Gazzettatc Num 12-2012

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INSEDIATA LA CONFERENZA METROPOLITANA Il Presidente della Provincia di Torino, Anto- nio Saitta e il Sindaco di Torino, Piero Fas- sino, hanno insediato ufficialmente il 26 ot- tobre scorso la Conferenza metropolitana, prevista dalla legge in vista della nascita del nuovo Ente della Città Metropolitana. La Conferenza ha il compito di elaborare e ap- provare lo Statuto della Città Metropolitana entro il 31 ottobre 2013. La Provincia di Tori- no ha presentato un documento per definire obiettivi e percorso di lavoro. Ce ne parla il presidente Saitta. «Avviamo una vera e propria fase costituen- te per dare vita ad un nuovo Ente adeguato ai problemi complessi del nostro territorio, alle esigenze delle amministrazioni comuna- li, alle necessità e ai tempi del mondo econo- mico produttivo locale». La proposta della Provincia è, per l’immedia- to, quella di costituire un Comitato Esecutivo che rappresenti tutti i territori ed elabori pro- poste per lo Statuto. SOMMARIO VIVERE A RATE pag. 2 PRESTITI, QUALCHE CONSIGLIO pag. 3 FONDO SOCIALE, ATTENZIONE ALLE NUOVE REGOLE pag. 4 PRONTO, AVVOCATO? LA NUOVA RUBRICA DI GAZZETTATC pag. 5 PONTE DI OGNISSANTI n. 12 - 31 ottobre 2012 continua a pag 5 In occasione delle festività di ognis- santi, la sede di Atc Torino rimarrà chiusa giovedì 1 novembre e venerdì 2. Gli sportelli riapriranno lunedì 5 no- vembre nei consueti orari. Per segnalare guasti e manuten- zioni urgenti è attivo 24 ore su 24 il numero verde gratuito Atc 800-30.10.81.

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Vivere a rate, un libro aiuta chi è in difficoltà coi debiti - fondo sociale: attenzione alle nuove regole - pronto, avvocato? Una nuova rubrica per conciliare i problemi di condominio

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INSEDIATA LA CONFERENZA METROPOLITANA

Il Presidente della Provincia di Torino, Anto-nio Saitta e il Sindaco di Torino, Piero Fas-sino, hanno insediato ufficialmente il 26 ot-tobre scorso la Conferenza metropolitana, prevista dalla legge in vista della nascita del nuovo Ente della Città Metropolitana. La Conferenza ha il compito di elaborare e ap-provare lo Statuto della Città Metropolitana entro il 31 ottobre 2013. La Provincia di Tori-no ha presentato un documento per definire obiettivi e percorso di lavoro. Ce ne parla il presidente Saitta. «Avviamo una vera e propria fase costituen-te per dare vita ad un nuovo Ente adeguato ai problemi complessi del nostro territorio, alle esigenze delle amministrazioni comuna-li, alle necessità e ai tempi del mondo econo-mico produttivo locale». La proposta della Provincia è, per l’immedia-to, quella di costituire un Comitato Esecutivo che rappresenti tutti i territori ed elabori pro-poste per lo Statuto.

SOMMARIO VIVERE A RATE pag. 2PRESTITI, QUALCHE CONSIGLIO pag. 3FONDO SOCIALE, ATTENZIONE ALLE NUOVE REGOLE

pag. 4

PRONTO, AVVOCATO? LA NUOVA RUBRICA DI GAZZETTATC

pag. 5

PONTE DI OGNISSANTI

n. 12 - 31 ottobre 2012

continua a pag 5

In occasione delle festività di ognis-santi, la sede di Atc Torino rimarrà chiusa giovedì 1 novembre e venerdì 2. Gli sportelli riapriranno lunedì 5 no-vembre nei consueti orari.

Per segnalare guasti e manuten-zioni urgenti è attivo 24 ore su 24 il numero verde gratuito Atc 800-30.10.81.

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VIVERE A RATEUN LIBRO CI AIUTA A RIFLETTERE SU COME NON FINIRE VITTIME DEI DEBITI

A TORINO UN’ASSOCIAZIONE AIUTA CHI È IN DIFFICOLTÀ

C’è chi è in cassa integrazione, chi deve pagare il dentista del figlio, chi semplicemente, complice la crisi economica, non ce la fa più a mantenere lo stesso tenore di vita che aveva in passato. Tutti hanno chiesto un prestito per supe-rare un momento difficile. È il popolo di chi vive a rate: operai, impiegati, artigiani, ma anche molti pensionati. Mentre la crisi economica sembra non finire mai, ciascuno cerca di far fronte alle emergenze come può. E il prestito da restituire in piccole rate spesso sembra l’unica strada percorribile per fronteggiare spese impreviste e non rinviabili.

A spiegare ed analizzare questo meccanismo è a Marco Bobbio, giornalista e autore di “Vivere a rate”, un libro che racconta la storia di persone che si sono indebitate quasi senza accorgersene. Per questo il volume ha ottenuto il so-stegno dell’Osservatorio sull’Usura del Consiglio Regionale del Piemonte, che dal 1996 svolge un’opera di monitorag-gio, studio e sensibilizzazione su chi cade nella spirale del debito e per uscirne finisce vittima di meccanismi criminali.Sembra impossibile ma è così e può capitare a tutti. Per-ché a volte un prestito non basta più: quando le entrate, già poco consistenti, si assottigliano ancor di più con l’arrivo della rata, ci si trova nuovamente in difficoltà. Così si chiede un secondo prestito e magari anche un terzo aggiungendo rate su rate mentre il debito aumenta fino a schiacciarci.

Si chiama sovra-indebitamento, un fenomeno relativamen-te nuovo ma sempre più diffuso che finisce per portare le famiglie al collasso. «La situazione è drammatica» spiegano da “La Scialuppa”, l’associazione antiusura della fondazione Cassa di Rispar-mio di Torino che offre consulenza a chi si trova in difficoltà. «Da noi arrivano persone che hanno anche quattro prestiti in corso: tra rate e solleciti sono perseguitati dalle richieste di pagamenti e non sanno più come fare». Nella sede dell’associazione nessuno viene giudicato, ma ascoltato e aiutato a trovare una soluzione, magari chiu-dendo tutti i prestiti e per negoziarne uno nuovo che la famiglia riesca a sostenere.

«Occorre fare anche molta educazione al risparmio – conti-nuano - perché altrimenti ci si ritrova al punto di partenza. A volte basta una cosa semplice: facciamo i conti dell’en-trate e delle uscite e vediamo quanto rimane. Quella è la possibilità di spesa della famiglia, non un centesimo di più. A volte, invece, controlliamo gli estratti conto e li aiutiamo a riddure il superfluo: così dicono addio, ad esempio, all’ab-bonamento alla pay- tv». Perché la cosa più importante, per molte di queste famiglie, è imparare a evitare acquisti non necessari. Spesso è diffi-cile dire di no al televisore nuovo o al telefonino per il figlio, ma è necessario capire quando si deve dire basta. Per questo il libro di Marco Bobbio, che contiene anche un documentario girato da Enrico Verra dal titolo “Vite da recupero”, viene presentato nelle scuole: perché la propen-sione al risparmio si impara da giovani.

Sono molti i motivi che spingono all’indebitamento, da un acquisto sbagliato a eventi imprevedibili: un lutto, una malattia o una separazione. Non mancano i casi di inde-bitamento per pagare le spese del gioco, una dipendenza vera e propria, che non impedisce “al malato” di dover poi onorare i suoi debiti. Ma uscire si può, magari con l’aiuto di associazioni o fon-dazioni che forniscono consulenza e aiuto mirati.

A CHI RIVOLGERSI

Fondazione La Scialuppa Fornisce gratuitamente la consulenza e l’assistenza che permettono ai privati o ai piccoli imprenditori di individua-re possibili soluzioni alle loro difficoltà economiche/finan-ziarie.

Via Nizza 150 - 10126 Torino.Telefono: 011 6622453 Fax: 011 6622450 Email: [email protected] Orario dello sportello: tutti i giorni dal lunedí al venerdí dalle ore 9 alle ore 12,30.

Fondazione San Matteo, Insieme contro l’usura Nata con la collaborazione della Caritas diocesana di To-rino, si pone anche l’obiettivo di assistere le persone ca-dute nel vortice dell’usura

via delle Rosine 11 - 10123 Torino Telefono: 011-8390846 e 011-8390820Fax: 011-8129471 Email: [email protected] dello sportello: lunedì-giovedì 9.00-13.00/14.30-17.00; venerdì 9.00-13.00

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CREDITO AL CONSUMO: è un tipo di prestito sempre più diffuso per acquistare beni come elettrodomestici, arreda-mento o automobili. Banche o finanziarie anticipano i soldi per comprare quello di cui si ha bisogno. Spesso viene proposto direttamente dal punto vendita. La restituzione av-viene tramite rate mensili e la durata varia da 24 a 72 mesi. Attenzione ai tassi di interesse applicati: occorre distinguere il TAN (tasso nominale annuo) che a volte può essere an-che a costo zero, dal TAEG (tasso annuo effettivo globale) che indica il vero tasso di interesse e comprende le spese di apertura della pratica, i costi di riscossione delle rate, le comunicazioni con il cliente e eventuali assicurazioni, che possono incidere anche parecchio. CESSIONE DEL QUINTO: è un tipo di prestito dedicato ai lavoratori dipendenti e pensionati e il pagamento avviene

direttamente sulla busta paga tramite il cessione del quinto dello stipendio netto. Va da un minimo di 2 a un massimo di 10 anni. È il datore di lavoro a garantire la restituzione delle rate perciò risulta vantaggioso per la finanziaria, è invece molto pesante per chi lo ottiene perche non si può interrompere. Può esser anche molto costoso, perché in genere viene richiesta un’assicurazione sulla vita a carico di chi ha fatto il prestito.

CARTA REVOLVING: sembra una carta di credito, ma è un vero e proprio prestito, a tassi anche del 17 per cento. Si attiva con molta semplicità e permette di fare acquisti da rimborsare in piccole rate stabilite in precedenza. Peccato che il rimborso vada a coprire prima gli interessi sulle cifre già spese e solo il residuo copre parte del presti-to, che nel frattempo aumenta per effetto di un altro acqui-sto creando una spirare dalla quale è difficile uscire.

LE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI PRESTITO http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/conoscere/credito

PRESTITI

QUALCHE CONSIGLIO PER NON FINIRE PREDA DEI DEBITI

1. Attenzione tempi di restituzione. 72 mesi sono 6 anni, un tempo piuttosto lungo ed è difficile fare previsioni attendibili. Valutate bene prima di spendere 250 euro al mese di rata per comprare un’automobile che si svaluta di anno in anno e al termine varrà un quarto di quanto è stata pagata. 2. Sembra una sciocchezza, ma non bisogna mai firmare un prestito a cuor leggero. Meglio tornare a casa con i docu-menti e leggere tutto con molta attenzione. 3. Carta, penna e calcolatrice: fate bene i conti delle entrate e delle uscite. Dallo stipendio sottraete le spese per affitto o mutuo, spese condominiali, riscaldamento, bollette di luce, gas, telefono, telefonino, rette scolastiche o mensa, spazzatura, canone tv, assicurazione e bollo dell’ automobi-le. Sommate la cifra destinata alla spesa al supermercato e quella per vestiti o spese per la case e valutate quanto rima-ne. La rata deve essere più bassa di questa cifra, perché gli imprevisti sono sempre in agguato.4. Valutate bene se quello che state per comprare e per il quale state chiedendo un prestito è davvero necessario. 5. Sono solo pochi euro al mese, ma hanno il loro peso. Sono le spese accessorie, quelle che non si vedono subito quando si chiede un prestito. Come le spese per l’incas-so delle rate, due euro e cinquanta al mese, le spese per le comunicazioni della banca o della finanziaria, 15 euro all’anno, le spese di gestione pratica, circa 250 euro, e così via. In qualche caso si arriva anche a più di mille euro, tutti spalmati sulle vostre rate. 6. Diffidate dei regali dagli sconosciuti. Se un negozio vi offre un finanziamento a tasso zero, forse ha la percentuale dalla finanziaria. Provate a chiedere lo sconto se pagate in contanti: se vi dice ce è la stessa cosa, andate da un’altra parte. 7. Attenti a chi vi propone il tasso zero: le spese ci sono e sono salatissime.

8. Non abbiate mai paura di chiedere spiegazioni, anche una seconda o e una terza volta, se necessario, né di chie-dere i documenti da guardare con calma a casa. 9. Prima di firmare cercate sempre la soluzione più conve-niente.10. Se ci ripensate, entro 14 giorni potete avvalervi del diritto di recesso, stabilito dal D.Lgs. n.141 del 13 agosto 2010.

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Con la legge 3 del 2010, da quest’anno cambiano le regole per chi ha diritto al fondo sociale regionale, il contributo per l’affitto delle case popolari che la Regione concede ai co-siddetti morosi incolpevoli (tutti coloro cioè che non pagano l’affitto perché non hanno reddito, hanno perso il lavoro o soffrono di una grave malattia).

Per ottenere il fondo sociale 2013, quello che coprirà gli affit-ti non pagati relativi a quest’anno, è necessario rispondere a due requisiti fondamentali: avere un reddito Isee non supe-riore a 6mila euro l’anno e aver pagato con le bollette 2012 una cifra pari ad almeno il 14% del proprio reddito comples-sivo e, in ogni caso, non inferiore a 480 euro. Soltanto così le famiglie potranno ottenere il contributo. In caso contrario perderanno il diritto al fondo e diventeranno automaticamen-te morose colpevoli, con il rischio di venire sfrattate.

Gli inquilini che non lo hanno ancora fatto, quindi, devono regolarizzare al più presto la loro posizione. Nei mesi scorsi, Atc ha inviato una lettera a tutti i potenziali aventi diritto a questo contributo, spiegando le nuove modalità per acce-dere. Ma i tempi stringono: bisogna essere in regola con i pagamenti del 2012 e dunque mancano pochi mesi per ade-guarsi.

Secondo le stime dell’Agenzia Territoriale per la Casa, sono 9700 tra Torino e Provincia i nuclei familiari con un reddito Isee inferiore a 6mila euro l’anno e che dunque potrebbero godere del fondo sociale regionale. 5700 di queste famiglie però non sono ancora in regola con i pagamenti come pre-visto dalla nuova legge e rischiano così di dover rinunciare al contributo.

Per tutti i residenti delle case popolari che voglio-no saperne di più sul fondo sociale e su come acce-dervi, Atc ha attivato un numero telefonico dedicato: 011-3130383, attivo dal lunedì al venerdì.

FONDO SOCIALE, ATTENZIONE ALLE NUOVE REGOLEQuasi 6mila famiglie devono regolarizzare al più presto la propria posizione con i pagamenti o non potranno avere accesso al fondo sociale regionale

A partire da questa settimana, gli avvocati del servizio avvocatura di Atc ci aiutano a rispondere alle domande che molti residenti delle case popolari ci rivolgono. Se avete qualche domanda, rela-tiva al vostro contratto di locazione Atc o a problemi di condominio potete scrivere a Pronto, Avvocato? Indirizzando la vostra email a [email protected]

Chiedono alcuni assegnatari: siamo obbligati ad occupare stabilmente l’alloggio o possiamo allontanarci, stando via anche per lunghi periodi?

Risponde l’avvocato Luca Cattalano:

«L’immobile di edilizia sociale è assegnato per rispondere a pri-marie esigenze di vita di chi ne ha diritto. Lo scopo dell’Atc è di evitare che abitazioni destinate a categorie sociali meno protette rimangano nella disponibilità di chi non ne abbia effettivamente bisogno. Non può, quindi, essere tollerata una non durevole occu-pazione dell’immobile stesso. A tale proposito è utile ricordare che la nozione di abbandono di un alloggio di edilizia economica e po-polare va precisata in relazione alla stabile dimora che, per legge il soggetto deve fissare nell’alloggio assegnatogli e, dunque, non può essere riferita ai casi di godimento transitorio, occasionale e saltuario dell’immobile e di mera tenuta dello stesso.

Il termine “abbandono dell’alloggio” va quindi inteso nel senso di mancata utilizzazione del bene in quanto non più necessario a soddisfare quelle esigenze di vita nel luogo di residenza o di lavo-

ro dell’assegnatario. È bene altresì precisare che la configurabili-tà dell’abbandono si ha anche nel caso di permanenza saltuaria nell’immobile. Pertanto, fuori dai casi dell’allontanamento per un breve periodo di ferie o per brevi soggiorni altrove, l’assegnatario che deve abbandonare l’immobile di edilizia residenziale per un periodo superiore a 3 mesi (per motivi di assistenza, di cura, di lavoro ecc.) deve formalmente darne informazione all’Atc per ot-tenere l’autorizzazione al fine di non incorrere nella sanzioni pre-viste (decadenza, art. 17 della legge Regione Piemonte 3/2010)».

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Periodico d’informazione dell’Agenzia Territoriale per la Casa di Torino e Provincia

Registrazione del Tribunale di Torino numero 17 del 16/03/2012direttore responsabile: Carola Quaglia redazione: corso Dante 14 – 10134 Torino. Tel. 011.3130362 [email protected] in redazione: Giuseppina Vigliotti, Carola Quaglia, Daniele Darchini

Da quasi 30 anni l’associazione Punto a Capo di Chivasso lavora per aiutare le donne. Le attività sono molte: sportelli di ascolto, consulenza per chi cerca casa o lavoro, corsi di alfabetizzazione per italiane e straniere. Da qualche anno si è aggiunto l’impegno dedicato alle donne che hanno partico-larmente bisogno di aiuto: quelle vittime di violenza. Le volontarie dell’associazione offrono loro un supporto psi-cologico, le aiutano a denunciare gli abusi e a ricominciare. L’obiettivo, ora, è di trovare una casa per queste donne, in collaborazione con le istituzioni locali e con la solidarietà di tutti. Si chiamerà la Casa di via Domani e qui troveranno ospitalità le donne sole o con bambini sfuggite ad una situazione di violenza o disagio. «Qui – spiegano le volontarie dell’asso-ciazione- queste donne potranno trovare una prima sistema-zione e aiutate da psicologi, personale specializzato e volon-tari, impareranno ad avere più fiducia nelle loro capacità e ad elaborare un nuovo progetto di vita».

Chi volesse offrire il proprio aiuto o sostegno economico può mettersi in contatto con l’associazione Punto a Capo, che si trova in via Italia 6 a Chivasso. Si può telefonare al numero 011-9111456 o mandare un email all’indirizzo [email protected].

AL LAVORO PER LA “CASA DI VIA DOMANI” A Chivasso l’associazione Punto a Capo raccoglie fondi per un luogo destinato a ospitare donne in difficoltà

COME ERAVAMO

Corso Lecce, anni ‘40. I bambini nella foto oggi

hanno qualche capello bianco

In ogni Collegio provinciale attuale potrebbe essere indivi-duato un amministratore che porterà nella Conferenza la voce della propria zona, raccoglierà e presenterà le proposte e le esigenze del proprio territorio. Si dovrà anche scegliere se il Sindaco Metropolitano dovrà essere automaticamente il primo cittadino del capoluogo o se sarà eletto direttamen-te dai cittadini: l’amministrazione provinciale propende per la seconda ipotesi. «Rispetto a qualche mese fa è comun-que già cambiato il quadro di riferimento, - ricorda Saitta – perché il Governo e il Parlamento hanno previsto funzioni nuove per le Province e le città metropolitane. Se le priorità sono la riduzione della spesa pubblica ed il miglioramen-to dei servizi erogati ai cittadini occorre che la Conferenza Metropolitana elabori proposte innovative e che la classe politica cambi i propri comportamenti». La Città Metropoli-tana di Torino avrà un territorio molto esteso e differenziato,

con un grande Comune capoluogo e una serie di altre città che fungono da poli di attrazione per i territori circostan-ti. Le competenze, gli organi, le risorse previsti dalla legge sulla spending review delineano un Ente di area vasta che avrà più competenze rispetto alle attuali Province. «La Città Metropolitana dovrà governare l’organizzazione e la struttu-razione dei servizi sul territorio di area vasta, la mobilità e la viabilità, la pianificazione territoriale, la promozione dello sviluppo economico e sociale. - sottolinea Saitta – E’ un Ente da costruire, le cui competenze dovranno essere coniugate e definite per esercitarle al meglio, ad esempio nel campo della regolazione di una serie di servizi che vanno nella di-rezione della privatizzazione. La Città Metropolitana dovrà agire come Ente regolatore, che stabilisce tariffe e livello dei servizi». Lo Statuto della Città Metropolitana dovrà fissare regole e adottare politiche per garantire qualità dei servizi. «Il nuovo Ente non potrà essere un grande Comune: dovrà continuare ad esercitare competenze di area vasta, che ri-guardano tutto il territorio. Dobbiamo ribadire l’esistenza di una connessione forte fra Torino e gli altri Comuni, perché abbiamo tutti l’interesse a stare insieme e a non marginaliz-zare nessun territorio».

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