Giornale Marzo 2015 - La Tenda

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 Giornale Parrocchiale di San Vito Romano n. 4 8 Marzo 2015 1 D i s t r i b u i t o s e n z a s c o p o d i l u c r o Cari parrocchiani, lo scorso mese di feb- braio si è aperto con la festa patronale di San Biagio, solennità del titolo della chie- sa parrocchiale del centro storico: il ve- scovo e martire del III -IV secolo dopo Cristo è il patrono secondario della no- stra ciadina. E non è stato un festeggiare antico ed abitudinario: ma un sentito e profondo momento di fede del popolo sanvitese che, nella sua radicata tradizio- ne, ha reso gloria a Dio onorando il pa- trono del mal di gola.  In molte zone la benedizione di San Biagio va riacquistan- do nuova popolarità: a San Vito non l’ha mai persa! La gola, infai, è una parte molto sensibile del corpo umano. T alvolta la paura ci chiude la gola e non riusciamo a parlare. Talvolta abbiamo un groppo in gola che ci impedisce di vivere, oppure abbiamo buato giù bocconi amari tanto da soocare interiormente. La gola è la parte del corpo umano più bisognosa di aenzione. Quando la benedizione di san Biagio viene spiegata nel modo giusto, colpisce profondamente le persone: sento- no che è dedizione molto concreta per i loro bisogni da parte di Dio. Ed a San  Vito il popo lo cristiano deve avere chiara questa vicinanza di Dio: con caparbietà ogni anno si organizzano sentiti festeggia- menti, nonostante la ricorrenza sia nei giorni più freddi dell’inverno…e quest’an- no, dopo diversi anni di impossibilità a causa del maltempo, i sanvitesi hanno (SEGUE) “Camminate con il cuore”: II Marcia per la Vita Erano in tan a manifestare: giovani, giovanissimi, famiglie, gruppi parrocchiali, coppie, singoli . Tu uni nel messaggio da dare: Viva la vita! Domenica 1 febbraio si è svolta anche a Palestrina la II Mar- cia per la Vita, un’iniziava nazionale per dire no alla cultu- ra della morte, dell’ulitarismo, dell’individualismo. Una marcia per rendere visibile la gioia di una vita vissuta in gra- tuità e dono. Da più par la vita viene aaccata, so- prauo nei momen tanto più fragili quanto più im- portan: al momento della nascita, quale germoglio indif- eso e al momento della morte, quando la forza si sta spegnendo. E’ allora che viene colpita: quando faca a difendersi e necessita di un aiuto. Una gravidanza inaspeata, la scoperta della disabilità del glio che nas- cerà, la solitudine di una famiglia di fronte alla nuova vita, le ristreezze economiche di una coppia in aesa di un bambino sono situazioni che non sempre suscitano accogli- enza. Accogliere vuol dire legare insieme e chi accoglie si lega con la persona che fa entrare de ntro la sua vita: acco- gliere è braccia aperte, sostegno, dire “non s iete soli”, cam- minare insieme. Tuavia ciò contrasta con la logica del maggior guadagno, del proo, dell’ecienza: la vita nas- cente è vista come divisione di proven e sorazione di produvità.

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    Dis

    trib

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    Cari parrocchiani, lo scorso mese di feb-braio si aperto con la festa patronale di San Biagio, solennit del titolo della chie-sa parrocchiale del centro storico: il ve-scovo e martire del III-IV secolo dopo Cristo il patrono secondario della no-stra cittadina. E non stato un festeggiare antico ed abitudinario: ma un sentito e profondo momento di fede del popolo sanvitese che, nella sua radicata tradizio-ne, ha reso gloria a Dio onorando il pa-trono del mal di gola. In molte zone la benedizione di San Biagio va riacquistan-do nuova popolarit: a San Vito non lha mai persa! La gola, infatti, una parte molto sensibile del corpo umano. Talvolta la paura ci chiude la gola e non riusciamo a parlare. Talvolta abbiamo un groppo in gola che ci impedisce di vivere, oppure abbiamo buttato gi bocconi amari tanto da soffocare interiormente. La gola la parte del corpo umano pi bisognosa di attenzione. Quando la benedizione di san Biagio viene spiegata nel modo giusto, colpisce profondamente le persone: sento-no che dedizione molto concreta per i loro bisogni da parte di Dio. Ed a San Vito il popolo cristiano deve avere chiara questa vicinanza di Dio: con caparbiet ogni anno si organizzano sentiti festeggia-menti, nonostante la ricorrenza sia nei giorni pi freddi dellinvernoe questan-no, dopo diversi anni di impossibilit a causa del maltempo, i sanvitesi hanno (SEGUE)

    Camminate con il cuore: II Marcia per la Vita

    Erano in tanti a manifestare: giovani, giovanissimi, famiglie,

    gruppi parrocchiali, coppie, singoli. Tutti uniti nel messaggio

    da dare: Viva la vita!

    Domenica 1 febbraio si svolta anche a Palestrina la II Mar-

    cia per la Vita, uniniziativa nazionale per dire no alla cultu-

    ra della morte, dellutilitarismo, dellindividualismo. Una

    marcia per rendere visibile la gioia di una vita vissuta in gra-

    tuit e dono. Da pi parti la vita viene attaccata, so-

    prattutto nei momenti tanto pi fragili quanto pi im-

    portanti: al momento della nascita, quale germoglio indif-

    eso e al momento della morte, quando la forza si sta

    spegnendo. E allora che viene colpita: quando fatica a

    difendersi e necessita di un aiuto. Una gravidanza

    inaspettata, la scoperta della disabilit del figlio che nas-

    cer, la solitudine di una famiglia di fronte alla nuova vita,

    le ristrettezze economiche di una coppia in attesa di un

    bambino sono situazioni che non sempre suscitano accogli-

    enza. Accogliere vuol dire legare insieme e chi accoglie si

    lega con la persona che fa entrare dentro la sua vita: acco-

    gliere braccia aperte, sostegno, dire non siete soli, cam-

    minare insieme. Tuttavia ci contrasta con la logica del

    maggior guadagno, del profitto, dellefficienza: la vita nas-

    cente vista come divisione di proventi e sottrazione di

    produttivit.

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    avuto la gioia di poter uscire con la pro-cessione del loro patrono per le vie del centro storico e del borgo, per far arrivare a tutti il messaggio dellamore e della vici-nanza di Dio alla nostra vita! E noi dob-biamo saper mettere in pratica nella no-stra vita quotidiana linsegnamento di San Biagio, che ha seguito il Vangelo di Cristo e lo ha insegnato al popolo che il Signore gli aveva affidato! E provvidenzialmente abbiamo adesso subito occasione di poter mettere in pratica il Vangelo che anche San Biagio predicava: siamo infatti nelle prime settimane della Quaresima, che ci prepara alla Pasqua, e possiamo vivere questo periodo dellanno con il cuore ri-volto allascolto della Parola di Dio e alla conversione. Il Mercoled delle Ceneri abbiamo chiesto al Signore di poter com-piere un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente, con le armi della penitenza, il combattimento contro lo spirito del male: dobbiamo quindi di-sporre tutti noi stessi alla sequela del Si-gnore per arrivare alla Sua Pasqua vera-mente convertiti dal Suo Amore. Ciascuno di noi, personalmente, pu pensare e mettere in pratica alcuni santi propositi che lo aiutino nel cammino spirituale ver-so le celebrazioni centrali della nostra fe-de: il Triduo Santo della Passione, Morte e Resurrezione del Signore, eventi indispen-sabili per la nostra salvezza! E per poter iniziare, anche comunitariamente, un cammino di santificazione, per essere testi-moni di unit e collaborazione, da questo mese di marzo inizieremo con il Consiglio Pastorale Inter-parrocchiale, per essere collaborativi ed uniti nella nostra attivit pastorale: San Biagio vegli e benedica que-sto nostro proposito! San Vito Romano, 08.03.2015, II Domeni-ca di Quaresima

    Don Carmelo Salis, parroco

    Edito

    riale

    E allora la risposta matematica laborto, la pillola del

    giorno dopo, labbandono. Anche quando la vita al tra-

    monto e il dolore si fa forte, la fiducia nella vita vacilla, la

    stanchezza prende il sopravvento, spesso ci troviamo soli

    di fronte alla prova: Perch vivere ancora, se ormai sei

    allettato? Perch andare

    avanti se non puoi pi fare

    quello che facevi prima?

    Eutanasia, la dolce morte:

    un inganno che deve essere

    addolcito dal nome per es-

    sere teso. Una rinuncia alla

    vita fatta solo in nome

    dellefficienza, quasi fossimo macchine alla catena di mon-

    taggio. E quando le vostre gambe saranno stanche, cam-

    minate col cuore, disse Giovanni Paolo II. La Marcia ha

    reso visibile il dissenso alla cultura della morte: risponden-

    do allappello del Consiglio Episcopale Permanente, tanti

    hanno sfilato per essere Solidali per la vita. I bambini e

    gli anziani costruiscono il futuro dei popoli; i bambini per-

    ch porteranno avanti la storia, gli anziani perch tra-

    smettono lesperienza e la saggezza della loro vita.

    Queste parole di Papa Francesco hanno aperto la Marcia e

    hanno sottolineato quanto bambini e anziani, lalpha e

    lomega della vita, siano i protagonisti della storia. Tanti

    sono stati i ragazzi e i giovani che hanno partecipato alla

    Marcia e notevole stata la presenza dei ragazzi di San

    Vito che, attraverso striscioni e cartelloni, hanno testimo-

    niato quanto mediato negli incontri di catechesi: nei loro

    lavori, il frutto di riflessioni sul senso della vita e sullim-

    portanza di difenderla soprattutto quando fragile. Ac-

    compagnati dai seminaristi, dai catechisti e dai genitori, i

    nostri ragazzi, assieme agli altri, hanno ravvivato le strade

    di Palestrina, con unonda di allegria e fiducia nella vita. Di

    tanto intanto catechisti o altri ragazzi leggevano medita-

    zioni ispirate allinvito del Consiglio Episcopale, per poi

    riprendere la marcia tra canzoni di gioia, fino alla chiesa di

    SantAgapito, dalla cui piazza sono stati lasciati in aria tan-

    ti palloncini colorati: arrotolati allestremit dei lacci, i

    messaggi di speranza di tanti giovani, lanciati tra le nuvole

    per arrivare ai cuori pi lontani. La Marcia si poi conclu-

    sa con la Messa, durante la quale il vescovo Segalini ha

    ricordato: Noi supplichiamo Dio, il Dio della Vita, affinch

    ci riempia di vita e di amore per ogni vita. Questo il senso

    della Marcia, questo il testamento lasciato ai nostri giova-

    ni e tutti noi.

    Cristina Galizia

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    La Quaresima legata alla Pasqua perch per la sua massima importanza ha suggerito un

    periodo di preparazione attestatosi, dopo varie oscillazioni, sul numero di quaranta gior-

    ni, numero simbolico molto significativo ispirato ai quaranta giorni trascorsi da Ges nel

    deserto (e in tempi pi lontani da Mos sul Monte Sinai) prima di iniziare il suo ministero

    pubblico. Successivamente la Quaresima viene anticipata nel rito romano al mercoled,

    detto poi delle ceneri. Il giorno conclusivo il Mercoled Santo. La Quaresima dunque

    grande segno sacerdotale, che fa pregustare la grazia e la gioia pasquale, aurora che rice-

    ve la Luce del Sole di Pasqua. La Quaresima fu scelta anche come preparazione dei cate-

    cumeni al battesimo (che avveniva insieme alla cresima e alleucarestia nella notte di Pa-

    squa) e quindi come periodo penitenziale per i peccatori pubblici che venivano riconcilia-

    ti prima del Triduo pasquale. Cos luomo pentito pronto ad accogliere il perdono di Dio e

    la grazia di una vita nuova: dal sepolcro di pietra risorge il Cristo glorioso, dal sepolcro

    dacqua rinasce luomo nuovo (Rom 6). Destinatario luomo libero che deve intrecciare

    un dialogo con il suo Dio. Infine possiamo dire che questa METANOIA (cambiamento) ci

    permette di liberare la nostra tensione verso Dio, lesplosione gioiosa del nostro desi-

    derio di Dio, della nostalgia e dellabbandono in Lui. trasformazione della vita e del

    cuore. Buona Quaresima nel Signore risorto.

    Vittorio Fallica

    Siamo favorevoli alla vita perch poter dare la

    vita pu essere considerato un dono magnifico

    per ognuno di noi. Ci ha fatto piacere ascoltare

    storie di persone che hanno voluto parlarci della

    loro vita e in qualche modo ci siamo sentiti coin-

    volti nei loro racconti. stata una giornata col-

    ma di riflessioni personali e questa esperienza ci

    ha fatto crescere e scoprire cose alle quali prima

    non pensavamo affatto.

    Elisa e Sara

    La cosa che mi ha colpito stata la testimonian-

    za di una mamma che ha raccontato di voler

    abortire, ma non lha pi fatto perch ha capito

    che non era bello uccidere una piccola anima.

    Valentina Rocca

    Ogni forma di vita deve avere la possibilit di

    nascere.

    Tommaso Rossi

    Secondo noi laborto unazione negativa,

    perch la vita ci stata donata da Dio e per

    questo motivo non possiamo esercitare alcun

    potere su di essa.

    Nicola Tariciotti, Marco Codispoti,

    Alessandro Testa, Daniele Laudoni

    Non si pu descrivere la bellezza di vedere

    tante persone combattere per la vita.

    Laura Rossi

    Abbiamo percorso la strada principale del

    paese fino alla cattedrale con in mano dei pal-

    loncini che abbiamo fatto volare in segno di

    preghiera.

    Federica Ceci

    Quaresima: tempo di penitenza

    I vostri pensieri sulla marcia...

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    Parole di Vita Il Vangelo di questa seconda Domenica di Quaresima descrive una Meraviglia. Ges da solo

    con i suoi migliori amici, Pietro, Giacomo e Giovanni e compie un atto unico nella storia della

    salvezza: "Fu trasfigurato davanti a loro". Mostr loro in modo tangibile

    la sua divinit con dei segni visibili: "le sue vesti divennero splendenti

    (...) e apparve loro Elia con Mos che conversavano con Ges". Uno

    splendore di Luce, due grandi personaggi dell' Antico Testamento e una

    grande gioia nel cuore dei discepoli, cosa chiedere di pi? bello per

    noi stare qui: facciamo tre capanne, una per te, una per Mos e una per

    Elia, propone entusiasta Pietro. Questa proposta sa di spavento ed en-

    tusiasmo insieme: sentimenti che accomunano ciascuno di noi e che ci

    fanno rimanere a bocca aperta davanti alle cose belle, tanto che vorrem-

    mo non finissero mai: "Non sapeva infatti cosa dire perch erano spa-

    ventati." Ma le meraviglie non finiscono qui... "Venne una nube che li

    copr con la sua ombra e dalla nube usc una voce che diceva: Questi il figlio mio l'amato,

    ascoltatelo!" Dio Padre ci consegna Suo Figlio, come la cosa pi preziosa al mondo, in quel

    momento ci (s)vela tutta l'umanit e tutta la divinit di Ges, ci rivela chi realmente . I disce-

    poli continuano a non capire tutto, ma fa niente, Ges non d molte spiegazioni. Perch in fin

    dei conti la vita cristiana questo: un misto di stupore, gioia grande e fiducia in "Cristo Ges

    che morto, anzi risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi", come ci ricorda San Paolo

    nella lettera ai Romani.

    Francesca Micocci

    Un Vangelo forte, che scuote e lascia colpiti, ma che insieme severit e dolcezza, asprezza e

    fiducia. Apparentemente potrebbe sembrare inspiegabile un comportamento cos duro di Ge-

    s. In realt, anche questa volta, stiamo per ricevere un grande messaggio. In questo Vangelo

    Ges, irrompendo nella folla di mercanti e venditori, ribaltando banchi e scacciando via cam-

    biamonete, ci sta ponendo davanti una sfida come poche: rinascere. Distruggere tutti gli

    aspetti materiali che attanagliano la nostra anima in nome di qualcosa di molto pi grande che

    risiede in noi. Il Vangelo parla chiaro: Egli infatti conosceva quello che c nelluomo. Al di l

    di tutti i nostri interrogativi senza risposte, delle nostre innumerevoli domande sui grandi mi-

    steri della vita, c Qualcuno che di noi conosce tutto. Le nostre paure, i nostri dubbi, la nostra

    poco fiducia. Quale segno ci mostri per fare queste cose?. Rispose loro Ges: Distruggete

    questo tempio e in tre giorni lo far risorgere. Gli dissero allora i Giudei: Questo tempio

    stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?. Ma egli parlava del

    tempio del suo corpo. Insieme alla sua resurrezione Ges invita a rinascere anche noi. C

    Qualcuno che conosce tutto di noi e che ci d risposte a sufficienza per ogni domanda. Basta

    saper ascoltare, saper far accrescere il tempio, la ricchezza che vive dentro ognuno di noi.

    Adriana Rossi

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    Chi segue la luce avr la vita eterna e la sua vita si compie in Dio.

    In questo vangelo vediamo Ges impegnato a parlare con Nicodmo di vita eterna. Dio ha

    creato il mondo per luomo e ha messo tutto a sua disposizione. Dopo il peccato originale ha

    mandato suo figlio con il solo scopo di salvare e donare la vita eterna a ciascuno dei suoi figli.

    Dio non ha mandato Ges Cristo per condannare il mondo, ma per salvarlo. In questa domeni-

    ca, per mezzo di questo vangelo siamo portati a pensare cosa davvero Dio ha fatto per noi.

    Quando si pensa al male nel mondo, si pensa automaticamente a dare la colpa al Signore, se

    qualcuno sta male, se qualcuno muore, se qualcuno soffre, tutto per colpa di Dio. Ma nessu-

    na mai pensa che Dio stato il primo a soffrire per mano degli uomini, il primo a morire per la

    nostra salvezza.

    Dio non ci condanna, Dio ci salva, ci libera, ci dona la Luce vera, che illumina ogni uomo. Per

    questo solo accogliendo questa luce di resurrezione e scacciando le tenebre saremo portati a

    vivere nella Sua gloria eterna, e godere delle sue opere.

    Lucia Testa

    Il Vangelo di questa 5^ domenica di Quaresima ci preannuncia quella che sar la sorte di Ges

    di l a poco. Il Signore sta per donarsi completamente al suo popolo "semplicemente" per

    AMORE, per la salvezza e la conversione dei nostri cuori.

    . La domanda

    sorge spontanea: "Come possono la sofferenza, e poi la morte,

    portare qualcosa di buono alla nostra vita o a quella degli altri?"

    Ecco la risposta:

    Sembra una contraddizione e, umanamente, ci viene chiesto tan-

    to, forse troppo! Ma se proviamo a vedere il volto di Ges nelle

    piccole sofferenze e morti quotidiane, troveremo la forza di

    affrontarle proprio rivolgendo gli occhi alla croce, perch l ci siamo anche noi! Il nostro fratel-

    lo celeste ci accompagner sempre se lo vorremo. Ora tocca a noi scegliere se essere o meno

    chicchi che vogliono portare molto frutto. Buon germogliamento!

    Marta Iacovacci

    Siamo giunti al termine del tempo quaresimale, al momento in cui Ges ci pone davanti tutto

    il suo dolore, ci rende partecipi di esso, non prima per di essersi mostrato qual : re, Messia.

    Certo un re, un Messia davvero strano. Entra trionfalmente a Gerusalemme, cavalcando un

    asino e dopo neanche una settimana si lascia crocifiggere dalle stesse persone che lo accoglie-

    vano come figlio di Davide. Ma quale re si lascia torturare dai suoi sudditi? Quale Messia

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    Prima del 25 novembre neppure avevo idea di cosa fosse un Presepe Vivente. Poi qualcuno

    venne a chiedermi una mano, ma mai avrei immaginato di ritrovarmi coinvolta anima e

    corpo in unimpresa titanica. Il primo chiodo stato piantato il 17 dicembre, a soli sette

    giorni dallapertura dellevento, quando in pochi avrebbero scommesso sulla consegna

    puntuale dei lavori. E invece lo spirito di collaborazione ha ripagato la fiducia di chi ha cre-

    duto in un gruppo straordinario, capace di impegnarsi per giornate intere affinch il primo

    Presepe Vivente di San Vito vedesse la luce. Non sono mancati confronti duri e malumori,

    ma quello che conservo nel cuore la disponibilit di molti, la capacit di lavorare fianco a

    fianco per la realizzazione di un progetto che ha rilanciato limmagine del Paese e -in parti-

    colare- dei quartieri storici. Il fiume di gente che ha invaso la Stretta nelle tre date del

    Presepe Vivente, la marea umana che ha riempito Piazza San Biagio nel giorno della Befa-

    na, hanno dimostrato che San Vito non ha nulla da invidiare ai paesi limitrofi e che basta

    unidea ed un po di sana collaborazione per mettere in piedi manifestazioni destinate a

    restare nella memoria. Non importa quale sia il motivo che spinge a gettarsi nellimpresa

    (chi lo ha fatto per scopi politici, chi con fini religiosi, chi come me- per amicizia e ricono-

    scenza). Quello che conta la comunione di intenti per il bene del Paese. Grazie a coloro

    che hanno partecipato, grazie a quanti sono venuti ad ammirare il frutto del nostro lavoro,

    grazie anche a quelli che hanno criticato, ma soprattutto grazie a chi ha creduto nel pro-

    getto fin dal primo momento, rendendo possibile la realizzazione di un evento memorabi-

    le. Gioia B

    Un ricordo sempre vivo

    lascia che i suoi seguaci gli voltino le spalle? Un re che ama. Un Messia venuto, non per sal-

    vare gli ebrei dall'oppressione romana, ma per salvare i nostri cuori dall'oppressione del

    Male, del peccato. Eppure, ascoltando la minuziosa descrizione della Passione di Marco og-

    gi, non si pu fare a meno di chiedersi: perch? Perch tutto questo dolore per gli uomini?

    Per persone che offendono, che tradiscono, che odiano, che uccidono. A cosa servito? E

    poi eccole l le risposte: Simone di Cirene, le tre

    donne ai piedi della Croce, Giuseppe d'Arimatea e il

    centurione che riconosce in Ges il Figlio di Dio.

    Tutti uomini, tutti peccatori, eppure tutti illuminati

    da quell'Amore gratuito, da quel sacrificio per la vita

    che riesce a portare altra vita. Per questo Cristo ha

    accettato la Croce: per accogliere ogni uomo nel suo

    abbraccio d'Amore, affinch ognuno da quel segno

    impari che la morte non ha mai l'ultima parola, ma

    che da quella che l'Amore si propaga. dall'Amo-

    re che si genera Amore.

    Sofia Testa

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    Storia di un Santo: San Giuseppe

    San Giuseppe, la cui festivit ricorre il 19 Marzo cono-

    sciuta anche come festa del pap, viene lodato nel

    Nuovo Testamento principalmente da Matteo, il quale

    comincia la stesura del suo Vangelo descrivendo la stir-

    pe di Ges, ovvero di Davide ed Abramo, proprio attra-

    verso Giuseppe. Matteo lo presenta come sposo di Ma-

    ria e soprattutto come uomo giusto, in virt della sua

    condotta. Un bel biglietto da visita, non c che dire.

    Tuttavia sarebbe interessante chiedersi il perch di tan-

    ta venerazione. La risposta pi scontata deriva dal fatto

    che il padre di Ges, padre putativo ma pur sempre

    padre, dunque venerato per questo, per un normale sillogismo aristotelico. In realt, se proviamo a

    cambiare punto di vista ci accorgeremo che Giuseppe , ancora prima che un santo, un uomo come

    noi.

    Si pu spiegare la vita di questo santo in quattro parole, semplici ed efficaci.

    Il dubbio: il primo sentimento a manifestarsi. Assale il nostro santo quando scopre la gravidanza di

    Maria: la donna amata potrebbe averlo tradito, potrebbe amare un altro uomo. Perch lo avrebbe

    fatto? Perch non stata sincera? Perch che ricorrono e che spesso non trovano risposta, perch

    che ci fanno tremare, perch che riguardano un disegno specifico per ognuno di noi ai quali apparen-

    temente, in ragione di un grande mistero, risposta non c.

    La paura: Giuseppe ha paura di essere giudicato e di accettare uneventuale paternit che inizialmente

    non sente sua. Contestualmente c per una prima reazione a questa prova, impedendo alla stessa

    paura di offuscare la ragione e la bont danimo. Decide, infatti, secondo quanto narra Matteo, di non

    ripudiare Maria per non recarle altro dolore e di allontanarla in segreto.

    Il coraggio: Dio si serve di un angelo e di un sogno per scuotere lanimo di Giuseppe e per far s che la

    sua opera prenda forma. Di fronte a questa manifestazione il falegname torna sui suoi passi, prende

    forza, decide di andare contro lopinione comune, accetta di sposare Maria ed assumere il ruolo di pa-

    dre. Un rivoluzionario che si affida nelle mani di Dio, sfidando quanti erano gi pronti a condannare la

    sua donna a causa di leggi terrene, e che tramuta la paura in audacia consapevolmente, nonostante ora

    sappia quale sar il prezzo da pagare. Le parole dellangelo apparso in sogno sono infatti chiare: Ges,

    suo Figlio, salver il suo popolo dai suoi peccati, ma non c salvezza senza sacrificio.

    Lamore: la risposta ai tanti perch, laltra faccia della medaglia con su scritto mistero. Giuseppe apre il

    suo cuore a Dio, a Maria e a suo Figlio perch ama. lui che per amore sceglie di seguire la volont del

    Padre, credendo alle parole rassicuranti dellangelo che lo invita a non temere e diventando padre

    anche lui.

    Questa la vera rivoluzione: Dio ci mette nelle condizioni di scegliere in piena libert, dandoci dei se-

    gnali che aiutano a capire quale sia la strada che conduce al bene, ma la parola finale spetta a noi, noi

    che tuttavia siamo privilegiati perch gi sappiamo, grazie allesempio di questo santo come di molti

    altri, quale sia il segreto per fare la scelta giusta.

    Cambia la storia, cambiano le mode, cambiano le opinioni, ma non cambiano i sentimenti, gli stessi che

    hanno portato Giuseppe a ricercare e a meritare la sua santit e che ci fanno sperare per la salvezza

    della nostra anima. Del resto cosa non si fa per amore?

    Giuseppina Marchetti

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    Un quadro al mese

    Spesso e volentieri ci capita di restare muti davanti

    ad unopera darte di cui siamo all'oscuro di tutto.

    Anzi, talvolta, sembra che pi sia misteriosa e me-

    glio . Ci dimostra che, al di l di tutte le informa-

    zioni utili e possibili, locchio umano non sempre

    percepisce la realt che gli si presenta in modo

    oggettivo, a volte capita leccezione che esso veda

    con il cuore. Nelleventualit di questa seconda

    ipotesi, la visione prescinde dal momento presente

    in cui si osserva qualcosa, ma trascende e tocca

    lanima, evocando ricordi o sensazioni particolari.

    In parole semplici, il momento in cui si attua alla

    lettera il detto non bello ci che bello, ma

    bello ci che piace e in cui si passa dalla visione

    oggettiva a quella meramente personale. Questo

    concetto ben si applica al quadro presentato. E

    unopera sconosciuta, trovata sul portale web pi

    banale per cercare le opere darte, di cui non si

    conoscono n la data, n lautore e tantomeno la

    sua formazione professionale. Ma nella sua sempli-

    cit un capolavoro. Rappresenta un grande san-

    to, San Giuseppe, che stringe il neonato Ges. Ico-

    nograficamente, come da tradizione evangelica,

    San Giuseppe quasi sempre rappresentato come

    un uomo dallaspetto senile e vicino ad una giova-

    nissima Maria che culla il Bambino. Qui, invece,

    ogni canone viene di colpo stravolto. Si potrebbe

    quasi dire che secoli di arte vadano in fumo. San

    Giuseppe un bel giovane e per di pi lui a coc-

    colare Ges tra le sue braccia. Non una semplice

    tela, bens sembra unistantanea scattata in un

    dolce attimo. E un padre che guarda con unim-

    mensa gioia il proprio piccolo, sorride con gli occhi.

    Regge con fermezza la piccola testa di Ges e allo

    stesso tempo gli sfiora delicatamente la manina,

    come se avesse timore di romperla. I colori sono

    ben dosati, freddi e caldi contemporaneamente.

    Sullo sfondo domina un magnifico blu, simbolo

    dellatmosfera notturna evocatrice della nascita di

    Ges. In primo piano prevale la gamma cromatica

    delle terre. La veste di San Giuseppe, la sua

    carnagione ambrata creano un effetto di contrasto

    (tuttavia bilanciato) con lappena accennata capi-

    gliatura color miele del Bambinello. Il blu molto

    regale, potrebbe rappresentare la grandezza del

    creato, labito cos spartano e umile di San Giusep-

    pe, invece, lumanit intera. come se, attraverso

    lopposizione dei colori, avvenga il ricongiungimen-

    to di Cielo e Terra. San Giuseppe, il pi onesto tra

    gli uomini, fu scelto da Dio per accompagnare Ma-

    ria nella sua non comune maternit prima e per

    crescere al meglio Ges poi. Un uomo nobile dani-

    mo, paziente, ma di fondamentale importanza e di

    cui purtroppo nemmeno i Vangeli dicono molto.

    Un po come questa tela, si ignora tutto di lei,

    parla poco e allo stesso tempo parla da s. Ma

    effonde talmente tanta sicurezza, serenit e amore

    che non pu non invitare alle riflessioni pi prezio-

    se.

    Federica Marchetti

    G

    iova

    nn

    i Tes

    ta

    San Giuseppe: umile uomo e potente santo

  • Giornale Parrocchiale di San Vito Romano n. 4 8 Marzo 2015

    9

    La testimonianza del mese

    La testimonianza del mese

    Lodino il Suo nome con la danza: Evangelizzazione e missione

    Andate in tutto il mondo e

    proclamate il Vangelo a

    ogni creatura. (MC 16, 15)

    La nostra scuola nasce da

    una richiesta del Vescovo

    Domenico Sigalini che chie-

    se a Suor Anna di aprire un

    corso di danza nella sua

    diocesi. Da l iniziarono a

    iscriversi molti allievi di

    ogni fascia di et. Lo stupo-

    re era tanto nel vedere tan-

    ti giovani interessati alla novit di unire larte della danza alla fede!

    La scuola di danza nasce nellottobre del 2008 con il nome di Holy Dance che significa

    danza Santa. una scuola di danza cristiana e gli allievi sono suddivisi nei gruppi Alpha

    e Omega, perch Ges il principio e la fine di ogni nostra danza e tutto ci che compia-

    mo in Lui per Lui.

    Noi siamo un gruppo di fratelli che fa parte di questa scuola. Abbiamo scoperto quanto

    tenero il nostro corpo e, passo dopo passo, comprendiamo che la danza non pu finire

    in una battuta di musica. allora che diventiamo veri artisti di Dio, nel momento in cui

    tra sudore e lacrime, scopriamo quale Vita ci ha dato la Vita e prendiamo coscienza che

    noi stessi siamo portatori di Vita. Una cosa che amiamo di questa scuola il percorso spi-

    rituale che si fa attraverso ritiri, veglie di preghiere, settimane spirituali: tutto ci ci d

    modo di interiorizzare la Parola di Dio. Poi, dopo un anno di lavoro sulla Parola, di fatiche

    e di gioie, il frutto testimoniare, attraverso la danza, ci che abbiamo vissuto tutto lan-

    no. Questo vissuto ci d una gioia che parte dal profondo dellanima: quando siamo sul

    palco tra di noi c solo stima, amore e amicizia. vero faticoso, ci sono orari da ri-

    spettare, compiti da fare e tanto lavoro, ma tutto si annulla quando ci sentiamo dire:

    avete trasmesso il messaggio che era dentro la Parola. Una cosa possiamo dire: si inizia

    per curiosit, ma poi si capisce che stata una chiamata!

    Elia, Ester,

    Aurora e Claudia Martinoli

  • Giornale Parrocchiale di San Vito Romano n. 4 8 Marzo 2015

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    Lo spunto culturale del mese

    Vi mai capitato, guardando un cielo stellato, di

    sentire che c' qualcosa oltre la realt concreta

    di tutti i giorni? Di sentire un'ansia di Infinito che

    niente riesce a colmare? Sicuramente Truman,

    protagonista del film "The Truman Show", si

    sentito cos. Apparentemente ha una vita norma-

    le, un lavoro, una bella moglie. Mai nessun im-

    previsto: cosa volere di pi? Vive in un mondo

    fatto su misura per lui, letteralmente: Christof, un famoso regista, ha progettato un enorme

    studio televisivo per fare della vita di Truman un reality show. 24 ore al giorno, il mondo intero

    segue ogni passo del protagonista, a sua insaputa. Pur pensando di essere libero, Truman a

    volte percepisce il limite impostogli dai produttori: sono loro a decidere quali persone incon-

    trer e ci che gli diranno. Di spontaneo e genuino c' solo il protagonista. Quello che Christof

    non ha considerato che nel cuore di ogni uomo c' l'inesauribile desiderio di qualcosa di pi

    di una vita monotona e ben programmata. Cos, fin da quando Truman bambino, il regista

    deve fare i conti con la curiosit di chi cerca ininterrottamente il senso delle cose e non si ac-

    contenta mai. Finalmente, un giorno, la rivelazione: Silvia, compagna di liceo della quale se-

    gretamente innamorato, prova a rivelargli che la realt non quella in cui vive. Truman coglie

    la palla al balzo e sfida le leggi di quel mondo finito per cercare la verit. Cos per noi: ogni

    uomo un essere finito che, nonostante tutti i suoi limiti, tende all'infinito. Spesso nella vita

    capita di incontrare qualcuno che ci faccia capire che non dobbiamo farci bloccare dai limiti

    umani, anzi! Ognuno di noi portato per sua natura a non accontentarsi delle cose concrete,

    ma a seguire i moti del suo cuore che lo portano alla

    ricerca di un Senso pi profondo.

    Giada Cianfriglia, Michela Colaneri,

    Sara Testa

    The Truman Show: storia di un uomo.

    Hai visto che tramonto,

    Truman? perfetto.

    Merito del grande Capo.

    Ha un pennello fantastico.

  • Giornale Parrocchiale di San Vito Romano n. 4 8 Marzo 2015

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    La rubrica musicale vero, credetemi accaduto,

    di notte su di un ponte

    guardando l'acqua scura

    con la dannata voglia

    di fare un tuffo gi.

    D'un tratto

    qualcuno alle mie spalle,

    forse un angelo

    vestito da passante,

    mi port via dicendomi cos:

    Meraviglioso, ma come non

    ti accorgi

    di quanto il mondo sia mera-

    viglioso?

    Meraviglioso,

    perfino il tuo dolore

    potr guarire poi

    Meraviglioso.

    Ma guarda intorno a te

    che doni ti hanno fatto:

    ti hanno inventato il

    mare!

    Tu dici non ho niente

    ti sembra niente il sole,

    la vita, l'amore?

    Meraviglioso

    il bene di una donna che ama

    solo te

    meraviglioso

    la luce di un mattino,

    l'abbraccio di un amico,

    il viso di un bambino

    Meraviglioso.

    Tu dici non ho niente

    ti sembra niente il sole,

    la vita, l'amore?

    La notte era finita,

    e ti sentivo ancora,

    sapore della vita

    Meraviglioso!

    Beh, qui signori, tanto di cappello: un grande artista che can-ta le bellezze, le avvenenze. Il fascino della vita. Meraviglioso: il sole, il mare. Meraviglioso l'amore. Meravigliosa la vita. Un angelo (un passante) che salva. Salva noi con le nostre paure. Il nostro non voler mai capire i veri e importanti valori. (Ci) salva anche quando sembra di non aver pi nulla tra le mani e il nostro cuore, il nostro animo, svuotato, carente, mancante di tutto questo "MERAVIGLIOSO". La vita, il sole, il mare, lamore. Come si fa a non rendersi conto di tanta infinita, smisurata bellezza?

    Vito Sallusti

    Meraviglioso Domenico Modugno

    Spunti di riflessione

    Nel silenzio della sera, dal cuo-

    re mi sorge una preghiera. Pen-

    so a quel Dio Altissimo e Im-

    menso che ha voluto anche me,

    piccola e misera creatura, a far

    parte di questo universo, e

    penso: se mi ha voluto, nel suo

    grande amore, servo a qualche

    cosa, ho anchio un piccolo po-

    sto quaggi. E sento una gran-

    de gioia nel cuore, e un grande

    coraggio per andare avanti: so

    che Dio mi ama anche se non lo

    merito. Mi ha dato suo Figlio, il

    dolce Ges, Lui ha dato la vita

    per me e i miei peccati. Mi ha

    dato Maria, sua madre e nostra

    madre, con il suo s generoso,

    so che non mi lascia mai sola:

    in ogni necessit io corro da lei,

    dalla Mamma del Cielo, e ogni

    preghiera verr esaudita, ma

    non nella mia volont, ma in

    quella del Padre Perfetto nel

    quale ho piena fiducia, nel dol-

    ce Ges che sempre con me

    anche se non lo merito, Lui con

    il suo Corpo e il suo Sangue mi

    d tanta forza e tanta fede: la

    medicina per andare avanti e

    arrivare a quella vita beata che

    tanto desidero.

    Grazie Padre per il tuo amore a

    una peccatrice come me, gra-

    zie.

    Marisa Rossi

    PREGHIERA DI

    RINGRAZIAMENTO

    A DIO

  • Giornale Parrocchiale di San Vito Romano n. 4 8 Marzo 2015

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    La poesia...

    Me dle i core, a lass stu paese

    add arespiri laria pura fina

    add guardenno alla finestra la matina,

    de verde vidi a chilometri distese

    Ma come se po issene a Roma

    co Settembre ch na primavera.

    Ecchi p ved e stelle e a luna

    e cammin da matina a sera.

    A cento metri so macchie, castegniti,

    a gente poca, tanta pace se sta bene

    I forestieri so tutti arepartiti

    chesta proprio tranquillitane:

    Te giuro, a Roma ci sto proprio male

    me manca laria, a quiete, a pace

    e lacqua liggera egliu Canale

    Eo, sulu a Santuitu so felice.

    OIRAM

    Eccoci di nuovo con una nuova poesia di Mario e No. Grazie allaiuto di un nostro compaesano,

    Pietro di Rosa, sono riuscita ad avere notizie sul nostro poeta. Pietro nipote di Mario che in

    realt si chiamava Filippo di Rosa, detto Mario figlio di No.

    Filippo era un impiegato al ministero dellAereonautica a Roma e veniva destate a San Vito inna-

    morandosi ogni volta delle numerose sfaccettature che offriva e tuttora offre il bel paese: un pae-

    saggio unico con aria pura e pulita; lacqua fresca del Canale; la pace che si assapora nei cantucci

    presso il Monte della chiesa di San Vito Martire. Poche persone ma buone che sanno accogliere i

    forastieri, insomma: chi non si innamorerebbe delle bellezze del paesello a prima vista? Il nostro

    caro Filippo lo ha fatto e ci ha lasciato questa raccolta di poesie per ricordarci, col nostro dialetto, i

    panorami, le tradizioni, le usanze che ci circondano quotidianamente.

    Rachele Rossi

    Z frate cercatore

    Le Curiosit...

    Di quel rigido novembre, sento ancora nelle

    ossa

    Il freddo insopportabile e tagliente,

    che rese interminabili le giornate,

    pure le ore sembravano essersi ghiacciate;

    ma di certo non la fede di Z frate cercatore

    che come ogni anno vagava per i vicoli del pae-

    se

    bussando di cantina in cantina

    con le otri a tracolla e con limbuto,

    a chiedere mosto e olio per il convento

    sempre sorridente sia alla carit che a un avaro

    saluto.

    La sua mite figura riusciva a trasmettere una

    quiete antica

    e linvito a una buona azione,

    perch era lui stesso seme e frutto di autentica

    devozione,

    con la quale da umile cercatore

    ha testimoniato che portare il saio

    vestirsi dellabbraccio del Signore.

    Guido De Paolis

    Me piace troppo stu paese

    Qualche tempo fa, nel freddo mese di Novembre, un frate si aggirava per le strade del nostro paese

    cercando scorte per il convento e rispondendo con un sorriso, sia a un rifiuto sia alla carit. Una poe-

    sia che sa di tradizione, fede, calore e che sembra riportare fra i vicoli, insieme a Z frate cercatore.

  • Giornale Parrocchiale di San Vito Romano n. 4 8 Marzo 2015

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    I PassaTenda

    Una biglia dice allaltra:

    - Attenta al gradininin!

    E laltra: - Quale gradinin

    in?

    -Signora maestra non credo il

    mio tema meritasse proprio

    zero!

    E la maestra: -Nemmeno io, ma

    non esistono voti pi bassi.

    Aurora Trinchieri

    (Marianna Carrarini)

    Annuncio: Salice piangente

    cerca collina ridente.

    Ci sono due pomodori, uno

    rosso e uno verde. Quello ver-

    de dice: -Perch sei diventato

    rosso?

    -Perch la melanzana mi ha

    fatto arrabbiare!

    Unite i puntini da 1 a 71 e otterrete un prezioso luogo del nostro

    paese.

    SANVITOKU

    (Marianna Carrarini)

    Riempite le caselle bianche con le lettere SANVITOKU, in modo

    tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le

    lettere senza ripetizioni.

  • Giornale Parrocchiale di San Vito Romano n. 4 8 Marzo 2015

    14

    Crema pasticcera

    500 ml di latte 2 uova 150 gr di zucchero 75 gr di farina Scorza grattugiata di un

    limone

    Mettere a bollire il latte. In un reci-

    piente mischiare le uova, il latte, lo

    zucchero e la scorza del limone fino

    ad ottenere un composto omoge-

    neo. Quando il latte inizia a bollire

    versare il composto e girare con una

    frusta fino a quando il tutto non sa-

    r diventato un composto denso.

    Togliere la crema dal fuoco e lasciar-

    la raffreddare.

    Per informazioni o curiosit relative

    al giornalino possibile contattare:

    Adriana Rossi cell. 3345811927

    (mail: [email protected])

    Marzia Nini cell. 3934339613

    Michela Colaneri cell. 3665465573

    (mail: [email protected]

    Zeppole di San Giuseppe

    175 gr di farina

    175 ml di acqua

    50 gr di burro

    3 Uova

    Scorza grattugiata di un

    limone

    Olio per friggere Q.B.

    Crema pasticcera Q.B.

    Giulia Luzzi

    Far bollire lacqua con il burro. Ag-

    giungere farina e vanillina. Mischiare

    fino a formare un composto abba-

    stanza solido. Far raffreddare e unire

    le uova. Ottenuto un composto li-

    scio, lucido e denso aggiungere la

    scorza di un limone e metterlo in

    una sac poche con un bocchettone

    a stella e formare le zeppole su dei

    quadrati di carta forno. Friggere le

    zeppole. Una volta fritte mettere

    sulle zeppole la crema pasticcera e

    delle decorazioni a vostra scelta.

    Avvisi Concerto di Pasqua Il giorno Sabato 28 Marzo, presso la Chiesa di Santa

    Maria de Arce, ore 18.00, il coro Giovani di San Vito

    Romano eseguir un concerto di meditazione e prepa-

    razione alla Settimana Santa.

    Desideri approfondire di pi il tuo rapporto col Signore?

    Non riesci a coniugare preghiera, famiglia e lavoro?

    Vuoi capire quanto la fede incide con i tuoi desideri e le

    tue aspettative?

    Vieni al corso di formazione alla vita spirituale che si tie-

    ne ogni 1 e 3 sabato del mese alla sede di Santa Maria

    dalle 15 alle 16!

    Ti aspettiamo (non dimenticare la Bibbia)!!!

    Corso di formazione alla vita spirituale

    Scrivi anche tu! Ricordiamo che il giornale parrocchiale aperto a tutti.

    Chiunque voglia scrivere articoli in linea con il giornale

    pu farlo contattando uno dei tre numeri presenti in

    basso nella pagina.