Giornale delle giudicarie, Gennaio 2013

32
1 ANNO 12- N. 1 GENNAIO 2013 - Mensile www.giornaledellegiudicarie.it il iornale delle iudi carie Mensile di informazione e di approfondimento G L’addio (alla Pat) di un protagoni- sta della politica trentina Comunque la si pensi il per- corso politico di Lorenzo Dellai in seno all’istituzione Provincia autonoma di Tren- to, è di quelli che lasciano il segno. Ora che il Presidente ha rassegnato le proprie di- missioni, pronto ad una nuo- va avventura questa volta su di un palcoscenico più gran- de, quello nazionale, gli os- servatori potranno scatenarsi su pronostici, bilanci, pagelle di “fine scuola”, ma un dato rimane indiscutibile: Dellai ha cambiato per certi versi il cammino della Provincia autonoma di Trento, cercan- do di ridare autorevolezza ad un’istituzione che – di fatto – non ne aveva più. Diamo insomma a Lorenzo, quel che è di Lorenzo. Continua a pag. 4 Dellai, addio e nuova sfida EDITORIALE CULTURA Sicheri, le vere vicende del poeta di Stenico A pag. 23 Caccia Lascia dopo 14 anni la presidenza della Pat Ora sul palcoscenico nazionale a fianco di Monti. Pagg. 4 e 5 Il ricordo diToni Masè, “maestro e guida” A pagina 16 OspedaleTione: la “denuncia” di medici e amministratori La squadra allieve dell’Istituto Don Lorenzo Guetti di Tione ha trionfato ai Giochi sportivi studenteschi di calcio a cinque vincendo la finale di Roma. Quattro reti in cinque minuti hanno permesso alle ragazze trentine di accedere ai Campio- nati internazionali di Calcio a 5 che si svolgeranno in primave- ra in Portogallo. A pagina 26 Medicina Estetica dr. Massimo Sabbalini medico chirurgo master chirurgia plastica estetica CELL. 340 4646141 [email protected] - biorivitalizzazione laser - mesoterapia - filler - botulino - check up cute - consulenza tricologica - terapia delle calvizie Ecco il modulo abitativo “d’emergenza” r ealizzato dai ragazzi dell’Enaip di Tione A pag .8 Le ragazze del “Guetti” ai Mondiali A pagina 8

description

Mensile di informazione, Giornale delle giudicarie, Gennaio 2013

Transcript of Giornale delle giudicarie, Gennaio 2013

GENNAIO 2013 - pag. 1

ANNO 12- N. 1 GENNAIO 2013 - Mensile

www.giornaledel legiudicarie . i t

il iornale delle iudicarie

Mensile di informazione e di approfondimento

il iornale iudiiudi G

L’addio (alla Pat) di un protagoni-sta della politica

trentinaComunque la si pensi il per-corso politico di Lorenzo Dellai in seno all’istituzione Provincia autonoma di Tren-to, è di quelli che lasciano il segno. Ora che il Presidente ha rassegnato le proprie di-missioni, pronto ad una nuo-va avventura questa volta su di un palcoscenico più gran-de, quello nazionale, gli os-servatori potranno scatenarsi su pronostici, bilanci, pagelle di “fi ne scuola”, ma un dato rimane indiscutibile: Dellai ha cambiato per certi versi il cammino della Provincia autonoma di Trento, cercan-do di ridare autorevolezza ad un’istituzione che – di fatto – non ne aveva più. Diamo insomma a Lorenzo, quel che è di Lorenzo.Continua a pag. 4

�������������������

Dellai, addio e nuova sfidaEDITORIALE

CULTURASicheri, le vere

vicende del poeta di StenicoA pag. 23

Caccia che passione!

A pagina 15

Lascia dopo 14 anni la presidenza della Pat Ora sul palcoscenico nazionale a fianco di Monti. Pagg. 4 e 5

Il ricordo di Toni Masè,“maestro e guida”

A pagina 16

Ospedale Tione: la “denuncia” di medici e amministratori

A Tione incontri per prevenire e curare

La squadra allieve dell’Istituto Don Lorenzo Guetti di Tione ha trionfato ai Giochi sportivi studenteschi di calcio a cinque vincendo la finale di Roma. Quattro reti in cinque minuti hanno permesso alle ragazze trentine di accedere ai Campio-nati internazionali di Calcio a 5 che si svolgeranno in primave-ra in Portogallo.

A pagina 26

Medicina Esteticadr. Massimo Sabbalini

medico chirurgomaster chirurgia plastica estetica

CELL. 340 [email protected]

- biorivitalizzazione laser- mesoterapia- fi ller- botulino- check up cute- consulenza tricologica - terapia delle calvizie

Ecco il modulo abitativo “d’emergenza” realizzato dai ragazzi dell’Enaip di TioneA pag .8

Le ragazze del “Guetti” ai Mondiali

A pagina 8

������������

��������������������������

��������������������������������������������

���������������������������������������������������������������������

pag. 2 GENNAIO 2013 Rassegna Stampa

CONDINO - “Nei prossimi giorni potremo con-segnare i lavori alla Ediltione per la costruzione della nuova piscina di valle....finalmente!” Queste le parole di Giorgio Butterini, sindaco di Condino, che ha annunciato di aver superato ogni ostacolo burocratico per la costruzione del nuovo impianto natatorio che inizierà quanto prima. Complessiva-mente si tratta di un intervento di 3,8 milioni di euro. Il progetto definitivo è stato elaborato dal-l’ing. Lorenzo Strauss, che avrà la direzione lavori, affiancato dagli ing. Alessandro Santuari, Loren-zo Coser, e dall’architetto Ivo Maria Bonapace. L’impianto è finanziato con due contributi della Provincia, del Bim ed il rimanente a carico del-l’Amministrazione comunale di Condino. Rispet-to all’ipotesi iniziale, il progetto è stato migliorato con la previsione di quattro vasche: oltre a quelle sportive, quella dell’avviamento e quella per l’atti-vità ginnica. L’edificio sorgerà a ridosso del centro polifunzionale a nord del paese. I lavori dovrebbe-ro essere terminati entro l’estate del 2014. INDENNIZZI - per i danni causati dall’orso in Giudicarie. Per la predazione di una capra a Cader-zone, il servizio Foreste e fauna della Pat ha stan-ziato 176,46 euro di indennizzo a Loris Salvadei, ad Antonio Caola 234,80 per la distruzione di un apiario. Sempre per danni ad un apiario 600 euro ad Angelo Lorenzi, mentre a Strembo per la pre-dazione di due asini è stato riconosciuto a Mario Masè un indennizzo di 1687,30 euro. Per la pre-dazione di ovini a San Lorenzo in Banale 1209,36 a Luca Pontello, sempre per danni ad ovini la società agricola “Pascoli alti” viene indennizzata con 3.334,93 euro. A Pelugo viene indennizzato Ernesto Campidelli con 1093,76 euro per danni a vari animali, infine è stato ricompensato anche Giacomo Masè di Strembo con 268,60 euro.PINZOLO – Tragedia familiare a Pinzolo. Un bambino di 5 anni è stato schiacciato nel piazzale della ditta da un escavatore. Il piccolo Silvano Ce-reghini, il più giovane dei quattro figli di France-sco Cereghini e Vittoria Cunaccia, è la vittima di una terribile tragedia che ha lasciato Pinzolo am-mutolita. Tutto è accaduto venerdì 28 dicembre in pochi istanti, poco dopo le 17, sul piazzale della ditta Cunaccia, azienda condotta dai nipoti del ca-postipite Bruno Cunaccia di Strembo. La ditta si trova a poche centinaia di metri dall’officina mec-canica di Francesco Cereghini, che però sorge sul territorio di Carisolo. Lì vive la famiglia Cereghi-ni, con i suoi figli di nove, sette e sei anni. Silvano, che i cinque anni li aveva compiuti questo mese, era il più piccolo di tutti e, per qualche motivo ancora da valutare, ieri pomeriggio si trovava sul piazzale della ditta degli zii, specializzati in mac-chine movimento terra. Alla guida del mezzo, un escavatore, pare si trovasse Emanuele Cunaccia, zio del bambino. Un paese intero in lutto.SAN LORENZO IN BANALE – Tragica scomparsa il 28 dicembre per la comunità di San Lorenzo in Banale. Gianluca Orlandi, 21 anni, è morto durante un’escursione in Val d’Ambiez, probabilmente scivolando lungo un canalone all’imbocco della Val d’Inferno. Appassionato di falegnameria e di montagna, il giovane lavorava proprio come apprendista falegname in una ditta locale. Grande il dolore e il lutto a San Lorenzo.PIEVE DI BONO - Con una recente determi-na dei dirigenti della Soprintendenza dei beni Architettonici, sono stati autorizzati i lavori di restauro della cinquecentesca chiesa parrocchiale di S.Antonio in Agrone, nella Pieve di Bono. L’in-tervento consiste in circa 300.000 euro a carico della Provincia, nell’ambito delle attività a soste-gno di strutture religiose che rivestono carattere di interesse pubblico. Il progettista è l’arch. Enri-co Mazzucchi e i lavori comprendono gli ambiti interni ed esterni, con restauro e consolidamento degli intonaci, la tinteggiatura complessiva, il re-stauro dei dipinti e delle decorazioni, quello dei materiali lapidei, degli altari laterali, delle porte o in ferro della cantoria. Anche il piccolo campanile annesso alla chiesa sarà oggetto di restauro con interventi all’orologio per recuperarne il perfetto funzionamento.

FIAVE’ - L’inchiesta sui due coniugi, Carla Fran-ceschi e Renato Bono, scomparsi quest’estate da Favrio e non più ritrovati, è stata archiviata dal-la Procura. Ormai, dopo mesi di silenzio, appare quasi scontato che i due si siano allontanati volon-tariamente, probabilmente spinti da una situazio-ne difficile in cui si erano trovati.BIM del CHIESE - L’assemblea generale del Consorzio Bim del Chiese ha approvato due de-libere riguardanti l’approvazione dei regolamenti per l’erogazione di contributi in conto capitale relativi ad interventi strategici. Il primo regola-mento riguarda i criteri per la concessione di con-tributi relativi all’installazione di collettori solari termici, generatori fotovoltaici e pompe di calore. L’intervento del Bim in proposito potrà arrivare fino al 30% della spesa. Il secondo riguarda i contributi a sostegno del settore agricolo. Il rego-lamento sostiene iniziative che diano una fonte di reddito integrativa, in particolare per giovani agricoltori, individuino le culture più idonee per la valle, e sostengano anche iniziative atte al mi-glioramento paesaggistico del territorio. Oltre ai due citati, sono in previsione borse di studio per studenti universitari e la terza tranche del bando “Più bella la tua casa, più bello il tuo paese” con contributi per l’abbellimento e ristrutturazioni degli esterni delle case di abitazione.POSTE - Le Poste hanno confermato la riorganiz-zazione degli uffici sul territorio che comporterà l’apertura di soli tre giorni alla settimana degli uf-fici postali. Delle Giudicarie sono interessati i Co-muni di Roncone, Bleggio, Carisolo e Stenico.TIONE - C’è un primo contributo di 386.000 euro per l’acquedotto montano di Tione. Ri-guarda la zona di Moia, Pissiniga e Dosse sud, il contributo fa parte di un primo stralcio di un più ampio progetto di ristrutturazione della distri-buzione idrica della montagna tionese. L’opera complessiva già deliberata dalla giunta di Tio-ne riguarda un importo complessivo di oltre 4 milioni di euro, c’è l’accordo con la Pat per la suddivisione in lotti e per i completamento del-l’opera prevista nei prossimi anni.GIUSTINO - Si è spento nei giorni scorsi nella sua abitazione di Vadaione (Giustino) l’impren-ditore Toni Masè, 74 anni, presidente delle Funi-vie Pinzolo e protagonista dello sviluppo econo-mico e del boom turistico di Pinzolo-Campiglio e di tutta la val Rendena. Da alcuni anni lottava contro una grave malattia che l’aveva prova-to nel fisico, ma non gli aveva fatto perdere il sorriso e l’entusiasmo per cui era conosciuto, tanto che aveva continuato a fare attività spor-tiva sulle piste da sci. Era un uomo che colpiva per la grande energia che sapeva trasmettere al prossimo, si ricorderà il suo entusiasmo ed il suo amore per la sua terra e per la montagna. La scomparsa di Toni Masè ha destato commozio-ne in tutte le Giudicarie.CONDINO - Dopo due anni di malattia ha la-sciato i suoi cari Giulio Spada, 82 anni, com-pianto da tutta la sua comunità nella quale era stato protagonista per tanti anni. Imprenditore nel campo delle cave e degli inerti, è stato sin-daco per cinque anni, presidente della Famiglia Cooperativa per 22 anni ed ha militato 55 anni nel corpo musicale Giuseppe verdi, oltre la par-tecipazione al coro Genzianella ed alla gloriosa Società Sportiva Condinese.

DALLE GIUDICARIEPROVINCIA - La Provin-cia di Trento saluta Lorenzo Dellai in viaggio per Roma. Gli subentrerà “Ale” Pacher che gli è stato fedele vice-presidente per tutta l’attuale legislatura fino alle elezioni provinciali che si svolge-ranno in autunno. Lorenzo Dellai, classe 1959, fin dagli anni ottanta entra in politica come consigliere comunale a Trento dove diventa Sindaco nel 1990, quindi è poi passa-to alla Provincia dove ne è stato Presidente-governatore fino ad oggi. Amministratore discusso, ma soprattutto po-litico “ha fatto morire un po’ di tutto o rilanciare altrettan-to mettendo sempre al centro la sua persona”. Ha spaccato la DC nel mitico congresso di Comano, ha tentato vari progetti, fino ad arrivare alla fondazione della “Margheri-ta” che ebbe successo anche a livello nazionale, poi ha la-sciato morire anche la Mar-gherita per confluire nel neo costituito Partito Democrati-co, ma rendendosi conto che avrebbe avuto molti compri-mari, inventò, li per li, l’Upt, sposando a livello romano l’Api di Rutelli senza gran-di risultati. Oggi Dellai si propone a livello nazionale accanto a Montezemolo e Casini per sostenere Mario Monti. TRENTO - I passaporti e la semplificazione burocratica dell’iter per ottenerli è stato l’argomento trattato dall’ass. Gilmozzi, dal presidente del Consiglio dell’Autonomia, Marino Simoni, e dal questo-re Iacopone che ha permes-so di raggiungere un’intesa molto importante. Infatti, l’utente che avrà bisogno di un passaporto potrà riempire i moduli presso l’apposito ufficio del suo Comune, le richieste verranno poi rac-colte ogni giovedì e portate in questura, lo stesso gior-no partiranno per i comuni i passaporti richiesti nella settimana precedente. In una settimana, quindi, ogni citta-dino che ne abbia titolo po-trà avere, senza lungaggini, il proprio passaporto.PROVINCIA - Con l’an-no nuovo la Pat revisionerà la struttura organizzativa in vari settori. Per ora ha deciso di tagliare una serie di Servi-

zi come il Servizio pianifica-zione energetica, il Servizio gestioni ed autorizzazioni in materia di energia, il Servi-zio organizzazione e qualità delle attività sanitarie, il ser-vizio economia e program-mazione sanitaria, il Servizio reti e telecomunicazioni ed il Servizio utilizzazione ac-que pubbliche. Al loro posto nasceranno rispettivamente il Servizio gestione risorse idriche ed energetiche gui-dato da Franco Pocher e il Servizio politiche sanitarie e della non autosufficienza guidato da Michele Bardino. Le tre soprintendenze (beni librari, archivistici e archeo-logici) saranno incorporate in Soprintendenza per i beni architettonici e archeologici con alla guida Sandro Flaim, e la Soprintendenza per i beni storico-artistici, libra-ri e archivistici, guidata da Laura Daprà.PROVINCIA - Il dato del-la disoccupazione dell’ulti-mo trimestre monitorato in Trentino subisce un’ulterio-re crescita su base annua e si attesta al 5,8%. Si è inoltre notato il forte aumento della forza lavoro disponibile che però non viene compensata adeguatamente dalla nuova occupazione, questo deter-mina l’aumento dei disoccu-pati. Le assunzioni sono in calo soprattutto nel comparto edile, mentre il terziario re-gistra perdite più contenute. Molto forte risulta la flessio-ne dei contratti a tempo inde-terminato e di apprendistato, mentre la formula che va per la maggiore sembra essere diventata quella a chiamata tramite apposite agenzie.PROVINCIA - I medici di base trentini percepiranno un compenso di 25 euro per ogni assistenza domiciliare programmata con il sistema sanitario di riferimento. Lo prevede l’accordo tra Pro-vincia, Azienda sanitaria e i Sindacatidei medici. L’accordo per-mette di superare alcuni problemi emersi nell’ambito dell’applicazione di alcune disposizioni contrattuali for-temente avversate dai sinda-cati di categoria.PROVINCIA - La decisio-ne della giunta Pat di spen-dere oltre 30 milioni di euro per un nuovo investimento in area ex Michelin, ossia l’acquisto di un centro con-gressi, è stata al centro di dure polemiche sia in con-siglio Provinciale, sia fra i rappresentanti di categoria. I più allarmati sono stati i re-sponsabili del settore artigia-nale Roberto De Laurentiis, presidente degli arigiani e Carmelo Sartori, responsabi-le del settore edile che han-no denunciato l’operazione come una “vera vergogna

l’aver speso 30 milioni di euro per una sala congressi in un momento come questo in cui le nostre imprese del comparto edile sono in forte difficoltà”. Secondo de Lau-rentiis la nuova struttura ap-pena acquistata non risolverà la situazione di mancanza di spazi per congressi a Trento, ma si aggiungerà solamen-te ai numerosi già esistenti, ecco perchè gli artigiani non capiscono il senso della spe-sa.PROVINCIA - Un confron-to serrato e a tratti anche teso tra il presidente Dellai, l’ass. Gilmozzi e il presidente del Consiglio delle Autonomie, Marino Simoni, da una parte e i numerosi sindaci “ribelli”, dall’altra, sembra aver pa-cato gli animi e trovato una possibile intesa. “Non usci-rò di qui senza aver trovato un accordo!” sembra aver tuonato Dellai, per la prima volta affrontato da ribelli alle sue direttive. Il confron-to è durato tre ore e alla fine l’accordo raggiunto è stato messo ai voti ottenendo una fievole maggioranza. Questi i temi sul tappeto: l’obbligo per i comuni più piccoli di associarsi per fruire di deter-minati servizi, è necessario far fronte alla progressiva ri-duzione di risorse ed al tem-po stesso garantire la qualità dei servizi. Dopo numerosi interventi, fortemente critici il Presidente riesce a rom-pere il fronte dei contrari promettendo modifiche ed attenzione, infine si va alla votazione sui punti proposti dalla provincia, si alzano le mai di chi è d’accordo, che sono la maggioranza, ma le perplessità rimangono forti per cui fra i sindaci si presa la decisione di controllare gli ulteriori passi della provincia che se non corrisponderanno a quanto accordato, verranno nuovamente contestai.PROVINCIA - “Oggi si parla molto del gioco d’az-zardo come possibile fattore di rischio. Bene, nel prossi-mo futuro fra gli impegni che verranno richiesti ai comuni che intraprendono la certi-ficazione “Family in Tren-tino”, ci sarà anche questo, l’adozione di politiche e di buone prassi per contrastare forme di dipendenza da gio-co e prevenire degenerazioni del fenomeno”. Lo ha detto ad Arco Ugo Rossi, assesso-re provinciale alle politiche sociali, presenziando alla convention dei Comuni ami-ci della famiglia. “Non ab-biamo bisogno di normative più stringenti, ha continuato, quelle provinciali sono già sufficienti e funzionano, ma dobbiamo puntare alle forme di incentivo e di sensibiliz-zazione.

DALLA PROVINCIARASSEGNA STAMPA DICEMBRE 2012A cura della

REDAZIONE

I cattivi pensieri - di Eta Zeta Per l’ospedale di Tione risposte esaurienti: nisba. I lavori son fermi da un anno. Ma a differenza delle tre scimmiette tutti vedono, sentono. Ma non parlano. Chiedi all’ingegner Salvaterra ti rimanda all’inge-gner Cortelletti. Cortelletti ti indirizza al geom. Proc. Che a sua volta ti rinvia all’ingegner Comoretto. Comoretto, capo strutture del Distretto Sud, ti manda dalla dottoressa Chighizzola: ufficio stampa. Che si dice autorizzata alle stesse ammissioni del direttore provinciale Flor. Cioè poco più di niente. Come dire: torna alla prima casella. Lo credevano il monopoli. Ma era il gioco dell’oca. Speriamo che ai pazienti sia riservato un trattamento migliore!

GENNAIO 2013 - pag. 3

Quando Dellai arrivò in Provincia da giovane sin-daco di Trento, siamo nel 1998, si trovò davanti le “macerie” (politiche, si in-tende) di legislature ad alto tasso di litigiosità, zero go-vernabilità e maggioranze fluttuanti e poco conclu-denti. Colpa dell’incertez-za politica eredità dell’im-plosione della Democrazia Cristiana sulla spinta degli scandali di Tangentopo-li: chi poteva raccoglierne il timone, in una terra, il Trentino, che da sempre è stata a maggioranza “bian-ca”? Per capirci, alle pro-vinciali del 1973 la Bale-na Bianca portò a casa il 55,27% di voti, nell’88 an-cora il 45,30: nel ‘93 la Dc era al 24% e in piena fase di declino. Ma soprattut-to, nel marasma generale, non si vedeva davvero chi potesse reggere il timone con un minimo di polso. Ecco allora dopo l’ultima giunta autorevole di Ma-rio Malossini (dall’’89 al ‘92), arrivarono i governi “deboli” di Gianni Baz-zanella dal ‘92 al ‘94 e di Carlo Andreotti, dal ‘94 al ‘99, che ebbero tante difficoltà a governare an-che per la mancanza di un vero partito di riferimento (a causa delle divisioni nel Patt, allora il partito “for-te”); fatto sta che di leggi o provvedimenti davvero incisivi se ne videro ben pochi. E’ in questa situa-zione che la figura di Lo-renzo Dellai arriva come una vera e propria novità nel panorama politico pro-vinciale: travolge gli sche-mi della politica, capisce per tempo che “l’ex-Dc” a vocazione maggioritaria è ormai una prospettiva che non può ritornare e fonda la Margherita, inserendo-la in una alleanza di cen-trosinistra-autonomista, e radicandola sul territorio con il coinvolgimento di tanti amministratori locali. E’ proprio nella legislatura 1998-2003 che si pongono le solide basi per un forte processo di ammoderna-mento del Trentino: forte di un consenso ampio e di una leadership che tutti gli rico-noscono, Dellai ha saputo dare impulso alla crescita del territorio, puntando su innovazione e formazione. Non ce lo ricordiamo mai, ma la Fondazione Bruno

Kessler e l’Università di Trento sono gioiellini ad-ditati in tutta Italia come modello per ricerca e istru-zione, per non parlare della Fondazione Mach-Istituto di San Michele, eccellen-za a livello europeo per quanto riguarda le tecniche agronomiche. Nel percor-so, Dellai ritrova anche l’amico Silvano Grisenti, già con lui in giunta nel Comune di Trento, e con lui si mette a cambiare il Trentino anche sotto il profilo delle infrastrutture. Strade, acquedotti, ponti: la montagna trentina, così aspra e difficile per le co-municazioni, diventa più interconnessa e le località distanti, sembrano un po’ più vicine. Poi le strade si separano; il perché, for-se, non lo saprebbero dire neanche loro. Ma siamo già nella legisla-tura 2003-2008, la seconda Giunta Dellai riprende il filo del discorso e il Tren-tino registra ancora una crescita, con l’autonomia che vive, probabilmente, il periodo di massimo splen-dore e – grazie all’asse con Luis Durnwalder – gode di una certa autorevolezza an-che presso le sedi romane, con il bilancio provincia-le che arriva a sfiorare i 5

miliardi di euro. In mezzo, tra le due legislature, c’è una nuova legge elettorale che “blinda” il potere del-la Giunta e del Presidente. Troppo sbilanciata, dicono i critici. Giusta per garanti-re la governabilità, ribatto-no i sostenitori. A questo punto usciamo dalla storia e siamo già alla cronaca dei giorni nostri, o quasi. La crisi economi-ca che tutto travolge passa anche a battere cassa nel bilancio provinciale che – dall’accordo di Milano in poi – non fa altro che sma-grirsi, a causa delle conti-nue richieste di risorse da parte di Roma. Non è più l’epoca dei fasti, ma con una manovra lampo, nel 2009, la Giunta Dellai pro-va a contrastare di petto la congiuntura e per un po’ ci riesce pure: il Trentino sen-te meno la crisi rispetto al resto d’Italia, anche se pia-no piano anche il territorio dà segnali di difficoltà. Su tutto la consapevolezza del Presidente che questa le-gislatura 2008-2013 sarà certamente l’ultima, (così come previsto dalla Legge provinciale sui 3 mandati) e la voglia di mettersi alla prova con un palcoscenico più ampio, quello naziona-le. Lì vi sono altre regole e

altri protagonisti, ma, for-se, anche lo spazio per un messaggio che certamente Dellai vorrà portare e che ha già declinato in diverse occasioni: quello di un’au-tonomia che sa fare le cose per bene, che si rispecchia nel suo volontariato dif-fuso, Vigili del Fuoco in primis, che non spreca le risorse in “festini vestiti da antichi romani”. La “buona amministrazione”, insom-ma, da mettere in campo anche nella gestione degli affari statali. Certo, un bilancio di tre legislature non è tutto luci. Gli avversari politici e an-che qualche osservatore gli obietteranno che nei suoi 14 anni al potere il ruolo della Provincia è aumenta-to a dismisura, che con le società “satellite” (Tren-tino Sviluppo, Patrimo-nio del Trentino ecc.) ha “drogato” il mercato, che c’è poca iniziativa privata nel tessuto imprenditoria-le trentino. Tutte critiche legittime. Alle quali va ag-giunta quella delle gestione di una gestione forse trop-po personalistica del pote-re. Ma, nell’analisi finale, resta da dire che Lorenzo Dellai è stato un grande protagonista della vita po-litica trentina, il protago-nista indiscusso verrebbe da dire per quanto riguarda gli ultimi 20 anni. E, infi-ne, resta da seguirlo con attenzione nella sua pros-sima avventura, a Roma, perchè – se riuscirà nel suo intento - avere finalmente un personaggio autorevole nelle stanze della politica nazionale, dopo Alcide De-gasperi e Flaminio Piccoli, non può che fare bene al Trentino. Comunque la si pensi. (r.b.)

L’addio (alla Provincia) di un protagonista della politica

Quando Dellai arrivò in Provincia da giovane sin-daco di Trento, siamo nel 1998, si trovò davanti le “macerie” (politiche, si intende) di legislature ad alto tasso di litigiosità, zero governabilità e mag-gioranze fluttuanti e poco concludenti. Colpa del-

l’incertezza politica eredità dell’implosione della Democrazia Cristiana sulla spinta degli scandali di Tangentopoli: chi poteva raccoglierne il timone, in una terra, il Trentino, che da sempre è stata a mag-gioranza “bianca”?

Politica

di Paolo Magagnotti Gli anni di Lorenzo Dellai alla guida del governo della Provincia autonoma di Trento e come leader politico han-no coinciso con periodi di importanti trasformazioni di carattere sociale ed economico nella società ed egli ha in-dubbiamente dimostrato abilità politica nel far convergere su di sé la maggioranza dell’elettorato trentino. Un corpo elettorale che gli è sempre stato fedele e che, anche se in termini diversi, un po’ anche per forza d’inerzia, lo soster-rà nel suo impegno per raggiungere Roma, dove potrebbe avere responsabilità governative.E’ stato ricco di intuizioni nel definire strategie politico-elettorali e nel promuovere e sostenere l’ammodernamento della società, soprattutto nei settori della ricerca e innova-zione e delle infrastrutture fisiche. In merito ha dimostrato coraggio ed efficienza. Ha avuto abilità haideriane nel ca-pire ciò che la gente vuol sentire ed avere e si è comportato di conseguenza. L’immagine che ha promosso sull’ester-no, con maggiore intensità verso l’Italia che nel panorama europeo, è stata complessivamente positiva e ciò ha certa-mente giovato al Trentino nel suo insieme. Si è impegnato con successo nel perseguire modifiche statutarie e nuove norme finanziare per rafforzare il tessuto istituzionale e le dotazioni finanziarie dell’autonomia provinciale, anche se ha ceduto passivamente nel vulnus statutario regionale. Dellai lascia certamente un Trentino il quale, prescinden-do dalla grave contingenza economico-finanziaria per la quale non gli si possono certamente attribuire responsabi-lità, non è in cattiva salute. Ciò premesso, non possono non essere stigmatizzati tratti che non meritano probabilmente l’apprezzamento che apparentemente gli è riservato.Il “Principe” ha gestito le sue strategie politiche ed in parte anche istituzionali ed amministrative essenzialmen-te in funzione di se stesso, della sua immagine e del suo personale potere. Lo ha fatto con un cinismo che ha clo-roformizzato potenzialità sia dei suoi colleghi di partito o coalizione sia della società civile.Pur riconoscendogli sensibilità nei confronti del popolari-smo, di fatto tali sensibilità non le ha sapute o volute espri-mere compiutamente nella pratica, troppo concentrato come è stato su se stesso. Ad ogni piè sospinto ha detto che bisogna far rete coinvolgendo la società civile, ma in realtà non ha fatto molto per consentire ai corpi sociali di esprimersi, creando quello spazio pubblico habermas-siano necessario per favorire una sempre maggiore legitti-mazione democratica dell’agire politico-istituzionale. Ha creato numerosi partiti funzionali ai suoi progetti, senza lasciare un corpo politico radicato sul territorio ed aven-te alla base valori condivisi ed attorno ai quali vi possa essere aggregazione di cittadini che in tali valori credono e per i quali si impegnano. Vi è stato, insomma, un forte pragmatismo tattico. L’ultima sua invenzione è il “proget-to degasperiano” fatto su misura per concentrare su se stesso attenzione e consenso locale e nazionale per portar-lo a Roma, probabilmente non molto preoccupato per una nuova leadership provinciale capace, per la quale sembra che non abbia fatto molto per catalizzare risorse umane. E’ stato abilissimo nel cadenzare slogan che se potevano far pensare a progetti per il futuro di fatto si sono esauriti nell’emozione di qualche ora. E’ stata messa in piedi una macchina burocratico-amministrativa tutt’altro che fun-zionale all’implementazione anche alle buone idee cha ha avuto. La promozione e gestione di progetti politico-istitu-zionali provinciali fa certamente riferimento ad una Giun-ta e ad un Consiglio nel quale vi è una maggioranza, ma non molta evidenza hanno avuto tali entità; i meriti sono sempre e solo del “Principe”. Forse in termini indiretti più che diretti, si sono creati nel Trentino blocchi in fasce so-ciali, ed anche istituzionali, che non hanno espresso tutte le loro potenzialità perché incerte, nel momento di agire, sul “Dellai pensiero”. Con l’assurda rotazione della pre-sidenza della Giunta regionale si sperava che con Dellai la dimensione politico-istituzionale regionale si avviasse verso nuovi orizzonti che togliessero l’ente Regione dalla umiliante situazione in cui da anni si trova. Si è andati di male in peggio. Poco, inoltre, al di là di slogan e solenni dichiarazioni, ha fatto per dare una vera concretezza al progetto euroregionale; con ciò, peraltro, trovandosi in sintonia e buona compagnia dei suoi due pari di Bolza-no ed Innsbruck. Ha saputo intrattenere rapporti di forte amicizia con il suo collega presidente della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder ed attenzione ha riservato ai Landeshauptleute del Tirolo. Ma ora che lui se ne va e con lui Durnwalder fra meno di un anno, che cosa rimarrà di concreto ed utile per la comunità regionale di tale amici-zia? Ben poco, credo. Era nella società civile multilingue che bisognava creare più rete. Tutto ciò non può certamen-te nulla togliere a meriti che vanno riconosciuti al presi-dente Dellai in molti anni di guida del Trentino. Certo è che con un po’ meno di autoreferenzialità e più volontà ed impegno nel favorire un vero popolarismo degasperiano avrebbe lasciato un Trentino ancora migliore.

Il “Dellai pensiero” fra efficienza e slogan

Lorenzo Dellai, tra Cipolletta e Boeri - foto Matteo Ciaghi

Lorenzo Dellai con Mario Monti

pag. 4 GENNAIO 2013 Primo Piano

Quattro questioni strategiche per il 2013

La notizia del mese è quel-la delle dimissioni di Lo-renzo Dellai dopo 14 anni in sella alla Presidenza della Provincia autonoma di Trento. Questo fatto, evidentemente, se ne por-ta dietro altri ed influenza dal punto di vista politico ed amministrativo questo inizio di 2013. Ma quali sono le tematiche dell’an-no che sta iniziando per le Giudicarie? Proviamo ad indicare alcuni spunti.

Rappresentanza politica, ripresa economica, turismo e assetto della pubblica amministrazione. Uno sguardo a quello che ci attende nei prossimi mesi

di Roberto Bertolini

Per contare qualcosa, per portare a casa le opere pubbliche e i provvedimenti che davvero servono per le Giudicarie occorre avere validi rappresentanti giu-dicariesi nelle stanze del potere provin-ciale. E’ un assioma difficile da smen-tire ma occorre capire come fare. Nella tornata elettorale provinciale del 2008 le Giudicarie furono ancora una volta bravissime a farsi male da sole: frazio-namento elettorale, tantissimi candidati giudicariesi da 100-200 voti sparsi nel-le varie liste e conseguente dispersione di voti. Per il 2013 andrà pensato qual-cosa di meglio, ma è chiaro che prima devono chiarirsi gli scenari politici: la discesa in campo di Dellai a livel-lo nazionale apre gli scenari per nuovi schemi, In sostanza: la maggioranza attuale di centrosinistra-autonomista (Upt-Patt-Pd) continuerà insieme anche nella prossima legislatura o – sull’onda dello schema nazionale che si va deli-neando – il “centro” dellaiano prosegui-rà da solo senza il Partito Democratico? Un’alleanza Upt-Patt-Udc-Liste Civi-che, delusi di Pdl e Pd non è poi un’idea

così lontana, ma chi la può guidare? Se dovessimo scommettere cinque euro li metteremmo sul nome di Diego Schelfi. In questi scenari una cosa è certa, oc-corre una rappresentanza giudicariese qualificata per contare di più. Lo si può fare solo evitando di disperdere i voti.

1. Rappresentanza politica del territorio – Provinciali 2013

Arriverà a giugno, dicono gli ottimisti. Forse a fine 2013, e pure molto flebile, avvertono gli iperrealisti. Tutti si atten-dono l’arrivo della ripresa economica e da tempo è partita la corsa a vaticinarne il ritorno. Purtroppo, registriamo, con un continuo spostamento in avanti, di sei mesi in sei mesi, della data di questa ipotetica ripartenza. Una cosa è certa, di-cono gli esperti: dopo un periodo di crisi ne arriva uno di ripresa, è fisiologico del-l’economia. Eppure, come abbiamo visto, questa con-giuntura ha qualcosa di più persistente e difficile da affrontare di altre già viste. La situazione, anche in Trentino, non è delle più rosee e il territorio ha dovuto far fron-te a tanti casi di licenziamenti, con il tasso di disoccupazione provinciale che per la prima volta dopo tanti anni ha superato la soglia del 6%. Quasi la metà del tasso na-zionale, 11,5%, ma certo un segnale ama-ro. I tentativi della Provincia di sostenere l’economia hanno funzionato sì, ma non del tutto, e di certo era impossibile pen-sare di tenere in piedi completamente la baracca mentre attorno tutto cade. Anche

le Giudicarie non sono da meno e risento-no della congiuntura. Più di tutte, la zona della Valle del Chiese, che ha un’econo-mia con alcuni agglomerati industriali che hanno scontato di più la crisi e ne ab-biamo dato conto negli scorsi numeri del Giornale delle Giudicarie. Ma tutto il C8 soffre, sotto il profilo occupazionale. Ci salverà ancora una volta il turismo?

2. Economia, aspettando la ripresa

Difficile anche qui fare previsioni sul-l’andamento della prossima stagione invernale e di quella estiva 2013. Det-to che nel turismo sono spesso le buo-ne o avverse condizioni meteo a fare la differenza, va precisato che il settore è – come spesso ricorda l’assessore pro-vinciale Tiziano Mellarini – davvero strategico per il Trentino e anche per le Giudicarie. 17% del Pil trentino, questo l’indotto del turismo, con risultati a ca-scata sugli altri settori, agricoltura, arti-gianato, servizi, commercio. Se “tira” il turismo, tira l’economia di questa pro-vincia. Un assioma forse scontato, ma realistico. La stagione invernale, dai primi rilevamenti, sembra iniziata col

piede giusto, meglio dello scorso anno, e contiene in sé le premesse per portare dei buoni risultati. Si riscontra l’accen-tuazione della clientela internazionale, con nuove nazioni che si affacciano più numerosi sulle nostre piste, come cinesi e giapponesi, e nazioni che rafforzano la propria presenza come polacchi e russi, con i tedeschi che – tradizionalmente – rappresentano una presenza fissa. Tiene tutto sommato l’Italia, anche se la crisi ha lasciato meno soldi in tasca alle fa-miglie e la capacità di spesa media è in contrazione. Occorre dunque finire bene la stagione bianca, con l’estate 2013 che sarà strategica per l’economia trentina.

3. Turismo, le previsioniDal punto di vista amministrativo saranno queste le questioni a tenere banco nel 2013. Riassunto veloce: per ridurre i costi della pubblica amministrazione la Provincia di Trento ha messo in campo un programma di razionalizzazione. 120 milioni di euro l’anno la cifra che la Pat vuole risparmiare: anche i comuni debbono fare la propria parte, a loro tocca un risparmio che a regime sarà di 40 milioni l’anno sulla spesa corrente. Per farlo la Pat ha individuato lo strumento delle gestioni associate di servizi, ossia mettere fra comuni insieme servizi quali ragioneria, servizio tecnico, tecnologie informatiche, con le Comunità di Valle a fare da raccordo operativo e programmatico. La qual cosa ha scatenato la protesta di un gruppo di sindaci (di cui diversi anche giudicariesi) che si sono trovati a Ravina per protestare contro la Pat: ne è seguito un incontro e alcuni correttivi alla normativa

attuativa, oltre ad uno slittamento della data-catenaccio di inizio applicazione dei servizi associati dal 1° gennaio al 30 giugno 2013.

Nei prossimi mesi ci sarà da discutere, specie in una Comunità come le Giudicarie di ben 39 comuni. Ma è chiaro che qualcosa va fatto in ottica di razionalizzazione e gli amministratori locali sanno bene che a questa logica è impossibile sfuggire.

4. Comuni, comunità, gestioni associate

Estate a Campiglio

Casa della Comunità

GENNAIO 2013 - pag. 5

Gioielleria StedileV.le Dolomiti di Brenta - MADONNA DI CAMPIGLIO

TEL. 0465 442694

VASTISSIMO ASSORTIMENTO GIOIELLERIA E ARTICOLI REGALO

RIVENDITORE AUTORIZZATO

pag. 6 GENNAIO 2013

Un modulo/casa mobile, quindi, facile da realizza-re, ma ancor di più da tra-sportare. Pronto ad ogni evenienza è un po’ l’uovo di Colombo. Un’idea da prendere in seria conside-

razione.L’Italia, è cronaca di tutti i giorni, deve fare i conti con una conformazione tra le più a rischio d’Europa. Più di 6.000 comuni sono sotto la spada di Damocle di pos-

sibili disastri ambientali. La Protezione Civile Tren-tina, è un dato assodato, è tra le più efficienti e orga-nizzate del nostro Paese. In ciò, un ruolo importante, lo gioca la prevenzione. E qui entra in gioco il progetto pilota, avviato dal Dipar-timento Protezione Civile della Provincia, in collabo-razione con il Centro Pro-fessionale Enaip di Tione. La Provincia ci mette le risorse. La scuola giudi-cariese le competenze tec-niche ed organizzative. Il tutto finalizzato ad un pro-getto didattico, in grado di concretizzare una struttura duttile, da produrre su scala industriale, per emergenze

e calamità naturali. Una struttura semplice, dice il preside dell’istituto Emilio Salvaterra, facile da trasportare su gomma. Ma al tempo stesso mo-dulo abitativo completo. Destinato non solo alla prima emergenza. Ma abi-tazione razionale: dotata di ogni confort. Compresa l’alimentazione autonoma, a pannelli solari e fotovol-taici, per garantirne l’auto-nomia, anche in condizioni critiche. Un progetto speri-mentale – spiegano gli in-segnanti - capace di gestire in modo innovativo situa-zioni di emergenza, anche estreme.Da un anno alunni e inse-

gnanti dell’istituto profes-sionale, sezione carpen-teria in legno, vi stanno lavorando, nella sede stac-cata di Condino. Dove di-spongono di ampi spazi, per realizzazioni di questo tipo. La fase progettuale è molto avanzata. Mancano all’appello solo i calcoli statici, affidati alla consu-lenza esterna dell’ingegner Albino Angeli di Cles. Poi le classi coinvolte – la III e IV classe di operatori edili indirizzo carpenteria, e la IV tecnico per l’automazio-ne industriale – dovranno integrare il progetto, con la parte riservata all’im-piantistica e all’autonomia energetica. “Altro studio

– spiegano i dirigenti del-l’Istituto – prodotto inte-ramente all’interno delle strutture scolastiche”. Poi il modulo Map potrà af-frontare i test di idoneità. E finalmente, essere prodotto su scala industriale. Le sue peculiarità stanno susci-tando grande interesse al-l’interno della Protezione Civile. In quanto risponde a criteri di trasportabilità (dimensionato al cassone di un camion per trasporti eccezionali). E’ di facile assemblaggio, e messa in opera. Dispone di alimen-tazione autonoma, ad alto rendimento energetico. (e.z.) [email protected]

Scuola

Didattica e prevenzione. C’è un progetto molto importante della scuola Enaip di Tione. Si

tratta del modulo abitativo Map. Mo-dulo Abitativo Provvisorio, di cui si stanno occupando il Servizio Preven-zione Rischi della Provincia e il Centro di Formazione Professionale del capo-luogo giudicariese. Una struttura in la-

mellare, da utilizzare in caso di calami-tà: terremoti, alluvioni o altri eventi di dissesto del territorio. Fatti gravi, che inducono i cittadini ad abbandonare le loro abitazioni. Gli esempi recenti non mancano: dal disastroso movimento sismico dell’Emilia, alle alluvioni che hanno messo sott’acqua molte regioni della Penisola.

Una casa per le emergenze, firmata EnaipDalla scuola di Tione un progetto per la Prote-zione Civile: una struttura in lamellare, da uti-

lizzare in caso di calamità: terremoti, alluvioni o altri eventi di dissesto del territorio

di Ettore Zini

Impianti e forniture elettriche

Via Duina, 16 - tel. 0465 [email protected]

Via G. Prati - centro commercialetel. 0465 702286 - [email protected]

Martinelli snc. di Celestino eGiuseppeMartinelli

Elettrodomestici/Materialeelettrico/Illuminazione

Telefonia

PonteArche-ComanoTerme(Tn)

GENNAIO 2013 - pag. 7

L’Alto Adige, patria delle costruzioni in legno, ne di-spone di una analoga. Ma con un’impostazione diver-sa. Rivolta all’insegnamen-to aziendale e non scolasti-co. E’ inserita nella sezione “mestieri dei carpentieri” della scuola professionale di Brunico. Passa attraverso l’ufficio di apprendistato e di maestro artigiano della Provincia di Bolzano. Quella del Centro di For-mazione professionale Enaip, invece ha un im-printing meramente scola-stico. E, oltre al triennio di Operatore Edile a indirizzo carpenteria del legno, offre un quarto anno di Tecnico Edile per la carpenteria. Sempre in legno. In prati-ca l’Abc della costruzione di case e tetti con il nobile prodotto delle nostre fore-ste e dei nostri boschi, che abilita ad uno dei mestieri maggiormente richiesti in ambito edilizio. Un tempo il carpentiere era un artigiano che assemblava travi e cantieri munito quasi esclusivamente di motosega e pialla a mano. Oggi inve-ce la predisposizione delle strutture si fa principalmen-te a computer in autocad. Il vecchio tecnigrafo in chiave moderna. Prima si imposta il progetto al millesimo di millimetro con programmi computerizzati. Poi si passa alla fase esecutiva. Non pri-ma però di aver lavorato il legno con sofisticate pialle e levigatrici automatizzate e predisposto ogni singo-lo pezzo con la tecnica del

pretaglio. Solo dopo un’ac-curata fase di studio e pre-parazione, quindi si passa al montaggio. Risultato finale di una catena di lavorazioni altamente specializzate.Ecco quindi il perché della necessità di una scuola che accompagni le nuove gene-

razioni di carpentieri nelle varie fasi della lavorazione del legno. Dagli elaborati iniziali, al prodotto finito.Questo l’Istituto Professio-nale di Tione l’ha capito. Ed ha inserito nei suoi corsi scolastici due percorsi de-dicati appunto alla carpen-

teria, con specializzazione legno e tecniche affini.La scuola è stata tenuta a battesimo nel 2009 (l’esor-dio alla Fiera di Verona). E subito ha avvertito la ne-cessità di disporre di spazi adeguati. Quindi ha trovato collocazione logistica nel-

l’ex sede della Legno Più di Condino. Nel cuore del distretto del legno. Oggi dispone di ampi capannoni, dove - spiegano i docenti - è possibile unire didattica ed esperienza manuale, con modelli a grandezza reale in scala uno a uno. Ha come partner di Progetto aziende locali come: Legno Più Case di Condino, Ille Prefabbricati di Pieve di Bono. E le carpenterie F.lli Ferrari di Roncone, Gottar-di di Vezzano e Failoni di Tione.I ragazzi, oltre al normale apprendimento scolastico, vale a dire la parte teorica che li impegna per il 50%, nelle ore restanti si cimen-tano con realizzazioni prati-che. Un’attività che li mette in condizioni di imparare l’utilizzo di tutte le attrez-zature necessarie. Anche le più sofisticate. Pialle, cir-colari, trapani, chiodatrici, pantografi, al termine del percorso scolastico, non hanno più segreti.Non solo. La scuola è anche partner di progetto di Tren-tino Sviluppo, Arca (Case in legno) e Dietrich’s, ditta specializzata in sofisticati software di progettazio-ne, per cui le lavorazioni realizzate all’interno della scuola, hanno una funzione pratica, che trova applica-zione diretta in un contesto lavorativo esterno altamen-te qualificato.In più l’Istituto collabora con numerose aziende ar-tigiane della Valle. Da cui vengono acquistati materia-

li, moduli, pannelli elettrici ed idraulici, per dare alla potenziale clientela, un pro-dotto finito. Pronto per esse-re utilizzato. Ne è esempio il Map, il modulo in fase di realizzazione in collabo-razione con la Protezione Civile della Provincia di Trento (vedi articolo a lato) dove gli alunni, guidati dal corpo docente, curano parte progettuale ed esecuzione. Con l’inserimento di mo-duli sanitari ed idraulici in grado di completare il pro-getto, nei dettagli.Per non parlare della parte energetica, che completa la struttura, per così dire, dal-le fondamenta al tetto. Con l’applicazione di pannelli solari e fotovoltaici, neces-sari alla completa autono-mia del modulo prefabbri-cato. Nell’anno scolastico in cor-so sono iscritti una ventina di ragazzi. Ma l’interesse verso questo tipo di indiriz-zo è in crescita. Dal primo di gennaio sono aperte le prescrizioni presso la sede di Tione, in Via Durone. Chi fosse interessato può rivolgersi direttamente alla segreteria dell’Istituto o tra-mite internet all’indirizzo: [email protected]. Ma il modo più sem-plice, prima di portare a termine la scuola dell’ob-bligo, è segnalare il proprio nominativo alla scuola di appartenenza. Avere sotto casa una specializzazione unica, a livello nazionale, è un’opportunità che pochi possono disporre.

La prima scuola in Italia di Carpenteria.E’ a Tione, con sede staccata a Condino

Quale deve essere il compito di una scuo-la professionale, se non quello di inse-

gnare un mestiere? Possibilmente ad alto conte-nuto. Capace di spianare la strada nel mondo del lavoro, con una preparazione che abbina lo stu-dio alla pratica. Didattica alla manualità. Oggi, più di ieri.

In Giudicarie, ce n’è una in particolare che, da tre

anni, ha inserito nella sua brochure una materia nuova: la carpenteria in legno. E’ unica in Italia. E’ a Condino, nella sede staccata dell’Istituto professio-nale Enaip di Tione, che oltre alla formazione mecca-nica, edile e alberghiera, si sta cimentando con corsi di operatore edile, mirati alle tecniche di carpenteria.

di Ettore Zini

Scuola

La prima scuola italiana per la formazio-ne di Operatori Tecnici per la Carpen-teria del legno è nata a Tione presso il Centro di Formazione Professionale di Tione nell’anno scolastico 2009/2010. Due sono i percorsi formativi proposti: Triennio per la Formazione dell’Opera-tore Edile ad indirizzo Carpenteria del Legno e Quarto anno di Tecnico Edile per Carpenteria del Legno. Fino al 3° anno gli argomenti trattati sono: traccia-tura e taglio, uso e manutenzione delle macchine portatili, realizzazione di tet-ti e solai, tecnologia del legno, disegno tecnico manuale e principi del software

Dietrich’s. Al 4° anno: realizzazione di edifici in legno a telaio, tecniche di coi-bentazione, logistica e cantierizzazione, approvvigionamento materiali e disegno Cad-Cam 3D. Il corpo docente è compo-sto da: Fabrizio Gonzo e Marco Pizzini, coordinatori e rispettivamente docente di carpenteria operativa e docente di scien-ze applicate. Paolo Dorna e Hans Peter Prantner, docenti di carpenteria operati-va e consulenti di progettazioni. Vi sono iscritti 22 alunni. E dal 1° gennaio sono aperte le iscrizioni. La sede logistica è a Condino, nel cuore del Distretto del Le-gno, in località Giulis. (e.z.)

La scheda/L’Enaip ai raggi X

Un corso in cui si insegna a valorizzare la filiera del legno

pag. 8 GENNAIO 2013 Attualità

“In materia di sanità - è scritto a chiare lettere nel documento - i cittadini delle Valli hanno gli stessi diritti di Trento e Rovereto. Quindi non si com-prendono gli inadempimenti della Sanità Provinciale, che, soprattutto per Tione, finora ha promesso senza mantene-re”.Il documento è indirizzato al-l’Azienda Sanitaria Trentina. Ed è stato stilato dopo l’ul-timo Consiglio della salute. Analizza nel dettaglio le ne-cessità dei vari reparti. Da cui emerge un quadro non troppo rassicurante di una sanità pub-blica che garantisce a fatica i livelli dei servizi erogati.“Il Consiglio della Salute – è scritto nel documento – rile-vato l’attuale stato di priva-zione dell’ospedale per quan-to riguarda la disponibilità di risorse umane e strumentali, anche in confronto con altri ospedali di uguale valenza, evidenzia le maggiori criticità riscontrate condivise con i di-rettori delle Unità Operative, e chiede indicazioni e risposte”.Nell’elenco ci sono le caren-ze relative al pronto soccorso; all’organico del reparto di me-dicina; le preoccupazioni per il futuro di ginecologia e oste-tricia; la sotto utilizzazione del servizio di chirurgia generale; la saturazione dell’attività di ortopedia; l’incompletezza della dotazione di organico del servizio di anestesia e ria-nimazione; e l’insufficienza di personale medico di radio-logia. Una radiografia circostan-ziata. Che per l’ospedale più periferico del Trentino (Bon-done di Storo per esempio dista 100 chilometri da Tren-to), con un bacino di utenza

di oltre 40mila persone, più ovviamente il surplus deri-vante dai bacini turistici di Pinzolo-Campiglio e Terme di Comano, diventa una “cartel-la clinica” poco rassicurante. Con acciacchi ed ematomi per cui non basterebbero tutte le bende e i cerotti dell’intero Pronto soccorso. “La presenza delle criticità elencate – scrivono ammi-nistratori e medici – pone interrogativi pressanti per il futuro dell’Ospedale, anche in considerazione della sempre maggior esigenza di riduzione e razionalizzazione della spe-sa sanitaria”. “La situazione – appare ulteriormente aggra-vata – dice il documento indi-rizzato ai vertici dell’Azienda Sanitaria – da un vissuto nega-tivo presente nella popolazio-ne giudicariese nei confronti della struttura ospedaliera, nel suo complesso che può essere modificato unicamen-te attraverso un adeguamento

dei livelli minimi e un poten-ziamento dell’efficacia e delle qualità delle prestazioni mag-giormente richieste, nonché di un concreto rapporto con il territorio”. La richiesta vale anche per la mancata nomina del Vice Direttore di Distretto. E si chiede se vi siano motiva-zioni particolari per non inve-stire su tale figura, in quanto è da due anni che se ne attende l’individuazione.Infine concludono i com-ponenti del Consiglio della Salute:”Riteniamo che debba essere data una risposta chiara agli interrogativi e alle neces-sità delineate. Se così non fos-se, si renderebbe necessario assumere forme più marcate di pressione, convinti che non sia più tollerabile una politica di continui rinvii che peggio-rano solo la già critica situa-zione esistente”. Non è la prima volta che si af-fronta l’argomento. Da questo stesso giornale ne avevamo dato conto nell’aprile scorso. In occasione di un’analoga mozione della Comunità di Valle. Evidentemente quegli appelli, nonostante le rassicu-razioni dell’assessore Rossi e del direttore dell’Azienda Lu-ciano Flor, sono parzialmente caduti nel vuoto, se si sente nuovamente l’esigenza di rin-frescare la memoria ai vertici provinciali. Qualche passo avanti è stato fatto. Ma non a sufficienza per tranquillizzare sul futuro di alcuni reparti.

Ospedale di Tione: la “denuncia” di medici e amministratori

Non solo un’anatra zoppa con un’ala, quella nord, inagibile da più di un anno,

per lavori di ristrutturazione interrotti per più di dodici mesi, senza lo straccio di una giustificazione. Ma, per l’ospedale di Tione, c’è una lista lunghissima di criticità sotto-scritte dal Consiglio della Salute della Co-munità di Valle. E’ un documento corposo. Avvallato anche da tutti sindaci delle Giu-dicarie. Da cui traspare la preoccupazione

di amministratori e medici per la sussistenza stessa della strut-tura. Non solo una sensazione epidermica, avvertita dai pazienti, dunque. Ma ora – ed è il caso di aggiungere finalmente – anche i responsabili della politica locale sentono la necessità di mettere, nero su bianco, di-sattenzioni e disfunzioni che non giovano al buon andamento dell’unità ospedaliera. Che è pur si viva e in salute, ma con pecche e lacune da rimediare.

La stasi dei lavori per molti mesi sta creando apprensione, messa nero su bianco in una lettera alla Pat

di Ettore Zini

Cii risiamo. Il pericolo sembrava scon-giurato. Ma, per l’Ospedale di Tione, di certezze ce ne sono poche. E quelle

poche, poco chiare. In una parola non ce la raccontano tutta. E, per alcuni reparti come quello di ostetricia, per esempio (i parti sono solo 200, troppo pochi, per l’ottomizzazione di una struttura di quel tipo), il rischio di smobi-litazione o ridimensionamento c’è. Prova ne è che, da due anni, si attende la nomina del pri-mario e gli organici del personale medico sono tirati per i capelli. Solo alcuni mesi fa, dopo la mozione della Co-munità di Valle che rilevava carenze di organi-co e impellenti necessità logistiche, da Trento erano venuti a rassicurare. A dire che per il nosocomio tionese non esistevano problemi. “Rete” era stata la parola magica. Rete con le altre realtà ospedaliere della Provincia, il lexo-tan, o calmante che dir si voglia, per tacitare gli spiriti bellicosi di un’assemblea comunitaria, che contravvenendo ai suoi principi di mono-tona sussistenza (la partecipazione è standar-dizzata al 60%, con picchi di discussione che sfiorano lo zero) aveva provato a dire che c’era più d’un problema.Sia l’assessore Rossi che il direttore Flor ave-vano garantito la loro risoluzione. Ma non supportata dall’azione. Di cui - a parte le pro-blematiche relative alla carenza di personale medico di cui si reclama le assunzioni, giusti-ficate dall’Azienda dalla difficoltà a trovare personale disponibile ad accettare incarichi in ospedali piccoli - fanno da cartina di tornasole la ristrutturazione dell’ala nord, e la piazzola dell’elisoccorso. Due appalti assegnati con grande solerzia. Ma poi abbandonati a se stessi. Come se l’interesse primario fosse l’affido dei progetti. Non la loro realizza-zione. Per l’ala nord del nosocomio, l’inizio la-vori è stato seguito da un anno intero di inattività. Con il cantiere deserto, nono-

stante la riduzione temporanea dei posti letto e la diminuzione dei tempi di degen-za, con attività diagnostiche ospitate in container esterni. Per la piazzola dell’eli-soccorso invece sono stati necessari cin-que anni per un iter esecutivo procedu-rale da tempi biblici. Dagli inspiegabili ritardi per l’abbattimento di alcuni alberi a bordo pista. Di cui si conosceva l’im-pedimento alle autorizzazioni al volo, fin dalla fase embrionale dei progetti. Eppure, proprio sul trasferimento ae-reo dei pazienti in pericolo, è impernia-ta buona parte della politica provinciale del soccorso. Per cui sono state investite ingenti risorse (un solo elicottero Agusta Bell costa più di 24 milioni, la piazzola altri due) e - almeno nelle dichiarazioni di intenti - proprio sulla tempestività del servizio, si basa l’eccellenza di prestazio-ni sbandierate di altissimo livello.Come dire: le parole non seguite dai fat-ti. L’investimento edilizio prioritario alle prestazioni. E’ quantomeno censurabile che tale comportamento poco coerente, e privo di una logica “consecuzio”, non sia mai stato fatto rilevare da alcun poli-tico, o amministratore locale. Eppure in tanti mesi di inedia (5 anni per la pista elicotteri e un’intera fetta di ospedale) qualcuno di loro avrà pur accompagnato un parente o un amico a banali prestazio-ni ambulatoriali. O avrà usufruito della struttura ospedaliera per semplici analisi di routine. Si indicono gare di appalto milionarie (la messa a norma dell’Ospedale, mastodon-tiche gradinate-parcheggio comprese, costa qualcosa come 18,2 milioni). E poi nessuno si cura se i lavori sono fermi, o non vengono eseguiti a singhiozzo o con la dovuta celerità. L’assessore Olivieri dice che la sanità è cosa delicata. Che va trattata con le pin-ze. Per non ingenerare sfiducia. Il che è sicuramente vero. Anche perché gioca davvero sulla pelle della gente.Ecco che allora, da chi ne ha le respon-sabilità, si pretenderebbe attenzione, so-lerzia, sensibilità. E se necessario anche prese di posizioni forti. Molto più che per settori meno vitali.Non so a voi? Ma a me ha fatto rabbia vedere una struttura di prima necessità, finita da anni. E inutilizzata per le lun-gaggini legate all’abbattimento di quattro piante, di cui si conosceva fin dall’inizio l’esigenza di reciderne le chiome. Come mi fa specie oggi costatare, come l’appal-to dei lavori di metà ospedale (inspiega-bilmente rimasti fermi per un anno ed ora che sono ripresi eseguiti al rallentatore), obblighi ad utilizzare, oltre il dovuto, pre-cari e poco funzionali container di latta per visite e prestazioni ambulatoriali. (e.z.)

Business edilizio o ospedaliero?

Lavori all’ala nord dell’ospedale di Tione

GENNAIO 2013 - pag. 9 Attualità

Nulla di particolare, con un pri-vato che chiede di poter aprire un’attività. Non fosse che l’at-tività, redditizia, si basa sullo sfruttamento di risorse pubbliche – cioè il Sarca di Nambrone – e che al privato è stato dato il via libera dopo che negli anni passa-ti l’ente pubblico, pur avendone la possibilità, non ha deciso di fare lo stesso. Si potrebbe parlare anche in questo caso, semplice-mente, di occasione sprecata, o anche solo di una scelta ammini-

strativa poco oculata. Ma il sus-seguirsi temporale e gli intrecci di interessi pubblici e privati che si sfiorano pericolosamente, hanno acceso il focolaio delle polemiche. E’ un anno il tempo trascorso dal 9 aprile 2008, quando il Comune di Carisolo, dopo aver fatto do-manda di concessione alla PAT per lo sfruttamento della acque per la produzione di energia, ri-tira la relativa richiesta lasciando campo libero al privato, e il mar-

zo 2009 quando il sindaco di Pin-zolo, l’altro Comune che poteva avere un interesse nell’iniziativa, passa dall’essere il commerciali-sta della compagnia privata che nel 2008 si è aggiudicata la con-cessione, a proprietario del 25 per cento della stessa. La confer-ma in questo senso è arrivata da parte dello stesso primo cittadino di Pinzolo, William Bonomi, lo scorso 29 novembre, quando ha riferito alla Procura della Repub-blica di Trento di avere nel pro-

getto Nambrone “un interesse diretto dal 20 marzo 2009, per-ché sono proprietario, utilizzan-do il mandato fiduciario Sirefid del 25% della Nambrone srl”.Bonomi lo ha ammesso al pro-curatore Amato, dopo che la pro-cura aveva ricevuto un esposto da parte delle minoranze in Con-siglio comunale, che sospettava-no addirittura, a carico di Bono-mi, l’ipotesi di abuso d’ufficio. Nulla di tutto questo, ha spiegato Amato archiviando la pratica. Se censura della condotta del sinda-co ci può essere, questa – scrive il procuratore - va valutata “in altra sede (politica in primo luo-go, n.r.d.)”. Nessun rilievo pena-le, infatti, “proprio perché non sono risultate dimostrate attività amministrative ‘interessate’ che possano avere trasferito in sede penale una vicenda di natura squisitamente economica e, pro-prio in ragione della qualità sog-gettiva dell’interessato, politica”. Nessun reato secondo la legge, dunque, ma l’ammissione del sindaco di Pinzolo non poteva passare inosservata: fino ad al-lora, Bonomi aveva solo comu-

nicato di essere stato il commer-cialista della società che nel 2007 aveva acquistato l’immobile ex Enel. Mai, di trarre interessi di-retti dal progetto Nambrone.“Ha mentito alla comunità e so-prattutto alla sua maggioranza”, ha tuonato Roberto Failoni, alla guida del gruppo di minoranza “Un comune per tutti”. “Ora, una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Bonomi è il minimo che si possa fare”, va oltre Diego Binelli.A far scendere sul piede di guerra le minoranze non vi è solo l’am-missione di Bonomi, ma l’intero controverso iter della vicenda, iniziato nel 2007 con la costi-tuzione della Nambrone srl da parte di Walter Bonomi, cugino di secondo grado di William, e di Marco Gallazzini. A quel punto nessuno può dire, se non i diretti interessati, quando effettivamen-te fu fatta la proposta a William Bonomi di entrare a far parte della società; si tratta certamen-te di una questione di mesi, ed il tutto, sul piano dell’etica, lascia aperti diversi spiragli di critica: questo il concetto espresso dalle

minoranze in una lettera aperta. Nel 2007 William Bonomi non era sindaco, ma lo è già nell’apri-le 2008 quando Cg Energia srl e Nambrone srl fanno richiesta di concessione. E lo è nel giugno 2009, quando dimentica di con-vocare il Consiglio comunale per la conferenza dei servizi che darà il primo nulla osta all’impianto idroelettrico privato. A buttare benzina sul fuoco dei sospetti, anche il comportamento del co-mune di Carisolo, che il 22 gen-naio 2008, quando sindaco era Diego Tisi, chiese alla Provincia di poter riattivare la centrale, ma il 9 aprile successivo presentò praticamente richiesta di archi-viazione, evitando di mettersi in concorrenza con i privati della Nambrone e CG Energia. Che le minoranze si chiedano se qualcuno (e semmai chi) sugge-rì a Tisi e alla sua giunta di non interferire con soggetti privati fra i quali stava una fiduciaria il cui commercialista era un sindaco di un comune vicino che di lì ad un anno passera a diventarne proprietario del 25 per cento, non può stupire.

Pinzolo, la “centralina” infiamma il consiglio

Si sta infiammando sempre di più con il passare dei mesi, in consiglio comunale a Pinzolo, ma anche nel resto del-la Rendena, il caso Nambrone, con il sindaco William

Bonomi e la minoranza ai ferri corti. Tutto ruota attorno al

progetto di riattivazione da parte di Cg Energia dell’omoni-ma centralina, realizzata dall’Enel e da anni dismessa; Cg Energia è una società privata con sede a Preore, con metà del capitale “coperto” dalla fiduciaria Sirefid spa di Milano.

di Denise Rocca

Ancora tensione tra opposizione e sindaco Bonomi sulla concessione per lo sfruttamento del Sarca di Nambrone

1986 – 1989: i Comuni di Pinzolo e Cari-solo insieme alla società Funivie Pinzolo presentano una “domanda di derivazione d’acqua dal torrente del Sarca di Nambro-ne ad uso idroelettrico”. Dopo alcuni anni di incartamenti il tutto si conclude il 26 maggio 1994 con determina del dirigente provinciale del Servizio acque pubbliche e opere idrauliche che dispone “l’archi-viazione definitiva del procedimento” per mancanza di documentazione.2005: I comuni di Carisolo, Pinzolo, Mas-simeno, Giustino firmano un documento di intento di sfruttare le acque del Sarca di Nambrone per la produzione di Energia elettrica2007: una società del gruppo Enel mette all’asta l’edificio ex centralina. Né il comu-ne di Carisolo, guidato da Diego Tisi, né il Comune di Pinzolo retto dal Commissario Giorgio Paolino partecipano all’asta. Wil-liam Bonomi segue in qualità di commer-cialista gli imprenditori della Nambrone Srl, che si aggiudicano l’edificio ubicato sul Comune di Carisolo.22 gennaio 2008: il Comune di Carisolo presenta una domanda di derivazione di ac-qua per uso idroelettrico sul torrente Nam-brone senza interpellare gli altri comuni con cui aveva manifestato l’intenzione di sfruttamento del Sarca di Nambrone.21 marzo 2008: viene pubblicata sul Bol-lettino Ufficiale della Regione la domanda del Comune di Carisolo. Entro i termini utili di presentazione (30 giorni) vengono protocollate anche quelle di Nambrone srl e

di Cg Energia srl, i quali hanno avuto buon gioco quando il 9 aprile 2008 il Comune di Carisolo ha ritirato la propria domanda.21 aprile 2008: scadono i termini fissati dal-la normativa vigente per presentare ulteriori domande di derivazione sul Sarca di Nam-brone. Da questa data in avanti nessuno può presentare nuove domande di derivazione sul Sarca di Nambrone. Rimangono valide solo quelle presentate entro tale data.20 marzo 2009: William Bonomi diventa proprietario del 25% della Nambrone srl tramite la fiduciaria Sirefid11 giugno 2009: viene protocollata nel comune di Pinzolo la convocazione della Conferenza dei Servizi (del 16 luglio 2009) per il rilascio della Concessione competen-za esclusiva della Pat. Viene richiesto dalla Pat un parere al Comune di Carisolo e di Pinzolo per capire “se sussistevano preva-lenti interessi pubblici ad un diverso uso delle acque chieste in concessione rispetto a quello idroelettrico, nonché se sussisteva un prevalente interesse ambientale incom-patibile con la derivazione proposta”16 luglio 2009: Il sindaco di Pinzolo Bono-mi delega il Sindaco di Carisolo ad espri-mere il parere senza aver portato la questio-ne in Consiglio Comunale come richiesto dalle procedure. Il Sindaco Tisi non eviden-zia alcun uso diverso delle acque né un in-teresse diverso ambientale incompatibile.Ottobre 2011: Viene rilasciata alla CG Energia srl la concessione di sfruttamento delle acque del Sarca di Nambrone per la produzione di energia elettrica

CRONISTORIA DELLA “CENTRALINA NAMBRONE”

La centralina di Nambrone nel 1968

pag. 10 GENNAIO 2013

Bonenti, perché questa lettera?Nel corso di questi anni di lavoro all’interno del-la Conferenza dei sindaci credo si sia lavorato bene su tante tematiche, con un buon livello di unità e col-laborazione. Ora però ci troviamo in un momento cruciale per quanto riguar-da la costruzione di una solida Comunità di Valle, un momento che ha coin-ciso con la discussione sull’associazione dei ser-vizi e qui da parte di alcu-ni sindaci c’è stato qualche distinguo, con una certa resistenza nei confronti della proposta operativa della provincia in quanto a tempi e modalità. Proprio in questo momento ci vor-rebbe maggiore unità e de-terminazione dei sindaci.

Su cosa erano incentrate le maggiori perplessità dei suoi colleghi?I timori sollevati sono i più vari, dalla tempistica compressa, alla necessi-tà di aprirsi alla gestione comune ma soprattutto, ritengo, la motivazione maggiore è la mancanza della voglia di fare un atto di fiducia nei confronti della Comunità. E’ nato così un documento firma-to da molti sindaci delle Giudicarie e indirizzato all’Assessore Gilmozzi e alla presidente Ballardi-ni con una serie di rimo-stranze sul “come” è sta-ta impostata la questione delle gestioni associate. Io ho ritenuto di non fir-marlo perché in primis alcuni passaggi erano già stati superati e poi in esso traspariva la voglia di al-cuni sindaci di pervenire ad un assetto con quattro comunità separate (Busa, Rendena, Chiese, Esterio-ri), il che ritengo farebbe perdere la visione com-plessiva del territorio che volevamo portare avanti. Penso che la gestione as-

sociata di alcuni servizi non rappresenti - come da alcuni paventato - un attacco all’autonomia del singolo comune, ma piut-tosto la possibilità di at-tuare una razionalizzazio-ne delle risorse a garanzia di un necessario conte-nimento dei costi mante-nendo comunque la titola-rità delle funzioni.

Cosa ne pensa dei cosid-detti sindaci “ribelli” che si sono ritrovati a Ravina per contestare le modali-tà di attuazione delle ge-stioni associate?Mah, per certi versi può aver rappresentato anche un momento di ragiona-mento sulla riforma che si sta concretizzando e dare indicazioni e stimoli per

migliorarne l’applicazio-ne. Ma è un ragionamen-to che va fatto per andare avanti. Se la riunione di Ravina fosse invece stata fatta nell’ottica di posti-cipare l’applicazione del-la riforma, richiedendo continue deroghe, credo che non sia utile per nes-suno. Un ragionamento di continuo rinvio si poteva fare alcuni anni fa, quando c’erano più risorse econo-miche; ora non ci sono e il sistema non è più sosteni-bile, il quadro finanziario è molto cambiato. E’ leci-to chiedersi se il percorso intrapreso sia giusto, ma non certo pensando di far passare il tempo senza fare niente. Pensiamo anche che il confronto con altre realtà inizia a pesare e dà

il destro alle altre regioni di attaccare l’autonomia.

Nella sua lettera ha an-che richiamato i colleghi sindaci a credere mag-giormente nella Comu-nità di valle e al rispet-to dei ruoli istituzionali. Perché?La conferenza dei sindaci è un organo molto impor-tante, perché valorizza la componenti “amministra-tiva” del territorio con annesse problematiche ed esperienze e perché, si occupa di decisioni signi-ficative che toccano i co-muni. Detto questo la Con-ferenza dei Sindaci deve porsi come interlocutore alla pari con l’Assemblea della Comunità (organo elettivo) e la Giunta, in un rapporto che deve essere maggiormente impronta-to alla fiducia reciproca. L’ inutile dualismo che a tratti si è venuto a creare tra Comuni e Comunità di Valle oltre che favorire il mantenimento dello status

quo Provinciale ed inde-bolire ulteriormente la già minata credibilità delle istituzioni, rischia di esse-re da intralcio per la crea-zione di linee programma-tiche comuni in grado di far crescere il nostro terri-torio. Non serve davvero a nessuno.

Anche perché, diciamo-lo, il percorso della Co-munità è già abbastanza in salita di per sé.Certamente, è logico sia così perché si tratta di un ente appena nato e si trova a muovere i primi passi in una situazione radicalmen-te diversa a livello econo-mico e sociale di quella in cui fu concepito nel 2006 attraverso la riforma. Ciò ha comportato dei corret-tivi in corsa, non facili da attuare. In più va sottoli-neata la differenza tra la nostra comunità di 39 co-muni rispetto a comunità più piccole: quando però si è cercata la sintesi si è trovato modo di farla. Sul

discorso servizi è più dif-ficile, ma credo che una logica possa maturare. E’ chiaro che si tratta di una logica più complessa, van-no trovati equilibri sui co-sti e sul personale.

Quali sono ora i prossi-mi passi per la Comunità e per la Conferenza dei sindaci?Al ritorno delle Feste, ripar-tiamo certamente dal cro-noprogramma che dobbia-mo mettere in campo sulle prossime cose da fare per far partire le gestioni asso-ciate: la prima scadenza per la partenza delle gestioni associate era il 31 dicembre ora è il 31 giugno 2013. Ma dobbiamo uscire dalla logi-ca della obbligatorietà, dob-biamo sentirci responsabili di intraprendere volontaria-mente un percorso di questo tipo. Un ragionamento sul “mettere insieme” va fatto, anche fra comuni e i primi che dovrebbero mettersi in gioco sono gli amministra-tori

Il dibattito

“I sindaci devono credere di più nella Comunità”Continua il dibattito sulla Co-

munità di Valle lanciato dal Giornale delle Giudicarie.

Ente astratto, per alcuni, che la ve-dono come continuazione del vecchio Comprensorio con altro nome e nulla più; attore cardine del futuro assetto del sistema trentino, come la vede la Provincia, nel quale assetto spetterà proprio alla Comunità il raccordo con i comuni per gestire assieme i principali servizi e ridurre progres-sivamente i costi della pubblica am-ministrazione. In questo delicato equilibrio che si sta cercando dopo la costituzione del

nuovo ente ormai due anni orsono, un ruolo centrale lo svolge la Confe-renza dei sindaci, un’istituzione che rappresenta di fatto le amministra-zioni locali in seno alla Comunità e porta avanti il filo della collaborazio-ne e della progettualità sul territorio già presente al tempo del vecchio C8. Presidente è Giuseppe Bonenti, pri-mo cittadino di Bondo. A metà di-cembre, con una lettera ai colleghi giudicariesi, ha richiamato i sindaci a credere maggiormente nell’Ente comunità, superando un “dualismo” tra Conferenza e Assemblea di Co-munità.

Parla Giuseppe Bonenti, presidente della Conferenza dei sindaci delle Giudicarie

di Roberto Bertolini

Giuseppe Bonenti presidente della Conferenza dei Sindaci

GENNAIO 2013 - pag. 11 Attualità

Dopo i saluti del vicesindaco di Storo Giusi Tonini, la serata è entrata nel vivo con i saluti di Massimo Valenti che ha tracciato il percorso di questo primo anno con i tre Enti locali in una sinergia che ha prodot-to sicuramente effetti positivi. Progetto di sviluppo locale che parte ancora da lontano quan-do alla fine degli anni ’90 fu attivato il Progetto Leader, ini-ziativa cofinanziata dall’Unio-ne Europea e dalla Provincia e successivamente il Patto Terri-toriale. Valenti ha ricordato in particolare Adelino Amistadi, allora Presidente del Bim che aveva avviato queste impor-tanti iniziative per la Valle, riscoprendo un identità territo-riale unitaria.Venendo a questo ultimo anno Valenti ha parlato di una gover-nance efficiente che ha permes-so di ottenere i primi risultati in poco tempo. E’ stato costituito un tavolo di concertazione turi-stica ed identificato un prodot-to legato alla “vacanza rurale” con slogan accattivanti quali “Ritrova il tuo tempo” e “Valle del Chiese relax autentico” che hanno permesso di intercettare nicchie di mercato. Iniziati-ve quali le Malghe aperte e la Festa dell’agricoltura hanno permesso di veicolare questa nuova offerta. Governance ef-

ficiente, nuovo prodotto e reti sul territorio sono stati gli ele-menti strategici del primo anno di attività ha concluso Valenti.Roberto Panelatti, Presidente dell’Ecomuseo ha voluto in-dicare l’ABC dello sviluppo della Valle.A come Ambiente alpino, lo scenario che la natura ha dato in eredità alla Valle, ma anche come Agricoltura, basata sul-l’impegno di uomini “liberi e fieri” che si prendono cura del meraviglioso ambiente alpino che hanno ereditato. B come Buone pratiche, ossia analizzare e cercare di impor-tare anche in Valle alcune ini-ziative relative al turismo ru-rale alpino che altrove si sono dimostrate vincenti e come Benchmarking, il confronto competitivo con l’offerta turi-stica di altre realtà analoghe.C come Cultura alpina, da ri-scoprire come base per lo svi-luppo locale, e poi come Con-sapevolezza e conoscenza delle proprie risorse ed infine come Cooperazione tra gli operatori e con le Istituzioni, unica condizione di successo delle iniziative.Giorgio Butterini nel suo in-tervento dal titolo “Cattedrali ed opportunità” ha voluto por-tare una provocazione rispetto alle strutture realizzate in que-

sti ultimi dieci anni con lo sco-po di avviare un processo di sviluppo territoriale. Molte di esse stanno per essere comple-tate, per altre non sono ancora state individuate le modalità di gestione. L’elenco potrebbe essere lungo; l’Agritur di Forte Larino, la struttura turistica di Idroland, Forte Corno, la strut-tura Miralago presso il Lago di Roncone, Casa Arlecchino di Pieve di Bono, Casa Mara-scalchi di Cimego, la struttura di arrampicata in Val di Dao-ne, il Conventino di Lodrone, Palazzo Belli di Condino, solo per citarne alcune. Queste strutture rappresentano “cat-tedrali incompiute” o possono diventare opportunità di svi-luppo per i nostri giovani, si è chiesto Butterini. Iniziative partite molti anni fa che oggi, con l’acuirsi della crisi econo-mica, si trovano ad affrontare nuove difficoltà. Ma Butterini ha ricordato che la parola cri-si non ha solamente un signi-ficato negativo ed ha portato l’esempio della lingua cinese, nella quale il termine crisi sta a significare anche opportunità, appunto nuove occasioni per i giovani che hanno interesse ad impegnarsi in questo settore.Elementi necessari sono com-petenze, creatività, passione ed impegno, alle Istituzioni il

compito di stimolare l’auto im-prenditorialità dei giovani del-la Valle ha concluso Butterini.Fabio Sacco, direttore del Consorzio turistico di Valle ha illustrato nel dettaglio le iniziative turistiche attivate in questi dodici mesi e le strate-gie innovative per individuare e pubblicizzare il turismo rura-le della Valle. Particolarmente apprezzato il weekend promo-zionale a 12 euro, non soltanto per le presenze che ha portato in Valle ma per la diffusione pubblicitaria dell’iniziativa sui media nazionali. Per il pros-simo anno lo slogan sarà ag-giornato con “Val del Chiese

13 – Destinazione Magica” e verrà riproposto come veicolo pubblicitario un weekend pro-prio a 13 euro.Moroder ha voluto complimen-tarsi con le iniziative avviate in Valle del Chiese, dove è possi-bile trovare ancora un turismo soft a contatto con la natura e dove l’impatto turistico non ha prodotto effetti negativi come altrove. Ha quindi esortato tutti gli attori a proseguire nel progetto di un turismo rurale sostenibile legato al territorio, all’ambiente e all’agricoltura.Parole di elogio sono arrivate anche dall’Assessore Tiziano Mellarini, sempre presente

negli appuntamenti significa-tivi per la Valle, che ha voluto complimentarsi per il lavoro svolto in questo primo anno e per i risultati ottenuti. Ha sot-tolineato come la forza dell’of-ferta turistica del Trentino sia la diversificazione del prodotto ed accanto a mete turistiche più conosciute e affollate vi sia la possibilità di un turismo diverso, legato alla ruralità dell’ambiente, che va incontro ad una precisa richiesta sem-pre più presente sul mercato. Nell’estate 2012 le presenze negli agritur trentini hanno fat-to segnare un +13% rispetto al 2011.

“Obiettivo turismo”, un anno dopo Presso la sala riunioni della Cooperativa Agri‘90, si è tenuto alla fine di novembre davanti ad un folto pubblico di am-ministratori ed operatori, l’incontro per analizzare i risul-tati del primo anno del Piano di marketing turistico della Valle del Chiese. Un’iniziativa ambiziosa per diversificare l’economia della Valle, ma che si deve confrontare con una situazione economica generale carica di sempre maggiori difficoltà. Intorno al tavolo dei relatori i principali attori

istituzionali della Valle, dal Presidente e Direttore del Con-sorzio Turistico Valle del Chiese, Massimo Valenti e Fabio Sacco, al Presidente dell’Ecomuseo Roberto Panelatti, al Presidente del Consorzio BIM del Chise, Giorgio Butteri-ni, ed in qualità di ospiti Helmuth Moroder noto esperto di turismo nelle Alpi e già Presidente di CIPRA la Commissio-ne Internazionale per la protezione delle Alpi, e l’Assessore provinciale all’Agricoltura e Turismo, Tiziano Mellarini.

Ruralità, ambiente e collaborazione tra istituzioni il mix vincente

Bilancio del primo anno del progetto turistico integrato in Valle del Chiese e prospettive per il 2013

di Enzo Ballardini

Castel Romano- Valle del Chiese

Moroder,Grigolli, Valenti, Butterini, Mellarini e Sacco

Mattia Gottardi: “Sarà un salotto urbano”

Viale, Tione cambia voltoIl Giornale delle Giudicariemensile di informazione e approfondimento

Anno 12 n° 1 - dicembre 2013Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie”

via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di TrentoDirettore responsabile:

Paolo Magagnotti

Caporedattore: Roberto Bertolini

Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi, Denise Rocca

Hanno collaborato:Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn,

Enzo Ballardini, Alberto Carli, Mariapia Ciaghi, Giuseppe Ciaghi, Marco Delugan, Ennio Lappi, Alessandro Togni,

Andrea Tomasini, Matteo Viviani, Ettore Zampiccoli, Ettore Zini, Marco Zulberti

Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a [email protected]

Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a:

[email protected]

Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento

Stampato il 2 gennaio 2013 da Sie Spa - Trento

Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

pag. 12 GENNAIO 2013

Una nuova frontiera del consumo, varcata da sem-pre più famiglie: le statisti-che parlano di oltre un mi-gliaio di gruppi in Italia, e oltre una trentina in provin-cia che raccolgono, pare, cinquantamila famiglie. Percentuali in proporzione ben più consistenti di quelle nazionali, dove a rivolgersi a questo circuito sono circa tre milioni di persone. I tre Gas delle Giudicarie si trovano uno nel Chiese, uno - “Le tre vie” - a Tione per servire anche la Busa e uno nelle Esteriori -“La formi-ca”.In tutti si possono trovare frutta, verdura, cereali, pa-sta, carne, prodotti caseari. Per averli, niente scaffali né carrello: ci si rivolge diret-tamente ai produttori, per acquistare ma anche cono-scere, capire, informarsi, confrontarsi. Non solo uno scambio tra merce e denaro, ma autentici incontri, du-rante i quali si può scoprire e apprezzare come i prodot-ti che si porteranno in tavo-

la vengono coltivati, chiac-chierate durante le quali ci si scambia anche conoscen-ze in tema di alimentazione sana e coltivazione, dai se-greti del pane fatto in casa a quelli di un orto da far invi-dia al vicino. Ne nasce così, anche un effi cace sistema di controllo qualità collettivo, nell’ambito del quale i con-sumatori possono indicare direttamente ai produttori cosa non va o cosa è dav-vero speciale. Niente cen-tralinisti o servizio clienti, ma parole faccia a faccia, chiare e semplici.Parole tra pari: i gruppi d’acquisto sono infatti – come ricorda la S dell’acro-

nimo – soprattutto solidali. L’aggettivo è il cuore del movimento: solidale è il rapporto fra gli appartenen-ti al Gas, dove le relazioni sono paritarie, e quello con i produttori, spesso pic-cole aziende del territorio che molto devono a questi clienti esigenti; solidale è la relazione con le risorse am-bientali che i Gas puntano a risparmiare e salvaguardare privilegiando chilometro zero, biologico e biodina-mico; solidale e all’insegna della collaborazione anche il rapporto tra i vari compo-nenti dei singoli gruppi. I tre delle Giudicarie conta-no fra i venti e i trenta soci

per ciascuna “rete”. Tutte autonome ma legate dalla comunanza dell’attività, tesa a costruire relazioni di reciproca utilità e collabo-razione, cooperazione, con-divisione. Attività nell’am-bito della quale le modalità di funzionamento sono ta-rate sui componenti: c’è chi preferisce avere un respon-sabile per prodotto, che ol-tre a gestire gli acquisti fa visita ai diversi produttori disponibili per conoscerli e testarne l’affi dalbilità, chi preferisce affi darsi ad altri gas o a conoscenze diret-te con gli agricoltori, chi invece è già esperto ed ha già avviato anche incon-

tri di approfondimento su alimentazione e modelli di vita sani.Ma come arrivano i prodotti nelle case dei componenti? Lo schema base dell’attivi-tà dei Gas vede solitamente ciascun membro attivarsi periodicamente per gestire i vari ordini e poi i rappor-ti con il singolo fornitore, dalla scelta dei quantitativi in base alle esigenze del gruppo fi no al pagamento, per poi passare alla conse-gna e alla distribuzione. Un momento questo che non si discosta troppo dal caro vechio scambio tra prodotti tra vicini, con qualche sca-tola di uova da parte di chi

ha un pollaio scambiata tra i sorrisi con un po’ di ver-dura da parte di chi ha l’or-to. Lo spirito della fi liera corta, ovvero il valore del chilometro zero, ricorda i rapporti di un mondo non ancora globalizzato e dove le possibilità degli acquisti di massa lontani da casa non esistevano ancora, ri-specchia quello del buon vicinato. Un valore ancora vivo nei paesi ma sempre più raro nei centri maggio-ri. Ed effi cacemente risco-perto, reinventato e adattato ai tempi dai Gas. Un movimento al quale de-vono molto i piccoli pro-duttori: infatti i Gas, oltre a garantire qualità per loro stessi, permettono anche ai più piccoli di avere quel riconoscimento economi-co imprescindibile per la sopravvivenza. Ultimo ele-mento da annotare sui Gas è la loro apertura: chiunque può presentarsi e farne par-te, purché abbia voglia di condividere un po’ di tempo e conoscenze con gli altri.

Attualità

Per la solidarietà, per vincere la crisi

I Gas, Gruppi di acquisto solidali, educano nelle Giudicarie ad un nuovo modo di intendere il “consumo”

Tre realtà contro le fi liere lunghe, a favore della qua-lità, delle produzioni locali e dell’ambiente. Sono i Gas delle Giudicarie, acronimo che sta per gruppi d’acquisto solidale. Presenti in tutta Italia da anni, sono approdati più di recente anche in Trentino, dove stanno riscuotendo un grande successo: non solo per-ché rappresentano una precisa ed esauriente risposta alla domanda di molti di poter dare spazio a modelli di vita e di sviluppo diversi, più semplici, genuini e non per questo meno soddisfacenti, anzi. Ma anche

perché spesso a queste loro doti, i Gas uniscono quel-la di grandi risparmi.Magari non sono grandi cifre quelle immediate – con i prezzi d’acquisto dei singoli beni che non godono dei “tre per due” della grande distribuzione organiz-zata, ma comunque dei vantaggi della fi liera corta e l’acquisto di grosse quantità – ma certo signifi cati-vi sul lungo periodo, con meno costi ambientali ed energetici e un vantaggio che va oltre i componenti dei Gas.

di Denise Rocca

Nelle diffi coltà non ci sono nazioni, lingue, status socia-li, religioni o colori, niente è più egualitario della povertà. Eppure colpisce scoprire che è salito ancora il numero del-le famiglie italiane fra quel-le aiutate dalla Robin Hood, fi no a sfi orare il 50 per cen-to dei bisognisi. Fa specie, perchè ci si può immagina-re che chi viene da lontano, fuggendo già a condizioni di indigenza nel suo paese per stabilirsi lontano da le-gami familiari e sociali, con una lingua da imparare e un mondo diverso da compren-

dere, passi dei momenti di diffi coltà anche estrema. Ma come è potuto accadere che non ci si sia accorti delle dif-fi coltà crescenti dei parenti, dei vicini, degli amici, di chi magari è solo ma vive in una comunità che tale si chiama perchè fra i suoi componenti eistono delle relazioni perso-nali? Come mai si è permesso che compaesani più fragili si ritrovassero in quella fi la per una borsa della spesa, inve-ce di adoperarsi per fermare la spirale discendente della povertà prima che toccasse il fondo?

I volontari della Robin Hood non cercano risposta a que-ste domande, si occupano dell’emergenza e reagisco-no alle mutate condizioni con nuove iniziative: intanto sono più numerosi di qualche mese fa, anche grazie alle colonne del nostro giornale (e ci fa piacere), e questa pur nella drammaticità della si-tuazione è una buona notizia. Così il presidente Adriano Accili, liberato dal lavoro di raccolta e distribuzione dei generi alimentari, ha iniziato ad occuparsi di progetti e ac-quisti. Si è avviata la trafi la

burocratica per godere dello statuto di “onlus”, che por-terà a dei vantggi in termini di accesso ai contributi sta-tali, mentre sono aumentati i volontari impegnati nella distribuzione, per far fronte alla fi la che si allunga. Altri schedano chi chiede aiuto e le loro esigenze specifi che – dagli alimenti specifi ci per bambini se ci sono piccoli in famiglia alle necessità ali-mentari per allergie e intolle-ranze -, forniscono loro una tessera con la quale dal pros-simo anno dovranno presen-tarsi a ritirare i pacchi spesa.

D’altronde, con i numeri in crescita rapida, diventava diffi cile controllare che tutto fi lasse come deve e in tra-sparenza. La povertà non è la cura alla furberia, pare. Da 1400 si è passati a 2700 chili di cibi secchi in arrivo dal banco alimentare, con due forniture a cadenza men-sile, e sono aumentati anche i donatori locali con l’entrata fra i negozi che forniscono prodotti freschi in scaden-za prossima all’associazio-ne anche dei Supermercati trentini, proprio a partire dal mese di gennaio, oltre alle

singole donazioni in denaro che permettono di pagare le spese della sede e mettere da parte qualcosa. Nuovi volon-tari, anche per aiutare nella gestione della burocrazia che comincia a diventare im-portante, sono sempre bene accetti, e all’associazione si spera ancora di riuscire a comperare un furgoncino per i trasporti a domicilio, servi-zio di cui anziani e famiglie che per far fronte alle spese hanno venduto la macchina, godrebbero.

Denise Rocca

Accanto a chi è in difficoltà

Chissà come sarà questo 2013: c’è chi parla di timida ripresa, chi dell’anno peggiore di tutti nel quale anco-ra di più si espliciteranno gli effetti della crisi. Non che le previsioni ci abbiano azzeccato granchè fi no ad ora. Stiamo sui fatti, quindi. Per alcune, tante, troppe, famiglie giudicariesi sarà un

anno duro, a guardare come si è concluso il 2012: sono raddoppiati nell’arco di 12 mesi i nuclei famigliari che i venerdì e i mercoledì pomeriggio formano una lunga fi la davanti alla sede dell’associazione Robn Hood, a Tione, in attesa di una borsa della spesa donata con generosità, e ricevuta con gratitudine, ma anche tanta tristezza.

Le famiglie italiane vicino al 50% dei bisognosi aiutati da Robin Hood

GENNAIO 2013 - pag. 13 Economia

Questo accordo voluto dai repubblicani, per mettere sotto controllo la spesa dei democratici, soprattutto del nuovo piano sanitario vo-luto da Barak Obama, sta diventando il nuovo spet-tro che si aggira marxia-namente per il mondo in quanto dalle stime degli economisti una sua appli-cazione provocherebbe un crollo del Pil del 2%, bloc-cando sul nascere la prima ripresa della locomotiva economica americana, che rappresenta anche la loco-motiva del ciclo mondiale soprattutto dei paesi più in-dustrializzati.Sono fondati questi timo-

ri? Cosa può insegnare lo-calmente alla nostra realtà provinciale questo passag-gio tecnico in cui le agen-

zie di rating si preparano nuovamente a downgrada-re il debito americano nel caso di un mancato accordo

sui tagli di spesa?Mentre tutti i media inter-nazionali diffondo questa paura in anticipo annun-ciando nuovi crolli sui mer-cati, l’atteggiamento più responsabile sarebbe inve-ce quello di coglierne gli aspetti positivi e magari di applicarli a anche a livello locale. E’ l’atteggiamento del buongoverno e del buon padre di famiglia quella di porre un limite alla spesa, affrontando l’oggettività di una realtà che da decenni in Italia e anche in Tren-tino, non rispetta più non solo una sana economia di mercato che distingue tra beni e servizi, ma nemme-

no l’equilibrio della loro tassazione (paradossalmen-te non si possono tassare i beni di lusso come il pane o il gas o i rifiuti), e del conto economico delle società e delle istituzioni pubbliche.Letteralmente invece l’ap-plicazione del tanto temuto “fiscal cliff” è il primo mat-tone del nuovo mondo che sta arrivando e avrà come effetto quello di costrin-gere a diradare la “foresta fiscale” in cui economica-mente viviamo tra mille, e forse più, distorsioni in cui la leva dei contributi, delle esenzioni, dei livel-li di tassazione, del costo dei servizi, sta imponen-

do ad una sorta di paralisi il ciclo economico, da cui questa classe politica e di-rigente, appare non essere in grado di condurci fuori, preoccupata più di salvare il salvabile, che affrontare la sostenibilità futura dei conti. In vista del capodanno, e del 1 gennaio nel precipi-zio, sarebbe utile pertanto brindare al 2013 che non sarà veramente il primo anno di uscita dalla crisi, quanto il primo anno di risveglio collettivo, e di ritorno alla normalità del-la vita in un’economia re-sponsabile.

2013, anno “in discesa”? Sì, nel precipizio fiscale

Il 31 dicembre scade il termine concesso dal Senato americano alla classe politica per mettere a punto tagli intelligenti di spesa al bilancio americano, il

cui debito ha raggiunto il record di 16mila miliardi di dollari, oltre il 140% del Pil (per fare una proporzione quello italiano con il cambio a 1.30 è circa a tremila miliardi di dollari, ma siamo anche un quinto della loro

popolazione e lavoriamo molto meno). E il debito ame-ricano cresce al ritmo di 3,7 miliardi al giorno. L’accor-do tra repubblicani e democratici, elaborato nel luglio del 2011, prevede che dal primo gennaio 2013 si ponga un tetto al debito, quindi che non si possa più sforare di un centesimo, applicando tagli automatici alla spesa degli enti pubblici.

di Marco Zulberti

Il temuto fi scal cliff, baratro fi scale

SOGGIORNO MARE A FINALE LIGURE dal 27 Febbraio al 13 Marzo € 620,00

SOGGIORNO MARE A TENERIFE dal 25 Febbraio al 4 Marzo € 900.00

WEEK-END A NEW YORK dall‛1 al 5 Marzo € 750.00 + tasse aeroportuali € 385.00

TOUR SICILIA IN AEREO E PULLMAN dal 17 al 22 Marzo € 880.00

TOUR TURCHIA – ISTANBUL E CAPPADOCIA dal 21 al 28 maggio € 1180.00SOGGIORNO MARE A PALMA DI MAIORCA dal 2 al 9 giugno € 620.00PROGRAMMI DETTAGLIATI ED ALTRE PROPOSTE SONO DISPONIBILI IN AGENZIA

www.viaggipaoli.it

Viaggi Paoli Via Circonvallazione, 76 38079 TIONE DI TRENTO (TN)

Tel: 0465/321503 e-mail: [email protected]

I NOSTRI VIAGGI DI GRUPPO PER LA PROSSIMA

PRIMAVERA…

pag. 14 GENNAIO 2013

Buon Anno a Tutti e un ringraziamento

a chi ci segue e a chi ci sostiene da oltre 10 anni

SPONSOR 2012Abbigliamento Bonomi - PinzoloAbbigliamento Fashion Benetton -- PinzoloACI TioneACI PinzoloAgenzia Viaggi Eridio - StoroAgenzia Bonomi - PinzoloAgenzia Ballardini - Tione di TrentoAgnoli Luigi - Tione di TrentoAgraria 2000 - TioneAgri 90 - StoroAlpha /Beta - Ponte ArcheAlte Quote - S. A. di MavignolaApt Madonna di Campiglio - Pinzolo-Val RendenaApt Terme di Comano Ascoop – Tione di TrentoAsm TioneAtesina Gas – LavisAthesia - BolzanoBagattini GrassiBanca Valsabbina - StoroBauerBelli CeramicheBi.E EstintoriBIM del ChieseBIM del SarcaBios - Pieve di BonoBM Elettronica - CimegoBonomi FerramentaCapelli - CondinoCarnevale di StoroCarnevale di TioneCarpenteria Ghezzi - DaoneCartiere di Carmignano – CondinoCasanova Abbigliamento - BreguzzoCassa Rurale Adamello Brenta – Tione di TrentoCentro Studi Judicaria - TioneCeresa Geometra Egidio Colorifi cio Failoni - Tione di TrentoCommercianti TioneUcas - Commercianti di Pinzolo

Comune di Tione di TrentoComunità delle Giudicarie - TioneConadConsorzio per il Turismo Giudicarie CentraliConsorzio Turistico Valle del ChieseCopag DasindoCostruzioni RossaroCostruzione Valentini Immobiliare Adamello Cunaccia Bruno - StremboDentisti in CroaziaDistributore Esso Darzo - StoroEcoenergiaEcofi era di Montagna - TioneEcomuseo della Valle del Chiese - CondinoEdilmarmi - TioneEdiltione – Tione di TrentoEffepierre Benetton - PinzoloEmilio Cozzio & C. – Spiazzo RendenaErboristeria Le Nostre Radici - BolbenoFAB BersoneFamiglia Cooperativa GiudicarieFamiglie Cooperative delle GiudicarieFederazione Allevatori TrentoFesta dell’Agricoltura DasindoFerrari Carpenteria in legno – RonconeFoi Carpenteria - BondoneFoi Serramenti Fotografo Carlo Boni - Ponte ArcheGeometra Amico, collegio geometri TNGigroup Steldo materiali edili - Tione di TrentoGhezzi Mobili - BondoGhezzi Geometra Paolo - VerdesinaHotel Carlone – BreguzzoHotel Centro Pineta - PinzoloHotel Serena - BreguzzoIce Master DaoneIdea Guida - TioneIl Pulcino - Pieve di BonoImp. Valentini Sergio - IavrèIniziative Sviluppo SpaIniziative Am - Caderzone

Istituto Scuole Superiori l. GuettiLa Valsabbina 1898 – Banca di StoroLa Cassa Rurale Giudicarie Paganella ValsabbiaLegno Case spa - CondinoLeonardi Legno – BolbenoManzoni Sportswear- PinzoloMasè Termoimpianti – StremboMassimo dr. Passafi ume Dentista - StremboMartinelli Impianti Elettrici - Ponte ArcheMazzacchi Gomme – CondinoMazzotti Romualdo – Tione di TrentoMercatì de l’orMobili Bonenti - BondoModa Emmezeta- ZucloMonfredini Fausto – Tione di TrentoMonfredini Livio e RudyMint PergineMuseo del Buonconsiglio - TrentoMuwi - Comano TermeNardis Sport PinzoloInnova - Pieve di BonoOttica Ghirardini - Tione di Trento Onorati Calcestruzzi – Bleggio InferiorePanifi catori del Trentino Pat/Ass. all’Agricoltura, Commercio e TurismoPat/Ass. alla CulturaPistoria Val Rendena – Caderzone TermePlastigomma - Tione di TrentoPretti e Scalfi – Tione di TrentoPro Loco BolbenoPro Loco di PreorePunto 3 di Alessandro Togni - Tione di TrentoQuality - PergineRadohausRifl esso Abbigliamento - Pieve di BonoRifugio BrenteiRifugio Carè AltoRifugio CasineiRifugio Lupi di Toscana - BonipratiRifugio MandronRifugio Val di FumoRifugio Trivena - Breguzzo

Rifugio Stoppani al GrostèRifugio Stella AlpinaRistorante albergo Genzianella RonconeRistorante Alpino - BreguzzoRistorante al Sole - SaoneRistorante Carlone - BreguzzoRistorante da Pierino - Valle di DaoneRistorante la Contea - BolbenoRistorante Poggio ImperialeRossaro Costruzioni - TioneRuffy Abbigliamento - Ponte ArcheSait - TrentoScaia Gioiellerie - Tione/PinzoloScaia Ottica - TioneScaia Alimentari - PrezzoScuola del Legno di PrasoSirianni Abbigliamento - Tione di TrentoSirianni Floricoltura - TioneSogap Servizi Ambientali – PreoreSpeed Rock Spada Calcestruzzi – CondinoSport Division - Tione/StoroStedile Gioielleria - Madonna di CampiglioStudio Simeoni Osvaldo Studio tecnico GnuttiStudio Nexus - StoroTardivo e Poli arredamenti - PinzoloTessilmonfrì StoroTerme di Comano Termoidraulica – Tione di TrentoTomasini Auto – ZucloTrentino Sviluppo Spa - RoveretoUdire, centro per l’udito - StremboUffi cio Stampa PatUPT TioneValenti Calzature - TioneViaggi Paoli – Tione di TrentoVideo Center Tione/PinzoloVivaio Stella Alpina - Spiazzo RendenaWalec - Stumiaga FiavèZini Confezioni - Pieve di Bono24h Val Rendena MTB - Strembo

GENNAIO 2013 - pag. 15

C’è anche la Dalbon Costruzioni di Tione tra le aziende vincitrici ag-giudicano del premio di 11.000 euro nell’ambito dell’ottava edizione del Premio Lavoro in Sicurezza, istituito dalla Provincia autonoma di Trento e gestito da CEii Trentino. Alla ceri-monia di premiazione, che si è svolta martedì 27 novembre alla Sala Rosa della Regione in Piazza Dante a Tren-to, ha preso parte anche il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai. Il Premio Lavoro in Sicurezza è nato con l’obiettivo di premiare le iniziati-ve svolte dalle aziende che fossero mi-gliorative rispetto agli standard previ-sti dalla normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Nel corso degli anni i confini di operatività del concorso sono stati allargati ricomprendendo nella valutazione dei progetti anche aspetti legati alla tutela ambientale ed alla conciliazione dei tempi di lavoro e famiglia. Il successo di un’azienda si misura infatti con l’introduzione di processi di gestione non solo volti all’efficienza produttiva ma anche al soddisfacimento delle esigenze e del-le aspettative del cliente, e sempre più

alla creazione di un ambiente lavorati-vo sicuro, gradevole e stimolante per i propri dipendenti e collaboratori.Dalla sua nascita nel 2001 ad oggi il Premio Lavoro in Sicurezza ha coin-volto 276 aziende, delle quali 39 nel-l’edizione di quest’anno, attive sul Trentino, in rappresentanza di tutte le categorie economiche, artigianato, in-dustria, commercio e cooperazione. Il 59% delle imprese appartiene all’arti-gianato, il 33% all’industria e il resto al mondo del terziario e della coope-razione. Dalbon Costruzioni di Tione di Trento (costruzioni edili, infrastrutture e ri-strutturazioni) ha vinto il premio con la seguente motivazione: “L’impre-sa fortemente radicata sul territorio, opera in coerenza con le procedure del proprio Sistema di Gestione della Sicurezza certificato OHSAS 18001 in riferimento a lavorazioni partico-larmente pericolose come quelle del settore edile. (Particolarmente) Signi-ficativo il basso indice di infortuni e l’attenta analisi dei “mancati infortu-ni. Particolarmente interessante l’ac-curato aggiornamento tecnologico dei macchinari e delle attrezzature”.

Nelle Giudicarie trovia-mo 21 cooperative sociali e di lavoro, 7 casse rura-li, 12 quelle del consumo, oltre a cooperative attive nell’ambito dell’edilizia, della formazione, del tu-rismo e i consorzi elettrici di Stenico e Storo. Un in-sieme di imprese che sono associazioni autonome di persone, volontariamen-te unite per soddisfare i propri bisogni economi-ci e culturali oltre che le proprie aspirazioni, attra-verso società di proprietà comune controllate demo-craticamente. E’ l’identità cooperativa, che esalta il ruolo delle persone e i va-lori attraverso cui parteci-pazione e responsabilità si esprimono.La forza che scaturisce da questo modo di pensare e di agire ha fatto la diffe-renza in Trentino rispetto a molte altre regioni ita-liane, consentendoci di af-frontare questo momento

storico di recessione, forti di un tessuto sociale coe-so aldilà dei campanili-smi che talvolta affi orano quando giochiamo in casa, tra di noi, ma che si annul-lano appena usciamo fuo-ri, facendo anzi emergere l’orgoglio di essere tren-tini. Pensiamo ad esem-pio all’Emilia: il senso di solidarietà e di unità che abbiamo saputo esprimere trova nelle manifestazioni di gratitudine e di affetto della gente, nella società civile più che nelle isti-tuzioni, il vero riconosci-mento.E proprio per il senso di responsabilità che ci con-traddistingue, la visione di un territorio coeso e

che risponde in primis alle esigenze dei suoi abitanti deve essere prevalente ri-spetto all’approccio locale o di paese. Seppure l’azio-ne debba essere mantenuta a livello locale, la visione e il pensiero devono esse-re di più ampio respiro.Ed è risultato di una visio-ne di ampio respiro anche la costituzione delle Co-munità di Valle. La con-tribuzione di 40 milioni di euro di contenimento della spesa pubblica, richiesto alle autonomie locali, ol-tre ai vincoli macro-eco-nomici imposti dall’Unio-ne Europea, non può che generare nelle comunità l’esigenza di valorizzare forme aggregative, un si-

stema intelligente di ge-stione della cosa pubblica per abbattere i costi e ga-rantire l’erogazione e la qualità dei servizi ai citta-dini. Un’architettura dove è corretto che i Comuni mantengano la scelta di merito, il ruolo politico, la vicinanza con il territorio e il cittadino mentre a li-vello gestionale, organiz-zativo, non può che essere vista positivamente la cen-tralizzazione di alcuni ser-vizi in seno alla comunità, quale espressione della cooperazione tra i Comu-ni stessi e non come ente che esercita alcuni compiti e attività per delega della Provincia. La visione deve essere più

lungimirante dei particola-rismi o peggio ancora dei personalismi, la politica deve assumere un ruolo di rappresentanza civile, co-raggiosa nelle scelte che devono essere, oggi soprat-tutto, funzionali alle pros-sime generazioni.La comunità delle Giudi-carie in questo senso può e deve rimanere unita sia in funzione della sua sto-ria ma anche e soprattutto per le future esigenze del territorio. Pensiamo ad esempio alla recente di-scussione circa la chiusura estiva della statale di Ponte Arche, un episodio che ha di fatto evidenziato come la relazione sia stretta e infl uenzabile tra le nostre

valli e come, guardando da una prospettiva diversa, le scelte di una zona della comunità infl uenzino e o abbiano effetti sulle altre. Questo ci dà la misura di come, “l’ecosistema” delle Giudicarie vada mantenuto e rafforzato, in una pro-spettiva di crescita e positi-va reciproca infl uenza.La cooperazione non può esimersi dal rifl ettere su questioni sostanziali e fon-damentali come quelle in atto all’interno delle Co-munità di Valle, e lavorare all’assunzione di un ruolo più vicino al territorio con obiettivo di consentire una partecipazione sempre più attiva dei soci nella defi -nizione delle esigenze da una parte, e dall’altra nel-l’aumentare la possibilità di infl uenzare le scelte cir-ca le risposte, anche quelle che il movimento esprime tramite il suo organo di rappresentanza, la Federa-zione.

Cooperando

La Cooperazione, la Comunità e il Territorio

L’importanza e l’enfasi che negli ultimi anni è sta-ta data alla cultura cooperativa in Trentino, attra-verso attività formative, di incontro, partecipazione, discussione e divulgazione, vanno nella direzione di mantenere viva e alimentare la consapevolezza del-l’importanza e della forza “sociale” oltre che eco-

nomica, che il movimento cooperativo ha espresso e continua a esprimere nel nostro territorio. Conside-rando che in Trentino, 227.000 persone su una popo-lazione di poco oltre i 500.000 abitanti sono socie di una delle 550 cooperative, possiamo affermare che in due famiglie su tre entra la cooperazione.

Non solo forza economica, ma anche forza “sociale” del Trentino

di Alberto Carli

Dalbon vince il “Premio sicurezza”

Una storica Famiglia Cooperativa

MADONNA DI CAMPIGLIO – Pista perfet-

ta, pienone di pubblico, atmosfera delle grandi occasioni e diretta sera-le. La 3/Tre torna dopo 7 anni sul palcoscenico della Coppa del Mondo e lo fa alla grande, come sempre. Uno spettacolo bello e coinvolgente, che ha visto la netta vittoria di un grande Marcel Hir-scher che ha strapazzato tutti come faceva Alberto Tomba ai bei tempi. Pro-prio il campione bologne-se è stato protagonista al parterre, e ha più volte

sottolineato il suo legame speciale con questa pista,

così come il telecronista Paolo de Chiesa non ha perso occasione di se-gnalare come il Canalone Miramonti rappresenti davvero un tempio per lo slalom speciale e per troppi anni sia stato fuo-ri dal circuito mondiale. A margine della gara una nota dolente per la sera-ta; la scomparsa di Lan-franco Bertocci, 72 enne maestro di sci, presente sulla pista come guardia porte, stroncato da un ar-resto cardiaco. Un epilo-go che ha reso amara una festa dello sport.

3-Tre un ritorno in grande stile

Anche la ditta di Tione tra le 39 aziende premiate in tuttto il Trentino nell’edizione 2012

Hirscher sul Canalone Miramonti - Foto Matteo Ciaghi

pag. 16 GENNAIO 2013

Persone che hanno dato molto anche alla comunità, contri-buendo, ciascuno nel suo cam-po a livelli di eccellenza, allo sviluppo di Madonna di Cam-piglio, della Val Rendena e dell’intero Trentino. D’esem-pio per tutti. Se ne sono an-dati insieme, a pochi giorni di distanza uno dall’altro, quasi si fossero dati appuntamento nell’aldilà, in aree inesplorate, alla ricerca di modi di essere a noi sconosciuti. Mi sono recato a trovarlo ieri mattina a Vadaione, nell’antica casa di famiglia, dove amava ri-tirarsi nei pochi momenti di relax che si concedeva, per ritemprarsi circondato dal ca-lore e dall’affetto dei suoi cari, della moglie Mariella, delle figlie Francesca e Cristina e di Carlo, il nipotino cui era molto legato. Composto nella bara sistemata al centro del-la sua “stua”, Toni sembrava dormire serenamente. La be-nedizione, due gocce d’acqua santa e poi la commozione... sotto il peso dei ricordi, ali-mentata dagli sguardi, dagli abbracci e dagli incontri con quanti erano venuti a proger-gli l’estremo saluto, a dirgli grazie per quanto aveva fatto per loro: una folla, una pro-cessione continua, dipendenti

della Termoimpianti, di ieri e di oggi, della spa Funivie, imprenditori, alpinisti, sporti-vi, amici...Tutti sentivamo di dovergli qualcosa. Sapevamo che da anni lottava contro il male, ma conoscevamo la sua tempra, quella di un uomo che non si arrendeva mai, e cono-scevamo anche il suo fisico, asciutto, tutto nervi e potenza, fuori dal comune. Gli aveva permesso di salvarsi sulla Sud della Marmolada, quando nel 1959 morì tragicamente Giulio Gabrielli, di scalare in solitaria le vie più difficili del Brenta, di diventare guida alpina e uomo del soccorso in montagna, di percorrere le vie del cielo con il brevetto

di aviatore e di correre sulle acque del mar di Sardegna da esperto velista. Senza di-sdegnare qualche partita al pallone, da amatore. Era stato l’uomo della “provvidenza” in circostanze particolari per associazioni ed enti, dall’ Us Pinzolo, di cui era stato nomi-nato presidente in momenti di difficoltà, alla Spa Funivie del Dòss del Sabion, di cui fu tra i fondatori. A lui si deve lo svi-luppo di quest’ultima società quando venne costruita la pri-ma telecabina, a lui si ricorse per il recente risanamento. Merito suo è il rilancio attua-le. Senza di lui probabilmente il collegamento sciistico con Madonna di Campiglio sareb-

be ancora sulla carta. Assieme ad Ugo Caola ed Ezio Binel-li si era inventato perfino la 24h di Pinzolo di gran fondo, una manifestazione che aveva portato in valle per dieci anni l’elite internazionale dello sci nordico. E tutto questo senza trascurare la sua attività im-prenditoriale, quella di idrau-lico. Che da “parolòt”, da garzone dello zio Arnaldo, ha portato a livelli di eccellenza internazionale attraverso un percorso segnato dalla volon-tà di migliorarsi giorno dopo giorno. Oggi la Termoimpian-ti Masè è industria leader nel settore, si avvale di una straor-dinario gruppo di maestranze e di un’equipe di tecnici e di

progettsiti di prim’ordine. Ha all’attivo la realizzazio-ne di complessi straordinari, come il Menfi beach Resort in Sicilia. A questa attività ha trovato il tempo di abbinare anche una serie di fortunate iniziative in campo immo-biliare e la realizzazione di alcune strutture alberghiere di prim’ordine. Nel 2004 a Madonna di Campiglio aveva costruito l’Alpen Hotel Suite, il primo hotel a quattro stelle Superior del Trentino, condot-to dalla moglie e dalle figlie. Riflettendo al suo operato ci si chiede dove abbia trovato il tempo per fare tante cose. Era uno organizzatore estre-mamente capace; arrivava nel

suo ufficio tutte le mattine, e questo fino agli ultimi giorni. Qui programmava il lavoro dei suoi collaboratori, che sapeva responsabilizzare e ai quali dava grande fiducia. Di poche parole, diceva la sua dopo aver riflettuto a lungo. Aveva una grande dote: sa-peva, anzi amava ascoltare la gente, conoscere il pensiero di quanti gli stavano attorno. Trovava grande soddisfazio-ne nell’andar incontro alle esigenze dei clienti e nel ri-solvere i loro problemi. Ha lasciato un segno indelebile nella storia di questi paesi e nel cuore di quanti lo hanno conosciuto ed apprezzato. In loro continuerà a vivere.

Attualità

Un addio pieno di dolore Ci eravamo incrociati da ragazzi a Madonna di

Campiglio nei primi anni Cinquanta durante le vacanze estive. Lui aiutava lo zio Arnaldo, stagni-

no e lattoniere, io, poco più giovane, facevo il raccattapalle al tennis dell’Hotel des Alpes. L’ho salutato la settimana scorsa - non sapevo che sarebbe stata l’ultima volta - a

Ragoli, in chiesa, dove, commosso, si era recato ad ab-bracciare Anneliese e a portare l’ultimo saluto ad Arnal-do Serafini, amico suo. Due uomini veri, per tanti aspet-ti molto simili. Entrambi si erano costruiti una fortuna partendo dal nulla. A prezzo di grandi sacrifici, lavorando con tenacia, intelligenza e grande dirittura morale.

La scomparsa di Tony Masè lascia un grande vuoto nella comunità delle Giudicarie

“Sei stato per noi un maestro e una guida sicura, non solo nel lavoro, ma anche nella nostra vita…Ci hai sempre spronati a guardare al futuro con gli occhi di chi è certo che i so-gni si possono realizzare…. Quando percorreremo le piste e saliremo su-gli impianti del Dòss del Sabion, a

cospetto delle cime del Brenta che hai amato così tanto, il ricordo del tuo sorriso, del tuo contagioso en-tusiasmo nel lavoro, della tua lungi-miranza e della tua imprenditorialità ci accompagnerà sempre…. ma so-prattutto non potremo dimenticare la tua umanità….( i dipendenti della Spa Funivie)..”… Ti dobbiamo tan-to, ci hai insegnato tanto, siamo or-gogliosi di essere cresciuti con te per maestro, di aver appreso quello che è il mestiere più bello del mondo, di aver condiviso la tua passione e i tuoi entusiasmi. La tua famiglia può contare su di noi. La Termoimpianti Masè continuerà la sua attività con te davanti a guidarci (i dipenden-ti)…” Dopo il portavoce della sua azienda e Pio Maturi della spa Fu-nivie, nella chiesa di Giustino, gre-mita fin nel presbiterio, hanno preso la parole Rudi Serafini a nome del Rotary di Madonna di Campiglio,

William Bonomi, che ha letto una poesia e sottolineato la soddisfazio-ne di Toni quando riusciva a creare e a garantire posti di lavoro nella sua ditta e alle funivie per la gente della valle, e l’architetto Gino Pisoni con un delicato ricordo dello scomparso e le condoglianze ai famigliari. Tut-te testimonianze sentite, accorate, condivise dai presenti, molti con gli occhi lucidi, sottolineate da applau-si. Poco prima don Ivan Maffeis, che aveva concelebrato il rito insieme ai parroci di Giustino e di Madonna di Campiglio, nell’omelia aveva trac-ciato la figura di Toni Masè, padre di famiglia, imprenditore, uomo della comunità, mettendone in evidenza il carattere forte, la determinazione, l’onestà, la sua capacità di relaziona-re con una dirittura morale fuori dal comune, il modo con cui ha saputo affrontare il male che lo ha portato alla tomba. E riportato le parole che

gli aveva confidato domenica sera: “Quelli che mi sono stati vicino hanno fatto tutto il possibile per me. Adesso sono nelle mani di Dio…” Lunedì ci lasciava. Una folla, accor-sa da tutto il Trentino, e non solo, ha voluto accompagnarlo nel suo ulti-mo viaggio, portato a spalle dai suoi dipendenti dalla casa di Vadaione fino alla chiesa di santa Lucia, in-capace di accogliere tante persone. Con lui se ne andato una persona-lità che ha segnato profondamente l’economia, la vita e la storia di que-sta valle. A salutarlo abbiamo notato tanti personaggi impegnati nella vita politica (Grisenti, Malossini…) nel-l’industria, nel turismo e in tanti altri settori, ma quello che ci ha più col-pito è stata la partecipazione di tanta gente comune, semplici lavoratori, suoi compaesani e convalligiani… una testimonianza vera, sentita di affetto e di cordoglio.

“Sei stato un maestro e una guida...”

di Giuseppe Ciaghi

Toni Masè sul Cervino

Toni Masè al Doss del Sabion

GENNAIO 2013 - pag. 17

IMPASTO LIGHTLIGHTLIGHTLIGHTLIGHTLIGHTLIGHT

Abbiamo deciso per la semplicità

Abbiamo deciso Abbiamo deciso Abbiamo deciso Abbiamo deciso per la per la

Abbiamo deciso per la

Abbiamo deciso Abbiamo deciso Abbiamo deciso Abbiamo deciso Abbiamo deciso per la per la

Abbiamo deciso per la

Abbiamo deciso

acqua “di Bolbeno”

... e scelto il nostro impasto ideale!

... e poi

lievito di birra fresco

acqua “

sale

olio extravergine

farina bianca di grano tenero “00“ con soya e cereali

farina di grano Kamut biologico

IMPASTO BASE

sale

acqua “di Bolbeno”

lievito di birra fresco

olio extravergine

il pomodoro Italiano, lo speck Trentino, i formaggi nostrani... e molto altro!

Sempre in menù le alternative

nutrienti e sfiziose

SCHIACCIATE

DI PATATE ROSTI

servite nelle

tipiche padelle!

Provale!

Sempre in menù

nutrienti e sfiziose

SCHIACCIATE

DI PATATE ROSTI

servite nelle

tipiche padelle!

Bolbeno tel. 0465 324599 [email protected] www.la-contea.com | per info, menù e preventivi cell. 335 7445131

pag. 18 GENNAIO 2013 Il Saltaro delle GiudicarieUltimamente avvisato, anzi mezzo avvisato, mezzo salvato, per le mie devianze politiche, ai Saltari non è permessa alcuna opinione del bene e del male, essendo “super Partes”, in politi-ca devo fare “zitto e mosca” per non disturbare le armonie dei ce-lesti compromessi. Ma scandalo o no, sul sesso non transigo, ne parlo, a costo di rimetterci la pen-sione e le prebende che il cielo ci riserva, troppa è l’ignoranza che regna in proposito in Giudicarie, troppa l’arretratezza a riguardo, i tempi cambiano, cambiano i costumi, e i Giudicariesi che non tengono il passo, troppo presi dalle cose terrene e troppo legati alle costumanze ataviche della nostra terra. Ohibò! Il mondo è cambiato, aggiornatevi! E ve la spiego io, con la franchezza che mi è solita, a costo di scon-trarmi col mondo intero, clero e sacrestie comprese, fa parte delle mie mansioni custodire le vostre case, i vostri averi, e aprire le vostre menti alle variazioni cli-matiche, politiche e sociali. Non si finisce mai d’imparare, ve lo garantisco, e scusatemi se oso rimettere in discussione tutte le vecchie conoscenze in proposi-to. Eh, già il sesso! Non so se ve ne rendete conto, ma, io con voi, siamo ancora fermi al vecchio concetto di maschio/femmina, uomo/donna, lui è lei,...amici miei, roba da medioevo! Oggi si è molto più avanzati nei salot-ti di chi ne sa più di noi, oggi ci sono vari generi: gli eterosessua-li, gli omosessuali, le lesbiche, i gay, i trans, i bisex, i plurisex, i casualsex, e quelli che come viene viene, pronti a tutto. Non

c’è che l’imbarazzo della scel-ta e puoi cambiare preferenze, come l’abito, da un giorno al-l’altro. Del resto, basta guardare la TV, c’è presente ad ogni ora, ovunque, un vasto campionario di specie sessuali. Anzi, sembra proprio che non si possa fare tra-smissioni senza la loro presenza in qualità di ospiti, opinionisti, concorrenti ecc. Ormai “l’intellighenzia” nazio-nale sembra concentrata nelle menti pensanti dei vari Cecchi Pavone, Malgioglio, Vladimiro, detto Luxuria, Platinette, Signo-rini, Aldo Busi, ed altri casualsex più o meno noti, sempre ad alto tenore d’intelletto e di acume critico. Ma quella che mi è più simpatica, per la faccia che ha, per la voce, per il sorriso, è la Paola Concia, parlamentare Pd, lesbica dichiarata, sempre in TV

e sempre pronta a parlare di tut-to, non c’è argomento che non conosca. Ascoltandola, però, mi sorge spontanea una doman-da : “Ma questa Concia, è così ricercata in TV perché è onore-vole o perchè è lesbica?” Dai ragionamenti che fa, la domanda mi sembra più che legittima. E proprio lei, così colta e donna

di mondo, mi ha scioccato, il vostro Saltaro, rotto ad ogni ne-quizia e ad ogni nuova, è rima-sto basito. Ultimamente la nostra ha svelato con grande gioia del mondo intero, che si, lei è lesbi-ca, ma non sempre, più che altro è “diversamente normale”, la sua sessualità l’ha definita “flut-tuante”. Orpo! Questa specialità

non l’avevo mai sentita, neanche sapevo che esistesse. Come sarà questa “sessualità fluttuante”? Ho provato a farci una ricerca e non mi è venuto fuori niente di buono, mah, a me sembra più che altro una sessualità incerta, ambigua, confusa, vaga, proprio non saprei definirla. Ma defi-nisce invece, e molto bene, la nuova morale, quella del terzo millennio, un modo distorto di concepire la sessualità sempre più diffuso e che ogni giorno viene propagandato attraverso i media, giornali e televisioni, e che trova sempre nuovi adepti. Che strano, in effetti siamo in un mondo dove tutto è possibi-le, dove tutto è lecito, tutto nor-male, tutto è consentito con “la moralità fluttuante” che ormai ci ritroviamo. Un mondo dove tutto sembra ondeggiare, senza

sicurezze, dove tutto è vero e nel contempo tutto è falso, a secon-da dei punti di vista, vuoi vedere che prima o poi diventeremo un mondo di umanoidi (Ogm!), di ignota provenienza e di ignote prospettive, e quelli che oggi sono “normali” diventeranno un’esigua minoranza protetta e tutelata dal WwFf ? Certo, sarà così, ne sono sicuro, se non si correrà ai ripari, per Dio!, risco-prendo le vecchie regole di una vita semplice, che si rifaccia al-l’immutabile natura del creato, che ritorni alla chiarezza ed alle poche certezze che determinano il mondo, nel rispetto della liber-tà di tutti, ma nel convincimento che solo rientrando nel pieno possesso delle nostre facoltà sa-premo distinguere la gramigna dal grano, le sciocchezze dalle cose importanti, i programmi seri dalle sceneggiate, quello che ci è utile, da quello che è futile. Prestiamo un po’ di più attenzio-ne a noi stessi, alla nostra storia, alla nostra vita, con consapevo-lezza, con comprensione, ma anche con fermezza e determi-nazione, le armi più efficaci per difendersi dai condizionamenti “fluttuanti” del mondo d’oggi. Non sempre la TV rappresen-ta con verità la quotidianità del mondo, spesse volte ti propina dibattiti, scene ed immagini che possono convincere che non c’è senso nella vita, che non dob-biamo fare scelte, che tutto è già preconfezionato, tutto già pron-to per noi, che dobbiamo evi-tare persino di pensare, c’è chi pensa per noi. Eh no! Così non va! Ci prendono per citrulli? Se non perdiamo il filo, se teniamo stretta la testa fra le mani, se ci guardiamo allo specchio ogni mattina, se sappiamo essere noi stessi, non ci saranno “flutti” di sorta che potranno scardinare la nostra serenità, rimarremo saldi e forti come i graniti della Val di Genova, nessuno può insegnar-ci chi siamo, se non glielo per-mettiamo. Buona la predica, mi piace, il sesso è tema di grande attrazione, normale o fluttuante che sia, vai a farglielo capire, las-sù, che non accettano lezioni da nessuno, così spero d’aver ag-giornato almeno voi, amici miei, sulle cose di questo mondo, non tutte buone a dir il vero, ma il buono ed il bello dipende solo da noi, e io ho grande fiducia nei Giudicariesi, gente testarda, ma fiera, onesta dentro e fuori, di sani principi e di grande intelli-genza, sfoderiamo l’orgoglio de-gli avi, crisi o non crisi, il futuro ci arriderà. Parola di Saltaro! Ah, scordavo...AUGURI DI BUON ANNO, per voi, s’intende, per-chè a me, coi secoli che mi ritro-vo in groppa, uno più uno meno, non cambia quasi niente.

Sessualità “fluttuante” e politica “errante”!

IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Iniziamo l’anno nuovo parlando di sesso. Indecenza, scandalo, tregenda, nell’empireo fra ventate di gelo e preghiere inascoltate per la mia redenzione, si

sta pensando di espellermi dall’albo dei Saltari, troppo

ribelle, turbolento, ingovernabile, da un po’ di tempo intrattabile e disobbediente alle secolari regole del con-vivere sereno e gaudioso, così come si costuma lassù da secoli nei secoli.

Quando la politica vive di ambiguità, scandali al sole e nuove “tendenze”

Il sindaco di Caderzone Emilio Mosca, le maestre che con Giustina lavoraro-no, l’assessore alle politiche sociali della Comunità delle Giudicarie Luigi Olivieri, i dirigenti scolastici che lo eb-bero come collega e chi ora, maestri e coordinatori, ne raccoglie e porta avanti il la-voro, hanno voluto ricordarlo affettuosamente, fra aneddoti e un po’ di commozione. So-prattutto, c’era l’allegria dei bambini delle elementari, e il loro sarebbe stato l’omag-gio più gradito al vecchio maestro Tranquillo. Hanno disegnato, cantato e recitato per quell’insegnante mai co-nosciuto di persona, ma che non solo ha contribuito a cre-scere molti dei loro genitori durante gli anni principali della formazione culturale e umana di un individuo, ma ha anche lasciato alla comunità un grande patrimonio storico e letterario. L’intitolazione della scuola è un omaggio ad una di quelle tante figure d’eccezione spesso penaliz-zate da un carattere schivo e un’innata sobrietà, che le nasconde all’occhio distratto delle masse.Tranquillo Giustina iniziò ad insegnare a 19 anni, nel

1948, in Istria e lo fece per i successivi cinque decenni nei quali dopo varie peregri-nazioni che lo hanno visto nelle provincie di Udine, Vi-cenza e Padova, poi la Sarde-gna, è tornato a Bocenago e Caderzone da dove la sua fa-miglia era partita alla volta di Monfalcone. Un “maestro di antico stampo”, l’ha defini-to il suo amico e compagno di lavoro Mario Antolini, di

quelli con nel cuore la mis-sione di insegnare, accudire e preparare i ragazzi a lui af-fidati. In Rendena, il maestro Tran-quillo è anche ricordato per la sua seconda professione, che iniziò a svolgere una volta andato in pensione, quella di storico e scrittore. Una passione per la terra dei suoi antenati dove era sbar-cato da adulto che lo porterà

a scrivere una trentina di li-bri e parecchi articoli e sag-gi comparsi nel corso degli anni su periodici e riviste, ol-tre a cimentarsi come poeta e scrittore di letteratura sotto lo pseudonimo di Enrico Di-revi. E’ grazie alla sua capar-bietà di conoscere la storia della Rendena e rinsaldare le sue radici trentine che la conoscenza collettiva non ha perso la memoria di perso-

naggi come il suo Marco da Caderzone, il più famigerato dei figli illegittimi dei Lo-dron, o Nepomuceno Bolo-gnini, l’industriale garibaldi-no e letterato di Pinzolo, ma anche le vicende della casata dei Lodron e le testimonian-ze della presenza carolingia in Rendena, solo per ricorda-re i suoi studi più noti. “Non era mai pago delle sue inda-gini – racconta con affetto il collega Antolini – voleva sempre arrivare fino in fondo ad ogni possibile conoscen-za, e anche nella stesura dei testi non era mai contento, continuamente assillato da una quasi affannosa rincorsa verso il massimo della perfe-zione linguistica”.Tranquillo Giustina è stato per tutti il Maestro della val-le, con la M maiuscola e con quell’aura di sacralità che una volta veniva riservata ad una figura centrale nella vita dei piccoli borghi di val-le, così oggi viene ricordato come mentore della scuola di Caderzone. (d.r.)

Intitolata al maestro Tranquillo Giustinala scuola di elementare di Caderzone Terme

La scuola primaria di Caderzone Terme è stata inti-tolata al maestro Tranquillo Giustina, lo testimonia una targa all’entrata dell’istituto, la sua foto con i

tratti salienti della sua vita in bella mostra nella scuola,

ma soprattutto la grande riconoscenza che genitori, auto-rità e bambini hanno voluto dimostrare in occasione del-la cerimonia di apposizione della targa alla memoria del maestro, storico, poeta e letterato Giustina.

Tranquillo Giustina

GENNAIO 2013 - pag. 19

La struttura andrà a riqualificare ur-banisticamente la

zona dell’ex scuola ma-terna nell’abitato di Cre-to, costerà 3.377.000 euro di cui 2.074.870 di fi-nanziamento provinciale, 500.000 messi a disposi-zioni dal Bim del Chiese e 802.130 dal Comune di Pieve di Bono. Il proget-to – approvato dal Con-siglio comunale di Pieve di Bono nella seduta del 27 novembre - prevede una fusione tra elementi architettonici moderni ed innovativi ed alcuni trat-ti tipici delle costruzioni storiche trentine.

Nella nuova struttura, tro-veranno spazio servizi per i giovani, sale di ritrovo e una grande sala-teatro per la proiezione di film o la realizzazione di spettaco-li, ma soprattutto di gesti-re spazi flessibili grazie a pareti mobili per assecon-dare le esigenze particola-ri degli utenti. “Uno dei principali risul-tati ottenuti in questi anni attraverso il lavoro del progetto “Per un futuro migliore” - spiega il sinda-co di Pieve di Bono Atti-lio Maestri - è stato quello di aver messo attorno ad un tavolo gli amministra-tori di tutti i comuni della

valle del Chiese, aver cer-cato insieme di superare le molteplici diversità e i forti campanilismi norma-li in un contesto di Valle, per iniziare a lavorare su una progettualità condivi-sa e comune in ambito di politiche giovanili e so-ciali. Non è un risultato da poco ed ha rappresen-tato un importante lavoro per porre le basi anche ai

Piano giovani di zona che le amministrazioni hanno deciso di attivare negli ul-timi anni”. Un percorso, quello della definizione dei contorni dell’operazione, condi-viso negli anni assieme ai ragazzi del “Piano Giovani”della Val del Chiese evidenziando la necessità di una strut-tura che rappresenti un

luogo di ritrovo “centra-le” rispetto ai 15 comuni della valle, distribuiti su una linea di circa 30 km, fruibile dunque dagli oltre 3000 giovani di età com-presa tra i 10 e i 30 anni che qui vivono. “Tale sviluppo, certamen-te di respiro sovracomu-nale – ha detto Maestri – rappresenta un tassello importante per rafforzare

sinergie con il Consorzio turistico della valle del Chiese, la rete di attratti-ve della Valle come Villa De biasi, la Val di Daone, Boniprati, e rappresentare anche un vettore importan-te per lo sviluppo turistico movimentando il mondo giovanile con ipotesi di scambi culturali, campus e attività formative”.(r.b)

Attualità

Pieve di Bono, via al Centro giovani

L’opera, approvata dal Consiglio comunale, diventerà un riferimento per il Piano Giovani della Valle del Chiese

Il Comune di Fiavé con Delibera del Consiglio Co-munale n. 13 del 24 maggio 2012 è uno dei primi comuni Trentini ad aderire al Pat-to dei Sindaci, un iniziativa di rilevanza europea che prevede la riduzione delle emissioni di anidride carbo-nica entro il 2020 di oltre il 20% attraverso l’effi cienza energetica, l’incentivazione all’utilizzo di energia rinno-vabili, la sensibilizzazione verso stili di vita e mobilità più sostenibili. Mercoledì 28 novembre ore 20:30, la sala consiliare del Comune di Fiavé ha ospitato un incon-tro con i cittadini per discu-tere sugli interventi possibili per ridurre le emissioni di CO2. Durante la serata sono intervenuti esperti di Agenda 21 consulting, società incari-cata dal Comune per la re-dazione del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES). Tra i partecipanti gli ammi-nistratori comunali, il pre-

sidente della Cassa Rurale Don Lorenzo Guetti, e di-versi operatori economici. Il Sindaco Nicoletta Aloisi ha aperto l’incontro spiegan-do ai partecipanti i motivi per i quali l’amministrazione ha inteso aderire al Patto dei Sindaci: sostenibilità, pro-tezione dell’ambiente, mi-gliore qualità della vita. Nel territorio di Fiavé sono state emesse più di 5000 tonnel-late di CO2, gran parte del-le quali (circa il 58%) sono riconducibili a consumi di energia elettrica e combu-stibili per il riscaldamento degli edifi ci residenziali. Le emissioni di anidride car-bonica dovute ai trasporti privati rappresentano circa il 30%, quelle del terziario commerciale l’8% e quelle della pubblica amministra-zione (edifi ci, illuminazione pubblica e mezzi comunali) circa il 5%. Il Comune ha inoltre affi dato ad Agenda21 consulting l’attività di dia-gnosi e certifi cazione ener-

getica dei 10 edifi ci comu-nali. Per ogni immobile oltre alla certifi cazione energetica si stabiliranno anche gli in-terventi di miglioramento energetico con una valuta-zione in termini di benefi ci economici ed ambientali.L’esposizione dell’ing. Mat-teo Manica ha sottolineato inoltre le iniziative già as-sunte dal Comune nell’am-bito dell’effi cienza energe-tica come la coibentazione esterna, la sostituzione dei serramenti e della caldaia presso il Municipio; la coi-bentazione e la sostituzio-ne dei serramenti presso la scuola elementare. Gli sforzi dell’amministrazione rivol-ti alle energie rinnovabili hanno riguardato la realizza-zione dell’impianto di teleri-scaldamento a pellet per pa-lestra e scuola elementare, la realizzazione di tre impianti fotovoltaici presso la scuola elementare, la palestra e il Municipio e di un impian-to solare termico a servizio

della palestra. Sono inoltre stati sostituiti diversi punti dell’illuminazione pubblica obsoleti con la nuova tecno-logia a LED in alcune fra-zioni del paese. Tutti questi interventi hanno permesso al Comune di ridurre i propri consumi e di conseguenza le emissioni di CO2 dal 2007 al 2011 precisamente del

27% per gli edifi ci e gli im-pianti e del 5% per l’illumi-nazione pubblica. I presenti sono stati poi coinvolti in un attività: “Ridurre le emis-sioni si può? Cosa posso fare IO, cosa possiamo fare NOI”. Ogni partecipante ha potuto proporre una serie di iniziative volte alla riduzio-ne delle emissioni di CO2 a

titolo individuale e colletti-vo. É stata infi ne distribuita la Dichiarazione Ambientale del Comune di Fiavé che il-lustra le prestazioni ambien-tali dell’amministrazione ottenute grazie al Sistema di Gestione Ambientale che ha permesso di ottenere la regi-strazione ambientale EMAS III.

Ridurre l’anidride carbonica (CO2) si può?

Ottenuto il via libero dal punto di vista tecnico a metà novembre, il Centro giovani di Pieve di Bono si avvia a diventare realtà. Un’idea

nata già nel 2007, anno nel quale l’amministrazione comunale guidata da Attilio Maestri lanciò l’idea di un centro di aggregazione giovanile che potesse diven-

tare punto di riferimento per tutti i ragazzi della Valle del Chiese. La centralità orografi ca di Pieve di Bono, in questo senso ha giocato un ruolo fondamentale; il progetto poi è cresciuto assieme allo sviluppo del Pia-no Giovani di Valle, trovando in esso condivisione e un punto di riferimento a livello programmatico.

Grande interesse per l’incontro proposto dall’amministrazione comunale di Fiavè sulla riduzione delle emissioni di CO2

Rendering Centro Giovani

Centro Giovani, situazione oggi Centro Giovani, come sarà

pag. 20 GENNAIO 2013

Il testo, 457 pagine fitte fitte e in caratteri minuti senza la pausa di una foto o di un di-segno, compendiato per altro magistralmente nella splendida copertina dall’estro di Amedeo Marchetti, (pennello un po’ matto e un po’ genio anche lui, proprio come i paesani di Fero-nio), partecipa al lettore in ma-niera diretta, sincera, immediata e coinvolgente, incuriosendolo e appassionandolo, le vicissitu-dini, i pensieri, i travagli, le ri-flessioni di “un uomo libero fin da ragazzo di pensarla alla sua maniera, che mal sopportava i soprusi e le alterigie dei poten-ti…forte e volitivo per natura, onesto e poco addomesticabi-le”, chiamato dalla sua gente a guidare il comune nel dopo-guerra, in momenti difficili per tutti. Erano tempi in cui “fare il sindaco era una missione, santa e doverosa, per chi al proprio paese fosse legato da amore convinto…” Ma “fare il sinda-co “ era anche “come andare in guerra”, con “gli alleati che si squagliano e ti lasciano solo a

combattere contro il nemico, dove la guerra è il confronto continuo con la tua gente ed il nemico sono le infinite compli-canze che ti si presentano ogni giorno …fatte di poca cosa, ma fastidiose, che tolgono la sere-nità”. Eventi e responsabilità lo tormentano, specie agli inizi; gli rendono difficile la vita nei rapporti con il pubblico e per-sino dentro la famiglia, tanto da “sconvolgergli, cambiargli e ridisegnargli l’esistenza…” Di lunedì in lunedì in municipio “luogo sacrale della comuni-tà” si costruisce con tenacia e determinazione un’esperienza di straordinario spessore, uma-no e culturale insieme, fatta di “buon senso e molta tolle-ranza”, capace di dirozzarne il carattere per adattarlo alle circostanze più diverse. Pian piano capisce che “dar tempo al tempo”, che saper pazienta-re, il più delle volte risolve gran parte dei problemi e dei guai. Così che alla fine può abbrac-ciare il suo piccolo mondo con uno sguardo carico di affetto,

di calore e di simpatia, soffu-so talora da un velo di com-piacente e distaccata ironia: “ toccava a lui, ne era cosciente, oltre che curare la sicurezza, la tranquillità, il lavoro, il pasco-lo delle malghe e il bosco del-la comunità, mantenere entro binari accettabili l’azione dei truffatori di turno, ritemprare gli onesti, convincere i riottosi e convertire gli sbandati” con-vinto che “Costanidia avrebbe avuto un grande futuro, anche se l’indole godereccia e liberti-na dei suoi paesani, ne avreb-be marcato per sempre storia e avvenire”. Già i suoi paesani : “montanari che dicono pane al pane e vino al vino. Fatti così. Genuini, sinceri, ai quali non piace esser presi in giro… e se qualcuno ci prova, il sangue nelle vene ribolle come in una caldaia, e possono anche ol-trepassare la misura, ma solo se provocati…” In tutto simili a lui. I suoi occhi, occhi laici, smagati, attenti a tutto, ci per-mettono di cogliere la vita della comunità fin nei suoi risvolti

più reconditi, di penetrare den-tro l’anima dei protagonisti, di respirare l’atmosfera degli ambienti, pubblici e privati, che ne costituiscono il tessuto sociale e scandiscono i ritmi del (soprav)vivere quotidiano, di condividere con la natura, il paesaggio e gli animali l’eterno immutabile susseguirsi delle stagioni insieme al variare dei lavori nei campi e alle occupa-zioni dei contadini. I rapporti con i politici e le loro cliente-le, col parroco e le sue pretese, col maresciallo dei carabinieri e con l’apparato “un segreta-rio comunale capace solo di complicare le cose anziché di aiutarti” ricostruiscono, con aderenza alla realtà ed efficacia

straordinarie, le condizioni in cui si sono trovati ad operare la maggior parte dei sindaci del-le nostre valli in quel contesto storico. Il volume ci pare voglia essere anche un riconoscimen-to, un omaggio al loro impegno. Ma “il sindaco di Costanidia” è anche un “racconto naif”. Un po’ lungo per la verità, artico-lato in 45 capitoli. Somiglia più a un romanzo, di quelli storici, con i Promessi Sposi per modello. Dove personaggi immaginari contribuiscono alla costruzione di una realtà ben definita, estremamente vera. Vi si intrecciano e si rincorrono storie diverse, in un susseguirsi armonico di episodi che vanno dal serio al faceto, al tragicomi-

co, con trame e suspense degne di un giallo. Il tutto condito da una regia sapiente, da una scrit-tura gradevole, da una cono-scenza approfondita della vita paesana, di una vita che si sente condivisa e partecipata. Vi si avverte, accanto alla consueta abilità descrittiva e ad alla sua acuta capacità di osservazio-ne, il grande amore di Adelino Amistadi per il proprio pae-se e per la sua gente. C’è chi scrive di storia compulsando documenti, e chi ne scrive sul-la traccia di esperienze vissute. Entrambi aspetti essenziali alla conoscenza di un passato che altrimenti andrebbe perduto. Purtroppo nei nostri archivi troviamo solo i primi…

“Costanidia ormai gli era chiara e traspa-rente come l’acqua, ne conosceva i per-sonaggi ,la storia, l’indole, vita morte e

miracoli di ognuno, l’onestà, la laboriosità, ma anche

le tresche e le ribalderie, ne avrebbe potuto scrivere un libro”…strenna che “l’Adelino”, per tanti anni sin-daco di Roncone, - pardon di Costanidia – ci ha fatto trovare sotto l’albero di Natale.

“Il sindaco di Costanidia. Racconto naìf”

Il libro

Nel secondo libro di Adelino Amistadi c’è il racconto delle nostre comunità

di Giuseppe Ciaghi

MASSAGGIO RILASSANTE, DECONTRATTURANTE, SPORTIVO.

TERAPIE FISICHE : TECARTERAPIA, ULTRASUONI, ELETTROTERAPIA

RIABILITAZIONE POST-CHIRURGICA

RIABILITAZIONE POST-TRAUMATICA

RIABILITAZIONE ORTOPEDICA

RIABILITAZIONE NEUROLOGICA

RIABILITAZIONE E RECUPERO SPORTIVO

GINNASTICA POSTURALE

TAPING NEUROMUSCOLARE

DOVE SIAMO:

CONTATTI:

[email protected]

SI RICEVE SU APPUNTAMENTO, A RICHIESTA TERAPIA A DOMICILIO.

Adelino Amistadi

Condino (TN) tel. 0465.621440 www.legnocase.com

Nello scorso numero il Giornale delle Giu-dicarie ha lanciato un’iniziativa concreta di supporto e vicinanza al mondo del lavoro giovanile, ossia quella di dare visibilità ed attenzione a nuove iniziative imprendito-riali che abbiano come protagonisti gli “un-der”. Un piccolo modo per essere vicini al mondo del lavoro in questo momento certo non facile in cui la congiuntura economica mette a dura prova la capacità occupazio-nale anche del Trentino. La prima segnala-

zione giuntaci in redazione è quella di Fisio Frama(qui a fianco), uno studio di giovani fisioterapisti, 25 anni ed entrambi residenti nelle Giudicarie, aperto a Carisolo da no-vembre del 2012.

Naturalmente segnaliamo che questo spazio è aperto a tutte le nuove iniziative messe in campo dai giovani. L’invito è quello di scri-vere a [email protected] e segnalarci la vostra azienda.

Giovani e lavoro, un’iniziativa concreta

La copertina del libro

GENNAIO 2013 - pag. 21

Va ricordato che i Comuni catastali sono il riconosci-mento giuridico - (prima da parte dell’Impero austroun-garico, poi del Regno d’Ita-lia, ed ora della Repubblica italiana e della Provincia Autonoma di Trento) - del-la “spartizione territoriale” che le antiche generazioni (per le Giudicarie dal 1027 al 1803) sono riuscite a con-cordare fra loro col famoso “libro de le Crós”. La tra-scrizione giuridica dei con-fi ni catastali è stata fatta, nelle Giudicarie, negli anni 1860-61 da parte dell’am-ministrazione austroungari-ca e sono stati riconosciuti uffi cialmente 91 Comuni catastali, che sono rimasti intatti e che non possono essere né unifi cati, né tan-to meno aboliti: tali sono e tali restano, addirittura con una propria indipendenza amministrativa attraverso la gestione autonoma delle Asuc (Amministrazioni Se-parate di Uso Civico).Il Comune amministrativo, invece, è un Ente costitui-to ed “imposto d’autorità” dal potere governativo di ciascun momento storico, per cui può continuamente

cambiare di dimensione, di popolazione, di posizione giuridica ma sempre e solo preposto all’organizzazio-ne dei “servizi pubblici” da eseguire a favore dei citta-dini. Per quanto riguarda le Giudicarie si parte con i primi Comuni costituiti dal Regno di Baviera nel 1806, per passare ai 13 Comuni del governo napoleonico nel 1811, giungendo ai 63 Comuni austrongarici poi riconosciuti anche dall’Ita-lia fi no al 1928, per passa-re ai 16 Comuni durante il periodo fascista e per torna-re ai 40 Comuni della Re-gione-Trentino Alto Adige negli anni Cinquanta ed ai 39 odierni. Ogni Comune amministrativo, territorial-mente parlando, è sempre costituito dalla somma dei comuni catastali fra loro confi nanti che ricadono nel-l’ambito del loro decreto di costituzione.Il problema della “unifi ca-

zione dei Comuni piccoli” non sè solo giudicariese, né solo trentino, né solo italiano: è un aspetto orga-nizzativo allo studio di tutte le nazioni perché, poiché il Comune moderno costitui-sce l’ossatura portante della società; ed è per questo che sottende tante di quelle pro-blematiche da dover essere tenute costantemente nella massima considerazione

dai poteri statali/nazionali/provinciali. Quindi anche le “diatribe” (giuste discussio-ni) oggi in atto in Giudicarie e nel Trentino fanno parte di questo grande bagaglio europeo ed extraeuropeo e va affrontato con serietà di studio ed avvedutezza stori-ca e, perciò, non va dibattu-to su contrarietà temporali e locali (o addirittura per-sonali) con sentimentalismi

emotivi e posizioni mentali preconcette che ne intac-cano la solidità giuridica e culturale.Proprio in questi giorni, per motivi di studio, ho trovato di un articolo sulla “Con-centrazione dei Comuni” pubblicato sulla Gazzetta uffi ciale di Trento n. 257 del 29 novembre 1859, nel quale si evidenziava l’aspetto unifi cante della

necessaria unifi cazione con la scritta: «Fu mai sempre la base, l’àncora, il perno de’ governi il motto viribus unitis / l’unione delle forze; con esso ben applicato e a tempo si mantiene costante-mente imperturbato l’ordi-ne nell’interno degli Stati, con esso si tengono in sog-gezione i Governi all’este-ro; desso è che promuove e conserva il tanto a’ nostri dì apprezzato e indispensabile equilibrio politico non solo in tutta Europa, ma ben an-che nell’intera sfera mon-diale; desso infi ne smantel-la superbe torri, ed atterra pareggiando al suolo cre-dute inespugnabili fortezze. E perché, dunque, non si applicherà questo nobile e celebratissimo motto anche nella concentrazione di pic-coli Comuni in un solo?».Queste considerazioni ra-zionali di oltre 150 anni fa - a mio modesto parere - dovrebbero riportare a galla la serietà dell’argomento in se stesso considerato, ma che oggi si ha l’impressio-ne che si stia affrontandolo con troppa superfi cialità, senza offendere nessuno: nè persona, né ente.

Cultura

Comuni “catastali” e comuni “amministrativi”Nella attuale “diatriba” che investe i Comuni

trentini in merito sia alle “fusioni” che alle “gestioni associate” vorrei permettermi

di annotare che mi sembra che siano ben poche le fonti - persone ed enti - che stiano tenendo

in considerazione i due specifi ci aspetti storico-amministrativi delle situazioni di fatto, ossia la presenza dei Comuni catastatali e dei Comuni amministrativi, dei quali occorre saper valutare la loro sostanziale differenza.

di Mario Antolini Musón

Una differenza storico-politica da tener presente mentre si discute di “fusioni” e accorpamenti

���� �FINO AL 50%

��������������

������������������������

Una veduta di fi ne Ottocento di Tione

pag. 22 GENNAIO 2013 Pagina utilità

Quest’anno, la tesi di lau-rea di una “giudicariese”, ha affrontato l’argomento: “Problematiche igienico-sanitarie di alcuni Rifugi di montagna del Trentino Oc-cidentale”.Nel mentre ci si compli-menta con la neo dottoressa Giada Bonenti di Bondo, la si ringrazia per averci for-nito un abstract (riassunto) del Suo lavoro per la pub-blicazione sul Giornale del-le Giudicarie. La Sicurezza, in ogni sua variante possibile, è un pre-supposto indispensabile che deve permeare ogni mo-mento della vita di ciascuno di noi. Il tema “sicurezza” e’ stato argomento di valu-tazione nell’ambito partico-lare della gestione di Rifugi di Montagna. I Rifugi, na-scono come costruzioni ab-bastanza semplici, dotate di una zona dormitorio, ristoro e cucina con, generalmente annesso, un volume per l’al-loggio privato del gestore, originariamente localizzati in zone relativamente remo-te ma strategiche per le at-tività alpinistiche ed escur-sionistiche. In un mondo in continua trasformazione anche i Rifugi di Montagna sono stati “costretti” a stare “al passo con i tempi”. Nel corso degli anni infatti, in seguito al notevole aumento di frequentatori della mon-tagna, queste realtà sono

state costantemente miglio-rate nella struttura, nelle funzionalità, pur rimanendo sempre luoghi peculiari di accoglienza, ospitalità e di sicurezza in montagna. La “nostra zona” ospita nume-rose strutture: alcune sono gestite dalla Società Alpi-nisti Tridentini, altre sono di proprietà del comune di appartenenza, di privati o ancora di sezioni private del Club Alpino Italiano. Lo studio ha analizzato le possibili problematiche di carattere igienico-sanitario presenti in questi ambien-ti, sia che essi si trovino in “quota”, sia in zone relati-vamente limitrofe ai paesi del fondovalle. La scelta dei Rifugi “campione” è stata effettuata in base alla tipologia (Alpino/Escur-

sionistico), al periodo di apertura, alle diverse moda-lità di approvvigionamento delle merci, delle risorse idriche ed energetiche, allo

smaltimento dei reflui e dei rifiuti solidi ed alla forma-zione dei gestori in materia di igiene. Il lavoro svolto si può considerare uno studio

qualitativo-comparativo: il materiale è stato ricavato da interviste ai gestori dei Rifugi e da sopralluoghi effettuati direttamente in

ciascuna struttura. E’ sta-ta utilizzata una check-list ad hoc al fine di valutare gli stessi aspetti in tutte le strutture. Successivamente i dati rilevati sono stati com-parati fra di loro. I risultati conseguiti dimostrano che lo smaltimento dei reflui e dei rifiuti solidi possono essere considerati dei pun-ti di forza di tutte le strut-ture visitate. Viceversa, i “talloni d’Achille“ eviden-ziati da questo confronto, riguardano il rispetto non sempre facile della “cate-na del freddo” durante il trasporto degli alimenti, la disponibilità e la potabilità delle acque destinate alla cucina. Sulla base di questi rilievi sono state ipotizzate proposte di miglioramento facilmente realizzabili con piccoli accorgimenti, quali l’ottimizzazione dei tem-pi di trasporto, l’utilizzo di attrezzature anche solo coibentate per chi diretta-mente effettua l’approv-vigionamento delle merci, l’eventuale installazione di rubinetti temporizzati per evitare inutile dispen-dio d’acqua. Questi accor-gimenti, peraltro di facile attuazione e poco impegna-tivi dal punto di vista eco-nomico per il gestore del Rifugio rendono più sicure le attività di gestione.

A cura dell’Apss

A differenza dei vecchi contratti soggetti alla di-sciplina dell’equo canone, in questo tipo di accordi la misura del canone è li-beramente concordata tra le parti (locatore, ovvero proprietario dell’immobile e conduttore, ovvero l’in-quilino).Peraltro, anche al fine di favorire la stabilità dell’ac-cordo, nonché per tutelare il diritto del conduttore ad abitare per un periodo ade-guato l’appartamento og-getto del contratto, il legi-slatore ha previsto che tali contratti siano sottoposti a rigide regole dirette a limi-tare la facoltà del proprieta-rio dell’immobile ad influi-re in maniera determinante sulla loro durata. In parti-colare, è precluso al locato-re di formalizzare regolare disdetta del contratto allo scadere dei primi quattro anni, se non in presenza di particolari condizioni spe-cificatamente previste dalla legge.L’art. 3 della Legge n. 431/1998 prevede, infatti, che alla prima scadenza (4 anni) dei predetti contratti, il locatore può avvalersi della facoltà di diniego del rinnovo del contratto (che altrimenti si rinnoverebbe tacitamente per altri quat-tro anni), dandone comuni-cazione al conduttore con preavviso di almeno sei mesi, per i seguenti motivi:a) quando il locatore inten-da destinare l’immobile ad uso abitativo, commercia-le, artigianale o professio-

nale proprio, del coniuge, dei genitori, dei figli o dei parenti entro il secondo grado;b) quando il locatore, perso-na giuridica, società o ente pubblico o comunque con finalità pubbliche, sociali, mutualistiche, cooperati-ve, assistenziali, culturali o di culto intenda destina-re l’immobile all’esercizio delle attività dirette a per-seguire le predette finalità ed offra al conduttore altro immobile idoneo e di cui il locatore abbia la piena di-sponibilità;c) quando il conduttore ab-bia la piena disponibilità di un alloggio libero ed ido-neo nello stesso comune;d) quando l’immobile sia compreso in un edificio

gravemente danneggiato che debba essere ricostruito o del quale debba essere as-sicurata la stabilità e la per-manenza del conduttore sia di ostacolo al compimento di indispensabili lavori;e) quando l’immobile si trovi in uno stabile del

quale è prevista l’integrale ristrutturazione, ovvero si intenda operare la demo-lizione o la radicale tra-sformazione per realizzare nuove costruzioni, ovvero, trattandosi di immobile sito all’ultimo piano, il pro-prietario intenda eseguire

sopraelevazioni a norma di legge e per eseguirle sia indispensabile per ragioni tecniche lo sgombero del-l’immobile stesso;f) quando, senza che si sia verificata alcuna legittima successione nel contratto, il conduttore non occupi con-tinuativamente l’immobile senza giustificato motivo;g) quando il locatore in-tenda vendere l’immobile a terzi e non abbia la pro-prietà di altri immobili ad uso abitativo oltre a quel-lo eventualmente adibito a propria abitazione. In tal caso al conduttore è ricono-sciuto il diritto di prelazio-ne. È evidente che per poter formalizzare idonea disdet-ta allo scadere dei primi quattro anni è sufficiente

che ci si trovi effettiva-mente in una di tali ipotesi. Proprio sulla base di tale presupposto la Cassazione si è espressa recentemen-te statuendo che “in linea di principio va affermato che solo quando il recesso del locatore è costituito da malizioso comportamento, preordinato a creare una stato di necessità, tale re-cesso non si configura le-gittimamente esercitato ai sensi dell’art.3 della legge n. 431/98. Al di fuori di tale ipotesi, il locatore può agire liberamente ogni qual volta si presentino partico-lari esigenze di carattere personali che appaiono, in base ad un’equa valuta-zione, meritevoli di prote-zione secondo la comune esperienza e nel normale svolgimento dei rapporti umani, personali e giuri-dici. In tal caso, il relativo accertamento va compiuto prescindendo dalla valuta-zione comparativa con le esigenze del conduttore e senza pretendere giustifica-zioni di ordine sociale che limiterebbero la libertà di scelta di ogni cittadino” (Cass. Civ. 26526/2009).

Contratto di locazione ad uso abitativo

Si è rivolto al mio studio un cliente, proprietario di un immobile concesso a terzi in locazione per uso abitati-vo, il quale voleva sapere se e in quali casi egli avrebbe potuto rientrare nel pieno possesso del proprio apparta-mento allo scadere dei primi quattro anni, senza dover attendere il decorso degli otto anni (4+4) previsti dalla

legge.La normativa che disciplina tali contratti va ricondotta alla Legge n. 431/1998 che regolamenta i contratti comu-nemente denominati 4+4, ovvero quelli che prevedono un vincolo di durata minima di quattro anni, rinnovabili per un periodo altrettanto lungo.

LEGGE/ L’esperto risponde Si invitano i lettori ad inoltrare le più svariate domande sull’applicazio-ne del diritto a casi con-creti al seguente indirizzo [email protected]. Le risposte ai quesiti di maggiore interesse ver-ranno pubblicate sui suc-cessivi numeri del Gior-nale delle Giudicarie.

a cura dell’ Avv. Francesca Zanoni - Fiavè

Una tesi “giudicariese” sulla sicurezza nei rifugi

Il Servizio veteri-nario dell’APSS di Tione, oltre alle attività istitu-zionali negli allevamenti e sugli stabilimenti di ali-

menti di origine animale, svolge attività di formazione sul campo nei confronti di studenti dei corsi di laurea in medicina veterinaria, in tecniche della prevenzione

nell’ambiente e nei luoghi di lavoro nonché dell’Istituto Agrario di San Michele – Fondazione Mach. Gli studenti interessati, nel corso degli anni, sono circa 40. Alcune tesi di laurea realizzate dagli studenti hanno per oggetto luoghi di la-voro e di produzione alimenti del nostro territorio.

a cura dell’Azienda sanitaria provinciale

Disdetta alla prima scadenza, che fare?

Il rifugio ai Caduti dell’Adamello sulle Lobbie

GENNAIO 2013 - pag. 23 Cultura

Dotato di viva intelligenza e particolarmente versato agli studi, fu in questo ostacola-to dalla mancanza di mezzi della sua famiglia, quindi, per acquisire un’istruzione fu dapprima chierico e poi postulante francescano al Convento delle Grazie in Arco, ma, constatato che la vita monastica non face-va per lui, gettò il saio per dedicarsi all’insegnamento. Fu quindi a Milano dove si avvicinò ai circoli mazzinia-ni rimanendo coinvolto nei moti del 1853, il fallimento dei quali lo costrinse a ripa-rare in Canton Ticino dove trovò lavoro come docente, si sposò ed ebbe due figli, Domenico e Tebano. Tornato in Italia, a Milano riprese l’insegnamento, ma

ancora una volta fu inquisito per la cospirazione mazzi-niana del 1864; fu arrestato e incarcerato ad Innsbruck, ma su di lui non si trovaro-no elementi incriminanti e ne uscì indenne.Nell’estate del 1866, mentre Garibaldi ed i suoi combat-tevano sanguinosamente al-l’Ampola e a Bezzecca con-quistando la Val di Ledro, Giambattista era in vacan-za in Giudicarie, ospite del fratello Francesco. Qui, fu raggiunto dalla richiesta del conte Gerolamo Martini e di Filippo Manci che, in nome dei comuni ideali conso-lidati dai fatti del 1864, lo invitavano a fare qualcosa che potesse dare a Garibal-di il pretesto per ignorare l’ordine di ritirata. Radunati

in fretta alcuni amici fidati, la cosiddetta “banda Siche-ri”, Giambattista si portò in Ledro da dove, ricevute le disposizioni, partì nottetem-po intenzionato ad attaccare una postazione austriaca in modo da accendere la scin-tilla della sollevazione po-polare ma, dopo poche ore di marcia, constatato che i nemici stavano ben in guar-dia, rinunciò al progetto e se ne tornò a casa. Questo, contrariamente a quanto enfaticamente divulgato in passato, fu l’unico episodio che avvicinò il Sicheri ai garibaldini.Nel dicembre 1866 Giam-battista, perfettamente in re-gola con la giustizia austria-ca se non altro per l’amnistia seguita alla Pace di Vien-

na, riacquistò un podere di montagna, la Credata in Val d’Algone, che qualche anno prima era stato di proprie-tà della sua famiglia e vi si stabilì dopo aver adattato alla meglio il preesistente fienile. In Algone i coniu-gi Sicheri vissero per quasi sei anni con i due figli nati in Svizzera, una terza figlia nata due anni prima a Mi-lano e altri due nati in quel periodo.Nell’autunno del 1870, allo scopo di migliorare le precarie condizioni di vita della famiglia che da poco era cresciuta di numero, si dette inizio ai lavori per la costruzione di una nuova casa che avrebbe assicura-to una vita più comoda per tutti. La nuova costruzione,

impostata in modo del tutto anticonformista con pianta a losanga e una specie di absi-de sul lato a valle, prosciugò completamente le finanze dei Sicheri costringendoli ad indebitarsi per ben 504 fiorini. Dopo pochi mesi il negoziante di Ragoli che aveva fornito i materiali per la nuova costruzione presen-tò il conto a Giambattista il quale, non disponendo della somma necessaria, non poté far altro che cedere l’intera proprietà al creditore. Era il 23 ottobre 1873. A questo proposito va ricor-dato che la casa della Cre-data è stata, chissà perché, indicata come “fortino ga-ribaldino” caposaldo per la conquista italiana del Tren-tino e come tale celebrata per anni senza il benché mi-nimo supporto documentale e contro ogni logica.Rimasti senza un luogo dove abitare, i Sicheri, dopo aver ottenuto il regolare passa-porto per l’Italia, partirono alla volta della Sardegna dove Giambattista aveva saputo che vi era bisogno di buoni insegnanti.Sullo scorcio del 1873 giun-sero così a La Maddalena dove, dopo alcune peripezie e la nascita di un’altra figlia, il nostro “poeta Cangio” fu

assunto come maestro nella locale scuola elementare, ma purtroppo la morte della piccola Fiordalina, ultima nata, e della fedele compa-gna, ne minarono la pur for-te fibra che lo portò anche a perdere il posto di lavoro e, qualche tempo più tardi, alla morte avvenuta il 9 novem-bre 1879. Giambattista fu sepolto accanto alla moglie e alla figlioletta nel cimite-ro della Maddalena e qui si perdono le tracce fisiche del nostro poeta i cui resti giac-ciono in quella terra della quale ci piace pensare sia diventato parte, un granello di quel suolo italiano a cui tanto agognava. Giambattista Sicheri fu un uomo vero, un uomo del suo tempo, dall’acuta intelli-genza usata con grande giu-dizio, non fu “eroe garibal-dino” come fin’ora è stato considerato in Trentino, ma le sue opere stanno a ful-gido esempio di quanto una limpida intelligenza possa far donare corpo ed anima alla patria, patria italica, non d’oltralpe. Ci si accorge allora della reale grandezza del “Poeta Cangio”, morto nella lontana e splendida Maddalena, che, a buon ti-tolo, si può annoverare tra i maggiori letterati trentini.

Giambattista Sicheri, le vere vicende del poeta di Stenico

Allo scopo di rimediare alle tante inesattezze con troppa colpevole leggerezza divulgate an-che in tempi recenti sul poeta di Stenico, tan-

to meritevole quanto poco conosciuto, con un lungo e minuzioso lavoro di ricerca si sono potute delineare, con precisa documentazione, le vicende salienti del-la sua vita, spesso smentendo in maniera clamorosa

quanto finora si sapeva. Giovanni Battista Sicheri, nato a Stenico il 27 marzo 1825 da famiglia contrad-distinta dal soprannome Cangi che la differenziava dai numerosi rami Sicheri presenti in paese e morto a la Maddalena il 9 novembre 1879, si può conside-rare, dopo il Prati, il maggior poeta trentino dell’Ot-tocento.

%���)��������#�������������������������������������#������������������������������(�����������"���������������� �

�������#�������������������������������������������������"������������������"����������������������������������� �

�����!����������������"���������������������������������������$��

%���)�������� �������#��������������!����������������������!�����,����������������������������������� �

��������!�����#��<���������)������=������#��,����B����������������������1�������!���������������������������

#������������������"���������� ���������������������������#����������������������������� �������! ������� �

�������!������,��������$�'����������������������������������������������<+�����'�����=!�����������������������

����������(��������!����!���)����������!������*���������������������������������������������$

A conclusione di un anno molto impegnativo, nell’ottobre scorso, il Coro Cima d’Ambiez di San Lo-renzo in Banale diretto dal maestro Alberto Failoni, ha intrapreso una lunga ed importante trasferta in ter-ra belga. Venerdì 5 ottobre, grazie alla cortesia e all’interessamento del funzionario provinciale sig. Vittori-no Rodaro , il coro ha avuto il pri-vilegio di esibirsi nell’ampio atrio del Consiglio dell’Unione Europea a Bruxelles riuscendo a catturare l’attenzione di molti visitatori e fun-zionari dell’ istituzione. La giornata si è conclusa con un concerto que-sta volta presso la sede dell’Euregio, sempre nella capitale belga, davanti a molti emigrati italiani e trentini; al termine dello stesso il pubblico ha manifestato il proprio ringrazia-mento per le sensazioni e le emozio-ni provate durante l‘esecuzione dei brani. Nell’imponente cattedrale di St Michel, dopo aver accompagnato la Santa Messa prefestiva, il Coro Cima d’Ambiez ha potuto far risuo-nare le note di svariati brani del pro-prio repertorio popolare tra le volte della chiesa gotica. Sulla via del ri-torno tappa nella cittadina di Genk presso la Missione Cattolica Italiana

dove il coro è stato accolto dal Pre-te “operaio”, di origine cembrana, don Claudio Pellegrini e da molti emigrati italiani, trentini e “San Lo-renzini”. Nella piccola Chiesetta le nostre canzoni hanno accompagnano la funzione religiosa domenicale e dopo il pranzo, offerto dalla sezione ACLI di Genk, l’esibizione nell’ulti-

mo concerto in terra belga, ottenen-do un grosso successo. L’esecuzione di brani quali “Signore delle Cime” o “Benia Calastoria” ha fatto scorre-re qualche lacrima di commozione sul volto dei presenti ma ben presto la tristezza ha lasciato il posto alla gioia sulle note dell’Inno al Trentino e della Montanara.

Il Coro Cima d’Ambiez protagonista in Belgio

di Ennio Lappi

Gianbattisti Sicheri

pag. 24 GENNAIO 2013

E per il tempo di Natale 2012 è stato organizzato e presentato il settimo seg-mento culturale dedicato ad una famiglia di fotografi fra i più importanti della storia trentina, gli Emanuelli di Arco, di generazione in ge-nerazione in attività già dai primi anni del ‘900, fino ad oggi.Per la verità già sul finire del 2011 lo storico studio ha chiuso i battenti e Fa-bio, ultimo dei fotografi di famiglia Emanuelli, pur ri-manendo un passionario di fotografia, se ne è andato in pensione, consegnando ad altri l’onere di continuare nella professione. La mostra nella sua instal-lazione razionale, tematica e cronologica si compone di numerose riproduzioni dove si possono osservare le grandi trasformazioni, del paesaggio naturale, le manifestazioni antropiche, i sistemi urbani e gli stili di vita delle comunità. La quasi totalità delle “ope-re visive” è presentata in risoluzione originale, man-tenendo naturalmente il bianco e nero dell’epoca, in taluni casi anche le piccole distorsioni dovute al sopra-vanzare del tempo e molte volte presentando e rispet-tando i caratteri della tecni-ca manuale degli albori.

Attraverso la specifi ca quali-tà fi lologica delle immagini si sono potute osservare e conoscere le proprietà ed i contenuti storici, ma anche sono emerse le atmosfere emozionali per una maggio-re comprensione della vita e della sensibilità di un’epoca.La fotografi a in effetti, nelle sue pionieristiche ricerche ad iniziare dal 1839, ben presto ebbe uno sviluppo tecnico al quale seguì anche una sempre maggiore consa-

pevolezza degli operatori; il suo compito inevitabilmente avrebbe contemplato talune “prestazioni sociali” come il ritratto, le vedute delle città, il reportage. Tutte le manifestazioni che precedentemente furono del-la pittura divennero materia per la fotografi a che, nella sua oggettività, divenne “la tecnica della documentazio-ne”. Anche Francesco Emanuel-li, grande iniziatore della

storiografi a della famiglia arcense, intuendo la mo-dernità di questa tecnica di riproduzione della realtà, si distinse realizzando i suoi primi scatti ed immortalando re Vittorio Emanuele III, ma anche le vastità panoramiche del territorio ancora immer-so nell’aura di una naturalità priva di urbanizzazione, in-quadrando linee e geometrie della città di Arco dove sem-bra di cogliere il profumo della Mitteleuropa.

La fotografia venne perce-pita all’epoca come una tec-nica del futuro ed in questo senso anche la composizio-ne assunse una particolare rilevanza sia formale che strutturale. Francesco Emnuelli pare perseguire linguaggi che certamente coinvolgono una specifica funzionali-tà ma anche sono inclini a contenuti artistici: i motivi architettonici spesso ven-gono accompagnati da or-namenti di vario genere e anche quando troviamo la presenza di figure umane appare chiara la volontà del fotografo di restituire all’impianto visivo una sua completa qualità nel segno dell’ordine. La più esplicita rappresen-tazione comprensiva di fun-zionalismo e decorativismo si trova nella fotografia del “Ricovero di Arco” datata 1932, dove apparati tecni-co scientifici, motivi deco-rativi e umanità, sembrano convivere in maniera tota-lizzante. E fin qui la mostra dal “pro-filo arcense”. E’ nella seconda sala dove troviamo altre fotografie, non provenienti dall’archi-vio famigliare Emanuelli ma frutto dei primi interessi per la fotografia di Giusep-pe Chesi (1902-2002) inge-

gnere di Fisto che, giova-nissimo e prima degli Anni ’20, realizza alcuni scatti di grande pregio documen-tario. Le lastre originali in vetro, sperdute e ritrovate per passione collezionistica da Fabio Emanuelli, a di-stanza di 90 anni sono state presentate nello splendore del loro contenuto icono-grafico. La Famiglia Chesi, le escursioni in montagna, i paesaggi e le case di Spiaz-zo con la frazione di Fisto, l’entrata in paese dell’Eser-cito Italiano e segnatamen-te la bandiera, simbolo del-lo spirito irredentista che accomunò molti trentini, sono i temi di maggiore si-gnificato. Meritevole anche la terza ed ultima sezione dedicata alla fotografia contempo-ranea di Fabio Emanuelli dove sono esplicite la sua predisposizione per la nar-razione paesaggistica ed il gusto classico del ritratto in bianco e nero.In sede di inaugurazione sono intervenuti i figli del-l’ingegner Giuseppe Chesi oggi residenti e occupati a Milano che hanno accolto con soddisfazione l’invito alla mostra presentata dal presidente del Centro Studi Judicaria Graziano Ricca-donna e dallo storico prof. Romano Turrini.

Emanuelli, fotografi in Arco

L’epopea rinasce in una mostra curata dal Centro Studi Judicaria

Arte

Il progetto Judicaria Arte, voluto dal Centro Studi Judicaria per valorizzare e promuovere le ricerche estetiche e visive del territorio, ha presentato ad inizia-re dal 2005 le indagini segniche ed astratte di Roberto Codroico, le fi gurazioni

surreali di Paolo Dalponte, le espressività drammatiche di Sergio Trenti, la foto-grafi a storica di Roberto e Luigi Bosetti, la pittura aniconica di Gianni Pellegrini, il mondo onirico e il sentimento naif di Amedeo Marchetti.

di Alessandro Togni

Un album di 30 anni fa, “intensamente acuto” nella sua dilatazione cosmica … “On Land”, quarto frammento di musica elettronica ambien-tale, preparato e rilasciato da Brian Eno, Harold Budd e Jon Hassell durante lo svolgersi epi-co degli Anni ’80 (un tempo di profonda trasformazione della musica) si risolve dentro otto rappresentazioni sonore dal ca-rattere uniforme dove il rallen-tamento espressivo si manifesta coinvolgendo respiri elettronici, rumori amplificati del mondo terrestre, abbandoni psicologi-ci, evocazioni spaziali. Il suono

appare misterioso come un flusso emozionale dove, fra le onde sinusoidali, ogni tan-to appaiono polveri e schegge che si intersecano provocan-do l’emersione di percezio-ni simili al ricordo. “Lizard Point” inizia questa sorta di passeggiata sensibile come se dopo una nostra miniaturiz-zazione, simili ad un piccolo insetto, dovessimo attraversa-re le foreste dei fili d’erba, le zone dove le gocce di pioggia hanno provocato dei laghi … “The Lost Day” si muove con il riverbero basso del vento mentre sembra si stia appros-simando alla fine un catacli-sma drammatico; “Tal Coat” nella sua vicinanza forma-le alle esperienze di “Music For Films” (1978) riconduce verso aperture maggiormente luminose dove i bagliori elet-tronici hanno il sopravvento;

così come “Shadow” è ombra seminvisibile descritta da bi-sbigli ed evanescenze notturne. E bellissimo brano è pure “Lan-tern Marsh” un condensato di glissando di origine metallica con accompagnamento di vi-brazioni e rumori di fondo alla stregua di “Sonic Seasonings”, la lunga suite in presa diretta di eventi naturali che Wendy Car-los compose nel 1972; e “Un-familiar Wind” dal carattere ondulatorio con sovrapposizio-ni di “canti organici” di uccel-li e rane; mentre “A Clearing” sembra posizionarsi nella sua sostanziale immobilità umida ed acquitrinosa, mentre sfocia nell’estasi chiara di “Durnwich Beach Autumn”, ultimo palpito mattutino di sguardi verso lon-tananze, mentre la persistenza dell’aria fresca costringe a ri-manere assorti prima del sorge-re del sole …

“On land” di Brian Eno - 1982LA MUSICA CONSIGLIATA DA KIMBO INA VELLOCET

Fabio Emanuelli

GENNAIO 2013 - pag. 25 Arte

La collettiva (che conta con la partecipazione di una quarantina di artisti contemporanei affermati a livello nazionale e in-ternazionale) e presenta 53 opere tra quadri, scul-ture e fotografi e, ha come fi ne quello di proporre un percorso alternativo, una pausa di rifl essione sulla natività oggi, con linguag-gi nuovi. Cosa signifi ca na-scere oggi? Cosa vuol dire venire alla luce come indi-vidui nel contesto sociale contemporaneo? Quale im-maginario evoca oggi l’im-magine di un neonato o di una nascita? A queste do-mande abbiamo cercato di dare una risposta attraverso l’arte.Rappresentativo, in tal senso, il lavoro di Aurelio Gravina, dove l’asino, col-locato in una sorta di me-

tropoli fantasma, si doman-da: “Dov’è il bambino?” o nella fotografi a di Tomaso Marcolla “Ricordi”. L’at-tenzione degli artisti si è più rivolta al contesto, alla società che accoglie l’individuo come per Ba-sevi, Damss, Giardini. Il racconto del paesaggio è predominante e qui emer-gono in particolare l’ironia dell’opera di Lucio Perna dove la stella cometa è rein-terpretata: non raggiungere una grotta, ma una bidon-ville. Interessante anche il punto di osservazione della nascita che supera il limite del visibile a occhio nudo e si colloca in un universo cellulare e intrauterino di cui sono rappresentativi sia l’opera di Giovanni Gurioli che di Ana Erra De Gue-vara. Una chiave di lettura mistica la troviamo in Cosi-

mi e nelle opere di Stefania Riccadonna. Pietro Weber riprende nelle sue scultu-re la simbologia della Dea Madre presente in ogni cul-tura, che è, nelle sue tante manifestazioni, simbolo dell’unità di tutte le forme esistenti in natura. Al centro della sala esposi-tiva l’artista Marco Nones (autore dell’opera di land art “Dna Sella”, vincitore nel 2011 del simposio inter-nazionale di scultura del le-gno Montagn-Art di Thyon con l’opera “le fi l du vent”) ha realizzato l’installazio-ne di un bozzolo, opera de-dicata all’ aforisma di Alda Merini “L’arte è un mistero che ha ali di farfalla”. La farfalla è da sempre uno dei più grandi simboli di trasformazione spirituale e rinascita. Il suo venire al mondo in forma di bruco,

da un uovo, rappresenta lo stato primordiale, caratte-rizzato però dal cammino verso la perfezione, verso la bellezza più pura. La me-tamorfosi inizia all’interno di un bozzolo duro, ventre-utero simbolico, rappresen-tante la morte della forma pre-esistente; il bruco, racchiuso “ermeticamen-te” nel suo bozzolo, lo tra-sforma in un vero e proprio athanor e, come per magia, attraverso il “fuoco” tra-smutatore, realizza la sua nuova identità: il bozzolo viene lacerato, e la farfalla appena sviluppata fa capo-lino dal suo rifugio. Quel-lo che colpisce è come, in fondo, le diverse forme che assume questo insetto, siano solamente accessorie a un fi ne che non è la sola realizzazione della farfalla, ma l’espressione del movi-

mento vitale che essa incar-na. Il suo processo è legato a un continuo rinnovamen-to. Anche nell’uomo c’è un progetto evolutivo, una sorta di disposizione al mi-glioramento, una tensione verso l’alto e verso lo spiri-to e c’è anche a livello fi si-co; la nostra forma umana non è nient’altro che una fase di un’evoluzione più ampia di quello che è l’Es-sere che fondamentalmente siamo. Nell’’indentifi carsi troppo con la propria for-ma, l’evoluzione tende a tardare e, paradossalmente, tende a fallire. Se la crisali-de si attaccasse alla propria forma non riuscirebbe mai a diventare farfalla. Tale pro-cesso include necessaria-mente, oltre che una reale

consapevolezza della tran-sitorietà della forma, anche una disposizione al “sacri-fi cio” della stessa. Così il bruco, una volta giunto a maturazione, trova un luo-go dove potersi appendere attraverso la formazione di un bozzolo di seta e atten-dere, rivolto a testa in giù, immobile, il momento del-la “fi oritura” della ali, per spiccare il volo come far-falla! Da questa premessa nascono anche le opere di Clelia Caliari in lana me-rino: “In fondo alla luce”, “Origini”,“Sospesi” ,“Pre-senze” , “Rinascere” .La collettiva propone qui-di oggi una nuova sfi da, una nuova visione tutta da scoprire attraverso la visita alla mostra di Pinzolo.

“Alter nativitas” in mostraAll’interno della rassegna “l’Arte della nati-

vità” promossa dall’Assessorato alla Cutu-ra del Comune di Pinzolo, per la seconda

edizione è stata inaugurata lo scorso 22 dicembre

la mostra “ALTER-NATIVITAS 2012” organizzata da il Sextante in collaborazione con Spazio Tadini di Milano e ospitata presso la sala espositiva del Pala-dolimiti di Pinzolo.

a cura di Mariapia Ciaghi

Al Paladolomiti di Pinzolo una collettiva con oltre 40 artisti

La Farfalla- S. RiccadonnaLa dea madre- Pietro Weber Arte della Natività 2012 - In primo piano l’istallazione di Marco Nones

Il bozzetto dell’istallazione di Marco Nones

pag. 26 GENNAIO 2013

Le ragazze di Raffaele Beretti hanno travolto le squadre del proprio girone – il Molise (8-0), il Lazio (9-2) e la Liguria (10-0) - per scontrarsi nei quarti e in semifi nale con le com-pagini più forti: l’Emilia, superata con un combattuto 5-3, e l’ostica squadra lom-barda che, a dispetto del ri-sultato conclusivo di 7-2, ha dato del fi lo da torcere alle giovani del Guetti in un match equilibrato fi no ai minuti fi nali quando le giudicariesi hanno sbloc-cato la situazione mettendo al sicuro il risultato e pren-dendo il largo.“La vera fi nale è stata con la Lombardia, squadra tec-nica ed esperta che ha mol-lato solo alla fi ne – confer-ma mister Beretti – perché le estrazioni ci avevano riservato il percorso più diffi cile con un girone di ferro. La fi nale è stata pa-radossalmente più sempli-ce da gestire”. Tanto che in campo nella partita contro il Fermi di Pontedera c’è stata gloria per tutte le 10 ragazze del Guetti - Mar-tina Brunello (30 reti in 6 giorni), Greta Brunello, Giorgia Zanetti, il capitano Arianna Bonenti, Beatrice Todesco, Annalisa Zulber-ti, Cecilia Greggio, Jullieth Quintero Villa, Silvia Fer-rari e Alessia Periotto. Le giovani sportive si go-dono la vittoria a livello nazionale, ma sognano già un nuovo prestigioso tra-guardo: attendono di sape-re se il calcio a cinque sarà scelto fra le discipline de-stinate ai mondiali studen-teschi che si svolgeranno in primavera in Portogallo. Se la disciplina dovesse es-sere inclusa nel programma mondiale, alle calciatrici trentine toccherà l’onere e l’onore di rappresentare l’Italia nella competizione internazionale.

Denise Rocca

Sport

Il sogno Mondiale delle ragazze del “Don Guetti”

La rappresentativa di calcetto, campione d’Italia, aspetta di partecipare al campionato internazionale in Portogallo

La squadra allieve dell’Istituto Lorenzo Guetti di Tione ha trionfato ai Giochi sportivi studenteschi di calcio a cinque

vincendo la finale di Roma con un risultato quasi tennistico: un netto 6 a 0 alla rap-presentativa toscana dell’istituto Itcg Enri-co Fermi di Pontedera (PI). Quattro reti in cinque minuti hanno permesso alle ragazze

trentine di affrontare con tranquillità la finale, arrivata dopo un girone eliminatorio dove la squadra del Guetti è avanzata come un rullo compressore.

CONTROLLO DELLAPRODUZIONE DI FABBRICA

Aggregati 1305-CPD-0247Calcestruzzi ICMQ-CLS-321

Certificazione ISO 9001:2008(Settore EA 28)

��������������������

- AUTOTRASPORTI E SCAVI- AGGREGATI - CALCESTRUZZI

STREMBO (Tn) Tel. 0465.804547

www.cunacciasrl.it

La vicenda della gestione della piscina di Spiazzo, che ha visto nei mesi scorsi protagoniste di un duro litigio l’associazione Rendena Nuoto e l’ammini-strazione comunale guidata da Michele Ongari , ha lasciato strascichi pesanti. Il dissidio, già alimentato da una serie di malumori e incomprensioni fra l’as-sociazione e gli amministratori, è scoppiato quando al cambio di gestione della piscina e la riduzione delle tariffe alle associazioni la Rendena Nuoto ha deciso di mantenere invariate le quote d’iscrizione per offrire in aggiunta alla sua attività anche l’ago-nistica. Col comune non ci si è capiti, o la proposta non è piaciuta, a seconda delle versioni, ma di fatto la lite è degenerata, con lettere ai genitorie, minacce di addii e dichiarazioni di forza.Alla fine la Rendena Nuoto è comunque tornata nel-la piscina ora gestita dalla Pro loco di Spiazzo, ma l’amarezza è ancora tanta. “ Il nostro scopo , con delle azioni anche dure e de-cise, era quello di mettere dei paletti sicuri che ci prospettassero per il futuro di poter svolgere la no-stra attività in maniera serena – spiega il presidente della Rendena Nuoto Michele Donati - e non dover-la mettere in dubbio ogni qualvolta ci sia un cambio di gestione. Si è arrivati addirittura a minare la no-stra credibilità e serietà di amministratori e si è fatto di tutto per screditarci e tentare di farci chiudere”. L’associazione è uscita sconfitta dallo scontro con l’amministrazione: “gli atleti si sono ridotti dei due terzi rispetto allo scorso anno – continua il suo sfo-go Donati - anche a causa dell’ingresso a testa bassa di un’ altra squadra, la Brenta Nuoto di San Lorenzo in Banale, che in un momento di nostra difficoltà ne ha approfittato ed è venuta a Spiazzo a fare la propria campagna acquisti. Gli spazi acqua si sono ridotti a una corsia al giorno, per altro in orari poco consoni al nostro lavoro, si pensi che i ragazzini di IV e V elementare sono costretti ad allenarsi la sera dalle 19.30 alle 21”.Ci sono scoramento e rabbia nelle parole del pre-sidente, ma quando si inizia a parlare di nuoto, lo sguardo è ad un presente fatto del gruppo Nuoto Rendena Rescue che si occupa di prevenzione e si-curezza come nucleo della protezione civile, i corsi di salvataggio in acqua per i piccoli delle elementari e delle medie per sviluppare la cultura della sicu-rezza e della prevenzione in acqua, gli allenamen-ti in piscina. Un presente comunque impegnato, al quale manca però l’attività agonistica, il progetto di quest’anno naufragato a Spiazzo. Voglia di mollare tutto? “No di certo – si riscuote Donati – anzi, ab-biamo in cantiere cambiamenti importanti. Innanzi-tutto la nostra associazione sta cercando una nuova sede, via dal comune di Spiazzo e dalla piscina dove si trovava fino ad oggi, visto che ci è stato chie-sto esplicitamente di andarcene dagli attuali gesto-ri. Inoltre, stiamo valutando l’ ipotesi di cambiare nome, visto che ad oggi il nostro operare spazia in tutte le Giudicarie e oltre”. Nuovo nome, nuova pi-scina, nuovo inizio. Buona fortuna, e che il 2013 sia un anno sereno e proficuo.

SPIAZZO RENDENA

Bracciate fra le polemiche

Sulla gestione della piscina di Spiazzo ancora tensioni.

Nuoto Rendena: “Di tutto per farci chiudere”

La squadra allieve dell’istituto Lorenzo Guetti di Tione

GENNAIO 2013 - pag. 27

La fiaccolata del 30 di-cembre, con oltre 1.500 persone presenti ha battu-to ogni record in termini di partecipazione, ma an-che tutte le altre iniziative collaterali si sono rivela-te azzeccate, riscuoten-do l’apprezzamento del pubblico: dall’animazione sulla neve, andata in sce-na tutti i pomeriggi dal 28 dicembre al 5 gennaio, alle cosiddette “slittate sotto le stelle” organizza-te nelle serate del 2 e 4 gennaio presso il Campo primi passi Bolbenolandia appositamente illuminato, per finire con le escursioni sulla neve accompagnati dalle esperte Guide Alpine di Pinzolo.Tanti anche gli appun-tamenti di cartello in programma nel mese di gennaio: si va dal 20^ Me-morial Mario Marchetti in

programma il giorno del-l’Epifania, al Trofeo Sci Club Bolbeno programma-to per la domenica succes-siva, fino al Trofeo Alpini di Zuclo - Bolbeno del 27 gennaio, gara di slalom gi-gante aperta a tutti, anche a semplici simpatizzanti dei gruppi A.N.A.. L’ap-puntamento clou del mese cadrà invece domenica 20 gennaio: Federazione Trentina delle Pro loco, Consorzio Turistico Giu-dicarie Centrali e Pro Loco di Bolbeno organizzano infatti, dopo lo strepito-so successo dell’edizio-ne inaugurale, la seconda edizione del Campionato provinciale sulla neve del-le Pro Loco del Trentino: una giornata che vuole es-sere un momento di festa e di conoscenza per tutti coloro che si impegnano nel campo del volonta-

riato turistico Trentino, risorsa fondamentale per il nostro territorio che va assolutamente sostenuta e valorizzata. A questa gara potranno partecipare tutte le oltre 160 Pro Loco del Trentino e i rispettivi soci in rego-la con il tesseramento (per iscriversi si invitano gli interessati a contattare il presidente della Pro Loco di appartenenza), ma an-che i non-sciatori potranno

prendere parte alla mani-festazione partecipando al pranzo conviviale in programma al Ristorante La Contea. Ultima annotazione, non certo per ordine di importanza, riguarda il trend delle iscrizioni al corso di avviamento allo sci che ha portato lo Sci Club Bolbeno tra le primissime posizioni in Italia quanto a nume-ro di tesserati. Fonti del sodalizio riferiscono di un interessamento anco-ra maggiore rispetto agli scorsi anni, certamente anche aiutato dal mante-nimento a soli 60 € della tariffa d’iscrizione che da diritto alla frequenza di ben 9 lezioni con ca-denza bi-settimanale da 2,5 ore ciascuna. Per chi non lo avesse già fatto, si ricorda che le iscrizioni sono ancora aperte e per maggiori informazioni si consiglia di contattare lo Sci club Bolbeno (dal lu-nedì al venerdì, dalle ore 16.00 alle 18.00) al nu-mero: 347.5206854.

Impianto sciistico di Bolbeno: partenza col botto

“Una partenza col botto”; con queste poche parole i vertici della Pro Loco di Bolbeno, da quasi 50 anni ente gestore del famoso e glorioso impianto sciisti-co, esprimono la soddisfazione per i primi giorni di apertura. Fin da sabato 15 dicembre sono sta-te davvero molte le persone accorse a Bolbeno per la pratica dello sci alpino ma anche per divertirsi con bob o slittini o anche solamente per osservare

i propri figli, magari stando comodamente seduti presso lo Snow pub la Contea. Naturalmente, cul-mine di questo entusiasmante avvio di stagione si è registrato durante le vacanze di Natale, quando ai “valliggiani” si sono aggiunti anche tanti turisti, ormai abituati a trovare nel piccolo centro giudica-riese un ambiente ideale per la pratica dello sci, in particolare per i più giovani.

Si è conclusa da poco, con ottimi risultati agonistici, la stagione 2012 dell’Atletica Giudicarie Esteriori guidata da Piercarlo Riccadonna. A sostenerlo ed aiutarlo, il suo stimato direttivo, composto da: Cristina, Paola, Ginny, Zof, Sergio, Michele, Giuseppe, Enos, Giorgio e An-selmo oltre 35 tesserati. Tre le manifestazioni annuali organizzate ormai da diverso tempo con molto impegno e dedizione:- la corsa nazionale in montagna “inAMBIEZ”, valida come prova di campionato provinciale dl campionato individuale e inserita nel circuito Montagne Trentino. Ha visto alla partenza 350 fra competitivi e non ; con le vittorie di Elektra Bonvecchio della atletica Trento CMB, seguita da Laura Gaddo e Cristina Tenaglia e in campo maschile alla forte promessa italiana della corsa in montagna Alex Baldaccini dell’atletica Oribie di Ber-gamo, già campione Italiano e terzo Europeo, seguito da Gill Pintarelli e l’inossidabile Antonio Molinari. La “Lucciolata” di Terme di Comano, memorial Gabriele Riccadonna con un numero di iscritti record che su-perava le 1300 persone. Grande è stata l’affluenza e il calore del pubblico che si è divertito intrattenuto dal gruppo dell’animazione e per il primo anno, con grande successo, dalla banda del Bleggio. Come da tradizione, è stata offerta pastasciutta , bibite, dolci e del buon vino a tutti i presenti. A fine serata le premiazioni di tutti i bambini, che sono risultati più di 500, ai gruppi ed al-berghi con il maggior numero di partecipanti. Poi la Camminata delle Terme di Comano, memorial Onorio Dalponte, una gara non competitiva aperta a tut-ti e affiancata la gara competitiva. Anche questa gara, con il record di partecipanti più di 350. Durante la pre-miazione è stato gradito, non solo dai più piccoli, la di-stribuzione gratuita di pane e Nutella.Tutto questo si è potuto ottenere, anche grazie a molti sponsor, che il presidente Riccadonna ha inteso ricor-dare nella tradizionale cena sociale di fine anno: Cas-sa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, Azienda per il Turismo Terme di Comano Dolomiti di Brenta, Ass. allo Sport Provincia di Trento, a tutte le Amministrazio-ni Comunali della zona, all’Azienda Consorziale Ter-me di Comano, oltre ai tanti sponsor privati che hanno creduto in noi anche in questo momento di grandi crisi. Poi un ringraziamento ai volontari: Vigili del Fuoco di Stenico, del Bleggio Inferiore, Lomaso, di San Loren-zo, agli Alpini del Bleggio, , ai Carabinieri in Congedo delle Giudicarie, C.R.I vol di Ponte Arche, al Soccorso Alpino, al Radio club Brenta, alla banda del Bleggio naturalmente le Forze dell’Ordine di San Lorenzo, di Ponte Arche ed ai Vigili Urbani dell’Unione dei Comu-ni. Si ringraziano particolarmente le fam Floriani, fam Riccadonna e fam Dalponte, a cui erano dedicate le gare da noi organizzate.

ATLETICADalla fiaccolata a “slittando sotto le stelle”. E a gennaio, diversi appuntamenti tra cui il Campionato provinciale delle Pro Loco

Sport

Anno da record per l’Atletica Giudicarie Esteriori

pag. 28 GENNAIO 2013 Sport

Ogni anno l’appuntamento si rinnova con l’organizzazione di corsi base (Scialpinismo 1 – SA1) dedicato ai princi-pianti per apprendere la pra-tica dello sci alpinismo e la ricerca della sicurezza in ogni condizione, affinché l’allievo possa diventare autonomo su terreno facile ed all’interno di gruppi organizzati; e di corsi avanzati (Scialpinismo 2 – SA2) dedicato a persone più esperte con la prerogativa di essere un corso di approfon-dimento, per essere in grado di organizzare e condurre autonomamente una gita su terreno facile e partecipare a gite su ghiacciaio e/o che presentano tratti alpinistici di bassa difficoltà, organizzate da sci alpinisti più esperti. I corsi sono strutturati in le-zioni teoriche dedicate alla presentazione dei contenu-

ti del corso, dei materiali, neve, valanghe, valutazione del rischio e, per il solo corso avanzato, delle manovre di corda su roccia, oltre che una serie di lezioni pratiche svolte durante uscite domenicali di una giornata lungo itinerari di scialpinismo nei gruppi Ada-mello – Presanella, Dolomiti di Brenta e gruppi limitrofi.In particolare il corso base prevede lezioni pratiche re-lative a: tecnica di salita e di discesa, topografia ed orientamento, utilizzo degli strumenti di autosoccorso A.R.T.VA. pala e sonda, scel-ta del tracciato di salita e di discesa, valutazione dei rischi ed osservazione del manto nevoso, lettura del bollettino neve, nivologia (neve e va-langhe) oltre che principi di alimentazione e preparazione fisica.

Per il 2013 la Scuola di scialpinismo CAI-SAT “Val Rendena” prevede l’orga-nizzazione di un corso base (SA1) per principianti che si avvicinano al mondo dello scialpinismo e che vogliono approfondire le tematiche legate alla sicu-rezza per la pratica di que-sta disciplina ma che già possiedono capacità e auto-nomia di discesa in pista.La conoscenza della mon-tagna in veste invernale permetterà agli allievi di approfondire le proprie ca-pacità sulla verifica degli itinerari di salita e discesa, sui concetti di topografia e orientamento, uso del-l’ARTVA e soprattutto dei comportamenti da tenere in funzione della sicurezza propria e del gruppo.Gli itinerari delle gite sa-

ranno stabiliti secondo le condizioni atmosferiche, l’innevamento e il grado di preparazione degli al-lievi. Il livello aumenterà di volta in volta al fine di migliorare la tecnica e la conoscenza della montagna invernale. Dopo la sperimentazione dello scorso anno, anche per l’edizione 2013, la scuola, con l’obiettivo di diffonde-re e mettere a disposizione delle sezioni SAT la propria attività, aprirà le serate teo-riche del corso a tutte le se-zioni SAT della Rendena ed ai numerosi soci. Il 28° corso SA1 sarà diret-to da Angelo Magrogras-si (ISA) con vicedirettore Paolo Lorenzi (ISA) ed è organizzato con il sostegno di Cassa Rurale Spiazzo e Javrè, 360°-Sport Giustino,

Avalange Training Center Madonna di Campiglio e ApT Madonna di Campiglio - Pinzolo - Val Rendena. La quota di iscrizione è di 180,00€, il termine per le iscrizioni è il 7 febbraio 2013 e le iscrizioni van-no inviate all’Azienda per il Turismo “Madonna di Campiglio - Pinzolo - Val Rendena” all’ufficio di Pinzolo Tel. 0465.501007 - Fax 0465.502778.La Scuola Scialpinismo “Val Rendena”, che que-st’anno festeggi i suoi 25 anni istituzionali di corsi, allarga l’invito a tutti i soci agli appuntamenti di:· sabato 2 febbraio 2013 -

serata di apertura del corso, lezione su equipaggiamento ed attrezzature per lo scial-pinismo;· sabato 16 febbraio 2013 – lezione su neve, valanghe e organizzazione di gita su terreno innevato.· Sabato 2 marzo 2013 – scelta dell’itinerario, valu-tazione dei rischi nell’am-biente innevato e sicurezza per le gite di scialpinismo.Presso la Sede S.A.T. “Carè Alto” alla Casa Sociale (Protezione Civile) di Vigo Rendena con inizio alle ore 20.30.

Matteo VivianiDirettore della scuola

A scuola di Scialpinismoin Val Rendena

La Scuola di Scialpinismo “Val Rendena” organiz-za il 28° corso di scialpinismo che si terrà dal 2 febbraio al 17 marzo 2013. La scuola delle sezioni

CAI-SAT di Tione, Carè Alto, Val Genova e Pinzolo or-ganizza da più di vent’anni corsi specifici, dedicati ai soci CAI-SAT, per diffondere la pratica dello scialpinismo e la

cultura della sicurezza in tutte le situazioni ed i contesti tipici dell’ambiente scialpinistico. I corsi organizzati ven-gono condotti da un gruppo di istruttori titolati CAI che prima di tutto sono un gruppo di amici cresciuti a con-tatto con le montagne della Val Rendena e del Trentino innamorati di questa affascinante disciplina.

Dal 2 febbraio al 27 marzo una “scuola” per diffondere la cultura della sicurezza

Si disputerà sabato 19 gennaio 2013 la settima edizione della 3TRE bike, gara in notturna sulla neve riservata alle ruote grasse. Tre ore di emozioni su un percorso qua-si completamente innevato, in una prova divisa tra forza ed equilibrio, tra sforzo fisico e conduzione della mtb in condizioni estreme.Dopo essere stata ospitata per due

volte nella prestigiosa cornice di Madonna di Campiglio e una nel bellissimo Pra di Bondo, dove ha luogo in estate anche una entusia-smante 9 ore mtb, la 3Tre bike ha ritrovato nella Val Rendena la sua sede naturale. Infatti da 4 anni la splendida piana innevata di Cari-solo, appena dopo le festività na-talizie si prepara ad accogliere al

cospetto delle Dolomiti di Brenta e del Gruppo Adamello Presanella, i biker che non si fanno spaventare dalla neve, dal ghiaccio e dal freddo, e che amano farsi una bella pedalata in compagnia nonostante le rigide temperature. E se i più “agguerri-ti” cercheranno di far meglio della Geopietra Zaina Biciclette di Tizia-no Massardi vittoriosa nel 2012, di Christian Gallina del Team Corsetti e di Giuliana Massarotto dell’Ad Pedali di Marca, primi tra i solitari, per tutti sarà l’inizio della stagione endurance 2013. 3Tre bike non è solo un appunta-mento sportivo, una gara agonistica dove ricercare il risultato, ma l’op-portunità di ritrovarsi con persone che condividono la stessa passione e che non riescono a mollare la pro-pria mountain bike più di una setti-mana, è sentire l’immancabile voce di Elio Proch che puntuale ci culla con simpatici aneddoti e indispen-sabili informazioni, è la simpatia degli organizzatori che da anni rie-scono a preparare tutto nel migliore dei modi per far vivere un’esperien-za indimenticabile.

La formulaSono ammessi atleti che corrono in solitaria e squadre maschili, fem-minili e miste da tre componenti. Il via sarà dato alle 17 di sabato 19 gennaio, mentre alle 20 la compe-tizione si concluderà al passaggio sul traguardo della squadra che avrà percorso in quel momento il maggior numero di giri.

L’attrezzaturaSono ammesse, anzi consigliate, ruote speciali chiodate per ottenere una maggiore aderenza sulla neve e pedali non ad attacco rapido, ma scarponcini sganciati dai pedali per affrontare i punti del tracciato mag-giormente impervi.

Info: www.sportvalrendena.it

3-Tre Bike, un appuntamento imperdibile per gli amanti della mountain bike

Il 19 gennaio a Carisolo la VII edizione: tutti i migliori endurancers al via sul tracciato innevato

GENNAIO 2013 - pag. 29

pag. 30 GENNAIO 2013 La Posta

LA POSTA

Caro Adelino, a quanto pare la parentesi del governo Monti è stata archiviata. Non è facile fare un bilancio del governo tecnico del Professore, è fuor di dubbio che l’Italia abbia ritrovato credibilità, lo spread si è abbassato, l’euro è fuori pericolo, nel contempo, però, la disoccupazione è aumenta-ta, le fasce più deboli, famiglie, pensionati, piccoli imprendito-ri, sono in sofferenza, e nulla o poco è cambiato rispetto al ta-glio dei privilegi della casta, la riduzione dei parlamentari, le spese della burocrazia. Fra un paio di mesi si andrà a votare, come la mettiamo?

Emanuele - Val Rendena

Caro amico, il bilancio del governo Monti, concordo con te, è ricco di molte luci, ma anche di qualche ombra. C’è, però, una considerazio-ne di base da tener presente: per quanto i provvedimenti introdotti dal governo Mon-ti possano risultare sgraditi, la situazione da gestire era talmente complessa che non si poteva fare altrimenti. Ri-cordiamoci che Monti è sta-to chiamato al governo per far fronte al pericolo immi-nente di catastrofe economi-ca dato che i partiti tutti ed i governanti in carica erano manifestamente incapaci di tirarci fuori dai guai. Può darsi che i risultati non sia-no stati così soddisfacenti

come si auspicava, ma quale fine avremmo fatto se fossi-mo andati avanti con il go-verno precedente? E’ bene non dimenticarlo, e non di-menticare la Grecia.Ora andiamo verso le ele-zioni in un clima che sarà sempre più caldo, torrido direi, nonostante la stagione invernale. Ma quello che più preoccupa e sconcerta un po’ tutti è constatare che in lizza ci saranno gli stessi uo-mini e gli stessi partiti che ci hanno portato, per insipien-za, alla situazione pre-Mon-ti. L’elenco dei nomi e dei partiti è noto, e, purtroppo, non c’è niente che possa far prevedere qualcosa di nuovo e di serio. Alla fine avranno

vinto tutti e tutti vorranno governare. Ma se niente è cambiato, se i Berlusconi, i Bersani, i D’Alema, i Casini, i Fini, i Vendola, le Bindi, i Gasparri saranno ancora in

campo, come potremo spe-rare che facciano qualcosa di buono, se sono gli stessi che ci hanno ridotto allo sfascio meno di 18 mesi fa? Non credo daranno risposta

a questa semplice doman-da, il loro problema non è quello di salvare il Paese, ma quello di salvare le proprie poltrone, i propri privilegi, e allora, che il cielo ce la man-di buona! C’è pur sempre la speranza di un miracolo, purtroppo le conversioni in Parlamento non sono facili (anzi!), solo gli elettori po-trebbero generare la svolta tanto auspicata, ma fino ad oggi, viaggiando nella neb-bia più assoluta, gli stessi non sanno a che santo votar-si, probabilmente dovremo ripensare a san Mario Mon-ti, che Iddio lo lo assista e lo benedica. Adelino Amistadi

La pagella al governo Monti? Fra luci e ombre

Chiamato a gestire una situazione molto complessa ha saputo comunque tenere la barra dritta

La mia risposta alla lettera del-l’amico Giorgio sulla violenza nelle manifestazioni di piazza, ha suscitato un dibattito interessan-te. Ho avuto qualche telefonata, qualche biglietto, ma soprattutto ho dovuto confrontarmi con alcuni nostri lettori nei bar che frequento normalmente. I più concordavano con le opinioni espresse, altri, era-no più comprensivi con i manife-stanti, pur esecrando la violenza, altri, infine, mi hanno accusato di essermi barcamenato, di non aver preso una netta posizione, un po’ ambiguo, tanto per capirci. Ora, se da un lato sono contento per l’inte-resse suscitato che conferma quan-to il nostro Giornale sia seguito e letto con attenzione, dall’altro lato, sono rimasto amareggiato dall’ac-cusa di ambiguità. L’ambiguità mi è sempre stata odiosa sia in poli-tica, sia nel convivere civile. Sono noto per la mia franchezza e per la mia coerenza, ho sempre odiato i leccapiedi e l’ambiguità non ha mai fatto parte del mio bagaglio di vita, anzi, ho pagato non poco per questo, e ne sono a tutt’oggi molto fiero. Così ho deciso di precisare ulteriormente il mio pensiero che spero venga condiviso, anche alla luce delle nuove manifestazioni a Trento che hanno visto un poli-ziotto ferito da un petardo. Allora.

A nessuno in Italia è vietato ma-nifestare. Tutti lo possono fare, è previsto dalla legge. Molte volte ci sono anche giuste cause da difen-dere. Purtroppo, da tempo, i gran-di cortei politici, sindacali, stu-denteschi sono sfruttati da frange che poco hanno a che fare con le manifestazioni, per creare disordi-ni e distruzioni e vandalismi, basta leggere la cronaca di tutti i giorni, compresi i giornali della nostra Provincia. E ogni volta, il giorno dopo, monta la polemica: le forze dell’ordine hanno usato le maniere forti, qualche manifestante è stato manganellato, e in TV appaiono immagini, filmati, con a seguito in-terpellanze parlamentari, denunce ecc. E noi, con la solita ipocrisia

italiota, a seconda della colloca-zione politica, difendiamo a priori o i manifestanti, o le forze dell’or-dine. Senza cercare di farci un ra-gionamento sensato e sereno. Qui si inserisce l’ambiguità di molti, ma non la mia. Si vuole manifesta-re contro il governo o contro Piaz-za Dante? Benissimo, è perfetta-mente legittimo. Basta concordare il giorno e il percorso, per poter garantire un minimo di sicurezza, e poi si sfila con tutto il chiasso che si vuole, è normale lanciare slo-gan, innalzare striscioni, rullare i tamburi, cantare inni rivoluziona-ri, esibire bandiere, tutto regolare, ma non permettere che s’infiltrino personaggi mascherati, con casco, passa montagne ed armi le più

svariate, questo no. C’è una leg-ge che vieta il mascheramento del viso? Certo. Bene, allora i caschi, i camuffamenti sono illegali ed il portarli in un corteo è un reato, e se è un reato la Polizia dovrebbe intervenire, identificare e fermare gli intrusi. Invece la Polizia si li-mita a fotografare, filmare, il tutto da visionare il giorno dopo. Ma questa non è prevenzione. Sembra che così si sia deciso negli alti co-mandi per evitare scontri fisici. Ma tant’è, i facinorosi attaccano co-munque i poliziotti, grazie proprio all’armamento che hanno potuto portarsi liberamente in corteo, senza che nessuno glielo abbia im-pedito. Peccato. Poi si lamentano se i Poliziotti o i Carabinieri pren-

dono le giuste contromisure. Vuoi fare il rivoluzionario, non ti basta sfilare civilmente per far valere le tue ragioni, vuoi violare la legge? Fallo pure, ma non piagnucolare se c’è qualcuno che è pagato per farla rispettare. Vuoi spaccare un bastone sulla testa di qualche ca-rabiniere? Va bene, ma non lamen-tarti se ti arriva una manganellata. Non è il poliziotto che è venuto a cercare te, sei tu che sei andato a cercare lui. Salvo poi costruirci tutta la sequenza di “martiri” che abbiamo visto a Roma, ultima-mente. Un’ultima considerazione, ma tutti questi cortei che deva-stano le nostre città, sono sempre necessari? Non c’è dubbio che la democrazia sia anche protesta, contestazione, portare avanti le proprie rivendicazioni, ma la stes-sa democrazia pretende che il tutto avvenga nella legalità e nel rispet-to dello Stato e della gente, ma se questo, come spesso capita, è l’ul-timo dei pensieri dei manifestanti, è chiaro che con quelle manifesta-zioni, la democrazia c’entra come i cavoli a merenda. Allora è anar-chia, una gran brutta malattia per un Paese moderno. Ecco questo è il mio pensiero, spero d’essere sta-to finalmente chiaro, e se qualcuno non concorda, il dibattito conti-nua.... (a.a.)

A scanso di equivoci, sulle violenze durante

le manifestazioni di piazza

GENNAIO 2013 - pag. 31

Quando gli occhi si posa-rono sul titolo del l’artico-lo, sopra riportato, che il giornale delle Giudicarie propose nel mese di set-tembre, nella mia mente si è messo in movimento il così detto cassetto dei ri-cordi, quella frase mi ri-cordava una cosa che ave-vo già visto o sentito ma al momento non riuscivo a localizzare. Mi sembrava che qualche cosa stonasse in quel titolo, ma forse era solo una mia percezione. “ Le trist col cavagn ca nu ven bon na bota a lan” La scorsa settimana cercan-do, per pura curiosità tra le varie cose un documen-to, vedo uno strano ma spesso piccolo cartoncino per ben 16 volte ripiegato, con un certo riguardo lo apro e immediatamente mi ritorna in mente il giorna-le delle Giudicarie e quel particolare titolo che mi sembrava sbagliato, ma dopo aver letto e riletto quel documento ho avuto la certezza che le mie per-plessità avevano una mo-tivazione. Quello che a me stonava era “ Bersaglieri Tiro-lesi” perché Tirolesi? A dire la verità un motivo c’è in quanto anche sul documento è specificato “ dominio Tirolo” ma è na-turale visto che allora il Trentino faceva parte del-

l’Impero asburgico ma era anche scritto, oltre che in Tedesco, Lande schutzen Abschied, anche in Italia-no, Bersaglieri Provincia-li. Non intendo contesta-re il folclore che queste compagnie sanno dare, ma sentendomi Trenti-no ma anche Italiano di madre lingua, non capi-sco questo volersi “ tede-schizzare “ di questi grup-pi Trentini. Se lo scopo o meglio il fine sotto sotto nascosto, ma non da tutti, fosse quello della seces-sione non sarei d’accor-do, cosa sarebbe “ dopo” il Trentino? Naturalmente ogni persona ha diritto di pensare ed agire, sempre nel rispetto delle leggi, come meglio crede, però queste compagnie,come sapiamo,erano nate per difendere il proprio terri-torio dagli invasori ora in

Europa non vedo conflitti bellici da tempo dimenti-cati, anzi dovremmo sen-tirci tutti come un unico grande paese, natural-mente senza cancellare le proprie tradizioni o usan-ze. Per arrivare a questo la strada sembra ancora lunga poi che ogni stato agisce più per i suoi in-teressi interni nazionali-stici che per gli interessi comunitari. Se l’Europa non potrà porsi con, una politica estera comune, come un unico esercito e con una politica economi-ca generale sarà e rimar-rà sempre un contenitore mezzo vuoto. L’altro giorno il giornale l’Adige ha proposto un ar-ticolo di Giorgio Grigolli: Il libro di Eva su Georg Koltz. Non sempre seguo gli articoli che di tanto in tanto Grigolli propo-

ne, ma questo lo ho letto con interesse in quanto al tempo degli attentati terroristici ero per il mio lavoro spessissimo in Alto Adige e quelle vicende le ho indirettamente vissu-te direi quasi a contatto. A quel tempo, solo per il mio lavoro, conoscevo bene il capo degli Schùt-zen si discuteva di molte cose ed un giorno ebbi modo di dirle: Tu hai avu-to il biglietto di andata e ritorno! Quello che non hanno avuto le migliaia di Trentini deportati in campi di concentramento solo perché i loro pae-si erano vicini allo stato Italiano e per paura di in-filtrazioni, senza contare quelli che hanno dovuto scappare per che nutri-vano una ideologia ita-liana, sentendosi Italiani. Ma quello che Grigolli

afferma nel suo articolo sono cose che lui ha vis-suto in quel periodo ben documentate e ho appreso quello, quando su invito di Rumor andò a Roma per portare un giudizio sul “pacchetto”, un ministro insorse... non accettava che d’ora in avanti l’Alto Adige fosse chiamato an-che Sùdtirol. Oggi io pen-so che molte uscite di Luis Durnwalder, come scrive Sergio Romano sul Cor-riere, servono a tenere ac-ceso il fuocherello del pa-triottismo tirolese quanto basta per tenere il gruppo unito e continui discipli-natamente a votare le sue liste. Ma a parte quei fatti quello che Grigolli giu-stamente sottolinea pren-dendo spunto dalla inter-vista di G.A.Stella alla Klotz è che nel libro della Klotz c’è grande spazio

per i tutti i “ patrioti mor-ti ricordandoli uno a uno ...lacrimando”, dimenti-candosi di quanti italia-ni hanno perso la vita in quegli ignobili attentati terroristici dal cantoniere Giovanni Postal, finan-zieri, carabinieri e alpini. Questo non è raccontare la storia, i fatti accaduti, se arbitrariamente il tut-to viene distorto e cela-ta volutamente la verità. Nessuno può negare che durante il Fascismo in Alto Adige c’è stata una voluta Italianizzazione, obbligando lo studio del-la lingua Italiana modifi-cando o meglio italianiz-zando toponimi tedeschi di paesi e valli con forse troppa determinazione, ma anche con diploma-zia in quanto da allora è territorio Italiano, e non si dovrebbe dimenticare opere importanti, fatte in quei tempi, per il bene co-mune. Finito l’ultimo con-flitto lo stato Italiano ha riconosciuto gli errori del Fascismo e ci sono stati importanti accordi da tut-ti sottoscritti e da l’Italia rispettati con bene placi-do, sia dall’Austria che dal Presidente del Alto Adige. Ritornare al pas-sato...ma quale... non fa bene a nessuno.

Gian Carlo Cozzio

“I bersaglieri tirolesi rinascono nelle Giudicarie”

A proposito dei gruppi degli Schutzen

Spazio aperto/lettere

Cara Serena, mi sento in dovere di rispondere alla tua lettera in quanto la tua storia mi ha colpito. Non mi ha colpito in qualità di vi-cenda inedita, tutt’altro, tu sei uno degli esempi viventi di come le difficoltà del no-stro paese siano ben radi-cate e purtroppo lontane da una via d’uscita. Per alcuni aspetti, la mia storia si rispecchia nella tua. Presumo di avere due o tre anni più di te, ho fre-quentato la facoltà di econo-mia a Trento e, come te, mi sono sempre dato da fare: lavoro da quando ho quat-tordici anni parallelamente al mio percorso scolastico-formativo. Laureatomi nel duemilasette in economia e gestione aziendale e avendo deciso di non proseguire con la specialistica, mi sono af-facciato al mondo del lavo-ro. Cercavo un’occupazione in linea con i miei studi, pensavo di essere sprecato

per fare il pizzaiolo con una laurea in mano.Dal punto di vista econo-mico ho cercato di pesare il meno possibile sui miei genitori che hanno insi-stito per pagare le spese universitarie per intero e, con diecimila euro, grazie ad un’oculata gestione del denaro gentilmente conces-somi, sono riuscito a soste-nere le spese dei tre anni del mio percorso formativo (affitto, tasse, viveri, libri, trasporti).Rispondendo alla tua do-manda epocale e provo-catoria “ma vale la pena

iscriversi all’università?” ti risponderei che se uno è in grado di sapersi inventare può trovare degli sbocchi insperati che si connettono, magri per vie secondarie, con il proprio percorso di studio.Io sono stato anche fortuna-to, questo lo ammetto. Dopo cinque anni di peregrinare tra varie mansioni, tra cui pizzaiolo, impiegato conta-bile, receptionist d’albergo, banconiere e commesso, ho trovato la mia dimensione e ora dirigo una piccola fami-glia cooperativa di paese, e spero che sia solo l’inizio.

Questa occupazione non necessita di una laurea, la maggior parte dei miei coordinati non arrivano al diploma; ma vuoi mettere le nozioni che ho io in ter-mini di marketing, commer-cio, contabilità e gestione d’azienda?Il mio pensiero va contro-corrente rispetto al pensiero comune: io trovo che non sia da considerarsi del tutto ne-gativa una diminuzione del-le iscrizioni alle università. Uno dei maggiori problemi al giorno d’oggi è quello del sovraffollamento di laurea-ti rispetto ai posti di lavoro

(anche al netto dell’elevato tasso di disoccupazione). Ti stupiresti nel rilevare che al-cune aziende che necessita-no di personale specializzato puramente a livello di scuola superiore o meno, faticano a trovare validi elementi.Concludendo, vorrei far-ti capire di non limitarti a quelle tre mansioni che hai citato. Io non avrei mai pen-sato di trovarmi dove sono ora se me l’avessero chiesto

due anni fa. Se non l’avessi già fatto, ti consiglio di dare un’occhiata all’abusato, ma quanto mai attuale, discorso che il povero Steve Jobs ha tenuto ai neolaureati presso l’università di Stanford.Cura le tue esperienze, se sei un elemento valido, se hai voglia di fare e non temi le difficoltà, anche tu potrai trovare la tua dimensione. Poco importa se l’occupa-zione che troverai non ri-chiederà una laurea: le tue competenze ti aiuteranno a svolgerla nel migliore dei modi, semplificandoti la vita e aiutandoti a raggiungere risultati migliori. E credimi, il lavoro ben svolto viene no-tato e premiato più di quanto si pensi.

Andrea Tomasini

Cara Serena… non mollare!

Questo spazio è aperto a tutti. Per richiedere la pubblicazione delle lettere scrivere a [email protected].

tel. 0465 806035 - www.masetermoimpianti.it

SRL

dal 1959Attestazione SOACat. OS3 - Class. VCat. OS28 - Class. V

UNI EN ISO 9001

Risposta alla lettera della “studentessa disperata” dello scorso numero

pag. 32 GENNAIO 2013

IN COLLABORAZIONE CON LA «SCUOLA DI ARTE BIANCAE PASTICCERIA» DI ROVERETO

Partendo da una miscela di cereali (Farro, Segala, Avena, Orzo), che per molti anni hanno fatto parte della cultura e tradizione contadina del Trentino e riempivano i terraz-zamenti della nostra povera terra di mon-tagna, si è pensato di studiare e realizzare un pane particolare che contenesse fibra alimentare, con la sua inevitabile e gradita ricaduta sulla funzionalità del nostro inte-stino e della sua flora batterica, carboidrati complessi, fonte energetica per chi affronta i pendi delle nostre montagne alla ricerca non solo di una meta ma anche un po’ di se stesso, un mix di proteine che mescolate aumentano il loro valore biologico e anche gusto e sapore. Si è poi pensato di aggiun-gere un cereale povero, della tradizione rurale trentina, il grano saraceno, da usare in chicchi per dare una sfumatura cromatica nuova ed indimenticabile.

L’acqua delle sorgenti trentine e un pizzico

di sale iodato, come dalle più recenti racco-mandazioni nutrizionali, completano questo semplice e delicato pane che, pur venendo da una provincia alpina, ha tutte le carat-teristiche per essere inserito in una dieta mediterranea. Tutto il resto lo fa l’abilità, l’ingegnosità, la capacità tipica dei panifica-tori trentini che, pur lavorando in ambienti tecnologicamente avanzati, restano sempre legati alla storia dell’arte di fare il pane in maniera tradizionalmente manuale.

Il risultato è quello che vedete: un alimento per tutti, ma per lo sportivo in particolare, un prodotto che allieta i cinque sensi, un pane che ha una bella crosta scura, grezza e rugosa, e la mollica morbida ed invitante leggermente più chiara e punteggiata dai chicchi del grano saraceno; un pane che si può toccare per-ché la crosta ha una sua consistenza. Quando lo si spezza si fa sentire, perché

genera quel debole rumore che fa pre-gustare il piacere di mangiarlo; un pane che si odora con piacere: lasciatene in cucina qualche pezzo in mezzo al tavolo

e tornate dopo pochi minuti: il locale sarà inondato dal profumo del pane appena sfornato!

È gradevole al gusto ed ha un sapore unico, antico, originale, che ci riporta alle sfumature di un tempo, quando il pane era un alimento primario, fondamentale e non come ora sottoposto ad attacchi immotivati e irrazionali da pseudo-nutrizionisti.

Ma è anche un prodotto che permette una certa conservazione e lo si potrà utilizzare anche il giorno successivo alla produzione; la sua buona umidità gli con-sente una buona conservazione.

In fine è un pane che con i suoi formati permette di soddisfare: con le pezzature piccole la ristorazione alberghiera (ad esempio può essere un buon alimento sano per la colazione); con le pezzature medie si rivolge più che altro alle famiglie; con la pezzatura grande si rivolge a chi ama gustare il pane a fette.

ALIMENTO IDEALE PER

L’ESCURSIONISTA, LO SPORTIVO, IL BUONGUSTAIO E PER TUTTA LA

FAMIGLIA

UN PANE CHE CONQUISTAI CINQUE SENSI

PANE DELLE DOLOMITI

Il pane dei mondiali di sci nordico

WWW.UNIONE.TN.IT/IT/ASPAN