FUORICORSO - Novembre 2012

12
Novembre 2012 fuoricorso 1

description

Mensile degli studenti di Siena; sull'Università, dipartimenti, vita studentesca, satira, mondo e molto altro ancora..! offerto grazie al contributo del DSU Toscana

Transcript of FUORICORSO - Novembre 2012

Page 1: FUORICORSO - Novembre 2012

Novembre 2012 fuoricorso 1

Page 2: FUORICORSO - Novembre 2012

2 fuoricorso Novembre 2012

..Non solo perché

questa stessa

Amministrazione ha

ritenuto di voler

seguire una strada di bassi costi con pochi seggi,

costringendo numerosi studenti a fare file

interminabili e di ore, imponendoci una

inaccettabile scelta tra la possibilità di andare a

votare e quella di seguire le lezioni.

Ma se questi due giorni (22 e 23 ottobre) sono da

dimenticare, lo si deve maggiormente allo status di

violenza messo in campo da alcuni candidati

(specialmente ad Economia) che hanno reso alcune

facoltà veri e propri luoghi di battaglia, dove si

sono alternati situazioni di inaccettabile pressione e

di vergognoso squadrismo che potremmo oggi

definire, con la coscienza del passato che ci è cara,

di tipo fascista.

Metodi violenti e di tipo mafioso, come mettersi in

fila pur avendo già votato, facendo passare i propri

votanti avanti ad altri e senza alcun rispetto per

quelle persone che erano in fila da ore.

Niente di tutto questo è giustificabile, niente di

tutto ciò è comprensibile ed accettabile, doversi

confrontare con un voto che nelle sue condizioni è

apparso molto più simile a quello che potremmo

vedere nei paesi in via di sviluppo o con forte

limitazione democratica, piuttosto che in paesi e in

luoghi come l'Università che riteniamo debbano

invece alimentare valori fortemente democratici e

altamente plurali.

Il voto del 22 e 23 ottobre, che doveva servire a

spazzare via il marciume di questi anni, ha creato

ancora più malessere e maggiore malumore.

Si sperava in un confronto sereno, animato da

dibattiti e programmi, con forti scambi di idee tra i

candidati e possibili votanti, si è risolto in una

rumorosa rissa, dove l'ignobile uso della forza ha

messo a tacere le ragioni delle singole liste.

Parafrasando un sempre attuale Tacito, "hanno

prodotto rumore e violenza, con falso nome l'hanno

chiamata politica e competizione, e laddove hanno

fatto il deserto dei valori democratici oggi la

chiamano vittoria".

Certamente la violenza di questi due giorni di fine

ottobre, peseranno come un macigno nei prossimi

due anni e sicuramente hanno minato e mineranno

ulteriormente la fiducia nel valore della

rappresentanza.

Proprio alle studentesse e agli studenti vogliamo

oggi rivolgerci, perché non permettano mai più che

possano anche solo competere personaggi come

quelli che hanno reso la facoltà di Economia un

deserto di partecipazione, proprio alle studentesse e

agli studenti della

"Richard Goodwin"

facciamo pervenire il

nostro messaggio di

vicinanza, perché anche noi abbiamo assistito a

quell'ignobile spettacolo, quando il 22 e 23 ottobre

quei luoghi della nostra quotidianità, quei nostri

luoghi di cultura, sono stati violati da personaggi

poco raccomandabili, disposti in modo fascista,

con l'obiettivo di occupare quel meraviglioso

chiostro del nostro Ateneo.

Non abbiamo alcun motivo per abbassare lo

sguardo o volgerlo da un'altra parte, abbiamo avuto

la forza ed il coraggio di volgerlo dritto negli occhi

di chi certamente non era iscritto all'Università di

Siena e che, con motivazioni ancora poco chiare,

ha occupato i nostri luoghi di studio, quei luoghi

che abbiamo il dovere oggi di tornare a liberare dal

ricatto e dalla violenza.

A voi strappiamo questa promessa, sarà con il

nostro lavoro che durerà certamente altri due anni e

con il vostro sostegno che non è mai venuto meno

e mai credeteci sarà reso vano, anzi ora più di ieri

riteniamo sarà maggiormente fondamentale, che

potremo dare una lezione morale a chi ha tradito la

fiducia di tutte le studentesse e di tutti gli studenti e

ha ridotto a ciarpame senza pudore il valore della

rappresentanza.

Nasce "FuoriCorso" che per un giornale universitario

potrebbe non essere proprio di buon auspicio!

Ed è proprio in questo momento storico in cui essere

fuori corso e fuori tempo, caratteristica diffusa tra

moltissimi giovani, fa di noi una generazione dentro le

cose, dentro le notizie, dentro le sensazioni che ci

accomunano e in qualche modo ci appartengono.

FuoriCorso è una sfida generazionale, che pone al

centro del dibattito il grande tema della conoscenza e

dei saperi, con la consapevolezza che la vera anomalia

culturale di questo paese non è l'essere "FuoriCorso",

quanto piuttosto il non dare alcun peso e alcun valore

alle idee e alla cultura.

Dopo la felicissima esperienza di "In Piena Facoltà"

eccoci tornati con ancora più coraggio, pertanto

abbiamo deciso di ampliare i nostri temi di discussione,

cercando di mettere in campo un'informazione che sia

libera, di facile lettura e soprattutto gratuita.

Page 3: FUORICORSO - Novembre 2012

Novembre 2012 fuoricorso 3

“La prima esi-

genza di chi ar-

riva a Siena per

studiare, è trova-

re una soluzione

abitativa”, così il

nostro sito d’ateneo introduce la pagina riguardante

i servizi alloggio offerti.

Ma com’è davvero la qualità di questa offerta?

È sufficiente a coprire la sempre maggiore doman-

da di un diritto così basilare richiesto dagli studen-

ti?

A scrivere sono due studenti che risiedono presso

la residenza Mattioli. Due studenti che quotidia-

namente hanno a che fare con i servizi offerti e che

si ritrovano a vivere spesso in situazioni al limite

del tollerabile. Senza avanzare pretese o paragoni

con altri atenei italiani vorremmo porre alla vostra

attenzione alcuni problemi da noi riscontrati. Tra-

lasciando l’ormai vecchio ritornello della mancan-

za di un campus universitario nella nostra indebita-

ta “città universitaria”,proviamo a farvi entrare nel

mondo di uno studente assegnatario.

Il diritto che viene riconosciuto allo studente non è

quello di una casa ma di un materasso vecchio e

sporco dove dormire, in strutture vecchie e

decadenti, con impianti idraulici fatiscenti e pieni

di infiltrazioni di tufo che, talvolta, portano ad

avere reazioni cutanee molto fastidiose, servizi

igienici “medievali” a cui manca bidet e piatto

doccia e a cui si intasano spesso le tubature. Queste

necessitano di riparazioni a cadenza settimanale

che sono svolte senza preavviso alcuno (alla faccia

del rispetto della privacy e degli oggetti personali

che, in quelle occasioni, vengono ammucchiati in

corridoio in bella vista dei passanti).

Le camere, spesso singole adibite a doppie, conta-

no 20 metri quadrati che, considerando due

letti, due scrivanie, due comodini e un arma-

dio, lasciano poco spazio alle attività private

dello studente e al suo stesso respiro. Capita,

se lo studente sentisse la necessità di farsi

qualche ora di studio, che possa recarsi nella

sala studio (ove esistente). L'accogliente luogo

sovra citato è anche conosciuto come “stanzo-

ne, preso puntualmente di mira da studenti e-

sterni vittime della carenza di spazi dove stu-

diare, in cui è più rara la presenza di una

lampada al tavolo che la possibilità di trovare

un posto durante le sessioni d'esame”.

Superando a stento i numerosi secchi posti a

raccolta delle perdite d'acqua lungo i corridoi

umidi si arriva alle cucine: stanzini scuri e impre-

gnati, distributori di germi. All'interno:un fornetto

elettrico in stile

“Happy Days”,

un piano cottura

delle dimensioni

di una pentola

munito di un pa-

io di piastre(con tempi di cottura biblici), frigoriferi

maleodoranti e rumorosi. Tutto ciò da condividere

con altre 80 persone, spesso, negli stessi orari.

Ciò che invece era stato sbandierato come grande

privilegio è il servizio internet gratuito. La rete

presenta,però, le stesse problematiche delle tubatu-

re dei servizi igienici. Per intenderci: se una farfal-

la batte le ali in Cina, le residenze di Siena non

hanno internet per 5/6 giorni fino alla riparazione.

In più è presente un blocco che consente di aprire

solo determinati siti presentando agli studenti casi

emblematici sulla libera navigazione in siti web

come “hotmail” per la presenza della radice “hot”.

Ciò che assimila più di tutto la residenza a un car-

cere è la presenza dei tornelli o della portineria. Il

regolamento,nel paragrafo “visitatori esterni” art.2,

recita: ”Gli assegnatari possono ricevere nelle loro

camere, nella fascia oraria su indicata e previo con-

senso dell’altro assegnatario, non più di due ospiti

per un massimo di due ore”.

Ciò che poteva risultare benefico da questo servi-

zio ( un maggiore controllo per una maggiore sicu-

rezza personale) cade, pesantemente, sulle nostre

teste facendoci sentire ancor meno padroni delle

mura in cui viviamo. Le lamentele dei numerosi

studenti borsisti non sono capricci ma richieste di

maggiori diritti che in altre regioni l'ARDSU prov-

vede a conferire. La situazione attuale fa sembrare

all'occhio comune la posizione del borsista come di

soggetto passivo in quanto “favoreggiato” dallo

Stato, ma non è così.

A fronte di tutto questo ci chiediamo: cosa di tutto

ciò vi fa pensare alla parola “Casa”?

Page 4: FUORICORSO - Novembre 2012

4 fuoricorso Novembre 2012

In questi tempi di

crisi si vedono

sempre nuvole scu-

re all'orizzonte. Il

12 Ottobre quegli

stessi nuvoloni

hanno portato la

pioggia su mezza

Italia. Stavolta in-

sieme ai tuoni tem-

poraleschi si odono

i cori e i canti degli studenti nelle strade. Il cattivo

tempo non ha intimorito le migliaia di ragazze e

ragazzi che, anche se sotto la pioggia, hanno invaso

le piazze di 90 città italiane. L'Unione Degli Stu-

denti porta la mobilitazione su obiettivi chiari: im-

pedire l'approvazione del ddl Aprea, salvando le

scuole dalle mani dei privati che, grazie a questa

legge, entrerebbero nei consigli di istituto e ostaco-

lare a tutti i costi un governo che dimostra di voler

assestare il colpo di grazia ad un'Istruzione pubbli-

ca già morente: sembrano, infatti, confermate le

voci di nuovi tagli all'istruzione pubblica.

Anche a Siena ha piovuto e anche Siena ha avuto la

sua manifestazione. L'UDS chiama a raccolta stu-

dentesse e studenti di tutte le scuole senesi, con la

partecipazione degli universitari di LINK.

Centinaia di giovani per le strade senesi (questo è

stato il primo risultato) che alle 9,00 si sono ritro-

vati in Piazza Matteotti per poi scendere in Via del-

la Sapienza fino a Piazza Indipendenza, per giun-

gere, infine, a Piazza Salimbeni dove ad attenderli

c’era la consueta assemblea di chiusura.

Un'assemblea partecipata, in cui i temi trattati sono

stati: la Proposta di Legge Aprea, i numerosi pro-

blemi degli edifici scolastici fatiscenti ormai a pez-

zi, aule con troppi studenti e troppo pochi docenti

ad insegnare, strutture scolastiche deficitarie, men-

tre, clamorosamente viene proposto l’acquisto di I-

Pad (a spese degli studenti?) per seguire le lezioni.

Mentre si parla di una scuola che non appassiona

ma degrada lo studente, intervengono anche gli u-

niversitari dell’associazione LINK, il sindacato

universitario, che

hanno posto

l’accento sul tema

dell’austerity, del

mondo del lavoro e

che hanno espresso

la propria solidarie-

tà agli studenti in

lotta in tutta Italia.

Questa giornata di

mobilitazioni e di

lotta si è dimostrata un'opportunità per il movimen-

to studentesco per misurarsi e capire in che dire-

zione spingersi, alla vigilia di un autunno comples-

so dove il tema della crisi resta ancora centrale.

Dalla Campania, inoltre, vengono lanciate la tre

giorni per la liberazione dei saperi (24-25-26 Otto-

bre) che vedranno gli studenti di tutto il nostro pae-

se impegnati a promuovere il valore della cultura,

per mezzo di assemblee in piazza e autogestioni

nelle scuole.

Se gli studenti dimostreranno in queste giornate,

come nelle successive manifestazioni, lo stesso spi-

rito tenuto in piazza il 12 Ottobre, ci sarà da aspet-

tarsi un autunno davvero caldo!

Il precedente

5 Ottobre, Roma: la situazione degenera in

zona Porta Portese tra cariche delle forze

dell'ordine e feriti tra i manifestanti. Dopo

la protesta davanti al MIUR e gli scontri il

corteo è ripreso; il bilancio approssimativo è

un minorenne strattonato e uno con il lab-

bro rotto, un'altra ragazza ha poi riferito di

aver ricevuto una manganellata su un gi-

nocchio, altri hanno denunciato di essere

stati presi a calci. Coinvolto persino un pas-

sante colpito ad un sopracciglio. Tra le forze

dell'ordine cinque agenti contusi.

Page 5: FUORICORSO - Novembre 2012

Novembre 2012 fuoricorso 5

In periodo di campagne (e

tribune) elettorali, le ar-

gomentazioni già solita-

mente declassate sui quoti-

diani a trafiletto come sot-

sottili apostrofi tra uno slip

Intimissimi e un Alfa Ro-

meo, si riducono, ancor

più, a cenere.

Un caso su un milione :

A Giarre, un piccolo paese della Sicilia Orientale,

ci sono 25 opere pubbliche incomplete (una per

ogni mille abitanti) simbolo di un'amministrazione

politica incapace di gestire le proprie risorse.

Un "dato di fatto":

Nel 2011 il governo regionale della Sicilia aveva

un deficit di 5,3 miliardi di euro su un bilancio di

27 mld.

"C'è la crisi!"

Peccato che il debito siciliano sia un fedele

compagno dei cittadini dalla metà dell'ultimo

secolo. Perchè?

Nel 1946, mentre i servizi segreti Americani,

succubi della "minaccia sovietica", impiantavano

senza disturbo capi mafia promossi a sindaci su

tutto il territorio, la Sicilia diventava Regione

Autonoma con un Parlamento e leggi proprie. In

questo modo, i cittadini pagano le tasse al Governo

Centrale di Roma che, a sua volta, riversa il 100%

dei valori acquisiti nelle casse della Regione.

Per intenderci: le Province Autonome di Bolzano e

Trento e la Regione Autonoma Val d'Aosta versano

tra il 10 e il 30% delle tasse dei propri cittadini allo

Stato Italiano mentre la Sicilia trattiene tutto.

Negli anni '80 la malavita vive lucrando sui grandi

e piccoli appalti con l'appoggio di una gran parte

degli organi al governo. E' il periodo della

"costruzione a intermittenze" della Salerno-Reggio

Calabria mai finita, pare, per mancanza di fondi.

Pare, altrettanto, che tra il 2000 e il 2011 l'Italia

abbia beneficiato di ben

46 miliardi di euro di

finanziamenti elargiti

dall'Unione Europea per

vari settori (compresi

l'agricoltura e le

infrastrutture) ma a cosa

siano serviti non è ben

chiaro. Certo è che, da

quando sono iniziati i lavori di costruzione negli

anni sessanta, sulla A3 ci hanno lucrato tre

generazioni di appaltatori scelti da tre generazioni

di politici, pur se caduti ormai, insieme a tanti altri,

nella morsa della legge nelle inchieste formate dal

2000 ad oggi.

Negli anni '90 i politici siciliani diventano

dispensatori di benefici. Incentivano la pratica per

cui in cambio di voti promettono posti di lavoro

creati dal nulla e la costruzione di strutture per la

comunità. Così il governo regionale impiega

direttamente 18mila persone, cinque volte più della

Regione Lombardia che ha il doppio degli abitanti

dell'isola ; impiega 25mila lavoratori stagionali,

con il compito di ripulire i 340mila ettari di boschi,

3 volte e mezzo in più della Regione Sardegna che

ha, però, 1 milione e 200mila ettari di foreste ;

riduce nel 1996 il numero degli impiegati forestali

ma aumenta nel corso di pochi anni il numero dei

giorni lavorativi, da 51 a 151.

Ad oggi la Sicilia rischia di diventare la "Grecia

d'Italia" con un deficit di bilancio che potrebbe

trascinare il resto del paese nel fallimento.

L'unica soluzione che si para davanti è il

licenziamento di migliaia di persone per

sovraccarico di personale. Se però, si impegnassero

le risorse nella costruzione di piccole infrastrutture

mirate (basti pensare che i grandi capoluoghi di

provincia non sono tutti collegati da linee

ferroviarie o che la città di Matera non possiede

una stazione) tralasciando la politica troppo diffusa

della "grande opera" e dell' "alta velocità" si

riuscirebbe con la dovuta facilità a guadagnare

posti di lavoro riducendo i debiti.

Per ora il paese che ha permesso per anni

l'intreccio tra corruzione e clientelismo politico

resta a guardare i suoi scheletri in cemento, muta,

così come il Governo Monti ha lasciato a

stagionare la proposta di legge anticorruzione in

Parlamento, dimenticando che non trattandosi nè di

formaggio nè di vino per qualcuno avrà comunque

un gusto amaro, indipendentemente dal tempo che

passa.

Elezioni Regionali

La Sicilia è andata alle urne il 28 ottobre. Crocetta (candi-

dato della super coalizione Pd-Udc) è il nuovo Presidente

della Regione con il 30,5% delle preferenze. Il Movimento

5 Stelle risulta la prima lista con il 18%, mentre il Pdl af-

fonda al 12% nostalgica del trionfo delle consultazioni re-

gionali precedenti dove era a quota 33% . Grande prota-

gonista è stato l'astensionismo: l'affluenza è stata solo del

47,5% a differenza del 66% del 2008.

Page 6: FUORICORSO - Novembre 2012

6 fuoricorso Novembre 2012

Ogni articolo sul

MUOS inizia

esplicitando il

significato di questo

cacofonico

acronimo, provocando al lettore una sensazione di

noia mista a nausea che, momentaneamente, vorrei

evitarvi. Comincerò dunque raccontandovi di un

ridente paesello siciliano, tutto sole, carciofi,

cannoli e “Bedda matri”: Niscemi che – lo

precisiamo per dare un aiuto a chi non ha un buon

rapporto con la geografia - sorge su una collinetta

orientale dell'isola, da cui potreste ammirare il mar

Mediterraneo senza neanche sporgervi troppo.

Un bel giorno del lontano 1943, tra venditori

ambulanti sgolati e scagnozzi armati di lupara,

giunse qui una comitiva di fusti alti, biondi, rasati e

con qualcosa in bocca che a mio nonno apparve

come estremamente fastidioso. Era il chewingum.

E loro erano soldati della flotta statunitense che dal

giorno dello sbarco in Sicilia continuarono a

passeggiare in zona. Ma perché? Per godere del

paesaggio che si apre dal belvedere del paese? Per

gustare l'ottima parmigiana che le mogli dei

massari gli offrivano, forse? Non lo sapevamo

(ancora). Fatto sta che a Niscemi i soldati

statunitensi ci sono rimasti.

Nel frattempo l'uomo metteva piede sulla Luna,

Mary Quant inventava la mini-gonna, Berlusconi

trovava sotto l'albero il suo primo blocchetto di

fatture e, all'insaputa dei più, lo stato italiano

acquisiva degli appezzamenti di terra situati nel

territorio che sarebbero stati dopo poco ceduti agli

Stati Uniti per farne un'inquietante e antiestetica

base militare. Oggi l'area, che si trova in prossimità

del centro abitato e nelle vicinanze di una

splendida riserva naturale popolata da specie

uniche di piante e

animali, è una delle

più importanti

centrali di

telecomunicazione

della marina militare USA, comprendente 41

antenne, delle quali la più alta raggiunge i 160

metri circa; adesso potrei dilungarmi dicendovi che

le antenne operano nella banda High Frequency,

HF (frequenza 3-30 MHz, lunghezza d’onda 10-

100 mt), per le comunicazione di superficie, ma mi

tratterrò per fare in modo che arriviate alla fine

dell'articolo senza accusare mal di testa e spasmi.

Vi basterà sapere che tutto questo comporta la

presenza di un campo elettromagnetico intenso e

costante il cui raggio d'azione danneggia uomini,

animali, pomodori e cannoli. Sì, perché è proprio a

colpi di radiazioni che gli USA vogliono salvarci

dal terrorismo!

Nel corso degli anni, infatti, non contenti

dell'operato di queste antenne, che si presentano

alla vista come degli abnormi scheletri di insetti

preistorici, gli ingegneri dell'esercito in stile Elvis

Presley, con annessa brillantina ai capelli, hanno

creato il suddetto MUOS. L'acronimo sta per

“Mobile User Objective System” ovvero, senza

spingerci troppo nella traduzione letterale,

un'accozzaglia di pali, parabole e pannelli di ferro

giganteschi e MUOStruosi.

Pensate che la costruzione prevede la

cementificazione di 2059 mq dell'area,che

dovrebbero dar vita ad un nuovo e più sofisticato

sistema di comunicazione della marina USA, in

grado di connettere tutti i propri mezzi - dalle navi

agli aerei senza pilota - con centri di intelligence di

qualsiasi parte del mondo.

Page 7: FUORICORSO - Novembre 2012

Novembre 2012 fuoricorso 7

Il progetto è partito nel 2001 a seguito di un

accordo bilaterale sancito dagli USA e dallo Stato

italiano, ma solo nel 2008 la notizia diviene di

dominio pubblico.

Ad oggi esistono solo tre installazioni MUOS

operanti nel pianeta, collocati in Virginia, nelle

Hawaii e in Australia; tutti luoghi parzialmente

desertici.

Ma al peggio non c'è mai fine. E' inaccettabile,

infatti, come grazie ad alcuni semplici giochetti

burocratici, la regione e il governo nazionale, a cui

sono state inviate negli anni decine di

interrogazioni parlamentari senza ricevere mai

risposta, siano riusciti a concedere il lasciapassare

agli Stati Uniti per la costruzione di un eco-mostro

-come l'ha definito il giornalista Antonio Mazzeo-

che incrementa la massiccia presenza di venti di

guerra in tutto il Mediterraneo.

A questo punto alcuni cittadini, arrabbiati e

amareggiati, consci del mancato appoggio da parte

dell'amministrazione nazionale, regionale e locale,

decidono di riunirsi e aggregarsi: nasce così il

Comitato NO MUOS che dopo anni di battaglie,

indagini, manifestazioni e sigarette consumate

nevroticamente davanti a infinite pile di scartoffie,

è riuscito finalmente a farsi sentire, arrivando fino

a Montecitorio, anche grazie all'appoggio di altri

comitati che nel frattempo sono nati in tutta l'isola.

Il 6 Ottobre di quest'anno è stata inaugurata la

prima manifestazione nazionale firmata NO

MUOS, che ha visto la partecipazione di più di

duemila persone accorse a Niscemi per appoggiare

la causa. Proprio alla vigilia della manifestazione è

giunta la notizia del sequestro dell'area nella quale

continuavano incessanti i lavori.

Questo non deve essere un motivo per abbassare la

guardia. L'obiettivo dei comitati, infatti, è quello di

sensibilizzare l'intera nazione e diffondere la

notizia che per troppo tempo è stata prigioniera

della dimensione locale. Rendiamoci conto

dell'importanza della smilitarizzazione e della

pericolosità della presenza imponente in Italia degli

USA, ovvero di uno stato che fonda il cosiddetto

“sogno americano” sulla morte. Sì. Quella degli

altri però.

La Sughereta di Niscemi,riserva naturale in cui sorge il Muos

In evidenza

Esistono solo altri 3 siti MUOS al mondo:

A Wahiawa nelle Hawaii;

A Norfolk in Virginia(USA);

A Kojarena in Australia.

Page 8: FUORICORSO - Novembre 2012

8 fuoricorso Novembre 2012

In memoria di Eric Hob-

sbawm

Chi dice che lo storico

contemporaneo debba

essere oggettivo? Si può

veramente esserlo men-

tre il mondo intorno a te sta mutando velocemente

com’è mutato nel ‘900?

La pretesa di oggettività a tutti i costi per il con-

temporaneista, oltre che illusoria, è anche erronea.

Lo storico contemporaneo deve essere critico e un

approccio critico presuppone un certo grado di

immedesimazione; la vita stessa di Eric J. Hob-

sbawm è stata il suo

oggetto di studio, ave-

va vissuto molti degli

avvenimenti che

commentava e studia-

va, riuscendo ad ap-

procciarsi criticamente

ad ognuno di essi. Co-

sì il grande storico

marxista riesce a scri-

vere del “Secolo Bre-

ve” che va dal 1914 al

1991, analizzando la

storia come chi riesce a osservarla da dentro,

commentando i fatti al di sopra di ogni buonismo e

ogni revisionismo giustificazionista, dando giudizi

netti e anche in controtendenza su personaggi come

il sopravvalutato Kennedy, il coraggioso Chruščёv

o l’arrogante Nixon.

È venuto a mancare il primo di ottobre uno dei più

grandi storici del novecento, con il privilegio e la

sfortuna di vivere in “Anni Interessanti”, come tito-

la la sua autobiografia. Hobsbawm non ha mai ri-

nunciato all’approccio storiografico marxista, pre-

ferendo il dato sociale ed economico, ma sempre

con uno spirito critico fortissimo e presente. Critica

che non risparmia alle socialdemocrazie e in parti-

colare al partito labourista inglese, arrivando a ri-

scoprire l’importanza della dottrina marxista in

“Come cambiare il mondo” del 2011.

Eric Hobsbawm è stato tacciato di acriticità verso

Stalin e i Gulag: i numerosi commenti sul web se-

guiti alla sua morte cadono facilmente in banalità

sconcertanti, a riguardo. Non era certo un comuni-

sta ortodosso tant’è che i suoi volumi non furono

mai tradotti nell’URSS e, ironia della sorte, i suoi

testi ebbero ben più fortuna negli Usa che nel vec-

chio continente (come quelli di molti “leftist” eu-

ropei). Il conoscere la sua opera deve far capire

come lo storico non possa essere “romantico”, tan-

to meno se marxista: il contemporaneista deve es-

sere realista. Hobsbawm

di sicuro rabbrividiva ai

morti nei gulag ma il suo

lavoro è di capire la ne-

cessità della storia e di

riportare eventi, com-

mentandoli in modo critico anche se questo può

sembrare freddo e distaccato. Non è mia intenzione

addentrarmi oltre in discorsi metodologici che non

mi competono , il mio intento è ricordare l’esempio

di un uomo che è riuscito a essere storico del e nel

periodo forse più ricco di eventi.

Il grande monito di Hobsbawm è contenuto in una

frase estrapolata da

un’intervista rilasciata

ad Alain Elkann per

“La Stampa”: -Io sono

marxista perché penso

che non ci sarà stabili-

tà finché il capitali-

smo non si trasforme-

rà in qualcosa di

irriconoscibile dal ca-

pitalismo che cono-

sciamo oggi.

IN RILEVANZA: Tra le opere: Le rivoluzioni borghesi. 1789-1848, Milano, Il Saggiatore, 1963. I ribelli. Forme primitive di rivolta sociale, Torino, Einaudi, 1965. Studi di storia del movimento operaio, Torino, Einaudi, 1971. Il trionfo della borghesia. 1848-1875, Roma-Bari, Laterza, 1976. Storia sociale del jazz, Roma, Editori Riuniti, 1982. L'Età degli imperi. 1875-1914, Roma-Bari, Laterza, 1987. Il secolo breve, Milano, Rizzoli, 1995. Anni interessanti. Autobiografia di uno storico, Milano, Rizzoli, 2002. Come cambiare il mondo. Perché riscoprire l'eredità del marxismo., Milano, Rizzoli, 2011.

Page 9: FUORICORSO - Novembre 2012

Novembre 2012 fuoricorso 9

Le scene di abbordaggio

di navi sono piuttosto

famose, rese celebri dai

film su pirati e corsari

che navigavano tra XVII

e XIX secolo. Oggi al

massimo pensiamo ai

pirati contemporanei che attaccano i mercantili a

largo delle coste somale, e in generale, associamo

questa pratica a dei “fuorilegge”, vecchi o moderni

che siano. Ma c’è un’eccezione. Oggi esiste uno

Stato che adopera e giustifica tale pratica: Israele.

La sua marina militare è ormai solita abbordare o

danneggiare pescherecci palestinesi e navi

umanitarie. Nel maggio 2010 la nave Mavi

Marmara, una delle 6 della cosiddetta Freedom

Flottilla I che trasportava aiuti umanitari e attivisti

filo-palestinesi verso la Striscia di Gaza, venne

abbordata con attacco congiunto di forze aeree e

navali. Lo scontro portò alla morte di 9 attivisti e a

decine di feriti. L’attacco, svoltosi addirittura in

acque internazionali, portò la commissione

d’indagine dell’Onu a definire l’aggressione come

violatrice dei diritti umani e della IV Convenzione

di Ginevra.

La Freedom Flottilla si riorganizzò, compiendo un

secondo tentativo per forzare il blocco di Gaza, ma

questa volta intervennero sabotaggi preventivi e

cavilli burocratici a impedire l’operazione. Era il

giugno 2011.

Oggi Gaza continua ad essere assediata. Non entra

o esce nulla senza l’assenso di Tel Aviv.

L’operazione militare Piombo Fuso e le successive

incursioni hanno danneggiato migliaia tra case,

scuole e ospedali, oltre alla rete elettrica. il blocco

impedisce l’adeguato rifornimento di materiale

edilizio, di supporti sanitari e di farmaci: la Striscia

recentemente ha attraversato una terribile crisi

sanitaria, risolta in parte con gli aiuti dell’UNWRA

(l’agenzia dell’Onu da cui dipende l’80% degli 1,5

milioni di gaziani).

È in questo contesto, e

contro questa situazione

che nasce il progetto

della Freedom Flottilla,

che accomuna attivisti,

intellettuali e politici di

tutto il mondo. Ed è

proprio perché il contesto è sempre lo stesso, e due

tentativi sono già falliti, che il 6 ottobre 2012

Napoli ha visto salpare la Estelle, nave svedese che

batte bandiera finlandese con a bordo una ventina

di attivisti tra cui l’italiano, ed ebreo, Marco

Ramazzotti Stockel. La Estelle trasportava

cemento, sedie a rotelle,

materiale sanitario, libri,

giocattoli, palloni da calcio, ed

è stata assaltata sabato 20

ottobre da uno stormo di

motoscafi e da quattro navi da

guerra israeliane. Il materiale

trasportato è stato sequestrato,

la nave deviata verso il porto di

Ashdod, gli attivisti arrestati

con l’accusa di ingresso

illegale in Israele , nonostante

l’attacco in acque

internazionali e nonostante Gaza sia territorio

palestinese, non israeliano. Alcuni di loro sono

stati picchiati e maltrattati con l’uso di pistole

elettriche, a detta dell’attivista italiano che il giorno

dopo è stato rimpatriato. Gli altri, al 21 ottobre,

sono attualmente detenuti dalle autorità della “più

grande democrazia del Medioriente”. In attesa di

aggiornamenti positivi sugli attivisti, non si può

che sperare che le motivazioni all’origine del

progetto umanitario vengano meno: accadrà solo

quando i palestinesi otterranno dignità, libertà e

autodeterminazione.

A proposito di...

Il 23 ottobre l'emiro del Qatar Hamad bin Khalifa al

Thani ha visitato la Striscia di Gaza. È stato il primo

a farlo dal 2007, anno in cui Hamas ne ha assunto il

controllo. L'emiro ha annunciato che destinerà 400

milioni di dollari per i progetti locali di ricostruzione.

Nel frattempo il 22 e il 23 ottobre sette palestinesi

sono morti nei raid israeliani nel Nord della Striscia.

Page 10: FUORICORSO - Novembre 2012

10 fuoricorso Novembre 2012

Venezuela. Il 7 ottobre

2012 doveva essere il

giorno della disfatta di

Hugo Chavez.

Salutato da mezza

stampa estera, anche di sinistra (per lo più main-

stream) da Repubblica fino a El Paìs, il vecchio e

malato leader bolivariano sembrava essere

finalmente arrivato al capolinea. Tutti sicuri che il

suo sfidante alla fine, seppur di poco, l’avrebbe

spuntata.

Non è solo una questione di simpatia, quella per il

giovanotto dal bell’aspetto dell’opposizione,

Henrique Capriles: una sua vittoria avrebbe

costituito di fatto una frattura all’interno dei

cosiddetti paesi non allineati, di cui il Venezuela

con la sua politica anti-americana e filo

sudamericana ne è il principale testimonial.

Pensare che tutta la stampa estera aveva associato

il volto di Capriles ad un raccapricciante modello

social democratico che lo avrebbe dovuto in

qualche modo avvicinare all’ormai ex Presidente

brasiliano, Lula.

Nella contro-informazione internazionale, a poco è

servito il messaggio di affetto che lo stesso collega

brasiliano ha poi rivolto all’amico di lunga data

Chavez, giusto per allontanare possibili dubbi sulla

stima di cui nutre il “Comandante” in tutto il Sud

America, così come a niente è servito sottolineare

l’estrema vicinanza del leader dell’opposizione alle

maggiori industrie straniere per lo più americane;

Chavez era il nemico da battere e se per

raggiungere questo obiettivo serviva rendere più

presentabile l’oppositore poco importa, andava

fatto.

Nella propaganda anti-chavista era necessario

rimettere mano anche a quell’immaginario che da

tempo ruota intorno al comandante-presidente,

serviva scardinare il suo consenso nelle fasce più

deboli e povere del Paese.

Nonostante ciò, il 7 ottobre, davanti ad una

commissione centrale quasi commossa nel leggere

i dati dell’affluenza, l’81% dei venezuelani era

andata a votare (8 persone su 10). Di questi il

54,5% lo aveva fatto per Hugo Chavez.

Chi è Chavez? A questa domanda, spesso

impregnata di demagogia, soprattutto in certa

sinistra italiana occupata in un restyling di tipo

culturale al proprio interno (tanto che un liberista

come Capriles sembra essere molto meglio di un

socialista come Chavez), si può rispondere solo se

si risponde alla domanda: Cos’era il Venezuela

prima di Chavez?

Non bisogna andare molto lontano, come negli

anni cinquanta quando il

Venezuela era sostenuto

da una vera dittatura,

l’attenzione si può

benissimo spostare alla

fine degli anni settanta, quando sotto la presidenza

di Campìns si ebbe il crollo delle esportazioni del

greggio e l’economia venezuelana sprofondò nel

baratro della povertà. Nel 1989 salì al potere Pérez,

che impose attraverso accordi con gli istituti

economici internazionali, politiche di austerità (non

vi ricorda nulla amici della sinistra, vero?), si avviò

così un processo di violente liberalizzazioni

dell’economia che destarono forte malcontento nel

paese, con enormi mobilitazioni popolari represse

dalla polizia e dall’esercito.

In quegli inizi anni novanta, il Venezuela dovette

subire la sospensione dei diritti costituzionali, il

suo Presidente (Pérez) fu arrestato per corruzione,

la crisi economica peggiorò in modo progressivo.

A leggerla così, sembra la storia dell’Europa degli

ultimi mesi. Con l’arrivo di Chavez (il dittatore

cattivo) oggi possiamo dare qualche dato:

Con Chavez la popolazione è aumentata di circa 6

milioni, la speranza di vita è passata da 70 anni a

72 anni, il piano abitativo ha permesso un aumento

delle abitazioni (due milioni circa) mentre quelle

esistenti sono state messe in sicurezza almeno in

parte.

Nel '98 i poveri erano il 50,4% mentre i

poverissimi il 20,3. Nel 2011 le cifre sono scese

rispettivamente al 31,6% e al 8,5%.

L’alfabetizzazione è passata dal 90,9% del '98 al

93,7% del 2010. La scolarizzazione alle medie nel

1998 era del 53,6% fino ad arrivare al 73,3% nel

2010. Dai 900 mila universitari del 2000, oggi se

ne contano 2 milioni e mezzo.

La disoccupazione nel 1998 era del 16,6% ed è

scesa al 7,9% nel 2011.

In mezzo a questi dati si ricavano anche politiche

sociali come: l’aumento delle ferie, l’aumento del

salario minimo e l’aumento delle pensioni.

Le politiche di Hugo Chavez si sono dunque

dimostrate vincenti, nonostante la cecità che ha

colpito in modo imbarazzante tutta la stampa

internazionale. Per questo motivo, per il ricordo

che ancora portano milioni di venezuelani di quegli

anni devastanti del secolo scorso, non possiamo

che ritrovare in quelle fasce deboli il risultato di

una vittoria ancora una volta così schiacciante.

Page 11: FUORICORSO - Novembre 2012

Novembre 2012 fuoricorso 11

fuori dal Mondo

Uruguay

El Pais scrive che il 22 ottobre il presidente Josè Mujica ha promulgato una legge che legalizza

l'aborto. Sentenza di rilevante interesse e progresso che permette alla donna di interrompere la

gravidanza entro la dodicesima settimana di gestazione. Una legge così avanzata sulla questione

esiste solo a Cuba, in Guyana, a Portorico e nel Distretto Federale del Messico.

Mujica annuncia, inoltre, di voler legalizzare a breve il consumo e l'utilizzo di marijuana.

Guinea-Bissau

Il governo sostiene di aver sventato un colpo di Stato il 21 ottobre, il secondo in pochi mesi. Un

gruppo armato ha attaccato una caserma vicino alla capitale causando sette morti. Le autorità

locali, secondo cui l'attacco è stato appoggiato dal Portogallo, hanno arrestato numerose persone,

molte delle quali legate al precedente governo che era stato rovesciato con un golpe in aprile.

Islanda

Il 20 ottobre il 66,9 per cento della popolazione ha votato sì al referendum non vincolante sulla

bozza della nuova costituzione. Il documento è stato elaborato da un consiglio costituzionale di 25

comuni cittadini che hanno tenuto in considerazione anche le proposte arrivate via web, in una

sorta di esperimento di democrazia virtuale. Un comitato di giuristi dovrà ora esprimere il suo

parere sulla nuova costituzione nonostante sarà il Parlamento ad avere l'ultima parola.

Russia 27 Ottobre, il ministero degli interni russo comunica tramite il suo ufficio stampa gli arresti del

blogger Alexei Nalvany, del leader radicale del Fronte di sinistra Serghei Udaltosv e dell'attivista

Ilya Yashin per "disturbo dell'ordine pubblico". Ufficialmente gli arresti sono sette, apparente-

mente senza aver commesso nessuna violazione: l’azione che ne ha causato il fermo consisteva in

una serie di picchetti che si estendeva dalla sede dei servizi segreti fino alla sede del Comitato in-

vestigativo russo che negli ultimi tempi ha aperto inchieste sugli oppositori anti-Putin. I tre attivi-

sti sono solo gli ultimi di una lunga lista.

Firenze 10+10 8-11 novembre alla Fortezza da Basso.

Dopo dieci anni dal primo Social Forum Europeo, svoltosi proprio a Firenze nel 2002, oltre tremi-

la partecipanti si incontreranno nel capoluogo Toscano, alla Fortezza da Basso, per quattro giorni

di discussione e di analisi.

Quando, nel 2002, i movimenti e le reti europee si diedero appuntamento a Firenze per dar vita al

primo Forum sociale europeo, la crisi era solo una conseguenza annunciata delle analisi dei mo-

vimenti sull’impatto prossimo della globalizzazione economico-finanziaria. Oggi, invece, è una

realtà nella quale siamo tutti immersi.

E’ per questo che l’incontro europeo “Firenze 10+10/Unire le forze per un’altra Europa” è un ap-

puntamento che ha due obiettivi: rispondere con un fronte comune di forze sociali a livello euro-

peo alla crisi e alle politiche imposte dalle istituzioni dell'Ue e della Bce; creare alleanze per una

strategia a lungo termine capace di costruire un'Europa sociale e dei cittadini. La presenza di tante

realtà quali reti, movimenti, sindacati, associazioni, ONG, di varia provenienza e composizione va

intesa come una ricerca di convergenze e di lavoro comune verso una forte e diffusa mobilitazione

per costruire una Europa che guardi prima di tutto ai cittadini.

Page 12: FUORICORSO - Novembre 2012

12 fuoricorso Novembre 2012

Attenzione:

contiene elevate dosi di senso critico.

Candidato repubblicano al Sena-to Usa: "la gravidanza dopo lo stupro e' un dono di Dio". O il suo post-it.

Sicilia, scarsa affluenza alle urne. I cittadini: "io nenti sacciu!".

Bocciato il decreto per far paga-re l'IMU alla Chiesa. Monti: "E' un peccato!"

Per convincere il Parlamento ad approvare una legge anticorru-zione sono state raccolte 150000 firme. Avete provato a metterle sugli assegni?

Romney è miliardario. Promette milioni di posti di lavoro ed è in-dagato per reati fiscali. Presto avrà a che fare con la nipote di Ahmadinejad. http://twitter.com/VivalaSATIRA

Cercavi una Casa, ti hanno dato una Capanna?

Parte la campagna sul diritto all'abitare di Link Siena,

in collaborazione con il Sunia, per la legalità dei contratti di locazione,

contro il caro- affitti, prestissimo nelle vostre facoltà.