Giornale delle Giudicarie maggio 2013, ii

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1 ANNO 12- N. 5 MAGGIO 2013 - Mensile www.giornaledellegiudicarie.it il iornale delle iudi carie Mensile di informazione e di approfondimento G Finalmente l’Italia ha un governo La “nave sanza nocchiere” evocata da Dante nel sesto canto del Purgatorio sembra averne trovato uno: Enrico Letta. Finalmente diremmo, dopo 127 giorni dalle dimis- sioni di Mario Monti e 61 dal- le elezioni. Due mesi, gli ultimi, consumati in primis a causa del risultato di sostanziale pareggio consegnatoci dalle consultazioni elettorali del 24 febbraio, e poi per la sconcer- tante cocciutaggine di Pierlui- gi Bersani che per settimane ha inseguito inutilmente Gril- lo, ricevendone in cambio una serie di insolenze e pernacchie (politiche, s’intende). Ora, for- tunatamente, si può aprire una nuova fase. Con il giuramento di Enrico Letta di domenica 28 maggio la politica sembra aver trovato una nuova responsabi- lità, certamente accentuata e forzata dalla situazione di straordinaria emergenza so- ciale ed economica che il Pae- se sta vivendo. Continua a pag. 9 Artigianato e industria al centro dell’attenzione EDITORIALE SPORT Nasce la 24h MTB Solo endurance Val Rendena A pag. 29 Economia giudicariese sotto la lente di ingrandimento. Le aree di sofferenza. Bene il bilancio turistico invernale. Alle pagine 4-5-6-7 LavoristradadelCaffaro: “bisognafarefrontecomune” Alle pagine 8 e 9 I “furbetti” dei rifiuti Cinghiali in valle del Chiese: un flagello, un aratro vivente, capace di trasformare campi coltivati in radure sterili. Im- praticabili. Per anni si è tenten- nato. Introdotto abusivamente, è stato tollerato ad oltranza. In alcuni casi, con la compiacen- za dei cacciatori che vedevano nell’animale una preda in più per il loro carniere. A pagina 12 Medico Chirurgo e Odontoiatra PER APPUNTAMENTI: Paola: 388 3050162 - Tel. e fax 0465881081 - Cell. 3493219167 info@studiodentisticopassafiume.it - www.studiodentisticopassafiume.it STREMBO (TN) - Via Al Molino, 2/A Studio Dentistico dott. MASSIMO PASSAFIUME PINZOLO SPIAZZO CADERZONE Cassa Rurale Fam. Cooperativa Studio Dentistico Passafiume STREMBO - IMPLANTOLOGIA E RIGENERAZIONE OSSEA - Diagnosi e radiologia - Igiene e prevenzione - Endodonzia e conservativa - Chirurgia orale - Parodontologia - Protesi fissa e mobile - Gnatologia - Ortodonzia - Odontoiatria pediatrica Richiedi il tuo PREVENTIVO ONLINE PER LE URGENZE SI RICEVE IN GIORNATA CONVENZIONATO con la Cooperazione Trentina (vantaggi per i dipendenti delle Cooperative delle Giudicarie e della Val Rendena) Mamme, partorite a Tione. L’appello di Vanya Montani. A pag . 2 2 Cinghiali, +300%, una piaga peril Chiese A pagina 3 Fotospettrometro Tintometri per edilizia Tintometri per l’industria Tintometri elettronici Abbandonare il sacchetto può costare caro I sindaci Butterini e Giovanelli

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Giornale delle Giudicarie maggio 2013, ii

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MAGGIO 2013 - pag. 1

ANNO 12- N. 5 MAGGIO 2013 - Mensile

www.giornaledel legiudicarie . i t

il iornale delle iudicarie

Mensile di informazione e di approfondimento

il iornale iudiiudi G

Finalmente l’Italia ha un governo

La “nave sanza nocchiere” evocata da Dante nel sesto canto del Purgatorio sembra averne trovato uno: Enrico Letta. Finalmente diremmo, dopo 127 giorni dalle dimis-sioni di Mario Monti e 61 dal-le elezioni. Due mesi, gli ultimi, consumati in primis a causa del risultato di sostanziale pareggio consegnatoci dalle consultazioni elettorali del 24 febbraio, e poi per la sconcer-tante cocciutaggine di Pierlui-gi Bersani che per settimane ha inseguito inutilmente Gril-lo, ricevendone in cambio una serie di insolenze e pernacchie (politiche, s’intende). Ora, for-tunatamente, si può aprire una nuova fase. Con il giuramento di Enrico Letta di domenica 28 maggio la politica sembra aver trovato una nuova responsabi-lità, certamente accentuata e forzata dalla situazione di straordinaria emergenza so-ciale ed economica che il Pae-se sta vivendo. Continua a pag. 9

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Artigianato e industria al centro dell’attenzioneEDITORIALE

SPORTNasce la 24h MTB

Solo endurance Val Rendena

A pag. 29

Economia giudicariese sotto la lente di ingrandimento. Le aree di sofferenza. Bene il bilancio turistico invernale. Alle pagine 4-5-6-7

Lavori strada del Caffaro: “bisogna fare fronte comune”

Alle pagine 8 e 9

I “furbetti” dei rifiuti

A Tione incontri per prevenire e curare

Cinghiali in valle del Chiese: un fl agello, un aratro vivente, capace di trasformare campi coltivati in radure sterili. Im-praticabili. Per anni si è tenten-nato. Introdotto abusivamente, è stato tollerato ad oltranza. In alcuni casi, con la compiacen-za dei cacciatori che vedevano nell’animale una preda in più per il loro carniere. A pagina 12

Medico Chirurgo e Odontoiatra

PER APPUNTAMENTI: Paola: 388 3050162 - Tel. e fax 0465881081 - Cell. [email protected] - www.studiodentisticopassafiume.it

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PER LE URGENZE SI RICEVE IN GIORNATA

CONVENZIONATO con la Cooperazione Trentina(vantaggi per i dipendenti delle Cooperative delle Giudicarie e della Val Rendena)

Mamme, partorite a Tione. L’appello di Vanya Montani. A pag. 22

Cinghiali, +300%, una piaga per il Chiese

A pagina 3

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Abbandonare il sacchetto può costare caro

I sindaci Butterini e Giovanelli

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pag. 2 MAGGIO 2013 Rassegna Stampa

TIONE - Sono state rinnovate le cariche dell’Ass. Artigiani, piccole e medie im-prese delle Giudicarie. Il Consiglio Com-prensoriale ha confermato all’unanimità il presidente uscente Narciso Marini, 60 anni, imprenditore di Darzo, che ha guidato l’associazione negli ultimi quattro anni e la guiderà per i prossimi quattro. Nuovo inve-ce il vicepresidente, Antonio Giovanelli, della storica Cereria di Tione. Fra i delega-ti che andranno a Trento per l’elezione del presidente provinciale, oltre ai primi due, ci sono anche Fabio Alberti di Fiavè e il ren-denese Alessio Maganzini. Nella Giunta entrano: Sonia Beltrami di Storo, Mattia Bonapace di Roncone, Luca Bonenti per Bondo-Breguzzo, Francesco Cunaccia del-l’alta Rendena, Paolo Ghezzi per la Bassa, Meri Pollini per Tione e Osvaldo Sartori di Caderzone. I consiglieri comprensoriali dell’associazione sono 27 (16 confermati e 11 di nuova nomina) e rappresentano più di un migliaio di aziende che occupano in Giudicarie circa 3.200 lavoratori.

BERSONE - Sono in fase di netto miglio-ramento le condizioni di salute del sindaco Lener Bugna, colpito da infarto nei gior-ni scorsi. Il primo cittadino di Bersone, 62 anni, amministratore alla seconda legislatu-ra, si è sentito male nella propria abitazione ed era stato subito trasferito all’Ospedale di Tione e quindi al reparto cardiochirurgico del S.Chiara di Trento. L’equipe medica è subito intervenuta ripristinando la funziona-lità coronarica del paziente. Ora il sindaco è fuori pericolo ed è in attesa di intraprende-re il periodo previsto di riabilitazione. Noi del Giornale ne siamo particolarmente lieti e gli facciamo i migliori auguri di pronto rientro nelle sue funzioni.

MADONNA DI CAMPIGLIO - Cambio al vertice dell’Apt di Campiglio Pinzolo Val Rendena. L’assemblea generale dei soci ha votato il nuovo Consiglio di amministra-zione dell’Azienda Turistica che rimarrà in carica per i prossimi tre anni. Ne fanno parte il presidente Marco Masè, il neo pre-sidente dell’ass. Albergatori di Campiglio Mario Beltrami e Bruno Dallagiacoma. A rappresentare il Comune di Pinzolo è stata votata l’assessore al turismo Anita Binelli, per la Rendena Tullio Serafini, assessore del comune di Ragoli, quindi Francesco Bosco e Roberto Serafini per le società Funivie di Campiglio e Pinzolo, Cecilia Maffei, Denny Maestri, Luca Bonapace, Stefano Maturi e Mauro Collini, il pre-sidente del Parco Antonio Caola, Mauri-zio Papa, Francesco Ballardini e Paolo Pollini per i commercianti, Mauro Masè e Diego Durini, mentre il collegio sindacale è stato confermato in toto.

COMUNITA’ di VALLE - Prosegue il la-voro del tavolo di confronto sul Piano terri-toriale di Comunità, ma continuano nume-rose le critiche. Dopo la presa di posizione netta dei cons. provinciali Cogo e Bombar-da decisamente contrari all’ampliamento delle aeree sciabili dell’alta Rendena, an-che Vittorio Martini, ex sindaco di Ragoli e componente l’assemblea, ha detto la sua concordando con i consigliri provinciali seppur da una sua precisa ed autonoma po-sizione. Per esprimere le sue perplessità sul Piano territoriale in gestazione, Martini ha scritto ai sindaci, assessori e consiglieri dei 39 Comuni delle Giudicarie per richiamare la necessità di una più attenta valutazione del Piano stesso e delle proposte in esso contenute con lo sguardo degli interessi collettivi e non solo particolari. La conclu-sione di Vittorio Martini è perentoria: “Il Piano dovrebbe occuparsi di tutte le Giudi-

carie e non solo o prevalentemente di parte di esse”. Sottintendendo la priorità data ai problemi dell’Alta Rendena.

JAVRE’ - E’ morto in un incidente sul la-voro Lal Harmesch, un operaio indiano, da tre anni residente in Rendena, lascia la mo-glie e due figlie, la più grande che vive in India e la minore che frequenta l’Ist. Prof. Pertini di Trento. L’infortunio è accaduto all’interno dell’azienda di Elio Valentini. Harmesch è stato travolto dal mais per il bestiame che si trovava annassato nell’area adiacente alla stalla. Subito soccorso, ma purtroppo non c’è stato niente da fare. Per i titolari dell’azienda era come un fratello. I vicini di casa lo ricordano come “una perso-na molto buona, un angelo”. Don Marcello Mengarda ha voluto suonare le campane. “Aveva una religione diversa dalla nostra, ma per tutti Lal era uno di famiglia, ha det-to la sorella di Elio Valentini, per questo abbiamo chiesto al parroco di ricordarlo”.

PIEVE DI BONO - La sezione Avis di Pieve di Bono è nata nel 1963 con Claudio Foresti, Achille Pollini e Fiorino Butteri-ni, quest’anno quindi ha voluto festeggiare i cinquant’anni di attività. Raggruppa 190 donatori dei comuni di Bersone, Daone, Pie-ve di Bono, Praso e Prezzo. Per l’occasione l’ass. Ha dato alle stampe una pubblicazio-ne che verrà distribuita ai soci e ai simpa-tizzanti. Nel 2012 sono stati mobilitati 187 donatori con 235 donazioni, ma l’obiettivo dei dirigenti è di arrivare già da quest’anno a 200 volontari. L’attuale direttivo è presie-duto per la quarta volta da Emiliano Fac-chini, affiancato da Egidio Filosi, Renzo Pernisi, Antonio Armani, Rosa Bocchio, Igor Bugna, Pierangelo Busetti, Renato Maestri, Tullio Pernisi, Elisa Vender e Serena Festi.

TIONE - L’Istituto professionale di Tione ha avviato tre anni fa una scuola di Ope-ratore edile ad indirizzo carpenteria in le-gno. Due anni fa aveva esordito con uno stand a “Legno&Edilizia” di Verona, una fiera che attira ogni anno migliaia di visi-tatori da tutta Italia, quest’anno ha ripetuto l’esperimento con uno stand di 200 metri quadrati organizzato in collaborazione con la Piemmeti SpA ottenendone un notevole successo. Attualmente la scuola è frequentata da 22 allievi ed è disloca come sede staccata a Condino, A Verona i ragazzi della scuola Enaip Carpenteria hanno potuto scambiare esperienze con l’analoga scuola di Bellin-zona, Svizzera, promettendosi a vicenda ulteriori contatti e collaborazioni.

DALLE GIUDICARIEPROVINCIA - Ammon-tano a più di tre milioni i contributi erogati nel 2012 dalla Pat alle associazio-ni di volontariato attive nel settore degli immigra-ti. L’ass. alla salute Ugo Rossi ha fornito i dati ri-spondendo ad una interro-gazione del cons. Giorgio Leonardi che chiedeva un rendiconto dei fondi stan-ziati dalla Provincia negli ultimi cinque anni a favore degli immigrati e delle as-sociazioni che si occupano del settore. Le ragioni dei finanziamenti, ha scritto Rossi, sono riconducibi-li ad alleviare lo stato di emarginazione degli stra-nieri sul nostro territorio, al sostegno delle associa-zioni che si occupano del-l’assistenza e della tutela, oltre che dell’integrazio-ne, delle persone da poco arrivate nella nostra Pro-vincia.

PROVINCIA - Il corposo dossier della candidatu-ra Unesco per il “Sistema fortificato del Trentino” austro-ungarico è stato consegnato dall’arch. San-dro Flaim, Sovrintendente provinciale ai Beni Archi-tettonici ed Archeologici, nelle mani dei funziona-ri del Ministero dei Beni Culturali a Roma. Ora l’iter sarà molto lungo e dall’esito incerto, ma ci sono buone speranze che la cosa vada in porto anche per l’ottimo lavoro messo insieme dalla Provincia. Per saperne qualcosa biso-gnerà attendere il 2014. Il dossier in questione pro-pone 29 fortificazioni au-stro-ungariche presenti sul territorio trentino facenti parte delle “linee di sbarra-mento” diffuse sulle zone di confine, purtroppo oggi si trovano in condizioni molto diverse per conser-vazione e di fruizione. Fra le strutture meglio conser-vate sono state evidenziate i forti Corno di Praso ed il forte Larino di Lardaro.

TRENTO - C’è stata una generale alzata di scudi contro la singolare ini-ziativa dell’ass. Lia Gio-vanazzi Beltrami per la sua lettera spedita via e-mail a preti, suore, frati e missionari per chiedere di pregare per il suo futu-ro politico. In pratica per chiedere che venga soste-nuta e votata nelle prossi-me elezioni politiche pro-vinciali. Ancora una volta si è cercato di sfruttare la chiesa ed i credenti per i propri interessi politici, cosa non inconsueta negli ultimi tempi, ma depreca-bile. Questa è l’opinione di

molti credenti, ma partico-larmente allarmato è stato Andrea Zambelli segre-tario regionale dell’Udc, partito al quale la Beltrami appartiene: “L’Udc, scrive Zambelli, sostiene sì una poltica fortemente radicata nell’identità cristiana ispi-rata a quella grande filoso-fia politica che è la Dottri-na Sociale della Chiesa, ma allo stesso tempo persegue questa ispirazione in modo laico senza nulla concede-re a strumentalizzazioni elettorali. Meglio evitare di tirare in ballo pubbli-camente Dio e il Vangelo con stravaganti richieste di orazioni per puro interesse personale”.

PROVINCIA - E’ sempre più emergenza lavoro. A marzo il Trentino ha se-gnato un primato negativo: rispetto al mese preceden-te, le ore di cassa integra-zione sono aumentate del 169,7 %, peggio del Tren-tino hanno fatto solo la Val d’Aosta e l’alto Adige. Si è passati dalle 273.381 ore di febbraio alle 800.773 ore di marzo per l’ordina-ria e da 18.000 a 226.646 ore per la straordinaria. Dati tragici. A patire di più è l’edilizia, pressoché ferma, inoltre i segnali che arrivano dai sindacati con-fermano il pericolo di ul-teriori cali d’occupazione a testimonianza che siamo ancora molto lontani dalla ripresa tanto auspicata dal-la politica.

PROVINCIA - Il presi-dente Pacher ha ridistribui-to le competenze lasciate libere dall’ass. Panizza, ormai senatore a Roma. Con l’occasione lo stesso presidente si è spogliato di ogni competenza accesso-ria per concentrarsi sulle competenze riguardanti la crisi economica. La deci-sione è stata quella di non sostituire l’ass. Panizza, ma piuttosto procedere ad una distribuzione logica delle sue deleghe. Le de-leghe “pesanti” di Pacher, come i lavori pubblici e viabilità, sono stati con-segnati all’ass. Gilmoz-zi, agganciandosi cosi’ al “pacchetto” dei Piani terri-toriali e ed ai rapporti con le Comunità di Valle. Qua-le vice-presidente, facente funzioni, è stato nominato Tiziano Mellarini, a cui sono state date anche le deleghe riguardanti caccia e pesca oltre alle opere di prevenzione calamità pub-bliche, in capo a Marta Dalmaso sono invece an-date le competenze riguar-danti l’addestramento e la formazione professionale,

mente Ugo Rossi si occu-perà dell’intero “pacchet-to” delle politiche sociali della Provincia.

PROVINCIA - Novità in arrivo per le prossime pro-vinciali. E’ stato presenta-to un nuovo “manifesto” programmatico-politico per le elezioni dell’ottobre 2013. In calce ci sono le firme prestigiose di alcu-ni personaggi noti e meno noti della politica provin-ciale, dell’alta burocrazia e dell’Università come Mario Raffaelli, Gianni Bonvicini, Claudio bor-tolotti, Marcello Carli ed altri. “La nostra iniziativa vuol essere una riflessione che mettiamo a disposizio-ne del dibattito pubblico, delle forze politiche e dei cittadini. La preoccupazio-ne è che non ci sia consa-pevolezza di quello che ci aspetta, bisogna intervenire al più presto...purtroppo finora si sente solo parlare di nomi, di contenuti nes-suno ne parla...” cosi han-no detto i responsabili, ma c’è chi dice che sotto sotto si nasconda la discesa in campo di Mario Raffaelli, portavoce del “manifesto” e di alcuni ex socialisti da tempo in attesa del rientro.

TRENTO - A metà dicem-bre durante una trasmis-sione di “Porta a Porta” il pediatra Leonardo Pinel-li, vicepresidente della So-cietà scientifica nutrizione vegetariana, se ne esce con una bomba: c’è una zona in Italia dove si producono mele utilizzando fino a 36 diversi trattamenti a base di pesticidi, peraltro tutti regolari se considerati uno per uno. Ma in quella stes-sa zona si registrerebbero aumenti delle leucemie in-fantili. La questione fu su-bito presa in mano dal pre-sidente Dellai, interpellato dallo stesso Bruno Vespa, che difendeva a spada trat-ta la bontà dei nostri pro-dotti e la falsità di quanto detto dal pediatra che, a dir il vero non aveva mai nominato il Trentino, ma che l’aveva fatto traspari-re in maniera evidente. Per quelle accuse ingiustifica-te, secondo i responsabili dell’agricoltura trentina, l’Apot, l’associazione consorziale produttori or-tofrutticoli trentini, ave-va deciso di fare causa al pediatra per diffamazione. Il caso è finito in Procura, dove però il PM ha chiesto l’archiviazione, ma l’avv. Busana, a nome dell’Apot ha presentato opposizione ed intende portare la de-nuncia fino in fondo.

DALLA PROVINCIARASSEGNA STAMPA APRILE 2013A cura della

REDAZIONE

I cattivi pensieri di Eta Zeta

“Still” o “Husquarna”. In fatto di Par-chi Pubblici, è l’unico dubbio amleti-co dell’Amministrazione comunale di Tione. Le minoranze, invece, hanno mani e piedi legati. Non dalle catene, con cui si sono avvinghiate alle piante. Ma da un’opinione pubblica disattenta. Cittadini che, come le famose stelle di Cronin, “stanno a guardare”. Salvo poi dire – come è accaduto per gli alberghi – uuh, guarda: non ci sono più!!!* Anche l’ippocastano di piazza Cesare Battisti ha i giorni contati: la Giunta ha deciso di farne legna da ardere. Qual-che fungo deve aver intaccato i canali linfatici. Ma non della pianta!

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MAGGIO 2013 - pag. 3

A scoraggiare questo tipo di compor-tamenti ci pensa la Polizia locale delle Giudicarie che, su mandato delle am-ministrazioni comunali, pone molta attenzione, accanto alla sicurezza e al presidio del territorio, anche a que-sta tematica, con un pattugliamento attento del territorio e irrogando san-zioni pecuniarie a chi viene sorpreso ad abbandonare rifiuti. Recentemente, sono stati diversi i casi di abbandono nel quali la Polizia locale delle Giu-dicarie, guidata dal comandante Carlo Marchiori, ha contestato questo tipo di infrazione risalendo al colpevole at-traverso vere e proprie mini-indagini sul materiale abbandonato che, spes-so ma non sempre, lascia dietro di sé tracce visibili. Nell’ultimo anno è sta-to possibile contestare in questo modo più di 20 infrazioni.Le sanzioni, in questi casi, possono ar-rivare fino a 3.000 euro. In particola-re il decreto legislativo 3 aprile 2006, n° 152, poi modificato nel 2010 (vedi box a fianco) prevede sanzioni da 300 a 3.000 euro, con eventuale applica-zione di disposizioni penali per quanto riguarda le aziende; a ciò va aggiunto che la fattispecie costituisce anche una violazione dei regolamenti comuna-li in materia, che prevedono ulteriori sanzioni da 50 a 300 euro. «Il fenomeno – spiega il comandante della Polizia locale delle Giudicarie, Carlo Marchiori – sembra comunque abbastanza stabile. Gli operai dei co-muni ed i cantonieri della PAT perio-dicamente riempiono i loro mezzi di rifiuti depositati in maniera incontrol-lata, specie nelle scarpate delle strade. Questi ritrovamenti vengono segnala-ti alla Polizia Locale che esperisce gli accertamenti sul materiale ritrovato, che in alcuni casi portano con certezza all’individuazione del trasgressore». Un’attività importante, perché riguar-da direttamente una ricchezza che è di tutta la comunità, ossia l’ambiente, la natura ed anche il decoro urbano. Ma l’impegno della Polizia locale sui rifiuti non si esaurisce qui. Con le me-desime modalità viene anche effettua-to un controllo periodico, in sinergia con i tecnici del servizio ambientale della Comunità di Valle, sul materiale “teoricamente” differenziato, ma che purtroppo a volte non lo è. Riservando talvolta delle spiacevoli sorprese.«Recentemente – spiega Marchiori - nella carta proveniente da un’isola ecologica delle Giudicarie Esteriori, sono state rinvenute addirittura pelli di montoni appena uccisi. Voglio sottoli-neare che, al fine di individuare abusi come questi, risultano importantissi-me le segnalazioni dei cittadini. Il no-stro territorio va dal lago di Molveno al passo del Ballino fino alla pineta di Caderzone; è impensabile presidiar-lo tutto capillarmente. Per questo per avere risultati tangibili serve la col-laborazione dei moltissimi cittadini che hanno senso civico e che vedono a volte vanificato il proprio impegno da pochi maleducati. Per questo invito a comporre il n. 0465.343185 (attivo anche sabato e festivi con trasferimen-to di chiamata) e segnalare situazioni come queste».

Attualità

Una tematica strettamente d’attualità, in tempi di Tares e nuove calotte per la raccolta del residuo, è certamente quella dell’abbandono dei rifi uti. Argomen-to importante, se si pensa ha rifl essi sulla salubrità e la vivibilità del nostro am-biente. Proprio la recente introduzione delle cosiddette calotte sui bidoni del “residuo”, ossia l’applicazione della raccolta puntuale misurabile attraverso le chiavette e coordinata dalla Comunità di Valle in collaborazione con i comuni, ha fatto temere un incremento del fenomeno dell’abbandono. Il fatto di misu-rare il numero di conferimenti ai vecchi bidoni “verdi” (o a quelli interrati di nuova generazione) poteva indurre qualcuno a pensare che – sottraendosi alla misurazione – avrebbe potuto pagare di meno in bolletta sul computo della Tia; va detto che, proprio per scoraggiare tali comportamenti, la Comunità ha da subito individuato un numero di scarichi minimo presuntivo da pagare in ogni caso e la misura ha sicuramente funzionato. Alle calotte si aggiunge ora la Tares, tassa statale che, pur riferendosi a più servizi, di fatto aggrava la Tia e ciò potrebbe alimentare qualche atteggiamento sconsiderato. In realtà – fanno sapere i responsabili dei comuni – non vi sono stati particolari fenomeni od incrementi dell’abbandono rifi uti, anche se comunque si tratta di un problema sempre presente negli ultimi anni.

La Polizia locale delle Giudicarie è in prima linea per debellare il fenomeno dell’abbandono dei sacchetti. Sanzioni fi no a 3.000 euro

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Fino a 3.000 euro di sanzione amministrativa per i cittadini; arre-sto e fi no a 26.000 euro di ammenda per imprese o enti. Abban-donare i rifi uti può costare caro. Lo stabilisce il Decreto legisla-tivo 3 aprile 2006, n° 152 “Norme in materia di ambiente”, poi modifi cato con d.lgs. 3 dicembre 2010, n° 205, che dedica tre articoli specifi camente alla tematica dell’abbandono dei rifi uti. Nell’art 192 “Divieto di abbandono” si legge: “L’abbandono e il deposito incontrollati di rifi uti sul suolo e nel suolo sono vietati. È altresì vietata l’immissione di rifi uti di qualsiasi genere, allo stato solido o liquido, nelle acque superfi ciali e sotterranee”. Prevedendo inoltre al comma 3 che: “chiunque viola i divieti di cui ai commi 1 e 2 è tenuto a procedere alla rimozione, al-l’avvio a recupero o allo smaltimento dei rifi uti ed al ripristino dello stato dei luoghi”. Le sanzioni sono previste invece all’art. 255 che recita “chiunque, in violazione delle disposizioni di cui agli articoli 192, commi 1 e 2, 226, comma 2, e 231, commi 1 e 2, abbandona o deposita rifi uti ovvero li immette nelle acque superfi ciali o sotterranee è punito con la sanzione amministra-tiva pecuniaria da trecento euro a tremila euro. Se l’abbandono riguarda rifi uti pericolosi, la sanzione amministrativa è aumen-tata fi no al doppio”. Ancora più gravi i provvedimenti previsti dall’art. 256 per “titolari di imprese ed ai responsabili di enti che abbandonano o depositano in modo incontrollato i rifi uti ovvero li immettono nelle acque superfi ciali o sotterranee in violazione del divieto di cui all art. 192, commi 1 e 2” che possono vedersi puniti con “la pena dell’arresto da tre mesi a un anno o con l’ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro”. (r.b.)

Abbandonare i rifi uti può costare caro

I “furbetti” dei rifiutidi Roberto Bertolini

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Page 4: Giornale delle Giudicarie maggio 2013, ii

pag. 4 MAGGIO 2013

Non è mancato un animato dibattito al quale hanno par-tecipato Francesco Bosco Direttore Funivie Campiglio Spa, Marco Zulberti Diretto-re della Filiale di Unicredit di Tione, Iva Berasi Presiden-te di Apt Terme di Comano, Luigi Olivieri Assessore del-la Comunità delle Giudicarie, Giusi Tonini Vicesindaco di Storo e Walter Facchinelli ex consigliere di Apt Madon-na di Campiglio Pinzolo Val Rendena. Nel secondo incon-tro hanno relazionato sulla

situazione attuale oltre alla Presidente Patrizia Ballardini, Alessandro Olivi, Assesso-re all’Industria, Artigianato, Commercio e Cooperazione della Provincia Autonoma di Trento, Diego Laner presi-dente di Trentino Sviluppo, Rosanna Parisi, Responsa-bile Centro per l’Impiego di Tione, Giuseppe Failoni per l’Agenzia del Lavoro di Tren-to, Mauro Casotto, Claudio Moser responsabile Apiae. Un momento informativo e di confronto con le imprese al

quale è seguito un vivace di-battito in una sala rappresen-tativa della realtà economica e finanziaria delle Giudicarie, che ha dimostrato interesse e coinvolgimento. Gli incontri si collocano nel percorso in-trapreso dalla Comunità, in coerenza con il filo condutto-re del piano programmatico della Comunità delle Giudi-carie, che ha messo al centro la competitività del territo-rio. Un percorso fatto di due tracce parallele, il tavolo di confronto e consultazione

per il PTC con le decisioni di rilevanza urbanistica di competenza della comunità, e il tavolo economia e lavoro dove è in atto una riflessione e azione in ambito di econo-mia, lavoro, giovani, sociale e per l’attivazione di progetti mirati, in collaborazione con Agenzia per il lavoro e altri partner territoriali, oltreché associazioni di categoria, sin-dacati, stakeholder. In questa pagina e nelle se-guenti, un estratto degli in-terventi. (m.c.)

Speciale Economia

Contro la crisi: focus sull’economia in Giudicarie

Alla Casa della Comunità si sono tenuti due incontri molto partecipati con politici, tecnici, professori e rappresentanti delle realtà economiche

“L’Economia in Giudicarie” questo il tema dei due in-contri che si sono tenuti presso la Casa della Comunità delle Giudicarie a fine aprile. Nel primo “Quale futuro per l’economia delle Giudica-rie, il turismo dei pionieri e le nuove proposte”, oltre al discorso di apertura lavori della Presidente della Comu-nità delle Giudicarie Patrizia Ballardini, si sono avuti gli interventi del prof. Umberto Martini, dell’Università di Trento – Dipartimento Informatica e Studi aziendali con un focus sul turismo nella prospettiva di un’offer-

ta integrata che includa le diverse aree delle Giudicarie dedicata a più target in modo complementare, di Lu-ciano Malfer, Dirigente dell’Agenzia provinciale per la Famiglia, Natalità e Politiche Giovanili della P.A.T. e di Paolo Grigolli, Direttore di TSM, Trento School of Ma-nagement che hanno proposto un percorso informativo e formativo per gli operatori del Turismo un approfon-dimento dedicato alla qualificazione della proposta tu-ristica dedicata al target “Famiglia” in linea con le linee guida del Distretto Famiglia della Val Rendena.

Sostenitore della centralità del Turismo per l’eco-nomia del Trentino il professor Umberto Martini ha invitato ad alcune riflessioni. «È difficile pensare che il turismo possa risolve-re tutti i problemi, ma se vogliamo che il turismo aiuti il territorio a risolvere i propri problemi biso-gna pensare che esso non sia considerato un settore marginale, ma debba assumere una ruolo dominan-te, deve essere visto come la risorsa per lo sviluppo locale». Un settore complesso, forse più degli altri settori industriali in quanto la fruizione del prodot-to avviene dentro il territorio dove avvengono le azioni. «Noi con il turismo ci portiamo i clienti in casa»; inoltre «sono necessarie delle attenzioni dal punto di vista gestionale che richiedono competen-ze e allo stesso tempo visione del mercato». Ma non solo. «Il turismo negli anni del boom economico, ha avuto un grandissimo fattore di accelerazione, la domanda di mercato era estremamente maggiore dell’offerta. Il turismo era un indicatore di benesse-re. Tutti gli italiani chiedevano di fare una vacanza. Il turismo era un fenomeno di prossimità dove per prossimità si intendono anche i 3-400 km...Questa situazione estremamente favorevole ha portato ad uno sviluppo di rendita monopolistica e ad un ral-lentamento dell’innovazione, fattori che hanno la tendenza a sterilizzare il settore...». Ora il conte-sto economico è totalmente cambiato, la curva di crescita si è interrotta, le aspettative sono quelle di sottooccupazione e di rallentamento dei consumi. Quindi «appare necessario cambiare logiche, esse-re efficienti ed efficaci, innovare ed essere evoluti nelle proposte e nelle idee». In un mercato globale «se vogliamo fare una proposta, se vogliamo essere una destinazione capace di competere, dobbiamo parlare di Trentino. Il Trentino Alto Adige è ancora molto appetibile ed è un’ambita meta per i vacan-zieri italiani. Siamo dei leader e dobbiamo compor-tarci da leader». L’invito del professore dunque è quello di innovare e allo stesso tempo di sfruttare la forza data dal marchio “Trentino”, evitando la frammentazione e di commettere lo sbaglio di vedere nel nostro vicino il nostro concorren-te. «Dobbiamo creare un sistema, una governance, dobbiamo trovare una condivisione nel ridisegna-re, per essere protagonisti in un contesto comple-tamente diverso. Il Trentino dovrebbe ripensare alla propria organizzazione». Così in un mercato che non è più di prossimità se vogliamo avere un riscontro anche nei paesi emergenti a partire dalla Cina è più facile farlo proponendo le Alpi... piutto-sto che il Brenta».(m.c.)

Umberto Martini: «Il turismo, risorsa dominante per lo sviluppo locale»

La riflessione del docente dell’Università di Trento

Sulla necessità di fare rete e di inno-vare per poter essere competitivi ma anche sulla volontà di valorizzare le ri-sorse presenti sul territorio l’intervento della Presidente della Comunità Patri-zia Ballardini. «In un momento non fa-cile dal punto di vista economico e so-ciale, dove la fiducia degli imprenditori e delle famiglie resta bassa e l’incertezza alta, dove il ruolo del credito è sempre più rilevante per dare respiro alle impre-se, dove il pagamento dei debiti da parte delle PA in tempi brevi diventa vitale per le imprese, dove ‘essere in rete’ a livello globale sembra essere imprescindibile per rimanere sul mercato, dove spazio e tempo sono cancellati dalla tecnologia è ancora più urgente rendere le Giu-dicarie più competitive per dare una prospettiva alla nostra gente. In primis nell’ambito del Turismo, che si confer-ma essere il motore dello sviluppo attua-le e prospettico, così come nei comparti industriale, artigianale e del commercio, l’andamento dei quali, anche in termini di indotto, è comunque fortemente le-gato ai flussi turistici». In un momento estremamente delicato dal punto di vista economico, sociale ed anche istituzio-nale, «in cui la crisi ha coinvolto anche le Giudicarie, seppure con accenti di-versi a seconda dei settori, dominato dall’assenza di risposte preconfezionate e di certezze e da un mercato del lavoro sempre più fluido, e in costante e rapi-dissima evoluzione, non c’è più spazio per invidie e protagonismi personali e per sterili polemiche ‘interne’». Per questo appare necessario «agire con ac-

cresciuta responsabilità e coraggio, unita all’umiltà per dare continuità alle inizia-tive che ad oggi ‘tengono’ ed impegnarci per avviare nuove prospettive legate allo sviluppo sostenibile nelle aree di territo-rio che hanno un potenziale ancora ine-spresso, confrontandoci in modo sereno e costruttivo per trovare le risposte più giuste. Possiamo dare una prospettiva a questo territorio solo se riusciamo a fare sistema valorizzando l’immensa ric-chezza ambientale delle Giudicarie ac-canto ad una proposta storico culturale e gastronomica in parte ancora inespressa, per continuare a dare linfa anche ai set-tori che vedono nel turismo in modo in-diretto una fonte rilevante di lavoro». Al tempo stesso «dobbiamo valorizzare il bagaglio di conoscenza e competenza, sviluppata in settori specifici, quali ad esempio il legno, che ci hanno permes-so di presentarci con livelli di eccellenza anche sui mercati internazionali, sapen-doli coniugare con una costante innova-zione, sia essa di prodotto, di processo e anche di organizzazione: dobbiamo dare spazio alla professionalità che sappiamo esprimere anche attraverso nuove forme di organizzazione più dinamiche e di sistema, quali le reti, senza mai mettere da parte la serietà e la autorevolezza che sempre hanno espresso i nostri impren-ditori».«Nell’ambito del Protocollo d’intesa fra la Comunità delle Giudicarie e l’Agenzia del Lavoro per la sperimentazione di atti-vità congiunte per contrastare la crisi eco-nomica e favorire la ripresa dell’occu-pazione in Giudicarie, abbiamo ritenuto

importante organizzare questo momento di incontro e confronto con le imprese che operano sul territorio» ha precisato la Presidente Ballardini. «Un’occasione per approfondire insieme la delicata si-tuazione economica e sociale e quindi conoscere gli interventi a favore delle imprese trentine messi in campo dal-la Provincia autonoma di Trento anche attraverso Trentino Sviluppo, Agenzia Provinciale per l’incentivazione delle at-tività economiche e Agenzia del Lavoro, che spaziano dall’area dei finanziamen-ti a quella dei contributi, e che hanno come obiettivo l’innovazione e la ricer-ca tecnologica, la formazione continua e i servizi alle imprese». (m.c.)

«Per combattere la crisi, innovare e fare rete, valorizzando il bagaglio di conoscenza e di competenza»

La presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini

Luciano Malfer, Patrizia Ballardini, Umberto Martini e Paolo Grigolli

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Non ha dubbi Francesco Bosco Direttore Funivie Campiglio Spa: per poter parlare di economia loca-le bisogna avere la con-sapevolezza di ciò che il turismo è per il Trentino e per le Giudicarie e la conoscenza di quali sia-no i numeri che lo carat-terizzano: «Per sostituire il turismo che riguarda lo sci bisogna conosce-re i valori in campo. Le presenze al Museo di San Michele sono 20 mila di cui 3 quarti di studen-ti, quelle a Madonna di Campiglio legate allo sci un milione. Le due so-cietà impiantistiche del-la Rendena, di Pinzolo e di Campiglio pagano 11 milioni di euro di salari a 280 dipendenti per la maggior parte residenti in Giudicarie, generano 290 milioni di euro di fatturato con circa 1400 addetti nell’alberghiero, 210 addetti nei rifugi, 280 maestri di sci...».

Per questo «di fronte ad un’impresa tanto impor-tante per l’economia mi meraviglio nell’incontra-re una così forte opposi-

zione quando si parla di ampliamento delle aree sciabili. Il demanio scia-bile è appena sufficiente a mantenere quel milione di presenze che oggi ci sono; sarebbe auspicabi-le pensare ad un amplia-mento visto che oggi la forza economica è data dalla stagione invernale. Sarebbe imperdonabile non pensare alle oppor-tunità che offre in que-sto momento dove tutti gli altri comparti sono in

crisi». «Inoltre - ha con-tinuato Bosco allargando il panorama a turismi al-ternativi - dobbiamo dirci che la riconversione del territorio industrializza-to delle Giudicarie ed in particolare della Valle del Chiese a territorio a vo-cazione turistica, seppur auspicabile, è oggi molto difficile, perchè quel tipo di turismo è un turismo di prossimità, oggi in grande crisi». m.c.

«La forza sta nella stagione invernale» «Necessario un allargamento del demanio sciabile»

Speciale EconomiaIn tutti i mesi arrivi e pre-senze degli stranieri sono stati in crescita con un picco nel mese di marzo a Madon-na di Campiglio (32% negli arrivi, 19% nelle presenze). Italiani in leggera flessione a dicembre, in netta diminu-zione a gennaio (-20% negli arrivi e -25% nelle presenze di tutto l’ambito), stabili a febbraio e in crescita a marzo (35% e 9%, rispettivamente di arrivi e presenze, in tutto l’ambito, con un picco di crescita del 44% negli arrivi a Madonna di Campiglio). Questi i dati dell’alberghie-ro. Più difficle fare una sti-ma sull’extralberghiero che in val Rendena corrisponde a più dell’80% dell’offerta dei posti letto. Qualche indi-cazione ci è stata fornita di-rettamente dalla gente che lavora con il Turismo. Piergiorgio Collini del-l’Agenzia Collini immobi-liare di Madonna di Campi-glio conferma che il crollo paventato da alcuni non c’è stato: «Tutto sommato ab-biamo tenuto rispetto alla stagione scorsa che era sta-ta una stagione “fiacca” ma siamo in flessione rispetto alle stagioni “buone” di due e tre anni fa. Non è il massi-mo che si può fare, la richie-sta italiana è molto diminui-ta e per la maggior parte si limita al week end lungo. Per questo ci siamo dovuti rivolgere al mercato stranie-ro grazie al quale ci siamo salvati. Ormai gli stranieri nel nostro comparto pesano circa per l’80%» Gianmaria Marzoli, di Agenzia Turismo Immobi-liare di Pinzolo: «La stagio-

ne invernale ha registrato un calo che indicativamente si attesta sul 10-15%. L’in-verno costa troppo e la con-correnza di altre stazioni è spietata e al ribasso. Mentre giungono buoni segnali per la stagione estiva». Dato confermato anche da Gior-gio Beltrami gestore del Residence Imperator a Cari-solo: «Sono mancate rispet-to allo scorso anno prenota-zioni in alcune settimane a gennaio e a marzo».Soddisfatto di come sono an-date le cose il direttore delle Funivie Campiglio Fran-cesco Bosco: «Abbiamo avuto un incremento negli incassi dell’1-2 % rispetto a due anni fa che era stata una stagione record. Rispetto al-l’anno scorso l’incremento è a doppia cifra. Una stagione dunque estremamente posi-tiva se si tiene conto anche del fine stagione condizio-nato fortemente e in nega-

tivo dal cattivo tempo sia a marzo che ad aprile».Soddisfazione condivisa an-che da Roberto Serafini per il trend di crescita di Funivie Pinzolo Spa: «+15% rispet-to allo scorso anno, e +35% rispetto a due anni fa». Anche tra gli albergatori cauto ottimismo, espresso da Fabrizio Scaglia del-l’Hotel Bonapace di Ma-donna di Campiglio: «Vista la crisi che c’è in Italia non possiamo lamentarci. Non sarà ricordata come una buona stagione ma neanche come la peggiore». Diverso per il settore consumo dove la crisi non si è fatta attende-re. Carlo Gualdi direttore della Famiglia Cooperativa di Pinzolo, la più importan-te realtà di consumo della Rendena, non ha dubbi: «È stata una stagione negativa, dalla quale usciamo con le ossa rotte». A determinare il risultato le difficoltà a gen-

naio: «Ad un dicembre buo-no, rispetto all’anno scorso, si è contrapposto un gennaio drammatico, con una fles-sione (a doppia cifra) mai registrata precedentemen-te, sia per Pinzolo che per Campiglio. Febbraio, marzo e aprile mediamente sono andati come lo scorso anno, ma quello che abbiamo per-so a gennaio sarà difficile recuperarlo». Altro dato si-gnificativo evidenziato dal direttore, ma in linea con la tendenza nazionale, «il calo del settore extralimentare». Di avviso diverso Antonel-la Luchesa, Presidente dei Commercianti di Pinzolo: «La stagione sostanzialmen-te è andata bene, probabil-mente anche grazie al lavoro fatto dalla funivie di Pinzolo e agli effetti benefici che ha portato il collegamento Pin-zolo Campiglio. Senza col-legamento le cose sarebbero andate molto peggio».

Dettagliato e puntuale an-che il responso di Luciano Feltracco, commerciante di Madonna di Campiglio: «Abbiamo avuto un Natale ottimo: per la prima volta dopo molti anni si è notata l’apertura di case normal-mente chiuse e ci ha fatto piacere constatare che siano tornati i vecchi clienti. Dopo l’Epifania c’è stato invece un crollo verticale che si può stimare di circa un 20% al quale sono seguiti un feb-braio, marzo e aprile nella norma». Ma il commercian-te di Campiglio non si limita a comunicare i dati e aggiun-ge: «Dobbiamo decidere se vogliamo fare di Madonna di campiglio una “stazione” o una “stazione di qualità”. Di stazioni ce ne sono a centinaia, per differenziarci dobbiamo creare tutto quel-lo che una stazione di qua-lità deve offrire. Ci sono da fare cambiamenti, tutto è

impostato per i grandi nu-meri. Se vogliamo avere un futuro, non è solo il numero fatto registrare sui tornelli a dire se una stagione è andata bene o male... Dobbiamo di-versificare la nostra offerta, creare delle infrastrutture e delle opportunità che possa-no aiutare a destagionalizza-re e far diventare importante anche la stagione estiva. Si parla di allungare la sta-gione, ma le funivie han-no chiuso il 14 aprile. Una volta si arrivava al primo maggio». E ancora: «I rifu-gi aprono al 20 giugno, gli alberghi spesso al 20 luglio: non è possibile aprire solo quando il pullman si ferma davanti alla propria attività. Credo sia necessario sedersi intorno ad un tavolo e cer-care di individuare le scelte per portare avanti la località. Ognuno deve fare la propria parte, funivie in primis...».Matteo Ciaghi

Nell’ambito Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena, la stagione invernale si è mantenuta sostanzialmente sui dati degli ultimi inverni. Questo i dati degli arrivi e delle presenze alber-ghiere forniti dall’Apt di ambito, al momento uniche cifre cer-tificate che permettono una lettura dell’andamento turistico. Il dicembre 2012, rispetto al 2011, ha visto un aumento degli arrivi del 25% (27% a Madonna di Campiglio, 22% a Pinzolo) e delle presenze del 21% (22% a Madonna di Campiglio, 23% a Pinzolo), recuperando sulle assenze della stagione precedente dovute alla mancanza di neve. Anche il confronto con il dicem-

bre 2010 è all’insegna del segno più: + 5% negli arrivi (2% a Campiglio, 18% a Pinzolo) e + 2% nelle presenze (-2% a Cam-piglio e +20% a Pinzolo). Gennaio 2013 ha registrato invece una flessione: -14% negli arrivi (-12% a Campiglio, -21% a Pinzolo), -13% nelle presenze (-11% Campiglio, -25% Pinzolo). Febbraio nuovamente positivo: 6% negli arrivi (7% Campiglio, 0% Pinzolo), 3% nelle presenze (5% Campiglio, -4% Pinzolo). Pure marzo ha dato dei segnali interessanti: 27% negli arrivi (40% Campiglio, 1% Pinzolo), 5% nelle presenze (15% Campi-glio, -13% Pinzolo).

La stagione invernale: come è andata?Tengono presenze e arrivi negli alberghi. Qualche difficoltà nell’extralberghiero. Bene gli incassi di

funivie Pinzolo e Campiglio; male i consumi consumi della Famiglia Cooperativa

«Io mi occupo di un’azienda, quella delle Terme di Comano, che ha 150 dipendenti, una realtà molto im-portante anche se in termini di fatturato ben lontana da quello delle Funivie di Campiglio» ha sottolineato Iva Berasi. «Le Giudicarie Esteriori vantano la presenza delle Terme di Comano, uno dei 3 luoghi di eccellenza eu-ropei per la cura dermatologica di psoriasi e dermatite atopica. Un’eccellenza riconosciuta anche dalla PAT attraverso i finanziamenti a investimenti importanti ed il riconoscimento delle Giudicarie Esteriori come area termale. È auspicabile che la mancanza di competen-za amministrativa della Comunità in campo termale, riconosciuta invece per le aree sciistiche, non giusti-fichi orientamenti esclusivi di marketing orientati al prodotto sciistico di Campiglio. Non dare la dovuta considerazione all’importanza economica del conte-sto di Comano, che si può sì associare alle terme di Caderzone per tipologia di vacanza, ma con la consa-pevolezza che non sono confrontabili in termini eco-nomici di occupazione e indotto, che fa delle Giudi-carie Esteriori risorsa esclusiva e non complementare con oltre 12.000 utenti a fronte di 1000 e occupa 150 persone a fronte di 15 dell’azienda rendenese, sarebbe un grave errore...». «Credo sia importante conoscere i propri punti di debolezza – ha aggiunto la Berasi- per poter andare su un mercato internazionale ed essere competitivi e dovendo confrontarci con il mondo, dobbiamo pensare di offrire contesti ampi, eteroge-nei, ma unitari. Per questo è auspicabile pensare ad un progetto e ad un sistema che possa valorizzare allo stesso tempo le terme, le montagne e lo sci, è impor-tante ragionare come Trentino».

Iva Berasi: «Le terme, risorsa esclusiva per le Esteriori»

Il direttore di Funivie Campiglio Spa Francesco Bosco

Francesco Bosco

L’arrivo della seggiovia Rododendro a Madonna di Campiglio

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pag. 6 MAGGIO 2013 Speciale Economia

In Giudicarie operano 3400 imprese di cui 500 nel settore primario, 1100 nell’industria e artigianato e 1800 nel terziario. Entrando nello specifico si può vedere che il turismo gioca un ruolo fondamentale con 5mila addetti e un Pil generato stima-to intorno al 25% contro l’11% della media nazionale. Questo grazie anche a 90mila posti letto di cui 12mila nell’alber-ghiero alberghiero e 78 mila nell’extralberghiero e comple-mentare; 300 mila gli arrivi in un anno, 1 milione 400mila le giornate vacanza, ed un peso determinante del turismo in-vernale legato alle piste da

sci (65/70% dei flussi).L’industria nonostante il mo-mento difficile (ha subito una flessione dal 2006 del 15%) dà lavoro a circa 2mila perso-ne tra cui molte nell’industria del legno ed è, unico caso in Trentino, presente con azien-de in tutti i comparti industriali (legno, costruzioni, energia, carta, metalmeccanico, chimi-

ca, alimentare e turismo con funivie e terme,…) con una prevalenza di piccole impre-se dove solo 63 superano la soglia dei 10 dipendenti. Ten-denza alla piccola azienda che si manifesta anche nel settore dell’artigianato dove le 1200 realtà presenti sono per lo più micro imprese con una media 2,7 dipendenti per un totale di

circa 3200 persone impegnate. Da Bondone a Pieve di Bono operano circa 300 artigiani, nella Busa 328, in Val Rende-na 303 e nelle Esteriori 274, generando circa 200 milioni di euro di fatturato pari al-l’l’1,7% del Pil. Infine nel commercio le 620 imprese per circa 1900 addetti (circa 40% Rendena) stanno

attraversando un momento di estrema difficoltà con una me-dia di due attività che cessano per ognuna che nasce e con una perdita annua di circa 40 addet-ti ogni anno dal 2009. Preoccu-panti i principali indicatori del lavoro che riassumono lo stato di difficoltà: la disoccupazione cresce, aumentano gli iscritti al centro per l’impiego, aumen-

tano gli iscritti alle liste di mo-bilità e le forme di assunzione flessibile, dei tempi determinati e dei contratti a chiamata. Tutto questo in un contesto sociale in cui c’è una rilevante inciden-za delle persone anziane, in crescita, con un indice di vec-chiaia in Giudicarie superiore rispetto alla media provinciale, un aumento dei giovani stra-nieri residenti (circa 3.000 su 36.000 residenti), con un au-mento delle famiglie con al-meno un componente straniero e un’esplosione delle richieste di reddito di garanzia, nel 2013 quasi quintuplicate rispetto al-l’anno precedente. (m.c.)

Industria, artigianato, commercio, un momento di grande difficoltà

Presentati dalla Presidente della Comunità delle Giu-dicarie Patrizia Ballardini con l’aiuto dei rappresen-tanti locali delle associazioni di categoria, Narciso

Marini per gli Artigiani, Valeria Caola per gli indu-striali ed Ermanno Sartori per i commercianti, alcu-ni dati sull’economia locale e sul lavoro.

Lo scenario economico e il contesto lavorativo in Giudicarie nell’analisi dei rappresentanti di categoria

Una crisi che ha indotto la Provincia di Trento a fare uno «sforzo enorme a partire dal-la fine del 2008 quando ave-vamo già intravisto per primi l’entità» spiega Olivi. «Già al tempo abbiamo iniziato a la-vorare su una serie di inizia-tive antirecessive, mentre nel resto del paese la crisi veniva sottovalutata quando non ad-dirittura negata. La scelta di proporre interventi per circa un miliardo e 300 milioni di euro per il sostegno al cre-dito, al reddito, agli investi-menti aziendali, agli investi-menti pubblici, per le azioni straordinarie messe in cam-po da Trentino Sviluppo ha garantito di superare quella prima parte di momento mol-to intenso di crisi. Fu messa in campo un’azione d’urto per difendere l’impresa e il lavoro, senza dimenticare le misure messe in atto per ga-rantire a tutti la dignità, tra le quali il reddito di garanzia, un esempio di equità. Questa manovra aveva prodotto ef-fetti tangibili, ma l’ulteriore fase di manifestazione della crisi finanziaria con le annes-se politiche di risanamento della finanza pubblica hanno trasformato una crisi intensa in una crisi lunga, mettendo a dura prova il sistema impre-sa. Abbiamo capito che oltre alla crisi era in atto un cam-biamento del mercato e dello scenario. Non bastavano più gli strumenti messi in cam-

po. Non si poteva più contare su un mercato di prossimità. Abbiamo cercato quindi di favorire una trasformazione, lavorando su produttività, competitività in modo da po-ter aiutare le imprese a fare quelle scelte strategiche per porsi su un contesto nuovo con nuove regole e nuovi orizzonti». Dunque per la «penetrazione di mercati in-ternazionali» serve innova-zione, intesa non solo come ricerca ma anche come quel processo di riorganizzazione industriale che può risolvere l’eccessiva frammentazione delle imprese e favorire la nascita di una rete: «il con-tratto di rete diventa solo un esempio delle misure messe in campo per facilitare que-sto processo, che non preve-de di snaturare la fisionomia dell’impresa ma di facilitare il lavoro in rete, al quale si aggiungono gli incentivi, per

quelle imprese che manten-gono e incrementano i lavo-ratori, strumenti per incenti-vare la ricerca, contributi per la stabilizzazione, per azioni commerciali all’estero, per il credito... «Il credito, è il vero nodo e la vera strozzatura del si-stema» puntualizza l’asses-sore Olivi. «Non sempre c’è stata un’attenta gestione del credito, non tanto da parte del nostro credito territoria-le espresso dalle cooperati-ve di Credito ma da parte di altri che sono mossi più dai parametri finanziari piutto-sto che dalla presa in carico della realtà specifica». Ma la politica non è stata ferma. «Un intervento così continuo perché il credito non sia mai mancato alle imprese credo non si sia verificato in nessun altra parte di Italia. Attraver-so un fondo di rotazione di 50 milioni di euro abbiamo

promosso azioni in favore del credito e dello sviluppo».Altro nodo centrale l’impo-sizione fiscale, che la crisi ha fatto manifestare nella sua faccia più dirompente. «La pressione fiscale è sproporzionata. L’Italia è vessata e depressa dalla tas-se su impresa e lavoro che limitano la competizione an-che all’estero». La Pat non avendo competenza in ma-teria ha cercato di introdurre delle misure laddove poteva per alleviare il carico fiscale: «Abbiamo agito sull’Irap in-troducendo agevolazioni che porteranno grandi benefici, facilitato gli investimenti e stiamo cercando di allentare alcuni vincoli per poter esse-re più incisivi».Ma cosa vi aspettate dal nuovo governo? “Ci aspet-tiamo vengano concessi gli ammortizzatori in deroga, al-trimenti diventiamo una pol-

veriera e che si metta mano al patto di stabilità. Abbiamo circa 700 milioni di euro che non possono essere usati. In-fine ci auguriamo che l’Italia si rimetta in moto, perchè non possiamo pensare di uscire dalla crisi da soli. Per questo auspichiamo che il governo metta mano al tema del lavoro, non con politiche assistenziali ma di crescita e di occupazione». E a livello locale, che pa-norama abbiamo? «C’è incertezza, inquietudine, ma anche la volontà di par-tecipare alla decisioni. Le comunità di valle hanno una grande responsabilità. Nel commercio ad esempio con la legge provinciale si è pensato di dare competenze alle comunità di valle per la programmazione territoriale per porre un argine a politi-che speculative e soprattut-to per dare vita ad un nuovo

modo di costruire insieme gli scenari commerciali a partire dal territorio». E nel settore edile? «Nel comparto delle costruzio-ni siamo in un momento di emergenza che spesso non è capita neppure dagli am-ministratori locali. Quando un’amministrazione comuna-le solo per questioni di facilità decide di intraprendere la via del massimo ribasso compie un atto di irresponsabilità. La concorrenza è sicuramente un o stimolo a fare meglio ma se chiamo per un lavoro 100 imprese e la logica è quel-la del ribasso si finisce per scegliere quella dettata dalla disperazione non la miglior offerta spesso a scapito della qualità». Un tema quello de-gli appalti molto delicato che vede nella possibilità di una gestione associata mediante le comunità di valle la faci-litazione nell’intraprendere e gestire procedure di affi-damento più complicate che tengano in massima parte anche aspetti diversi da quelli del prezzo. (m.c.)

Olivi: “Il Trentino ha governato la crisi. Come se ne esce? Deve ripartire l’Italia”

«La crisi non chiede solo attenzione e sacrifici alle aziende e ai cittadini. Noi dobbiamo metterci al pari di loro e cer-care di metterci in discussione anche con nuove proposte, prendere spunti per cambiare in meglio, per puntare ad una pubblica amministrazione più efficiente e più produtti-

va» e che sappia operare in un contesto dove le risorse eco-nomiche a disposizione sono calate notevolmente a causa della crisi». Inizia così l’intervento dell’Assessore Olivi che aggiunge alla necessità di fare rete e di innovazione anche l’esigenza delle istituzioni di capire i cambiamenti in atto.

Narciso Marini, Valeria Caola e Ermanno Sartori

Alessandro Olivi

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Mauro Collini, delegato degli edili, ha puntato l’at-tenzione sulle procedure di affi damento dei lavori pub-blici anche per importi infe-riori al milione di euro per le quali lo scegliere come unico criterio il ribasso a base d’asta molte volte pe-nalizza le ditte e i consorzi locali. «A turno tutti faccia-mo ribassi del 40%... per prendere il lavoro. Ma poi sono molte le ditte che fal-liscono. Si dovrebbe pun-tare sulla qualità e ad una valorizzazione delle realtà presenti sul territorio».Narciso Marini, presidente degli artigiani delle Giudi-carie non manca di sottoli-neare come le attività arti-giane siano presenti in tutti i 120 paesi delle Giudicarie ma non manca di analizzare la situazione contingente. «Abbiamo molte diffi coltà in questo momento perché benefi ciamo molto del la-voro offerto dalle grandi at-tività oggi in profonda crisi. Noi siamo delle formichine che giriamo attorno».La conferma del momento

critico arriva dalla testi-monianza della Presidente degli industriali Valeria Caola: «L’industria sta at-traversando una fase dram-matica e non è facile trova-re una via di uscita. Molte volte a noi imprenditori vengono prospettate delle linee, ma non sempre sono facilmente percorribili. Ad esempio ci viene detto di internazionalizzare. L’Eu-ropa è diventata stretta, e anche alcuni stati dove la domanda c’era come Fran-cia e Belgio, ora è crollata. Ma non è facile entrare con certi prodotti nei mercati mondiali. Per esempio noi con la nostra impresa di mobili stiamo cercando di affacciarci su mercati appe-tibili come quello brasilia-no, ma a volte diventa quasi impraticabile per problemi strutturali, o per dazi o co-sti di trasporto eccessivi. È sempre più diffi cile essere competitivi». «In pochi anni abbiamo per-

so 200 addetti» sintetizza Ermanno Sartori a capo del settore commercio giu-dicariese. «Anche il settore alimentare è stato colpito, e quando la gente non spende più anche per un bene pri-mario come il cibo c’è da preoccuparsi». «La politica non deve osta-colare la produzione» è l’au-spicio di Daniele Tarolli. «Bisogna sburocratizzare. Non si può dover aspettare due anni per l’approvazio-ne di un progetto».«Sette anni e sei mesi per costruire un capannone da 400 metri quadrati è davve-ro troppo» rincara Imerio Pellizzari titolare di una ditta di taglio boschi, legna-me, cippato e manutenzioni stradali. Soprattutto se i tempi estremamente lunghi sono dovuti ad intoppi bu-rocratici. Inoltre: «È auspi-cabile un maggiore coor-dinamento tra imprese e enti pubblici e un maggior coinvolgimento da parte

delle istituzioni delle realtà produttive che sono sul ter-ritorio soprattutto quando viene deciso qualcosa che le riguarda. Abbiamo espe-rienza di norme che sono inapplicabili per alcune realtà. A volte le normative creano diffi coltà insormon-tabili a chi produce». Non solo: «Siamo sicuri

che l’internazionalizza-zione vada bene per tutti. Internazionalizzare signifi -ca scontrarsi con altri con l’obbligo di fare grandi nu-meri. A volte la fi liera corta è una scelta obbligata, altre una scelta oculata».«Perché non c’è unifor-mità nelle relazioni tra pubblico e privato nel-

la questione pagamenti. Se il privato deve pagare il pubblico è obbligato a rispettare i tempi, spesso strettissimi. Se il pubbli-co deve pagare il privato si concede 60 o 90 gior-ni, quando va bene». Do-mande che meritano una risposta, in tempi brevi, per cercare di aiutare le imprese ad andare avan-ti, ed evitare il collasso. (m.c.)

Si è parlato anche di questo nel recente incontro orga-nizzato a Tione il 23 aprile nella casa della Comunità delle Giudicarie con i rap-presentati economici delle Giudicarie e un’ampia pla-tea di imprenditori e arti-giani alla presenza di alcuni rappresentanti del mondo del credito.La doccia fredda è abba-stanza evidente e il ritorno alla realtà abbastanza bruta-le. Se i mercati emergenti di Russia, Cina, India e Brasi-le offrono opportunità sen-za fi ne alla qualità dei nostri prodotti, poi si scopre che il trasporto, i dazi doganali imposti alle importazioni, le tassazioni italiane e quel-le locali, azzerano tutto il guadagno trasformandolo in una perdita. L’impren-ditore torna scoraggiato e senza istituzioni che possa-no risolvergli i problemi. E qui sorgono i problemi tipicamente italiani sulla forma impresa, che oltre gli otto dipendenti e i quindici perde tutte quelle caratteri-

stiche di leggerezza e pro-duttività che invece richie-de oggi il mercato globale. Questo anche in termini di marketing e capitalizzazio-ne.Fino a che gli artigiani e le imprese lavoravano per il mercato interno, trentino e italiano, che era in espan-sione per l’intervento pub-blico, “piccolo era bello”, e il miracolo italiano si iden-tifi cava con questa dimen-sione dell’impresa.Invece con una economia in forte rallentamento per il peso generalizzato del de-bito pubblico la ricerca dei nuovi mercati per questa di-mensione diventa un fortis-simo handicap. Sono famo-si i viaggi in aereo verso la Cina di centinaia di impren-ditori italiani sulla scia dei politici, tornati poi a mani

vuote. In Cina avevano già trovato i mercati in mano alle reti commerciali della Wal Mart americana, della British Petroleum inglese, della Siemens tedesca o del-la francese Auchan, che nel loro sguardo “ex-colonia-le”, non vanno romantica-

mente in questi paesi come ad una gita di classe, ma inviano i lori commerciali, non più di due alla volta, che sotto questi grandi mar-chi conosciuti a livello in-ternazionale, aprono i loro cataloghi che contengono tutti i prodotti delle proprie

fi liere alimentare, industria-le, chimica, che sia. In Germania ad esempio vi sono conglomerati eco-nomico industriali come la Siemens che produco-no ogni tipo di prodotto, e nel suo catalogo contiene i prodotti dei mille piccoli industriali e artigiani tede-schi, dall’elettro valvola al computer industriale, dalla colla ai coloranti. Non deve essere il singolo imprendi-tore che produce quel pro-dotto ad andare in Cina, ma il commerciale della Sie-mens piazza il suo prodot-to, che rispetta così anche un indice di qualità. Inoltre questi conglomerati come la Wurth o la Schneider hanno anche una forza di unire tutta l’industria tede-sca sotto questi marchi e di trattare poi con gli istituti di

credito anche la capitalizza-zione. E’ più facile ottenere un fi nanziamento sotto il cappello della Siemens che non come singolo piccolo artigiano che produce otti-mi stampi per la plastica ma non ha la forza nè fi nanzia-ria ne commerciale.Il fallimento del commer-cio estero italiano rispetto a queste grandi realtà indu-striali, a questi grandi con-glomeratici è sotto gli occhi di tutti. Se i campanili non si mettono a suonare tutti insieme, i problemi del-l’economia trentina e italia-na non si risolvono. Se non si passa alla costru-zione di questi conglome-rati in cui si coniugano la fi liera corta, con una nuo-va forma dell’impresa, più agile e effi ciente, e la forza commerciale di un marchio, come potrebbe essere Tren-tino Sviluppo, che per ora rimane un’istituzione più di indirizzo che da vero con-glomerato, ogni sguardo ol-tre le nostre montagne può appare fragile e ineffi cace.

Occorre una nuova forma di impresa per fare breccia sui mercati emergenti

Nell’ambito della dialettica tra imprese, classe politica e istituti bancari, si sta formando una nuova coscienza econo-mica che spinge anche l’imprenditore, più periferico e individualista, a comprendere l’importanza del-la forma dell’impresa, del numero di addetti, della

capitalizzazione. Queste problematiche emergono

quando la scarsità del mercato interno, e la qualità del proprio prodotto, spinge il singolo imprenditore a prenotare un aereo e volare nei mercati emergenti che vanno dalla Russia, alla Cina o al Brasile.

di Marco Zulberti

Speciale Economia

È quanto mai necessaria per stare al passo con Brasile, Cina, Russia e India

Necessità: la parola agli imprenditoriNon sono mancati gli stimoli da parte degli imprenditori. La concretezza che caratterizza chi deve risolvere i proble-

mi che si presentano quotidianamente ha fatto emergere grandi e piccole necessità e favorito alcune rifl essioni.

La politica non ostacoli l’economia. La burocrazia non paralizzi la produttività. No a procedure di affi damenti di lavori solo con aste al ribasso. Le amministrazioni comunali valorizzino le imprese presenti in loco

Page 8: Giornale delle Giudicarie maggio 2013, ii

pag. 8 MAGGIO 2013 Viabilità

Anzi i nostri rappresentanti provincia-li si negano addirittura al telefono. Un silenzio che ha indotto il presidente bresciano a scrivere una piccata lette-ra ai giornali, sia bresciani che tren-tini. Rende noto che, da nove mesi, Brescia è pronta per sottoscrivere il protocollo per il pezzo di strada che va da Vestone sud fino a Idro. E che sarebbe tempo e ora che la Provincia di Trento rispondesse in merito. Per chi è pratico di quel tratto stradale è uno degli spezzoni più ostici dell’in-tero percorso. Da Nozza attraversa l’abitato di Vestone, per arrampicarsi nello stretto budello di Lavenone, e arrivare al lago d’Idro costeggiando-ne l’emissario. Si e no, una decina di chilometri. Di quelli che però, se devi farli in coda a un autotreno, ti fanno arrivare a casa quando la pasta è scot-ta, o da buttare.

Lì, una variante bypass ai centri abi-tati, sarebbe non solo un toccasana, ma uno di quegli appalti che darebbe-ro tutt’altra scorrevolezza alla 237 del Caffaro. Unico vero corridoio di ar-roccamento per le aree industriali del basso Chiese e le stazioni sciistiche di Pinzolo e Madonna di Campiglio. In una parola un investimento sicuro, in termini turistici. Soprattutto per il Trentino. Di ciò la nostra classe po-litica ne è conscia dagli anni ottanta. Quando, l’allora assessore ai lavori pubblici Vigilio Nicolini, iniziò ad intavolare le prime trattative con la vicina Lombardia, per una viabilità condivisa: vantaggiosa per tutte e due le regioni. Come sono andati i fatti lo sappiamo. Per anni le due province hanno intessuto un proficuo rapporto di collaborazione per migliorare, con un contributo sinergico, l’intero asse

viario che collega la Lombardia al Trentino.Da alcuni giorni però la notizia, pub-blicata con grande risalto sui quo-tidiani delle due sponde, dice che il feeling, o meglio l’intesa a due, tra Trento e Brescia, ha subito una bat-tuta d’arresto. Che chiama in causa i politici trentini. A detta del presidente della Provincia di Brescia Molgora, irrispettosi degli accordi presi dalle ri-spettive delegazioni provinciali, per la realizzazione del 1° lotto della varian-te alla S.P. 237 Idro-Vestone. L’espo-nente bresciano dice, senza mezzi termini, che da mesi sta tentando di contattare i partner trentini senza suc-cesso. “Anzi – scrive – non riesco a spiegarmi il perché di questo silenzio”. Dal momento che, aggiunge Molgo-ra, è dal mese di agosto dello scorso anno che Brescia ha inviato a Trento

lo schema dell’Accordo di Program-ma . E, nonostante i numerosi solleci-ti, dalla Giunta provinciale di Trento non è arrivato alcun cenno di risposta. La lettera - del tutto irrituale, in quan-to raramente il capo di un’istituzione provinciale prende carta e penna per sbandierare sulla stampa l’inaffida-bilità di un’altra provincia - ha avuto ampio eco sui giornali, inculcando il dubbio che i “mal di pancia”, accusa-ti dal presidente Pacher, in occasione dell’incontro sulla viabilità, organiz-zato a febbraio dai comuni della valle del Chiese con la controparte brescia-na (disertato dal presidente della no-stra Giunta adducendo altri impegni), avessero altre motivazioni. In primis, quella di dover spiegare ai lombardi, e all’opinione pubblica, le motivazio-ni per cui Trento, da mesi, si rifiutava di rispondere ai pressanti solleciti te-

lefonici della città della Leonessa. Il presidente della Provincia di Trento Alberto Pacher, dal canto suo, dice che non comprende l’avventato strap-po del collega. Con cui, tra l’altro (parole sue) aveva avuto un approccio telefonico qualche giorno prima. E che comunque – è quanto ha risposto testualmente al nostro telefono – ci sarebbe stato presto un incontro chia-rificatore. “Per accordi presi però da altri – ha sottolineato Pacher - in altri tempi, e in altri momenti economi-ci”. Frase, che tradotta in un linguag-gio più chiaro, sta a significare che oggi, essendo cambiata la situazione economica, quindi essendoci meno risorse finanziarie, anche gli accordi presi nel 2009 e confermati nel 2011, dovranno essere ridiscussi. Alla luce dei meno suntuosi bilanci provinciali. [email protected]

Vestone-Idro: Trento meno ricca, prende tempo

Ci sono delle novità rilevanti per ciò che concerne la viabilità primaria delle Giudicarie: quella che colle-ga Brescia a Madonna di Campiglio. Questa volta i nuovi input non vengono da Trento. Ma da Brescia. E’ lo stesso presidente della Provincia Davide Molgo-

ra che ci ricorda che avevamo preso degli impegni. In base ai quali la provincia di Trento si impegnava a contribuire, in misura del 50%, anche sulla trat-ta Ponte Re-Idro. E che ora, almeno stando alla sua versione, noi stiamo disattendendo.

Occorre completare la realizzazione dei lavori previsti dall’accordo del 2008

Oggi sono i nostri politici che si negano al telefono. In un silenzio – scrive il presiden-te della Provincia di Brescia Molgora – a dir poco assor-dante. L’argomento è appunto il collegamento viario tra le due Regioni. In particolare il 1° lotto della Variante alla SP 237 del Caffaro: Vestone-Idro. Per cui c’era un detta-gliato accodo di programma, tra le due Province. Con l’im-pegno di finanziamento pari al cinquanta per cento. Dove in sostanza, su un importo presunto di 55 milioni di euro (ma oggi molti di più), l’ex presidente Dellai, si era im-pegnato a finanziarne metà. A Brescia progetti, appalti e realizzazione. Alla Provin-cia Autonoma il ruolo di co-finanziatore. “Autonoma”.

E’ su questo aggettivo che il presidente Molgora, con un intervento che, definire duro è dir poco, punta l’accento. Per-ché, dice, le complicazione non sono intervenute da parte nostra. Ma dalla Provincia di Trento. Che come è noto, può trattenere sul territorio mol-te risorse. E quindi ha meno problemi finanziari. “Con l’assessore ai lavori pubblici della Provincia Mariateresa Vivaldini, e con l’ex assesso-re Regionale alle infrastruttu-re Raffaelle Cattaneo – scrive il presidente bresciano – era

scaturita la disponibilità della Regione Lombardia a finan-ziare la strada. Quello che sembrava l’ostacolo maggio-re, cioè ottenere le risorse da una Regione a Statuto Or-dinario, era stato superato. Quindi abbiamo provveduto a inviare, il 10 agosto, lo sche-ma di accordo di program-ma, finalizzato a disciplinare il cofinanziamento. Ma ad oggi, nonostante i solleciti dei nostri Uffici, e nonostan-te io stesso abbia contattato personalmente il presidente Dellai e il facente funzione Pacher, non abbiamo rice-vuto risposta”. Il presidente bresciano ripercorre le date che hanno cronologicamen-te preceduto gli accordi tra i due istituti. Menziona anche dello svincolo realizzato a S. Antonio di Anfo (importo complessivo di 28.575.000, erogabile da Trento, in tran-che dal 2013 al 2016). E si meraviglia in quanto, dal-l’agosto scorso, nonostante le decine di telefonate, dal Trentino non sono arrivate

risposte. “In tutta franchezza – conclude Molgora – ritengo che il tempo trascorso, anche per valutazioni di ordine eco-nomico, sia stato più che suf-ficiente. Mi auguro che questa

missiva serva a sensibilizzare il presidente Pacher sull’im-portanza dell’intervento. Non più procrastinabile per i terri-tori di entrambe le Province”. Finora la collaborazione tra

Brescia e Trento non aveva subito intoppi. Nel 2010 era stato inaugurato il tratto Vo-barno-Sabbio Chiese, a cui la Pat aveva contribuito con 38 milioni. A gennaio una fra-na, all’altezza del comune di Anfo, aveva indotto il locale Bim e alcuni comuni della Val del Chiese a indire un summit con la parte bresciana. Ma Pacher l’aveva disertato, ad-ducendo altri impegni. (e.z.)

Brescia dice a Trento: mantenete gli impegni Dove s’è spezzata quella linea diretta tra Pro-

vincia di Trento e quella di Brescia, così fati-cosamente costruita, in anni di paziente tes-

situra, sull’ammodernamento dell’ex Statale 237 del Caffaro? Prima era Trento a sollecitare accordi tra

le due sponde. I collegamenti con gli impianti sciistici di Madonna di Campiglio e il turismo nostrano re-clamavano strade celeri e sicure. E Trento si era det-to disponibile a finanziare anche strade in territorio bresciano.

L’industria del Basso Chiese e gli impianti di Madonna di Campiglio reclamano viabilità celere e sicura

Pacta sunt servandaPacta sunt servanda. Avrebbe detto Eneo Domizio Ulpiano, giurista di Roma. I patti vanno rispettati. Eppure, in momenti come questi, è difficile tener fede anche alle più elementari regole di convivenza. Soprattutto quando si tratta di metter mano ad un portafoglio, prima stracolmo. Ed ora, con gli scomparti ridotti all’osso: appena sufficienti per sostenere l’ordinarietà. Trento ha minor disponibilità economiche, e quindi fatica a tener fede ad impegni presi in tempi di vacche grasse? Se questa è l’ipotesi, forse i nostri rappresentanti avrebbero fatto meglio a mettere subito le carte in tavola con i vicini bresciani. Ed evitare possibili strumentalizzazioni di inaffidabilità! Che quella strada serva, però, è un dato di fatto. Molto più importan-te di tante opere inutili, o comunque superflue. Come certe palestre o certe strutture milionarie destinate ad un pugno di abitanti, che avrebbero potuto usufruire di quelle già funzionanti del vicino della porta accanto (palestra di Bondo, tanto fare un esempio). Ora però non è tempo di recriminare. Cosa fatta a capo ha. Direbbe “Il Principe” di Macchiavelli. Ma è tempo di far fronte unico con la Provincia perché la viabilità primaria, con la regione Lombardia, rimanga una delle priorità provinciali. Molto prima degli arzigogolati caroselli di Metrolandia, e molto più di dispendiosi quanto superflui, oltreché costosi, interramenti ferroviari a Trento città. Se è vero che il turismo in Giudicarie è pari al 25% del Pil (11% è la media Nazionale), noi (Comuni e Comunità in prima fila) dobbiamo battere i pugni per agevolare chi porta ricchezza! Non per finanziare opere che, nella migliore delle ipotesi, servono a generare altre spese e impoverire ancor di più un bilancio pro-vinciale ogni anno sempre più smunto. (e.z.)

La nuova rotatoria in località Sant’Antonio sul lago d’Idro

Page 9: Giornale delle Giudicarie maggio 2013, ii

MAGGIO 2013 - pag. 9 Viabilità

La stilettata, nemmeno trop-po velata, è agli altri comu-ni. Compresi quelli dell’Alta Rendena che mai si sono inte-ressati dei collegamenti viari tra Brescia e territorio giudi-cariese, “nonostante da quella strada arrivino gran parte dei turisti che affollano le loro stazioni sciistiche”. Ma non risparmia nemmeno i respon-sabili della Comunità di Val-le, che in virtù del loro ruolo istituzionale, dovrebbero es-sere artefici e prim’attori di un’azione corale. Che invece manca. Il richiamo ad un ruolo più responsabile e collettivo di tutti i 39 comuni giudicariesi a unire le forze per risolvere, una volta per tutte, lo spinoso problema della viabilità pri-maria, mette il dito nella pia-ga. “In fin dei conti – dicono i due sindaci del Chiese – quel-la strada è un problema non solo nostro. Dalla Lombardia e dagli snodi autostradali del bresciano arriva buona parte dei turisti per tutte le località della valle, quindi l’interesse, dovrebbe essere di tutti, non solo nostro”. Di questo argomento ci erava-mo già fatti carico nel numero

di marzo, dove, a proposito di viabilità di accesso, parlava-mo di “una regia che non c’è”. Di un fronte disgregato di sin-daci che – come sottolineano Butterini e Giovanelli – pen-sano al loro particolare, senza avere una visione collettiva. Il richiamo è a fare massa. Nell’interesse di tutti. “Perché – dice il sindaco di Storo – è impensabile, nel 2013, dover impiegare ore per raggiungere le Giudicarie da Brescia. Le nostre economie industriali e turistiche, richiedono un’arte-ria veloce e sicura in grado di garantire i collegamenti con tutti i comuni della valle”. Ma non è finita qui. Non solo i due sindaci chiesani sollecita-no i politici della zona a fare fronte comune. “Ma – dicono – che anche la Provincia non si deve nascondere dietro un dito. Deve dire chiaramente quali sono le sue intenzioni”. Le risorse sono diminuite? Gli

impegni presi non sono più so-stenibili? Fare melina non ser-ve. Bisogna dire le cose come stanno, ed eventualmente ridi-scutere i progetti in base alle disponibilità finanziarie e alle

priorità. Alcuni giorni or sono hanno incontrato l’assessore Mauro Gilmozzi, a cui Pacher ha trasferito le competenze sulla viabilità. Con lui c’era il funzionario Raffaele De

Col. Con i due responsabi-li provinciali hanno cercato di saggiare le disponibilità di Trento sui finanziamenti in terra bresciana. Gli orga-ni della Pat – hanno riferito

– sono tutt’ora propensi a mettere sul piatto le risorse per portare a compimento il progetto. Certo i tempi sono cambiati. La spending rewiev non ha risparmiato nemmeno i bilanci provinciali. Ma, a quanto sembra, Trento è an-cora disposta ad analizzare i dettagli del progetto. E a verificare anche le disponi-bilità finanziarie di Brescia. Presto – hanno anticipato il presidente del Bim e il sin-daco di Storo – ci sarà un primo incontro per la messa in sicurezza della Rocca di Anfo (un intervento di circa 800 mila euro). Poi, entro i primi 10 giorni di maggio, le delegazioni delle due provin-ce si incontreranno, a Idro, per riprendere i contatti isti-tuzionali. Notizie di ugual tenore arrivano anche dalla presidente della Comunità di Valle Ballardini, e dall’asses-sore alla viabilità Vaia. Sono i responsabili delle Province ad avere in mano i cordoni della borsa, per l’attuazione del progetto. Ma, anche il so-stegno convinto dei comuni e di tutti gli organismi che con-tano, può fare la differenza.

«Per la strada bisogna fare fronte comune»“Se non fosse stato per noi, probabilmente la strada sa-rebbe ancora chiusa”. Giorgio Butterini, sindaco di Con-dino e presidente del Bim del Chiese e Vigilio Giovanelli, sindaco di Storo, non ne fanno un mistero. E’solo per merito loro se l’interruzione della viabilità di accesso alle Giudi-

carie, proprio nel bel mezzo della stagione invernale, è

stata ripristinata a tempi brevi. E si deve a loro se quel co-noide pericolante, all’altezza della Rocca di Anfo, sarà mes-so compiutamente in sicurezza. “Perché dicono, un conto è la politica degli enunciati, e un’altra è quella dei fatti”.

di Ettore Zini

I sindaci del Chiese Butterini e Giovanelli chiedono maggior impegno collettivo a tutte le istituzioni

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Continua dalla PrimaNon va taciuto che un ruolo determinante in que-sta vicenda l’ha avuto Giorgio Napolitano, che il Parlamento, di fronte alla propria incapacità a trovare un accordo minimo per un nuovo presi-dente, ha dovuto frettolosamente richiamare af-fidandogli il Quirinale per altri 7 anni. Un fatto storico, che la dice lunga sul momento politico in atto. Il Governo Letta porta con sé alcuni dati oggettivi che fanno ben sperare, pur nelle difficile situazione generale. È guidato da un presidente di 46 anni (24 anni in meno del suo predecesso-re), ed è un dato che ha una forte valenza, anche dal punto di vista simbolico, nel momento in cui i cittadini richiedono con forza un ricambio gene-razionale in politica. Diversi ministri della nuova compagine governativa hanno un’età inferiore ai 55 anni, fatto che in Italia proprio scontato non lo è. L’età media di 53 anni e la presenza di sette donne fra i 21 ministri, fra cui una, Cécile Kyen-ge, a nata nella Repubblica Democratica del Congo, è un segnale che Letta ha voluto mandare al Paese. Poi il secondo dato che rileva sottoli-neare è la composizione “politica” del governo. Se l’esecutivo Monti si profilava come governo sì “di servizio”, ma tecnico, quello di Enrico Letta è a tutti gli effetti un governo politico, ancorchè bipartisan. La presenza di nomi importanti come Angelino Alfano (Interni), Emma Bonino (Esteri), Dario Franceschini (Rapporti con il Parlamen-to), Anna Maria Cancellieri (Giustizia), Fabrizio Saccomanni (Economia), Graziano Delrio (Affa-ri Regionali) e Gaetano Quagliariello (Riforme Istituzionali), abbraccia trasversalmente i partiti

del Pd, Pdl e Scelta Civica, e getta un importante ponte per il superamento di quella fase di con-trapposizione frontale e delegittimazione che ha caratterizzato la politica negli ultimi anni e che ha fatto tantissimi danni. Ora che la situazione è difficile i partiti sembrano aver capito (evidente-mente forzati e condotti alla ragione da Napolita-no) che non è più il momento di scherzare e vanno accantonati livori e contrapposizioni in nome del bene dell’Italia. Non è fuori luogo il parallelismo, mutatis mutandis, con un’altra stagione molto difficile per l’Italia, quella del terrorismo che portò nel 1976 al cosiddetto governo Andreotti di “solidarietà nazionale”, un monocolore Dc che fu possibile grazie alla “non sfiducia” dal parte delle forze di opposizione.Oggi, il concetto è addirittura rafforzato, con la partecipazione diretta nel nuovo esecutivo di esponenti di spicco di Pdl, Pd e anche Scelta Ci-vica. Certo i primi segnali dati dal governo sono po-sitivi. Ma la strada da compiere è in salita. La domanda di fondo è se e quanto durerà l’accordo fra i partiti allorchè verranno affrontati i primi nodi in agenda? Una base solida da cui partire è il documento finale del Gruppo di lavoro sulle ri-forme istituzionali nominato da Napolitano (utile anche da leggere, per farsi un’idea, è reperibile sul sito www.quirinale.it) e su queste linee si po-trebbe ritrovare una certa convergenza. D’altra parte l’agenda delle cose da fare è lì: lavoro, ripresa economica, riduzione delle tasse, riforme istituzionali, taglio del “peso” della poli-tica. Tanto per incominciare.

Finalmente l’Italia ha un governo

Dopo 127 giorni dalle dimissioni di Monti e 61 dalle elezioni

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Giorgio ButteriniVigilio Giovanelli

Page 10: Giornale delle Giudicarie maggio 2013, ii

pag. 10 MAGGIO 2013

Bersone-Daone-Praso . Un’unione di cui si parla da tempo e che negli ultimi mesi sta acquistando sempre maggiore concretezza. Nel-le scorse settimane si sono susseguiti nei tre paesi alcuni partecipati incontri informa-tivi con la popolazione nelle quali gli amministratori, so-stenuti sotto il profi lo giuridi-co dal direttore del Consorzio del Comuni trentini Alessan-dro Ceschi, hanno spiegato ai cittadini le ragioni di que-sto percorso condiviso. Una strada iniziata circa 10 anni fa con i primi abboccamenti, oggi accelerata anche dagli sviluppi della situazione so-cio-economica generale.Nella road map il 6 maggio è previsto un incontro pub-blico delle tre comunità unite a Daone a Villa De Biasi/sala Papaleoni, mentre domenica 26 maggio è in programma una importante consultazio-ne popolare (un referendum, ma con tratti di informalità) per capire l’orientamento dei cittadini dei tre paesi in vista di futuri passi uffi ciali. Nelle intenzioni dei tre sindaci si

tratta di un passaggio fon-damentale per intraprendere con convinzione i prossimi passaggi del percorso di fu-sione: quel percorso che – se tutto fi lasse liscio – portereb-be al referendum uffi ciale a maggio o giugno del 2014. A quel punto, con l’avallo della popolazione, nascereb-be il comune unico. Infi ne, da gennaio 2015 vi sarebbe il commissariamento degli organi amministrativi del nuovo comune fi no alle ele-zioni comunali del maggio 2015. Per rendere possibile tutto ciò, però, occorre ac-celerare rispetto alle normali tempistiche per aggregazioni di questo tipo, che prevedono una fase intermedia di “unio-ne” che porti poi, nell’arco di alcuni anni, alla fusione vera e propria. Quest’ultimo, ad

esempio, è l’iter “canonico” seguito , solo due anni fa, da Lomaso e Bleggio Inferiore, che hanno dato vita al comu-ne di Comano Terme dopo circa 10 anni di percorso con-diviso. La base di partenza di questo progetto è la condi-visione, da parte dei comuni di Praso, Daone e Bersone di servizi associati funzio-nanti da anni, come l’uffi cio tecnico intercomunale ed il

servizio tributi. Della bontà del progetto sono convinti e promotori innanzitutto i tre sindaci, Lener Bugna per Bersone, Roberto Panelatti per Praso e Ugo Pellizzari per Daone. Il nuovo comune che uscirebbe dalla fusione conterebbe circa 1.250 abi-tanti (295 Bersone, 343 Praso e 604 Daone), ed una super-fi cie di ben 176 kmq (rispet-tivamente 9,8, 9 e 158), di-

ventando così il comune più esteso del Trentino, davanti a Pejo (163 kmq) e Trento (157 kmq). La media nazio-nale è di 37,3 kmq. Da registrare, sull’onda del-l’entusiasmo per l’ipotesi dell’aggregazione, alcune voci che vorrebbero l’esten-sione dell’unione ai comuni di Prezzo e Pieve di Bono; dal canto loro gli ammini-stratori non chiudono del tutto la porta per il futuro, sottolineando però come la sostenibilità di un comune non debba tener conto solo del numero degli abitanti, ma anche del rapporto con l’estensione territoriale.

San Lorenzo e Dorsino. Le Giudicarie Esteriori accele-rano con i percorsi di fusio-ne. Detto di quella, impor-

tante, tra Bleggio Inferiore e Lomaso, è da registrare l’at-tivismo delle amministra-zioni di San Lorenzo in Ba-nale e Dorsino per impostare concretamente un progetto di aggregazione. A dicembre il consiglio comunale guida-to da Giorgio Libera aveva già dato il proprio avallo ad un’iniziativa di unione che fosse estesa a tutti i comuni delle Esteriori; un’idea che ha però subito lo stop, al-meno parziale, dal consiglio comunale di Stenico, che ha deciso di rinviare il tutto a prossima legislatura. Ecco così che si guarda in direzione Banale, con l’in-troduzione nei bilanci co-munali di Dorsino e San Lorenzo di una somma per l’incarico ad un tecnico che metta nero su bianco un pro-getto di fattibilità e una pos-sibile road map per giungere ad un percorso di unifi cazio-ne condiviso. In questo caso, se l’ipotesi fusione andasse in porto, si avrebbe un unico comune di oltre 1600 abitan-ti (1.200 San Lorenzo e 430 Dorsino) con una superfi cie di circa 75 kmq.

Attualità

I tagli ai bilanci delle autonomie locali sull’onda della crisi economica e la prospettiva di risorse sempre più magre per il futuro stanno spingendo anche in Giudicarie diversi comuni ad accelerare le procedure per addivenire, in tempi ristretti, a fu-sioni ed aggregazioni. In questa direzione andava il progetto di unione tra Cimego e Castel Condino, poi affossato al fotofinish dal consiglio comunale

castellano, come abbiamo peraltro dato conto sul Giornale delle Giudicarie. Ora ci sono altri paesi giudicariesi che ci riprovano, sembra, con maggio-re convinzione attraverso un percorso che incon-tra l’appoggio della popolazione, oggi più che mai distante da alcuni campanilismi e localismi fino a qualche anno fa indubbiamente maggioritari, spe-cie nelle piccole comunità.

Piccoli comuni, prove di fusionedi Roberto Bertolini

Bersone, Daone, Praso pronti alla consultazione popolare informale del 26 maggio. Sarebbe il comune con maggiore superfi cie del Trentino (176 Kmq)

“La Banca cooperativa Valsabbina ha ri-scontrato nell’esercizio 2012 una crescita negli impieghi tanto che dai 2.990 dal-l’anno prima si è ora passati ai 3.091 mln di adesso. I prestiti, nell’arco di tutte le 68 fi liali e succursali superano i 3 miliardi (+ 3,4%) ma aumentano anche le sofferen-ze che dal 3,5% del 2011 sono lievitate a 4,73%. La raccolta complessiva è stata di 4,21 miliardi rispetto a 3,91 dell’esercizio precedente, mentre l’utile netto è di 3mln, in calo dell’11,7% rispetto ai precedenti dodici mesi”. Spartaco Gafforini, che den-tro la Valsabbina è considerato un riferi-mento e un interlocutore affi dabilissimo, anticipa questi dati in vista della assem-blea generale e successivamente a quella di Storo. Gafforini, un tempo alla rurale di Darzo, è in Valsabbina da diciotto anni e da undici è direttore generale. Prima ancora ( 1970) era stato in Banca d’Italia. Gli subentrerà Renato Barbieri, che è poi l’attuale suo vice. Seguendo una politica di vicinanza alle famiglie e alle imprese la fondazione creditizia lombarda – trentina, presieduta da Ezio Soardi, ha sì risentito il peso della crisi, ma nel suo complesso ha comunque deliberato la distribuzione di un dividendo di 0,27 euro per azione (in calo rispetto ai 40 centesimi dello scorso anno) che ver-rà corrisposto attraverso l’assegnazione

di azioni. Ma in Valsabbina qualche sod-disfazione è stata ultimamente acquisita, avvertono sia il capo area di Storo Luca Mora che Walter Piccini, capo personale e responsabile delle relazioni pubbliche. Ambedue sintetizzano: “la Banca, rispetto ad altre, ha non solo incrementato i prestiti ma ha superato esami e scrutini della Ban-ca d’Italia, tanto che nel 2012 nel corso dell’ispezione non ha subito sanzioni, anzi qualche giudizio positivo è stato espresso a favore degli esponenti aziendali”.Sulla realtà trentina Mora, che si muove bene sia nei confronti di realtà produttive che a favore di singoli privati, resta fi du-cioso. “Diciamo che, seppur il momento non sia dei migliori, riscontro una vicinan-za nell’operare da parte della gente non solo di Storo e dintorni ma anche della vi-cina Valle di Ledro». Elisa Pasquazzo

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Banca Valsabbina, prestiti su del 3,4%

Oltre tre miliardi di impieghi per il sodalizio che opera anche in Valle del Chiese

BANCA COOPERATIVA VALSABBINALA SCHEDALa rete territoriale della Valsabbina, che a Storo opera dal giugno 2000 quando la mitica rurale fi nì in disgrazia , è comples-sivamente rappresentata da 61 fi liali di cui sette operative in territorio veronese; il nu-mero dei dipendenti è di 463 unità, mentre i soci allo scorso 28 febbraio risultano es-sere 36.877, di cui 2765 trentini.

Una veduta del paese di Daone

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MAGGIO 2013 - pag. 11

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La sua presenza ha supera-to, di gran lunga, la soglia tollerabile. Soprattutto con gli sconfinamenti dalla pro-vincia di Brescia dove, lo scorso anno, ne sono stati abbattuti 450. Più di 200, solo in Val Sabbia, da dove arrivano in Trentino. “Non possiamo inimicarci ulte-riormente il mondo agrico-lo” – ha spiegato Severino Niccolini, consigliere di-strettuale dell’Associazione Cacciatori della Valle del Chiese. A Condino, in occa-sione dell’ultima riunione della Consulta della caccia (presenti gli undici Rettori della zona) il cinghiale, o meglio le problematiche le-gate alla sua presenza, sono state oggetto di un summit, dove sono state date le nuo-ve direttive in materia. “I cinghiali sono troppi e trop-

po dannosi. Quindi il Co-mitato Faunistico impegna le sezioni a drastica azione di contenimento”. Dallo scorso anno i cinghiali in zona sono più che raddop-piati. Cento, secondo le stime ufficiali. Ma molti di più secondo gli esperti, che mettono in guardia dal-l’incremento esponenziale delle nuove cucciolate. Una proliferazione che – az-zardano i Guardia Caccia – potrebbe arrivare addirit-tura al 300%. Quindi, con le prossime uscite, le guardie potranno essere accompa-

gnate, non più da uno, ma da 5 cacciatori. Ci saranno due ore in più per le battute serali, e saranno incentiva-

te le pasturazioni, in modo da rendere più proficue le uscite notturne. I caccia-tori della valle, insomma,

hanno carta bianca per ren-dere più dura la vita a que-sto animale, che sta deva-stando le colture e le zone prative del Chiese. I danni maggiori si registrano a Boniprati, Mangio, Crone nel comune di Castello. Ma anche nei campi di mais di Storo e Condino. A Ci-mego, Prezzo, Roncone e sui pascoli delle malghe di Tonolo (Storo), Clef e Cle-vet (Pieve di Bono). Se-gnalazioni arrivano anche da Breguzzo e dalla Valle di Daone. “Coltivazioni – dice Fabrizio Giovanel-

li funzionario dell’ufficio Agricoltura di Tione – let-teralmente sconquassate, messe a soqquadro, dalla presenza di questo anima-le, non autoctono”. Sul suo tavolo ci sono plichi di de-nunce di danneggiamenti da parte degli agricoltori (già 6 dall’inizio dell’anno, 20 nel 2012). Ma molti si limitano a semplici segna-lazioni, in quanto i rimborsi sono concessi solo su danni superiori ai 1.000 euro, nel-la misura del 70%, e – par-ticolare non trascurabile - a ripristino avvenuto. “Molte delle persone danneggiate – spiegano all’Ispettorato dell’Agricoltura – sono an-ziane e, dovendo provvede-re di persona alla sistema-zione dei fondi, li lasciano come sono anche perché, a lavoro ultimato, non c’è nessuna garanzia che i cin-ghiali non ripetano le loro scorribande”. Il gioco non vale la candela, in quanto i finanziamenti a disposizio-ne non sono molti. In teo-ria sarebbero gli stessi cac-ciatori, impegnati con una precisa convenzione con la Provincia, a dover provve-dere al ripristino delle col-ture rovinate, o a rifondere i proprietari. Che però, per ora, si sono impegnati solo in rarissimi casi. La già po-vera agricoltura della zona, non coltivata come un tem-po in modo sistematico, è quindi seriamente in peri-colo. E, se non si provvede-rà ad una drastica riduzione dei capi presenti – dicono i possessori delle aree prati-ve – al danno economico si aggiungerà quello ambien-tale”. Della pesante azione di-struttiva alle colture, ad opera del cinghiale, ne è conscio anche Roberto Al-drighettoni, Ispettore Capo del Servizio Fauna e Fo-reste di Tione. “La fase di controllo – dice – è però delegata ai guardiacaccia e ai cacciatori. Noi siamo chiamati ad intervenire solo in caso non vengano raggiunti gli abbattimenti programmati. Che l’espan-sione del selvatico stia di-ventando un problema è però un dato di fatto”. Il mondo agricolo del Chiese è in subbuglio. L’impegno dei responsabili di distretto, preso a Condino, dovrebbe - ma il condizionale è d’ob-bligo - avviare, per la pri-ma volta, un’efficace azio-ne di ridimensionamento. [email protected]

Attualità

Cinghiali in valle del Chiese: un flagello, un aratro vivente, capace di trasformare cam-pi coltivati in radure sterili. Impraticabili.

Per anni si è tentennato. Introdotto abusivamente, è stato tollerato ad oltranza. In alcuni casi, con la compiacenza dei cacciatori che vedevano nell’ani-

male una preda in più per il loro carniere. I dan-ni all’agricoltura, soprattutto nel triangolo Storo, Cimego, Castel Condino, hanno finalmente indot-to vertici politici e la direzione dell’Ente Caccia a prendere in seria considerazione la necessità di ri-durne drasticamente il numero.

Cinghiale in Val del Chiese: un problema per le colture e l’ambiente

Ora è un’emergenza per l’agricoltura: presenza in crescita del 300%

I danni maggiori sono visibili sui monti in sponda destra del fiume Chiese: tutta la fascia che da Bo-niprati va verso il confine brescia-no. Ma anche nelle piane di fon-dovalle di Condino e Storo, dove la terra è più fertile e coltivata, i contadini accusano la distruzioni di campi di mais e altre colture. Gli appezzamenti di terra, anche quelli più in quota, sono lette-ralmente sconquassati e ribalta-ti dalle zanne affilate di questo animale (Sus Scropha) capace, in una notte, di distruggere e rende-re irriconoscibili anche appezza-menti di vaste dimensioni. “Io – dice Domenico Spada di Condino, proprietario di una casa da monte a Crone, nel comune di Castello – non so più che pe-sci pigliare. Ho 2.000 metri in montagna, ma di fieno non riesco a salvarne manco per i conigli. Ho parlato anche con politici e funzionari. Ma, finora, i provve-dimenti sono stati molto limita-ti. Speriamo che questa volta si faccia sul serio, perché i danni sono ingentissimi”. La sua voce non è isolata. Né è la prima volta che il problema viene dibattuto. Nell’autunno scorso, a Storo, si è tenuta una focosa riunione con l’assessore Tiziano Mellarini, i sindaci e gli agricoltori della zona. “Noi abbiamo malghe, pa-scoli e colture devastate”. Aveva detto il sindaco di Storo Vigilio Giovanelli. “Se non si interver-rà in tempo avremo delle riserve di cinghiali, ma dovremo abban-

donare orti e prati”: il parere del primo cittadino di Prezzo, Cele-stino Boldrini. Gli aveva fatto eco Renzo Pizzini, allevatore di Condino, con un pragmatico: “Non è più tempo di parole ma di fatti concreti”. In Val del Chiese, i cinghiali sono stati introdotti abusivamente sul finire degli anni settanta. Un esperimento sconsi-derato, abbinato all’introduzione non autorizzata di un’altra specie non autoctona: il muflone. Per quella capra selvatica, originaria della Sardegna, particolarmente dannosa per la vegetazione loca-le, dopo qualche tentennamento, si era provveduto a sistematiche battute di caccia per eliminarla da areali non pertinenti. Diverso è stato il trattamento per i cinghiali, la cui presenza era vi-sta di buon occhio (ma per molti lo è anche ora) da numerosi cac-ciatori. Pronti a sposarne la cau-sa, pur di avere qualche preda in più da cacciare. Per anni è stato sottovalutato e tollerato. Alle la-mentele degli agricoltori e dei proprietari delle case di monta-gna si è risposto con fantomati-ci piani di abbattimento. Dopo più di trent’anni, però, il suide - molto più adatto alla macchia mediterranea e alle pendici del-l’Appennino, dove trova ghiande, castagne e prodotti adatti alla sua alimentazione – ha messo radici. Facendo pagare un prezzo carissi-mo a terreni e colture. Oggi inte-re zone sono di dominio di questi esemplari. Che non trovando suf-

ficiente sostentamento, rovistano con il muso i terreni della valle, provocando seri danni alle colti-vazioni. L’argomento è stato og-getto anche di due interrogazioni al presidente provinciale Alberto Pacher. Ma finora non si è mai avuta l’impressione che il proble-ma cinghiale sia una delle prio-rità né dei politici, nè dell’Ente Gestore della Caccia, delegato dalla Provincia al suo control-lo, con una specifica legge. La LP n. 24 del dicembre 1991. “Il comitato faunistico provinciale – recita testualmente– su parere dell’Osservatorio Faunistico può disporre, per motivi sanitari, per la tutela del suolo, per la tutela delle produzioni zoo-agro-fore-stale, l’abbattimento o la cattu-ra di fauna selvatica anche al di fuori dei periodi di caccia, e nelle zone in cui la stessa è vietata”. Purtroppo però – secondo i col-tivatori – la normativa è stata ap-plicata in modo non sistematico. “Prova ne è – dicono i danneggia-ti – che, nelle recenti risposte di Pacher alle interrogazioni in ma-teria, in sette mesi, si menzionano solo otto abbattimenti nei comu-ni del Chiese. Mentre i cinghiali stanno proliferando a dismisura”. Il fenomeno, già denunciato con forza nell’arco del 2012, si sta acutizzando. L’area più battuta è compresa nei bacini dei rii Sori-no e Giulis, fino a Prezzo, Berso-ne e Praso, con qualche puntata fino alla valle di Daone. Qui, i cinghiali compiono delle vere e

proprie scorribande, “arando” si-stematicamente campi e declivi. I danni sono ingenti. Ma i risarci-menti non coprono che in minima parte le spese di ripristino. Basti pensare che in tutto il 2012 – lo ha detto Pacher in risposta alle interrogazioni consiliari di Luca Paternoster e Pino Morandini – in Provincia di Trento, i casi di indennizzo alle attività agrico-le sono stati sette, per un valore di 8.732 euro, su 19.285 euro di spesa ammessa. Motivo per cui, per molti è arrivato il momento di programmare un serio piano di abbattimenti. In risposta alle continue lamen-tele, tanto per citare un esempio, Oscar Tarolli, Rettore della riser-va di caccia di Castel Condino, il 6 aprile, con una lettera ha aller-tato il Servizio Foreste di Trento, la Stazione forestale di Condino, l’Associazione Cacciatori e i Ca-rabinieri, per chiedere un inter-vento risolutivo per ciò che si sta verificando per i troppi cinghiali. “La situazione è critica. I danni – scrive – sono estesi e consistenti”. Ora bisognerà vedere se le nuove disposizioni date in materia alle sezioni di cacciatori, saranno in grado di dare risposte risolutive ad un problema che sta mettendo in crisi gli insediamenti agricoli della zona. E, rende irriconosci-bili le peculiarità paesaggistiche di una valle, già penalizzata dal progressivo abbandono dell’al-peggio. [email protected]

Danni alle colture. E indennizzi insufficientiNel 2012 solo 8.000 euro per i ripristini. Meno di 20 mila euro la spesa ammessa

di Ettore ZiniI danni del cinghiale

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Lui stesso afferma che nel cor-so dei suoi 30 anni di attività come presidente dell’Unione Allevatori Val Rendena ha potuto assistere ad un cam-biamento radicale del settore. Se in passato le aziende agri-cole erano molto numerose a fronte di un esiguo numero di capi di bestiame, ora si riscon-tra una decisa controtendenza con una forte contrazione del numero degli allevamenti ma con un aumento dei capi alle-vati. In Val Rendena, riferisce ormai l’ex presidente, si è pas-sati da 800 a 1200/1300 vac-che da latte che, garantisce, sono molto più belle di allora grazie ad un miglior foraggio e ad una più consapevole etica della responsabilità per quanto riguarda il benessere dell’ani-male. Insomma, c’è stato un bel cambiamento nelle azien-de. In primis sono cambiati gli strumenti e, grazie all’in-novazione tecnologica, molte azioni che gli allevatori devo-no compiere per svolgere il loro lavoro sono semplificate. Basti pensare all’attività della mungitura dove, da quella a mano, si è passati alle sale da mungitura con un notevole guadagno di tempo. Un cambiamento importante riguarda anche l’allevatore in

sé; al giorno d’oggi si tratta in diversi casi di una persona che ha studiato per fare questo mestiere, divenendo un vero e proprio esperto del settore, attento anche alle condizio-ni psico-fisiche dell’animale. A questo proposito, vengono spesso organizzati proget-ti formativi. Ad esempio, in collaborazione con Acli Terra, nel 2010 aveva preso il via un corso sulle malghe, mentre nel 2011 quello sul benessere del-l’animale.Certo lo stato di salute del

settore ha un suo andamen-to altalenante e, sicuramente, l’aumento dei costi di produ-zione presso le stalle, l’incre-mento dei costi dei mangimi e dei carburanti con un prez-zo del latte pressoché uguale negli ultimi venti anni, non sono stati di grande aiuto. Di questi tempi, poi, la crisi dei mercati in generale e, in parti-colare, la crisi del mercato dei prodotti lattiero-caseari è stata determinante nel comportare un guadagno quasi nullo per le imprese operanti nel setto-

re. Anche a detta del Polla, la situazione attuale è alquanto incerta perché “si arriva sem-pre a fine anno senza sapere cosa si prende”. Un altro pun-to caldo per l’ex presidente è rappresentato dai contributi per l’allevamento a livello provinciale, nazionale e co-munitario, risorse necessarie per la sopravvivenza del set-tore zootecnico senza le quali, afferma il Polla, “non si salve-rà nessuno dalle nostre parti”. C’è anche da considerare un ulteriore aspetto, ossia che la

concessione di questi aiuti è di fondamentale importanza non solo per la sopravvivenza dell’azienda zootecnica in sé e, in generale, dell’economia di questo settore in valle, ma anche a garanzia di un’attività zootecnica sostenibile. Infatti, questi sostegni vengono con-cessi solo e soltanto nel caso in cui ci sia l’impegno, da par-te dell’azienda che li richiede, di rispettare determinate nor-me, con l’obiettivo, appunto, da parte della Provincia di Trento, di perseguire il “man-tenimento e sviluppo soste-nibile dell’attività agricola”, come anche salvaguardare e valorizzare l’ambiente, il territorio rurale e montano e la salubrità dei prodotti (legge provinciale 28 marzo 2003). Certo è che, in quest’ottica, l’azienda zootecnica vuole essere considerata quale ele-mento qualificante delle zone di montagna con lo scopo di far incontrare il settore dell’al-levamento con un altro, quel-lo turistico, ben radicato in valle, promuovendo il lavoro agricolo ed il territorio d’ap-partenenza. Proprio su questo frangente si è battuto molto Gianbattista Polla il quale, in veste anche di presidente dell’Associazione Nazionale

Allevatori Bovini di Razza Rendena (A.N.A.RE.) costi-tuita nel 1981, investe molte energie nella valorizzazione dei prodotti derivanti dal bestiame di razza Rendena e, proprio per questo motivo, crede fermamente nei valo-ri dell’alpeggio. Mandare le vacche in alpeggio significa innanzitutto salvaguarda-re l’ambiente grazie sia alla presenza del bestiame che mantiene “segato” il manto erboso dei pascoli, sia anche, e soprattutto, alla presenza dei pastori in malga che, a detta dello stesso Polla, possono considerarsi dei veri e propri “giardinieri della monta-gna”. Viene da sé che un terri-torio ben gestito è sicuramente un paesaggio piacevole agli occhi dei tanti turisti che affol-lano la Val Rendena e le sue montagne nel periodo estivo. Ecco quindi che l’alpeggio, attività prettamente inerente al settore dell’allevamento, entra in simbiosi e supporta il turismo di valle. Un ulteriore legame tra queste due sfere, in fondo non così distanti, e di supporto alla promozione turistica, è rappresentato dai prodotti derivanti dalle vacche in alpeggio. I turisti apprez-zano sempre più i cosiddetti “prodotti tipici”, ancor più se questi provengono dal bestia-me che magari hanno visto pascolare durante qualche escursione in quota. L’idea di portare a casa un prodotto, il formaggio di malga, nato da bovini allevati con un sistema tradizionale (fieno della valle, pascolo nei prati di fondoval-le e nei pascoli in montagna con solo qualche integrazione di mangimi) in un ambien-te pressoché incontaminato, viene preferito dal turista, soprattutto se tutto il ciclo di produzione gli viene ben spie-gato. È proprio su questa linea che si muove l’A.N.A.RE in collaborazione con i vari enti locali, organizzando delle ricche e apprezzate “giornate in malga” per tutto il periodo estivo. In conclusione, nono-stante l’andamento instabile e spesso destabilizzante della zootecnia, quest’ultima rico-pre un ruolo molto importante per l’economia di valle. Gian-battista Polla ne è ben consa-pevole e per questo continue-rà a partecipare attivamente al miglioramento del settore, seppur abbia lasciato l’incari-co da presidente dell’Unione Allevatori.

Attualità

Dopo 30 anni di attività Giovanni Battista Polla, meglio conosciuto come Gianbat-tista, ha lasciato il suo incarico di presidente dell’Unione Allevatori Val Rendena all’età di 72 anni, ruolo svolto con grande serietà e dedizione come solo uno che è del mestiere e ama il settore dell’allevamento può fare. Ora al suo po-sto è subentrato Fabio Maffei, con vicepresidente Manuel Cosi. Questo incarico venne intrapreso da Gianbattista Polla nel 1980, lasciato per una pausa durata tre anni dal 2007 al 2010 ed infine ripreso nuovamente dal 2010 al 2013. Durante tutti questi anni all’Unione Allevatori, il Polla ha

potuto favorire la commer-cializzazione e la compravendita di bestiame e partecipare all’organizzazione di mostre e fiere. Di certo il settore dell’al-levamento, negli anni in cui Gianbattista Polla ha intrapre-so la sua avventura nella locale associazione degli allevatori, aveva una configurazione ben diversa da quella che oggi noi tutti conosciamo. Sicuramente in passato la zootecnia ave-va un valore molto diverso rispetto al presente, considerato che nella maggior parte dei casi l’allevamento dei bovini, soprattutto per la produzione di latte, era spesso l’unico so-stentamento per gli allevatori e la popolazione in generale.

Gianbattista Polla lascia dopo 30 anni la guida dell’Unione Allevatori Val Rendena. Al suo posto c’è Fabio Maffei

Una vita dedicata all’allevamento

Gianbattista Polla

Un giovane Giambattista Polla

di Claudia Brunelli

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pag. 14 MAGGIO 2013

Avviata la stagione turistica nelle Giudica-rie Esteriori con le loro Terme di Comano e nuovi progetti sulla valorizzazione del territorio. Due le novità maggiori sul fron-te dell’accoglienza e dell’intrattenimento proposte dall’Apt locale: la Comano Salus Card e il progetto “Camminare”. Mentre nel parco termale si vedono i primi cantieri per l’avvio della riqualifica dell’area e de-gli edifici, anche se per ora non sono ancora iniziati i grossi lavori allo stabilimento e la costruzione del nuovo, lussuoso, centro be-nessere del comparto termale.Il battesimo per la Comano Salus Card è stato positivo: alla data del 17 aprile ne era-no state vendute 441, a fronte delle 363 cure idropiniche vendute nello stesso periodo

del 2012. Si tratta di una carta servizi con diverse scontistiche, la vera novità è l’abbi-namento con le cure termali, a suggello del-la più stretta collaborazione fra Apt e Terme in materia di marketing.Il progetto dedicato alla riscoperta del terri-torio a piedi, invece, era partito già lo scor-so anno, in fase pilota, e da questa stagione è una delle proposte di punta dell’azienda che organizza per tutta l’estate un laborato-rio dedicato di lezioni e incontri sui movi-menti più corretti, i benefici e le potenziali-tà del camminare.L’altro grande tema che l’Azienda per il tu-rismo è impegnata a portare avanti è quello del rinnovo e della professionalizzazione degli operatori del settore, per un salto di qualità che appare ormai imprescindibile in un mercato contratto e mutevole come quel-lo turistico attuale.“Quali sono i tratti del turista contempora-neo?” Ci si è chiesti nel corso dell’Assem-blea annuale dell’Azienda per il Turismo Terme di Comano Dolomiti di Brenta. E’ sta-to il cuore del discorso della presidente Iva Berasi, che ne ha delineato i tratti fondamen-tali analizzati in un recente rapporto prepa-rato dalla Camera di Commercio: è straniero – prevalentemente dai paesi dell’Europa del-l’Est –; non vuole fare esperienze da turista, ma da autoctono così cerca l’incontro con la popolazione locale e le loro abitudini di vita; è sempre più sensibile ai temi ambientali - sul cibo, per esempio, con il cosiddetto “chi-lometro zero”, ma anche sulle attività nelle quali cimentarsi –; si informa e lascia a sua volta le sue opinioni nel grande e velocis-

simo mondo del web, cercando fonti alter-native ai tradizionali canali della pubblicità, come i blogger o altri utenti. Territorio, specificità, accoglienza locale abbinata ad apertura globale, “rete”, in estre-ma sintesi le parole chiave che la presidente Berasi ha voluto ricordare agli operatori in sala per realizzare la necessaria innovazio-ne, particolarmente in tempi difficili come quelli attuali. Le presenze, senza sorprese peraltro, sono calate lo scorso anno di circa 4 punti percentuali, mentre questo piccolo scampolo iniziale di stagione ha mostrato una flessione di una decina di punti percen-tuali in meno rispetto allo stesso periodo del 2012. Dati prematuri, ma non servono grandi previsioni per sapere che i tempi sono difficili per le famiglie e le vacanze una delle prime cose da tagliare.Denise Rocca

Le Terme si rifanno il look

Laboratori e attività dedica-te si svolgono regolarmen-te, e tutto il museo è stato ideato a misura di bambino: spettacolare il grande pla-stico che riproduce quella che era la torbiera di Fiavè quando gli uomini di allora ne fecero un sito palafitti-colo, ma anche le ricostru-zioni e una serie di scom-parti e supporti didattici che i piccoli possono usare autonomamente. Il bor-go giudicariese ha atteso vent’anni il suo museo, ma è proprio indietro nel tem-po che la sindaca Aloisi ha voluto andare per ricordare il maestro Renato Perini, che è stato un po’ il padre di queste palafitte. Fu lui ad iniziare lo studio scien-tifico nel Palù e fu determi-nante per far conoscere a livello internazionale il sito di Fiavè.In occasione del primo com-pleanno del museo, gli stu-diosi hanno fatto un regalo alla popolazione e al polo

archeologico: è stato infatti esposto al pubblico un nuo-vo reperto che l’archeologo Paolo Bellintani, della so-printendenza, ha brevemen-te illustrato: si tratta di un

coltello di quelli che ven-gono definiti da tessitore, di legno, che serviva agli uo-mini del tempo a compattare la trama del tessuto mentre si procedeva alla lavorazio-

ne della tela. La datazione non è ancora certa, poiché il ritrovamento del reperto è avvenuto non durante uno scavo archeologico, ma nel corso delle indagini sulla

conservazione del sito. Da uno strato di fanghiglia è spuntato lo strumento dei tessitori, mentre gli studiosi erano impegnati ad effet-tuare i carotaggi ai pali che

ancora si vedono nella tor-biera. Paolo Bellintani ipo-tizza si tratti di un coltello risalente a circa 3400 anni fa, quella che è conosciuta come la fase avanzata del età del Bronzo medio.Si è parlato anche di futuro, per il museo delle palafitte: il prossimo passo nello svi-luppo del polo archeologico delle Esteriori è la creazio-ne del parco palafitticolo, su modello di quello che è già stato fatto a Ledro, con la ricostruzione a grandezza naturale di un edificio pala-fitticolo. La sindaca Aloisi confida “verrà realizzato già il prossimo anno”. Dal punto di vista scientifico e storico le potenzialità del sito rimangono ancora am-pie, poiché solo una picco-lissima parte del grande sito fiavetano è stata sottoposta fino ad ora allo studio siste-matico delle campagne di scavi degli archeologi.

Ha compiuto poche settimane fa un anno di vita il Mu-seo delle Palafitte di Fiavè: oltre 15mila i visitatori che in questi primi dodici mesi di attività hanno ammirato la ricostruzione della Fiavè degli albori, con le sue pa-lafitte, e la raccolta di alcuni fra i reperti recuperati nel corso degli anni dagli scavi archeologici ancora in cor-so nella torbiera. Cinquemila anni di storia si dipanano

nelle sale del museo fiavetano, per adulti e studiosi, ma soprattutto a misura di bambino. E il marchio “Family”, consegnato dall’assessore provinciale alla famiglia Ugo Rossi nelle mani della sindaca Nicoletta Aloisi nel corso dei festeggiamenti, riconosce proprio l’impegno didat-tico e a favore delle famiglie che la soprintendenza ha messo in campo a Fiavé.

Il Museo delle Palafitte compie un anno di vita

Fiavè, 15.000 visitatori nei primi 12 mesi e un impegno didattico crescente nei confronti delle famiglie

di Denise Rocca

A Comano attivi i primi cantieri per la riqualificazione dell’area. Implementata la sinergia con l’Apt

Attualità

I PROSSIMI APPUNTAMENTI AL MUSEO In occasione di “Palazzi aperti” il museo sarà visitabile tutti i giorni dal 4 al 12 maggio con orario 14-18.Domenica 5 maggio sarà inaugurata la mostra “Infanzia nelle Giudicarie: ieri e oggi” a cura del Gruppo Ricerca e Studi Giudicariese.Domenica 12 maggio è previsto un doppio appuntamento: alle ore 15 la visita guidata a Casa Carli, sede del museo, a cura del Centro Studi Judicaria e alle ore 16 la pre-sentazione della guida al sito fortificato di Monte S. Martino nel Lomaso a cura dell’Ecomuseo della Judicaria “dalle Dolomiti al Garda” e dell’Ufficio Beni archeologici.

I NUMERI DELL’AZIENDA PER IL TURISMO TERME DI COMANO DOLOMITI DI BRENTAL’azienda conta 246 soci, una cinquantina dei quali nell’assemblea di aprile hanno ap-provato il bilancio della cooperativa presentato dalla direttrice Alessandra Odorizzi. Le risorse principali dell’ente derivano dal contributo provinciale che, pur rimanendo consi-stenti e a formare la fetta più importante della disponibilità economia dell’azienda per il turismo, sono diminuite sensibilmente a partire dal 2007 per una percentuale del 28,6%, pari a 270.406 euro. Si sono attestate, infatti, a 746.516,44 euro, cioè il 64% delle entrate in bilancio. Fra le amministrazioni comunali delle Giudicarie Esteriori è di gran lunga quella di Comano Terme, con 46.061,97 euro, a contribuire maggiormente alle entrate dell’Apt, seguita da San Lorenzo con circa 13mila euro e Stenico con poco più di 9mila euro. Ammonta a 117mila euro circa l’apporto dell’Azienda termale, che con l’Apt ha unificato dallo scorso anno l’ufficio marketing e promozione. Il 47% delle risorse è desti-nato alle spese di gestione, delle quali la voce più consistente, e in contenimento (-4%), è quella del personale che nel 2013 non vedrà l’aggiunta di forze stagionali. Ci sono poi un 28% di risorse assegnate alla promozione, nella quale è la pubblicità ad assorbirne quasi la metà, e il restante 25% vanno all’accoglienza.

AGGIORNAMENTI DALLE TERME DI COMANOIl piano di riqualifica dello stabilimen-to e di costruzione del centro benesse-re è stato rimodulato nei tempi, ma chi passasse per il parco termale in questi giorni lo vedrebbe pieno di cantieri: sono infatti in corso interventi per due milioni di euro, che inparte anticipano il piano complessivo, come l’avvenuta demolizione di Villa Vianini per farne il magazzino a supporto dello stabilimen-to termale, poi l’allacciamento delle fognature, la ristrutturazione della chie-setta all’interno del parco e un restyling generale della superifice verde, dai gio-chi al percorso vita. L’impegno deciso di quest’anno mirato a diffondere la conoscenza sulle proprietà delle acque nostrane è in campo medico: una fitta attività convegnistica si dipanerà nel-l’arco della stagione, in questo mese di maggio in 250 sono attesi all “Update in allergologia pediatrica”.

Il nuovo utensile esposto al Museo

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MAGGIO 2013 - pag. 15

La Corte di Cassazione ha più volte ribadito che il lavorato-re che per l’espletamento del-le proprie mansioni abbia ri-cevuto in custodia dei beni di proprietà del datore di lavoro è tenuto al loro risarcimento in caso di danneggiamento. Tutto ciò a titolo di respon-sabilità contrattuale, qualora sia ravvisabile un inadempi-mento all’obbligo di diligen-za richiesto per l’esecuzione della prestazione di lavoro (art. 2104 c.c. Il prestatore di lavoro deve usare la diligen-za richiesta dalla natura della prestazione dovuta, dall’inte-resse dell’impresa e da quel-lo superiore della produzione nazionale (1176).Deve inol-tre osservare le disposizioni per l’esecuzione e per la di-sciplina del lavoro impartite dall’imprenditore e dai col-laboratori di questo dai quali gerarchicamente dipende).Nella fattispecie rappresenta-ta dal lettore, trattasi in par-ticolare di danneggiamento di un elemento facente par-te integrante dell’immobile aziendale nella specie una fi nestra. In simili ipotesi è necessario verifi care il tipo di mansione in tale frangen-te svolto dal lavoratore: se si può quindi ravvisare nel me-desimo una sorta di custodia dell’immobile aziendale e quindi di tutte le sue parti ivi compresa la predetta fi nestra ovvero se trattasi di altro e diverso utilizzo del bene.Ad ogni buon conto, prin-cipio generale dell’ordina-mento è la risarcibilità di un danno ingiusto causato in maniera volontaria (dolosa) o involontaria ma determina-ta da imprudenza imperizia o negligenza (colposa); l’art. art. 2043 c.c. prevede infatti in linea generale che “Qua-

lunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”.Punto nodale risiede, quindi, nel grado di diligenza richie-sta al danneggiante; ovvero in quale frangente risulta es-sere stato cagionato il danno, e dunque quale la diligenza richiesta, in questo caso al lavoratore. Il tutto con ogni conseguenza in tema di one-re della prova incombente sul datore di lavoro.Va in proposito evidenziato, infatti, come sia necessario per il soggetto sentitosi dan-neggiato dimostrare: danno subito, la condotta colposa del lavoratore, ed il nesso di causalità tra condotta ed evento. Quest’ultimo ele-mento va contemperato al predetto livello di diligenza richiesto al fi ne di capire il grado di colpa imputabile al lavoratore.Dalle informazioni rese non mi è dato capire il tipo di lavoro svolto dal lettore, né quindi il quale diligenza fos-se al medesimo richiesta.Della questione in oggetto avevo già trattato nel nu-mero di settembre 2012 del Giornale delle Giudicarie, che invito il lettore a rive-

dere (l’articolo è rinvenibile sia sul sito del Giornale che sul mio blog http://avvocato-francescazanoni.wordpress.com/), ove ho anche precisa-to che, in tema di danni arre-cati durante lo svolgimento dell’attività lavorativa, in-combono sul datore di lavoro - che vuole ottenere il ristoro del danno - precisi oneri di contestazione con termini e modalità pedissequamente stabiliti dalla legge che, lad-dove non rispettati, determi-nano la nullità della sanzione dal medesimo irrogata al la-voratore.

***

La riforma del Condomi-nio: novità rilevanti.A far data dal 18 giugno 2013 entrerà in vigore la leg-ge 220/12 diretta a modifi ca-re in maniera rilevante quelle che sino ad ora sono state le disposizioni che hanno rego-lamentato – sin dal 1942 - i rapporti tra i condomini.Le novità più rilevanti ri-guardano: la fi gura dell’am-ministratore, che diviene ob-bligatorio quando vi sono più di 8 condomini e la cui du-rata in carica viene aumen-tata da uno a due anni; non sarà possibile vietare con regolamento condominiale

la presenza di animali do-mestici nelle abitazioni; ogni condomino potrà installare impianti di ricezione radiote-levisiva individuali; si modi-fi cano i quorum deliberativi dell’assemblea; il condomi-no potrà staccare il proprio impianto di riscaldamento o condizionamento da quello centralizzato; viene introdot-ta la possibilità di installare la videosorveglianza nelle parti comuni dell’edifi cio; si modifi ca la categoria delle parti comuni e i termini della loro gestione (possibilità di modifi ca destinazione d’uso, introduzione del concetto di multiproprietà, ecc..).Tra le innovazioni, dunque, anche una modifi ca alle par-ti comuni dell’edifi cio ed alla loro gestione; vediamo come.Va detto innanzitutto che esi-ste una presunzione di appar-tenenza al condominio delle parti comuni dell’edifi cio laddove tali parti non risul-tino assegnate in proprietà esclusiva ad un condomino. L’art. 1117 del Codice Civile individua tra le parti comuni: il suolo su cui sorge l’edifi cio, le fondazioni, i muri maestri, i tetti e i lastrici solari, le scale, i portoni d’ingresso, i vestiboli, gli anditi, i portici,

i cortili e in genere tutte le parti dell’edifi cio necessarie all’uso comune, i locali per la portineria e per l’alloggio del portiere, per la lavanderia, per il riscaldamento centra-le, per gli stenditoi e per altri simili servizi in comune, le opere, le installazioni, i ma-nufatti di qualunque genere che servono all’uso e al go-dimento comune, come gli ascensori, i pozzi, le cisterne, gli acquedotti e inoltre le fo-gnature e i canali di scarico, gli impianti per l’acqua, per il gas, per l’energia elettrica, per il riscaldamento e simili, fi no al punto di diramazio-ne degli impianti ai locali di proprietà esclusiva dei singo-li condomini. Con la riforma, a partire dal 18 giugno 2013 rientreranno tra le parti comuni anche gli impianti di ricezione radiote-levisivi, di fl ussi telematici e i sottotetti.Inoltre, sarà possibile, con il nuovo art. 1117-ter, il cam-bio della destinazione d’uso delle parti comuni con il voto dei 4/5 dei partecipanti e 4/5 del valore, il tutto con un nuovo e preciso iter di con-vocazione assembleare.Quanto alle innovazioni, pe-raltro, il quorum deliberativo per decisioni inerenti modifi -

che alle parti comuni diviene meno impegnativo (la mag-gioranza degli intervenuti in assemblea, che rappresentino almeno la metà dello stabile) per innovazioni di particolare interesse sociale: sicurezza, salubrità, barriere architetto-niche, contenimento energe-tico, impianti di energie rin-novabili, parcheggi, impianti di ricezione radiotelevisivi e telematici centralizzati. Il tutto secondo il nuovo iter di convocazione specifi co. Per le innovazioni ordinarie è ri-chiesto il voto della maggio-ranza degli intervenuti per almeno 2/3 del valore.Invero, in merito alla proprie-tà esclusiva, viene prevista la preventiva comunicazione all’amministratore per inter-venti su parti di proprietà o uso individuale.Infi ne, di particolare interes-se per l’Amministratore, ri-sulta la disposizione inerente le questioni di morosità dei condomini; su di lui, infatti, è previsto l’obbligo di attivarsi per l’ottenimento del decreto ingiuntivo contro il condo-mino moroso entro sei mesi dal rendiconto da cui risulta la morosità, salvo dispensa assembleare.Molte altre sono le novità in-trodotte dalla legge in esame e che qui, per motivi di spa-zio, non posso affrontare ma va da sé che Amministratori condominiali e condomini dovranno, a breve, fare i con-ti con tale nuova normativa che modifi cherà in maniera pregnante le regole che sino ad oggi hanno fatto da capi-saldi nella gestione condo-miniale.Avv. Francesca Zanoni – Fiavé - http://avvoca-tofrancescazanoni.word-press.com/

Un Paese, continua Fara, pri-gioniero del suo presente e il dove il “presentismo” è di-ventato la nostra fi losofi a di vita. Molti pensavano che la crisi altro non fosse che una condizione passeggera inve-ce siamo di fronte ad un dolo-roso e veloce declino che non è più una tesi, ma un dato di fatto. Oggi, non possiamo più sottrarci ormai a condividere il fatto che il Paese è al centro di una crisi insieme politica, economica e sociale, costret-to a fare i conti con le proprie contraddizioni e con i propri ritardi. Un declino quindi attualmente in corso che po-trebbe continuare o in alter-

nativa che potrebbe fermarsi. Se valutiamo gli strumenti a nostra disposizione possiamo e dobbiamo propendere per la seconda ipotesi. Le risor-se umane, culturali ed anche economiche, non mancano, soprattutto nel nostro Trenti-no. La capacità di riqualifi ca-re la spesa (più che tagliare) è una pratica che deve iniziare a trovare spazio nelle Istituzio-ni pubbliche come nel privato per consentire l’innescarsi di nuove modalità di gestione e di investimento che posso-no ricondurre a un risparmio economico da un lato ma al contempo rispondere alla crescente domanda di aiu-

to da parte delle persone. Si impone quindi la necessità di individuare strumenti e mo-dalità nuovi, che consentano di attivare azioni effi caci ed effi cienti a tutti i livelli a so-stegno delle politiche del la-voro e sociali, dall’istruzione alla sanità senza perdere di vista gli imprenditori, i pro-fessionisti e tutte le categorie economiche che soffrono del-la scarsità di domanda e della congestione burocratica e fi -scale del nostro sistema. Cer-to è, che viviamo in un tempo dove abbiamo la responsabi-lità politica e civile di rimette-re al centro del nostro agire le esigenze delle persone e dove

serve passare dalla “lista dei buoni propositi” alle azioni concrete attraverso formule che riescano a perseguire la crescita del territorio, il be-nessere delle persone che ci vivono e la promozione di nuovi servizi. La convenzio-ne stipulata tra Cooperazione Salute e le Terme di Comano va in questa direzione. Un esempio di buone pratiche che poggia su una formula molto semplice ma al con-tempo chiara, effi cace e di-sponibile da subito; Quella di fornire ai soci della Mu-tua, ad oggi 40.000 persone, tutti i servizi specialistici erogati dalle Terme a prez-

zi scontati. Un complesso quello delle Terme di Coma-no aperto a tutti, giudicariesi in primis dove è possibile trovare un servizio di altissi-mo livello essendo oggi una stazione termale riferimento Europeo nel settore dei ser-vizi sanitari e di benessere in ambito dermatologico (tra le prime 3 Terme a livello eu-ropeo). Cooperazione Salu-te si distingue nel realizzare l’assistenza sanitaria com-plementare e integrativa del servizio sanitario nazionale, garantendo in modo solidale la tutela della salute dei soci nell’ambito della sanità inte-grativa, senza scopo di lucro

e con fi nalità esclusivamen-te assistenziali. Enti e Istitu-zioni anche private, possono trovare nuove opportunità applicando formule innova-tive, non alternative ma com-plementari all’azione della pubblica amministrazione, concentrando lo sforzo den-tro una visione di lungo ter-mine , avviando azioni il cui obiettivo sia avere la persona al centro. Condividere valo-ri e principi, avere una predi-sposizione all’apertura e alla collaborazione, che signifi ca anche fi ducia, in una logica di rete e nel reciproco inte-resse possono consentire una inversione di tendenza.

Società

“La persona” al centro dell’accordo tra Cooperazione Salute e le Terme di Comano

Il Rapporto Italia 2013, risultato di una indagine condot-ta dall’Eurispes (Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali fondato nel 1982) sembra un bollettino di guerra. Secondo l’indagine nel 2012, 7 italiani su 10 (70%) hanno visto peggiorare la situazione economica personale (per il 40,2% di molto, per il 33,3% in parte). Sono davvero pochi coloro che hanno visto la propria situazione miglio-rare, appena il 4,8% (lievemente 3,9%, e molto 0,9%). Il Presidente dell’Istituto Prof. Gian Maria Fara, commen-tando i risultati dell’indagine parla di un Paese comple-tamente ripiegato sul suo presente e della tendenza, che può essere ricondotta alla politica, all’economia e anche alla gestione famigliare, di operare affi dandosi al giorno per giorno.

Cooperandodi Alberto Carli

Danni causati da dipendenti. Ecco chi pagaIl quesito di un lettore del Gdg

Salve.Quali sono le normative previste dalla legge, quan-do un dipendente (me medesimo), mentre svolge la propria mansione lavorativa, causa, in maniera non fraudolenta, un danno ad un infi sso dello stabile

aziendale? Inoltre essendo quest’ultimo non coper-to da protezione assicurativa, quali sono le azioni da intraprendere per potersi difendere nelle sedi oppor-tune? Grazie. Matteo (lettera fi rmata)

RUBRICA LEGALE

Page 16: Giornale delle Giudicarie maggio 2013, ii

pag. 16 MAGGIO 2013

Se i punti chiave da risolve-re e migliorare – circonval-lazioni di Comano Terme, Pieve di Bono e Pinzolo, col-legamenti con il bresciano, mobilità pubblica più capil-lare e alternative sostenibili, e l’abbandono defi nitivo del progetto Metroland – sono chiari e condivisi, lo è mol-to meno la concretizzazione, causa competenza in materia – principalmente provinciale e non della Comunità – e cas-se provinciali in fl essione. Le circonvallazioni, per esem-pio, vanno a rilento: Comano Terme non ha ottenuto nem-meno l’inserimento nel bial-ncio provinciale della pro-gettazione esecutiva, Pieve di Bono dovrebbe partire e per Pinzolo si attende l’appalto, entro fi ne anno. Nonostante il limitato margine di azione in capo alla Comunità l’assesso-re Vaia ha ricordato l’ampia condivisione del territorio del Piano stralcio di mobilita e viabilità delle Giudicarie, dai sindaci, Apt, Consorzi turistici, il Parco Naturale Adamello Brenta, i due Bim del Chiese e del Sarca. Come a dire che il territorio, le sue idee e necessità le ha messe in campo, la palla passa ora alla Provincia.In materia di artigianato il tavolo ha condiviso le neces-sità indicate nel documento di identifi care dei distretti artigianali e il recupero delle aree dismesse, così come la volontà di mettere un freno alla costruzione di nuovi ca-pannoni nel territorio storese. Il presidente degli artigiani Narciso Marini ha fornito le cifre dell’artigianato, settore

omogeneo in Giudicarie nei quattro ambiti geografi ci tra-dizionali, capace di muovere un fatturato di 220 milioni di euro nell’anno trascorso: conta 1220 imprese e 3300 dipendenti, dei quali 1185 nell’edilizia, per una media di 2,7 addetti cadauna a testi-moniare la presenza diffusa di aziende piccole e molto frammentate. A margine, Ma-rini ha sottolineato segnali di ripresa nei primi mesi di que-st’anno: dopo la chiusura di 32 aziende artigiane nel 2012,

il 2013 ha visto la nascita di un 25 per cento di nuove im-prese. “La diffi coltà dell’edi-lizia è evidente – ha spiegato - e non sappiamo come an-dranno le commesse ma ci sono segni di ripresa. Diffi -cile dire se ci siamo abituati alla nuova situazione o se la caparbietà ci fa arrampicare anche sugli specchi, ma tutto sommato stiamo tenendo”. C’è stata apertura in materia di riqualifi ca del paesaggio e di recupero di aree artigia-nali dismesse, ma le colpe

di scelte stilisticamente e sostanzialmente poco effi i-caci vanno, secondo Marini, ricercate anche nel passato: “ci dovevano pensare i pro-gettisti degli anni ‘70 e ‘80 – ha dichiarato - quando sono stati creati certi orrori, oggi il territorio vive anche di agri-coltura e turismo e va mes-so in conto. Così come nei centri storici vanno rimossi alcuni vincoli che rendono diffi cile ristrutturare”. Sinte-tico il quadro del settore in-dustriale tratteggiato dal rap-presentante di Confi ndustria Domenico Rossaro, ma ne esce un comparto impegnato a superare una fase critica. Dal 2006 ad oggi c’è stata una riduzione degli addetti e degli insediamenti produttivi del 10% sul totale. In Giudi-carie si produce un fatturato pari al 5% del Pil provincia-le, ed è l’unico territorio in Trentino nel quale trovano rappresentanza tutti i settori merceologici.

Attualità

Ptc, proseguono i lavori in Comunità

Proseguono i lavori della Comunità delle Giudicarie per la redazione del Piano territoriale, con l’analisi e la discussione all’interno del tavolo formato dai rap-presentanti del mondo amministrativo, economico e civile del documento preliminare preparato dagli uffi ci comunitari. Nell’ultimo incontro si è parlato di viabilità, artigianato e industria.

La “priorità numero uno” del territorio, indicata dalla presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini in apertura dei lavori, è proprio la viabilità, snodo fondamentale per turismo, qualità di vita della popolazione locale, competitività delle industrie e del commercio. Ma è anche quello dove la situazione sembra più bloccata.

Nel Piano territoriale la questione viabilità: da Comano a Pinzologli obiettivi ci sono, si attendono i fi nanziamenti

La mo

Un “respiro” di politica con la “P” maiuscola

La Fondazione De Gasperi ha ricordato a Tione l’impegno europeo

del grande statista trentino

In tempi di politica con la p minuscola, la Fondazione De Gasperi, con il patrocinio della Comunità delle Giudicarie, ha organizzato la giornata degasperiana a Carisolo e Tione. In apertura, due incontri con gli studenti, quelli del Guetti prima, e un gruppo di giovani impegnati a vario titolo nel-l’associazionismo poi, per ricordare l’uomo, la sua biografi a, e soprattutto i tratti salienti come politico. Cosa ne fece uno statista, cosa manca ai politici attuali? Risposte ne vengono tante, alcune tristemente ironiche, ma è sulla determinazione personale, la visione collettiva sul piano politico e la capacità di empatizzare con la gente al contempo mantenendo la luci-dità di pensare strategicamente al futuro di tutti, partendo da quello individuale, che si sono soffermati i relatori, il direttore della Fondazione Giuseppe Zorzi, il presidente Giuseppe To-gnon. Infi ne, l’Europa, il grande sogno di Degasperi, Schu-mann, Adenauer, Monnet: ne hanno parlato in un incontro pubblico nella casa della Comunità Marco Brunazzo, coor-dinatore del centro Jean Monnet dell’Università di Trento e Gianni Bonvicini, vicepresidente dell’Istituto Affari Interna-zionali di Roma.Quali scenari si aprirebbero se alcune delle ipotesi avanzate istericamente da più parti si avverassero, come l’uscita dal-l’euro? “Sarebbe un dramma internazionale, non solo euro-peo, si andrebbe incontro ad una crisi del mondo occidentale. Uscire dall’euro, signifi ca la fi ne dell’Europa” ha affermato Bonvicini, un Europa che al pari degli stati nazionali ha fatto però molti errori, strategici e di comunicazione. I due esperti hanno dipinto una creatura ancora in cerca di identità, lacerata dai singoli interessi nazionali, sbilanciata e germanocentrica, dimentica che oltre all’Europa esistono anche i suoi cittadini. “Il rischio dell’UE è quello di “morire di austerità”. Ma sono gli stati membri che hanno accettato e sottoscritto queste po-litiche, come a dire: l’Europa è fatta dagli stati nazionali, non è a cosa a sé come spesso lo scaricabarile delle responsabilità dei singoli stati vuole far credere.Sullo sfondo gli ideali e le visioni dei padri fondatori, nel pre-sente le mancanze degli stati nazionali, il risultato è un Euro-pa incapace di scaldare i cuori, un po’ matrigna. E l’Italia, che agli inizi dell’avventura era uno fra i paesi che maggiormente amavano il progetto degli stati uniti del vecchio continente, si è disamorata di quella visione che Degasperi contribuì a deli-neare. “Bisogna fi nire di considerare l’Europa come un capro espiatorio – il messaggio dei relatori - e iniziare a capire di esserne parte. L’Europa siamo noi”. Denise RoccaCondino (TN) tel. 0465.621440 www.legnocase.com

di Denise Rocca

Il Tavolo del PTC riunito presso la sala dei comuni della Comunità

Adenauer, Degasperi e Schuman

Page 17: Giornale delle Giudicarie maggio 2013, ii

MAGGIO 2013 - pag. 17 Attualità

«La Pro loco è un’associazione che ci viene consegnata dalla comunità e che alla comunità dobbiamo restituire integra e migliorata, evitando che l’incapacità di dialogo o le prese di posizione personali portino a fare scelte che ricadono negati-vamente sul futuro della pro loco stessa. Collaborare signifi ca “contribuire con altri alla realizzazione di un progetto». Questo il concetto di unità sottolineato con forza dal presidente Mauro Collini nel suo inter-vento all’assemblea. Assieme alla voglia di rappresentare un punto di riferimento per i più giovani: «emerge forte l’esigen-za e la volontà di coinvolgere anche i ra-gazzi, diventando noi un laboratorio, una scuola permanente di formazione, dove sia possibile apprendere, discutere, elaborare, imparare, confrontarsi, aiutarsi».Collini ha chiuso poi il suo intervento invitando tutti gli attori del territorio a partecipare e a vedere nel Consorzio un punto di riferi-mento e un aiuto, per sviluppare ancora di più quel settore turistico così centrale per l’economia e l’occupazione della Val Ren-dena. «Dobbiamo superare le nostre chiu-sure e i nostri campanilismi per raccogliere

tutte le forze per affrontare e risolvere in spirito di collaborazione gli specifi ci pro-blemi, consci del fatto che le associazioni sono considerate sempre più simili a ditte e di conseguenza gravate da mille proble-mi burocratici. Mi sento quindi in dovere di invitare tutti i consiglierei, i presidenti e anche soci a frequentare ancora di più il Consorzio certo che troveranno soluzioni, supporto e aiuto nel loro lavoro».Nel 2012 – ha ricordato Collini - il Con-sorzio ha partecipato economicamente e logisticamente a diverse manifestazioni,

fra le quali: Locus Locorum, che si ripe-terà anche quest’anno a Comano Terme; Feste Vigiliane a Trento, con la presenza, oltre che di uno stand del Consorzio, an-che di diversi produttori della valle; Anti-chi Sapori di Rendena; 24h di Mountain bike; Abbracci di luce. Infi ne, su richie-sta della Comunità di Valle, il Consorzio ha collaborato nell’organizzazione della giornata inaugurale per la consegna della scuola donata dalla Comunità al paese di Cavezzo. Poi, l’assemblea ha affrontato il tema della quota sociale, ritenendo di la-sciarla invariata rispetto agli scorsi anni e all’approvazione del bilancio preventivo. Sono stati nominati cinque nuovi consi-glieri: Sergio Maestri (Pro loco di Darè), Alessio Stefani (Vigo), Bruno Tisi (Boce-nago), Matteo Masè (Strembo), Leonello Frizzi (Giustino). Il presidente dell’Apt Marco Masè, infi ne, ha spiegato il meto-do di promozione degli eventi attraverso un magazine giornaliero e ha parlato della nuova Ski area, ribadendo l’importanza della collaborazione tra tutti gli enti turi-stici della valle e la volontà di dialogo da parte dell’Apt. (r.b.)

«Unità e coinvolgimento dei giovani»

Lunedì 15 aprile il Consorzio delle Pro Loco della Val Rendena ha celebrato la propria assemblea annuale per l’approvazione del bilancio consuntivo 2012 e quello di previsione per l’anno 2013. Erano presenti 35 persone

tra cui diversi delegati dei comuni, il rappresentante della Federazione delle Pro Loco, il delegato del Parco Naturale Adamello-Brenta e il presidente dell’Apt Ma-donna di Campiglio-Pinzolo-Val Rendena.

Il Consorzio turistico Pro Loco Val Rendena punta su territorio e sinergia con l’Apt

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F11 ha superato i Cento soci. Stiamo parlando dell’Asso-ciazione Culturale Fotoclub f11 che, nata solamente poco più di un anno fa, ha già raggiunto agli ini-zi d’aprile questo bel traguardo. Lo affer-ma orgoglioso il pre-sidente Udalrico Gottardi. “Riteniamo di aver lavorato bene ed ora siamo certi che questo nuovo sodalizio fotografi co con l’apporto di nuovi soci diventerà sempre più una realtà dove gli appassionati di fotografi a potranno trovare ciò che gli inte-ressa”. Recentemente è stato acquistato e allestito nella sede di Vigo Rendena uno “Studio Fotografi co” dove è possibile uti-lizzare delle attrezzature professionali per la ripresa fotografi ca di still-life, fotografi a creativa con il nuovissimo trigger-smart per riprese di un certo impatto visivo. L’apertura del sito web www.fotoclubf11.it fi n dall’inizio, ha dato sicuramente più visibilità all’Associazione, così come l’affi liazione alla U.I.F. Unione Italiana Fotoamatori. Per quanto riguarda l’attività pe-riodica i soci del Fotoclub f11 possono contare sugli incontr meglio ribattezzati “Fotoincontri” del mercoledì - a scansione quindicinale – che hanno luogo sempre al 1° piano della Casa Sociale a Vigo Rendena. Un evento di cui vanno fi eri i soci dell’associazione fotografi -ca è stata la Mostra Fotografi ca itinerante “L’arte di Fotogra-fare” che nell’estate scorsa ha catalizzato l’attenzione di oltre 1200 visitatori. “Lo sfruttamento idrogeologico dell’acqua” sarà il tema dell’anno 2013 che coinvolgerà molti soci nelle riprese fotografi che dei diversi territori delle Giudicarie. Nelle giornate di sabato 18 e domenica 19 maggio i fotoamatori si cimenteranno nel “Ritratto ambientato” un settore fotografi co molto ricercato ed avrà come location il bellissimo Parco delle Terme di Comano. A guidare – con consigli e suggerimenti - i partecipanti, interverrà una fotografa professionista che si avvarrà della presenza di una modella.

Mauro Collini

“F11” supera i cento sociIl Club fotografico di Vigo Rendena

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pag. 18 MAGGIO 2013 Attualità

Proprio in quel periodo, os-sia a cavallo dei due secoli XIX e XX, grazie all’azione prorompente di Don Giovan-ni Bosco (1815-1888) stava riaffermandosi il concetto di “oratorio” basato sulla for-mazione dei giovani sulle orme del Vangelo e già im-postato dall’azione di San Filippo Neri (1515-1595) a Roma e di San Carlo Borro-meo (1538-1586) a Milano. E Mons. Perli, appunto animato dallo stesso zelo, scriveva l’8 luglio 1912: «Il sottoscritto onde provvedere alla morali-tà e all’educazione civile del-la gioventù maschile di Tione venne nella determinazione di costruire in luogo adatto un Ricreatorio» suggerendo che «il luogo che meglio si presta a detto scopo altro non sarebbe che quello denomi-nato alla Mostra o Casanova, particelle catastali 940 e 941 di proprietà della veneranda Chiesa parrocchiale di Tio-ne». La citata pubblicazione parrocchiale, senza partico-lare ed esplicita documenta-zione, precisa soltanto che «l’Oratorio parrocchiale del 1913 si presentava come un edifi cio in tutto simile ad una casa d’abitazione e l’utilizzo dei suoi locali era abbastanza diverso da oggi. Salendo le scalette dal viale della Chie-sa si accedeva da quello che oggi è l’ingresso principale al piano terra (...); l’edifi cio aveva un ingresso anche dal lato est, verso la chiesa, che scendendo da una rampa con-sentiva l’accesso alle cantine (...). Va rammentato che il cinema Dolomiti e la Circon-vallazione non esistevano: solamente un sentiero co-steggiava il campo da gioco lungo la recinzione».

Il riferimento all’Oratorio nel “Centenario 1913-2013” si ferma qui, poiché gli stessi compilatori del citato fascico-lo commemorativo annotano: «Non vi sono notizie di atti-vità ricreative di nessun ge-nere relative al periodo 1915-1918, anche per le particolari condizioni di vita della gente e le disposizioni militari del tempo». Dal punto di vista amministrativo si ritrova il problema dell’Oratorio in un “verbale” del Municipio di Tione del 3 febbraio 1924, in cui viene presa in considera-zione «la domanda di Monsi-gnore Arciprete don Donato Perli perché questo Comune voglia concedergli l’appez-zamento di suolo comunale

attualmente occupato dai ba-raccamenti dell’Uffi cio Edile Distrettuale di Tione, ad un prezzo limitato, per costrui-re un Oratorio»; alla stessa, tuttavia, date le evidenti diffi -coltà del momento, si rispon-de che si è «del parere che tale domanda venga tenuta in sospeso e ripresentata in Consiglio comunale allor-quando sarà costituito».Tuttavia è certa l’attività del-l’Oratorio fi n dagli anni Venti documentata dalle testimo-nianze di chi già in quegli anni, subito dopo la fi ne della prima Guerra Mondiale, ha potuto godere della benefi ca e fondamentale istituzione sociale, nella quale hanno trovato sempre accoglienza,

ricreazione, creatività e for-mazione religiosa e sociale intere generazioni attraverso un ambiente accogliente ed una costante assistenza che si è dilatata ininterrottamente fi no all’attuale funzionalità che quotidianamente si con-cretizza nella nuova struttura edifi cata con i criteri più mo-derni ed effi cienti dello speci-fi co settore. Un Oratorio in un paese o città è una certezza di vitalità giovanile quale base sostanziale non solo di forma-zione religiosa, ma anche di basilari valori educativi a tutti i livelli (come in particolare quelli sportivi) con evidenti ed importanti rifl essi sulla for-mazione sociale della persona. Mario Antolini Musòn

L’Oratorio di Tione compie un secolo di vitaAll’appena concluso cente-nario dell’Asilo Infantile di Tione segue il centenario dell’Oratorio che si riconnette alla fi gura di mons. Donato Perli (1861-1946) rimasto em-blematicamente legato alla nostra borgata ed alle Giudi-carie con le sue incancellabili opere: l’Asilo, l’Oratorio, la Capèla del Mónt e soprattutto l’Ospedale di Tione. Giunto a Tione nel 1911 il sacerdote si trovò subito coinvolto a col-laborare col Comitato che stava completando la costruzio-ne dell’Asilo, nel quale, come previsto dal mecenate Don

Giuseppe Failoni, era previ-sta un’attività a favore della

gioventù femminile con l’oratorio festivo. Ma in don Perli già ferveva la sua proiezione di apostolato sacerdotale ver-so l’oratorio parrocchiale a tutto campo, comprovato dai suoi scritti del luglio e del novembre 1912 seguiti dal suo preciso impegno siglato dalle testimonianze riportate nella pubblicazione “Verso l’Oratorio del duemila” edito dalla Parrocchia di Tione nel 2002, in occasione della costruzio-ne dell’attuale nuovissimo e funzionale Oratorio.

Nacque 100 anni fa su iniziativa di Mons. Donato Perli e di un comitato cittadino

Attività per i ragazzi all’oratorio di Tione

Il CFP-Università popolare trentina di Tione propone per le prossime settimane due signifi cativi eventi che vedono protagonisti i giovani: “Adrenalina” e “Start”.Il primo, “Adrenalina -Sport, natura e avventura”, si terrà sabato 25 mag-gio presso il Centro Sportivo di Se-sena e si propone come momento di conoscenza e valorizzazione degli sport del territorio giudicariese quali elementi di propulsione per il turi-smo. Alle 10 è previsto un convegno presso il Teatro comunale di Tione con la partecipazione di testimonial dello sport, dedicato agli studenti ma aperto anche alla popolazione; poi, dalle 13, l’apertura degli stand, apren-do il sipario su atletica, beachvolley, breg adventure park, calcio, equita-

zione, freestyle e snowboard, golf, handbike, hockey, mountain bike e brenta bike, parapendio, sci alpino, sci nordico, skateboard, speedrock, tiro con l’arco, trekking, arrampi-cata e canioning. Ciascuna di que-ste attività è legata ad una località giudicariese e si troverà “in vetrina” negli stand dedicati; oltre a ciò, sarà possibile provarle direttamente du-rante le dimostrazioni pratiche pres-so il Parco Saletti e l’antistante viale Dante a Tione, chiuso al traffi co per l’occasione. “Adrenalina” si inseri-sce nell’evento AtlTione, una gior-nata organizzata in collaborazione con la Biblioteca di Tione (progetto eLeggere LIBERI) e i 100 anni del-l’Oratorio in un mix di cultura, sport musica e divertimento.

L’evento – fanno sapere dal Cfp Università popolare trentina - serve per acquisire competenze in alcuni dei moduli che caratterizzano il per-corso: comunicazione, marketing, web marketing, team working, pro-blem solving, project management e visual merchandising. Lo studente oltre che acquisire attraverso il lear-ning by doing, ha la possibilità di va-lorizzare gli sport tipici del territorio evidenziando “l’adrenalina” che le Giudicarie offrono a 360 gradi. Il 31 maggio, invece, spazio a “Start – Soluzioni tecnologiche, applica-zioni e risorse per il territorio”. Si tratta di un evento che propone so-luzioni tecnologiche e servizi per il turismo ed il territorio con stand allestiti presso le Terme di Cader-

zone; dalle 9.30 spazio a seminari e convegni con interventi come quello di Carlo Borzaga, professore di Po-litica economia presso l’università di Trento e presidente di Euricse ed esperti di Trentino Network che spiegheranno le iniziative messe in campo dal Trentino turistico con attenzione soprattutto al web. Nel pomeriggio protagonisti i self-made lab, messi in campo dai ragazzi del-l’Upt; si spazia dal crearsi “in casa” un sito internet effi ciente, agli stru-menti per la contabilità dell’impresa turistica, alle tecniche di fi delizza-zione del cliente attraverso internet. La popolazione locale è invitata.

Maggiori informazioni http://www.adrenalinasna.it

1913 – 2013 I CENTO ANNI DELL’ORATORIO DI TIONE

Programma festeggiamenti per il centenario:Sabato 25 maggio-pomeriggio · Torneo di calcetto e pallavolo, a cui sono invitati ad iscriversi tutti i ragazzi dalla 3^elementare alla 3 ̂media e superiori.· Esposizione lavori Concorso· Caccia al Tesoro, in collaborazione con la manifestazione Eleg-gerelibri e Adrenaline· Pastasciutta per tutti i partecipanti alle gare, seguita da serata musicale con la Band…Domenica 26 maggio: · ore 10 S. Messa· ore 11 Rinfresco per tutti, sul prato antistante l’Oratorio, ralle-grati dalla presenza della Banda Sociale di Tione· Finali dei tornei· ore 12,30 Pranzo in Oratorio – solo su prenotazione· ore 14 Coro Brenta in Sala Feste· in cortile giochi organizzati per bambini e ragazzi· ore 15 Premiazione Tornei e Concorso degli elaborati artistici

Con “Adrenalina” e “Start” uno sguardo

su turismo ed economia

di Mario Antolini Musòn

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MAGGIO 2013 - pag. 19 L’azienda

«Il giorno 15 Luglio 1885 venne aperta la prima tipo-grafia in Tione, sotto la ditta S. Gregori di Riva». Certa-mente allestita nella frazio-ne di Brévine (vero centro operativo ed amministrati-vo della borgata), con tutta probabilità nell’edificio dei “Cisolìn”, alle spalle del-l’attuale (2013) bar “Vec-chia Tione”. Ben più artico-lato il testo nel diario di don Carli sotto il titolo “Una stamperia a Tione”; infatti egli così ha lasciato scritto: «Il Signor Gregori di Riva, stampatore, prese qui luogo nell’Agosto 1885; aprì una bottega, piantò un torchio e diede fiato alla sua trom-ba. Una stamperia a Tione!! Non so davvero d’onde ve-nisse l’ispirazione, ma pro-babilmente sarà venuta da quei quattro cinque, i quali per elevare la patria come un ballon monté, avranno al Gregori fatto vedere delle lucciole per lanterne. Atten-diamo gli avvenimenti. Si potrebbe inaugurare questo enorme passo del progresso, con un opuscolo con questo titolo: “Il Liberalismo tione-se in questi ultimi 30 anni, considerato sotto l’aspetto religioso, morale, economi-co, edilizio!”».I fatti non diedero certo ra-gione al pessimistico pensie-ro del pur esimio sacerdote, poiché la nuova bottega ar-tigiana, successivamente e ben presto, venne acquistata dai fratelli tionesi Basilio e

Quirino (Guerrino) Antolini Musón, i quali, dopo il disa-stroso incendio di Brévine dell’agosto 1895, trasferiro-no la tipografia dal Cantòn del Gal al nuovo edificio costruito all’imbocco del viale Dante, confinante con la Piaza de la Crós (oggi piazza Cesare Battisti o del Municipio), con annesso reparto di legatoria ed un negozio di cartolibraria. Da allora anche tutte le Giu-dicarie poterono rendersi conto dell’utilità di avere una tipografia in periferia: Comuni, Parrocchie, Enti pubblici e privati, Associa-zioni, operatori economici, cittadini di ogni ceto ap-profittarono di un servizio che caratterizzava, ormai, il progresso sociale di ogni città e di ogni paese, tenen-do specialmente conto del fatto che a quell’epoca, per i Giudicariesi, i viaggi sia per Trento che per Brescia reclamavano intere giorna-te.Dell’importanza di un’at-tività così innovativa ne fa fede la produzione edito-riale iniziata già nel 1893 e proseguita poi oltre per un secolo, così che sono decine e decine le pubbli-cazioni della “Tipografia B. (o G.) Antolini” - (B sta per Basilio e G per Guer-

rino) - firmate da don Lo-renzo Felicetti, Guido Boni, Ernesto Lorenzi, Giuseppe Papaleoni, don Santo Ami-stadi, Pio Chilovi, Silvestro Valenti, mons. Donato Per-li, Casimiro Rossi e altri, ed oggi diventate vere rarità da

biblioteca, a cui oggi si ag-giungono progressivamente le numerose opere librarie costantemente edite dall’at-tuale stabilimento tionese.Infatti, nella seconda metà del secolo ventesimo, l’azienda venne divisa in

due branchie: il reparto le-gatoria-cartolibreria passò ai discendenti del ramo Ba-silio-Alfredo, tuttora pre-sente nella primitiva sede sul Viale Dante; mentre la tipografia passò ai discen-denti del ramo Quirino-Fi-

lippo i quali oggi gestiscono la Tipografia Antolini nel nuovo opificio costruito ne-gli ultimi decenni sull’area artigianale di Tione, in loca-lità Vat, via Fabbrica 52/a, che costituisce il naturale e progressivo sviluppo di un’azienda editoriale giunta in Giudicarie 128 anni fa ed attualmente gestita da Ser-gio Antolini.A cura della Redazione

1885: la prima “stamperia” in GiudicarieLe più importanti ed interessanti cronache tionesi e giudi-cariesi della seconda metà del secolo decimonono si trovano nei diari (purtroppo ancora inediti) dell’arciprete-decano

don Ignazio Carli e dei farmacisti Domenico, Guido e Giulio Boni. Nel diario di Domenico Boni si trova annota la presen-za della prima tipografia in Giudicarie:

Un’azienda storica del territorio che diventò negli anni la Tipografia Antolini di Tione La tipografia dopo l’incendio di Brevine del 1895

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pag. 20 MAGGIO 2013Gente solida che da garanzia, quel che ci voleva a questo povero vascello italico in piena crisi economica, mo-rale e sociale. Finalmente! Speriamo che duri. L’ha det-to il Berlusca e questo già mi preoccupa, che quello è un gran “birbante”, appena i son-daggi lo vedranno vincitore, butterà la barca a mare e buo-na notte. Ci scommetto, l’uo-mo è fatto così. E non gli sarà difficile superare il PD che già rantola, mezzo disfatto, con il Bersani che l’ha affos-sato con una tiritera di giorni e giorni, senza idee, ma più ancora senza coraggio. Pove-ro Pd, diretto discendente del PCI, con vecchi comunisti ancora in auge, che ha voluto mischiarsi in un minestrone, rancido e stantio fin dal pri-mo giorno, con ex democri-stiani di sinistra, socialisti ed ogni ben di Dio (si fa per dire!), pensando all’avvenire garantito, vincente e glorio-so. Non si sono resi conto che dai democristiani sini-strorsi sarebbero stati conta-giati dai mali peggiori della vecchia DC: correntismo, sofismi, capziosità, persona-lismi, inaffidabilità, invidie e gelosie, ma soprattutto un attaccamento alle sedie sen-za pari, Andreotti insegna. Si salvano in pochi. Di certo il neo presidente Enrico Letta che ha sempre fatto il suo dovere, in silenzio, ma con grande dignità e profitto, ma non la Bindi Rosy che al sol vederla ti verrebbe voglia di cambiar casacca, se poi par-la, con la sua supponenza, c’è il rischio d’essere attac-cati dalla tenia intestinale ed accasarsi in bagno per intere giornate. Ed altri ancora che è meglio metterli via per non disgustare oltre modo il cie-lo e la terra. E così abbiamo assistito a commedie (farse) inimmaginabili nei lustri pas-sati, con tutti contro tutti, rot-

tamatori contro i rottamandi, ex democristiani contro i ex comunisti, giovani turchi e gli irriducibili, infine i leali-sti contro i traditori, cose mai viste in un partito che face-va della morale, dell’etica politica, il suo stendardo da portare alto in ogni occasio-ne. Sì, l’etica, quella che nor-malmente esigono dagli altri, ma fra di loro sono molto più comprensivi. L’ultima speme per il loro salvamento è il nuovo governo che dovreb-bero appoggiare alla grande, e sempre, nel mentre si cica-trizzano le ferite, si elimina-no le scorie che cominciano a puzzare e si ritrova la rotta di un qualcosa di serio. Che si spacchino o no, alla gente non interessa gran che, pur-chè quello che rimane torni ad essere un partito impor-tante che pensi all’Italia e agli italiani, prima che al proprio posizionamento. E non gongoli, non goda trop-po (proprio no!) quel gran caimano che vorrebbe essere immortale, che iddio ce ne

scampi da simile sventura, tolto di mezzo lui con i suoi soldi, le sue televisioni, la sua dentiera tutta d’avorio e la capigliatura rinnovata, una testa come la sua dev’essere protetta come dio comanda, il Pdl si scioglierebbe come neve al sole, sparirebbe nella spazio di qualche giorno, e non saranno i vari Cicchito, Gasparri, La Russa, ancor

meno la faccia da “tola” della Gelmini, nè la respirazione bocca a bocca della Santan-chè e compagnia che potran-no far sopravvivere quel-l’accozzaglia di bellimbusti. Non è che in prospettiva sia-mo messi un gran bene. Per niente. E’ la preoccupazione di quelli lassù, che dominano l’empireo: che faremo, che farà questo povero paese?

Monti ha deciso di andare al mare, non vedeva l’ora, non ha fatto una gran figura e, a dir il vero, nelle alte sfe-re sono stupefatti, avevano scommesso su di lui e si sono ritrovati con un pugno di mo-sche. Io li capisco, ma non sanno aggiornarsi, l’ho detto più volte ai miei alti dirigenti: oggi un vecchio saggio, in un mondo di birilli scalmanati e di gente farfallona, non tira più, nessuno lo ascolta, nes-suno gli fa caso, vuoi mettere le coscione delle parlamenta-ri del Berlusca, belle, altere, tette al vento, spavalde ed intelligenti? Vedi la nostra Biancofiore, per esempio, che quando dice qualcosa non si capisce mai se stia scherzando o no. Nè serve che Monti e i suoi si vestano con minigonne e paillettes, non cambierebbero gran che le cose. Rimanga al mare per un po’, e poi ritorni all’Uni-versità che potrà ancora to-gliersi qualche soddisfazio-ne. A proposito al mare inviti anche i suoi che di certo non

gli sono stati di gran aiuto ed hanno bisogno di riprendere fiato. Intanto subiamoci il miliardario Grillo con i suoi grillini che stanno racco-gliendo primi frutti, a forza di dire che gli altri (non loro) sono ladri, che andrebbero fatti fuori, che bisognerebbe bombardarli, che ci sarà la rivoluzione, che la pagheran-no, che sono avanzi di galera ecc.ecc. chi più ne ha più ne metta, ecco che qualcuno ci crede e la sua parte la fa cer-cando di uccidere i nemici. Ci rimettono, come al soli-to, quelli che non c’entrano, due carambe per un filo so-pravvissuti, proprio il giorno dell’insediamento del nuovo governo. Non che centri il Grillo, ma il clima di esaspe-razione, di odio, di vendetta che ormai regna in politica pompato con furbizia dal “sior” Grillo, le sue espres-sioni strampalate, tutte cat-tiveria e livore, l’irritazione che ostenta, le parole a pro-posito ed a sproposito, le frasi minacciose ed irresponsabili, non è che facciano gran bene alla pace dei sensi e degli animi insani. Robe da matti, che non stanno né in cielo, né in terra, e, come sempre nel-la storia, qualcuno capisce le cose alla sua maniera e spara. Questo è quello che si dice in cielo convinti che se Grillo voleva uno sfascio globale e ridurre l’Italia al disastro per poi magari auspicare l’arrivo del Messia, vestito di nero, c’è quasi arrivato. Contento lui contenti tutti, ma non cer-to i lavoratori senza lavoro, i poveri che non ce la fanno, i giovani che non sanno da che parte girarsi. D’altronde que-sti non sono problemi suoi, lui di soldi ne ha a bizzeffe, sono problemi degli altri e chi se ne frega! Che si ricordi comunque: il nero è da ses-sant’anni che è fuori moda, abbiamo fatto una guerra per toglierlo di mezzo, faremo una guerra per impedire che torni. Parola di impavido Sal-taro! Ma, almeno oggi, ban-do alle mestizie, finalmente un po’ di sereno si intravede, e se lo dice il vostro Salta-ro, credeteci, che mai vi ha mentito. Guardiamo avanti e lasciamo le responsabilità ai politici che sono pagati ap-posta, ma attenzione, amici miei, (non tutti!), Napoletano è stato chiaro: non ce n’è più per nessuno, o questo gover-no ce la fa, o sarà bancarotta e che dio ce la mandi buona! Sperando che finalmente gli scassati motori del vascello Italia ricomincino a girare, con il prossimo mese torne-remo a parlare di noi, del no-stro amato Trentino, e delle elezioni che ci aspettano in autunno, che dai primi sen-tori, non saranno per niente facili, anzi, come a Roma, e forse addirittura peggio, con ancora una volta protagonista il PD, intanto il vostro Salta-ro raccoglierà informazioni, scoop, soffiate e dicerie, che stanno già divorando il cielo, le nostre vallate e i nostri cuo-ri, per essere come sempre il vostro preciso informatore delle vicende umane, come sempre nei secoli. Amen.

Il Saltaro delle Giudicarie

La situazione è grave. Ma non seria

IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Piove sulla politica e sui politici. Porca vacca (pardon!) sono sessanta giorni che piove a dirotto. Succede di tutto in quella Roma ritornata pagana, sede di tutti i nostri guai. E quei pagani in agonia che vivono nel lusso con i nostri soldi se ne dicono di tutti i colori mentre la gente soffre: invettive, reciproche accuse e contraccuse, improperi, in-

solenze e villanie, senza concludere niente, niente di niente. A tempo quasi scaduto il presidente Napoletano, gagliardo e provvido, ha tenuto a battesimo un miracoloso governo con Enrico Letta presidente del Consiglio ed un gruppo di personaggi di notevole caratura, ma soprattutto inediti al mondo ed al cielo.

Lo diceva Ennio Flaiano a proposito dell’Italia di 40 anni fa. Si addice anche alla politica di questi mesi

Proseguono le iniziative culturali messe in campo dall’Associazione di promozione sociale “La Minie-ra” per valorizzare e promuovere la riscoperta della storia delle mi-niere di Darzo. Ad aprile a Trento vi sono state due giornate, il 20 e 24, dedicate alle testimonianze di ex-operai delle miniere di barite, intitolate evocativamente “Me-morie dal sottosuolo”, realizzate in collaborazione con il Museo delle Scienze di Trento. Ad arric-chire il dibattito la partecipazione di esperti, ma soprattutto il focus puntato su chi ha vissuto sulla propria pelle le dura realtà della miniera. Il primo maggio, poi, è andato in scena “Festa del lavoro - Sotto-sopra! cronache della trasforma-zione”, un momento di riflessio-

ne presso lo storico stabilimento minerario “ex Sigma”con video-proiezioni, musica, visite guidate, esposizioni che segna l’avvio di

un percorso fatto di eventi che du-rerà fino all’8 giugno e che vedrà protagoniste le miniere di barite di Darzo.

Gli eventi fanno parte dell’inizia-tiva “Sottosopra! Cronache della trasformazione. Miniere, Lavoro, Territorio - 1 maggio - 8 giugno 2013” organizzata dalla associa-zione di promozione sociale La Miniera, grazie alla collaborazione di vari enti, associazioni e impre-se, fra i quali la Fondazione Stava 1985 e l’Ecomuseo dell’Argenta-rio, l’A.S.U.C. Darzo, il Comune di Storo, la Provincia autonoma di Trento e la Società Mineraria Baritina. Con il contributo di Cas-sa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento e di numerosi volontari e la colla-borazione della Società Mineraria Baritina.

Tante iniziative per ricordare l’epopea delle miniera

Prosegue “Sottosopra! Cronache della trasformazione. Miniere, Lavoro, Territorio”

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MAGGIO 2013 - pag. 21

Cinquant’anni sono passati e di acqua sotto i ponti del Chiese ne è passata tanta. L’associazione è andata avanti, pur con qualche sconquasso, non da imputarsi agli avisini pievani, ma ad una carenza nell’organizzazione provinciale dell’epoca. Al timone del sodali-zio, dopo il Foresti si sono succe-duti Achille Pollini, Claudio Ar-mani, Roberto Armani e l’attuale Emiliano Facchini coadiuvati an-che dai vari direttivi, hanno fatto si che la barca uscisse indenne dalle acque ed arrivasse ai giorni nostri. Nei primi anni settanta si sono ag-giunti anche gli avisini di Bersone e di Prezzo. Da una decina di anni le cose vanno decisamente meglio, ed è merito anche della proficua sinergia che si è creata tra le Avis delle Giudicarie con l’ospedale di Tione, un grosso merito per aver risolto i problemi va dato al com-pianto Rino Galazzini.

Il 21 aprile, sempre a Creto, si è svolta la cerimonia per festeggiare il mezzo secolo di vita.Al mattino i donatori hanno sfila-to al seguito dei dieci gagliardetti delle Avis di Pieve di Bono, Storo e Bondone, Condino, Tione, Alta Rendena, Giudicarie Esteriori, Ala-Avio, Borgo Valsugana e Te-sino, Bedollo e Valle dei Laghi, dal Centro scolastico alla chiesa, accompagnati dalla banda musi-cale di Pieve di Bono, è seguita la S.Messa officiata da padre Ar-temio, in ricordo degli avisini che non ci sono più. Presso l’audito-rium si è tenuta la cerimonia uffi-ciale, sul palco si sono succeduti il presidente Facchini che ha ringra-ziato gli avisini, per il loro impe-gno profuso nei cinquant’anni, poi è toccato a Claudio Foresti, giunto appositamente da Trento, ricor-dare gli inizi, quindi il sindaco di Pieve di Bono Attilio Maestri che

ha parlato anche a nome degli altri sindaci presenti in sala: Pellizzari, Panelatti e Boldrini, mancava il sindaco di Bersone impossibili-tato, ha ricordato che è un onore, che da prestigio avere l’Avis nei nostri paesi. Poi ha preso la pa-rola Aldo Degaudenz presidente dell’Avis Regionale, il quale con chiare parole ha tenuto una rela-

zione su come viene utilizzato il sangue, sui rapporti con le autorità provinciale e sugli obiettivi futuri dell’Avis in Trentino.Sono seguite poi le premiazio-ni, sono stati omaggiati con ri-cordi del 50° i presidenti, per il compianto Pollini ha ritirato la moglie Daria, poi i segretari: Fiorino Butterini, ha ritirato la

figlia Lorena, Arnaldo Pressari, Renato Maestri. Alla fine sono state concesse le benemerenze ai donatori, in 40 hanno ricevu-to la spilla d’argento ed in 20 la spilla d’argento dorato, ultimo ad essere premiato il presidente Facchini premiato con la spilla di oro per le sue cinquanta do-nazioni.

Attualità

L’Avis Comunale di Pieve di Bono si è costitui-ta nell’aprile del 1963, la proposta di portare anche nei paesi della Pieve questa benemeri-

ta associazione, venne lanciata da Claudio Foresti di Praso e da Achille Pollini di Creto, ambedue donatori dell’Avis di Tione, i due da subito trovarono un valido aiuto in Fiorino Butterini e nel dottor Mario Piffer. In poco tempo si sparse la voce per i paesi circostanti e già alla prima riunione, tenutasi il 26 aprile presso il bar Posta, si presentarono ben 55 persone, giunte da Agrone, Creto, Cologna, Daone, Praso, Por e Stra-

da, per rispondere ad un unico punto all’ordine del giorno, che così recitava:” Costituzione di una sezione comunale di donatori volontari del sangue in Pieve di Bono “, il punto venne votato all’unanimità e la sera stessa si svolsero le elezioni per nominare il pri-mo direttivo. Primo presidente Claudio Foresti, vice Achille Pollini, segretario Fiorino Butterini, tesoriere Zefferino Armani. Il 16 giugno, sempre a Creto, av-viene l’inaugurazione ufficiale, madrina del gruppo viene nominata Bruna Baldracchi, alla fine dell’anno l’associazione contava ben 99 iscritti.

L’Avis comunale di Pieve di Bono festeggia il 50° di fondazione aprendo alle nuove leve

Questa primavera ITAS è...On the road con una nuo-va iniziativa a 360 gradi. Il Gruppo Assicurazioni trentino ha organizzato per questi week end “ITAS in Tour”, ovvero un insieme di eventi itineranti di informazione, divertimento, sport e gastronomia che toccherà molti centri delle valli trentine in dieci tappe. Partirà venerdì 10 maggio da Malè, per poi toccare molti altri paesi (l’itinerario è visibile al sito www.itasintour.it), e tra questi è compreso anche Tione di Trento, che ospiterà l’evento sabato 1 giu-gno in Piazza Cesare Battisti (di fronte al Comune) a partire dalle ore 10.“ITAS in Tour” riassume bene lo spirito della Com-pagnia assicurativa, che vanta quasi duecento anni di onorato servizio, da sempre vicina alle persone e ai loro bisogni: l’attenzione per il cliente, per la sua storia, per le sue tradizioni e il suo territorio sono da sempre i must di ITAS, che con questo viaggio attraverso il Trentino vuol farsi conoscere in modo alternativo. In queste giornate saranno presenti spazi di informazione e divertimento per i più piccoli e per le loro famiglie, angoli di degustazione di prodotti tipici locali in rispetto delle tradizioni locali e per la valorizzazione delle risorse autoctone, e momen-ti dedicati ai clienti con punti di informazione sulle novità a loro dedicate.

ITAS come una grande famiglia...E grande lo è davvero! Da più antica mutua assicuratrice italiana, oggi conta circa 650mila soci-assicurati (essendo mutua-assicuratrice, ogni cliente è socio), con oltre un milione di contratti, e una presenza sul territorio garantita da più di 420 uffici agenziali e 14 uffici periferici dedicati alla liquidazione dei sinistri. Una grande Agenzia, che con questa nuova ed originale iniziativa cerca di fare e farsi conoscere in un modo più conviviale e informale, dove tutti, dai più ai meno giovani, possono trovare di che divertirsi.Appuntamento quindi a Tione, sabato 1 giugno alle 10 in Piazza Cesare Battisti...Non mancate!Aldo Gottardi

“ITAS in Tour” arriva a TioneLa compagnia assicurativa nelle piazze trentine

per avvicinarsi alla gente

Da mezzo secolo dona il sangue per la comunità

Bimbimbici, la tradizione continua

Domenica 12 maggio all’insegna del divertimento a due ruote

La Pro Loco di Vigo Rendena organizza anche quest’anno la classicissi-ma biciclettata di metà maggio. L’evento tanto atteso dai bimbi di tutto il circondario quest’anno sarà arricchito dalla collaborazione con la So-cietà Ciclistica Giudicariese che, nella persona del suo presidente Guido Marchiori ha stretto una collaborazione con i volontari del comune ren-denese per dare vita ad un binomio esplosivo. Il ritrovo per i bimbi sarà in località Parco al Sarca a Vigo Rendena alle ore dieci di mattina, poco dopo avrà luogo la biciclettata lungo le vie del circondario e attraverso le favolose piste ciclabili. Seguirà una spaghettata per grandi e piccini. Nel pomeriggio i giovani ciclisti si cimenteranno in una prova di abilità che consisterà nell’affrontare una gimkana studiata su misura. La gior-nata terminerà con l’attesissimo Nutella Party per la felicità dei piccoli sportivi in erba. I volontari della Pro Loco vi aspettano numerosi per una giornata all’insegna dello sport e dell’aria aperta.(a.t.)

Foto Yuri Corradi

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pag. 22 MAGGIO 2013

La prima, Maria Chiara che oggi ha quasi 3 anni, l’aveva avuta in un impor-tante centro ospedaliero in provincia di Verona. “Un parto disastroso. Dove, nonostante la struttura fosse super attrezzata, ho corso dei grossi rischi, con un’emorragia che non riuscivano ad arrestare”. “A Tione, invece mi sono trovata benissimo. Ho scoperto un ambiente alta-mente professionale, con medici e ostetriche molto preparati, capaci di segui-re con grande competen-za tutte le fasi del parto. Proprio non capisco le mamme che, pur avendo a disposizione una strut-tura così efficiente, prefe-riscono rivolgersi ad altri

nosocomi”. La giovane dottoressa, da più di un anno a contatto con una realtà anni luce lontana dalla nostra, in un ospeda-le che ospita mediamente 50 partorienti al giorno, stipate in 3 o 4 per letto in 12 per stanza in condi-zioni, a dir poco precarie con altissime probabilità di far nascere dei bambini orfani, è meravigliata del fatto che a Tione ci sia un esodo verso altri reparti di ostetricia anche fuori provincia, facendo corre-re il rischio di chiusura del reparto per numero di nascite insufficienti. “Una esterofilia immotivata. Che rischia di mettere in crisi un reparto, così effi-ciente che, a mio avviso,

al di là della realtà che io vivo tutti i giorni dove la-voro, trovo che anche qui in Italia non abbia nulla da invidiare a maternità di altri centri”. Vanya Tra-versi è originaria di Pra-so, in Val del Chiese. La nascita di Martina, a Tio-ne, non era programmata. Avrebbe dovuto partorire nell’ospedale dove lavora assieme al marito (tecnico addetto alla logistica del-l’ospedale di Ngozi). E’ tornata in Giudicarie per problemi di salute del pa-dre. E qui ha fatto quella che chiama “la bellissima esperienza dell’ospedale di Tione”. Un ritorno alle radici. Ma anche la sco-perta di questa struttura a misura di mamma, che

si sente di elogiare per il trattamento ricevuto, la sicurezza e la competenza di un’intera struttura, che anche dopo la sua dimis-sione le ha offerto un’as-sistenza supplementare, con le ostetriche sul terri-torio. “Ogni mamma deve poter scegliere in piena libertà un momento così delicato com’è la nascita di un bambino – dice – ma se posso dare un consiglio cercate di proteggere que-sto reparto, perché è una ricchezza per tutta la co-munità”. La giovane ane-stesista tra alcuni giorni rientrerà in Burundi. Ma prima di partire ha voluto, in questo modo, ringra-ziare tutto il personale di Tione, per il trattamento

subito. E, al tempo stesso invitare ad una riflessio-ne. In Giudicarie i parti superano abbondantemen-te ogni anno le 400 uni-tà. Nel reparto maternità di Tione però, nel 2012, sono venuti alla luce solo

198 bambini. Troppe le cicogne che volano via. E troppo poche le nasci-te in loco, per giustificare il mantenimento, a pieno regime, di una struttura di gran lunga al di sotto de-gli standard.

Attualità

“Mamme: partorite a Tione!”“Le neo mamme giudicariesi sono fortu-

nate e non lo sanno. Hanno a disposi-zione una maternità altamente profes-

sionale, e vanno a partorire fuori”. “Lo dico, prima come mamma, e poi come medico che ha visto molti

reparti di ostetricia”. Vanya Traversi Montani, 35 anni, medico chirurgo all’ospedale di Ngozi, in Bu-rundi, dov’è responsabile di anestesia, ha da poco più di un mese, partorito all’ospedale di Tione Mar-tina, la sua secondogenita.

L’appello di Vanya Montani: “Qui c’è un reparto all’altezza”

di Ettore Zini

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Page 23: Giornale delle Giudicarie maggio 2013, ii

MAGGIO 2013 - pag. 23 Dibattito Comunità

Quindi, sintetizzando, lo sce-nario è cambiato in maniera radicale e con esso è evoluta la mia opinione nel merito: mi sono convinto del fatto che la Provincia, al tempo, dovesse introdurre (opportunamente) una riforma che imponesse ai comuni la logica delle ge-stioni sovra comunali e, in un certo senso, li preparasse all’inevitabile processo del-le fusioni. Le Comunità sono state pertanto pensate anche come “strumento” per il rag-giungimento di simili obiettivi, nonostante le scontate smenti-te. Se tale interpretazione fosse corretta, personalmente, avrei preferito un confronto molto più aperto, “corresponsabile” e, per certi aspetti, “maturo” tra le parti, nella consape-volezza che i comuni e i loro amministratori sono molto più preparati e disposti alle unioni e alle gestioni congiunte dei servizi di quanto si possa forse ritenere.Periodicamente riemerge il di-battito in merito all’opportuni-tà di mantenere un’istituzione estesa a tutte le vallate giudi-cariesi o, in alternativa, va-lutare la creazione di quattro comunità indipendenti e cir-coscritte agli ambiti di Chie-

se, Rendena, Busa di Tione ed Esteriori. In una fase socio-economica in cui la prerogativa di mettere insieme e unire a tutti i livelli, oltre che un’opportunità, è di-ventata una necessità, sarebbe anacronistico e controprodu-cente frazionare le Giudicarie. Tuttavia la Comunità andrebbe revisionata in maniera sostan-ziale e ricondotta a elemento di collegamento tra i quattro ambiti, ai quali dovrebbe es-sere riconosciuta una facoltà di pianificazione autonoma, soprattutto dal punto di vi-sta economico e funzionale. La mia “visione” prevede la presenza di un organismo su-periore, la Comunità appunto, molto essenziale nel numero e nella composizione degli organi, che funga da sogget-to di raccordo tra ambiti con vocazioni diverse, portandoli a condividere strategie unita-rie per uno sviluppo integrato, ma che principalmente si oc-cupi delle politiche ambientali, energetiche ed assistenziali, veri nodi degli anni a venire! In una fase in cui la politica palesa notevoli limiti, riter-rei pure opportuno affidare ai sindaci un ruolo determinante negli organi decisionali (oggi

sono coinvolti ad un livello principalmente consuntivo): chi, infatti, meglio di un sinda-co conosce e può rappresenta-re un territorio? Contestualmente, la Comunità dovrebbe continuare a farsi ca-rico di servizi come la gestione dei rifiuti, la mobilità, la sanità e, auspicabilmente, recepire “veramente” risorse e deleghe dalla Provincia.Ad un livello immediatamen-te inferiore dovrebbero essere creati o rafforzati degli orga-nismi di vallata ovvero delle “comunità d’ambito”, con-traddistinte da meccanismi di governance e funzionamento efficaci; il BIM del Chiese sta sperimentando da anni con successo una soluzione ana-loga! Anche le tanto discusse gestioni associate dovrebbero essenzialmente circoscriversi alle quattro aree giudicariesi. Il Chiese e la Rendena, per esempio, sono caratterizzati da dinamiche, vocazioni e identi-

tà molto differenti: per questo dovrebbero poter pianificare in maniera relativamente auto-noma, cercando di raccordare massimamente i Comuni che li animano. Tutto ciò prelude ad un’ulteriore, logica chiave di volta: l’unione dei Comuni. Non è pensabile che nel medio periodo le Giudicarie possa-no mantenere l’esistenza di trentanove municipalità; per questo motivo sostengo che ci si dovrebbe tempestivamente attivare per la valutazione si-stematica di sinergie e unifica-zioni. Lo sviluppo locale passa rigorosamente attraverso l’ab-battimento dei campanili e ri-tengo che questo “sentire” sia ormai condiviso dalla maggio-ranza della popolazione. La qualità degli amministratori si misura anche nella capacità di leggere i tempi e assumersi la responsabilità di decisioni importanti. * Sindaco di Condino e Presi-dente del Bim del Chiese

Una Comunità che valorizzi i quattro ambitiAll’epoca in cui si proponeva l’istituzione della

Comunità della Rendena, molti amministratori, tra cui il sottoscritto, innalzarono le barricate

contro la cosiddetta spinta secessionista, ritenendo che una Comunità estesa a tutto il territorio giudicariese avrebbe potuto rappresentare con più forza il nostro ambito rispetto ad una Provincia che, all’epoca, pro-

clamava un “trasferimento delle competenze dal centro alla periferia”. A distanza di qualche anno tutti abbiamo capito che quel disegno è stato parzialmente disatteso: in realtà la Comunità sta acquisendo principalmente competenze dai comuni e oggi si configura come una struttura preposta alla gestione sovra comunale dei ser-vizi municipali.

«Sarebbe anacronistico e controproducente frazionare le Giudicarie. Tuttavia la Comunità andrebbe ricondotta a elemento di collegamento tra i quattro ambiti»

Il Giornale delle Giudicariemensile di informazione e approfondimento

Anno 12 n° 5 - maggio 2013Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie”

via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di TrentoDirettore responsabile:

Paolo Magagnotti

Caporedattore: Roberto Bertolini

Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi, Denise Rocca

Hanno collaborato:Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn,

Enzo Ballardini, Claudia Brunelli, Alberto Carli, Aldo Gottardi, Alessandro Togni, Andrea Tomasini, Alberta Voltolini,

Ettore Zampiccoli, Ettore Zini, Marco Zulberti

Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a [email protected]

Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a:

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Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento

Stampato il 2 gennaio 2013 da Sie Spa - Trento

Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

di Giorgio Butterini*

Page 24: Giornale delle Giudicarie maggio 2013, ii

pag. 24 MAGGIO 2013

La manifestazione promossa dal Gruppo Mani di Strega (fondato da Ivana Zanetti del negozio/sede “Il Filo di Arianna” di Comano Terme, da Giovanna Pastoris, Palmira Apolloni e Margaret Nel-la, in seguito partecipato anche da Annamaria Frisinghelli) ha ospitato oltre un centinaio di ope-ratrici provenienti dal Trentino Alto Adige (dei gruppi di Mez-zolombardo, Lana, Bolzano, Val di Non, Valsugana) ma anche da regioni vicine, unite nell’intento di “fare patchwork”, promuovere la conoscenza di questa metodo-logia singolare e “sottovalutata”, scambiare le personali esperien-ze, verifi care le opportunità di sviluppo e approfondire sensibili-tà estetiche.Motivazioni intense e sincere che si sono manifestate anche in occa-sioni espositive collettive, come quelle del 2008 per la Festa del-la Ciuiga o di Comano Terme nel 2010 e 2012 e mostre personali come è stato per Margaret Nella nel 2011, invitata con le sue opere presso il Centro Studi Judicaria a Tione. A sostenere e facilitare questi mo-menti di condivisione è l’Asso-ciazione nazionale Quiltitalia qui rappresentata da Anna Ruffato delegata per il Trentino Alto Adi-ge ma, importante e da indicare anche la presenza di una artista di rilievo come Rita Frizzera. Tuttavia non sono necessariamen-te le fi gure di spicco a restituire interesse e bellezza a questa mo-dalità artistica; così molte sono

le “esperte” che, senza specifi che conoscenze della storia dell’arte fi gurativa, sono comunque in gra-do di strutturare impianti visivi

di grande facoltà estetica, come talvolta le “principianti” sanno manifestare acute propensioni sia verso stili compositivi di origine

realista che astratta. Ecco nascere vere e proprie opere d’arte dove possiamo trovare ele-menti compositivi geometrici in

forma e fi gura, dove si svelano ef-fetti cromatici di grande fascino, rapporti ed equilibri fra materie e superfi ci, stilizzazioni di paesaggi e illustrazioni di storie, mondi e tempi passati raccontati con gra-zia e trasporto sensibile.Naturalmente per realizzare un patchwork sono necessarie abili-tà manuali, attenzioni e concen-trazioni apprese propriamente durante i corsi di formazione e peraltro questa tecnica sviluppata nei secoli scorsi presso i pionieri americani al fi ne di riciclare par-ti di tessuto, consente comunque, anche trascurando taluni apparati culturali, la produzione di oggetti emozionalmente gratifi canti non solo per chi li realizza, ma an-che per chi li utilizza nella loro funzionalità, ed anche per tutti i fruitori che li osservano conside-randoli esclusivamente nella loro facoltà artistica. Il Quilting Day si è svolto durante l’intera gior-nata iniziando con l’accoglienza e l’iscrizione delle ore 9.30, svi-luppandosi attraverso laboratori testati per ogni singolarità, fra manifatture di alto profi lo e pra-tiche d’iniziazione con kit pronti da cucire, passando dal momento maggiormente entusiastico chia-mato “Show and Tell”, sorta di esposizione semplice delle opere accompagnate da una altrettanto spontanea presentazione verbale, per fi nire alle ore 17.00 con l’arri-vederci ai prossimi incontri. Una manifestazione meritevole di segnalazione. Buon futuro nel-l’arte.

Il patchwork, un’arte meravigliosaArte

Il patchwork, let-teralmente “lavoro con le pezze”, non sembra particolarmente conosciuto anche se la sua dif-fusione in Italia ha avuto inizio già verso la metà degli Anni ’90 e tuttavia, senza apparire troppo nei luoghi e nei canali della comunicazione con-temporanea, manifestandosi solamente in nicchie specifi che, è una pratica che riesce a richiamare un considerevole numero di persone interessate ed attive.

Non è un caso quindi che il 21 aprile scorso, presso la sala plu-riuso della Stazione Autocorriere di Ponte Arche sia stato organizzato e realizzato il III° Quilting Day del Trentino Alto Adige, appuntamento an-nuale al quale partecipano principianti ed esper-te di questa tecnica espressiva spesso ed erro-neamente liquidata dai profani, ma anche dagli operatori artistici, come “materia marginale” non ascrivibile alle tecniche “colte” dell’arte.

www.prendiilvolo.it è l’in-dirizzo del nuovo sito mes-so on line dalla Cassa Ru-rale Giudicarie Valsabbia Paganella i primi di aprile ed interamente dedicato ai giovani.«Prendiilvolo – fanno sapere dalla Rurale - è un sito che per ora si pone l’obiettivo di raccogliere tutte le pos-sibilità che la nostra Cassa crea per aiutare i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro. L’obiettivo di lungo periodo è però quello di far diventare questo sito il luo-go dove i ragazzi possono trovare tutte le opportunità che il nostro territorio offre loro: corsi di formazione, stage, esperienze all’estero, concorsi e bandi, offerte di lavoro e di crescita profes-sionale».Ad oggi i contenuti del sito sono suddivisi in quattro voci principali: Incipit, In-terlabor, Yes e Altri voli. Incipit è l’iniziativa di mu-tualità innovativa promossa da La Cassa Rurale e giunta quest’anno alla quarta edi-zione. Essa prevede il fi nan-ziamento di progetti di stu-dio e di ricerca individuati in collaborazione con enti ed aziende locali, su temi di importanza strategica per lo sviluppo del territorio. Il

bando della terza edizione ha visto il coinvolgimento di 51 partner territoriali che hanno proposto ben 54 temi appartenenti a diversi setto-ri: dall’informatica ai servizi socio-sanitari, dall’econo-mia all’ingegneria, dal turi-smo al marketing. Tra tutti i temi proposti nel bando 33 sono stati sviluppati dai 35 ragazzi ammessi a parteci-pare alla quarta edizione conclusasi lo scorso mese di aprile. La Cassa Rurale ha fi nanziato ogni ricercato-re con 1.000€ che potranno arrivare a 5.000€, a secon-da della qualità del lavoro svolto. Per questa iniziativa il Consiglio di Amministra-zione de La Cassa Rurale ha messo a disposizione un plafond di 70.000€.Interlabor è un progetto par-tito per la prima volta nel 2010 per dare la possibili-tà ai giovani del territorio la possibilità di effettuare periodi di stage all’estero

grazie alla collaborazione con le aziende clienti che hanno siti produttivi o rap-porti commerciali al di fuori dei confi ni nazionali. I pri-mi di aprile di quest’anno si è aperta la seconda edi-zione dell’iniziativa che prevede 11 diversi stage in 9 differenti paesi stranieri: Germania, Spagna, Slovac-chia, Serbia, Romania, Rus-sia, Ucraina, Emirati Arabi e Cina. Edizione che può contare sulla partnership di

aziende del calibro di Fon-dital, Gruppo Feralpi, Para-digma, BM Group, Carvi, CPS Component (azienda OMP), F.E.R.A. SRL, STG Steel, Sirium Steel e Schla-fer der Heimwerkerprofi .Yes, acronimo di You, the Experience and the Skills, è l’iniziativa attraverso cui La Cassa Rurale offre agli stu-denti del quarto o del quin-to anno di scuola superiore la possibilità di partecipare ad un campus intensivo di

formazione, motivazione ed orientamento nella scelta post diploma. Guidati da un team di esperti di formazio-ne e orientamento i ragazzi partecipano ad un campus di 2 giornate di formazione esperienziale in cui vengo-no utilizzate metodologie formative innovative basate sull’esperienza vissuta in prima persona: simulazio-ni, lavori di gruppo, test di valutazione, testimonianze di esponenti di successo, esercitazioni outdoor. Le iscrizioni alla terza edizioni verranno aperte nei prossi-mi mesi.Nel menù “altri voli” tro-vano invece cittadinanza iniziative come AxCassa, l’evento itinerante per av-vicinare i giovani all’offer-ta della Rurale attraverso l’organizzazione di un hap-py hour in fi liale, Prestito sull’onore, il prestito senza spese e a tasso zero destina-to a sostenere gli studi dei

fi gli dei soci e gli incentivi per lo studio delle lingue straniere. Iniziativa que-st’ultima che, secondo indi-screzioni provenienti dalla Rurale, quest’anno potrebbe portare importanti novità trasformandosi nella quar-ta iniziativa di mutualità innovativa. Aggiornamenti e novità su tutte queste ini-ziative si possono trovare su www.prendiilvolo.it. A proposito – chiediamo – come mai questo nome? «Il nome scelto per questo sito – ci dicono – è doppiamente evocativo: da un lato richia-ma le varie iniziative che La Cassa Rurale mette in cam-po per stimolare i giovani a viaggiare e a fare esperienza all’estero (in primis Interla-bor e Incentivi per lo studio delle lingue), dall’altro lato si riallaccia alle iniziative che vogliono aiutare i gio-vani a spiccare il volo verso il mondo del lavoro (Incipit e Yes)».

“Prendi il volo” con La Cassa RuraleNuovo sito della Rurale Valsabbia Paganella interamente dedicato ai giovani

Il 21 aprile in scena a Ponte Arche il III° Quilting Day del Trentino Alto Adige

di Alessandro Togni

Page 25: Giornale delle Giudicarie maggio 2013, ii

MAGGIO 2013 - pag. 25 Società

Con deliberazione n° 22 del 7 mar-zo 2013 il Bim del Sarca ha infatti deciso di riproporre e conseguen-temente di rifi nanziare l’iniziativa “Mutui prima casa” per il quin-quennio che va dal 1 gennaio 2013 al 31 dicembre 2017, proponendo un contributo dell’1% sul mutuo ed abbattendo così di circa un terzo il tasso di interesse, appunto per cin-que anni. Hanno aderito all’inizia-tiva del Bim del Sarca tutte le Casse Rurali del Trentino tramite la Cas-sa Centrale, oltre alla Banca popo-lare dell’Alto Adige (Volksbank); il tasso concordato con il Bim che questi istituti mettono a disposi-zione ai clienti che vogliono usu-fruire di questa iniziativa è del 3% più l’Euribor a 3 mesi (attualmente attorno allo 0,20%) per i mutui di tipo ipotecario, mentre è del 4% più l’Euribor a 3 mesi per i mutui di tipo chirografario. Il contributo del Bim copre una cifra massima di 100.000 euro per l’acquisto, ri-strutturazione e costruzione della prima casa, ma si estende pure alle cosiddette “pertinenze” della casa (giardino, garage esterno, ecc.) per una cifra fi no ai 25.000 euro. “Si tratta – ha detto il presidente del Bim del Sarca Gianfranco Pe-derzolli – di un’iniziativa signifi -cativa per i cittadini per dare loro uno strumento che “alleggerisca” le rate del mutuo e anche per il set-tore edile, che sta attraversando un momento delicato e ha bisogno di un’iniezione di fi ducia, oltre che per dare ai cittadini l’opportunità di riqualifi care il patrimonio edili-zio locale. Con l’iniziativa “Mutuo prima casa” intendiamo sostene-re interventi per circa 9.000.000 di euro nei prossimi 3 anni per 3.000.000 di euro l’anno. Accanto a questa iniziativa il Bim ripropone anche i contributi per il rifacimento dell’intonaco, tinteg-giatura, ritocco decorazioni pit-toriche, pulizia e ripristino degli edifi ci privati nei centri storici, rivolti appunto all’abbellimento delle facciate esterne, attraverso un contributo a fondo perduto del 30% su una spesa massima di euro 26.600. Ottimi i riscontri di questa iniziativa negli ultimi 3 anni: nel 2010 sono stati 72 gli interventi fi nanziati per un contributo totale di 248.329 euro su una spesa am-messa di 829.331 euro; nel 2011 ci sono stati 100 interventi per un to-tale di 1.747.779 di spesa ammessa e un contributo di 414.000 euro; nel 2012, infi ne, sono stati fi nanziati 82 interventi con 459.000 euro di contributo per una spesa ammessa totale di 1.530.000 euro.

Il Bim del Sarca vara nuovi contributi sulla prima casa

La prima casa al centro dell’azione del Bim del Sar-ca. Il Consorzio dei comuni imbriferi, guidato da Gianfranco Pederzolli, ha recentemente deliberato la proroga per i prossimi tre anni del significativo

programma di agevolazione dei mutui per l’acqui-sto e la ristrutturazione dell’abitazione, messe a di-sposizione per i cittadini dei comuni che afferisco-no al proprio bacino.

L’iniziativa “Mutui prima casa” permette di abbattere i tassi di interesse sulle somme prese a prestito fi no a 100.000 euro

Arte della Natività 2012 - In primo piano l’istallazione di Marco Nones

Page 26: Giornale delle Giudicarie maggio 2013, ii

pag. 26 MAGGIO 2013

Da un giudicariese – Rober-to Bolza – che, durante l’as-semblea, ha ritirato la propria candidatura dopo la seconda votazione, ad un altro giudi-cariese – Adriano Alimonta, appunto – responsabile del-l’Adamello-Brenta, la sezione di zona che unisce tutte e sette le stazioni di soccorso alpino delle Giudicarie e Molveno. “Mi hanno votato – spiega Alimonta – perché c’è voglia di cambiamento, di aggiorna-re il soccorso alpino all’attua-lità”. Quali sono le peculiarità del Soccorso alpino oggi e qual è il ruolo del volontariato?“È un servizio pubblico – spie-ga Alimonta – organizzato su base volontaria e con tanti vo-lontari pronti ad esserci. Que-sta doppia componente, servi-zio pubblico, ma garantito da volontari, può talvolta genera-re delle ambiguità. Per questo motivo credo vada iniziato un percorso con la comunità tutta del Trentino e con i suoi rap-presentanti, dell’amministra-zione e della politica, affi nché questo servizio sia riformato. Mi spiego meglio: occorre iniziare un cammino per ri-spondere in modo maggior-mente adeguato alle necessità della gente e di chi frequenta la montagna oggi, introducen-do nuovi servizi, ma riveden-do anche l’articolazione terri-toriale delle stazioni. Se fi no a ieri la struttura così organiz-zata ha funzionato, deve però essere garantito che il servizio sia fornito in modo omoge-

neo su tutto il territorio. Non ci devono essere trenta e più modi, quante sono le stazioni, di impostare l’organizzazio-ne. Le linee guida e le moda-lità operative sono uguali per tutti. L’attività del Soccorso è volontariato, qualifi cato, ma volontariato, che non c’entra nulla con il professionismo”. La sezione Adamello-Bren-ta è quindi un modello del-le novità organizzative che vorrebbe proporre? “Sicuramente – prosegue in neopresidente – le Giudicarie sono state un precursore di questa linea. A conclusione di un percorso che è durato dieci anni, le stazioni sono ri-maste numericamente quelle di prima, ma operano in tota-le sinergia operativa e anche economico-amministrativa, abbiamo cioè un solo bilan-cio. Questa esperienza va presa d’esempio, superando le divisioni e le diffi coltà dei campanili. A guidarci nelle scelte deve essere il servizio che diamo alla gente; l’obiet-tivo è l’operatività. Un picco-lo esempio: avendo un unico coordinamento, possiamo spostare i mezzi a seconda della stagione e dei posti dove

maggiori potrebbero essere le richieste d’aiuto. Direi che, partendo da un’attualità diffi -cile per tutti, occorre mettersi prima nei panni di chi potreb-be avere bisogno di noi, poi introdurre nuovi servizi, come potrebbero essere presidi, per esempio, fi ssi con soccorritori stagionali (tre anni fa all’eli-soccorritore è stato affi an-cato anche il soccorritore di montagna) per rispondere ai

tempi e ai modi che la gente richiede”. Qualche altro dettaglio sul suo programma di rinnova-menti?“In questo primo mese e mezzo di lavoro sono sta-ti fatti passi importanti nel coinvolgimento della parte amministrativa e politica, ma ci vorrà tempo perché ci sono tante sfaccettature da tenere presenti ed occorre la

disponibilità di tutti. Insieme possiamo dare vita a un mo-dello operativo e ammini-strativo più attuale. Occorre anche far ordine in un’area grigia che esiste tra il Soc-corso alpino ed altri corpi come i Vigili Volontari del Fuoco, stabilendo la titolari-tà delle operazioni di soccor-so in base alle competenze di ciascuno. Fondamentale sarà riuscire a valorizzare la specifi cità del soccorritore in montagna che è quella di essere in grado di effettuare operazioni di salvataggio, indipendentemente dalla quota, in ambiti, quali le for-re e le cascate di ghiaccio, dove altri, per preparazione, diffi cilmente lavorerebbero allo stesso modo. Ad oggi il Soccorso alpino del Tren-tino viene consegnato in un modo che funziona, ma che va aggiornato, rivisitando il servizio dato e l’organizza-zione territoriale, inseren-do alcuni correttivi anche nell’organizzazione interna e nelle logiche operative esterne. Si tratta di aggior-nare perché l’attualità va avanti, ma le carte e la buro-crazia rimangono indietro”.

Gli incidenti in montagna sembrano avvenire sempre con più frequenza. È solo un’impressione che aumen-tino? Gli escursionisti sono suffi cientemente preparati? “Prima di tutto c’è da dire che una volta la gente che doveva affrontare qualche problema non grave in montagna lo ri-solveva da sola, mentre ora conosce bene l’esistenza del Soccorso alpino e lo chiama in aiuto. Inoltre, il numero di per-sone che fa attività sportiva è cresciuto e si sono diffusi sport nuovi come la mountain bike, il base jumping, il parapendio, lo sci fuoripista e lo stesso sci alpinismo che una volta era praticato solo nei mesi di mar-zo e aprile, oggi in tutto l’arco dell’inverno. Aggiungo anche che in montagna non esiste più stagionalità, è usufruita 365 giorni all’anno. È quindi salito il numero assoluto di persone che la frequentano e, di conse-guenza, il numero degli inci-denti. Anche l’accettazione del pericolo è cambiata. I materiali innovativi di cui gli sportivi dispongono sono di alto livel-lo, aumentano decisamente la velocità negli spostamenti e fanno sentire le persone più sicure perché meglio attrezza-te. Un aspetto negativo, però, è che in questo modo c’è meno tempo per assimilare la cultu-ra e i pericoli oggettivi della montagna, senza contare che per affrontarla con una certa sicurezza non ci vogliono solo i materiali, ma anche la prepa-razione fi sica”.

Attualità

Il Soccorso alpino si riaffida ad Alimonta

Il Soccorso alpino trentino in cifre3: gli interventi al giorno in media1.000: gli interventi in un anno799: i soci (624 operatori tecnici, 20 tecnici d’elisoccorso, 12 istruttori nazionali di cui 7 istruttori nazionali tecnici, 4 per unità cinofi le,1 operatore speleologico)22: gli istruttori provinciali,80: i tecnici di soccorso15: gli operatori tecnici speleologi85: le guide alpine20: i sanitari tra medici e infermieri professionali16: i componenti del Gruppo tecnico delle unità cinofi le 43: i tecnici abilitati ad operare in forra35: la media degli allievi ogni anno 58: i ragazzi e le ragazze che costituiscono il “Gruppo giovani”30: i collaboratori33: le stazioni presenti sul territorio provinciale1: la stazione di speleologia7: le zone operative

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La guida alpina di Madonna di Campiglio è il nuovo presidente del Soccorso alpino e speleologico del Trentino

Era già stato pre-sidente una prima volta tra il 2001 e il 2004 caratteriz-zando il proprio mandato con l’introduzione di diverse innovazioni, nel periodo in cui si defi nì il passaggio de-fi nitivo del Soccorso alpino e speleologico del Trentino dal controllo della Sat a realtà autonoma con propria personalità giuridica e stretto legame con la Protezio-ne civile provinciale. Parliamo di Adriano Alimonta,

guida alpina di Madonna di Campiglio, persona determinate e, come lui stesso si defi nisce, “un po’ sopra le righe” perché dice sempre quello che pensa, senza tanti giri di parole. Lo scorso mese di marzo è stato votato dai responsabili di zona, dai capistazione e dai vice delle singole sezioni riuniti in assemblea per eleggere il nuovo presidente che rimarrà in carica per i prossimi tre anni.

di Alberta Voltolini

Adriano Alimonta e il Presidente Pacher

Page 27: Giornale delle Giudicarie maggio 2013, ii

MAGGIO 2013 - pag. 27 Società

Darzo, le miniere di barite tornano protagoniste

Nel mese di maggio l’associazione “La Miniera” propone un calendario ricco di iniziative per fare rivivere quella che fu un’epopea socio-economica

e la qualità Trentina di

presentano la qualità Trentina di

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pag. 28 MAGGIO 2013 Sport

Lisa Caserotti, della Val di Sole, ha invece indossato al collo la medaglia d’argento nell’half pipe femminile, un risultato importante perché ottenuto nel-la combattuta categoria senior. Infine, il giovanissimo Matteo Riboni è salito sul gradino più alto del podio tra i cuccioli che hanno gareggiato nella specia-lità boardercross. I giovani di Alessandro Rondina (istruttore nazionale snowboard, allenatore e referente Fisi per la circoscri-zione e giudice di gara) hanno messo a frutto gli insegnamenti del loro maestro che, con com-petenza e passione, ma anche capacità di aggregare educando, si è dedicato alla preparazio-

ne della squadra. Un risultato, dunque, che premia l’impegno dello Snowboard Team Madon-na di Campiglio, l’associazione sportiva nata nel 2008 in colla-borazione con l’allora consiglio

dello Sporting Club Madonna di Campiglio ponendosi come obiettivo quello di promuove-re e gestire i programmi legati allo snowboard e allo sci alpino categoria master. “Lo sviluppo

dell’attività – spiega Andrea Tosi – prevede, per gli atleti del team, assidui allenamenti duran-te la stagione invernale e anche la possibilità di uscite estive, per lo staff l’impegno nel garantire l’accompagnamento alle gare del circuito triveneto cup delle diverse specialità – slalom gi-gante e speciale, boardercross, big air, sloope style – e alle gare regionali ed extra regionali del circuito Fisi e Fsi e del Rookie tour”. Una bella soddisfazione, dunque, per gli atleti e per gli organizzatori dello Snowboard Team Madonna di Campiglio, ma anche per tutto il movimen-to campigliano e trentino dello snowboard. (A.V.)

Campiglio sul podio degli Italiani di snowboard

Importanti risultati per lo Snowboard Team Madon-na di Campiglio (Scmdc) che ha chiuso la stagione agonistica partecipando ai Campionati italiani a

Chiesa Valmalenco, vincendo 4 medaglie e contribuen-do all’ottimo risultato ottenuto dal team provinciale (16 medaglie complessive più 2 ottenute nella nuova discipli-

na del freestyle ski) di questo sport tanto amato dai più giovani. A portare in alto i colori di Scmdc, allenato da Alessandro Rondina, sono stati Marco Donzelli, 24enne mantovano, che ha vinto il titolo italiano senior di slope-style e l’argento nell’half pipe, finendo fuori, ai quarti, nel boardercross.

La diffusione dello scialpini-smo in Val Rendena è stata sostenuta da persone appas-sionate che hanno gettato il seme anche per la nascita del-la scuola delle sezioni SAT. Dopo la celebre traversata delle Alpi di Walter Bonatti e del “nostro” Bruno Detassis che nel 1956 ha dato il via al-l’interesse diffuso per la pra-tica di questa magnifica disci-plina, in Rendena, nei primi anni ’70, sono state percorse e descritte le principali escur-sioni sci alpinistiche raccolte poi in due celebri guide pub-blicate a cura di Marcello An-dreolli e Jacques Casiraghi. Proprio loro, in quegli anni, fondarono, in seno alla sezio-ne SAT di Trento, la Scuola Dolomiti di Brenta che per qualche tempo ha proposto corsi con la partecipazione di istruttori come Ugo Lorenzi e allievi come Enzo Giova-nazzi che diventeranno poi le colonne portanti, rispettiva-mente direttore e presidente, della storia della Scuola “Val Rendena”.Dopo un’intensa attività che vede la Scuola Dolomiti di Brenta collaborare anche nel-l’organizzazione del Rally del Brenta, competizione di grande valenza internaziona-le che si alterna al CAI-CAF sulle Alpi Francesi, la Scuola passa il testimone agli amici rendeneri che, con il “Gruppo scialpinismo Val Rendena”, appoggiandosi alla professio-nalità di guide alpine come Flavio Lorenzi, propone cor-si di scialpinismo stanziali di una settimana sui rifugi della nostra zona (Graffer, Seganti-ni, Pradalago e Agostini). Le collaborazioni che si sus-seguono sono degne di nota. Ugo Lorenzi, che proviene

dalla scuola lecchese, trasci-na con entusiasmo, in Ren-dena, amici che porteranno contributi importanti come Giovanni Stroppeni, Giaco-mo e Antonio Scanziani, Ro-berto Bazzi, Giorgio Strazza e nomi di spicco come la parte-cipazione di Riccardo Cassin. L’attività continua negli anni supportando ancora l’orga-nizzazione tecnica del Rally del Brenta e del neonato Ra-duno sci alpinistico del Carè Alto. Solo nel 1987, ad opera dei fondatori Ugo Lorenzi, Enzo Giovanazzi, Paolo Lo-renzi, Marco Bosetti, Lucio Maganzini, Renato Bosetti, Dario Antolini, Claudio Ca-pelli, Fulgido Ferrari e Re-nato Cason, nasce la Scuola di scialpinismo Val Rendena patrocinata dalle sezioni SAT di Tione, Carè Alto, Pinzolo e, dal 2011, anche dalla se-zione Val Genova. Da allora la scuola persegue i suoi obiettivi istituzionali lavorando per diffondere la pratica dello scialpinismo e la

cultura della sicurezza in tutte le situazioni e i contesti tipici dell’ambiente sci alpinistico. Ogni anno propone corsi di scialpinismo base (SA1) de-dicati ai principianti per ap-prendere la pratica dello sci alpinismo e la ricerca della sicurezza in ogni condizione, affinché l’allievo possa di-ventare autonomo su terreno facile e all’interno di gruppi organizzati. Vengono anche organizzati corsi avanzati

(SA2) dedicati a persone più esperte con la prerogativa di essere un approfondimento per organizzare e condurre autonomamente gite su terre-no facile e partecipare a gite su ghiacciaio che presentano tratti alpinistici di bassa diffi-coltà. L’attività della scuola ha visto fino ad oggi il coin-volgimento di più di 400 al-lievi provenienti dalla Val Rendena, dalle Giudicarie, dalla Val del Chiese fino an-

che alle aree bresciane e mi-lanesi. I corsi, che una volta erano nati come “stanziali”, cioè della durata di 6 gior-ni continuativi in un rifugio, sono ora della durata media di 8 escursioni domenicali e 3 serate. Vengono trattati, in maniera teorica e pratica du-rante le gite, argomenti come tecnica di salita e di discesa, topografia ed orientamento, utilizzo degli strumenti di au-tosoccorso A.R.T.VA., pala e sonda, scelta del tracciato di salita e di discesa, valutazio-ne dei rischi ed osservazione del manto nevoso, prepara-zione di una gita e compor-tamenti di gruppo, lettura del bollettino neve, nivologia (neve e valanghe) oltre che principi di alimentazione e preparazione fisica. Nei cor-si avanzati (SA2) vengono inoltre proposte lezioni in falesia sulle principali ma-novre in ambiente di ghiac-ciaio e roccia come la calata in corda doppia, la risalita di una corda fissa e le legature

da ghiacciaio, propedeutiche alle uscite su ghiacciaio che prevedono anche brevi tratti di misto o roccia.Un ringraziamento particola-re va a chi sostiene l’attività della Scuola: Cassa Rurale di Spiazzo-Javrè, Coltelleria Mondin ( Enzo Giovanazzi), 360 Sport ( Massimo Cado-rin), Grafic Sistem SISTEM (Mauro Dalprà) e “La Con-tea” (Daniele Bertolini).La storia è molto ricca e la vita della scuola trova radici anche anni prima della sua formazione “istituzionale” in seno alle sezioni SAT.Nell’auspicio di continuare a lavorare con la stessa pas-sione ed entusiasmo per la diffusione dello scialpinismo, la Scuola, sempre aperta a nuovi collaboratori, ringrazia sentitamente tutti coloro che a qualsiasi titolo hanno con-tribuito all’attività, mettendo a disposizione la propria pas-sione, entusiasmo, professio-nalità e tempo libero che, nel grande valore del volontaria-to del sodalizio CAI-SAT, ha arricchito questa bella storia.Grazie e buon scialpinismo a tutti!Matteo Viviani* Istruttore nazionale sci alpinismo (Insa), direttore della Scuola scialpinismo Val Rendena

Buon compleanno, Scuola di scialpinismo Val Rendena

Obiettivi della scuola: diffusione della pratica dello scialpinismo, cultura della sicurezza, supporto ai grandi eventi sportivi

La Scuola di scialpinismo CAI-SAT Val Rendena festeg-gia i suoi 25 anni di attività istituzionale. Un bel traguar-do quello che quasi 40 istruttori di scialpinismo del CAI hanno celebrato domenica 14 aprile.

L’obiettivo della festa è stato quello di riunire tutti gli istruttori che a vario titolo, in questi anni, hanno colla-borato con la scuola per rivivere i momenti che ne hanno fatto la storia.

Marco Donzelli, Lisa Caserotti e Matteo Riboni, allenati da Alessandro Rondina, i medagliati

Con questa manifestazione ormai giunta alla sua set-tima edizione l’ U.S. Alta Giudicarie vuole ricordare il Dirigente Flaviano Ciuffi nella maniera che più a lui piaceva quella del gioco del calcio. Nell’ambito del progetto di gemellaggio fra i comuni di Roncone, Chatte e Offenberg l’US Alta Giudicarie ha deciso di organizzare quest’anno il torneo invitando le società sportive US Chattoise di Chatte(F), SV Neuhasen di Offenberg(D) e USOD Giovanile Urago Mella (BS). Quest’ultima legata a Roncone, poiché già da diver-si anni i loro giovani atleti trascorrono qui il ritiro sportivo estivo. Per la partita dell’AMICIZIA, parte-ciperanno anche i ragazzi della Comunità Handicap di Tione. Perché il calcio non è solo sport ma scuola di vita. Un ringraziamento a tutti i volontari oltre ai comuni di Roncone, Lardaro, Breguzzo e Bondo, alla Cassa Rurale Adamello Brenta ed alla Famiglia Coo-perativa Bondo Roncone.PROGRAMMA:SABATO 18/05/2013La giornata di sabato sarà dedicata al vero e proprio gemel-laggio fra i nostri ragazzi, quelli francesi e tedeschi nel parco avventura della Val di Breguzzo. In serata cena ufficiale in zona lago di Roncone, allietata dal gruppo musicale “Avanti en dre”. DOMENICA 19/05/2013:ore 08.30 ritrovo presso il campo sportivo di Ronconeore 09.30 Us Chattoise – Sv Neuhausenore 11.00 Us Alta Giudicarie – Usod g. Urago Mellaore 12.30 pranzoore 14.00 parta dell’ amicizia 7>7ore 15.00 finale 3° - 4° postoore 16.30 finale 1° - 2° postoore 18.30 premiazioni

A Roncone il Memorial “Flaviano Ciuffi”

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MAGGIO 2013 - pag. 29

La Società Atletica Valchie-se festeggia il proprio qua-rantesimo compleanno ma è sempre più giovane, tanto da organizzare il Campionato Italiano Giovanile di Corsa in montagna, specialità sportiva della fatica e del sacrifi cio che ben si coniuga alle valla-te alpine e ai giovani che le abitano. Costante Beltrami, fondatore della società, va fi ero di questo traguardo del quarantennio e si augura che dopo le altre gare nazionali di corsa campestre organiz-zate negli anni scorsi, anche questa esperienza risulti vin-cente. Roncone e i suoi boschi con il lago a fare da specchio sa-ranno l’anfi teatro naturale che ospiterà la manifestazio-ne tricolore che il 12 maggio assegnerà i titoli nazionali under 16 e under 18 maschile e femminile nonché la vitto-ria nelle altre gare promozio-nali ragazzi ed esordienti. La Valchiese però questa manifestazione la vuole re-

galare e dedicare soprattut-to al compianto animatore e tecnico Marco Borsari che ci ha lasciati nel pieno della sua maturità, dopo aver desi-derato tanto portare nella sua valle questa gara. Potrà as-saporarla e goderla da lassù incitando tutti ad esprimersi con lealtà e rispetto, impe-gno e ricerca del proprio li-mite, come insegnava ai i suoi atleti. Fare memoria e portare ad esempio una per-sona signifi cativa per i gio-vani è doveroso; Marco sa-peva motivare anche i meno dotati, dedicava anche a loro le attenzioni educative e sportive che meritavano e si sentiva ripagato. Sapeva an-che il fatto suo come tecnico allenatore della corsa prolun-gata, non a caso ha portato alla maglia azzurra i fratelli Crippa, nell’ordine Kele-mu, poi Neka e Yeman, e pri-ma ancora Federico Vaglia. Anche gli eclatanti risultati del Campione Italiano Ju-niores 2012 della specialità

e più volte maglia azzurra ad europei e mondiali Cesare Maestri sono farina del suo sacco. Nell’ambiente della corsa in montagna nazionale Marco era stimato per la sua pacatezza, autorevolezza e preparazione, saranno molti i tecnici, dirigenti e atleti che il 12 maggio converranno a Roncone per essere vicini alla sua famiglia e alla Val-chiese, per ricordarlo sem-plicemente per il bel ricordo e insegnamento che ha la-sciato a tutti. La gara gode del supporto del Comune di Roncone, della Cassa Rurale Adamello-Brenta, delle al-tre Istituzioni Regione, Pro-vincia, Comunità di Valle, BIM del Chiese e Consorzio Turistico assieme a nume-rosi sponsor privati che per-metteranno di affrontare nel migliore dei modi l’aspetto organizzativo al quale par-tecipa come di consueto a garanzia di successo, la fi tta rete del volontariato locale. Dal punto di vista tecnico il

percorso, dalla lunghezza di poco più di 1000 metri si snoderà nei boschi adiacen-ti il lago di Roncone e a se-conda della categoria i con-correnti dovranno ripeterlo da una a quattro volte. Tra i protagonisti ci sarà anche Yeman Crippa; il giovane di Montagne punterà al titolo nazionale allievi per dedicar-lo, ne siamo certi, al suo pri-mo allenatore. La concorren-za comunque non mancherà e la prova sui 4740 metri sarà tra le più avvincenti. La Valchiese, il Gruppo Sporti-vo Bondo e l’Atletica Tione saranno presenti con i loro giovani per affermare che lo sport sa coniugare il diver-timento con l’impegno, la soddisfazione con la fatica,la partecipazione con il merito. Il confronto sportivo con gli altri 500 atleti che gli orga-nizzatori aspettano da tutte le valli d’Italia sarà, per i nostri valligiani, un forte stimo-lo per migliorare e per fare sempre meglio. (e.c.)

Così dopo dieci anni di duro lavoro ma anche di grandi soddisfazioni i quattro amici hanno deci-so di chiudere un ciclo per tuffarsi nell’avventura di organizzare una 24 ore di MTB per coloro che prefe-riscono fare fatica da soli, che si divertono a provare i propri limiti, che cerca-no di stare in sella della propria amata bike per percorrere nel corso delle 24 ore il maggior numero di chilometri possibili.Oltre alle classiche cate-gorie, 4 maschili e 2 fem-minili suddivise in base

all’età, ci sarà la possibi-lità di correre il Solo Mtb Endurance come Couple (coppia di solitari) ed Equipe (quartetto di soli-tari): in tutti i casi la clas-sifica finale verrà redatta in base alla somma dei giri effettuati da ciascun singolo componente del team. Nell’ambito della 24Cup la manifestazione sarà valida come prova unica di Campionato Tri-colore Endurance Solo.Decisa la location. L’area ristoro e doccia sarà rica-vata tra il Lago Mago e il centro sportivo di Cader-

zone Terme. Per le docce e i bagni si sfrutteranno gli spogliatoi del cam-po da calcio. Tracciato il percorso, completamente nuovo ricavato tra i prati della piana di Caderzo-ne Terme e i sentieri che salgono verso il bosco a ridosso della strada per Diaga e Malga Campo.Per accontentare anche chi non se la sente di pedalare

per 24 ore gli organizzatori stanno valutando l’oppor-tunità di offrire agli atleti la possibilità di gareggia-re in una 6 ore o in una 12 ore. L’appuntamento per tutti gli amanti dello sport e delle ruote grasse è per sabato 22 e domenica 23 giugno 2013. Informazioni, aggiorna-menti e iscrizioni su www.24hvalrendena.it

La 24 ore val Rendena dopo dieci edizioni lascia la sua formula classica che aveva portato in Val Rendena migliaia di appas-

sionati delle ruote grasse per trasformarsi nella SOLO MTB ENDURANCE, una 24 ore dedicata ai solitari. Una nuova scommessa per Sandro Du-coli, Sergio Mattiello e i fratelli Fabrizio e Marco Polla, che dopo aver vinto quella di essere riusci-ti a fare una grande manifestazione dedicata alla mountain bike e di essere stati un punto di rife-rimento dell’endurance nazionale per dieci anni, hanno deciso di rimetteresi in gioco per provare una nuova formula.

24h Solo MTB Val RendenaPartite le iscrizioni per la I edizione della 24 ore mountain bike dedicata ai solitari sul nuovo

percorso di Caderzone Terme. Possibilità di partecipare anche nella formula couple ed equipe

A Roncone il tricolore di corsa in montagna

Il 12 maggio la gara assegnerà i titolo nazionali under 16 e under 18 maschile e femminile. L’Atletica Valchiese festeggia i 40 anni

A Condino il 18 aprile il Giro del Trentino saluta la vittoria italiana fi rmata da Ivan Santaromita, 28enne varesino. L’atle-ta della BMC ha battuto allo sprint Paolo Tiralongo e Michele Scarponi, entrati in una fuga di 11 uomini partiti nel primo terzo di gara sulla salita di Fai della Paganella. Tanta l’at-tenzione mediatica per l’evento, vetrina da esportazione in tutta Europa per il Trentino turistico e in questo caso per la Valle del Chiese. Mentre gli accrediti stampa sono avviati a raggiungere le 200 unità, con rappresentanti delle principali testate da tutto il mondo, la programmazione tv della quattro giorni di gare ha visto cinque ore e mezza di diretta e differita su Raisport2 ed Eurosport, più le repliche. Una visibilità su scala internazionale con Raisport diffonderà l’evento in Italia ed anche oltre i confi ni, essendo i canali della piattaforma di-gitale terrestre visibili in tutta Europa. Eurosport International ha trasmesso il Giro del Trentino in 59 paesi con il commento in 20 lingue diverse, coprendo tutta l’Europa e il Nord-Afri-ca. Si calcola che mediamente ogni giorno 131.8 milioni di televisori siano sintonizzati su Eurosport. Eurosport Asia-Pa-cifi c copre invece 17 paesi (Corea, Hong Kong, Sri Lanka, Myanmar, Tailandia, Taiwan, Malesia, Singapore, Indonesia, Brunei, Filippine, Tonga, Papua, Australia, Vietnam e Cam-bogia) entrando in 9 milioni di case (r.b.).

Giro del Trentino, Santaromita sul traguardo di Condino

I ragazzi dell’atletica Valchiese

L’arrivo in via Roma a Condino

Sport

Page 30: Giornale delle Giudicarie maggio 2013, ii

pag. 30 MAGGIO 2013 La Posta

LA POSTA

Gentile Adelino,ho letto con grande voracità la tua opera seconda “Il sin-daco di Costanidia”, nella curiosa veste di romanziere che, ammetto, ben ti si addi-ce. Che segnala anche una tua maturazione come scrittore, con passaggi narrativi davve-ro notevoli e di buona tecnica scrittorica. Le tresche e le ribalderie, pro-prie del periodo rievocato, altresì tuttavia non meno fre-quenti oggigiorno, mi portano a rimuginare su quello che è stato il tuo vissuto – devi sape-re che per età, ti sono molto vi-cina - e pure la descrizione del protagonista, tal Feronio, “un uomo libero fin da ragazzo di pensarla alla sua maniera, che mal sopportava i soprusi e le alterigie dei potenti, forte e vo-litivo per natura,…poco addo-mesticabile”, tanto si avvicina al tuo personaggio. Rilevo, nella narrazione, una grande aderenza alla real-tà; una realtà ben definita ed estremamente vera dove si ri-trovano tracce di esperienze concretamente vissute. Senza dubbio alcuno: un percorso che è anche specchio auto-biografico! Ed il quesito che, persistente si infila nella mia

mente, ora devo sottoporti. Il lavoro di scrittura intrapreso ha forse lo scopo di “liberare” l’autore, in una sorta di espia-zione, dai peccati di gioventù? Una specie di divertito lavacro pubblico, scaltro e irriverente, per rivivere (e sorridere) su avventure e scappatelle, che in fondo rendevano così genuini quei personaggi e così auten-tico quel tempo?Inutile sottolineare che, sulla base di questo assioma, tanti dovrebbero intraprendere un simile cammino, divenendo potenziali (grandi) narratori!Grazie per la risposta che vor-rai riservarmi. Con affetto - Paola

Cara signora, non mi faccia arrossire...la ringrazio comunque per le sue belle parole. Mi sembra che lei la faccia un po’ troppo complicata, a me è sempre piaciuto scrivere, ma non ho mai potuto farlo perché ero sempre “incasinato” con le mie vicende e non ne avevo il tempo. Adesso di tempo ne ho anche troppo e così ho po-tuto dedicarmi alle mie pas-sioni trascurate, pur avendo perso, in gran parte, quel-

l’elasticità mentale che era uno dei miei punti di forza. Così, con i miei libri, riper-corro con nostalgia i tempi della mia fanciullezza, con il nostalgico ricordo dei no-stri paesi di una volta, pieni di eroi scalcinati che la face-vano da protagonisti, sciori-nando ogni giorno espedienti e gesta truffaldine che ci af-fascinavano, erano motivo di discussione e di partecipazio-ne, le loro gesta erano da noi seguite con eccitazione, con curiosità e rispetto, attori,

com’erano, di una vita inde-cente, ma piena di iniziative che permettevano di soprav-vivere con dignità ed orgo-glio. Erano i cartoni animati di allora, che riempivano le nostre giornate, provocando dibattiti, partigianerie, ti-more ed ansia perchè da loro c’era da aspettarsi di tutto, c’era sempre qualcosa di nuovo e sulle loro peripezie riuscivamo a costruire epo-pee da raccontare agli amici sottolineandone il coraggio e la genialità dei loro loschi

comportamenti. Con loro ci piaceva essere in combutta, desiderosi di una complicità pericolosa, per affrancarsi dalla protezione delle perso-ne “grandi”, che ci tenevano a distanza. Forse è un po’ questo quel minimo di auto-biografico che posso ammet-tere, per il resto, e per il sin-daco Feronio in particolare, c’è sì un collegamento con il ruolo che anch’io ho rico-perto, però in epoche diver-se e con diverse modalità di approccio, e nient’altro. Non

credo d’avere molto da “li-berare”, né da espiare, i miei peccati ormai sono caduti in prescrizione, a meno che non c’entri la psiche, il sub-conscio, l’inconsapevole in-trospezione dei miei lati più reconditi, o roba del genere...mah! A questo punto non vorrei che avesse ragione, ma non ho voglia di appro-fondire, cerchi di capirmi. Ricambio l’affetto e la saluto cordialmente.

Adelino Amistadi

«Che sia un libroautobiografico?»

Il quesito di una lettrice sul “sindaco di Costanidia”. “Traduce l’atmosfera di tempi andati”

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Incontro tra protagonisti dell’agroalimentare italia-no al Vinitaly di Verona, la grande kermesse del vino dal 7 al 10 aprile. Nello stand della tenuta Chiccheri, azienda vitivinicola di Tregnago, si sono stretti la mano Giovanni Rana, il veronese re del tortellino, e Vigilio Giovanelli, il patron della polenta di Storo. Rana e Giovanelli, seduti uno a fianco dell’altro, si sono in-trattenuti in un dialogo sulle rispettive bontà. Giovan-ni Rana, uomo che adora sedersi a tavola con gli amici e curiosissimo di piatti tipici, ha accettato l’invito di Vigilio Giovanelli di andare a Storo per conoscere sul posto la famosa polenta. Il “gemellaggio” tra il tor-tellino e la farina di maranello rosso è stato benedetto dalla sopressa e dall’Amarone prodotti da Giancarlo Ruffo, il titolare della tenuta Chiccheri.

La Farina di Storo incontra i Tortellini

Vigilio Giovanelli e Giovanni Rana

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MAGGIO 2013 - pag. 31

Caro Adelino, seguendo le vicende politiche di questi giorni sono davvero desolato. Sembra di assistere a una di quelle farse che ci facevano tanto ridere, rappresentate, durante le fredde serate d’in-verno, da fi lodrammatiche improvvisate nei nostri teatri dell’oratorio. Purtroppo sono farse che nascondono vere e proprie tragedie, basta leg-gere i giornali, siamo ridotti alla fame, i fi gli senza lavoro e la gente che si ammazza per disperazione. Sentendo i politici, ognuno ha la sua ri-cetta salvifi ca per rimediare al disastro, peccato che non l’abbiano usata prima che il disastro diventasse irrepara-bile. Ma fra le tante disfun-zioni che imperversano in Italia, e a dir il vero anche nel nostro Trentino, la peggiore è la burocrazia: dirigenti inca-paci, impiegati svogliati, mi-gliaia di leggi confuse e per gran parte inutili, impossibili da applicare, funzionari che ritardano, quando non bloc-cano, ogni iniziativa, sia pub-blica che privata. Ne sono testimoni sindaci, artigiani e commercianti che sono allo stremo della sopportazione. E’ la burocrazia la causa di tutti i nostri guai. Ne sono convinto. Mi piacerebbe sen-

tire il tuo pensiero in propo-sito, data la tua esperienza in ogni ramo della pubblica amministrazione. NN

Caro lettore, credo che lei abbia ragione, anche se ci sono altri mali che ci affl ig-gono, di certo la burocrazia che impesta ogni angolo del-lo Stato e di ogni ente pub-blico, può essere considerata la madre di tutte le sventure: dal malgoverno, agli spre-chi, alla casta, alla mala-giustizia, alla fuga degli im-prenditori e dei capitali con il conseguente decadimento economico che ci sta portan-do alla rovina. Gran parte dei ritardi nella costruzione

di strade e autostrade, delle ferrovie, dei porti, degli ae-roporti, e di mille altre infra-strutture, a livello nazionale, sono dovuti ad impicci bu-rocratici. Ed ogni ritardo lo paghiamo con un esagerato aumento di costi e gravissi-mi danni alla nostra econo-mia, danni catastrofi ci per il nostro turismo e per le no-stre imprese. Purtroppo in Italia c’è sempre qualcuno che non decide, che rinvia, che fa aspettare, incurante dei guai che arreca all’inte-ra comunità. Se si prende un appuntamento con un medico, un avvocato, un professionista, e questi arri-va in ritardo, la prima cosa che fa si scusa e ne spiega le

ragioni. Ma se avete a che fare con un uffi cio pubblico, nessuno si scusa, vi danno l’appuntamento quando loro aggrada e quando ri-tengono di averne voglia, la vostra pratica è una delle tante sulla scrivania, niente di più. Il funzionario ne esa-mina qualcuna ogni giorno e le altre, quando è stanco e stufo, le rimanda e buona notte. Il risultato che una pratica anche urgente per l’interessato e che potrebbe compromettere la sua attivi-tà, può aspettare, non sono affari che lo riguardano. C’è perfi no chi fa attendere una persona, quando potrebbe riceverla subito e dirle di si o di no, per il solo gusto di dimostrare il proprio pote-re. Questo è l’andazzo della nostra burocrazia. Purtrop-po, accanto a chi fa il pro-prio dovere, che non sempre sono la maggioranza, ce ne sono moltissimi, spesse vol-te maggioranza, che corri-spondono ai connotati di cui sopra. Questo vale in Italia, ma da qualche tempo, nean-che il Trentino sa essere vir-tuoso. Noi ci siamo sempre vantati dei nostri funziona-ri, eredi della sana burocra-zia austo-ungarica, severa, effi ciente, impeccabile, che niente aveva a che fare con la burocrazia borbonica che

stava infestando lo Stato. Ricordo nei primi anni della mia esperienza amministra-tive, alcuni grandi funzio-nari provinciali, orgogliosi del proprio lavoro, uomini preparati e di buon senso, che consideravano una vera e propria missione quella di essere al servizio dei Co-muni e della gente, quella di risolvere i piccoli e gran-di problemi di quanti chie-devano il loro aiuto, potrei citare nomi ed uffi ci, ma in generale, tutti si sentivano investiti di responsabilità ed ognuno faceva del suo meglio per far funzionare la macchina provinciale. Oggi, dobbiamo constatare che anche la nostra classe dirigente e impiegatizia, non solo ha attinto dall’appara-to borbonico nazionale i lati peggiori, ma per certi versi li ha peggiorati applicandoli con la testardaggine e la pre-sunzione tipica della nostra gente di montagna. E così ai danni che la casta burocra-tica nazionale garantisce, da qualche anno dobbiamo sommare i danni che i nostri neo borbonici aggiungono di loro. Ultimamente la ma-lavoglia è arrivata anche nei Comuni, le nuove generazio-ni di dirigenti comunali sono sempre più impegnate nel rifi utare responsabilità, non

sanno e non vogliono deci-dere, non sempre collabo-rano con l’amministrazione e con il sindaco, rimandano alle calende greche i proble-mi anche più urgenti perchè più rischiosi ed impegnativi, talvolta esigono pareri ester-ni tanto per prendere tempo e sembra che l’unica loro preoccupazione sia quella di pararsi il c..., ritirare il lau-to stipendio e poco altro. La loro inamovibilità rende tal-volta drammatica la situa-zione di certe amministra-zioni. D’altronde l’esempio lo danno frequentemente gli stessi politici e amministra-tori che spesse volte annun-ciano che si farà questa o quest’altra opera pubblica, ma poi non importa a nes-suno realizzarla, ne parlano, vanno sul giornale, magari in Tv, e la cosa fi nisce lì. Pro-prio in questi giorni abbia-mo testimonianze di simili comportamenti in Val del Chiese. E se sono tali i po-litici, come possono essere diversi i loro collaborato-ri. Questi comportamenti sono, secondo me, vere e proprie prevaricazioni, se-gni evidenti di disprezzo e di indifferenza per la comunità da cui sono pagati. Un’offe-sa bella e buona. L’ho tenuta un po’ lunga perchè l’argo-mento, ogni volta che lo toc-co, mi fa imbestialire. Per fortuna ci sono ancora otti-mi funzionari in Provincia e nei Comuni, ma non sono più suffi cienti ormai per sal-vare il buon nome della no-stra tradizione. Da quanto ho detto credo sia chiaro come gran parte del salvataggio del nostro Paese dipenda dal cambio di men-talità, dal cambio di mar-cia della macchina statale, provinciale e comunale, che ognuno faccia la sua parte, o andremo tutti, compresi loro, a farsi benedire. (a.a.)

Peggio della politica c’è solo la burocrazia

Sono le lungaggini amministrative che spesso bloccano l’economia e la progettualità dei privati

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UNI EN ISO 9001

Come già ampiamente scritto negli ultimi due numeri del Giornale delle Giudicarie, siamo ormai quasi giunti all’epilogo della staffetta nella Giunta della Comunità di Valle con l’avvicendamento dei due As-sessori d’esperienza, Luigi Olivieri (PD) e Piergiorgio Ferrari (UPT), con altri due membri di maggioranza più giovani. Il garante di questo patto è la Presidente della Comunità, Patrizia Ballardini, che fu lei stessa a comunicare, con enfasi al mo-mento dell’insediamento della Giunta nel gennaio 2011, il nobile patto che rappre-senta, di fatto, un segnale importante in un momento in cui la politica risulta essere lontanissima dalla gente. Ancor di più in questo ultimo periodo in cui abbiamo assi-stito al penoso spettacolo in occasione del-l’elezione del Presidente della Repubblica, dove per meri interessi di bottega il PD è imploso bruciando autorevoli candidature quali quella di Marini e, soprattutto, quel-la del “padre” del centrosinistra Romano Prodi. Logiche partitiche incomprensibi-li a tutti che hanno contribuito a mettere ulteriormente in cattiva luce tutto ciò che succede nei palazzi del potere. Proprio per questo auspichiamo che almeno una volta la politica dimostri davvero di saper espri-mere senso di responsabilità e credibilità

nei confronti della gente e fi nalmente si arrivi a dare un segnale importante che molti, in realtà, attendono da troppo tempo. Invitiamo, quindi, la Presidente Ballardini a farsi carico dell’accordo affi nché i termi-ni a suo tempo stabiliti vengano rispettati correttamente. Sembra, oltretutto, che vi siano già i nominativi dei rispettivi sosti-tuti degli Assessori uscenti ovvero al posto di Olivieri dovrebbe subentrare il giovane Nicola Masè mentre sullo scranno che la-scerà libero Ferrari dovrebbe sedere Fabio Armanini. Penso che in questo signifi cativo passaggio di consegne l’altra forza di maggioranza, cioè il PATT, si attenda tale avvicendamen-to visto che pure loro si sono resi testimoni, a suo tempo, della nobile staffetta voluta (e accettata) dalla loro Presidente. Sarebbe a dir poco una pessima caduta di stile se anche nella nostra Comunità la politica si dimostrasse ancora una volta miope e lon-tana da ciò che la gente si aspetta non for-malizzando l’accordo da tutti ormai atteso. Sono certo, però, che la giovane età della Presidente possa rappresentare una suffi -ciente garanzia per assicurare che, ciò che è stato promesso, possa accadere quanto prima. Massimo Caldera

Accordo in comunità: - 2 mesi alle dimissioni

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da Sabato 11 Maggio

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