Giornalino di Novembre 2013

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All’interno troverete : La parola ai Frati Minimi / Minimi in Luce pagg. 2 - 3 Stupore Eucaristico / Papa Francesco news pagg. 4 - 5 Il Gruppo Giovani / Inizia il Catechismo pagg. 6 - 7 Il Parrocchiano… lo spazio dedicato a voi! pagg. 8 - 11 Angolo del Vangelo pag. 12 … e ora di Avvento pagg. 13 - 14 Proposte Parrocchiali / App. in Parrocchia pagg. 15 - 16 Anno 1 Numero 2 Novembre 2013 [email protected] Uno dei malfattori disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno». Gli rispose: «In verità ti dico: oggi sarai con me nel Paradiso» Lc 23,42-43

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Transcript of Giornalino di Novembre 2013

Page 1: Giornalino di Novembre 2013

All’interno troverete :

La parola ai Frati Minimi / Minimi in Luce pagg. 2 - 3

Stupore Eucaristico / Papa Francesco news pagg. 4 - 5

Il Gruppo Giovani / Inizia il Catechismo pagg. 6 - 7

Il Parrocchiano… lo spazio dedicato a voi! pagg. 8 - 11

Angolo del Vangelo pag. 12

… e ora di Avvento pagg. 13 - 14

Proposte Parrocchiali / App. in Parrocchia pagg. 15 - 16

Anno 1 Numero 2 Novembre 2013 [email protected]

Uno dei malfattori disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai

nel tuo Regno».

Gli rispose: «In verità ti dico: oggi sarai con me nel Paradiso»

Lc 23,42-43

Page 2: Giornalino di Novembre 2013

SVEGLIA…

Dio si fa uomo !!!

Con la domenica di Cristo Re

dell’Universo, concludiamo il cam-

mino fatto in quest’anno liturgico

(la celebrazione dell’unico evento di

salvezza nel tempo dell’uomo) e ne

ricominciamo un altro che prende

l’avvio, con il tempo forte detto di

Avvento. Un tempo di allenamento

spirituale, per rinnovare la nostra

vita nella preghiera vigile e

nell’amore vicendevole in prepara-

zione al Natale di nostro Signore

Gesù Cristo. Occorre da subito

preparare il cuore e far posto al

Signore! In questo nuovo anno li-

turgico ci farà compagnia

l’evangelista Matteo, chiamato an-

che Levi, il pubblicano divenuto

discepolo di Gesù, che Egli chiama

al suo seguito distogliendolo dal-

la professione di esattore delle im-

poste per conto dell’Impero Roma-

no. Nella storia del cristianesimo, il

Vangelo di Matteo è stato senz’altro

il Vangelo più popolare, più letto e

commentato e, anche se quello di

Marco è considerato il primo in or-

dine cronologico, l’opera di Matteo

rimane una presenza capitale

Carissimi Lettori,

prima che iniziate a leggere il secondo numero del nostro giornalino parrocchiale ci corre l’obbligo di ringra-

ziavi forse vi chiederete per cosa… Beh!!! per l’affetto e l’incoraggiamento che ci avete dimostrato in questo me-

se. Il successo del primo numero è stato sopra ogni aspettativa, pensate che le 400 copie del giornalino sono finite

in un attimo!!!

Ma tutto non si può fermare al successo del primo numero, infatti siamo andati avanti! Tra le tante cose che hanno

preceduto il secondo numero si è formata la Redazione, che in questa occasione vi presento, i componenti sono:

Gabriella Mantenga, Giuseppe Spitalieri, Francesco Neri, Luca Pipitò, Venere Rigano, Rosario Cirrincione.

In questo numero tante sono le cose che volevamo dirvi ma purtroppo non abbiamo tutto questo spazio…

intanto vi ringraziamo per la vostra collaborazione… mi raccomando, continuate a scriverci e a mandare materia-

le!!! Naturalmente ci scusiamo per gli errori e/o orrori che magari troverete in queste pagine, ma vi promettiamo

che miglioreremo.

Ancora Grazie e Buona Lettura.

Il Responsabile del Gruppo Giovani

Fabrizio Formisano

all’interno della Chiesa, che la pro-

pone spesso nella liturgia e nella

catechesi. Tra i vari motivi che han-

no meritato a Matteo una priorità di

stima rispetto agli altri scritti del

Nuovo Testamento, vi sono certa-

mente le qualità letterarie. Matteo è

uno scriba, anzitutto nel senso che

ha un accesso diretto alle Scritture

ebraiche. È uno che sa scrivere. Il

suo Vangelo è centrato sulla Parola

del Figlio che ci rende figli del Pa-

dre, facendoci fratelli fra di noi.

Matteo è consapevole che il Vange-

lo è anzitutto una persona e una sto-

ria, più che una dottrina. Ecco per-

ché dietro la struttura letteraria che

fa perno su cinque grandi discorsi

(quello della montagna, quello mis-

sionario, il discorso in parabole,

quello ecclesiale e quello escatolo-

gico) è visibile la storia di Gesù,

identica al racconto di Marco: dalla

Galilea alla Giudea, dal battesimo

nel Giordano alla passione/

risurrezione. Matteo unisce sapien-

temente racconto e catechesi, storia

e dottrina per i cristiani convertiti

dal giudaismo e si esprime in ara-

maico, la lingua comune in Palesti-

na ai tempi di Gesù. Il suo intento è

chiaro: Gesù è il Maestro, il nuovo

Mosè superiore all’antico, il profeta

portatore della parola di Dio ultima

e definitiva. In tal modo il giudai-

smo è invitato a superarsi perché la

parola ultima non è quella di Mo-

sè, né la tradizione dei padri, ma la

parola di Gesù. Avremo modo di

conoscere meglio il suo Vangelo

attraverso le letture che la liturgia

ci proporrà in questo nuovo anno

liturgico. A noi spetta la responsa-

bilità di iniziare fin da ora a tradur-

re in vita quotidiana l’incontro per-

sonale e comunitario con questa

Parola che salva e a vivere e agire

concretamente secondo il Vangelo,

con quella giustizia superiore, che

è necessaria per entrare nel regno

dei cieli. Con tanta gioia prendia-

mo insieme la strada della felicità,

camminiamo lungo il cammino

tracciato dalla Parola, che si incar-

nerà nella nostra vita. Cantate,

gioite, invitate alla festa: ecco che

vengono tempi nuovi. Lasciamoci

modellare dallo Spirito che, meglio

delle nostre stesse voci, canta nei

nostri cuori il desiderio del Signo-

re: aspettiamo la sua venuta. Felice

Avvento, felice attesa, eterna pre-

senza d’amore in mezzo a noi.

I Frati Minimi

Pagina 2 Anno 1 Numero 2

Page 3: Giornalino di Novembre 2013

Beato Nicola Barrè Rubrica a cura di S. Alessandro Cusimano

Dopo aver conosciuto le beate

Monache minime, questo mese co-

nosciamo un’altra figura minima, il

Beato Nicola Barrè, la cui memoria

liturgica si è celebrata lo scorso 21

ottobre e per la cui vita è stato defi-

nito “un uomo tutto evangelico”.

Primo di cinque figli, nacque

ad Amiens, in Francia, il 21 ottobre

1621 da Luigi Barré e Antonietta

Pellé. Trascorse l'infanzia in fami-

glia e frequentò poi, da esterno, il

collegio vescovile di san Nicola,

risultando alunno modello. Dopo la

formazione di base decise di abbrac-

ciare la vita religiosa, fu così che

conobbe l'Ordine dei Minimi, dal

quale fu attratto soprattutto dalla

spiritualità, dall’ascesi e dal suo a-

postolato incentrato sulla conversio-

ne dei cuori.

Entrò nell’Ordine nell'ottobre

del 1640, all'età di 19 anni, emise la

professione nel gennaio del 1641 e

iniziò gli studi di filosofia e teologia

nel convento di Place Royale a Pari-

gi. Ancora diacono, fu nominato

professore di filosofia e ordinato

sacerdote, nel 1645, gli venne affi-

dato l'insegnamento di teologia e di

mistica.

Provato dalla stanchezza, si

ritirò nel convento della sua città

natale e, dopo due anni, ritornò al

ministero apostolico prefiggendosi

l'istituzione di maestri e maestre del

tutto liberi da altri impegni per l'in-

segnamento popolare gratuito.

Nel 1659 venne mandato al

convento di Rouen, dove continuò il

suo apostolato occupandosi del

Terz'Ordine dei Minimi e dove eser-

citò il suo ministero con la predica-

zione, la confessione e la direzione

spirituale. Predicando le Missioni

parrocchiali conobbe i quartieri peri-

ferici di Rouen prendendo cono-

scenza della miseria umana e spiri-

tuale dei giovani, delle famiglie po-

vere che non potevano frequentare

la scuola e delle ragazze che cresce-

vano senza alcuna formazione.

Di fronte a tale situazione il

Barré fece le sue constatazioni:

«Occorrerebbero dei Maestri, che vi

si impegnassero in perfetto stile cri-

stiano, e non come mercenari, i qua-

li lo vedono come un mestiere inven-

tato per avere il pane. Impegnarsi a

formare tali maestri é un'opera sen-

za dubbio più utile alla Chiesa e più

meritoria che predicare tutta la vita

dalle cattedre più famose delle mi-

gliori città del Reame. Credo che un

sacerdote che avrà la scienza dei

santi si farà maestro di scuola e per

questo si farà canonizzare. Io credo

che se san Paolo e san Dionigi tor-

nassero oggi in Francia prendereb-

bero a cuore la condizione dei mae-

stri di scuola a preferenza di tanti

altri».

Nel 1660 arrivò per lui il mo-

mento di realizzare le sue idee. Due

giovani donne, toccate dalla sua pre-

dicazione, accettarono di partecipare

a una missione e per un anno accol-

sero delle ragazze per istruirle e per

catechizzarle. Il successo di tale o-

pera fu superiore alle attese e, grazie

al sostegno di alcune persone agiate,

vennero aperte diverse scuole. Fu

cosi che alcune donne nubili diven-

nero «Maestre di Carità».

Nel 1666 venne proposto loro

di fare una scelta di vita comune,

l'esperienza fu un successo e le

scuole di carità si moltiplicarono in

tutta la Francia. Ispirandosi alla

scuola francese di spiritualità, pa-

dre Barré pose l'accento sulla con-

templazione e l'imitazione del

Bambino Gesù nella sua umiltà. Da

questa attenzione e da questo mi-

stero nacquero infatti le Maestre

delle Scuole di Carità del Bambino

Gesù che all'inizio erano terziarie

minime. Lentamente, poi, le mae-

stre, per le quali egli scrisse regole

e avvisi per impostare rettamente

l'istruzione, sviluppa­rono la loro

identità e, superate le contingenze

storiche del tempo, si riconob­bero

religiose a tutti gli effetti, oggi di-

vise in due rami: le Suore del Bam-

bino Gesù ­Nicolas Barre e

le Suore del Bambino Gesù - Prov-

videnza di Rouen.

Nel 1675 Padre Barré venne

nominato dai superiori professore

di teologia e confessore a Parigi.

La sua persona fu molto apprezzata

tanto che molte persone assediava-

no il suo confessionale, si stringe-

vano attorno a lui per avere consi-

gli e si interessavano delle sue fon-

dazioni.

Padre Barré fu il primo di

quei grandi educatori ed iniziatori

della scuola cristiana popolare e

gratuita in Francia. Ormai la sua

salute si deteriorava e i1 31 maggio

1686 morì nel convento dei Minimi

di Place Royale a Parigi. La salma,

che fu tumulata nella Chiesa del

convento, andò perduta durante i

tumulti della Rivoluzione Francese.

Il 7 marzo 1999, fu proclamato Be-

ato da Papa Giovanni Paolo II.

Pagina 3 Anno 1 Numero 2 -:- U Santu Patri -:-

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Per una mistagogia della Celebrazione Eucaristica Rubrica a cura di P. Giorgio Terrasi o.m.

Pagina 4 Anno 1 Numero 2 -:- U Santu Patri -:-

gno di venerazione e lo incensa.

L’altare è segno di Cristo pietra an-

golare sulla quale è poggiata la Chie-

sa.

La Celebrazione eucaristica,

come ogni altra preghiera, inizia col

segno di Croce nel Nome della Tri-

nità Santa e Indivisa che esprime la

professione di fede battesimale di

tutta l’assemblea dei battezzati.

Quando fai il segno della Croce,

fallo bene. Non così affrettato, rat-

trappito, tale che nessuno capisce

cosa debba significare. Deve essere

un segno della Croce giusto, lento,

ampio, consapevole, perché è il se-

gno della totalità ed è il segno della

redenzione. Allora esso abbraccia

tutto l’essere tuo, corpo e anima,

pensieri e volontà, senso e senti-

mento, agire e patire, e tutto diviene

irrobustito, segnato, consacrato nel-

la forza di Cristo. L’Amen

dell’assemblea è la conferma e

l’accettazione da parte di tutto il po-

polo credente. Questo Amen vuol

dire: Sì! Credo che Cristo sta tra noi!

Sono certo!

A questo punto, colui che

presiede la Celebrazione dona il sa-

luto del Signore all’assemblea. La

parola di saluto del celebrante è ac-

compagnata dal gesto delle mani e

delle braccia che si allargano e si

richiudono in segno di accoglienza,

di saluto di pace e insieme offerta del

Signore che la parola di saluto an-

nuncia presente. È il saluto più im-

portante all’interno della celebrazio-

ne, è lo stesso saluto che fa Cristo

Risorto agli apostoli e questi ai fedeli

entrando nella loro case. Con questo

saluto si annunzia la presenza del

Signore in mezzo alla comunità riu-

nita. Dopo il saluto il sacerdote

invita all’atto penitenziale. In esso

invochiamo la misericordia di Dio

su di noi confessando tutta la nostra

povertà e debolezza e confidando

unicamente nella bontà di Dio. Solo

confessandoci peccatori e ricevendo

l’assoluzione possiamo essere degni

di partecipare alla due mense della

celebrazione, quella della Parola e

quella Eucaristica. Non si tratta di

un riposino, ma dell’importante ne-

cessità di fare “deserto” nel nostro

cuore, liberarlo da tutti i pensieri e

problemi che ci assillano quotidia-

namente, per fare spazio a Dio, a

suo Figlio, alla sua Parola, che per

mezzo dello Spirito Santo si fa sen-

tire e opera in noi. Nelle domeniche

e nella solennità si canta il Gloria, o

Grande Dossologia, un “inno anti-

chissimo – della Chiesa d’Oriente –

con il quale la Chiesa glorifica e

supplica Dio Padre, Cristo Agnello

immolato per noi e lo Spirito San-

to” dando alla celebrazione un ca-

rattere gioioso e festivo e sottoline-

ando il clima della festa. Ben 5 ver-

bi esprimono tale lode: lodiamo,

benediciamo, glorifichiamo, ado-

riamo, rendiamo grazie.

Terminato l’inno del Gloria,

il sacerdote invita tutti alla preghie-

ra, segue un tempo brevissimo di

silenzio in cui tutti pregano perso-

nalmente, poi il sacerdote recita a

voce alta la preghiera Colletta che

“raccoglie” idealmente i contenuti

della preghiera di ciascuno di noi

intonandoli al carattere della cele-

brazione e innalzandoli al Padre per

mezzo di Cristo nello Spirito Santo.

Continuiamo cari amici il

nostro percorso attraverso la bellezza

e la comprensione della Liturgia Eu-

caristica iniziando proprio dai RITI

DI INGRESSO. Essi celebrano

l’Incarnazione del Verbo Divino,

l’ingresso del Figlio di Dio, Gesù

Salvatore, nella storia dell’uomo e

l’introduzione dell’umanità nella vita

di Dio. Scopo principale di tali Riti è

che “i fedeli, riuniti insieme, formino

una comunità e si dispongano ad a-

scoltare con fede la Parola di Dio e a

celebrare degnamente l’Eucaristia”.

Si aprono con la processione

introitale aperta dai ministri che pre-

steranno il loro servizio durante la

Celebrazione: accoliti, lettori, mini-

stranti. Tale processione rende evi-

denti all’assemblea due icone della

presenza di Cristo nella Chiesa: attra-

verso la persona del ministro si rende

presente il Cristo, il Signore Risorto,

il buon Pastore in mezzo al suo greg-

ge; attraverso l’Evangeliario, si cele-

bra la venuta del Signore, il Verbo di

Dio che viene ad abitare in mezzo al

suo popolo. Con la nube

dell’incenso, profumo gradito, segno

della preghiera che sale al Signore,

come recita un salmo, il celebrante

onora l’Altare, la Croce e le Icone.

L’assemblea partecipa alla

processione stando ferma al proprio

posto e accogliendo i suoi ministri

con il canto di ingresso, che non è

prerogativa solo del coro, la cui fun-

zione è quella “di dare inizio alla

Celebrazione, favorire l’unione dei

fedeli riuniti, introdurre il loro spirito

nel mistero del tempo liturgico o del-

la festività e accompagnare la pro-

cessione del sacerdote e dei mini-

stri”. Giunti in presbiterio il sacerdo-

te saluta l’altare con un bacio in se-

Page 5: Giornalino di Novembre 2013

Pagina 5 -:- U Santu Patri -:-

fratelli? per le giovani mamme

che portavano in grembo i loro

bambini? per questi uomini che

desideravano trovare lavoro per

le proprie famiglie? La globaliz-

zazione dell’indifferenza ci ha

tolto la capacità di piangere”. Riflettiamo su queste parole di

papa Francesco e preghiamo affin-

ché questi fratelli possano trovare

la giusta accoglienza e solidarietà

in tutti i paesi del mondo, scortati

dal Santo Patrono della gente di

mare, San Francesco di Paola, per-

ché in fondo siamo tutti allo stesso

modo figli di Dio. E come ha gri-

dato il papa: “chiediamo al Si-

gnore perdono per la crudeltà

del mondo, per la crudeltà dei

responsabili che restano

nell’anonimato. Perdono per

quelli che hanno preso decisioni

sbagliate a livello globale, crean-

do distruzione e morte”.

Gesù ci ha lasciato detto: “ogni

volta che avete fatto queste cose a

uno solo di questi miei fratelli più

piccoli, lo avete fatto a me”.

Francesco Neri e Luca Pipitò

soggiorno sono considerati clande-

stini e, dunque, riportati nei CIE,

dove vengono trattati come dei cri-

minali. Ma come si può pretendere

che una persona giunta in Italia,

smarrita e senza neanche un po’ di

denaro, possa da sola affrontare un

altro viaggio per tornare al paese da

dove è fuggita, un paese probabil-

mente distrutto da guerre e carestie?

Non bisogna poi dimenticare gli uo-

mini di mare costretti quotidiana-

mente al dramma di non prestare

aiuto a questi fratelli in difficoltà a

causa della legge italiana, che li con-

dannerebbe penalmente e sequestre-

rebbe loro le imbarcazioni grazie

alle quali riescono a guadagnarsi da

vivere pescando. Questa è

l’incoerenza, molto discussa in sede

di parlamento europeo, dell’attuale

l e g g e B o s s i - F i n i

s u l l ’ i m m i g r a z i o n e .

“Caino dov’è tuo fratello? La voce

del suo sangue grida sino a me”.

Questa è la domanda che il papa ha

posto a ciascuno di noi affinché ri-

svegliamo le nostre coscienze e non

giriamo le spalle a questi fratelli che

giungono da lontano per cercare so-

lamente un po’ di pace e serenità, un

posto sicuro e un pizzico della nostra

fortuna. Spesso però sulle nostre co-

ste trovano solo la

morte. “Alla doman-

da ‘chi è responsa-

bile di questo san-

gue?’, ciascuno di

noi risponde: ‘io no,

non sono io, sono

stati altri’. Abbia-

mo perso il senso

della responsabilità

fraterna. Chi di noi

ha pianto per la

morte dei nostri

3 ottobre 2013 Un barcone di immigrati proveniente

dalla Libia si incendia a largo delle

coste lampedusane: morte più di tre-

cento persone. In Italia è lutto nazio-

nale.

11 ottobre 2013 Un altro barcone naufraga nei pressi

delle coste lampedusane: altri morti

in mare.

“Chi è il responsabile di questo

sangue? Chi il responsabile della

morte di questi fratelli?”, parole

pronunciate da papa Francesco du-

rante l’omelia tenutasi l’8 luglio

2013 a Lampedusa. In questa occa-

sione il papa ha portato una cospicua

somma di denaro per dare aiuto agli

immigrati. Dopo la strage il papa

non ha tardato a offrire nuovamente

i propri aiuti ai sopravvissuti, propo-

nendo di ospitare alcuni di questi, in

particolare donne e bambini, in alcu-

ne chiese di Roma. La proposta però

non è stata accolta dallo stato italia-

no. Ogni anno sulle coste italiane

sbarcano migliaia di immigrati. Il

più delle volte questi vengono porta-

ti nei CIE, Centri di Identificazione

ed Espulsione, dove possono rima-

nere per un massimo di diciotto mesi

e se ,al termine prestabilito, non ven-

gono riconosciuti come persone a-

venti diritto di asilo politico, vengo-

no espulsi. Solo il 20% circa di loro

viene rimandato indietro con navi

italiane, mentre al restante 80% vie-

ne imposto di lasciare da solo il

suolo italiano. Se ciò non viene fat-

to, coloro che vengono sorpresi nuo-

vamente in Italia senza permesso di

Lampedusa: per non dimenticare

Page 6: Giornalino di Novembre 2013

Pagina 6 Anno 1 Numero 2

fiamma che richiama uno dei mira-

coli compiuti da san Francesco di

Paola in punto

d i m o r t e ,

quando invi-

tando i frati

alla perseve-

ranza quaresi-

male prese nel-

la mani dei

carboni arden-

ti.

Presen-

te sempre è il

tema del mare,

san Francesco

infatti il 27

marzo 1943 è

stato procla-

mato patrono

della gente di

mare da papa

Pio XII.

Sul mantello vediamo poi la

parola Charitas, virtù centrale nella

vita di San Francesco, il quale e-

sortava tutti alla carità, richiaman-

do sempre all’amore fraterno. In

giallo spicca poi la nostra regione

e alcuni ragazzi, simbolo della

dimensione giovanile del gruppo,

guidati dalla croce di Cristo sotto

l’occhio vigile e paterno del santo

di cui il gruppo porta il nome sici-

liano “u Santu Patri”!

Gabriella Mantenga

Sin dai primi incontri del

gruppo giovani si è sentita

l’esigenza di trovare un logo che ci

rappresentasse. Per questo France-

sco Neri, un ragazzo con grandi

abilità di disegnatore, che fa parte

del nostro gruppo, ha dato vita ad

un vero e proprio capolavoro che

ha sintetizzato tutto quello a cui

avevamo pensato.

All’interno di un cerchio

spicca subito la figura di san Fran-

cesco di Paola, incappucciato e con

la lunga barba da eremita. Questi

sono due dei segni caratterizzanti

l’iconografia del Santo di Paola,

ma non sono gli unici. Troviamo

infatti san Francesco intento a te-

nere in una mano il celebre bastone

che lo ha accompagnato durante la

sua miracolosa traversata dello

stretto di Messina e che conservia-

mo in parte nella nostra parrocchia,

nell’altra mano tiene accesa una

IL NOSTRO LOGO !!!

Page 7: Giornalino di Novembre 2013

Pagina 7 Anno 1 Numero 2 -:- U Santu Patri -:-

ricostruendo/costruendo il gruppo

con cui si vivrà il cammino di un

intero anno e per riconoscersi parte

di una comunità più grande, quella

parrocchiale.

Il momento della festa si è

concluso con un momento di pre-

ghiera guidato da Padre Saverio,

con la sua benedizione e con la con-

divisione di vari dolcini.

Ad ogni gruppo è stato dato il

nome di un Santo ed un colore che li

identificherà per l'intero anno, tutto

ciò per far conoscere ai fanciulli la

vita di coloro che hanno testimoniato

la propria fede e ora godono della

visione beata di Dio e ci sono da e-

sempio e testimoni.

Tutte queste novità sono state

molto gradite dai genitori, dai picco-

li e da tutta la comunità parrocchiale

che, in un clima di collaborazione e

di fratellanza, ha visto il coinvolgi-

mento da parte dei genitori nel se-

guire i propri figli nel loro cammino

di fede.

L'inaugurazione dell'anno ca-

techistico è stata coronata dalla Ce-

lebrazione Eucaristica, il 17 novem-

bre, con il mandato ai catechisti, oc-

casione in cui la comunità, sollecita-

ta al senso di responsabilità, soprat-

tutto verso i più giovani, ha ringra-

ziato il Signore

invocando l’aiuto

dello Spirito Santo

su quanti ci impe-

gneremo nella catechesi parroc-

chiale. Durante questa Celebrazio-

ne è stata portata da ogni bambino

e dai catechisti una pietra

all’altare con su scritto il proprio

nome in segno di appartenenza

alla comunità.

Concludiamo ancora con le

parole di papa Francesco che ci

invita a rimanere con Cristo cer-

cando di essere sempre una cosa

sola con Lui, seguendolo, imitan-

dolo nel suo amore e nel suo anda-

re incontro all’uomo per tracciare

strade nuove per l’annuncio del

Vangelo… buon cammino di fede

a tutti!

Le Catechiste

Katty e Annalisa

“Essere catechisti e non lavo-

rare da catechisti” è l'invito fatto a

tutti i catechisti da Papa Francesco ai

partecipanti al Congresso internazio-

nale sulla catechesi il 27 settembre

scorso. Essere catechisti, ricorda Pa-

pa Francesco, significa dare testimo-

nianza della propria fede, essere co-

erenti nella propria vita a questa

fede e avere familiarità con Cristo…

familiarità che deriva dall’averlo

incontrato nel nostro cuore e averlo

conosciuto.

Dopo tale familiarità viene la

testimonianza: “Predicate sempre il

Vangelo – diceva san Francesco ai

suoi frati – e se fosse necessario an-

che con le parole”, ciò per farci capi-

re che la testimonianza è prima data

con la vita e poi con le parole.

Con queste parole, cariche di

responsabilità, noi catechisti voglia-

mo inaugurare questo nuovo anno

catechistico che è sempre un mo-

mento di fermento per tutti: per la

Parrocchia, che si prepara al ritorno

dei giovani e delle famiglie del pro-

prio quartiere e anche per i ragazzi,

desiderosi di incontrare gli amici, i

catechisti e i sacerdoti.

Quest'anno, la nostra Parroc-

chia, ha inaugurato il nuovo anno

catechistico il 14 ottobre con una

grande festa ricca di canti e giochi. È

stata un’opportunità per ritrovarsi,

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Pagina 8 Anno 1 Numero 2

Il periodo che ci attende, riconosciuto da noi cri-

stiani come “avvento”, influenza in qualche modo

le nostre consuetudini culinarie. Chi, nei giorni che

seguiranno, rinuncerà ad elargire un invito ai propri

amici-familiari o sarà ben disposto a riceverlo?

Nulla di male nel trascorrere tali festività in compa-

gnia dei propri cari, anzi, sì facendo ci si accosta

alla venuta del Figlio di Dio nella pluralità, anziché

nella solitudine. Tuttavia, in qualità di testimoni

della parola di Dio, non dobbiamo perdere di vista

il fine ultimo del tempo, non lasciandoci travolgere

dal consumismo, il quale, ogni giorno e con ogni

mezzo, cerca di catturarci, come un contro-vangelo.

Perché spendere chissà quale grande cifra per coin-

volgere più persone ad un banchetto augurale? Gli

ingredienti cui si deve forgiare la nostra migliore

ricetta, saranno carità e semplicità, che conferiran-

no alle nostre pietanze una ventata di serenità e li-

bertà dalla schiavitù del ‘tutto e subito’.

Nello scorso numero del giornalino parrocchiale,

un gentile lettore, il sig. “MAUCO47”, ha inoltrato

alla nostra redazione, un menù da cui poter trarre

spunto e che prontamente pubblichiamo di seguito.

Degli ingredienti sopra esposti viene contemplata

solo la semplicità. Per la carità ci stiamo premunen-

do. Voi, intanto, lavorateci su.

Giuseppe Spitalieri

PRIMO

Totale costo presunto €. 2,50

Margherita ca ‘nciova Costi per 4 persone:

n°6 acciughe salate € 0,50

n°1 lattina di concentrato di pomodoro €. 0,50

n°2 spicchi d’aglio e n°1 una cipolla di media grandezza

€. 0,50

n°1 biccherino olio €. 0,50

sale e pepe q.b.

due cucchiai da cucina di zucchero

Kg. 0,500 di pasta, preferibilmente margherite € 0,50

Esecuzione:

Tritare finemente la cipolla metterla in un tegame con l’olio

e lasciarla “ngranciare” a fiamma bassissima, finché non di-

venti trasparente, togliere il tegame dal fuoco e lasciarvi

sciogliere due acciughe salate e sgocciolate, rimettere sul

fuoco e aggiungere circa tre quarti di litro di acqua, portare

ad ebollizione, aggiungere il concentrato di pomodoro e la-

sciare che esso si sciogli lentamente a fiamma molto bassa;

mettere il pepe a secondo dei gusti e portare il sugo a cottura

per circa tre quarti d’ora. Mentre il sugo raggiunge la cottura,

si prepara la “muddica atturrata” e si mette a bollire l’acqua

per la pasta.

Mettere in una padella di alluminio l’aglio e l’olio, fare sof-

friggere prestando attenzione che non bruci, non appena di-

venta leggermente biondo si toglie la padella dal fuoco, si

toglie l’aglio e si lasciano sciogliere le acciughe rimaste;

un'altra padella si mette la mollica e si lascia abbrustolire

mescolando sempre fino alla fine, quando è imbiondita si

aggiunge lo zucchero e l’olio precedentemente insaporito

con le acciughe e l’aglio, si mescola per qualche altro secon-

do, si toglie dal fuoco e si travasa subito in altro contenitore,

altrimenti continua ad abbrustolire e potrebbe bruciare

Detto ciò, intanto l’acqua di cottura della pasta è arrivata ad

ebollizione, ci si cala la pasta la si porta a cottura, si scola, si

condisce con il sugo con l’anciova e poi a tavola ogni com-

mensale aggiunge la “Muddica Atturrata” a piacere.

ANTIPASTO

Totale costo presunto €. 2,20

Bruschette:

Costi per 4 persone

N° 1 pane raffermo (del giorno prima) da

500 gr €. 0,70

N° 4 pomodori maturi €. 0,50

N° 1 spicchio daglio, Qualche foglia di basi-

lico, N°1 bicchiere d’olio €. 1,00

Sale e pepe q.b.

Esecuzione:

Tagliare a fette da 1 cm. Il pane raffermo e

tostarlo, al forno o su piastra di ghisa o su

padella antiaderente. In una ciotola tagliuzza-

re i pomodori in piccoli pezzetti e condirli

con olio, sale e pepe e le foglie spezzetate di

basilico. Condire le fette di pane dopo aver

strofinato con gli spicchi d’aglio.

Page 9: Giornalino di Novembre 2013

Pagina 9 Anno 1 Numero 2 -:- U Santu Patri -:-

L’apostolo riconosce, nella sua

umiltà, di non essere sempre in sintonia

con Dio “Io so infatti che in me, cioè

nella mia carne, non abita il bene; c'è

in me il desiderio del bene, ma non la

capacità di attuarlo; infatti io non com-

pio il bene che voglio, ma il male che

non voglio” (Rm 7.18-19). L’apostolo

della penitenza sa però che non è im-

possibile entrare nella comunione con

Dio Trinità. Occorre cambiare testa (la

cosiddetta metanoia) ed a poco a poco

la propria condotta di vita. La conver-

sione non è un momento unico, ma un

processo continuo non necessariamente

fatto di segni troppo appariscenti “E

quando digiunate, non assumete aria

malinconica come gli ipocriti, che si

sfigurano la faccia per far vedere agli

uomini che digiunano.” (Mt 6,16).

Occorre innanzitutto la conver-

sione del cuore, diventare come bambini

“In verità vi dico: se non vi convertirete

e non diventerete come i bambini, non

entrerete nel regno dei cieli.” (Mt 18,3).

La penitenza è questo continuo

esercitarsi a vivere nell’osservanza dei

comandamenti perché “chi dice di di-

morare in Cristo, deve comportarsi

come Lui si è comportato” (1 Gv

2,6).

La Chiesa fin dal suo nascere

ha indicato delle tecniche penitenziali

che con il loro esercizio favoriscono

la piena comunione con Dio:

l’ascolto meditato e contemplato del-

la parola di Dio, la preghiera, il digiu-

no dagli affanni ed agitazioni in mol-

te cose che ci sembrano necessarie ed

indispensabili ma che ci distraggono

dallo scegliere la parte migliore (Lc

10, 41-42) e soprattutto le opere di

carità che portano nel mondo il buon

profumo di Cristo. Chi non ama, dice

Giovanni nella sua prima lettera, non

ha conosciuto Dio perché Dio è amo-

re. Se Dio ci ha amati anche noi dob-

biamo amarci gli uni gli altri.

La penitenza ci apre quindi alla

carità, il motto del nostro Ordine dei

Minimi che troviamo stampato do-

vunque nelle nostre Chiese, ma che

dovrebbe essere scolpito nel nostro

cuore, il motore di tutta la nostra vita.

Franco Romeo

apostoli della penitenza

Tre termini non accostati per ca-

so. Chi legge sa bene che i Minimi sono

coloro che appartengono all’Ordine,

fondato da San Francesco di Paola, una

famiglia costituita da tre rami indissolu-

bilmente uniti e costituiti da appartenen-

ti a tre stati diversi di vita cristiana:

quello dei frati, quello delle monache di

clausura e quella dei christi fideles laici

o chierici. Una famiglia attratta dal cari-

sma penitenziale del santo fondatore e

che risponde alla chiamata ad essere nel

mondo apostoli della buona notizia “Il

tempo è compiuto e il regno di Dio è

vicino; convertitevi e credete al Vange-

lo” (Mc 1,15). L’apostolo non è un sem-

plice discepolo che ascolta e si compia-

ce della parola del maestro. L’apostolo

è un chiamato per essere inviato. Dice

Paolo “Noi fungiamo da ambasciatori

per Cristo, come se Dio esortasse per

mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome

di Cristo: lasciatevi riconciliare con

Dio” (2 Cor 5,20)

SECONDO

Totale costo presunto €. 7,50

Sarde a beccafico Costi per 4 persone:

1 kg di sarde fresche €. 4,00

1 limone, 100 g di mollica di pane, 2 spicchi d'aglio,

2 scalogni, foglie di alloro e prezzemolo,

2 bustine di passolina e pinoli €. 3,00

4 cucchiai di olio extravergine d'oliva €. 0,50

Sale q.b.

Esecuzione:

Pulite con cura le sarde eliminando le interiora, la

testa e la lisca centrale, apritele a metà fino alla coda.

Lavatele e asciugatele e disponetele aperte su un pia-

no. Mettete a bagno in una ciotola con poca acqua la

passolina e i pinoli. Pelate gli scalogni, l'aglio. Tra-

scorsi 10 minuti potrete scolare la passolina e pinoli.

A questo punto unite la mollica , la passolina e pino-

li, il prezzemolo tritato, il succo di limone e 2 cuc-

chiai di olio. Distribuite equamente il composto otte-

nuto sulle sarde, quindi arrotolatele lasciando fuori il

codino, Sistemate in una pirofila gli involtini con la

codina in alto ed alternateli con foglie di alloro. Sala-

te e cospargete con un pò di mollica. Irrorate con il

succo di limone e con l'olio. Cuocete in forno a 180º

C per 15 minuti, servite tiepido.

CONTORNO

Patate prezzemolate:

Costo per 4 persone:

Kg 1 di patate , olio prezzemolo €.1,00

Esecuzione:

In una pentola far bollire le patate, quando saran-

no cotte, lasciarle raffreddare pelarle e tagliarle a

pezzi grossolanamente, salarli e condirli con olio

e prezzemolo.

Acqua e vino €. 3,00

TOTALE per 4 persone €. 16,20

(i costi presunti sono riferiti ai supermercati

della piazza di Palermo)

Page 10: Giornalino di Novembre 2013

Pagina 10 Anno 1 Numero 2

sentita riflessione spero sia una

prima "pillola" con riferimento

ed in attesa delle altre "pillole"

di Padre Giorgio nella rubrica

"Stupore Eucaristico".

Prima di salutarvi desidero

evidenziare, avuto riguardo

all'articolo a firma "Francesco

Neri", che la scelta della foto é

risultata quanto mai azzeccata

per riassumere, con una sola im-

magine, quanto l'autore ha voluto

dire di Papa Francesco, dei suoi

primi sei mesi di pontificato e

dei suoi gesti e comportamenti

fuori dal protocollo che lo stanno

facendo amare da tutti.

A rileggerci

Sergio F .

il mio Prossimo.

A prescindere che la domeni-

ca rincontro in Chiesa persone che

mi sono diventate care, ho chiara la

sensazione di far parte di un

"popolo di convocati" come ben

dice Padre Giorgio. Di tale grade-

vole sensazione ho pochissime al-

tre occasioni e devo dire che mi

viene sempre più difficile amare il

mio Prossimo in diverse circostan-

ze della quotidianità. La nostra so-

cietà è sempre meno basata sull'A-

more e di questo me ne sento ad-

dosso le conseguenze. Si fa sempre

più strada in me la voglia di isolar-

mi da tutto e da tutti ma ciò non è

possibile per tanti ovvii motivi.

La prima conseguenza è

quindi quella di trovare gravi diffi-

coltà ad amare il mio prossimo ma

la frequentazione, seppur settima-

nale, della Chiesa di S. Francesco

di Paola interviene in mio soccor-

so. Questa mia prima breve ma

Mi chiamo Sergio F. ho 61

anni e la domenica mi piace anda-

re a Messa nella V/s Chiesa anche

se non è la mia Parrocchia.

Non sono giovane, ma rac-

c o g l i e n d o l ' i n v i t o d e l

"vulcanico" Fra' Antonio e del

responsabile del Gruppo Giovani

anch'io voglio mandarVi questo

mio contributo dopo la lettura,

invero tutta d'un fiato, del primo

numero del V/s giornale

Intanto complimenti sinceri per

l'iniziativa e per i contenuti.

Con riferimento alla rubrica

" Stupore Eucaristico " (articolo di

Ottobre) a cura di Padre Giorgio,

che stimo molto mi, sono sentito

sollecitato a rendervi note alcune

mie brevi riflessioni sulla parteci-

pazione alla S. Messa. Quando

sono in Chiesa ed in particolare la

domenica nella Chiesa di S. Fran-

cesco di Paola è uno dei rari mo-

menti in cui mi vien facile amare

L’anno scorso Padre Matteo

(nostro Parroco dal 1989 al 1993)

ci ha lasciato per tornare alla casa

del Padre. Lo vogliamo ricordare

con le parole di Angelica Leto, Pre-

sidente della Fraternità TOM di

Milazzo, nel giorno delle esequie.

“Caro Padre Matteo, nel

giorno del nostro ultimo saluto ter-

reno e della sua ultima chiamata,

la sua testimonianza risuona ancor

più forte nei nostri cuori.

Nonostante i suoi digiuni e

la vita quaresimale si notavano nel

suo volto benevolenza e accoglien-

za, quando con i suoi insegnamenti

e le esortazioni spirituali ci sprona-

va, soprattutto a noi terziari, ad

essere nel mondo testimoni autenti-

ci del Vangelo di Cristo secondo il

carisma di S. Francesco di Paola.

Credo che a noi tutti reste-

rà indelebile il ricordo di un padre

buono che nel suo cantuccio, in

silenzio, aspettava, come il padre

della parabola del figliol prodigo,

quel figlio penitente perché fosse

riaccolto dalla Misericordia di Dio,

per far sì che potesse ritornare alla

dignità di figlio di Dio. Padre Mat-

teo lei sapeva bene che "Per ogni

uomo che si converte c'è festa in

cielo"; ecco perché in tanti accor-

revamo nelle sue braccia consape-

voli di essere davanti ad un sacer-

dote di una profonda spiritualità e

quanti chiedevano consiglio, chi si

rifugiava in lei, rimaneva edificato

perché aveva incontrato un vero

testimone della Carità, un uomo di

Dio.

Adesso che è nella gloria dei

Santi preghi per noi, per quanti

cercano Dio in questo meraviglioso

Santuario, per la sua cara famiglia

religiosa, per i frati e per noi ter-

ziari, affinché corroborati dalla sua

forte esperienza possiamo anche

noi un giorno ”Ricevere dalle Mani

del Signore, la grazia e la gloria

eterna”.

Che Dio lo abbia in Gloria!

Page 11: Giornalino di Novembre 2013

Cari lettori, vi offriamo questo spazio per le vostre

offerte e ricerche. Quanti desiderano aver pubblicato

un loro annuncio, possono mandare una mail a:

[email protected]

Pagina 11 Anno 1 Numero 2 -:- U Santu Patri -:-

OFFRO

Offro collezione di francobolli.

Se interessati lasciare un vo-

stro contatto in Ufficio Par-

rocchiale.

CERCO

Cerchiamo coperte e biciclette in buono

stato per i fratelli extracomunitari.

Consegnare in Ufficio Parrocchiale.

Cerchiamo un corredino per un bimbo che

nascerà a febbraio 2014.

Consegnare in Ufficio Parrocchiale.

Page 12: Giornalino di Novembre 2013

Pagina 12 Anno 1 Numero 2

In questo tempo di Avvento, la nostra comunità parrocchiale è invitata a ripensare la dimensione della te-

stimonianza e della carità fraterna attraverso la meditazione del brano evangelico di Matteo 25, 31-46:

31 Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua glo-

ria. 32 E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa

le pecore dai capri, 33 e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora il re dirà a quelli che

stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla

fondazione del mondo. 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete

dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carce-

rato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto

affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto fo-

restiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in car-

cere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto

queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. 41 Poi dirà a quelli alla sua sini-

stra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42 Perché

ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43 ero forestiero

e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visita-

to. 44 Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero

o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 45 Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta

che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. 46 E se ne an-

dranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

RIFLESSIONE

Siamo nella parte finale del Vangelo di Matteo, all’inizio del discorso escatologico. Con la parabola del

Giudizio Finale, esclusiva di Matteo, l’evangelista spiega concretamente quali siano le opere da compiere

secondo giustizia per poter possedere il Regno: accogliere gli affamati, gli assetati, gli stranieri, i nudi, i

malati e i prigionieri. Emerge una forte esortazione sui temi della vigilanza e della pratica

del comandamento dell’amore, per essere trovati pronti alla venuta del Figlio dell’uomo. Sottolineiamo la

richiesta di chiarimento e la risposta del Giudice dei vv. 39 e 40: coloro che accolsero gli esclusi sono chia-

mati “giusti”. Ciò significa che la giustizia del Regno non si raggiunge osservando norme e prescrizioni,

bensì accogliendo i bisognosi. Ma è curioso che i giusti non sappiano nemmeno loro quando hanno accolto

Gesù bisognoso. E Gesù risponde: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fra-

telli più piccoli, l’avete fatto a me”. Chi sono questi miei fratelli più piccoli? In altri passaggi del Vangelo

di Matteo, le espressioni “miei fratelli” e “più piccoli” indicano i discepoli (cfr. Mt 10,42; 12,48-50;

18,6.10.14; 28,10). Indicano anche i membri più abbandonati della comunità, i disprezzati che non hanno

posto e non sono ben ricevuti . Gesù si identifica con loro. Ma non solo questo. Nel contesto più ampio della

parabola finale, l’espressione “miei fratelli più piccoli” si allarga ed include tutti coloro che non hanno po-

sto nella società. Indica tutti i poveri. Ed i “giusti” e i “benedetti dal Padre mio” sono tutte le persone di tut-

te le nazioni che accolgono l’altro in totale gratuità, indipendentemente dal fatto che siano o no cristiani.

Mi piace concludere questa riflessione con i versetti del Salmo 18:

Gli ordini del Signore sono giusti / fanno gioire il cuore.

I comandi del Signore sono limpidi / danno luce agli occhi.

Buona Lectio e buona vita.

Fr. Antonio M. Porretta o.m.

Page 13: Giornalino di Novembre 2013

Pagina 13 Anno 1 Numero 2 -:- U Santu Patri -:-

Avvento tempo di

riflessione e d’Amore

Di fronte alla quotidianità e

alle nostre innumerevoli preoccu-

pazioni, ogni rapporto d’amore

nelle sue molte espressioni:

nell’amicizia, nel fidanzamento,

nel matrimonio, rischia di

“perdere il suo sapore”. Purtroppo

spesso avviene così anche nel rap-

porto fra gli uomini e Dio. Un

rapporto che ha tante vie per esse-

re vissuto, e come in una grande

famiglia, ogni via o modo ha il

suo momento particolare: il suo

tempo.

C’è il tempo di stare a tu per

tu ed il tempo di stare tutti insie-

me; e poi ci sono i tempi per ri-

flettere, esultare, preoccuparsi e

gioire; e c’è anche il tempo del

quotidiano come dolce pausa tra

una nota e l’altra dell’eterna musi-

ca dell’Amore.

In questo ritmo, rispettoso

dei tempi della persona, l’Amore

divampa. Così la Madre Chiesa ha

dato dei tempi di riflessione, di

attesa, gioia, penitenza e parteci-

pazione al dolore e all’esultanza

pasquale.

L’Avvento, che sta per arri-

vare, è uno di questi Tempi Forti

con i quali la Chiesa ci insegna ad

Amare Dio, relazionandoci con

Lui secondo quelli che sono i rit-

mi della nostra umanità.

L’Avvento, che comincerà l’1 di-

cembre, è il tempo Mariano per

eccellenza e guarda alla Madre di

Dio come maestra del totale ab-

bandono a Dio.

È anche il tempo dell’attesa che ci

porta a riflettere sulla nostra con-

dizione che è simile a quella di

Maria, alla quale l’Angelo affidò,

non solo una promessa, ma un

evento già reale dentro di lei, già

compiuto, ma non ancora matura-

to, ancora in divenire: la nascita

del Salvatore.

Ancora oggi Gesù, venuto

nella storia, è con noi in modo

misterioso tramite lo Spirito Santo

ed i Sacramenti, ma ancora atten-

diamo la Sua seconda venuta, che

sarà si un evento doloroso come il

parto di una donna “che geme e

soffre” ma anche un evento mera-

viglioso: la Resurrezione per

l’umanità intera, la Giustizia,

l’Amore e la piena Comunione

con Dio.

La liturgia ci aiuta a fare

questa riflessione ogni anno per

quattro settimane, ma le note di

questa canzone d’Amore, mai mo-

notona, variano e ci portano da-

vanti al Mistero della Salvezza di

Dio, cambiando le letture e le pre-

ghiere della messa con una modu-

lazione triennale (anno A, B, C).

L’anno liturgico che si apre con il

prossimo Avvento sarà l’anno A.

La Prima Domenica ci in-

trodurrà nel chiaroscuro della

seconda venuta di Gesù come

Giudice a cui chiedere giustizia

(Is 2,1-5) e pace (Sal 121), ricor-

dandoci che il momento della

conversione è ORA, non domani,

non fra un’ora, ma adesso (Rm

13,11-14), perché la venuta “del

Figlio dell’uomo” sarà come una

catastrofe senza preavviso, come

il diluvio.

La Seconda Domenica par-

la del compimento della salvezza

su tutta la creazione ad opera del

Messia, ma quest’anno tale litur-

gia sarà sostituita dalla coinci-

dente solennità dell’Immacolata

Concezione di Maria.

La Terza è la domenica del-

la gioia che ci proietta avanti,

ricordandoci che la speranza del

Regno di Dio annunciata dai

Profeti, come Isaia, e dal Battista

è già realizzata sulla terra e se ne

vedono i primi frutti nella Chie-

sa. Così nel Vangelo Gesù ri-

sponde ai discepoli di Giovanni

chiarendo che il Messia è già tra

loro e che le profezie si sono già

realizzate nell’attesa che si com-

pia il disegno di Dio.

La Quarta domenica avre-

mo finalmente l’annuncio a Giu-

seppe: il bambino che aspetta

Maria, sua moglie, è il compi-

mento della profezia di Isaia, il

Dio con noi, l’Emmanuele.

La Salvezza così ci viene

proposta come vicina e tu, vuoi

accoglierla?

Riccardo Incandela

Page 14: Giornalino di Novembre 2013

Pagina 14 Anno 1 Numero 2

Intervista… all’Avvento

GIORNALISTA: Cari bambini e bambine, oggi nella nostra parrocchia di San Francesco di Paola è

venuto a trovarci una persona molto importante, il Signor AVVENTO; lo intervisteremo insieme e ci

faremo spiegare tantissime cose sul suo conto.

Buongiorno Signor Avvento, come sta?

AVVENTO: Buongiorno a tutti voi, grazie per il cortese invito. Sto bene, come ogni anno sono molto

felice di uscire di casa… sa, lo faccio solo una volta all’anno!

G: Come scusi? Lei esce di casa una volta all’anno?

A: Si, ha capito bene. Io faccio parte di una bella famiglia: l’Anno Liturgico. Siamo tanti fratelli: Na-tale, che viene dopo di me, Quaresima, Pasqua e Tempo Ordinario.

G: Bene, ma parliamo di lei. Prima di tutto mi tolga una curiosità, perché è vestito tutto di viola?

A: Vedete cari amici, questo è il colore della Penitenza e dell’Attesa che ci invita alla conversione

nell’ottica della speranza e della fiducia in Dio che vince ogni difficoltà e che dona la vita eterna. Io

uso sempre vestirmi così, tranne l'8 dicembre perché è il giorno della festa dell’Immacolata Conce-

zione, quando si usa il bianco.

G: Ma scusi, quanto dura il suo Tempo?

A: Solo 4 settimane l’anno!

G: Come mai si chiama Avvento? Cosa vuol dire questa parola?

A: Il mio nome deriva dal latino “Adventus”, che significa venuta, arrivo.

G: Venuta, arrivo… ma di chi?

A: Allora devo spiegarvi proprio tutto!!! il mio Tempo serve per prepararsi ad un grande evento: il

Natale, la nascita di Gesù Salvatore del mondo. È un Tempo in cui si attende, in cui ci si prepara. Un

tempo di riflessione, di preghiera e di ascolto, di preparazione, purificazione, ma anche di grande

gioia.

G: Si spieghi meglio…

A: Tutti noi siamo chiamati a "fare pulizia" dentro di noi. Buttare via i peccati, i vizi, le cattive abitu-

dini, le cose superflue… tutto ciò per fare spazio alle cose che contano veramente e per accogliere,

in uno spazio pulito e pronto, Gesù e i nostri fratelli, soprattutto quelli più bisognosi!

G: Capito… Lei prima stava parlando della venuta di Gesù, ma lui non è già nato tanto tempo fa? Per-

ché dovrebbe rinascere anche quest’anno?

A: Questo è proprio il bello del mio lavoro. Io ogni anno esco di casa ad annunciare che Gesù nasce

sempre, nasce di nuovo. Qualsiasi cosa noi facciamo, anche se giriamo le spalle a Gesù, lui è sempre

pronto a rinascere nel nostro cuore se lo vogliamo accogliere! Lui è la luce che ci fa capire dove sta il

bene! Che non ci fa sentire soli! Che ci aiuta a ritrovare la strada giusta quando sbagliamo…

G: A proposito di luce, molto bella questa candela che abbiamo acceso prima, di cosa si tratta?

A: Questa è la Corona d’Avvento, un simbolo che tutti dovrebbero avere nella loro casa. Si accende

una candela ogni domenica quando tutta la famiglia è riunita per indicare che dall’oscurità si arriva

alla luce, la luce di Gesù che entra nella nostra vita e le rende più felice e serena. La corona di Avven-

to annuncia che il Bambino che si attende è il Re che vince le tenebre con la sua luce. I rami sempre

verdi dell’abete o del pino, che ornano la corona, sono i segni della speranza e della vita che non fini-

sce, eterna appunto. Ricordatevi bene che le candele vanno accese una per settimana, al sabato sera

o alla domenica, quando tutta la famiglia è riunita.

G: Immagino che lei, Signor Avvento, sarà richiesto in tante altre parrocchie perciò la ringrazio per

averci dato tante belle notizie e la salutiamo con un caloroso applauso!

A: Grazie a voi dell’accoglienza e mi raccomando, viviamo bene queste settimane per prepararci de-

gnamente alla nascita di Gesù. Scaldiamo il nostro cuore e accogliamo i nostri fratelli in difficoltà.

Aiutiamo la nostra famiglia e ricordiamoci che Gesù è sempre pronto a nascere in ogni cuore pronto

ad accoglierlo e a vivere in pieno la sua parola… buon Avvento e un Santo Natale a tutti!!!!

Venere Rigano

Page 15: Giornalino di Novembre 2013

Pagina 15 Anno 1 Numero 2 -:- U Santu Patri -:-

In questo tempo di preparazione al Natale, desideriamo coinvolgervi in diverse iniziative

Ecco già alcune proposte:

3° Edizione del Concorso a premi “Natale in Famiglia 2013”

Regolamento e scheda di iscrizione scaricabile dal sito parrocchiale o ritirabile presso

l’Ufficio parrocchiale. Tutti i presepi saranno benedetti e le foto esposte in parrocchia.

Dall’ 8 al 25 dicembre è possibile prenotare “Il cuore di Gesù Bambino”, un dolce di pasta di man-

dorle con ripieno di pistacchio confezionato con il Bambin Gesù e un biglietto di auguri. Euro 10.

Anche consegne a domicilio. Iniziativa a sostegno delle opere di carità della comunità religiosa.

Sorteggio del Panettone Missionario con sorpresa di Kg. 5, omaggiato da una nota pasticceria

palermitana. I biglietti per partecipare al sorteggio che avverrà il 25/12 si possono richiedere in

Ufficio Parrocchiale. Euro 1 a biglietto. Iniziativa a sostegno del progetto scuola della nostra mis-

sione di Mokala, nella Rep. Dem. del Congo (www.fratiminimionlus.it).

Il 13 Dicembre, festa di Santa Lucia, alle ore 12.00 sul sagrato della parrocchia, offriremo un

pranzo alle famiglie in difficoltà assistite dalla caritas parrocchiale. Invitiamo più gente possibile

a donare un BuonoPasto o generi alimentari a lunga scadenza per la riuscita dell’opera di carità.

Dopo la messa delle 18.30, tradizionale “CUCCIAXTUTTI”.

16/20 Dicembre: Banco alimentare per le famiglie in difficoltà nei supermercati Prezzemeo-

lo&Vitale e Maddalena-Sigma. I prodotti raccolti, saranno distribuiti dalla Caritas parrocchiale,

sabato 21 dicembre.

Vuoi fare degli auguri speciali per Natale??? Acquista le nostre cartoline missionarie. Permetterai

di far conoscere la nostra missione a più gente possibile e ci aiuterai a portare l’acqua nel nostro

villaggio di Mokala.

Sostengono la nostra Missione le seguenti attività commerciali:

Profumerie Dabbene (P.zza Amendola e via Magliocco), Supermercati Prezzemolo&Vitale, Cartole-ria Perna (via Sperlinga 14), Trinacria Candles (Via XX Settembre 10), Supermercato Sigma -Maddalena (via Dante 92). Troverete una linea dedicata alla nostra missione.

Ad essi giunga il nostro ringraziamento e la nostra preghiera.

Per vivere il precetto dell’amore fraterno, abbiamo legato ogni Domenica del tempo di Avvento

ad un gesto di carità:

I Domenica 1 dicembre: Raccolta di olio e legumi

II Domenica 8 Dicembre: Raccolta di sughi, condimenti e prodotti in scatola

III Domenica 15 Dicembre: Raccolta di latte, pannolini, zucchero, omogeneizzati, cioccolata e caramelle

IV Domenica 22 Dicembre: Raccolta di detergenti per il corpo, per indumenti e per ambienti

Page 16: Giornalino di Novembre 2013

Pagina 16 Anno 1 Numero 2

SE HAI SUGGERIMENTI O VUOI INVIARE MATERIALE (ARTICOLI, IMMAGINI, ecc.) PUOI CONTATTARCI A [email protected]

Gruppo Giovani Riunione tutti i Venerdì

alle ore 21.00 Animazione della Messa ogni

Domenica alle ore 10.30 Il Consultorio medico

il Giovedì dalle 10.30 alle 12.30 secondo un calendario che renderemo noto successivamente

Il Centro di Ascolto è attivo ogni Giovedì dalle 16.30 alle 18.30 nel salone san Francesco

Segreteria Ufficio Parrocchiale

Lunedì 9.00/11.00 Martedì e Giovedì ore 17.00/19.00

Orari Sante Messe Feriale: 8.00 - 10.00 - 18.30 Festivo: 8.30 - 10.30 - 12.00

18.30 - 20.00