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1 … ciao Tullio Alcuni mesi addietro, sulle pagine di questo periodico, ho espresso alcune considerazioni sulle varie sfaccettature dell’amicizia, riferendomi a esperienze personali. Di una cosa non ho scritto perché, per mia fortuna, non avevo avuto alcuna esperienza del ge- nere. Parlo del dolore, della sensazione di vuoto, del rimpianto che si provano per la perdita di un caro amico: ora lo so o, meglio, lo sappiamo perché, anche se scrivo in prima persona, sono certa di condividere i sentimenti di molti, forse di tutti coloro che hanno conosciuto Tullio. Per coloro che non hanno avuto la fortuna d’incontrarlo, posso affermare che era una persona speciale: pacata (non l’ho mai sentito alzare la voce) molto rispettoso delle opinioni altrui, spiritoso (le sue “battute inglesi” erano divenute famose e ribattezzate dagli amici “alla Tullio”), sempre di- sponibile, discreto, estremamente corretto e gentile, capace di sdrammatizzare ogni situazione. Un vero signore, un amico prezioso. Attraverso le sue poesie è possibile intuire la grande sensibilità del suo animo ed è per questo che il Direttivo ha ritenuto di ricordarlo mettendo a disposizione di chi lo desidera una piccola rac- colta delle stesse. Tuttavia quello che, forse, è più doveroso ricordare, è lo straordinario impegno che ha profuso per l’Unitre. Tullio Salvietti ne è stato vice presidente per circa diciotto anni. Si è prodigato in ogni modo, disponibile per le più svariate esigenze. Grazie alla sua competenza e impegno è stato possibile realizzare tre volumi (in lingua pie- montese con traduzione italiana), che trattano aneddoti, antichi mestieri, storia dei territori su cui opera la nostra Associazione. Ha curato la realizzazione di un piccolo volume in cui sono stati pubblicati i racconti di nostri associati, vincitori di un concorso indetto nella ricorrenza del ventennale della nostra Unitre e, in ricordo del docente, signor Bertodatti, la pubblicazione di un libro di poesie, in lingua piemontese, scritte dai suoi allievi. Ha fatto suo questo periodico, curandolo, abbellendolo. Frutto del suo lavoro sono stati i libretti verdi, gli orari, gli avvisi. Mi fermo, perché troppo lungo sarebbe elencare in dettaglio il suo operato. Dolore, rimpianto e un grande vuoto. Questi i sentimenti che ci accomunano. Ognuno di noi lo ricorderà per quanto ha condiviso con lui, lungo o breve che sia stato il tem- po trascorso insieme. Da parte nostra (mio marito ed io) siamo grati per la fortuna di aver potuto percorrere un lungo tratto della nostra vita con un amico prezioso. Ciao Tullio. Wilma Casini [email protected] www.unitrealpica.it XX 80 novembre 2015

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… ciao Tullio

Alcuni mesi addietro, sulle pagine di questo periodico, ho espresso alcune considerazioni sulle varie sfaccettature dell’amicizia, riferendomi a esperienze personali.

Di una cosa non ho scritto perché, per mia fortuna, non avevo avuto alcuna esperienza del ge-

nere. Parlo del dolore, della sensazione di vuoto, del rimpianto che si provano per la perdita di un

caro amico: ora lo so o, meglio, lo sappiamo perché, anche se scrivo in prima persona, sono certa di condividere i sentimenti di molti, forse di tutti coloro che hanno conosciuto Tullio.

Per coloro che non hanno avuto la fortuna d’incontrarlo, posso affermare che era una persona speciale: pacata (non l’ho mai sentito alzare la voce) molto rispettoso delle opinioni altrui, spiritoso (le sue “battute inglesi” erano divenute famose e ribattezzate dagli amici “alla Tullio”), sempre di-sponibile, discreto, estremamente corretto e gentile, capace di sdrammatizzare ogni situazione.

Un vero signore, un amico prezioso. Attraverso le sue poesie è possibile intuire la grande sensibilità del suo animo ed è per questo

che il Direttivo ha ritenuto di ricordarlo mettendo a disposizione di chi lo desidera una piccola rac-colta delle stesse.

Tuttavia quello che, forse, è più doveroso ricordare, è lo straordinario impegno che ha profuso per l’Unitre.

Tullio Salvietti ne è stato vice presidente per circa diciotto anni. Si è prodigato in ogni modo, disponibile per le più svariate esigenze. Grazie alla sua competenza e impegno è stato possibile realizzare tre volumi (in lingua pie-

montese con traduzione italiana), che trattano aneddoti, antichi mestieri, storia dei territori su cui opera la nostra Associazione.

Ha curato la realizzazione di un piccolo volume in cui sono stati pubblicati i racconti di nostri associati, vincitori di un concorso indetto nella ricorrenza del ventennale della nostra Unitre e, in ricordo del docente, signor Bertodatti, la pubblicazione di un libro di poesie, in lingua piemontese, scritte dai suoi allievi.

Ha fatto suo questo periodico, curandolo, abbellendolo. Frutto del suo lavoro sono stati i libretti verdi, gli orari, gli avvisi. Mi fermo, perché troppo lungo sarebbe elencare in dettaglio il suo operato. Dolore, rimpianto e un grande vuoto. Questi i sentimenti che ci accomunano. Ognuno di noi lo ricorderà per quanto ha condiviso con lui, lungo o breve che sia stato il tem-

po trascorso insieme. Da parte nostra (mio marito ed io) siamo grati per la fortuna di aver potuto percorrere un lungo tratto della nostra vita con un amico prezioso. Ciao Tullio.

Wilma Casini

[email protected]

www.unitrealpica.it

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Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati

Eccoci, il nostro NOTIZIARIO è tornato e

resterà. La decisione è stata assunta all’unanimità

dal Direttivo, nella seduta del 31 agosto scorso, in quanto tutti convinti che questo strumento di comunicazione sempre molto atteso, seguito ed apprezzato da tutti noi, la grande famiglia dell’UNITRE, doveva continuare ad esistere.

Torna nella sua veste tipografica consueta, forse un po’ rinnovato nella grafica, con lievi innovazioni ma nel rispetto della continuità, solo perché sono diverse le persone che se ne occuperanno.

Le rubriche saranno più o meno le stesse perché il NOTIZIARIO è soprattutto informa-zione, poi ci saranno gli articoli di fondo, le re-lazioni sui viaggi e gli eventi, le foto documenta-rie delle attività. Insomma, tutto ciò che concer-ne la nostra vitalità associativa verrà documen-tato ed anche le poesie continueranno ad avere una pagina dedicata.

Poche le novità, eccole. * Affiancata alla già nota rubrica “Pillole

di Storia” nei prossimi numeri ne trove-rete una nuova: “Notizie dal mondo del-le Scienze”.

* Le storie legate alla memoria del passato e della nostra infanzia rimarranno, ma con un solo contributo per numero, in-serito nella rubrica “Amarcord”.

In itinere si verificherà poi quale veste e

quali tematiche saranno più gradite ai nostri associati e si valuterà.

L’importante era ripartire e noi siamo pronti.

La redazione: Beppe Galliano

Laura Gaudenzi Mauro Vernero

È tornato il NOTIZIARIO

Il Tesoriere Romano Donadeo

Alpignano 31 agosto 2015

ENTRATE Cassa e Banca iniziali al 1/9/2014

1.764,00 Contributo Regione Piemonte Anno 2013/2014

3500,00

Quote associative + contributo infor-matica

22.120,00

Contributo Comune di Alpignano

0.00 Contributo Comune di Pianezza

600,00 Partecipazione spese sez. Caselette

722,00 Interessi bancari su conto corrente

0,00

Totale

28.706,00

USCITE Attività culturali

1.778,00

Riconosc. e rimborsi a Docenti e Assi-stenti

7.400,00

Propaganda(libret-ti,manifesti,programmi,periodico ecc.)

1.785,00

Acquisto attrezzatura didattica

417,00

Assicurazione RC. furto e incendi

2.559,00

Contributo Associazione nazionale

800,00

Affitto locali e utenze

2.386,00

Consulenze professionali

0,00

Canone noleggio e manutenzione foto-copiatrice

1.851,00

Diritti SIAE

61,00

Spese postali e telefoniche

1.718,00

Manutenzione attrezzatura ufficio e didattica

136,00

Accademia d’umanità

2.360,00

Cancelleria e materiale per ufficio

267,00

Spese bancarie e bolli su estratti conto

142,00

Quota parte contrib. regionale alla Sezione di Caselette (10%)

350,00

Interventi sociali

1.283,00

Abbonamenti a periodici

0,00

Rimborso spese per servizi vari e di rappresentanza

146,00

Pulizia locali

209,00

Cassa e Banca al 31/8/2014 di cui : accantonamento laboratorio informatico €. 2.500,00 Avanzo di Amministrazione € 558,00

3.058,00

Totale a pareggio

28.706,00

28.706,00

RENDICONTO FINANZIARIO CONSUNTIVO 2014/2015

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Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati

Con la chiusura della Scuola Gramsci abbiamo

corso il rischio di non aver più l’Unitre ad Alpignano. Come è giusto e naturale abbiamo dovuto

sgombrare le aule che ci erano state concesse negli anni passati nella Scuola Turati per lasciare il posto ai ragazzi; a questo punto non sapevamo più dove allestire i corsi per l’anno accademico 2015-16.

Dopo estenuanti trattative, telefonate, richie-ste mail, sopraluoghi in luoghi improponibili, incon-tri e scontri personali con l’Amministrazione comu-nale siamo giunti ad un compromesso, abbiamo in-tensificato i corsi previsti al Salone Cruto, per i corsi con maggior numero di iscritti, occupando il martedì e venerdì sia il mattino che il pomeriggio, fatto salvo quattro date nel mese di Dicembre per importanti iniziative comunali.

Comunque la nostra attività non sarà interrot-ta, per il gentile aiuto e coinvolgimento dell’Associazione Auser che ci presta il salone a loro concesso.

Gli altri corsi verranno svolti al pianterreno, vicino alla nostra sede, sempre all’edificio Cruto.

Naturalmente la capienza dei locali è limitata e di questo purtroppo molti si sono lamentati, preten-dendo cose inattuabili e talvolta anche arrabbiandosi maleducatamente.

E’ una questione di forza maggiore! Non pos-siamo permetterci niente di meglio!

La nostra Associazione è composta da persone che credono con caparbietà al volontariato, alla dif-fusione della cultura e dell’associazionismo, e anche questa volta è stata più forte delle difficoltà e dei pro-blemi. Comunque anche quest’anno l’ UNITRE c’è!!!

Voglio ringraziare e congratularmi vivamente

con tutti coloro che hanno accettato di buon grado, o si sono proposti, per il compito di “Assistente ai cor-si”.

L’assistente è una figura importante, di primo piano, indispensabile per il buon funzionamento dei corsi, è colui che accoglie gli associati e il Docente, è il collegamento con la nostra associazione, le sue mansioni sono semplici ma di estrema utilità: apre l’aula, registra le presenze, favorisce la socializzazio-ne.

Nessuna difficoltà quindi. Solo tanta buona volontà ed il desiderio di sentirsi utile agli altri.

Chi appartiene ad una Associazione di Volon-tariato, è l’associazione stessa.

Essere parte di una Associazione di Volonta-riato significa farne parte integrante, per intenderci parte attiva, e non semplici “fruitori” che partecipa-no ai corsi sempre interessanti, agli incontri “goderecci”, ai viaggi ben organizzati e alle piacevoli uscite!

Tutte cose bellissime che per essere realizzate richiedono l’attività e l’impegno di molte persone.

Significa essere compagni di viaggio, condivi-dere lavoro, passione, dedizione, esperienze, non a favore di se stessi, ma della comunità, perché tutti i corsi, i progetti, i viaggi, le conferenze non nascono da soli, dietro ci sono mesi di ricerche e di lavoro. A volte non tutto è perfetto, ma è difficile sbagliare se non si fa nulla!!

Fatevi avanti, coraggio, prendete contatto con la nostra segreteria.

Senza l’opera disinteressata di tante persone di

buona volontà l’Unitre non esisterebbe!

Carissimi associati, anche quest’anno ce l’abbiamo fatta!

GRAZIE AGLI ASSISTENTI e COLLABORATORI

VITA ASSOCIATIVA

* Acrostico bizzarro * P. prima P. pensa P. poi P. parla P. perché P. parole P. poco P. pensate P. possono P. produrre P. parecchi P. pentimenti

Quando il Buon Dio, alitando sul viso dell’uomo,

gli ha dato il dono della parola, gli ha fatto un regalo prezioso. Le parole è vero sono un meraviglioso stru-mento di comunicazione, ma attenzione! Non usia-mole a sproposito! Voglio ricordarvi che per un profi-cuo svolgimento della lezione e perché tutti possano fruirne in modo adeguato siamo invitati a fare do-mande pertinenti evitando inutili critiche o peggio sterili polemiche che porterebbero inevitabili contra-sti di nessun interesse per tutti. Grazie.

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Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati

Intanto la cosa più facile è cominciare a leg-

gerla individualmente: procurarsi il testo è sempli-cissimo e poco costoso (è stata pubblicata in forma di opuscolo in numerose edizioni di costo variabile da 2 a 9 €, la si trova su internet a partire dal sito ufficiale del Vaticano, w2.vatican.va/content/francesco e su numerosi siti giornalistici).

Potrebbe essere un ottimo spunto di riflessio-

ne per Natale: credenti e non credenti non farebbero difficoltà a riconoscere che il “pace in terra” del mes-saggio evangelico di Natale va come “pace con la ter-ra”.

Dario Vota

Sull’enciclica “Laudatosi’” di papa Francesco,

pubblicata a fine maggio di quest’anno, è sceso un silenzio impressionante. Dopo i primi commenti giornalistici “a caldo” – per lo più formalmente ri-spettosi, ma non senza critiche malevole (soprattutto da cattolici conservatori, avversi a questo papa) – si è scelto di accantonarla, di farla dimenticare.

Ora, che i poteri economici che controllano i

mass media (ricordiamo sempre che i maggiori gior-nali e le tv a diffusione nazionale sono tutti o di pro-prietà di grandi gruppi economico-finanziari o lottiz-zati dai poteri politici asserviti al vero potere) abbia-no dato ordine di silenziare quest’enciclica, non stu-pisce: se la si legge, se ne coglie subito la portata di-rompente di riflessione critica verso i modelli di vita dominanti e verso il sistema economico che li impo-ne; ma che anche negli ambiti ecclesiali l’enciclica venga per lo più ignorata (le gerarchie vaticane l’hanno trattata con fastidio, dai vescovi – salvo qualche iniziativa qua e là – non sono arrivati alle parrocchie inviti a leggerla e discuterla e porla al centro di un progetto di formazione, i preti nelle o-melie non ne parlano), lascia molto delusi. O è segno che i suoi contenuti costringono a fare un esame di coscienza un po’ scomodo, che si preferisce evitare?

Eppure non è solo un importante documento

di Chiesa, è un messaggio fondamentale – per cre-denti e non credenti (si rivolge infatti “a tutte le per-sone di buona volontà”) – sul nostro ruolo nel mon-do di oggi; è la riproposizione attualizzata, in base a dati scientifici e con un linguaggio odierno, del pun-to di vista evangelico sull’agire dell’uomo nel mondo (e dunque l’agire economico, politico, sociale, cultu-rale) e sulla relazione tra noi e l’ambiente in cui vi-viamo (e dunque su come l’umanità, trascinata dal sistema economico oggi dominante, sta rovinando le basi naturali della sua stessa sopravvivenza).

Ed è un messaggio forte e coraggioso, non solo ben più responsabile e consapevole dei veri problemi rispetto alle chiacchiere vuote dei politici, ma anche più radicale nelle sue proposte rispetto alle pur intel-ligenti analisi di molti ecologisti.

E allora bisognerebbe che questa enciclica ve-

nisse letta, meditata e dibattuta, anche e soprattutto negli ambienti ecclesiali (dove da un po’ di anni a questa parte sembra che i temi sociali siano stati re-legati in un angolino) e in quei gruppi di impegno che hanno come riferimento il messaggio cristiano.

Riflessioni sull'enciclica “ Laudatosi’ ”

di Papa Francesco

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L’inverno del 1709 è ricordato come il più

freddo in Europa degli ultimi 5 secoli: per alcuni me-si molte regioni si trovarono strette nella morsa di neve e ghiaccio.

Il freddo irruppe improvviso alla vigilia dell’Epifania colpendo particolarmente l’Europa cen-trale e mediterranea, ma quasi nessuna area del Vec-chio Continente venne risparmiata.

Questo straordinario e inatteso freddo fu cau-sato dalla combinazione di più fenomeni: il culmine della così detta “piccola glaciazione”, l’eruzione di diversi vulcani e l’estensione anomala in tutta Euro-pa dell’Anticiclone Termico Russo.

I termometri di Parigi registrarono un calo termico improvviso di quasi 300C.

In tutta Europa in poche ore gelarono fontane, rivi, pozzi e anche piccoli laghi. Ghiacciarono poi tutti i principali fiumi europei, tra cui il Po sul quale si poteva passare liberamente con i carri. Stessa sor-te toccò a laghi, lagune e porti: la parte medio alta del Lago di Garda, la Laguna Veneta e i porti di Ge-nova, Marsiglia e Livorno.

La neve coprì completamente le strade; a Ro-ma in un mese nevicò 13 volte e in Pianura Padana cadde oltre un metro e mezzo di neve.

Dalla gelida reggia di Versailles la duchessa

d’Orléans, cognata di Luigi XIV, scriveva ad un pa-rente: «Sono qui seduta davanti ad un grosso fuoco, barricata in casa, avvolta in pellicce. Sono così in-freddolita che a malapena riesco a scriverti. Non ho mai visto in vita mia un inverno come questo».

Drammatiche le conseguenze del gelo su ani-

mali e piante: i pesci congelarono nei fiumi, moriro-no migliaia di uccelli, e, in Pianura Padana perirono tutte le piante da frutto, mentre nella riviera ligure le coltivazioni di ulivo, vite ed agrumi furono seria-mente compromesse. Con leggere oscillazioni la temperatura si mantenne bassa fino a primavera.

Al freddo seguirono fame, inondazioni e care-

stie. Si diffusero malattie e l’influenza si propagò fino a diventare una vera pandemia.

Molti Stati cercarono di reagire alla drammati-

ca situazione: in Francia Luigi XIV predispose la di-stribuzione gratuita del pane aprendo mense di be-neficenza e a Londra la regina Anna Stuart ordinò di distribuire carbone ai poveri. Anche la guerra di Suc-cessione spagnola, che da nove anni infuriava in tut-ta Europa, contribuì ad aumentare lo stato di indi-genza della popolazione. L’11 settembre 1709 ebbe luogo a Malplaquet, ai confini tra Francia e Belgio, una delle battaglie più cruente del secolo nella quale morirono più di 30000 soldati!

Gelo, carestie e guerra causarono un numero

di vittime senza precedenti: circa un milione di per-sone (su un totale di 22) morirono in Europa in quell’anno terribile!

Beppe Galliano

Pillole di Storia

Il 2 febbraio 1709, sull’ Isla Más a Tierra - arcipelago delle isole Juan Fernandez, America del Sud - il marinaio e pirata scozzese Alexander Selkirk fu recuperato da una nave inglese dopo esservi rima-sto da solo per 4 anni e 4 mesi: vi era stato abbando-nato a causa di contrasti con il capitano della nave pirata Cinq Ports, della quale era nostromo.

Fu lui ad ispirare successivamente, nel 1718, il famoso romanzo di Daniel Defoe, Robinson Crusoe.

Nel 1966 il governo cileno rinominò l’ Isla

Más a Tierra, dove Selkirk aveva vissuto, in Isla Ro-binson Crusoe; ad Alexander venne invece intitolata l’ Isla Más Afuera.

In quall’anno accadeva

anche che ...

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Poi però si continuano ad attraversare posti di

frontiera: Croazia–Bosnia, Bosnia-Repubblica Serba di Bosnia Erzegovina, Repubblica Serba-Montenegro. Ogni volta controlli lunghi, meticolosi ed anche contrassegnati da richieste che hanno l’amaro retrogusto della corruzione. Il nostro mondo non è più così e ti senti ripiombato indietro, “in luo-ghi estranei e non posseduti” appunto, dove il diritto di cittadinanza vasta e diffusa, che per noi è un valo-re scontato, là è un diritto ristretto e delimitato

nell’ambito dei singoli territori nazionali. In Europa le frontiere sono ormai considerate

zone cerniera, là ancora vere e proprie barriere. Da Rijeka (Città di Fiume), fino alle sponde del

lago di Scutari, ai confini con l’Albania, è tutto un susseguirsi di lingue diverse, di monete di-verse, di espres-sioni religiose diverse e di po-poli che si sen-tono ancora diversi, ma che per lungo tem-po hanno con-vissuto ed ora tentano costan-temente un dia-logo allo scopo di ritrovare una definitiva paci-ficazione. Ovunque colpi-sce il profondo senso di religio-

sità vissuto ancora con grande devozione, con simbo-logie, gestualità e comportamenti che non apparten-gono più al nostro modo di esprimere la fede. Questo è stato riscontrato in tutti i luoghi di culto visitati, indipendentemente dal credo: la religione cattolica come è vissuta a Medjugorie, il misticismo del mona-stero ortodosso di Ostrog, l’aura delle moschee serbe.

“Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore

ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non possedu-ti.” (Italo Calvino)

Parto da questa citazione perché mi pare sinte-

tizzi al meglio il filo conduttore per interpretare que-sto viaggio.

Da tempo infatti noi viviamo in Europa, ci spo-stiamo senza limiti né frontiere, usiamo la stessa mo-neta e, da ancor più tempo, viviamo in un clima di pace.

Quasi nessuno di noi ha vissuto in prima per-sona le tragedie della guerra che ci arrivano smorza-te, come lontana eco, dai racconti familiari, dai testi di storia o dai programmi televisivi.

Poi attraversi la frontiera Est, poco dopo Trie-ste, e all’improvviso ti senti immerso in un mondo che si ricollega ad un passato che non ci appartiene più e che per molti versi ci è estraneo, ma per tutto il tempo del viaggio ti accompagna, ti sorprende e ti rende consapevole che a due passi da casa c’è un al-tro modo di percepire lo spazio geografico, le relazio-ni politiche, umane ed i valori della vita.

Intanto una guida molto giovane e preparata esordisce dicendo che la Croazia non ha ancora supe-rato i traumi della guerra che dal 1991 al 1995 ha martoriato l’ex Jugoslavia. Racconta esperienze per-sonali molto toccanti e indica tutti i segni ancora pre-senti nel paesaggio, sui muri, sui tetti delle abitazioni e nel cuore delle persone. Le tracce della devastazio-ne, ma soprattutto il dolore delle perdite subite e le intime ferite procurate da quella guerra, sono ancora lì, presenti, in fase di rielaborazione continua ed il superamento appare ancora lontano.

Simbolo universale del grande sforzo di ricon-ciliazione nei Paesi dell’ex Jugoslavia è il Ponte di Mostar, ricostruito sotto l’egida dell’UNESCO, che è lì a testimoniare che la pace si raggiunge costruendo ponti, non muri e che solo attraverso ponti ideali si possono unire popoli, religioni e culture.

Viaggio attraverso Croazia, Bosnia e Montenegro passando per la Repubblica Serba di Bosnia Erzegovina

17 - 25 maggio 2015

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Questo viaggio culturale e mentale si è snodato attraverso uno spazio geografico caratterizzato dai continui contrasti del paesaggio: i colori, la quiete, la luminosità delle zone costiere e l’asprezza dei territo-ri carsici delle zone interne; la vivacità delle città e la desolazione di territori completamente disabitati dove il nulla regna sovrano; ampie zone boschive incontaminate, ricche di verde e paesaggi lunari; montagne con un versante lussureggiante e l’altro inaridito e desertificato dalla Bora. Semplicemente fantastico!

Splendide le grandi città che fanno parte dell’immaginario collettivo storico, politico e cultura-le come Rijeka, Kotor e Dubrovnik; curiose ed ina-spettate le piccole città dove si vive ancora a misura d’uomo come Mostar, Budva, Petrovac, Perast e Ce-tinje; incantevoli le Bocche di Cattaro con le loro iso-le silenti e le acque scure e profonde; suggestivo il Canyon di Omiš dove abbiamo navigato sulle tracce dei pirati; spettacolare l’isola di Pag con il suo pae-saggio lunare; prestigiosa Opatija con la ricchezza dei suoi palazzi d’epoca.

Come sempre succede viaggiando, il contatto diretto con la cultura di luoghi poco conosciuti e con le persone che ci vivono ha contribuito a sfatare mol-ti luoghi comuni e pregiudizi, per chi li aveva ovvia-mente.

Un esempio per tutti. Appare subito chiaro che il Montenegro non è affatto un paese desolato, abita-to da zingari e pecorai, ma un luogo di alta civiltà, dove il patrimonio comune è molto curato e non vi è traccia di degrado; che le persone sono fisicamente belle, di alta statura, dai modi talmente gentili da rasentare la raffinatezza e dotate di un grande talen-to imprenditoriale.

Superati lo stupore iniziale, i luoghi comuni e le titubanze, è rimasto tutto il tempo ed il modo di apprezzare e godere quanto i Paesi balcanici possono offrire.

La cucina poi mette d’accordo tutti e i cibi cu-cinati nella tradizionale peka non hanno procurato avanzi, vino e birra hanno costituito un ottimo ac-compagnamento per piatti di formaggio di infinite varietà ed era irrilevante sapere se fossimo in Croa-zia, in Bosnia Erzegovina, nella Repubblica Serba o in Montenegro, perché, in fondo, tutto il mondo è paese e la convivialità ed il buon cibo accomuna tutti.

Tutto l’itinerario e le tappe di questo viaggio hanno aggiunto tasselli e cammei alla conoscenza. Spero che nessuno sia tornato uguale a come è parti-to ma con la consapevolezza che le barriere sono es-senzialmente mentali, che non ci sono né terre né persone straniere, che la guerra divide in un attimo, ma poi si sente forte il bisogno di riconciliazione, che invece è un percorso lungo e doloroso da compiere; soprattutto spero che, per chi ha partecipato, questo pezzo di mondo non sia più estraneo e non possedu-to.

Laura Gaudenzi

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Casale ci è apparsa all’improvviso emergendo,

con le sue possenti mura, dalla fitta coltre di nebbia che avvolgeva tutta la valle del PO.

L’abbiamo trovata al suo risveglio con le strade

deserte, una pace diffusa che l’avvolgeva nel silenzio, la condizione migliore per scoprire il suo fascino.

Con tutta calma abbiamo così potuto percorre-

re il centro storico e visitare la Cattedrale di Sant’Evasio, il Chiostro dell’ex convento Santa Croce e la Sinagoga.

Tappa d’obbligo è poi stata la pasticceria pro-

duttrice dei tipici krumiri di cui non si poteva pro-prio fare a meno.

E’ seguito il momento della degustazione dei

prodotti monferrini e del menu tipico, perché si sa che la buona conoscenza di un luogo passa anche e soprattutto attraverso le sue specificità culinarie.

Con una lunga ed impegnativa camminata ab-

biamo poi raggiunto il castello di Camino, immerso in un grande parco di alberi secolari, da cui si ammi-ra un meraviglioso panorama su tutto il Monferrato e la valle del Po.

La competenza della guida ci ha permesso di

scoprire storie e leggende affascinanti, compresi i fantasmi che in un castello degno di questo nome non possono di certo mancare.

Ringraziamo i docenti Galliano, Caviglia e To-

fanelli per la suggestione di questo percorso culturale e per averci dedicato la loro compagnia per tutta la giornata.

Laura Gaudenzi

CASALE MONFERRATO e CASTELLO DI CAMINO 26 ottobre 2015

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Una Guida Turistica, che ho trovato curiosan-

do su internet, presenta così Arezzo: “Arezzo sembra una di quelle fanciulle che

proprio da queste parti definiscono come di bellezza cheta; cioè non prorompente e che va giudicata con cautela, senza valutazioni avventate. Ma poi, alla fine, si è concordi nel dire che questa fanciulla è dav-vero molto bella, da innamoramento”.

Direi un pensiero azzeccato per questa città

ricca di tesori d’arte, ma di aspetto discreto: da visi-tare scoprendo piano piano le sue bellezze.

Ho scelto, tra le tante, tre “perle” artistiche

della città per ricordare brevemente il nostro bel vi-aggio che ha avuto come mete successive Cortona, “distesa” sulla collina che domina la Valdichiana e circondata da mura antichissime ed il borgo di Casti-glione del Lago, arroccato su un promontorio che domina il Lago Trasimeno.

La Piazza Grande di Arezzo è tra le piazze più

belle d’Italia: un trapezio declinante e sghembo cir-condato da edifici che, seppur di epoche diverse, non ne intaccano l’armoniosità. Questo è il luogo dove due volte all’anno si svolge la suggestiva Giostra del Saracino e, in questi tempi, è diventata celebre nel mondo per il film “La vita è bella” di Roberto Beni-gni.

La chiesa di San Domenico, uno dei più rino-

mati edifici sacri di Arezzo, che conserva al suo inter-no il crocifisso ligneo dipinto da Cimabue, uno dei capolavori della pittura del Duecento.

Infine la chiesa di San Francesco, ispirata ai

criteri di semplicità estetica francescana, con al suo interno, nella cappella absidale, un vero tesoro: il ciclo di affreschi cinquecenteschi di Piero della Fran-cesca sulla “Storia della Vera Croce”, uno dei capola-vori assoluti di tutta la pittura rinascimentale.

Beppe Galliano

AREZZO, CORTONA e Lago TRASIMENO 9—10—11 OTTOBRE 2015

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Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati

Penso con gratitudine alla vera e preziosa ami-

cizia presente in ogni circostanza (molto rara di questi tempi)

Penso a della bella musica: romanze e melodie

attuali, o ad antiche canzoni che risuonano nella mia mente con nostalgia … Canzoni che cantava spesso la mia mamma come “vento vento portami via con te” oppure “creola dalla bruna aureola” e molte altre. Lavorava cantando la mia mamma, anche se la sua vita era ricca di ristrettezze e di lavori faticosi, per tutte le difficoltà di quei tempi, ma con tanto spirito di rassegnazione e saggezza!

Peccherò di sentimentalismi, dettati forse

dall’età, ma seguendo questi suggerimenti constato che la serenità e la positività sono da scoprire dentro di noi, nel nostro modo di vivere, apprezzando le cose più semplici e le più vere!

Apprezziamole cercando con tutta la nostra

volontà di volerle raggiungere!

Maria Voglino

Non so se questi pensieri dettati dalle mie mo-deste considerazioni saranno condivisi da molti …

Ogni giorno che passa e senza distinzioni d’età la nostra vita diventa sempre più complicata e assil-lata da stress e dai troppi oneri che pesano sulla no-stra quotidianità, tanto da paragonare le nostre gior-nate ad un grande puzzle … in cui si cerca di incasto-nare ogni tassello, tempo e denaro, in modo minu-zioso e al posto giusto.

L’oggi è già associato al domani; pur senza

voler rincorrere traguardi troppo pretenziosi o sogni irrealizzabili. La serenità e la gioia sono diventate optional o briciole rare che, spesso per la nostra fret-ta o apatia, non sappiamo quasi più cogliere! ... Sarà un’assenza di emozioni? Oppure un gran desiderio di serena normalità?

La vita è sempre qualcosa di speciale quando

scorre normale, cosa che più vado avanti negli anni e più sento di apprezzare, pensando che sia una di-mensione sempre più preziosa e difficile da raggiun-gere … Ogni tanto, per sminuire queste mie tensioni, mi regalo con la fantasia pensieri sereni, ossigenan-do la mia mente collegandola a piacevoli giornate trascorse in bei luoghi da ricordare, suggestivi ma molto spartani e semplici … Come una breve vacanza in montagna quando al calar della notte il luccicchio delle lucciole si confondeva con la luce delle stelle! Oppure qualche passeggiata lungo la spiaggia priva di frastuoni, nel ritemprante silenzio, dove tra cielo e mare non si distinguevano i confini, sostando sugli scogli a leggermi un bel libro. Luoghi che ispirano la nostra mente ad alternativi pensieri …

Penso al dolce e spontaneo abbraccio di un

bimbo ricco di affetto e di tenerezza, che ci sa far sciogliere di gioia e di emozione!

Penso al gran dono della salute nonostante

qualche acciacco accettabile!

AMARCORD ...

Non desidero una rosa a Natale più di quanto possa desiderar la neve a maggio. D'ogni cosa mi piace che maturi quand'è la sua stagione.

(William Shakespeare)

Pensieri

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Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati

FIÒCA A son tante farfale che ant l’ària a vòlo a balo as àusso a giro a calo a ton ‘d n’aria legera, e mach che a toco tèra as rompo j’ale. Son fiòch ëd bambasin-a càndia, che adasi as ràngia antorn, antorn: së stendo ij fioch sui bòrd e a pendo leger coma na fràngia fin-a fin-a. Che ‘d bianch a ven giù adasi e ansima al bianch as pòsa e a fa bianca ògni còsa! An ària ‘l bianch a biàuta, voland da sì, da l’àutra, adasi adasi. Daré dla fnestra i guardo. Ij seugn candi a fiorisso, a më sfioro, a sparisso, e mi i peuss nen fërmeje, i sai pi nen canteje: le rime a tardo. Pinin Pacòt

INVERNO

Anche quel muro vecchio anche quel magro cane anche il gelo nel secchio

gode il sole stamane.

A. Saltini

L’angolo dei poeti

Era lei, la NEVE

E un mattino appena alzati, pieni di sonno,

ignari ancora, d’improvviso aperta la porta, meravigliati la calpestammo:

posava, alta e pulita in tutta la sua tenera semplicità.

Era timidamente festosa

Era fittissimamente di sé sicura.

Giacque in terra

sui tetti e stupì tutti con la sua bianchezza.

E. Evtušenko

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Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati

Hanno contribuito a questo numero:

Nicla Alessandrini, Wilma Casini, Beppe Galliano, Laura Gaudenzi, Dario Vota, Maria Voglino Fiore, Maria Teresa Gambino, Gabriella Scarparo, Romano Donadeo, Renato Fiammengo, Mauro Vernero

Le Ditte sotto indicate praticano condizioni di favore ai nostri associati su presentazione della tessera regolarizzata all’anno accademico in corso:

ATELIER DELL’OCCHIALE

Via Mazzini 68 - Alpignano BRICOMANIA

Via Cavour 37/bis – Alpignano CENTRO DEL COLORE di Bruno Antonella

Via Masso Gastaldi 2 - Pianezza CENTROTTICO di Guerini Pasquale

Via Rossini 20/22 - Alpignano IRIDEA Via Mazzini 49 – Alpignano ONNIPEL

Via Cavour 125 - Alpignano Libreria MONDADORI

Via Fratelli Piol 37/d – Rivoli sconto 10% su tutti i libri

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Prima visita, stesura piano di lavoro, preventivo e radio-grafie di accertamento gratis presentando la tessera ag-giornata a questo anno accademico. Inoltre sconto del 10% sulle prestazioni.

STUDIO DENTISTICO DR. FABRIZIO SECONDO V. Leopardi 35 - Collegno - 011. 4110419 Sconto 15% su tutte le prestazioni presentando la tessera dell’Unitre aggiornata a tutto il 2015. Telefonare allo studio per fissare la prima visita onde sta-bilire piano di lavoro e preventivo. Finanziamento a tassi agevolati 12 - 18 mesi.

NEGOZI AMICI

Ora siamo anche su Facebook! Verifica appuntamenti e programmi sulla

nostra pagina: https://www.facebook.com/unitre.alpica

Ecco i nostri programmi

Aprile – data da definire – Viaggio a Urbino – proposta della docente di Storia dell’Arte Signora Tosco

Maggio – data da definire – Gita al Lago di Como

16-21 Maggio – Viaggio : La Loira racconta – castelli e cattedrali

11-25 Giugno – Soggiorno al mare a Torre Can-ne (Puglia), con incluse numerose ed interessanti escursioni (programma dettagliato da definire)

Data da definire – Visita guidata di Saluzzo e del Castello di Castellar – proposta dei docenti di Torino e Piemonte (Caselette) - Sigg. Galliano, Caviglia e Tofanelli

2 Aprile – visita guidata di SUSA – proposta dei docenti di Storia del Piemonte (Pianezza) Sigg. Carle e Ricossa

Proverbi e Aforismi

Chi vuol provar le pene dell'inferno, d'estate il fabbro e l'or-tolan d'inverno. L’uomo è come un albero e in ogni suo inverno levita la primavera che reca nuove foglie e nuovo vigore. (Vasco Pratolini)