia in ambito curriculare

che extracurriculare.

Gli argomenti trattati hanno coinvolto e sensibilizzato i ragazzi sviluppando in lo-ro il sentimento della solidarietà, perché hanno capito che non tutti i bambini usu-fruiscono degli stessi diritti ritenendosi, di conseguenza, molto più fortunati di tanti loro coetanei.

Le docenti delle classi quarte: Ins. Anna Rita Carrisi, Maria Grazia

Cuppone, Lucia Ponzetta, Carmela Caggia, Perrone Luisa

“Diritti del bambino”

Grande o piccolo,

non importa la statura

i diritti son di tutti, pure della natura.

I “diritti dei bambini” si devono rispettare

e mai violare,

perché i bambini sono bei regalini.

I bambini sono un regalo di dio molto importante

perché senza di loro le cose brutte sono tante,

quindi li dobbiamo rispettare

e non li dobbiamo maltrattare.

Giovanni Oronzo Blasio

Classe IV A Scuola Primaria

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Page 32: Giornalino 2012/2013

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

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Ogni bambino che sia bianco, nero o giallo

ha diritto di vivere sognando

ad aver una vita meravigliosa

lontano dalla guerra sanguinosa.

Noi abbiam diritto a vivere in una casa

non importa che sia grande o piccola,

di paglia o di mattoni,

purché ci sia l’amore dei nostri genitori.

Quello che sogna ogni bambino

giocare col suo cagnolino

imparare tutto ciò che di più bello c’è

in questo mondo pieno di perché.

I nostri diritti son come dei sogni incantati

che se vengon rispettati

ogni bambino crescerà

pieno di amore e felicità.

SERENA CUPPONE IVB

SCUOLA PRIMARIA

Pasqua, Pasqua che allegria!!!

Pasqua, Pasqua c'è tanta allegria!!!

Gesù ora è già risorto,

E tante uova ci sono già nell'orto.

Vola in cielo una colomba: è segno di

pace!!!

Ma ci regala anche tanta luce.

Pasqua, Pasqua che allegria!!!

Pasqua, Pasqua c' è tanta simpatia!!!

Mamma mia quante uova ,

Per me ricomincia una vita nuova.

Suonan in cielo due campane: son

segno di pace!

E nel frattempo intorno tutto tace!

PELLEGRINO FRANCESCO IVB

SCUOLA PRIMARIA

Page 33: Giornalino 2012/2013

ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013 Pagina 33

Grazie papà di esistere,

grazie per l'amore che mi hai dato,

per l'educazione che mi hai insegnato,

per avermi imparato a rispettare gli altri,

per l'impegno che metti

affinché non mi manchi nulla.

e soprattutto GRAZIE

di avermi dato la vita.

e con tutto il mio amore ti dico:

“AUGURI!!!”

Tua Vanessa

V C SCUOLA PRIMARIA

Caru papà

me manchi mutu sà?!

Tendai sciutu te quai

percè fatica nun de truai.

Però tocca cu ssai

ca sempre intra lu core mia stai.

Puru la mamma tendai purtata

ma l'hai fattu cu dai

alla noscia famijia na sistemata.

Nu te preoccupare,stamu lontani

e quistu se sape,

ma tantu poi ne vitimu stu state.

Nu bbisciu l'ora cu tte mbrazzu,

e ci putia moi piava n'aereu o nu razzu,

cu te baciu e te strapazzu.

Papà sinti speciale

e cu stai luntanu me face male,

te oiu bene cu tuttu lu core

e cu te mbrazzu

cuntu le ore.

Asia Misciali

V C SCUOLA PRIMARIA

Dalila, Chiara,

Giulia e Serena

IV B Scuola Primaria

Page 34: Giornalino 2012/2013

Da un’indagine svolta in classe

sull’idea della felicità i bambini

hanno risposto esprimendo il loro

punto di vista con similitudini,

tratte anche dal mondo della

fantasia.

Eccone alcune:

La felicità è il sorriso di

mamma e papà (G. G.)

La felicità è giocare con gli

amici (M. C.)

La felicità è avere un mondo

con i colori dell’arcobaleno.

(M. G. G.)

La felicità è il sorriso di un

bimbo che gioca a palla. (S.

A.)

La felicità è ammirare il tra-

monto del sole. (M. L. M.)

La felicità è il sole che ri-

splende nel cielo. (J. L.)

La felicità è il volo di una

farfalla. (G. B.)

La felicità è un prato verde.

(M. A.)

La felicità è tenere in braccio

la mia sorellina. ( S. D.P.)

La felicità è stare insieme in

famiglia. (T.C.)

La felicità è volere bene ai

miei fratellini (Madfi AFIF)

La felicità è amare tutti gli

uomini (T.M.)

La felicità è stare con i nonni

(G. P.)

La felicità è l’abbraccio della

mamma( S.R)

La felicità è un vestito nuovo

(F.C.)

La felicità è prendere per ma-

no un amico (L. M)

La felicità è correre in un

prato( A .N.)

Classe I A Scuola Primaria

Luigi Antonio Alba-

nese e al maestro

Gianfranco Pellegri-

no abbiamo osserva-

to due signori che

hanno sistemato o-

gni albero in una

buca e l’hanno le-

gato ad un bastone.

È stata un’esperienza

molto interessante.

Noi alunni della

classe II B nel giardi-

no della nostra scuo-

la abbiamo piantu-

mato gli alberi che ci

hanno lasciato le

Guardie Forestali del-

lo Stato: CIPRESSO-

LECCIO– PINO ALLO-

RO.

Insieme al dirigente

Tutti abbiamo pro-

messo di curare ogni

giorno queste piante

togliendo le erbacce.

Di questo laboratorio

abbiamo una foto –

ricordo col dirigente

intorno alla quercia.

Gli alunni della classe II B

Scuola Primaria

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

Pagina 34

Page 35: Giornalino 2012/2013

ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013

Se stimolati i bambini rispondono attiva-mente alle nostre proposte educative. Anche quest'anno il progetto di Lingua Inglese, che da anni ormai si propone e si svolge nella scuola dell'infanzia di que-sto Istituto Comprensivo, ed in linea con il POF proposto per l'anno in corso, ha dato i suoi frutti, nonostante i tempi sia-no stati molto ristretti.

Tenendo presente che il gioco rappre-senta per i bambini di questa fascia di età lo strumento essenziale di socializzazio-ne, ma anche di acquisizione del rispetto delle regole, nel corso delle lezioni le at-tività audio-orali, svolte in forma ludico-esplorativa, hanno coinvolto l'area lin-

guistica, logico-matematica, motoria, mu-sicale e grafico-pittorica.

L'ins. Carmela Caggia.

fucili, la morte si mischia alla vita, portando

via con se tanti bimbi.

Parlano di pace, ma bombardano e sparano.

Questa violenza è “guerra!”.

La pace, invece, è sorridere, dormire sereni,

vedere nel cielo i colori dell’arcobaleno.

“Solo se gli uomini spargono la voglia di

amare, il vento sorride e può allora portare

agli alberi antichi le voci e i sogni dei bam-

bini felici!”

Classe IV C Scuola Primaria

In classe insieme alla maestra abbiamo letto

una bellissima poesia, del poeta Elio Giaco-

ne, che parla della voglia di pace dei bambi-

ni in Palestina.

Le loro voci sono raccolte dal vento che le

sparge tra i rami e le foglie di alberi antichi,

perché gli alberi sanno ascoltare le voci dei

bambini e le portano al centro del mondo.

Quando i bambini sono felici e sorridono,

nei prati nascono fiori e farfalle che danza-

no nel vento.

Quando, invece, le risate dei bambini diven-

tano pianti, le loro lacrime colpiscono la

Terra che trema impaurita.

In Israele, Palestina e Iraq, con bombe e

Pagina 35

APPROCCIO PROPEDEUTICO ALL'APPRENDIMENTO DELLA LINGUA IN-

GLESE PER I BAMBINI DI 5 ANNI DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA DI

NEVIANO E SECLÌ

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Abbiamo iniziato col riempire di carta il bustone per fare il busto, dopo è toccato alla busta bianca su cui abbiamo attaccato un foglio bianco e Victoria ci ha disegnato sopra il volto. Ab-biamo proceduto riempiendo di carta i calzini per ottenere le braccia e le gambe; sulla testa ab-biamo applicato l’ovatta per fare i capelli e un foulard nero. In mano le abbiamo posto una corona di sette taralli.

La nostra Caremma è “bellissima e segue divertita le nostre attività, custodisce anche due pian-tine di zucca che le abbiamo affidato.

Quest’anno nella nostra classe 4^A abbiamo vissuto una entusiasmante esperienza: la realizzazio-ne della Caremma!!!

Personaggio caratteristico della tradizione salentina che la vede in mostra sui balconi e le terrazze durante il periodo quaresimale e raffigura una vecchietta vedova del re Carnevale brutta, sgrazia-ta e vestita di nero.

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

Pagina 36

PER POTERLA REALIZZARE CI SIAMO PROCURATI:

Un bustone di plastica nera e una bianca

Carta di giornali e cartone

2 paia di calzettoni neri e vecchi

Un vestito scuro vecchio

2 foulard

Cotone idrofilo

Ago e filo

Il fantoccio della Caremma va bruciato la notte del sabato santo, noi eravamo in va-canza e al ritorno, in accordo con la mae-stra si è deciso di dare l’impegno di bru-ciarla a Serena che abita in campagna e ha tanto spazio a disposizione. La mamma di Serena, molto gentilmente, ha invitato tutti noi a casa sua per il pomeriggio e così tutti insieme abbiamo “bruciato la Caremma”.

Maestra Anna Rita Carrisi e

gli alunni della 4^A Scuola Primaria

Page 37: Giornalino 2012/2013

ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013 Pagina 37

Classe I B scuola primaria

ALICE DAVIDE

BENEDETTA

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Il termine "femminicidio" o "femicidio" deri-va dall'inglese e veniva usato già dal 1801 in Inghilterra per indicare l'uccisione di una don-na, infatti si riferisce alle violenze causate da un uomo ad una donna.

In Italia, ma anche nel mondo, il fenomeno del femminicidio si sta diffondendo a macchia d'olio. Purtroppo ogni giorno la cronaca rac-conta di violenze, di aggressioni, di stupri e omicidi che riguardano le donne da parte de-gli uomini e ciò che più mi sconcerta è che la stragrande maggioranza delle violenze avven-gono tra le mura delle case proprio là dove ognuno dovrebbe sentirsi protetto e difeso, e per mano di persone vicine alle vittime.

I motivi possono essere vari, innanzitutto c'è un odio e una violenza verso il genere femmi-nile, la gelosia e la possessività. La donna, se-condo me, dovrebbe essere più tutelata e dife-sa anche dallo stesso Stato il quale dovrebbe garantire il diritto alla libertà e soprattutto alla vita perché lo stalking (serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un'altra persona, perseguitandola e generandole stati di ansia e paura), limita le donne a realizzare il loro sogno, costringendole a vivere nell'insi-curezza e nella paura e per di più abbandona-te dalle Istituzioni.

La stessa "pubblicità progresso" che dedica il suo impegno alla soluzione di problemi mora-li, civili ed educativi, invita le donne trattate male con schiaffi, parolacce, minacce, a de-nunciare i molestatori. Certo, poi, che sarà lo Stato a tutelarle, magari promuovendo ed ap-provando leggi più severe in tal senso. Inte-ressante, secondo me, è il fatto di poter di-sporre di braccialetti elettronici che segnalino gli spostamenti delle persone violente.

Comunque, deve farci pensare il fatto che se ogni anno in Italia vengono assassinate oltre un centinaio di donne è perché forse, esiste una cultura del tutto concesso: la pubblicità, la mentalità comune, gli atteggiamenti degli a-dulti, i sogni di alcuni ragazzi e persino i gio-chi di alcuni bambini, che ha portato ad una crisi di valori.

Allora è importante secondo me, prevenire ogni forma di violenza educando sin da picco-li al rispetto reciproco, ad accettare le even-tuali sconfitte, a dominare gli istinti, e soprat-tutto a far comprendere che non esiste un ge-nere superiore all'altro!

Maggio Francesco

Classe V B Scuola Primaria

no V. Il papa emerito ha al-loggiato a Castel Gandolfo e ora dopo l’elezione di Papa Bergolio, soggiorna in un monastero di clausura.

L’altro avvenimento unico è stato la rielezione di Giorgio Napolitano a Presidente del-la Repubblica. Egli è il pri-mo presidente rieletto per altri sette anni, nella storia della nostra repubblica. La Costituzione lo prevede ma nella prassi non si era mai verificato. Questi eventi hanno suscitato molta sor-presa ma anche tristezza co-

In questi ultimi mesi, si sono verificati degli avvenimenti unici nella storia della Chie-sa Cattolica e della Repub-blica Italiana. Giorno 28 febbraio 2013 Papa Bene-detto Sedicesimo, si è di-messo dal suo incarico, per mancanze di forze per poter svolgere a pieno il suo pon-tificato ma anche per la Chiesa.

Questa è una data che reste-rà nella storia. Anche in pas-sato altri pontefici hanno rinunciato al pontificato, come nel 1294 Papa Celesti-

me nel caso di papa Bene-detto. Sono stati eventi che resteranno scritti nella storia e che ci hanno resi protago-nisti di essa, così da poter dire un giorno “io c’ero”. Noi ragazzi speriamo tanto che entrambi riescano a svolgere con serietà e sereni-tà il compito loro affidato, affinché si possano risolvere i problemi che persistono sia nella Chiesa Cattolica che nel nostro paese.

Giada Pellegrino Classe V B Scuola Primaria

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

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Page 39: Giornalino 2012/2013

ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013

Il CIF in occasione della fe-sta della Donna ha coinvolto tutti i ragazzi della scuola media organizzando un con-corso a tema.

Noi della III A ci siamo pro-posti con una piccola sce-netta: “Colazione a casa Cuppone”.

In una famiglia come tante alle prese con i turni in ba-gno e un caffèlatte al volo prima di andare a scuola o al lavoro, i due genitori gioi-scono delle aspirazioni delle figlie.

Alessandra ribatte a papà come colei che non bada a “trucco e parrucco” ispiran-dosi allo stile molto ricercato

e raffinato di Coco Chanel, le sorelle Fontana, e Mary Quant.

Gloria, collegandosi al di-scorso della sorella, cita don-ne importanti nel mondo del sociale, come Madre Teresa di Calcutta, per il suo dono ai poveri; Rosa Park e la sua lotta per i diritti umani, Em-meline Pankhurst e Susan Antony per il diritto al voto delle donne.

Ludovica aspira alle donne nel campo della medicina e della scienza parlando di Ri-ta Levi Montalcini e Marie Curie, delle loro scoperte dei loro premi Nobel.

Ilaria sogna nel mondo della

musica classica e moderna citando Maria Callas e le varie cantanti contempora-nee.

Povero papà brontolone, vuole solo il bagno libero per potersi sbrigare e andare al lavoro. Vorrebbe che le sue figlie curino un po’ di manualità come la moglie, ma, a tutte le donne, le mo-gli e le madri recita: “l’inno alla Vergine di Dante” e spera un premio Nobel.

I ragazzi della classe III A

Scuola secondaria di I grado

meraviglia. Due altre compagne hanno rac-contato la donna impegnata nella politica. Dopo una breve presentazione delle conqui-ste raggiunte, hanno preso in esame tre donne impegnate politicamente: l’italiana Nilde Jotti, la francese Simone Veil e l’irlandese Mary Ro-binson. Tutte e tre hanno operato per l’approvazione di leggi in difesa della donna. Io insieme ad un’altra ragazza sono stata at-tratta dalla donna impegnata nello spettacolo, ma soprattutto, dall’effimero che ha circonda-to la figura di Marilyn Monroe. Il suo trucco, il profumo preferito, i suoi biondi capelli, gli amori con i fratelli Kennedy, causa, forse del-la sua tragica morte. Ancora oggi ci sono dub-bi suicidio o servizi segreti americani?

Benizio Martina classe III B Scuola secondaria di I grado

La CIF (Centro Italiano Femminile), con sede a Neviano, per la festa della donna ha bandito un concorso al quale noi ragazzi della Scuola Secondaria di Primo grado siamo stati invitati a partecipare. La mia classe ha voluto affron-tare l’argomento da diversi punti di vista.

Due miei compagni hanno realizzato un pla-stico dedicato a Wangari Mathai, la prima donna africana che ha ottenuto il Premio No-bel per la pace nel 2004, riconoscimento per aver impegnato tutta la sua vita nell’attivismo ambientale. Con il suo impegno è riuscita a far piantare più di trenta milioni di alberi per prevenire l’erosione del suolo e la desertifica-zione. Ancora oggi, nonostante non sia più tra noi, il suo messaggio è vivo e continua a chiederci di aiutare la terra, di guarire le sue ferite e noi stessi, ma soprattutto di amare la diversità del creato in tutta la sua bellezza e

8 MARZO: FESTA DELLA DONNA

Pagina 39

I “diversi volti” della donna nella società contemporanea: impegno sociale e

politico in difesa dei diritti ed esaltazione dell’effimero.

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Noi ragazzi delle classi prime, Scuola Secondaria di primo grado, non possia-mo certo dimenticare la visita guidata a Lecce. Start 19 aprile 2013. Mezzo di trasporto … pullman, diranno ovviamen-te in molti! Eh no! Viaggio in treno, mezzo ormai dimenticato nelle piccole distanze. È stata un’esperienza nuova, eravamo incuriositi ed esultanti di gioia, seduti comodamente in due lunghi vago-ni tutti a nostra disposizione. Abbiamo addirittura visto la cabina di comando, ragazzi che emozione… senza lo sterzo!

A Lecce ci aspettava la guida e noi erava-mo pronti ad immortalare le bellezze della città. Dopo una breve presentazio-ne storica, ecco davanti a noi il Barocco, ricamo raffinato che orna chiese e palaz-zi del centro storico. Attraverso porta Rudiae, una delle quattro porte della cit-tà, ha avuto inizio l’allegra passeggiata sotto il sole cocente del nostro Salento. La prima chiesa visitata è stata quella del Rosario, conosciuta anche con il nome di S. Giovanni Battista. Le sue decora-zioni floreali ci hanno fatto restare a bocca aperta. Ma ancora tante bellezze ci attendevano. Le altre chiese, su Corso Libertini, le abbiamo semplicemente os-servate, il tempo a nostra disposizione non era sufficiente per visitarle tutte. Giunti in Piazza Duomo, raro esempio di Piazza chiusa, il nostro sguardo è ca-duto sul campanile, 70 metri, uno fra i più alti d’Europa. Dopo la visita al Duo-mo, Palazzo dei Celestini e Basilica di S an ta Cro ce, bene un ivers a l e dell’UNESCO, massimo esempio del barocco. Piazza Sant’Oronzo, con la ma-estosa colonna sormontata dal Santo, il Sedile, la chiesetta di San Marco e

l’anfiteatro romano. Breve pausa nella Villa Comunale, per consumare la cola-zione al sacco e poi di corsa al Museo “S. Castromediano”. Nuovo viaggio dalla preistoria ai nostri giorni. Veneri, tombe, crateri dalle decorazioni rosse e nere, va-si di varie grandezze, trozzelle messapi-che hanno portato sotto i nostri occhi la vita dei nostri antenati. Arte sacra e pro-fana all’interno della Pinacoteca, pale medioevali decorate con foglie di oro zecchino, meraviglia per i nostri occhi, quadri, di pittori locali più recenti e le più antiche statue di cartapesta. Le guide sono state semplicemente stupende… non finivano di raccontarci i particolari della nostra storia. Stanchi, ma contenti per l’entusiasmante e piacevole esperien-za, siamo risaliti sul treno e ritornati nel-la Neviano di sempre! Stanchi, forse, ma certo felici di avere come compagni de-gli insegnanti magnifici.

Classe I B Scuola Secondaria di I grado

Strabiliante viaggio in treno verso “Lupiae”, la sua storia, il suo barocco.

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

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ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013

Giovedì 9 maggio noi alunni della classe V B, insieme a quelli della V A e V C, abbia-mo svolto una visita guidata a Tuglie, dove abbiamo visi-tato il “Museo della civiltà contadina” e il “Museo della radio”

Verso le ore 8:30 ci siamo ritrovati tutti presso la sta-zione di Seclì dove ansiosa-mente e con trepidazione abbiamo atteso il treno che ci avrebbe condotto a Tuglie, chiacchierando e scherzan-do.

Una volta arrivati a destina-zione, abbiamo iniziato la nostra visita nel Museo della civiltà contadina, un antico palazzo ducale che conserva oggetti di uso quotidiano, attrezzi di lavoro del contadi-no, della bottega artigianale del falegname, del fabbro e giochi dei bambini dei tempi passati. L'ambiente visitato, che più mi è rimasto impres-so è stato la lavanderia dove le donne del tempo prepara-vano “lu cofanu” e facevano

il bucato con la cenere o con il sapone preparato da loro e con l'acqua che attingevano dai lontani pozzi del paese che poi veniva riscaldata nei camini.

Sono rimasto meravigliato dall'esposizioni delle antiche monete, così diverse nella grandezza e nella forma, e ancora, dalla spiegazione del-la guida sulle diverse fasi di trasformazione delle uova di bruchi in farfalle. Prima di andare via la guida ha regala-to alle maestre alcuni bozzo-li.

Entusiasti di questa esperien-za per noi nuova, abbiamo fatto una sosta per la meren-da e quando ha iniziato a piovigginare ci siamo sposta-ti al "Museo della Radio".

Qui abbiamo osservato la collezione di decine di appa-recchi riceventi e trasmitten-ti, di ieri e di oggi, serie di valvole e apparecchi disegna-ti da artisti conosciuti e non. La guida ha messo in funzio-ne il primo telegrafo invian-

do una breve trasmissione in alfabeto Morse, sottolinean-do come la maggior parte delle apparecchiature siano perfettamente funzionanti.

È stato molto emozionante vivere questa esperienza per-ché ci ha dato la possibilità di vivere sensazioni nuove e ci ha fatto fare un salto in-dietro nel passato che prima d'ora non conoscevamo.

Questa è stata una visita gui-data molto interessante per-ché abbiamo rivissuto le tap-pe dell’evoluzione tecnologi-ca ed abbiamo compreso quanto fossero importanti le invenzioni dei nostri scien-ziati, che spesso non veniva-no apprezzati.

Dopo ci siamo rinfrescati con gelati e granite e poi ci siamo diretti verso la stazio-ne che ci avrebbe riportato nella stazione di partenza, carichi di conoscenze e sape-ri nuovi e dal sapore antico.

Francesco Maggio V B

Scuola Primaria

VISITA AL MUSEO DELLA CIVILTA’ CONTADINA E AL MUSEO DELLA RADIO DI TUGLIE

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Museo della civiltà contadina Museo della radio

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Il gran giorno è arrivato, dopo tanta delusione per il mancato viaggio lungo, gio-vedì 23 Maggio 2013 noi alunni delle classi II A, II B e II C della secondaria infe-riore, accompagnati dai pro-fessori Spedicato, Giuri, Resta, Talà e Palumbo e dall’assistente Gorgoni An-na Franca, ci siamo recati in gita didattica ad Otranto.

La partenza alle ore 7.35 dalla stazione Seclì-Neviano-Aradeo; l'arrivo alle ore 9.30, ben 57 km. La guida, dott.ssa Calò, ci attendeva per condurci per il centro storico della cittadella. Ci ha spiegato l'origine etimologi-ca e storica di Otranto, toc-cando la porta Alfonsina, la porta "Terra", la cinta mu-raria della città, il Castello aragonese e la Cattedrale Santa Maria dei Santi Marti-

ri. Qui l’emozione ha preso un po’ tutti, pensate… ve-dere dal vivo le ossa dei Santi Martiri, e poi quando dietro l’altare abbiamo visto la pietra sulla quale furono decapitati sul colle della Mi-nerva, l’emozione è stata veramente grande. Il prof. Resta ci ha illustrato il fun-zionamento di un grande organo a canne, che abbia-mo ascoltato in un sugge-stivo fuori programma da parte di un turista belga che eseguiva un brano per la sua comitiva. All'interno della Cattedrale abbiamo riper-corso, attraverso il mosaico pavimentale, l’albero della vi-ta, ben 1000 anni di storia.

L’ora del relax, un po’ di acquisti nelle botteghe, poi nei giardinetti pubblici a consumare la colazione al sacco. Sembravamo una

grande famiglia, gli inse-gnanti tra noi, a parlare e scherzare tranquillamente. Un giorno veramente spe-ciale! Ragazzi, non è finita, siamo andati al porto, un mare meraviglioso, con i colori che abbracciavano le sfu-mature del tramonto. Alle 17.10 si è risaliti sul treno e siamo scesi fin quasi all’estremo Salento, 97 Km prima di arrivare alle ore 20.00 a casa. Forse un po’ stanchi, ma molto felici!

Un grazie a tutto il persona-le delle Ferrovie Sud Est che ci ha accolto ovunque con grande simpatia.

Cafaro Elena, D’Ostuni Gabriele, Iasi Federica, Iasi Francesco,

Liguori Alessia, Volpini Diletta, Minisgallo Marika II B,

Volpini Martina II C Scuola secondaria di I grado

verso scuola abbiamo visitato una piccola piazzetta dedicata ad un caduto in guerra.

Al rientro in classe abbiamo continuato questa entusia-smante giornata, con la de-scrizione di questa bellissima esperienza.

Caterina, Giulio, Mattia VA

Scuola Primaria

Noi alunni delle classi quinte siamo andati a visitare il "Parco Croce Cazzanti" di Neviano.

Partiti da scuola ci siamo in-camminati verso il parco, un vero giardino botanico. Una volta arrivati, ci si siamo se-duti e abbiamo iniziato a mangiare; dopo abbiamo an-che giocato un po’. Tornando

ITALIANO PER COMPRENDERE , DIRE , FARE E ANDARE OLTRE LE PAROLE

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ANNO I I , VOLUME UNICO , GIUGNO 2013

Finalmente dopo anni di attesa noi ragaz-zi di terza media, siamo giunti al viaggio d’ istruzione più bello del triennio, dall’ 8 all’ 11 maggio 2013.

Ci attendono le bellissime città di Siena, Firenze, Genova e Pisa. Allo spuntar del giorno ci siamo ritrovati vicino alla scuola di Seclì e, dopo ore ed ore strazianti di viaggio, siamo arrivati a Siena. I monu-menti più importanti della città si sono aperti ai nostri occhi con Piazza del Cam-po, il Duomo e il Battistero. Il giorno do-po ci attendeva Firenze, con la magnifi-cenza del suo Duomo, del Battistero e di Piazza Santa Maria Novella, nonché il magnifico campanile realizzato da Giotto.

Nel pomeriggio la nostra visita è prose-guita attraverso il famosissimo Ponte Vecchio, per arrivare poi a palazzo Pitti. La mattina successiva ci siamo “immersi” nella città di Genova, con la visita al suo famoso Acquario, che ospita le più strava-ganti specie di pesci, sia d’acqua dolce, sia

d’acqua salata. Successivamente ci siamo avventurati nella città per osservarne gli edifici più famosi, tra cui il Palazzo Duca-le, la chiesa di San Matteo e Palazzo San Giorgio. Il quarto e ultimo giorno lo ab-biamo dedicato alla visita della città di Pi-sa, la quale ci ha concesso di ammirare Piazza dei Miracoli, gioiello architettoni-co, che racchiude il Duomo, il Battistero e la famosissima Torre Pendente.

Così si è concluso il nostro viaggio, tra monumenti spettacolari,foto fantasiose, shopping sfrenato, risate e momenti indi-menticabili vissuti insieme ai nostri com-pagni e professori.

Realizzato da: Frezza Alessia, Musardo Ludovica Classe III

Scuola secondaria di I grado Seclì

Con la collaborazione per il materiale fotografico di:

Greco Pierfrancesco, Rizzello Gianmarco Classe III Scuola secondaria di I grado Seclì

Maggio 2013: Toscana e Liguria

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LA REDAZIONE:

Botrugno Vanessa

Buia Giorgia

Cafaro Alessio

Calò Stefano

Calò Claudio

Castrioto Manuel

Cuppone Aurora

Cuppone Beatrice

Cuppone Paola

Cuppone Mattia

Potenzia Orienta Naturalmente

Siamo Tutti

Uniti Da Emozioni

Nuove Talenti Interessanti

Stupendi Compagni

Uguali Ovunque Loro

Andranno

MARE (6)

RE (6)

RE (5)

VRA (7)

Fersini Maria Grazia

Garrapa Lorenzo

Greco Masha Claudia

Latino Gabriel

Latino Riccardo

Malerba Michael

Marotta Giulio

Misciali Asia

Napoli Ilaria

Pellegrino Angelo

Ramundo Gabriele

Resta Stefano

Resta Francesco Damiano

ESPERTO ESTERNO:

Prof.ssa Alessandra Donno

TUTOR:

Ins. Cuppone Maria Grazia