Giornalino Amici di Gesù Crocifisso Maggio-Giugno 2010

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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” Maggio - Giugno 2010 - Anno XI n. 3 SOMMARIO 2 - Matrimonio come sacramento (2) 3 – Dono ed esigenze dell’amore coniugale 4 – Meditando il vangelo di Luca 5 – La santità è amore 6 – S. Paolo della Croce e Tommaso Fossi 7 - Il santo Curato d’Ars e l’anno sacerdotale 9 – La fede e i figli di ieri e di oggi 10 - Corso di formazione a San Gabriele 15 - Peregrinatio Crucis 22 - Testimonianze 24 – Annuncio Esercizi spirituali In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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Il numero di Maggio Giugno del Giornalino Amici di Gesù Crocifisso

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mici di Gesù CrocifissoA Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

Maggio - Giugno 2010 - Anno XI n. 3

SOMMARIO

2 - Matrimonio come sacramento (2)

3 – Dono ed esigenze dell’amore coniugale

4 – Meditando il vangelo di Luca

5 – La santità è amore

6 – S. Paolo della Croce e Tommaso Fossi

7 - Il santo Curato d’Ars e l’anno sacerdotale

9 – La fede e i figli di ieri e di oggi

10 - Corso di formazione a San Gabriele

15 - Peregrinatio Crucis

22 - Testimonianze

24 – Annuncio Esercizi spirituali

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1Dopo aver parlato nel numero pre-cedente del matrimonio come

sacramento, forse è opportuno che ciricordiamo che “i sacramenti sonosegni efficace della grazia istituiti daGesù Cristo per santificarci” (CJC n.840). Il sacramento fondamentale èGesù: la sua umanità appare come il‘sacramento’, cioè il segno e lo stru-mento della sua divinità e della salvez-za” (CCC n. 515). La Chiesa continual’opera di Cristo nel mondo (cfr. GS n.45; cfr LG 48). I sacramenti si inseri-scono nella vita di ognuno: non descri-vono solo un momento, ma camminiumani cristianizzati. Come il battezza-to dovrà vivere il battesimo ogni gior-no, così gli sposi dovranno vivere ecrescere nella verità del sacramento(CCC 519-521).

3La Chiesa è convinta che soloaccogliendo la buona novella del

vangelo e la grazia del sacramento, incui gli sposi sono “come consacrati”(CJC1134; CCC1638) si può guariredalle ferite del peccato (cfr. FC 3) eaccettare la verità originaria del matri-monio (cfr. FC n. 13) É in Gesù allorache l’amore umano degli sposi viene“perfezionato e rafforzato” (cfr CCC1641) perché Lui è la sorgente di que-sta grazia (cfr.CCC1642; cfr. GS 49;cfr CEI Evangelizzazione e sacramen-to del matrimonio, 45)

4L’unità e l’indissolubilità del matri-monio, che è un vincolo “perpetuo

ed esclusivo” (CCC 1638) nell’ordinenaturale di un matrimonio validamentecelebrato, riceve, con il sacramento,“una particolare stabilità” (CJC1134). Questo perché si mette in giocoDio stesso, perché diventa segnodell’amore divino (CCC 1639). E que-sto è quel valore aggiunto al matrimo-nio civilmente celebrato che rimanecomunque l’istituzione fondamentalee fondante della società.

5Questo fa sì che gli sposi, per illoro stato di vita, hanno nella chie-

sa e nella costruzione del Regno diDio un loro ruolo. Non sono cioè sem-plicemente laici: sono laici sposati nelSignore, prescelti per una particolareed inconfondibile missione(Tettamanzi) perciò, non solo ricevonol’amore di Cristo diventando comunitàsalvata, ma sono chiamati a trasmette-

5. Il Matrimonio come sacramento (2)di Luciano Temperilli

re ai fratelli il medesimo amore diCristo, diventando così comunità sal-vante.” (FC n. 49). Chiaramente laprima trasmissione avviene nella lororelazione e nella trasmissione dellafede verso i figli (cfr CCC 1641).

6Gli sposi, come tutti, a loro specifi-co modo, sono chiamati alla santità

(CCC 1641). La grazia del sacramentofa degli sposi “il richiamo permanenteper la chiesa di ciò che è accadutosulla croce” (FC 13), dove si è manife-stato in modo sommo, l’amore ed ilperdono di Dio. Ecco allora che glisposi, sostenuti dalla grazia del sacra-mento, avranno la forza di accettarsi,perdonarsi, aiutarsi in una parolaamarsi avendo come misura l’amore diGesù (cfr. CCC1642; cfr. Ef 5).“Questa identità degli sposi cristianinon è un duro fardello ma un giogodolce e leggero, non è un compitoimpossibile ma un dono di grazia e diforza che il Signore offre agli sposi nelsacramento del matrimonio, radicatonel battesimo e portato a pienezza nel-l’eucaristia” (Tettamanzi).

7Non solo non è un duro fardello,ma la gioia della vita coniugale e

familiare diventa un segno ed “unapregustazione del banchetto dellenozze dell’Agnello” (CCC 1642). Inaltre parole gli sposi cristiani gustano

e quasi anticipano, nell’amore inCristo, quella comunione di cuori chesi avrà solo nel regno di Dio.

8Ecco perché il vero matrimonio cri-stiano, validamente celebrato e

consumato, non potrà mai essere sciol-to. Nella relazione degli sposi si èmesso in gioco Dio stesso che, nonsolo l’approva, ma l’assume comesegno tra gli uomini e nella suaChiesa, del suo amore e della sua alle-anza. E siccome Dio non viene menoal suo amore e alla sua alleanza, cosìdovrebbe essere il matrimonio.Dovrebbe essere! Gesù conosce la fra-gilità dell’uomo e per questo, con ilsacramento “viene incontro ai coniugicristiani. Rimane con loro e da loro laforza di seguirlo” (CCC 1642).

9“Chi potrà adeguatamente descri-vere la felicità di un matrimonio

contratto dalla chiesa, confermatodall’Eucaristia? Che bella coppia for-mano due credenti che condividono lastessa speranza, lo stesso ideale, lostesso modo di vivere, lo stesso atteg-giamento di servizio! Ambedue fratellie servi dello stesso Signore, senza laminima divisione nella carne e nellospirito… Vedendo e sentendo questoCristo gioisce e ai due sposi manda lasua pace. Là dove sono i due ivi èanche Cristo”. (Tertulliano)

[email protected] copertina: B. Niceforo e 25 compagni martiri di Daimiel (Spagna):23-10-1936.

Beatificati da Giovanni Paolo II il 1-10-1999. Vedi Rivista “Voi siete miei Amici”, 2004, n. 4, pag. 7:Comunità passionista martire.

Coniugi Caravaggio si consacrano a Gesù Crocifisso a Fossacesia

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36. Matrimonio: dono ed esigenze dell’amore coniugaledi Luciano Temperilli

1Papa Benedetto ci ricorda che“l’eredità di Giovanni Paolo II sul

matrimonio e la famiglia è amarel’amore umano”. Infatti c’è una veritàsul matrimonio che oggi, in tempo direlativismo, non solo viene negata ma“lo considera una mera formalizzazio-ne sociale dei legami affettivi” (cfr.GS. 47). Il matrimonio, come comunità di vita,è “per sua natura ordinata al bene deiconiugi e alla procreazione ed educa-zione della prole” (CJC 1055).

2La relazione matrimoniale infatti,ha in sé qualcosa di così intimo e

profondo, che non si può ridurre soloall’aspetto sessuale e affettivo, maabbraccia tutta la persona nella suarelazione, nei suoi progetti, nel cuore,nell’intelligenza e nella volontà.L’esperienza umana e psicologica cidice che quando ci si innamora dell’al-tro lo si vorrebbe per sempre. E’ vera-mente, come ci ricorda il concilio, una“intima comunità di vita e di amore”(GS 48).

3Da questo deriva l’indissolubilità,la fedeltà e l’apertura alla vita

(cfr. CCC 1643). Sono solo le conse-guenze di un amore vero: amare persempre la persona scelta, amare sololei, fare con lei dei figli, con paternitàe maternità responsabile, educandoliai valori di una vita cristiana.L’apertura alla vita è oggi un messag-gio controcorrente per l’egoismoimperante, ma senza questa apertura, ilmatrimonio cristiano non esiste piùperché rinuncia ad essere collaborato-re di Dio nella creazione di nuove viteed impedisce al matrimonio di goderedi uno dei beni più grandi (cfr. CCC1652). Questa collaborazione si espli-cita non solo con la procreazione, maanche con l’educazione, perché la“trasmissione della fede” è il primoatto di evangelizzazione della fami-glia, è il donare la vita spirituale, ilmistero dell’amore di Dio (cfr. CCC1653). Il genitore diventa il “testimone“in quanto sa rendere ragione dellasperanza che sostiene la sua vita (cfr 1Pt 3,15). Ecco perché l’apertura allavita non passa solo attraverso la gene-razione dei figli, ma passa anche attra-verso l’accoglienza, la carità (cfr. CCC1654), l’affido e l’adozione

4L’indissolubilità, ricorda papaBenedetto, è frutto maturo del-

l’amore: “ogni matrimonio è frutto dellibero consenso dell’uomo e delladonna, ma la loro libertà traduce in

atto la capacità inerente alla loromascolinità e femminilità.L’indissolubilità del matrimonio nonderiva dall’impegno definitivo deicontraenti. I contraenti si devonoimpegnare proprio perché il matrimo-nio è tale nel disegno della creazione edella redenzione”. Questa verità, nonsempre chiarissima, ci riporta a vedereil matrimonio non soltanto frutto dellascelta dell’uomo ma come “vocazio-ne” da Dio e “segno-testimonianza”del suo amore fedele (cfr. CCC1647).

5La fedeltà, il legarsi per tutta la vitaad un essere umano, può essere dif-

ficile (cfr. CCC 1648), ma ci ricordaTettamanzi, è “dono di Dio” cherichiede ”una grande e coerente con-sapevolezza, da tenere sempre desta,anzi da ravvivare incessantemente”(cfr. 2 Timoteo 1,5-6). “Ravvivare”,per riprendere il verbo paolino, signi-fica riaccendere come si fa per il fuocosotto le ceneri. Questo “ravvivare” èaffidato sì alla nostra responsabilitàumana, ma è anzitutto il frutto di undinamismo di grazia che si sprigionadall’interno dello stesso dono di Dio.Come a dire che è Dio stesso a ravvi-vare il suo dono. A noi è chiesto di nonstancarci di invocarlo di continuo nellapreghiera, in ogni stagione della vita:Signore, aumenta la nostra fede! (cfrLuca 17,5).

6Questo “ravvivare” significa nonfare a meno della Parola, della pre-

ghiera, della confessione, dell’eucari-

stia, della preghiera (cfr. CCC 1644) eanche dell’appoggio esemplare ecostante della comunità cristiana (cfr.CCC 1648) per superare, non solo ledifficoltà di coppia, ma anche persostenere chi, per varie ragioni, hasperimentato il fallimento del propriomatrimonio. Costoro fanno parte dellaChiesa, vanno accolti con carità edaiutati, per quanto è possibile, a tra-smettere la fede ai propri figli. (cfr.CCC 1651; Tettamanzi Lettera aglisposi in situazione di separazione,divorzio e nuova unione).

7Il divorzio è contrario alla veritàdell’amore coniugale (cfr. CCC

1650) come l’aborto è la negazionedella gioia della trasmissione dellavita, condannato esplicitamente dallachiesa (CJC 1398). Questi comporta-menti, sottolinea papa Benedetto, sonoespressione di una libertà anarchicache si fonda sulla banalizzazione delcorpo e dell’uomo. Contro questa cul-tura diventa importante l’impegnodegli sposi ed il sostegno della comu-nità ecclesiale. Ecco perché la pastora-le familiare della chiesa insiste perchénon si frequenti solo il corso o “per-corso” di preparazione al matrimonio,ma le coppie siano seguite soprattuttonei primi anni di matrimonio e le stes-se famiglie possano mettersi in reteper sostenersi nel cammino della vita edella fede. In altre parole bisogna dareforza e visibilità alla grazia del sacra-mento.

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Mariano e Sonia festeggiano l’anniversario di matrimoniodavanti al Crocifisso

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4MEDITIAMO CON IL VANGELO DI LUCAIl rinnegamento di Pietro e lo sguado di Gesù (22,54-62)

di P. Roberto CecconiCP

Carissimi Amici,proseguiamo lanostra meditazione

sul vangelo di Luca. Inquesto numero leggiamo ilbrano che narra l’incontrodi Pietro con Gesù caratte-rizzato dal rinnegamento acui segue il pentimento. Èun passo evangelico che ciaiuta a capire come luci edombre spesso si ritrovinoinsieme nel discepolo diGesù. Poniamoci in ascol-to:

“Dopo averlo cattura-to, lo condussero via e lofecero entrare nella casadel sommo sacerdote.Pietro lo seguiva da lonta-no. Avevano acceso unfuoco in mezzo al cortile esi erano seduti attorno;anche Pietro sedette inmezzo a loro. Una giovaneserva lo vide seduto vicinoal fuoco e, guardandoloattentamente, disse:“Anche questi era conlui”. Ma egli negò dicen-do:“O Donna, non loconosco!”. Poco dopo unaltro lo vide e disse:“Anche tu sei uno diloro!”. Ma Pietro rispose:“O uomo, non lo sono!”.Passata circa un’ora, unaltro insisteva: “In verità,anche questi era con lui; infatti èGalileo”. Ma Pietro disse: “O uomo,non so quello che dici”. E in quel-l’istante, mentre ancora parlava, ungallo cantò. Allora il Signore si voltò efissò lo sguardo su Pietro, e Pietro siricordò della parola che il Signore gliaveva detto: “Prima che il gallo canti,oggi mi rinnegherai tre volte”. E,uscito fuori, pianse amaramente”.

Il desiderio di seguire il Signoresoffocato da una fede duramenteprovata

Gesù, dopo essere stato catturatonel monte degli Ulivi (22,53), vieneportato via e condotto nella casa delsommo sacerdote (v. 54).

Pietro lo segue, ma da lontano. Ilverbo seguire viene usato solitamenteper esprimere l’azione del discepoloche cammina dietro il Maestro(cf. 5,11.27.28; 9,23.49.59; 18,22.28).Nel cuore di Pietro dunque è ancoravivo il desiderio di restare unito al suoSignore. Poco prima, infatti, avevadichiarato di essere disposto ad andare

con lui in prigione e alla morte(22,33). Tuttavia, questa fermezza diPietro inizia a venire meno e il suoseguire Gesù da lontano ne è un indi-zio.

Quest’intreccio di atteggiamenticontinua ad essere presente in Pietroanche nel seguito del racconto. Eccoloora nel cortile della casa del sommosacerdote, seduto presso il fuoco concoloro che hanno arrestato Gesù. Ilsuo desiderio di non perdere di vista ilSignore lo porta fin dentro la tana dellupo rischiando di persona.

Infatti viene ben presto riconosciu-to come uno di quelli che era con Gesù(vv. 56.59), come uno dei suoi disce-poli (v. 58). Pietro rinnega il Signoredicendo di non conoscerlo (v. 57),affermando di non essere dei suoidiscepoli (v. 58), fingendo di nonsapere di cosa stia parlando quelloche, avendone riconosciuto la prove-nienza galilaica, con sicurezza loincalza per la terza volta (v. 59).

Il rinnegamento di se stessi, cioè lapresa di distanza dall’ansia di salvarela propria vita, per Gesù è condizione

necessaria per essere suodiscepolo (cf. 9,23s).Pietro non è ancora anima-to da una fede così profon-da (cf. 22,32) da spingerloa preferire la morte piutto-sto che perdere la comu-nione con lui (cf. 14,26).

Lo sguardo che susci-ta la Parola e il penti-mento

Dopo il canto del gallo(v. 60), il Signore fissa losguardo su Pietro (v. 61).Tra i vangeli sinottici,Luca è l’unico a riportarequesto dettaglio. In questomodo viene fortementesottolineata l’iniziativa diGesù nel dolore di Pietro.Egli a questo punto ricor-da la parola del Signore(v. 61), quella parola cheaveva predetto il suo tri-plice rinnegamento(cf. 22,34).

Merita di essere sotto-lineato in questo contestoil rapporto tra lo sguardodel Signore e il ricordodella sua parola. La paroladel Signore diventa vivanel quadro di un rapportointimo con Lui. Altrimentiresta lettera morta. È que-sta parola che porta Pietroa prendere coscienza della

situazione di lontananza dal Signorenella quale si trova.

A questo punto esce dal cortile epiange amaramente (v. 62). Le lacrimedi Pietro mostrano fino a che puntoegli sia cosciente della gravità dellasituazione in cui si trova. Allo stessotempo segnano l’inizio del suo ritornoal Signore (cf. 7,36-50).

La Buona NotiziaLa fatica che il cristiano sperimen-

ta a seguire Gesù per la via della crocenon deve spaventare perché sembraessere tipica del discepolo, in questobrano rappresentato da Pietro. La fedenel Signore può avere momenti di dif-ficoltà quando egli chiede all’uomo dipassare per la via del dolore.

Il Signore tuttavia non abban-dona mai il suo discepolo, ma volgesempre il proprio sguardo su di lui. Èin questo incontro che affiora la Parolache illumina (Sal 119,105) e guidasulla via del ritorno (cf. 22,32).

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Rinnegamento e pianto di Pietro

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5VII - CON L’AMORE CI ASSOMIGLIAMO AL DIVINO MODELLO“LA SANTITÁ É AMORE” di Madre M. Maddalena Marcucci

di Maria Grazia Coltorti

“Amerai il Signore tuoDio con tutto il tuocuore, con tutta la tua

mente e con tutta la tuaforza.”

Un aspetto che la nostramadre Maria Maddalena sot-tolinea continuamente e conforza è che la vera santità ècosa dolce, soave e amabilee che Dio, che ci vuole santi,conosce bene le nostre debo-lezze e i segreti del nostroessere e, come tenero Padre,compatendo le nostre mise-rie, ci offre mille mezzi perandare a Lui. Se il Signore cidice di amarlo con tutto noistessi, chiedendoci amorecome se ne avesse bisognoper essere felice, è perché civuol far capire che tutto ciònon è tanto difficile quantosembra.

Invece molti pensano chela santità sia la metà finale diun percorso molto difficile eche pochi riescono a compie-re: lavorare molto e passaredi dolore in dolore fino allamorte, tra lotte e angustie…quanto suona male questo linguaggioalle orecchie di chi ama Gesù! DiceMadre Maddalena che questo modo dipensare è contrario alla legge di amoredel nostro Dio e così ci si mette inpericolo, non solo di non farsi santi,ma anche di non salvarsi l’anima. Larisoluzione da prendere è una sola:voglio essere santo e per questo useròi mezzi che il Signore mi presenterà enon quelli che io penso siano fonda-mentali. A questo punto il passo piùimportante è fatto e il mezzo che ilSignore ci offre è la via dell’amore.Dobbiamo usare il cuore (e nessunopuò dire di non averlo) che ci è statodato da Colui che ci ha creato e che haposto in esso un’irresistibile tendenzaad amare, amare un Bene infinito. Échiaro che quanto più ci allontaniamoda questo Bene infinito tanto più citroviamo inquieti e senza felicità epace.

Ma come si ama Dio?Con tutto il cuore: questo avviene

quando il suo amore domina e regolatutti gli altri amori. Se sono inquieto,mi rattristo, perdo la pace e la calma,significa che non amo ancora Dio contutto il cuore. C’è bisogno di potarequa e là per indirizzare il mio amore alsuo unico fine: Dio. Dobbiamo pensa-re solo ad amare, a convertire tutte lenostre opere in amore e purificare

sempre più questo sentimento. Sesaranno necessarie delle prove ilSignore farà in modo che non ci possa-no spaventare e schiacciare.

Con tutta la tua anima e con tuttala tua mente:l’anima che è la scintilladivina in noi, deve volgersi con tutte leforze verso Lui consacrandogli le suefacoltà: memoria, intelletto e volon-tà. A cosa penso quando non penso aDio? A nulla? Quindi occupo lamente, creata per l’Infinito, al nulla!Non penso all’amore di Colui che miha creato E destinato alla gloria eterna.Bisogna invece ricordare e vivere que-ste consolanti verità di fede per amareDio con la nostra mente. Si ama Diocon l’intelletto osservando tutte lecreature che ci rivelano la sua gran-dezza, la sua bellezza, la sua potenza,la sua bontà... La scienza, il sapere, lecapacità umane sono frutti dell’intel-letto e derivano da Dio. É il Signoreche opera nell’uomo, che studia, chedirige le azioni, anche le più ordinarie,a patto di non opporre resistenza,disconoscendo questa sua presenza innoi. Con Dio l’intelletto penetra nel-l’eternità e in Dio stesso; senza di Luil’intelletto rimane imprigionato nellamateria del corpo senza capire altroche terra, fango e luridume. La volon-tà è la facoltà dell’anima che vera-mente fa grande l’uomo, che se neserve per sottomettere al suo impero,

regolato dalla ragione e dalla fede,tutte le cose e tutti i suoi atti. La volon-tà ama tutto il bene che l’intelletto lerivela rifiutando ciò che è indegno diuna creatura razionale fatta a immagi-ne di Dio. Essa regola i suoi atti dan-dosi come principio, mezzo e fine Dio,anche nelle azioni più piccole.

Così Madre Maddalena Marcuccici spiega molto bene cosa significaamare Dio con tutto noi stessi: cuore,anima e mente. La conseguenza diquesto continuo e attento lavoro inte-riore sarà la pratica sempre più natura-le delle virtù e la diffusione intorno anoi del buon odore di Cristo! Il motivoper cui molte persone non procedononel grado di santità, o addirittura arre-trano, è che nel loro cuore c’è semprelo stesso grado imperfetto di amoreverso Dio. Per purificarsi e trasformar-si in Dio non sono sufficienti gli attiesterni. Bisogna distaccarsi gradual-mente da tutto fino a diventare indiffe-renti di fronte a tutte le cose, in modoche nulla ci possa rattristare o rallegra-re oltre misura: non desiderando nulla,l’anima possiede tutto. In questodistacco l’anima ama Dio come Eglivuole essere amato, e ad ogni istanteaumenta e perfeziona il suo amore,perché tutto ciò che fa procede dal-l’amore, e nell’amore sta la gioia, lafelicità e la pace.

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Amici di Gesù Crocifisso di Giulianova si stringono con gioia intorno al Crocifisso

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6S. Paolo della Croce e Tommaso Fossi

III – Una vita tesa fra due consacrazioni: il discernimento

di p. Lorenzo Mazzoccante cp

Al termine dello scorso articoloci eravamo soffermati a pre-sentare i vari tipi di relazione

spirituale ed alcuni dei primi consigliche san Paolo della Croce ebbe a darea Tommaso Fossi per il suo progressospirituale. Il primo ed il più ricorrente,almeno nelle prime fasi del suo per-corso, fu quello a diffidare di sé e delleproprie emozioni e sensazioni in quan-to queste potevano ingannarlo.

L’esempio più eclatante si riferiscead un evento drammatico nella vita delnostro Tommaso, quello della mortedella prima figlia. In pratica, avvenneche, sposi novelli, Tommaso eVittoria, avevano vivo il desiderio diuna famiglia benedetta dal Signore coldono di numerosi figli e, quandovidero che la prima figlia si spenseprematura, temettero che fosse unsegno di una mancata benedizionedella loro unione.

La sensazione fu talmente forteche i due valutarono insieme la possi-bilità di lasciare la vita matrimonialeper ritirarsi entrambi a vita religiosa.Un buon proposito? Un desiderio sus-citato dallo Spirito? Un anelito dellavoce di Dio che parlava ai loro cuori?

Tutto questo turbava profonda-mente l’animo di Tommaso che benpresto ne parlò con il suo direttore. Larisposta, però, fu secca e precisa: nonsi trattava di un’ispirazione divina,quanto piuttosto di una terribile ten-tazione da cui uscire con l’aiuto dellapreghiera e il sostegno della moglie.Per sollecitare una risoluta decisionein questa direzione, san Paolo dellaCroce fa anche riferimento a dei santiconiugati e finalmente dice espressa-mente: «Dio vuole, che lo serva santa-mente da coniugato» e ancora: «sispecchi nei santi, che fiorirono in talestato, e vedrà, che la prima loro atten-zione era di soddisfare agli obblighidel loro stato, perché così piace alSignore» (cf. lettera del 12 giugno1756).

La vocazione alla consacrazionereligiosa fu ben presto un ricordo perla signora Vittoria, ma per Tommaso lecose erano destinate ad assumereun’altra piega: lui infatti continuò alungo a desiderare di potersi con-sacrare a Dio nella vita religiosa. Pergiunta a fargli sentire di più questa viacome adatta a sé, stavano intervenen-do anche alcune esperienze spiritualiche ne segnavano il tempo dell’o-razione, e che lui non esita a parag-onare a delle estasi.

Il santo, però, che come abbiamovisto, aveva in alta considerazione la

vocazione matrimoniale in cuiTommaso si trovava, non esita adinfliggergli anche pesanti mortifi-cazioni, arrivando fino a consigliarglidi lasciare l’orazione piuttosto chediventar reo di «lesa Divina Maestà»per aver creduto a quelle «estasi deldiavolo» (cf. lettera del 24 agosto1735).

Paolo non ha dubbi che Dio lo stiachiamando alla santità, cosa che gliripete in varie occasioni, ma parimentiè consapevole che Dio lo vuole nellasua famiglia perché sia sostegno dellasua casa, guida della moglie, educa-tore e missionario presso i suoi figli aiquali doveva sforzarsi di portare “sol-lievo, allegria e contentezza” con isuoi atteggiamenti e le sue parole (cf.lettera del 16 giugno 1756). A tal fine,però, occorre che Tommaso continui anutrirsi di santa orazione per maggiorprogresso suo e delle persone che Diogli ha affidato (cf. lettera 19 febbraio1760) ed a restare in casa senza ambirea realizzarsi altrove. Se la santità èvivere bene secondo il proprio stato,

Tommaso aveva le carte in regola perfarsi santo nel servizio a quelli dellasua casa.

Tuttavia, come spesso accade, Dioagisce in modi che ai nostri occhi pos-sono apparire inattesi e strani. E così,la vita di Tommaso rimase una costru-zione in continuo divenire. Né mai ter-minò il discernimento del fondatoresul suo spirito.

Accade così che, dopo anni in cuiil santo gli diceva di rimanere fedelealla vocazione che Dio gli aveva datoal matrimonio, dopo 35 anni di matri-monio, di cui molti passati sognandol’ingresso in religione, e soprattuttodopo la morte della signora Vittoria,sopravvenuta nel febbraio 1767), fu ilsanto a chiamare Tommaso a rifletteresulla possibilità di diventare sacerdote.Da quel momento passò ancora più diun anno prima che il buon uomopotesse lasciare la sua casa per entraretra i passionisti (giugno 1768) ed esse-re ordinato sacerdote (dicembre 1768).

http://direzionespiritualefossi.tk

P. Tommaso Fossi: da padre di 8 figli a sacerdote passionista.

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In occasione del 150° anniversariodel dies natalis del Santo Curatod’Ars, il Santo Padre, Benedetto

XVI, ha pensato di indire, dopo quellopaolino, un “Anno Sacerdotale” al fine“di contribuire a promuovere l’impe-gno d’interiore rinnovamento di tutti isacerdoti per una loro più forte edincisiva testimonianza evangelica nelmondo di oggi” (Lettera indizioneAnno Sacerdotale” p.3).

Chiamati a riflettere sul profondosignificato e valore che riveste ilsacerdozio, i presbiteri possono edevono pensare il ministero sacerdota-le loro affidato alla luce di figuregenerose, trasparenti e capaci a pene-trare ed incarnare tale ministero. Lariflessione, tuttavia, deve coinvolgereanche tutto il popolo di Dio che nelbattesimo partecipa del sacerdozio diCristo. La riflessione deve coinvolgerepresbiteri e fedeli laici e deve condurread una maggiore comprensione deldono di Dio, per i primi per risponderecon fedeltà e coerenza alla dignitàdella loro specifica vocazione, per isecondi per saper accogliere e sostene-re coloro che in Cristo fanno da pontecon Dio Padre.

Tra le figure imponenti che ram-mentano la prodigalità di Dio e rendo-no bello il volto della Chiesa spicca ilSanto Curato d’Ars. Nato a Dardilly,in Francia, poco distante da Lione, l’8maggio 1786, Giovanni MariaVianney è ordinato sacerdote nel1815, all’età di 29 anni. Vi arriva conmolta fatica per superare gli studi e gliesami. Giovane prete è assegnatocome vicario per un periodo di quattroanni ad Ecully, dove è parroco il suomaestro e padre spirituale CharlesBalley. Negli anni successivi gli è affi-data una piccola parrocchia di 250anime ad Ars, dove quasi nessunoandava in chiesa: lì rimarrà fino allamorte, manifestandosi un vero uomodi Dio. Ha una grande spiritualità, maattraversa lunghi periodi di solitudinee di angoscia. É convinto che perriportare i suoi fedeli a Dio, deve pre-gare molto e fare grandi penitenze perloro. Passa tante ore da solo in adora-zione davanti al SantissimoSacramento. Pian piano i fedeli torna-no in chiesa, attratti da un prete chepassa tante ore in preghiera.Incominciano a chiedere anche la con-fessione. La fama di questo prete pocodotto, ma santo, si diffonde e ad Arsincomincia una processione di fedelida tutta la Francia e anche da altrenazioni per confessarsi da lui. Passafino a 15 ore al giorno in confessiona-

le; negli ultimi anni della sua vita arri-vano ad Ars fino a 80.000 pellegrini.Organizza in modo esemplare la suaparrocchia, che vorrebbe lasciare, per-ché fino a qual tempo nessun parrocoera stato proclamato santo. Concludela sua giornata terrena ad Ars il 4 ago-sto 1859. Pio XI lo proclama santo nel1925 e poi patrono di tutti i parroci delmondo.

Nell’incontro di inizio Quaresimacon il clero di Roma, il Papa ha parlatodell’identità del sacerdote, indicandoai fratelli nel sacerdozio che loro com-pito primo è di appartenere a Dio e diessere veramente uomini. Dice infatti:“questa è la missione del sacerdote:combinare, collegare queste due real-tà apparentemente così separate, cioèil mondo di Dio - lontano da noi, spes-so sconosciuto all’uomo - e il nostromondo umano. La missione del sacer-dozio è di essere mediatore, ponte checollega, e così portare l’uomo a Dio,alla sua redenzione, alla sua vera vita(Discorso ai parroci della diocesi diRoma).

Per essere ponte tra l’uomo e Dio ilsacerdote deve essere sì vero uomo,ma deve conoscere anche la realtàdivina; un ponte poggia necessaria-mente su due lati opposti che, per suanatura, è chiamato a collegare, a met-tere in comunicazione tra loro. Macome ogni ponte che è posto in essere

da qualcuno, così il sacerdotenon può darsi da solo ma ècostituito mediatore tra duerealtà: “Il sacerdote ha biso-gno di un’istituzione divina esolo appartenendo alle duesfere – quella di Dio e quelladell’uomo – può esseremediatore, può essere“ponte”(Ibid.). Di conse-guenza, come prima espres-sione fedele alla sua natura, ilsacerdote deve essere dallaparte di Dio. In questo suocompito è prevenuto, accom-pagnato e guidato da Dio stes-so che nel Figlio realizza inmodo perfetto l’essere media-tore rendendo così possibile acoloro che liberamente Luielegge di continuare que-st’opera meravigliosa diincontro tra Dio e l’uomo.Essere sacerdote, quindi,significa anzitutto riconoscer-si scelto, chiamato e guardatocon uno sguardo personale dipredilezione a ricevere ecustodire un dono immenso espesso incomprensibile che

Dio concede e “nel quale Dio mi dàquanto io non potrei mai dare: la par-tecipazione, la comunione con l’esseredivino, col sacerdozio diCristo”(Ibid,).

Ciò comporta come conseguenzalogica e necessaria l’appartenenza aColui dal quale ricevo ogni grazia.Appartenenza che si traduce in unaconcretezza di vita per cui si è veriuomini di Dio. Un’esistenza capace dirisplendere della luce di Cristo, un’esi-stenza capace di portare gli uomini aDio; un’esistenza che è ponte. Questacomunione di vita col Cristo il sacer-dote può vederla realizzata in sé segiorno dopo giorno fa di questa veritàla sua meta, il suo traguardo. Ecco,allora, l’importanza di vivere seria-mente la celebrazione eucaristica, laliturgia delle ore, la preghiera persona-le, tutti elementi “dell’essere con Dio,dell’essere uomini di Dio”(Ibid.).

Questi principi erano ben chiarinell’intelligenza e ben presenti nelcuore del Santo Curato. Egli aveva ingran considerazione il sacerdozio enon dimenticava la grandezza deldono ricevuto. Era cosciente di custo-dire un tesoro infinito in una realtàfinita, ma era ugualmente consapevoleche Colui dal quale aveva ricevuto talepatrimonio, non mancava di assisterlo,di fargli sperimentare la verità evange-lica promessa in Matteo 28,20b: “Io

Il Santo Curato d’Ars e l’Anno Sacerdotale

di Matteo Piccioni

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sono con voi tutti i giorni, fino allafine del mondo”. A riguardo egli scri-ve: “Oh come il prete è grande!... Diogli obbedisce: egli pronuncia dueparole e Nostro Signore scende dalcielo alla sua voce e si rinchiude inuna piccola ostia”(Benedetto XVI,Lettera, p.6).

San Giovanni Maria Vianney nonera rattristato nelle gravi difficoltà chelo hanno accompagnato nel camminodi formazione al sacerdozio e nel cam-mino ministeriale di pastore, perchéconsolato, credo, dalle parole rivoltedal Maestro ai suoi: “Non sia turbatoil vostro cuore. Abbiate fede in Dio eabbiate fede anche in me. Lo SpiritoSanto che il Padre manderà nel mionome, lui vi insegnerà ogni cosa e viricorderà tutto ciò che io vi ho detto”(Gv 14,1.26).

Una fede consapevole la sua, nutri-ta e alimentata alla sorgente eucaristi-ca. L’Eucaristia, centrale in ognunadelle sue giornate, preparata e vissutacon cura e vigilanza, tali da evitare ilrischio da lui tanto deprecato di abi-tuarsi ad un simile atto. “Quanto ègrande il sacrificio della Messa! Dioposa il suo sguardo sull’altare: “è mioFiglio diletto, nel quale mi sono com-piaciuto”… Noi non avremmo maipensato di chiedergli il suo Figlio. Maciò che l’uomo non avrebbe potutoimmaginare, Dio l’ha fatto! Accanto aquesto bel Sacramento siamo comeuno che muore di sete accanto ad unfiume. A cosa servono le parole degliuomini, quando c’è Dio che parla?Bisogna fare come uno che è moltocurioso e origlia alle porte: bisognaascoltare tutto quello che Dio dice allaporta del nostro cuore.”( Il Santo

Curato d’Ars, Ed. Trappiste,Vitorchiano 2009, pp. 23-24).

È evidente come il Santo Curatoera cosciente di dover appartenere allarealtà di Dio, ma nondimeno sapeva didover essere uomo. Il sacerdote, infat-ti, per realizzare la sua missione deveessere realmente uomo. Ma cosa signi-fica essere uomo? L’uomo, per esserevero, deve accrescere tutti quegliaspetti che appartengono e sono proprialla sua natura. Ciò vuol dire per l’uo-mo “avere un’educazione, una forma-zione umana, delle virtù umane; svi-luppare la sua intelligenza, la suavolontà, i suoi sentimenti, i suoi affet-ti; deve essere realmente uomo, uomosecondo la volontà del Creatore, delRedentore”.

L’insegnamento qui contenuto èimportante perché corregge una visio-ne comoda di umanità che accompa-gna il cristiano di ogni epoca e chespesso è preferita alla visione vera diumanità. Accade che dinanzi ai nostriripetuti limiti ci rifugiamo tutti, sacer-doti e non, nell’affermazione “siamouomini”, “sbagliare è umano”; certonon nasciamo già cristiani, tanto menogià cristiformi, ma “questo non è ilvero essere umano. Umano è esseregeneroso, è essere buono, è essereuomo della giustizia, della prudenzavera, della saggezza”( BenedettoXVI, Discorso, op. cit).

Uomo significa sviluppare l’uma-nità, ma con una condizione ben preci-sa, che sia un’umanità ad immagine diColui che l’ha creata. Uomo significaraccoglier l’invito di Gesù rivolto aisuoi discepoli ad essere “perfetti comeè perfetto il Padre” (Mt 5,48).Perfezione non è che il sinonimo di

filiazione, siamo cioè perfetti quandoviviamo come “figli dell’Altissimo”(Lc 6,35), ed essere figli è la vocazio-ne a cui Dio chiama tutti indistinta-mente e a favore della quale il sacer-dote, in e con Cristo, perde la sua vita.

Si è figli nella misura in cui ci silascia generare, per questo l’uomo inCristo e solo in Lui può essere perfet-to, ma non nel senso di sviluppare qua-lità eroiche o di pochi, piuttosto nelsenso di essere fedele all’immaginericevuta, lasciandosi liberare da unavita comoda sì ma povera. Esserefiglio, essere uomo quindi, spinge afarsi prossimo di coloro i quali vivonosul ciglio della strada sofferenti, calpe-stati nella loro dignità e abbandonati ase stessi, di coloro che per varie circo-stanze si sono allontanati e hanno dila-pidato il loro patrimonio spirituale, dicoloro che errano senza meta, infine dicoloro che si ritengono giusti madisprezzano gli altri.

L’essere uomo per il sacerdote sirealizza, dunque, nella compassione,nella capacità di saper patire con glialtri e per gli altri, manifestando vici-nanza nelle loro sofferenze, abile afarsi carico di queste; patire per glialtri, sentendo la necessità di condurlia Cristo. Il Santo Curato, vero uomo diDio, non mancava di una vera umani-tà, riscontrabile in una sua semplice,chiara e programmatica affermazione:“Mio Dio, accordatemi la conversionedella mia parrocchia; accetto di sof-frire tutto quello che vorrete per tuttoil tempo della mia vita”( BenedettoXVI, Lettera, op. cit., p.7).

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“Festa della Famiglia Passionista a S. Gabriele, presieduta dal padre Generale, Ottaviano D’Egidio:27-6-2009.

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9Vita di fede e figli di ieri e di oggi

di Adele Caramanico

Nei miei ricordi di bambina, frale tante cose, ce ne sono alcuniparticolari collegati con la fede

e la preghiera. Ricordo con quantagioia mi alzavo al mattino presto, nelmese di maggio, per andare insieme adaltri bambini della mia età (frequenta-vo le elementari) in parrocchia. LaMessa era alle 6,30 e poi dopo la cate-chista ci leggeva il “fioretto” da viverein quel giorno e il parroco ci regalavaogni mattina qualcosa: un santino conla preghiera da recitare, le caramelle,un’immaginetta ogni volta diversadella Madonna. E si tornava a casa dicorsa perché poi bisognava andare ascuola ma tanto felici.

E così i giorni passavano e nellamia mente sono rimasti impressi queimomenti in cui le corse si intrecciava-no con l’odore delle rose e per stradadei bambini così piccoli potevanocamminare da soli a quell’ora insolita,senza che accadesse loro nulla dimale.

E poi veniva l’estate e c’era laNovena alla Madonna di Porto Salvo,protettrice della mia parrocchia, dellacittà e della Diocesi. Ed ancora tutte leprove, i canti, e le sere trascorse inchiesa, anche dopo la Messa, per pro-vare per il giorno dopo…………etutto continuava così, serenamente. Asettembre, non si andava ancora ascuola, ma il mese era tutto dedicato aiSanti Cosma e Damiano. Un cosaricordo in modo singolare: il giornodella festa, che era ed è rimasta sempree solo religiosa. La mattina andavamoa suonare a mano le campane per laprima Messa alle 4 in punto!

Perché ho voluto solo accennare apiccoli momenti del mio passato? Pertristezza, nostalgia, o per altro? No, disicuro. Come ero io allora lo eranotanti miei coetanei. Non avevamo ilcomputer, non andavamo a ballare,non avevamo la play station, e neppu-re le videocassette e altre cose delgenere che oggi ci sono…ma avevamouna cosa che molti bambini e giovanidi oggi non hanno più: la gioia di vive-re! Ci accontentavamo di poche cose,di piccole cose, e soprattutto avevamoun punto di riferimento ben precisonella nostra giornata: la vita parroc-chiale. Da essa poi scaturiva la fede, lapreghiera, la pratica assidua dei sacra-menti.

Nei nostri cuori un po’ alla volta ilposto principale lo prendeva sempre

più Gesù e il suo Vangelo. Forse dapiccoli non capivamo molto ma dicerto sapevamo di non essere soli per-ché con noi c’era un compagno diviaggio.

La famiglia basava e completava lasua educazione dei figli con la parroc-chia, affidando al parroco e ai variresponsabili una parte della formazio-ne del proprio figlio. Ma la famigliaera anche unita, pregava insieme, aifigli venivano insegnate le preghierepiù semplici. Mia madre mi insegnavaa recitare il Rosario, e io spesso facevo“guai” con la corona perché non erocapace di contare i grani, fino a quan-do decisi di contare con le dita le “AveMaria”! Ma ero piccola, forse di soli 6o 7 anni! Tutto questo mi fa pensare acome oggi vanno avanti i bambini e igiovani, che sembrano, pur in mezzo a1000 cose da fare, non avere ciò che aloro interessa di più. Sempre insoddi-

sfatti, stanchi, pieni di voglia di evade-re, sempre a correre e non si sa versodove o cosa. Lo stesso per le famiglie:ci si vede poco, si parla ancora dimeno, si sta insieme di sfuggita….esoprattutto non si prega insieme, nonsi frequentano le parrocchie, non si vaa Messa coi figli! Lo so, per alcunecose ho esagerato: non tutte le fami-

glie di oggi sono così e non lo sononeppure tutti i giovani o i bambini, perfortuna.

Ma la mia vuole essere una provo-cazione affinché non si buttino via isemi che sono stati piantati in noi tantianni fa. Come a noi è stato dato perandare avanti così noi dobbiamo dareai nostri figli e far loro comprendereciò che è veramente importante.

I valori della vita, quelli veri, nonsi trovano per caso, ma nascono dalprofondo del nostro cuore. E senzauna vita di preghiera, di frequenza deisacramenti, di riflessione e meditazio-ne del Vangelo, la nostra fede non puòalimentarsi e così si va poi affievolen-do come una piccola fiammella cheresta senza la legna da bruciare e nonpuò che diventare cenere.

Alziamoci, facciamoci coraggio enon permettiamo che ai nostri figli lafede si incenerisca, la forza di andare

avanti scompaia, e la voglia di viverediventi un’abitudine. Diamo loro quel-la forza che viene solo dal nostroesempio nella fede. Seminiamo e conl’aiuto del Signore i frutti crescerannonei loro cuori e le loro vite avrannoveramente un senso!

www.bioeticaefamiglia.it

Piccoli Amici di Gesù Crocifisso a un corso di spiritualitàal santuario di S. Gabriele

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10Corso di formazione per responsabili di AGCCentro di spiritualità San Gabriele: 19-21 febbraio 2010

Dal 19 al 21 febbraio 2010, pres-so l’Oasi di s. Gabrieledell’Addolorata (Te), si è svol-

to il Corso di formazione per coordi-natori e responsabili di Fraternità, diGruppi di Preghiera e per tutti coloroche vogliono impegnarsi nello svilup-po e nella migliore organizzazione delmovimento Amici di Gesù Crocifisso.Il corso è stato tenuto dal P. FernandoTaccone C. P. che già aveva condottoaltri corsi di formazione per gli Amici,con gli stessi scopi. Una sessantina ipartecipanti comprese quattro sorelledel Movimento Laicale Passionistaprovenienti dal CORM.

Gli scopi del corso sono statiquelli di: consolidare legami di ami-cizia ed apprezzamento tra i parteci-panti, di riscoperta delle motivazio-ni profonde del perché si voglia e sidebba prestare il proprio lavoro neigruppi e nel movimento in generale,acquisire e fornire nozioni praticheed esperienziali. Il corso è iniziatocon un primo incontro di presentazio-ne e conoscenza. Nel secondo incontroi partecipanti hanno manifestato leloro attese e che cosa si aspettavano diricevere dal corso. Nel terzo, P.Fernando ci ha introdotti nel vivodell’argomento esaminando le basi delperché interessarsi agli altri e comedivenire servi di Dio e dei fratelli.Attingendo al Diritto Canonico ed alCatechismo della Chiesa Cattolica, inmodo molto chiaro e di facile appren-

dimento, ci ha parlato del “Ministerooriginale”: i fedeli incorporati a Cristomediante il battesimo, sono partecipidell’ufficio sacerdotale, profetico,regale di Cristo e sono chiamati,secondo la propria condizione, allamissione che Dio ha affidato allaChiesa da compiere nel mondo. Nelsecondo incontro si è potuto riflettereinsieme sulle esperienze di gruppo:elementi di crescita e di regressionenel compito di guide o di guidati; delbisogno di scoprire e comprendere ipropri limiti per dichiararsi bisognosidi aiuto e scoprirsi capaci di esseredono per gli altri. Nella parte centraledel corso, il P. Fernando ha svolto gliargomenti: “Prestare attenzione a sé, alprendersi cura di sé e degli altri, versola collaborazione”; “La responsabilitàdella guida o “pastore” nel dono di sé;“La dinamica per la guida del grup-po”. Molto pratici gli argomenti: checosa rappresenta la guida nei gruppiecclesiali, la sua personalità, il metododi lavoro, come garantire la vitalità delgruppo. A mio parere, gli scopi prefissidel corso, sono stati largamente rag-giunti, per il contenuto e la forma cheil P. Fernando è riuscito a dare agliinsegnamenti. C’è stato un ottimoscambio di idee ed esperienze tra i par-tecipanti, che hanno dimostrato la sod-disfazione per quanto avevano capito eil desiderio di tornare ai propri gruppiper mettere in pratica quanto appresonel corso.

Presentiamo un sunto delle riso-nanze particolari che ci sono perve-nute e che dimostrano come ognunoha recepito e puntualizzato inmaniera diversa gli argomenti trat-tati.

Piera Iucci

“Il corso è stato seguito con moltointeresse grazie alle note capacità dellaguida di catturare l’attenzione dei pre-senti con il suo metodo coinvolgente.La premessa di P. Fernando che laguida di gruppi ecclesiali è una chia-mata dello Spirito Santo che noi fedelinon possiamo rifiutare, ci ha fattomolto riflettere; è una grande respon-sabilità e uno dei talenti che il Signoreci ha dato e del quale un giorno dovre-mo rendere conto. Nel primo incontroci siamo conosciuti, scambiati lenostre esperienze di guida e di guidatie manifestato le nostre aspettative. Igiorni seguenti sono stati dedicati allaspiegazione dello scopo del corso cheè stato quello di ricercare il perchéinteressarsi agli altri e quindi accettarela guida di un gruppo e come divenire“servi di Dio e dei fratelli”. La ragio-ne fondamentale è che l’uomo è statocreato come essere socievole e quindiper stare con gli altri; il battesimo poisigilla la sua vocazione al servizio. Ifedeli laici sono il principio vitaledella Chiesa. Tutti abbiamo qualcosada dare, ma per prestare attenzioneagli altri dobbiamo prima prestareattenzione a noi stessi, conoscerci eindividuare il contributo che possiamoportare perché la nostra vita abbia unsenso. Esercitare una responsabilità èuno dei modi per realizzare il dono disé; occorre essere pronti e capaci arispondere ai bisogni altrui, saperascoltare il fratello e soprattutto con-fermarlo dandogli forza e costanza,come faceva Gesù. Nel compito diresponsabili devono essere di guida ilVangelo e lo Statuto del movimentoper una formazione semplice ed essen-ziale, ognuno deve esercitare il suoministero considerando gli altri comecompagni di viaggio, preoccupandosidi camminare verso la luce e la verità.Come ultimi argomenti la dinamicaper la guida del gruppo, il metodo dilavoro e l’organizzazione di un incon-tro.

Mariella Benaducci

I giorni sono stati molto intensi esicuramente molto proficui per me. Loscopo del corso: “ricercare il perchèinteressarsi agli altri e come divenireservi di Dio e dei fratelli” mi ha tocca-

Responsabili AGC partecipanti al Corso di formazione a S. Gabriele:19-21 febbraio 2010

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to profondamente nel cuore. Non tuttosi potrà realizzare, ma ho aperto gliocchi, specialmente per come fare edagire. Nella guida del gruppo ho avutodelle piccole soddisfazioni, ma anchetante sconfitte e me ne accorgo dopoquello che ho sentito. So bene i mieilimiti e il bisogno di aiuto. Ho capitoche è necessario anche che impari aprestare attenzione a me, a prendermicura di me, perchè la mia vita sia sem-pre più ricca di senso, per poi avercura degli altri, scoprendoli comecompagni di viaggio. Devo averecoraggio di essere me stessa e nellostesso tempo prendermi le mie respon-sabilità. É difficile far scoprire aglialtri il senso di responsabilità, ma tuttivanno accettati per come sono. Tuttoquanto ho ascoltato mi sarà utile nonsolo nel gruppo, ma anche nel lavoro enella famiglia. É necessario imparareun metodo per farlo. Nell’individuare icaratteri ed i ruoli dei partecipanti algruppo, posso dire che nel nostrogruppo ci sono tutti. Il corso si è con-cluso con l’augurio di buon lavoro ebuon cammino. Il Signore possa gui-darmi per l’amore che gli porto e checerco di testimoniare agli altri.

Tiziana Angeletti

La guida di un gruppo ecclesialericeve una chiamata da Dio. All’inizioognuno si può sentire non pronto espaventato, non ritenendosi all’altezzadel compito che gli viene dato. Tutti inun gruppo, anche se non hanno incari-chi, debbono sentirsi responsabili unodell’altro ed essere accoglienti special-mente con i fratelli nuovi. Coloro chesi tengono sempre al margine, purobbiettando su qualunque decisione,possono causare solo divisioni ediscordie. Il laico per la Chiesa èmaturo in virtù del battesimo ricevuto,ma in pratica non lo è se non ricorda enon fa esercizio di virtù. Si diventamaturi solo con la conoscenza e l’ap-profondimento della Parola di Dio.Dalla conoscenza di sé e relativa con-sapevolezza della propria debolezza eforza, ognuno può sentirsi capace diessere testimone e dono per gli altri eraggiungere anche una buona crescitapersonale. É importante che la guidanon faccia affidamento solo sulle suecapacità personali, ma sulla forza dellafede che possiede; credendo piena-mente nel cammino intrapreso eammettendo i propri limiti, può tra-smettere ai fratelli la propria forza.Una buona guida non finisce maid’imparare, affina con il tempo lacapacità di capire la varietà dei mem-

bri del gruppo, i vari colori di questoarcobaleno di anime. Quando qualchefratello lascia il gruppo, i responsabilidevono conoscere e capirne i motivi,incoraggiare, dare un appoggio moralee anche pratico. Chi è chiamato adessere guida dovrà essere provatocome l’oro nel crogiolo, per assicurar-si che in lui non ci siano secondi fini,deve eccellere in virtù, non basta chenon sia cattivo. Esercitare una respon-sabilità è il modo più proficuo per rea-lizzare il dono di sé come servizio eattenzione all’altro.

Rassicurare e garantire i fratelli:“Pietro, io ho pregato per te e tu con-ferma i tuoi fratelli”, è il ministerodella conferma, evitando di sottolinea-re le debolezze altrui. Non etichettarele persone ed avere sempre fiducia inun possibile cambiamento. Sentireveramente i fratelli come compagni diviaggio nel gruppo e nella vita; nessu-no si deve perdere. Desiderare di com-prendere i fratelli e stabilire relazionipersonali per trasmettere amore since-ro. Essere pazienti, tenaci e flessibili,rispettosi della persona, essere costrut-tori di fraternità. Sentire il bisogno diascoltare chi ci sta accanto, perchè Dioparla spesso attraverso il fratello.Esistono i consumatori di fraternitàche sfruttano il gruppo e si lamentanoper ciò che non funziona in esso. Imembri del gruppo devono aiutare glialtri a uscire da una fede individuali-stica.

Vari sono i tipi che fanno parte delgruppo. Chi sembra solo uno spettato-

re perché non interviene, può esseresensibile come altri che parlano; ce neaccorgiamo dalla sua frequenzacostante, dall’attenzione che presta,dalla disponibilità quando gli chiedia-mo qualche cosa. Una buona guidadeve saper riconoscere i caratteridiversi: i monopolizzatori, i pessimi-sti, gli spiritosi, i manipolatori, i con-formisti, i tradizionalisti, i dogmatici”,come pure i promotori, gli animatori, ichiarificatori, i mediatori, i sintetizza-tori, i programmatori”. Ognuno è chia-mato a dare il suo apporto.

Clara e Olga

Abbiamo avuto la grande opportu-nità di ritrovarci a S. Gabriele perseguire un interessante e ricco corso diformazione. Padre Fernando è la testi-monianza di ciò che Dio opera in chicrede fermamente nella sua vocazionee lavora con zelo per trasmetterlo aglialtri. Il corso è stato intenso e le oresfruttate fino a dopo cena. Nonostanteciò siamo riusciti tra i partecipanti ascambiarci le nostre opinioni, i nostridubbi e cercare il modo di collaborareanche se ci separano molti chilometri.Ringrazio in modo particolare le ami-che della provincia Corm che sonostate segno di una volontà che vuoleunirci tutti spiritualmentecome “Movimento LaicalePassionista”, anche chi ha potuto par-tecipare e seguire solo con la preghie-ra.

Fiorella Torresi

Corso di formazione AGC presso Centro di spiritualità San Gabriele Te.

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Abbiamo partecipato ad un brevema intenso corso di spiritualità sullafigura della “guida” nei gruppi eccle-siali. Lo scopo principale di esso èstata l’indicazione delle ragioni antro-pologiche, psicologiche e teologicheche sono a fondamento del dono di séagli altri. Il corso tenuto da padreFernando Taccone e da Padre AlbertoPierangioli, ha chiarito diversi dubbisul ruolo della guida che deve far sen-tire tutti i componenti del gruppo aproprio agio per crescere nella fede enell’amore scambievole.

Annamaria Di Clementee Anna Centurione

Essere guida è una vocazione. C’ègrande necessità di formare i formato-ri. I sussidi principali: la Parola di Dio,lo Statuto e la conoscenza delCarisma. Ogni uomo che nasce èsociale ed è naturale avere attenzioneall’altro. É stato bello l’esempio diparagonare una fraternità ad un “pul-lman”, sul quale salgono, in posti etempi diversi, i “chiamati”: scoperti,raccolti e convogliati, grazie ad unaricerca attenta e impegnata; il condu-cente (Cristo), che li smista alle variefermate (le vocazioni specifiche).Lungo il tragitto nessuno deve andareperduto! I responsabili, amministratoridel dono di Dio, devono essere sempredisponibili ad aiutare l’altro a ricercaree scoprire Dio e a corrispondere allasua grazia secondo la propria vocazio-ne. Trovarsi nello stesso pullman portaa rispettare i vari posti, a conoscersilungo il viaggio ed a rendere piacevoleil percorso. La collaborazione è unvalore solo quando ci sono relazionipositive. Accogliere Dio nelle nostravita è accogliere tutti i fratelli che Luimette nel nostro cammino. Il corso ciha dato l’opportunità di scambiarciesperienze, idee, problematiche traresponsabili di fraternità. Al terminedel corso c’è stato un incontro per ilnuovo sito e la rivista, come arricchirlied avere in tempi brevi notizie, articolie foto. Abbiamo riportato con noi unarricchimento spirituale e forza chepotrà aiutarci in famiglia e nella frater-nità.

Rita Maraessa

Prima grande esperienzacon gli AGCPer la prima volta ho partecipato a

un corso organizzato dagli AGC pres-so il santuario di San Gabriele e guida-to da padre Taccone. Ci siamo ritrovatiinsieme da varie parti d’Italia per con-

dividere la stessa esperienza. A mepersonalmente non sembra vero diessere in questo santuario che giàconosco ma da cristiano della domeni-ca. Sono negli AGC da poco più di unanno, e già esserci la considero unagrande grazia. Mi viene in mente unpensiero: noi abbiamo incontratoCristo perchè Lui ci ha cercato. Ci hacercato perchè ci ama con amoredisinteressato. Tutti siamo chiamati arispondere a questo amore. É suffi-ciente che noi diciamo sì al Signorecome Maria ha detto sì all’arcangeloGabriele e ci affidiamo totalmente aDio. Noi nella nostra pochezza, dob-biamo mettere Gesù al primo posto efare ogni nostra azione per Lui; comeci ha promesso, tutto il resto ci saràdato in sovrappiù. Quello che mi hacolpito nei fratelli del movimento è lacapacità di offrire se stessi, sacrifican-do hobby, riposo, tempo libero, lavoro,famiglia, per donarsi agli altri, per per-mettere a tutti di crescere e di avanzarenel cammino intrapreso. Noi comefedeli laici ci troviamo nella vita dellaChiesa in prima linea. Dobbiamoprendere coscienza che non soloapparteniamo alla Chiesa, ma che noistessi siamo la Chiesa. Come laicisiamo chiamati a partecipare all’uffi-cio sacerdotale di Cristo, per offrire lenostre opere, le preghiere, la famiglia,il lavoro, come sacrifici spirituali gra-diti a Dio per mezzo di Gesù Cristo.Dobbiamo essere apostoli di Cristocon la testimonianza di vita e con le

parole. In questo modo noi laici siamochiamati a risanare la società e adessere testimoni e strumenti della mis-sione della Chiesa. Desidero ringrazia-re quanti tra padri passionisti, suore elaici permettono a noi ultimi arrivati dicamminare insieme a loro verso lameta comune. Grazie di cuore a tutti.

Cesaretti Adalberto

Mi ha colpito molto l’avvio delcorso: p. Pierangioli, guidandoci allacripta di S. Gabriele, prima di salire lescale, ha detto: “Piano piano, venitedietro di me”: quanto dà gioia e sicu-rezza seguire un piccolo gregge bennutrito alla vita sacramentale e allaParola spezzata dal pastore che guida efa il passo, si ferma e fa riposare, con-duce alla fonte, perchè ciascuno seguacol suo passo e non si perda. É stataun’esperienza indimenticabile e com-movente. Le persone incontrate, belle,adulte, libere come piccoletti sottol’ala della cura paterna. Grazie perquanto si adopra senza sosta per lecomunità, che alimenta con la Parola ela Testimonianza. Vivo al Nord, ma lamia famiglia è marchigiana. Esprimola mia compiacenza per questa “eccel-lente” esperienza ecclesiale.

Maria Grazia Simoncini CORM

Il mettermi in cammino verso ilconvento di san Gabriele, santo pas-sionista protettore dei giovani esoprattutto degli studenti, mi ha subitofatto tornare alla mente le altre circo-

Corso Formazione: guida P. Fernando Taccone

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stanze in cui mi ero già recata: il con-siglio nazionale e il convegno sulMistero Pasquale. Per me sono statedue occasioni in cui sono venuta acontatto con la realtà del MPL a livellonazionale e in cui c’è stata una matu-razione su quella che deve essere lanostra presenza attiva per far cammi-nare la nostra realtà. Anche questavolta il mio partecipare a questa duegiorni ha avuto come risultato la sem-pre più forte determinazione a mettersiin gioco perché il MLP sia una vera epropria catena d’amore che unisce lepersone animate dal medesimo spirito.La forza dei gruppi ecclesiali è statarichiamata dal padre F. Taccone chenelle sue lezioni ha sviluppato su tuttii livelli antropologici, psicologici eteologici per mostrare come la figuradella guida dei gruppi è molto impor-tante e fa da traino per tutto il resto delgruppo. Ognuno ha potuto rendersiconto che il battesimo ci dà una digni-tà e ci mette in una comunità comeelementi che possono dare un grandeaiuto ai sacerdoti e ai vescovi e parte-cipare attivamente alla vita spiritualedi tutta la chiesa. Si è posto molto inevidenza che il gruppo ecclesiale havari diritti e anche una responsabilitàverso gli altri. La frase che mi ha piùcolpito è stata detta da un laico (Pino):impostare la nostra vita in modo dadire a tutti: io mi occupo di Te!Infatti la guida in quello che è statosubito definito un vero e proprio servi-zio è chiamata a farsi carico di tutti gli

appartenenti del gruppo e nello stessotempo ad essere d’esempio per tutti diquello che è un laico passionista. E’una persona animata dallo SpiritoSanto che vuole vivere la spiritualitàdel fondatore San Paolo della Croce eportare a tutti quello che all’internodei gruppi ha vissuto e quindi come inuna missione far partecipi dei fruttitutti quelli che il Signore mette sulnostro cammino. Padre Alberto ilpadre spirituale che ha iniziato il grup-po degli Amici di Gesù Crocifisso hainfatti messo in evidenza come siaimportante dar notizia di ogni ini-ziativa del gruppo e invitare sempre iparroci e tutti i fedeli agli appunta-menti più significativi e ha spronato afar circolare il materiale che lui mettea disposizione (rivista, immagini,calendari).Questa grande radicalità alterritorio di questo gruppo si è proprioandata formando perché c’è stata inquesti anni questa grande opera di dif-fusione delle notizie legate al gruppo.Mi sembra che sia molto importanterifarsi a quest’esempio anche nellanostra provincia dove spesso ogni fra-ternità vive la sua realtà sganciata dalresto delle altre.

Un’altra immagine, messa in risal-to da Piera Iucci, Presidente degliAmici, è quella della guida come unapersona che ha una grande creativi-tà, e questo mi è piaciuto particolar-mente perché il problema dell’uomomoderno è la noia che si combatte pro-prio con la fantasia e con l’intuizione

data dallo Spirito Santo. Mettere ingioco la componente creativa dà pro-prio l’impronta dinamica al gruppo enon lo fa essere statico. Pensiamo acerte giornate che passiamo sempreuguali, dove i compiti quotidiani nondanno spazio al nostro io ma soccom-biamo alla routine, basta che entri ingioco lo Spirito e tutto prende un altroandamento. Lo spazio che ogni indivi-duo occupa deve essere sollecitatodagli altri e dall’azione esterna proprioin quanto l’uomo e’ un essere sociale.L’aggregazione migliora l’uomo, lo faessere meno egoista, e più libero diesprimere la sua umanità. I nostrigruppi dovrebbero avere questadimensione di grande spazio in cui siesprime la nostra parte migliore, ilnostro amore a Dio e al prossimo. Laguida ha quindi un compito moltoimportante ed ha la grazia del forma-tore cioè su quella grazia che devepassare dal formatore a tutti i laici.

Se siamo ben formati la nostra gra-zia passa ed è vera benedizione pertutti. In sintesi la guida è un grandeamico di ogni appartenente al gruppo,perché è una persona che si mette adisposizione, anima, prevede e antici-pa ogni possibile difficoltà, si spendema ha anche la sua dignità che lo portaa confermare gli altri proprio in quantoguida. Il Padre Taccone ha parlato dimetodo e dei difetti della guida chepossono portar danno a tutto l’anda-mento del gruppo:individualismo,carattere emergente, manipolatore ecc.Di tutto il corso questa parte pretta-mente psicologica è quella che mi èpesata di più perché mi ha quasimostrato la guida come un grande con-trollore di ogni possibile personalitàdel gruppo e quasi ha limitato l’azionedello Spirito Santo come secondaria.Infatti si è posto l’accento su comeriprendere e mettere in linea le personeche vogliono emergere. Ho visto moltaazione umana e poco affidamento allapreghiera. Ma poi si è parlato delladirezione spirituale che ogni guidadeve avere molto ben definita in mododa ricorrere per avere aiuto nei rappor-ti con tutti i componenti del gruppo.Questo ha rimesso in azione la partedel consiglio e della formazione e miha fatto dire che l’azione umana eraaiutata e non prevaricava.

Il corso e’ stato un momento digrande formazione e si è ribadito chequesta non deve mai fermarsi ma deveessere perenne proprio per venireincontro a tutte le richieste dei laiciche si devono guidare. Il mio giudiziosul corso è positivo sia su come e’

La presidente Piera Iucci presenta il corso e la guida P. Fernando Taccone.

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stato preparato sia su come si è impo-stata la collaborazione tra le due pro-vince Corm e Pietà. Il grande metodoe la programmazione del movimentoAmici di Gesù Crocifisso che da anniha adottato è un dono per noi. Il Cormvive un periodo di grande sofferenza edi difficoltà, ma è una croce che portacome benedizione e amore a Gesù. Ungrande grazie a tutti i compagni diviaggio del corso: pregate perché ipadri della nostra provincia siano sen-sibili e si sentano chiamati a guidare ea mettersi a disposizione del MPL.

Anna Berettafraternità di Carpesino-Erba

E’ stata un’occasione unica perconoscere e per conoscersi. Conosceree approfondire tramite il corso di for-mazione le ragioni che sono alla basedell’esistenza stessa di un gruppoecclesiale; il conoscersi attraverso lacondivisione della preghiera, dellostudio, dei pasti, nell’esplorare dimen-sioni di aggregazione insoliti per chicome me non appartiene ad una frater-nità del centro Italia, e condividerne lepreoccupazioni e i problemi legati alledinamiche interne di un gruppo. Speroquindi di avere altre occasioni perapprofondire la conoscenza con gliAmici di Gesù Crocifisso.

Il corso di p. Fernando Taccone èstato per me illuminante perché mi hadato molti spunti di riflessione inmerito all’argomento trattato, ma misoffermerò su quelli che più mi hannocoinvolta personalmente: la consape-volezza di appartenere ad un gruppo edi avere una guida, e la responsabilitàdel gruppo e nel gruppo. Sono più chemai convinta, e questo corso me lo hamaggiormente chiarito, che la guida diun gruppo ecclesiale deve innanzituttofarsi servitore degli altri e non preten-dere che il ruolo lo renda migliore opiù importante degli altri; deve fonda-re questo servizio sulla preghiera erivolgersi al Signore perché lo sosten-ga in questo ministero; deve saperaccogliere, anche nella difficoltà, lediversità di ognuno; avere la giustapreparazione per aiutare le personeche sono nel gruppo e una buona dosedi umiltà che favorisca la collabora-zione piuttosto che lo scontro. Inquanto alla responsabilità ritengo chequesta sia un requisito importante perogni singola persona che viene a farparte del gruppo, che la senta comedote necessaria per contribuire al buonandamento del gruppo stesso, non unpesante fardello che ci affligge e chevorremmo posare ma al contrario ci

renda garanti di una fedeltà rivolta ainostri fratelli che si esprime nel soste-gno, nell’accoglienza , nella condivi-sione e nella preghiera reciproca.

Luciana Tramarin CORM

Preghiera di M. Rosa FraccaroCORMVorrei Signore inondare, con que-

sto cuore che tu hai riempito, vorreidire molto, vorrei amare alla misura diquanto mi hai amata dentro a questodono, ma nulla di tutto ciò è concessoalla mia umanità di elevare al tuoTutto. Sarai tu, Signore, a donare aPadre Alberto la conferma di un servi-zio che è GRAZIA del cuorePassionista. Sarai tu, Signore, a donarea Padre Fernando la conferma e la gra-titudine per la passione con cui ci hafatto scuola per riportarci alla TuaScuola della Passione che tu hai vissu-to per noi. Sarai tu, Signore, a metterenel cuore dei fratelli Amici di GesùCrocifisso la gioia e la certezza chesono sulla via tracciata da te. La storiadell’uomo Adamo è la storia di noicreature di Dio. Un Dio che tanto haamato il mondo da dare il suo figlioGesù. Storia di creature pensate, crea-te, costituite nel battesimo, posteognuna nel proprio contesto di vita,ma chiamate a vivere, gioire e gustareper vocazione particolare i doni delgiardino Passionista. Sii benevolo connoi, Signore, aprici gli occhi a riconsi-derare i tuoi doni, la tua Promessa.Aprici gli occhi all’Amore Tuo pernoi. Indicaci la via e i comandi che tuci hai dato. La nostra vita si consumaal desiderio di portare ai piedi della tua

Croce tanti fratelli. Si consuma neldesiderio di permettere loro di speri-mentare l’infinito tuo Amore.Nessuno, Signore, di coloro che ci haidato vada perduto. Incontriamo diffi-coltà, disaffezione, abbandono. Tuttihanno oggi tante sofferenze interne edesterne, segrete e radicate. Nulla dicepiù nulla, oppure tutto è letto conocchio e cuore tremendamente umano,a causa di queste sofferenze che bru-ciano tutto. Letture umane, sofferenzee bisogni, che lasciano aridità e insen-sibilità,che creano immobilità e apatiatremenda. Anche l’iniziativa di evan-gelizzazione migliore cade nel vuoto.Sii benevolo con noi, Signore! Aiutacia ripartire con l’avere un cuore per lepersone, un cuore passionista, uncuore che porti dentro le sofferenzedei fratelli e delle sorelle, un cuore chepromuova sempre l’altro. Sii per noi lavita e il colore per contribuire a dipin-gere il Segno Passionista con i coloriche tu stesso ci fai dono. Accresci innoi la consapevolezza che solo se con-tinueremo a camminare insieme e acondividere nella preghiera i tuoi doniattireremo a te e alla Tua Croce altrifratelli. Solo così l’uomo si sentiràamato e non andrà altrove alla ricercadi riempitivi.

Carissimi amici di GesùCrocifisso ci siete di stimolo e diesempio, non arrendiamoci, conGesù possiamo perseverare nel Benee continuare a edificare la schiera deichiamati a far memoria del suo Tuttoper noi. Buon Cammino pregate pernoi.

Maria Rosa Fraccaro,

Sorelle del MLP della provincia CORM, partecipanti al corso

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15PEREGRINATIO CRUCIS 20101 - Origine della Peregrinatio Crucis a Porto S. Elpidio

Da tempo desideravo avere ungrande Crocifisso per lanostra Fraternità S. Gabriele

dell’Addolorata di Porto S. Elpidio,per esporlo nei nostri incontri. Nelgennaio 1999 venne a trovarmi unfratello della Fraternità e mi disseche sarebbe stata una bella iniziativase avessimo avuto un Crocifisso daportare in “peregrinatio” nellenostre famiglie. Ne feci richiesta alP. Alberto, che ci procurò un belCrocifisso. Lo stesso giorno fu por-tato in una famiglia, che organizzòdue incontri di preghiera. Capimmosubito che l’iniziativa veniva dalSignore, era un grande dono. Daquel giorno il Crocifisso ha incomin-ciato a passare da famiglia in fami-glia, rimanendo uno o più giorni inogni casa. Ogni famiglia organizzaliberamente l’accoglienza e la per-manenza del Crocifisso; la famiglias’incontra spesso davanti alCrocifisso e poi è libera di organiz-zare uno o più incontri di preghiera,invitando chi vuole: parenti, vicini,amici. Questi incontri hanno un tempoper conoscersi, presentare il camminodegli Amici di Gesù Crocifisso e spie-gare il significato della “peregrina-tio”; poi un Rosario meditato deimisteri dolorosi, litanie della Passione,lettura di una meditazione dal libro“Voi siete miei Amici”, con riflessioni,dialogo e preghiere spontanee; conclu-diamo con un momento di festa e tantagioia. Partecipo con mia moglie amolti incontri; posso testimoniare cheil Signore opera nei partecipanti cosegrandi, tanta gioia e fede. Pregareinsieme davanti al Crocifisso in unafamiglia diventa amicizia anche convicini che si conoscono poco: pregan-do e dialogando ci si apre il cuore, sicresce nell’amore fraterno e nellafede. Procuro a tutti il materiale neces-sario per organizzare in casa l’incontrodi preghiera; cerco di fare fronte atutte le richieste, con gioia e conamore. É il Crocifisso che opera tutto:è Lui che vuole andare nelle famiglie,per attirare tutti a sé, per entrare neicuori, per portare fede e amore, peroperare meraviglie con la sua presen-za. Ecco alcune semplici testimonian-ze che ci fanno capire quello che operail Signore.

Molti mi parlano di familiari chenon frequentano la chiesa e non prega-no mai, ma che si commuovonodavanti al Crocifisso e partecipanovolentieri alla preghiera. Una sorellaracconta che durante la permanenzadel Crocifisso in casa sua, più volte

durante la notte sentiva il bisogno dialzarsi per andare a visitarlo. Un fami-liare è stato trovato una notte addor-mentato davanti al Crocifisso, mentrepregava. Un altro, che non aveva volu-to partecipare alla preghiera, era rima-sto di nascosto fuori della porta adascoltare; aveva poi confidato chequella preghiera gli era piaciuta moltoe in seguito ha smesso il brutto pecca-to della bestemmia. La cosa più diffi-cile è quando devo portare via ilCrocifisso, per consegnarlo a un’altrafamiglia. Tutti dicono che è l’ospitepiù importante, che porta tanta gioia,amore e pace. Viene richiesto di averloanche da famiglie che non fanno partedella Fraternità; facciamo del tutto peraccontentarle. Uno dei frutti di questa“peregrinatio” è la nascita di diversiGruppi di preghiera nella nostrazona, che aiutano a crescere nella fedee ad avvicinare al Signore altri cuori.L’esperienza di questi 11 anni ci hafatto migliorare molto il metodo, confrutti sempre maggiori.

Fragola Nello

In questa Quaresima 2010 la pere-grinatio è andata bene nelle treFraternità di P. S. Elpidio, S.Tommaso e Castellano e dintorni.Hanno fatto la peregrinatio treCrocifissi grandi delle Fraternità e 15-20 Crocifissi minori dei Gruppi diPreghiera e di famiglie. Il buon risulta-to è stato anche frutto degli incontri dipreghiera che abbiamo organizzatonelle famiglie a novembre per pregareper i defunti e nell’Avvento per prepa-rarci al Natale. Abbiamo portato il

Crocifisso in molte famiglie nuove, inuna casa di riposo e in un ritrovo peranziani. É bello vedere tanti fratellicon lo sguardo fisso al Crocifisso, conl’atteggiamento di chi chiede e si affi-da. É proprio vero quanto ha dettoGesù: “Quando sarò innalzato daterra attirerò tutti a me” (Gv 12,32).Molti anziani ci hanno detto: “I nostrigenitori ci hanno lasciato il ricordodella preghiera in famiglia; noilasciamo ai nostri figli la PeregrinatioCrucis”. Altro motivo di gioia è vede-re che il Crocifisso porta nelle fami-glie non solo la preghiera, ma ancheascolto e riflessione sulla parola diDio, dialogo in famiglia e tra famigliee tanta gioia di stare insieme. Si termi-na con la preghiera di Compieta. Ognivolta ci si saluta con gioia, comuni-cando il luogo del prossimo incontro.

Fragola Nello

Sa. Elpidio a Mare. Per la primavolta il nostro gruppo di preghiera haorganizzato una peregrinatio soddisfa-cente con una buona partecipazione.Gli incontri si sono svolti a largo rag-gio: a S. Elpidio a Mare, MonteUrano, Campiglione, con una mediadi 20 persone per ogni incontro.Abbiamo pregato il Rosario meditato,la via crucis, abbiamo meditato episo-di della Passione, con soddisfazionedei partecipanti, che si sono ripromes-si di approfondire il cammino degliAmici Di Gesù Crocifisso. Di tuttoringraziamo il Signore, perché è tuttomerito suo.

Cinziae il gruppo di S. Elpidio a Mare

Benedizioni dei Crocifissi per la peregrinatio:Civitanova, festa della Passione 12 -2-2010

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16 PEREGRINATIO CRUCIS 20102 - Parrocchia di Maria SS. della Pietà di Recanati

Con riconoscenza al Signoreinvio questa breve testimo-nianza per lodare Colui che ha

permesso tutto ciò. Da tre anni sonoparroco a Recanati, nel quartiere leGrazie. Mi sono sempre sentito unumile operaio nella messe del Signore.Come per il santo Curato D’Ars, credoche la preghiera integri i miei limiti.Per vivere bene la Quaresima e lagioia della Pasqua voglio sottolineareuna iniziativa che ho intrapreso connuovo slancio. Con impegno e sacrifi-cio di alcuni collaboratori, abbiamostilato un calendario di incontri. Ognisera un Crocifisso è stato portato inuna famiglia dagli AGC, presenti nellamia parrocchia da 10 anni. La famigliainvita i vicini a pregare e a meditareinsieme la passione di Cristo. Ognisera la Parola ci ha fatto conoscerequanto Cristo ci ha amato e quantopoco noi lo amiamo. Ogni sera allapreghiera erano presenti dai 20 alle 40persone. Lo stile dato alla preghieraera condotto da noi passionisti, con alcentro la meditazione della passionedel Signore. Si concludeva poi con unconfronto su quello che si era medita-to. Che meraviglia sentir parlare diGesù e sentire la gioia di essere cristia-ni! Spero che tutte le parrocchie fac-ciano l’esperienza di una Quaresima incui la Bibbia, l’amore di Dio scritto eil Crocifisso sono portati di casa incasa. Sono convinto che è più ilCrocifisso a parlare che noi a sussurra-re. Varie sono state le testimonianze digratitudine. Alcune famiglie, infatti,dall’incertezza iniziale, sono passatealla gioia e disponibilità ad accoglierela Croce di Cristo nella loro casa dopoaverne sperimentato la bellezza.Grazie per averci fatto incontrarel’amore di Gesù Crocifisso! Un graziedi cuore a Gianni Gelao e consorte,responsabile del gruppo, che ha sem-pre garantito la sua presenza e ha assi-curato l’animazione. Davvero la pas-sione di Gesù è la più grande e stupen-da opera del Divino Amore. GrazieSignore Gesù.

P. Raffaele De Fulvio passionista.

In questo anno la PeregrinatioCrucis a Recanati è andata molto beneperché il nostro parroco, PadreRaffaele, ha deciso di farne una inizia-tiva della parrocchia e ci ha aiutato

molto a fissare gli appuntamenti anchecon persone che non fanno parte degliAGC. Tutte le sere dal lunedì al vener-dì si è andato in una famiglia diversacon uno dei padri: Raffaele, Natale,Marco C. e c’è sempre stata una buonaaffluenza di persone, contente di averpartecipato a questo incontro di pre-ghiera e dialogo. Il sabato e la domeni-ca si è andato alle famiglie fuori par-rocchia. P. Raffaele ha riferito chealcune famiglie venute a ringraziarloper l’esperienza fatta, pronti a ripeterlaanche nei prossimi anni. Qualcuno haaccolto con piacere anche l’invito agliincontri della nostra fraternità. Ilnostro impegno è ricambiato da unabuona affluenza di persone e dall’otti-mo servizio di tre Passionisti, con lepersone che pendevano dalle loro lab-bra.

Gelao Gianni

Non mi è stato possibile andareogni sera di casa in casa per la peregri-natio. Ma è bello sapere che Gesù èstato ospite di tante famiglie dellaParrocchia durante la Quaresima. Perla prima volta quest’anno anche la miafamiglia ha accolto il Crocifisso:

abbiamo invitato i vicini di casa. Éstato un momento forte: abbiamo pre-gato, ascoltato la catechesi di PadreNatale e condiviso dolori, attese, spe-ranze. Pochi giorni fa sono stata invi-tata da un gruppo di catechisti a parla-re ai bambini. Ho pensato di conclude-re l’incontro con un momento di pre-ghiera di fronte al Crocifisso dellaPeregrinatio. Quei bambini hanno pre-gato con intensità e hanno sentito lagioia di pregare insieme. Con P.Raffaele siamo stati a casa di Lucia,una giovane signora malata di sclerosimultipla alla quale porto la comunionedi domenica. Abbiamo meditato insie-me la passione di Gesù e poi è seguitala condivisione; abbiamo ascoltatoLucia e ci siamo stretti a lei e a Gesùcon gioia. Ho pensato di far pregareanche i bambini della mia scuolamaterna di fronte al Crocifisso.Appena hanno visto quel volto cosìdolce di Gesù, i bambini di 4 e 5 annimi hanno tempestato di domande. Chebello aprire quei piccoli cuori a Gesù!Abbiamo pregato e cantato e alla fineogni bambino ha baciato il Crocifisso.

Leila Giuggioloni

Peregrinatio Fraternità di Recanati, con il parroco, P. Raffaele De Fulvio

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17PEREGRINATIO CRUCIS 20103 - Fraternità di Civitanova Marche

Nella nostra fraternità hannogirato per la peregrinatio 3Crocifissi: uno è passato per le

case di AGC e altre famiglie. Il secon-do è passato nelle case del gruppodelle coppie. Il terzo è stato portato dalnostro fratello Trerè Giuseppe eCiminari Lina e Luciano nelle case dimalati e di anziani. Ogni famiglia haaccolto il Crocifisso con tanta fede,pregando con la meditazione program-mata. A volte abbiamo avuto l’anima-zione di P. Alberto e P. Natale. Adalcune sorelle anziane e malate abbia-mo portato il Crocifisso di pomerig-gio, pregando con un gruppetto diAGC. Abbiamo ammirato la fede diqueste sorelle, tanto provate dallamalattia e dall’età ma piene di amore edi accettazione della volontà di Dio.C’è stato anche un buon incontro nelsalone della parrocchia con il gruppoAncilla Domini. Accanto al Crocifissoera presente anche una statua dellaMadonna di Loreto. É stata una seratadi grazia indimenticabile, una parteci-pazione di grande intensità da parte ditutti: ci sentivamo uniti dallo stessoSpirito e non poteva essere altrimenticon la Madre e il Figlio presenti insie-me! Il Crocifisso lascia sempre unsegno di fede e di amore nelle casedove è accolto, perché solo Lui salavorare nei cuori e attirarli a sé.

Clara Guglielmi

VIA CRUCIS NELLA CASADI CURA VILLA PINI

Nella fraternità di Civitanovasiamo diversi ministri straordinari

della Eucaristia ed in tre, ogni settima-na, portiamo la comunione ai degentidella Casa di Cura Villa Pini e Casa diriposo Villa Margherita per anziani emalati di lunga degenza. Quest’annoabbiamo chiesto al cappellano ed airesponsabili della struttura di fare unaVia Crucis nei corridoi. La richiesta èstata subito accettata. Portare ilCrocifisso tra le camere di tanti croci-fissi, ha dato prima di tutto a noi e poianche a loro, una grande emozione.Narrare la Passione di Gesù con le let-ture delle stazioni della Via Crucis cifatto riflettere che ora Gesù Crocifissonon l’abbiamo più con noi, perché èrisorto, ma abbiamo tanti crocifissiche lo rappresentano e continuano ilsuo piano di salvezza. I malati hannoassistito con gioia perché, pur essendo

costretti in clinica,hanno potutoseguire una ceri-monia della tradi-zione cristiana, acui non avrebberopotuto parteciparequest’anno ehanno sentito chenon erano solinella loro sofferen-za, ma era con loroCristo, che avevasofferto tante peneprima di loro e piùdi loro. Ringra-ziamo il Signore diessersi servito dinoi per fare questagrazia ai tantimalati e degentidelle due cliniche.

Piera Iucci

La Quaresima è il momento dell’anno più vicino al mio cuore. IlCrocifisso è di nuovo con noi.M’inginocchio, piango e ringrazio.Sono nella prova da lungo tempo, durae difficile. Sorrido e prego perchè misorprende quanto sia grande ed amore-vole scoprire che il buon Dio nonabbandona mai la mia famiglia. Sem-pre vigile, pronto a scaldarmi, a can-cellare tutte le amarezze che la vita ter-rena impone. Ho tanto lavorato nelmio cuore perchè imparasse a scinderela nostra misera umanità dal volere diDio che pur permettendolo, non inviacerto malanni, povertà e disagio.Credo che questo lungo periodo di sof-ferenza e solitudine sia servito per farmaturare in me cosa significhi quel“Padre sia fatta la tua volontà”, cioèinsegnami, pur nel dolore, ad amare,ad accettare, a vivere la gioia di esserfiglia di Dio. Ora la sua croce miriconcilia, l’amore che sgorga dallepiaghe mi inonda. Ho ripetuto nellenotti insonni il Padre nostro una infini-tà di volte, assaporando la grandezzadi ogni parola.

Patrizia Lazzarini

Ogni anno quando parte ilCrocifisso per la Peregrinatio Crucis, èsempre un dono per vivere meglio laQuaresima. Abbiamo partecipato an-che a un incontro con il gruppo AncillaDomini per pregare insieme davanti alCrocifisso, con accanto la statua dellaMadonna di Loreto che sta facendoanch’essa la peregrinatio nella nostrazona. Abbiamo vissuto una serataintensa, con canti, preghiere e rifles-sioni sulla passione di Gesù. Ci siamosentiti un cuor solo e

Letizia Garbuglia

Amici di G. C. e gruppo Ancilla Domini davanti al Crocifissoe alla Madonna di Loreto

Fraternità di Civitanova M.Peregrinatio a Villa Pini e Villa Margherita -

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18 PEREGRINATIO CRUCIS 20104 - Morrovalle Scalo

Durante la Quaresima 4Crocifissi hanno visitato lefamiglie di Morrovalle Scalo e

uno Morrovalle centro. Si è avuta unagrande richiesta del Crocifisso ancheda parte di famiglie non appartenentiagli AGC, che hanno accolto con entu-siasmo l’opportunità di momenti dipreghiera e d’ascolto della parola diDio, anche perché in molte famigliehanno difficoltà a riunire insiemegenitori, figli e nonni per incontrare ilSignore. Oltre alla preghiera e alla

meditazione della Parola di Dio, avolte guidata da P. Alberto e P. Sandro,si è cercato anche di far conoscere ilnostro M.L.P. Si è svolto spesso unbuon dialogo con i partecipanti. Éemerso che spesso le persone trovanodifficoltà a testimoniare la propriafede, preferendo il più delle volte nonintervenire nelle discussioni o al piùassecondare il proprio interlocutoreper non esporsi: “tanto – dicono - iosono cristiano, vado a messa la dome-nica, non ammazzo”. Non è mancatoqualcuno che ha attaccato la Chiesa supunti di fede e di morale cristiana.Tuttavia ha prevalso la gioia di averaccolto il Crocifisso in casa e dì avercondiviso la preghiera con parenti,amici e vicini. La Peregrinatio è statamolto feconda, perché ha raggiuntomolte nuove famiglie; è stato semprepresente con un discreto numero diAGC. Quasi tutti gli AGC hanno volu-to accogliere il Crocifisso in casa; lepersone più anziane hanno voluto ilCrocifisso al pomeriggio, con l’assi-stenza di esponenti del gruppo. É statauna bella esperienza per noi responsa-bili del Crocifisso, in quanto abbiamoavuto la possibilità di confrontarci edarricchirci nel confronto con gli altri.

Ciascuno di noi ha qualcosa da donaree spesso non siamo consapevoli deltesoro che è in noi. Vista l’esperienzapositiva di questo cammino di testimo-nianza, è nato in noi il desiderio dicontinuare l’esperienza del Crocifisso,impegnandoci, ogni terzo martedì delmese, da primavera all’autunno, adinvitare le persone che hanno accoltoil Crocifisso e chiunque desidera par-tecipare a fare una VIA CRUCISall’aperto presso il piazzale deiPassionisti a Morrovalle.

Da un anno io e mio fratello facciamoparte degli AGC, con la speranza chepresto anche i nostri genitori ci segui-ranno. Portare il Crocifisso a casanostra è stato un atto molto importan-te, che io stessa avevo sottovalutato.Dopo anni, nei quali la mia famiglia haattraversato tante difficoltà, si è respi-rata serenità ed armonia. Ho visto ivolti dei miei genitori illuminarsi e

ritrovare fiducia nel loro cammino. Ilmio desiderio era che non si sentisseropiù soli e che acquistassero la consa-pevolezza di stare nella strada giusta.Ringrazio con tutto il cuore te, padre,e tutti gli Amici per l’avvio di questo

nuovo cammino, che mi costerà sacri-fici ma che porterà tanti frutti.

Emanuela Torresi

5 - PrimaPeregrinatio C. aS. Nicolò a Tordino TE

Se qualcuno mi avesse chiestoall’inizio che cosa mi aspettavo daquesta iniziativa degli AGC, non ciavrei scommesso più di tanto sulla suariuscita. Invece mi sono dovuta ricre-dere! L’iniziativa partita un po’ in sor-dina, è andata avanti a gonfie vele,aprendo porte di famiglie anche di noniscritti agli AGC e a volte anche pocopartecipanti alla vita parrocchiale. Éstato un crescendo di emozioni, dallapreparazione tecnico organizzativadella peregrinatio, alla preparazionedelle preghiere, ai libretti di raccoltadelle stesse. Oltre alle preghiere pro-prie del nostro libro, ricorrendo l’annosacerdotale, abbiamo trovato e inseritonel libretto anche una preghiera per isacerdoti e per le vocazioni sacerdota-li.

Pronta la parte tecnica, siamo par-titi: prima tappa proprio nella miacasa! Aria di festa, abbiamo trovatosubito il feeling giusto per pregareinsieme e meditare di sera in sera lestazioni della via crucis. Questa sì cheè vera Quaresima, piena di preghiera,di riflessioni, di approfondimenti.Ognuno ha dato il proprio contributo,esprimendo opinioni che lo Spiritosanto suggeriva. In diverse famiglieabbiamo trovato non solo l’intera

famiglia ad accoglierci, unacosa che mi ha stupito, maanche dei giovani che hannovoluto prendere parte a questaesperienza. Abbiamo cammina-to con Gesù Crocifisso davantia noi, pronti a riflettere e a capi-re i fatti e le persone che ruota-no attorno agli ultimi giorni divita del nostro Gesù, riscopren-do i vangeli della passione, inattesa di sentire il suono dellecampane e l’annunciodell’Angelo: “É risorto non èqui”. Ringraziamo Gesù che

ha vinto la morte per noi, ci ha fattoconoscere questo movimento e ci hachiamati a fare questa esperienza chenon è stata solo di preghiera ma anchedi amicizia e di maggiore impegno nelseguire Gesù

Tiziana Di Giuseppe

Peregrinatio Borgo Pintura di Morrovalle.

Fraternità di S. Nicolò a Tordino TE.

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19PEREGRINATIO CRUCIS 20106 - Fraternità di Giulianova (TE)

Il 12 febbraio 2010, venerdì primadelle Sacre Ceneri, come da qual-che anno, nella nostra Parrocchia

di Giulianova Lido è stata celebrata la“Solenne Commemorazione dellaPassione”con gli AGC. Il parroco,Don Ennio, ha benedetto dueCrocifissi che nella Quaresima hanno“peregrinato” nelle famiglie che lihanno accolti, per un incontro di pre-ghiera. É un mezzo per riportare ilCrocifisso e la preghiera nelle nostre

case. É un tempo propizio per offrire inostri piccoli sacrifici al Signore!Come AGC, in questo anno stiamoriflettendo sulla grazia del sacramentodel matrimonio. Ecco allora ilCrocifisso che va nella famiglia perraccontare l’amore che soffre e chesalva, per diventare stimolo all’amorereciproco. Il Crocifisso accolto nellafamiglia, riceve in cambio una fami-glia che si affida ad Lui, per superarel’oscurità del Getsemani e la solitudi-ne della Croce. LaPeregrinatio Crucis,animata dagli AGC,medita la passione diGesù Crocifisso,cuore dellaSpiritualità passioni-sta di San Paolo dellaCroce, che insegna a“fare grata memoriadella Passione delSignore: la più gran-de e stupenda operadel Divino Amore; lafonte da cui derivaogni bene”. Abbiamoriflettuto e conosciu-to un Dio, che si èfatto uomo abbassan-

dosi fino a diventare servo, finoall’agonia del Getsemani e alla solitu-dine smisurata della croce. Tutto que-sto con un amore infinito. Come AGC,abbiamo così svolto una piccola mis-sione, che dovrà continuare perchéquesto mondo è pieno di Getsemani edisseminato di croci.

Pio Calvarese

Il 20 marzo, gli AGC, hanno porta-to il Crocifisso in casa mia. E’ stata

una sera bellissi-ma, come ricevereuna grazia, conuna preghieraintensa, con tantinostri vicini dicasa. Una preghie-ra per mia figliaSimona, che sisposa a giugno,perché il Signore esua Madre li pro-teggano e vivanonel timore di Dio eamore tra loro.Abbiamo chiestoal Signore, conuna forte preghieracomunitaria, laBeatificazione delnostro caro fratelloP. Fabiano

Giorgini. Giorgini Luigi, Giannina,

Claudioe Simona.

Sono stata invitata a casa della miaamica Giannina, per la Peregrinatiocon gli AGC di Giulianova. Abbiamopregato insieme per la guarigione diGiannina, per un radioso avvenire aglisposi e tanta salute per tutti nel corpoe nell’anima. Poi sono restata in silen-

zio ed ho rivolto lo sguardo verso unafoto di P. Fabiano e ho pensato: “Tuhai vissuto con Dio e ora l’hai

Maria Di Cesare Sbei

Anche quest’anno abbiamo accoltoGesù Crocifisso in casa nostra. Connoi, tanti amici e vicini di casa. Lamattina dopo, io e mio marito abbiamopregato insieme davanti al Crocifisso,per ringraziarlo delle gioie e delle sof-ferenze, che quest’anno non sonomancate nella nostra famiglia; subitouna grande pace è sgorgata dai nostricuori. La “fede” ci aiuta a offrire lenostre croci al Signore e ci dona laforza per guardare avanti.

Giovanni e Pina

Caro Gesù, fin da piccola ti hosempre portato nel mio cuore, sei statoal primo posto nei miei pensieri.Questi giorni che ti ho avuto in casamia, ho provato una grande gioia,

vivendo la tua presenza costantemen-te, arricchendomi d’amore per Te e pergli altri. Signore, proteggimi come haisempre fatto. Proteggi i miei cari

Caucci Maria Pia

Una bella serata di comunione e dipreghiera in casa di Isa e Antonio!Quest’anno ad accoglierci e pregarecon noi c’era anche Antonio, con veragioia e commozione di Isa! Eravamoin parecchi intorno al tavolo nel cuicentro troneggiava il CrocifissoAbbiamo pregato per i malati, i pecca-tori, le famiglie in difficoltà e coloroche ci chiedono preghiere; ci siamouniti spiritualmente con molti fratelli!Non è mancato infine, l’invito allagiovane coppia a partecipare ai nostriincontri mensili.

Santina e Olga

Fraternità di Giulianova: benedizione del Crocifissodal parroco Don Ennio di Bonaventura

Giulianova: Peregrinatio presso Antonio e Isa.

Giulianova: Peregrinatio Famiglia Giorgini.

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Con il consenso del nostro par-roco, don Renato, anchequest’anno è stata organizzata

dagli AGC qui a Roccaraso laPeregrinatio Crucis. Don Renato habenedetto il Crocifisso da portare nellefamiglie. Per 40 giorni, il Crocifisso èpassato di casa in casa, dove in alcunimomenti della giornata i familiari e ivicini di casa si sono radunati per pre-gare insieme, meditare la Passione eprepararsi a celebrare la Pasqua delRisorto. É stata una grande grazia perchi lo ha accolto con amore nella pro-pria casa. Il primo insegnamento che ilCrocifisso ci impartisce con laPeregrinatio è la rinascita della con-cordia fra le famiglie. Molte sono statele persone che hanno seguito ilCrocifisso. Entrano nelle case personeche diversamente non vi sarebberomai entrate; ci si sente fratelli e si sco-prono affetti e sentimenti che sembra-vano scamparsi per sempre. Le fami-glie diventano piccole chiese domesti-che dove si prega per molte ore al gior-no. Grande poi è il rammarico quandoil Crocifisso viene trasferito in un’altracasa. Tutti accompagnano il Crocifissoalla nuova intronizzazione, cosìsi cementano gli affetti di cui ilCrocifisso è il centro propulsore. Lasignora Genoveffa ci ha detto: “laQuaresima dovrebbe durare tutta lavita per quanto è amabile stare in com-pagnia di Gesù”. Alla Peregrinatiohanno fatto da scorta fedele e da ani-matrici molte sorelle della nostraFraternità. Riporto alcune testimo-nianza.

Riccardo Rucci

“Con immensa gioia il 15 marzoabbiamo accolto Gesù Crocifisso nellanostra casa. É stata per noi un grandis-sima emozione. Siamo sicuri cheanche quando Gesù lascerà la nostracasa, rimarrà sempre vicino alla nostranumerosa famiglia. Per noi sarà sem-pre rifugio nei momenti difficili el’Amico con il quale condividere legioie che Dio nostro Padre vorràdonarci. Un grazie di cuore agli Amicidi Gesù Crocifisso, che hanno condi-viso con noi questa meravigliosa espe-rienza.

Fam. Adalberto Romano

L’incontro di Gruppo con GesùCrocifisso è stata per me la primaesperienza di preghiera con altre per-sone al di fuori della Messa. Mi ha ras-serenato lo spirito e mi ha fatto sentirepiù vicina a Gesù in tutte le azioniquotidiane. Mi ha emozionato tanto e

vorrei ripetere l’espe-rienza.

Rita Colecchi

Quando Ricardo miha detto che ilCrocifisso dovevaproseguire il suocammino, ho provatoun tonfo al cuore.Riccardo mi ha rassi-curata, dicendomiche il Crocifisso par-tiva, ma Gesù restavaa casa nostra. Questoè vero. Che bellaesperienza avere ilCrocifisso incasa! Sono certa cheil Crocifisso è volutovenire in casa nostra,per confermarci nellavera fede, anche per-ché l’animatore delnostro albergo è untestimone di Geova.Grazie Signore, per lapreghiera in casanostra di tante perso-ne, giovani e anziani,uomini e donne.Ringrazio tutti coloroche sono venuti perun solo scopo: Amarete, Signore. Un rin-graziamento partico-lare a Riccardo, cheha portato Gesù incasa nostra e fa tantecose per la nostracomunità. É per noi una grande graziaaverti sempre vicino.

Giovanna Del CastelloHotel “Da Remo“

Grazie, Riccardo, per aver portatoGesù nella nostrafamiglia. Grazie atutte le persone che cihanno insegnato apregare insieme,chiedendo al Signoreche visiti le nostrementi e infiammi inostri cuori.Preghiamo GesùCrocifisso perché ciaiuti a non avere ran-cori e a sopportare leumiliazioni conamore, come ha fattoLui. Tutta la nostracomunità pensa chequesta esperienzadella peregrinatio che

tu, Riccardo, come diacono, ci hai por-tata, ci aiuti ad essere sempre custodifedeli della fede cattolica.

Fabio ed Emilia del CastelloHotel “Da Remo“

PEREGRINATIO CRUCIS 20107 - Roccaraso

Roccaraso: Peregrinatio presso famiglia Adalberto.

Roccaraso: peregrinatio Hotel Belvedere.

Roccaraso: peregrinatio presso suore Casa di riposo.

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21PEREGRINATIO CRUCIS 20108 - Peregrinatio Crucis ad Aielli AQ

Quest’anno per la prima volta insiemeal nostro parroco, don Ennio Grossi,abbiamo fatto una esperienza bellissi-ma: accogliere il Crocifisso nellenostre case. Il parroco ci ha spiegatoche ha avuto questa idea prendendospunto dalla iniziativa degli Amici diGesù Crocifisso. Durante laQuaresima, due volte a settimana, alle21:00 ha visitato le famiglie che lohanno richiesto con l’immagine diGesù Crocifisso. Durante gli incontricon le famiglie, nei quali sono statiproclamati i vari brani del Vangelosulla Passione di Gesù, con l’aiuto didon Ennio abbiamo avuto modo diapprofondire la nostra conoscenza sudi essi e quindi sulla Passione delSignore. Ognuno dei presenti è inter-venuto proponendo agli altri la propriariflessione e si sono aperte moltediscussioni e confronti che ci hannoaiutato a crescere insieme. Uno deimomenti più significativi è stato ilgesto con il quale il parroco ha conse-gnato ad un componente della famigliail Crocifisso. Come poi è tradizionenelle nostre case, la preghiera ognifamiglia ha voluto concludere conun’agape fraterna. Ringraziamo ilSignore per averci dato la possibilitàdi stare alla scuola della sua Crocepreparandoci così in modo nuovo aquesta Pasqua 2010.

Bettina Corsini

9 - MontecosaroScaloAnche quest’anno la nostra Fraternitàdi Montecosaro ha ripreso il camminodella Peregrinatio quaresimale per levarie zone della Parrocchia. É unmomento forte per tutti coloro cheaccompagnano e accolgono ilCrocifisso, soprattutto per noi Amicidi Gesù Crocifisso che abbiamo rice-vuto il “compito” di predicare Cristocrocifisso. Abbiamo avuto aiuto daldiacono della Parrocchia, PietroMarini, che ha poi comunicato di averfatto un’esperienza veramente bella ericca, sia nel meditare le stazioni presedal nostro libro, sia nel confrontarsicon le famiglie in cui si è recato.Ringraziamo Padre Sandro Pippa,nostro Assistente Spirituale, che ci haaccompagnato in diverse stazioni, aiu-tandoci a portare l’annuncio delSignore che muore in croce per amorenostro.Veramente quello che mi colpisce ognianno nell’incontrare le persone è diconstatare come, non di rado, riescadifficile parlare delle sofferenze delSignore come una dimostrazioned’amore per noi e poi portare questaesperienza nella nostra vita, confron-tandoci con i vari “attori” dellaPassione per verificare dove ci trovia-

mo noi e qual è la nostra risposta allarichiesta d’amore di Dio. Quello che anoi Amici sembra un fatto scontato,dovuto alla spiritualità che ci appartie-ne e che cerchiamo di vivere con coe-renza, non è di così immediata com-prensione alle persone in genere. Sitocca con mano che, come diceva ilnostro San Paolo della Croce, la gentevive dimentica della Passione delSignore e in questo modo non c’è unaforte consapevolezza del suo amoreper noi. Manca lo sguardo fisso suGesù Crocifisso e quindi non riescefacile poi, nel momento opportuno,ricorrere alla sua misericordia peravere aiuto e salvezza, per non dire perlodarlo e ringraziarlo. Gli argomenti che si discutono in que-sti incontri a volte sono scottanti e, senon si inquadrano nell’ottica dellaCroce, si rischia di scadere nel qualun-quismo e nella chiacchiera inutile.Bisogna accostarsi sempre più a GesùCrocifisso con il cuore e con la fedeche il Signore ci dona sempre più.Ringrazio il Signore per questa prepa-razione alla Pasqua e anche il parrocoDon Lauro che ancora una volta havoluto fare della Peregrinatio unmomento preparatorio alla Pasquadella nostra parrocchia.

Coltorti Maria Grazia

10 MacerataAnche in questa Quaresima la peregri-natio Crucis è riuscita bene aMacerata. Ho potuto partecipare amolte stazioni nelle famiglie aMacerata e anche in alcuni paesi delcircondario. Da per tutto una buona ecommovente accoglienza, con parteci-pazione da 15 a 25 e più persone. Incasa di Piancatelli Ada, incidentata datempo, nella contrada Pace, eravamopiù di 25 persone. Ada è stata felice,anche perché da mesi non può muo-versi per la sua grave caduta. Abbiamopregato con molta tranquillità senzafretta, cercando di spiegare il più pos-sibile i vari pensieri che venivano dalcuore. Alla fine ho ricevuto i compli-menti da una suora per la semplicità echiarezza e mi ha detto di andare avan-ti così. Una sorpresa me l’ha fattaAnna Ciccarelli di oltre 90 anni, cheporta avanti un bel gruppo di preghierae ora per la Peregrinatio ha chiamato acasa sua anche i bambini della primacomunione.

Angeletti TizianaFraternità di Macerata: peregrinatio presso famiglia

Di Giandomenico Petetta.

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22 TESTIMONIANZE

Consacrazioni a FossacesiaRingraziamo il Signore per il donodelle consacrazioni che si sono svoltea Fossacesia il 21 marzo 2010, segnoche la nostra Fraternità è viva. É sem-pre molto toccante partecipare alleconsacrazioni; quest’anno si sonosvolte in cappellina, in un ambientemolto raccolto. Abbiamo iniziato conl’adorazione eucaristica guidata da P.Bruno De Luca che è sempre presentenelle occasioni più importanti della

nostra fraternità. Poi la celebrazioneeucaristica presieduta da P. Alberto econcelebrata dai padri Marcello eBruno. Nell’omelia P. Alberto haapprofondito la conoscenza della con-sacrazione battesimale e passionista.Ritrovarci tutti insieme a pregare, cirende più consapevoli dell’impegnoassunto anche per chi come me ha giàfatto la consacrazione da tempo. OttoAGC hanno scelto questo cammino:Luigi Cericola, Tina Gialloreto, IdaSaladino e Rina Nardone hanno fattola consacrazione perpetua. Una cop-pia, Giulia Natale e Marrone Giovannil’hanno rinnovata e un’altra coppia,Anna Maria Di Clemente eCaravaggio Franco, ha fatto la primaconsacrazione. Se si raggiungono deirisultati in una Fraternità è sempredono di Dio e dei nostri assistenti spi-rituali, P. Marcello e P. Alberto, P.Bruno che si prodigano molto per noi.Grazie a tutti e un grazie particolare alP. Pierluigi e alla comunità passionistadi Fossacesia che ci accoglie semprecon tanta disponibilità e gioia.

Paola De Simone

Emozione e consacrazioneIo e mia moglie Anna Maria, siamomolto emozionati e felici perché il 21marzo ci consacreremo a Gesù croci-

fisso a Fossacesia. Viviamo questaattesa con gioia sperando di migliorarela nostra vita, di amare di più GesùCrocifisso e il nostro prossimo. Solo IlSignore potrebbe comunicare quelloche stiamo provando: la nostra preoc-cupazione è quella di non riuscire adessere come Gesù ci vuole, ma col suoaiuto e le preghiere dei fratelli sicura-mente l’esito sarà positivo.

Franco Caravaggio

P. RemodallaBulgaria rin-grazia gliAmiciCaro P.Alberto, conprofonda gra-titudine scrivoquesta letteraper ringraziarete e gli Amicidi GesùCrocifisso perla vostra gene-rosa offertaper la costru-zione dellanuova casaparrocchiale.

Il Signore vi ricompensi con tantebenedizioni. Non vi posso dare néargento né oro, ma pregherò insiemealla mia comunità parrocchiale perchéil Signore vi colmi delle sue grazie.Ogni seconda domenica del mese laparrocchia prega per i suoi benefattorie voi siete tra questi. Anche grazie allavostra offerta la costruzione proseguee spero di portarla a termine nel mesedi ottobre. Auguro a te e agli Amiciuna felice e santa Pasqua. Il Signoremorto e risorto vi dia la sua pace e la

sua gioia. Uniti nell’amore a Gesù cro-cifisso vi saluto augurandovi ognibene dal

P. Remo Gambacorta Passionista

Ricordando un fatidico sìCarissimo padre, nonostante le gravidifficoltà in cui ci siamo trovati, abbia-mo voluto celebrare insieme la festadella famiglia il 27 dicembre 2009, percelebrare il giorno fatidico del nostrosì davanti all’altare. Sono stata entu-siasta della tua catechesi sul matrimo-nio, pensando che purtroppo molti nonsanno che il matrimonio è un sacra-mento. Gli Amici di Gesù Crocifissisono stati particolarmente cari e pienidi attenzioni per me per farmi sentireaccolta e amata. Gesù Bambino eGesù Crocifisso ci dice di proseguiresulla giusta strada e ci incoraggia adaccettare le difficoltà e i sacrifici cheincontriamo nel nostro cammino.Grazie, padre, per quello che fa pernoi.

Donatella e Mario

Il gruppo di Bari cresceCaro padre, il 28 febbraio altre quattropersone sono entrate a far parte delnostro gruppo di Bari. Se avessi vistocon quanto amore e trasporto DonGiovanni ha celebrato la cerimonia diaccoglienza e ha consegnato a ciascu-no la tua lettera di accettazione. I suoiocchi luccicavano d’emozione, parla-vano dell’amore che ha per tutti noi,che considera sue creature come unamamma i propri figli. Spero di potertirincontrare presto; tutti noi del gruppodi Bari preghiamo per te perchè ilSignore ti custodisca a lungo in salutee santità.

Mimma

Fraternità di Fossacesia CH:ritiro e consacrazioni: 21-3-2010.

Fossacesia, Consacrazione perpetua di 4 Amici.

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Decennale a RecanatiIl 14 febbraio abbiamo ricordato idieci anni di vita della nostraFraternità di Amici. Padre Alberto hapassato la giornata nella nostraParrocchia e al termine di ogni Messaha invitato i fedeli a una riunione fis-sata nel pomeriggio, per conoscere gliAmici di Gesù Crocifisso e ha invitatoa continuare nel loro cammino di fedecoloro che sono già impegnati in altrimovimenti. A pranzo ci siamo tuttiritrovati con il nostro parroco P.Raffaele nel salone parrocchiale, in unclima di festa. Dopo la Messa pomeri-diana, ci siamo ritrovati nel salone conun piccolo gruppo di persone. Dopol’intervento di P. Alberto, del Parrocoe di Padre Natale, nostro assistentespirituale, siamo intervenuti anche noidel gruppo e con semplicità abbiamocondiviso i doni ricevuti in questi annidi cammino. Ci siamo sentiti moltouniti, con la gioia di camminare insie-me nell’amore del Signore e dei fratel-li. Dopo questa esperienza, abbiamoiniziato a incontrarci nella chiesettadella Madonna delle Grazie, un luogobenedetto da Maria, che lì è apparsaverso la metà del 400 ad una giovanealbanese. Ora tutti i gruppi della par-rocchia si riuniscono a pregare nellachiesetta. Alcuni nuovi stanno venen-do ai nostri incontri, tra essi un giova-ne padre di famiglia. Per venire incon-tro ai suoi turni di lavoro, abbiamospostato i nostri incontri al 2° e al 4°mercoledì. Maria, dolce Madre, sii tumaestra e guida di tutti gli AGC.Aiutaci a portare Gesù nel mondo erendici capaci di confortare coloro chesoffrono nel corpo o nello spirito.

Leila Giuggioloni

Il Signore ci sta conducendoad amarloRecanati 5 marzo 2010. Da quando hoiniziato questo cammino tra gli AGCho chiesto al Signore di poterlo cono-scere e riconoscere sempre più nellamia vita.Desidero ringraziarlo perché mi sonoresa conto che la nostra quotidianità èil luogo principale per questo incontro.Affidandomi a lui costantemente, hoscoperto che piano piano mi sta con-ducendo ad amarlo e conoscerlo sem-pre di più, e questo grazie anche alcorso di Teologia che sto frequentan-do; un’esperienza unica che mai

Ivana Farotti

Un coppia riprende il cammino nelSignoreDurante una nostra celebrazione, c’èstato anche un momento particolare dibenedizione di una coppia di AGC chedopo un momento di sofferenza coniu-gale, ha deciso, attraverso un camminomolto forte, di riprendere appieno inDomino la vita matrimoniale: è statomolto bello ed è stata una forte testi-monianza per noi tutti: amore e crocefacce della stessa medaglia!!!

Assistente di Fraternità

Diventare un Rosario perpetuoviventeHo ricevuto la rivista e ho letto la miatestimonianza: sono contento se lanostra esperienza di croce può essereutile a chi si trova nella prova comenoi. Quando le persone si incontranotramite la sofferenza, vuol dire cheDio sta permettendo di dare qualcosadi noi. Se non ci fosse questa croce,cosa mai potremmo dare nella nostra

pochezza? Solo se inseriti nellaPassione di Cristo, come l’innesto diuna pianta in un’altra, possiamo dav-vero dare un po’ di “cuore”. “Io sonola vite e voi i tralci - Senza di me nonpotete far niente”. É Gesù stesso checi preannuncia la gloria di Dio senzanulla imporci, senza farci violenza. Ciama tanto e in questo “tanto” troviamoil suo Cuore sempre aperto e disponi-bile per le nostre miserie.Ma proprio per questa nostra miseriaabbiamo la ricchezza immensa del suoTutto. Possiamo diventare unRosario perpetuo vivente attraversoil quale ogni Ave Maria diventa respi-ro del nostro respiro; ogni Padrenostro diventa un atto di immolazionevolontaria per renderci consacrati inCristo attraverso la tenerezza delCuore Immacolato di Maria; ogniGloria è espressione viva dellaSantissima Trinità, che nel suo grembomaterno ci accoglie “come bimbisvezzati in braccio allapropria madre”. Come diadema dirose, il Santo Rosario, se lo facciamoentrare e vivere in noi, diviene unacorona spirituale di spine, depostanelle dolcissime mani di Maria, percondurci alla gloria di Dio attraversola Croce illuminata e profumata dalSangue di Gesù.La piccola Anna sta procedendo beni-no per il momento. Il recupero è moltolento; tuttavia, considerando il passa-to, ogni giorno è un miracolo viventedi quel Dio d’Amore che in ogniEucaristia torna ad essere crocifisso,per poi risorgere e farci risorgere dallenostre infinite miserie.

Fabrizio di Firenze

Gli AGC festeggiano gli 80 anni di Franco Campanelli, responsabile della Fraternità di S. Nicolò a Tordino,nel ritiro del 7-3-2010

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IL P. Generale sarà con noi a Roma il 30-09-2010

Caro P.Alberto, ho visto il calendario dei miei impegni ed il 30 settembre prossimo potrò essere disponi-bile per l'incontro con gli Amici di Gesù Crocifisso. Pertanto sono molto contento di incontrarli insiemea lei sia per la riflessione/catechesi sulla spiritualità e missione dei laici passionisti e delle realtà in svi-luppo nelle varie parti della Congregazione che anche per la S.Messa in onore del Nostro S. FondatoreS.Paolo della Croce. Oggi è giovedì santo: questi sono giorni particolari da vivere nei misteri che si com-piono nelle liturgie come eventi e memoria viva della storia della nostra salvezza. Non sono soltanto riti,ma vita spirituale e grazia che ci è donata e gli Amici del Crocifisso con tutta la Congregazione passioni-sta sono chiamati a viverli con profonda partecipazione, nell'intento che diventino comportamento e scel-te di vita: è la conversione che ci viene chiesta da Gesù il Crocifisso risorto e dalla Chiesa con il suo magi-stero. Buona Pasqua. Saluto fraternamente anche la comunità di Morrovalle.

P.Ottaviano D’EgidioSuperiore Generale

Calendario degli Amici

02 maggio 2010: Ritiro Mensile e Consarazione a Morrovalle: 9,45-18,0014 maggio 2010: Santa Gemma Galgani:

adorazione presso monache passioniste di Loreto, ore 21,00.02 giugno 2010: Festa della Famiglia Passionista a S. Gabriele13 giugno 2010: Ritiro Mensile a Morrovalle04 luglio 2010: Ritiro Mensile a Morrovalle

Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Montemarani Elisa di Montecosaro: 2-2-2010 - TorresiRomagnoli Rosanna di Morrovalle: 26-03-2010 - Rolli Cristina di S. Nicolò a T.: 31-03-2010.

Un grazie sincero a coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa

Maggio-Giugno 2010 – Anno XI n. 3Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone – Red. P.A. G. PierangioliPiazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394E-mail [email protected]://www.amicidigesucrocifisso.org

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