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LA NOSTRA ASSOCIAZIONE

GIORNATA A POMPEI E A SAN GERARDO MAIELLA

Cari fratelli e sorelle il 09 Ottobre è stata un’altra occasione per noi ragazzi dell’associazione Don Bosco di fare esperienza di fraternità, perché grazie all’U.A.L. (Unione Amici di Lourdes) di Manfredonia abbiamo avuto la possibilità di recarci a Pompei dove abbiamo visitato il Santuario della Madonna del Rosario e il Santuario di San Gerardo Maiella.

La mattina siamo partiti verso le 5 e 30. A metà viaggio ci siamo fermati ad una stazione di servizio dove abbiamo fatto colazione con cornetti e caffè. Durante il viaggio nel pullman ci siamo divertiti come matti, non la smettevamo più di ridere ma, come è giusto che sia, abbiamo anche pregato recitando il Rosario e la supplica alla Madonna di Pompei. Alle ore 10,00 circa, finalmente siamo arrivati a Pompei. Dopo aver visitato il Santuario abbiamo fatto un piccolo giro turistico per le strade della città. Dopo la passeggiata ci siamo recati presso il Santuario per la celebrazione della Santa Messa.

Alle ore 13:00 circa con gli amici dell’U.A.L. abbiamo condiviso il pranzo al ristorante dove ci siamo divertiti da matti, magari ridevamo per cose insignificanti, ma credetemi sono questi i momenti che ti fanno assaporare la bellezza dello stare insieme ai fratelli. Dopo il pranzo siamo subito ripartiti per andare a San Gerardo Maiella, dove siamo arrivati verso le ore 17.

Il Santuario di San Gerardo Maiella sorge sulla collina di Materdomini sull'Alta Valle del Sele, in provincia di Avellino. Con tutta probabilità Materdomini deve il suo nome a un'antica statua della Madonna in preghiera con sembianze giovanili, vestita di rosa con manto azzurro trovata da alcuni pastori. Fino al 1700 Materdomini è stata una piccola frazione di poche decine di anime, costruita intorno al tempio dedicato proprio alla Madre del Signore nello stesso punto del ritrovamento. In quegli anni Materdomini divenne meta di pellegrinaggi di fedeli provenienti dai paesi limitrofi. La fama di questo luogo si deve però a San

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Gerardo Maiella giunse nel 1754 al convento dei frati Redentoristi fondato da Sant’Alfonso Maria De’Liguori. A Materdomini si dedicò con infinita dedizione ad alleviare le pene dei poveri. Durante la carestia dell’inverno del 1755 Gerardo soccorse gli affamati ed assiderati che dalle campagne gelide si riversavano alle porte del convento. Durante la breve esperienza missionaria aiutò i poveri, alleviò i sofferenti, diede sostegno agli emarginati. Compi molti miracoli e fu consigliere di anime. Gerardo è ricordato per gli straordinari doni della bilocazione, profezia, estasi, visioni e scienza infusa.

Non mancano poi prodigiosi episodi di santità tra cui ricordiamo quello della ‘paranza di pescatori’ che stava per affondare e che S. Gerardo trasse in salvo gettandosi coraggiosamente tra le onde tempestose del mare. Dopo la sua morte avvenuta il 16 ottobre 1755, la fama di santità si diffuse celermente. Il 29 gennaio 1893 fu beatificato a Roma da Papa Leone XIII.

Con la Beatificazione i pellegrini accorsero alla sua tomba e i Redentoristi pensarono di ampliare il piccolo tempio dedicato alla Vergine. Il Beato è divenuto poi San Gerardo Maiella dopo la canonizzazione avvenuta l' 11dicembre 1904 da Papa Pio X. Dopo aver visitato il Santuario siamo ripartiti per ritornare a Manfredonia. Che dirvi cari fratelli e sorelle, siamo molto fortunati a vivere queste giornate, che oltre ad arricchirci spiritualmente ci fanno assaporare la bellezza dello stare insieme, la bellezza della fraternità, perché ricordatevi l’uomo da solo non è uomo, ma l’uomo diventa tale quando instaura dei rapporti con gli altri, quando è capace di trasmettere l’amore di Dio ai fratelli che lo circondano. E credo che è proprio questo che i Santi ci vogliono insegnare, perché una vita vissuta in maniera egoistica non serve a niente, proprio come diceva Papa Giovanni Paolo II: << Poiché dando si riceve e morendo a se stessi si resuscita a vita eterna >>. Con tutto l’amore che posso vi abbraccio fraternamente.

Antonio Lauriola

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PELLEGRINAGGIO A BITONTO CON L’ASSOCIAZIONE U.A.L. Il giorno 23 ottobre, alcuni ragazzi dell’oratorio, Michele Prencipe, Alessio Pappalardo, Giancarlo Salvemini e Gianluca Spagnuolo, hanno partecipato ad un pellegrinaggio con l’associazione “PIA UNIONE AMICI DI LOURDES” a Bitonto, presso il Santuario dei santi Cosma e Damiano. IL PELLEGRINAGGIO La mattina ci siamo dati appuntamento all’Oratorio per prendere le carrozzelle che servivano per accompagnare gli ammalati. In Oratorio troviamo Antonio Lauriola (soprannominato frà guardiano, per la sua puntualità e serietà nell’aprire e chiudere l’Oratorio). Cosa faceva a quell’ora di prima mattina? Suonava la sua chitarra. Arrivati al pulman, aiutiamo pellegrini e ammalati a salire e alle ore 08,30 partiamo. Il viaggio inizia con la preghiera animata e presieduta da Lina Brigida, Presidente dell’ U.A.L. Terminata la preghiera noi ragazzi facciamo quel che sappiamo far meglio, animiamo con canti e barzellette tutto il viaggio. Alle ore 10:30 arriviamo a destinazione.

Il culto dei Santi Medici Cosma e Damiano, secondo quanto risulta da alcune testimonianze iconografiche, è introdotto a Bitonto fin dal XIV secolo. Secondo un’antica tradizione popolare, le due statue appartenevano, ad un umile e onesto operaio ed erano costituite da due manichini di legno con testa, mani e piedi mobili, ed erano conservate in una modesta cassa di abete. Ogni anno, in occasione della festa liturgica del 26 settembre, costui le montava, le rivestiva con i caratteristici abiti orientali e le esponeva alla venerazione dei devoti in una chiesa, tutt'ora esistente, dedicata a Santa Caterina

d'Alessandria sita nel centro storico Bitontino. A conclusione della festa le smontava per conservarle nella cassa di abete. Una donna napoletana, che doveva subire l’amputazione di una gamba a causa di un cancro, la notte precedente all’operazione sognò due giovani che le dissero di chiamarsi Cosma e Damiano. Essi la medicarono e le dissero che erano di Bitonto. Una volta risvegliatasi, la donna verificò la guarigione dell’arto e non necessitò più di alcuna operazione chirurgica. La donna si mise così in viaggio e si recò a Bitonto, cercando l’indirizzo ricevuto in sogno, ossia la casa dell'operaio proprietario delle due statue.

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Alla descrizione dell’accaduto l’operaio non seppe dare subito una risposta, ma per la viva insistenza della donna nel descrivere le fattezze dei due giovani, l’operaio aprì dinanzi a lei la cassa di abete contenente le due statue di legno. Con immensa sorpresa la donna notò che le due statue riproducevano alla perfezione le sembianze dei suoi guaritori: si mise in ginocchio e con le lacrime agli occhi le baciò e le ribaciò per ore.

Appena arrivati a Bitonto ci rechiamo in Chiesa per la celebrazione della Santa Messa e, al termine, dopo un breve giro turistico per Bitonto ci recammo presso un ristorante per il pranzo. La nostra armonia emerge anche a tavola tra i vari canti e i vari applausi che rivolgiamo alle dame dell’UAL, all’autista Matteo e ai pellegrini.

Dopo il pranzo ci rechiamo presso il Santuario della Madonna delle Grazie a Corato ed al S.S. Salvatore ad Andria. Alle ore 19:00 ripartiamo per Manfredonia. Durante il ritorno è accaduta una cosa bellissima. Nella via del ritorno ci siamo imbattuti in un temporale che ha fatto rallentare tantissimo la corsa provocando un po’

di paura nei pellegrini; noi ragazzi al fine di distrarre e rassicurare i viaggianti, ci siamo messi a cantare dei canti mariani. Il nostro canto ha risollevato il morale a tutti i pellegrini che erano spaventati dal temporale. Lina Brigida conclude il pellegrinaggio inneggiando un canto alla Madonna di Siponto per ringraziarla di averci fatto arrivare sani e salvi a Manfredonia Una giornata ricca di TUTTO. DIO ci ha fatto dono, ancora una volta, della sua meraviglia facendoci conoscere realtà nuove o già conosciute che rappresentano tanto per noi.

Gianluca Spagnuolo

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GIORNATA A POMPEI CON L’ARCIVESCOVO MICHELE CASTORO

Il 30 ottobre noi dell’Associazione Don Bosco con i giovani della diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo ci siamo recati presso il Santuario della Madonna di Pompei. La partenza era prevista per le 6 e 30 del mattino ma a causa di alcuni ritardatari la partenza e stata posticipata. Il viaggio nel pullman si è svolto

tra svago e preghiera. Alle 10 e 30 arrivati a Pompei siamo stati accolti presso il salone del Santuario, dove abbiamo incontrato il nostro Arcivescovo Michele CASTORO. Dopo il saluto di tutte le parrocchie e le associazioni presenti, abbiamo letto una pagina del Vangelo di Giovanni che è stata commentata dall’Arcivescovo ponendoci una serie di domande le cui risposte sono state sviluppate da alcuni ragazzi presenti insieme a due ragazze dell’Associazione. Immediatamente dopo siamo andati nel Santuario per partecipare alla Santa Messa celebrata dal nostro Arcivescovo e dall’Arcivescovo della diocesi di Pompei. Alle ore 14:00 ci siamo ritrovati per pranzare e condividere il nostro cibo con il prossimo.

Alle ore 15:00 ci siamo incontrati nuovamente con i ragazzi di Pompei che ci hanno raccontato le loro esperienze fatte in Africa, e, successivamente siamo stati salutati dall’Arcivescovo di Pompei.

A fine incontro nell’attesa di ripartire alla volta di Manfredonia, abbiamo fatto un giro turistico per le strade della cittadina di Pompei alla ricerca di qualche souvenir. Alle 17 e 30 siamo partiti per Manfredonia. Il nostro rientro è avvenuto alle 21:00, stanchi ma felicissimi per la splendida giornata che il nostro Arcivescovo ci ha regalato. Tengo a precisare che sono stati tantissimi i giovani (circa 900)della nostra Diocesi che hanno aderito all’invito del nostro Arcivescovo.

Gabriella Leone

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Con tutto il cuore ringraziamo l’amato Arcivescovo Michele CASTORO, nostro Pastore e guida in quanto siamo consapevoli che non sono le esperienze personali quelle che ci collegano a Cristo, né clubs o sette religiose, né caldi ambiti di esperienze spirituali, ma solo la nostra comunione di cuore e di vita con quegli intermediari autorizzati che Cristo ha posto a capo della sua Chiesa.

San Cipriano diceva: "Non può avere Dio per Padre c hi non ha la Chiesa per madre".

La nostra fede in Cristo si esplicita in una appart enenza concreta alla Chiesa da lui fondata e affidata a Pietro e ag li apostoli.

Noi professiamo nel "Credo": credo la Chiesa "apost olica". E cioè la Chiesa del Papa e dei Vescovi, diretta e mai int errotta continuità che ci lega a Cristo.

Un giorno Gesù, sulla riva del lago, disse a Pietro : "Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro? Certo, Si gnore, tu lo sai che ti voglio bene. - Pasci le mie pecorelle" (Gv 2 1,15-17). Non ha esigito altro, per farlo il capo: "Se mi ami... pas ci"! Pur con tutte le tue debolezze e i tuoi limiti.

Forse proprio solo questo dobbiamo esigere dai nost ri preti: che siano sempre totalitari nell'amore di Cristo e dell a sua Chiesa. Il resto è secondario. Da criticare troveremo sempre. Preghiamo invece per loro e aiutiamoli!

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COMMEMORAZIONE DEL SERVO DI DIO PADRE MATTEO DA AGN ONE

Il 31 Ottobre la storia ricorda la morte del servo di DIO padre Matteo Da Agnone. Il nostro carissimo amico padre Cipriano De Meo, per tale ricorrenza, ha voluto farci un invito a partecipare a questa giornata che ricorda la morte di un frate umile ma tanto forte, il quale gli ultimi 3 mesi di vita li ha trascorsi a Serracapriola, Accompagnati dal dottore Vincenzo D’Onofrio e da Paolo Corveddu alcuni ragazzi della

nostra associazione hanno partecipato a tale evento: Giuseppe Lombardi, Michele Prencipe e Gianluca Spagnuolo. Il programma di questa festa per noi inizia nel pomeriggio perché per vari problemi abbiamo saltato metà giornata. L’evento è iniziato al Santuario della Madonna dell’Incoronata, nei pressi di Foggia, con il ritrovo di tutti i gruppi devoti a padre Matteo. Nel pomeriggio la manifestazione si sposta a Serracapriola, nella Cattedrale, con la celebrazione della Santa Messa da parte di Mons. Luciano Renna, Vescovo della diocesi di San severo seguita da una fiaccolata per la città che aveva come

meta la tomba di padre Matteo. La Santa Messa inizia con una breve presentazione sull’operato del vice postulatore della causa di beatificazione, ossia padre Cipriano. Con gli applausi delle autorità presenti, dei pellegrini partecipanti, dei tanti gruppi di preghiera provenienti da varie città, inizia la Santa Messa. A noi ha colpito molto l’omelia del Vescovo sul vangelo, con la quale ha voluto lanciare un’ allarme a noi tutti sull’esistenza del demonio, facendoci capire che è una realtà che esiste e NON È, come dicono tanti, UNA

REALTÀ DA MEDIOEVO. Mons. Luciano ha voluto ricordarci che in questo giorno dove tanti giovani festeggiano HALLOWEEN ((che festa non è!) ha voluto sottolineare l’abilità del demonio di contrapporre alla festa di tutti i Santi la sua festa fatta di maghi, streghe ecc... Ciò che risulta evidente è che noi cristiani, anziché vivere questa giornata in preghiera e silenzio esaltando la figura dei Santi, partecipiamo attivamente

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a questo rito pagano educando anche i nostri figli a fare nello stesso modo. Mons. Luciano ha voluto ricordarci che in questo giorno ricorre anche l’anniversario in cui una ragazza ha perso la vita, lasciando un vuoto sull’assassino che ancora oggi non si riesce a trovare, ma questo è uno dei casi di questa tradizione NON ITALIANA.

Il Vescovo della diocesi di San Severo ci ricorda di rimanere legati alla roccia (a Gesù), perché solo legati a Gesù possiamo camminare con rettitudine e conclude invitando i sacerdoti a lanciare questi messaggi nelle loro omelie perché Gesù in queste situazioni ci fa comprendere la sua grandezza, LA SUA FORZA. Terminata la messa ci siamo diretti alla tomba di padre Matteo e, guidati da alcuni ragazzi, abbiamo fatto un giro per il convento visitando la cella di padre Matteo e quella di padre Pio. Quest’ultimo, infatti, ha

passato i primi suoi anni in questo convento e la sua cella è tutt’ora rimasta intatta per ospitare i fedeli in pellegrinaggio. Dopo questa breve visita e dopo un saluto a padre Cipriano, abbiamo fatto ritorno a casa. Per noi è stata una bella esperienza perché abbiamo tanto da imparare ancora, e queste sono occasioni che aiutano tanto a farci capire l’amore di DIO, perché conoscendo la vita di questi uomini che anno dato la vita per il prossimo ognuno di noi può capire quanto è grande DIO.

Gianluca Spagnuolo

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MATTEO DA AGNONE, SERVO DI DIO P. Matteo da Agnone (al secolo Prospero Lolli) nacque nel 1563 da pii genitori i quali gli imposero il nome di Prospero. L'educazione, profondamente cristiana ricevuta dai genitori, gli faceva vedere Dio in tutte le cose. Frequentò l'Università di Napoli nelle facoltà di filosofia e medicina. La bellezza dell'ideale francescano rifulse nella sua mente, ed in questa luce, preferì farsi cappuccino, per poter conoscere meglio le verità della teologia e divenire medico delle anime. Fece il noviziato a Sessa Aurunca (CE) e dopo breve permanenza nella provincia religiosa di Napoli, si affiliò ai Cappuccini di Foggia. Si distinse per l'amore alla

Madonna della quale difese l'assunzione in anima e corpo in cielo. Fu superiore locale e provinciale, oratore dotto e devoto. Ebbe dal Signore il dono della profezia e dei miracoli. Con il solo segno di Croce, operò tante guarigioni ad Agnone, a Vasto ed a Serracapriola. Fu potente esorcista. Molti dolori fisici, accompagnarono la sua vita e furono per lui, motivo costante di ringraziamento al Signore. Tre mesi prima di morire fu assegnato al convento di Serracapriola ed i frati di quel convento lo accolsero con il canto del Te Deum. Morì santamente il 31 Ottobre 1616.

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Beati oppure nei guai? Vangelo: Lc 6,17.20-26

Spiegami Gesù che cosa vuoi dire con queste parole "beati voi poveri, beati voi affamati e beati voi che piangete", perché non mi sono chiare e mi lasciano sconcertato.

Come posso dire "beati voi poveri" guardando a chi, ai margini del mondo, muore impoverito dal vorace stile di vita occidenta le del quale anche io sono complice?

Come posso dire "beati voi che ora avete fame" pens ando che mio fratello proprio adesso, in questo momento, muore realmente di fame nel Terzo Mondo e io mi sono dimenticato che esiste ed è come me?

Come posso dire "beati voi che ora piangete" pensan do a chi è sepolto nel suo dolore anche vicino a me, e io alzo il volume d ella Tv o del mio iPod per non sentirlo e per non lasciarmi coinvolgere?

Ma forse mi è più chiaro quando Gesù tu dici con fo rza "guai a voi ricchi!!" Sento che parli proprio a me e vuoi far suonare la sveglia al mio sonno spirituale.

Forse ho capito che se cerco la mia felicità nelle cose che consumo, allora si che mi metto nei guai, perché sbaglio strada, e la felicità, quella vera, non la raggiungo per niente.

Se non mi accorgo infatti dei miei fratelli che son o poveri, affamati e tristi perché sono assorbito dalle cose che mi usano, allo ra divento povero dentro e infelice...

Devo farmi povero concretamente, devo smettere di s aziarmi di ogni bene materiale e di vivere di falsa allegria. Devo smett ere di mettere al centro solo le mie piccole povertà e le mie piccole lamentele. Sono ricco di beni, ma rischio di impoverirmi di fratelli..

Gesù, se davvero sei mio amico, non smettere di far suonare questa sveglia "guai a voi ricchi" nella mia mente, nel mio cuore e ogni volta che mi affanno alla ricerca di beni materiali...

Solo così diventerò ricco di fratelli e ricco di Di o...

Questa ricchezza è beatitudine vera...