Giornale Marzo

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Sicurezza & territorio S i è conclusa con successo la 36° edizione del Proud Manta 2011 l’esercitazione della NATO che si è svolta dal 24 gennaio all’11 febbraio davanti alle coste siciliane alla quale hanno partecipato gli assetti aerona- vali di Belgio, Canada, Francia, Germania, Grecia, Italia, Spagna, Tur- chia, Regno Unito e Stati Uniti. L’ope- razione serve a migliorare le tecniche di addestramento delle navi di superfi- cie, dei sommergibili, degli aerei, degli elicotteri che interagiscono tra di loro. Un’esercitazione che la Nato orga- nizza ogni anno e che è sempre stata storicamente legata all’addestramen- PROUD MANTA 2011: PIù SICUREZZA NEI MARI to dei sommergibili e che addestra le navi a scoprire e lavorare insieme ai sommergibile o contro di essi. La sicurezza dei mari passa dall’ad- destramento continuo delle unità sia di superficie che sottomarine, il traf- fico di sostanze di rifiuto, la pirateria navale, la difesa delle coste, la sicu- rezza delle merci nel Mediterraneo e per il mediterraneo, sono assicurate dagli uomini della Marina, e dalle forze che pattugliano ogni giorno per mesi le acque nazionali e non solo. Con la Proud Manta, organizzata dal Comando Marittimo di Napoli e di- retta dal Comando Alleato delle Forze Sottomarine e dal Comando delle For- ze Aeree Marittime, la NATO si prefig- ge dunque di addestrare gli equipaggi nelle tattiche anti-sommergibile e nelle operazioni per il contrasto alle attività illecite perpetrate via mare con particolare attenzione all’antiter- rorismo. Giunti alla Base della Marina Mili- tare di Maristaeli, dove il comandante della base Giuseppe Galli ha fatto un breve discorso di benvenuto, siamo stati portati con un elicottero della Marina, pilotato dal Comandante Pi- lota Maurizio Loi, sulla nave ETNA da dove abbiamo potuto seguire l’eser- Davanti alle coste Siciliane si è svolta l’esercitazione della NATO per migliorare le tecniche di addestramento delle navi di superficie, dei sommergibili, degli aerei, degli elicotteri 20 21

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Sicurezza & territorio

Si è conclusa con successo la 36° edizione del Proud Manta 2011

l’esercitazione della NATO che si è svolta dal 24 gennaio all’11 febbraio davanti alle coste siciliane alla quale hanno partecipato gli assetti aerona-vali di Belgio, Canada, Francia, Germania, Grecia, Italia, Spagna, Tur-chia, Regno Unito e Stati Uniti. L’ope-razione serve a migliorare le tecniche di addestramento delle navi di superfi-cie, dei sommergibili, degli aerei, degli elicotteri che interagiscono tra di loro. Un’esercitazione che la Nato orga-nizza ogni anno e che è sempre stata storicamente legata all’addestramen-

Proud Manta 2011: Più sicurezza nei Mari

to dei sommergibili e che addestra le navi a scoprire e lavorare insieme ai sommergibile o contro di essi.

La sicurezza dei mari passa dall’ad-destramento continuo delle unità sia di superficie che sottomarine, il traf-fico di sostanze di rifiuto, la pirateria navale, la difesa delle coste, la sicu-rezza delle merci nel Mediterraneo e per il mediterraneo, sono assicurate dagli uomini della Marina, e dalle forze che pattugliano ogni giorno per mesi le acque nazionali e non solo.

Con la Proud Manta, organizzata dal Comando Marittimo di Napoli e di-retta dal Comando Alleato delle Forze

Sottomarine e dal Comando delle For-ze Aeree Marittime, la NATO si prefig-ge dunque di addestrare gli equipaggi nelle tattiche anti-sommergibile e nelle operazioni per il contrasto alle attività illecite perpetrate via mare con particolare attenzione all’antiter-rorismo.

Giunti alla Base della Marina Mili-tare di Maristaeli, dove il comandante della base Giuseppe Galli ha fatto un breve discorso di benvenuto, siamo stati portati con un elicottero della Marina, pilotato dal Comandante Pi-lota Maurizio Loi, sulla nave ETNA da dove abbiamo potuto seguire l’eser-

davanti alle coste siciliane si è svolta l’esercitazione della nato per migliorare le tecniche di addestramento delle navi di superficie, dei sommergibili, degli aerei, degli elicotteri

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citazione. Ad accoglierci il Coman-do della Nave il Capitano di Vascello Massimo Pitarra insieme a Comman-der ITN Eric Mortilla, il MCPO Giovan-ni Malafronte (Staff Assistant Pubblic Affairs Office MC Naples).

Ad addestrare le varie unità coin-volte nell’esercitazione il Contram-miraglio della Marina Militare Italiana Gualtiero Mattesi, comandante SNMG 1, “Sono molto soddisfatto di come si è svolta l’esercitazione. – ci dice il Contrammiraglio - Il mio compito era quello di addestrare tutte le unità di superficie, gestire i collegamenti con i sei sommergibili, un certo numero di elicotteri come gli H101 e il pattuglia-mento marittimo da parte di aeri di vari paesi della Nato.

Inoltre abbiamo lavorato in ope-razioni di avvicinamento di unità ita-liana che simulava un’unità mercan-tile sospetta. A rotazione abbiamo mandato le navi a interrogare questo mercantile sospetto così abbiamo addestrato i nostri uomini a svolgere uno dei compiti più importanti della NATO, in particolare qui nel Meditter-raneo”.

“Nell’esercitazione Proud Manta - conclude il Contrammiraglio Gualtie-ro Mattesi - sono stati impiegati vari tipi di unità di cui sei di superfici tre delle quali italiane, una statunitense , una tedesca, una belga, una ame-ricana; sei sommergibili di cui due

turchi, uno statunitense, uno greco e uno spagnolo che hanno simulato sia il ruolo di attaccante che di difensore di una forza navale composta da uni-tà della NATO, normalmente operanti nell’ambito del Gruppo Navale NATO 1, uno dei gruppi di cui l’Alleanza di-spone in forma permanente per la condotta di operazioni marittime ”.

“Sono molto soddisfatto dei risul-tati raggiunti da tutte le componenti navali e aeronavali che hanno par-tecipato all’esercitazione Proud Man-ta”, dice il Capitano di Vascello della

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Proud Manta 2011: più sicurezza nei mari

marina Americana W. E. Luthiger, Capo di Stato Maggiore del Comando Sottomarini delle Forze Navali Alleate Sud-COMSUBSOUTH.

“Tutti gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti. – conclude - È mol-to importante che dal punto di vista della sicurezza tutto è andato bene e non ci sono stati inconvenienti quin-di le esercitazioni hanno potuto pro-cedere avendo un ottimo risultato in sicurezza.

Monica Colaiannifoto Seby Bella

Nel corso del Proud Manta sono stati impegnati tre Glider, veicoli autonomi sottomarini, infatti in questa

esercitazione è stato sperimentato con successo dal NURC, il centro di ricerca NATO di La Spezia, l’impiego di questa tecnologia per la raccolta in tempo reale di dati ambien-tali tridimensionali decisionali utilizzabili nel supporto alle decisioni e operativo nella pianificazione delle operazioni.

Sono stati calati in mare dalla nave Levanzo due Glider per acque poco profonde e uno di profondità che hanno operato per più di diciotto giorni supervisionati da una “Command and Control room” ubicata alla Spezia, in grado di captare via satellite Iridium, i segnali da loro inviati du-rante la fase di emersione.

I tre Glider sono riusciti a offrire un quadro costante, preciso e completo dei parametri oceanografici della zona e hanno permesso ai soggetti coinvolti nell’esercitazione di ottimizzare la pianificazione operativa, mitigando l’impatto delle incertezze ambientali.

I costi di gestione e rilevamento sono bassissimi se pa-ragonato ad una nave oceanografica che incide circa 35 mila euro per giorno di indagine, cosa ben differente per il Glider, poiché customizzabile per svariate operatività, come scattare foto del fondale, o semplicemente verifica-re il grado di inquinamento dello specchio di mare preso in indagine, o parametri vari del tipo: salinità, densitaà etc; e cosa importantissima spendendo una cifra unica di 40000$ circa sarà sempre a disposizione con dati in tem-po reale grazie alla trasmissione satellitare su costellazio-ne IRIDIUM.

I tre Glider sono riusciti a offrire un quadro costante, preciso e completo dei parametri oceanografici della zona e hanno permesso ai soggetti coinvolti nell’esercitazione di ottimizzare la pianificazione operativa, mitigando l’impatto

delle incertezze ambientali, percorrendo 500KM con una sola carica di batteria.

Soddisfatto della buona riuscita del testi il capo capo scienziato per il NURC, Michel Rixen, “Soddisfacenti mo-delli matematici e software sono stati sviluppati proprio per assicurare che i Glider potessero operare in completa sicurezza ed efficienza – afferma Michel Rixen- i dati che strumenti come questi sono in grado di offrire possono es-sere sfruttati sia per elaborare previsioni oceanografiche sia, come in questo caso per un supporto tattico a eserci-tazioni, soprattutto in ambito sottomarino” .

Cos’è il NURCIl Nurc (Nato Undersea Research Centre), Centro Nato

per la Ricerca Subacquea, ha sede in Liguria, alla Spezia, presso il Centro di Supporto e Sperimentazione Navale del-la Marina Militare Italiana. Nato nel 1959, in piena Guerra Fredda, come struttura scientifica dell’Alleanza Atlantica specializzata nella ricerca sottomarina, il Nurc è oggi un’or-ganizzazione unica nel suo genere che svolge ricerche ad ampio spettro e di livello mondiale in campo marittimo.

Da sempre all’avanguardia sia nei metodi che negli stru-menti adottati, il centro: supporta le esigenze operative dei Paesi Nato e dei loro adeguamenti agli standard dell’Al-leanza; promuove l’innovazione nel settore marittimo; dà vita a progetti scientifici e tecnologici destinati a velociz-zare o agevolare l’implementazione di nuove capacità sia nel settore militare che in quello civile; conduce attività di ricerca nel campo della sorveglianza e della sicurezza ma-rittima con una particolare attenzione all’antiterrorismo, al contrasto della pirateria, al controllo e alla gestione dei mari, alla protezione dell’ambiente e dei mammiferi marini.

Sebastiano Bella

un siluro ecologico: il Glider

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INTERCETTAZIONI:giustizia o ingiustizia?

Dall’inferno libicoal “Paradiso” del Mare Nostrum?

IN PRIMO PIANOCrisi economicaProud Manta 2011

La crisi economica colpisce anche i Teatri

Esercitazione NATO davanti alle coste siciliane

Graziella Campagna“Con i tuoi occhi. Storia di Graziella Campa-gna uccisa dalla mafia”

www.lazonafranca.it

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Cronaca

Catania - Di disoccupazione giova-nile e prospettive lavorative si è

parlato a Catania – nella prestigiosa sede di Palazzo ESA – nel corso di un convegno organizzato dall’Associa-zione “Polis”, laboratorio culturale e socio-politico che si propone di stimo-lare le istituzioni verso temi di parti-colare importanza per i cittadini.

Nata quasi tre anni fa e presiedu-ta dall’avvocato Francesco Ferlito, l’associazione è totalmente laica e apartitica, e ha al suo attivo già diver-si incontri organizzati in città. Anche questo sui temi legati al mondo del la-voro ha attirato un pubblico attento e numeroso, che non ha lesinato i propri interventi nel corso del dibattito fina-le. E non poteva andare diversamen-te, visto che, secondo gli ultimi dati ISTAT forniti dal prof. Roberto Cellini (ordinario di Economia Politica pres-so l’Università degli Studi di Catania) il tasso di disoccupazione dei giovani raggiunge in Sicilia punte del 40%.

Insieme a Ferlito, è stato il dott. Marco Consoli (presidente del con-siglio comunale di Catania) ad intro-durre l’incontro: “Quello fra giovani e lavoro – ha detto – dovrebbe essere un binomio imprescindibile, e invece l’unico binomio a cui assistiamo è fra giovani e precariato. A causa di una sciagurata flessibilità gli imprenditori preferiscono assumere i giovani solo

L’Associazione Polis organizza un dibattito su“Giovani, lavoro, occupazione”

per brevi periodi, e sostituirli con al-tri proprio quando i primi si erano già ambientati in azienda. Un fenomeno abusato soprattutto nel mondo della grande distribuzione, che si sperava potesse offrire posti sicuri, e invece ha creato solo un’instabilità diffusa”.

Il prof. Claudio Saita (docente di Sociologia presso l’Università di Ca-tania) è partito dalla considerazione che spesso ai giovani manca un reale orientamento e quindi una fruttuosa certificazione delle proprie abilità. “Bisognerebbe ritornare ai fonda-mentali – ha affermato Saita – legge-re, scrivere e far di conto. Secondo le ultime graduatorie OCSE, infatti, gli italiani per queste competenze sono agli ultimi posti. È inutile cercare l’ec-cezionalità dei talenti, se non prima viene garantita la normalità”. Il socio-logo ha proposto anche la creazione di un “patto intergenerazionale”, per cui i giovani – che magari possiedo-no titoli di studio più elevati – devo-no essere aiutati dalla generazione precedente, che invece è forte di una maggiore esperienza sul campo. E viceversa. Oggi invece - per usare le parole del moderatore del convegno (il dott. Domenico Ciancio del quoti-diano “La Sicilia”) – “il rischio è che le due generazioni vivano separate e si sentano entrambe fallite: la prima per non aver saputo traghettare i figli nel

mondo del lavoro e la seconda per il proprio stato di precariato perenne”.

Un aiuto nel fare un serio bilancio delle proprie competenze viene for-nito dal Centro per l’impiego, diretto a Catania dal dott. Salvatore Drago. È stato lui ad illustrarne i servizi forniti ai giovani – purtroppo ancora scono-sciuti ai più – fra cui colloqui orientati-vi, consulenza nella preparazione del curriculum vitae, pubblicità di offerte di lavoro. “Il Centro per l’impiego – si è rammaricato Drago – è attualmente il principale snodo pubblico dell’in-contro fra domanda e offerta di lavo-ro, ma deve fare i conti con la man-canza di coordinamento con le altre istituzioni”.

Per il prof. Cellini, “gli ultimi dati ISTAT segnalano che la disoccupa-zione giovanile in Italia è in aumento, ed è un dato sconfortante, visto che i mesi recenti sono stati caratterizzati da una, seppur debole, crescita eco-nomica. Di regola, infatti, in periodi di recessione l’occupazione diminuisce e, simmetricamente, in periodi di cre-scita aumenta; ultimamente questo non sta avvenendo. Non bisogna poi dimenticare che molti giovani sono così scoraggiati che neanche si of-frono più sul mercato, e questo non fa che peggiorare le cose”. Cellini ha sottolineato anche due ulteriori moti-vi di difficoltà: il primo è una legisla-

zione italiana da sempre più attenta a tutelare chi ha già un’occupazione (ed eventualmente la perde), rispetto a chi invece deve ancora inserirsi nel mondo del lavoro. Il secondo deriva dal fatto che spesso le aspirazioni e la formazione dei giovani non coincido-no con le reali richieste delle imprese, e su questo argomento sia la scuola e l’università, sia il mondo della for-mazione professionale devono fare un serio esame di coscienza. Prima di preparare nuovi giovani a mestieri che probabilmente non serviranno, bisogna individuare i settori in cui si richiede più lavoro.

A sostenere i giovani nella loro ri-cerca anche il “Progetto Policoro”, promosso dalla Conferenza Episcopa-le Italiana, dall’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, dal Servi-zio Nazionale per la Pastorale giova-nile e dalla Caritas italiana, allo scopo di affrontare la sfida della disoccupa-zione giovanile nell’ottica dell’evange-lizzazione e della promozione umana. Le sue linee essenziali sono state tracciate da Don Piero Sapienza (Di-rettore dell’Ufficio Pastorale dioce-sano del lavoro di Catania), che ha illustrato alcuni esempi concreti della sua attuazione. Il “Progetto Policoro”

è caratterizzato da tre fasi: orienta-mento (con incontri periodici e col-loqui individuali), accompagnamento (con consulenza gratuita a assisten-za) e informazione (sulle opportunità occupazionali e formative presenti sul territorio).

A spezzare una lancia in favore del-la formazione professionale è stato invece il dott. Emilio Romano (ammi-nistratore unico di “Archè”), secondo il quale circa il 60% di chi proviene da quest’esperienza trova poi lavoro. Per Romano “la formazione professiona-le viene a torto demonizzata: da una parte il mondo dell’impresa la guarda con sospetto, ma dall’altra le chiede aiuto per preparare i giovani che non possiedono le conoscenze applicative richieste”.

La dott.ssa Rosalba Chirieleison - di Sviluppo Italia Sicilia – nel corso del suo intervento ha parlato delle diffi-coltà che comporta l’avvio di un’im-presa, dall’accesso al credito ai costi economici, ai cavilli burocratici. “Ele-mento essenziale per fare impresa – ha detto – è una forte motivazione. Solo così si riescono a superare i pro-blemi, e a puntare su un’azione di lun-go periodo. In questo senso Sviluppo Italia con i suoi bandi è a disposizione

per fornire un supporto concreto”. L’avvocato lavorista Alessandro

Schinco ha spiegato ai presenti le modifiche a cui il diritto del lavoro è andato incontro negli ultimi anni, so-prattutto a seguito della alluvionale produzione di nuove figure contrat-tuali, che hanno sostituito la vecchia e lineare distinzione fra lavoro subor-dinato e lavoro autonomo. Il mondo occupazionale è ormai preda della più totale confusione, con conseguen-ze assurde ed eccessive come quelle di contratti stipulati per appena un giorno, a seconda delle esigenze delle aziende.

L’ultimo contributo alla discussio-ne l’ha fornito Biagio Mertoli, della Caritas diocesana di Catania, che ha svelato uno spaccato di gravi carenze economico- sociali su tutto il territo-rio della nostra provincia, a cui l’aiuto dei volontari riesce a sopperire solo in parte. “Nelle nostre sedi – ha detto Mertoli – si presentano anche persone che non riescono a compilare un sem-plice formulario, per il semplice fatto che non sanno scrivere. Se vogliamo affrontare realmente i problemi del mondo del lavoro dobbiamo pensare anche a loro”.

Graziella Nicolosi

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