Giornale Marzo 2015 - La Tenda
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Giornale Parrocchiale di San Vito Romano n. 4 8 Marzo 2015
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Cari parrocchiani, lo scorso mese di feb-braio si aperto con la festa patronale di San Biagio, solennit del titolo della chie-sa parrocchiale del centro storico: il ve-scovo e martire del III-IV secolo dopo Cristo il patrono secondario della no-stra cittadina. E non stato un festeggiare antico ed abitudinario: ma un sentito e profondo momento di fede del popolo sanvitese che, nella sua radicata tradizio-ne, ha reso gloria a Dio onorando il pa-trono del mal di gola. In molte zone la benedizione di San Biagio va riacquistan-do nuova popolarit: a San Vito non lha mai persa! La gola, infatti, una parte molto sensibile del corpo umano. Talvolta la paura ci chiude la gola e non riusciamo a parlare. Talvolta abbiamo un groppo in gola che ci impedisce di vivere, oppure abbiamo buttato gi bocconi amari tanto da soffocare interiormente. La gola la parte del corpo umano pi bisognosa di attenzione. Quando la benedizione di san Biagio viene spiegata nel modo giusto, colpisce profondamente le persone: sento-no che dedizione molto concreta per i loro bisogni da parte di Dio. Ed a San Vito il popolo cristiano deve avere chiara questa vicinanza di Dio: con caparbiet ogni anno si organizzano sentiti festeggia-menti, nonostante la ricorrenza sia nei giorni pi freddi dellinvernoe questan-no, dopo diversi anni di impossibilit a causa del maltempo, i sanvitesi hanno (SEGUE)
Camminate con il cuore: II Marcia per la Vita
Erano in tanti a manifestare: giovani, giovanissimi, famiglie,
gruppi parrocchiali, coppie, singoli. Tutti uniti nel messaggio
da dare: Viva la vita!
Domenica 1 febbraio si svolta anche a Palestrina la II Mar-
cia per la Vita, uniniziativa nazionale per dire no alla cultu-
ra della morte, dellutilitarismo, dellindividualismo. Una
marcia per rendere visibile la gioia di una vita vissuta in gra-
tuit e dono. Da pi parti la vita viene attaccata, so-
prattutto nei momenti tanto pi fragili quanto pi im-
portanti: al momento della nascita, quale germoglio indif-
eso e al momento della morte, quando la forza si sta
spegnendo. E allora che viene colpita: quando fatica a
difendersi e necessita di un aiuto. Una gravidanza
inaspettata, la scoperta della disabilit del figlio che nas-
cer, la solitudine di una famiglia di fronte alla nuova vita,
le ristrettezze economiche di una coppia in attesa di un
bambino sono situazioni che non sempre suscitano accogli-
enza. Accogliere vuol dire legare insieme e chi accoglie si
lega con la persona che fa entrare dentro la sua vita: acco-
gliere braccia aperte, sostegno, dire non siete soli, cam-
minare insieme. Tuttavia ci contrasta con la logica del
maggior guadagno, del profitto, dellefficienza: la vita nas-
cente vista come divisione di proventi e sottrazione di
produttivit.
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Giornale Parrocchiale di San Vito Romano n. 4 8 Marzo 2015
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avuto la gioia di poter uscire con la pro-cessione del loro patrono per le vie del centro storico e del borgo, per far arrivare a tutti il messaggio dellamore e della vici-nanza di Dio alla nostra vita! E noi dob-biamo saper mettere in pratica nella no-stra vita quotidiana linsegnamento di San Biagio, che ha seguito il Vangelo di Cristo e lo ha insegnato al popolo che il Signore gli aveva affidato! E provvidenzialmente abbiamo adesso subito occasione di poter mettere in pratica il Vangelo che anche San Biagio predicava: siamo infatti nelle prime settimane della Quaresima, che ci prepara alla Pasqua, e possiamo vivere questo periodo dellanno con il cuore ri-volto allascolto della Parola di Dio e alla conversione. Il Mercoled delle Ceneri abbiamo chiesto al Signore di poter com-piere un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente, con le armi della penitenza, il combattimento contro lo spirito del male: dobbiamo quindi di-sporre tutti noi stessi alla sequela del Si-gnore per arrivare alla Sua Pasqua vera-mente convertiti dal Suo Amore. Ciascuno di noi, personalmente, pu pensare e mettere in pratica alcuni santi propositi che lo aiutino nel cammino spirituale ver-so le celebrazioni centrali della nostra fe-de: il Triduo Santo della Passione, Morte e Resurrezione del Signore, eventi indispen-sabili per la nostra salvezza! E per poter iniziare, anche comunitariamente, un cammino di santificazione, per essere testi-moni di unit e collaborazione, da questo mese di marzo inizieremo con il Consiglio Pastorale Inter-parrocchiale, per essere collaborativi ed uniti nella nostra attivit pastorale: San Biagio vegli e benedica que-sto nostro proposito! San Vito Romano, 08.03.2015, II Domeni-ca di Quaresima
Don Carmelo Salis, parroco
Edito
riale
E allora la risposta matematica laborto, la pillola del
giorno dopo, labbandono. Anche quando la vita al tra-
monto e il dolore si fa forte, la fiducia nella vita vacilla, la
stanchezza prende il sopravvento, spesso ci troviamo soli
di fronte alla prova: Perch vivere ancora, se ormai sei
allettato? Perch andare
avanti se non puoi pi fare
quello che facevi prima?
Eutanasia, la dolce morte:
un inganno che deve essere
addolcito dal nome per es-
sere teso. Una rinuncia alla
vita fatta solo in nome
dellefficienza, quasi fossimo macchine alla catena di mon-
taggio. E quando le vostre gambe saranno stanche, cam-
minate col cuore, disse Giovanni Paolo II. La Marcia ha
reso visibile il dissenso alla cultura della morte: risponden-
do allappello del Consiglio Episcopale Permanente, tanti
hanno sfilato per essere Solidali per la vita. I bambini e
gli anziani costruiscono il futuro dei popoli; i bambini per-
ch porteranno avanti la storia, gli anziani perch tra-
smettono lesperienza e la saggezza della loro vita.
Queste parole di Papa Francesco hanno aperto la Marcia e
hanno sottolineato quanto bambini e anziani, lalpha e
lomega della vita, siano i protagonisti della storia. Tanti
sono stati i ragazzi e i giovani che hanno partecipato alla
Marcia e notevole stata la presenza dei ragazzi di San
Vito che, attraverso striscioni e cartelloni, hanno testimo-
niato quanto mediato negli incontri di catechesi: nei loro
lavori, il frutto di riflessioni sul senso della vita e sullim-
portanza di difenderla soprattutto quando fragile. Ac-
compagnati dai seminaristi, dai catechisti e dai genitori, i
nostri ragazzi, assieme agli altri, hanno ravvivato le strade
di Palestrina, con unonda di allegria e fiducia nella vita. Di
tanto intanto catechisti o altri ragazzi leggevano medita-
zioni ispirate allinvito del Consiglio Episcopale, per poi
riprendere la marcia tra canzoni di gioia, fino alla chiesa di
SantAgapito, dalla cui piazza sono stati lasciati in aria tan-
ti palloncini colorati: arrotolati allestremit dei lacci, i
messaggi di speranza di tanti giovani, lanciati tra le nuvole
per arrivare ai cuori pi lontani. La Marcia si poi conclu-
sa con la Messa, durante la quale il vescovo Segalini ha
ricordato: Noi supplichiamo Dio, il Dio della Vita, affinch
ci riempia di vita e di amore per ogni vita. Questo il senso
della Marcia, questo il testamento lasciato ai nostri giova-
ni e tutti noi.
Cristina Galizia
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La Quaresima legata alla Pasqua perch per la sua massima importanza ha suggerito un
periodo di preparazione attestatosi, dopo varie oscillazioni, sul numero di quaranta gior-
ni, numero simbolico molto significativo ispirato ai quaranta giorni trascorsi da Ges nel
deserto (e in tempi pi lontani da Mos sul Monte Sinai) prima di iniziare il suo ministero
pubblico. Successivamente la Quaresima viene anticipata nel rito romano al mercoled,
detto poi delle ceneri. Il giorno conclusivo il Mercoled Santo. La Quaresima dunque
grande segno sacerdotale, che fa pregustare la grazia e la gioia pasquale, aurora che rice-
ve la Luce del Sole di Pasqua. La Quaresima fu scelta anche come preparazione dei cate-
cumeni al battesimo (che avveniva insieme alla cresima e alleucarestia nella notte di Pa-
squa) e quindi come periodo penitenziale per i peccatori pubblici che venivano riconcilia-
ti prima del Triduo pasquale. Cos luomo pentito pronto ad accogliere il perdono di Dio e
la grazia di una vita nuova: dal sepolcro di pietra risorge il Cristo glorioso, dal sepolcro
dacqua rinasce luomo nuovo (Rom 6). Destinatario luomo libero che deve intrecciare
un dialogo con il suo Dio. Infine possiamo dire che questa METANOIA (cambiamento) ci
permette di liberare la nostra tensione verso Dio, lesplosione gioiosa del nostro desi-
derio di Dio, della nostalgia e dellabbandono in Lui. trasformazione della vita e del
cuore. Buona Quaresima nel Signore risorto.
Vittorio Fallica
Siamo favorevoli alla vita perch poter dare la
vita pu essere considerato un dono magnifico
per ognuno di noi. Ci ha fatto piacere ascoltare
storie di persone che hanno voluto parlarci della
loro vita e in qualche modo ci siamo sentiti coin-
volti nei loro racconti. stata una giornata col-
ma di riflessioni personali e questa esperienza ci
ha fatto crescere e scoprire cose alle quali prima
non pensavamo affatto.
Elisa e Sara
La cosa che mi ha colpito stata la testimonian-
za di una mamma che ha raccontato di voler
abortire, ma non lha pi fatto perch ha capito
che non era bello uccidere una piccola anima.
Valentina Rocca
Ogni forma di vita deve avere la possibilit di
nascere.
Tommaso Rossi
Secondo noi laborto unazione negativa,
perch la vita ci stata donata da Dio e per
questo motivo non possiamo esercitare alcun
potere su di essa.
Nicola Tariciotti, Marco Codispoti,
Alessandro Testa, Daniele Laudoni
Non si pu descrivere la bellezza di vedere
tante persone combattere per la vita.
Laura Rossi
Abbiamo percorso la strada principale del
paese fino alla cattedrale con in mano dei pal-
loncini che abbiamo fatto volare in segno di
preghiera.
Federica Ceci
Quaresima: tempo di penitenza
I vostri pensieri sulla marcia...
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Parole di Vita Il Vangelo di questa seconda Domenica di Quaresima descrive una Meraviglia. Ges da solo
con i suoi migliori amici, Pietro, Giacomo e Giovanni e compie un atto unico nella storia della
salvezza: "Fu trasfigurato davanti a loro". Mostr loro in modo tangibile
la sua divinit con dei segni visibili: "le sue vesti divennero splendenti
(...) e apparve loro Elia con Mos che conversavano con Ges". Uno
splendore di Luce, due grandi personaggi dell' Antico Testamento e una
grande gioia nel cuore dei discepoli, cosa chiedere di pi? bello per
noi stare qui: facciamo tre capanne, una per te, una per Mos e una per
Elia, propone entusiasta Pietro. Questa proposta sa di spavento ed en-
tusiasmo insieme: sentimenti che accomunano ciascuno di noi e che ci
fanno rimanere a bocca aperta davanti alle cose belle, tanto che vorrem-
mo non finissero mai: "Non sapeva infatti cosa dire perch erano spa-
ventati." Ma le meraviglie non finiscono qui... "Venne una nube che li
copr con la sua ombra e dalla nube usc una voce che diceva: Questi il figlio mio l'amato,
ascoltatelo!" Dio Padre ci consegna Suo Figlio, come la cosa pi preziosa al mondo, in quel
momento ci (s)vela tutta l'umanit e tutta la divinit di Ges, ci rivela chi realmente . I disce-
poli continuano a non capire tutto, ma fa niente, Ges non d molte spiegazioni. Perch in fin
dei conti la vita cristiana questo: un misto di stupore, gioia grande e fiducia in "Cristo Ges
che morto, anzi risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi", come ci ricorda San Paolo
nella lettera ai Romani.
Francesca Micocci
Un Vangelo forte, che scuote e lascia colpiti, ma che insieme severit e dolcezza, asprezza e
fiducia. Apparentemente potrebbe sembrare inspiegabile un comportamento cos duro di Ge-
s. In realt, anche questa volta, stiamo per ricevere un grande messaggio. In questo Vangelo
Ges, irrompendo nella folla di mercanti e venditori, ribaltando banchi e scacciando via cam-
biamonete, ci sta ponendo davanti una sfida come poche: rinascere. Distruggere tutti gli
aspetti materiali che attanagliano la nostra anima in nome di qualcosa di molto pi grande che
risiede in noi. Il Vangelo parla chiaro: Egli infatti conosceva quello che c nelluomo. Al di l
di tutti i nostri interrogativi senza risposte, delle nostre innumerevoli domande sui grandi mi-
steri della vita, c Qualcuno che di noi conosce tutto. Le nostre paure, i nostri dubbi, la nostra
poco fiducia. Quale segno ci mostri per fare queste cose?. Rispose loro Ges: Distruggete
questo tempio e in tre giorni lo far risorgere. Gli dissero allora i Giudei: Questo tempio
stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?. Ma egli parlava del
tempio del suo corpo. Insieme alla sua resurrezione Ges invita a rinascere anche noi. C
Qualcuno che conosce tutto di noi e che ci d risposte a sufficienza per ogni domanda. Basta
saper ascoltare, saper far accrescere il tempio, la ricchezza che vive dentro ognuno di noi.
Adriana Rossi
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Chi segue la luce avr la vita eterna e la sua vita si compie in Dio.
In questo vangelo vediamo Ges impegnato a parlare con Nicodmo di vita eterna. Dio ha
creato il mondo per luomo e ha messo tutto a sua disposizione. Dopo il peccato originale ha
mandato suo figlio con il solo scopo di salvare e donare la vita eterna a ciascuno dei suoi figli.
Dio non ha mandato Ges Cristo per condannare il mondo, ma per salvarlo. In questa domeni-
ca, per mezzo di questo vangelo siamo portati a pensare cosa davvero Dio ha fatto per noi.
Quando si pensa al male nel mondo, si pensa automaticamente a dare la colpa al Signore, se
qualcuno sta male, se qualcuno muore, se qualcuno soffre, tutto per colpa di Dio. Ma nessu-
na mai pensa che Dio stato il primo a soffrire per mano degli uomini, il primo a morire per la
nostra salvezza.
Dio non ci condanna, Dio ci salva, ci libera, ci dona la Luce vera, che illumina ogni uomo. Per
questo solo accogliendo questa luce di resurrezione e scacciando le tenebre saremo portati a
vivere nella Sua gloria eterna, e godere delle sue opere.
Lucia Testa
Il Vangelo di questa 5^ domenica di Quaresima ci preannuncia quella che sar la sorte di Ges
di l a poco. Il Signore sta per donarsi completamente al suo popolo "semplicemente" per
AMORE, per la salvezza e la conversione dei nostri cuori.
. La domanda
sorge spontanea: "Come possono la sofferenza, e poi la morte,
portare qualcosa di buono alla nostra vita o a quella degli altri?"
Ecco la risposta:
Sembra una contraddizione e, umanamente, ci viene chiesto tan-
to, forse troppo! Ma se proviamo a vedere il volto di Ges nelle
piccole sofferenze e morti quotidiane, troveremo la forza di
affrontarle proprio rivolgendo gli occhi alla croce, perch l ci siamo anche noi! Il nostro fratel-
lo celeste ci accompagner sempre se lo vorremo. Ora tocca a noi scegliere se essere o meno
chicchi che vogliono portare molto frutto. Buon germogliamento!
Marta Iacovacci
Siamo giunti al termine del tempo quaresimale, al momento in cui Ges ci pone davanti tutto
il suo dolore, ci rende partecipi di esso, non prima per di essersi mostrato qual : re, Messia.
Certo un re, un Messia davvero strano. Entra trionfalmente a Gerusalemme, cavalcando un
asino e dopo neanche una settimana si lascia crocifiggere dalle stesse persone che lo accoglie-
vano come figlio di Davide. Ma quale re si lascia torturare dai suoi sudditi? Quale Messia
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Prima del 25 novembre neppure avevo idea di cosa fosse un Presepe Vivente. Poi qualcuno
venne a chiedermi una mano, ma mai avrei immaginato di ritrovarmi coinvolta anima e
corpo in unimpresa titanica. Il primo chiodo stato piantato il 17 dicembre, a soli sette
giorni dallapertura dellevento, quando in pochi avrebbero scommesso sulla consegna
puntuale dei lavori. E invece lo spirito di collaborazione ha ripagato la fiducia di chi ha cre-
duto in un gruppo straordinario, capace di impegnarsi per giornate intere affinch il primo
Presepe Vivente di San Vito vedesse la luce. Non sono mancati confronti duri e malumori,
ma quello che conservo nel cuore la disponibilit di molti, la capacit di lavorare fianco a
fianco per la realizzazione di un progetto che ha rilanciato limmagine del Paese e -in parti-
colare- dei quartieri storici. Il fiume di gente che ha invaso la Stretta nelle tre date del
Presepe Vivente, la marea umana che ha riempito Piazza San Biagio nel giorno della Befa-
na, hanno dimostrato che San Vito non ha nulla da invidiare ai paesi limitrofi e che basta
unidea ed un po di sana collaborazione per mettere in piedi manifestazioni destinate a
restare nella memoria. Non importa quale sia il motivo che spinge a gettarsi nellimpresa
(chi lo ha fatto per scopi politici, chi con fini religiosi, chi come me- per amicizia e ricono-
scenza). Quello che conta la comunione di intenti per il bene del Paese. Grazie a coloro
che hanno partecipato, grazie a quanti sono venuti ad ammirare il frutto del nostro lavoro,
grazie anche a quelli che hanno criticato, ma soprattutto grazie a chi ha creduto nel pro-
getto fin dal primo momento, rendendo possibile la realizzazione di un evento memorabi-
le. Gioia B
Un ricordo sempre vivo
lascia che i suoi seguaci gli voltino le spalle? Un re che ama. Un Messia venuto, non per sal-
vare gli ebrei dall'oppressione romana, ma per salvare i nostri cuori dall'oppressione del
Male, del peccato. Eppure, ascoltando la minuziosa descrizione della Passione di Marco og-
gi, non si pu fare a meno di chiedersi: perch? Perch tutto questo dolore per gli uomini?
Per persone che offendono, che tradiscono, che odiano, che uccidono. A cosa servito? E
poi eccole l le risposte: Simone di Cirene, le tre
donne ai piedi della Croce, Giuseppe d'Arimatea e il
centurione che riconosce in Ges il Figlio di Dio.
Tutti uomini, tutti peccatori, eppure tutti illuminati
da quell'Amore gratuito, da quel sacrificio per la vita
che riesce a portare altra vita. Per questo Cristo ha
accettato la Croce: per accogliere ogni uomo nel suo
abbraccio d'Amore, affinch ognuno da quel segno
impari che la morte non ha mai l'ultima parola, ma
che da quella che l'Amore si propaga. dall'Amo-
re che si genera Amore.
Sofia Testa
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Storia di un Santo: San Giuseppe
San Giuseppe, la cui festivit ricorre il 19 Marzo cono-
sciuta anche come festa del pap, viene lodato nel
Nuovo Testamento principalmente da Matteo, il quale
comincia la stesura del suo Vangelo descrivendo la stir-
pe di Ges, ovvero di Davide ed Abramo, proprio attra-
verso Giuseppe. Matteo lo presenta come sposo di Ma-
ria e soprattutto come uomo giusto, in virt della sua
condotta. Un bel biglietto da visita, non c che dire.
Tuttavia sarebbe interessante chiedersi il perch di tan-
ta venerazione. La risposta pi scontata deriva dal fatto
che il padre di Ges, padre putativo ma pur sempre
padre, dunque venerato per questo, per un normale sillogismo aristotelico. In realt, se proviamo a
cambiare punto di vista ci accorgeremo che Giuseppe , ancora prima che un santo, un uomo come
noi.
Si pu spiegare la vita di questo santo in quattro parole, semplici ed efficaci.
Il dubbio: il primo sentimento a manifestarsi. Assale il nostro santo quando scopre la gravidanza di
Maria: la donna amata potrebbe averlo tradito, potrebbe amare un altro uomo. Perch lo avrebbe
fatto? Perch non stata sincera? Perch che ricorrono e che spesso non trovano risposta, perch
che ci fanno tremare, perch che riguardano un disegno specifico per ognuno di noi ai quali apparen-
temente, in ragione di un grande mistero, risposta non c.
La paura: Giuseppe ha paura di essere giudicato e di accettare uneventuale paternit che inizialmente
non sente sua. Contestualmente c per una prima reazione a questa prova, impedendo alla stessa
paura di offuscare la ragione e la bont danimo. Decide, infatti, secondo quanto narra Matteo, di non
ripudiare Maria per non recarle altro dolore e di allontanarla in segreto.
Il coraggio: Dio si serve di un angelo e di un sogno per scuotere lanimo di Giuseppe e per far s che la
sua opera prenda forma. Di fronte a questa manifestazione il falegname torna sui suoi passi, prende
forza, decide di andare contro lopinione comune, accetta di sposare Maria ed assumere il ruolo di pa-
dre. Un rivoluzionario che si affida nelle mani di Dio, sfidando quanti erano gi pronti a condannare la
sua donna a causa di leggi terrene, e che tramuta la paura in audacia consapevolmente, nonostante ora
sappia quale sar il prezzo da pagare. Le parole dellangelo apparso in sogno sono infatti chiare: Ges,
suo Figlio, salver il suo popolo dai suoi peccati, ma non c salvezza senza sacrificio.
Lamore: la risposta ai tanti perch, laltra faccia della medaglia con su scritto mistero. Giuseppe apre il
suo cuore a Dio, a Maria e a suo Figlio perch ama. lui che per amore sceglie di seguire la volont del
Padre, credendo alle parole rassicuranti dellangelo che lo invita a non temere e diventando padre
anche lui.
Questa la vera rivoluzione: Dio ci mette nelle condizioni di scegliere in piena libert, dandoci dei se-
gnali che aiutano a capire quale sia la strada che conduce al bene, ma la parola finale spetta a noi, noi
che tuttavia siamo privilegiati perch gi sappiamo, grazie allesempio di questo santo come di molti
altri, quale sia il segreto per fare la scelta giusta.
Cambia la storia, cambiano le mode, cambiano le opinioni, ma non cambiano i sentimenti, gli stessi che
hanno portato Giuseppe a ricercare e a meritare la sua santit e che ci fanno sperare per la salvezza
della nostra anima. Del resto cosa non si fa per amore?
Giuseppina Marchetti
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Un quadro al mese
Spesso e volentieri ci capita di restare muti davanti
ad unopera darte di cui siamo all'oscuro di tutto.
Anzi, talvolta, sembra che pi sia misteriosa e me-
glio . Ci dimostra che, al di l di tutte le informa-
zioni utili e possibili, locchio umano non sempre
percepisce la realt che gli si presenta in modo
oggettivo, a volte capita leccezione che esso veda
con il cuore. Nelleventualit di questa seconda
ipotesi, la visione prescinde dal momento presente
in cui si osserva qualcosa, ma trascende e tocca
lanima, evocando ricordi o sensazioni particolari.
In parole semplici, il momento in cui si attua alla
lettera il detto non bello ci che bello, ma
bello ci che piace e in cui si passa dalla visione
oggettiva a quella meramente personale. Questo
concetto ben si applica al quadro presentato. E
unopera sconosciuta, trovata sul portale web pi
banale per cercare le opere darte, di cui non si
conoscono n la data, n lautore e tantomeno la
sua formazione professionale. Ma nella sua sempli-
cit un capolavoro. Rappresenta un grande san-
to, San Giuseppe, che stringe il neonato Ges. Ico-
nograficamente, come da tradizione evangelica,
San Giuseppe quasi sempre rappresentato come
un uomo dallaspetto senile e vicino ad una giova-
nissima Maria che culla il Bambino. Qui, invece,
ogni canone viene di colpo stravolto. Si potrebbe
quasi dire che secoli di arte vadano in fumo. San
Giuseppe un bel giovane e per di pi lui a coc-
colare Ges tra le sue braccia. Non una semplice
tela, bens sembra unistantanea scattata in un
dolce attimo. E un padre che guarda con unim-
mensa gioia il proprio piccolo, sorride con gli occhi.
Regge con fermezza la piccola testa di Ges e allo
stesso tempo gli sfiora delicatamente la manina,
come se avesse timore di romperla. I colori sono
ben dosati, freddi e caldi contemporaneamente.
Sullo sfondo domina un magnifico blu, simbolo
dellatmosfera notturna evocatrice della nascita di
Ges. In primo piano prevale la gamma cromatica
delle terre. La veste di San Giuseppe, la sua
carnagione ambrata creano un effetto di contrasto
(tuttavia bilanciato) con lappena accennata capi-
gliatura color miele del Bambinello. Il blu molto
regale, potrebbe rappresentare la grandezza del
creato, labito cos spartano e umile di San Giusep-
pe, invece, lumanit intera. come se, attraverso
lopposizione dei colori, avvenga il ricongiungimen-
to di Cielo e Terra. San Giuseppe, il pi onesto tra
gli uomini, fu scelto da Dio per accompagnare Ma-
ria nella sua non comune maternit prima e per
crescere al meglio Ges poi. Un uomo nobile dani-
mo, paziente, ma di fondamentale importanza e di
cui purtroppo nemmeno i Vangeli dicono molto.
Un po come questa tela, si ignora tutto di lei,
parla poco e allo stesso tempo parla da s. Ma
effonde talmente tanta sicurezza, serenit e amore
che non pu non invitare alle riflessioni pi prezio-
se.
Federica Marchetti
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San Giuseppe: umile uomo e potente santo
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La testimonianza del mese
La testimonianza del mese
Lodino il Suo nome con la danza: Evangelizzazione e missione
Andate in tutto il mondo e
proclamate il Vangelo a
ogni creatura. (MC 16, 15)
La nostra scuola nasce da
una richiesta del Vescovo
Domenico Sigalini che chie-
se a Suor Anna di aprire un
corso di danza nella sua
diocesi. Da l iniziarono a
iscriversi molti allievi di
ogni fascia di et. Lo stupo-
re era tanto nel vedere tan-
ti giovani interessati alla novit di unire larte della danza alla fede!
La scuola di danza nasce nellottobre del 2008 con il nome di Holy Dance che significa
danza Santa. una scuola di danza cristiana e gli allievi sono suddivisi nei gruppi Alpha
e Omega, perch Ges il principio e la fine di ogni nostra danza e tutto ci che compia-
mo in Lui per Lui.
Noi siamo un gruppo di fratelli che fa parte di questa scuola. Abbiamo scoperto quanto
tenero il nostro corpo e, passo dopo passo, comprendiamo che la danza non pu finire
in una battuta di musica. allora che diventiamo veri artisti di Dio, nel momento in cui
tra sudore e lacrime, scopriamo quale Vita ci ha dato la Vita e prendiamo coscienza che
noi stessi siamo portatori di Vita. Una cosa che amiamo di questa scuola il percorso spi-
rituale che si fa attraverso ritiri, veglie di preghiere, settimane spirituali: tutto ci ci d
modo di interiorizzare la Parola di Dio. Poi, dopo un anno di lavoro sulla Parola, di fatiche
e di gioie, il frutto testimoniare, attraverso la danza, ci che abbiamo vissuto tutto lan-
no. Questo vissuto ci d una gioia che parte dal profondo dellanima: quando siamo sul
palco tra di noi c solo stima, amore e amicizia. vero faticoso, ci sono orari da ri-
spettare, compiti da fare e tanto lavoro, ma tutto si annulla quando ci sentiamo dire:
avete trasmesso il messaggio che era dentro la Parola. Una cosa possiamo dire: si inizia
per curiosit, ma poi si capisce che stata una chiamata!
Elia, Ester,
Aurora e Claudia Martinoli
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Lo spunto culturale del mese
Vi mai capitato, guardando un cielo stellato, di
sentire che c' qualcosa oltre la realt concreta
di tutti i giorni? Di sentire un'ansia di Infinito che
niente riesce a colmare? Sicuramente Truman,
protagonista del film "The Truman Show", si
sentito cos. Apparentemente ha una vita norma-
le, un lavoro, una bella moglie. Mai nessun im-
previsto: cosa volere di pi? Vive in un mondo
fatto su misura per lui, letteralmente: Christof, un famoso regista, ha progettato un enorme
studio televisivo per fare della vita di Truman un reality show. 24 ore al giorno, il mondo intero
segue ogni passo del protagonista, a sua insaputa. Pur pensando di essere libero, Truman a
volte percepisce il limite impostogli dai produttori: sono loro a decidere quali persone incon-
trer e ci che gli diranno. Di spontaneo e genuino c' solo il protagonista. Quello che Christof
non ha considerato che nel cuore di ogni uomo c' l'inesauribile desiderio di qualcosa di pi
di una vita monotona e ben programmata. Cos, fin da quando Truman bambino, il regista
deve fare i conti con la curiosit di chi cerca ininterrottamente il senso delle cose e non si ac-
contenta mai. Finalmente, un giorno, la rivelazione: Silvia, compagna di liceo della quale se-
gretamente innamorato, prova a rivelargli che la realt non quella in cui vive. Truman coglie
la palla al balzo e sfida le leggi di quel mondo finito per cercare la verit. Cos per noi: ogni
uomo un essere finito che, nonostante tutti i suoi limiti, tende all'infinito. Spesso nella vita
capita di incontrare qualcuno che ci faccia capire che non dobbiamo farci bloccare dai limiti
umani, anzi! Ognuno di noi portato per sua natura a non accontentarsi delle cose concrete,
ma a seguire i moti del suo cuore che lo portano alla
ricerca di un Senso pi profondo.
Giada Cianfriglia, Michela Colaneri,
Sara Testa
The Truman Show: storia di un uomo.
Hai visto che tramonto,
Truman? perfetto.
Merito del grande Capo.
Ha un pennello fantastico.
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La rubrica musicale vero, credetemi accaduto,
di notte su di un ponte
guardando l'acqua scura
con la dannata voglia
di fare un tuffo gi.
D'un tratto
qualcuno alle mie spalle,
forse un angelo
vestito da passante,
mi port via dicendomi cos:
Meraviglioso, ma come non
ti accorgi
di quanto il mondo sia mera-
viglioso?
Meraviglioso,
perfino il tuo dolore
potr guarire poi
Meraviglioso.
Ma guarda intorno a te
che doni ti hanno fatto:
ti hanno inventato il
mare!
Tu dici non ho niente
ti sembra niente il sole,
la vita, l'amore?
Meraviglioso
il bene di una donna che ama
solo te
meraviglioso
la luce di un mattino,
l'abbraccio di un amico,
il viso di un bambino
Meraviglioso.
Tu dici non ho niente
ti sembra niente il sole,
la vita, l'amore?
La notte era finita,
e ti sentivo ancora,
sapore della vita
Meraviglioso!
Beh, qui signori, tanto di cappello: un grande artista che can-ta le bellezze, le avvenenze. Il fascino della vita. Meraviglioso: il sole, il mare. Meraviglioso l'amore. Meravigliosa la vita. Un angelo (un passante) che salva. Salva noi con le nostre paure. Il nostro non voler mai capire i veri e importanti valori. (Ci) salva anche quando sembra di non aver pi nulla tra le mani e il nostro cuore, il nostro animo, svuotato, carente, mancante di tutto questo "MERAVIGLIOSO". La vita, il sole, il mare, lamore. Come si fa a non rendersi conto di tanta infinita, smisurata bellezza?
Vito Sallusti
Meraviglioso Domenico Modugno
Spunti di riflessione
Nel silenzio della sera, dal cuo-
re mi sorge una preghiera. Pen-
so a quel Dio Altissimo e Im-
menso che ha voluto anche me,
piccola e misera creatura, a far
parte di questo universo, e
penso: se mi ha voluto, nel suo
grande amore, servo a qualche
cosa, ho anchio un piccolo po-
sto quaggi. E sento una gran-
de gioia nel cuore, e un grande
coraggio per andare avanti: so
che Dio mi ama anche se non lo
merito. Mi ha dato suo Figlio, il
dolce Ges, Lui ha dato la vita
per me e i miei peccati. Mi ha
dato Maria, sua madre e nostra
madre, con il suo s generoso,
so che non mi lascia mai sola:
in ogni necessit io corro da lei,
dalla Mamma del Cielo, e ogni
preghiera verr esaudita, ma
non nella mia volont, ma in
quella del Padre Perfetto nel
quale ho piena fiducia, nel dol-
ce Ges che sempre con me
anche se non lo merito, Lui con
il suo Corpo e il suo Sangue mi
d tanta forza e tanta fede: la
medicina per andare avanti e
arrivare a quella vita beata che
tanto desidero.
Grazie Padre per il tuo amore a
una peccatrice come me, gra-
zie.
Marisa Rossi
PREGHIERA DI
RINGRAZIAMENTO
A DIO
-
Giornale Parrocchiale di San Vito Romano n. 4 8 Marzo 2015
12
La poesia...
Me dle i core, a lass stu paese
add arespiri laria pura fina
add guardenno alla finestra la matina,
de verde vidi a chilometri distese
Ma come se po issene a Roma
co Settembre ch na primavera.
Ecchi p ved e stelle e a luna
e cammin da matina a sera.
A cento metri so macchie, castegniti,
a gente poca, tanta pace se sta bene
I forestieri so tutti arepartiti
chesta proprio tranquillitane:
Te giuro, a Roma ci sto proprio male
me manca laria, a quiete, a pace
e lacqua liggera egliu Canale
Eo, sulu a Santuitu so felice.
OIRAM
Eccoci di nuovo con una nuova poesia di Mario e No. Grazie allaiuto di un nostro compaesano,
Pietro di Rosa, sono riuscita ad avere notizie sul nostro poeta. Pietro nipote di Mario che in
realt si chiamava Filippo di Rosa, detto Mario figlio di No.
Filippo era un impiegato al ministero dellAereonautica a Roma e veniva destate a San Vito inna-
morandosi ogni volta delle numerose sfaccettature che offriva e tuttora offre il bel paese: un pae-
saggio unico con aria pura e pulita; lacqua fresca del Canale; la pace che si assapora nei cantucci
presso il Monte della chiesa di San Vito Martire. Poche persone ma buone che sanno accogliere i
forastieri, insomma: chi non si innamorerebbe delle bellezze del paesello a prima vista? Il nostro
caro Filippo lo ha fatto e ci ha lasciato questa raccolta di poesie per ricordarci, col nostro dialetto, i
panorami, le tradizioni, le usanze che ci circondano quotidianamente.
Rachele Rossi
Z frate cercatore
Le Curiosit...
Di quel rigido novembre, sento ancora nelle
ossa
Il freddo insopportabile e tagliente,
che rese interminabili le giornate,
pure le ore sembravano essersi ghiacciate;
ma di certo non la fede di Z frate cercatore
che come ogni anno vagava per i vicoli del pae-
se
bussando di cantina in cantina
con le otri a tracolla e con limbuto,
a chiedere mosto e olio per il convento
sempre sorridente sia alla carit che a un avaro
saluto.
La sua mite figura riusciva a trasmettere una
quiete antica
e linvito a una buona azione,
perch era lui stesso seme e frutto di autentica
devozione,
con la quale da umile cercatore
ha testimoniato che portare il saio
vestirsi dellabbraccio del Signore.
Guido De Paolis
Me piace troppo stu paese
Qualche tempo fa, nel freddo mese di Novembre, un frate si aggirava per le strade del nostro paese
cercando scorte per il convento e rispondendo con un sorriso, sia a un rifiuto sia alla carit. Una poe-
sia che sa di tradizione, fede, calore e che sembra riportare fra i vicoli, insieme a Z frate cercatore.
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Giornale Parrocchiale di San Vito Romano n. 4 8 Marzo 2015
13
I PassaTenda
Una biglia dice allaltra:
- Attenta al gradininin!
E laltra: - Quale gradinin
in?
-Signora maestra non credo il
mio tema meritasse proprio
zero!
E la maestra: -Nemmeno io, ma
non esistono voti pi bassi.
Aurora Trinchieri
(Marianna Carrarini)
Annuncio: Salice piangente
cerca collina ridente.
Ci sono due pomodori, uno
rosso e uno verde. Quello ver-
de dice: -Perch sei diventato
rosso?
-Perch la melanzana mi ha
fatto arrabbiare!
Unite i puntini da 1 a 71 e otterrete un prezioso luogo del nostro
paese.
SANVITOKU
(Marianna Carrarini)
Riempite le caselle bianche con le lettere SANVITOKU, in modo
tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le
lettere senza ripetizioni.
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Giornale Parrocchiale di San Vito Romano n. 4 8 Marzo 2015
14
Crema pasticcera
500 ml di latte 2 uova 150 gr di zucchero 75 gr di farina Scorza grattugiata di un
limone
Mettere a bollire il latte. In un reci-
piente mischiare le uova, il latte, lo
zucchero e la scorza del limone fino
ad ottenere un composto omoge-
neo. Quando il latte inizia a bollire
versare il composto e girare con una
frusta fino a quando il tutto non sa-
r diventato un composto denso.
Togliere la crema dal fuoco e lasciar-
la raffreddare.
Per informazioni o curiosit relative
al giornalino possibile contattare:
Adriana Rossi cell. 3345811927
(mail: [email protected])
Marzia Nini cell. 3934339613
Michela Colaneri cell. 3665465573
(mail: [email protected]
Zeppole di San Giuseppe
175 gr di farina
175 ml di acqua
50 gr di burro
3 Uova
Scorza grattugiata di un
limone
Olio per friggere Q.B.
Crema pasticcera Q.B.
Giulia Luzzi
Far bollire lacqua con il burro. Ag-
giungere farina e vanillina. Mischiare
fino a formare un composto abba-
stanza solido. Far raffreddare e unire
le uova. Ottenuto un composto li-
scio, lucido e denso aggiungere la
scorza di un limone e metterlo in
una sac poche con un bocchettone
a stella e formare le zeppole su dei
quadrati di carta forno. Friggere le
zeppole. Una volta fritte mettere
sulle zeppole la crema pasticcera e
delle decorazioni a vostra scelta.
Avvisi Concerto di Pasqua Il giorno Sabato 28 Marzo, presso la Chiesa di Santa
Maria de Arce, ore 18.00, il coro Giovani di San Vito
Romano eseguir un concerto di meditazione e prepa-
razione alla Settimana Santa.
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Scrivi anche tu! Ricordiamo che il giornale parrocchiale aperto a tutti.
Chiunque voglia scrivere articoli in linea con il giornale
pu farlo contattando uno dei tre numeri presenti in
basso nella pagina.