Giornalino Parlamento Veneto 2007

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I Il risultato dei referendum separatisti hanno decretato la fine dei confini regionali e sta- tali come oggi li conosciamo. È giunta l'ora di guardare alle macro-aree europee, perché le regioni a statuto ordinario sono oramai anacronistiche. Guardia- mo alla quotidiana realtà. La gente è stanca: da una parte salari bassi e difficoltà nell'af- frontare le spese giornaliere; dal- l'altra, le aziende, che aspettano riforme vere sul piano fiscale- tributario per garantire lo svi- luppo, a beneficio di tutta la collettività. Per risolvere questi problemi non si può più cerca- re soluzioni all'interno di un sistema che, da solo, le imbri- glia. Le Regioni a statuto ordi- nario, con i confini che oggi conosciamo, hanno fatto il loro tempo. Bisogna guardare all'Eu- ropa ed alle altre realtà del con- tinente. Il mondo economico del Nord Italia si aspetta quello che ha fatto la Cancelliere Angela Merkel (e ciò che gli stessi Lander tedeschi stanno cercando di attuare) con l'ab- bassamento dell'imposizione fiscale: serve anche da noi uno strumento che garantisca alle regioni più industrializzate l'au- tonomia finanziaria di cui abbi- sognano. Si tratta di un passo possibile, necessario e concesso dalla stessa Comunità Europea, che già si è espressa a favore con la nota sentenza sulle Isole Azzorre del Portogallo. Oggi siamo all'interno dell'UE e dob- biamo quindi confrontarci con una moneta unica, con para- metri che sono indicati e con- trollati dalla Comunità Euro- pea, che ha bisogno di creare al proprio interno una competiti- vità che sia concorrenziali con le realtà extra-comunitarie. Per fare questo, gli attuali Stati dovrebbero modificare il loro assetto, al fine di poter affron- tare in un'ottica più ampia le dinamiche economiche e terri- toriali, europee e non. Il Veneto e tutta l'Italia del Nord hanno la necessità ed il dovere di non perdere questo treno dello svi- luppo. Dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia, ci sono aree che hanno ruoli e necessità diversi dalle altre parti del Paese ed è fondamentale dare alle prime la possibilità di competere istitu- 2008. Il Veneto che verrà. A A breve si chiuderà una stagione intensa e movi- mentata per la politica nazio- nale ma non solo. Una stagio- ne che ha visto forti scossoni, la nascita di nuove realtà (…realtà?) politiche a comincia- re proprio da qui, nel nostro Veneto. C'è stato il ritorno del- la gente nelle piazze, senza la grido che sappia essere di tutti, all'unisono. Se nel 2007 abbia- mo ascoltato e proposto, l'an- Ci siamo ritrovati! L'anno che si va a chiudere non è stato facile, ma è proprio nelle difficoltà che si ritrova lo spirito di una grande squadra, la forza e l'entusiasmo per andare avanti. Gennaio 2008 Anno 3 - Numero 1 Sede: Gruppo Consiliare Liga Veneta Lega Nord Padania - Consiglio Regionale del Veneto - San Marco 2321/b - 30124 VENEZIA - Tel. 041.270.14.28 - Fax 041.525.63.60 - e-mail: [email protected] - www.leganord.veneto.it Bilancio Familiare pag. 2 Progetti di Legge pag. 3 La parola ai consiglieri pag. 4 e 5 Burocrazia e piccola impresa pag. 4 e 5 Consorzi di Bonifica pag. 4 e 5 Scuola quadri pag. 4 e 5 Deficit previdenziale procapite pag. 6 Rubriche pag. 7 guida dei partiti, per gridare il dissenso e la voglia di cambia- re; sono stati mesi di referen- dum per sancire la volontà popolare sul proprio territorio, settimane dense di fatti di cro- naca che hanno sollevato temi divenuti pane per i media. Alcuni di questi, lasciatemelo dire, il nostro movimento li aveva già annunciati da tempo: la sicurezza nelle nostre città, il problema di una sleale concor- renza dei mercati orientali, la necessità di tagliare i rami sec- chi dell'amministrazione pub- blica. Eppure quando lo diceva la Lega, erano in pochi ad ascoltare. Ecco perché, nel tempo, ci siamo ritrovati a dover urlare, a dover andare sopra le righe: troppe volte il cervello non sente quello che lo stomaco gli suggerisce e allora bisogna alzare la voce per farsi sentire, deve uscire un no che si appresta ad arrivare sarà quello del fare, del mette- re mano ai problemi. Troppe zionalmente, socialmente ed economicamente con le grandi realtà quali il Principato delle Asturie, la Slesia-Sassonia, la Ruhr, solo per citarne alcune che sono già in grado di com- petere con i mercati asiatici e americani. Continua a pagina 4 volte siamo stati accusati di fare del nostro lamentarci un cavallo di battaglia, senza poi concretizzare il nostro dissen- so in forme di autentiche e realizzabili proposte per il cambiamento. Il tempo è venuto. I nostri uomini di rife- rimento, nei Comuni come in Regione, stanno già lavorando perché il 2008 sia l'anno . Non illudiamoci, però: il lavoro sarà duro, impegnativo, richiederà grande determinazione per vincere le sfide, per non mol- lare anche quando sembrerà impossibile non arrendersi. I frutti arriveranno, ne sono cer- to: non punterei mai su un cavallo se non sapessi che ha la forza e la determinazione giusta per vincere la sua gara. Conto sulla forza di noi Vene- ti, capaci di non abbassare mai la testa specie quando la batta- glia si fa più dura. www.leganord. veneto .it Sommario Sancito L'anacronismo Delle Regioni Ordinarie Guardiamo alle aree europee, non ai confini attuali

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zionalmente, socialmente ed economicamente con le grandi realtà quali il Principato delle Asturie, la Slesia-Sassonia, la Ruhr, solo per citarne alcune che sono già in grado di com- petere con i mercati asiatici e americani. no che si appresta ad arrivare sarà quello del fare, del mette- re mano ai problemi. Troppe grido che sappia essere di tutti, all'unisono. Se nel 2007 abbia- mo ascoltato e proposto, l'an- Bilancio Familiare pag. 2 Rubriche Consorzi di Bonifica Scuola quadri pag. 4 e 5

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Page 1: Giornalino Parlamento Veneto 2007

IIl risultato dei referendumseparatisti hanno decretato la

fine dei confini regionali e sta-tali come oggi li conosciamo. Ègiunta l'ora di guardare allemacro-aree europee, perché leregioni a statuto ordinario sonooramai anacronistiche. Guardia-mo alla quotidiana realtà. Lagente è stanca: da una partesalari bassi e difficoltà nell'af-frontare le spese giornaliere; dal-l'altra, le aziende, che aspettanoriforme vere sul piano fiscale-tributario per garantire lo svi-luppo, a beneficio di tutta lacollettività. Per risolvere questiproblemi non si può più cerca-re soluzioni all'interno di unsistema che, da solo, le imbri-glia. Le Regioni a statuto ordi-nario, con i confini che oggi

conosciamo, hanno fatto il lorotempo. Bisogna guardare all'Eu-ropa ed alle altre realtà del con-tinente. Il mondo economicodel Nord Italia si aspetta quelloche ha fatto la CancelliereAngela Merkel (e ciò che glistessi Lander tedeschi stannocercando di attuare) con l'ab-bassamento dell'imposizionefiscale: serve anche da noi unostrumento che garantisca alleregioni più industrializzate l'au-tonomia finanziaria di cui abbi-sognano. Si tratta di un passopossibile, necessario e concessodalla stessa Comunità Europea,che già si è espressa a favorecon la nota sentenza sulle IsoleAzzorre del Portogallo. Oggisiamo all'interno dell'UE e dob-biamo quindi confrontarci con

una moneta unica, con para-metri che sono indicati e con-trollati dalla Comunità Euro-pea, che ha bisogno di creare alproprio interno una competiti-vità che sia concorrenziali conle realtà extra-comunitarie. Perfare questo, gli attuali Statidovrebbero modificare il loroassetto, al fine di poter affron-tare in un'ottica più ampia ledinamiche economiche e terri-toriali, europee e non. Il Venetoe tutta l'Italia del Nord hannola necessità ed il dovere di nonperdere questo treno dello svi-luppo. Dal Piemonte al FriuliVenezia Giulia, ci sono aree chehanno ruoli e necessità diversidalle altre parti del Paese ed èfondamentale dare alle prime lapossibilità di competere istitu-

2008. Il Veneto che verrà.

AA breve si chiuderà unastagione intensa e movi-

mentata per la politica nazio-nale ma non solo. Una stagio-ne che ha visto forti scossoni,la nascita di nuove realtà(…realtà?) politiche a comincia-re proprio da qui, nel nostroVeneto. C'è stato il ritorno del-la gente nelle piazze, senza la

grido che sappia essere di tutti,all'unisono. Se nel 2007 abbia-mo ascoltato e proposto, l'an-

Ci siamo ritrovati! L'anno che si va a chiudere non è stato facile, ma è proprio nelle difficoltà che si ritrova lo spirito di una grande squadra, la forza e l'entusiasmo per andare avanti.

Gennaio 2008Anno 3 - Numero 1Sede: Gruppo Consiliare Liga Veneta Lega Nord Padania - Consiglio Regionale del Veneto - San Marco 2321/b - 30124 VENEZIA - Tel. 041.270.14.28 - Fax 041.525.63.60 - e-mail: [email protected] - www.leganord.veneto.it

Bilancio Familiare pag. 2

Progetti di Legge pag. 3

La parola ai consiglieripag. 4 e 5

Burocrazia e piccolaimpresa pag. 4 e 5

Consorzi di Bonificapag. 4 e 5

Scuola quadri pag. 4 e 5

Deficit previdenziale procapite pag. 6

Rubriche pag. 7

guida dei partiti, per gridare ildissenso e la voglia di cambia-re; sono stati mesi di referen-dum per sancire la volontàpopolare sul proprio territorio,settimane dense di fatti di cro-naca che hanno sollevato temidivenuti pane per i media.Alcuni di questi, lasciatemelodire, il nostro movimento liaveva già annunciati da tempo:la sicurezza nelle nostre città, ilproblema di una sleale concor-renza dei mercati orientali, lanecessità di tagliare i rami sec-chi dell'amministrazione pub-blica. Eppure quando lo dicevala Lega, erano in pochi adascoltare. Ecco perché, neltempo, ci siamo ritrovati adover urlare, a dover andaresopra le righe: troppe volte ilcervello non sente quello chelo stomaco gli suggerisce eallora bisogna alzare la voceper farsi sentire, deve uscire un

no che si appresta ad arrivaresarà quello del fare, del mette-re mano ai problemi. Troppe

zionalmente, socialmente edeconomicamente con le grandirealtà quali il Principato delleAsturie, la Slesia-Sassonia, laRuhr, solo per citarne alcuneche sono già in grado di com-petere con i mercati asiatici eamericani.

Continua a pagina 4

volte siamo stati accusati difare del nostro lamentarci uncavallo di battaglia, senza poiconcretizzare il nostro dissen-so in forme di autentiche erealizzabili proposte per ilcambiamento. Il tempo èvenuto. I nostri uomini di rife-rimento, nei Comuni come inRegione, stanno già lavorandoperché il 2008 sia l'anno . Nonilludiamoci, però: il lavoro saràduro, impegnativo, richiederàgrande determinazione pervincere le sfide, per non mol-lare anche quando sembreràimpossibile non arrendersi. Ifrutti arriveranno, ne sono cer-to: non punterei mai su uncavallo se non sapessi che hala forza e la determinazionegiusta per vincere la sua gara.Conto sulla forza di noi Vene-ti, capaci di non abbassare maila testa specie quando la batta-glia si fa più dura.

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Sommario

Sancito L'anacronismo Delle Regioni OrdinarieGuardiamo alle aree europee, non ai confini attuali

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Page 2: Giornalino Parlamento Veneto 2007

Città Alimentari Non alimentari Totale

Capodimonte(Viterbo)

€ 9.996,84 € 24.668,59 € 34.665,43

Torino € 9.342,12 € 25.727,16 € 35.069,28

Noci(Bari)

€ 8.972,64 € 26.260,48 € 35.233,12

Genova € 9.312,60 € 27.252,85 € 36.565,45

Caserta € 8.365,56 € 28.430,72 € 36.796,28

S. Benedetto del T. € 10.512,12 € 27.066,00 € 37.578,12

Cosenza € 10.681,44 € 27.284,63 € 37.966,07

Roma € 9.296,28 € 30.431,81 € 39.728,09

Treviso € 12.129,00 € 28.459,58 € 40.588,58

Bologna € 9.843,00 € 33.695,05 € 43.538,05

Italia € 9.913,44 € 26.615,95 € 36.529,39

Confronto del costo dellavita su base annua in diecilocalità italiane

Fonte: EurispesIstatcalcola che la spesa media di unafamiglia italiana di 4 persone sia di€38.448,00 annui.

Lordo Contributi Imposte Netto

Muratore e

Cassiera€ 3.329,00 € 308,00 € 539,00 € 2.482,00

Professore e

Maestra€ 3.550,00 € 392,00 € 613,00 €

2.545,00

Bancario e

Commerciante€ 4.079,00 € 539,00 € 775,00 €

2.765,00

Funzionario e

Ric. Univers.€ 3.667,00 € 433,00 € 624,00 €

2.610,00

Reddito mensile familiareformato da quattro tipologiedi lavoratori

Fonte: Elaborazione Eurispes su retri-buzioni e redditi reali anno 2004.

Fonte principale di redditoREGIONI Dipendente Autonomo Trasf. pubblici MediaPiemonte € 34.094,00 € 38.401,00 € 21.832,00 € 29.808,00Valle d'Aosta € 31.231,00 € 49.495,00 € 22.540,00 € 29.798,00Lombardia € 36.043,00 € 47.728,00 € 21.188,00 € 32.079,00Trentino-Alto Adige € 34.145,00 € 44.031,00 € 18.344,00 € 29.946,00Veneto € 33.400,00 € 36.644,00 € 19.846,00 € 29.160,00

Friuli-Venezia Giulia € 32.134,00 € 42.667,00 € 21.316,00 € 28.752,00Liguria € 29.727,00 € 33.123,00 € 20.156,00 € 25.469,00Emilia-Romagna € 34.298,00 € 43.585,00 € 22.668,00 € 31.452,00Toscana € 33.988,00 € 37.470,00 € 22.015,00 € 29.588,00Umbria € 32.478,00 € 36.149,00 € 20.984,00 € 27.886,00Marche € 32.138,00 € 37.506,00 € 20.837,00 € 28.495,00Lazio € 33.421,00 € 33.508,00 € 25.326,00 € 30.019,00Abruzzo € 30.896,00 € 35.345,00 € 19.012,00 € 26.791,00Molise € 28.319,00 € 23.729,00 € 17.324,00 € 22.644,00Campania € 27.306,00 € 31.644,00 € 18.790,00 € 23.774,00Puglia € 27.383,00 € 20.856,00 € 18.240,00 € 22.124,00Basilicata € 27.553,00 € 22.148,00 € 16.745,00 € 21.674,00Calabria € 25.193,00 € 27.496,00 € 16.660,00 € 21.669,00Sicilia € 23.413,00 € 26.905,00 € 16.783,00 € 20.755,00Sardegna € 29.663,00 € 31.852,00 € 22.141,00 € 26.921,00Italia € 31.704,00 € 36.564,00 € 20.584,00 € 27.815,00

Reddito annuo netto familiare nelle regioni italiane

Anno 2004Fonte: Elaborazione Eurispes su dati Istat

Paesi 2004 2005 2006

Crescita

percentuale dal

2004 al 2006

Gran Bretagna 21.015 25.880 28.007 +33,3Olanda 19.533 21.513 23.289 +19,2Germania 18.607 19.603 21.235 +14,1Irlanda 19.013 19.508 21.112 +11,0Finlandia 17.394 18.372 19.890 +14,3Francia 18.382 18.216 19.731 +7,3Belgio 18.292 18.242 19.729 +7,9Danimarca 16.848 17.295 18.735 +11,2Spagna 15.771 16.085 17.412 +10,4Grecia 12.434 15.440 16.720 +34,5Italia 15.597 15.009 16.242 +4,1Portogallo 8.634 12.142 13.136 +52,1

Disavanzo familiare annuo*

* Sono conteggiate esclusivamente 12 mensilità. Tredicesima, eventuale quattordicesima epremi di produzione sono da considerare ulteriori entrate in riduzionedel disavanzo.

Fonte: Eurispes

Una famiglia tradizionale: padre,madre, due figli. Lui muratore, lei cas-siera; oppure lui impiegato di banca elei commerciante; o ancora, lui fun-zionario e lei maestra. Poco cambia.Secondo una ricerca condotta del-l'Eurispes Veneto e commissionata dalGruppo Veneto della Lega Nord, i sol-di su cui la famiglia può mantenersivariano dai 2.400 ai 2.600 euro men-

sili, al netto delle tasse. Non molto,ma anzi, decisamente poco, se si va aconsiderare il quadro annuo di quellastessa famiglia, da Nord a Sud.

La famiglia italiana si trova stretta frale due lame di una forbice: da unaparte quella dei prezzi, dall'altra quel-la del reddito che la stessa famiglia rie-sce a portare a casa.

Il Gruppo regionale Veneto della LegaNord ha incaricato l'Eurispes di con-durre una indagine che mettesse aconfronto il reddito di una famigliagiovane con le spese che essa devesostenere per provvedere a tutte lenecessità e mantenere un tenore divita decoroso. Uno sguardo non solorivolto alla nostra realtà, ma aperto atutte le altre regioni italiane ha messo

in luce che la realtà veneta si trova inun paradosso economico-territorialeche la danneggia non poco. Se si van-no a considerare due salari identici,mediamente, lo stipendio di un lavo-ratore del Sud ha un potere di acqui-sto maggiore rispetto ad un suo col-lega che vive al Nord. Allo stesso tem-po, a parità di titoli, ruolo ed inqua-dramento, la retribuzione ad un ope-

raio tedesco è molto più alta di quel-la di un operaio veneto. Risulta quin-di che non solo gli stipendi nel NordItalia non consentono un determina-to tenore di vita raggiungibile inEuropa, ma anche che quello stessostipendio consente molto menorispetto a quanto si può avere al Sud.

Ma, alla fine dei conti, quanti soldi riescono a mettere da parte le famiglie italiane ogni anno?Secondo i dati Eurispes, non mol-to. Anzi, pare proprio che al 31 dicembre, gli Italiani si ritrovino con meno soldi di quelli che hanno avuto a disposizione grazieai loro guadagno. Può sembrare un paradosso, ma non è così. Nella ricerca che è stata condotta, sono state considerate esclu-sivamente le dodici mensilità, senza considerare eventuali tredicesima, quattordicesima o possibili premi legati alla produttività.Sono quindi emersi dati preoccupanti. Nella media, in Italia un nucleo famigliare si ritrova alla fine dell'anno con un disavanzoin negativo di oltre cinquemila euro rispetto a quanto ha incamerato. Questo vale per quelle categorie di lavoratori presi a cam-pione, rappresentanti di quella che viene considerata una "normale" famiglia composta da genitori e prole. Ma come fa, allora,questa stessa famiglia a mantenersi? Come spiegato, ai dodici salari devono essere aggiunte eventuali ulteriori entrate che rien-trano in quello che viene percepito dal lavoro (mensilità ulteriori e premi produzione) così come possibili altre fonti di redditopossono essere investimenti in borsa, affitti, BOT, e via dicendo. Pur con i doverosi ed opportuni distinguo, la famiglia italiananon sembra passarsela bene e dai dati raccolti emerge pure che la realtà veneta presa a campione (la città di Treviso) risulta esse-re una delle più care d'Italia, seconda solo a Bologna. Nelle già individuate tipologie di famiglia, quella formata da un muratoreed una cassiera risulta avere un disavanzo annuo di 10.804 euro in rosso: circa un migliaio più negativo rispetto alla stessa fami-glia a Roma. Al contempo, mentre Bologna si attesta su un conto in rosso di tredicimila euro per un professore ed una maestra,la Marca trevigiana si ferma ad un saldo negativo di poco più di diecimila euro. Al Sud sembra andare un po' meglio, con il nucleosostenuto da due docenti fermo a meno di cinquemila euro in quel di Noci (provincia di Bari). Chi sembra "passarsela meglio"sono il bancario e la commerciante presi ad esempio a Capodimonte (Viterbo) dove la famiglia riesce a chiudere con un saldonegativo di meno di 1500 euro, mentre i loro omologhi a Treviso riescono addirittura a quintuplicare il buco di fine anno.

2 Speciale famiglia

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Cara famiglia, ma quanto mi costi..!

L'introduzione dell'euro consente da alcunianni di confrontare i dati dell'economia fraStati europei. Periodicamente vengono resinoti per esempio i prezzi dei prodotti di lar-go consumo praticati in Veneto e Trentino,nel Tirolo (Austria) e nella Baviera (Germa-nia). Al pari, è possibile confrontare gli sti-pendi, con il risultato che ad Innsbruck eMonaco sono più elevati di quelli Italiani.

Ecco alcuni esempi: un operaio specializza-to con dieci anni di anzianità a Trento gua-dagna 1.445 euro lordi al mese, a Venezia1.420, ad Innsbruck 2.130, a Monaco 2.240.Un commesso neo assunto nel commercioguadagna rispettivamente 1.250 euro (aTrento e Venezia), 1.040 (Innsbruck), 1.600a Monaco. Un portalettere neoassunto gua-dagna 1.240 euro (Trento e Venezia), 1.300

(Innsbruck) e 1.365 (Monaco). In genere adInnsbruck e Monaco i lavoratori dipenden-ti guadagnano di più. La forbice maggioresi è trovata nella categoria degli insegnanti:un insegnante di scuola superiore con diecianni di anzianità guadagna a Trento e aVenezia 2.050 euro, ad Innsbruck 3.000 e aMonaco 3.975 euro. In media gli stipendirispetto a Trento e Venezia, sono maggiori

ad Innsbruck del 13,98% e a Monaco del44%. Se si tiene conto del fatto che i prez-zi di prodotti di largo consumo e servizisono più alti in media del 7,19% ad Inn-sbruck e del 7,68% a Monaco, è facile intui-re che i lavoratori dipendenti se la passinomeglio in Tirolo e Baviera. E a Trento si stameglio che a Venezia dove i prezzi sono piùalti del 2,49%.

Veneto. E il resto dell'Europa?

…e il bilancio famigliare si chiude in negativoRimanenza mensile utile al risparmioREGIONI Dipendente Autonomo Trasf. pubblici Media

Piemonte € 228,17 € 587,08 -€ 793,67 -€ 129,00Valle d'Aosta € 53,58 € 1.575,58 -€ 670,67 -€ 65,83Lombardia € 202,58 € 1.176,33 -€ 1.035,33 -€ 127,75Trentino-Alto Adige € 213,42 € 1.037,25 -€ 1.103,33 -€ 136,50Veneto € 67,33 € 337,67 -€ 1.062,17 -€ 286,00

Friuli-VeneziaGiulia € 194,83 € 1.072,58 -€ 706,67 -€ 87,00Liguria € 225,25 € 508,25 -€ 572,33 -€ 129,58Emilia-Romagna € 96,17 € 870,08 -€ 873,00 -€ 141,00Toscana € 364,33 € 654,50 -€ 633,42 -€ 2,33Umbria € 236,50 € 542,42 -€ 721,33 -€ 146,17Marche € 246,17 € 693,50 -€ 695,58 -€ 57,42Lazio € 471,08 € 478,33 -€ 203,50 € 187,58Abruzzo € 413,67 € 784,42 -€ 576,67 € 71,58Molise € 356,92 -€ 25,58 -€ 559,33 -€ 116,00Campania € 347,50 € 709,00 -€ 362,17 € 53,17Puglia € 269,92 -€ 274,00 -€ 492,00 -€ 168,33Basilicata € 530,08 € 79,67 -€ 370,58 € 40,17Calabria € 160,42 € 352,33 -€ 550,67 -€ 133,25Sicilia € 273,08 € 564,08 -€ 279,42 € 51,58Sardegna € 297,92 € 480,33 -€ 328,92 € 69,42Italia € 261,00 € 666,00 -€ 665,67 -€ 63,08

Rimanenza mensile utile al risparmio familiarenelle varie regioni per fonte di reddito

Anno 2004Fonte: Elaborazione Eurispes su dati Istat

REGIONI Spesa mensile

Piemonte € 2.613,00Valle d'Aosta € 2.549,00Lombardia € 2.801,00Trentino-Alto Adige € 2.632,00Veneto € 2.716,00

Friuli-Venezia Giulia € 2.483,00Liguria € 2.252,00Emilia-Romagna € 2.762,00Toscana € 2.468,00Umbria € 2.470,00Marche € 2.432,00Lazio € 2.314,00Abruzzo € 2.161,00Molise € 2.003,00Campania € 1.928,00Puglia € 2.012,00Basilicata € 1.766,00Calabria € 1.939,00Sicilia € 1.678,00Sardegna € 2.174,00Italia € 2.381,00

Spesa media familiare mensile nelle varie regioni italiane

Anno 2004Fonte: Elaborazione Eurispes su dati Istat

Paesi Diff. %

Gran Bretagna() +27,8Norvegia +25,6Olanda +21,3Finlandia +21,1Francia(4) +17,5Spagna +17,2Portogallo +16,6Danimarca +16,0Belgio +15,9Italia +13,7Germania +11,7Svezia +7,7

Crescita del salario lordo in alcuni Paesi europei

Periodo dal 2000 al 2005Fonte: Elaborazione Eurispes su datiEurostat e Istat.

Paesi Valori in euro

Danimarca 30,7Svezia 30,4Belgio 29,9Francia 28,2Olanda 27,4Finlandia 26,8Germania 26,2Gran Bretagna 24,7Italia 21,3Spagna 14,7Grecia 13,3Portogallo 9,5

Costo medio per ora di lavoro

Anno 2004Fonte: Elaborazione Eurispes su datiEurostat Yearbook 2006-07.

Paesi 2004 2005 2006

Crescita

percentuale dal

2004 al 2006

Gran Bretagna 21.015 25.880 28.007 +33,3Olanda 19.533 21.513 23.289 +19,2Germania 18.607 19.603 21.235 +14,1Irlanda 19.013 19.508 21.112 +11,0Finlandia 17.394 18.372 19.890 +14,3Francia 18.382 18.216 19.731 +7,3Belgio 18.292 18.242 19.729 +7,9Danimarca 16.848 17.295 18.735 +11,2Spagna 15.771 16.085 17.412 +10,4Grecia 12.434 15.440 16.720 +34,5Italia 15.597 15.009 16.242 +4,1Portogallo 8.634 12.142 13.136 +52,1

Incremento del salario netto annuo 2004-2006 in dodici stati europei

Anno 2004Fonte: Elaborazione Eurispes su datiEurostat Yearbook 2006-07.

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pdl 3Attualità

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autonomia. Quattro i punti chia-ve per garantire a tutte le Regioni italiane, Veneto in primis, di con-tinuare senza intoppi il loro cam-mino per lo sviluppo. Un taglio netto con uno Stato saldamente ancorato ad un anacronistico cen-tralismo che frena tutte le poten-zialità sociali ed economiche del Nord del Paese. Pur producendo il 18% del PIL nazionale, la Regio-ne Veneto ha il rapporto più basso tra la spesa statale regionalizza-ta e entrate tributarie dell’intero Paese. Il “pacchetto federalismo” vuole dare una risposta imme-diata e chiara proprio a questo, perché non è possibile che ai nostri cittadini torni indietro solamente il 48% del volume versato. Nel Nord stanno da tempo maturando “interlocutori” di destra e sinistra disposti a trattare su questo tema. A questo punto la riforma costitu-zionale diviene necessaria. Il Vene-to è, da diversi anni, laboratorio a livello nazionale ed europeo nello

Q uattro progetti di legge, quattro mosse per arrivare

allo “scacco matto” del federalismo. La “Devolution” fra Comuni, Province e Regioni, un rinnovato Statuto per il Veneto, l’inserimen-to delle Comunità montane fra le cosiddette “zone franche” ed il federalismo fiscale. Nessuna modi-fica alla Costituzione italiana, cambia tuttavia il modus operan-di per garantire che gli enti locali godano dell’autonomia necessaria a non frenare il proprio sviluppo. Il pacchetto proposto dalla Lega Nord rispecchia un disegno gene-rale volto a ristabilire i rapporti fra gli enti locali. I quattro testi presentati sono guidati da un fil rouge che lega indissolubilmente il principio di sussidiarietà a quello di responsabilità. In questo modo, il Gruppo regionale del Carroccio dà un risposta chiara e concreta all’immobilismo ed al centralismo romano. Il Veneto spinge dunque l’acceleratore su Federalismo ed

studio del federalismo fiscale. Ed il Carroccio vuole davvero lavorare affinché dalla fase teorica si passi a quella pratica, con un cammi-no semplice e lineare. Quattro progetti di legge per fare in modo che i soldi restino in Veneto, senza tuttavia modificare la nostra car-ta costituzionale. Si parte con la “devolution” per definire le moda-lità per la ripartizione a Province, Comuni e Comunità montagne dei contributi o delle risorse desti-nati ad interventi di carattere locale o all’esercizio di funzioni amministrative. Per far fronte alla distribuzione del gettito erariale, il Carroccio presenterà, invece, un progetto di legge che ripensi il rap-porto finanziario tra i livelli di Governo. Rapporto che deve muo-vere dalla consapevolezza che l’au-tonomia finanziaria non è tale se non è sufficienza di mezzi per la realizzazione di un indirizzo poli-tico . si può arrivare ad una idea di federassimo fiscale efficace solo

attraverso una nuova etica pubbli-ca di responsabilità e con la riaf-fermazione dei principi di sussidia-rità e trasparenza. Per fare fronte ai bisogni delle cosiddette “zone franche”, il Gruppo regionale del-la Lega Nord ha quindi proposto un pdl che andrebbe a modificare la legge numero 296 del 27 dicem-bre 2006. è oramai chiaro che il Governo ha occhi solamente per il Mezzogiorno, ma a questo punto i nostri cittadini sono coscienti del fatto che federalismo e autonomia rappresentino l’unica soluzione ai mali sociali ed economici. Una insofferenza che, nei mesi scorsi, è stata ampiamente manifestata dagli abitanti di Lamon, Sovra-monte e Cinto Caomaggiore. La società attende con impazienza ed insofferenza il varo del nuovo Statuto della Regione Veneto, un territorio che ha bisogno di nuovi strumenti che possano offrire, a loro volta, opportunità di sviluppo sociale, economico e culturale.pr

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l’autonomia delle regioni. Senza la disponibilità di disporre delle proprie risorse, gli enti locali si trovano nella materiale impossibilità di esercitare le funzioni a essi conferite. Obiettivo del pdl è quello di rendere cristallina la sussidiarietà, sostanziandola con fondi effettivamente vincolati al ter-ritorio che produce i gettiti fiscali e

Un progetto di legge che colmi la lacuna normativa al fine di con-sentire alle Regioni di esercitare la potestà legislativa, subordinata, nel-l’orientamento della Corte Costitu-zionale all’esistenza della fondamen-tale legislazione di coordinamento dettata dal Parlamento. L’autonomia finanziaria è la pietra miliare del-

dando strumenti reali e concreti al governo decentrato degli enti locali. Questo, oltre a fare trasparenza nel-la spesa pubblica, obbligherà i gover-ni locali alla responsabilità e metterà in netta evidenza il peso della solida-rietà interregionale e del contributo versato allo Stato. La proposta pre-sentata dal Carroccio prevede la pre-

senza di una Agenzia Regionale che divida il gettito erariale regionale tra Stato (20%) e Regione stessa (80%). Quest’ultima dovrà tuttavia dividere il gettito fra Comuni, Province e città metropolitane che, dal canto loro, potranno contare anche sui tributi locali. Non solo. La Regione dovrà prevedere un fondo perequativo che

verserà nelle casse pubbliche una percentuale stabilita d’intesa con lo Stato centrale. Oltre ad assolvere alle previsioni della Costituzione ita-liana, il pdl affronta la normativa e gli indirizzi della Comunità europea, avviando in questo modo il sistema fiscale italiano all’armonizzazione con le direttrici comunitarie.

competenze finanziarie per governi locali più efficienti

gnate, ma anche per distribuire in maniera ottimale contributi e risorse che la Regione destina ad interventi di carattere locale o all’esercizio di funzioni amministrative locali. Con questo pdl, il Gruppo del carroccio si preoccupa di definire le modalità per la ripartizione a Province, Comuni e Comunità montane dei contributi o

A quasi cinque anni dall’entrata in vigore della legge regionale n° 11 del 13 aprile 2001 sul conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali, il gruppo regionale del Carroccio si è mosso non solo per provvedere al trasferimento di risorse finanziarie in modo da consentire agli enti locali di svolgere le funzioni asse-

delle risorse destinati ad interveneti di carattere locale oppure all’eser-cizio di funzioni amministrative. Attualmente, infatti, i criteri di ripar-tizione delle risorse vengono fissati dalla Regione, senza il necessario ed appropriato coinvolgimento degli enti locali che spesso sono i diretti inte-ressati dei provvedimenti. La “Devo-

lution” permetterà al Consiglio delle Autonomie di avere potere decisiona-le in merito al riparto delle risorse. Così, se da una parte il trasferimen-to delle competenze dalle Province agli enti locali 8interessando oltre cento leggi regionali) ammonterà a circa 1,1 miliardi di euro, dall’altra i Comuni potranno avvalersi di una

quota – fino al 10% della comparteci-pazione Iva – per affrontare le spese di investimento senza vincolo di desti-nazione d’uso. La “Devolution” con-sentirà infine il divieto di contributo o vantaggio economico di qualunque genere della regione agli enti locali senza aver prima acquisito il parere del Consiglio delle Autonomie.

i fondi del territorio gestiti direttamente dagli enti locali

del nuovo Statuto, anche se con una terminologia giuridica più aggiornata. Innanzitutto, il principio di “Veneto come regione autonoma (articolo 1). Ad esso la Lega Nord chiede l’introdu-zione di tre principi fondamentali.

1) La Regione è istituita nell’esclu-sivo interesse dei Veneti che risie-

Una nuova carta statutaria, scritta in lingua italiana e veneziana, che andrà a sostituire lo Statuto adottato dal Con-siglio regionale nel 1970. nonostante sia vigente da quasi quarant’anni, la carta contiene disposizioni che costi-tuiscilo principi ancora attuali che il gruppo del Carroccio crede debbano essere mantenuti nella formulazione

dono nei Comuni delle Province;

2) L’autogoverno del popolo veneto;

3) Responsabilità, sussidiarietà, trasparenza, solidarietà, impar-zialità ed economicità. Elemento del tutto nuovo sarà il vincolo isti-tuzionale disegnato per gli organi

regionali, ed in particolare per il rapporto tra il Presidente ed il Par-lamento della Regione. Da quello di tipo “elettorale”, si passerà ad un rapporto di tipo fiduciario, cosicché la caduta del Presidente non comporterebbe l’automatico scioglimento del Consiglio, auten-tica arma nelle mani del Gover-

natore. Lo Statuto vuole rendere sostanziale e non solo formale il ruolo del Parlamento regionale, con l’obiettivo che lo stesso Par-lamento diventi nuovamente quel luogo istituzionale della massi-ma responsabilità politica e della suprema tutela degli interessi dei Veneti.

in consiglio responsabilità, sussidiarietà e trasparenza

opportunità di investimento per le “zone franche”sulle cosiddette “zone franche” propone di prevedere interven-ti a favore di aree degradate, inizialmente previsti solo per le città del Mezzogiorno, anche a favore di aree nei paesi monta-ni che versano in condizioni di par ticolare svantaggio e mar-ginalità, nonché nei Comuni di

Un pdl per far fronte all’insoffe-renza mostrata negli ultimi mesi da comuni come Lamon, Cinto Caomaggiore e Sovramonte. Un grido di allarme legittimo di chi chiede di poter migliora-re le proprie condizioni di vita e di avere maggiori possibilità di sviluppo. La proposta di legge

confine con le Regioni a statuto ordinario. Si tratta di dare una valida e concreta risposta sot-to i l prof i lo economico anche a quelle aree del sistema Italia che, considerata la loro partico-lare conformazione morfologica e geograf ica, sono colpite da fenomeni di spopolamento non-

ché da involuzione socio-econo-mica. Anche questa proposta di legge si inserisce nel quadro del-l’autonomia locale, oggi più viva che mai. Solo in questo modo si potranno dotare gli enti locali di nuovi strumenti in grado di offrire maggiore opportunità, di investimento economico, sociale

e culturale. Il momento per pro-cedere con le riforme regionali è improcrastinabile non solo per conformarsi alle modifiche costi-tuzionali , ma soprattutto per innovare l’assetto istituzionale e consentire un nuovo sviluppo socio-economico, valorizzando le peculiarità del Veneto

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Fin dal mio insediamento in Consiglioregionale ho chiesto che gli uff ici delConsiglio fossero aperti ai bambini.Sono quasi tre anni che scolaresche del-le scuole elementari, medie e superiorivarcano la soglia di Palazzo Ferro Fini(in un semestre 912 bambini e 91 inse-gnanti). Quando incontro i bambini,spiego loro che questa è la casa dei Vene-ti e qui si fanno le Leggi per il PopoloVeneto. Rivolgo loro sempre la stessadomanda: "A scuola vi viene insegnata lastoria della Repubblica Serenissima?" Sieleva alto purtroppo un coro di no.Allora avvicinandomi alla Bandiera conil Leone di San Marco, descrivo consemplicità l'importanza del nostroemblema veneto, vessillo di una storiagloriosa fatta da importanti, intelligentiuomini veneti: il primo grande Doge Pie-tro Orseolo, Pigafetta, i fratelli Caboto,Marco Polo. I cui nomi i bambinidovrebbero conoscere. Li invito a ritor-nare in classe e a chiedere ai loro inse-gnanti di studiare la Storia della Repub-blica Serenissima. Alla f ine della visitatutti i ragazzi hanno il dono di una fotodi gruppo con alle spalle la Bandiera diSan Marco. Ai più piccolini viene datoun salvadanaio di ceramica che è un sim-patico cucciolo di leone con la bandie-rina del Veneto. Piccoli segni gettati conamore verso il mondo dei bambini perconsolidare l'appartenenza alla RegioneVeneto. Lo scorso Natale imperava neimiei biglietti d'auguri un f iero leone diVenezia, disegnato da una bambina diuna classe quarta elementare. Non si è

mai visto Leone più grande e potente.Questo Natale avrò un biglietto unico:lo ha preparato una classe di bambinispeciali, hanno disegnato tutte le setteprovince. Penso che anche questo siafare politica. La politica dell'essere vici-no alle persone con gioia e trasmetteredei valori.

(continua da prima pagina)Per fare ciò, è necessario un radicalecambiamento di mentalità della politi-ca e dello stesso uomo politico, chedevono staccarsi da vetuste "logicheideologiche" che hanno fatto il lorotempo e che hanno nel loro dna lagestione del puro potere che viene loroconsegnato. Il ragionamento che oggi sideve fare è quello di uno "smantella-mento" delle competenze e delle mate-rie in capo allo Stato, per dare alleRegioni i f inanziamenti e le risorse chespettano loro. Si butti nel cestino lariforma federalista di cui oggi si stannooccupando giù a Roma, perché essa èf iglia proprio di quella gestione delpotere f ine a sé stesso di cui parlavopoche righe più sopra. Sul tema del-l'autonomia f inanziaria, pertanto , sideve consegnare alle regioni del Nord,come a quelle del Sud, quella capacitàamministrativo-economica che consen-ta di dialogare con le grandi aree euro-pee, perché è con loro che deve essereil confronto e non con uno Stato ita-liano, che, in ogni caso, trarrà benef i-cio dal progresso delle proprie realtà

motori di sviluppo economico. In que-sto inizio di millennio, la vera forzadella politica è capire il respiro sovra-regionale e sovra-statale che lo sviluppofuturo richiede.

Non posso che dirmi ampiamente soddi-sfatto per l'approvazione della legge venetache dal mese di gennaio 2008 sospenderàl'obbligo vaccinale nell'età evolutiva. Un'a-zione divenuta oramai improcrastinabile,nata anche su proposta del Comitato per lalibertà Vaccinale. Questa legge porta il Vene-to all'avanguardia in Italia e si allinea allaquasi totalità degli Stati europei. Ho perso-nalmente difeso la sospensione dell'obbligoin nome della libertà di scelta delle famigliee del principio di precauzione e di tutela neiconfronti delle morti, per fortuna rare, o del-le lesioni permanenti, causate dalle vaccina-zioni obbligatorie. Fino a che si registreràanche un solo decesso, mi ribellerò ad unobbligo imposto più dagli interessi delle casefarmaceutiche che da una sua oggettiva uti-lità. Questa operazione ha permesso anchedi portare alla luce cosiddette "operazionitecniche", che mettono dubbi sulle assolutecertezze dei vaccini. L'O.M.S., ma anche altristudiosi tedeschi e americani e le stesse casefarmaceutiche, non danno certezze sull'effi-cacia dei vaccini e sulla loro controindica-zioni, proprio perché non ci sono studiapprofonditi sulla sicurezza dei vaccini. D'o-ra in poi i Veneti dovranno conoscere i proe i contro dei vaccini per poter scegliere libe-ramente il meglio per i propri figli, con piùcertezze e maggior tranquillità.

Finalmente esiste una legge per il rilancio del-la lingua veneta intitolata: "Tutela, valorizza-zione e promozione del patrimonio coltura-le Veneto". La sua approvazione è indice dimodernità e sensibilità nell'iniziativa deiConsigli provinciali e del Consiglio regiona-le. Come ho avuto modo di sostenere inquesti anni, il Veneto è una lingua e non undialetto e deve essere insegnato per conser-vare qualcosa che altrimenti andrebbe per-duto. So che qualcuno sostiene che non sitratta di una lingua ma di diversi dialetti par-lati, seppur con modeste differenze, in Pro-vince diverse. Ciò non significa che la linguanon esiste: lo dimostra il greco antico, chevedeva una fusione di numerosi dialetti.L'Europa, che aveva il latino come lingua vei-colare e un certo numero di lingue regiona-li, ha poi visto il prevalere in ogni area geo-grafica di una lingua regionale sopra le altre:il Castigliano è diventato lo spagnolo, l'in-glese è prevalso sul gallese e scozzese, il fran-cese del nord è prevalso sul provenzale. Peralcuni secoli abbiamo avuto guerre feroci fraStati nazionali, e oggi cosa accade? Il futurosta nascendo e vede l'emergere dell'ingleseinvece del latino come lingua veicolare deifuturi stati uniti d'Europa. Questo può avve-nire attraverso un relativo indebolimentodegli Stati nazionali (per natura non euro-peisti), a favore delle culture delle lingueregionali che si stanno diffondendo in tuttoil Vecchio Continente; si pensi al catalano, albasco, allo scozzese. Approvare la rinascitadella lingua veneta significa guardare al futu-ro della nostra civiltà e della società europea.Ben venga, dunque, questa iniziativa, segnodi progresso, maturità culturale e politica.

La promulgazione di una legge che regoli icentri di telefonia fissa, i cosiddetti "phonecenter", era un atto divenuto oramai neces-sario ed improcrastinabile. Da più parti,infatti, era stato segnalato un disagio realeche veniva vissuto dai residenti di alcunezone delle città e dei paesi: assembramentidi persone, troppe, spesso rumorose fino anotte fonda con il conseguente ed inevita-bile disturbo alla quiete pubblica. La Regio-ne Veneto, su proposta della Lega Nord, havoluto dare un segnale forte, per evitare cheuna situazione per la quale mancava unaprecisa norma giuridica a riguardo, potessedegenerare e divenire incontrollabile. Negliultimi anni, abbiamo assistito al proliferaredi queste attività commerciali: un aumentodettato indubbiamente dalle necessità di unnuovo tessuto sociale che è andato forman-dosi nelle nostre città, oggi abitate da gentidi provenienze diverse. Al contempo, però,la crescita è divenuta incontrollabile, conquesti centri di telefonia che sono spuntaticome funghi nei nostri centri urbani. Sem-pre più numerosi sono, infatti, i cittadinistranieri (in particolare extra-comunitari)che, per mantenere un contatto con fami-gliari ed amici rimasti in terra d'origine, sirivolgono a questi centri. Nel tempo, le atti-vità di telefonia fissa non si sono fermatealla semplice comunicazione, ma si sonoampliate fornendo altri servizi quali (adesempio) la spedizione postale di merce e didenaro, la vendita al dettaglio, bar, ecc..Questo ha messo in seria crisi altri esercizisimili posti nelle vicinanze; soprattutto,però, i "phone center" si sono inseriti inmodo scorretto nelle logiche del mercato

Con chi le aziende hanno più difficoltà adagire? Nessun dubbio, lo Stato. Questo èquanto emerge da una indagine condotta peril Gruppo consiliare Lega Nord del venetodallo Studio Sintesi di Mestre. Secondo gliintervistati, infatti, gli adempimenti burocra-tici a cui gli imprenditori sono costretti periniziare (e proseguire!) la loro attività risulta-no essere il principale ostacolo sia all'avvioche allo sviluppo del loro lavoro. Al con-fronto, la pressione fiscale non è così pesan-te, mentre per il 75% degli imprenditori laPubblica amministrazione è davvero pocoefficiente e scarsamente funzionale alle esi-genze delle imprese stesse. Basti pensare cheoltre agli esborsi economici (in Italia vengo-no spesi poco più di ventottomilioni per lepratiche di nuove aziende), in media c'è daaspettare un ciclo lunare per vedere sbrigataogni singola pratica richiesta dagli uffici sta-tali per le nuove attività. Ecco perché, dopoaver provato in prima persona ad affrontarel'autentica "giungla" burocratica, almeno unimprenditore su tre si rivolge ad uno studioesterno specializzato nello snellire, velocizza-re e adempiere a tutte le formalità richiestedalle montagne di documenti e carte varie: ilrisultato, ovviamente, è un impennata deicosti di avvio. Inutile dire che nel bel mezzodel boom economico degli anni Sessanta,era molto più semplice dare avvio ad unaattività in proprio. Se solo si riducessero le"carte" da sbrigare, a cominciare da quelleper gli adempimenti legati alla contabilità, gliimprenditori avrebbero a loro disposizionemolto più tempo da dedicare allo sviluppodella loro attività e quindi alla crescita del-

l'impresa stessa. La vera "manna dal cielo"per molti sarebbe rappresentata da uno snel-limento della burocrazia e - al contempo -dall'attuazione di una implementazione erazionalizzazione delle disposizioni già vigen-ti per legge. Questo perché non solo i mec-canismi dell'attuale sistema burocraticoappaiono farraginosi, ma anche perché sem-bra non esserci chiarezza su "chi deve fareche cosa" e, in generale sul dialogo fra impre-sa ed ufficio statale preposto. Certo il cosid-detto "Sportello unico" ha tentato di andareincontro alle esigenze del pubblico, ma inpochi ne hanno fatto utilizzo e quei pochine sono rimasti scarsamente soddisfatti. Ma allora che fare per andare incontro alleesigenze degli imprenditori, senza per questorendere meno trasparente l'attività imprendi-toriale stessa? La Lega Nord ha presentatoalcune soluzioni:1) Uniformare gli obblighi dichiarativi in ununico stampato2) Eliminare l'obbligo di comunicare la con-ferma di inizio attività al Comune. Detto questo, l'imprenditore avrà il compitodi comunicare al Comune il proprio pro-getto d'impresa con l'impegno di espletaretutti i passaggi burocratici, ma potrà imme-diatamente iniziare a lavorare: spetteràall'Amministrazione pubblica il controllosugli adempimenti burocratici.

La parola ai consig l ier i

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4 La squadra in Regione

Burocrazia e piccola impresa

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ITALIA: LA DIFFICOLTÀ DI FARE IMPRESA

Le imprese italiane partono con una zavorra “burocratica”rispetto ai principali competitor internazionali

Costi della burocrazia: riepilogo dei principali indicatori

Italia Media

internazionale

Numero medio adempimenti per l'avvio d'impresa 9 6,2

Onere medio per l'avvio d'impresa (euro) 3.587 1.493

Concessione di licenze per la costruzione di un magazzino (giorni) 284 149,5

Concessione di licenze per la costruzione di un magazzino (onere medio in euro)

34.084 20.280

Ritardo pagamenti della PA (giorni) 138 68

Redazione di un bilancio (giorni) 93 8,6

ITALIA: LA DIFFICOLTÀ DI FARE IMPRESA

Ecco alcuni esempi relativi alla mole di procedure burocratiche richieste dalla Pubblica Amministrazione alle imprese

Numero massimo* di adempimenti amministrativi per tipo di azione (ditta individuale)

Installatore

impianti Bar e caffè

Negozio di

abbigliamento

Avvio impresa 74 70 63Modifica attività 20 22 18Rinnovi autorizzativi 10 13 9Subingresso 45 45 37Modifica/dismissione impianti e macchinari 26 16 17

Entrata/uscita dipendenti-collaboratori 10 12 7Ampliamento/riduzione superficie locale 16 19 16

* L'obbligatorietà o meno dei singoli adempimenti è funzione anche del tipo di impianto o delle strutture accessorie (insegne, spazi, passi carrabili, ...) che l'imprenditore ha realizzato o intende realizzare

ITALIA: LA DIFFICOLTÀ DI FARE IMPRESA

Le imprese italiane operano in un contesto generalenon favorevole alla nascita e allo sviluppo di un’attività economica

Costi indiretti sulle imprese: alcuni dei principali indicatori

Italia Media

internazionale

Tasse sul lavoro a carico dei datori di lavoro (% Pil) 10,2 7,9

Tasse sul lavoro a carico dei datori di lavoro (in % sul totale della tassazione) 25,0 19,9

Tasse sul reddito d'impresa (% Pil) 8,2 5,7

Tasse sul reddito d'impresa (in % sul totale della tassazione) 20,1 14,4

Costo medio annuo dei servizi bancari (euro) 252 116

Prezzo energia elettrica per uso industriale (numero indice) 121,5 100

Prezzi telefonate nazionali (numero indice) 132,2 100

Efficienza della PA (punteggio da 1 a 7) 2,1 3,6

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"urbano". Di conseguenza, una siffattasituazione ha comportato la chiusura dialcuni negozi e la conseguente desertifica-zione di talune aree commerciali. Ecco allo-ra che la legge sui "phone center" stabiliscedi imporre determinati criteri di sicurezza,di privacy e di garanzie igienico-sanitariedegli stessi esercizi. Per i sindaci dei nostripaesi, primi difensori dell'ordine pubblico,questa legge va a coprire un vuoto che datempo aspettava di essere colmato: ora i pri-mi cittadini avranno maggiori poter, con-trolleranno più efficacemente il territorioche sono chiamati ad amministrare e faran-no rispettare quei requisiti minimi a cuisimili tipologie di attività devono attenersi,con tutte le limitazioni (in primis di orario)del caso. In generale, era necessario regola-mentare questi centri, sia come aree in cuipoter essere aperti, sia come numero checome orari e servizi resi alla loro clientela.Regole che siano valide per tutti, per man-tenere decorosi i nostri centri cittadini, nel-la sicurezza e l'interesse della gente.

La Lega Nord, nella finanziaria regionale,ottiene l'istituzione di un fondo per la mon-tagna di 27 milioni di euro. Piovono quindisoldi in montagna, ma è una pioggia chebagna come un velo e non annaffia, non facrescere niente. Per affrontare il problemadelle aree di montagna al confine con regio-ni a statuto speciale, non servono elargizioniuna tantum. Difficile pensare di risolvere ildisagio che serpeggia nelle zone di montagnacon finanziamenti che non siano strutturali,che garantiscano risorse a lungo termine,capaci di assicurare programmi a lungo ter-mine, concreti ed efficaci per infrastrutture epopolazione. Istituire fondi ad hoc non risol-verà la voglia di approdare ad altri lidi, di tra-ghettare verso zone dove "si sta meglio": perfermare questa corsa ai referendum separati-sti occorre ottenere un'autonomia di parigrado rispetto a quella di Trento e Bolzano,capace di assicurare competenze e fondi allenostre realtà. Basti pensare che in quel delTrentino, il bilancio regionale prevede 7760euro di spesa a persona, mentre il Veneto si

deve accontentare di 2246 euro pro-capite:tutto questo perché Roma non concede allanostra Regione di mantenere sul proprio ter-ritorio i contributi che ogni cittadino versaalle casse erariali. Solo con una riforma isti-tuzionale si potranno garantire anche nellenostre terre i finanziamenti a fondo perdutoper le giovani coppie, per i nostri albergato-ri e ristoratori, per mettere i fiori anche suinostri balconi (!). Lo Stato invece continua afar orecchie da mercante e decide, nella nuo-va Finanziaria, di destinare alla montagnaqualche milione di euro (70 in tre anni pertutto l'arco alpino), mentre elargisce al sudben 9100 milioni di euro per ripianare ibuchi della sanità di Calabria, Sicilia, Lazio,Puglia e Campania. Se pensiamo che nelbilancio regionale della Calabria ci sono qua-si 4000 euro pro-capite contro i 2246 delVeneto, risulta ancor più difficile capire per-ché siano necessarie ancora ulteriori risorse.Per lo Stato, la montagna vale meno dell'1%rispetto al sud. Questo dicono i numeri. Sba-glia chi si ostina a dire che vanno tolti i pri-vilegi al Trentino Alto Adige: perché dob-biamo chiedere che loro stiano male comenoi, anziché chiedere che noi stiamo benecome loro? In tutta Europa è in atto un pro-cesso di decentramento: in Spagna, in GranBretagna, persino nella centralista Francia; inItalia no! Se lo fanno gli altri stati, significache è possibile ed è solo una questione divolontà politica, ma questa manca, perchéper far star meglio il Veneto bisogna ridurreil flusso di denaro che da sessant'anni va ver-so il sud. Ma poiché i partiti nazionali pren-dono voti anche lì, non andranno mai aridurre questi flussi di soldi (nostri!), conti-nuando a fare gli interessi del sud. Questoanche grazie al fatto che tanto i cittadini delnord continuano a votare per partiti centra-listi. Fino a quando la gente del nord nonvoterà in massa i partiti autonomisti come laLega, unici in grado di garantire i loro inte-ressi, le cose ben difficilmente cambieranno.

Fin dall'inizio del nostro impegno politicoabbiamo messo la sicurezza del cittadino alprimo posto nella nostra agenda degli

obiettivi da raggiungere. Negli ultimi anniabbiamo assistito ad un proliferare di epi-sodi di micro-criminalità, che via via hannoassunto dimensioni sempre maggiori e conconseguenze troppe volte tragiche. "Sempli-ci" furti o rapine che hanno visto i bersaglidiventare vittime di sparatorie e violenze,non solo di notte ma anche di giorno e nel-le zone più centrali delle nostre città, ora-mai non più sicure come un tempo. A fron-te di questo esponenziale aumento di epi-sodi criminosi, purtroppo non c'è stato unpari incremento del numero di uomini del-le Forze dell'Ordine, già costrette ad unlavoro superiore a quello per cui sono paga-te. Ecco allora che l'impegno dei semplicicittadini si è messo a disposizione dellasicurezza e dell'ordine pubblico. I volonta-ri di Veneto Sicuro si sono armati di casac-ca e di telefonino e hanno scelto di con-trollare il territorio giorno e notte, dentro efuori i centri città, con la sola forza di unbuon caffè per restare svegli. Nessuna pre-tesa di sconfiggere il crimine, nessun pote-re d'azione, ma semplice monitoraggio del-le nostre zone, delle nostre vie, a fare dadeterrente a quei malintenzionati che siaggirano indisturbati fra la gente per bene eche si intrufolano in casa nostra per por-tarci via anche solo pochi spiccioli. Quelloche Veneto Sicuro ha voluto creare è unsistema fatto di cittadini che volontaria-mente si mettono al servizio di altri cittadi-ni, compatibilmente con le loro possibilità,visto che si tratta di persone che durante ilgiorno lavorano e che devono quindi dedi-care le loro restanti energie per difendere lenostre case, semplicemente segnalando a chidi dovere movimenti o episodi sospetti.

La forza economica della realtà veneta, ora-mai è cosa nota, sono la dinamicità, l'ela-sticità e la competenza di tutti gli attori chela compongono. Elementi chiave che siritrovano appieno in quelle che sono le atti-vità di medio-piccole dimensioni del nostrotessuto economico, dalle aziende produttri-ci a quelle artigianali e di commercio.Eppure c'è chi vuole preferire, soprattutto

per quanto riguarda la vendita, l'espansionedi grandi centri commerciali che non solocreano un problema di inserimento urbanonelle nostre aree ma generano anche pesan-ti squilibri nel mercato dell'offerta veneta.Sembra si voglia perdere quella dimensioneche più appartiene al nostro vissuto ed alnostro tessuto sociale, fatto di "piccole bot-teghe" (che ai giorni nostri hanno raggiun-to standard qualitativi davvero da primato)e negozi del centro che poco hanno a chefare con agglomerati che ne mettono arepentaglio la sopravvivenza in un periododi forte riluttanza alla spesa. Come nonbastasse, si cerca di affossare queste piccolerealtà con l'estensione delle domeniche "aporte aperte", senza considerare che sola-mente grandi strutture potrebbero far fron-te a quelle spese di gestione che una simileazione comporterebbe. Per tutto questo,un'apertura domenicale al mese, basta eavanza.

Una lunga lotta contro il gigante Golia, maancora una volta il piccolo David è riuscitonella sua difficile impresa. Con un colpo dimano, sul finire dell'estate, si era cercato dicompromettere la stagione venatoria 2007(e probabilmente pure le successive), rele-gando i "piccoli" cacciatori a poche zone diterritorio dove avrebbero potuto praticare illoro sport. A porre limitazioni era stata unadelibera, poi indicata come quella cheavrebbe cancellato i cosiddetti "corridoi" dicaccia. Strisce di terra confinanti con legrandi aziende venatorie, questi "corridoi"sarebbero dovuti rimanere area "sgombra"da attività di caccia, proprio dove c'è mag-gior selvaggina. Da subito la restrizione nonera piaciuta alle rappresentanze provinciali,che avevano contestato l'improvvisa deci-sione, quando oramai piani e programmi diciascuna A.T.C. erano stati avviati. Comenello spirito della Lega Nord, i "piccoli"hanno deciso di far valere le loro ragioni eda Verona a treviso, la protesta dei caccia-tori è montata fino ad arrivare alle vie lega-li che hanno riconosciuto la ragione di"David" e Golia si è dovuto piegare alla

volontà popolare. La libertà ed il diritto aduno sport che non deve essere ad esclusivouso e consumo dei "pochi" sono stati rico-nosciuti e difesi.

Negli ultimi mesi ha tenuto banco, nell'opi-nione pubblica veneta, la tanto chiacchierata"leggina gonfia pensioni" con cui il ConsiglioRegionale ha votato un corposo aumento del-le pensioni e della liquidazione dei politiciregionali. Contro questa vera e propria "leggevergogna", ho proposto un emendamento allaFinanziaria Regionale allo scopo di cancellaree eliminare totalmente questi ingiustificati eingiusti privilegi economici: un emendamen-to che ha avuto grandissimo risalto sulla stam-pa e sulle televisioni regionali e nazionali, tan-to che è stato ribattezzato dai mass mediacome "emendamento Bizzotto". Ritengo infat-ti profondamente immorale, nonché politica-mente squallido, che i politici si "auto-aumen-tino" pensioni e liquidazioni quando moltis-simi cittadini normali vivono situazioni di for-te disagio e di ristrettezze economiche comequelle attuali, e quando tanti nostri concitta-dini fanno difficoltà ad arrivare alla fine delmese. Penso che i Veneti ci abbiamo votatoper risolvere i loro problemi, per abbassare letasse che ingiustamente pagano, per evitaresperperi di denaro pubblico, per dare allanostra Regione quell'autonomia e quel fede-ralismo fiscale e amministrativo attraverso ilquale garantire benessere, sviluppo e dignitàalla nostra amata terra e alle nostra gente; sicu-ramente i Veneti non ci hanno votato peraumentare le pensioni dei consiglieri regiona-li! In questa campagna di moralizzazione, cisiamo trovati soli, dato che da destra a sinistratutti hanno avvallato questi scandalosi aumen-ti, con giustificazioni risibili e vergognose.Poco importa, perché queste sono le vere bat-taglie per cui è nata la Lega, questi gli inossi-dabili valori che animano da sempre i verileghisti: amministrare con onestà e probità aservizio di tutti i Veneti e della gente comune,combattendo contro le ingiustizie, i privilegi,gli scandali e lo sperpero dei denari pubblicitipici di quella vecchia "politica politicante" daPrima Repubblica.

Era giunta l'ora del cambiamento e final-mente è arrivata. Grazie al forte impregno ela tenacia della Lega Nord, il sistema deiConsorzi di Bonifica ha subito un decisivoriassetto. Dopo una prima battaglia per eli-minare il "balzello" da pagare per i contri-buenti la cui fattura sarebbe stata inferioreai 16,53 euro (annata 2007), la Lega Nordha lavorato duramente per ottenere impor-tanti novità strutturali che potranno bene-ficiare ogni anno milioni di contribuenti. Ilprimo obiettivo da raggiungere era quellodell'abbattimento dei costi, a partire dalnumero stesso dei Consorzi che operanosul territorio regionale: ecco perché si èdeciso di far scendere il numero degli entida ventuno a quattordici. Al contempo, èstato diminuito il numero dei membri delconsiglio di amministrazione, ora compo-sto da cinque rappresentanti eletti dall'as-semblea, uno eletto dal Consiglio Regiona-

le, un sindaco ed un consigliere provincia-le. Inoltre, il numero degli eletti in assem-blea è calato da trenta a venti, a cui siaggiungono undici rappresentanti delle Isti-tuzioni locali. La manovra, però, non èrimasta esclusivamente sul piano tecnico,ma ha visto l'introduzione di un capitolo dispesa da parte della regione che garantirà aicittadini uno sgravio (stabilito per quest'an-no alla quota del 15%) nel computo totaledelle risorse di cui abbisogneranno i Con-sorzi di Bonifica. L'intento finale sarà poiquello di convogliare interamente gli oneridei Consorzi nella tassazione generale dellaRegione Veneto (che a riguardo ha già mes-so in bilancio circa dieci milioni di euro), alfine di ottimizzare le spese e gestire oppor-tunamente le risorse incamerate.

Maurizio Conte

Anche quest'anno il Gruppo veneto dellaLega Nord ha organizzato la scuola di for-mazione economico-politica per ammini-stratori (e non) del futuro. Dopo l'edizionedel 2006, i tre week-end di lezioni si sonosvolti alla Corte Benedettina di Legnaro,che ha ospitato gli oltre cento partecipanti.Abbiamo chiesto ad uno di loro (Vincenzo,25 anni) di raccontarci come ha vissutoquesta opportunità. Cosa ti ha spinto apartecipare? "Inizialmente la curiosità.Avevo saputo già lo scorso anno dell'inizia-tiva, ma non ero riuscito a partecipare. Holetto i nomi dei docenti e delle lezioni nelprogramma di quest'anno e ho deciso dinon perdermi anche la seconda edizione".Soddisfatto di quello che hai trovato?"Ho potuto avere un'infarinatura di temiimportanti sul fronte della politica interna-zionale, dell'economia e del diritto. Tuttematerie di cui sapevo davvero poco. Teme-vo di trovarmi di fronte ad un seminario dicui avrei capito molto poco e invece i pro-fessori che hanno tenuto le lezioni si sonodimostrati capaci di spiegare in modo chia-ro e semplice anche concetti complicati.

Credi ti potrà servire quello che haiimparato? "Non so se "da grande" faròl'amministratore pubblico o il politico. Cer-to, però, riuscirò a capire meglio le dinami-che che guidano determinate scelte in cam-po nazionale ed internazionale. Troppe vol-te mi sono sentito spettatore passivo, senon addirittura incapace di capire il realesignificato di termini e concetti che veniva-no trattati in tivù o sui giornali. Posso dire,con un pizzico di presunzione, che forsequalcosa ora mi è più chiaro". Dopo unasettimana di lavoro, tre sabato conse-cutivi a studiare, lo rifaresti? "Sì. senzaalcun dubbio. Dire che non si smette maidi imparare è diventato quasi banale. In unmondo che ti costringe a sapere di tutto unpo', perché non c'è alcuna garanzia (e forsenemmeno la voglia) che il tuo lavororimanga lo stesso per sempre, quello chevoglio è essere informato su quante piùcose è possibile. Certo non si può cono-scere tutto, ma la scuola quadri mi dà unpunto di partenza anche per scoprire cosami può interessare".

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La squadra in Regione

Consorzi di Bonifica, come cambiano le cose.

Scuola quadri: il valore di (in)formarsi.

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Grazie alla Lega Nord, sgravi per tutte le famiglie venete

La parola ai consig l ier i

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6 La squadra in Regione

Deficit previdenziale procapitePer ripianare il deficit pre-

videnziale della propria regione, un cittadino lombar-do dovrebbe versare solamente un euro, mentre un campano dovrebbe sborsare oltre 1000 euro. Questo è solo uno dei dati che emergono dall’ana-lisi condotta dall’Istat che ha scattato una fotograf ia su base territoriale della situa-zione previdenziale italiana. L’indagine è stata effettuata distinguendo gli enti che ero-gano prestazioni di base (Inps, Indap, Inail e le Casse dei pro-fessionisti) da quelli di previ-denza complementare (fondi di categoria e fondi aziendali). Se si guarda ai valori assolu-ti, emerge che al Sud ci sono ben tre Regioni il cui def icit

concerne le altre aree, il Nord si attesta sui 564 euro per abi-tante, il Centro a 771, mentre il Sud arriva a quasi 1300 a persona. La musica non cam-bia per quanto concerne il tasso di copertura, cioè il rap-porto percentuale tra le entra-te contributive e le spese per prestazioni istituzionali.

Nel graf ico viene riportato il deficit previdenziale pro-capi-te d’Italia. Si tratta dell’impor-to che ogni cittadino dovreb-be teoricamente “pagare” per mantenere in equilibrio entra-te contributive e spese per prestazioni istituzionali. Il tas-so di copertura indica, invece, il rapporto percentuale tra i contributi e le prestazioni.

previdenziale (cioè la differen-za tra contributi e prestazio-ni) è decisamente in rosso: la Sicilia guida la classif ica con 6,9 miliardi di euro (il 13,8 % del totale nazionale), segue la Campania con 6,1 miliardi (12,1%) e poi la Puglia con uno squilibrio di 5,9 miliardi ed una incidenza sul livello nazionale che sf iora il 12 %. Il def icit totale italiano è di poco superiore ai 50 miliardi di euro, metà dei quali con-centrati nel Mezzogiorno. Se si va invece a considerare il passivo pro-capite, sale in cattedra la regione Liguria, il cui dato (2.470 euro a perso-na) è comunque da mettere in relazione con l’alta età media della popolazione. Per quanto

Piemonte 78 1.040

Valled’Aosta 91,2 394

Lombardia 100 1

TrentinoA.A. 94 222

Prov.diBolzano 90,4 364

Prov.diTrento 97,6 85

Veneto 94,9 188

FriuliV.G. 71,5 1.377

Liguria 53,8 2.470

EmiliaRomagna 80,9 889

Toscana 69,7 1.357

Umbria 61,6 1.711

Marche 72,4 1.100

Lazio 97,1 123

Abruzzo 68,6 1.145

Molise 65 1.168

Campania 63,7 1.054

Puglia 56,3 1.462

Basilicata 64,5 1.170

Calabria 52,9 1.566

Sicilia 55,9 1.385

Sardegna 65,4 1.200

TassodicoperturaImporto(ineuro)

Nord 87,1 564

Centro 81,9 771

Lombardia 59,8 1286

TassodicoperturaImporto(ineuro)

ITALIA 860

Fonte dati: ISTAT

Dietro ad alcune delle più rivoluzionarie invenzioni del nostro tempo ci sono nomi veneti. Federico Faggin è infatti universalmente riconosciuto come il padre del micro-processore; il “cervello” racchiuso in computer, telefonini e ogni altro apparecchio elettronico. Massimo Marchiori ha, invece, inventato l’algoritmo (in seguito molto diffuso) che è poi stato utilizzato come base per Jagger3, il sistema di ricerca usato da Google.

Abolizione dei tariffari minimi per prestazioni professionali. Le parcelle di avvocati, commercialisti e notai non sono più stabilite per legge ma possono essere contrattate. Per il passaggio dell’auto, come di qualsiasi altro passaggio di proprietà, non si deve più andare dal notaio.

[ E ] Ad oltre un ventennio dalla chiusura delle miniere di carbone in Gran Bretagna, ora il Galles si appresta a riaprire quattro dei suoi impianti di estrazione. La decisione è stata presa dal Governo di Londra, che è tornato sulla politica della Lady di ferro, Margaret Tatcher, allora primo ministro inglese, che arrivò allo scontro con i minatori guidati dal sindacalista Arthur Scargill, che scioperarono per un intero anno.

Dallo scorso 9 giugno, Trenitalia ha messo a disposizione dei viaggiatori delle “carrozze del silenzio”. Si tratta di scompartimenti dove i cellulari non possono essere utilizzati per le chiamate, e quindi evitando, come troppe volte accade, di disturbare (o, peggio, essere disturbati) malcapitati compagni di viaggio con suonerie e telefonate fastidiose. Il banco di pro-va sono ottanta treni Eurostar.

[ E ] Lo scorso anno l’Italia ha esportato verso gli Stati Uniti d’America ben due milioni di ettolitri di vino, per un valore economico superiore al miliardo di dollari. Si tratta di un record storico, dopo quello del superamento delle quote francesi nel mercato d’Oltreoceano nel 1975. Nella classifica degli esportatori, i “rivali” francesi sono stati superati anche dagli australiani.

Una delle più grandi catene di negozi d’informatica, la PC World, ha annunciato che, una volta esaurite tutte le scorte, non venderà più i floppy-disc. La decisione è stata presa dopo l’entrata in commercio di altri supporti, come i cd, i dvd e le “chiavette” usb, che hanno già abbon-dantemente superato in capacità e funzionalità uno dei prodotti più rivoluzionari degli anni Ottanta.

[E] Negli Stati Uniti, la promessa dell’etanolo quale futura fonte da utilizzare per la realizzazione del bio-carburante ha fatto salire la semina di mais di oltre il 15% rispetto allo scorso anno. La nuova frontiera della “benzina pulita” lascia però aperti alcuni dubbi, sia dal punto di vista economico (senza i sussidi governativi sarebbe più cara del gasolio normale), sia da quello ambientale (apporti minimi alla riduzione del-l’effetto serra).

“I Paesi non sono eterni, a volte è giusto che riconoscano che hanno fatto il loro tempo. Gli Stati cambiano in tutta Europa ed una secessione non è così traumatica come si può credere, basti guardare al caso della ex-Cecoslovacchia. In Italia, il Nord ed il Sud si stanno allontanando sempre più, tanto da far pensare ad un possibile “divorzio”, anche se per qualcuno può sembrare spaventoso”. The Economist

Il latte come oro. La bevanda naturale, indispensabile elemento nutriti-vo per l’umanità, sta diventando sempre più raro. A causare la crisi, da una parte i cambiamenti climatici che, con l’aridità, diminuiscono le riserve di foraggi per alimentare i bovini, dall’altra la tendenza a ricon-vertire i campi per il ben più proficuo bioetanolo. E, nonostante tutto questo, l’Europa continua a tenere bloccata la produzione con le barriere delle famigerate “quote latte”.

La Regione Veneto, in collaborazione con lo SPISAL ha realizzato un opuscolo che verrà distribuito nei cantieri edili contenente le “traduzio-ni” dall’italiano, al veneto, all’inglese al francese, dei più comuni uten-sili da lavoro. Un segno di autentico impegno verso l’integrazione degli stranieri che quotidianamente lavorano nel nostro Paese. Il libretto, vero e proprio prontuario per gli addetti ai lavori, può essere richiesto agli uffici SPISAL.

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7Rubriche

Dizionario Inglese - venezianodi Lodovico PizzatiHave you ever wondered what gondoliers speak to one another across Venetian canals? No Italian dictionary will help you deci-pher what they say. What they speak is not a secret code, but a language also shared by shop keepers, waiters and hotel con-cierges throughout Venice, as well as millions of other people in the surrounding territory. From the valleys in the Dolomites down to the Northern Adriatic shores, in cities like Verona, Vicen-za, Padua, Treviso, Trieste and Venice, people speak one com-mon mother tongue. This dictionary introduces the reader to this beautiful language once spoken by Marco Polo, Palladio, Vivaldi, Canaletto and Casanova, and now still vibrant and widely in use. With 30,000 Venet words and a corresponding 20,000 English translations, this dictionary makes this musical language, once preferred in the Renaissance for commerce, theatre and diplo-macy, accessible to the world once again. Not only does this dictionary include word translations but it also offers an intro-ductory chapter guiding the reader through historical curiosities and linguistic peculiarities. You will find that in ancient times this language was written in a distinct alphabet unlike the one used by the Greeks and the Romans. That it was used in the first neo-Latin vernacular writing in the 9th century AD, and that Galileo used it in his first assertion of the heliocentric system. You will discover what Dante really thought about it while in exile in Verona, the mythological roots in Homer’s Iliad as well as the surprising presence of this language also in Latin America, still thriving since the late 1800s.

premio di laurealibriConsiderazioni sul Federalismo nella nostra Costituzionedi Marco VillaniQuesto saggio è stato scritto da Marco Villani, membro del consiglio di amministrazione del Formez (Centro di Formazione Studi) e docente dell’Università Telematica “Guglielmo Marconi” di Roma. Così come racconta l’autore, il libro “è destinato a coloro che vogliono accostarsi a questa materia da profani, studenti o lettori occasionali, con la fidu-cia di poter fornire alcune considerazioni utili, se non altro a seguire con maggiore cognizione un telegiornale e suscitare e saziare alcune curiosità”. L’autore propone un excursus storico e politico sul percorso che ha visto nascere i concetti di federalismo, di autonomia, di ente locale: un cammino che dura da secoli, dall’Italia dei Comuni fino al passaggio al nuovo millennio, con un costante confronto tra la realtà italiana e quelle straniere. Villani spiega in modo semplice e lineare il retroterra culturale da cui è nata l’idea di federalismo, che egli stesso indica non come una scelta puramente formale od una fisima ideolo-gica, bensì come una esigenza di maggiore democrazia, perché c’è la necessità di avvicinare i cittadini alle istituzioni da cui spesso si sentono estranei, lontani come sono dai palazzi della politica. Spiega Villani: “è bene ribadire che qualsiasi norma, vieppiù quelle costituzionali, non nasce dal nulla ma è figlia del tempo in cui viene emanata. Studiare quel momento storico serve anche a capire la “ratio” delle eventuali future modifiche. La Costituzione non è un testo sacro, e sicura-mente mostra in alcuni punti i segni del tempo. Bisognerà tornare sul problema della sua riforma con maggiore ponderazione, cercando il consenso e senza forzature di parte”. “Il federalismo non è una via facile. Ma vale la pena di percorrerla”.

L’impero di Cindiadi Federico RampiniIl secolo cinese non sarà dominato solo dalla Cina. L'impetuoso svilup-po economico conosciuto negli ultimi anni da quello che fu l"'lmpero celeste" ha infatti coinvolto molti paesi asiatici, primo fra tutti l'India. L'ex colonia britannica sta rapidamente diventando una nuova grande potenza economica: la diffusa conoscenza della lingua inglese e un buon tasso di istruzione tecnico-scientifica ha fatto sì che molte azien-de americane e inglesi abbiano deciso di delocalizzare nel territorio indiano alcuni servizi fondamentali e che siano nate non poche delle più importanti aziende informatiche del pianeta, tanto che persino Microsoft ha recentemente deciso di spostarvi la propria produzione. Federico Rampini, corrispondente di Repubblica da Pechino, in questo nuovo libro racconta la Cina e anche l’India, i due Paesi che si stanno imponendo sulla scena mondiale grazie al “boom” economico, indu-striale e tecnologico che stanno vivendo ormai da alcuni anni. Il decollo della potenza tecnologica indiana si esemplifica bene in un microchip, inventato da un 35enne indiano, e finito nello stomaco del-le vacche che fino al 2003 giravano indisturbate per le vie della capitale e che ora consente di attribuire a ogni mucca indù un codice d’identità, di registrarne la razza e il proprietario. Ebbene quel sensore “made in India” è oggi un successo mondiale: negli Usa, in Europa e in Argentina è usato per monitorare eventuali ritorni del morbo della mucca pazza. Questa è la “New India” divenuta centro dell’innovazione mondiale, il Paese dove la Microsoft di Bill Gates lancia nuovi software a basso costo per miliardi di uten-ti, assume migliaia di ingegneri e incontra una concorrenza che ha spostato lì, a Bangalore, nella Silicon Valley indiana, il baricentro della fabbricazione di hardware e microchip. Dunque, scrive Rampini, non ci sono alternative, la crescita è in questo Paese. E in Cina. Ecco perché la sfida è serrata. La tigre indiana e il dragone cinese, una democrazia da 1 miliardo e 100 milioni di abitanti e un regime (politicamente) totalitario da 1 miliardo e 300 milioni di persone. Due Paesi dal passato glorioso che trainano tutto il continente asiatico come due locomotive dello sviluppo industriale e demografico. Questa realtà è “Cindia”, un’area che fra 30 anni, secondo studi internazionali, produrrà il 42 per cento del Pil mondiale, lasciando agli Usa il 23 per cento e all’Europa solo il 16: la partita del XXI secolo si gioca qui, nel nuovo centro del mondo.

Il Gruppo consiliare Liga Veneta Lega Nord Padania– Consiglio regionale del Veneto intende stimolare lo studio in ambito accademico legato alla storia dei “Movimenti autonomisti Europei e Movimento della Lega Nord in Italia e in Veneto”. A tale scopo il Gruppo intende premiare tre Tesi di Laurea dedicate in modo esplicito e diretto a sviluppare ed approfondire studi sulla storia dei Movimenti autonomisti Europei e Movimento della Lega Nord in Italia e in Veneto”. Oggetto delle Tesi potranno essere le condizioni che hanno determi-nato la formazione di Movimenti autonomisti, il tessuto culturale dei popoli nei quali si sono formati e la realtà socio-economico nella quale sono cresciuti, la conformazione del territorio sul quale sono nati, i rapporti tra Movimen-ti autonomisti appartenenti alle diverse aree geografiche, con particolare riguardo alla Lega Nord, i momenti storici e gli eventuali riflessi sugli aspetti macroeconomici dovuti alla loro formazione e sul modello di sviluppo socio-economico instauratosi nelle aree in cui essi operano o hanno operato.Potranno, inoltre, essere fatti approfondimenti su eventuali interventi legisla-tivi/normativi attuati in conseguenza della loro formazione o che ne hanno favorito la loro nascita o scomparsa, nonché quelli che, sulla spinta dei Movi-menti autonomisti, compreso il Movimento della Lega Nord, hanno consentito nuove e maggiori forme di autonomia per le popolazioni interessate, nonché grande sviluppo.Gli studi così raccolti costituiranno materiale utile per eventuali iniziative isti-tuzionali da parte del Gruppo consiliare, necessarie per l’ottenimento di una maggiore e migliore autonomia dell’istituzione Regione del Veneto.

Ammissione al PremioAl premio possono partecipare tutti i Laureati o Laureandi delle Facoltà di Scienze Politiche, Scienze statistiche, Scienze della formazione, Giurispruden-za, Economia, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Lingue e Letterature straniere, Scienze economiche, Psicologia di tutte le Cattedre delle Università del Veneto che avranno discusso la Tesi e conseguito la Laurea.

Numero e ammontare del PremioSaranno premiate tre Tesi di Laurea con un riconoscimento pubblico ed uffi-ciale e l’assegnazione di un contributo in denaro così definito:1° classificato euro 2.000,00;2° classificato euro 1.000,00;3° classificato euro 500,00.

Modalità di partecipazionePer i Laureati la Tesi dovrà essere accompagnata da:1) domanda di partecipazione al Premio, a cura del Candidato, in carta sem-

plice, con titolo della Tesi di Laurea, data di discussione avvenuta, nome e cognome del Candidato, indirizzo e telefono;

2) nota informativa del Relatore che confermi la richiesta di partecipazione al Premio su carta intestata dell’Università di appartenenza;

3) dichiarazione dell’Autore che la Tesi non è stata pubblicata, in tutto o in par-te, su organi di stampa a diffusione nazionale, stampa periodica in genere o house organ;

4) Certificato di Laurea in carta semplice.

Per i Laureandi la cui discussione della Tesi sia prevista successivamente alla data di scadenza utile per l’invio valgono le stesse modalità di cui sopra tran-ne che per il quarto punto che verrà sostituito da un Certificato di frequenza con elencazione degli esami sostenuti e relative votazioni.

Commissione GiudicatriceLa Commissione Giudicatrice del Premio è presieduta dal Presidente del Gruppo consiliare e ne fanno inoltre parte autorevoli e qualificati esponenti del mondo acca-demico, su autonoma e libera scelta del Presidente del Gruppo consiliare stesso.

Mancata assegnazione del PremioLa Commissione Giudicatrice si riserva il diritto di non assegnare tutti o alcuni dei premi stabiliti se a suo esclusivo giudizio non venga raggiunto il livello qualitativo adeguato.

Cerimonia di premiazioneLa cerimonia di Premiazione avverrà nel corso di incontro pubblico orga-nizzato dal Gruppo consiliare e alla presenza dei diversi rappresentanti dei media.In tale Sede avverrà la proclamazione ufficiale e la consegna materiale del Premio e del contributo in denaro.Per ogni necessità di ulteriori informazioni rivolgersi:ComunicazioneePromozioneSegreteriadelPremioGruppoconsiliareLigaVenetaLegaNordPadaniaConsiglioregionaledelVenetoSanMarco,2321/b30124VENEZIATel.0412701428/429–Fax0415256360http://www.leganord.veneto.ite-mail:[email protected]

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