Filodiretto MAggio 2011

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In distribuzione gratuita presso le edicole di Monreale e frazioni - Tiratura 2000 copie Maggio 2011 FILO DIRETTO - ANNO II - N. 14 - 2011 - Registrazione Trib. Di Palermo n. 29 del 30/12/2009 - Stampato in proprio Per la Vostra pubblicità su Filo Diretto scrivete a [email protected] o contattateci al numero 347 6531973 N°14 Di Luigi Gullo ALL ’ INTERNO Maggiore TARSU non equivale a maggiore igiene L ’avevamo preannunciato e si è verificato. L’amministrazione comu- nale ha deliberato l’aumento della Tarsu. Un 50% in più che andrà a gravare sulle tasche dei cittadini. Il proprietario di un appartamento di 100 mq dovrà oggi al fisco municipale € 240, ben € 80 in più rispetto all’anno precedente. La giunta Di Matteo aveva anche deliberato a cari- co dei commercianti l’aumento della COSAP, il canone per l’occupazio- ne permanente di spazi e aree pubbliche, poi ritirato. Il sindaco, dopo un confronto con le associazioni di categoria, ha scelto di non gravare sull’economia di un settore già profondamente colpito dalla crisi. E’ stata anche revocata la tassa per il mercatino settimanale. Ma sulla Tarsu nessuna marcia indietro. Come se l’economia dei nuclei familiari non fosse ugualmente segnata dalla congiuntura economica negativa. Forse una mobilitazione popolare contro tale balzello ne avrebbe decretato una sorte diversa, o forse no. Ed allora perché spostare la bilancia tutta sulle famiglie? Scelta politica condivisibile o meno, il sindaco si è assunto la paternità e la responsabilità di una decisione tanto impopolare quanto coraggiosa. Ha infatti regalato all’opposizione un assist ed un argomento facile da sfruttare alla prossima campagna elettorale per le amministrative dove la giunta Di Matteo sarà additata come quella dell’imposizione fiscale. Nel 2010 l’aumento del costo dell’acqua, oggi quello dei rifiuti, domani certamente seguirà l’incremento dell’addizionale Irpef assieme all’istituzione di nuovi altri balzelli che potrà imporre grazie al federalismo fiscale. Un domani che non potrà che essere abbastanza prossimo. Strategia politica vuole che questi aumenti vengano applicati quanto prima in modo tale da essere digeriti e... continua a pag. 3 email : [email protected] blog: filodirettoblog.wordpress.com a.s.d. Real Società KARATE Via Fondo Cangemi 2/C MONREALE [email protected] “Mons Regalis” … una delle sette meraviglie del mondo? pag 2 18 Aprile 2010 – 18 Aprile 2011: c’è qualcosa che non va pag 10 Verso i referendum: incontro con Giuseppe De Marzo pag 11 pag 11 Gruppo d’acquisto solidale (GAS) a Monre ale. Organizziamoci! pag 6 Scuola calcio e settore giovanile a Monreale, quale futuro?

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In distribuzione gratuita presso le edicole di Monreale e frazioni - Tiratura 2000 copieMaggio 2011

FILO DIRETTO - ANNO II - N. 14 - 2011 - Registrazione Trib. Di Palermo n. 29 del 30/12/2009 - Stampato in proprio

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o contattateci al numero

347 6531973

N°14

Di Luigi Gullo

ALL ’ INTERNO

Maggiore TARSU non equivale a maggiore igiene

L’avevamo preannunciato e si è verificato. L’amministrazione comu-nale ha deliberato l’aumento della Tarsu. Un 50% in più che andrà a

gravare sulle tasche dei cittadini. Il proprietario di un appartamento di 100 mq dovrà oggi al fisco municipale € 240, ben € 80 in più rispetto all’anno precedente. La giunta Di Matteo aveva anche deliberato a cari-co dei commercianti l’aumento della COSAP, il canone per l’occupazio-ne permanente di spazi e aree pubbliche, poi ritirato. Il sindaco, dopo un confronto con le associazioni di categoria, ha scelto di non gravare sull’economia di un settore già profondamente colpito dalla crisi. E’ stata anche revocata la tassa per il mercatino settimanale. Ma sulla Tarsu nessuna marcia indietro. Come se l’economia dei nuclei familiari non fosse ugualmente segnata dalla congiuntura economica negativa. Forse una mobilitazione popolare contro tale balzello ne avrebbe decretato una sorte diversa, o forse no. Ed allora perché spostare la bilancia tutta sulle famiglie? Scelta politica condivisibile o meno, il sindaco si è assunto la paternità e la responsabilità di una decisione tanto impopolare quanto coraggiosa. Ha infatti regalato all’opposizione un assist ed un argomento facile da sfruttare alla prossima campagna elettorale per le amministrative dove la giunta Di Matteo sarà additata come quella dell’imposizione fiscale. Nel 2010 l’aumento del costo dell’acqua, oggi quello dei rifiuti, domani certamente seguirà l’incremento dell’addizionale Irpef assieme all’istituzione di nuovi altri balzelli che potrà imporre grazie al federalismo fiscale. Un domani che non potrà che essere abbastanza prossimo. Strategia politica vuole che questi aumenti vengano applicati quanto prima in modo tale da essere digeriti e... continua a pag. 3

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a.s.d. Real Società

KARATEVia Fondo Cangemi 2/C

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“Mons Regalis” … una delle sette meraviglie del mondo? pag 2

1 8 A p r i l e 2 0 1 0 – 1 8 A p r i l e 2 0 1 1 : c ’è q ua lc o s a c h e n o n va

pag 10

Verso i referendum: incontro con Giuseppe De Marzo pag 11

pag 11

Gruppo d’acquisto solidale (GAS) a Monre ale. Organizziamoci!

pag 6

Scuola calcio e settore giovanile a Monreale, quale futuro?

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Anno II - n.14Territorio

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La bella cittadina arabo-normanna, e non solo, è

stata recentemente dichia-rata una delle sette mete turistiche più visitate al mondo. Con un patrimonio artistico-culturale appar-tenente all’UNESCO e come sito attrattivo di grande interesse, in effetti è il minimo che ci si possa aspettare dal mondo. Ma il “mondo” cosa si aspetta da Monreale?! Cominciamo allora il nostro viaggio (virtua-le) a Monreale. Si accede alla bella cittadina da diversi lati, percorriamo però la strada che conduce direttamente al Duomo, per giungere direttamente nel cuore della città.Si sale attraverso una strada panoramica con uno scenario naturale all’orizzonte davvero mozzafiato, degno della miglior ripresa hol-lywoodiana. Le grandi bandiere sventolanti dei paesi ONU lungo la strada panoramica, anti-cipandocene l’internazionalità, ci fanno pregu-stare l’arrivo in una città europea a pieno titolo. Lasciando l’auto nel grande parcheggio sotter-raneo, sottostante alla strada, ri-spettando così la pedonalizzazione del centro stori-co, continuiamo il nostro itinerario a piedi. Entriamo quindi nel cuore pulsante della cit-tà e cominciamo ad assaporarne le atmosfere. L’im-ponente Duomo naturalmente la fa da padrone, ma senza of-fuscare il contorno storico e architettonico del luogo. Le sensazioni sono molteplici, tutte piene di forti emozioni. Un composto silenzio cittadi-no, privo di clacson, fa da cornice alla bellezza delle strutture presenti, permettendone la con-templazione, e creando quasi un clima surreale. Alla nostra sinistra si può osservare il Palazzo di Città alla cui entrata sono allocate delle guardie in alta uniforme di cavaliere normanno, sim-boleggiando le origini del posto. Tutto sembra etereo, un orgoglio storico fermo nel tempo che tiene sempre vive le origini, ma che al contem-po non ha impedito l’emancipazione culturale e lo sviluppo sociale. Insomma, un tuffo nel pas-sato con la lungimiranza del futuro! Si possono osservare tutt’intorno graziosi negozietti, in sin-tonia architettonica con l’ambiente circostante

Panorama dalle terrazze del Duomo

“Mons Regalis” … una delle sette meraviglie del mondo?Viaggio virtuale a Monreale attraverso le fantasie oniriche di un’abitante autoctona che “sogna” di essere una turista.

ove è possibile acquistare souvenirs e prodotti tipici locali. Osserviamo ancora diversi chioschi in legno situati nei punti nevralgici di maggior affluenza turistica, provvisti di brochure informative sulle varie iniziative locali, che di certo non mancano. Itinerari turistici guidati, sagre, manifestazioni culturali presenti in città durante l’intero anno. Tutto mirato a far sentire il visitatore bene accolto e a pro-prio agio. Decidiamo allora di proseguire per le strade principali del paese, che lo dividono in due parti. La parte bassa, la più moderna, e la parte alta quella più antica. Notiamo anche qui come tutto è sem-pre in armonioso accordo, il passato legato in maniera intonata al presente, senza discrepanze e divisioni di quartiere. Gli edifici costruiti con criteri di perfetto inquadramento ambientale, strade ben pulite e ben asfaltate, l’ordine civico trasuda attraverso tutti i particolari. I negozi di frutta e verdura sono delle vere e proprie bot-teghe all’interno, il traffico disciplinato dalle ri-gide ma quanto mai necessarie regole stradali. Sembra veramente di essere in un angolo di pa-

radiso dove ogni cosa funziona alla perfezio-ne. Decidiamo allora di fare un giro nei dintor-ni, per le vie alberate che portano alla perife-rie collinari e montane. Anche qui scopriamo un paesaggio meravi-glioso. Strade pulitis-sime, e tante strutture preposte alla perma-nenza di chi decidesse di soggiornare per qual-

che giorno, godendosi fino in fondo questo pa-trimonio dell’umanità. Rientriamo in paese e per saperne di più chiediamo a qualche passante come si vive da queste parti, un territorio che conta 5 frazioni e poco meno di 30.000 abitanti. Un cittadino di età media risponde di essere

molto soddisfatto di vivere qui, e mi spiega il perché. Mi dice entusiasta e con l’orgoglio negli occhi, che i servizi pubblici funzionano in maniera efficien-te, che l’organizza-zione generale inter-na fa sì che non si risenta della vicina e più grande città di Palermo, perché qui

a Monreale il cittadino ha tutto; ristoranti, ci-nema, teatro, luoghi di aggregazione giovanile, centri ludici e ricreativi per i bambini, strutture scolastiche all’avanguardia promotrici di inizia-tive di gemellaggio e scambi culturali. Ed an-cora centri di formazione regionale per giovani, organizzati grazie ai fondi EU, infrastrutture di massimo livello per far sentire il visitatore come a casa propria, ed infine tanti centri per anziani, molti già esistenti alcuni ancora in progettazio-ne. Mi accorgo di essere nel bel mezzo di un sistema virtuoso fatto da servizi dove tutto si muove a catena, e dove ognuno svolge il proprio ruolo non solo per sé e per il proprio sostenta-mento, ma soprattutto per il bene comune. Qui infatti grazie all’ottimo funzionamento dei servizi, il Comune ha ridotto al minimo le tas-sazioni per i cittadini, in più quest’ultimi sono continuamente incentivati con sistemi di pre-miazione di virtuosità civica, a mantenere que-sto sano equilibrio sociale, che fa bene a tutti. A chi vive qui, a chi arriva per visitare, a chi am-ministra, a chi è di destra e a chi è di sinistra.Scopro quindi con grande entusiasmo ma an-che con prevedibile logica, visto che parliamo di Monreale, patrimonio dell’ UNESCO, che qui sono attivi tutti i settori dell’economia: il com-mercio, l’artigianato, l’edilizia, ma soprattutto il turismo. Proprio così, chiunque si sia trovato ad amministrare politicamente questo paese non ha mai trascurato l’importanza del settore turi-

Dalla visione in sogno di Guglielmo II di una cattedrale d’oro, al sogno dorato dei cittadini per una città vivibile.

Immagine frontale del Duomo

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Maggio 2011

segue da pag.1 ...dimenti-cati dai cittadini in prossi-mità del prossimo confronto elettorale, al quale il sindaco dovrà presentarsi con risul-tati ed argomenti chiari e inconfutabili: città pulita, economia locale in ripresa, servizi idrici, viabilità e vivibilità della cittadina normanna migliorati.

La crisi dell’ATO 2 Alto Belice Ambiente affonda le proprie radici in cause profonde, lontane, e più volte ne abbiamo parlato. E’ il sistema ATO ad essere entrato in crisi già al momento della sua costituzione. E’ un malfunzionamento che coinvol-ge tutti gli ATO siciliani, da qui la necessità di una riforma regionale del sistema. L’ex prefetto Marino, assessore regionale all’Energia e ai Ser-vizi di pubblica utilità, ha intimato ai sindaci dei comuni insolventi (quasi tutti) nei confronti degli Ato il saldo dei debiti contratti, ricordando che uno strumento in loro possesso per ottemperare agli impegni è l’aumento dell’aliquota della Tarsu, anche a costo di decisioni politiche impopolari. Per tutta risposta la giunta monrealese ha imme-diatamente deliberato l’incremento fiscale così da ottemperare ai propri obblighi. Un’alternativa al mettere le mani in tasca ai cittadini, per interve-nire su una situazione emergenziale, non è stata trovata. D’altronde, con la stretta dei trasferimenti nazionali agli enti locali e con lo strumento del federalismo municipale, gli amministratori locali sono costretti e al contempo giustificati a ricorrere alla pressione fiscale.Si spera almeno che l’aumento, pesante, della Tar-su, sia corrispondente a una eccelsa pulizia della nostra città, tale da farla concorrere a quel rico-noscimento UNESCO tanto decantato e al quale Monreale può legittimamente ambire. Solo così i cittadini, avvelenati dal nauseabondo lezzo ed estenuati dalla sconcertante vista dei cumuli in-civili, potrebbero farsene una ragione e mettere le mani al portafoglio con minori mugugni. L’asses-sore Marino ha stabilito che il pagamento effettua-to dal singolo comune dovrà servire a coprire il co-sto del servizio, ossia a pagare gli stipendi di quei dipendenti dell’ATO, pagare la manutenzione dei mezzi, il costo del carburante e tutte quelle spese chiaramente e direttamente imputabili alla raccol-ta ed al conferimento dei rifiuti del territorio del comune suddetto. Ed infatti, il saldo di una parte dei propri debiti dal comune all’ATO ha permesso che venissero sbloccati gli stipendi del mese di marzo, e seguiranno subito quelli di aprile, del solo personale ATO che opera sul territorio di Monrea-le. E’ questo il principio alla base della già avviata riforma degli ATO regionali: legare gli elementi di costo ad elementi di qualità del servizio. Questio-ne risolta e strade pulite? Sembra di no, a giudica-re dalla continua presenza dei cumuli di rifiuti che continuano a marcire lungo le strade del paese, ed

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stico. D’ altra parte, sappiamo bene che per far funzionare un intero sistema si deve necessaria-mente amare la propria terra. E qui si evince da ogni cosa, che questa terra è stata, e continua ad essere veramente amata da tutti…! Ho parlato di amore per la propria terra, ed ine-vitabilmente mi son svegliata da questo sogno idilliaco. Si, perché credo che nulla possa essere realizzabile se non si ama davvero il soggetto del proprio sogno. Tutti sogniamo una realtà migliore ma per attuarla, è indispensabile che ognuno faccia la propria parte, e che lo faccia con amore, senza interessi terzi e tornacontisti-ci. E’ necessario che si individuino una volta per tutte, quali siano stati gli errori commessi nel passato, ed avere l’umiltà, l’onestà ed il coraggio anche di rinunciare al proprio, per poter ricu-perare il senso collettivo e l’amore per il bene comune. Viceversa mi chiedo, come è possibile che le dominazioni di ogni provenienza, che nei secoli di storia si sono annoverate, abbiano segnato la particolarità e l’unicità storica di questo luogo, grazie ad una perfetta integrazione culturale, ri-uscendo a far emergere il meglio dalla fusione delle diversità, e oggi invece nel 2011 questa città versa in condizioni di un tale degrado so-ciale, che non gli consente di onorare il titolo mondiale attribuito?! Mi chiedo ancora a cosa possa servire il titolo, quando nell’essenza siamo lontani anni-luce da ciò che il titolo stesso ci richiederebbe.Da sognatrice voglio continuare a sperare che ciò che ho immaginato ad occhi aperti, un gior-no si possa trasformare in realtà, ma con i piedi a terra ritengo anche che nulla potrà cambiare se non si ha il forte desiderio di farlo, e se il cambiamento non è frutto del contributo, sep-pur minimo di ognuno di noi. In caso contrario nessuno può assurgersi a giudice e condannare, criticare e additare gli altri, chiunque essi siano e a qualunque classe politica appartengano. “Chi pensa di potersi permettere di essere negligente non è lontano dalla povertà” ( S. Johnson)

Carrà Maria [email protected]

in particolar modo delle frazioni.In realtà il problema è ancora più grande e di difficile soluzione. Il rischio, per nulla im-probabile, è che, nonostante l’esborso eco-nomico, i cittadini non si accorgeranno di un miglioramento della situazione ambien-tale. L’ATO Alto Belice Ambiente è un con-sorzio costituito da 17 comuni. Non basterà il sacrificio chiesto ai cittadini monrealesi dal sindaco Di Matteo se non sarà assunta un’analoga scelta da parte degli altri sinda-ci del consorzio. E’ impensabile che i di-pendenti dell’ATO si dividano in privilegia-ti regolarmente retribuiti e in lavoratori di serie B senza stipendio, e che questi ultimi rimangano a guardare senza protestare. Senza considerare che gli impiegati ammi-nistrativi, non direttamente riconducibili al singolo comune, stanno quindi rimanendo senza retribuzione. Non proveranno a boi-cottare il servizio dei colleghi? E’ il caos. Data la gestione collettiva del servizio, la soluzione può arrivare solamente da un’as-sunzione collettiva di responsabilità.

Di Matteo ha addolcito la medicina con la promessa che verrà elaborato un sistema che alleggerirà la tassa per i cittadini più virtuosi che faranno ampio utilizzo della raccolta differenziata. Ma solo in un secon-do tempo. Vedremo. Di cittadini virtuosi il paese è pieno. Sono tanti a sobbarcar-si l’onere di raccogliere per giorni i rifiuti differenziati dentro casa per poi conferirli all’Ecocentro. Proprio perché sono tanti, e ancora di più potrebbero diventare se in-coraggiati dall’incentivo fiscale, un serio sconto sulla tassa andrebbe ad influire si-gnificativamente sul gettito totale riducen-done l’effetto.Poteva essere adottata una scelta diversa? Non saprei. Forse un’alternativa per fare fronte alla situazione emergenziale non esi-ste a giudicare dal fatto che nessuna pro-posta concreta è stata avanzata dai partiti dell’opposizione, che avranno certamente studiato approfonditamente la questione, e che si sono limitati a prese di posizione, a commenti e critiche, forse condivisibi-li, ma comunque improduttivi e sterili. La crisi dell’ATO è atavica. Ha attraversato amministrazioni di diverso colore politico senza mai trovare sollievo. Chi oggi grida alla scandalosa manovra avrebbe potuto avanzare soluzioni e avrebbe potuto agire concretamente quando ne aveva avuta la possibilità per non giungere oggi ad una situazione emergenziale.

Luigi [email protected]

Maggiore TARSU non equivale a maggiore igiene

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Anno II - n.14CapMan

Una carrellata di immagini per ricordare che Monreale, comprese le frazioni, è piena di “lavoro“

I nostri “eroi” hanno perso i loro superpoteri?!?

Quanto lavoro per Capman e Dimatt!!!

Dai rifiuti “normali” ... ai rifiuti SPECIALI

Della serie... non solo rifiuti

Le foto che ritraggono questi enormi cumuli di spazzatura sono state scattate in diverse parti del territorio monrea-lese, Circonvallazione di Monreale, via Pezzingoli, via Santa Liberata, via Strada Ferrata.

Tombino otturato all’angolo fra via Miceli e via Baronio Manfredi, macchina fuori uso parcheggiata da diver-so tempo in via della Repubblica.

Discarica di amianto in via Frassinelli Mulini, reci-pienti di amianto ancora in uso e mini discarica in via Miceli zona “I Cannola“.

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Maggio 2011 Lettere

Filo diretto … con il lettoreAnche nel prossimo numero, in questa rubrica, daremo spazio alle Vostre proposte ed ai Vostri suggeri-menti, e potrete raccontare o denunciare inefficienze, disfunzioni e disservizi relativi alle Vostre esperienze quotidiane. Inviare e-mail al seguente indirizzo: [email protected]

Sin dall’inizio della nostra presenza in quartiere, abbiamo tentato di

fare un cammino culturale e sociale con la gente che abbiamo attorno, in particolare con i minori e le loro mam-me. Cammino che ancora continuiamo, aggiornando modi e metodi seguendo le generazioni che si alternano.Gli incontri con le mamme all’inizio li abbiamo chiamati “la scuola della gen-te” perché ci siamo accorti che erano loro che, parlando dei loro problemi, ci indicavano indirettamente le tema-tiche da affrontare insieme. Cosa che abbiamo cercato di fare con l’aiuto di personale professionalmente qualifica-to come psicologi, insegnanti, medici, ambientalisti, ecc. Senza dire delle conoscenze e delle amicizie che ne se sono venute fuori con grande vantag-gio per tutti.Avendo avuto conferma del loro inte-resse e del profitto che ne traevano, abbiamo così continuato.Voglio solo riferire di uno degli ultimi di questi incontri quando la psicologa ha proposto di dividersi in gruppi e anda-re in giro per il quartiere e annotare su un foglietto ciò che loro osservavano.Purtroppo quello che è venuto fuori non è molto consolante, dato il degra-do igienico e sociale del nostro quar-tiere, anche se da brave osservatrici hanno colto qua e là qualche nota po-

Associazione “ Il Quartiere”sitiva.Proverò a riportare alcune delle loro osservazioni prendendole dal conte-sto. Altre ve le risparmio perché le ne-gatività sono troppo evidenti, mentre le positività vanno cercate con occhio attento.Debora vede cassonetti traboccanti, erbacce per le strade, tombini ottura-ti, asfalto irregolare e sente musica ad alto volume. Ma in qualche vicoletto privato vede pulito e qualche pianta.Giusi vede qualche fiore dai colori bel-lissimi che “cresco forzato” tra la spaz-zatura, vicino ad una cabina telefonica rotta e a delle macchine sui marciapie-di. Vede anche una villetta molto bella, ma si tratta di una villetta privata.Marcella, che completa le sue osserva-zioni con un disegno, dice che l’unica cosa bella che c’è a Monreale è la villa, piena di alberi e fiori: per il resto sot-tolinea suoni importuni di macchine e spazzatura ovunque.Rosangela sottolinea in più, case vec-chie abbandonate ed escrementi di cane ovunque, ma anche lei vede qual-che fiore “prepotente” tra le erbacce.Giuseppina, osservando la “casa del sorriso”, la giudica poco usata (for-se perché non è aperta alla gente del quartiere).Francesca definisce la “casa del sorri-so” una “fortezza”. E, abitando lei in

una zona del quartiere che è l’incrocio tra via Manfredi e Via Madonna Osta-glio, osserva tante negatività: spaz-zatura ovunque, discarica di rifiuti di ogni genere, scritte sui muri, cabina telefonica rotta e persino della plasti-ca su un alberello. Anche se sottolinea l’unica villetta privata in Via Manfredi e qualche fiore tra tanta sporcizia.Sabrina sottolinea che se in Via Man-fredi vi è qualche albero, non è curato e le erbacce crescono e diventano ri-cettacolo di animali nocivi. Solo qual-che fiore si impone (è primavera!). Il tutto poi è stato oggetto di una lunga discussione su quello che dipende dall’incuria dei privati e quel-lo a cui invece dovrebbe provvedere l’amministrazione pubblica: E poiché tutti sottolineano della spazzatura per le strade, si parla dell’”eco-centro” di cui molti hanno già esperienza: Si au-spica la sempre desiderata “raccolta differenziata” a domicilio come incen-tivo per quanti non possono accede-re all’”eco-centro” e soprattutto una maggiore attenzione per l’igiene pub-blica come pulitura dei tombini (che non si fa da anni), levare le erbacce e spazzare le strade, tutte cose urgenti per il decoro e l’igiene.

Tutti noi ce lo auguriamo e aspettia-mo.

Sarina Ingrassia

PoesiaDimmi:cosa c’è racchiusonel tuo mondo di donnaoltre alla speranza,all’amore,ai bisogni e alla fatica?La vitainesorabilmente scivolae.....scivola via comeun dito sul saponeper ciò bisogna fare in fretta.

Dimmi: cosa c’è racchiusonegli occhi tuoi di donna?lo sguardo tuoarriva molto lontano e.....

al di là di ogni cosai figli che cresci lo sannoe,anche l’uomo che ami,sanno chenel tuo mondo e nei tuoi occhic’è tanto.

Sottilmente affondanell’animo tuoil desiderio di concedereparti di teper ciò che hai generatonon venga distruttocancellato o ...confuso.

Insisto e chiedo:cosa c’è racchiuso in te

oltre all’amarezza;alla solitudine;alla frenesia;ai momenti di felicità che ti concediallo stupore che proviquando ti incatenala voglia di spaziareper un mondo che è tuoma che non ti appartiene?

I figli che cresci lo sannoe anche l’uomo che desideriin te,Donna,c’è.....CAPACITA’ DI VIVERE

Margherita Martorana

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Anno II - n.14Territorio

18 Aprile 2010 – 18 Aprile 2011

Il 18 Aprile 2010 poteva essere una data storica per il nostro paese, poteva essere la fine di una storia e

l’inizio di una nuova storia per Pioppo.Il 18 Aprile 2010, poteva essere l’inizio di tante cose, ma purtroppo non lo è stato.Se avessimo raggiunto il quorum al referendum, chissà, forse Pioppo oggi 18 Aprile 2011, sarebbe un Comune. Questo è un pensiero che oggi, crediamo, invaderà la mente di quei 2472 Pioppesi che hanno votato SI al referendum di un anno fa. Chissà inve-ce cosa passerà, o meglio cosa non passerà per la mente di coloro che, e ci riferiamo ai politici mon-realesi e pioppesi, in questo anno appena trascorso, si sono rifugiati in un silenzio assoluto, un silenzio che significa tante cose. Significa insensibilità, in-differenza, opportunismo, significa non avere il co-raggio di prendere una posizione ben precisa, non avere il coraggio di affrontare un argomento definito da qualcuno scottante, tanto che alcuni politici locali hanno dichiarato che andare a votare al referendum, atto conclusivo di un progetto che per forza di cose ha connotazioni politiche ma non partitiche, è una decisione che dipende dalla coscienza di ognuno e pertanto una decisione da prendere in piena autono-mia e libertà. D’accordissimo, in democrazia la libertà di espressione è fondamentale, come fondamentale è altresì il confronto, il dialogo, prendere posizione, schierarsi, ma soprattutto essere onesti e leali (po-liticamente) con i cittadini, esprimendo le ragioni e le motivazioni della propria posizione e non nascon-dersi per puro opportunismo, come è successo nella campagna elettorale delle ultime amministrative, du-rante la quale non si è accennato, non si è parlato di un progetto, quello dell’autonomia, in itinere in quel momento, che costituiva per Monreale sicuramente dei cambiamenti non solo territoriali, ma anche de-mografici, sociali ambientali, politici ed economici, mentre per Pioppo era importantissimo per il proprio futuro. Tutto questo per il semplice motivo, come dichiarato da qualcuno, che in queste circostanze è difficile schierarsi. Ci chiediamo perché il più delle volte è difficile dire alla gente quello che si pensa e pertanto si dice quello che alla gente piace sentirsi dire. Questo atteggiamento assunto ci sa tanto di Ponzio Pilato cioè di lavarsene le mani volontaria-mente, non avendo il coraggio di assumersi le pro-prie responsabilità di fronte ad un argomento sicu-ramente spinoso quale è quello dell’autonomia e di fronte ai cittadini. Noi crediamo che bisognava stare dalla parte dei cittadini che hanno da sempre mani-festato la volontà di cambiare, anche perché essendo l’autonomia una meta da tanto tempo rincorsa e tan-to desiderata, crediamo che sarebbe stato opportuno lavorare in sinergia tutti insieme per raggiungere questo tanto aspirato obiettivo. In poche parole quel-lo che rimproveriamo ai nostri rappresentanti politici, è quello di non avere assunto nei confronti dell’auto-nomia una posizione chiara e netta, perché sarebbe stato più leale da parte loro dichiararsi per il NO o per il SI, anche perché oltre che politici sono princi-palmente cittadini pioppesi. Ma lasciamo quello che

è successo in passato, che ci servirà per il futuro, per parlare del presente, in cui la cosa più grave, di cui per la verità non ci stupisce più di tanto, è il silenzio assoluto, come se il 18 Aprile 2010 non fosse successo niente.Eppure è successo qualcosa, qualcosa di signifi-cativo, considerato che dai dati numerici del refe-rendum emerge che quasi un Pioppese su due ha manifestato la volontà di volere Pioppo comune, per dare una svolta al futuro del proprio paese, perché ormai stanchi delle solite promesse non mantenute, stanchi della mancanza di servizi e delle condizioni di invivibilità di questo territorio invaso da un de-grado ambientale, sociale, economico, urbanistico ed edilizio sempre più galoppante. I Pioppesi attraverso il referendum, hanno manifestato il loro malumore, il loro malcontento, il loro malessere, oramai riposto da tempo, mandando un messaggio ben preciso ai politici ed amministratori monrealesi, i quali di fronte a tutto ciò non parlano, stanno in silenzio, come se la cosa non li riguardasse. Un silenzio che continua tutt’ora nonostante più volte il Comitato abbia riba-dito la volontà di ritentare la strada dell’autonomia attraverso un nuovo progetto. I nostri politici non si sono nemmeno interessati di aprire una discussione, un dibattito anche in seno al Consiglio comunale per fare un’analisi sull’esito del referendum e sul signifi-cato di tale risultato, il cui peso politico ci auguria-mo abbia la dovuta sostenibilità necessaria e utile per il futuro, nella speranza che la memoria anche in questa occasione non sia labile e sopraffatta dalla consueta prostituzione politica. Ritornando per un at-timo al passato, ci siamo più volte chiesti il perché di tanta iniziale indifferenza mostrata dall’Amministra-zione comunale nei confronti del progetto autono-mistico. Ci siamo date tante spiegazioni, arrivando alla conclusione che cotanta indifferenza sia dovuta al fatto che i politici ed amministratori monrealesi abbiano sottovalutato inizialmente il progetto, nella convinzione che ci saremmo arenati alle prime dif-ficoltà, cosa che come sapete bene non è successo, tanto è vero che siamo arrivati al referendum, che ha rappresentato per Pioppo un traguardo storico. Vogliamo credere che sia stato questo, perché diver-samente sarebbe gravissimo. Sarebbe gravissimo il fatto che non si siano resi conto dell’importanza del progetto, anche se abbiamo la sensazione che sia stato così, visto che come abbiamo avuto modo di verificare, molti consiglieri non conoscevano la legge 30/00 che norma l’istituzione dei comuni in Sicilia nè tanto meno erano documentati sul contenuto del progetto e sull’iter relativo al procedimento dello stes-so (pubblicazione, osservazioni, approvazione). Nel momento in cui le cose si facevano serie, quando si sono resi conto che, con l’emanazione del decreto au-torizzativo al referendum da parte dell’Ass.to Reg.le delle Autonomie Locali, si profilava la concreta pos-sibilità di perdere quella parte di territorio di Monre-ale, definita da un consigliere comunale Monrealese la più bella (chissà perché se ne accorgono proprio adesso), hanno fatto di tutto per impedire che si fa-cesse il referendum. Alcuni politici hanno invitato

gli elettori ad astenersi dopo che precedentemente avevano approvato il progetto in Consiglio comunale, altri che prima avevano più volte dichiarato di es-sere favorevoli all’autonomia (dichiarazioni rilasciate prima delle amministrative del 2009), partecipando in prima persona alle prime assemblee cittadine e presentando addirittura alla Regione un disegno di legge per l’istituzione di Pioppo Comune, successi-vamente dichiaravano di non essere d’accordo e che l’istituzione di Pioppo Comune era comprensibile 10 anni prima (dichiarazioni rilasciate dopo le ammini-strative del 2009). Altri ci hanno definiti arroganti, furbetti, addirittura mafiosi, mentre altr,i dopo che avevano mostrato massima disponibilità per il prose-guo dell’iter procedurale del progetto autonomistico, demandando alla volontà dei cittadini l’istituzione di Pioppo comune o appoggiando ufficialmente il progetto, una settimana prima del referendum sotto-scrivevano il ricorso per l’annullamento dello stesso. L’indifferenza di adesso non riusciamo proprio a spie-garcela. I politici monrealesi neanche adesso, di fron-te al profilarsi di un nuovo progetto autonomistico, si chiedono o ci chiedono del perché di questa voglia di staccarci da Monreale. Forse perché come si suol dire “annu u carbuni vagnatu”, perché consapevoli che sia loro che quelli che li hanno preceduti nelle passate Amministrazioni, non si sono mai occupati di questo territorio, abbandonandolo e favorendo le condizioni di marginalità ed emarginazione in cui si trova, ma soprattutto perché, coscienti di una realtà sociale, territoriale, ambientale ed economica non più sostenibile, sanno benissimo che non sono nelle con-dizioni di controbattere adeguatamente alle nostre legittime rivendicazioni? Chissà.La realtà è di fronte agli occhi di tutti:• C’èunterritoriodeturpatosiadalpuntodivistaedilizio, urbanistico e ambientale per l’assenza, che dura ormai da 30 anni, di un adeguato Prg; • NonvengonopagatigliabbonamentiASTperglistudenti pendolari;• L’immondiziacoloraeprofumaormaicostante-mente il nostro paese e l’amministrazione che fa? Aumenta la TARSU del 50% con una delibera di Giunta calpestando le competenze del Consiglio co-munale;• E’stataaumentatalabollettadell’acquadel10%;• E’stataabolitalaguardiamedica;• Continuiamoadavereunufficiopostaleinade-guato.

In pratica aumentano i disservizi e di pari passo au-mentano le tasse, eppure il Sindaco il 19 Aprile 2010, il giorno dopo il referendum dichiarava: “La volontà della mia amministrazione, così come ho detto all’atto del mio insediamento, è quella di volere continuare ad investire su Pioppo così come sulle altre frazioni, in termini di servizi e infrastrutture …………………….Cari lettori, come dice Vasco Rossi, “c’è qualcosa che non va”. SI o NO? Il Comitato pro autonomia di Pioppo

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Maggio 2011 Società

SI FESTEGGIA COME OGNI ANNO, IL PRIMO MAGGIO, LA FESTA DEI LAVORATORI“ OTTO ORE DI LAVORO, OTTO DI SVAGO, OTTO PER DORMIRE”

DIETRO LE CELEBRAZIONI DEL PRIMO MAGGIO UNA STORIA DI LOTTEConiato nel 1855 in Au-

stralia, “otto ore di lavo-ro, otto di svago e otto per dormire”, fu il motto, subito condiviso in tutto il mondo dai movimenti sindacali del Novecento. Dal congresso dell’Associazione internazionale dei lavoratori nel 1866 arrivò la proposta di fis-sare un limite legale per l’attività lavorativa di otto ore.Le organizzazioni dei lavoratori statunitensi si attivarono subito affinchè tale proposta diven-tasse legge e nel 1866 nello stato dell’Illinois fu approvata la legge che fissava il limite delle otto ore e fu stabilita come data per l’entrata in vigore proprio il primo maggio del 1867.In quella stessa data fu organizzata una grande manifestazione dei lavoratori per le strade della città.In seguito, nell’ottobre del 1884, si stabilì che dal primo maggio del 1886 i lavoratori ameri-cani avrebbero dovuto rifiutarsi di lavorare per più di otto ore al giorno.Quindi il primo maggio 1886 in dodicimila fabbriche statunitensi più di quattrocentomila lavoratori rifiutarono di superare le otto ore e ci furono scioperi e manifestazioni per molti

giorni. La situazione divenne così tesa da spingere le forze dell’ordine a far fuoco sui manifestanti, causando alcune vittime tra i lavoratori. Per-tanto continuarono le manifestazioni e la re-pressione fu talmente dura da provocare altre vittime in vari stati, ma in particolare a Chi-cago.Il primo maggio divenne così il giorno per ri-cordare le vittime mietute tra i lavoratori.Nel 1889 l’ Associazione internazionale dei la-voratori si riunì di nuovo e indisse per il primo maggio del 1890 una nuova manifestazione in contemporanea i tutti i paesi e città per chie-dere di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore. La manifestazione ebbe un tale suc-cesso, anche in Italia, che fu ripetuta l’anno successivo. Il congresso dell’associazione na-zionale dei lavoratori decise, quindi, di rendere permanente la ricorrenza.In Italia, però il regime fascista decise di sop-primere tale festività considerandola sovversi-va, e solo nel 1945, sei giorni dopo la libera-zione dell’Italia, il primo maggio fu di nuovo celebrato.Tuttavia nel 1947 a Portella della Ginestra si scrisse una pagina molto cruenta nella storia della festa del lavoro: la banda Giuliano fece

fuoco tra la folla che si era radunata per festeg-giare la fine della dittatura, provcando undici vittime e molti feriti. La Cgil proclamò allora uno sciopero generale per opporsi al modo vio-lento di soffocare le rivendicazioni dei lavora-tori.Da allora è molto cambiato il modo di celebrare la data del primo maggio e ormai da molti anni i sindacati confederali organizzano una mani-festazione nella capitale legata ad un grande concerto in piazza S. Giovanni, che richiama visitatori da tutte le città. Inoltre quest’anno la festa del primo maggio a Roma sarà legata anche alla festa per la santificazione del papa Giovanni Paolo IIE’ necessario dunque non dimenticare che i diritti inalienabili di cui godiamo oggi come la-voratori sono frutto di anni di lotte e di sacrifici anche in termini di vite umane. Anche il primo Maggio 2011 ci sarà la con-sueta manifestazione a Portella della Ginestra per ricordare le vittime della strage della banda Giuliano. Che siate in campagna, per le strade a mani-festare, al concerto di Roma, buona festa dei lavoratori!

Barbara La [email protected]

UN PASSO OLTRE CENTO

Ci hanno abituati a contare fino a cento, specie se si tratta di mafia. E non perché la questione

mafiosa richieda uno sforzo di lucidità tale da dover contare fino a cento prima di parlare, ma solo per ri-prendere il titolo di un fortunato film. Eppure durante l’incontro del primo aprile, curato dal Collettivo Link, sulla criminalità organizzata, mi sento di dire che si è riusciti a fare un passo oltre i canonici cento, me-tafora, in questo caso, di quella sterile retorica che si spreca ogni qual volta si parli di mafia ed antimafia. “Non tutto è mafia – sostiene Franca Imbergamo, so-stituto procuratore presso la Procura di Caltanissetta - perché se tutto è mafia, niente è mafia”. E attenzione, a quel punto si correrebbe il rischio di non riuscire più a districarsi all’interno della zona grigia, brodo di coltura per malavita organizzata, istituzioni, colletti bianchi, microcriminalità e perché no anche di alcune fasce della stessa antimafia. “Fare antimafia oggi non solo è di moda – avverte il magistrato nisseno - ma è altresì lucroso.” E va da se che dove ci sono soldi facili c’è sempre qualcuno che ci fa un pensierino. Basti pensare che al 30.06.2008 i terreni agricoli con-fiscati risultavano essere il 21% di tutti gli immobili confiscati (1.704 su 8.129), oggi secondo le stime del governo (reperibili su http://www.beniconfiscati.gov.it) dei 1704 terreni confiscati, solo 616 risultano ancora da destinare ed in gestione all’Agenzia del Demanio mentre 1.051 sono stati trasferiti ai comuni e 37 man-tenuti allo Stato. Dei 1051 terreni destinati ai comuni, circa 330 sono stati trasferiti per essere utilizzati da cooperative agricole e consorzi per lo sviluppo di at-tività agricole.Ci va giù pesante anche Gioacchino Genchi, ex con-

sulente informatico della Polizia, assolto, in questi gior-ni dall’accusa di accessi abusivi. Il suo intervento partito da alcune considerazioni sulle vicende giudiziarie dell’ex Arcivescovo di Monreale Salvatore Cassisa, indagato, poi sempre prosciolto per collusione mafiosa, appropriazione indebita e falso in atti d’ufficio, prende via via una linea più generale. Anche da lui un monito a stare all’erta: “ questa è l’attenzione che voi giovani dovete avere nei con-fronti dei politici, compresi i partititi di centrosinistra che devono essere controllati al pari di quelli del centro destra perché la capacità di penetrazione della mafia non guarda colore politico. Scriveva Cesare Mori […] la mafia è come una puttana, striscia sempre intorno al potere”. Noi, in verità, il problema del controllo dei politici, se non altro, durante il dibattito lo abbiamo risolto alla radice, di rap-presentanti dell’Amministrazione comunale infatti non c’è stata alcuna traccia.Il timore di una moria del pensiero, di un livellamento della capacità critica, riemerge più volte nel corso dell’incontro, tanto da sembrarne essere il filo conduttore: “anche i pro-getti a scuola sono fatti, [...] un po’ a maniera - afferma Anna Bucca, Presidente dell’ARCI Sicilia - non c’è voglia di far sviluppare pensiero critico, e se non si sviluppa pensie-ro critico è difficile che poi si sviluppino strumenti neces-sari per combattere la mafia […] e quando un paio d’anni fa i COBAS avevano messo quel cartello dicendo che la mafia ringrazia per la fine della scuola io credo che ab-biano detto, per quanto contestati, una cosa vera”, anche perché per riuscire a fare quel salto di qualità che porta poi a compiere, non cento, ma cento e uno passi, l’istruzione e la scuola non sono certo elementi di poco conto.

Miriam Spinnato

SEMPRE PIU’ CLICCATO WWW.MONREALENEWS.IT

È diventato ormai un vero e proprio punto di riferimento dell’informazione cittadina il

sito internet www.monrealenews.it. Il quotidiano on line, che si occupa a 360 gradi della vita della nostra cittadina ed è diretto dal giornalista Enzo Ganci, in pochi mesi ha sfon-dato il muro delle 150 mila visite complessive, sfiorando il mezzo milione di visualizzazioni di pagina.Un trend decisamente in crescita, che attual-mente ha fatto attestare il giornale su una media di oltre 1.200 viste giornaliere. Sempre apprezzata la grafica del webmaster Salvatore Leto, semplice e funzionale al tempo stesso.«Stiamo lavorando per dare un’informazione rapida ed efficace agli utenti della rete – affer-ma Enzo Ganci – puntando molto sulla crona-ca spicciola e soprattutto sui fatti quotidiani che difficilmente trovano spazio sui tradizio-nali mezzi di informazione. Invitiamo i nostri lettori a continuare a seguirci, convinti di po-ter offrire un servizio sempre più capillare».

Luigi Gullo

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Anno II - n.14Cultura

Strabilianti Luminarie Strabilianti Luminarie è il risultato di un’in-

dagine storico-antropologica che Officine Ri-cerca ha effettuato sul e nel territorio, volta alla ricostruzione di secoli di “storia monrealese” letta attraverso l’evento religioso più emotivamente sentito dalla popolazione: la Festa del SS. Cro-cifisso.Un’indagine viva e ancora aperta, compiuta non soltanto presso gli uffici comunali e gli archivi della cittadina, ma supportata anche dal contribu-to personale di quanti, tra i monrealesi, abbiano alimentato con raccolte private la memoria storica della collettività. La documentazione archivistica, offre una serie di intriganti notizie relative agli

aspetti organizzativi del grande evento: gli ac-cordi tra i sindaci, i resoconti spese e introiti, le richieste per “raddoppiare la forza motrice delle lampade esistenti in tutto il corso” e, per finire, “i caffè e i ringraziamenti” offerti ai “tranvieri della linea 8/9” per il lodevole servizio prestato. Paral-lelamente lo studio delle locandine, attraverso il più immediato impatto pittorico - visivo, porta ad immergersi nella memoria storica, popolare e personale al tempo stesso, e a co-noscere l’evoluzione dei gusti, dei costumi, degli usi linguistici di un’intera epoca. Il nostro studio si è incentrato, inol-tre, sulla ricostruzione an-tropologica di alcuni aspetti

laici della festa, questo, costituisce la base, il sup-porto da cui partire per liberare l’immaginazione e ritornare protagonisti di un mondo ormai passato.Il lavoro di ricerca ha anche preso in conside-razione usanze e costumi oramai scomparsi ma che rivelavano l’essenza della festa, qui di seguito saranno presentati dei cenni storico-antropologici frutto del lavoro di Officine Ricerca.

La corsa dei berberi. L’usanza ludico rituale del-le corse equestri deve probabilmente ricondursi all’influenza degli Arabi: queste genti, dette ber-bere, portarono con sé oltre alle pregiate spezie e stoffe, anche i pali ippici a cui partecipavano stupendi cavalli di pura razza autoctona.Con la cacciata degli “infedeli”, avvenuta al tempo dei Normanni, il palio, seppur fortemente radicato, cominciò “ad indossare panni cristiani”: la sacra-lità dei riti religiosi della festa del SS. Crocifisso si combina così con l’antichissimo, quanto poco cristiano “Palio dei Berberi”, conosciuto come la Corsa dei Barberi, chiara storpiatura di “berberi”, razza di cavalli provenienti dalla Barberia o dal Marocco. La prima testimonianza di tale costume si ritrova in un documento del 1508 in cui si legge come l’allora arcivescovo di Monreale Alfonso II, figlio del re Ferdinando di Aragona, per accrescere la celebrità di San Castrense, patrono di Monreale, avesse bandito una pubblica fiera di quattro gior-ni a partire dalla terza domenica di maggio. La fiera del patrono è stata in seguito sostituita con quella del così designato “compatrono” os-sia il SS. Crocifisso; il motivo di tale scelta deve essere ricercato nelle delibere del Concilio di Trento (1545-1563) che aveva proclamato il ritorno devozionale al mistero della Croce, tema centra-le dell’ortodossia cattolica. La fiera prevedeva un commercio animatissimo e le corse dei berberi erano un forte richiamo per le genti dei paesi vici-ni. Nel pubblico bando del 22 maggio del 1508, in occasione della fiera, si invitano cittadini e stra-nieri: «[…] sia liberu lu intrari et lu nexiri accaptari et vindiri di qualisivogla mercancia et condictioni di quilla etc. senza pagari angaria nixuna accussi comu su franche in qualisivogla altri feri etiam»1 . Le corse equestri vengono definite come un “nuo-

vo spettacolo per Monreale”. Questa significativa testimonianza porta a dedurre che il palio si sia svolto nel paese a partire dalla prima metà del Cinquecento. Il demologo Giuseppe Pitrè, in Feste patronali in Sicilia, si è ampiamente soffermato sulla descri-zione della festa del SS. Crocifisso di Monreale. Nel suo scritto si accenna all’atmosfera che le corse dei cavalli creavano nella comunità: «Il dì 3 Maggio del 1898 dunque, nelle prime ore del pomeriggio, io mi recai a Monreale. Era il terzo giorno della festa, e si parlava con vantaggio e con calore delle corse dei primi due giorni. Il palio era stato vinto da cavalli paesani. Un bardaloro poi era corso come una piuma, veloce come il vento e s’era lasciati addietro non so quanti passi tutti gli altri»2 . La valenza storico antropologica della Corsa dei Barberi ha influenzato alcune espressioni dialettali

tradizionali come ad esempio il detto: pari un var-varo3, riferito a una persona che va sempre

di corsa.

A Vulata i l’Ancìlo. Una pratica rituale ormai scomparsa, che si svolgeva a Monreale per il tre di Maggio, è la cosiddetta Vulata i

Festa-SS.-Crocifisso-1937

1 Documento II, estratto dal vol. degli atti della Corte Arcivescovile 1507-1509, fol. 94 in Gaetano Millunzi, S. Castrense protettore della città di Mon-reale, S. Lega Eucaristica, Milano. 2 Pitrè Giuseppe, Spettacoli e feste popolari sici-liane, CIE Ila Palma, Palermo, 2006 3 Interessante il fenomeno linguistico di fonetismo dialettale, noto con il nome di betacismo. Fenome-no per cui avviene uno scambio tra le consonanti /b/ e /v/ nei dialetti italiani centro-meridionali, dal

passaggio tra il latino e lingue romanze. In questo caso infatti barbaro diventa varvaro. Cfr. G. Ruffi-no, Sicilia, collana Profili linguistici delle regioni, 2001, Laterza, Bari. 4 Comandè Giovanni Maria, Il tre Maggio, festa del SS. Crocifisso della Collegiata di Monreale, in Don Giovanni Malizia, Edizione Sadron, Palermo, p. 170. 5 Sull’argomento, anche in merito ad analoghi

contesti cerimoniali, Cfr. : A. Buttitta La festa dei morti in Dei segni e dei miti. Una introduzione all’antropologia simbolica, Sellerio, Palermo 1996. S. Bonanzinga, Ciclo della vita e tempo della musica, in Forme espressive e società tradizionali, Palermo, 2002, I. E. Buttitta, I morti e il grano. Tempi del lavoro e ritmi della festa, Meltemi, Roma, 2006, F. Giallombardo, Le feste di San Giuseppe in Sicilia, Fondazione Ignazio Buttitta, Palermo, 2006.

Festa-SS.-Crocifisso-1930

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Maggio 2011 Società

Il 12 e 13 giugno i cittadini e le cittadine italiani/e si recheranno

in massa ai seggi per votare 2 SI per l’acqua bene comune. Sebbene il Consiglio dei Ministri abbia rifiu-tato la richiesta di accorpamento della consultazione referendaria con le elezioni amministrative pre-viste per il 15 e 16 Maggio, avan-zata dal Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune e da diversi Enti Locali, che avrebbe permesso allo Stato Italiano di ri-sparmiare circa 400 milioni di euro, il percorso referendario non risulte-rà indebolito, anzi il popolo dell’ac-qua vivace, inclusivo, propositivo, fin dal suo nascere, andrà a votare e sceglierà che l’acqua e la sua gestione debbano tornare pubbli-che e rimanere fuori dal mercato. I due quesiti referendari vogliono eliminare le norme che in questi anni hanno spinto verso la priva-tizzazione e trasformato un diritto in una merce, a beneficio di privati e multinazionali e a scapito della qualità del servizio, vogliono resti-tuire questo bene essenziale alla gestione collettiva, partecipata, de-mocratica e diretta delle comunità locali per garantirne e tutelarne l’accesso a tutti e a tutte. Il primo quesito “Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazio-ne” si propone di fermare la priva-tizzazione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, compreso quello idrico, abrogando quella nor-mativa approvata dal governo Ber-lusconi che affida la gestione del servizio idrico a soggetti privati o a società a capitale misto, pubblico-privato, e consegna definitivamen-te al mercato i servizi idrici del nostro paese. Il secondo quesito, di

“Si scrive acqua ma si legge democrazia”grande rilevanza simbolica e concreta, “Determinazione della tariffa del servi-zio idrico integrato in base all’adegua-ta remunerazione del capitale investi-to. Abrogazione parziale di norma” si propone di abrogare la parte normati-va che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a re-munerazione del capitale investito: in sintesi e senza mezzi termini “fuori i profitti dall’acqua”. Oggi più che mai è importante e vitale per la democrazia difendere questi quesiti da qualsiasi attacco e da “affrettati” e sospetti in-terventi legislativi che vogliono inficia-re il percorso referendario, promosso grazie ad una straordinaria parteci-pazione popolare (sono state raccolte oltre un milione e quattrocentomila firme), a dimostrazione della volontà dei cittadini e delle cittadine italiani/e di esprimersi in modo diretto sulla ge-stione del servizio idrico, ricorrendo ad uno strumento garantito dalla Costitu-zione che permette la partecipazione attiva da parte dei cittadini alla vita politica del proprio paese. Il referen-dum, infatti, per l’acqua bene comune è sostenuto da una pluralità di sog-getti costituiti da comitati territoriali, associazioni, movimenti e organizza-zioni sociali da anni in lotta contro la privatizzazione del servizio idrico. La vittoria al referendum significherebbe non solo ritornare alla gestione pub-blica del servizio idrico ma anche di-sincentivare i privati a trarre profitto dalla mercificazione dei beni comuni, soggetti così alle logiche del mercato. Restituire l’acqua alla gestione pubbli-ca e partecipata delle comunità locali significa ricostruire la democrazia. In tal senso il movimento per l’acqua bene comune costituisce oggi l’esem-pio di una nuova soggettività, capace di mettere in atto nuove pratiche di

resistenza e prati-che più ampie di democrazia su cui fondare un’alter-nativa, una nuova idea delle relazioni economiche, so-ciali, vitali, tra gli uomini.

Finella Giordano

l’Ancìlo [volata dell’angelo] o Calata i l’Ancìlo [discesa dell’angelo]. Purtroppo non ci sono fonti scritte che descrivano tale rito ad eccezione del breve cenno presente in un romanzo monrealese degli anni trenta: «Poi si faceva, a quel posto, la “volata dell’An-gelo” che era un ragazzino calato su alcune corde dall’alto fino al Cristo per gridargli la più ingenua e la più graziosamente balorda serie di strofette, più o meno impappinate»4 . Si può in ogni caso supporre che tale usanza risulti postuma alla visita del demologo Pitrè avvenuta nel 1898, dal momento che nel suo testo non se ne fa menzione.Essa inoltre non ebbe lunga durata: presumibilmente sorta agli inizi del Novecento, venne interrotta bruscamente alla fine degli anni Quaranta, a causa di un drammatico incidente verificatosi durante la sua messa in scena. Nei ricordi dei più anziani, e dalle testimonianze raccolte, emerge che la Volata dell’Angelo preve-deva il “mascheramento” di due bambini del paese inferiori ai sette anni d’età. I prescelti indossavano: un abitino bianco o color pastello, delle ali di cartone con incollata la carta velina o ali di stoffa modellati con il fil di ferro, i sandali di cartone con un foro tra l’alluce e l’indice da dove erano fatti passare dei nastri che si legavano alle gambe e, infine, una coroncina di cartone decora-ta con la carta dei cioccolatini dorata o argentata. Venivano poi appesi a dei fili a mezz’aria legati all’estremità di balconi posti uno di fronte all’altro nella piccola via Miceli e calati contempo-raneamente sulla vara mentre i fedeli lanciavano petali di rose. Contemporaneamente un corteo di fanciulli vestiti con abiti color pastello e lunghi nastrini colorati legati ai polsi, recitavano delle poesie dinanzi la sacra effige. Tutto questo avveniva due volte all’interno del percorso processio-nale: la prima quando il simulacro del SS. Crocifisso sostava, intor-no alle 19.00, tra via Miceli e via Antonio Veneziano. La seconda si svolgeva intorno alle 23.00, tra via Miceli e via Pietro Novelli, quando la processione aveva ormai percorso gran parte del paese. La comunità intera omaggiava u Signuruzzu attraverso questi piccoli bimbi vestiti da angioletti: Come emerge da questa prati-ca devozionale gli infanti esposti alla presenza del simulacro, ne assorbivano simbolicamente “la Potenza”, trasferendola augural-mente all’intera comunità. Va sottolineata la concezione arcaica del vigore vitale degli infanti, che nelle società contadine, come quella monrealese, era messa in relazione con la prosperità delle messi e il culto dei defunti5. Lo statuto dei bambini nelle società tradizionali è incerto: non ancora inseriti nella struttura sociale degli adulti, essi necessitano di attraversare particolari iter rituali che ne sanciscono l’ingresso nella comunità.

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RedazioneDirettore Editoriale

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Direttore ResponsabileAlex Corlazzoli

RedattriciPiera Autovino, Maria Rita Carrà

Barbara La Barbera

VignettistaAntonino Carlotta

Impaginazione e GraficaDomenico Garlisi, Rosolino Bucceri

design e logo Rosanna Romano

FotografieLuciano Busicchia, Piera Autovino

Hanno CollaboratoValentina Lucchesi, Giovanni buccerI

Officine RicercaComitato Pioppo Comune Autonomo

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Anno II - n.14Società

Cominciamo a decrescere?Gruppo d’acquisto solidale (GAS) a Monreale. Organizziamoci!

I GAS nascono in Italia nel 1994, quando grup-

pi di persone si uniscono, organizzandosi in maniera spontanea e informale o appoggiandosi ad asso-ciazioni e cooperative, per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune da ridistribuire tra loro: passata di pomodoro, frutta e verdura, pasta, sale, fa-rina, carne, detersivi ... Oggi, in Italia, sono censiti più di 600 GAS che si organizzano non solo per risparmiare ma anche e soprattutto per tutelare la propria salute, intraprendere scelte di consumo criti-che e ricercare una alternativa praticabile da subito, e incidere sulle leggi e le ingiustizie del commercio internazionale. Alla base di questa esperienza di gruppo c’è una critica profonda verso l’attuale società dei consumi e verso l’eco-nomia globale. I principi dei GAS sono semplici e chiari: rispetto del lavora-tore, rispetto dell’ambien-te e consumo locale.

Per poter organizzare un GAS a Monreale …• Possiamo metterci in contatto con il GAS più vicino a noi per comincia-re a capire come funziona (archivio dei G.A.S. sul sito: www.retegas.org). A Palermo, alla Facoltà di Agraria in viale delle Scienze 13, opera da diversi anni l’Associazione GASual-mente (3494486725, [email protected]) che ha lo scopo di promuovere e favorire il consumo di prodotti provenienti da agricol-tura biologica e da agricolture locali, sociali e solidali. Ogni settimana i produttori inviano a GASualmente il listino con i prodotti disponi-bili ed i relativi prezzi (ortaggi, frutta, carne, latte, formaggi, pane e prodotti da forno, olio, vino, pasta, …); 1) Lunedì il GAS invia l’ordine a tutti i soci; 2) Martedì i soci rinviano la scheda d’ordine

a GASualmente; 3) Giovedì si effettua la consegna delle cassette d’ordine personalizza-te.

GASualmente si prefigge, tra l’al-tro, di trovare uno sboc-

co commerciale e lavorativo per tutti quegli studenti/produttori interessati a collocare sul mercato i propri prodotti.

• Cominciamo a parlare dell’idea degli ac-quisti collettivi con i nostri amici. Insieme ci si può occupare di ricercare nella zona piccoli produttori locali rispettosi dell’uomo e dell’ambiente, di raccogliere gli ordini tra chi aderisce, di acquistare i prodotti e distribuirli. Il ritiro della spesa può costituire un’occasione di incontro, condivisione e formazione: alcuni gruppi, infatti, attribuiscono molta importanza agli aspetti culturali e conoscitivi ed organiz-zano incontri sul consumo critico, sull’auto-produzione di alcuni prodotti (detersivi, pane, ecc.), sui rapporti nord-sud del mondo, ecc.

• Possiamo visitare “A Fera Bio” che è un mercatino equobiolocale, un’importante ma-

nifestazione sostenuta dall’Università degli Studi di Palermo che si svolge ogni terza domenica del mese dalle ore 9,30 alle ore 14,30 presso Palazzo Chia-ramonte Steri, sito in P.zza Marina 61. In queste occa-sioni si organizzano spes-so incontri di educazione alimentare, si affrontano temi quali cultura culinaria,

sport, dieta mediterranea ed ecosostenibilità. Oltre ai diversi produttori alimentari, spesso sono presenti operatori dell’economia solidale e del terzo settore e creazioni ecosostenibi-li da poter acquistare; uno spazio è dedicato al book-crossing e al baratto. I produttori che partecipano a “A Fera Bio” coltivano ovvia-mente i loro prodotti con metodi biologici ed eco-compatibili, evitando l’uso di diserbanti e concimi chimici, svolgendo quindi anche un’importante funzione di conservazione del territorio e di salvaguardia della nostra salute.

Appuntamenti:•Domenica15maggioaPalazzoSteri;• Domenica 5 giugno aMonreale, in PiazzaGugliemo; avremo modo di incontrare Maurizio Pallan-te, fondatore del Movimento per la Decresci-ta Felice e del Comitato per l’uso razionale dell’energia (CURE), in occasione della Gior-nata Mondiale dell’Ambiente organizzata dal Collettivo Link. Piera Autovino

[email protected]

Revocato lo sciopero generale del 29 aprile dei lavoratori forestali!

Il 28 aprile presso l’A.R.S. si sono incontrati, l’assessore Regionale alle risorse Agricole e Alimentari, l’Assessore al Territorio e all’Am-biente, il dirigente Generale dell’Azienda Fo-reste Demaniali, il Comandante Generale del Corpo Forestale e i rappresentanti sindacali della FAI CISL, FLAI CGIL e UILA UIL Sicilia per firmare l’ennesimo accordo!

Si legge, in quest’ultimo documento, che il Governo Regionale si impegnerà a recepire e a rispettare integralmente l’accordo del 14 maggio 2009, inserendo nella Legge finanzia-ria le risorse occorrenti pari a 242 milioni di euro per il Dipartimento Azienda e 144 milio-ni per il Dipartimento Foreste. L’azienda re-voca le sospensioni dal lavoro recentemente effettuate; il Dipartimento Foreste, in ordine agli avviamenti per l’antincendio, si impegna a procedervi entro 5 giorni dalla pubblicazio-ne della finanziaria, prevedendo l’immissione dei lavoratori entro la prima decade di mag-gio. Il Dipartimento Azienda, entro lo stesso termine, si impegna ad avviare i lavoratori inseriti di cui all’articolo 44 della L. R. 14 del 2006. Entrambe le amministrazioni garanti-scono che i lavoratori verranno avviati per il numero delle giornate assicurate dall’accordo del 14 maggio 2009 e continuativamente.Il 18 maggio sarà riaperto un tavolo tecnico perché si proceda per via legislativa al rior-dino del sistema agro-forestale e verranno riprese le trattative per il rinnovo del CIRL (Contratto Integrativo Regionale Lavoro) rece-pendo la parte normativa, mentre per la parte economica i costi verranno quantificati e sot-toposti alle OO. SS. e trasmessi alla giunta di governo per l’approvazione.Il Governo dichiara di aver predisposto un disegno di legge per l’istituzione del capitolo unico per i Lavoratori a Tempo Indeterminato (LTI) e che verrà presentato in sede di appro-vazione della finanziaria. Riconosce i firmata-ri dell’Accordo come unici soggetti titolati a trattare le materie del C.C.N.L. (Contratto Col-lettivo Nazionale Lavoro) e C.I.R.L. di settore.Sembra che il 29 aprile l’ARS abbia inserito i fondi in bilancio!“Sarà la volta buona?”

Piera Autovino con la collaborazione di Rosolino Salerno,

FAI CISL di Monreale

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blog: filodirettoblog.wordpress.com 11

Maggio 2011 Ambiente e sport

Verso i referendum: incontro con Giuseppe De MarzoVenerdì 6 Maggio, alle ore 18:30, presso i locali dell’Hotel Savoia, si svolgerà un incontro-dibat-tito con Giuseppe De Marzo, economista, attivi-sta e portavoce dell’associazione A Sud, ecolo-gia e cooperazione onlus. L’evento, organizzato dall’associazione A Sud Sicilia e dall’associazio-ne Link, rappresenta il momento culmine di un percorso che ha visto, e vede, A Sud Sicilia, in seno al Movimento Acqua Pubblica Monreale, attiva nel territorio monrealese nell’ambito della campagna referendaria per la ripubblicizzazione dell’acqua e, da quando la scellerata politica na-zionale lo ha riproposto come prerogativa dell’a-zione di governo, anche del referendum contro il nucleare.Giuseppe De Marzo, attivista, economista, gior-nalista e scrittore, lavora da anni nelle reti socia-li, nei movimenti italiani e in America Latina a fianco delle popolazioni e organizzazioni indige-ne, sindacali e rurali, nelle battaglie civili contro la privatizzazione dell’acqua e contro le attività delle multinazionali petrolifere. È stato relatore sui temi della globalizzazione finanziaria dell’e-conomia, dei beni comuni e della democrazia partecipativa in numerosi forum internazionali, come i Forum Sociali Mondiali a Belem, Porto Alegre e Caracas. È consulente politico per mol-te organizzazioni sindacali e forze politiche di paesi dell’America Latina. Dal 2007 è co-fonda-tore e coordina le attività di ricerca, formazione ed elaborazione testi del CDCA (Centro Docu-

Salvino Fedele, Pietro Palazzo e Vitale Crecco evi-denziano le mille difficoltà che sono costretti ad affrontare per la gestione di un settore che dà tante soddisfazioni ma anche tante spese!Raccontano:“Salvino Fedele, Pietro e Giuseppe Palazzo, fon-datori dell’U.S. Monreale, hanno iniziato la storia del calcio nel nostro paese una notte del 1968 de-cidendo di iscrivere, con 110 mila lire, la squadra che allenavano, per la partecipazione al campio-nato di terza categoria. Quell’anno abbiamo vinto il campionato con la prima squadra e anche oggi, con i giovanissimi abbiamo raggiunto ottimi ri-sultati approdando ai play-off. Gli allievi guidati da Antonino Lo Biondo, Mimmo Di Matteo, Pietro e Giuseppe Palazzo, in collaborazione con Mauro Giambruno, benché non si siano allenati abba-stanza, giorno 12 marzo nello scontro play-out a Mezzojuso valido per un posto nel campionato regionale del prossimo anno, hanno vinto ai rigori (da sottolineare la prestazione a dir poco eccel-lente del nostro portiere, Gabriele Carieri, che parando tre rigori ha tolto un grosso peso ai suoi compagni)”.Ma le difficoltà che bisogna affrontare sono pa-recchie, continuano ad esporre:1 “La gestione della scuola calcio è one-rosa, i ragazzi “promettenti” ci sono, molti pro-vengono da quartieri poveri del nostro paese e

non possono contribuire economicamente. 2 Il Campo Conca d’Oro è molto fangoso quan-do piove ed eccessivamente polveroso col bel tempo;3 Non abbiamo sponsor che possano sostenere le nostre spese.4 Pur potendo usufruire del campo Conca d’O-ro, dobbiamo fare una turnazione e anche per questo motivo i nostri giovanissimi non hanno avuto la possi-bilità di allenarsi intensivamente.5 Dobbiamo sostenere spese che riguardano le utenze che, pur se condivise con le altre squadre, per noi che abbiamo introiti limitati, di cui facciamo uso per le trasferte (Mazara, Trapani, Castelvetrano ecc), sono molto gravose e ci ritroviamo ad avere difficoltà anche solo per poter pensare di offrire una pizza alla squadra o di organizzare, anche in economia, una festa di fine anno per i nostri ragazzi.Consideriamo pure che poco distante da noi, a Borgetto, per esempio (un piccolo paesino con circa 7000 abitanti, Monreale ne ha 30 mila in più), il campo è in erba sintetica e il Comune, che a quanto pare crede nella “pratica” dello sport, ha speso circa 900 mila euro per la ristrutturazione.Infine, quasi tutti i campi esterni in cui abbiamo giocato sono in erba e le squadre ospiti si lamen-tano del nostro terreno di gioco.” Mentre ascolto, rifletto sulla storia dello sport a Monreale: dappertutto le strutture sportive sono curate e lo sport ha veramente un valore edu-

Scuola calcio e settore giovanile a Monreale, quale futuro?

cativo riconosciuto dalla comunità che diventa perciò educante. Qui da noi, a Monreale, l’am-ministrazione dimostra con i fatti il valore che dà all’educazione anche attraverso lo sport. Tutte parole! Lo sport non è fatto di parole cari ammi-nistratori; non “smarritevi” in continue chiacchie-re incentrate su cosa si deve fare; cerchiamo di agire adesso … ne va del nostro futuro e di quello dei nostri figli … ne va del futuro di Monreale, un paese che merita tanto, ma che realizza poco, e molto spesso niente!

Piera Autovino e Daniele Russo

mentazione di Conflitti Ambientali). Scrive per diverse testate giornalistiche tra cui “il Manife-sto”, “L’Unità”, “Latinoamerica”, “Loop”, “Carta”. È membro di reti internazionali tra cui l’ISEE - International Society for an Ecological Economy, Oil Watch International. Nel 2010 diventa por-tavoce di RIGAS, Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale, di cui fanno parte più di 70 realtà, presenti su tutto il territorio italiano. Come portavoce di RIGAS, Giuseppe De Marzo è stato presente alla16a Conferenza Mondiale Onu sul clima, organizzata a Cancun lo scorso Dicembre, attestandosi come unico “pezzo d’I-talia” in un momento cruciale per le sorti del clima del nostro pianeta. Nel 2009 pubblica il suo libro “Buen Vivir, Per una nuova democrazia della terra”, nel cui titolo sono racchiuse le parole fondanti di una nuova prospettiva uni-versale, un altro orizzonte, un vero modello di democrazia e un ripensato paradigma di civi-lizzazione, concetti tutti centrati su un’idea di sviluppo declinata a partire dai bisogni fonda-mentali, calibrata sulle capacità di riproduzione della vita e dei suoi cicli biologici (i cosiddetti diritti della natura), coniugata in una relazione armoniosa con la natura di cui l’essere umano e la sua comunità sono parte. Approfondendo l’at-tuale crisi socio-economica e politica, crisi del capitalismo e fallimento del suo modello egemo-nico di produzione, di crescita economica e di consumo, Giuseppe De Marzo delinea la possi-

bilità di uscirne prospettando un nuovo modello di democrazia e un nuovo paradigma di civiliz-zazione, capace di riconoscere e quindi tutelare i diritti della natura, “una democrazia della terra” che “utilizzi un’economia ecologica per calibrare la sostenibilità della sua azione”. Appare chiaro dunque come la presenza di Giuseppe De Marzo rappresenti un’occasione unica per ascoltare e conoscere, attraverso la voce di chi ha fatto del-le pratiche della democrazia deliberativa e della partecipazione dal basso l’idealtipo del proprio operato, come sia possibile pensare ed attua-re pratiche e modelli alternativi al modello di sviluppo capitalista, che continua a privatizzare servizi e a conferire risorse comuni e preziosis-sime, come l’acqua, alla solita cricca di affaristi senza scrupoli. Educazione popolare, autogover-no, orizzontalità, giustizia sociale, mutualismo, creatività e decolonizzazione del potere sono gli strumenti e le pratiche che l’ecologismo dei po-veri adotta per costruire una democrazia della Terra.All’interno della conferenza sarà anche promossa e lanciata la giornata dell’ambiente che il Collet-tivo Link organizzarà a Monreale nella giornata del 5 Giugno. Vi ricordo inoltre che i banchet-ti informativi sui referendum acqua e nucleare continueranno per tutto il mese di Maggio, sa-bato e domenica, presso la piazzetta Vaglica.Otro mundo es posible!

Chiara Pulizzotto

Page 12: Filodiretto MAggio 2011

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Preparazione: sbattere bene lo zucchero con i tuorli. Unite un pò alla volta la farina, il latte, la maizena, il sale, il lievito e 200 g di zucchero fino ad ottenere un composto omogeneo, aggiungete gli albumi montati a neve. Prendete una teglia e cospargetela con lo zucche-ro rimasto, mettete la fetta di ananas, sgocciolate, sullo zucchero e al centro di ognuna ponete una prugna. Ri-coprite con l’impasto e cuocete in forno a 180 °C per 35 minuti.

Ingredienti per un litro: 150 g di burro, 400g di zucchero, 4 uova, 300 g di maizena (amido di mais), 300 g di farina 00, 1 bustina di lievito, 1 tazza di latte, sale, prugne in sciroppo, ananas sciroppate da 400 g.