Giornalino Parlamento Veneto 2011

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AUTOGOVERNO, O IL VENETO DICE BASTA! di Gian Paolo Gobbo, Segretario Nazionale della Liga Veneta Lega Nord Padania Amici veneti, da 25 anni sediamo nel parlamento regionale lavorando per l’i- dentità e l’autogoverno del nostro Popolo! Molto ab- biamo realizzato in cinque lustri, non ultima la vittoria di Luca Zaia e della nostra squadra alle elezioni 2010. Un successo che spalanca le porte ad una nuova stagio- ne di riforme, per costruire finalmente l’autogoverno del Veneto in un’Italia fe- deralista. Vogliamo sancire in modo forte quali sono i valori identitari del nostro Popolo, quelli che ci hanno resi grandi, quelli eredita- ti dalla più longeva civiltà di sempre, la Repubblica di San Marco. Innanzitutto la famiglia, primo nucleo di coesione sociale e tra- C ome capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale, con una squadra di 14 consiglieri e 6 assessori, ringrazio di cuore gli elettori che ci hanno dato fiducia, consegnandoci un successo notevole alle elezioni dello scorso marzo. Sia- mo onorati della responsabilità che ci è stata affidata e pronti a raccogliere questa grande sfida, pur coscienti della grave crisi economica internazionale che attana- glia anche la nostra operosa terra. Sono 130mila i disoc- cupati in Veneto, il 12% dei quali giovani, e il bilancio regionale è stato decurtato di 500 milioni di euro rispet- to all’anno passato. Tuttavia, dobbiamo avere il coraggio di scommettere sul futuro: l’etimologia greca della pa- rola “crisi”, non a caso, include la nozione di problema e di superamento dello stesso, indica il punto decisivo, la forza risolutiva che risiede nel cambiamento. Ebbene, stiamo lavorando per attuare tale trasformazione. Per il momento abbiamo stanziato 50 milioni di fondi straor- dinari per la cassa integrazione, abbiamo finanziato con 27 milioni 2.400 nuove imprese giovanili e femminili, abbiamo concesso 35 milioni a garanzia dei mutui alle nostre aziende e c’è già il via libera delle banche per attivare una leva finanziaria da quattro miliardi per le imprese. Ma serve l’impegno di tutti per far ripartire la nostra economia. Il Veneto, d’altra parte, è la Regione L a Lega per la prima volta, in Veneto e in Piemon- te, è alla guida di una Regione. E in questi primi mesi ha dimostrato di saper esprimere capacità di decidere e amministrare: sono state prodotte quasi 2000 delibere e oltre 15 disegni di leg- ge, che testimoniano la dedizione al lavoro e l’impegno degli assessori. Questo governo regionale, con la colla- borazione del Consiglio, ha portato a casa risultati im- portanti come per esempio la destinazione, nell’ambito della manovra di assestamento di bilancio, di 35 milioni di euro per costituire un fondo di garanzia, insieme a Veneto Sviluppo, Confidi e banche, per favorire l’accesso al credito delle imprese. In materia di sanità abbiamo realizzato il libro bianco che costituisce una pietra mi- liare per l’approccio innovativo e manageriale utilizzato, una fotografia precisa della situazione per capire dove e come intervenire. Il passo successivo sarà il piano socio sanitario che disegnerà gli interventi da realizzare con l’obiettivo di consolidare l’eccellenza della nostra sanità e migliorarne l’efficienza. Lo Statuto è quasi completato e in Consiglio Regionale sta procedendo a grande velo- cità. Sono stati riallacciati i rapporti con le molte comu- nità venete nel mondo e la legge sul turismo è pronta e nelle prossime settimane sarà presentata ai diversi interlocutori. Un discorso a parte merita l’alluvione. Anno 10 - Numero 1 Sede: Gruppo Consiliare Liga Veneta Lega Nord Padania - Consiglio Regionale del Veneto - San Marco 2321/b - 30124 Venezia tel 041.270.1428 fax 041.525.6360 - [email protected] www.leganord.veneto.it Febbraio 2011 Veneti, governiamo le grandi sfide! Il coraggio di puntare sul futuro di Luca Zaia, Governatore del Veneto di Federico Caner, Capogruppo Lega Nord in Consiglio Regionale continua a pag. 2 continua a pag. 2 continua a pag. 2 Federico Caner e Luca Zaia

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Anno 10 - Numero 1 Febbraio 2011 continua a pag. 2 continua a pag. 2 continua a pag. 2 di Luca Zaia, Governatore del Veneto di Federico Caner, Capogruppo Lega Nord in Consiglio Regionale di Gian Paolo Gobbo, Segretario Nazionale della Liga Veneta Lega Nord Padania Sede: Gruppo Consiliare Liga Veneta Lega Nord Padania - Consiglio Regionale del Veneto - San Marco 2321/b - 30124 Venezia tel 041.270.1428 fax 041.525.6360 - [email protected] www.leganord.veneto.it

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AUTOGOVERNO, O IL VENETODICE BASTA!di Gian Paolo Gobbo,

Segretario Nazionale della Liga

Veneta Lega Nord Padania

Amici veneti, da 25 anni sediamo nel parlamento regionale lavorando per l’i-dentità e l’autogoverno del nostro Popolo! Molto ab-biamo realizzato in cinque lustri, non ultima la vittoria di Luca Zaia e della nostra squadra alle elezioni 2010. Un successo che spalanca le porte ad una nuova stagio-ne di riforme, per costruire finalmente l’autogoverno del Veneto in un’Italia fe-deralista. Vogliamo sancire in modo forte quali sono i valori identitari del nostro Popolo, quelli che ci hanno resi grandi, quelli eredita-ti dalla più longeva civiltà di sempre, la Repubblica di San Marco. Innanzitutto la famiglia, primo nucleo di coesione sociale e tra-

Come capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale, con una squadra di 14 consiglieri e 6 assessori, ringrazio di cuore gli elettori che ci hanno dato fiducia, consegnandoci un successo notevole alle elezioni dello scorso marzo. Sia-

mo onorati della responsabilità che ci è stata affidata e pronti a raccogliere questa grande sfida, pur coscienti della grave crisi economica internazionale che attana-glia anche la nostra operosa terra. Sono 130mila i disoc-cupati in Veneto, il 12% dei quali giovani, e il bilancio regionale è stato decurtato di 500 milioni di euro rispet-to all’anno passato. Tuttavia, dobbiamo avere il coraggio di scommettere sul futuro: l’etimologia greca della pa-rola “crisi”, non a caso, include la nozione di problema e di superamento dello stesso, indica il punto decisivo, la forza risolutiva che risiede nel cambiamento. Ebbene, stiamo lavorando per attuare tale trasformazione. Per il momento abbiamo stanziato 50 milioni di fondi straor-dinari per la cassa integrazione, abbiamo finanziato con 27 milioni 2.400 nuove imprese giovanili e femminili, abbiamo concesso 35 milioni a garanzia dei mutui alle nostre aziende e c’è già il via libera delle banche per attivare una leva finanziaria da quattro miliardi per le imprese. Ma serve l’impegno di tutti per far ripartire la nostra economia. Il Veneto, d’altra parte, è la Regione

La Lega per la prima volta, in Veneto e in Piemon-te, è alla guida di una Regione. E in questi primi mesi ha dimostrato di saper esprimere capacità di decidere e amministrare: sono state prodotte quasi 2000 delibere e oltre 15 disegni di leg-

ge, che testimoniano la dedizione al lavoro e l’impegno degli assessori. Questo governo regionale, con la colla-borazione del Consiglio, ha portato a casa risultati im-portanti come per esempio la destinazione, nell’ambito della manovra di assestamento di bilancio, di 35 milioni di euro per costituire un fondo di garanzia, insieme a Veneto Sviluppo, Confidi e banche, per favorire l’accesso al credito delle imprese. In materia di sanità abbiamo realizzato il libro bianco che costituisce una pietra mi-liare per l’approccio innovativo e manageriale utilizzato, una fotografia precisa della situazione per capire dove e come intervenire. Il passo successivo sarà il piano socio sanitario che disegnerà gli interventi da realizzare con l’obiettivo di consolidare l’eccellenza della nostra sanità e migliorarne l’efficienza. Lo Statuto è quasi completato e in Consiglio Regionale sta procedendo a grande velo-cità. Sono stati riallacciati i rapporti con le molte comu-nità venete nel mondo e la legge sul turismo è pronta e nelle prossime settimane sarà presentata ai diversi interlocutori. Un discorso a parte merita l’alluvione.

Anno 10 - Numero 1 Sede: Gruppo Consiliare Liga Veneta Lega Nord Padania - Consiglio Regionale del Veneto - San Marco 2321/b - 30124 Veneziatel 041.270.1428 fax 041.525.6360 - [email protected] www.leganord.veneto.it Febbraio 2011

Veneti, governiamo le grandi sfide!

Il coraggio di puntare sul futuro

di Luca Zaia, Governatore del Veneto di Federico Caner, Capogruppo Lega Nord in Consiglio Regionale

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DALLA REGIONE2febbraio 2011

smissione della nostra cultura, poi il lavoro e il senso del dovere, quindi il volontariato e la solidarietà… Sono queste le radici del Popolo Veneto, visto e considerato che il

Veneto è entrato in Italia ben 5 anni dopo dell’Unità, cioè nel 1866, attraverso un referendum pilotato e monco della volontà popolare! In un’epoca in cui troppi parlano di mul-ticulturalismo, noi Veneti non dobbiamo perdere la nostra identità, quella che ci deriva da 1.100 anni di storia. E che ci dice che non vogliamo più accettare sacrifici per “rattoppare” i guai di un Paese che non riconosce i valori del Veneto, di una parte d’Italia che celebra una flebile unità cercando di seppellire la storia del nostro Popolo. La nostra storia ed uni-tà sono plurisecolari: noi Veneti oggi gridiamo ad alta voce che chi amministra bene (e penso ai nostri sindaci, ai nostri presidenti di Provincia, ai nostri rappresentanti in Regione) non può farsi ancora carico dello sperpero e della mala ge-stione dello Stato. Unica salvezza può essere solo la riforma federalista tanto osteggiata dai “partiti del Sud”.Il Veneto è forte non solo di una ricchezza materiale che in pochissimi decenni ci ha portato, per capacità ed intelligen-za e con grande senso del sacrificio, a essere una grande Regione Europea, ma soprattutto di alti valori di efficienza dei nostri Enti locali, capaci di azioni semplici, economiche e senza inutili formalità: grazie a loro, nel nostro territorio il federalismo sarebbe possibile già da tempo. È ora che lo Stato centrale ci lasci le risorse provenienti dalle nostre tasse, che ci sia data la possibilità di autogovernarci (e l’articolo 2 dello Statuto veneto del 1971 già lo prevede chiaramente) perché se la “locomotiva Veneto” si ferma, ne risentirà l’intero Paese! È sufficiente guardare i numeri: la nostra Regione non ha nulla a che spartire con la Calabria o con la Campania, che nemmeno si prendono la briga di presentare i bilanci di una Sanità in profondo rosso; non ab-biamo niente in comune con la guerriglia di Napoli che af-fonda sotto tonnellate di rifiuti pur essendo stati erogati per decenni fondi immensi e in mano a loro Commissari; non abbiamo nulla da spartire con le indagini della magistratu-ra sulla Giunta pugliese di Vendola o con gli scandali degli ospedali della Sicilia, o con i buchi amministrativi di Roma, Catania eccetera. Per sancire il nostro bisogno di autogoverno in un’Italia fede-rale, dobbiamo vincere una scommessa: dotare il Veneto di uno Statuto che fissi le radici da cui veniamo e i traguardi che vogliamo raggiungere, che rimarchi la nostra autonomia e la nostra identità, che parli di “Sistema veneto”, inteso come rete di istituzioni pubbliche e private che rivendicano dallo Stato centrale competenze e risorse, garantendo in cambio la capacità di saperle amministrare con responsabilità. Proprio alla luce del buon governo dimostrato dai nostri sin-daci ed amministratori, chiediamo a gran voce una nuova stagione di autonomia, che sanciremo in modo forte con quella spinta federalista che da sempre ci appartiene e che sta per concretizzarsi. Questa è la nostra scommessa per in-traprendere le riforme. Scommettiamo sulla sfida dell’auto-governo, che renderà possibili tutele e benefici speciali a chi nel tempo ha dimostrato un forte legame col territorio: è giusto che in un momento di crisi le nostre scelte siano orien-tate a “premiare” chi ha lavorato bene per il Veneto, chi ci ha resi grandi, chi ci rende fieri della nostra identità di Popolo! E la Lega, abituata da decenni alle battaglie per il Popolo Veneto, non si tira indietro!

Innanzitutto, il mio grazie va ai veneti residenti nelle zone colpite, che hanno dimostrato di che pasta è fatto il popolo veneto mettendosi a svuotare i seminterrati, i garage e ad ammassare i sacchi di sabbia sugli argini e per le strade. È stata, inoltre, grande la dimostrazione di solidarietà mani-festata dai veneti e anche dal resto del Paese per i citta-dini e i territori devastati dal maltempo. Sono stati raccolti complessivamente oltre tre milioni e mezzo di euro. E le istituzioni, a partire dalla Regione e dal Commissariato di cui sono a capo, hanno ottenuto 300 milioni dal Governo

e il primo acconto è già arrivato. Tutto questo in tempi da record. Le sfide che ci attendono sono ancora molte, una su tutte: il federalismo. È la madre di tutte le nostre battaglie, una partita fondamentale non solo per la Regione, ma per tutto il Paese, una grande riforma dello Stato, l’unica capace di tenerlo unito e, nello stesso tempo, di ammodernarlo. Per continuare a riformare questa regione e questo Paese abbiamo bisogno di avere il vento in poppa e le prossime sfide elettorali sono il banco di prova con cui dimostrare che abbiamo il popolo dalla nostra parte. Il mio grazie va fin da ora a tutti i militanti che si impegneranno nelle prossime campagne eletto-rali. Sono convinto che sapremo raccogliere ancora una volta un grande risultato.

del lavoro: i lavoratori dipendenti, la piccola impresa for-te della sinergia tra operai e imprenditori, l’artigianato, il popolo delle partite Iva, sono il cuore pulsante del nostro sistema socio-economico. È necessario dare corpo al biso-gno di certezza nel futuro, valorizzare il lavoro in tutte le sue forme ed espressioni, offrire sicurezza e tranquillità, autonomia sociale alle persone e alle famiglie. In tal sen-so l’attuazione del federalismo contrattuale consentirebbe a ogni Regione di commisurare gli stipendi al costo della

vita. Compito della Regione del Veneto, quindi, è assumere una logica di programmazione, per proporre strategie e linee guida di alto profilo e demandare la parte amministrativa a livello terri-toriale, agli enti locali. Quella che vogliamo, infatti, è una Regione capace di confrontarsi a livello internazionale mantenendo salde le proprie radici: ecco perché porteremo prestissimo in aula il nuovo Statuto del Veneto, che deve tutelare in particolare chi nel tempo si è legato in maniera forte al territorio, contribuendone in modo significativo allo sviluppo. È importante sottolineare che il Veneto del domani, grazie all’applicazione del federalismo, potrà godere di autonomia impositiva: sarà cioè in grado di gestire le proprie risorse finanziarie in maniera autonoma, mo-dificando tributi o aliquote in base alle proprie necessità e opportunità, ma potrà anche decidere la linea di intervento a seconda del momento economico. Tutto questo servirà a rendere il territorio competitivo e a garantire la possibilità di attirare capi-tali non solo dall’estero ma anche dalle regioni limitrofe a Statuto speciale, che spesso causano una concorrenza sleale con le nostre province, alcune delle quali soffrono questa situazione più di altre (è il caso emblematico di Belluno). Un Veneto autonomo in un’Italia federale, in cui i popoli possano autodeterminare il proprio futuro: questo è ciò che vogliamo. Non abbiamo intenzione di accettare ulteriori sacrifici per ovviare all’indicibile spreco di risorse del Meridione. Non è razzi-smo, né egoismo localistico. È piuttosto senso di responsabilità, dettato dalla consapevolezza che chi amministra bene e assiste a enormi sperperi di denaro e a privilegi concessi ingiustamente non può sostenere l’unità del Paese, l’unità di uno Stato sull’orlo del baratro che si è dimostrato ingrato con chi ha dato tanto e troppo generoso, invece, con chi ha scialacquato. A ragione, già nel 1854, Carlo Cattaneo, grande pensatore e pioniere del federalismo all’alba dell’unificazione italiana, sosteneva che il parlamento unico è inadeguato a risolvere tutti i problemi di una na-zione, poiché essi variano profondamente da una regione all’altra. Così dichiarava nei suoi scritti: “Qualunque sia la comunanza dei pensieri e dei sentimenti che una lingua propaga tra le famiglie e le comuni, un parlamento adunato in Londra non farà mai contenta l’America; un parlamento adunato in Parigi non farà mai contenta Ginevra; leggi discusse in Napoli non risusciteranno mai la giacente Sicilia, né una maggioranza piemontese si crederà in debito mai di pensare notte e giorno a trasformare la Sardegna, o potrà rendere tollerabili tutti i suoi provvedimenti in Venezia o in Milano”. Concetti ancora attuali, che dimostrano un senso pratico della realtà che oggi manca a certa classe politica.

Veneti, governiamo le grandi sfide!

Il coraggio di puntare sul futuro

di Luca Zaia, Governatore del Veneto www.lucazaia.it [email protected]

di Federico Caner, Capogruppo Lega Nord in Consiglio Regionale - www.caner.it [email protected]

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DALLA REGIONE 3febbraio 2011

il miracolo del nostro popolo: ci siamo rimboccati le maniche ed abbiamo spazzato il fango. il presidente zaia ha consegnato gli acconti a famiglie e imprese in soli 47 giorni

Un’alluvione di solidarietà, di dignità, di orgoglio di popolo, che ancora una volta ha dimostrato quanto noi veneti siamo “di-versamente italiani”. Mentre, nei primi giorni dello scorso no-vembre per le strade di Napoli andava in scena la guerriglia dei rifiuti, mentre giornali e tv nazionali ignoravano il dramma di oltre nostri 14.000 sfollati, i veneti si sono rimboccati le mani-che differenziando i loro beni ormai divenuti rifiuto, spalando il fango e ricostruendo gli argini dei fiumi per evitare al più presto un’altra tragedia. L’alluvione senza precedenti che ha colpito il Veneto lo scorso 31 ottobre ha investito il nostro territorio trasformando i paesi e i campi in laghi, provocando frane, danneggiando o distrug-gendo argini, strade, abitazioni, beni, allevamenti, aziende. Ma il nostro popolo ha saputo affrontare a testa alta l’emergenza, senza recriminare, senza piagnistei. Mentre i veneti spalavano il fango, forti del loro orgoglio e dell’aiuto di 2.350 volontari oltre alle 1.000 unità di soccorso, il presidente Zaia, dopo soli 8 giorni dal disastro, aveva già in mano il decreto di stanziamento dei primi 300 milioni dal Go-verno. Gli acconti, cosa unica e mai accaduta prima, sono stati consegnati agli alluvionati dopo soli 47 giorni dal disastro. Un piccolo “miracolo” insomma: il popolo veneto ha saputo rea-gire, ancora una volta senza suppliche, ma rimboccandosi le maniche e lavorando per tornare alla normalità, dimostrando una dignità che ci rende orgogliosi. Val la pena ricordare i numeri dell’alluvione: 293 comuni coin-volti in cinque province; 14.113 cittadini sfollati; 2 morti nel vicentino; 3.931 imprese paralizzate. Vicenza è stata invasa per il 20% dall’acqua del Bacchiglione e del Retrone. L’autostrada

A4 è rimasta chiusa per quattro giorni, 55 strade principali sono state bloccate, 51 le frane e gli smottamenti, 15 le rotture di argini, 29 le esondazioni e gli allagamenti su una superficie complessiva di 140 chilometri quadrati, 230.000 gli animali an-negati. Sono stati inoltre evacuati l’Ospedale di Motta di Livenza (Treviso) e due strutture sociosanitarie. Il recupero è stato re-pentino, grazie alla messa in opera di 14 centri di accoglienza e 27 punti operativi, mentre sul campo sono accorsi 285 militari, 800 vigili del fuoco e 2.350 volontari. Per documentare tutto questo, la Regione del Veneto ha realizzato un libro, “Veneto Ferito”, stampato gratuitamente da Grafica Veneta SPA; sono state raccolte fotografie rappresentative, fornite dalla Protezio-ne Civile Regionale, dai quotidiani del Veneto, dai loro fotografi e da semplici cittadini. Ma la vera gara di solidarietà, partita immediatamente a ridos-so della tragedia, si è concretizzata in una gigantesca maratona di raccolta fondi sia attraverso sms che con conto corrente. Il nu-mero sms (45501), attivo fino a metà dello scorso gennaio, ha contribuito a raccogliere 1.815.408 euro: una cifra sostanziosa, che si affianca ai quasi cinque milioni finora versati nel conto acceso presso Unicredit Banca ed ancora aperto. Chi volesse an-cora donare, può effettuare un versamento intestato a “Re-gione del Veneto”, causale “Emergenza alluvione novembre 2010”, codice Iban: IT62D0200802017000101116078, codice BIC SWIFT per le transazioni internazionali: UNCRITM1VF2. Per le imprese i contributi sono totalmente deducibili, per le perso-ne fisiche lo sono per il 19% entro il limite massimo di 2.065,83 euro. Tutte le istruzioni, le foto, i documenti e le news sono visibili al sito www.venetoalluvionato.it.

I NUMERI DELL’ALLUVIONE

Comuni colpiti 131Popolazione coinvolta 500.000 venetiMorti 2Sfollati 14.113Comuni gravemente danneggiati 86Strade chiuse 44Frane e smottamenti 51Esondazioni e allagamenti 29Rotture di argini 15Superficie interessata da allagamenti 140 km/qAnimali morti 230.000 capiOspedali e strutture evacuati 3Volontari Protezione civile impiegati 2.350Vigili del fuoco impiegati 800Militari impiegati 285Centri di accoglienza attivati 14Sale operative di gestione emergenza 8

Alluvione: l’orgoglio dei veneti “diversamente italiani”

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“Senza i giovani non c’è futuro. Senza i giovani non c’è comuni-tà”. Con queste parole il governatore Zaia ha spiegato la politica della Regione per togliere i nostri ragazzi, moltissimi laureati e brillanti, da un futuro di disoccupazione sia intellettuale che effettiva. Sono stati diversi negli ultimi mesi gli interventi del governo del Veneto per aiutare i giovani nella loro attività o ad aprire una propria azienda. Ad esempio in Agricoltura: nel biennio 2009/2010, col suppor-to del Psr, si sono insediati circa 1000 nuovi imprenditori, che diverranno 1200 entro fine 2011. Solo nel 2010, l’assessorato regionale è riuscito a dare una risposta positiva all’80% delle domande presentate dai giovani agricoltori delle zone montane e al 54% delle richieste formulate per la pianura, con una cre-scita sostanziale del numero o della percentuale dei beneficiari (in pratica 292 aziende condotte da giovani imprenditori su un insieme di 480 domande ammesse). Per questa partita sono stati messi sul piatto 33 milioni di euro complessivi, finanziando il doppio delle richieste rispetto al passato. Sono invece 27 (quasi due volte lo stanziamento iniziale) i milioni con cui, attraverso il Programma Operativo Regiona-le, sono stati erogati contributi a 2400 giovani e donne che hanno deciso di aprire una nuova azienda. L’aumento di fondi ha consentito di coprire il 75% delle domande arrivate (3200, con un aumento esponenziale rispetto agli anni passati). Con il programma di interventi per l’anno in corso, la Regione pun-ta anche a consolidare la “cultura d’impresa” nei giovani e la formazione, individuando figure di tutor che possano accompa-

DALLA REGIONE4febbraio 2011

scuola quadri Conoscere per decidere con responsabilità

in agricoltura, grazie ai finanziamenti regionali, nascono 1.200 nuove imprese; stanziati 27 milioni di euro per l’imprenditoria giovanile e femminile, coperte 2.400 domande

per la prima volta itinerante nel bellunese, la scuola leghista di formazione amministrativa in 5 anni ha “diplomato“ mille studenti, preparati all’evoluzione della politica locale e nazionale. moltissimi i giovani e i laureati.

“Conoscere per decidere” è il motto con cui in 5 anni, dalla data della “fon-dazione” della Scuola Quadri nel 2006, la Lega Nord ha formato circa 1000 ‘studenti’ di età media inferiore ai 30 anni. Militanti, amministratori, ma an-che semplici simpatizzanti, che tra settembre ed ottobre scorsi si sono riuniti per tre sabati presso la Tenuta Nogherazza di Castion (Belluno). La scelta di rendere da quest’anno itineranti le lezioni, non casualmente, ha portato la Scuola nel Bellunese come segnale di attenzione alla montagna veneta, alla sua specificità e fragilità e alle potenziali forme di autogoverno delle terre alte già introdotte nella bozza di Statuto in discussione in Consiglio regionale.Uno sguardo particolare, nell’ambito della Scuola Quadri 2010, è stato dedica-to all’amministrazione negli Enti locali: ai giovani sindaci, assessori, consiglieri si sono rivolti nei loro interventi sia il segretario nazionale Gian Paolo Gobbo, sia il capogruppo in Consiglio regionale Federico Caner, sia il presidente Luca Zaia, che ha richiamato ad una maggior responsabilità e ad azioni di governo sempre trasparenti. “In 5 anni abbiamo assistito ad un’evoluzione decisa della classe dirigente della Lega – ha spiegato Caner –. Oggi la Lega governa un quarto dei Comuni veneti, quattro Province e due capoluoghi, e da un anno anche la Regione: tutto questo richiede sempre più preparazione e formazio-ne, da cui non possiamo prescindere”. Importanti i numeri dell’ultima Scuola Quadri: su 180 iscritti, tre erano 19enni, un centinaio under-30, ben 93 lau-reati, 120 già amministratori locali. Ad assistere alle lezioni (tenute dai prof. Sandro De Nardi, Giuseppe Gangemi, Luca Brusati, Paolo Fedele, Gian Angelo Bellati e Francesco Pareti) sono arrivati anche alcuni rappresentanti di gruppi consiliari di Regioni storicamente di centrosinistra, con l’intenzione di insedia-re anche da loro una Scuola Quadri su modello di quella della Liga Veneta, stante il volume delle richieste di formazione amministrativa.

gnare i nuovi imprenditori; si punterà inoltre sulla promozione di attività artigianali tradizionali per un recupero in chiave moderna, focalizzando l’attenzione sulla conciliazione dei tempi per l’impren-ditoria femminile.

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La ripresa parte dai nostri giovani

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Un milione di euro l’anno in meno: a tanto ammontano i ri-sparmi per le casse regionali dopo la legge approvata prima di Natale, per tagliare i compensi di noi consiglieri tra i 450 e gli 800 euro al mese e ridurre al minimo la spesa per i mezzi di servizio (le auto blu e i motoscafi regionali). I nostri stipendi erano comunque già ben inferiori ai parametri del Decreto Calderoli, ma in tempo di crisi abbiamo ritenuto ugualmente di dare un segnale ai veneti, ed in particolare a tutte quelle famiglie gravate dalla disoccupazione. La riduzione d’indennità di carica varierà da 120 a 470 euro al mese. Inoltre abbiamo fissato anche la riduzione della “diaria”, che consentirà un ulteriore risparmio per le casse regionali di 325 euro mensili a consigliere. Complessivamente gli emolumenti mensili dei parlamentari ve-neti subiranno, quindi, una riduzione che varierà da 800 a 450 euro. La nostra legge affronta, poi, uno degli aspetti più impo-polari dei costi della politica: quello legato all’uso delle “auto blu”. Il testo approvato stabilisce che la spesa dovrà essere infe-riore dell’80% rispetto a quella registrata nel 2009 e stabilisce che i vertici dei vari enti, agenzie e società regionali non possa-no utilizzare auto di servizio per il trasferimento dall’abitazione al luogo di lavoro. Una prima significativa e doverosa riduzione dei costi, insom-ma, che potrà essere completata in sede di approvazione dello Statuto, stabilendo anche il taglio del numero dei membri del Consiglio veneto.

Unità d’Italia?Celebrar l’Unità d’Italia par ’a Lega Nord no ga ne-sun senso: no gavemo gnente da festejar par ‘na data che no ne apartien, anca se rispetemo chi che consi-dera l’esar italiani un vaeòr. Par tute ‘ste rason, se semo astegnui in Consejo regional co xe stà da votar el progeto de lege che finansiarà co’ altri fondi veneti l’Unità. Nonostante a lege sia stada ala fine aprova-da dala magioransa de l’aula, noialtri continuemo a pensar che in un momento de crisi e de scarsità de risorse come queo atuàe, sia un spreco de schei publici festejar l’aniversario. A Lega prima de tuto ’a difende i vaeori del Veneto.A nostra sensibiità, a nostra identità, a stessa storia del Veneto e de Venessia in particoear, i ne impone de sostegnar i nostri ideai, quei dea Serenissima, prima e pì duratura esperienza de Republica ne l’Europa mo-narchica, straordinario laboratorio de civiltà e de cul-tura milenarie fondae su l’autonomia dei popoi. Proprio el rispeto dee identità locai e ‘a conservasion dee specificità del Popolo Veneto, xe ala base dea nostra poitica. In ‘sto senso, il modeo federae xe a risposta par salvaguardar l’identità de tuti i popoi, par aumentar a modernità e ‘e risorse pa’i nostri teritori, par favo-rir el benesere dei cittadini, premiando chi merita de esar premià, come el nostro Veneto virtuoso. Dovemo pretendar queo che ne toca de dirito, ora, sensa aver da spetar chi che no xe pronto. E se par far questo xe ne-cessario smarcarse da certo Sud, no stemo tirarse indrio in nome de sentimenti “buonisti” e de una retorica falsa de Patria che fa fadiga a riconoscer a noialtri veneti ‘a giusta autonomia, quea che se meritemo.

FEDERICO CANER

Capogruppo Liga Veneta Lega Nord Padania

in Consiglio Regionale

DALLA REGIONE 5febbraio 2011

approvata in consiglio la legge che riduce i compensi e decurta la spesa per le auto blu

I politici regionali si tagliano gli stipendi

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Quello della Regione per il 2011 sarà un Bilancio di “salute pubblica”, reso necessario dalla situazione che abbiamo tro-vato un anno fa e dalla necessità di operare tagli dopo la ri-duzione dei trasferimenti da Roma. Il Veneto ha scelto una linea di rigore, preso atto dei tagli operati dal Governo (-358 milioni) per rassicurare i mercati internazionali mettendo al riparo il sistema Italia da attacchi speculativi e sanzioni Ue. Con senso di responsabilità e sapendo comunque di essere sempre stati virtuosi, abbiamo deciso di fare la nostra parte per non aumentare il debito pubblico nazionale, mentre altre regioni (ad esempio la Sicilia) hanno deliberato di sforare il patto di stabilità in segno di protesta, unendo altri sprechi a quelli già in essere. La precedente Giunta, presieduta da Galan, ha esaurito la pos-sibilità per le casse regionali di effettuare investimenti, e da parte dell’opposizione, per il solo Bilancio dello scorso anno, sono stati proposti ben 21 emendamenti per spese extra pari a 23.450.000 euro. Serve perciò oggi senso di responsabilità, iniziando a ridurre le spese inutili come ad esempio quelle per l’eccessiva burocrazia che sottrae alle imprese 16,6 miliardi l’anno ed aumenta in maniera esponenziale i costi pubblici.

Semplifichiamo la galassia di marchi di qualità di cui il Veneto dispone nei vari settori produt-tivi, dal Primario all’Industria ai servizi.

Investiamo su un unico logo per le nostre eccel-lenze, che qualifichi senza ombra di dubbio il “made in Veneto”, fornendo nello stesso tem-po alle piccole imprese una compensazione per le difficoltà di disporre di marchi d’azienda uni-versalmente riconosciuti.

È questo il senso del progetto di legge che stiamo portando avanti in Consiglio regionale, per istituire il marchio “Qualità Veneto”: un logo semplice, con l’effigie del nostro Leone, a di-sposizione delle imprese di qualunque settore che ne faranno richiesta alla Regione, ottemperando allo specifico disciplinare. In questo modo, apponendolo sui loro prodotti, rientreranno nella vastissima campagna di promozione unitaria del Veneto a livello mondiale, ottenendo maggiore competitività nei mercati internazionali. Tra i parametri per ottenere il marchio, abbiamo inserito anche requisiti “non tecnici”, come l’assenza di lavo-ro infantile nelle imprese, la regolarità contributiva, ma anche il rispetto degli standard dei contratti collettivi e sugli orari di lavoro, l’assenza di condanne per il titolare dell’impresa e di procedure fallimentari in atto.

Il Veneto potrebbe essere il primo in Italia ad adottare una serie di strumenti normativi e previdenziali per le piccole e medie imprese, gli artigiani, le partite Iva, i liberi professionisti. Lo Sta-tuto del Lavoro autonomo, progetto di legge presentato dalla Lega in Consiglio regionale, verrà infatti presto portato in aula, con l’obiettivo di dotare finalmente il mondo degli autonomi, oggi privo di un sistema di Welfare, di una adeguata “copertu-ra” previdenziale. Elaborato in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, lo Statuto prevede esenzioni fiscali, con-tributi economici in particolare ad aziende di giovani donne, finanziamenti agevolati per l’avvio di nuove imprese, la tute-la delle “nuove professioni” non contemplate dai registri delle Camere di Commercio. La Lega, in questo, conta dell’appoggio delle categorie produttive, che ci hanno espresso in Consiglio regionale la necessità che il Welfare per gli autonomi riceva un voto bipartisan da tutta l’aula. Questo significa “fare politica”, agire in maniera unitaria per impedire che le partite Iva siano relegate ad una precarietà previdenziale futura che va ben oltre quella momentanea di un compenso incerto, e che non per-mette loro di costruirsi una famiglia o una stabilità. Allo stesso tempo, crediamo serva una visione della dimensione occupa-zionale capace di passare dalla prospettiva del “posto fisso” a quella più moderna del “lavoro fisso”, al di là della troppo netta ed anacronistica separazione tra dipendenti ed autonomi. Gra-zie alla Lega, finalmente la politica affronta il problema della disoccupazione “silente”, quella che non fa rumore (pur legitti-mo!) come i 200-300 operai di una fabbrica che chiude, quella composta da migliaia di partite Iva che singolarmente soffrono la mancanza di lavoro e di tutele, e per questo non vengono considerate come parte sociale perché faticano a fare “massa critica” a causa di un cronico deficit di rappresentanza.

DALLA REGIONE6febbraio 2011

Bilancio di “salute pubblica” per il Veneto

UN UNICO MARChIO DI QUALITà

Ecco il“Made in Veneto“

manovra regionale responsabile che taglierà soprattutto le spese inutili, evitando al veneto virtuoso sanzioni dall’europa

www.radiopadania.net

STATUTO DEL LAVORO AUTONOMO

Nuove tutele per le partite IVA

Page 7: Giornalino Parlamento Veneto 2011

L’11 gennaio scorso il Consiglio provinciale di Belluno ha approvato la proposta di referen-dum per il passaggio dell’intero territorio al Trentino Alto Adige. Il mio rispetto per i promo-tori di questa iniziativa e per i 16.500 cittadini che l’hanno sottoscritta, mi porta innanzitutto ad interrogarmi sulle risposte di cui hanno bi-sogno le terre alte bellunesi. Dopo 15 anni da sindaco di un comune di montagna, penso di conoscere gli aspetti più preoccupanti: la po-polazione è sempre più anziana, le terre alte rischiano l’abbandono, soffriamo la concorren-za di vicini ricchi e potenti, abbiamo strade e servizi a volte inadeguati, il manifatturiero è in crisi e il turismo non decolla. È dunque com-prensibile che molti bellunesi guardino con in-vidia alle vicine realtà a statuto speciale. Per-ché loro possono avere finanziamenti a fondo perduto per rimodernare gli alberghi o per av-viare un’attività e noi no? Perché loro possono avere un sostegno economico per ogni figlio e noi no? Perché loro possono permettersi servizi sempre più efficienti e noi no? Domande legitti-me: qual è allora la terapia per guarire la nostra provincia? Non credo che la soluzione sia un re-ferendum che non può portare all’obiettivo che si prefigge, sia per la complessità dell’iter legi-slativo, sia per la posizione di Trento e Bolza-no. La carenza di risorse e di autonomia si può risolvere solo con l’attuazione del federalismo e con il riconoscimento della specificità bellune-se nel nuovo Statuto regionale. Entrambi questi traguardi sembrano oggi essere vicini. Hanno forse il “difetto” di essere una rivoluzione silen-ziosa, che non fa lo stesso rumore di una con-sultazione popolare. Ma hanno il grande pregio di essere una terapia efficace e attuabile, e non un’operazione propagandistica e mediatica.

L’alluvione che ha colpito la nostra regione ha messo tutti noi veneti in una condizione di ri-flessione. La realtà venutasi a creare dopo gli straripamenti e le rotture di argini e fiumi, ha reimpostato le priorità in fatto di nuove manu-tenzioni ed opere. La Lega Nord che per cura e controllo del territorio ha sempre combattuto, anche in questo caso ha deciso di concentra-re al massimo la propria attenzione su fiumi e corsi d’acqua. Il mio assessorato è lo strumen-to più efficace ed incisivo per poter intervenire con decisione. Voglio evidenziare che nell’e-mergenza merita un plauso la dedizione dei volontari che si sono dati da fare, e in primis la Protezione Civile. Bisogna riconoscere anche la brillante azione di coordinamento che c’è stata con i Consorzi di Bonifica e con i Geni Civili del-la nostra Regione. Ma il futuro cosa ci riserva? Dovremmo ancora porre uno scontro di equità politica per poter trattenere le risorse necessa-rie ai dovuti risarcimenti? In questa occasione di emergenza è stata avanzata una richiesta pari ad un decimo del gettito che il Veneto ver-sa in un anno nelle casse dello Stato centrale. Proprio qui la ragione trova il nodo più stret-to da sbrogliare. Cito un esempio, quello della Regione Sicilia che per la protezione boschiva impegna una cifra 22 volte maggiore a quella del Veneto (1455 euro ad ettaro contro i nostri 65). Voglio anche rammentare gli oltre 10 mila forestali presenti nella Regione Calabria a fron-te dei 700 Veneti. La riforma federale è quanto mai indispensabile, e spero pertanto che que-sta forma di riorganizzazione imprima a tutte le Regioni il principio cardine attorno a cui essa ruota e cioè la responsabilità.

LA PAROLA AI cOnsIgLIeRI 7febbraio 2011

Un terzo del Consiglio regionale e metà della Giunta sono a trazione leghista. Un risultato arrivato grazie alla volontà dei veneti, che un anno fa hanno dato fiducia alla Lega Nord e al governatore Luca Zaia, consegnandoci per la prima volta il timone della Regione. Un mandato che, in tempo di crisi e di scarsità di risorse, stiamo portando avanti avendo ben presente la responsabilità cui siamo chiamati. Ecco quindi, dalle parole di assessori e consiglieri appartenenti al Gruppo che presiedo, le principali azioni su cui ci stiamo muovendo, per rispondere alle richieste e alle esigenze dei veneti non solo nell’immediato, ma anche con una visione lungimirante soprattutto a vantaggio delle giovani generazioni e delle categorie sensibili. Il capogruppo Federico Caner

La nostra squadra

Belluno Padova

Matteo toscaniVicepresidenteConsiglio Regionale

www.matteotoscani.it

[email protected]

Maurizio conteAssessore all’Ambiente

www.maurizioconte.it

[email protected]

Federalismo e specificità per la ripresa della montagna bellunese

Argini e fiumi, le nostre priorità per scongiurare un’altra alluvione

Sanzionare i furbetti e non chi per dimenti-canza, fretta o guasti alle macchinette sale sui treni senza obliterare il biglietto. Il senso della riforma del regolamento ferroviario, da me por-tata avanti come prima proposta in II Commis-sione e poi in Consiglio, è proprio questa: tute-lare i viaggiatori che troppo spesso fruiscono di servizi scadenti, di vagoni sovraffollati, di ser-vizi ferroviari insufficienti sia come pulizia che come frequenza. Ne sono testimone in prima persona, essendo pendolare anch’io ogni volta che mi reco da Monselice a Venezia. Proprio a bordo treno, molta gente spesso mi ferma per spiegarmi un disagio di cui si accorge in modo tangibile solo chi viaggia con Trenitalia: una situazione al limite della decenza, acqua che entra nelle pensiline quando piove, biglietterie automatiche guaste, treni in costante e cronico ritardo, ma anche vagoni gelati o troppo cal-di, e passeggeri multati perché occupano posti in prima classe quando i posti di seconda sono saturi. Questi sono i disservizi più fastidiosi per chi paga il biglietto. Non è giusto pertanto che coloro che si dimenticano di timbrare, e sono sempre fasce deboli di utenza, si trovino a pa-gare centinaia di euro di multe. Per questi ed altri motivi, pur nel dovere di punire i furbetti che evadono il pagamento del titolo di viaggio, ho portato avanti con successo in Consiglio la riforma del Regolamento che disciplina multe e sanzioni per gli utenti.

santino Bozza

[email protected]

nuovo regolamento per le multe sui treni: punire i furbi e tutelare i pendolari

arianna lazzarini

www.ariannalazzarini.org

[email protected]

sostegno ai genitori soli e non inutili feste per l’unità

Più presenza femminile nelle Istituzioni. Uno slogan che non deve restare tale, e non mi rife-risco solo alle “quote rosa” ma soprattutto alle decisioni che sempre più debbono contemplare le reali esigenze delle donne. In Consiglio, per questo, ho promosso un progetto di legge che creerà un fondo di sostegno alle famiglie mono-genitoriali, per l’80% dei casi formate da madri sole con uno o più figli, e che per questo vivono situazioni temporanee di difficoltà. Credo che oggi, in un momento di crisi e di risorse pubbli-che ridotte, la politica debba essere capace di compiere delle scelte, privilegiando, ad esem-pio, il settore sociale rispetto ad altri certo im-portanti, ma non determinanti. Penso ad esempio alle recenti vicende della proposta di legge portata (ed approvata) in

Page 8: Giornalino Parlamento Veneto 2011

LA PAROLA AI cOnsIgLIeRI8febbraio 2011

www.legablog.it

L’incontrollata diffusione di impianti fotovoltai-ci genera gravi danni economici ai coltivatori di-retti e pone seri interrogativi dal punto di vista morale: una terra fertile come la nostra deve essere coltivata, utilizzata per la produzione alimentare, e non consumata per fini specula-tivi. In questo senso l’approvazione in Consiglio Regionale della legge relativa alla regolamen-tazione in materia di produzione di energia da impianti alimentati a biomasse, da fotovoltaico, o da altre fonti rinnovabili, rappresenta un pri-mo importante risultato per la tutela ambien-tale, in quanto è ora richiesta l’autorizzazione regionale per quei progetti che insistono su aree frazionate e che prima potevano essere realizzati solo con semplice denuncia ai Comuni di pertinenza. In particolare, ritengo che limitare la prolife-razione di pannelli solari di grandi dimensioni in aree non consone al loro sviluppo sia fon-damentale: vanno posti limiti precisi contro il deturpamento delle aree a destinazione agrico-

Sono fiero di essere veneto, ma non sono fiero dei tanti “italiani” che preferiscono attendere che caschi qualcosa dal cielo anziché rimboc-carsi le maniche.L’agricoltura, dimostra che non esiste la cate-goria univoca degli “italiani”, ma piuttosto un insieme composto di sottoinsiemi diversi dove saremmo anche stufi di essere i disprezzati pro-duttori di manna. I nostri imprenditori agricoli stanno già uscendo dalla crisi dopo aver stretto la cinghia, usato olio di gomito e fantasia e, so-prattutto, ben utilizzato i finanziamenti pubblici moltiplicandone gli effetti. Il tutto all’interno di un percorso condiviso e responsabile tra ammi-nistratori, operatori e rappresentanze. È questo che fa e ha fatto la differenza, e che ci consente di dire che il 2010 ha segnato un giro di boa, dove il valore aggiunto proveniente dai cam-pi è cresciuto del 7%, l’occupazione dell’8%, l’export agricolo e agroalimentare del 12%, le esportazioni di vino dell’8.3% in valore (supe-rando il miliardo di euro). L’azione regionale non è stata da meno, con un bilancio capace di sostenere gli investimenti imprenditoriali, per i quali abbiamo messo in moto anche altri strumenti innovativi per af-fiancare il PSR: Veneto Sviluppo, l’Istituto Svi-

Rovigo

Treviso

luca BaggioPresidente Commissione Lavoro e attività produttive

www.lucabaggio.it

[email protected]

cristiano corazzari

[email protected]

franco ManzatoAssessore all’Agricoltura

www.francomanzato.it

[email protected]

Alloggi popolari prima ai Veneti

Fermiamo la proliferazione selvaggia di impianti fotovoltaici

Agricoltori responsabili,non disprezzati produttori di manna

La qualità della vita è misurabile anche attra-verso la cura degli spazi abitativi. Da questa consapevolezza nasce la mia propo-sta di legge relativa al recupero dei centri sto-rici, nel contesto del piano casa, che peraltro consentirebbe un rilancio del comparto edile, attualmente in crisi dopo il boom degli ultimi anni. Per quanto riguarda la politica della casa, ho ritenuto opportuno intervenire su un aspetto particolare, quello dell’assegnazione degli al-loggi popolari, in considerazione del fatto che essi sono pochi e che spesso vengono destina-ti con criteri più a favore degli extracomunitari che dei cittadini veneti. Non dobbiamo dimenticare che gli alloggi po-polari sono realizzati con i soldi dei contribuenti e quindi dovrebbe essere naturale che siano questi i primi a beneficiarne, pur senza esclu-dere nessuno. Pertanto, mi sembra doveroso porre un ‘tetto percentuale massimo’ del 6% per l’assegnazio-ne agli extracomunitari degli alloggi di edilizia sovvenzionata annualmente disponibili. Premesso che è data facoltà ai Comuni di au-mentare o diminuire motivatamente tale per-centuale sulla base dei dati Istat relativi al pro-prio territorio, resta fondamentale governare il fenomeno dell’immigrazione senza ledere gli interessi della popolazione locale, che da un lato vede irrisolto il problema casa e dall’al-tro è danneggiata per l’assegnazione di buona parte delle poche residenze sociali (in alcune province sino ad oltre il 30%) a stranieri che non hanno versato i contributi. In secondo luogo, in forza della legge Bossi-Fini, in man-canza dei requisiti necessari, deve diventare automatico il processo di decadenza dall’asse-gnazione. Attualmente, se un extracomunita-rio perde il lavoro, sono i Comuni o le Ater a doversi sobbarcare i costi dell’affitto e questo non è giusto. È necessario, quindi, che gli enti gestori faccia-no le verifiche sulla permanenza di tali peculia-ri requisiti per il mantenimento dell’alloggio da parte di extracomunitari.

Parlamento Veneto

Trimestrale del Gruppo Consiliare della Liga Veneta Lega Nord Padania

in Consiglio Regionale Veneto (editore proprietario della testata)

Direttore Responsabile Paolo Parenti

Legale RappresentanteFederico Caner

Presidente del Gruppo Consiliare

Responsabile del trattamento dei dati (DL 193/03)

è il Direttore Responsabile

Iscrizione Registro della Stampan. 1386 del 7-5-2001

del Tribunale di Venezia

stampaGrafiche Tintoretto

vicolo Giuseppe Verdi, 45/4731020 Villorba (TV)

www.grafichetintoretto.it

Consiglio regionale da Pd e Pdl, chiedendo lo stanziamento di 150.000 euro per le celebra-zioni venete dell’Unità d’Italia, oltre ai 200.000 che già ci sono richiesti dal Comitato Nazionale. Rispetto a questo, credo che oggi, in moltissimi, sentano esigenze diverse: dalla ricostruzione post-alluvione alla crisi delle piccole imprese, dalla disoccupazione alla questione giovanile, dai tagli al sociale ad una sanità che deve man-tenere la propria eccellenza. Per questi motivi non possiamo buttare 150.000 euro per fe-steggiamenti che ricordano molto l’orchestrina che suona mentre il Titanic va a fondo. Anche perché crediamo che l’Italia sarà davvero unita solo quando si darà il giusto riconoscimento a chi, come il Veneto, sa ben amministrare i fon-di pubblici rispetto a regioni meridionali che sprecano. In questo, ribadisco, siamo chiamati a scelte precise, coraggiose e proprio per questo non sempre condivise.

la. Il Polesine conosce molto bene questa pro-blematica: il rischio più grosso è rappresentato dalle speculazioni attuate dai privati che altera-no in modo artificioso i prezzi del mercato rela-tivamente agli affitti e alla vendita dei terreni, a danno degli agricoltori. Questo sistema può provocare ingenti danni non solo al paesaggio ma anche alla flora e alla fauna autoctona. Esistono altre grandi superfici sulle quali appli-care i pannelli senza consumare ulteriormente il territorio, per esempio aree industriali di-smesse, capannoni, edifici pubblici. Lo svilup-po dell’energia solare va certo sostenuto ma a condizione che sia in armonia con il territorio e con le realtà agricole esistenti.

luppo Agroalimentare ISA, la Cassa depositi e Prestiti e la BEI. Un altro obiettivo è la lotta alla burocrazia, che costa tra il 4 e il 6% del reddito agricolo. Rimane aperto il discorso fiscale, ovvero il fe-deralismo, cui le cariatidi della politica romana guardano con sospetto. Il fatto è che troppi “italiani diversi” pensano che la solidarietà sia una specie di mungitura, non la risposta a difficoltà dalle quali si dimo-stra per primi di voler uscire.

Page 9: Giornalino Parlamento Veneto 2011

LA PAROLA AI cOnsIgLIeRI 9febbraio 2011

gianpiero possaMai

www.possamai.eu

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Per una razionalizzazione oculata degli enti locali: le comunità Montane

Le nostre Comunità montane sono efficienti e operative grazie a una gestione attenta delle risorse e si sono guadagnate piena titolarità in materia di programmazione nelle terre alte. Oc-corre che la riforma volta a regolamentare tali enti sia approvata in tempi celeri, con lo scopo primo di azionare un’organica revisione del ruolo e delle competenze di questi soggetti pubblici. Il disegno di legge predisposto in Giunta dall’As-sessore Finozzi centra appieno questi obiettivi, puntando allo snellimento degli organi attraver-so l’attribuzione all’assemblea dei Sindaci di po-teri di indirizzo, programmazione e verifica, con la competenza ad un organo esecutivo, come la giunta, dei compiti gestionali e di attuazione. Tale strutturazione consentirà un bilanciamento tra programmazione ed esecuzione, tra attuazio-ne e controllo, alla luce del principio di buona operatività ed economicità dell’attività degli enti pubblici, nell’ottica di un più ampio rinnovamen-to e di una modernizzazione degli apparati di ge-stione delle risorse pubbliche. È opportuno che le CM vengano razionalizzate attraverso accor-pamenti omogenei a livello territoriale, secondo una logica di “dimensione ottimale” finalizzata a migliorare l’erogazione dei servizi. Inoltre, le stesse devono essere specializzate con l’asse-gnazione di precise competenze, tra le quali la tutela del suolo, la salvaguardia dell’assetto idro-geologico, l’organizzazione dei servizi associati intercomunali e l’esercizio di attività di coordina-mento delegate dai comuni. Tutto questo serve a potenziare enti che fino ad ora hanno saputo gestire le risorse con un eccellente rapporto co-sto/beneficio e che hanno dimostrato negli anni rapidità di decisione e attenzione al rapporto con i cittadini delle aree alpine e prealpine.

Si avvicina una soluzione alla tanto auspicata Idrovia che collegherà Padova a Venezia. Un’opera imprescindibile per il territorio veneto, per la quale mi sono speso in maniera partico-lare fin dall’inizio del mio mandato in Consiglio regionale. Ed infatti l’assessore all’Ambiente Maurizio Con-te ha scelto di finanziare a riguardo uno studio di fattibilità e il progetto preliminare per il com-pletamento dell’idrovia. È già stato individuato un capitolo di Bilancio nell’ambito dei fondi destinati alla Difesa del suolo, che presenta la disponibilità necessaria alla realizzazione dello studio. Tutto questo prenderà il via quanto prima, an-che attraverso una oculata gestione di fondi pubblici e una concreta volontà di attuare gli indirizzi contenuto nell’ordine del giorno appro-vato dal Consiglio regionale. I cittadini stiano sicuri che il nostro impegno continua per rendere sicuro il territorio ed evi-tare che si ripeta l’emergenza degli ultimi mesi. L’Idrovia viene ad essere quindi per il Veneto non solo un’opera fondamentale, ma anche uno strumento per ridurre il traffico su gomma, per incrementare gli spostamenti ecosostenibili ed anche per il turismo che tra Padova e Vene-zia costituisce una delle fonti più importanti di reddito.

Veneziadaniele stiValAssessore alla Caccia, Protezione Civile, Identità e Flussi

www.stivaldaniele.eu

[email protected]

gioVanni furlanetto

[email protected]

Integriamo chi ha un progetto di vita, lotta alla clandestinità!

Idrovia, opera fondamentale per Venezia e Padova

Abbiamo saputo gestire al meglio l’annuale partita della caccia in deroga, trovando il giusto equilibrio tra le esigenze del mondo venatorio e quelle della salvaguardia faunistica, ed otte-nendo dal Tar del Veneto il riconoscimento mi-gliore, con il rigetto di tutti i ricorsi presentati. Abbiamo riavviato la macchina dei contatti con i nostri emigrati, un patrimonio eccezionale, creando momenti alti di confronto con la Con-sulta Regionale dei Veneti nel Mondo, la terza giornata dedicata ai nostri emigrati, un grande meeting dei giovani a Bruxelles; e varando un piano triennale di interventi con il quale punte-remo molto sui giovani e sugli aspetti economi-ci dei nostri rapporti con tutti gli emigrati. Abbiamo dato prova di efficienza e tempestivi-tà con la grande macchina della protezione civi-le veneta, che ha saputo affrontare al meglio la tragedia dell’alluvione, grazie anche all’apporto di centinaia e centinaia di volontari che non rin-grazieremo mai abbastanza. Abbiamo sostenuto con iniziative e pubblicazio-ni quel grande patrimonio regionale che è la cultura veneta. Con un piano triennale abbiamo gettato le basi per gestire il fenomeno dell’immigrazione, puntando sull’integrazione di chi ha un reale ed onesto progetto di vita da noi e sulla lotta ad ogni forma di clandestinità. Il tutto in 9 mesi di lavoro. Le chiacchiere le la-sciamo ad altri!

In questi mesi la sanità veneta, anticipando an-cora una volta i tempi del Paese, ha avviato il cammino verso l’applicazione concreta del fe-deralismo che, nel settore, significa principal-mente introdurre il criterio dei costi standard (cioè dei migliori risultati di gestione ottenuti sul territorio) nell’intero sistema. Lo abbiamo fatto inserendo nuovi parametri nel riparto del fondo regionale 2010 ed abbiamo compiuto altri passi avanti nell’indicazione de-gli obiettivi di gestione 2011-2012 ai direttori generali. Ne conseguiranno, progressivamente, un miglior utilizzo delle risorse ed una crescita dei servizi offerti al cittadino. Il Veneto non è certamente una Regione dove si spreca, ma proprio per questo dobbiamo e vogliamo dare un esempio concreto di quale potrà essere la sanità nel momento in cui il fe-deralismo sarà patrimonio di tutto il Paese, e chi davvero spreca dovrà davvero smettere di farlo. Introdurre i costi standard vuol dire va-lorizzare i migliori esempi di gestione che già sono presenti in varie Ulss territoriali e far sì che vengano applicati in modo omogeneo dap-pertutto. Se in un’azienda sanitaria che eroga servizi ef-ficienti la spesa pro capite è 100, ed in un’altra 150, vuol dire che in quest’ultima è necessario migliorare: è questo, in poche parole, il mec-canismo virtuoso che vogliamo innescare ed al quale sono dedicati i più importanti atti sin qui adottati dalla Giunta Zaia. Il cammino è lungo; la buona volontà del solo Veneto non basterà, ma i nostri cittadini pos-sono stare tranquilli: oggi come non mai i loro bisogni di salute ed il loro diritto a veder ben utilizzate le tasse che per questo pagano sono al centro di un progetto politico di riforme in sanità.

La nuova legge urbanistica approvata in Con-siglio dà risposte concrete ai cittadini, agli enti locali, ai professionisti e alle imprese del set-tore, ed è frutto di scelte equilibrate ed esenti da rischi. In primo luogo abbiamo inserito una norma che permette alla Regione di conoscere

Veronaluca colettoAssessore alla Sanità

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Il nostro progetto politico per la sanità veneta

Poche chiacchiere e tanto lavoro, sul territorio ed all’interno dell’Istituzione regionale. Questo è stato il mio motto nei mesi iniziali della legi-slatura. Abbiamo lavorato sodo alla sburocratizzazio-ne della macchina regionale per venire incon-tro alle esigenze di cittadini ed imprese, e tra poco vareremo un disegno di legge organico.

andrea BassiPresidente Commissione Urbanistica

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I vantaggi della nuova legge urbanistica

Page 10: Giornalino Parlamento Veneto 2011

sandro sandri

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Diabete mellito, una legge disciplinerà gli interventi nelle Usl del territorio

paolo tosatoVicecapogruppo

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statale 12, il territorio veronese non può più attendere

LA PAROLA AI cOnsIgLIeRI10febbraio 2011

Aggiungo che l’Istituto Superiore di Sanità par-teciperà a tutti i controlli su Ca’ del Bue e sulle emissioni prodotte da traffico, industrie, riscal-damento domestico, etc. Nel rispetto del nostro territorio e dei nostri cit-tadini, questo progetto è l’unico attuabile per garantire un processo efficace di smaltimento dei rifiuti, dal momento che la Regione del Ve-neto dal 2010 non prevede più la realizzazione di discariche, ritenute peraltro metodologie al-tamente inquinanti e dannose. Sottolineo, infine, che il teleriscaldamento pro-dotto dal termovalorizzatore Ca’ del Bue com-porterà un uso ponderato delle caldaie e quindi minore inquinamento.

Bruno cappon

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Vittorino cenciPresidente Commissione Cultura e Turismo

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Perché l’inceneritore di ca’ del Bueè necessario

sviluppo e sostenibilità del turismo veneto

La realizzazione dell’inceneritore di Ca’ del Bue è stata decisa dal Piano Regionale di Rifiuti Ur-bani, in accordo con il Piano Provinciale. Esso appare necessario e prezioso per la comu-nità veronese, considerato che ogni anno il Co-mune di Verona produce circa 100 mila tonnel-late di rifiuti e che altri 150 mila sono prodotti dalla Provincia. Vorrei rassicurare sul fatto che tale impianto, come richiesto dalla nostra Regione, utilizzerà le migliori tecnologie disponibili, privilegiando affidabilità, versatilità nel trattamento dei rifiuti e contenimento dei costi. È stato accertato che la sua installazione non rappresenta nessun pericolo per la salute né per l’ambiente, tanto più che nei pressi del ter-movalorizzatore verrà realizzato un parco le cui piante avranno la funzione di assorbire l’anidri-de carbonica generata. Per garantire la trasparenza dell’operazione è stata nominata una Commissione composta da Regione, Provincia e Comune di Verona, con lo scopo di coinvolgere i cittadini e di fornire tutte le informazioni utili.

Le previsioni dei flussi turistici verso la nostra Regione per il 2011 appaiono positive: si sti-ma un incremento di +2,7% degli arrivi inter-nazionali in Veneto, trainato dalle città d’arte (+3,3%), con performance comunque buone in tutti i comprensori: mare (+2%), lago (+2,2%), montagna (+1,3%), terme (+1,3%). Sulla base di questi dati, è opportuno investire in maniera strategica sul turismo.Il fine della nuova legge in materia, che sarà presto discussa in commissione e successiva-mente approvata dal Consiglio regionale, è pro-prio quello di favorire un’industria turistica mo-derna, che metta i soggetti pubblici e privati in grado di cooperare, attivando tutti gli strumenti per l’innalzamento della competitività e del Pil turistico regionale. I concetti chiave del nuovo testo di legge sono soprattutto competitività, sostenibilità e inno-vazione. Vogliamo innalzare la competitività del Veneto quale meta turistica mondiale, incrementando i flussi turistici, sia interni che esterni, e pro-muovendo il prolungamento della stagionalità, concordemente con le attività di valorizzazione e di promozione dell’Italia e dell’Europa. Il turista deve essere posto al centro: deve essergli garantita la qualità dell’accoglienza, l’inclusività, l’accesso informatico, la tutela dei diritti, il rispetto dei doveri. Tutto questo è re-alizzabile attraverso la promozione di un mo-dello sostenibile, dal punto di vista ambientale, sociale, culturale ed economico. Anche l’innovazione tecnologica e il rinnova-mento delle competenze hanno un ruolo fon-damentale per vendere meglio il prodotto. È opportuno, infine, sviluppare una gamma completa ed efficiente di strumenti economico-finanziari, finalizzati a migliorare ed ampliare l’accesso al credito e al capitale di rischio, con particolare riguardo alle piccole e medie impre-se, oltre che applicare il principio della riparti-zione e delega delle responsabilità nello svilup-po turistico e dei “turismi” regionali.

La Regione stanzierà nel prossimo futuro alcuni milioni di euro per finanziare una legge a tutela dei quasi 250.000 diabetici veneti, che miglio-rerà le finalità e il ruolo delle strutture sanitarie specialistiche operanti sul territorio. Il progetto legislativo da me proposto punta a realizzare un’assistenza integrata tra ospedali e pazienti sia nell’ambito adulto che pediatrico erogando in tutta la regione prestazioni unifor-mi e definite su standard precisi. In questo modo sarà possibile prevenire e dia-gnosticare precocemente la malattia, fornire cure adeguate e all’avanguardia, integrare i diabetici nelle attività scolastiche, lavorative, ricreative e sportive, ed infine aggiornare i me-dici specialisti, quelli di base e i pediatri. Il Sistema regionale di prevenzione, diagnosi e cura del diabete mellito prevede interventi specifici per l’assistenza agli adulti e ai bambini: in tutte le Asl sarà istituita un’Unità Operativa specialistica che avrà a disposizione medici, in-fermieri, dietisti esperti nella terapia del dia-bete, per assicurare assistenza continuativa ai soggetti più complessi, eseguire screening del-le cronicità, selezionare i pazienti da sottoporre a trapianto ma anche intraprendere percorsi di prevenzione e diagnosi precoce per quelli più a rischio. Ogni anno i pazienti trattati con farmaci ipo-glicemizzanti aumentano del 5,6% in Veneto: attualmente sarebbero oltre 125.000. Altret-tanti sono i diabetici che non sanno ancora di esserlo. Per tutti loro, ma anche per chi patisce le sintomatologie di un diabete cronico, ritengo indispensabile una legge che garantisca l’uti-lizzo migliore dei fondi regionali, destinati sia alle terapie che alla prevenzione che all’aggior-namento professionale del personale medico e paramedico.

quel che accade sul territorio anche dopo l’ap-provazione del PAT, cosa ad oggi impossibile, introducendo l’obbligo di trasmissione, da parte dei comuni, dei quadri conoscitivi aggiornati. In un’ottica di semplificazione procedimentale abbiamo ridotto da 60 a 30 giorni i termini per l’approvazione del piano urbanistico attuativo (PUA), che potrà consentire il ricorso alle proce-dure di denuncia di inizio attività (DIA). Tra gli interventi sempre consentiti in zona agri-cola abbiamo inserito la ristrutturazione edili-zia. È stata accorciata la durata del regime transito-rio dalla vecchia alla nuova legge urbanistica, stabilendo che, a seguito dell’approvazione del piano di assetto del territorio (PAT), il piano re-golatore generale vigente, per le parti compa-tibili con il PAT stesso, diventi a tutti gli effetti il primo piano degli interventi (PI). E ancora, grazie all’interpretazione autentica del comma 5 dell’articolo 44 della legge 11/2004, abbiamo definitivamente chiarito che, con ri-ferimento alle case di abitazione esistenti in zona agricola, gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e risana-mento conservativo, la ristrutturazione edilizia e l’ampliamento fino a 800 mc, siano consentiti a tutti i possessori di un edificio e non solo agli imprenditori agricoli, ponendo fine all’incertez-za causata da alcune sentenze. Infine, è stata prorogata fino al 31 dicembre 2011 la possibilità di adottare alcuni tipi di va-rianti urbanistiche al piano regolatore, andando incontro ai tanti comuni ancora sprovvisti di PAT che, diversamente, si sarebbero trovati nell’im-possibilità di operare qualsiasi trasformazione urbanistica.

È un segnale importante, anche se la strada per la realizzazione dell’opera è ancora lunga, il finanziamento che qualche settimana fa la Giunta regionale ha destinato al progetto pre-liminare per la variante alla Statale 12 “Verona - Castel d’Azzano - Buttapietra”. In merito, era stata approvata in Consiglio all’u-nanimità una mozione che impegnava a repe-rire i fondi, proprio per l’importanza dell’infra-struttura.

www.padaniaoffice.org

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LA PAROLA AI cOnsIgLIeRI 11febbraio 2011

L’arteria, infatti, risulta oggi uno dei tratti più inquinati del Veneto, in particolare per quanto riguarda l’attraversamento del cuore dei centri di Borgo Roma, Cadidavid, Beccacivetta e But-tapietra. Vi transitano circa 25.000 veicoli al giorno, tra i 1.300 e i 1.600 mezzi ogni ora nelle 12 ore diurne, di cui 150-180 camion oltre i 50 quintali. Per questo riteniamo necessario, rispondendo alle istanze dei residenti della zona, arrivare quanto prima ad una progettazione della va-riante già finanziata con 300.000 euro da Vene-to Strade nel giugno 2008, e sottoporre il Piano all’Anas per puntare ad ottenere i fondi per la realizzazione. Sappiamo che l’iter è ancora lungo, trattandosi di un’opera dal costo stimato di circa 35 milioni, ma proprio per questo è importante presentare a Roma un progetto quanto più definito possi-bile per avere possibilità concrete di ottenere i fondi velocemente. Il finanziamento della Giunta, anche per que-sto, è un segnale fondamentale che interpreta la volontà del Consiglio intero.

La crisi economica ha mutato completamente gli scenari, e i benefici un tempo goduti da mol-ti attraverso lo stato sociale si sono trasformati in privilegi insostenibili per le casse pubbliche. Questa realtà condiziona e segna il mio lavoro all’assessorato al Bilancio e agli Enti Locali della Regione. I tagli alla spesa non riguardano solo noi, come qualcuno vorrebbe far credere, ma tutto il mondo Occidentale, dove si sono pianificati an-che licenziamenti nel settore pubblico. In Puglia, ad esempio, Vendola ha deciso di introdurre in Bilancio il ticket sulle ricette me-diche per tutti i cittadini, senza distinzione di reddito, elevare l’accisa sulla benzina di 2,5 al litro, di non azzerare l’Irap per le nuove impre-se, di lasciare aumentata dell’1% l’Irap su tutte le aziende, di non cancellare l’addizionale re-gionale sul metano e quella sul conferimento dei rifiuti in discarica. Rispetto a queste strategie, il Bilancio del Vene-to è a maggior valenza sociale rispetto a quello del governatore pugliese!Anche noi siamo chiamati, comunque, a duri sacrifici. La classe dirigente, non solo politica, deve abbandonare la ricerca del consenso ali-mentata dalla spesa pubblica, mentre anche altri attori sociali devono iniziare a ridimensio-nare le aspettative perché non possiamo scari-care nelle generazioni a venire i problemi (e i debiti) di oggi. Noi, come Veneto, partiamo però da un dato di fatto: ogni anno i cittadini veneti versano allo Stato qualcosa come 4.315 euro in più a testa

Conscio dell’importanza strategica che il turismo ricopre in una regione come la nostra, prima in Italia per numero di presenze, fin dall’inizio ho cercato di impostare il lavoro su più fronti. In primis un miglioramento sostanziale del-la qualità dei servizi offerti al turista, poi una sostenibilità dell’attività delle imprese e dei sistemi turistici e in terzo luogo, a mio avviso il più importante, un’inclusione sociale del turi-smo per una equa fruibilità a tutte le persone, anche e soprattutto per quelle con difficoltà, le diversamente abili e in generale quelle che mi piace definire “con esigenze particolari”. In questo contesto va inserita l’importantissima firma della convenzione stipulata a luglio scor-so con il vice commissario Ue Antonio Tajani per diventare regione pilota nell’applicazione delle direttive europee nell’ambito del turismo socia-le. Da un’indagine è emerso infatti che in Euro-pa la popolazione disabile corrisponde a circa 50 milioni di persone (pari al 14% del totale) di cui il 72% (36 milioni) viaggia o sarebbe di-sposta a farlo. Alla luce di questi dati è importantissimo l’o-biettivo di eccellenza nel Turismo Sociale, per accrescere la cultura dell’ospitalità negli opera-tori verso le persone con necessità particolari, suscitando atteggiamenti, propensioni, com-portamenti in grado di soddisfarle.Contestualmente, è necessario adeguare le strutture ricettive alle specifiche esigenze, cre-ando sinergie per mettere in moto rapporti di-retti fra le amministrazioni pubbliche e soggetti privati che a vario titolo possono concorrere a migliorare l’offerta e la sua fruibilità.

VicenzaroBerto ciaMBettiAssessore al Bilancio ed Enti locali

www.robertociambetti.info

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Bilancio regionale, nei sacrifici manteniamo la valenza sociale

Marino finozziAssessore al Turismo e alla Montagna

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Turismo sociale per una nuova cultura dell’ospitalità

rispetto a quanto non ricevano da tutte le am-ministrazioni pubbliche sommate tra loro. Questi 4.315 euro entrano nel pacchetto del federalismo: quando entrerà a regime, verrà ri-dimensionata anche la ‘dieta’ che ci è imposta dallo Stato.

Quando si parla di integrazione con gli islamici, dovrebbero venirci in mente i padri che uccido-no le figlie perché occidentalizzate per capire che si tratta di una strada troppo spesso falli-mentare. In Veneto abbiamo già 37 moschee, e penso sia ora di rallentare il sorgere di centri in cui si insegna il Corano in lingua araba, per noi incomprensibile ed impossibile da controllare. E mentre per noi occidentali esiste una divi-sione fondamentale tra Legge e Religione, nel mondo islamico i dettami del Corano sono an-che base del diritto e regolano la vita pubbli-ca. Qualsiasi cosa se ne allontani, è nemico da combattere. Perciò il dialogo tra religioni diventa impossi-bile con chi rifiuta a priori il confronto con la nostra cultura. Come nel caso dei crocifissi nelle aule scolastiche o giudiziarie. Da parte nostra, partire da una forte cultu-ra identitaria, cioè le radici cristiane, è l’unico modo per avvicinarsi con rispetto alle tradizioni “altre”. Ma che facciamo se dall’altra parte nessuno as-seconda questa nostra volontà? Se incontriamo prepotenza o rifiuto, dobbiamo continuare a far finta di nulla? Lo si vede nell’esperienza delle assistenti socia-li, che vengono apostrofate dai “taci, donna” dei 14enni, o nelle università in cui i giovani ri-scoprono nell’integralismo religioso una ragio-ne di vita che dovrebbe distinguerli dai compa-gni. La gente percepisce l’ostilità di gran parte del mondo musulmano e rimane interdetta di fronte alle parole di alcuni parroci (di recente è avvenuto a Vicenza) che si preoccupano di di-fendere la fede d’altri invece di diffondere la nostra. Per fortuna oggi rappresentare la religione non equivale ad avere ragione assoluta, noi possia-mo dirci in disaccordo. Per altri non funziona così. E sarebbe bene te-nerlo a mente.

nicola fincoPresidente Commissione Ambiente

www.nicolafinco.com

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Islam, basta moschee impossibili da controllare

Page 12: Giornalino Parlamento Veneto 2011

Cristina GiudiciLeghiste. Pioniere di una nuova politica Marsilio

Come le comuniste old style hanno il culto della personalità per il capo: Umberto Bossi. Come le militanti dei movimenti extraparlamentari amano la piazza, le liturgie collet-tive e ambiscono a un sol dell’av-venire che però è quello delle Alpi. Come vere democristiane hanno valori tradizionali, famiglie tradi-zionali e si sottraggono alla video-velin-democrazia che secondo loro offende la dignità della donna. Come le vetero-ambientaliste si battono per la difesa dell’ambiente e stanno “dalla parte degli anima-li”. Sono le donne della Lega, che si sono conquistate i galloni sul campo di battaglia, con anni e anni di attività nelle sezioni dove hanno fatto la gavetta come socie-sosteni-trici prima di diventare militanti.

la lega nord in veneto

GIUNTA REGIONALEPalazzo Balbi – Dorsoduro 3901 (Venezia)Tel. 041-2792111 – www.regione.veneto.it

Luca Zaia PresidenteRoberto Ciambetti Ass. Bilancio, Enti locali

Luca Coletto Ass. SanitàMaurizio Conte Ass. Ambiente

Marino Finozzi Ass. Turismo, MontagnaFranco Manzato Ass. Agricoltura

Daniele Stival Ass. Protezione civile, Identità, Flussi migratori, Caccia

CONSIGLIO REGIONALEPalazzo Ferro Fini - San Marco 2321/b (Venezia)

Tel. 041-2701428 – www.leganord.veneto.itCercaci su Facebook come: Lega Nord Veneto

Flickr: www.flickr.com/photos/leganordvenetoYoutube: www.youtube.com/leganordveneto

Federico Caner capogruppoPaolo Tosato vicecapogruppo

Matteo Toscani vicepresidente del ConsiglioLuca BaggioAndrea BassiSantino BozzaBruno CapponVittorino Cenci

Cristiano CorazzariNicola Ignazio FincoGiovanni FurlanettoArianna Lazzarini

Gianpiero PossamaiSandro Sandri

IL TERRITORIO

> SEGRETERIA NAZIONALELiga Veneta Lega Nord Padania

Tel: 049 9668621 - Fax: 049 9668619 e-mail: [email protected]

> Segreteria provinciale di BELLUNOVia Masi Simonetti, 15 - 32100 Belluno

Tel: 0437 27077 -Fax: 0437 958975 e-mail: [email protected]

> Segreteria provinciale di MESTRE VENEZIAVia Aleardi, 47/1 - 30175 Venezia Mestre

Tel: 041 5040212 - Fax: 041 5040232 e-mail: [email protected]

> Segreteria provinciale di PADOVAVia Montà 49 35138 Padova

Tel: 049 8900727 - Fax: 0498901138 e-mail: [email protected]

> Segreteria provinciale di ROVIGOPiazza V. Emanuele 48 - 45100 Rovigo

Tel: 0425 29249 - Fax: 0425 29105 e-mail: [email protected]

> Segreteria provinciale di TREVISOVia Fontane 95/b - 31020 Villorba (Tv) Tel: 0422 300221 - Fax: 0422 301435

e-mail: [email protected]

> Segreteria provinciale di VERONAStrada dell’Alpo 7 - 37136 Verona

Tel: 045 8230202-3-6 - Fax: 045 8230207 e-mail: [email protected]

> Segreteria provinciale di VICENZAVia dell’Oreficeria, 30/1 36100 Vicenza

Tel: 0444 965538 - 965493 – 963598 - Fax: 0444 965497 e-mail: [email protected]

> Segreteria provinciale del VENETO ORIENTALECorso S. Trentin 7 - 30027 S. Donà di Piave (Ve)

Tel: 0421 52434 - Fax: 0421 52434 e-mail: [email protected]

CULTURA12febbraio 2011

Letture

Francesco JoriDalla Liga alla Lega Storia, movimenti, protagonisti prefazione di Ilvo Diamanti Marsilio

Tutto comincia con un corso di lingua e cultura veneta, specchio di un rinnovato interesse per quel mito della Serenissima che con-tinua ad alimentare passioni, e che sul finire degli anni settanta del Novecento si trasferisce sul campo della politica. Parte da lì il percorso di quel nuovo soggetto che nel 2009, a trent’anni esatti dal suo esordio elettorale (europee del 1979), potrà paradossalmente proporsi come il partito più vecchio d’Italia: quantomeno nella ragione sociale, considerando che tutti gli altri, nel traumatico passaggio tra la prima e la seconda Repubblica, hanno mutato denominazione, as-setto, struttura.

AnonimoFratelli d’Italia?Battello Stampatore

2013, lo Stato italiano non c’è più. La Katastrophe spezza il Paese in due! La Lega crea le condizioni essen-ziali per l’affondamento di Silvio Berlusconi, facendo mancare una quarantina di voti in Parlamento. Caduto il Cavaliere, nasce un esecu-tivo battezzato dai giornali ‘Gover-no di Salvezza Nazionale’, guidato da Mario Monti con Fini agli Esteri e retto dall’astensione del Carroccio. Secondo l’assessore regionale al Bilancio ed Enti Locali Roberto Ciambetti, “questo autentico caso editoriale altro non è che la lettura di un sentimento diffuso nel no-stro Paese. Tutto, lo sappiamo, si può conquistare nel rispetto della democrazia, ma la gente non deve essere costretta a lunghe attese e da tempistiche capital-romane. Altrimenti sì, come ha annunciato il governatore Zaia, si rischia di in-cappare in forze centrifughe”.

Arrigo PetaccoIl Regno del NordMondadori

Italia federale o Italia nazionale? Questo interrogativo, di scottante attualità, già agli albori del Risorgi-mento fu al centro del dibattito poli-tico e culturale. Forse non tutti san-no, però, che alla vigilia dell’unità nazionale la confederazione italiana era quasi sul punto di realizzarsi. E l’iniziativa partì proprio da Cavour, considerato oggi un paladino dell’I-talia unita, che il 21 luglio 1858 si incontrò in gran segreto con Napole-one III. In quell’occasione l’allora pri-mo ministro del Regno di Sardegna e l’imperatore di Francia decisero di scatenare una guerra contro l’Austria per rivoluzionare la carta geopolitica dell’Europa e di dividere la penisola italiana, una volta liberata dalla dominazione austriaca, in tre Stati: il Regno del Nord sotto l’egida dei Sa-voia, un Regno del Centro ancora da definire e il Regno delle Due Sicilie, cui si sarebbero aggiunte l’Umbria e le Marche, appartenenti agli Stati pontifici.

Stefano LorenzettoCuor di Veneto. Anatomia di un popolo che fu nazioneMarsilio

Per capire davvero un luogo biso-gnerebbe esserci nati. Stefano Lo-renzetto è veneto, figlio orgoglioso di un popolo che fu per 1.100 anni nazione, e in questo libro ci raccon-ta la controversa regione d’Italia attraverso le storie dei suoi polie-drici abitanti, eredi della repubblica più longeva che si ricordi sulla fac-cia della Terra. Partendo dalla sua esperienza personale di povertà e fatica, l’autore smonta molti stere-otipi giornalistici, per arrivare alla conclusione che non l’Italia, bensì il Veneto, è una repubblica fondata sul lavoro: «Il lavoro non è nem-meno un dovere, per i veneti: è il senso stesso del vivere».

Ivone CacciavillaniIl Veneto in Italiadalla rivoluzione del ’48 all’unificazione legislativa del ‘71 Corbo e Fiore

Nel quadro delle celebrazioni dei 150 anni dalla proclamazione del Regno d’Italia può essere utile la narrazione delle vicende che dal mitico Quarantotto fecero entrare il Veneto nel Regno: non una conqui-sta, non una dedizione, ma un dono: fu donato dall’Imperatore Francesco Giuseppe all’Imperatore dei Francesi Napoleone III, che lo girò a Re Vitto-rio Emanuele. Quelli dal 48 al 66 fu-rono anni di emarginazione dal con-testo “italiano”, legati al dilemma Repubblica (ma quale?) o Monarchia e al dramma Manin; il lustro dal 66 al 71 fu di marginalizzazione: foresti in casa. Per cinque anni la provincia veneta fu amministrata dai funzio-nari imperiali che avevano optato in massa per passare al Regno e che continuarono ad applicare le leggi austriache, in attesa che arrivassero quelle italiane, giunte soltanto nel 71. Così il Veneto divenne Italia.