FiloDiretto Novembre 2012

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LA NAVE AFFONDAUn’amministrazione che naviga a vista, la maggioranza in consiglio comunale dissolta, debiti su debiti, il commissario straordinario dietro la porta, la pressione fiscale portata alle stelle, un risanamento più immaginario che concreto, 95 dipendenti comunali in procinto di non vedere prolungato il rapporto di lavo-ro a fine anno. Ma anche ditte e fornitori che vantano ingenti crediti accumulati nel corso degli anni nei confronti del comune e che mi-nacciano di non potere pagare gli stipendi dei propri dipendenti. E un sindaco che non vuole abbandonare la nave.E’ questo il quadro che si presenta dinanzi ai cittadini monrealesi che, in un modo o nell’altro, sono chiamati ad intervenire per fare quadrare i conti. Avverrà con questa amministrazione o con un eventuale commissario straordinario, in ogni modo non si intravede nessuna alter-nativa al pesante esborso finanziario al qua-le saranno chiamati i contribuenti monrealesi per sanare delle falle delle quali non sentono assolutamente di essere responsabili. Certo, sappiamo che le cause sono di origine ata-vica, in primis l’altissimo e crescente costo di gestione dei servizi dell’ATO Alto Belice, e ad esse si sono aggiunte le conseguenze di uno Stato e di una Regione in profonda crisi

che hanno decimato i trasferimenti agli Enti Locali, ma l’amministrazione Di Matteo

non sembra essere riuscita a trovare la strada giu-

s t a per portarci fuori dal dissesto. Siamo in un tun-nel dal quale non sarà facile uscire. O tasse o tasse, a meno che non arrivino dalla Regione siciliana, come anticipato dal neo presi-dente Rosario Crocetta, delle somme che andranno a sanare le pendenze dei comuni siciliani nei confronti degli ATO. Ciò potrà dare un po’ di respiro ai monrealesi ed alleviare il peso dei contributi dovuti. Il sindaco Di Matteo in consiglio comunale è rimasto isolato, ab-bandonato alla sua sorte anche dai consiglieri del suo stesso par-tito, il PDL, sorretto soltanto dalla giunta che sembra avergli giurato fedeltà fino alla fine. Sarà perché dare sostegno alle scelte del sindaco vuol dire bruciarsi dinanzi ai cittadini-elettori, di certo i ranghi dell’oppo-sizione in consiglio si fanno più affollati. Un’opposizione che ha deciso di non presentare la mozione di sfiducia. Paradossalmente, in questo con-testo, sembra che trovare 20 consiglieri decisi a sfiduciare il sindaco sia impresa ardua. La maggioranza dei consiglieri invita Di Matteo a continuare a svolgere il mandato ricevuto dagli elettori e, all’unisono, lo critica per avere condotto il paese al baratro senza avere mai accettato gli inviti alla collabo-razione pur rivolti dalle varie forze politiche presenti in consiglio comunale. Alle recenti conferenze stampa promosse dai consiglieri sono emerse varie proposte. Dalla vendita di beni immobili all’eliminazione delle consulenze legali creando un ufficio legale del comune con personale interno, dalla lotta all’evasione fiscale all’aumento degli spazi pubblicitari da vendere. Nessuna forza politica chiede un rimpasto di giunta, pur non ricono-scendo agli attuali assessori grandi capacità amministrative. Chi al momento mette mano ai conti del comune e prova ad azionare le sue leve finanziarie deve necessariamente toccare le tasche dei cittadini e compromettere seriamente un’elezione futura. Più conveniente stare lontani da poltrone che scottano o ad-dirittura avviare sin d’ora una campagna elettorale in vista delle amministrative del 2014 speculando sui guai e sulle decisioni impopolari assunte dal sindaco, e scommettendo sul declino lento ma inesorabile dell’attuale amministrazione.

L’EDITORIALEdi Luigi Gullo

Filo Diretto: Direttore Editoriale: Luigi Gullo | Direttore Responsabile: Alex Corlazzoli | Redattori: Piera Autovino, Fabrizio Lo Ver-so, Carmen Nicolosi, Irene Tusa, Vincenzo Acquaviva | Impaginazione e Grafica: Nino Carlotta, Daniele Russo, Gaetano Ferraro | Fotografie: Piera Autovino.

Contatti: www.filodirettomonreale.it | [email protected]

SOMMARIODI MATTEO: CONSIGLIERI IRRESPONSABILI, SENZA AUMENTO IMU DRITTI VERSO IL PRE-DISSESTOdi Luigi Gullo

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ASS. LA FIORA: “IL PRE-DISSESTO È UN’OPPOR-TUNITÀ CHE ANCORA NON ESCLUDO”di Luigi Gullo 04

SICILIA: PIATTAFORMA MILITARE A SOVRANITÀ LIMITATAdi Luciano Rizzuti

05ECCO LA DEMOCRAZIA DIRETTA A MONREALE: I REFERENDUM!di Fabrizio Lo Verso

06DIVERSABILITÀ: RICCHEZZA FAMILIARE E CAPITALE SOCIALEdi Patrizia Roccamatisi

07CHE COSA È L’IMPOSTA DI SOGGIORNO?di Carmen Nicolosi 07LA CONSULTA GIOVANILE SOFFIA LA SUA PRIMA CANDELINA di Irene Tusa 08COLLETTORE FOGNARIO....PARTE QUARTA! ATTORI ! CIAK SI GIRA...di Stefano Lo Coco, Comitato Pioppo Comune 09A.S. CONCA D’ORO MONREALEdi Daniele Russo e Vincenzo Acquaviva 10CHI E’ MAI STATO A GRISI’?di Piera Autovino 11

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La settimana politica scorsa è stata contraddistinta dai chiarimenti espressi dalle forze politiche di opposizio-ne, che hanno voluto così rispondere agli attacchi e alle accuse di irresponsabi-lità mosse nei loro confron-ti dal sindaco. Il prologo è presto detto. A fine ottobre la giunta aveva presenta-to in consiglio la proposta di variazione dell’aliquota IMU per venire incontro alle esigenze finanziarie del co-mune. Alla bocciatura della larga maggioranza del con-siglio comunale era seguito un documento con il quale Di Matteo aveva sferrato una dura critica e aveva appunto appellato come irresponsa-bili i consiglieri comunali, rei di non avere approvato una delibera che avrebbe salvato il comune dalla dichiarazione

di pre-dissesto. Nel comunicato inviato ai cittadini ad avvalorare la tesi del sindaco era intervenuto anche l’assessore al Bilancio Giuseppe La Fiora, il quale asseriva come la scelta di non votare l’IMU avrebbe compor-tato decisioni drastiche per il nostro comune, a danno dei cittadini, degli impiegati e dei servizi che non sarebbero stati più garantiti. “Il nostro bilancio - ha dichiarato La Fiora – non può prescindere da un’entrata strutturale propria, come l’imu che rappresenta la pietra miliare delle nostre entrate correnti, in quanto si va e si andrà sem-pre più riducendo l’intervento della Regione e dello Stato … . Sia in commissione che in aula plenaria – ha continuato l’assessore – avevo rappresentato ai signori consiglieri come il nostro bilancio sia fatto esclusivamente di spese obbligatorie previste per legge, tra cui una voce rilevante è quella per il personale, non ci sono spese folli o capitoli su cui apportare tagli. Non siamo più in grado di presentare un bilancio in equilibrio, anche perché nel bocciare l’imu il consiglio non ha individuato risorse alternative per colma-re lo squilibrio. Non ci sono alternative a sfruttare la procedura di pre-dissesto finanziario. … Sarà inevitabile portare al massimo le aliquote delle tasse e dei servizi, …e l’obbligo di riduzione della spesa con conseguenze negative sui propositi di stabilizzazione del personale precario (95 dipendenti ndr)”. Appena una settimana dopo l’allarme era rientrato ma non certo l’emergenza. La giunta era riuscita a scongiurare la dichiarazione di pre-dissesto delibe-rando un aumento dell’aliquota della TARSU del 50%. Operazione che ha sollecitato un’alzata di scudi delle forze d’opposizione che hanno voluto chiarire le proprie posizioni ai cittadini. MONREALE 05/11/2012

La settimana scorsa il Pdl ha espresso la propria distanza dalle scelte dell’amministrazione non condivise né tantomeno discusse. Il deputato regionale Salvino Caputo, invitato al tavolo, ha voluto sottolineare la mancanza di comunicazione con questa ammini-strazione, di cui è stato a lungo vicesindaco, sorda ai consigli e alle proposte del gruppo consiliare del Pdl, ex alleato. Caputo ha sottolineato come la delibera di aumento della TARSU potrebbe essere dichiarata illegittima perché di competenza del consiglio e non della giunta, e di non condividere assolutamente la politica di inasprimento fiscale adottata da quest’ultima, sproporzionata alle reali esigenze finanziarie del comune, senza avere valutato opzioni alternative. Caputo si è impegnato in qualità di deputato regionale a contattare il presidente della Serit per comprendere quali motiva-zioni comportano un mancato introito di circa 18 milioni di euro per le casse del comune. Hanno fatto eco gli altri consiglieri Lo Coco, Rincione e Mario Caputo, proponendo una politica di implemen-tazione delle istallazioni dei cartelloni pubblicitari da piazzare sul mercato, e soprattutto la vendita di immobili comunali di pregio. Il Savoia, oggi sottoutilizzato, fa gola a istituti di credito – asserisce S. Caputo – e sarebbe molto appetibile anche il Mulè, se fosse libera-to dalle associazioni che lo utilizzano, così come il cinema Imperia, una volta ristrutturato, e la casa per anziani di Fiumelato. Il gruppo consiliare del Pdl ha voluto sottolineare come in questa situazione sarebbe stato sbagliato avanzare una mozione di sfiducia nei con-fronti dell’amministrazione, che invece deve impegnarsi a risolvere i problemi del comune. Per ultimo i consiglieri hanno confermato l’apertura al dialogo con l’antico alleato per il conseguimento del bene comune.

MONREALE 09/11/2012

E’ stata una conferenza stampa condotta all’unisono quella tenuta da alcuni consiglieri comunali del comune, appartenenti a varie for-ze politiche dell’opposizione. I consiglieri non ci stanno e si ribella-no. Luigi D’Eliseo (gruppo misto), Santo D’Alcamo (ex Grande Sud ora gruppo misto), Massimiliano Lo Biondo e Giuseppe Di Verde (PD), Rosario Li Causi e Giovanni Sirchia (UDC), ai quali si è ag-giunto il consigliere provinciale Giuseppe Mortillaro (gruppo misto). Una conferenza, anche questa, per spiegare alla cittadinanza le posizioni assunte in consiglio, affermazioni ferme, toni pacati anche se non sono mancati momenti di dichiarazioni al vetriolo. “La boc-ciatura della proposta di aumento dell’IMU – spiega Lo Biondo – è la bocciatura di un’amministrazione incompetente che ha portato il paese al collasso finanziario. Durante questi tre anni il consiglio comunale ha tentato di avviare un dibattito con l’amministrazione su proposte alternative, ma non ha trovato apertura nel sindaco. Il nostro ruolo di consiglieri comunali è stato mortificato. Abbiamo chiesto di procedere ad una razionalizzazione della spesa”. E giù con gli esempi: Circa 1.080.000 € spesi per l’energia. L’amministra-zione non avrebbe dato seguito, secondo Lo Biondo, al piano per l’attuazione dei tetti fotovoltaici approvato in consiglio comunale, che avrebbe goduto del finanziamento della provincia e portato in tre anni all’abbattimento della spesa elettrica dell’80%. Ancora: cir-ca 320.000 € sborsati per l’affitto di immobili invece di riorganizzare quelli di proprietà. Per ultimo l’enorme peso dei debiti fuori bilancio, che incidono per circa 700.000 € l’anno, ma che non sempre fanno riferimento a quel carattere straordinario e imprevedibile dettato dal testo unico degli enti locali, come nel caso della spese per le feste natalizie. “Se la responsabilità di questi debiti non è di chi ammini-stra oggi perchè li ha ereditati, imputiamo all’amministrazione Di Matteo l’assenza di una loro attenta valutazione”. “E’ stata un’am-ministrazione incapace di risolvere nell’arco di questi anni le proble-matiche che ci stanno conducendo al disastro, come il debito nei confronti dell’ATO Alto Belice dove si vanno ad impegnare somme per i noleggi a caldo che incidono fino a 720 € al giorno, invece di provvedere a pagare i fornitori e i meccanici.” Lo Biondo sottolinea ancora l’incapacità dimostrata dall’amministrazione che data la va-stità del territorio potrebbe fare una programmazione per la vendita degli spazi pubblicitari per ricavarne ben più dei 15.000 € attuali. Fa eco il consigliere Li Causi, per il quale “già da anni era previsto il dissesto ma il sindaco ha continuato nella sua politica di chiusura nei confronti dei consiglieri”. Li Causi rinnova la propria disponibilità , assieme a quella di Grande Sud e del PD rappresentati in aula, a collaborare insieme per trovare soluzioni giuste, eventualmente anche con un appoggio esterno, o, propone, creando un governo di salute pubblica. Uguale il tenore della riflessione di Santo D’Alca-mo, che aggiunge come è stato chiesto al segretario comunale di verificare la possibilità di creare un ufficio legale interno, con l’ausi-lio di dipendenti comunali che ne avessero le qualifiche, per evitare le spese legali che ammontano a circa 500.000 € l’anno. D’Alcamo riporta in aula il tema dell’incapacità gestionale mostrata dai pre-sidenti dell’ATO, di nomina sindacale, che non hanno provveduto ad organizzare una valida raccolta differenziata che avrebbe fat-to ridurre di molto i costi di conferimento in discarica. Nel tavolo trova anche spazio il consigliere provinciale Giuseppe Mortillaro, invitato dagli omologhi comunali, che esordisce chiedendo scusa ai cittadini ed in particolare ai suoi elettori, che al ballottaggio delle amministrative 2009 lo avevano seguito nell’appoggiare la candida-tura di Di Matteo. Un sindaco che, grazie a questa sbagliata legge che conferisce poteri troppo ampi al primo cittadino, ha esercitato malissimo le proprie competenze, senza chiedere la collaborazio-ne dei suoi alleati prima e dei consiglieri oggi. Mortillaro, su una domanda posta dal giornalista Salamone sulla convenzione AMAT, sferra una pesante accusa su “chi in passato aveva stipulato tale convenzione, che mascherava unicamente personalistici ritorni po-litici”. “Fino a oggi – sottolinea – il comune è stato strumentalizzato per propri fini politici. Chiedo che venga inoltrata una mozione di sfiducia, dato che non vi è il più il tempo di salvare un comune che verrà ormai commissariato”. La mozione di sfiducia non trova con-senso tra i consiglieri che non ritengono di raggiungere il numero minimo di 20 voti affinché possa passare in aula. “Lancio una pro-posta – dichiara Benni De Nicola (PD) – ci autosospendiamo e non votiamo il bilancio. Vediamo chi approverà le proposte del sindaco”. Il consigliere Di Verde annota come la maggioranza che sosteneva il sindaco, originariamente di 19 consiglieri su 30, si sia ridotta a soli 5 elementi, insufficienti a garantire una governabilità. “Il sinda-co – continua Di verde – minaccia che la nostra bocciatura avrebbe comportato l’interruzione dei servizi sociali? Ma se già gli studenti pendolari delle frazioni pagano di tasca loro il servizio navetta per raggiungere gli istituti scolastici? In questo comune i servizi sociali sono assenti”. D’Eliseo spiega nella mancanza di dialogo con Di Matteo il suo passaggio all’opposizione. Se non sarà in grado di trovare vere soluzioni ne trarremo le conseguenze.

DI MATTEO: CONSIGLIERI IRRESPONSABILI, SENZA AUMENTO IMU DRITTI VERSO IL PRE-DISSESTORettifica: pre-dissesto evitato con aumento tarsu del 50%di Luigi Gullo

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ASS. LA FIORA: “IL PRE-DISSESTO È UN’OP-PORTUNITÀ CHE ANCORA NON ESCLUDO”“La manovra sull’IMU sarebbe stata più equa di quel-la sulla TARSU”di Luigi Gullo

Il primo incontro con l’ass. La Fiora risale a gennaio. Appena insediato all’interno della giunta monrealese aveva mostrato un certo ottimismo nel riuscire a conseguire il pareggio di bilancio. A maggio invece, in un‘in-tervista rilasciata al nostro giornale, l’assssore aveva mostrato una forte preoccupazione per i conti del comu-ne.

- Assessore La Fiora, Monreale oggi si trova dinanzi al baratro finanziario. Per non dichiarare il pre-dissesto, secondo la nuova normativa Monti, la giunta ha preferito aumentare la Tarsu del 50% sulle abitazioni principali. Cosa sta succedendo?

- Già a maggio avevo espresso a chiare lettere la mia preoccupa-zione per il quadro di incertezza che la manovra del Governo Monti, in particolare l’anticipazione al 2012 dell’IMU e la spending review, avrebbe creato per la finanza degli Enti Locali sul piano delle en-trate. Oggi posso affermare a ragion veduta e con un pizzico di orgoglio che le mie preoccupazioni erano assolutamente fondate, per cui avere rinviato la predisposizione del bilancio di previsione per l’anno 2012, cosa tra l’altro supportata da una serie di proroghe previste per legge, è stata una scelta ben ponderata. Le mie pre-occupazioni erano (e si sono confermate) le seguenti: la perdita di gettito ICI per oltre 1,3 milioni di euro ad aliquote di base a segui-to della compartecipazione dello Stato al 50% nel gettito dell’IMU; la perdita del gettito relativo all’addizionale sull’accisa dell’energia elettrica per circa 1 milione di euro, gettito che è passato all’Era-rio; il taglio dei trasferimenti regionali e statali cui si sono aggiunti, proprio nelle ultime settimane, i tagli previsti dalla spending review, ammontanti a circa 1,4 milioni di euro. Capirà bene cosa significano le cifre che ho appena citato per il nostro Ente ed in quale acque ci saremmo trovati se, fidandoci dei calcoli predisposti dal Ministero delle Finanze sulle stime IMU, avessimo approvato il bilancio prima di scoprire tutto ciò. Faccio presente che gli ultimi tagli, quelli della spending review, sono arrivati solo a fine ottobre mentre ancora lo Stato ha la possibilità di variare le aliquote di base IMU fino al prossimo 10 dicembre. L’incertezza regna sovrana. Il tutto a fronte di un bilancio ingessato sul piano della spesa, in quanto fatto quasi esclusivamente di spese obbligatorie per legge, che tra l’altro sia-mo riusciti a ridurre di oltre 1,3 milioni di euro nell’anno 2011 rispet-to all’esercizio precedente. Questo è quello che è successo, questa è l’emergenza che mi sono trovato a dovere affrontare a pochi mesi dal mio incarico di assessore al bilancio.Tuttavia, nonostante il quadro sopra delineato, manifestavo una certa fiducia in quanto per fortuna la legge sull’IMU, forse non a caso, consentiva ai Comuni di potere intervenire sulle aliquote per riequilibrare il proprio gettito. Era infatti fin troppo chiaro, anche alle persone dotate di una normale capacità di analisi, che tutto lo sfor-zo intrapreso dal Governo Centrale per il risanamento della finanza pubblica sarebbe ricaduto a cascata sugli Enti Locali ed in partico-lare sui Comuni che sono l’ultimo anello della catena. In pratica se lo Stato taglia le risorse alle Regioni è inevitabile che queste ultime le taglino ai Comuni che a loro volta non possono ribaltare ad altri tali tagli se non sui cittadini che sono gli utenti finali. In questo quadro si poneva la manovra sull’IMU che avevamo pre-disposto e sottoposto al Consiglio Comunale. Una manovra “di emergenza” che ci consentisse di recuperare quello che inopinata-mente avevamo perso sul piano delle entrate, mentre nel frattempo i mesi dell’anno 2012 avanzavano e si continuava inevitabilmente ad impegnare per dodicesimi le spese obbligatorie sulla base delle risorse del bilancio precedente. Era chiaro che in simili condizioni bisognava responsabilmente intervenire e fare presto per affrontare l’emergenza. Tutto il resto, la discussione sul contenimento delle spese, sulle eventuali entrate alternative da trovare, sulla più efficiente alloca-zione delle risorse, sull’opportunità di fare certe cose piuttosto che altre, tutti argomenti che condivido e reputo di fondamentale impor-tanza, andavano rinviate ad un momento successivo in cui, supe-rata l’emergenza, si poteva ragionare con serenità e con tempi e modi più adeguati ed opportuni.

- Assessore La Fiora, ha qualcosa da rimproverarsi?

- La cosa di cui mi rimprovero è forse quella di non essere riuscito a trasmettere tale messaggio; ho cercato in tutti i modi di farlo, ho partecipato alle Commissioni Consiliari in cui sono stato invitato ed

al dibattito in Aula, portando i numeri ed illustrando anche i capitoli del PEG ai consiglieri, anche per superare alcune leggende me-tropolitane su presunte spese pazze del bilancio, frutto di voci di popolo più che di una reale conoscenza del bilancio. Ma mi sono scontrato con un muro di gomma. Mi consenta di dire però che la facile polemica alimentata da alcu-ni consiglieri comunali a proposito delle finanze comunali risponde solo a esigenze di visibilità, pur legittime, di taluni di loro. Basta guardare come si sono comportati otto Comuni italiani su dieci ri-spetto alle aliquote IMU, così come per la TARSU, per rendersi conto che i tempi sono duri per tutti e che Monreale non è situata su un altro pianeta. E questo ritengo che i sigg. consiglieri lo sappiano.Ritenevo molto più equa la manovra sull’IMU, anche perché aveva-mo lasciato al minimo l’aliquota sulla prima casa intervenendo sulle seconde case, che sono pur sempre espressione di capacità con-tributiva, rispetto all’aumento che siamo stati costretti ad effettuare sulla TARSU, una tassa che invece grava sulle fasce più deboli in quanto colpisce gli inquilini piuttosto che i proprietari e che al tempo stesso, dati statistici alla mano, ci dà minore performance di gettito rispetto all’IMU. Il che non è sicuramente positivo per le nostre asfit-tiche casse comunali.

- Quali conseguenze avrebbe comportato la dichiarazione di pre-dissesto? - Io sono del parere che la dichiarazione di pre-dissesto di cui al D.L. 174/12, che io stesso avevo annunciato subito dopo la boccia-tura dell’IMU in Consiglio Comunale, più che uno spauracchio sia un’opportunità e ancora oggi, nonostante la manovra sulla TARSU, non la escludo. Qualcuno ci ha accusato di precipitazione nell’a-vere varato nella notte del 31 ottobre l’aumento della TARSU che ripeto, è stato del 50% sulle abitazioni e del 10% su negozi ed uffici, ma vorrei proprio immaginare cosa avrebbero fatto altri al nostro posto. Questa manovra ci consentirà di equilibrare il bilancio e di farlo con entrate reali, non con le chiacchiere della vendite di immobili o simili che ho ascoltato a più riprese in questi giorni, per-ché quelle sono solo chiacchiere e non entrate vere. Nel frattempo avremo il tempo e il modo per valutare, con senso di responsabilità, la possibilità di ricorrere alla procedura del pre-dissesto, in quanto i problemi finanziari del Comune di Monreale non sono certamen-te risolti con l’equilibrio di bilancio garantito da questa manovra. Il nostro problema principale è la cassa, come purtroppo hanno sperimentato anche i dipendenti comunali in questi giorni, dopo che da tempo lo sperimentano i dipendenti ATO, e ancora di più i no-stri fornitori. Con la procedura di pre-dissesto, che tecnicamente è una procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, ci sarebbe la possibilità di tirare fuori e mettere sul piatto della bilancia tutti i problemi finanziari del Comune che si chiamano Residui Passivi, Residui attivi di dubbia esigibilità, debiti fuori bilancio, disavanzi e proporre un piano di riequilibrio finanziario che può durare cinque o dieci anni per risanare i conti del nostro Comune. La predisposizio-ne di tale piano bloccherebbe da subito qualsiasi azione esecutiva individuale da parte dei creditori sul nostro patrimonio e per tutta la durata della procedura di riequilibrio, con immaginabile beneficio per l’Ente. Ciò ci consentirebbe di potere pensare più serenamente alla vendita di immobili che non servono al Comune, senza il rischio di vederceli pignorati, il tutto come una delle possibili leve del piano di riequilibrio. Le altre leve, e qui arrivano le note dolenti, possono essere costituite dall’aumento fino al massimo delle imposte e tas-se comunali, e delle tariffe dei servizi; c’è poi l’obbligo di copertu-ra al 100% del costo del servizio di smaltimento dei rifiuti nonché una revisione sulle dotazioni della pianta organica con l’obbligo di precisi obiettivi di riduzione della spesa del personale. A fronte di ciò però, l’Ente può ottenere un’anticipazione da parte dello Stato pari ad euro 200,00 (l’importo originario di euro 100,00 è stato rad-doppiato con un emendamento approvato in Commissione Finanze della Camera lo scorso 2 novembre) per abitante da restituire a rate entro il termine di durata del piano di riequilibrio (cinque o dieci anni). Il che per Monreale si tradurrebbe in circa 7,6 milioni di euro che andrebbero a dare una boccata di ossigeno alle nostre casse comunali.

- Quale sarà il gettito finanziario ottenuto da questa manovra?

- La manovra sulla TARSU, insieme all’aumento del 10% dell’acqua e di un ulteriore 50% del valore ai fini IMU delle aree edificabili, ci consentirà di iscrivere in bilancio maggiori entrate accertabili per circa 2,2 milioni di euro.

- Può confermare con assoluta certezza che con questo get-tito si riuscirà a fare fronte alle varie esigenze finanziarie del comune quali: proroga del rapporto di lavoro dei contrattisti oltre il 31 dicembre, conferma della fornitura dei servizi sociali, pagamento degli stipendi arretrati dei dipendenti comunali e garanzia della regolarità di quelli futuri?

- Questa manovra ci consente esclusivamente di raggiungere l’e-quilibrio di bilancio per il 2012, garantendo in termini di competenza

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la copertura delle spese impegnate e/o da impegnare entro fine anno. Altro discorso è la cassa e quindi la regolarità di pagamento anche degli stipendi per la quale, nel breve periodo, non intrave-do sicuramente prospettive incoraggianti. Ecco perché continuo a strizzare l’occhio alla procedura di pre-dissesto.Diverso è invece il discorso dei precari, sulla cui proroga pesano anche altre considerazioni di carattere tecnico, su tutte il rispetto del patto di stabilità da parte della Regione, dando per scontato che noi rispetteremo il nostro di patto, e la reale volontà politica a livello regionale di favorire tali prosecuzioni. Già in maniera subdola, la ormai nota Circolare 1/2012 dell’ottobre scorso che affronta l’ar-gomento, sancisce che per il 2012 la Regione pagherà ai Comuni l’80% del contributo per i precari; cosa che ad una prima lettura sembrava confermare quanto avvenuto negli anni precedenti quan-do la Regione rimborsava ai Comuni l’80% del costo per stipendi e contributi del personale precario. Ora invece si parla dell’80% del contributo, quindi l’80% dell’80%, cioè il 64% del costo del perso-nale precario. Come capirete sono iniziati i giochetti, con i Comuni costretti a reperire le risorse che la Regione non trasferisce più.La decisione quindi di proseguire i rapporti in essere con i contratti-sti anche oltre il 31 dicembre 2012, cosa su cui il Sindaco e l’ammi-nistrazione si sono espressi favorevolmente, non può che passare dal reperimento di ulteriori risorse per il bilancio del Comune.

- Questa manovra fiscale serve a tenere in vita un malato cro-nico o sarà foriera di un percorso di guarigione della finanza locale e sarà prevedibile quindi per il 2013 una riduzione della pressione fiscale?

- Questa manovra fiscale ci consentirà di portare in Consiglio Co-munale un progetto di bilancio di previsione 2012 in equilibrio, con entrate proprie strutturali in grado di sopperire alla perdita dei tra-sferimenti statali e regionali. Sarei stato molto più ottimista se questo equilibrio fosse stato rag-giunto con l’IMU, in quanto sulla TARSU grava un alone di incer-tezza circa l’effettivo gettito che potrà dare in termini di cassa, che è l’aspetto che mi preoccupa maggiormente. Proprio la settimana scorsa siamo stati ricevuti, assieme al Dirigente dell’Area Gestione Risorse Dott. Polizzotto, ai responsabili dei tributi IMU e TARSU e della Ragioneria, presso la Direzione Regionale della Serit a cui abbiamo chiesto una più incisiva azione per il recupero delle som-me iscritte a ruolo che non riusciamo ad incassare (i famosi 18 milioni di euro di cui si è parlato in questi giorni), di cui più del 50% è TARSU non pagata dai contribuenti. Stiamo avviando anche una più incisiva azione per il recupero dei tributi c.d. minori, quali cosap, affissioni, pubblicità, passi carrabili, abbiamo introdotto l’imposta di soggiorno e la tassa di ingresso dei pullman e roulotte al fine di reperire nuove risorse senza gravare oltremodo sui cittadini mon-realesi; stiamo avviando la proposta di affrancazione dei terreni su cui grava il diritto di enfiteusi da parte dei privati con la possibilità di riscuotere gli ultimi 5 anni di canone enfiteutico oltre al canone di affrancazione; stiamo predisponendo i bandi per la vendita di beni immobili inutilizzati dal Comune su cui è già stato avanzato un inte-ressamento da parte dei privati. Tutte queste cose, ed altre ancora che sono allo studio, potranno determinare il successo della ma-novra, e magari, con un intervento sulle aliquote IMU, il prossimo anno è pensabile una riduzione della TARES, tassa che il prossimo anno sostituirà la TARSU.

SICILIA: PIATTAFORMA MILITARE A SOVRANITÀ LIMITATAdi Luciano Rizzuti

La Sicilia si sta trasformando in una vera e propria base milita-re U.S.A. centrale per la strategia militare dei conflitti del nostro tempo e avanguardia dei più moderni e inumani strumenti di guer-ra. Strumenti sempre più virtuali nella gestione di chi attacca ma sempre più atroci negli effetti che sortiscono, innumerevoli vite stroncate con un solo clic dai computer delle moderne basi militari che guidano droni (aerei da guerra senza pilota, già in opera a Sigonella) come si fa con i più banali videogiochi, con la differenza che questi “giocattoli” sono mezzi per armi reali e devastanti, da quelle con-venzionali a quelle chimiche e nucleari. Affinché tali armi siano efficaci è neces-sario coprire l’intero globo terrestre con una rete satellitare in grado di permet-tere a questi strumenti di morte teleco-mandati di raggiungere ogni angolo del pianeta. A tal fine nel 2007 la Marina mi-litare degli Stati Uniti ha messo a punto un piano di dislocazione di quattro sta-zioni di terra per il controllo satellitare poste ai quattro angoli del pianeta: due negli Stati Uniti (Virginia e Hawaii), una in Australia e una in Europa, in Sicilia (Niscemi). Come si legge nel dettagliato studio di Antonio Mazzeo, “Un Eco MUOStro a Niscemi” (ed. Sicilia Punto L), già il 9 marzo 2006 (con conferma definitiva del 31 ottobre dello stesso anno) il Ministero della Difesa aveva autorizzato la costruzione del Mobile User Objective System (MUOS) in Sicilia, stazione terrestre di pro-prietà esclusiva delle forze armate statunitensi, senza che tale ope-ra fosse mai stata discussa né in Consiglio dei Ministri né in Par-lamento. Nonostante la scientifica operazione di mistificazione e occultamento di dati e notizie relative a tale progetto, la costruzione del MUOS ha suscitato la resistenza della popolazione residente nei dintorni della riserva naturale della Sughereta, dentro la quale

sono stati avviati i lavori di costruzione del MUOS, ormai quasi a compimento, consapevole del notevole impatto ambientale e delle gravi conseguenze per la salute degli stessi residenti dovute all’al-tissima frequenza delle onde delle gigantesche antenne del MUOS. Il 4 settembre 2012 il dott. Massimo Coraddu e il prof. Massimo Zucchetti del Politecnico di Torino, incaricati dal Comune di Ni-scemi per una consulenza tecnica sui rischi della costruzione del MUOS, denunciano l’ostruzionismo che hanno subito e scrivono una lettera di chiarificazione che concludono così: “Una prima ana-lisi della documentazione, ancora incompleta e ottenuta per via

informale, sembra confermare le nostre più pessimistiche considerazioni riguardo l’attuale livello delle emissioni della base NRTF-Niscemi, e i rischi associati all’entra-ta in funzione dell’ulteriore sistema MUOS. […] Sollecitiamo le autorità responsabili della salute e della sicurezza dei cittadini di Niscemi e delle località limitrofe a fare chiarezza sulle responsabilità riguardo ai comportamenti omissivi del passato; a ot-tenere in tempi rapidi e a rendere pubblici tutti i documenti prodotti da ARPA Sicilia e da altri eventuali soggetti coinvolti e che riguardano le emissioni dell’attuale base NRTF-Niscemi e del MUOS in via di rea-lizzazione”. E’ chiaro che è in atto una vera e propria cessione di autorità politica e ter-ritoriale a vantaggio degli Stati Uniti (unici proprietari del MUOS. L’Italia e persino la NATO non avranno diritto di accesso alla

base militare), che prescinde da qualunque principio democratico a scapito anche dei più elementari diritti alla salute e alla salvaguar-dia dell’ambiente, coerentemente con il ruolo di frontiera invalica-bile sempre più militarizzata che si vuole attribuire alla Sicilia, già isola di detenzione per migranti colpevoli solo di avere un passa-porto non europeo, bagnata da un mare tragicamente colmo dei cadaveri di chi non ce l’ha fatta. Di fronte a tutto ciò urge una mobi-litazione di massa di tutti coloro che non sono disposti a sopportare tale sopruso, bisogna sostenere e promuovere le decine di comitati NO-MUOS già nati in Sicilia e costituirne di nuovi dove non ce n’è. A tal proposito segnalo la costituzione del comitato NO MUOS di Palermo; per informazione scrivere a [email protected].

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ECCO LA DEMOCRAZIA DIRETTA A MONREALE: I REFERENDUM!di Fabrizio Lo Verso

Dopo il grande successo dei quattro quesiti referendari (nucleare, legittimo impedimento, acqua pubblica) proposti dall’Italia dei Valori e da altre associazioni nel Giugno 2011 e dopo l’incredibile partecipazione dei cittadini alla rac-colta firme per l’abolizione della legge elettorale (1.200.000 firme), ecco che l’Idv, insieme a tutta la Sinistra (Sel e Federazione della sinistra), ai Verdi, alla Fiom-Cgil e alcuni (pochi) esponenti del PD, propone altri quattro quesiti per dar voce ai cittadini tramite l’unico strumento di democrazia diretta, il REFERENDUM.

Il primo quesito riguarda il ripristino dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.Prima, l’articolo 18 stabiliva che, nel caso in cui un lavoratore venisse licenziato senza una giusta causa o un giusti-ficato motivo oggettivo (crisi dell’azienda) o soggettivo (motivi di condotta), il giudice avrebbe dovuto stabilire l’annul-lamento del licenziamento e il reintegro automatico del lavoratore, oltre ad un risarcimento per il mancato stipendio nei mesi successivi al licenziamento stesso.Questa norma vale solo per i lavoratori con un contratto a tempo indeterminato, che lavorano nelle aziende con più di 15 dipendenti (5 se sono agricole). Adesso, con la Riforma Fornero, l’articolo 18 non prevede più il reintegro automatico del lavoratore (tranne per alcuni

casi di “manifesta insussistenza”), ma solo un risarcimento economico pari alla retribuzione da 15 a 24 mesi. Il secondo quesito riguarda l’abrogazione dell’articolo 8 del decreto legge 138/2011 (“manovra d’agosto”) voluto dal governo Berlusconi.Prima, i contratti collettivi nazionali (stipulati dai sindacati e dalle associazioni dei datori di lavoro) regolavano la modalità di assunzione e la disciplina del rapporto di lavoro, la classificazione e l’inquadramento del personale, le mansioni, la disciplina dell’orario di lavoro, il regime della solidarietà negli appalti, i contratti a termine, i contratti a orario ridotto, il ricorso alla somministrazione di lavoro. Adesso, i contratti collettivi nazionali potranno essere scavalcati da contratti collettivi aziendali o territoriali, favorendo così i licenziamenti.Il terzo quesito riguarda l’abrogazione della diaria ai parlamentari.Lo stipendio dei parlamentari, infatti, è composto principalmente da tre voci: INDENNITA’ PARLAMENTARE (stipendio diviso in 12 mesi e non superiore allo stipendio dei magistrati della Corte di Cassazione), RIMBORSI SPESE (spese di assistenza sanitaria, di trasporti e viaggi, e spese telefoniche, ecc), e DIARIA.La diaria è il rimborso delle spese sostenute per il soggiorno a Roma, il quale viene stabilito in base alle presenze del parlamentare (la somma viene decurtata per ogni giorno di assenza del deputato in assemblea di voto).Il quesito, inoltre, vuole abrogare le norme che stabiliscono l’esenzione dai tributi per l’indennità mensile e le norme che ne impediscono il seque-stro o il pignoramento. Il quarto quesito riguarda l’abrogazione dei “rimborsi elettorali” ai partiti politici.

A questi quattro quesiti se ne aggiungono altri due, proposti solo dalla Federazione della Sinistra, con il quale si chiede l’abrogazione, parziale (nel primo) e completa (nel secondo), della riforma Fornero sulle pensioni, e una legge di iniziativa popolare, con la quale si propone l’in-troduzione del reddito minimo garantito per tutti gli individui (inoccupati, disoccupati, precariamente occupati) che non guadagnino più di 7200 euro l’anno.

Tutti i cittadini monrealesi che vorranno firmare e dare un aiuto in prima persona per avere “MENO CASTA E PIU’ LAVORO”, potranno farlo nei banchetti dei ragazzi del Collettivo Link Arci che, a Novembre e Dicembre, saranno presenti tutti i fine settimana in Piazzetta Vaglica.Facciamo vedere a tutti che Monreale è presente!

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SECONDE GENERAZIONIdi Irene Tusa e Fabrizio Lo Verso

Con “seconde generazioni” si intende quella generazione costitui-ta dai figli di immigrati, nati e cresciuti in Italia, costretti a vivere con un permesso di soggiorno non per scelta, ma perché costretti da una legge che impedisce il diritto di cittadinanza.In termini giuridici la cittadinanza è la condizione propria del citta-dino che possiede diritti civili (es. libertà personale, di uguaglianza, ecc), politici (es. diritto di voto) e sociali.La cittadinanza si acquisisce in base ad una scelta di fondo dell’or-dinamento nazionale, tra due modalità :• In virtù dello Ius Sanguinis (diritto di sangue) cioè per il fatto di essere nato da un genitore in possesso della cittadinanza, in tal caso si propone una scelta oggettiva;• In virtù dello Ius Soli (diritto del suolo) cioè per il fatto di essere nato sul territorio dello stato, condizione soggettiva.In Italia vige la regola dello Ius Sanguinis, però, secondo l’art.4 del Decreto legislativo n. 91 del 5 febbraio 1992, “lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data”.Molto spesso però, nella realtà non funziona in maniera così semplice: infatti la lentezza dei processi burocratici può riservare insidie, anche a causa delle difficoltà di dimostrare la residenza continuativa nel Paese per diciotto anni, creando problemi di inse-rimento e integrazione dei ragazzi nel tessuto sociale. Nel momento in cui si verifica un problema burocratico la richiesta non viene accettata e una persona di fatto italiana rischia di diven-tare clandestina nel suo paese e di dover tornare nel Paese da cui provengono i propri genitori.Da molti anni diverse associazioni in tutta Italia, si muovono per divulgare la conoscenza di questa questione sociale che coinvol-ge oltre 900.000 giovani, ma ogni volta l’agenda politica sembra sempre esser colma d’altro.Abbiamo intervistato Fabrizio, un giovane palermitano, che vive sulla sua pelle questa ingiustizia sociale.

Fabrizio da quanto tempo vivi in Italia?Io vivo in Italia da quando sono nato.

Quindi sei un cittadino italiano?No!

Perché?Il decreto legislativo n. 91 del 5 febbraio 1992 offre l’opportunità di richiedere la cittadinanza solo a chi dimostra di aver risieduto in territorio italiano per diciotto anni ininterrottamente.All’età di quattro anni, per motivi personal,i la mia famiglia è torna-ta al suo paese d’origine per sei mesi e questo lasso di tempo mi ha impedito di possedere tutti i requisiti di legge.

Ti senti cittadino italiano?Si! Io sono nato qui, vivo qui, sto vivendo la tipica vita di ogni citta-dino italiano, ho una formazione scolastica uguale a quella di ogni altro ragazzo, la mia giornata è simile a quella di ogni altro ragaz-zo della mia età, pur portando con me il mio bagaglio culturale, i miei genitori sono originari delle Mauritius. Sei stato nel Paese dei tuoi genitori?Si, per due volte: una volta quando ero piccolo, di recente due anni fa.

Conosci altre persone nelle tue stesse condizioni?Non direttamente, ma so che è un disagio diffuso.

Quali disagi devi sopportare per via della mancanza di citta-dinanza?La cittadinanza risolverebbe molti problemi, al momento vivo qui con un permesso di soggiorno che porta con sé una serie di problemi come lunghe file davanti gli sportelli, per non parlare del peso economico rilevante della richiesta.

Puoi partecipare ai concorsi pubblici?Purtroppo no nel lungo termine, perché il permesso è valido solo per due anni.

Puoi andare a votare?NO e questo è una delle conseguenze più penalizzanti del non possedere la cittadinanza, perché vorrei anch’io, così come altri, esprimere le mie preferenze, seguendo il proprio indirizzo politico.

Come pensi si evolveranno in futuro le cose?E’ una questione che va risolta a livello parlamentare, bisognano proposte che facilitino l’acquisizione della cittadinanza per chi come me, nasce e vive qui. Oggi la società è formata da persone di diversa provenienza, per esempio a Palermo sono presenti diverse culture mauriziane, italiane, tamil, indiane ecc… e questa diversità genera ricchezza; una ricchezza che le istituzioni dovrebbero valorizzare.

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DIVERSABILITÀ: RICCHEZZA FAMILIARE E CAPITALE SOCIALEdi Patrizia Roccamatisi

Prima di affrontare l’argomento “diversabilità” occorre fare una breve disamina su capitale sociale e famiglia. La fami-glia, come sappiamo, è luogo di relazione e di incontro in cui ogni entità contribuisce alla crescita e all’accoglienza dell’altro; è anche l’ambiente ideale dove promuovere la virtualità della crescita influendo sul cambiamento dei suoi membri.Il capitale sociale, invece, riguarda la fiducia tra le persone, le attese di aiuto reciproco, la capacità di attivare reti, la solidarietà, la partecipazione e l’impegno della sfera pubblica, ma esso non potrebbe esistere se non vi fossero mondi di vita quotidiana, come la famiglia, nella quale esso è generato (Pier Paolo Donati). Tutto ciò, spesso, viene meno nelle famiglie “diverse”, in quelle famiglie in cui è presente un figlio diversamente abile. Si tratta di famiglie portatrici di specifici bisogni e che richiedono interventi di sostegno. Essere genitore di un figlio con disabilità non è un ruolo che si sceglie e non si è mai preparati ad affrontare una re-sponsabilità così faticosa e impegnativa.Psicologicamente la nascita di un figlio disabile comporta per i genitori una situazione di perdita, la mancanza del bam-

bino immaginario e una gran carica affettiva da investire sul figlio reale ma nella disabilità. Un figlio che mette in discussione abitudini e ritmi di vita e la capacità stessa di impegnare energie per garantire risposte adeguate alla richiesta di una genitorialità diversa.E la famiglia con un disabile, spesso, si sente sola e realmente lo è. E’ innegabile che tutto ciò porta a cambiamenti non previsti, ma questo dovrebbe tradursi in arricchimento, in risorsa per la famiglia se adeguata-mente supportata dalla società.Il processo di integrazione, però, seppur con importanti conquiste (anche legislative) e approcci di notevole apertura in campo sociale ed educativo, non è ancora del tutto funzionale a una reale ed effettiva inclusione del diversamente abile, dalla scuola alla società tutta.La presenza del “diverso” non deve portare al crollo e alla chiusura, ma deve poter dare forza, energia e sollecitare una positiva consapevolezza anche nella dimensione del limite e soprattutto una nuova pratica del diritto di cittadinanza, con l’avvio di percorsi di solidarietà sociale e di corre-sponsabilità nelle scelte politiche.Giuseppe Pontiggia scrive in un suo libro dedicato al figlio che i disabili “nascono due volte”: la prima li vede impreparati al mondo; la seconda, quella del mondo sociale, resa più difficile dall’esito della prima, è affidata all’amore e all’intelligenza degli altri.E’ proprio così! Andare oltre il pregiudizio dell’handicap si può, ma è possibile solo educando tutti quelli che non essendo disabili, pensano in qual-che modo di non essere sottoposti a nessun handicap.Inclusione significa apertura al diverso, alla diversità che è nell’altro, in ogni altro; significa rileggere il limite dentro le logiche più ampie della possi-bilità, dell’“ulteriorità” e della creatività.L’unica e autentica inclusione del disabile non è quella che si combatte a livello materiale o sociale, ma anche e soprattutto quella che passa attra-verso un’azione culturale di presa di coscienza dell’uomo, del fatto che in se stesso è limite che rinvia ad altro.Ed è proprio il “diverso” con cui dovremmo confrontarci ogni giorno…perché proprio dove la vita è molto limitata, può essere colto il vero senso di essa!

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SEMAFORO VERDE: LA FESTA DELL’ALBEROdi Giacomo Messina (Collettivo Arci Link)

Esattamente un anno fa, il Collettivo Arci Link, decideva di “adottare” l’area nei pressi del semaforo di Via Venero, ridotta a un cimitero di elettrodomestici e carcasse di auto. Per questo motivo, in occasione dell’iniziativa di Legambiente, “La Festa Dell’Albero”, il 20 Novembre 2011, abbiamo cominciato l’opera di piantumazione di circa una settantina di alberelli: il lavoro si è protratto per quattro weekend di seguito, nel corso dei quali abbiamo riscontrato positivamente l’interesse di parecchi abi-tanti della zona per ciò che stavamo cercando di fare. Oltre l’80% delle piante è riuscita a passare indenne il momento più critico, cioè quello dell’afa estiva. Il nostro impegno nel corso dei mesi non è mai venuto meno, ma è anzi stato rilanciato lo scorso 6 Ottobre con l’iniziativa “Semaforo Verde”, organizzata con le associazioni Officine Ricerca e HRYO, in occasione della quale Franco Lo Coco e Mario Lo Conte hanno realizzato l’ installazione “Un Giardino Essenziale”. Con la vendita di parte dell’opera abbiamo raccolto una piccola somma di denaro che, come promesso, abbiamo deciso di impiegare riempiendo una zona del “triangolone”, inizialmente esclusa dalla piantumazione, con tre alberi di falso pepe. L’obiettivo è quello di dare ai monrealesi un segno tangibile e quasi immediato di come, con un minimo di attenzione, possa essere trasformata quell’area.Anche quest’anno, quindi, abbiamo deciso di aderire a “La Festa Dell’Albero”, festeggiando insieme il primo compleanno del nostro piccolo giardino.Vi aspettiamo pertanto numerosi domenica 25 Novembre al parcheggio di Via Venero, a partire dalle ore 10.00, armati di zappe, rastrelli, piante e, soprattutto, tanta buona volontà!

CHE COSA È L’IMPOSTA DI SOGGIORNO?di Carmen Nicolosi

Cos’è l’imposta di soggiorno? Quella che volgarmente ed erratamente viene chiama-ta anche “tassa di soggiorno” non è nient’al-tro che una nuova imposta. Quando e da dove esce fuori? Esce fuori dal decreto le-gislativo del 14 marzo 2011 n°23, un decre-to che emana delle disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale. È quel decreto che ha dato vita a nuove forme di fiscalizzazione (oppure ha introdotto novi-tà) quali per esempio la cedolare secca su-gli affitti, l’imposta di scopo, la tanto “ama-ta” IMU e altro ancora. L’imposta di soggiorno è appunto una novi-tà nel panorama italiano. Esisteva, già negli

anni ‘50, un’imposta simile, che poi è stata abolita nel 1991. Questa attuale è prevista dall’art. 4 del decreto suddetto e prevede testual-mente che “i comuni capoluogo di provincia, le unioni di comuni non-ché i comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte possono istituire, con deliberazione del consiglio, un’im-posta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture

ricettive situate sul proprio territorio, da applicare, secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo, sino a 5 euro per notte di soggiorno”. Questo è solo parte del primo comma dell’art. 4.La disposizione vincola il gettito che ogni comune, che adotta l’im-posta, riceverà. Questo è destinato a finanziare opere di interventi in materia di turismo, come per esempio sostenere le strutture ricettive, ed anche intervenire sulla manutenzione, sulla fruizione e sul recu-pero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché sui relativi servizi pubblici locali.Il terzo comma poi ci informa che i comuni, con proprio regolamen-to da adottare sentite le associazioni maggiormente rappresenta-tive dei titolari delle strutture ricettive, hanno la facoltà di disporre di ulteriori modalità applicative del tributo, nonché di prevedere esen-zioni e riduzioni per particolari fattispecie o per determinati periodi di tempo. Quindi è un’imposta facoltativa, che il comune di Monreale ha adotta-to solo adesso. La deliberazione è avvenuta nel consiglio comunale che si è svolto giorno 31 ottobre 2012.Abbiamo detto che ogni Comune decide l’ammontare del contributo: per esempio, a Venezia i turisti pagano l’imposta solo fino al 5° per-nottamento consecutivo, a Roma invece fino al 10° pernottamento consecutivo, a Firenze fino ad un massimo di 7 pernottamenti conse-cutivi, a Catania fino ad un massimo di tre pernottamenti consecutivi. A Monreale si paga l’imposta se si pernotta almeno 3 notti.

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LA CONSULTA GIOVANILE SOFFIA LA SUA PRIMA CANDELINA di Irene Tusa

Il 29 Novembre 2011, presso l’Aula Consiliare, si insediava la consulta giovanile, organo volto a favorire un confronto costante tra amministrazione e giovani concittadini.Su iniziativa dell’Associazione Giovanile “Amunì” è partita la richiesta di re-istituirla; l’ idea è stata accolta con en-tusiasmo dall’Assessore alle Politiche Giovanili Giuseppe La Corte, il quale si è occu-pato di riesumare dal cimitero

degli archivi comunali, tra le diverse iniziative inaugurate ma mai portate a termine, come aborti di buona volontà, il regolamento della consulta giovanile risalente al 1993 che venne battezzata “ Consulta Comunale per i Problemi dei Giovani”, come se i giovani fossero un cumulo di problemi e noie.Passato il regolamento al vaglio degli attenti consiglieri, la Consulta è oggi composta da :- 2 rappresentanti per ogni frazione- 6 rappresentanti per Monreale Centro- 1 componente giovanile in rappresentanza delle categorie com-merciali- 1 componente giovanile in rappresentanza delle categorie di ar-tigiani- 1 rappresentante per ogni scuola presente nel territorio- 1 rappresentante per ogni associazione di promozione sociale- 1 rappresentante per ogni sigla d’organizzazione sindacale- 2 rappresentanti della Caritas.

L’elenco fornito però non rispecchia il numero di presenze reali che possono registrarsi durante le sedute, dove si fa fatica a raggiun-gere il numero legale perché le persone effettivamente attive sono circa una decina.Inizialmente le sedute erano vissute con forte tensione e conflittua-lità; è possibile però pensare questo come un momento “fisiologi-co”, in quanto ogni partecipante entrava a far parte di questo nuovo organo con un’idea diversa dello stesso, per cui sono trascorsi al-cuni mesi prima di definire un piano comune con obiettivi e modalità operative condivise.Superata la fase di avvio le maggiori tematiche discusse sono state la prevenzione e la tutela dell’ambiente, infatti tra le iniziative svolte possiamo ricordare la campagna di sensibilizzazione per l’hpv e le tre edizioni della Ciclo Amabile,compresa San Martino Cicloamabi-le, che ha coinvolto bambini e adulti in passeggiate in bicicletta per il centro della città.Tra le attività in programmazione vi sono invece :- gara di riciclaggio tra le scuole- rievocazione dei giochi antichi in piazza- quarta edizione della Ciclo Amabile- sensibilizzazione educazione stradale da rivolgere alle scuole.

Spesso i giovani hanno tante idee condivisibili e realizzabili senza troppi costi monetari, raggiungibili con tanta buona volontà, deter-minazione e la consapevolezza reciproca di una res pubblica che ci appartiene davvero.In questo tempo in cui Monreale sta degenerandosi e trasforman-dosi sempre più nell’ombra del ricordo desolato di una vecchia cit-tadina normanna decaduta, la buona volontà e la voglia di fare dei ragazzi dovrebbe essere il punto di forza, il barlume di speranza a costo zero da cui partire.Questa prima candelina porta via con sé un anno di avviamento ai lavori e l’augurio è che tutti i giovani di Monreale interessati a mi-gliorare la propria realtà circostante, con idee valide e realizzabili, possano partecipare e contribuire a rendere Monreale un paese a misura dei giovani. Le sedute hanno una cadenza, generalmente, mensile e sono aperte al pubblico.E’ possibile contattare la consulta tramite la pagina ufficiale di Fb “Consulta Giovanile Monreale” o via mail all’indirizzo consulta [email protected].

VENUTO AL MONDO“È qui sai… è nella nuca che nasce la vita. La nuca è il fiu-me, il destino.”

Vita, morte, amore, odio, si-lenzio, musica, presente, pas-sato. Venuto al mondo non è un romanzo storico, ma una favola dura e al tempo stesso luminosa e piena di speranza. È la vita che vince sulla guer-ra, la sofferenza che “sputa” la speranza di un figlio che è figlio di un mondo dilaniato dal-la sofferenza, testimonianza di una violenza inaudita, cruda e spaventosa. Il romanzo vuole raccontare la pace e la guerra. La pace è l’a-

ridità fumosa di un Occidente flaccido di egoismi, preso dalla sala-moia del benessere. La guerra è quella di una donna che ingaggia contro la natura una battaglia estrema e oltraggiosa. È anche la storia di un amore imperfetto, quasi irreale tra i due protagonisti, Gemma e Diego, ma al tempo stesso vero, pieno di vita e speranza che viene però infranto da quell’irresistibile desiderio di maternità, quel figlio che non arriva mai. Un desiderio talmente forte e irrefre-nabile a tal punto da spingere il proprio compagno, l’anima della propria vita, tra le braccia di un’altra donna. Un cammino misterioso di una nascita che fa piazza pulita della scienza, della biologia, e si addentra nella placenta preistorica di una guerra che mentre uccide procrea.A pochi giorni dalla discutissima uscita nelle sale della versione cinematografica di “venuto al mondo” proponiamo due brevi spunti

di riflessione:uno da chi ha amato il romanzo sin dall’eco evocata nell’imma-ginario dalla prima parola stam-pata e il secondo da chi non ha retto il mare di disperazione da cui improvvisamente emerge una storia di amore e di vita.

“Venuto al mondo” è un roman-zo che strazia l’anima nel mero senso della parola. È un roman-zo che invita il lettore a riflettere anche sulle sfumature della vita impercettibili all’occhio umano. Racconta di un amore sublime,

di quell’amore che ti travolge e ti scaglia in un universo di emozioni che mai avresti immaginato esistessero...mentre le parole scorro-no come un fiume in piena sembra di essere proiettati nella vita dei protagonisti, di provare la loro felicità e al tempo stesso la loro pena. A fare da sfondo una guerra sanguinosa e violenta che lascia dietro di sè un’eterna voragine di dolore e nostalgia.Nonostante abbia vissuto in Prima persona le vicende del romanzo, il regista non è stato capace di coglierne la vera essenza. Non è altro che un insieme di scene intrecciate da una trama quasi assen-te. L’amore tra Diego e Gemma sembra appena accennato, mentre nel romanzo riveste un ruolo quasi cruciale, il tema della guerra sembra perdere il suo valore, la sua importanza. Tutto viene incen-trato sul tema della maternità, tanto agognata da Gemma, interpre-tata da Penelope Cruz.(Maria Luisa Porrovecchio)

Senza il contributo maschile di Sergio Castellitto, non sarei riuscita a cogliere, nell’esemplificazione del mezzo video, un messaggio così articolato e orgogliosamente femminile.La storia è spogliata di ogni dettaglio dentro il quale la protagonista trovava il senso profondo di ogni gesto ed offre una panoramica nuda e cruda dei personaggi e dei luoghi.Ultimo elogio agli impulsi di eros e thanatos, la trama tesse, senza troppi elogi, la vicenda di donne forti come rocce che si stagliano sul mare, un mare fatto di violenza, dolore, repressione che nono-stante tutto non può distruggerle.Sono vite che lottano contro ogni tipo di destino che tenta di inqua-drarle e imporgli un determinato assetto, contro l’orrore del confor-mismo e non per ultimo contro la rassegnazione.Venuto al mondo ci insegna come gioie e dolori in una vita sono la faccia della stessa medaglia e che anche il frutto di una pianta avvelenata “sa di buono”.(Irene Tusa)

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IO ECO E TU?Campagna promossa dalla H.R.Y.O. Human Rights Youth Organization

Io eco e Tu? È la campagna promossa dalla H.R.Y.O. sui temi del-la eco-sostenibilità ambientale realizzata all’interno del progetto Io Eco, progetto realizzato con il sostegno della Commissione Euro-pea all’interno del programma gioventù in azione; Il progetto, un lungo percorso di educazione non formale sui temi dei diritti umani ha sviluppato una campagna di sensibilizzazione su vari temi, riuti-lizzo e riciclo come risposta al periodo di crisi che sta caratterizzan-do quest’ultimo periodo; l’idea base è che partendo dalle persone si possano risolvere quei problemi che le amministrazioni locali, sia per mancanza di fondi che per mancan-za di una reale motivazione alla risolu-zione di problematiche vicine ai cittadi-ni non riescano e forse appunto molto spesso non vogliano risolvere; dallo smaltimento intelligente dei rifiuti alla promozione di iniziative legate all’am-biente il Comune Monreale sembra fare orecchie da mercante lasciando in eredità ai giovani una situazione allar-mante, gli spazi verdi continuano a scomparire e anche quando i cittadini piantano degli alberi in zone destinate al verde il Comune non si degna neanche di versare una secchiata d’acqua, il per-ché è facile immaginarlo, gli amministratori non guardano al futuro ma al proprio presente, investire oggi significa raccogliere i risultati domani quando, nella successione ciclica dei partiti al governo, ci saranno altri e quindi perché farlo? Se pensiamo alla nostra comu-

nità, ai nostri amministratori un po’ troppo sordi, abbiamo deciso di rimboccarci le maniche ed attivarci provando ad offrire delle solu-zioni pratiche, sul tema del randagismo a Monreale, finto problema poiché la legge impone alle amministrazioni comunali di dotarsi di proprie strutture e in mancanza di queste stipulare convenzioni con i canili dei comuni limitrofi, abbiamo deciso di realizzare un punto raccolta presso la nostra sede di mangimi e medicinali da utilizzare a favore dei randagi, chiunque voglia contribuire potrà quindi con-tattarci per lasciare la propria donazione, andremo quindi a svilup-pare un database con l’elenco dei tanti volontari a supporto dell’ini-ziativa; Il nostro personale ringraziamento e riconoscimento vanno comunque a quei tanti volontari che già operano sul territorio, che giornalmente accudiscono, nutrendoli e curandoli, i tanti animali

sul nostro territorio; Abbiamo anche creato una fan page su facebook S.O.S. Animali Monreale per favorire le adozioni dei tan-ti cuccioli ritrovati. Pertanto invitiamo tutti i possibili volontari che si occupano dei randagi a contattarci per favorire un co-ordinamento fra questi, la popolazione a contribuire portandoci mangimi per animali e l’amministrazione comunale ad attivarsi, chiediamo anche noi come associazione

che venga destinato uno spazio recintato almeno per favorire lo stallo degli animali ed evitare che questi restino per strada al fine di prevenire oltre che la sicurezza di questi anche problemi legati all’igiene e alla sicurezza dei cittadini;

E’ possibile contattarci all’indirizzo mail [email protected] o chiamare al 3485644084

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COLLETTORE FOGNARIO....PARTE QUARTA! ATTORI ! CIAK SI GIRA...di Stefano Lo Coco del Comitato Pioppo Comune

Il Set è sempre lo stesso e gli attori anche. Per la quarta volta dal duemiladieci torniamo a scrivere del COLLETTORE FO-GNARIO; possiamo ormai dire di aver esplorato l’argomento in lungo e in largo, abbiamo detto tutto: le promesse, i soldi non spesi, i lavori mancati, l’inquinamento, le alternative, il silenzio, la procedura d’infrazione e la condanna dell’Europa. Abbiamo ulti-mamente anche realizzato un reportage dal nome “Il corso delle cose” che racconta brevemente questa strana vicenda esempio di cattiva amministrazione e abbandono del territorio (lo trovate su youtube ricercando “Summacco Tv - il corso delle cose”).Certo ulteriori aneddoti di particolare importanza non mancano; c’è sempre qualcosa da aggiungere in vicende come questa dallo sfondo tipico della farsa Siciliana. Ad esempio, Aps (Acque Potabili Sicilane), la società che avrebbe dovuto provvedere alla costruzione del collettore fognario (entro dicembre 2008) e alla gestione della rete idrica più in generale, oggi è in liquida-zione ma avrebbe potuto gestire questo servizio essenziale per trent’anni se non fosse intervenuto il referendum del 2010. La gara di affidamento inoltre fu parecchio contestata per il semplice fatto che APS fu l’unica società a presentarsi a questo importante appuntamento.La storia in ogni caso è lunga e travagliata e occorrerebbe troppo tempo per spiegare. Il fatto degno di nota è che grazie al referendum appena citato oggi l’acqua è e rimarrà in mani pub-bliche: non abbiamo avuto il nostro collettore fognario ma “siamo

gestori” della nostra acqua. Tornando a quello che non abbiamo ancora detto di questa storia, nel tentativo di arricchirla, è interessante sottolineare che nel corso delle audizioni dell’Italia, relative alla procedura d’In-frazione per la mancata depurazione delle acque reflue urbane, qualche esperto esponente dello Stato Italiano sostenne che alcuni Comuni Siciliani (tra cui Monreale) si sarebbero messi in regola entro il 2012; siamo alla fine del 2012 ma Monreale non è proprio in regola.Raccontare questa vicenda e vivere l’immobilismo di tanti ammi-nistratori ci ha effettivamente demoralizzato e a cosa sarà valso tutto questo lavoro di informazione e il tempo speso dietro a Caputo, Gullo o Di Matteo non lo sappiamo; probabilmente lo sapremo fra qualche tempo.

Noi per parte nostra speriamo però che valga la realizzazione del collettore fognario e il risanamento dell’Oreto.Intanto questo Agrodolce Monrealese finanziato dai contribuenti del Comune continua in un avvicendarsi sempre degli stessi at-tori/amministratori che nulla hanno portato alla Città di Monreale e gli attori sono sempre loro: Caputo, Gullo e il prode Di Matteo.

Caputo, Gullo e Di Matteo, in fondo in fondo voi chi salvereste dei tre?Forse Di Matteo? Non ha fatto debiti (almeno così pare), ha ereditato questa situazione dai primi due che gli danno la colpa di tutto e infine si trova a doversi giustificare di cose che forse nemmeno conosce, insomma Signori saremo in presenza di un giusto?Ma questa è un’altra storia...o forse no?

UNA PICCOLA STORIA D’ITALIA.di Tommaso Gullo

Questa è la prima cosa che mi è ve-nuta in mente leggendo “Quando vivo stagioni d’amore”.É proprio lo scorrere degli avveni-menti storici a scandire infatti, le fasi della straordinaria avventura di Sarina Ingrassia.Tra l’infanzia prefascista, ricca di sacrifici, alla fondazione dell’associa-zione “Il quartiere” troviamo le prime esperienze nell’Azione cattolica, i venticinque anni in un istituto laico-

religioso, la spiritualità di Taizè; E ancora incontri importantissimi le hanno cambiato la vita, da padre Salvatore Carzedda a Rita Borsellino, passando per Orlando e Flavia Prodi; altri gliela cam-biano tuttora, sono i volontari, le mamme e i ragazzi e i volti che ancora oggi animano la “casa”Il premio “mamma dell’anno” di RAI 1, con Milly Carlucci, o il più recente “la grande madre” di Antonio Presti l’hanno vista prota-gonista “involontaria”, come solamente lei sa essere.Un libro per chi non ha ancora avuto il piacere di conoscerla e illuminante per chi la conosce, ma non sapeva quanta storia ci fosse dietro quella casetta alla Baviera, per chi non crede più in niente e ha bisogno di un esempio da seguire, per chi dà molte cose per scontate e per far riflettere chi non si pone mai doman-de sulla sofferenza e i bisogni dell’altro.

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A.S. CONCA D’ORO MONREALEdi Daniele Russo e Vincenzo Acquaviva

Nel 2005 l’Associazione Sporti-va Conca d’Oro Monreale ade-risce alla F.I.G.C., forma la scuola calcio, trova l’adesione di circa 100 ragazzi e bambini e partecipa ai vari campionati in-detti dalla Federazione. Successivamente, sempre nel 2005, stimolata da alcune ra-gazze che intendono praticare, con la stessa passione, il gioco

del calcio, iscrive, anche, la squadra di calcio femminile.Per acquisire la giusta esperienza, la squadra ha partecipato al campionato provinciale di calcio a sette per “giovani calciatri-ci”, raggiungendo il secondo posto, e anche ad altri tornei orga-nizzati in ambito provinciale, riuscendo ad ottenere il massimo obiettivo aggiudicandosi alcuni trofei.Nella stagione 2006/2007, stimolati dalla precedente esperien-za, la società iscrive la squadra femminile al campionato di cal-cio a 11 di serie C e ottiene il titolo di “Associazione Sportiva Dilettantistica”.Sempre nella stagione 2006/2007, Irene Intravaia e Arianna Arcangelo hanno avuto il privilegio di essere state convo-cate nella squadra della rappre-sentativa siciliana.La stagione 2008/2009 è sta-ta alla data attuale, la più entu-siasmante dal punto di vista dei risultati conseguiti dalle ragaz-ze. I nuovi allenatori, Giuseppe Lombardo e Gianpiero Lucchese, hanno portato le nostre calciatrici a ottenere ottimi risultati giungen-do alle fasi finali del torneo.A una stagione elettrizzante come quella passata segue però un stagione piuttosto deludente di cui è meglio non parlare. Comunque anche le delusioni fanno parte dello sport e insegnano. La stagione 2011/2012 segna un passo importante nella vita del-la Società perché al settore femminile si aggiunge tutto il settore maschile. Infatti, si organizza la scuola calcio e vengono istituite la categoria juniores e la prima squadra maschile iscritta al cam-pionato di terza categoria.La volontà di istituire tale squadra, è stata espressa dalla so-cietà attraverso una lettera aperta rivolta alla Città di Monrea-le, soprattutto ai ragazzi desiderosi di rimettersi in gioco. Molte sono state le adesioni all’iniziativa lanciata dall’A.S. Conca D’O-ro. L’iscrizione al campionato è avvenuta con non poche diffi-coltà, queste dovute alla non possibilità di usufruire del Campo Comunale di Monreale e all’aspetto finanziario. Per ciò che ha riguardato il campo, solo grazie alla disponibilità del Sindaco di Altofonte, che ha consentito alla squadra di poter giocare le par-tite interne al Campo di Altofonte, la società ha potuto iscrivere la squadra al campionato di terza categoria; invece per quanto riguarda l’aspetto finanziario si è data risposta contando sull’au-tofinanziamento dei soci (Dirigenza e calciatori). Il campionato precedente ha visto la squadra classificarsi al settimo posto, ot-timo risultato visto i vari infortuni a cui la squadra ha dovuto far fronte e all’assenza di un campo sportivo per gli allenamenti. L’A.S. Conca D’Oro, dopo i buoni risultati raggiunti l’anno prece-dente e la grande partecipazione e voglia dei ragazzi monrealesi nel rappresentare il proprio paese, quest’anno ha iscritto nuova-mente la squadra al campionato di terza categoria con l’obiettivo di migliorare i risultati dell’anno precedente.La stagione 2012/2013 vede come presidente della società Gianpiero Lucchese, allenatore della squadra femminile Elio Le-one, allenatore della squadra maschile Lorenzo Federico, diret-tore sportivo Salvatore Billeci, medico sportivo Antonio Arcange-lo e collaboratori Giacomo Di Piazza, Mimmo Valerio.La rosa della formazione femminile è così composta:- Portieri: Bellino Giusy, Modica Fabiola- Difensori: Arcangelo Arianna (VK), Campo Vittoria, Cannatella Grazia, Cucchiara Cristina, Gargano Antonella, Fortunato Valen-

tina- Centrocampisti: Cimino Martina, Guadagna Silvia, Gambino Maria Rita, Mannino Romina, Schirò Irene, Intravaia Irene (C), Vinci Anna, Di Piazza Clara- Attaccanti: Filingeri Giusy, Sciarratta Simona

La rosa maschile:- Portieri: Acquaviva Vincenzo, Micalizzi Michele, Matranga Gio-vanni- Difensori: Di Girolamo Salvatore (C), Giangrande Gioacchino, Giangrande Daniele, Patti Riccardo, Greco Dario, Massaro Giu-seppe- Centrocampisti: Billeci Simone, Castronovo Fulvio, Montalbano Andrea, Terrasi Giovanni, Dia Teodosio, Ganci Davide, Valerio Gianluca, Lo Cicero Massimo, Bonvissuto Salvatore, Lucchese Gianpiero- Attaccanti: Lo Biondo Giuseppe, Camiolo Piero, Merletta Sal-vatore, Villanova Santi

Questa stagione comincia con il migliore degli auspici per le no-stre ragazze che ottengono solo vittorie, al contrario dei ragazzi che nelle prime due uscite stagionali hanno totalizzato zero punti a fronte di due sconfitte; una alla prima giornata di campionato disputato dentro casa il 4 novembre contro l’Aspranuova 2000, partita terminata 2 a 0 per gli ospiti; la seconda sconfitta subito sul campo del Villagrazia di Carini, tenuta l’11 novembre al cam-po degli Agliastrelli, col risultato di 3 a 0. Mister Federico e i suoi ragazzi sono convinti che questo brut-to momento passerà in fretta impegnandosi con continuità negli allenamenti, grazie al supporto di giocatori di esperienza, come il veterano Lucchese e il difensore centrale Di Girolamo, a fare da collante tra i giocatori per creare un gruppo coeso, e formare una squadra forte e competitiva contro ogni avversario che ci si presenta davanti. Le ragazze, invece, ai risultati positivi ottenuti in Coppa Sicilia con le splendide vittorie contro il Valle del Mela per 3 a 1 nella gara di andata e 4 a 1 nella gara di ritorno, seguono le due vitto-rie in campionato con un netto 3 a 1 in casa de La Vigneta e uno sofferto 4 a 2 in casa contro il Valle del Mela.Quest’anno contiamo di seguire entrambe le squadre della Con-ca d’Oro al fine di supportare e coinvolgere i tifosi monrealesi.

Con la collaborazione di Irene Intravaia.Fonte: http://www.concadoromonreale.it/Vedi anche: http://www.filodirettomonreale.it/sport/

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CHI È MAI STATO A GRISÌ? Di Piera Autovino

Grisì è tra le cinque Frazioni di Monreale quella più distante, bisogna percorrere, infatti, circa 26 chilometri per arrivare nel piccolo paese che conta circa 1000 abitanti. Si forma alla fine del XVIII secolo in prossimità della strada che collega Monreale a Camporeale con l’inse-diamento stabile di alcune famiglie originarie di Montelepre alle quali la terra di Grisì è concessa in enfiteusi. Sorge a 471 metri s.l.m. e ai piedi della collina si trova il lago Poma, luogo di sosta di molti uccelli migratori. La strada da per-correre per arrivare in paese è molto panoramica, ma è dissestata, piena di buche e segnalazioni di pericolo sparse qua e là. E’ un piacere, comunque, mentre ci si inerpica – lentamente, di giorno - per la strada poco frequentata, vedere in lontananza Partinico, San Giuseppe Jato, San Cipirello e Rocca Busambra. Alle spalle però, il rumore delle pale eoliche “distrae”. Sono sempre più vicine e, sorpresa, le trovo quasi dentro il paese, a 150/200 metri circa dal centro abitato. Com’è possibile?Dal 1911 Grisì è frazione del comune di Monreale ed è, oggi, sede di Consulta (che sostituisce dal 2006 il Consiglio di Circoscrizio-ne). Ci sono una scuo-

la primaria e una secondaria di primo grado (scuola media), ma non ci sono scuole superiori.Il patrono è il SS. Cuore Di Gesù che viene fe-steggiato il 16, 17 e 18 agosto. In questa oc-casione gli emigrati in Germania, ma anche in Toscana ed Emilia Romagna tornano in paese.Il territorio è a vocazione agricola. I campi sono vera-mente ben curati e vi si trova ancora qualche pianta di frassino, retaggio di antiche e intensive coltivazio-ni per la produzione della “manna”. Oggi vediamo vaste coltivazioni di viti che forniscono uve di qua-lità per i vini DOC Alcamo e DOC Monreale, alcuni dei migliori vini siciliani. Anche le coltivazioni olivi-cole sono diffuse e si avvalgono del marchio DOP (Denominazione di origine protetta) Val di Mazara. Del territorio fanno parte diverse Contrade: Cambu-ca, Disisa, Lavatore, Roano, Strasatto e Tornamilla.Gli abitanti sono molto cordiali, ospitali e disponibi-li. Incontro al bar, unico centro “sociale”, all’ingres-so del paese, alcuni anziani che giocano a carte e il barista/proprietario. Sono disponibili a parlare delle loro esigenze e dei loro bisogni, consapevoli anche dei vantaggi di vivere a 26 chilometri dal “centro”. Il paese è pulitissimo. Mi raccontano che i due operatori ecologici fanno un buon lavoro e sono coadiuvati anche dagli abitanti che ci tengono a pulire personalmente lo spazio antistante le loro abitazioni. Non vedo pa-lazzi ma case basse mono/bifamiliari. Non c’è spazzatura in giro, nemmeno lungo la strada che si inerpica per la collina. Anche questa è una cosa strana, come l’impianto eolico in paese. Dove vanno a finire i rifiuti dei grisiesi, visto che non hanno nemmeno un ecocentro? Mi intrattengo a parlare col signor Domenico Palma e col signor Salvatore Cucchiara, autista di tanti sindaci monrealesi.Palma ha una lunga carriera politica alle spalle. La sua prospettiva da questo punto di vista appare ampia: da consigliere comunale

prima, a presidente del consiglio comuna-le, e poi ancora da assessore. Conosce e racconta le vicissitudini del nostro paese, da almeno 50 anni a questa parte, in poco più di mezz’ora. “Non c’è miseria a Grisì, tutti possiedono una casa di proprietà sal-vo due o tre famiglie che vivono in affitto”, dice. Parliamo delle pale eoliche contro le quali sostiene di aver fatto una lunga bat-taglia, chiedendo relazioni acustiche su un possibile inquinamento. Sembra anche che gli introiti derivanti dalla loro installazio-ne non siano per niente fruibili dai grisiesi.Lascio il paese che è già sera, che paura per la strada. Manca la segnaletica orizzontale, l’illuminazione, e percorrere la strada al buio è molto pericoloso. Comunque, tornerò.

RIAPRE LA VILLA COMUNALE, MA NON È PROPRIO UN “BEL-VEDERE”.di Piera Autovino

Dopo anni di chiusura, i cittadini monrealesi si aspettavano che i lavori di manutenzione, ristrutturazione e messa in sicurezza fossero stati ultima-ti. Invece, quello che ci appare è una situazione di degrado totale. Erbac-ce ovunque, cumuli di rami tagliati, solo tre vecchie panchine utilizzabili, pavimentazione dissestata e transennata, una vasca vuota - di cui non si capisce la funzione - circondata da foglie secche, pezzi di scivoli per bambini sparsi qua e là, muri sporchi, la statua di Rosolino Pilo vandaliz-zata da scritte ad inchiostro… Per fortuna, adesso, sarà ben custodita. Ci chiediamo dove siano andati a finire i pezzi della vasca ora sostitui-ta da questa strana struttura, per giunta non funzionante. Ci chiediamo dove siano andate a finire le bellissime panchine di pietra e ci chiediamo per quale motivo la villa sia rimasta chiusa al pubblico per tutti questi anni per essere riconsegnata in situazioni forse peggiori. Ci chiediamo, soprattutto, se e quanti soldi siano stati investiti per ottenere questo ri-sultato!

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