Giornalino 2E 2010-2011

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Giornale di classe della 2E a.s. 2010-2011

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IndiceEditoriale...........................................................................della prof.ssa Mina LeuciQuesti siamo noi..............................................................di Arianna Pellegrino

La scuola della comunicazione (forse troppa!)Comunic@ndo..................................................................di Simona Fanelli e Giorgia MastrogiacomoPrimi giorni di scuola.......................................................di Samantha BoveNella vecchia fattoria.......................................................di Priscilla Curci e Christian CaffarellaI ribelli della IIE.................................................................di Alessia di MartinoImpressioni di settembre.................................................di Roberta ArponePunti di (s)vista................................................................di Arianna Musicco

L'officina degli scrittoriPremio "Tabarrini, Il paese delle fiabe"..........................di A. Pellegrino e V.TedeschiSoggetto "Ciak junior" a.s 2009/10Soggetto "Ciak junior" a.s. 2010/11Concorso "SEFA" Bari, "Adolescente, chi sei?"

Extra moeniaIl boom della biblioteca di Trani......................................di Priscilla CurciProgetto FAI......................................................................di Francesco Squatriti e Alessia CozzoliChe gita!............................................................................di Samantha Bove e Giorgia Mastrogiacomo

Le ali della libertàNoi, fieri di essere scout..................................................di Fanelli, Squatriti, di Giglio, VenturaLe nuove frontiere della [email protected] Alessia di MartinoTalent show ......................................................................di d'Azzeo, Arpone, SansonneGli intramontabili jeans....................................................di Alessia Cozzoli e Giorgia MastrogiacomoRock!.................................................................................di Giovanni de Giambattista

Ciak, si gira!Il divertimento in 3D.........................................................di Bove,Musicco, Funari, ZecchilloCinema, che passione!....................................................di Alessia di MartinoRecensioni: Shutter Island .............................................di Silvia FunariFahreneit 451....................................................................di Mario VenturaIo non ho paura................................................................di Roberto Rasoli e Arianna Musicco

Tra libri e cdRecensioni

Seta....................................................................................di Francesco SquatritiIl delfino............................................................................di Giorgia MastrogiacomoQuando mi troverai...........................................................di Arianna MusiccoVivere o niente..................................................................di Simona Fanelli

I nostri prof a colori

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EditorialeNon è stato facile, non è stato come passeggiarenegli Champs Elisees o su un tappeto di setabianca, ma, alla fine, ne è valsa la pena. Questidue anni con i ragazzi della II E non sono statisempre "rose e fiori", spesso la mia voce ha dovutosuperare i decibel consueti e le mie penne coloratehanno sottolineato gli errori, le inconsapevolezze,i "non sapevo", "non c'ero", "credevo", "non imma-ginavo". Non sempre le mie parole hanno trovatoaccoglienza nelle orecchie e soprattutto nelle mentidei ragazzi, pronti a fraintendere qualunque mes-saggio della "Sibilla cumana", cioè io, che comun-que, imperterrita, ha continuato a seminare, adissodare, ad arare i suoi piccoli venticinquecampicelli.Certo, non tutti hanno subito germogliato, alcunihanno avuto bisogno di duro lavoro e di infinitapazienza, altri hanno mostrato subito le tenerefoglioline delle nuove pianticelle, altri mi hannoabbagliata con il loro splendente colore di croco,altri sono rimasti purtroppo sordi alle mie cureinfinite.Non ho desistito mai, convinta di poter dare qual-cosa a tutti, di trascinare tutti per mano pian pianonel "magico mondo delle lettere", anche quelliche si sono ostinati , fino alla fine, a voler restarenel "paese dei balocchi".Qualcuno non mi haseguito, si è arreso, qualcun'altra ha dovuto ab-bandonarci, senza che noi riuscissimo a trattenerla,ma, alla fine siamo arrivati al traguardo del secondoanno, un po' stanchi, un po' ammaccati, alcunisplendenti delle loro conquiste, altri coscienti cheavrebbero potuto dare di più, ma insieme.In questo giornalino ci sono io, ci siamo noi, conil nostro lavoro di due anni e con l'entusiasmo ela voglia di camminare ancora, insieme.

Prof.ssa Mina Leuci

Questi siamo noiEccoci qua, ci troviamo nel Liceo scientifico "ValdemaroVecchi" e facciamo parte della classe più sranadell'intero Istituto. Ci presentiamo: siamo un gruppo di"nichilisti" e abbiamo l'abitudine di cercare scorciatoie,non vogliamo affrontare le difficoltà della vita mentredovremmo prepararci al peggio! Proviamo un rifiuto apriori per l' impegno ma a volte sappiamo essere dei"cucciolottissimi", che però molto spesso hanno deicomportamenti da "bimbi scemi". Ebbene sì, questisiamo noi, un ammasso di animaletti incapaci diorganizzarsi. Un insieme di venticinque persone checercano divertimento in ogni istante della giornata ead ogni minima battuta riescono a coinvolgere tut-ti.Siamo quelli che hanno il terrore delle interrogazionie quelli a cui vengono gli infarti quando non sannoniente e sono costretti a dire qualcosa, quelli cheentrano nel panico per una domanda e che sonotalmente abituati a fare calcoli tanto complicati, dasbagliare addirittura le addizioni e le sottrazioni, quelliche cercano con lo sguardo l'aiuto dei compagni e laconsolazione di non essere l'unico a non aver capitonulla e quelli che vorrebbero santificare o fare unastatua d'oro ai volontari.Possiamo definirci una classenormale? Beh perché no, forse con la voglia di giocareche va oltre tutto.Ah sì! Siamo pure quel gruppo diragazzi che collezionano 364 note per aver riso oppureper essersi cambiati in palestra o per aver cantato unacanzone durante la lezione. Ma questi incapaci sonoanche in grado di fare qualcosa, abbiamo molte capacitàe quei pochi neuroni che ogni tanto vengono in nostroaiuto.Organizzare e creare eventi è il nostro "passa-tempo" preferito. Ci piace preparare feste legate allareligione come "la Pasqua ebraica VS la Pasquacristiana", laboratori creativi di Storia, la "Settimanadella scienza", concorsi legati all'ambito cinematografico e infine questo, il nostro giornalino di classe, cheracchiude la nostra vita scolastica dalla breve duratadi due anni.Beh, nella IIE ce ne sono di tutti i tipi ,dachi ha la rara dote della bravura in matematica e fisica,a chi ha il dono della fantasia, altri del disegno, c'è chiè estremamente furbo, chi..beh chi è capace di nonfare nulla e chi più ne ha più ne metta.Ebbene sì,questa è la IIE, questi siamo noi…ma…in effetti, c'èqualcuno che vorrebbe fare da babysitter a venticinquebambini capricciosi?

di Arianna Pellegrino

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Comunic@ndoEsattamente un anno fa, ci siamo trovate , come tantialtri prima di noi, a compilare il modulo di iscrizione peril Liceo scientifico, sul quale, però, c' era una voce diversa:Liceo della comunic@zione. E'qui che ci siamo iscritte.All'inizio le incertezze erano tante ma, subito, siamo statesoddisfatte della scelta effettuata. Questa soddisfazionenasce dal fatto che tutte le idee e notizie, in precedenzaricevute durante la fase di orientamento sul nuovo corsosperimentale sono risultate vere. Nel nostro indirizzodedichiamo un' ora di latino alla traduzione in classe,esercizio molto utile, perché ci permette di approfondiregli argomenti studiati nelle ore di lezione e di risolvere idubbi. Secondo noi è una pratica importante perché,durante questa ora, capiamo con l'aiuto della professo-ressa come utilizzare al meglio il dizionario a casa edurante i compiti in classe, per velocizzare i nostri tempie anche perché capiamo la sua 'utilità dato che, da noistudenti, spesso viene sottovalutata l'importanza di questostrumento. Ogni settimana, inoltre, dedichiamo un' oradi italiano al laboratorio di scrittura, in cui facciamo lavorareal meglio la nostra creatività inventando anagrammi,"mischiando" storie, esponendo le trame dei nostri filmpreferiti: insomma è un'ora in cui le porte della scuolasono aperte alla fantasia. È proprio la fantasia la prota-gonista di questi momenti di studio, infatti è l'ingredienteessenziale per la ricetta che ci interessa, scrivere testi.Un' attività interessante, quella che ci ha più coinvolti eci ha obbligati tutti a utilizzare la fantasia, è stata quelladi scrivere un soggetto cinematografico per parteciparea un concorso, ciak junior. Stiamo apprendendo le tecnicheche bisogna utilizzare per scrivere questi tipi di testi estiamo migliorando la collaborazione tra di noi, perchéstiamo lavorando in piccoli gruppi per arrivare a un unicorisultato finale. Inoltre tutto ciò che viene studiato, loapplichiamo, trasformando la teoria in pratica: dopo lostudio della scrittura cuneiforme, "usata per scrivere" sutavole di argilla, abbiamo provato a fare lo stesso, potendoverificare noi stessi il motivo per il quale vennero utilizzatisolo cunei e non figure tondeggianti. Tale metodologiasecondo noi è utile perché ci permette di poter approfondireal meglio tutto ciò che "staticamente" viene spiegato dailibri, anche perché in questo modo è più facile compren-dere e studiare. Il Liceo della comunic@zione privilegiail rapporto comunicativo e si basa appunto sul dialogo eil confronto. È dunque anche una crescita dal punto divista personale, poiché attraverso la comunicazioneabbiamo l'opportunità di scambiarci idee e pareri, di capireil pensiero altrui ed imparare da ogni opinione diversaqualcosa in più. Questo nuovo indirizzo privilegia quindiil passaggio dalla teoria alla pratica,dalle parole ai fatti,e quel passaggio siamo noi.

di Giorgia Mastrogiacomo e Simona Fanelli

Primi giorni di scuola

Paura, insicurezza, curiosità e tanta voglia di una nuovaavventura, del tutto sconosciuta, dominavano la nostramente quel 16 settembre 2009, quando siamo stati catapultatiin questa nuova realtà, in un primo momento affascinante.Chi solo, chi già in compagnia, ci precipitammo a cercarequelle caldissime e soffocanti mura, in cui tutto avrebbeavuto inizio. 1^ ORA: il professor Formichella ci accolse conun'aria piuttosto inquietante e senza perder tempo ci presentòcon l'appello coloro che sarebbero stati i nostri compagnid'avventura, tra alti e bassi, tra risate e rimpianti, tra gioiee dolori. 2^ (e solo per quel giorno) ULTIMA ORA: laprofessoressa Leuci subito, con un sorriso e con le sueparole rassicuranti, è diventata il nostro punto di riferimento.È bastato poco per amalgamarci e trascorrere ricreazioni,poi pomeriggi, poi serate insieme che ci hanno resi moltouniti, forse anche troppo.

di Samantha Bove

Nella vecchia fattoriaProfessori più disperati che

occupati nella cattedra della II EII E? Una classe? O un mucchiodi nichilisti? È così che il pro-fessor D. Formichella, aglisgoccioli della sua carriera de-finisce gli studenti che , a ma-lincuore, non hanno soddisfattoneanche una delle sue aspet-tative. Sconosciuto è il motivoper cui molti professori sono

emigrati in cerca di fortuna e attenzione in classi lontane.Forse per paura? O per esasperazione? La II E ricorda amalincuore l'abbandono, avvenuto prematuramente, doposolo un anno, della professoressa Losito di inglese, Relvinidi educazione fisica e di Terlizzi di fisica. La dura mancanzaha scatenato negli innocenti animi dei ragazzi un effetto cheha contaminato anche le loro facoltà mentali , decimando ineuroni di molti esemplari. Le specie presenti in classe nonsono ancora state codificate; spesso durante le lezionisembra di stare in una fattoria. I versi di cavalli e pecore

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fanno da sottofondo alle lezioni , aggiudicando oscar aiprofessori per la lirica migliore. Primo posto aggiudicato allanuova professoressa di inglese, la Monterisi. È solo Germi-nario, professore di fisica, che è riuscito, per lo meno alsecondo anno, a catturare la massima attenzione possibiledegli alunni, incuriositi dai numerosi insegnamenti di vitaacquisiti da lui.I bollenti spiriti cavallereschi riescono a trasformarsi in pochisecondi in timorosi coniglietti, solo due ore alla settimana:l'anno scorso con il professor Sicolo, intellettualissimo, equest'anno con la professoressa Di Pinto, terrorizzati all'ideadi poter essere interrogati, infatti, gli alunni, poverini, abbas-sano le loro difese immunitarie accusando gravi sintomitanto da non poter rimanere in classe. Dotati tutti di unamicroscopica vescica hanno l'esigenza di uscire durantel'ora centrale, causando l' ira e l'esasperazione soprattuttodel prof. Formichella e della prof.ssa Monterisi.Unica superstite dello sterminio del corpo docente della I Eè stata la professoressa Leuci , detta "sibilla cumana", cheriesce ancora a trasformare cavalli in cuccioli, con la suagrande pazienza, con cui gli alunni sperano di poter conti-nuare a crescere. Informazioni ad alto livello di nota.A cura di agenti segreti, forse cugini.

Di P. Curci e C. Caffarella

I ribellidella seconda E

E così da quel giorno la IE ha incominciato questa nuovaavventura. In quel momento i ragazzi erano tutti incuriositie,forse,anche un po' intimoriti. Ma è del tutto normale questostato d'animo quando si intraprende una nuova esperienza.Durante i primi giorni la IE iniziò a conoscersi più approfon-ditamente rispettando i pregi ed i difetti di tutti.Magari ci sono stati dei momenti di difficoltà durante questidue anni,a causa di caratteri eccessivamente vivaci, peròmolte altre volte i ragazzi hanno dimostrato di essere ungruppo compatto, aiutandosi a vicenda per le interrogazionie per le prove scritte. Nel corso del I anno il giorno ritenutodalla classe ''più temuto'' della settimana era il giovedì,quandoc'era l'interrogazione di geografia. In quegli attimi si sentivasolo l'aumentare dei battiti cardiaci perché,quando entravail professor Sicolo, la classe era in silenzio assoluto a ripeteree,magari,a sperare di non essere interrogata.Però,nonostante queste piccole prove da superare, la IE havissuto molte esperienze speciali. Una di queste, probabil-mente la più bella, è stata la "Settimana della scienza", incui i ragazzi si sono impegnati ogni giorno per ottenere unbuon risultato. C'era chi cucinava,chi imparava l'alfabetoegiziano,chi faceva i cartelloni,chi si occupava della fisica…Alla fine la classe ha ottenuto un buon lavoro che ha evi-denziato soprattutto la volontà dei ragazzi, che si sonocimentati in questo progetto. Poi è iniziato questo nuovo

anno, dove i ragazzi sono cresciuti fisicamentee,forse,mentalmente. Durante quest'anno, più impegnativodel precedente, ci sono state più difficoltà, poiché i programmiscolastici sono più intensi. Però, nonostante tutti i rimproveridei professori,il nichilismo nei confronti della matematica etutte le battute di alcuni un po' fuori luogo durante le ore dilezione, la seconda E ha quasi terminato il biennio e siaccinge,sperando ancora di farlo tutti insieme, ad iniziareil triennio.

di A. di Martino

Impressionidi settembre

Per alcuni di noi è il primo contatto con la fisica, per altri conil latino. È un momento importante, per farci un'idea delladisciplina, dei suoi metodi e dello stile d'insegnamento deldocente. Il primo giorno eravamo tutti un po' agitati perchéti passano mille pensieri nella testa: "Come sarà?" "Mi troveròbene?" "Avrò scelto l'indirizzo di studi giusto per me?" "Comesaranno i miei compagni di classe?" "E i professori?", seifelice perché stai per iniziare il primo giorno di una nuovavita, perché hai scelto come indirizzare il tuo futuro, ma,dall'altra parte, hai anche molta paura perché, soprattuttoper i ragazzi timidi, è difficile stringere amicizie.Però una volta entrati in classe, subito, abbiamo iniziato aparlare, a presentarci e da lì in poi, di giorno in giorno, l'annoè trascorso e ora siamo tutti uniti.

di Roberta Arpone

Punti di (s)vistaMolti di noi ricordano la scuola e tutte le esperienze relativead essa, partendo da tanti piccoli aneddoti. Come dimenticarele risate, i giochi, tutti i momentibelli e non che abbiamo condivisocon i nostri compagni, cinqueore al giorno, per tutto l'anno? Inogni classe ognuno ha un ruolo,come una specie di recita. Disolito colui che suscita più ilaritàe che scatena le risate è il co-siddetto buffone. Il problemagrave è che nella nostra classeci sono sei buffoni. L'anno scorsoalcuni di noi hanno avuto il privilegio di raccogliere la "cremede la creme", le migliori citazioni che i nostri coetanei cihanno offerto. Alcune comiche sono nate da calligrafiepessime, come "zecca superba" o "storia di una pineta".Altre sono di natura religiosa "-Chi è Gesù? -Il figlio dellaMadonna. - Chi è la Madonna? -La madre di Gesù", "l'8

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dicembre una corona infuocata viene posta sulla statua dellaMadonna". Durante le ore di storia in pochi minuti alcunihanno distrutto le reputazioni e le carriere di filosofi, eroi,imperatori e persino dei:"-Chi era il padre di Romolo eRemo? -Il lupo! -Zeus!", "-I romani erano violentissimi! -Ah'sorè, deve vedere i pugliesi!", "-Chi era Annibale? -Il re diFrancia!" "Ma i Persiani non combattevano con le vacche,le cavalle persiane?", "-Ha avuto quattro figli da quattrouomini diversi -Si dice che fosse una facile!" "-Chi era il redi Roma? -Totti!" "-Che facevano le vestali? - Si vestivano!"E questi sono solo pochi esempi delle sentenze che emananoquesti maestri di scemenze. Quest'anno si sono aggiuntialtri tormentoni che disturbano costantemente le lezioni, allafine però ci strappano sempre un sorriso e rendono piùleggere le giornate più complicate e noiose. Adesso, quasigiunti al termine dell'anno, abbiamo imparato, grazie e percolpa loro, un mucchio di cose. Conosciamo molto beneAbdul Azziz, il suo amico Momo Mohamed, la loro famigliae i loro amici, sappiamo imitare tutti alla perfezione il versodel cavallo e della pecora, ognuno di noi sa chi è Kurt Cobaine quando è il suo compleanno, sappiamo tutta la vita delprofessor Germinario e della sua Croma e siamo felici comedegli agnellini il giorno di Pasqua.

di Arianna Musicco

L'officinadegli scrittori

Premio "Tabarrini", il paese delle fiabe"Volare in un mondo nuovo"

C'era una volta in un bosco incantato un piccolo conigliettodi nome Luiser, abbandonato e cresciuto fin da piccolo dallefatine del bosco. In onore della sua nascita la regina dellefate gli porse come dono un bellissimo paio di ali magiche,grazie alle quali avrebbe realizzato un desiderio solo dopoessere diventato grande. Luiser viveva spensieratamentela sua vita da coniglietto all'insaputa di quello che gli sarebbeaccaduto da grande.Ogni sera le piccolefatine gli raccontavanole leggende del mon-do in cui viveva, mauna notte accaddequalcosa d'insolito. Lafatina Bianca, la piùgrande tra le fate, gliraccontò un'antica storia che parlava della nascita degliesseri umani.All'udire questa parole il piccolo rimase affa-scinato, poiché era un mondo a lui sconosciuto.Passarono gli anni, ma il suo desiderio era sempre lo stesso:

trascorrere la sua vita nel mondo degli umani.Così, da coniglietto coraggioso, decise di prendere le alimagiche, custodite con sicurezza dalla regina delle fate edi far avverare il suo più grande sogno. Una volta presa ladecisione indossò le ali magiche e…all'improvviso si trasformòin un bellissimo ragazzo dagli occhi azzurri e con un sorrisosplendente. Saputa la notizia, la regina si recò subito daLuiser per avvertirlo che la magia di quelle ali durava perun periodo di circa due anni e che, se nell'arco di questotempo fosse tornato nel bosco, l'incantesimo sarebbe svanito.Così Luiser, grazie all'aiuto delle fatine e della regina, riuscìa recarsi nel mondo degli umani, attraversando il pericolosoponte che divideva le due realtà. Lì conobbe una ragazzaincantevole di nome Joy, la quale aveva fin dall'inizio undebole per lui. Tra i due fu subito amore e il loro primo hannoinsieme passò velocemente, ma nonostante fosse trascorsocosì tanto tempo Luiser aveva ancora timore di raccontarletutta la verità. Un altro anno passò e così Joy decise diorganizzargli una sorpresa speciale portandolo nel boscoper trascorrere una giornata diversa dalle altre.Appena arrivati nel luogo incantato e dopo aver superato ilponte pericoloso, Luiser si ricordò subito di ciò che la reginagli raccomandò tempo fa e in un attimo cercò di portare lasua amata fuori dal bosco. Insospettita, Joy cominciò a farglivarie domande, ma per evitare che lei capisse tutto, Luiserdecise di riportarla nel luogo incantato. Così, una voltasistemato tutto per il picnic, cominciarono a volteggiareintorno ai due delle lucciole che, stupite, avvertirono le fatedel bosco. La notizia giunta alle splendide fatine era quelladella presenza di due umani all'interno del loro bosco.Subito si pensò che questi fossero esseri terribilmentemalefici. Per prima cosa la fatina Bianca accorse dalla reginaper riferirle la tragedia e preoccupata decise di andare acontrollare di persona questi due "umani". La regina peròriconobbe subito che quel bellissimo ragazzo era il suopiccolo coniglietto Luiser, che non vedeva ormai da duelunghi anni. Allora, avendo riconosciuto gli umani, ella decisedi intervenire per ricordare a Luiser di andar via il più prestopossibile altrimenti sarebbe diventato di nuovo un coniglietto,questa volta però per sempre. Purtroppo non fu facileavvisarlo, poiché Joy avrebbe potuto capire oppure sospettarequalcosa. Così la regina decise di mandare due fatine percontrollarli, due bruchi e due passerotti per distrarre lafanciulla, mentre lei ripeteva tutte le raccomandazioni aLuiser. Così tutti obbedirono agli ordini dell'amata regina edopo tanti tentativi lei riuscì a parlare con il ragazzo.Ormai mancavano solo pochi minuti allo scadere del tempodopo il quale Luiser si sarebbe trasformato in un coniglietto.Tutto ciò però non poteva accadere, così la regina delle fateprovò ad aumentare la durata dell'incantesimo delle alimagiche…ma fu tutto inutile, infatti dopo pochi attimi il piccoloLuiser divenne di nuovo un coniglietto e le ali fatate cadderosul prato ormai senza più potere. Disperato e triste cominciòa piangere, dato che era ormai destinato a restare per ilresto della sua vita nel luogo magico senza la sua bellissimaJoy. Profondamente preoccupata, la fanciulla cominciò a

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cercare per il bosco il suo Luiser, ma lì intorno non vedevaaltro che fiori, lucciole, passerotti e coniglietti.Luiser era lì che la guardava, ma purtroppo non potevarivolgerle la parola altrimenti avrebbe svelato il segretoproibito della magia. Passarono le ore e Joy cercava il suoamato senza mai trovarlo, così diventato ormai buio decisedi riattraversare il ponte e ritornare a casa. La mattinasuccessiva ella si recò di nuovo nel bosco, risistemò latovaglia per il picnic e cominciò ad aspettare Luiser.Ciò continuò per settimane e settimane, infatti tutte le mattinela fanciulla aspettava invano il ragazzo.Nell'arco di questilunghi giorni Joy imparò a conoscere un nuovo mondo fattosolo di pace, fiori e adorabili animaletti. Tutto d'un tratto alei si avvicinò un bellissimo coniglietto che cominciò asillabare qualcosa.Joy spaventata si alzò e scappò via. Eper il resto della serata non fece altro che pensare aquell'insolita stranezza. Tuttavia la mattina dopo Joy si recònel bosco magico. Ancora una volta il coniglietto, Luiser, lesi avvicinò e cominciò a parlare. Le raccontò una stranastoria che descriveva la vita di un piccolissimo coniglio natoper sbaglio in un'altra realtà. Joy rimase sbalordita e graziea quella storia Luiser poté raccontarle tutta la verità dicendolealla fine che era lui quello che da giorni cercava.Triste, la fanciulla scoppiò in lacrime. Allora la regina dellefate decise di preparare un incantesimo per rendere anchela ragazza una dolcissima coniglietta. Joy senza pensarcidecise di accettare la proposta della regina e subito presela pozione e la bevve tutta d'un sorso. Dopo pochissimiattimi una luce accecante colpì gli occhi di tutti gli animalidel bosco e all'improvviso davanti a loro apparve unafantastica e stupenda coniglietta dagli occhi chiari e dal pelomorbido e lucente. Ormai tra i due non c'erano più segreti…edopo aver vissuto tanto tempo insieme si sposarono evissero per sempre felici e contenti una vita da coniglietti.

di Arianna Pellegrino e Vanessa Tedeschi IE

Soggetto cinematograficoTitolo:una notte al liceo "Valdemaro Vecchi"

genere: avventuraautore: classe IE del Liceo Scientifico Statale "Vecchi"

Trani(BT)Tempo e luogo: Trani, 21 dicembre 2009

Nel Liceo scientifico "Valdemaro Vecchi" di Trani tutti imomenti della giornata sono scanditi dal suono della cam-panella, regolata sull'orologio che un tempo si trovava nellatipografia di Valdemaro Vecchi a Trani e che ora si trova alcentro dell'atrio della scuola, al piano terra . La classe IE siritrova a scuola per terminare un'attività iniziata in mattinata.I ragazzi stanno lavorando ad un progetto per la "Settimanadella cultura scientifica", che si svolgerà ad aprile nel loroIstituto. Seduta alla cattedra con il registro in mano e l'ariastufa c'è la professoressa di Lettere. Verso la fine dell'attivitàlaboratoriale squilla il cellulare di un ragazzo seduto al primo

banco, di fronte alla cattedra, Ninni il solito sbadato. Improv-visamente suona la campanella, ma a causa del caosesagerato la sente solo la professoressa che cerca diavvisare i suoi alunni, che non la ascoltano . A questo puntolei, già irata per il ritardo nella consegna dei lavori, sequestrai telefonini di tutti i ragazzi e li infila nella borsa nera.All'ennesimo urlo dei ragazzi, però, la professoressa decidedi andar via esasperata. Prima di uscire ordina alla classedi mettere tutto in ordine velocemente, vista l'ora tarda.Sicuri del fatto che tutti sono usciti dalla scuola, i bidellisistemano l'atrio e vanno via. Chiudono il cancello e siallontanano dalla scuola. I ragazzi si affrettano a mettere inordine l'aula perché impazienti di andare a festeggiare ilcompleanno di Silvia. Silvia è una ragazza lunatica e sim-patica con il vizio di essere sempre in ritardo. I ragazziscendono le scale e si avvicinano al portone per andar via.Giunti all'ingresso si rendono conto che le porte sono chiuse.L'ansia prende il sopravvento e i ragazzi preoccupati siaffrettano a cercare i cellulari nelle tasche. Ma niente, siricordano che la professoressa li aveva sequestrati; a questopunto, preoccupati, si dividono in gruppi per cercare vied'uscita. Il primo gruppo si reca al piano superiore per tentaredi rompere le porte delle uscite d'emergenza, il secondogruppo, invece, resta nell'atrio. Nel secondo gruppo ci sonoGiorgia, Simona, Silvia, Samantha e Giovanni; ad un certopunto Giorgia lancia un urlo perché sente uno strano rumoreproveniente dal busto di Valdemaro Vecchi, situato nei pressi.Giorgia è una ragazza fuori dal comune, che si distinguesempre da tutti gli altri componenti della classe a causadelle sue idee stravaganti, che ha in qualsiasi momentodella giornata, anche di notte. Nell'agitazione Samanthacolpisce Giorgia che, a sua volta, perde una lente a contatto.Samantha è una ragazza un po' impacciata, ma sempresolare e disponibile. Giorgia scivola, facendo romperel'orologio costruito da Valdemaro Vecchi che, cadendo,provoca delle scintille. Le lancette si bloccano e segnanole ore 19.00. Appena avviene l'impatto tra l'orologio e ilpavimento un urlo agghiacciante, proveniente dal pianosuperiore, immobilizza i ragazzi che si trovano al pianoinferiore. Un lampo illumina improvvisamente l'atrio, facendocomparire uno strano fantasma. I ragazzi iniziano ad urlaree correre e cercano di ripararsi in qualche aula, anche sesono consapevoli di non poter scappare. Alessia, la piùpaurosa della IE sviene, così Pasquale e Domenico siritrovano a trascinarla per tutto il corridoio e le scale. Dopoessersi calmati, Simona decide di tornare nell'atrio peridentificare il fantasma. Simona è una ragazza divertente,estroversa, ma leggermente nevrotica. Arrivati giù, sembrache vada tutto bene per i ragazzi che si calmano e cercanodi trovare qualcosa da mangiare al distributore automatico.Però, proprio quando torna la tranquillità, una lampadina sifulmina e un denso buio avvolge l'atrio. I ragazzi sentonouna porta aprirsi scricchiolando. Impauriti, si uniscono in unsolo gruppo compatto. E poi lo vedono. In fondo a uno deicorridoi che si diramano, partendo dall'atrio, una figuraargentea fluttua nell'aria e si dirige verso di loro, ben distinta.

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La voce che sentono è distante e confusa, simile ad unululato. Quando è ormai vicino agli alunni, questi ultimiurlano di paura. Giovanni, il meno coraggioso, chiede alfantasma con voce flebile e balbettando chi esso sia. Larisposta questa volta è chiara e lapidaria: i ragazzi della IEhanno davanti niente meno che il fantasma di ValdemaroVecchi, liberato dalla rottura dell'orologio, nel quale è statointrappolato per decenni. L'ectoplasma si presenta declinandole sue generalità: è Valdemaro Vecchi, illustre tipografotranese a cui è intitolato il Liceo scientifico tranese. Spiegache a lui si sono rivolti autorevoli studiosi per pubblicare iloro lavori e insinua con aria autoritaria che i ragazzi sonodei ladri, perché non trova più un documento fondamentale.Ordina ai ragazzi di restituirglielo immediatamente, altrimentinon sarebbero usciti più dalla scuola. Gli alunni si allontananodall' atrio e si dirigono in presidenza. Pasquale, l'imbranatodella situazione, poggia un piede su un foglio steso per terrae per evitare di cadere tende la sua mano verso la libreriapresente lì vicino e involontariamente sposta un libro. Cosìla libreria si gira vorticosamente su se stessa e rivela ilsegreto che per anni è rimasto sepolto. Alessia, Ninni ePasquale si ritrovano in una stanza segreta, che custodiscedocumenti appartenenti a ragazzi che hanno frequentato lascuola molti anni prima. Da un altro piccolo ingresso scono-sciuto entra gattonando il resto del gruppo classe Rovistandotra libri, fogli e documenti vari, i ragazzi trovano uno scrignocontenente alcuni oggetti di Valdemaro Vecchi. In coro iragazzi chiamano con gran voce il fantasma, entusiasti diaver trovato il documento tanto cercato da lui, è "Critica",rivista di letteratura, storia e filosofia, stampata a Trani.I ragazzi prendono il documento e lo restituiscono a Valde-maro Vecchi, che, felice, comincia a dileguarsi e…………….Ninni si sveglia di soprassalto e si ritrova in classe,mentre la professoressa di religione sta parlando appassio-natamente e, vedendo il ragazzo semiaddormentato, losveglia gridando il suo cognome. Ninni spaventato scuotela testa e si scusa. E' stato solo un sogno, appassionante,avventuroso, ma solo un dannato sogno!

Concorso "Ciak Junior" 2011Liceo scientifico "Vecchi" Trani (BT)

Titolo: "Buon" Natale!!!!!Genere: soggetto cinematografico

febbraio 2011, Bari

Un ragazzo torna dolorante verso casa. Cappello ad ore

tre, pantaloni alla Run DMC e i cosiddetti "bling-bling". Dueocchi di un marrone intenso dominano il suo volto, l'aria dichi non è abituato ad abbassare la testa davanti a niente ea nessuno. Natale, "Nate" per il suo "clan", si è appena fattodisegnare sul corpo l'ennesimo tatuaggio, come se il dolorefisico lo distogliesse in qualche modo e per qualche tempoda quello interiore, ben più forte. Cammina per stradaraschiando auto, imbrattando vetrine e, quando nessuno lovede, bruciando i tasti dei citofoni. Azioni gratuite e distruttivecon cui sfoga una rabbia covata per anni. Il giorno dopo, inritardo e imbronciato, Nate sale le scale della scuola edentra in classe. Il cortile del Liceo scientifico "Scacchi" haun'aria quasi primaverile e alunni distratti lo contemplanoattraverso i vetri delle classi. I suoi compagni fanno esercizidi matematica con la professoressa più odiata dell'Istituto,che non perde l'occasione per rimproverarlo e sminuirlo allapresenza di tutti i suoi compagni. Nate, un ragazzo moltoarrogante, non permette a nessuno di trattarlo in questomodo, nemmeno ad una professoressa. Ora, negli occhi diun azzurro ibrido della docente, immagina sua madre, enon avrebbe voluto, visto che lei è l'unica a metterlo insoggezione. L'imbarazzo che scende nell'aula della 3°E,attraversata da ampi fasci di luce, non è paragonabile anulla. Nate le risponde a tono e la discussione inizia adaccendersi provocando il mormorio dei compagni, ma l'iradella professoressa che, esasperata, lo invita ad uscire dallaclasse. Lui non riesce ad accettare quel comportamento esa che deve fare qualcosa per ribellarsi. Così approfitta dellasituazione e si dirige di corsa verso il parcheggio dellascuola. Lì sfoga la sua rabbia colpendo e ammaccando acalci e pugni la macchina dell'insegnante. Avvisata dai suoialunni la professoressa corre giù per fermarlo e subito loporta in presidenza. Indifferente per l'accaduto, lui non sipreoccupa delle conseguenze. Laura Montegalli, l'imponentepreside, attacca subito a parlare; gli spiega che quantoaccaduto quella mattina è l'ennesimo gesto inammissibile,ma che stavolta verrà punito seriamente con la sospensionedalle lezioni per una settimana e la convocazione dellamadre. In realtà il vero motivo per cui Nate ha sempre avutoquesta rabbia dentro è non aver vissuto con un padre chelo aiutasse. Ha sempre avuto un cattivo rapporto con lamadre, causato dalle colpe che le dà, pensando che gliabbia sempre impedito di conoscerlo, e che lei ha lasciatopochi mesi dopo la sua nascita, perché lui pensava soloall'alcool e tornava tutti i giorni a casa tardi ed ubriaco. Alla fine della giornata scolastica il ragazzo prende l'autobus,ma non quello diretto verso casa. La madre, un noto avvocatoimpegnata nel suo lavoro, si accorge troppo tardidell'accaduto. Presa dalla paura terrificante di aver persoil figlio cade in preda al panico e si affretta a chiedere aiuto.Lui, però, è ormai troppo lontano per essere rintracciato. Èlontano come sono i suoi pensieri, che vagano inquieti susuo padre e su come sarebbe stata la sua vita al suo fianco.Sceso dal pullman vede una grande folla e, curioso, si recaad investigare. Scopre di trovarsi all'esterno di un centro divolontari per il recupero dalle dipendenze, al cui direttore

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chiede ospitalità. Quel posto è frequentato da persone chelui ha sempre disprezzato, lo vede come un posto lugubre,un posto con una entrata ma senza una uscita, ma ora nonha alternative. Passa lì la notte e per ricambiare il favoredecide di lavorare in mensa. Il giorno dopo, un suonoinsopportabile lo sveglia prima che il sole sorga completa-mente. Nate capisce subito che quella non è la vita cheavrebbe desiderato e, ormai sveglio, deve trovare il modoper trascorrere la giornata, perciò si reca in mensa. Le paretisono dipinte con colori caldi e rassicuranti, che permettonoagli ospiti di trascorrere la vita in un'atmosfera tranquilla, adallietare le loro giornate sono laboratori creativi tenuti davolontari. Contribuiscono a colorare il luogo i sorrisi degliuomini che lo abitano. Passano diversi giorni e una mattina,pulendo la sala, Nate trova sul pavimento una vecchia foto,che ritrae un uomo ed un bambino di pochi mesi, alle cuispalle campeggia lo stesso quadro presente nel salotto dicasa sua. Incuriosito, ogni giorno, durante la distribuzionedei pasti, cerca di riconoscere l'uomo osservando attenta-mente i volti degli ospiti. Ad un tratto nota che un uomo dimezza età dall'aria trasandata ha sulla mascella una piccolavoglia, la stessa dell'uomo della foto. Rimasto incredulodecide di chiedere informazioni al direttore del centro. Nonscoprendo nulla di interessante, decide di avvicinarsi inmodo particolare a lui per poterlo conoscere meglio. Vedendol'uomo entrare nella stanza riservata agli alcolisti, capiscequal è il suo problema. Aspetta così il termine della sedutaper poi parlargli di persona. I due finalmente si incontranoe, spiegando ognuno le proprie ragioni, capiscono di avereun passato in comune. Alla fine del discorso Nate mostrala foto ritrovata in mensa e gli chiede se per caso gli appar-tiene. L'uomo, guardandolo, capisce il motivo di tutte quelledomande. Fissa intensamente il ragazzo, in un silenzio che

che trascorre una vita difficile, per la quale il ragazzo doneràil suo sangue e per cui potrebbe donare anche la vita. Mentreper Dante Beatrice rappresenta la donna perfetta ed ideale,per Leo è la favola, una meta da raggiungere, la porta perla felicità. Il romanzo tratta temi principalmente adolescenzialie vede come protagonista Leo. Leo non è mai stato unsedicenne serio e studioso e non riconosce il valore di ciòche lo circonda. Ha una paura patologica del bianco, di cuicomprenderà solo in seguito il valore, riuscendo a interpretarlonon come silenzio, assenza e solitudine, ma come purezza,innocenza e semplicità. Leo ama il rosso così come amaBeatrice. Contrapposta alla figura idilliaca di Beatrice, c'èSilvia, realtà e quotidianità di Leo. Silvia, con i suoi silenzisignificativi e le poche parole dette al momento giusto, è lafigura di riferimento per il ragazzo, il quale però spessosottovaluta la sua importanza e talvolta la trascura. Il pro-fessore Sognatore, invece, si rivelerà per il ragazzo unapersona fondamentale e una spalla su cui piangere quandotutto il mondo sembrerà andargli contro; lo aiuterà a nonrinunciare ai suoi sogni, a non lasciarsi sopraffare dal bianco. Leo è particolarmente legato ad un luogo: una panchinasul Tevere. È qui che le idee e i sogni, il futuro e il passato,l'amicizia e l'amore si fondono, dando luogo a situazioni chesconvolgono la vita del ragazzo e lo rendono una personadiversa dagli altri sedicenni. Il libro affronta argomenti benprecisi tipicamente adolescenziali, come l'amore, il dolore,l'amicizia, il rapporto conflittuale con i genitori, che conflui-scono tutt i nella diff ici le strada della crescita.Il linguaggio della narrazione è forbito, ma accessibile , loscrittore riesce ad affrontare un argomento delicatissimo,trasmettendo al lettore forti emozioni, che in alcuni puntisembrano persino tangibili, tanto da catturare l'attenzione,ma anche l'animo sensibile di chi legge, che viene coinvoltoin una passeggiata nella realtà giovanile, in cui i protagonistisono i ragazzi, i loro sogni e la paura di non realizzarli La scrittura diretta e immediata, la storia realistica, latristezza contrapposta alla felicità, la scoperta di valori grandicome l'amicizia e l'amore, rendono la lettura del libro diAlessandro D'Avenia interessante e toccante a tal punto danon riuscire a distogliere lo sguardo dalle pagine che titravolgono in un vortice di appassionanti episodi, particolar-mente comuni nel periodo adolescenziale. E la bravuradell'autore sta proprio nell'aver saputo delineare i protagonisticon delle caratteristiche nitide, in un libro in cui un solopersonaggio fuori luogo avrebbe potuto spezzare il filoconduttore della storia. Per quanto delicato possa esserel'argomento, D'Avenia riesce ad affrontarlo perfettamente,mettendosi nei panni dei ragazzi coinvolti nella storia,plasmandoli, rendendoli reali. E le emozioni che provanoloro le prova il lettore leggendo il libro, li sente vicini, gli vienvoglia di aiutarli. L'incoraggiamento alla ricerca dei sogni èla caratteristica principale del romanzo di formazione, chenasce dal desiderio di far riflettere i giovani sull'importanzadella vita. L'adolescenza è un periodo da vivere al meglioche ti rimane nel cuore per sempre.

Concorso"SEFA"Adolescente, chi sei?" Bari

L'amore non esiste per renderci felici, ma per dimostrarciquanto sia forte la nostra capacità di sopportare il dolore.

"Bianca come il latte, rossa come il sangue"di Alessandro D'Avenia"

romanzoMondadori, prima edizione gennaio 2010

"Bianca come il latte, rossa come il sangue" è il romanzod'esordio di un giovanissimo professore di lettere, AlessandroD'Avenia, molto legato ai colori e agli odori della sua Palermo.Tutte le pagine richiamano colori, perché "ogni emozione èun colore", ma a dominare sono il ROSSO e il BIANCO; ilrosso indica la vita, tutto ciò che c'è di bello e luminoso,l'amore, che in seguito si trasforma in coraggio, in voglia diinseguire i propri sogni, rossi sono i capelli di Beatrice, laragazza di cui Leo è innamorato, irreprensibile diciassettenne

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Extra MoeniaIl boom dellabiblioteca comunale di TraniTrani, Liceo scientifico "V. Vecchi". I ragazzi della II E hannoscoperto solo quest'anno che a Trani esiste una biblioteca.Grazie alla professoressa Leuci, infatti, hanno potuto ammi-rare l'interno di questa "stravagante" struttura. E' stata duraper loro mantenere l'assoluto silenzio ma, muniti fin da subitodi una grande voglia di scoprire, sono riusciti in poco tempoad apprendere tante di quelle notizie a cui nessuno di loro

avrebbe mai potutopensare. Nessuno avrebbe infatti maipotuto immaginareche un libro non siripara con lo scotch, perché signifi-cherebbe rovinarloancora di più, tan-

tomeno nessuno avrebbe mai potuto immaginare che unlibro vecchio e strappato potesse essere lavato in una verae proprio macchina lava-libri e potesse ritornare nuovo. Unaguida infatti ha fatto del suo meglio per catturare l'attenzionedi questa classe che sapeva ben poco su come funzionasseuna biblioteca. Neanche uno avrebbe mai potuto immaginareche una semplice biblioteca potesse essere così grande einteressante. Tra una spiegazione e l'altra infatti , la guida si è resa disponibile ad accompagnare i ragazzi nellestanze più segrete, per poi scovare librerie, una dopo l'altra.Sorpresi dall'importanza che veniva data a ogni singolo libro,i ragazzi hanno capito come ogni libro è registrato in baseal numero di scaffale in cui è posto, e gli scaffali sono persinochiusi con grandi lucchetti. Perfino i giornali, che la genteè abituata a gettare, erano tutti ordinati secondo la data : sipresentavano, uno dopo l'altro, le grandi pagine di enormigiornali davanti a increduli sguardi. Molte stanze avevanoaddirittura particolari sistemi per controllare nel modo piùpreciso possibile la concentrazione di umidità ,ma comunquealcuni attenti ragazzi si sono accorti del fatto che , in parti-colare i libri antichihanno un odore par-ticolarmente sottileche permette di av-vertire lo scorrere deltempo. Ma la cosache ha colpito tutti èstata la cura per deilibri antichissimi, scrittiaddirittura in latino ,che vengono conservati come dei veri e propri tesori , nonsolo in semplici librerie ma anche in strane librerie scorrevolisalva-spazio che, a prima vista, nessuno aveva riconosciuto.C'erano anche grandi sale per lo studio, nelle quali regnaval'assoluto silenzio e stanze apposite per connettersi a internet.

È stato fantastico, raccontano, scoprire l'esistenza di questagrande struttura che nessuno aveva mai visitato. Così, graziealla professoressa Leuci, la biblioteca di Trani ha registratotanti altri inscritti su cui poter contare e da quel 9 dicembre2010 agli addetti resta meno tempo per contare i libri cedutiai giovani clienti durante la giornata.

Di Priscilla Curci

Progetto FAISabato 26 e Domenica 27 marzo 2011 siamo stati per ungiorno delle vere e proprie guide turistiche; infatti in questigiorni in tutta Italia vi è stata la XIX giornata FAI di Primavera,che ha permesso l'apertura di siti culturali cittadini normal-mente chiusi al pubblico. Il FAI (Fondo per l'AmbienteItaliano), è una fondazione che dal 1975 si interessa dellaapertura al pubblico di beni storici, artistici o naturalistici eche dal 1992 organizza la Giornata FAI di Primavera.Coinvolti dalla professoressa Leuci in questa iniziativa, laFondazione ci ha affidato la Chiesetta del SS. Salvatore diTrani, meglio conosciuta come"Chiesa del Miracolo eucaristi-co". Anche se all'inizio questoprogetto non ci ha entusiasmatimolto, crediamo invece che allafine tutto ciò ci è servito. Per laprima volta, infatti, non siamonoi i turisti ma le guide e questoci fa capire anche che questolavoro non è così semplice come possiamo credere. Cisiamo, quindi, preparati e documentati a dovere per risultaredei perfetti "aspiranti Ciceroni". Ci siamo divisi in vari turni,abbiamo condiviso i documenti in nostro possesso e abbiamocomunicato ai turisti gli studi del "Miracolo". Tutti siamo statipresi dalla tensione, poiché abbiamo dovuto relazionaresull'argomento di fronte a persone sconosciute di varie etàma, con il passare del tempo, ci siamo subito tranquillizzati.E abbiamo narrato tutto nei minimi particolari. Questo progetto è stato per tutti una bella esperienza ,checi ha formati soprattutto culturalmente visto che moltevicende, come quella del "Miracolo Ecauristico" legate allanostra Città, risultano addirittura sconosciute a molti cittadinie noi tutti speriamo di poter rivivere questa esperienza neiprossimi anni. Inoltre l'esperienza ci ha permesso di fare laconoscenza della prof.ssa D'Elia, ex temutissima docentedel nostro Liceo, che ci ha ""perseguitati" tutto il week endcon i suoi consigli e le sue preziose considerazioni.

di Francesco Squatriti e Alessia Cozzoli

Che gita!Scegliere un argomento di cui parlare? Per noi due è statodavvero difficile, non volevamo scrivere qualcosa di banale

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o scontato, non volevamo tantomeno elaborare qualcosa dicui già molti avrebbero parlato e soprattutto non volevamodoppioni, ci piace raccontare cose uniche e…Così abbiamo deciso di raccontarvi un'esperienza fuori dalcomune: la gita del secondo anno! Come ci si prepara auna perfetta gita, a un giorno che spezzi la quotidianamonotonia scolast ica? Ve lo spieghiamo noi !Munitevi di :"Una buona dose di caramelle e bevande gasate per affron-tare il lungo viaggio in pullman;"Carta e penna per giocare a nomi, cose e città;"Fiato e resistenza per la corsa al tavolino;"Coraggio, tanto, per affrontare quelli che non sono riuscitia imporre il proprio dominio sul tavolino e che, come voi,punteranno ai cinque posti in fondo al pullman;"Scarpe comode, jeans e soprattutto tanta rassegnazione,purtroppo in gita bisogna camminare! Minigonne, tacchi,cravatte e gilet non sono ammessi!;"Una buona macchina fotografica per immortalare ognisingolo momento;"Un abbondante pranzo al sacco da difendere dai numerosiparassiti pronti a nutrirsi di ciò che vi appartiene!Per raggiungere la perfezione aggiungete anche:"100 mega byte di buona musica;"200 di film se il viaggio si prospetta lungo;"100 kilogrammi di sopportazione per ascoltare le logorantie logorroiche voci delle guide;"5 o 6 persone pronte a mettere la loro allegria e la lorostupidità a disposizione delle risate altrui;"1 pallone (e che sia gonfio) che se non dovesse essereusato per giocare a calcio, possa sempre essere utilizzatocome arma per colpire qualche indesiderato componentedel gruppo (compresi i professori );

IMPORTANTENon dimenticate mai i seguenti punti:"Dovete SEMPRE avere a vostra disposizione allegria evoglia di stare insieme;"Dovete SEMPRE aggiungere tanta calma e avere sanguefreddo con i più anziani dell'allegra compagnia ;)e soprattutto………"dovete munirvi di moltissima e acutissima fantasia per poterscrivere e descrivere (come abbiamo fatto noi) qualcosache non è mai accaduta!Se il concetto non vi fosse ancora chiaro, vi alleghiamo unafoto della nostra meravigliosa giornata!

di Samantha Bove e Giorgia Mastrogiacomo

Le ali della libertàNoi, fieri di essere scout!"Un vero scout è considerato dagli altri ragazzi, e anche daigrandi, come uno di cui ci si può fidare". Questo è quelloche pensava il fondatore degli scout, Baden Powell, ma nontutti la pensano in questo modo; per gli altri uno scout nonè altro che un ragazzo di mentalità ottusa, che indossa stranivestiti, ma dietro quello strano abbigliamento ci sono centoanni di storia che contraddistinguono il mondo scout.Lo scoutismo, che nasce nel1907 in Inghilterra con lo scopodi formare i cittadini delle nuovegenerazioni, si basa, quindi, suun semplice codice di valori divita centrati sull'imparar facendo.Uno di questi codici è la fratel-lanza: "gli scout sono amici ditutti e fratelli di ogni altro scout".Proprio per questo esiste ilJAMBOREE, ovvero "marmel-lata di ragazzi". Baden Powellgli diede questo nome perchévoleva che un giorno tutti gliscout del mondo si incontrassero in un luogo per fare uncampo insieme e quindi creassero una "marmellata" di colorie usanze. Questo evento si svolge ogni quattro anni e ilprossimo, cioè il ventiduesimo, si svolgerà a Rinkaby, inSvezia, dal 29 luglio al 7 agosto del 2011; tutti gli scoutvorrebbero partecipare, ma solo trentamila esploratori eguide avranno il privilegio di rappresentare al meglio lapropria nazione. Il campo è la parte gioiosa della vita di unoscout, l' emozione di vivere all'aria aperta ventiquattro oresu ventiquattro, di montare una tenda e dormirci dentro,costruirsi un tavolo, cucinarsi da sè servendosi di poco èqualcosa che non si può descrivere su carta, ma si riescea capire solo provando. Tutto ciò reca tanta gioia e salute,cosa impossibile da trovare tra i muri e lo smog della città..Cosa si può trovare di male in tutto ciò? La gente pensasolo che gli scout sono stupidi e fanno cose da stupidi, manon sa che le cose che si fanno , quelle cose che vengonoconsiderate stupide fanno scoprire, conoscere, vivere eassaporare momenti che la gente comune non potrà maicapire.

di S. Fanelli, F. Squatriti, R. Di Giglio, M. Ventura

Le nuove frontieredella comunic@zioneIl mondo della comunicazione, con l'avvento delle nuovetecnologie e di internet, sta radicalmente cambiando. Iragazzi di oggi, iniziando magari con i videogames, cresconoa stretto contatto con il mondo dei computer, sviluppandosin da piccoli una certa attitudine ad adoperare gli strumenti

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informatici. Normalmente il computer viene utilizzato pergiocare, ma in tanti lo adoperano anche per svolgere attivitàinerenti l'apprendimento scolastico e una percentuale tutt'altroche trascurabile si dedica addirittura all'apprendimento delletecniche di programmazione. Ora non resta che stabilire sela crescita in compagnia di un elaboratore elettronico siaproficua o dannosa. Psicologi e pedagogisti studiano datempo il problema, ma pensare obiettivamente i pro e icontro non è impresa da poco. Recentemente è stata istituitauna nuova incredibile specializzazione nell'ambito dellafacoltà di medicina: il trattamento delle malattie da computer. Pertanto al "Gemelli" di Roma c'è un reparto riservato aidipendenti di internet per curarli da questa malattia. Nelnostro paese aumenta continuamente il numero di bambiniprecoci in campo informatico, ma accanto a queste doti siosservano sovente anche disturbi dello sviluppo della sferaaffettiva. I computer sono molto utili, ma nei bambini inparticolare possono provocare delle reazioni devianti, peri-colose. Il computer è un amico che sa essere sempredisponibile, poiché per "dialogarci" basta accenderlo, equindi costituisce un meraviglioso rifugio per quei ragazziche hanno difficoltà nell'inserimento sociale o altri problemi.L'elaboratore invita subito a rimanere soli con se stessi esiccome notoriamente questa è tra le strade più semplici daseguire, visto che pone pochissimi problemi sociali, accadespesso che la "vittima", soprattutto se poco a contatto coni genitori, non abbia modo di sviluppare amicizie con i propricoetanei. Ma ormai il motivo sembra essere sociale. Le cittàormai sono ridotte ad ambienti devastati, con pochi spaziper bambini e luoghi di ritrovo per ragazzi, frutto delleproblematiche culturali. Ecco che i ragazzi sostituiscono lapossibilità di incontrarsi in luoghi di ritrovo con l'incontro inrete. Una volta acceso il loro amico elettronico i ragazzientrano in facebook, msn, in una dimensione estranea almondo esterno, godendone l'esclusività.

di Alessia di Martino

Talent show: promesse o illusioni ?Un talent show è un programma televisivo che vede con-trapporsi giovani talenti al debutto in una serie di sfide acolpi di televoto. Questo tipo di programma si è sviluppatodapprima nel Regno Unito, poi ha conquistato tutto il mondo.Il motivo del successo mediatico è che forse ogni anno italent "sfornano" una miriade di aspiranti: cantanti, ballerinie attori che vogliono entrare a far parte del mondo dellospettacolo, ma non è tutto oro quello che luccica, infatti, cisi dovrebbe chiedere quanto c'è di vero in tutto questomeccanismo e quanti debuttanti alla fine riescono a rag-

giungere il loro scopo. Pochissimi, la realtà ce l'ha dimostrato,infatti solo pochi sono riusciti a diventare cantanti, ballerini

o attori famosi ed affermati.E gli altri che fine hanno fatto?Dispersi nel nulla. Non se nesente più parlare, forse dopoquesta breve esperienza sonotornati alla loro vita quotidiana oppure no, chissà. Quindi italent rappresentano ancheuna forma di illusione per igiovani. Questi show inoltreda qualche anno a questa

parte hanno condizionato anche il mercato musicale, infatti,grazie ad essi, gli aspiranti cantanti riescono ad ottenere uncontratto di lavoro con le più importanti case discografichedi tutto il mondo, anche per questo la gente quando acquistaun disco compra prima il personaggio televisivo e poi la suamusica. Infatti Marco Carta ha vinto tre dischi di platino con"La forza mia" e Alessandra Amoroso ha vinto sei dischi diplatino e sta anche spopolando in tutte le città italiane conil suo ultimo tour. Questo tipo di meccanismo coinvolgeanche il festival di San Remo dove da due anni i trionfatorisono due giovani talenti scoperti da "Amici" e dove nonviene più premiata la canzone più bella, ma il personaggio televisivo a cui si è affezionati.Tuttavia i talent intrattengono e divertono e ad ogni puntatamantengono incollati alla TV milioni di persone.

di F. d'Azzeo, R. Arpone, D. Sansonne

Gli intramontabili jeansIl jeans: era l'abito da lavoro, ora è il capo "in" delle passerelle.A zampa, a sigaretta, a vita bassa, finto trasandato, ora avita alta. Donne e uomini con questo celebre capod'abbigliamento hanno sfilato sulle passerelle di tutto ilmondo, New York, Parigi, Milano. Era un indumento utilizzatoda soli uomini come pantalone da lavoro per operai e minatori.Ma è solo nel secondo dopoguerra che il blue jeans abban-dona l'idea di un indumento da lavoro e viene lanciato comeabbigliamento per il tempo libero. E' nato a Genova nel 1500con il nome di Blue de Genes indicando un particolare tipodi teli bluastri. Questo tessuto era famoso per la sua robu-stezza e proprio per questo venne utilizzato per i teloni daimballo e la copertura delle vele Il jeans arriva in Europacon le armate americane. Poco dopo comincia a entrarenelle case dei giovani insieme ai primi idoli del cinema e delrock'n'roll, come James Dean ed Elvis Presley.Negli anni sessanta il jeans diventa il simbolo della ribellionegiovanile. Il pantalone blu fu scelto come divisa per lacontestazione studentesca del 1968. Anche gli hippies fanno

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del jeans il loro simbolo e trasformano il modello classico,dando vita al modello a zampa di elefante. Successivamentequalcuno propone l'idea di un jeans elegante, che ancheun uomo di successo può indossare. Il nuovo jeans non èpiù solo un capo per i giovani eper il tempo libero, ma diventa unoggetto di lusso. La prima pro-duttrice di jeans fu la Levi's cheriuscì per tutto il '900 ad essereil maggiore produttore dei famosipantaloni a cinque tasche graziea un immigrato, Levi Strauss, cheebbe la geniale idea di metterliin commercio. Ancora oggi il jeansviene prodotto ed è un capod'abbigliamento comune. Spopolatra i ragazzi ma viene utilizzatoanche dagli adulti dal momento che ne esistono di tutti imodelli e fantasie.

di Giorgia Mastrogiacomo e Alessia Cozzoli

Rock!

Con un ritmo totalmente diverso e originale nasce negli anni'60 il rock con Bob Dylan. il rock infatti non è altro che unincrocio di vari stili: blues e pop. Andando avanti il rock siè evoluto in varie sfumature: psychedelic (hippy), glam(molto appariscente) e hard rock (la più importante); diquest'ultimo ci sono un milione di fan ancora oggi. L'hardrock è una versione dura del rock in cui viene inserito il ritmodella batteria, delle tastiere e delle chitarre più graffianti coni gruppi come i Rolling Stones. In seguito abbiamo il glamrock, con i Queen che fanno un rock-pop. Dagli anni 80-90l'hard rock si trasforma in metal e ricordiamo in questoperiodo i Nirvana, che hanno avuto molto successo fino allamorte del loro leader, Kurt Cobain. Adesso che le bandfanno musica commerciale solo per denaro e non lascianola propria impronta, possiamo dire che i mitici gruppi deglianni 70-90 non si possono più imitare e quindi invito tutti adascoltare la musica del passato.

di Giovanni de Giambattista

Ciak, si gira!

Il divertimento in3 dimensioni: il cinema d'oggiIl 28 dicembre 1895 a Parigi nasce il cinema, grazieall'invenzione dei fratelli Lumiére; da allora il cinema si èevoluto enormemente. Inizialmente i film erano per lo piùcortometraggi, muti e in bianco e nero. Oggi non solo lepellicole proiettate sono a colori e ravvivate dalle voci deinostri amati attori, ma si è arrivati anche ad una visionetridimensionale. Alcuni dei più moderni film vengono proiettatiin 3D, che in genere è la modalità più amata da giovani ebambini. La visione dei film in 3D ha il suo pregio nellapartecipazione che, presupponendo una visione tridimen-sionale, porta a vedere attori,oggetti e qualsiasi cosa presentenel film vicino a noi. Ma nonostante il 3D sia apprezzato datanti punti di vista (grafica ed effetti speciali) presenta alcunisvantaggi. Molta gente, dopo la proiezione del film haaccusato malesseri e dolori agli occhi dovuti agli occhiali,indispensabili per la visione del film in 3D. Per questo motivoil loro uso è stato proibito ai minori di sei anni. Il futuro delcinema sarà probabilmente il 4D, una nuova tecnologia checonsiste nella visione del film in 3D ed inoltre prevede lapresenza di particolari macchine che simulano il movimento,gli odori, il calore ed il freddo. Questa evoluzione ha portatoben oltre lo scopo iniziale del cinema perché tra fine '800e inizio '900 esso aveva più uno scopo informativo. Lagente, quando andava al cinema, non andava solo pervedere la pellicola ma anche per vedere una specie dinotiziario che anticipava la proiezione del film. Ora inveceil cinema non cerca più di diffondere notizie o cose similiperché punta altrove, al divertimento.

di S.Bove, F.Sergio, A.Musicco, S.Funari e P.Zecchillo

Cinema, che passione !Una delle tante avventure della seconda E è stato il progettocinematograf ico "Dal la pagina al lo schermo".Ogni mercoledì pomeriggio, per quattro settimane, la classesi recava alle quindici e trenta presso l'Auditorium scolastico, con la prof.ssa Leuci e la prof.ssa Cinquepalmi e la suaIIF, dove li attendeva il prof. Santoro, un esperto e appas-sionato del cinema. Durante le tre ore i ragazzi guardavanocon attenzione dei film tratti da opere letterarie (di Pirandello,Calvino e Ammaniti) sui quali, successivamente, si introdu-

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ceva un dibattito. Certo, un po' per l'orario, un po' per ilfreddo che c'era nell'Auditorium, l'attenzione dei ragazzi nonsempre era al cento per cento. Però era proprio una bellaatmosfera quella che si creava quando tutti gli sguardi eranoconcentrati sulle scene del film,che,anche se a volte impe-gnativo,catturava l'attenzione dei ragazzi. Il professor San-toro,dopo ogni film,introduceva un discorso, che poi sitrasformava in un dibattito. La cosa che, magari, è rimastaimpressa ai ragazzi della seconda E è stato proprio illinguaggio forbito del professore ed anche la sua capacitàdi collegare alcune parti dei racconti al film e di coglieremolte sottigliezze che, probabilmente, non sarebbero maistate notate da ragazzi di quindici anni. Ma la seconda Edovrebbe seguire la propria passione prendendo esempioproprio dal dott. Santoro che, con sacrifici e impegno, haraggiunto il suo sogno coltivato per anni, che gli ha donatoil frutto di una buona carriera.

di A. di MartinoRecensioni

Shutter Island (2010)regia di M. ScorseseL'agente Daniels (di Caprio) viene spedito su un'isola a largodi Boston che ospita un manicomio criminale con la suaspalla, l'agente Chuck Aule (Mark Ruffalo).Qui sperimenterà esperienze al confine dellarealtà e inizierà a capire che quando siconvive con i pazzi non è così facile rimanerecon i piedi per terra. Ma continuerà imper-territo le sue indagini sulla misteriosascomparsa di una paziente, in un'enigmatica storia in cuisarà perseguitato da dottori sospettosi, che gli starannoaddosso, un compagno ambiguo ma soprattutto dai suoiricordi, in cui predomina un macabro campo di concentra-mento di Dauchau. Scorsese-di Caprio è da sempre unacoppia vincente quando si parla di film appassionanti eapparentemente senza soluzione. L'atmosfera creata dalcarisma dei personaggi e dal paesaggio cupo e spessotempestoso è sicuramente l'ideale per catturare l'attenzionedel pubblico, ma da Scorsese ci si aspetta sempre il capo-lavoro.

di S. Funari

"Io non ho paura" (2003)regia di Gabriele SalvatoresPochi mesi fa noi ragazzi della IIE abbiamopartecipato ad un progetto cinema nel quale,grazie alla collaborazione di un professoredell'università di Bari, potevamo osservarecome le storie dei libri e romanzi vengonointerpretati nei film. Uno tra i tanti film che abbiamo appro-fondito a livello di conoscenza è: "Io non ho paura" di GabrieleSalvatores. Questo è stato tratto dal romanzo scritto daNiccolò Ammaniti, ed è stato candidato all'Oscar. Nel film

si parla di Michele, dieci anni, che vive in un minuscolopaesino in Basilicata. Il suo hobby giornaliero è scorazzarein bicicletta con la sorellina più piccola fra i campi di grano.Durate una sfida con i suoi compagni Michele viene portatoin una casa abbandonata e incuriosito da una porta trovatali, la apre e vede un buco da dove spunta un piede sotto lacoperta. Dopo lo spavento Michele decide di ritornare sulluogo e scopre che quel piede è di un ragazzino come lui,biondo e sporco. Nelle visite successive gli porta da mangiaree da bere e si fa raccontare la sua storia. Questo è statouno tra i film più belli che abbiamo potuto vedere durantequesti quattro incontri, poiché la trama è molto interessantee mette in risalto soprattutto il valore dell'amicizia, in questocaso tra due bambini di nove e dieci anni, che come si puònotare va oltre la paura.

di Roberto Rasoli e Arianna Musicco

Fahrenheit 451 (1966)regia di Francois TruffautIn una società del futuro, disumana e dispotica i libri sonofuorilegge. I pompieri hanno il compito di trovarli e bruciarlitutti. Montag, capo di una centrale operativa di pompieri,scopre la bellezza della lettura e lotta invano per distruggereil sistema che vieta il possesso di libri. Finirà per fuggiredalla società e rifugiarsi in una comunità di uomini-libro cheimparano a memoria, per salvarli dalla morte, i libri più bellidella storia umana. È stato nel 1966 che il celebre romanzodi Ray Bradbury ''Fahrenheit 451'', il cui titolo indica sempli-cemente la temperatura di autocombustione della carta, havisto la sua prima trasposizione cinematografica curata dauno dei registi culto di quegli anni ovvero il francese FrancoisTruffaut che qui, per la prima volta si trovò a girare unapellicola a colori. Ne esce un opera piuttosto fedele al testodi riferimento, dove comunque si cede la mano al regista,soprattutto nella scelta delle tematiche e degli spunti dasottolineare. Il regista infatti accentra tutta l'attenzione suquello che poi è, alla fine, la principale peculiarità dell'ipoteticofuturo nato dalla penna di Bradbury, ovvero la persecuzionee la distruzione di tutti i libri in circolazione. La parabola delvigile del fuoco Guy Montag diventa occasione per il registadi affermare la fondamentale funzione della letteratura,veicolo privilegiato per la trasmissione di idee, storie edemozioni, immenso archivio delle nostre memorie e cono-scenze. Truffaut è bravo a trattare la materia trasformandoquesti concetti in immagini molto suggestive come i roghiin cui si vedono scomparire alcuni del romanzi più celebri.L'epilogo non è nè ottimista nè pessimista, ma dimostracome sia fortunatamente difficile cancellare definitivamentei libri i quali possono essere travasati nelle nostre menti.Ecco dunque nascere gli 'uomini-libro' una delle idee miglioridel romanzo: persone che assumono come nome quellodel testo di cui si fanno depositari. Film di ottimo livello,apprezzabile sia per i contenuti che per la forma, frutto deltalento del suo regista.

di M. Ventura

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Tra libri e cdSetadi Alessandro Baricco

"Seta" è un romanzo di Alessandro

Baricco pubblicato nel 1996. Dopol'enorme successo di "Oceano Mare",questo libro risulta diverso anche dalpunto di vista dell'ambientazione; siamonel 1860 e ci si sposta in luoghi traFrancia e Giappone. Herve Jancour,protagonista del romanzo, è un com-merciante francese di bachi che a causadi un'epidemia che ha colpito i bachi di

tutti i paesi africani ed europei, è costretto a recarsi inGiappone per comprare uova . Il commerciante è accoltoda Hara Kei un nobile giapponese che è accompagnato dauna giovane ed affascinante ragazza. Tra i due nasceun'attrazione che porterà Herve ad ignorare la moglie Hèlene.Herve torna in Giappone dopo l'arrivo di una lettera ricevutadalla ragazzina, che lo invita a ritornare nel paese asiatico.Dopo vari viaggi ormai solo organizzati per incontrare laragazza, nell'ultimo di questi Herve ritrova un Giapponesegnato dalla guerra civile. Per ordine di Hara Kei, Hervetorna in Francia dove lo attende la moglie malata che moriràdopo pochi mesi.Per Herve sono momenti di tristezza, sua moglie non è piùal suo fianco e la giovane fanciulla è diventata invisibile esconosciuta. E' un romanzo tranquillo e rilassante, soffusodi bianco, colore della "Seta", ma che presenta improvvisicolpi di scena.

di Francesco Squatriti

Il delfinoS. Bambaren

Oceani insolcabili, posti disabitati, culture sconosciute, uominidiversi, creature sagge e soprattutto sogni , tanti e apparen-temente impossibili da realizzare,questo è il mondo in cui ci guida SergioBambaren. Lasciatevi prendere permano e sarà difficile abbandonare ilpercorso nel mezzo del viaggio. Questaè un avventura travolgente e unica, èil viaggio di un delfino che ha un soloobbiettivo: trovare e solcare l'ondaperfetta. Mette in gioco se stesso,viaggia notte e giorno senza una meta,abbandona la sua famiglia, il suo villaggio e la sua vitapassata e fa tutto questo perché è disposto a rinunciare aciò che ha e che il destino, già scritto, potrebbe regalargliin cambio di un momento di pura ebbrezza e di folle felicità.

Era sempre stato legato e trattenuto nella sua baia maadesso ha un obbiettivo:la libertà e per raggiungerla dovràsfidare se stesso e chi l'ha visto crescere e amato, chi gliha insegnato ad ammirare il mondo con gli occhi di unbambino, puri e privi di qualsiasi pregiudizio. Nel suo viaggioil delfino viene accompagnato da diversissime specie dianimali, ma essi non sono altro che la personificazione diprototipi, stereotipi e luoghi comuni che riguardano l'uomoin tutte le sue forme. Il percorso del delfino ci può insegnaretanto e può riuscire a levigare la nostra personalità se soloriuscissimo a chiudere gli occhi e a farci guidare nel viaggiosenza remore.

di Giorgia Mastrogiacomo

Quando mi troveraiRebecca Steal "Quando mi troverai" è il titolo di un romanzo molto recentedi Rebecca Steal. La storia ruota intorno alla vita di unadodicenne, Miranda che si ritrova vittimadi strani eventi: il suo migliore amico Salnon le rivolge più la parola, un vagabondosembra interessato a lei e un giorno trova,tornando a casa, un biglietto misteriosoche sembra anticipare avvenimenti futuri.Miranda dovrà crescere e capire se ilmondo che la circonda è come appareo se la realtà rischia di superarel'immaginazione e la fantasia. Il libropossiede la capacità di catturare l'attenzione del lettore edi portarlo fino alla fine con sé, come un viaggiatore a fiancodella protagonista. Miranda fa ogni volta una nuova scoperta,aggiunge un pezzo al puzzle alla trama che, verso la fine ,si fa sempre più vicina alla soluzione . L'intreccio è coinvol-gente e appassionante. Consigliato a chi desidera una letturaleggera, un mix tra fantascienza e vita quotidiana

di Arianna Musicco

Vivere o nienteVasco RossiQuesta volta per far capire al pubblico i vari significati e farapprezzare le parole delle canzoni del nuovo album "VIVEREO NIENTE" del nostro Vasco, c'è stato il bisogno di ascoltarela sua musica più di una volta. Nelle sue parolee nei suoi occhi c'è tutta la passione "infantile" di chi sembranon avere secondi fini. Dopo tre anni di distanza dal suoultimo album "IL MONDO CHE VORREI", molti giàdefiniscono il lavoro migliore rispetto al precedente. La vita

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I nostri Prof a colori!e l'amore sono i due grandi temi affrontati con vari raccontipersonali, dove il Vasco uomo e Vasco artista sembranocorrispondere perfettamente. Con questo album il cantautoreriesce ancora una volta a raccontare il nostro mondo interiorein modo attuale, ma attraverso storie che durano per sempre.Ogni canzone dell'album ha un proprio testo, una propriaoriginalità, un proprio stile e come ormai da sempre VascoRossi tende a fare, si va dal pezzo rock molto forte allastruggente ballata. Come prima canzone non ci si può affattolamentare: "Vivere non è facile", in cui il cantante esprimele sue idee sul senso della vita, soffermandosi sulconcetto che il nostro più grande nemico siamo noi stessi.Subito si passa al "Manifesto futurista della nuova umanità",canzone che dà carica come non mai. Questo è il manifestodell'uomo nuovo che non ha più fede in Dio e che deveprendersi le responsabilità delle proprie azioni che non sipossono scaricare su potenze superiori. "Eh Già!" E' ormaiil testo che è entrato nella testa dell'intera popolazioneitaliana ed è rivolta a tutti coloro che in questi anni hannocriticato Vasco Rossi sia come cantante che come persona."L'aquilone" potrebbe reputarsi il pezzo migliore dell'album.Le conoscenze scientifiche quanto davvero ci servono epossono fare del bene all'umanità? Non ci sono risposte aquesta domanda. Ognuno ha il suo mondo doverifugiarsi quando si ha i l bisogno di r if lettere."Stammi vicino" è una dolcissima canzone d'amore, ma nonla migliore di Vasco. Ricorda il modo di pensare del cantantesulla vita, che non è importante se la donna ti stia vicino,ma che l'uomo la ami. Concetti chiari e forti sono inseriti neisuoi testi che fanno fare riflessioni semplici e allo stessotempo profonde sulla quotidianità, sulla libertà, gli erroridella vita. La maggior parte delle canzoni di"Vivere o niente"sembrano tirate fuori dal cassetto dopo tanti anni, come sefossero state lasciate come riserva. Semplicee diretto, "Vivere o niente" è un disco con il profumo delpassato che guarda al futuro, un disco molto bello anchese, poi, la bellezza è nelle orecchie di chi ascolta

di Simona Fanelli

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